e di affetto, che non iscema per lontananza nè per tempo, v’intitoli,
fra
le Opere che tutte riunisco e do alla luce del so
he tutte riunisco e do alla luce del sommo Toscano del nostro secolo,
fra
le Opere del Niccolini da voi tanto ammirato, la
rirà splendidamente la singolare armonia, che in tant’ Uomo avverossi
fra
il letterato, il poeta, l’erudito, il cittadino e
fu tributato il primo omaggio dell’uman genere disperso. E certo, se
fra
le cose create degna avvene alcuna di ammirazione
le tele e nei marmi, accrescerà quella nobile e antica gara che regna
fra
la Pittura e la Poesia. L’amenità di questi studj
nor dell’altissimo canto. Che sovra gli altri com’aquila vola. » Chi
fra
voi non rivolgorà la sua attenzione ai versi di t
i infortunj degli Achei. Essi mal vinsero: i Penati rapiti da Enea in
fra
l’iliache rovine torneranno sul Tarpeo: Troia mig
rate dal calore del sole si riunirono coU’aria; le nuvole si urtarono
fra
loro, e vita diedero al folgore, il di cui tuono
e sì ardua lite: riporteremo solamente che dagli Egiziani era adorata
fra
l’altre una certa divinità detta Neph, da cui era
i Dei. Nel principio era il Caos, indi la Terra, l’Amore il più bello
fra
i numi immortali. Il Caos generò l’Èrebo e la Not
umarono in Pafo, in Amatunta, in Citerà. Regnava intanto la discordia
fra
gli Dei, e Cielo minacciava di punire i Titani su
erseo, unito all’Aurora, generò i Venti e Lucifero, quella bellissima
fra
le stelle, cara a Venere, a cui un moderno poeta
Qual dagli antri marini L’astro più caro a Venere Coi rugiadosi crini
Fra
le fuggenti tenebre Appare, e il suo viaggio Orna
ove die l’arbitrio del cielo e della terra e del mare, che sempre era
fra
gli antichi principio di sacrifizj e preghiere, e
li dei numi. Giove possessore tranquillo dell’Olimpo, sposò Meti, dea
fra
tutte sapientissima; e questa era per dare alla l
io quel che comanda Il core a me nell’animoso petto Dica: Gran tempo
fra
di noi pugnammo, Numi Titani, e di Saturno figli,
glia inchina. Era il valore Innanzi eguale, e la vittoria incerta: Ma
fra
le prime schiere ivano Gige E Cotto e Briareo, ch
da questo paese piuttosto derivasse il costume di edificare i templi
fra
le altre nazioni. Ma siccome la vanità di ogni po
dendo la religione dei sepolcri cercarono con memoranda avidità l’oro
fra
le ceneri degli estinti, mostrando che dalla barb
are a certi numi, solo ammettevansi alcune famiglie, come per Ercole,
fra
i Romani, i Pinarj e i Potizj,7 e per Cerere, in
ntato di bianca o purpurea veste dettava le preci, e spargeva il vino
fra
le corna della vittima destinata. Costumavasi ciò
ueste propiziazioni scagliare nel mare, e gli animali promessi sempre
fra
l’onde immolavano quando dalla tempesta erano sta
un tempo) rivolgendo le faci indietro, accendevano il rogo. Che più:
Fra
le consorti, nell’Oriente, quando il cadavere del
, incenerito il rogo ed il corpo, erano le reliquie e le ossa cercate
fra
le faville; il che appare chiaramente in Virgilio
soggetto di dubbio ancora se sussista veramente la differenza notata
fra
l’are e gli altari da Servio, che afferma questi
Certo è che ai numi infernali sacrifìcavasi nelle fosse, e ne fa fede
fra
molti Ovidio, descrivendo Medea che d’Ecate implo
il suolo si offrivano le vittime agli Dei della terra. Tutto additava
fra
i primi uomini la semplicità dei loro costumi, ch
ngue, e il vino delle libazioni. Nè tutte s’inalzavano nei templi, ma
fra
i boschi ed i campi, e sovente sopra le montagne,
damente innanzi agli Dei i voti e i sospiri. Infatti antichissimo era
fra
gl’idolatri il rito di sacrificare su luoghi elev
perstizioni, vi erano di tal sorta dedicati a Latona, Apollo e Diana.
Fra
l’are giunte fino a noi alcune la semplicità sola
per ucciderle, e quindi dei sacrifizj umani praticati dagli antichi,
fra
i quali si distinguono quelli d’Ifigenia, d’Astia
non sono abbastanza distinti, e quindi da alcuni sono stati confusi.
Fra
i Gentili erano preceduti i sacrifizj dalle lustr
o la religione, se prima violata non l’hanno con qualche delitto. Chi
fra
voi ignora che così barbara e mostruosa usanza si
inosi, vi sarà di sollievo. Il Sacrificio di Astianatte e Polissena.
Fra
le troiane mura eccelsa torre Sorgeva un dì sulla
le troiane mura eccelsa torre Sorgeva un dì sulla superba altezza, E
fra
i merli sedendo il frìgio rege, Arbitro della gue
rombe, i timpani erano destinati a vincere il suono delle loro grida.
Fra
gli stessi Giudei vi era una valle, detta del rug
iamma; Balena il cielo, e s’apre: un santo orrore C’investe, e quindi
fra
le liete schiere Ilio, Ilio, suonar s’ode: a Dian
, tanto l’inclinazione prevalse, che Gerusalemme stessa vide un bosco
fra
le sue mura. Nelle selve sacre si univano gli ant
nome. Qui stan tutte altere L’avite colpe, gran base di regno. Nasce
fra
l’ombre che ogni augello teme Un rivo, e pigro qu
ure Atreo Non gli perdona, e colpa a colpa aggiunge. Come armeno lion
fra
molta strage Esulta, e turba con sanguigne zampe
blicò nella Collezione delle Iscrizioni Doniane. Nè minor lite reo’na
fra
a:ìi antichi sulle nutrici di tanto fanciullo, po
ontaminata, nuove strade furono aperte alla morte. Nè Giove fu sicuro
fra
tanti iniqui dopo aver dato l’esempio della viole
questa credenza, considerando che solo le cose eguali si lasciano, e
fra
gli eguali, all’arbitrio della fortuna; ma la for
eccidio di Troia, tentasse fuggire l’imminente fortuna, ignorando che
fra
le cure dei vincitori non fu mai la riverenza dei
ra. Il celebre ratto di Europa che die nome ad una parte del mondo, è
fra
le segnalate imprese di Giove. Teocrito, ovvero a
le donzelle, e sola Degna le rose colla man divina Togliere al prato.
Fra
le Grazie apparve Così Vener, dell’onde unica lod
i nutre nelle stalle, e il curvo Aratro trae per le ostinate glebe, O
fra
gli armenti pasce, o con domata Cervice traggo po
ia; amore Folgoranti gli rende, e sulla fronte Sorgon le corna, e son
fra
loro eguali, Siccome quelle di crescente luna, Ve
fece Vestir forme di toro; e per te sola Tanto seritier misuro. E te
fra
poco, Creta mia cuna accoglierà; le nostre Nozze
al secondo; il cigno, ministro alle voluttà del dio, dicesi collocato
fra
gli astri alla destra mano di Cefeo. Teocrito vi
tto di Europa. x\ggiungerò che Giove ehbe da lei Minosse e Radamanto.
Fra
le amanti di Giove infelicissima fu Antiope, argo
e e la felicità delle imprese. Calisto, l’emula di Diana, felicissima
fra
tutte le ninfe (se Giove non le avesse rapito il
fferma Eusebio da Cesarea, si disputarono Giove. Nè minor discordia è
fra
i Classici su cosa fosse Giove. Altri l’aria, alt
di gittarvi una specie di pasta composta di farina di grano e miele.
Fra
queste antichità io pongo ancora una colonna, su
ide pronto ad ofi’rire gli omeri eguali a tanto peso: Teseo e Piritoo
fra
i seguaci dell’eroe: il combattimento di lui col
fìa, che teco Vorrai bear nel tuo felice letto? Deh: vieni, o ninfa,
fra
quest’ombre meco Che fian oggi per noi dolce rice
Ved’io dal tuo muggir come tu piagni. Io parlo, e fo quel che si dee
fra
noi, Ma tu sol muggi, e fai quel che far puoi. O
etto usanza fosse il dipinger Giove. L’ulivo e la querce gareggiavano
fra
loro per ornare la fronte del nume. Ma tutte ques
rano, che col volo della fantasia, col fuoco delle immagini primeggia
fra
tutti i poeti. Fulminatore e Folgoratore fu appel
nel giuramento, di cui ci ha conservato memoria Polibio nella guerra
fra
i Romani ed i Cartaginesi. Eccone la formula e il
o, che diede, o più probabilmente ebbe nome da un colle di Roma, dove
fra
i vimini l’antica semplicità altari gli eresse. S
inato quasi in attudine di concedere. Fu disegnata dal celebre LeBrun
fra
i più bei monumenti di Roma, e ne fu disotterrata
e, Vulcano ed Ebe: i più oscuri, Arge, lUitia e le Preghiere. A ninna
fra
le immortali piacquero maggiormente i litigii, ed
putavano la palma per la celerità maggiore nel corso. Le più provette
fra
queste potevano ancora nell’olimpico agone presen
beltà non arsi Di tale ardor; vieni al mio sen. — Tacendo Cade la dea
fra
le sue braccia: intorno Poi gira il guardo timide
questo nome a Diana pur competesse, fu chiamata per diverse ragioni,
fra
le quali la più comune è perchè delle donne nei d
Gamella, o Nuziale, cognominata era, perchè nelle nozze onoravasi, e
fra
i precetti che il sommo filosofante di Cheronea d
ie imperiali vengono opportunamente in soccorso di tale congettura. «
Fra
le medaglie in gran bronzo di Giulia Mammea madre
lib. V, v. 251 e segg. Lezione decimaseconda. Nettuno. Nettuno,
fra
gli Dei consiglieri, dopo Giove per impero il mag
mandò all’amore materno di celarlo, dandolo in custodia ai pastori, e
fra
la greggia crebbe il signore dell’ acque. Un dest
irete dalla seguente illustrazione. « Rarissima (così il Visconti) è
fra
le antiche la statua di Nettano: noi vi distingui
uperando la soglia del rovinoso antro dove agli amplessi della madre,
fra
le tenebre care agli amanti, veniva lo dio signor
onfondersi, e risentire l’antico amore. Questo canto fu pegno di pace
fra
gli Dei: il re delle Muse imparò l’arte di percor
proprio per altro di Mercurio, come ne fan fede molte antiche gemme,
fra
le quali una bellissima del Museo Strozzi, ed un’
nque, oltre le colonne che adornavano la piazza pubblica e le statue,
fra
le quali un Lucio Vero giovine, maggiore del natu
. Lezione decimaquarta. Dei simboli e degli uffìcj di Mercurio.
Fra
i cosinomi che l’antichità diede all’astuto figlì
tlante deità comune ai celesti e agli infernali, cagione di commercio
fra
la terra e l’averno. — Crioforo, o {portatore del
nuova denominazione, Alcuni s’immaginavano di ravvisarvi Teseo, altri
fra
i quali il celebre Mengs, un Ercole imberbe, i pi
ratti, a te servono i venti Coll’eterno vigor dei piedi alati: Scendi
fra
noi quando di dio gli accenti Seguono i Fati. Num
ccenti Seguono i Fati. Nume pietoso ai miseri mortali Priamo guidasti
fra
l’Achive tende: Gli accrebbe onor la maestà dei m
preme i cento lumi Unica notte. Lezione decimaquinta. Apollo.
Fra
i più chiari figli di Giove, Apollo si distingue,
compassionevole, avendo fatto degli umani mali esperimento. Illustre
fra
gl’infortunii di lui è quello che gli procurò l’a
vo d’ un mortale: Conobbe Admeto finalmente l’ospite divino, e nacque
fra
loro non volgare amicizia, cui fu debitore il pri
r edificare l’ inestricabile errore del laberinto. Tale grido correva
fra
i Megaresi, come Pausania nel suo Viaggio nell’At
di Maia, ad Apollo la cetra. Il nume non fu nell’amore felice, benché
fra
gli immortali bellissimo e ricco di tanti doni. S
l garzoncello rappresentato è Apollo stesso, effigiato dallo scultore
fra
giovane e fanciullo, che fa prova contro una luce
noscere per un nume. L’azione di saettare non può essere equivoca che
fra
Apollo e. Cupido, ma la mancanza delle ali esclud
alquanto minore, perchè le altre in marmo sono più grandi, ed alcune,
fra
le quali la nostra e quella della Villa Borghese,
que, e rivo sceglie Limpido e sacro, che soave stilla, Dell’onde onor
fra
gli educati fiori. Che lusinga l’auretta e chiama
el tempio ove Apollo dava i suoi oracoli: asserisce inoltre che molti
fra
loro profetizzarono, e che Oleno, fra gli altri,
li: asserisce inoltre che molti fra loro profetizzarono, e che Oleno,
fra
gli altri, inventò il verso esametro per quest’ u
desti, e la divina arte dei versi Ed il nome di vate. voi, che siete
Fra
le vergini prime, e voi di chiara Stirpe fanciull
e avventurato mi sono a così diseguale confronto. Niobe. O fortunata
fra
l’Ismenie madri, Niobe, se altera della propria s
atona, e senza incensi E il mio nume? Di me Tantalo è padre, Che solo
fra
i mortali un dì sedeva Alle mense celesti: ed è s
doppia prole Sulla vetta di Cinto. Io che son madre Di voi superba, e
fra
le dee minore Solo di Giuno, non avrò gli altari
funereo letto Con sparse chiome le sorelle meste. Fere lo strale una
fra
queste; cade, E muor baciando la fraterna bocca.
a ti chiedo, Una di tante: e in mezzo ai prieghi muore La giovinetta.
Fra
gli estinti figli Piomba l’alfin vedova madre: i
lo la serpe. « Questa incomparabile figura fu ritrovata a Capo d’Anzo
fra
le ruine di quell’antica città, celebre nella sto
i abbellirle tanti imperalori romani da Augusto fino ad Antonino Pio.
Fra
questi alcuni, e singolarmente Nerone, riguardava
ordine, impareggiabili, se si confrontino con ciò che l’arte rediviva
fra
le nazioni moderne ha saputo produrre, ma molto a
rsi questa statua l’Apollo di marmo di Prassitele che Plinio annovera
fra
le più belle opere di quello scultore, senza addi
La statua dell’Apollo di Belvedere è il più sublime ideale dell’arte,
fra
tutte le opere antiche che sino a noi si sono con
a, che mostrar suole allorché lo circondano le muse e lo accarezzano.
Fra
tutti i rimastici simulacri del padre degli Dei,
deale si scorge principalmente in Apollo, che riputavasi il più bello
fra
i numi. Nelle sue figure si ravvisano in bella ar
è rassomigliano già quelle di un amante effemminato e molle, allevato
fra
le fresche ombre, e come dice Ibico, da Venere st
alvare la manifesta contradizione che ha imbarazzato alcuni autori, e
fra
gli altri Francesco Giunio , che ha scritto sull
te pieno di gusto e d’intelligenza nelle belle arti, non abbia scelto
fra
i simulacri di Febo che il più nobile e il più ce
a adornare le lauree più preziose, come lo dimostrano molte medaglie,
fra
le quali un medaglione di Commodo del Museo Carpe
a lira. E Tibullo: L’estremità del peplo, o palla, sembrava scherzare
fra
i talloni, poiché questa era la veste dello splen
Lezione vigesima. Dei cognomi di Apollo. Questa Lezione, ultima
fra
quelle che trattano di Apollo, è destinata a tess
i la mal cauta Cerere affidò la sua figlia. Delo cuna del dio, e sola
fra
tutte le terre pietosa a Latona, gli die di Delio
to questo titolo aveva in Atene, le opere di Eufranore, che primeggia
fra
gli antichi pittori. Pitio lo dissero dalla morte
ntraria forza L’impeto vinco che comanda al mondo. Fingiti il cocchio
fra
i rotanti poli; Potrai tu gire e trattener dell’a
e col bel pie: fuggon le stelle Che Lucifero aduna, e lascia il cielo
Fra
gli astri ultimi. Il padre allor che vide Rossegg
so, come da Cornelio Tacito si rileva. Ecco le parole di lui. « Primi
fra
tutti vennero gli Efesii commemorando che, non co
tezza; quindi il celebre Winkelmann meritamente la stimò la più bella
fra
le figure non succinte della figlia di Latona. Si
sovvenire d’un simulacro poco finora e niente a proposito illustrato.
Fra
i piccoli busti dell’ Ercolano è un Ercole vestit
e lievi tufi Curvava arco nativo. Un fonte a destra Strepita, e move
fra
dipinte sponde L’onda d’argento. Qui la dea solev
il pensier. Rivolge in mente Che risolva? Se torni al regio tetto, O
fra
le selve si nasconda: incerto Fra verofosrna e ti
risolva? Se torni al regio tetto, O fra le selve si nasconda: incerto
Fra
verofosrna e timor vesrsronlo i cani. Primo Melam
veltri che è il ridir dimora. La turba, che furor di preda infiamma,
Fra
rupi e tane, fra scoscesi sassi E dove non è via
ridir dimora. La turba, che furor di preda infiamma, Fra rupi e tane,
fra
scoscesi sassi E dove non è via lo segue: ei fugg
gne? Dillo, dea, onde agli altri si canti. Dolica, una delle Cicladi,
fra
l’isole ti fu la più cara; Perga di Panfilia tra
ra l’isole ti fu la più cara; Perga di Panfilia tra le città; Taigeto
fra
le montagne; Euripo fra i porti. La ninfa Gortini
cara; Perga di Panfilia tra le città; Taigeto fra le montagne; Euripo
fra
i porti. La ninfa Gortinia ucciditrice di cervi a
pei monti di Creta. La ninfa or sotto querci irsute si nascondeva, or
fra
stagni paludosi: l’amante per balzi e per dirupi
voli che Giunone e Pallade; cosicché Diana mutilata si riconoscerebbe
fra
tutte le altre dee. Come Diana stessa, presso Ome
conoscerebbe fra tutte le altre dee. Come Diana stessa, presso Omero,
fra
tutte le sue belle Oreadi distinguevasi: per lo p
ormata di foglie, e che tiene un’ asce nelle sue mani: la più cognita
fra
queste si chiamava Figalia. » Non solamente le d
iamava Figalia. » Non solamente le donne seguaci furono di Diana, ma
fra
gli uo’mini ancora vi ebbe chi imitavane gli stud
gli uo’mini ancora vi ebbe chi imitavane gli studii. Giova rammentare
fra
molti Ippolito, emulo della castità di questa dea
nel tumulto orrendo Pungea di sproni il polveroso fianco Ai corridori
fra
l’acute rupi Precipitati dal timor: già l’asse Ci
erso me gelida e nuda, E gli occhi moribondi apre, rinserra, E spira.
Fra
le mie braccia non lascia Che sfigurato corpo: or
agionando del famoso tempio sacro a Diana in Efeso, che si annoverava
fra
le sette meraviglie del mondo. Era antichissimo,
fizio sono state donate da altrettanti re, ed erano di 60 piedi alte.
Fra
queste colonne ve n’eran 36 ben lavorate collo sc
ai mesti. Più non dava Atene Lamentabil tributo: era Teseo Lode comun
fra
i coronati altari. Pallade vi s’invoca, e col Ton
an tempio, alle Amazoni attribuita da parecchi scrittori. » Illustre
fra
le compagne di Diana fu Calisto, ed è prezzo dell
e può vera chiamarsi Guerriera di Diana: a lei più cara Non fu veruna
fra
l’eletta schiera, Che sul Menalo stanca i pie vel
cchi dal suolo, e non si unisce Qual pria soleva della diva al fianco
Fra
le ninfe primiera. Ammuta; e casta Se non era Dia
redde ombre occupò Diana: un rivo Con lento mormorio l’onda stringeva
Fra
pietre attrite: il chiuso loco osserva La diva, o
si, e col delitto il corpo ignudo Appar: le pronte mani invano oppose
Fra
l’attonite ninfe al sen materno. Che esclama Ciut
rava, e per li campi Già suoi: fuggiva dei latranti cani L’ire minori
fra
scoscese rupi, E cacciatrice paventò la caccia. D
rta del paludamento della guisa stessa che la nostra è rappresentata:
fra
l’altre così vestita è l’effigie di lei nel vaso
ssolvere Oreste, ai suffragi raccolti nell’urna, ed ugualmente divisi
fra
l’assoluzione e la condanna. Siccome poi in tali
ese cose Ridico intanto alle fanciulle. In Tebe Una Ninfa già fu cara
fra
tutte A Palla, e non potean divise un solo Moment
me e guidi e regga, E spaziosa vita. Ancora a Dite Onorato sarà savio
fra
l’ombre. — Così dicendo il capo scosse, e fato Di
e il cenno dell’eterna fronte. Tutto ha Palla del padre, e solo a lei
Fra
le figlie il concesse: o donne, alcuna Madre non
na voluttà degli Dei, degli uomini, delle belve, favoleggiarono i più
fra
gli antichi che nascesse dal sangue della disones
oggiacere all’ istessa legge destandole nel seno amore per gli uomini
fra
i quali il primo (secondo l’Inno Omerico) fu Anch
i tempo dell’anno vaghe ostie ti saranno immolate: e tu concedimi che
fra
i Troiani io mi distingua; dammi spaziosa e felic
a terra gli occhi verecondi. Qui sciolse il cinto di Venere, giacque
fra
le braccia immortali, e fu concepito Enea. Ma qua
ingannasti, diva: ma pietà ti prenda di me che poco vivrò ed infermo
fra
i mortali, perchè questa è la pena di chi giace c
i Giove e l’ira degli altri numi. Ma non fu Anchise il solo fortunato
fra
gli uomini pei favori di Venere. Adone aveva fama
a questa divinità. « Venere, egli dice, occupar deve il primo luogo
fra
le dee, e come dea della bellezza, e perchè (tran
tra statua, e la foggia stessa del serpe è rammentata da Polluce, che
fra
gli ornati muliebri che solean portarsi egualment
ta sui lidi, ed eran sacri a lei i porti e i promontori:: come consta
fra
gli altri del Circeo da una iscrizione vetustissi
e coll’armi, questi furono scelti per adombrare la Venere, annoverata
fra
gli autori del nome Romano. Cesare stesso, che ne
che dalla madre fu lanciato nel mare, ove l’educò Teti, antichissima
fra
le dee. A questa ingiuria dalla madre sofferta fu
. Era anche ai tempi di Pausania la principale divinità dei Cheronei.
Fra
le tante opere che i poeti gli attribuiscono, ho
tto che producono, si chiamano Terrore e Paura. Gli era sacro la pica
fra
gli uccelli, il lupo fra i quadrupedi, e la grami
amano Terrore e Paura. Gli era sacro la pica fra gli uccelli, il lupo
fra
i quadrupedi, e la gramigna fra 1’ erbe. Anche il
acro la pica fra gli uccelli, il lupo fra i quadrupedi, e la gramigna
fra
1’ erbe. Anche il gallo consacrato era a Marte pe
a simiglianza della ferocia fosse di lui propria offerta. Si annovera
fra
i vanti del dio 1’ aver dato il nome a quel luogo
rdandolo con occhi pieni di collera: Incostante e perfido, gli disse,
fra
tutti gli Dei che abitano 1’ Olimpo tu mi sei il
esse. Varii cognomi sortì Marte dagli antichi. Dio comune fu detto; e
fra
i diversi motivi di questa appellazione il più pr
rza, il coraggio, il fuoco che a lui conviene, non trovasi certamente
fra
tutti i lavori degli antichi. Le due più belle fi
bria, annunzia a lui l’ira paterna; Precipiti le pugne, e d’Argo solo
Fra
le tacite strade errin le madri, — Disse, e l’ala
isuona la dorata veste, E mal protegge la difesa alata Il divin capo:
fra
sterili boschi Sorger vede di Marte il tempio, e
. Stazio , Tebaide, lib. 7. Lezione trentesimaprima. Cerere.
Fra
le figlie di Saturno e di Rea bellissima fu Cerer
e le cure del regno, come è costume dei potenti, insidiò ancor questa
fra
le sorelle, e n’ebbe Proserpina, eterno dolore de
all’incesto di Cerere dissero nato un cavallo, onde favoleggiossi che
fra
vergogna ed ira divisa nere vesti prendesse, ed i
in pensiero di osservare gli andamenti della nutrice. Scorse il padre
fra
le tenebre in agguato, che la donna lo nascondeva
Scorse il padre fra le tenebre in agguato, che la donna lo nascondeva
fra
le fiamme; gridò, e Cerere irata a lui tolse la v
rare il senso allegorico di un altro, che ofi’re la fisrura di Cerere
fra
due alberi carichi di frutta. Si vede a destra Gi
ne sia di questa congettura, egli è certo che grande amicizia regnava
fra
le dee. Perciò Cofìsidoro immaginò di fare una st
e. Ammirando Cerere il ritrovato di lui, lo rapì, e lo pose nel cielo
fra
le costellazioni sotto il nome di Bifolco. Questa
i termini: Offriamo i nostri oma^^sri innanzi alla Terra che la prima
fra
gli Dei qui rese i suoi oracoli; in seguito a Tem
dei principali avvenimenti della storia di Cerere. Ai primi poeti, e
fra
gli altri Fante, che viveva innanzi Omero, fu arg
ello Zodiaco, lo che si riferisce alle relazioni immaginate più tardi
fra
la favola di Proserpina ed il sistema astronomico
scema A gli occhi, e macchian verdi strisce il tergo, Risplende l’oro
fra
k squamnie: or vince Zeffiro il giro tortuoso, or
re monete, il manto tirato di dietro sulla veste, e porta intrecciato
fra
le spighe e le foglie un diadema elevato alla mar
a: men strana quella di Paolo Alessandro Maffeì, che nel pub])licarla
fra
le più insigni statue di Roma, l’appellò Crispina
Appoggia la sinistra allo scettro, ben conveniente ad una dea ch’era
fra
le dodici deità maggiori della religione delle ge
o per timore della carestia già da lei mandata sulla terra. Alcuni, e
fra
questi Teodoreto e Cieraente, hanno confuso le Te
Misteri avevano in Atene. Mal si rintraccia chi fosse quest’ Eumolpo
fra
tanti ch’ebbero questo nome, nè conviene alla bre
to dei misteri che si leggevano in due libri, custoditi in due pietre
fra
loro unite. Caratteri ignoti, figure d’animali, m
ulmini, di mostri spaventavano, come ho notato di sopra, gl’iniziandi
fra
il canto e la danza. Colle due voci (grec), (grec
ti erano allontanati dal tempio di Cerere; e ciò fu cagione di guerra
fra
Filippo e gli Ateniesi, che dell’antica fortuna n
diano. Il ratto di Proserpina. (Continuazione). Di Cerere la prole è
fra
le dee, Or gloria, ma dolor presto alla madre. Pa
raggi, ma timpanate, come spesso si veggono nei monumenti antichi, e
fra
gli altri in una pompa Bacchica espressa in un ba
umulto, e nota è solo A Citerea che spaventata gode. Cerca una strada
fra
l’opaca terra Il re dell’ombre coi destrier pesan
mi Scenderà tutto nel temuto regno. La porpora deposta, ai piedi tuoi
Fra
la plebe confusi i re verranno. Tutto eguaglia la
i di essa stava il Tartaro tenebroso. V’era ancora l’Amore bellissimo
fra
gli Dei, che scioglie le cure, e doma nel cuore d
il Cielo. Che che ne sia, fu annoverata, come Eschilo lasciò scritto,
fra
gli Dei terrestri ed infernali, ed ebbe molti nom
cade, Vittima immensa innanzi all’ara, il toro: Tutti stupirò, ed un
fra
tanti osava Vietar la colpa e trattener la scure.
a chi sopra Eresitton piange? Lacerarlo tu devi, o Fame, (il Fato Pon
fra
Cerere e te discordia invitta) Onde parlò la diva
gevasi l’Amore scolpito da Scopa insieme col Desiderio e la Passione.
