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1 (1855) Della interpretazione de’ miti e simboli eterodossi per lo intendimento della mitologia pp. 3-62
do iterati di natura, un’aerimoto, un diluvio di acque, uno sbocco di fuoco , un tremito di terra ruinoso, uno sboccar fuori d
i, se nacquero eglino in tempo o furono sempiterni ; se procreati dal fuoco , come credeva Eraclito, che tutto voleva far nasc
acque in mente degli Egizii. 30. Vulcano — è una personificazione del fuoco , cui traggonsi molti vantaggi — (31). Sentimento
iove, cioè l’etere, o l’aria ; Nettuno il mare, le acque ; Vulcano il fuoco , esprimendosi i tre elementi, di cui si credeva e
omini, e sogliono presagirla col canto di loro. 30. Vvlcano — Dio del fuoco e delle arti, che si esercitano ammollendo, piega
sercitano ammollendo, piegando e dando al ferro varie forme mercè del fuoco istesso. Nacque questo Dio in mente de’Greci, ond
o istesso. Nacque questo Dio in mente de’Greci, onde personificare il fuoco , da cui l’uomo sa trarre molti vantaggi.  — Il fu
personificare il fuoco, da cui l’uomo sa trarre molti vantaggi.  — Il fuoco , dice Diodoro Sicolo, è detto Vulcano per metafor
o di ogni cosa. Col nome dunque di Vulcano non s’intende altro che il fuoco elementare. Invero il fuoco, che commisto all’aer
que di Vulcano non s’intende altro che il fuoco elementare. Invero il fuoco , che commisto all’aere, ossia si alimenta con l’a
on altro che l’etere, con altra l’aria ; o dalla sola Giunone, chè il fuoco e le fiamme si alimentano con Paria. Si vuole inv
ore di molte arti, perciocchè queste in miglior parte si compiono col fuoco . 31. Gli Stoici ammettendo un’aria diffusa per tu
endo un’aria diffusa per tutto lo universo, dicevano di esser ella un fuoco sottile ed etereo al di sopra dei pianeti e delle
cante per tutta la sua vita, non è altro che una personificazione del fuoco , che acceso la prima volta da’raggi del Sole, o r
ta fuori Minerva, Dea della sapienza e delle belle arti — cioè che il fuoco , di cui si servono le arti, sia stato un mezzo a
Nettuno e di Anfitrite, non altro indicavano, che tai monti sbuffanti fuoco dalle loro cime sorgono non di rado presso i mari
mposti di tre raggi di acqua, di tre raggi di nebbia, di tre raggi di fuoco  : è questa un’allegoria de’fenomeni prodotti dall
trice del frumento, disseminandolo in Sicilia restasse incendiato dal fuoco dell’Etna, personificando il fuoco in Plutone, ed
in Sicilia restasse incendiato dal fuoco dell’Etna, personificando il fuoco in Plutone, ed il frumento in Proserpina. Cerere
ti, e gl’inni religiosi, che vennero a lei rivolti. Sposa del Dio del fuoco , di quel Vulcano, i cui antichi altari ivano del
esta — Figlia di Saturno e di Rea veniva riconosciuta come la Dea del fuoco . Da’greci fu immeginata questa divinità, onde per
fuoco. Da’greci fu immeginata questa divinità, onde personificare il fuoco di tanto utile all’uomo, e può trarsene argomento
lobo, per dimostrare tutto l’universo, nel mezzo del quale stava quel fuoco , che dicevano Vesta. Ella, dice Ovidio(1), non è
altro che la viva fiamma, e la stiman vergine, dice Lattanzio, chè il fuoco è un’elemento inviolabile, o nulla può nascere da
nzio, chè il fuoco è un’elemento inviolabile, o nulla può nascere dal fuoco , anzi distrugge tutto ciò a cui si appicca(2). 49
distrugge tutto ciò a cui si appicca(2). 49. A Vesta si consacrava un fuoco perenne, e ciò per dinotare, che ella stessa era
rava un fuoco perenne, e ciò per dinotare, che ella stessa era questo fuoco , o che ella ne fosse la cagione, e che quasi sia
a. E con altro mito si disse di Ercole di aver ucciso col ferro e col fuoco un’idra, che sempre ripullulando nelle molte sue
li antichi. Questo lucido aere, e questi tre corpi, che rimangono, il fuoco , l’acqua, e la terra, non erano che un solo ammas
2 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIV. Vulcano e i Ciclopi » pp. 152-160
o e de’suoi attributi. Di che era simbolo Vulcano ? Evidentemente del fuoco , senza del quale sarebbe impossibile eseguire i l
a scuola di Hutton194, che spiegavano, coll’ammettere l’esistenza del fuoco centrale, la formazione della maggior parte delle
ò potrebbe tradursi a parola il fonditore ; ma il vero fonditore è il fuoco , e non l’artefice che fa le forme e vi versa il m
’artefice che fa le forme e vi versa il metallo fuso e liquefatto dal fuoco . Gli si dava anche il titolo di Lemnio, derivato
! Chi si ricorda che anche Vesta giovane era considerata come Dea del fuoco , non si dovrà maravigliare che due Divinità fosse
i attributi per distinguersi dall’altra. Così distinguevano ancora il fuoco celeste dal fuoco terrestre : a quello facean pre
stinguersi dall’altra. Così distinguevano ancora il fuoco celeste dal fuoco terrestre : a quello facean presieder Vesta, e a
presieder Vesta, e a questo Vulcano. Erravano però nel credere che il fuoco che essi chiamavan celeste fosse di natura divers
co degli stessi elementi. Quanto poi a quel che gli Antichi chiamavan fuoco del fulmine (ignea vis), chi non sa che si forma
lta). 193. Perciò Virgilio lo chiama Ignipotens (che ha potenza sul fuoco ) : « Vulcani domus et Vulcania nomine tellus ; «
3 (1836) Mitologia o Esposizione delle favole
ui era un mostro con cento teste di dragò; dalle quali tulle vomitava fuoco . Ei mosse guerra a Giove; ma’ percosso dal fulmin
tto a Lilibeo, e le teste sotto dell’ Etna, da cui tuttavia vomita il fuoco . La terza fu contro i Giganti, che comunemente co
Minosse e Radamanto; si accostò ad Egina figlia di Asopo in forma di fuoco , e n’ ebbe Eaco; ingannò Calisto figlia di Licaon
per Alcmena in Anfitrione, per Danae in pioggia d’ oro, per Egina in fuoco , per Mnemosine in pastore, per Deoida in serpente
lle isole Vulcanie opere maravigliose; per cui venne chiamato Dio del fuoco , e dei fabbri. Celebri presso Omero sono i tripod
o, rimase attonita, il coltello le cadde a terra, e una scintilla del fuoco della lucerna caduta sopra una spalla’ di Amore i
llora Altea madre di Meleagro, che al nascer di lui ritratto avea dal fuoco , e occultalo in luogo segreto il tizzone, che le
zzone, rimise per vendicare la morte de’ suoi fratelli il tizzone sul fuoco , e Meleagro consunto da interna arsura insieme co
o Trittolemo, pascendolo di giorno col proprio latte, e coprendolo di fuoco alla notte. Or crescendo Trittolemo con portentos
re quale magìa usasse Cerere con lui la notte, e veggendol coperto di fuoco , corse atterrito per liberarlo; ma egli medesimo
rra, l’ altra che si dicea figlia di lui, e adoravasi come la Dea del fuoco . Il rito di adorare il fuoco e conservarlo gelosa
glia di lui, e adoravasi come la Dea del fuoco. Il rito di adorare il fuoco e conservarlo gelosamente era antichissimo presso
desi da alcuni che fosse già in uso presso i Tirreni. La custodia del fuoco sacro, era affidata in Roma ad un collegio di ver
almar le discordie e le inimicizie. Ma se per negligenza di alcuna il fuoco sacro si estingueva, il che aveasi per funestissi
imo augurio, ell’ era dal Pontefice massimo severamente punita. Nè il fuoco per altro modo si raccendeva, che per mezzo de’ r
medesimo pur si faceva ogni anno alle calende di Marzo rinnovando il fuoco sacro, il quale nell’ uno e nell’ altro caso port
o Piriflegetonte, figlio di Cocito, rappresentavasi come un fiume di fuoco . Le acque di Leto erano l’ acque dell’ oblivione,
e per punire non solo Prometeo, ma gli altri uomini ancora, tolse il fuoco , e lo seppellì sotto terra. Ma Prometeo riuscì a
statua di argilla, salì al cielo coll’ aiuto di Minerva, e accesa al fuoco del Sole una fiaccola, con essa diede alla sua st
po e il petto di leone, il ventre di capra, e la coda di drago, e che fuoco vomitava dalla bocca. Bellerofonte, ottenuto da N
ltea figlia di Testio. Al suo nascere le Parche misero un tizzone sul fuoco , dicendo che tanto sarebbe durata la vita di lui,
ui, quanto il tizzone, il che udendo la madre ritrasse il tizzone dal fuoco , e gelosamente il nascose. Cresciuto che fu Melea
ella sua morte; perocchè Altea di ciò irritata, rimise il tizzone sul fuoco , e a misura che questo andò consumandosi, egli pu
to a Marte; ove sfavasi custodito da un drago, e da due tori spiranti fuoco dalla bocca e dalle nari. Per questa spedizione G
il cavallo, i quali assalendo i Troiani sepolti nel sonno, a ferro e fuoco misero tutta la città. Ulisse e Meneleo uccisero
tto al sembiante di Beroe una delle Troiane insinuò alle altre di dar fuoco alle navi, onde non essere più costrette ad espor
porsi a’ rischi del mare, e quattro di queste rimasero incendiate, il fuoco dell’ altre fu estinto da una dirotta pioggia man
’ Ovidio. Da principio insieme confusi eran l’ acqua, l’ aria, il fuoco , è la terra. Da questo caos il trasse il Dio dell
e II, Capo VIII. Altea madre di Meleagro con lui sdegnata rimette sul fuoco il tizzone, al quale la vita di lui era annessa,
sale, il Sacerdote le strappava dal capo alcuni peli e li gettava sul fuoco , poi ordinava a’ ministri detti Vittimari, Popi,
Delfo la Pitia sacerdotessa di Apollo; in Roma le Vestali custodi del fuoco di Vesta, e in molle parti cosi della Grecia, com
propriamente si chiamavano auspici, altri dal mangiare de’ polli. Il fuoco era di buon augurio quando udivasi alla sinistra,
oro, che avendole questi ricusato pagarle., ella gettò tre libri sul fuoco , domanda lo stesso prezzo per gli altri sei; che
stesso prezzo per gli altri sei; che al secondo rifiuto ne gittò sul fuoco tre altri, insistendo a volere il medesimo prezzo
4 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Della mitologia in generale. » pp. 17-359
un Eolo dei venti ; un Plutone in sotterraneo regno con la reggia di fuoco e eon fiumi che menavano fiamme. 3. Le favole sto
entino le potenze secondarie, agitatrici dell’ aria, dell’ acqua, del fuoco . Le quali manifestandosi in principio con grandis
rte ; ne trasse l’etere che formò il cielo, dimora degl’immortali, il fuoco e l’ aria in mezzo alla quale restò sospesa la te
, figlia di Saturno e di Cibele e moglie d’ Urano (25), presiedeva al fuoco , perchè il calore feconda la terra ; od era lo st
iedeva al fuoco, perchè il calore feconda la terra ; od era lo stesso fuoco secondo il significato di quel nome. L’ onoravano
0) di Troja, e dove sorgeva un altare con perpetua fiamma chiamata il fuoco sacro. I Greci non davano principio nè termine a
imi sono i concetti, stupendi i versi coi quali Ugo Foscolo parla del fuoco sacro di Vesta nel suo carme le Grazie :13 Soli
tinate in Roma alla custodia del suo tempio, del Palladio (570) e del fuoco sacro simbolo della conservazion dello stato. Sce
di famiglie romane e di libera condizione. Se per loro negligenza il fuoco sacro si fosse spento, tutta la città n’ era in l
