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1 (1841) Mitologia iconologica pp. -243
queste superbe vittorie gloriosa sempre più sfavillasse la maestà del gran Giove ; pur essa oscurata venne non poco da quell
respinse. Un fortunato Delfino però conscio delle pretenzioni del suo gran Nume avendo ritrovato un giorno la bramata Anfitr
a per altro da popoli collo stesso culto divino qual degna moglie del gran Dio Nettuno(1) Non fù egli però contento degli i
tto silenzio trascorse. Sua contesa cou Minerva. Ebbe questo dio una gran contesa colla dea della Sapienza Minerva per ragi
con eco sonoro delle conche marine, innanzi a’ quali per rispetto del gran Nettuno si appianavano pacificamente le onde ; e
popoli abitanti alle marine spiagge venne Nettuno riguardato per una gran Deità, cui di tratto in tratto innalzarono famosi
ndo nel lor cuore quei sensi d’umanità, de’ quali spogliato si era il gran padre istesso, con braccia distese in gentil gara
o sollecito gli fabbricava quei fulmini tremendi, de’ quali armato il gran Giove rendevasi il terror di chiunque osava far r
ando, che in mezzo all’abitato star non dovesse il tempio dedicato al gran Dio del fuoco. L’altro, che credesi edificato da
o per tal barbaro fatto il padre di quello Nettuno citò l’uccisore al gran consiglio degli Dei sull’ Areopago, domandando a
ò l’uccisore al gran consiglio degli Dei sull’ Areopago, domandando a gran clamore giustizia, e pena ; presso di quelli però
e, se pria rivolto non si fosse il pensiere ai dovuti omaggi a questo gran Nume. La Tracia però, o perchè gloriosa della for
ermathenae, sacrificar si doveva in segno di culto una vitella, e con gran cerimonia ancora bruciar si dovevano le lingue de
lio della cieca imprudente fortuna. Tale appunto fù il caso di questo gran Nume. Egli sebbene fra il sodalizio degli Dei uno
la sventurata Latona sua rivale. Commosso però dalle sue sventure il gran padre Nettuno strinse il suo tridente, e forte ba
mar alla vita Ippolito figliuol di Teseo alle reiterate premure della gran dea Diana. Sue dissavventure. Un tal figlio però
era (non altrimenti che fece Nettuno) a Laomedonte Re di Troja per la gran fabbrica delle sue mura ; benchè poi tradito da l
gli stati, come per la causa istessa con inondazioni fè similmente il gran Dio del mare. Sue contese. Contro di questo Dio
a a Venere nella beltà, per giudizio di Paride divenuto arbitro nella gran contesa sorta per cagione del pomo d’oro gittato
iato il suo orgoglio dal suo stesso marito pel seguente motivo. Nella gran congiura degli Dei contro Giove essa in vece d’op
ente salutata. Fù detta Argiva dal popolo Argivo, presso de’ quali in gran vigore era il suo culto. Fù chiamata Cingola dal
suoi passi ad informarne Giove per l’opportuno riparo. Al sentire il gran padre le sue giuste querele cercò d’impiegare il
stanca dal cammino, ed oppressa dalla sete con avidità tracannava il gran vaso di acqua ad essa offerto dalla impietosita v
; Anzi che i n lei non può cercarsi più. Di fiori ha un serto, che il gran Giove diè Ad ella quando assisesi lassù ; Lei pro
sviluppo Se presso i popoli anche più barbari fù sempre tenuta in gran conto la verginità, come quella, che oltremodo no
bro avventuroso delle sue novelle fortune. A fronte intanto di questa gran cura, che per tal Deità nudrivano religiosamente
re per questa Dea l’ossequio, e vieppiù ne rifulse la gloria, qualora gran fiamma d’amore per essa si accese nel petto del r
e nell’esercizio delle stesse, soggetta ad esser punita con verga dal gran Sacerdote, se per sua negligenza estinto si fosse
ltanto il caso di grave infermità, in cui partendosi in compagnia del gran pontefice, erano posto sotto la custodia di qualc
nell’alma desta, Ella rende gentil qualunque sorte : Figlia di Dio la gran Sapienza è questa. Dichiarazione e sviluppo
nte Giove, e ravvisando crescere sempre più con suo maggior dolore il gran peso, per man di Vulcano si fè in due parti aprir
’orme Dell’uom col Dio di Delo, e lo ricrea : Questo è il poter della gran Dea triforme. Dichirazione, e sviluppo Ch
rasi in severo atteggiamento assiso sopra un carro di ferro non senza gran forza tirato da neri, e smagriti Cavalli, con chi
in man di foglie coronato Senza provar dolor scherza sovente Con due gran tigri, che gli sono allato. Conforto dell’afflitt
alla morte, che aperti li avrebbe alla vita. Scorgendo impertando il gran Padre non potere rimaner superstite quel frutto i
necessità di raggirarmi a lungo pel vasto campo delle gesta di questa gran figlia di Urano, e di Gea, detta comunemente Magn
Molto misterioso impertanto, ma assai espressivo è il tipo di questa gran Dea. Rappresentasi ella sotto le sembianze di aug
scrizioni delle quattro stagioni dell’anno anohe esse un dì tenute in gran venerazione, ed ossequio. Capitolo I. Verità
sa, e non è trista, o lieta. Due fanciulle ha vicino, ed alla meta Di gran disegno volge l’intelletto, Cura del tutto ognor
Giustizia è scudo all’uom quando la trova. Annotazioni. Quella gran dote, per le quale sola, al dir di Cic. lib. 1. d
ntur. Capitolo V. Pietà Sonetto L eggiadra donna d’un gran monte in vetta Siede con dolci sguardi, e dolci m
se è vero, che la pietà al dir di Cicerone 2. de orat. Offre segni di gran lode : Pietati summa tribuenda est laus. come no
ello. Annotazioni E chi non direbbe sufficienti ad indicare il gran malo della collera i surriferiti caratteri di ves
delitti svela, Par, che teme, ed ardisce, suda, e gela Mentre il suo gran poter cresce, e dilata. Corre per tutto, e ricomp
nti, e in tutto è circondata Di frumento or cadente, ed or sospeso. A gran cure il pensier tien sempre inteso, Fà crescere i
l pensier tien sempre inteso, Fà crescere il calor dovunque guata, Da gran stuol di formiche accompagnata, Porta la falce in
e note io veggo Cader le penne, e i fogli calpestati, A chiare note i gran deliri io leggo, E i falsi dotti al suol vinti, e
nde svegliare sempre più sensi di tenerezza, ed affetto nel cuore del gran Dio d’Israello se non diversi cantici comporre co
strappa ec : piochè sebbene da questi valentuomini, e da altri ancora gran maestri nell’arte siansi usate, benchè di rado, t
fare un parelio in faccia a tal sole. Gli stessi luminosi esempii di gran dicitura in pochi versi ci presenta in mille luog
nella poesia, e per quanto si affaticasse un ingegno mai non può far gran cosa. Suole avere il suo luogo nel Ditirambo(1) e
ze più estreme, Per vasta campagna E corre alla pugna. Del forte il gran sangue Ricolmo d’ardir. Così scese allor. Abb
fuga la voce Per tutto è già estinta, Vergogna sol teme, Allora il gran Duce E sprezza il morir. Conobbe il suo fin.
atevi Fra suoi guerrieri carmi Ecco il momento estremo, L’invitto gran Leonida E questa sera io giurovi Corre con poch
effetto della fervida sua immaginazione, come appunto sono le quattro gran dissertazioni dell’ erudito Pasquale Carcani sul
a stilla, Maggior l’ardir diventa, Ma unisce allor le femine Altre gran sassi scagliono, L’ardita Telesilla, Ed altra i
to espone chi il tratta. Quindi è, che appena qualche estemporaneo di gran polzo si prova a trattarlo, mentre le sue diffico
cone la norma. Manlio, che condanna il figlio a morte Emanato il gran decreto Dice al figlio : eh che facesti Dall’au
ol, che niun pugnare ardisca Al garzone vincitore Contro i Galli in gran tenzone, Nulla vale addur la scusa E chi ardiss
està, E fè noto il genitor E bandisce ogni pietà Qual di legge è il gran valor Cap. XII. Del verso martelliano.
non pochi ingegni han fatto naufragio. La vera ode alcaica per le sue gran difficoltá da qualcuno, o da nessuno forse è trat
un occhio al figlio colla perdita del suo. Promulga il re Zeleuco il gran decreto Che perda gli occhi, e cada in fier perig
allorchè è ben maneggiato. Esso presso i Greci poeti fù un giorno in gran pompa, e ben sappiamo nella gara di Omero, ed Esi
Esiodo, e sebbene in tempi non tanto remoti sia stata trattata dalla gran penna del Sannazzaro, pur nella tessitura cemparv
sangue un fonte ; Tal’egli offre per tutti la sua vita, E invoca dal gran Dio Dicendo : alto Fattor gl’empii perdona, E pre
Dov’è dunque colui, che giunse a tanto ? Così fini la vita ? Dov’è il gran difensor de’sventurati ? Chi ne darà più aita ? M
gli anni, e da fortuna oppresso » o di questa del Bentivoglio : « Del gran Titiro mio sol mi contento » o di questa del Magg
E quant’ella empi a è più, più par, che ardisce Tremò a tal’ opra il gran pianeta eterno, E mentre la rea dell’ error giois
rui le sue ne fà Col soccorso, che l’arte appien gli diè. La maschera gran cosa esser non può, Perchè va confondendo il meno
singolare maniera celebra la divina fortezza, che oppresso aveva quel gran duce degl’ Assirii non col braccio de’ Titani, o
semprecche ne veniva implorato, e perciò di lui facevasi comunemente gran conto. Sue feste. Chi fù Vulcano. Suo impiego.
o in mezzo la fronte. Erano essi, secondo Euripide afferma, figli del gran gigante Polifemo figliuol di Nettuno. I principal
oveasi cioè il detto Apostolo preferire allo stesso divin Platone pel gran capitale delle sue cognizioni. Che poi sia stato
ercurio abbia richiamato le anime dalla morte eterna, abbia riportato gran bottino ec. ne resterà ognuno sufficientemente co
de cadde in potere de’ Romani, i quali vollero che si conservasse nel gran tempio di Numa con tanta gelosia, che solamente l
li. (1). Il privilegio poi, che fa ravvisar con maggior chiarezza il gran pregio delle Vestali era, che incontrandosi colli
a fin di contrarre matrimonio con essa, e riceversi a’ titolo di dote gran denaro, che quivi trovavasi raccolte : Etenim cos
r cagione di alcune oblazioni di argento, che presentavansi in questo gran tempio in onor di Diana, di cui il culto abolito
ssere stati piccoli tabernacoli, in cui custodivansi le imagini della gran Dea di quel tempio, benchè non manchi chi le vuol
to non potendo io senza taccia di temerità da Mitologo semplice farmi gran Teologo tacendo ogn’altro argomento conchiudo con
sà, che il primo in quest’ arte fù Noè Credesi, che Saturno predisse gran pioggia, ne’ cui vortici annegar si doveano gl’ u
udenza apportatrice dell’esterna sua felicità ? Conobbe tal verità il gran macedone Filippo, che in più circostanze dimostrò
rata Cibele fù figliuola di un antico Re della Frigia quale dotata di gran senno, e prudenza la prima fù ad insegnare il mod
2 (1874) Ristretto analitico del dizionario della favola. Volume I pp. -332
facoltà visiva, lo sguardo, la pupilla, l’occhio infine, vuole la sua gran parte nell’osservazione anche morale di un obbiet
 ; le istituzioni religiose e politiche ; i giuochi pubblici ed altro gran numero di ragioni, di cause e di effetti, esercit
sservazione dovrà più accuratamente portarsi, dapprima, a spiegare la gran maggioranza dei fatti, avvenimenti e tradizioni d
r punire i ribaldi compagni di Acete li cangiò in delfini, e fece suo gran sagrificatore Acete per ricompensarlo della sua b
la Terra. Avendo amato Dejanira, e sapendo che essa doveva sposare un gran conquistatore, combattè contro Ercole, ma fu vint
ortasi della mancanza del simulacro dette l’ailarme, e ben presto una gran folla di popolo mosse alla ricerca di quello, e f
li d’alberi, di frutta e di profumi. Il corteggio veniva chiuso da un gran numero di altre dame, le quali portavano due ricc
intorno alla persona, Concitato avviossi, e camminava Quale incede il gran Marte allorchè scende Tra fiere genti stimulate a
ccia menzione avere i Romani deificata l’allegrezza ; ma esiste bensì gran numero di medaglie su cui vedesi scolpita. Viene
volta l’anno ; lasciavano morire i loro figli maschi ed educavano con gran cura le femmine. Uccidevano tutti gli stranieri c
e dovevano raccogliersi. Gli Egiziani, popolo che ritiene tuttavia in gran parte la metempsicosi come un fatto positivo ed i
……… Amico, un cacciator ch’era iu campagna Gran distruttor di fere, e gran maestro D’armar di tosco le saette e ’l ferro Vi
ano a Marte La sanguinosa spada, ed a Nettuno Scotitor della terra il gran tridente. E le folgori elerne al sommo Giove Tas
a racconta che tal soprannome era dato a Venere per aver fatto morire gran numero di Tessali per punirli della morte di un g
radimento. Gli scrittori delle cronache mitologiche, concordano nella gran maggioranza, sulla probabilità che dette vita a q
o sotto il nome di animales dii. 438. Anio. — Re dell’isola di Delo e gran sacerdote di Apollo. A Feho era ministro accorlo
anni che il bue dovea vivere, i sacerdoti consacrati al suo culto in gran pompa e con tutte le cerimonie che la superstizio
quando esse mossero guerra a Teseo. 531. Areotopoto. — Che significa gran bevitore di vino. Ateneo, nelle sue cronache mito
ne fu così afflitto, che fu prossimo anch’egli a perdere la vita pel gran dolore. Venere, mossa a pietà, cangiò uno in fium
iuto. I marinai aderirono alla sua richiesta e al suono dolcissimo un gran numero di delfini si riunì intorno alla nave ; al
a spia dei nemici. Appena morto Arno un’orribile pestilenza distrusse gran parte del campo degli Eraclidi. Consultato l’orac
o divennero celebri nella città di Lacedemone, ove si celebrarono con gran pompa. 586. Arpa. — Istrumento musicale e sacro a
danno loro per padre Nettuno e per madre la terra. Le Arpie erano in gran numero, sebbene il nome di sole sei o sette sia p
Ale hanno late, e colli e visi umani, Piè con artigli e pennoruto il gran ventre ; Fanno lamenti in su gli alberi strani.