Fra
le pitture di Pausia contemporaneo ed emulo di Ap
so a un Zefiro amico ella scendea. Là di se in forse i vuoti dì vivea
Fra
tema e speme a sconosciuto amante; E tu le usate
tenzione e le mie ricerche. Non è disputata la sua origine, ma alcuni
fra
gli antichi estendono la sua parentela, dandogli
anca qualche volta innanzi le case del dolore, e non sempre serpeggia
fra
le lacrime dell’infelice. Ma s’egli lo ricopre co
ragore: mille erbe che producono il sonno fioriscono sotto le frondi,
fra
le quali volano solamente pipistrelli, nottole ed
all’altra parte non può in verun conto rappresentare quel filosofo. «
Fra
le molte immagini di questo placido nume, colle q
del sopore tollerar la forza Non potea: pel segnato arco ritorna. Ma
fra
la plebe dei suoi figli il padre Chiama Morfeo ch
tutti gli Dei. Forse in questa opinione influì l’essere stati alcuni
fra
loro presso lui educati, come Omero attesta relat
erra. « Se poi si chiedesse quale individualmente si voglia indicare
fra
le ministre d’Apollo, io risponderei che la credo
lla religione, e tutto quello che serve a mantener l’ordine e la pace
fra
gli uomini. Regnò nella Tessaglia, e si applicò c
giusto e ragionevole: presiedeva ai patti e convenzioni che si fanno
fra
gli uomini, e voleva che fossero osservati. Terai
Esiodo, fu figliuola del Cielo e della Terra, ed il consenso dei più
fra
i Mitologi la fa madre dei primi fra gli Dei, com
la Terra, ed il consenso dei più fra i Mitologi la fa madre dei primi
fra
gli Dei, come Giove, Giunone, Nettuno, Plutone ed
dre, che così Cibele era chiamata. Deve Tebe a Pindaro, il più grande
fra
i lirici poeti, i principii della religione; il q
nel modo che l’avea dipinta Nicomaco, seduta sopra un leone, miravasi
fra
i principali ornamenti della spina del Circo. Cel
ttrice di Smirne la rappresentano in unione con altri numi, questi, e
fra
essi Giove stesso, restano in piedi avanti a lei
ta verso le due deità, la seconda, che è ancora piu piccola, portando
fra
le mani uno schifo. Ma gli attributi piiì costant
indicare che col tempo farà ritorno alla servitù dell’antica padrona.
Fra
i rami dell’all’albero siede un gallo destinato f
da la danzante schiera, E trasognata, furibonda, ansante Col timballo
fra
man corre primiera Ati fra’ boschi bui; qual ‘ve
suoi casi la flebile storia, E veggendo chiaramente Qual’ ei fosse, e
fra
che gente, Piena il cor di tempesta Alle sponde d
gioia e scherzi festivi, placato lo sdegno della dea, ed assunto Ati
fra
gl’immortali. Il quinto era giorno di riposo. Il
, un gallo vittima usata nei riti sabazii, e parecchi minori uccelli,
fra
i quali suppor si può il falcone, scherzo della m
ressa nell’animo degli uomini e con loro invecchiava. Pensano alcuni,
fra
i quali Platone, che Saturno non fuggisse, e che
genitore. Saturno, benché padre di tre Dei principali, non ebbe però
fra
i poeti il titolo di Padre degli Dei, forse per l
sacrificati: e per riparare questo fallo, secondo Plutarco, elessero
fra
la prima nobiltà dugento giovani per essere sacri
entali. Ne nacquero rivoluzioni e mutamenti, che mescolarono i popoli
fra
loro, e contribuirono con <|uesta confusione a
certo non v’ha farmaco o polve Siccome i versi: e ciò soave e grato È
fra
i mortali. Ma trovarlo è pena, Tu il sai, lo pens
i il verno, Perchè tutto portare io non ti posso, O donzella, a notar
fra
poco imparo; Se navigando col suo legno arriva Qu
della danza armata: e così erano chiamati perchè erano i più giovani
fra
i sacerdoti incumbenzati di questo ufficio nelle
tre ricerche del signor Fréret si aggirano sulla differenza che passa
fra
Cibele e Rea, e fra questa ultima e la Terra: ed
nor Fréret si aggirano sulla differenza che passa fra Cibele e Rea, e
fra
questa ultima e la Terra: ed io credo inutile il
che prestò all’ immaginazione di Polignoto una pittura tanto celebre
fra
i Greci, quanto lo è quella di Michelangiolo fra
ittura tanto celebre fra i Greci, quanto lo è quella di Michelangiolo
fra
noi. Nella seguente Lezione Pausania vi descriver
la Pace per nutrice, forse per significare che questa dea regna solo
fra
i morti. È opinione di alcuni che la favola dell’
perfetta somiglianza che ha con le immagini di Serapide. Sì osservi,
fra
1’ altre quella riportata dal Fabbretti, e poi da
a l’Arcadica, e Ifidemea. Augea passò in Misia presso il re Teutra, e
fra
tutte le donne ch’ebbero commercio con Ercole fu
la Focide: essendosene impadronito legò forte amicizia con lasco, che
fra
gli altri regali gli diede un anello. Foco essend
lio di Oileo si vede Meleagro figlio di Eneo, che guarda questo eroe.
Fra
questi personaggi Palamede è il solo che non abbi
e, ma una sola comune ad ambedue, la quale nota che queste donne sono
fra
le non iniziate. Più alto si vede Callisto figlia
e sì disse, e sparve, eguale A fumo che si mesca in aure lievi, E lui
fra
l’ombre brancolante invano, E che molto volea dir
iangeva i vani doni, onde sprezzate Dal fedele dolor le Tracie donne,
Fra
le feste dei numi e le notturne Orgie di Bacco di
IX, v. 37 e segg. Le Parche furono tre sorelle così concordi che mai
fra
loro vi fu lite. Esiodo lasciò scritto nella Teog
son belle fanciulle, ora con l’ali al capo, or senza, distinguendosi
fra
loro pei singolari attributi. Una di esse viene c
rii bassi rilievi in Roma, ove la stessa vicenda di Oreste si figura.
Fra
la gente tormentata nell’Inferno sono le Danaidi,
or l’oscura Notte noi vieta, oh Linceo troppo amato, Fuggi veloce. Tu
fra
pietà e tema, Tra spavento ed amor, tra dubbio e
unque s’ adagia.» Inferno, Canto III, v. 82 e segg. Polignoto pure
fra
i pittori antichi, come udiste da Pausania nella
, il dì cui Poemetto vi tradussi: La porpora deposta, ai piedi tuoi,
Fra
la plebe confusi, i re verranno: Tutto eguaglia l
danaro da crederlo necessario fino nell’Inferno. Gli Ermioniensi solo
fra
tutti gli uomini si credevano esenti dal tributo
vuole forestiero, chi nativo di Creta, e non figlio di Giove. Omero,
fra
gli altri, nell’Odissea, lo vuole discepolo di Gi
lei sarebbe stato formidabile e tremendo agli stessi numi. Quelli che
fra
loro nel di lei nome spergiuravano erano per del
al monte Cilleno, che cadendo da una rupe altissima dopo poco cammino
fra
i macigni, cadeva nel fiume Crati. L’acqua ne era
atua osserviamo, la quale combina coir indubitate figure di Nemesi, e
fra
le altre colle più certe che sono in un medaglion
u questa dea, che non ha veduto ancora la pubblica luce. Egli osserva
fra
le altre cose, che la fiala non è un vaso per ung
asso voli aggraverà le penne L’onda, e in alto saranno arse dal foco:
Fra
l’uno e l’altra vola: io tei comando. Non mirar l
mirar l’Orsa ed Orione armato; Me nella nuova via segui. — Gli adatta
Fra
i precetti del voi le penne ignote Agli omeri: tr
voi le penne ignote Agli omeri: tremò nell’opra ardita La patria man;
fra
i ripetuti avvisi Bagnava il pianto la mutata gua
no, e questa origine vien pure da Pausania attestata, che 1’ annovera
fra
l’altre ninfe oceanine, compagne dei malaugurati
divennero spargendolo; ed il trono, la più splendida, ma la men vera
fra
le sorti umane, fu quasi sempre prezzo di sangue
ita che un continuo scherzo della fortuna, una perpetua vicissitudine
fra
i beni e i mali, fra la povertà e le ricchezze. N
cherzo della fortuna, una perpetua vicissitudine fra i beni e i mali,
fra
la povertà e le ricchezze. Non è del mio istituto
la pigrizia e r imprudenza degli uomini abbiano collocato la Fortuna
fra
le Dee, come parve a Giovenale, e se molto ella p
e lapidi prima di Giove; quindi il suo simulacro Prenestino sosteneva
fra
le braccia, in forma di due bambini, il re e la r
ine assai fredda e indeterminata, non degna però di quel sommo lirico
fra
quanti ci sono restati. « Finalmente il solito or
li dell’Impero romano, fu quella altresì che riscosse più lungo culto
fra
le deità del Paganesimo, non essendo cessati i su
a del Senato romano, ad abolire ogni monumento di questa idolatria. «
Fra
i pochi che ne restano in marmo, se piccolo per m
e: L’orror di queste spoglie E di questo capanna ancor non vede: Vive
fra
l’auree Muse: E i favoriti tuoi figli superbi All
ch’egli si è prefisso nell’annoverarle. « Non è certamente l’ultimo
fra
i pregi del Museo dementino l’essere il solo a po
Perciò l’altrove lodato sarcofago Capitolino, monumento il più bello
fra
quanti prima delle nostre statue ci presentassero
posso tralasciare un bel monumento appartenente a Clio dissotterrato
fra
le ruine di Castro Nuovo sul lido del mare Tirren
e gli antichi chiamassero Giunoni i Geni femminili è abbastanza certo
fra
gli antiquarii. Anzi ne’ monumenti se ne incontra
dilettevole. « Come nelle pitture Ercolanensi delle Muse, così anche
fra
le statue Tiburtine mancava Euterpe: vi è perciò
di una tunica colle maniche sino a mezzo braccio strette con borchie,
fra
le quali le due prime, che restano su gli omeri,
l’armata di Pohnice, figlio di Edipo, divisa in altrettante schiere.
Fra
queste Anfìarao si avvicina con meste sembianze p
u venerato in Atene col titolo di Melpomeno. Non a caso ho annoverato
fra
i distintivi della Tragedia anche la positura di
uadrighe non solevano guidare gli eroi, eccettuato Ettore audacissimo
fra
loro) trasportano Anfìarao che ritorna da Tebe, n
onde nell’Attica rendesse gli oracoli, e dasse vera risposta sapiente
fra
gente illustre per sapienza. Fra questi sette che
coli, e dasse vera risposta sapiente fra gente illustre per sapienza.
Fra
questi sette che a Polinice Tebano tentavano di r
, ma l’ubriachezza glielo impedisce come se avesse ai piedi catene. E
fra
tutti questi che sono per terra non ve n’è uno ch
i che sono per terra non ve n’è uno che sia pallido, poiché, spirando
fra
il vino, il colore non così presto gli abbandona.
cioè dalla facoltà della memoria. Questo attributo materno è restato,
fra
le altre germane, più particolarmente appropriato
coronata di rose, corona che attribuiscono alle Muse i greci poeti, e
fra
gli altri Teocrito. La sua testa, e pei lineament
dono degl’Iddii. « Della cetra poi parlano espressamente i Classici:
fra
gli altri Omero mette in bocca di Ettore questo r
i tutte le notizie che sono necessarie a sapersi intorno alle muse; e
fra
poco, esaurita la Mitologia teologica, mi sarà gr
ale. » È stata ristorata per Urania e perchè mancava appunto l’Urania
fra
le muse Tiburtine, e perchè non mostra vestigio d
dubbio, ci offre la figura di un Poeta coronato di edera e col volume
fra
le mani. « Questo bel simulacro è conforme a quel
magini delle Muse fornite di una greca epigrafe, le quali si ammirano
fra
le tante erudite reliquie dell’antica Ercolano, c
da che fece sull’uccisore di Patroclo. Mennone è non ostante in piedi
fra
i suoi Etiopi schierati in battaglia: aspro e ter
hanno maggior diritto di succedere alle Muse che le Grazie, ch’ebbero
fra
gli antichi comune il tempio con loro, e che disp
gemona, Pito, sia la dea della Persuasione, fu annoverata da Pausania
fra
le Grazie, ed Egle la più giovine di tutte fu dat
statue che fece in Atene, praticarono la stessa maniera. Noi vedremo
fra
poco come si trovano nei monumenti che ne sono ri
acere. Certo è che gli antichi moralizzavano su queste divinità, come
fra
l’altre cose lo mostra l’uso singolare di colloca
efizio erigendo un altare, nel quale era scritto: Consacrato a quella
fra
le Grazie che presiede alla riconoscenza. E certa
este cose, che n’ importa di questa scienza? Perchè quelle mani unite
fra
loro come se danzassero? Perchè un benefìzio pass
Quando si cominciò a rappresentare le Grazie nude non vi ebbe sovente
fra
esse e le tre Parche (che come le tre Grazie si t
il rappresentare i mortali negli Dei, e sapete che il più scellerato
fra
gì’ imperatori romani fu ritratto nelle sembianze
non hanno armi perchè si propongono di fare l’esequie del più grande
fra
loro, che ha ricevuto un colpo d’asta nel petto.
mo e in Tetrapoli. Narra Strabone che in questa ultima città, situata
fra
i Carii e gl’Ionii, era il mentovato edifizio sem
ere una copia di quello descrittoci da Pausania, come il più illustre
fra
tutti i simulacri di Esculapio. Dice egli: — Il p
tilato com’era, ne fu ricercato il gesso per molte Collezioni, ed uno
fra
gli altri formò la delizia del cavalier Mengs neg
taccate al torso del simulacro, compisce la dimostrazione: una testa,
fra
le altre, merita esser particolarmente rammentata
o con Aristide, avea così miste le qualità dei due sessi, da sembrare
fra
le fanciulle un giovinetto, fra i garzoncelli una
le qualità dei due sessi, da sembrare fra le fanciulle un giovinetto,
fra
i garzoncelli una fanciulla. Se queste espression
asse Quintiliano: «Molto abbiamo perduto in Valerio Fiacco: » Sorgi
fra
l’acque, per diverso affanno da Vulcano lacrimata
i, che degne e turpi cose grida, E sparge le paure, onde fremente Sta
fra
l’orror delle più basse nubi Non Dea del Ciel nè
Di qui il principio a te: dolore accenda Le furibonde madri: anch’io
fra
poco Verrò: trarrolle preparate. — Appena Tacque
e di delitti io tanti aspetti, E tanti fati di diverse morti Seguirò?
fra
quai mostri, ordin crudele, II poeta conduci? Oh:
ta imago liberate: Invadono Gli aditi, e le de’ suoi membra già care,
Fra
le mense ed il vino in preda al sonno, Parte ha l
felice Autonoe, che Atteon morto piangesti; Ma tu fosti innocente: io
fra
le madri, Io sola, il figlio uccisi. Esule i figl
re in mezzo ai fiori, e tra il fragore dei fulmini del nume, che solo
fra
gì’ immortali li vibra. Egli la consola, e le pro
pregò Nettuno ad averne compassione; e questi la ricevette col figlio
fra
le divinità del suo impero, e Leucotea fu detta l
ali protegge colla sua ombra. Bacco prende il nuovo frutto, lo spreme
fra
le sue dita, e ne fa scorrere l’umore in un corno
accia Nereo e Bacco. L’Arabia soccorre Licurgo e lo libera onde porlo
fra
gì’ immortali, e sacrificargli come ad un dio: ma
Intanto le Nereidi, o le ninfe del Mar Rosso, si occupavano di Bacco
fra
le loro acque, e gareggiavano neir accarezzarlo.
l’ accecamento di Licurgo e la metamorfosi di Ambrosia già collocata
fra
le stelle. L’araldo ritorna, e gli arreca la risp
te le sue schiere. Tutta la natura si rallegra. Mentre i soldati sono
fra
gli scherzi e le vivande, gl’Indiani si dispongon
pe si tingono del sangue degl’Indiani. Baco ed Erette© si distinguono
fra
i combattenti di Bacco. Il vigesimo terzo Libro c
o di Deriade, e la gioia che regnava in quello di Bacco. I vincitori,
fra
i piaceri della mensa, cantano le antiche Cosmogo
e non lascia più Bacco. Vi è pur la descrizione della zuffa eccitata
fra
Aristeo, i Càbiri figli di Vulcano, e le Baccanti
al nettare delizioso. Prevede i disordini, che l’ubriachezza porterà
fra
gli Dei, e l’esiglio al quale sarà condannata. Da
ella profitta del silenzio della notte per andare in traccia di Bacco
fra
le selve. Il fiero Morreo più non pensa alla guer
e offre il cielo nella notte. Yi si distingue il toro di Europa posto
fra
le costellazioni, Calisto cangiata in orsa, Mirti
l capo Cigolar non udisti il crudo ferro, E non mirare gli occhi tuoi
fra
queste Canute chiome rosseggiare il sangue, Nè pa
erna. Questa veste rimira: a me d’intorno S’aggiravano gli ebrii: era
fra
loro Gara di crudeltà; gridai: Pastori, Aita: e n
egno di fico per allusione alla dolcezza dei frutti di questo albero.
Fra
le maniere rare di rappresentare Bacco, delle qua
Bacco e i suoi seguaci si servissero delle aste armate, come si vede,
fra
gli altri, aver il nume in una medaglia dei Nisei
belle, ed esercitate alla corsa. Apollo abbassa i suoi occhi al suolo
fra
la maraviglia e il dolore. Ahi, Zeffiro crudele,
equente di lui e di tutto il coro ò l’ellera e le sue coccole, perchè
fra
quelle foglie l’occultarono le Ninfe, dalle quali
dei tragici, essendo egli il dio della Tragedia, per cui il giudizio
fra
le tragedie di Eschilo presso Aristofane nelle Ra
nzione di cappello. Si rileva da ciò l’enorme difi’erenza che correva
fra
i Satiri e i Pani; i quali se dovevano rappresent
in Fulgenzio; le innestava colle greche favole, finché i Poeti ancora
fra
noi diedero tardi uniformità a certe cose mitolog
a certe cose mitologiche, lasciandone assai altre incerte e discordi:
fra
le quali è questa dei Fauni. Fauno non fu conosci
della bella statua della Villa Pinciana, dove questo semideo sostiene
fra
le braccia l’infante Bacco, e nelle forme nobili
izione di quel marmo. » Lezione sessantesimaquima. I Centauri.
Fra
i seguaci di Bacco furono i Centauri, di cui vi e
de ad una nuvola le sembianze di Giunone. Strinse il credulo adultero
fra
le sue braccia l’ ingannevole simulacro, e del su
nelle gioie e nei bassirilievi antichi si veggono attribuiti a Bacco
fra
gli altri animali favolosi, grifi e sfingi, in se
e in seno ad una delle sue nutrici con una tigre consacrata accanto e
fra
due Fauni, vedesi fra due tirsi questo cembalo st
sue nutrici con una tigre consacrata accanto e fra due Fauni, vedesi
fra
due tirsi questo cembalo stesso che, ripetuto inf
pretende che si chiamassero pure nebridi le pelli di daino. Polluce
fra
le vesti dei Satiri, e per conseguenza di Bacco,
altra cosa che spettasse a quella superstizione. Le Tiadi ritiratesi
fra
loro, giacché ai profani non era lecito saperne,
o di questa classe o ne imitino il ministero: potrian talora sopporsi
fra
coloro che mescon liquore ancora le Naiadi, che a
no, levasi di terra dipinta in un vaso della Galleria. Le più celebri
fra
loro sono Ippa, Nisa e Bacca. Udite da Visconti l
per ara sepolcrale, comecché la sua figura e le sue proporzioni siano
fra
l’are antiche assai rare. « Il masso è quasi un p
come sacro agli Dei Inferi, e come dedicato a Bacco, nume annoverato
fra
gli Dei terrestri. A questa sorta di divinità era
« La mensa rotonda a tre piedi caprini è senza tovaglia, e collocata
fra
due letti e coperta di vasi destinati alla bevand
le cammeo presso il signor Jenkins, rappresenta il simulacro di Bacco
fra
le offerte dei dei suoi seguaci; la stessa è scol
’ indicava ciò che schiarivasi dalla sottoposta iscrizione, che tutto
fra
gli uomini è vanità fuori dei sensuali piaceri; q
di capriolo detta nebride e sacra alla nascente deità, per riceverlo
fra
le sue braccia, e condurlo alle Ninfe che l’educh
llezione, e di un’ altra che è ancor senz’ urna come la nostra, edita
fra
le statue di Dresda. Tutto ciò prova la ragionevo
e, secondo il costume indico, non dovea mai recidersi. Un Genio siede
fra
le orecchie della vinta belva. L’ elefante non è
o e di Arianna. « L’argomento di questo bassorilievo è dei men comuni
fra
i ‘soggetti Bacchici. Non esprime quel che la mag
di Bacco, altre solennità Dionisiache, ma una delle più famose favole
fra
quelle che alla storia appartengono di questo num
na a queste nozze, e donò alla sposa quella corona che fu poi riposta
fra
le stelle. Un Fauno veduto quasi di schiena sosti
invenzioni delle figure sono tutte elegantissime: si distinguono però
fra
le altre quelle di Arianna e di Venere sì per la
tesimi, i delitti di Medea. Seguendo il mio costume vi esporrò quelli
fra
gli antichi monumenti che riguardano questa famos
te monumento della stretta unione che riconosceva la pagana mitologia
fra
questi due figli di Giove, Ercole e Bacco. L’anti
nto e una Vittoria che solleva un trofeo scorgono tra le are coronate
fra
le maschere e gli animali bacchici il carro a qua
coturnati,19 e abbandonandosi con tutta la persona piegata al dinanzi
fra
le braccia di un giovinetto Fauno veduto di schie
ed armenia che debbono essenzialmente regnare nel modo più completo,
fra
l’idea, che è l’anima, l’essenza animatrice di og
lutamente in relazione con quello stesso ammirevole accordo che passa
fra
la volontà impalpabile, ossia l’anima, e la mater
impalpabile, ossia l’anima, e la materia sensibile, ossia il corpo ;
fra
il concetto dell’idea e l’attuazione di essa ; fr
, ossia il corpo ; fra il concetto dell’idea e l’attuazione di essa ;
fra
lo spirito e la materia ; fra il fine ed i mezzi.
etto dell’idea e l’attuazione di essa ; fra lo spirito e la materia ;
fra
il fine ed i mezzi. Seguendo, adunque, questo pri
a raggiungere lo scopo della maggior lucidità, diremo brevemente che
fra
le molte opere classiche da noi citate, ci siamo
o tanto quella che questo favorevoli allo strenuo sviluppo dell’arte.
Fra
i piccoli stati della Grecia surse, assai di buon
i stati della Grecia surse, assai di buon’ora, una gara di emulazione
fra
cittá e cittâ, ognuna tentando di vincere la sua
ivinità simboliche, parenti, amiche, rivali come gli elementi lo sono
fra
loro. I poeti stessi dell’antichità si attennero,
vidiosi, vendicativi ; non solo altercano, si provocano, e combattono
fra
loro, ma scendono sulla terra ad ogni piè sospint
e cosiffatta dottrina. Milton 36 favella di voci arcane che ragionano
fra
il cielo e la terra. Al Fato ed ai Genii, prestar
a moglie del re di Creta. Omero stesso, il poeta sovrano, implicando
fra
gl’incidenti della favola Itiaca, un racconto int
immaginazione, questa regina dell’impero mitologico, si fa mediatrice
fra
l’anima e il corpo, fra lo spirito e la materia,
gina dell’impero mitologico, si fa mediatrice fra l’anima e il corpo,
fra
lo spirito e la materia, e dà vita a figure sensi
o raffinandosi a misura che l’arte metteva una più armonica relazione
fra
il concetto dell’idea simbolica, e l’obbietto mat
po Per l’uom creato, periranno insieme Nell’onda struggitrice, in cui
fra
poco Sarà quest’orbe giovanil sommerso. Byron —
ladefagi facevano del latte di giovenca la loro principal nutrizione.