no punite severamente, poichè la superstizione allo spegnersi di quel fuoco attribuiva terribili conseguenze. I sacerdoti per
trent’ anni di sacerdozio eran libere di abbandonare la custodia del fuoco di Vesta per accendere la face dell’ Imeneo ; ma
i Plutone (213) e regina dell’inferno. Laonde, accesa una fiaccola al fuoco del monte Etna, entrò nelle viscere della terra ;
nela, Si scuote il monte e la Trinacria tutta ; E del ferito petto il fuoco uscendo Per le caverne mormorando esala, E tutte
Dei, formò alcune statue umane col fango della terra, e le animò col fuoco sacro rapito al carro del Sole.20 71. Ma Giove,
ttro focosi cavalli, chiamati Etone (aitho, io ardo, gr.) Piroo (pyr, fuoco , gr.), Eoo (Eòs, l’Aurora, gr.) e Flegone (phégei
n sull’uscire da un palazzo vermiglio, assisa sopra un carro color di fuoco . Omero la descrive con un gran velo dato alle spa
gno di cedro, e la statua di Diana fu gettata in oro. Erostrato diede fuoco a questo tempio nel dì che nacque Alessandro il g
idee : Quattro destrier via più che neve bianchi : Sopr’ un carro di fuoco un garzon crudo Con arco in mano, e con saette a’
Venere popolare, e le sacrificavano una capra bianca sull’ara ove il fuoco era acceso col ginepro e coll’acanto. Intanto alt
eopardo, or cinghiale, e talvolta si trasformava in acqua ed anche in fuoco  ; dimodochè, per astringerlo a rispondere, bisogn
e ; Briareo di cento doppj ; La Chimera di tre, che con tre bocche Il fuoco avventa ; il gran serpe di Lerna Con sette teste 
micidiali vapori ; torri di ferro e di bronzo, « vermiglie come se di fuoco uscite » s’alzavano su quella terra sconsolata, f
al vipereo suo crine ; a’ piedi le stanno cani furiosi, con occhi di fuoco e fauci aperte a lamentevoli latrati. Nella destr
Esculapio (100). Ma Flegia, per odio e disprezzo contro Apollo, dette fuoco al tempio di Delfo. laonde, per punirlo, gli Dei
a coperta con la pelle di un mostro chiamato Egide, il quale vomitava fuoco , e fu da lei ucciso. Su questa divina armatura ca
non invanirsi della sua bellezza ! 272. La favola lo dichiara Dio del fuoco , e lo celebra abilissimo nell’arte di fondere e d
ola di Lenno, a Lipari e nelle caverne del monte Etna, e i vortici di fuoco e di fumo eruttanti dai vulcani parevano uscire d
tragi ; ha i capelli sciolti e scarmigliati, l’occhio scintillante di fuoco , ed è in atto di sferzare con sanguinoso staffile
lie. La cerimonia consisteva nell’offrir latte e miele, e poi nel dar fuoco a tre grandi barche di paglia ; ed i pastori un d
del domestico focolare, ossia del luogo ove la famiglia manteneva il fuoco sacro. 326. V’erano inclusive i Lari preposti all
te, Trasse, e gli consegnò le sacre bende, E l’effigie di Vesta, e ’l fuoco eterno. Ed Anchise (176), conosciuta anche per c
l cielo le posa sul capo : ed ella reca in mano nello stesso tempo il fuoco e l’acqua, emblema del bene e del male che spande
esta. (Monti, Basvilliana.) È coperta di veste stracciata e color di fuoco  ; agita nelle scarne mani e faci accese e vipere
re, vuol dire saper godere, perchè l’ozio è un tormento. L’anima è un fuoco che ha bisogno d’esser nutrito, e se non viene al
, altre due ne spuntavano più tremende, a meno che non si mettesse il fuoco sulla piaga ; ma Ercole con un solo colpo di clav
avano quei luoghi, e parevano indestruttibili. Ercole immaginò di dar fuoco alle macchie dove s’annidavano ; l’espediente riu
ninfa Cirene (474), aveva certi destrieri ardentissimi che vomitavano fuoco dalla bocca ; e correva voce ch’ei li nutrisse di
dono : ma non sì tosto ebbe indossato la fatai veste, che il violento fuoco del veleno gli serpeggiò per tutte le membra, e l
nno d’ Agrigento, aveva fatto gettare un toro di bronzo per ardervi a fuoco lento i condannati alla morte, e pareva godesse d
ne, la coda di drago e il corpo di capra, e dall’ enorme gola mandava fuoco e fiamme. I poeti lo dicono nato dal gigante Tifo
petto capra e drago La coda, e dalla bocca orrende vampe Vomitava di fuoco . E nondimeno Col favor degli Dei l’eroe la spense
penetrò fino in mezzo alla loro flotta, e gli riuscì d’appiccarvi il fuoco . 592. Patroclo (539), figlio di Menezio, volendo
to avrebbe durato ad ardere un tizzone che le Parche avevan messo nel fuoco mentre sua madre lo partoriva ; sicchè Altea, per
e aveva già sposato Atalanta, cominciò a sentirsi divorare da interno fuoco , a languire, a consumarsi come il tizzone, e fina
brati cani Di nove che del sir nudria la mensa. ………………… ……. Destò del fuoco in quella L’invitto spirto struggitor, che il tut
fronte e i lati, E piantâr ne la cima armi e trofei. Parte di loro al fuoco , e parte a l’acque, E parte intorno al freddo cor
Dio. Il Sole che veniva da loro adorato sotto il nome di Mitra, e il fuoco sacro del quale tenevano religiosa custodia, non
. Ha in una mano un circolo, emblema dell’immortalità, in un’altra il fuoco , segno di forza ; e con le due rimanenti scrive s
seguir commissioni, con un cavallo che corre per l’aria attraverso al fuoco . Vengono poscia le Walchirie che nel Valhalla (pa
ito di figura rotonda, perchè Numa, al dire di Newlon, col riporre il fuoco sacro di Vesta nel centro di un tempio rotondo, v
vestigazione cbbe per campo l’Italia, adombra forse una calsstrofo di fuoco particolaro a questo pseso, e nella quale l’isola
imo dei suoi figli con cento teste e cento bocche dalle quali mandava fuoco . Non ò questa la terra cho manda fuoco dallo sue
nto bocche dalle quali mandava fuoco. Non ò questa la terra cho manda fuoco dallo sue viscero, essendo il Tartaro per gli ant
segua : Nelle sue ammirabili teste sotto le ciglia gli sfavillava il fuoco dagli occhi, e in lutte le sue teste insieme arde
n esso viene simboleggiata la divina provvidenza ; il secondo rubò il fuoco al ciclo, ovvero liberò l’uomo dalle tenebre dell
ell’esercizio di esse. Finalmente sì fatti mali furono il gastigo del fuoco da Prometeo rubato (70,71). Il fuoco è lo atrumen
fatti mali furono il gastigo del fuoco da Prometeo rubato (70,71). Il fuoco è lo atrumento delle arti. Sotto l’invenzione del
o (70,71). Il fuoco è lo atrumento delle arti. Sotto l’invenzione del fuoco vengono designate le arti scoperle che produssero
Però havvi sì spesso al mondo chi soffre mulamento di slalo. 73. Il fuoco di Vesla. 74. I Romani avevano Io Dio della buon
5 (1897) Mitologia classica illustrata
strumento composto di due pezzi di legno congegnati in modo da produr fuoco per mezzo della confricazione, strumento detto pr
detto pramantha in indiano, diventa il benefico Prometeo che fura il fuoco al cielo per donarlo ai mortali. Ecco veri raccon
Tifeo o Tifone (Typhæus, Typhon), con cento teste di drago vomitanti fuoco , dotato di grandezza e di forza meravigliosa, lo
re dell’ Etna in Sicilia, donde ancora manifesta l’ ira sua vomitando fuoco e fiamme. Alcuni poeti parlano anche di una Gigan
1. L’ altro figlio di Zeus e di Era è Efesto (Hephaestos), Dio del fuoco . Si pensi quanta importanza ha nella natura quest
e riconoscente degli uomini ne formasse oggetto di culto. E poichè il fuoco vien dal cielo, per questo Efesto era stato detto
re un ricordo e un’ espressione in linguaggio mitico della caduta del fuoco dal cielo in terra, in forma di fulmine. Anche il
la caduta del fuoco dal cielo in terra, in forma di fulmine. Anche il fuoco sotterraneo, il fuoco vulcanico era messo in rela
l cielo in terra, in forma di fulmine. Anche il fuoco sotterraneo, il fuoco vulcanico era messo in relazione con Efesto; là,
lo scettro di Agamennone, l’ armatura d’ Achille, ecc. 2. Il dio del fuoco , il fabbro divino, autore di tante opere in ferro
i tutti gli artisti ed operai che per l’ opera loro hanno bisogno del fuoco . Per questo era messo in intimo rapporto con Aten
oveva ricordare la gioia provata dai primi uomini al ritrovamento del fuoco . In Occidente, la regione dell’ Etna, la Campania
ove lo si sentiva co’ suoi Ciclopi a batter colpi e attizzar vampe di fuoco . 4. I Romani, com’ è noto, chiamavano questo dio
i (mulcere, render molle, fondere). Questo Dio benefico, principe del fuoco terrestre, utile alla vita e alla civiltà, era ne
nsieme sotto la protezione della Stata Mater, la madre che arresta il fuoco , a cui fu eretta una statua nel foro vicino a que
’ immagine della bella Afrodite a fianco dello zoppo e odioso Dio del fuoco . Ma di questo matrimonio non si citano figli; ben
l focolare domestico, come centro di tutta la vita della famiglia. Il fuoco in antico non solo serviva ai bisogni della vita
no; ivi era un altare, su cui ardeva in di lei onore continuamente il fuoco . Da questo prendevano con sè un po’ di fuoco quel
i onore continuamente il fuoco. Da questo prendevano con sè un po’ di fuoco quelli che andavano a colonizzare altre terre, pe
bile dell’ unità nazionale. Ivi pure si manteneva di continuo un vivo fuoco in onor della Dea. Come puro è il fuoco, così Est
manteneva di continuo un vivo fuoco in onor della Dea. Come puro è il fuoco , così Estia doveva essere concepita casta e illib
ltro che un focolare col suo tetto; ivi ardeva continuamente il sacro fuoco , simbolo della vita dello Stato. A tener vivo que
e il sacro fuoco, simbolo della vita dello Stato. A tener vivo questo fuoco attendevano le vergini Vestali, prima quattro di
cchè egli tutto tentavà, assumeva mille forme, di leone, di drago, di fuoco ardente, di pianta gigantesca, di acqua scorrevol
a, e nottetempo, celandosi allo sguardo dei genitori, lo mette va nel fuoco per purificarlo. Una volta Metanira insospettita
stette in agguato e colse la nutrice in atto di gettar suo figlio nel fuoco . Die’ in acuto grido temendo per Demofoonte. La D
e’ in acuto grido temendo per Demofoonte. La Dea allora lo toglie dal fuoco , ma con dolci rimproveri lascia capire alla madre
dal fuoco, ma con dolci rimproveri lascia capire alla madre che quel fuoco doveva purificare il fanciullo da ogni elemento t
ro parecchi fiumi, il Cocito (pianto), il Piriflegetonte (torrente di fuoco ), l’ Acheronte (corrente di dolore) e lo Stige (f
vuti gli ospiti. Sul focolare sole va tenersi acceso continuamente il fuoco in onor dei Penati e di Vesta, e vicino al focola
dopo, chi non ha che il senno di poi). Ora Prometeo rubò dal cielo il fuoco e ne le dono agli uomini insegnandone loro l’ uso
sconosciuti, è il mito di Pandora. Zeus, adirato per il rapimento del fuoco , non lo volle riprendere e privarne gli uomini, m
terra. 4. Le leggende di Prometeo plasmatore d’ uomini e rapitore del fuoco celeste, di Pandora, delle età umane, del diluvio
sta della figura. Più vivace era la leggenda di Prometeo rapitore del fuoco , la quale oltre ad aver suggerito bei versi ad Es
a trilogia che rappresentava i tre momenti del mito, il rapimento del fuoco , la punizione di Prometeo, e la sua liberazione.
