queste superbe vittorie gloriosa sempre più sfavillasse la maestà del
gran
Giove ; pur essa oscurata venne non poco da quell
respinse. Un fortunato Delfino però conscio delle pretenzioni del suo
gran
Nume avendo ritrovato un giorno la bramata Anfitr
a per altro da popoli collo stesso culto divino qual degna moglie del
gran
Dio Nettuno(1) Non fù egli però contento degli i
tto silenzio trascorse. Sua contesa cou Minerva. Ebbe questo dio una
gran
contesa colla dea della Sapienza Minerva per ragi
con eco sonoro delle conche marine, innanzi a’ quali per rispetto del
gran
Nettuno si appianavano pacificamente le onde ; e
popoli abitanti alle marine spiagge venne Nettuno riguardato per una
gran
Deità, cui di tratto in tratto innalzarono famosi
ndo nel lor cuore quei sensi d’umanità, de’ quali spogliato si era il
gran
padre istesso, con braccia distese in gentil gara
o sollecito gli fabbricava quei fulmini tremendi, de’ quali armato il
gran
Giove rendevasi il terror di chiunque osava far r
ando, che in mezzo all’abitato star non dovesse il tempio dedicato al
gran
Dio del fuoco. L’altro, che credesi edificato da
o per tal barbaro fatto il padre di quello Nettuno citò l’uccisore al
gran
consiglio degli Dei sull’ Areopago, domandando a
ò l’uccisore al gran consiglio degli Dei sull’ Areopago, domandando a
gran
clamore giustizia, e pena ; presso di quelli però
e, se pria rivolto non si fosse il pensiere ai dovuti omaggi a questo
gran
Nume. La Tracia però, o perchè gloriosa della for
ermathenae, sacrificar si doveva in segno di culto una vitella, e con
gran
cerimonia ancora bruciar si dovevano le lingue de
lio della cieca imprudente fortuna. Tale appunto fù il caso di questo
gran
Nume. Egli sebbene fra il sodalizio degli Dei uno
la sventurata Latona sua rivale. Commosso però dalle sue sventure il
gran
padre Nettuno strinse il suo tridente, e forte ba
mar alla vita Ippolito figliuol di Teseo alle reiterate premure della
gran
dea Diana. Sue dissavventure. Un tal figlio però
era (non altrimenti che fece Nettuno) a Laomedonte Re di Troja per la
gran
fabbrica delle sue mura ; benchè poi tradito da l
gli stati, come per la causa istessa con inondazioni fè similmente il
gran
Dio del mare. Sue contese. Contro di questo Dio
a a Venere nella beltà, per giudizio di Paride divenuto arbitro nella
gran
contesa sorta per cagione del pomo d’oro gittato
iato il suo orgoglio dal suo stesso marito pel seguente motivo. Nella
gran
congiura degli Dei contro Giove essa in vece d’op
ente salutata. Fù detta Argiva dal popolo Argivo, presso de’ quali in
gran
vigore era il suo culto. Fù chiamata Cingola dal
suoi passi ad informarne Giove per l’opportuno riparo. Al sentire il
gran
padre le sue giuste querele cercò d’impiegare il
stanca dal cammino, ed oppressa dalla sete con avidità tracannava il
gran
vaso di acqua ad essa offerto dalla impietosita v
; Anzi che i n lei non può cercarsi più. Di fiori ha un serto, che il
gran
Giove diè Ad ella quando assisesi lassù ; Lei pro
sviluppo Se presso i popoli anche più barbari fù sempre tenuta in
gran
conto la verginità, come quella, che oltremodo no
bro avventuroso delle sue novelle fortune. A fronte intanto di questa
gran
cura, che per tal Deità nudrivano religiosamente
re per questa Dea l’ossequio, e vieppiù ne rifulse la gloria, qualora
gran
fiamma d’amore per essa si accese nel petto del r
e nell’esercizio delle stesse, soggetta ad esser punita con verga dal
gran
Sacerdote, se per sua negligenza estinto si fosse
ltanto il caso di grave infermità, in cui partendosi in compagnia del
gran
pontefice, erano posto sotto la custodia di qualc
nell’alma desta, Ella rende gentil qualunque sorte : Figlia di Dio la
gran
Sapienza è questa. Dichiarazione e sviluppo
nte Giove, e ravvisando crescere sempre più con suo maggior dolore il
gran
peso, per man di Vulcano si fè in due parti aprir
’orme Dell’uom col Dio di Delo, e lo ricrea : Questo è il poter della
gran
Dea triforme. Dichirazione, e sviluppo Ch
rasi in severo atteggiamento assiso sopra un carro di ferro non senza
gran
forza tirato da neri, e smagriti Cavalli, con chi
in man di foglie coronato Senza provar dolor scherza sovente Con due
gran
tigri, che gli sono allato. Conforto dell’afflitt
alla morte, che aperti li avrebbe alla vita. Scorgendo impertando il
gran
Padre non potere rimaner superstite quel frutto i
necessità di raggirarmi a lungo pel vasto campo delle gesta di questa
gran
figlia di Urano, e di Gea, detta comunemente Magn
Molto misterioso impertanto, ma assai espressivo è il tipo di questa
gran
Dea. Rappresentasi ella sotto le sembianze di aug
scrizioni delle quattro stagioni dell’anno anohe esse un dì tenute in
gran
venerazione, ed ossequio. Capitolo I. Verità
sa, e non è trista, o lieta. Due fanciulle ha vicino, ed alla meta Di
gran
disegno volge l’intelletto, Cura del tutto ognor
Giustizia è scudo all’uom quando la trova. Annotazioni. Quella
gran
dote, per le quale sola, al dir di Cic. lib. 1. d
ntur. Capitolo V. Pietà Sonetto L eggiadra donna d’un
gran
monte in vetta Siede con dolci sguardi, e dolci m
se è vero, che la pietà al dir di Cicerone 2. de orat. Offre segni di
gran
lode : Pietati summa tribuenda est laus. come no
ello. Annotazioni E chi non direbbe sufficienti ad indicare il
gran
malo della collera i surriferiti caratteri di ves
delitti svela, Par, che teme, ed ardisce, suda, e gela Mentre il suo
gran
poter cresce, e dilata. Corre per tutto, e ricomp
nti, e in tutto è circondata Di frumento or cadente, ed or sospeso. A
gran
cure il pensier tien sempre inteso, Fà crescere i
l pensier tien sempre inteso, Fà crescere il calor dovunque guata, Da
gran
stuol di formiche accompagnata, Porta la falce in
e note io veggo Cader le penne, e i fogli calpestati, A chiare note i
gran
deliri io leggo, E i falsi dotti al suol vinti, e
nde svegliare sempre più sensi di tenerezza, ed affetto nel cuore del
gran
Dio d’Israello se non diversi cantici comporre co
strappa ec : piochè sebbene da questi valentuomini, e da altri ancora
gran
maestri nell’arte siansi usate, benchè di rado, t
fare un parelio in faccia a tal sole. Gli stessi luminosi esempii di
gran
dicitura in pochi versi ci presenta in mille luog
nella poesia, e per quanto si affaticasse un ingegno mai non può far
gran
cosa. Suole avere il suo luogo nel Ditirambo(1) e
ze più estreme, Per vasta campagna E corre alla pugna. Del forte il
gran
sangue Ricolmo d’ardir. Così scese allor. Abb
fuga la voce Per tutto è già estinta, Vergogna sol teme, Allora il
gran
Duce E sprezza il morir. Conobbe il suo fin.
atevi Fra suoi guerrieri carmi Ecco il momento estremo, L’invitto
gran
Leonida E questa sera io giurovi Corre con poch
effetto della fervida sua immaginazione, come appunto sono le quattro
gran
dissertazioni dell’ erudito Pasquale Carcani sul
a stilla, Maggior l’ardir diventa, Ma unisce allor le femine Altre
gran
sassi scagliono, L’ardita Telesilla, Ed altra i
to espone chi il tratta. Quindi è, che appena qualche estemporaneo di
gran
polzo si prova a trattarlo, mentre le sue diffico
cone la norma. Manlio, che condanna il figlio a morte Emanato il
gran
decreto Dice al figlio : eh che facesti Dall’au
ol, che niun pugnare ardisca Al garzone vincitore Contro i Galli in
gran
tenzone, Nulla vale addur la scusa E chi ardiss
està, E fè noto il genitor E bandisce ogni pietà Qual di legge è il
gran
valor Cap. XII. Del verso martelliano.
non pochi ingegni han fatto naufragio. La vera ode alcaica per le sue
gran
difficoltá da qualcuno, o da nessuno forse è trat
un occhio al figlio colla perdita del suo. Promulga il re Zeleuco il
gran
decreto Che perda gli occhi, e cada in fier perig
allorchè è ben maneggiato. Esso presso i Greci poeti fù un giorno in
gran
pompa, e ben sappiamo nella gara di Omero, ed Esi
Esiodo, e sebbene in tempi non tanto remoti sia stata trattata dalla
gran
penna del Sannazzaro, pur nella tessitura cemparv
sangue un fonte ; Tal’egli offre per tutti la sua vita, E invoca dal
gran
Dio Dicendo : alto Fattor gl’empii perdona, E pre
Dov’è dunque colui, che giunse a tanto ? Così fini la vita ? Dov’è il
gran
difensor de’sventurati ? Chi ne darà più aita ? M
gli anni, e da fortuna oppresso » o di questa del Bentivoglio : « Del
gran
Titiro mio sol mi contento » o di questa del Magg
E quant’ella empi a è più, più par, che ardisce Tremò a tal’ opra il
gran
pianeta eterno, E mentre la rea dell’ error giois
rui le sue ne fà Col soccorso, che l’arte appien gli diè. La maschera
gran
cosa esser non può, Perchè va confondendo il meno
singolare maniera celebra la divina fortezza, che oppresso aveva quel
gran
duce degl’ Assirii non col braccio de’ Titani, o
semprecche ne veniva implorato, e perciò di lui facevasi comunemente
gran
conto. Sue feste. Chi fù Vulcano. Suo impiego.
o in mezzo la fronte. Erano essi, secondo Euripide afferma, figli del
gran
gigante Polifemo figliuol di Nettuno. I principal
oveasi cioè il detto Apostolo preferire allo stesso divin Platone pel
gran
capitale delle sue cognizioni. Che poi sia stato
ercurio abbia richiamato le anime dalla morte eterna, abbia riportato
gran
bottino ec. ne resterà ognuno sufficientemente co
de cadde in potere de’ Romani, i quali vollero che si conservasse nel
gran
tempio di Numa con tanta gelosia, che solamente l
li. (1). Il privilegio poi, che fa ravvisar con maggior chiarezza il
gran
pregio delle Vestali era, che incontrandosi colli
a fin di contrarre matrimonio con essa, e riceversi a’ titolo di dote
gran
denaro, che quivi trovavasi raccolte : Etenim cos
r cagione di alcune oblazioni di argento, che presentavansi in questo
gran
tempio in onor di Diana, di cui il culto abolito
ssere stati piccoli tabernacoli, in cui custodivansi le imagini della
gran
Dea di quel tempio, benchè non manchi chi le vuol
to non potendo io senza taccia di temerità da Mitologo semplice farmi
gran
Teologo tacendo ogn’altro argomento conchiudo con
sà, che il primo in quest’ arte fù Noè Credesi, che Saturno predisse
gran
pioggia, ne’ cui vortici annegar si doveano gl’ u
udenza apportatrice dell’esterna sua felicità ? Conobbe tal verità il
gran
macedone Filippo, che in più circostanze dimostrò
rata Cibele fù figliuola di un antico Re della Frigia quale dotata di
gran
senno, e prudenza la prima fù ad insegnare il mod
facoltà visiva, lo sguardo, la pupilla, l’occhio infine, vuole la sua
gran
parte nell’osservazione anche morale di un obbiet
; le istituzioni religiose e politiche ; i giuochi pubblici ed altro
gran
numero di ragioni, di cause e di effetti, esercit
sservazione dovrà più accuratamente portarsi, dapprima, a spiegare la
gran
maggioranza dei fatti, avvenimenti e tradizioni d
r punire i ribaldi compagni di Acete li cangiò in delfini, e fece suo
gran
sagrificatore Acete per ricompensarlo della sua b
la Terra. Avendo amato Dejanira, e sapendo che essa doveva sposare un
gran
conquistatore, combattè contro Ercole, ma fu vint
ortasi della mancanza del simulacro dette l’ailarme, e ben presto una
gran
folla di popolo mosse alla ricerca di quello, e f
li d’alberi, di frutta e di profumi. Il corteggio veniva chiuso da un
gran
numero di altre dame, le quali portavano due ricc
intorno alla persona, Concitato avviossi, e camminava Quale incede il
gran
Marte allorchè scende Tra fiere genti stimulate a
ccia menzione avere i Romani deificata l’allegrezza ; ma esiste bensì
gran
numero di medaglie su cui vedesi scolpita. Viene
volta l’anno ; lasciavano morire i loro figli maschi ed educavano con
gran
cura le femmine. Uccidevano tutti gli stranieri c
e dovevano raccogliersi. Gli Egiziani, popolo che ritiene tuttavia in
gran
parte la metempsicosi come un fatto positivo ed i
……… Amico, un cacciator ch’era iu campagna Gran distruttor di fere, e
gran
maestro D’armar di tosco le saette e ’l ferro Vi
ano a Marte La sanguinosa spada, ed a Nettuno Scotitor della terra il
gran
tridente. E le folgori elerne al sommo Giove Tas
a racconta che tal soprannome era dato a Venere per aver fatto morire
gran
numero di Tessali per punirli della morte di un g
radimento. Gli scrittori delle cronache mitologiche, concordano nella
gran
maggioranza, sulla probabilità che dette vita a q
o sotto il nome di animales dii. 438. Anio. — Re dell’isola di Delo e
gran
sacerdote di Apollo. A Feho era ministro accorlo
anni che il bue dovea vivere, i sacerdoti consacrati al suo culto in
gran
pompa e con tutte le cerimonie che la superstizio
quando esse mossero guerra a Teseo. 531. Areotopoto. — Che significa
gran
bevitore di vino. Ateneo, nelle sue cronache mito
ne fu così afflitto, che fu prossimo anch’egli a perdere la vita pel
gran
dolore. Venere, mossa a pietà, cangiò uno in fium
iuto. I marinai aderirono alla sua richiesta e al suono dolcissimo un
gran
numero di delfini si riunì intorno alla nave ; al
a spia dei nemici. Appena morto Arno un’orribile pestilenza distrusse
gran
parte del campo degli Eraclidi. Consultato l’orac
o divennero celebri nella città di Lacedemone, ove si celebrarono con
gran
pompa. 586. Arpa. — Istrumento musicale e sacro a
danno loro per padre Nettuno e per madre la terra. Le Arpie erano in
gran
numero, sebbene il nome di sole sei o sette sia p
Ale hanno late, e colli e visi umani, Piè con artigli e pennoruto il
gran
ventre ; Fanno lamenti in su gli alberi strani.