Fra
gli Abieni molti viveano in un assoluto celibato,
Egitto in Italia, dove essi presero stanza. È credenza generalizzata
fra
molti scrittori, che gli Aborigeni fossero venuti
sia, città in cui Giove era adorato, ragione per la quale questo Dio,
fra
i tanti suoi nomi, ba avuto quello di Abretano.
mata dal gigante Polifemo. Questo ciclope avendolo un giorno sorpreso
fra
le braccia di Galatea, lo schiacciò sotto una rup
o bevuto in proporzione di ciò che aveano mangiato, vennero a contese
fra
loro, si dissero delle ingiurie che terminarono c
o di Adulta. 126. Aegocero. — Essendo il Dio Pane posto come divinità
fra
gli astri, si trasformò da sè medesimo in capra ;
Aex. — Una delle nutrici di Giove. Dopo la morte ella venne collocata
fra
gli astri. 134. Afacitae. — Nella Fenicia in un l
gli astri. 134. Afacitae. — Nella Fenicia in un luogo chiamato Afaca
fra
le città di Biblo e di Eliopoli, Venere aveva un
di Troja. In seguito essendo stato ucciso Achille, surse una disputa
fra
Ulisse ed Ajace, a causa delle armi del morto ero
medone. — Celebre scultore. Vi fu anche un altro Alcmedone annoverato
fra
gli Dei della Grecia. 245. Alcinoe. — Moglie di A
Traflina, che morì di dolore quand’egli naufragò. È generale opinione
fra
i Mitologi che ella si precipitasse nel mare disp
ntichi era simbolo dell’amor coniugale. Varì scrittori dell’antichità
fra
cui Ovidio riportano il fatto in modo che ha qual
cisi da Apollo e Diana a colpi di freccia. 298. Aloidi. — Nome di due
fra
i più formidabili e famosi giganti che imponendo
ntagne sopra montagne dettero la scalata al cielo. Omero li distingue
fra
loro chiamando il primo il divino Oto e il second
mici, ricorse all’astuzia femminea e cangiatasi in biscia s’intromise
fra
loro, mentre essi stavano su di un carro. Allora
riscatto del prigioniero. L’astuzia di cui Diana si serve strisciando
fra
loro in sembianza di biscia altro non è se non la
ordia che armò la mano dei due invincibili e li spinse a distruggersi
fra
loro. Omero racconta che prima che gli Aloidi ave
di un albero. 310. Amadriadi. — Sebbene vi sia una completa analogia
fra
queste ninfe e quelle di cui è menzione nell’arti
mazonto. — Soprannome dato ad Apollo, per aver posto fine alla guerra
fra
le Amazzoni ed i Greci. 323. Amazzoni. — Femmine
Arabia, ed Ammone prese stanza nell’Egitto, ove morì poco tempo dopo.
Fra
i poeti e i cronisti dell’antichità, molti sono d
chità, molti sono discordi nella ripetizione di questo fatto. Il solo
fra
i mitologi che ripete la cosa all’istesso modo è
e gli animali. Non esisteva alcuna Deità prima che Amore avesse unite
fra
loro le cose, e non fu che da questa comunanza fa
città non sarebbe mai libera dai suoi nemici, se non si fosse trovato
fra
le più illustri famiglie, taluno che avesse volut
ti. — Erano gli angeli buoni e cattivi della religione Caldea. Esiste
fra
queste divinità pagane e gli angeli, Cherubini, e
esta peraltro una credenza assai vaga. Antenore ebbe molti figliuoli,
fra
cui i più noti sono Achiloco, Alamanto, Laodoco,
imperatore lo ebbe così caro che dopo la sua morte lo fece annoverare
fra
gli dei. 477. Antipate. — Re dei Lestrigoni. V. L
ndeva gli oracoli. Il famoso tempio di Delfo, il più ricco e rinomato
fra
tutti, e che era una delle sette maraviglie del m
nsacrato a questo nume come dio delle Arti. Apollo ebbe molte amanti,
fra
le quali le più ricordate furono Leucotea, Dafne
. Lo sparviero, il gallo e l’olivo erano consacrati al Apollo, perchè
fra
i mortali uomini e donne che ebbero contatto con
. Aposteosi. — Nome della cerimonia colla quale i Romani annoveravano
fra
gli Dei i loro imperadori dopo la morte. 502. Apo
ambrosia durante la sua infanzia, il padre degli Dei avesse collocato
fra
gli astri quest’uccello in segno della sua ricono
secondo Plutarco, fu un eroe greco che dopo la morte venne annoverato
fra
gli Dei per le gloriose imprese compiute durante
chemore morì della morsicatura di un serpente che trovandolo assopito
fra
l’erba ne succhiò il sangue. Licurgo volle punire
niva così denominato il primo sacerdote di Cibele il quale era scelto
fra
le più cospicue ed illustri famiglie. L’archigall
u giudicato dall’ Areopago. Finalmente è credenza assai generalizzata
fra
gli scrittori della favola, che l’ Areopago sorge
i parte, perchè vede Che più lunge il mio piè stampa non forma, Ed io
fra
la fatica che mi diede Il formar si veloce in ter
io fra la fatica che mi diede Il formar si veloce in terra l’orma ; E
fra
il timor che mi tormenta e fiede, Veggio che in u
e affatto coperta dai flutti del mare. Molti altri scrittori e Plinio
fra
questi, ritenevano che il fiume Alfeo nell’ Arcad
e gli oracoli. Peraltro è questa un’opinione assai poco generalizzata
fra
gli scrittori. Argo si chiamava del paro una citt
secondo che narrano Properzio ed Ovidio, la tolse in moglie e collocò
fra
le costellazioni la corona di questa principessa.
venerata nelle foreste di Aricia presso Roma. 568. Ariete. — Il primo
fra
i dodici segni dello zodiaco. Questo animale era
e vi sono non poche statue di Arpocrate che hanno un ramo di persico
fra
le mani. Plutarco ci dà una logica spiegazione di
una sterminata altezza su di alcuni pali dalla punta acutissima mori
fra
i più atroci tormenti. 593. Arsace. — Re dei Part
ino narra, nelle sue cronache, che dopo la sua morte fosse annoverato
fra
gli astri. 594. Arsinoe. — Figlia di Niocrone re
mbarvali. Questi sacerdoti erano al numero di dodici, venivano scelti
fra
le più illustri e cospicue famiglie di Roma, e ve
abbro un duro rostro. Curvo, e d’augel che viva della caccia : Fa che
fra
gli altri augei rassembra mostro La grande, alter
i che avessero voluto dare la scalata al cielo, ma poscia si divisero
fra
loro, e alcuni presero le parti di Giove contro i
tologici è assai discorde sull’essere i venti figli di Astreo ; molti
fra
i più accreditati fanno Eolo loro padre e re. 650
giarsi a questa città capitale della Grecia sorgesse un grave alterco
fra
Nettuno e Minerva. Allora gli Dei per por termine
Palladio. 667. Ati. — Fu uno dei sacerdoti di Cibele e il più famoso
fra
gli amanti di quella Dea, la quale per altro egli
d a cui ella facesse fare la dolorosa amputazione per averlo sorpreso
fra
le braccia di una giovane rivale, e che dopo di c
he Esperidi o Pleiadi. 672. Atoso. — Più comunemente Athos : montagna
fra
la Macedonia e la Tracia sulla quale Giove era pa
la moglie Procride e per farsi amare da lui fece nascere la discordia
fra
i due sposi : essi però dopo qualche tempo si pac
tre vite. Ovidio. — Metamorfosi Lib. III trad. di dell’ Anguillara.
Fra
i molti animali che si sacrificavano a Bacco, que
stri lettori un parallelo storico, che, secondo le opinioni di alcuni
fra
i più rinomati scrittori della Favola, come il Vo
La favola dipinge questo dio con le corna e lo raffigura con un tirso
fra
le mani. Bacco fu allevato su di una montagna chi
Terra Promessa. A Mosè splendono sulla fronte due raggi di luce e ha
fra
le mani la verga miracolosa, che opera prodigii s
ro. Altri scrittori vogliono che sia Arcaso, cangiato in orso e posto
fra
le costellazioni. 817. Borea. — Vento del settent
posta in un tempio fabbricato da Oreste. Ifigenia fu la più celebrata
fra
le sacerdotesse di questo tempio, ove dopo la sua
ia, Achille avendo espugnata la città di Litnessa, ebbe da Agamennone
fra
le altre prede del bottino di guerra, la giovinet
furore, Fauno piangesse amaramente la morte della sposa e la ponesse
fra
le Dee. La festa della Buona-Dea veniva celebrata
no nella Favola diversi altri personaggi noti sotto il nome di Buteo,
fra
i quali un trojano, ucciso da Camillo, un sacerdo
gge la forma, E non è più un serpente, ma son dui : E serpono ambedue
fra
l’erba, e vanno Ne’più propinqui boschi, e li si
iorno Mercurio trovò sul monte Citerone due serpenti che combattevano
fra
loro, e gettò fra di essi la sua verga per separa
vò sul monte Citerone due serpenti che combattevano fra loro, e gettò
fra
di essi la sua verga per separarli. Le due serpi
li, fecero insieme agli Argonanti il viaggio della Colchide, e furono
fra
i combattenti delle Arpie allorchè queste furono
. Bacco amò sfrenatamente Calicope ed un giorno il marito lo sorprese
fra
le braccia di lei ; ma Bacco placò lo sdegno del
I trad. di Dell’Anguillara e Giove allora li trasportò nel cielo,
fra
le costellazioni, ove Calisto fu la grande orsa,
. Ma, non potendo frenare i trasporti della gioia materna nel vederio
fra
il numero dei vincitori, essa fu riconosciuta, ar
Favola non determina se fosse Nettuno o altro, ebbe molti figliuoli,
fra
cui Ifimedia, madre dei famosi Aloidi. 931. Canac
n colpo di clava, e Giunone allora lo trasportò in cielo, allogandolo
fra
le costellazioni dello zodiaco. 935. Candarena. —
ne, fino a che il re Cambise, avendo ucciso il bue Api, fu notato che
fra
tutti gli animali che si avvicinarono al cadavere
rarsi a lui si trasformò in becco, e Giove sotto questa forma lo mise
fra
i segni dello Zodiaco. È opinione di molti rinoma
958. Cardinea. — V. Cardea. 959. Caria. — Provincia dell’Asia minore,
fra
la Licia e la Jonia, celebre per le metamorfosi c
lla istituzione di quella festa era di ristabilire l’unione e la pace
fra
le famiglie, divise per dissapori domestici. Ovid
credenza degli antichi spiega il costume che essi avevano di mettere
fra
i denti di un morto una moneta : era quella la me
to autore, i Cartaginesi, per rimediare all’errore commesso, scelsero
fra
le più nobili famiglie duecento giovanetti destin
i tu divino acume ? Perche farmi. O spietato, annunciatrice D’oracoli
fra
questi orbi di lumi ? E svelar un destin che non
o Di beltà donna a lei non era pare, Ma che non era viso più giocondo
Fra
le ninfe più nobili del mare. Ovidio. — Metamorf
Medusa, liberò Andromeda, e ottenne da Giove che Cassiope fosse messa
fra
gli astri. 989. Cassotide. — Era questo, al dire
one nella Colchide, per la conquista del vello d’oro, e si distinsero
fra
i più valorosi Argonauti. Al ritorno di quella sp
ato Castore, da cui non poteva vivere lontano. Essi furono annoverati
fra
i più grandi dei della Grecia, e furono loro inna
il fuoco sacro. 1004. Caumaso. — Era il nome di un celebre centauro.
Fra
questi i più famosi furono : Grineo, Reto, Nesso,
moglie a causa della sua incredulità V. Celma. Vi fu un altro Celmiso
fra
i Cureti o Coribanti sacerdoti di Giove, il quale
so e di essere invulnerabile. Essendosi trovato presente alla querela
fra
i Lapidi ed i Centauri, questi vendendo ch’egli e
e solean nel mondo andare a caccia. Dante. — Inf. Cant. XII. Quelli
fra
i Centauri che furono invitati alle nozze di Piri
rido di richiamo dei Centauri rassomigliava al nitrito di un cavallo.
Fra
tutti il più famoso ed il più celebre fu Chirone,
onisti più accreditati, i mitologi, quanto i poeti ; non si accordano
fra
di loro sulle diverse opinioni in proposito di qu
ssia la Terra, quantunque queste due Dee siano completamente distinte
fra
loro. Io poi l’augusta Cerere mi sono, Dei numi
congiurati pugnalirono Giulio Cesare e ne avesse trasportata l’anima
fra
gli astri. Racconta Svetonio che durante la celeb
i venti stadii. Le onde del mare, frangendosi con spaventevole rumore
fra
quelle rocce, spingevano nell’aria certa caligine
strusse i ciclopi come coloro che avevan fuso i fulmini. I principali
fra
i Ciclopi furono Piracmone, Bronte, Sterope e Pol
battersi personalmente con Ercole ; ma Giove li separò facendo cadere
fra
di loro la folgore. Cigno fu similmente detto un
e i Romani s’unirono in un sol popolo, dopo la guerra ch’essi ebbero
fra
loro, a causa del famoso ratto delle Sabine. 1193
passò il mare e si arresto nella Libia, ove andò a posare il suo volo
fra
le corna di un capro. Al dire di Filostrato, la c
ni di Nettuno. In greco la parola Κορὠνγ, significa cornacchia. Anche
fra
le baccanti ve ne fu una per nome Coronide, la qu
acro sul quale la pitonessa o sibilla, rendeva i suoi oracoli. Taluno
fra
gli scrittori dell’antichità, pretende che il nom
urore. 1286. Cresponte. — Uno dei discen lenti di Ercole : fu celebre
fra
gli eroi della Grecia. 1287. Crepito. — Sconia e
l fuoco si appiccasse ai sacri ornamenti, e quindi a tutto il tempio,
fra
le cui flamme mori bruciata ella stessa. 1307. Cr
Croto : figlio del dio Pane e di Eufema. Dopo la morte fu annoverato
fra
le costellazioni. Vi fu un altro Croco, marito di
categorie, cioè : dee del cielo, dee della terra e dee dell’inferno.
Fra
le dee le principali erano : Giunone, Vesta, Mine
resero cura di lui ad insaputa di Saturno, e perciò furono annoverate
fra
gli astri, ove formano la costellazione dell’Orsa
io d’Anguja divenne, con l’andare degli anni, ricchissimo, contandosi
fra
le rendite di quello, un’assai larga estensione d
esorabile del Destino. I pagani riconoscevano diverse classi di numi,
fra
le quali le più distinte erano i Celesti, i Terre
nere, Nettuno e Plutone ; gli altri venivano denominati dei Minori, e
fra
questi i principali erano : Minerva o Pallade, Ma
na donna mortale : o viceversa per madre una dea e per padre un uomo.
Fra
i Semi Dei venivano anche annoverati, dopo la mor
che per le loro eroiche azioni avessero meritato di essere annoverati
fra
gli dei : fra questi furono Ercole, Teseo, Minoss
o eroiche azioni avessero meritato di essere annoverati fra gli dei :
fra
questi furono Ercole, Teseo, Minosse e molti altr
olarmente a quelli che non erano riconosciuti dei che per l’apoteosi.
Fra
i più antichi obbietti del culto idolatra bisogna
il tuono, i venti, le comete, i pesci, i serpenti, e gli uccelli ; e
fra
i quadrupedi : il cane, il cavallo, il bue, il ga
azione durante la vita, venivano, per mezzo dell’apoteosi, annoverati
fra
gli dei. Dei grandi. La mitologia greca e r
attribuzioni, e la storia. Dei incogniti. I pagani annoveravano
fra
questi dei tutti quelli della cui origine non si
ferivano sacrifizii, nè si ergevano altari. È però a notare che molti
fra
gli scrittori dell’antichità, fanno menzione di a
s’innalzava nell’aria, quasi che l’anima del morto volasse nel cielo
fra
gl’immortali suoi pari a ricevere il culto che da
egoria di esseri fantastici che popolavano l’immenso vuoto che esiste
fra
Dio e gli uomini. I demonii erano divisi in varie
a famosa Semiramide, regina di Babilonia, la quale annoverò sua madre
fra
le divinità, e le consacrò un tempio. 1420. Derel
favola fa menzione di altri moiti noti sotto il nome di Deucalione :
fra
questi il più rinomato fu un figliuolo di Minosse
, e più ancora per la delicatezza delle cortesie che essi scambiavano
fra
loro in questa occasione. 1434. Diattoro. — Dalle
e ragioni che persì lungo tempo fecero ardere la face della discordia
fra
Roma e Cartagine. L’Alighieri, giovandosi dell’ i
dell’antichità ed i cronisti della favola, distribuiscono la divinità
fra
tutti gli esseri animati ed inanimati ; possibili
figliuolo di Tideo e ritenuto, dopo Achille ed Aiace, il più valoroso
fra
i Greci. Lampi gli uscian da l’elmo e dallo scud
7. Discordia — Divinità malefica, a cui venivano attribuite le guerre
fra
le nazioni ; le dissenzioni fra le famiglie ; le
, a cui venivano attribuite le guerre fra le nazioni ; le dissenzioni
fra
le famiglie ; le contese e le querele d’ogni natu
ura. Essa fu scacciata dal celo da Giove, perchè metteva la disunione
fra
gli altri dei. Allorquando Peleo sposò Teti, la s
e, maghe ec. La Divinazione si praticava in cento maniere diverse, ma
fra
queste le più notevoli erano quattro specie, nell
tte le città della Grecia e dello stato romano gran numero di templi,
fra
cui il più famoso era quello di Corinto, che avea
rra, onde far ricerca della rapita. L’opinione però più generalizzata
fra
gli scrittori della favola è che Ecate fosse uno
ometrico. È questa per altro una notizia nè generalizzata nè ripetuta
fra
gli scrittori dell’antichità, di cui per contrari
ia e moglie di Priamo, re di Troja, che la rese madre di molti figli,
fra
cui i più famosi furono Ettore, Paride, Eleno, Po
vanetti facevano, ciascuno con una torcia accesa nella destra. Quello
fra
i tre che giungeva alla meta con la torcia accesa
lo, avvenuta nella città di Ecbatana, l’imperadore lo fece annoverare
fra
le divinità. Coll’andar del tempo gli vennero inn
— Libro V. trad di V. Monti. Avendo Diana fatto sorgere un dissidio
fra
loro, essi morirono entrambi, in seguito alle fer
istò l’Attica di cui i Mezioniti eransi resi padroni. Egeo fu il solo
fra
i suoi fratelli che non potette aver prole ; onde
o. Gli Ateniesi per onorare Teseo, loro liberatore, annoverarono Egeo
fra
le divinità marittime, e lo dichiararono figlio d
bone ed Eforo dicono nelle loro opere che gli Egineti fossero i primi
fra
i Greci a coniar moneta, e che fu uno di essi, pe
osa, la differenza e bene spesso la contradizione completa che esiste
fra
quei pareri a noi tramandati da numerosi scrittor
594. Egia. — Ninfa figlia del Sole e di Nereo, fu una delle più belle
fra
le Naiadi. Allegra e spensierata, faceva sovente
significa capro, perchè egli essendo stato posto dal volere di Giove
fra
gli astri, aveva preso nel cielo la figura di un
forma di cigno oprò di sorte, Che d’un uovo e tre figli la fè madre,
Fra
gli altri di quell’uovo usci la morte Delle super
famosa rinomanza della sua divina bellezza, e tanto che ben quaranta
fra
i più rinomati principi della Grecia, dimandarono
di, la quale però altamente sdegnata contro di lei per averla trovata
fra
le braccia di Tlepolemo, suo consorte, la fece se
’elmo, e dal capo glielo sbalza in terra. Ruzzolò risonante la celata
Fra
le gambe agli achivi, e fu chi tosto La raccolse
nnestra e sorella di Oreste. … Elettra io son, che al sen ti stringo
Fra
le mie braccia…… …… Pilade, Oreste, entrambi Sgom
Ritornando vittorioso della spedizione contro i Telebei, Elettrione,
fra
le molte prede del bottino di guerra, condusse se
Minerva, dea della saggezza, aveva risoluto di fissare la sua dimora
fra
quel popolo che prima di ogni altro le avesse off
astronomiche, e dettero un grande impulso all’arte della navigazione.
Fra
gli Eliadi, che erano sette fratelli di cui al di
a sorella Ega, preso cura dell’infanzia di Giove, questi la trasportò
fra
le costellazioni, ed è propriamente quella conosc
nome adoravano Giove e credevano che pronunziando alcune date parole,
fra
le quali veniva spesso ripetuto il nome di Elice,
peratore Trajano mosse per la spedizione contro i Parti, vi fu taluno
fra
i suoi confidenti, che gli consigliò di consultar
midei. È però a notare che i poeti osceni, di cui non è certo penuria
fra
gli scrittori dell’antichità, ripetono che gli ab
lla città di Corinto, essi appiccarono il fuoco al tempio di Minerva,
fra
le cui fiamme morì arsa la sacerdotessa Ellotide
dello speco Lei veggiam d’un capestro al collo attorto Pendere, e lui
fra
sue braccia serrarla, E plorarne la morte, e le t
lcune loro particolari divinità. 1670. Encelado. — Il più formidabile
fra
i Titani che vollero dare la scalata al cielo. Er
a bellezza, era nipote di Giove il quale, avendolo sorpreso un giorno
fra
le braccia di Giunone, lo condannò a dormire per
o altrimenti, e la guerra non tardò a scoppiare accanita e micidiale,
fra
le due nazioni belligeranti. Sebbene consigliero
’oro, e de l’amata fronde Le tempie avvolto, e di faretra armato, Tal
fra
la gente si mostrava. e tale Era ne’gesti e nel s
, si com’è d’uopo, affrena e regge, Eglino impetuosi e ribellanti Tal
fra
lor fanno e per quei chiostri un fremito Che ne t
e padre di dodici figliuoli sei maschi e sei femmine, che si maritano
fra
di loro e che altro non sono che i dodici venti p
1702. Eolie. — Oggi conosciute sotto il nome di isole Lipari, e poste
fra
l’Italia e la Sicilia. Una di esse, essendo terra
a Eolo, loro re. V. l’articolo precedente. Al dire di Omero, una sola
fra
le isole Eolie, che è quella di cui egli fa menzi
1739. Epione. — Moglie di Esculapio da cui egli ebbe varii figliuoli.
Fra
gli uomini i più celebri di essi furono Podalisio
. Fra gli uomini i più celebri di essi furono Podalisio e Macaone ; e
fra
le femmine Panacea, Igiea, Egla e Giaso. 1740. Ep
nella lingua indigena, veniva chiamato Som ; in seguito egli era uno
fra
i dodici dei maggiori dell’antico Egitto, e non à
al fianco di Ebe, dea della gioventù, sfolgora di una luce immortale
fra
le altre divinità. Tali sono almeno i tratti prin
i stabilire fin dall’infanzia di Ercole che questi sarebbe annoverato
fra
gli immortali dopo la sua morte. Ma la gelosa Giu
a dell’eroico fanciullo, e come, dopo la morte, egli verrà annoverato
fra
gli dei. Tal magnanimo eroe sarà il tuo figlio,
ormò la costellazione detta Via Lattea. Ercole si ebbe molti maestri,
fra
cui il primo fu Anfitrione il quale, sebbene si a
ator de’ corpi….. Teocrito — Idillio — XXV. trad. di G. M. Pagnini.
Fra
i poeti greci Stesicore e Pisanto, sono i primi a
. Euristeo però non volle che l’uccisione dell’idra, fosse annoverata
fra
le dodici fatiche imposte ad Ercole, dicendo che
le penetrò nella inaccessabile caverna del masnadiere, e lo strangolò
fra
le sue braccia V. Caco. …… Ei che nè fuga Aveva
on durò più di un anno. Comunque ciò sia il periodo passato da Ercole
fra
le mollezze dell’amore, altro non è che la confus
rcole fra le mollezze dell’amore, altro non è che la confusione surta
fra
le opinioni di molti scrittori dell’antichità, i
iume Sangaride, fu da Giove annoverato, sotto il nome di Serpentario,
fra
le costellazioni. Nè a ciò arrestossi la luminosa
degnazione. Seguendo le tradizioni di Apollodoro, Ercole figura anche
fra
gli Argonauti, sebbene è opinione dello stesso au
entarî, e che gettati in una prigione, essi si fossero aperta una via
fra
i nemici a colpi di spada. Padrone della città, E
quasi tutte identiche, sia per la confusione necessariamente avvenuta
fra
le leggende Fenicie ed Asiatiche, che sopraccaric
impronta particolare il colossale profilo del dio eroe. Per esempio,
fra
i tratti particolari del culto d’Ercole presso i
iuole che egli aveva carissime. Però le quattro giovanette si amavano
fra
di loro con tanta tenerezza, che si erano scambie
li edificarono un tempio nella cittadella di Atene, e lo annoverarono
fra
gli dei. Secondo Euripide, Eretteo fu precipitato
di Icaria. Seconda la tradizione, essa fu, dopo la morte, annoverata
fra
gli astri, ove formò, nei segni dello Zodiaco, la
e Jonio, si fosse fermata nelle vicinanze del promontorio di Giunone,
fra
Chio ed Eritre. Narra Pausania nelle sue cronache
aglia, e propriamente nel luogo ove fu combattuto la famosa battaglia
fra
Cesare e Pompeo, visse una maga di questo nome. L
indroduzione dell’uso di essi in Atene. Dopo la morte egli fu assunto
fra
gli astri, sotto la costellazione di Boote, ossia
iù antichi re della Germania, il quale dopo la morte venne annoverato
fra
gli dei, in premio del suo eroico valore. In quas
bandonarono il cielo per assistere alle nozze di Lei. La sola Giunone
fra
tutte le dee non volle recarsi agli sponsali, per
ivale : Così in Euripide ed Ovidio. Però questi due autori discordano
fra
loro in un sol punto di tutta questa tradizione.
di Leandro estinse L’alma ad un tempo, e l’amore infelice ! Mentre ei
fra
l’onde anco lottava, incerta, Palpitante, affanna
tadini. Per altro, vi ha negli scrittori dell’antichità e soprattutto
fra
i cronistedella favola, un nom stretto numero di
e lo richiamò alla vita stropicciandogli sulla testa l’erba che aveva
fra
i denti. Da ciò, secondo Igino, Esculapio imparò
. Esculapio ebbe una moglie per nome Epione (che significa calmante).
Fra
i suoi molti figli i più conosciuti sono Macaone,
ti figli i più conosciuti sono Macaone, Podeliro, Alexenore, Arato, e
fra
le sue figlie Igia, Aglae, Iaso e Panacea. Avendo
, re di Troja e sorella di Priamo. La tradizione mitologica narra che
fra
Nettuno e Laomedonte fosse stabilito un patto, ma
rrigata da fiumi di latte e di miele, che scorrevano soavissimamente,
fra
sponde eternamente fiorite. Quest’età dell’oro è
. Che con sette falangi e sette duci Tutta cingono Tebe….. ….. terzo
fra
questi È l’Argivo Etcoclo… Sofogle — Edipo a Cut
di una tempesta, che costrinse la nave dove si trovava, ad approdare
fra
le isole di Menta e Scio, e persuase le sue compa
ti erano periti nell’arte degli Auguri. 1862. Ettore — Il più celebre
fra
i figliuoli di Priamo, re di Troja, e il più valo
tore uscì sempre incolume dai replicati combattimenti e più di trenta
fra
i più famosi guerrieri greci perirono per mano di
ume Asterione : essa insieme alle sue sorelle Acrea e Posimna, furono
fra
le nutrici di Giunone. 1865. Eubuleo. — Al dire d
la madre dei consigli. 1877. Eufrosina. — Nome particolare di quella
fra
le tre grazie che presiedeva all’allegria. 1878.
