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1 (1880) Lezioni di mitologia
e di affetto, che non iscema per lontananza nè per tempo, v’intitoli, fra le Opere che tutte riunisco e do alla luce del so
he tutte riunisco e do alla luce del sommo Toscano del nostro secolo, fra le Opere del Niccolini da voi tanto ammirato, la
rirà splendidamente la singolare armonia, che in tant’ Uomo avverossi fra il letterato, il poeta, l’erudito, il cittadino e
fu tributato il primo omaggio dell’uman genere disperso. E certo, se fra le cose create degna avvene alcuna di ammirazione
le tele e nei marmi, accrescerà quella nobile e antica gara che regna fra la Pittura e la Poesia. L’amenità di questi studj
nor dell’altissimo canto. Che sovra gli altri com’aquila vola. » Chi fra voi non rivolgorà la sua attenzione ai versi di t
i infortunj degli Achei. Essi mal vinsero: i Penati rapiti da Enea in fra l’iliache rovine torneranno sul Tarpeo: Troia mig
rate dal calore del sole si riunirono coU’aria; le nuvole si urtarono fra loro, e vita diedero al folgore, il di cui tuono
e sì ardua lite: riporteremo solamente che dagli Egiziani era adorata fra l’altre una certa divinità detta Neph, da cui era
i Dei. Nel principio era il Caos, indi la Terra, l’Amore il più bello fra i numi immortali. Il Caos generò l’Èrebo e la Not
umarono in Pafo, in Amatunta, in Citerà. Regnava intanto la discordia fra gli Dei, e Cielo minacciava di punire i Titani su
erseo, unito all’Aurora, generò i Venti e Lucifero, quella bellissima fra le stelle, cara a Venere, a cui un moderno poeta
Qual dagli antri marini L’astro più caro a Venere Coi rugiadosi crini Fra le fuggenti tenebre Appare, e il suo viaggio Orna
ove die l’arbitrio del cielo e della terra e del mare, che sempre era fra gli antichi principio di sacrifizj e preghiere, e
li dei numi. Giove possessore tranquillo dell’Olimpo, sposò Meti, dea fra tutte sapientissima; e questa era per dare alla l
io quel che comanda Il core a me nell’animoso petto Dica: Gran tempo fra di noi pugnammo, Numi Titani, e di Saturno figli,
glia inchina. Era il valore Innanzi eguale, e la vittoria incerta: Ma fra le prime schiere ivano Gige E Cotto e Briareo, ch
da questo paese piuttosto derivasse il costume di edificare i templi fra le altre nazioni. Ma siccome la vanità di ogni po
dendo la religione dei sepolcri cercarono con memoranda avidità l’oro fra le ceneri degli estinti, mostrando che dalla barb
are a certi numi, solo ammettevansi alcune famiglie, come per Ercole, fra i Romani, i Pinarj e i Potizj,7 e per Cerere, in
ntato di bianca o purpurea veste dettava le preci, e spargeva il vino fra le corna della vittima destinata. Costumavasi ciò
ueste propiziazioni scagliare nel mare, e gli animali promessi sempre fra l’onde immolavano quando dalla tempesta erano sta
un tempo) rivolgendo le faci indietro, accendevano il rogo. Che più: Fra le consorti, nell’Oriente, quando il cadavere del
, incenerito il rogo ed il corpo, erano le reliquie e le ossa cercate fra le faville; il che appare chiaramente in Virgilio
soggetto di dubbio ancora se sussista veramente la differenza notata fra l’are e gli altari da Servio, che afferma questi
Certo è che ai numi infernali sacrifìcavasi nelle fosse, e ne fa fede fra molti Ovidio, descrivendo Medea che d’Ecate implo
il suolo si offrivano le vittime agli Dei della terra. Tutto additava fra i primi uomini la semplicità dei loro costumi, ch
ngue, e il vino delle libazioni. Nè tutte s’inalzavano nei templi, ma fra i boschi ed i campi, e sovente sopra le montagne,
damente innanzi agli Dei i voti e i sospiri. Infatti antichissimo era fra gl’idolatri il rito di sacrificare su luoghi elev
perstizioni, vi erano di tal sorta dedicati a Latona, Apollo e Diana. Fra l’are giunte fino a noi alcune la semplicità sola
per ucciderle, e quindi dei sacrifizj umani praticati dagli antichi, fra i quali si distinguono quelli d’Ifigenia, d’Astia
non sono abbastanza distinti, e quindi da alcuni sono stati confusi. Fra i Gentili erano preceduti i sacrifizj dalle lustr
o la religione, se prima violata non l’hanno con qualche delitto. Chi fra voi ignora che così barbara e mostruosa usanza si
inosi, vi sarà di sollievo. Il Sacrificio di Astianatte e Polissena. Fra le troiane mura eccelsa torre Sorgeva un dì sulla
le troiane mura eccelsa torre Sorgeva un dì sulla superba altezza, E fra i merli sedendo il frìgio rege, Arbitro della gue
rombe, i timpani erano destinati a vincere il suono delle loro grida. Fra gli stessi Giudei vi era una valle, detta del rug
iamma; Balena il cielo, e s’apre: un santo orrore C’investe, e quindi fra le liete schiere Ilio, Ilio, suonar s’ode: a Dian
, tanto l’inclinazione prevalse, che Gerusalemme stessa vide un bosco fra le sue mura. Nelle selve sacre si univano gli ant
nome. Qui stan tutte altere L’avite colpe, gran base di regno. Nasce fra l’ombre che ogni augello teme Un rivo, e pigro qu
ure Atreo Non gli perdona, e colpa a colpa aggiunge. Come armeno lion fra molta strage Esulta, e turba con sanguigne zampe
blicò nella Collezione delle Iscrizioni Doniane. Nè minor lite reo’na fra a:ìi antichi sulle nutrici di tanto fanciullo, po
ontaminata, nuove strade furono aperte alla morte. Nè Giove fu sicuro fra tanti iniqui dopo aver dato l’esempio della viole
questa credenza, considerando che solo le cose eguali si lasciano, e fra gli eguali, all’arbitrio della fortuna; ma la for
eccidio di Troia, tentasse fuggire l’imminente fortuna, ignorando che fra le cure dei vincitori non fu mai la riverenza dei
ra. Il celebre ratto di Europa che die nome ad una parte del mondo, è fra le segnalate imprese di Giove. Teocrito, ovvero a
le donzelle, e sola Degna le rose colla man divina Togliere al prato. Fra le Grazie apparve Così Vener, dell’onde unica lod
i nutre nelle stalle, e il curvo Aratro trae per le ostinate glebe, O fra gli armenti pasce, o con domata Cervice traggo po
ia; amore Folgoranti gli rende, e sulla fronte Sorgon le corna, e son fra loro eguali, Siccome quelle di crescente luna, Ve
fece Vestir forme di toro; e per te sola Tanto seritier misuro. E te fra poco, Creta mia cuna accoglierà; le nostre Nozze
al secondo; il cigno, ministro alle voluttà del dio, dicesi collocato fra gli astri alla destra mano di Cefeo. Teocrito vi
tto di Europa. x\ggiungerò che Giove ehbe da lei Minosse e Radamanto. Fra le amanti di Giove infelicissima fu Antiope, argo
e e la felicità delle imprese. Calisto, l’emula di Diana, felicissima fra tutte le ninfe (se Giove non le avesse rapito il
fferma Eusebio da Cesarea, si disputarono Giove. Nè minor discordia è fra i Classici su cosa fosse Giove. Altri l’aria, alt
di gittarvi una specie di pasta composta di farina di grano e miele. Fra queste antichità io pongo ancora una colonna, su
ide pronto ad ofi’rire gli omeri eguali a tanto peso: Teseo e Piritoo fra i seguaci dell’eroe: il combattimento di lui col
fìa, che teco Vorrai bear nel tuo felice letto? Deh: vieni, o ninfa, fra quest’ombre meco Che fian oggi per noi dolce rice
Ved’io dal tuo muggir come tu piagni. Io parlo, e fo quel che si dee fra noi, Ma tu sol muggi, e fai quel che far puoi. O
etto usanza fosse il dipinger Giove. L’ulivo e la querce gareggiavano fra loro per ornare la fronte del nume. Ma tutte ques
rano, che col volo della fantasia, col fuoco delle immagini primeggia fra tutti i poeti. Fulminatore e Folgoratore fu appel
nel giuramento, di cui ci ha conservato memoria Polibio nella guerra fra i Romani ed i Cartaginesi. Eccone la formula e il
o, che diede, o più probabilmente ebbe nome da un colle di Roma, dove fra i vimini l’antica semplicità altari gli eresse. S
inato quasi in attudine di concedere. Fu disegnata dal celebre LeBrun fra i più bei monumenti di Roma, e ne fu disotterrata
e, Vulcano ed Ebe: i più oscuri, Arge, lUitia e le Preghiere. A ninna fra le immortali piacquero maggiormente i litigii, ed
putavano la palma per la celerità maggiore nel corso. Le più provette fra queste potevano ancora nell’olimpico agone presen
beltà non arsi Di tale ardor; vieni al mio sen. — Tacendo Cade la dea fra le sue braccia: intorno Poi gira il guardo timide
questo nome a Diana pur competesse, fu chiamata per diverse ragioni, fra le quali la più comune è perchè delle donne nei d
Gamella, o Nuziale, cognominata era, perchè nelle nozze onoravasi, e fra i precetti che il sommo filosofante di Cheronea d
ie imperiali vengono opportunamente in soccorso di tale congettura. «  Fra le medaglie in gran bronzo di Giulia Mammea madre
lib. V, v. 251 e segg. Lezione decimaseconda. Nettuno. Nettuno, fra gli Dei consiglieri, dopo Giove per impero il mag
mandò all’amore materno di celarlo, dandolo in custodia ai pastori, e fra la greggia crebbe il signore dell’ acque. Un dest
irete dalla seguente illustrazione. « Rarissima (così il Visconti) è fra le antiche la statua di Nettano: noi vi distingui
uperando la soglia del rovinoso antro dove agli amplessi della madre, fra le tenebre care agli amanti, veniva lo dio signor
onfondersi, e risentire l’antico amore. Questo canto fu pegno di pace fra gli Dei: il re delle Muse imparò l’arte di percor
proprio per altro di Mercurio, come ne fan fede molte antiche gemme, fra le quali una bellissima del Museo Strozzi, ed un’
nque, oltre le colonne che adornavano la piazza pubblica e le statue, fra le quali un Lucio Vero giovine, maggiore del natu
. Lezione decimaquarta. Dei simboli e degli uffìcj di Mercurio. Fra i cosinomi che l’antichità diede all’astuto figlì
tlante deità comune ai celesti e agli infernali, cagione di commercio fra la terra e l’averno. — Crioforo, o {portatore del
nuova denominazione, Alcuni s’immaginavano di ravvisarvi Teseo, altri fra i quali il celebre Mengs, un Ercole imberbe, i pi
ratti, a te servono i venti Coll’eterno vigor dei piedi alati: Scendi fra noi quando di dio gli accenti Seguono i Fati. Num
ccenti Seguono i Fati. Nume pietoso ai miseri mortali Priamo guidasti fra l’Achive tende: Gli accrebbe onor la maestà dei m
preme i cento lumi Unica notte. Lezione decimaquinta. Apollo. Fra i più chiari figli di Giove, Apollo si distingue,
compassionevole, avendo fatto degli umani mali esperimento. Illustre fra gl’infortunii di lui è quello che gli procurò l’a
vo d’ un mortale: Conobbe Admeto finalmente l’ospite divino, e nacque fra loro non volgare amicizia, cui fu debitore il pri
r edificare l’ inestricabile errore del laberinto. Tale grido correva fra i Megaresi, come Pausania nel suo Viaggio nell’At
di Maia, ad Apollo la cetra. Il nume non fu nell’amore felice, benché fra gli immortali bellissimo e ricco di tanti doni. S
l garzoncello rappresentato è Apollo stesso, effigiato dallo scultore fra giovane e fanciullo, che fa prova contro una luce
noscere per un nume. L’azione di saettare non può essere equivoca che fra Apollo e. Cupido, ma la mancanza delle ali esclud
alquanto minore, perchè le altre in marmo sono più grandi, ed alcune, fra le quali la nostra e quella della Villa Borghese,
que, e rivo sceglie Limpido e sacro, che soave stilla, Dell’onde onor fra gli educati fiori. Che lusinga l’auretta e chiama
el tempio ove Apollo dava i suoi oracoli: asserisce inoltre che molti fra loro profetizzarono, e che Oleno, fra gli altri,
li: asserisce inoltre che molti fra loro profetizzarono, e che Oleno, fra gli altri, inventò il verso esametro per quest’ u
desti, e la divina arte dei versi Ed il nome di vate. voi, che siete Fra le vergini prime, e voi di chiara Stirpe fanciull
e avventurato mi sono a così diseguale confronto. Niobe. O fortunata fra l’Ismenie madri, Niobe, se altera della propria s
atona, e senza incensi E il mio nume? Di me Tantalo è padre, Che solo fra i mortali un dì sedeva Alle mense celesti: ed è s
doppia prole Sulla vetta di Cinto. Io che son madre Di voi superba, e fra le dee minore Solo di Giuno, non avrò gli altari
funereo letto Con sparse chiome le sorelle meste. Fere lo strale una fra queste; cade, E muor baciando la fraterna bocca.
a ti chiedo, Una di tante: e in mezzo ai prieghi muore La giovinetta. Fra gli estinti figli Piomba l’alfin vedova madre: i
lo la serpe. « Questa incomparabile figura fu ritrovata a Capo d’Anzo fra le ruine di quell’antica città, celebre nella sto
i abbellirle tanti imperalori romani da Augusto fino ad Antonino Pio. Fra questi alcuni, e singolarmente Nerone, riguardava
ordine, impareggiabili, se si confrontino con ciò che l’arte rediviva fra le nazioni moderne ha saputo produrre, ma molto a
rsi questa statua l’Apollo di marmo di Prassitele che Plinio annovera fra le più belle opere di quello scultore, senza addi
La statua dell’Apollo di Belvedere è il più sublime ideale dell’arte, fra tutte le opere antiche che sino a noi si sono con
a, che mostrar suole allorché lo circondano le muse e lo accarezzano. Fra tutti i rimastici simulacri del padre degli Dei,
deale si scorge principalmente in Apollo, che riputavasi il più bello fra i numi. Nelle sue figure si ravvisano in bella ar
è rassomigliano già quelle di un amante effemminato e molle, allevato fra le fresche ombre, e come dice Ibico, da Venere st
alvare la manifesta contradizione che ha imbarazzato alcuni autori, e fra gli altri Francesco Giunio , che ha scritto sull
te pieno di gusto e d’intelligenza nelle belle arti, non abbia scelto fra i simulacri di Febo che il più nobile e il più ce
a adornare le lauree più preziose, come lo dimostrano molte medaglie, fra le quali un medaglione di Commodo del Museo Carpe
a lira. E Tibullo: L’estremità del peplo, o palla, sembrava scherzare fra i talloni, poiché questa era la veste dello splen
Lezione vigesima. Dei cognomi di Apollo. Questa Lezione, ultima fra quelle che trattano di Apollo, è destinata a tess
i la mal cauta Cerere affidò la sua figlia. Delo cuna del dio, e sola fra tutte le terre pietosa a Latona, gli die di Delio
to questo titolo aveva in Atene, le opere di Eufranore, che primeggia fra gli antichi pittori. Pitio lo dissero dalla morte
ntraria forza L’impeto vinco che comanda al mondo. Fingiti il cocchio fra i rotanti poli; Potrai tu gire e trattener dell’a
e col bel pie: fuggon le stelle Che Lucifero aduna, e lascia il cielo Fra gli astri ultimi. Il padre allor che vide Rossegg
so, come da Cornelio Tacito si rileva. Ecco le parole di lui. « Primi fra tutti vennero gli Efesii commemorando che, non co
tezza; quindi il celebre Winkelmann meritamente la stimò la più bella fra le figure non succinte della figlia di Latona. Si
sovvenire d’un simulacro poco finora e niente a proposito illustrato. Fra i piccoli busti dell’ Ercolano è un Ercole vestit
e lievi tufi Curvava arco nativo. Un fonte a destra Strepita, e move fra dipinte sponde L’onda d’argento. Qui la dea solev
il pensier. Rivolge in mente Che risolva? Se torni al regio tetto, O fra le selve si nasconda: incerto Fra verofosrna e ti
risolva? Se torni al regio tetto, O fra le selve si nasconda: incerto Fra verofosrna e timor vesrsronlo i cani. Primo Melam
veltri che è il ridir dimora. La turba, che furor di preda infiamma, Fra rupi e tane, fra scoscesi sassi E dove non è via
ridir dimora. La turba, che furor di preda infiamma, Fra rupi e tane, fra scoscesi sassi E dove non è via lo segue: ei fugg
gne? Dillo, dea, onde agli altri si canti. Dolica, una delle Cicladi, fra l’isole ti fu la più cara; Perga di Panfilia tra
ra l’isole ti fu la più cara; Perga di Panfilia tra le città; Taigeto fra le montagne; Euripo fra i porti. La ninfa Gortini
cara; Perga di Panfilia tra le città; Taigeto fra le montagne; Euripo fra i porti. La ninfa Gortinia ucciditrice di cervi a
pei monti di Creta. La ninfa or sotto querci irsute si nascondeva, or fra stagni paludosi: l’amante per balzi e per dirupi
voli che Giunone e Pallade; cosicché Diana mutilata si riconoscerebbe fra tutte le altre dee. Come Diana stessa, presso Ome
conoscerebbe fra tutte le altre dee. Come Diana stessa, presso Omero, fra tutte le sue belle Oreadi distinguevasi: per lo p
ormata di foglie, e che tiene un’ asce nelle sue mani: la più cognita fra queste si chiamava Figalia. » Non solamente le d
iamava Figalia. » Non solamente le donne seguaci furono di Diana, ma fra gli uo’mini ancora vi ebbe chi imitavane gli stud
gli uo’mini ancora vi ebbe chi imitavane gli studii. Giova rammentare fra molti Ippolito, emulo della castità di questa dea
nel tumulto orrendo Pungea di sproni il polveroso fianco Ai corridori fra l’acute rupi Precipitati dal timor: già l’asse Ci
erso me gelida e nuda, E gli occhi moribondi apre, rinserra, E spira. Fra le mie braccia non lascia Che sfigurato corpo: or
agionando del famoso tempio sacro a Diana in Efeso, che si annoverava fra le sette meraviglie del mondo. Era antichissimo,
fizio sono state donate da altrettanti re, ed erano di 60 piedi alte. Fra queste colonne ve n’eran 36 ben lavorate collo sc
ai mesti. Più non dava Atene Lamentabil tributo: era Teseo Lode comun fra i coronati altari. Pallade vi s’invoca, e col Ton
an tempio, alle Amazoni attribuita da parecchi scrittori. » Illustre fra le compagne di Diana fu Calisto, ed è prezzo dell
e può vera chiamarsi Guerriera di Diana: a lei più cara Non fu veruna fra l’eletta schiera, Che sul Menalo stanca i pie vel
cchi dal suolo, e non si unisce Qual pria soleva della diva al fianco Fra le ninfe primiera. Ammuta; e casta Se non era Dia
redde ombre occupò Diana: un rivo Con lento mormorio l’onda stringeva Fra pietre attrite: il chiuso loco osserva La diva, o
si, e col delitto il corpo ignudo Appar: le pronte mani invano oppose Fra l’attonite ninfe al sen materno. Che esclama Ciut
rava, e per li campi Già suoi: fuggiva dei latranti cani L’ire minori fra scoscese rupi, E cacciatrice paventò la caccia. D
rta del paludamento della guisa stessa che la nostra è rappresentata: fra l’altre così vestita è l’effigie di lei nel vaso
ssolvere Oreste, ai suffragi raccolti nell’urna, ed ugualmente divisi fra l’assoluzione e la condanna. Siccome poi in tali
ese cose Ridico intanto alle fanciulle. In Tebe Una Ninfa già fu cara fra tutte A Palla, e non potean divise un solo Moment
me e guidi e regga, E spaziosa vita. Ancora a Dite Onorato sarà savio fra l’ombre. — Così dicendo il capo scosse, e fato Di
e il cenno dell’eterna fronte. Tutto ha Palla del padre, e solo a lei Fra le figlie il concesse: o donne, alcuna Madre non
na voluttà degli Dei, degli uomini, delle belve, favoleggiarono i più fra gli antichi che nascesse dal sangue della disones
oggiacere all’ istessa legge destandole nel seno amore per gli uomini fra i quali il primo (secondo l’Inno Omerico) fu Anch
i tempo dell’anno vaghe ostie ti saranno immolate: e tu concedimi che fra i Troiani io mi distingua; dammi spaziosa e felic
a terra gli occhi verecondi. Qui sciolse il cinto di Venere, giacque fra le braccia immortali, e fu concepito Enea. Ma qua
ingannasti, diva: ma pietà ti prenda di me che poco vivrò ed infermo fra i mortali, perchè questa è la pena di chi giace c
i Giove e l’ira degli altri numi. Ma non fu Anchise il solo fortunato fra gli uomini pei favori di Venere. Adone aveva fama
a questa divinità. « Venere, egli dice, occupar deve il primo luogo fra le dee, e come dea della bellezza, e perchè (tran
tra statua, e la foggia stessa del serpe è rammentata da Polluce, che fra gli ornati muliebri che solean portarsi egualment
ta sui lidi, ed eran sacri a lei i porti e i promontori:: come consta fra gli altri del Circeo da una iscrizione vetustissi
e coll’armi, questi furono scelti per adombrare la Venere, annoverata fra gli autori del nome Romano. Cesare stesso, che ne
che dalla madre fu lanciato nel mare, ove l’educò Teti, antichissima fra le dee. A questa ingiuria dalla madre sofferta fu
. Era anche ai tempi di Pausania la principale divinità dei Cheronei. Fra le tante opere che i poeti gli attribuiscono, ho
tto che producono, si chiamano Terrore e Paura. Gli era sacro la pica fra gli uccelli, il lupo fra i quadrupedi, e la grami
amano Terrore e Paura. Gli era sacro la pica fra gli uccelli, il lupo fra i quadrupedi, e la gramigna fra 1’ erbe. Anche il
acro la pica fra gli uccelli, il lupo fra i quadrupedi, e la gramigna fra 1’ erbe. Anche il gallo consacrato era a Marte pe
a simiglianza della ferocia fosse di lui propria offerta. Si annovera fra i vanti del dio 1’ aver dato il nome a quel luogo
rdandolo con occhi pieni di collera: Incostante e perfido, gli disse, fra tutti gli Dei che abitano 1’ Olimpo tu mi sei il
esse. Varii cognomi sortì Marte dagli antichi. Dio comune fu detto; e fra i diversi motivi di questa appellazione il più pr
rza, il coraggio, il fuoco che a lui conviene, non trovasi certamente fra tutti i lavori degli antichi. Le due più belle fi
bria, annunzia a lui l’ira paterna; Precipiti le pugne, e d’Argo solo Fra le tacite strade errin le madri, — Disse, e l’ala
isuona la dorata veste, E mal protegge la difesa alata Il divin capo: fra sterili boschi Sorger vede di Marte il tempio, e
. Stazio , Tebaide, lib. 7. Lezione trentesimaprima. Cerere. Fra le figlie di Saturno e di Rea bellissima fu Cerer
e le cure del regno, come è costume dei potenti, insidiò ancor questa fra le sorelle, e n’ebbe Proserpina, eterno dolore de
all’incesto di Cerere dissero nato un cavallo, onde favoleggiossi che fra vergogna ed ira divisa nere vesti prendesse, ed i
in pensiero di osservare gli andamenti della nutrice. Scorse il padre fra le tenebre in agguato, che la donna lo nascondeva
Scorse il padre fra le tenebre in agguato, che la donna lo nascondeva fra le fiamme; gridò, e Cerere irata a lui tolse la v
rare il senso allegorico di un altro, che ofi’re la fisrura di Cerere fra due alberi carichi di frutta. Si vede a destra Gi
ne sia di questa congettura, egli è certo che grande amicizia regnava fra le dee. Perciò Cofìsidoro immaginò di fare una st
e. Ammirando Cerere il ritrovato di lui, lo rapì, e lo pose nel cielo fra le costellazioni sotto il nome di Bifolco. Questa
i termini: Offriamo i nostri oma^^sri innanzi alla Terra che la prima fra gli Dei qui rese i suoi oracoli; in seguito a Tem
dei principali avvenimenti della storia di Cerere. Ai primi poeti, e fra gli altri Fante, che viveva innanzi Omero, fu arg
ello Zodiaco, lo che si riferisce alle relazioni immaginate più tardi fra la favola di Proserpina ed il sistema astronomico
scema A gli occhi, e macchian verdi strisce il tergo, Risplende l’oro fra k squamnie: or vince Zeffiro il giro tortuoso, or
re monete, il manto tirato di dietro sulla veste, e porta intrecciato fra le spighe e le foglie un diadema elevato alla mar
a: men strana quella di Paolo Alessandro Maffeì, che nel pub])licarla fra le più insigni statue di Roma, l’appellò Crispina
Appoggia la sinistra allo scettro, ben conveniente ad una dea ch’era fra le dodici deità maggiori della religione delle ge
o per timore della carestia già da lei mandata sulla terra. Alcuni, e fra questi Teodoreto e Cieraente, hanno confuso le Te
Misteri avevano in Atene. Mal si rintraccia chi fosse quest’ Eumolpo fra tanti ch’ebbero questo nome, nè conviene alla bre
to dei misteri che si leggevano in due libri, custoditi in due pietre fra loro unite. Caratteri ignoti, figure d’animali, m
ulmini, di mostri spaventavano, come ho notato di sopra, gl’iniziandi fra il canto e la danza. Colle due voci (grec), (grec
ti erano allontanati dal tempio di Cerere; e ciò fu cagione di guerra fra Filippo e gli Ateniesi, che dell’antica fortuna n
diano. Il ratto di Proserpina. (Continuazione). Di Cerere la prole è fra le dee, Or gloria, ma dolor presto alla madre. Pa
raggi, ma timpanate, come spesso si veggono nei monumenti antichi, e fra gli altri in una pompa Bacchica espressa in un ba
umulto, e nota è solo A Citerea che spaventata gode. Cerca una strada fra l’opaca terra Il re dell’ombre coi destrier pesan
mi Scenderà tutto nel temuto regno. La porpora deposta, ai piedi tuoi Fra la plebe confusi i re verranno. Tutto eguaglia la
i di essa stava il Tartaro tenebroso. V’era ancora l’Amore bellissimo fra gli Dei, che scioglie le cure, e doma nel cuore d
il Cielo. Che che ne sia, fu annoverata, come Eschilo lasciò scritto, fra gli Dei terrestri ed infernali, ed ebbe molti nom
cade, Vittima immensa innanzi all’ara, il toro: Tutti stupirò, ed un fra tanti osava Vietar la colpa e trattener la scure.
