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1 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489
ingiovanisse,73 poichè tutti gli altri dicono che il padre di Giasone fosse stato molto prima ucciso da Pelia ; ma però tutti
non ve ne fossero state altre anche avanti. Si può bene ammettere che fosse la prima di quella particolare ed egregia costruz
li altri mari, non avrebbero potuto esser popolate da gente che vi si fosse trasportata a nuoto ; e sappiamo dalla Storia del
i principalmente il Vico, asseriscono che il toro che rapì Europa non fosse altro che una nave coll’insegna o col nome di que
eni dell’Universo, per giunger poi a scuoprire col raziocinio qual ne fosse la causa e l’autore74. Questa scena inventata e c
celebri scrittori latini ne parlano con tante lodi da far credere che fosse un capo lavoro dell’arte tragica76 ; e tanto più
uto figlio di Giove e di Antiope (o secondo altri di Mercurio), e che fosse re di Tebe. Di lui si narra un solo fatto mirabil
odope nella nativa Tracia, e rifiutò qualunque nuovo connubio che gli fosse offerto. Il che fu causa della sua fine funesta,
mente dovunque trovasse da uccider mostri o tiranni. Ammesso che egli fosse figlio di Giove e di Alcmena v’è da aspettarsi ch
a dei parti fece in modo che nascesse prima Euristèo, e perciò Ercole fosse a lui sottoposto. Nato che ei fu ed essendo ancor
favolosa. Agli Antichi non bastò il dire che la loro mitologica Idra fosse insanabilmente velenosa, ma vi aggiunsero che ave
. Questa Idra avea per soggiorno la palude di Lerna in Grecia. Quanto fosse difficile e pericolosa impresa l’uccidere un tal
un enorme Cancro a morderlo nelle gambe, affinchè l’Eroe, voltandosi, fosse ferito dall’Idra il cui veleno era letale. Ercole
erato Fineo. Ma sembra che la fatica d’Ercole, riferibile alle Arpie, fosse compiuta prima di quel tempo, poichè in questo fa
stretto due colonne coll’ iscrizione : Non più oltre. Fu creduto che fosse questo un avvertimento, che dava Ercole ai naviga
sottopose a quel peso per un giorno ; e suppongono che l’Eroe Tebano fosse già adulto a tempo di Perseo, il quale per mezzo
apparisce però da altri fatti o invenzioni della Mitologia che Ercole fosse contemporaneo di Perseo. Non staremo a narrar la
veduto Lica che impaurito erasi nascosto dietro una rupe, credè ch’ei fosse reo ; lo afferrò per un piede e roteandolo come u
tato posto in cielo e nel numero degli Dei « Non già perchè figliuol fosse di Giove, « Ma per mille che ei fece illustri pro
lluce nacquero dall’ uovo stesso96, senza escludere che l’un fratello fosse mortale e l’altro immortale. Quindi allorchè i po
Porsena. Quest’ultimo, per gli avanzi che ancor ne restano, pare che fosse un ipogeo come le catacombe dei primi Cristiani :
a dichiarazione colle sue stesse frasi tradotte dal Pompei : « Ora mi fosse possibile purgare il racconto da quanto v’ha di f
ita, la morte e i pretesi miracoli. Non bastò agli Ateniesi che Teseo fosse figlio di un loro re, ma dissero che era figlio d
edremo in appresso, gli nocque. Contenti dalla boria che il loro Eroe fosse di origine divina, non vollero per altro minorare
, lasciò ad Etra una spada che essa dovea consegnare al figlio quando fosse adulto ; al qual segnale lo avrebbe riconosciuto
sposa e quindi regina di Atene. Due erano i pericoli di morte per chi fosse entrato nel labirinto : quello d’incontrare il Mi
Toccò poi al tiranno Falaride a entrar dentro il toro di rame, o ciò fosse per opera di Teseo, come dicono alcuni Mitologi,
izia. Quando Piritoo sposò Ippodamia, s’indovina facilmente che Teseo fosse il primo ad essere invitato alla festa nuziale ;
ua presenza e l’opera del suo forte braccio per impedir che all’amico fosse tolta la sposa e la vita dai Centauri convitati a
zza le ricevettero con splendida pompa e con sacrifizi, come se stato fosse Teseo medesimo che ritornasse. » Ogni anno poi fa
e o vendicare il cocchiere, Edipo uccise anch’esso senza conoscer chi fosse . Così avverossi nella prima parte la risposta del
