/ 67
1 (1836) Mitologia o Esposizione delle favole
elle scienze, e dell’ amena letteratura. La sua opera rimasta inedita fu dopo la sua morte pubblicata a Vigevano nell’ ann
, Mars, Mercurius, Iovis; Neptunus, Vulcanus, Apollo. Il loro numero fu indi portato a venti, che detti vennero Dii selec
rione con Tea generò il Sole, la Luna e l’ Aurora. Creo con Euribia fu padre di Pallante di Terse, e di Astreo, che un i
Ceo con Febe produsse Latona ed Asteria, la quale congiunta con Perse fu di madre di Ecate. Giapeto da Climete, figlia d
costamente in un profondo antro del monte Argeo: ed a Saturno in vece fu presentato un sasso avvolto in fasce, cui avidame
, mosse guerra a Saturno, e avendolo vinto, l’ imprigionò; che questi fu poi liberato, e rimesso nel regno da Giove, il qu
a Giove privato nuovamente del regno, armossi contro di lui, ma vinto fu discacciato dai cielo; che allora ei venne a nasc
quella parte d’ Italia, che era abitata dagli Aborigeni, e che poscia fu detta Lazio da latere, perch’ ei vi stette nascos
ta Lazio da latere, perch’ ei vi stette nascosto; che cortesemente vi fu accolto da Giano, che ivi regnava, e messo a part
egli Aborigeni, chiamati poscia Latini perla ragione detta poc’ anzi, fu da essi tenuto sempre in grandissima venerazione.
a, il terzo nato in Creta, e figlio di Saturno. Ma come quest’ ultimo fu il più rinomato, così a lui solo venne attribuito
o egli dunque in Creta da Rea, che altri hanno chiamato Opi o Cibele, fu ivi nascosto in un antro del monte Argeo o Ditte
llo strepito de’ loro cembali ne occultavano a Saturno i Vagiti; e vi fu nutrito col mele, che le api corsero a formarvi,
per coprirsene il petto, e lo scudo, che quindi da aix aigos (capra) fu detto egida, e stabili che di tutto abbondasse ch
e il regno del cielo ebbe egli a sostenere. La prima, secondo Esiodo, fu contro i Titani, nella quale ci venne soccorso da
di quella s’ innalza il cielo. La seconda, giusta il medesimo Esiodo, fu contro Tifeo ultimo figlio della Terra congiunta
lle vomitava fuoco. Ei mosse guerra a Giove; ma’ percosso dal fulmine fu anch’ egli, secondo Esiodo, profondalo nel Tartar
le teste sotto dell’ Etna, da cui tuttavia vomita il fuoco. La terza fu contro i Giganti, che comunemente confondonsi co’
uori fecesi spaccare il cranio da Vulcano. La seconda moglie di Giove fu Temi Dea della giustizia, da cui ebbe le Ore Euno
iodo sieno state prima dichiarate figlie della Notte. La terza moglie fu Eurinome figlia dell’ Oceano, che partorì le tre
eano, che partorì le tre Grazie Aglaia, Eufrosine, e Talia. La quarta fu Cerere, che divenne madre di Proserpina. La quint
he partorì Apollo e Diana. L’ ultima moglie di Giove, secondo Esiodo, fu Giunone di lui sorella; da cui nacque Ebe, Marte,
vole cercano i nascosti semi delle antiche storie, dicono che Saturno fu re di Creta, che come egli spogliato aveva del re
di Creta, che come egli spogliato aveva del regno suo padre, cosi ne fu privato da’ propini figli; che nella divisione es
Plutone l’ occidentale, a Nettuno le coste marittime, perciò il primo fu detto re del cielo, il secondo dell’ inferno, il
da cui accolto, e manifestatosi, a lei marito divenne. Ma gelosissima fu ella poscia di lui, ne certamente senza ragione;
ia del pastore Argo che aveva cento occhi. Questi per ordine di Giove fu da Mercurio addormentato col suono della zampogna
uggi disperata in Egitto, dove poi ottenuta da Giove l’ antica forma, fu dagli Egizi adorata sotto il nome di Iside, e par
i sotto la forma di bue. Inaco, di lei padre la perdita deplorandone, fu secondo le favole cangiato in fiume. In una congi
incudine d’ oro a’ piedi, e per tal modo in aria la sospese. Ella ne fu poi disciolta dallo stesso Vulcano. A Giunone ins
e o Minerva. Cinque Minerve da Cicerone si accennano: la prima che fu detta moglie di vulcano; e madre del più antico A
cciso il padre, perchè tentato avea di violarla. Ma la terza soltanto fu in onore presso de’ Greci e de’ Romani. Nata dal
resso de’ Greci e de’ Romani. Nata dal capo di Giove, e tutta armata, fu essa adorata come’ Dea della guerra sotto il nome
er dolore e per ira di non poter farne vendetta andò ad appiccarsi, e fu poi da Minerva cangiata in ragno. Avendo Vulcano
è dal mezio giù era serpente, inventò l’ uso de’ cocchi, e dopo morto fu trasportato in cielo nella costellazione di Boote
o, ond’ egli da Greci ebbe il titolo di egioce, e di cui sola Pallade fu indi aggiunto il teschio di Medusa, dappoichè Per
ed Omero. Altri il dissero figlio di Giove e di Enio o Bellona, onde fu pur da’ Greci chiamato talio. Finalmente altri pr
in gallo, che or sempre col canto previene il nascer del Sole. Tereo fu re di Tracia, e marito di Progne figlia di Pandio
a Tereo infuriato prese la spada per uccidere le due sorelle; ma egli fu tramutalo in upapa, Filomela in rossignolo, Progn
regno scacciandone Amulio. Fondarono quindi la città di Roma, di cui fu Romolo il primo re, e dopo avervi regnato molti a
Roma, di cui fu Romolo il primo re, e dopo avervi regnato molti anni, fu egli secondo la favole portato in cielo, e annove
i Indigeti sotto al nome di Quirino. Figlio di Marte, secondo Esiodo, fu anche Cigno, il quale fu poi ucciso da Ercole nel
di Quirino. Figlio di Marte, secondo Esiodo, fu anche Cigno, il quale fu poi ucciso da Ercole nella Focide in occasione ch
bravansi alle calende di Marzo. L’ occasione di questa istituzione si fu , che avendo Numa per consiglio della ninfa Egeria
uità dell’ impero romano, egli mandò dal cielo uno scudo rotondo, che fu detto ancile. Numa il diede in custodia a’ sacerd
compenso dell’ opera sua) e con salti, per cui a’ medesimi sacerdoti fu dato il nome di Salii. In onor di Marte altresì c
a Mercurio partorì Cupidine, la terza figlia di Giove e di Dione, che fu moglie di Vulcano, e da Marte ebbe Antero; la qua
ano, e da Marte ebbe Antero; la quarta figlia di Siro e di Siria, che fu venerata da’ Fenici sotto il nome di Astarte. Tut
he era allora pastore sul monte Ida, questi diè il pomo a Venere, che fu quindi tenuta come Dea della bellezza. Ma come ta
nte per nove mesi di terra in terra alla fine giunse nella Sabea, ove fu trasformata nell’ albero della mirra, e dal tronc
algrado le contrarie preghiere di lei volle andarvi ad ogni patto, vi fu ucciso da un cignale, sotto alle sembianze di cui
e di bianca, qual era prima, si disse cangiata in rossa, allor quando fu bagnata dal sangue di Adone puntosi con una spina
di semi di papavero, di ceci, e di lenti tutti questi grani, nel che fu aiutata dalle formiche; poi di recarle un fiocco
i si strinse, e n’ ebbe Mennone, che poi venuto in soccorso di Troia, fu ucciso da Achille. Ottenne essa a Titone l’ immor
atto decrepito, e de’ mali della vecchiezza continuamente lagnandosi, fu convertito in cicala. Rapì anche Cefalo figlio di
oscia che accusato innanzi all’ Areopago di Atene di questa uccisione fu condannato a perpetuo esiglio. Rappresentavasi l’
a gli avesse chiesto, dopo aver cercato per ogni modo di dissuaderlo, fu suo malgrado costretto ad accordarglielo. Ma non
di Climene, piangendo anch’ egli la sciagura del suo cugino ed amico, fu tramutato in cigno. Eeta fu re di Coleo e possess
egli la sciagura del suo cugino ed amico, fu tramutato in cigno. Eeta fu re di Coleo e possessore del vello, d’ oro, che p
ta fu re di Coleo e possessore del vello, d’ oro, che poi conquistato fu da Giasone per opera di Medea, siccome appresso v
Tauro’ partorì il Minotauro mostro mezz’ uomo, e mezzo toro, che poi fu ucciso da Teseo nel labirinto di Creta. Circe mar
ro lei si avventarono, e Canento moglie di lui piangendone la perdita fu disciolta in aura; finalmente con una bevanda inc
uattro focosi cavalli Eto, Piroo, Eoo, e Flegone. In gran venerazione fu il sole presso di tutti i Gentili, e spezialmente
immolavasi il cavallo. La Luna, che comunemente confondesi con Diana, fu anch’ essa dai più antichi poeti interamente da l
notte dal cielo a star seco sul monte Latino; ed aggiungono pure, che fu da Pane Dio de’ pastori allettata con un presente
a esso dicevano di aver avuto le leggi. Il più celebre presso i poeti fu il terzo, a cui pur venne ascritto quanto poteva
e del tutto le sue speranze; perciocchè ella al padre raccomandandosi fu tramutata in alloro. Oltre Dafne amò egli Giacint
alità portò il disco di Apollo alla testa di Giacinto; che ne morì, e fu da Apollo cambiato nel fiore dello stesso nome. O
ad Orcamo, il quale fece seppellir viva Leucotoe che poi da Apolline fu trasformala nell’ albero, da cui stilla l’ incens
trasformala nell’ albero, da cui stilla l’ incenso, e Clizia medesima fu cangiata in girasole. Coronide figliuola di Flegi
giovine Ischi. Di ciò Apollo, avvertito dal corvo, che poi di bianco fu tramutato in nero, uccise Ischi, e Coronide. Tras
propose alla guardia delle sue greggi’ lungo il fiume Anfriso. Grado fu Apollo all’ amorevolezza di Admeto; perciocchè br
orire per lui; ed essendosi Alceste generosamente a ciò offerta, egli fu risanato, ed Alceste fu poi da Ercole tratta fuor
osi Alceste generosamente a ciò offerta, egli fu risanato, ed Alceste fu poi da Ercole tratta fuor dell’ l’ Inferno, dopo
edonte per ordine dell’ oracolo dovette esporre la figlia Esione, che fu poi liberata da Ercole. In Frigia fu Apollo dal S
te esporre la figlia Esione, che fu poi liberata da Ercole. In Frigia fu Apollo dal Satiro Marsia sfidato a chi meglio son
iume Meandro. Pari disfida ebbe ivi da Pane, e parimente vincitore ne fu dichiarato dal Dio del monte Imolo. Ma alla decis
a discacciò. Quella entrala in un bosco diede poi Arcade alla luce, e fu da Giunone cangiata in orsa. Arcade cresciuto in
alla luce, e fu da Giunone cangiata in orsa. Arcade cresciuto in età fu in procinto di ammazzarla non conoscendola; e Gio
one figliuolo di Aristeo e di Autone osato di mirarla nuda nel bagno, fu da essa coll’ acqua, che gli gettò contro cangiat
far violenza ad Opi ninfa di Diana, e secondo alcuni a Diana stessa, fu da essa ucciso, secondo alcuni, con un dardo, e s
curio generato Autolico, da Apolline Filammone, osò a lei preferirsi, fu essa pure da lei trafitta, di che il padre addolo
pure da lei trafitta, di che il padre addolorato gettossi in mare, ma fu da Apollo a mezz’ aria cangiato in uno sparviero.
e le figlie di Niobe, che a sì orrendo spettacolo in marmorea statua fu tramutata. Nè impunito lasciò Eneo re di Calidone
disertar le campagne calidonie un terribil cignale, il quale ben poi fu ucciso da Meleagro figlio di Eneo, ma con fatai d
i poneasi pur anche un arco lunato in fronte; anzi da molti poeti pur fu confusa con Ecate, e detta perciò triforme, cioè
e dal monte ove era nata. Famoso era il suo tempio in Efeso, che poi fu incendiato da Erostrato, preso dalla mania di ren
leno. Ella perciò al venir di Mercurio cercò vietargli l’ ingresso, e fu convertita in nera pietra. Mentre Apollo guardava
pollo per la stravaganza finì a cangiare lo sdegno in riso e Mercurio fu poi tenuto Dio dei ladri. Era anche chiamato Dio
esso perciò dipingevasi con una borsa nelle mani. Dio dell’ eloquenza fu egli pur nominato, e si finse che dalla sua bocca
l Nilo, che si disse aver ucciso Nisa; il terzo figlio di Caprio, che fu detto re dell’ Asia in onore di cui furono istitu
embianza di fanciullo, domandò di essere condotto a Nasso, e allorchè fu ad essa vicino, veggendo che i corsari volevano p
. Licurgo re di Tracia che opporsi volle alla propagazion delle viti, fu anch’ egli punito; perciocchè mentre di propria m
e da lui fosse tocco, mutandosegli in oro anche il pane ed il vino ei fu costretto per non morire d’ inedia a pregar Bacco
e di stravizzo. Capo XIV. Di Cerere. Figlia di Saturno e di Rea fu Cerere, ed a lei venne attribuita l’ invenzione d
i Diana, e venne a sgorgare in Sicilia (ove però dicon le favole, che fu tuttavia per le sotterranee strade dal fiume Alfe
effarla, ed ella irritata cangiollo in lucerta. Recatasi in Eleusi vi fu accolta dal re Celeo cortesemente in ricompensa d
liberarlo; ma egli medesimo vi rimase abbruciato. Allorchè Trittolemo fu giunto a perfetto stato, dopo averlo pienamente i
are degli utili insegnamenti di Trittolemo, cercò anzi ammazzarlo; ma fu da Cerere cangiato in lince. Avverso a Cerere ed
; ma fu da Cerere cangiato in lince. Avverso a Cerere ed a Trittolemo fu pur in Tessaglia Erisittone, che giunse infino a
detta da Esiodo con proprio nome Gea, e dagli antichi Latini Tellure, fu da essi riguardata come moglie del Cielo, e madre
onsiderata come, moglie di Saturno sotto ai nomi di Opi o Cibele. Opi fu detta, secondo Varrone, perchè indi viene ogni op
adorata. Finalmente, come Dea della terra, e madre de’ massimi Iddii, fu nominata madre alma, e magna Madre, e Madre degl’
precetto di castità impostogli da Cibele nel farlo suo sacerdote. Ati fu poi da essa cangiato in pino. La vittima che a Ci
senza che alcun uomo potesse intervenirvi. Nelle viscere della terra fu posta da Pronabide la sede di Demogorgone, Dio te
o tra lor percosse ci prese poscia l’ idea di formar la zampogna onde fu l’ inventore. Narra Pausania, che quando i Galli
o Fauta. Cogliono pure che dalla ninfa Simetide ei generasse Aci, che fu poi amato da Cutatea, e ucciso da Polifemo; e dal
come il più lascivo fra tutti gli Dei. La ninfa Loto da lui fuggendo fu trasformata nella pianta dello stesso nome; e Dri
uo tempio ricevevano il cappello della libertà. Pomona Dea de’ fruiti fu amata dal Di o Vertunno, cosi chiamalo perchè vol
feste vertunnali celebravansi in Ottobre. Clori o Fiora Dea de’ fiori fu moglie di Zefiro. Con molta lascivia si celebrava
erede il popolo romano. Aristeo figlio di Apollo e della ninfa Cirene fu creduto inventore dell’ arte di far l’ olio, il c
cacio, ed il mele. Mentre inseguiva Euridice moglie di Orfeo, questa fu morsicata da un serpente nascosto fra l’ erbe, e
quella che libera dalle angosci e, e fa che tacciano i lamenti, onde fu detta pur Dea del silenzio, e dipingevasi colla b
fondò una piccola città chiamata da lui Pallanteo; Acca Laurenzia che fu nutrice di Romolo e di Remo, e in onor di cui vog
i Nettuno, e degli Dei marini. Primo Dio del mare, secondo Esiodo, fu Ponto figlio della Terra e Padre di Nereo a cui D
te figlia dell’ Oceano, cui fè rapir da un Delfino, che in ricompensa fu poi trasportato fra de costellazioni; e da essa e
i trentasei cubiti, e alla grossezza di nove, incatenarono Marte, che fu liberato poi da Mercurio, e soviapposero all’ Oli
ore; da Toosa figlia di Forco ebbe il Ciclope Polifemo, che acciecato fu poi da Ulisse, a cui divorato aveva sei compagni:
or de’ Lapiti contro i Centauri, non potendo essere da questi ferito, fu invece oppresso sotto il peso delle piante su lui
di terra uscire un cavallo, e come avendo congiurato contro di Giove fu costretto a servir con Apollo al re Laomedonte ne
armento; ma colla intercessione di Tetide ei placò Psamate, e il lupo fu convertito in marmo. Galatea altra figlia di Nere
mate, e il lupo fu convertito in marmo. Galatea altra figlia di Nereo fu amata furiosamente dal Ciclope Polifemo. Essa spr
iume. Forco o Forcine figlio del Ponto e della Terra, secondo Esiodo, fu padre delle Gree, delle Gorgoni ec. Da Omero egli
ne si accenna, figlio dell’ Oceano e di Salacia, il quale, die’ egli, fu re di Corsica e di Sardegna, e vinto da Atlante i
e di Sardegna, e vinto da Atlante in una battaglia navale e sommerso, fu detto poi da’ compagni cangiato in Dio marino.. G
ran esse, al dir di Ovidio, compagne di Proserpina, e allorchè questa fu da Plutone rapita, e bramando di andarne in tracc
ttratto, elle affogaronsi in mare, e Partenope recata dall’ onde, ove fu poi fabbricata la città di Napoli, fu cagione che
artenope recata dall’ onde, ove fu poi fabbricata la città di Napoli, fu cagione che a questa il nome di Partenope fosse d
di vedersi posposta infettò la fonte, ove Scilla lavavasi, e con ciò fu questa convertita in un mostro, che Omero dipinge
da testa con triplicali denti con cui divorava i passaggieri. Cariddi fu prima una donna voracissima, che avendo rubato ad
ssima, che avendo rubato ad Ercole certi buoi, secondo alcuni, da lui fu uccisa, e secondo altri fulminata da Giove; e can
Sicilia. Capo XVIII. Di Eolo, e de’ Venti. L’ impero dell’ aria fu da’ Mitologi assegnato, come abbiam detto, a Giov
a cui dipendean le piogge e le altre meteore. Ma il governo de’ venti fu da Giove affidato ad Eolo figlio di esso e di Ace
ole Eolie, ora di Lipari. Padre de’ venti tempestosi o delle procelle fu da Esiodo detto Tifone marito di Echidna; gli alt
o da levante, Austro o Noto da mezzogiorno, Zefiro da ponente. Zefiro fu marito di Glori o Flora Dea dei fiori; e come egl
suo cocchio. Ben volle i Ciane amica di Proserpina a lui opporsi, ma fu tosto cangiata in fonte; ed ei lieto recò Proserp
. Ovidio ne finse un terzo in Sicilia ne’ campi dell’ Enna, ove Ciane fu convertita in’ fonte. Eranvi cinque fiumi, Achero
torì sotto terra, ove Giove l’ aveva chiusa per occultarla a Giunone, fu detto figliuolo della Terra. Avendo voluto far vi
fu detto figliuolo della Terra. Avendo voluto far violenza a Latona, fu egli ucciso da Apollo, e sepolto nel Tartaro, dov
e e di Crise, e re de’ Lapiti, avendo incendiato il tempio di Apollo, fu da esso ucciso, e condannato a starsi perpetuamen
ngo tempo incatenata la Morte, finchè ad istanza dello stesso Plutone fu liberata da Marte. Demetrio intorno ad esso spacc
n questo pretesto non volle più ritornarvi, finche da Mercurio non vi fu trailo a forza. Le Danaidi erano cinquanta figlie
Capo I. Di Prometeo, e di Deucalione. Il più antico de’ Semidei’ fu Prometeo figlio di Giapeto uno de’ Titani, e di A
alle Grazie, alle Ore, a Mercurio di ornarla di tutti i doni, per cui fu detta Pandora, e la spedì ad Epimeteo fratello di
r dovette, finchè da Ercole pur con assenso di Giove medesimo, non ne fu liberato. Altri voglion però che la cagione della
se stessi dall’ umida terra, e fra questi il serpente Pitone che poi fu ucciso da Apollo. Cerambo, secondo il medesimo, s
eo. Capo II. Di Ercole. Il più celebre fra i Semidei e gli Eroi fu Ercole figlio di Giove e di Alcmena moglie di Anf
oglie di Anfitrione, il quale era figlio di Alceo, onde ad Ercole per fu dato il nome di Alcide. Giove per ingannare Alcme
gocce che ne caddero in terra spuntarono i gigli. Ma allorchè Ercole fu cresciuto, tornato Giunone all’ antico sdegno, or
de alla fine perisse. Dodici sono le principali imprese, a cui Ercole fu da Euristeo obbligalo, le quali perciò comunement
state ad un solo attribuite. Una delle più celebri tra queste imprese fu quella di unire l’ Oceano al Mediterraneo, separa
galo il paese da quel ladrone gli eresse un’ ara, che in grande onore fu poi ancora presso i Romani col nome di Ara massim
ro; ma essendogli sotto di questa forma da Ercole strappato un corno, fu alla fine costretto a cedere. Quel corno poi, dic
apra Amaltea, intorno a cui veggasi il capo III della prima parte. Ma fu Ercole in procinto di perdere il fruito della sua
hiamato Ercole all’ amor suo qualor le fosse infedele; ma essa invece fu poi ad Ercole cagion di morte, come tra poco vedr
n di morte, come tra poco vedremo. Prima moglie di lui, giusta Omero, fu Megera figliuola di Creonte. Si accese ei poscia
o per un piede, e rotatolo in alto lanciotto nell’ onde Euboiche, ove fu convertito in uno scoglio; indi costrutta una pir
d a niuno manifestare ove fosse sepolto. Le favole aggiunsero poi che fu egli da Giove portato in cielo e posto nel numero
che Gioluo figlia d’ Ificlo e suo compagno in molte imprese allorchè fu giunto all’ età decrepita, fosse di nuovo alla gi
ettar in mare, affinchè amendue perissero. Ma questa, secondo alcuni, fu portata dall’ onde ai lidi della Puglia, ed ivi r
ebbe Dauno (che trasferitosi nel paese de’ Rutoli e fabbricata Ardea, fu poi padre di Turno), paese per cura della educazi
cazione di Perseo. Secondo altri, la cassa, dov’ eran Danae e Perseo, fu recata, all’ isola di Serifo una delle Cicladi ne
cladi nel mar Egeo, e data al re Polidette, il quale, allorchè Perseo fu cresciuto, di lui temendo, commisegli, per allont
ano troncolle il capo. Dal sangue che ne sgorgò nacque Crisaorre, che fu poi padre di Gerione, e il cavallo Pegaso, che in
pr’ essi volando col capo di Medusa, nacquero i serpenti, onde quella fu poi sì feconda. Giunto in Mauritania, essendogli
lio di Glauco re di Efìra o Corinto e di Eurimede, e nipote di Sisifo fu prima chiamato Ipponoo, perchè abilissimo domator
e Bellerofonte ebbe Issandro, Ippoloco e Leodamia, che amata da Giove fu madre poi di Sarpendone, e Stenobea disperata all
o, che si scosse Bellerofonte di dosso, e precipitollo nel campo, che fu detto Aleio, ed ei solo volò su in cielo, ove fu
tollo nel campo, che fu detto Aleio, ed ei solo volò su in cielo, ove fu posto fra le costellazioni. Delle figlie di Preto
itrasse il tizzone dal fuoco, e gelosamente il nascose. Cresciuto che fu Meleagro, avvenne, che Oeneo offrendo per l’ otte
ssippo fratelli d’ Altea, e parecchi altri. Prima a ferire il cignale fu Atalanta; ma la gloria d’ ucciderlo fu riserbata
tri. Prima a ferire il cignale fu Atalanta; ma la gloria d’ ucciderlo fu riserbata a Meleagro Volle egli, però ad Atalanta
iò fieramente gli Zii Tosseo e Plessippo, egli adirato gli uccise. Ma fu questa uccisione cagione della sua morte; perocch
erdette a raccoglierli, giunse ad avanzarla. Il premio della vittoria fu Atalanta, che Ippomene sposò; ma scordatosi egli,
e re di Fenicia e di Telafasse, e fratello di Europa, allorchè questa fu rapita da Giove, ebbe ordine dal padre di andarne
nnero tutti quanti divorati da un drago. Desolato per una tal perdita fu confortato dar Minerva a combattere il drago, e s
oli: i quali però bastaron ad aiutarlo nella edificazion di Tebe, che fu poi capitale della Beozia, così detta in memoria
a figlia di Marie e di Venere quattro figlie, vale a dire Semele, che fu poi madre di Bacco, ma incenerita dal fulmine di
di Atamante, dovette gettarsi in mare; Autonoe madre di Atteone, che fu da Diana cangiato in cervo: ed Agave madre di Pen
ssere trasformalo in ciò ch’ era stato il principio di sue avventure, fu insieme con Ermione tramutato in serpente. Succed
Ermione; ma per essersi opposto a Bacco, in breve tempo anchi’ ei ne fu discaccialo. Mancavano a Tebe le mura, delle qual
, che trascinandola la fece a brani, finchè dagli Dei per compassione fu can giata nel fiume Dirce, che non lungi da Tebe
arli riesci la guerra di Tebe, poichè Tideo dopo molte valorose prove fu ucciso dal tebano Menalippo; Capaneo sprezzatore
i, mentre scalava le mura di Tebe, venne fulminato da Giove; Anfiarao fu col suo carro dalla terra inghiottito; Ippomedont
dovette tornarse scornato in Argo. Più che a tutt’ altri però fattale fu quella guerra a’ due nemici fratelli. Fino avanti
le prese il governo di Tebe, vietato che gli Argivi si seppellissero, fu ucciso da Teseo; e Alcmeone eseguito il fiero com
e eseguito il fiero comandamento paterno coll’ uccisione della madre, fu per lungo tempo agitato dalle furie; indi avendo
le recato per presente di nozze dai fratelli di lei Temeno ed Assieme fu trucidato; e questi lo furon poi da Acarnone e An
con una quercia tolta alla selva Dodenea formò la nave, che da’ Poeti fu celebrata come la prima nave, che fosse costruita
e la prima nave, che fosse costruita, e le diede il suo nome; Tifi ne fu il piloto; i compagni di Giasone furon tra gli al
pio affidatogli da Apollo; e la cognizione che egli avea delle stelle fu di grandissimo giovamento agli Argonauti nel lor
una che a caso il ferì gli creò tal dolore, che desiderò di morire e fu trasportato in cielo nella costellazione del Sagi
ose mentre la figlia Ociroe, ch’ era indovina, gli stava vaticinando, fu al dir di Ovidio tramutata in cavallo. Castore e
pollo, e secondo altri, di Onagro re di Tracia e della Musa Calliope, fu a tempi suoi insigne musico e poeta, ed uomo eloq
re la ferocia de’ Traci allor selvaggi, e trarli al vivere socievole, fu detto dalle favole, che al suono della sua lira t
rno non fosse uscito, mai la sua impazienza il tradì, ed Euridice gli fu ritolta. Allora andò egli solitario i pe’ boschi
brani, e il capo ne gettarono nel fiume Ebro. Questo, secondo Ovidio, fu portato a Lesbo, dove un serpente che avvenissi p
nosse. Il primo figlio di Giove, e di Europa e fratello di Radamanto, fu legislalor de’ Cretesi, e per meglio accreditar l
leggi dicea di averle ricevute da Giove stesso. Dopo la sua morte ei fu in compagnia di Radamanto e di Eaco fatto giudice
e coll’ oro che la città gli fosse venduta da Arne figlia del re, che fu quindi caugiata in mulacchia; indi posto l’ assed
pureo, al quale era annesso il destino di Nisa, per la qual cosa ella fu poi tramutata in lodola, e Niso in avvoltoio che
va nel laberinto fabbricato da Dedalo in pasto al Minotauro, il quale fu poi ucciso da Teseo. Dedalo, figlio d’ Imessione,
o d’ Imessione, nipote di Eupolemo, pronipote di Eretteo re di Alene, fu ingegnosissimo artefice, ma avendo tolto ad istru
che poi lo cangiò in pernice. Rifugiatosi perciò Dedalo in Creta ivi fu accollo da Minosse, per ordin di cui fabbricò il
sso Cosalo re di Agrigento, dove andato Minosse per riaverlo a forza, fu prima da Cocalo accolto amichevolmente, poi soffo
le congiunta prima a Nettuno si unì poscia ad Egeo, re di Atene, onde fu Teseo tenuto da alcuni per figlio di Nettuno, e d
to. Aveva prima rapito Elena figlia di Giove e di Leda; ma questa gli fu prontamente ritolta da Castore e Polluce di lei f
te donzelle, che davansi in pasto al Minotauro. Uno de’ sette giovani fu pur Teseo, o fosse egli uscito a sorte, o per ope
arrivato all’ isola di Nasso, ivi ingratamente abbandonò Arianna, che fu poi trovata e sposata da Bacco e tornossene in At
e tornossene in Atene, con Fedra soltanto, cui fece sua moglie, e che fu poi ad esso cagione di estremo dolore. Omero dice
fu poi ad esso cagione di estremo dolore. Omero dice però che Arianna fu trattenuta in Dia o Nasso espressamente da Diana
Nasso espressamente da Diana ad istanza di Bacco. Il ritorno di Teseo fu in prima fatale ad Egeo. Perciocchè avevagli ques
scendere all’ inferno per indi rapirla: ma Piritoo nel primo ingresso fu divorato dal Cerbero, e Teseo condannato a seder
Epiro, per toglier la quale essendo andati Teseo e Piritoo, il primo fu ucciso, il secondo imprigionato, e campato poscia
Diana, e da lei trasportato in Italia nel bosco di Arica ove appresso fu venerato sotto il nome di Virbio, cioè due volte
finchè scacciato pure da Atene ricoverossi nell’ isola di Sciro, ove fu ucciso secondo alcuni da Licomede, e secondo altr
o, ed Oreste. Pelope, figlio di Tantalo re di Frigia e di Taigete, fu dall’ empio padre, come è già detto, dato in past
accia. Figli di Atreo furono Agamennone e Menelao, il primo de’ quali fu re di Argo, e sposò Clitennestra figlia di Tindar
itennestra figlia di Tindaro e di Leda sorella di Castore; il secondo fu re di Sparta, e sposò Elena figlia di Giove e di
Troia, armossi tutta la Grecia per riaverla, e capo della Spedizione fu fatto Agamennone. Mentre l’ armata era raccolta i
ì a sedurre Clitennestra, e di concerto con essa, allorchè Agamennone fu di ritorno, invitandolo in casa sua ad un solenne
gamennone e di Clitennestra; ma questi salvato dalla sorella Elettra, fu allevato segretamente da Strofio nella Focide, di
one di Egisto e di Clitennestra. In pena però di aver uccisa la madre fu Oreste agitato dalle furie, e vagando accompagnat
cui era stato educato giunse in Tauride, ove per ordine del re Toante fu in procinto di essere sacrificato a Diana. Ma una
eco portando il simulacro di Diana se ne fuggirono. Tornato in Grecia fu Oreste giudicato dagli Dei nell’ Areopago di Aten
riportasse, vale a dire sei favorevoli e sei contrari, pur da Minerva fu assoluto e dalle Furie liberato. Diede egli allor
era. Menelao avendo nella presa di Troia ricuperato Elena, al ritorno fu dalla tempesta portalo in Egitto, e di là dopo lu
, come sposo di Elena, e genero di Giove, senza soccombere alla morte fu negli Elisi trasportato. Capo XII. Della guerr
loro ausiliari, che vi ebbero parte. Cagione della guerra troiana fu Paride, altramente detto Alessandro, figlio di Pr
, e il costrinse ad entrar nella lega cogli altri. In vendetta di ciò fu poi detto, che Ulisse nel campo di Troia nascose
oi venne a riprenderlo sulla fine della guerra, e condotto a Troia vi fu guarito da Macaone figliuol di Esculapio. Mentre
enne: e Ovidio aggiugne, che il serpente a perpetua memoria dagli Dei fu cangiato in sasso. Era stato predetto dall’ oraco
iò gli altri ricusando, Protesilao balzò coraggioso dalla sua nave, e fu ucciso da Ettore. Ne’ primi anni si occuparono i
nne dal voler più prender parte a quella guerra. Cagion della lite si fu , che essendo Venuto Crise sacerdote di Apollo per
one con aspre ingiurie e già la mano pur gli era corsa alla spada, ma fu da Pallade trattenuto. Si chiuse egli pertanto ne
poter con quelle armi andar egli a combattere contro di Ettore; ma ne fu ucciso e dell’ armi spogliato. Addoloralo per la
che venne in persona a domandarlo. L’ ira di Achille, e i mali di che fu cagione a’ Greci in prima, indi a’ Troiani, forma
rabile in tutte le altre parti. Dice Ovidio, che la freccia di Paride fu là diretta da Apollo medesimo ad istanza di Nettu
condussero i cavalli. Ma lo stratagemma di Ulisse più a Troia fatale fu in appresso l’ invenzione del cavallo di legno. F
e due suoi figli; e mentre erano i Troiani atterriti da tal portento, fu innanzi a Priamo condotto il greco Sinone, che is
to avendo Ermione figlia di lui promessa innanzi ad Oreste, da questo fu ucciso. Aiace figlio di Oileo avendo nella presa
a irritata suscitò contro di esso una fiera burrasca, dalla quale ben fu campaio per opera di Nettuno sopra lo scoglio Gir
ntandosi di aver saputo a dispetto degli Dei salvarsi da se medesimo, fu dallo stesso Nettuno sommerso con parte di quello
ttuno di sacrificargli il primo che sopra il lido incontrasse. Questi fu il proprio figlio; ed avendolo immolato, sopravve
sse la morte del fratello Aiace, arrivato a Salamina sdegnosamente ne fu scacciato da Telamone, e ricoveratosi in Cipro vi
Dauno, fondò presso il monte Gargano la città di Arpi o Siponto, e vi fu poi secondo alcuni ucciso da Enea, secondo altri
i o Siponto, e vi fu poi secondo alcuni ucciso da Enea, secondo altri fu da Venere convertito in uccello; sebbene Ovidio d
vvenuto a’ compagni di lui, che sprezzarono l’ ire di Venere. Nestore fu il solo, che dopo avere sotto alle mura di Troia
tre età. Quegli invece, che più avversità ebbe a soffrir nel ritorno, fu Ulisse, le cui avventure vennero da Omero descrit
o di Nettuno, che mai non cessò di perseguitarlo, finchè in Itaca non fu giunto. Radendo i lidi della Sicilia, venne egli
ti riportarono le navi a Lipari, di dove Ulisse sdegnosamente da Eolo fu poi discacciato. Errando pel mare verso ponente g
ponente giunse al paese de’ Lestrigoni, che da Cicerone supponsi ove fu poscia la città di Formia, ora Mola di Gaeta. Era
e divorò sei compagni. Approdato alla spiaggia, ov’ è ora Messina, vi fu trattenuto un mese da’ venti contrari, e i compag
andar tutti sommersi. Ulisse rimase solo nella carena, che dal vento fu portalo sopra Cariddi, ove la carena fu inghiotti
o nella carena, che dal vento fu portalo sopra Cariddi, ove la carena fu inghiottita. Egli però aggrappatosi colle mani ad
allorchè navigando prosperamente sopra una zatta da lui costrutta ei fu vicino a Scherla, ora Corfù, isola de’ Feaci, Net
vare le vesti alfiume, ebbe da lei ristoro di cibo e dì vestimenta, e fu scortato alla città, ove da Alcinoo ed Arete venn
oni sicuro in Itaca sopra una loro nave, la quale da Nettuno sdegnato fu poi al ritorno cangiata in pietra. Perchè in Itac
unto mollemente dalla vecchiezza, ma altri invece han detto, che egli fu ucciso dal figlio Telegono avuto da Circe, in occ
Mennone e Pentesilea furono uccisi da Achille si disse poi che Cigno fu da Nettuno cangiato in Cigno, e Mennone a’ preghi
ro, Sarpedone da Patroclo; Reso da Ulisse e da Diomede. Antenore, che fu creduto favorevole al partito dei Greci, perchè s
se, e di Venere e pronipote di Assarago, fratello d’ Ilo re di Troia, fu anch’ egli accusato da alcuni come traditor della
hille, e poscia con Diomede; sebbene inferiore all’ uno e all’ altro, fu poi salvato nel primo caso da Nettuno, e nel seco
Nettuno, e nel secondo da Venere. Nella notte terribile in cui Troia fu presa, dopo aver fatto secondo Virgilio quanto po
i gli cavò gli occhi, ed essendo poi stata perciò lapidata dai Traci, fu convertita in cagna. Partendo dalla Tracia, Enea
o ora Cortona, fondatore della città Dardania, che ingrandita da Troe fu poscia chiamata Troia. Rimessosi adunque in mare,
nga tempesta giunse alle isole Strofadi, ora Strivali, ove inquietato fu dalle Arpie, o Celeno una di queste predissegli c
nocchio. Approdò finalmente nella Sicilia a Drepano, ora Trapani, ove fu accolto amorevolmente dal re Aceste figlio del fi
, ma ivi con estremo rammarico perde il padre Anchise. Di là salpando fu dalla tempesta gettalo ai lidi della Libia, ove d
e fuggir le nozze, a cui Jarba volea costringerla. Da’ venti contrari fu Enea costretto a ritornare in Sicilia presso di A
l mare, e quattro di queste rimasero incendiate, il fuoco dell’ altre fu estinto da una dirotta pioggia mandata da Giove.
Acesta. Partito alla volta d’ Italia perdette il piloto Palinuro, che fu da Morfeo addormentalo e’ gettato in mare vicino
dormentalo e’ gettato in mare vicino al promontorio, che dal suo nome fu detto poi Palinuro. Giunto a Cuma, seguendo il co
procacciarsi il ramo d’ oro da presentarsi a Proserpina, e questo gli fu mostrato dalle colombe di Venere. Intanto Mise tr
mprese de’ Latini e de’ Romani, e segnatamente di Augusto. Giunto che fu cogli Arcadi e co’ Tirreni, seguì grande battagli
magine di Enea, cui egli inseguendo fino ad una nave a ciò appostata, fu da questa portato in Ardea capitale de’ Rutoli. T
lla regina de’ Volsci, figlia di Metabo, venula in soccorso di Turno, fu uccisa dal toscano Arunte, e questi fu poi trafit
, venula in soccorso di Turno, fu uccisa dal toscano Arunte, e questi fu poi trafitto da Opi Ninfa di Diana, alla quale Ca
ffrì di decider la guerra con un duello. Questo ad istanza di Giunone fu disturbato dalla ninfa Giuturna sorella di Turno,
in esso la propria immagine, si pazzo amore ne prese, che ne morì, e fu cangiato nel fiore narciso. La ninfa Eco per aver
rata di Narciso, e veggendosi da lui fuggita, ne morì di rammarico, e fu convertita in rupe, che ancor ritiene la propriet
i Dei di ciò che aveva a succedere. Il desiderio di saper l’ avvenire fu quello che diede origine alla astrologia e alla d
fratelli furono trovati morti. Pausania dice in cambio, che Trofonio fu inghiottito vivo dalla terra apertasi sotto di lu
apertasi sotto di lui, e che in quella stessa caverna il suo oracolo fu indi stabilito. Chi andava per consultarlo dopo v
2 (1874) Ristretto analitico del dizionario della favola. Volume I pp. -332
nostri concittadini accettino di buon animo la nostra intenzione, che fu quella di esser loro utili con l’eterno insegname
o degli eventi, proprii dell’ordine religioso. L’antica civiltà greca fu il prodotto della fusione di due elementi o di du
la degli Elleni Elleni. — Gli Elleni abitarono la Grecia, la quale fu la regione d’Europa, che prima accoise i germi de
enclatura, noi potremmo giungere fino alle più recenti eresie, di che fu afflitta la maestà della Chiesa Cattolica, ai nos
i personaggi e di fatti ideali e storici, ad un tempo, il cui periodo fu chiamato Eroico o Favoloso. In esso figurano atto
le lodi ; ne fecero infine un culto armonioso, inspirato, poetico che fu quello appunto che diffuse tania freschezze d’imm
del mare ; Plutone si ebbe il governo dei regni della morte ; Cibete fu dea dell’agricoltura ; Venere degli amori, Ebe de
icoltura ; Venere degli amori, Ebe dell’ eterna giovanezza ; Mercurio fu il messaggiero degli dei ; e Vulcano, il dio fabb
da Abas, figlio di Linceo e d’Ipernestra. 2. Abadil o Betile. — Così fu denominata la pietra che Rea, moglie di Saturno,
. Abaride. — Era uno scito, che per aver cantato il viaggio d’Apollo, fu nominato Gran sacerdote di questo Dio, e ricevett
disceso dal cielo per opera sua. Si dice esser questo flauto che poi fu celebre sotto il nome di Palladio. Ma questa è un
dizione. Vi sono stati altri due famosi sotto il nome di Abaride. Uno fu ucciso da Perseo, l’altro da Eurialo. 8. Abas. — 
ca e trafelata dal lungo cammino, bevè avidamente ad una tazza che le fu offerta. Egli derise la Dea, e questa per punirlo
pagno molto a lui affezionato che chiamavasi anche Abas, come pure vi fu un Centauro dello stesso nome. Vi fu anche un alt
amavasi anche Abas, come pure vi fu un Centauro dello stesso nome. Vi fu anche un altro Abas, da non confondersi col re de
fu anche un altro Abas, da non confondersi col re degli Argivi, e che fu del paro figlio di Linceo e d’Ipernestra, altri d
del paro figlio di Linceo e d’Ipernestra, altri dicono di Belo. Egli fu padre di Proteo e di Acrire, e avo di Perseo. Amò
iori e le frutta più belle. Essa si salvò con Saturno allorchè questi fu scacciato dal cielo da Giove. 12. Abdera. — Città
he Ercole edificasse questa città in onore del suo amico Abdereo, che fu miseramente divorato dai cavalli di Diomede. Gli
ese, e si ritirarono nella Mandonia. 13. Abdereo. — Giovane greco che fu divorato dai cavalli di Diomede, che Ercole aveva
i ritirò nella città d’Ira alla quale dette il suo nome. Questa città fu una delle sette che Agamennone promise ad Achille
e. Il flume della Colchide sulle cui rive avvenne l’orrenda tragedia, fu da quel giorno chiamato Absirto. 26. Abyla. — Mon
me spergiuro. 30. Acalo. — Detto anche Perdix, nipote di Dedalo. Egli fu l’inventore della lega e del compasso. Dedalo, su
o. Egli fu l’inventore della lega e del compasso. Dedalo, suo zio, ne fu così geloso che lo precipitò dall’alto di una tor
rnice. 31. Acamao. — Figlio di Teseo e di Fedra. All’assedio di Troja fu uno dei deputati che accompagnarono Diomede onde
ono inutili, Laodice ; figlia di Priamo ebbe da Acamao un figlio, che fu allevato, da Ethra ava paterna di Acamao, la qual
ero padroni di Troja, Acamao, (che Virgilio chiama Athamas o Athamao) fu uno di quei guerrieri che vennero rinchiusi nel f
’era una regione conosciuta sotto tale denominazione. Più famosa però fu la città di questo nome in Sicilia, nelle circost
andonò ai Centauri, ed alle belve. Ma il famoso Centauro Chirone (che fu maestro di Achille) liberò dai mostri questo virt
Camilla 39. Acca Laurentia. — Altra sorella della regina Camilla. Vi fu anche un’altra Acca Laurentia moglie del pastore
gran sagrificatore Acete per ricompensarlo della sua buona azione. Vi fu anche un altro Acete, figlio del Sole e di Persa.
essa doveva sposare un gran conquistatore, combattè contro Ercole, ma fu vinto. Allora assunta la forma di serpente, attac
assunta la forma di serpente, attaccò nuovamente il suo rivale, ma ne fu nuovamente vinto ; in seguito sotto le forme di t
flume Acheronte. 56. Acheronte. — Figlio del Sole e della Terra. Egli fu precipitato nell’inferno, e cangiato in fiume per
acque del fiume Stige, per renderlo invulnerabile, ed egli infatto lo fu , meno che al tallone sinistro, pel quale la madre
adre sua lo tenne al momento dell’immersione. Bambino ancora, Achille fu dato come discepolo al centauro Chirone, che lo n
ni di Ulisse. Egli sfuggì al gigante Polifemo che voleva ucciderlo, e fu salvato da Enea che lo accolse sulle sue navi. 65
o a bagnarsi. 68. Acilio, Acitio o Acisio. — Fiume della Sicilia. Gli fu dato questo nome da Acisio giovane siculo ucciso
 — Fu il nome di una delle nutrici di Giunone. La favola racconta che fu figliuola del fiume Asterione e del paese Argo. I
la sposò Acroncio. 92. Acteone. — Fglio d’Aristeo e nipote di Cadmo : fu educato dal centauro Chirone e divenne un famoso
so cacciatore. Avendo un giorno sorpresa Diana in un bagno, la Dea ne fu così irritata che lo cangiò in cervo e lo fece di
o di Patroclo, il quale per questo veniva anche chiamato Actoride. Vi fu anche un Actor padre di due figli ricordati del p
ola che sia la stessa Amaltea. Vedi Amaltea. 96. Adarcate o Atergate fu moglie di Adad re della Scizia. Dopo la morte fu
Adarcate o Atergate fu moglie di Adad re della Scizia. Dopo la morte fu col marito deificata. È comune credenza di molti
o, figlio di Nettuno, a chi avesse mangiato un intero bue. A ciascuno fu servito il suo, e l’uno e l’altro riuscirono nell
fissosi, solamente Ercole fece più presto di Depreo, onde la vittoria fu a lui devoluta. Come essi aveano bevuto in propor
rimise nel santuario. Da quel tempo a commemorazione di tale prodigio fu stabilita in Samo una festa annuaria, a cui gli a
i avean teso intorno al simulacro di Giunone alcuni rami d’albero. Vi fu anche una sacerdotessa di Giunone così chiamata ;
parte alla spedizione degli Argonauti. Fu presso questo re che Apollo fu costretto a custodire gli armenti, quando Giove l
si offriva per lui : quando Alceste lo fece generosamente : Admeto ne fu tanto dolente che Proserpina, commossa dalle lagr
all’inferno, e ricondusse Alceste nelle braccia di suo marito. Non vì fu principe la cui vita avesse sofferte tante contro
sse in brani. Venere allora lo cangiò in anemone. Adone dopo la morte fu deificato, ed il suo culto ebbe cominciamento nel
cagione della sabbia del monte Libano, che il vento vi faceva cadere, fu ritenuto generalmente che il sangue d’Adone avess
120. Adraneo. V. Adrameo. 121. Adrasta. — Ninfa figlia dell’oceano : fu una delle nutrici di Giove. 122. Adrastea — Nome
e di una Ninfa, e di una ancella di Elena. 123. Adrasto. — Re d’Argo, fu obbligato a cercar rifugio presso Polibio, suo av
rte gloriosa, e levò con essi un’armata simile alla prima, alla quale fu dato il nome di Armata degli Epigoni, secondo che
noir Tartare, digne chàiment de ses crimes, Fénélon Télémaque. Vi fu un altro Adrasto figlio del Re Mida, il quale per
Re Mida, il quale per inavvertenza uccise Atiso figlio di Creso, e ne fu tanto addolorato, che sebbene il padre del morto
giovanetta per nome Calice che lo rese padre di Endimione. In Grecia fu venerato come un eroe. 132. Aetone. — Uno dei qua
2. Aetone. — Uno dei quattro cavalli del sole, che al dire di Ovidio, fu principale cagione della caduta di Fetonte. Il cr
Nelle cronache mitologiche di Zosimo è detto che l’oracolo di Afacita fu consultato dai Palmireni quando essi si ribellaro
i di quel re. Come era impossibile di scoprire o sorprendere i ladri, fu loro teso un agguato nel quale cadde Agamede, e d
e. — Re d’Argo e di Micene figlio di Plistene, e nipote d’Atreo. Egli fu il capo dell’armata Greca che dopo 10 anni d’asse
fede alle parole della indovina, e ritornò in patria, ove in effetti fu ucciso da sua moglie Clitennestra, divenuta la dr
issi lunari., ne prese occasione onde farsi credere una maga, ciò che fu alla disgraziata causa d’infinite sciagure. 154.
55. Aganippa. — Figlia di un fiume che scende dal monte Elicona. Ella fu cangiata in fontana, le cui acque aveano il dono
e cui acque aveano il dono d’inspirare i poeti, e perciò questa fonte fu consagrata alle Muse, le quali furono anche conos
osciute sotto il nome di Aganipidi. 156. Agapenore. — Figlio di Anceo fu uno dei principi che avrebbero voluto sposare Ele
di Pafo. 157. Agastene. — Re degli Elleni, e padre di Polissene. Egli fu uno dei principi che si recarono allo assedio di
arono allo assedio di Troja. 158. Agastrofo. — Nome di un troiano che fu ucciso da Diomede. 159. Agathirno o Agatirno. — F
olo di Ercole. Fu padre di un popolo sanguinario e crudele che da lui fu detto Agathirsio. 161. Agathodomeni. — Ossia geni
enia. Ancor giovanetta sposò certo Echione da cui ebbe un bambino che fu chiamato Penteo. La favola racconta di Agave un t
o, nella ricorrenza delle feste di quel Dio. Dopo la sua morte Agave, fu , ronostante la sua efferatezza innalzata agli ono
ola fa nascere dal commercio di Giove e della pietra detta Agdo. Egli fu il terrore degli uomini e degli Dei, i quali lo c
alche tempo la ninfa si trovò incinta e partori un fanciullo al quale fu imposto il nome di Ati. Giunto all’età virile, At
unto all’età virile, Ati di cui Agdisto erasi perdutamente invaghito, fu dalla ninfa sua madre inviato alla Corte del re d
innamorato di questa pietra la cangiò in donna e n’ebbe un figlio che fu detto Agdelfo. 170. Agelao. Vedi l’articolo segue
olo seguente. 171. Agelaso Agelasto o Agelao. — Figlio di Damastore : fu uno di coloro che vollero sposare Penelope durant
ercurio con un colpo di caduceo la cangiò in una rupe. Dopo la morte, fu ad Aglauro innalzato un tempio, e nella città di
a morte, fu ad Aglauro innalzato un tempio, e nella città di Salamina fu stabilito il crudele sacrifizio di offerirle ogni
ne e padre di Tersite. Vi furono anche due altri Agrio, uno dei quali fu figlio d’Ulisse e della maga Circe. Agrio è anche
lie d’Orfeo, viene di sovente designata con questo nome. Vol. I. Vi fu anche un’altra Agriope, che fu moglie di Agenore
esignata con questo nome. Vol. I. Vi fu anche un’altra Agriope, che fu moglie di Agenore V. Agenore. 210. Agro. — Figlio
glie di Agenore V. Agenore. 210. Agro. — Figlio d’Apollo e di Cirene, fu padre di Aristea. 211. Agroletera o Agrotera. — S
e di un’altra donna a nome Aedone, figlia di Pandareo Efeso, la quale fu tolta in moglie da un artigiano della città di Co
Gli Dei allora irritati mandarono loro uno spirito di discordia, che fu per essi la sorgente d’infinite sventure. 217. Al
i Ajace alla sola Minerva, senza lasciarvi intervenire Nettuno. Ajace fu anche il nome di un figlio di Telamone e di Esion
etuoso, empio e crudele. Di quel fier Telamone io sono erede, Da cui fu vinto già Laomedonte : Ei d’Eaco usci, che giudic
loro funesti ; poichè il calteo, o budriere che Ajace donò ad Ettore fu lo stesso col quale questo eroe venne legato pei
i piedi al carro di Achille, quando ucciso da questi in combattimento fu trascinato per tre volte intorno alle mura di Tro
tesso la spada che gli avea donata Ettore, e si uccise. Il suo sangue fu cangiato nel flore conosciuto sotto il nome di gi
tacere, ed è diventato muto ». 224. Alabanda, figlio di Calliroe che fu divinizzato. Il suo culto fu celebre in Alabanda,
». 224. Alabanda, figlio di Calliroe che fu divinizzato. Il suo culto fu celebre in Alabanda, città della Caria. Questo no
leo, figlio di Nestore ; e quello d’uno dei compagni di Sarpedone che fu ucciso da Ulisse all’assedio di Troja, venivano a
minati Alastori alcuni genii malefici. 231. Alba. — Città dell’Azio : fu fabricata da Ascanio, figlio di Enea. 232. Albani
la figlia del re e alla morte di questo gli successe nel governo. Vi fu anche un Trojano così chiamato, il quale sposò Ip
jano così chiamato, il quale sposò Ippodamia, figlia di Anchise. Egli fu ucciso da Idomeneo all’assedio di Troja. 238. Alc
edio di Troja. 238. Alceo figlio di Perseo e marito d’Ipponomea. Egli fu padre di Anfitrione e avo di Ercole al quale per
uale per questa ragione si da tanto comunemente il nome di Alcide. Vi fu un altro Alceo figlio di Ercole che fu il primo d
unemente il nome di Alcide. Vi fu un altro Alceo figlio di Ercole che fu il primo degli Eraclidi, così chiamati dal nome d
i ond’essere liberato dalle Furie. Posto in esecuzione il suo disegno fu aiutato da Fegeo, il quale gli fece sposare sua f
di Esone e madre di Giasone. 244. Alcimedone. — Celebre scultore. Vi fu anche un altro Alcmedone annoverato fra gli Dei d
Essendosi ritenuta per se la mercede dovuta ad una povera operaia ne fu punita da Diana, la quale le accese nel core una
lazione delle Pleiadi. Finalmente un uccello marino consacrato a Teti fu chiamato anche Alcione. 249. Alcioneo. — Famoso g
egli erasi rifugiato. Alcioneo aveva il potere di risuscitare, ma poi fu finalmente schiacciato da Ercole. 250. Alciope. —
arte. Fu una delle mogli di Nettuno. 251. Alcippe. — Figlia di Marte, fu rapita da Allyrotio che Marte uccise per vendicar
rme di lui per ingannaria ; Giunone moglie di Giove, allorchè Alcmena fu prossima a partorire, le rese per gelosia il part
che Alcmena incinta di due gemelli, partorisse prima il fanciullo che fu chiamato Euristeo, e poi l’altro che fu detto Erc
orisse prima il fanciullo che fu chiamato Euristeo, e poi l’altro che fu detto Ercole, per fare che il primo avesse avuto
iare. — Ebe, dea della giovanezza, ebbe da Ercole una figliuola a cui fu imposto un tal nome. 262. Alemanno eroe degli ant
tà di Falischi. 268. Alessandra la stessa che Cassandra, indovina che fu figlia di Priamo re di Troia. 269. Alessandro fig
Priamo. I pastori che l’allevarono lo chiamarono Paride V. Paride. Vi fu anche un altro Alessandro figlio di Eristea. 270.
. Alete figlio di Egisto, il quale avendo usurpato il regno di Micene fu ucciso da Oreste. 271. Aletide. — Feste in onore
— Città nella Celtica edificata da Ercole. 277. Alexiroe. — Ninfa che fu una delle mogli di Priamo. 278. Alfeo. — Famoso
questo elemento sua delizia ed amore. 287. Aliteo o Aliterio. — Giove fu così soprannominato, come Cerere fu detta Aliteri
. 287. Aliteo o Aliterio. — Giove fu così soprannominato, come Cerere fu detta Aliteria perchè in tempo di carestia avevan
88. Aliterio. —  V. l’articolo precedente. 289. Alixotoe. — Ninfa che fu madre d’Esaco. Il re Priamo da cui ella ebbe ques
ora si dette a perseguitare la figlia con intenzione di ucciderla, ma fu cangiato in isparviero ed essa in quell’uccello d
agna. 299. Aloo. V. Aloeo. 300. Alopo o Aleppo. — Una delle Arpie. Vi fu anche un’altra Alope figlia di Cercione, la quale
lla quale intervenne Atalanta figlia del re d’Arcadia. La principessa fu la prima a ferire il cignale, le cui spoglie le v
e Altea si uccise per disperazione. 304. Altepo. — Figlio di Nettuno, fu uno dei rè di Egitto. 305. Altio. — Soprannome di
Fu moglie e sorella di Ossilo. Ateneo, nelle sue opere, dice che essa fu madre di otto figliuole note comunemente sotto il
quercia, la quale innalzava orgogliosa i suoi rami su tutte le altre, fu un giorno uccisa dal fiero Eresitone, il quale no
giorno rotto un recipiente che conteneva un profumo preziosissimo, ne fu così addolorato che ne morì. Ma gli Dei mossi a c
ia. 316. Amarynthia. V. Amarusia. 317. Amata. — Moglie del re Latino, fu madre di Lavinia. Ella si strangolò per disperazi
athusa. — Venere era così chiamata dalla città di Amatunta. Amathusia fu anche il nome della madre di Ciniro re di Cipro.
Amatus. — Fu figlio d’Ercole e fondatore della città che dal suo nome fu detto Amatunta. 322. Amazonto. — Soprannome dato
nome dato a Plutone perchè amò una ninfa a nome Menthea, la quale gli fu tolta dalla moglie Proserpina. La parola Amentheo
imo affetto. 334. Amicica. — Città della Laconia, patria di Elena. Vi fu anche un’altra città di questo nome, di cui la tr
ove avea tempii ed altari. 336. Amico. — Uno dei compagni di Enea che fu ucciso da Turno re dei Rutoli. …………… Amico, un c
osco le saette e ’l ferro Virg. Eneid. lib. IX trad. di A. Caru. Vi fu un altro conoscinto sotto il nome di Amico, che f
d. di A. Caru. Vi fu un altro conoscinto sotto il nome di Amico, che fu figlio di Nettuno e di Bisinide. Visse vita da ma
338. Amisodar. — Re della Licia. La tradizione favolosa dice che egli fu marito d’una donna a nome Chimera, la quale aveva
a e rendimento di grazie, fece innalzare in quel luogo un tempio, che fu detto Ammone cioè Arenario, per essere collocato
o e nel quale Giove era adorato sotto la figura di un montone. Ammone fu similmente il nome di un figlio di Cinira che spo
bbriachezza, la nuora lo vide e lo derise. Destatosi Cinira dal sonno fu dal figliuolo Ammone informato di quante avea det
Aminto. Secondo Aristofane quell’amore che ebbe principio col caos fu l’amore benefico, e da questa unione vennero gli
eva alcuna Deità prima che Amore avesse unite fra loro le cose, e non fu che da questa comunanza fatta da lui, che furono
uto dagli antichi. 348. Ampelo. — Figlio di un satiro e di una Ninfa, fu amico di Bacco, il quale ebbe anche uno dei sacer
ome. Questa parola Ampelo significa vigna e viene dal greco αμπελσς e fu il nome di un promontorio dell’isola di Samo, di
il loro Dio Marte. 354. Amycla. — Una delle figlie di Niobe, la quale fu insieme a sua sorella Melibea, risparmiata da Lat
zione a Polluce. 356. Amyeo. — Figlio di Nettuno e re dei Bebrici. Vi fu anche uno dei più famosi centauri compagno di Ene
e questo nome ; ed un fratello d’Ippolita, regina delle Amazzoni, che fu uccisa da Ercole. 357. Amynta. — Nome di pastorel
ato Nettuno, il quale qualche tempo dopo la cangiò in fontana. Amyone fu anche il nome di una figlia di Belo. 360. Anacee.
do che la folgore cadesse invece sul tempio di Castore e Polluce, che fu ridotto in cenere. 370. Anatole. — Nome di una de
lle persecuzioni di Apollo. 375. Anaxandra. — Nome di una eroina, che fu poi adorata in Laconia come una Dea. 376. Anaxare
di Augeo. Alcuni scrittori mitologici dicono che fosse la stessa che fu madre di Alcmena ; ma questa è un’assai dubbia su
i vino. All’istesso momento ch’egli portava la tazza alle labbra, gli fu annunciato da uno dei suoi ufficiali, che il cign
o. — I Pagani credevano che così fosse nominato il dio dei Giudei. Vi fu anche un greco, figlio di Menteo che avea questo
Anchise. 386. Anchise. — Principe Troiano della famiglia di Priamo : fu figlio di Capi e, secondo altri, di Assaraco e di
ere, che si era perdutamente innamorata di lui, ebbe un figliuolo che fu poi il famoso Enea. Avendo osato vantarsi di tant
che fu poi il famoso Enea. Avendo osato vantarsi di tanto favore, ne fu punito da Giove, il quale lo fulminò senza però u
ni, e alla presa di Troia era così vecchio, che non potendo camminare fu da suo figlio Enea portato in braccio fino alle n
fidò la custodia a dodici sacerdoti, espressamente istituiti ai quali fu dato il nome di Salii. Quando si portavano i dodi
pio. 393. Andrastea. — Vedi Andate. 394. Andremone. — Padre di Toaso, fu uno dei capi Greci che assediarono Troia. Vi fu a
ne. — Padre di Toaso, fu uno dei capi Greci che assediarono Troia. Vi fu anche un altro Andremone che fu genero di Oeneo.
capi Greci che assediarono Troia. Vi fu anche un altro Andremone che fu genero di Oeneo. 395. Androclea. — Una delle figl
oglie di Ettore, il più famoso eroe Troiano da cui ebbe un figlio che fu detto Astianatte. Dopo la presa di Troia, ella ne
areo con Alcmeone suo figlio. 409. Anfidamo. — Figlio di Busiride che fu ucciso da Ercole. 410. Anfidione. — Figlio di Deu
ciso da Ercole. 410. Anfidione. — Figlio di Deucalione e di Pirra. Vi fu un altro Anfidione il quale fu figlio di Eleno e
 — Figlio di Deucalione e di Pirra. Vi fu un altro Anfidione il quale fu figlio di Eleno e fondatore del famoso tribunale
o di Eleno e fondatore del famoso tribunale che dal nome di suo padre fu detto Helenus, i cui decreti si ritenevano come a
una città a cui dette il proprio nome, e nella quale, dopo la morte, fu onorato come un dio. 412. Anfimaco. Fu questo il
reci che assediarono Troia. 413. Anfimedone. — Figlio di Melanto, che fu ucciso da Telemaco. Fu uno di coloro che volevano
one era anche il nome d’uno degli Argonauti, ed un re d’Orcomeno, che fu padre di Cloro. 418. Anfioro. — Una delle ninfe d
2. Anfitrione. — Marito di Alcmena e padre di Ercole, il quale da lui fu detto Anfitrionide. Egli mosse guerra ai Telebani
dal vedere i primi effetti dello straordinario valore di Ercole a cui fu d’uopo dare un dio per padre. Seneca nelle sue op
verone. 434. Anigero. — Fiume della Tessaglia. La favola racconta che fu nelle sue acque che i centauri, sconfitti da Erco
rante la notte, prese la fuga e andò a gittarsi nel fiume Numicio ove fu cangiata in ninfa. 441. Anna Perenna. — Dea che p
’abbondanza e delle provvigioni da bocca. 445. Anoaretha. — Ninfa che fu una delle mogli di Saturno, che la rese madre di
zzoni. Ercole avendole fatta prigioniera ne fece presente a Teseo. Vi fu anche un’altra Anthiope figlia di Nitteo, la qual
mo che i Greci fecero prigioniera quando s’impadronirono di Troia. Vi fu anche un’altra per nome Antia moglie di Preto. 46
a suo fratello Polinice, in opposizione agli ordini di Creonte, ella fu condannata da questo crudele principe a morire di
o di Nestore e di Euridice. Seguì suo padre all’assedio di Troia e vi fu ucciso da Mennone figlio dell’ Aurora. 476. Antin
prese il suo nome. Coll’andare del tempo tutta la catena di montagne fu consacrata alle muse, e il gruppo intero fu detto
tta la catena di montagne fu consacrata alle muse, e il gruppo intero fu detto Monti Aonidi. Ausonio le chiama Beolia Numi
le chiama Beolia Numina. Dalla Beozia in cui stavano queste montagne, fu poi detta Aonia tutta quella contrada. 486. Aonid
i impadronito dell’ Egitto, governò quel popolo con tale dolcezza che fu ritenuto come nn Dio. Veniva adorato sotto la fig
Laomedone, per riedificare Troia, e dopo aver lungamente lavorato non fu retribuito d’alcuna ricompensa. Allorchè le acque
a Minerva. 509. Aracne. — Figlia di Idmone e nativa della Lidia. Ella fu un’abilissima ricamatrice, e osò un giorno sfidar
sarebbe riuscito migliore del suo, sdegnatasi ruppe il telaio. Aracne fu così afflitta di ciò, che per disperazione appicc
510. Aratee. — Feste in onore di Arabo, il quale, secondo Plutarco, fu un eroe greco che dopo la morte venne annoverato
onasse mai il recinto di quella città. Arcade essendo divenuto adulto fu da alcuni cacciatori presentato a suo avolo Licao
de. Con tale denominazione veniva del paro designato Mercurio, perchè fu allevato sulla montagna di Cillene in Arcadia. Pl
che Licambo si appiccò per disperazione. Qualche tempo dopo Archiloco fu ucciso. Si credè generalmente che l’oracolo di De
27. Ardea. — Città del Lazio edificata da Danao. Ovidio dice che essa fu consumata dalle flamme e cangiata in quell’uccell
e Ares, che era un soprannome di Marte, perchè la favola racconta che fu appunto in quel luogo, che Marte essendo stato ci
ogo, che Marte essendo stato citato in giudizio innanzi a dodici numi fu rimandato assoluto del delitto di omicidio di cui
falo, per avere ucciso sua moglie. Temistocle, accusato di adulterio, fu giudicato dall’ Areopago. Finalmente è credenza a
mie vergin’onde Ovidio Metamorfosi L. V. trad. Dell’ Anguillara. Vi fu un’altra Aretusa, fontana posta nell’isola d’Orti
538. Arga. — Vedi Argea. 539. Argantona. — Moglie di un guerriero che fu ucciso all’assedio di Troia. Essa nel ricevere l’
o e della dea Pecunia. Vedi Es. 544. Argeo. — Figlio di Pelopo. Ve ne fu anche un altro seguace ed amico di Ercole che egl
fattamente Creonte, che, cieco di furore, le uccise tutt’e due. Argia fu cangiata in fontana, nota sotto l’istesso nome. 5
di Argo. 549. Argilete. — Allor che Evandro si stabili in Italia, vi fu cortesemente ospitato da certo Argo, il quale ben
i funerali allo scellerato, e gli fece elevare una tomba, che da lui fu detta Argilete. 550. Arginide. — Il re Agamennone
ome di una ninfa seguace di Diana. 553. Argira. — Ninfa di Tessaglia, fu moglie di Seleno, il quale ella amò teneramente,
on cui questo l’aveva cara. Essendo Argira vicino a morire, Seleno ne fu così afflitto, che fu prossimo anch’egli a perder
cara. Essendo Argira vicino a morire, Seleno ne fu così afflitto, che fu prossimo anch’egli a perdere la vita pel gran dol
tà dell’ Acaja, celebre per il culto di Giunone e per gli eroi di cui fu patria. Dal nome di questa città è venuto non sol
golici col quale Virgilio e molti altri poeti li dinotano sovente. Vi fu anche un altro Argo, figliuolo di Arestore. La tr
Ovidio — Metamorf, Libro I. trad. di Dell’ Anguillara. Un altro Argo fu famoso architetto figlio di Polibio ; generalment
e mitologica fa menzione di un Argo, figlio di Giove, e di Niobe, che fu re della contrada chiamata col suo nome, ed il pr
35 anni prima della caduta di Troia. 559. Argone. — Figlio di Alceo : fu uno degli Eraclidi discendenti di Ercole. 560. Ar
0. Argoreo. — Dal latino Argoreus, che significa Dio della mercatura, fu dato questo soprannome a Mercurio. In Acaia nella
Ariannee. 564. Arianna o Ariadne. — Figlia di Minos re di Creta. Ella fu così commossa dalla bellezza e gioventù di Teseo,
riunì intorno alla nave ; allora Arione d’un salto si gettò in mare e fu salvato da quegli animali che sul loro dorso lo p
ato da quegli animali che sul loro dorso lo portarono a terra. Arione fu ospitato da Periandro il quale fece poi morire qu
sylvis inter Delphinos Arion. (Virgilio. — Ecl. V. — r. 56.) Arione fu pure il nome del cavallo che Nettuno fece sorgere
uridice, la quale nel sottrarsi con la fuga alle persecuzioni di lui, fu morsicata da un serpente e morì nell’istesso gior
e una quantità di Api. Ricorda Virgilio che Aristeo dopo la sua morte fu messo nel numero degli Dei e particolarmente vene
583. Arna. — V. Arnea. 584. Arnea o Arna. — Giovane Ateniese la quale fu cangiata in civetta per aver voluto tradire la su
er l’argento. 585. Arno. — Fu il nome di un celebre indovino il quale fu ucciso nella città di Naupata, da un nipote di Er
di una figliuola d’ Arpalico re della Tracia, la quale secondo Igino fu fin dalla prima infanzia educata come un uomo al
Poco tempo dopo essendosi ribellati i sudditi di Arpalico, questo re fu detronizzato, e mentre cercava uno scampo nella f
cercava uno scampo nella fuga, a cui aveva unica compagna la figlia, fu miseramente trucidato, e allora Arpalice si ritra
po essere stata per lungo tempo il terrore delle campagne circostanti fu presa ed uccisa. Virgilio canta che Venere presen
er l’ Ebro varcava. Virg. Eneide L. 1 trad. A.. Caro. Finalmente vi fu un’altra Arpalice che mori di dolore nel vedersi
ra Arpalice che mori di dolore nel vedersi disprezzata da Ifielo, che fu uno degli argonauti da lei passionatamente amato.
degli uomini o per vendicarsi d’alcuno di essi. Fineo, re di Tracia, fu lungamente perseguitato dalle Arpie ; e gli Argon
i sottrarsi alle impudiche voglie del re. Ma la santità del luogo non fu scudo alla disgraziata giovanetta, poichè Imolo a
o fra gli astri. 594. Arsinoe. — Figlia di Niocrone re di Cipro. Essa fu perdutamente amata da Arceofonte il quale morì di
da indifferenza, del che sdegnata Venere la cangiò in pietra. Arsinoe fu anche il nome di una figliuola di Tolomeo Lago, l
facciata del tempio fosse fabbricata con pietre di calamita. Arsinoe fu similmente il nome di una città Egiziana posta su
egli in un accesso di follia stuprò sua figlia Medulina, dalla quale fu ucciso. 601. Aruspici. — Venivano così chiamati c
serpina mangiato sette acini di una melograna nell’ Inferno ; ciò che fu causa che Proserpina non potette essere restituit
lia a condizione di non aver essa nulla mangiato nell’inferno. Cerere fu così indegnata contro Ascalafo, per la sua rivela
predice male. Ovidio Metamorfosi libro V trad. Dell’ Anguillara. Vi fu anche un altro Ascalafo, figlio di Marte che fu u
Dell’ Anguillara. Vi fu anche un altro Ascalafo, figlio di Marte che fu uno dei più rinomati guerrieri Greci, che assedia
e — Libro II trad. di Vinc. Monti 605. Ascanio. — Detto anche Julio fu l’unico figlio di Enea e di Creusa. Suo padre qua
di una giovenca o di un’agnella. 626. Asteria. — Figlia di Ceso. Essa fu cangiata in quaglia quando fuggiva le persecuzion
uggiva le persecuzioni di Giove. In greco ορτυξ significa quaglia. Vi fu anche un’altra Asteria da cui Bellerofonte ebbe u
e Europa. 628. Asterione. — Uno dei più rinomati Arganauti. Asterione fu anche il nome di un fiume nella città di Argo, a
Asterodia. — Moglie di Endimione a cui dette gran numero di figli. Vi fu anche una ninfa conosciuta sotto questo nome. 630
ropeo. — Giovane guerriero che essendo venuto in soccorso dei Troiani fu ucciso da Achille quando questi riprese le armi p
ro — Iliade Libro XXI, trad. di V.Monti. 632. Astiale. — Troiano che fu ucciso da Neaptolemo. 633. Astianasse. — Ancella
u ucciso da Neaptolemo. 633. Astianasse. — Ancella di Elena, la quale fu non meno della sua padrona famosa per la corruzio
intraprendere la guerra contro i Lapidi. Il suo saggio consiglio non fu seguito e i centauri furono quasi distrutti. 637.
le non potendo opporre resistenza al dio Marte che ne era innamorato, fu da lui resa madre di un figliuolo che sotto il no
sedio di Troia come uno dei più famosi generali dell’armata Greca. Vi fu anche un’altra Astioche figliuola di Filanto, la
ta in potere di Ercole quando egli espugnò la città di Efina in Elide fu da lui amata e ne ebbe un figlio che fu poi noto
nò la città di Efina in Elide fu da lui amata e ne ebbe un figlio che fu poi noto sotto il nome Tlepolemo. Finalmente la f
nome Tlepolemo. Finalmente la favola ricorda di un’altra Astioche che fu una delle figliuole di Niobe. V. Niobe. 639. Asti
sò Meleagro da cui ebbe Partenopea. Essa amò con passione la caccia e fu la prima a ferire il cignale di Calidone le cui s
lle mani di Meleagro sebbene non fosse ancora divenuta sua moglie. Vi fu anche un’altra Atalanta figlia di Scheneo. Essa f
uta sua moglie. Vi fu anche un’altra Atalanta figlia di Scheneo. Essa fu richiesta in matrimonio da molti giovani principi
e essendo profondamenta culta nelle lettere e nel mestiere delle armi fu riguardata come la Divinità che presiede alle une
n onore di Cibele. 669. Atisio. — Figliuolo di Ercole e di Onfale. Vi fu anche un altro Atisio ucciso da Tideo, mentre con
ideo, mentre conduceva all’altare Ismene. 670. Atlante. — Gigante che fu figlio di Giove e di Climene. La favola finse che
oracolo di tenersi in guardia contro un altro figlio di Giove egli ne fu così afflitto che non volle più vedere alcuno. Pe
e era preparata per un sacrifizio a quella Dea. Dopo la morte Atteone fu riconosciuta dagli Orcomeni come un eroe : e gli
rlo, allorchè spaventata dalla vista d’un serpente, essa si arrestò e fu questa occasione al loro riconoscimento. 680. Aug
ati auguri. 682. Aulide. — Piccolo paese della Beozia la cui capitale fu Aulisia. Servio dice che era questa una piccola i
ò e ne ebbe un figlio chiamato Mennone. La passione di Aurora per lui fu così grande che gli propose di domandarle un pegn
za eguale, tanto che Titone giunse ad una estrema vecchiezza e allora fu cangiato in cicala. Dopo di lui Aurora amò Cefalo
disgustata di lui lo abbandonò per amore di Orione che alla sua volta fu da lei abbandonato per altri. 687. Ausone. — Figl
i Calipso. Egli andò a stabilirsi in Italia, e da lui questa contrada fu detta Ausonia. 688. Auspicii. — Cerimonie con le
quegli allotta, Fu imperadrice di molte favelle. A vizio di lussuria fu si rotta, Che libito fè lecito in sua legge, Per
a condotta. Ell’è Semiramis, di cui si legge Che succedette a Nino, e fu sua sposa, Tenne la terra che’ I Soldan corregge.
si numeravano persino gli anni dai baccanali e dalle dionisiache ; e fu creato un magistrato speciale per regolare la for
reco, di cui la storia non conserva altro ricordo. Oscuro di nascita, fu pessimo di costumi, ed il suo nome andò perduto n
bosco sacro alla dea Simula o Stimula : però la unione dei due sessi fu cagione di gravi disordini, onde il Senato Romano
empo all’utero del padre, Fini quei mesi, onde mancò la madre. Quando fu poi perfetta è ben matura La degna prole ch’in du
bro III trad. di Dell’ Anguillara. Quando il tempo della sua nascita fu giunto, Bacco fu segretamente consegnato ad Ino,
Dell’ Anguillara. Quando il tempo della sua nascita fu giunto, Bacco fu segretamente consegnato ad Ino, sua zia, la quale
ve insegnò agli uomini l’agricoltura, piantò per il primo una vigna e fu adorato come Dio del vino. Egli punì severamente
asformato in leone, combattè coraggiosamente al fianco di suo padre e fu ritenuto dopo Giove come il più possente degli De
nelle mani, in atto di far scaturire del vino da una fontana. Questo fu il padre Bacco, e l’inventore Del miglior culto a
uesto dio con le corna e lo raffigura con un tirso fra le mani. Bacco fu allevato su di una montagna chiamata Nisa. MOSÈ n
ri l’altra che lo adottò. Abbandonato nelle acque del Nilo, anch’egli fu salvato dalle onde, e da ciò gli viene il nome di
resi gli onori divini. 751. Batto. — Così avea nome quel pastore che fu testimonio del furto degli armenti che Mercurio r
le si credeva generalmente che fossero fatti i simulacri egiziani. Vi fu anche un altro Batto, che la tradizione mitologic
rda come fondatore della città di Cirene, nella quale, dopo la morte, fu adorato come un dio. 752. Baubo. — Detta anche Be
Mercurio, avendo voluto, sotto umano sembiante, traversare la Frigia, fu villanamente scacciato da tutti gli abitanti dell
e facevano un orrendo massacro. Racconta Strabone che Amico, loro re, fu ucciso da Polluce, al quale in compagnia degli al
state dissotterrate nelle circostanze di quell’antica città. Grutero fu il primo a pubblicare una raccolta preziosissima
e Antea, detta anche Stenobea, gli fece delle proposizioni alle quali fu insensibile. Antea punta da questa indifferenza,
tua, che venne poi adorata anche dai Caldei sotto il nome di Baal. Vi fu anche un altro Belo che fu padre di Danao re d’Eg
anche dai Caldei sotto il nome di Baal. Vi fu anche un altro Belo che fu padre di Danao re d’Egitto. Belo fu similmente il
al. Vi fu anche un altro Belo che fu padre di Danao re d’Egitto. Belo fu similmente il nome di un re di Tiro e della Fenic
tto. Belo fu similmente il nome di un re di Tiro e della Fenicia, che fu padre di Pigmalione e d’Elissa, soprannominata Di
grande divinità dei Bibilonesi, i quali le innalzarono un tempio che fu il più ricco, sontuoso e magnifico di tutti i tem
le non avendo potuto servire al disegno di coloro che l’intrapresero, fu convertita nel tempio di Belo. I re di Babilonia
 Soprannome di Giove da un luogo presso Flavigni nella Borgogna, dove fu ritrovata una statua di questo dio, rappresentato
eroe dell’antica Roma. 777. Bergioso. — Uno dei figli di Nettuno che fu ucciso da Ercole. 778. Berecinta o Berecintia. — 
tuno che fu ucciso da Ercole. 778. Berecinta o Berecintia. — Nome che fu dato a Cibele, perchè sopra d’una montagna della
d offrì agli dei, per la prosperità delle armi di suo marito. Tolomeo fu profondamente commosso da questa prova di attacca
chiave. Ovidio. — Metamorf. libro III. trad. di Dell’Anquillara. Vi fu un’altra Beroe figlia dell’Oceano e sorella di El
, alla quale dette questo nome in memoria di quello del padre suo. Vi fu anche un principe Troiano, così chiamato, che fu
lo del padre suo. Vi fu anche un principe Troiano, così chiamato, che fu ucciso da Agamennone. 788. Bibesia ed Edesia. — D
fratello, nè avendo potuto piegarlo alle sue voglie, pianse tanto che fu cangiata in fontana. V. Cauno. Qual dalla scorz
una opinione poco accreditata. 801. Bisalpisa. — Figlia di Bisalto ; fu una delle mogli di Nettuno. Più comunemente è con
ana salvasse. I Troiani anch’essi uccisero una biscia di Diana, e ciò fu causa della disastrosa guerra che essi dovettero
e traversavano la superficie delle acque senz’affondare. Di Dardano fu nato il re d’ogni altro Più opulente Erittonio. A
ne di un bosco sacro dedicato ad Apollo nell’isola di Claro ; ove non fu mai ritrovato un animale velenoso e dove i cervi,
a, la quale venne deposta in un tempio fabbricato da Oreste. Ifigenia fu la più celebrata fra le sacerdotesse di questo te
— Uno dei più valorosi capitani dei Lacedemoni. Dopo la sua morte gli fu innalzata dagli abitanti di Anfipoli una ricchiss
ale, per sottrarsi alle persecuzioni di Minos, si precipitò in mare e fu alla preghiera di Diana messa nel numero delle im
e siccome in lingua Egiziana la parola Bubaste significa Gatto, così fu detto che Diana si fosse cangiata in quell’animal
la confonde con Flora ; Varrone la fa moglie di Fauno, e dice ch’ella fu per tutta la vita l’esempio della castità coniuga
. — vedi Baraico. 853. Busiride. — Figlio di Nettuno e di Lidia. Egli fu uno dei più crudeli sovrani dell’Egitto. Aveva pe
trabone per un oracolo di Latona. 855. Buteo. — Figlio di Borea. Egli fu costretto ad abbandonare gli stati del padre puta
re di cui nell’articolo precedente. 861. Cabira. — Figlia di Proteo : fu una delle mogli di Vulcano. 862. Cabiri. — Divini
o giallognolo. Questa pietra, la cui scoperta si attribuisce a Cadmo, fu dal nome di lui detta Cadmea. 872. Cadmeo. — Dett
non dopo il sacrificio di Ifigenia figlia di Agamennone. Quando Troja fu espugnata, Calcante si ritrasse a Colofone, ove m
 — V. Calchiade. 892. Calciope. — Figlia di Aete, re della Colchide : fu sorella di Medea e moglie di Frisso da cui ebbe m
la, ove restarono finchè Giasone non li ricondusse nella Colchide. Vi fu anche un’altra Calciope figliuola di Euripiele, r
le, re dell’isola di Cos. Ercole l’amò passionatamente, e quest’amore fu cagione della rovina della famiglia di lei ; impe
si a Turno, re dei Rutuli. 895. Calicea. — Una delle figlie di Eulo : fu moglie di Ezio e madre di Endimione. 896. Calicop
e. 896. Calicope. — Così veniva denominata la Venere, madre di Enea : fu figliuola d’Otrea e sposò Toade, re di Lenno. Que
luto continuare a viver con lei. 901. Calisto. — Detta anche Elicea : fu figlia di Licaone ed una delle ninfe del seguito
iove allora li trasportò nel cielo, fra le costellazioni, ove Calisto fu la grande orsa, e Arcaso la piccola, conosciuta p
rti della gioia materna nel vederio fra il numero dei vincitori, essa fu riconosciuta, arrestata e condotta innanzi ai giu
a fisica di una parte del suo corpo. 909. Callirot. — Secondo Esiodo, fu figliuola dell’Oceano e moglie di Crisaore, che l
e moglie di Crisaore, che la rese madre di due mostri, uno dei quali fu Gerione, famoso gigante a tre teste ; e l’altro E
sona l’armata di Turno contro Enea. Fu celebre cacciatrice, e nessuno fu più destro di lei nella corsa, nel maneggio delle
e cuffia in capo. Il fanciullesco suo primo diletto E ’l primo studio fu lanciar di palo, E trar d’arco e di fromba : e’n
atti a morte violenta. 926. Campea. — Guardiana del Tartaro, la quale fu uccisa da Giove, quando questi trasse dalla prigi
o particolare. 936. Candaulo. — Detto anche Mirsilo, figlio di Mirso, fu l’ultimo degli Araclidi. Amò così passionatamente
o, fu l’ultimo degli Araclidi. Amò così passionatamente sua moglie, e fu così superbo della bellezza di lei, che volle un
la si facesse veder nuda ad un suo favorito, per nome Gige. La regina fu così profondamente sdegnata, che comandò a Gige d
e considerazione, fino a che il re Cambise, avendo ucciso il bue Api, fu notato che fra tutti gli animali che si avvicinar
vidio, ebbe questo nome dalla incomparabile bellezza della sua voce : fu figliuola di Giano e di Venilla, e sposò Pico, fi
e di Venilla, e sposò Pico, figliuolo di Satono, e re d’Italia. Ella fu così afflitta della morte del marito, che si cons
messe alle prese insieme. Si accese un gran fuoco, in mezzo al quale fu posta la statua di Canope, e con grande sorpresa
che spense interamente le fiamme. Il Dio Canope dichiarato vincitore, fu da quel giorno ritenuto come il più possente degl
on violenza non appena l’azione del fuoco ebbe liquefatta la cera. Vi fu anche una città dell’Egitto conosciuta sotto il n
pe, di cui nell’articolo precedente. 942. Cantho. — Figlio di Abaso : fu uno degli Argonauti. 943. Canuleìa. — Era così ch
rdotesse. 944. Caone. — Fratello di Eleno. Essendo un giorno a caccia fu ucciso inavvertentemente ; il fratello Eleno, che
questo empio bestemmiatore, l’Alighieri fa dire a Virgilio : …… Quel fu un dei sette regi, Ch’assiser Tebe, ed ebbe, e pa
nche Capi. — Troiano, compagno di Enea, e suo seguace in Italia. Egli fu il fondatore della città nota anche oggidi sotto
morfosi che vi operarono diverse Divinità. Cario, figlio di Giove, ne fu il fondatore, onde il nome che porta. 960. Cariat
rone e figliuola di Apollo. Essa dette alla luce una fanciulla, a cui fu dato il nome di Ociroe, per averla la madre parto
ssere Cariddi una donna la quale, avendo involato dei buoi ad Ercole, fu fulminata da Giove e cangiata in questo scoglio n
e grazie Cariti ed istituirono in loro onore alcune feste, alle quali fu dato il nome di Carisie. 968. Caristie o Caritie.