o la figura di Prometeo con una cannuccia in mano, pronto a rapire il fuoco . Da una parte si vede una coppia di uomini, masch
orrispondenza il mito di Prometeo creatore e quello del rapimento del fuoco . Il mito delle umane età leggesi in molti autori,
capra e di drago, e che possedendo grande velocità e forza e spirando fuoco dalle nari, infestava il paese intorno intorno. B
li. Templi vi erano anche altrove, a Mantinea ad. es., dove un eterno fuoco si manteneva in onor dei Dioscuri. Ad Atene erano
rno l’ isola, e se qualche straniero tentava avvicinarsi, saltava nel fuoco fino a diventar rovente, poi abbracciava i mal ca
all’ aiuto di Iolao figlio di Ificle, suo fido compagno, fece dare il fuoco ad un bosco vicino, e si fece portare dei tronchi
o per finir i suoi strazi tra le fiamme. Ma niuno de’ suoi voleva dar fuoco al rogo; infine Peante padre di Filottete o Filot
nto quanto stava per durare certo tizzone che in quel momento era sul fuoco . Appena scomparse le Moire, Altea subito levò il
ul fuoco. Appena scomparse le Moire, Altea subito levò il tizzone dal fuoco e lo nascose. Così visse e crebbe Meleagro. Ma qu
a Altea soffocando in sè il sentimento materno, ripose il tizzone nel fuoco , e così il nobile e coraggioso eroe, nel flore de
bile e coraggioso eroe, nel flore della gioventù, come divorato da un fuoco interiore, se ne morì. Altea, troppo tardi pentit
ltea prima di risolversi a vendicar la morte dei fratelli levando dal fuoco il tizzone di Meleagro, e il dolore dei Calidones
re il vello d’ oro a Giasone purchè aggiogasse due tori che sbuffavan fuoco dalle narici e avevan l’ unghie di bronzo, e con
i Ecate, die’ a Giasone un farmaco magico atto a difenderlo contro il fuoco dei tori e a dargli più che umana forza. Così Gia
ssalitori; Capaneo che vantava nel suo orgoglio di resistere anche al fuoco di Zeus, venne fulminato dall’ alto delle scalate
bbia abbandonato lo sposo perchè egli la disturbò nel momento che nel fuoco voleva rendere immortale il figlio, così come era
tore cacciati i Greci fin nelle navi, già era in procinto di darvi il fuoco , allorchè Achille si lasciò indurre dalle preghie
di legno. La notte seguente la flotta greca avvisata per mezzo di un fuoco acceso da Sinone, o, secondo altre leggende, da E
ma poi appresi che sotto la curva cupola non vi son punto statue. Un fuoco sempre vivo celasi in quel tempio, e Vesta non è
o, e Vesta non è suscettiva di essere effigiata come non è neanche il fuoco . » 15. Quei che tiene un bastone colla destra e
6 (1824) Breve corso di mitologia elementare corredato di note per uso de’ collegi della capitale, e del regno pp. 3-248
cotesto scioglimento. Pria che il Ciel fosse, il mar, la terra, e ’l fuoco  : Era il foco, la terra, il Cielo, e ’l mare : Ma
 ; a Giove fu riserbato il fulmine composto di grandine, di acqua, di fuoco , di vento, con frammischiarvi la luce, lo scoppio
ente figlia di Saturno, e Cibele era Vesta Dea della verginità, e del fuoco , per cui portava una fiaccola nelle mani. Il prin
elle mani. Il principale suo culto consisteva a tenere sempre vivo il fuoco , che ai raggi solari ogni anno si raccendeva nell
a chi non osservava un tale divieto, come pure a chi non manteneva il fuoco acceso sopra il suo altare. La pena era di essere
elo talora, talora verso la terra, portano dappertutto la forza di un fuoco distruttore. I monti s’incendiano, le pianure si
anza di Venere fece quella di Enea. Vulcano finalmente era il Dio del fuoco , e la sua figura è poco vantaggiosamente espressa
l proprio peso ricadeva immantinente. Flegia, che aveva appiccato il fuoco al tempio di Apollo, stava inchiodato a’ piedi di
to che Prometeo formò il primo uomo, e l’animò con una particella del fuoco celeste. Prometeo. Prometeo figliuolo di Giape
emplice limo della terra cui diede l’anima con una particella di quel fuoco celeste, che dal carro del sole aveva rapita. Ing
le corna, e i piedi di bronzo, dalle cui fauci correvano torrenti di fuoco , indi assoggettarli al giogo, e lavorare un campo
turata figlia di Creonte appena ne fu vestita, che fu consumata da un fuoco sul momento. Non contenta la maga di tale strepit
ul monte Eta. Appena Ercole ne fu rivestito che sentì divorarsi da un fuoco interno, indi preso da furore precipitò dall’alto
inalmente gittossi in un rogo, pregando i suoi amici di appiccarvi il fuoco . Il solo Filottete fra tanti che ricusarono, seco
ritirarsi ai loro vascelli. I Trojani erano al punto di attaccarvi il fuoco , ed Ettore si era già accostato ad uno de’ più be
opra del quale fece collocare il corpo del suo amico, e vi appiccò il fuoco . Indi recise la sua bella chioma, che divenne pre
uattro de’ suoi più belli cavalli con alcuni cani fossero gittati nel fuoco , chiudendo la cerimonia con immolare dodici prigi
i più valorosi, ed appartenenti alle famiglie più distinte. Poichè il fuoco consumò tutto, furono raccolte le ceneri, e rinch
alcuni pretendono che si butti nel mare : altri che ci si attacchi il fuoco  : taluni la vogliono introdurre nella città. Laoc
elice città è piena di soldati, che portano da per tutto il ferro, il fuoco , e la desolazione. Durante un tale disordine una
ide inviata da Giunone sotto l’aspetto di una vecchia, appiccarono il fuoco alle navi. La flotta sarebbe divenuta preda delle
arono una denominazione corrispondente all’indole del suolo, che dava fuoco dapertutto, perchè sottoposti immediatamente al V
terra, o per meglio dire dell’Universo, nel cui centro collocavano il fuoco i Pittagorici, che chiamavano Vesta. Osservavasi
ibuti del mondo fisico. Vulcano, a modo di esempio, vien preso per il fuoco , Giunone per l’aria, Nettuno per l’acqua, e cet.