la Giunone di Argo. 629. Asterodia. — Moglie di Endimione a cui dette
gran
numero di figli. Vi fu anche una ninfa conosciuta
suoi bestiami, quando lo avesse aiutato a netture le sue stalle dalla
gran
quantità di letame che infettava l’aria nel suo r
ardò a trattenerla, ma nell’istesso momento si rovesciò dal cielo una
gran
pioggia, accompagnata da baleni e tuoni orrendi,
i ; Filemone in quercia, e Bauci in tiglio. Stando ambo innanzi alle
gran
porte, a piede Dei gradi ove sta un pian fra’l te
i pubblici giuochi, essi, al dire di Lucano, attiravano nelle foreste
gran
quantità di spettatori e poi ne facevano un orren
nel tempio al posto usuale, le recise chiome della consorte, montò in
gran
furore contro i sacerdoti, che non le avevano più
liana C. II. e Omero : ….. all’alto Olimpo Prestamente chiamando il
gran
Centimano Che dagli Dei nomato é Briaréo. Da’mort
mi pensai dal punto Che dalla tenda dell’irato Achille Via menasti, o
gran
re, la giovinetta Briseide, sprezzato il nostro a
Maggio ; la cerimonia veniva fatta durante la notte, adornandosi con
gran
dispendio le case ove si celebrava e gli appartam
essere Giunone. 845. Buonie. — Feste nelle quali si sacrificavano un
gran
numero di buoi : venivano celebrate in Atene in o
Enea : fu figliuola d’Otrea e sposò Toade, re di Lenno. Questi eresse
gran
numero di templi in onore della sua consorte in P
in orsi : Quel si leggiadro e grazioso aspetto Che piacque tanto al
gran
rettor del cielo,. Divenne un fero e spaventoso o
quel quadrupede. Plinio nelle sue opere, dice che i pagani avevano in
gran
conto la carne dei cani giovani, la quale offeriv
enuti in conto di celebri maghi. Il simulacro di questa Deità, era un
gran
vaso sormontato da una testa umana e talvolta da
le statue dei due numi furono messe alle prese insieme. Si accese un
gran
fuoco, in mezzo al quale fu posta la statua di Ca
e, a cui il Senato avea tributato gli onori del trionfo, salivano con
gran
pompa e solennità nel carro trionfale. 949. Capno
s, le vittime più ordinarie dei sagrificii erano le pecore, e si avea
gran
cura di risparmiare le capre ; mentre nella Tebai
rimbalza : Simile a tuon di folgore lontano, Mugge, rigurgitando, il
gran
torrente, E bolle quella rabbia. E cigola, e gorg
dissapori domestici. Ovidio, nei suoi Fasti, dice che veniva dato un
gran
pranzo, al quale non era ammessa alcuna persona s
, pensarono di placare lo sdegno degli Dei, sacrificando a Saturno un
gran
numero di fanciulli dell’uno e dell’altro sesso,
onsiderevole di guerrieri. …… E da Minerva Divinamente instrutti, un
gran
cavallo Di ben contesti e ben confitti ahetì, In
: egli è ricordato nella tradizione mitologica, per aver condotto un
gran
numero di soldati Traci in soccorso dei Trojani,
mano lo rese invincibile. 1032. Cefiso. — Fiume della Focide ; amò un
gran
numero di ninfe, ma fu sempre disprezzato nei suo
guardiano della porta dell’Inferno e del palazzo di Plutone. ….. il
gran
Cerbero udiro Abbaiar con tre gole, e ’l buio reg
le vittime. 1080. Chilone. — Famoso atleta del quale i Greci facevano
gran
conto. 1081. Chimera. — Mostro che aveva la testa
dice Ovidio, v’era un piccolo vulcano intorno al quale si aggiravano
gran
numero di leoni ; sui fianchi di essa verdeggiava
ngo uso le virtù medicinali delle erbe e delle piante, divenne il più
gran
medico dei suoi tempi. Egli insegnò la medicina a
fu l’istitutore di Achille. E quel di mezzo ch’al petto si mira È ’l
gran
Chirone che nudri Achille. Dante — Inferno — Can
di loro. 1119. Cinarada. — Dette anche Cinaredo, nome che si dava al
gran
sacerdote sagrificatore della Venere di Pafo. 112
1134. Ciparisso. — Figlio di Telefa e di Apollo. Egli addimesticò con
gran
cura un cervo al quale era estremamente affeziona
, abbatè una colonna di una casa con un pugno, facendo così morire un
gran
numero di persone sotto le rovine. Egli si salvò
lossale ad un ebreo, che la fece in pezzi e, pel solo trasporto della
gran
quantità di rame, fu costretto a servirsi di nove
Troja, furono entrambi uccisi da Enea con un sol colpo. Menelao durò
gran
fatica a ritogliere i loro corpi dalle mani dei n
li dei piace Che cosi segua. A te quinci non lece Di trasportarmi. Il
gran
Giove mi vieta Ch’io sia teco a provar gli affann
sia teco a provar gli affanni tuoi : Che soffrir lunghi esigli, arar
gran
mari Ti converrà pria cff’al tuo seggio arrivi, C
glia, e nuora a Venere, Nè donna lor, nè di lor donne ancella, Che la
gran
genitrice de gli dei Appo se tiemmi……… Virgilio
ioè divoratore di pecore. Divinità alla quale si dava questo nome pel
gran
numero di quegli animali che venivano sagrificati
utti in generale. La principal cerimonia consisteva nell’accendere un
gran
numero di torcie. 1339. Daducheo. — Detto anche D
Detto anche Dauduque : era questo il nome che gli Ateniesi davano al
gran
sacerdote di Ercole. Si chiamavano anche Daduci i
mavano Pelasgi, furono detti Danai o Danaidi. 1358. Danubio. — Il più
gran
fiume d’Europa. La cronaca mitologica ricorda che
celebrata da tutta la città. Dopo che il corpo era stato sepolto con
gran
pompa, si metteva una figura di cera che ne somig
n abito di corruccio si poneva alla sinistra di quel letto, mentre un
gran
numero delle più illustri e nobili dame, tutte ve
enelao, per riguadagnarsi le sue buone grazie. Deifobo. di Priamo il
gran
figlio, Vide ancor qui, che crudelmente anciso. I
presto la fama di tanta maraviglia si sparse allo intorno, e attra se
gran
numero degli abitatori circonvicini, i quali, acc
, Già si scorgono e capi e braccia e colli, E d’uomini imperfetti una
gran
torma, Simili a’corpi ne’marmi scolpiti I quai si
brame, e tai nomi, che orgoglio Apollo sovra me non deggia averne. La
gran
faretra e il grande arco non voglio : A me, se fi
cava alcuna specie di mercanzia. Gli Ateniesi vi si distinguevano pel
gran
numero dei sacrifizii ed offerte agli dei, e più
izia e fama ne venne agli orecchi di Pigmalione, incominciò ad averne
gran
fame ; e sotto specie di venire a visitare la sir
rno impadronitasi delle navi che stavano nel porto, e accompagnata da
gran
numero di seguaci, e dalla sua più giovane sorell
l Palladio che era la più grande sicurezza dei Trojani, uccidendo una
gran
quantità di nemici. Ma di qual parte fosse Diome
ide, ed i guerrieri offrivano un sacrifizio agli dei, all’ombra di un
gran
platano, che sorgeva a qualche distanza dalla riv
no all’educazione della gioventù ed avevano sparsi in tutte le Gallie
gran
numero di collegi. In uno di questi risiedeva il
tutte le Gallie gran numero di collegi. In uno di questi risiedeva il
gran
sacerdote, o capo supremo dei Druidi. L’autorità
a di flori. Aveva in tutte le città della Grecia e dello stato romano
gran
numero di templi, fra cui il più famoso era quell
sopravvenuta nei suoi stati una grande siccità, per la quale morivano
gran
numero dei suoi sudditi, le due giovanette, unich
te Ecuba di nasconderlo e di salvarlo da una certa morte ; ed ora, al
gran
cuore della decaduta regina, era una trafittura m
ia Ecuba e la lapidarono. Le cronache dell’antichità concordano nella
gran
maggioranza nel ripetere che, ai tempi di Strabon
anta bocche Fiamme spirando e da cinquanta petti, Esser già stato col
gran
Giove a fronte, Quando contra i suoi folgori e i
un campo, o in altro luogo adattato, e facevano in essa discendere il
gran
sacerdote, o pontefice, rivestito di tutti gli at
izione mitologica attribuisce cotesto nome. Il falso velo che ricopre
gran
parte, anzi quasi tutta l’epoca dei tempi favolos
capre. Con questo soprannome i Lacedemoni indicavano Giunone, perchè
gran
numero di quegli animali le venivano immolati nei
sere stata il Sole ; e che veniva rappresentata sotto la figura di un
gran
cono di pietra. 1611. Elaisa. — Una delle tre fig
a molto strepito : si dava cotesto soprannome a Bacco per alludere al
gran
rumore che si faceva nella celebrazione dei suoi
venuto segnale avrebbero trovati i Troiani immersi nel sonno. …… Una
gran
face in mano Riprese, e diè con essa il cenno ai
giunto. Virgilio — Eneide — Libro III. Trad. di A. Caro. E gli dono
gran
parte dell’Epiro, che egli in memoria di un suo f
la superficie delle acque. Le arene di quelle rive erano piene di una
gran
quantità di elettro, che è una specie di metallo,
; Quindi come il dolor dal petto esprime, E mutar tenta il fianco il
gran
gigante, Fumo e flamme dal sen mugghiando erutta…
arrestasse gettando l’isola di Sicilia innanzi ai suoi piedi. Però la
gran
maggioranza degli scrittori attribuisce questa ul
nea sotterra E spogliarlo dell’armi peregrine Nulla ei rispetta un si
gran
Dio. Tre volte A morte l’assali ; tre volte Apoll
al corpo di Sarpedonte Contra l’illustre Sarpedon… ………. guerriero Di
gran
persona e di gran possa. Omero. — Iliade — Libro
onte Contra l’illustre Sarpedon… ………. guerriero Di gran persona e di
gran
possa. Omero. — Iliade — Libro V. — Trad. di V.
ivato presso Diomede, ove rese all’avo paterno, gli onori funebri con
gran
pompa e solennità, e volle che il luogo ove egli
della città di Pisa, in Elide. Le cronache mitologiche dicono, nella
gran
maggioranza, ch’egli fosse figliuolo della ninfa
e ’l ciclo, Lacerati da lor, confusi e sparsi Con essi andrian per lo
gran
vano a volo. Ma la possa maggior del Padre eterno
della Grecia il cui governo era tenuto da Nestore, il quale condusse
gran
numero dei suoi sudditi all’assedio di Troja. Di
aziamento a quel dio di averlo salvato dal naufragio, che fece perire
gran
numero dei suoi compagni nel ritornare alle loro
1720. Epiclidie. — Feste che gli abitanti dell’Attica celebravano con
gran
pompa in onore di Cerere, in ringraziamento di av
sta battaglia perchè impedì alla cavalleria nemica di agire, mediante
gran
numero di rocce e di scogli che egli, con la sua
e degli dei. Infatti, Mercurio lo presenta di una spada, Apollo di un
gran
numero di frecce, Vulcano di una corazza d’oro, M
Un altro dei caratteri particolari dell’ Ercole greco, è di essere un
gran
bevitore, per il che lo si vede uscir vincitore d
ma Di mille imprese carche di spavento, Giusta cosa mi par che ’l suo
gran
lume, Nel ciel risplenda e sia celeste Nume. Ovi
o assegnare a quest’eroe fino ad ottanta e più figliuoli, avuti da un
gran
numero di mogli e di concubine. Similmente estesi
me doppiamente sacri. La festa principale di Ercole, si celebrava con
gran
pompa in Roma nel di 4 giugno ; quella di Ercole
quasi nel simbolico neonato, strangolatore di due serpenti. Ma il più
gran
numero delle opere d’arte, ci dipinge Ercole nel
ercurio con la fronte recinta di un’aureo’a luminosa. Esistono ancora
gran
numero di monumenti, di quadri, di medaglie ec :
de’sposi il core. Tu, se alquanto ei t’irrita, è Sparta è Sparta Una
gran
cosa, e nulla è Sciro, e sola Tu ricca sei tra po
essa si teneva un carro coperto a cui nessuno ardiva toccare, meno il
gran
sacerdote, perchè egli solo sapeva, il tempo in c
cui la madre degli dei si recava invisibile in quel luogo. Allora il
gran
sacerdote attaccava i buoi al carro coperto e lo
rando i feriti e gli ammalati, e seguendo la tradizione, risuscitando
gran
numero di morti. Finalmente dopo aver richiamati
ghi, vi montò sopra, e scorrendo rapidamente per varî paesi, raccolse
gran
quantità di erbe, e ritornata presso di Esone, ne
madre, Andromaca moglie di Ettore, il vecchio re Priamo suo padre, e
gran
numero di guerrieri, di amici cercarono di dissua
Gettata vide : del tiranno crudo I patti rotti, fu tre volte udito Il
gran
rumor ch’uscia dal lago Averno. Ella, oimè, disse
e questi di Alemena quello che nascerebbe primo, avrebbe ottenuto un
gran
predominio sull’ altro, Giunone irritata contro A
rno lo perseguitò continuamente. Ciò non ostante Euristeo ebbe sempre
gran
timore di Ercole, e tanto, che non gli permetteva
ediata, senza aver prima fatta l’evocazione sudetta, sarebbe stato un
gran
sacrilegio il far prigionieri gli dei penati e pr
solenni pompe e pubbliche cerimonie. Allora gli Ateniesi fecero fare
gran
numero di statue rappresentanti qual dio, e le po
e feste di Osiride, costumavano gli antichi di portare in processione
gran
numero di pezzi di cera, e di altre materie, i qu
La statua di Mercurio era tutto di marmo, e lo rappresentava con una
gran
barba. Di contro a questa, sorgeva il simulacro d
iudono l’idea del simbolo mitologico e che sono suddivise, secondo la
gran
maggioranza degli scrittori, in favole storiche,
antiche storie frammischiate di molte finzioni. Queste favole sono in
gran
maggioranza come quelle che hanno per sobbietto p
re, E disse, un giorno voler esser duce Del suo bel carro e della sua
gran
luce Ovidio — Metamorfosi — Libro II trad. di De
uoi lamenti, supplicandolo che la liberasse da tanta rovina ; L’alma
gran
Terra ch’é cinta dal mare. Non può vietar che’l f
estinto, Ardendo l’aureo crin doppia facella. E per l’aria all’ingiù
gran
tratto spinto, Sembra quando dal ciel cade una st
a, personificava ed adorava sovente cose assai meno considerevoli. La
gran
maggioranza dei templi pagani presso i romani e i
talvolta anche come donne. È questa però un’ opinione respinta’ dalla
gran
maggioranza degli scrittori della favola, e in co
esso i romani erano comuni i suonatori di due flauti, come si vede da
gran
numero di medaglie e di monumenti dell’ antichità
a fu quella che si ebbe il culto più esteso e generalizzato, e il più
gran
numero di templi e di altari. I greci scrittori e
l dio delle ricchezze. Vi sono molte medaglie dell’ antichità, nonchè
gran
numero di monumenti e di bassorilievi, nei quali
a la figlia di Crise, suo sacerdote, avesse ucciso a colpi di freccie
gran
numero di guerrieri greci. …..L’ udi Febo, e sce
di guerrieri greci. …..L’ udi Febo, e scese Dalle cime d’ Olimpo in
gran
disdegno Coll’ arco su le spalle, e la faretra Tu
n le frecce orrendo Su gli omeri all’ irato un tintinnio Al mutar de’
gran
passi : ed ei simile A fosca notte giù venia. Pia
mente in alcune ore del giorno, a fare le sue preghiere innanzi ad un
gran
fuoco che ardeva continuamente. I patrizi e per s
ifizio, nè alcuna religiosa cerimonia, ove il fuoco non avesse la sua
gran
parte, venendo per fino onorato con ogni specie d
Furiarum Maxima. Io son furia suprema Che annunzio a voi quel ch’ l
gran
Giove a Febo, E Febo a me predice, Virgilio — En
forza il seno che gli veniva offerto, che il latte cadde da quella in
gran
copia, macchiando di numerosi punti bianchi l’inc
di per ogni male. Girando batteran gli eunuchi Galli Cavi tamburi, e
gran
rumor faranno I metalli percossi dai metalli, Ov
e a ciò, al dire del citato scrittore, i sacerdoti galli, avevano una
gran
quantità di obblighi e di doveri, imposti loro da
ne collà quale si pretendeva conoscere l’ avvenire, coll’accendere un
gran
numero di candele poste in alcuni vasi di vetro r
alazioni. Altravolta si faceva la geomanzia, segnando sul terreno una
gran
quantità di linee e di cerchi ; e tal altra final
e tal altra finalmente segnando a caso sulla terra o sulla carta una
gran
quantità di punti. Le figure che la combinazione
corsa era ad aprire. Lo, perchè un troppo osar saria l’opporsi A si
gran
diva con aperta guerra. Alle usate arti mie scalt
lui, questo re nato. Onde a Giove suo padre entro a’suoi regni Cento
gran
tempi e cento pingui altari Avea sacrati, e di co
pietosa menzogna fece tutti gli apparecchi dei funerali ; mentre con
gran
segretezza confidò il piccolo Giasone alla madre
orno dopo si radunarono tutti gli Argonauti da una parte, e il re con
gran
seguito di cortigiani e di sudditi dall’altra, ne
Giasone dopo la morte fu venerato come un dio, e gli furono innalzati
gran
numero di monumenti e di statue. 2138. Gehud o Je
isse ’l mio Duca, ond’egli ha cotal merto, Fialte ha nome ; e fece le
gran
prove. Quando i giganti fer paura ai Dei : Le bra
finalmente nel decimo furono sprofondati nel Tartaro. E tre voile il
gran
padre fulminando Spezzò gl’imposti monti e li dis
o Ginnastica. E a notare che presso i pagani non si celebrava nessuna
gran
festa senza gli esercizi Ginnici. 2154. Ginnopedi
ta in Grecia ad Antioco Epifane, ripete che si vedevano nel corteo un
gran
numero di statue, e fra queste una che rappresent
enere maschile, veniva rappresentato come un giovanetto, coperto d’un
gran
velo che dal capo gli scendeva fino ai piedi, e a
cchezze della terra. Da ciò si asserisce che ella offerisse a Paride,
gran
parte dei beni della terra, se avesse voluto aggi
trasmesso sulla dea Giunone, aggiungeremo che i pagani le davano una
gran
quantità di appellativi e soprannomi ; alcuni dai
quale ordinava che tutti i pubblici giuochi fossero solennizzati con
gran
pompa in onore di qualche nume ; che non si potev
ica aveva, nella celebrazione di questi pubblici divertimenti, la sua
gran
parte ; imperocchè la gioventù acquistava per mez
dismuovere E atterrarlo, nè il puote il Telamonio, Che del rivale la
gran
forza il vieta. Gli Achei nojando omai la zuffa,
o pescatore della città di Antedone in Beozia, avesse preso un giorno
gran
quantità di pesci con le sue reti ; e che avendol
ola di Glauco. 2186. Globo — I pagani rappresentavano il Tempo con un
gran
globo nella destra, il quale raffigurava l’univer
te interamente nude ; e questa opinione è presso di noi avvalorata da
gran
numero di medaglie e di bassorilievi dell’antichi
o nel legno, non conserva però nulla di mostruoso, come avviene della
gran
maggioranza degli dei Scandinavi, Indiani, Persia
, scendevano dall’Arabia, nugoli di cavallette e di bruchi, nonchè un
gran
numero di serpenti alati, che gli ibi distruggeva
nse in più di un fatto d’arme, per l’intrepidezza del suo valore. Il
gran
mastro di laurta Idomeneu Guida i Cretesi…. ………….