che abitavano nelle circostanze del monte Carmelo. Al dire di Tacito, fu un sacerdote del Dio Carmelo che predisse a Vespa
 — Conosciuta anche sotto il nome di Nicostrata, celebre indovina che fu madre di Evandro. Ella fu onorata come una Divini
il nome di Nicostrata, celebre indovina che fu madre di Evandro. Ella fu onorata come una Divinità, e dopo la morte si cel
e Agatocle riportò sopra i Cartaginesi, dei quali fece grande strage, fu conseguenza della vendetta di Saturno, sdegnato p
ciar la benda ? È vita il solo errore ; Il saver con la morte all’uom fu dato. Schiller — Cassandra. Trad. di A. Maffei
gine, Febeo ed Ilaijo, essi le rapirono ai loro futuri mariti ; e ciò fu cagione della morte di Castore, il quale qualche
e ciò fu cagione della morte di Castore, il quale qualche tempo dopo fu ucciso per vendetta d’uno degli oltraggiati sposi
ro ad Atene, in memoria d’averla salvata dal saccheggio. Anche a Roma fu loro elevato un tempio, ove si prestava il giuram
lla Colchide. La cronaca favolosa narra che sopra una delle sue rocce fu incatenato Prometeo, allorchè Giovelo condannò ad
, Arneo, Licida, Medone, Piferone, Eurito, Amico, Folo e Chirone, che fu precettore di Achille. V. Chirone e Centauri. 100
ga. 1011. Cavalli di Laomedone. — Una muta di questi famosi destrieri fu il premio che il re Laomedone promise ad Ercole p
porte si potesse mettere, Troia tornerebbe in quello stato nel quale fu sotto la protezione e la defensione del Palladio,
 Uno dei giganti che mossero guerra agli Dei. Fu ucciso da Venere. Vi fu anche un altro Cebrione, figlio naturale del re P
conta che sua madre, essendo seduta dappresso alla fucina di Vulcano, fu colpita da una scintilla di fuoco ; e che dopo no
e di Cecolo, a causa dell’estrema piccolezza degli occhi. Quando egli fu adulto si dette ad una vita di furto e di brigant
o, egli invocò suo padre, dio del fuoco, e il luogo dove si trovavano fu all’istante circondato di fiamme. Allora tutti co
alla sua volontà. Altri scrittori dicono che Cecolo, ancora bambino, fu trovato da alcuni pastori nelle fiamme senza esse
Acteo, re degli Ateniesi, a cui egli succedette nel governo. Cecopro fu soprannominato biforme, e l’opinione degli scritt
una colonia nella Grecia ove fondò il regno d’Atene, che dal suo nome fu detta Cecropia. Alcuni la confondono con Cecopro
nfedeltà, e Procride andò a nascondere nei boschi la sua vergogna, ma fu ben presto raggiunta da suo marito il quale non p
mpassione li cangiò entrambi in astri. 1031. Cefeo. — Re di Etiopia : fu figlio di Fenicio e padre di Andromeda. Vi fu anc
efeo. — Re di Etiopia : fu figlio di Fenicio e padre di Andromeda. Vi fu ancora un altro Cefeo principe di Arcadia, il qua
Andromeda. Vi fu ancora un altro Cefeo principe di Arcadia, il quale fu teneramente amato da Minerva. La Dea in prova d’a
1032. Cefiso. — Fiume della Focide ; amò un gran numero di ninfe, ma fu sempre disprezzato nei suoi amori. 1033. Cefo. — 
. Cefo. — V. Cebo. 1034. Celx. — Figlio di Lucifero e di Chione. Egli fu così dolente della morte di sua madre che si recò
taginesi : aveva nell’ Africa settentrionale un magnifico tempio, che fu poi demolito, da Costantino. Si crede generalment
e sotto quel nome la Dea Venere. 1041. Celma. — Dama tessala la quale fu cangiata in diamante, per avere sostenuto che Gio
ere, che quel Dio anch’esso fosse sottomesso alla morte. Perciò Celma fu rinchiuso in una torre impene. trabile. 1042. Cel
stessa sorte di sua moglie a causa della sua incredulità V. Celma. Vi fu un altro Celmiso fra i Cureti o Coribanti sacerdo
n altro Celmiso fra i Cureti o Coribanti sacerdoti di Giove, il quale fu scacciato da’suoi compagni per aver mancato di ri
ana con una freccia che questa lanciava ad una fiera, la madre di lei fu così afflitta e versò tante lagrime, che la Dea m
, che la Dea mossa a pietà, la cangiò in una fontana che dal suo nome fu detta Pirene. 1045. Cencrea. — V. Cenchiria. 1046
iove……. Ovidio. — Metamorf. Libro IX trad. di Dell’ Anguillara. Vi fu anche un tessalo ricordato dalla tradizione mitol
icordato dalla tradizione mitologica sotto il nome di Ceneo, il quale fu dapprima donna e si chiamò Cena, ed ottenne da Ne
o invulnerabile, lo schiacciarono sotto una foresta di alberi ed egli fu cangiato in uccello. Costui nacque in Tessaglia.
e bella, Per nome maschio il nominar Ceneo, Perocchè da principio ei fu donzella. …………….. Fu in dubbio allor ciò che di C
de un augel ver la superna sede. Tanto veloce, coraggioso e bello Che fu da noi chiamato unico augello. Ovidio. — Metamor
a al nitrito di un cavallo. Fra tutti il più famoso ed il più celebre fu Chirone, precettore di Achille. (V. Chirone) Erco
per salvarsi dall’innondazione delle acque del diluvio di Deucalione, fu dalle ninfe abitatrici di quella montagna, cangia
figlia per nome Alope la quale Nettuno rese madre, e il padre di lei fu così irritato che la condusse in un bosco insieme
. Cerere. — Una delle principali Dee della mitologia greca e romana : fu tiglia di Saturno e di Cibele e Dea dell’agricolt
rchè vien sempre tardi. 1069. Cesare (Glulio). — Per ordine d’Augusto fu riconosciuto come un Dio dopo la morte, e onorato
egli andò a dimorare sulle rive del fiume Tiamio in una contrada, che fu detta Cestrina dal nome di lui. 1072. Ceto. — Sec
72. Ceto. — Secondo Esiodo così si chiamava la moglie di Forcino, che fu madre di Bellona. 1073. Chaonia. — Contrada dell’
zione alcuna. 1075. Charise. — V. Caride. 1076. Chelonea. — Ninfa che fu cangiata in testuggine. 1077. Chera. — Vale a dir
e del mostro detto Chimera. 1082. Chione. — Figlia di Dedalione. Essa fu amata contemporaneamente da Apollo e da Mercurio
che si rese non meno famoso di suo padre nell’ingannare tutti. Chione fu così orgogliosa della sua bellezza, che osò vanta
empi. Egli insegnò la medicina ad Esculapio, l’astronomia ad Ercole e fu l’istitutore di Achille. E quel di mezzo ch’al p
Chitonia. — V. Chitonea. 1087. Clane. — Ninfa della Sicilia, la quale fu da Plutone cangiata in fontana, perchè volle oppo
Clanea. — Figlia del fiume Meandro e madre di Cauno e di Bibli. Essa fu cangiata in roccia per non aver voluto ascoltare
sua figlia. Appena compiuto il mostruoso incesto, l’isola di Sicilia, fu desolata da un’orribile pestilenza. L’oracolo int
o ebbe anche nome un figliuolo di Marte, che combattè contro Ercole e fu vinto. Marte allora sdegnato per la disfatta del
ole ; ma Giove li separò facendo cadere fra di loro la folgore. Cigno fu similmente detto un re della Liguria, figliuolo d
facesse dell’elemento più contrario al fuoco la sua abitazione. Cigno fu finalmente un figliuolo di Nettuno e di una Nerei
igno fu finalmente un figliuolo di Nettuno e di una Nereide, il quale fu da suo padre reso invulnerabile fino dall’infanzi
a stabilirsi in quella parte dell’ Asia minore, che poi dal suo nome fu detta Cilicia. Cilixo fu anche il nome di uno dei
arte dell’ Asia minore, che poi dal suo nome fu detta Cilicia. Cilixo fu anche il nome di uno dei figliuoli di Agenore. 11
di Mirra — V. Adone. 1126. Cinisca. — Figliuola d’Archisane, la quale fu la prima, che ne’giuochi olimpici avesse ottenuto
di quelle che presero cura dell’infanzia di Giove. Dopo la sua morte fu cangiata in astro. 1130. Cinosarge. — Soprannome
erasi arrestato. Didimo esegui il misterioso comando e da quel tempo fu dato ad Ercole il soprannome di Cinosarge. 1131.
estremamente affezionato. Un giorno per inavvertenza lo ucoise, e ne fu così addolorato che volle darsi la morte, ma Apol
Ovidio. — Metamorfosi. — Libro XIV. trad. di Dell’anguillara. Circe fu scacciata dal suo paese nativo per avere avvelena
, secondo altri in un promontorio della Campania che poi dal suo nome fu detto Circeo, e dov’essa cangiò Scilla in mostro
passione e la condusse in Africa ov’essa divenne madre di Aristea. Vi fu un’altra Cirene ninfa della Tracia che fu dal Dio
ivenne madre di Aristea. Vi fu un’altra Cirene ninfa della Tracia che fu dal Dio Marte resa madre del famoso Diomede. 1141
Citera. — Isola del mediterraneo. La tradizione mitologica narra che fu in quest’isola che Venere nascesse dalla spuma de
el vello d’oro lo uccise inavvertentemente. Da quel tempo il suo nome fu dato alla capitale dei Dolioni, la quale fu detta
Da quel tempo il suo nome fu dato alla capitale dei Dolioni, la quale fu detta Cizzica o Cisia, e che poi divenne una dell
Era questo il nome di una vestale, la quale accusata di libertinaggio fu salvata dalla dea Vesta, che operò un miracolo pe
clava di Teseo, veniva designata con l’epiteto di Epidauriana, perchè fu appunto nell’Epidauro che Teseo la rapì a Perifet
una divinità ; e, secondo asserisce Plutarco, dopo la morte di Cesare fu innalzato un tempio alla clemenza di lui. Gli att
e di Troja, e di Ecuba. 1174. Cleodora. — Così avea nome la ninfa che fu madre di Parnaso. 1175. Cleodossa. — Una delle fi
rovine. Egli si salvò nascondendosi in un sepolcro, nel quale poi non fu più ritrovato. L’oracolo consultato su questo str
atta da Ercole. — V. Ercole. 1178. Cleopatra. — Una delle Danaidi. Vi fu anche un’altra Cleopatra, che fu figlia di Borea
. Cleopatra. — Una delle Danaidi. Vi fu anche un’altra Cleopatra, che fu figlia di Borea e moglie di Fineo. 1179. Cleroman
rinomati centauri. 1191. Clizia. — Figlia dell’Oceano e di Teti. Essa fu amata da Apollo, il quale l’abbandonò per ottener
i Eliotropo. La cronaca mitologica ricorda due altre Clizie : una che fu moglie di Tantalo, l’altra di Amintore. 1192. Clo
eva presso Roma, in un luogo paludoso. Secondo il suddetto scrittore, fu in quel luogo che i Sabini e i Romani s’unirono i
. 1200. Cloridi. — Più comunemente conosciuta sotto il nome di Clori, fu una delle figliuole di Niobe e di Anfione. Ella s
ri, fu una delle figliuole di Niobe e di Anfione. Ella sposò Neleo, e fu madre di Nestore. Apollo e Diana la uccisero perc
di cantar meglio del primo, e d’esser più bella della seconda. Clori fu anche il nome di una ninfa che sposò Zeffiro, il
08. Cocalo. — Re della Sicilia. La tradizione mitologica racconta che fu presso di lui che si ricoverò Dedalo, allorchè Mi
ella ninfa Ora. 1215. Colchide. — Contrada dell’Asia, la cui capitale fu la città di Cita : si rese celebre per il vella d
stacolo. Un architetto indiano, per nome Cares, discepolo di Lisippo, fu il costruttore del colosso di Rodi, il quale, sec
costruttore del colosso di Rodi, il quale, secondo asserisce Plinio, fu abbattuto cinquantasei anni dopo la sua costruzio
nni dopo la sua costruzione, finchè sotto il regno di Vespasiano, non fu , per ordine di questo imperatore, ricollocato al
e la fece in pezzi e, pel solo trasporto della gran quantità di rame, fu costretto a servirsi di novecento cammelli. L’ori
rte vestivano una tunica bianca. 1226.Cometeso. — Padre d’Asterione : fu uno degli Argonauti. 1227.Cometo. — Figlia di Pet
iso quel fatale capello e data in balia dei nemici la propria patria, fu fatta uccidere per ordine di quello stesso uomo p
cciso da Agamennone, gli trapassò la mano con un colpo di lancia ; ma fu da quest’ultimo egualmente ucciso. 1243.Coppa. — 
ria di tale avvenimento, gli Ateniesi istituirono poi una festa a cui fu dato il nome di festa delle Coppe. 1244. Cora o C
anguigne. 1246.Corcira. — Isola che deve il suo nome ad una ninfa che fu una delle mogli di Nettuno. Quest’isola è celebre
no, perchè la notte in cui i Greci si resero padroni di Troja, Corebo fu ucciso da Peneleo. 1252. Coribanti o Cureti. — Sa
quale i Coribanti han preso il loro nome. 1256. Coricia. — Ninfa che fu una delle mogli di Apollo : dimorava abitualmente
me a Corintio, figlio di Giove. 1260. Corinete. — Figlio di Vulcano : fu un celebre bandito, ucciso da Teseo. 1261. Corita
in suo onore delle feste dette Coritie. V. l’articolo precedente. Vi fu un altro Corito di cui la tradizione mitologica f
ccesso di gelosia, lo uccise. Si ricorda anche di un altro Corito che fu re dell’Etruria e padre di Dardano e di Tasio. 12
nò per darsi ad Ischiso, giovanetto di meravigliosa bellezza. Il nume fu talmente irritato dell’abbandono, che uccise Coro
nunziato l’infedeltà di Coronide, lo cangiò di bianco in nero. Tempo fu già che amava una fanciulla Febo in Tessaglia, na
ppella. Ovidio — Metamorfosi Libro II. trad. di Dell’Anguillara. Vi fu anche un’altra Coronide, figlia di Coroneo, re de
o la parola Κορὠνγ, significa cornacchia. Anche fra le baccanti ve ne fu una per nome Coronide, la quale fu rapita da Bute
cchia. Anche fra le baccanti ve ne fu una per nome Coronide, la quale fu rapita da Buteo. Finalmente fuvvi un’altra Coroni
di Coronide (V. Coronide) il corvo era bianco come il cigno : ma poi fu cangiato in nero. 1271. Coscinomanzia. — V. Cocin
o. — Uno degli dei della mitologia egiziana. 1276. Crane. — Ninfa che fu una delle mogli di Giano. Si crede comunemente ch
i ed altari. 1278. Cratea. — Dea degli stregoni e degli incantatori : fu madre della famosa Scilla. Omero e altri scrittor
e e Polinice, e che li avesse spinti ad uccidersi scambievolmente. Vi fu un altro Creonte, re di Corinto, che Medea fece m
omento di furore. 1286. Cresponte. — Uno dei discen lenti di Ercole : fu celebre fra gli eroi della Grecia. 1287. Crepito.
in ornamenti muliebri i quali s’inflammarono non appena Creusa se ne fu adornata, producendo lo stesso effetto che il fuo
eusa. La tradizione mitologica ricorda anche di una altra Creusa, che fu figlia di Priamo e moglie di Enea. Ella disparve
rte ebbe gli onori divini. 1298. Crinifo. — Principe Trojano il quale fu da Nettuno ed Apollo ajutato a riedificare le mur
omi del dio Mercurio. 1303. Crisaore. — Secondo l’opinione di Esiodo, fu cosi chiamato l’uomo che nacque dal sangue della
amato l’uomo che nacque dal sangue della testa recisa di Medusa : gli fu dato questo nome perchè aveva una spada d’oro nel
ò finchè, per ordine dell’indovino Calcante, la rapita giovanetta non fu restituita al padre. Agamennone, costretto a cede
viene dal greco Κριδη, che significa orzo. 1312. Crocale. — Ninfa che fu riglia del fiume Ifmeno. 1313. Croco. — Più comun
tto il nome di Croto : figlio del dio Pane e di Eufema. Dopo la morte fu annoverato fra le costellazioni. Vi fu un altro C
ane e di Eufema. Dopo la morte fu annoverato fra le costellazioni. Vi fu un altro Croco, marito di Smilaxa. Essi si amavan
he fosse la stessa che Saturno. 1315. Cromio. — Figliuolo di Priamo : fu ucciso all’assedio di Troja da Diomede. 1316. Cro
mostro e l’uccise. 1317. Cromisio. — Figlio di Neleo di Cloride, che fu ucciso da Ercole. 1318. Cromise. — Figliuolo di E
 : avendo nudrito i suoi cavaili di carne umana, Giove lo fulminò. Vi fu anche un satiro a cui la favola attribuisce l’ist
o. — Re d’Argo e padre di Famateo. 1324. Cteato. — Padre d’Anfimaco : fu uno dei capitani che assediarono Troja. 1325. Cto
ulli poppanti. 1330. Cupavo. — Figlio di Cigno : al dire di Virgilio, fu anch’esso cangiato in questo animale. …… Questi
n gli occhi bendati, con un arco ed un turcasso pieno di frecce. Egli fu amato con passione da Psiche. Compagni di Cupido
comunemente il Cavallo. 1341. Dafne. — Figliuola del fiume Peneo, che fu passionatamente amata da Apollo. Un giorno mentre
stesso si fece di quelle foglie una corona, che poi porto sempre. Vi fu anche un’altra Dafne, più comunemente conosciuta
oi poemi. Al dire di Diodoro, questa figliuola dell’indovino Tiresia, fu la famosa sibilla di Delfo. Dafne fu anche il nom
figliuola dell’indovino Tiresia, fu la famosa sibilla di Delfo. Dafne fu anche il nome di un’altra ninfa delle montagne di
n’altra ninfa delle montagne di Delfo, la quale, al dire di Pausania, fu scelta dalla dea Tello per presiedere agli oracol
tto che portò a Dafne. 1345. Dafni. — Giovane pastore della Sicilia : fu figlio di Mercurio. Egli amò con passione una nin
co. Dafni dimendicò il suo giuramento, s’innamorò di un’altra ninfa e fu cieco pel rimanente dei suoi giorni. 1346. Dafnom
za. 1348. Damasictone. — Così si chiamava uno dei figli di Niobe, che fu ucciso da Apollo. 1349. Damoso. — Uno dei soprann
il popolo faceva a Cibele, nel giorno detto damion, primo di maggio, fu dato il soprannome di Damia alla buona dea. « Δάμ
Elettra, figliuola di Atlante. Avendo ucciso suo fratello Iafio, egli fu obbligato di fuggire dall’isola di Creta, e si ri
overo in Asia, ove costrui una città detta dal suo nome Dardania, che fu più tardi la famosa Troja. 1360. Dardani o Dardan
eo. 1366. Daula. — Soprannome di Filomela, perchè, secondo la favola, fu a Daulia, città della Focide, ch’essa fu cangiata
, perchè, secondo la favola, fu a Daulia, città della Focide, ch’essa fu cangiata in uccello. 1367. Daulte. — Feste celebr
i greci. 1372. Dedalione. — Fratello di Ceixo e padre di Chione. Egli fu così addolorato della morte di sua figlia, che si
a proposito di quanto accennammo. L’Infamia di Creta era distesa Che fu concetta nella falsa vacca. Dante — Inferno — Ca
 Eneide — Libro I Trad. di A. Caro. 1388. Delotaro. — Re di Galata : fu un principe estremamente superstizioso. Cicerone
— Metamorfosi — Libro IX. trad. di Dell’Anguillara. Appena Ercole si fu rivestito del fatale tessuto, si sentì come bruci
punto in quell’istesso luogo. La Terra, secondo i poeti della favola, fu dunque la prima a possedere l’oracolo famoso : po
quello, e si rese solo padrone del celebre oracolo, che da quel tempo fu detto l’oracolo d’Apollo. Sotto questa allegoria
do mangiato un pezzo di carne di una vittima umana, immolata a Giove, fu cangiato in lupo. La tradizione mitologica ripete
Cerere. 1407. Democoonte. — Uno dei figli di Priamo, re di Troja, che fu ucciso da Ulisse. ….. e feri Democoonte Priamide
sul petto. Omero. — Iliade — Lib. IV trad. di V. Monti Democoonte fu pure il nome di un greco, figliuolo di Megara, il
il nome di un greco, figliuolo di Megara, il quale coi suoi fratelli fu ucciso da Ercole. 1408. Demodice. — Moglie di Cre
ssendo in quelli rinchiuso il destino di Roma. Il cenno dei sacerdoti fu immediatamen teeseguito e i libri sibillini furon
dizione di Troja, una tempesta lo gettò sulle coste della Tracia, ove fu accolto benignamente dà Licurgo, redi quella cont
ecipitò in uno stagno, ove, non essendosi più ritrovato il suo corpo, fu creduto che fosse stata cangiata in pesce. Gli As
frutto degli amori della disgraziata Derceto, fosse una bambina, che fu poi la famosa Semiramide, regina di Babilonia, la
aspetto Ch’à il senso esteriore e l’intelletto. E come dagli dei lor fu concesso, I sassi che dall’uom furo gittati Tutti
i moiti noti sotto il nome di Deucalione : fra questi il più rinomato fu un figliuolo di Minosse, re di Creta. 1424. Dever
i D. Strocchi. La ninfa Calisto, che apparteneva al seguito di Diana fu scacciata ignominiosamente da questa dea per aver
ei. 1435. Dictea. — Conosciuta più comunemente sotto il nome di Dica, fu una delle figlie di Giove e di Temi. Essa presied
mi di Diana. 1440. Dictisio. — Così avea nome uno dei centauri : egli fu ucciso da Piritoo. 1441. Didima. — Secondo l’opin
Tiro, detta dapprima Elisa e conosciuta con l’appellazione di Dido : fu moglie di Sicheo, che ella amò teneramente. Pigma
— Didon e abband. Atto III — Scena ultima. Dopo la sua morte Didone fu onorata in Cartagine come una dea e riconosciuta
 — Al dire di Diodoro era questo il nome della madre di Cibele : essa fu moglie di Meone, re della Lidia. 1454. Dio — I po
gamennone tolse per sè quest’ultima. 1458. Diomede. — Re d’ Etiolia : fu figliuolo di Tideo e ritenuto, dopo Achille ed Ai
lorati, che gli dei compassionevoli li cangiarono in uccelli. Diomede fu quello che rapì dall’isola di Lenno le frecce di
iomede fu quello che rapì dall’isola di Lenno le frecce di Ercole ; e fu colui che insieme ad Ulisse penetrò nella città d
si cavalli. 1459. Dione. — Ninfa, figlia dell’ Oceano e di Teti, ella fu ne ! numero delle concubine di Giove, il quale la
nte di Venere, veniva detto Dioneo. 1460. Dionea. — La dea Venere che fu moglie di Vulcano è quella a cui si da propriamen
di Vulcano è quella a cui si da propriamente questo soprannome. Essa fu perduttamente amata da Marte, che le rese madre d
i di Giove. La tradizione mitologica ricorda di un altro Dioniso, che fu tiranno di Siracusa, il quale si rese celebre per
ò con assai aspra maniera per lungo tempo Anflone ed Antiope, che poi fu madre di Zeto ; ma poi caduta in loro potere, ess
enzioni fra le famiglie ; le contese e le querele d’ogni natura. Essa fu scacciata dal celo da Giove, perchè metteva la di
ando Peleo sposò Teti, la sola dea non invitata il banchetto di nozze fu la Discordia, la quale per vendicarsi, gettò sull
del giudizio, pose termine alla querela in favore di Venere, ciò che fu causa d’infinite sventure. La Discordia si diping
e colombe volarono una in Egitto, e propriamente nella Libia, ove poi fu il famoso oracolo di Giove Ammone ; l’altra fermò
Tebe sacerdotessa ; da ciò ebbe origine l’oracolo di Dodona, che poi fu famoso per tutta la Grecia. Quanto ella favola de
spia trojana nel campo dei Greci ; ma sorpreso da Diomede e da Ulisse fu ucciso ; egli era figliuolo dell’araldo Eumede. 1
a, per indicare il mare istesso. Virgilio à detto : Doris amara. Dori fu anche il nome di una delle Nereidi, così detta da
lio naturale del re Priamo : Ajace lo uccise all’assedio di Troja. Vi fu anche un altro Doriclio, figlio di Fineo, o re de
. Doro. — Una delle cinquanta Nereidi. 1503. Doto. — Ninfa del mare : fu un’ altra delle Nereidi. 1504. Draconigena, Citta
assere che con la loro madre vi annidavano ; e dopo d’averle divorate fu immantinente cangiato in pietra. I guerrieri grec
soccorso degli dei, onde sottrarsi alle persecuzioni del fiume Paflo, fu cangiata in isola. 1520. Eaci. — Solenni giuochi
to di Gorgofona, figlia di Perso, che lo rese padre di Tindaro. Ebalo fu uno dei migliori re di Sparta, i cui abitanti all
ta. — Al dire di Pausania, cosi avea nome il primo degli Acheeni, che fu vincitore ai giuochi olimpici. Narra la cronaca c
vittoria con un monumento, imprecò contro di essi una maledizione che fu esaudita dai celesti. Gli Acheeni vedendo coll’an
bota, e così l’anno seguente, Sostrate di Pellene, loro concittadino, fu proclamato vincitore ai giuochi. Da quell’epoca g
da di flori. 1528. Ecaerga. — Così avea nome una ninfa dei boschi che fu celebre cacciatrice, ed estremamente esperta negl
o giuramento per Ercole. 1531.Ecate. — Secondo asserisce Esiodo, essa fu figliuola di Asteria e di Perseo. Secondo il cita
aste, dice che Giove ebbe dai suoi amori con Cerere una figliuola che fu detta Ecate, la quale fu celebre per la sua grand
dai suoi amori con Cerere una figliuola che fu detta Ecate, la quale fu celebre per la sua grande statura. È detto anche
l sacrifizio nel quale si svenavano cento buoi. Coll’andare del tempo fu trovato che cotesto sacrifizio era di così forte
i, che celebrarono col canto la morte di quelle eroiche fanciulle. Vi fu un altro Echione, padre di Penteo. Fu uno di colo
ni furono detti Echionidi. La favola ricorda di un altro Echione, che fu uno degli araldi degli Argonauti. 1544. Echionide
un’ altra ragione meravigliosa degli ecclissi, e la più generalizzata fu questa. Si disse che le streghe e tutti coloro ch
iuoli del re Priamo. In un combattimento sotto le mura di Troia, egli fu ucciso unito al fratello Cromio, da Diomede. Due
otte, e finalmente morì di dolore. La favola ripete che dopo la morte fu cangiata in roccia. Ecuba. — Figlia di Cisseide,
e Creusa, Cassandra, Laodice e Polissena. Al dire di Virgilio, Creusa fu madre di cinquanta figliuoli tra maschi e femmine
dopo aver reso splendidi onori funebri al figliuolo del figlio suo, e fu condotta presso Polinnestore, re della Tracia, al
nella Tracia una sepoltura, detta il sepolcro del cane, e nella quale fu rinchiusa la spoglia mortale dell’antica regina d
che vide Polissena morta, E del suo Polidoro in su la riva Del mar si fu la dolorosa accorta, Forsennata latrò si come can
patria. 1552. Edo. — Figliuola di Pandaro e moglie di Zetto, il quale fu fratello d’Anfione. Da questa unione non nacque c
sa fosse rapita dalle Arpie e trasportata da queste nell’Inferno, ove fu data in preda alle Furie. 1553. Edone. — Così ave
per consolarlo colle sue filiali carezze ; ma quest’atto di pietà le fu imputato a delitto e glà Politecno, cieco di furo
1559. Edusia. — V. Educa. 1560. Eeta. — Figlio del Sole e di Persa : fu re della Colchide e padre di Medea, la quale per
Efeso, che si rese poi tanto celebre. Il famoso tempio di Diana, che fu una delle sette meraviglie del mondo, fu fatto co
famoso tempio di Diana, che fu una delle sette meraviglie del mondo, fu fatto costruire a spese di tutti i regnanti dell’
a tante meraviglie d’arte, e tanto lusso di ricchezze e di splendori, fu distruita in poche ore per mano di un uomo per no
imanesse perenne monumento dell’arte greca, poichè ai tempi di Nerone fu spogliato di ogni ricchezza e poscia, sotto l’Imp
eratore Galieno, i Goti lo rovinarono quasi interamente, e finalmente fu distrutto dalle fondamenta in virtù dell’editto d
to, ordino la demolizione di tutti i templi pagani. La Città di Efeso fu egualmente celebre per aver dato i natali al pitt
ristabilì il governo democratico. Morto Alessandro, la città di Efeso fu preda dei successori di lui, quindi cadde in pote
o padroni i Romani. Sotto la dominazione degl’imperadori greci, Efeso fu molte volte presa e saccheggiata dai Persiani. So
e ne restarono signori fino al 1283. Da quest’epoca la città di Efeso fu sempre un punto d’invidiosa mira pergl’imperadori
altro, finirono per distruggeria interamente. Secondo la favola Efeso fu anche il nome di un figlio del fiume Caistro, il
oracolo. Luciano, nelle sue opere, asserisce che lo stesso Alessandro fu uno dei seguaci più caldi della novella divinità.
sieme e li divise con un colpo di bastone : nell’istesso momento egli fu trasformato in donna, e secondo la tradizione mit
Corinto, che dal principio chiamavasi Efira. Al dire di Virgilio essa fu madre di Aristeo. In Grecia vi furono altre due c
a Tesprasia, provincia dell’ Epiro. Anche nel golfo dell’ Argolide vi fu un’isola, vicina a quella di Melus, conosciuta so
ola, vicina a quella di Melus, conosciuta sotto il nome di Efira, che fu patria di Sisifo. Efira, una città, natia contra
me di capra. Del vello di Ega, Giove rivestì il suo scudo, che perciò fu detto Egida. Questo scudo fu dato poi a Minerva,
, Giove rivestì il suo scudo, che perciò fu detto Egida. Questo scudo fu dato poi a Minerva, la quale ne fece anche un’arm
gli riconquistò l’Attica di cui i Mezioniti eransi resi padroni. Egeo fu il solo fra i suoi fratelli che non potette aver
figlia Etra, giovanetta di rara bellezza, la quale nell’istessa notte fu anche visitata dal dio Nettuno. Poco tempo dopo,
ssalirono di ripetuti e spietuti colpi. Androgeno, figlio di Minosse, fu ucciso in Atene e il re di Creta dichiarò la guer
avesse sposato il re, in una selva presso le porte di Roma, la quale fu allora nominata Locus Camanarum e ch’è propriamen
uogo che è detto oggi Caffarelli. Alla morte di Numa Pompilio, Egeria fu talmente afflitta, che pianse giorno e notte, rie
rbata nei suoi sagrifizi, la cangliò in una fontana, che dal suo nome fu detta Egeria. Tra i moderni scrittori taluni, seb
o d’ Inaco e di Melisse, e diede il suo nome alla contrada di cui poi fu re, e che da lui fu detta Egialea. Questa contrad
sse, e diede il suo nome alla contrada di cui poi fu re, e che da lui fu detta Egialea. Questa contrada è propriamente que
; ed Omero dice che l’ Egida d’ Apollo era di oro, ma che questo nome fu proprio dello scudo di Minerva, dopo la vittoria
aetone, la quale a forza di piangere per la sciagura di suo fratello, fu insieme alle sorelle cangiata in pioppo. La tradi
ta in pioppo. La tradizione mitologica ricorda di un’altra Egilia che fu figlia di Adrasto, re di Argo, e moglie di Diomed
la disgraziata donna. 1585. Egina. — Figlia del flume Asopo, la quale fu con passione amata da Giove, che sotto la forma d
madre. Dopo qualche tempo, Giove si rivolse ad altri amori, ed Egina fu tolta in moglie da Attore, figlio di Mirmidone, c
re che gli Egineti fossero i primi fra i Greci a coniar moneta, e che fu uno di essi, per nome Fidone, che consiglio i suo
ntario incesto Egisto, il quale, abbandonato dalla madre in un bosco, fu allattato da una capra, e poi raccolto da alcuni
ramandati da numerosi scrittori dell’antichità. Egitto secondo alcuni fu figlio di Belo e d’una figlia del fiume Nelo. Alt
nsenti alle nozze, ma impose alle figliuole l’infame comandamento che fu causa della morte dei quarantanove figliuolo di E
ella città di Priene. 1594. Egia. — Ninfa figlia del Sole e di Nereo, fu una delle più belle fra le Naiadi. Allegra e spen
 — Così veniva chiamata una figliuola di Epione e di Esculapio : essa fu sorella del famoso Maccaone. V. Macaone. 1596. Eg
cui era stato invitato mangio senza soffrirne ottanta focaccie. Egone fu anche il nome di uno dei re degli Argiri, i quali
iccome coteste feste si celebravano nel mese di febbraio, cosi questo fu chiamato Elafebalion. 1609. Elafoballa. — V. l’ar
e riguardo al dubbio ed alla incertezza degli avvenimenti di cui essa fu l’eroina. Poeti, scrittori, mitologi e cronisti d
gli scrittori più rinomati, sono ritenuti come veri e positivi. Elena fu figlia di Leda e del re Tindaro ; fu sorella di C
nuti come veri e positivi. Elena fu figlia di Leda e del re Tindaro ; fu sorella di Castore, di Polluce e di Clitennestra,
che Giove ebbe con Leda — V. Castore e Polluce. Tindaro Re d’Ebalia fu consorte Di Leda, la qual Testio ebbe per padre :
rbe già Trojane squadre : Dico colei. ch’ebbe si raro il volto Che ne fu il mondo sotto sopra volto. Ovidio — Metamor. — 
ta, Teseo la lasciò affidata alla custodia di Etra, madre di lui ; ma fu liberata dai suoi due fratelli Castore e Polluce,
mati principi della Grecia, dimandarono la sua mano ; ma il preferito fu Menelao, nipote di Atreo, re di Micene. I primi t
nferno — Canto V Elena dico. origine e cagione Di tanti mali, e che fu d’Ilio e d’Argo Furia comune. Virgilio — Eneide
ì in battaglia nell’ultimo anno di quell’assedio memorabile, ed Elena fu tolta in moglie da Deifobo, altro figlio di Priam
a Deifobo, il quale subì prima le sevizie dei soldati greci, e poscia fu scannato nel proprio letto. L’animo abbietto di M
na si chiamò pure una giovanetta Spartana che, secondo la tradizione, fu dalla sorte destinata ad esser vittima espiatoria
il coltello, e lo lasciò cadere sulla testa d’una giovenca, la quale fu immolata invece della giovanetta Elena. 1620. Ele
eto intendi. Virgilio — Eneide — libro III. trad. di A. Caro Eleno fu tra i suoi fratelli quello che più sì distinse al
lza in terra. Ruzzolò risonante la celata Fra le gambe agli achivi, e fu chi tosto La raccolse : ma negra eterna notte Dei
leno distolto Pirro da un viaggio in cui perirono tutt’i passeggieri, fu causa della fortuna di Eleno, poichè Pirro, ricon
in sorte come preda del bottino di guerra nella presa di Troja. …… e fu ch’Eleno, figlio Di Priamo, re nostro, era a quel
eri — Oreste, tragedia Atto II. Scena II All’epoca in cui Agamennone fu trucidato da Clitennestra sua moglie, per istigaz
l’ Argolide. Elettra allora si recò ella stessa nella Tauride, ove le fu detto che la sacerdotessa Ifigenia aveva ella ste
me Iasio. Giove, invaghitosi di Elettra la rese madre di Dardano, che fu poi il fondatore di Troia. Vi fu finalmente un’ a
lettra la rese madre di Dardano, che fu poi il fondatore di Troia. Vi fu finalmente un’ altra Elettra, figlia di Edipo ; e
i fu finalmente un’ altra Elettra, figlia di Edipo ; ed un’ altra che fu figlia dell’ Oceano e di Teti. 1624. Elettridi. —
dalla schiavitù, e fece in memoria di ciò fabbricare una città a cui fu dato il nome di Eleutera. 1631. Eleuteria. — Con
acare, Atti, Ochimo, Cercaso, Triopo, Candale e Tenage, il più famoso fu quest’ultimo, il quale fu per gelosia ucciso dai
so, Triopo, Candale e Tenage, il più famoso fu quest’ultimo, il quale fu per gelosia ucciso dai suoi fratelli. Scopertosi
osciuta sotto il nome di Orsa maggiore, e che, secondo la tradizione, fu la guida costante di tutte le navigazioni dei gre
izione, fu la guida costante di tutte le navigazioni dei greci. Elice fu anche il nome di una città dell’Acaja, ove Nettun
limpico. 1642. Elio. — Secondo riferisce Diodoro nelle cronache, Elio fu figliuolo di Basilea e di Iperione, e fu dai suoi
Diodoro nelle cronache, Elio fu figliuolo di Basilea e di Iperione, e fu dai suoi zii, i Titani, annegato nell’Eridano. Al
uando l’imperatore Trajano mosse per la spedizione contro i Parti, vi fu taluno fra i suoi confidenti, che gli consigliò d
e l’evento si avverò in tutta la sua terribile verità, poichè Trajano fu ucciso in guerra, ed in Roma altro non ritornaron
chiamava anch’essa Eliopoli, prima di chiamarsi Corinto, nome che le fu dato a causa del calore del clima e dell’aridità
terreno. 1644. Elisa. — Nome primitivo della regina Didone, allorchè fu sposata da Sicheo. V. Didone. 1645. Elisei-Patres
osi venivano denominati i Cartaginesi da Elisa, poi detta Didone, che fu la fondatrice dell’impero di Cartagine. 1646. Eli
, rendendo, con la sua morte, celebre quel tratto di mare, che da lei fu detto Ellesponto. 1648. Ellera. — Questa pianta,
Fu uno dei compagni di Ulisse che, insieme agli altri seguaci di lui, fu dalla maga Circe, cangiato in majale. Avendo riac
na ricchezza favolosa. Il suo tempio, sebbene non circondato di mura, fu sempre rispettato, e per sino i Persiani che spog
ano di questa divinità, il cui nome primitivo era Malpadia, e che poi fu detta Emitea, dalla parola Greca Ἐμιδεα Semidea,
’istesso nome di Emo e di Rodope. Secondo la tradizione favolosa, Emo fu figliuolo di Oricia e di Borea. 1664. Emone. — Fi
rotti singulti : Oh sciagurato ! « Oh ! che mai festi ? e che pensier fu il tuo ? In qual guisa ti perdi ? Esci, deh figli
ndo riferiscono Eschilo e Pindaro, il gigante fulminato sotto l’Etna, fu il Titano Tifeo ; e questa è la credenza seguita,
d un vulcano. La cronaca fa anche menzione di un altro Encelado, che fu uno dei cinquanta figli di Egitto che sposò una d
, lo condannò a dormire per lo spazio di trent’anni. In seguito, egli fu passionatamente amato da Diana, la quale per visi
Enea. — Principe del ramo secondario della reale famiglia di Troja : fu figlio di Anchise e della dea Venere. ……… Enea p
a del Simoenta, ai piedi del monte Ida, e fino all’età di cinque anni fu allevato dalle Driadi, ninfe alla cui custodia la
meno prode degli altri guerrieri della sua parte ; e ben presto egli fu ritenuto nelle file Trojane, uno dei più valorosi
so le trincee greche, Enea uccise di sua mano Cretone ed Arfiloco, ma fu costretto a piegare innanzi alle schiere comandat
trad. di V. Monti. Allorchè Patroclo, l’amico più caro di Achille, fu ucciso da Ettore, Enea fu quello che riaccese nel
rchè Patroclo, l’amico più caro di Achille, fu ucciso da Ettore, Enea fu quello che riaccese nell’animo dei già fuggenti t
Enea onde accondiscendere alle preghiere di Vonere, madre di lui, gli fu estremamente utile, e potè all’ombra di questa, c
dopo una fortunosa traversata, nella Tracia ove edificò una città che fu detta Eno, forse dal nome di lui. Recatosi quindi
ittà che fu detta Eno, forse dal nome di lui. Recatosi quindi a Delo, fu da Anio, vecchio amico di Anchise, accolto con og
adre prima della venuta di Enea, mosse guerra al principe trojano, ma fu da questi vinto e ucciso in battaglia. E se mort
onde del Numico ; sulle sponde del quale, ad eterna memoria del fatto fu innalzato un tempio, ove all’eroe trojano furono
iusto Figliuol d’Anchise che venne da Troja, Poi che il superbo Ilion fu combusto. Dante — Inferno — Canto I. ……. Capo
i cui più giusto, Più pio, più prò ne l’armi, più sagace Guerrier non fu giammai. Virgilio — Eneide — Libro I Trad. di A.
e di Meleagro e di Dejanira. Unito a Peribea ebbe da questa Tideo che fu poi padre del famoso Diomede. Eneo in età assai a
Tideo che fu poi padre del famoso Diomede. Eneo in età assai avanzata fu cacciato dal trono, da Melas e da Agrio suoi nipo
vanzata fu cacciato dal trono, da Melas e da Agrio suoi nipoti, ma vi fu rimesso da Diomede. Egli però stanco delle cure d
a nozione nella geografia del mondo antico. Leggesi nella Genesi, che fu fabbricata da Caino, il quale la chiamò così dal
1683. Enipeo. — Fiume della Tessaglia. La tradizione racconta ch’egli fu passionatamente amato dalla ninfa Tiro, della qua
Eno. — Così aveva nome una delle figliuole di Anio e di Dorippe. Essa fu con le sue due sorelle cangiata in colomba. V. An
tradizione mitologica ricorda di un’altra Enoe, regina dei Pigmei che fu cangiata in grue. 1691. Enomao. — Re della città
dire di Pausania, e di qualche altro scrittore dell’antichità, Enomao fu figlio di Alcione, e padre di una giovanetta bell
in un luogo eminente. È detto ancora che il principe Pelope il quale fu il quattordicesimo che accettò la sfida di Enomao
nte Ida seppe farsi amare da Enone, e la rese madre di un bambino che fu chiamato Coritto. Quando Enone intese che Paride
adergli, ma Paride la scacciò da sè e partì. Allorchè questo principe fu ferito da Filolette sotto le mura di Troja, andò
ece la distribuzione, ad Enopione toccò l’isola di Chios, della quale fu proclamato re. Tolta in moglie la ninfa Elise, eb
a una figlia che chiamò Merope. Questa giovanetta di soli tre lustri, fu amata passionatamente dal gigante Orione, il qual
ebbe nome il più giovane dei figliuoli di Licaone, re d’Arcadia. Egli fu il primo a stabilirsi in Italia con una colonia g
egli dette anche il suo nome a tutta questa contrada che da principio fu detta Esperia, poscia da questo Enotro fu chiamat
a contrada che da principio fu detta Esperia, poscia da questo Enotro fu chiamata Enotria, e finalmente Italia da Italo.
l luogo dove si davano gli oracoli. 1699. Entello. — Celebre atleta ; fu uno dei principali seguaci di Aceste, il quale de
Vulcanie, dette poi dal suo nome, Eolie di cui Lipara, la principale, fu sua abitual residenza. Eolo esperto nell’arte del
ominazione di αξιοποωη che significa vendicatrice. Dopo la morte Eono fu innalzato agli onori eroici e si consacrò un temp
unemente che sieno le stesse dette Aletidi. 1707. Eoso. — Gigante che fu figlio di Tifone. 1708. Epafo. — Figlio di Giove
e, Etolo ed Epeo, tennero la sfida, e quest’ultimo riuscito vincitore fu proclamato re degli Elei, che da lui presero la d
da lei commesso. V. Edipo. La favola ricorda di un’altra Epicasta che fu figliuola di Egeo, ed una delle mogli di Ercole d
il nome di Epidauria, in commemorazione della città ove da principio fu istituita. 1724. Epidauro. — Famosa città della L
stesso nome. La cronaca mitologica ricorda di un’altro Epidauro, che fu figlio di Argo e di Evadne, il quale dette il suo
nel mare la statua di quel Dio, la quale però lungi dal sommergersi, fu spinta dalle onde vicino al promontorio di Malia
9. Epigeo. — Fu figliuolo d’Ipsisto e frate’o di Gea. Egli in seguito fu chiamato Urano, ossia il cielo e sua sorella Gea,
Egli in seguito fu chiamato Urano, ossia il cielo e sua sorella Gea, fu detta Rea ossia la terra. Con questi nomi al dire
la prima guerra di Tebe, combattuta dieci anni prima di questa, a cui fu dato il nome degli Epigoni. 1732. Epimelidi. — Ni
olo suo padre posto a custodire la gregge, egli assiso in una caverna fu sorpreso da un profondo sonno che durò per lo spa
casa, ma appena picchiò all’uscio, da persone a lui sconosciute, gli fu domandato che cosa volesse e chi fosse. Finalment
conosciute, gli fu domandato che cosa volesse e chi fosse. Finalmente fu riconosciuto dall’ultimo dei suoi fratelli, che e
n soldato greco, nativo di Atene, il quale alla battaglia di Maratona fu improvvisamente colpito di cecità, senza aver ric
omento di caricare avessero tolte le briglie ai cavalli. Quest’ordine fu eseguito alla lettera, e l’urto della cavalleria
lli. Quest’ordine fu eseguito alla lettera, e l’urto della cavalleria fu così impetuoso che bastò una sola carica per deci
opolo si oppose a quest’atto che riteneva come un sacrilegio e Quinto fu obbligato di far riportare le grondaje là dove er
a. Assai sovente si confondea con Astrea. Al dire di Pindaro l’Equità fu madre di tre figliuole che furono Eunomia. Dice e
ssendo questa la vera spiega della risposta dell’oracolo. Infatti non fu che un secolo dopo la morte di Euristeo, che gli
ralmente dovea portar seco codesta ampia suddivisione di un sol mito, fu sempreppiù aumentata dalla tendenza viziosa di ri
per avere l’amplesso della moglie di lui. Nato dopo di Ificlo, Ercole fu privato, per gelosia di Giunone, del dritto di su
eocrito — L’Ercoletto — Idillio XXIV. trad. di G. M. Pagnini. Ercole fu allevato nella città di Tebe, e Diodoro racconta,
oso furore di Giunone, avesse nascosto il fanciullo in un campo, dove fu raccolto da Minerva la quale lo rese alla madre.
ione detta Via Lattea. Ercole si ebbe molti maestri, fra cui il primo fu Anfitrione il quale, sebbene si accorgesse di non
to — L’Ercoletto — idillio XXIV trad. G. M. Pagnini. Lo Scita Eurito fu suo maestro nel tirar d’arco ; Eurito, che da i
respinto la forza con la forza. In conseguenza di questa legge, egli fu assoluto ; ma Anfitrione, temendo che l’indole ir
re. Ergino allora alla testa del suo esercito, marciò contro Tebe, ma fu nella battaglia ucciso da Ercole stesso, a cui Mi
a cui Minerva avea regalato una magnifica armatura. Anfitrione stesso fu ucciso in questo combattimento che valse ad Ercol
Ergino, Ercole, continuamente perseguitato dalla gelosia di Giunone, fu per opera di lei colpito di furore, e in un acces
onde consultare l’oracolo, per sapere il luogo che dovesse abitare, e fu , secondo il parere di Apollodoro, in questa città
chi poeti greci fanno menzione di questo numero determinato, il quale fu , con ogni probabilità, immaginato dagli Alessandr
forza soprannaturale. Il primo comando che Euristeo dette ad Ercole, fu quello dì combattere il leone Nemeo, mostro che d
due fiumi Alfeo e Peneo. Compiuta quest’altra gloriosa azione, Ercole fu esiliato dal re Augia, il quale ricusò di dargli
dal re Augia, il quale ricusò di dargli il premio promesso, e allora fu che Ercole, resosi nella città di Oleno, ebbe a c
ea che più tardi aiutò Ercole a vendicarsi di Augia. Il toro di Creta fu un’altra delle fatiche di Ercole. Seguendo la opi
maggior parte verso l’ Ellesponio. Un’altra delle fati che di Ercole fu la distruzione degli uccelli del lago Stinfalo os
do in traccia di avesse voluto purificarlo da quella uccisione, e non fu che dopo lunghe ricerche, che incontrò finalmente
ere al servigio di lui durante tre anni. Ercole si sottomise e allora fu che Mercurio lo vendette per tre talenti ad Onfal
e per tre talenti ad Onfale, regina di Lidia. Sofocle dice che l’eroe fu venduto per comando dell’oracolo di Giove, e che
Onfale a nome Cleoasia, e da Onfale stessa, ebbe Ercole un figlio che fu detto secondo taluni Lamio, e secondo altri Tirre
a all’eroe. La giovane sposa morì poco tempo dopo le nozze, ed Ercole fu colpito da tale disperazione, che volle gittarsi
o ucciso un enorme serpente che desolava le rive del fiume Sangaride, fu da Giove annoverato, sotto il nome di Serpentario
i maggiormente eccitare la vendetta di Giunone, ed allora in sua vece fu eletto Giasone. Ercole fu aiutato dagli Argonauti
vendetta di Giunone, ed allora in sua vece fu eletto Giasone. Ercole fu aiutato dagli Argonauti a combattere le Amazzoni.
dette in moglie a Telamone. Al suo ritorno da questa spedizione, egli fu spinto da una tempesta suscitata da Giunone, sull
re di quella, della cui figlia ebbe Tessalo. Nel combattimento Ercole fu gravemente ferito, ma Giove lo guarì istantaneame
ltari in onore di dodici divinità. La sua prima impresa, dopo di ciò, fu la presa di Pilo, in cui ebbe a combattere Pericl
per punirli della loro ribellione. Al suo passaggio per Itone. Ercole fu disfidato ad un particolare combattimento da Cine
e ad Ercole la tunica ricevuta da Dejanira ma non appena Ercole se ne fu rivestito, il veleno dell’idra di cui era impregn
al quale egli s’era rivolto nelle sue più crudeli sofferenze. Non vi fu alcuno che avesse voluto mettere il fuoco alle le
re detto Ara Maxima, istituito da prima dalla famiglia dei Politioni, fu in seguito servito dagli schiavi pubblici, e fina
urono sepolti nel tempio di Giunone. 1770Eretteo. — Secondo la favola fu figlio della Terra, e fu allevato da Minerva, la
di Giunone. 1770Eretteo. — Secondo la favola fu figlio della Terra, e fu allevato da Minerva, la quale lo educò nel magnif
o educò nel magnifico tempio ch’ella aveva in Atene. Divenuto adulto, fu re di quella città, e narrano le cronache, che es
la di Atene, e lo annoverarono fra gli dei. Secondo Euripide, Eretteo fu precipitato nel seno della terra con un colpo di
ttuno. Un’altra delle quattro figliuolo di Eretteo avea nome Creusa e fu secondo la cronaca, sedotta da Apollo. 1771. Erga
Tifi nel governo della nave degli Argonauti, secondo la cronaca egli fu figliuolo di Nettuno. 1775. Eribea. — Moglie di A
tati, e per parte sua gli armenti di Gerione. Nel combattimento Erice fu vinto ed ucciso, e venne sepolto nel tempio di Ve
ere un tempio fabbricato sul monte Erice, che essendo stato abbattuto fu poi rifabbricato da Claudio Imperadore e che si r
lca la sua indifferenza crudele. Coll’andar del tempo, quella canzone fu ripetuta in tutta la Grecia, e sul ritmo di quell
al servigio di Diana. La cronaca ricorda di un un’altra Erigone, che fu figliuola di Icaria. Seconda la tradizione, essa
ltra Erigone, che fu figliuola di Icaria. Seconda la tradizione, essa fu , dopo la morte, annoverata fra gli astri, ove for
li avendo sorpreso Venere che usciva dal bagno dalle braccia di Adone fu per volere della dea colpito di cecità. Apollo al
futura grandezza di Roma. 1789. Eritolde. — Fu una delle Esperidi che fu cangiata in olmo. V. Esperidi. 1790. Eritro. — Da
1. Eritto. — Sul monte Emo in Farsaglia, e propriamente nel luogo ove fu combattuto la famosa battaglia fra Cesare e Pompe
iuttosto l’indroduzione dell’uso di essi in Atene. Dopo la morte egli fu assunto fra gli astri, sotto la costellazione di
ca si ritrova nella stessa parola. Secondo la tradizione, Ermafrodito fu allevato dalle ninfe Najadi, e crebbe di aspetto
triva contro la famiglia di Ermione, dopo il ratto di Europa. Ermione fu madre di un figliuolo, chiamato Polidoro e di qua
dette Agave, Autonoe, Iaso, e Semele. Dalle numerose sventure di cui fu continuo bersaglio questa disgraziata famiglia ne
ache dell’antichità fanno similmente menzione di un’altra Ermione che fu figlia della famosa Elena e di Menelao. Fino dall
glia della famosa Elena e di Menelao. Fino dalla sua infanzia Ermione fu promessa in moglie ad Oreste, figlio di Agamennon
aveva nome, secondo la tradizione, un abitante di Clazomene, il quale fu tenuto in conto di un possente mago. I suoi conci
presto a raccontare quanto aveva veduto. Per simile credenza Ermotimo fu , durante la vita, riguardato come un essere sopra
visse molti anni della sua vita a Sesto, città dell’ Ellesponto. Essa fu passionatamente amata dal giovine Leandro, abitan
egò. Le acque spinsero il cadavere di lui sulle spiagge di Sesto, ove fu riconosciuto da Ero, la quale disperata si precip
llezza di lei, la prescelse come sua sposa e n’ebbe un figlio che poi fu chiamato Aollio, ed una figlia per nome Prima. La
, figlia del fiume Cedrene, la quale morì poco dopo le nozze. Egli ne fu talmente addolorato che si gettò dall’allo di uno
rito Esculapio, e l’avesse esposto ad Epidauro, sul monte Titteo, ove fu nudrito da una capra e custodito da un cane. Il p
i morti. Finalmente dopo aver richiamati alla vita Ippolito e Glauco, fu egli stesso ucciso dalla folgore che Giove gli la
gnato contro i Ciclopi, che avevano fabbricata la folgore colla quale fu ucciso suo figlio, li avesse tutti esterminati. G
avesse sposato Lampezia figlia del Sole. Dopo la sua morte Esculapio fu da tutta la Grecia adorato come un Dio, e non fu
sua morte Esculapio fu da tutta la Grecia adorato come un Dio, e non fu città, horgo o villaggio di questa popolosa contr
fontane generalmente ritenute siccome salutari. Il culto d’Esculapio fu da Epidauro trasportato in Roma in occasione di u
te come emblema di sanità è un resto del feticismo egiziano, il quale fu dall’ Oriente trasportato in Epidauro dai mercata
ro di cui fa menzione Valerio Massimo, nella sua storia romana, e che fu portato in Roma nell’anno 462 della sua fondazion
ione e che era adorato sotto la figura di un serpente, statua che gli fu , secondo la tradizione, eretta da Dionigi il tira
na statua che Vulcano fece del dio Bacco, e che secondo la tradizione fu da Giove medesimo donata a Dardano, si dava il so
sima di Laomedonte, la quale, ostìa innocente del disumano olocausto, fu incatenata alla spiaggia ad attendervi l’orribile
ibili cavalli. L’eroe infatti combattè ed uccise il mostro, ed Esione fu fatta arbitra della propria volontà, avendule il
aomedonte, e dette Esione stessa in moglie all’amico Telamone. Esione fu anche il nome di una delle figliuole di Danao, la
di Danao, la quale, amata da Giove, lo rese padre di un fanciullo che fu chiamato Orcomeno. Divenuto adulto egli fondò nel
iglio di Creteo re di Isico in Tessaglia. Egli succedette al padre ma fu da suo fratello Pelia, detronizzato e costretto a
retto a vivere nella stessa città come un semplice particolare. Esone fu padre del famoso Giasone, che egli sottrasse con
llo di Atlante e figlio di Giapeto. Sua figlia detta da lui Esperide, fu tolta in moglie dal proprio zio paterno Atlante,
o, salito sulla vetta di un monte, per studiare il corso degli astri, fu trasportato da un vento impetuoso, e non si seppe
Lidia espiare per Adrasto, reo di omicidio ; Copreo uccisore di Ifiso fu espiato da Euristeo, re di Micene ; ed Ercole ste
i Dionigi d’Alicarnasso, nel quale è ripetuta la maniera con la quale fu espiato Orazio, per l’uccisione di sua sorella Ca
amoso duello dei tre Orazii contro i tre Curiazii. « Dopo che Orazio fu assoluto dal delitto di parricidio, il re il qual
nella Tessaglia tra il monte Parnaso e il Pindo. La cronaca narra che fu sul monte Eta che Ercole fece in nalzare il rogo
ebbero regnato a vicende un anno per ciascuno. Come maggiore, Eteocle fu il primo a regnare per un anno, ma compiuto il su
Racine — Les frères ennemis — Tragèdie Acte V — Scène III. Eteocle fu anche il nome di un re Orcomeno, nella Beozia, il
nome di un re Orcomeno, nella Beozia, il quale, al dire di Pausania, fu il primo ad innalzare un tempio alle tre Grazie,
el sette capi dell’armata Greca che mosse alla famosa guerra di Tebe, fu fratello di Evadmo e figlio di Ifide. Che con se
si cantava nelle cerimonie dei funerali. Era chiamato Etelina perchè fu cantato la prima volta alle esequie di un patrizi
sue compagne ad appiccare il fuoco alle navi greche, onde Protesilao fu obbligato a stabilirsi nel paese ove avea preso t
la quale diede il nome di Scio. 1855. Etione. — Detta anche Etionome, fu secondo la tradizione, una delle figlie del re Pr
— Figlia di Piteo, re di Trezene conosciuto per la sua saggezza. Etra fu segretamente, dallo stesso suo padre, maritata ad
finchè dopo la presa di Troja, riconosciuta da suo nipote Demofoonte, fu da lui liberata e ricondotta in patria. 1860. Etr
aglio vivente dei loro colpi ; ma l’eroico valore dei guerrieri greci fu vano per lo spazio di nove anni, mentre Ettore us
stesse di quella città, che egli aveva difesa a costo della sua vita, fu abbruciato secondo il costume degli antichi. …….
η consïglio. 1867. Eubulo. — Figlio di Demetrio di Maratona, il quale fu , per decreto del senato, premiato con la sacra de
tria. Ad ovviare che simili sconci si fossero ripetuti nell’avvenire, fu fatta una legge, con la quale la Pitia del tempio
menidi le furie, o come dicemmo benefattrici ; e nella città di Atene fu con questo nome inalzato loro un tempio in prossi
 Così avea nome il figliuolo del re di Scio, isola del mare Egeo, che fu il più fedele seguace d’Ulisse. Narra la tradizio
seguace d’Ulisse. Narra la tradizione che Eumeo, nella sua infanzia, fu rubato da alcuni Pirati della Fenicia, i quali lo
i ricoverò Ulisse, dopo venti anni di lontananza dalla sua patria ; e fu con l’ajuto di questo fedel servitore che egli po
ene ad Eretteo, questi gli mosse guerra. Nella battaglia decisiva che fu da ambe le parti combattuta con accanito furore,
editaria di sommo sacerdote o Jerofante dei misteri Eleusini. Eumolpo fu colui che insegnò ad Ercole la musica. V. Ercole.
o all’isola di Lemnos, s’innamorò d’Isifile e n’ebbe un figliuolo che fu questo Euneo. Secondo la tradizione egli diventò
suo canto con tanta aggiustatezza al difetto della corda, che Eunomo fu il vincitore nell’artistica disfida. In memoria d
il grande amore che lo legava a Niso, altro giovane guerriero, e che fu causa della morte di entrambi. Eurïalo era seco,
nel dare insieme ad Ercole la caccia agli uccelli del lago Stinfalo, fu completamente risanato da questo Euribate. 1898.
mente risanato da questo Euribate. 1898. Euribia. — Al dire di Esiodo fu figliuola della Terra, moglie di Crejo e madre di
o, di Pallante e di Astreo. 1899. Euridea. — Balia di Ulisse la quale fu la prima a riconoscerlo quando egli ritorno un gi
rno dopo il suo matrimonio, essendo inseguita da certo Aristeo ; essa fu morsicata da una serpe, sulle sponde di un fiume,
ogni fatica ogn’opra. Gettata vide : del tiranno crudo I patti rotti, fu tre volte udito Il gran rumor ch’uscia dal lago A
lo più mai, si rivolse a guardarla, ma Euridice era scomparsa. Allora fu che Orfeo, ripieno l’animo di un disperato dolore
ma di raggiungere l’unico e costante oggetto dell’ amor suo. Euridice fu anche il nome di una figliuola, che Endimione ebb
terodia. 1901. Eurimedonte. — La favola dà questo nome äl gigante che fu padre di Prometeo. Giunone prima di diventar mogl
o. Giunone prima di diventar moglie di Giove lo aveva amato, e questa fu la vera ragione dell’odio che Giove ebbe poi tant
contenesse la cassa, la ruppe, ma non appena ebbe guardata la statua, fu colpito di follia e divenne furioso. Per più temp
, e la sua nave girò per più giorni in balia dei venti, ma finalmente fu spinto sulle rive della città di Patrasso ; e nel
, secondo Pausania, dettero il nome particolare di Esimnete. Euripile fu anche un re della Libia e propriamente di quella
o corridore. Finalmente Euripile si chiamava un nipote di Ercole, che fu uno dei più valorosi alleati dei trojani. La trad
pi e comandava i Cetei, popoli della Misia, i quali allorchè Euripile fu morto da Achille, si fecero tutti uccidere, difen
to aveva anche nome quello Scita, re di Oecalia, nella Tessaglia, che fu maestro di Ercole nel tirar d’arco. V. Ercole. Eg
l suo spietato signore. Eurizione si chiamava anche quel centauro che fu cagione della celebre contesa fra i Lapidi ed i C
ccostatosi a lei, lasciò ch’ella gli salisse sul dorso ; ma appena vi fu assisa, il toro si diede a correre verso il mare,
questo fiume, gli alberi erano sempre verdeggianti, pubblicarono che fu sotto uno di questi, che si compirono i primi amo
0. Eurota. — Figlio di Egialeo e re di Sicione. Al dire di Apollodoro fu questo principe, che chiamò Europa una delle cinq
ante si precipitò per disperazione nel fiume Imero, che da quel tempo fu , per questa ragione, chiamato Eurota. 1911. Euseb
in suo onore, un giovine toro. Coll’andar del tempo questo sacrifizio fu ripetuto una volta l’anno sul monte Aventino. ……
rgilio — Eneide — Lib. VIII trad. di A. Caro. Dopo la morte, Evandro fu innalzato agli onori divini, dalla gratitudine de
e ; ma non avendo adempiuto tutti i riti necessarî a simili cerimonie fu , secondo la tradizione, incenerito egli stesso. L
i si offeriva alla dea Carna del lardo e della farina di fava. Da ciò fu chiamato Fabaria questo sacrifizio, e furon dette
Teseo le dette la caccia e l’uccise. Secondo riferisce Plutarco, Faja fu il nome di una donna, che vivea di prostituzione,
porto. Allora per volere della dea il fantasma disparve e il vascello fu spinto in alto mare. ……… Ivi di nebbia, Di color
bastro ripieno di un unguento maraviglioso, del quale appena Faone si fu unto il corpo, diventò di una bellezza simile a q
tempio a Venere, in commemorazione di quel fatto. Peraltro Faone non fu con tutte le donne insensibile come lo fu con la
l fatto. Peraltro Faone non fu con tutte le donne insensibile come lo fu con la disgraziata poetessa ; imperocchè la tradi
ale, la madre lo aveva nascosto, per trarlo allo assedio di Troja ; e fu similmente questo il motivo per il quale morto Ac
andonato nell’isola di Lemnos. Onde riuscire nello intento desiderato fu inviato Ulisse il più scaltro dei greci, ed egli
o alla porta Scea, fosse stato abbattuto. Ed anche in ciò la fatalità fu compiuta in tutto il suo terribile volere ; imper
rante la sua vita dedicato costantemente a far fiorire l’agricoltura, fu dopo la morte, annoverato fra le divinità campest
l quale egli era avverso, risolvè di vendicarsi, e appena il vascello fu di ritorno, nell’entrare nel porto, fu cangiato i
ndicarsi, e appena il vascello fu di ritorno, nell’entrare nel porto, fu cangiato in uno scoglio. Allora ad un certo Alcin
ondotto alcun forestiere che fosse approdato nella loro isola. E così fu fatto. 1963. Febade — Nome che si dava in general
la Luna riceve la luce dal Sole. La sorella di ’Saturno e di Rea che fu madre di Latona, chiamavasi anche Febe. 1966. Feb
r la dea Fedeltà, era ritenuto come il più sacro ed inviolabile. Numa fu il primo a costruire un tempio alla fede pubblica
i di Acrisio, avo di Perseo, viveva una donna così chiamata, la quale fu la prima Pitia, o sacerdotessa dell’oracolo di De
no di Tiberio, imperatore romano, del quale, al dire di Dione Cassio, fu ritenuta come presagio di prossima morte questa a
r risvegliare così la idea dell’eternità collegata alla morte. Fenice fu anche il nome di un flume nella Tessaglia, che un
causa forse del nome se ne attribuiva l’invenzione ai fenici. Fenice fu del pari chiamato un figliuolo di Amintore, re de
V. Monti. e tanto che lo accompagnò perfino all’assedio di Troja e fu uno degli ambasciatori, che, al dire di Omero, il
lore di veder morto l’amico dilettissimo del suo cuore. Allora Fenice fu spedito dai Greci in traccia di Pirro, figliuolo
inalmente, caduta Troia in potere dei greci e quando il superbo Ilion fu combusto, Fenice fece ritorno in patria, ma sorpr
ritorno in patria, ma sorpreso nel traversare la Tracia, dalla morte, fu sepolto nella città di Eone. Fenice è finalmente
e l’avvenire e dopo la sua morte, riferisce il cennato scrittore, che fu fatta una raccolta di tutte le predizioni di lei.
onore dei morti. Al dire di Ovidio, la celebrazione di queste feste, fu una volta impedita dai disordini delle guerre civ
osa durante la notte si intesero delle grida per la strade di Roma, e fu detto che le anime dei morti si agirassero per le
sulla testa e un cornucopia fra le mani. Da ciò, al dire di Pindaro, fu dato questo nome alla dea fortuna, per dinotare c
Latine duravano due soli giorni poi tre, e finalmente il loro periodo fu fissato a quattro giorni ; durante i quali non er
me manifestazione della volontà della dea, di rimanere in quel bosco, fu lasciato il simulacro di lei dove si trovava. Fin
era rissa, odio e rancore, Non v’era falsità, non v’era Inganno, Come fu nella quarta età più dura. Che dal Ferro pigliò n
a. Riferisce Diodoro, nelle sue cronache della favola, che Bacco, che fu uno dei più famosi legislatori dell’ antichità av
offendersi scambievolmente coi bastoni di cui erano armati ; e allora fu che il dio legislatore, impose loro di servirsi s
di Cefalo e dell’Aurora il quale dopo essere stato cangiato in genio, fu da Venere adibito alla custodia d’uno dei suoi te
naria personificazione di esseri inanimati : così il fiume Acheronte, fu figliuolo della dea Cerere ; Eco fu figlia dell’
nimati : così il fiume Acheronte, fu figliuolo della dea Cerere ; Eco fu figlia dell’ aria ; l’Amore fu figliuolo della po
e, fu figliuolo della dea Cerere ; Eco fu figlia dell’ aria ; l’Amore fu figliuolo della povertà etc. etc. Furono in secon
voce che un dio era il padre di quel frutto della colpa : così Ercole fu figliuolo di Giove e di Alcmena ; Romolo fu figli
della colpa : così Ercole fu figliuolo di Giove e di Alcmena ; Romolo fu figlio di Rea e di Marte, Perseo fu figlio di Dan
lo di Giove e di Alcmena ; Romolo fu figlio di Rea e di Marte, Perseo fu figlio di Danae e di Giove ecc. ecc. Così il magg
ari, onde salvare la città. In commemorazione di questo fatto, Filaco fu dichiarato eroe e gli fu innalzato un monumento n
à. In commemorazione di questo fatto, Filaco fu dichiarato eroe e gli fu innalzato un monumento nel tempio stesso di Delfo
degli Argonauti. 2008. File. — Figlio di Augia, re d’Elide, il quale fu da Ercole posto sul trono del padre suo, perchè v
e contesa a causa dei rispettivi contini ; e onde non sparger sangue, fu dopo lunghe discussioni, stabilito che si sarebbe
elagi, ove, dopo qualche tempo, dette alla luce un figliuolo, che poi fu il famoso Chirone, Centauro. Il dolore però di av
che ella non aveva l’età di venti anni, quando per la morte del padre fu fatta regina. Un’antica tradizione, narra che Dem
le rive della Tracia, al suo ritorno in patria dall’assedio di Troja, fu accolto con ogni cortesia dalla giovane regina, l
’amore, si precipitò in mare. Il luogo ove la sventurata regina mori, fu chiamato, le nove strade, in ricordanza della cor
povera Fillide aveva fatto per nove volte ; e coll’ andare degli anni fu nel medesimo luogo edificata una città al la qual
2013. Fillo. — Alcimedonte ebbe una figliuola così chiamata, la quale fu da Ercole resa madre di un bambino. Narra la cron
sciuti li liberò dal grave pericolo. In commemorazione di quel fatto, fu in quel luogo costruita una fontana, alla quale f
one di quel fatto, fu in quel luogo costruita una fontana, alla quale fu dato il nome di fontana della gazza. Il fanciullo
tana, alla quale fu dato il nome di fontana della gazza. Il fanciullo fu chiamato Ecmagora, di cui alcuni scrittori chiama
unesto per quanto inatteso, la gentile ed affettuosa anima di Progne, fu colpita dal più profondo dolore, e tanto che pass
albergar dentro alle mura. Progne, che diede alla vendetta effetto, E fu d’ogni altro error monda e innocente. Il nido tor
gonauti ; e a proposito della sua famosa ferita ripete che questa non fu cagionata dalla freccia, ma sibbene dalla morsica
degnati fecero per mezzo d’Aquilone acciecare il crudele re, il quale fu sottoposto da Borea suo avo all’istesso crudele s
della contrada d’Elide visse una giovanetta chiamata in tal modo, che fu amata da Bacco e resa da lui madre di un figliuol
to il nome di Narcea. Divenuto adulto e assai popolare in Elide, egli fu il primo a stabilire in quella città dei solenni
solenni sacrifizi a Bacco suo padre, nei quali si cantava un coro che fu per lungo tempo chiamato il coro di Fiscoa, per o
Flamine, istituito dall’ imperatore Commodo, in oncre di Ercole, che fu detto Flamen Herculaneus Comodianus. Però questo
le, che fu detto Flamen Herculaneus Comodianus. Però questo sacerdote fu abolito dopo la morte dell’ imperatore, che lo av
 — Re della Beozia e propriamente di quella contrada che dal suo nome fu detta Flegiade. La tradizione mitologica ce lo pr
Almo. Flegia non ebbe che una sola figlia chiamata Coronide la quale fu sedotta da Apollo che la rese madre di Esculapio.
ndotti seco ad abitare quella parte della Beozia, che dal nome di lui fu detta Flegia — vedi l’articolo precedente. — Al d
ille ne riordinarono la celebrazione. Le cronache c’insegnano che non fu se non all’ anno 580 di Roma che fu fissato annua
. Le cronache c’insegnano che non fu se non all’ anno 580 di Roma che fu fissato annualmente la celebrazione di queste cer
rzo e della quale secondo le tradizioni dell’ antichità Numa Pompilio fu il fondatore. La dea Fornace presiedeva ai forni
ma traevano vita di selvaggi. Egli edificò una città che dal suo nome fu detta Foronica. Fin qui la storia. Secondo la tra
Foronica. Fin qui la storia. Secondo la tradizione favolosa, Foroneo fu figlio del fiume Inaco e fu in compagnia degli al
. Secondo la tradizione favolosa, Foroneo fu figlio del fiume Inaco e fu in compagnia degli altri due fiumi l’ Asterione e
cò tutti. 2051. Fortuna. — Tra le divinità del paganesimo, la Fortuna fu quella che si ebbe il culto più esteso e generali
to trasmesso dai greci ; e il primo dei sovrani che adoro questa dea, fu Servio Tullio, che le fece inalzare un magnifico
ogni di coloro che la invocavano. Il più famoso tempio della Fortuna, fu quello che le venne fabbricato nella città di Pre
inariamente vien cagionata dall’ eccessivo calore dei raggi del sole, fu la cagione della morte di tutti i figli di quella
eccia. L’ arco, che solo in cervi, in capri e in dame Dal biondo dio fu nelle cacce usato, Forò la pelle e quelle dure sq
ndo suo padre tolta un’altra moglie dopo la morte della prima, Frisso fu esposto a tutti i cattivi trattamenti della matri
di sua sorella Elle, veleggiò alla volta della Colchide ; ove giunto fu cortesemente ospitato da un suo parente per nome
ssima morte, Se così vuol la sorte. Egli è il morir con chi più a noi fu caro. Euripide — Le supplicanti — tragedia trad.
anzia. 2061. Fuoco. — Fra tutte le divinità del paganesimo, il Fuoco, fu quella il culto della quale era esteso a tutti i
ono agli uomini. Diodoro, nelle sue cronache dell’antich tà, dice che fu un re d’Egitto, per nome Vulcano, quello che inse
descrive i rimorsi di Eteocle e Polinice, dei quali la furia Tesifone fu la inesorabile persecutrice. Virgilio ne dipinge
erisce Ovidio, e finalmente il crudele strazio di Oreste il cui animo fu lacerato in mille modi dalle Furie vendicatrici d
amente presso il tribunale noto sotto il nome di Areopago Quel tempio fu fatto costruire da Oreste, quando le Furie cessar
tto costruire da Oreste, quando le Furie cessarono di tormentarlo ; e fu in esso che il celebre oratore Demostene, fu per
arono di tormentarlo ; e fu in esso che il celebre oratore Demostene, fu per un dato spazio di tempo ministro e sacerdote
o altari si svenavano conemente delle tortore e delle pecore. Eschilo fu il primo, fra i poeti dell’antichità, che fece co
e Eumenidi, queste divinità in tutto il loro spaventevole apparato, e fu tale l’ impressione di orrore prodotto negli spet
osco consacrato alla dea, e nel quale, secondo la tradizione storica, fu ucciso Cajo Gracco. La parola furina deriva dal l
avata. All’ annunzio inatteso Giunone si alzò ad un tratto, e Alcmena fu immediatamente sollevata dai suoi dolori. L’ inca
ente di posto. 2072. Galassauna. — Figliuola dell’ Oceano e di Teti : fu una delle numerosissime ninfe Oceanidi. 2073. Gal
Metamorf : Libro XIII — Fav. VII. trad. dal Cav. Ermolao Federico. e fu figlia di Nereo e di Dori Ma quantunque padre A
passionatamente un bellissimo giovane pastore per nome Aci, dal quale fu controcambiata con tutta l’ ardenza di una vera p
atea all’ orribile vista, pazza di dolore, si precipitò in mare, dove fu raccolta dalle Nereidi sue sorelle. Lo persegue
ella Grecia, in cui veniva onorata con una festa, che dal nome di lei fu detta Galintiade. Fu figliuola di Proeto. 2080. G
essi. 2087. Garamantide. — Una delle ninfe Napee amata da Giove. Essa fu madre di diversi figli di cui i più famosi furono
iove aveva un tempio ed un altare a lui consacrati. Al dire di Omero, fu sulla più alta estremità del Gargaro, che Giove a
antichi cronisti della favola per nome Sanconiatone, riferisce che Ge fu figlia d’Ipisto, e moglie del proprio fratello Ur
ania. Secondo la tradizione Gelone si stabili nella Scizia Europea, e fu lo stipite della nazione Scitica, che dal suo nom
qualche solenne funzione. 2107. Gerione. — Secondo riferisce Esiodo, fu il più forte degli uomini e figliuolo di Calliroe
cosicchè il giovanetto Giacinto, versato nelle scienze e nelle arti, fu ritenuto come favorito di Apollo e delle Muse. La
dall’ardore del giuoco corse per raccoglierlo, ma sventuralamente non fu in tempo a riceverlo nelle mani e colpito invece
lavò con l’acqua della fonte vicina quelle care sembianze ; ma tutto fu indarno, perchè poco dopo il giovanetto Giacinto
va il passato, e con l’altra leggeva nell’avvenire. Numa Pompilio che fu il secondo e il più saggio dei re di Roma, fece i
erra. Coll’andare degli anni questo tempio divenne quello di Giano, e fu tenuto aperto in tempo di guerra e chiuso in pace
e rinomata per la sua bellezza. Un’antica tradizione ripele, che ella fu tolta in moglie da un giovane per nome Ifi o Ifid
Giapi. — Figlio di laso. Ancor giovanetto, a somiglianza di Giacinto fu amato da Apollo, il quale gli offerse tutti i suo
de’suoi figli Ricetto un tempo, dal pietoso arciero Tra Gïara e Micon fu stretta in guisa. Che immota e colta e consacrata
. — Figliuola di Giove Ammone e di Garamantide una delle ninfe Napee, fu re di Getulja. La tradizione narra che egli avess
ella tradizione mitologica, come padre di quella giovanetta Jole, che fu così appassionatamente amata da Ercole — V.jole.
he Giasione sposò legittimamente Cerere, da cui ebbe un figliuolo che fu Plutone dio delle ricchezze ; volendo con ciò all
i ricchezza per quelli che lavorano la terra. Dopo la morte, Giasione fu posto nel numero degli dei non solo come figlio d
te al Porto Pegaso, da cui fece partire la nave e con prospero vento, fu condotto in Lenno, dove essendo quell’isola gover
la del re Toante, Giasone avendo insieme con i compagni vinto quelle, fu da Isifile amato, ma egli in seguito l’abbandonò,
el vascello e fraccassò il cranio del dormente. Giasone dopo la morte fu venerato come un dio, e gli furono innalzati gran
e quelli che piombavano sulla terra formavano altrettante montagne. E fu tale la scossa che questi spaventosi figli della
erli, se un mortale non fosse venuto in ajuto del sommo Gione. Allora fu che Pallade Minerva, vedendo lo scompiglio ed il
a undici cubiti di altezza ; e che il gigante Ariade, il cui cadavere fu trovato sulle sponde del fiume Oronte, ne aveva c
sponde del fiume Oronte, ne aveva cinquantacinque ; e che finalmente fu rinvenuto un cadavere nell’isola di Lemnos, la cu
ano non meno di ventotto braccia di lunghezza ; e che presso ad Atene fu rinvenuto un sepolcro, lungo cento cubiti, entro
nio asserisce, che essendo nell’isola di Creta crollata una montagna, fu trovato un cadavere lungo quarantasei cubiti ; e
lungo quarantasei cubiti ; e finalmente al dire del cronista Solino, fu mostrato al proconsole romano Metello, un gigante
gia degli dei, scrive che in una caverna del monte Erice, in Sicilia, fu rinvenuto il corpo di un gigante seduto, il quale
no. Le cronache dell’antichità aggiungono che l’uccisione di Candaule fu causa d’una sommossa nel popolo, già diviso in du
io all’usurpatore. Però ad evitare l’imminente spargimento di sangue, fu convenuto di rimettersi per una decisione, a quan
na decisione, a quanto avrebbe risposto l’oracolo di Delfo ; il quale fu favorevole a Gige, per il che egli restò pacifico
ignude ; ma semplicemente vestite di leggiere e corte tuniche ; e non fu che alla 32’ Olimpiade, che un greco per nome Orc
sta. — Moglie di Lajo, re di Tebe. Per volere inevitabile del destino fu moglie di Edipo, che era nell’istesso tempo suo f
ntinuo l’ incenso più prezioso. Al dire di Pausania, il solo Licaone, fu quello che una volta sacrificò a Giove un fanciul
he una volta sacrificò a Giove un fanciullo, ma l’esempio crudele non fu seguitato, e le are di Giove rimasero, sino alla
o l’uomo al quale essi andavano debitore di un tanto bene ; ed allora fu che per nascondere la origine di lui, lo dissero
nità. Le cronache dei tempi favolosi ci ammaestrano peraltro, che non fu il Giove dell’Arcadia quello che primo portò un s
ύρος che significa rotondo. 2165. Giuba — Re di Mauritania, il quale fu dai suoi sudditi venerato come un dio. Al dire di
. 2172. Giulio — Conosciuto più comunemente sotto il nome di Ascanio, fu figliuolo del famoso Enea. Secondo Virgilio, nell
re la fuga, Venere, madre d’Enea, li spinse a questa risoluzione, che fu poi cagione della loro salvezza, per mezzo di un
sole in Asia, accusato di malversazione, e tratto innanzi ai giudici, fu rimandato assoluto a causa delle virtù della sore
la dea fosse nata nella rispettiva patria. Al dire di Omero, Giunone fu allevata dall’Oceano e da Teti, sua moglie. Dell’
utti gli animali. Solo la ninfa Chelonea ricusò di tenere l’invito, e fu per questo cangiata in tartaruga V. CHELONEA. Gio
 Iliade — Libro XV. trad. di V. MONTI. Vulcano, che tentò liberarla, fu da Giove precipitato dall’Olimpo con un calcio, p
e Giunone odiasse tutte le donne di facili costumi, e questa credenza fu maggiormente avvalorata presso i romani, allorqua
nche la statua della Giunone d’Argo, era una semplice colonna ; e non fu che allorquando l’incivilimento dette all’arte gr
le vesti. Omero — Riade — Libro XXIII Trad. di V. Monti. Del corso fu la prima gara Un lungo Spazio stendeasi alla carr
’ultima formola di giuramento, lo storico Aulo Gellio dire che questa fu introdotta presso i romani anche nei misteri Eleu
 XXIII trad. di V. Monti. Coll’ andare del tempo questo barbaro uso, fu seguitato ; e ai funerali dei ricchi s’immolavano
ntichi, codesta barbara usanza cadde poco a poco in disuso ; e allora fu che alle pompe dei funerali solenni, fu introdott
o a poco in disuso ; e allora fu che alle pompe dei funerali solenni, fu introdotto il costume di far che gli schiavi comb
iderli come bestie. Da ciò ne venne che la professione di gladiatore, fu poi un’arte pubblicamente esercitata. Generalment
iuta nella tradizione storico mitologica sotto il nome di Creusa, che fu figlia di Creonte, re di Corinto. ….Unica figlia
ella Valle — Medea — tragedia Atto 2.° Scena III Sposata da Giasone, fu per gelosia fatta morire da Medea con un cinto av
lo avesse ritornato alla sanità per mezzo di un suo specifico. Glauco fu similmente il nome di un figliuolo di Minosse, re
fu similmente il nome di un figliuolo di Minosse, re di Creta : egli fu fratello di Andropeo. Il più famoso personaggio a
gio a cui le tradizioni della favola, danno lo stesso nome di Glauco, fu un dio marino che alcuni mitologici presentano co
fatto intese uno strano commovimento nelle vi. scere e nel cuore ; e fu immantinenti colpito da un ardente ed indomabile
ai marinai. Secondo le opinioni di Diodoro, questo Glauco dio-marino, fu quello che servi di scorta agli argonauti, quando
Sisifo e di una ninfa atlantide chiamata Merope. Dall’ Eolide Sisifo fu nato Glauco Omero — Iliade — Libro VI tradi. di
roverbio che diceva : Questo è il baratto di Glauco e Diomede. Glauco fu ucciso in battaglia poco tempo dopo questo fatto,
uco, il quale ebbe il premio della lotta. Con l’andare del tempo egli fu vittorioso otto volte nei giuochi Nemei e negli I
Nemei e negli Istmi, e due nei giuochi Pitii. In memoria di ciò, gli fu innalzata una statua in Cariste, sua patria, nell
o seguito, come se avesse del tutto compiuta la predizione ; cosa che fu confermata nell’opinione generale, dalla tempesta
iderio, e dopo qualche tempo Gordio la sposò, e ne ebbe un figlio che fu chiamato Mida. Intanto con l’andare degli anni es
I. trad. di V. Monti 2191. Gorgofona — Una delle figlie di Perseo : fu tolta in moglie da Peririete, re dei Messeni. 219
Virgilio asserisce che Medusa era la loro regina e che quando questa fu disfatta V. Medusa le tre sorelle andarono ad abi
L’impressione che produceva la loro bellezza era così istantanea, che fu detto caugiassero in pietre gli uomini. Plinio ne
templi o degli altari consacrati alle Grazie. Eteocle re di Orcomeno, fu il primo ad innalzare in loro onore un tempio, e
loro onore un tempio, e a stabilire un culto particolare, per il che fu detto ch’egli fosse loro padre. Secondo riferisce
ie, nel momento che s’accingeva a dar principio alla sacra cerimonia, fu avvisato della morte repentina di un suo amatissi
vinità ; e poscia ordinò si seguitasse il sacrifizio. Da questo fatto fu adottato il costume, nell’isola di Paros, di sacr
di danza, di cui si pretendeva fosse stato Teseo l’inventore, perchè fu la prima volta ballata nell’isola di Delo, in una
il Minotauro V. Teseo, Minotauro. Coll’andare del tempo questa danza fu eseguita anche nella città di Delfo, dalle giovan
orte di lui, il nome di Heriafadur, che significa padre della guerra, fu una delle più celebri appellazioni di Odino, il q
i Hobal era deposta nella Caaba, tempio maggiore della Mecca, e quivi fu distrutta da Maometto, quando egli entrò trionfan
l’idea di servirsi dei cristieri come rimedio medicinale ; imperocchè fu osservato che da sè stesso si appresta un tal rim
a restar seco, onde non separarsi dalla figlia carissima ; ma Ulisse fu irremovibile nel suo volere, e forte dei suoi dir
rad. di dell’Anguillara Da questo fatto, quella parte del mare Egeo fu detto mare Icario. La tradizione mitologica fa me
e non quando furono morti un dopo l’altro, gli uccisori d’Icaro ; che fu dopo la morte posto nella cosiellazione di Boote.