per lo spazio di cinquecento anni ivi ammassati. Erostrato ci attaecò fuoco per voglia di cosi poter tramandare il suo nome a
osservazioni, stava sempre nel monte Caucaso. Egli fu l’inventore del fuoco , o perchè lo trovò nelle selci, o perchè radunò i
damenti di Loth piacquero tanto a Dio, che fu esente dalla pioggia di fuoco che cadde in Sodoma. L’aspetto di questa Città pa
7 (1855) Compendio della mitologia pe’ giovanetti. Parte I pp. -389
rrono tutt’i fiumi ; e Vesta (Εστια) da una parola greca che vuol dir fuoco , come appresso diremo. Giano fu detto janus quasi
tutelare di Roma e specialmente della Terra, e per essa intendono il fuoco . Il culto di Vesta o del fuoco eterno fu per Enèa
e della Terra, e per essa intendono il fuoco. Il culto di Vesta o del fuoco eterno fu per Enèa dalla Frigia recato in Italia 
Frigii l’appresero dagli antichi Caldei e Persiani, presso i quali il fuoco era in grandissima venerazione. Enèa lo stabilì n
e Ascanio il recò ad Alba Longa, da cui poscia passò a Roma. Il sacro fuoco di Vesta si teneva nel famoso tempio edificato da
iverso ch’è rotondo, e nel cui bel mezzo stassi, come in sua sede, il fuoco , secondo i Pittagorici. Altri vogliono che quella
ine di Vesta non di rado si trova negli antichi monumenti. E oltre il fuoco perpetuo, vi era pure il Palladio, famoso pegno d
ano in quel tempio allogati. Le Sacerdotesse che avean cura di questo fuoco , si chiamavano le Vergini Vestali. Ne furono scel
ci anni. Fu loro uffizio principale, vegliare alla custodia del sacro fuoco della Dea, che esser dovea continuamente acceso,
astri nel cielo, così, per cura delle Vestali, sempre arder dovea il fuoco di Vesta a tutela della Republica. Era esso fuoco
mpre arder dovea il fuoco di Vesta a tutela della Republica. Era esso fuoco di legna che ardevano su di un focolare ; e se pe
attiture punivasi dal Pontefice Massimo. Rinnovellavasi poi l’estinto fuoco co’raggi solari raccolti mercè di una lente. I
nità ch’è senza principio e senza fine, come il cerchio. Vesta era il fuoco  ; e perciò si dipinge collo scettro nella sinistr
scettro nella sinistra, e nella destra, una lampana ch’è simbolo del fuoco . Cibèle poi era la terra ; percui, a dinotarne l’
utte le cose, in guisa che ove era terra, ivi pure ed aria ed acqua e fuoco ritrovavansi stranamente confusi. Or una mente di
i senso, col favor di Minerva salito al cielo, accese una flaccola al fuoco del sole, e con questo fuoco celeste animò quella
salito al cielo, accese una flaccola al fuoco del sole, e con questo fuoco celeste animò quella sua mirabile statua. Oltre a
animò quella sua mirabile statua. Oltre a ciò agli uomini donò un tal fuoco , e loro mostrò la maniera di farne uso. Il che ma
za ; e di Minerva, o sia di una sapienza tutta divina ; e l’anima, un fuoco tratto dal cielo, per indicare la sua origine da
, si finse che avesse formato l’uomo di creta e lo avesse animato con fuoco tolto dal cielo. Quanta somiglianza poi abbia que
amente istruito nolla storia sacra. Dissero, ch’egli avesse rapito il fuoco dal cielo e mostratone l’uso agli uomini, perchè
mostratone l’uso agli uomini, perchè ritrovò il modo di conservare il fuoco tratto dalla selce nella midolla della ferula o c
mo raccolse i solari raggi, ed insegnò agli uemini di far uso di quel fuoco che parea calato dal cielo. VI. Continuazione.
ς, rotundus), così detta dalla rotondità della sua forma, e che getta fuoco con grande splendore ; e quivi, dice Strabone, er
lcuni dicono che gli abitatori delle isole Vulcanie, le quali gettano fuoco , dal fumo di essi prevedevano quali venti per tre
e punte, e simili altre maravigliose cose. Fu più volte consumato dal fuoco , e più volte rifatto ; e l’ultima, da Domiziano,
a. Ma quelli saliti sulla rocca dimenticarono di portar seco il sacro fuoco , e però furono dagli Ateniesi prevenuti ; percui
re ornate del loro peplo ; e chiama quello di Venere, più fulgido del fuoco . Allorchè facevasi a Minerva l’offerta del peplo,
ine l’audace giovane, che precipitò nel Po, ovvero Eridano, come quel fuoco scintillante che a ciel sereno vedesi di notte tr
tutto si scuoteva il sacro lauro(1). Da ciò il costume di gettare nel fuoco le frondi di quella pianta ; le quali se facevano
ezza e morì o pel timore di una folgore che le scoppiò innanzi, o pel fuoco , onde divampò la casa. Bacco fatto adulto scese a
ì Bacco prendesi pel vino stesso, come Cerere pel pane, e Vulcano pel fuoco  ; ed in un antico poeta si rappresenta Bacco stes
alle determinazioni del fato interamente commette. Arde intanto gran fuoco di guerra fra Turno ed Enea per la promessa mano
elle Grazie, per indicare la grazia e la bellezza delle opere che col fuoco faceva quel fabbro divino. Da Esiodo si appellano
’altare di lei, ma solo se le porgevano preghiere e vi ardeva un puro fuoco . Il simulacro della Dea non avea forma umana, ma
lagello ed una verga tinta di sangue, le chiome sparse e gli occhi di fuoco . Virgilio(1) con Marte accompagna le Furie, la Di
della sua Proserpina(2). Nelle mani avea due gran faci accese al gran fuoco dell’Etna per la notte ; ed in tutto quel tempo,
con latte divino nutricarlo di giorno, mentre di notte il passava pel fuoco , per renderlo immortale ; il che dalla madre osse
ini, o Volcanus, secondo Varrone(4), dalla violenza e dal fulgore del fuoco , quasi Fulganus. Secondo altri(5), fu così detto
ganus. Secondo altri(5), fu così detto quasi volans candor, perchè il fuoco sembra volare per l’aria, nascendo dalle nuvole.
. Lo stesso Omero(4) pone nell’Olimpo la casa e la fucina del Dio del fuoco  ; ma Virgilio(5) la pone in un’isola vicina a Lip
a’tremuoti ed abbondano di fuochi sotterranei. Ed il rumore che fa il fuoco nel tentare di uscire di sotterra, si disse ch’er
artello, l’incudine e le tanaglie. Quel popolo(2) chiamava Vulcano il fuoco , e lo venerava qual nume ; e Sesostri gli edificò
Dal Vulcano adunque degli Egiziani foggiarono i Greci il loro Dio del fuoco , ch’era pure il protettore di quelli che lavorano
a, re di Colco, due grandi tori che aveano piedi di bronzo e gettavan fuoco dalla bocca ; a Minerva, alcuni crotali o campane
bellissime opere di arte. Ma di tutte le opere attribuite al Dio del fuoco la più famosa è lo scudo di Achille descritto con
are il ferro, il rame, l’oro, l’argento e tutto ciò che abbisogna del fuoco per maneggiarsi, e l’insegnò agli uomini. E quei
professavan quest’arte, offerivano voti e sacrificii a Vulcano, ed il fuoco stesso chiamaron Vulcano. Non solo fu egli Dio de
lcano, ed il fuoco stesso chiamaron Vulcano. Non solo fu egli Dio del fuoco e de’ fabbri, ma esercitò eziandio l’ufficio di c
di cittade i Teucri ec. Monti Ecco come Omero descrive la forza del fuoco , simboleggiato sotto il nome di Vulcano, a cui ni
ano, a cui niuna cosa o nume vale a resistere. Degno fig. del Dio del fuoco fu Caco, la cui favola appartiene agli antichi po
e che da Virgilio(4) chiamasi mezzo uomo e mezzo bestia. Egli gettava fuoco da tre bocche(5), ed abitava un antro, donde usci
to di Vulcano assai frequente in Omero. Ignipotens, cioè arbitro del fuoco ,si chiama da Virgilio, perchè ritrovatore di esso
o (a παν, omne, et δαμαω, domo), domatore di tutte le cose, perchè il fuoco tutto doma. VII.Alcune altre cose di Vulcano.
di Giove, attaccò Prometeo al monte Caucaso in pena di aver rubato il fuoco dal cielo. Si vuole che per ciò si servì di caten
ore del figliuolo e quello degli estinti, questo prevalendo, pose nel fuoco il fatale tizzone delle Parche, consacrando alle
e finì consumandosi a poco a poco, come quel tizzone si consumava nel fuoco . Pel dolore di sì acerbo fato due sorelle di Mele
stavi sopra la pelle del leone Nemeo e la sua clava, vi fece attaccar fuoco da Filottete, fig. di Peante, al quale donato ave
condo l’oracolo, non potea Troia espugnarsi, e vi morì sopra. Così il fuoco consumò quanto vi era di mortale nel figliuolo di
e la figliuola Glauce o Creusa, Medea, vedendosi abbandonata, mandò a fuoco il palagio del re, uccise tutt’i figliuoli di lui
petto di leone, il ventre di capra, e la coda di dragone, e vomitava fuoco dalla bocca. Bellerofonte, col favore di Minerva
sano che la Chimera fosse un monte della Licia che nella cima gettava fuoco , e che nella parte superiore era abitato da leoni
costa dietro l’isoletta di Tenedo, col suo aiuto mettono a sacco ed a fuoco l’infelice città, la quale, se crediamo a Virgili
i Iddii, loro sacrifica tre neri agnelli che son poscia consumati dal fuoco . Anche i tori e le capre si bruciavano sopra i su
fronte di una vittima che dovea sacrificarsi agli Dei e gettarli nel fuoco  ; perciò si finge che Proserpina toglieva una cio
8 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IX. Vesta Dea del fuoco e le Vestali » pp. 44-47
IX Vesta Dea del fuoco e le Vestali Ad una delle figlie di Saturno e d
are anche a questa un qualche ufficio fu inventato che presiedesse al fuoco , il quarto degli elementi del Caos ; e siccome il
resiedesse al fuoco, il quarto degli elementi del Caos ; e siccome il fuoco nulla produce, fu detto che Vesta minore non pres
vedevasi alcuna statua o immagine della Dea ; ma soltanto un’ara col fuoco perpetuamente acceso, come simbolo della creduta
. I due punti principali erano : primo, la conservazione perpetua del fuoco sacro, che simboleggiava, come abbiam detto, la p
r la violazione di quelli. La Vestale che avesse lasciato spengere il fuoco sacro, era battuta pubblicamente colle verghe dal
9 (1831) Mitologia ad uso della gioventù pp. -
e inventarono le favole della Mitologia, ma geni che infiammati da un fuoco divino, riscaldati dalle bellezze della virtù, re
orcendosi con modi spaventevoli. Sotto il nome di Vesta presiedeva al fuoco  ; e come tale gli antichi la chiamavano Vesta Min
zò un altare sul quale delle vergini chiamate Vestali conservavano un fuoco perpetuo, vegliando a vicenda intorno di esso. Le
ervigio del tempio potevano maritarsi. Se per negligenza di alcuna il fuoco sacro si estingueva, il che avevasi per funestiss
strutta nel campo, che dicevasi scellerato. Si crede da alcuni che il fuoco sacro così detto fosse il lume delle lampade acce
con una fiaccola in mano e con una patera, per ispargere profumi sul fuoco sacro che si manteneva contínuamente ne’ suoi tem
da Giove a parecchie Divinità, Apollo fu incaricato di aver cura del fuoco , Febo della terra, Venere dell’aria e Mercurio de
no le prime che portarono un tal nome. Vulcano Vulcano dio del fuoco era figlio di Giove e di Giunone. Nacque egli cos
della fronte era il simbolo del cratere. Vulcano fu chiamato. Dio del fuoco e de’fabbri per le cose maravigliose da esso fatt
ntarlo a Prometeo contro del quale era adirato perchè aveva rapito il fuoco al sole per animarne i primi uomini. Prometeo ess
ia stato trasportato in Italia dai Lacedemoni. Essendosi appiccato il fuoco un giorno al bosco ove aveva un tempio, volendo g
piecolo rogo, al quale uno dei fittaiuoli e dei signori appiccava il fuoco , poscia spargeasi su le brace del vino ed una par
conoscere ch’egli domina su tutta la natura si dipinge nell’aria, nel fuoco , su la terra e sul mare. Esso conduce carri, suon
etra, e Cupido affila su di essa certi dardi che mandano scintille di fuoco . Cupido fu molto amato da Psiche la quale fece t
sul loro cammino. Le sta vicina la Discordia che colle sue faci mette fuoco ai tempii ed ai palazzi ; ed in certa distanza si
ono in tenera età, meno Achille. Durante la notte, li poneva sotto il fuoco affinchè si consumasse tutto quello che avevano d
per punirlo di siffatto errore, mandò un toro furibondo che lanciava fuoco dalle nari, e che devastava gli stati di Minosse.