a chi sopra Eresitton piange? Lacerarlo tu devi, o Fame, (il Fato Pon fra Cerere e te discordia invitta) Onde parlò la diva
gevasi l’Amore scolpito da Scopa insieme col Desiderio e la Passione. Fra le pitture di Pausia contemporaneo ed emulo di Ap
so a un Zefiro amico ella scendea. Là di se in forse i vuoti dì vivea Fra tema e speme a sconosciuto amante; E tu le usate
tenzione e le mie ricerche. Non è disputata la sua origine, ma alcuni fra gli antichi estendono la sua parentela, dandogli
anca qualche volta innanzi le case del dolore, e non sempre serpeggia fra le lacrime dell’infelice. Ma s’egli lo ricopre co
ragore: mille erbe che producono il sonno fioriscono sotto le frondi, fra le quali volano solamente pipistrelli, nottole ed
all’altra parte non può in verun conto rappresentare quel filosofo. «  Fra le molte immagini di questo placido nume, colle q
del sopore tollerar la forza Non potea: pel segnato arco ritorna. Ma fra la plebe dei suoi figli il padre Chiama Morfeo ch
tutti gli Dei. Forse in questa opinione influì l’essere stati alcuni fra loro presso lui educati, come Omero attesta relat
erra. « Se poi si chiedesse quale individualmente si voglia indicare fra le ministre d’Apollo, io risponderei che la credo
lla religione, e tutto quello che serve a mantener l’ordine e la pace fra gli uomini. Regnò nella Tessaglia, e si applicò c
giusto e ragionevole: presiedeva ai patti e convenzioni che si fanno fra gli uomini, e voleva che fossero osservati. Terai
Esiodo, fu figliuola del Cielo e della Terra, ed il consenso dei più fra i Mitologi la fa madre dei primi fra gli Dei, com
la Terra, ed il consenso dei più fra i Mitologi la fa madre dei primi fra gli Dei, come Giove, Giunone, Nettuno, Plutone ed
dre, che così Cibele era chiamata. Deve Tebe a Pindaro, il più grande fra i lirici poeti, i principii della religione; il q
nel modo che l’avea dipinta Nicomaco, seduta sopra un leone, miravasi fra i principali ornamenti della spina del Circo. Cel
ttrice di Smirne la rappresentano in unione con altri numi, questi, e fra essi Giove stesso, restano in piedi avanti a lei
ta verso le due deità, la seconda, che è ancora piu piccola, portando fra le mani uno schifo. Ma gli attributi piiì costant
indicare che col tempo farà ritorno alla servitù dell’antica padrona. Fra i rami dell’all’albero siede un gallo destinato f
da la danzante schiera, E trasognata, furibonda, ansante Col timballo fra man corre primiera Ati fra’ boschi bui; qual ‘ve
suoi casi la flebile storia, E veggendo chiaramente Qual’ ei fosse, e fra che gente, Piena il cor di tempesta Alle sponde d
gioia e scherzi festivi, placato lo sdegno della dea, ed assunto Ati fra gl’immortali. Il quinto era giorno di riposo. Il
, un gallo vittima usata nei riti sabazii, e parecchi minori uccelli, fra i quali suppor si può il falcone, scherzo della m
ressa nell’animo degli uomini e con loro invecchiava. Pensano alcuni, fra i quali Platone, che Saturno non fuggisse, e che
genitore. Saturno, benché padre di tre Dei principali, non ebbe però fra i poeti il titolo di Padre degli Dei, forse per l
sacrificati: e per riparare questo fallo, secondo Plutarco, elessero fra la prima nobiltà dugento giovani per essere sacri
entali. Ne nacquero rivoluzioni e mutamenti, che mescolarono i popoli fra loro, e contribuirono con <|uesta confusione a
certo non v’ha farmaco o polve Siccome i versi: e ciò soave e grato È fra i mortali. Ma trovarlo è pena, Tu il sai, lo pens
i il verno, Perchè tutto portare io non ti posso, O donzella, a notar fra poco imparo; Se navigando col suo legno arriva Qu
della danza armata: e così erano chiamati perchè erano i più giovani fra i sacerdoti incumbenzati di questo ufficio nelle
tre ricerche del signor Fréret si aggirano sulla differenza che passa fra Cibele e Rea, e fra questa ultima e la Terra: ed
nor Fréret si aggirano sulla differenza che passa fra Cibele e Rea, e fra questa ultima e la Terra: ed io credo inutile il
che prestò all’ immaginazione di Polignoto una pittura tanto celebre fra i Greci, quanto lo è quella di Michelangiolo fra
ittura tanto celebre fra i Greci, quanto lo è quella di Michelangiolo fra noi. Nella seguente Lezione Pausania vi descriver
la Pace per nutrice, forse per significare che questa dea regna solo fra i morti. È opinione di alcuni che la favola dell’
perfetta somiglianza che ha con le immagini di Serapide. Sì osservi, fra 1’ altre quella riportata dal Fabbretti, e poi da
a l’Arcadica, e Ifidemea. Augea passò in Misia presso il re Teutra, e fra tutte le donne ch’ebbero commercio con Ercole fu
la Focide: essendosene impadronito legò forte amicizia con lasco, che fra gli altri regali gli diede un anello. Foco essend
lio di Oileo si vede Meleagro figlio di Eneo, che guarda questo eroe. Fra questi personaggi Palamede è il solo che non abbi
e, ma una sola comune ad ambedue, la quale nota che queste donne sono fra le non iniziate. Più alto si vede Callisto figlia
e sì disse, e sparve, eguale A fumo che si mesca in aure lievi, E lui fra l’ombre brancolante invano, E che molto volea dir
iangeva i vani doni, onde sprezzate Dal fedele dolor le Tracie donne, Fra le feste dei numi e le notturne Orgie di Bacco di
IX, v. 37 e segg. Le Parche furono tre sorelle così concordi che mai fra loro vi fu lite. Esiodo lasciò scritto nella Teog
son belle fanciulle, ora con l’ali al capo, or senza, distinguendosi fra loro pei singolari attributi. Una di esse viene c
rii bassi rilievi in Roma, ove la stessa vicenda di Oreste si figura. Fra la gente tormentata nell’Inferno sono le Danaidi,
or l’oscura Notte noi vieta, oh Linceo troppo amato, Fuggi veloce. Tu fra pietà e tema, Tra spavento ed amor, tra dubbio e
unque s’ adagia.» Inferno, Canto III, v. 82 e segg. Polignoto pure fra i pittori antichi, come udiste da Pausania nella
, il dì cui Poemetto vi tradussi: La porpora deposta, ai piedi tuoi, Fra la plebe confusi, i re verranno: Tutto eguaglia l
danaro da crederlo necessario fino nell’Inferno. Gli Ermioniensi solo fra tutti gli uomini si credevano esenti dal tributo
vuole forestiero, chi nativo di Creta, e non figlio di Giove. Omero, fra gli altri, nell’Odissea, lo vuole discepolo di Gi
lei sarebbe stato formidabile e tremendo agli stessi numi. Quelli che fra loro nel di lei nome spergiuravano erano per del
al monte Cilleno, che cadendo da una rupe altissima dopo poco cammino fra i macigni, cadeva nel fiume Crati. L’acqua ne era
atua osserviamo, la quale combina coir indubitate figure di Nemesi, e fra le altre colle più certe che sono in un medaglion
u questa dea, che non ha veduto ancora la pubblica luce. Egli osserva fra le altre cose, che la fiala non è un vaso per ung
asso voli aggraverà le penne L’onda, e in alto saranno arse dal foco: Fra l’uno e l’altra vola: io tei comando. Non mirar l
mirar l’Orsa ed Orione armato; Me nella nuova via segui. — Gli adatta Fra i precetti del voi le penne ignote Agli omeri: tr
voi le penne ignote Agli omeri: tremò nell’opra ardita La patria man; fra i ripetuti avvisi Bagnava il pianto la mutata gua
no, e questa origine vien pure da Pausania attestata, che 1’ annovera fra l’altre ninfe oceanine, compagne dei malaugurati
divennero spargendolo; ed il trono, la più splendida, ma la men vera fra le sorti umane, fu quasi sempre prezzo di sangue
ita che un continuo scherzo della fortuna, una perpetua vicissitudine fra i beni e i mali, fra la povertà e le ricchezze. N
cherzo della fortuna, una perpetua vicissitudine fra i beni e i mali, fra la povertà e le ricchezze. Non è del mio istituto
la pigrizia e r imprudenza degli uomini abbiano collocato la Fortuna fra le Dee, come parve a Giovenale, e se molto ella p
e lapidi prima di Giove; quindi il suo simulacro Prenestino sosteneva fra le braccia, in forma di due bambini, il re e la r
ine assai fredda e indeterminata, non degna però di quel sommo lirico fra quanti ci sono restati. « Finalmente il solito or
li dell’Impero romano, fu quella altresì che riscosse più lungo culto fra le deità del Paganesimo, non essendo cessati i su
a del Senato romano, ad abolire ogni monumento di questa idolatria. «  Fra i pochi che ne restano in marmo, se piccolo per m
e: L’orror di queste spoglie E di questo capanna ancor non vede: Vive fra l’auree Muse: E i favoriti tuoi figli superbi All
ch’egli si è prefisso nell’annoverarle. « Non è certamente l’ultimo fra i pregi del Museo dementino l’essere il solo a po
Perciò l’altrove lodato sarcofago Capitolino, monumento il più bello fra quanti prima delle nostre statue ci presentassero
posso tralasciare un bel monumento appartenente a Clio dissotterrato fra le ruine di Castro Nuovo sul lido del mare Tirren
e gli antichi chiamassero Giunoni i Geni femminili è abbastanza certo fra gli antiquarii. Anzi ne’ monumenti se ne incontra
dilettevole. « Come nelle pitture Ercolanensi delle Muse, così anche fra le statue Tiburtine mancava Euterpe: vi è perciò
di una tunica colle maniche sino a mezzo braccio strette con borchie, fra le quali le due prime, che restano su gli omeri,
l’armata di Pohnice, figlio di Edipo, divisa in altrettante schiere. Fra queste Anfìarao si avvicina con meste sembianze p
u venerato in Atene col titolo di Melpomeno. Non a caso ho annoverato fra i distintivi della Tragedia anche la positura di
uadrighe non solevano guidare gli eroi, eccettuato Ettore audacissimo fra loro) trasportano Anfìarao che ritorna da Tebe, n
onde nell’Attica rendesse gli oracoli, e dasse vera risposta sapiente fra gente illustre per sapienza. Fra questi sette che
coli, e dasse vera risposta sapiente fra gente illustre per sapienza. Fra questi sette che a Polinice Tebano tentavano di r
, ma l’ubriachezza glielo impedisce come se avesse ai piedi catene. E fra tutti questi che sono per terra non ve n’è uno ch
i che sono per terra non ve n’è uno che sia pallido, poiché, spirando fra il vino, il colore non così presto gli abbandona.
cioè dalla facoltà della memoria. Questo attributo materno è restato, fra le altre germane, più particolarmente appropriato
coronata di rose, corona che attribuiscono alle Muse i greci poeti, e fra gli altri Teocrito. La sua testa, e pei lineament
dono degl’Iddii. « Della cetra poi parlano espressamente i Classici: fra gli altri Omero mette in bocca di Ettore questo r
i tutte le notizie che sono necessarie a sapersi intorno alle muse; e fra poco, esaurita la Mitologia teologica, mi sarà gr
ale. » È stata ristorata per Urania e perchè mancava appunto l’Urania fra le muse Tiburtine, e perchè non mostra vestigio d
dubbio, ci offre la figura di un Poeta coronato di edera e col volume fra le mani. « Questo bel simulacro è conforme a quel
magini delle Muse fornite di una greca epigrafe, le quali si ammirano fra le tante erudite reliquie dell’antica Ercolano, c
da che fece sull’uccisore di Patroclo. Mennone è non ostante in piedi fra i suoi Etiopi schierati in battaglia: aspro e ter
hanno maggior diritto di succedere alle Muse che le Grazie, ch’ebbero fra gli antichi comune il tempio con loro, e che disp
gemona, Pito, sia la dea della Persuasione, fu annoverata da Pausania fra le Grazie, ed Egle la più giovine di tutte fu dat
statue che fece in Atene, praticarono la stessa maniera. Noi vedremo fra poco come si trovano nei monumenti che ne sono ri
acere. Certo è che gli antichi moralizzavano su queste divinità, come fra l’altre cose lo mostra l’uso singolare di colloca
efizio erigendo un altare, nel quale era scritto: Consacrato a quella fra le Grazie che presiede alla riconoscenza. E certa
este cose, che n’ importa di questa scienza? Perchè quelle mani unite fra loro come se danzassero? Perchè un benefìzio pass
Quando si cominciò a rappresentare le Grazie nude non vi ebbe sovente fra esse e le tre Parche (che come le tre Grazie si t
il rappresentare i mortali negli Dei, e sapete che il più scellerato fra gì’ imperatori romani fu ritratto nelle sembianze
non hanno armi perchè si propongono di fare l’esequie del più grande fra loro, che ha ricevuto un colpo d’asta nel petto.
mo e in Tetrapoli. Narra Strabone che in questa ultima città, situata fra i Carii e gl’Ionii, era il mentovato edifizio sem
ere una copia di quello descrittoci da Pausania, come il più illustre fra tutti i simulacri di Esculapio. Dice egli: — Il p
tilato com’era, ne fu ricercato il gesso per molte Collezioni, ed uno fra gli altri formò la delizia del cavalier Mengs neg
taccate al torso del simulacro, compisce la dimostrazione: una testa, fra le altre, merita esser particolarmente rammentata
o con Aristide, avea così miste le qualità dei due sessi, da sembrare fra le fanciulle un giovinetto, fra i garzoncelli una
le qualità dei due sessi, da sembrare fra le fanciulle un giovinetto, fra i garzoncelli una fanciulla. Se queste espression
asse Quintiliano: «Molto abbiamo perduto in Valerio Fiacco: » Sorgi fra l’acque, per diverso affanno da Vulcano lacrimata
i, che degne e turpi cose grida, E sparge le paure, onde fremente Sta fra l’orror delle più basse nubi Non Dea del Ciel nè
Di qui il principio a te: dolore accenda Le furibonde madri: anch’io fra poco Verrò: trarrolle preparate. — Appena Tacque
e di delitti io tanti aspetti, E tanti fati di diverse morti Seguirò? fra quai mostri, ordin crudele, II poeta conduci? Oh:
ta imago liberate: Invadono Gli aditi, e le de’ suoi membra già care, Fra le mense ed il vino in preda al sonno, Parte ha l
felice Autonoe, che Atteon morto piangesti; Ma tu fosti innocente: io fra le madri, Io sola, il figlio uccisi. Esule i figl
re in mezzo ai fiori, e tra il fragore dei fulmini del nume, che solo fra gì’ immortali li vibra. Egli la consola, e le pro
pregò Nettuno ad averne compassione; e questi la ricevette col figlio fra le divinità del suo impero, e Leucotea fu detta l
ali protegge colla sua ombra. Bacco prende il nuovo frutto, lo spreme fra le sue dita, e ne fa scorrere l’umore in un corno
accia Nereo e Bacco. L’Arabia soccorre Licurgo e lo libera onde porlo fra gì’ immortali, e sacrificargli come ad un dio: ma
Intanto le Nereidi, o le ninfe del Mar Rosso, si occupavano di Bacco fra le loro acque, e gareggiavano neir accarezzarlo.
l’ accecamento di Licurgo e la metamorfosi di Ambrosia già collocata fra le stelle. L’araldo ritorna, e gli arreca la risp
te le sue schiere. Tutta la natura si rallegra. Mentre i soldati sono fra gli scherzi e le vivande, gl’Indiani si dispongon
pe si tingono del sangue degl’Indiani. Baco ed Erette© si distinguono fra i combattenti di Bacco. Il vigesimo terzo Libro c
o di Deriade, e la gioia che regnava in quello di Bacco. I vincitori, fra i piaceri della mensa, cantano le antiche Cosmogo
e non lascia più Bacco. Vi è pur la descrizione della zuffa eccitata fra Aristeo, i Càbiri figli di Vulcano, e le Baccanti
al nettare delizioso. Prevede i disordini, che l’ubriachezza porterà fra gli Dei, e l’esiglio al quale sarà condannata. Da
ella profitta del silenzio della notte per andare in traccia di Bacco fra le selve. Il fiero Morreo più non pensa alla guer
e offre il cielo nella notte. Yi si distingue il toro di Europa posto fra le costellazioni, Calisto cangiata in orsa, Mirti
l capo Cigolar non udisti il crudo ferro, E non mirare gli occhi tuoi fra queste Canute chiome rosseggiare il sangue, Nè pa
erna. Questa veste rimira: a me d’intorno S’aggiravano gli ebrii: era fra loro Gara di crudeltà; gridai: Pastori, Aita: e n
egno di fico per allusione alla dolcezza dei frutti di questo albero. Fra le maniere rare di rappresentare Bacco, delle qua
Bacco e i suoi seguaci si servissero delle aste armate, come si vede, fra gli altri, aver il nume in una medaglia dei Nisei
belle, ed esercitate alla corsa. Apollo abbassa i suoi occhi al suolo fra la maraviglia e il dolore. Ahi, Zeffiro crudele,
equente di lui e di tutto il coro ò l’ellera e le sue coccole, perchè fra quelle foglie l’occultarono le Ninfe, dalle quali
dei tragici, essendo egli il dio della Tragedia, per cui il giudizio fra le tragedie di Eschilo presso Aristofane nelle Ra
nzione di cappello. Si rileva da ciò l’enorme difi’erenza che correva fra i Satiri e i Pani; i quali se dovevano rappresent
in Fulgenzio; le innestava colle greche favole, finché i Poeti ancora fra noi diedero tardi uniformità a certe cose mitolog
a certe cose mitologiche, lasciandone assai altre incerte e discordi: fra le quali è questa dei Fauni. Fauno non fu conosci
della bella statua della Villa Pinciana, dove questo semideo sostiene fra le braccia l’infante Bacco, e nelle forme nobili
izione di quel marmo. » Lezione sessantesimaquima. I Centauri. Fra i seguaci di Bacco furono i Centauri, di cui vi e
de ad una nuvola le sembianze di Giunone. Strinse il credulo adultero fra le sue braccia l’ ingannevole simulacro, e del su
nelle gioie e nei bassirilievi antichi si veggono attribuiti a Bacco fra gli altri animali favolosi, grifi e sfingi, in se
e in seno ad una delle sue nutrici con una tigre consacrata accanto e fra due Fauni, vedesi fra due tirsi questo cembalo st
sue nutrici con una tigre consacrata accanto e fra due Fauni, vedesi fra due tirsi questo cembalo stesso che, ripetuto inf
pretende che si chiamassero pure nebridi le pelli di daino. Polluce fra le vesti dei Satiri, e per conseguenza di Bacco,
altra cosa che spettasse a quella superstizione. Le Tiadi ritiratesi fra loro, giacché ai profani non era lecito saperne,
o di questa classe o ne imitino il ministero: potrian talora sopporsi fra coloro che mescon liquore ancora le Naiadi, che a
no, levasi di terra dipinta in un vaso della Galleria. Le più celebri fra loro sono Ippa, Nisa e Bacca. Udite da Visconti l
per ara sepolcrale, comecché la sua figura e le sue proporzioni siano fra l’are antiche assai rare. « Il masso è quasi un p
come sacro agli Dei Inferi, e come dedicato a Bacco, nume annoverato fra gli Dei terrestri. A questa sorta di divinità era
« La mensa rotonda a tre piedi caprini è senza tovaglia, e collocata fra due letti e coperta di vasi destinati alla bevand
le cammeo presso il signor Jenkins, rappresenta il simulacro di Bacco fra le offerte dei dei suoi seguaci; la stessa è scol
’ indicava ciò che schiarivasi dalla sottoposta iscrizione, che tutto fra gli uomini è vanità fuori dei sensuali piaceri; q
di capriolo detta nebride e sacra alla nascente deità, per riceverlo fra le sue braccia, e condurlo alle Ninfe che l’educh
llezione, e di un’ altra che è ancor senz’ urna come la nostra, edita fra le statue di Dresda. Tutto ciò prova la ragionevo
e, secondo il costume indico, non dovea mai recidersi. Un Genio siede fra le orecchie della vinta belva. L’ elefante non è
o e di Arianna. « L’argomento di questo bassorilievo è dei men comuni fra i ‘soggetti Bacchici. Non esprime quel che la mag
di Bacco, altre solennità Dionisiache, ma una delle più famose favole fra quelle che alla storia appartengono di questo num
na a queste nozze, e donò alla sposa quella corona che fu poi riposta fra le stelle. Un Fauno veduto quasi di schiena sosti
invenzioni delle figure sono tutte elegantissime: si distinguono però fra le altre quelle di Arianna e di Venere sì per la
tesimi, i delitti di Medea. Seguendo il mio costume vi esporrò quelli fra gli antichi monumenti che riguardano questa famos
te monumento della stretta unione che riconosceva la pagana mitologia fra questi due figli di Giove, Ercole e Bacco. L’anti
nto e una Vittoria che solleva un trofeo scorgono tra le are coronate fra le maschere e gli animali bacchici il carro a qua
coturnati,19 e abbandonandosi con tutta la persona piegata al dinanzi fra le braccia di un giovinetto Fauno veduto di schie
2 (1874) Ristretto analitico del dizionario della favola. Volume I pp. -332
ed armenia che debbono essenzialmente regnare nel modo più completo, fra l’idea, che è l’anima, l’essenza animatrice di og
lutamente in relazione con quello stesso ammirevole accordo che passa fra la volontà impalpabile, ossia l’anima, e la mater
impalpabile, ossia l’anima, e la materia sensibile, ossia il corpo ; fra il concetto dell’idea e l’attuazione di essa ; fr
, ossia il corpo ; fra il concetto dell’idea e l’attuazione di essa ; fra lo spirito e la materia ; fra il fine ed i mezzi.
etto dell’idea e l’attuazione di essa ; fra lo spirito e la materia ; fra il fine ed i mezzi. Seguendo, adunque, questo pri
a raggiungere lo scopo della maggior lucidità, diremo brevemente che fra le molte opere classiche da noi citate, ci siamo
o tanto quella che questo favorevoli allo strenuo sviluppo dell’arte. Fra i piccoli stati della Grecia surse, assai di buon
i stati della Grecia surse, assai di buon’ora, una gara di emulazione fra cittá e cittâ, ognuna tentando di vincere la sua
ivinità simboliche, parenti, amiche, rivali come gli elementi lo sono fra loro. I poeti stessi dell’antichità si attennero,
vidiosi, vendicativi ; non solo altercano, si provocano, e combattono fra loro, ma scendono sulla terra ad ogni piè sospint
e cosiffatta dottrina. Milton 36 favella di voci arcane che ragionano fra il cielo e la terra. Al Fato ed ai Genii, prestar
a moglie del re di Creta. Omero stesso, il poeta sovrano, implicando fra gl’incidenti della favola Itiaca, un racconto int
immaginazione, questa regina dell’impero mitologico, si fa mediatrice fra l’anima e il corpo, fra lo spirito e la materia,
gina dell’impero mitologico, si fa mediatrice fra l’anima e il corpo, fra lo spirito e la materia, e dà vita a figure sensi
o raffinandosi a misura che l’arte metteva una più armonica relazione fra il concetto dell’idea simbolica, e l’obbietto mat
po Per l’uom creato, periranno insieme Nell’onda struggitrice, in cui fra poco Sarà quest’orbe giovanil sommerso. Byron — 
ladefagi facevano del latte di giovenca la loro principal nutrizione. Fra gli Abieni molti viveano in un assoluto celibato,
Egitto in Italia, dove essi presero stanza. È credenza generalizzata fra molti scrittori, che gli Aborigeni fossero venuti
sia, città in cui Giove era adorato, ragione per la quale questo Dio, fra i tanti suoi nomi, ba avuto quello di Abretano.