Nobiltà, sebbene, presso quei popoli, essa non fosse stata annoverata
fra
le divinità. Veniva raffigurata sotto le sembianz
. Là si rivolse, dove Palla mostro Gli aveva l’inclito Eumeo, di cui
fra
tutti D’Ulisse i miglior servi alcun non era. Che
il re di Colchide, Aete contro Perseo. 1896. Eurialo. — Il più bello
fra
i guerrieri trojani e celebre nella tradizione pe
rimedonte quanto col figliuolo di lui. 1902. Eurinome. — La più bella
fra
le figliuole dell’ Oceano. Giove l’amò passionata
, lo uccise. 1908. Eurizione. — Detto anche Euritione. Il più crudele
fra
i ministri del tiranno Gerione. Ercole lo uccise
si chiamava anche quel centauro che fu cagione della celebre contesa
fra
i Lapidi ed i Centauri. Al dire di Omero, durante
rogo, e quando le fiamme ardevano l’amato cadavere, ella si precipitò
fra
quelle, volendo che le proprie fossero unite per
le anime dei morti. Se ne distinguevano tre specie marcate e distinte
fra
loro, sebbene impresse tutte dello stesso caratte
avano con un culto regolare. 1938. Fame. — I pagani mettevano la Fame
fra
le loro divinità, insieme alle malattie, ai trava
igura di un serpente ripiegato in cerchio, coll’ estremità della coda
fra
i denti. 1942. Fantasmi. — Assai di sovente si tr
e, nonchè gli scrittori più accreditati concordano sulla opinione che
fra
i greci si ritenesse come certa ed immutabile la
ro mai impossati di Troja, se i discendenti di Eaco non fossero stati
fra
i combattenti nelle file degli Achei. Questa prim
oneva alla finale caduta della città trojana, la quale è stata quella
fra
tutte le altre del mondo conosciuto dagli antichi
amanti di Ercole. Lattanzio nelle sue cronache dell’antichità la pone
fra
le divinità romane. 1957. Fauna — Si dava questo
stantemente a far fiorire l’agricoltura, fu dopo la morte, annoverato
fra
le divinità campestri ; e gli furono perfino asse
co curarsi di lui, come dio del mare ; onde egli avrebbe fatto perire
fra
le acque, uno dei loro migliori vascelli, nel gio
, secondo re di Roma, il quale li costituì al numero di venti, scelti
fra
le più cospicue e nobili famiglie di Roma. Le per
e nudo fino a ! principio della cintura, e con quattro fanciulli, due
fra
le braccia e due fra le gambe. 1974. Fede — Vedi
ipio della cintura, e con quattro fanciulli, due fra le braccia e due
fra
le gambe. 1974. Fede — Vedi Fedelta’. 1975. Fedel
condo riferisce Pausania, i Lacedemoni riconoscevano due sole Grazie,
fra
le dee che essi adoravano, una chiamata Fenna, da
dea fortuna una statua, che aveva il polo sulla testa e un cornucopia
fra
le mani. Da ciò, al dire di Pindaro, fu dato ques
dei mortali, E le pure virtù candide e belle Giro a splender nel ciel
fra
l’altre stelle Ovidio — Metamorfosi — Libro I. t
bro II trad. di Dell’Anguillara. 1997. Fetusa. — Nome della maggiore
fra
le sorelle di Fetonte. Stauca Fetusa, la maggior
nascita dei fanciulli e della educazione dei figliuoli. Le principali
fra
queste divinità erano Opis, Rumina, Levana, Paven
imostrare l’immenso amore che essi portavano a Cartagine loro patria.
Fra
gli abitanti di Cirene e quelli di Cartagine, sur
nto Con questo prode, all’ egro piè ristoro Troverai primamente, è là
fra
tutti Poi riputato per valor primiero, D’alma pri
Ercole liberò a viva forza Pandione e Plesippo, uccise Fineo e divise
fra
i suoi due figliuoli i domini di lui. 2022. Fisco
mo di questi si componeva di tre sacerdoti o ministri Flamini, scelti
fra
i più cospicui personaggi del senato romano : l’a
i del senato romano : l’altro era composto di-dodici individui scelti
fra
il popolo. Il primo di questi ordini si chiamava
ddetto ad un dio particolare. I Flamini godevano di molti previlegi e
fra
gli altri di quello d’avere le loro figliuole, es
annati nel Tartaro, siano rivolte le famose parole che Flegia, ripete
fra
i tormenti, allora che dice, secondo Virgilio :I
te le sue sostanze il popolo di Roma, il quale per ricompensa la mise
fra
le sue numerose divinità. Fu questa la ragione ch
, i quali ad istigazione della matrigna erano in continua dissenzione
fra
loro. Avvenne un giorno, che Foco giuocando con T
a battersi con lui al pugillato, e dopo averli vinti li faceva morire
fra
i tormenti. La tradizione mitologica dice, che Ap
in compagnia degli altri due fiumi l’ Asterione ed il Cefiso, arbitro
fra
Giunone e Nettuno, per la contesa surta fra quest
one ed il Cefiso, arbitro fra Giunone e Nettuno, per la contesa surta
fra
queste due divinità, a chi fosse toccato il regno
lle deità romane. 2054. Freccie di Apollo. — È opinione generalizzata
fra
i più rinomati scrittori e mitologi dell’antichit
annome col quale i pagani invocavano Giove, come padrone dei fulmini.
Fra
gli scrittori dell’antichità, Seneca è quello che
mine, che veniva onorato con un culto particolare. Al dire di Servio,
fra
tutte le divinità del paganesimo solamente Giove,
evano il terribile privilegio di scagliare i fulmini ; e solo Stazio,
fra
gli scrittori dell’ antichità, asserisce che la G
colore e tutti gli accidenti del fumo. V. Capnomanzia. 2061. Fuoco. —
Fra
tutte le divinità del paganesimo, il Fuoco, fu qu
nazioni si accordarono nel venerarlo. I Caldei che sono i più antichi
fra
i primitivi popoli della terra, e quelli coi qual
venavano conemente delle tortore e delle pecore. Eschilo fu il primo,
fra
i poeti dell’antichità, che fece comparire sul te
consacrato alla dea Furina, del quale era custode un sacerdote eletto
fra
i quindici flamini del popolo chiamato Flamen fur
nella città di Galizia : da ciò la confusione che abitualmente si fa,
fra
i due nomi di Galassia e di Galizia, i quali sono
rta nei sacrifizii di quelle cerimonie. 2075. Galatea. — La più bella
fra
le cinquanta Nereidi. Più mobile dell’ onda, Più
della presenza del suo rivale e fatto conscio di quanto era avvenuto
fra
i due amanti, mentre egli cantava, reso cieco per
o uno di questi volatili, riguardando come impuro e maledetto quello,
fra
i loro compagni, che ne avesse toccato uno, anche
avvertentemente. I sacerdoti galli erano sottoposti al comando di uno
fra
essi, a cui davano il nome di Archigallo, ossia s
i lui. Comunque sia, questo fatto dette principio ad una lunga guerra
fra
i due sovrani, la quale ebbe fine quando Troja ca
ove andò a posarsi onde essere testimonio di una battaglia combattuta
fra
i greci e trojani, durante il dedecenne assedio d
come discendenti da Ercole stesso. 2096. Gemini o Gemelli. — Il terzo
fra
i dodici segni sotto la cui configurazione, al di
però nomina nelle sue storie molti altri numi adorati dai Germani, e
fra
questi Marte. Mercurio ed Ercole, a cui offrivano
sco, lo spinse così forte e con tanta destrezza, che quasi si nascose
fra
le nubi. Nel momento che con tutta la forza di gr
fronte si ricopri all’istante di un pallore mortale. Apollo raccolse
fra
le sue braccia il giovanetto morente ; osservò la
o. 2122. Gianessa. — Un’altra delle ninfe Nereidi. 2123. Gianicolo. —
Fra
i setto colli di Roma, si chiamava così quello de
ninfa Oceanide e di una Nereide. 2125. Giano o Giane — Il più antico
fra
i re dell’Italia ; era originario della Grecia e
mpi rappresentato Giano, per dinotare che la potenza reale era divisa
fra
questi due principi e che essi tenevano a vicenda
ano alla cultura dei Giardini, cioè Priapo, Flora, Pomona e Vertunno.
Fra
le sette meraviglie del mondo antico, andavano an
co, andavano annoverati i giardini pensili di Babilonia, tanto famosi
fra
i greci — V. Meraviglie Del, Mondo. 2134. Giaside
XVIII. Minerva e Giunone stessa, sempre per proteggerlo, convennero
fra
di loro di fare che Medea, figlia di Aete, si fos
lli, una grossa pietra, onde essi ciechi di furore, vennero alle mani
fra
loro, e si distrussero gli uni cogli altri. Compi
zione favolosa, in un carro tirato da due dragoni alati, e si dileguò
fra
le nubi in mezzo allo scrosciare delle folgori.
ra i propri figliuoli. Notino i nostri lettori quanta affinità esista
fra
l’allegoria mitologica di questo Gehud favoloso ;
i a Cibele, e secondo altri ad Ecate. Essi Vano ad un ordine distinto
fra
i ministri del culto religioso di Atene, ed erano
è scritto in varie cronache dell’antichità, che i Gierofanti avevano
fra
i loro obblighi quello di vivere nel celibato. Al
dottrina della loro religione. Finalmente altri, ed il cronista Suida
fra
questi ultimi, asseriscono che il nome di Gierogr
o del Tarlaro e seppellendone altri sotto il monte Etna. I più famosi
fra
i Giganti furono : Encelado — V. Encelado — Anteo
bile Tifeo che valse egli solo, al dire di Omero a portar più terrore
fra
gl’immortali, di quello che non facessero tutti i
richiameremo l’attenzione dei lettori sulla grande analogia che passa
fra
la sognata impresa dei Giganti, che vollero detro
la, la lotta detta auche pancracio, l’asta, il salto ed il pugillato.
Fra
tutti questi esercizii la corsa era quella ritenu
no in piedi. Per contrario il pugillato, eseguito dai gladiatori, era
fra
gli esercizi Ginnici il meno stimato. Questi diff
ioni dei due famosi scrittori sono combattute da vari antori antichi,
fra
cui Pausania ed Omero, i quali asseriscono che l’
to non obbe alcuna seria conseguenza. 2158. Gioja — I pagani avevano
fra
le loro divinità, personificata anche la Gioja, a
istra appoggiata su di un’ancora. Gli antichi facevano una differenza
fra
la dea Lætizia e la Ilarità. — V. Ilarità. 2159.
pifane, ripete che si vedevano nel corteo un gran numero di statue, e
fra
queste una che rappresentava la Notte, un’altra i
configurazione esprimero che il Crepuscolo è come il punto intermedio
fra
il Giorno e la Notte. Anche il Mezzogiorno veniva
rsi la Luna. 2160. Giorni. — I pagani facevano una grande distinzione
fra
i giorni fortunati e i disgraziati. Secondo si ri
universalmente come i suoi templi, i suoi altari, ed i suoi oracoli ;
fra
i quali i più famosi furono quello di Trofonio, d
OVIDIO — Metamorf.. Libro I Fav. V. trad. del Cav. ERMOLAO FEDERICO.
Fra
gli alberi, l’ulivo e la quercia erano sacri a Gi
periore dello spazio, occupato dall’ aria. Vi sono varii scrittori, e
fra
questi Cicerone, i quali considerando il Giove pa
re quasi misterioso, e li avesse a poco a poco ammaestrati, spargendo
fra
di loro i benefici semi di una civiltà primitiva
isparità delle opinioni dei cronisti e degli scrittori. Infatti molti
fra
questi pretendono che una tal divisione, fosse qu
questi pretendono che una tal divisione, fosse quella che stabilirono
fra
di loro i figliuoli di Noè. Altri vogliono che es
Inferno — Scrivono i più rinomati cronisti e storici dell’ antichità,
fra
i quali Platone, che esisteva un’antichissima leg
a messa. DANTE — Inferno — Canto V. Questo supremo tribunale sorgeva
fra
il Tartaro e i campi Elisi, in un luogo chiamato
abitanti di Samo, e quelli di Argo, erano del continuo in dissenzione
fra
di loro, perchè si disputavano l’onore della nasc
V. CHELONEA. Giove e Giunone non vissero lungo tempo in buon’ armonia
fra
di loro ; a causa della insopportabile gelosia di
alla celeste volta con due gravi Incudi al piede penzolon t’appesi ?
Fra
l’atre nubi nell’immenso voto Tu pendola ondeggia
si aggiungessero altri due, cioè : Marte, Dio della guerra, e Tifone.
Fra
gli scrittori che aggiungono questi ultimi due, a
a adorata, ed altri moltissimi da qualche suo attributo. I più comuni
fra
i soprannomi di Giunone erano : Aerea, Argolia de
di Giunonio. 2176. Giuoehi — Il culto religioso dei pagani sopratutto
fra
i greci ed i romani aveva reso sacri questa speci
e forze del corpo, procurando a questo una sanità vigorosa e robusta.
Fra
i giuochi pubblici si distinguevano dai pagani le
i pubblici spettacoli ve ne erano molti altri in uso presso i pagani,
fra
cui i principali tanto in Roma quanto in Grecia,
ciò non pertanto avevano presso gli antichi una tal quale importanza.
Fra
questi bisognerà ricordare i giuochi detti Capito
immortale ; il quale in premio dei favori ricevuti da lei, l’innalzò
fra
le divinità, e le dette la presidenza sugli stagn
olenni, fu introdotto il costume di far che gli schiavi combattessero
fra
di loro, piuttosto che ucciderli come bestie. Da
Però non potendo fare entrambi a meno di compiere il loro dovere, uno
fra
le fila dei greci, e l’altro fra quelle dei troja
meno di compiere il loro dovere, uno fra le fila dei greci, e l’altro
fra
quelle dei trojani, essi scambiarono le loro armi
battaglia poco tempo dopo questo fatto, e Enea lo rivide all’inferno
fra
i più famosi guerrieri. Finalmente Glauco avea no
hio genitore condusse Glauco ai giuochi olimpici, e lo fece iscrivere
fra
i combattenti la lotta. Però a principio Glauco c
figlio che fu chiamato Mida. Intanto con l’andare degli anni essendo
fra
gli abitanti della Frigia surte delle gravi disse
avolosa, a cui si attiene il citato scrittore, le Gorgoni non avevano
fra
tutte e tre che un occhio solo, ed nu sol dente,
accondiscendere alla volontà di Perseo, questi l’avesse ucciso. Anche
fra
gli scrittori moderni, tanto italiani quanto stra
feconda la terra, è madre comune di tutti gli uomini. 2201. Grazie —
Fra
l’estesissimo numero delle divinità pagane, non v
la Tracia, vi erano dei templi consacrati alle Grazie, e i più famosi
fra
quelli furono quello di Bisanzio, di Elide, di De
memoria di questo fatto, innalzarono un altare consacrandolo a quella
fra
le tre Grazie, che presiedeva alla riconoscenza.
gli, e le orecchie diritte e puntute. Molti scrittori dell’antichità,
fra
cui Eliano, Solino ed Erodoto, han creduto che si
esi in una sola, erano state da principio non solo divise, ma nemiche
fra
loro ; e non si riunirono insieme che per combatt
ieste, ond’egli per evitare le contese che sarebbero certamente surte
fra
i molti pretendenti, bandì in Sparta solenni e pu
abbricasse per sè e pel figliuolo delle ali, le cui penne erano unite
fra
loro per mezzo della cera, e che con queste ali i
ono di flauti e di timballi. — V. Palatina. È opinione assai ripetuta
fra
gli scrittori dell’antichità, che il nome d’Idea
molare il proprio figliuolo sulle are sanguinolenti del dio del mare.
Fra
gli autori antichi ve ne ha molti i quali pretend
sumato ; e questa opinione è seguitata anche da varii autori moderni,
fra
cui il Fénélon, nelle sue avventure di Telemaco.
mpo e coll’andare del tempo divenne infatti padre di varii figliuoli,
fra
cui il più celebre fu il famoso Protesilao, che f
ici di Ercole. V. Idra di Lerna. Ificlo similmente avea nome un altro
fra
gli Argonauti che fu figlio di Testio, e fratello
Ifigenia in Tauride, è un’altra tragedia di Euripide, il più illustre
fra
i tragici greci. Il soggetto di quest’altra trage
ea della sanità ; perchè era costume assai generalizzato, soprattutto
fra
i ricchi pagani, di dedicare alla dea Igiea una s
i attiene Virgilio stesso. Molti autori moderni italiani e stranieri,
fra
cui il Clerc sono di opinione che la parola Hila
e crudeli vicissitudini della guerra, il piccolo Polidoro, prediletto
fra
i suoi figliuoli, lo mandò presso il genero Polin
e di sua mano. Ma con la morte di Euristeo non ebbe fine l’inimicizia
fra
gli Eraclidi ed i Pelopidi ; e la guerra minaccia
del travestimento e della sua fisonomia dolce ed imberbe fu ricevuto
fra
le dame ateniesi. Mentre le feste erano già comin
ura di uccidere i corsari ; e postosi alla testa delle più coraggiose
fra
le rapite, uccise quelli che dormivano e si dette
utore, e se condo riferisce la tradizione alla quale egli si attiene,
fra
Nettuno e Giunone surse una contesa, pretendendo
te Tifeo. 2278. Incubi. — Specie di Genii che i pagani classificavano
fra
i loro dei rustici. I greci li chiamavano Ifialti
Cicerone, dal fatto seguente. Nel tempio di questo dio, si conservava
fra
gli arredi sacri, una tazza d’oro pesantissima di
Venere, madre dell’eroe, loavea trasportato in cielo e l’aveva posto
fra
gli dei, dopo averne purificato il corpo nelle on
rifizii. La parola Indigeto deriva dal latino in diis ago cioè : sono
fra
gli dei. Oltre a questo i romani davano la denomi
i pazza alia vista dell’orrendo spettacolo fuggì scapigliata portando
fra
le braccia l’altro figliuolo Melicerta, e si prec
a da altre cento najadi, sue sorelle, ricevè la madre ed il fanciullo
fra
le sue braccia e li condusse entrambi in Italia t
cedendo alle preghiere di Venere, ricevè Ino e il figliuolo Melicerta
fra
le divinità secondaire del suo regno. V. Leucotoe
dare una spiegazione esatta, dell’analogia che vedevano gli antichi,
fra
il nome d’Intercidona e la protezione che credeva
ava come atei tutti coloro che la negavano. Cicerone stesso, al quale
fra
tutti gli altri autori dell’ antichità, non si pu
e avesse prole di così stupenda e maravigliosa bellezza, congiurarono
fra
di loro di togliere la vita ad Iperione, e di ann
losa e fantastica ; pure alcuni naturalisti dell’antichità, e Plinio,
fra
questi, dicono che si dà il nome di cavallo marin
e era stato imbalsamato col miele, secondo l’uso di quei tempi. Anche
fra
i padri della chiesa cattolica gioverà ricordare
rere ad uno strano stratagemma, onde portare la confusione e la morte
fra
le file dell’ inimico e fece legare le code dei l
mica fu quasi interamente distrutta. 2310. Ippolita. — La più celebre
fra
le regine delle Amazzoni. Ercole la dette in mogl
ttosopra Ogni cosa : sbalzar le rote e i chiovi Nell’asse infissi ; e
fra
le guide avvolto Ne va il misero Ippolito, la tes
la morte per volere degli dei, dai quali fosse stato ammesso in cielo
fra
le castellazioni, e propriamente in quella conosc
o Tasio. 2319. Ippotoo. — Figliuolo di Alope e di Nettuno. È opinione
fra
varii accreditati scrittori che il suo nome che h
(che alcuni scrittori chiamano semplicemente Isifile, e l’ Alighieri
fra
questi, V. Giasone) fu assunta regina al governo
e che si consacravano al culto religioso d’ Irminsul, venivano scelti
fra
le più illustri e considerate famiglie della nazi
n figlio. Iside ed Osiride regnarono per più tempo in Egitto, vivendo
fra
loro nel più perfetto accordo fraterno, e dedican
lla Grecia, onde assistere ai giuochi istmici e solo gli Eleati erano
fra
tutti i greci quelli che si astenevano dal recars
ro tradizione, la quale ripeteva che Nettuno ed il Sole avevano avuto
fra
loro una contesa, pretendendo ognuno di essi di a
ollo dei fanciulli e delle vestali, le quali conservavano l’ Itifallo
fra
gli oggetti sacri e lo avevano in grande venerazi
ecutore della gelosa Giunone, le avesse trasportate nel cielo e poste
fra
le costellazioni. 2361. Jafet. — Nella sacra scri
è questo il nome del terzo figliuolo del patriarca Noè ; ma non pochi
fra
i più accreditati mitologi, pretendono che il gig
uando si maritò con Ifide, sebbene non contasse che 13 anni. Giungea
fra
tanto il tredicesim’anno Allor che il genitor la
meritata l’ immortalità eroica. Si vede la grande relazione che passa
fra
i Kamis del Giappone e gli Eroi o Semidei della m
a uno spaventoso sogghigno, e con le vesti grondanti di sangue. Anche
fra
gli scrittori dell’antichità si fa menzione di un
guarisca le donne dalla sterilità. Viene rappresentata con un bambino
fra
le braccia. 2393. Kurù. — Nel culto religioso deg
dato come il padre di Laio e avo del famoso Edipo. 2399. Laberinti. —
Fra
le maraviglie del mondo, i pagani comprendevano i
di A. Caro. Oltre a questi due laberinti, annoverati, come dicemmo,
fra
le maraviglie del mondo antico, ve ne sono altri
nta Ippolita, regina delle Amazzoni, le tolse le sue bellissime armi,
fra
cui una scure di maraviglioso lavoro, che l’eroe,
vittoria, innalzarono a Giove una statua e gli posero la famosa scure
fra
le mani. 2401. Lacedemone. — Figlio di Giove e de
Milziade ed a Cimone figlio di lui, che entrambi andarono annoverati
fra
i più grandi e valorosi capitani della Grecia. 24
no le più strane cose. Il cennato scrittore aggiunge, che allorquando
fra
gli abitanti delle Gallie sorgeva un qualche diss
a scolpita, come un’allegoria sanguinosa, una lionessa con un agnello
fra
gli artigli. 2416. Lalo. — Figlio di Labdaco re d
tale eccesso di furore, che divorava tutti i bambini che le cadevano
fra
le mani. Questa tradizione della favola, alterata
lampadi ardessero per lungo tratto di anni senza bisogno di alimento.
Fra
gli esempii riferiti a comprovare cosìfatta crede
ribili accessi di frenesia, si lacerò da sè stesso le visceri, e morì
fra
i più atroci tormenti nel dodicesimo giorno dalla
ero contro i Centauri, e che ebbe principio per una dissensione surta
fra
di loro, durante il banchetto delle nozze di Piri
ostiles, quelli che avevano la cura speciale di allontanare i nemici.
Fra
le maggiori divinità del paganesimo, ve n’erano a
elle vie. Giano, secondo riferisce il cronista Macrobio, era compreso
fra
gli dei Lari dei romani, perchè si credeva che av
creazione intera. In considerazione d’esser stata Latona madre di due
fra
le più grandi divinità dell’ Olimpo, fu ella stes
ue fra le più grandi divinità dell’ Olimpo, fu ella stessa annoverata
fra
le dee, ad onta dell’odio instancabile di Giunone
erata fra le dee, ad onta dell’odio instancabile di Giunone. A ssunta
fra
le immortali, ebbe ben presto altari e templi, e
a statua della dea era lavoro dell’immortale scalpello di Prassitele.
Fra
i popoli dell’antichità, che onoravano Latona di
forma di Cigno oprò di sorte, Che d’ un uovo e tre figli la fè madre,
Fra
gli altrì di quell’ uovo usci la morte Delle supe
po sostenne una triplice sfida, prima al giuoco del disco ; poi a chi
fra
i due avesse attinto maggior copia d’acqua in un
enti e i falsi raziocinii di cui si serviva il detrattore dell’ eroe.
Fra
gli autori antichi però, quello che ci ha trasmes
del Lettisternio, che ogni antico rancore spariva e si videro uomini
fra
loro mortalmente nemici, conversare e mangiare in
rnio come un’ istituzione individualmente romana ; ma vi è stato pure
fra
gli scrittori tanto antichi che moderni, e fra qu
a ; ma vi è stato pure fra gli scrittori tanto antichi che moderni, e
fra
questi il critico Casauvono, che han dimostrato e
assenza taluno che lo rappresentasse, lo avesse immediatamente preso
fra
le sue braccia, levandolo dalla terra, senza di c
rto Leonimo di Crotona. Narra la cronaca, che quando ardeva la guerra
fra
i Locresi ed i Crotoniati, quelli, a motivo della
ato dell’ oracolo, eg’i risanò interamente. Da quell’ epoca si sparse
fra
i Crotoniati la voce che Leonimo aveva detto d’av
quale gli dei dettero il nome di Leucotoe, quando essa fu annoverata
fra
le divinità marittime. Nella città di Corinto ell
uel giorno e perseguitò così implacabilmente gli abitanti di Temessa,
fra
cui portò la desolazione e sovente la morte, che
gatto era il simbolo convenientissimo alla dea della Libertà, perchè
fra
gli animali domestici, il gatto è quello che non
reghiere ed il pianto, lo uccise di sua mano, immergendogli il brando
fra
la giuntura del collo ; e poi trascinandolo per u
nto per tal modo, lo scopo desiderato, Licurgo fece sparger voce che,
fra
poco, si sarebbe di nuovo recato in Delfo, onde c
e Plutarco, questo animale era consacrato al Sole, perchè egli è solo
fra
tutti i quadrupedi che vede appenanato, e perchè,
acro chiamato Lucus, nel quale si celebravano le Lucarie, e che stava
fra
la via detta Salaria e il Tevere. Un’antica tradi
21. Cainiti. — Eretici che professavano le più stravaganti dottrine,
fra
cui quella di Caino, e di tutte le persone descri
sa cattolica. Essi professavano l’infame credenza dello accoppiamento
fra
gli uomini e soprattutto coi fanciulli ; vivendo
sa cattolica. Essi professavano l’infame credenza dello accoppiamento
fra
gli uomini e soprattutto coi fanciulli ; vivendo
sa cattolica. Essi professavano l’infame credenza dello accoppiamento
fra
gli uomini e soprattutto coi fanciulli ; vivendo
o tanto quella che questo favorevoli allo strenuo sviluppo dell’arte.