alla lettera i cenni di Melampo ; e questi cominciò dall’ordinare un
gran
numero di sacrifizii, onde placare lo sdegno dell
si cominciavano a fare i preparativi per le feste di Cerere, che con
gran
pompa si celebravano una volta l’anno sulla spiag
to doppi : La Chimera di tre, che con tre hocche Il foco avventa : il
gran
Serpe di Lerna Con sette teste ; con tre corpi um
questa almeno la tradizione alla quale si attiene Ovidio, però nella
gran
maggioranza degli scrittori greci, tanto cronisti
el mare, che dal suo nome fu detto mare Ionio, …….. e tutto poi Quel
gran
tratto di mar, sappi che sempre Sarà Ionio nomato
se il nome di Bosforo. …….. onde poi sempre Bimarrà fra’ mortali una
gran
fama Del tuo tragitto, e Bosforo nomato Sarà quel
tri simili, Ipetro. Al dire di Strabone, gl’Ipetri erano adorni di un
gran
numero di statue, rappresentanti le diverse divin
, e giunge, ed ecco Dal tempestoso immane grembo crutta Portentoso un
gran
tauro, al cui muggito Tutta ripiena spaventosamen
ioso degli Egiziani. Discordi e contradittorie sono le opinioni della
gran
maggioranza degli scrittori, intorno alla origine
sepolto in un sonno perpetuo era custodito dal gigante Briareo, e da
gran
numero di demoni. 2343. Issa. — Così avea nome un
rdeva il proprio genitore, tutti i suoi parenti gli portavano in dono
gran
numero di animali come pecore, buoi, agnelli e vo
dea nella celebrazione di quelle feste, era di svenare sulle sue are,
gran
numero di piccoli maiali. 2348. Istmiei. — Detti
oetici, e da ultimo vi fu anche introdotta la rappresentazione di una
gran
caccia, per la quale i Corinti facevan venire da
dei più leggiadri scrittori dell’antica letteratura greca, ha scritto
gran
numero di odi in onore dei vincitori dei giuochi
loro che vi prendevano parte passavano l’intera giornata portando con
gran
divozione l’acqua attinta nelle parti inferiori d
72. Jolee. — Feste in onore di Jolao che gli ateniesi celebravano con
gran
pompa nella loro città. 2373. Jone. — Figliuolo
buon re l’illusione d’un errore tanto soave al suo cuore paterno. La
gran
maggioranza degli storici greci riconosce Jone co
ero chiamato in botanica Tulasi, che è una delle numerose varietà del
gran
fico delle Indie, e che è notevole per la sua ric
intervallo di dugento passi l’una dall’altra, distanti due miglia dal
gran
Cairo. Vi sono alcuni cronisti, i quali attribui
ò la camera reale di scherani e di guardie : l’assordante strepito di
gran
numero di strumenti, sui quali si batteva per ord
i maravigliose sculture, ed ogni sala era circondata da una specie di
gran
portico di colonne, in pietra bianca. Cosi Erodot
lorquando l’imperatore Augusto saccheggiò la città di Calidone lasciò
gran
parte delle spoglie di quella, agli abitanti di P
to ecc. Oltre a questo eravi nel Gevodan, ai piedi d’una montagna, un
gran
lago consacrato alla luna, sulle sponde del quale
elle feste di Minerva, era costume di quegli abitanti di accendere un
gran
numero di lampadi, innanzi alla statua di quella
ze eravi adorato con un culto particolare, le cui oscenità vincono di
gran
lunga qualunque più sbrigliata immaginazione. 242
lerofonte tre figliuoli, Isandro E Ippoloco, ed alfin Laodamia Che al
gran
Giove soggiacque, e padre il fece Del bellicoso S
e, Quando ciò fu, di Lazio il Be Latino, Un re, che veglio, e placido
gran
tempo Avea ’l suo regno amministrato in pace. Que
onore di Latona, e che veniva solenuizzata nella città di Butite con
gran
pompa e splendore. Anche i Tripolitani ed i Galli
della madre degli dei. Era costume di portare in giro per la città in
gran
pompa la statua della dea, posta su di un carro,
denominazione. …..Era un cortile in mezzo A le stanze reali, ove un
gran
lauro Già di gran tempo consecrato e colto Con mo
..Era un cortile in mezzo A le stanze reali, ove un gran lauro Già di
gran
tempo consecrato e colto Con molta riverenza era
ontagna. Tocco ne avean il limitare appena, Che femmina trovar di si
gran
mole. Che rassembrava una montagna ;…., Omero —
l Sole, ama ardentemente Leucotea perchè l’incenso si produce solo in
gran
copia da quelle piante, che ricevono largamente i
lzato dal padre dei Gracchi, sul monte Aventino e adorno di statue di
gran
valore, si vedeva il simulacro della dea Libertà,
ri Patròclo che miglior ben era, E me bello qual vedi e valoroso E di
gran
padre nato e di una Diva, Me pur la morte ad ogni
ao Federico. Al dire di Pausania, codesta tradizione era tenuta in
gran
concetto presso gli arcadi, i quali in tutto ciò
i di carne umana, che se ciò fosse avvenuto, rimaneva sempre lupo. La
gran
maggioranza degli scrittori greci, creduli quanto
due aquile dorate ; e innanzi alle quali si compivano i sacrifizi con
gran
mistero. Liceo era anche un soprannome del dio Pa
ad. di G. Borghi. Secondo l’ opinione di altri autori, che vinse di
gran
lunga quella di Pindaro, Linceo vedeva fin nelle
. — Antichi popoli dell’Africa abitatori della costa di Barbaria, nel
gran
golfo di Sirte. Narra Omero, che Ulisse gettato d
l nome di Lua viene dal latino luere che significa espiare. Trovossi
gran
copia di armi, si tra i corpi morti, si ancora in
erimonia dei bambini. Comunemente le lustrazioni avean termine con un
gran
banchetto, al quale si credeva presiedesse la dea
; le istituzioni religiose e politiche ; i giuochi pubblici ed altro
gran
numero di ragioni, di cause e di effetti, esercit
ne. Secondo le antiche scritture sacre del culto indiano. Brahma è la
gran
sorgente, da cui nacquero il visibile universo, t
: « Scherzava nella culla il bambino Ercole quasichè si burlasse del
gran
cimento ; e avendo preso con ambe le mani l’uno e
esia (insigne indovino di Tebe) che vaticinando presagiva il fato del
gran
fanciullo, il quale giaceva nella culla. Era egli
vo. 36. Milton Giovanni. — Ritenuto dopo Shakspeare e Byron, il più
gran
poeta dell’ Inghilterra, l’immortale autore del P
er nero macchiato di bianco. Ritrovato dai sacerdoti, era guidato coa
gran
pompa nel tempio. Doveva vivere un certo dato num
atti. E questi tre figliuoli di Satùrno tutto fra loro si divisero il
gran
regno dell’universo, sicchè a Giove, il cielo, ci
amo le grandi virtù, o che vengono inaspettatamente a recarci qualche
gran
bene ; come figliuoli della terra diciamo coloro,
al fiume Gallo, della Frigia, del quale bevendo le acque, venivano in
gran
furore, con coltelli si laceravan le membra, ruot
le offerivasi un sacrificio detto Taurobolio per la consacrazione del
gran
Sacerdote, per l’espiazione de’delitti, e per la
, di venerando aspetto, col capo velato ed il corpo avviluppato in un
gran
manto, e con ronca in mano. Nel Museo Capitolino,
oniasse monete. Era in Roma un vico assai frequentato, ove stavano in
gran
numero gli usurai ed i mercadanti, ed un tribunal
ere stato primo inventore della scalata, il quale fu da’Tebani con sì
gran
mole di pietre oppresso, che si disse morto da un
midolla della ferula o canna d’India. O infine fu Prometeo un uomo di
gran
senno che collo specchio di metallo primo raccols
ttentato, il figliuol di Latòna li uccise ». L’Olimpo per forza di un
gran
tremuoto fu distaccato dal monte Ossa(2), e ciò f
li e spregiatori de’ Numi. Giove, per domare siffalla genia, tenne il
gran
concilio degli Dei e vi parlò della necessità di
di vizii degli uomini avean mossa talmente l’ira di Giove che in quel
gran
consesso stabilì di perdere gli uomini con un dil
sopra un colle vicino, da cui additò il paese pel diluvio divenuto un
gran
lago, e sola rimaner salva la loro casuccia, che
io e di morire insieme. Furono esauditi i loro voti ; e giunti ad una
gran
vecchiezza, un giorno, stando presso alla porta d
io degli Dei-Via lattea-Atlante. Il luogo in cui Giove adunava il
gran
Concilio degli Dei, era l’Olimpo ( Ολυμπος, Olymp
Giunone, Vesta, Minerva, Diana, Cerere, e Venere. Per andare(1) alla
gran
sala del celeste consiglio passar doveano i Numi
alte montagne. Altri vogliono che quel Re fosse stato un Astronomo di
gran
valore, che andava sulla vetta del monte Atlante
er posto nel numero degli Dei(1). Nell’Iliade (2) si legge che teneva
gran
tavola co’ Numi nell’Etiopia per dodici giorni ;
una perpetua giovinezza. Andato Giove un giorno cogli altri Dei ad un
gran
convito nell’Etiopia, Ebe, nel ministrare la divi
rinto di Creta gli Ateniesi mandar doveano quell’infelice tributo. Di
gran
fama è questo laberinto ingegnosamente descritto
to che aveva egli stesso mirabilmente costrutto, incarcerato. Ma quel
gran
senno, mostrando che a’ mortali niente è disdetto
a della verità nel profondo mare degli errori, chè veramente questa è
gran
massima : non investigare le cose che vincono il
andò prima nella Sardegna e poscia nella nostra Cuma, ove edificò un
gran
tempio ad Apòllo, nel quale gli consacrò le ali e
ato l’Arcipelago da’ corsali che l’infestavano ; ed ancora perchè una
gran
fortuna di mare che poneva a rischio di rompersi
Giove di un fulmine colpì Ida, il quale percosso avea Polluce con un
gran
sasso sì che n’era caduto al suolo. Se crediamo a
ebbe una figliuola chiamata Libia, la quale, essendo stata regina di
gran
parte dell’Africa, a questo paese diede il nome d
ll’animale posto fra’segni celesti ; e Bacco in quel luogo edificò un
gran
tempio, l’unico che gli Dei avessero nella Libia.