mata dal gigante Polifemo. Questo ciclope avendolo un giorno sorpreso fra le braccia di Galatea, lo schiacciò sotto una rup
o bevuto in proporzione di ciò che aveano mangiato, vennero a contese fra loro, si dissero delle ingiurie che terminarono c
o di Adulta. 126. Aegocero. — Essendo il Dio Pane posto come divinità fra gli astri, si trasformò da sè medesimo in capra ;
Aex. — Una delle nutrici di Giove. Dopo la morte ella venne collocata fra gli astri. 134. Afacitae. — Nella Fenicia in un l
gli astri. 134. Afacitae. — Nella Fenicia in un luogo chiamato Afaca fra le città di Biblo e di Eliopoli, Venere aveva un
di Troja. In seguito essendo stato ucciso Achille, surse una disputa fra Ulisse ed Ajace, a causa delle armi del morto ero
medone. — Celebre scultore. Vi fu anche un altro Alcmedone annoverato fra gli Dei della Grecia. 245. Alcinoe. — Moglie di A
Traflina, che morì di dolore quand’egli naufragò. È generale opinione fra i Mitologi che ella si precipitasse nel mare disp
ntichi era simbolo dell’amor coniugale. Varì scrittori dell’antichità fra cui Ovidio riportano il fatto in modo che ha qual
cisi da Apollo e Diana a colpi di freccia. 298. Aloidi. — Nome di due fra i più formidabili e famosi giganti che imponendo
ntagne sopra montagne dettero la scalata al cielo. Omero li distingue fra loro chiamando il primo il divino Oto e il second
mici, ricorse all’astuzia femminea e cangiatasi in biscia s’intromise fra loro, mentre essi stavano su di un carro. Allora
riscatto del prigioniero. L’astuzia di cui Diana si serve strisciando fra loro in sembianza di biscia altro non è se non la
ordia che armò la mano dei due invincibili e li spinse a distruggersi fra loro. Omero racconta che prima che gli Aloidi ave
di un albero. 310. Amadriadi. — Sebbene vi sia una completa analogia fra queste ninfe e quelle di cui è menzione nell’arti
mazonto. — Soprannome dato ad Apollo, per aver posto fine alla guerra fra le Amazzoni ed i Greci. 323. Amazzoni. — Femmine
Arabia, ed Ammone prese stanza nell’Egitto, ove morì poco tempo dopo. Fra i poeti e i cronisti dell’antichità, molti sono d
chità, molti sono discordi nella ripetizione di questo fatto. Il solo fra i mitologi che ripete la cosa all’istesso modo è
e gli animali. Non esisteva alcuna Deità prima che Amore avesse unite fra loro le cose, e non fu che da questa comunanza fa
città non sarebbe mai libera dai suoi nemici, se non si fosse trovato fra le più illustri famiglie, taluno che avesse volut
ti. — Erano gli angeli buoni e cattivi della religione Caldea. Esiste fra queste divinità pagane e gli angeli, Cherubini, e
esta peraltro una credenza assai vaga. Antenore ebbe molti figliuoli, fra cui i più noti sono Achiloco, Alamanto, Laodoco,
imperatore lo ebbe così caro che dopo la sua morte lo fece annoverare fra gli dei. 477. Antipate. — Re dei Lestrigoni. V. L
ndeva gli oracoli. Il famoso tempio di Delfo, il più ricco e rinomato fra tutti, e che era una delle sette maraviglie del m
nsacrato a questo nume come dio delle Arti. Apollo ebbe molte amanti, fra le quali le più ricordate furono Leucotea, Dafne
. Lo sparviero, il gallo e l’olivo erano consacrati al Apollo, perchè fra i mortali uomini e donne che ebbero contatto con
. Aposteosi. — Nome della cerimonia colla quale i Romani annoveravano fra gli Dei i loro imperadori dopo la morte. 502. Apo
ambrosia durante la sua infanzia, il padre degli Dei avesse collocato fra gli astri quest’uccello in segno della sua ricono
secondo Plutarco, fu un eroe greco che dopo la morte venne annoverato fra gli Dei per le gloriose imprese compiute durante
chemore morì della morsicatura di un serpente che trovandolo assopito fra l’erba ne succhiò il sangue. Licurgo volle punire
niva così denominato il primo sacerdote di Cibele il quale era scelto fra le più cospicue ed illustri famiglie. L’archigall
u giudicato dall’ Areopago. Finalmente è credenza assai generalizzata fra gli scrittori della favola, che l’ Areopago sorge
i parte, perchè vede Che più lunge il mio piè stampa non forma, Ed io fra la fatica che mi diede Il formar si veloce in ter
io fra la fatica che mi diede Il formar si veloce in terra l’orma ; E fra il timor che mi tormenta e fiede, Veggio che in u
e affatto coperta dai flutti del mare. Molti altri scrittori e Plinio fra questi, ritenevano che il fiume Alfeo nell’ Arcad
e gli oracoli. Peraltro è questa un’opinione assai poco generalizzata fra gli scrittori. Argo si chiamava del paro una citt
secondo che narrano Properzio ed Ovidio, la tolse in moglie e collocò fra le costellazioni la corona di questa principessa.
venerata nelle foreste di Aricia presso Roma. 568. Ariete. — Il primo fra i dodici segni dello zodiaco. Questo animale era
e vi sono non poche statue di Arpocrate che hanno un ramo di persico fra le mani. Plutarco ci dà una logica spiegazione di
una sterminata altezza su di alcuni pali dalla punta acutissima mori fra i più atroci tormenti. 593. Arsace. — Re dei Part
ino narra, nelle sue cronache, che dopo la sua morte fosse annoverato fra gli astri. 594. Arsinoe. — Figlia di Niocrone re
mbarvali. Questi sacerdoti erano al numero di dodici, venivano scelti fra le più illustri e cospicue famiglie di Roma, e ve
abbro un duro rostro. Curvo, e d’augel che viva della caccia : Fa che fra gli altri augei rassembra mostro La grande, alter
i che avessero voluto dare la scalata al cielo, ma poscia si divisero fra loro, e alcuni presero le parti di Giove contro i
tologici è assai discorde sull’essere i venti figli di Astreo ; molti fra i più accreditati fanno Eolo loro padre e re. 650
giarsi a questa città capitale della Grecia sorgesse un grave alterco fra Nettuno e Minerva. Allora gli Dei per por termine
Palladio. 667. Ati. — Fu uno dei sacerdoti di Cibele e il più famoso fra gli amanti di quella Dea, la quale per altro egli
d a cui ella facesse fare la dolorosa amputazione per averlo sorpreso fra le braccia di una giovane rivale, e che dopo di c
he Esperidi o Pleiadi. 672. Atoso. — Più comunemente Athos : montagna fra la Macedonia e la Tracia sulla quale Giove era pa
la moglie Procride e per farsi amare da lui fece nascere la discordia fra i due sposi : essi però dopo qualche tempo si pac
tre vite. Ovidio. — Metamorfosi Lib. III trad. di dell’ Anguillara. Fra i molti animali che si sacrificavano a Bacco, que
stri lettori un parallelo storico, che, secondo le opinioni di alcuni fra i più rinomati scrittori della Favola, come il Vo
La favola dipinge questo dio con le corna e lo raffigura con un tirso fra le mani. Bacco fu allevato su di una montagna chi
Terra Promessa. A Mosè splendono sulla fronte due raggi di luce e ha fra le mani la verga miracolosa, che opera prodigii s
ro. Altri scrittori vogliono che sia Arcaso, cangiato in orso e posto fra le costellazioni. 817. Borea. — Vento del settent
posta in un tempio fabbricato da Oreste. Ifigenia fu la più celebrata fra le sacerdotesse di questo tempio, ove dopo la sua
ia, Achille avendo espugnata la città di Litnessa, ebbe da Agamennone fra le altre prede del bottino di guerra, la giovinet
furore, Fauno piangesse amaramente la morte della sposa e la ponesse fra le Dee. La festa della Buona-Dea veniva celebrata
no nella Favola diversi altri personaggi noti sotto il nome di Buteo, fra i quali un trojano, ucciso da Camillo, un sacerdo
gge la forma, E non è più un serpente, ma son dui : E serpono ambedue fra l’erba, e vanno Ne’più propinqui boschi, e li si
iorno Mercurio trovò sul monte Citerone due serpenti che combattevano fra loro, e gettò fra di essi la sua verga per separa
vò sul monte Citerone due serpenti che combattevano fra loro, e gettò fra di essi la sua verga per separarli. Le due serpi
li, fecero insieme agli Argonanti il viaggio della Colchide, e furono fra i combattenti delle Arpie allorchè queste furono
. Bacco amò sfrenatamente Calicope ed un giorno il marito lo sorprese fra le braccia di lei ; ma Bacco placò lo sdegno del
I trad. di Dell’Anguillara e Giove allora li trasportò nel cielo, fra le costellazioni, ove Calisto fu la grande orsa,
. Ma, non potendo frenare i trasporti della gioia materna nel vederio fra il numero dei vincitori, essa fu riconosciuta, ar
Favola non determina se fosse Nettuno o altro, ebbe molti figliuoli, fra cui Ifimedia, madre dei famosi Aloidi. 931. Canac
n colpo di clava, e Giunone allora lo trasportò in cielo, allogandolo fra le costellazioni dello zodiaco. 935. Candarena. —
ne, fino a che il re Cambise, avendo ucciso il bue Api, fu notato che fra tutti gli animali che si avvicinarono al cadavere
rarsi a lui si trasformò in becco, e Giove sotto questa forma lo mise fra i segni dello Zodiaco. È opinione di molti rinoma
958. Cardinea. — V. Cardea. 959. Caria. — Provincia dell’Asia minore, fra la Licia e la Jonia, celebre per le metamorfosi c
lla istituzione di quella festa era di ristabilire l’unione e la pace fra le famiglie, divise per dissapori domestici. Ovid
credenza degli antichi spiega il costume che essi avevano di mettere fra i denti di un morto una moneta : era quella la me
to autore, i Cartaginesi, per rimediare all’errore commesso, scelsero fra le più nobili famiglie duecento giovanetti destin
i tu divino acume ? Perche farmi. O spietato, annunciatrice D’oracoli fra questi orbi di lumi ? E svelar un destin che non
o Di beltà donna a lei non era pare, Ma che non era viso più giocondo Fra le ninfe più nobili del mare. Ovidio. — Metamorf
Medusa, liberò Andromeda, e ottenne da Giove che Cassiope fosse messa fra gli astri. 989. Cassotide. — Era questo, al dire
one nella Colchide, per la conquista del vello d’oro, e si distinsero fra i più valorosi Argonauti. Al ritorno di quella sp
ato Castore, da cui non poteva vivere lontano. Essi furono annoverati fra i più grandi dei della Grecia, e furono loro inna
il fuoco sacro. 1004. Caumaso. — Era il nome di un celebre centauro. Fra questi i più famosi furono : Grineo, Reto, Nesso,
moglie a causa della sua incredulità V. Celma. Vi fu un altro Celmiso fra i Cureti o Coribanti sacerdoti di Giove, il quale
so e di essere invulnerabile. Essendosi trovato presente alla querela fra i Lapidi ed i Centauri, questi vendendo ch’egli e
e solean nel mondo andare a caccia. Dante. — Inf. Cant. XII. Quelli fra i Centauri che furono invitati alle nozze di Piri
rido di richiamo dei Centauri rassomigliava al nitrito di un cavallo. Fra tutti il più famoso ed il più celebre fu Chirone,
onisti più accreditati, i mitologi, quanto i poeti ; non si accordano fra di loro sulle diverse opinioni in proposito di qu
ssia la Terra, quantunque queste due Dee siano completamente distinte fra loro. Io poi l’augusta Cerere mi sono, Dei numi
congiurati pugnalirono Giulio Cesare e ne avesse trasportata l’anima fra gli astri. Racconta Svetonio che durante la celeb
i venti stadii. Le onde del mare, frangendosi con spaventevole rumore fra quelle rocce, spingevano nell’aria certa caligine
strusse i ciclopi come coloro che avevan fuso i fulmini. I principali fra i Ciclopi furono Piracmone, Bronte, Sterope e Pol
battersi personalmente con Ercole ; ma Giove li separò facendo cadere fra di loro la folgore. Cigno fu similmente detto un
e i Romani s’unirono in un sol popolo, dopo la guerra ch’essi ebbero fra loro, a causa del famoso ratto delle Sabine. 1193
passò il mare e si arresto nella Libia, ove andò a posare il suo volo fra le corna di un capro. Al dire di Filostrato, la c
ni di Nettuno. In greco la parola Κορὠνγ, significa cornacchia. Anche fra le baccanti ve ne fu una per nome Coronide, la qu
acro sul quale la pitonessa o sibilla, rendeva i suoi oracoli. Taluno fra gli scrittori dell’antichità, pretende che il nom
urore. 1286. Cresponte. — Uno dei discen lenti di Ercole : fu celebre fra gli eroi della Grecia. 1287. Crepito. — Sconia e
l fuoco si appiccasse ai sacri ornamenti, e quindi a tutto il tempio, fra le cui flamme mori bruciata ella stessa. 1307. Cr
Croto : figlio del dio Pane e di Eufema. Dopo la morte fu annoverato fra le costellazioni. Vi fu un altro Croco, marito di
categorie, cioè : dee del cielo, dee della terra e dee dell’inferno. Fra le dee le principali erano : Giunone, Vesta, Mine
resero cura di lui ad insaputa di Saturno, e perciò furono annoverate fra gli astri, ove formano la costellazione dell’Orsa
io d’Anguja divenne, con l’andare degli anni, ricchissimo, contandosi fra le rendite di quello, un’assai larga estensione d
esorabile del Destino. I pagani riconoscevano diverse classi di numi, fra le quali le più distinte erano i Celesti, i Terre
nere, Nettuno e Plutone ; gli altri venivano denominati dei Minori, e fra questi i principali erano : Minerva o Pallade, Ma
na donna mortale : o viceversa per madre una dea e per padre un uomo. Fra i Semi Dei venivano anche annoverati, dopo la mor
che per le loro eroiche azioni avessero meritato di essere annoverati fra gli dei : fra questi furono Ercole, Teseo, Minoss
o eroiche azioni avessero meritato di essere annoverati fra gli dei : fra questi furono Ercole, Teseo, Minosse e molti altr
olarmente a quelli che non erano riconosciuti dei che per l’apoteosi. Fra i più antichi obbietti del culto idolatra bisogna
il tuono, i venti, le comete, i pesci, i serpenti, e gli uccelli ; e fra i quadrupedi : il cane, il cavallo, il bue, il ga
azione durante la vita, venivano, per mezzo dell’apoteosi, annoverati fra gli dei. Dei grandi. La mitologia greca e r
attribuzioni, e la storia. Dei incogniti. I pagani annoveravano fra questi dei tutti quelli della cui origine non si
ferivano sacrifizii, nè si ergevano altari. È però a notare che molti fra gli scrittori dell’antichità, fanno menzione di a
s’innalzava nell’aria, quasi che l’anima del morto volasse nel cielo fra gl’immortali suoi pari a ricevere il culto che da
egoria di esseri fantastici che popolavano l’immenso vuoto che esiste fra Dio e gli uomini. I demonii erano divisi in varie
a famosa Semiramide, regina di Babilonia, la quale annoverò sua madre fra le divinità, e le consacrò un tempio. 1420. Derel
favola fa menzione di altri moiti noti sotto il nome di Deucalione : fra questi il più rinomato fu un figliuolo di Minosse
, e più ancora per la delicatezza delle cortesie che essi scambiavano fra loro in questa occasione. 1434. Diattoro. — Dalle
e ragioni che persì lungo tempo fecero ardere la face della discordia fra Roma e Cartagine. L’Alighieri, giovandosi dell’ i
dell’antichità ed i cronisti della favola, distribuiscono la divinità fra tutti gli esseri animati ed inanimati ; possibili
figliuolo di Tideo e ritenuto, dopo Achille ed Aiace, il più valoroso fra i Greci. Lampi gli uscian da l’elmo e dallo scud
7. Discordia — Divinità malefica, a cui venivano attribuite le guerre fra le nazioni ; le dissenzioni fra le famiglie ; le
, a cui venivano attribuite le guerre fra le nazioni ; le dissenzioni fra le famiglie ; le contese e le querele d’ogni natu
ura. Essa fu scacciata dal celo da Giove, perchè metteva la disunione fra gli altri dei. Allorquando Peleo sposò Teti, la s
e, maghe ec. La Divinazione si praticava in cento maniere diverse, ma fra queste le più notevoli erano quattro specie, nell
tte le città della Grecia e dello stato romano gran numero di templi, fra cui il più famoso era quello di Corinto, che avea
rra, onde far ricerca della rapita. L’opinione però più generalizzata fra gli scrittori della favola è che Ecate fosse uno
ometrico. È questa per altro una notizia nè generalizzata nè ripetuta fra gli scrittori dell’antichità, di cui per contrari
ia e moglie di Priamo, re di Troja, che la rese madre di molti figli, fra cui i più famosi furono Ettore, Paride, Eleno, Po
vanetti facevano, ciascuno con una torcia accesa nella destra. Quello fra i tre che giungeva alla meta con la torcia accesa
lo, avvenuta nella città di Ecbatana, l’imperadore lo fece annoverare fra le divinità. Coll’andar del tempo gli vennero inn
 — Libro V. trad di V. Monti. Avendo Diana fatto sorgere un dissidio fra loro, essi morirono entrambi, in seguito alle fer
istò l’Attica di cui i Mezioniti eransi resi padroni. Egeo fu il solo fra i suoi fratelli che non potette aver prole ; onde
o. Gli Ateniesi per onorare Teseo, loro liberatore, annoverarono Egeo fra le divinità marittime, e lo dichiararono figlio d
bone ed Eforo dicono nelle loro opere che gli Egineti fossero i primi fra i Greci a coniar moneta, e che fu uno di essi, pe
osa, la differenza e bene spesso la contradizione completa che esiste fra quei pareri a noi tramandati da numerosi scrittor
594. Egia. — Ninfa figlia del Sole e di Nereo, fu una delle più belle fra le Naiadi. Allegra e spensierata, faceva sovente
significa capro, perchè egli essendo stato posto dal volere di Giove fra gli astri, aveva preso nel cielo la figura di un
forma di cigno oprò di sorte, Che d’un uovo e tre figli la fè madre, Fra gli altri di quell’uovo usci la morte Delle super
famosa rinomanza della sua divina bellezza, e tanto che ben quaranta fra i più rinomati principi della Grecia, dimandarono
di, la quale però altamente sdegnata contro di lei per averla trovata fra le braccia di Tlepolemo, suo consorte, la fece se
’elmo, e dal capo glielo sbalza in terra. Ruzzolò risonante la celata Fra le gambe agli achivi, e fu chi tosto La raccolse 
nnestra e sorella di Oreste. … Elettra io son, che al sen ti stringo Fra le mie braccia…… …… Pilade, Oreste, entrambi Sgom
Ritornando vittorioso della spedizione contro i Telebei, Elettrione, fra le molte prede del bottino di guerra, condusse se
Minerva, dea della saggezza, aveva risoluto di fissare la sua dimora fra quel popolo che prima di ogni altro le avesse off
astronomiche, e dettero un grande impulso all’arte della navigazione. Fra gli Eliadi, che erano sette fratelli di cui al di
a sorella Ega, preso cura dell’infanzia di Giove, questi la trasportò fra le costellazioni, ed è propriamente quella conosc
nome adoravano Giove e credevano che pronunziando alcune date parole, fra le quali veniva spesso ripetuto il nome di Elice,
peratore Trajano mosse per la spedizione contro i Parti, vi fu taluno fra i suoi confidenti, che gli consigliò di consultar
midei. È però a notare che i poeti osceni, di cui non è certo penuria fra gli scrittori dell’antichità, ripetono che gli ab
lla città di Corinto, essi appiccarono il fuoco al tempio di Minerva, fra le cui fiamme morì arsa la sacerdotessa Ellotide
dello speco Lei veggiam d’un capestro al collo attorto Pendere, e lui fra sue braccia serrarla, E plorarne la morte, e le t
lcune loro particolari divinità. 1670. Encelado. — Il più formidabile fra i Titani che vollero dare la scalata al cielo. Er
a bellezza, era nipote di Giove il quale, avendolo sorpreso un giorno fra le braccia di Giunone, lo condannò a dormire per
o altrimenti, e la guerra non tardò a scoppiare accanita e micidiale, fra le due nazioni belligeranti. Sebbene consigliero
’oro, e de l’amata fronde Le tempie avvolto, e di faretra armato, Tal fra la gente si mostrava. e tale Era ne’gesti e nel s
, si com’è d’uopo, affrena e regge, Eglino impetuosi e ribellanti Tal fra lor fanno e per quei chiostri un fremito Che ne t
e padre di dodici figliuoli sei maschi e sei femmine, che si maritano fra di loro e che altro non sono che i dodici venti p
1702. Eolie. — Oggi conosciute sotto il nome di isole Lipari, e poste fra l’Italia e la Sicilia. Una di esse, essendo terra
a Eolo, loro re. V. l’articolo precedente. Al dire di Omero, una sola fra le isole Eolie, che è quella di cui egli fa menzi
1739. Epione. — Moglie di Esculapio da cui egli ebbe varii figliuoli. Fra gli uomini i più celebri di essi furono Podalisio
. Fra gli uomini i più celebri di essi furono Podalisio e Macaone ; e fra le femmine Panacea, Igiea, Egla e Giaso. 1740. Ep
nella lingua indigena, veniva chiamato Som ; in seguito egli era uno fra i dodici dei maggiori dell’antico Egitto, e non à
al fianco di Ebe, dea della gioventù, sfolgora di una luce immortale fra le altre divinità. Tali sono almeno i tratti prin
i stabilire fin dall’infanzia di Ercole che questi sarebbe annoverato fra gli immortali dopo la sua morte. Ma la gelosa Giu
a dell’eroico fanciullo, e come, dopo la morte, egli verrà annoverato fra gli dei. Tal magnanimo eroe sarà il tuo figlio,
ormò la costellazione detta Via Lattea. Ercole si ebbe molti maestri, fra cui il primo fu Anfitrione il quale, sebbene si a
ator de’ corpi….. Teocrito — Idillio — XXV. trad. di G. M. Pagnini. Fra i poeti greci Stesicore e Pisanto, sono i primi a
. Euristeo però non volle che l’uccisione dell’idra, fosse annoverata fra le dodici fatiche imposte ad Ercole, dicendo che
le penetrò nella inaccessabile caverna del masnadiere, e lo strangolò fra le sue braccia V. Caco. …… Ei che nè fuga Aveva
on durò più di un anno. Comunque ciò sia il periodo passato da Ercole fra le mollezze dell’amore, altro non è che la confus
rcole fra le mollezze dell’amore, altro non è che la confusione surta fra le opinioni di molti scrittori dell’antichità, i
iume Sangaride, fu da Giove annoverato, sotto il nome di Serpentario, fra le costellazioni. Nè a ciò arrestossi la luminosa
degnazione. Seguendo le tradizioni di Apollodoro, Ercole figura anche fra gli Argonauti, sebbene è opinione dello stesso au
entarî, e che gettati in una prigione, essi si fossero aperta una via fra i nemici a colpi di spada. Padrone della città, E
quasi tutte identiche, sia per la confusione necessariamente avvenuta fra le leggende Fenicie ed Asiatiche, che sopraccaric
impronta particolare il colossale profilo del dio eroe. Per esempio, fra i tratti particolari del culto d’Ercole presso i
iuole che egli aveva carissime. Però le quattro giovanette si amavano fra di loro con tanta tenerezza, che si erano scambie
li edificarono un tempio nella cittadella di Atene, e lo annoverarono fra gli dei. Secondo Euripide, Eretteo fu precipitato
di Icaria. Seconda la tradizione, essa fu, dopo la morte, annoverata fra gli astri, ove formò, nei segni dello Zodiaco, la
e Jonio, si fosse fermata nelle vicinanze del promontorio di Giunone, fra Chio ed Eritre. Narra Pausania nelle sue cronache
aglia, e propriamente nel luogo ove fu combattuto la famosa battaglia fra Cesare e Pompeo, visse una maga di questo nome. L
indroduzione dell’uso di essi in Atene. Dopo la morte egli fu assunto fra gli astri, sotto la costellazione di Boote, ossia
iù antichi re della Germania, il quale dopo la morte venne annoverato fra gli dei, in premio del suo eroico valore. In quas
bandonarono il cielo per assistere alle nozze di Lei. La sola Giunone fra tutte le dee non volle recarsi agli sponsali, per
ivale : Così in Euripide ed Ovidio. Però questi due autori discordano fra loro in un sol punto di tutta questa tradizione.
di Leandro estinse L’alma ad un tempo, e l’amore infelice ! Mentre ei fra l’onde anco lottava, incerta, Palpitante, affanna
tadini. Per altro, vi ha negli scrittori dell’antichità e soprattutto fra i cronistedella favola, un nom stretto numero di
e lo richiamò alla vita stropicciandogli sulla testa l’erba che aveva fra i denti. Da ciò, secondo Igino, Esculapio imparò
. Esculapio ebbe una moglie per nome Epione (che significa calmante). Fra i suoi molti figli i più conosciuti sono Macaone,
ti figli i più conosciuti sono Macaone, Podeliro, Alexenore, Arato, e fra le sue figlie Igia, Aglae, Iaso e Panacea. Avendo
, re di Troja e sorella di Priamo. La tradizione mitologica narra che fra Nettuno e Laomedonte fosse stabilito un patto, ma
rrigata da fiumi di latte e di miele, che scorrevano soavissimamente, fra sponde eternamente fiorite. Quest’età dell’oro è
. Che con sette falangi e sette duci Tutta cingono Tebe….. ….. terzo fra questi È l’Argivo Etcoclo… Sofogle — Edipo a Cut
di una tempesta, che costrinse la nave dove si trovava, ad approdare fra le isole di Menta e Scio, e persuase le sue compa
ti erano periti nell’arte degli Auguri. 1862. Ettore — Il più celebre fra i figliuoli di Priamo, re di Troja, e il più valo
tore uscì sempre incolume dai replicati combattimenti e più di trenta fra i più famosi guerrieri greci perirono per mano di
ume Asterione : essa insieme alle sue sorelle Acrea e Posimna, furono fra le nutrici di Giunone. 1865. Eubuleo. — Al dire d
la madre dei consigli. 1877. Eufrosina. — Nome particolare di quella fra le tre grazie che presiedeva all’allegria. 1878.