la Giunone di Argo. 629. Asterodia. — Moglie di Endimione a cui dette gran numero di figli. Vi fu anche una ninfa conosciuta
suoi bestiami, quando lo avesse aiutato a netture le sue stalle dalla gran quantità di letame che infettava l’aria nel suo r
ardò a trattenerla, ma nell’istesso momento si rovesciò dal cielo una gran pioggia, accompagnata da baleni e tuoni orrendi,
i ; Filemone in quercia, e Bauci in tiglio. Stando ambo innanzi alle gran porte, a piede Dei gradi ove sta un pian fra’l te
i pubblici giuochi, essi, al dire di Lucano, attiravano nelle foreste gran quantità di spettatori e poi ne facevano un orren
nel tempio al posto usuale, le recise chiome della consorte, montò in gran furore contro i sacerdoti, che non le avevano più
liana C. II. e Omero : ….. all’alto Olimpo Prestamente chiamando il gran Centimano Che dagli Dei nomato é Briaréo. Da’mort
mi pensai dal punto Che dalla tenda dell’irato Achille Via menasti, o gran re, la giovinetta Briseide, sprezzato il nostro a
Maggio ; la cerimonia veniva fatta durante la notte, adornandosi con gran dispendio le case ove si celebrava e gli appartam
essere Giunone. 845. Buonie. — Feste nelle quali si sacrificavano un gran numero di buoi : venivano celebrate in Atene in o
Enea : fu figliuola d’Otrea e sposò Toade, re di Lenno. Questi eresse gran numero di templi in onore della sua consorte in P
in orsi : Quel si leggiadro e grazioso aspetto Che piacque tanto al gran rettor del cielo,. Divenne un fero e spaventoso o
quel quadrupede. Plinio nelle sue opere, dice che i pagani avevano in gran conto la carne dei cani giovani, la quale offeriv
enuti in conto di celebri maghi. Il simulacro di questa Deità, era un gran vaso sormontato da una testa umana e talvolta da
le statue dei due numi furono messe alle prese insieme. Si accese un gran fuoco, in mezzo al quale fu posta la statua di Ca
e, a cui il Senato avea tributato gli onori del trionfo, salivano con gran pompa e solennità nel carro trionfale. 949. Capno
s, le vittime più ordinarie dei sagrificii erano le pecore, e si avea gran cura di risparmiare le capre ; mentre nella Tebai
rimbalza : Simile a tuon di folgore lontano, Mugge, rigurgitando, il gran torrente, E bolle quella rabbia. E cigola, e gorg
dissapori domestici. Ovidio, nei suoi Fasti, dice che veniva dato un gran pranzo, al quale non era ammessa alcuna persona s
, pensarono di placare lo sdegno degli Dei, sacrificando a Saturno un gran numero di fanciulli dell’uno e dell’altro sesso,
onsiderevole di guerrieri. …… E da Minerva Divinamente instrutti, un gran cavallo Di ben contesti e ben confitti ahetì, In
 : egli è ricordato nella tradizione mitologica, per aver condotto un gran numero di soldati Traci in soccorso dei Trojani,
mano lo rese invincibile. 1032. Cefiso. — Fiume della Focide ; amò un gran numero di ninfe, ma fu sempre disprezzato nei suo
guardiano della porta dell’Inferno e del palazzo di Plutone. ….. il gran Cerbero udiro Abbaiar con tre gole, e ’l buio reg
le vittime. 1080. Chilone. — Famoso atleta del quale i Greci facevano gran conto. 1081. Chimera. — Mostro che aveva la testa
dice Ovidio, v’era un piccolo vulcano intorno al quale si aggiravano gran numero di leoni ; sui fianchi di essa verdeggiava
ngo uso le virtù medicinali delle erbe e delle piante, divenne il più gran medico dei suoi tempi. Egli insegnò la medicina a
fu l’istitutore di Achille. E quel di mezzo ch’al petto si mira È ’l gran Chirone che nudri Achille. Dante — Inferno — Can
di loro. 1119. Cinarada. — Dette anche Cinaredo, nome che si dava al gran sacerdote sagrificatore della Venere di Pafo. 112
1134. Ciparisso. — Figlio di Telefa e di Apollo. Egli addimesticò con gran cura un cervo al quale era estremamente affeziona
, abbatè una colonna di una casa con un pugno, facendo così morire un gran numero di persone sotto le rovine. Egli si salvò
lossale ad un ebreo, che la fece in pezzi e, pel solo trasporto della gran quantità di rame, fu costretto a servirsi di nove
Troja, furono entrambi uccisi da Enea con un sol colpo. Menelao durò gran fatica a ritogliere i loro corpi dalle mani dei n
li dei piace Che cosi segua. A te quinci non lece Di trasportarmi. Il gran Giove mi vieta Ch’io sia teco a provar gli affann
sia teco a provar gli affanni tuoi : Che soffrir lunghi esigli, arar gran mari Ti converrà pria cff’al tuo seggio arrivi, C
glia, e nuora a Venere, Nè donna lor, nè di lor donne ancella, Che la gran genitrice de gli dei Appo se tiemmi……… Virgilio 
ioè divoratore di pecore. Divinità alla quale si dava questo nome pel gran numero di quegli animali che venivano sagrificati
utti in generale. La principal cerimonia consisteva nell’accendere un gran numero di torcie. 1339. Daducheo. — Detto anche D
 Detto anche Dauduque : era questo il nome che gli Ateniesi davano al gran sacerdote di Ercole. Si chiamavano anche Daduci i
mavano Pelasgi, furono detti Danai o Danaidi. 1358. Danubio. — Il più gran fiume d’Europa. La cronaca mitologica ricorda che
celebrata da tutta la città. Dopo che il corpo era stato sepolto con gran pompa, si metteva una figura di cera che ne somig
n abito di corruccio si poneva alla sinistra di quel letto, mentre un gran numero delle più illustri e nobili dame, tutte ve
enelao, per riguadagnarsi le sue buone grazie. Deifobo. di Priamo il gran figlio, Vide ancor qui, che crudelmente anciso. I
presto la fama di tanta maraviglia si sparse allo intorno, e attra se gran numero degli abitatori circonvicini, i quali, acc
, Già si scorgono e capi e braccia e colli, E d’uomini imperfetti una gran torma, Simili a’corpi ne’marmi scolpiti I quai si
brame, e tai nomi, che orgoglio Apollo sovra me non deggia averne. La gran faretra e il grande arco non voglio : A me, se fi
cava alcuna specie di mercanzia. Gli Ateniesi vi si distinguevano pel gran numero dei sacrifizii ed offerte agli dei, e più
izia e fama ne venne agli orecchi di Pigmalione, incominciò ad averne gran fame ; e sotto specie di venire a visitare la sir
rno impadronitasi delle navi che stavano nel porto, e accompagnata da gran numero di seguaci, e dalla sua più giovane sorell
l Palladio che era la più grande sicurezza dei Trojani, uccidendo una gran quantità di nemici. Ma di qual parte fosse Diome
ide, ed i guerrieri offrivano un sacrifizio agli dei, all’ombra di un gran platano, che sorgeva a qualche distanza dalla riv
no all’educazione della gioventù ed avevano sparsi in tutte le Gallie gran numero di collegi. In uno di questi risiedeva il
tutte le Gallie gran numero di collegi. In uno di questi risiedeva il gran sacerdote, o capo supremo dei Druidi. L’autorità
a di flori. Aveva in tutte le città della Grecia e dello stato romano gran numero di templi, fra cui il più famoso era quell
sopravvenuta nei suoi stati una grande siccità, per la quale morivano gran numero dei suoi sudditi, le due giovanette, unich
te Ecuba di nasconderlo e di salvarlo da una certa morte ; ed ora, al gran cuore della decaduta regina, era una trafittura m
ia Ecuba e la lapidarono. Le cronache dell’antichità concordano nella gran maggioranza nel ripetere che, ai tempi di Strabon
anta bocche Fiamme spirando e da cinquanta petti, Esser già stato col gran Giove a fronte, Quando contra i suoi folgori e i
un campo, o in altro luogo adattato, e facevano in essa discendere il gran sacerdote, o pontefice, rivestito di tutti gli at
izione mitologica attribuisce cotesto nome. Il falso velo che ricopre gran parte, anzi quasi tutta l’epoca dei tempi favolos
capre. Con questo soprannome i Lacedemoni indicavano Giunone, perchè gran numero di quegli animali le venivano immolati nei
sere stata il Sole ; e che veniva rappresentata sotto la figura di un gran cono di pietra. 1611. Elaisa. — Una delle tre fig
a molto strepito : si dava cotesto soprannome a Bacco per alludere al gran rumore che si faceva nella celebrazione dei suoi
venuto segnale avrebbero trovati i Troiani immersi nel sonno. …… Una gran face in mano Riprese, e diè con essa il cenno ai
giunto. Virgilio — Eneide — Libro III. Trad. di A. Caro. E gli dono gran parte dell’Epiro, che egli in memoria di un suo f
la superficie delle acque. Le arene di quelle rive erano piene di una gran quantità di elettro, che è una specie di metallo,
 ; Quindi come il dolor dal petto esprime, E mutar tenta il fianco il gran gigante, Fumo e flamme dal sen mugghiando erutta…
arrestasse gettando l’isola di Sicilia innanzi ai suoi piedi. Però la gran maggioranza degli scrittori attribuisce questa ul
nea sotterra E spogliarlo dell’armi peregrine Nulla ei rispetta un si gran Dio. Tre volte A morte l’assali ; tre volte Apoll
al corpo di Sarpedonte Contra l’illustre Sarpedon… ………. guerriero Di gran persona e di gran possa. Omero. — Iliade — Libro
onte Contra l’illustre Sarpedon… ………. guerriero Di gran persona e di gran possa. Omero. — Iliade — Libro V. — Trad. di V.
ivato presso Diomede, ove rese all’avo paterno, gli onori funebri con gran pompa e solennità, e volle che il luogo ove egli
della città di Pisa, in Elide. Le cronache mitologiche dicono, nella gran maggioranza, ch’egli fosse figliuolo della ninfa
e ’l ciclo, Lacerati da lor, confusi e sparsi Con essi andrian per lo gran vano a volo. Ma la possa maggior del Padre eterno
della Grecia il cui governo era tenuto da Nestore, il quale condusse gran numero dei suoi sudditi all’assedio di Troja. Di
aziamento a quel dio di averlo salvato dal naufragio, che fece perire gran numero dei suoi compagni nel ritornare alle loro
1720. Epiclidie. — Feste che gli abitanti dell’Attica celebravano con gran pompa in onore di Cerere, in ringraziamento di av
sta battaglia perchè impedì alla cavalleria nemica di agire, mediante gran numero di rocce e di scogli che egli, con la sua
e degli dei. Infatti, Mercurio lo presenta di una spada, Apollo di un gran numero di frecce, Vulcano di una corazza d’oro, M
Un altro dei caratteri particolari dell’ Ercole greco, è di essere un gran bevitore, per il che lo si vede uscir vincitore d
ma Di mille imprese carche di spavento, Giusta cosa mi par che ’l suo gran lume, Nel ciel risplenda e sia celeste Nume. Ovi
o assegnare a quest’eroe fino ad ottanta e più figliuoli, avuti da un gran numero di mogli e di concubine. Similmente estesi
me doppiamente sacri. La festa principale di Ercole, si celebrava con gran pompa in Roma nel di 4 giugno ; quella di Ercole
quasi nel simbolico neonato, strangolatore di due serpenti. Ma il più gran numero delle opere d’arte, ci dipinge Ercole nel
ercurio con la fronte recinta di un’aureo’a luminosa. Esistono ancora gran numero di monumenti, di quadri, di medaglie ec :
de’sposi il core. Tu, se alquanto ei t’irrita, è Sparta è Sparta Una gran cosa, e nulla è Sciro, e sola Tu ricca sei tra po
essa si teneva un carro coperto a cui nessuno ardiva toccare, meno il gran sacerdote, perchè egli solo sapeva, il tempo in c
cui la madre degli dei si recava invisibile in quel luogo. Allora il gran sacerdote attaccava i buoi al carro coperto e lo
rando i feriti e gli ammalati, e seguendo la tradizione, risuscitando gran numero di morti. Finalmente dopo aver richiamati
ghi, vi montò sopra, e scorrendo rapidamente per varî paesi, raccolse gran quantità di erbe, e ritornata presso di Esone, ne
madre, Andromaca moglie di Ettore, il vecchio re Priamo suo padre, e gran numero di guerrieri, di amici cercarono di dissua
Gettata vide : del tiranno crudo I patti rotti, fu tre volte udito Il gran rumor ch’uscia dal lago Averno. Ella, oimè, disse
e questi di Alemena quello che nascerebbe primo, avrebbe ottenuto un gran predominio sull’ altro, Giunone irritata contro A
rno lo perseguitò continuamente. Ciò non ostante Euristeo ebbe sempre gran timore di Ercole, e tanto, che non gli permetteva
ediata, senza aver prima fatta l’evocazione sudetta, sarebbe stato un gran sacrilegio il far prigionieri gli dei penati e pr
solenni pompe e pubbliche cerimonie. Allora gli Ateniesi fecero fare gran numero di statue rappresentanti qual dio, e le po
e feste di Osiride, costumavano gli antichi di portare in processione gran numero di pezzi di cera, e di altre materie, i qu
La statua di Mercurio era tutto di marmo, e lo rappresentava con una gran barba. Di contro a questa, sorgeva il simulacro d
iudono l’idea del simbolo mitologico e che sono suddivise, secondo la gran maggioranza degli scrittori, in favole storiche,
antiche storie frammischiate di molte finzioni. Queste favole sono in gran maggioranza come quelle che hanno per sobbietto p
re, E disse, un giorno voler esser duce Del suo bel carro e della sua gran luce Ovidio — Metamorfosi — Libro II trad. di De
uoi lamenti, supplicandolo che la liberasse da tanta rovina ; L’alma gran Terra ch’é cinta dal mare. Non può vietar che’l f
estinto, Ardendo l’aureo crin doppia facella. E per l’aria all’ingiù gran tratto spinto, Sembra quando dal ciel cade una st
a, personificava ed adorava sovente cose assai meno considerevoli. La gran maggioranza dei templi pagani presso i romani e i
talvolta anche come donne. È questa però un’ opinione respinta’ dalla gran maggioranza degli scrittori della favola, e in co
esso i romani erano comuni i suonatori di due flauti, come si vede da gran numero di medaglie e di monumenti dell’ antichità
a fu quella che si ebbe il culto più esteso e generalizzato, e il più gran numero di templi e di altari. I greci scrittori e
l dio delle ricchezze. Vi sono molte medaglie dell’ antichità, nonchè gran numero di monumenti e di bassorilievi, nei quali
a la figlia di Crise, suo sacerdote, avesse ucciso a colpi di freccie gran numero di guerrieri greci. …..L’ udi Febo, e sce
di guerrieri greci. …..L’ udi Febo, e scese Dalle cime d’ Olimpo in gran disdegno Coll’ arco su le spalle, e la faretra Tu
n le frecce orrendo Su gli omeri all’ irato un tintinnio Al mutar de’ gran passi : ed ei simile A fosca notte giù venia. Pia
mente in alcune ore del giorno, a fare le sue preghiere innanzi ad un gran fuoco che ardeva continuamente. I patrizi e per s
ifizio, nè alcuna religiosa cerimonia, ove il fuoco non avesse la sua gran parte, venendo per fino onorato con ogni specie d
Furiarum Maxima. Io son furia suprema Che annunzio a voi quel ch’ l gran Giove a Febo, E Febo a me predice, Virgilio — En
forza il seno che gli veniva offerto, che il latte cadde da quella in gran copia, macchiando di numerosi punti bianchi l’inc
di per ogni male. Girando batteran gli eunuchi Galli Cavi tamburi, e gran rumor faranno I metalli percossi dai metalli, Ov
e a ciò, al dire del citato scrittore, i sacerdoti galli, avevano una gran quantità di obblighi e di doveri, imposti loro da
ne collà quale si pretendeva conoscere l’ avvenire, coll’accendere un gran numero di candele poste in alcuni vasi di vetro r
alazioni. Altravolta si faceva la geomanzia, segnando sul terreno una gran quantità di linee e di cerchi ; e tal altra final
e tal altra finalmente segnando a caso sulla terra o sulla carta una gran quantità di punti. Le figure che la combinazione
corsa era ad aprire. Lo, perchè un troppo osar saria l’opporsi A si gran diva con aperta guerra. Alle usate arti mie scalt
lui, questo re nato. Onde a Giove suo padre entro a’suoi regni Cento gran tempi e cento pingui altari Avea sacrati, e di co
pietosa menzogna fece tutti gli apparecchi dei funerali ; mentre con gran segretezza confidò il piccolo Giasone alla madre
orno dopo si radunarono tutti gli Argonauti da una parte, e il re con gran seguito di cortigiani e di sudditi dall’altra, ne
Giasone dopo la morte fu venerato come un dio, e gli furono innalzati gran numero di monumenti e di statue. 2138. Gehud o Je
isse ’l mio Duca, ond’egli ha cotal merto, Fialte ha nome ; e fece le gran prove. Quando i giganti fer paura ai Dei : Le bra
finalmente nel decimo furono sprofondati nel Tartaro. E tre voile il gran padre fulminando Spezzò gl’imposti monti e li dis
o Ginnastica. E a notare che presso i pagani non si celebrava nessuna gran festa senza gli esercizi Ginnici. 2154. Ginnopedi
ta in Grecia ad Antioco Epifane, ripete che si vedevano nel corteo un gran numero di statue, e fra queste una che rappresent
enere maschile, veniva rappresentato come un giovanetto, coperto d’un gran velo che dal capo gli scendeva fino ai piedi, e a
cchezze della terra. Da ciò si asserisce che ella offerisse a Paride, gran parte dei beni della terra, se avesse voluto aggi
trasmesso sulla dea Giunone, aggiungeremo che i pagani le davano una gran quantità di appellativi e soprannomi ; alcuni dai
quale ordinava che tutti i pubblici giuochi fossero solennizzati con gran pompa in onore di qualche nume ; che non si potev
ica aveva, nella celebrazione di questi pubblici divertimenti, la sua gran parte ; imperocchè la gioventù acquistava per mez
dismuovere E atterrarlo, nè il puote il Telamonio, Che del rivale la gran forza il vieta. Gli Achei nojando omai la zuffa,
o pescatore della città di Antedone in Beozia, avesse preso un giorno gran quantità di pesci con le sue reti ; e che avendol
ola di Glauco. 2186. Globo — I pagani rappresentavano il Tempo con un gran globo nella destra, il quale raffigurava l’univer
te interamente nude ; e questa opinione è presso di noi avvalorata da gran numero di medaglie e di bassorilievi dell’antichi
o nel legno, non conserva però nulla di mostruoso, come avviene della gran maggioranza degli dei Scandinavi, Indiani, Persia
, scendevano dall’Arabia, nugoli di cavallette e di bruchi, nonchè un gran numero di serpenti alati, che gli ibi distruggeva
nse in più di un fatto d’arme, per l’intrepidezza del suo valore. Il gran mastro di laurta Idomeneu Guida i Cretesi…. ………….