o simulacro era un capo bovino innestato a corpo umano, che sotto due
gran
corna ritorte nascondeva la frente. Altri dicono
colo le risposte si davano non già colle parole, come a Delfo ; ma in
gran
parte co’cenni e con varii segni. Celebre nella s
e consacrato alla Dea di Samo(3) ; ed i pavoni di quell’isola sono in
gran
pregio. Omero racconta la favola di Argo, ma non
e ; ed anche Argo era gratissima alla nostra Dea, la quale vi avea un
gran
simulacro ; e niuna cosa era più rispettata nella
sendo naturalmente giustissimo nel dirimere le controversie, venne in
gran
fama di equità in tutto il paese ; ma una famosa
pero per tutta la terra, purchè però fra Troia e Roma fosse frapposto
gran
tratto di procelloso mare, ed al sepolcro di Pria
la corona, per cui chiamavasi Giunone la Regina, ed era coperta di un
gran
velo nel rimanente del corpo. In una moneta de’ t
o ; e che Vulcano, dopo lungo ricusare, s’induce finalmente a dare il
gran
colpo, pel quale dal divin capo uscì una Vergine
antica terra del mondo e più vicina al cielo, come argomentavano dal
gran
calore di quella regione ; e quivi nelle acque de
va, dopo la rovina di quella città, sdegnata la Dea gli eccitò contro
gran
fortuna di mare, e le sue navi ruppero presso il
senza di Cecrope piantò un verdeggiante e bellissimo ulivo. Di ciò fu
gran
piato fra loro a chi dovesse dare il nome alla no
oro a chi dovesse dare il nome alla novella città ; e per decidere sì
gran
lite, sedendo Giove in mezzo a’ primarii Numi, su
tolare la lana, o avvolgerla al fuso, o far bellissimi ricami. Ma una
gran
maestria di rado è disgiunta da cieco orgoglio. A
o di Minerva fabbricato(1). Epeo, fig. di Panopeo, fu il fabbro della
gran
machina, sulla quale i Greci scrissero queste par
ci poeti leggiamo l’epiteto dal bel peplo dato a molte donne per loro
gran
lode ; ed Omero(1) dal peplo e dall’aurea fibbia
rora va lieta del suo croceo peplo (κροκόπεπλος). Questa veste era in
gran
pregio in guisa che quando una donna a qualche De
irar le membra de’ giganti sparte. Plinio(1) fra gli argomenti della
gran
maestria di Fidia annovera la statua di Minerva,
re portar cosa in luogo, ove se ne ha dovizia, attesochè in Atene era
gran
numero di siffatti uccelli. Cicerone(1) domandò a
errare, giunse ad un bel lago della Licia, ove volle spegnere la sua
gran
sete. Ma molti contadini intesi a raccogliere la
’aratro reciso piega sullo stelo il languente suo capo. Apollo n’ebbe
gran
dolore, e dal suo sangue fece nascere un fiore de
o. Di Apollo, signore del canto, e della musa Calliope fu fig. il
gran
cantore Orfeo, il quale nacque in Pimpla vicino a
ato inventato da Minerva, la suonò sì maestrevolmente che ne venne in
gran
superbia ed ardì provocare al canto le Muse e pos
ti dissero effetto delle saette di Apollo. E l’empia Regina n’ebbe sì
gran
dolore che restò immobile qual sasso e serbò eter
e il Genio di qualche luogo. Cadmo uccise o colla sua spada, o con un
gran
colpo di pietra quel mostro, il quale, uscendo di
maestro di cappella, (Pater canentium cithara. Genes). Il Pindo è un
gran
monte della Macedonia, il quale da’ monti Acrocer
iò quel Nume il fulminò e cacciollo all’inferno, ove sedendo sotto un
gran
sasso che minaccia di cadere, è condannato a semp
a Tebe, insieme co’ cavalli fu inghiottito dalla terra aperta per un
gran
tremuoto. Alcmeone, memore del paterno comando, u
rto Ettore, l’indomito Achille, appressandosi alle mura di Troia, con
gran
voce diceva ch’egli solo bastava ad espugnare que
en guardato dal recar danno agli armenti del Sole. Erravano questi in
gran
numero tra buoi e pecore pe’fertili campi della S
streo partorì i Venti, Lucifero, e gli Astri. Omero la dipinge con un
gran
velo sulla testa rivoltato indietro, e dice che c
arge pel figliuolo Mennone(1). Dalle ceneri dell’estinto Mennone uscì
gran
numero di uccelli, detti Mennonidi (Memnonides),
ia che cantavasi ne’giuochi secolari che si celebravan da’ Romani con
gran
pompa per tre giorni al terminare di ogni secolo
La Notte si dipingeva qual donna sopra un carro, alata, coperta di un
gran
velo, o di un peplo nero (μελαμπεπλος νυξ, Nox ni
el suo tramontare si tuffa nell’oceano, perchè l’Eridano significa il
gran
fiume che Omero chiama Oceano. E qui è mestieri p
un antico monumento Diana Lucifera o la Luna si dipinge coperta di un
gran
velo seminato di stelle, con una mezza luna sul c
1), dopo il fatto di Penteo, avea invitato le donne Tebane a fare una
gran
festa in onore di quel nume, minacciando lo sdegn
le a donna ben nata si conviene, le quali, amando la fatica, aveano a
gran
vergogna mettersi fra la turba insana delle Bacca
. Parliamo ora d’Icaro e della figliuola Erigone, che non riportarono
gran
pro dall’amicizia di Bacco, il quale, quando anda
Bacco mandò tal morbo agli Ateniesi, che le loro figliuole, cadute in
gran
furore, si davano da loro stesse la morte. Per ri
e però, donde passarono all’ Etruria e poscia a Roma, se ne faceva sì
gran
conto che da’ Baccanali o feste Dionisiache si co
animo Enea ; le rivela la nascita di Romolo, il quale fondar dovea la
gran
città di Marte e dirla Roma dal suo nome, città c
utuli alle determinazioni del fato interamente commette. Arde intanto
gran
fuoco di guerra fra Turno ed Enea per la promessa
bilirsi in Italia. Turno si mostra pronto a decidere con un duello la
gran
lite ; ma per opera dell’inquieta Giunone, l’eser
sercito latino, rompendo i patti, assale l’oste troiana, e si viene a
gran
giornata, in cui i Rutuli son messi in rotta. Nel
nia o celeste, è assisa sopra un monticello sparso di fiori, veste un
gran
manto seminato di stelle ed è adorna di pendenti,
anche Pito, o la Dea della persuasione, forse per significare che il
gran
segreto del persuadere è il saper piacere. Esse o
ricevevano dalle Grazie la loro bellezza. In somma, dice Banier, nel
gran
numero delle Divinità degli antichi alcuna non vi
il dono di piacere. Perciò esse avevano più che tutte le altre Dee un
gran
numero di adoratori : tutti gli stati, tutte le p
a maniera. Invece del deifino della Venere Medicea ha da una parte un
gran
vaso da profumi, su cui è gettato un panno orlato
. In mezzo al foro Giulio era il tempio di Venere Genitrice, che quel
gran
generale, la notte precedente alla battaglia di F
mede a ferirlo. E dopo tali rampogne l’ insanguinato Marte avventò il
gran
telo e ferì l’orrenda egida di quella Dea, la qua
ed apoteosi di Romolo, si racconta(4), ch’egli, nel frastuono di una
gran
tempesta, fosse stato rapito e portato in cielo d
acconta(1) che Giove con frequenti e spaventosi fulmini pieno avea di
gran
terrore e Numa ed il popolo romano. Egeria, ninfa
e Gradivo vedevasi dipinto nell’atteggiamento di un uomo che marcia a
gran
passi. In una parola, gli antichi monumenti, dice
angue si rende propizia la Dea(4). In Roma, fuori del pomerio, era un
gran
campo consacrato a Marte, detto campo Marzio, e c
, ed uguali a Marte (Αρηι αταλαντοι, ισος Αρηι), per indicare la loro
gran
prodezza nelle armi. Mercurio. I. Nomi d
ogia e del calendario. Ed in questo mese gli Egiziani celebravano una
gran
festa in onore di Mercurio(3). Servio(4), pur dic
ativa(2). Lattanzio(3) dice che Mercurio fu un uomo antichissimo e di
gran
dottrina fornito, non che della conoscenza di mol
(alla pulsat sidera. Aen. III, v. 619.) Ma sul fatto de’ Ciclopi vi è
gran
confusione fra gli antichi scrittori. Secondo Esi
favelleremo prima del Dio Pan, ch’era la natura stessa deificata, il
gran
tutto, il capo delle divinità campestri, il primo
a sulla perizia del suono ; e di ciò fu cagione l’esser venuto Pan in
gran
superbia per avere ritrovato la fistola o siringa
ma che sembrava partecipare del nitrito, e del belato delle capre. Il
gran
solitario S. Antonio in una sassosa valle vide un
lla città di Alessandria, ove servì di maraviglioso spettacolo a quel
gran
popolo ; e che poscia morto si portò ben conserva
o volle vederlo. Plinio riferisce che sul monte Atlante di giorno era
gran
silenzio ; ma che la notte vi si vedeano fuochi a
ovanetti. Con questo nome avea un tempio nell’Attica. Μεγαλη Θεος, la
gran
Dea. Ολβοδοτειρα, donatrice di ricchezze, perchè
agione bellissimi fiori. Quella città non già una città pareva, ma un
gran
tempio di Cerere, ed i cittadini, tanti di lei sa
bilmente intesa a cercar della sua Proserpina(2). Nelle mani avea due
gran
faci accese al gran fuoco dell’Etna per la notte
rcar della sua Proserpina(2). Nelle mani avea due gran faci accese al
gran
fuoco dell’Etna per la notte ; ed in tutto quel t
debite cerimonie, scoperti dal parlare ch’eran forestieri, furon dal
gran
Sacerdote condannati a morte, comechè stato fosse
ù sicuro. Or eletto egli supremo duce de’ Greci contro Troia, per una
gran
fortuna di mare suscitata dall’ira di Diana, era
ra per prendere l’infelice donzella, la quale giunta in Aulide fu con
gran
pompa portata all’altare della Dea per esservi im
atali, desiderando di acquistare celebrità al suo nome, incendiò quel
gran
tempio. I magistrati di Efeso proibirono con grav
e col maraviglioso delle favole. Furono quindi i primi albori di quel
gran
popolo come un riflesso di gloria che gli veniva
llogato fra gli astri. Apollodoro dice che una nube lo accolse con un
gran
tuono e lo portò in cielo, ove sposò Ebe, Dea del
l’ingegno ad intenderla, si recò a Trezene da Pitteo, che con fama di
gran
sapienza reggea quella città. Il quale, ricavando
i un figliuolo da lei, condotta Etra in un alpestre luogo, sollevò un
gran
macigno ch’era su di una cavità, nella quale, rip
cui, avendo Atamante consultato l’oracolo sul modo di far cessare una
gran
carestia, Ino trovò il modo di far dire a’sacerdo
avvenne sì fiera battaglia fra gli uni e gli altri, che Cizico ed un
gran
numero de’suoi restaron miseramente uccisi. Al fa
più forte e prode guerriero, siechè da Omero chiamasi di tutt’i Greci
gran
baluardo, e da Ovidio, muro de’ Greci. E se Agame
re bisognerebbe ripetere quanto di lui cantò l’immortal Mantovano nel
gran
poema dell’Eneide ; percui stimiam meglio tacerne
ito de’ Greci contro i Troiani ; e bellissimi sono i versi con cui il
gran
poeta il descrive nell’atto di recarsi a soccorre
vatore delle navi. Anzi Virgilio(2) afferma che la terra percossa dal
gran
tridente di Nettuno produsse un generoso destrier
sia da Teti. Nella descrizione dello scudo di Achille si dice che il
gran
fiume Oceano chiudea l’orlo di esso ; dalle quali
iudea l’orlo di esso ; dalle quali parole argomentano alcuni che quel
gran
poeta dovea conoscere questa verità geografica, c
aveano grandissima riverenza. Si diceva ancora dai poeti padre de’più
gran
fiumi, de’quali Esiodo ne conta venticinque, e di
imali, e ciò per lo spazio di ben tremila anni. Da che nacque la loro
gran
cura d’imbalsamare i cadaveri e di fabbricare que
ver raccontato quanto quivi maravigliando vide, passa a descrivere la
gran
città di Plutone o il Tartaro, il quale, secondo
nel Furioso, imitò l’idea del fiume Lete, allorchè pose nella luna un
gran
fiume, nel quale erano da un vecchio gittati i no
omi di tutt’i mortali. tranne alcuni pochi che certi benefici cigni a
gran
fatica pescavano col becco ed in tal guisa sottra
avanti la porta dell’ampia casa di Plutone. È noto infine che questo
gran
principe di Creta, di cui abbiam parlato nell’art
poeti, percui il costituirono arbitro dell’inferno. Ovidio lo nomina
gran
legislatore, e giusto per eccellenza ; e da Omero
ndannato a dovere eternamente sollevare sino alla cima di un monte un
gran
macigno, donde, appena giunto, ricadeva per un po
to gli stranieri che cadevano nelle sue mani, li faceva morire con un
gran
sasso. A Sisifo soggiungiamo il famoso Issione, r
annali che Orfeo, Museo, Omero, Pittagora, Platone ed altri Greci di
gran
rinomanza, erano stati in quell’antichissimo paes
(3) ; ed i monti e le rive de’fiumi che alle maghe somministravano in
gran
copia erbe di efficacia e virtù incredibile ; le
o tutti gli altri celesti ed infernali Iddii. E veramente esse ebbero
gran
parte nel rapimento di Proserpina. Plutone, dice
dea ad uccidere i figli sulla scena (coram populo 75. Ha poi lasciato
gran
desiderio nei letterati la perdita della tragedia
di paura. 4ª Fatica : La Cerva di Mènalo Non sarebbe stata una
gran
fatica se Ercole avesse dovuto uccidere un sì tim
operta dell’America, e fu dato il nome di fiume delle Amazzoni al più
gran
fiume di quel nuovo continente e del mondo, perch
rciò fu dato a questo mostro per antonomasia, ad indicare cioè il più
gran
malvagio che sia mai esistito. I poeti dicono che
orire. Dovè combattere per Deianira col Dio del fiume Acheloo, il più
gran
fiume della Grecia, e perciò da Omero chiamato il
sotto quella costellazione : « O glorïose stelle, o lume pregno « Di
gran
virtù, dal quale io riconosco « Tutto, qual che s
a divorare i condannati a morte. Era il Labirinto una fabbrica di un
gran
numero di stanze e anditi tortuosi (alcuni dicono
opere d’arte. Anche l’Ariosto chiamò Dedalo Architetto chi costruì il
gran
palazzo di gemme e d’oro che il Duca Astolfo trov
io fu chiamato Teseo ; il quale nel crescere diede segni manifesti di
gran
forza e coraggio ; e sentendo encomiare le gesta
le dovevasi chiudere il condannato, e poi accendendo sotto il toro un
gran
fuoco e così arroventando a poco a poco il metall
più sapiente e dotto, non solo fra i Centauri (il che non sarebbe un
gran
vanto) ma fra tutti gli antichi Eroi ; e di lui d
regno in un modo miracoloso : fece uscire da un tronco di quercia una
gran
quantità di grosse formiche, le quali appena tocc
vinta ; cioè Giunone le maggiori ricchezze del mondo, Minerva la più
gran
sapienza e Venere la più bella donna per moglie.