Nobiltà, sebbene, presso quei popoli, essa non fosse stata annoverata fra le divinità. Veniva raffigurata sotto le sembianz
. Là si rivolse, dove Palla mostro Gli aveva l’inclito Eumeo, di cui fra tutti D’Ulisse i miglior servi alcun non era. Che
il re di Colchide, Aete contro Perseo. 1896. Eurialo. — Il più bello fra i guerrieri trojani e celebre nella tradizione pe
rimedonte quanto col figliuolo di lui. 1902. Eurinome. — La più bella fra le figliuole dell’ Oceano. Giove l’amò passionata
, lo uccise. 1908. Eurizione. — Detto anche Euritione. Il più crudele fra i ministri del tiranno Gerione. Ercole lo uccise
si chiamava anche quel centauro che fu cagione della celebre contesa fra i Lapidi ed i Centauri. Al dire di Omero, durante
rogo, e quando le fiamme ardevano l’amato cadavere, ella si precipitò fra quelle, volendo che le proprie fossero unite per
le anime dei morti. Se ne distinguevano tre specie marcate e distinte fra loro, sebbene impresse tutte dello stesso caratte
avano con un culto regolare. 1938. Fame. — I pagani mettevano la Fame fra le loro divinità, insieme alle malattie, ai trava
igura di un serpente ripiegato in cerchio, coll’ estremità della coda fra i denti. 1942. Fantasmi. — Assai di sovente si tr
e, nonchè gli scrittori più accreditati concordano sulla opinione che fra i greci si ritenesse come certa ed immutabile la
ro mai impossati di Troja, se i discendenti di Eaco non fossero stati fra i combattenti nelle file degli Achei. Questa prim
oneva alla finale caduta della città trojana, la quale è stata quella fra tutte le altre del mondo conosciuto dagli antichi
amanti di Ercole. Lattanzio nelle sue cronache dell’antichità la pone fra le divinità romane. 1957. Fauna — Si dava questo
stantemente a far fiorire l’agricoltura, fu dopo la morte, annoverato fra le divinità campestri ; e gli furono perfino asse
co curarsi di lui, come dio del mare ; onde egli avrebbe fatto perire fra le acque, uno dei loro migliori vascelli, nel gio
, secondo re di Roma, il quale li costituì al numero di venti, scelti fra le più cospicue e nobili famiglie di Roma. Le per
e nudo fino a ! principio della cintura, e con quattro fanciulli, due fra le braccia e due fra le gambe. 1974. Fede — Vedi
ipio della cintura, e con quattro fanciulli, due fra le braccia e due fra le gambe. 1974. Fede — Vedi Fedelta’. 1975. Fedel
condo riferisce Pausania, i Lacedemoni riconoscevano due sole Grazie, fra le dee che essi adoravano, una chiamata Fenna, da
dea fortuna una statua, che aveva il polo sulla testa e un cornucopia fra le mani. Da ciò, al dire di Pindaro, fu dato ques
dei mortali, E le pure virtù candide e belle Giro a splender nel ciel fra l’altre stelle Ovidio — Metamorfosi — Libro I. t
bro II trad. di Dell’Anguillara. 1997. Fetusa. — Nome della maggiore fra le sorelle di Fetonte. Stauca Fetusa, la maggior
nascita dei fanciulli e della educazione dei figliuoli. Le principali fra queste divinità erano Opis, Rumina, Levana, Paven
imostrare l’immenso amore che essi portavano a Cartagine loro patria. Fra gli abitanti di Cirene e quelli di Cartagine, sur
nto Con questo prode, all’ egro piè ristoro Troverai primamente, è là fra tutti Poi riputato per valor primiero, D’alma pri
Ercole liberò a viva forza Pandione e Plesippo, uccise Fineo e divise fra i suoi due figliuoli i domini di lui. 2022. Fisco
mo di questi si componeva di tre sacerdoti o ministri Flamini, scelti fra i più cospicui personaggi del senato romano : l’a
i del senato romano : l’altro era composto di-dodici individui scelti fra il popolo. Il primo di questi ordini si chiamava
ddetto ad un dio particolare. I Flamini godevano di molti previlegi e fra gli altri di quello d’avere le loro figliuole, es
annati nel Tartaro, siano rivolte le famose parole che Flegia, ripete fra i tormenti, allora che dice, secondo Virgilio  :I
te le sue sostanze il popolo di Roma, il quale per ricompensa la mise fra le sue numerose divinità. Fu questa la ragione ch
, i quali ad istigazione della matrigna erano in continua dissenzione fra loro. Avvenne un giorno, che Foco giuocando con T
a battersi con lui al pugillato, e dopo averli vinti li faceva morire fra i tormenti. La tradizione mitologica dice, che Ap
in compagnia degli altri due fiumi l’ Asterione ed il Cefiso, arbitro fra Giunone e Nettuno, per la contesa surta fra quest
one ed il Cefiso, arbitro fra Giunone e Nettuno, per la contesa surta fra queste due divinità, a chi fosse toccato il regno
lle deità romane. 2054. Freccie di Apollo. — È opinione generalizzata fra i più rinomati scrittori e mitologi dell’antichit
annome col quale i pagani invocavano Giove, come padrone dei fulmini. Fra gli scrittori dell’antichità, Seneca è quello che
mine, che veniva onorato con un culto particolare. Al dire di Servio, fra tutte le divinità del paganesimo solamente Giove,
evano il terribile privilegio di scagliare i fulmini ; e solo Stazio, fra gli scrittori dell’ antichità, asserisce che la G
colore e tutti gli accidenti del fumo. V. Capnomanzia. 2061. Fuoco. —  Fra tutte le divinità del paganesimo, il Fuoco, fu qu
nazioni si accordarono nel venerarlo. I Caldei che sono i più antichi fra i primitivi popoli della terra, e quelli coi qual
venavano conemente delle tortore e delle pecore. Eschilo fu il primo, fra i poeti dell’antichità, che fece comparire sul te
consacrato alla dea Furina, del quale era custode un sacerdote eletto fra i quindici flamini del popolo chiamato Flamen fur
nella città di Galizia : da ciò la confusione che abitualmente si fa, fra i due nomi di Galassia e di Galizia, i quali sono
rta nei sacrifizii di quelle cerimonie. 2075. Galatea. — La più bella fra le cinquanta Nereidi. Più mobile dell’ onda, Più
della presenza del suo rivale e fatto conscio di quanto era avvenuto fra i due amanti, mentre egli cantava, reso cieco per
o uno di questi volatili, riguardando come impuro e maledetto quello, fra i loro compagni, che ne avesse toccato uno, anche
avvertentemente. I sacerdoti galli erano sottoposti al comando di uno fra essi, a cui davano il nome di Archigallo, ossia s
i lui. Comunque sia, questo fatto dette principio ad una lunga guerra fra i due sovrani, la quale ebbe fine quando Troja ca
ove andò a posarsi onde essere testimonio di una battaglia combattuta fra i greci e trojani, durante il dedecenne assedio d
come discendenti da Ercole stesso. 2096. Gemini o Gemelli. — Il terzo fra i dodici segni sotto la cui configurazione, al di
però nomina nelle sue storie molti altri numi adorati dai Germani, e fra questi Marte. Mercurio ed Ercole, a cui offrivano
sco, lo spinse così forte e con tanta destrezza, che quasi si nascose fra le nubi. Nel momento che con tutta la forza di gr
fronte si ricopri all’istante di un pallore mortale. Apollo raccolse fra le sue braccia il giovanetto morente ; osservò la
o. 2122. Gianessa. — Un’altra delle ninfe Nereidi. 2123. Gianicolo. —  Fra i setto colli di Roma, si chiamava così quello de
ninfa Oceanide e di una Nereide. 2125. Giano o Giane — Il più antico fra i re dell’Italia ; era originario della Grecia e
mpi rappresentato Giano, per dinotare che la potenza reale era divisa fra questi due principi e che essi tenevano a vicenda
ano alla cultura dei Giardini, cioè Priapo, Flora, Pomona e Vertunno. Fra le sette meraviglie del mondo antico, andavano an
co, andavano annoverati i giardini pensili di Babilonia, tanto famosi fra i greci — V. Meraviglie Del, Mondo. 2134. Giaside
 XVIII. Minerva e Giunone stessa, sempre per proteggerlo, convennero fra di loro di fare che Medea, figlia di Aete, si fos
lli, una grossa pietra, onde essi ciechi di furore, vennero alle mani fra loro, e si distrussero gli uni cogli altri. Compi
zione favolosa, in un carro tirato da due dragoni alati, e si dileguò fra le nubi in mezzo allo scrosciare delle folgori.
ra i propri figliuoli. Notino i nostri lettori quanta affinità esista fra l’allegoria mitologica di questo Gehud favoloso ;
i a Cibele, e secondo altri ad Ecate. Essi Vano ad un ordine distinto fra i ministri del culto religioso di Atene, ed erano
è scritto in varie cronache dell’antichità, che i Gierofanti avevano fra i loro obblighi quello di vivere nel celibato. Al
dottrina della loro religione. Finalmente altri, ed il cronista Suida fra questi ultimi, asseriscono che il nome di Gierogr
o del Tarlaro e seppellendone altri sotto il monte Etna. I più famosi fra i Giganti furono : Encelado — V. Encelado — Anteo
bile Tifeo che valse egli solo, al dire di Omero a portar più terrore fra gl’immortali, di quello che non facessero tutti i
richiameremo l’attenzione dei lettori sulla grande analogia che passa fra la sognata impresa dei Giganti, che vollero detro
la, la lotta detta auche pancracio, l’asta, il salto ed il pugillato. Fra tutti questi esercizii la corsa era quella ritenu
no in piedi. Per contrario il pugillato, eseguito dai gladiatori, era fra gli esercizi Ginnici il meno stimato. Questi diff
ioni dei due famosi scrittori sono combattute da vari antori antichi, fra cui Pausania ed Omero, i quali asseriscono che l’
to non obbe alcuna seria conseguenza. 2158. Gioja —  I pagani avevano fra le loro divinità, personificata anche la Gioja, a
istra appoggiata su di un’ancora. Gli antichi facevano una differenza fra la dea Lætizia e la Ilarità. — V. Ilarità. 2159.
pifane, ripete che si vedevano nel corteo un gran numero di statue, e fra queste una che rappresentava la Notte, un’altra i
configurazione esprimero che il Crepuscolo è come il punto intermedio fra il Giorno e la Notte. Anche il Mezzogiorno veniva
rsi la Luna. 2160. Giorni. — I pagani facevano una grande distinzione fra i giorni fortunati e i disgraziati. Secondo si ri
universalmente come i suoi templi, i suoi altari, ed i suoi oracoli ; fra i quali i più famosi furono quello di Trofonio, d
OVIDIO — Metamorf.. Libro I Fav. V. trad. del Cav. ERMOLAO FEDERICO. Fra gli alberi, l’ulivo e la quercia erano sacri a Gi
periore dello spazio, occupato dall’ aria. Vi sono varii scrittori, e fra questi Cicerone, i quali considerando il Giove pa
re quasi misterioso, e li avesse a poco a poco ammaestrati, spargendo fra di loro i benefici semi di una civiltà primitiva
isparità delle opinioni dei cronisti e degli scrittori. Infatti molti fra questi pretendono che una tal divisione, fosse qu
questi pretendono che una tal divisione, fosse quella che stabilirono fra di loro i figliuoli di Noè. Altri vogliono che es
Inferno — Scrivono i più rinomati cronisti e storici dell’ antichità, fra i quali Platone, che esisteva un’antichissima leg
a messa. DANTE — Inferno — Canto V. Questo supremo tribunale sorgeva fra il Tartaro e i campi Elisi, in un luogo chiamato
abitanti di Samo, e quelli di Argo, erano del continuo in dissenzione fra di loro, perchè si disputavano l’onore della nasc
V. CHELONEA. Giove e Giunone non vissero lungo tempo in buon’ armonia fra di loro ; a causa della insopportabile gelosia di
alla celeste volta con due gravi Incudi al piede penzolon t’appesi ? Fra l’atre nubi nell’immenso voto Tu pendola ondeggia
si aggiungessero altri due, cioè : Marte, Dio della guerra, e Tifone. Fra gli scrittori che aggiungono questi ultimi due, a
a adorata, ed altri moltissimi da qualche suo attributo. I più comuni fra i soprannomi di Giunone erano : Aerea, Argolia de
di Giunonio. 2176. Giuoehi — Il culto religioso dei pagani sopratutto fra i greci ed i romani aveva reso sacri questa speci
e forze del corpo, procurando a questo una sanità vigorosa e robusta. Fra i giuochi pubblici si distinguevano dai pagani le
i pubblici spettacoli ve ne erano molti altri in uso presso i pagani, fra cui i principali tanto in Roma quanto in Grecia,
ciò non pertanto avevano presso gli antichi una tal quale importanza. Fra questi bisognerà ricordare i giuochi detti Capito
immortale ; il quale in premio dei favori ricevuti da lei, l’innalzò fra le divinità, e le dette la presidenza sugli stagn
olenni, fu introdotto il costume di far che gli schiavi combattessero fra di loro, piuttosto che ucciderli come bestie. Da
Però non potendo fare entrambi a meno di compiere il loro dovere, uno fra le fila dei greci, e l’altro fra quelle dei troja
meno di compiere il loro dovere, uno fra le fila dei greci, e l’altro fra quelle dei trojani, essi scambiarono le loro armi
battaglia poco tempo dopo questo fatto, e Enea lo rivide all’inferno fra i più famosi guerrieri. Finalmente Glauco avea no
hio genitore condusse Glauco ai giuochi olimpici, e lo fece iscrivere fra i combattenti la lotta. Però a principio Glauco c
figlio che fu chiamato Mida. Intanto con l’andare degli anni essendo fra gli abitanti della Frigia surte delle gravi disse
avolosa, a cui si attiene il citato scrittore, le Gorgoni non avevano fra tutte e tre che un occhio solo, ed nu sol dente,
accondiscendere alla volontà di Perseo, questi l’avesse ucciso. Anche fra gli scrittori moderni, tanto italiani quanto stra
feconda la terra, è madre comune di tutti gli uomini. 2201. Grazie —  Fra l’estesissimo numero delle divinità pagane, non v
la Tracia, vi erano dei templi consacrati alle Grazie, e i più famosi fra quelli furono quello di Bisanzio, di Elide, di De
memoria di questo fatto, innalzarono un altare consacrandolo a quella fra le tre Grazie, che presiedeva alla riconoscenza.
gli, e le orecchie diritte e puntute. Molti scrittori dell’antichità, fra cui Eliano, Solino ed Erodoto, han creduto che si
esi in una sola, erano state da principio non solo divise, ma nemiche fra loro ; e non si riunirono insieme che per combatt
ieste, ond’egli per evitare le contese che sarebbero certamente surte fra i molti pretendenti, bandì in Sparta solenni e pu
abbricasse per sè e pel figliuolo delle ali, le cui penne erano unite fra loro per mezzo della cera, e che con queste ali i
ono di flauti e di timballi. — V. Palatina. È opinione assai ripetuta fra gli scrittori dell’antichità, che il nome d’Idea
molare il proprio figliuolo sulle are sanguinolenti del dio del mare. Fra gli autori antichi ve ne ha molti i quali pretend
sumato ; e questa opinione è seguitata anche da varii autori moderni, fra cui il Fénélon, nelle sue avventure di Telemaco.
mpo e coll’andare del tempo divenne infatti padre di varii figliuoli, fra cui il più celebre fu il famoso Protesilao, che f
ici di Ercole. V. Idra di Lerna. Ificlo similmente avea nome un altro fra gli Argonauti che fu figlio di Testio, e fratello
Ifigenia in Tauride, è un’altra tragedia di Euripide, il più illustre fra i tragici greci. Il soggetto di quest’altra trage
ea della sanità ; perchè era costume assai generalizzato, soprattutto fra i ricchi pagani, di dedicare alla dea Igiea una s
i attiene Virgilio stesso. Molti autori moderni italiani e stranieri, fra cui il Clerc sono di opinione che la parola Hila
e crudeli vicissitudini della guerra, il piccolo Polidoro, prediletto fra i suoi figliuoli, lo mandò presso il genero Polin
e di sua mano. Ma con la morte di Euristeo non ebbe fine l’inimicizia fra gli Eraclidi ed i Pelopidi ; e la guerra minaccia
del travestimento e della sua fisonomia dolce ed imberbe fu ricevuto fra le dame ateniesi. Mentre le feste erano già comin
ura di uccidere i corsari ; e postosi alla testa delle più coraggiose fra le rapite, uccise quelli che dormivano e si dette
utore, e se condo riferisce la tradizione alla quale egli si attiene, fra Nettuno e Giunone surse una contesa, pretendendo
te Tifeo. 2278. Incubi. — Specie di Genii che i pagani classificavano fra i loro dei rustici. I greci li chiamavano Ifialti
Cicerone, dal fatto seguente. Nel tempio di questo dio, si conservava fra gli arredi sacri, una tazza d’oro pesantissima di
Venere, madre dell’eroe, loavea trasportato in cielo e l’aveva posto fra gli dei, dopo averne purificato il corpo nelle on
rifizii. La parola Indigeto deriva dal latino in diis ago cioè : sono fra gli dei. Oltre a questo i romani davano la denomi
i pazza alia vista dell’orrendo spettacolo fuggì scapigliata portando fra le braccia l’altro figliuolo Melicerta, e si prec
a da altre cento najadi, sue sorelle, ricevè la madre ed il fanciullo fra le sue braccia e li condusse entrambi in Italia t
cedendo alle preghiere di Venere, ricevè Ino e il figliuolo Melicerta fra le divinità secondaire del suo regno. V. Leucotoe
dare una spiegazione esatta, dell’analogia che vedevano gli antichi, fra il nome d’Intercidona e la protezione che credeva
ava come atei tutti coloro che la negavano. Cicerone stesso, al quale fra tutti gli altri autori dell’ antichità, non si pu
e avesse prole di così stupenda e maravigliosa bellezza, congiurarono fra di loro di togliere la vita ad Iperione, e di ann
losa e fantastica ; pure alcuni naturalisti dell’antichità, e Plinio, fra questi, dicono che si dà il nome di cavallo marin
e era stato imbalsamato col miele, secondo l’uso di quei tempi. Anche fra i padri della chiesa cattolica gioverà ricordare
rere ad uno strano stratagemma, onde portare la confusione e la morte fra le file dell’ inimico e fece legare le code dei l
mica fu quasi interamente distrutta. 2310. Ippolita. — La più celebre fra le regine delle Amazzoni. Ercole la dette in mogl
ttosopra Ogni cosa : sbalzar le rote e i chiovi Nell’asse infissi ; e fra le guide avvolto Ne va il misero Ippolito, la tes
la morte per volere degli dei, dai quali fosse stato ammesso in cielo fra le castellazioni, e propriamente in quella conosc
o Tasio. 2319. Ippotoo. — Figliuolo di Alope e di Nettuno. È opinione fra varii accreditati scrittori che il suo nome che h
(che alcuni scrittori chiamano semplicemente Isifile, e l’ Alighieri fra questi, V. Giasone) fu assunta regina al governo
e che si consacravano al culto religioso d’ Irminsul, venivano scelti fra le più illustri e considerate famiglie della nazi
n figlio. Iside ed Osiride regnarono per più tempo in Egitto, vivendo fra loro nel più perfetto accordo fraterno, e dedican
lla Grecia, onde assistere ai giuochi istmici e solo gli Eleati erano fra tutti i greci quelli che si astenevano dal recars
ro tradizione, la quale ripeteva che Nettuno ed il Sole avevano avuto fra loro una contesa, pretendendo ognuno di essi di a
ollo dei fanciulli e delle vestali, le quali conservavano l’ Itifallo fra gli oggetti sacri e lo avevano in grande venerazi
ecutore della gelosa Giunone, le avesse trasportate nel cielo e poste fra le costellazioni. 2361. Jafet. — Nella sacra scri
è questo il nome del terzo figliuolo del patriarca Noè ; ma non pochi fra i più accreditati mitologi, pretendono che il gig
uando si maritò con Ifide, sebbene non contasse che 13 anni. Giungea fra tanto il tredicesim’anno Allor che il genitor la
meritata l’ immortalità eroica. Si vede la grande relazione che passa fra i Kamis del Giappone e gli Eroi o Semidei della m
a uno spaventoso sogghigno, e con le vesti grondanti di sangue. Anche fra gli scrittori dell’antichità si fa menzione di un
guarisca le donne dalla sterilità. Viene rappresentata con un bambino fra le braccia. 2393. Kurù. — Nel culto religioso deg
dato come il padre di Laio e avo del famoso Edipo. 2399. Laberinti. —  Fra le maraviglie del mondo, i pagani comprendevano i
di A. Caro. Oltre a questi due laberinti, annoverati, come dicemmo, fra le maraviglie del mondo antico, ve ne sono altri
nta Ippolita, regina delle Amazzoni, le tolse le sue bellissime armi, fra cui una scure di maraviglioso lavoro, che l’eroe,
vittoria, innalzarono a Giove una statua e gli posero la famosa scure fra le mani. 2401. Lacedemone. — Figlio di Giove e de
Milziade ed a Cimone figlio di lui, che entrambi andarono annoverati fra i più grandi e valorosi capitani della Grecia. 24
no le più strane cose. Il cennato scrittore aggiunge, che allorquando fra gli abitanti delle Gallie sorgeva un qualche diss
a scolpita, come un’allegoria sanguinosa, una lionessa con un agnello fra gli artigli. 2416. Lalo. — Figlio di Labdaco re d
tale eccesso di furore, che divorava tutti i bambini che le cadevano fra le mani. Questa tradizione della favola, alterata
lampadi ardessero per lungo tratto di anni senza bisogno di alimento. Fra gli esempii riferiti a comprovare cosìfatta crede
ribili accessi di frenesia, si lacerò da sè stesso le visceri, e morì fra i più atroci tormenti nel dodicesimo giorno dalla
ero contro i Centauri, e che ebbe principio per una dissensione surta fra di loro, durante il banchetto delle nozze di Piri
ostiles, quelli che avevano la cura speciale di allontanare i nemici. Fra le maggiori divinità del paganesimo, ve n’erano a
elle vie. Giano, secondo riferisce il cronista Macrobio, era compreso fra gli dei Lari dei romani, perchè si credeva che av
creazione intera. In considerazione d’esser stata Latona madre di due fra le più grandi divinità dell’ Olimpo, fu ella stes
ue fra le più grandi divinità dell’ Olimpo, fu ella stessa annoverata fra le dee, ad onta dell’odio instancabile di Giunone
erata fra le dee, ad onta dell’odio instancabile di Giunone. A ssunta fra le immortali, ebbe ben presto altari e templi, e
a statua della dea era lavoro dell’immortale scalpello di Prassitele. Fra i popoli dell’antichità, che onoravano Latona di
forma di Cigno oprò di sorte, Che d’ un uovo e tre figli la fè madre, Fra gli altrì di quell’ uovo usci la morte Delle supe
po sostenne una triplice sfida, prima al giuoco del disco ; poi a chi fra i due avesse attinto maggior copia d’acqua in un
enti e i falsi raziocinii di cui si serviva il detrattore dell’ eroe. Fra gli autori antichi però, quello che ci ha trasmes
del Lettisternio, che ogni antico rancore spariva e si videro uomini fra loro mortalmente nemici, conversare e mangiare in
rnio come un’ istituzione individualmente romana ; ma vi è stato pure fra gli scrittori tanto antichi che moderni, e fra qu
a ; ma vi è stato pure fra gli scrittori tanto antichi che moderni, e fra questi il critico Casauvono, che han dimostrato e
assenza taluno che lo rappresentasse, lo avesse immediatamente preso fra le sue braccia, levandolo dalla terra, senza di c
rto Leonimo di Crotona. Narra la cronaca, che quando ardeva la guerra fra i Locresi ed i Crotoniati, quelli, a motivo della
ato dell’ oracolo, eg’i risanò interamente. Da quell’ epoca si sparse fra i Crotoniati la voce che Leonimo aveva detto d’av
quale gli dei dettero il nome di Leucotoe, quando essa fu annoverata fra le divinità marittime. Nella città di Corinto ell
uel giorno e perseguitò così implacabilmente gli abitanti di Temessa, fra cui portò la desolazione e sovente la morte, che
gatto era il simbolo convenientissimo alla dea della Libertà, perchè fra gli animali domestici, il gatto è quello che non
reghiere ed il pianto, lo uccise di sua mano, immergendogli il brando fra la giuntura del collo ; e poi trascinandolo per u
nto per tal modo, lo scopo desiderato, Licurgo fece sparger voce che, fra poco, si sarebbe di nuovo recato in Delfo, onde c
e Plutarco, questo animale era consacrato al Sole, perchè egli è solo fra tutti i quadrupedi che vede appenanato, e perchè,
acro chiamato Lucus, nel quale si celebravano le Lucarie, e che stava fra la via detta Salaria e il Tevere. Un’antica tradi
21. Cainiti. — Eretici che professavano le più stravaganti dottrine, fra cui quella di Caino, e di tutte le persone descri
sa cattolica. Essi professavano l’infame credenza dello accoppiamento fra gli uomini e soprattutto coi fanciulli ; vivendo
sa cattolica. Essi professavano l’infame credenza dello accoppiamento fra gli uomini e soprattutto coi fanciulli ; vivendo
sa cattolica. Essi professavano l’infame credenza dello accoppiamento fra gli uomini e soprattutto coi fanciulli ; vivendo
o tanto quella che questo favorevoli allo strenuo sviluppo dell’arte. Fra i piccoli stati della Grecia surse, assai di buon
i stati della Grecia surse, assai di buon’ora, una gara di emulazione fra cittá e cittâ, ognuna tentando di vincere la sua
3 (1855) Compendio della mitologia pe’ giovanetti. Parte I pp. -389
uo Cuore. E veramente da che posi il piede in questa città di Napoli, fra le altre d’Italia bellissima, di molti valorosi P
i, come volle la bontà di Dio, di me presero cura più che paterna. Or fra essi senza fallo l’E. V. R. è de’ primi ; chè col
nobilissimi fonti ? Gli educatori adunque della gioventù debbon porre fra le mani de’ loro allievi i greci ed i latini scri
greci ed i latini scrittori, se non vogliono che si spenga del tutto fra noi ogni benigno lume di gentili discipline. E si
tùrno. Il Cielo, detto da’ Greci Urano, era riputato antichissimo fra gli Dei : ed ebbe molti figliuoli dalla Terra, su
crudeltà del padre sottratti. E questi tre figliuoli di Satùrno tutto fra loro si divisero il gran regno dell’universo, sic
i sacri boschetti. Fauno fu il primo ad edificare de’ tempii agli Dei fra gli Aborigeni, e dal suo nome si crede derivata l