pre, perchè è il tempo della caccia ; all’Inverno, un vaso ripieno di fuoco ed una salamandra. Gli antichi hanno caratterizza
e l’ebbe egli posta in dosso, che sentissi subito ardere da un crudel fuoco , ed il veleno di cui essa era infettata gli penet
si pose la mazza sotto il capo e ordinò a Filottete di appiccarvi il fuoco e di aver cura delle sue ceneri. Appena fu acceso
erva, ed avendo osservato che tutti i corpi celesti erano animati dal fuoco , vi accese una fiaccola e portatala in terra died
ivorava tutti quelli che venivano per togliorlo e a due tori spiranti fuoco dalla bocca e dalle nari. Marte si compiacque tan
gone ed il corpo di capra, la sua gola spalancata vomitava turbini di fuoco e di fiamme. Bellerofonte sostenuto dalla protezi
qui venne il suo finto combattimento con questo mostro. Dicesi che il fuoco di questo vulcano ardeva perfino nell’acqua e non
Al suo nascere sua madre s’avvide che le Parche misero un tizzone sul fuoco dicendo, che tanto sarebbe durata la vita di lui
la madre, appena le Parche furonsi ritirate, ritrasse il tizzone dal fuoco e gelosamento il nasçose. Cresciuto che fu Melea
ella sua morte ; perocchè Altea di ciò irritata rimisi il tizzone nel fuoco , e a misura che questo andò consumandosi, egli pu
il cavallo, i quali assalendo i Troiani sepolti nel sonno, a ferro e fuoco misero la città tutta. Ulisse e Menelao uccisero
ro. Il re la scacciò con disprezzo ; per il che essa ne gettò tre nel fuoco in sua presenza e chiese lo stesso prezzo per que
elfo la Pizia sacerdotessa di Apollo ; in Roma le Vestali custodi del fuoco sacro di Vesta, e in molte parti della Grecia e d
a acqua comune nella quale estinguevasi un tizzone ardente tratto dal fuoco de’ sacrifici. Quest’acqua era contenuta in un va
10 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIII. Difetti e vizii del Dio Giove » pp. 69-72
elo, o come altri dicono, dal carro del Sole, una divina scintilla di fuoco , e con essa animò le sue statue, e le fece diveni
ita (il quale ingegno perciò può dirsi poeticamente una scintilla del fuoco celeste) ; e inoltre la punizione di esso signifi
nosissimo è pure il mezzo che fanno adoprare a Prometeo per rapire il fuoco celeste, inventando che egli accese lassù una ver
e credevasi venir dal Cielo e dalla mano stessa di Giove) comunica il fuoco alle materie combustibili che trovansi sulla Terr
unica il fuoco alle materie combustibili che trovansi sulla Terra. Il fuoco poi, come dice Bacone da Verulamio, è la mano del
edie, che facevan seguito l’una all’altra, cioè Prometeo portator del fuoco , Prometeo incatenato e Prometeo liberato. — Di qu
11 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo I pp. 3-423
Roma un tempio(g), e comandò che in quello dovesse sempre ardervi il fuoco , perchè credeva che dalla perpetuità del medesimo
Eravi finalmente appresso i Romani il costume di tenere il mentovato fuoco anche nell’ ingresso delle loro case, detto perci
era di serbarsi vergini, e di attendere alla conservazione del sacro fuoco . Se questo per loro negligenza mancava, esse veni
e fiaccole sull’ Etna, monte della Sicilia, da cui esalavano globi di fuoco  ; e però fu detta Tedifera(d). Il viaggio intrapr
le, il dì lo nutriva del suo latte, e lo nascondeva la notte sotto il fuoco . Ne venne interrotta da Celeo(b), e in vece gl’in
eresse cento magnifici tempj, e altrettanti altari, e gli consecrò un fuoco perpetuo (c). Giove Ammone quanto era venerato ne
scopertone l’inganno, talmente se ne adirò, che tolse agli uomini il fuoco (c). Prometeo allora coll’ajuto di Minerva ascese
e, appressata una face al carro del Sole, ne portò un’ altra volta il fuoco sulla terra (d) (31). Altri dicono, che ne lo abb
vvenne, che Bacco acquistò il soprannome di Pirisporo, ossia nato dal fuoco (c), e quello altresì di Ditirambo, e di Bimatre.
ggieri a comperare certi liquori, mescolati col mele, per versali nel fuoco ad onore del Nume(g). Eleleo (a) o Iacco(b) (5)
elle vittime a proporzione delle sue facoltà. Finalmente si appiccava fuoco al Rogo, e questo ardeva, finchè tutte le prodett
to del di lei tempio (c). Virgilio racconta, che rimasto coneunto dal fuoco un bosco sacro a questa Dea, se ne volle trasport
dopo d’aver fatto le solite preghiere, gettava lo stesso incenso sul fuoco . Se era si per ottenere quel, che si ricercava, l
ul monte Palatino, in cui si accendevano delle torce a un gran vaso a fuoco , il quale ardeva tutta la notte (h). Si sopranno
agl’insulti del vincitore. I Dorj ne furono avvertiti, e appiccarono fuoco a quel tempio. Le due giovani vi rimasero incener
ezze(b). Minerva però sdegnata, perchè coloro si erano dimenticati il fuoco in uno de’suoi sacrifizj, li trascurò, e prese a
ano fatto le scimie(b). Inoltre fu detto Ignipotente, ossia che ba il fuoco in suo petere (c) ; Mulcibero dal latino verbo mu
c) ; Mulcibero dal latino verbo mulceo, ammollire, perchè Vulcano col fuoco , cui presiedeva(1), ammolliva il ferro, e ogni al
e lo erano que’ di Marte. Gli Auguri aveano giudicato, che il Dio del fuoco e quello della guerra non dovessero starsene entr
radici, colle foglie, e colle frutta, le quali venivano consumate dal fuoco (d). Il sale pure offrivasi come sacrifizio gratis
a. Dalla stessa fronte si strappavano alquanti peli, e gettavansi nel fuoco . Sulta testa pure della vittima si riponeva un mi
re al Nume. Quando poi la vittima non si lasciava tutta consumare dal fuoco , allora se ne recideva la testa, e questa colla p
. Questa generalmente parlando consisteva nel versarsi in terra o sul fuoco vino puro, ovvero mescolato con acqua. Ogni sorte
sta, figlia di Saturna(a), e sotto il nome di questa venerava egli il fuoco (b). I Poeti però confondono queste due Dee, nomin
in Numa. (h). Servius in Virg. Aeneid. l. 4. (2). Atene ebbe quel fuoco perpetuo sulle are di Minerva, e Delfo su quello
essere stata quella una spezie di Divinazione, la quale si faceva col fuoco , osservaudone il movimento e lo strepito(b). (b
attuta colla sferza una Vestale, che avea lasciato spegnersi il sacro fuoco in tempo di notte(g). Tralle Vestali parimenti un
osta di renderlo immortale. Soleva quindi la Dea riporlo la notte sul fuoco , ed ungerlo d’ambrosia il giorno. Ma la di lui ma
sta, salita di nuovo sopra il suo carro, lasciò Deifonte in preda del fuoco (h). (7). I Serpenti, detti anche Dragoni, si te
tini(e) : Briareo avea innoltre cinquanta bocche, dalle quali mandava fuoco (f). Alcuni poi sotto il nome di Briareo e di Gige
o Massimo, ed essa si onorava con sacrifizj, e libazioni, gettate nel fuoco (a). Allora tutti potevano avvicinarsi alla stess
ognuno di essi contenga tre raggi di grandine, tre di pioggia, tre di fuoco , e tre di vento. Lostesso Poeta soggiunge, che ne
to. Riposto il morto sul Rogo, il parente più prossimo v’appiccava il fuoco . Vi si gettavano ad ardere le più ricche vesti de
arenti raccoglievano le ceneri e le ossa del morto, non consumate dal fuoco (c) : lo che si diceva Ossilegio. Le bagnavano co
(31). Prometeo, per essersi considerato come il primo ritrovatore del fuoco , ebbe nell’Academia d’Atene un’Ara comune con Vul
consecrate anche a Vulcano e a Minerva, perchè il primo permezzo del fuoco ridusse durissimi metalli a varie forme (c), e l’
onde i due fratelli sortirono, si sieno subito aperte due voragini di fuoco  : altri dicono due fontane o laghi, chiamati Dell
, mirti, e allori, l’uno e l’altro degli sposi toccavano l’acqua e il fuoco ivi preparati, e con quell’acqua soleano anche la
a si offeriva allora un sacrifizio, si aggirava il bambino intorno il fuoco dell’altare, e gettavasi dell’acqua sul di lui co
di que’ sacrifizj, a quali non potevano assistere che i Sacerdoti. Il fuoco , che vi s’impiegava, doveva essere fatto con legn
e la coda di dragone. Mandava dalla bocca e dalle narici torrenti di fuoco (a). Ipponomo, figlio di Glauco, re di Corinto nel
ento d’ Egina, sua figlia, fattosi da Giove, trasformato in fiamma di fuoco (h). Altri riferiscono, che Sisifo, essendo per mo
on attese, che a prenderne vendetta. Scavò una fossa, ed empiutala di fuoco , v’imbandì di sopra lauta mensa. V’invitò Dejoneo
fiume, e la portò, ove vide del fumo ; ma non trovandovi scintilla di fuoco , ne lo accese, riscaldò la raccolta acqua, la di
x. Univ. (53). Strabone dice, che le Famiglie Irpie camminavano sul fuoco non in onore d’Apollo, ma di Feronia(d). (b). I
ssaggio da una in un’altra forma, del tutto diversa. Compariva acqua, fuoco , fiera, albero, uccello, e serpente (i). Se poi a
rdini di denti spaventevoli (a). Si aggiunse, ch’ella avesse occhi di fuoco , e ogni collo di talelunghezza, che poteva trarre
di straordinaria fortezza ; e Atropo, gettato ad ardere un tronco nel fuoco , dichiarò che Meleagro avrebbe cessato di vivere,
on si ricorresse all’ espiazioni. Queste si facevano coll’ acqua, col fuoco , col solfo, co’ profumi, o talora coll’ agitare l