Fra
i piccoli stati della Grecia surse, assai di buon
i stati della Grecia surse, assai di buon’ora, una gara di emulazione
fra
cittá e cittâ, ognuna tentando di vincere la sua
uo Cuore. E veramente da che posi il piede in questa città di Napoli,
fra
le altre d’Italia bellissima, di molti valorosi P
i, come volle la bontà di Dio, di me presero cura più che paterna. Or
fra
essi senza fallo l’E. V. R. è de’ primi ; chè col
nobilissimi fonti ? Gli educatori adunque della gioventù debbon porre
fra
le mani de’ loro allievi i greci ed i latini scri
greci ed i latini scrittori, se non vogliono che si spenga del tutto
fra
noi ogni benigno lume di gentili discipline. E si
tùrno. Il Cielo, detto da’ Greci Urano, era riputato antichissimo
fra
gli Dei : ed ebbe molti figliuoli dalla Terra, su
crudeltà del padre sottratti. E questi tre figliuoli di Satùrno tutto
fra
loro si divisero il gran regno dell’universo, sic
i sacri boschetti. Fauno fu il primo ad edificare de’ tempii agli Dei
fra
gli Aborigeni, e dal suo nome si crede derivata l
el mese di Dicembre per cinque giorni detti da Catullo (4) i migliori
fra
tutti quelli dell’anno. In essi gli amici si dava
ta in tiglio ; percui filira si chiama quella pelle sottilissima ch’è
fra
la scorza ed il legno di quell’albero, di cui si
altre cose di Satùrno e di Giano. Satùrno si annoverava piuttosto
fra
gli Dei infernali che fra i celesti ; la quale cr
Giano. Satùrno si annoverava piuttosto fra gli Dei infernali che
fra
i celesti ; la quale credenza nacque dal giudicar
; e più popoli si davano il vanto di aver veduto nascere questo nume
fra
loro ; ma i Poeti per lo più danno a’ Cretesi un
le ebbero in premio quell’stinto nel fabbricare il mele, che le rende
fra
gli animali tanto ammirabili. Così allevato crebb
he il mondo da’ Greci fu chiamato κοσμος, l’ordine per eccellenza. Or
fra
tutte le create cose la più bell’opera fu l’uomo,
giustizia, fu l’ultima che lasciò la socièta degli uomini. Ebbe luogo
fra
i segni del zodiaco ed è quello della Vergine. Si
e sollevano in aria le intere rupi, si formarono l’idea di una guerra
fra
la terra ed il cielo. Virgilio (1) dice che Tifeo
Pandora, o di Climene ; e Pirra, di Epimeteo ; tutti e due per pietà
fra
gli altri uomini insigni. I quali vedendo l’uman
asformò in monte. L’Atlante è un monte altissimo che nasconde la cima
fra
le nubi, e da’ vicini si chiama colonna del cielo
mescolata con dolce nettare, il rende immortale, percui è annoverato
fra
gli Dei. Quanto ha ragione di dolcezza e di amabi
lezza era nella chioma, somigliante a perfetto e biondissimo oro ; ma
fra
le sorelle essa sola era mortale. Or sì bel pregi
se il capo della Gorgone. L’eroe accettò l’impresa, che si annoverava
fra
le impossibili ; ed avuli, da Mercurio il cappell
uso grande de’ riguardanti. Dopo di che, per lavarsi le mani, nascose
fra
certe piante marine il capo di Medùsa ; le quali
alla Persia. Cassiopèa pe’ prieghi di Perseo fu posta colla famiglia
fra
gli astri. Dopo di ciò (1), ritornato Perseo a Se
ude Tritonia, la quale essendo stata morta da Persèo insidiosamente e
fra
le tenebre della notte, ne guardò egli con istupo
do uomini armati, violentemente rapirono la regale donzella, la quale
fra
le disperate lagrime delle compagne, per mare, tu
Signore di Creta, chiamato Tauro, invase colle sue armi la Fenicia, e
fra
le altre nobili donzelle portò seco prigioniera l
ono sparti (σπαρτος, satus, a σπειρω, sero), de’ quali venuti a pugna
fra
loro rimasero non più che cinque, i quali aiutaro
da’ quali sorge tosto mirabile schiera di armati guerrie ri (1), che
fra
loro battendosi crudelmente, salvo che cinque, tu
ano Sparti ; e forse la venuta di Cadmo mosse grandi discordie civili
fra
loro, per le quali perirono non pochi uomini ; e
tarco(1) dice, essere antica opinione che Cadmo allogò in primo luogo
fra
le lettere l’alfa, perchè con questo nome chiamas
la lingua de’ Fenicii, i quali a questo animale il primo luogo davano
fra
le cose necessarie. XIV. Minos-Niso e Seilla-M
vole è la guerra che Minos portò agli Ateniesi. Dalla moglie Pasifae,
fra
gli altri figliuoli, avea egli avuto Androgeo, il
elebrare in Argo da Acasto, fig. di Pelia, re di Tessaglia, ne’ quali
fra
gli altri eroi riportarono la palma Castore nella
mea, vi celebrarono i giuochi Teossenii e vi ottennero il primo vanto
fra
gli altri alleti ; e però i Tindaridi con Mercuri
egli Argonauti, ed intervenne alla caccia del cinghiale Caledonio. Or
fra
que’ giovani ed i Dioscuri nacque fierissimo comb
re Licaone, la quale per insigne bellezza e per perizia nella caccia
fra
le compagne di Diana primeggiava. Da lei ebbe Gio
ch’eran figliuole di Atlante e di Pleione. Essa non vedesi comparire
fra
le sorelle, perchè oltre modo dolente delle disav
irreni riconoscevan l’origine, uccise il fratello Iasio, essendo nata
fra
loro per ragion di successione gravissima discord
ede. Da Ilo nacque Laomedonte, padre di Priamo, il quale morì sepolto
fra
le ceneri dell’infelice sua patria. Dardano ebbe
che alcuni chiamano Eolie, ed alcuni, Vulcanie, da Vulcano, loro re ;
fra
le quali le principali sono Lipari, e Strongoli (
l’oro è da più di qualsivoglia preziosa cosa, così l’Olimpico certame
fra
tutti gli altri nobilmente primeggia. Questi giuo
e statue e corone tutte di oro, ed altri splendidi doni senza numero.
Fra
le più rare opere di scoltura vi era il cane che
ni. Giove in più luoghi dell’ Iliade si chiama l’arbitro della guerra
fra
gli uomini ; e lo Scoliaste riferisce che la terr
ere le stesse Dee, fu da Giunone trasformata in grù ; e da ciò l’odio
fra
le grù ed i pigmei, i quali ogni anno vengono con
di perseguitare il pio Enea, miserabile avanzo di Troia, sino a porre
fra
le due eterne rivali Roma e Cartagine un odio tan
ri detur : diasi alla più bella. Fu questo il segno di fiera contesa
fra
le tre Dee Giunone, Pallade e Venere. Si turbò la
e. Si turbò la gioia del convito ; e Giove, non volendo seder giudice
fra
la moglie e due figliuole, impose loro di rimette
riamo mandato nella Grecia in cerca della sorella Esione. Ivi giunto,
fra
le altre città, visitò Sparta, ove con grandissim
zia di Marte, Giunone consentì che questo suo nipote fosse annoverato
fra
gli Dei, contenta di aver veduta Troia distrutta,
e che Roma distendesse il suo impero per tutta la terra, purchè però
fra
Troia e Roma fosse frapposto gran tratto di proce
ndo essere ne’ fatali libri fermato che il Troia no Enea avesse luogo
fra
i Numi, cede al destino e consente che i Troiani
alla celeste volta con due gravi Incudi al piede penzolon t’appesi ?
Fra
l’atre nubi nell’immenso vôto Tu pendola ondeggia
ano un luogo inferiore, sono all’aria uniti, si finse Giunone sospesa
fra
l’etere e la terra, e si figurò il mare e la terr
fanciullo, Pluto, Dio delle ricchezze, ponendo il Dio delle ricchezze
fra
le mani della Fortuna. Questo Pluto reputavasi il
i Stazio(3). III. Potenza e maestà di Minerva. Aiace di Oileo.
Fra
tutt’ i Numi, Minerva più si avvicinava a Giove,
gli altri si alzarono, sotto la speciale protezione della nostra Dea.
Fra
i quali vuolsi ricordare il giovane Telemaco, al
ce venerata singolarmente dagli Ateniesi. Celebre ne’ poeti è la gara
fra
Nettuno e Minerva pel nome che dar si dovea alla
crope piantò un verdeggiante e bellissimo ulivo. Di ciò fu gran piato
fra
loro a chi dovesse dare il nome alla novella citt
prì di acqua il paese dell’Attica. Virgilio dice(1) che nella contesa
fra
Minerva e Nettuno, questi con un colpo del suo tr
la navigazione ed al corseggiare, si studiò a suo potere d’introdurre
fra
quella gente il culto di Minerva, o sia l’amore d
della sua spedizione, consacrò questa nave a Minerva, che la collocò
fra
le stelle. Il cavallo che riuscì sì fatale a Troi
istrate le pruove ed i testimoni. Io sceglierò i più sapienti e probi
fra
gli Ateniesi, e loro affiderò la decisione di que
d alcuni vecchi e vecchie portavan de’ rami di ulivo. In dette feste,
fra
gli altri giuochi, celebravansi quelli istituiti
intorno al Padre loro, Mirar le membra de’ giganti sparte. Plinio(1)
fra
gli argomenti della gran maestria di Fidia annove
, che chiamossi Delo (da δηλος, manifestus), come la più appariscente
fra
le Cicladi, nel cui mezzo è allogata. Quivi Laton
co a colpire il capo di quel bellissimo fanciullo, il quale, morendo,
fra
le braccia di Apollo il piegò, come un bel papave
ani insulti del giovane Aristeo, un velenoso serpe che stava nascosto
fra
l’erbe, le ferì il piede e l’uccise. Di che fu sì
lle donne Tebane di offrir sacrificii a Latona. Niobe ne fu gelosa, e
fra
la raccolta moltitudine parlò di Latona con assai
ndo, dice Strabone, per quegli antri ombrosi, soggiorno delle Ninfe ;
fra
i quali l’antro Coricio più d’ogni altro vasto e
suoi dolci carmi(2). Nè sulla terra solamente, ma nel cielo eziandio
fra
gl’Iddii soggiornavan le Muse, dette perciò Olimp
acrato ad Apollo il corvo detto uccello Febeo, il quale si annoverava
fra
gli uccelli maggiori augurali. Racconta Ovidio(1)
are che venuti fossero a maturità. Ritornò poscia da Febo con un’idra
fra
gli artigli che avea ghermito, scusandosi quasi q
in tutto il tempo che il fico ha immaturi i suoi frutti. Apollo pose
fra
gli astri il corvo, il serpe e la tazza. Alcuni s
ento. Il dice Ovidio(3). Quando fè fare Alcatoo quella torre, Chiamò
fra
gli altri Apollo a dargli aiuto ; Il qual volendo
parete il suo liuto. Subito il muro il suon gli venne a torre, E sol
fra
gli altri sassi non fu muto ; Ma da marmo o d’acc
recavano al sepolcro di lui, e dopo molti disperati lai, combattendo
fra
loro, onoravano la memoria dell’estinto guerriero
Borbonico vi è una statua di Apollo detta da Winckelmann la più bella
fra
le statue di questo nume ; e la sua testa, il col
gna in bocca. La magnifica statua dell’ Apollo di Belvedere ritrovata
fra
le rovine di Anzio, antica città d’Italia, verso
gli avvenimenti della guerra, ritornò nel Vaticano. È verisimile che
fra
le statue della Casa aurea di Nerone tolte alla G
ne tolte alla Grecia vi fosse anche questa, la quale è la più sublime
fra
le opere antiche che sino a noi si son conservate
vano il porto di Rodi ; e le navi a vele gonfie passavano liberamente
fra
le sue gambe. Un forte tremuoto il ridusse in pez
questa favola ; e Krebsio vuole che forse vi fu una Selene che visse
fra
gli Arcadi e che dopo la morte fu posta nel numer
e pure il monte Mero consacrato a Bacco. E Pomponio Mela(3) dice che,
fra
le città dell’ India, Nisa era chiarissima ed ass
armo della villa Albani vi è Leucotoe che tiene il fanciulletto Bacco
fra
le braccia. Della molle bellezza del suo sembiant
que’ ribaldi volgono altrove la prora. Era Nasso un’isola dell’ Egeo,
fra
le Cicladi nobilissima, detta pure Dionisia da Di
è prestò a questo nume un’ amichevole ospitalità o perchè era di viti
fra
le Cicladi feracissima(1). Allora fu che il fanci
si gettassero nel mare e divenissero delfini. Bacco allogò il delfino
fra
gli astri. Or Acete giunto a Nasso fu tutto intes
saglia, dette Leuconoe, Alcatoe, e Leucippe, le quali amando starsene
fra
le mura paterne ed attendere a’donneschi lavori p
conviene, le quali, amando la fatica, aveano a gran vergogna mettersi
fra
la turba insana delle Baccanti. A terrore delle a
avoro egregio di Vulcano ; e Bacco, dopo la morte di Arianna, la pose
fra
gli astri, ed è una costellazione di nove stelle
ne (a νυξ, nox.). I Tracii le introdussero nella Grecia, e si contano
fra
le più antiche orgie di Bacco. A questa specie di
e Cistofore portavan le mistiche ceste o panieri di Bacco, nei quali,
fra
le altre cose misteriose, era una piramide, che a
volta con una pelle di pantera alle spalle ; or sul dosso di Pane, or
fra
le braccia di Sileno che fu il suo balio ; or sop
r trarne la madre Semele, che Giove, ad istanza del figliuolo, allogò
fra
le immortali col nome di Tione. Tirsigero, θυρσο
appellavasi Ερως, da εραω, amare. Gli antichi finalmente annoveravano
fra
le loro divinità tre Dee dette le tre Grazie che
e e non dormiva mai. Fu esso ucciso da Ercole, e da Giunone collocato
fra
gli astri. Altri però favoleggiano che le Esperid
Venere fatta accorta del pericolo « lo ravvolse Di molta nebbia, e
fra
il soave olezzo Dei profumati talami il depose. M
enere, fingendo che volea avvalersene per comporre una difficile lite
fra
l’Oceano e Teti ; ma veramente servì per rendersi
ioni del fato interamente commette. Arde intanto gran fuoco di guerra
fra
Turno ed Enea per la promessa mano della principe
rtato in cielo. Ebbe un tempio alla riva di quel fiume, e si numerava
fra
gli Dei indigeti o tutelari del paese (1). VI.
care che l’amicizia esser dee schietta e senza orpello ; e colle mani
fra
loro congiunte, per indicare la concordia degli a
te da Temi, e portanti oriuoli e quadranti. VII. Continuazione.
Fra
le altre deità gamelie o che presedevano alle noz
di questa Dea. Essa fu trasportata nel Museo di Parigi, e si annovera
fra
le più belle statue di questa maniera. Invece del
. E stella ciprigna chiamossi dall’ Ariosto il pianeta di Venere :
Fra
le più adorne non parea men bella, Che sia tra l’
godesse del dritto di asilo. XI. Alcune altre cose di Venere.
Fra
gli animali erano specialmente consacrati a Vener
omba. Or Peristera (περιστερα) in greco significa appunto la colomba.
Fra
le frutta, la mela ; e fra le piante, la rosa ed
ρα) in greco significa appunto la colomba. Fra le frutta, la mela ; e
fra
le piante, la rosa ed il mirto erano consacrati a
e lai Non mi far qui seduto al fianco moi, Fazioso incostante, e a me
fra
tutti I celesti odioso. E risse e zuffe E discord
aci del nostro Marte fa pur menzi one Virgilio(2) in una comparazione
fra
il dio della guerra ed il giovane Turno che si sp
icinava al Diale, cioè al Flamine di Giove, e si sceglieva sempre mai
fra
i patrizii. VI. Di alcuni figliuoli di Marte.
omao era re di Pisa in Elide. Mirtilo fu dal padre Mercurio collocato
fra
gli astri, e chiamasi Enioco o il cocchiere. Pelo
ere gli ambasciatori stranieri ed altri che non si volevano ammettere
fra
le mura. Da questo tempio cominciavano il loro in
ηνευω, interpetrarè, perchè Mercurio è l’interpetre ed il messaggiere
fra
gli uomini e gli Dei ; ma pare che quel verbo piu
rcurio de’ Greci (1). Ed affinchè meglio si scorga la somiglianza che
fra
il greco e l’egiziano Mercurio intercede, vedremo
non solo de’ mercatanti ; egli fu pure il dio dei ladri, forse perchè
fra
quelli non è difficile ritrovare chi rubi. Anzi e
Minerva ; con che significavan quell’amichevole accordo ch’esser dee
fra
l’eloquenza e la filosofia ; le quali se vanno di
tosi a caso, sul monte Citerone, con due serpenti, i quali fieramente
fra
loro battagliavano, ponendo in mezzo ad essi quel
a’ piedi, forse perchè il pianeta di Mercurio credevasi il più veloce
fra
tutti gli altri pianeti. Queste ali si chiamavano
icino a questo nume infine alle volte ritrovasi il cane, forse perchè
fra
tutti gli animali esso si reputa il più accorto e
, da’ Romani e da quasi tutti gli antichi popoli ; percui si annovera
fra
i più celebri e vetusti Dei del gentilesimo. E ci
dono feconda. E dagli Etruschi la Dea Tellure con Vesta si annoverava
fra
gli Dei che presiedono alle nozze (1), perchè rip
era. Aen. III, v. 619.) Ma sul fatto de’ Ciclopi vi è gran confusione
fra
gli antichi scrittori. Secondo Esiodo (1) essi er
de’Titani, sostennero le parti di Giove, comechè alcuni l’annoverano
fra
i giganti che congiurarono contro quel nume. Virg
Vertunno dall’aver divertito le acque del Tevere dal Velabro, pianura
fra
il Capitolino, il Palatino e l’Aventino (a verso
to presso que’ popoli sembrava quasi un ingenito sentimento(1). Enna,
fra
le altre città Siciliane nobilissima, era posta i
i, ch’eran la dolce voce delle Sirene in linguaggio poetico ; i quali
fra
tanti sollazzi di quella corte perdevan la virtù
leo capo, io fui una delle ninfe d’Acaia, fig. di Nereo e di Dori ; e
fra
le seguaci di Diana, di me non vi fu altra più am
d in Atene credevasi ministro di Cerere e di Trittolemo e fu allogato
fra
gli astri più splendidi. Dal bue venne il nome di
pellati i Misteri per eccellenza, che si celebravano in Eleusi, città
fra
Megara ed Atene, così detta da Eleusi, fig. di Og
eità di Socrate. Molti grandi uomini s’iniziarono a questi misteri, e
fra
gli altri Cicerone, il quale dice (1) che gli uom
mpei essa siede sopra un trono di oro, coronata di spighe intrecciate
fra
un velo bianco che le discende su gli omeri. Ha s
gli sarebbe venuto, se gli abitanti di Lenno per caso non lo avessero
fra
Ie loro braccia raccolto. Nella quale isola si di
anie. Or ciò si finse, perchè l’isola di Lenno, l’Etna e le Vulcanie,
fra
le quali è Lipari, son soggette a’tremuoti ed abb
so del discacciamento dal cielo, tolse in moglie Venere, la più bella
fra
le Dee, o Aglaia, una delle Grazie, secondo Esiod
regnar dee nei banchetti, gli fu sostituita la bella Ebe. Era insorta
fra
Giove e Giunone pericolosa contesa pel fatto di T
rchè Diomede, coll’aiuto di Pallade, fece le più mirabili pruove, era
fra
i Troiani un Darete, sacerdote di Vulcano, al qua
e nel quale si trattavano gli affari più rilevanti della repubblica.
Fra
gli animali poi era sacro a Vulcano il leone. Fin
o scorpione ch’essa fece uscire dalla terra. Orione da Giove fu posto
fra
le costellazioni, il cui levare e tramontare suol
telle, ed Orione armato Spezza a’tristi nocchier governi e sarte. Ma
fra
tutte le altre strepitosa fu la vendetta che fece
, re di Caledone o Calidonia, città della Grecia ; favola assai conta
fra
gli antichi poeti. Egli fu fig. di Partaone, o di
i fratelli della madre ; la quale, udito l’indegno fatto, fluttuante
fra
l’amore del figliuolo e quello degli estinti, que
o di Faraone e che forse è l’uccello Africano (Afra avis) di Orazio.
Fra
gli antichi monumenti ci restano varii bassirilie
ta amorevolezza e lo fece educare con Pilade, suo figliuolo ; per cui
fra
questi due principi si strinse un’amicizia si gra
ontanava il popolo da quel superstizioso culto, suscitò grave tumulto
fra
quegli artefici, dicendo che per opera di Paolo s
o ed il più ricco che mai vi fosse stato sulla terra, noverato perciò
fra
le sette maraviglie del mondo. In esso l’ordine G
sommità del capo detta corimbo, la rendono facile ad essere distinta,
fra
tutte le statue, ancorchè non avesse alcun altro
tti calzari a mezza gamba che ben convenivano a donzelle cacciatrici.
Fra
le piante erano sacri a Diana il papavero ed il d
rici. Fra le piante erano sacri a Diana il papavero ed il dittamo ; e
fra
gli animali, la cerva ed il cinghiale. Da Ovidio
in aiuto, ed egli uccise Alcioneo e Porfirione ch’erano i principali
fra
que’ mostri. Famoso è poi il combattimento che pe
per volere del quale fu egli ammesso nel numero degli Dei ed allogato
fra
gli astri. Apollodoro dice che una nube lo accols
degl’insetti, e che per ciò portavano sul capo una locusta d’oro(1).
Fra
le città di quel paese primeggiava Atene chiamata
Nell’antica Beozia erano assai luoghi di grandissima rinomanza, e
fra
gli altri la grotta Trofonia, ov’era l’oracolo di
in cerca del figlio. I quali s’incontrarono nella Focide, ed insorta
fra
loro una contesa, Edipo ammazzò Laio che non cono
iardini della valle di Tempo, la quale era in un sito assai delizioso
fra
l’Ossa, il Pelio e l’Olimpo, ed era bagnata dal b
i sul monte Pelio. Questa nave famosa fu trasportata in cielo e posta
fra
le costellazioni, come anche l’ariete che portò F
i i Dolioni erano continuamente in guerra, avvenne sì fiera battaglia
fra
gli uni e gli altri, che Cizico ed un gran numero
e poco lontane dal Bosforo, le quali, per l’impeto de’venti urtandosi
fra
loro, impedivano il passaggio dello stretto. Per
col consiglio della stessa Medea, non avesse procurato di introdurre
fra
loro una strana discordia. Ciò fatto, l’eroe doma
tesilao (a πρωτος, primus, et λαως, populus) per esser morto il primo
fra
tutti. Il che saputosi dalla moglie Laodamia, fig
oso non più che tre ore. Ma dopo siffatto tempo ricondotto Protesilao
fra
le ombre da Mercurio, Laodamia ne morì di dolore.
l campo de’ Greci. Oltre questa sciagura nacque pure una gara funesta
fra
Agamennone ed Achille, fig. di Peleo, fig. di Eac
inili ; perciocché travestitosi da mercante gli recò preziosi regali,
fra
i quali eranvi delle armi. Achille, seguendo il n
o pronto, iracondo, inesorabile, altero. Ora, per ritornare alla gara
fra
quest’eroe ed il supremo duce Agamennone, diciamo
era stato sì caro che l’amicizia di Patroclo e di Achille si annovera
fra
le più conte della Grecia. Egli disonorò la vitto
o alla voracità del genitore ; e nella partizione dell’universo fatta
fra
quei tre figliuoli del vecchio Saturno, a Nettuno
rima parte di quest’ operetta abbiam raccontata la famosa gara che fu
fra
Nettuno e Minerva per la città di Atene, e come N
. Così fra’ primi era un Eaco, un Minos, un Sarpedone e cento altri ;
fra
i secondi, i Ciclopi, i Lestrigoni, Scirone, Poli
miglia degli Eumolpidi diede un ferofante agli Eleusini fino a che fu
fra
loro il tempio di quella Dea. Molti altri figli e
pilota della nave Argo ; Erice, re della Sicilia. che per avere posto
fra
i suoi armenti uno de’buoi di Gerione, che Ercole
ordinario soggiorno era il mare Egeo, ove lietamente passava i giorni
fra
i canti e le danze delle Nereidi, ninfe marine. f
principale era il tridente. VII. Alcune altre cose di Nettuno.