alla lettera i cenni di Melampo ; e questi cominciò dall’ordinare un gran numero di sacrifizii, onde placare lo sdegno dell
si cominciavano a fare i preparativi per le feste di Cerere, che con gran pompa si celebravano una volta l’anno sulla spiag
to doppi : La Chimera di tre, che con tre hocche Il foco avventa : il gran Serpe di Lerna Con sette teste ; con tre corpi um
questa almeno la tradizione alla quale si attiene Ovidio, però nella gran maggioranza degli scrittori greci, tanto cronisti
el mare, che dal suo nome fu detto mare Ionio, …….. e tutto poi Quel gran tratto di mar, sappi che sempre Sarà Ionio nomato
se il nome di Bosforo. …….. onde poi sempre Bimarrà fra’ mortali una gran fama Del tuo tragitto, e Bosforo nomato Sarà quel
tri simili, Ipetro. Al dire di Strabone, gl’Ipetri erano adorni di un gran numero di statue, rappresentanti le diverse divin
, e giunge, ed ecco Dal tempestoso immane grembo crutta Portentoso un gran tauro, al cui muggito Tutta ripiena spaventosamen
ioso degli Egiziani. Discordi e contradittorie sono le opinioni della gran maggioranza degli scrittori, intorno alla origine
sepolto in un sonno perpetuo era custodito dal gigante Briareo, e da gran numero di demoni. 2343. Issa. — Così avea nome un
rdeva il proprio genitore, tutti i suoi parenti gli portavano in dono gran numero di animali come pecore, buoi, agnelli e vo
dea nella celebrazione di quelle feste, era di svenare sulle sue are, gran numero di piccoli maiali. 2348. Istmiei. — Detti
oetici, e da ultimo vi fu anche introdotta la rappresentazione di una gran caccia, per la quale i Corinti facevan venire da
dei più leggiadri scrittori dell’antica letteratura greca, ha scritto gran numero di odi in onore dei vincitori dei giuochi
loro che vi prendevano parte passavano l’intera giornata portando con gran divozione l’acqua attinta nelle parti inferiori d
72. Jolee. — Feste in onore di Jolao che gli ateniesi celebravano con gran pompa nella loro città. 2373. Jone. — Figliuolo
buon re l’illusione d’un errore tanto soave al suo cuore paterno. La gran maggioranza degli storici greci riconosce Jone co
ero chiamato in botanica Tulasi, che è una delle numerose varietà del gran fico delle Indie, e che è notevole per la sua ric
intervallo di dugento passi l’una dall’altra, distanti due miglia dal gran Cairo. Vi sono alcuni cronisti, i quali attribui
ò la camera reale di scherani e di guardie : l’assordante strepito di gran numero di strumenti, sui quali si batteva per ord
i maravigliose sculture, ed ogni sala era circondata da una specie di gran portico di colonne, in pietra bianca. Cosi Erodot
lorquando l’imperatore Augusto saccheggiò la città di Calidone lasciò gran parte delle spoglie di quella, agli abitanti di P
to ecc. Oltre a questo eravi nel Gevodan, ai piedi d’una montagna, un gran lago consacrato alla luna, sulle sponde del quale
elle feste di Minerva, era costume di quegli abitanti di accendere un gran numero di lampadi, innanzi alla statua di quella
ze eravi adorato con un culto particolare, le cui oscenità vincono di gran lunga qualunque più sbrigliata immaginazione. 242
lerofonte tre figliuoli, Isandro E Ippoloco, ed alfin Laodamia Che al gran Giove soggiacque, e padre il fece Del bellicoso S
e, Quando ciò fu, di Lazio il Be Latino, Un re, che veglio, e placido gran tempo Avea ’l suo regno amministrato in pace. Que
onore di Latona, e che veniva solenuizzata nella città di Butite con gran pompa e splendore. Anche i Tripolitani ed i Galli
della madre degli dei. Era costume di portare in giro per la città in gran pompa la statua della dea, posta su di un carro,
denominazione. …..Era un cortile in mezzo A le stanze reali, ove un gran lauro Già di gran tempo consecrato e colto Con mo
..Era un cortile in mezzo A le stanze reali, ove un gran lauro Già di gran tempo consecrato e colto Con molta riverenza era
ontagna. Tocco ne avean il limitare appena, Che femmina trovar di si gran mole. Che rassembrava una montagna ;…., Omero — 
l Sole, ama ardentemente Leucotea perchè l’incenso si produce solo in gran copia da quelle piante, che ricevono largamente i
lzato dal padre dei Gracchi, sul monte Aventino e adorno di statue di gran valore, si vedeva il simulacro della dea Libertà,
ri Patròclo che miglior ben era, E me bello qual vedi e valoroso E di gran padre nato e di una Diva, Me pur la morte ad ogni
ao Federico. Al dire di Pausania, codesta tradizione era tenuta in gran concetto presso gli arcadi, i quali in tutto ciò
i di carne umana, che se ciò fosse avvenuto, rimaneva sempre lupo. La gran maggioranza degli scrittori greci, creduli quanto
due aquile dorate ; e innanzi alle quali si compivano i sacrifizi con gran mistero. Liceo era anche un soprannome del dio Pa
ad. di G. Borghi. Secondo l’ opinione di altri autori, che vinse di gran lunga quella di Pindaro, Linceo vedeva fin nelle
. — Antichi popoli dell’Africa abitatori della costa di Barbaria, nel gran golfo di Sirte. Narra Omero, che Ulisse gettato d
l nome di Lua viene dal latino luere che significa espiare. Trovossi gran copia di armi, si tra i corpi morti, si ancora in
erimonia dei bambini. Comunemente le lustrazioni avean termine con un gran banchetto, al quale si credeva presiedesse la dea
 ; le istituzioni religiose e politiche ; i giuochi pubblici ed altro gran numero di ragioni, di cause e di effetti, esercit
ne. Secondo le antiche scritture sacre del culto indiano. Brahma è la gran sorgente, da cui nacquero il visibile universo, t
 : « Scherzava nella culla il bambino Ercole quasichè si burlasse del gran cimento ; e avendo preso con ambe le mani l’uno e
esia (insigne indovino di Tebe) che vaticinando presagiva il fato del gran fanciullo, il quale giaceva nella culla. Era egli
vo. 36. Milton Giovanni. — Ritenuto dopo Shakspeare e Byron, il più gran poeta dell’ Inghilterra, l’immortale autore del P
er nero macchiato di bianco. Ritrovato dai sacerdoti, era guidato coa gran pompa nel tempio. Doveva vivere un certo dato num
3 (1855) Compendio della mitologia pe’ giovanetti. Parte I pp. -389
atti. E questi tre figliuoli di Satùrno tutto fra loro si divisero il gran regno dell’universo, sicchè a Giove, il cielo, ci
amo le grandi virtù, o che vengono inaspettatamente a recarci qualche gran bene ; come figliuoli della terra diciamo coloro,
al fiume Gallo, della Frigia, del quale bevendo le acque, venivano in gran furore, con coltelli si laceravan le membra, ruot
le offerivasi un sacrificio detto Taurobolio per la consacrazione del gran Sacerdote, per l’espiazione de’delitti, e per la
, di venerando aspetto, col capo velato ed il corpo avviluppato in un gran manto, e con ronca in mano. Nel Museo Capitolino,
oniasse monete. Era in Roma un vico assai frequentato, ove stavano in gran numero gli usurai ed i mercadanti, ed un tribunal
ere stato primo inventore della scalata, il quale fu da’Tebani con sì gran mole di pietre oppresso, che si disse morto da un
midolla della ferula o canna d’India. O infine fu Prometeo un uomo di gran senno che collo specchio di metallo primo raccols
ttentato, il figliuol di Latòna li uccise ». L’Olimpo per forza di un gran tremuoto fu distaccato dal monte Ossa(2), e ciò f
li e spregiatori de’ Numi. Giove, per domare siffalla genia, tenne il gran concilio degli Dei e vi parlò della necessità di
di vizii degli uomini avean mossa talmente l’ira di Giove che in quel gran consesso stabilì di perdere gli uomini con un dil
sopra un colle vicino, da cui additò il paese pel diluvio divenuto un gran lago, e sola rimaner salva la loro casuccia, che
io e di morire insieme. Furono esauditi i loro voti ; e giunti ad una gran vecchiezza, un giorno, stando presso alla porta d
io degli Dei-Via lattea-Atlante. Il luogo in cui Giove adunava il gran Concilio degli Dei, era l’Olimpo ( Ολυμπος, Olymp
Giunone, Vesta, Minerva, Diana, Cerere, e Venere. Per andare(1) alla gran sala del celeste consiglio passar doveano i Numi
alte montagne. Altri vogliono che quel Re fosse stato un Astronomo di gran valore, che andava sulla vetta del monte Atlante
er posto nel numero degli Dei(1). Nell’Iliade (2) si legge che teneva gran tavola co’ Numi nell’Etiopia per dodici giorni ;
una perpetua giovinezza. Andato Giove un giorno cogli altri Dei ad un gran convito nell’Etiopia, Ebe, nel ministrare la divi
rinto di Creta gli Ateniesi mandar doveano quell’infelice tributo. Di gran fama è questo laberinto ingegnosamente descritto
to che aveva egli stesso mirabilmente costrutto, incarcerato. Ma quel gran senno, mostrando che a’ mortali niente è disdetto
a della verità nel profondo mare degli errori, chè veramente questa è gran massima : non investigare le cose che vincono il
andò prima nella Sardegna e poscia nella nostra Cuma, ove edificò un gran tempio ad Apòllo, nel quale gli consacrò le ali e
ato l’Arcipelago da’ corsali che l’infestavano ; ed ancora perchè una gran fortuna di mare che poneva a rischio di rompersi
Giove di un fulmine colpì Ida, il quale percosso avea Polluce con un gran sasso sì che n’era caduto al suolo. Se crediamo a
ebbe una figliuola chiamata Libia, la quale, essendo stata regina di gran parte dell’Africa, a questo paese diede il nome d
ll’animale posto fra’segni celesti ; e Bacco in quel luogo edificò un gran tempio, l’unico che gli Dei avessero nella Libia.