ltro oppugnata da Diodoro, il quale asserisce nelle sue cronache, che fu la madre degli dei, quella che insegnò agli uomin
ente una ninfa dell’isola di Creta, la quale con la sorella Adrastea, fu tra le nutrici di Giove. Ida finalmente era il no
Ida aveva tanto coraggio che avendogli Apollo derubata la moglie, che fu la bellissima Marpesa, figlia di Venere, Ida oso
n bosco sacro visitato assai di sovente da Venere stessa ; e che anzi fu colà che ella trasportò durante il sonno il giova
iglio di Festio e fratello di Altea. Secondo lo scrittore Igino, Ideo fu ucciso da Meleagro suo nipote, perchè egli, avea
po. 2240. Idia. — Figlia dell’Oceano e madre della famosa Medea. Idia fu una delle più belle donne dei suoi tempi. 2241. I
l voto disumano ; imperocchè la prima persona che gli si parò innanzi fu il proprio figliuolo, l’unico suo figliuolo, il q
ello battesse, oscillando, nelle pareti della conca. La prima maniera fu quella, secondo la tradizione, che adopero sempre
negli idi d’ogni mese. 2249. Ifi. — Padre di Eteoclo e di Evadne, che fu moglie del famoso Capaneo. Allorquando Evadne fug
a diletta figliuola. V. Evadne. Ifi ebbe pure nome una giovanetta che fu amato da Anassarete. Ifi finalmente era il nome d
ea configurata del sacrificio d’Ifigenia. Ifianassa, secondo Sofocle, fu una delle quattro figliuole di Agamennone ; e Ome
finalmente aveva nome una figlia di Proteo, re degli argivi, la quale fu tolta in moglie da un medico chiamato Melampo, pe
empo divenne infatti padre di varii figliuoli, fra cui il più celebre fu il famoso Protesilao, che fu il primo dei greci g
varii figliuoli, fra cui il più celebre fu il famoso Protesilao, che fu il primo dei greci guerrieri, caduto combattendo
i Elei. Ferito mortalmente dai figli di Attore, egli morì poco dopo e fu sotterrato a Feneone, nell’Elide. I Feneati onora
ità aggiungono che questo Ificlo ebbe un figliuolo per nome Iolao che fu uno dei più fedeli amici di Ercole. V. Idra di Le
di Lerna. Ificlo similmente avea nome un altro fra gli Argonauti che fu figlio di Testio, e fratello di Altea. Ificlo da
partorì, avea tutte e due i sessi. Ma giunto Ifide in elà di 13 anni fu dal padre destinato in consorte alla più bella gi
sania e molti altri scrittori dell’antichità, pretendono che Ifigenia fu figlia di Elena e di Teseo, e che quando la madre
Ifigenia fu figlia di Elena e di Teseo, e che quando la madre di lei fu tolta al suo primo rapitore, avesse nella città d
pitore, avesse nella città di Argo, dato i natali ed una bambina, che fu appunto questa Ifigenia ; e che Clitennestra sore
l’amata figliuola, alla volta del campo greco ; ma appena giuntavi le fu palesato il fatale mistero, ond ella fece ricorso
enia in Aulide. Tolta la principessa dalla altare, su cui in sua vece fu svenata la cerva, ella fu inviata in Tauride nell
rincipessa dalla altare, su cui in sua vece fu svenata la cerva, ella fu inviata in Tauride nella Scizia ove fu fatta sace
vece fu svenata la cerva, ella fu inviata in Tauride nella Scizia ove fu fatta sacerdotessa del tempio, e dove per doveri
e propriamente nella città di Elide, nel tempio consacrato a Giunone, fu per lunghi anni conservato il disco d’Ifito, sul
he il carico di provvedersi di acqua per la navigazione. Ila però non fu più rinvenuto dai suoi compagni, i quali ritenner
sa mortale, ma nel conflitto Castore privò di vita Linceo, mentre Ida fu ucciso da Polluce, dopo però di avere egli stesso
utto il tempo che la cittadella d’Ilione, stette in piedi ; e che non fu che dopo la caduta di questa che egli si chiamass
Ganimede e di Assaraco, e padre di Laomedonte. Ilo detto anche Ilio, fu finalmente un figliuolo di Ercole e della bella D
Peloponneso che dopo un periodo di cento anni. Nel combattimento Illo fu ucciso e gli Eraclidi perciò non poterono entrare
con l’ajuto del travestimento e della sua fisonomia dolce ed imberbe fu ricevuto fra le dame ateniesi. Mentre le feste er
avrebbe operato, la mano di una giovanetta ch’egli amava. La proposta fu accettata e Imene parti la sera stessa per l’isol
si gittò nel fiume Maratona ove si annegò ; e da quel giorno il fiume fu detto Imero. Plutarco il geografo, che riferisce
geografo, che riferisce lo stesso fatto, aggiunge che appena Imero si fu anneganelle acque del fiume che poi prese il suo
— Fondatore del regno di Argo e stipite fondamentale degli Inachidi : fu figliuolo dell’Oceano. Pausania riferisce a propo
no in favore di Giunone. Nettuno sdegnato disseccò i tre fiumi. Inaco fu padre di varii figliuoli di cui i più ricordati s
una tazza d’oro pesantissima di grande valore, la quale un bel giorno fu rubata serza che si potesse scoprire l’autore del
sto alla tortura, questi confessò il delitto e restituì la tazza, che fu rimessa al suo posto. Da questo fatto Ercole ebbe
stumanze dei popoli antichi, si rileva che la Indovinazione altro non fu da principio se non una specie di arte ignota e m
a dea per assistervi. 2286. Ino. — Figlia di Cadmo e di Armonia. Ella fu tolta in moglie, in seconde nozze da Atamante, re
gi, una tinta di religione. In quel torno di tempo, la città di Tebe, fu desolata da una terribile carestia, (della quale
ua forma umana. Dopo qualche tempo lo dette alla luce un bambino, che fu chiamato Epafo, ed ella stessa fu adorata sotto i
lo dette alla luce un bambino, che fu chiamato Epafo, ed ella stessa fu adorata sotto il nome d’Ifide come una dea. È que
strana guisa, e quasi demente si precipitò nel mare, che dal suo nome fu detto mare Ionio, …….. e tutto poi Quel gran tra
più chiari scrittori dell’antichità, che Io, sacerdotessa di Giunone, fu amata da un re di Argo, per nome Api, il quale er
, re di Fenicia. V. Europa. Finalmente il nome di Ifide, col quale Io fu adorata come una Dea, le venne dato solo perchè I
e ; ma poi essendo state una volta violate le leggi dell’ ospitalità, fu stabilito di far passare le offerte di mano in ma
figlio di Urano. Secondo la tradizione a cui si attiene Esiodo, egli fu padre del sole e della luna, e dei maggiori piane
i corpi celesti. Avendo comunicate queste sue cognizioni agli uomini, fu dagli antichi ritenuto come padre del sole e dell
rese padre di due figliuoli, un maschio ed una femmina ; il primo che fu chiamato Elio, e la seconda Selene ; vocaboli che
uale percosse Epito così violentemente negli occhi, che lo sciagurato fu cieco per tutta la vita. Ippio era anche il sopra
scienze fenicie, fosse stato il primo a scoprire quella fontana, che fu per questa ragione chiamata fonte delle muse —  V
idamia. Ippodamia chiamavasi anche la figlia del sacerdote Brise, che fu causa primiera della inesorata ira di Achille — V
altre, per modo che, al momento della battaglia la cavalleria nemica fu quasi interamente distrutta. 2310. Ippolita. — La
imposto di impadronirsi. 2311. Ippolito. — Dal nome della madre così fu chiamato il figliuolo che Teseo ebbe dalla famosa
e dalla famosa regina delle Amazzoni. V. l’articolo precedente, e che fu allevato da Piteo suo avolo, nella città di Treze
uscire dalla città di Trezene, guidando egli stesso il proprio carro, fu arrestato sulla spiaggia del mare da un enorme to
e Eschinadi. Dopo qualche tempo ella dette alla luce un figliuolo che fu poi chiamato Tasio. 2319. Ippotoo. — Figliuolo di
alle V. Cercione. Ippotoo regnò nella contrada di Eleusi, della quale fu assunto al governo dopo che Teseo ebbe ucciso Cer
hiamano semplicemente Isifile, e l’ Alighieri fra questi, V. Giasone) fu assunta regina al governo dell’isola, che tenne p
re in bando dall’isola nativa. Rifuggitasi su d’una spiaggia deserta, fu rapita da alcuni corsari e da questi venduta a Li
salvarle la vita. 2322. Ipsisto. — Al dire del cronista Sanconiatone, fu marito di Berut, la quale lo rese padre di un fig
così ebbe nome il figlio dei primi giganti, il quale abitò in Tiro, e fu il primo a costruire delle capanne di canne. Gli
d infatti dopo poco tempo, sua moglie dette alla luce un bambino, che fu poi il famoso Orione. Irieo è anche il nome di un
additano come eretto in onore d’Irminsul, sorgeva nella Vestfalia, e fu fatto atterrare da Carlo Magno. 2329. Iro. — Nati
traeva la vita col portare i messaggi di cui veniva incaricato, così fu detto Iro dai due vocaboli greci ιρῆν per ῆρην ch
eriscono le cronache, avea cinque piedi d’altezza e tre di larghezza, fu la prima volta ritrovato in Roma, nel famoso sacc
ovato in Roma, nel famoso sacco di quella città avvenuto nel 1525 ; e fu varie volte copiato all’ incisione nella sua natu
l’essere ella più antica della Io dei greci. Secondo Plutarco, Iside fu figliuola di Rea e di Saturno, e sorella e moglie
o nel tempio di quella dea, durante la celebrazione dei suoi misteri, fu all’uscire, colpito da morte istantanea. Presso i
nome dall’ avere un tempio d’ Iside a qualche distanza dal luogo, ove fu fabbricata. Da ciò le due parole greche παρα λοιδ
lia e di Apollo, il quale gli concesse il dono d’indovinare. Ismenio, fu dalla madre partorito sulle sponde del fiume Lado
rito sulle sponde del fiume Ladone nella Beozia ; e da ciò quel fiume fu detto Ismeno. V. Melia. Per altro Plutarco, il ge
città di Larissa ove Issione si trovava in quel tempo. Colà giunto vi fu ricevuto con splendida magnificenza, ma nel recar
ggio, Deioneo cadde in quella e vi perdè miseramente la vita. Immenso fu l’orrore che l’atroce misfatto, che tutti addebit
à ; tutti respinsero spaventati l’atroce assassino, per modo ch’ egli fu costretto ad errase per molto tempo, fuggendo la
do la luce del giorno, nè potendo trovare ricovero alcuno. Finalmente fu ricevuto nella propria dimora da un principe, che
a per nome Nefele, la quale entrata di notte nella camera d’ Issione, fu da questi ricevuta con tutte le testimonianze del
farlo sedere alla mensa degli dei. Ma un così straordinario benefizio fu pagato da una ingratitudine tanto più abbietta, p
doveva girare eternamente ; al dire di Ovidio una sola volta Issione fu slegato dalla sua ruota, e fu quando Proserpina f
l dire di Ovidio una sola volta Issione fu slegato dalla sua ruota, e fu quando Proserpina fu da Plutone fatta regina del
sola volta Issione fu slegato dalla sua ruota, e fu quando Proserpina fu da Plutone fatta regina del regno delle ombre. 23
e furono la prima volta celebrati in onore di Melicerta, il cui corpo fu dalle onde gettato sulle spiagge dell’ istmo. Plu
ra per i Corinti così importante, che anche allorquando la loro città fu distrutta da Mummio, essi legarono ai Sicioni, lo
ni, si aggiunsero alcuni esercizii musicali e poetici, e da ultimo vi fu anche introdotta la rappresentazione di una gran
dati di apio verde ; e quelli dei giuochi Istmici, di apio secco. Poi fu decretata una somma di danaro da Solone fissata a
ato da poveri pescatori. 2351. Iti. — Figliuolo di Tereo e di Progne, fu ucciso dalla propria madre e presentato in orrido
ndo Atteone la sorprese nel bagno. 2364. Jante. — Detta anche Giante, fu sposata da Ifide quando questa cangiò il suo sess
al quale si dà, da quasi tutti gli scrittori, il nome di Giarba, che fu uno degli amanti della regina Didone. — V. Giarba
7. Jasio. — Fratello di Dardano, e figlio di Giove e di Elettra. Egli fu ucciso inavvedutamente dal fratello. Italia è de
. 2369. Jola. — Detto più comunemente Jolante e talvolta anche Jolao, fu figliuolo di Ificlo e nipote di Ercole, e compagn
o delle armi, troppo grave alle sue membra affralite dagl’anni, Jolao fu costretto a farsi sorreggere da alcuni guerrieri.
to di Ercole, similmente conosciuto sotto il nome di Jolao, il quale, fu da quell’eroe ucciso in un accesso di furore, a c
ittà, s’impadronì di Jole, e con ogni cura la portò seco. Questa Jole fu la principale ragione della morte di Ercole, aven
un vecchio servo, suo confidente, di uccidere Jone col veleno. Quando fu portata la tazza avvelenata nel convito che Jone
la suprema gioia, che Jone sentiva nell’ aver ritrovata la madre sua fu presto intorbidata dall’aver ella confessato che
come figlio di Xuto e di Creusa, e aggiunge che la posterità di lui, fu così numerosa, che coll’ andare degl’ anni, diven
lemo. 2376. Jopa. — Re di una contrada dell’ Africa. Secondo Virgilio fu espertissimo nell’arte musicale, e fu uno degli a
dell’ Africa. Secondo Virgilio fu espertissimo nell’arte musicale, e fu uno degli amanti della regina Didone. ……. Compar
iuolo chiamato Josso. Divenuto adulto, egli si stabilì nella Caria, e fu capo di una colonia da cui poi discesero gli Joss
lle piante. 2395. Kopto. — Conosciuto anche sotto il nome di Cheospi, fu quel famoso re d’ Egitto, il quale si rese immort
pura di tutte. Krisna-Visnù, secondo la tradizione, nacque a Matura e fu figlio di Vassudeva e della bellissima Devakì. En
e. Preoccupato da siffatte apprensioni, Kansa allorquando sua sorella fu sposata da Vassudeva, giurò a sè stesso che nessu
e dolorose prove del passato, fece allontanare il piccolo Krisna, che fu il suo ottavo maschio, onde sottrarlo allo spieta
ino di Corinto per nome Echecrate, ed ebbe da quello un figliuolo che fu chiamato Cipfelo, perchè secondo la tradizione, e
parte di quello d’Egitto. Al dire di Erodoto, il laberinto di Egitto fu edificato per i dodici re, che secondo la tradizi
della uscita. Il laberinto di Grecia che sorgeva nell’isola di Creta, fu costruito da Dedalo, sul modello di quello egizia
gono ricordati nelle cronache dell’antichità. Uno di questi laberinti fu fatto edificare da Porsenna, re dell’Etruria, nel
e, e di Sparta, a questa famosa città della Grecia. Questo Lacedemone fu , secondo la tradizione, il primo che avesse dedic
alla colonna nel puntarla, venisse fusa una piccola giovenca, che poi fu posta sul capitello della colonna istessa. 2405.
e. 2406. Lacio. — Uno degli eroi dell’ Attica, al quale, quando morì, fu consacrato, in memoria delle sue gesta un bosco i
memoria delle sue gesta un bosco in una contrada, che, dal suo nome, fu detta borgata dei Lacidi ; e che poi divenne famo
8. Ladone. — Fiume dell’ Arcadia, che secondo la tradizione favolosa, fu padre delle due celebri ninfe Dafne e Siringa. De
ese padre del famoso Ulisse. Al dire dello storico Apollodoro, Laerte fu contemporaneo e parente di Giasone, e fu uno degl
o storico Apollodoro, Laerte fu contemporaneo e parente di Giasone, e fu uno degli Argonauti. 2410. Lafira. — Dalla parola
oglie e del bottino. 2411. Lafistio. — Soprannome di Giove, che a lui fu dato dagli Orcomeni, dopo che Frisso gli ebbe sac
nosciuta nei fasti della cronaca pagana, sotto il nome di Ilaria, che fu rapita da Castore al momento che dovea sposare Li
on passione e Giunone ne concepì tanta gelosia, che allorquando Lamia fu prossima a partorire, la fece sconciare, ond’ella
are, ond’ella dette alla luce due bambini morti. La povera giovanetta fu così addolorata di questa sventura che in pochi g
zia con la quale suonava vari strumenti. Tolomeo primo re d’Egitto ne fu per lungo tempo pazzamente innamorato. All’ epoca
in onore delle sventurate giovanette, una pubblica solennità, che poi fu celebrata ogni anno, sotto il nome di festa della
ti allorchè Ulisse coi suoi seguaci abbandonò la Sicilia, la sua nave fu assalita da una così furiosa tempesta, che a sten
aroao miseramente. Lampezie avea similmente nome una delle Fetontidi, fu anch’essa figlia del Sole e della ninfa Climene.
essa figlia del Sole e della ninfa Climene. Al paro delle sue sorelle fu cangiata in pioppo, per aver troppo pianto la mor
i ad opporsi a che il cavallo fosse introdotto al di là delle mura, e fu in questa occasione che egli pronunziò il famoso
endo il volere del destino inesorabile. L’azione intanto di Laocoonte fu ritenuta da tutti come un sacrilegio, e sul capo
’orrendo attorcigliamento. La morte di Laocoonte e dei suoi figliuoli fu da tutti ritenuta come il castigo del suo sacrile
fonte. Giove l’amò con passione e la rese madre di quel Sarpedone che fu poi re di Licia. Omero riferisce che Diana sdegna
lao, che morì ucciso all’assedio di Troja. Quando la dolorosa novella fu portata a Laodamia, essa che amava teneramente il
zione avevano uccisi tutti i componenti della reale famiglia. Nereide fu sposata da Gelone, re di Sicilia, e seguì il mari
lia. Nereide fu sposata da Gelone, re di Sicilia, e seguì il marito e fu salva ; ma l’infelice Laodamia raggiunta dai rivo
empio di Diana, ove erasi ricoverata ai piedi d’una statua della dea, fu uccisa spietatamente da certo Milone, che cieco d
no sull’Epiro con tale rapidità che ben presto quella grande contrada fu quasi deserta. E quell’istesso Milone, che avea d
aodice ebbe nome una figlia di Agamennone e di Clitennestra, la quale fu dal padre offerta in consorte ad Achille, insieme
ne cercò di placare l’ira inesorata del Pelide. V. Ifianassa. Laodice fu del paro una figliuola di Priamo, re di Troja e d
a in moglie da uno dei tanti figli di Ercole per nome Telefo, Laodice fu ben presto abbandonata da lui, che dapprima comba
ad un figlio di Antenore, per nome Elicaone, ma questo secondo imeneo fu come il primo infelice, imperocchè poco tempo dop
ove era rinchiuso il corpo di questa sventurata principessa. Laodice fu similmente una regina di Cappadocia, di cui la tr
e, era stato sottratto furtivamente dalla reggia. Laodice, da ultimo, fu una figliuola di Agapenore che seguì il padre suo
ssedio di Troja, ov’egli si recò a capo delle milizie arcadi. Laodice fu a parte di ogni buona e cattiva fortuna del padre
golare duello, che dovea por fine alla lunga guerra di Troia. Laodoco fu quello che esortò i troiani a rompere il trattato
ime e salde mura, la capitale del suo regno ; e tanto che quest’opera fu dai pagani attribuita allo stesso Apollo, dio del
vendo con l’andare del tempo le onde fatto rovinare uno degli argini, fu ritenuto da tutti che Nettuno sdegnato contro Lao
innalzare un magnifico sepolcro. Questo monumento è quello stesso che fu abbattuto dai Troiani medesimi per dar passaggio
suoi amori con una giovanetta chiamata Stobia, figlia di Pineo, e che fu detto Lapito, presero la loro denominazione quei
egli anni i morti vennero sepolti lungo le strade maestre ; ed allora fu che i Lari o Penati furono considerati come dei p
focolare di ogni casa. Da ciò, secondo asserisce il cronista Arnobio, fu dato il nome di Laterano al dio dei focolari 2447
io dei focolari 2447. Latino. — Figlio di Fauno e della ninfa Marica, fu il più famoso dei re del Lazio. Kra Signore, Qua
a Marica, fu il più famoso dei re del Lazio. Kra Signore, Quando ciò fu , di Lazio il Be Latino, Un re, che veglio, e plac
ica, che Latino avesse avuto dalla regina Amata, un figliuolo che gli fu rapito da alcuni delfini ; per modo che non gli r
orici divinizzarono dopo la morte. 2450. Latona. — Al dire di Esiodo, fu figlia del Titano Ceo, e di Tebe sorella di lui.
però asserisce, nei suoi scritti sull’antichità, che Latona altro non fu se non la nutrice di Apollo, e che Iside, la dea
er stata Latona madre di due fra le più grandi divinità dell’ Olimpo, fu ella stessa annoverata fra le dee, ad onta dell’o
mortali, ebbe ben presto altari e templi, e tra questi, il più famoso fu quello che sorgeva nell’isola di Delo, vicino a q
Dopo la morte, le figliuole di Tersandro, ebbero gli onori divini, e fu loro eretto un altare nella città di Lacedemone,
te, aggiunge che la festa della lavazione si celebrava il 25 marzo, e fu istituita in memoria del giorno in cui fu portato
si celebrava il 25 marzo, e fu istituita in memoria del giorno in cui fu portato dalla Frizia in Roma, il culto religioso
e la ricca acconciatura di perle, di cui ella aveva fregiato il capo, fu preda delle fiamme ; e il fuoco attaccandosi alle
ciarono a mormorare della lontananza di Lavinia, per modo che Ascanio fu costretto a ricercare della matrigna e a cedere a
Fu questa l’istituzione primitiva della festa Laziar, il cui periodo fu , da principio, di un giorno solo : poi al tempo d
o il popolo romano ritrattosi sul monte sacro, fece ritorno in città, fu fissato a tre giorni il periodo della festa Lazia
Figlio di Atamante e di Ino e discendente della stirpe di Cadmo. Egli fu vittima del geloso odio di Giunone, la quale pers
di Giunone, la quale perseguitò tutti i discendenti di Cadmo. Leargo fu ucciso dal proprio padre, che Giunone aveva a tal
rio onde ardeva per la bellissima Leda. Infatti la sua divina volontà fu compiuta, e il cigno perseguitato dall’ aquila an
e e Polluce, e dall’altro Elena e Clitennestra. Tindaro Re d’ Ebalia fu consorte Di Leda, la qual Testio ebbe per padre ;
e città si riunì onde darle caccia. Sulle peste del mostruoso animale fu slanciato il famoso cane di Cefalo chiamato Lelap
falo chiamato Lelapo, il quale aveva un così rapido corso, che appena fu sguinzagliato contro la volpe che la seguitò così
e fuggente, e l’ altra in atto di latrare inseguendo. Questo prodigio fu detto avvenisse per volontà di qualche nume, che
e. 2473. Leo. — Uno degli eroi della Grecia. Al dire di Pausania egli fu innalzato agli onori eroici per aver, dietro cons
a patria. 2474. Lepreade. — Conosciuto anche sotto il nome di Lepreo, fu nipote di Nettuno e figlio di Glaucone e di Astid
ti della mitologia, il lago di Lerna è celebre per la famosa Idra che fu uccisa da Ercole e che formò una delle dodici fat
Lerna, è Pausania, il quale asserisce che gli argivi pretendevano che fu da questo lago che Bacco discendesse all’inferno,
he disegnò lor tosto Morte barbara e orrenda. Uno afferronne, Che gli fu cena ; Omero — Odissea — Libro X. trad. di I. Pi
la colpa, ma non riuscì che a dividere il castigo di lei, imperocchè fu anch’egli cangiato in rupe. O ad Oléno simil, ch
e. O ad Oléno simil, che a sè medesmo Affibbiò l’altrui colpa, e che fu vago Di reo mostrarsi : o a te, Letéa, simile, Mi
mitologica aggiunge, che nell’isola di Creta, correva un fiume a cui fu dato (il nome di Lete, dopo che Ermione, avendo b
e dee era contrasegnato da una semplice sedia. Il primo Lettisternio fu solennizzato in Roma e propriamente nell’ anno 35
ebbe la durata di otto giorni, e l’ordinamento di tutta la cerimonia fu affidato ai sacerdoti Deuumviri, i quali furono i
ere ad altra divozione per raggiungere lo scopo desiderato ; e questa fu la istituzione dei giuochi scenici, V. Giuochi, n
, ove Apollo veniva particolarmente adorato. La tradizione ripete che fu a Leucade che Enea fece celebrare i famosi giuoch
isola, nella quale, secondo il citato scrittore, il primo a penetrare fu certo Leonimo di Crotona. Narra la cronaca, che q
discendere nel fiume ; ma appalesatosi il mistero che egli ascondeva, fu ucciso a colpi di puguale e di frecce. V’ à qualc
Strabone, che quando essa e le sue compagne si precipitarono in mare, fu da questa che l’isola del mar Tirreno, sulla spia
ta che l’isola del mar Tirreno, sulla spiaggia occidentale d’Italia ; fu detta similmente Leucosia. 2490. Leucotea. — Figl
bero che produce l’incenso si chiama egli stesso Leucotea. Orcamo che fu padre di questa giovanetta, fu il primo che fece
hiama egli stesso Leucotea. Orcamo che fu padre di questa giovanetta, fu il primo che fece piantare alcuni alberi d’incens
o largamente i raggi del Sole. E finalmente la gelosia di Clizia, che fu cangiata in girasole, viene raffigurata dalla qua
e di Ino, alla quale gli dei dettero il nome di Leucotoe, quando essa fu annoverata fra le divinità marittime. Nella città
di Troia, Ulisse ritornando in patria accompagnato dai suoi seguaci, fu assalito da una violenta tempesta e gettato sulla
ropria città. Prima però di mettere in atto il concepito divisamento, fu stabilito d’interrogare l’oracolo di Apollo, e la
cia, le Libazioni si facevano con l’acqua pura. L’uso delle Libazioni fu ereditato dagli ebrei, mentre si vede dalla Bibbi
one. Nel magnifico tempio che ella aveva in Roma, e che primieramente fu innalzato dal padre dei Gracchi, sul monte Aventi
sapere quale sarebbe il destino della loro città, la risposta del dio fu che quella sarebbe stata distrutta non appena il
se, i monumenti, e si spinse con tale precipitoso impeto che la città fu interamente distrutta, e gli abitanti morirono tu
no le loro statue. 2506. Libia. — Figliuola di Epafo e di Cassiopea : fu amata da Nettuno, che la rese madre di Belo e di
, le are e tutti i monumenti. 2508. Libitina. — Dea che presiedeva ai fu nerali. Secondo varii scrittori, il nome di Libit
ato poeta, aggiunge che il corpo di Lica s’indurì per l’aria, ed egli fu cangiato in uno scoglio, che si vedeva nel mare E
stesso, racconta di questo Licaone, che caduto in potere di Achille, fu da questo venduto ad Euneo, figlio di Giasone, ne
to venduto ad Euneo, figlio di Giasone, nell’ isola di Lenno ; poscia fu riscattato con molti e preziosi doni da Eezione,
Ettore, duce supremo delle squadre trojane, lo raggiunse di nuovo, e fu inesorabile contro il misero Licaone, del quale n
nell’ onda. Omero — Iliade — Libro XXI. Trad. di V. Monti. Licaone fu similmente il nome di un figlio di Pelasgo, che f
. Monti. Licaone fu similmente il nome di un figlio di Pelasgo, che fu il primo re dell’ Arcadia. Narra la tradizione mi
che dava al suo ospite. Ma ben presto, per comando di Giove, Licaone fu cangiato in lupo, e un fuoco vendicatore, cadendo
empo che Cecrope regnava in Atene ; e che sul principio del suo regno fu caro ai suoi popoli, che egli cercò d’incivilire.
d’incivilire. La città di Licosura, la più antica di tutta la Grecia, fu edificata per suo ordine sui monti d’ Arcadia, e
tori di quell’ opera nefanda. Fu in questa occasione che generalmente fu ritenuto aver Licaone istituiti i sacerdoti Luper
e quali si voleva fosse stato istitutore quello stesso re Licaone che fu poi cangiato in lupo. Durante la celebrazione del
a non li perseguitavano neppure. 2521. Licora. — Detta anche Licoria, fu , al dire di Virgilio, una delle ninfe compagne di
lezza. Essa veniva anche detta Volunnia, perchè secondo la tradizione fu liberta del senatore Volunnio. Il poeta Cornelio
tosa fuga, e Bacco stesso spaventato si nascose in fondo al mare, ove fu accolto da Teti. Però sdegnato Giove contro l’ em
finchè egli stesso-non avesse fatto ritorno in Sparta. La sua volontà fu ciecamente seguita, ed egli allora partì, ma inve
i di Fetonte, dal nome del quale la contrada di cui egli era signore, fu detta Liguria, e gli abitanti di quella Liguri. 2
traverso la terra. 2541. Linceo. — Figlio di Afaneo, re di Messenia : fu uno degli Argonauti. Secondo il poeta Pindaro, eg
rapirono ad Ida e Linceo le loro fidanzate. V. Ilaria e Febea. Linceo fu similmente il nome di quel figliuolo di Egitto, m
sul trono di Argo, e mori dopo quarant’ anni di regno. La sua statua fu posta nel tempio di Delfo, in mezzo a quelle degl
44. Lino. — Figlio di Anfiarao e di Urania. Al dire di Pausania, egli fu nipote di Nettuno, e fu ucciso da Apollo, perchè
fiarao e di Urania. Al dire di Pausania, egli fu nipote di Nettuno, e fu ucciso da Apollo, perchè essendo Lino il più brav
cie di violino che si suonava coll’arco. Narra la cronaca, che questo fu causa della morte di Lino, imperocchè avendo un g
are senza pericolo. In quanto al famoso lione Nemeo, la cui uccisione fu una delle dodici imprese di Ercole. — V. Ercole. 
i non si servivano della lira che per cantare le lodi degli dei ; poi fu adoperata nei banchetti, nei sacrifizii, e se ne
anasse la peste e le altre epidemie. 2554. Lotide. — Ninfa, la quale fu cangiata in quel fiore conosciuto sotto l’appella
sue opere sull’antichità pagana, ripete che Fea, la divinità suprema, fu madre della Luna e di tutti gli altri minori pian
popolare dei romani, alla quale si attiene Virgilio stesso, una lupa fu la nutrice di Romolo e Remo, i quali bambini sugg
amplificazione portata da Giulio Cesare in quell’ordino sacerdotale, fu una delle tante ragioni dell’odio che il popolo e
ell’ Italia. 3. Elleni. — Gli Elleni abitarono la Grecia, la quale fu la regione d’Europa, che prima accoise i germi de
mente Strabone afferma che negli ultimi tempi del paganesimo soltanto fu venerato con culto divino. Priapo veniva rapprese
l’amore contro natura. 19. Ebioniti. — Cosi chiamati da Ebione, che fu il fondatore di una delle tante scuole o diramazi
maomettani ai tempio della Mecca, il quale, secondo la loro credenza, fu edificato da Abramo e da suo figlio Ismaele. Ques
uistarono grande riputazione. 35. Cecco d’ Ascoli, il suo vero nome fu Francesco Stabili, conosciuto però sotto il nome
fessò d’essere l’autore di quello scritto, e il 26 dello stesso mese, fu bruciato vivo. 36. Milton Giovanni. — Ritenuto
netismo animale preso come base di un metodo curativo. Al suo sistema fu dato il nome di Mesmerismo. Mori il 5 marzo 1815
94 ; mori a Parigi il 20 maggio 1778. Al suo nome di famiglia Arouet, fu aggiunto quello di Voltaire col quale é conosciut
e persiano e di Mandane nata da Astiage re del Medi onde dall’oracolo fu detto mulo, perchè figlio di padre e madre di div
. 48. Sabeismo. — Idolatria che consisteva nel culto degli astri. e fu una delle prime ad essere professata dagli nomini
arola Sabeismo viene dall’ebralco. 49. Zoroastro. — Detto Zerdusht, fu fondatore della religione dei Parsi. — Nacque int
’Aderbigian. Mori nell’anno 513 avanti Cristo in età di 76 anni. Egli fu una delle vittime che caddero nella generale ucci
3 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489
arcarsi nuovamente sulla nave Argo ancorata nel fiume Fasi 71. Non vi fu bisogno che alcuno degli altri Argonauti prendess
ntinuare il racconto di Giasone e Medea. Poco lieto di questo ritorno fu Pelia usurpatore del regno di Giasone, poichè ave
ndio si comunicò anche alla reggia. Nè solo di questa atroce vendetta fu paga la furibonda Medea, ma uccise anche i figli,
che la trista fine. Si narra che la nave Argo dopo il famoso viaggio fu collocata sulla riva del mare sopra una base come
e quegli onori divini che solevano prodigarsi agli altri Eroi. Invece fu onorata ben più la stessa nave, che i poeti asser
ssime stelle. Per quanto gli Antichi si affaticassero a dire che Argo fu la prima nave inventata dagli uomini, nessuno dei
rive le navi di Colombo. Ma di tutte le invenzioni mitologiche di cui fu abbellito il racconto della spedizione degli Argo
a, comincierò da Anfione, del quale è più breve il racconto. Anfione fu creduto figlio di Giove e di Antiope (o secondo a
fatto il dir non sia diverso. » Se quest’ Anfione era quel desso che fu marito di Niobe, come dice Ovidio81, egli ebbe a
lutone e Proserpina, creduti inesorabili, a rendergli la sua sposa. E fu tanto potente il suo canto accompagnato dal suono
cia, e rifiutò qualunque nuovo connubio che gli fosse offerto. Il che fu causa della sua fine funesta, perchè le Tracie fe
poi raccolto dai Lesbii e datogli onorevole sepoltura ; e la sua lira fu presa dalle Muse e cangiata in quella costellazio
di Euridice trovasi sempre congiunto nei poeti quello di Aristeo, che fu il primo Apicultore dell’Antichità. Egli era figl
icultore dell’Antichità. Egli era figlio della Ninfa Cirene, e perciò fu da taluni considerato come uno dei Semidei. Ambiv
i. Fra i molti Eroi di questo nome (Cicerone ne conta 6 e Varrone 43) fu il più fortunato quello Tebano, perchè arricchito
Egli era figlio di Anfitrione re di Tebe e di Alcmena sua moglie ; ma fu detto che era figlio di Giove, per render più cre
e prima Euristèo, e perciò Ercole fosse a lui sottoposto. Nato che ei fu ed essendo ancora in culla, Giunone gli mandò due
l’immortalità e un seggio tra gli Dei nel Cielo. Il suo nome in greco fu Heracles, che in quella lingua significa reso ill
ui vedonsi ovunque. L’estinto Leone, non si sa per quali suoi meriti, fu cangiato nella costellazione che ne porta il nome
, voltandosi, fosse ferito dall’Idra il cui veleno era letale. Ercole fu costretto a chiamare in aiuto il suo servo o amic
Il Cancro per questo maligno e sciagurato servigio prestato a Giunone fu trasformato nel segno del Zodiaco di tal nome e f
l segno del Zodiaco di tal nome e fregiato di 85 stelle. Anche l’Idra fu trasportata nel firmamento, e dagli Astronomi ant
ione boreale adorna di 52 stelle, la più grande e lucente delle quali fu detta e dicesi ancora il cuor dell’Idra. Gli Astr
(ora il Don,) quindi nella Cappadocia sul fiume Termodonte.Ad Ercole fu imposto di combatter con esse per togliere ad Ipp
to ad Ippolita la uccidesse, non pensarono che questa stessa Amazzone fu data da Ercole in moglie al suo amico Teseo, e ne
eduta non solo anticamente, ma anche dopo la scoperta dell’America, e fu dato il nome di fiume delle Amazzoni al più gran
lui da Euristeo, parleremo fra poco. Qui convien dire che quando egli fu giunto allo stretto, che ora dicesi di Gibilterra
ritoo si unì ad esso nella folle impresa di rapir Proserpina. Piritoo fu fatto a brani dal can Cerbero, e Teseo fu preso e
i rapir Proserpina. Piritoo fu fatto a brani dal can Cerbero, e Teseo fu preso e attaccato a uno scoglio infernale per res
a Deca di Tito Livio : « Anteo re di Libia assaltato da Ercole Egizio fu insuperabile, mentre che lo aspettò dentro a’conf
uno di quei giganti che Dante dice di aver veduto nell’Inferno, anzi fu quello stesso che pregato da Virgilio prese colle
uesto un vocabolo greco che significa cattivo o malvagio 91, e perciò fu dato a questo mostro per antonomasia, ad indicare
a far visita al greco Evandro che abitava sul prossimo colle, che poi fu detto il Palatino. In questo tempo Caco rubò ad E
ed ivi gli fecero sacrifizii come a un Nume. Questo culto per Ercole fu accolto e si conservò in appresso in Roma sino ag
ischia che ebbe Ercole coi Centauri, perchè nulla di straordinario vi fu , oltre le ferite e le morti, solito e necessario
scurar però di notare in appresso qualche sua debolezza che in ultimo fu causa della sua morte ; la quale per altro egli i
da lui sposate in Grecia, ed anche una in Italia, e questa dicono che fu la figlia di Evandro. Ebbe perciò molti figli, ch
iume della Grecia, e perciò da Omero chiamato il re dei fiumi. Questi fu il solo pretendente che non cedesse al nome ed al
le l’affetto di suo marito. E infatti quella veste o camicia di Nesso fu in ultimo la causa della morte di Ercole, come di
filare, vestito da donna fra le ancelle di Onfale regina di Lidia ; e fu detto inoltre che egli voleva sposare la bella e
unica o camicia, e insieme con altre vesti la mandò al marito. Ercole fu trovato dal messaggiero Lica sul monte Oeta nella
oteandolo come una fionda lo scagliò tre miglia lontano nel mare, ove fu cangiato in uno scoglio che si chiamò e tuttora c
di sotterrarle e di non manifestarne il luogo ad alcuno. Il suo corpo fu ridotto in cenere dalle fiamme ; il suo spirito f
cuno. Il suo corpo fu ridotto in cenere dalle fiamme ; il suo spirito fu accolto in Cielo come Indigete Dio, ed ivi ebbe i
rta e di Leda sua moglie ; mitologicamente son figli di Giove, di cui fu detto che comparve a Leda sotto la forma di Cigno
ivò da un uovo, da quello cioè da cui nacque la bella Elena, la quale fu la vera causa di quella guerra, come vedremo97.
un ostacolo. L’impresa più utile che fecero a vantaggio della umanità fu di purgare il mare dai pirati ; quindi i Mitologi
erano state promesse a due fratelli Linceo ed Ida. L’esito del duello fu questo, che Linceo uccise Castore, e che Polluce,
e, per vendicar la morte del fratello, uccise l’uccisore di esso. Ida fu poco dopo fulminato da Giove. I poeti classici lo
La chiama poi il segno che segue il Tauro, quando racconta che questa fu una delle sue stazioni nell’ascendere al Paradiso
emmo nel N° XXX che Minosse era figlio di Giove e di Europa, la quale fu rapita da Giove stesso trasformato in toro, e tra
(tranne qualche autore drammatico ateniese), si accordano a dire che fu giustissimo ; e perciò si credè che dopo la morte
origerata e civile. Nella vita privata o di famiglia, per altro, egli fu poco fortunato ; ma le sue sventure domestiche fu
ie Pasifae, una delle figlie del Sole, dalla quale ebbe un figlio che fu chiamato Androgeo e due figlie di nome Arianna e
piaciuto, partorì un mostro che era mezz’uomo e mezzo toro ; il quale fu chiamato il Minotauro, parola composta dei nomi d
parola composta dei nomi di Minosse e di Tauro, ossia toro101. Di più fu detto che questo mostro era carnivoro e pascevasi
altri 3 è più difficile indovinare lo scopo o l’uso. Quello di Creta fu costruito per ordine di Minosse da Dedalo, ingegn
e, perchè secondava troppo tutte le stravaganze della regina Pasifae, fu chiuso insieme col suo figlio Icaro nel labirinto
adi e la prossima costa dell’Asia Minore : il qual mare dagli antichi fu perciò chiamato Icario dal nome di questo incauto
perava tutti i competitori nei pubblici giuochi della Grecia ; perciò fu ucciso per invidia dagli Ateniesi ; e Minosse per
ulto ; al qual segnale lo avrebbe riconosciuto per suo. Questo figlio fu chiamato Teseo ; il quale nel crescere diede segn
a toglierlo insidiosamente di vita avvelenandolo in un pranzo. Teseo fu invitato a corte ; e nel porsi a mensa avvenne ch
isperato dolore nelle onde e vi annegò. D’allora in poi dagli Antichi fu detto Mare Egeo quello che ora chiamasi l’Arcipel
eva effetto vi fece chiuder dentro lo stesso inventore Perillo. E ciò fu dritto, come dice Dante, ossia fu pena ben merita
lo stesso inventore Perillo. E ciò fu dritto, come dice Dante, ossia fu pena ben meritata dall’iniquo artefice che si fec
« Come ‘l bue Cicilian che mugghiò prima « Col pianto di colui (e ciò fu dritto), « Che l’avea temperato con sua lima, « M
ssendo conservato in Agrigento come una rarità ed opera d’arte antica fu rapito dai Cartaginesi, e dopo la distruzione di
te che Teseo fosse il primo ad essere invitato alla festa nuziale ; e fu utile assai la sua presenza e l’opera del suo for
omposto di queste due forme o nature111. Mitologicamente poi non solo fu detto che i Centauri erano mezzi uomini e mezzi c
ccisi o feriti113. Non v’era però fra questi il Centauro Chirone, che fu il più umano e il più sapiente e dotto, non solo
nisse in idea di tentare. E la più strana davvero e la più pericolosa fu quella di Piritoo di andare all’Inferno per rapir
o ciecamente lo secondò. Ma, come dicemmo parlando di Ercole, Piritoo fu lacerato dal Can Cerbero, e Teseo dovè soltanto a
io a cui diede il nome di Ippolito. Dipoi rapì la bella Elena, ma gli fu ritolta da Castore e Polluce, come dicemmo. In ap
uto alla sorella, non sospettasse della fede di Teseo. Ma, sposatolo, fu essa a lui causa di gravissimo lutto. Essendo già
a chi le richiede115. Il modo che tenne Nettuno per appagar Teseo si fu di far comparire all’improvviso un mostro marino
i scogli ove miseramente perì. Altri Mitologi aggiungono che Ippolito fu risuscitato da Esculapio e trasportato da Diana i
gno da Menesteo, si ritirò alla corte di Licomede re di Sciro, ed ivi fu ucciso o col ferro, o coll’esser precipitato da u
n’altura in un baratro. La sua morte rimase per lungo tempo ignota, o fu udita con indifferenza. In Atene per altro dopo l
lemone ; di Atamante re di Tebe era l’ariete col vello d’oro ; Tebano fu Ercole, il più forte e il più famigerato degli an
ato ; il secondo, che non ostante non potè sfuggire il suo destino, e fu ucciso dal figlio miracolosamente salvato. Ed ecc
ppena il figlio, invece di essere ucciso immediatamente nella reggia, fu esposto in un lontano bosco, perchè lo divorasser
, che significa piede gonfio, perchè aveva enfiato il piede pel quale fu sospeso all’albero. Cresciuto Edipo si accorse o
hiamato la Sfinge, che aveva ucciso molte persone e sbigottito tutti, fu promesso con pubblico editto a chi liberasse da q
non lo indovinavano li strangolava ; il nome stesso di Sfinge che le fu dato dai Greci significa Strangolatrice. Era però
orì. Edipo, essendosi guadagnato il promesso premio, sposò Giocasta e fu proclamato re di Tebe. Gli nacquero in appresso d
ualche anno, una fiera pestilenza devastava il regno ; e dall’Oracolo fu risposto che per farla cessare conveniva bandire
ute investigazioni ; e dalle circostanze del tempo e del luogo in cui fu ucciso Laio, come pure dai connotati della person
uo suocero, ad aiutarlo a ricuperare il regno. La guerra che ne seguì fu detta dei sette Prodi, perchè sette furono i valo
e quella fiamma « ……. par surger dalla pira « Ove Eteòcle col fratel fu miso. » Il solo Creonte gioì della morte dei nip
avvelenato morì sotto le mura di Tebe. Ebbe da Deifile un figlio che fu il famoso Diomede, il più valoroso, dopo Achille,
ebri onori. Dal loro connubio era nato un figlio di nome Stènelo, che fu poi uno dei più valorosi guerrieri all’assedio di
lo di Adrasto, ed altri figlio di Atalanta, la famosa cacciatrice che fu la prima a ferire il cinghiale di Calidonia. Per
to fosse valoroso, anch’egli perì nella guerra di Tebe. Molto invece fu narrato di Anfiarao e della sua famiglia. Essendo
orte del padre, per vendicarlo com’egli desiderò, uccise la madre ; e fu come accennano i pœti antichi pio e scellerato ad
Anfiarao e di Erifile, riuscì funesto anche al figlio Alcmeone che ne fu l’erede. Ne fece egli un dono alla sua prima spos
retendendo di ritogliere il prezioso monile alla ripudiata Alfesibea, fu ucciso dai fratelli di lei. Così la discordia dei
Tebe coll’aiuto dei figli degli estinti Prodi. Questa seconda guerra fu perciò chiamata degli Epìgoni, ossia dei rampolli
izie : devastazioni e stragi non ne mancarono ; e v’è chi afferma che fu anche saccheggiata la città di Tebe e che Tersand
dei dannati celebri dell’ Inferno pagano, dicemmo che padre di Pelope fu Tantalo condannato alle pene del Tartaro per aver
per cibo alla mensa dei Numi da lui convitati ; e inoltre che Pelope fu restituito alla sua pristina forma corporea e ris
i, lo fece gittar nel mare. Per altro nell’ amministrazione del regno fu così fortunato e divenne tanto potente che estese
enisola della Grecia che ora chiamasi Morea, e che dal nome di Pelope fu detta dagli antichi Peloponneso. Da Ippodamia ebb
este era figlio Egisto, nato d’illegittime e vietate nozze ; e poichè fu allattato da una capra ebbe quel nome che in grec
iandar la vita e le gesta degli Antenati di Achille, di quell’Erœ che fu invidiato da Alessandro Magno, perchè ebbe per ba
ora con poca differenza di suono chiamasi Engía o Enghía. Quest’isola fu donata da Asopo re di Beozia a sua figlia Egina,
r maggior tristizia « Fosse in Egina il popol tutto infermo, « Quando fu l’ær sì pien di malizia, « Che gli animali, infin
r gli spirti per diverse biche. » Eaco per la sua bontà e giustizia fu posto dopo la morte fra i giudici dell’Inferno, c
delle regioni Infernali. Lasciò due figli, Telamone e Peleo. Telamone fu esiliato dal padre per avere ucciso, nel far gli
un piccolo fratello chiamato Foco. Di Telamone abbiamo già detto che fu uno degli Argonauti ; e di altre sue imprese e vi
rleremo più opportunamente in appresso. Ora convien dire di Peleo che fu il padre di Achille. Peleo dopo la morte di Eaco
ale. Quantunque piccolo principe meritò di sposare una Dea ; e questa fu Teti ninfa marina, dalla quale doveva nascere un
iù degno per bontà di animo e per parentela coi Numi ; e il prescelto fu Peleo, ottimo principe e nipote di Giove. Furono
a è a dirsi che dal matrimonio di Peleo con Teti nacque un figlio che fu chiamato Achille. La madre, come Dea, sapeva già
no al 1870 non si seppe neppur dire con sicurezza di non errare : qui fu  ; di modo che taluni dubitaron perfino se la citt
o « Figliuol d’Anchise che venne da Troia « Poi che ‘l superbo Ilïòn fu combusto. » Ed inoltre ripete ambedue questi ste
e torri, e il molto « Suo popolo le Idèe falde cuopriva. « Di Dardano fu nato il re d’ogni altro« Più opulente Erittonio……
fatto notabile ; e molti danno questo nome ad Eretteo re di Atene che fu figlio di Vulcano. Anche Omero, come abbiam vedut
inzione che riconoscesi più d’una volta nelle espressioni di Virgilio fu adottata dall’Alighieri nelle due terzine citate
o di pulpito. Tra i figli di Trœ o Troo è da notarsi non solo Ilo che fu re di Troia dopo la morte del padre, ma anche Ass
che Assàraco e Ganimede. « Assàraco ebbe Capi e Capi Anchise, » che fu genitore di Enea, come fa dire Omero da Enea stes
cendenti di Assaraco. Quanto poi a Ganimede dicemmo già nel N° XV che fu rapito dall’aquila di Giove e trasportato in ciel
sser mi parea là dove foro « Abbandonati i suoi da Ganimede « Quando fu ratto al sommo concistoro. » Inoltre nel Canto x
xxiv dell’Inferno nomina la costellazione o segno del Zodiaco in cui fu cangiato Ganimede : « In quella parte del giovin
quario tempra, « E già le notti al mezzo dì sen vanno. » Laomedonte fu l’unico figlio di Ilo e il penultimo re di Troia 
tor di fede, non però impunemente. L’ultima cinta delle mura di Troia fu ordinata da Laomedonte, ed i pœti aggiungono eseg
no de’flutti « Senza toccarli. » Laomedonte promise ; ma, uccisa che fu l’orca, non volle mantener la promessa ; ed Ercol
eco in ostaggio Podarce principe ereditario, che dopo il suo riscatto fu chiamato Priamo. Questo vocabolo, secondo gli an
li fosse divenuto querulo nell’estrema sua vecchiezza. Riscattato che fu Priamo e proclamato re di Troia, sposò Ècuba figl
e sventure della loro patria ; e prima converrà dire di quello che ne fu causa, cioè di Paride. I poeti si fanno dalla lon
vorato da qualche fiera ; ma invece avvenne di lui come di Edipo, che fu trovato vivo da un pastore ed allevato come suo f
o figlio sul monte Ida. Quivi egli crebbe ignaro della sua origine, e fu tra i pastori chiamato Alessandro ; ed egli è que
ne, e fu tra i pastori chiamato Alessandro ; ed egli è quel desso che fu eletto per giudice della bellezza delle tre Dee,
potersi sciogliere facilmente neppur da una Dea. In quanto al pastore fu trovato il modo di farlo riconoscere per figlio d
per trovarlo (poichè dubitava che si nascondesse in abito femminile) fu questo : Si travestì da mercante di gioie, e andò
monili donneschi portato ancora una finissima armatura da guerrieri, fu questa che fece palese Achille ; il quale dimenti
i guerrieri, che per quanto fece dire Dante a Virgilio, « ……. Grecia fu di maschi vota « Sì, che appena rimaser per le cu
te, militari e civili. Quando l’armata greca con prospera navigazione fu giunta in vista delle coste della Troade, scorse
ssima, la quale desiderando di veder l’ombra del marito e poi morire, fu trovata estinta nel suo letto e fu detto che era
r l’ombra del marito e poi morire, fu trovata estinta nel suo letto e fu detto che era morta dopo averlo veduto in sogno,
aordinario meritava però miglior sorte, poichè di lui si racconta che fu condannato a morte dai Greci per falso sospetto d
morte dai Greci per falso sospetto di tradimento ; e questo giudizio fu dichiarato iniquo da Platone stesso nel discorso
lso e scellerato indizio « Di tradigion, per detestar la guerra, « Ei fu da’Greci indegnamente ucciso : « Com’or che ne so
mi, « Poi per compagno a questa guerra diemmi. « Infin ch’ei visse, e fu ‘l suo stato in fiore, « Fioriro anco i miei gior
’investir Troia invase gli Stati limitrofi. Telefo vinto in battaglia fu costretto a fuggir dal suo regno ; e per maggiore
à. — Dovevasi abbattere il sepolcro di Laomedonte : e questa fatalità fu compiuta per opera dei Troiani stessi il giorno a
e nel mio umile racconto. La causa che inimicò Achille con Agamennone fu una prepotenza del re dei re. Era uso comune in q
ri e minacciosi. Poco dopo infierendo una pestilenza nel campo greco, fu creduta una vendetta di Apollo per l’insulto fatt
ra una tale altercazione con parole e frasi sì poco parlamentari, che fu per terminare colla uccisione di Agamennone per m
vesse Troia esser presa e disfatta dai Greci in pochi giorni ; ma non fu così. Apparisce invece che per la stanchezza dell
egli era vulnerabile, e tagliatogli quel tendine, che d’allora in poi fu chiamato di Achille, gli cagionò la morte. Dolent
cora guarito, condusse una vita piena di affanni e di privazioni. Non fu già in Ulisse commiserazione per la disgrazia di
lisse, e solo consentì e si risolse di andar con lui, rassicurato che fu dalle parole del giovinetto Pirro che tanto somig
tanto somigliava il leale e generoso Achille. Giunto nel campo greco fu guarito da Macaone e Podalirio figli di Esculapio
se. Dopo la loro morte accaddero dei miracoli : il corpo di Sarpèdone fu trasportato invisibilmente (si dice da Apollo per
accorsa in aiuto dei Troiani con una schiera delle sue compagne e che fu uccisa da Achille. Virgilio così la descrive nel
a è non solo di nuovo genere, ma unica nel suo genere. Omero dice che fu uno stratagemma, Virgilio un’insidia e Dante un a
ti fossero i più prodi guerrieri capitanati dall’accortissimo Ulisse, fu un grande azzardo chiudersi come in una torre di
eno accennarne i principali e più famigerati. L’episodio di Laocoonte fu reso celebre non solo da Virgilio, ma anche dalla
irgilio, ma anche dalla greca scultura. Laocoonte sacerdote di Apollo fu uno di quei Troiani che volevano incendiare o in
lato quel dono a lei offerto in voto dai Greci. Questo fatto orribile fu rappresentato dal greco scalpello in un gruppo (e
lcro essendo addossato alle mura della città in quel punto stesso ove fu necessario rovinarle per farvi passare il cavallo
ero i Greci la presa di Troia al tradimento. Tal ne corse la fama che fu accolta come nunziatrice del vero anche da celebr
moglie al suo ritorno in Grecia, come difatti avvenne. Anche di Enea fu detto da qualche scrittore di minor conto che egl
ema epico di Virgilio, che lo stesso Dante ha detto di lui : « Ch’ei fu dell’alma Roma e del suo impero « Nell’empireo Ci
parte dei suoi sudditi, e presa e incendiata dai Greci la sua città, fu ucciso per mano di Pirro. Nè qui si arrestò la ve
vide Polissena morta « E del suo Polidoro in su la riva « Del mar si fu la dolorosa accorta, « Forsennata latrò siccome c
ato tante sciagure, piangendo sempre ed urlando per disperato dolore, fu cangiata dagli Dei per compassione in cagna ; ma
minente pericolo pel figlio dell’uccisore. Anche questo tragico fatto fu espresso in marmo dal celebre scultore Lorenzo Ba
di Eubea. Ivi viveva ancora Nauplio padre dell’infelice Palamede che fu calunniato da Ulisse ed ucciso ingiustamente dai
inciando dal re dei re, troviamo che a lui più funesto che agli altri fu il ritorno in patria. Nel tempo della sua più che
gia, in mezzo alle finte accoglienze, quand’era per assidersi a mensa fu ucciso a tradimento da Egisto, e Cassandra da Cli
e del sangue di Egisto. Ma accortosi di avere ecceduto nella vendetta fu invaso dalle Furie, e andò errando per lungo temp
ior parte del Peloponneso. Egli ebbe un figlio chiamato Tisamène, che fu re dopo di lui ; e l’amico Pilade sposando l’eroi
ornati a Sparta vissero insieme in pace più anni. Ma Elena, morto che fu Menelao, essendo odiata da tutti come causa della
essendo odiata da tutti come causa della disastrosa guerra di Troia, fu costretta a fuggire dal regno di Sparta che era i
si presso una sua parente a cui era morto il marito in quella guerra, fu , per ordine di essa, soffocata in un bagno da tre
pote di Ercole, ed ebbe da essa più figli. La fine però di quest’eroe fu poco gloriosa, e non per disgrazia, ma per colpa
o coll’uccidere il figlio che era stato il primo a venirgli incontro, fu cacciato dai suoi sudditi e si rifugiò nella Magn
un anno là presso Gaeta « Prima che sì Enea la nominasse ; » e poi fu trattenuto dalla Ninfa Calipso per più di sette a
tal conclusione il viaggio che fece Ulisse all’Inferno, perchè quello fu opera d’incanto della maga Circe, ed era piuttost
ne ed al vento. » (Odiss.,xi. Trad. di Pindemonte.) E questo viaggio fu compiuto in un sol giorno prima che Ulisse abband
a Agamennone, e diviso da quella per violenza di una tempesta, Ulisse fu spinto ad Ismaro, città dei Ciconi nella Tracia,
isegnò lor tosto « Morte barbara e orrenda. Uno afferronne, « Che gli fu cena ; gli altri due con fuga « Precipitosa gions
a terminar la biografia di Ulisse dicendo che, secondo Omero, Ulisse fu ricondotto dai Feaci nella sua isola nativa dopo
o a dire che Ulisse tornò in Itaca ; anzi alcuni asseriscono che egli fu ucciso prima di giungervi, ed altri che non tornò
so, « E la prora ire in giù, come altrui piacque, « In fin che ‘l mar fu sopra noi richiuso. » LXII Venuta di Enea i
venne in Italia e fondò un regno nel Lazio, dal quale derivò Roma che fu poi dominatrice del Mondo. Quindi Virgilio lo sce
epico intitolato perciò appunto l’Eneide ; e Dante disse lui « Ch’ei fu dell’alma Roma e del suo Impero « Nell’empireo ci
e noi dobbiamo, sia pur brevemente, parlarne. Il prodigio di cui Enea fu testimone in Tracia è il primo non solo cronologi
non solo cronologicamente, ma pur anco per la sua importanza, poichè fu creduto degno di essere imitato dall’Alighieri, d
il primo « Dalle prime radici, uscîr di sangue « Luride goccie, e ne fu il suolo asperso. « Ghiado mi strinse il core ; o
pruno ; « E ‘l tronco suo gridò : Perchè mi schiante ? « Da che fatto fu poi di sangue bruno, « Ricominciò a gridar : Perc
ordinario avvenne ad Enea ed ai suoi compagni nelle isole Strofadi, e fu di trovarvi le Arpie. Noi descrivemmo questi most
 Fanno dolore ed al dolor finestra 146. » Un ingegnosissimo episodio fu inventato da Virgilio, che cioè Enea sospinto dal
uanto vi sia questo non piccolo anacronismo, l’invenzione di Virgilio fu ritenuta per una verità istorica ed ebbe gran fam
re di Tiro e Sidone nella Fenicia ; ed ebbe per marito Sichèo che poi fu ucciso da Pigmalione fratello di lei, per impadro
di Cartagine in Affrica. Gettato su quelle coste dalla tempesta, Enea fu accolto umanamente dalla regina, la quale offrì a
mpio, « E là dov’era la spelonca immane « Dell’orrenda Sibilla, a cui fu dato « Dal gran Delio profeta animo e mente « D’a
e « Ettore ancise, come ardito e fido « Seguì l’orme d’Enea ; chè non fu punto « Inferïore a lui. Stava sul mare « Sonando
Caietanus divenne Gaetano. Anche Dante ripete che alla città di Gaeta fu dato questo nome da Enea, poichè nel Canto xxvi d
rso del colle Albano153 ; e finalmente che Enea morì due anni dopo, e fu adorato come un Indigete Dio. Ma dalla morte di E
ien parlare della Divinazione, che incominciata nei tempi preistorici fu il perpetuo corredo della pagana religione e sorg
erisce sempre alle cose da farsi, ossia future, perciò la Divinazione fu considerata come l’arte di conoscere l’avvenire.
ono come spirito profetico, ovvero ispirazione ; e tal significato le fu attribuito da Platone stesso156. Questo greco voc
rabili fatti che di qualunque altro indovino. Basti il rammentare che fu detto e creduto che egli avendo un giorno percoss
ndo un giorno percosso colla sua verga due serpenti che si battevano, fu cangiato in femmina, e che sette anni dopo ritrov
ttortigliati e di nuovo percuotendoli, ritornò maschio. Questa favola fu riferita anche dall’Alighieri nel Canto xx dell’I
uro, o vogliam dire l’occhio profetico. Perciò divenne così famoso, e fu creduto infallibile, tanto che niuno osava dubita
star sempre confinate nei penetrali del tempio, in quasi ogni regione fu asserito esservi stata qualche Sibilla a profetar
na, così detta perchè nata in Cuma, città dell’Asia Minore. La stessa fu chiamata ancora Amatea, Demòfile ed Eròfile. 8ª L
uogo chiamato anticamente Marpessio. 9ª LaSibilla Frigia, della quale fu detto che vaticinò in Ancira. 10ª La Sibilla Tibu
ne che si conserva e moltiplica nelle fagianiere. 72. Ovidio, che fu relegato nell’antica città di Tomi sul Mar Nero p
to in quella regione, e che la città ivi dipoi fabbricata dai Milesii fu detta appunto Tomi, greco vocabolo che significa
ta appunto Tomi, greco vocabolo che significa dissezione (e dal quale fu composto pur anco il nome di Anatomia) : « Inde
erso la foce del Dniester, sia sul luogo stesso dell’antica Tomi dove fu relegato Ovidio, e che perciò fosse chiamata Ovid
evasi il sangue senza prolungare quella dei vecchi a cui s’infondeva) fu posto in pratica più volte per alcuni principi e
a più volte per alcuni principi e potenti della Terra. Anche nel 1600 fu tentata dai medici francesi la trasfusione del sa
’incertezza dell’effetto e la responsabilità dei mezzi. Anzi nel 1668 fu proibita e condannata anche per legge. Non ostant
donna non è proibita ; ed anche in Italia, e precisamente in Napoli, fu eseguita nel mese di novembre 1872 con prospero s
rangolati gli divelle in brani. » (Traduz. del Borghi.) 85. Lino fu creduto figlio di Apollo e della Musa Terpsicore
i quali vivono lungo le rive del fiume delle Amazzoni. In Mineralogia fu chiamata Amazzonìte quella specie di pietra prezi
egioni prossime a quel gran fiume. 88. I Mitologi dissero che Espero fu cangiato in quella stella omonima che prima compa
Ercole esiste in greco un elegantissimo Idillio del poeta Mosco, che fu tradotto squisitamente da quel sommo ingegno del
nco talvolta per terra. In questo stesso anno 1875, il dì 27 febbraio fu osservato un fuoco di S. Elmo a Monte Cassino. Il
cominciò alle ore 8 e 45 minuti e finì alle 9 50. La mattina seguente fu osservato che le punte del parafulmine del telegr
chegge ; » e nel Canto xii dell’ Inferno parla del Minotauro, « Che fu concetto nella falsa vacca. » 102. « Icarus
aspexit in undis. » (Ovid., Metam. viii, v. 233.) La caduta d’Icaro fu dipinta dal Domenichino in un quadretto che vedes
a Farnese. 105. Lo stesso nome greco di questo giovinetto (Perdix) fu dato anche in latino alla pernice, come noi chiam
mente fosse creduta tale, e sia anche proclamata dalla legge Mosaica, fu poi riconosciuta in molti casi aberrativa ed inap
4. Virgilio peraltro asserisce nel lib. vi dell’Eneide che Teseo non fu liberato, e che resterà eternamente nell’Inferno 
a : « Siate fedeli, ed a ciò far non bieci (non inconsiderati) « Come fu Jefte alla sua prima mancia ; « Cui più si conven
o nisi admirationibus maximis ? »  — (De Finib. v, 22.) Questa scena fu imitata egregiamente dall’Alfieri nell’atto iv de
o è chiamato Eacide, alludendosi allo stipite di quella dinastia, che fu Eaco, avo di Achille. 139. La parola Odissea de
li, non appartenne al numero dei Semidei, ma soltanto degli Eroi ; nè fu considerato dopo la morte come un Indigete Dio, e
4 (1824) Breve corso di mitologia elementare corredato di note per uso de’ collegi della capitale, e del regno pp. 3-248
la Divinità. Il Caos. Il Caos 3 è il più antico fra gli Dei. Egli fu l’Autore della separazione delle materie, ond’è c
ero in un abisso, ove il giorno non penetrava. Tale precauzione a lui fu fatale : imperciocchè giunti quelli ad una certa
unque divorò tutt’i figli, ai quali aveva data la vita. Il solo Giove fu esente da tale disgrazia, mercè le cure di Cibele
umore, e ’l coraggio di Giove turbarono la sua felicità. Egli in fine fu rovesciato dal Trono, e discacciato dall’Olimpo d
ggi. Finalmente durante il tempo che Saturno conversò con gli uomini, fu sì grande la felicità, che tal’epoca fu chiamato
urno conversò con gli uomini, fu sì grande la felicità, che tal’epoca fu chiamato l’età dell’oro. Giano entrò a parte dell
a, Frigia, Berecinzia, Idea dai diversi luoghi ove ella era adorata ; fu chiamata Magna Mator, o Mater Deum, qual Madre de
e il mare, Plutone l’inferno, ed esso l’empireo. Per mano de’ Ciclopi fu formato un elmo per Plutone, un tridente per Nett
opi fu formato un elmo per Plutone, un tridente per Nettuno ; a Giove fu riserbato il fulmine composto di grandine, di acq
o scoppio, il rumore, lo spavento, e lo sdegno. Il suo regno però non fu sempre tranquillo. I Titani mal contenti de’ drit
, che regnava sopra ai fiumi, le di cui acque circondavano l’inferno, fu la prima ad accorrere in soccorso di Giove, recan
piaceri, ai quali si diede in preda sì fattamente, che la sua maestà fu più degradata di quello, che sarebbe avvenuto ad
iove, e ne armava il braccio sinistro. Questa Capra dopo la sua morte fu situata da Giove per gratitudine fra le costellaz
ne compose l’Egida, voce che in Greco indica Capra, che in progresso fu donata a Minerva, che ci appiccò la testa di Medu
to di cent’occhi, che aveva in guardia Io cangiata da Giove in vacca, fu ammazzato da Mercurio, e transformato in pavone.
eltà appiccò gli occhi del suddetto alla coda del suo pavone. Giunone fu detta pronuba, come colei che presedeva alle nozz
mpagnava la sposa alla casa del marito. Per testimonianza di Cicerone fu altresì detta Moneta dal Latino monere per una vo
Cicerone fu altresì detta Moneta dal Latino monere per una voce, che fu udita nel suo tempio in occasione di un fiero ter
care una troja gravida per placare lo sdegno degli Dei. Il sacrifizio fu adempito, e cessò il pericolo. Nacquero da questa
un consimile miracolo. Dopo avere affidato il suo segreto a Flora, le fu da questa indicato un fiore, che appena toccato d
la disgrazia di cadere una volta al di loro cospetto. A tale uffizio fu destinato il gentile Ganimede, che Giove fingendo
ai cara a Giunone, perchè i suoi annunzj erano sempre lieti, e perciò fu convertita dalla Dea in Arco celeste. Giunone è r
lia di Soturno, e di Cibele era la Dea delle biade, e de’ campi. Ella fu la prima ad insegnare l’arte dell’agricoltura, co
lli di color nero a dispetto delle lagnanze di Minerva, e Cianea, che fu punita per tal cagione da Plutone, con averla can
lutone : e dalla Ninfa Aretusa, le cui acque scorrevano fino a Stige, fu pienamente informata dell’accaduto. Per liberare
i aver mangiato de’ granelli di un pomo granato, per la qual denuncia fu cangiato in gufo : ma fu accordato a Proserpina d
lli di un pomo granato, per la qual denuncia fu cangiato in gufo : ma fu accordato a Proserpina di poter passare sei mesi
re a Trittolemo aveva Cerere accordata. In pena di sua perfidia Linco fu trasmutato in Lince, animale ch’è simbolo della c
fissò quest’isola fralle Cicladi pria errante nel mare : e tosto che fu adulto, ed istruito nell’arte di maneggiar l’arco
empre fresca, ed istruito nelle belle arti. Egli amò varie Ninfe ; ma fu sempre infelice nelle sue intraprese. Dafne figli
lice nelle sue intraprese. Dafne figlia del fiume Penèo in Tessaglia, fu l’oggetto primiero delle sue cure : malgrado però
ggetto primiero delle sue cure : malgrado però tutt’i suoi pregi, non fu mai corrisposto da questa Ninfa. Un giorno mentre
di cadere fralle di lui mani, chiamò in suo ajuto Penèo suo padre, e fu tosto cangiata in alloro. Il Dio, ad eterna memor
orrispondenza. Nacque da Apollo, e Coronide Esculapio, che da bambino fu dato ad allevare al Centauro Chirone, da chi fu i
lapio, che da bambino fu dato ad allevare al Centauro Chirone, da chi fu istruito della virtù delle piante Diventò così ce
o si manifestasse sovente in forma di serpente. La morte di Esculapio fu cagione di una ben seria sventura di Apollo. Non
a, e lo cacciò dall’Olimpo. Il più amabile, il più saggio fra gli Dei fu costretto, per non perir della fame, ad avvilirsi
aomedonte la sua opera nella fabbrica delle mura di Troja. La mercede fu convenuta : ma questi che non aveva molta dilicat
atezza, terminato il lavoro, gli mancò di parola. Lo sdegno di Apollo fu cagione, che una pestilenza attaccò gli stati di
e per accrescere la desolazione, e lo spavento. In sì fiera traversìa fu consultato l’Oracolo, la cui risposta fu che Laom
vento. In sì fiera traversìa fu consultato l’Oracolo, la cui risposta fu che Laomedonte poteva disarmare la collera degli
nuovamente nel Cielo rivestito della sua gloria. Ma siccome Esculapio fu l’innocente cagione del suo esilio, così un altro
’insinuò di recarsi ad Apollo per assicurarsene, locchè senza ritardo fu eseguito. Apollo depose tutt’i suoi raggi luminos
tarono granelli di ambra. Cicno amico di Fetonte ne morì di dolore, e fu trasformato in Cigno. Apollo dopo aver vendicata
i de’ loro germani. Quantunque Apollo fosse il Dio degl’ingegni ; non fu perciò stimato quanto egli meritava ; fu soggetto
se il Dio degl’ingegni ; non fu perciò stimato quanto egli meritava ; fu soggetto ai colpi dell’invidia. Pane ebbe l’ardir
propose una disfida, che Apollo volentieri accettò. Tmolo Re di Lidia fu scelto per giudice, ed il suo voto fu per Apollo.
ieri accettò. Tmolo Re di Lidia fu scelto per giudice, ed il suo voto fu per Apollo. Mida ivi pur presente fu di contrario
elto per giudice, ed il suo voto fu per Apollo. Mida ivi pur presente fu di contrario avviso ; Apollo sdegnato della sua t
ai viandanti, che il Re Mida aveva gli orecchi dell’asino. Apollo non fu però così discreto con Marsia satiro, e musico va
restava al di sotto, fosse stato a discrezione del vincitore. Marsia fu vinto, indi legato ad un albero, vivo fu scortica
ezione del vincitore. Marsia fu vinto, indi legato ad un albero, vivo fu scorticato. Le Ninfe si dilettavano delle cantile
rtorire, giurò di serbare in perpetuo la sua verginità. Il suo pudore fu si grande, che arrivò a punire severamente Attèon
igò altresì le Ninfe, che la seguivano. Callisto figliuola di Licaone fu amata da Giove, che per sedurla più facilmemte, p
a, che andò vagando per ben quindici anni sotto tal forma, finchè non fu incontrata da Arcade suo figlio, e valente caccia
si unirono per dargli caccia. Atalanta figlia di Glasio Re di Arcadia fu la prima a ferirlo. Meleagro figliuodi Enèo finì
cque, come si è detto, dal sangue, che versò nel mare Urano, allorchè fu ferito da Saturno suo figlio. Appena uscita alla
sola di Cipro, dove le Ore presero cura della sua educazione : quindi fu detta Ciprigna, come pure Citerea da Citera Isola
Ciprigna, come pure Citerea da Citera Isola dov’ella regnava. Venere fu maritata a Vulcano, dal quale ebbo molti figli ;
anche suoi figli Enea. e le tre Grazie1. La sua bellezza era tale che fu giudicata la più bella fra le Dee, ed a lei in co
la più bella fra le Dee, ed a lei in concorso di Pallade, e Giunone, fu dato da Paride il pomo di oro, che la Discordia a
le nozze di Teti, e di Peleo. Ma altrettanto indecente e sconvenevole fu la sua condotta : e noi in grazia della modestia
ciò una professione dove poteva far mostra de’ suoi rari talenti, che fu appunto quella di fabbro ; e stabilì la sua fucin
, che la poca grazia, colla quale esercitava le funzioni di coppiere, fu cagione che Ebe avesse un tale incarico. Questa g
re un portamento oltremodo sostenuto. Minerva al pari delle altre Dee fu egualmente gelosa de’ suoi dritti. Ella non la pe
Avendo questi avuta la temerità di guardarla mentre stava nel bagno, fu privato della vista. Questa Dea si contrastò il d
e una pianta di ulivo, ed ottenne l’intento. Iu seguito questo arbore fu il segno della pace, ed a lei fu consagrato. Mine
l’intento. Iu seguito questo arbore fu il segno della pace, ed a lei fu consagrato. Minerva chiamavasi anche Pallade1. So
ebbe sette figliuole, chiamate le Atlantidi. Maja la maggiore di esse fu la madre di Mercurio2. Egli nacque il mattino ; a
Apollo custodite, che trasportò nei boschi. Un pastore per nome Batto fu il solo, che se ne avvide. Mercurio per timore di
a, obbligandolo a giurare per Stige, che glie l’accorderebbe : questa fu che Giove venisse a visitarla con tutto l’apparat
a tale inchiesta, ma non avendo potuto rimuoverla dal suo proposito, fu astretto ad eseguire il suo giuramento. Egli rimo
rmato della folgore. All’accostarsi tutto avvampò, e la stessa Semele fu divorata dalle fiamme. Mercurio, che accompagnava
i, e di edere, che ne nascondevano la punta. Per tale conquista Bacco fu detto il domatore delle Indie, o del Gange, fiume
nio ai cinquanta figliuoli di Egitto suo fratello Re dell’Egitto : ma fu un tempo istesso l’avanzare questa promessa, e co
ga, e si rifugiò in un canneto del fiume Ladonte suo padre, dal quale fu cangiata in canna. Pane per consolarsi di tal per
ma medesima di Pane. Pico suo padre non avendo voluto ascoltar Circe, fu da questa trasformato in un uccello detto Picchio
sensibile che cercò in grazia agli Dei di poter morire : il suo voto fu esaudito, e dopo morte ottenne un luogo nel Zodia
agire il futuro : ella volla annunziare il destino di Esculapio, e ne fu punita con perdere la sua figura essendo divenuta
esta Divinità. Flora. Flora così conosciuta dai Greci, come Pale fu adorata dai Romani, era la Dea de’ fiori, e le si
zo per rendere mostruoso il bambino che questa Dea portava nel seno : fu inoltre così proclive al vizio, che se ne formò i
sì proclive al vizio, che se ne formò il Dio del libertinaggio. A lui fu sagrato l’asino. I fiumi. I Fiumi, o per dir
prietà di parlare tutte le lingue : ma abusò di un tal dono, e quindi fu condannata a ripetere soltanto le ultime voci deg
ope. Era questi insensibile verso tutte le ninfe, che lo amavano. Eco fu egualmente che le altre sfortunata : fu tale il s
le ninfe, che lo amavano. Eco fu egualmente che le altre sfortunata : fu tale il suo dolore, che si ritirò ne’ siti i più
fu tale il suo dolore, che si ritirò ne’ siti i più solitarj, ed ivi fu cangiata in rupe. Sopravisse solamente la sua voc
la riva di un fonte, vide la sua immagine che traspariva nell’acqua : fu talmente sorpreso della sua bellezza, che divenne
anto abbandonarla, e si contentò di morire sulla riva di quel fonte ; fu cangiato in un fiore, che conserva anche oggi il
si Melicerta nella sua infanzia. Ino figliuola di Cadmo, e di Ermione fu la terza moglie di Atamante re di Tebe, dalla qua
fico Ariete, Helle cadde nelle onde, dove si annegò. Il sito ove morì fu detto Hellesponto. Frisso proseguì il suo viaggio
felicemente in Colco, ove sasagrificò a Marte il suo ariete, che dopo fu situato fra i dodici segni del zodiaco. Questa fu
e di una voce bellissima, seguaci di Proserpina. Allorchè questa Dea fu rapita da Pluto, chiesero le ali agli Dei per and
commettevano, involossi dalla terra, e volle ritornare al Cielo, ove fu situata nel Zodiaco : oggi detta la Vergine. C
lento per la musica. Finalmente ricevette tutt’i doni immaginabili, e fu chiamata Pandora, nome composto da due voci Grech
ltiplicatisi gli uomini vissero in una perfetta innocenza. Qual tempo fu detto l’età dell’oro, tanto decantala da’ poeti s
sieme le nuvole, d’onde caddero le acque in tanta copia, che tutta ne fu inondata la terra. Deucalione, e Pirra. Da qu
venne a stabilirsi nella Grecia, e propriamente nel luogo, dove Atene fu fabbricata. Sposò la figliuola di Attèo re del pa
Giove, e di tanti che aveva dall’Egitto portati. Cadmo. Figliuolo fu di Agenore re di Fenicia, e fratello della bella
endo stata vana ogni ricerca, Cadmo consultò l’oracolo, dal quale gli fu risposto che avesse fabbricato una città in una c
opriamente dove avesse veduto fermarsi un bove. La novella sua patria fu detta per tal ragione Beozia. Prima di edificare
Illiria perseguitato dalla gelosia di Giunone, e finalmente dagli Dei fu cangiato in serpente. Perseo. La nascita di P
e dagli Dei fu cangiato in serpente. Perseo. La nascita di Perseo fu assai singolare. Acrisio re di Argo aveva una fig
a sua premura per questa giovane nel tempio di Minerva. Poichè Perseo fu allontanato dalla reggia da Polidette, i Dei ebbe
di una armata poderosa assediò Atene, e non si ritirò fino a che non fu segnato un trattato, col quale gli Ateniesi si ob
sione il suo nome. Icarus Icariis nomina fecit aquis, Ovidio. Minosse fu padre di molti figli : i più conosciuti furono An
: i più conosciuti furono Androgèo, Fedra, ed Arianna. Il suo governo fu sì giusto, e regolato, che divenne il modello de’
e divenne il modello de’ principi. Per la sua giustizia, ed esattezza fu Minosse eletto dopo morto per uno dei tre giudici
morte dell’Eroe, per disperazione gittossi nel mare, che dal suo nome fu chiamato Egèo. Teseo montò sul trono di Atene : p
tissimo ad accrescere la potenza di quel popolo. Il resto di sua vita fu un misto di azioni grandiose, e riprensibili talv
o ballare con molta grazia nel tempio. Questa indegna azione di Teseo fu causa di una guerra terribile. Castore, e Polluce
li venne la smania di rapir Proserpina. Arrivati all’Inferno, Plutone fu avvertito della trama, e fatte sciogliere le cate
catene di Cerbero, si avventò questi a Piritoo, e lo strangolò. Teseo fu preso vivo, e condannato a restar per sempre nel
icare, e per sostenere l’oltraggio. Castore uccise Lincèo, che da Ida fu vendicato colla morte del primo. Polluce vendicò
e divisa la sua immortalità col fratello. Esaudì Giove i suoi voti, e fu deciso, che i due germani passassero sei mesi nel
e principe debole, ed incapace di difendere i dritti del suo popolo ; fu sbalzato dal trono da Pelia suo fratello. Questi
one, allorchè venisse all’età di poter governare. Divenuto adulto gli fu proposto dallo zio la conquista del vello d’oro,
ivò in Colco, ove offerì in sacrifizio a Marte quel bello ariete, che fu poi collocato in un campo consagrato a quel Dio,
di quell’impresa tutti gli Eroi della Grecia. Il vascello detto Argo fu quello che trasportò questa schiera di Eroi, perc
na che comparve, i tori diventarono manieri, si sottoposero al giogo, fu lavorata la terra, uscirono dal di lei seno gli a
ietra ad essi lanciata posti in iscompiglio a vicenda si scannarono : fu assopito, indi ucciso quel mostro mercè l’efficac
ta, ma coverta di diamanti. La sventurata figlia di Creonte appena ne fu vestita, che fu consumata da un fuoco sul momento
i diamanti. La sventurata figlia di Creonte appena ne fu vestita, che fu consumata da un fuoco sul momento. Non contenta l
glia, dove standosi un giorno sul vascello Argo che stava sulla riva, fu schiacciato dalla caduta di una trave che si era
li schiacciò. Creonte re di Tebe prese cura della sua educazione, che fu qual si conveniva ad un Eroe. Ercole gli mostrò t
, che noi in un fiato accenneremo. Il primo tratto della sua fortezza fu l’aver ucciso un lione che infestava la selva Nem
ne che infestava la selva Nemèa, della cui pelle si vestì. Il secondo fu contro l’Idra, che desolava le paludi di Lerna pr
timpani di bronzo, che Minerva gli aveva donati. La quarta spedizione fu la presa della cerva del monte MenaIo, che aveva
i. Il secondo pasceva di carne umana i suoi cavalli. La pena medesima fu loro applicata. Fece in seguito la guerra alle Am
gle, Aretusa, ed Esperusa figliuole di Espero germano di Atlante, che fu cangiato in una stella che comparisce al levarsi,
llustrò quest’Eroe la sua vita con tante altre brillanti azioni. Egli fu che diede la morte a Caco, che abitava in un antr
e. Il suo rimorso avendo costretto Ercole a consultare l’oracolo, gli fu risposto, che l’uccisore avrebbe espiato il suo d
a, mentre andava a fare un sagrifizio sul monte Eta. Appena Ercole ne fu rivestito che sentì divorarsi da un fuoco interno
quel tanto che aveva di mortale ; ma come figlio di Giove dopo morto fu dal medesimo trasportato nel Cielo. Filottete.