Fra
le piante erano a Nettuno specialmente consacrati
a tra Scilla e Cariddi, due scogli pericolosissimi nello stretto ch’è
fra
la Sicilia e la Calabria. Or Cariddi era una vecc
altro che lo strepito ed il rumoreggiare delle onde che s’infrangono
fra
quegli scogli. E come avvicinandosi troppo allo s
utto germoglia ; e quivi drappelli di donzelle e di giovani si stanno
fra
liete danze, avendo il capo inghirlandato di mirt
sotterraneo. L’ingresso di questo regno è oltre i confini dell’oceano
fra
le tenebre eterne de’Cimmerii, ove i due fiumi Co
ssi opachi e tenebrosi si fingevano da’poeti ; ed avvedutamente Omero
fra
le tenebre di cui erano i Cimmerii eternamente co
a lode di giustissimo re gli meritò presso i poeti un posto onorevole
fra
i giudici dell’inferno, ove siede coll’urna in ma
tilla, così l’avaro in mezzo alle ricchezze non sa punto goderne ed è
fra
quelle veramente povero (inter opes inops). Dell’
Greci di più ammirabile, tutto l’aveano attinto da’loro sacerdoti. E
fra
le altre cose, le pene de’malvagi nell’inferno, i
(1), abborrito dagli stessi immortali. Ed Omero ha detto che Plutone
fra
tutte le divinità è la più formidabile a’mortali.
tali odiosissimo ; e ciò è tanto vero, dice M. Dacier, che a lui solo
fra
tutti gli Dei in niun luogo gli uomini han consac
dere che ne’poemi di Omero e di Esiodo vi ha un’ analogia grandissima
fra
l’astronomia e le favole. Ciò posto, è cosa evide
i argomenti per mitigare il dolore di Proserpina indegnamente rapita,
fra
le altre cose le promette che a lei sarebbe consa
sì detti carmi ed alcune preghiere, invocavano Ecate e la Dea Tellure
fra
gli Dei magici (Dii magici), come fa Medea appres
chè giungea l’istante in cui il Destino le avea permesso di ritornare
fra
le braccia della propria madre. Or queste Parche
ra le braccia della propria madre. Or queste Parche che si annoverano
fra
le divinità infernali, perchè presiedevano alla v
delle belle arti : le sue antiche bizzarrìe sono tuttogiorno in moda
fra
noi, ed hanno un incantesimo tanto lusinghiero da
ogo il Destino, dobbiamoper questo noi considerarlo come il più degno
fra
gli Dei, e nel dritto di riscuotere gli omaggi de
le, privandolo della Divinità. Il Caos. Il Caos 3 è il più antico
fra
gli Dei. Egli fu l’Autore della separazione delle
l’inventore delle porte. Saturno avrebbe potuto pacificamente vivere
fra
gli uomini, se il suo genio torbido non lo avesse
le quali si cangiò con avvilire la sua dignità. Omero, che ci ha data
fra
i poeti un’idea più nobile di Giove, ce lo diping
o. Questa Capra dopo la sua morte fu situata da Giove per gratitudine
fra
le costellazioni, e della sua pelle ne compose l’
ola particolare gli procurò tale ornamento. Inoltrandosi troppo Bacco
fra
gli arenosi deserti della Libia, non trovò acqua
La pena era di essere seppellita viva all’istante. Apollo. Apollo
fra
gli Dei è de’ più celebri. Egli è il capo delle M
nsiero, e dare all’opera la più viva espressione, gli ha data un’aria
fra
la fierezza, e ’l disprezzo dopo aver ucciso il s
culapio nella medicina, che giunse a risuscitare anche gli estinti, e
fra
questi a restituire la vita ad Ippolito figlio di
ualità divina, e lo cacciò dall’Olimpo. Il più amabile, il più saggio
fra
gli Dei fu costretto, per non perir della fame, a
a regnava. Venere fu maritata a Vulcano, dal quale ebbo molti figli ;
fra
questi i più rinomati sono Cupido, Priapo, Imeneo
e tre Grazie1. La sua bellezza era tale che fu giudicata la più bella
fra
le Dee, ed a lei in concorso di Pallade, e Giunon
ti. Sul nascere di Cupido ognuno prevedeva, che sarebbe il più tristo
fra
gli Dei. Giove voleva obbligar Venere sua madre a
enere il cinto. Come aveva tutte le disposizioai a saper rubare, così
fra
tanti suoi attributi ebbe quello di Dio de’ ladro
genitori, cioè di Ermete Mercurio, e di Afrodite Venere. Mercurio era
fra
gli Dei il più occupato : era il confidente di tu
iata. Descrizione dell’Inferno. Situavasi dagli antichi l’inferno
fra
le immense sotterranee voragini, ove risplendeva
re. Alla porta dell’inferno stava una moltitudine di Esseri malefici,
fra
i quali soprattutto le Malattie, la Vecchiaia, la
medesimo. I Satiri, i Fauni, i Silvani si rassomigliano perfettamente
fra
loro. I Centauri. I Centauri erano mostri per
più saggio ed istruito tra i centauri. Celebri furono i suoi allievi,
fra
quali si distinse Esculapio, Giasone, Castore, Po
la maritò con Peleo, dalla qual coppia nacque Achille il più celebre
fra
gli Eroi della favolosa antichità. Tritone.
in Colco, ove sasagrificò a Marte il suo ariete, che dopo fu situato
fra
i dodici segni del zodiaco. Questa fuga afflisse
i, se non che precipitandosi nel mare col figlio, dove furono ammessi
fra
i Dei marini. Ino prese il nome di Leucotoe, e Me
o Dio dei venti. Eolo regnava nelle isole chiamate di Vulcano poste
fra
la Sicilia, e l’Italia, e dipendeva dai cenni di
inità, perchè la più dura, ed implacabile. Il Sonno. È annoverato
fra
gli Dei il Sonno, perchè sospende i nostri mali,
e avevano sortite dalla natura. Vengono rappresentate ignude, dandosi
fra
di loro la mano. Avevano picciola statura ; ma un
Giove l’aveva scacciata dal Cielo, perch’ella destava continue risse
fra
gl’Iddii. Gli antichi, come si è detto, avevano a
ti i denti del dragone produssero de’ nuovi soldati che si scannarono
fra
di loro, restandone soli cinque che lo ajutarono
eva una forza prodigiosa, solito ad attaccare le vittime che cadevano
fra
le di lui mani, a due rami di pino curvati, che p
to de’ sette giovani, ed altrettante donzelle. Volle Teseo ascriversi
fra
quelli, e malgrado le lagrime di suo padre si pos
non sentirono nè la voce, nè la mano d’Ippolito. Il carro si fracassò
fra
i dirupi, e l’infelice giovine spirò l’anima prot
i due germani, si distinsero nel valore, Polluce riuscì il più bravo
fra
gli Atleti, avendo ucciso il terribile Amico al g
no delle feste in tale occasione. Cessò intanto la buona intelligenza
fra
i due sposi. Medèa ritirossi a Corinto dove Giaso
un uomo, che aveva ammazzato di propria mano i suoi figli. Ercole che
fra
le sue virtù non contava la pazienza, credendo ta
rogo, pregando i suoi amici di appiccarvi il fuoco. Il solo Filottete
fra
tanti che ricusarono, secondò il suo volere. Per
o questa guerra fu fatale a tutti coloro, che ci avevano preso parte.
Fra
i personaggi, che si segnalarono in questa celebr
are Tiresia famoso indovino, che per sette anni fu donna. Suscitatasi
fra
Giove, e Giunone la quistione sugli attributi de’
fu detto in seguito Peloponneso, oggi la Morea. Atrèo, e Tieste.
Fra
i figli di Pelope sono celebri Atrèo, e Tieste. A
la sala del festino, col motto alla più bella. Ecco sorgere una briga
fra
Giunone, Minerva, e Venere. Da Giove fu eretto in
nome di Pirra, e lo aveva inviato alla corte di Licomede re di Sciro
fra
le damigelle di Deidamia sua figlia. Ulisse il pi
le damigelle di Deidamia sua figlia. Ulisse il più astuto, e prudente
fra
i Greci s’incaricò di condurre Achille alla guerr
nella reggia di Licomede, espose innanzi alle donne varj giojelli, e
fra
questi si fece scappare delle armi. A tal vista s
e non volle ostinatamente condiscendere. Si destò allora un bisbiglio
fra
i capi dell’esercito. Achille il più risentito gi
non potè resistere a tale incantesimo : dimenticò i Trojani, e corse
fra
le braccia della sua sposa, dove tranquillamente
la notte a fabbricarne delle nuove, di cui armato Achille ricomparve
fra
i capi dell’Armata, con protestarsi che scordava
rio riposo. Fu deciso di darsi una nuova battaglia, e’ gli Dei stessi
fra
loro si attaccarono. Achille intanto immolava all
uò Polifemo in maniera, che i montoni potessero ad uno ad uno passare
fra
le gambe. Allorchè si avvide che eran fuori Uliss
pe evitare evitare gl’inganni delle Sirene, ed i rischi nel passaggio
fra
Scilla, e Cariddi. Circe lo aveva altresì avverti
tolte ai nemici nella mischia, restano nel tempo istesso inviluppati
fra
i Greci, e fra i concittadini, che non li riconos
i nella mischia, restano nel tempo istesso inviluppati fra i Greci, e
fra
i concittadini, che non li riconoscono. Corre per
l’ingrato Enea di maledizioni, che dopo molti socoli si verificarono
fra
i Cartaginesi, ed i Romani, e non potendo resiste
stanchi dai disagi della guerra, proposero una pugna a corpo a corpo
fra
i due principali rivali. La disfida fu accettata
, e Leandro. Ero, e Leandro perdutamente si amavano, benchè separati
fra
loro dall’Ellesponto. Leandro abitava in Sesto, e
mettere a pruova la fedeltà di sua moglie, che per vergogna sen fuggì
fra
le selve. Cefalo che non poteva vivere lontano da
atrie memorie sparse quà, e là in tanti libri, e scrittori per lo più
fra
di loro discordi. A tale proposito abbiamo procur
vicinanza di Napoli cessò di vivere, diede il nome alla nostra Città.
Fra
le altre così dette, la più celebre credesi figli
do, celebrano le nozze di Partenope col Sebeto, annoverato anch’ esso
fra
i Numi tutelari : ed i Napoletani con tanta gelos
l monticello, dove oggi è la Chiesa di S. Giovanni Maggiore. Altri, e
fra
questi il Pontano, gli assegnano un sito alquanto
bassorilievo, nel quale stavano scolpite diverse sacre immaginette, e
fra
queste vi era quella del Sebeto. Il suo nome però
simo per la sua elegante figura, e diverse virtù che lo adornavano, e
fra
queste in grado eminente quella della castità. Di
or oggi si ammirano, credesi vicino agli scolgi Platamoni 1 in Napoli
fra
gli screpoli avere esistito il suo tempio, onde l
Gio : Maggiore. Correvano in queste feste i sacerdoti da disperati, e
fra
questi si annovera egli stesso il nostro Stazio,
ppresentanti questo Eroe, fanno credere di essere stato egli ascritto
fra
i Penati e gl’Iddj tutelari della Patria. Attesta
parenti, ed affini in contrassegno e conferma del comune attaccamento
fra
di loro. Proxima cognati dixere Charistia Chari
cognizione della nostra credenza, mentre noi facciamo la distinzione
fra
gli Angioli, ed i Demonj. 2. Il popolo Romano av
tissimi, che non avevano voluto giurare per il suo Genio. 1. Leggasi
fra
i moderni la stupenda canzone sulla Fortuna dell’
ano quei, che in seguito cantarono i pezzi di Omero. Molti critici, e
fra
questi il nostro Vico, credono, che il poema di O
to le orme di Virgilio. 1. Non appartiene a noi di fare il paragone
fra
Omero, e Virgilio. Un’ infinità di critici si son
tar questa favola. Leggasi Ovidio, e Virgilio nel 7. Dell’Eneide. 1.
Fra
tanti rispettabili personaggi che in Napoli godev
venne tradizionale e come inseparabile dai racconti ad essa relativi.
Fra
i poeti antichi meritano particolarmente d’ esser
ligentissimi studi non riuscirono a diffonder piena luce che su pochi
fra
i principali miti dell’ antichità classica. In co
nati dalle goccie di sangue sparse da Urano dopo la lotta con Crono.
Fra
essi erano Pallante, Efialte, Encelado, Alcioneo,
ivano facile argomento a rappresentazioni piene di energia e di vita.
Fra
le descrizioni poetiche di queste lotte chi non r
ulla Gigantomachia, il quale è a dolere non sia giunto intiero a noi.
Fra
l’ opere d’ arte, si potrebbero citare molte pitt
capo riconosciuto. In lui risiede la sapienza; egli è potente e, solo
fra
gli Dei, libero nel suo agire, non avendo altro l
e opere d’ arte, era la famosa statua di Fidia, della quale parleremo
fra
poco. 5. Al Zeus greco corrisponde il Iupiter dei
r della luce. Presiedeva all’ agricoltura, e come sovrano delle lotte
fra
gli elementi della natura, anche alle battaglie.
caduta dal cielo. Rifatto nell’ età di Pericle constava di tre celle
fra
loro raggruppate, e destinate alle tre Divinità,
inità, Atena Polias, Posidone e Pandroso. Il Partenone, il più grande
fra
gli edifizi dell’ Acropoli ateniese, imponente an
, quando la Vittoria vola a porgerle corona. Il serpente accovacciato
fra
i piedi e lo scudo è simbolo di Erittonio, mitico
ientale del Partenone, rappresentante l’ improvvisa comparsa di Atena
fra
gli Dei. Le statue romane di Minerva
liano l’ Apostata lo consultò. 3. Il culto di Apollo era diffusissimo
fra
i Greci, come generale doveva essere la venerazio
Italia meridionale furono il tramite per cui il greco Apollo penetra
fra
i Latini. E vi penetrò prima come dio della divin
io musicale, o infine il tripode proprio del dio augure e divinatore.
Fra
gli animali erano a lui sacri il lupo, il cervo,
dei rinomati cacciatori che con lei vogliono gareggiare; e ne provo,
fra
gli altri, lo sdegno Orione che ucciso dalle sue
nio di Afrodite si estendeva su tutta quanta la natura. La bellissima
fra
le Dee esercitava su tutti gli esseri, divini ed
redendosi ch’ ella esercitasse una benefica influenza sulla concordia
fra
i cittadini e sulla socievolezza tra gli uomini.
i primi corpi celesti che l’ immaginazione popolare doveva annoverare
fra
gli Dei, v’ era naturalmente il sole; di qui il d
lene greca corrisponde l’ italica Luna, oggetto di culto specialmente
fra
i Sabini e gli Etruschi. Un tempio a Luna Noctilu
d) Gli astri. 1. Alcuni tra gli astri devono essere annoverati
fra
gli Dei della mitologia. Tali anzitutto le stelle
no il suo levarsi di sera e l’ essere visibile tutta notte, splendido
fra
gli altri gruppi di astri, die’ luogo alla leggen
e la mia preghiera; giacchè tutto quanto v’ è di piacevole e di dolce
fra
gli uomini dal vostro intervento dipende, e se v’
ordine universale, rappresentante della legge, che regola i rapporti
fra
i varii esseri, epperò convocatrice delle assembl
e non potesse mai più abbandonare Atene). In genere poi Niche divenne
fra
i Greci simbolo di ogni vittoria e di ogni prospe
e) Iride. 1. L’ arcobaleno è sempre stato un simbolo dei rapporti
fra
cielo e terra; quiudi era naturale che Iride, la
specialmente dalle ultime poesie che vanno tra quelle di Anacreonte.
Fra
così ricca letteratura, basti ricordare la grazio
. Vi sono anche parecchie rappresentazioni di Amore e Psiche; celebre
fra
tutte il gruppo che è in Vaticano, il quale li ra
o in questo o in quel luogo, ma sempre in mezzo alla vergine natura,
fra
il tepore d’ un sole primaverile e in mezzo al do
alati, si veneravano anche a Smirne. Questa divinità fu pure accolta
fra
i Romani, e, come attesta Plinio, le fu anche ere
nno a Nemesi, e molte poesie a lei dedicate leggonsi nell’ Antologia.
Fra
i Latini, va ricordato Catullo che in uno de’ suo
Nemesi in modo affatto simile ad Afrodite vestita; ma nessuna statua
fra
le tante a noi giunte è stata con sicurezza ricon
gente. I fiumi poi, benefici portatori di lecondità alle terre, erano
fra
i Greci, oggetto di un vero culto. Avevano i loro
i, alle valli. L’ immaginazione le popolava di ninfe. Basti ricordare
fra
esse la sorgente Amaltea che die’ il nome al corn
i Romani, la cui immaginazione le popolava di graziose ninfe; celebre
fra
tutte la ninfa Egeria, quella che è ricordata nel
pie a indicare l’ abbondanza che è frutto dell’ irrigazione fluviale.
Fra
tante antiche statue a noi giunte, citiamo il bel
me; poi la Beozia, ricca d’ acque; poi varie regioni del Peloponneso,
fra
cui l’ Arcadia. Tra le città della costa, la più
edusa, fosse padre del noto cavallo alato Pegaso. Per questo rapporto
fra
il Dio del mare e il cavallo, là dove erano più i
el frontone occidentale del Partenone, dov’ era rappresentata la gara
fra
lui ed Atena; ma ci è giunta disgraziatamente in
ssandrina Callimaco, Euante ed altri presero a ritrattar questo tema;
fra
i Romani, Cicerone giovane scrisse su ciò un poem
tro figlio, finchè tutte due si gettarono in mare da un alto scoglio,
fra
Megara e Corinto. Dice Dante: Nel tempo che Giun
e dell’ Inferno stava per rapirla. Anche si favoleggiò d’ una contesa
fra
le Sirene e le Muse, nella quale le prime sarebbe
monia funebre da celebrarsi nell’ equinozio di primavera. I Coribanti
fra
urli selvaggi e strepitando col tamburi e co’ dis
buto costante di questa Divinità. III. Dioniso-Bacco. 1. Uno
fra
i più importanti Dei terrestri fu pei Greci antic
a chiedere la grazia di poter vedere l’ amante in tutta la sua maestà
fra
tuoni e lampi, fu involta dalle flamme di Zeus, e
così popolare e leggendario doveva tener desta l’ immaginativa anche
fra
le generazioni meno antiche. Dopo la spedizione d
tempio, poi di nuovo al Leneo, una piccola immagine in legno del Dio,
fra
mezzo a lieti cori inneggianti a Dioniso liberato
per i Greci, era Cerere pei Romani, come Dea delle biade antichissima
fra
gli Italici, ma molto presto confusa colla greca
E perchè odiosa è quasi sempre la morte, era detto Ades il più odiato
fra
tutti gli Dei. — Ma oltre questo aspetto truce e
ener per mezzo di lei vendetta contro Ino sua rivale (v. 432 e sgg.).
Fra
le rappresentazioni figurate, va menzionata la pi
mente credere che rimanesse sotterra; di qui la collocazione di Ecate
fra
gli Dei infernali. Quel che di arcano è proprio d
lcune Divinità minori, venerate dai Romani nell’ interno della casa e
fra
le pareti domestiche, e però oggetto di culto pri
dicevan larvae o le lemures. Che gli antichi credessero alla presenza
fra
di loro dell’ ombre de’ trapassati è prova la fes
zze di Piritoo, re dei Lapiti e di Ippodamia, alle quali i principali
fra
i Centauri erano stati invitati. Uno di questi, E
sero parte, a difesa dei Lapiti, Teseo e Nestore, amici di Piritoo. —
Fra
i campioni loro è da ricordare Ceneo, nato femmin
endere all’ Inferno. 2. Una vivace e colorita descrizione della lotta
fra
i Lapiti e i Centauri leggesi nel 12o delle Metam
la sua preda. Il figlio di Admeto e Alcestide, Eumelo di nome, figura
fra
gli eroi greci a Troia, e si la notare specialmen
na falange d’ uomini armati, i quali cominciano a lottar furiosamente
fra
di loro e ferirsi e uccidersi. Cinque soli rimase
trambi furono da Zeus ammessi all’ eterna vita dei Campi Elisi. Molti
fra
i motivi di questa leggenda sono certamente antic
siem soddisfa l’ occhio del riguardante. Il contrasto di carattere
fra
Zeto e Anfione è pure un motivo artistico frequen
ssero ordinate nell’ interno del tempio ovvero disposte separatamente
fra
gli intercolunnii di un portico, è questione che
o Eolo, nipote di Elleno. Omero lo qualifica il più avido di guadagno
fra
gli uomini; allusione probabilmente al cupido com
o discusso sull’ origine del mito di Sisifo. La situazione di Corinto
fra
due mari che senza posa ondeggiando ne sferzano g
le lotte poi coi’ mostri sono la solita traduzione mitica delle lotte
fra
il sole e i mostri delle tenebre. 2. La favola di
riava lavori poetici; Archiloco ad es. trattò in versi della ostilità
fra
Linceo e Danao, Eschilo e Frinico composero trage
emelli, Acrisio e Preto. Questi erano, secondo la favola, così nemici
fra
loro che già litigavano quando erano ancora nel s
ua Danae e con lei genero Perseo, che Omero dice il più ragguardevole
fra
tutti gli uomini. Quando Acrisio venne a saper qu
i figliuoli natigli da Andromeda fu il capo di una illustre prosapia;
fra
gli altri di Eracle, giacchè suo figlio Elettrion
e il tuono? Sicchè tu hai qui una rappresentazione della grande lotta
fra
gli elementi naturali. Infine il disco con cui Pe
no qua e là dei luoghi ricordanti le loro vicende, ma un inno intiero
fra
gli Omerici è in lode loro, e ivi già si rammenta
re il paterno regno, e cacciati alla lor volta i Mezionidi, avrebbero
fra
loro diviso la sovranità dell’ Attica in guisa ch
e compì una serie di fatti eroici. Generalmente se ne contano sei: 1º
fra
Trezene ed Epidauro uccise Perifete, un figlio di
alche volta anche la clamide e il petaso degli efebi attici. Su molti
fra
i pubblici monumenti ateniesi era scolpita la fig
be poi a lui sacrificato. Posidone esaudì la sua preghiera, e comparì
fra
le spume marine un magnifico toro, bello e forte
a riferito. Questo stesso tema si vede trattato in pitture vascolari,
fra
cui ricordiamo una bellissima su un vaso apulo ra
bene in origine le leggende a lui relative fossero diffusissime anche
fra
le popolazioni eolie, e in seguito sia di ventato
ne, Anfitrione lo mandò sul Citerone a pascolar greggi, e così rimase
fra
i pastori fino al diciottesimo anno d’ età. Compi
piedi di rame; era sacra ad Artemide, e soggiornava sul monte Cerinea
fra
l’ Arcadia e l’ Acaia. Era anche detta la cerva d
ne col desiderato cinto. A questa fatica si connettono altre, che son
fra
i parerga. Tra queste è da ricordare l’ avventura
a lui donò il suo areo e le sue freccie. Mentre il rogo ardeva, ecco
fra
lo scrosciar dei tuoni comparir una nuvola in cie
sebbene non ne sia ancora fissato il numero di dodici, e altre gesta,
fra
cui specialmente la spedizione contro Troia. Poi
intorno alla presa di Ecalia e alle ultime vicende dell’ eroe. Altri
fra
i racconti Eraclei per qualche lato ridicolo offr
di Alcmena e di Giove dà luogo a scene lepidissime e piacevolissime.
Fra
i poeti moralisti, Ercole divenne l’ ideale dell’
ole sopra tutte quella ov’ è rappresentata la lotta col toro cretese.
Fra
le imprese accessorie dette Parerga, quella che s
si scaglia in mezzo ai cacciatori, i quali vanno a gara per ferirla.
Fra
tanti dardi caduti a vuoto, il primo che ferì la
cioè l’ amore di Meleagro per Atalanta e l’ acerba morte dell’ eroe.
Fra
i Latini, illustro la favola con poetici colori O
nati balzarono su tanti guerrieri, egli per consiglio di Medea, gettò
fra
loro una grossa pietra, ond’ essi ciechi di furor
ove. La città fu presa e saccheggiata. Una buona parte del bottino, e
fra
essa Manto la figlia di Tiresia fu mandata a Delf
nture formarono l’ argomento di una poesia intitolata « Alcmeonide ».
Fra
i poeti lirici si ricorda Stesicoro il quale trat
ne » e la « Peribea. »52 Tutti questi lavori tragici ebbero imitatori
fra
i Latini; e si posson ricordar qui le Fenicie e l
rte, Eaco venne per la sua giustizia ascritto con Minosse e Radamanto
fra
i giudici dell’ inferno. Figli di Eaco furono Pel
. Crebbe aitante della persona e robusto di forza ed era il più forte
fra
gli eroi greci a Troia, sebbene in confronto dell
durre alla sua tenda. Achille sdegnato di questo procedere si appartò
fra
i suoi, rifiutando di prender più oltre parte all
che doveva aver per effetto la caduta di Troia. Trenta de’ più bravi
fra
i Greci si nascossero nel ventre di quell’ immens
nde dell’ Ades l’ ombra di Tiresia e molte altre di eroi ed e roi ne,
fra
cui anche sua madre Anticlea che gli dà desiderat
colli e bocche abitava nella sua tenebrosa inaccessibile caverna, sei
fra
i rematori d’ Ulisse furono miseramente afferrati
’ opera. Ella vinta promise fissar un giorno nel quale avrebbe scelto
fra
i Proci il suo secondo marito. Appunto allora Uli
co culto. 5. Le favole del ciclo troiano ebbero così larga diffusione
fra
i Greci che divennero come il pascolo intellettua
idi. Specialmente la tragedia s’ aggirò come nel suo proprio elemento
fra
argomenti del ciclo troiano; troppo lungo sarebbe
, al quale si volge con pietà e sgomento. E il padre nel mezzo, preso
fra
le spire dove sono più vigorose e tenaci, invano
fama in Corinto. — Ogni ciclo di leggende ha il suo vate e indovino;
fra
gli Argonauti c’ era Mopso figlio di Ampico, tess
e il primo citaredo, e come tale si diceva prediletto ad Apollo. Nato
fra
i Traci così famosi per la musica e Tarte del can
ano col suo nome eran naturalmente di elaborazione ben posteriore. 4.
Fra
gli artisti mitici il più celebre è Dedalo, del q
ano di Troia caduta e delle vicende dolorose serbate ai superstiti. —
Fra
i poeti Orfeo è il più celebrato; i lirici, come
pennacchi de’ nemici sospende alla pianta (in mio onore). Comuni son
fra
noi sempre le trombe di guerra, in comune risuona
infantile oblio Dormi entro il legno sinistro e inchiodato Di bronzo,
fra
le tenebre profonde, Nè ti curi de l’ onde Che ti
è Giove, fra’ maschi, Nettuno, Vulcano, Marte, Mercurio, ed Apollo, e
fra
le donne Giunone, Cerere, Vesta, Minerva, Venere,
ve venne egli con special culto adorato, o da qualche sua azione, che
fra
le altre più singolarmente brillava. Io però pens
ver sotto sembianza d’ un montone prestato soccorso a Bacco sitibondo
fra
deserti della Libia. Da Cretesi fù nominato Diesp
iè gli appare. Il diadema rëal gli forma il segno Del vasto impero, e
fra
conchigliè rare Erge il suo trono, e insiem posse
Sue nozze benchè in sua vece ebbe però il piacere d’impalmare Venere
fra
le Dee la più bella, la quale per altro niente ra
o delle sue infedeltà. Quali, e quanti figliuoli poi ebbe questo Dio,
fra
mitologisti non si acconviene, ad eccezione del s
entro le mura acciò degnato egli si fosse di conservar sempre florida
fra
cittadini la pace, l’altro fuori, acciò disdegnat
oppiatto a quella greggia appressandosi seco si trasse alcuni bovi, e
fra
le fronzure d’un bosco cautamente appiattolli. No
mortali gl’ abbandonati sensi di fraterno amore, e conchiudere quindi
fra
essi i più ammirabili trattati di amorevolezza, d
Dio de’ ladri : perchè abile a conciliare si gli Dei, che gl’ uomini
fra
loro, ambasciator di pace s’appella : come padre
te fortuna. Tale appunto fù il caso di questo gran Nume. Egli sebbene
fra
il sodalizio degli Dei uno de’ più rinomati si er
uochi detti dal suo nome Apollinari, e ne suoi sacrificii offerivansi
fra
gli animali più specialmente il toro, il porco, e
umile atteggiamento avanti ad Eolo, di promettergli in sposa Deiopea
fra
le quattordici sue Ninfe la più bella ; purchè qu
Ordinò questi ergersi in suo onore magnifico tempio in forma rotonda
fra
i due monti Palatino, e Capitolino per serbarsi q
hiaro quanto ella rapita venisse dalla amata sue castità. Suoi nomi.