o simulacro era un capo bovino innestato a corpo umano, che sotto due gran corna ritorte nascondeva la frente. Altri dicono
colo le risposte si davano non già colle parole, come a Delfo ; ma in gran parte co’cenni e con varii segni. Celebre nella s
e consacrato alla Dea di Samo(3) ; ed i pavoni di quell’isola sono in gran pregio. Omero racconta la favola di Argo, ma non
e ; ed anche Argo era gratissima alla nostra Dea, la quale vi avea un gran simulacro ; e niuna cosa era più rispettata nella
sendo naturalmente giustissimo nel dirimere le controversie, venne in gran fama di equità in tutto il paese ; ma una famosa
pero per tutta la terra, purchè però fra Troia e Roma fosse frapposto gran tratto di procelloso mare, ed al sepolcro di Pria
la corona, per cui chiamavasi Giunone la Regina, ed era coperta di un gran velo nel rimanente del corpo. In una moneta de’ t
o ; e che Vulcano, dopo lungo ricusare, s’induce finalmente a dare il gran colpo, pel quale dal divin capo uscì una Vergine
antica terra del mondo e più vicina al cielo, come argomentavano dal gran calore di quella regione ; e quivi nelle acque de
va, dopo la rovina di quella città, sdegnata la Dea gli eccitò contro gran fortuna di mare, e le sue navi ruppero presso il
senza di Cecrope piantò un verdeggiante e bellissimo ulivo. Di ciò fu gran piato fra loro a chi dovesse dare il nome alla no
oro a chi dovesse dare il nome alla novella città ; e per decidere sì gran lite, sedendo Giove in mezzo a’ primarii Numi, su
tolare la lana, o avvolgerla al fuso, o far bellissimi ricami. Ma una gran maestria di rado è disgiunta da cieco orgoglio. A
o di Minerva fabbricato(1). Epeo, fig. di Panopeo, fu il fabbro della gran machina, sulla quale i Greci scrissero queste par
ci poeti leggiamo l’epiteto dal bel peplo dato a molte donne per loro gran lode ; ed Omero(1) dal peplo e dall’aurea fibbia
rora va lieta del suo croceo peplo (κροκόπεπλος). Questa veste era in gran pregio in guisa che quando una donna a qualche De
irar le membra de’ giganti sparte. Plinio(1) fra gli argomenti della gran maestria di Fidia annovera la statua di Minerva,
re portar cosa in luogo, ove se ne ha dovizia, attesochè in Atene era gran numero di siffatti uccelli. Cicerone(1) domandò a
errare, giunse ad un bel lago della Licia, ove volle spegnere la sua gran sete. Ma molti contadini intesi a raccogliere la
’aratro reciso piega sullo stelo il languente suo capo. Apollo n’ebbe gran dolore, e dal suo sangue fece nascere un fiore de
o. Di Apollo, signore del canto, e della musa Calliope fu fig. il gran cantore Orfeo, il quale nacque in Pimpla vicino a
ato inventato da Minerva, la suonò sì maestrevolmente che ne venne in gran superbia ed ardì provocare al canto le Muse e pos
ti dissero effetto delle saette di Apollo. E l’empia Regina n’ebbe sì gran dolore che restò immobile qual sasso e serbò eter
e il Genio di qualche luogo. Cadmo uccise o colla sua spada, o con un gran colpo di pietra quel mostro, il quale, uscendo di
maestro di cappella, (Pater canentium cithara. Genes). Il Pindo è un gran monte della Macedonia, il quale da’ monti Acrocer
iò quel Nume il fulminò e cacciollo all’inferno, ove sedendo sotto un gran sasso che minaccia di cadere, è condannato a semp
a Tebe, insieme co’ cavalli fu inghiottito dalla terra aperta per un gran tremuoto. Alcmeone, memore del paterno comando, u
rto Ettore, l’indomito Achille, appressandosi alle mura di Troia, con gran voce diceva ch’egli solo bastava ad espugnare que
en guardato dal recar danno agli armenti del Sole. Erravano questi in gran numero tra buoi e pecore pe’fertili campi della S
streo partorì i Venti, Lucifero, e gli Astri. Omero la dipinge con un gran velo sulla testa rivoltato indietro, e dice che c
arge pel figliuolo Mennone(1). Dalle ceneri dell’estinto Mennone uscì gran numero di uccelli, detti Mennonidi (Memnonides),
ia che cantavasi ne’giuochi secolari che si celebravan da’ Romani con gran pompa per tre giorni al terminare di ogni secolo
La Notte si dipingeva qual donna sopra un carro, alata, coperta di un gran velo, o di un peplo nero (μελαμπεπλος νυξ, Nox ni
el suo tramontare si tuffa nell’oceano, perchè l’Eridano significa il gran fiume che Omero chiama Oceano. E qui è mestieri p
un antico monumento Diana Lucifera o la Luna si dipinge coperta di un gran velo seminato di stelle, con una mezza luna sul c
1), dopo il fatto di Penteo, avea invitato le donne Tebane a fare una gran festa in onore di quel nume, minacciando lo sdegn
le a donna ben nata si conviene, le quali, amando la fatica, aveano a gran vergogna mettersi fra la turba insana delle Bacca
. Parliamo ora d’Icaro e della figliuola Erigone, che non riportarono gran pro dall’amicizia di Bacco, il quale, quando anda
Bacco mandò tal morbo agli Ateniesi, che le loro figliuole, cadute in gran furore, si davano da loro stesse la morte. Per ri
e però, donde passarono all’ Etruria e poscia a Roma, se ne faceva sì gran conto che da’ Baccanali o feste Dionisiache si co
animo Enea ; le rivela la nascita di Romolo, il quale fondar dovea la gran città di Marte e dirla Roma dal suo nome, città c
utuli alle determinazioni del fato interamente commette. Arde intanto gran fuoco di guerra fra Turno ed Enea per la promessa
bilirsi in Italia. Turno si mostra pronto a decidere con un duello la gran lite ; ma per opera dell’inquieta Giunone, l’eser
sercito latino, rompendo i patti, assale l’oste troiana, e si viene a gran giornata, in cui i Rutuli son messi in rotta. Nel
nia o celeste, è assisa sopra un monticello sparso di fiori, veste un gran manto seminato di stelle ed è adorna di pendenti,
anche Pito, o la Dea della persuasione, forse per significare che il gran segreto del persuadere è il saper piacere. Esse o
ricevevano dalle Grazie la loro bellezza. In somma, dice Banier, nel gran numero delle Divinità degli antichi alcuna non vi
il dono di piacere. Perciò esse avevano più che tutte le altre Dee un gran numero di adoratori : tutti gli stati, tutte le p
a maniera. Invece del deifino della Venere Medicea ha da una parte un gran vaso da profumi, su cui è gettato un panno orlato
. In mezzo al foro Giulio era il tempio di Venere Genitrice, che quel gran generale, la notte precedente alla battaglia di F
mede a ferirlo. E dopo tali rampogne l’ insanguinato Marte avventò il gran telo e ferì l’orrenda egida di quella Dea, la qua
ed apoteosi di Romolo, si racconta(4), ch’egli, nel frastuono di una gran tempesta, fosse stato rapito e portato in cielo d
acconta(1) che Giove con frequenti e spaventosi fulmini pieno avea di gran terrore e Numa ed il popolo romano. Egeria, ninfa
e Gradivo vedevasi dipinto nell’atteggiamento di un uomo che marcia a gran passi. In una parola, gli antichi monumenti, dice
angue si rende propizia la Dea(4). In Roma, fuori del pomerio, era un gran campo consacrato a Marte, detto campo Marzio, e c
, ed uguali a Marte (Αρηι αταλαντοι, ισος Αρηι), per indicare la loro gran prodezza nelle armi. Mercurio. I. Nomi d
ogia e del calendario. Ed in questo mese gli Egiziani celebravano una gran festa in onore di Mercurio(3). Servio(4), pur dic
ativa(2). Lattanzio(3) dice che Mercurio fu un uomo antichissimo e di gran dottrina fornito, non che della conoscenza di mol
(alla pulsat sidera. Aen. III, v. 619.) Ma sul fatto de’ Ciclopi vi è gran confusione fra gli antichi scrittori. Secondo Esi
favelleremo prima del Dio Pan, ch’era la natura stessa deificata, il gran tutto, il capo delle divinità campestri, il primo
a sulla perizia del suono ; e di ciò fu cagione l’esser venuto Pan in gran superbia per avere ritrovato la fistola o siringa
ma che sembrava partecipare del nitrito, e del belato delle capre. Il gran solitario S. Antonio in una sassosa valle vide un
lla città di Alessandria, ove servì di maraviglioso spettacolo a quel gran popolo ; e che poscia morto si portò ben conserva
o volle vederlo. Plinio riferisce che sul monte Atlante di giorno era gran silenzio ; ma che la notte vi si vedeano fuochi a
ovanetti. Con questo nome avea un tempio nell’Attica. Μεγαλη Θεος, la gran Dea. Ολβοδοτειρα, donatrice di ricchezze, perchè
agione bellissimi fiori. Quella città non già una città pareva, ma un gran tempio di Cerere, ed i cittadini, tanti di lei sa
bilmente intesa a cercar della sua Proserpina(2). Nelle mani avea due gran faci accese al gran fuoco dell’Etna per la notte 
rcar della sua Proserpina(2). Nelle mani avea due gran faci accese al gran fuoco dell’Etna per la notte ; ed in tutto quel t
debite cerimonie, scoperti dal parlare ch’eran forestieri, furon dal gran Sacerdote condannati a morte, comechè stato fosse
ù sicuro. Or eletto egli supremo duce de’ Greci contro Troia, per una gran fortuna di mare suscitata dall’ira di Diana, era
ra per prendere l’infelice donzella, la quale giunta in Aulide fu con gran pompa portata all’altare della Dea per esservi im
atali, desiderando di acquistare celebrità al suo nome, incendiò quel gran tempio. I magistrati di Efeso proibirono con grav
e col maraviglioso delle favole. Furono quindi i primi albori di quel gran popolo come un riflesso di gloria che gli veniva
llogato fra gli astri. Apollodoro dice che una nube lo accolse con un gran tuono e lo portò in cielo, ove sposò Ebe, Dea del
l’ingegno ad intenderla, si recò a Trezene da Pitteo, che con fama di gran sapienza reggea quella città. Il quale, ricavando
i un figliuolo da lei, condotta Etra in un alpestre luogo, sollevò un gran macigno ch’era su di una cavità, nella quale, rip
cui, avendo Atamante consultato l’oracolo sul modo di far cessare una gran carestia, Ino trovò il modo di far dire a’sacerdo
avvenne sì fiera battaglia fra gli uni e gli altri, che Cizico ed un gran numero de’suoi restaron miseramente uccisi. Al fa
più forte e prode guerriero, siechè da Omero chiamasi di tutt’i Greci gran baluardo, e da Ovidio, muro de’ Greci. E se Agame
re bisognerebbe ripetere quanto di lui cantò l’immortal Mantovano nel gran poema dell’Eneide ; percui stimiam meglio tacerne
ito de’ Greci contro i Troiani ; e bellissimi sono i versi con cui il gran poeta il descrive nell’atto di recarsi a soccorre
vatore delle navi. Anzi Virgilio(2) afferma che la terra percossa dal gran tridente di Nettuno produsse un generoso destrier
sia da Teti. Nella descrizione dello scudo di Achille si dice che il gran fiume Oceano chiudea l’orlo di esso ; dalle quali
iudea l’orlo di esso ; dalle quali parole argomentano alcuni che quel gran poeta dovea conoscere questa verità geografica, c
aveano grandissima riverenza. Si diceva ancora dai poeti padre de’più gran fiumi, de’quali Esiodo ne conta venticinque, e di
imali, e ciò per lo spazio di ben tremila anni. Da che nacque la loro gran cura d’imbalsamare i cadaveri e di fabbricare que
ver raccontato quanto quivi maravigliando vide, passa a descrivere la gran città di Plutone o il Tartaro, il quale, secondo
nel Furioso, imitò l’idea del fiume Lete, allorchè pose nella luna un gran fiume, nel quale erano da un vecchio gittati i no
omi di tutt’i mortali. tranne alcuni pochi che certi benefici cigni a gran fatica pescavano col becco ed in tal guisa sottra
avanti la porta dell’ampia casa di Plutone. È noto infine che questo gran principe di Creta, di cui abbiam parlato nell’art
poeti, percui il costituirono arbitro dell’inferno. Ovidio lo nomina gran legislatore, e giusto per eccellenza ; e da Omero
ndannato a dovere eternamente sollevare sino alla cima di un monte un gran macigno, donde, appena giunto, ricadeva per un po
to gli stranieri che cadevano nelle sue mani, li faceva morire con un gran sasso. A Sisifo soggiungiamo il famoso Issione, r
annali che Orfeo, Museo, Omero, Pittagora, Platone ed altri Greci di gran rinomanza, erano stati in quell’antichissimo paes
(3) ; ed i monti e le rive de’fiumi che alle maghe somministravano in gran copia erbe di efficacia e virtù incredibile ; le
o tutti gli altri celesti ed infernali Iddii. E veramente esse ebbero gran parte nel rapimento di Proserpina. Plutone, dice
4 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489
dea ad uccidere i figli sulla scena (coram populo 75. Ha poi lasciato gran desiderio nei letterati la perdita della tragedia
di paura. 4ª Fatica : La Cerva di Mènalo Non sarebbe stata una gran fatica se Ercole avesse dovuto uccidere un sì tim
operta dell’America, e fu dato il nome di fiume delle Amazzoni al più gran fiume di quel nuovo continente e del mondo, perch
rciò fu dato a questo mostro per antonomasia, ad indicare cioè il più gran malvagio che sia mai esistito. I poeti dicono che
orire. Dovè combattere per Deianira col Dio del fiume Acheloo, il più gran fiume della Grecia, e perciò da Omero chiamato il
sotto quella costellazione : « O glorïose stelle, o lume pregno « Di gran virtù, dal quale io riconosco « Tutto, qual che s
a divorare i condannati a morte. Era il Labirinto una fabbrica di un gran numero di stanze e anditi tortuosi (alcuni dicono
opere d’arte. Anche l’Ariosto chiamò Dedalo Architetto chi costruì il gran palazzo di gemme e d’oro che il Duca Astolfo trov
io fu chiamato Teseo ; il quale nel crescere diede segni manifesti di gran forza e coraggio ; e sentendo encomiare le gesta
le dovevasi chiudere il condannato, e poi accendendo sotto il toro un gran fuoco e così arroventando a poco a poco il metall
più sapiente e dotto, non solo fra i Centauri (il che non sarebbe un gran vanto) ma fra tutti gli antichi Eroi ; e di lui d
regno in un modo miracoloso : fece uscire da un tronco di quercia una gran quantità di grosse formiche, le quali appena tocc
vinta ; cioè Giunone le maggiori ricchezze del mondo, Minerva la più gran sapienza e Venere la più bella donna per moglie.
one perfino alla profondità di 14 metri, è giunto a dissotterrare una gran parte delle rovine di quella celebre città, ed as
ma lo rappresentano con caratteristiche poco favorevoli, cioè come un gran mancator di fede, non però impunemente. L’ultima
cosse dalla sua noncuranza, e per salvar la propria figlia promise un gran premio a chi uccidesse l’orca marina che dovea di
ze e ne contraevano delle nuove. Priamo era già vecchio ; ma aveva un gran numero di figli esercitati tutti nelle armi, e pi
, parlando del cavallo di legno, lo chiama « ……………. l’edifizio « Del gran cavallo che d’inteste travi « Con Pallade al suo
eri « All’insidie si diero ; e da Minerva « Divinamente instrutti un gran cavallo « Di ben contesti e ben confitti abeti « 
al suo cieco ventre e nelle grotte, « Che molte erano e grandi in sì gran mole, « Rinchiuser di nascoso arme e guerrieri « 
dopo aver veduti spenti i suoi più prodi e più cari figli, oltre una gran parte dei suoi sudditi, e presa e incendiata dai
i perì che Aiace figlio di Oileo, e tutti gli altri si salvarono, con gran dispiacere di Nauplio, principalmente perchè ne s
tra le altre a quelle due di Alfieri che hanno per titolo il nome del gran re dei re e quello del figlio di lui 137. Menela
osse la fondazione di questa città ; ma Omero che parla più volte con gran lode del valore di Idomeneo, quanto al suo ritorn
i stesso costruita ebbe a soffrire un’altra tempesta, dalla quale con gran fatica e pericolo scampato a nuoto, giunse nell’i
dre. « Tocco ne aveano il limitare appena, « Che femmina trovâr di sì gran mole, « Che rassembrava una montagna ; e un gelo
i divoravali allo speco, « Che dolenti mettean grida, e le mani « Nel gran disastro mi stendeano indarno. « Fra i molti acer
ti avanzi. « Le braccia apersi allora, e mi lasciai « Giù piombar con gran tonfo all’onde in mezzo, « Non lunge da que’ legn
isò le veci « Sì, che parte il tenemmo in terra saldo, « Parte con un gran palo al foco aguzzo « Sopra gli fummo ; e quel ch
ella che segue Dante nella Divina Commedia. Anzi è qui da notarsi una gran diversità di opinione fra Omero e Dante rispetto
hi. « Allor porsi la mano un poco avante, « E colsi un ramoscel da un gran pruno ; « E ‘l tronco suo gridò : Perchè mi schia
rte scelta ; « Ma là dove fortuna la balestra, « Quivi germoglia come gran di spelta ; « Surge in vermena ed in pianta silve
l’invenzione di Virgilio fu ritenuta per una verità istorica ed ebbe gran fama, perchè faceva risalire gli odii dei Cartagi
ov’era la spelonca immane « Dell’orrenda Sibilla, a cui fu dato « Dal gran Delio profeta animo e mente « D’aprir l’occulte e
reduta una Sibilla, i libri sibillini. I quali poi furon tenuti in sì gran conto daì Romani che ne affidarono la conservazio
Opere, e di talune confessa ancora i difetti, parla poi più volte con gran convinzione e sicurezza del suo valore tragico, c
ore verdastro o olivastro, che si scava nelle regioni prossime a quel gran fiume. 88. I Mitologi dissero che Espero fu cang
al feci, « Che, servando, far peggio ; e così stolto Ritrovar puoi lo gran duca de’Greci, Onde pianse Ifigenia il suo bel vo
5 (1880) Lezioni di mitologia
a dagli antichi Poeti, rendono tale il Volume, che, eziandio senza il gran nome dell’Autore, potrebbe esser indirizzato all’
mancamenti, parlò l’Autore meglio di qualunque lettore, scrivendo, è gran tempo, a chi lo richiedeva di stampare il suo Cor
quei che del rogo han cura Restin qui meco e i primi duci, io vado Il gran rito a compir: parte gemendo La folla degli Achei
er duci Dell’oste argiva in Aulide già indusse L’ara a macchiar della gran dea triforme Co ’l sangue d’Ifigenia, allor che c
rro. Io di dolor nei lacci Preso, alla terra dechiiiava i lumi. Ma un gran portento all’improvviso oprossi. Che del vibrato
nella passata Lezione. Racconto del nunzio. Sta della rocca Pelopea gran parte Conversa all’austro, e sorge il fianco estr
a, al mar Mirtoo Infamia e nome. Qui stan tutte altere L’avite colpe, gran base di regno. Nasce fra l’ombre che ogni augello
a circondò di catene. Udì Giove adulto il fato dei genitori; raccolse gran schiera di soldati cretesi e di stranieri esuli,
mai sempre furono la ricreazione dei potenti sicuri. L’amore divenne gran parte della vita di Giove che vestì mille sembian
ostenne la pensosa testa, E il cor le palpitava. Assisa e muta Stette gran tempo: le due donne ancora Eran negli occhi. Alfi
vi erano ancora due colonne che gli erano di sostegno. Finalmente una gran balaustrata dipinta di figure tutta 1’ opera racc
oro. Andar godendo il bel luogo, ov’egli era; Giunon con gelosia, con gran martore. La giovenca mirò sdegnata e altiera; Pur
ie. Ma non vuol già la sua moglie ritrosa. Alfin per torlo allor quel gran sospetto, Tolse a sé stesso il suo maggior dilett
lia: Tutto quel ch’esse fan vuol fare anch’ ella, Dando a tutti di sé gran meraviglia: Toccar si lascia, e fugge, e torna a
ovarte, E finalmente or t’ ho trovata a caso; Figlia, onde il cor per gran duol mi si parte Mentre ch’io penso al tuo nefand
sta intorno intorno. Giove non vuol, come ben grato amante, Ch’in sì gran mal l’amata sua s’invecchi; Onde al suo figlio e
erba, E macchia del suo sangue i fiori e l’erba. Argo, tu giaci, e 1 gran lume che avevi In tanti lumi un sol colpo ti fura
hiaro vedevi. Una infelice e tetra notte oscura: Solo una man con tuo gran danno e scorno T’ha tolto i lumi, la vigilia e ‘1
non poco sulle maniere diverse nelle quali fu rappresentato; in che’ gran parte ebbero ancora i varii poteri che gli erano
l fulmine l’arme del Saturnio, e vi alludeva Orazio dicendo: « Nè. la gran mano di Giove fulminante. » Tonante lo dissero gl
ale. Ma ora nè possiamo distinguere con precisione la maniera di quel gran maestro, delle cui opere non conosciamo che alcun
d improvvisa al guardo S’appresenta di Giove. In lei s’affisa Muto il gran Nume, e nel suo volto ammira Un fior di leggiadri
o opportunamente in soccorso di tale congettura. « Fra le medaglie in gran bronzo di Giulia Mammea madre di Alessandro Sever
talami Erettei la cara preda Portar, strisciando al delicato volto La gran barba di nembi umida e grave. Ma il fallo emenda,
l marito i furti Tutti volgea nella sdegnosa mente Per far querela al gran padre dei numi. Quando gli stanchi piedi innanzi
i; quindi affrettandosi verso il proprio tetto, non riscontrò per sua gran ventura ninno degli uomini e degli Dei: dei cani
e altre che si riporteranno a suo luogo, si sono scoperte due basi di gran mole con singolari iscrizioni, le quali dimostran
canta A senno suo: chi al par di lui lo puote. Che siede a destra del gran Giove, e vince Con beata armonia le cure eterne,
n Roma, il luogo ove si amministra la giustizia, sorprende per la sua gran dezza: ma ciò che più vi si ammira è un pavimento
he siete Fra le vergini prime, e voi di chiara Stirpe fanciulli, alla gran dea tutela Che l’error segue dei fugaci cervi, De
un facil pendio. Il tempio di Apollo ha la stessa posizione ed occupa gran parte della città, e molte strade vi fanno capo.