one perfino alla profondità di 14 metri, è giunto a dissotterrare una
gran
parte delle rovine di quella celebre città, ed as
ma lo rappresentano con caratteristiche poco favorevoli, cioè come un
gran
mancator di fede, non però impunemente. L’ultima
cosse dalla sua noncuranza, e per salvar la propria figlia promise un
gran
premio a chi uccidesse l’orca marina che dovea di
ze e ne contraevano delle nuove. Priamo era già vecchio ; ma aveva un
gran
numero di figli esercitati tutti nelle armi, e pi
, parlando del cavallo di legno, lo chiama « ……………. l’edifizio « Del
gran
cavallo che d’inteste travi « Con Pallade al suo
eri « All’insidie si diero ; e da Minerva « Divinamente instrutti un
gran
cavallo « Di ben contesti e ben confitti abeti «
al suo cieco ventre e nelle grotte, « Che molte erano e grandi in sì
gran
mole, « Rinchiuser di nascoso arme e guerrieri «
dopo aver veduti spenti i suoi più prodi e più cari figli, oltre una
gran
parte dei suoi sudditi, e presa e incendiata dai
i perì che Aiace figlio di Oileo, e tutti gli altri si salvarono, con
gran
dispiacere di Nauplio, principalmente perchè ne s
tra le altre a quelle due di Alfieri che hanno per titolo il nome del
gran
re dei re e quello del figlio di lui 137. Menela
osse la fondazione di questa città ; ma Omero che parla più volte con
gran
lode del valore di Idomeneo, quanto al suo ritorn
i stesso costruita ebbe a soffrire un’altra tempesta, dalla quale con
gran
fatica e pericolo scampato a nuoto, giunse nell’i
dre. « Tocco ne aveano il limitare appena, « Che femmina trovâr di sì
gran
mole, « Che rassembrava una montagna ; e un gelo
i divoravali allo speco, « Che dolenti mettean grida, e le mani « Nel
gran
disastro mi stendeano indarno. « Fra i molti acer
ti avanzi. « Le braccia apersi allora, e mi lasciai « Giù piombar con
gran
tonfo all’onde in mezzo, « Non lunge da que’ legn
isò le veci « Sì, che parte il tenemmo in terra saldo, « Parte con un
gran
palo al foco aguzzo « Sopra gli fummo ; e quel ch
ella che segue Dante nella Divina Commedia. Anzi è qui da notarsi una
gran
diversità di opinione fra Omero e Dante rispetto
hi. « Allor porsi la mano un poco avante, « E colsi un ramoscel da un
gran
pruno ; « E ‘l tronco suo gridò : Perchè mi schia
rte scelta ; « Ma là dove fortuna la balestra, « Quivi germoglia come
gran
di spelta ; « Surge in vermena ed in pianta silve
l’invenzione di Virgilio fu ritenuta per una verità istorica ed ebbe
gran
fama, perchè faceva risalire gli odii dei Cartagi
ov’era la spelonca immane « Dell’orrenda Sibilla, a cui fu dato « Dal
gran
Delio profeta animo e mente « D’aprir l’occulte e
reduta una Sibilla, i libri sibillini. I quali poi furon tenuti in sì
gran
conto daì Romani che ne affidarono la conservazio
Opere, e di talune confessa ancora i difetti, parla poi più volte con
gran
convinzione e sicurezza del suo valore tragico, c
ore verdastro o olivastro, che si scava nelle regioni prossime a quel
gran
fiume. 88. I Mitologi dissero che Espero fu cang
al feci, « Che, servando, far peggio ; e così stolto Ritrovar puoi lo
gran
duca de’Greci, Onde pianse Ifigenia il suo bel vo
a dagli antichi Poeti, rendono tale il Volume, che, eziandio senza il
gran
nome dell’Autore, potrebbe esser indirizzato all’
mancamenti, parlò l’Autore meglio di qualunque lettore, scrivendo, è
gran
tempo, a chi lo richiedeva di stampare il suo Cor
quei che del rogo han cura Restin qui meco e i primi duci, io vado Il
gran
rito a compir: parte gemendo La folla degli Achei
er duci Dell’oste argiva in Aulide già indusse L’ara a macchiar della
gran
dea triforme Co ’l sangue d’Ifigenia, allor che c
rro. Io di dolor nei lacci Preso, alla terra dechiiiava i lumi. Ma un
gran
portento all’improvviso oprossi. Che del vibrato
nella passata Lezione. Racconto del nunzio. Sta della rocca Pelopea
gran
parte Conversa all’austro, e sorge il fianco estr
a, al mar Mirtoo Infamia e nome. Qui stan tutte altere L’avite colpe,
gran
base di regno. Nasce fra l’ombre che ogni augello
a circondò di catene. Udì Giove adulto il fato dei genitori; raccolse
gran
schiera di soldati cretesi e di stranieri esuli,
mai sempre furono la ricreazione dei potenti sicuri. L’amore divenne
gran
parte della vita di Giove che vestì mille sembian
ostenne la pensosa testa, E il cor le palpitava. Assisa e muta Stette
gran
tempo: le due donne ancora Eran negli occhi. Alfi
vi erano ancora due colonne che gli erano di sostegno. Finalmente una
gran
balaustrata dipinta di figure tutta 1’ opera racc
oro. Andar godendo il bel luogo, ov’egli era; Giunon con gelosia, con
gran
martore. La giovenca mirò sdegnata e altiera; Pur
ie. Ma non vuol già la sua moglie ritrosa. Alfin per torlo allor quel
gran
sospetto, Tolse a sé stesso il suo maggior dilett
lia: Tutto quel ch’esse fan vuol fare anch’ ella, Dando a tutti di sé
gran
meraviglia: Toccar si lascia, e fugge, e torna a
ovarte, E finalmente or t’ ho trovata a caso; Figlia, onde il cor per
gran
duol mi si parte Mentre ch’io penso al tuo nefand
sta intorno intorno. Giove non vuol, come ben grato amante, Ch’in sì
gran
mal l’amata sua s’invecchi; Onde al suo figlio e
erba, E macchia del suo sangue i fiori e l’erba. Argo, tu giaci, e 1
gran
lume che avevi In tanti lumi un sol colpo ti fura
hiaro vedevi. Una infelice e tetra notte oscura: Solo una man con tuo
gran
danno e scorno T’ha tolto i lumi, la vigilia e ‘1
non poco sulle maniere diverse nelle quali fu rappresentato; in che’
gran
parte ebbero ancora i varii poteri che gli erano
l fulmine l’arme del Saturnio, e vi alludeva Orazio dicendo: « Nè. la
gran
mano di Giove fulminante. » Tonante lo dissero gl
ale. Ma ora nè possiamo distinguere con precisione la maniera di quel
gran
maestro, delle cui opere non conosciamo che alcun
d improvvisa al guardo S’appresenta di Giove. In lei s’affisa Muto il
gran
Nume, e nel suo volto ammira Un fior di leggiadri
o opportunamente in soccorso di tale congettura. « Fra le medaglie in
gran
bronzo di Giulia Mammea madre di Alessandro Sever
talami Erettei la cara preda Portar, strisciando al delicato volto La
gran
barba di nembi umida e grave. Ma il fallo emenda,
l marito i furti Tutti volgea nella sdegnosa mente Per far querela al
gran
padre dei numi. Quando gli stanchi piedi innanzi
i; quindi affrettandosi verso il proprio tetto, non riscontrò per sua
gran
ventura ninno degli uomini e degli Dei: dei cani
e altre che si riporteranno a suo luogo, si sono scoperte due basi di
gran
mole con singolari iscrizioni, le quali dimostran
canta A senno suo: chi al par di lui lo puote. Che siede a destra del
gran
Giove, e vince Con beata armonia le cure eterne,
n Roma, il luogo ove si amministra la giustizia, sorprende per la sua
gran
dezza: ma ciò che più vi si ammira è un pavimento
he siete Fra le vergini prime, e voi di chiara Stirpe fanciulli, alla
gran
dea tutela Che l’error segue dei fugaci cervi, De
un facil pendio. Il tempio di Apollo ha la stessa posizione ed occupa
gran
parte della città, e molte strade vi fanno capo.
sare. Quando vi sarete entrato, vedrete sopra un muro a man dritta un
gran
quadro che rappresenta la presa di Troia, e a sin
in questa statua del figlio di Giove seppe l’ artefice, eguale a quel
gran
poeta, tutte rappresentare come in una nuova Pand
l pallido nocchiero al vento, ai voti, Che si faccia non sa: del ciel
gran
parte A tergo stassi, e più davanti: i lumi All’o
llo: che s’io prenderò in caccia qualche serpe solingo, qualche altra
gran
fiera, a voi ne farò dono. — Sì disse, e le armi,
e che fanno di male? ma i cignali offendono i seminati, e i bovi sono
gran
danno ai mortali; onde ancor questi uccidi. Così
a far guerra a Teseo ed agli Ateniesi. Ma Pausania dice che a questo
gran
poeta non era nota 1’ antichità di questo tempio
d è cosa mirabile che siansi potuti mettere in opera architravi di sì
gran
peso. L’artificio di cui servissi questo valente
e nirne a capo è singolare. Distese sulla sommità delle colonne certi
gran
sacchi ripieni di rena: poi lasciando scorrere le
iìi famosa di questo edificio, non tanto per la divozione, quanto pel
gran
concorso di gente che portavasi ad Efeso. Quel ch
furore, e all’uno all’altra Dubbia ubbidisce: così Testia ondeggia In
gran
tempesta di contrarli affetti. Or depon l’ira, or
tanto più che da lei alcuni filosofi derivavano persino il Sole. Quel
gran
disco che le contorna tutto il capo non è già un
i degli Apostoli, che l’Asia non solo, ma tutto l’universo adorava la
gran
Diana Efesina. Era questo Demetrio un orefice che
orava in argento dei tempietti della dea con una certa somiglianza al
gran
tempio di Efeso, una delle maraviglie del mondo,
to decrescere lo spaccio di queste sue opere. Una somiglianza di quel
gran
tempio, o piuttosto del sacello della dea, esiste
gomento. Ho detto che lo credo piuttosto il sa cello della dea che il
gran
tempio, perchè diversamente architettato si osser
ora si è smarrita, e che certameute alludeva alla fondazione di quel
gran
tempio, alle Amazoni attribuita da parecchi scrit
uesti versi: « Alma figlia di Giove Che alla destra t’assidi Del tuo
gran
padre, e sola De’ celèsti vibrarne osi gli strali
unite. » Descrizione delle armi di Pallade. « Ma l’altra dea ch’è del
gran
padre immago, Arme arme intuona, e dalle spalle a
alla dea regna nel volto Decoro eterno. E allor che in Ida venne Alla
gran
lite del pastor troiano, Nell’Oricalco, o al tras
o, ai figli Di Labdaco: udiran del sacro petto L’avverate risposte. E
gran
sostegno A lui darò, che l’orme e guidi e regga,
sono avvenuto in un passo degli Argonautici di Apollonio Rodio che dà
gran
lume a siffatte immagini. Egli, nella descrizione
pporto dà un risalto notabile alla nostra statua; ed è sicuramente un
gran
piacere per l’amatore delle antichità e delle art
to è quella che le dà qualche pregio, e non la fa disconvenire ad una
gran
collezione. » Lezione vigesimanona. Vulcano.
‘1 segna D’orme diverse, e a suo piacer l’informa. E pria le cure del
gran
mastro alletta Non più visto lavor d’immenso scud
n vi manca La fiammante lorica, e i rilucenti Schinieri, e l’elmo e’l
gran
cimier, che vibra Dorati lampi, e in fulgid’oro o
uali è prezzo dell’opera il ridire, giacché della storia di esso sono
gran
parte. Oto ed Efialte figli di Aloeo con catene d
o, divenuto suo simbolo sopra molti monumenti. Ovidio, Virgilio, e un
gran
numero di poeti latini si sono serviti del nome d
rma nelle vicinanze di Palestrina; il secondo oflriva la figura di un
gran
vaso, del quale l’ apertura è larga. Quando se ne
he la sopravvesta, o palla, che tutta la circonda e la copre, può con
gran
proprietà convenire alla gran dea dei misteri ele
e tutta la circonda e la copre, può con gran proprietà convenire alla
gran
dea dei misteri eleusini, l’arcana segretezza dei
di Teocrito. Si astenevano dall’opera di Venere per alcuni giorni, e
gran
rimedio alle voglie impudiche credevano il dormir
to. Gli iniziandi descrivevano i riti che gli erano letti innanzi dal
gran
sacerdote detto Jerofante: eran composti di alleg
questi ministri, che dedicandosi ad una perpetua verginità, stimavano
gran
rimedio agl’impeti di amore il liquore della cicu
e comprenderà quel che vi resta a sapere intorno ai misteri Eleusini,
gran
parte dell’antica religione. Nel decimoquinto gio
onda. Allora avea La canizie del suo capo tremante Sparsa di polve, e
gran
pianto spargea Sull’alunna divina. A lei rivolta
. V’è chi la fa moglie di Titano. L’autore delllnno Omerico la chiama
gran
madre degli Dei e consorte del Cielo stellato. Er
. A lor consente La dea: col cenno del divino capo Scosse i campi ove
gran
messe biondeggia, E di tormento lacrimabil serto
primo conobbe viver gli amanti senza sentimento, e che per lievi cure
gran
beni periscono: « E non invano gli diede Tali vel
ausania, che non può mai esser letto abbastanza dagli artisti, poiché
gran
parte delle più celebri statue dell’antichità è n
se stesso i mali, E chiedea modo a tanta ira materna. Impietosiva il
gran
Tonante, e Imene, Siccome piacque a Citerea placa
r, pure in qualche monumento una figura di questo genere, e simile in
gran
parte alle accennate, sicuramente è l’effigie del
a Pizia, placarono la dea ergendole un tempio detto Metroo cioè della
gran
madre, che così Cibele era chiamata. Deve Tebe a
tà alla metà di Aprile, ed erano chiamate megalesie, cioè feste della
gran
madre. Quando la Repubblica stava, verun romano p
l tauro Piegate in cavo timpano Coi schietti diti teneri Percotendo a
gran
furia, In voce ebrifestante Alle compagne prese a
del verd’Ida i luoghi Per fredda neve algenti abiterò? Io di Frigia i
gran
gioghi Di stanza in luogo eternamente avrò, Ov’ è
disse, e magro, Sottil mi vede ogni dì più. Se dico Che capo e piedi
gran
pena mi cruccia Onde si dolga al mio dolor, rispo
. Difatti Dionisio il geografo, ch’era Alessandrino, lo riconosce pel
gran
Giove di Sinope ; e nelle monete di questa città,
a figura di quest’ombre deve essere molto allungata: questo è uno dei
gran
mezzi per farne sentire la leggerezza. Quanto all
a scolpita una delle tre Parche, cui Pausania assegna un’aria feroce,
gran
denti, mani adunche; insomma sembianze più terrib
o noi felle e scelerate spose Entrammo dentro al funerale albergo Del
gran
Pelasgo, e nostro padre iniquo. Ove il socero nos
acrati fuochi, Che del nefando e sanguinoso effetto Quasi presaghi, a
gran
fatica al Cielo Mandavan gli empi ed odiosi fumi,
mati letti, Nel sangue loro orribilmente involti. Tu sol mancavi alla
gran
strage, ed egli Non potendo soffrir la vita in un
o immortale A lui mi siedo a lato: A le mie voglie l’oceàn commise Il
gran
Nettuno, e indarno Tentan lindo e il Britanno Di
i fé gloria a Giove. Circondare più volte I miei genj reali Di Roma i
gran
natali; E l’aquile superbe Sola in prima avvezzai
rassi in sul Tarpeo cattiva, E per me corse il Nil sotto le leggi Del
gran
fiume latino: Nè si schermirò i Parti Di fabbrica
ndo Ebbi sotto a’ miei piedi Tutta la terra doma, Del vinto mondo fei
gran
dono a Roma. So che ne’ tuoi pensieri Altre figli
i a tanto invito; Che neghittoso e lento Già non può star su l’ale il
gran
momento. — Una felice donna ed immortale, Che da
questa i miei pensieri alto sostiene, E gli avvolge per entro il suo
gran
lume. Che tutti i tuoi splendori adombra e preme:
profonde orme di morte? Squarciai le bende imperiali e il crine A tre
gran
donne in fronte, E le commisi a le stagion funest
ata Sul formidabil ponte De l’Europa afferrar la man tremante: Ma sul
gran
dì de le battaglie il giunsi E con le stragi de l
ra sanguinoso e bruno. Io vendicai l’insulto Fatto su l’Ellesponto al
gran
Nettuno. Corsi sul Nilo, e de l’egizia donna Al b
ombra sdegnata. Sinché per me poi vide Trasformata l’immago De la sua
gran
nemica: E allor placò i desiri De la feroce sua v
terò l’alto furore Sterminator de’ regni: Che capace non sei de’ miei
gran
sdegni, Come non fosti de le gran venture: Avrai
regni: Che capace non sei de’ miei gran sdegni, Come non fosti de le
gran
venture: Avrai de Tira mìa piccioli segni: Farò c
ta, come l’accusa la maschera tragica nella manca, e l’abito cinto di
gran
fascia di cui è adorna. Tersicore. « Due
di tragedia, grandi cose in poco spazio di tempo sarebbero state con
gran
compassione rappresentate; ma in questa pittura a
bbiamo osservato esser la palla citaredica l’ortostadio, cinto di una
gran
fascia quale appunto veggiamo e nel protagonista
rete udito parlare di Perseo, che dicesi avere ucciso nell’Etiopia un
gran
mostro del mare Atlantico, che si gettava sulla t
tia crudele, il combattimento é qui terminato, la balena uccisa versa
gran
sangue, dal quale il mare é divenuto rosso. Amore
già un sorrìso, un’imbasciata. Egli giace sulla tenera erba spargendo
gran
stille di sudore, ed ha messo da parte la sua spa
ambe sono svelte e leggiere, e tutto il corpo ben proporzionato a una
gran
facilità nel corso. Il sangue dall’altra parte mo
e contro i Troia » ni. Ma Nettuno 6ol suo tridente abbatterà con lui
gran
parte dello scoglio; il resto delle Gire, finché
poco prima, in Titano, descrive la statua di questo dio velata di un
gran
panno (di modo che si vedeva solamente la faccia,
nell’ingannato volgo la credenza che figlio fosse d’Osiride, giacché
gran
scusa a questi falli era il fare un dio autore de
avvicina: Non per fama eguale E non per lode di pudore e d’arte A te,
gran
prole Doriclea: gli piace Sol per le pinte mani,
La fé perchè piangesse. Ella rivolse Gli occhi increduli, e sta muta
gran
tempo. Misera madre: rimirando il capo Di Penteo
na. Quanto a quello che dopo vedete, è Tebe, la reggia di Cadmo, e un
gran
pianto nel Fòro. I parenti, gli amici, che riunis
on avere infuriato con Bacco: Ma ciò che accade alle donne è degno di
gran
compassione: quel che non conobbero nel Citerone,
a loro ebrezza, della quale sono descritti gli eff’etti; ne sorprende
gran
parte, e gì’ incatena. Bacco dopo aver passato il
rtando nell’aria Eaco suo figlio. Intanto Turco annunzia a Deriade la
gran
strage che Bacco ha fatta degl’ Indiani sulle riv
rdo colpisce Imeneo nella coscia. Bacco n’ è vivamente afflitto, e ha
gran
cura di sanare il suo favorito. Incontanente il g
codardia. Lo dio riprende coraggio, ritorna all’assalto, fa strage di
gran
quantità d’Indiani, e ferisce Melanione il nero,
tesimaterza. Maniere nelle quali Bacco è effigiato. Dopo avervi in
gran
parte narrata l’ istoria di Bacco, per accrescere
i domò i furiosi Centauri Reto, Folo, e Ileo minacciante i Lapiti col
gran
vaso; — intendendo della guerra che per soverchio
o scorta i lumi del lodato Visconti, voi potrete dire: Noi conosciamo
gran
parte delle divinità; i simulacri ci parlano un n
a quale per altro apparisce nel personaggio rappresentato nutrita con
gran
cura e disposta. Immaginò per tal motivo che spet
omani, e le cui memorie quasi ignote ai vetusti annali, si ricavano a
gran
pena ed assai dubbiamente da qualche notizia indi
l’indicazione delle braccia medesime. La scultura di Bacco è però di
gran
lunga superiore a quella delle figure accessorie.