Mythol. l. 2. (c). Calep. Sept. Ling. (1). Come Numi, presidi al fuoco , si veneravano anche Laterano, e Fornace. L’uno p
illa, che volò nel seno di sua madre, mentre questa stava appresso il fuoco . Altri lo dissero figlio del predetto Nume, perch
12 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIV. Il Diluvio di Deucalione » pp. 73-78
tani, quella degli uomini plasmati di creta e animati da Prometeo col fuoco celeste, e l’altra degli uomini che Giove stesso
bestiale più che umana. Mise in discussione soltanto se per mezzo del fuoco o dell’acqua ; e fu deliberato il diluvio. Per no
iche s’intende che debbono esser quelle che hanno subito l’azione del fuoco o del calore sotterraneo, in quanto che Vulcano e
fuoco o del calore sotterraneo, in quanto che Vulcano era il Dio del fuoco e aveva le sue fucine sotto i monti ignivomi, com
isteva soltant o nel Tartaro, luogo di pena, nè le pene eran tutte di fuoco , perciò i geologi chiamaron plutoniche quelle roc
13 (1874) Ristretto analitico del dizionario della favola. Volume I pp. -332
a non servirsi dell’acqua nè per lavare il corpo nè per estinguere il fuoco . I Greci e i Romani accettando coteste superstizi
ii. Allora, Altea per vendicare la morte dei suoi fratelli, gettò nel fuoco il fatale tizzone a cui le Parche avevano legato
Melia, nè potendo costringere Apollo a rendergliela, egli appiccò il fuoco ad un bosco consacrato a quel Dio, il quale, per
uel passaggio nella loro isola e la desolarono ponendola a sacco ed a fuoco . 914. Cambe. — Soprannominato Ofiaso, dal nome di
sparviero, e coperta di geroglifici. I Caldei, antichi adoratori del fuoco , disprezzavano gli Dei di tutte le altre nazioni,
tatue dei due numi furono messe alle prese insieme. Si accese un gran fuoco , in mezzo al quale fu posta la statua di Canope,
il vaso di acqua, la quale uscì con violenza non appena l’azione del fuoco ebbe liquefatta la cera. Vi fu anche una città de
grazia e la bellezza delle opere, che quel Dio faceva col ferro e col fuoco . 964. Carienne. — Feste che si celebravano a Cari
ondannò ad avere il core divorato da un avvoltojo, per aver rubato il fuoco sacro. 1004. Caumaso. — Era il nome di un celebr
duta dappresso alla fucina di Vulcano, fu colpita da una scintilla di fuoco  ; e che dopo nove mesi partorisse un bambino a cu
ole, non credendolo figlio di Vulcano, egli invocò suo padre, dio del fuoco , e il luogo dove si trovavano fu all’istante circ
va la testa di leone, il corpo di capra e la coda di drago e vomitava fuoco e fiamme. Desolò per lungo tempo le contrade dell
di volare radendo la terra, e facesse dell’elemento più contrario al fuoco la sua abitazione. Cigno fu finalmente un figliuo
aveva il poterc di rendere amabile chi la possedeva, e riaccendeva il fuoco di una passione estinta. …. e dal seno il bel tr
vendicarsi mandò in dono a Creusa una piccola scatola da cui uscì un fuoco che s’appiccò alla reggia e fece morire la sventu
appena Creusa se ne fu adornata, producendo lo stesso effetto che il fuoco nella scattola. È opinione di molti pregiati scri
a di Giunone in Argo. Addormentatasi ai piedi dell’ara, lasciò che il fuoco si appiccasse ai sacri ornamenti, e quindi a tutt
e il sole, la luna e gli altri corpi celestri : in seguito l’aria, il fuoco , la terra e l’acqua, elementi tutti personificati
ra. Erano : Cibelle, vanerata come madre degli dei, Vesta, dea del fuoco , gli dei Lari o Penati, Priapo, come dio dei giar
fumi, e ciò fatto il novello imperatore con una fiaccola appiccava il fuoco ai quattro angoli dell’edifizio, mentre si lancia
rificarlo da ogni terrestre caducità, Io faceva passare a traverso il fuoco di ardenti fiamme. Un giorno Meganira, madre di D
cole si fu rivestito del fatale tessuto, si sentì come bruciare da un fuoco divoratore, e nel suo delirio, si gettò sui carbo
uoto. Non è permesso portar via dalla casa del sacerdote di Giove, il fuoco sacro ; è necessario sia disciolto dai legami io
rava l’acqua, veniva detta Idromanzia ; quella in cui si adoperava il fuoco si chiamava Piromanzia ; quella che si faceva con
nte, perciò i pagani ne fecero uno dei soprannomi di Vulcano, dio del fuoco . 1562. Efeso. — Celebre città dell’ Asia minore,
una delle più meravigliose opere dell’ingegno umano, e vi appiccò il fuoco la notte del sesto giorno del mese detto dai Grec
583. Egide. — Mostro spaventevole nato dalla Terra, il quale vomitava fuoco e fiamme, e fumo denso e nerissimo. Per più tempo
na dea nella Puglia in cui gli abitanti credevano generalmente che il fuoco si appiccasse da sè stesso alle legna su cui si p
n tizzone ardente voleva recarsi nel tempio di Diana onde mettervi il fuoco , ma al momento di compiere il suo fatale disegno,
offerto un sacrifizio. Per troppa sollecitudine, gli Eliadi misero il fuoco alle legna preparate pel sacrifizio senza prima a
a stato trasportato in cielo ove quella flamma conosciuta col nome di fuoco sacro si sarebbe chiamata Elio, cioè il Sole. 164
si i Doriesi resi padroni della città di Corinto, essi appiccarono il fuoco al tempio di Minerva, fra le cui fiamme morì arsa
uta dai cronisti della mitologia, come quella in cui Vulcano, dio del fuoco , avesse posto la sua fucina. Per questa ragione l
opera di lei colpito di furore, e in un accesso di delirio gettò nel fuoco i figli che aveva avuto da Megara e due bambini f
ni, caduti combattendo al suo fianco, egli mise la città a sacco ed a fuoco , e condusse con sè prigioniera la giovanetta Iole
ne fu rivestito, il veleno dell’idra di cui era impregnata, accese un fuoco divoratore nel sangue di lui, rendendolo quasi de
rogo, egli dopo esservisi coricato ordinò che vi venisse appiccato il fuoco , obbedendo per tal modo all’oracolo al quale egli
più crudeli sofferenze. Non vi fu alcuno che avesse voluto mettere il fuoco alle legna per molti giorni ; finalmente un pasto
ull’altare senza che alcino ve l’avesse deposta ; e che finalmente il fuoco del Sacrifizio si trovava acceso sull’ara senza b
a, e dopo pochi giorni, essendosene impadronito, la mise a sacco ed a fuoco  ; uccise di sua mano Laomedonte, e dette Esione s
le isole di Menta e Scio, e persuase le sue compagne ad appiccare il fuoco alle navi greche, onde Protesilao fu obbligato a
el vulcano, ogni specie di vittime, le quali se venivano divorate dal fuoco si riteneva come presagio di lieto augurio ; se e
a Achille, si avanzò fin sotto le navi dei greci, appiccò a quello il fuoco e uccise di sua mano Patroclo, il compagno d’arme
vano degli oracoli. Al dire di Giovenale, i fanatici erano invasi dal fuoco di Bellona, forse perchè essi dimoravano da princ
non riuscì che a renderla vieppiù ardente e tanto che non reggendo al fuoco che la divorava, decise di darsi la morte. ……… P
cronaca alla quale si rapporta Ovidio, narra che avendo una volta il fuoco consumato un bosco sacro alla dea Feronia, gli ab
. 1991. Ferula — Secondo la tradizione, allorquando Prometeo rubò il fuoco dal cielo lo nascose in una ferula ed insegnò agl
cielo lo nascose in una ferula ed insegnò agli uomini a conservare il fuoco nel gambo di questa pianta, che per naturale conf
rovina ; L’alma gran Terra ch’é cinta dal mare. Non può vietar che’l fuoco empio non entre Dove son seco ritirati a stare I
egia per vendicare l’ingiuria fattagli da Apollo, avesse appiccato il fuoco al tempio di Delfo ; onde gli dei per punirlo lo
furono distrutti da continui terremoti, dalla peste, e finalmente dal fuoco del cielo che piovve sopra di loro. Un moderno sc
o ci ripete, che ogni fulmine conteneva tre raggi di grandine, tre di fuoco , e tre di pioggia e vento. Nella fabbricazione di
culto della quale era esteso a tutti i popoli della terra. Essendo il fuoco il più nobile degli elementi, e quello che racchi
ava il Fuoco. In Persia si spingeva anche più oltre l’ adorazione del fuoco . In questa contrada, vi erano alcuni dati recinti
in alcune ore del giorno, a fare le sue preghiere innanzi ad un gran fuoco che ardeva continuamente. I patrizi e per sino le
ospicue ed illustri famiglie si recavano del paro all’ adorazione del fuoco , gettavano nella flamma flori odoriferi e prezios
rivilegio della nobiltà. Allorquando un re persiano era moribondo, il fuoco veniva spento in tutte le principali città del re
o signore. Comune ed estesissima era la credenza dei persiani, che il fuoco fosse stato portato dal cielo e posto suil’altare
la Media ; ed era tanta la venerazione che quei popoli avevano per il fuoco , che non osavano neppure di guardarlo fissamente,
pio, che Minerva aveva nella città di Atene, ardesse continuamente il fuoco consacrato alla dea, senza essere alimentato. Lo
on si vedesse alcun sacrifizio, nè alcuna religiosa cerimonia, ove il fuoco non avesse la sua gran parte, venendo per fino on
me. La tradizione favolosa dice che Prometeo fosse quello che rubò il fuoco sacro dal cielo, e lo dette in dono agli uomini.