sare. Quando vi sarete entrato, vedrete sopra un muro a man dritta un gran quadro che rappresenta la presa di Troia, e a sin
in questa statua del figlio di Giove seppe l’ artefice, eguale a quel gran poeta, tutte rappresentare come in una nuova Pand
l pallido nocchiero al vento, ai voti, Che si faccia non sa: del ciel gran parte A tergo stassi, e più davanti: i lumi All’o
llo: che s’io prenderò in caccia qualche serpe solingo, qualche altra gran fiera, a voi ne farò dono. — Sì disse, e le armi,
e che fanno di male? ma i cignali offendono i seminati, e i bovi sono gran danno ai mortali; onde ancor questi uccidi. Così
a far guerra a Teseo ed agli Ateniesi. Ma Pausania dice che a questo gran poeta non era nota 1’ antichità di questo tempio
d è cosa mirabile che siansi potuti mettere in opera architravi di sì gran peso. L’artificio di cui servissi questo valente
e nirne a capo è singolare. Distese sulla sommità delle colonne certi gran sacchi ripieni di rena: poi lasciando scorrere le
iìi famosa di questo edificio, non tanto per la divozione, quanto pel gran concorso di gente che portavasi ad Efeso. Quel ch
furore, e all’uno all’altra Dubbia ubbidisce: così Testia ondeggia In gran tempesta di contrarli affetti. Or depon l’ira, or
tanto più che da lei alcuni filosofi derivavano persino il Sole. Quel gran disco che le contorna tutto il capo non è già un
i degli Apostoli, che l’Asia non solo, ma tutto l’universo adorava la gran Diana Efesina. Era questo Demetrio un orefice che
orava in argento dei tempietti della dea con una certa somiglianza al gran tempio di Efeso, una delle maraviglie del mondo,
to decrescere lo spaccio di queste sue opere. Una somiglianza di quel gran tempio, o piuttosto del sacello della dea, esiste
gomento. Ho detto che lo credo piuttosto il sa cello della dea che il gran tempio, perchè diversamente architettato si osser
ora si è smarrita, e che certameute alludeva alla fondazione di quel gran tempio, alle Amazoni attribuita da parecchi scrit
uesti versi: « Alma figlia di Giove Che alla destra t’assidi Del tuo gran padre, e sola De’ celèsti vibrarne osi gli strali
unite. » Descrizione delle armi di Pallade. « Ma l’altra dea ch’è del gran padre immago, Arme arme intuona, e dalle spalle a
alla dea regna nel volto Decoro eterno. E allor che in Ida venne Alla gran lite del pastor troiano, Nell’Oricalco, o al tras
o, ai figli Di Labdaco: udiran del sacro petto L’avverate risposte. E gran sostegno A lui darò, che l’orme e guidi e regga,
sono avvenuto in un passo degli Argonautici di Apollonio Rodio che dà gran lume a siffatte immagini. Egli, nella descrizione
pporto dà un risalto notabile alla nostra statua; ed è sicuramente un gran piacere per l’amatore delle antichità e delle art
to è quella che le dà qualche pregio, e non la fa disconvenire ad una gran collezione. » Lezione vigesimanona. Vulcano.
‘1 segna D’orme diverse, e a suo piacer l’informa. E pria le cure del gran mastro alletta Non più visto lavor d’immenso scud
n vi manca La fiammante lorica, e i rilucenti Schinieri, e l’elmo e’l gran cimier, che vibra Dorati lampi, e in fulgid’oro o
uali è prezzo dell’opera il ridire, giacché della storia di esso sono gran parte. Oto ed Efialte figli di Aloeo con catene d
o, divenuto suo simbolo sopra molti monumenti. Ovidio, Virgilio, e un gran numero di poeti latini si sono serviti del nome d
rma nelle vicinanze di Palestrina; il secondo oflriva la figura di un gran vaso, del quale l’ apertura è larga. Quando se ne
he la sopravvesta, o palla, che tutta la circonda e la copre, può con gran proprietà convenire alla gran dea dei misteri ele
e tutta la circonda e la copre, può con gran proprietà convenire alla gran dea dei misteri eleusini, l’arcana segretezza dei
di Teocrito. Si astenevano dall’opera di Venere per alcuni giorni, e gran rimedio alle voglie impudiche credevano il dormir
to. Gli iniziandi descrivevano i riti che gli erano letti innanzi dal gran sacerdote detto Jerofante: eran composti di alleg
questi ministri, che dedicandosi ad una perpetua verginità, stimavano gran rimedio agl’impeti di amore il liquore della cicu
e comprenderà quel che vi resta a sapere intorno ai misteri Eleusini, gran parte dell’antica religione. Nel decimoquinto gio
onda. Allora avea La canizie del suo capo tremante Sparsa di polve, e gran pianto spargea Sull’alunna divina. A lei rivolta
. V’è chi la fa moglie di Titano. L’autore delllnno Omerico la chiama gran madre degli Dei e consorte del Cielo stellato. Er
. A lor consente La dea: col cenno del divino capo Scosse i campi ove gran messe biondeggia, E di tormento lacrimabil serto
primo conobbe viver gli amanti senza sentimento, e che per lievi cure gran beni periscono: « E non invano gli diede Tali vel
ausania, che non può mai esser letto abbastanza dagli artisti, poiché gran parte delle più celebri statue dell’antichità è n
se stesso i mali, E chiedea modo a tanta ira materna. Impietosiva il gran Tonante, e Imene, Siccome piacque a Citerea placa
r, pure in qualche monumento una figura di questo genere, e simile in gran parte alle accennate, sicuramente è l’effigie del
a Pizia, placarono la dea ergendole un tempio detto Metroo cioè della gran madre, che così Cibele era chiamata. Deve Tebe a
tà alla metà di Aprile, ed erano chiamate megalesie, cioè feste della gran madre. Quando la Repubblica stava, verun romano p
l tauro Piegate in cavo timpano Coi schietti diti teneri Percotendo a gran furia, In voce ebrifestante Alle compagne prese a
del verd’Ida i luoghi Per fredda neve algenti abiterò? Io di Frigia i gran gioghi Di stanza in luogo eternamente avrò, Ov’ è
disse, e magro, Sottil mi vede ogni dì più. Se dico Che capo e piedi gran pena mi cruccia Onde si dolga al mio dolor, rispo
. Difatti Dionisio il geografo, ch’era Alessandrino, lo riconosce pel gran Giove di Sinope ; e nelle monete di questa città,
a figura di quest’ombre deve essere molto allungata: questo è uno dei gran mezzi per farne sentire la leggerezza. Quanto all
a scolpita una delle tre Parche, cui Pausania assegna un’aria feroce, gran denti, mani adunche; insomma sembianze più terrib
o noi felle e scelerate spose Entrammo dentro al funerale albergo Del gran Pelasgo, e nostro padre iniquo. Ove il socero nos
acrati fuochi, Che del nefando e sanguinoso effetto Quasi presaghi, a gran fatica al Cielo Mandavan gli empi ed odiosi fumi,
mati letti, Nel sangue loro orribilmente involti. Tu sol mancavi alla gran strage, ed egli Non potendo soffrir la vita in un
o immortale A lui mi siedo a lato: A le mie voglie l’oceàn commise Il gran Nettuno, e indarno Tentan lindo e il Britanno Di
i fé gloria a Giove. Circondare più volte I miei genj reali Di Roma i gran natali; E l’aquile superbe Sola in prima avvezzai
rassi in sul Tarpeo cattiva, E per me corse il Nil sotto le leggi Del gran fiume latino: Nè si schermirò i Parti Di fabbrica
ndo Ebbi sotto a’ miei piedi Tutta la terra doma, Del vinto mondo fei gran dono a Roma. So che ne’ tuoi pensieri Altre figli
i a tanto invito; Che neghittoso e lento Già non può star su l’ale il gran momento. — Una felice donna ed immortale, Che da
questa i miei pensieri alto sostiene, E gli avvolge per entro il suo gran lume. Che tutti i tuoi splendori adombra e preme:
profonde orme di morte? Squarciai le bende imperiali e il crine A tre gran donne in fronte, E le commisi a le stagion funest
ata Sul formidabil ponte De l’Europa afferrar la man tremante: Ma sul gran dì de le battaglie il giunsi E con le stragi de l
ra sanguinoso e bruno. Io vendicai l’insulto Fatto su l’Ellesponto al gran Nettuno. Corsi sul Nilo, e de l’egizia donna Al b
ombra sdegnata. Sinché per me poi vide Trasformata l’immago De la sua gran nemica: E allor placò i desiri De la feroce sua v
terò l’alto furore Sterminator de’ regni: Che capace non sei de’ miei gran sdegni, Come non fosti de le gran venture: Avrai
regni: Che capace non sei de’ miei gran sdegni, Come non fosti de le gran venture: Avrai de Tira mìa piccioli segni: Farò c
ta, come l’accusa la maschera tragica nella manca, e l’abito cinto di gran fascia di cui è adorna. Tersicore. « Due
di tragedia, grandi cose in poco spazio di tempo sarebbero state con gran compassione rappresentate; ma in questa pittura a
bbiamo osservato esser la palla citaredica l’ortostadio, cinto di una gran fascia quale appunto veggiamo e nel protagonista
rete udito parlare di Perseo, che dicesi avere ucciso nell’Etiopia un gran mostro del mare Atlantico, che si gettava sulla t
tia crudele, il combattimento é qui terminato, la balena uccisa versa gran sangue, dal quale il mare é divenuto rosso. Amore
già un sorrìso, un’imbasciata. Egli giace sulla tenera erba spargendo gran stille di sudore, ed ha messo da parte la sua spa
ambe sono svelte e leggiere, e tutto il corpo ben proporzionato a una gran facilità nel corso. Il sangue dall’altra parte mo
e contro i Troia » ni. Ma Nettuno 6ol suo tridente abbatterà con lui gran parte dello scoglio; il resto delle Gire, finché
poco prima, in Titano, descrive la statua di questo dio velata di un gran panno (di modo che si vedeva solamente la faccia,
nell’ingannato volgo la credenza che figlio fosse d’Osiride, giacché gran scusa a questi falli era il fare un dio autore de
avvicina: Non per fama eguale E non per lode di pudore e d’arte A te, gran prole Doriclea: gli piace Sol per le pinte mani,
La fé perchè piangesse. Ella rivolse Gli occhi increduli, e sta muta gran tempo. Misera madre: rimirando il capo Di Penteo
na. Quanto a quello che dopo vedete, è Tebe, la reggia di Cadmo, e un gran pianto nel Fòro. I parenti, gli amici, che riunis
on avere infuriato con Bacco: Ma ciò che accade alle donne è degno di gran compassione: quel che non conobbero nel Citerone,
a loro ebrezza, della quale sono descritti gli eff’etti; ne sorprende gran parte, e gì’ incatena. Bacco dopo aver passato il
rtando nell’aria Eaco suo figlio. Intanto Turco annunzia a Deriade la gran strage che Bacco ha fatta degl’ Indiani sulle riv
rdo colpisce Imeneo nella coscia. Bacco n’ è vivamente afflitto, e ha gran cura di sanare il suo favorito. Incontanente il g
codardia. Lo dio riprende coraggio, ritorna all’assalto, fa strage di gran quantità d’Indiani, e ferisce Melanione il nero,
tesimaterza. Maniere nelle quali Bacco è effigiato. Dopo avervi in gran parte narrata l’ istoria di Bacco, per accrescere
i domò i furiosi Centauri Reto, Folo, e Ileo minacciante i Lapiti col gran vaso; — intendendo della guerra che per soverchio
o scorta i lumi del lodato Visconti, voi potrete dire: Noi conosciamo gran parte delle divinità; i simulacri ci parlano un n
a quale per altro apparisce nel personaggio rappresentato nutrita con gran cura e disposta. Immaginò per tal motivo che spet
omani, e le cui memorie quasi ignote ai vetusti annali, si ricavano a gran pena ed assai dubbiamente da qualche notizia indi
l’indicazione delle braccia medesime. La scultura di Bacco è però di gran lunga superiore a quella delle figure accessorie.