sti sposi la spiegazione della risposta dell’oracolo (o del sogno che fosse ), che tanto lo aveva tenuto in sospetto e timore
atrice che fu la prima a ferire il cinghiale di Calidonia. Per quanto fosse valoroso, anch’egli perì nella guerra di Tebe. M
lui stesso funesto ; e perciò non voleva prendervi parte, quantunque fosse cognato del re Adrasto, avendone sposato la sorel
ittorioso colla frode e col tradimento. Promettendo qualunque premio ( fosse anche la metà del regno) a Mìrtilo cocchiere diEn
i pœti. Basti il dire che Atreo sospettando che la sua propria moglie fosse segretamente d’accordo con Tieste, uccise i due p
bblico120 ; il che fa supporre che sì orrendo e ributtante spettacolo fosse dato più volte sui teatri romani ; e Cicerone nel
nto xxix dell’ Inferno : « Non credo che a veder maggior tristizia «  Fosse in Egina il popol tutto infermo, « Quando fu l’ær
d’accordo convennero di unirla in matrimonio con quel mortale che ne fosse più degno per bontà di animo e per parentela coi
« Gli occhi svegliati rivolgendo in giro, « E non sapendo là dove si fosse , « Quando la madre da Chirone a Schiro « Trafugò
 : qui fu ; di modo che taluni dubitaron perfino se la città di Troia fosse mai esistita. Lo stesso Cantù nelle prime edizion
città, derivano dal nome di altrettanti re Troiani : e, se di questi fosse accertata la cronologia e la Storia, sarebbe molt
utto « De’mortali il più bello, e dagli Dei « Rapito in cielo, perchè fosse a Giove « Di coppa mescitor per sua beltade, « Ed
mazione a bella posta inventata dai poeti per significare quanto egli fosse divenuto querulo nell’estrema sua vecchiezza. Ris
genitori lo fecero esporre in un bosco, perchè perisse di disagio, o fosse divorato da qualche fiera ; ma invece avvenne di
ir del mondo esperto « E degli vizii umani e del valore. » Se allora fosse morto Menelao, nessun ostacolo esser vi poteva pe
poemi l’Iliade e l’Odissea. E veramente di Achille non sapevasi dove fosse , ed Ulisse dicevasi divenuto pazzo « D’uom che s
lui e lo indusse a seguirlo. Ulisse poi si diede ad investigare dove fosse Achille, e il modo che tenne per trovarlo (poichè
genere di guerra intendessero i Greci di fare ai Troiani, ossia qual fosse la loro tattica e il loro disegno, o, come suol d
una invenzione dei Tragici 130. Se però il fatto esiste, qualunque ne fosse il motivo, nessuno scusa nè assolve Ulisse di ave
avi ferite che avevano tocche i più dei capitani di ambe le parti, vi fosse , senza bisogno di pattuirla, una tregua necessari
tti abeti « In sembianza d’un monte edificaro. « Poscia finto che ciò fosse per vóto « Del lor ritorno, di tornar sembiante «
. Anche di Enea fu detto da qualche scrittore di minor conto che egli fosse stato in qualche modo d’accordo coi Greci ; ma ol
oteva per fargli compagnia ed avvertirlo del pericolo che correva, se fosse scoperto. Ma Pirro se ne accorse, e salito nella
l’animo di Clitennestra ; ed avendo fatto sparger voce che Agamennone fosse morto, avea persuaso la regina a sposarlo. Agamen
no nel suo Stato. Quei Mitologi i quali dicono che invece di Ifigenia fosse sacrificata una cerva, asseriscono che Diana tras
za che egli vivesse, perchè nessuno aveva detto o sentito dire che ei fosse morto. Infatti Omero dice di Ulisse, « ….. che
e errò per dieci anni, crederà che egli in quel lungo spazio di tempo fosse stato chi sa quante volte agli antipodi e ritorna
nel territorio dei Lestrìgoni, che non si trova ben determinato dove fosse precisamente. Giunto poi ad Ea, isola della maga
, poi fra Scilla e Cariddi e nella caverna del Ciclope Polifemo. Qual fosse Antifate re dei Lestrìgoni e qual sorte incontras
scendea linfe d’argento. « Le si fero d’appresso, e chi del loco « Re fosse , e su qual gente avesse impero « La domandaro ; e
di Omero, o non era stata ancora inventata l’altra favola che Cariddi fosse un mostro marino, come abbiamo accennato nel Cap.