Filottete. Filottete figliuolo di Peano mercè l’amicizia di Ercole fu collocato nel numero degli Eroi. Dicemmo già ch’e
o degl’illustri guerrieri, ma quella ancora degl’iusigni poeti. Orfèo fu celebre antichissimo legislatore, e poeta, e meri
rno stesso delle nozze, cogliendo Euridice de’ fiori in una prateria, fu morsicata al calcagno da una biscia, e dopo pochi
le Muse raccolsero, e seppellirono in un luogo decente : la sua lira fu situata nel Cielo1. Non possiamo dispensarci qui
tore Aristèo che la inseguiva mentre coglieva de’ fiori, e nella fuga fu da una serpe morsicata. Quindi Aristèo a consigli
ola di Creonte, che aveva prima di Lajo parimente regnato in Tebe.Gli fu predetto dall’oracolo, che il figlio che nascereb
a il padre suo. Volle a tale oggetto consultare l’oracolo, da cui gli fu risposto, che giammai non pensasse a far ritorno
ò fuori la sua spada, e dopo essersi battuto uccise Lajo, e l’oracolo fu pienamente adempiuto. Questa fu la sorgente delle
ersi battuto uccise Lajo, e l’oracolo fu pienamente adempiuto. Questa fu la sorgente delle disgrazie che afflissero Tebe.
a, la sfinge si precipitò dall’alto di una roccia, e spirò. Così Tebe fu liberata : Edipo sposò sua madre, e divenne re. D
nza spaventevole in Tebe ; si ebbe ricorso all’oracolo, e la risposta fu , che il flagello cesserebbe allora quando l’uccis
e da se stessa la morte. Eteocle, e Polinice. Il delitto di Edipo fu cagione di altre disgrazie nella sua famiglia. Et
Guerrieri, che si distinsero nella guerra di Tebe. La guerra di Tebe fu una delle più famose nei tempi eroici. Ella è sta
ao, Capanèo, Ippomedonte, e Partenopèo. Adrasto, come si è già detto, fu la molla principale di questa guerra, avendo aceo
lte Eteocle ; incontrò non ostante la morte all’assedio di Tebe. Egli fu padre del celebre Diomede, che si segnalò nella g
oja. Amfiarao famoso indovino, sposo di Erifile figliuola di Adrasto, fu anche pressato ad armarsi : ma sapendo egli che d
coprire mercè di una bella collana a lei donata da Polinice. Amfiarao fu obbligato a partire con aver però imposto al suo
 : ed Alcmeone esegui l’ordine paterno. Ma tosto il sangue di Erifile fu vendicato, essendo stato consegnato alle Furie l’
artenopèo ebbero poca fama, e perirono sotto le mura di Tebe. Adrasto fu il solo, che ritornò alla patria. Del resto quest
Adrasto fu il solo, che ritornò alla patria. Del resto questa guerra fu fatale a tutti coloro, che ci avevano preso parte
dispensarci dal nominare Tiresia famoso indovino, che per sette anni fu donna. Suscitatasi fra Giove, e Giunone la quisti
tasi fra Giove, e Giunone la quistione sugli attributi de’ due sessi, fu chiamato Tiresia, che decise a favor di Giove, e
ratello di Giocasta salì sul trono di Tebe, e la prima delle sue cure fu di proibire che si desse la sepoltura alle ceneri
cedentemente si era uccisa prevedendo lo sdegno di Creonte. Tal morte fu seguita da quella di Emone amante di Antigone, e
lla Grecia a vendicare le ombre de’ loro padri. Questa seconda guerra fu detta degli Epigonidi : Leodamante fu spogliato d
ro padri. Questa seconda guerra fu detta degli Epigonidi : Leodamante fu spogliato del trono, e vi ascese Tersandro figliu
ella famiglia de’ Pelopidi, che figurò molto in tal’epoca. Tantalo ne fu il capo : egli era figliuolo di Giove, e della ni
suo tempo l’incendio di Troja. Abbenchè di stirpe divina, Tantalo non fu punto attaccato all’idea della religione. Un gior
i lasciò in retaggio una guerra cagionata dal ratto di Ganimede, onde fu obbligato di abbandonare la Frigia, e ritirarsi p
to di vendicare la morte di Enomao. Pelope s’impadronì del paese, che fu detto in seguito Peloponneso, oggi la Morea. A
a conservò. Nacque Egisto da questa violenza, che esposto dalla madre fu allevato da’ pastori. Atrèo, seguita la morte di
erra, che interessò tanto tutta la Grecia contro di Troja. Agamennone fu il generale in capo di quest’armata, che doveva v
suoi soldati di propria mano ammazzò la rea coppia. Ciò fatto, Oreste fu assalito dalle Furie, che malgrado tante espiazio
sorella Ifigenìa, che languiva sotto la tirannia di Toante. Da costci fu riconosciuto in Tauride, e nel punto di dover ess
ella. Ecco sorgere una briga fra Giunone, Minerva, e Venere. Da Giove fu eretto in giudice Paride, detto anche Alessandro,
inerva la saggezza : Venere la più bella donna ch’ esistesse. La lite fu decisa a favore di quest’ultima. Giunone, le Mine
he i Greci non avevano data alcuna soddisfazione ai Trojani, allorchè fu rapito Ganimede, come sopra si è detto. Fu quindi
Trojani ben disposti a riceverli. Durante il corso di nove anni varia fu la fortuna delle armi. La presa di Troja, che acc
ito giunse a minacciare Agamennone, che vinto dalle premure di tutti, fu costretto a cedere la prigioniera, ma per vendica
a corpo a corpo con Menelao per terminare così le contese. La dissida fu accettata dal momento a condizione, che il vincit
tornare, e fargli presente quanto fosse necessario il suo braccio. Ne fu dato l’incarico ad Ulisse, ed Ajace, che partiron
esse, accompagnate dall’eloquenza di Ulisse, furono inutili : Achille fu inflessibile. Nel dì seguente le due armate si sc
ennone ferito fosse stato obbligato a ritirarsi nella sua tenda. Così fu fatto, e la presenza di Ettore animò talmente i T
Trojani, e corse fra le braccia della sua sposa, dove tranquillamente fu preso dal sonno. Dormiva Giove, ma vegliava Nettu
orare l’ajuto di Achille : lo scongiurò a prendere le armi : ma tutto fu inutile. Gli permise soltanto di servirsi delle a
loro lamenti : l’intera città era in lutto. La prima cura di Achille fu d’innalzare un rogo alla riva del mare, sopra del
tenuto dell’Iliade. Omero non ci dice in questo poema in qual maniera fu presa Troja, contento soltanto di aver descritto
ttò l’offerta ; ma nel punto che tali nozze si celebravano, da Paride fu lanciata una freccia, che Apollo diresse al calca
renderlo invulnerabile : il solo tallone, per il quale lo teneva, non fu bagnato da quest’acque salutari. È inutile quì no
o celebrate l’esequie coll’intervento di Teti, e delle Nereidi. A lui fu eretta una superba tomba sulle rive dell’Ellespon
i tutta l’armata : ma questa volle che si dessero ad Ulisse. Ajace ne fu tanto indispettito, che giunse a massacrare una m
e, n’ebbe tanta vergogna, che si diede da se stesso la morte, ed indi fu cangiato in un fiore. Analisi dell’Odissèa. L
alìa del mare. Per il corso di dieciassette giorni la sua navigazione fu felice con avere approdato all’isola de’ Feaci :
ta con averlo il vento sbalzato ai liti de’ Lotofagi nell’Africa. Ivi fu maggiore il pericolo : gli abitanti offrirono a s
e inseguirli, e gittò a caso un macigno di straordinaria mole, di cui fu facile evitare l’incontro. Indi corsero al lido,
nse. Un fiero temporale pose le onde in sconquasso, e tutta la flotta fu subissata : Ulisse soltanto si salvò con essersi
si è detto, dove regnava, la vaga Calipso, sovrana dell’isola. Questo fu il contenuto della narrativa di Ulisse, che Alcin
e a gara per offrirgli un dono corrispondente al suo rango, come pure fu allestito un naviglio ben equipaggiato per condur
un naviglio ben equipaggiato per condurlo alla patria. La navigazione fu felice : il dì seguente furono a vista d’Itaca. A
a contro del cavallo, stando in atto di fare un sagrifizio a Nettuno, fu assalito da due grossi serpenti, che uscirono dal
ste Principe Trojano : ivi morì il vecchio suo padre Anchise. Trapani fu il termine de’ suoi viaggi, allorchè volendo di l
disperazione, e dal dolore. Enea intanto sopraffatto da una burrasca fu costretto a fermarsi in Trapani, ove da un anno e
gli spedisce Pallante con quattrocento cavalli. La guerra cominciò, e fu ben lunga. Giove affidò tutto l’affare in mano de
ero una pugna a corpo a corpo fra i due principali rivali. La disfida fu accettata con solenne giuramento. Enea, e Turno s
eda dell’acqua, all’infuori della capanna, che gli aveva accolti, che fu cangiata in un tempio magnifico. Bauci, e Filemon
di dover uno di essi piangere la morte dell’altro. Questa grazia loro fu concessa : un giorno mentre narravano i prodigj o
, pregò gli Dei, ed il sangue di Aci diede la nascita ad un fiume che fu chiamato Aci dal nome del pastorello. Driope.
do ancor essa una pianta di simile natura. Pigmalione. Pigmalione fu uno scultore abilissimo. Formò una statua belliss
eva furiosi tutti gli abitanti. Fu consultato l’oracolo : la risposta fu , che il malore cesserebbe, quando si fosse sacrif
a la stessa Calliroc. Nessuno ebbe la voglia di morire, onde Calliroe fu condotta all’ara. Coreso generoso all’eccesso, ne
enevano all’aria, essendo stata cangiata in uccello. Ceice ancor esso fu trasformato in uccello, ed entrambi ebbero il nom
Sibilla di Cuma ebbe presso a poco la medesima sorte di Titono. Ella fu amata da Apollo, al quale dimandò di poter vivere
caccia, facendo di tutto per fargli dimenticare Procri sua sposa. Ma fu vano qualunque tentativo : quindi dovette rimanda
atutto ebbe cura delle api. Sposò Aristeo Autonoe figliuola di Cadmo, fu padre di Atteone, che Diana cangiò in cervo. Dopo
Sole, e che lo vide mentre andava in cerca di erbe, e dalla medesima fu cangiato in picchio1. Egeria. Seguace di Dian
Roma per ben governare. La morte di Numa le cagionò tanto dolore, che fu cangiata in una fontana. Arione. Arione fu un
ionò tanto dolore, che fu cangiata in una fontana. Arione. Arione fu un musico celeberrimo nativo di Metimna di Lenno,
imo clima concorsero diversi altri popoli, onde Neapolis, nuova Città fu detta, per distinguerla da Palepoli, cioè vecchia
bboleth, fluentum, cioè piccolo siume. Comunque sia, certa cosa è che fu egli ascritto fralle patrie Divinità. Probabilmen
anto lungo in poche parole esporremo. Eunosto di Tanagra nella Boezia fu un giovane eroe conosciutissimo per la sua elegan
i Vergini, et che ivi appunto avesse la suddetta dovuto esistere. Non fu bene accolta una tale opinione : ma scavandosi li
e, che un culto assai esteso riceveva dai Napoletani, come quello che fu il Duce della colonia Eubea venuta a Napoli, guid
dalla Palude Acherusia al presente il Fusaro. Sotto diverse sembianze fu Apollo in Napoli adorato col nome di Ebone, di Mi
abbia tratta la sua origine dalla cassa, o tumulo detto σορος in cui fu riposto dopo morto, onde i Greci prima lo chiamar
queste feste erano colla massima solennità celebrate, e non ha guari fu ritrovata una lapida col motto Dusari sacrum, cos
ardanti questa Deità. Ed è verisimile, che siccome al tempio del sole fu sostituito il nostro Duomo, e consegrato dai Cris
al nostro Divino Salvatore, ch’è il vero Sole, così quello della luna fu dedicato alla Vergine SS., cioè Lunae Virgini Maj
lle Nerone volle far pompa dell’arte sua musicale : ed in questo sito fu ritrovato l’insigne cavallo di bronzo di Greco la
ta vedesi oggi nel Regale Museo de’ Regj Studj, ed il resto del corpo fu destinato a formare le campane del Duomo per oper
estimonianza di Esiodo, ebbe questo Nume a padre Nettuno, e sua madre fu Euriale. Di lui narra la favola, che amato da Dia
ad un punto nero che nel mare si vedeva (ch’era la testa di Orione), fu pronta costei, come abilissima nel trattar l’arco
finalmente il poverino mentre una volta faceva il solito tragitto, e fu creduto che un qualche grosso cetaceo lo avesse i
tando in una mano una patera, e nell’altra il corno dell’ za. Celebre fu il Genio di Socrate, ed a questi Genj che noi chi
a l’abbondanza, e questa se non dalle campagne, sperar non si poteva, fu detto perciò Priapo il Dio degli orti. Di Giove E
, o sia Destino. Alla Necessità lo stesso Giove, al dire di Filemone, fu soggetto. Vien ella descritta da Orazio :       
ute grida straziavano i loro corpi. (1). Dal fragore del tuono Giove fu detto Jovis anticamente da Latini, siccome Zevs d
Greci ; Feretrio, Statore, Olimpio, appresso de’ Romani. A questo Dio fu eretto un magnifico tempio in Roma detto Capitoli
uesta Dea che conservavasi in Troja, e trasportata da Enea in Italia, fu gelosamente custodita in Roma nel tempio di Vesta
del serpente, della civetta, e del popolo. 1. Il Dio delle battaglie fu secondo Omero, e tutt’i poeti Greci figlio di Gio
ne di voler concepir Marte senza di Giove. 1. Il Dio delle battaglie fu secondo Omero, e tutt’i poeti Greci figlio di Gio
polosi nel seppellire gli estinti. Enea prima di scendere all’Inferno fu astretto dalla Sibilia a dover fare gli onori del
chiamato Lete uno de’ rami del Nilo. L’autore di questa favola forse fu Orfeo, che viaggiò nell’Egitto, e visse prima di
ante bocche dell’Inferno. 1. Afferma un dotto scrittore, che Chirone fu eletto precettore di Achille per dinotare che gli
e per fare le sue osservazioni, stava sempre nel monte Caucaso. Egli fu l’inventore del fuoco, o perchè lo trovò nelle se
di Cefèo. Fu consultato l’Oracolo in tale occasione, la cui risposta fu che non sarebbe cessato il flagello, se la primog
h’era Andromeda, non si fosse lasciata a discrezione del mostro. Così fu fatto. 1. Chiamavansi anche Dioscuri, cioè figli
me. Le virtù, ed i buoni andamenti di Loth piacquero tanto a Dio, che fu esente dalla pioggia di fuoco che cadde in Sodoma
che non aveva ancora limata, ma nol permise Augusto. Il suo cadavere fu trasferito a Napoli allora città fioritissima Gre
5 (1855) Compendio della mitologia pe’ giovanetti. Parte I pp. -389
igno compatimento del pubblico. Il fine principale di quel mio lavoro fu quello di porre nelle mani della gioventù una Mit
e o più o meno delle turpi leggende degli antichi Pagani. E forse mi fu dato, la Dio mercè, di conseguire l’intento, atte
) da una parola greca che vuol dir fuoco, come appresso diremo. Giano fu detto janus quasi Eanus (ab eundo), perchè era il
do), perchè era il soprintendente delle vie : ma Ovidio (1) vuole che fu così detto a ianuis, perchè fu il ritrovatore del
te delle vie : ma Ovidio (1) vuole che fu così detto a ianuis, perchè fu il ritrovatore delle porte. Si chiamava pur Caos
ine l’inumano costume d’immolargli vittime umane. Or di ciò la moglie fu tanto dolente che di due gemelli occultò il masch
presentò una pietra avvolta in fasce, detta Abadir o Betile, la quale fu tosto da Satùrno inghiottita. Si avvide Titàno de
ato che Giove dovea un dì spogliarlo del regno, gli mosse guerra ; ma fu da lui vinto e discacciato dal cielo. Il che vuol
que, discacciato dal regno, si ricoverò in quella parte d’Italia, ove fu poscia edificata Roma, e che si chiamò Lazio (Lat
e simboleggia Noè, il quale uscito dell’arca attese all’agricoltura e fu il primo a piantare le viti. Diede buone leggi a
e chiamavansi Aborigeni (1) e ne riformò i sel vatici costumi, percui fu tenuto per un nume e chiamato figliuolo del Cielo
coloro, de’ quali ignoriamo i genitori. Quindi la regione che poscia fu detta Italia, era consacrata a Satùrno e chiamava
crata a Satùrno e chiamavasi Saturnia. Sotto il regno di questo nume fu l’età dell’oro. I poeti nel descrivere l’età che
nella miseria e ne’ vizii de’ secoli nostri. Regnando adunque Satùrno fu l’aurea età o il secolo d’oro, in cui la terra, s
origeni che regnarono in Italia avanti alla guerra di Troia, il primo fu Stercenio o Dercenno, cui successe Giano ; a Gian
monte Aventino un dì abbondante di fonti e di sacri boschetti. Fauno fu il primo ad edificare de’ tempii agli Dei fra gli
avallo, cioè uno di que’mostri che i poeti chiamaron Centauri. Di che fu così dolente la madre che da Giove fu cangiata in
oeti chiamaron Centauri. Di che fu così dolente la madre che da Giove fu cangiata in tiglio ; percui filira si chiama quel
testa serviva per cancellare ciò che si era scritto. Chiròne da’poeti fu celebrato per la sua giustizia e pietà : ritrovò
nfa Cariclo una figlia detta Ociroe (Οκυροη, Ocyroë) o Melanippe, che fu valentissima nella medicina, nell’astronomia e ne
Giove nell’isola di Creta. E Virgilio (1) dice che il culto di Cibèle fu portato da Creta nella Troade. I sacrificii di qu
o a Cibèle, mentre pareva che volesse far danno alla propria persona, fu per pietà della Dea cangiato in pino, che fu posc
no alla propria persona, fu per pietà della Dea cangiato in pino, che fu poscia a lei dedicato. I Coribànti ogni anno pian
ve Cibèle avea un tempio di grandissima magnificenza. Da questa città fu portata a Roma la famosa pietra che dicevano esse
etra che dicevano essere la Madre Idèa, e che da P. Cornelio Scipione fu collocata nel tempio della Vittoria sul Palatino,
cata nel tempio della Vittoria sul Palatino, a’quattro di Aprile, che fu festa grandissima, celebrandosi il lettisternio e
de’delitti, e per la salute del Principe o di que’che l’offerivano, e fu da’ pagani introdotto ne’ primi secoli dell’era v
, e per essa intendono il fuoco. Il culto di Vesta o del fuoco eterno fu per Enèa dalla Frigia recato in Italia ; ed i Fri
a, provincia della Frigia ; Pessinuntia Dea, da Pessinunte, città che fu così detta da una parola greca (πεσειν) che signi
del farro ne’ sacrificii. Egli ritrovò pure le corone ed i navigli, e fu il primo che coniasse monete. Era in Roma un vico
ecare il fanciullino nell’isola di Creta, ove in un antro grandissimo fu allevato. Secondo Callimaco però, Rea partorì Gio
allevato crebbe Giove in bellissima adolescenza ; la sua fanciullezza fu in grande onore presso gli antichi, e vi era una
quali non poteasi in modo alcuno opporre, e però dal Comico Filemone fu chiamato Dio schiavo del Destino. Quando Giove in
anèo, che vuolsi essere stato primo inventore della scalata, il quale fu da’Tebani con sì gran mole di pietre oppresso, ch
tichissimo re di Atene, governò con tanta sapienza il suo popolo, che fu adorato qual altro Giove ; il quale di ciò adirat
’aria. E la consorte di lui che non volle esser disgiunta dal marito, fu trasformata in falcone, uccello solito a conviver
e far magnifica mostra di lor bellezza ; e l’ordine che uscì del caos fu sì maraviglioso che il mondo da’ Greci fu chiamat
l’ordine che uscì del caos fu sì maraviglioso che il mondo da’ Greci fu chiamato κοσμος, l’ordine per eccellenza. Or fra
’ordine per eccellenza. Or fra tutte le create cose la più bell’opera fu l’uomo, da’ Poeti creduto di origine celeste e di
eo vuol dire in greco previdenza o provvidenza di Dio. L’uomo adunque fu la grand’opera di Prometeo, cioè della divina Pro
atto dalla selce nella midolla della ferula o canna d’India. O infine fu Prometeo un uomo di gran senno che collo specchio
Vergine Astrèa però, fig. di Giove e di Temi, e Dea della giustizia, fu l’ultima che lasciò la socièta degli uomini. Ebbe
igliuol di Latòna li uccise ». L’Olimpo per forza di un gran tremuoto fu distaccato dal monte Ossa(2), e ciò forse diede l
nfocati sassi contra il cielo, pose a’Numi tutti grandissima paura. E fu tale che fuggendo andarono a nascondersi in Egitt
i inseguì il mostro, il quale pel Mediterraneo fuggendo l’ira di lui, fu da quel Nume al vasto suo corpo sovrapposta tutta
a di una guerra fra la terra ed il cielo. Virgilio (1) dice che Tifeo fu sepolto sotto l’isola ch’egli chiama Inarime, ogg
egli chiama Inarime, oggidì Ischia, dalla quale vogliono che un tempo fu distaccata Procida per forza di orribile tremuoto
us) ha dato occasione di fingere che quel Re, forse crudele ed empio, fu trasformato in lupo ; ovvero ebbe la malattia, pe
vio divenuto un gran lago, e sola rimaner salva la loro casuccia, che fu mutata in un magnifico tempio. Essi dimandarono a
ul suo cocchio, Giove era solito di passeggiare. E’ fama che Mercurio fu per qualche tempo allattato da Giunòne, e che dal
giunte, erano il loro nettare. Così Dante : Lo secol primo quant’oro fu bello : Fè saporose con fame le ghiande, E nettar
alla mensa di Giove, Vulcano, Ebe e Ganimède (4) ; ma la più celebre fu la bellissima Ebo (Ηβη, Hebe), Dea della gioventù
Ebe, nel ministrare la divina bevanda, cadde sconciamente al suolo e fu occasione di molto ridere alla celeste brigata ;
brigata ; per cui Giove la rimosse da quell’uffizio ; e per compenso fu data in moglie ad Ercole, col quale avea un tempi
Dio Termine e la Dea Gioventù non vollero cedere il loro posto ; che fu felice presagio della perpetua floridezza e stabi
iamato Arpagio, o sul promontorio Dardanio ; ma Virgilio (2) dice che fu rapito sul monte Ida, mentre dava opera alla cacc
che ricopriva lo scudo o la corazza di Giove e di Minerva ; e questa fu la pelle della capra Amaltea che allattò Giove ;
di cuoio espose alla discrezione delle onde ; ma per volere di Giove fu essa dal mare trasportata presso a Serifo, piccio
ifo, picciola isola del mare Egeo, ove rinvenuta dal pescatore Ditte, fu da lui recata al re Polidètte, il quale la giovan
do Acrisio nella corte di Polidètte, venne questi a morte ; ed allora fu che celebrandosi funebri giuochi in di lui onore,
la figliuola Andromeda ; al quale oracolo, per timore de’suoi popoli, fu costretto ubbidire. Or Persèo, vedendo l’orrendo
Perse che diede il nome alla Persia. Cassiopèa pe’ prieghi di Perseo fu posta colla famiglia fra gli astri. Dopo di ciò (
ne de’ suoi abitanti in sassi. Persèo, nipote di Acrisio, re di Argo, fu fondatore della città di Micene, ed uno degli ero
dell’antichità per lunghe e malagevoli imprese celebratissimo. Medusa fu regina di un popolo bellicoso vicino alla palude
a celebrità, di cui ecco la favolosa istoria. Euròpa (Ευροπη, Europa) fu figliuola di Agenore, re della Fenicia, e di Argi
lagrime delle compagne, per mare, tutta fuori di se per lo spavento, fu trasportata nell’isola di Creta. Palefato dice ch
più veramente la cittadella che chiamò Cadmèa (Καδμεια), perchè Tebe fu posteriormente edificata da Anfione. Gli antichi
o sopravvissero soli cinque, che si unirono a Cadmo. Fiorente e lungo fu il regno di Cadmo in Tebe, ma la sua felicità pur
, com’essa desiderava ; percui gittossi disperatamente nel mare, o vi fu per ordine di Minos precipitata. Il corpo di lei
te nel mare, o vi fu per ordine di Minos precipitata. Il corpo di lei fu dal mare trasportato presso ad un promontorio del
i fu dal mare trasportato presso ad un promontorio dell’Argolide, che fu detto Scilleo (1). Della quale mossi a pietà i Nu
sce detto ciris. Niso poi, mentre inseguiva la figliuola per punirla, fu trasformato in una specie di sparviere, ch’è nemi
e segreto consiglio di quel re, che Scilla palesò a Minos, percui gli fu facile impadronirsi della città. Minos intanto, e
strigabili ravvolgimenti. Altri però dicono che il laberinto di Creta fu una spelonca con moltissimi ravvolgimenti, ne’ qu
XV. Continuazione-Dedalo ed Icaro-Perdice. Del Cretese laberinto fu autore Dedalo, Ateniese, artefice di alto ingegno
nde utilità per le arti, come la scure, la livella, il succhiello ; e fu il primo che fornì le navi di antenne e di vele.
o che fornì le navi di antenne e di vele. Ma tanta sua lode d’ingegno fu annebbiata da un vil tratto di gelosia. Dalla sor
nipote chiamato Talo, o Perdice, secondo altri, il quale dalla madre fu a lui affidato, affinchè lo ammaestrasse. Il giov
tagliare un picciol pezzo di legno e così inventò la sega. Dedalo ne fu tocco da non lodevole invidia, percui lo precipit
fuggendo, si ricoverò in Creta e chiese la protezione di Minos. E qui fu che per colpa del suo ingegno avendo offeso quel
. E qui fu che per colpa del suo ingegno avendo offeso quel principe, fu da lui nel laberinto che aveva egli stesso mirabi
olo non mai veduto passò felicemente il mare. Ma non così avventuroso fu quello d’Icaro, il quale, com’è costume dell’auda
lle vele, ch’erano un suo novello ritrovato. Dedalo, secondo Luciano, fu non dispregevole Astronomo, che nella scienza del
ontinuò il suo viaggio e giunse in Sicilia, ove accolto dal re Cocalo fu cagione che Minos gli movesse guerra. Ma Servio d
Questo Linceo era celebratissimo per l’acutezza della vista ; percui fu scelto a pilota degli Argonauti, ed intervenne al
e secondo Teocrito, vicino alla tomba di Afareo ; ed in esso, Castore fu morto per man di Linceo. Polluce vendicò la morte
, ed imbattutasi nel figliuolo Zeto, che quivi pascolava gli armenti, fu da lui villanamente discacciata. Ma poscia, fatti
di Diana primeggiava. Da lei ebbe Giove un fig. chiamato Arcade, che fu nella caccia valentissimo, edificò la città di Tr
ialmente pastorale, ed alla musica. Or Callisto, per odio di Giunone, fu cangiata in orsa, la quale più anni errando pe’ b
che questa costellazione, aldir de’ poeti, non mai tramonta. Callisto fu trasformata nella costellazione che dicesi Orsa m
tellazione verso il polo artico rappresentano un carro, ad Artofilace fu dato il nome di Boote, o guidatore di buoi, essen
Eaco-Mirmidoni. Eaco (Αιακος, Aeacus), altro figliuolo di Giove, fu il più giusto principe de’ tempi suoi, e perciò s
mpi suoi, e perciò si annoverava fra’ giudici dell’inferno. Sua madre fu Europa, o Egina, fig. del fiume Asopo, detta per
o e di Dori, ebbe Foco, il quale, per le sue virtù, dal buon genitore fu più amato degli altri fratelli, i quali n’ebbero
a favola della bellissima donzella Io (Ιω, Io, gen. Ius), la quale(1) fu fig. d’Inaco, fiume dell’Argolide, che nasce da A
ale colle sue punture li mette in grandissimo furore. E la sua smania fu sì strana che precipitossi in quel mare, il quale
mostrò a quel popolo l’uso del lino. In quanto ad Epafo, appena nato fu rapito da’ Cureti per ordine di Giunone. Ma, ucci
gran parte dell’Africa, a questo paese diede il nome di Libia. Questo fu quell’Epafo che cagionò la famosa sventura di Fet
l lor legnaggio e della lor nazione. Ed invero Dardano, lor primo re, fu fig. di Giove e di Elettra, una delle Pleiadi, ch
a, da cui ebbe Erittonio. Quivi edificò una città detta Dardania, che fu pure il nome da lui dato a tutta quella regione.
ς, Tros), suo figliuolo, che alla città diede il nome di Troia, e che fu padre d’Ilo, di Assaraco e di Ganimede. Da Ilo na
neri dell’infelice sua patria. Dardano ebbe gli onori onori divini, e fu studiosissimo della magia, che perciò chiamossi a
olo, e gli concesse di sedere alla mensa de’ Numi. Plinio(4) dice che fu fig. di Elleno e che ritrovò la ragione de’venti 
to qual vento dovesse spirare, non altrimenti che se loro comandasse, fu stimato Dio de’venti. XXII. Oracolo di Giove A
greca (αμμος), che significa sabbia, perchè il tempio di Giove Ammone fu da Bacco fondato negli arenosi deserti della Libi
eserti della Libia guidava l’assetato suo esercito ; in premio di che fu quell’animale posto fra’segni celesti ; e Bacco i
to, o dal tempio di Ammone, presso al quale si raccoglieva(1). Dodona fu città dell’Epiro, un dì abitata da’ Caoni, così d
popolo della Grecia ; o secondo Erodoto, da una donna Egiziana che ne fu la prima sacerdotessa. Omero chiama Selli o Elli
prima di G. C. erano quasi dimenticati, o almeno assai rari ; ed egli fu che li richiamò a nuova vita più di quattro secol
ec. così detto o da αιξ, αιγος, capra, ed οχη, alimento, perchè Giove fu nudrito in Creta col latte di una capra ; o perch
nome dalla ninfa Ditte, che vi si adorava. In un antro di quel monte fu nudrito Giove(3). Iupiter Elicius, detto ab elic
asposizion di lettere. II. Storia favolosa di Giunone. Giunone fu fig. di Saturno e di Cibele. Samo era il suo sogg
iume Imbraso e sotto una pianta di vetrice(1). Nella sua fanciullezza fu educata da Eubea, Prosinna ed Ascrea, fig. del fi
città di Stinfalo. Omero(2) però fa dire a Giunone che quando Saturno fu cacciato da Giove nel tartaro, essa fanciulla fu
e che quando Saturno fu cacciato da Giove nel tartaro, essa fanciulla fu dalla madre Rea consegnata all’ Oceano ed a Teti,
taurata dall’acqua. Alcuni però affermano che l’educazione di Giunone fu affidata alle Ore. La Dea adunque ebbe in Samo un
e sulla coda del pavone i soli occhi ; ma Nonno dice che quel pastore fu cangiato in pavone(4). Oltre a Samo, le città a l
. La ninfa Chelone con inudita temerità beffossi di tal matrimonio, e fu sola a non intervenirvi. Allora Mercurio precipit
de’Pigmei, la quale in bellezza vantandosi di vincere le stesse Dee, fu da Giunone trasformata in grù ; e da ciò l’odio f
none le cangiò i capelli in serpenti, e che per compassione degli Dei fu trasformata in cicogna ch’è nemica di questi rett
tare l’oltraggio che toccò sì al vivo l’animo altero della Dea, e che fu la fatale cagione di tanti famosi avvenimenti.
il fatale arrivo del mostro. Per sua buona ventura la regale donzella fu liberata da Ercole, e Telamone, fig. di Eaco, che
e per isposa a Telamone, che primo era entrato nella città. Ad Esione fu data la facoltà di liberare un prigioniere, ed el
atto diede un serto d’oro, di cui avea il capo inghirlandato ; percui fu il giovanetto chiamato Priamo (a πριαμαι, redimer
 : L’asta e lo scudo è tuo, ma il pomo è mio . Or dopo qualche tempo fu Paride conosciuto per figliuolo di Priamo e però
a reggia. Poco dopo, allestita una flotta, sotto specie di legazione, fu da Priamo mandato nella Grecia in cerca della sor
unto, fra le altre città, visitò Sparta, ove con grandissima cortesia fu accolto nella sua reggia da Menelao, fig. di Atre
dinaria bellezza. Or Menelao andò per suoi affari a Creta ; ed allora fu che Paride, mancando alle sante leggi dell’ospita
to, con molte preziose cose tolte alla reggia del tradito Menelao. Vi fu chi disse, quest’Elena essere stata una vera donn
i rivedere Ulisse, si rivolge sdegnoso ad Elena che a tutta la Grecia fu sì funesta e per la quale si versò tanto sangue,
o in lor cuore di non ritornare, se non se distrutta Troia(3). Allora fu che Nereo, vedendo la nave del perfido Pastore Id
esta e l’egida, il cocchio e gli sdegni guerrieri(1). Ed il vaticinio fu vero sì che l’ostinata vendetta di Giunone rimase
i venti, perchè l’aria agitata è quella che li produce. Di quest’Eolo fu fig. Etlio, il quale da’ più dicesi fig. di Giove
Giove e di Protogenia, fig. di Deucalione e di Pirra. Etlio da Giove fu ammesso in cielo ; ma perchè osò trattar Giunone
mmesso in cielo ; ma perchè osò trattar Giunone con poco rispetto, ne fu da Giove medesimo cacciato e confinato giù nell’I
unone in piedi e maggiore del naturale, opera di Prassitele, il quale fu il primo a dare lo sfendone a questa Dea. Era ess
razia de’ contorni, la bellezza e la maestà de’ grandi occhi, per cui fu chiamata boope, e la sublime nobiltà de’ lineamen
acciati da un tremuoto in tempo della guerra cogli Aurunci. Allora le fu dedicato un tempio. Iuno Samia, dall’isola di Sa
de ; e presso Eusebio si dice figliuola di Giove e di Temi. Stesicoro fu il primo che finse, Minerva esser nata dal cervel
ll’isola bella pioggia d’oro per irrigarne il beato suolo ; e Minerva fu anche con loro liberale de’ suoi doni, percui si
quella Dea e le consacrò un tempio ed una statua di avorio, la quale fu da Silla recata a Roma. Eusebio vuole che vi era
lle lettere e nelle arti, e forse ancor nelle armi, dopo la sua morte fu tenuta come una Divinità che alle belle lettere e
avendo detto che anche a dispetto de’ Numi ne sarebbe uscito libero, fu da Nettuno adirato ad un grande scoglio sbattuto,
sotto la guardia e tutela di lei. Da ciò pure avvenne che questa Dea fu qual signora e protettrice venerata singolarmente
ò l’Alighieri : ……. se tu se’ sire della villa, Del cui nome ne’ Dei fu tanta lite, E onde ogni scienzia disfavilla. Sec
ttà, nelle quali volevan essere in più special modo venerati. Nettuno fu il primo a venire nell’Attica ; e piantato a terr
presenza di Cecrope piantò un verdeggiante e bellissimo ulivo. Di ciò fu gran piato fra loro a chi dovesse dare il nome al
e : In Atene dura ancora un ulivo, il quale vuolsi che sia quello che fu fatto nascere da Minerva, quando ella venne a con
icamo(2), come l’Iside degli Egiziani, e l’Aracne de’Lidii. Or questa fu una giovinetta d’ignobili natali, fig. d’Idmone,
ccasione a’poeti di foggiare quell’Aracne industriosa, che da Minerva fu trasformata in ragno e che pur non lascia di eser
ancora lunga vita di sette o di otto secoli ; e al dir d’Omero(2) gli fu pur concesso che nell’inferno egli solo avesse se
to della nostra Dea, troncò il capo della foro sorella Medusa. Allora fu che Minerva, dice il Poeta, ai labbri recossi La
osso di cervo ritrovato a caso. Lo suonò alla tavola degli Dei, e ne fu con riso schernita da Giunone e da Venere, perchè
occhi azzurri e colle gote gonfie, appariva deforme a quelle Dee. Ne fu dolente Minerva, la quale andata a specchiarsi in
Argo, la prima nave che portò Giasone alla conquista del vello d’oro, fu opera di lei, o di Giasone medesimo, ma sotto la
ostante i poeti dicono che la prima nave che solcato avesse il mare, fu la nave Argo, chiamata da Fedro opera Palladia (2
he la collocò fra le stelle. Il cavallo che riuscì sì fatale a Troia, fu eziandio per opera e per consiglio di Minerva fab
pera e per consiglio di Minerva fabbricato(1). Epeo, fig. di Panopeo, fu il fabbro della gran machina, sulla quale i Greci
o consacrano. Ma lo Scoliaste di Omero afferma che il cavallo Troiano fu un trovato di Ulisse, il quale in ogni sua azione
otettrice e la custode delle città. L’acropoli, o cittadella di Atene fu opera delle sue mani ; ed in Eretria era un tempi
dicati. Oreste, dicevano essi, avendo uccisa Clitennestra, sua madre, fu dalle infernali furie assalito. Per liberarsi da’
ati uguali, Minerva diede il suo suffragio in favore del reo, ed egli fu assoluto. Chiamossi questo il suffragio di Minerv
are in cocchio per nascondere la deformità de’ suoi piedi. Dopo morte fu convertito in una costellazione detta Enioco. Nel
lade, con sacrilega mano la rapirono. Del quale sacro pegno spogliata fu Troia facile preda del nemico. Silio Italico dice
roia facile preda del nemico. Silio Italico dice che il vero Palladio fu da Diomede restituito ad Enea, il quale cogli alt
a Longa dal figliuolo Ascanio, a tempo di Tullo Ostilio recato a Roma fu posto nel tempio di Vesta, ove a niuno era lecito
sole ; e Virgilio chiama il sole lampana Febea (1). Il Sole poi (Sol) fu così detto da’Latini perchè risplende solo nel ci
le in cielo, il padre Libero, sulla terra, ed Apollo, nell’inferno. E fu detto Libero, perchè libere vagatur per gli spazi
otato della virtù d’indovinare. Latona intanto, per comando di Giove, fu dal vento borea portata a Nettuno, il quale prese
à di Crissa, detta Pito, e poscia Delfo. Omero(1) dice che Apollo non fu dalla madre allattato, ma che Temi gli diede a be
dandosi assai vanto de’ suoi natali, da Epafo, fig. di Giove e d’Io, fu motteggiato, quasi non fosse egli vero figlio del
e egli vero figlio del Sole. Attristossene Fetonte, e tutto lagrimoso fu tosto dalla madre a far doglianze di quell’oltrag
nte che a ciel sereno vedesi di notte trascorrere per l’aria(1). Egli fu poscia da Febo allogato nel cielo e trasformato i
arente ed amico, e fig. di Stenelo, re de’Liguri, il quale pel dolore fu cangiato in cigno, uccello che per la dolcezza de
olcezza del canto e perchè credevasi dar qualche presagio del futuro, fu consacrato ad Apollo(1). Da ciò è che i poeti si
lagrimoso plettro Febo il figliuol ch’avea mal retto il lume, Quando fu pianto il fabuloso elettro, E Cigno si vestì di b
bbero quest’altra cagione. Figliuolo di Apollo e della ninfa Coronide fu Esculapio nella medicina ammaestrato da Chirone i
onide fu Esculapio nella medicina ammaestrato da Chirone in guisa che fu posto nel numero degli Dei. Del quale i due fig.
tà agli uccelli ; ma altri vogliono ch’eran mandre di tori(3). Admeto fu uno del principi greci che convennero alla celebr
u di Apollo, quand’era per nascondersi nelle paterne acque del Peneo, fu da quel Nume trasformata in alloro, di cui staccò
cui staccò un verde ramoscello ed ornossene le tempia. Questa pianta fu a lui dedicata, e di essa s’inghirlandava ogni co
diedero come per iscettro un ramoscello di verde alloro. Giacinto poi fu un giovinetto Spartano, amico di Apollo, col qual
no la naturale espressione del pianto. Amico ancora del nostro Apollo fu il bellissimo Ciparisso, fig. di Telefo. Amava eg
all’ombra, Ciparisso, senza avvedersene, il ferì con un dardo ; e ne fu sì dolente che pregò i Numi di poterlo piangere s
obe. Aristeo. Di Apollo, signore del canto, e della musa Calliope fu fig. il gran cantore Orfeo, il quale nacque in Pi
uale nacque in Pimpla vicino al monte Olimpo. Mirabile e quasi divina fu la sua perizia nel suonar la lira donatagli da Me
rizia nel suonar la lira donatagli da Mercurio o da Apollo ; e perchè fu pure insigne poeta, con tal magistero toccava la
pe che stava nascosto fra l’erbe, le ferì il piede e l’uccise. Di che fu sì grave il dolore di Orfeo che ne piangeva senza
li ministri e fece alle ombre dimenticare le proprie pene ; ed allora fu che le Eumenidi stupirono di quell’insolito canto
ha potuto avere origine dalla sacra istoria della moglie di Loth, che fu trasformata in una statua di sale. Or l’infelice
ittà della Macedonia. Il capo poi per mare giunse a Lesbo ; e la lira fu cangiata in una costellazione bella di nove chiar
tellazione bella di nove chiarissime stelle, ch iamasi la lira. Orfeo fu uno degli Argonauti ; ed instituì le orgie, le qu
la tomba di lui, facevano un canto più soave che altreve. Aristeo che fu cagione della morte di Euridice, nacque da Apollo
o e da Cirene, fig. d’ Ipseo, la quale educata presso il monte Pelio, fu poscia da Apollo portata in quel luogo della Libi
elio, fu poscia da Apollo portata in quel luogo della Libia, ove dopo fu edificata la città di Cirene, così detta dal suo
uel luogo e di quelle cannucce fece la prima volta i pifferi ; di che fu tanto superbo che parlò in modo da paragonarsi ad
a, ed il gastigo del Satiro. Senofonte dice chiaramente(2) che Marsia fu un filosofo che ritrovò il flauto e disputò con A
mposto avea alle donne Tebane di offrir sacrificii a Latona. Niobe ne fu gelosa, e fra la raccolta moltitudine parlò di La
de’ figliuoli, presso la loro tomba sfogando il disperato suo dolore, fu cangiata in sasso, il quale da gagliardo vento tr
venuta era nel Peloponneso, sposò il re di Tebe ; il quale matrimonio fu felice per numerosa e bellissima prole. Dovea que
tra sul sepolcro de’ suoi figliuoli. Finalmente Pausania racconta che fu egli di persona sulla vetta del Sipilo per vederv
inteo, o sia distruggitore dei topi. In Crisa, castello della Frigia, fu un sacerdote di Apollo, chiamato Crine, il quale,
che guardato si fosse dalle insidie della moglie Clitennestra, ma non fu creduta, percui ucciso fu esso e l’infelice profe
e insidie della moglie Clitennestra, ma non fu creduta, percui ucciso fu esso e l’infelice profetessa, invitali a lauto ba
o. Pieridi. Sirene. Ma con tutto ciò neppure a quelle vergini Dee fu dato viver tranquille ; e molti vi furono ardimen
e’ più antichi Musici(1), ed il primo che istituì i cori di donzelle, fu amico dei versi e del canto. Venuto a contesa col
nto. Venuto a contesa colle Muse sulla cetra, in cui era lodatissimo, fu vinto ed in pena privato degli occhi. Pireneo, ba
ed il monte apparteneva un giorno alla Tracia ; ma poscia quel monte fu abitato da’ popoli della Macedonia(3). Pierio adu
fons), o fonte del cavallo, ebbe origine dal Pegaso. Esiodo dice che fu esso così detto da πηγη, fonte, sorgente, per ess
olonne sul suolo, nacque un destriero fornito di ali velocissime, che fu appunto il Pegaso, il quale un giorno sull’Elicon
i chiarissima acqua, la quale bevuta dava virtù di poetare ; e questo fu l’Ippocrene. A questa favola, dice Solino, diede
e una città, mentre su di un bel destriero girava per varie contrade, fu il primo a ritrovare questa fontana. Il dissero c
icio. Il qual fonte chiamavasi pure Aretias, o di Marte ; e da Seneca fu detto Dirceo. Secondo alcuni fu chiamato Castalio
ure Aretias, o di Marte ; e da Seneca fu detto Dirceo. Secondo alcuni fu chiamato Castalio o dalla ninfa Castalia che Apol
il più sublime allievo delle Muse, appellasi cigno Dirceo(1). Antiope fu fig. di Nitteo o del fiume Asopo, e moglie di Lic
n indomito toro. La quale così per più tempo miseramente strascinata, fu per compassione degli Dei convertita in una fonta
meggiavano nove sue figliuole, e queste furon poscia le Muse, ed egli fu chiamato lor padre tra perchè la poesia pare insp
ar concerto musicale, simile forse a Jubal della Sacra Scrittura, che fu , per così dire, il primo maestro di cappella, (Pa
hiamossi Esiodo, benchè nato a Cuma, perchè educato in Ascra. Libetra fu pure un fonte di Magnesia, nella Macedonia, sacro
o, piangendo oltremodo il figlio Cencria, per caso uccisole da Diana, fu cangiata in quel fonte. Il caval Pegaso fu preso
er caso uccisole da Diana, fu cangiata in quel fonte. Il caval Pegaso fu preso da Bellorofonte, mentre bevea al fonte di P
là a tre giorni avrebbero veduto l’effetto della preghiera ; il quale fu , essersi ritrovati morti nell’ultimo di essi. Vol
elo per offerirvi sacrificii ad Apollo. Per questa scienza del futuro fu consacrato ad Apollo il corvo detto uccello Febeo
nder l’acqua. Ma in pena di aver voluto gabbare il Dio degl’indovini, fu condannato a non poter bere in tutto il tempo che
n canto dolcissimo. Figliuolo di Apollo e d’Ipermestra o Ipermnestra, fu Anfiarao, indovino ed augure insigne, ed uno de’s
rte il tradimento della madre ; ed andato a Tebe, insieme co’ cavalli fu inghiottito dalla terra aperta per un gran tremuo
memore del paterno comando, uccise la madre Erifile, per la qual cosa fu dalle furie agitato. Apollo infine chiamavasi ver
ancora(2) che il gigante Tizio, avendo usato poco rispetto a Latona, fu dalle saette di Apollo ucciso e condannato nel ta
spazio di ben nove iugeri collo smisurato suo corpo. Altri dicono che fu da Giove ucciso di un fulmine. Morto Ettore, l’in
bito il muro il suon gli venne a torre, E sol fra gli altri sassi non fu muto ; Ma da marmo o d’acciar percosso alquanto P
ognandosi, gettossi nel mare presso la Sicilia, e per opera di Glauco fu convertita in dea marina. Scilla era uno scoglio
piacque tanto al Sole che pregò Giove a punir quell’oltraggio ; e ciò fu cagione di gravi disastri all’infelice Ulisse.
ltro colore sta bene alla bella luce del giorno nascente. Or l’Aurora fu fig. d’Iperione e di Tea, la quale era fig. del C
ondo Teocrito, o color di rosa, secondo Virgilio. Marito dell’ Aurora fu Titono, fratello, o meglio, fig. di Laomedonte e
che recò soccorso a Troia ed avea le armi fabbricate da Vulcano. Egli fu re degli Etiopi, percui da Catullo si chiama l’Et
tiopia. Presso Troia uccise Antiloco, fig. di Nestore, ed egli stesso fu ucciso da Achille. Titono ne fu sì dolente che da
loco, fig. di Nestore, ed egli stesso fu ucciso da Achille. Titono ne fu sì dolente che dagli Dei ottenne di esser cangiat
rovine di Anzio, antica città d’Italia, verso la fine del secolo XV, fu collocata nel padiglione del Belvedere in Vatican
in Vaticano, donde trae il suo nome. Alla pace di Tolentino nel 1797 fu trasportata in Francia ; ma nel 1815, per gli avv
tempio presso i Milesii, ove prima era l’oracolo de’ Branchidi, e che fu bruciato da Serse. Fu così detto da un giovane di
nte nell’isola di Delo, ove nacquero Apollo e Diana, la quale per ciò fu pur detta Cinzia. Stefano vuole che tutta l’isola
ano, Sosianus, cioè Salvatore (a σωζειν, salvare). Altri vogliono che fu così detto, perchè allogavasi nelle botteghe de’
ceano e di Teti, avendo commesso non so qual fallo contro di Febo, ne fu sì dolente che ricusò di prender cibo, stando sem
ender cibo, stando sempre cogli occhi rivolti al Sole. E però da Febo fu per compassione convertita in eliotropio o giraso
vvero perchè di notte sola risplende (sola lucet). Altri vogliono che fu così detta perchè riluce con luce aliena, cioè pr
e ali abbraccia la terra. Le si sacrificava un gallo(5). Il Sonno poi fu creduto fig. dell’ Erebo e della Notte, e fratell
di Etlio, o piuttosto di Giove e della ninfa Calice, fig. di Eolo. E’ fu pastore o cacciatore, ovvero re di Elide, il qual
essa dal cielo ne vagheggiava la singolare bellezza. Questo Endimione fu forse il primo ad osservare e descrivere il corso
di un carro con una face in mano e colla mezza luna sul capo, percui fu detta bicorne regina degli astri da Orazio. E Dia
assai oscuro il senso di questa favola ; e Krebsio vuole che forse vi fu una Selene che visse fra gli Arcadi e che dopo la
e forse vi fu una Selene che visse fra gli Arcadi e che dopo la morte fu posta nel numero delle Dee ; ed ecco gli Arcadi n
questo nume. Gli si dava pure il nome di Dionisio, o perchè da Giove fu affidato all’educazione di Niso, o dall’isola di
da Giove fu affidato all’educazione di Niso, o dall’isola di Nisa ove fu educato. Macrobio(7) dimostra che Libero, cioè Ba
lio ed Ovidio(1) rafforzino questa opinione. Il qual nome, egli dice, fu dato al Sole, perchè liberamentepercorre le vie d
vera anche Bacco o Libero. Diodoro conta tre Bacchi ; uno Indiano che fu il primo a piantar le viti ; l’altro, fig. di Gio
sono cinque Liberi ; il primo fig. di Giove e di Proserpina, il quale fu agricoltore e trovò il vino, e fu fratello di Cer
di Giove e di Proserpina, il quale fu agricoltore e trovò il vino, e fu fratello di Cerere ; il secondo, di Merone o Melo
no tolto ancora immaturo il pargoletto Bacco, e compiuti i nove mesi, fu dato nascostamente ad educare ad Ino, di lui zia,
nella costellazione del toro, si appellano le Iadi (Υαδες). Ferecide fu il primo a dire ch’esse sono le ninfe nutrici di
oni. Un giorno, cercando nel covile di una lionessa i suoi leoncelli, fu posto a morte crudele da quella fiera. Del grandi
ospitalità o perchè era di viti fra le Cicladi feracissima(1). Allora fu che il fanciullo mostrò chi era ; e resa immobile
lfini. Bacco allogò il delfino fra gli astri. Or Acete giunto a Nasso fu tutto inteso al culto di Bacco ; ma pur ebbe a te
uscì libero. Ovidio dice, che Bacco stesso, presa la figura di Acete, fu presentato a Penteo, di cui racconteremo l’acerbo
tavano le orgie di Bacco, o sia l’uso soperchio e sregolato del vino, fu ucciso dalle Baccanti, cioè da persone furiose pe
Ma ben tosto pagarono esse il fio di tal dispregio, ché il lor lavoro fu turbato da forte suonar di timpani e di altri str
di Bacco, la moglie ed il figliuolo uccise, ed esso sul monte Rodope fu da quel nume alle pantere esposto. Avverso eziand
Rodope fu da quel nume alle pantere esposto. Avverso eziandio a Bacco fu Acrisio, re d’ Argo, fig. di Abante e padre di Da
ava per le città mostrando agli uomini il prezioso frutto della vite, fu molto amichevolmente in casa sua accolto da Icaro
vi per dolore finì la vita con un laccio, e per compassione degli Dei fu trasportata in cielo e detta la Vergine. Per le p
rasportata in cielo e detta la Vergine. Per le preghiere di lei Icaro fu cangiato nella costellazione detta Boote, e con l
orno più lieto. Anche da Eneo, fig. di Partaone e marito di Altea(1), fu lietamente accolto il nostro Bacco, il quale, per
coperto della pelle di una tigre, liberò Giove da’loro assalti, e ne fu tagliato a pezzi ; il che han dovuto i Greci copi
consacrata l’ellera, come a Bacco ; e Diodoro Sicolo dice che Osiride fu il primo a trovare la vite nel territorio di Nisa
nel territorio di Nisa, e che avendo scoperto il modo di coltivarla, fu il primo a bere il vino, ed agli altri uomini ins
turba di uomini velluti che chiamavansi Satiri ; la quale spedizione fu un viaggio guerriero fatto per ammaestrare que’ p
lontani paesi la civiltà e l’arte di fare il vino. Di questo viaggio fu pur cagione l’odio di Giunone, di cui fu Bacco il
e il vino. Di questo viaggio fu pur cagione l’odio di Giunone, di cui fu Bacco il bersaglio, come gli altri figliuoli di G
a volta fuggendo lo sdegno di lei, si addormentò in una campagna, ove fu assalito da un serpente a due teste, detto anfesi
ed impose la sua legge a tutt’i popoli di quella penisola, da’ quali fu accolto come una divinità che porta seco non il t
stosa schiera de’ Satiri e delle Baccanti in questa famosa spedizione fu il vecchio Sileno, satiro che Bacco oltremodo ama
i. Diodoro Sicolo dice che il primo Sileno avea una coda, della quale fu fornita tutta la sua posterit Nel Museo Borb. Vi
domandò di cangiare in oro tutto ciò che toccato avesse. Ma tal dono fu funesto all’avaro monarca, nelle cui mani cangiav
i coniare le monete. Le ricchezze di Mida andavano in proverbio. Egli fu successore di Gordio, suo padre, che fondò il reg
o corona settentrionale, o Gnossia. Secondo alcuni(1) Arianna stessa fu trasportata in cielo, ove partecipò dell’immortal
i erano sì vituperevoli e pericolosi che l’anno 568 di Roma il Senato fu obbligato a proibirne la celebrazione, sebbene no
da una figliuola di Cefisso, fiume della Beozia, chiamata Tiade, che fu la prima iniziata nelle misteriose orgie di Bacco
teriose orgie di Bacco. VIII. Varie incumbenze di Bacco. Bacco fu il primo che insegnò agli uomini l’uso del vino,
vite in greco chiamasi ampelos, così quel poeta(2) favoleggiò che vi fu un tale Ampelo, fig. di un Satiro e di una Ninfa,
Omero(3) insigne per le viti. Egli un giorno cadde da un pergolato, e fu da Bacco convertito in costellazione che dicesi i
ioni molto indegne, specialmente di quella lieta circostanza, per cui fu maltrattato in modo assai strano, e fra’ Centauri
do avanti a lui, o sia facendo parte del tiaso, cadde e morì, per cui fu trasformato in edera che chiamasi pure cisso (κισ
el fiore di una gioventù che non veniva mai meno. Quindi da Orazio(2) fu detto candido, epiteto proprio di un bel volto ;
a alle spalle ; or sul dosso di Pane, or fra le braccia di Sileno che fu il suo balio ; or sopra un carro circondato di ed
evitore di vino puro, sono soprannomi di Bacco. Bassareo, Bassareus, fu detto Bacco dalla voce Tracia βασσαρος, che signi
σοκομης, e κισσοστεφανος, coronato di edera. Plinio(1) dice che Bacco fu il primo a porsi in testa una corona, e che quest
dice che Bacco fu il primo a porsi in testa una corona, e che questa fu di edera. Leneo, Lenaeus pater, da λυαιος, torch
sio, λυσιος, Lysius, da λυω, solvo, quasi liberator ; e λυσιμεριμνος, fu detto Bacco, perchè il vino esilara la mente e di
vili, amano le colline. Niseo, da Nisa, cit. dell’ Arabia, ove Bacco fu educato. Racemifer, cioè Bacco che ha il capo co
, Semeleia proles, Bacco, fig. di Semele. Tioneo, Θυωνευς, Thyoneus, fu detto Bacco o da θυειν, furere ; o da Tione, sua
la protezione del padre Libero i loro figliuoli. Secondo alcuni Bacco fu chiamato Ditirambo, per, essere stato allevato in
antro che avea due porte o uscite (διθυρω). Or da questo suo cognome fu chiamato ditirambo un inno in di lui onore. Le po
r dinotare un uomo stupido e furioso. L’ordinario sacrificio di Bacco fu quello di un capro ch’era animale assai dannoso a
li Assirii, Militta ; i Medi, Anaite ; e così degli altri. Cupido poi fu così detto dal verbo cupio, desiderare, perchè l’
a che una volta dal cielo cadde nell’ Eufrate un uovo, che sulla riva fu covato da alcune colombe e che da esso nacque Ven
iva fu covato da alcune colombe e che da esso nacque Venere, la quale fu poscia chiamata Dea Siria. I pesci che portaron q
ipro ch’è la più vicina alle coste della Siria, ed il culto di lei vi fu generalmente abbracciato. Di là andarono a Citera
ch’egli inseguiva. E di fatto un giorno sul monte Idalo, di Cipro(2), fu mortalmente ferito da un grosso cinghiale che vuo
ia che riportò la nostra Dea sulle due rivali. Or questa vittoria non fu la sola cagione che spinse Venere a proteggere l’
no fig. di Assaraco, e ch’era bellissimo, avea avuto un figliuolo che fu il celebre Enea. Giunone, pel pomo della Discordi
tumulto, ed ella, salita all’olimpo sul cocchio prestatole da Marte, fu risanata da Peone. Icore (ικορ), è un bianco umor
causa, non valsero a salvarla dal destinato eccidio. Troia cadde e ne fu miserando avanzo il figliuolo di Venere e di Anch
ia reciproca, o il Contr’Amore. Secondo Cicerone (4), il primo Cupido fu fig. di Mercurio e di Diana prima ; il secondo, d
o (1) l’appella abitatore dell’Elicona e fig. della musa Urania. Egli fu un nobile giovane di Atene, di cui fecero il dio
una veste tinta di ogni maniera di vizii e di scelleratezze ; il che fu cagione di tutt’i delitti de’ posteri di Cadmo. V
egli dice (2), lo dicono fondato dal re Aeria ; ma altri vogliono che fu dedicato da Cinira, e che la Dea stessa, nata dal
i lagniamo di Paride ». E finalmente sull’Erice, monte della Sicilia, fu uno de’ più ricchi tempii di Venere, che vuolsi e
Erice, fig. di Venere e di Bute, e re di una parte della Sicilia, che fu ucciso da Ercole ch’ era stato provocato a singol
iomena och’esce del mare, nella quale opera, se crediamo a Properzio, fu riposta la principal gloria di quell’insigne pitt
che la Gnidia, vale a dire, il capolavoro di Prassitele in marmo, che fu portata a Gnido ed alla quale fu debitrice quella
polavoro di Prassitele in marmo, che fu portata a Gnido ed alla quale fu debitrice quella città della sua rinomanza e del
o si è conservata meglio di tutte le altre statue di questa Dea. Essa fu trasportata nel Museo di Parigi, e si annovera fr
profumi, su cui è gettato un panno orlato di frange. La Venere Lennia fu opera di Fidia ; e Luciano la preferisce a tutte
re, il quale vi appose anche il suo nome. Ma opera stupenda di Apelle fu la Venere di Coo, nella quale, dice Properzio (3)
di Coo, nella quale, dice Properzio (3), di quell’inimitabile pittore fu riposta la gloria maggiore. « L’opera più celebre
e. « L’opera più celebre, dice Carlo Dati, di questo artefice insigne fu la Venere di Coo,Anadiomene, cioè emergente o sor
rima, ma la morte invidiosa non la gli lasciò terminare. Tuttavia non fu meno ammirata, perchè fosse imperfetta, e succede
ita, sospirandosi quelle mani mancate in mezzo a sì nobil lavoro. Non fu alcuno(1)che si attentasse d’entrare a finir la p
fianco. X. Principali epiteti di Venere. Acidalia, Ακιδαλια ; fu così detta Venere dal fonte Acidalio, nella Beozi
 ; soprannome dato a Venere come uscente dal mare. Per questa ragione fu pur chiamata Venere marina ; Ευπλοια (ab ευ, bene
εια, Cytherea, da Citera. Cupido anche chiamavasi Citereo ; ed Aprile fu detto pure mese citereo, perchè consacrato a Vene
a Venere. Dionea, Dionaea, Venere, fig. di Diane ; percui G. Cesare fu detto Dioneo, come discendente da quella Dea. Er
dal monte Erice, in Sicilia, non lontano dal capo Lilibeo, sul quale fu edificato un memorabile tempio di Venere. Filome
edeva ch’esso l’accompagnava dalla culla sino alla tomba(2) ; per cui fu detto da Menandro guida segreta della nostra vita
nne, e si onorava specialmente nel giorno natale di ciascuno, per cui fu detto Dio Natalizio (Deus Natalis)(3). Nè gli uom
atosi per bere e veggendo nello specchio delle acque la sua immagine, fu attonito di quella singolare e freschissima belle
di chi cammina velocemente. Bellona poi, detta anticamente Duellona, fu così chiamata da bellum, la guerra, e si sa che g
cidere. II. Storia favolosa di Marte. Marte, dio della guerra, fu fig. di Giove e di Giunone(2) ; o secondo alcuni
torrida quella eziandio di far morire. Da ciò venne che al dio Marte fu assegnata la guerra e le battaglie. Le quali idee
eri distinguere più Marti, de’ quali i Greci fecero un solo. Il primo fu il Belo degli Egiziani che i Greci dissero fig. d
degli Egiziani che i Greci dissero fig. di Nettuno e di Libia, e che fu padre di Danao e di Egitto ; egli fu il primo inv
ig. di Nettuno e di Libia, e che fu padre di Danao e di Egitto ; egli fu il primo inventore della spada, e ritrovò l’arte
ella spada, e ritrovò l’arte di schierare un esercito(1) ; il secondo fu un re di Egitto ; il terzo fu un re di Tracia, ch
i schierare un esercito(1) ; il secondo fu un re di Egitto ; il terzo fu un re di Tracia, chiamato Odino, assai bellicoso
chiamato Odino, assai bellicoso e che fece grandi conquiste, per cui fu da quel popolo guerriero onorato come il dio dell
erra il soprannome di danzatore. Diodoro Siculo(1) racconta che Marte fu il primo che, fabbricate le armi, ponesse in camp
ici degli Dei ; e che così, avendo introdotta l’arte della guerra, ne fu dichiarato il nume. Nella guerra contro i giganti
ar Marte e tenerlo in dura prigione per ben tredici mesi, dalla quale fu con accorto artifizio liberato da Mercurio. Nè fu
i mesi, dalla quale fu con accorto artifizio liberato da Mercurio. Nè fu più felice in un combattimento ch’ebbe a sostener
con Ercole ; ma Giove li separò con un fulmine. Altri però dicono che fu Marte ferito e vinto, e che a stento salvossi col
se la contesa fra’ numi che tenevano pe’ Greci o pe’ Troiani. E Marte fu il primo ad assalir Minerva colla lancia, rampogn
ntrambi per mano della Dea distesi vergognosamente al suolo. Ma certo fu più ontoso per Marte il fatto di Diomede. Incorag
privò i circostanti interamente della vista della persona di lui ; nè fu poscia veduto più in terra. La gioventù romana pr
ifestasse. Al pari del marito anche Ersilia, una delle Sabine rapite, fu do po morte annoverata fra’ numi col soprannome d
orte annoverata fra’ numi col soprannome di Orta o di Ora (1). Ma non fu Romolo che avesse il primo introdotto il culto di
eano preso il nome de’ mesi da’ popoli latini, e che il mese di Marzo fu così chiamato da Marte, non perchè era il padre d
uni figliuoli di Marte. Oltre a Romolo e Remo, figliuola di Marte fu Alcippe, la quale essendo stata oltraggiata da Al
nnocente. Il luogo nel quale si assembravano que’ gravissimi giudici, fu detto l’Areopago (αρεοπαγος ab Αρης, Mars, et παγ
ppartenevano alle prime famiglie di Atene ; e però si disse che Marte fu giudicato da dodici numi, ed assoluto con sei suf
percui mosse contro di lei e l’uccise. Ma Plutarco dice che Ippolita fu schiava e poi moglie di Teseo, dalla quale ebbe l
o, dalla quale ebbe l’infelice Ippolito. Anche la valorosa Pentesilea fu fig. di Marte e di Otrera(1) ; anzi vogliono(2) c
In quanto poi a Pentesilea, essa, combattendo nell’assedio di Troia, fu uccisa da Achille. Altro degno figliuolo di Marte
oia, fu uccisa da Achille. Altro degno figliuolo di Marte e di Cirene fu Diomede, re de’ Bistonii, popolo guerriero della
e tolse a lui quei cavalli che poscia donò ad Euristeo. Anche Enomao fu fig. di Marte e di Asterope, o di Arpina, fig. di
ebbe Ippalco, Atreo e Tieste. Enomao era re di Pisa in Elide. Mirtilo fu dal padre Mercurio collocato fra gli astri, e chi
bero e di Proserpina ; ed il quarto, di Giove e di Cillene, dal quale fu ucciso Argo. Cicerone(2) ne annovera cinque : il
uggì in Egitto, ove dettò leggi ed insegnò l’uso delle lettere ; e vi fu chiamato Thoth, nome dato pure al primo mese dell
to Thoth, nome dato pure al primo mese dell’anno, forse perchè quegli fu l’inventore dell’ astrologia e del calendario. Ed
uivi insegnò l’uso delle lettere ed i numeri agli Egiziani, da’ quali fu chiamato Thoth. Forse i Greci, avendo a disonore
5). Delle quali Maia(6) vinceva le altre sorelle in bellezza, ed ella fu che da Giove ebbe il nostro Mercurio, che diede a
to presso quel popolo in grandissima riputazione era Ermete, il quale fu detto eziandio e Mercurio, e Thoth, e Thoyth e Tr
i cose essi han detto del loro Mercurio. L’Ermete egiziano finalmente fu riputato il padre dell’eloquenza, percui meritò i
ra e sedere sul rostro di una nave. Ma non solo de’ mercatanti ; egli fu pure il dio dei ladri, forse perchè fra quelli no
erchè fra quelli non è difficile ritrovare chi rubi. Anzi egli stesso fu un solennissimo ladro. Orazio (1) chiama Mercurio
ed a lui donando il caduceo. E quando Mercurio rubò i buoi ad Apollo, fu solo veduto da un vecchio pastore di que’ dintorn
gone, della quale ci serviamo per saggiare l’oro. Ovidio (3) dice che fu trasformato in duro sasso, il quale anche ora si
fig. di Dedalione, e da Mercurio nacque Autolico (1). La madre di lui fu a tal segno superba che osò vantarsi di essere pi
ui questa dea in una caccia le forò la lingua con una freccia. Di che fu sì dolente il padre Dedalione che si precipitò da
va molto a dirozzare i fieri costumi degli uomini ; non senza ragione fu riputato Mercurio anche dio della musica e della
er onorare le sette Pleiadi, da una delle quali egli era nato. Perciò fu detta Χελυς (testudo) da’ Greci. Anfione, Tebano,
nelle mani di Achille (7). Un’altra principale incumbenza di Mercurio fu quella di essere il messaggiere degli Dei, e spec
m turbam, ειδωλα καμοντων. Hom.). Quanto finsero i Greci di Mercurio, fu loro insegnato da Orfeo, che l’avea, appreso dagl
erchè portavano il caduceo. I Romani li chiamavano Feciali. Camillus fu chiamato Mercurio da’ Romani(3), come ministro de
o l’acerra ed il prefericolo. Cyllenius, da Cillene, in Arcadia, ove fu allevato e si adorava con culto singolare. Criof
; ed ha virtù sommamente purgativa(2). Lattanzio(3) dice che Mercurio fu un uomo antichissimo e di gran dottrina fornito,
ina fornito, non che della conoscenza di molte arti e scienze. Perciò fu innalzato agli onori divini, e gli fu attribuita
di molte arti e scienze. Perciò fu innalzato agli onori divini, e gli fu attribuita l’invenzione delle lettere, della scri
nascono i frutti e le biade. Varrone(1) finalmente vuole che la Terra fu detta Opi, perchè di essa abbiamo bisogno per viv
e e dal Giorno. Ma secondo Esiodo(2) la prima a nascere dopo il Caos, fu la spaziosa Terra, dalla quale nacque il Cielo ch
quali vivono essi e godono molte comodità. Per ciò pure l’agricoltura fu tenuta in granpregio da tutt’i popoli e commendat
elfo, e fecero il nuzial talamo di Alcmena, madre di Ercole. Trofonio fu inghiottito dalla terra in quel luogo della Livad
rri. Le mura di Micene, e specialmente una porta sormontata da leoni, fu opera loro ; ed essi fabbricarono al re Preto le
colare in mezzo alla fronte. Anche figliuolo della Terra e di Nettuno fu Anteo, giganti alto sessanta quattro cubiti, che
eserciti, che ne sono scompigliati e posti in fuga. Or questo dio Pan fu fig. di Demogorgone, o di Giove e di Fimbride ; o
avento del crudele Tifone ; e che in grazia di sì prudente consiglio, fu da essi trasformato nella costellazione del Capri
are ; ma che poi vennero a contesa sulla perizia del suono ; e di ciò fu cagione l’esser venuto Pan in gran superbia per a
rovò Mercurio ; l’altro di più cannucce formalo (πολυκαλαμος), di cui fu inventore Sileno ; ed il terzo in cui le cannuce
tibia obliqua) o flauto traverso. Ed al dir di Ovidio (4), in fistola fu trasformata Siringa, una delle più belle Naiadi c
o alla vista del selvaggio Dio Pan, e giunta alle sponde del Ladone , fu per pietà delle ninfe sorelle, cangiata in palust
ustre canna, di cui Pan formò la fistola che dal nome di quella ninfa fu detta siringa. Lucrezio (5) vuole che il sibilare
na, la quale (6) essendo la più semplice forma di musicale strumento, fu eziandio la più semplice forma di musicale strume
e strumento, fu eziandio la più semplice forma di musicale strumento, fu eziandio la più antica ; e per esser riputata la
rmi o vecchi. In un ninfeo, luogo sacro presso la città di Apollonia, fu preso un Satiro che dormiva a terra, di quella se
ra l’altra metà del corpo. Ed a tempo di Costantino un simile animale fu portato vivo nella città di Alessandria, ove serv
ure che s’introducevano sulla scena e ch’eran Dei sucidi e sfacciali, fu nominata una rappresentazione da’ Greci detta Sat
nano a’ destrieri, o si rappresentano a cavallo. Secondo Varrone essa fu un’antica Dea de’ Sabini, di cui T. Tazio introdu
ato. Se le sacrificava una troia gravida ; e dalla vestale Claudia le fu edificato un tempio sull’Aventino, poscia ristora
acrificii in ogni anno ; alle volte era uno stipite ; ma più appresso fu dìpinta con testa umana, ma senza braccia, nè pie
gurare tutt’i tempii di quel luogo, ma che quello del dio Termine non fu ammesso dagli auguri. Per siffatto augurio parve
significasse, ogni cosa avere ad essere quivi ferma e stabile ; e ciò fu ricevuto qual augurio di fermezza e perpetuità de
rse diminutivo di tal nome è l’altro Δηω, come chiamasi dai Greci ; o fu così della da δηω, ritrovare, perchè quando essa
col dire : la troverai. II. Storia favolosa di Cerere. Cerere fu figliuola di Saturno e di Opi, e secondo il Bocca
erere fu figliuola di Saturno e di Opi, e secondo il Boccaccio, ve ne fu un’altra figlia del Cielo e di Vesta, sorella di
della Sicilia, il quale a’ suoi popoli insegnò l’uso del frumento. Vi fu già un tempo, dicevano i poeti, in cui gli uomini
ili ghiande e nelle acque dei fonti spegnevano la lor sete. Or Cerere fu la prima che col curvo aratro insegnò agli uomini
disse che dettò loro le leggi (3). Di tutt’i luoghi della terra niuno fu più grato a questa dea che la Sicilia, la quale e
ur vide su le sue acque galleggiare la cintura di Proserpina ; il che fu argomento di essere stata per que’ luoghi rapita 
u argomento di essere stata per que’ luoghi rapita ; di che pianse, e fu in collera colla Sicilia tutta, quasi ingrata a’
legrezza della dea, ringiovanì e vestissi di bellissime messi. Cerere fu regina di Sicilia ed insegnò a que’ popoli l’agri
nta che quando Proserpina, essendo nei campi di Enna a coglier fiori, fu rapita da Plutone, eran con lei tre sorelle chiam
torio o capo della Minerva presso Sorrento ; e che la Sirena Leucasia fu sepolta in un’isoletta o scoglio nel golfo di Pes
o nel golfo di Pesto, detto oggidì la Licosa. Si vuole poi che Napoli fu detta Partenope dalla Sirena di questo nome, la q
ia, fig. di Nereo e di Dori ; e fra le seguaci di Diana, di me non vi fu altra più amica de’ boschi e della caccia. Mi dic
di un fiume che passa pel mare o sotto ad esso. Trittolemo finalmente fu il caro allievo di Cerere(1), la quale giunta nel
enne a cielo scoperto ; ma ritrovata da Celeo e da una sua figliuola, fu amorevolmente invitata a casa loro, avendo la dea
di Metanira che piangeva per un suo figliuolino infermo. Entrata che fu la dea, donò al fanciullo il vigor della vita ; d
Entrata che fu la dea, donò al fanciullo il vigor della vita ; di che fu lietissima quella famigliuola. E poscia l’amò tan
ava pel fuoco, per renderlo immortale ; il che dalla madre osservato, fu cagione a lei di spavento, ed a Cerere di disgust
tribuisse la semenza del frumento ed insegnasse l’agricoltura ; e ciò fu prima in Atene, a tempo di Eretteo, sesto re di q
icoltura ; ed in Atene credevasi ministro di Cerere e di Trittolemo e fu allogato fra gli astri più splendidi. Dal bue ven
i astri più splendidi. Dal bue venne il nome di Buzige, Ateniese, che fu il primo a porre i buoi all’aratro. VII. Feste
da’ non iniziati. Era pur delitto disprezzare questi misteri e questa fu una delle principali reità di Socrate. Molti gran
padre, il quale con tutto ciò finì miserabilmente la vita. Pelope poi fu fig. di Tantalo e di Taigete. Volendo questi sper
a violenza e dal fulgore del fuoco, quasi Fulganus. Secondo altri(5), fu così detto quasi volans candor, perchè il fuoco s
r l’aria, nascendo dalle nuvole. Non so poi come il Calepino dica che fu detto quasi canus volitans per aerem, perchè la f
II. Storia favolosa di questo Nume. Vulcano, secondo Omero(1), fu fig. di Giove e di Giunone ; ma Cicerone(2) annov
eti han foggiato il loro Vulcano su di Tubalcain, fig. di Lamech, che fu artefice di ogni sorta di lavori di rame e di fer
Alcinoo, re de’ Feaci, che pareau vivi(1). Mirabile opera di Vulcano fu pure la reggia del Sole con tanto sfoggio d’ingeg
scritto con arte maravigliosa da Omero(8) ; il che solo fa vedere che fu stoltezza il credere cieco il primo pittor delle
Peleo e se ne riveste. Alla nuova della morte dell’amico grandissimo fu il cordoglio e la disperazione dell’eroe, che vuo
quella del poeta greco. Anche lo scudo di Ercole descritto da Esiodo fu opera di Vulcano. Per comando di Giove egli ancor
sacrificii a Vulcano, ed il fuoco stesso chiamaron Vulcano. Non solo fu egli Dio del fuoco e de’ fabbri, ma esercitò ezia
a conveniente ad inspirare la gioia che regnar dee nei banchetti, gli fu sostituita la bella Ebe. Era insorta fra Giove e
i pruove, era fra i Troiani un Darete, sacerdote di Vulcano, al quale fu ucciso da quell’eroe il primo de’ due figliuoli F
cui niuna cosa o nume vale a resistere. Degno fig. del Dio del fuoco fu Caco, la cui favola appartiene agli antichi popol
clava, l’uccise. Altro famoso ladrone e fig. di Vulcano e di Anticlea fu Perifete o Corinete, il quale era gigante che arm
oi era sacro a Vulcano il leone. Finalmente, dice Apollodoro, Vulcano fu quello che per commessione di Giove, attaccò Prom
esta Dea e lor ragione. Nell’articolo di Giano si disse che Diana fu detta quasi Jana, aggiunta la lettera D per dolce
a che la notte sia simile al giorno. Altri finalmente vogliono(3) che fu così detta dal greco διος, Giove, quasi Joviana,
asi Αρτεμις, da αρτεμης, intero, perfetto, dice Platone, perchè Diana fu vergine. II.Storia favolosa di questa Dea.
ea de’cacciatori, e delle foreste. Or siffatta passione per la caccia fu fatale a Cencria, fig. della ninfa Pirene, il qua
per la caccia fu fatale a Cencria, fig. della ninfa Pirene, il quale fu dalla Dea che cacciava, per imprudenza ucciso, di
e da farne un fonte che portò poscia il suo nome ed in cui dicesi che fu ella convertita. Nè meno funesto fu il fato di At
il suo nome ed in cui dicesi che fu ella convertita. Nè meno funesto fu il fato di Atteone, nipote di Cadmo e fig. di Ari
che là vicino passava coi suoi veltri, seguendo l’orme di una fiera, fu da Diana trasformato in cervo ; nel qual sembiant
Diana trasformato in cervo ; nel qual sembiante veduto dai suoi cani, fu da essi miseramente lacerato. Apollodoro dice, es
mo. Di Orione ancora raccontasi che avendo oltraggiata la nostra Dea, fu da essa di presente ucciso colle saette, o da uno
, o da uno scorpione ch’essa fece uscire dalla terra. Orione da Giove fu posto fra le costellazioni, il cui levare e tramo
a’tristi nocchier governi e sarte. Ma fra tutte le altre strepitosa fu la vendetta che fece Diana di Eneo, re di Caledon
, città della Grecia ; favola assai conta fra gli antichi poeti. Egli fu fig. di Partaone, o di Porteo (Πορθευς. Hom.) e d
a messe avea fatto dei sacrificii a tutt’i numi, fra’quali sola Diana fu a bella posta trascurata. La Dea per fare di tant
mai veduta per uccidere il mostruoso cinghiale. Questa famosa caccia fu posteriore alla spedizione del vello d’oro, e qua
i, si diede la caccia alla feroce belva. Anfiarao, sacerdote di Febo, fu il primo a ferire quel mostro ; ma Diana ne allon
tro ; ma Diana ne allontanò il colpo ; nè quello di Castore e Polluce fu più felice. Lo strale che dovea ucciderlo, fu lan
lo di Castore e Polluce fu più felice. Lo strale che dovea ucciderlo, fu lanciato dalla giovane Atalanta ; di che ebbero v
o. Allora si consultò. Calcante, indovino, senza il cui consiglio non fu in quella guerra intrapresa cosa alcuna da’Greci 
tennestra per prendere l’infelice donzella, la quale giunta in Aulide fu con gran pompa portata all’altare della Dea per e
a e sostituendo in suo luogo una cerva, ed un toro ; ed essa per aria fu portata nella Tauride, ove nel tempio di Diana es
oni di sacerdotessa. Alcuni antichi scrittori (1) dicono che Ifigenia fu veramente sacrificata. Nè dee ciò recar maravigli
coll’aiuto dello scellerato Egisto uccise il proprio consorte. Allora fu che Elettra, di lui sorella, vedendo il fanciullo
due principi si strinse un’amicizia si grande, che cresciuta coll’età fu una delle più famose amicizie della Grecia. Orest
dà una lettera diretta al fratello Oreste che credeva in Argo ; e ciò fu cagione di riconoscersi con indicibile allegrezza
un drappello di ninfe, specialmente Oreadi, anche cacciatrici. Perciò fu detta da Orazio vergine custode de’monti e delle
VI. Culto prestato a Diana – Tempio di Efeso. Il culto di Diana fu molto esteso ed antico. Dalla Media negli antichi
e nell’Asia Minore, ove si confuse con quello di Cibele. Nella Scizia fu adorata sotto il nome di Diana Taurica, cui si of
Diana Taurica, cui si offerivano vittime umane ; passò nella Grecia e fu l’ Artemide di quel paese ; ed i Romani l’invocar
figliuoli di Latona perseguitato da’sacerdoti delle antiche Divinità, fu bene accolto nell’isola di Delo, ov’era un altare
a Diana sul monte Cinto, che era una delle maraviglie del mondo. Essa fu pure assai venerata in Aricia, città del Lazio, e
to perciò fra le sette maraviglie del mondo. In esso l’ordine Gionico fu posto per la prima volta in uso(3) ; e tutta l’As
una fiaccola in mano per significare Io splendore della luna. Perciò fu detta anche Lucifera e Fosfora (a φως, lux, et φε
i ; ma Omero dà questo titolo a tutt’i Greci. Or, come vuolsi, Ercole fu il primo de’mortali adorato in vita per Iddio ed
avagli o fatiche di Ercole (αθλα, aerumnae. Petron.). La prima fatica fu l’uccisione di un leone di enorme grandezza ch’er
ri giuochi detti Nemei che si celebravano in quella selva. La seconda fu l’uccisione dell’Idra (lat. excetra) che vivea in
vano ferite immedicabili, del quale morì egli stesso. La terza fatica fu quella di portar viva a Micene la cerva Cerinitid
se della Psofide. Alcuni dicono che l’avesse ucciso. La quinta fatica fu quella di ripurgare la stalla di Augia, fig. di E
cima parte de’suoi armenti, se in un giorno l’avesse nettato ; il che fu dall’eroe eseguito, facendo passare il fiume Alfe
averso di quella grande stalla. Ma Augia, non volendo stare a’ patti, fu da Ercole ucciso. Da ciò il proverbio : nettare l
di Augia (3), che vuol dire, fare un’opera d’immensa fatica. La sesta fu quella di purgare il lago Stinfalo, dell’Arcadia,
hè pugnacissimi, si disse ch’eran nati da Marte. In settimo luogo gli fu ingiunto di prendere il famoso toro di Creta ; ne
to, le condusse ad Euristeo che le consacrò a Giunone. La nona fatica fu quella di togliere il cingolo ad Ippolita, regina
Admeta, fig. di Euristeo, ch’era tanto vaga di possederla. La decima fu quella d’impadronirsi de’ buoi di Gerione, fig. d
via i bellissimi armenti per offrirli ad Euristeo. L’undecima fatica fu quella di cogliere i pomi d’oro del giardino dell
o, abitar dovea nella città di Tirinto ch’era vicina ad Argo e da cui fu detto Tirinzio(1). Or viaggiando colla moglie Dei
quanto vi era di mortale nel figliuolo di Giove, per volere del quale fu egli ammesso nel numero degli Dei ed allogato fra
Iavoro di Glicone, Ateniese. Antico regno di argo. Questo regno fu così detto da Argo, uno de’suoi re e fig. di Giov
ie. Da Argo sino a Stenelo regnarono quattro re nell’Argolide. Stendo fu cacciato dal regno da Danao, il quale avea cinqua
a città di Lircea. Essa intanto ricuperò la grazia del padre e Linceo fu dichiarato erede e successore al regno. Le altre
dose di elleboro. Acrisio poi ebbe una figliuola chiamata Danae, che fu madre di Perseo, che uccise Acrisio e fondò Micen
rigetta un verseggiare dimesso, nomina la famosa cena Tiestea. Atreo fu padre di Agamennone e di Menelao ; e Tieste, di E
e, di Egisto, il quale esposto in un bosco e ritrovato da un pastore, fu nutricato con latte di capra e per ciò detto Egis
azione del padre, uccise Atreo, cui successe nel regno Agamennone che fu potente e ricco sopra ogni altro monarca che foss
ora in tutta la Grecia. E però, nella famosa spedizione contro Troia, fu eletto supremo duce ; e questa incendiata, dopo m
o duce ; e questa incendiata, dopo molte vicende, ritornato a Micene, fu dal cugino Egisto a tradimento ucciso non senza c
so della moglie Clitennestra. L’unico figliuolo rimasto ad Agamennone fu Oreste, a cui nel trono di Argo successe Pentilo,
insieme colla sorella Filomela, la quale, per compassione degl’Iddii, fu cangiata in usignuolo, come Progne, in rondine, I
sca ai figliuoli ita era E trova il nido voto Successore di Pandione fu Eretteo, stimato il più possente principe di que’
tene. E di fatto Etra partorì un figlio che si chiamò Teseo, il quale fu riconosciuto dal padre all’eburneo manico della s
, che sposò Giocasta, fig. di Creonte, dalla quale ebbe un figlio che fu dal padre consegnato ad un pastore, acciocchè, fo
sione il lasciò vivo nella campagna, donde da un guardiano di armenti fu condotto a Polibo, re di Corinto, il quale, fatti
la quale si eseguì con tanto furore che vi perirono entrambi ; e che fu sì irreconciliabile il loro odio che durò anche d
te le fiamme del rogo, su cui si bruciavano i loro cadaveri. E questa fu la prima guerra di Tebe tanto celebrata da’poeti 
fiume Peneo. Questa valle era ricca di tutt’i pregi di natura, talchè fu riputata il dolce soggiorno delle Muse, e le sue
o di assicurare il regno per se, ne consultò l’oracolo, dal quale gli fu risposto che si fosse guardato da colui che porta
oti ch’era mestieri sacrificar Frisso agli Dei. Atamante suo malgrado fu dal popolo obbligato a condurre all’altare quel p
nave che dall’artefice si chiamò Argo. Catullo(1) afferma che questa fu la prima nave che avesse solcato l’infido element
he questa fu la prima nave che avesse solcato l’infido elemento e che fu costruita di pini tagliati sul monte Pelio. Quest
che fu costruita di pini tagliati sul monte Pelio. Questa nave famosa fu trasportata in cielo e posta fra le costellazioni
farsene un altro, Ila, fig. di Tiodamante e molto caro a quell’eroe, fu per la sua bellezza dalle Ninfe rapito nell’atto
, intorno alla riuscita della loro spedizione. Dice la favola ch’esso fu da Giove reso cieco, perchè apriva il futuro a’ m
tte le Strofadi (στρεφω, verto), perchè là giunti i due volanti eroi, fu loro disdetto da Giove di più inseguirle e quindi
seco nella Grecia, ricevuto da lei un unguento di mirabile virtù, non fu punto offeso da que’ ferocissimi animali ; e post
cantato il vigilante dragone, preso l’aureo vello e datolo a Giasone, fu accolla da lui nella nave insieme col fratello Ab
quale, avendo ucciso un suo fratello, si rifuggì da Preto, dal quale fu espiato. Ma per le cattive arti di Stenobea, mogl
, moglie di Preto, entrato in sospetto nell’animo di questo principe, fu da lui mandato a lobate, re della Licia e padre d
infuora delle guerre de’ discendenti di Ercole con Euristeo. Ma quale fu mai la fatale cagione che mosse il fiore de’ Grec
ne e di Corinto, era il più potente principe di tutta la Grecia e che fu eletto supremo capitano ; novera partitamente i n
ide, ove Calcante, celebre indovino, senza il consiglio del quale non fu in quella guerra intrapresa cosa alcuna da’ Greci
venti ; e che doveasi placare col sacrificio di una vittima, la quale fu Ifigenia, come di sopra si è detto. Giunti finalm
opra si è detto. Giunti finalmente i Greci alla spiaggia della Troade fu loro gagliardemente contrastato lo sbarco da’ Tro
di nave per timore dell’oracolo, Iolao, fig. d’Ificle e di Diomedea. fu il primo a porre il piede a terra e tosto fu da E
d’Ificle e di Diomedea. fu il primo a porre il piede a terra e tosto fu da Ettore ucciso, percui tutti il chiamarono Prot
orì di dolore. Poco tempo intanto dopo il cominciamento dell’assedio, fu il campo greco percosso da grave pestilenza, di c
ci per riscattare la figliuola Criseide ch’era schiava di Agamennone, fu da questo principe villanamente discacciato. Il s
a ed avea sposata Teti, la più bella delle Nereidi, nelle quali nozze fu dalla Discordia sulla mensa gittato il fatal pomo
di propria mano sul rogo dell’estinto amico. Ovidio dice che Achille fu ucciso da Paride ; ed Igino aggiunge che il dardo
ade(3), fabbricano un cavallo di legno di smisurata grandezza, di cui fu fabbro Epeo, fig. di Panopeo, atleta, architetto
, sepolti nel vino e nel sonno, lasciano la città incustodita. Allora fu che i Greci guerrieri rinchiusi nel cavallo ne sc
l’infelice città, la quale, se crediamo a Virgilio, in una notte sola fu interamente distrutta, di modo che altro non vi r
a Saturno e da Rea, come Giove e Plutone, e come questi due fratelli, fu destramente sottratto alla voracità del genitore 
a prima parte di quest’ operetta abbiam raccontata la famosa gara che fu fra Nettuno e Minerva per la città di Atene, e co
uno fece uscir della terra un bel cavallo, che qual simbolo di guerra fu nel consiglio degli Dei giudicato meno utile dell
di enorme grandezza che lo schiacciò. Il quale, per opera di Galatea, fu cangiato nel fiume oggidì detto freddo, perchè na
altri, a Formia, città della Campania. Antichissimo re de’ Lestrigoni fu Lamo, di eui fa menzione Omero ed Ovidio ; ma qua
de il nome alla Beozia, ed Eolo, all’Eolia. Pausania dice che Eumolpo fu pure figliuolo del nostro Nettuno e di Chione, fi
agli Eumolpidi, sacerdoti Ateniesi, tanto celebri nell’antichità ; e fu uno de’quattro che Cerere stabili direttori de’su
famiglia degli Eumolpidi diede un ferofante agli Eleusini fino a che fu fra loro il tempio di quella Dea. Molti altri fig
il tempio di quella Dea. Molti altri figli ebbe Nettuno ; Ergino, che fu uno d’egli Argonauti, e che per le sue molte cono
fra i suoi armenti uno de’buoi di Gerione, che Ercole avea smarrito, fu da questo eroe ucciso in un duello ; Epafo, Bolo
uolo di Nettuno ; titolo che trovasi sulle medaglie di lui. Da Orazio fu detto Neptunius dux (1) IV. – Di alcune Deità
Cielo e della Terra, e marito di Teti, diversa dalla Nereide Teti che fu madre di Achille. Da Omero e da Virgilio chiamasi
’urna e versa acqua. Si dipinge pure bicornigero. Una delle Oceanidi fu Anfitrite che sposò il nostro Nettuno e che spess
e fatto accorto di quella occulta virtù, per essa gettossi nel mare e fu convertito in uno de’marini Iddii, ai quali i mar
ote, perchè fig. di Armonia, li trasformò in due divinità marine. Ino fu chiamata da’Greci Leucotea, e Matuta da’ Latini ;
ata da’Greci Leucotea, e Matuta da’ Latini ; come Melicerta da’ primi fu detto Palemone, e da’secondi, Portunno, così dett
circonda e quasi abbraccia la terra. Equestre o Ippio, gr. Ἱππιος ; fu così detto, perchè ritrovò l’arte di cavalcare, s
zzo in sul meriggio e lavarsi. Per la virtù de’ quali magici farmachi fu essa nella metà inferiore del corpo cangiata in p
a Terra, la quale, rubato avendo ad Ercole alcuni de’buoi di Gerione, fu da Giove fulminata e trasformata nella voragine c
vi poteano volar di sopra senza lasciarvi la vita ; per la qual cosa fu questo lago da’Greci chiamato Aorno o Averno, cio
i e de’ Lucani, non lungi dal mar Tirreno. E vicino a questa Pandosia fu ucciso Alessandro, re di Epiro. Nella palude Ache
uevano tre cose nell’uomo, il corpo, l’anima e l’ombra o fantasma ; e fu antica credenza che le ombre de’ morti erano plac
o ramo, cadde l’ira del vecchio nocchiero, ed il figliuolo di Anchise fu tosto nell’affumicato legno accolto. Questo nume
Anchise fu tosto nell’affumicato legno accolto. Questo nume infernale fu nipote di Demogorgone e fig. dell’Erebo e della N
parlato nell’articolo di Giove, dettò leggi di grandissima sapienza e fu per fama di molta giustizia lodato a cielo da tut
inferno. Cominciamo da Tantalo, re di Lidia e fig. di Giove. Egli fu padre di Pelope e di Niobe ; e Giove (2) era soli
; e ciò per aver osato di oltraggiare Diana. Pindaro (1) dice ch’egli fu da Diana stessa ucciso a colpi di frecce. Era di
ere supremo nella valle sottoposta. Lo Scoliaste di Omero afferma che fu condannato a tal pena per aver rivelato agli uomi
da’Greci sulle idee religiose dell’Egitto. L’Acheronte de’greci poeti fu inventato sul modello di un lago di Egitto, press
gnifica lo stesso. II. Storia favolosa di Plutone. Plutone (4) fu fig. di Saturno e di Rea o sia Opi, e quindi frat
. Egli era il più giovane di loro, e nel modo stesso che i due primi, fu sottratto alla crudele voracità del genitore. Nel
loro gli altri funebri onori. Ma pare più conveniente il dire ch’egli fu riguardato come Dio dell’inferno, perchè regnava
e. Il quale, sebbene non sembrasse formidabile a’giganti, nulladimeno fu loro di grandissimo danno, poichè avea la virtù d
dicevansi Februa dal verbo Februo, purgare, espiare. Plutone eziandio fu detto Giove coll’aggiunto ora di nero, Iupiter ni
o a Plutone per quell’indole sua crudele ed inesorabile, per la quale fu detto da Orazio illacrymabilis e torvo da Giovena
u detto da Orazio illacrymabilis e torvo da Giovenale. Quietalis (1) fu detto Plutone dagli antichi, forse perchè la mort
la porta del Tartaro, per cui diede grida di grandissimo dolore, e ne fu guarito da Peone, medico degli Dei, che avea pur
re, perchè per essa le biade germogliano ne’campi ; percui questa Dea fu annoverata eziandio fra’numi che presiedono all’a
rra, e reputavasi la virtù vegetativa della terra personificata. Essa fu rapita da Plutone, signore dell’inferno, come a l
ngo si è raccontato di sopra ; e come consorte del fratello di Giove, fu tosto dichiarata regina de’silenziosi regni dell’
o simbolo, o tenendo in mano de’ narcissi ch’ella raccoglieva, quando fu rapita da Plutone. Non di rado si vede col calato
glier fiori, era simbolo del canestro che teneva Proserpina, allorchè fu rapita da Plutone. Il rapimento di questa Dea è q
edaglioni e le medaglie di Siracusa vedesi la testa di Proserpina che fu presa da alcuni per quella di Aretusa, credendo d
della Dea, col quale si alludeva a’ fiori ch’ella sceglieva, allorchè fu rapita. Core, gr. Κορη, donzella ; soprannome ch
o disputa ad Atropo l’uffizio di reci dere il filo della nostra vita, fu posta ancora nel numero delle Parche. Or ecco com
6 (1831) Mitologia ad uso della gioventù pp. -
agrime, potranno ben tosto asciugarle quando sapranno che Saturno non fu mai padre sì snaturato per divorare i propri figl
fu mai padre sì snaturato per divorare i propri figli ; che Giove non fu un figlio ingrato, nè un Dio mille volte più colp
se animato nel mondo in acconcio della poetica invenzione. Tempo già fu , che, dilettando, i prischi Dell’apollineo culto
la Terra Nereo e Doride o Dori, che generarono le Ninfe, tra le quali fu rinomata Galatea. I più celebri tra i figli di Ur
frode, mosse guerra al fratello, lo vinse e lo fece prigione. Saturno fu liberato poscia da Giove cresciuto in età. Avver
anche dal cielo. Saturno si ricovrò in Italia ed ìn quella parte ove fu pei fal bricata Roma, e fuvvi cortesemente accolt
in Italia, i costumi di quegli abitanti erano sì puri che quel tempo fu chiamato età dell’oro. Si rappresenta questo Dio
na Dea, la Madre degli Dei, Dindimea, Idea e Berecinzia ; appena nata fu esposta alle fiere che n’ebbero cura e la nutriro
a. Giove Giove figlio di Rea e di Saturno nacque con Giunone e fu sottratto, come si è detto, dalla madre alla crud
a consegnò Giove ai Cureti o Coribanti che lo condussero in Creta ove fu allattato dalla capra Amaltea. Cresciuto in età e
a Danae da cui ebbe Perseo ; sotto le forme di cigno sedusse Leda che fu madre di Castore e Polluce, di Elena e Clitennest
ebbe Minosse e Radamanto ; trasformato in Satiro sorprese Antiope che fu madre di Ansione e di Zeto. Prese la figura di Di
Quelli che toglier vogliono il velo della favola, dicono che Saturno fu re di Creta ; che fu spogliato del regno da’ suoi
ogliono il velo della favola, dicono che Saturno fu re di Creta ; che fu spogliato del regno da’ suoi figli com’egli ne av
arte orientale, a Plutone l’occidentale, a Nettuno le coste marittime fu perciò detto il primo re del cielo, dell’inferno
lla e moglie di Giove era tenuta per la regina degli Dei. A principio fu ritrosa alle importune amorose inchieste di Giove
rie. Io si rifuggiò in Egitto ove ritornata da Giove all’antica forma fu adorata sotto il nome di Iside, e partorì Epafo o
veneravasi sotto la forma di bue. Inaco disperato per averla perduta, fu secondo le favole eambiato in fiume. Giunone pers
bella delle sue Ninfe, se faceva perire Enea colle sue navi ; ma Enea fu protetto da Venere. Avendo saputo che Giove senza
messaggiera e ministra era Iride figlia di Taumante e di Elettra, che fu cangiata in arco baleno da Giunone per compensarl
il nome di Giunone. Cerere A Cerere figlia di Saturno e di Rea fu attribuita dagli antichi l’invenzione dell’arte d
tribuita dagli antichi l’invenzione dell’arte di lavorare la terra, e fu adorata come la Dea dell’agricoltura e delle mess
dell’universo, egli inghiottì la madre ed il figlio. Da quel momento fu oppresso da un terribile mal di capo. Avendo impl
ggiò con Nettuno per dare il nome alla città fabbricata da Cecrope, e fu deciso che chi avesse fatto nascere una cosa più
oriente per apprenderne il modo, si fermò nei giardini di Flora, ove fu da questa interrogata dell’oggetto del viaggio ;
colse gli amanti e li espose alla vista degli Dei, dai quali Vulcano fu beffeggiato e deriso. Si rappresenta questo Dio s
ena nata le Ore cui incombeva di educarla, la portarono in cielo, ove fu trovata sì bella da tutti gli Dei, che tutti voll
ndarvi un nuovo regno dopo l’eccidio di Troia. Amò il bello Adone che fu ucciso da un cignale. Venere aveva un cinto detto
rta di dissolutezze. Ovunque sorsero degli altari in onore di lei. Ma fu particolarmente adorata in Amatunta, in Lesbo, in
consacrasse la colomba, perchè la ninfa Peristera molto da lei amata fu convertita in colomba da Cupido, poichè in una sf
, che di bianca qual era prima si disse cambiata in rossa allorquando fu bagnata dal sangue di Adone puntosi con una spina
colonne alte 60 piedi parigini corrispondenti a circa 20 metri. Esso fu abbruciato il giorno in cui nacque Alessandro il
me alla posterità. Nettuno Nettuno figlio di Saturno e di Rea, fu salvato da sua madre come Giove, dal furore del p
nato a certi pastori d’Arcadia perchè ne avessero cura. Cresciuto che fu in età sposò Anfitrite figlia dell’Oceano e di Do
vaghito e non potendo indurla ad amarlo, le mandò un delfino il quale fu sì abile nell’eseguire la sua commissione che per
ccò a lui l’impero delle acque, colle isole e tutti i paesi vicini, e fu detto Dio del mare. Scacciato dal cielo per aver
Apollo Apollo figlio di Giove e di Latona e fratello di Diana, fu chiamato Febo in cielo perchè conduceva il carro
none, la quale pregò la Terra a negarle ricovero ove poter partorire, fu da Nettuno accolta nell’isola Ortigia o Delo, all
Apollo fece delle sue frecce, nel lanciar le quali era espertissimo, fu di mettere a morte il serpente Pitone, nato dal l
sta principessa aveva avuto l’ardire di preferirsi a Latona ; e Niobe fu conversa in una rupe. Esculapio figlio di Apollo
evano somministrato i fulmini al padre degli Dei. Per questa vendetta fu scacciato dal cielo e nel suo esiglio ritirossi p
l suo esiglio ritirossi presso Admeto re di Tessaglia, del cui gregge fu fatto custode ; ed è per questa ragione che venne
del famoso caduceo. Il più rinomato de’templi che gli fossero eretti fu quello di Delfo. Leucotoe, Dafne, Clizia, Giacint
di Marsia al suo (di Apollo). Il barbiere di Mida se ne accorse, gli fu proibito di palesarlo, ma non potendo trattenersi
e. Con questi attributi egli proteggeva il commercio. Il tridente gli fu accordato, perchè nella distribuzione degli eleme
tribuzione degli elementi fatta da Giove a parecchie Divinità, Apollo fu incaricato di aver cura del fuoco, Febo della ter
lo tenne il resto dei nove mesi ; venuto poi il tempo del suo nascere fu nascostamente consegnato ad Ino, sorella di Semel
à da poter essere istruito dalle Muse e da Sileno, vecchio satiro che fu poi amato molto da Bacco. Cresciuto in età questo
che Bacco non provasse alcuna resistenza per parte de’ popoli ; egli fu ricevuto ovunque come una Divinità, tanto più che
Egitto, ove insegnò pure l’agricoltura, coltivò pel primo la vigna e fu adorato come Dio del vino. A lui si deve l’arte d
Bacco e le sue sacerdotesse, che celebravano le orgie sul monte Nisa, fu accecato da Giove ad istanza di Bacco e morì in b
lavorato in un giorno di festa solenne consacrata a Bacco. Questo Dio fu accolto ne’ suoi viaggi cortesemente da Mida re d
si della sua dimanda, e mutandosegli in oro anche il pane ed il vino, fu costretto per non perire d’inedia di pregar Bacco
eguiva seduto sopra d’un asino. Bacco ebbe moltissimi nomi. In Egitto fu onorato sotto il nome di Osiride. A Bacco offeriv
cintillante in mezzo della fronte era il simbolo del cratere. Vulcano fu chiamato. Dio del fuoco e de’fabbri per le cose m
iere Marte e Venero. Di tutte le opere di Vulcano la più maravigliosa fu la statua di Pandera che fu da lui anche animata.