Cerere si unisce con Bacco non solo da Euripide e da Virgilio, ma nel gran cammeo già del Museo Carpegna, ora del Vaticano,
, ma certo è che il culto di queste tre divinità fu congiunto, sì nei gran misteri Eleusini i primi della Grecia e della rel
ser fornita di questo simbolo Dionisiaco. Dorme però ed è cinta di un gran serpe la ninfa di un fonte in un bassorilievo del
anza di questo marmo, pretendevano ravvisarvi Olimpiade, la madre del gran Macedone, col serpe in cui si pretese trasformato
resenti. Un altro Fauno segue saltando ad onta del non lieve peso del gran cratere che sostiene con ambedue le mani sugli om
dine. « Sul carro tirato dalle pantere segue la sposa involta da quel gran peplo, o velo, che poi dai Latini si disse flamme
di quest’ultimo. Egli giace sulle spoglie del leone abbracciando una gran tazza da bere in m’ezzo a Satiri e Fauni, che gli
i, vediamo qui più attamente adoperato alla condizione di uno di quei gran tini appellati dai Romani lacus, e anche labra da
tempo a sedersi. Se non che la nostra figura invece del tirso ha una gran face nella manca, arnese ugualmente proprio delle
demmie: i Genii che cavalcano le pantere son genii Bacchici, e le due gran teste di leone ci ricordano i rapporti Dionisiaci
6 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Della mitologia in generale. » pp. 17-359
compiange Atlante quasi schiacciato dal peso del cielo, a motivo del gran numero di Dei che vi erano stati collocati. 17. G
to, Poi che s’ avvide che non v’ era strada Da giunger con la pena al gran demerto, Se non rendeva per ogni contrada Il mond
erno, un istabil sereno È vostra fama ; e poca nebbia il rompe : E ’l gran tempo a’ gran nomi è gran veneuo. Passan vostri
il sereno È vostra fama ; e poca nebbia il rompe : E ’l gran tempo a’ gran nomi è gran veneuo. Passan vostri trionfi e vost
vostra fama ; e poca nebbia il rompe : E ’l gran tempo a’ gran nomi è gran veneuo. Passan vostri trionfi e vostre pompe : P
tenuta per genitrice della maggior parte degli Dei, e perciò fu detta gran madre, e poi Berecinzia, Dindimena e Idea, dai no
a Nettuno (185), e quello dell’inferno a Plutone (213). Disse ; e il gran figlio di Saturno i neri Sopraccigli inchinò : su
i popoli diversi vantavano Giove esser nato fra loro, e additavano sì gran numero di monumenti per attestarlo. Giunone.
iglio, assisa sopra un carro color di fuoco. Omero la descrive con un gran velo dato alle spalle per significare che l’oscur
riali e grossolani, non potevano attribuire al rettore del sole un sì gran fallo ; un Dio non erra. S’avvisarono adunque con
ate. Il nome più comune poi fu quello di casta Diana, perchè aveva in gran pregio la verecondia, e cangiò in cervo e fece in
ontuose, dolcissime sinfonie, mense di squisiti cibi imbandite ; e un gran numero di servi e d’ancelle sempre solleciti ad o
te incoronata di mirto, recavanle in offerta il latte ed il miele. La gran sacerdotessa si prostrava la prima ai piedi di Ve
pero, Anfitrite saliva una conchiglia di splendida candidezza con una gran vela ondeggiante color di porpora ; cavalli più b
Ali hanno late, e colli e visi umani, Pié con artigli, e pennuto il gran ventre : Fanno lamenti in sugli alberi strani. (
del Caro.) Alcuni dicono che la favola delle Arpie fu originata da un gran nuvolo di enormi cavallette che, dopo aver devast
o lato é Scilla, e nel sinistro É l’ingorda Cariddi : una vorago D’un gran baratro è questa, che tre volte I vasti flutti ri
o doppj ; La Chimera di tre, che con tre bocche Il fuoco avventa ; il gran serpe di Lerna Con sette teste ; con tre corpi um
Quando piangea, vi facea far le grida. Dentro dal monte sta dritto un gran veglio Che tien volte le spalle inver Damiata,49
’l severo nocchiero, or questi or quelli Scegliendo o rifiutando, una gran parte Lunge tenea dal porto e dall’ arena. (Loc.
le che spinge alle colpe ; e quindi i legislatori e i giudici sono in gran parte mallevadori dei portamenti degli uomini. I
el dormire. Dintorno al suo letto si vegga Morfeo, Icelo e Fantaso, e gran quantità di sogni, che tutti questi sono suoi fig
ragione. O ciechi, il tanto affaticar che giova ? Tutti tornate alla gran madre antica ; E ’l nome vostro appena si ritrova
e scienze ed alle arti.58 La favola narra che Giove, tormentato da un gran dolore di testa, chiese aiuto a Vulcano (270) ; e
to, e questo Dio era considerato qual simbolo dell’universo, ossia il gran Tutto, guardando forse alla semplice rozzezza del
ni. ……. E tu, Priapo, S’unqua gli altari tuoi di fiori ornai, Con la gran falce e con l’altre arme orrende Spaventa i ladri
e di ramerino, il cui odore disinfetta le stalle. Vi portavano anche gran numero di fragorosi istrumenti, come tamburi e ce
iche…. (V. Monti.) Ninfe 313. Fu dato il nome di Ninfe ad un gran numero di divinità subalterne originate da Nereo
o al pascolo di Driante una grotta consacrata alle ninfe, cavata d’un gran masso di pietra viva, che di fuora era tonda, e d
dere nel mezzo del masso. Usciva dall’un canto del sasso medesimo una gran polla d’acqua, che per certe rotture cadendo, e m
la verità. La libertà. 341, 2°. I Greci e i Romani ebbero in gran venerazione questa Dea. Libertà va cercando ch’
i. Scherzava nella culla il bambino Ercole, quasi che si burlasse del gran cimento ; e avendo preso con ambe le mani l’uno e
na, e da Lino (121) gli fu insegnato suonar la lira. 368. Ercole ebbe gran numero di discendenti chiamati Eraclidi ; e dices
d Euristeo. 374. Certi mostruosi uccelli di rapina frequentavano in gran numero il lago Stinfale in Arcadia, e distruggeva
d in questo arnese correvano ad affrontare i nemici. Un dì riuniti in gran numero s’argomentarono niente meno che d’assalire
entò alla testa, ed i bersaglieri lanciavano le loro frecce contro il gran petto. Il fortissimo eroe, svegliato dal ronzio d
erede del trono, dette maggiori prove del suo coraggio, trucidando un gran numero di scellerati che pei loro delitti meritav
medesima nave che fu condotta da Teseo, e che tenevano custodita con gran cura, perchè fosse sempre pronta a dar le vele a’
apparisse in armi alla battaglia di Maratona. Allora ne cercarono con gran premura le spoglie, e nel luogo dove la tradizion
à col punire Bellerofonte nella sua corte, pensò di esporlo a qualche gran rischio. 465. Allora Jobate eccitò il giovine val
do ascolto a un oracolo che gli prediceva dover esser colpevole di un gran delitto il figliuolo di cui era incinta Giocasta
la Sfinge desolava quella città, e seppe come fosse stato promesso un gran premio a colui che avesse liberato dal mostro il
o. E di nuovo si pose in viaggio per la sospirata isola d’Itaca, e fu gran ventura se tanto egli che i suoi compagni poteron
lla sua partenza, ella lo lasciò andar via sopra una fragile zatta. A gran fatica Ulisse potè approdare all’ isola dei Feaci
i si levarono contro e lo lapidarono. 585. Il caso di Palamede accese gran desio di vendetta nel cuor di Nauplio ; e allorch
e teste orribilmente Cinte di creste sanguinose ed irte. Il resto con gran giri e con grand’archi Traean divincolando ; e c
, monumento pregevolissimo dell’ingegno dei padri nostri. Invero quel gran poeta commise un anacronismo facendo Enea contemp
l padre suo di vita uscio. E venne serva la città di Baco,129 Questa gran tempo per lo mondo gio. Suso in Italia bella giac
Apollo (96) la cognizion del presente, del passato e del futuro, e fu gran sacerdote e indovino dell’esercito greco nella gu
Il popolo si compiacque di questo fatto, e lietamente romoreggiò con gran dimostranza di averlo approvato. Disse allora uno
ar non può, se corser, l’opre O deformi o leggiadre. Ma co’ rischi un gran cor non si consiglia. Perchè fra quelli cui morir
durano, Benchè ad alcun ne mandi Gran copia il ciel propizio. Nullo a gran vanti ascende Senza travagli. E l’alma a cure più
. 674. I Giuochi Ismici presero il nome dall’ismo di Corinto, ove con gran pompa erano solennizzati ogni cinque anni. Furono
Di angoscia oppressi, collocàr l’estinto ; Poi davanti alla pira una gran torma Scuoiàr di pingui agnelle e di giovenchi, E
lcro d’Anchise appresentossi ; E con rito solenne in terra sparte Due gran coppe di vino e due di latte E due di sangue, di
cosa santa. Mentre cosi dicea, di sotto al cavo De l’alto avello, un gran lubrico serpe Uscío placidamente ; e sette volte
seno intanto Condur l’esequie al suo cenere estremo ; E primamente la gran pira estrutta Di pingui tede e di squarciati rove
fregi e mostre e monti intorno. Altri (pietoso e tristo ministero) Il gran feretro a gli omeri addossârsi : Altri, come è de
nza, vôlti i volti indietro Tenner le faci, e dier foco alla pira ; E gran copia d’incenso e di liquori E di cibi e di vasi
nti, chiamati poi gli occhi d’Argo. In poco tempo Osiride soggiogò un gran numero di nazioni, ma piuttosto con la dolcezza e
ti gli esseri. 718. Questo Dio dopo aver soggiornato nell’uovo per un gran numero d’anni, scompartì la sua stanza in due par
li, ed in tempi calamitosi anche vittime umane. 730. Eso, divinità di gran conto pei Galli, presiedeva alla guerra, ed era r
no vittime egualmente che agli altri. 733. I Galli adoravano anche un gran numero di Dei tolti dai Greci, vale a dire Mercur
uerce, ed ogni anno i loro Druidi o sacerdoti andavano a raccorla con gran pompa. Il capo dei Druidi, al cospetto del popolo
Pittagora, e secondo il quale il Sole è centro dell’ universo. 13. A gran ventura delle Lettere Italiane riordinalo sugli a
le presa dal gelo di morte. 19. Coloro cho ammetlono l’esistenza del gran continente atlantico, il quale, secondo essi, res
a divelte dalla Campania in quello sconvolgimento. Esiodo dice cha la gran madre terra, sposata al Tartaro partorì Tifeo o T
irino in tempo di pace. Avevano dato il nomo di Campo di Marte ad una gran pianura consacrata o questo Dio e posta fuori del
l’argento e lo stagno davano ai varj oggetti forma e colore ; e a Il gran fiume Oceàn l’orlo chiudea Dell’ammirando scudo. 
7 (1831) Mitologia ad uso della gioventù pp. -
to il riso ; E il tetro solo, il solo tetro è bello. Quindi tocca il gran sistema della greca Mitologia, e descrive a parte
o ; e particolarmente nelle città del Peloponneso in cui vi aveva più gran commercio s’innalzarono parecchi templi in onor s
i Bacco. Rappresentavasi Bacco in aria giovanile, ora seduto su di un gran tino, ora sopra di un carro tirato da due tigri,
all’inferno ; gli si vede spesse volte vicino il can cerbero. Da una gran parte dei Greci Plutone è stato considerato come
si dilanianti e con visioni spaventevoli, le quali gettavanli nel più gran delirio, che sovente non cessava che colla loro v
re egli con ali spiegate nelle aeree regioni, lascia dal suo manto in gran copia cadere su la terra i papaveri, siccome simb
Teseo e condannato nell’ Inferno a spingere sulla cima d’un monte un gran sasso, che quando è vicino a toccare la sommità,
cotesti attributi convengono a Nemesi. Teti dea dei mari Teti gran dea dei mari, una delle Titanidi, sorella di Satu
toni conducevano i suoi cavalli, e ne reggevano le dorate redini. Una gran vela di porpora ondeggiava al disopra del carro ;
Dori, sorella di Licomede redi Sciro, e nipote dell’Oceano e di Teti gran dea delle acque, colla quale fu da quasi tutti i
cillare. A questa Ninfa si attribuisce di aver salvato Giove nel più gran pericolo che gli sovrastasse nella guerra che gli
fecero gli altri Dei, ma questo fatto spetta a Teti zia di questa, e gran Dea delle acque. Teti aveva molti tempii in Greci
na quarta Grazia che è la Persuasione facendo così comprendere che il gran secreto di piacere è quello di persuadere. Le
’ Medici ha indotto alcuni a crederla opera di Cleomene, statuario di gran nome in Atene. Le Ore Le Ore figlie di Gio
le finalmente le distrusse insieme alle loro rivali, persuaso che nel gran progetto da lui concepito di rendersi utile al ge
iebre ; dicesi che ottenessero di essere in tal guisa trasformate pel gran desiderio che mostrarono di andare in traccia di
buoi dall’aratro, lo immolò agli Dei e lo mangiò. Dovea essere anche gran bevitore, se si deve giudicarlo dalla grandezza d
ecco e gli artigli di ferro, e pascevansi di càrne umana. Ve n’era un gran numero e la loro grossezza era tale che le loro a
atulò col figlio per la sua forza e valore. Ercole ebbe molte mogli e gran numero di amanti. Le più note sono Megara, Onfale
o mezzo uomini e mezzo cavalli. Ercole, Teseo, Piritoo ne uccisero un gran numero ed obbligarono gli altri a fuggire. Narras
sero vinta. Per quanto pericolosa fosse l’alternativa, si presentò un gran numero di concorrenti. Molti erano stati vinti ed
nopeo caddero anch’essi estinti ; e Adrasto perduti i suoi capitani e gran parte delle sue genti dovè tornarsene scornato in
lui e lo richiamò. Per meglio suggellare la riconciliazione ordinò un gran banchetto e avendo trucidato i figli che Tieste a
, tre volte lo strascinò intorno le mura di Troia, nè si arrese che a gran fatica a restituirlo al misero padre, che venne i
li venne coll’andar del tempo accordato a quasi tutti gli Dei e ad un gran numero di eroi. Marte ebbe un Oracolo nella Traci
tizia. Eravi pur in Roma il collegio degli Auguri, nè cosa alcuna di gran momento s’intraprendeva prima che questi non aves
acerdoti. Quando eravi un morto in una casa, mettevasi sulla porta un gran vaso pieno di acqua lustrale, preso in qualche al
ne anche per lavare il corpo. Gli Egizi, i Greci, i Romani avevano un gran numero di Feste. Di alcune di esse abbiamo fatto
spesso di pubbliche statue e nella loro patria erano tenuti sempre in gran pregio. Non meno famosi dei greci sono i Giuochi
8 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XII. La Titanomachia e la Gigantomachia » pp. 60-68
to che i Titani rammenta i Giganti che fer paura ai Dei, e ne pone un gran numero nel profondo dell’ Inferno da lui immagina
rofondo dell’ Inferno da lui immaginato e descritto ; e l’esempio del gran padre Alighier, come lo chiama l’ Alfieri, dà giu
iganti. » Per quanto Dante ci confessi sinceramente ch’egli ebbe una gran paura al primo vederli, non lasciò per questo di
di questa guerra si fu che tutti gli Dei, non che le Dee, ebbero una gran paura dei Giganti, e la massima parte fuggirono v
ro figlio Vulcano insieme coi Ciclopi si affaticava a fabbricargli in gran copia i fulmini nelle sue sotterranee fucine, e l
l sepolero del divino poeta, da lui invocato come una divinità : « O gran padre Alighier, se dal ciel miri « Me tuo discepo
9 (1855) Della interpretazione de’ miti e simboli eterodossi per lo intendimento della mitologia pp. 3-62
eune il culto civile, cui chiamollo il Creatore, ma si disperse nella gran selva della terra, addivenne parvolo, ed allora,
iconoscevano il primo passo del loro incivilimento dal disboscarsi la gran selva della terra, ciò che volevano avvenuto a te
il Dio delle ricchezze e dello inferno. A questo mito, spigolando nel gran campo delle opinioni degli scrittori, che parlaro
lo prende per la luce-civile, ossia per la nobiltà degli eroi. Fra la gran farragine delle cose, che egli accumula intorno a
simulacri di lui si metteva in mano una verga di oro, e se ne faceva gran conto, credendosi d’inestimabile valore quando al
oro Sicolo, è detto Vulcano per metafora, e che deve adorarsi come un gran Nume, perciocchè di molto contribuisce alla produ
tipo di coloro, che radunando gli uomini in uno, prima dispersi nella gran selva della terra, fondarono città e borgate, e f
eone, ch’è la terra selvosa, che ridussero a coltura gli eroi…. detta gran madre degli Dei, e madre detta ancora de’giganti,
randiose azioni eseguite di tempo in tempo da tanti illustri, onde la gran selva della terra irta e dumosa, disgombri i most
tutto morirla : idra variante di tre colori, di nero per esprimere la gran selva della terra, cui fu appiccato lo incendio,
ne sbuffante fiamme. E come in fine narrossi di Cadmo, che, spenta la gran serpe, ne mandasse alla terra i denti, onde surse
o scrittore della Scienza Nuova (1), intorno a questo mito, uccide la gran serpe, sbosca la gran selva antica della terra, n
nza Nuova (1), intorno a questo mito, uccide la gran serpe, sbosca la gran selva antica della terra, ne semina i denti, con
enti ne restarono detti, egli ara i primi campi del mondo : gitta una gran pietra, ch’è la terra dura, che volevano per sè a
io, che regnò una a Romolo, ritrovando un simulacro di una dea in una gran cloaca romana, ed ignorando di chi fosse le diede
10 (1824) Breve corso di mitologia elementare corredato di note per uso de’ collegi della capitale, e del regno pp. 3-248
are tra loro i Mitografi, difficile è pur anche il far la diceria del gran numero degli Dei. Nel creare una divinità non ave
I suoi attributi indicano le sue funzioni, Egli è vecchio, perchè da gran tempo creato : L’età sua avanzata non gli scema n
è rappresentato coronato di fiori, e con una fiaccola in mano, perchè gran parte della notte era a lui consagrata. Momo.