nome Vulcano, quello che insegnò agli uomini il modo di servirsi del fuoco . Da ciò l’ allegoria del mito simbolico, che fa V
fuoco. Da ciò l’ allegoria del mito simbolico, che fa Vulcano dio del fuoco . 2062. Fuochi di Castore e Polluce. — V. Castore
uoi commentari, non avevano altre divinità che il Sole, la Luna ed il fuoco ossia Apollo, Diana e Vulcano. Tacito però nomina
della dura lotta, E de’premii fè mostra ; al vincitore Un tripode da fuoco , e a cui di dodici Tauri il valore dagli Achei si
tanti figli De’magnanimi Teucri, e sulla pira Scagliandoli, destò del fuoco in quella L’invitto spirto struggitor, che il tut
ice anche a proposito del monte Ida, che essendo una volta caduto del fuoco dal cielo, poco tempo dopo il diluvio di Deucalio
ella montagna, osservarono che il ferro essendosi fuso pel calore del fuoco , scorreva liquefatto. Essi appresero da questo il
o tagliate ; quante vol te però non fosse immediatamente applicato il fuoco sulla ferita. Il veleno di questo mostro era così
ravano il terreno e finalmente di Piromanzia, quando si servivano del fuoco . Oltre a queste principali specie di divinazione,
Quando una Vestale veniva sepolta viva, per aver lasciato spegnere il fuoco sacro della dea, si chiudeva con essa nel sotterr
rti. Anche nelle feste di Vulcano, riguardato dai pagani come dio del fuoco e inventore delle lampadi ; ed in quelle di Prome
padi ; ed in quelle di Prometeo che, secondo la favola avea rapito il fuoco sacro nel cielo, veniva praticata la stessa usanz
rle, di cui ella aveva fregiato il capo, fu preda delle fiamme ; e il fuoco attaccandosi alle vesti di lei, la ravvolse come
avvenimento colmo di terrore gli astanti, ma finalmente, spentosi il fuoco , e trovatasi la principessa incolume, come per mi
a ben presto, per comando di Giove, Licaone fu cangiato in lupo, e un fuoco vendicatore, cadendo dal cielo, ridusse in cenere
deserti, ove quell’animale abitualmente dimora, e alla sua indole di fuoco . La tradizione mitologica dice, che il carro di C
o da qualche delitto. Le lustrazioni si facevano in tre maniere : con fuoco e zolfo, coll’ acqua e coll’ aria. Prima d’imporr
elle vittime che caddero nella generale uccisione degli adoratori del fuoco , ordinata da Argiasp. 50. Dionisio. — Sopranno
14 (1880) Lezioni di mitologia
ona acceso Il fertil suolo che gli stride intorno : D’ inestins^uibil fuoco arde la selva: Arde la terra; già del mare i flut
iscordia è fra i Classici su cosa fosse Giove. Altri l’aria, altri il fuoco , altri l’etere, altri il cielo, altri il sole. Eu
la morte Properzio, ingegno sovrano, che col volo della fantasia, col fuoco delle immagini primeggia fra tutti i poeti. Fulmi
o Quel ch’io sento per te: lievi faville Fur l’altre e vane; un sacro fuoco è questo Ch’alma e sensi m’investe. Il giorno ist
E traggon fuor dalle sublimi stalle I cavalli, che pasce ambrosia, e fuoco Spirano dalle nari, e il fren sonante Mordono ogn
tendo: O Giove Padre, Che fanno in ciel le tue saette? Almeno Col tuo fuoco perisca, e il danno immenso L’autor compensi. For
ianto. Eravi un ramo, che le tre sorelle Arbitro della vita avean sul fuoco Posto allora ch’Altea dal grembo scosse L’ infaus
mo: acuto grido Diede, e l’ardeva involontaria fiamma. Sente da cieco fuoco arder le membra L’ignaro Meleagro, e del suo duol
de labbra il suono estremo Chiamò forse la madre: il dolor cresce Col fuoco , e langue e pere in un: io spirto Volò nell’aure
a del Vaticano lo provano: l’uno e l’altro colore possono indicare il fuoco , giacché Pallade è stata riguardata come l’immagi
care il fuoco, giacché Pallade è stata riguardata come l’immagine del fuoco etereo. Nel rovescio di una medaglia di Marc’Aure
ende, poiché era coperta di un peplo più risplendente di un raggio di fuoco ; collane di vario ornamento cingevano il delicato
no perchè crescano i secoli avvenire. Che primo Vulcano ritrovasse il fuoco non è fuori di questione. Questo utile ritrovato
aste di Sofocle, e ch’ebbe con esso ara comune. Ma delle arti che col fuoco si esercitano, per comune consenso autore è credu
e. La piromanzia, cioè la pretesa maniera d’ indovinare col mezzo del fuoco , ascrivono pure a Vulcano, di cui Virgilio così d
orti Di grandinoso nembo; tre di nube Pregna di pioggia; tre d’acceso fuoco , E tre di vento impetuoso e fiero. I tuoni vi agg
tato nelle pitture con un cappello di colore violetto per indicare il fuoco celeste, del quale era depositario. Questo cappel
esto dio erano le armi, i mobili presi ai nemici, ai quali si metteva fuoco , come fece Tarquinio Prisco dopo la vittoria ripo
atelet, di cui ogni minima fibra esprimesse la forza, il coraggio, il fuoco che a lui conviene, non trovasi certamente fra tu
orte armata, e sopra l’are Fuma sangue di guerra, e sol vi splende Un fuoco alle cittadi arse rapito. Stan le spoglie del mon
llustrava, e con qual legge avea Vinta natura la discordia antica. Il fuoco al ciel salì per sua natura, E la terra piombò ne
e prime libazioni, ottenne di castità perpetua il dono. Reputavasi il fuoco etereo, di che simbolo è Vesta, perpetuo degli an
i ad Orfeo disse che la dea abitava nel mezzo dell’eterea regione del fuoco . E questa opinione segue Ovidio nei Fasti, dicend
le presso i Greci ed i Romani non avea anticamente altro segno che il fuoco con solenne religione custodito. Numa Pompilio fe
er additare con esso tutto l’universo, nel mezzo del quale stava quel fuoco che chiamavano di Vesta. Pure lo stesso nei Probl
Vesta sorella di Giove. Nel tempio accennato mantenevano i Romani il fuoco sacro con tanta superstizione, che veniva riguard
con inquietudini da non dirsi. Non potevano più accenderlo con altro fuoco : bisognava, dice Plutarco, farne di nuovo, espone
ce Plutarco, farne di nuovo, esponendo qualche materia atta a prender fuoco nel centro di un vaso concavo presentato al Sole.
ano gli specchi concavi in uso. Pesto però pretende, che questo nuovo fuoco si facesse collo sfregamento di un legno, a ciò a
ogni anno nel primo giorno di Marzo ancora che non si estinguesse. Il fuoco sacro di Vesta non conservavasi solamente nei tem
spasiano. In altre ella tiene comunemente una lampade per indicare il fuoco eterno. Sopra un monumento di forma circolare eh’
fu di nuovo rubato da Nerone e situato in Roma, ove fu consumato dal fuoco . Il Cupido che vedovasi in Tespi ai tempi di Paus
io, vi sacrificò vittime senza macchia perchè venissero consumate dal fuoco sacro. Ma per conservare nel tempo stesso la reli
terminò senza dubbio gli antichi a consacrare questa isola al dio del fuoco . I suoi sacerdoti avevano la reputazione di guari
da Vulcano eglino istruirono gli uomini a lavorare questo metallo col fuoco . I nomi che loro dà l’autore della Foronide non s
arghezza. Era composto l’altare di ceneri sulle quali si manteneva un fuoco eterno. E perchè l’ardorè del sole e il fuoco dei
e quali si manteneva un fuoco eterno. E perchè l’ardorè del sole e il fuoco dei sacrifizii dovea seccare questo altare e ridu
glia di Asopo, dopo essere stata ingannata dal dio nelle sembianze di fuoco . Ella diede il suo nome a un’Isola dove, suo figl
successe di notte: i nappi ove il vino spumava risplendono più che il fuoco , essendo d’oro: le tavole erano tutte coperte del
trappate il frutto scorrerà il sangue. Nè minore. meraviglia desta il fuoco della pira, il quale essendo acceso onde rendere
non ha pensato dì togliere agli Dei il loro nettare, piuttosto che il fuoco sacro. Giove dopo averlo udito, cerca di assicura
Caos, si avanzava col suo turcasso che rinchiudeva i dodici dardi di fuoco destinati a trapassare il core di Giove nelle sue
di gioia, vuol toccare il fulmine terribile, e ne perisce in mezzo al fuoco . Il suo figlio per mezzo delle cure di Mercurio f
terribile ed impetuoso, e il baleno che così scintilla alla vista, il fuoco che si sprigiona dalla sede degli Dei, tutto ciò
a visitare Semole, la quale è già spirata, e Bacco nasce in mezzo al fuoco , mentre che la madre nelle sembianze di un’ ombra
i tirsi nascono volontariamente dalla terra, e si veggono in mezzo al fuoco . Mirate Pane come si rallegra sulle cime del mont
ù grande dell’ordinario, questa donna che si getta disperatamente nel fuoco , tutto ciò è stato dipinto con questo oggetto. I
in atto di chiamare il suo marito. Intanto dei piccoli amorini danno fuoco al rogo colle loro fiaccole. Ed è ben giusto che
vete dai poeti, dagli antichi monumenti togliere, come Prometeo, quel fuoco che deve dar vita alle vostre tele, ai vostri mar
15 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo II pp. 3-387
mansueti due feroci toti, che avevano i piedi di bronzo ; e mandavano fuoco dalla bocca e dalle narici(6) Conveniva inoltre u
gola, lo tuffò in acqua bollente, ed ivi lo lasciò, finchè venne dal fuoco intieramente consumato (a) (24). Timorosa colei d
osso l’una, e cinse dell’ altra la fronte, videsi tutta circondata di fuoco , che la incenerì(25). V’ accorse Creonte, ed egli
to Apesanto. Erasi per lo innanzi inutilmente adoperato il ferro e il fuoco per farlo morire. Ercole, ammaestrato da Radamant
nos, fece sortire dalle acque un altro furioso toro, il quale mandava fuoco dalle narici, e desolava i dintorni di Maratona.