e le opere di Vulcano la più maravigliosa fu la statua di Pandera che fu da lui anche animata. Si racconta che gli Dei irr
a tutti, che non potè ritrovare alcuna donna che volesse sposarlo, e fu per questo che si determinò di rapire Proserpina.
no. Non valsero le opposizioni di Ciane amica di Proserpina, la quale fu cangiata subito in fonte. Lieto Plutone della con
oia. Plutone in quella giornata provò la stessa fatalità di Giunone e fu ferito in una spalla dal figlio di Alemena. A lui
so. Ovidio ne finse un terzo in Sicilia ne’campi dell’Enna, ove Ciane fu convertita in fonte. Nell’Inferno andavano le omb
a figlio di Giove e di Egina, nacque nell’isola di Egina, della quale fu re. Tutti e tre passarono pei sovrani più giusti
’orgoglio dei Titani, chiamò in soccorso tutti gl’immortali, lo Stige fu il primo che vi accorse con tutta quella formidab
ebo figlio del Caos e della Notte, padre dell’Etera e del Giorno, che fu cangiato in fiume e precipitato nel Tartaro per a
he Caronte fosse un potente principe che diede leggi all’Egitto e che fu il primo ad imporre un diritto su le sepolture. L
no sempre vergini e si dà loro l’epiteto di vecchie donzelle : non vi fu alcuno tanto ardito per tentare di piacere ad ess
e anime stesse de’ trapassati, e Plutone come capo e sovrano de’ Mani fu detto Summanus. Si innalzavano de’ tempii in loro
fo. Irritato Apollo uccise Flegia e precipitato dagli Dei nel Tartaro fu condannato a starsi perpetuamente sotto di un sas
n’ingiuria che ne aveva ricevuto lo fece morire in modo barbaro. Egli fu il primo che si fece reo dell’uccisione di una pe
tò tutti i principi greci a concedergli soccorso e ospitalità, quindi fu costretto ad errare lungo tempo senza trovare asi
rtaro, ove occupava collo smisurato suo corpo nove iugeri di terreno, fu condannato ad avere le viscere sempre rinascenti
nti o Titani che mossero guerra a Giove, il più formidabile dei quali fu Tifone che da sè solo diede a fare agli Dei più a
campagne. Siccome Pane viene da una parola greca che significa tutto, fu egli perciò riguardato da alcuni come il Dio dell
ico degli Dei che aveva per compagni il Tempo ed il Caos, la cui sede fu posta da alcuni nelle viscere della terra. Questi
e fiume d’Arcadia, la quale da lui fuggendo in riva al fiume paterno, fu cangiata in un canneto e dal suono che fecero le
canne fra lor percosse, prese poscia l’idea di far la zampogna di cui fu l’inventore. Accompagnò Bacco nelle Indie e fu pa
far la zampogna di cui fu l’inventore. Accompagnò Bacco nelle Indie e fu padre di molti Satiri. La sua principal cura era
si da principio solo latte, gli venne poscia immolato un porco. Egli fu sommamente onorato in Italia ove dicesi esser egl
rma di spettro ai suoi figli Tmolo e Telegone giganti crudelissimi, e fu tanto lo spavento che incusse loro, per, cui desi
e tutte le forme per ispaventare chi cercava di avvicinarlo. Da altri fu detto che Proteo era un oratore che colle attratt
e’ Greci era secondo essi una delle Ninfe delle Isole Fortunate. Essa fu amata da Zefiro, il quale la rapì e la fece sua s
onoscerlo, ordinò fosse esposto su di un monte vicino a Lampsaco, ove fu allevato dai pastori. Si dipingeva soventi sotto
di una tavola. Questo principe si presentò nuovamente ad Eolo, da cui fu con isdegno respinto, riguardandolo come un uomo
i e le procelle ; ma benchè fosse il padre delle brine e dei ghiacci, fu egualmente acceso dai fuochi dell’amore. Invaghit
i autori che Imene era un giovine il quale nel giorno delle sue nozze fu schiacciato nella propria casa, e che i Greci per
affila su di essa certi dardi che mandano scintille di fuoco. Cupido fu molto amato da Psiche la quale fece trasportare d
ello. Allora sua madre gli diede per fratello un altro Amore il quale fu chiamato Antero. Appena che questo Amore ebbe ved
sulla bocca, come i figli stanno nel seno materno ; questa attitudine fu interpretata dai Greci per comando del silenzio.
ettare degli Dei non potevano morire che di un colpo di folgore. Tale fu la morte d’Issione. Aurora Questa Dea figl
l giovane Ischi, Apollo di ciò avvertito dal corvo, che poi di bianco fu tramutato in nero, uccise Coronide ed Ischi ; tra
ura al centauro Chirone, sul monte Tittone in vicinanza di Epidauro ; fu nutrito da una donna chiamata Trigone, e passando
egli stesso ne inventò moltissimi ; unì la medicina alla chirurgia, e fu creduto inventore e Dio della medicina. Accompagn
olarmente in Epidauro, città del Peloponneso famosa pel tempio che vi fu eretto in onore di Esculapio e pel crudele gigant
e gigante Perìsete, che divorava gli uomini e sacrificavali, il quale fu poi ucciso da Teseo che ne disperse le membra. Es
lta saggezza nell’amministrare con tanta giustizia i suoi popoli, che fu sempre dappoi riguardata come Dea della giustizia
con una bilancia in mano e con una benda agli occhi. La sua bilancia fu da Giove posta tra i segni dello zodiaco. Da alcu
ncendia un trofeo d’armi. Presso i Greci e più ancora presso i Romani fu dessa celebrata : le si innalzarono in molti luog
ai suoi tempi e che desolò il suo regno. Vittoria La Vittoria fu personificata dai Greci che ne fecero anche una d
dano ossia il Po, il Ladone, l’Eveno, il Sangaro e lo Scamandro. Teti fu anche madre di tremila Niufe chiamate le Oxeanidi
iro, e nipote dell’Oceano e di Teti gran dea delle acque, colla quale fu da quasi tutti i moderni confusa. Si disse la più
invitata, gittò in mezzo del banchetto quel rinomato pomo d’ oro che fu di tanti mali funesta sorgente. Teti ebbe parecch
tallone ch’essa teneva per immergerlo, e che dall’acque del fiume non fu punto bagnato. Dopo la morte di Patroclo, uscì Te
forze, nè potendo più lottare contro le onde, si annegò. Il suo corpo fu trasportato nel sacro bosco di Diana, e tumulato
nome di golfo Saronico al braccio di mare dove Sarone annegò e desso fu messo da’ suoi popoli nel numero degli Dei del ma
vorito degli Dei, gli fecero meritare il titolo di Gran Legislatore e fu detto il Giusto per cocellenza. Per dare alle su
vita al più rigoroso esame. Si rimprovera a Minosse una mancanza che fu cagione d’una delle dodici fatiche d’Ercole. Avev
ciava fuoco dalle nari, e che devastava gli stati di Minosse. Minosse fu sposo di Itona la quale il rendette padre di un f
di un figlio chiamato Licasto, che a lui succedette nel regno, e che fu padre di Minosse, secondo di questo nome, che qua
la ripugnanza che essi palesano di condurveli. Il Labirinto di Creta fu edificato per ordine di Minosse II presso la citt
e di Metione o Imetione, della famiglia di Eretteo sesto re di Atene, fu l’uomo più ingegnoso de’ suoi tempi e vuolsi che
ingegnoso de’ suoi tempi e vuolsi che fosse allievo di Mercurio. Egli fu eccellente sopra tutto nella scultura, nella mecc
o le cose inanimate che avevano cagionato la morte di un uomo. Dedalo fu condannato a perdere la vita dall’Areopago, ma eg
se alla giustizia colla fuga, e si rifuggì nell’ isola di Creta, dove fu tanto meglio accolto, quanto che la fama vi avea
i situato in cima alla collina ove Marte difese la sua causa allorchè fu obbligato di giustificarsi della uccisione di All
gi, dietro le quali essi proferivano i loro giudizj. Questo tribunale fu istituito circa nove secoli prima di Solone che n
uesto tribunale fu istituito circa nove secoli prima di Solone che ne fu il ristauratore ritornandolo al suo antico splend
splendore. Glauco Glauco figlio di Nettuno e della ninfa Naide fu un celebre pescatore della città di Antedone in B
l di lei affetto, preferendo la giovine Scilla, la quale per vendetta fu cangiata da Circe in mostro marino dopo aver avve
Malgrado però di tutta la sua abilità un giorno si annegò, ed allora fu detto che gli Dei marini lo avevano del tutto amm
ata dal dolore e dall’affanno non le rimaser che le ossa e la voce, e fu cangiata in rupe. Vuolsi che Pane innamorato di l
e detta comunemente Medioea, nome che le venne dalla Villa Medici ove fu in origine trasferita da Roma nel 1587 sotto Ferd
simo, e dalla galleria di Firenze dei principi di quella famiglia ove fu traslocata dopo e dove trovasi tuttora. Essa rap
a, venissero a poco a poco a maturità. Il tempio che avevano in Atene fu edificato in loro onore da Anfittione terzo re di
a un animale selvaggio, il quale appena uscito dalla nave fuggì e non fu fermato se non se da Bellerofonte, che lo ferì ei
infa se ne vendicò, poichè la sera stessa l’empio ed avido legnaiuolo fu colpito assieme col figlio da inaspettata morte i
collo stabilimento del commercio e della navigazione. Lo stesso nome fu dato altresì a certi pesci di mare cui supponesi
ittima colasse in mare. Una delle più distinte tra le figlie di Nereo fu Galatea per la sua ammirabil bianchezza, per la d
ata la sfida esse incominciarono entrambe il lavoro. Quello della Dea fu certamente bellissimo ; ma quello di Aracne non g
della Musa Tersicore. Erano compagne di Proserpina e allerchè questa fu rapita da Plutone, ebbero le braccia cangiate in
rtimento ricevuto da Circe riguardo al pericolo cui stava per esporsi fu sì incantato de’ lusinghieri suoni di quelle Sire
vendo potuto trattenere Ulisse, precipitaronsi in mare ; e quel luogo fu poscia dal loro nome Sirenide appellato. Partenop
llato. Partenope dopo essersi precipitata in mare approdò in Italia e fu sepolta a Dicearchia oggi Pozzuolo ; la sua tomba
rodò in Italia e fu sepolta a Dicearchia oggi Pozzuolo ; la sua tomba fu trovata nell’edificare una città che dal suo nome
o ; la sua tomba fu trovata nell’edificare una città che dal suo nome fu detta Partenope. Questa città fu ruinata dagli ab
edificare una città che dal suo nome fu detta Partenope. Questa città fu ruinata dagli abitanti perchè abbandonavasi Cuma
sentimento dell’amicizia sì raro nel loro sesso, ai tempi però in cui fu inventata questa favola ? Scilla era una belliss
ettò nella fontana in cui la Ninfa era solita bagnarsi. Appena Scilla fu entrata nella fontana, si vide cangiata in un mos
ie di Anfitrione re di Tebe figlio di Alceo. Dal nome dell’avo Ercole fu detto Alcide e dal proprio fu chiamato il primo d
glio di Alceo. Dal nome dell’avo Ercole fu detto Alcide e dal proprio fu chiamato il primo degli Eraclidi. Giove per ingan
a Radamanto e da Eurito, da Castore a combattere tutto armato Chirone fu suo maestro in astronomia e in medicina. Lino gl’
ndo di togliere di vita quelli di Euristeo. Ritornato in sè stesso ne fu tanto afflitto che rinunciò al commercio degli uo
uccise pur anche il cancro marino, mandatogli da Giunone, e dal quale fu punto in un piede. 3.° Pugnò e prese vivo sul mo
isteo vedendo Ercole che portava su le spalle questo cignale vivo, ne fu tanto spaventato che corse a nascondersi sotto di
e memorabili azioni. Vinse il fiume Acheloo e gli tolse un corno, che fu poi chiamato Cornucopia. Soffocò il gigante Anteo
che Plutone in una spalla, nel tetro soggiorno degli estinti, per cui fu costretto a portarsi in cielo per farsi guarire d
igura di un atleta ; e siccome dopo lungo combattimento, il vantaggio fu eguale da ambe le parti, il Dio si diede a conosc
ta Ebe che sposò in cielo. L’amore ch’ebbe per Onfale regina di Lidia fu sì ardente, che si vestiva da donna per piacerle
si vestiva da donna per piacerle e silava con lei. La morte di Ercole fu un effetto della vendetta di Nesso e della gelosi
ottete di appiccarvi il fuoco e di aver cura delle sue ceneri. Appena fu acceso il rogo, dicesi che cadesse il fulmine dal
avagli il capo conservò il suo bianco colore, mentre la parte esterna fu fatta nera dal fumo. La sua clava era d’ulivo, ch
tesi trattati di mitologia. Prometeo Il più antico de’ Semidei fu Prometeo figlio di Giapeto uno de’ Titani e di As
o figlio di Giapeto uno de’ Titani e di Asia figlia dell’Oceano. Egli fu che formò i primi uomini di terra e di acqua. Min
articolo Vulcano stesso. Gli Dei la ricolmarono tutti di doni per cui fu detta Pandora e la mandarono a Prometeo con una s
are questa favola era una statua ch’ei seppe formare coll’ argilla, e fu desso il primo che insegnò agli uomini la statuar
agli uomini la statuaria. Prometeo essendo della famiglia dei Titani fu compreso nella persecuzione ad essi fatta da Giov
ia dei Titani fu compreso nella persecuzione ad essi fatta da Giove e fu quindi obbligato a ritirarsi nella Scizia ove tro
sale, perchè erano troppo scellerati. Tutta la superficie della terra fu inondata dalle acque ad eccezione di una sola mon
sè stessi dall’umida terra, tra quali citasi il serpente Pitone, che fu poi ucciso da Apollo. Anche Cerambo, abitante del
aglia, si ritirò sul Parnaso per sottrarsi al diluvio di Deucalione e fu cangiato in uccello dalle Ninfe di quella montagn
otto il regno di Deucalione re di Tessaglia, il corso del fiume Peneo fu fermato da un terremoto nel luogo ove questo fium
l mare. In quell’anno stesso cadde tanta acqua che tutta la Tessaglia fu inondata. Deucalione e que’ pochi sudditi che fug
gnò nell’Attica. Ebbe inoltre una figlia per nome Protogenea la quale fu amata da Giove che la rese madre di Etlio. L’epoc
e naeque l’odio implacabile che regnò tra i due fratelli. Conscio che fu Acrisio della nascita di Perseo fecelo esporre co
ave nel mare sperando che i flutti non tardassero ad inghiottirli, ma fu deluso nella sua speranza perchè il naviglio fu t
o ad inghiottirli, ma fu deluso nella sua speranza perchè il naviglio fu trasportato sulle coste dell’isola di Serifo una
tato di Marocco. Divenne celebre per le sue cognizioni astronomiche ; fu il primo per quanto narrasi che rappresentò la te
ssaglia, come vogliono alcuni, da Etra figlia del re Pitteo, la quale fu moglie prima di Nettuno, poscia di Egeo re di Ate
la quale fu moglie prima di Nettuno, poscia di Egeo re di Atene, onde fu Teseo riguardato da alcuni figlio di quel Dio, da
de egli segni di straordinario valore e marciò su le orme di Ercole ; fu ammesso tra i Semidei e creduto il maggiore di es
cese all’inferno con Piritoo per aiutarlo a rapir Proserpina. Piritoo fu divorato dal can Cerbero e Teseo fu condannato da
tarlo a rapir Proserpina. Piritoo fu divorato dal can Cerbero e Teseo fu condannato da Plutone ad essere legato ad un sass
lio, non ebbe da quel momento più pace. Il ritorno di Teseo in patria fu prima fatale ad Egeo. Questi gli aveva ordinato c
cendere nell’inferno per indi rapirla : ma Piritoo nel primo ingresso fu divorato dal can Cerbero, e Teseo condannato a se
piro, per toglier la quale essendo andati Teseo e Piritoo, il secondo fu ucciso, il primo imprigionato e liberato poi da E
’egli abbia gettato soltanto le fondamenta della città. Allorchè Tebe fu edificata Cadmo stabilì delle leggi per far regna
ello di Europa, sua rivale. La prima sciagura ch’ella gli cagionò, si fu la disgrazia di Atteone figlio di Autonoe. Semele
gli cagionò, si fu la disgrazia di Atteone figlio di Autonoe. Semele fu uccisa dal fulmine di Giove ; Penteo, figlio di A
noe. Semele fu uccisa dal fulmine di Giove ; Penteo, figlio di Agave, fu lacerato dalle Baccanti ; Ino divenuta furiosa si
e. La famiglia di Polidoro non ebbe miglior fortuna ; questo principe fu avo di Laio, ucciso da Edipo suo proprio figlio.
ceo e a Ida. Inseguiti dagli amanti e venuti a combattimento, Castore fu ucciso da Linceo, cui diede morte Polluce ferito
a lui medesimo la sua immortalità. Tutto ciò ch’egli potè ottenere si fu che passerebbe nel regno de’morti tutto il tempo
a il numero de’loro Dei. A Sparta ove nacquero ed ove ebbero la tomba fu loro innalzato un altare, e ne sorse pure un altr
Orfeo uno de’ più celebri e de’ più augusti personaggi dell’antichità fu legislatore, teologo, poeta, celebre cantore, via
ari all’avvenenza, gli parve degna dell’amor suo ; la sposò quindi, e fu da quella teneramente amato ; ma poco tempo dopo
lasciò nell’attitudine di un serpe che sta per mordere. Quella testa fu tenuta in grande venerazione presso i Lesbi, i qu
sso i Lesbi, i quali come un oracolo la consultavano. La lira d’Orfeo fu trasportata in ciclo e gli Dei ne fecero una cost
no o un liuto. Antiope, Zeto Antiope moglie di Lico re di Tebe fu ripudiata da suo marito per sospetto che fosse in
Esone re di Iolco nella Tessaglia e di Alcimeda o Polimila. Suo padre fu balzato dal trono dal fratello Pelia ; l’oracolo
, Enea, Giasone, Achille e molti altri furono suoi discepoli. Achille fu quegli per cui si pigliò, come avo materno, una p
cui si servirono gli Argonauti nella loro spedizione. Il Bacco greco fu per quanto si crede un discepolo favorito di Chir
le persone del seguito di ciascuno. Giasone promotore dell’impresa ne fu riconosciuto il capo. Tra questi principi i più d
il quale perduto Ila, giovinetto di singolare beltà, nella Misia, ove fu rapito da alcune Ninfe presso ad un fonte ivi and
e con una quercia tolta alla selva Dodonea formò la nave che da’poeti fu celebrata come la prima nave che fosse costrutta
me la prima nave che fosse costrutta e le diede il suo nome ; Tifi ne fu il piloto. Gli Argonauti s’imbarcarono al capo di
ne che trasportò Frisso ed Elle nella Colchide, e la di cui conquista fu l’oggetto principale del viaggio degli Argonauti.
’orribile sacrificio che la loro matrigna stava per consumare. Nefele fu la seconda moglie di Atamante ; ma andando sogget
Atamante ; ma andando soggetta a frequenti eccessi di pazzia il re ne fu presto stanco e ripigliò Ino sua prima moglie. I
l’ariete dal vello d’oro Elle cadde nel mare, che per questa ragione fu detto Ellesponto ora stretto dei Dardanelli. Allo
ragione fu detto Ellesponto ora stretto dei Dardanelli. Allorchè Elle fu perita, Frisso dalla stanchezza e dal dolore oppr
vello sarebbe stato, per tutto il tempo che conservato l’avrebbero, e fu permesso ad ognuno di provarsi a farne la conquis
da altri che Ino meditava la morte di Frisso e di Elle e che il primo fu spedito a scegliere la più bella pecora delle man
con Elle sua sorella e si offrì per servir loro di vettura. L’offerta fu accettata e quando Elle cadde nel mare il montone
, locchè difatti avvenne. In riconoscenza di tanto servigio, l’ariete fu immolato a Giove, altri dicono a Marte, altri dic
to a Giove, altri dicono a Marte, altri dicono a Mercurio. La spoglia fu appesa ad un albero nel campo di Marte e Mercurio
secondo gli uni il vello d’oro era d’oro dapprincipio, secondo altri, fu cambìato in metallo dopo che l’ariete ne fu spogl
principio, secondo altri, fu cambìato in metallo dopo che l’ariete ne fu spogliato. Vuolsi da alcuni che quell’animale fos
i mitologi sono d’accordo nel dire che dopo il sacrificio, l’animale fu trasportato in cielo ove forma una costellazione
no di Corinto secondo alcuni e secondo altri innocentemente a caccia, fu chiamato Bellerofonte che in greco significa ucci
vinse similmente. Ritornando Bellerofonte da questa terza spedizione, fu assalito da una truppa di Lici che erano stati in
l’eroe, il quale si uccise nella caduta. Il cavallo volò in cielo ove fu posto fra le costellazioni. Bellerofonte lasciò
igli, Isandro morto in un combattimento contro i Solimi, Ippoloco che fu padre di Glauco, ed una figlia per nome Laodamia
amorò e la rese madre di Sarpedonte. Laodamia pel suo troppo orgoglio fu uccisa da Diana. Il sepolcro di Bellerofonte era
onte stesso vi erano delle paludi infestate da sérpenti. Bellerofonte fu forse il primo che lo rese abitabile, e di qui ve
itrasse il tizzone dal fuoco e gelosamento il nasçose. Cresciuto che fu Meleagro, avvenne che Oeneo offrendo per l’ottenu
rovossi Atalanta giovine principessa passionatissima per la caccia, e fu dessa la prima a ferire il cignale, ma la gloria
a, e fu dessa la prima a ferire il cignale, ma la gloria di ucciderlo fu riserbata a Meleagro. Volle egli però ad Atalanta
lui Tosseo e Plessippo, egli adirato gli uccise. Ma questa uccisione fu cagione della sua morte ; perocchè Altea di ciò i
so o Iasio. Il suo nome è celebre nella storia eroica. Appena ch’essa fu nata, suo padre che non voleva aver se non figli
ver se non figli maschi, la fece esporre sul monte Partenio. Essa non fu abbandonata dalla fortuna essendo stata allevata
tava la loro intenzione, vedendoli avvicinare alla sua grotta, non ne fu commossa ; ma stende l’arco e ferisce mortalmente
ata la vittoria, voi ne dividiate meco l’onore e la preda. » Atalanta fu tanto più lusingata da questa distinzione, in qua
nnero a quella caccia, l’avevano ambita. Essendo Atalanta bellissima, fu chiesta in matrimonio da molti principi ; ma sia
lle montagne. Avendo nondimeno un giorno incontrato a caccia Atalanta fu sì colpito dall’avvenenza di lei che rinunciando
principessa. La rese madre di un figlio chiamato Partenopeo, il quale fu uno de’capitani che trovaronsi all’assedio di Teb
lia di Eretteo re d’Atene dotata di somma bellezza e di Apollo. Giano fu allevato in Delfo, ed Eretteo ignorò sempre e la
n cui s’imbattesse il giorno seguente. Difatti Giano figlio di Creusa fu il primo a’ presentarsegli ed egli lo adottò. Ess
pprodato, conquistò molto paese e fabbricò una città che dal suo nome fu chiamata Gianicola. Nel tempo del suo regno essen
dal cielo o piuttosto dal suo paese, approdò anch’esso in Italia, ove fu da Giano cortesemente accolto ed associato al pro
denza che ponevagli sempre sott’occhio il passato ed il futuro di cui fu dotato da Saturno inricompensa dell’accordatagli
i benefizi i Romani lo posero nel numero degli Dei. Il regno di Giano fu tanto pacifico che fu risguardato come il Dio del
posero nel numero degli Dei. Il regno di Giano fu tanto pacifico che fu risguardato come il Dio della pace ; sotto il qua
perto in tempo di guerra e chiudevasi in tempo di pace. Questo tempio fu chiuso sotto il regno di Numa una sol volta ; dop
onte, Capaneo, Anfiarao e Partenopeo e mosse contro di Tebe, e questa fu chiamata la Guerra dei sette prodi innanzi Tebe.
e le parti riuscì la guerra di Tebe, poichè Tideo dopo valorose prove fu ucciso dal tebano Menalippo ; Capaneo sprezzatore
i, mentre scalava le mura di Tebe venne fulminato da Giove ; anfiarao fu col suo carro dalla terra inghiottito ; Ippomendo
genti dovè tornarsene scornato in Argo. Più che ad altri però fatale fu la guerra a’fratelli nemici. Fino avanti al loro
Oreste, ecc. P elope figlio di Tantalo re di Frigia e di Taigete, fu dall’empio padre, come si è già detto, dato in pa
e Tantalo essendo stato precipitato nell’inferno, Pelope restato solo fu scacciato dal suo regno dal re di Troia, e datosi
a e di Argolide, ricevette quello di Peloponneso. Questa contrada che fu la culla di tanti grandi uomini ed il teatro di t
acolo. Spaventato Tieste si ritirò in Sicione città dell’Acaia. Atreo fu poi ucciso da Egisto figlio di Tieste. Atreo ebb
alcuni che era Aerope figlia di Euristeo. Altri accertano che Aerope fu moglie di Plistene figlio di Atreo ; che la rese
Atridi. Dopo la morte di Atreo, Tieste s’impadronì del regno d’Argo e fu sua prima cura di allontanare i suoi pronipoti Ag
enelao divenne re di Sparta. In vista del vasto suo potere Agamennone fu scelto a voce unanime capo dell’armata de’ Greci,
un freno alla sua condotta, di concerto con essa, allorchè Agamennone fu di ritorno, a tradimento l’uccise e impadronissi
glio di Agamennone e di Clitennestra dovea esser ucciso da Egisto, ma fu salvato dalla sorella Elettra, ed allevato secret
one di Egisto e di Clitennestra. In pena di aver però uceisa la madre fu Oreste tormentato dalle Furie, e vagando accompag
ui era stato educato, giunse in Tauride, ove per ordine del re Toante fu in procinto di essere sacrificato a Diana. Ma una
eco portando il simulacro di Diana se ne fuggirono. Tornato in Grecia fu Oreste giudicato dagli Dei nell’Areopago d’Atene,
riportasse vale a dire sei favorevoli e sei contrari, pure da Minerva fu assolto e dalle Furie liberato. Diede egli allora
. descrizione della guerra di troia Cagione della guerra di Troia fu Paride o Alessandro figlio di Priamo re di Troia
gno di avere in seno una fiaccola ardente ; consultati gl’indovini le fu risposto che il fanciullo di cui era incinta, sar
atria. Priamo a fin di prevenire una tale disavventura, appena Paride fu nato, lo consegnò ad uno de’suoi schiavi, chiamat
portante la segnente iscrizione : Alla più bella. Da principio non vi fu alcuna delle Dee la quale non pretendesse d’otten
ll’universo. Giunone si abbigliò poscia nel modo più magnifico che le fu possibile, lo stesso fecero pur anche Minerva e V
ovini, lo ricevette e diedegli il posto che gli conveniva. Poco dopo fu eletto da Priamo per andare in qualità d’ambascia
po dieci anni riuscirono i Greci a soggiogare ed ardere Troia. Paride fu ucciso da Pirro e vide prima di morire interament
e interamente ruinata la sua patria per propria cagione. Subito ch’ei fu ferito fecesi portare sul monte Ida presso la mog
di poter con quell’armi andar egli a combattere contro Ettore, ma ne fu ucciso e dell’armi spogliato. Addolorato della pe
to era vulnerabile come si è già riferito all’articolo di Teti. Niuno fu più scaltro di Ulisse. Tra gli stratagemmi da lui
. Tra gli stratagemmi da lui impiegati a danno di Troia il più fatale fu l’invenzione del cavallo di legno. Fece egli cost
e due suoi figli, e mentre erano i Troiani atterriti da tal portento, fu innanzi a Priamo condotto il greco Sinone, che is
ittà salvi e liberi partirono, furono Antenore ed Enea. Antenore che fu creduto favorevole al partito dei Greci, perchè c
di Venezia, come alcuni opinano. Enea figlio di Anchise e di Venere fu anch’egli accusato da alcuni come traditor della
o caso da Nettuno nel secondo da Venere. Nella notte terribile in cui fu presa Troia, veduto ucciso Priamo e la città in f
oi Romolo e Remo fondatori di Roma. L’ira di Achille, e i mali di cui fu cagione ai Greci prima, indi ai Troiani, formano
te, i quali d’accordo lo scarpellarono da un sol ceppo di marmo. Esso fu rinvenuto a’ tempi di Giulio II sotto la volta di
ani di sabbia che essa teneva in sua mano, poc’anzi raccolti ; locchè fu a lei concesso ; ma sgraziatamente dimenticò di c
so la città di Cuma ove la Sibilla aveva il suo soggiorno. Quell’eroe fu a visitarla nel suo antro e la pregò di condurlo
sibillini versi. Il re li fece porre in una cassa di pietra, la quale fu posta sotto una volta del Campidoglio. La custodi
ra, la quale fu posta sotto una volta del Campidoglio. La custodia ne fu primamente commessa a due pontefici, che furono c
commessa a due pontefici, che furono chiamati duumviri. Questo numero fu successivamente portato a dieci e poi a quindici,
mbevano che alle cure le quali esigeva quel sacro deposito, poscia vi fu aggiunto l’ufficio di celebrare i giuochi secolar
a in segno di riconoscenza. Per ricevere siffatte offerte nei templi, fu d’uopo di proporre alcusse persone che avessero c
servirsene pei banchetti a certe divinità consacrati. Quest’incarico fu affidato agli Epuloni che da alcuni furono chiama
amati Parassiti. Questo nome che da lungo tempo è divenuto spregevole fu in origine molto onorifico. Esso ha avuto la stes
noso e di gratissimo odore. Quest’è l’albero in cui secondo la favola fu trasformata Mirra detta anche Smirna figlia di Ce
7 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo I pp. 3-423
tutto ciò concorse a stabilire la varia forma della Mitologia. Quindi fu questa sempre mai un vago sì, ma immenso e fertil
Dei : di là passò poi nella Grecia, dove sino da’ tempi di Pisistrato fu loro dedicato in Atene un tempio. Adottarono ques
ivare la terra(c). Cibele. Cibele nacque da Urano e da Titea, e fu moglie di Saturno. Venne così denominata dal monr
ì denominata dal monre Cibelo, situato nella Frigia, e sopra il quale fu da principio venerata(a). Sotto ii nome di questa
de’ Trojani(e). Enea ne trasferì il culto in Italia(f). Numa Pompilio fu il primo ad alzarle in Roma un tempio(g), e coman
lla Dea Vesta in Roma, conveniva usare l’ acqua della fontana, in cui fu da Giove trasformata Giuturna(c) (6). Eravi final
che nell’ ingresso delle loro case, detto perciò Vestibolo(d). Cibele fu anche detta Berecinzia(e), Dindimena(f), e Idea(g
orgente di moltissimi beni(m) (8). Dalla voce latina opes, ricchezze, fu appellata Ope, perchè quelle si hanno dalla terra
lla terra(n). Il primo, che nel Campidoglio le fabbricasse un tempio, fu Tazio, re de’ Sabini(a) (9). Era finalmente ricon
, ch’ ella ne aveva insegnato agli uomini l’ uso(d). Iside finalmente fu da’ Romani annoverata tra’ loro Numi(e). Nel Camp
Lei, che a Serapide(12). Sotto il Consolato di Pisone e di Gabinio ne fu proibito il culto, ma poi dall’ Imperatore Comodo
razione darsi la morte, ma Cibele lo convertì in Pino(16), albero che fu poscia a lei consecrato(c) (17). Quindi una delle
l verbo Greco curizo, educare dall’infanzia, perchè Giove appena nato fu affidato alla loro cura(b) : e quindi dicesi ch’
ato, che Cibele fosse ricevuta in Roma dal più onesto cittadino. Tale fu riputato Scipione Nasica. Questi trasse dal navig
he le scettro in mano. Le torri sul di lei capo indicano, che Cibe le fu la prima, che insegnò a fortificare le città co m
. Gli Antichi la venerarono come la Dea tutelare de’ campi(1), perchè fu la prima che insegnasse la maniera di seminare le
’ Etna, monte della Sicilia, da cui esalavano globi di fuoco ; e però fu detta Tedifera(d). Il viaggio intrapreso riuscì a
Fitalidi, presiedessero alle di lei sacre ceremonie : il quale onore fu loro confermato da Teseo(a). Cerere pure si prese
quale, trasformatosi in cavallo, la rendette madre di una figlia, che fu nominata Era(c). Altri dicono che Cerere in quell
gliuola sedere in trono sposa di Plutone (a). Pausania soggiunge, che fu la Ninfa Crisantide quella che indicò il ratto di
e, una delle più celebri Ninfe dell’ Averno. Colui palesò il fatto, e fu quindi da Proserpina cangiato in Gufo, uccello an
esse appresso di se la madre, e per altrettanti il marito (c). Cerere fu soprannominata Ennea, Empanda, Mallofora, Ctonia,
la loro lana (c). A Cerere Ctonia, ossia terreste, o sotterranca (d), fu eretto un gran tempio in Ermione, città della Lac
atrone (e). Il nome di Raria le derivò dal campo Rario in Eleusi, che fu il primo ad essere seminato da Trittolemo (f). In
uali stovano scritte certe leggi per ricordare quelle, delle quali ne fu inventrice Cerere. Le medesime donne innoltre por
a Cerere, a Proserpina, a Plutone, e a Calligenia, che secondo alcuni fu nutrice, e secondo altri sacerdotessa di Cerere (
che affliggeva tutta la Grecia colla fame. Cerere pute da tali Feste fu denominata Proerosia (d). Le Talisie erano Feste
mo in dignità, e a lui apparteneva l’iniziare ne’ Misterj (a) L’altro fu detto Daduco o Lampadeforo, ossia Porta-fiaccola,
re suo, sempre più affamato. Si scuoprì alfine l’artifizio, nè più vi fu chi comperasse Metra. Erisittone allora disperato
olla falce, o col cornucopio, ossia col corno dell’abbondanza. Questo fu così denominato, perchè si credeva, che ne usciss
te della capra Amaltea (d). In Igino leggesi, che la nutrice di Giove fu Adamantea ; che questa sospendeva la culla del ba
a tra quelle una Ninfa del monte Ida in Creta, chiamata Cinosura, che fu da Giove convertita in una stella dello stesso no
ei Dattili ; e che questi, per aver detto che il Nume era mortale, ne fu cangiato in diamante (h). Giove, cresciuto nell’
d’argento si abbreviò l’antica primavera ; quella di rame o di bronzo fu produttrice di genj bellicosi e feroci ; e quella
iuoli, Anfittione (b) ed Elleno(c), e una figlia, Protogenia (d), che fu da Giove renduta madre di Etlio, padre di Endimio
a anche esercitarvisi (e). Il premio, dato da principio a’ vincitori, fu una corona d’ulivo selvatico (f). Vi si diedero p
manno(g). Il tempo, in cui questi Giuochi vennero rinovati da Ifito, fu pure l’Epoca degli Ellanodici, ministri che presi
lo, e vi rimase sconfitto (a). Erigdupo (b) o Brontonte (c) o Bronteo fu chiamato, perchè era creduto il suscitatore del t
o a Giove Olimpicò nella Città d’Olimpia il più magnifico tempio, che fu chiamato il Trono di Giove. Il Dio era ivi assiso
giunsero sempre qualche ornamento fino a’ tempi d’ Adriano, ne’ quali fu ridotto a tutta perfezione. Il medesimo tempio er
uochi Olimpici (h) (10) (11). Venne appellato Ideo dal monte Ida, ove fu allevato (i). Ne’ dintorni di Celeno, Città della
go v’alzò un’ara d’oro a Giove Ideo (a). Eleuterio, ossia Liberatore, fu detto da’ Greci, i quali pure gli dedicarono le F
i si rendevano, erano assai famosi. Strabone dice, che questo Oracolo fu instituito da’ Pelasgi, popoli i più antichi, che
ia stato denominato Ammone da un certo pastore dello stesso nome, che fu il primo ad alzargli un tempio (b). Appresso di q
i apparve in sogno, e lo consigliò a desisterne. Così avvenne ; e ciò fu motivo, che il Nume vieppiù fosse onorato (d). Da
Nume vieppiù fosse onorato (d). Dal verbo latino elicere, far venire, fu denominato Elicio, perchè Numa Pompilio lo fece d
manifestava alla terra co’ tuoni, e con varj prodigi (b). Diespitero fu appellato da’Romani, perchè si risguardava come i
me il padre del giorno, ossia l’autore della luce. Per questa ragione fu anche detto Luceno o Lucezio (c). Si disse Erceo,
il suo scudo cotta di lei polle, e lo chiamò Egide. Da ciò anch’egli fu soprannominato Egioco, ossia portatore dell’ Egid
e nemiche, per consecrarvene una parte a questo Dio (b). Quindi Giove fu anche chiamato Predatore, dalla voce latina praed
za (d) (19). Giove dall’essere magnificamente onorato nel Campiloglio fu detto Capitolino (e). Servio Tullio ivi gli eress
sero ivi alcuna ombra di se medesimi (f). Altri poi dicono, che Giove fu detto Liceo, perchè gli Arcadi, mentre passavano
biamo raccontato, presentò a Saturno in vece di Giove una pietra, che fu da quello divorata (c). Si chiamò Asbameo dal tem
scellerate azioni, Agrippa, genero d’Augusto, innalzò un tempio, che fu denominato Panteon, ossia dedicato a tutti gli De
’altro alla tomba. Erano giunti all’estremo della vecchiaja, e allora fu , che dinanzi alla porta del predetto tempio Bauci
sparse d’occhi, e colla tromba alla bocca (g) (38). Giove finalmente fu rappresentato come fanciullo, che avea appresso d
accordo riguardo i nomi delle nutrici di Bacco. Ovidio dice, ch’ egli fu prima allevato da Ino, sorella di Semele, e che d
di lui nutrici, Ino, Autonoe, e Agave(f). Demarco scrisse, che Bacco fu educato dalle Ore (g). Luciano soggiunge, che Mer
ntore del mele e dell’ olio(a). Una delle prime azioni di questo Nume fu quella di discendere nell’Inferno per trarne fuor
la città di Nisa, ove insegnò l’arte di coltivare le viti : e quindi fu venerato come il Dio del vino(c). In memoria di t
e quali si abbandonavano allora ad ogni eccesso di frenesia(g). Bacco fu anche appellato Antio, Briseo, Erafiote, Lisio o
un tempio in Brisa, promontorio dell’ Isola di Lesbo ; o perchè egli fu il primo, che insegnò agli uomini a spremere l’ u
n un particolare com-battimento. Timete, re d’ Atene, che lo risiutò, fu deposto, e venne eletto Melanto Messenio, siglio
a i carri, da’ quali si motteggiavano i passeggieri. L’ ultimo giorno fu detto chitra, ossia pignatta, perchè in essa si f
onte, che trovavasi nella Beozia. Per la stessa ragione anche il Nume fu detto Nittelio (c). Egli ebbe un tempio nell’ Att
quello stesso otre, o un altro, ma sempre pieno di vino. Questa Festa fu detta Ascolia dal greco verbo, ascoliazin, saltar
Bassata, borgo della Lidia(a). Tra’ Sacerdoti di Bacco il più famoso fu Coreso. Questi divenne tale per l’amore, che nutr
avesse voluto sostituirono in vece di lei. Niuno avendo voluto farlo, fu condotta la Principessa all’altare ; ma Coreso, a
e Bacco stesso si ritirò in Nasso(b). Il castigo, che n’ebbe Licurgo, fu , che Giove alle preghiere di Bacco lo rendette ci
di un piccolo bosco(18). Agave tuttavia, di lui madre, lo osservò, e fu la prima ad avventarsegli furibonda. Nè contenta
corona, da cui pendono varj corimbi, ossia grappoli d’ellera, per cui fu anche detto Corimbifero(d). Il di lui volto è rub
Antichi soleano bere con quello il vino(l). Per questa ragione Bacco fu denominato Tauricorno(m). Giuonone Giunone
e Imbraso (b). Altri dicono, che sia comparsa alla luce in Argo, dove fu in modo particolare onorata (c). Neppure si va d’
e Eubea, Prosinna, e Acrea (f). Pausania finalmente narra, che la Dea fu allevata in Sinfalo, città d’ Arcadia, da Temeno,
nell’ Istmo di Corinto sul Tornace, monte della Laconia, il quale poi fu detto Coccigio, ossia monte del cuculo (a). Per l
sommerse colla stessa Ninfa. Questa inoltre, cangiata in Testuggine, fu costretta a sempre portare sopra di se la propria
tuggine, fu costretta a sempre portare sopra di se la propria casa, e fu condannata in pena delle sue derisioni ad un perp
e. Il motivo, per cui Giunone non visse quasi mai in pace col marito, fu la gelosia, da cui era continuamente agitata (c),
arito, fu la gelosia, da cui era continuamente agitata (c), e per cui fu soprannominata Zelotipa (d). E ben ebbero a speri
a terra, finchè si precipitò alla fine nel cuare, che dal nome di lei fu detto Jonio (a). I Poeti Greci pretendono, che Gi
mosche e gli altri insetti, che lo divoravano. Un’azione sì lodevole fu risguardata come un delitto ; e già stavasi per f
iunone non sia quasi mai vissuta in buona armonia con Giove, tuttavia fu anch’essa riconosciuta come preside a’matrimonj (
gente naturale de la popolazione (a). Marziano Capella soggiunge, che fu così detta, perchè era spezialmente invocata dal
ne dell’ ajuto, che prestava alle partorienti (e). Alcuni dicono, che fu così detta, perchè nacque da Ope (f). Le derivò i
ale, Aerea, ed Argolica o Argiva. Giunone per essersi sposata a Giove fu denominata Regina, ed Era, ossia la Signora, perc
ni molti onori. Come Regina ebbe sul monte Aventino un tempio, che le fu cretto da Camillo (e). Ivi la statua della Dea er
. E perchè Citerone n’era stato l’autore, perciò ella dal nome di lui fu detta Citeronia (b). Giove poi per ricompensare q
quando il fiume Eurota avea cominciato a Inondare quelle campagne, e fu restituito dentro i suoi limiti (e). Ebbe il nome
ssendosi lo stesso bosco all’ improvviso coperto di foglie, la statua fu fasciata, dov’ era (a). Strabone soggiugne, che i
ano, ciò era di buon augurio ; se altrimenti, di cattivo (a). Giunone fu altresì onorata in Olimpia e in Cartagine. Si pre
lmente Ebe, e l’Eresidi. La prima, rigettata, come vedemmo, da Giove, fu stabilita da Giunone ad attaccare i cavalli al su
città situata all’estremità dell’Argolide (e). Plutone. Plutone fu considerato figliuolo di Saturno e di Cibele. Egl
cco, perchè era considerato il Dio dell’ opulenza(b) (24). Finalmente fu detto Giove Stigio(c). In onore di Plutone si cel
osì volgarmente si disse, che succedevano dopo ogni cento anni(i). Ne fu autore il Console P. Valerio Poplicola, che gl’ i
e, ma a Giove altresì, e a tutti quasi gli altri Numi(b). Questo Nume fu molto onorato in Pilo, ed ebbe ivi un assai magni
er divorarla. Nettuno però trasse fuori dal mare l’isola Asteria, che fu chiamata Delo(2), acciocchè divenisse sicuro asil
eguito da Apollo (i). Apollo non dimorò sempre nell’isola di Delo, ma fu poscia trasferito in Cielo. Avvenne poi, che Giov
e una gran parte di quegli abitanti con una peste desolatrice (c). Nè fu solamente in Troja, dove Apollo esercitò il mesti
llo, riconcillatosi finalmente con Giove, sali di nuovo all’Olimpo, e fu venerato come una Divinità (e). Il tempio più fam
ato come una Divinità (e). Il tempio più famoso, che gli si fabbricò, fu quello di Delfo (f), per cui il Nume conseguì anc
questi tempj non furono che immaginarj. Uno realmente n’esistette, e fu quello di pietra, eretto nell’anno primo della V.
assistevano agl’Indovini, e sacrificavano con loro (d). Maravigliosa fu la maniera, con cui Apollo manifestò, ch’egli dal
ima femmina, che nell’anzidetto tempio enunciò gli Oracoli di Apollo, fu Femonoe, la quale fece parlare il Nume iu verso e
o, e vi si sostituirono i più preziosi metalli. Gige, re della Lidia, fu il primo ad offerirvi grandissima quantità di vas
e le fece intieramente sparire(a). La custodia di tutti questi tesori fu affidata a Ione, figlio d’Apollo e di Creusa, nat
pretendevano, che in quel giorno fosse nato Apollo : e quindi il Nume fu denominato anche Ebdomagene, cioè nato il settimo
aceva di cinque in cinque anni. Anche Apollo dal predetto Promontorio fu denominato Azio(b). Augusto poi gli aggiunse il n
à i Tebani solevano sacrificangli dei tori, ma per mancanza di questi fu poi introdotto il costume d’immolargli de’buoi :
’era in tal giorno la mater a principale del sacrifizio. Anche Apollo fu detto Galasio ; ma tale denominazione gli derivò
ando si celebrarono per la prima volta tali Giuochi, il Popolo Romano fu avvertito, che alcuni nemici della Repubblica si
nelle strade. Alcuni di questi furono sacri anche ad Apollo, il quale fu perciò detto Agieo, ossia preside alle strade (d)
fondamenti del tempio di Delfo, sacro ad Apollo, e che perciò il Nume fu detto Agieo, o Iperboreo(e). Derivò ad Apollo il
o. Famosi n’erano i sacerdoti, chiamati Branchidi da Branco, il quale fu pure sacerdote d’Apollo, e uno de’di lui figliuol
li(c) (22). Macrobio dice, che la voce didimo significa doppio, e che fu attribuita al Nume, considerato come il Sole, per
glia, e di avvenente aspetto(e). Licogene o Licottono da licos, lupo, fu detto il Nume, perchè Latona, essendo per partori
licos, lupo, fu detto il Nume, perchè Latona, essendo per partorire, fu cangiata in quell’ animale. Per questa ragione an
inui. Anche i Musici vi gareggiavano. Il primo a riportarvi il premio fu Terpandro(a). Apollo si chiamò Timbreo dal cul o
io d’Apollo, che vi si trovava, la statua di questo Dio per disprezzo fu gettata in mare. I flutti la spinsero sui lido de
i d’ Apollo Iperboreo è famoso Abaride Scita, e figlio di Seuta. Egli fu regalato dal Nume d’ una freccia d’ oro, con cui
Faetonte(b). Altri a’ questi aggiunsero Eritreo, e Atteone(c). Apollo fu anche l’ inventore della Poesia e della Musica, e
ine incontrarono pure le di lei figliuole, eccettuata Clori, la quale fu lasciata in vita(h). V’ è chi dice, che traquelle
essa per gratitudine una statua in Argo(a). Apollodoro soggiunge, che fu risparmiata la morte anche ad uno di que’ maschi,
on potendo reggere al dolore, che sofferiva per la perdita de’ figli, fu dagli Dei convertita in sasso(c). Scrisse Ferecid
nacque il bambino fin d’ allora d’estraordinaria grandezza. La terra fu incaricata di nutrirlo ; e quindi fu creduto di l
traordinaria grandezza. La terra fu incaricata di nutrirlo ; e quindi fu creduto di lei figliuolo(e). Igino narra, che Giu
uì l’Eroe ciò, che l’Oracolo aveagli indicato ; e il vicino villaggio fu da lui denominato Tripodisco, ossia del tripode (
io, la rapì, se la trasportò in quella parte dell’ Africa, che poscia fu detta Cirenaica, e la rendette madre di molti fig
ro i Lapiti, e dall’altro i Centauri, popoli della Tessaglia(d). Iapi fu vate di somma riputazione, ed esimio suonatore di
e nel mare. I flutti la portarono sulle rive dell’Isola di Delo, dove fu raccolta col bambino. A questo ella diede il nome
perchè questa sempre canta ; il lupo, sì perchè Latona secondo alcuni fu trasformata in quell’animale per sottrarla alle p
l quale la ebbe da Tia, una anch’ella delle Titanidi, per cui la Luna fu chiamata Titania (b). Ecate poi sotto il nome di
ce del giorno sull’altissimo monte, Cinto, nell’ Isola di Delo, donde fu anche denominata Cinzia. Ella veneravasi come la
ste d’Apollonio chiama Atteone figlio di Melisso, e soggiunge ch’egli fu lacerato da coloro, i quali celebravano le Orgie
ò nella promessa, che desideravasi da Aconzio. Non molto dopo Cidippe fu dal padre destinata ad altre nozze ; ma tutte le
ersecuzioni di Minos, re di Creta, si gettò in mare, e che dopo morte fu da Diana ammessa tralle Divinità (a). Avvertasi a
ssa tralle Divinità (a). Avvertasi altresì, che il nome di Britomarti fu dato alla stessa Diana (b). Aretusa era una delle
, daddove la Ninfa si rimise in Sicilia alla luce del giorno. Aretusa fu quindi soprannominata Alfeiade (a). Diana si diss
no ; o finalmente dal suo cangiare di forma e di figura (d). In Elide fu onorata sotto il nome di Elafebola (e), o di Elaf
za accorgersi in alto mare, dove vi perdette la vita. Il di lui corpo fu portato nel bosco sacro di Diana, e poi sepolto n
certo Antrone Coracio, Sabino, possedeva una bellissima giovenca. Gli fu predetto che chi la avesse sacrificata a Diana su
i forestieri, che giungevano appresso di lui. Quìndi Diana per ironia fu detta Orsiloche, Ossia ospitale (e). Diana, consi
nno menzione, che di quella, la quale sortì dalla schiuma del mare, e fu risguardata come la Dea della bellezza e del piac
ll’isola di Citera(d), e secondo Omero in quella di Cipro(e). Ella vi fu portata da Zefiro. Le Ore la educarono, e poi la
o(f). Ogni Nume se ne invaghì, e la ricercò in isposa ; ma finalmente fu data in matrimonio a Vulcano, il più brutto di tu
ta in matrimonio a Vulcano, il più brutto di tutti gli Dei(g). Venere fu particolarmente venerata in Amatunte, città nell’
elleno stesse servissero di vittime pe’sacrifizj(a). La Dea medesima fu anche molto onorata sul monte Idalo, che trovasi
per lo innanzi erasi dichlarato odiatore di donne, e nemico di nozze, fu poi veduto a sposare pieno di contentezza l’opera
to prima parleremo, si bagnavano(h). Dalla voce greca afros, schiuma, fu detta Afrodite, per alludere alla schiuma del mar
da prima si diceva Mirzia dal mirto, ch’erale sacro ; e che tal nome fu poi corrotto nell’anzidetto di Murcia o Murzia. E
unirono in un solo popolo(c). La voce Androfona, significa omicida, e fu attribuita a Venere, attesochè una certa donna Gr
epubblica. Plinio aggiunge che la stessa pittura per ordine d’Augusto fu riposta nel tempio, consecrato a Giulio Cesare(a)
pelli. Sotto questa denominazione ebbe due tempj in Roma. Il primo le fu consecrato per ricordare, che le Matrone Romane,
delle corde ad uso di certe macchine di guerra(b). L’altro tempio le fu fabbricato, perchè le predette donne, essendosi r
Consolato di M. Acilio e di C. Porzio la figlia d’un cittadino Romano fu colpita dal folmine. Si consultarono i Libri Sibi
chiamò in vece Apostrofia(e). L’onore poi di consecrare quella statua fu concesso a Sulpicia, figlia di Patercolo, e mogli
tte e giorno vi si conservava sull’altare la fiamma. Lo stesso tempio fu sempre in grande venerazione ; e ne’ primi tempi
chè fossero d’oro e d’argento(c). Zozimo racconta, che questo Oracolo fu consultato da’ Palmireni, allorchè si rivoltarono
di Cinira (11), re di Cipro, e di Mirta. Costei dopo averlo partorito fu dagli Dei trasformata nell’albero, che ritenne il
ata nell’albero, che ritenne il di lei nome(b). Altri dicono, ch’ella fu da Venere assoggettata a tale cangiamento ; perch
avvenente della stessa Venere(d). Altri finalmente narrano, che Mirra fu convertita nell’anzidetto albero, primachè partor
moniva a non cimentarsi mai contro le feroci belve. Ma il giovine non fu sì facile a prevalersi delle prudenti esortazioni
l Dizionario Mitologico. Arsinoe, figlia di Nicocreonte, re di Cipro, fu cangiata da Venere in pietra, perchè fu spettatri
di Nicocreonte, re di Cipro, fu cangiata da Venere in pietra, perchè fu spettatrice de’funerali di Arceofonte, che morì p
idassero tutti i loro padri, e matiti. Così si fece ; e Poliso stessa fu non solo autrice, ma ministra eziandio dell’ester
leva punita colla morte. Ipsipile fuggì da Lenno, e presa da’corsari, fu venduta a Licurgo, figlio di Pronace, e re di Nem
di Pronace, e re di Nemea (c). Tra gli ustelli il più caro a Venere fu la colomba. Dicesi, che la Dea anche si trasforma
ssima perla, simile a quella, che avea disfatto Cleopatra nell’aceto, fu divisa in due parti per farne gli orocchini ad un
inistra in atto di piangere in morte di Adone. Nettuno. Nettuno fu considerato figliuolo di Saturno e di Cibele. Il
tuì poi, come abbiamo detto, alla luce, mediante una bevanda, che gli fu data da Meti. Secondo un’altra tradizione più seg
le fosse nato un pulodro, il quale da lui venne tosto divorato. Arno fu la nutrice di Netteno(b) (1). Questo Nume nella d
uello stesso re servisse di pasto ad un mostro marino(a) (2). Nettuno fu chiamato Asfalio o Asfalico, Ippio, Enesletone, O
clistio ; e Istmico. La voce, Asfalio o Asfalico, significa stabile e fu data a Nettuno, perchè secondo Servio egli avea i
etendevano, che si discendesse nell’Inferno(e). Nettuno non solamente fu detto Ippio, ossia Equestre, dalla corsa de’caval
rchè presiedeva alla nascita. Ebbe a Sparta un tempio. Un altro ve ne fu pure nell’Argolide, eretto a Nettuno Genesio, den
ione simile alla precodente(f). Posidone vuol dire spezza vascelli, e fu così detto Nettuno, perchè le procelle, da lui su
ascinato da cavalli alati. Quell’Isola, continua lo stesso Scrittore, fu popolata da dieci figliuoli, che partorì a Nettun
MInerva secondo Erodoto nacque dalla palude Tritonia e da Nettuno, e fu poi adottata da Giove(a). Altri la chiamarono fig
figlia di Pallante(b). La maggior parte de’ Mitologi dicono, ch’ella fu concepita da Meti ; che questa, tostochè ne compa
ella fu concepita da Meti ; che questa, tostochè ne comparve gravida, fu da Giove ingojata ; che lo stesso Nume, poco temp
ade dal verbo greco pallin, saettare ; e sotto l’uno e l’altro titolo fu indifferentemente risguardata come la inventrice
cle dal celebre Architetto Ittino insieme con Callicrate(3) in Atene, fu denominato Partenon. Questo era tutto circondato
de’carri a due ruote, e tirati da quattro cavalli(a) ; ovvero perchè fu la prima, che insegnò ad attaccare i cavalli al c
, composta dalle voci Greche arritoncosa misteriosa, e fero, portare, fu così detta, perchè quattro vetgini, di nascita il
istarono il nome di Panatence(c). Il primo institutore delle medesime fu Erittonio, generato senza materna fecondità da Vu
e fu Erittonio, generato senza materna fecondità da Vulcano(8), e che fu quarto re d’Atene(a). Egli, tostochè nacque, fu d
da Vulcano(8), e che fu quarto re d’Atene(a). Egli, tostochè nacque, fu da Minerva rinchiuso in un cestello, e dato in cu
ch’esse doveano essere d’ulivo. Questo in Epidauro maficava ; e però fu necessario ricercarlo da Atene ; che ne abbondava
va. Giunone ne fece l’esperienza, e diede alla luce Marte (b). Questi fu allevato da Priapo, che lo addestrò nella danza e
cizj del corpo, per cui divenne siffatamente atto alla guerra, che ne fu poscia tenuto come la principale Divinità. Per qu
’ quali quanto prima favelleremo(c). Il nome Arete vuol dire danno, e fu attribuito a questo Nume per alludere a’ mali, ch
lla moglie di questo Dio(c). Bellona poi secondo alcuni Scrittori non fu moglie, ma sorella a Marte (d) (5) ; secondo altr
eti(a). Altri soggiungono, che lo abbiano fatto le scimie(b). Inoltre fu detto Ignipotente, ossia che ba il fuoco in suo p
ca tradizìone, riferita da Pausania, una delle prime opere di Vulcano fu una sedia d’oro, la quale egli spedì in Cielo a G
rò credesi, ch’egli non abbia avuto in moglie, che Venere(a). Il Nume fu avvertito dal Sole, che colei soleva starsene in
tto metallo(c). Questo Nume ebbe molti tempj, il più antico de’ quali fu quello in Mena, città d’ Egitto. Esso era molto m
. 3. adv. Gent. (a). In Timao. (1). Il Caos al dire di Esiodo(a) fu il principio di tutte le cose. Ovidio più chiaram
come un luogo(c), ed ora come un fiume dell’ Inferno(d). (3). Oceano fu riconosciuto come un Dio del mare, marito di Teti
ma gli nacquero Asia e Libia, dall’ altra ebbe Europa e Trace. Oceano fu padre di moltissimi altri figliuoli, delle fontan
e(o), e Telemo. Quest’ ultimo secondo Ovidio ebbe per padre Eurimo, e fu vate insigne(p). (6). I Poeti ci descrivono il T
l Destino soventi volte chiamasi Fato, o Necessità. A questo Nume non fu mai eretto alcun tempio, nè statua alcuna. Solame
Theog. v. 484. (9). La pietra, divorata da Saturno in vece di Giove, fu da’ Latini detta Abadir, e da’ Greci Betilos(f).
le altre cose(a). (c). Nat. Com. Myth. l. 2. (11). Giano da alcuni fu risguardato come il Mondo : e perchè questo va se
popoli selvaggi. (e). Nat. Com. Myth. l. 2. (14). Giano dopo morte fu annoverato tra gli Dei Scelti, ossia tra quegli o
ino ; e Patulcio, quando quello era aperto(i). Questo ultimo nome gli fu imposto anche per indicare, ch’ era egli quello,
La medesima, come vedremo anche nella seconda Parte di quest’ Opera ; fu tolta a’ Trojani dai due Greci, Ulisse e Diomede(
ingua, comandò a Mercurio di trasferirla nell’ Inferno. Costei perciò fu denominata Tacita o Muta, e fu venerata come la D
asferirla nell’ Inferno. Costei perciò fu denominata Tacita o Muta, e fu venerata come la Dea del silenzio, a cui si porge
e dissolutezza, con cui si celebravano(d). Varrone dice che Buona-Dea fu chiamata la moglie di Fauno, re d’Italia, perchè
sacrifizio per antifrasi, ossia in senso contrario, come dice Festo, fu denominato Damio, cioè pubblico : e Damia parimen
me dice Festo, fu denominato Damio, cioè pubblico : e Damia parimenti fu detta sì la sacrificatrice, che quella, a cui si
particolari(c). Cesare nel tempio di Ope depositò il suo tesoro, che fu poi dissipato da Antonio. (b). Apulej. Metam. l
tempio in Roma presso la porta Capena, per cui anche la stessa Porta fu detta Fontinale(e). Il nome poi di Ninfe per cata
Com. Myth. l. 9. (15). Pausania dice che Sagaritide o Sangaride non fu amante, ma madre di Ati, e riferisce la seguente
Ati dopo morte ricevette gli onori Divini(b). Pausania dice, che gli fu eretto un tempio in Dime, ultima città dell’Acaja
ete con esso dell’ acqua al Tevere, e portarla nel di li tempio. Così fu  ; e la Vestale rimase giustificata(a). Dionisio p
, città dell’Asia Minore(f). Dissero che questa viaggiò moltissimo, e fu però con varj nomi indicata negli scritti dell’ A
nte onorata nell’ Asia Minore, ove rendeva i uoi Oracoli(a). La Cumea fu conosciuta anche sotto il nome d’Italica, perchè
i, e si facevano sacrifizj. L’uso poi de’ sacri boschi neppure allora fu abolito, quando si cominciò a fabbricare i tempj 
dice che vivesse a’ tempi di Numa Pompilio(g). Da Isidoro finalmente fu chiamata Femonoe(h). L’Ellesponziaca fu così dett
lio(g). Da Isidoro finalmente fu chiamata Femonoe(h). L’Ellesponziaca fu così detta, perchè fiorì nell’ Ellesponto. E’ inc
enunziasse i suoi vaticinj a’ tempi di Solone e di Ciro(d). La Frigia fu tenuta in sommo onore nell’Asia, o grande concors
detta, perchè salita alla fama di eccellente vaticinatrice in Tivoli, fu ivi adorata quale Divinità, ed ebbe tempj, are, e
ltri vogliono, trecento monete d’oro. Si rigettò l’inchiesta, ed ella fu tenuta per pazza. La Sibilla in presenza di Tarqu
Duunviri(f). Il numero di questi da’ Tribuni, C. Licinio e L. Sesto, fu poi ridotto a dieci, e finalmente da L. Silla a q
so che la morte sarebbe stata il castigo del vinto. Benchè terribile, fu tuttavia accettata la condizione. Moltissimi si a
talanta coll’altra d’ Arcadia, e figlia di Giasio o Giasone, la quale fu presa in moglie da Milanione(b). (f). Falg. Myt
i, che nella Costellazione dell’ Emisfero Boreale, detta Serpentario, fu da Cerere convertito uno de’ Re de’ Geti, popoli
l fiume Sangario da un grosso serpente, che ne divorava gli abitanti, fu da Giove con quel serpente collocato tragli Astri
e Triopa, re di Tessaglia, per aver saccheggiato un tempio di Cerere, fu primieramente punito con una tormentosissima fame
rere, fu primieramente punito con una tormentosissima fame, e che poi fu messo a morte dal morso di un serpente, e con que
47. (9). Trittolemo, attesochè insegnò il modo di seminare la terra, fu onorato come un Dio dagli Ateniesi. Questi gli er
tituì il Popolo Romano erede delle molte sue ricchezze, e che pefò ne fu annoverata tra le Divinità (i), ed ebbe annui sac
ito restò privato di vita da Mercurio, e Grazione da Diana(o). Clizio fu fatto morire da Vulcano con un colpo di massa di
ire da Vulcano con un colpo di massa di ferro infuocato(p) Porfirione fu colpito prima dalle frecce d’Ercole, e poi dal fu
corona : Allora ella si manifestò per quella ch’era ; e tuttavia non fu secondo la legge punita, perchè si ebbe riguardo
. Paus. l. 5. (10). Cinisca, figliuola di Archidamo, re di Sparta, fu la prima donna, la quale siasi esercitata ne’Giuo
le eressero una statua(b). Tra gli uomini poi Corebo, nativo d’Elide, fu il primo ad essere coronato in questi Giuochi, pe
ente un piede, che colui cadde in, terra morto. Per questo Arrichione fu dichiarato vincitore(d). Anche Astidamante, nato
discendenti da que’ di Rodi. Narrasi, che la prima volta che Acusilao fu coronato ne’ medesimi Giuochi, egli prese il padr
ugno. L’azione di lui dagli Ellanodici si giudicò un delittò, ed egli fu condannato a perdere il premio. Cleomede ne conce
no(c). Celebrandosi i mentovati Giuochi, Sotade, dell’Isola di Creta, fu premiato nella Corsa. Questo godeva sì alta riput
e annunziò la vittoria agli Egineti(e). Teagene, della città di Taso, fu quello tra tutti gli Atleti, che abbia riportato
ono dei sacrifizj(b). Ne’ mentovati Giuochi Eutimio, nativo di Locri, fu sempre premiato, eccettuata una sola volta, in cu
ti Tomari da Tomaro o Tmaro, monte della Tesprozia, alle di cui falde fu eretto il mentovato tempio(b). (f). Coel. Rhodi
ossero stati così denominati da Circe, figlia del Sole, perchè questa fu la prima, che l’introdusse (f). (a). Varro de L
è v’avea dimorato Saturno, e poi Tarpejo da Tarpeja, Vergine Vestale, fu in fine detto Campidoglio (a). Scaligero vuole, c
itise. (22). Il Dio Termine in Roma fino dal tempo di Numa Pompilio fu riconosciuto come il protettore dei confini delle
vato, sotto la figura di una pietra. (23). Ebe al dire di Apollodoro fu figlia di Giove e di Giunone (d) ; ma secondo i P
enne gravida, e partorì Ebe (e). Costel per la sua singolare bellezza fu da Giove trasferita in Cielo a mescergli il netta
ve, a cui secondo lo stesso Poeta la porgeva Ganimede (h). La Dea Ebe fu molto venerata da que’di Fliasia, contrada della
27). I Sabini sotto il nome di Filio riconoscevano Ercole (e). Questi fu anche detto Sanco o Sango (f) o Sancto (g) o Semi
o Semipadre (h). Egli ebbe in Roma sul monte Quirinale un tempio, che fu fabbricato da’Sabini (i). Dionisio d’Alicarnasso
ezzo del fuoco ridusse durissimi metalli a varie forme (c), e l’altra fu inventrice delle Arti (d). (e). Ioh. Jacob. Hof
citamento di Giunone lo fecero in pezzi (f). (33). La madre d’Arcade fu Callisto, nata da Licaone, re d’Arcadia, del qual
ima. La Costellazione, in cui venne convertito Arcade, secondo alcuni fu anche detta Boote (b). (34). Giove ebbe le Ore d
he la ingojasse per celarla a Giunone, di cui ne temeva il furore. Ne fu esaudita ; ma venuto il tempo, in cui i due bambi
hè nacquero da Giove (c). La loro madre al dire dello stesso Cicerone fu Proserpina (d). Ferecide vuole, che sia stata Cab
. Orat. in Arissogit. (e). Albric. (37). Omero dice che Ganimede fu rapito dagli Dei per costituirlo coppiere di Giov
e da Proserpina(a). (2). Semele, dopochè venne tratta dall’ Inferno, fu trasferita in Cielo, e ammessa tralle Deità(b). B
rere Tesmofora(d). (b). Ovid. Metam. l. 3. (3). Euripide dice, che fu Dirce, una delle Ninfe del fiume Acheloo, quella,
ato messo a morte da un serpente o da un cinghiale o da una leonessa, fu da loro pianto sino a morire di dolore(e). Altri
essa, fu da loro pianto sino a morire di dolore(e). Altri dicono, che fu loro dato il predetto nome dal Greco verbo, yin,
altre per rossore di essersi unita in matrimonio con un mortale, che fu Sisifo, re de’Corintj(h), mentre le altre sue sor
in Atene(f). Insegnò a’ suoi il culto degli Dei della Grecia ; e però fu denominato il padre de’Numi, e fu confuso con Sat
lto degli Dei della Grecia ; e però fu denominato il padre de’Numi, e fu confuso con Saturno(g). Si applicò altresì all’ag
torito un figlio, di nome Acide. Questi divenne pastore di Sicilia, e fu assai amato dalla Ninfa Galatea, figlia di Nereo
tiamo, che Servio lo confonde con Silvano(c). Anche questi da’ Romani fu venerato qual Nume campestre, che presiedeva alle
divenuti vecchi, acquistavano il nome di Sileni(e). Tra questi va ne fu uno molto celebre, nato da Mercurio o da Pane, e
Dicesi, che sia nato in Malsa, Capitale dell’Isola di Lesbo(g). A lui fu affidata l’educazione di Bacco. Egli altresì gli
i Lesbo(g). A lui fu affidata l’educazione di Bacco. Egli altresì gli fu sempre compagno nelle di lui conquiste(h). Sul qu
ifizj a Bacco, e compose in onore di sua madre un Coro di Musici, che fu per lungo tempo denominato il Coro di Fiscoa (e).
e dell’Etiopia verso l’Occidente (f). (2). Il Dragone, che dalla Dea fu mandato a custodire le predette frutta, chiamavas
abitante della Matiandinia, contrada d’Asia, nella Bitinia, il quale fu cangiato in isparviero da Nettuno, perchè avea so
Stenobea (h). (9). Il nome di Melampode significa dal piede nero ; e fu così appellato il figlio di Amitaone, perchè aven
o lui il regno (e). (b). Apollod. l. 2. (11). Melampode dopo morte fu annoverato tra’ Semidei, ed ebbe tempj, Feste, e
o somiglievole a Tereo, ne disegnò lo scempio. Lo ferì nel petto ; nè fu sazia d’un solo colpo anche Filomela, la quale do
con due corna d’irco alla testa, e co’ piedi di capra (b), pe’ quali fu soprannominato Egipane (c). Luciano gli dà inoltr
i amata, e poi cangiata in quell’albero, quando Borea, di lui rivale, fu trasportato da sì grande gelosia, che la precipit
per tal motivo si fabbricò appresso il borgo Ruminale un tempio, che fu denominato Lupercale. Questo però secondo Servio
novate, v’abbia anche aggiunto un terzo Collegio, che dal nome di lui fu appellato Giuliano (a). (h). Tit. Liv. l. 1. (
sse dal seno della madre nella maniera la più naturale (e). Antevorta fu anche detta Prosa ; ed ella sapeva alttesì il pas
servò sempre nel suo cuore il sentimento della propria immortalità, e fu persuaso ; che la sua anima neppure allora cessa
rte le ali nere(e). A questa Dea, tenuta sempre come inesorabile, non fu mai diretta alcuna preghiera, nè le si offerirono
bosco, in rupe, e in altre infinite cose, prive di senso(g). Fobecore fu così denominato dal terrore, che destava, facendo
este per consiglio di Minerva lo fece, come più diffusamente vedremo, fu loro dato il nome di Eumenidi, ossia benefiche (c
ro composto di una strana mescolanza di tre sorta d’ animali, per cui fu soprannominata Trisomato(n), ossia Triforme (o).
Deliade, o Pirene, o Alcimene(b). Per causa di tale uccisione quegli fu soprannominato Bellerofonte(c), ossia uccisore di
egli fu soprannominato Bellerofonte(c), ossia uccisore di Bellero ; e fu costretto a ritirarsi appresso Preto, figlio d’Ab
o a ritirarsi appresso Preto, figlio d’Abante, re degli Argivi. Quivi fu accusato di falso delitto appresso lo stesso Pret
ostenevano contro i Solimi. Ippoloco salì al paterno soglio. Laodamia fu da Giove renduta madre di Sarpedone, re di Licia(
ndato al mare, i Saguntini credettero, che i Mani fuggissero. A’ Mani fu consecrato un bosco e un tempio in Aorno, città d
n altro simile tosto ne rinasceva. L’anzidetto Barcajuolo per un anno fu punito colla carcere, perchè trasportò nell’ Infe
la prima, ma solo per ripetere le ultime parole altrui. Narcisso poi fu da Venere punito. Eravi in que’ luoghi una fonte
Acheronte(b). Questo nome di Cocito significa gemito, pianto ; e però fu immaginato, che questo fiume non fosse, che le la
di Proserpina(d). (15). Lete è voce greca, e vuol dire obblie. Così fu denominato uno de’ fiumi dell’ Inferno, perchè si
palagio sì lungo tempo la Morte, che Marte alle preghiere di Plutone fu obbligato a liberarnela, perchè niuno più discend
fulmine, e lo precipitò nel Tartaro(c). E quì notisi altresì, che non fu Salmoneo solo quegli, che cadde in sì folle orgog
carni del suo figliuolo, Pelope ; che Cerere, niente accorgendosene, fu la prima e la sola a mangiarne la spalla destra ;
 3. (b). Ovid. Metam. l. 5. (21). Una delle compagne di Proserpina fu Ercina, figlia di Trofonio. Costei, mentre scherz
ale teneva colle mani un’oca (a). Dalla predetta giovine anche Cerere fu soprannominata Ercinna, ed ebbe Feste, dette pari
, dette parimenti Ercinnie (b). (22). Proserpina nel momento, in cui fu rapita da Plutone, stava raccogliendo secondo alc
brazione di nozze Divine (f). Proserpina, divenuta moglie di Plutone, fu riconosciuta Regina dell’Inferno. Niuno poteva en
s’immolavano sempre delle giovenche nere e sterili, perchè anch’ella fu sempre tale (a). (b). Hom. Iliad. l. 13. (c).