taron Temi, la quale loro rispose, che avessero scavate le ossa della gran madre, e col capo velato le avessero gittato diet
a questo oracolo che contenesse un sacrilegio, ma riflettendo, che la gran madre era la terra, e le pietre le di lei ossa, e
sagrato a Minerva, la violentò. Questa era Pelopea sua figlia, che da gran tempo aveva perduta. Ella gli strappò la spada, e
la morte, e con far salire sul trono d’Argo Tieste, che non vi stette gran tempo. Agamennone, e Menelao. Agamennone, e M
er detto di Temi, che il figlio che nascerebbe da Teti avanzerebbe di gran lunga la gloria di suo padre, rinunziò di buona g
a del padre, nacque da questa coppia. Tali nozze furono celebrate con gran pompa. Crucciata la Discordia di non esservi stat
opo la presa di Tebe spettò ad Agamennone Criseide figliuola di Crise gran sacerdote di Apollo. Si affrettò questi di venire
ersona era venuto supplichevole a dimandarlo, e che offrì de’ doni di gran valore rifiutati peraltro da Achille. Ecco il con
contegno, e con aria maestosa, onde guadagnò il cuore di tutti. Aveva gran bisogno di ristorar la sua fame : gli si appresta
e sbattuto da una tempesta approdò alle Coste de’ Ciconi dove fece un gran bottino. Se ne vendicarono ben tosto questi popol
o il ferro, il fuoco, e la desolazione. Durante un tale disordine una gran parte degli abitanti tranquillamente dormiva : do
farsi nell’onde : ma Aci ebbe la sventura di essere schiacciato da un gran sasso, che il Ciclope gli scagliò. Inconsolabile
one, l’oggetto, la morale che conteneva. Abbiamo altresi osservato il gran numero degli Dei adorati dal Gentilesimo. Questa
nope a cacciar fuori la testa dalla tomba, ruinata dalla scossa di un gran terremoto (afflato monte), e compiangere la morte
omento che lo vidde, stupefatto esclamò : Minuit praesentia famam. Il gran poeta Cesareo di lui scrisse : Quanto ricco d’on
te vittime, e specialmente bianchi cavalli. Senefonte attesta, che il gran Ciro giurava per questo Dio, e Lampridio nella vi
ell’anno 1591 rinvenute le immaginette di questi due fratelli. Questo gran tempio scosso da un fiero terremoto, come si è de
ento, o di Capri. Leggasi su di questo articolo, quanto ha scritto il gran Mazzocchi. L’Autore dell’opera intitolata i Fenic
so si ravvisa. Virgilio nacque in un villaggio presso Mantova : visse gran tempo nella Corte di Augusto, principe che amava
11 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Appendice. » pp. -386
somministrare ad essi maggior copia di argomenti a meditare su questo gran fatto, abbiamo, in questa seconda edizione, aggiu
Siria, nella Persia e fino nell’India ; dopo Alessandro trovavansi in gran numero nelle province dell’Asia minore e dell’Egi
ristianesimo, ed eccolo assiso sul trono de’ Cesari. Come ha vinto sì gran possanza ? Offrendo il petto alla spada e ai cepp
tiga, e si corregge da parte di Dio ; poichè quivi si giudica, ma con gran riguardo, come certi della presenza di esso. Talc
ma con gran riguardo, come certi della presenza di esso. Talchè è un gran contrassegno della futura dannazione per colui ch
rrolare una legione di cuochi. Le guardie del fuoco stan vigilanti al gran fumo delle serapiche cene.152 Nondimeno solamente
vere ingiurie per ingrassare il ventre, ma perchè appresso a Dio è in gran conto la considerazione che si ha delle persone b
12 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo I pp. 3-423
fiziosamente nol avesse serbato in vita. Colei presentò al marito una gran pietra ; egli la credette il nato bambino, e seco
Epei, compagni di Ercole, o da Ercole stesso. Cerei pure ardevano in gran copia dinanzi a questo Dio, perchè era egli risgu
i chiamava Archigallo. Questi cingeva in capo una mitra, al collo una gran collana, che gli discendeva sino al petto, e da c
(c). A Cerere Ctonia, ossia terreste, o sotterranca (d), fu eretto un gran tempio in Ermione, città della Laconia, nel quale
ente, e l’altro da quella d’ Occidente (c) ; finalmente si andava con gran pompa da Atene ad Eleusi, più volte fermandosi, c
vi si fossero gettate le cose più preziose del paese, v’ avea gettato gran parte delle sue ricchezze, ma inutilmente. Ancuro
sacerdoti se ne caricavano le spalle. Era interdetto l’avvicinarvisi gran fatto. A qualche distanza d’intorno le donné con
delle botti, perchè si gustava il vino : il secondo coa, cogno, ossia gran misura di vino, perchè ne’ conviti ciascuno bevea
si misero a correro per le campagne. Ina malattia di tal fatta era di gran dolore all’ aimo di Preto. Usò questi di tutti i
si fece a custodime il tempio. Gli Argivi promisero ad alcuni Tirreni gran sonina di danaro, se avessero rubato quella statu
ecedevano pel sacrifizio, le carni de’ quali si di stribuivano poi in gran parte agli assistenti. Se guiva un corpo di giova
soddisfare alla convenuta mercede (b). Quindi Apollo fece perire una gran parte di quegli abitanti con una peste desolatric
accoglievano e si riducevano in versi. Il violento entusiasmo costava gran fatica alla Pitonessa ; più giorni eranle necessa
li ricchezze, se crediamo a Teopompo, consistevano da principio in un gran numero di vasi, e tripodi di rame. Questa semplic
oro a passare una notte lungo le rive dell’Ellesponto, avvenne che un gran numero di topi divorò i loro scudi. Il dì seguent
un altro minore che indicava la Luna. Intorno di essi due ponevasi un gran numero di plù piccoli, i quali rappresentavano le
i erano i giorni dell’ anno. Questo ramo così preparato portavasi con gran pompa in giro. Chi ciò faceva, chiamavasi Dafnefo
un tempio sul monte Palatino, in cui si accendevano delle torce a un gran vaso a fuoco, il quale ardeva tutta la notte (h).
, che in Atene. Durante le medesime tutte le giovani nobili, ornate a gran pompa, offerivano alla Dea cestelli, coronati di
rdoti del medesimo. Quindi si sa, che Catone offerì al Re Tolommeo la gran Sacerdotessa di quello, ond’egli volesse cedere C
on fece che arricchirlo de suoi doni(d). Si trovavano nel medesimo in gran copia l’oro e le gemme. Dedalo, eccellente artefi
idonie. Questo Nume aveva nell’Isola di Tenedo, una delle Cicladi, un gran tempio, considerabile per le vaste sale, ove banc
rire un figlio morì di dolore. Benchè morta, non lasciò di pascere in gran copia il bambino col proprio latte. Ciò si ebbe p
e della Ninfa Arcadia. Ella coltivava assaissimo la caccia, e passava gran parte della sua vita nelle foreste. Marte prese l
orrevano per le pianure ruscelli di latte, e dagli alberi stillava in gran copia il mele(b). (c). Nat. Com. Mythol. l. 2.
i solchi eziandio, che le medesime eminenze lasciano tra loro. Si fa gran caso altresì di conoscere, se quelle linee siono
sparvieri. I Sacerdoti di quel tempio erano tenuti ad alimentarvi un gran numero di siffatti uccelli, donde derivò poi loro
lfo. Sebbene desse risposte una sola volta all’anno, pure si raccolse gran quantità di versi ; e dicesi che anche Omero n’ a
o fine di tanti altri, ma supplice ricorse a Venere onde riuscire nel gran cimento. La Dea gli diede tre pomi d’oro, colti i
o. Gli Argivi al dira di Pausania (n) lo fanno figliuolo di Trochilo, gran Sacerdote d’Argo, ch’erasi ritirato in Eleusi a c
vincerne che uno, per riportare il premio. Questi gli si avventò con gran furore, e lo strangolò. Arrichicne tuttavia, vici
la Grecia, e spezialmente nell’Attica, le spose venivano condotte con gran pompa alla casa dello sposo sopra un carro (b), p
re un Nume. A tale oggetto formò un ponte di bronzo, che attraversava gran parte della sua città ; vi feco correre sullo ste
i riuscì, che gli uccelli, avvezzati da lui a dire che Psafone era un gran Dio, andarono ripetendo ne’ boschi tali parole, e
essere continuamente agitato dal timore, che precipiti sopra di se un gran sasso, il quale sovrasta al suo capo(c). I Mitogr
ua, che gli toccava le labbra(a). Cicerone vuole, che sovrastasse una gran pietra al di lui capo, e che questo ne venisse pe
Apollo, quando nacque Rodia, abbia fatto discendere dal Cielo oro, e gran quantità di fiori. Fu così detta dall’ Isola di R
i da Pallante, figlio di Crio(g). Ella precede il Sole(h), coperta di gran velo, con una stella in capo, e assisa sopra un c
nomia, e però comparisce coronata di stelle, con veste azzurra, e con gran globo tralile mani(g), ovvero riposto sopra un tr
asferì in Italia e nella Sicilia ; ed avendoviraccolto coll’ arte sua gran quantità di ricchezze, volle ritornarsene donde e
stino di quel fanciullo. Cloto le disse, ch’egli sarebbesi acquistato gran nome col suo coraggio ; Lachesi soggiunse, che sa
13 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLI. Perseo » pp. 309-316
era già all’Inferno da lunga pezza ; e ci racconta che egli ebbe una gran paura, quando nel far laggiù quel suo celebre via
testa di Medusa nell’altra mano. Nel giardino di Boboli vedesi nella gran vasca detta dell’isolotto la statua di Perseo sul
i 58 ; Cassiopea di 60, e il Pegaso di 91. Aggiungono inoltre che una gran quantità di stelle cadenti, di cui hanno luogo fi
è così splendidamente narrato dall’Ariosto : « Ecco all’orecchie un gran romor lor viene. « Disse la donna : o glorïosa Ma
tra maraviglia « Che di leggier creduta non saria ; « Vede passare un gran destriero alato « Che porta in aria un cavaliero
14 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXX. Stato delle anime dopo la morte, secondo la Mitologia » pp. 216-231
sia dell’Universo ; « Che sparsa per lo tutto e per le parti « Di sì gran mole, di sè l’empie e seco « Si volge, si rimesco
a morte fu condannato nel Tartaro a spinger sulla cima di un monte un gran masso, che tosto ricadendo a valle rendeva eterna
e l’altra man portava, e doglia « Pungealo inenarrabile. Costui « La gran pietra alla cima alta d’un monte, « Urtando con l
3 centesimi. Il nome di questa piccola moneta, l’ obolo, ha avuto una gran fortuna e un gran credito ; è passato in quasi tu
me di questa piccola moneta, l’ obolo, ha avuto una gran fortuna e un gran credito ; è passato in quasi tutte le lingue euro
15 (1836) Mitologia o Esposizione delle favole
no, e tirato da quattro focosi cavalli Eto, Piroo, Eoo, e Flegone. In gran venerazione fu il sole presso di tutti i Gentili,
ebravansi alle calende di Maggio nella casa del Pontefice massimo con gran mistero, e dalle sole donne, senza che alcun uomo
Teseo, e condannato nell’ Inferno a spinger sull’ erta di un monte un gran sasso, che quando è vicino a toccare la cima, al
Sicione, uomini e Numi tra lor disputavano, Prometeo mise innanzi un gran bue furbescamente diviso. Da una parte ei nascose
, n’ ebbe in risposta, che si gettasse dietro le spalle le ossa della gran Madre. Comprese doversi per questa intender la Te
peo caddero anche essi estinti; ed. Adrasto perduti i suoi capitani e gran parte delle sue genti dovette tornarse scornato i
come Centauro, cioè mezzo uomo e mezzo cavallo. Dicesi ch’ egli fosso gran conoscitore delle stelle, ed espertissimo nel tir
e per ritornarsene ad Atene, seppellì in presenza di Etra sotto ad un gran sasso una spada, ordinandole, che, se nascesse da
e volte lo trascinò d’ intorno alle mura di Troia, nè si arrese che a gran fatica a restituirlo al misero padre, che venne i
nel campo de’ Greci, che fattigli i funerali solenni, gli alzarono un gran monumento sul promontorio Sigeo. Ma forte contesa
a stato sorpreso dal sonno, i compagni sciolsero l’ otre credendo che gran tesoro vi si contenesse, e i venti di là scoppiat
ore, che egli aveva sposata dopo la morte di Pirro. Accolto quivi con gran tripudio, ebbe da Eleno, che era pur vate, l’ avv
di Giove e di Egina a lui ricorre, e veggendo al piede di una quercia gran quantità di formiche gli chiede di avere altretta
pace. Eravi pure in Roma il collegio degli Auguri, nè cosa alcuna di gran momento s’ intraprendeva, prima che questi non av
16 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLV. La spedizione degli Argonauti alla conquista del Vello d’oro » pp. 331-341
Ercole, oltre ad essere il più forte e robusto eroe, era anche il più gran divoratore, e mangiava per cinquanta, bevendo anc
ll’Inferno fra i dannati che eran puniti « Da quei Dimon cornuti con gran ferze « Che li battean crudelmente di retro ; »
« Ale hanno late e colli e visi umani, « Piè con artigli e pennuto il gran ventre, « Fanno lamenti in sugli alberi strani. »
ona ; « Volando esce il destrier fuor della loggia, « E col castel la gran città abbandona, « E per l’aria, cacciando i most
17 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo II pp. 3-387
versò delle gocce di sangue su quelle arene, che fecondate produssero gran copia di serpenti, i quali da di là si propagaron
’un cantone della Tessaglia, e suo particolare amico(6), s’accinse al gran cimento.Era già per rimanerne vittorioso, quando
o. Al suo ritorno trovò, che i cavalli aveano divorato Abdero. N’ebbe gran dolore, e accoppò quegli animali colla clava, per
iegatore de’pini, perchè soleva attaccare i passeggieri a due pini, a gran forza curvati, affinchè al raddcizzarsi di essi,
iglio d’Andremone(12), Teuti(13), Tersite(14), e le figliuole d’Anio, gran Sacerdote d’Apollo, e re dell’Isola di Delo(15).