Fra
gl’altri nomi con cui veniva riverita Minerva evv
i quali rapiti da tal prodigio di beltà concordamente la giudicarono
fra
le Dee tutte in ordine alla bellezza la prima. No
dell’Asia in 270 anni sotto l’architettura di Ctesifonte, annoverato
fra
le sette maraviglie del mondo per la magnificenza
indi Colonia degli Ateniesi, e de’Ionii si nobilitò a tale segno, che
fra
le Città della Ionia, dopo Mileto, fu la più glor
annati, e generò più figli. Perduto in Ciel il trono, e i primi onori
Fra
gli Arcadi salvossi da perigli, Donde piacque ist
i incivilizzò in modo i sudditi, gli benedisse in guisa la terra, che
fra
quelli ammirossi una inalterabile pace, e nel sen
tutti i petti. Or dà contento, ed or la doglia amara, Ma grande è più
fra
due contrarii oggetti, E di pace il piacer da lui
senno, e prudenza, colla caparra sicura d’essere un giorno annoverato
fra
Dei col bel titolo di Dio della Pace(1). Sue imp
le colui, che a un Nume tal si fida. Dichiarazione e sviluppo.
Fra
i tanti moltiplici diversi Dei, che finse la deli
tre giudici Minosse, Eaco, e Radamante, che là nel campo della verità
fra
il tartaro, e gl’Elisii alzando inesorabil tribun
ssi colla statua sulle spalle correvano quasi frenetici per le strade
fra
il trambusto di più suoni, altri quai buffoni con
pelo a pel gli scosse. E pur perder dovette ogni fierezza, E rimaner
fra
quelle orrende fosse : Anche tristo è il destin d
in esse a vagheggiarle lo sguardo vide la bella Proserpina primeggiar
fra
tutte per le sorprendenti sue doti. Tal vistosa f
piedi suoi diverse Torme, Ecco la Crudeltà, che atterra il tutto ; E
fra
i spenti da lei tranquilla dorme. Annotazioni
ione Canto. D ove trascorse il mio ferace ingegno Troppo
fra
folli sogni io deliria ; Su prendiamo un camin de
mortal sempre favella, Che gli solleva, anzi incoraccia il core, Che
fra
perigli suoi parve più bella, Perche figlia genti
reo spavento. Come suole apparir tra nubi il Sole, Tal’ essa apparve
fra
tempesta, e guerra, E col vasto poter di sue paro
rto sempre di sue grazie il fonte De’miseri innalzò fede, e speranza.
Fra
monti, ne’deserti, e in mezzo all’acquè, Fra bosc
nnalzò fede, e speranza. Fra monti, ne’deserti, e in mezzo all’acquè,
Fra
boschi, fra le fiere, e negli orrori Spesso abita
e speranza. Fra monti, ne’deserti, e in mezzo all’acquè, Fra boschi,
fra
le fiere, e negli orrori Spesso abitar senza timo
. Parte terza Delle istituzioni poetiche L a poesia prima
fra
le arti belle, al dir del melanconico cantor dell
un Davide, un Salomone, un Ezechia, un Tobia, e tanti altri, non che
fra
le donne istesse una Maria, un’ Anna, una Debora,
lle luoghi il primo epico della nostra Italia Torquato Tasso. Bastami
fra
i tanti riferirne sol due. Nel canto 18 nella mor
, e lagrima Piangendo il passo tremolo Presso di quella assidesi,
Fra
stipe secche, ed aride, E con lamento querulo E
sna vendetta. Ma tosto che avvicinasi Dice a compagni : armatevi
Fra
suoi guerrieri carmi Ecco il momento estremo, L
pena ch’essi arrivano In mar di sangue corrono A macellar si danno.
Fra
l’ombre van confusi Quai lupi fieri, ed avidi,
legge è il gran valor Cap. XII. Del verso martelliano. Se
fra
diversi moltiplici metri della toscana poesia mir
tronchi, che rimano insieme, il settimo, e l’ottavo son piani rimati
fra
loro, il nono è piano libero, il decimo è tronco
non son. Cap. XIV. Del novenario, e decasillabo. Qual son
fra
essi l’ombra, ed il Sole, tempesta, e serenità, t
iù bella, e grandiosa maniera, merita per ogni rapporto la preferenza
fra
i molti, e degno del pari si è d’essere il princi
primi quattro rimano alternativamente, e gli altri due immediatamente
fra
loro. Un tal metro è trattabile in ogni sorte di
tante a morte Innalzandola ancor col suo consiglio Da se stesso tornò
fra
le ritorte Senza temere il suo vicin periglio Da
ti gli istanti ardito cogliere. Or senti, e vedi se ti par possibile,
Fra
le sue ruberie pur questa annovero, Che ad ognun,
eroici alternativamente rimati, due altri sono ottonarii, che rimano
fra
loro, il settimo è quinario, che rima all’ottavo,
ngrato lo trasse dalle native onde, e lo menò al cielo in luogo degno
fra
le cestellazioni presso il Capricorno. Sua contes
lo perchè sorto per arte miracolosa di Nettuno fù tenuto pel principe
fra
destrieri distinto sotto il nome Hyppius, e Nettu
ma, figli del gran gigante Polifemo figliuol di Nettuno. I principali
fra
essi furono Bronte, Sterope, e Piraemone, secondo
ali sacerdoti poi giunte le calende di Marzo preceduti dal principale
fra
essi portavano per tutta la Città detti scudi, de
rium. Imperocchè se parlasi della profondità, e facondia nel dire chi
fra
tutti i banditori del vangelo fù di Paolo più sub
più eloquente nel perorare ? L’attesta la stessa controversia agitata
fra
gl’Etnici al riferir di S. Gio : Crisost : Hom :
poi sia stato a somiglianza di Mercurio vero legato, e nunzio di pace
fra
Dio, e gl’ uomini, Cristo, ed i fedeli non è cert
biata in questo animale, che fuggendo sempre la luce cerca nascondere
fra
le tetre ombre l’orroroso suo fallo Ov. ……….Cons
, ma chi ignora esser questo fornito di squame, e di aculeo ? Se avvi
fra
fiori chi è il simbolo della illibata castità ess
o appunto è il giglio, ma però questo si pregia di spuntare, e vivere
fra
le spine, onde esser da esse custodito, e difeso.
iena Pria che al sol gli occhi al pianto, e nato appena Va prigionier
fra
le tenaci fasce. Adulto poichè non più latte il p
er illustri azioni si erano resi celebri, furon anch’ essi annoverati
fra
gl’ lddii sotto il nome di Indigetes, tra’ quali
Secondo Esiodo nella sua Teogonia o Generazione degli Dei, i primi
fra
tutti furono il Caos, Gea o la Terra, ed Amore.
iamavasi l’ augel ministro del fulmine, o l’ augel ministro di Giove.
Fra
le piante a lui dedicate era il faggio e la querc
molti anni, fu egli secondo la favole portato in cielo, e annoverato
fra
gli Dei Indigeti sotto al nome di Quirino. Figlio
un pomo di oro colla iscrizione: Diasi alla più bella, nacque contesa
fra
Giunone, Pallade, e Venere chi averlo dovesse. Ma
nutrice nè la distolse, e scelleratamente le brame di lei secondando
fra
le tenebre della notte la guidò al letto del padr
alcuni vollero figlie di Bacco e di Venere stessa, altri di Giunone.
Fra
le piante a lei dedicato era il mirto, tra i fior
apre il seno alla produzione de’ vegetabili. Amore da Esiodo è posto
fra
i primi Iddìi, contemporaneo al Caos, e alla terr
lo chiamar aura, e agitandosi per dolore e per ira fece tale strepito
fra
le fronde, che Cefalo credendo nascosta ivi una f
auro per trasportare la statua. Ma intanto che su di ciò consultavasi
fra
i cittadini, un serpente uscito dal tempio attrav
cesi aver loro insegnalo le lettere, e date le leggi. Il più rinomato
fra
questi, Cioè il terzo, figlio di Giove e di Maia,
Pane, delle tre Parche, di Pitone, e del Cielo stesso e della Terra.
Fra
gli Dei terrestri prima a dover nominarsi è Pale
la Misia aveva egli il culto primario. Era tenuto come il più lascivo
fra
tutti gli Dei. La ninfa Loto da lui fuggendo fu t
Euridice moglie di Orfeo, questa fu morsicata da un serpente nascosto
fra
l’ erbe, e ne morì. Le ninfe compagne di Euridice
le; poi s’ istituì di sacrificargli un agnello, o una troja lattante.
Fra
le terrestri Divinità annoverate eran le Ninfe, d
ai funerali. Molti esseri astratti furono pur da’ Romani divinizzati.
Fra
questi la Dea Fortuna avea un nobile tempio in An
ano, cui fè rapir da un Delfino, che in ricompensa fu poi trasportato
fra
de costellazioni; e da essa ebbe Tritone che rapp
nimali, secondo Ovidio, rinacquero per se stessi dall’ umida terra, e
fra
questi il serpente Pitone che poi fu ucciso da Ap
ato dalle Ninfe in scarabeo. Capo II. Di Ercole. Il più celebre
fra
i Semidei e gli Eroi fu Ercole figlio di Giove e
secondo Ovidio, Alcmena pur giunta al termine stette per sette giorni
fra
acerbi dolori senza poter partorire, perchè Lucin
vorire il parto, impedivalo stando vicino all’ ara colle mani strette
fra
le ginocchia. Ma Galantide ancella di Alcmena di
ad Andromeda, Cefeo e Cassiopea portato incielo, ove tutti e quattro
fra
le costellazioni vennero collocati. Capo IV. D
campo, che fu detto Aleio, ed ei solo volò su in cielo, ove fu posto
fra
le costellazioni. Delle figlie di Preto, e di Ste
mbatter questo mostro invitar si dovettero tutti gli Eroi più famosi,
fra
i quali Apollodoro annovera, oltre a Meleagro, Dr
uesti di fatto, e tutti armati ma incominciarono tosto a distruggersi
fra
di foro, nè altri rimasero fuori di cinque soli:
r ordine del padre, come alcuni vogliono, o spontaneamente convennero
fra
di loro di regnare alternatamente un anno per cia
del modo onde superare gli scogli Cianei o Simplegati, che urtandosi
fra
di loro impedivano l’ uscita dal Bosforo: in rico
e datisi a fuga precipitosa, scosser dal cocchio Ippolito avviluppato
fra
le redini, e strascinandolo per bronchi e sassi m
ocinto di essere sacrificato a Diana. Ma una virtuosa gara qui nacque
fra
i due amici, perciocchè Pilade per salvarlo si fi
Nè men solleciti furono i Troiani ad armarsi e procacciarsi alleati.
Fra
i Troiani i principali guerrieri furono Ettore, P
lido, poser a Troia il formale assedio. Ma grave rissa dappoi insorse
fra
Agamennone ed Achille, per cui questi lungo tempo
abile. Grave battaglia per riavere il corpo di Achille insorse allora
fra
i Greci, ed i Troiani; ma Ulisse recandoselo sull
un gran monumento sul promontorio Sigeo. Ma forte contesa poi nacque
fra
Ulisse ed Aiace per aver le armi di Achille, cui
vò il mar burrascoso alle pietre erranti; passò lo stretto di Messina
fra
Scilla e Cariddi, ove Scilla colle sei teste gli
opportuni concerti, condotto da Eumeo alla città, si pose a mendicare
fra
i Proci, dai quali sofferse pazientemente insulti
essendo niuno di essi riuscito a tender quell’ arco, Ulisse, avutolo
fra
le mani col titolo di farne prova, incominciò col
itati dai Greci, di non fidarsi a passar lo stretto troppo pericoloso
fra
Scilla e Cariddi, ma di circondar la Sicilia, di
vano i bambini, i condannati a ingiusta morte, i suicidi, gli amanti,
fra
quali era Didone che fuggì da lui dispettosa, e i
cercò di trarre al suo partito quanti potè de’ principi dell’ Italia,
fra
i quali Mezenzio, che per le sue crudeltà era sta
uccisi. Enea ricevè intanto da Venere le armi fabbricate da Vulcano,
fra
cui lo scudo, ove erano effigiate le future impre
ndosi nel fiume Numico spogliasse la natura mortale, e fosse in cielo
fra
gli Dei Indigeti annoverato. Lasciò nel Lazio suo
oli otto anni dopo li percuote di nuovo, e ritorna uomo. Nata contesa
fra
Giove, e Giunone, quale de’ due sessi provi piace
ultar l’ oracolo, di Ciato, promettendo alla moglie Alcione di tornar
fra
due mesi. Naufraga nel ritorno, e il suo corpo è
lavandosi nel fiume Numico spogli la natura mortale e sia annoverato
fra
gli Bei. Parte II. Capo XIII. Vertunno per vincer
lungo sarebbe l’ annoverare gli oracoli si rendevano in altri luoghi.
Fra
le donne che professarono di conoscere, e di pred
Lamea; 3. La Delfica da Diodoro chiamata Danfe; 4. La Cimmeria, nata
fra
i Cimmerî d’ Italia secondo Nevio e Pisone; 5. L’
uoghi. Le feste per ordinario accompagnate eran da’ pubblici giuochi.
Fra
questi i più famosi giuochi nella Grecia erano 1.
‘l fuso, e fecersi indovine ; « Fecer malìe con erbe e con imago. »
Fra
tutti gli Argonauti distinguevasi Giasone per avv
o per andare a compiere altre illustri imprese, delle quali parleremo
fra
breve in altri capitoli. In questo convien contin
etra. Anzi gli scrittori filosofi che studiano le origini storiche, e
fra
questi principalmente il Vico, asseriscono che il
i questo nome, e ad un solo Ercole si ascrissero le imprese di tutti.
Fra
i molti Eroi di questo nome (Cicerone ne conta 6
dinarie imprese di Ercole, non comandate a lui da Euristeo, parleremo
fra
poco. Qui convien dire che quando egli fu giunto
dell’umano ardire. Gli Spagnoli coniarono con questa iscrizione posta
fra
due colonne le loro monete, dette perciò volgarme
iancheggiava di ossa umane delle sue vittime. Giunse Ercole nel piano
fra
quel monte e il Tevere, con le mandre tolte nella
enti di Eracle, che è il greco nome, come abbiam detto, di Ercole. Ma
fra
tutte le mogli di lui merita special menzione Dei
mprese eroiche, avesse avuto la debolezza di filare, vestito da donna
fra
le ancelle di Onfale regina di Lidia ; e fu detto
09. Il quale parla molte volte di questo toro nelle sue opere, e dice
fra
le altre cose, che essendo conservato in Agrigent
uali invece rimasero quasi tutti o uccisi o feriti113. Non v’era però
fra
questi il Centauro Chirone, che fu il più umano e
auro Chirone, che fu il più umano e il più sapiente e dotto, non solo
fra
i Centauri (il che non sarebbe un gran vanto) ma
dotto, non solo fra i Centauri (il che non sarebbe un gran vanto) ma
fra
tutti gli antichi Eroi ; e di lui dovremo parlare
straordinario o singolare, la maggior prova d’impareggiabile amicizia
fra
Teseo e Piritoo si trova nell’essersi aiutati sca
corte Tebana, fiera materia di ragionare, come direbbe il Certaldese.
Fra
i successori di Cadmo, circa due secoli dopo la f
colte tutte le sue forze, con un pugnale, che portava sempre nascosto
fra
le vesti, uccise proditoriamente Polinice, e vede
le un figlio che fu il famoso Diomede, il più valoroso, dopo Achille,
fra
tutti i capitani greci che andarono alla guerra d
e biche. » Eaco per la sua bontà e giustizia fu posto dopo la morte
fra
i giudici dell’Inferno, come dicemmo parlando del
te della Propontide, dell’Ellesponto e dell’Egeo ; nella qual regione
fra
l’Ellesponto ed il monte Ida esisteva l’antica e
avano pentiti della promessa e indugiavano a bella posta, e mancavano
fra
gli altri quei due famosi Eroi che meritarono in
ffrirle nelle corti alle principesse ed alle loro ancelle ; ed avendo
fra
i monili donneschi portato ancora una finissima a
lla. Il poema comincia dal narrare la causa che produsse l’inimicizia
fra
Achille ed Agamennone, e termina con la morte e l
ire non solamente le cose ma pur anco le persone e dividersi le prede
fra
i combattenti. Le persone divenivano schiave ed e
loro soccorso personalmente e perderon per essi la vita in battaglia.
Fra
questi v’eran due Semidei, cioè Sarpèdone figlio
atosi dietro l’isola di Tènedo, venti e più miglia distante. Nè mancò
fra
i Troiani chi proponesse d’incendiar quel cavallo
i Enea dunque sarà necessario parlare a lungo in un capitolo a parte.
Fra
gli episodii però dell’eccidio di Troia uno dei p
o di trattenerlo e di commuoverlo a rendergli la figlia ; e sul suolo
fra
i piedi di Pirro giace moribondo Polite, uno dei
Ritorno dei Greci in patria Incendiata la città di Troia, e divise
fra
i vincitori le prede, nessun’altra maggior premur
gno di Epiro, e formarono la dinastia detta dei Pirridi o Eàcidi 138,
fra
i quali il più celebre è quel Pirro re di Epiro c
ulla costa settentrionale dell’Affrica ; quindi nel paese dei Ciclopi
fra
l’Affrica e la Sicilia ; di là nell’Eolia, ossia
frica e la Sicilia ; di là nell’Eolia, ossia in una delle isole Eolie
fra
la Sicilia e l’Italia, e inoltre nel territorio d
passò davanti all’isola delle Sirene lungo la costa di Napoli, e poi
fra
Scilla e Cariddi nello stretto di Messina, e si f
vvenne ad Ulisse nel paese dei Lestrìgoni di cui era re Antifate, poi
fra
Scilla e Cariddi e nella caverna del Ciclope Poli
mettean grida, e le mani « Nel gran disastro mi stendeano indarno. «
Fra
i molti acerbi casi, ond’io sostenni « Solcando i
rad. di Pindemonte.) Ma se Ulisse nell’andare in Sicilia potè passare
fra
Scilla e Cariddi con la perdita soltanto di 6 com
e presi de’ nostri « Rotargli a cerco, e sbattergli e schizzarne « In
fra
quei tufi le midolle e gli ossi. « Vist’ ho quand
Divina Commedia. Anzi è qui da notarsi una gran diversità di opinione
fra
Omero e Dante rispetto alla stima da aversi dell’
ia e nella Persia, da tempo immemorabile, e si mantiene tuttora anche
fra
i Chinesi e i Musulmani. Gli Ebrei ne appresero i
e facevano non solo i filosofi ma ancora i più celebri antichi romani
fra
religione e superstizione, asserisce formalmente
antichi, che Tiresia fosse chiamato a decidere una questione insorta
fra
Giove e Giunone, se cioè fosse più felice la cond
articolarità relative a questa scoperta ed alla questione di priorità
fra
il dott. Schliemann e il Calvert, può leggere la
come è d’uopo, affrena e regge. « Eglino impetuosi e ribellanti « Tal
fra
lor fanno e per quei chiostri un fremito, « Che n
Questa regione dell’Eolia non è già quella dell’Asia Minore situata
fra
la Troade e l’Ionia, e detta più anticamente la M
elle isole chiamate ancora oggidì Eolie, o di Lipari, nel mar Tirreno
fra
la Sicilia e l’Italia. Il nome stesso di Eolo, ch
sonalità e porle in azione. Soltanto del più impetuoso e del più mite
fra
loro, cioè di Borea e di Zeffiro, narrano breveme
poi perchè invece di fare in principio la bisezione dell’angolo retto
fra
i punti cardinali e quindi suddividerlo, ne fecer
ti formato dai punti cardinali spirassero quei loro Venti intermedii.
Fra
Borea ed Euro spiravano Aquilone e Volturno ; fra
o Venti intermedii. Fra Borea ed Euro spiravano Aquilone e Volturno ;
fra
Euro e Noto, Subsolanus e Austro ; fra Noto o Zef
piravano Aquilone e Volturno ; fra Euro e Noto, Subsolanus e Austro ;
fra
Noto o Zeffiro, Affrico o Libico e Favonio ; fra
ubsolanus e Austro ; fra Noto o Zeffiro, Affrico o Libico e Favonio ;
fra
Zeffiro e Borea, Cirico o Iapige e Cauro o Coro.
del Carro, ossia dell’Orsa maggiore giaceva tutta sovra’l Coro, cioè
fra
settentrione ed occidente, ossia presso a poco a
l Nume in fasce, si ponessero a ballare suonando i cembali e battendo
fra
loro molti scudi di bronzo. 30. Finalmente questa
ed Espero (altri dicono Meneceo) (507). Forse passa qualche relazione
fra
questo Giapeto dei Greci e quell’ Jafet che la Ge
mortali ; E le pure virtù, candide e belle, Gîro a splender nel ciel
fra
l’ altre stelle. Un cieco e vano amor d’ onori e
’aure e i bei raggi solari, Fu fatta in mille parti, e posto il segno
Fra
cittade e città, fra reguo e regno. Va il ricco p
olari, Fu fatta in mille parti, e posto il segno Fra cittade e città,
fra
reguo e regno. Va il ricco peregrino al suo viagg
inutile e deserto, Pria che veder che il tutto si consumi Ultima andò
fra
i più beati Numi. 35. I Romani onorarono Gian
ili, Che recando con sè parte del cielo, Sotto spoglie mortal scendon
fra
noi. Di quel, candido foco ardono i petti, Pronti
an più bel colore. Quest’ era il maggior fin della sua mente, D’ aver
fra
le compagne il primo onore. Intanto il novo amant
gli solo si arrogava il diritto di creare gli uomini, si concertarono
fra
di loro, e formarono una donna facendole ciascuno
nutro, gr.) che aveva allattato Giove, ebbe l’onore d’esser collocata
fra
le Costellazioni (676) co’suoi dodici capretti ;
e questo nome. Perciò tanti popoli diversi vantavano Giove esser nato
fra
loro, e additavano sì gran numero di monumenti pe
ebbe un celebre tempio annoverato, al pari del colosso di Rodi (135),
fra
le sette maraviglie del mondo. Questo edifizio lu
ra di Vulcano (270). Morta questa principessa, la sua corona fu posta
fra
le costellazioni. 153. Le feste in onore di Bacco
i noto il bellissimo Ditirambo del Redi, intitolato Bacco in Toscana.
Fra
gli antichi, niuno forse meglio d’ Anacreonte gre
esentata dai Greci, era l’immagine della donna virtuosa, della eletta
fra
le creature, di quell’essere che, quando si mostr
93. Oceano e Teti generarono Nereo e Dori o Doride, i quali sposatisi
fra
di loro ebbero per figliuoli quell’infinito numer
siccome é d’uopo, affrena e regge. Eglino impetuosi e ribellanti Tal
fra
lor fanno, e per quei chiostri, un fremito, Che n
glie come se di fuoco uscite » s’alzavano su quella terra sconsolata,
fra
ardenti fornaci, popolate di orribili mostri che
e, incendj : Voi mille aspetti avete, e tutti orrendi : Feroce Aletto
fra
le dense schiere Un re tiranno, a lui sol nota, a
Però lo faremo come disopra, e volto verso la notte ponendogli dietro
fra
le gambe una grande stella, la quale fosse quella
i poi degli amici solevano offerir latte, miele, vino e profumi. 244.
Fra
i grandi colpevoli che furono precipitati nel Tar
ura bene impresse nell’intelletto quando sono vestite delle più dette
fra
le greche immagini. 280. Il fonte d’Ippocrene, di
le Dio dei pastori, dei boschi e dei prati, egli tenne il primo posto
fra
le agresti divinità, c fu collocato in cielo ove
arve ; e il sa d’Egitto La Donna augusta, che il mortifer angue Porse
fra
i fiori avvolto al seno invitto….62 Dai profumi
rci ; quindi ebbero anche il nome di Querculane. 320. La più celebre
fra
le Nereidi fu Teti, ed era tanto bella che Giove
no per essere protettori delle città e degl’imperi, e venivano scelti
fra
gli Dei primari dell’Olimpo o fra gli eroi deific
tà e degl’imperi, e venivano scelti fra gli Dei primari dell’Olimpo o
fra
gli eroi deificati ; ma spesso andavano ancora co
umo e fiamme ; ma fu inutile, perchè il figliuolo d’Alcmena strettolo
fra
le robuste sue braccia lo soffocò. Dante che lo t
a morte d’ Ercole, che si privò della vita. 399. Ercole fu annoverato
fra
gli Dei, e accolto in cielo, dove sposò Ebe (87)
corona d’ oro, capo d’ opera di Vulcano (270), e che fu poi collocata
fra
gli astri. 419. Il Laberinto era un vasto recinto
vasto recinto, pieno di stanze e di corridori méssi in comunicazione
fra
loro per mezzo d’ innumerabili andirivieni, sicch
86 in vicinanza del lago Meride non lungi da Arsinoe, e fu annoverato
fra
le maraviglie del mondo. Conteneva tremila stanze
na che in astronomia, e precettore d’ Achille (536) e d’ alcuni altri
fra
i principali eroi della favola. Il tessalo maest
po che ebbero compito questo ratto, pattuirono che la sorte decidesse
fra
loro chi dovesse essere il possessore della rapit
I cavalli spaventati si danno a fuga precipitosa, trascinano il carro
fra
gli scogli, e il giovine sventurato cadendo è fat
infestavano ; e per questo beneficio meritarono d’ essere annoverati
fra
gli Dei marini. Così avevano sacrifizj di candidi
ndi suo padre lo cangiò in cigno ; e la celebre sua lira fu collocata
fra
gli astri con una corona di nove bellissime stell
il gentile sonetto del Parini, intitolato Il Lamento di Orfeo. Qual
fra
quest’erme, inculte, orride rupi, Che han di nevi
to in salvo Arione. Quel delfino per ricompensa fu collocato da Giove
fra
gli astri, in una costellazione vicina a quella d
otesilao (556), Idomeneo (558), Palamede (583), Ulisse (568) ec. 525.
Fra
i Trojani furono Priamo (587), re di Troja, e cap
spiegò molto valore, e propose a Paride (597) di terminare la contesa
fra
di loro con un duello, a condizione che Elena res
o : ………Invano Si preme un violento Genio natio, che diventò costume.