Com. Mythol. l. 4. (c). Hymn. in Apoll. (d). l. I. (1). Pitone fu uno de’ serpenti di sorprendente grandezza, prodo
formati in rane brutte e schifose. Malgrado l’odio di Giunone, Latona fu venerata come Dea. Ebbe un tempio in Argo e in De
. (b). Cic. Tuscul. Quest. l. I. (8). Pausania dice, che Agamede fu ucciso dallo stesso suo fratello, Trofonio, nella
avvenisse, tese un agguato appresso i vasi, che contenevano l’oro. Vi fu preso Agamede. Trofonio, non potendo liberarnelo,
icato in Lebadea, città della Beozia, un tempio sotterraneo, il quale fu poi detto l’autro di Trofonio. Ivi morì di fame,
que discendeva nello stesso antro, non mai poscia rideva(b). Trofonio fu anche denominato Giove Trofonio(c). Finalmente a
cinj di questa donna(e). (10). Nicostrata si trasferì in Italia. Quì fu molto apprezzata ; e perchè prediceva il futuro i
futuro in verso, però i Latini la chiamarono Carmenta(f). Dopo morte fu ammessa tralle Dee. Le donne Romane le eressero u
un tempio vicino al Tevere nell’infima parte del Campidoglio, quando fu loro restituito l’uso del cocchio, di cui erano s
cui erano state private per decreto del Senato. Il nome di questa Dea fu dato da’ Romani anche ad una porta della loro cit
venne giovine fatidico. Per tal fatto Apollo conseguì dei tempj(b), e fu soprannominato Branchiade(c), e Filesio a cagione
co(d). Branco pure dopo morte ebbe un tempio, chiamato Branchiadon, e fu annoverato tra gli Dei(e). Diede anch’egli degli
us. l. 2. (a). Calep. Sept. Ling. (23). Manto nella presa di Tebe fu fatta prigioniera, e fu condotta a Claro, dove st
Sept. Ling. (23). Manto nella presa di Tebe fu fatta prigioniera, e fu condotta a Claro, dove stabilì l’Oracolo d’Apollo
Latini, detto poscia dal nome di lei Circeo(d). Erodiano scrisse, che fu dal Sole trasferita nel suo carro nell’ Esperia,
lei affetto, ma volle serbarsi fedele alla Ninfa Canente, sua moglie, fu dall’anzidetta Maga convertito nell’uccello, chia
o. Ma non potendo nè colle ragioni dissuadernelo, nè colle preghiere, fu con estremo suo rammarico dall’irrevocabile giura
e Lampezia, per piangerne colla madre il tristo fine. Il pianto loro fu sì dirotto, e sì veemente il dolore, che rimasero
ate in pioppi, e le loro lagrime in odorosa ambra(a), la quale perciò fu soprannominata Faetontide(b). Febo altresì, preso
Memnone e di Tespia ; altri di Antiopa e di Giove(g). La loro nutrice fu la Ninfa Eufeme, il di cui figliuolo, Croco, dopo
e, il di cui figliuolo, Croco, dopo morte per le preghiere delle Muse fu da Giove trasferito tra gli Astri, ove forma la C
turcasso, di cui egli si serve per ferire i cuori (a). La terza Musa fu l’invontrice della Geometria e Agricoltura, e pre
i montì della Focide(d). Da prima chiamavasi Larnasso da Larnace, che fu l’arca di Deucalione, la quale era stata ivi tras
repito delle medesime cagionasse lo spirito fatidico(e). Questo fiume fu così denominato dalla Ninfa Castalia, che fuggend
anno d’accordo i Mitologi riguardo il padre di Marsia. Igino dice che fu Eagro(a) ; Plutarco Jagnide(b) ; Apollodoro Olimp
atto Minerva. Questa Dea, suonando il flauto alla presenza degli Dei, fu da Giunone e da Venere avvertita, che il suono di
he lo avesse raccolto : lo che accadde a Marsia(h). Questi dopo morte fu pianto dalle Ninfe, da’ Satiri, suoi fratelli, e
. Macareo, informato dello sdegno del padre, si ritirò in Delfo, dove fu ammesso tra’ Sacerdoti d’Apollo(c). Igino dice, c
detti Lini con quello, che nacque da Urania e da Anfiarao. Anch’ egli fu eccellente musico, ma avendo osato di paragonarsi
no ne celebravano l’anniversario prima di sacrificare alle Muse. Egli fu compianto perfino dalle nazioni più barbare. Omer
divenne così peritissimo in tale scienza, che a motivo della medesima fu dagli Sciti creato loro re. Egli poi ebbe la teme
isposero le une sopra le altre con ammirabile proporzione(b). Anfione fu il primo che innalzò un altare a Mercurio nella G
sse permesso di toccare ancora una sola volta la sua cetra, e ciò gli fu accordato. Lusingavasi egli d’intenerirli, ma non
si lanciò ia mare. Il naviglio continuò il suo viaggio, e ’l cantore fu portato da un Delfino in Tenero, donde si rimise
de, e sul più verde degli anni suoi la fece morire. Altri dicono, che fu punta da quell’ animale, mentre fuggiva dal pasto
compagne di essa il desiderio di bagnarsi nel fiume Ladone. Leucippo fu allora riconosciuto per quello ch’ era, e rimase
Quindi di si allontanò dalla società, e andò a vivere ne boschi, ove fu accolta da Diana, che la ammis’ nel numero delle
eccitò ogni sorta di fiere a divorare la misera giovine. Costei però fu sì agile di piedi, che si salvò colla fuga, e rit
l. 4. (c). Declaustr. Diction. Mythol. (2). Atteone dopo morte fu dagli Orcomenj riconosciuto come un Eroe, e gli s
n Eroe, e gli s’innalzarono magnifici monumenti (b). (3). Orione non fu creduto da tutti figlio di Nettuno e di Brille, m
a Terra, e marito della Ninfa, Sida, la quale, come abbiamo riferito, fu fatta morire da Giunone, perchè erasì vantata di
dalione. Da di là si trasferì in Orieute appresso il Sole, da cui gli fu restituita la primiera vista. Fu allora, che Orio
(d). (b). Ovid. Metam. l. 11. (7). Chione in età di quindici anni fu incontrata nella Bassa Tessaglia, sua patria, da
rnatosene alla paterna casa, vi trovò cambiata ogni cosa, e appena vi fu riconosciuto dal suo fratello minore, già fatto v
menide innoltre divenne celebre nella cognizione delle cose future, e fu risguardato come un uomo favorito dagli Dei. Gli
, il quale avesse riportato il premio della corsa in Olimpia. Epeo ne fu il vincitore. Etolo restò seco lui ; ma Peone si
austre Diction. Mythol. (10). Altri dicono, che il nome di Dittinna fu dato alla stessa Britomarti, perchè essa fu l’inv
, che il nome di Dittinna fu dato alla stessa Britomarti, perchè essa fu l’inventrice delle reti, di cui si servono i cacc
inventrice delle reti, di cui si servono i cacciatori ; o perchè ella fu raccolta nelle reti da certi pescatori, allorchè
e del petto e de’fianchi sino a sangue : il quale costume e da Solone fu vietato agli Ateniesi, e da’ Decemviri a’Romani.
e sangue. Prima si usava un liquore, in cui v’entrava della mirra, ma fu poi proibito da una legge delle dodici Tavole(d).
3. (a). Declaustre Diction. Mythol. (14). Altri dicono che Diana fu detta Lafria, da Lafrio, figlio di Delfo, che le
rab. l. 9., Paus. l. 1. (e). Declaustre Diction. Mythol. (4). Vi fu una Dea, detta Genetlia, o Genetillide, cui le do
deforme, lo fece esporre sopra una montagna, vicina a Lampsaco, dove fu allevato la alcuni Pastori (f). Egli divenne il D
pinione di molti, che l’uno e l’altro fossero la stessa Deità. Priapo fu pure con un culto particolare onorato dagli Ornj,
bellezza moritarono di essere denominate le Grazie (g). Anche Suadela fu da alcuni annoverata tralle medesime (h). Non si
ominarono Eteoclee, perchè Eteocle, figlio d’Andreo, e re d’Orcomeno, fu il primo ad ergere loto tempj, e a regolarne il c
rendette Penia, Dea della pover tà, madre di Cupido, il quale poscia fu stabilito al servigio di Venere(e). Questa Dea, o
ù maligno della vipera, e più terribile d’ogni altro Nume. La giovine fu situata, ove Apollo avea indicato, e da di là il
nere non si opponesse alle di lui nozze con Psiche. Costei finalmente fu da Mercurio trasferita nell’Olimpo, ove, bevuto i
. 2. (1). Il vero nome della nutrice di Nettuno era, Sinousa, ma poi fu detta Arno, perchè avendole Saturno ricercato Net
me della figlia di Laomedonte) legata ad un sasso sull’orlo del mare, fu costretta a soggiacere alla non meritata sciagura
eclaustre Diction. Mythol. (b). Paus. in Corinth. (3). Anfitrite fu anche detta Venilia e Salacia, i quali due nomi e
l Delfino mentovato, per aver ottenuto Anfitrite in moglie a Nettuno, fu collocato tra gli Astri(c), non lungi dal Caprico
imase ucciso da Diana. Pirene per tale fatto versò tante lagrime, che fu convertita in fontana. Anche questa divenne sacra
dalla Ninfa Psammate delle figlie, e fralle altre Idotea (g). Proteo fu un celebre indevino, ma era difficile il consulta
e avesse secreti colloquj cogli Dei del mare. Finalmente si annegò, o fu messo a morte da qualche pesce (e). Ovidio narra
ti, che lo spogliassero di tutto ciò, ch’era mortale. Il di lui corpo fu assoggettato alla lavanda di cento fiumi, ed esso
Questo pure da prima era femmina, e poi colpito da Giove col fulmine, fu ridotto ad essere tale in pena d’aver rubato ad E
all’anzidetta Scilla (d). (9). Anceo ebbe per madre Astipalea. Egli fu amantissimo dell’agricoltura. Uno re suoi servi,
di Tritone secondo Esiodo(f), Apollodoro(g), e quasi tutti i Mitologi fu Anfitrite. Acesandro poi, citato da Tzetze(h), gl
fece solamente per qualche tempo, e quindi la peste continuò. Allora fu , che nuovamente per consiglio dell’Oracolo si sta
, perchè si credeva che difendosse i porti da’ nemici(d). Il medesimo fu venerato spezialmente in Tenedo, ove gli si offer
etuosi sieno nati da Aurora e dal Titano Astreo(e). Zefiro da’ Latini fu ch’amato Favonio, perchè favoriva col dolce suo s
b). Altri però soggiungono, che questo è diverso da quello, e ch’esso fu anche detto Euronoto, perchè spira tra l’Euro e’l
aveva un tempio nella prima Regione di Roma(c). Anche Panda o Pantica fu da’ Romani tenuta in somma vencrazione. Così fu c
Anche Panda o Pantica fu da’ Romani tenuta in somma vencrazione. Così fu chiamata da Tazio, il quale, volendo impadronirsi
de’vini a Bacco, e dell’oglio a Minerva. Ciascuno degli altri Numi ne fu onorato con vittime e incensi. I soli altasi di D
lla bella Cleopatra, di lui moglie, e figlia d’Ida e di Marpesa. Ella fu soprannominata Alcione, perchè, come un’altra Alc
vertì le Meleagridi in uccelli, eccettuate Gorge e Dejanira. La prima fu maritata con Andremone, e la seconda, come più di
madre di Tideo, padre di Diomede. Eneo poi dopo la morte di Meleagro fu detronizzato, e scacciato dal regno per opera di
stabilì di ritirarsi nell’Argolide. Morì per viaggio, e il suo corpo fu da Diomede fatto trasferite in una città del Terr
lo Scoliaste di Apollonio, ebbe anche un figlio, di nome Falero, che fu uno degli Argonauti. Questi, al dire di Pausania,
nome Falero, che fu uno degli Argonauti. Questi, al dire di Pausania, fu autore di quel porto in Atene, che fu poi detto F
i. Questi, al dire di Pausania, fu autore di quel porto in Atene, che fu poi detto Falereo (c). (d). Phurn. de Nat. Deor
o ricercava di venire adorato da’ suoi sotto il nome di Quirino. Così fu  : i Romani gl’ inalzarono un tempio sopra una mon
ona, chiamata Enio da’ Greci(a), e dagli antichi Latini Duelliona(b), fu considerata come Dea eguale in potenza a Marte(c)
azioni (c). Il culto di Bellona, se era celebre in Roma, molto più lo fu nella Cappadocia, ove questa Dea era tenuta come
(c). Truc. 2. 6. (d). Calep. Sept. Ling. (5). Bellona telvolta fu confusa con Pallade (e). (e). Varr. de L. L. l.
sacra a Marte (f), da che questo Nume ivi trattò la sua causa, quando fu accusato d’aver dato la morte al mentovato Allirr
ontinuamente deriso per la deformità della sua bocca(e). (4). Ceculo fu creduto figlio di Vulcano, perchè fu concepito in
della sua bocca(e). (4). Ceculo fu creduto figlio di Vulcano, perchè fu concepito in forza d’una favilla, che volò nel se
fuoco. Altri lo dissero figlio del predetto Nume, perchè appena nato fu trovato da certi pastori in mezzo alle fiamme, se
8 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Della mitologia in generale. » pp. 17-359
a c fondamento di culti. 6. La favola, per esempio, dicc chc l’Oceano fu padre dei Fiumi ; ehe la Luna sposò l’Aere e gene
di grande ingegno ed i legislatori dei popoli. Cosicchè Esculapio che fu eccellente nella medicina ebbe vanto d’ essere fi
gliuolo d’ Apollo ; e Bacco, per avere insegnato a coltivare la vite, fu Dio del vino, ec. Indi l’inclinazione degli Orien
zione dei Greci fecero il resto. 14. Ad ogni corpo di questo universo fu assegnata la propria divinità ; nè vi fu luogo ch
gni corpo di questo universo fu assegnata la propria divinità ; nè vi fu luogo che non fosse sotto la protezione di uno Di
riente, nell’ Egitto, nella Fenicia ; di dove recata nell’ Occidente, fu accolta dai Greci, abbellita e trasmessa ai Roman
la quale restò sospesa la terra circondata dall’ acqua ; e questo Dio fu lo stesso Caos, divenuto, secondo la favola, pote
tenne celato Giove, offrendogli in sua vece una pietra che da Saturno fu subito divorata. E ciò fece anche quand’ ebbe gli
nd’ ebbe gli altri due figli Nettuno (185) e Plutone (213). 29. Giove fu dato a educare alle Ninfe del monte Ida nell’ Iso
Cureti, Galli, Coribanti o Dattili (48) ; e la capra Amaltea (77) gli fu nutrice. Narrasi che le Ninfe e i Coribanti, che
liuolo venne a capo di liberarli ambedue. Il più celebre tra i Titani fu Giapeto, che i Greci tenevano per padre del gener
udì dal Destino (21) che Giove gli avrebbe usurpato il regno, appena fu libero, gli mosse guerra ; ma Giove lo vinse ; e
to il cielo e l’ impero, si rifugiò in quella parte d’ Italia ove poi fu eretta Roma, e che ebbe il nome di Lazio dal lati
soprannome di bifronte. 34. Il regno di Saturno e di Giano in Italia fu chiamato Età dell’ oro, ossia regno degli Dei e p
uccessivo traviamento del genere umano : Lo secol primo, quant’ oro, fu bello ; Fe’savorose con fame le ghiande, E nettar
ra) descrive la beatitudine dell’ Età dell’ oro.9 Questo un secolo fu purgato e netto D’ogni malvagio e perfido pensier
. Poichè al suo vecchio Dio10 nojoso e lento Dal suo maggior figliuol fu tolto il regno, Segui il secondo secol dell’argen
ndo secol dell’argento, Men buon del primo, del terzo più degno ; Chè fu quel viver lieto in parte spento, E all’ uom conv
ra rissa, odio e rancore, Non v’era falsità, non v’era inganno ; Come fu nella quarta età più dura Che dal ferro pigliò no
norarono Giano con special culto ; e pel suo regno lungo e tranquillo fu detto il Dio della pace. Appena giunto sulle spon
empio stava aperto in tempo di guerra, e chiuso in tempo di pace. Gli fu consacrato il monte Gianicolo che è uno dei sette
anno, dal che forse ebbero parimente origine le strenne. 39. Saturno fu comunemente rappresentato qual vecchio curvo dal
27), era tenuta per genitrice della maggior parte degli Dei, e perciò fu detta gran madre, e poi Berecinzia, Dindimena e I
la benefica terra produce ogni bisognevole al vivere umano ; e infine fu talor conosciuta sotto quello di Vesta. 43. Gli
in Sicilia, rapilla ; nè valse l’ ardita difesa della ninfa Ciane che fu da lui trasformata in fontana. La terra si spalan
sa, quanto era stata generosa verso la cortesia di Celeo, altrettanto fu severa con essi trasformandoli in rane in quel pa
ta gettò in faccia al delatore l’ acqua del Flegelonte (220), ed egli fu subito trasformato in sozzo gufo notturno. Infatt
inferno per richiedere a Plutone la sua figliuola ; ma ogni preghiera fu vana. Corse poi opinione che Giove, impietosito d
si teneva chiusa rigorosamente ai profani ; e tra le greche solennità fu questa la più celebre e la più misteriosa. Perciò
alta voce Proserpina. 61. Per lo più la vittima sacrificata a Cerere fu una scrofa gravida o una ariete ; nè a’suoi altar
regno, che gli costava un delitto di violenza incontro al padre, non fu mai lieto ; poichè la Terra (25) moglie di Celo (
ori divini che gli Egiziani rendevano ai bruti (704). 68. Bacco (146) fu men codardo, poichè presa la figura d’un leone, c
iù degli altri Giganti insieme uniti, sgomentava gli Dei ; Fialte poi fu quello che pose il monte Ossa sul Pelio. Giove so
meteo suo fratello, meno accorto di lui, l’accolse e la sposò. Allora fu aperto il vaso fatale, onde scaturirono tutti i m
a di Testio re dell’Etolia e moglie di Tindaro re di Sparta, la quale fu madre di Castore e Clitennestra (441), di Polluce
di Micene nell’Argolide, ebbe favori dalla di lui moglie Alcmena, che fu madre d’Ercole (364). 75. Si cangiò in pioggia d’
di Tessaglia famosi per le loro guerre contro i Centauri (430), e che fu re d’Atene prima di Cecrope, per le sue belle azi
a la prerogativa di produrre tutto ciò ch’elleno a vesser bramato ; e fu detto il Corno dell’Abbondanza o Cornucopia. 78.
no dell’Abbondanza o Cornucopia. 78. Licaone, principe dell’Arcadia, fu il primo ad immaginare sacrifizj di animali agli
atrice distrusse per ordine di Giove il palazzo di Licaone, e l’empio fu convertito in lupo. Questa metamorfosi, come ognu
citore, Dio delle mosche, perchè, mentre Ercole sacrificava agli Dei, fu assalito da uno sciame di mosche trattovi dall’od
e al simulacro di Giove, gl’importuni insetti si dileguarono. In Roma fu detto anche Giove Statore, stator dalla parola st
sere adorato sul Campidoglio. Il soprannome piu celebre e più usitato fu quello d’Olimpico dall’abitar ch’ei faceva con la
iccome Giove teneva il primo posto tra le divinità, così il suo culto fu sempre il più solenne ed il più diffuso tanto in
il più diffuso tanto in Europa che in Asia. Il suo tempio più celebre fu in Olimpia, ed ivi era la mirabile statua di Giov
. Anche le colombe di quella foresta pronunziavano oracoli, e in essa fu tagliato il fatidico albero della nave degli Argo
ro della nave degli Argonauti. 83. Il Giove dei Greci e dei Romani fu sempre rappresentato con maestoso aspetto, con lu
quanto era deforme ; ed Ebe (87) Dea della giovinezza. 87. Questa Ebe fu destinata a mescere il néttare agli Dei ; ma poic
ola Semele (147, 148) restò, per sua malizia, incenerita da Giove ; e fu esposto Ercote (364) a grandi rischi. 92. Giunon
iga, piccola regina dei Pigmei che ardì paragonarsele nella bellezza, fu cangiata in gru ; e le figlie di Preto rè d’Argo
. xxi, perchè l’arcobaleno si mostra ora in un luogo ora in un altro, fu la messaggera di Giunone ; l’ambiziosa regina deg
puni col solito gastigo di convertirli in rane. 99. Appena che Apollo fu in età da far uso delle sue forze, consacrò la pr
entare questa prova di filiale affetto (672). 100. Ma la vittoria gli fu amareggiata dalla morte del figliuolo Esculapio (
igj di Admeto re di Tessaglia, pasturando gli armenti, e fin d’allora fu onorato quale Dio dei pastori. Soggiornando poi i
a. 103. La ninfa Dafne, seguace di Diana e figliuola del fiume Peneo, fu incontrata all’improvviso da Apollo nel tempo del
lte spergiuro, ne fece prigioniero il figliuolo Priamo (587), che poi fu riscattato dai Troiani, e maritò Esione a Telamon
’addolorasse alla sua partenza. 116. Il secondo marito dell’Aurora fu Cefalo re di Tessaglia che prima era stato sposo
sti sospetti. Cefalo per disperazione si ferì con la medesima arme, e fu cangiato con Procri nella stella mattutina che pr
lli compagni ; e vantando, secondo il solito, l’alta sua origine, gli fu contradetta da tutti. Di che andato a lagnarsi co
a nobiltà vilipesa ; ed Apollo, benchè sulle prime ne lo dissuadesse, fu poi tanto debole da acconsentirvi. Allora i caval
lo e di Tersicore, (275) ha fama di avere inventato i versi lirici, e fu quegli che insegnò a sonare la lira ad Orfeo (469
virtù. Nel tempo che i nemici pigliavano d’assalto Priene sua patria, fu stimolato a porre in salvo i suoi averi ed i suoi
rsi del necessario, dicendo : bando al superfluo. Dopo che il tripode fu passato così dalle mani dei sette savi, tornò a T
ara, perchè gli stessi alimenti gli si mutavano in quel metallo, e ne fu presso a morir di fame. Ecco l’immagine dei sordi
che la favola attribuisce ad Apollo. 130. Clizia, ninfa dell’Oceano, fu sacerdotessa di Apollo ; ma vedendosi preferita L
ca origine. 133. Coronide figlia di Flegias e madre d’Esculapio (289) fu anch’essa amata da Apollo ; ma poichè un corvo gl
rincipale deriva da dios che in greco vuol dire Giove. 138. In cielo fu chiamata Luna o Febea dall’aver Febo per fratello
i la chiamavano triforme Dea e triplice Ecate. Il nome più comune poi fu quello di casta Diana, perchè aveva in gran pregi
di guardarla mentr’ella si bagnava con le sue ninfe. E Cinzia sempre fu alle Grazie amica, E ognor con esse in tutela al
no le costellazioni della grande e della piccola orsa. 141. Diana poi fu molto più crudele contro la sventurata Niobe (629
e di cipresso, tutto il resto di legno di cedro, e la statua di Diana fu gettata in oro. Erostrato diede fuoco a questo te
nunziato. Quindi ricostruirono il tempio con eguale magnificenza ; ma fu poi saccheggiato da Nerone ; e gli Sciti lo arser
mele, figlia di Cadmo (482) fondatore e re di Tebe. 147. Giunone (85) fu presa da fiera gelosia della predilezione di Giov
dir gradita. Pindaro, Trad. del Borghi. 149. Dicono i più che Bacco fu allevato in vicinanza della città di Nisa (altri
cura della sua infanzia, le cangiò in stelle chiamate Jadi. Ma quando fu in età da essere istruito, presero a educarlo le
ò agli uomini l’agricoltura, introdusse la coltivazione della vite, e fu adorato qual Dio del vino. Notammo già il suo val
apo d’opera di Vulcano (270). Morta questa principessa, la sua corona fu posta fra le costellazioni. 153. Le feste in onor
con le corna, simbolo di forza e di potenza, e per rammentare ch’egli fu il primo ad aggiogare i bovi all’aratro. Ha sempr
io, figliuol di Giove e della ninfa Maja figlia d’Atlante, alla quale fu consacrato il mese di maggio, nacque in Arcadia s
u consacrato il mese di maggio, nacque in Arcadia sul monte Cillene ; fu il messaggero e l’interprete di Giove e degli alt
ò con la verga, ed essi vi rimasero avviticchiati ; quindi il caduceo fu simbolo della concordia e dell’astuzia, od anche
farli camminare all’ indietro perchè le orme non lo scoprissero ; ma fu inutile ; il Nume conobbe l’audacia del fanciullo
i regalò la lira, della quale era già reputato inventore. Questa lira fu formata col guscio d’una testuggine e con le cord
casso ed i greggi ch’ ei pasturava pel re Admeto (102). Batto pastore fu il solo testimone di questo audace furto, e Mercu
ume ; ed ei, volendonela punire, la converse in pietra. 168. Mercurio fu chiamato Cillenio da un monte d’Arcadia che secon
ercurio fu chiamato Cillenio da un monte d’Arcadia che secondo alcuni fu luogo della sua nascita ; ebbe nome Ermète, cioè
e, quando lo consideravano preposto alle ambascerie ed ai negoziati ; fu detto Nomio quanto al commercio, alla musica ed a
e la tolse, e la trasportò nell’ isola di Cipro. In più alto concetto fu tenuta dagli antichi la deità di Venere, allorchè
si propaghi Stirpe la vita con accesa brama. 171. Le dodici Ore, cui fu commessa la sua educazione, la condussero in ciel
e ascoltami, Vocal Talia ec…. (Traduz. del Borghi.) 176. Enea (608) fu detto figliuolo di Venere e d’Anchise (608) princ
che questo principe, osando una volta vantarsi di tanta predilezione, fu punito di questa sua indiscretezza da Giove (63)
gli passasse ogni anno sei mesi sulla terra e sei nell’inferno. Adone fu posto tra gli Dei, ed ebbe tempio e culto e feste
diletto di Venere. 178. Psiche (psyche, spirito, anima, soffio, gr.), fu giovane principessa di molta bellezza ; ma, secon
imaletti che le svolazza intorno. Un Nume potente, amabile e giovine, fu preso d’amore per lei, ed immaginò uno strattagem
eneo (174). La gioia presiedè alla cerimonia del matrimonio, e non vi fu mai più perfetta nè più felice unione di quella.
Quest’è la terra che cotanto piacque A Venere ; e ’n quel tempo a lei fu sacra, Che ’l ver nascoso e sconosciuto giacque….
he il nome di Citerea, perchè, appena formata dalla schiuma del mare, fu tratta nell’isola di Citera sopra una conca marin
ch’ei tornasse incolume e vincitore dall’Asia. Infatti la sua chioma fu appesa nel tempio della Dea ; ma la notte seguent
ero del mare e delle isole ; quindi è lo Dio delle acque. 187. Poichè fu scoperto complice in una congiura ordita contro G
trizo, io strido o mormoro, gr.), figlia di Nereo e di Doride (193), fu moglie di Nettuno. In sulle prime ella s’era cela
lib. III, traduz. del Caro.) Alcuni dicono che la favola delle Arpie fu originata da un gran nuvolo di enormi cavallette
, moglie d’ Oceano, non deve esser confusa con l’altra Teli (320) che fu madre d’ Achille (536). 193. Oceano e Teti genera
di ritrovarlo nè dai pericoli di manifestarlo. Secondo alcuni Proteo fu un abile oratore che sapendo con arte adoperare t
irene indispettite si precipitarono in mare ; talchè dipoi quel luogo fu chiamato Sirenide dal loro nome. 199. Tra gli Dei
, lib. I.) 201. Glauco, figlio di Nettuno (185) e della ninfa Naiade, fu celebre pescatore d’Antedonte in Beozia ; il qual
i rituffavano in mare. Volle farne anch’esso esperienza, ed appena si fu cibato di quell’ erba, corse a precipitarsi nelle
sseggeri. Laonde, venuta in orrore a sè medesima, si buttò in mare, e fu cangiata in deità malefica, terrore e tormento de
Terra (25), era anch’esso potente deità marina, e, secondo la favola, fu padre delle Gorgoni (357). Toossa altra sua figli
questre ; e Ippodromio, cioè, preside degli equestri certami. Inoltre fu detto Conso, o Dio dei buoni consigli ; Poseidon,
Plutone. 213. Plutone, fratello di Giove (63) e di Nettuno (185), fu il terzo figlio di Saturno (27) e di Cibele (40).
no infernale. 214. Proserpina, figlia di Giove (63) e di Cerere (51), fu moglie di Plutone, ed egli dovè rapirla (53), gia
go Averno esistesse una via per discendervi, quella per la quale Enea fu condotto dalla Sibilla Cumana (665) : Era un’atr
no vi regna con la moglie Rea, e vi rende perpetua l’età dell’oro che fu tanto breve sopra la terra. Alcuni credevano i Ca
uasto,44 Diss’ egli45 allora, che s’appella Creta, Sotto ’l cui rege fu già ’l mondo casto.46 Una montagna v’è, che già
Sotto ’l cui rege fu già ’l mondo casto.46 Una montagna v’è, che già fu lieta D’acque e di fronde, che si chiamò Ida : Or
, dolore, rhoos, fiume, gr.), figlio d’Apollo (96) e della Terra (25) fu cangiato in fiume e precipitato nell’Inferno (215
pra Amaltea. 223. L’Erebo, figlio del Caos (22) e della Notte (238), fu trasformato in fiume e precipitato nell’ inferno
nativi, nè scuse. 228. Minosse, figlio di Giove (63) e d’Europa (91), fu re di Creta,53 isola del Mediterraneo al sud dell
ono, e poi son giù volte. 229. Eaco, figlio di Giove (63) e d’Egina, fu re dell’isola d’Egina da lui così chiamata in ono
suo coraggio gli fece sposare la figliuola di Laomedonte, Esione, che fu la sua terza moglie e madre di Teucro. — Peleo sp
fu la sua terza moglie e madre di Teucro. — Peleo sposò Teti (320) e fu padre d’Achille (536). Le sue nozze, che la Disco
o del giorno. Vespro o Espero, fratello o figlio d’Atlante (382), che fu trasformato in astro (la stella della sera) e cre
, I tuoni, i nembi e i’folgori imitava Ch’ imitar non si ponno. E ben fu degno Ch’ ei provasse per man del padre eterno D’
i Marte (255) e di Crisa, ebbe una figlia chiamata Coronide (133) che fu amata da Apollo (96). e divenne madre d’Esculapio
lo fece morire. Questo delitto svegliò universale orrore ; ed Issione fu assalito da così cocenti rimorsi, che non solo qu
uccidere i mariti nella prima notte delle loro nozze. L’empio ordine fu eseguito : ma una di esse, Ipermestra, salvò lo s
entare dei lor tesori : Ché tutto l’oro ch’é sotto la luna O che già fu , di quest’anime stanche, Non poterebbe farne posa
icare quanto importi la vigilanza nel mestier delle armi. 259. Debole fu il culto dei Greci per Marte a paragone di quello
a si dedicò all’invenzione delle arti che allora mancavano ; ed a lei fu attribuita la scoperta della scrittura, della pit
rono a favore della Dea della sapienza, e la città fondata da Cecrope fu detta Atene in onor di Minerva, che un tempo i Gr
che, per disperazione, stracciato il lavoro, s’impiccò, e da Minerva fu allora cangiata in ragno sulla sua tela : O foll
con la pelle di un mostro chiamato Egide, il quale vomitava fuoco, e fu da lei ucciso. Su questa divina armatura campeggi
del quale era nutrito un serpente a lei sacro, perchè questo rettile fu giudicato l’immagine della prudenza. Le sue feste
loro un solo occhio. 273. Polifemo (polyphemos, celeberrimo, gr.) fu il più celebre tra’Ciclopi. Enea lo vide (come fi
ipitò, com’era naturale, sulla terra, e vi restò morto. Questa favola fu immaginata allorquando un antico Pireneo, re stol
erra, e non fossero ammesse nella celeste reggia dell’Olimpo. Immenso fu il loro numero, poichè vi era compresa una moltit
del sarcasmo ; non soleva risparmiare nemmeno gli stessi Dei ; e non fu mai capace di far nulla di suo, come suole chi pr
le sue continue ed insipide baje lo resero insopportabile a tutti, e fu espulso dal cielo. 284. È rappresentato col capo
erni sui Vizii e virtù ; poi dileggiò (fatt’empio) L’opre di Palla, e fu solenne altrui Nome d’infamia e d’aborrito esempi
hiamente ai piaceri. Bellona. 287. Bellona, Dea della guerra, fu sorella di Marte (255). Ella attaccava i cavalli
le conseguenze di tale scoperta, fulminò l’audace mortale. Apollo ne fu sconsolato oltremodo, e implorò dal padre degli D
llo o nelle mani od in seno una grossa biscia. È noto che il serpente fu adorato anche dagli Ebrei nel deserto, e che è un
quasi tulle le malattie ec. Pane 294. Alcuni dissero che Pane fu figliuol di Giove (63) e della Ninfa Calisto (140
chi e dei prati, egli tenne il primo posto fra le agresti divinità, c fu collocato in cielo ove forma il segno del caprico
ote di Saturno (23), ebbe per madre Canente figlia di Giano, la quale fu cangiata in voce, per esser troppo ciarliera. Fau
vina, e prediceva ai suoi contemporanei il futuro. Quindi il suo nome fu dato a tutte le donne che pretendevano d’imitarla
302. Silvano, divinità campestre dei Romani, e protettori dei boschi, fu creduto figlio di Fauno, e taluni lo confusero co
divinità agresti discendenti da Bacco (146) e dalla naiade Nicea che fu da esso inebriata col trasformare in vino l’acqua
sciato moribondo all’ombra de’suoi allori. Il maggior culto di Priapo fu a Lampsaco donde era stato scacciato per aver mes
cace delle leggi, alla cupidigia dei limitrofi o dei viandanti. Prima fu un tegolo o un tronco d’albero ; poi una grossa p
312. Flora, questa vezzosissima Dea dei fiori e della Primavera, fu sposa di Zeffiro (104) che n’ebbe in dote l’imper
bero anche il nome di Querculane. 320. La più celebre fra le Nereidi fu Teti, ed era tanto bella che Giove (63), Nettuno
e della Terra ; essendochè meritato avendo lo sdegno di Giunone (85), fu da lei condannata a ripeter sempre le ultime sill
apore » (Dante, Parad., c. xii), non rimase altro che la voce, perchè fu trasformata in durissimo scoglio. 322. Ma Narciso
di ferro atti a dividere i legami più forti e più intimi. Ella stessa fu sottomessa alle sue proprie leggi, cedendo alla v
), Ancaria (formidabile), e Ramnusia perchè il suo più celebre tempio fu situato sopra un’eminenza presso Ramnunte borgo d
veva regno in Tessaglia, e governava i popoli con tanta saviezza, che fu quindi onorata quale Dea della Giustizia. La favo
lle città, e andò a ricovrarsi nelle campagne ; ma poichè l’innocenza fu bandita anche dai luoghi più alpestri, non le rim
lo che il cielo dove regnano eterne le leggi dell’ eguaglianza. Quivi fu collocata in quella parte dello Zodiaco detta la
chi per lei vita rifiuta. (Dante, Purg., c. I.) Il padre dei Gracchi fu il primo ad alzarle in Roma un tempio sul monte A
l mezzo alle Dee un pomo fatale, per cui nacque la famosa disputa che fu giudicata da Paride (598), e cagionò poi infinite
ea tutelare del secol d’ oro, e l’ origine della felicità che in esso fu dato di godere ai mortali. La Pace ebbe are, cult
ia Sacra era il più grande ed il più sontuoso che fosse nella città ; fu cominciato da Agrippina e finito da Vespasiano, e
iù bella assai del Sole, E più lucente, e di maggior etade, » Mandata fu sulla terrestre mole Dalle celesti lucide contrad
adre in preda alle onde in una debole navicella. La sventurata coppia fu spinta sulle coste della isoletta di Serifa tra l
ebbe vanto d’amoroso figliuolo, di giovine di costumi illibati, e che fu prediletto ai Numi perchè ambiva la vera gloria,
iventare di pietra col mostrargli la testa di Medusa. Così il gigante fu trasformato nella montagna che porta il suo nome,
empre coperto di nubi, o perchè un celebre astronomo chiamato Atlante fu l’inventore della sfera. 361. Perseo con l’aiuto
solati genitori. Precipitarsi sull’enorme drago, ferirlo ed ucciderlo fu un punto solo ; i pianti si mutarono in giubbilo,
tutti i nemici, consacrò a Minerva (262) la testa di Medusa che indi fu scolpita sulla formidabile egida della Dea. 363.
d’Argo, e andò a fondare una nuova città col nome di Micene, ove poi fu ucciso con frode da Megapento figliuolo di Preto
se sottoposto al fratello per decreto del Fato. Così accadde ; ma non fu paga. Ercole era in fasce, ed ella mandò due serp
lla descrizione di questo fatto : « Tra le opere di Zeusi, bellissimo fu tenuto Ercole in culla, strangolante i dragoni, s
ne e la madre Alcmena, in cui si scorgea lo spavento. E se questa non fu la medesima tavola, simigliantissima era ella alm
Chirone (430) studiò l’astronomia e la medicina, e da Lino (121) gli fu insegnato suonar la lira. 368. Ercole ebbe gran n
ndolo nelle nerborute sue braccia, e gli tolse di dosso la pelle, che fu quindi la sua corazza e la sua veste. 371. Nelle
uantò vivo, e lo trasse ad Euristeo, che al primo vederselo in faccia fu per morirne dalla paura. 373. Nel monte Menalo s’
s’appiattava in un antro del monte Aventino, uno dei sette colli ove fu poi fabbricata Roma. Ebbe costui tanta audacia da
i preparò alla difesa mandando fuori dalla bocca e fumo e fiamme ; ma fu inutile, perchè il figliuolo d’Alcmena strettolo
li recò in dono ad Euristeo. 388. La mano d’Alceste figlia di Pelia fu ambita da molti principi ; e suo padre, per liber
con testa e corna di bove. Ercole gli staccò uno di questi corni che fu raccolto dalle ninfe, empito di fiori e di frutti
di tragittar Dejanira sopra il suo dorso. Ercole accettò il favore, e fu il primo a traversare il fiume ; ma giunto sull’
, che divenutone furioso, afferrò Lica e lo scaraventò nel mare, dove fu cangiato in iscoglio. 398. Sentita l’ eroe già vi
sulla terra tenesse in soggezione i masnadieri e i tiranni. Dejanira fu tanto addolorata della morte d’ Ercole, che si pr
ddolorata della morte d’ Ercole, che si privò della vita. 399. Ercole fu annoverato fra gli Dei, e accolto in cielo, dove
no le campagne e le facevano pericolose ai viandanti. 406. Giunto che fu ad Atene, Teseo trovò la città in preda alla conf
erfidi disegni di Medea, la scacciò dai suoi stati. 407. Poichè Teseo fu dichiarato erede del trono, dette maggiori prove
no pagargli in questo modo il promesso salario ; indi Falaride stesso fu massacrato da Teseo ; o, secondo altri, cadde per
de per sollevazione in mano del popolo stanco della sua tirannide : e fu il secondo a morire arso nell’ orrendo supplizio
chè si trattasse di mandargli la loro prole. Indi la storia narra che fu loro imposto da Minosse per vendicare la morte de
e donò una bella corona d’ oro, capo d’ opera di Vulcano (270), e che fu poi collocata fra gli astri. 419. Il Laberinto er
condo Erodoto 86 in vicinanza del lago Meride non lungi da Arsinoe, e fu annoverato fra le maraviglie del mondo. Conteneva
otauro. 421. Dedalo, uno de’ più abili artefici della Grecia eroica, fu quello che immaginò e costrusse il laberinto dell
oronati con fronde d’ olivo, e adoperavano a ciò la medesima nave che fu condotta da Teseo, e che tenevano custodita con g
involare la bella Elena, sacerdotessa di Diana (137), la cui bellezza fu poi causa di rovina alla città di Troja. Dopo che
amico, avuto appena il tempo di difender sè stesso, restò prigione e fu tenuto in catene, finchè non scese Ercole (383) a
n scese Ercole (383) a liberarlo. Nel tempo di questa prigionia Elena fu rimessa in libertà dai fratelli, e ricondotta a S
nube per farlo evadere dall’ inferno. Fedra poi lacerata dai rimorsi, fu astretta a confessare la sua calunnia, e si diede
ell’ Etolia, chiamata Leda (74), la quale ebbe due mariti : Giove che fu padre di Polluce e d’ Elena (433), e Tindaro re d
lla sulla lor testa, e subitamente il cielo si rischiarò e l’ uragano fu dissipato. D’ allora in poi fu dato il nome di Ca
nte il cielo si rischiarò e l’ uragano fu dissipato. D’ allora in poi fu dato il nome di Castore e Polluce a quelle fiamme
lia in capo al Mar Nero) dov’ era questo tesoro. 449. Il Vello d’ oro fu la pelle di un ariete regalato dagli Dei ad Atama
del quale Minerva stessa aveva dato il disegno. Il legname, col quale fu costruito, era stato preso sul monte Pelio e nell
stato preso sul monte Pelio e nella foresta di Dodona (82), e perciò fu detto che quella nave dava i responsi dell’ oraco
d’ Argo, o per essere stata costruita ad Argo, o perchè Argo (89) ne fu l’ architetto ; quindi Argonauti furon detti colo
 ; quindi Argonauti furon detti coloro che vi salirono sopra. Giasone fu eletto capitano, e lo accompagnarono Admeto, Tese
agia donna, la quale, dissimulando lo sdegno, perseguitò la rivale, e fu causa della sua morte. Giasone voleva punirla ; m
ccadutogli per disgrazia di uccidere, cacciando, il fratello Bellero, fu chiamato Bellerofonte. 462. Per quel delitto, be
il piede del destriero, che lo precipitò sulla terra, e così l’ eroe fu punito del suo orgoglio. Tuttavia, secondo alcuni
ere la diletta Euridice ; si volse un poco, e quella tenera sposa gli fu ritolta per sempre. 471. Allora, preso da dispera
le donne. Quindi suo padre lo cangiò in cigno ; e la celebre sua lira fu collocata fra gli astri con una corona di nove be
 ; ed il giorno stesso delle sue nozze, volendo fuggirne la presenza, fu punta da un serpe, e morì nell’atto. 475. Gli Dei
endicar questa morte fecero perire tutte le api d’Aristeo, ed egli ne fu sconsolato, e ricorse a sua madre. Cirene, impiet
esto consiglio, immolò subito quattro tori e altrettante giovenche, e fu preso da inesprimibile gioia al vedere uscir fuor
il delfino aveva recato in salvo Arione. Quel delfino per ricompensa fu collocato da Giove fra gli astri, in una costella
iglio d’Antiope, moglie di Lico re di Tebe, e sposò Niobe (629). Egli fu tanto abile nella musica, da far dire ai poeti ch
elia, ed ebbe per sorella Europa, fanciulla di così rara bellezza che fu protetta singolarmente da Giove (63). 483. Il pad
sserne spettatore, e si ritirò in Illiria, dove insieme con la moglie fu cangiato in serpente. Edipo. 491. Laio re
. 500. edipo , dopo aver liberato i Tebani dalle stragi del mostro, fu proclamato re di Tebe, ed ebbe due figli, Eteocle
figlie Antigone ed Ismene. 501. Qualche anno dopo, il regno di Tebe fu desolato da crudelissima peste. Consultarono l’or
504. Tratto poi da quel bosco, che era interdetto ai profani, edipo fu condotto ad Atene, ove Teseo (409) lo ricevè uman
Tebe, pattuendo di regnare alternativamente un anno per uno. Eteocle fu il primo a prenderne il possesso ; ma compito l’a
el che cadde giù de’ muri » dice Dante, perchè mentre insultava Giove fu percosso dal fulmine sulle mura di Tebe,92 Ippome
mine sulle mura di Tebe,92 Ippomedonte, l’indovino Anfiarao (662) che fu inghiottito dalla terra, il suo figlio Alcmeone,
e generosamente a precipitarsi dalla cima della cittadella. La caduta fu mortale, e la patria gli dovè la salvezza. Altri
onori al fratello ; ma scoperta nell’atto che ne raccoglieva le ossa, fu condannata a perir crudelmente. L’altra sorella I
o cavallo, introdussero l’armata greca nella città, e questa in breve fu ridotta in cenere dopo un assedio di dieci anni,
resero le armi per vendicar quest’offesa ; e il comando dell’esercito fu affidato ad Agamennone (527). 529. La flotta, che
quel tempo, e si radunò in Aulide, città marittima della Beozia, dove fu trattenuta dai venti contrarj. L’indovino Calcant
lo, a condizione che Elena restasse in premio al vincitore. Il duello fu fatto sotto le mura di Troja al cospetto dei Grec
i Troja al cospetto dei Greci e dei Trojani. Paride ebbe la peggio, e fu debitore della salvezza alla protezione di Venere
giani in Argo, e tese tante insidie ad Agamennone, che al suo ritorno fu tradito dalla moglie, ed ucciso nella propria reg
i Pilade suo amico, potè finalmente assalire Egisto ed ucciderlo ; ma fu tanto il cieco impeto del giovine ardimentoso in
nto che Oreste ebbe commesso, benchè involontario, l’atroce misfatto, fu in preda ai tormenti delle Furie ; e quel suppliz
, fu in preda ai tormenti delle Furie ; e quel supplizio durò tanto e fu sì crudele, che le furie d’ Oreste (232) sono pas
ò in compagnia di Pilade suo costante amico nella sventura. Ma Oreste fu arrestato prima che potesse compire il ratto del
sero immolati alla Dea tutti gli stranieri che vi approdavano. Allora fu vista una generosissima gara d’amicizia, nella qu
hille, figlio di Teti e di Peleo (320), nacque a Flia in Tessaglia, e fu discendente d’ Eaco re dell’isola d’ Egina e giud
do che Ulisse aveva previsto, avidamente vagheggiò e prese le armi, e fu tosto riconosciuto : ………Invano Si preme un viole
ollo rendendo Criseide a suo padre ; e il supremo comandante de’Greci fu obbligato a sottoporsi a questa restituzione ; ma
deliberato avendo di non voler più combattere. Questa sua ostinazione fu favorevole ai Trojani, che in quel tempo riportar
mmiratane la rara bellezza, fece di tutto per averla in isposa, e gli fu concessa ; ma quando erano per essere celebrate l
Pirro. 543. Pirro, figliuolo d’Achille (536) e di Deidamia (537), fu educato alla corte del re Licomede (439) suo avo
to a vendicare la tradita Ermione. Filottete. 546. Filottete fu uno dei più celebri eroi nell’esercito greco. Ess
dra di Lerna (371). 549. Dopo la presa di Troja la piaga di Filottete fu curata da Macaone figlio d’ Esculapio (289). Ma l
ede, figlio di Tideo uno dei capi della spedizione contro Tebe (505), fu educato alla scuola del celebre Chirone (530), in
ggire e ricoverarsi presso Dauno re d’Illiria, dove co’ suoi compagni fu cangiato in airone. Pare che questa finzione sia
…..ei già trascorse avea Due vite, e nella terza allor regnava. Ma fu tanto utile ai Greci per la saviezza dei suoi con
orghi.) Protesilao. 556. Il primo a scendere sul lido troiano fu questo Protesilao, e ben meritava che Omero etern
ente sacrificandosi per la patria, balzò dalla sua, e appena sbarcato fu ucciso da Ettore (591). 557. E tanto più era da v
re approdò felicemente nel porto, ove il figliuolo, che lo aspettava, fu il primo a comparirgli davanti… Lo sciagurato pad
o dopo morte. Ajace. 561. Ajace, figliuolo di Telamone (229), fu , dopo Achille (536), il più valoroso tra’ Greci,
sse i giudici a segno che proferiron sentenza a favor suo. 565. Ajace fu tanto sdegnato di questa parzialità che perdette
paiono impresse le due prime lettere del suo nome A J. Anche Giacinto fu trasformato nello stesso fiore, e suol dirsi che
numento ad Ajace sul promontorio Reteo. 567. Insieme col Telamonio vi fu un altro Ajace figliuolo d’Oileo re di Locri, cel
olce ?…. (Omero, Traduz. di Pindemonte.) 569. La sua moglie Penelope fu chiara non tanto per virtù e per prudenza che per
lope fu chiara non tanto per virtù e per prudenza che per bellezza, e fu sì grande l’amore ch’ei le portava, da indurlo a
dovè tradirsi voltando il vomere per non ferire il figliuolo. Allora fu costretto a partire contro i Trojani ; ma Palamed
atto. E di nuovo si pose in viaggio per la sospirata isola d’Itaca, e fu gran ventura se tanto egli che i suoi compagni po
d un eroe, svegliò riverenza nella principessa e nelle compagne. Indi fu guidato al palazzo ; e giunto al cospetto d’Alcin
in suso, E la prora ire in giù, com’altrui piacque, Infin che ’l mar fu sopra noi richiuso. Palamede. 583. Palam
segrete corrispondenze coi nemici. Furono immaginate lettere finte, e fu posta nella sua tenda una somma di denaro per far
plio ; e allorchè la flotta dei Greci, tornando dalla presa di Troja, fu assalita di notte da una furiosa tempesta, egli f
te perire Priamo e tutta la sua famiglia. 588. Lo sventurato padre fu ucciso da Pirro (543), in mezzo a’suoi Dei, e qua
L’altezza de’Trojan che tutto ardiva, Si che ’nsieme col regno il re fu casso ;115 Ecuba trista, misera e cattiva, 116
Poscia che vide Polissena morta, E del suo Polidoro in su la riva Si fu del mar la dolorosa accorta, Forsennata latrò si
è Ulisse scoperse l’asilo d’Astianatte, ed allora il misero fanciullo fu precipitato dalla cima delle mura di Troja. 596.
compiglio ; ogni Dea pretendeva il vanto della bellezza, e la disputa fu maggiore tra Venere (170), Minerva (262) e Giunon
i, nonostante adoperò tutto il suo sapere a guarirlo ; ma ogni sforzo fu inutile, poichè la freccia era avvelenata ; e Par
entura a che il fato lo riserbava (531) ; ma secondo il solito non le fu creduto, ed Agamennone restò vittima della scelle
he fosse resa colei che doveva cagionare la perdita della patria ; ma fu vano il consiglio ; e benchè fosse stato ardente
consiglio ; e benchè fosse stato ardente in consigliare la pace, non fu meno valoroso nelle battaglie ; e secondo Omero,
, in una furiosa tempesta che lo gettò sulle coste dell’Affrica, dove fu accolto in Cartagine da Didone, resagli favorevol
; e su questo spazio fondò la città di Cartagine, che per tal cagione fu chiamata anche Birsa, cioè a dire, pelle di bove.
i suoi futuri destini e quelli della sua posterità. 614. Tornato che fu dall’inferno andò ad accamparsi sulle sponde del
so nacque Orione, celebre pel suo grande amore all’astronomia che gli fu insegnata da Atlante (359), e per la sua passione
passione della caccia che, al dire dei poeti, ei serbò ancora poichè fu sceso nei Campi Elisi. 619. Orione era inoltre un
’usignuolo), e che Progne diventò rondinella ; Tereo che le inseguiva fu trasformato in upupa ; ed Iti suo figlio, vittima
e ? Atalanta. 640. Atalanta, figliuola di Scheneo re di Sciro, fu dotata di straordinaria bellezza ; ma non è da co
di straordinaria bellezza ; ma non è da confondersi con l’ altra che fu sposa di Meleagro (627). Siccome l’oracolo le ave
la tomba di Nino. 645. Tisbe arrivò la prima sotto quel gelso, ma fu sorpresa da una leonessa che aveva le fauci lorde
te nella Tessaglia sotto il regno di Deucalione verso l’anno 1532 ; e fu cagionato da un terremoto e da continue piogge pe
n vedi, con le trecce sciolte, E ha di là ogni pilosa pelle, Manto127 fu , che cercò per terre molte ; Poscia si pose là do
casione di conoscere i vantaggi e gl’inconvenienti d’ambedue i sessi, fu scelto giudice d’una contesa insorta tra Giove (6
prire. 662. Anfiarao era figlio d’Apollo (96) e d’Ipermestra (252), e fu celebre indovino al tempo della guerra di Tebe. S
lo fulminò, e la terra inghiottì lui ed il suo carro. 663. Dopo morte fu collocato fra gli Dei ; e gli Oropi, popolo dell’
da Apollo (96) la cognizion del presente, del passato e del futuro, e fu gran sacerdote e indovino dell’esercito greco nel
l futuro e il dono di predirlo. Questa parola che significa inspirato fu prima attribuita alla profetessa di Delfo, e poi
i Cuma, Deifobe, che risiedeva in una città di quel nome in Italia, e fu la stessa che andò a presentare a Tarquinio il su
dine la stessa autorità dei primi. 667. La più celebre tra le Sibille fu la Cumana che dicevano inspirata da Apollo (96),
che citarne pochi esempi. E convien prima avvertire che sul principio fu rigorosamente vietato di pigliar parte in questi
a molte ingiurie ed oltraggi, e niuno lo volea ricevere. Arrivato che fu al luogo ove sedevano gli Spartani, tutti i giovi
evere, lo chiamavano, e venuto che era lo scacciavano. Passato ch’e’ fu dinanzi a tutti gli altri, viene avanti a’ seggi
spontanea muove Quando l’avel ne prema, Sol quella mostra chi quassu fu degno Di storia o di poema. Sé stesso il saggio m
ù celebre sistema cronologico del quale si sieno valsi i Greci, e che fu adottato da molti scrittori latini per andar d’ac
L’un contro l’altro Forte urtò, l’un su l’altro arrovesciossi, E pien fu tosto d’equestri naufragi Tutto il campo criseo.
rconferenza di questa, ne nasce una zona o cintura o fascia, la quale fu chiamata zodiaco dalla voce greca zodion che sign
n resta veramente tutta intera dentro la larghezza di esso, ma questa fu limitata a 18 gradi con l’unico oggetto di circos
che, diremo : 677. L’ Ariete è quel caprone del Vello d’oro (419) che fu immolato a Giove (63) e messo nel numero degli as
o esser giunto alla maggiore altezza estiva. Ma la mitologia dice che fu quel gambero mandato da Giunone (85) contro Ercol
vogliono denotare le malattie dell’ Autunno ; ed è quello stesso che fu mandato da Diana (137) a pungere il calcagno d’ O
iara la vita, era conforto ai vecchi, esempio utile ai giovani. Ma vi fu un tempo nel quale la depravazione dei costumi co
a e con bugiarda ostentazione anche la cerimonia dei funerali. Peggio fu poi quando all’orgoglioso fasto successe l’indiff
sto successe l’indifferenza dei parenti. Allora la spoglia dei poveri fu gettata sotterra come quella dei bruti, e il comp
ata sotterra come quella dei bruti, e il compianto dei ricchi estinti fu misurato con l’oro. Divini sono i versi d’ Ugo Fo
be, Ed are ai figli ; e uscian quindi i responsi De’domestici lari, e fu temuto Sulla polve degli avi il giuramento : Reli
freddo corpo intenti Chi lo spogliò, chi lo lavò, chi l’unse. Poichè fu pianto, in una ricca bara Lo collocaro, e di purp
stabilirono per simboli di queste divinità il bue e la vacca. Quindi fu divulgato che le anime d’ Osiride e d’Iside erano
orazza, col caduceo in una mano ed il sistro nell’altra. Il suo culto fu sempre associato a quello d’Iside e d’ Osiride. A
ve per denotare i servigi da lei resi alla navigazione, essendochè le fu attribuita anche l’invenzione della vela. Ogni an
di sprofondarsi nell’abisso, quando Visnù, trasformato in testuggine, fu in tempo a sottentrare alla montagna e dare un po
rsi favorevole questo Nume con ogni sorta di vittime, ed il suo culto fu il più scellerato e il più sanguinoso. 732. Bench
ità scandinave. 739. Odino, conquistatore e legislatore del Nord, fu il primo ed il più antico Nume della Scandinavia,
uoi figliuoli tutti coloro che rimanevano uccisi combattendo ; e così fu preso anche pel Marte degli Scandinavi. 740. N
o tempio col tetto contornato da una catena d’oro ; e un altro gliene fu eretto in Islanda, ove i sacerdoti solevano asper
sentante di Dio, e gli davano per moglie e sorella la Luna, dai quali fu generato Manco-Capac, Dio più volgarmente noto, e
to dal regno di Giove. 11. La Dea della giustizia 12. Questo tempio fu costruito di figura rotonda, perchè Numa, al dire
ni onoravano in essi i figliuoli di Vulcano (272) ; ed il loro tempio fu tenuto in tanìa venerazione, che ai soli sommi sa
ata la coapirazione, gli convenne fuggire e ricovrarsi io Elensi dove fu iniziato nei misteri di Cerere, e divenne lerofan
a l’impressione che il fenomeno stesso fece sullo fantasie dei popoli fu diversa, cosi nacqnero vario immagini nelle lor m
menti. Ciò cha ad alcnui parve campo della guerra celesle, per altri fu la tomba del Sole o di Vulcano. La guerra poi dei
assisterono, sotto il regno di Tarquinio Il, alla fesla con la quale fu istituita quest’associazione politica. In princip
ce quest’oracolo ad Apollo e non a Giove. Dieono adnnque che Trofonio fu celebre arcbitetto nella Beozia, e col fratello A
rispoata i modi di far cessare la careslia. D’allora in poi Trofonio fu tenuto per figliuolo d’Apollo, ed il suo antro di
are straordinariamente. Anche il paslore appena a’accoslò alla grotta fu preso da vertigini, e si pose a fare atravaganti
. Sparsane la nolizia, ognuno volle provarc la medesima ispirazione ; fu dello che quel luogo era sacro ; vi fu alzato un
varc la medesima ispirazione ; fu dello che quel luogo era sacro ; vi fu alzato un lempio ; e l’affluenza dei divoti crebb
chioma, se il marito tornasse vittorioso. Dopo la vittoria, la chioma fu appesa al tempio di Venere Zefiritide, e la nolte
uosa. 53. Oggidì Candia. Quivi abilò Cibele o Rea, e nacque Giove, e fu allevato dai Curibanli. 54. Virgilio. 55. Dietr
o, celebre tribunale d’Atene, porche la prima causa in esso giudicata fu contro questo Dio acensato d’aver uceiso Alirrozi
enute per oracoli di giustizia. Forse l’accusa contro Marto altro non fu che un simbolo della imparzialità dell’Areopago,
no, ossia riunì in un sol letto due bracci del fiume ; e questo corno fu paragonato a quello doll’abbondanza, perchè il co
congegno delle ali di Dedalo non era collegato dalla cera ; forse non fu che un primo tentativo d’ acreonantica. Abbiamo g
in sostanza che un ricco tesoro portato da Frisso sopra una nave, che fu l’ ariete meraviglioso. 89. Alcuni interpreti de
a, e con queste parole scritte in oro : Io brucerò Tebe. 93. Questi fu un giovine prode, amabile e bello, che seppe catt
a dolce e modesto co’suoi eguali ; rispettò ansteramente il pudore, e fu sino alla morte il modello degli eroi della sua p
ittoriosi assediarono la città, e I’astrinsero ad arrendersi ; sicchè fu saceheggiata, e Tersandro sali sul trono. I vinti
essaglia a piè del monte Omolo. Questa seconda spedizione contro Tebe fu intrapresa dieci anni dopo la prima. 95. Sono tr
distrutto. 116. Prigioniera. 117. Le travolse la mente. 118. Prima fu collocalo nel Palazzo di Tilo. Sul principiare de
ei più calamitosi avvenimenti di Tebe. Regnando Anfionc, questa città fu in preda al flagello della peste, e la famiglia r
sta città fu in preda al flagello della peste, e la famiglia reale ne fu assalita come il resto degli abitanti. I sette fi
avvisse pochi mesi, e nella base della statua eretta alla aua memoria fu scolpita questa breve ma commovente iscrizione :
ventre di lui, atteso il narrato travolgimento delle persone. Aronta fu celebre indovino della Toscana, e abitò ne’monti
9 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo II pp. 3-387
(1), e da Aganore, ro de’ Fenicj. Altri dicono, che la madre di Cadmo fu la Ninfa Melia(b) ; ed altri soggiungono, che fu
he la madre di Cadmo fu la Ninfa Melia(b) ; ed altri soggiungono, che fu Argiope, nata dal fiume Nilo(c). Non sempre Cadmo
in quella sì ardua difficoltà dovea appigliarsi. La risposta del Nume fu , che il trovare Europa non era impresa da uomo, e
e, la seguì sino nella Focide, ov’essa si fermò. La prima cura di lui fu quella di sacrificare quella giovenca agli Dei pa
reo, mise il piede nel fango ; ed estraendolo, ne sortì un fiume, che fu chiamato Piede di Cadmo (a). Cadmo prese in mogli
li non potè più reggere all’ eccedente dolore(6). Autrice di que’mali fu Giunone, la quale non poteva mirare di buon occhi
ne sia stato stacciato da Ansene e da Zete(b). Perseo. PErseo fu figliuolo di Giove e di Danae, nata da Euridice e
a Mercurio un vitello. Si unì poscia in matrimonio con Andromeda : e fu allora, che Fineo, fratello di Cefeo, intollerant
altri figliuoli, e una figlia, detta Gorgofone(13). Il fine di Perseo fu , che Megapente, figlio di Preto, per vendicare la
ondo Cicerone sei (c), e secondo Varrone quaranta tre. Il più celebre fu l’Ercole, nato in Tebe da Giove e da Alcmena, mog
notte, in cui dovea nascere questo Eroe : dal che ne avvenne, ch’egli fu soprannominato Trivespero(2). Altri vogliono, che
ta di percosse, la cangiò in Donnola, animale ; che per questo motivo fu poscia venerato da’ Tebani(b). Nel momento, in cu
) (4). Altri soggiungono, che l’affetto di Giunone verso d’Ercole non fu che momentaneo ; e che, come quegli giunse all’ad
sieno degne di memoria, dodici principalmente se ne contano. La prima fu l’uccisione d’un leone, nato dalla Chimera, e dal
io pastore di Cleone, città d’Argolide, dalla quale il predetto leone fu da’ Poeti qualche volta detto Cleoneo(a). Molorco
pagnato in quella spedizione(d) (9). Plutarco dice, che quella Regina fu uccisa da Ercole(e). Augia, re d’ Elide, il quale
le(e). Augia, re d’ Elide, il quale, mentr’era figlio di Forbante(f), fu creduto figliuolo del Sole(g), possedeva un numer
sciarli nelle campagne, le quali perciò divennero infruttuose. Ercole fu incaricato di ripurgarle, e quel re gli promise i
Nettuno, glieli tolsero, e li portarono nella Toscana(d) (15). Ercole fu obbligato ad impadronirsi de’pomi d’oro dell’ Esp
nne in vece di lui il Cielo(a). L’ultima impresa, commessa ad Ercole, fu di condurre dall’ Inferno ad Euristeo il Cane Cer
e di lui biade ; e dopochè lo aveano fatto, eddeva loro la testa. Gli fu condotto Dafnide, il quale sarebbe pure caduto vi
Pirecine, re d’Eubea, facendo la guerra a’Beozj, comandati da Ercole, fu vinto da questo Eroe, che lo fece squarciare da d
di lui valore. Ercole per ultimo con una freccia offese Plutone, che fu costretto di salire al Cielo, per farsi guarire d
mare con dighe, appianò montagne, aperse pubbliche strade, per cui ne fu tenuto qual Dio, e si confuse con Mercurio. Teocr
colla lira a’piedi (a). Presso i Romani M. Fulvio Nobiliore, Console, fu il primo, che gli dedicò un tempio nel Circo Flam
mpio nel Circo Flaminio, ov’ erano onorate anche le Muse. Quel tempio fu uno de’ più frequentati spezialmente da’letterati
l quale, posto alla tortura, restituì il furto. Per tale fatto Ercole fu detto Indicante (a). Ercole per la sua eccessiva
, senzachè abbiano potuto mai riuscirvi. Un pescatore cieco d’Eritrea fu avvertito in sogno, che se le donne si fossero ta
composto di due voci Greche, che significano Giunone e gloria. Ercole fu così appellato, per indicare, che i travagli, da
uero Lamio, Creonziade, Terimaco, e Deiconte (b). Quel matrimonio non fu molto felice. Avendo Ercole indugiato a ritornars
, non ne Io avesse impedito(23). Finalmente caduto in profondo sonno, fu legato, ad una colonna. Dopo alquanto di tempo si
sciolo improvvisamente il freno alla rabbia, lo lanciò in mare, dove fu cangiato in iscoglio (b). L’Eroe proseguì nel suo
ale. La giovine si rimise nelle di lui mani, gli partorì Menalippo, e fu poi da Teseo ceduta in moghe a Dejoneo, figlio d’
e poi li precipitava da un’altezza nel mare. Anch’egli in egual modo fu trattato dall’ Eroe(d) (4). Cercione, re d’Eleusi
riconobbero Teseo, suscitarono una congiura contro Egeo. La rea trama fu scoperta, e tosto dissipata colla morte dello ste
aghì Arianna, figlia di quel re. Ella gli diede un filo, il quale gli fu di guida per uscire dal Labirinto, dopochè uccise
il tutto a cuocere in una pentola, e lo mangiò co’suoi compagni. Ciò fu imitato anche in seguito nella Festa a tale ogget
l titolo di secondo fondatore d’Atene(a). Egli inoltre secondo alcuni fu uno degli Argonauti(b). Apollonio però soggiunge,
gratuitamente mangiare alle pubbliche mense(d). Priamo Priamo fu figliuolo di Laomedonte, re di Troja (a) (1). Era
e per molti anni visse nella prosperità(b). Arisba, figlia di Merope, fu la prima moglie di Priamo, dalla quale nacque Esa
guerra(16), come nel decorso dell’ Opera espotremo. Priamo, allorchè fu combattuto dalle armi Greche, venne da molti dife
la fece portare in giro per tutta la città(a). Ettore. Ettore fu figliuolo di Ecuba e di Priamo. Era risguardato c
hiere d’ Ajace, Perifete, figlio di Copreo(e). Il cocchiere d’ Ettore fu Cebrione, figlio di Priamo(3), ed Eniopeo(4). Il
Cebrione, figlio di Priamo(3), ed Eniopeo(4). Il di lui trombetta poi fu Miseno, figlio d’ Eolo(f) (5). Ettore sposò Andro
perpetuamente fosse felice il loro Imperio(a). Paride. Paride fu figliuolo di Priamo e di Ecuba. Questi anche prim
ride fu figliuolo di Priamo e di Ecuba. Questi anche prima di nascere fu conosciuto come quello, che doveva essere la rovi
ra difficile il decidere quale di loro fosse la più avvenente. Paride fu eletto giudice della questione. Ciascuna di esse
festatosi allora per quello ch’era, cangiò la gelosia in tenerezza, e fu da Priamo di nuovo accolto nella sua Reggia(a). P
ù valorosi nemici. Come poi vide andargli incontro lo stesso Menelao, fu sorpreso da tale spavento, che ben tosto si ritir
La Pastorella impiegò tutto lo studio per guarirlo ; ma ogni rimedio fu inutile, perchè la freccia, che lò colpì, era una
a una certa Caieta, la quale diede poi il suo nome ad una città, dove fu sepolta(b) (2). Qesto Eroe combattè con Diomede,
lore, lo fece comparire un’altra volta alla testa de’ suoi(c). Allora fu , ch’egli venne alle mani con Achille. Il combatti
(c). Allora fu, ch’egli venne alle mani con Achille. Il combattimento fu lungo assai e dubbioso. Il Trojano finalmente sta
di bronzo, nel tempio d’Apollo(h). Dopo tali ed altre eroiche imprese fu in sogno avvertito da Ettore, che si salvasse col
a Ettore, che si salvasse colla fuga. Tuttavia la notte, in cui Troja fu presa da’ Greci, entrò nella Cittadella d’Ilio, e
lo. Da questo Nume Enea ricercò quale strada dovea intraprendere. Gli fu risposto, che si riducesse alle terre, popolate u
alia. Per riuscirvi chiese ad Eolo, che suscitasse una tempesta. Così fu  ; e le navi di Enea vennero spinte verso Cartagin
Così fu ; e le navi di Enea vennero spinte verso Cartagine, dov’egli fu motivo, che Didone, regina di quella città(11) si
gli fatto lavorare da Vulcano, si avanzò contro Turno(b) (20). Grande fu dall’una e dall’altra parte la strage de’ combatt
ri dicono, che, essendo caduto nel fiume Numicio, il di lui corpo non fu trovato ; e però si credette, che Venere lo avess
endettero gli onori divini(f). Altri finalmente soggiungono, che Enea fu trovato nell’annidetto fiume ; e che come ne fu e
soggiungono, che Enea fu trovato nell’annidetto fiume ; e che come ne fu estratto il corpo, quelle acque così si diminuiro
amenonne con tali soccorsi perseguitò Tieste sì fortemente, che colui fu costretto a ritirarsi appresso l’altare di Giunon
rincipi, stabilì la città di Micene per Capitale del suo Impero. Egli fu altresì nominato per supremo Comandante della Gre
presso la moglie, che voleva sposare la figlia ad Achille. Giunta che fu la giovine, col pianto comune venne accompagnata
pollo vendetta di un affronto, che in lui ricadeva. L’armata de’Greci fu presa immediatamente da fiera pestilenza. Se ne i
Atreo, e però considerati di lui figliuoli. Lo scettro di Agamenonne fu tenuto in grande estimazione appresso i Greci. El
oscia a Tieste, e finalmente ad Agamenonne (a). Oreste. Oreste fu figliuolo di Agamennone e di Clitennestra. Fu all
che promettesse con giuramento di recare una lettera in Argo. Allora fu , che nacque generosa gara tra gli amici per deter
e trovò sepolte con quelle d’ Agamennone (b). Menelao. MEnelao fu figliuolo di Plistene, ma creduto, come abbiamo d
Scamandrio, figlio di Strofio(e). Elena, conquistata Troja da’Greci, fu da loro restituita a Menelao. Questi voleva immol
olei seppe così bene perorare a sua difesa, che placò il marito, e ne fu rìcondotta a Sparta(f) (1) (2). Quivi però non gi
Sì orrida barbarie talmente lo rendetre odioso a tutto l’Egitto, che fu costretto a ritirarsi nella Libia(b). Menelao dop
onori, come se fosse stato una delle supreme Divinità. Non altrimenti fu nel medesimo luogo venerata anche Elena(c). Ac
u nel medesimo luogo venerata anche Elena(c). Achille. Achille fu figliuolo di Peleo, re della Tessaglia, e di Teti
entre lo’immerse nelle predette acque(b). L’educazione poi di Achille fu affidata al Centauro Chirone. Questi in vece di l
suoi biondi capegli, e poi Neottolemo, perchè in età assai giovanile fu condotto alla guerra(a) (2). Achille però non pot
i fosse trovato anche Achille(b). Subito pertanto si cercò di lui, nè fu possibile il trovarlo, finchè un certo spione, di
fatto l’Eroe si lavò in una fontana, la quale trovavasi in Mileto, e fu poi chiamata Achillea.(c). Andò anche a saccheggi
(c) (15). Ulisse. ULisse nacque da Anticlea, e da Laerte(a), e fu re delle due piccole Isole del mare Ionio, Itaca,
erti Giuochi, ch’egli era per celebrare. Vinse Ulisse, e a lui quindi fu la giovine accordata(d). Altri dicono, che la con
fin da quel momento il pensiero di farlo perire. Avvenne, che Ulisse fu inviato da’ suoi nella Tracia per riportarne de’v
aveano abbandonaro, non voleva più far ritorno a loro(h) (9). Ulisse fu di tutti i Greci il più perseguitato dall’avverso
perdettero del tutto il desiderio di rivedere la loro citta ; e però fu d’uopo che Ulisse usasse molta forza per farli ri
si esponeva, e gli diede un antidoto contro gl’incanti di Circe. Esso fu una pianta, che aveva nera la radice, e bianchi i
’venti. Giove suscitò allora una fiera burrasca, per cui la loro nave fu ridotta in pezzi, tutti i Greci perirono, e Uliss
mente ricevette i ricchi doni dell’ospitalità(b), edagli stessi Feaci fu trasferito in Itaca(c) (17). Neppure uno vi fu, c
), edagli stessi Feaci fu trasferito in Itaca(c) (17). Neppure uno vi fu , che lo riconoscesse, poichè Minerva, i aveva can
ad albergare appresso Eumeo, guardiano delle di lui greggi(18), e ne fu amorevolmente accolto(d). Giunse frattanto appres
n ogni straniero. La vecchia Euriclea, nutrice d’ Ulisse, lo fece ; e fu allora, che lo riconobbe da certa cicatrice, rima
enelope, affinchè si difendessero. Anche in quella circostanza Ulisse fu assistito da Minerva, la quale gli apparve sotto
di quell’Isola, di cui ne ignorava anche il nome. Mancante di viveri, fu costretto a saccheggiarne le campagne. Ulisse all
d’ Italo, che diede il suo nome all’Italia(b). Ulisse poi dopo morte fu amoverato tra’Semidei(c). Dicesi, che desse Oraco
mante, figlio di Pantoo(d) (1), e Cleobulo(e). La notte, in cui Troja fu presa dalle armi Greche, insiurò Cassandra, figli
acato quell’ Eroe, come aveagli detto l’Oracolo(d) (2). L’altro Ajace fu denominato Telamonio, perchè nacque da Telamone,
vrebbe celebrato de’ magnifici Giuochi a Castore e a Polluce. L’esito fu favorevole ; e il Senato, inteso il voto di Aulo,
certo Simonide, che aveva formato l’elogio delle stesse Divinità, ne fu fatto uscire da due non conosciute persone(a).
nomina Dione, figlia di Atlante(c). L’impresa più gloriosa per Pelope fu quella d’aversi guadagnato in isposa Ippodamia, n
nominano Atreo, Tieste(7), Alcatoo(8), e Crisippo. Il fine di Pelope fu , che il padae suo, come già abbiamo detto, lo fec
lo di Lajo, re di Tebe, e di Giocasta, figliuola di Creonte, la quale fu da Omero(a)nominata Epicastà. L’Oracolo d’Apollo
Sofocle gli dà per conduttrice anche l’altra figlia, Ismene(e). Edipo fu condotto presso Colono, borgo dell’Attica, in un
, se Antigona colle preghiese non li avesse impietositi. Allora Edipo fu trasferito in Atene, dove Teseo cortesemente lo a
e un empio, che avesse provocato contro di se lo sdegno del Cielo ; e fu abbruciato sopra un rogo, separatò da quello, deg
li altri Greci si precipitò sopra di quello(e). , Anfiarao Anfiatao fu figliuolo d’Ecleo e d’Ipermnestra(f). Altri dicon
o vivo col suo carro, e con Batone, suo cocchiere(d). Egli dopo morte fu ascritto tra’ Semidei(e). Pausania dice, che fu v
e(d). Egli dopo morte fu ascritto tra’ Semidei(e). Pausania dice, che fu venerato come un Nume, e che gli Oropj nell’ Atti
o tempio e una statua di marmo.(f). Ebbe altresì un Oracolo, il quale fu in grande estimazione, ed era annoverato tra’ pri
col suo ferro, e amendue spirarono sul campo. Neppure la stessa morte fu bastevole ad estinguere il loro odio. La fiamma d
essa sua vita la salvezza della patria(b). L’eroica azione di Meneceo fu imitata da Androclea, ed Eraclea, figlinole di An
tù ebbe in Roma tempj e altari. Scipione, il distruttore di Numanzia, fu il primo ad ergerle un tempio. M. Marcello nel te
rne un altro, il quale poi dal di lui figliuolo dieci sette anni dopo fu dedicato appresso la Porta Capena. Anche C. Mario
sulla terra l’esecrabili scelleratezze, ella fece ritorno al Cielo, e fu collocata in quella parte del Zodiaco, che si chi
confusa con Tenti e con Dice. Temi veramente regnò nella Tessaglia, e fu di tanta saviezza ed equità, che si disse essare
ne, Dice, ed Eunomia, cioè la Pace, la Legge, e l’Equità(e). Dice poi fu considerata Dea e preside de’giudizj. Suo uffizio
ia di Giove e della Necessità, ovvero dell’Oceano e della Notte. Essa fu anche detta Adrastia da Adrasto, che fu il primo
ll’Oceano e della Notte. Essa fu anche detta Adrastia da Adrasto, che fu il primo a dedicarle un tempio. Gli Egiziani dice
sta Dea si riconosceva da’ Greci sotto il nome di Eusebia. In Roma le fu eretto un tempio sotto il Consolato di Quinzio e
i, che Fesso in vece di una madre nomina un padre(a). Tale Tradizione fu seguita anche da’ pittori, che rappresentanono il
e, era sacro alla Pudicizia Patrizia, ossia delle Dame ; l’altro, che fu eretto da Virginia, figlia di Aulo, era dedicato
atelli Attilj ne fecero la dedicazione. Finalmente un terzo tempio le fu fabbricato nella Piazza di Vulcano, e fu consecra
inalmente un terzo tempio le fu fabbricato nella Piazza di Vulcano, e fu consecrato da Cn. Flavio(a). Due spighe di grano
no come figliuola di Giove e di Temi. Atene le eresse delle statue, e fu la prima ad alzarle anche un tempio dopo la disfa
ssero il più grande è magnifico tempio, che vi fosse tra loro. Questo fu cominciato dall’Imperatore Claudio ; altri dicono
di questa Dea allontanasse ogni disapore dalle loro dispute(b). Esso fu rovinato da un incendio al tempo dell’Imperatore
violabili. Numa Pompilio la considerò come la cosa la più santa. Egli fu il primo ad ergerle un tempio, e a stabilirle dei
ornò a vivere seco lui in dolce concordia. Ma Procride anch’ ella poi fu presa da tale gelosia, che la ridusse a morte. El
, ed è circondata di nube. Quella innaridisce l’albero stesso, che le fu di sostegno per innalzarsi ; questa, che viene pr
o di que’ beni, che onestamente allettano lo spirito. Questa Divinità fu da’ Greci denominata Eudemonia. Plinio narra, che
i la Curia Ostilia ; ma la morte ne lo impedì. Il disegno però di lui fu verificato da Lepido il Triumviro. Raccontasi fin
Triumviro. Raccontasi finalmente, che sotto l’ Imperio di Claudio vi fu un tempio della Felicità, che rimase abbruciato(a
e pure, che un tempio fosse inalzato a questa Divinità nel luogo, ove fu atterrata la casa di Cicerone. Morto Nerone, il q
tutte le altre Divinità unite insieme (b). Tra quelli il più rinomato fu il tempio, erettale in Preneste, città d’ Italia
ale in Preneste, città d’ Italia nell’ antico Lazio da cui la Fortuna fu soprannominata Prenestina (c). La forma del medes
mare(e), la trasportò in quella porte del mondo, che dal nome di loi fu chiamata Europa(f), e quì la rendette madre di Mi
he dall’uomo. Tiresia, perchè era stato dell’uno e dell’ altro sesso, fu ricercato per giudice. Egli decise a favore di Gi
urj dal canto e dal volo degli uccelli(b). Questa supposta cognizione fu di pochi prima di lui, e poi di moltissimi : anzi
a ebbe per più secoll un famoso Oracolo nella città di Orcomena, e vi fu tenuto come un Nume. La peste desolò alfine quell
gevano, ciò era di buon augurio ; se galeggiavano, di cattivo(d). Ino fu poi in Roma onorata sotto il nome di Matuta. Serv
(d). Ino fu poi in Roma onorata sotto il nome di Matuta. Servio Tullo fu il primo ad ergerle un tempio, che Camillo rifabb
Not. ad Ovid. Metam. l. 3. (1). La torre, ove venne rinchiusa Danae, fu distrutta da Perila o Perilao, tiranno d’Argo, ch
, riferita da Apollodoro(b), non Giove, ma Preto, fratello d’Acrisio, fu quegli, che s’introdusse nella torre, e rendette
uno, e condotta nelle Isole Eschinadi, partorì Tafio(l). (11). Alceo fu padre d’ Anfitrione e di Anasso, e avo d’Ercole,
in vece Elettrione, e lo distese a terra morto (b). (13). Gorgofone fu la prima moglie di Periere, ela prima di tutte le
cob. Hofman. Lex. Univ. (1). La madre di Giasone secondo Apollodoro fu una figlia di Autolico, chianata Polimede(a), o P
glie Ino, figlia di Cadmo, che gli partorì Melicerta e Learco. Questi fu slanciato contro un muro, e fatto morire dallo st
o spavento, cadde nelle onde per cui quel mare dal nome di lei poscia fu detto Ellesponto(a), Frisso giunse felicemente in
ome di Lafistio da lafistin, fuggire ; e da quel tempo lo stesso Nume fu risguardato come il Dio tutelare de’ fuggitivi(g)
eboli, affinchè si perdessero tutti insiene gli Argonauti. Cotal nave fu la prima a vedersi di figura lunga, mentre i Grec
Greci per lo innanzi aveano avuto sempre notonde le tro navi(b). Essa fu considerata sacra e fatidica perchè la sua prora
va de pericoli, e loro indiceva il modo d’evitarli(f). La stessa nave fu anche detta Peliaca, perchè gli altri legni, eo’
to in quel tempo che nessuna nate contenesse più di cinque uominì(b), fu al solo Giasone permesso di navigare con una, che
ria, celebre indovino, nacque dalla Ninfa Clori, e da Ampico, per cui fu anche detto Ampicide(d).Ritornando da Colco, mori
pia della truppa. Aveva un fratello, di nome Erito(a). (17). Testore fu figlio d’Idmone e di Laotoe(b). Ebbe un figlio, c
, ma appenachè spiegò le vele, naufragò sulle coste della Caria, dove fu fatto prigioniero. Avea Testore lasciata nel suo
isposta, ordinò che quello fosse fatto morire in una carcere. Testore fu incaricato d’ eseguire il truce comando, e in pre
giorno avvennero, quando ella partorì Ercole (b). Alcmena dopo morte fu da Mercurio per ordine di Giove sposata con Radam
). L’Eroica virtù d’Ercole, dimostrata nell’ uccidere il Leone Nemeo, fu imitata da Polidamante, figlio di Nicia, e famoso
 7. (c). Apollod. l. 2., Diod. Sir. l. 4. (7). Il toro di Maratona fu da Tesco combattuto, trasferito in Atene, e sacri
tr. l. 2., Ovid. in Ibio. (8). Altri dicono, che la città di Abdera fu fabbricata da una sorella di Diomede, che le impo
eti era Nettuno(f). (b). Declaustre Diction. Mithol. (11). Ificlo fu sepolto nell’ Elide appresso i Feneati, i quali o
h). Non si sa, se egli parli del predetto Cal odone, o di quello, che fu padre di Elefenore, e restò ucciso da Anfitrione
d). Apollod. l. 2. (17). Oritia, figliuola di Eretteo, re di Atene, fu negata in isposa a Borea, re Trace, a motivo dell
quel matrimonio nacquero eziandio i due gemelli, Zete e Calai(b). Nè fu Oriti a sola l’oggetto degli amori di Borea. Il P
a d’Arcturo, di nome Clori, e la trasportò sul monte Nifato, il quale fu detto il monte di Borea, primachè prendesse il no
ento appresso i Calibi nella Misia(g). (b). Id. Ibid. (20). Anteo fu sotterrato in Tingi, città da lui fabbricata allo
Nat. Com. Mythol. l. 7. (21). Secondo Servio l’uccisore di Erice non fu Ercole, figlio di Alcmena, ma un altro straniero,
claustre Diction Mythol. (25). Eveno, re d’Etolia, figlio di Marte, fu padre di Marpesa. Ida la rapì, e la fece madre, c
(28). Lamo o Lamone succedette al trono di sua madre, ma poco dopo ne fu scacciato, e si ritirò in Caria, dove uno de’suoi
o di fulmine posero tralle di lui mani quell’ascia : dal che il Nume fu detto Labradeo, voce che appresso que’popoli dice
, Diod. Sic. l. 4., Apollod. l. 3. (30). In Apollodoro leggesi, che fu il pastore Peante quegli, ch appiccò il fuoco al
insultata, ne strappò anche gli occhi(c). Altri dicono, che Euristeo fu ucciso da Iolao, amico di Ercole(d). Que’ di Aten
(34). Illo ebbe per madre Dejanira. Egli dopo la morte di suo padre fu quasi sempre infelice. Euristeo lo perseguitò in
a rientrare nel Feloponneso, sua patria, cogli altri Eraclidi, ma ne, fu impedito da Echemo, re d’Arcadia, il quale alla t
icinnio. Per causa di questo omicidio, benchè involontario, Tlepolemo fu costretto di abbandonare la sua patria, e ritirar
un astuto ritrovato. Empì il suo ventre di carne e di vino, e quando fu vicino al famelico animale, vomitò dinanzi ad ess
questi, per aver loro insegnato i rimedj opportuni contro i serpenti, fu chiamata Angizia o Anguizia. Così pretende Servio
occhi socchiusi, e colle mani pendenti e attaccate a’ fianchi. Dedalo fu il primo a rappresentarle cogli occhi aporti, a d
o stesso artefice, trovandosi appresso Minos, formò un serraglio, che fu detto Labirinto, di cui per le molte replicate to
corona d’ oro, adorna di sette stelle(c), e che dopo la morte di lei fu collocata in cielo(d). Altri poisono di parere, c
, e la quale, per aver tentato di vendicarsi con Arianna, sua rivale, fu dal predetto Nume cangiata in pianta, che acquist
dal predetto Nume cangiata in pianta, che acquistò il di lei nome, e fu da lui stesso riposta sulla mentovata corona(a).
a. Notisi per ultimo, che Arianna secondo l’ opinione di Plutarco non fu abbandonata da Teseo, ma gli fu rapita in quell’
a secondo l’ opinione di Plutarco non fu abbandonata da Teseo, ma gli fu rapita in quell’ Isola da un Sacerdote di Bacco (
si chiamava da prima. Salaminia, perchè il mentovato Nausiteo, che ne fu il primo piloto, era nativo di Salamina(c). (b).
rosso tronco di pianta, schiantata da gagliardissimo vento. L’esempio fu di stimolo agli altri, perchè eglino pure facesse
. l. 2., Tit. Liv. l. 1., Tacit. l. 16. (1). Figliuolo di Laomedonte fu pure Antenore, il quale, trasferitosi in Italia,
a. Tutti due finalmente rimasero uccisi da Agamennone(e). (5). Eleno fu il solo de’figliuoli di Priamo, che sopravvisse a
do voluto corrispondere ad Achille, il quale teneramente lo amava, ne fu privato di vita nel tempio d’Apollo (b). Tzetze f
e, quando i Greci si avanzavano verso la medesima(d). (9). Polissena fu immolata da Pirro sul sepolcro del di lui padre,
d ivi s’abbia trapassato il seno(g). (10). Nella notte, in cui Troja fu presa da’Greci, Creusa si smarrì per istrada, men
famiglia di Priamo. Altri finalmente narrano, ch’ella dal marito non fu uccisa, ma abbandonata, onde non fosse di ostacol
lleanze in lontani paesi(b). (11). Laodice dopo la morte di Acamante fu maritata con Elicaone, figlio d’Antenore, e re de
cchio(c). Ella finalmente divenne schiava prediletta di Agamennone, e fu privata di vita dalla di lui moglie, Clitennestra
, e le cressero un tempio(d). Plutarco dice, che Cassandra dopo morte fu anche chiamata Pasifae, perchè allora manifestava
, che Elena, essendosi imbarcata con Paride per trasferirsi in Troja, fu da una procella gettata sulla costa d’Egitto, all
sedio. Menelao, vinta la predetta città, si reco a Pruteo, da cui gli fu restituita la moglie. Omero(a) finalmente dice, c
a cui gli fu restituita la moglie. Omero(a) finalmente dice, ch’Elena fu regalata da Polidampa, moglie di Tone Egiziano, d
tà da Ecuba e da Priamo, un figlio, nominato Munito. Questo fanciullo fu allevato da Etra, madre di Teseo, che Paride avea
a, madre di Teseo, che Paride avea condotto da Sparta con Elena. Come fu presa Troja, Etra mostrò ad Acamante il di lui fi
attaglia, e a rinovarne l’esequie colla loro morte. A Mennone altresì fu inalzata una grandissima Statua in Tebe di Egitto
figlio, di nome Arpalione, ch’egli avea seco condotto a Troja, e che fu messo a morte da Merione(e). Si collegarono pure
roso esercito di Meoni, nati appiè del monte Tmolo(f). (24). Astinoo fu ucciso da Diomede, figlio di Tideo (g). (a). L.
ere Areitoo(l). (27). Satnio, dopo aver combattuno con molto valore, fu privato di vita da Ajace, figlio d’ Oileo(a). (2
(28). Mori, venuto in soccorso de’ Trojani col padre e co’ fratelli, fu messo a morte da Merione(b). (29). Astipilo fu u
padre e co’ fratelli, fu messo a morte da Merione(b). (29). Astipilo fu ucciso da Achille sulle rive del fiume Xanto(c).