el mese di Dicembre per cinque giorni detti da Catullo (4) i migliori fra tutti quelli dell’anno. In essi gli amici si dava
ta in tiglio ; percui filira si chiama quella pelle sottilissima ch’è fra la scorza ed il legno di quell’albero, di cui si
altre cose di Satùrno e di Giano. Satùrno si annoverava piuttosto fra gli Dei infernali che fra i celesti ; la quale cr
Giano. Satùrno si annoverava piuttosto fra gli Dei infernali che fra i celesti ; la quale credenza nacque dal giudicar
 ; e più popoli si davano il vanto di aver veduto nascere questo nume fra loro ; ma i Poeti per lo più danno a’ Cretesi un
le ebbero in premio quell’stinto nel fabbricare il mele, che le rende fra gli animali tanto ammirabili. Così allevato crebb
he il mondo da’ Greci fu chiamato κοσμος, l’ordine per eccellenza. Or fra tutte le create cose la più bell’opera fu l’uomo,
giustizia, fu l’ultima che lasciò la socièta degli uomini. Ebbe luogo fra i segni del zodiaco ed è quello della Vergine. Si
e sollevano in aria le intere rupi, si formarono l’idea di una guerra fra la terra ed il cielo. Virgilio (1) dice che Tifeo
Pandora, o di Climene ; e Pirra, di Epimeteo ; tutti e due per pietà fra gli altri uomini insigni. I quali vedendo l’uman
asformò in monte. L’Atlante è un monte altissimo che nasconde la cima fra le nubi, e da’ vicini si chiama colonna del cielo
mescolata con dolce nettare, il rende immortale, percui è annoverato fra gli Dei. Quanto ha ragione di dolcezza e di amabi
lezza era nella chioma, somigliante a perfetto e biondissimo oro ; ma fra le sorelle essa sola era mortale. Or sì bel pregi
se il capo della Gorgone. L’eroe accettò l’impresa, che si annoverava fra le impossibili ; ed avuli, da Mercurio il cappell
uso grande de’ riguardanti. Dopo di che, per lavarsi le mani, nascose fra certe piante marine il capo di Medùsa ; le quali
alla Persia. Cassiopèa pe’ prieghi di Perseo fu posta colla famiglia fra gli astri. Dopo di ciò (1), ritornato Perseo a Se
ude Tritonia, la quale essendo stata morta da Persèo insidiosamente e fra le tenebre della notte, ne guardò egli con istupo
do uomini armati, violentemente rapirono la regale donzella, la quale fra le disperate lagrime delle compagne, per mare, tu
Signore di Creta, chiamato Tauro, invase colle sue armi la Fenicia, e fra le altre nobili donzelle portò seco prigioniera l
ono sparti (σπαρτος, satus, a σπειρω, sero), de’ quali venuti a pugna fra loro rimasero non più che cinque, i quali aiutaro
da’ quali sorge tosto mirabile schiera di armati guerrie ri (1), che fra loro battendosi crudelmente, salvo che cinque, tu
ano Sparti ; e forse la venuta di Cadmo mosse grandi discordie civili fra loro, per le quali perirono non pochi uomini ; e
tarco(1) dice, essere antica opinione che Cadmo allogò in primo luogo fra le lettere l’alfa, perchè con questo nome chiamas
la lingua de’ Fenicii, i quali a questo animale il primo luogo davano fra le cose necessarie. XIV. Minos-Niso e Seilla-M
vole è la guerra che Minos portò agli Ateniesi. Dalla moglie Pasifae, fra gli altri figliuoli, avea egli avuto Androgeo, il
elebrare in Argo da Acasto, fig. di Pelia, re di Tessaglia, ne’ quali fra gli altri eroi riportarono la palma Castore nella
mea, vi celebrarono i giuochi Teossenii e vi ottennero il primo vanto fra gli altri alleti ; e però i Tindaridi con Mercuri
egli Argonauti, ed intervenne alla caccia del cinghiale Caledonio. Or fra que’ giovani ed i Dioscuri nacque fierissimo comb
re Licaone, la quale per insigne bellezza e per perizia nella caccia fra le compagne di Diana primeggiava. Da lei ebbe Gio
ch’eran figliuole di Atlante e di Pleione. Essa non vedesi comparire fra le sorelle, perchè oltre modo dolente delle disav
irreni riconoscevan l’origine, uccise il fratello Iasio, essendo nata fra loro per ragion di successione gravissima discord
ede. Da Ilo nacque Laomedonte, padre di Priamo, il quale morì sepolto fra le ceneri dell’infelice sua patria. Dardano ebbe
che alcuni chiamano Eolie, ed alcuni, Vulcanie, da Vulcano, loro re ; fra le quali le principali sono Lipari, e Strongoli (
l’oro è da più di qualsivoglia preziosa cosa, così l’Olimpico certame fra tutti gli altri nobilmente primeggia. Questi giuo
e statue e corone tutte di oro, ed altri splendidi doni senza numero. Fra le più rare opere di scoltura vi era il cane che
ni. Giove in più luoghi dell’ Iliade si chiama l’arbitro della guerra fra gli uomini ; e lo Scoliaste riferisce che la terr
ere le stesse Dee, fu da Giunone trasformata in grù ; e da ciò l’odio fra le grù ed i pigmei, i quali ogni anno vengono con
di perseguitare il pio Enea, miserabile avanzo di Troia, sino a porre fra le due eterne rivali Roma e Cartagine un odio tan
ri detur  : diasi alla più bella. Fu questo il segno di fiera contesa fra le tre Dee Giunone, Pallade e Venere. Si turbò la
e. Si turbò la gioia del convito ; e Giove, non volendo seder giudice fra la moglie e due figliuole, impose loro di rimette
riamo mandato nella Grecia in cerca della sorella Esione. Ivi giunto, fra le altre città, visitò Sparta, ove con grandissim
zia di Marte, Giunone consentì che questo suo nipote fosse annoverato fra gli Dei, contenta di aver veduta Troia distrutta,
e che Roma distendesse il suo impero per tutta la terra, purchè però fra Troia e Roma fosse frapposto gran tratto di proce
ndo essere ne’ fatali libri fermato che il Troia no Enea avesse luogo fra i Numi, cede al destino e consente che i Troiani
alla celeste volta con due gravi Incudi al piede penzolon t’appesi ? Fra l’atre nubi nell’immenso vôto Tu pendola ondeggia
ano un luogo inferiore, sono all’aria uniti, si finse Giunone sospesa fra l’etere e la terra, e si figurò il mare e la terr
fanciullo, Pluto, Dio delle ricchezze, ponendo il Dio delle ricchezze fra le mani della Fortuna. Questo Pluto reputavasi il
i Stazio(3). III. Potenza e maestà di Minerva. Aiace di Oileo. Fra tutt’ i Numi, Minerva più si avvicinava a Giove,
gli altri si alzarono, sotto la speciale protezione della nostra Dea. Fra i quali vuolsi ricordare il giovane Telemaco, al
ce venerata singolarmente dagli Ateniesi. Celebre ne’ poeti è la gara fra Nettuno e Minerva pel nome che dar si dovea alla
crope piantò un verdeggiante e bellissimo ulivo. Di ciò fu gran piato fra loro a chi dovesse dare il nome alla novella citt
prì di acqua il paese dell’Attica. Virgilio dice(1) che nella contesa fra Minerva e Nettuno, questi con un colpo del suo tr
la navigazione ed al corseggiare, si studiò a suo potere d’introdurre fra quella gente il culto di Minerva, o sia l’amore d
della sua spedizione, consacrò questa nave a Minerva, che la collocò fra le stelle. Il cavallo che riuscì sì fatale a Troi
istrate le pruove ed i testimoni. Io sceglierò i più sapienti e probi fra gli Ateniesi, e loro affiderò la decisione di que
d alcuni vecchi e vecchie portavan de’ rami di ulivo. In dette feste, fra gli altri giuochi, celebravansi quelli istituiti
intorno al Padre loro, Mirar le membra de’ giganti sparte. Plinio(1) fra gli argomenti della gran maestria di Fidia annove
, che chiamossi Delo (da δηλος, manifestus), come la più appariscente fra le Cicladi, nel cui mezzo è allogata. Quivi Laton
co a colpire il capo di quel bellissimo fanciullo, il quale, morendo, fra le braccia di Apollo il piegò, come un bel papave
ani insulti del giovane Aristeo, un velenoso serpe che stava nascosto fra l’erbe, le ferì il piede e l’uccise. Di che fu sì
lle donne Tebane di offrir sacrificii a Latona. Niobe ne fu gelosa, e fra la raccolta moltitudine parlò di Latona con assai
ndo, dice Strabone, per quegli antri ombrosi, soggiorno delle Ninfe ; fra i quali l’antro Coricio più d’ogni altro vasto e
suoi dolci carmi(2). Nè sulla terra solamente, ma nel cielo eziandio fra gl’Iddii soggiornavan le Muse, dette perciò Olimp
acrato ad Apollo il corvo detto uccello Febeo, il quale si annoverava fra gli uccelli maggiori augurali. Racconta Ovidio(1)
are che venuti fossero a maturità. Ritornò poscia da Febo con un’idra fra gli artigli che avea ghermito, scusandosi quasi q
in tutto il tempo che il fico ha immaturi i suoi frutti. Apollo pose fra gli astri il corvo, il serpe e la tazza. Alcuni s
ento. Il dice Ovidio(3). Quando fè fare Alcatoo quella torre, Chiamò fra gli altri Apollo a dargli aiuto ; Il qual volendo
parete il suo liuto. Subito il muro il suon gli venne a torre, E sol fra gli altri sassi non fu muto ; Ma da marmo o d’acc
recavano al sepolcro di lui, e dopo molti disperati lai, combattendo fra loro, onoravano la memoria dell’estinto guerriero
Borbonico vi è una statua di Apollo detta da Winckelmann la più bella fra le statue di questo nume ; e la sua testa, il col
gna in bocca. La magnifica statua dell’ Apollo di Belvedere ritrovata fra le rovine di Anzio, antica città d’Italia, verso
gli avvenimenti della guerra, ritornò nel Vaticano. È verisimile che fra le statue della Casa aurea di Nerone tolte alla G
ne tolte alla Grecia vi fosse anche questa, la quale è la più sublime fra le opere antiche che sino a noi si son conservate
vano il porto di Rodi ; e le navi a vele gonfie passavano liberamente fra le sue gambe. Un forte tremuoto il ridusse in pez
questa favola ; e Krebsio vuole che forse vi fu una Selene che visse fra gli Arcadi e che dopo la morte fu posta nel numer
e pure il monte Mero consacrato a Bacco. E Pomponio Mela(3) dice che, fra le città dell’ India, Nisa era chiarissima ed ass
armo della villa Albani vi è Leucotoe che tiene il fanciulletto Bacco fra le braccia. Della molle bellezza del suo sembiant
que’ ribaldi volgono altrove la prora. Era Nasso un’isola dell’ Egeo, fra le Cicladi nobilissima, detta pure Dionisia da Di
è prestò a questo nume un’ amichevole ospitalità o perchè era di viti fra le Cicladi feracissima(1). Allora fu che il fanci
si gettassero nel mare e divenissero delfini. Bacco allogò il delfino fra gli astri. Or Acete giunto a Nasso fu tutto intes
saglia, dette Leuconoe, Alcatoe, e Leucippe, le quali amando starsene fra le mura paterne ed attendere a’donneschi lavori p
conviene, le quali, amando la fatica, aveano a gran vergogna mettersi fra la turba insana delle Baccanti. A terrore delle a
avoro egregio di Vulcano ; e Bacco, dopo la morte di Arianna, la pose fra gli astri, ed è una costellazione di nove stelle
ne (a νυξ, nox.). I Tracii le introdussero nella Grecia, e si contano fra le più antiche orgie di Bacco. A questa specie di
e Cistofore portavan le mistiche ceste o panieri di Bacco, nei quali, fra le altre cose misteriose, era una piramide, che a
volta con una pelle di pantera alle spalle ; or sul dosso di Pane, or fra le braccia di Sileno che fu il suo balio ; or sop
r trarne la madre Semele, che Giove, ad istanza del figliuolo, allogò fra le immortali col nome di Tione. Tirsigero, θυρσο
appellavasi Ερως, da εραω, amare. Gli antichi finalmente annoveravano fra le loro divinità tre Dee dette le tre Grazie che
e e non dormiva mai. Fu esso ucciso da Ercole, e da Giunone collocato fra gli astri. Altri però favoleggiano che le Esperid
Venere fatta accorta del pericolo « lo ravvolse Di molta nebbia, e fra il soave olezzo Dei profumati talami il depose. M
enere, fingendo che volea avvalersene per comporre una difficile lite fra l’Oceano e Teti ; ma veramente servì per rendersi
ioni del fato interamente commette. Arde intanto gran fuoco di guerra fra Turno ed Enea per la promessa mano della principe
rtato in cielo. Ebbe un tempio alla riva di quel fiume, e si numerava fra gli Dei indigeti o tutelari del paese (1). VI.
care che l’amicizia esser dee schietta e senza orpello ; e colle mani fra loro congiunte, per indicare la concordia degli a
te da Temi, e portanti oriuoli e quadranti. VII. Continuazione. Fra le altre deità gamelie o che presedevano alle noz
di questa Dea. Essa fu trasportata nel Museo di Parigi, e si annovera fra le più belle statue di questa maniera. Invece del
. E stella ciprigna chiamossi dall’ Ariosto il pianeta di Venere : Fra le più adorne non parea men bella, Che sia tra l’
godesse del dritto di asilo. XI. Alcune altre cose di Venere. Fra gli animali erano specialmente consacrati a Vener
omba. Or Peristera (περιστερα) in greco significa appunto la colomba. Fra le frutta, la mela ; e fra le piante, la rosa ed
ρα) in greco significa appunto la colomba. Fra le frutta, la mela ; e fra le piante, la rosa ed il mirto erano consacrati a
e lai Non mi far qui seduto al fianco moi, Fazioso incostante, e a me fra tutti I celesti odioso. E risse e zuffe E discord
aci del nostro Marte fa pur menzi one Virgilio(2) in una comparazione fra il dio della guerra ed il giovane Turno che si sp
icinava al Diale, cioè al Flamine di Giove, e si sceglieva sempre mai fra i patrizii. VI. Di alcuni figliuoli di Marte.
omao era re di Pisa in Elide. Mirtilo fu dal padre Mercurio collocato fra gli astri, e chiamasi Enioco o il cocchiere. Pelo
ere gli ambasciatori stranieri ed altri che non si volevano ammettere fra le mura. Da questo tempio cominciavano il loro in
ηνευω, interpetrarè, perchè Mercurio è l’interpetre ed il messaggiere fra gli uomini e gli Dei ; ma pare che quel verbo piu
rcurio de’ Greci (1). Ed affinchè meglio si scorga la somiglianza che fra il greco e l’egiziano Mercurio intercede, vedremo
non solo de’ mercatanti ; egli fu pure il dio dei ladri, forse perchè fra quelli non è difficile ritrovare chi rubi. Anzi e
Minerva ; con che significavan quell’amichevole accordo ch’esser dee fra l’eloquenza e la filosofia ; le quali se vanno di
tosi a caso, sul monte Citerone, con due serpenti, i quali fieramente fra loro battagliavano, ponendo in mezzo ad essi quel
a’ piedi, forse perchè il pianeta di Mercurio credevasi il più veloce fra tutti gli altri pianeti. Queste ali si chiamavano
icino a questo nume infine alle volte ritrovasi il cane, forse perchè fra tutti gli animali esso si reputa il più accorto e
, da’ Romani e da quasi tutti gli antichi popoli ; percui si annovera fra i più celebri e vetusti Dei del gentilesimo. E ci
dono feconda. E dagli Etruschi la Dea Tellure con Vesta si annoverava fra gli Dei che presiedono alle nozze (1), perchè rip
era. Aen. III, v. 619.) Ma sul fatto de’ Ciclopi vi è gran confusione fra gli antichi scrittori. Secondo Esiodo (1) essi er
de’Titani, sostennero le parti di Giove, comechè alcuni l’annoverano fra i giganti che congiurarono contro quel nume. Virg
Vertunno dall’aver divertito le acque del Tevere dal Velabro, pianura fra il Capitolino, il Palatino e l’Aventino (a verso
to presso que’ popoli sembrava quasi un ingenito sentimento(1). Enna, fra le altre città Siciliane nobilissima, era posta i
i, ch’eran la dolce voce delle Sirene in linguaggio poetico ; i quali fra tanti sollazzi di quella corte perdevan la virtù
leo capo, io fui una delle ninfe d’Acaia, fig. di Nereo e di Dori ; e fra le seguaci di Diana, di me non vi fu altra più am
d in Atene credevasi ministro di Cerere e di Trittolemo e fu allogato fra gli astri più splendidi. Dal bue venne il nome di
pellati i Misteri per eccellenza, che si celebravano in Eleusi, città fra Megara ed Atene, così detta da Eleusi, fig. di Og
eità di Socrate. Molti grandi uomini s’iniziarono a questi misteri, e fra gli altri Cicerone, il quale dice (1) che gli uom
mpei essa siede sopra un trono di oro, coronata di spighe intrecciate fra un velo bianco che le discende su gli omeri. Ha s
gli sarebbe venuto, se gli abitanti di Lenno per caso non lo avessero fra Ie loro braccia raccolto. Nella quale isola si di
anie. Or ciò si finse, perchè l’isola di Lenno, l’Etna e le Vulcanie, fra le quali è Lipari, son soggette a’tremuoti ed abb
so del discacciamento dal cielo, tolse in moglie Venere, la più bella fra le Dee, o Aglaia, una delle Grazie, secondo Esiod
regnar dee nei banchetti, gli fu sostituita la bella Ebe. Era insorta fra Giove e Giunone pericolosa contesa pel fatto di T
rchè Diomede, coll’aiuto di Pallade, fece le più mirabili pruove, era fra i Troiani un Darete, sacerdote di Vulcano, al qua
e nel quale si trattavano gli affari più rilevanti della repubblica. Fra gli animali poi era sacro a Vulcano il leone. Fin
o scorpione ch’essa fece uscire dalla terra. Orione da Giove fu posto fra le costellazioni, il cui levare e tramontare suol
telle, ed Orione armato Spezza a’tristi nocchier governi e sarte. Ma fra tutte le altre strepitosa fu la vendetta che fece
, re di Caledone o Calidonia, città della Grecia ; favola assai conta fra gli antichi poeti. Egli fu fig. di Partaone, o di
i fratelli della madre ; la quale, udito l’indegno fatto, fluttuante fra l’amore del figliuolo e quello degli estinti, que
o di Faraone e che forse è l’uccello Africano (Afra avis) di Orazio. Fra gli antichi monumenti ci restano varii bassirilie
ta amorevolezza e lo fece educare con Pilade, suo figliuolo ; per cui fra questi due principi si strinse un’amicizia si gra
ontanava il popolo da quel superstizioso culto, suscitò grave tumulto fra quegli artefici, dicendo che per opera di Paolo s
o ed il più ricco che mai vi fosse stato sulla terra, noverato perciò fra le sette maraviglie del mondo. In esso l’ordine G
sommità del capo detta corimbo, la rendono facile ad essere distinta, fra tutte le statue, ancorchè non avesse alcun altro
tti calzari a mezza gamba che ben convenivano a donzelle cacciatrici. Fra le piante erano sacri a Diana il papavero ed il d
rici. Fra le piante erano sacri a Diana il papavero ed il dittamo ; e fra gli animali, la cerva ed il cinghiale. Da Ovidio
in aiuto, ed egli uccise Alcioneo e Porfirione ch’erano i principali fra que’ mostri. Famoso è poi il combattimento che pe
per volere del quale fu egli ammesso nel numero degli Dei ed allogato fra gli astri. Apollodoro dice che una nube lo accols
degl’insetti, e che per ciò portavano sul capo una locusta d’oro(1). Fra le città di quel paese primeggiava Atene chiamata
Nell’antica Beozia erano assai luoghi di grandissima rinomanza, e fra gli altri la grotta Trofonia, ov’era l’oracolo di
in cerca del figlio. I quali s’incontrarono nella Focide, ed insorta fra loro una contesa, Edipo ammazzò Laio che non cono
iardini della valle di Tempo, la quale era in un sito assai delizioso fra l’Ossa, il Pelio e l’Olimpo, ed era bagnata dal b
i sul monte Pelio. Questa nave famosa fu trasportata in cielo e posta fra le costellazioni, come anche l’ariete che portò F
i i Dolioni erano continuamente in guerra, avvenne sì fiera battaglia fra gli uni e gli altri, che Cizico ed un gran numero
e poco lontane dal Bosforo, le quali, per l’impeto de’venti urtandosi fra loro, impedivano il passaggio dello stretto. Per
col consiglio della stessa Medea, non avesse procurato di introdurre fra loro una strana discordia. Ciò fatto, l’eroe doma
tesilao (a πρωτος, primus, et λαως, populus) per esser morto il primo fra tutti. Il che saputosi dalla moglie Laodamia, fig
oso non più che tre ore. Ma dopo siffatto tempo ricondotto Protesilao fra le ombre da Mercurio, Laodamia ne morì di dolore.
l campo de’ Greci. Oltre questa sciagura nacque pure una gara funesta fra Agamennone ed Achille, fig. di Peleo, fig. di Eac
inili ; perciocché travestitosi da mercante gli recò preziosi regali, fra i quali eranvi delle armi. Achille, seguendo il n
o pronto, iracondo, inesorabile, altero. Ora, per ritornare alla gara fra quest’eroe ed il supremo duce Agamennone, diciamo
era stato sì caro che l’amicizia di Patroclo e di Achille si annovera fra le più conte della Grecia. Egli disonorò la vitto
o alla voracità del genitore ; e nella partizione dell’universo fatta fra quei tre figliuoli del vecchio Saturno, a Nettuno
rima parte di quest’ operetta abbiam raccontata la famosa gara che fu fra Nettuno e Minerva per la città di Atene, e come N
. Così fra’ primi era un Eaco, un Minos, un Sarpedone e cento altri ; fra i secondi, i Ciclopi, i Lestrigoni, Scirone, Poli
miglia degli Eumolpidi diede un ferofante agli Eleusini fino a che fu fra loro il tempio di quella Dea. Molti altri figli e
pilota della nave Argo ; Erice, re della Sicilia. che per avere posto fra i suoi armenti uno de’buoi di Gerione, che Ercole
ordinario soggiorno era il mare Egeo, ove lietamente passava i giorni fra i canti e le danze delle Nereidi, ninfe marine. f
principale era il tridente. VII. Alcune altre cose di Nettuno. Fra le piante erano a Nettuno specialmente consacrati
a tra Scilla e Cariddi, due scogli pericolosissimi nello stretto ch’è fra la Sicilia e la Calabria. Or Cariddi era una vecc
altro che lo strepito ed il rumoreggiare delle onde che s’infrangono fra quegli scogli. E come avvicinandosi troppo allo s
utto germoglia ; e quivi drappelli di donzelle e di giovani si stanno fra liete danze, avendo il capo inghirlandato di mirt
sotterraneo. L’ingresso di questo regno è oltre i confini dell’oceano fra le tenebre eterne de’Cimmerii, ove i due fiumi Co
ssi opachi e tenebrosi si fingevano da’poeti ; ed avvedutamente Omero fra le tenebre di cui erano i Cimmerii eternamente co
a lode di giustissimo re gli meritò presso i poeti un posto onorevole fra i giudici dell’inferno, ove siede coll’urna in ma
tilla, così l’avaro in mezzo alle ricchezze non sa punto goderne ed è fra quelle veramente povero (inter opes inops). Dell’
Greci di più ammirabile, tutto l’aveano attinto da’loro sacerdoti. E fra le altre cose, le pene de’malvagi nell’inferno, i
(1), abborrito dagli stessi immortali. Ed Omero ha detto che Plutone fra tutte le divinità è la più formidabile a’mortali.
tali odiosissimo ; e ciò è tanto vero, dice M. Dacier, che a lui solo fra tutti gli Dei in niun luogo gli uomini han consac
dere che ne’poemi di Omero e di Esiodo vi ha un’ analogia grandissima fra l’astronomia e le favole. Ciò posto, è cosa evide
i argomenti per mitigare il dolore di Proserpina indegnamente rapita, fra le altre cose le promette che a lei sarebbe consa
sì detti carmi ed alcune preghiere, invocavano Ecate e la Dea Tellure fra gli Dei magici (Dii magici), come fa Medea appres
chè giungea l’istante in cui il Destino le avea permesso di ritornare fra le braccia della propria madre. Or queste Parche
ra le braccia della propria madre. Or queste Parche che si annoverano fra le divinità infernali, perchè presiedevano alla v
4 (1824) Breve corso di mitologia elementare corredato di note per uso de’ collegi della capitale, e del regno pp. 3-248
delle belle arti : le sue antiche bizzarrìe sono tuttogiorno in moda fra noi, ed hanno un incantesimo tanto lusinghiero da
ogo il Destino, dobbiamoper questo noi considerarlo come il più degno fra gli Dei, e nel dritto di riscuotere gli omaggi de
le, privandolo della Divinità. Il Caos. Il Caos 3 è il più antico fra gli Dei. Egli fu l’Autore della separazione delle
l’inventore delle porte. Saturno avrebbe potuto pacificamente vivere fra gli uomini, se il suo genio torbido non lo avesse
le quali si cangiò con avvilire la sua dignità. Omero, che ci ha data fra i poeti un’idea più nobile di Giove, ce lo diping
o. Questa Capra dopo la sua morte fu situata da Giove per gratitudine fra le costellazioni, e della sua pelle ne compose l’
ola particolare gli procurò tale ornamento. Inoltrandosi troppo Bacco fra gli arenosi deserti della Libia, non trovò acqua
La pena era di essere seppellita viva all’istante. Apollo. Apollo fra gli Dei è de’ più celebri. Egli è il capo delle M
nsiero, e dare all’opera la più viva espressione, gli ha data un’aria fra la fierezza, e ’l disprezzo dopo aver ucciso il s
culapio nella medicina, che giunse a risuscitare anche gli estinti, e fra questi a restituire la vita ad Ippolito figlio di
ualità divina, e lo cacciò dall’Olimpo. Il più amabile, il più saggio fra gli Dei fu costretto, per non perir della fame, a
a regnava. Venere fu maritata a Vulcano, dal quale ebbo molti figli ; fra questi i più rinomati sono Cupido, Priapo, Imeneo
e tre Grazie1. La sua bellezza era tale che fu giudicata la più bella fra le Dee, ed a lei in concorso di Pallade, e Giunon
ti. Sul nascere di Cupido ognuno prevedeva, che sarebbe il più tristo fra gli Dei. Giove voleva obbligar Venere sua madre a
enere il cinto. Come aveva tutte le disposizioai a saper rubare, così fra tanti suoi attributi ebbe quello di Dio de’ ladro
genitori, cioè di Ermete Mercurio, e di Afrodite Venere. Mercurio era fra gli Dei il più occupato : era il confidente di tu
iata. Descrizione dell’Inferno. Situavasi dagli antichi l’inferno fra le immense sotterranee voragini, ove risplendeva
re. Alla porta dell’inferno stava una moltitudine di Esseri malefici, fra i quali soprattutto le Malattie, la Vecchiaia, la
medesimo. I Satiri, i Fauni, i Silvani si rassomigliano perfettamente fra loro. I Centauri. I Centauri erano mostri per
più saggio ed istruito tra i centauri. Celebri furono i suoi allievi, fra quali si distinse Esculapio, Giasone, Castore, Po
la maritò con Peleo, dalla qual coppia nacque Achille il più celebre fra gli Eroi della favolosa antichità. Tritone.