Cerere si unisce con Bacco non solo da Euripide e da Virgilio, ma nel
gran
cammeo già del Museo Carpegna, ora del Vaticano,
, ma certo è che il culto di queste tre divinità fu congiunto, sì nei
gran
misteri Eleusini i primi della Grecia e della rel
ser fornita di questo simbolo Dionisiaco. Dorme però ed è cinta di un
gran
serpe la ninfa di un fonte in un bassorilievo del
anza di questo marmo, pretendevano ravvisarvi Olimpiade, la madre del
gran
Macedone, col serpe in cui si pretese trasformato
resenti. Un altro Fauno segue saltando ad onta del non lieve peso del
gran
cratere che sostiene con ambedue le mani sugli om
dine. « Sul carro tirato dalle pantere segue la sposa involta da quel
gran
peplo, o velo, che poi dai Latini si disse flamme
di quest’ultimo. Egli giace sulle spoglie del leone abbracciando una
gran
tazza da bere in m’ezzo a Satiri e Fauni, che gli
i, vediamo qui più attamente adoperato alla condizione di uno di quei
gran
tini appellati dai Romani lacus, e anche labra da
tempo a sedersi. Se non che la nostra figura invece del tirso ha una
gran
face nella manca, arnese ugualmente proprio delle
demmie: i Genii che cavalcano le pantere son genii Bacchici, e le due
gran
teste di leone ci ricordano i rapporti Dionisiaci
compiange Atlante quasi schiacciato dal peso del cielo, a motivo del
gran
numero di Dei che vi erano stati collocati. 17. G
to, Poi che s’ avvide che non v’ era strada Da giunger con la pena al
gran
demerto, Se non rendeva per ogni contrada Il mond
erno, un istabil sereno È vostra fama ; e poca nebbia il rompe : E ’l
gran
tempo a’ gran nomi è gran veneuo. Passan vostri
il sereno È vostra fama ; e poca nebbia il rompe : E ’l gran tempo a’
gran
nomi è gran veneuo. Passan vostri trionfi e vost
vostra fama ; e poca nebbia il rompe : E ’l gran tempo a’ gran nomi è
gran
veneuo. Passan vostri trionfi e vostre pompe : P
tenuta per genitrice della maggior parte degli Dei, e perciò fu detta
gran
madre, e poi Berecinzia, Dindimena e Idea, dai no
a Nettuno (185), e quello dell’inferno a Plutone (213). Disse ; e il
gran
figlio di Saturno i neri Sopraccigli inchinò : su
i popoli diversi vantavano Giove esser nato fra loro, e additavano sì
gran
numero di monumenti per attestarlo. Giunone.
iglio, assisa sopra un carro color di fuoco. Omero la descrive con un
gran
velo dato alle spalle per significare che l’oscur
riali e grossolani, non potevano attribuire al rettore del sole un sì
gran
fallo ; un Dio non erra. S’avvisarono adunque con
ate. Il nome più comune poi fu quello di casta Diana, perchè aveva in
gran
pregio la verecondia, e cangiò in cervo e fece in
ontuose, dolcissime sinfonie, mense di squisiti cibi imbandite ; e un
gran
numero di servi e d’ancelle sempre solleciti ad o
te incoronata di mirto, recavanle in offerta il latte ed il miele. La
gran
sacerdotessa si prostrava la prima ai piedi di Ve
pero, Anfitrite saliva una conchiglia di splendida candidezza con una
gran
vela ondeggiante color di porpora ; cavalli più b
Ali hanno late, e colli e visi umani, Pié con artigli, e pennuto il
gran
ventre : Fanno lamenti in sugli alberi strani. (
del Caro.) Alcuni dicono che la favola delle Arpie fu originata da un
gran
nuvolo di enormi cavallette che, dopo aver devast
o lato é Scilla, e nel sinistro É l’ingorda Cariddi : una vorago D’un
gran
baratro è questa, che tre volte I vasti flutti ri
o doppj ; La Chimera di tre, che con tre bocche Il fuoco avventa ; il
gran
serpe di Lerna Con sette teste ; con tre corpi um
Quando piangea, vi facea far le grida. Dentro dal monte sta dritto un
gran
veglio Che tien volte le spalle inver Damiata,49
’l severo nocchiero, or questi or quelli Scegliendo o rifiutando, una
gran
parte Lunge tenea dal porto e dall’ arena. (Loc.
le che spinge alle colpe ; e quindi i legislatori e i giudici sono in
gran
parte mallevadori dei portamenti degli uomini. I
el dormire. Dintorno al suo letto si vegga Morfeo, Icelo e Fantaso, e
gran
quantità di sogni, che tutti questi sono suoi fig
ragione. O ciechi, il tanto affaticar che giova ? Tutti tornate alla
gran
madre antica ; E ’l nome vostro appena si ritrova
e scienze ed alle arti.58 La favola narra che Giove, tormentato da un
gran
dolore di testa, chiese aiuto a Vulcano (270) ; e
to, e questo Dio era considerato qual simbolo dell’universo, ossia il
gran
Tutto, guardando forse alla semplice rozzezza del
ni. ……. E tu, Priapo, S’unqua gli altari tuoi di fiori ornai, Con la
gran
falce e con l’altre arme orrende Spaventa i ladri
e di ramerino, il cui odore disinfetta le stalle. Vi portavano anche
gran
numero di fragorosi istrumenti, come tamburi e ce
iche…. (V. Monti.) Ninfe 313. Fu dato il nome di Ninfe ad un
gran
numero di divinità subalterne originate da Nereo
o al pascolo di Driante una grotta consacrata alle ninfe, cavata d’un
gran
masso di pietra viva, che di fuora era tonda, e d
dere nel mezzo del masso. Usciva dall’un canto del sasso medesimo una
gran
polla d’acqua, che per certe rotture cadendo, e m
la verità. La libertà. 341, 2°. I Greci e i Romani ebbero in
gran
venerazione questa Dea. Libertà va cercando ch’
i. Scherzava nella culla il bambino Ercole, quasi che si burlasse del
gran
cimento ; e avendo preso con ambe le mani l’uno e
na, e da Lino (121) gli fu insegnato suonar la lira. 368. Ercole ebbe
gran
numero di discendenti chiamati Eraclidi ; e dices
d Euristeo. 374. Certi mostruosi uccelli di rapina frequentavano in
gran
numero il lago Stinfale in Arcadia, e distruggeva
d in questo arnese correvano ad affrontare i nemici. Un dì riuniti in
gran
numero s’argomentarono niente meno che d’assalire
entò alla testa, ed i bersaglieri lanciavano le loro frecce contro il
gran
petto. Il fortissimo eroe, svegliato dal ronzio d
erede del trono, dette maggiori prove del suo coraggio, trucidando un
gran
numero di scellerati che pei loro delitti meritav
medesima nave che fu condotta da Teseo, e che tenevano custodita con
gran
cura, perchè fosse sempre pronta a dar le vele a’
apparisse in armi alla battaglia di Maratona. Allora ne cercarono con
gran
premura le spoglie, e nel luogo dove la tradizion
à col punire Bellerofonte nella sua corte, pensò di esporlo a qualche
gran
rischio. 465. Allora Jobate eccitò il giovine val
do ascolto a un oracolo che gli prediceva dover esser colpevole di un
gran
delitto il figliuolo di cui era incinta Giocasta
la Sfinge desolava quella città, e seppe come fosse stato promesso un
gran
premio a colui che avesse liberato dal mostro il
o. E di nuovo si pose in viaggio per la sospirata isola d’Itaca, e fu
gran
ventura se tanto egli che i suoi compagni poteron
lla sua partenza, ella lo lasciò andar via sopra una fragile zatta. A
gran
fatica Ulisse potè approdare all’ isola dei Feaci
i si levarono contro e lo lapidarono. 585. Il caso di Palamede accese
gran
desio di vendetta nel cuor di Nauplio ; e allorch
e teste orribilmente Cinte di creste sanguinose ed irte. Il resto con
gran
giri e con grand’archi Traean divincolando ; e c
, monumento pregevolissimo dell’ingegno dei padri nostri. Invero quel
gran
poeta commise un anacronismo facendo Enea contemp
l padre suo di vita uscio. E venne serva la città di Baco,129 Questa
gran
tempo per lo mondo gio. Suso in Italia bella giac
Apollo (96) la cognizion del presente, del passato e del futuro, e fu
gran
sacerdote e indovino dell’esercito greco nella gu
Il popolo si compiacque di questo fatto, e lietamente romoreggiò con
gran
dimostranza di averlo approvato. Disse allora uno
ar non può, se corser, l’opre O deformi o leggiadre. Ma co’ rischi un
gran
cor non si consiglia. Perchè fra quelli cui morir
durano, Benchè ad alcun ne mandi Gran copia il ciel propizio. Nullo a
gran
vanti ascende Senza travagli. E l’alma a cure più
. 674. I Giuochi Ismici presero il nome dall’ismo di Corinto, ove con
gran
pompa erano solennizzati ogni cinque anni. Furono
Di angoscia oppressi, collocàr l’estinto ; Poi davanti alla pira una
gran
torma Scuoiàr di pingui agnelle e di giovenchi, E
lcro d’Anchise appresentossi ; E con rito solenne in terra sparte Due
gran
coppe di vino e due di latte E due di sangue, di
cosa santa. Mentre cosi dicea, di sotto al cavo De l’alto avello, un
gran
lubrico serpe Uscío placidamente ; e sette volte
seno intanto Condur l’esequie al suo cenere estremo ; E primamente la
gran
pira estrutta Di pingui tede e di squarciati rove
fregi e mostre e monti intorno. Altri (pietoso e tristo ministero) Il
gran
feretro a gli omeri addossârsi : Altri, come è de
nza, vôlti i volti indietro Tenner le faci, e dier foco alla pira ; E
gran
copia d’incenso e di liquori E di cibi e di vasi
nti, chiamati poi gli occhi d’Argo. In poco tempo Osiride soggiogò un
gran
numero di nazioni, ma piuttosto con la dolcezza e
ti gli esseri. 718. Questo Dio dopo aver soggiornato nell’uovo per un
gran
numero d’anni, scompartì la sua stanza in due par
li, ed in tempi calamitosi anche vittime umane. 730. Eso, divinità di
gran
conto pei Galli, presiedeva alla guerra, ed era r
no vittime egualmente che agli altri. 733. I Galli adoravano anche un
gran
numero di Dei tolti dai Greci, vale a dire Mercur
uerce, ed ogni anno i loro Druidi o sacerdoti andavano a raccorla con
gran
pompa. Il capo dei Druidi, al cospetto del popolo
Pittagora, e secondo il quale il Sole è centro dell’ universo. 13. A
gran
ventura delle Lettere Italiane riordinalo sugli a
le presa dal gelo di morte. 19. Coloro cho ammetlono l’esistenza del
gran
continente atlantico, il quale, secondo essi, res
a divelte dalla Campania in quello sconvolgimento. Esiodo dice cha la
gran
madre terra, sposata al Tartaro partorì Tifeo o T
irino in tempo di pace. Avevano dato il nomo di Campo di Marte ad una
gran
pianura consacrata o questo Dio e posta fuori del
l’argento e lo stagno davano ai varj oggetti forma e colore ; e a Il
gran
fiume Oceàn l’orlo chiudea Dell’ammirando scudo.