cuba appresso quello di Ecate(c). Il luogo poi, ove la Trojana Regina fu sepolta, divenne cel bre, e si denominò Cinossema
lo con un colpo di pieltra, che gli spaccò la testa(e). (4). Eniopeo fu messo a morte da Diomede, figlio di Tideo(f). (f
laustre Diction. Mytbol. (8). Andromaca, divenuta schiava di Pirto, fu da lui sommamente amata. Ella gli partorì tre fig
n tutto quel tempo venne allattato da un’orse. Altri soggiungono, che fu allevato dal predetto Archelao, come suo proprio
dardo contro il predetto. Eurito, e lo privò di vita. Per tale motivo fu costretto ad allontanarsi anche da Ftia, ed a ric
rito, a Troja per ispiare la condotta della sua rivale. Ma il giovine fu preso in sospetto da Paride, cosicchè questi, tro
rtare appresso di lei, affinchè ne lo guarisse della ricevuta ferita, fu da lei rimandato indietro col commettergli, che s
versamente il fatto ; come Paride, dicono essi, morì, il di lui corpo fu trasportato ad Enone, ond’ella avesse la cura di
erlo ne restò talmente sorpresa dalle tristezza, ch’ella pure morì, e fu sepolta con Paride. Finalmente vuolsi da altri, c
de(a). (a). Hom. Iliad. l. 2. (1). Secondo alcuni la madre di Enea fu una donna Trojana, che portava il nome di Venere(
rmente dagli schiavi, che in quel tempo godevano la libertà. Ciò però fu causà, che le medesime venissero in seguito proih
sia nato da Creusa, o da Lavinia. Questo figliuolo di Priamo da orima fu detto Ascanio da un fiume della Troade ; poi Ilo
l rango degli Eroi, e loro tributarono onori divini. La stessa Catana fu nominata Città Pia dalla pietosa azione de’due fr
una piccola Iliade, dice, che Enea rimase prigioniero de’Greci, e che fu dato con Andromaca a Pirro, figlio di Achille (c)
Oronte, che perì per naufragio sulla costa d’Africa (f) ; Ladone, che fu ucciso da Aleso (g) ; Eumede, figlio di Dolone ;
ncipe Trojano, discendente d’Assaraco (i), e Naute, nelle di cui mani fu da Diomede rimesso il Pallade, rapito da Troja. D
lacro (l). (a). Virg. Acneid. l. 2. (9). Piloto delle navi di Enea fu Palinuro. Questi, aggravato dal sonno, cadde in m
Palinuro. Questi, aggravato dal sonno, cadde in mare. Per tre giorni fu giuoco de’venti e delle onde. Il quarto dì arrivò
ono un bosco, e gli eressero un cenotafio in un promontorio, il quale fu poi detto Prementorio di Palinuro (a). (a). Vir
a pelle in istrettissime striscie, occupò con quella tanta terra, che fu bastevole a fabbricarvi una ben vasta città. La d
Elisa parola Fenicia, la quale dicono significare donna forte (d) ; e fu in Cartagine adorata come Dea (e). (14). Giunone
(e) ; il famoso augure, Tolumnio (f) ; Ufente, Principe d’Italia, che fu messo a morte dal Trojano Gia (g) ; Aventino, che
’esercizio della caccia (b). (b). Id. Acneid. l. 11. (23). Camilla fu allevata ne’boschi, e nutrita col latte di un giu
ispogliare delle armi Cloreo, antico Sacerdote di Cibele. Arunte poi fu messo a morte da Diana (c). (c). Id. Acneid. l.
di campagna, che somministrò viveri al Popolo Romano, allorchè questo fu costretto a ritirarsi sul monte Aventino. Furonvi
ro non era che la Luna, o Temi, o Io, o una delle Atlantidi, la quale fu nutrice di Giove. Comunque ciò sia, notiamo per u
rice di Giove. Comunque ciò sia, notiamo per ultimo, che Anna Perenna fu venerata come una Dea, e che a di lei onore si ce
il medesimo comparve alla luce dopo la morte di suo padre, così egli fu anche socrannominato Postumo (d). (f). Tit. Liv
Joh. Jacob. Hofman. Lex. Univ. (1). Il primo marito di Clitennestra fu Tantalo, figlio di Tieste, e ultimo nipote di Tan
er lungo tempo portati quà e là per ignoti mari. Uno di questi ultimi fu anche Agapenore. Egli da una procella fu gettato
i mari. Uno di questi ultimi fu anche Agapenore. Egli da una procella fu gettato sulle coste di Cipro ; e costretto dalla
Troja, senzachè avesse vendicata la morte di Ajace, suo fratello, non fu accolto dal padre. Si ritirò quindi in Cipro, ove
ia (b), soggiunge, che Teucro ritornò alla sua nuova Salamina. Allora fu , che vi eresse al dire di Lattanzio un tempio a G
baro sacrifizio. Così fece Euripilo ; e lasciatosi in balia de’venti, fu portato alla costa di Patrasso. V’osservò, che al
reci. Egli la impiegò al servigio della sua mensa (d). (7). Idomeneo fu figliuolo di Deucalione, re di Creta. Egli condus
io di Esieta, e genero d’Anchise(e). Ritornando dall’assedio di Troja fu colto da sì fiera burrasca, che stette per naufra
da’Stenele, e da Menezio, figlio d’Attore, per cui lo stesso Patroclo fu soprannominato Attoride(b). Non istette sempre ap
tri vogliono, Eante, figlio di Anfidamante, mentre giuocava seco lui, fu costretto a trasferirsi appresso Peleo, suo paren
to delle marche bianche. Tutto ciò esattamente viddesi verificato ; e fu allora, che Calcante morì di tristezza(b). Questi
’altro piccolo tempio di Podalirio, figlio di Esculapio(c). Mopso poi fu annoverato tra’Semidei, ed ebbe tempio e oracolo
siasi sparso il di lei sangue sull’ara(a). Stesicore finalmente, che fu uno de’più antichi e celebri Poeti Lirici, raccon
l sonno. Andava intanto muovendosi da Tenedo la Greca armata ; e come fu vicina a’ Trojani lidi, il regio legno dall’alto
. E siccome tal’animale chiamasi da’ Greci ega, così a quel fanciullo fu imposto il nome di Egisto (b). (a). Hyg. fab. 1
(a). Iliad. l. 2. (a). Paus. l. 1. (1). Altri dicono, che Oreste fu spedito appresso Strofio dalla sua nutrice, detta
Declaustre Diction. Mythol. (3). Dionisiocle riferisce, che Oreste fu accusato dinanzi all’ Areopago da Tindaro, padre
orico crede che fossero la stessa cosa che le Furie ; e racconta, che fu quello il luogo, ove Oreste, dopo d’aver ucciso l
oncato colà un dito della mano co’denti (a). (5). La statua di Diana fu collocata nel bosco d’Aricia, e venne soprannomin
minata da’ Greci Ligodesmo (b), e da’ Latini Fascelide, perchè quando fu rapita, venne nascosta tra un fascio di legna (c)
ravi un’antica statua di Diana, la quale credevasi essere quella, che fu rapita da Oreste. In quel tempio si celebrava ogn
da quella si facevano uscire, erano in luogo di sacrifizio. Ifigenia fu la sacerdotessa di quel tempio, e dopo morte viri
gl’inutili alla navigazione(a). (2). Elena dopo la morte di Menelao fu scacciata da Sparta, e dovette andarsene appresso
ò ne’boschi, ove visse di rapine. Ella correva con somma rapidità, nè fu presa che colle reti(a). Ritornando a Neottolemo,
a andato in Delfo. Ella era per eseguire il suo progetto, allorchè ne fu impedita, altri dicono, dal popolo, altri, da Pel
mpio di quel Nume, ma in vece restò egli ivi ucciso(c). Con tutto ciò fu poscia onorato in quell’Isola come un Eroe, e gli
ri, cotrispondente a quella delle predette formiche. Il re finalmente fu esandino, e i veduti animaletti si convertirono i
detto fiultro(c). (e). Id. Iliad. l. 16. (6). Telefo, appena nato, fu esposto sul monte Partenio nell’Arcadia, e là ven
Pausania dice, che Auge, rinchiusa col figlio, Telefo, in una cesta, fu gettata da Nauplio in mare, e che venne raccolta,
Id. Iliad. l. 21. (c). Joh. Jacoh. Hofman. Lex. Univ. (11). Tene fu gettato dal padre in mare. I flutti lo portarono
aveano contribuito per riavere il corpo d’Ettore(c). (14). Antiloco fu figliuolo di Nestore e di Euridice(d). Igino racc
uolo di Nestore e di Euridice(d). Igino racconta, ch’egli appena nato fu esposto sul monte Ida, e che venne allattato da u
per mano di Ettore, figlio di Priamo(b). Senofonte dice, che Antiloco fu soprannominato Filopatore, ossia amatore di suo p
o a colui, che avesse sorpassato gli altri nella corsa ; ed Ulisse ne fu il vittorioso. (e). Hyg. fab. 78. (5). Virgili
dicemmo, nell’Isola di Lenno(b). Altri dicono, che la predetta piaga fu un effetto del morso di un serpente, mandato da G
dice, che Polimela, figlia d’ Eolo, cui Ulisse aveva preso ad amare, fu sì sensibile alla partenza del suo amante, che no
le cangiò in que’mostri, perchè non difesero la di lei figlia, quando fu sorpresa da Plutone(a). (14). Le Sirene, dispera
nti diPenelope cospirarono contro la di lui vita. Capo della congiura fu Antinoo, figlio d’ Eupiteo. Anfinomo però dissuas
ella di notte disfaceva quel ch’era andata facendo il giorno. Al fine fu tradita da una sna schiava, e obbligata a ultimar
damante nacque la stessa notte, in cui venne al mondo anche Ettore, e fu dopo di lui il più valoroso difensore della sua p
, che le onde non ne portarono colà se non lò scudo. La tomba d’Ajace fu una di quelle, che Alessandro il Grande volle ved
cque anche Filònoe, la quale per favore di Diana divenne immortale, e fu una delle di lei compagne(a). (a). Nat. Com. My
2). Colui, che manifestò a Castore e a Polluce, dov’ Elena trovavasi, fu un Eroe Ateniese, chiamato Academo. Egli diede il
(c). Nat. Com. Mythol. l. 7. (5). Leggesi che il corpo di Mirtilo fu spinto da’flutti sulle rive de’ Feneati, i quali
nnui sacrifizj(c). Igino poi(d) e Servio(e) soggiungono, che Mirtillo fu collocato tra gli Astri in considerazione di Merc
e. (d). Eurip. in Orest. (6). V’è chi dice, che il mentovato mare fu detto Mirtoo non da Mirtilo, ma da una giovine, c
tta Arpalice, allusiva alla morte di quella giovine(a). (8). Alcatoo fu preso in sospetto, che avesse avato parte nell’om
da’ Greci, qualora eglino non avessero avuto uno de’ di lui ossi. Ne fu incaricato Filottete, il quale lotrovò in Pisa, o
discendenti avessero il privilegio di conservare quell’osso, il quale fu poi dedicato a Cerere(a). (b). Id. Ibid. (c).
i quelli(f). (d). Hyg. fah. 66. 67 (5). Apollodoro dice, che Edipo fu scacciato di Tebe dagli stessi suoi figliuoli, Et
e, e da Peribea, detta da altri Altea(b). Egli commise un omicidio, e fu quindi costretto di ritirarsi in Argo appresso Ad
n figlio, di nome Diomede. Anche questi al tempo della guerra Trojana fu considerato il più valoroso guerriero dopo Achill
l tentativo, erasi coperto tutto il corpo d’una pelle di lupo. Quando fu vicino a’ Greci imitò la maniera del camminare di
Trojani, perchè sperava di salvare così la propria vita, ma tuttavia fu fatto morire(a). Ritornando a Diomede, dicesi ch’
e un empio, che avesse provocato contro di se lo sdegno del Cielo ; e fu abbruciato sopra un rogo, separatò da quello, deg
e degli altri Greci si precipitò sopra di quello(e). (4). Anfiatao fu figliuolo d’Ecleo e d’Ipermnestra(f). Altri dicon
o vivo col suo carro, e con Batone, suo cocchiere(d). Egli dopo morte fu ascritto tra’ Semidei(e). Pausania dice, che fu v
e(d). Egli dopo morte fu ascritto tra’ Semidei(e). Pausania dice, che fu venerato come un Nume, e che gli Oropj nell’ Atti
o tempio e una statua di marmo.(f). Ebbe altresì un Oracolo, il quale fu in grande estimazione, ed era annoverato tra’ pri
della guerra, ed a servire uolmente alla patria(d). (6). Partenopeo fu figliuolo di Meleagro e di Atalanta. Altri lo fan
consisistevano in combattimenti equestri. Col progresso del tempo vi fu introdetto ogni altro esercizio ginnastico(c). Po
essa sua vita la salvezza della patria(b). L’eroica azione di Meneceo fu imitata da Androclea, ed Eraclea, figlinole di An
10 (1880) Lezioni di mitologia
l’amore di questi studj io avrei fatto di più » 2. Veramente unanime fu l’ammirazione per le versioni del Niccolini, loda
i tutte le genti che agli astri, e specialmente al sole ed alla luna, fu tributato il primo omaggio dell’uman genere dispe
agure avvilito, così il mondo divise, che ogni bisogno ebbe un dio, e fu facile allora agli istitutori dei popoli idolatri
asi dimenticato la difficoltà dell’impresa a che accinto mi sono. Non fu mai maggiore l’opportunità di ripetere col divino
più celebrati antichi poemi. Il lungo viaggio degli Argonauti di cui fu prezzo il vello d’oro conquistato da Giasone, che
uomini, e a quante carte, a quante statue, a quante pitture atlìdata fu la t’ama di quelli ho pugnarono e cadiloro sotto
l’altezza di Troia convertita in cenere e caverne. Nè senza vendetta fu il pianto dell’Asia. Gli scogli Cafarei ruppero l
oto descritto. Omorca, che signoreggiava l’universo, narra lo stesso, fu da Belo divisa in due parti: con una di queste fo
o, ed un turbato caos di folte tenebre ingombro. Ciò per molti secoli fu infinito: ma lo spirito s’innamorò dei suoi princ
o s’innamorò dei suoi principj, si mi schiò con essi, e questa misura fu Desiderio chiamata. Di qui cominciò l’universo: m
si riempì di luce; dal calore furono generati i venti e le nubi onde fu innondata la terra. Le acque separate dal calore
Cesarea. Forse questa cosmogonia a tanto sospetto soggiacque, perchè fu derivata da quella di Thoth, che fu pure agli Egi
tanto sospetto soggiacque, perchè fu derivata da quella di Thoth, che fu pure agli Egiziani comune, dei quali Diodoro Sicu
avasi al letto materno, gli fé’ colla falce quell’ingiuria che in lui fu ripetuta da Giove suo figlio. Dal sangue che piov
ia, pure da Tifone ebbe Orco, Cerbero, l’Idra Lernea, la Chimera, che fu uccisa da Bellerofonte, e la Sfinge onde tanto in
Sfinge onde tanto in Tebe si pianse, e il Leone Nemeo, che da Ercole fu ucciso. Ceto generò pure da Forci il Drago custod
l sepolcro del padre degli uomini e degli Dei. Giove, essendo adulto, fu grato alla Terra, liberando i Ciclopi, i quali gl
le tre Grazie: Talia, Eufrosine ed Aglaia; da Cerere, Proserpina, che fu da Plutone rapita, da Mnemosine le Nove Muse, da
questa dicevasi tempio: però Lucrezio dice i templi del cielo; quindi fu comune questa denominazione a tutti i luoghi dest
spiazione offerta a Patroclo da Achille per dolore forsennato. Usanza fu degli antichi pianger gli estinti parenti per tre
fa destinata a questo uso, ed è celebre l’altare che a Giove Olimpio fu eretto da Ercole Ideo in faccia al Pelopio ed al
feti, alla pena dei prevaricatori, allo zelo dei giusti. Però Ezechia fu lodato perchè fé’ dissipare le altezze, romper le
gonauti vollero sul lido del mar risonante erger un altare ad Apollo, fu loro prima cura di elevarlo eccessivamente, come
ro altezza, troviamo fatta menzione nell’antichità: la prima, elevata fu per onorar Giove in Olimpia; la seconda edificò E
cento, e non sentì le diece. » Quest’ara, opera di quelle mani onde fu la terra vendicata e difesa, era in Roma nel Foro
forze del mio ingegno il permettevano, vi racconterà il secondo, che fu di doppio dolore cagione ad Ecuba, al pari d’Ilio
alor, dicea piangendo: Mai questa torre Ettore mio non guarda! Ma già fu gloria degl’iliachi muri, Ora è dirupo. Lo circon
posta nel numero delle sue Metamorfosi. Antonino Liberale riporta che fu cangiata in una specie di Genio immortale, e che
ialmente da Stesicoro, la quale narra che una donzella di questo nome fu in Aulide sagrificata, ma che di Teseo, e non di
elta. Un’altra Ifigenia macchiar deve la riva. D’Elena è figlia, e ne fu Teseo il padre Quando placò con imeneo segreto I
concedere precedenza ad un paese anziché ad un altro. Dopo che Iddio fu dimenticato dai potenti felici, il bisogno dei nu
sania vide questi informi sassi in Fera città dell’Arcadia. Altro non fu la Giunone di Tespi, la Diana d’Icaro: colonne er
più eh’ a privato non convenivasi; poiché, appena partì colla flotta, fu accusato e coU’esiglio punito. Ma di tutte le tes
lotta, fu accusato e coU’esiglio punito. Ma di tutte le teste rimaste fu modello il volto di Alcibiade; al che allude l’el
di creta, e non violato ancora dall’oro. Marco Acilio duumviro romano fu il primo ad indorare la prima statua in Italia, e
se allora che a Memfi vide il tempio di Vulcano. Però quando l’Egitto fu conquistato da Alessandro, retto quindi dai Tolom
omei, imitarono i greci costumi nel rappresentare la divinità; il che fu loro di doppio vantaggio cagione, giacché del vin
brei, varcato l’Eritreo, si accamparono. Pei Greci la selva di Dodona fu solenne oggetto di venerazione; trentadue boschi
restava ai rami. Tagliarli intieramente era sacrilegio: pure concesso fu diradarli, propiziando con sacrifizio al nume del
ti ebbero presso gli antichi questo nome, sia che la patria dei sommi fu sempre di dubbi e di contrasto argomento. Creta,
, questo vanto si arroga; e l’antro del monte Ditteo ferace di querci fu della puerizia di lui testimone famoso. Si oppong
i Greci chiesero fine alle morti dalla peste e dalla fame cagionate, fu loro risposto che cesserebbero quando l’ossa di E
si trova espressa in un’ara grande, scolpita nelle quattro faccio che fu trovata in Albano, e che il celebre Gori fece inc
ra Olenia dei Classici, perchè presso una città di Beozia detta Oleno fu nutrita. Una medaglia battuta in onore di Antonin
ortato da questo animale. Virgilio nelle Georgiche dice che dalle Api fu pasciuto di miele nell’antro Ditteo Giove, che in
a vendetta: tolse a Saturno il mezzo di generare altri figli. Drepano fu chiamato Corcira dalla falce ministra di quell’in
chiome: sii tale come quando cantasti lodi a Giove vincitore dopo che fu posto in fuga Saturno. » Ma col regno di Giove ve
la terra contaminata, nuove strade furono aperte alla morte. Nè Giove fu sicuro fra tanti iniqui dopo aver dato l’esempio
me. Ma non rispose l’evento all’ardire ed alla forza; poiché da Giove fu superato, e sotto l’Etna sepolto; ove, al dir dei
e, fa crollar le caverne di Vulcano e cadere gli stessi fulmini, onde fu vinto, dall’incude dei Ciclopi. Aveva lo stesso g
ni umane, mostrando ai mortali le ghiande della querce che perciò gli fu sacra, e divise l’universo trionfato con Plutone
Lattanzio spiega questa favola istoricamente, asserendo che l’oriente fu di Giove, l’occidente di Plutone, e le regioni ma
occidente di Plutone, e le regioni marittime di Nettuno. Non ostante, fu opinione degli antichi che il potere di Giove non
gire l’imminente fortuna, ignorando che fra le cure dei vincitori non fu mai la riverenza dei numi. In qualunque maniera s
ue maniera succedesse la divisione dell’universo, Giove, dopo questa, fu tranquillo. Ozio beato regnò nell’Olimpo, e coll’
figlia Dicendo: Io le dièi vita, e questo suolo Pargoletta toccava, e fu nutrita Soavemente. Con le forti palme L’altra in
invadeva il delicato collo. Gridando: Europa è dell’Egioco Giove: Mi fu promessa, ed è fatato il dono. Sorse tremante dal
llo letto La sicura quiete? e chi dei numi La vision m’offerse, e chi fu quella Straniera? oh come amor di lei mi prese !
eo canestro Opra del dio Vulcano: in dono il diede A Libia allora che fu sposa al nume Scotitor della terra: ella alla nuo
mosa a figli illustri, Scettrati regi all’universo intero. — Disse, e fu fatto, che di Giove i detti Son fato. Apparve Cre
sul colle già detto Tronace, che Coccige quindi, con greco vocabolo, fu per tal motivo chiamato. Tempesta, comandata dal
ehbe da lei Minosse e Radamanto. Fra le amanti di Giove infelicissima fu Antiope, argomento dei tragici incolti versi di P
i di Pacuvio. Costei, fìgha di Nitteo e moglie di Lieo re dei Tebani, fu violata da Giove mutato in Satiro. Il marito, cui
i d’Ercole è Bacco, che empì l’ Oriente e 1’ Occidente di sua fama, e fu causa d’invidia e di conquiste ad Alessandro. A q
elizia degli uomini, oblio sicuro delle mortali sciagure. E Giove non fu meno ambizioso che lascivo, poiché, come. Lattanz
gli diedero, i quali influirono tanto nelle varie maniere colle quali fu dagli antichi rappresentato. Udite intanto come v
iro lo accrebbero; la gloria di compirlo e di consacrarlo toccò, come fu detto sopra, ad Adriano. La costruzione e gli orn
rofei riportati dagli abitanti d’Elide sopra i Pisani. Libone Eleo ne fu l’architetto. L’ordine era dorico: colonne ne cir
e le imprese di Ercole contro Diomede e Gerione ed altri mostri, onde fu la terra vendicata e difesa. Sotto due loggie sos
Basterà dirne che dagli antichi, nel loro entusiasmo, questo edifizio fu chiamato Cielo. Udite da Ovidio, nell’insigne tra
ier desto di sapere agogna, E il pastor prega che voglia contare Come fu ritrovata la sampogna, Che sì soavemente ei sa so
icciol ritorna, Il volto è più che mai giocondo e grato E tornata che fu l’umana faccia, I pie dinanzi suoi si fer due bra
i di Giove. I nomi che diedero a Giove le nazioni, presso le quali fu adorato, sono di non lieve importanza nella Mitol
ata Lezione, contribuirono non poco sulle maniere diverse nelle quali fu rappresentato; in che’ gran parte ebbero ancora i
famosi cognomi dati al figlio di Saturno. Padre, Re, Ottimo, Massimo, fu da tutti chiamato, poiché nella religione pagana
l celebrato Giove Capitolino, cui doni mandava il mondo soggetto, che fu venerato in molte greche città, e specialmente in
delle immagini primeggia fra tutti i poeti. Fulminatore e Folgoratore fu appellato, essendo il fulmine l’arme del Saturnio
monj delle sue promesse Giove e gli Dei spergiurati. Di Giove Pistore fu l’ara nel Campidoglio, perche ai Romani assediati
di Giove Pistore. Pistio dai Greci, Fidio, Santo e Sango dai Romani, fu nominato Giove, e sopra un marmo dice averlo così
ida erba non prega il Pluvio Giove. » Elicio, dal chiamare i fulmini, fu detto il Giove dell’Aventino: questa scienza fu p
l chiamare i fulmini, fu detto il Giove dell’Aventino: questa scienza fu posseduta, secondo gli storici, da Numa; e Dutens
adorazioni dai Romani; e da Agrippa, al dir di Plinio, il Panteon gli fu consacrato. Museo disse: « Ha Giove occhi vendica
ol diletto. Assai di Giove Olimpico. Da Ida, e Ditte, monti di Creta, fu nominato Ideo, Ditteo. Egioco, secondo alcuni, si
gi Pausania, che lasciò scritto che Priamo davanti a questo simulacro fu ucciso da Pirro, immemore della pietà paterna. Fu
e delle città, Atene ingegnosa, Panellenio, o comune a tutti i Greci, fu cognominato, e famoso tempio gli edificò Adriano.
icò Adriano. Sotto il nome di Aratrio lo adorarono i Fenici i. Ammone fu detto nell’Affrica dall’arena, ed è noto che avea
le alte parole e degne d’un nume che rispose a Labieno Catone, quando fu pregato di interrogarne l’oracolo sugli eventi fu
do fu pregato di interrogarne l’oracolo sugli eventi futuri. Assabino fu detto Giove dagli Arabi; Ermontide dagli Egiziani
agli Arabi; Ermontide dagli Egiziani dalla città di Ermonto. Con Belo fu confuso dagli Assiri, benché sia più probabile ch
Fu disegnata dal celebre LeBrun fra i più bei monumenti di Roma, e ne fu disotterrata una copia in piccolo, presso Corinto
letto in questo modo ascese Chi le fiamme ingannar tentò di Vesta. E fu data la morte al tradimento. Properzio , Elegi
inti minacciavano dalle ruine. La cura di educare la divina fanciulla fu affidata ad Eubea, Prosimna ed Acrea, figliuole d
Pausania, che nell arcadico sembra contradirsi, dicendo che da Temeno fu educata. Ole antichissimo poeta, attribuì questa
iunone andando a visitare Teti, l’Oceano dice che nelle loro case già fu da essi beatamente nutrita. In questa diversità d
ice, quantunque esercitato in mille imprese dall’odio della matrigna, fu debitore dell’immortalità all’inimicizia famosa.
la riconosciuta per una statua, terminò col riso l’ordita frode, e ne fu frutto la desiderata riconciliazione. La gelosia
gigli già crocei il colore. Ercole adulto ferì lo stesso seno da cui fu nutrito, come Omero nel quinto libro dell’Iliade
secondo, perchè nacque, al dir dei Mitologi, dalla morte di Argo, cui fu inutile la vigilia dei cento lumi coi quali custo
custodiva la misera Io. Una delle più grandi disavventure di Giunone fu l’essere sospesa alla volta dell’etere dal prepot
e lo accennò VirgiHo quando dalla dea, pietosa per la misera Didone, fu inviata a troncarle il crine, fatale indugio alla
he intorno a Giunone immaginato fa dai poeti e dai teologi, dai quali fu coll’aria confusa. I simboli co’ quali effigiavas
dei contorni, la bellezza e la maestà de’ grandi occhi, onde Giunone fu appellata βοωπις, occhi di bue, l’eleganza e la g
la provenienza della statua da tempi remoti. Ci é soltanto noto, che fu nel passato secolo, cioè nel 600, disotterrata so
uta esprimere il ritratto di Livia, col nome di questa prima Augusta, fu contradistinta, non riflettendosi che la bellezza
e risplende, e tutto M’empie lo spirto e ‘1 cor: No dea, no donna Non fu giammai, che con sì cara e degna Seduzion mi risv
che di tiranni e mostri Purgar cittadi e disertar foreste. Ma ciò già fu ; te mia compagna e sposa Volle il destin: sopra o
rappresentata. Lucina, quantunque questo nome a Diana pur competesse, fu chiamata per diverse ragioni, fra le quali la più
esso nome, sorgeva in Ardea, perchè accenna l’epoca in cui la pittura fu conosciuta nel Lazio mercè di Marco Ludio oriundo
ll’impero romano. Tutte le Calende erano sacre a Giunone; onde ancora fu detta Calendare, e il pontefice massimonella curi
de’ suoi figli fosse della sacrilega rapina punito. Giunone Caprivora fu adorata dai Lacedemoni, e Pausania vuole che l’us
, volle onorare la dea, che favorevole gli era stata. Samia ed Argiva fu detta dalle due greche città, che vi accennai dis
ero romano. Adornava forse in Lorio un sùburbano imperiale, nel quale fu educato e morì- Antonino Pio. » Giunone lattant
va anch’essa avere una prole che fosse sua unicamente, doride o Flora fu quella che trovò il mezzo di appagarla presentand
ampi olenii di Acaia, che col solo contatto la rese feconda. La prole fu Marte, il fiore, secondo Servio, era di gramigna.
ò: lo vieta Il rossore che grazie accrebbe al volto, Onde a mia madre fu genero un dio. Primavera fìoria: nei verdi prati
rbe novelle: io fuggo, e già mi segue, Mi raggiunge; io contrasto, ei fu più forte; Che dato avea della rapina il dritto A
cò: Steril giovenca Tocca, e madre sarà. Lodò l’evento La promessa, e fu madre: e quindi io svelsi Lo stabil fiore con la
fosse commessa, altri a Giunone. Sapendo che l’ infanzia dei potenti fu sempre miracolosa, sono contento d’ indicare e no
comporre questa lite; e seguendo l’ istoria del nume, dirò che adulto fu alleato a Giove nelle guerre, le quali ebbe dopo
dulto fu alleato a Giove nelle guerre, le quali ebbe dopo che Saturno fu balzato dal trono. Il felice evento di queste, pe
a di lui ha soggiogate le favole col vero, ne avverta che questa fama fu sparsa accortamente da Piteo, avolo materno dell’
nete loro il tridente. Nonostante i Tragici, dai quali colle finzioni fu violata l’antica semplicità mitologica, finsero c
Teseo, mandasse quella foca, o mostro marino, onde il misero Ippolito fu trascinato dai cavalli che avea colle proprie man
co, Anteo, Albione e mille altri, dei quali la fama è men chiara. Non fu questo dio esente dall’ambizione, giacché congiur
hé congiurò con gli altri per legar Giove, che fatto accorto da Teti, fu contento di punire la ribellione in Apollo e Nett
a vasta bocca vomitate. A questa, per allontanare lo sdegno del nume, fu offerta Esione, cara a Laomedonte sopra l’altre f
un toro. Minerva inventò il modo di costruire una casa, e da Vulcano fu l’uomo composto. Un’altra volta ebbe gara con Min
dono dell’oliva oppose il destriero, ch’egli il primo nel luogo, ove fu poi eretta l’Academia, domò, come Sofocle accenna
menti Sesostri, che regnò nell’Egitto dopo Oro, che d’Iside e Osiride fu figlio. Eccovi esposto quello che intorno alle ge
vibra triplice scutica, e colla destra elevato tiene il tridente. Re fu detto dai Trezenii, perchè unitamente a Minerva P
etto dai Trezenii, perchè unitamente a Minerva Poliade, o Urbana, gli fu da Giove assegnato il dominio della loro regione.
na, gli fu da Giove assegnato il dominio della loro regione. Aluchete fu detto, dal suono del mare imitatore del muggito,
Giunone, inondò un campo argivo; dove poi, come Pausania avverte, gli fu edificato un tempio. Un promontorio della Laconia
gì’ Iloti. Dal celebre edifizio che sacro gli era in Tenedo, Tenedio fu detto. Elitio lo chiamarono in Lesbo ed in Eubea.
che Trofonio: il terzo dal Nilo; del quarto s’ignorano i genitori, ma fu anch’ egli adorato dagli egiziani, e gli attribui
, o chi sia l’autore degli Inni, narra che appena dalla ricciuta Maia fu partorito, abbandonò la culla. Nato nella mattina
l tartaro caliginoso e le invincibili tenebre della morte. L’infanzia fu la scusa e la risposta di Mercurio, che dopo molt
parean di nuovo confondersi, e risentire l’antico amore. Questo canto fu pegno di pace fra gli Dei: il re delle Muse impar
bbe 1’ annoverarli tutti. Aggiungerò alcune delle maniere nelle quali fu Mercurio rappresentato, e la descrizione di due s
gallo presso gii ponevano. Nella via Lechea, che conduceva a Corinto, fu effigiato in bronzo, con un ariete accanto, perch
le opere degli antichi. Adornava il Foro di Preneste, nelle cui ruine fu dissotterrato, e deve dirsi perciò Mer curio Agor
nevi e per gel canuto e curvo E da fiumi rigato. In questo monte. Che fu padre di Maia, avo di lui, Primamente fermossi: i
e dei comandi paterni. Messaggiero e banditore dei numi Mercurio pure fu detto, e per tanto ufficio attribuito gli fu il c
e dei numi Mercurio pure fu detto, e per tanto ufficio attribuito gli fu il caduceo, che come segno di pace scolpito si mi
prima semplicità della favola, nell’Inno attribuitogli narra che gli fu data l’aurea verga in cambio della lira da Apollo
costume formata fu- dal dio la rozzezza dei primi mortali. Vergadoro fu il nipote d’Atlante pure cognominato per questo s
per questo segno, che era con molto artifizio composto; perchè aureo fu detto ancora dagli antichi quello che era bello,
curezza delle case allontanando i ladri, dai quali era venerato. Thot fu Mercurio nominato dagli Alessandrini, Taaut da’ F
mercio fra la terra e l’averno. — Crioforo, o {portatore dell’Ariete, fu detto Mercurio, perchè presso i Tanagrj vi era un
ortando intorno alle mura sugli omeri il mentovato animale. Nonacrite fu nominato da Nonacrizia città dell’Arcadia, e Melo
ma brandisce. » Eccovi ordita la serie dei diversi cognomi, coi quali fu dai Pagani distinto Mercurio, a cui come suo mini
ianello che davasi, ai tempi del Nardini, al sito dell’Esquilino dove fu scoperto questo bel marmo, e ch’egli sospetta ess
lla curva lira, Al faretrato iddio dono maggiore Della minaccia, onde fu pegno l’ira D’eterno amore: A te fanciullo del r
Apollo, benché dio, soggiacque a molte sventure: onde veruno dei numi fu di esso più compassionevole, avendo fatto degli u
nalmente l’ospite divino, e nacque fra loro non volgare amicizia, cui fu debitore il primo d’infiniti benefizii, onde nell
i il nume, che in altre opere servili domò la divina alterezza perchè fu aiutatore di Alcatoo per edificare l’ inestricabi
Infatti nella passata Lezione vi feci osservare che questo ritrovato fu pure a Mercurio attribuito: conciliano alcuni que
concedendo la lira al figlio di Maia, ad Apollo la cetra. Il nume non fu nell’amore felice, benché fra gli immortali belli
lui cotanto Potea l’amor del giovinetto Admeto: — Io Peane, diciam — fu l’inno primo Che sonava per Delfo, allorché Apoll
rendeva le sue risposte, e che Dafne, una delle ninfe della montagna fu scelta dalla dea onde vi presedesse. I Greci hann
no a predire il futuro. Ma Femonoe divenne allora molto celebre: ella fu la prima interprete del dio, e lo fé’ parlare pur
ricarono un’altra colla cera e colle loro proprie ali, e che la prima fu agli Iperborei mandata da Apollo. Ma secondo un’a
ta da Apollo. Ma secondo un’altra tradizione, questa seconda cappella fu edificata da uno di Delfo chiamato Ptera, che col
lle Sirene. « Vi è discordia sulla maniera, nella quale questo tempio fu distrutto. Alcuni dicono che dall’ aperta terra f
uale questo tempio fu distrutto. Alcuni dicono che dall’ aperta terra fu inghiottito; altri che si fuse il rame onde era c
i fuse il rame onde era composto. Che che ne sia, il tempio di Apollo fu rifatto di pietra la quarta volta da Agamede e da
he Castalio, figlio della Terra, ehhe una fanciulla chiamata Tia, che fu la prima insignita del sacerdozio di Bacco, e cel
privi di tomba, avvelenavano l’aria dell’isola. « I poeti dicono che fu da Apollo ucciso un drago, cui la sicurezza dei s
questo avvenimento sarà celebre eternamente. — « Il tempio di Apollo fu dunque esposto fino dal suo principio alle intrap
ll’inno in onor del nume. Nella prima celebrazione Crisotemi di Creta fu vincitore: egli era figlio di quel Carmanore che
rsi a disputare la palma dei giuochi Pitici. Si racconta che Eleutero fu dichiarato vincitore per la sua bella e sonora vo
tare il suono colla voce. « Nella XLVIII olimpiade Glaucia di Crotone fu proclamato vincitore in Olimpia. Il terzo anno di
i stessi giuochi, li stessi combattimenti che in Olimpia: la quadriga fu solamente eccettuata. I fanciulli per una legge e
lo stadio ripetuto; ma nella Pitiade successiva si abolì il premio, e fu stabilito che non vi sarebbero che delle corone p
enuto da un drago di bronzo. Il serpente rimane ancora: ma il tripode fu rubato dai generali dell’armata focose. « L’ascia
pode fu rubato dai generali dell’armata focose. « L’ascia che si vede fu offerta da Periclito figlio di Eutimaco. Ecco que
di Clizio e sorella di quel Caletore che, secondo Omero nell’Iliade, fu ucciso da Aiace, mentre voleva bruciare la nave d
per loro ventura, arrivarono a Leucofri, che dal nome di Tene Tenedo fu detta. Qualche tempo dopo. Cigno scopre la menzog
dipinge nel suo poema sul sacco di Troia, poiché dice che il medesimo fu ferito da Admeto argivo, nel combattimento che i
timento che i Troiani sostennero nella notte stessa che la città loro fu presa. Dopo lui é Licomede figlio di Creonte, fer
o di Creonte, ferito nel pugno, come il mentovato poeta narra ch’egli fu da Agenore. Polignoto avea dunque lette le poesie
stessa le si chiuse: alfine Dielle l’errante Delo instabil suolo. Qui fu madre di due figli, che sono Settima parte della
pollo è il nume, e il simbolo la serpe. « Questa incomparabile figura fu ritrovata a Capo d’Anzo fra le ruine di quell’ant
o e sacro, mi fa pensare che non fossero poi trasportati ad Anzo dove fu scoperta questa insigne scultura. « Più facilment
con altri attributi propri: di Apollo, rappresenta la ninfa Arge, che fu trasformata in questo animale per essersi vantata
’antichità distinse il più hello se non il più grande dei numi. Pulio fu detto, perchè autore ai mortali di salute, e Tese
Minotauro infamia di Creta. Sopra Pachino, promontorio della Sicilia, fu chiamato il nume Libico, perchè colla peste vinse
osa a Latona, gli die di Delio la volgare denominazione, ed P^pidelio fu detto il simulacro di lui, il quale, dopo che l’i
lio fu detto il simulacro di lui, il quale, dopo che l’isola predetta fu da un Prefetto di Mitridate saccheggiata, la fort
aggior della natura. » Più incerta ancora è la ragione per cui Licio fu detto; e Pausania si contradice, perchè nel Viagg
o era al nume, forse, onde la velocità significare. Lucigenete Apollo fu chiamato da Omero, non come generato di Licia (po
requenti esempi di questo cognome si leggono in tutti i poeti. Spodio fu adorato in Tebe perchè sopra la cenere dei sacrif
tempio che aveva pure a Triopo città della Caria il dio, onde Triopo fu appellato, ed i vincitori nei giuochi che sacri g
ver coperto colle voluminose spire la terra spaventata. Cintio Apollo fu chiamato dal monte di Delo, e divise questo nome
i suoi effetti produce. Pagaseo, perchè in Pagase, ove la prima nave fu fabbricata, aveva un tempio. Clario da Claro citt
detta degli Epigoni vincitori di Tebe. Come Teossenio, cioè ospitale, fu venerato dai Pellensi nell’Acaia, e presso il tem
dell’argento. Col nome di Parrasio s’onorava Apollo in Arcadia; Agieo fu detto dalle vie, e così lo nomina Orazio in un’Od
il motivo di questo nome in Carno figliuolo di Giove e di Europa, che fu educato dal nume, altri in diversa favola che per
di argento gii diede l’epiteto di Argirotosso, e per l’arco sua arma fu chiamato Arcitenente ancora dai Latini. Musagete
di l’abbraccia e dice: Degno tu sei d’essermi figlio, e vera L’origin fu che t’additò la madre; E perchè escluda i dubbi o
gravida Latona appoggiata, avea partoriti i due numi, ai quali poscia fu consacrata nel sito stesso una selva, ove Apollo
quali Latona non era stata che una semplice nutrice. Questa opinione fu seguita da Eschilo, che chiamò Diana figlia di Ce
ana solo non mutò faccia, perchè fanciulla ancora di tre anni, quando fu posta a sedere dà Latona sui forti ginocchi di Br
orna, e voi, cani feroci. Ch’il sangue saziò del signor vostro. Colpa fu di fortuna, e non delitto: Ahi qual può nell’erro
, onde agli altri si canti. Dolica, una delle Cicladi, fra l’isole ti fu la più cara; Perga di Panfilia tra le città; Taig
nta di una montagna nel mare, e quivi balzata nelle reti ai pescatori fu da questi posta in salvo. Quindi i Cidoni chiamar
nnoverava fra le sette meraviglie del mondo. Era antichissimo, ma non fu però nel suo principio così magnifico come divenn
del celebre Scopa. L’architetto che condusse a fino questa greca mole fu Chersifrone, Ctesifone, ed è cosa mirabile che si
peraltro che la descrizione fattane da Plinio riguardi il tempio, che fu bruciato da Erostrato nella maniera che a tutti è
el monte Atos voleva fare una statua ad Alessandro. Quest’ultimo, che fu veduto da Strabene, era altrettanto vago e pieno
ruina, ed i latranti cani Sparge, disperde con obliquo morso. Inutil fu dell’Echionio braccio Lo strale, e lieve die feri
ecchia: il sangue Sul nero vello rosseggiò: più lieto Meleagro di lei fu certo: il primo Il sangue vide, e l’additava il p
to ammanto in veste negra. Quando l’autor della recente morte Noto le fu , lascia il dolore, e muta In amor di vendetta il
Favellerò dei più famosi, perchè influirono sulla maniera colla quale fu presso gli antichi rappresentata. Luna fu detta,
o sulla maniera colla quale fu presso gli antichi rappresentata. Luna fu detta, perchè non altro che questo astro reputava
parecchiata argentea biga II silenzio sedea tuo fido auriga. » Ecate fu da molti reputata lo stesso che Diana e la Luna.
era figlia di Asteria, sorella di Latona e moglie di Perseo. Titania fu cognominata Diana, perchè da uno dei Titani nata.
ttribuita da parecchi scrittori. » Illustre fra le compagne di Diana fu Calisto, ed è prezzo dell’opera riportar le avven
e saette: e può vera chiamarsi Guerriera di Diana: a lei più cara Non fu veruna fra l’eletta schiera, Che sul Menalo stanc
dea. Inventore dell’opinione che vuol Pallade nata dal capo di Giove fu Stesicoro, che volle forse con questo racconto, i
Pallade era per ferire Minerva: Giove oppose l’egida, onde spaventata fu uccisa dalla madre rivale, che afflitta quindi ne
ibuiscono tutte le glorie dell’altre, e dicono che Teducazione di lei fu subito confidata a Dedale ingegnosissima donna, c
biondo imperator delle foreste. Col titolo di Marziale, o Guerriera, fu adorata dagli antichi, ed ebbe un’ara nell’Areopa
lle spoglie di Maratona le costrussero un tempio. Ippia, od Equestre, fu detta perchè la prima inventò il cocchio con even
cri di lei, la quale per vostro vantaggio ho tradotta. Dai Lacedemoni fu cognominata Calcieca, perchè aveva presso loro un
composto. E nella nona regione di Roma antica afferma P. Vittore che fu col titolo di Calcidica venerata: anzi è parere d
conserva nonostante coli’ unito ‘convento il nome di Minerva. Minerva fu Ellolide appellata, perchè nell’incendio di Corin
a da Licurgo costrutto, cbe diede questo cognome alla dea, perchè gli fu tolto un occhio da Alcandro, giovine feroce, che
e opere antiche, eressero a Pallade i primi un simulacro, che da loro fu nominato. Rinomato presso i Danni, antichi popoli
ro fu nominato. Rinomato presso i Danni, antichi popoli della Puglia, fu il tempio di Pallade Achea, dove fama era che si
rava la ricevuta offesa: cadde atterrito in tal languore che ne perì; fu maladetta la terra ove abitava, e condannata a st
iva: intese cose Ridico intanto alle fanciulle. In Tebe Una Ninfa già fu cara fra tutte A Palla, e non potean divise un so
rio la vita al secondo Cupido; la terza, da Giove e da Dionea creata, fu moglie di Vulcano. Platone vuole che vi siano due
no amore per gli uomini fra i quali il primo (secondo l’Inno Omerico) fu Anchise. Simile nel volto agli eterni custodiva n
. Qui sciolse il cinto di Venere, giacque fra le braccia immortali, e fu concepito Enea. Ma quando di nuovo i pastori rico
provato avrebbe il fulmine di Giove e l’ira degli altri numi. Ma non fu Anchise il solo fortunato fra gli uomini pei favo
adema Venere vittrice, di cui una statua che posa un piede su un elmo fu dissotterrata nel teatro dell’antica città di Cap
on trovarsi altre dee ignude fuori che Venere, le Grazie e l’Ore, non fu già mio pensiero asserire che Venere si rappresen
tatua di questa dea, che dianzi vedevasi nel Palazzo Spada in Roma, e fu poscia trasportata in Inghilterra. Venere al bagn
i bagni che lo rendevano anticamente delizioso. Presso della medesima fu disotterrata una base antica con lettere greche c
agionamento. Il nome di Venere, come osserva Varrone in Macrobio, non fu molto antico presso i Latini. Vuol Cicerone che l
volgari voluttà presiedea. Scopa fece sedente sopra un montone, onde fu detta ancora (grec), perchè (grec) in greco si ch
il dare, o togliere l’amore. Venere Astarte, cioè l’astro di Venere, fu adorato dai Bidoni, ed è opinione di alcuni che f
ano creda che sotto questa denominazione adorassero la luna. Amatusia fu chiamata la dea da Amatunta città di Cipro, ove v
eraria, tu disprezzi armata me che quando ti vinsi ero nuda? — Venere fu cognominata ancora Morfo dagli Spartani, ed il si
icilia, sopra il quale Enea edificò un tempio alla madre. Cognominata fu pure Arginnide da Arginno fanciullo amato dal re
l fiume Cefiso vi perì; onde dal re, in memoria dell’ infelice amore, fu eretto un tempio alla dea colr indicato cognome.
tta, per esser ella nata dalle acque, cioè dalla spuma del mare, onde fu detta Afrodite. Era perciò venerata sui lidi, ed
quelli che Venere ostenta. Fu dunque ristaurata su questa idea, e le fu aggiunta la palma allusiva al suo epiteto di Vinc
vventurato marito Vulcano, che, secondo Esiodo, di Giunone e di Giove fu figlio, come ad altri piace, deve interamente il
il mentovato. Il primo dal Cielo, il secondo dal Nilo nacque, ed Opa fu detto dagli Egiziani; il terzo daMenalio generato
va i silenzi della pace celeste. Ed altrove asserisce che dalla madre fu lanciato nel mare, ove l’educò Teti, antichissima
Teti, antichissima fra le dee. A questa ingiuria dalla madre sofferta fu creduta dagli antichi, giacché Platone nel second
erva, che virilmente la giurata castità difese. Dell’inutil tentativo fu figlio Erittonio. Il Sole gli svelò l’adulterio d
rui felicità, la propria vergogna; favola del Cielo divenne, e non vi fu alcuno deg’ Immortali, che non invidiasse la sort
ulcano è indicato col martello sulle medaglie di Tessalonica. Vulcano fu l’artefice dell’infausta Pandora, del cane in bro
lie di Zeftìro vi esposi allora che questa gelosa matrona del Tonante fu l’oggetto delle mie ricerche. Ma tal finzione app
della guerra. Tero, che in greco suona lo stesso che la ferocia, gli fu nutrice, e presso barbare nazioni fu educato. 16
na lo stesso che la ferocia, gli fu nutrice, e presso barbare nazioni fu educato. 16 Coi principii della favolosa infanzi
on successo la causa della sua vita alla presenza di dodici Dei, e ne fu per comun suffragio assoluto. Omero narra varie
a si compiacesse. Varii cognomi sortì Marte dagli antichi. Dio comune fu detto; e fra i diversi motivi di questa appellazi
piace, genitrice. Il tempio di Marte Ultore, o Vendicatore, in Roma, fu dedicato da Augusto dopo la battaglia di Filippi,
azione. Conviene adesso indagare nei monumenti le maniere nelle quali fu Marte rappresentato. Marte armato di una sferza c
ntesimaprima. Cerere. Fra le figlie di Saturno e di Rea bellissima fu Cerere, onde Giove, che coi domestici stupri cerc
’ Odissea 17. Terra che tre volte avea sofferto le ferite dell’aratro fu letto agli amanti: ma il padre degli uomini, non
e biade. Altri narrano la stessa avventura di Celeo, soggiungendo che fu padre di Trittolemo, e che amendoe furono da Cere
accennate quando vi leggerò l’Inno su Cerere ad Omero attribuito, che fu scoperto dal Mattei, e dal Runchenio pubblicato.
ni confusero da principio con Rea, la Terra. Distinta da questa, ella fu nonostante chiamata la regina di tutte le cose, l
llità sul suo volto, intralciò con le spighe i capelli, e la raccolta fu sì abbondante che i granai non poterono contenerl
tre, legni, come quelle di tutte le divinità più famose. Questa forma fu conservata a Cerere sotto il nome di Paria, o Egi
ura: poi s’inalzarono fino all’idea del bello ideale. Ogni accessorio fu bandito, e non fu dato ai numi che il loro simbol
ono fino all’idea del bello ideale. Ogni accessorio fu bandito, e non fu dato ai numi che il loro simbolo principale. Cang
dato ai numi che il loro simbolo principale. Cangiò il gusto, l’unità fu in conseguenza trascurata, l’arcbitettura fu oppr
Cangiò il gusto, l’unità fu in conseguenza trascurata, l’arcbitettura fu oppressa dagli ornamenti, la scultura dagli attri
nti di Esiodo e di Omero.- Dicono essi che questo dio delle ricchezze fu il frutto degli amori di Cerere con Jasione. Gli
le spighe ed altri simboli a Cerere convenienti. Forse questa parità fu immaginata per mostrarne l’incertezza delle racco
nipote gliene fece un dono, e gli diede il cognome di Febo. — Apollo fu dunque il quarto che rispose gli oracoli, i quali
la quale suppone che Cerere divori la spalla di Pelope, alla quale ne fu sostituita un’ altra di avorio. Non è difficile c
ere. Ai primi poeti, e fra gli altri Fante, che viveva innanzi Omero, fu argomento. I pili grandi artisti, specialmente il
e). Etna al Cielo anteponi tanto si fida Nell’ingegno del loco: Un dì fu parte L’Etnea contrada degli Ausonii campi: Cangi
esta scultura destinata, come suppongo, per effigie di quella dea che fu propriamente cognominata Alma, e riconosciuta com
ci deità maggiori della religione delle genti. « Siccome il suo culto fu uno dei più universali, e per le campagne, della
Cerere per la rapita Proserpina, e i doni dell’agricoltura, dei quali fu la dea liberale in questa occasione al genere uma
il modo di conciliare questa difficoltà. Piglio adottò Ercole, e così fu iniziato ai misteri minori, che facilmente poteva
di Grecia nelle sue feste. Il sacrario, secondo Strabene e Vitruvio, fu edificato da Ittino nella foggia dorica senza col
ggiunse colonne nella fronte. Questa fabbrica però, secondo Plutarco, fu cominciata da Corebo; Fidia pose le colonne nel p
nciulli. Il sacerdote, o maestro dei misteri, come di sopra per me vi fu detto, Jerofante si chiamava, ed era delitto per
vvenire. I non iniziati erano allontanati dal tempio di Cerere; e ciò fu cagione di guerra fra Filippo e gli Ateniesi, che
rere ai profani, ed erano obbligati al segreto con giuramento. Quindi fu proscritto dagli Ateniesi Diagora Melio, e prepos
agl’imperatori cristiani, e che Valentiniano, che proibir gli voleva, fu costretto di concederne alle preghiere di un uomo
dio Cesare tentò di trasportarli presso i Romani, e la sua intenzione fu posta col tempo in effetto da Adriano. Eccovi dat
che due Veste vi siano state: una, madre" di Saturno, che Pale ancora fu detta; e Y altra figlia di lui. La somiglianza de
e, ragionerò del Caos, della Terra, e dell’Amore. Secondo Ovidio Caos fu detto l’unico aspetto di tutta la natura nell’uni
mente non le dà per consorte, ma per figlio il Cielo. Che che ne sia, fu annoverata, come Eschilo lasciò scritto, fra gli
la Terra venga qui accompagnata dai sette pianeti perchè questi, come fu credenza degli antichi, esercitavano ciascheduno
, la face a Diana, il tirso a Bacco, il tridente a Nettuno. Fanciullo fu detto e Cieco, e gli diedero per compagne l’Ebrie
ta accortezza ed artifizio poetico gli attributi d’Amore: « Chiunque fu che primo dipinse Amore fanciullo non lo giudichi
1’ altare dell’Amore con un’ iscrizione, la quale attestava che Carmo fu il primo Ateniese che consacrò un altare a questa
loro del bel marmo del Monte Pentelico. I Tespiesi narravano che loro fu tolto da Cajo imperatore dei Romani, che Claudio
da Cajo imperatore dei Romani, che Claudio lo rimandò, ed ultimamente fu di nuovo rubato da Nerone e situato in Roma, ove
ò, ed ultimamente fu di nuovo rubato da Nerone e situato in Roma, ove fu consumato dal fuoco. Il Cupido che vedovasi in Te
astri la seguono immantinente, — Le davano la biga, onde da Virgilio fu scritto: La Notte nera portata dalle bighe occupa
essa un manto volante, per indicare probabilmente che questo delitto fu commesso di notte. Sopra un altro monumento, che
posata sulla faretra, é nella galleria del Palazzo Farnese: un’altra fu dissotterrata nell’Orto Muti alle falde del Vimin
città di Beozia, che per questo solo era visitata dai forestieri; che fu tolta ai Tespiesi da Caligola e portata a Roma, d
E l’ambrosia celeste Ebe ministra Dolce a Psiche porgea. Ella bevve e fu Dea. » Savigli , Poesie. Lezione quarantesi
li non avrebbe addormentato Giove, perchè, avendolo una volta ardito, fu da lui precipitato nel mare, dove sarebbe perito,
che diede origine al celebre Ippocrene, e che inoltre poeta rinomato fu ai tempi di Augusto uno di questa famiglia, il qu
ll’uomo, e perciò sembra che li presentano. Quindi la virtù profetica fu attribuita ai serpi, alle rane, agli uccelli. « C
esimaprima. Celo, Oceano, Mnemosine, Temi ec. Secondo Esiodo, Celo fu generato dalla Terra, come r Etere e il Giorno. M
lli fece al padre con una falce adamantina quell’ingiuria, che in lui fu ripetuta da Giove, e nacquero dal sangue della pa
per quella vile venerazione che gli uomini ebbero sempre pel potere, fu col tempo, per la simiglianza del nome, adorato c
antichi. L’ Oceano, il primogenito dei figli della Terra e del Cielo, fu creduto dagli antichi genitore di tutti gli anima
, i quali nelle medaglie sono indicati colle fòrme di toro. L’ Oceano fu amico dell’ infelice Prometeo, ed oltre Teti ebbe
o Esiodo, ascendono a tremila. D’Iperione altro non è noto se non che fu padre del Sole, secondo Esiodo, come Tia ne fu ma
non è noto se non che fu padre del Sole, secondo Esiodo, come Tia ne fu madre, e Giapeto uno dei Titani, che contro Giove
nome ad una città della Cilicia. Di Mnemosine non sappiamo se non che fu madre delle Muse ed amica di Giove, che per sedur
ollo, che secondo alcuni tenne l’oracolo di Delfo pria delle Pizie, e fu il primo a servirsi dei versi esametri. Il tripod
e si applicò con tanta saviezza a render giustizia ai suoi popoli che fu considerata sempre dopo come la dea della Giustiz
Lezione quarantesimaseconda. Rea, o Cibele. Rea, secondo, Esiodo, fu figliuola del Cielo e della Terra, ed il consenso
cciolo sforzo la nave nel porto. L’idolo al suono di voci e strumenti fu lavato da sacerdoti Frigii dove l’Aimone si perde
deporre nel tempio Palatino della Vittoria. Quattordici anni dopo le fu dedicato un tempio in forma di Tolo, o cupoletta,
sta umana, videsi sopraposta a guisa di volto nella statua che ivi le fu eretta. Altro simulacro, nel modo che l’avea dipi
i patrizii e le matrone si associarono a così turpe ministero. La dea fu probabilmente scolpita da Fidia con timpani in ma
oter mutar vorrei. Come la voce alle rosate labbia D’Ati men venne, e fu dal duol dispersa, Cibele, che l’udìo, scompagna
nziosa pompa riconducevasi al tempio. Il significato di questa favola fu indagato da quelli che nel decadimento del Pagane
i dalla sua carcere giunse con una flotta da Giano in Italia, che gli fu ospite cortese. Lo dio in ricompensa gì’ insegnò
fu ospite cortese. Lo dio in ricompensa gì’ insegnò l’agricoltura, e fu tanta la gratitudine del re per questa inestimabi
fortunati. Perciò in Italia come autore di un miglior modo di vivere fu Saturno onorato con Rea, e Virgilio fé’ dire ad E
onorato con Rea, e Virgilio fé’ dire ad Evandro. « Saturno il primo fu che in queste parti Venne, dal ciel cacciato, e v
dell’invidia prodotta dal merito delle loro scoperte. Secondo Diodoro fu loro affidata l’educazione di Nettuno, e chiamati
n tanta esattezza che potreste rifarlo. Plutone, che dio dell’Inferno fu reputato dagli antichi nacque da Rea e da Saturno
dentali, che sino all’Oceano si estendevano. Altri dicono che Plutone fu il primo a far lavorare le miniere d’oro e d’arge
a scavare bene addentro la terra, e per così dire, fin nell’inferno, fu detto che Plutone abitava nel centro della terra.
, come a quel nume cui le dovizie diedero il nome, e che l’arbitro ne fu reputato, confuso perciò sovente con Pluto dio de
rranei, o infernali, che vale lo stesso. Forse per una simile ragione fu creduto Plutone il nume dei morti, essendo stato
’ ebbe un tempio in Menfi antichissimo, un altro in Racòti, luogo ove fu edificata Alessandria; che incominciò appunto da
no l’esempio d’Alessandria, e il Plutone, o Giove Dite, dei Sinopiti, fu venerato dal Paganesimo sotto il nome di Serapide
una divinità dell’Egitto, oscura fino ai tempi di Alessandro Magno, e fu ritratta in figura, attributi e ornamenti affatto
avversione che si ebbe pel dio della morte: quindi come deità nocente fu talvolta considerato, e con fuso dai Greci coir A
rame il piedistallo del nostro Plutone, si conserva pure nel Museo, e fu dissotterrato ad Ostia, dove " Winkelmann l’avea
Vi si distingue Telli ancora giovine, e Cleobea pure fanciulla. Telli fu il bisavolo del poeta Archilo co. Cleobea tiene s
na cista, eguale a quelle che sono in uso nelle feste di Cerere: ella fu la prima che trasportò dall’isola di Paro in quel
sso il re Teutra, e fra tutte le donne ch’ebbero commercio con Ercole fu quella che partorì un figlio il più somigliante a
gli altri regali gli diede un anello. Foco essendo ritornato ad Egina fu fatto uccidere da Peleo. lasco vuol veder questo
al libare a queste Dee il vino. Infatti Edipo giunto nella loro selva fu ammaestrato dao^li Ateniesi di portar acqua di fo
In vicinanza vi è un luogo chiamato Acè, cioè medicina, perchè Oreste fu guarito dai suoi furori, ed eglino vi hanno edifi
li le vide tutte nere, che alla seconda apparizione, dopo che egli si fu tagliato il dito, le vide tutte bianche, ed allor
segg. Le Parche furono tre sorelle così concordi che mai fra loro vi fu lite. Esiodo lasciò scritto nella Teogonia che Gi
che figliuola la dice di Stige e di Giove. È inutile il ridirvi come fu rapita in Sicilia; solamente aggiungerò che di qu
ora si ricordasse della madre, e della mal gustata melagrana. Caronte fu figliuolo dell’Èrebo e della Notte, secondo Esiod
pagare il nolo della barca al traghettatore dei morti. Questo prezzo fu accresciuto fino a tre dai potenti^ che si sono s
ndo Dedalo autore del laberinto venisse in Sicilia da Cocalo, che gli fu ospite liberale. Ma le di lui figlie ingannate da
ssa, e lasciò Nisa. Scilla volendolo pur seguire si gettò nel mare, e fu cangiata dagli Dei in allodola, e suo padre in is
oro delitti. Radamanto, cui la Mitologia assegna gli stessi genitori, fu anch’esso per la sua prudenza ed amore del giusto
oglie. Eaco la favola aggiunge agli altri due giudici dell’inferno, e fu anch’esso figliuolo di Giove. Al Tonante lo parto
ortali furono chiamati Mirmidoni, e ninno di voi ignorerà che di essi fu condottiero Achille, che ad Eaco fu nipote. Egli
ninno di voi ignorerà che di essi fu condottiero Achille, che ad Eaco fu nipote. Egli ebbe tre figli da due donne. Foco da
padre dell’eroe d’ Omero da Endaide figlia di Chirone. Del resto Eaco fu in tanta riputazione, che essendo tutta la Grecia
’Inferno per sottrarsi al furore dei fratelli. Favoleggiano altri che fu da Giove precipitato nell’Inferno, perchè le sue
reità, o l’innocenza degli accusati, ascriver conviene tutto ciò che fu immaginato intorno al giuramento degl’Immortali.
rata a Proserpina con una figlia di questo fiume, chiamata Minta, che fu dalla regina dell’ombre convertita in un’ erba cu
coli’ Aurora. Così in moltissime gemme antiche. Questo bel simulacro fu trovato nella Villa Adriana, mancante però di un
sempio i monumenti, e che ci accennano gli scrittori. Un’altra simile fu parimente trovata nello scavo medesimo, dai tempo
no, l’invidia non vuole darne loro tutto il merito. « Il marmo in cui fu scolpita la superba statua era stato destinato da
perfezione, colla quale aveva condotto questo inimitabile lavoro. Non fu strano il cangiamento, nè assai difficile, non av
in mano un ramo di pomi,, che alludeva alla vittoria d’Ida, e che poi fu confuso col frassino di Nemesi. Dall’altra reggev
sa, onde ritarda La meraviglia della man paterna. Poiché l’ultima man fu posta all’opra, Sulle ali doppie il facitor libra
lo; ed il trono, la più splendida, ma la men vera fra le sorti umane, fu quasi sempre prezzo di sangue o cittadino o stran
’esperienza dei secoli, che i primi re furono tutti soldati. Euripide fu tanto invaso dal potere della fortuna, da afferma
ibuito. La Fortuna ebbe attributi in parte simili a Nemesi, e con lei fu sovente confusa. In fatti in un rovescio di una m
di Bupalo aggiunse il primo le ali a Cupido e alla Vittoria: nel che fu seguito dal figliuolo, che facendo la statua dell
esso il Grutero, che venne presa da alcuni per l’Aurora. Nessuna cosa fu però più particolare alla Fortuna della ruota, es
tua, e di nasconderla sotto terra. Il simulacro però posto nel senato fu occasione di scandalo, posciachè lo stesso impera
il dominio della vita e della morte, tutto il resto delle cose umane fu permesso all’arbitrio della Fortuna. Quindi è nom
de ad un suo volere a beare le nazioni, le città, le famiglie. Bupalo fu il primo a fregiare la Fortuna Smirnea di questo
no. « Anche di un altro simbolo adornò Bupalo questo suo simulacro, e fu il polo che le pose sul capo. « Alcuni si content
idea presso gli scrittori, se non di qualche cosa di concavo, quindi fu tratta a denotare il cielo, che solido e concavo
egorica propagatrice e tutelare per undici secoli dell’Impero romano, fu quella altresì che riscosse più lungo culto fra l
i nemici. Forse la vittoria, alla quale spettava il nostro monumento, fu riportata per terra e per mare, o forse ancora il
a probabilmente di una Musa, non è la propria di questa statua che ne fu trovata mancante. Merita osservazione il volume c
comparisce arrendevole nelle pieghe e mancante d’elasticità. Infatti fu questa pianta la materia più comune dei volumi an
vino, di questo quadrupede danneggiatore delle viti. Perciò la scena fu attribuita a Bacco, ed egli stesso per la sua sov
buita a Bacco, ed egli stesso per la sua sovrintendenza alla Tragedia fu venerato in Atene col titolo di Melpomeno. Non a
a lei, tutto ciò rappresenta il modo, nel quale, ritornando da Troia, fu ricevuto da Clitennestra Agamennone, cosi ebro, c
pena si potea riconoscere. Il Commissario dell’Antichità la ravvisò e fu presentata a Pio VI. Abbattuto perciò quanto vi e
ndizio. La fabbrica al cui abbellimento erano queste statue destinate fu forse la ragione perchè si vestisse anche Urania
propriamente della Poesia, e particolarmente della poesia Epica, ende fu riputata la compagna dei re e la nudrice di Omero
mezzo talento d’oro di cui gli fece dono nei giuochi. Da lui pure gli fu annunziata la morte di Patroclo, e gli fu impedit
ei giuochi. Da lui pure gli fu annunziata la morte di Patroclo, e gli fu impedito di uccidersi sul corpo del diletto amico
hé le chiamavano Auxo ed Egemona, Pito, sia la dea della Persuasione, fu annoverata da Pausania fra le Grazie, ed Egle la
annoverata da Pausania fra le Grazie, ed Egle la più giovine di tutte fu data in moglie a Vulcano. Consentono tutti gli sc
ì care dee non doveano per certo mancar templi. Eteocle re d’Orcomene fu il primo ad erigerne ed istituire loro un culto p
i negli Dei, e sapete che il più scellerato fra gì’ imperatori romani fu ritratto nelle sembianze di Apollo. In un bel cam
iglio dell’Aurora, il quale essendo arrivato por soccorrere i Troiani fu ucciso da Achille, benché fosse di statura niente
rba che appena gli fa ombra al volto; ben ciò conviene all’età in cui fu ucciso. Voi non direte che Mennone fosse nero per
tesimasesta. Esculapio. Esculapìo, secondo la più comune opinione, fu figliuolo di Apollo e di Coronide, come attesta l
re del nume. Ella nei confini di Epidauro partorì Esculapio, il quale fu esposto in un monte, che da questo evento fu chia
torì Esculapio, il quale fu esposto in un monte, che da questo evento fu chiamato Tittione, quantunque altri rammentino ch
’opinione che il nume di poco nato guariva da ogni malat tia. Trigone fu la nutrice dello dio, ed il centauro Chìrone lo e
Esculapio sia il dio della Medicina, non perciò il primo esercizio ne fu a lui attribuito. Abbiamo osservato che fu istrui
rciò il primo esercizio ne fu a lui attribuito. Abbiamo osservato che fu istruito, secondo Pindaro, da Chirone l’inventore
e, che con lui si trova sempre unita nei monumenti, secondo alcuni ne fu figlia, e secondo altri moglie. L’eccellenza nell
avano essere stati coll’aiuto del nume guariti. Il culto di Esculapio fu portato in Asia da Epidauro, secondo riferisce Pa
citati luoghi di Pausania e Plinio si conosce: ma con verun altro non fu fatto così spesso Esculapio che con la Salute, e
cembre in un antico calendario: questo abito per una devota allegoria fu dai monaci adottato. In molte statue vedesi esser
rabia era la patria del dio, e passava almeno per essere il luogo ove fu deposto dopo la sua nascita: ciò viene attestato
te il marmo, e spirante. « Questo superbo monumento delle arti greche fu trovato mancante di tutte l’estremità: del capo,
el capo, cioè, delle braccia e delle gambe. Così mutilato com’era, ne fu ricercato il gesso per molte Collezioni, ed uno f
pio, ho detto, ciò provenisse, certo è che uno dei caratteri di Bacco fu quello di essere rappresentato di forme feminili.
i di Bacco la sua complessione feminile e donnesca; quindi finalmente fu creduto esser maschio e femina, o per dir meglio
al figlio Giove permise le celesti Rocche. Pure sempre allo dio cura fu Lenno, E non ha maggior fama Etna, ove muta Encel
a domasti. Agave? il figlio Savio, del seno tuo peso diletto! Echione fu padre a questa belva: Mira il lion eh’ io riconos
a Agave! Penteo non accusar la madre insana, Penteo, infelice: il reo fu Bacco: Agave E innocente. Che dico? ancor di sano
ti la ricevette col figlio fra le divinità del suo impero, e Leucotea fu detta la madre, Palemone il figlio. Con torva fa
esile, Pito, Poliso, e Tiona. Giunone avendole rese furiose, Mercurio fu obbligato di levar loro Bacco per confidarlo ad I
sopratutto di guardarsi dalle corna del toro. Ma questo avvertimento fu inutile ad Ampelo, quantunque Bacco avesse sempre
Non danzò mai al suono delle tibie: tutto questo lo poneva ad ira. Ah fu ben stoltezza il non avere infuriato con Bacco: M
natura piange la morte del giovinetto infelice. La morte d’ Imno non fu impunita. L’ amore scocca una freccia contro Bacc
e il loro vecchio confidente Pito. Tutti si pongono a danzare. Questo fu il primo efi’etto della loro ebrezza: in seguito
emici. Il suo trofeo Sostenne appena colla mano, e vinto In Andromeda fu . Le rupi istesse Già invidia, e chiama fortunati
e n’aveva già superate le mura. Voi avrete sentito dai poeti, ch’egli fu fulminato per avere con arroganti parole ingiuria
Ateniesi ottennero a forza per essi l’onore della sepoltura. Capaneo fu quindi portato cogli altri alla patria, ed ebbe g
ho tradotto in versi la descrizione della morte d’Erigone dopo che le fu noto il destino del padre, che in sogno le apparv
essuto insieme a scaglie di pesce, la quale forse per la similitudine fu chiamata e creduta esser veramente una pina, con
coccole, perchè fra quelle foglie l’occultarono le Ninfe, dalle quali fu educato, e inol tre la benda, che copre parte del
stofane nelle Rane è devoluto a lui. Che più? sul sepolcro di Sofocle fu posta la statua di Bacco. I Pani, come rileva il
altre incerte e discordi: fra le quali è questa dei Fauni. Fauno non fu conosciuto dai Greci: con diversità, ne parlarono
tini: fa confuso con Pan; ora guerriero, ora protettore dell’ armento fu creduto. I suoi figli sono creduti deità fatidich
bero di quella di Pane e di Sileno. Il primo in sembianze semicaprine fu comunemente effigiato: diedero al secondo una fro
edrà la somiglianza con Socrate; la quale, non solo ne’ tempi antichi fu rilevata da Aristofane maligno, ma che ha indotto
carboni accesi, alla quale avea fragili tavole sopraposte. L’infelice fu vendicato dai rimorsi, che tanto poterono in Issi
; ma questi stanco di esser clemente, lo precipitò nell’Inferno, dove fu legato ad una ruota di ferro circondata di serpen
e più fertili e feconde dei nobilissimi vini detti Biblini, pei quali fu celebre quell’isola, e che diedero occasione alla
lla passata Lezione. Il corno che ha nella sinistra 1’ altro Centauro fu costumato dagli antichi, in quella loro semplicit
i poscia ad arricchirgli e poi a fargli di metalli anche preziosi, ne fu sovente in molti bicchieri ritenuta quella figura
i può vedere dal medesimo Ateneo, dove parla dell’olmo e del rito che fu ordinato la prima volta da Tolomeo Filadelfo per
obili avanzi della Villa Adriana: la copia simile dell’ altro barbato fu nel passato secolo disotterrata nella Villa Fonse
cciatore, che vedendo Cupido per la foresta volea farne sua preda; ma fu avvertito da un vecchio che lasciasse l’inutil ca
cavallo e del cinghiale, ci fa conoscere che l’occasione della caccia fu quella che introdusse la prima 1’ uso di sedere s
l tirso e l’altro colla ferula e diademati ambedue, perchè il diadema fu invenzione di Bacco. Sostengo il primo una piccol
ini a misura che andavano ad offuscarsi le antiche tradizioni. Allora fu probabilmente che i possessori gradirono avere sc
tamente era levata in alto, appunto in quel gesto. Facil cosa adunque fu allora il confonderla coir immagine dì Sardanapal
allo scettro, colla destra alla rocca, che colle del puerperio quindi fu detta. Egli è certamente in attitudine di un qual
i tre dee assistono al parto di Giove, alla nascita di quel nume, che fu detto l’allegria de’ mortali. Ha il primo luogo L
oltanto si rilevavano, ma certo è che il culto di queste tre divinità fu congiunto, sì nei gran misteri Eleusini i primi d
tervenir Ciprigna a queste nozze, e donò alla sposa quella corona che fu poi riposta fra le stelle. Un Fauno veduto quasi
guali, I crotali, ed i cembali sonanti. Giuno ad entrambi avversa fu : l’Olimpo Fra celesti immortali entrambe accols
oi quali fugò quell’eroe gli uccelli Stinfalidi. Il comune loro culto fu ravvivato da una superstiziosa adulazione quando
i, che mi assicurò reputarlo tale anche il celebre Canova, da cui gli fu commendato come uno dei più reputati avanzi dell’
11 (1897) Mitologia classica illustrata
a degli uomini. L’ idea già appare nei primi scrittori cristiani, poi fu ripresa e svolta dai Filologi olandesi del XVII s
olta nelle fasce, una pietra, che Crono, ingannato, ingoiò. Così Zeus fu salvo; e allevato dipoi segretamente da alcune ni
tremenda lotta che doveva por fine alla sua signoria. 4. Questa lotta fu detta Titanomachia, perchè, solo alcuni dei Titan
cui li aveva condannati Urano. La guerra durò più di dieci anni, e ne fu teatro la fertile Tessaglia, avendo i Cronidi con
del Tartaro; la terra rimase neutrale. Ma il nuovo ordine di cose non fu ancora assicurato. Gea crucciata per l’ imprigion
lcaniche. I fulmini incessanti di Zeus domarono alfine il mostro, che fu gettato nel Tartaro anch’ esso; o, come posterior
fu gettato nel Tartaro anch’ esso; o, come posteriormente narravasi, fu rinchiuso nelle viscere dell’ Etna in Sicilia, do
ollero trovar somiglianze e stabilire identificazioni, al greco Crono fu fatto corrispondere Saturno, antico Dio della sem
e dell’ interno. Questo assetto diventò definitivo, e rimase fin che fu vivo il Paganesimo. Tutte le Divinità greche eran
e le debolezze e i vizi dell’ umanità. Figlio di Crono e di Rea, egli fu bambino, e debole, impotente come tutti i bambini
igine il culto di Era non era molto diffuso. La culla di questo culto fu la città di Argo, onde la Dea era preferibilmente
culto raggiunse il massimo sviluppo, la vera patria di Pallade Atena fu la città che ebbe nome da lei, anzi l’ intiera re
nze, come pure di tutti i lavori femminili. Una Minerva guerriera non fu pensata che tardi, per analogia d’ Atena; ad essa
di Aracne che avendo voluto competere colla Dea nell’ arte del ricamo fu da lei punita e mutata in ragno. Ben più numerose
iato anche la propria figura; il che considerato come atto di empietà fu poi cagione della condanna di lui. — Un’ altra ce
nte Tizio (Tityos), nato dalla terra, che avendo osato offendere Leto fu da Apollo ucciso; e contro il serpente Pitone (Py
e provo, fra gli altri, lo sdegno Orione che ucciso dalle sue freccie fu trasformato nella costellazione del suo nome. Qua
ppe il cacciatore Atteone, il quale per aver visto Artemide nel bagno fu trasformato in cervo e fatto sbranare dà suoi pro
e gli Sciti della Tauride onoravano una loro dea con sacrifizi umani, fu con questa confusa l’ Artemide Ortia, e ne nacque
is; un altro sul monte Algido presso Tuscolo; ma più celebre di tutti fu il tempio eretto da Servio Tullio sul Monte Avent
iana, ed era giorno festivo per gli schiavi. — Quando più tardi Diana fu confusa con Artemide, il culto di lei anche a Rom
più tardi Diana fu confusa con Artemide, il culto di lei anche a Roma fu connesso con quello di Apollo, ad es., nei ludi s
andosi nelle strade pubbliche, tagliava la testa ai viandanti, finchè fu ucciso da Eracle; e del selvaggio re tracio Diome
re tracio Diomede che pasceva i suoi cavalli con carne umana, finchè fu ucciso anch’ egli da Eracle e dato in pasto a’ su
uto nell’ isola di Lenno; i cui abitanti, i Sintii lo curarono finchè fu guarito. In questi racconti della caduta di Vulca
la protezione della Stata Mater, la madre che arresta il fuoco, a cui fu eretta una statua nel foro vicino a quella di Vul
ad annunziare alle genti la volontà di Giove o degli altri Dei. Così fu mandato alla ninfa Calipso per trasmetterle l’ or
lipso per trasmetterle l’ ordine di Zeus circa il rilascio di Ulisse; fu mandato ad Egisto per avvertirlo di non uccidere
isse; fu mandato ad Egisto per avvertirlo di non uccidere Agamennone; fu mandato ad Enea per indurlo a subita partenza da
cò con Ermes, ma si avverta che il bastone da araldo, il caduceo, non fu mai adottato dagli araldi romani, i Feciali. 5. O
fine in Attica e Beozia. Altra terra celebre per il culto di Afrodite fu l’ isola di Citera, onde essa ebbe il soprannome
e che a lei votò un tempio dopo la vittoria di Farsalo; questo tempio fu costruito con grande splendidezza e dedicato nel
ue grandi deità Venere e Roma, alle quali uno splendido tempio doppio fu eretto in Roma da Adriano. 4. Il nascimento e la
è annoverata anche la danza delle Grazie, diretta da Venere; il luogo fu già da noi citato dove si discorreva di Vulcano (
do all’ arti figurative, assai frequentemente l’ immagine di Afrodite fu presa a rappresentare dagli artisti antichi, offr
a gli altri l’ autore della statua che è detta Venere di Milo, perchè fu trovata nel 1820 nell’ isola di Milo, e che trova
ei Penati, del quali riparleremo. Ma più di tutto la Vesta dei Romani fu oggetto di venerazione come dea protettrice dello
sta. Abitavano nel così detto Atrium Vestae, di cui non molti anni fa fu ritrovato e rimesso a luce il sito preciso. Ivi s
Un antico tempio in onor di lui sorgeva sul Quirinale; il qual tempio fu rifatto nel 411 di R. (293 av. C.) da L. Papirio
presso il tempio di Quirino, sulla facciata del quale perciò appunto fu , nel 293 av. C., costrutto il primo orologio a so
a intelligente proporzione delle membra; ma soli 60 anni dopo eretta, fu distrutta da un terremoto. — Anche la caduta di F
ella sua bellezza e a baciarlo dormente. — In tempi posteriori Selene fu identificata con Artemide, con Ecate e Persefone.
il vento. Ma poichè il titano Astreo avendo combattuto contro Giove, fu relegato cogli altri nel Tartaro, dicevasi che Eo
sse scelto a sposo il bel cacciatore Orione; ma neanche questa scelta fu fortunata, perchè Orione fu ucciso dagli strali d
cciatore Orione; ma neanche questa scelta fu fortunata, perchè Orione fu ucciso dagli strali di Artemide. Allora ella spos
ò perdendo ogni bellezza e ogni attrattiva. Figlio di Titone e di Eos fu Mennone, principe degli Etiopi, quello che essend
ncipe degli Etiopi, quello che essendo venuto in soccorso dei Troiani fu ucciso da Achille. D’ allora in poi piange Eos in
esto nome non è stata mai. Bensi antica deità, venerata dagl’ Italici fu Mater Matuta, il cui nome è connesso con mane e m
(Leucothea), come il dio Portunus, venerato insieme con Mater Matuta, fu identificato con Melicerte, figlio di Leucotea. A
agione più calda dell’ anno. 3. Anche la costellazione delle Pleiadi, fu oggetto dei mitologici racconti. Essa si leva nel
non mancano località e leggende in cui si parla d’ un numero diverso) fu assegnata una provincia speciale e il patrocinio
5, 36). La Polinnia vaticana rappreseuta la Musa del Pantomimo, quale fu concepita nell’ età romana. Riproduciamo un’ altr
entarle nude. Il gruppo delle tre Grazie in grazioso abbraccio unite, fu riprodotto più volte e in più atteggiamenti diver
mpo Marzio e ivi venivasi a offrir sacrifizio tre volte l’ anno. Dopo fu eretto da Vespasiano uno splendido tempio nelle v
ta appunto due Ore con frutti varii, vegetali e animali. — Tra le Ore fu poi prediletta dagli scultori Irene che come datr
raccia e la gamba sinistra, e mancava pure della testa; quest’ ultima fu ritrovata di poi sebbene col viso tutto guasto. È
è tronca in qualche parte, ma si può completare colla immagine che ne fu riprodotta in monete locali (fig. 42); colla mano
entas avevano luogo in principio d’ anno. Un tempio particolare a lei fu dedicato nel 193 av. C. presso il Circo Massimo,
che era figlio del re Troiano Tros, e che per la sua grande bellezza fu da Giove assunto in cielo, reso immortale e adibi
ino ai più tardi tempi della poesia e dell’ arte ellenistica e romana fu predominante la figura di quel volubile e scaltro
rsonificazione delle gioie nuziali, solo in tempi relativamente tardi fu oggetto di rappresentazione letteraria e artistic
ono che tardi a rappresentar le Moire; il tipo che divenne prevalente fu quello di tre donne che filano, ovvero di donne c
figura di demoni alati, si veneravano anche a Smirne. Questa divinità fu pure accolta fra i Romani, e, come attesta Plinio
sta divinità fu pure accolta fra i Romani, e, come attesta Plinio, le fu anche eretta una statua in Campidoglio. Gli scrit
ppresentare la prospera sorte essi escogitarono la dea Felicitas, che fu pure oggetto di pubblica venerazione. Fondatore d
24 Giugno. Questo culto si estese sempre più in seguito e la Fortuna fu onorata con più epiteti, o riferentisi alla vita
altri i templi di Preneste e di Anzio. Il primo tempio alla Felicitas fu eretto da Lucullo nell’ età di Silia e venne arri
a, madre di Romolo, getta.ta nel fiume per ordine dello zio Numitore, fu dal Dio accolta benignamente e fatta sua sposa. N
. In Vaticano pure si ammira una bella statua del Tigri, la cui testa fu ristaurata da Michelangelo. II. Ponto e la
icate le mura di Troia, e Laomedonte li frodò della pattuita mercede, fu lui che mandò un terribile mostro che distruggeva
ammansirlo gli si dovette dare in pasto la figlia del re, Esione, che fu poi liberata da Eracle. Un fatto analogo si ha ne
ò Nettuno con Posidone, la qualità che più venne a essere rilevata si fu quella di Dio dei cavalli e delle corse. E difatt
nei tempi più recenti dell’ arte antica. IV. Anfitrite. Già fu ricordata come una delle Nereidi, sposa di Posido
Odissea, dove Menelao parla del proprio viaggio in Egitto; e il passo fu abilmente imitato da Virgilio, nel quarto delle G
e debolezze umane, venne assunto tra gli Dei marini. D’ allora in poi fu venerato comò protetto re dei pescatori, dei palo
nsecarsi in feste di gioia per le une, di dolore per l’ altre; e così fu . E poichè la gioia e il dolore solevano dagli ant
cere vigorose, e quindi datrice di prosperità. Ma anche d’ altro lato fu pensata Gea come tomba universale delle cose, che
rti era invocata insieme cogli Dei inferi. Un tempio alla madre Terra fu eretto in Roma 485/268 dal console P. Sempronio,
era agricoltura. Una bellissima statua sedente, colla scritta Tellus, fu trovata a Roma nel 1872. II. Rea-Cibele o la G
isposo. Dapprincipio egli corrispondeva all’ amore di lei, ma poi le fu infedele, e voleva spo sarsi colla figlia del re
Laconia, in Beozia e altrove. 2. Al tempo della seconda guerra punica fu introdotto anche in Roma il culto della Gran Madr
in Roma il culto della Gran Madre. Per consiglio dei libri sibillini fu mandata un’ ambascieria ad Attalo re di Pergamo c
poi la tenuero in grande venerazione. Una gran festa detta Megalesia fu istituita a ricordare il giorno d’ arrivo della D
Megalesia fu istituita a ricordare il giorno d’ arrivo della Dea; le fu subito votato un tempio, che fu dedicato nel 563/
are il giorno d’ arrivo della Dea; le fu subito votato un tempio, che fu dedicato nel 563/191 poco lungi da quello di Apol
563/191 poco lungi da quello di Apollo Palatino, tempio che più volte fu distrutto e ricostruito, tra gli altri da Augusto
III. Dioniso-Bacco. 1. Uno fra i più importanti Dei terrestri fu pei Greci antichi Dioniso. Era il dio del vino e
, una delle figlie di Cadmo, amata da Zeus. A costei l’ amore di Zeus fu fatale, perche indotta dalla gelosa Era a chieder
a di poter vedere l’ amante in tutta la sua maestà fra tuoni e lampi, fu involta dalle flamme di Zeus, ed ivi morì. Zeus p
ncaricavano di allevarlo; secondo altra leggenda la sua prima nutrice fu Ino, la sorella di Semele; in ogni caso è sempre
orma d’ un bel ragazzo col capelli ricciuti e il mantello di porpora, fu preso da alcuni pirati Tirreni che ideavano porta
potè salvarsi che saltando in mare dove lo accolse Tetide; ma Licurgo fu accecato da Zeus ed ebbe accorciata la vita, come
pria accetta uccise suo figlio scambiandolo per un tralcio di vite, e fu poi sbranato sul monte Pangeo da selvaggi cavalli
a la nave di Teseo, levo al cielo le più strazianti querele, ma tutto fu inutile. Or ecco, in mezzo al suo abbattimento, s
amora e la fa sua sposa, ottenendole da Zeus l’ immortalità. Ella gli fu d’ allora in poi compagna fedele nelle sue peregr
ell’ anima, e gli si attribuiva altresi l’ arte del divinare. Onde ci fu persino qualcuno, nei tardi tempi, che considerav
ata dal dolore, si ridusse a non esser più altro che voce. Ma Narciso fu punito da Afrodite, perchè accostatosi per disset
onisio ha dato occasione alla creazione di quel genere drammatico che fu denominato « Il dramma dei Satiri » (satyricum dr
il vincitore potesse fare dell’ altro tutto quel che gli talentasse, fu vinto; e allora Apollo lo legò a un albero e lo s
cadia e da altre popolazioni dedite alla pastorizia, ma che più tardi fu riconosciuto da tutta la nazione ellenica e otten
llo stesso avrebbe imparato la mantica da lui. In rapporto con Apollo fu pensato anche per via della musica; anzi si narrò
tteggiamenti e altre leggende di lui. Già da tempi abbastanza antichi fu pensato in rapporto con la gran Madre e se ne fec
rapporto con la gran Madre e se ne fece un compagno di lei. Così pure fu messo in relazione con Bacco e fatto partecipare
ri e facilmente potè essere con loro scambiato. Anzi l’ immaginazione fu tratta a creare tutta una famiglia di Pani o Pani
battaglie di Maratona e di Salamina la causa prrcipita della vittoria fu il timor panico onde i nemici furono presi. D’ al
ci furono presi. D’ allora in poi una grotta nelle vicinanze di Atene fu consacrata a Pane, ed ivi venne egli onorato con
astore e la zampogna. b) Silvano. È il Dio italico col quale fu identificato il greco Pane, sebbene la corrispond
vano è Fauno, uno dei più antichi e popolari Dei d’ Italia. Più tardi fu identificato con Pane e fatto venire in Italia da
asione a mettere in rapporto le due divinità, e infatti Dioniso-Bacco fu nei misteri venerato come figlio di Demetra e spo
tà alla terra finchè non le fosse restituita l’ amata figliuola. Zeus fu obbligato a mandar Ermes nell’ Inferno per indurr
, in occasione di una carestia, per suggerimento dei libri sibillini, fu adottato il culto greco. Così le leggende relativ
sorse verso il 260 di R. (494 av. C.) nelle vicinanze del Circo e ne fu affidata la sorveglianza agli edili plebei che pu
scinarla con sè nell’ inferno; più tardi quest’ ufficio di psicopompo fu assegnato ad Ermes. Come accoglitore di molte ani
io dell’ ombre avesse un pubblico culto in Grecia; qualche tempio gli fu eretto in unione con Persefone e Demetra, ad es.