in Colco, ove sasagrificò a Marte il suo ariete, che dopo fu situato fra i dodici segni del zodiaco. Questa fuga afflisse
i, se non che precipitandosi nel mare col figlio, dove furono ammessi fra i Dei marini. Ino prese il nome di Leucotoe, e Me
o Dio dei venti. Eolo regnava nelle isole chiamate di Vulcano poste fra la Sicilia, e l’Italia, e dipendeva dai cenni di
inità, perchè la più dura, ed implacabile. Il Sonno. È annoverato fra gli Dei il Sonno, perchè sospende i nostri mali,
e avevano sortite dalla natura. Vengono rappresentate ignude, dandosi fra di loro la mano. Avevano picciola statura ; ma un
Giove l’aveva scacciata dal Cielo, perch’ella destava continue risse fra gl’Iddii. Gli antichi, come si è detto, avevano a
ti i denti del dragone produssero de’ nuovi soldati che si scannarono fra di loro, restandone soli cinque che lo ajutarono
eva una forza prodigiosa, solito ad attaccare le vittime che cadevano fra le di lui mani, a due rami di pino curvati, che p
to de’ sette giovani, ed altrettante donzelle. Volle Teseo ascriversi fra quelli, e malgrado le lagrime di suo padre si pos
non sentirono nè la voce, nè la mano d’Ippolito. Il carro si fracassò fra i dirupi, e l’infelice giovine spirò l’anima prot
i due germani, si distinsero nel valore, Polluce riuscì il più bravo fra gli Atleti, avendo ucciso il terribile Amico al g
no delle feste in tale occasione. Cessò intanto la buona intelligenza fra i due sposi. Medèa ritirossi a Corinto dove Giaso
un uomo, che aveva ammazzato di propria mano i suoi figli. Ercole che fra le sue virtù non contava la pazienza, credendo ta
rogo, pregando i suoi amici di appiccarvi il fuoco. Il solo Filottete fra tanti che ricusarono, secondò il suo volere. Per
o questa guerra fu fatale a tutti coloro, che ci avevano preso parte. Fra i personaggi, che si segnalarono in questa celebr
are Tiresia famoso indovino, che per sette anni fu donna. Suscitatasi fra Giove, e Giunone la quistione sugli attributi de’
fu detto in seguito Peloponneso, oggi la Morea. Atrèo, e Tieste. Fra i figli di Pelope sono celebri Atrèo, e Tieste. A
la sala del festino, col motto alla più bella. Ecco sorgere una briga fra Giunone, Minerva, e Venere. Da Giove fu eretto in
nome di Pirra, e lo aveva inviato alla corte di Licomede re di Sciro fra le damigelle di Deidamia sua figlia. Ulisse il pi
le damigelle di Deidamia sua figlia. Ulisse il più astuto, e prudente fra i Greci s’incaricò di condurre Achille alla guerr
nella reggia di Licomede, espose innanzi alle donne varj giojelli, e fra questi si fece scappare delle armi. A tal vista s
e non volle ostinatamente condiscendere. Si destò allora un bisbiglio fra i capi dell’esercito. Achille il più risentito gi
non potè resistere a tale incantesimo : dimenticò i Trojani, e corse fra le braccia della sua sposa, dove tranquillamente
la notte a fabbricarne delle nuove, di cui armato Achille ricomparve fra i capi dell’Armata, con protestarsi che scordava
rio riposo. Fu deciso di darsi una nuova battaglia, e’ gli Dei stessi fra loro si attaccarono. Achille intanto immolava all
uò Polifemo in maniera, che i montoni potessero ad uno ad uno passare fra le gambe. Allorchè si avvide che eran fuori Uliss
pe evitare evitare gl’inganni delle Sirene, ed i rischi nel passaggio fra Scilla, e Cariddi. Circe lo aveva altresì avverti
tolte ai nemici nella mischia, restano nel tempo istesso inviluppati fra i Greci, e fra i concittadini, che non li riconos
i nella mischia, restano nel tempo istesso inviluppati fra i Greci, e fra i concittadini, che non li riconoscono. Corre per
l’ingrato Enea di maledizioni, che dopo molti socoli si verificarono fra i Cartaginesi, ed i Romani, e non potendo resiste
stanchi dai disagi della guerra, proposero una pugna a corpo a corpo fra i due principali rivali. La disfida fu accettata
, e Leandro. Ero, e Leandro perdutamente si amavano, benchè separati fra loro dall’Ellesponto. Leandro abitava in Sesto, e
mettere a pruova la fedeltà di sua moglie, che per vergogna sen fuggì fra le selve. Cefalo che non poteva vivere lontano da
atrie memorie sparse quà, e là in tanti libri, e scrittori per lo più fra di loro discordi. A tale proposito abbiamo procur
vicinanza di Napoli cessò di vivere, diede il nome alla nostra Città. Fra le altre così dette, la più celebre credesi figli
do, celebrano le nozze di Partenope col Sebeto, annoverato anch’ esso fra i Numi tutelari : ed i Napoletani con tanta gelos
l monticello, dove oggi è la Chiesa di S. Giovanni Maggiore. Altri, e fra questi il Pontano, gli assegnano un sito alquanto
bassorilievo, nel quale stavano scolpite diverse sacre immaginette, e fra queste vi era quella del Sebeto. Il suo nome però
simo per la sua elegante figura, e diverse virtù che lo adornavano, e fra queste in grado eminente quella della castità. Di
or oggi si ammirano, credesi vicino agli scolgi Platamoni 1 in Napoli fra gli screpoli avere esistito il suo tempio, onde l
Gio : Maggiore. Correvano in queste feste i sacerdoti da disperati, e fra questi si annovera egli stesso il nostro Stazio,
ppresentanti questo Eroe, fanno credere di essere stato egli ascritto fra i Penati e gl’Iddj tutelari della Patria. Attesta
parenti, ed affini in contrassegno e conferma del comune attaccamento fra di loro. Proxima cognati dixere Charistia Chari 
cognizione della nostra credenza, mentre noi facciamo la distinzione fra gli Angioli, ed i Demonj. 2. Il popolo Romano av
tissimi, che non avevano voluto giurare per il suo Genio. 1. Leggasi fra i moderni la stupenda canzone sulla Fortuna dell’
ano quei, che in seguito cantarono i pezzi di Omero. Molti critici, e fra questi il nostro Vico, credono, che il poema di O
to le orme di Virgilio. 1. Non appartiene a noi di fare il paragone fra Omero, e Virgilio. Un’ infinità di critici si son
tar questa favola. Leggasi Ovidio, e Virgilio nel 7. Dell’Eneide. 1. Fra tanti rispettabili personaggi che in Napoli godev
5 (1897) Mitologia classica illustrata
venne tradizionale e come inseparabile dai racconti ad essa relativi. Fra i poeti antichi meritano particolarmente d’ esser
ligentissimi studi non riuscirono a diffonder piena luce che su pochi fra i principali miti dell’ antichità classica. In co
nati dalle goccie di sangue sparse da Urano dopo la lotta con Crono. Fra essi erano Pallante, Efialte, Encelado, Alcioneo,
ivano facile argomento a rappresentazioni piene di energia e di vita. Fra le descrizioni poetiche di queste lotte chi non r
ulla Gigantomachia, il quale è a dolere non sia giunto intiero a noi. Fra l’ opere d’ arte, si potrebbero citare molte pitt
capo riconosciuto. In lui risiede la sapienza; egli è potente e, solo fra gli Dei, libero nel suo agire, non avendo altro l
e opere d’ arte, era la famosa statua di Fidia, della quale parleremo fra poco. 5. Al Zeus greco corrisponde il Iupiter dei
r della luce. Presiedeva all’ agricoltura, e come sovrano delle lotte fra gli elementi della natura, anche alle battaglie.
caduta dal cielo. Rifatto nell’ età di Pericle constava di tre celle fra loro raggruppate, e destinate alle tre Divinità,
inità, Atena Polias, Posidone e Pandroso. Il Partenone, il più grande fra gli edifizi dell’ Acropoli ateniese, imponente an
, quando la Vittoria vola a porgerle corona. Il serpente accovacciato fra i piedi e lo scudo è simbolo di Erittonio, mitico
ientale del Partenone, rappresentante l’ improvvisa comparsa di Atena fra gli Dei. Le statue romane di Minerva
liano l’ Apostata lo consultò. 3. Il culto di Apollo era diffusissimo fra i Greci, come generale doveva essere la venerazio
Italia meridionale furono il tramite per cui il greco Apollo penetra fra i Latini. E vi penetrò prima come dio della divin
io musicale, o infine il tripode proprio del dio augure e divinatore. Fra gli animali erano a lui sacri il lupo, il cervo,
dei rinomati cacciatori che con lei vogliono gareggiare; e ne provo, fra gli altri, lo sdegno Orione che ucciso dalle sue
nio di Afrodite si estendeva su tutta quanta la natura. La bellissima fra le Dee esercitava su tutti gli esseri, divini ed
redendosi ch’ ella esercitasse una benefica influenza sulla concordia fra i cittadini e sulla socievolezza tra gli uomini.
i primi corpi celesti che l’ immaginazione popolare doveva annoverare fra gli Dei, v’ era naturalmente il sole; di qui il d
lene greca corrisponde l’ italica Luna, oggetto di culto specialmente fra i Sabini e gli Etruschi. Un tempio a Luna Noctilu
d) Gli astri. 1. Alcuni tra gli astri devono essere annoverati fra gli Dei della mitologia. Tali anzitutto le stelle
no il suo levarsi di sera e l’ essere visibile tutta notte, splendido fra gli altri gruppi di astri, die’ luogo alla leggen
e la mia preghiera; giacchè tutto quanto v’ è di piacevole e di dolce fra gli uomini dal vostro intervento dipende, e se v’
ordine universale, rappresentante della legge, che regola i rapporti fra i varii esseri, epperò convocatrice delle assembl
e non potesse mai più abbandonare Atene). In genere poi Niche divenne fra i Greci simbolo di ogni vittoria e di ogni prospe
e) Iride. 1. L’ arcobaleno è sempre stato un simbolo dei rapporti fra cielo e terra; quiudi era naturale che Iride, la
specialmente dalle ultime poesie che vanno tra quelle di Anacreonte. Fra così ricca letteratura, basti ricordare la grazio
. Vi sono anche parecchie rappresentazioni di Amore e Psiche; celebre fra tutte il gruppo che è in Vaticano, il quale li ra
o in questo o in quel luogo, ma sempre in mezzo alla vergine natura, fra il tepore d’ un sole primaverile e in mezzo al do
alati, si veneravano anche a Smirne. Questa divinità fu pure accolta fra i Romani, e, come attesta Plinio, le fu anche ere
nno a Nemesi, e molte poesie a lei dedicate leggonsi nell’ Antologia. Fra i Latini, va ricordato Catullo che in uno de’ suo
Nemesi in modo affatto simile ad Afrodite vestita; ma nessuna statua fra le tante a noi giunte è stata con sicurezza ricon
gente. I fiumi poi, benefici portatori di lecondità alle terre, erano fra i Greci, oggetto di un vero culto. Avevano i loro
i, alle valli. L’ immaginazione le popolava di ninfe. Basti ricordare fra esse la sorgente Amaltea che die’ il nome al corn
i Romani, la cui immaginazione le popolava di graziose ninfe; celebre fra tutte la ninfa Egeria, quella che è ricordata nel
pie a indicare l’ abbondanza che è frutto dell’ irrigazione fluviale. Fra tante antiche statue a noi giunte, citiamo il bel
me; poi la Beozia, ricca d’ acque; poi varie regioni del Peloponneso, fra cui l’ Arcadia. Tra le città della costa, la più
edusa, fosse padre del noto cavallo alato Pegaso. Per questo rapporto fra il Dio del mare e il cavallo, là dove erano più i
el frontone occidentale del Partenone, dov’ era rappresentata la gara fra lui ed Atena; ma ci è giunta disgraziatamente in
ssandrina Callimaco, Euante ed altri presero a ritrattar questo tema; fra i Romani, Cicerone giovane scrisse su ciò un poem
tro figlio, finchè tutte due si gettarono in mare da un alto scoglio, fra Megara e Corinto. Dice Dante: Nel tempo che Giun
e dell’ Inferno stava per rapirla. Anche si favoleggiò d’ una contesa fra le Sirene e le Muse, nella quale le prime sarebbe
monia funebre da celebrarsi nell’ equinozio di primavera. I Coribanti fra urli selvaggi e strepitando col tamburi e co’ dis
buto costante di questa Divinità. III. Dioniso-Bacco. 1. Uno fra i più importanti Dei terrestri fu pei Greci antic
a chiedere la grazia di poter vedere l’ amante in tutta la sua maestà fra tuoni e lampi, fu involta dalle flamme di Zeus, e
così popolare e leggendario doveva tener desta l’ immaginativa anche fra le generazioni meno antiche. Dopo la spedizione d
tempio, poi di nuovo al Leneo, una piccola immagine in legno del Dio, fra mezzo a lieti cori inneggianti a Dioniso liberato
per i Greci, era Cerere pei Romani, come Dea delle biade antichissima fra gli Italici, ma molto presto confusa colla greca
E perchè odiosa è quasi sempre la morte, era detto Ades il più odiato fra tutti gli Dei. — Ma oltre questo aspetto truce e
ener per mezzo di lei vendetta contro Ino sua rivale (v. 432 e sgg.). Fra le rappresentazioni figurate, va menzionata la pi
mente credere che rimanesse sotterra; di qui la collocazione di Ecate fra gli Dei infernali. Quel che di arcano è proprio d
lcune Divinità minori, venerate dai Romani nell’ interno della casa e fra le pareti domestiche, e però oggetto di culto pri
dicevan larvae o le lemures. Che gli antichi credessero alla presenza fra di loro dell’ ombre de’ trapassati è prova la fes
zze di Piritoo, re dei Lapiti e di Ippodamia, alle quali i principali fra i Centauri erano stati invitati. Uno di questi, E
sero parte, a difesa dei Lapiti, Teseo e Nestore, amici di Piritoo. —  Fra i campioni loro è da ricordare Ceneo, nato femmin
endere all’ Inferno. 2. Una vivace e colorita descrizione della lotta fra i Lapiti e i Centauri leggesi nel 12o delle Metam
la sua preda. Il figlio di Admeto e Alcestide, Eumelo di nome, figura fra gli eroi greci a Troia, e si la notare specialmen
na falange d’ uomini armati, i quali cominciano a lottar furiosamente fra di loro e ferirsi e uccidersi. Cinque soli rimase
trambi furono da Zeus ammessi all’ eterna vita dei Campi Elisi. Molti fra i motivi di questa leggenda sono certamente antic
siem soddisfa l’ occhio del riguardante. Il contrasto di carattere fra Zeto e Anfione è pure un motivo artistico frequen
ssero ordinate nell’ interno del tempio ovvero disposte separatamente fra gli intercolunnii di un portico, è questione che
o Eolo, nipote di Elleno. Omero lo qualifica il più avido di guadagno fra gli uomini; allusione probabilmente al cupido com
o discusso sull’ origine del mito di Sisifo. La situazione di Corinto fra due mari che senza posa ondeggiando ne sferzano g
le lotte poi coi’ mostri sono la solita traduzione mitica delle lotte fra il sole e i mostri delle tenebre. 2. La favola di
riava lavori poetici; Archiloco ad es. trattò in versi della ostilità fra Linceo e Danao, Eschilo e Frinico composero trage
emelli, Acrisio e Preto. Questi erano, secondo la favola, così nemici fra loro che già litigavano quando erano ancora nel s
ua Danae e con lei genero Perseo, che Omero dice il più ragguardevole fra tutti gli uomini. Quando Acrisio venne a saper qu
i figliuoli natigli da Andromeda fu il capo di una illustre prosapia; fra gli altri di Eracle, giacchè suo figlio Elettrion
e il tuono? Sicchè tu hai qui una rappresentazione della grande lotta fra gli elementi naturali. Infine il disco con cui Pe
no qua e là dei luoghi ricordanti le loro vicende, ma un inno intiero fra gli Omerici è in lode loro, e ivi già si rammenta
re il paterno regno, e cacciati alla lor volta i Mezionidi, avrebbero fra loro diviso la sovranità dell’ Attica in guisa ch
e compì una serie di fatti eroici. Generalmente se ne contano sei: 1º fra Trezene ed Epidauro uccise Perifete, un figlio di
alche volta anche la clamide e il petaso degli efebi attici. Su molti fra i pubblici monumenti ateniesi era scolpita la fig
be poi a lui sacrificato. Posidone esaudì la sua preghiera, e comparì fra le spume marine un magnifico toro, bello e forte
a riferito. Questo stesso tema si vede trattato in pitture vascolari, fra cui ricordiamo una bellissima su un vaso apulo ra
bene in origine le leggende a lui relative fossero diffusissime anche fra le popolazioni eolie, e in seguito sia di ventato
ne, Anfitrione lo mandò sul Citerone a pascolar greggi, e così rimase fra i pastori fino al diciottesimo anno d’ età. Compi
piedi di rame; era sacra ad Artemide, e soggiornava sul monte Cerinea fra l’ Arcadia e l’ Acaia. Era anche detta la cerva d
ne col desiderato cinto. A questa fatica si connettono altre, che son fra i parerga. Tra queste è da ricordare l’ avventura
a lui donò il suo areo e le sue freccie. Mentre il rogo ardeva, ecco fra lo scrosciar dei tuoni comparir una nuvola in cie
sebbene non ne sia ancora fissato il numero di dodici, e altre gesta, fra cui specialmente la spedizione contro Troia. Poi
intorno alla presa di Ecalia e alle ultime vicende dell’ eroe. Altri fra i racconti Eraclei per qualche lato ridicolo offr
di Alcmena e di Giove dà luogo a scene lepidissime e piacevolissime. Fra i poeti moralisti, Ercole divenne l’ ideale dell’
ole sopra tutte quella ov’ è rappresentata la lotta col toro cretese. Fra le imprese accessorie dette Parerga, quella che s
si scaglia in mezzo ai cacciatori, i quali vanno a gara per ferirla. Fra tanti dardi caduti a vuoto, il primo che ferì la
cioè l’ amore di Meleagro per Atalanta e l’ acerba morte dell’ eroe. Fra i Latini, illustro la favola con poetici colori O
nati balzarono su tanti guerrieri, egli per consiglio di Medea, gettò fra loro una grossa pietra, ond’ essi ciechi di furor
ove. La città fu presa e saccheggiata. Una buona parte del bottino, e fra essa Manto la figlia di Tiresia fu mandata a Delf
nture formarono l’ argomento di una poesia intitolata « Alcmeonide ». Fra i poeti lirici si ricorda Stesicoro il quale trat
ne » e la « Peribea. »52 Tutti questi lavori tragici ebbero imitatori fra i Latini; e si posson ricordar qui le Fenicie e l
rte, Eaco venne per la sua giustizia ascritto con Minosse e Radamanto fra i giudici dell’ inferno. Figli di Eaco furono Pel
. Crebbe aitante della persona e robusto di forza ed era il più forte fra gli eroi greci a Troia, sebbene in confronto dell
durre alla sua tenda. Achille sdegnato di questo procedere si appartò fra i suoi, rifiutando di prender più oltre parte all
che doveva aver per effetto la caduta di Troia. Trenta de’ più bravi fra i Greci si nascossero nel ventre di quell’ immens
nde dell’ Ades l’ ombra di Tiresia e molte altre di eroi ed e roi ne, fra cui anche sua madre Anticlea che gli dà desiderat
colli e bocche abitava nella sua tenebrosa inaccessibile caverna, sei fra i rematori d’ Ulisse furono miseramente afferrati
’ opera. Ella vinta promise fissar un giorno nel quale avrebbe scelto fra i Proci il suo secondo marito. Appunto allora Uli
co culto. 5. Le favole del ciclo troiano ebbero così larga diffusione fra i Greci che divennero come il pascolo intellettua
idi. Specialmente la tragedia s’ aggirò come nel suo proprio elemento fra argomenti del ciclo troiano; troppo lungo sarebbe
, al quale si volge con pietà e sgomento. E il padre nel mezzo, preso fra le spire dove sono più vigorose e tenaci, invano
fama in Corinto. — Ogni ciclo di leggende ha il suo vate e indovino; fra gli Argonauti c’ era Mopso figlio di Ampico, tess
e il primo citaredo, e come tale si diceva prediletto ad Apollo. Nato fra i Traci così famosi per la musica e Tarte del can
ano col suo nome eran naturalmente di elaborazione ben posteriore. 4. Fra gli artisti mitici il più celebre è Dedalo, del q
ano di Troia caduta e delle vicende dolorose serbate ai superstiti. —  Fra i poeti Orfeo è il più celebrato; i lirici, come
pennacchi de’ nemici sospende alla pianta (in mio onore). Comuni son fra noi sempre le trombe di guerra, in comune risuona
infantile oblio Dormi entro il legno sinistro e inchiodato Di bronzo, fra le tenebre profonde, Nè ti curi de l’ onde Che ti
6 (1841) Mitologia iconologica pp. -243
è Giove, fra’ maschi, Nettuno, Vulcano, Marte, Mercurio, ed Apollo, e fra le donne Giunone, Cerere, Vesta, Minerva, Venere,
ve venne egli con special culto adorato, o da qualche sua azione, che fra le altre più singolarmente brillava. Io però pens
ver sotto sembianza d’ un montone prestato soccorso a Bacco sitibondo fra deserti della Libia. Da Cretesi fù nominato Diesp
iè gli appare. Il diadema rëal gli forma il segno Del vasto impero, e fra conchigliè rare Erge il suo trono, e insiem posse
Sue nozze benchè in sua vece ebbe però il piacere d’impalmare Venere fra le Dee la più bella, la quale per altro niente ra
o delle sue infedeltà. Quali, e quanti figliuoli poi ebbe questo Dio, fra mitologisti non si acconviene, ad eccezione del s
entro le mura acciò degnato egli si fosse di conservar sempre florida fra cittadini la pace, l’altro fuori, acciò disdegnat
oppiatto a quella greggia appressandosi seco si trasse alcuni bovi, e fra le fronzure d’un bosco cautamente appiattolli. No
mortali gl’ abbandonati sensi di fraterno amore, e conchiudere quindi fra essi i più ammirabili trattati di amorevolezza, d
Dio de’ ladri : perchè abile a conciliare si gli Dei, che gl’ uomini fra loro, ambasciator di pace s’appella : come padre
te fortuna. Tale appunto fù il caso di questo gran Nume. Egli sebbene fra il sodalizio degli Dei uno de’ più rinomati si er
uochi detti dal suo nome Apollinari, e ne suoi sacrificii offerivansi fra gli animali più specialmente il toro, il porco, e
umile atteggiamento avanti ad Eolo, di promettergli in sposa Deiopea fra le quattordici sue Ninfe la più bella ; purchè qu
Ordinò questi ergersi in suo onore magnifico tempio in forma rotonda fra i due monti Palatino, e Capitolino per serbarsi q
hiaro quanto ella rapita venisse dalla amata sue castità. Suoi nomi. Fra gl’altri nomi con cui veniva riverita Minerva evv
i quali rapiti da tal prodigio di beltà concordamente la giudicarono fra le Dee tutte in ordine alla bellezza la prima. No
dell’Asia in 270 anni sotto l’architettura di Ctesifonte, annoverato fra le sette maraviglie del mondo per la magnificenza
indi Colonia degli Ateniesi, e de’Ionii si nobilitò a tale segno, che fra le Città della Ionia, dopo Mileto, fu la più glor
annati, e generò più figli. Perduto in Ciel il trono, e i primi onori Fra gli Arcadi salvossi da perigli, Donde piacque ist
i incivilizzò in modo i sudditi, gli benedisse in guisa la terra, che fra quelli ammirossi una inalterabile pace, e nel sen
tutti i petti. Or dà contento, ed or la doglia amara, Ma grande è più fra due contrarii oggetti, E di pace il piacer da lui
senno, e prudenza, colla caparra sicura d’essere un giorno annoverato fra Dei col bel titolo di Dio della Pace(1). Sue imp
le colui, che a un Nume tal si fida. Dichiarazione e sviluppo. Fra i tanti moltiplici diversi Dei, che finse la deli
tre giudici Minosse, Eaco, e Radamante, che là nel campo della verità fra il tartaro, e gl’Elisii alzando inesorabil tribun
ssi colla statua sulle spalle correvano quasi frenetici per le strade fra il trambusto di più suoni, altri quai buffoni con
pelo a pel gli scosse. E pur perder dovette ogni fierezza, E rimaner fra quelle orrende fosse : Anche tristo è il destin d
in esse a vagheggiarle lo sguardo vide la bella Proserpina primeggiar fra tutte per le sorprendenti sue doti. Tal vistosa f
piedi suoi diverse Torme, Ecco la Crudeltà, che atterra il tutto ; E fra i spenti da lei tranquilla dorme. Annotazioni
ione Canto. D ove trascorse il mio ferace ingegno Troppo fra folli sogni io deliria ; Su prendiamo un camin de
mortal sempre favella, Che gli solleva, anzi incoraccia il core, Che fra perigli suoi parve più bella, Perche figlia genti
reo spavento. Come suole apparir tra nubi il Sole, Tal’ essa apparve fra tempesta, e guerra, E col vasto poter di sue paro
rto sempre di sue grazie il fonte De’miseri innalzò fede, e speranza. Fra monti, ne’deserti, e in mezzo all’acquè, Fra bosc
nnalzò fede, e speranza. Fra monti, ne’deserti, e in mezzo all’acquè, Fra boschi, fra le fiere, e negli orrori Spesso abita
e speranza. Fra monti, ne’deserti, e in mezzo all’acquè, Fra boschi, fra le fiere, e negli orrori Spesso abitar senza timo
. Parte terza Delle istituzioni poetiche L a poesia prima fra le arti belle, al dir del melanconico cantor dell
un Davide, un Salomone, un Ezechia, un Tobia, e tanti altri, non che fra le donne istesse una Maria, un’ Anna, una Debora,
lle luoghi il primo epico della nostra Italia Torquato Tasso. Bastami fra i tanti riferirne sol due. Nel canto 18 nella mor
, e lagrima Piangendo il passo tremolo Presso di quella assidesi, Fra stipe secche, ed aride, E con lamento querulo E
sna vendetta. Ma tosto che avvicinasi Dice a compagni : armatevi Fra suoi guerrieri carmi Ecco il momento estremo, L
pena ch’essi arrivano In mar di sangue corrono A macellar si danno. Fra l’ombre van confusi Quai lupi fieri, ed avidi,
legge è il gran valor Cap. XII. Del verso martelliano. Se fra diversi moltiplici metri della toscana poesia mir
tronchi, che rimano insieme, il settimo, e l’ottavo son piani rimati fra loro, il nono è piano libero, il decimo è tronco
non son. Cap. XIV. Del novenario, e decasillabo. Qual son fra essi l’ombra, ed il Sole, tempesta, e serenità, t
iù bella, e grandiosa maniera, merita per ogni rapporto la preferenza fra i molti, e degno del pari si è d’essere il princi
primi quattro rimano alternativamente, e gli altri due immediatamente fra loro. Un tal metro è trattabile in ogni sorte di
tante a morte Innalzandola ancor col suo consiglio Da se stesso tornò fra le ritorte Senza temere il suo vicin periglio Da
ti gli istanti ardito cogliere. Or senti, e vedi se ti par possibile, Fra le sue ruberie pur questa annovero, Che ad ognun,
eroici alternativamente rimati, due altri sono ottonarii, che rimano fra loro, il settimo è quinario, che rima all’ottavo,
ngrato lo trasse dalle native onde, e lo menò al cielo in luogo degno fra le cestellazioni presso il Capricorno. Sua contes
lo perchè sorto per arte miracolosa di Nettuno fù tenuto pel principe fra destrieri distinto sotto il nome Hyppius, e Nettu
ma, figli del gran gigante Polifemo figliuol di Nettuno. I principali fra essi furono Bronte, Sterope, e Piraemone, secondo
ali sacerdoti poi giunte le calende di Marzo preceduti dal principale fra essi portavano per tutta la Città detti scudi, de
rium. Imperocchè se parlasi della profondità, e facondia nel dire chi fra tutti i banditori del vangelo fù di Paolo più sub
più eloquente nel perorare ? L’attesta la stessa controversia agitata fra gl’Etnici al riferir di S. Gio : Crisost : Hom :
poi sia stato a somiglianza di Mercurio vero legato, e nunzio di pace fra Dio, e gl’ uomini, Cristo, ed i fedeli non è cert
biata in questo animale, che fuggendo sempre la luce cerca nascondere fra le tetre ombre l’orroroso suo fallo Ov. ……….Cons
, ma chi ignora esser questo fornito di squame, e di aculeo ? Se avvi fra fiori chi è il simbolo della illibata castità ess
o appunto è il giglio, ma però questo si pregia di spuntare, e vivere fra le spine, onde esser da esse custodito, e difeso.