to il riso ; E il tetro solo, il solo tetro è bello. Quindi tocca il
gran
sistema della greca Mitologia, e descrive a parte
o ; e particolarmente nelle città del Peloponneso in cui vi aveva più
gran
commercio s’innalzarono parecchi templi in onor s
i Bacco. Rappresentavasi Bacco in aria giovanile, ora seduto su di un
gran
tino, ora sopra di un carro tirato da due tigri,
all’inferno ; gli si vede spesse volte vicino il can cerbero. Da una
gran
parte dei Greci Plutone è stato considerato come
si dilanianti e con visioni spaventevoli, le quali gettavanli nel più
gran
delirio, che sovente non cessava che colla loro v
re egli con ali spiegate nelle aeree regioni, lascia dal suo manto in
gran
copia cadere su la terra i papaveri, siccome simb
Teseo e condannato nell’ Inferno a spingere sulla cima d’un monte un
gran
sasso, che quando è vicino a toccare la sommità,
cotesti attributi convengono a Nemesi. Teti dea dei mari Teti
gran
dea dei mari, una delle Titanidi, sorella di Satu
toni conducevano i suoi cavalli, e ne reggevano le dorate redini. Una
gran
vela di porpora ondeggiava al disopra del carro ;
Dori, sorella di Licomede redi Sciro, e nipote dell’Oceano e di Teti
gran
dea delle acque, colla quale fu da quasi tutti i
cillare. A questa Ninfa si attribuisce di aver salvato Giove nel più
gran
pericolo che gli sovrastasse nella guerra che gli
fecero gli altri Dei, ma questo fatto spetta a Teti zia di questa, e
gran
Dea delle acque. Teti aveva molti tempii in Greci
na quarta Grazia che è la Persuasione facendo così comprendere che il
gran
secreto di piacere è quello di persuadere. Le
’ Medici ha indotto alcuni a crederla opera di Cleomene, statuario di
gran
nome in Atene. Le Ore Le Ore figlie di Gio
le finalmente le distrusse insieme alle loro rivali, persuaso che nel
gran
progetto da lui concepito di rendersi utile al ge
iebre ; dicesi che ottenessero di essere in tal guisa trasformate pel
gran
desiderio che mostrarono di andare in traccia di
buoi dall’aratro, lo immolò agli Dei e lo mangiò. Dovea essere anche
gran
bevitore, se si deve giudicarlo dalla grandezza d
ecco e gli artigli di ferro, e pascevansi di càrne umana. Ve n’era un
gran
numero e la loro grossezza era tale che le loro a
atulò col figlio per la sua forza e valore. Ercole ebbe molte mogli e
gran
numero di amanti. Le più note sono Megara, Onfale
o mezzo uomini e mezzo cavalli. Ercole, Teseo, Piritoo ne uccisero un
gran
numero ed obbligarono gli altri a fuggire. Narras
sero vinta. Per quanto pericolosa fosse l’alternativa, si presentò un
gran
numero di concorrenti. Molti erano stati vinti ed
nopeo caddero anch’essi estinti ; e Adrasto perduti i suoi capitani e
gran
parte delle sue genti dovè tornarsene scornato in
lui e lo richiamò. Per meglio suggellare la riconciliazione ordinò un
gran
banchetto e avendo trucidato i figli che Tieste a
, tre volte lo strascinò intorno le mura di Troia, nè si arrese che a
gran
fatica a restituirlo al misero padre, che venne i
li venne coll’andar del tempo accordato a quasi tutti gli Dei e ad un
gran
numero di eroi. Marte ebbe un Oracolo nella Traci
tizia. Eravi pur in Roma il collegio degli Auguri, nè cosa alcuna di
gran
momento s’intraprendeva prima che questi non aves
acerdoti. Quando eravi un morto in una casa, mettevasi sulla porta un
gran
vaso pieno di acqua lustrale, preso in qualche al
ne anche per lavare il corpo. Gli Egizi, i Greci, i Romani avevano un
gran
numero di Feste. Di alcune di esse abbiamo fatto
spesso di pubbliche statue e nella loro patria erano tenuti sempre in
gran
pregio. Non meno famosi dei greci sono i Giuochi
to che i Titani rammenta i Giganti che fer paura ai Dei, e ne pone un
gran
numero nel profondo dell’ Inferno da lui immagina
rofondo dell’ Inferno da lui immaginato e descritto ; e l’esempio del
gran
padre Alighier, come lo chiama l’ Alfieri, dà giu
iganti. » Per quanto Dante ci confessi sinceramente ch’egli ebbe una
gran
paura al primo vederli, non lasciò per questo di
di questa guerra si fu che tutti gli Dei, non che le Dee, ebbero una
gran
paura dei Giganti, e la massima parte fuggirono v
ro figlio Vulcano insieme coi Ciclopi si affaticava a fabbricargli in
gran
copia i fulmini nelle sue sotterranee fucine, e l
l sepolero del divino poeta, da lui invocato come una divinità : « O
gran
padre Alighier, se dal ciel miri « Me tuo discepo
eune il culto civile, cui chiamollo il Creatore, ma si disperse nella
gran
selva della terra, addivenne parvolo, ed allora,
iconoscevano il primo passo del loro incivilimento dal disboscarsi la
gran
selva della terra, ciò che volevano avvenuto a te
il Dio delle ricchezze e dello inferno. A questo mito, spigolando nel
gran
campo delle opinioni degli scrittori, che parlaro
lo prende per la luce-civile, ossia per la nobiltà degli eroi. Fra la
gran
farragine delle cose, che egli accumula intorno a
simulacri di lui si metteva in mano una verga di oro, e se ne faceva
gran
conto, credendosi d’inestimabile valore quando al
oro Sicolo, è detto Vulcano per metafora, e che deve adorarsi come un
gran
Nume, perciocchè di molto contribuisce alla produ
tipo di coloro, che radunando gli uomini in uno, prima dispersi nella
gran
selva della terra, fondarono città e borgate, e f
eone, ch’è la terra selvosa, che ridussero a coltura gli eroi…. detta
gran
madre degli Dei, e madre detta ancora de’giganti,
randiose azioni eseguite di tempo in tempo da tanti illustri, onde la
gran
selva della terra irta e dumosa, disgombri i most
tutto morirla : idra variante di tre colori, di nero per esprimere la
gran
selva della terra, cui fu appiccato lo incendio,
ne sbuffante fiamme. E come in fine narrossi di Cadmo, che, spenta la
gran
serpe, ne mandasse alla terra i denti, onde surse
o scrittore della Scienza Nuova (1), intorno a questo mito, uccide la
gran
serpe, sbosca la gran selva antica della terra, n
nza Nuova (1), intorno a questo mito, uccide la gran serpe, sbosca la
gran
selva antica della terra, ne semina i denti, con
enti ne restarono detti, egli ara i primi campi del mondo : gitta una
gran
pietra, ch’è la terra dura, che volevano per sè a
io, che regnò una a Romolo, ritrovando un simulacro di una dea in una
gran
cloaca romana, ed ignorando di chi fosse le diede
are tra loro i Mitografi, difficile è pur anche il far la diceria del
gran
numero degli Dei. Nel creare una divinità non ave
I suoi attributi indicano le sue funzioni, Egli è vecchio, perchè da
gran
tempo creato : L’età sua avanzata non gli scema n
è rappresentato coronato di fiori, e con una fiaccola in mano, perchè
gran
parte della notte era a lui consagrata. Momo.
taron Temi, la quale loro rispose, che avessero scavate le ossa della
gran
madre, e col capo velato le avessero gittato diet
a questo oracolo che contenesse un sacrilegio, ma riflettendo, che la
gran
madre era la terra, e le pietre le di lei ossa, e
sagrato a Minerva, la violentò. Questa era Pelopea sua figlia, che da
gran
tempo aveva perduta. Ella gli strappò la spada, e
la morte, e con far salire sul trono d’Argo Tieste, che non vi stette
gran
tempo. Agamennone, e Menelao. Agamennone, e M
er detto di Temi, che il figlio che nascerebbe da Teti avanzerebbe di
gran
lunga la gloria di suo padre, rinunziò di buona g
a del padre, nacque da questa coppia. Tali nozze furono celebrate con
gran
pompa. Crucciata la Discordia di non esservi stat
opo la presa di Tebe spettò ad Agamennone Criseide figliuola di Crise
gran
sacerdote di Apollo. Si affrettò questi di venire
ersona era venuto supplichevole a dimandarlo, e che offrì de’ doni di
gran
valore rifiutati peraltro da Achille. Ecco il con
contegno, e con aria maestosa, onde guadagnò il cuore di tutti. Aveva
gran
bisogno di ristorar la sua fame : gli si appresta
e sbattuto da una tempesta approdò alle Coste de’ Ciconi dove fece un
gran
bottino. Se ne vendicarono ben tosto questi popol
o il ferro, il fuoco, e la desolazione. Durante un tale disordine una
gran
parte degli abitanti tranquillamente dormiva : do
farsi nell’onde : ma Aci ebbe la sventura di essere schiacciato da un
gran
sasso, che il Ciclope gli scagliò. Inconsolabile
one, l’oggetto, la morale che conteneva. Abbiamo altresi osservato il
gran
numero degli Dei adorati dal Gentilesimo. Questa
nope a cacciar fuori la testa dalla tomba, ruinata dalla scossa di un
gran
terremoto (afflato monte), e compiangere la morte
omento che lo vidde, stupefatto esclamò : Minuit praesentia famam. Il
gran
poeta Cesareo di lui scrisse : Quanto ricco d’on
te vittime, e specialmente bianchi cavalli. Senefonte attesta, che il
gran
Ciro giurava per questo Dio, e Lampridio nella vi
ell’anno 1591 rinvenute le immaginette di questi due fratelli. Questo
gran
tempio scosso da un fiero terremoto, come si è de
ento, o di Capri. Leggasi su di questo articolo, quanto ha scritto il
gran
Mazzocchi. L’Autore dell’opera intitolata i Fenic
so si ravvisa. Virgilio nacque in un villaggio presso Mantova : visse
gran
tempo nella Corte di Augusto, principe che amava
somministrare ad essi maggior copia di argomenti a meditare su questo
gran
fatto, abbiamo, in questa seconda edizione, aggiu
Siria, nella Persia e fino nell’India ; dopo Alessandro trovavansi in
gran
numero nelle province dell’Asia minore e dell’Egi
ristianesimo, ed eccolo assiso sul trono de’ Cesari. Come ha vinto sì
gran
possanza ? Offrendo il petto alla spada e ai cepp
tiga, e si corregge da parte di Dio ; poichè quivi si giudica, ma con
gran
riguardo, come certi della presenza di esso. Talc
ma con gran riguardo, come certi della presenza di esso. Talchè è un
gran
contrassegno della futura dannazione per colui ch
rrolare una legione di cuochi. Le guardie del fuoco stan vigilanti al
gran
fumo delle serapiche cene.152 Nondimeno solamente
vere ingiurie per ingrassare il ventre, ma perchè appresso a Dio è in
gran
conto la considerazione che si ha delle persone b
fiziosamente nol avesse serbato in vita. Colei presentò al marito una
gran
pietra ; egli la credette il nato bambino, e seco
Epei, compagni di Ercole, o da Ercole stesso. Cerei pure ardevano in
gran
copia dinanzi a questo Dio, perchè era egli risgu
i chiamava Archigallo. Questi cingeva in capo una mitra, al collo una
gran
collana, che gli discendeva sino al petto, e da c
(c). A Cerere Ctonia, ossia terreste, o sotterranca (d), fu eretto un
gran
tempio in Ermione, città della Laconia, nel quale
ente, e l’altro da quella d’ Occidente (c) ; finalmente si andava con
gran
pompa da Atene ad Eleusi, più volte fermandosi, c
vi si fossero gettate le cose più preziose del paese, v’ avea gettato
gran
parte delle sue ricchezze, ma inutilmente. Ancuro
sacerdoti se ne caricavano le spalle. Era interdetto l’avvicinarvisi
gran
fatto. A qualche distanza d’intorno le donné con
delle botti, perchè si gustava il vino : il secondo coa, cogno, ossia
gran
misura di vino, perchè ne’ conviti ciascuno bevea
si misero a correro per le campagne. Ina malattia di tal fatta era di
gran
dolore all’ aimo di Preto. Usò questi di tutti i
si fece a custodime il tempio. Gli Argivi promisero ad alcuni Tirreni
gran
sonina di danaro, se avessero rubato quella statu
ecedevano pel sacrifizio, le carni de’ quali si di stribuivano poi in
gran
parte agli assistenti. Se guiva un corpo di giova
soddisfare alla convenuta mercede (b). Quindi Apollo fece perire una
gran
parte di quegli abitanti con una peste desolatric
accoglievano e si riducevano in versi. Il violento entusiasmo costava
gran
fatica alla Pitonessa ; più giorni eranle necessa
li ricchezze, se crediamo a Teopompo, consistevano da principio in un
gran
numero di vasi, e tripodi di rame. Questa semplic
oro a passare una notte lungo le rive dell’Ellesponto, avvenne che un
gran
numero di topi divorò i loro scudi. Il dì seguent
un altro minore che indicava la Luna. Intorno di essi due ponevasi un
gran
numero di plù piccoli, i quali rappresentavano le
i erano i giorni dell’ anno. Questo ramo così preparato portavasi con
gran
pompa in giro. Chi ciò faceva, chiamavasi Dafnefo
un tempio sul monte Palatino, in cui si accendevano delle torce a un
gran
vaso a fuoco, il quale ardeva tutta la notte (h).
, che in Atene. Durante le medesime tutte le giovani nobili, ornate a
gran
pompa, offerivano alla Dea cestelli, coronati di
rdoti del medesimo. Quindi si sa, che Catone offerì al Re Tolommeo la
gran
Sacerdotessa di quello, ond’egli volesse cedere C
on fece che arricchirlo de suoi doni(d). Si trovavano nel medesimo in
gran
copia l’oro e le gemme. Dedalo, eccellente artefi
idonie. Questo Nume aveva nell’Isola di Tenedo, una delle Cicladi, un
gran
tempio, considerabile per le vaste sale, ove banc
rire un figlio morì di dolore. Benchè morta, non lasciò di pascere in
gran
copia il bambino col proprio latte. Ciò si ebbe p
e della Ninfa Arcadia. Ella coltivava assaissimo la caccia, e passava
gran
parte della sua vita nelle foreste. Marte prese l
orrevano per le pianure ruscelli di latte, e dagli alberi stillava in
gran
copia il mele(b). (c). Nat. Com. Mythol. l. 2.
i solchi eziandio, che le medesime eminenze lasciano tra loro. Si fa
gran
caso altresì di conoscere, se quelle linee siono
sparvieri. I Sacerdoti di quel tempio erano tenuti ad alimentarvi un
gran
numero di siffatti uccelli, donde derivò poi loro
lfo. Sebbene desse risposte una sola volta all’anno, pure si raccolse
gran
quantità di versi ; e dicesi che anche Omero n’ a
o fine di tanti altri, ma supplice ricorse a Venere onde riuscire nel
gran
cimento. La Dea gli diede tre pomi d’oro, colti i
o. Gli Argivi al dira di Pausania (n) lo fanno figliuolo di Trochilo,
gran
Sacerdote d’Argo, ch’erasi ritirato in Eleusi a c
vincerne che uno, per riportare il premio. Questi gli si avventò con
gran
furore, e lo strangolò. Arrichicne tuttavia, vici
la Grecia, e spezialmente nell’Attica, le spose venivano condotte con
gran
pompa alla casa dello sposo sopra un carro (b), p
re un Nume. A tale oggetto formò un ponte di bronzo, che attraversava
gran
parte della sua città ; vi feco correre sullo ste
i riuscì, che gli uccelli, avvezzati da lui a dire che Psafone era un
gran
Dio, andarono ripetendo ne’ boschi tali parole, e
essere continuamente agitato dal timore, che precipiti sopra di se un
gran
sasso, il quale sovrasta al suo capo(c). I Mitogr
ua, che gli toccava le labbra(a). Cicerone vuole, che sovrastasse una
gran
pietra al di lui capo, e che questo ne venisse pe
Apollo, quando nacque Rodia, abbia fatto discendere dal Cielo oro, e
gran
quantità di fiori. Fu così detta dall’ Isola di R
i da Pallante, figlio di Crio(g). Ella precede il Sole(h), coperta di
gran
velo, con una stella in capo, e assisa sopra un c
nomia, e però comparisce coronata di stelle, con veste azzurra, e con
gran
globo tralile mani(g), ovvero riposto sopra un tr
asferì in Italia e nella Sicilia ; ed avendoviraccolto coll’ arte sua
gran
quantità di ricchezze, volle ritornarsene donde e
stino di quel fanciullo. Cloto le disse, ch’egli sarebbesi acquistato
gran
nome col suo coraggio ; Lachesi soggiunse, che sa
era già all’Inferno da lunga pezza ; e ci racconta che egli ebbe una
gran
paura, quando nel far laggiù quel suo celebre via
testa di Medusa nell’altra mano. Nel giardino di Boboli vedesi nella
gran
vasca detta dell’isolotto la statua di Perseo sul
i 58 ; Cassiopea di 60, e il Pegaso di 91. Aggiungono inoltre che una
gran
quantità di stelle cadenti, di cui hanno luogo fi
è così splendidamente narrato dall’Ariosto : « Ecco all’orecchie un
gran
romor lor viene. « Disse la donna : o glorïosa Ma
tra maraviglia « Che di leggier creduta non saria ; « Vede passare un
gran
destriero alato « Che porta in aria un cavaliero
sia dell’Universo ; « Che sparsa per lo tutto e per le parti « Di sì
gran
mole, di sè l’empie e seco « Si volge, si rimesco
a morte fu condannato nel Tartaro a spinger sulla cima di un monte un
gran
masso, che tosto ricadendo a valle rendeva eterna
e l’altra man portava, e doglia « Pungealo inenarrabile. Costui « La
gran
pietra alla cima alta d’un monte, « Urtando con l
3 centesimi. Il nome di questa piccola moneta, l’ obolo, ha avuto una
gran
fortuna e un gran credito ; è passato in quasi tu
me di questa piccola moneta, l’ obolo, ha avuto una gran fortuna e un
gran
credito ; è passato in quasi tutte le lingue euro
no, e tirato da quattro focosi cavalli Eto, Piroo, Eoo, e Flegone. In
gran
venerazione fu il sole presso di tutti i Gentili,
ebravansi alle calende di Maggio nella casa del Pontefice massimo con
gran
mistero, e dalle sole donne, senza che alcun uomo
Teseo, e condannato nell’ Inferno a spinger sull’ erta di un monte un
gran
sasso, che quando è vicino a toccare la cima, al
Sicione, uomini e Numi tra lor disputavano, Prometeo mise innanzi un
gran
bue furbescamente diviso. Da una parte ei nascose
, n’ ebbe in risposta, che si gettasse dietro le spalle le ossa della
gran
Madre. Comprese doversi per questa intender la Te
peo caddero anche essi estinti; ed. Adrasto perduti i suoi capitani e
gran
parte delle sue genti dovette tornarse scornato i
come Centauro, cioè mezzo uomo e mezzo cavallo. Dicesi ch’ egli fosso
gran
conoscitore delle stelle, ed espertissimo nel tir
e per ritornarsene ad Atene, seppellì in presenza di Etra sotto ad un
gran
sasso una spada, ordinandole, che, se nascesse da
e volte lo trascinò d’ intorno alle mura di Troia, nè si arrese che a
gran
fatica a restituirlo al misero padre, che venne i
nel campo de’ Greci, che fattigli i funerali solenni, gli alzarono un
gran
monumento sul promontorio Sigeo. Ma forte contesa
a stato sorpreso dal sonno, i compagni sciolsero l’ otre credendo che
gran
tesoro vi si contenesse, e i venti di là scoppiat
ore, che egli aveva sposata dopo la morte di Pirro. Accolto quivi con
gran
tripudio, ebbe da Eleno, che era pur vate, l’ avv
di Giove e di Egina a lui ricorre, e veggendo al piede di una quercia
gran
quantità di formiche gli chiede di avere altretta
pace. Eravi pure in Roma il collegio degli Auguri, nè cosa alcuna di
gran
momento s’ intraprendeva, prima che questi non av
Ercole, oltre ad essere il più forte e robusto eroe, era anche il più
gran
divoratore, e mangiava per cinquanta, bevendo anc
ll’Inferno fra i dannati che eran puniti « Da quei Dimon cornuti con
gran
ferze « Che li battean crudelmente di retro ; »
« Ale hanno late e colli e visi umani, « Piè con artigli e pennuto il
gran
ventre, « Fanno lamenti in sugli alberi strani. »
ona ; « Volando esce il destrier fuor della loggia, « E col castel la
gran
città abbandona, « E per l’aria, cacciando i most
versò delle gocce di sangue su quelle arene, che fecondate produssero
gran
copia di serpenti, i quali da di là si propagaron
’un cantone della Tessaglia, e suo particolare amico(6), s’accinse al
gran
cimento.Era già per rimanerne vittorioso, quando
o. Al suo ritorno trovò, che i cavalli aveano divorato Abdero. N’ebbe
gran
dolore, e accoppò quegli animali colla clava, per
iegatore de’pini, perchè soleva attaccare i passeggieri a due pini, a
gran
forza curvati, affinchè al raddcizzarsi di essi,
iglio d’Andremone(12), Teuti(13), Tersite(14), e le figliuole d’Anio,
gran
Sacerdote d’Apollo, e re dell’Isola di Delo(15).