sangue che cadde sulla terra dalle ferite di Urano allorquando questi fu mutilato dal figlio Crono, sicchè il primo delitt
e. Da principio non era determinato il numero di queste Dee; Euripide fu il primo a parlare di tre Erinni; solo nell’ età
le Erinni; errò molto tempo sulla terra non trovando pace; ma a Delfo fu protetto da Apollo, il quale dopo molti riti di e
parità di voti, avendo Atena stessa ed Apollo votato in favor di lui, fu assolto. Le Erinni volevano far le loro vendette
nuova luna. XVI. Sonno e Morte — I sogni. 1. In diversi modi fu dagli antichi personificata la morte. La morte vi
infernali da Plutone e Persefone. Infine un Dio speciale della morte fu ideato in Tanato (Thanatos) che era detto fratell
crudele e temuto. Col tempo l’ idea della Morte si fe’ meno temibile; fu definita il sonno eterno, e il Sonno stesso diven
ei Lari hostilii protettori contro i nemici, dei Lari permarini a cui fu eretto un tempio nel campo Marzio in seguito a un
Remo divennero i Lari di Roma, e vivente ancora Augusto, il suo genio fu detto il Lare pubblico. Tanto più crebbe questa t
venne poi anche talvolta che se ne facesse di nuovo l’ apoteosi; tale fu il caso di Ercole. Si chiede: erano gli Eroi dagl
Cariti l’ adornarono di flori e abiti leggiadri; così da tutti donata fu chiamata Pandora. Zeus però le consegnò una scato
leggende greche non meno che nella tradizione mosaica la prima donna fu cagione di tutti i mali che afflissero l’ umanità
dendo l’ acque, l’ arca prese terra sul monte Parnaso in Beozia. Così fu salvata dal naufragio la sola coppia di Deucalion
a, tempio costruito nei migliori tempi dell’ arte greca. Detto fregio fu scoperto nel 1812 e se ne conservano importanti f
le, allorquando, in punizione d’ aver ucciso co’ suoi dardi i Ciclopi fu obbligato a rimaner schiavo di qualche mortale, v
più volte abbeverati alla celebre fonte Iperea presso Fere. 2. Admeto fu più volte argomento di lavori poetici in Grecia;
, ove si fermò, ivi fondò la città detta da lui Cadmea, che più tardi fu Tebe. Ma una pericolosa avventura ivi attendevalo
eva fatto un abile cacciatore e guerriero. Dopo la sua morte, Atteone fu venerato in Beozia e lo si invocava per protezion
ope; ne gettarono poi il cadavere in una fonte presso Tebe che da lei fu denominata Dircea. Coll’ uccisione di Lico e di D
a tanto dolore; Anfione si uccise da sè, Niobe impietrita dal dolore fu mutata in sasso e trasportata sul monte Sipilo in
cessa di versar lagrime. — Non più felice ne’ suoi rapporti domestici fu Zeto. Egli sposò Aedona (l’ usignolo), una figlia
alo per il quale ei rubò un cane dal tempio di Zeus in Creta e perciò fu mutato in sasso. Aedona ebbe da Zeto un unico fig
ise il proprio. Di che rimase afflitta tanto che la sua vita seguente fu tutta un piangere e lamentarsi. Convertita da Zeu
e greche, forse di Prassitele stesso o di Scopa. Il gruppo fiorentino fu trovato nelle vicinanze del Laterano nel 1583; ap
nanze del Laterano nel 1583; appartenne al Cardinal Medici e nel 1775 fu portato a Firenze. Le singole statue sono ammirab
si della trascuratezza della moglie e tanto seppe fare e dire che gli fu consentito di tornare in vita per castigar la mog
me altri narra, in altri giochi di Potnia presso Tebe; e la disgrazia fu che i cavalli suoi infuriati gli guadagnaron la m
elle tempeste che al loro stesso signore fan violenza. Dopo d’ allora fu venerato come spauracchio dei cavalli da corsa ne
le aveva tagliato la testa; e che poi posatosi sulla rocca di Corinto fu da Bellerofonte, coll’ aiuto di Atena, domato. Jo
a l’ eroe nazionale dei Licii. La prima impresa a cui lo mandò Jobate fu di combattere la Chimera, mostro nato da Tifone e
allo in aria, potè a distanza saettar la fiera ed ucciderla. Appresso fu mandato contro i Solimi, popolazione montana dell
le vicinanze, nemica ai Licii. Vinse anche questi felicemente. Allora fu mandato contro le terribili Amazoni, le donne gue
nservasi nel Museo Etrusco di Firenze. La figura delle Amazoni infine fu una delle più trattate dai greci scultori. Le sol
se la più bella Amazone. Vinse Policleto con una statua di bronzo che fu conservata parecchio tempo nel tempio di Artemide
hiamato Epafo, che divenne re d’ Egitto e fondò Menfi, mentr’ essa vi fu onorata col nome d’ Iside. Già s’ è fatto cenno,
fanciulla che era da principio; ed è tolta da una pittura murale che fu trovata nella casa di Livia sul Palatino, forse c
ebbe una figliuola, di nome Libia (Libya). Costei sposata a Posidone fu madre di due figliuoli, Agenore e Belo. Quegli re
na figlia del Nilo, due figliuoli, Egitto e Danao, dei quali il primo fu padre di cinquanta maschi, il secondo di cinquant
lle quali premio ai vincitori era non una corona ma uno scudo. Linceo fu anche ricordato come capostipite della seguente s
tà di Midea e di Micene, e per via dei figliuoli natigli da Andromeda fu il capo di una illustre prosapia; fra gli altri d
stre prosapia; fra gli altri di Eracle, giacchè suo figlio Elettrione fu padre di Alcmena e da un altro suo figlio nacque
etto in genere ricorda molto quello di Ermes. — La testa della Medusa fu pure un tema frequentemente trattato. Siccome la
) e delle due celebri donne Clitennestra ed Elena. Più tardi Tindareo fu restituito per opera d’ Ercole alla sua signoria
accia del cinghiale Calidonio, di cui si parlerà. Ultima loro impresa fu la lotta contro gli Afaridi loro cugini. La cagio
ivisione del quale non rimasero d’ accordo. In ogni modo questa lotta fu fatale ad entrambe le fraterne coppie; Castore fu
i modo questa lotta fu fatale ad entrambe le fraterne coppie; Castore fu ucciso da Ida, allora Polluce pieno di dispetto u
ntrambe celebri per la loro sorte avventurosa, Orizia (Oreithyia) che fu rapita da Borea e fatta madre dei gemelli Calai e
vide trasformate, Progne in usignuolo, Filomela in rondine, com’ egli fu convertito in upupa. 4. Questo gruppo di leggende
cchie opere s’ aggirino intorno ad essi. Il ratto d’ Orizia tra altri fu argomento di tragedia ad Eschilo; Sofocle scenegg
orientale e Niso la Megaride. Poco dure peraltro la pace; perchè Lico fu cacciato da Egeo e si riparò in Asia Minore, Niso
re quel capello d’ oro da cui dipendeva la sua vita, onde Niso morì e fu poi mutato in aquila marina come Scilla in uccell
re e come a dire l’ Eracle dell’ Attica, è da ricordare prima chi gli fu madre. Essendo Egeo senza figli ed essendosi rivo
nsiglio; ivi conobbe la figlia di lui Etra e n’ ebbe un figliuolo che fu Teseo; ma siccome Etra era amata da Posidone, Tes
figliuolo; allora buttò a terra il bicchiere del veleno e così Teseo fu salvo. Medea in seguito a cio dovette lasciare At
’ era rimasto vittima, mosse coll’ armi alla vendetta. Prese Megara e fu occasion di morte, come già si raccontò, al re Ni
sporre la sua vita per liberare la patria da si doloroso tributo. Gli fu guida ed aiuto la Dea Afrodite. La quale inflammo
Ariadne, figlia di Minosse, di amorosa passione verso Teseo; e questo fu la salvezza di lui perche Ariadne gli die’ un gom
cire. Come poi Ariadne accompagnò Teseo nel suo ritorno, come a Nasso fu da lui abbandonata, e divenne moglie di Dioniso,
arrato nel capitolo relativo a questo Dio. Nel ritorno ad Atene Teseo fu indiretta cagion di morte ad Egeo suo padre; eran
a la virtù di ritenere come incollati quelli che si posavan su. Teseo fu più tardi liberato per opera di Eracle come si ve
ndo un toro selvaggio che spaventò e infuriò i cavalli, onde Ippolito fu trascinato, malmenato ed ucciso. 6º E un’ altra v
Menesteo aiutato dai Dioscuri, egli si recò nell’ isola di Sciro; ivi fu prima accolto benignamente dal re Licomede, ma po
per ordine dell’ oracolo, da Sciro trasportate ad Atene, e un tempio fu eretto a onor dell’ eroe. Se questo tempio sia qu
tempio sia quello ch’ era denominato Theseum, è cosa dubbia. Inoltre fu istituita una festa speciale, denominata le Tesee
ggiò la triste fine di Egeo e di Ippolito. Persino un dramma satirico fu composto da Euripide sull’ avventura di Schirone.
e divennero oscure e intricate. L’ eroe mitico dell’ isola e primo re fu Minosse. Era figlio di Zeus e di Europa. Costei,
agia idea di appropriarselo e sacrificar un altro toro a Posidone. Ne fu ben punito, perchè il Dio ispirò alla moglie di M
olo. Qui s’ aggiunga che Dedalo, per punizione d’ aver aiutato Teseo, fu rinchiuso col figlio Icaro nel labirinto. Ma egli
ichiese a Cocalo la restituzione del fuggitivo; ma non che ottenerla, fu egli stesso ucciso per istigazione delle figlie d
tre figliuole di cui una, Erope, sposa prima a Plistene poi ad Atreo, fu madre di Agamennone e Menelao, l’ altra, Climene,
rono Deucalione che prese parte alla caccia del cinghiale Calidonio e fu padre di Idomeneo uno degli eroi Greci a Troia; G
o che trovò fanciullo la sua morte in un vaso di miele dove cadde, ma fu richiamato in vita dall’ indovino Poliido di Argo
econdo altri da Asclepio; infine l’ ultimo figlio, Androgeo, il quale fu ucciso dagli Ateniesi e così die’ occasione alla
guerra che Minosse mosse loro. 3. La leggenda del rapimento d’ Europa fu trattata poeticamente da Ovidio nel secondo delle
lavano l’ ultimo respiro. Ma aveva anch’ egli il suo lato debole e ne fu vittima. Aveva una vena unica che dalla, testa sc
Ercole. 1. Come Teseo era l’ eroe della stirpe ionica, così Eracle fu propriamente l’ eroe della stirpe dorica, sebbene
orata per lo più in Beozia. Eracle era detto discendente di Perseo, e fu certo il più illustre di questa stirpe. Sua madre
secondo il decreto di Zeus, compire dodici fatiche (il numero dodici fu fissato, a vero dire, solo nell’ età alessandrina
di Chirone là cacciato dal Pelio per opera dei Lapiti; anche Chirone fu inavvertentemente ferito con un dardo d’ Eracle,
resero le armi contro Eracle e i suoi. Ne seguì aspra zuffa; Ippolita fu da Eracle uccisa, e questi potè andarsene col des
, la forza della corrente facilmente trascinò via il letame. Augia ne fu lieto, ma quando seppe che la fatica era imposta
onchè Gerione avvertito gli corse dietro ed impegnò lotta con lui, ma fu vinto ed ucciso. Eracle ritornò passando per l’ I
fiume intorno alla via da percorrere per giungere alle Esperidi. Gli fu suggerito di ricorrere all’ infallibile Nereo; eg
il drago dalle cento teste che li custodiva. n) La cattura di Cerbero fu l’ ultima e più grave fatica prescritta da Eurist
sua spedizione contro Troia per trar vendetta di Laomedonte. La città fu presa e Laomedonte cadde per mano d’ Eracle con t
purgar Eracle dopo l’ uccisione di Ifito. Tale guerra contro i Pilii fu dai poeti posteriori narrata con una folia di par
occasione ferito persino alcune divinità come Ade. Laschiattadi Neleo fu naturalmente distrutta; compreso il terribile Per
li che voleva. Non rimase che il figlio minore, Nestore, il quale poi fu il continuatore della nobile famiglia. — Alla spe
per diversi casi diventò re della Misia e combattè contro i Greci, e fu ferito prima colla lancia d’ Achille, poi colla r
. Molti erano gli aspiranti, ma uno solo osò contrastare ad Eracle, e fu il fiume Acheloo. Seguì fiera lotta tra i due; Ac
Ultime vicende di Eracle e sua apoteosi. L’ ultima impresa di Eracle fu la spedizione contro Eurito di Ecalia per vendica
r vendicare l’ affronto di avergli rifiutato la figlia Iole. La città fu conquistata. Eurito ucciso col figliuoli, e la be
Di qui il principio di un culto d’ Ercole nella religione romana. Gli fu dedicata la così detta Ara Maxima nel Foro Boario
nel suo celebre poema, intitolato « le gesta di Eracle » (Herakleia), fu uno dei primi a parlare delle dodici fatiche comi
in bronzo ch’ era in Taranto, e da Taranto dopo la presa della città fu portata sul Campidoglio, donde l’ imperatore Cost
e Anfiarao d’ Argo. Dopo alcuni giorni di feste in onor degli ospiti, fu indetta la caccia. Si tendon le reti, si sguinzag
ferirla. Fra tanti dardi caduti a vuoto, il primo che ferì la bestia fu quello della bella Atalanta. La lotta si fa sempr
o dal vigoroso braccio di Meleagro ferì la belva mortalmente e allora fu facile agli altri con più colpi finirla. Il premi
la. Il premio della vittoria, cioè la testa e la pelle del cinghiale, fu dato naturalmente a Meleagro, ma egli, tutto pres
chiamavasi Esone (Aeson). Questi succedette al padre nel regno, ma ne fu discacciato da un fratellastro Pelia, che era det
to di esser liberato delle Arpie che infestavan quelle terre, ciò che fu fatto dai Boreadi, consentì a istruire gli Argona
è chiamata Epicasta) die’ alla luce un figlio, prima premura di Laio fu di esporlo, e torlo così di mezzo. Ma un pastore
la morte dello sventurato Labdacide; secondo Omero morì a Tebe e ivi fu sepolto; secondo altri ebbe sepoltura ad Eteone d
ebbero morte o si diedero alla fuga; fuggì Anfiarao, e mentre fuggiva fu insieme col suo cocchio ingoiato dal terreno e di
n Tebe spiegò tutta la sua energia, e uccise in battaglia Egialeo, ma fu morto egli stesso da Alcmeone. I Tebani non poten
rono notte tempo e ripararonsi chi in Tessaglia chi altrove. La città fu presa e saccheggiata. Una buona parte del bottino
a. Una buona parte del bottino, e fra essa Manto la figlia di Tiresia fu mandata a Delfo come sacra offerta ad Apollo, lu
o perseguitati anch’ essi dalla sventura. La storia dolorosa di Niobe fu già da noi narrata dove si parlava delle leggende
a dal celebre Autolico di Erme astuto e anche ladro. Moglie di Ulisse fu la pia e nobile Penelope figlia di Icario e perci
raco, rimasto nella regione Dardania generò Capi (Capys), e di questo fu figlio Anchise padre di Enea. Ilo andò a porre st
itolo delle leggende di Eracle. Unico figlio superstite di Laomedonte fu Podarce, dopo il riscatto chiamato Priamo, il qua
be) generò una numerosa famiglia. Il figlio maggiore e il più celebre fu Ettore, il gran guerriero, campione dei Troiani,
ne dei Troiani, come Achille era dei Greci; secondo figlio Paride che fu cagion della guerra; seguivano Creusa che divenne
la guerra; seguivano Creusa che divenne moglie di Enea, Polissena che fu poi sacrificata sulla tomba di Achille, Cassandra
o augurio avuto dalla madre Ecuba nel dar alla luce questo figliuolo, fu esposto appena nato sul monte Ida, ivi poi raccol
remio promessogli da Afrodite; alla corte di Menelao re di Sparta ove fu benignamente accolto, incontro la bellissima Elen
oi la restituzione; avutone un rifiuto, si preparò alla guerra; e gli fu facile ottenere l’ adesione dei più ragguardevoli
lotta disposta a salpare verso oriente. A capo di tutta quest’ armata fu scelto Agamennone re d’ Argo che da solo aveva al
ne facilmente ucciso e spogliato dell’ armatura. A stento il cadavere fu salvato in seguito a sanguinosa pugna a cui prese
ttore e l’ uccise. Il cadavere di lui legato al cocchio del vincitore fu trascinato a ludibrio pel campo, e sarebbe poi st
di Nestore, Antiloco, fido amico di Achille, ma alla fine anche egli fu ucciso dal forte Pelide, e disperse furono le sue
esteggiava il suo sposalizio con Polissena la bella figlia di Priamo, fu a tradimento ucciso. Intorno al cadavere suo sì c
le; riuscì a trascinare contro sua voglia Filottete a Troia; il quale fu poi guarito della sua piaga da Macaone, e con una
bambini caddero in ischiavitù, salvo Astianatte figlio di Ettore che fu buttato giù dalle mura. Colei che era causa di tu
tato giù dalle mura. Colei che era causa di tutti questi guai, Elena, fu trovata in casa di Deifobo, altro figlio di Priam
re Toante. Tornato in Attica Oreste ebbe poi la protezione di Atena e fu assolto dall’ Areopago, come si narrò parlando de
lando delle Erinni venerate d’ allora in poi come Eumenidi. Più lieta fu la sorte toccata a Menelao che se ne tornava con
sacerdote di Apollo Marone, riuscì a ubbriacare il Ciclope; e quando fu bene addormentato, infocata la punta a un palo, c
di Elios, sebbene Ulisse ne li avesse severamente proibiti. Terribile fu la vendetta degli offesi Dei; appena s’ eran mess
ppunto allora Ulisse era stato sbarcato dai Feaci nell’ Isola. Quando fu sveglio, gli comparve Pallade Atena, la quale lo
tato per il museo Vaticano. Mancava il braccio destro di Laocoonte, e fu ristaurato da Giov. Angelo Montorsoli; ma par cer
dato sepoltura ai loro genitori, n’ ebbe leccate le orecchie, e così fu reso abile a intendere il linguaggio degli uccell
e Cassandra dalla parte de’ Troiani. Di tutti costoro il più celebre fu Tiresia, sovrano nell’ arte di osservare il volo
degli uccelli e conosceva i più riposti arcani della natura, e perciò fu sempre in grande estimazione presso i Tebani. Dop
re. Fatta prigioniera di guerra al momento della distruzione di Tebe, fu portata a Delfo e consacrata ad Apollo; per ordin
delle Erinni e il petto di bronzo del re dell’ ombra si commosse. Gli fu concesso che Euridice seguisse un’ altra volta Or
Eubea, e anche si facevan feste in di lui onore. — Tamiri (Thamyris) fu il primo dei cantori antichi che allietava dell’
olta a festa. Ma pecca di superbia e volle gareggiare colle Muse onde fu acciecato e toltagli la facoltà dei suoni; onde d
i che giacciono sotto 1’ uno e l’ altro sole. Anche allora non appena fu tocca dalle labbra dei Dio stillante rugiada sull
lla madida barba e rigonfia die’ il segnale d’ ordine della ritirata, fu udita dalle onde tutte della terra e del mare; e
l’ ediz. del Bergk. Eccone la versione di G. Mazzoni:         Quando fu dentro all’ arca dedaléa, Che intorno la marina o
nome della moglie di Eneo re di Celidone, fatta schiava allorchè Eneo fu caccialo dal regno per opera dei figliuoli di Agr
12 (1855) Della interpretazione de’ miti e simboli eterodossi per lo intendimento della mitologia pp. 3-62
passò dalla vera ad uno spettro di religione, la scienza della quale fu detta mitografia — se ne cerca la cagione nell’es
lla favola secondo il diverso obbietto cui ha le sue mire. Tempo già fu , che dilettando i prischi Dell’ Apollineo culto a
interpetrare la parola Mito nel vero suo significato e di quali vesti fu poscia ricoperta quando erano in onore gl’ Iddii,
ofia un dettato tutto ontologico — l’Ente crea l’esistente — e questa fu la filosofia di tutti i tempi fino a quando non a
il cielo e la terra ». Questa formola, puro concetto della creazione, fu col tempo alterata : alterossi non meno nell’uomo
sboccar fuori da’loro limiti di oceani, ed altri sconvolgimenti, onde fu preda la terra, bastarono a spaventare l’umana fa
andò in lui offuscata e dispersa ; con la perdita della unità sociale fu obbliato del pari il concetto creativo e della un
ncetto rivelato e tradizionale serbarono non meno il concetto di Dio, fu instituita una Mitografia, ed alla casta feratica
concetto di Dio, fu instituita una Mitografia, ed alla casta feratica fu affidata la tutela del patrimonio di cotanta insa
bero un giorno e sentimento e vita. 5. E non era obbietto a cui non fu posto preside un Dio. Invero i romani a ciascuna
ia, che dalla voluttà si ebbe questo nome ; o alla Dea Libentina, che fu così detta dalla libidine ; o al dio Vagitano, ch
al dio Giogatino ; i colli alla dea Collina ; le valli a Vallonia. Nè fu loro dato ritrovare una Segezia(3) di tanto poter
’universo una al culto del Sole, della Luna e di altri corpi celesti, fu l’obbietto delle favole di tutti i popoli eterodo
so della terra, è principio e generatore di tutte le cose, onde Giove fu detto padre degli Dei e degli uomini ; e del pari
n mezzo alla fronte ; perciocchè oltre la idea dello scultore, da cui fu fatto, per indicare lo impero di Dio sul triplice
dendo essere Giove non altro che l’anima del mondo, come mirabilmente fu esposto da Virgilio, svolgendo un principio della
ori a suo tempo. A questo mito può darsi varia interpetrazione. Bacco fu nudrito sul monte Meros nelle Indie, voce tutta g
sta voce danno il significato di aprire ; poichè il vino, di cui egli fu l’inventore, bevuto oltre misura, apre gli animi,
appalesa gli occulti sentimenti. Altri non pertanto dicono, che Bacco fu rinchiuso nella coscia di Giove, onde parto immat
l’uso moderato del vino. 17. A Giove si dava per padre Saturno. Egli fu così detto o a satis, campi seminati, chè, come o
emi ritornano nel luogo da cui son nati ; e quando si disse che a lui fu presentata una zolla, una pietra in vece di Giove
ezze istesse. Tutta la forza della terra, dice Tullio(2), e la natura fu inaugurata a questo Dio, e fu tenuto come il Dio
ella terra, dice Tullio(2), e la natura fu inaugurata a questo Dio, e fu tenuto come il Dio delle ricchezze ; perciocchè t
n è, che un traslato allegorico, cui si vuole intendere il Sole, onde fu creduto il Dio delle divinazioni ; chè il Sole po
stra in molti modi gli effetti di sua dimostrazione. Perciò da’ Greci fu detto Ecateo, che può derivarsi dall’avverbio εκα
greco λοιμιος peste, ossia dallo averci tratto dalle pestilenze, onde fu detto ancora Peon, cioè fornito di facoltà medica
hè i suoi risponsi erano obbliqui, ambigui e difficili ad intendersi, fu detto da’greci Λοξιας obbliquo, se pur ciò meglio
e corso del sole per lo Zodiaco. A lui it concento della musica, onde fu chiamato Citaredo ; perciocchè il sole con ordine
n un ritmo serba la consonanza e la commensurazione del tempi. Da ciò fu creduto come il precettore e l’antiste delle Muse
un’allegoria, e noi qui ne daremo la interpetrazione come saggiamente fu esposta da Macrobio, la quale egli stesso impront
dal cielo andasse a pasturare le greggi del re Admeto, onde da’greci fu detto Απολλων νομιος, Apollo pastore, derivando l
sto mito. Non dall’ufficio di pasturare le greggi, ei dice(2), Apollo fu detto pastore, fingendosene la favola, ma perchè
ntendono con questo un’Apollo re di Arcadia, che imperando con rigore fu gettato dal trono. 24. Il chiarissimo scrittore d
o a questo nume. « Si fantasticò, ei dice(1), la quarta divinità, che fu Apollo, appreso per Dio della luce civile, onde g
della lliade chiama verga dorata, cui andavano attorti due colubri, e fu creduto essere questo un simbolo di pace ; poscia
carono, ei dice(1), i poeti croici la undecima divinità maggiore, che fu Mercurio, il quale porta ai fomoli ammutinati la
di Servio Tullio con la quale ordinò il censo…. Da Mercurio de’Greci fu ritrovata la lira e gli fu data da Apollo, Dio de
ale ordinò il censo…. Da Mercurio de’Greci fu ritrovata la lira e gli fu data da Apollo, Dio della luce civile, ossia dell
e repubbliche eroiche i nobili comandavano le leggi... Talchè la lira fu lo unisone delle corde o forze de’padri, onde si
ità dell’aria con l’etere, cui, come dicemmo, intendevasi Giove, onde fu nomata aerea. E per questo ancora vedesi in alcun
carro trasportata da pavoni per le vie dell’aria. Da questo del pari fu indotto, quando il genio delle arti lo inspirava,
….. È Giunone detta Giogale da quel giogo, onde il matrimonio solenne fu detto coniugium, e coniuges il marito e la moglie
no al 309 di Roma tennero i connubii esclusi alla plebe. Ma da’ Greci fu detta Ηερα, dalla quale debbono essere stati dett
one, e perciò generati con amor nobile, che tanto ερος significa, che fu lo stesso che Imeneo : e gli eroi si dovettero di
er gli auspicii, che abbisognavano alle nozze solenni. onde a Giunone fu data ministra l’Iride, ed asseguato il pavone, ch
nandosele le tempia di una corona ancor di spighe. Ella era Cerere, e fu cosi denominata, come vuole Tullio(1), a gerendis
migliore alimento. 36. Presa Cerere per la terra con ragione da greci fu detta γημητηρ, da γη terra, e μητηρ, madre, madre
da γη terra, e μητηρ, madre, madre alimentatrice degli uomini. Da ciò fu creduta madre di Giove ; perciocchè tutto quello
durre Proserpina, ossia il frumento, cui ella si confonde. Proserpina fu tenuta per impero di Giove a rimanersi per sei me
che mancando un tempo questa fecondità, andando la terra infruttuosa, fu immaginato, la figlia di Cerere, ossia l’istessa
ore e di movimento, ciò che trovasi appieno nelle onde del mare. Ella fu detta Αφροδιτη, ed è quella potenza, cui son prod
i lo riproduciamo secondo la nostra istessa versione dal greco, quale fu prodotto in un’alra nostra opera(2), « A me che
n dì rediva dal Peireo, Egra la mente dal pensier de’mali, Filosofare fu talento — Quale Amok si sia, nè pittor, ned altr
Vulcano, i cui antichi altari ivano del pari con quelli di Prometeo, fu essa di mano in mano amante di Adone, cioè del So
iunzione, secondo i diversi suoi aspetti in cielo ». 45. Diana — Ella fu detta da Orazio Diva Triformis, perciocchè ella e
esploratore degli astri. Emergendo col suo raggio dalle nuvole, a lei fu dato il nome di Artemide. Col nome, di Diana, div
Saturno e di Rea veniva riconosciuta come la Dea del fuoco. Da’greci fu immeginata questa divinità, onde personificare il
fosse la cagione, e che quasi sia nato per suo potere. E non di rado fu presa per la terra. Invero Aristarco di Samo fu a
potere. E non di rado fu presa per la terra. Invero Aristarco di Samo fu accusato da Cleonte, uditore di Zenone, di non av
iverso, per farla rivolgere intorno al sole. Posciachè da gli antichi fu creduto rimanersi la terra sempre immobile e fiss
to rimanersi la terra sempre immobile e fissa nel suo centro, a Vesta fu dato il nome di εστια da εστενια, stare, per indi
emosine cantavano su l’Olimpo le maraviglie degli Dei, quale concetto fu mirabilmente svolto dallo immortale Vincenzo Mont
ide Acheloo, che cangiossi prima in serpe. poscia in toro, quando gli fu strappato un corno, e raccolto dalle Naiadi, ne f
lva della terra irta e dumosa, disgombri i mostri che la infestavano, fu posta a cultura, e porta la iniziativa dello inci
e di tre colori, di nero per esprimere la gran selva della terra, cui fu appiccato lo incendio, per mettersi a coltura — d
re i legni ricurvi e duri, co’quali prima di trovarsi l’uso del ferro fu svolta la terra, onde chiamarla a coltura. Raccon
ono alle umane aggregazioni. Oro le prime spighe di frumento, e tutto fu detto oro ciò che seco portasse molto utile all’u
uole di essergli da Tieste immolate le pecore di oro. Degli Argonauti fu narrato di percorrere i mari con ardito tentativo
rtare questa interpetrazione — Con Gerione intendersi il fulmine, cui fu dato tal nome per indicarsi lo strepito, che seco
adi raccolsero questo corno, e riempiutolo da loro di fiori e frutti, fu detto il corno dell’abbondanza — non è questo che
be questi insieme con quello la cetra e la compagnia delle Muse, onde fu detto Musagete. Ovidio non meno espone nei suoi F
amo la opinione di non volgari scrittori. Porfirio vuole, che al Sole fu dato il nome di Ercole, descrivendosi il cammino
ed egli improntava questo sentimento dalla scuola Pitagorica, in cui fu creduto essere Ercole la forza della natura. E pe
uto essere Ercole la forza della natura. E per esprimere questa forza fu porta a lui da Greci un’arma possente, la clava,
Leone, che tante volte si dipingeva tempestata di stelle, onde Ercole fu detto ancora Astrochitone, che porta il significa
iche di Ercole, per compararle con il cammino, che il Sole fa di mese fu mese pe’dodici segni dello Zodiaco. I. Ercole ucc
r fare un sacrificio, una tonica sparsa di sangue di un Cintauro, che fu morto da lui stesso al guado di un fiume, e quest
in mita la ferocia dei costumi, e darsi alla coltura dei campi, onde fu iniziato il loro incivilimento. Ma noi che in que
ato da’ Romani, come loro prima divinità tutelare, il eulto del quale fu da loro unito a quello del tempo e del Dio-Luce,
a Sfinge — Qui giova dir poche parole intorno alla Sfinge Cadmea, che fu dipinta da’poeti avere il corpo di cane, il capo
oaca romana, ed ignorando di chi fosse le diede il nome dal luogo ove fu trovata. I Romani adoravano aucora Venere Cloacin
o verbo cluere, che significa pugnare, e le alzarono un simulacro ove fu fatta la pace tra i romani e Sabiri dopo di aver
partito, la quale avendo mutato colore nel tempio di Apollo e Diana, fu detta Elori. (2). Matvta — Taluni vogliono esse
ra Dei. In Roma era una porta detta Carmentale dal suo nome, che poi fu nominata scelerata, e vicino a questa un’ara nel
e significa mamma, onde nacque ficus ruminalis, sotto la quale pianta fu creduto che una lupa desse le mamme a Romolo e Re
ndo, chè credevasi, sua mercè, che parlassero i fanciulli, se pur non fu nominata, Sentia, chè ella pronunziasse tutto ciò
13 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVII. Apollo considerato come Dio del Sole, degli Arcieri e della Medicina » pp. 92-103
l Sole a tramontare nei diversi mesi dell’anno. Questa zona del cielo fu detta con greco nome Zodiaco, cioè zona di animal
sentato nel segno dell’ aquario, e di Astrea dea della giustizia, che fu simboleggiata nel segno della Vergine : delle alt
ela fra le sue gambe. Era questa una delle 7 maraviglie del mondo, ma fu atterrata da un terremoto ; e poi i Saracini conq
Guido Reni in Roma. Lo stesso Michelangelo, che tutto osò e in tutto fu sommo, volle rappresentare in scultura il Crepusc
loro stalle. Fetonte fulminato cadde nel Po113), sulle rive del quale fu pianto e sepolto dalle sorelle dette Eliadi, cioè
cno, amico di Fetonte, venuto a visitarne la tomba, cadde nel fiume e fu trasformato in cigno. Questa favola di Fetonte è
l Sole, o come egli dice, l’orazion della Terra devota 116 « Quando fu Giove arcanamente giusto. » Queste splendide inv
za antica. Finchè il Paganesimo, che le spacciò per verità religiose, fu la religione degli Stati e dei popoli, è ben natu
lendide menzogne mitologiche alle severe verità della scienza. Apollo fu celebrato ancora come infallibile arciero, ed ecc
noi abbiamo veduto nel N° XIII che egli nella guerra dei Giganti non fu uno di quei Numi paurosi che fuggirono e si nasco
ti dei tre regni della Natura. Inoltre gli attribuirono un figlio che fu il più valente medico sulla Terra, e dal quale na
il più valente medico sulla Terra, e dal quale nacque una figlia che fu la Dea della Salute. Nella invenzione della disce
chiamavano i Greci, era figlio di Apollo e della Ninfa Coronide. Egli fu il primo medico di cui le antiche tradizioni ci a
necessaria principalmente ad un medico. Il maggior culto di Esculapio fu in Epidauro ; e sappiamo dallo stesso Livio, non
e sappiamo dallo stesso Livio, non che da Ovidio, che da quella città fu trasportata solennemente la statua del Nume a Rom
la città fu trasportata solennemente la statua del Nume a Roma, e gli fu eretto un Tempio nell’isola Tiberina, che allora
ume a Roma, e gli fu eretto un Tempio nell’isola Tiberina, che allora fu detta di Esculapio, ed ora di San Bartolomeo, dop
edica può ottenere quest’utile effetto che è lo scopo delle sue cure, fu aggiunto che Esculapio, a richiesta di Plutone, m
rmine è derivato il nome di elettricità, perchè l’esistenza di questa fu osservata la prima volta confricando l’ambra, che
imoso plettro « Febo il figliuol che avea mal retto il lume, « Quando fu pianto il fabuloso elettro, « E Cigno si vesti di
14 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXII. Marte » pp. 138-143
uogo tre in quattro secoli dopo l’eccidio di Troia, il culto di Marte fu il più solenne e devoto dopo quello di Giove Otti
rra lo stesso Tito Livio. Da Ares, greco nome di questo Dio, derivò e fu composto il termine di Areopago, che propriamente
d etimologicamente significa borgo di Marte ; e poi sotto questo nome fu istituito da Solone il famoso tribunale dell’Areo
e quanto del tribunale vi entrasse Marte, lo dice la Mitologia. Marte fu accusato da Nettuno di avergli ucciso contro ogni
uno di avergli ucciso contro ogni ragione il suo figlio Alitrozio ; e fu scelto un consesso di 12 Dei per giudicarlo, e il
e il dibattimento ebbe luogo in un borgo d’Atene che d’allora in poi fu chiamato perciò Areopago. Seì di quei giudici con
ndannarono Marte, e gli altri sei lo assolsero ; e la parità dei voti fu tenuta per favorevole all’imputato, tanto più che
oravano Marte come loro Dio protettore : e tra queste Firenze che non fu già tutta plasmata da « ….quell’ingrato popolo m
i Fiesole ab antico « E tiene ancor del monte e del macigno, » ma vi fu mista ancora « …….la sementa santa « Di quei Rom
e del coraggio necessario nelle battaglie. I mitologi aggiungono che fu cangiato in gallo da Marte un suo soldato di nome
ona stima si aveva di lui per morale condotta !179 In onore di Marte fu dato da Romolo il nome al mese di marzo che era i
in quel tempo il primo mese dell’anno. A Marte e ai marziali esercizi fu consacrato in Roma il campo Marzio, che prima era
marziali, in cui cioè entra in composizione il ferro181. Al Dio Marte fu dedicato il martedì, del qual giorno conservasi a
nze, non avendo mai passato l’Appennino ; ma forse Totila re dei Goti fu quegli che molto la guastò nelle guerre che ebbe
15 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXX. Stato delle anime dopo la morte, secondo la Mitologia » pp. 216-231
dell’altra vita anche negli Elisii, come la descrivevano gli Antichi, fu un poco interrotta colla invenzione della Metemps
il principio, o vogliam dir la credenza dell’anima del Mondo 256, che fu considerata come la base del Panteismo 257. Appun
itologico. L’antichissima invenzione dell’ obolo da pagarsi a Caronte fu bonariamente creduta una indubitabile verità nei
naidi. Issione re dei Lapiti, per avere tentato di offender Giunone, fu punito nel Tartaro coll’esser legato a cerchio so
di Corinto co’suoi ladroneggi e colle sue crudeltà ; e dopo la morte fu condannato nel Tartaro a spinger sulla cima di un
ente in una piccola spalla d’avorio263). Il padre scellerato ed empio fu condannato nel Tartaro ad una pena che tutti i po
ia, benchè figlio di Marte e padre di Coronide che partorì Esculapio, fu empio contro Apollo, e ne incendiò il tempio di D
pio, fu empio contro Apollo, e ne incendiò il tempio di Delfo. Perciò fu punito nel Tartaro col perpetuo timore di essere
I tuoni, i nembi, i folgori imitava, « Che imitar non si ponno. E ben fu degno « Ch’ei provasse per man del padre eterno «
a vita macchinò un misfatto, che 49 delle sue figlie eseguirono, qual fu quello di uccidere i loro sposi la prima sera del
e, Tantalati, ossido di Tantalio, acido tantalico, ecc. Delle Danaidi fu dato il nome dagli Zoologi a certe farfalle che h
venti anni a Crotone, passò a Metaponto ed ivi morì ; e dopo la morte fu più ancora ammirato che in vita, poichè la sua ca
dopo la morte fu più ancora ammirato che in vita, poichè la sua casa fu cangiata in un tempio, ed egli adorato qual Nume.
to) e teos (Dio.) 258. L’ obolo (in greco obolos e in latino obolus) fu la prima moneta dei Greci, e valeva 15 in 16 cent
Greci, e valeva 15 in 16 centesimi di franco o lira italiana, poichè fu considerata in appresso come la sesta parte della
e « Ed are ai figli ; uscian quindi i responsi « De’domestici Lari, e fu temuto « Sulla polve degli avi il giuramento : « 
16 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLI. Perseo » pp. 309-316
Questo antichissimo Eroe apparteneva al novero dei Semidei, poichè fu creduto figlio di Giove e di Danae, la quale era
era troppo crudele, cioè di uccider subito la figlia ; e Acrisio non fu così snaturato come furono in appresso Aristodemo
r la sua in una torre di bronzo per impedire che prendesse marito. Ma fu inutile questa precauzione, poichè Giove stesso t
sformatosi in pioggia d’oro discese in quella torre e sposò Danae che fu poi madre di Perseo. S’intende facilmente che l’o
eno presso il monte Elicona nella Beozia, fece sgorgare una fonte che fu poi sacra alle Muse e fu chiamata Ippocrene, che
na nella Beozia, fece sgorgare una fonte che fu poi sacra alle Muse e fu chiamata Ippocrene, che vuol dir fonte del cavall
nvenzione di Esiodo, non l’adottò, e disse invece che il caval Pegaso fu mandato dagli Dei a Perseo mentre egli si dispone
a Andromeda figlia di Cefeo re di Etiopia e della ninfa Cassiopea ; e fu esposta ad esser divorata da un mostro marino, pe
isposa, e il regno per dote. Questa mirabile liberazione di Andromeda fu espressa da Benvenuto Cellini nel bassorilievo di
sposa a riveder sua madre Danae ; e nel passare dalla Mauritania gli fu negata l’ospitalità dal re Atlante ; il quale ave
ovea tutto temere da un figlio di Giove. Ma la sua stessa precauzione fu causa del suo male, poichè Perseo, irritato di ta
Perseo la fondazione del regno di Micene ; e si narra che ivi Perseo fu ucciso a tradimento da Megapente, figlio di Preto
o di Preto, per vendicare la morte di suo padre. La storia di Perseo fu registrata dagli Antichi a caratteri di stelle ne
minoso e terso, « E ver ponente avea dritto il sentiero. « Calossi, e fu tra le montagne immerso : « E come dicea l’oste (
17 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLV. La spedizione degli Argonauti alla conquista del Vello d’oro » pp. 331-341
uti alla caccia del cinghiale di Calidonia ; e tra questi Giasone che fu il duce e il protagonista degli Argonauti, e acqu
ta la maggior lunghezza del Mar Nero, e giunger salvo a Colco. Frisso fu benissimo accolto con quel raro e prezioso animal
hiovi che d’altrui sermone. » Il vello d’oro rimasto nella Colchide fu consacrato, secondo alcuni, a Giove, e, secondo a
parleremo in appresso. Alla pericolosa conquista di quest’aureo vello fu diretta la spedizione degli Argonauti ; e non la
eggiabile montone, furon costretti a costruire ed armare una nave che fu creduta la prima inventata dagli uomini, e celebr
celebrata perciò con lodi interminabili da tutti gli antichi. La nave fu chiamata Argo, e quindi Argonauti gli Eroi che na
la narrazione. Giasone era figlio di Esone re di Tessaglia65, a cui fu usurpato il regno dal fratello Pelia ; perciò ess
essendo egli ancor fanciullo, per salvarlo dalle in sidie dello zio, fu mandato ad educare altrove, e dicono presso il Ce
il soprannome di Panfago, che vuol dir mangia-tutto. La prima fermata fu nell’isola di Lenno, « Poi che le ardite femmine
pietà filiale, le tolsero il trono e la cacciarono dal regno. Inoltre fu presa dai pirati e venduta schiava a Licurgo re d
di Tracia in punizione delle sue crudeltà verso i proprii figli, e vi fu aggiunta pur anco la cecità. Approdati gli Argona
parimente la descrizione coi versi stessi dell’Ariosto ; « E questo fu d’orribil suono un corno « Che fa fuggire ognun
volle seguitare il viaggio. Per quanto cercasse, non lo trovò più ; e fu detto dai poeti che le Ninfe Naiadi avevano rapit
entata anche da Plinio il naturalista, ed ove Valerio Fiacco dice che fu costruita la nave Argo. Quindi anche la nave è ch
18 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IX. Vesta Dea del fuoco e le Vestali » pp. 44-47
a del fuoco e le Vestali Ad una delle figlie di Saturno e di Cibele fu dato il nome stesso dell’ava, cioè di Vesta ; e p
e stesso dell’ava, cioè di Vesta ; e per distinguere l’una dall’altra fu aggiunto all’ava l’aggettivo di Prisca o Maggiore
uello di Giovane o Minore. Per dare anche a questa un qualche ufficio fu inventato che presiedesse al fuoco, il quarto deg
il quarto degli elementi del Caos ; e siccome il fuoco nulla produce, fu detto che Vesta minore non prese marito e fu Dea
il fuoco nulla produce, fu detto che Vesta minore non prese marito e fu Dea della castità. Quindi il culto di questa Dea
on prese marito e fu Dea della castità. Quindi il culto di questa Dea fu affidato ad alcune sacerdotesse chiamate le Vergi
mo, poichè Virgilio asserisce che praticavasi in Troia, e che da Enea fu trasportato in Italia46. E che questa Dea, prima
e poeti latini, i quali concordemente ci narrano che Rea Silvia, che fu poi madre di Romolo, era stata costretta dallo zi
Vestali e all’adempimento dei loro voti. Il numero delle Vestali non fu mai più di sette. Si prendevano da famiglie illus
r di convento e prender marito : il che però di rado accadeva, poichè fu considerata una determinazione infausta per la Ve
ro felicità, nè a quella del marito e dei parenti. Il culto di Vesta, fu abolito in tutto l’impero romano nel quarto secol
loro consacrazione, a tutte le Vestali in memoria di quella prima che fu consacrata da Numa riformatore di quel sacerdozio
19 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIX. La Dea Triforme cioè Luna in Cielo, Diana in Terra ed Ecate nell’Inferno » pp. 115-122
ul Sole137. Il volgo peraltro vi credeva di certo, perchè l’ignoranza fu sempre un terreno fertilissimo da allignarvi e cr
ellissima), perchè si accorse che amoreggiava con Giove. La qual’orsa fu poi da Giove trasformata in una costellazione per
sua madre, stava per trafiggerla con un dardo. E questa costellazione fu detta Orsa maggiore ed anche Elice per distinguer
e Ninfe che ebbero cura dell’infanzia di Giove, e che per benemerenza fu trasformata in questo gruppo di stelle. L’Orsa m
nemerenza fu trasformata in questo gruppo di stelle. L’Orsa maggiore fu chiamata anche il Carro, nome che si conserva pur
’Orsa. Alcuni mitologi aggiungono che anche Arcade figlio di Callisto fu cangiato in una costellazione detta Arctophylax,
italiana ; e chi mai non si allontani da qualche cara cosa o persona fu detto che egli le sta sempre come Artofilace all’
ettò dell’acqua sulla faccia e lo trasformò in cervo, che nel fuggire fu raggiunto dai suoi propri cani e da essi miserame
ogi che Atteone, perchè apparteneva ad una famiglia odiosa a Giunone, fu spinto malignamente da questa Dea ad entrare in q
e l’una invocava Ecate, e l’altra Tisifone ; e nel Carme secolare che fu cantato pubblicamente in onore di Apollo e di Dia
famoso tempio, considerato come una delle 7 maraviglie del mondo, che fu arso, pur d’acquistar fama ancorchè infame, da Er
to fatti ad imitazione di quello di Diana Efesina146. Pochi anni dopo fu questo tempio saccheggiato da Nerone, e nel terzo
tessa popolosa città di Efeso, che a tempo dell’imperator Teodosio II fu sede di due Concilii Ecumenici, non trovasi che q
20 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLIII. Cadmo » pp. 321-325
soli cinque sopravvissuti lo aiutarono a fabbricare la città. Questa fu da prima chiamata Cadmea dal nome di Cadmo, e poi
i Tebe, conservandosi però sempre il nome di Cadmea alla fortezza che fu primamente il nucleo della città. Il territorio p
a fortezza che fu primamente il nucleo della città. Il territorio poi fu detto Beozia dal greco nome dell’animale ivi trov
noltre un figlio chiamato Polidoro. Abbiamo già detto altrove che Ino fu cangiata nella Dea marina Leucotoe, e che Semele
o altrove che Ino fu cangiata nella Dea marina Leucotoe, e che Semele fu madre di Bacco. Ma per quanto avesse Cadmo strett
il proprio merito di fondatore di una illustre città, non ostante non fu felice, e neppure i suoi discendenti. Di lui ci d
serpente era tanto famigerata presso gli antichi Pagani che talvolta fu rappresentata perfino sulla scena : il che non do
e con maraviglia nell’epopea. La trasformazione di Cadmo in serpente fu narrata così egregiamente da Ovidio, che sembrò m
e nel Canto xxv dell’ Inferno, detto appunto delle trasformazioni ; e fu tanto contento e sicuro egli stesso dell’opra sua
, Cadmus in anguem. » (Hor., De Art. Poet., v. 185.) 60. Nel 1821 fu pubblicato dal Bagnoli il suo poema epico in vent
una curiosità letteraria il sapere questa opinione degli Antichi : ma fu una vera pedanteria e ridicolezza il pretendere d
21 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLII. Bellerofonte » pp. 317-320
XLII Bellerofonte Quest’Eroe fu pronipote di Eolo, nipote di Sisifo e figlio di G
Ipponoo ; ed è soltanto un soprannome quello di Bellerofonte, che gli fu dato dopo che egli per caso uccise Beller suo fra
i nella greca cronologia di questi re ; e forse perciò aggiungono che fu subito dopo detronizzato da Preto e costretto a r
da Preto e costretto a restar come ostaggio alla corte di lui. Quivi fu calunniato malignamente dalla regina Stenobea ; e
riuscisse vittorioso54. La più celebre e memorabile di queste imprese fu quella della Chimera, mostro che avea la testa di
ersa, giunto finalmente a superarle tutte e ad uno stato felicissimo, fu men forte a tollerare la prosperità che prima l’a
nte i suoi giorni. Il Pegaso continuò il volo sino al Firmamento, ove fu cangiato nella costellazione che porta il suo nom
hi. È lunga circa un metro e di color giallastro con macchie nere. Le fu dato ancora volgarmente dai pescatori settentrion
a e dall’avere incisi sulla zampa destra etruschi caratteri, e perchè fu trovata presso Arezzo. Potrà bene aver pregio per
non reca di certo una gradita sensazione all’occhio dei profani, qual fu immaginata ed eseguita dagli antichi Etruschi.
22 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVI. Le Ninfe » pp. 279-284
evano almeno altrettante Ninfe. Ninfa è parola di origine greca, che fu adottata dai Latini e conservata dagli Italiani n
ltresì, benchè più di rado, gl’ italiani. Molte di quelle Ninfe a cui fu dato un nome proprio dai Mitologi e dai poeti fur
dal nome di una di queste due Ninfe a cui apparteneva. La qual capra fu poi da Giove trasportata in Cielo e cangiata nell
roprio di Narciso, la Mitologia inventò molto a proposito che egli ne fu punito coll’essersi innamorato della propria imma
ola una Ninfa stette tanto a guardarla che ivi morì di estenuazione e fu cangiato nel fiore che porta il suo nome. Dante a
dicono che se ne fosse invaghito quel mostruoso gigante Polifemo che fu re dei Ciclopi ; ma vedendosi preferito il pastor
per sue ancelle. » E nel rammentar questo passo il can. Bianchi, che fu segretario dell’Accademia della Crusca, così lo s
unque oggetto desiderato dalla persona che lo possedeva. Questo corno fu detto in latino cornucopia, e in italiano più com
no dell’abbondanza, come significa la parola latina. — A Giove stesso fu dato dai Greci l’appellativo di Egioco, che alcun
cuni interpretano nutrito dalla Capra ; il qual termine per altro non fu adottato dai Latini, e l’usò soltanto qualche mod
23 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXI. Minerva » pp. 132-137
XXI Minerva Un mito dei più straordinarii fu inventato sulla nascita di Minerva Dea della sapi
i Numi e che uscì dalla divina mente di lui. In questi limiti il mito fu adottato volenterosamente e con piacere non solo
quale dall’essere stata tre mesi in gestazione nel cervello di Giove fu detta Tritonia. Prima di tutto convien conoscere
anciulla robusta, perchè nacque adulta e tutta armata ; e questo nome fu adottato dai Latini e dagli Italiani. Minerva po
tuno e a Minerva. Quegli fece nascere il cavallo e questa l’olivo ; e fu stimato più utile l’uso dell’olio che quello del
lie di lui : « …..Se tu se’ Sire della villa « Del cui nome ne’ Dei fu tanta lite, « Ed onde ogni scienza disfavilla, « 
io ; e se ne ha il disegno in molte stampe o incisioni. Anzi a Parigi fu costruita sul disegno e le dimensioni del Parteno
ventò le tele, e Clostère, figlio di lei, i fusi. Il nome di Minerva fu usato dai poeti latini (e spesso anche dai prosat
e usato nella poesia latina a significare l’olio 172. Dagli astronomi fu dato il nome di Pallade al secondo asteroide o pi
he di esser chiamata l’Atene di quella nazione a cui appartenga. Così fu lieta Firenze di esser detta l’Atene d’Italia, do
24 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXIX. Di alcune Divinità più proprie del culto romano » pp. 500-505
Fasti si mantennero in Roma per più di mille anni. Anzi l’uso che vi fu allora di dir l’uno all’altro parole di buon augu
ol figlio venne nel Lazio e fissò la sua dimora su quel monte che poi fu detto il Palatino. Quanto poi a Porrima e Posvert
re dei Rutuli, resa celebre da Virgilio nel suo poema dell’Eneide. Le fu dedicato anticamente un tempio nel Campo Marzio i
ta non era nè la Giunone Argiva, nè la Giunone Romana. La Dea Fornace fu un’invenzione del re Numa Pompilio. Era veramente
otizia che Ovidio e Lattanzio ; e dicono che era una Naiade, la quale fu privata della favella da Giove, perchè parlava tr
tto e senza i fulmini in mano, ma invece accompagnato dalla capra che fu la sua nutrice nell’isola di Creta. Aveva un temp
Nel mese di Maggio troviamo indicato che il primo giorno di quel mese fu eretta un’ara ai Lari Prèstiti. Quest’epiteto di
endovisi introdotto il licenzioso P. Clodio travestito da donna, egli fu stimato sacrilego ; e questo scandalo fu causa ch
io travestito da donna, egli fu stimato sacrilego ; e questo scandalo fu causa che Cesare ripudiò la propria moglie, dicen
 l’etimologia di Monsummano da Sommo Mane (il Plutone dei Pagani) che fu adottata dal Proposto Gori e poi dal Tigri nella
25 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXV. I Satiri ed altre Divinità campestri » pp. 270-278
tiri quand’eran vecchi ; e il più celebre di questi è quel Sileno che fu Aio e compagno di Bacco in tutte le spedizioni di
ti spregevolissimo come fannullone e maldicente ; e molto a proposito fu creduto figlio del Sonno e della Notte. Da prima
stato ricevuto nella corte celeste come buffone degli Dei, ma poi ne fu scacciato per la sua soverchia insolenza. Poco o
cciando coll’aratro la prima cinta dell’eterna città. Quel giorno che fu il 21 di aprile divenne poi celebre e festeggiato
l’ufficio. Era la stessa che la Dea Clori dei Greci, il qual vocabolo fu tradotto con alterazione di pronunzia in quello l
n egualmente felice, ed inoltre poco dignitosa per una divinità, qual fu l’invenzione del Dio Priapo. I Greci lo dissero f
me di origine romana, e simbolo vero e proprio della romana costanza, fu il Dio Termine. Non era altro che un masso, o uno
Coeli. Le Feste Terminali eran celebrate agli ultimi di febbraio, che fu per lungo tempo l’estremo mese dell’anno, poiché
il gruppo del Bacco e del Satirino : « Rarissimo e maravigliosissimo fu un Bacco che egli, secondo che lo descrivono i po
ù semplice e più dell’uso comune pelle tigrata. Ma il verbo piluccare fu anche usato dall’Alighieri nel Canto xxiv del Pur
26 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — V. Urano e Vesta Prisca avi di Giove  » pp. 25-27
e i fenomeni dell’Universo, e primo d’ogni altro il Cielo, che perciò fu detto il più antico degli Dei. Personificato il C
erbar l’Acqua per farne la moglie di Nettuno Dio del mare. Ma siccome fu dato il nome di Urano al Cielo, così fu dai Greci
tuno Dio del mare. Ma siccome fu dato il nome di Urano al Cielo, così fu dai Greci assegnato alla Terra il nome di Estia,
sì fu dai Greci assegnato alla Terra il nome di Estia, che dai Latini fu cangiato in Vesta, significante, secondo Ovidio,
mbedue le lingue all’apparente e creduta immobilità della Terra18. Le fu aggiunto in appresso l’aggettivo di Prisca, per d
perione si trovano usati in poesia come sinonimi del Sole. Quando poi fu nato e cresciuto. Apollo, questo Dio oltre molte
di guidare il carro della luce19, e sotto il nome particolare di Febo fu considerato come il Sole istesso. Siccome Urano e
Saturno a sua volta fosse stanco di regnare. Questo patto di famiglia fu causa di frodi, di dissenzioni, di guerre fratern
no il nome del padre di questo, cioè di Urano. Anche il nome di Vesta fu attribuito al 4° piccolo pianeta o asteroide scop
27 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VIII. Tre Divinità rappresentanti la Terra, cioè Vesta Prisca, Cibele e Tellùre » pp. 39-43
, oppure diversi e disgiunti ? — Eccone le differenze : Vesta Prisca fu considerata come la Terra appena separata dal Cao
nome di una città e di un monte omonimo nella Frigia, ove questa Dea fu prima che altrove adorata. Alcuni autori la chiam
cui presiedeva Cibele. Chiamavasi in greco e in latino Rhea (nome che fu poi dato anche alla madre di Romolo, Rhea Sylvia)
a colle sue produzioni soccorre ai bisogni dei mortali. Qualche volta fu confusa collo Dea Tellùre, e perciò le fu dato an
dei mortali. Qualche volta fu confusa collo Dea Tellùre, e perciò le fu dato anche il nome di questa. Aveva poi molti alt
uale eran figli la maggior parte degli altri Dei. Il culto di Cibele fu introdotto in Roma ai tempi della seconda guerra
he significa dito. A Cibele era sacro il pino, perchè in quest’albero fu da lei cangiato un suo prediletto sacerdote chiam
metallici, ecc. 42. « Per l’orazion della Terra devota, « Quando fu Giove arcanamente giusto. » (Purg., xxix, 119.)
5. Nel lib. ii, de Legibus, Cicerone porta due potenti ragioni perchè fu dai Romani proibita la questua in generale : stip
28 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXV. Bacco » pp. 161-172
suo padre, e dall’isola di Nisa o dal monte Niso, dove Bacco nacque e fu allevato. I Latini non adottarono questo nome, ma
otto la forma di leone combatteva contro i Giganti. La qual voce Evoe fu adottata come esclamazione e nello stesso senso t
ssima corona d’oro e di gemme, opera egregia di Vulcano, la quale poi fu cangiata in una costellazione che porta ancora il
esso le gambe. Penteo re di Tebe che voleva abolire il culto di Bacco fu ucciso dalla propria madre Agave, che insieme con
feste di Bacco per attendere alla loro occupazione di tesser le tele, fu detto che furono cangiate in vipistrelli 205) e i
e sontuosamente accolto in ospizio Bacco con tutto il suo corteo, gli fu data in premio dal Nume la facoltà di scegliere u
pepiti e delle auree vene nel sen della terra. Questa favola di Mida fu raccontata dall’Alighieri nel Canto xx del Purgat
zii ed eccessi dei Baccanali in onore di questo Dio, il nome di Bacco fu adoprato ancora come sinonimo di crapula e di goz
ne del Sole sulle uve per renderle atte a produrre il vino ; ma Dante fu il primo a indicare come questa azione si esercit
ridea : Ma, s’io ridessi, « Mi cominciò, tu ti faresti quale « Semele fu , quando di cener fessi. » (Parad., xxi, 4.) 1
29 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIII. Venère, Cupido e le Grazie » pp. 144-151
rsa per la prima volta nel mondo alla superficie delle onde spumanti, fu detto figuratamente che era nata dalle onde del m
ebbe il maggior culto e il titolo di Ciprigna. In molti altri luoghi fu poi venerata, in Citera, in Pafo, in Idalio, in À
nche negl’italiani e nello stesso Dante183. Del nome di Venere che le fu dato dai Latini, ed è divenuto tanto comune nelle
re. Venere era considerata in principio come Dea dell’Amore, e poi le fu aggiunto per questo particolare attributo un figl
oro di Venere ; ma poi vi aggiunsero che per voler di Giove suo padre fu data in moglie al più brutto, e che per di più er
ere non si oppose e obbedì ; ma questo matrimonio così male assortito fu causa di coniugali discordie e di scandali. Con q
e feconde ; e la favola aggiunge che erano sacre a questa Dea, perchè fu cangiata in colomba una Ninfa sua prediletta chia
do in questo fiore il giovane Adone da lei favorito e protetto, e che fu ucciso nella caccia da un cinghiale. A Venere fu
to e protetto, e che fu ucciso nella caccia da un cinghiale. A Venere fu dedicato il venerdì ; e di Venere ebbe il nome il
30 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVI. Nettuno re del mare e gli altri Dei marini » pp. 173-183
Urano, e la Terra sotto il nome di Vesta Prisca o di Cibele. L’Oceano fu dunque considerato come il più antico degli Dei m
utore della Coltivazione, amantissimo della libertà della patria, che fu in quel tempo oppressa dai Medici, in un suo sone
ici segni del Zodiaco. Da questo matrimonio nacque il Dio Tritone che fu lo stipite delle diverse famiglie e tribù dei Tri
ttuno, « Non da pirati, e non da gente Argolica ; » per dire che non fu commesso mai prima d’allora nel mar Mediterraneo
a a tempo e luogo, quando cioè converrà raccontare che prese marito e fu madre di qualche altra Divinità. Doridi e Nereid
mani anche Matuta) alla calma del mare, e Palemone ai porti (e perciò fu chiamato anche Portunno). E fu saggio consiglio l
el mare, e Palemone ai porti (e perciò fu chiamato anche Portunno). E fu saggio consiglio l’affidar la protezione dei navi
nità marine e trasformato in un Dio protettore della navigazione. Gli fu conservato il nome di Glauco che significa verde-
Italia, dicendo che essa ordì « Una tela di cabale e d’inganni « Che fu tessuta poi per trecent’anni ; » ed eran precisa
31 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVI. La dea Latona » pp. 86-91
e a formare il Sole, la Luna e le Stelle. Nè sanno assicurarci se ciò fu per opera di un Dio o del caso : le loro opinioni
rono col Sole e colla Luna. Prima di tutto però rammenteremo quel che fu detto altrove, che cioè avanti la nascita di ques
diremo che Latona loro madre era figlia di uno dei Titani ; e perchè fu prediletta da Giove100), era appunto perciò odiat
ola. Che Delo fosse stata nei tempi preistorici un’isola galleggiante fu detto la prima volta dal poeta Pindaro, il quale
occhi del Cielo. Altri mitologi invece raccontano che l’isola di Delo fu sollevata da Nettuno con un colpo di tridente dal
per sollevamento nel mare al sud-ovest della Sicilia un’isoletta che fu chiamata Ferdinandea, la quale pochi mesi dopo co
a aveva soltanto un figlio ed una figlia. Di questa sua folle empietà fu terribilmente punita nella causa stessa della sua
figli e l’altra le figlie di Niobe ; e la madre per ineffabil dolore fu cangiata in pietra. Ne parla Omero nel libro xxiv
32 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VII. Saturno esule dal Cielo è accolto ospitalmente in Italia da Giano re del Lazio » pp. 31-38
si mitologi, convenivano però tutti nell’asserire, che quando Saturno fu esiliato dal Cielo era già la specie umana sparsa
andato errando per l’orbe terrestre, venne per nave sul Tevere29), e fu accolto ospitalmente dal re Giano ; che il territ
dal re Giano ; che il territorio di quel regno in memoria di Saturno fu da prima chiamato terra Saturnia, e poi Lazio, te
ara a queste poetiche iperboli, dicendo : « Lo secol primo quant’oro fu bello ; « Fe’ savorose per fame le ghiande, « E n
ll’oro e suo stato felice « Forse in Parnaso esto loco sognaro. « Qui fu innocente l’umana radice ; « Qui primavera sempre
uelle scientifiche denominazioni. Dopo qùalche anno di esilio Saturno fu riammesso da Giove nel cielo fra gli Dei maggiori
ace ed aperto in tempo di guerra ; il quale in più di settecento anni fu chiuso soltanto, e per poco tempo, tre volte, com
altari, indicanti i dodici mesi dell’anno romano ; il primo dei quali fu detto gennaio dal nome e in onore di Giano, consi
33 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XII. La Titanomachia e la Gigantomachia » pp. 60-68
narrazione, e come se fossero una sola guerra. Anzi poichè la seconda fu più terribile e più decisiva della prima, e da qu
a prima, e da quella in poi non corse più pericoli il regno di Giove, fu più celebrata la Gigantomachia ; e della guerra d
stia divenne da quel momento in poi usurpatrice ; e Giove in appresso fu soltanto un invasore fortunato che fece valere il
omachia : e di questa guerra accenneremo soltanto l’esito finale, che fu la disfatta dei Titani ; dei quali il molto sangu
il monte Ossa e su questo il monte Pelio 73). Il teatro della guerra fu dunque nella Grecia continentale sui confini dell
o nome, poi chiamata Pallène. Il caso più strano di questa guerra si fu che tutti gli Dei, non che le Dee, ebbero una gra
tti, sotterrati vivi o cacciati all’Inferno. Questa vittoria di Giove fu rammentata e celebrata da tutti i più illustri po
do vi è un bell’episodio sulla battaglia dei Titani coi Saturnii, che fu tradotto in versi da quel sommo ingegno del Leopa
34 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIV. Vulcano e i Ciclopi » pp. 152-160
he Vulcano nacque zoppo e deforme, che dalla stessa Giunone sua madre fu gettato giù dall’Olimpo nel mare, e pietosamente
ovevan risalire ai tempi di Omero, se soltanto 500 anni dopo di esso, fu così abile Archita, come si racconta, da costruir
iluppa collo strofinamento dell’ambra (dal cui greco nome di electron fu appunto denominato questo fenomeno e l’elettricit
e del fabbrile ingegno. Il nome di Efesto che gli davano i Greci non fu adottato dai poeti latini, nè dagl’italiani ; ma
itolo di Lemnio, derivato dall’isola di Lemno, dove cadde dal Cielo e fu amorevolmente raccolto e venerato qual Dio. Lemno
ri poeti, nella Sicilia stessa. A spiegar la favola dell’unico occhio fu detto che i Ciclopi eran soliti di portare in gue
parato detto pila, che serve a svolgere l’elettricità dinamica, e che fu inventato da Volta nel 1800, riporta questa notiz
nei seguenti termini : « Volta, fondandosi sulla teoria del contatto, fu condotto ad inventare il maraviglioso apparato ch
35 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXII. Gli Oracoli » pp. 242-252
a dubbio quello di Delfo ; e Apollo a cui attribuivansi quei responsi fu perciò chiamato Delfico 283) ; e troviamo anche i
sue mura il tempio e il famosissimo oracolo di Apollo. Il territorio fu , come ora direbbesi, neutralizzato, e reso indipe
e ossa del serpente Pitone. — In appresso la parola cortina in latino fu interpretata per tenda o velario, col qual signif
4.) Il più antico di tutti gli Oracoli della Grecia, secondo Erodoto, fu quello di Giove in Dodona città dell’Epiro ; e i
delle antiche religioni ; dal che deducesi che il governo teocratico fu il primo governo regolare e il primo cemento dell
ge che essendo di tal sublimità da parer superiore all’ingegno umano, fu perciò attribuito a un Dio290). Finchè dunque i s
cominciarono dipoi a parlare a modo dei potenti, e questa falsità si fu scoperta nei popoli, divennero gli uomini incredu
iche : Delfica deità per Apollo, e fronda Peneia per l’alloro, in cui fu cangiata Dafne figlia di Peneo. 285. Son celeb
36 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XI. Giove re del Cielo » pp. 55-59
, per versarle a suo beneplacito sopra i mortali. Dalle idee di Omero fu ispirato Fidia nel far la sua celebratissima stat
setarsi. Il tempio che Bacco per gratitudine gli eresse in quell’oasi fu perciò detto di Giove Ammone, e l’idolo del Nume
ove, e della dipendenza della Terra dal Cielo e dal supremo suo Nume, fu ideata da Omero, attribuendone l’invenzione a Gio
la Terra al Cielo è sempre sembrata sì bella e sapiente, che non solo fu accolta con plauso dai poeti e dai letterati, ma
ne e dagli altri sommi greci e romani antichi. Ma disgraziatamente ci fu tramandato ancora il racconto della vita privata
uesta espressione : « Con un olimpico cenno di testa. » 63. Giove fu detto Olimpico non solo perchè credevasi che spes
iome « Ondeggiaro, e tremonne il vasto Olimpo. » 65. L’oasi in cui fu eretto il tempio di Giove Ammone era quella che o
37 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVIII. Apollo considerato come Dio della Poesia e della Musica e maestro delle nove Muse » pp. 104-114
nto i del Paradiso ; « Insino a qui l’un giogo di Parnaso « Assai mi fu  ; ma or con ambedue « M’è d’uopo entrar nell’arri
« Dalla vagina delle membra sue. » (Parad., i, 19.) Apollo però non fu sempre felice. Sappiamo già come perdè il suo fig
e datasi a fuggire pregando gli Dei a sottrarla da tal persecuzione, fu cangiata in quella pianta di cui portava il nome,
del nome ebbe origine questa trasformazione. Il lauro d’allora in poi fu sempre la pianta sacra ad Apollo, che se ne fece
ta al Sole. » Un’altra metamorfosi basata sulla somiglianza del nome fu opera di Apollo. Egli cangiò in cipresso il giova
on la sdegnò il Poliziano, adoratore devoto e felice di tutto ciò che fu scritto dalla classica antichità ; e così vi fece
erchè il Pegaso fece scaturire con un calcio la fontana Ippocrene che fu sacra alle Muse : « O diva Pegasea, che gl’ inge
38 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIV. Il Diluvio di Deucalione » pp. 73-78
Mise in discussione soltanto se per mezzo del fuoco o dell’acqua ; e fu deliberato il diluvio. Per nove giorni e per nove
n una nave ; la quale dopo aver lungamente errato in balìa delle onde fu spinta e fermossi in Grecia sul monte Parnaso. — 
igine nostra !87). In tal modo ben presto con molte coppie di coniugi fu ripopolato il mondo. Questo fatto mitologico, per
no le pietre in uomini e donne ; biblica secondo la Genesi, che Adamo fu composto di terra, ed alcuni commentatori aggiung
ndo così parlare Omberto Aldobrandeschi dei conti di Santa Fiora, che fu ucciso per la sua superbia arrogante : « L’antic
cie metamorfiche, e lo tradurrà per trasformate. Questa denominazione fu proposta da sir Carlo Lyell, il più celebre dei g
39 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cronologia Mitologica. » pp. 387-393
oriundo di Fenicia o d’Egitto, conduce una colonia nel paese che poi fu detto Argolide. — Molte fondazioni furono poi
a significare la crudeltà di siffatti sacrifizj, i poeti narrano che fu trasformato in lupo. — Io, sua figlia, rapita
, successore d’Ogige. Fabbrica una piccola città, detta Cecropia, che fu poi l’Acropoli (città alta). Quindi le dodici bor
(vedi la favola), conduce una colonia nella Beozia, fonda Cadmea, che fu poi la cittadella di Tebe ; introduce in Grecia l
, re di Tessaglia. Una terribili inondazione che devastò le sue terre fu l’origine di questo diluvio. Deucalione si rifugi
savie leggi date ai mortali da Cerere. Altri dicono che questa festa fu istituita nell’Attica. — Il vascello, su cui Dana
40 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — X. Cerere dea delle biade e Proserpina sua figlia » pp. 48-54
od ancelle ; che mentre essa coglieva fiori alle falde del monte Etna fu rapita da Plutone Dio dell’inferno, per farla sua
per farla sua sposa e regina de’ sotterranei regni ; che questo ratto fu eseguito con tal prestezza che neppur le Ninfe a
ni, uccello di cattivo augurio. Si venne allora ad una transazione, e fu convenuto per la mediazione di Giove che Proserpi
talvolta un mazzo di papaveri nell’altra. Quest’ultimo distintivo le fu dato, perchè goffamente credevasi che avesse avut
zo di papaveri all’immagine della dea Cerere. Per maggior distinzione fu rappresentata ancora talvolta con una doppia fila
r significar le biade o le granaglie. In astronomia il nome di Cerere fu dato al primo degli asteroidi (pianeti telescopic
41 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XV. Giunone regina degli Dei e Iride sua messaggiera » pp. 79-85
endolo rapire dalla sua aquila e rendendolo immortale. Il nome di Ebe fu dato dagli astronomi al sesto pianeta telescopico
nome di Ebe fu dato dagli astronomi al sesto pianeta telescopico che fu scoperto da Hencke il 1° luglio 1847. Di Marte e
n assillo o tafano. Per liberarsi dal quale l’imbestiata e dolente Io fu costretta a gettarsi nel mare, che traversò a nuo
ia all’Egitto, ove da quei feticisti egiziani che adoravano le bestie fu ricevuta e adorata come una Dea, e restituita poi
adorata come una Dea, e restituita poi da Giove nella primiera forma fu venerata sotto il nome di dea Iside. Questo mito
rifranga i 7 colori della luce. Newton sullo scorcio del secolo xvii fu il primo a distinguere che la luce solare era com
42 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Appendice. » pp. -386
popoli che pur giunsero ad avere splendida civiltà ; laonde non breve fu la lotta che la verità del Cristianesimo dovè sos
itava persino dell’esistenza d’una natura divina. Cotesta rivoluzione fu da principio lenta e quasi impercettibile. I dogm
olo della loro patria una eroica resistenza. L’assedio di Gerusalemme fu più orrendo ancora che quello di Cartagine, e cos
agine, e così nell’uno come nell’altro un vincitore, spesso generoso, fu lo stromento della più barbara distruzione. Singo
ve la vittoria del politeismo sopra il culto d’un solo Dio. Il tempio fu consunto dalle fiamme ; Tito, tornato a Roma, si
dell’ uomo e affratellare tra loro le nazioni. Il Cristianesimo solo fu da tanto : esso profittò dell’ordine e della pace
terità presa ad imprestito, per opera d’un sovvertimento d’idee, onde fu guasto il linguaggio medesimo, a questo eran giun
opinioni dominanti in tutto l’universo I Armato d’una croce di legno, fu veduto a un tratto avanzarsi in mezzo ai pazzi tr
43 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVI. Osservazioni generali sulle Apoteosi » pp. 490-492
morte167. Il culto più antico di cui si trovi memoria negli scrittori fu quello del Sole e della Luna e quindi degli altri
llo del Sole e della Luna e quindi degli altri Astri ; e questo culto fu chiamato il Sabeismo, perchè ridotto a regolar si
 ; ed eccoci al Feticismo, che per antichità gareggia col Sabeismo, e fu principalmente professato dagli Egiziani, i quali
o di Mosè adoravano come loro Dio il bue Api, la qual goffa idolatria fu imitata dagli Ebrei nel deserto col vitello d’oro
vano. Così al feticismo, ossia all’ apoteosi degli oggetti materiali, fu sostituita l’apoteosi di Esseri soprannaturali ra
44 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXX. Delle Divinità straniere adorate dai Romani » pp. 506-510
a la città di Fenèo su quel monte che dal nome di suo figlio Pallante fu detto il Palatino, sarà necessario ammettere che
vesse introdotto il politeismo greco nel luogo stesso che in appresso fu il centro della nuova città di Romolo : tanto è v
della Dea Carmenta madre di Evandro. Anche il culto di Ercole Tebano fu introdotto nella stessa regione da Evandro ed acc
delle quali era ammesso o almeno tollerato il culto in Roma, dopo che fu accordata la cittadinanza romana a tutti i popoli
credevasi che fosse la stessa Ninfa Io trasformata in vacca da Giove, fu ben presto adorata ed ebbe un tempio in Roma, com
45 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXXI. Decadenza e fine del Politeismo greco e romano. Primordii e progressi del Cristianesimo. » pp. 511-
za che trionfò di tutti gli ostacoli e di tutte le più dure prove non fu abbastanza forte contro le prosperità e le ricche
la sua dignità, e non servì più allo scopo altamente sociale per cui fu istituita. In Roma insiem coi vizii penetrarono l
o impero. Ai primi del secolo IV dell’era cristiana, Costantino Magno fu il primo imperatore cristiano ; ma soltanto negli
pagus che significa borgo o villaggio), e perciò il politeismo stesso fu detto il Paganesimo ; il qual termine divenne poi
46 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLIV. La caccia del cinghiale di Calidonia » pp. 326-330
ppresso per altre più importanti e mirabili imprese, come Giasone che fu poi duce degli Argonauti, Teseo vincitore del Min
he poi divennero la costellazione dei Gemini, l’indovino Anfiarao che fu uno dei sette prodi alla guerra di Tebe, Nestore
la guerra di Tebe, Nestore ancora nella sua prima gioventù, Peleo che fu poi padre di Achille, Telamone padre di Aiace e L
madre, e la sua fidanzata Atalanta valentissima cacciatrice. Infatti fu dessa la prima a ferire, benchè leggermente, il c
47 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVII. I Mostri marini Mitologici e Poetici » pp. 184-194
no che la sirena Partenope andò a morire sulla costa del Tirreno dove fu poi fabbricata una città che in memoria di lei eb
bbe il nome di Partenope o Partenopea, e che in appresso rifabbricata fu detta, come dicesi ancora, Napoli, che significa
ma poi per gelosia di Amfitrite, o, secondo altri, della maga Circe, fu cangiata in un orribile mostro con 6 teste e 12 b
di poi, benchè creduta figlia di Nettuno e di Gea, ossia della Terra, fu detto che si dilettava di assaltare i passeggieri
48 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVIII. Apoteosi degl’Imperatori Romani » pp. 497-499
ranni, e sante Dee Livia, Poppea e Messalina ? A tempo dei re di Roma fu deificato soltanto Romolo, ma per gherminella pol
va impostura come una teologica conseguenza della prima ; e il Senato fu ben contento di adorar come Dio colui che non ave
osi a lui suggeriti, come egli dava ad intendere, dalla Ninfa Egeria, fu deificato. Quasi 700 anni corsero dalla morte di
49 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVII. L’Apoteosi delle Virtù e dei Vizii » pp. 493-496
lice conservazione dello Stato. Anche alla Dea Mente, ossia al Senno, fu eretto un tempio dopo la infelice battaglia del T
i. Ma della Dea Nèmesi, Dea della vendetta, era pubblico il culto ; e fu generale tra i Pagani il sentimento che lo ispira
ma nel culto pubblico e nel tempio che erale stato eretto, questa Dea fu adorata come figlia di Giove e della Giustizia, e
50 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IV. Una Divinità più potente di Giove » pp. 20-24
l’ultima esecutrice de’ suoi decreti sull’esistenza dei viventi ; ma fu considerata pur anco ministra di Plutone, perchè
ntunque uno dei loro genitori fosse una Divinità di prim’ordine. Così fu ristretta fra certi limiti insormontabili non sol
e Fato (in latino fatum, participio del verbo fari) significa ciò che fu pronunziato ossia decretato irrevocabilmente ; e
51 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cenni Preliminari » pp. 9-
l’imperatore Adriano pel suo favorito Antinoo. L’onore dell’ apoteosi fu talora conferito dai Romani anche alle donne, mas
irito. Il primo lettisterno indicato dalla storia durò otto giorni, e fu celebrato l’anno 400 av. l’èra crist. in occasion
lustrum (lustro) ha dato origine al vocabolo lustrazione. XI. Magia, fu l’ arte di fingere cose soprannaturali con l’ajut
52 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XX. Mercurio » pp. 123-131
, in Fisica, in Chimica e perfino in Medicina o materia medica. E chi fu mai sì losco o dell’occhio o dell’intelletto che
suo principale, quello cioè di messaggiero degli Dei. La parola Erme fu poi usata in greco e in latino a significare il b
nche nel Purgatorio cristiano, apostolico, romano163. Dagli astronomi fu dato pensatamente il nome di Mercurio al pianeta
53 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXI. Il Genio e i Genii » pp. 232-241
li prima che incominciasse il Cristianesimo ! E perciò nel Politeismo fu Socrate giudicato eretico, e condannato a morte c
uzioni e agli effetti sulla vita degli uomini. La greca parola dèmone fu adottata nella lingua latina, ma poco usata dai c
ri che potrebbero convenire anche ad un Angelo : « Da chi lo feo gli fu dat’anco « Quel santo precettor, quell’alma guida
54 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIX. Plutone re dell’ Inferno e i suoi Ministri » pp. 203-215
se con questo nome il Dio delle ricchezze ; e Plutone re dell’Inferno fu chiamato frequentemente Orco e Dite dagli antichi
gano facendo chiamar Dite il gran diavolo Lucifero242. La parola Orco fu adoprata dai poeti romanzeschi, e tra gli altri a
rso da Plutone, conveniva trovare una diversa origine e parentela ; e fu detto che era figlio di Cerere dea delle biade e
55 (1841) Mitologia iconologica pp. -243
a della prima ancor più terribile, e fiera, cui dovè far fronte Giove fu contro i Giganti. Questi colligati con Tifeo spav
trane guise tutto agl’ amoreggiamenti si diede ; sempre infelice però fu costretto a mirarsi nelle sue intraprese. Fù prim
figlio però, che riuscir dovea pel padre un bel motivo d’allegrezza, fu per lui la cagione del più aspro dolore. Imperocc
ma quindi impietositi pronti corsero a prestarle soccorso ; vano però fu il lor potere. Colui sol, che n’ era stato il mol
c quoque pro nulla Virgine cerva cadit. Il tempio poi il più celebre fu l’Efesino fabbricato da popoli tutti dell’Asia in
si nobilitò a tale segno, che fra le Città della Ionia, dopo Mileto, fu la più gloriosa, e potente Città : Quis enim hom
i rei depresse, e uccise. Nel sangue giusto sollevò il suo trono, Che fu del soglio suo primo ornamento ; Ma da quel sangu
Re di Persia, che ad una di queste due pene l’aveva condannato. E non fu forse risposta del senato di Sparta, che del lung
i nobile, e melodioso dicesi pindarico, poichè Pindaro poeta greco ne fu l’inventore. Esso è atto a tutti gli argomenti, e
la pratica. Teseo, che condanna Ippolito a morte. La vecchia età fu sempre. Veste con mille modi Ligia di gelosia,
caddero nel Campidoglio, e si disfecero, come riferisce Dione, di cui fu menzione Filostr. in Tyan : I, Hist. così il famo
56 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Avvertenza » pp. -
per saggio xxii capitoli nel periodico fiorentino L’Educazione, e ne fu parlato dal Tommasèo nel fascicolo del dicembre 1
Tommasèo nel fascicolo del dicembre 1873 della Nuova Antologia. Anzi fu il Tommaséo stesso che mi suggeri di aggiungere a
57 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VI. Il regno, la prigionia e l’eŚilio di Saturno » pp. 28-30
reci e dei Romani, ma sì di altri popoli o più antichi o più rozzi, e fu proprio più specialmente degli Egiziani, come abb
etronizzò e lo chiuse con Cibele in una oscura prigione. Quando Giove fu adulto, coll’aiuto de’ suoi fratelli Nettuno e Pl
58 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIII. Osservazioni generali » pp. 260-263
a classazione generale delle Divinità del Paganesimo (vedi il N. III) fu accennato che gli Dei di 2° ordine eran detti Inf
tamente, per chi deve studiar la Mitologia, a ben pochi di questi Dei fu dato dai Pagani un nome proprio, e la maggior par
59 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIII. Difetti e vizii del Dio Giove » pp. 69-72
vece del meritato premiò. Aggiungono però che la pena di Prometeo non fu perpetua, perchè Ercole lo liberò, ed uccise l’av
parlare dei figli di Giove. Peggio poi che bestiale non che disumana fu la condotta di questo Dio nel precipitar dal Ciel
60 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVII. Gli Dei Dei Fiumi » pp. 285-289
unse tra i ciechi labirinti delle inferne regioni30. Il fiume Acheloo fu battagliero quanto Rodomonte, e osò venir tre vol
a eloquenza il Xanto incoraggiava il fratello Simoenta ; e poi quanto fu grande lo sgomento di Achille che disperatamente
61 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIV. Il Dio Pane » pp. 264-269
o principalmente in Arcadia come Dio dei pastori, e da quella regione fu trasportato il suo culto in Italia dall’Arcade Ev
che egli chiamò Palatino dal nome di suo figlio Pallante, ed ove poi fu da Romolo fabbricata l’eterna città. Anche a temp
62 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Avvertimento. » pp. 1-2
to premesso all’ edizione antecedente pubblicata nel 1854. « Nel 1838 fu pubblicata a Parigi la quinta edizione del Corso
63 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — Epilogo » pp. 253-254
co dei vizii, e si termina con l’apoteosi degl’Imperatori romani, che fu l’ultimo anelito del Paganesimo. fine della prim
64 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — Introduzione » pp. 6-9
be un gran danno) la vena poetica degli italiani, o si abolisse (come fu inutilmente tentato un mezzo secolo indietro),. l
65 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — III. Classazione generale delle Divinità pagane e Genealogia degli Dei superiori » pp. 15-19
a di tutte le cose naturali. Vedremo però in appresso che essa Natura fu goffamente e bizzarramente simboleggiata nel Dio
66 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIX. Eolo e i Venti » pp. 295-
precisamente nel N° XVI, a proposito dell’isola di Delo, che Pindaro fu il primo a chiamar natante. Ora vediamo che anche
67 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVIII. Le regioni infernali » pp. 195-202
vano gli Dei, e il loro giuramento era inviolabile : onorificenza che fu accordata allo Stige perchè la sua figlia Vittori
/ 67