Fra
le sicure piume Salvo appena dal mar giura il noc
esto Achille diventò il primo eroe della Grecia ; ma una contesa nata
fra
lui ed Agamennone privò lungo tempo i Greci dell’
, Gridò, nè inutili le sue parole Volâr pel cielo. Corso il magnanimo
fra
mille spade, E i giorni a Nestore comprò co’ suoi
osi, quando Bellona entro le navi Addensava gli Achei, vide sul vallo
Fra
un turbine di dardi Ajace solo Fumar di sangue ;
ea l’elmo e lo scudo, i vincitori Impaurir col grido, e rincalzarli :
Fra
le dardanie faci arso e splendente Scagliar rotta
564. Dopo la morte d’Achille, Ajace ed Ulisse (563) vennero a contesa
fra
loro per ereditare le armi di quell’eroe. I capit
Sicilia, dove Polifemo, figliuolo di Nettuno (185), e il più possente
fra
loro, lo rinchiuse nella propria caverna con tutt
fatto anch’ esso altrettanto, sbucarono tutti dalla caverna, passando
fra
le gambe del gigante mentre il suo gregge usciva
dopo averla lungamente cercata, la trovò quasi mentecatta ed errante
fra
i sepolcri de’suoi figliuoli periti tutti sotto i
i cui trarrammi in breve L’empia doglia alla tomba. Oh fosse ei morto
Fra
le mie braccia almen ! Cosi la madre, Che sventur
esservi stata invitata, comparve in mezzo a una nube, e lasciò cadere
fra
le Dee un pomo d’oro sul quale era scritto, per l
pposta spiaggia d’Europa.121 Ma i genitori degli sposi, avuta querela
fra
loro, li costrinsero a non più vedersi. Nonostant
amata Parnaso (123). 649. Solamente Deucalione, che era il piu giusto
fra
gli uomini, e Pirra sua moglie, che era la donna
Tebe. Un giorno incontrò sul monte Cillene due serpenti avviticchiati
fra
loro, li colpì con la sua verga, e tosto diventò
la terra inghiottì lui ed il suo carro. 663. Dopo morte fu collocato
fra
gli Dei ; e gli Oropi, popolo dell’ Attica, gli a
la sua statua : Antipatro figliuolo di Clinopatro, Milesio, il primo
fra
gl’ Ionj ottenne la vittoria d’ Olimpia. — Teagen
formi o leggiadre. Ma co’ rischi un gran cor non si consiglia. Perchè
fra
quelli cui morir conviene Alcun trapassa i gelid’
erra, Se alcun s’allegra di beato evento, Lui tien, lui saggio chiama
Fra
i miglior cittadin pubblica fama. Ma se non oro,
riso dalla moltitudine, mentre il vincitore seguitava la sua carriera
fra
gli applausi. Giunto solo alla meta, ne staccò la
nciampo di quello ch’era rimasto per via, incominciarono a gareggiare
fra
di loro, rianimando le speranze, e finalmente giu
arivano. Intanto l’umiliato Cretese si sollevò dall’arena, e ne parti
fra
le amare derisioni. Il vincitore, accompagnato da
ere del sole era il certame Delle quadrighe, in campo anch’egli venne
Fra
molti aunghi. Achivo l’un ; di Sparta L’altro ; d
diè nella meta ; entro le rote L’asse spezzò ; precipitò dal carro ;
Fra
le briglie s’avvolse, e per lo circo Dileguaronsi
po. Credesi che il Sagittario sia il Centauro Chirone (430) collocato
fra
gli astri. 686. Nel Capricorno s’intende che il s
sette volte Con sette giri al tumulo s’avvolse. Indi strisciando, in
fra
gli altari e i vasi Le vivande lambendo, in dolce
e d’oro. Stupissi Enea di cotal vista ; e l’angue Di lungo tratto in
fra
le mense e l’are, Ond’era uscito, alfin si ricond
ual protettrice di Parigi. Quei popoli credevano ch’ella fosse giunta
fra
loro sopra una nave, ed alcuni scrittori danno qu
cose, ed era chiamato per antonomasia il Dio dei Corvi ! 743. Genii.
Fra
questi, tutti quasi di sesso femminile, prima è G
custode dei pomi mangiati dagli Dei a preservativo dalla vecchiezza.
Fra
i men noti di sesso maschile si notano Balder pot
a da danze. 7. Avvertiremo ora per sempre che i nemi di parentela
fra
gli enti mitologici non sono altro che un parlar
regina, o più veramente per ragione di stato, asserì di averla veduta
fra
le costellazioni ; e Callimaco, famigliare di Con
ava presso al capo Sigeo e all’Ellesponto, nella pianura del Mendere,
fra
l’ Ida e il mare. 96. La descrizione che Omero
germente sugli altri con qualche osservazione che sia ad essi comune.
Fra
tutti quanti gli Oracoli, il più celebre del mond
llo284). Delfo (oggi Kastri), città della Focide nell’Acaia, situata
fra
il monte Cirfide e il monte Parnaso, conteneva fr
ell’Acaia, situata fra il monte Cirfide e il monte Parnaso, conteneva
fra
le sue mura il tempio e il famosissimo oracolo di
lla tetraggine del luogo e dalla alterazione della loro fantasia285).
Fra
tutti gli altri Oracoli di Apolló il più notabile
crate a Giove ; 2° dal romore dei bacini di bronzo sospesi a contatto
fra
loro, e ciecamente o a caso percossi ; 3° dal mor
bari dalla vita selvaggia e brutale e condurli a collegarsi ed unirsi
fra
loro in un più umano consorzio. Quel che di Orfeo
so Machiavelli dice chiaramente e senza bisogno d’interpretazione : «
Fra
tutti gli uomini laudati sono laudatissimi quelli
almente bene diversi strumenti musicali ; e dimorando nel mar Tirreno
fra
la Sicilia e l’Italia meridionale attraevano col
l dolce far nulla degli Italiani226. Alcuni naturalisti (specialmente
fra
gl’Inglesi) danno ancora il nome di Sirene ai cet
ri, detti comunemente Lamentini (Manatus), che formano la transizione
fra
le balene e le foche, e la cui forma, nelle parti
icorra alla mente anche Cariddi, essendo questi due termini collegati
fra
loro nel detto proverbiale : trovarsi fra Scilla
uesti due termini collegati fra loro nel detto proverbiale : trovarsi
fra
Scilla e Cariddi, e collocati fronte a fronte geo
a. L’antico volgo esagerò i pericoli che v’ erano a passar lo stretto
fra
Scilla e Cariddi ; e i poeti, incominciando da Om
ericolo senza incappare nell’altro, ne derivò il proverbio : trovarsi
fra
Scilla e Cariddi 230. Se qualche pericolo v’era a
sti osato sacrificarle vittime umane furono da essa cangiati in toro.
Fra
gli alberi le era dedicato il mirto. Fra i fiori
no da essa cangiati in toro. Fra gli alberi le era dedicato il mirto.
Fra
i fiori le si consacrava la rosa, che di bianca q
ssa allorquando fu bagnata dal sangue di Adone puntosi con una spina.
Fra
i figli di Venere si contano Amore e le tre Grazi
n Efeso il più magnifico tempio che si fosse mai veduto ed annoverato
fra
le sette maraviglie del mondo dagli antichi. Ques
esti per compensare il delfino del servigio a lui renduto, lo collocò
fra
gli astri ove forma la costellazione che porta il
vedere che trovasi nella Galleria del Gran Duca di Toscana a Firenze.
Fra
le statue antiche questa è quella che ha meno sof
ito per tentare di piacere ad esse. È forse questa la ragione per cui
fra
tutte le divinità furon esse le sole che vissero
onfuso. Si rappresentava cieco ; dicesi ehe fosse zoppo quando veniva
fra
noi e mettesse le ali nel partirsene. Distribuisc
me paterno, fu cangiata in un canneto e dal suono che fecero le canne
fra
lor percosse, prese poscia l’idea di far la zampo
n banchetto cui d’ordinario intervenivano i villici di quei contorni.
Fra
le cerimonie di quella festa, pur quella praticav
agionevole. Presiedeva ai trattati e alle convenzioni che hanno luogo
fra
gli uomini, e teneva mano affinchè tutto fosse es
lo senza Sole. Si danno molte interpretazioni alla favola di Fetonte.
Fra
le tante adottate avvi quella che Fetonte fosse u
olla quale fu da quasi tutti i moderni confusa. Si disse la più bella
fra
le Ncreidi. Giove, Nettuno e Apollo volevano spos
roatrice, erano come automati che si credevano animati. Dedalo aveva
fra
i suoi allievi un nipote per nome Ascalo, noto an
ombra di queste foglie incontrasti la donna che ti rese il più felice
fra
i mariti e fra i padri ; tu allora benedicesti qu
foglie incontrasti la donna che ti rese il più felice fra i mariti e
fra
i padri ; tu allora benedicesti quest’officiosa q
hiacciò. Galatea gittossi in mare e si unì alle Nereidi sue sorelle.
Fra
le Nereidi debbesi far cenno di Aretusa una delle
sorprendente. Con uno di questi pomi la Discordia pose lo scompiglio
fra
le Doe. Col medesimo frutto Ippomene raddolcì la
ilia, che inghiottiva le navi ed i naviganti che sovr’essa passavano.
Fra
Messina in Sicilia e Reggio in Calabria vi ha un
ulla per farlo divorare ; ma il fanciullo, senza atterrirsi, li prese
fra
le mani e li pose in pezzi. Giunone per le preghi
eo e Cassiopea furono dopo la loro morte portati in cielo e collocati
fra
le costellazioni. Atlante Atlante figlio d
Calidona e secondo alcuni alle due guerre di Tebe. Rapì alcune donne
fra
le quali Elena, Arianna e Fedra, ma le restituiva
ma le restituiva quando non se ne compiacevano. Ne abbandonò alcune,
fra
le altre Arianna. Accompagnò Ercole nel combattim
del modo onde superare gli scogli Cianei o Simplegadi, che urtandosi
fra
di loro impedivano l’uscita del Bosforo, e Giason
l quale si uccise nella caduta. Il cavallo volò in cielo ove fu posto
fra
le costellazioni. Bellerofonte lasciò due figli,
dizione è celebre nell’antichità sotto il nome di caccia di Caledone.
Fra
i concorrenti trovossi Atalanta giovine principes
consacrato a Teti, perchè dicesi che quest’uccello cova su l’acqua e
fra
le canne. Gli antichi lo risguardavano come un si
are Giano con due facce, per dinotare che la regia potestà era divisa
fra
questi due principi, e che lo stato veniva dai co
r ordine del padre, come alcuni vogliono, o spontaneamente convennero
fra
di loro di regnare alternativamente un anno per c
ocinto di essere sacrificato a Diana. Ma una virtuosa gara qui nacque
fra
i due amici, perciocchè Pilade, per salvarlo, si
ardavansi come avvisi spediti dagli Dei di ciò che aveva a succedere.
Fra
le cerimonie religiose dei gentili bisogna annove
le vere cause di queste guerre convien risalire al patto di famiglia
fra
Titano e Saturno, la cui violazione produsse nel
poteva anche riguardarsi come una collisione di diritti o di pretese
fra
due famiglie dinastiche ; ma la seconda era stima
bella Trinacria, cioè la Sicilia, caliga, ossia cuopresi di caligine,
fra
Pachino e Peloro (ove appunto è situata l’Etna),
o il nome di Phlegrœi Campi, ed anche di Forum Vulcani alla Solfatara
fra
Pozzuoli e Napoli. 75. Perciò Giovenale parlan
endo il tuono cattedratico proseguirebbe : « È il solfo il più comune
fra
i mineralizzatori di diversi metalli, e segnatame
lle sostanze proteiche di provenienza di ambedue i regni organici ; e
fra
i prodotti che son propri degli animali si distin
adizione religiosa. Ma l’incredulità s’era già da molto tempo intrusa
fra
i sacerdoti, ed avea fatto grande avanzamento per
e delle immaginazioni orientali, dalle comunicazioni rese più facili
fra
i varj popoli, dal contrasto o dalla confusione d
atto per durare quanto l’impero medesimo. Villemain. Prima lotta
fra
il politeismo ed il cristianesimo. 747. Allor
che la voluttà ; e le sette più severe nella loro origine, degenerate
fra
breve da un’austerità presa ad imprestito, per op
a, mentre, sapendo d’esser peregrina in terra, non ignora che ritrova
fra
gli estranei facilmente i nemici ; ma essendole n
del cittadino particolare. Il pudore e l’umanità non si annoveravano
fra
le virtù. La classe più numerosa era schiava ; le
asse più numerosa era schiava ; le società ondeggiavano continuamente
fra
l’anarchia popolare ed il dispotismo : ecco i mal
aggio sopra la terra è il più grande avvenimento che avesse mai luogo
fra
gli uomini, poichè la faccia del mondo cominciò a
della natura umana e selvaggia, volendo abbracciar Siringa, si trova
fra
le baccia le canne — Issione preso di amore per G
perdere più tempo in interrogare i monumenti letterarii a noi rimasti
fra
gli avanzi e la polvere dell’antichità più remota
sole, lo prende per la luce-civile, ossia per la nobiltà degli eroi.
Fra
la gran farragine delle cose, che egli accumula i
no dalla parola medicurrus, mediuscurrens, ossia come colui che corre
fra
due, o nel mezzo, cioè che Mercurio sta sempre in
, quasi medius currens, perchè la parola o il discorso corre di mezzo
fra
gli uomini ; e si disse ερμης da’greci, posciachè
sti e le piacevolezze, la violenza e le blandizie non vanno d’accordo
fra
loro, così non possono andar congiunte neppure pe
er natura ; e, quando per ventura queste cose avverse si contemperano
fra
loro, sorge un non so che di nobile e di bello, a
al grembo delle acque, passò per aver avuto da quelle il suo nascere.
Fra
i piccoli pianeti è dessa la sola, che porge dell
endere, che le virtù personificate nelle Muse non vanno mai disgiunte
fra
loro, e che le discipline e le arti traggono la l
letto il canto e le ridde, ed aveva sempre con seco musici e cantori,
fra
i quali nove leggiadre donzelle molto intente al
favola vuole figlio della terra, con sollevarlo in atto strozzandolo
fra
le sue braccia, scorgendo di non poterlo uccidere
eminandone i denti, ne nacquero uomini armati, che poscia si uccisero
fra
loro, pochi in fuori, che ebbero parte a fabbrica
inde geniti, o in diis agentes, cioè generati sulla Terra, o ascritti
fra
gli Dei. E per quanto possa questo vocabolo sembr
l aere, e diamo uno sguardo fugace alla remota Età eroica, che spunta
fra
le caligini mitologiche e si estende sino alle se
meditazioni dei più grandi filosofi e pubblicisti (e basti rammentar
fra
questi il Vico e Mario Pagano), perchè vi si trov
r la necessità di studiare i tempi eroici, che sono come il Medio Evo
fra
la Mitologia e la Storia, e che perciò hanno la s
lo su quell’animale, lo spinsero in mare per farsi trasportar da esso
fra
le onde sino alla Colchide. Ma nel passar lo stre
e ebbe termine nella Colchide ov’era diretto. Questa regione, situata
fra
il Ponto Eusino o Mar Nero, il Caucaso e l’Armeni
nostri novellieri. Gli Argonauti sapevano soltanto che quel paese era
fra
settentrione ed oriente, e in quella direzione vo
ell’omicidio ; e perciò mette Giasone nella prima bolgia dell’Inferno
fra
i dannati che eran puniti « Da quei Dimon cornut
ogi che il Cielo fosse composto di questi due più leggieri e più puri
fra
i 4 elementi del Caos. Erravano dunque meno del f
va esser la moglie del Cielo ? La Terra : non v’era da sceglier molto
fra
i quattro elementi, poichè avevan considerato il
vvide il poeta ch’io stava « Stupido tutto al carro della luce « Ove
fra
me ed aquilone entrava. » 20. Il Giusti parland
oltura a Trittolemo figlio di Celeo re d’ Eleusi, (antica città greca
fra
Megara e il Pireo), e che questi sul carro di Cer
perchè, dice Ovidio, scava col suo grifo le biade sacre a questa Dea.
Fra
i supposti miracoli fatti da Cerere, oltre alla t
Cerere fu dato al primo degli asteroidi (pianeti telescopici situati
fra
Marte e Giove), scoperto dal Piazzi nel primo gio
sse tacere le male lingue. Le Feste Caristie erano un solenne convito
fra
i parenti ed affini che si riunivano annualmente
sopire in mezzo alla comune letizia qualche discordia che fosse nata
fra
taluni di loro nel corso dell’anno. Alcuni fanno
alla capra che fu la sua nutrice nell’isola di Creta. Aveva un tempio
fra
i due boschi dell’asilo di Romolo. Si celebrava l
due bellissimi nomi nelle lingue dotte, ed inoltre il più alto rango
fra
le Dee, essendo essa sorella e moglie di Giove92)
e bianche braccia. La concordia coniugale era già rotta da gran tempo
fra
Giove e Giunone ; e Omero sin dal 1° libro dell’I
a sotto il nome di dea Iside. Questo mito è un anello di congiunzione
fra
la Mitologia classica e il Feticismo egiziano, e
la quale gli eroi, gl’ imperatori e i poeti eran collocati dopo morte
fra
i Numi. L’origine dell’ apoteosi risale all’epoca
l’affatto, e furono spesso fomento di vizj e cagion di delitti. Ecate
fra
le divinità pagane presiedeva ai misteri della ma
aerifizj. Ogni divinità aveva le sue vittime diverse, ed erano scelte
fra
le più belle. Il nome di vittima era dato solamen
eva, e serviva per tuffarvi i dannati. Il Lete poi aveva il suo corso
fra
i due dipartimenti del Tartaro e degli Elisii, e
compartimenti chiamati Caina, Antenora, Tolomea e Giudecca. Peraltro
fra
i cerchi 6°, 7°, 8° e 9° vi son tre baratri o abi
uo loco dicerà l’ordigno. « Quel cinghio che rimane adunque è tondo «
Fra
’l pozzo e ’l piè dell’alta ripa dura, « Ed ha di
anzi spesso vi si univa contemporaneamente anche il ballo, e non solo
fra
gli idolatri, ma pur anco nel popolo eletto 123.
dice che « ……………… quando « Il Tempo colle sue fredde ali vi spazza «
Fra
le rovine (dei sepolcri), le Pimplèe fan lieti «
essità dell’armonia imitativa o espressiva nella compagine del verso.
Fra
i titoli dati alle Muse v’è quello di Pieridi, o
ovigliatori ; e trovò facilmente adoratori devoti e ferventi non solo
fra
gli uomini, ma ancor fra le donne. Accompagnato d
ilmente adoratori devoti e ferventi non solo fra gli uomini, ma ancor
fra
le donne. Accompagnato da una turba magna di zela
che la vite non ama neppure l’eccesso del caldo ; e i limiti naturali
fra
cui prospera sono dal 30° al 50° di latitudine.
la estremità dei due moli del porto, e le navi passavano a piena vela
fra
le sue gambe. Era questa una delle 7 maraviglie d
ra. » I pittori pur anco ne fecero ritratti maravigliosi e ispirati,
fra
i quali meritamente è il più celebre quello dell’
n una sola strofa saffica tutti i principali attributi di questo Dio,
fra
i quali quello importantissimo di essere il nume
ovarono anche dopo 100 e 1000 anni nei teschi dei sepolti cadaveri, o
fra
le loro ceneri, e ne furon trovate anche in bocca
ua pena. Omero la descrive così : « Sisifo altrove smisurato sasso «
Fra
l’una e l’altra man portava, e doglia « Pungealo
te correlazione ai delitti, nè vi si scorge una opportuna proporzione
fra
questi e quelle. In tal graduazione Dante si mani
orgasmo urlavano, battevano gli scudi e i tamburi, e si percuotevano
fra
loro con armi taglienti sino a ferirsi e mutilars
chiamato Ati, che si era per disperazione mutilato e poi precipitato
fra
i dirupi e i sottoposti abissi di un monte. E que
il vocabolo di ninfa per significare l’insetto nello stato intermedio
fra
quello di larva e lo stato estremo o perfetto ; e
fe mitologiche non eran perfette divinità, ma in una condizione media
fra
quella degli uomini e quella degli Dei supremi. S
tà destinate a questo ufficio. Nei primi tempi non fecero distinzione
fra
stelle e pianeti ; e questi pure chiamarono stell
e delle piene stacca delle zolle di terra coperte di erba e di radici
fra
di loro intrecciate. Queste zolle galleggiano lun
Cecrope ; e quindi Cecropidi gli abitanti. Aggiungono che nacque gara
fra
gli Dei per darle il nome ; e Giove per troncar l
l’abitudine di far tele e ricami. Dante riferisce questa metamorfosi
fra
gli esempi di superbia punita nel Purgatorio (Can
e stragi e sangue ; » e perciò a Giove stesso suo padre egli divenne
fra
tutti i celesti odioso, come troviamo scritto in
o podere appartenente a Tarquinio il superbo, ed ora è pieno di case,
fra
le quali il palazzo detto di Firenze, perchè appa
nell’Inferno. Su questo terzo attributo son molto incerti e discordi
fra
loro i mitologi ; ed urta il senso comune e il bu
gli Uberti (nel C. x dell’Inferno) il suo esilio, e indicarne l’epoca
fra
circa 50 mesi lunari, esprime queste idee con fra
re in due modi e l’avere due diverse madri. Il solo punto di contatto
fra
queste due opinioni, e che serve di transizione d
Le belle mani a farmi una ghirlanda. » 184. I vocabolarii italiani
fra
le accezioni del verbo avvenirsi pongono anche qu
si accesero, che, abbandonato l’assako contro di lui, si azzuffarono
fra
loro medesimi, e in breve tempo l’un dopo l’altro
come uno de’ loro maggiori Dei (d). Egli in Roma ebbe molti tempj, e
fra
gli altri uno vicino al Circo Flaminio, e chiamat
ore, fuggì precipitosamente da Atene, e tirata da Dragoni, si occultò
fra
le nuvole(c) (8). Pallante, e i di lui figliuoli
si a quella spedizione, perchè allora era ritenuto nell’Inferno, come
fra
poco diremo. Vuolsi eziandio, che sia stato invit
preso dell’altro, che invece d’azzuffarsi si abbracciarono, strinsero
fra
loro la più tenera amicizia, e giurarono di porge
ippo, giovani d’ Andania, città della Messenia nel Peloponneso, uniti
fra
loro co’ vincoli della più stretta amicizia, meri
o e di Giocasta. Eglino, tostochè Edipo rinunziò al Regno, convennero
fra
loro di signoreggiare d’anno in anno alternativam
to, infondeva la virtù d’intendere ciò, che gli uccelli bisbigliavano
fra
loro(a). Ritornando a Tiresia, dicesi, che vi fos
l’amenità ed eccelenza de’ quali dice Polibio essere verisimile aver
fra
loro conteso gli Dei(b). (d). Nat. Com. Mythol.
la vogliono in un sito commessa, ed altri in un alro, variando anche
fra
loro nelle circostanze. Onomacrito dice, ch’essa
uale, voltatosi a guardare chi lo incalzava, rimase gravemente ferito
fra
l’uno e l’ altro occhio. In sì stropitoso sconqua
si divisero in due squadroni, e in certa guisa, formando due partiti
fra
loro opposti, guerreggiarono msieme colle unghie,
stesso, si spaventarono, e si misero in disordine. Patroclo si cacciò
fra
loro, e ne fece orribile strage. Pirocme, come gi
l politeismo dal mondo romano, e il Cristianesimo si diffuse pur anco
fra
i popoli barbari, fuor dei confini del romano imp
continuo dei quattro elementi di così diversa natura confusi e misti
fra
loro nel caos ; ma divengono pedanterie e freddur
i, inferiori soltanto ai consoli : assistevano ai pubblici spettacoli
fra
i senatori nell’orchestra, che era il primo gradi
i più remoti Antenati. 1. Quindi ebbero origine i libri di polemica
fra
gli scrittori delle due opposte religioni. 2. Mo
co quel tizzo che già ardeva dall’ un de’ capi, lo spense e lo chiuse
fra
le cose più care e più preziose. Ma quando seppe
ei loro genitori fosse una Divinità di prim’ordine. Così fu ristretta
fra
certi limiti insormontabili non solo la potenza d
arono profughi sulla terra ; e la loro stirpe crebbe e si moltiplicò.
Fra
i più celebri si annoverano Prometeo ed Epimeteo,
non è affatto ignaro della lingua latina sa bene quanto differiscano
fra
loro le due parole ignis e focus. Ignis è la mate
attento, « Mi posi il dito su dal mento al naso. » I Latini poi, e
fra
questi Catullo, usarono la frase reddere aliquem
lo dio della poesia, lo chiama padre ; e il Tasso ad Erminia fuggente
fra
l’ombrose piante fa chiamar padre il vecchio e sa
dopo una quantità di uomini armati che si misero subito a combattere
fra
loro, finchè i più rimasero estinti, e i soli cin
sso le Termopile. 1516. Lelege, egiziano o fenicio, fonda Sparta,
fra
i primi re della quale son ricordati Eurota, Lace
la prediletta Ninfa, formò di sette canne di diversa lunghezza, unite
fra
loro colla cera, un musicale stromento, che in gr
. Dopo qùalche anno di esilio Saturno fu riammesso da Giove nel cielo
fra
gli Dei maggiori, ma destinato soltanto a presied
i sculti o dipinti i Satiri avrà notato una gran somiglianza di forme
fra
essi e il Dio Pane, e riconoscerà quanto graziosa
e era figlia di Acrisio re degli Argiesi. Se gli storici pongono Argo
fra
le più antiche città della Grecia, trovano la con
così parla dei Dèmoni nel Convito : « Essi sono esseri intermediarii
fra
gli Dei e i mortali ; ed è loro ufficio l’interpr
a il secondo è il più comunemente usato dai poeti, i quali annoverano
fra
le Nereidi la stessa Amfitrite moglie di Nettuno
e e più a lungo nel ragionare dei secoli eroici, che sono il medioevo
fra
la Mitologia e la Storia. Le Furie eran destinate
te d’ Io, nel fiore dell’ erà la trasse a forza in un bosco d’ Acaja,
fra
gli orrori di una caligine, fatta porgere all’ im
i, e fino da quel momento ebbe a giurarle odio e abbominazione. Colei
fra
le agitazioni e i delirj fuggì la compagnia delle
na si rende probabile di poter asserirne la verità. Platone, il primo
fra
gli Antichi, che ne parlasse, non fa menzione che
ro(m). Abitavano i sonti e le spelonche, cosicche di rado comparivano
fra
gli uomini(a). Pomponio Mela lasciò scritto esser
ue d’età, e di chiarezza di sangue. Era Piramo il più bello e gentile
fra
tutti i giovani, e Tisbe la più leggiadra e amabi
ispetto la canna, e legate insieme varie porzioni di quella, ineguali
fra
di esse, ne formò l’anzidetto stromento, e lo app
re da violento desiderio di aver riposo negli Elisj. Quindi i Gentili
fra
i doveri di Religione osservavano rigorosamente q
sentato, 36 ; — invocato il primo nei sacrifizj, 37. Giapeto, celebre
fra
i Titani, 30. Giasone, padre di Pluto, 52. Giason
is vers sur l’Amour et l’Amitié : Nell’anime innocenti Varie non son
fra
loro Le limpide sorgenti D’amor e d’amista. Er
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