anche Astinome, soprannominata Criseide, perchè era figlia di Crise,
gran
sacerdote di Apollo, della città di Limessa, e al
che per tale ragione si suscitò tra’Greci e i Trojani, diede saggi di
gran
, valore. Le due armate erano per azzuffarsi. Pari
ottino. Ma i Ciconi ritornarono poscia con forze maggiori, e uccisero
gran
quantità de’ di lui compagni(a). Ulisse poco temp
lagio di quella Maga, e nell’ingresso della Reggia vennero accolti da
gran
numero di lupi, frammischiati con lionesse ed ors
ano colle statue di Castore e Polluce dal Campidoglio alla piazza del
gran
Circo. La pompa di tori Giuochi durava otto giorn
asciarono, che gli Spartani si accostassero ad essi, e ne uccisero un
gran
numero. Per causa di sì reo tradimento ne avvenne
ente soggiungono, che Pelope gettò in mare Mirtilo, perchè questi con
gran
forza instava nel ricercargli il premio dell’oper
ì senza ragione. Ella è di volto ridente, e coa ambe le mani versa in
gran
copia oro ed altre cose di sommo pregio. Avari
orme, perchè essa cagiona stupidezza in chi la ama. Ha appresso di se
gran
quantità di spine, per esprimere, che al Pigro og
giorni in campagna. I Romani parimenti le eressero molti tempj, e un
gran
numero di statue. Le consecrarono altresì molte p
he morì di semplice malattia. Giasone per molti giorni ne celebrò con
gran
pompa i funerali, e diede segni di somma tristezz
i luoghi, ov’eransi accampati i loro nemici, e presero ad ammirare il
gran
Cavallo(b). Timete, figlio di Laomedonte secondo
Hofman. Lex. Univ. (2). Neottolemo fece perire sotto la sua mano un
gran
numero di prodi Trojani. Spezialmente poi si dist
tresì per unirsi con Auge, quando gli Dei mandarono nel mezzo loro un
gran
serpente. La giovine spaventata implorò il soccor
no a farvi orribile guasto. Telefo si fece a respingerneli, ne uccise
gran
numero, e costrinse gli altri alla fuga. Era per
izj(a). I Greci poi, per aver lapidato Palamede, n’ebbero a sofferire
gran
danno. Nauplio, di lui padre, prese a scorrere tu
prese a scorrere tutta la Grecia, e ad attrarre nella dissolutezza un
gran
numero di giovani colle mogli de’principali Capi
ino ed Augure, allorchè Giove mandò due Aquile, le quali, volando con
gran
romore sul capo di coloro, presero a stracciare a
opportune agli studj, fecero sì, che nel medesimo Inogo si riducesse
gran
moltitudine di quelli, che si applicavano alla Fi
l mondo. L’oracolo rispose : gettatevi dietro le spalle le ossa della
gran
madre. — Tutte le risposte degli oracoli erano os
lmente), una empietà o violazione dei sepolcri, interpetrarono che la
gran
madre fosse la Terra, madre comune di tutti i mor
lle roccie acquee per conoscere come la scienza ammette e dimostra il
gran
cataclisma del diluvio. In geologia si parla di p
due Numi figli di Giove e di Latona, il Sole e la Luna esistevano da
gran
tempo ; e quanto al Sole accennai che era regolat
o e moglie di Anfione re di Tebe ; e andava superba, come se fosse un
gran
merito, di aver sette figli e sette figlie ; e pe
8 a 9 metri di lunghezza, nuotanti in mezzo alla corrente e portanti
gran
copia di vegetabili, le cui radici si abbarbicano
e questi sul carro di Cerere tirato da draghi volanti avesse percorso
gran
parte della terra per insegnar quell’arte agli al
erra. Per questa ragione Virgilio nelle Georgiche loda l’ Italia come
gran
madre, ossia prima produttrice, delle biade (magn
Eresittone come simbolo di un insaziabile usuraio : « Da un lato un
gran
carname « Erisitone ingoia, « E dall’aride cuoia
enza a istituire ordini sacerdotali, e sacre solennità, a fissare con
gran
cura le cerimonie del culto e gli uffici di chi v
c., ed anche d’ un tratto farle cessare, e il loro potere eccedeva di
gran
lunga i limiti dell’ umano. Non si era pero giunt
più accoppiati a due a due. Le coppie più notevoli erano: Oceano, il
gran
fiume che circonda la terra ed è padre degli altr
significato naturalistico di questo mito; con esso rappresentavasi un
gran
conflitto di forze della natura; forse era ancora
o, il Dio per eccellenza; e il concetto che se n’ aveva non differiva
gran
fatto dall’ idea di Dio che si ha anche ora press
ssero alle orecchie di Crono, i Cureti, sacerdoti di Rea, facevano un
gran
fracasso intorno alla culla di lui, battendo le s
età di Pericle, venne riccamente ornato di bassorilievi per opera del
gran
Fidia 4, il quale pure compose la statua della
a era venerata insieme con Giove e Giunone, ed aveva la sua cella nel
gran
tempio di Giove Capitolino. Altri templi a lei de
uvre a Parigi (fig. 28). Sebbene ora manchino le braccia, è sempre un
gran
bel lavoro, in cui tu non sai se debba ammirar pi
, in Elide, e più di tutto nell’ isola di Rodi, dove si celebrava con
gran
pompa un’ annua festa con giochi ginnastici e mus
; in altri termini, si credeva che i fiumi avessero tutti origine dal
gran
mare da cui gli antichi immaginavano circondata l
Ali hanno late e colli e visi umani Pie ’ con artigli e pennuto il
gran
ventre, 34 costituiscono la più viva pittura po
ai Romani, che d’ allora in poi la tenuero in grande venerazione. Una
gran
festa detta Megalesia fu istituita a ricordare il
due templi di Dioniso, facevasi una solenne processione; si teneva un
gran
banchetto in campagna pel quale la città provvede
di lui. Già da tempi abbastanza antichi fu pensato in rapporto con la
gran
Madre e se ne fece un compagno di lei. Così pure
a di Termine; giacchè narravasi che allorquando si volle edificare il
gran
tempio di Giove Capitolino in uno spazio dove già
rsi la testa, disciogliersi le vesti e gettar dietro sè le ossa della
gran
madre. Il figlio di Prometeo acutamente interpret
Sisifo ebbe in inferno la nota pena di trascinare su per un monte un
gran
masso, che dalla cima poi riprecipitava a valle.
numerosa famiglia. Il figlio maggiore e il più celebre fu Ettore, il
gran
guerriero, campione dei Troiani, come Achille era
om’ aquila sovra tutti, poco al disotto di Omero stesso rimanendo, il
gran
poeta mantovano, la cui Eneide contiene nei primi
i poeti tragici latini, da Livio Andronico a Seneca dedicarono la più
gran
parte delle loro opere ad argomenti troiani. Da t
Eneide, 3, 216: « Di vergine è il volto di quegli uccelli, e sozzo il
gran
ventre e adunche le mani e smorto sempre il viso
evoli e maravigliose produzioni ; ed anche, secondo la Mitologia, pel
gran
numero dei suoi figli, che Esiodo fa ascendere a
). Ha in testa una corona d’alghe o altre piante marine, e sta in una
gran
conchiglia posta sopra un carro tirato da quattro
e figurato : « Tra l’isola di Cipri e di Maiolica « Non vide mai sì
gran
fallo Nettuno, « Non da pirati, e non da gente Ar
ell’India e dell’Affrica, animali carnivori e formidabili per la loro
gran
forza muscolare. Del serpente Pitone dovremo parl
a Igiene l’arte di conservar la salute, difficilissima in pratica pel
gran
numero di speciali osservazioni che richiede per
re dei fiumi, sottinteso però dell’Italia, di cui è realmente il più
gran
fiume. 114. L’ambra è detta in greco electron ;
precedente) : e poi da Virgilio poeta pagano facendo chiamar Dite il
gran
diavolo Lucifero242. La parola Orco fu adoprata d
tutti gli Orchi delle più volgari novelle : « Mentre aspettiamo, in
gran
piacer sedendo, « Che da cacciar ritorni il signo
eva, « Tutti li mangia, anzi trangugia vivi. « Viene alla stalla e un
gran
sasso ne leva ; « Ne caccia il gregge, e noi rins
ggi e furon sì civili, e della cui civiltà è figlia la nostra. Se una
gran
parte di queste loro idee, quali si trovano espre
vera di questo fenomeno ; e così di tante altre. Oggidì che hanno sì
gran
credito gli studii preistorici sugli uomini primi
rto, ma soltanto malato ; e per aiutar questa finzione ponevasi in un
gran
letto di avorio la statua di cera del defunto inv
ro. Dentro e intorno al rogo spargevansi incensi ed aromi preziosi in
gran
quantità. Vi appiccava il fuoco l’erede del trono
un lago, e poi dicevano che era morto o perduto ; di che facevasi un
gran
lutto con gemiti e pianti da tutto il popolo ; ma
il latrator Anubis ; ma pare che, in generale, i Romani non avessero
gran
devozione per questi mostruosi Dei Egiziani, poic
d Ebe ; e poi da altre Dee, ed anche da donne mortali, altri figli in
gran
numero, tra i quali qui noteremo soltanto quelli
ricordarsi di tutte quelle interminabili filiazioni e parentele di un
gran
numero di Dei e di Dee dello stesso nome. Lo stes
e il mar sospeso : « Indi alla vetta dell’immoto Olimpo « Annoderò la
gran
catena, ed alto « Tutte da quella penderan le cos
nel i libro dell’ Iliade, che il Monti tradusse così : « Disse, e il
gran
figlio di Saturno i neri « Sopraccigli inchinò :
que ; ed avrebbe ottenuto l’intento, se non accorreva Vulcano con una
gran
fiamma a vaporizzarle. E poichè è un’alta gloria
fiumi, le acque dei quali nel loro corso spariscono sotto terra, e a
gran
distanza ricompariscono sulla superficie di essa.
a Diva dalle bianche braccia. La concordia coniugale era già rotta da
gran
tempo fra Giove e Giunone ; e Omero sin dal 1° li
dicesti ? « Riprese allor la maestosa il guardo « Veneranda Giunon :
gran
tempo è pure « Che da te nulla cerco e nullo chie
pestri Chiunque ha veduti sculti o dipinti i Satiri avrà notato una
gran
somiglianza di forme fra essi e il Dio Pane, e ri
e duravano sino a tutto il dì 1° di maggio, nei quali giorni v’era un
gran
lusso di fiori, di cui tutti facevano a gara a ci
frutta a loro offerte in una patera 278. Questa parola Genio ebbe un
gran
credito e un grande uso nella lingua latina279),
traordinario : « Con che forza si campa, « In quelle parti là ! « La
gran
vitalità « Si vede dalla stampa, « Scrivi, scrivi
i sacerdoti, 296 ; — considerato qual simbolo dell’universo, ossia il
gran
Tutto, 297 ; — origine del cosi detto timor panic
di Troja, 570 ; — scampa da Polifemo, 573 ; — tempesta che distrugge
gran
parte della sua flotta, 574 ; — si libera dagli i
un semplice volgarizzamento, giacchè il Signor Pietro Thouar l’ha in
gran
parte rifusa e vi ha fatte delle notabili aggiunt
azione di tutti per la bontà e santità della vita : e questo parve un
gran
miracolo in mezzo a società così corrotta ; quest
emporio di oggetti di qualunque forma o figura, ed anche talvolta una
gran
confusione amministrativa in uno stabilimento ind
lesiastici dei primi secoli del Cristianesimo (i quali studiavano con
gran
premura ed attenzione la Mitologia per dimostrare
o. Il duello che usa tuttora è un avanzo dei secoli barbari, e fa una
gran
tara alla tanto vantata civiltà moderna. 55. An
chè d’ora in avanti s’inaridisse per qualche secolo (e non sarebbe un
gran
danno) la vena poetica degli italiani, o si aboli
ei poeti, ma pur anco di molti filosofi nostri e stranieri. Lo stesso
gran
luminare degli Inglesi, Bacone da Verulamio, nel
alcune. Aggiungono dunque i mitologi che Giove per tre mesi sentì un
gran
dolor di testa, e non potendo più a lungo tollera
rne alquanti nel terreno. Da quella strana sementa vide Cadmo con sua
gran
maraviglia uscir poco dopo una quantità di uomini
l cielo « Lacerati da lor, confusi e sparsi « Con essi andrian per lo
gran
vano a volo. « Ma la possa maggior del padre eter
sima venerazione, e consultati sempre innanzi d’intraprendere cose di
gran
rilievo, a fine di prevederne l’esito. Le rispost
re che scorrevano rivi di latte e di miele. Ma il nostro Dante fa una
gran
tara a queste poetiche iperboli, dicendo : « Lo
i trovano nell’ Inferno di Dante cascate d’acqua, paludi, pantani, un
gran
lago gelato, argini, ponti, torri, un castello «
Hume, è l’olio che fa girar facilmente e senza attrito le ruote della
gran
macchina sociale. Talvolta era rappresentato Merc
oro, e a vive « Giovinette simili, entro il cui seno « Avea messo il
gran
fabbro e voce e vita « E vigor d’intelletto e del
Ora però è a dirsi che i poeti hanno attribuito anche a sè stessi in
gran
parte questa facoltà di presagire il futuro, dice
ra umana, mentre poi vanno a finire in una coda orizzontale, come una
gran
parte dei pesci227. Da sì lieve causa e somiglian
▲