iena Pria che al sol gli occhi al pianto, e nato appena Va prigionier fra le tenaci fasce. Adulto poichè non più latte il p
7 (1836) Mitologia o Esposizione delle favole
er illustri azioni si erano resi celebri, furon anch’ essi annoverati fra gl’ lddii sotto il nome di Indigetes, tra’ quali
Secondo Esiodo nella sua Teogonia o Generazione degli Dei, i primi fra tutti furono il Caos, Gea o la Terra, ed Amore.
iamavasi l’ augel ministro del fulmine, o l’ augel ministro di Giove. Fra le piante a lui dedicate era il faggio e la querc
molti anni, fu egli secondo la favole portato in cielo, e annoverato fra gli Dei Indigeti sotto al nome di Quirino. Figlio
un pomo di oro colla iscrizione: Diasi alla più bella, nacque contesa fra Giunone, Pallade, e Venere chi averlo dovesse. Ma
nutrice nè la distolse, e scelleratamente le brame di lei secondando fra le tenebre della notte la guidò al letto del padr
alcuni vollero figlie di Bacco e di Venere stessa, altri di Giunone. Fra le piante a lei dedicato era il mirto, tra i fior
apre il seno alla produzione de’ vegetabili. Amore da Esiodo è posto fra i primi Iddìi, contemporaneo al Caos, e alla terr
lo chiamar aura, e agitandosi per dolore e per ira fece tale strepito fra le fronde, che Cefalo credendo nascosta ivi una f
auro per trasportare la statua. Ma intanto che su di ciò consultavasi fra i cittadini, un serpente uscito dal tempio attrav
cesi aver loro insegnalo le lettere, e date le leggi. Il più rinomato fra questi, Cioè il terzo, figlio di Giove e di Maia,
Pane, delle tre Parche, di Pitone, e del Cielo stesso e della Terra. Fra gli Dei terrestri prima a dover nominarsi è Pale
la Misia aveva egli il culto primario. Era tenuto come il più lascivo fra tutti gli Dei. La ninfa Loto da lui fuggendo fu t
Euridice moglie di Orfeo, questa fu morsicata da un serpente nascosto fra l’ erbe, e ne morì. Le ninfe compagne di Euridice
le; poi s’ istituì di sacrificargli un agnello, o una troja lattante. Fra le terrestri Divinità annoverate eran le Ninfe, d
ai funerali. Molti esseri astratti furono pur da’ Romani divinizzati. Fra questi la Dea Fortuna avea un nobile tempio in An
ano, cui fè rapir da un Delfino, che in ricompensa fu poi trasportato fra de costellazioni; e da essa ebbe Tritone che rapp
nimali, secondo Ovidio, rinacquero per se stessi dall’ umida terra, e fra questi il serpente Pitone che poi fu ucciso da Ap
ato dalle Ninfe in scarabeo. Capo II. Di Ercole. Il più celebre fra i Semidei e gli Eroi fu Ercole figlio di Giove e
secondo Ovidio, Alcmena pur giunta al termine stette per sette giorni fra acerbi dolori senza poter partorire, perchè Lucin
vorire il parto, impedivalo stando vicino all’ ara colle mani strette fra le ginocchia. Ma Galantide ancella di Alcmena di
ad Andromeda, Cefeo e Cassiopea portato incielo, ove tutti e quattro fra le costellazioni vennero collocati. Capo IV. D
campo, che fu detto Aleio, ed ei solo volò su in cielo, ove fu posto fra le costellazioni. Delle figlie di Preto, e di Ste
mbatter questo mostro invitar si dovettero tutti gli Eroi più famosi, fra i quali Apollodoro annovera, oltre a Meleagro, Dr
uesti di fatto, e tutti armati ma incominciarono tosto a distruggersi fra di foro, nè altri rimasero fuori di cinque soli:
r ordine del padre, come alcuni vogliono, o spontaneamente convennero fra di loro di regnare alternatamente un anno per cia
del modo onde superare gli scogli Cianei o Simplegati, che urtandosi fra di loro impedivano l’ uscita dal Bosforo: in rico
e datisi a fuga precipitosa, scosser dal cocchio Ippolito avviluppato fra le redini, e strascinandolo per bronchi e sassi m
ocinto di essere sacrificato a Diana. Ma una virtuosa gara qui nacque fra i due amici, perciocchè Pilade per salvarlo si fi
Nè men solleciti furono i Troiani ad armarsi e procacciarsi alleati. Fra i Troiani i principali guerrieri furono Ettore, P
lido, poser a Troia il formale assedio. Ma grave rissa dappoi insorse fra Agamennone ed Achille, per cui questi lungo tempo
abile. Grave battaglia per riavere il corpo di Achille insorse allora fra i Greci, ed i Troiani; ma Ulisse recandoselo sull
un gran monumento sul promontorio Sigeo. Ma forte contesa poi nacque fra Ulisse ed Aiace per aver le armi di Achille, cui
vò il mar burrascoso alle pietre erranti; passò lo stretto di Messina fra Scilla e Cariddi, ove Scilla colle sei teste gli
opportuni concerti, condotto da Eumeo alla città, si pose a mendicare fra i Proci, dai quali sofferse pazientemente insulti
essendo niuno di essi riuscito a tender quell’ arco, Ulisse, avutolo fra le mani col titolo di farne prova, incominciò col
itati dai Greci, di non fidarsi a passar lo stretto troppo pericoloso fra Scilla e Cariddi, ma di circondar la Sicilia, di
vano i bambini, i condannati a ingiusta morte, i suicidi, gli amanti, fra quali era Didone che fuggì da lui dispettosa, e i
cercò di trarre al suo partito quanti potè de’ principi dell’ Italia, fra i quali Mezenzio, che per le sue crudeltà era sta
uccisi. Enea ricevè intanto da Venere le armi fabbricate da Vulcano, fra cui lo scudo, ove erano effigiate le future impre
ndosi nel fiume Numico spogliasse la natura mortale, e fosse in cielo fra gli Dei Indigeti annoverato. Lasciò nel Lazio suo
oli otto anni dopo li percuote di nuovo, e ritorna uomo. Nata contesa fra Giove, e Giunone, quale de’ due sessi provi piace
ultar l’ oracolo, di Ciato, promettendo alla moglie Alcione di tornar fra due mesi. Naufraga nel ritorno, e il suo corpo è
lavandosi nel fiume Numico spogli la natura mortale e sia annoverato fra gli Bei. Parte II. Capo XIII. Vertunno per vincer
lungo sarebbe l’ annoverare gli oracoli si rendevano in altri luoghi. Fra le donne che professarono di conoscere, e di pred
Lamea; 3. La Delfica da Diodoro chiamata Danfe; 4. La Cimmeria, nata fra i Cimmerî d’ Italia secondo Nevio e Pisone; 5. L’
uoghi. Le feste per ordinario accompagnate eran da’ pubblici giuochi. Fra questi i più famosi giuochi nella Grecia erano 1.
8 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489
‘l fuso, e fecersi indovine ; « Fecer malìe con erbe e con imago. » Fra tutti gli Argonauti distinguevasi Giasone per avv
o per andare a compiere altre illustri imprese, delle quali parleremo fra breve in altri capitoli. In questo convien contin
etra. Anzi gli scrittori filosofi che studiano le origini storiche, e fra questi principalmente il Vico, asseriscono che il
i questo nome, e ad un solo Ercole si ascrissero le imprese di tutti. Fra i molti Eroi di questo nome (Cicerone ne conta 6
dinarie imprese di Ercole, non comandate a lui da Euristeo, parleremo fra poco. Qui convien dire che quando egli fu giunto
dell’umano ardire. Gli Spagnoli coniarono con questa iscrizione posta fra due colonne le loro monete, dette perciò volgarme
iancheggiava di ossa umane delle sue vittime. Giunse Ercole nel piano fra quel monte e il Tevere, con le mandre tolte nella
enti di Eracle, che è il greco nome, come abbiam detto, di Ercole. Ma fra tutte le mogli di lui merita special menzione Dei
mprese eroiche, avesse avuto la debolezza di filare, vestito da donna fra le ancelle di Onfale regina di Lidia ; e fu detto
09. Il quale parla molte volte di questo toro nelle sue opere, e dice fra le altre cose, che essendo conservato in Agrigent
uali invece rimasero quasi tutti o uccisi o feriti113. Non v’era però fra questi il Centauro Chirone, che fu il più umano e
auro Chirone, che fu il più umano e il più sapiente e dotto, non solo fra i Centauri (il che non sarebbe un gran vanto) ma
dotto, non solo fra i Centauri (il che non sarebbe un gran vanto) ma fra tutti gli antichi Eroi ; e di lui dovremo parlare
straordinario o singolare, la maggior prova d’impareggiabile amicizia fra Teseo e Piritoo si trova nell’essersi aiutati sca
corte Tebana, fiera materia di ragionare, come direbbe il Certaldese. Fra i successori di Cadmo, circa due secoli dopo la f
colte tutte le sue forze, con un pugnale, che portava sempre nascosto fra le vesti, uccise proditoriamente Polinice, e vede
le un figlio che fu il famoso Diomede, il più valoroso, dopo Achille, fra tutti i capitani greci che andarono alla guerra d
e biche. » Eaco per la sua bontà e giustizia fu posto dopo la morte fra i giudici dell’Inferno, come dicemmo parlando del
te della Propontide, dell’Ellesponto e dell’Egeo ; nella qual regione fra l’Ellesponto ed il monte Ida esisteva l’antica e
avano pentiti della promessa e indugiavano a bella posta, e mancavano fra gli altri quei due famosi Eroi che meritarono in
ffrirle nelle corti alle principesse ed alle loro ancelle ; ed avendo fra i monili donneschi portato ancora una finissima a
lla. Il poema comincia dal narrare la causa che produsse l’inimicizia fra Achille ed Agamennone, e termina con la morte e l
ire non solamente le cose ma pur anco le persone e dividersi le prede fra i combattenti. Le persone divenivano schiave ed e
loro soccorso personalmente e perderon per essi la vita in battaglia. Fra questi v’eran due Semidei, cioè Sarpèdone figlio
atosi dietro l’isola di Tènedo, venti e più miglia distante. Nè mancò fra i Troiani chi proponesse d’incendiar quel cavallo
i Enea dunque sarà necessario parlare a lungo in un capitolo a parte. Fra gli episodii però dell’eccidio di Troia uno dei p
o di trattenerlo e di commuoverlo a rendergli la figlia ; e sul suolo fra i piedi di Pirro giace moribondo Polite, uno dei
Ritorno dei Greci in patria Incendiata la città di Troia, e divise fra i vincitori le prede, nessun’altra maggior premur
gno di Epiro, e formarono la dinastia detta dei Pirridi o Eàcidi 138, fra i quali il più celebre è quel Pirro re di Epiro c
ulla costa settentrionale dell’Affrica ; quindi nel paese dei Ciclopi fra l’Affrica e la Sicilia ; di là nell’Eolia, ossia
frica e la Sicilia ; di là nell’Eolia, ossia in una delle isole Eolie fra la Sicilia e l’Italia, e inoltre nel territorio d
passò davanti all’isola delle Sirene lungo la costa di Napoli, e poi fra Scilla e Cariddi nello stretto di Messina, e si f
vvenne ad Ulisse nel paese dei Lestrìgoni di cui era re Antifate, poi fra Scilla e Cariddi e nella caverna del Ciclope Poli
mettean grida, e le mani « Nel gran disastro mi stendeano indarno. «  Fra i molti acerbi casi, ond’io sostenni « Solcando i
rad. di Pindemonte.) Ma se Ulisse nell’andare in Sicilia potè passare fra Scilla e Cariddi con la perdita soltanto di 6 com
e presi de’ nostri « Rotargli a cerco, e sbattergli e schizzarne « In fra quei tufi le midolle e gli ossi. « Vist’ ho quand
Divina Commedia. Anzi è qui da notarsi una gran diversità di opinione fra Omero e Dante rispetto alla stima da aversi dell’
ia e nella Persia, da tempo immemorabile, e si mantiene tuttora anche fra i Chinesi e i Musulmani. Gli Ebrei ne appresero i
e facevano non solo i filosofi ma ancora i più celebri antichi romani fra religione e superstizione, asserisce formalmente
antichi, che Tiresia fosse chiamato a decidere una questione insorta fra Giove e Giunone, se cioè fosse più felice la cond
articolarità relative a questa scoperta ed alla questione di priorità fra il dott. Schliemann e il Calvert, può leggere la
9 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIX. Eolo e i Venti » pp. 295-
come è d’uopo, affrena e regge. « Eglino impetuosi e ribellanti « Tal fra lor fanno e per quei chiostri un fremito, « Che n
Questa regione dell’Eolia non è già quella dell’Asia Minore situata fra la Troade e l’Ionia, e detta più anticamente la M
elle isole chiamate ancora oggidì Eolie, o di Lipari, nel mar Tirreno fra la Sicilia e l’Italia. Il nome stesso di Eolo, ch
sonalità e porle in azione. Soltanto del più impetuoso e del più mite fra loro, cioè di Borea e di Zeffiro, narrano breveme
poi perchè invece di fare in principio la bisezione dell’angolo retto fra i punti cardinali e quindi suddividerlo, ne fecer
ti formato dai punti cardinali spirassero quei loro Venti intermedii. Fra Borea ed Euro spiravano Aquilone e Volturno ; fra
o Venti intermedii. Fra Borea ed Euro spiravano Aquilone e Volturno ; fra Euro e Noto, Subsolanus e Austro ; fra Noto o Zef
piravano Aquilone e Volturno ; fra Euro e Noto, Subsolanus e Austro ; fra Noto o Zeffiro, Affrico o Libico e Favonio ; fra
ubsolanus e Austro ; fra Noto o Zeffiro, Affrico o Libico e Favonio ; fra Zeffiro e Borea, Cirico o Iapige e Cauro o Coro.
del Carro, ossia dell’Orsa maggiore giaceva tutta sovra’l Coro, cioè fra settentrione ed occidente, ossia presso a poco a
10 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Della mitologia in generale. » pp. 17-359
l Nume in fasce, si ponessero a ballare suonando i cembali e battendo fra loro molti scudi di bronzo. 30. Finalmente questa
ed Espero (altri dicono Meneceo) (507). Forse passa qualche relazione fra questo Giapeto dei Greci e quell’ Jafet che la Ge
mortali ; E le pure virtù, candide e belle, Gîro a splender nel ciel fra l’ altre stelle. Un cieco e vano amor d’ onori e
’aure e i bei raggi solari, Fu fatta in mille parti, e posto il segno Fra cittade e città, fra reguo e regno. Va il ricco p
olari, Fu fatta in mille parti, e posto il segno Fra cittade e città, fra reguo e regno. Va il ricco peregrino al suo viagg
inutile e deserto, Pria che veder che il tutto si consumi Ultima andò fra i più beati Numi. 35. I Romani onorarono Gian
ili, Che recando con sè parte del cielo, Sotto spoglie mortal scendon fra noi. Di quel, candido foco ardono i petti, Pronti
an più bel colore. Quest’ era il maggior fin della sua mente, D’ aver fra le compagne il primo onore. Intanto il novo amant
gli solo si arrogava il diritto di creare gli uomini, si concertarono fra di loro, e formarono una donna facendole ciascuno
nutro, gr.) che aveva allattato Giove, ebbe l’onore d’esser collocata fra le Costellazioni (676) co’suoi dodici capretti ;
e questo nome. Perciò tanti popoli diversi vantavano Giove esser nato fra loro, e additavano sì gran numero di monumenti pe
ebbe un celebre tempio annoverato, al pari del colosso di Rodi (135), fra le sette maraviglie del mondo. Questo edifizio lu
ra di Vulcano (270). Morta questa principessa, la sua corona fu posta fra le costellazioni. 153. Le feste in onore di Bacco
i noto il bellissimo Ditirambo del Redi, intitolato Bacco in Toscana. Fra gli antichi, niuno forse meglio d’ Anacreonte gre
esentata dai Greci, era l’immagine della donna virtuosa, della eletta fra le creature, di quell’essere che, quando si mostr
93. Oceano e Teti generarono Nereo e Dori o Doride, i quali sposatisi fra di loro ebbero per figliuoli quell’infinito numer
siccome é d’uopo, affrena e regge. Eglino impetuosi e ribellanti Tal fra lor fanno, e per quei chiostri, un fremito, Che n
glie come se di fuoco uscite » s’alzavano su quella terra sconsolata, fra ardenti fornaci, popolate di orribili mostri che
e, incendj : Voi mille aspetti avete, e tutti orrendi : Feroce Aletto fra le dense schiere Un re tiranno, a lui sol nota, a
Però lo faremo come disopra, e volto verso la notte ponendogli dietro fra le gambe una grande stella, la quale fosse quella
i poi degli amici solevano offerir latte, miele, vino e profumi. 244. Fra i grandi colpevoli che furono precipitati nel Tar
ura bene impresse nell’intelletto quando sono vestite delle più dette fra le greche immagini. 280. Il fonte d’Ippocrene, di
le Dio dei pastori, dei boschi e dei prati, egli tenne il primo posto fra le agresti divinità, c fu collocato in cielo ove
arve ; e il sa d’Egitto La Donna augusta, che il mortifer angue Porse fra i fiori avvolto al seno invitto….62 Dai profumi
rci ; quindi ebbero anche il nome di Querculane. 320. La più celebre fra le Nereidi fu Teti, ed era tanto bella che Giove
no per essere protettori delle città e degl’imperi, e venivano scelti fra gli Dei primari dell’Olimpo o fra gli eroi deific
tà e degl’imperi, e venivano scelti fra gli Dei primari dell’Olimpo o fra gli eroi deificati ; ma spesso andavano ancora co
umo e fiamme ; ma fu inutile, perchè il figliuolo d’Alcmena strettolo fra le robuste sue braccia lo soffocò. Dante che lo t
a morte d’ Ercole, che si privò della vita. 399. Ercole fu annoverato fra gli Dei, e accolto in cielo, dove sposò Ebe (87)
corona d’ oro, capo d’ opera di Vulcano (270), e che fu poi collocata fra gli astri. 419. Il Laberinto era un vasto recinto
vasto recinto, pieno di stanze e di corridori méssi in comunicazione fra loro per mezzo d’ innumerabili andirivieni, sicch
86 in vicinanza del lago Meride non lungi da Arsinoe, e fu annoverato fra le maraviglie del mondo. Conteneva tremila stanze
na che in astronomia, e precettore d’ Achille (536) e d’ alcuni altri fra i principali eroi della favola. Il tessalo maest
po che ebbero compito questo ratto, pattuirono che la sorte decidesse fra loro chi dovesse essere il possessore della rapit
I cavalli spaventati si danno a fuga precipitosa, trascinano il carro fra gli scogli, e il giovine sventurato cadendo è fat
infestavano ; e per questo beneficio meritarono d’ essere annoverati fra gli Dei marini. Così avevano sacrifizj di candidi
ndi suo padre lo cangiò in cigno ; e la celebre sua lira fu collocata fra gli astri con una corona di nove bellissime stell
il gentile sonetto del Parini, intitolato Il Lamento di Orfeo. Qual fra quest’erme, inculte, orride rupi, Che han di nevi
to in salvo Arione. Quel delfino per ricompensa fu collocato da Giove fra gli astri, in una costellazione vicina a quella d
otesilao (556), Idomeneo (558), Palamede (583), Ulisse (568) ec. 525. Fra i Trojani furono Priamo (587), re di Troja, e cap
spiegò molto valore, e propose a Paride (597) di terminare la contesa fra di loro con un duello, a condizione che Elena res
o : ………Invano Si preme un violento Genio natio, che diventò costume. Fra le sicure piume Salvo appena dal mar giura il noc
esto Achille diventò il primo eroe della Grecia ; ma una contesa nata fra lui ed Agamennone privò lungo tempo i Greci dell’
, Gridò, nè inutili le sue parole Volâr pel cielo. Corso il magnanimo fra mille spade, E i giorni a Nestore comprò co’ suoi
osi, quando Bellona entro le navi Addensava gli Achei, vide sul vallo Fra un turbine di dardi Ajace solo Fumar di sangue ;
ea l’elmo e lo scudo, i vincitori Impaurir col grido, e rincalzarli : Fra le dardanie faci arso e splendente Scagliar rotta
564. Dopo la morte d’Achille, Ajace ed Ulisse (563) vennero a contesa fra loro per ereditare le armi di quell’eroe. I capit
Sicilia, dove Polifemo, figliuolo di Nettuno (185), e il più possente fra loro, lo rinchiuse nella propria caverna con tutt
fatto anch’ esso altrettanto, sbucarono tutti dalla caverna, passando fra le gambe del gigante mentre il suo gregge usciva
dopo averla lungamente cercata, la trovò quasi mentecatta ed errante fra i sepolcri de’suoi figliuoli periti tutti sotto i
i cui trarrammi in breve L’empia doglia alla tomba. Oh fosse ei morto Fra le mie braccia almen ! Cosi la madre, Che sventur
esservi stata invitata, comparve in mezzo a una nube, e lasciò cadere fra le Dee un pomo d’oro sul quale era scritto, per l
pposta spiaggia d’Europa.121 Ma i genitori degli sposi, avuta querela fra loro, li costrinsero a non più vedersi. Nonostant
amata Parnaso (123). 649. Solamente Deucalione, che era il piu giusto fra gli uomini, e Pirra sua moglie, che era la donna
Tebe. Un giorno incontrò sul monte Cillene due serpenti avviticchiati fra loro, li colpì con la sua verga, e tosto diventò
la terra inghiottì lui ed il suo carro. 663. Dopo morte fu collocato fra gli Dei ; e gli Oropi, popolo dell’ Attica, gli a
la sua statua : Antipatro figliuolo di Clinopatro, Milesio, il primo fra gl’ Ionj ottenne la vittoria d’ Olimpia. — Teagen
formi o leggiadre. Ma co’ rischi un gran cor non si consiglia. Perchè fra quelli cui morir conviene Alcun trapassa i gelid’
erra, Se alcun s’allegra di beato evento, Lui tien, lui saggio chiama Fra i miglior cittadin pubblica fama. Ma se non oro,
riso dalla moltitudine, mentre il vincitore seguitava la sua carriera fra gli applausi. Giunto solo alla meta, ne staccò la
nciampo di quello ch’era rimasto per via, incominciarono a gareggiare fra di loro, rianimando le speranze, e finalmente giu
arivano. Intanto l’umiliato Cretese si sollevò dall’arena, e ne parti fra le amare derisioni. Il vincitore, accompagnato da
ere del sole era il certame Delle quadrighe, in campo anch’egli venne Fra molti aunghi. Achivo l’un ; di Sparta L’altro ; d
diè nella meta ; entro le rote L’asse spezzò ; precipitò dal carro ; Fra le briglie s’avvolse, e per lo circo Dileguaronsi
po. Credesi che il Sagittario sia il Centauro Chirone (430) collocato fra gli astri. 686. Nel Capricorno s’intende che il s
sette volte Con sette giri al tumulo s’avvolse. Indi strisciando, in fra gli altari e i vasi Le vivande lambendo, in dolce
e d’oro. Stupissi Enea di cotal vista ; e l’angue Di lungo tratto in fra le mense e l’are, Ond’era uscito, alfin si ricond
ual protettrice di Parigi. Quei popoli credevano ch’ella fosse giunta fra loro sopra una nave, ed alcuni scrittori danno qu
cose, ed era chiamato per antonomasia il Dio dei Corvi ! 743. Genii. Fra questi, tutti quasi di sesso femminile, prima è G
custode dei pomi mangiati dagli Dei a preservativo dalla vecchiezza. Fra i men noti di sesso maschile si notano Balder pot
a da danze. 7. Avvertiremo ora per sempre che i nemi di parentela fra gli enti mitologici non sono altro che un parlar
regina, o più veramente per ragione di stato, asserì di averla veduta fra le costellazioni ; e Callimaco, famigliare di Con
ava presso al capo Sigeo e all’Ellesponto, nella pianura del Mendere, fra l’ Ida e il mare. 96. La descrizione che Omero
11 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXII. Gli Oracoli » pp. 242-252
germente sugli altri con qualche osservazione che sia ad essi comune. Fra tutti quanti gli Oracoli, il più celebre del mond
llo284). Delfo (oggi Kastri), città della Focide nell’Acaia, situata fra il monte Cirfide e il monte Parnaso, conteneva fr
ell’Acaia, situata fra il monte Cirfide e il monte Parnaso, conteneva fra le sue mura il tempio e il famosissimo oracolo di
lla tetraggine del luogo e dalla alterazione della loro fantasia285). Fra tutti gli altri Oracoli di Apolló il più notabile
crate a Giove ; 2° dal romore dei bacini di bronzo sospesi a contatto fra loro, e ciecamente o a caso percossi ; 3° dal mor
bari dalla vita selvaggia e brutale e condurli a collegarsi ed unirsi fra loro in un più umano consorzio. Quel che di Orfeo
so Machiavelli dice chiaramente e senza bisogno d’interpretazione : «  Fra tutti gli uomini laudati sono laudatissimi quelli
12 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVII. I Mostri marini Mitologici e Poetici » pp. 184-194
almente bene diversi strumenti musicali ; e dimorando nel mar Tirreno fra la Sicilia e l’Italia meridionale attraevano col
l dolce far nulla degli Italiani226. Alcuni naturalisti (specialmente fra gl’Inglesi) danno ancora il nome di Sirene ai cet
ri, detti comunemente Lamentini (Manatus), che formano la transizione fra le balene e le foche, e la cui forma, nelle parti
icorra alla mente anche Cariddi, essendo questi due termini collegati fra loro nel detto proverbiale : trovarsi fra Scilla
uesti due termini collegati fra loro nel detto proverbiale : trovarsi fra Scilla e Cariddi, e collocati fronte a fronte geo
a. L’antico volgo esagerò i pericoli che v’ erano a passar lo stretto fra Scilla e Cariddi ; e i poeti, incominciando da Om
ericolo senza incappare nell’altro, ne derivò il proverbio : trovarsi fra Scilla e Cariddi 230. Se qualche pericolo v’era a