mostro di smisurata grandezza, e avea tre bocche, dalle quali mandava fuoco . Abitava in una caverna sul monte Aventino, donde
etta, ove le Vestali le offerivano de’ sacrifizj, e vi mantenevano un fuoco perpetuo, come a Vesta (a). Pirecine, re d’Eubea,
s’imbevette del veleno dell’Idra. Sofferì, finchè potè, l’ardore del fuoco venefico, da cui internamente veniva cruciato, ma
Leone Nemeo, vi si adagiò sopra, cemandò a Filottete d’appiccarvi il fuoco , e dallo stesso si fece promettere con giuramento
avvicinarsi a quel sacro luogo i porci, e su quegli altari ardeva un fuoco perpetuo. Finalmente eranvi colà due colonne d’or
r lungo tempo addestrato a combattere co’ tori(d). Lo stesso portò il fuoco perfino ne’ vascelli nemici, e privò di vita Patr
e acque. Questo Eroa ebbe anche il nome di Pitisoo, ossia salvato dal fuoco , perchè Peleo lo avea strappato dalle mani di sua
da venti carri, tirati da robusti buoi. Il Ciclope allo splendore del fuoco , che v’accese, s’avvide di que’forestieri, e due
. Egli ne avea tagliato un pezzo ; e appuntitolo, lo avea indurito al fuoco . Tostochè il sonno s’impadronì del Ciclope, il Gr
er quella ch’è. Il fascetto di paglia accesa significa, che come quel fuoco presto s’accende, e presto anche s’estingue ; cos
ste di colore cangiante, con un mantice nella destra per accendere il fuoco , con una corda nella sinistra, e con un Camaleori
conversa. Il mantice è stromento attissimo ad accendere col vento il fuoco , e ad ammorzare i lumi : lo che si conforma coll’
si conforma coll’ adulatore, il quale o accende negli animi altrui il fuoco delle passioni, o ammorza il lume della verità. L
, da cui escono fiamme e fumo. L’Orso è all’ira inclinatissimo : e il fuoco e il fumo sono indizj dello sdegno e della contur
ente da Eolo(f). Possedeva grande scienza nel ricavare gli augurj dal fuoco . Quantunque avesse preveduto, che vi sarebbe peri
In Apollodoro leggesi, che fu il pastore Peante quegli, ch appiccò il fuoco al rogo, destinato ad abbruciare il corpo di Erco
zo del tripode, su cui sedeva ; ora con un ramo d’allero, gettato nel fuoco  ; ora coll’osservazione degli Astri ; ed ora coll
i corpo, ma spirito ancora, ed ali le somministrava la leggerezza del fuoco . Divenuta realmente un uccello, cominciò a batter
ale pietà dimostrarono i due fratelli Sicihani, Anfinomo e Anapio. Il fuoco dell’Etna così erasi dilatato, che andava riducen
o ogni cosa. Gli Dei a vista di sì straordinaria pietà fecero, che il fuoco li rispettasse, cosicchè eglino non ne sofferiron
e guardie, aprirono le porte, accolsero i compagni, misero la città a fuoco , e ne fecero orribile strage degli abitanti (a).
sulle coste dell’ Eubea, Nauplio fece accendere sul morte Cafareo un fuoco  ; trasse appresso lo stesso le Greche navi, le qu
16 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLIV. La caccia del cinghiale di Calidonia » pp. 326-330
, le Parche comparvero nella stanza ove Altea partorì, e, gettato nel fuoco un ramo d’albero, dissero : « tanto vivrai, o neo
privilegio o grazia speciale potè vederle e udirle, corse a levar dal fuoco quel tizzo che già ardeva dall’ un de’ capi, lo s
Meleagro assente cominciò subito a sentirsi consumar le viscere da un fuoco interno inestinguibile. Se la madre avesse potuto
17 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489
lbero scavato naturalmente per vecchiezza, oppure artificialmente col fuoco o con stromenti di pietra. Anzi gli scrittori fil
rsi all’Idra tutte le teste che egli tagliava. Adoprò allora anche il fuoco per ristagnare il sangue che sgorgando dalle feri
nira e se le indossò ; ma poco dopo sentì ardersi le carni da occulto fuoco  : il veleno dell’Idra cominciava a fare il suo ef
vevasi chiudere il condannato, e poi accendendo sotto il toro un gran fuoco e così arroventando a poco a poco il metallo, gli
Dio, ci narra che egli vide Capaneo nell’Inferno sotto una pioggia di fuoco che cadeva dall’alto « ……….. in dilatate falde,
verrebbero monotone narrandole in prosa, ora tanto più che le armi da fuoco hanno resa inutile la straordinaria forza del bra
cerchio della bufera con Francesca da Rimini, e Ulisse tra i rei del fuoco furo col Conte Guido da Montefeltro, il più grand
 » (Hor., Od. i, 12ª.) 99. Questo fenomeno elettrico è chiamato il fuoco di S. Elmo anche in fisica e meteorologia ; e si
terra. In questo stesso anno 1875, il dì 27 febbraio fu osservato un fuoco di S. Elmo a Monte Cassino. Il parafulmine situat
avano con ogni sforzo di svincolarsi per fuggire. Questo fenomeno del fuoco di S. Elmo è stato osservato in Monte Cassino ora
icilia, la quale, alludendo all’Etna, egli chiama « ………. l’isola del fuoco , « Dove Anchise fini la lunga etate. » 151. Il
18 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Appendice. » pp. -386
a un’adorazione dell’Essere eterno rappresentato sotto il simbolo del fuoco . I Magi, che ne erano i sacerdoti, all’epoca dell
male col male ? Ma non fia mai che una setta, che ha del divino, con fuoco umano vendichi i suoi torti, e che si dolga di so
ica usanza fa d’uopo d’arrolare una legione di cuochi. Le guardie del fuoco stan vigilanti al gran fumo delle serapiche cene.
an fuochi che si facevano in cucina, slavano vigilanti le guardie del fuoco delte Sparteoli. 153. Iotende degli spettacoli
19 (1841) Mitologia iconologica pp. -243
al solo udire gl’ orribili suoi fischi, al sol mirare il sulfureo suo fuoco impauriti gli Dei sotto figura di diversi animali
l soggiorno, e sollecito insegnarli i moltiplici usi del ferro, e del fuoco , a quali cose era egli naturalmente inclinato ; o
rgento, e tutte in somma le materie capaci di fondersi, e lalorarsi a fuoco (1). Sua qualità. Acquistatosi pertanto Vulcano m
mezzo all’abitato star non dovesse il tempio dedicato al gran Dio del fuoco . L’altro, che credesi edificato da Tazio, stava d
esse voluto profittarne, così diffuse le scintille dell’innocente suo fuoco nel petto de’ mortali, che sentendone questi le d
ll’impareggiabile suo merito : anzi perchè era riguardata per Dea del fuoco , e pel fuoco istesso sovente pur presa, ben tosto
bile suo merito : anzi perchè era riguardata per Dea del fuoco, e pel fuoco istesso sovente pur presa, ben tosto divenne pres
nti Palatino, e Capitolino per serbarsi quivi perpetuamente acceso il fuoco , e generoso privandosi dell’antica reggia, volle,
e, che dicevansi esser di Vesta non rappresentavano la nostra Dea del fuoco , ma sibbene la Vesta antica, ossia la Dea Tellure
a dal gran Sacerdote, se per sua negligenza estinto si fosse il Sacro fuoco , da riaccendersi quindi o con raggi solari, o col
incimento nei fori ? Ecco ad un tratto senz’acume l’intelletto, senza fuoco la fantasia, ed il cuore senza quei dolci, e dive
ben chiara L’oracolo intende La cosa più cara Salute gli rende Al fuoco si da. Nè prezza l’orror. Esclama : Romani Poi
20 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIX. Plutone re dell’ Inferno e i suoi Ministri » pp. 203-215
Dite come sinonimo di Plutone, denominando città di Dite la città del fuoco (di cui abbiam detto nel Cap. precedente) : e poi
dei nomi di Plutone, di quello cioè di Dite, per darlo alla città del fuoco ed allo stesso Lucifero. Altri Dei e mostri mitol
lutone Dio infernale che aveva maggiore affinità con Vulcano, Dio del fuoco . Gli astronomi diedero il nome di Proserpina al 2
21 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — V. Urano e Vesta Prisca avi di Giove  » pp. 25-27
ivo di Prisca, per distinguerla da un’altra Vesta sua nipote, Dea del fuoco del culto delle Vestali in Roma. Ebbe anche i nom
e gli astronomi abbiano inteso di rappresentar Vesta giovane, Dea del fuoco , anzi che Vesta Prisca moglie di Urano. 17. «
22 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVIII. Gli Dei Penati e gli Dei Lari » pp. 290-294
arole ignis e focus. Ignis è la materia combustibile in ignizione, il fuoco  : focus è il luogo dove il fuoco si accende, il f
ateria combustibile in ignizione, il fuoco : focus è il luogo dove il fuoco si accende, il focolare. Questa differenza si tro
23 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVI. La dea Latona » pp. 86-91
ementi di cui esso era composto si divisero ; e divisi che furono, il fuoco , come più leggiero degli altri tre, salì più in a
ure si può spiegare con un fatto geologico, che cioè per la forza del fuoco centrale del nostro globo si sollevano le montagn
24 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XV. Giunone regina degli Dei e Iride sua messaggiera » pp. 79-85
gli di essa e di Giove furono Ebe dea della gioventù, Vulcano dio del fuoco e della metallurgia e Marte dio della guerra. Eb
E l’un dall’altro come Iri da Iri « Parea reflesso, e il terzo parea fuoco « Che quinci e quindi egualmente si spiri. » (P
25 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVIII. Apoteosi degl’Imperatori Romani » pp. 497-499
argevansi incensi ed aromi preziosi in gran quantità. Vi appiccava il fuoco l’erede del trono tenendo altrove volta la faccia
26 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — II. Il Caos e i quattro elementi » pp. 11-14
do gli antichi, non erano più di quattro, cioè : terra, aria, acqua e fuoco 3 ; mentre i fisici e i chimici moderni colle lor
27 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLII. Bellerofonte » pp. 317-320
so barbaro ed empio si estese anche ad altre prove, come a quella del fuoco , la cui sola proposta fanaticamente fattane dagli
28 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — X. Cerere dea delle biade e Proserpina sua figlia » pp. 48-54
petto, ai crini « E agli occhi danno, alfin svelse due pini ; « E nel fuoco li accese di Vulcano « E diè lor non poter esser
29 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cenni Preliminari » pp. 9-
a un sacrifizio nel quale la vittima veniva interamente consumata dal fuoco , senza che ne restasse alcuna parte per il banche
30 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIII. Venère, Cupido e le Grazie » pp. 144-151
a, credo, che dell’orïente « Prima raggiò sul monte Citerèa, « Che di fuoco d’amor par sempre ardente, « Giovane e bella in s
31 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVIII. Le regioni infernali » pp. 195-202
nte, tralasciando ogni altra singolarità, la città di Dite, ossia del fuoco con mura ferruginose, e dentro, invece di case, c
32 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XII. La Titanomachia e la Gigantomachia » pp. 60-68
, « Si scuote il monte e la Trinacria tutta ; « E dal ferito petto il fuoco uscendo « Per le caverne mormorando esala, « E tu
33 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Indice alfabettico. » pp. -424
ttoria, divinità allegorica, 348. Vitzliputzli, 744. Vulcano, Dio del fuoco , 270 ; — sposa Venere, 271 ; — ha per compagni i
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