anche Astinome, soprannominata Criseide, perchè era figlia di Crise, gran sacerdote di Apollo, della città di Limessa, e al
che per tale ragione si suscitò tra’Greci e i Trojani, diede saggi di gran , valore. Le due armate erano per azzuffarsi. Pari
ottino. Ma i Ciconi ritornarono poscia con forze maggiori, e uccisero gran quantità de’ di lui compagni(a). Ulisse poco temp
lagio di quella Maga, e nell’ingresso della Reggia vennero accolti da gran numero di lupi, frammischiati con lionesse ed ors
ano colle statue di Castore e Polluce dal Campidoglio alla piazza del gran Circo. La pompa di tori Giuochi durava otto giorn
asciarono, che gli Spartani si accostassero ad essi, e ne uccisero un gran numero. Per causa di sì reo tradimento ne avvenne
ente soggiungono, che Pelope gettò in mare Mirtilo, perchè questi con gran forza instava nel ricercargli il premio dell’oper
ì senza ragione. Ella è di volto ridente, e coa ambe le mani versa in gran copia oro ed altre cose di sommo pregio. Avari
orme, perchè essa cagiona stupidezza in chi la ama. Ha appresso di se gran quantità di spine, per esprimere, che al Pigro og
giorni in campagna. I Romani parimenti le eressero molti tempj, e un gran numero di statue. Le consecrarono altresì molte p
he morì di semplice malattia. Giasone per molti giorni ne celebrò con gran pompa i funerali, e diede segni di somma tristezz
i luoghi, ov’eransi accampati i loro nemici, e presero ad ammirare il gran Cavallo(b). Timete, figlio di Laomedonte secondo
Hofman. Lex. Univ. (2). Neottolemo fece perire sotto la sua mano un gran numero di prodi Trojani. Spezialmente poi si dist
tresì per unirsi con Auge, quando gli Dei mandarono nel mezzo loro un gran serpente. La giovine spaventata implorò il soccor
no a farvi orribile guasto. Telefo si fece a respingerneli, ne uccise gran numero, e costrinse gli altri alla fuga. Era per
izj(a). I Greci poi, per aver lapidato Palamede, n’ebbero a sofferire gran danno. Nauplio, di lui padre, prese a scorrere tu
prese a scorrere tutta la Grecia, e ad attrarre nella dissolutezza un gran numero di giovani colle mogli de’principali Capi
ino ed Augure, allorchè Giove mandò due Aquile, le quali, volando con gran romore sul capo di coloro, presero a stracciare a
opportune agli studj, fecero sì, che nel medesimo Inogo si riducesse gran moltitudine di quelli, che si applicavano alla Fi
18 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIV. Il Diluvio di Deucalione » pp. 73-78
l mondo. L’oracolo rispose : gettatevi dietro le spalle le ossa della gran madre. — Tutte le risposte degli oracoli erano os
lmente), una empietà o violazione dei sepolcri, interpetrarono che la gran madre fosse la Terra, madre comune di tutti i mor
lle roccie acquee per conoscere come la scienza ammette e dimostra il gran cataclisma del diluvio. In geologia si parla di p
19 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVI. La dea Latona » pp. 86-91
due Numi figli di Giove e di Latona, il Sole e la Luna esistevano da gran tempo ; e quanto al Sole accennai che era regolat
o e moglie di Anfione re di Tebe ; e andava superba, come se fosse un gran merito, di aver sette figli e sette figlie ; e pe
8 a 9 metri di lunghezza, nuotanti in mezzo alla corrente e portanti gran copia di vegetabili, le cui radici si abbarbicano
20 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — X. Cerere dea delle biade e Proserpina sua figlia » pp. 48-54
e questi sul carro di Cerere tirato da draghi volanti avesse percorso gran parte della terra per insegnar quell’arte agli al
erra. Per questa ragione Virgilio nelle Georgiche loda l’ Italia come gran madre, ossia prima produttrice, delle biade (magn
Eresittone come simbolo di un insaziabile usuraio : « Da un lato un gran carname « Erisitone ingoia, « E dall’aride cuoia
21 (1897) Mitologia classica illustrata
enza a istituire ordini sacerdotali, e sacre solennità, a fissare con gran cura le cerimonie del culto e gli uffici di chi v
c., ed anche d’ un tratto farle cessare, e il loro potere eccedeva di gran lunga i limiti dell’ umano. Non si era pero giunt
più accoppiati a due a due. Le coppie più notevoli erano: Oceano, il gran fiume che circonda la terra ed è padre degli altr
significato naturalistico di questo mito; con esso rappresentavasi un gran conflitto di forze della natura; forse era ancora
o, il Dio per eccellenza; e il concetto che se n’ aveva non differiva gran fatto dall’ idea di Dio che si ha anche ora press
ssero alle orecchie di Crono, i Cureti, sacerdoti di Rea, facevano un gran fracasso intorno alla culla di lui, battendo le s
età di Pericle, venne riccamente ornato di bassorilievi per opera del gran Fidia 4, il quale pure compose la statua della
a era venerata insieme con Giove e Giunone, ed aveva la sua cella nel gran tempio di Giove Capitolino. Altri templi a lei de
uvre a Parigi (fig. 28). Sebbene ora manchino le braccia, è sempre un gran bel lavoro, in cui tu non sai se debba ammirar pi
, in Elide, e più di tutto nell’ isola di Rodi, dove si celebrava con gran pompa un’ annua festa con giochi ginnastici e mus
; in altri termini, si credeva che i fiumi avessero tutti origine dal gran mare da cui gli antichi immaginavano circondata l
Ali hanno late e colli e visi umani Pie ’ con artigli e pennuto il gran ventre, 34 costituiscono la più viva pittura po
ai Romani, che d’ allora in poi la tenuero in grande venerazione. Una gran festa detta Megalesia fu istituita a ricordare il
due templi di Dioniso, facevasi una solenne processione; si teneva un gran banchetto in campagna pel quale la città provvede
di lui. Già da tempi abbastanza antichi fu pensato in rapporto con la gran Madre e se ne fece un compagno di lei. Così pure
a di Termine; giacchè narravasi che allorquando si volle edificare il gran tempio di Giove Capitolino in uno spazio dove già
rsi la testa, disciogliersi le vesti e gettar dietro sè le ossa della gran madre. Il figlio di Prometeo acutamente interpret
Sisifo ebbe in inferno la nota pena di trascinare su per un monte un gran masso, che dalla cima poi riprecipitava a valle.
numerosa famiglia. Il figlio maggiore e il più celebre fu Ettore, il gran guerriero, campione dei Troiani, come Achille era
om’ aquila sovra tutti, poco al disotto di Omero stesso rimanendo, il gran poeta mantovano, la cui Eneide contiene nei primi
i poeti tragici latini, da Livio Andronico a Seneca dedicarono la più gran parte delle loro opere ad argomenti troiani. Da t
Eneide, 3, 216: « Di vergine è il volto di quegli uccelli, e sozzo il gran ventre e adunche le mani e smorto sempre il viso
22 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVI. Nettuno re del mare e gli altri Dei marini » pp. 173-183
evoli e maravigliose produzioni ; ed anche, secondo la Mitologia, pel gran numero dei suoi figli, che Esiodo fa ascendere a
). Ha in testa una corona d’alghe o altre piante marine, e sta in una gran conchiglia posta sopra un carro tirato da quattro
e figurato : « Tra l’isola di Cipri e di Maiolica « Non vide mai sì gran fallo Nettuno, « Non da pirati, e non da gente Ar
23 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVII. Apollo considerato come Dio del Sole, degli Arcieri e della Medicina » pp. 92-103
ell’India e dell’Affrica, animali carnivori e formidabili per la loro gran forza muscolare. Del serpente Pitone dovremo parl
a Igiene l’arte di conservar la salute, difficilissima in pratica pel gran numero di speciali osservazioni che richiede per
re dei fiumi, sottinteso però dell’Italia, di cui è realmente il più gran fiume. 114. L’ambra è detta in greco electron ;
24 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIX. Plutone re dell’ Inferno e i suoi Ministri » pp. 203-215
precedente) : e poi da Virgilio poeta pagano facendo chiamar Dite il gran diavolo Lucifero242. La parola Orco fu adoprata d
tutti gli Orchi delle più volgari novelle : « Mentre aspettiamo, in gran piacer sedendo, « Che da cacciar ritorni il signo
eva, « Tutti li mangia, anzi trangugia vivi. « Viene alla stalla e un gran sasso ne leva ; « Ne caccia il gregge, e noi rins
25 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — Epilogo » pp. 253-254
ggi e furon sì civili, e della cui civiltà è figlia la nostra. Se una gran parte di queste loro idee, quali si trovano espre
vera di questo fenomeno ; e così di tante altre. Oggidì che hanno sì gran credito gli studii preistorici sugli uomini primi
26 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVIII. Apoteosi degl’Imperatori Romani » pp. 497-499
rto, ma soltanto malato ; e per aiutar questa finzione ponevasi in un gran letto di avorio la statua di cera del defunto inv
ro. Dentro e intorno al rogo spargevansi incensi ed aromi preziosi in gran quantità. Vi appiccava il fuoco l’erede del trono
27 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXX. Delle Divinità straniere adorate dai Romani » pp. 506-510
un lago, e poi dicevano che era morto o perduto ; di che facevasi un gran lutto con gemiti e pianti da tutto il popolo ; ma
il latrator Anubis ; ma pare che, in generale, i Romani non avessero gran devozione per questi mostruosi Dei Egiziani, poic
28 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — III. Classazione generale delle Divinità pagane e Genealogia degli Dei superiori » pp. 15-19
d Ebe ; e poi da altre Dee, ed anche da donne mortali, altri figli in gran numero, tra i quali qui noteremo soltanto quelli
ricordarsi di tutte quelle interminabili filiazioni e parentele di un gran numero di Dei e di Dee dello stesso nome. Lo stes
29 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XI. Giove re del Cielo » pp. 55-59
e il mar sospeso : « Indi alla vetta dell’immoto Olimpo « Annoderò la gran catena, ed alto « Tutte da quella penderan le cos
nel i libro dell’ Iliade, che il Monti tradusse così : « Disse, e il gran figlio di Saturno i neri « Sopraccigli inchinò :
30 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVII. Gli Dei Dei Fiumi » pp. 285-289
que ; ed avrebbe ottenuto l’intento, se non accorreva Vulcano con una gran fiamma a vaporizzarle. E poichè è un’alta gloria
fiumi, le acque dei quali nel loro corso spariscono sotto terra, e a gran distanza ricompariscono sulla superficie di essa.
31 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XV. Giunone regina degli Dei e Iride sua messaggiera » pp. 79-85
a Diva dalle bianche braccia. La concordia coniugale era già rotta da gran tempo fra Giove e Giunone ; e Omero sin dal 1° li
dicesti ? « Riprese allor la maestosa il guardo « Veneranda Giunon : gran tempo è pure « Che da te nulla cerco e nullo chie
32 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXV. I Satiri ed altre Divinità campestri » pp. 270-278
pestri Chiunque ha veduti sculti o dipinti i Satiri avrà notato una gran somiglianza di forme fra essi e il Dio Pane, e ri
e duravano sino a tutto il dì 1° di maggio, nei quali giorni v’era un gran lusso di fiori, di cui tutti facevano a gara a ci
33 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXI. Il Genio e i Genii » pp. 232-241
frutta a loro offerte in una patera 278. Questa parola Genio ebbe un gran credito e un grande uso nella lingua latina279),
traordinario : « Con che forza si campa, « In quelle parti là ! « La gran vitalità « Si vede dalla stampa, « Scrivi, scrivi
34 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Indice alfabettico. » pp. -424
i sacerdoti, 296 ; — considerato qual simbolo dell’universo, ossia il gran Tutto, 297 ; — origine del cosi detto timor panic
di Troja, 570 ; — scampa da Polifemo, 573 ; — tempesta che distrugge gran parte della sua flotta, 574 ; — si libera dagli i
35 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) «  Avviso. per questa terza edizione.  » pp. -
un semplice volgarizzamento, giacchè il Signor Pietro Thouar l’ha in gran parte rifusa e vi ha fatte delle notabili aggiunt
36 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXXI. Decadenza e fine del Politeismo greco e romano. Primordii e progressi del Cristianesimo. » pp. 511-
azione di tutti per la bontà e santità della vita : e questo parve un gran miracolo in mezzo a società così corrotta ; quest
37 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — II. Il Caos e i quattro elementi » pp. 11-14
emporio di oggetti di qualunque forma o figura, ed anche talvolta una gran confusione amministrativa in uno stabilimento ind
38 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIII. Osservazioni generali » pp. 260-263
lesiastici dei primi secoli del Cristianesimo (i quali studiavano con gran premura ed attenzione la Mitologia per dimostrare
39 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLII. Bellerofonte » pp. 317-320
o. Il duello che usa tuttora è un avanzo dei secoli barbari, e fa una gran tara alla tanto vantata civiltà moderna. 55. An
40 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — Introduzione » pp. 6-9
chè d’ora in avanti s’inaridisse per qualche secolo (e non sarebbe un gran danno) la vena poetica degli italiani, o si aboli
41 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIII. Difetti e vizii del Dio Giove » pp. 69-72
ei poeti, ma pur anco di molti filosofi nostri e stranieri. Lo stesso gran luminare degli Inglesi, Bacone da Verulamio, nel
42 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXI. Minerva » pp. 132-137
alcune. Aggiungono dunque i mitologi che Giove per tre mesi sentì un gran dolor di testa, e non potendo più a lungo tollera
43 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLIII. Cadmo » pp. 321-325
rne alquanti nel terreno. Da quella strana sementa vide Cadmo con sua gran maraviglia uscir poco dopo una quantità di uomini
44 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIX. Eolo e i Venti » pp. 295-
l cielo « Lacerati da lor, confusi e sparsi « Con essi andrian per lo gran vano a volo. « Ma la possa maggior del padre eter
45 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cenni Preliminari » pp. 9-
sima venerazione, e consultati sempre innanzi d’intraprendere cose di gran rilievo, a fine di prevederne l’esito. Le rispost
46 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VII. Saturno esule dal Cielo è accolto ospitalmente in Italia da Giano re del Lazio » pp. 31-38
re che scorrevano rivi di latte e di miele. Ma il nostro Dante fa una gran tara a queste poetiche iperboli, dicendo : « Lo
47 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVIII. Le regioni infernali » pp. 195-202
i trovano nell’ Inferno di Dante cascate d’acqua, paludi, pantani, un gran lago gelato, argini, ponti, torri, un castello «
48 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XX. Mercurio » pp. 123-131
Hume, è l’olio che fa girar facilmente e senza attrito le ruote della gran macchina sociale. Talvolta era rappresentato Merc
49 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIV. Vulcano e i Ciclopi » pp. 152-160
oro, e a vive « Giovinette simili, entro il cui seno « Avea messo il gran fabbro e voce e vita « E vigor d’intelletto e del
50 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVIII. Apollo considerato come Dio della Poesia e della Musica e maestro delle nove Muse » pp. 104-114
Ora però è a dirsi che i poeti hanno attribuito anche a sè stessi in gran parte questa facoltà di presagire il futuro, dice
51 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVII. I Mostri marini Mitologici e Poetici » pp. 184-194
ra umana, mentre poi vanno a finire in una coda orizzontale, come una gran parte dei pesci227. Da sì lieve causa e somiglian
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