13 (1831) Mitologia ad uso della gioventù pp. -
sti osato sacrificarle vittime umane furono da essa cangiati in toro. Fra gli alberi le era dedicato il mirto. Fra i fiori
no da essa cangiati in toro. Fra gli alberi le era dedicato il mirto. Fra i fiori le si consacrava la rosa, che di bianca q
ssa allorquando fu bagnata dal sangue di Adone puntosi con una spina. Fra i figli di Venere si contano Amore e le tre Grazi
n Efeso il più magnifico tempio che si fosse mai veduto ed annoverato fra le sette maraviglie del mondo dagli antichi. Ques
esti per compensare il delfino del servigio a lui renduto, lo collocò fra gli astri ove forma la costellazione che porta il
vedere che trovasi nella Galleria del Gran Duca di Toscana a Firenze. Fra le statue antiche questa è quella che ha meno sof
ito per tentare di piacere ad esse. È forse questa la ragione per cui fra tutte le divinità furon esse le sole che vissero
onfuso. Si rappresentava cieco ; dicesi ehe fosse zoppo quando veniva fra noi e mettesse le ali nel partirsene. Distribuisc
me paterno, fu cangiata in un canneto e dal suono che fecero le canne fra lor percosse, prese poscia l’idea di far la zampo
n banchetto cui d’ordinario intervenivano i villici di quei contorni. Fra le cerimonie di quella festa, pur quella praticav
agionevole. Presiedeva ai trattati e alle convenzioni che hanno luogo fra gli uomini, e teneva mano affinchè tutto fosse es
lo senza Sole. Si danno molte interpretazioni alla favola di Fetonte. Fra le tante adottate avvi quella che Fetonte fosse u
olla quale fu da quasi tutti i moderni confusa. Si disse la più bella fra le Ncreidi. Giove, Nettuno e Apollo volevano spos
roatrice, erano come automati che si credevano animati. Dedalo aveva fra i suoi allievi un nipote per nome Ascalo, noto an
ombra di queste foglie incontrasti la donna che ti rese il più felice fra i mariti e fra i padri ; tu allora benedicesti qu
foglie incontrasti la donna che ti rese il più felice fra i mariti e fra i padri ; tu allora benedicesti quest’officiosa q
hiacciò. Galatea gittossi in mare e si unì alle Nereidi sue sorelle. Fra le Nereidi debbesi far cenno di Aretusa una delle
sorprendente. Con uno di questi pomi la Discordia pose lo scompiglio fra le Doe. Col medesimo frutto Ippomene raddolcì la
ilia, che inghiottiva le navi ed i naviganti che sovr’essa passavano. Fra Messina in Sicilia e Reggio in Calabria vi ha un
ulla per farlo divorare ; ma il fanciullo, senza atterrirsi, li prese fra le mani e li pose in pezzi. Giunone per le preghi
eo e Cassiopea furono dopo la loro morte portati in cielo e collocati fra le costellazioni. Atlante Atlante figlio d
Calidona e secondo alcuni alle due guerre di Tebe. Rapì alcune donne fra le quali Elena, Arianna e Fedra, ma le restituiva
ma le restituiva quando non se ne compiacevano. Ne abbandonò alcune, fra le altre Arianna. Accompagnò Ercole nel combattim
del modo onde superare gli scogli Cianei o Simplegadi, che urtandosi fra di loro impedivano l’uscita del Bosforo, e Giason
l quale si uccise nella caduta. Il cavallo volò in cielo ove fu posto fra le costellazioni. Bellerofonte lasciò due figli,
dizione è celebre nell’antichità sotto il nome di caccia di Caledone. Fra i concorrenti trovossi Atalanta giovine principes
consacrato a Teti, perchè dicesi che quest’uccello cova su l’acqua e fra le canne. Gli antichi lo risguardavano come un si
are Giano con due facce, per dinotare che la regia potestà era divisa fra questi due principi, e che lo stato veniva dai co
r ordine del padre, come alcuni vogliono, o spontaneamente convennero fra di loro di regnare alternativamente un anno per c
ocinto di essere sacrificato a Diana. Ma una virtuosa gara qui nacque fra i due amici, perciocchè Pilade, per salvarlo, si
ardavansi come avvisi spediti dagli Dei di ciò che aveva a succedere. Fra le cerimonie religiose dei gentili bisogna annove
14 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XII. La Titanomachia e la Gigantomachia » pp. 60-68
le vere cause di queste guerre convien risalire al patto di famiglia fra Titano e Saturno, la cui violazione produsse nel
poteva anche riguardarsi come una collisione di diritti o di pretese fra due famiglie dinastiche ; ma la seconda era stima
bella Trinacria, cioè la Sicilia, caliga, ossia cuopresi di caligine, fra Pachino e Peloro (ove appunto è situata l’Etna),
o il nome di Phlegrœi Campi, ed anche di Forum Vulcani alla Solfatara fra Pozzuoli e Napoli. 75. Perciò Giovenale parlan
endo il tuono cattedratico proseguirebbe : « È il solfo il più comune fra i mineralizzatori di diversi metalli, e segnatame
lle sostanze proteiche di provenienza di ambedue i regni organici ; e fra i prodotti che son propri degli animali si distin
15 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Appendice. » pp. -386
adizione religiosa. Ma l’incredulità s’era già da molto tempo intrusa fra i sacerdoti, ed avea fatto grande avanzamento per
e delle immaginazioni orientali, dalle comunicazioni rese più facili fra i varj popoli, dal contrasto o dalla confusione d
atto per durare quanto l’impero medesimo. Villemain. Prima lotta fra il politeismo ed il cristianesimo. 747. Allor
che la voluttà ; e le sette più severe nella loro origine, degenerate fra breve da un’austerità presa ad imprestito, per op
a, mentre, sapendo d’esser peregrina in terra, non ignora che ritrova fra gli estranei facilmente i nemici ; ma essendole n
del cittadino particolare. Il pudore e l’umanità non si annoveravano fra le virtù. La classe più numerosa era schiava ; le
asse più numerosa era schiava ; le società ondeggiavano continuamente fra l’anarchia popolare ed il dispotismo : ecco i mal
aggio sopra la terra è il più grande avvenimento che avesse mai luogo fra gli uomini, poichè la faccia del mondo cominciò a
16 (1855) Della interpretazione de’ miti e simboli eterodossi per lo intendimento della mitologia pp. 3-62
della natura umana e selvaggia, volendo abbracciar Siringa, si trova fra le baccia le canne — Issione preso di amore per G
perdere più tempo in interrogare i monumenti letterarii a noi rimasti fra gli avanzi e la polvere dell’antichità più remota
sole, lo prende per la luce-civile, ossia per la nobiltà degli eroi. Fra la gran farragine delle cose, che egli accumula i
no dalla parola medicurrus, mediuscurrens, ossia come colui che corre fra due, o nel mezzo, cioè che Mercurio sta sempre in
, quasi medius currens, perchè la parola o il discorso corre di mezzo fra gli uomini ; e si disse ερμης da’greci, posciachè
sti e le piacevolezze, la violenza e le blandizie non vanno d’accordo fra loro, così non possono andar congiunte neppure pe
er natura ; e, quando per ventura queste cose avverse si contemperano fra loro, sorge un non so che di nobile e di bello, a
al grembo delle acque, passò per aver avuto da quelle il suo nascere. Fra i piccoli pianeti è dessa la sola, che porge dell
endere, che le virtù personificate nelle Muse non vanno mai disgiunte fra loro, e che le discipline e le arti traggono la l
letto il canto e le ridde, ed aveva sempre con seco musici e cantori, fra i quali nove leggiadre donzelle molto intente al
favola vuole figlio della terra, con sollevarlo in atto strozzandolo fra le sue braccia, scorgendo di non poterlo uccidere
eminandone i denti, ne nacquero uomini armati, che poscia si uccisero fra loro, pochi in fuori, che ebbero parte a fabbrica
17 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XL. Osservazioni generali » pp. 304-308
inde geniti, o in diis agentes, cioè generati sulla Terra, o ascritti fra gli Dei. E per quanto possa questo vocabolo sembr
l aere, e diamo uno sguardo fugace alla remota Età eroica, che spunta fra le caligini mitologiche e si estende sino alle se
meditazioni dei più grandi filosofi e pubblicisti (e basti rammentar fra questi il Vico e Mario Pagano), perchè vi si trov
r la necessità di studiare i tempi eroici, che sono come il Medio Evo fra la Mitologia e la Storia, e che perciò hanno la s
18 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLV. La spedizione degli Argonauti alla conquista del Vello d’oro » pp. 331-341
lo su quell’animale, lo spinsero in mare per farsi trasportar da esso fra le onde sino alla Colchide. Ma nel passar lo stre
e ebbe termine nella Colchide ov’era diretto. Questa regione, situata fra il Ponto Eusino o Mar Nero, il Caucaso e l’Armeni
nostri novellieri. Gli Argonauti sapevano soltanto che quel paese era fra settentrione ed oriente, e in quella direzione vo
ell’omicidio ; e perciò mette Giasone nella prima bolgia dell’Inferno fra i dannati che eran puniti « Da quei Dimon cornut
19 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — V. Urano e Vesta Prisca avi di Giove  » pp. 25-27
ogi che il Cielo fosse composto di questi due più leggieri e più puri fra i 4 elementi del Caos. Erravano dunque meno del f
va esser la moglie del Cielo ? La Terra : non v’era da sceglier molto fra i quattro elementi, poichè avevan considerato il
vvide il poeta ch’io stava « Stupido tutto al carro della luce « Ove fra me ed aquilone entrava. » 20. Il Giusti parland
20 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — X. Cerere dea delle biade e Proserpina sua figlia » pp. 48-54
oltura a Trittolemo figlio di Celeo re d’ Eleusi, (antica città greca fra Megara e il Pireo), e che questi sul carro di Cer
perchè, dice Ovidio, scava col suo grifo le biade sacre a questa Dea. Fra i supposti miracoli fatti da Cerere, oltre alla t
Cerere fu dato al primo degli asteroidi (pianeti telescopici situati fra Marte e Giove), scoperto dal Piazzi nel primo gio
21 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXIX. Di alcune Divinità più proprie del culto romano » pp. 500-505
sse tacere le male lingue. Le Feste Caristie erano un solenne convito fra i parenti ed affini che si riunivano annualmente
sopire in mezzo alla comune letizia qualche discordia che fosse nata fra taluni di loro nel corso dell’anno. Alcuni fanno
alla capra che fu la sua nutrice nell’isola di Creta. Aveva un tempio fra i due boschi dell’asilo di Romolo. Si celebrava l
22 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XV. Giunone regina degli Dei e Iride sua messaggiera » pp. 79-85
due bellissimi nomi nelle lingue dotte, ed inoltre il più alto rango fra le Dee, essendo essa sorella e moglie di Giove92)
e bianche braccia. La concordia coniugale era già rotta da gran tempo fra Giove e Giunone ; e Omero sin dal 1° libro dell’I
a sotto il nome di dea Iside. Questo mito è un anello di congiunzione fra la Mitologia classica e il Feticismo egiziano, e
23 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cenni Preliminari » pp. 9-
la quale gli eroi, gl’ imperatori e i poeti eran collocati dopo morte fra i Numi. L’origine dell’ apoteosi risale all’epoca
l’affatto, e furono spesso fomento di vizj e cagion di delitti. Ecate fra le divinità pagane presiedeva ai misteri della ma
aerifizj. Ogni divinità aveva le sue vittime diverse, ed erano scelte fra le più belle. Il nome di vittima era dato solamen
24 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVIII. Le regioni infernali » pp. 195-202
eva, e serviva per tuffarvi i dannati. Il Lete poi aveva il suo corso fra i due dipartimenti del Tartaro e degli Elisii, e
compartimenti chiamati Caina, Antenora, Tolomea e Giudecca. Peraltro fra i cerchi 6°, 7°, 8° e 9° vi son tre baratri o abi
uo loco dicerà l’ordigno. « Quel cinghio che rimane adunque è tondo «  Fra ’l pozzo e ’l piè dell’alta ripa dura, « Ed ha di
25 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVIII. Apollo considerato come Dio della Poesia e della Musica e maestro delle nove Muse » pp. 104-114
anzi spesso vi si univa contemporaneamente anche il ballo, e non solo fra gli idolatri, ma pur anco nel popolo eletto 123.
dice che « ……………… quando « Il Tempo colle sue fredde ali vi spazza «  Fra le rovine (dei sepolcri), le Pimplèe fan lieti « 
essità dell’armonia imitativa o espressiva nella compagine del verso. Fra i titoli dati alle Muse v’è quello di Pieridi, o
26 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXV. Bacco » pp. 161-172
ovigliatori ; e trovò facilmente adoratori devoti e ferventi non solo fra gli uomini, ma ancor fra le donne. Accompagnato d
ilmente adoratori devoti e ferventi non solo fra gli uomini, ma ancor fra le donne. Accompagnato da una turba magna di zela
che la vite non ama neppure l’eccesso del caldo ; e i limiti naturali fra cui prospera sono dal 30° al 50° di latitudine.
27 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVII. Apollo considerato come Dio del Sole, degli Arcieri e della Medicina » pp. 92-103
la estremità dei due moli del porto, e le navi passavano a piena vela fra le sue gambe. Era questa una delle 7 maraviglie d
ra. » I pittori pur anco ne fecero ritratti maravigliosi e ispirati, fra i quali meritamente è il più celebre quello dell’
n una sola strofa saffica tutti i principali attributi di questo Dio, fra i quali quello importantissimo di essere il nume
28 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXX. Stato delle anime dopo la morte, secondo la Mitologia » pp. 216-231
ovarono anche dopo 100 e 1000 anni nei teschi dei sepolti cadaveri, o fra le loro ceneri, e ne furon trovate anche in bocca
ua pena. Omero la descrive così : « Sisifo altrove smisurato sasso «  Fra l’una e l’altra man portava, e doglia « Pungealo
te correlazione ai delitti, nè vi si scorge una opportuna proporzione fra questi e quelle. In tal graduazione Dante si mani
29 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VIII. Tre Divinità rappresentanti la Terra, cioè Vesta Prisca, Cibele e Tellùre » pp. 39-43
orgasmo urlavano, battevano gli scudi e i tamburi, e si percuotevano fra loro con armi taglienti sino a ferirsi e mutilars
chiamato Ati, che si era per disperazione mutilato e poi precipitato fra i dirupi e i sottoposti abissi di un monte. E que
30 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVI. Le Ninfe » pp. 279-284
il vocabolo di ninfa per significare l’insetto nello stato intermedio fra quello di larva e lo stato estremo o perfetto ; e
fe mitologiche non eran perfette divinità, ma in una condizione media fra quella degli uomini e quella degli Dei supremi. S
31 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVI. La dea Latona » pp. 86-91
tà destinate a questo ufficio. Nei primi tempi non fecero distinzione fra stelle e pianeti ; e questi pure chiamarono stell
e delle piene stacca delle zolle di terra coperte di erba e di radici fra di loro intrecciate. Queste zolle galleggiano lun
32 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXI. Minerva » pp. 132-137
Cecrope ; e quindi Cecropidi gli abitanti. Aggiungono che nacque gara fra gli Dei per darle il nome ; e Giove per troncar l
l’abitudine di far tele e ricami. Dante riferisce questa metamorfosi fra gli esempi di superbia punita nel Purgatorio (Can
33 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXII. Marte » pp. 138-143
e stragi e sangue ; » e perciò a Giove stesso suo padre egli divenne fra tutti i celesti odioso, come troviamo scritto in
o podere appartenente a Tarquinio il superbo, ed ora è pieno di case, fra le quali il palazzo detto di Firenze, perchè appa
34 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIX. La Dea Triforme cioè Luna in Cielo, Diana in Terra ed Ecate nell’Inferno » pp. 115-122
nell’Inferno. Su questo terzo attributo son molto incerti e discordi fra loro i mitologi ; ed urta il senso comune e il bu
gli Uberti (nel C. x dell’Inferno) il suo esilio, e indicarne l’epoca fra circa 50 mesi lunari, esprime queste idee con fra
35 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIII. Venère, Cupido e le Grazie » pp. 144-151
re in due modi e l’avere due diverse madri. Il solo punto di contatto fra queste due opinioni, e che serve di transizione d
Le belle mani a farmi una ghirlanda. » 184. I vocabolarii italiani fra le accezioni del verbo avvenirsi pongono anche qu
36 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo II pp. 3-387
si accesero, che, abbandonato l’assako contro di lui, si azzuffarono fra loro medesimi, e in breve tempo l’un dopo l’altro
come uno de’ loro maggiori Dei (d). Egli in Roma ebbe molti tempj, e fra gli altri uno vicino al Circo Flaminio, e chiamat
ore, fuggì precipitosamente da Atene, e tirata da Dragoni, si occultò fra le nuvole(c) (8). Pallante, e i di lui figliuoli
si a quella spedizione, perchè allora era ritenuto nell’Inferno, come fra poco diremo. Vuolsi eziandio, che sia stato invit
preso dell’altro, che invece d’azzuffarsi si abbracciarono, strinsero fra loro la più tenera amicizia, e giurarono di porge
ippo, giovani d’ Andania, città della Messenia nel Peloponneso, uniti fra loro co’ vincoli della più stretta amicizia, meri
o e di Giocasta. Eglino, tostochè Edipo rinunziò al Regno, convennero fra loro di signoreggiare d’anno in anno alternativam
to, infondeva la virtù d’intendere ciò, che gli uccelli bisbigliavano fra loro(a). Ritornando a Tiresia, dicesi, che vi fos
l’amenità ed eccelenza de’ quali dice Polibio essere verisimile aver fra loro conteso gli Dei(b). (d). Nat. Com. Mythol.
la vogliono in un sito commessa, ed altri in un alro, variando anche fra loro nelle circostanze. Onomacrito dice, ch’essa
uale, voltatosi a guardare chi lo incalzava, rimase gravemente ferito fra l’uno e l’ altro occhio. In sì stropitoso sconqua
si divisero in due squadroni, e in certa guisa, formando due partiti fra loro opposti, guerreggiarono msieme colle unghie,
stesso, si spaventarono, e si misero in disordine. Patroclo si cacciò fra loro, e ne fece orribile strage. Pirocme, come gi
37 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXXI. Decadenza e fine del Politeismo greco e romano. Primordii e progressi del Cristianesimo. » pp. 511-
l politeismo dal mondo romano, e il Cristianesimo si diffuse pur anco fra i popoli barbari, fuor dei confini del romano imp
38 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — II. Il Caos e i quattro elementi » pp. 11-14
continuo dei quattro elementi di così diversa natura confusi e misti fra loro nel caos ; ma divengono pedanterie e freddur
39 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IX. Vesta Dea del fuoco e le Vestali » pp. 44-47
i, inferiori soltanto ai consoli : assistevano ai pubblici spettacoli fra i senatori nell’orchestra, che era il primo gradi
40 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIII. Osservazioni generali » pp. 260-263
i più remoti Antenati. 1. Quindi ebbero origine i libri di polemica fra gli scrittori delle due opposte religioni. 2. Mo
41 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLIV. La caccia del cinghiale di Calidonia » pp. 326-330
co quel tizzo che già ardeva dall’ un de’ capi, lo spense e lo chiuse fra le cose più care e più preziose. Ma quando seppe
42 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IV. Una Divinità più potente di Giove » pp. 20-24
ei loro genitori fosse una Divinità di prim’ordine. Così fu ristretta fra certi limiti insormontabili non solo la potenza d
43 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIII. Difetti e vizii del Dio Giove » pp. 69-72
arono profughi sulla terra ; e la loro stirpe crebbe e si moltiplicò. Fra i più celebri si annoverano Prometeo ed Epimeteo,
44 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVIII. Gli Dei Penati e gli Dei Lari » pp. 290-294
non è affatto ignaro della lingua latina sa bene quanto differiscano fra loro le due parole ignis e focus. Ignis è la mate
45 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXX. Delle Divinità straniere adorate dai Romani » pp. 506-510
attento, « Mi posi il dito su dal mento al naso. » I Latini poi, e fra questi Catullo, usarono la frase reddere aliquem
46 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XI. Giove re del Cielo » pp. 55-59
lo dio della poesia, lo chiama padre ; e il Tasso ad Erminia fuggente fra l’ombrose piante fa chiamar padre il vecchio e sa
47 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLIII. Cadmo » pp. 321-325
dopo una quantità di uomini armati che si misero subito a combattere fra loro, finchè i più rimasero estinti, e i soli cin
48 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cronologia Mitologica. » pp. 387-393
sso le Termopile. 1516. Lelege, egiziano o fenicio, fonda Sparta, fra i primi re della quale son ricordati Eurota, Lace
49 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIV. Il Dio Pane » pp. 264-269
la prediletta Ninfa, formò di sette canne di diversa lunghezza, unite fra loro colla cera, un musicale stromento, che in gr
50 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VII. Saturno esule dal Cielo è accolto ospitalmente in Italia da Giano re del Lazio » pp. 31-38
. Dopo qùalche anno di esilio Saturno fu riammesso da Giove nel cielo fra gli Dei maggiori, ma destinato soltanto a presied
51 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXV. I Satiri ed altre Divinità campestri » pp. 270-278
i sculti o dipinti i Satiri avrà notato una gran somiglianza di forme fra essi e il Dio Pane, e riconoscerà quanto graziosa
52 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLI. Perseo » pp. 309-316
e era figlia di Acrisio re degli Argiesi. Se gli storici pongono Argo fra le più antiche città della Grecia, trovano la con
53 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXI. Il Genio e i Genii » pp. 232-241
così parla dei Dèmoni nel Convito : « Essi sono esseri intermediarii fra gli Dei e i mortali ; ed è loro ufficio l’interpr
54 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVI. Nettuno re del mare e gli altri Dei marini » pp. 173-183
a il secondo è il più comunemente usato dai poeti, i quali annoverano fra le Nereidi la stessa Amfitrite moglie di Nettuno
55 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIX. Plutone re dell’ Inferno e i suoi Ministri » pp. 203-215
e e più a lungo nel ragionare dei secoli eroici, che sono il medioevo fra la Mitologia e la Storia. Le Furie eran destinate
56 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo I pp. 3-423
te d’ Io, nel fiore dell’ erà la trasse a forza in un bosco d’ Acaja, fra gli orrori di una caligine, fatta porgere all’ im
i, e fino da quel momento ebbe a giurarle odio e abbominazione. Colei fra le agitazioni e i delirj fuggì la compagnia delle
na si rende probabile di poter asserirne la verità. Platone, il primo fra gli Antichi, che ne parlasse, non fa menzione che
ro(m). Abitavano i sonti e le spelonche, cosicche di rado comparivano fra gli uomini(a). Pomponio Mela lasciò scritto esser
ue d’età, e di chiarezza di sangue. Era Piramo il più bello e gentile fra tutti i giovani, e Tisbe la più leggiadra e amabi
ispetto la canna, e legate insieme varie porzioni di quella, ineguali fra di esse, ne formò l’anzidetto stromento, e lo app
re da violento desiderio di aver riposo negli Elisj. Quindi i Gentili fra i doveri di Religione osservavano rigorosamente q
57 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Indice alfabettico. » pp. -424
sentato, 36 ; — invocato il primo nei sacrifizj, 37. Giapeto, celebre fra i Titani, 30. Giasone, padre di Pluto, 52. Giason
58 (1810) Arabesques mythologiques, ou les Attributs de toutes les divinités de la fable. Tome II
is vers sur l’Amour et l’Amitié : Nell’anime innocenti Varie non son fra loro Le limpide sorgenti D’amor e d’amista. Er
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