lie Creusa che li seguiva d’appresso disparve, nè mai si seppe che ne fosse avvenuto : e sebbene Enea si trattenesse alquanti
dal corpo mio « Umor preso e radici han fatto selva. » Che Polidoro fosse figlio di Priamo e di Ecuba lo abbiamo accennato
lva infernale, immaginando cioè che in ciascun albero di quella selva fosse chiusa come nel proprio corpo l’anima di un danna
stimò rafforzato il suo nuovo regno, e lasciò correr la fama che Enea fosse divenuto sposo di lei che prima avea rifiutato le
sessi ; e perciò appunto inventarono i Mitologi antichi, che Tiresia fosse chiamato a decidere una questione insorta fra Gio
hiamato a decidere una questione insorta fra Giove e Giunone, se cioè fosse più felice la condizione dell’uomo o della donna 
ll’uomo o della donna ; e poichè egli diede ragione a Giove, che cioè fosse più felice la donna, Giunone per dispetto lo acci
o ciascuna delle quali è posta una iscrizione latina che accenna qual fosse la profezia a ciascuna di esse attribuita164. Non
utile ai reggitori degli Stati per facilità di governo che il popolo fosse così credulo ed ignorante, non solo lasciavano al
zza che questo nome di Tomi lo aveva il territorio anche prima che vi fosse fabbricata la città : « Sed vetus huic nomen, po
l luogo stesso dell’antica Tomi dove fu relegato Ovidio, e che perciò fosse chiamata Ovidiopol (città d’Ovidio) 73. Quindi
taglione. Notino peraltro i giovani studiosi, che sebbene anticamente fosse creduta tale, e sia anche proclamata dalla legge
igenia il suo bel volto ; ecc. » 116. Dante ammette che Ippolito fosse costretto a partir d’Atene per le calunnie della
orno a sè per consiglieri meno Centauri che sia possibile. 123. Chi fosse vago di conoscere le particolarità relative a que
37. Cicerone nel De Amicitia e nel libro ii De Finibus, narra quanto fosse ammirata ed applaudita dal pubblico quella scena
anno gl’Italiani. 140. Quest’isola di Ogige dicevasi e credevasi che fosse situata nel mar Tirreno presso le coste dell’Ital
42. Anche nel Canto xxvii del Paradiso conferma l’opinione che Ulisse fosse annegato nell’Oceano Atlantico, e ripete l’epitet
ma forse è più probabile che nelle copie di Virgilio vedute da Dante fosse scritto Cur invece di Quid, come dicesi che si tr
composta che in lingua greca significhi per decreto divino, quasi si fosse voluto riconoscere nelle Sibille una missione div
2 (1874) Ristretto analitico del dizionario della favola. Volume I pp. -332
no a consultare l’opera nostra. Ci adoperammo alacremente onde questa fosse , per quanto era in noi, completa e perfetta. Noi
tori da noi citati, per mostrare col loro autorevole appoggio, quanto fosse vera e reale l’esposizione di quel singolo avveni
suno ha dato alla luce un Ristretto analitico della Favola, nel quale fosse cosi di sovente riportata una classica citazione,
Olimpiade (518 anni avanti Gesù Cristoj. Bockh, asserisce che Pindaro fosse nato nella LXIV Olimpiade (522 anni avanti Cristo
daro mori nell’ 80° anno della sua vita, e ammettendo, con Bockh, che fosse nato nel 522 avanti Cristo, la sua morte sarebbe
razioni umane in un uomo solo, e il mondo nave sopra la quale egli si fosse imbarcato per arrivare traverso il fiume del temp
vella III. Un desolato Vuoto la stessa eternità saria Se Icòva non fosse , e l’uomo e il tempo Per l’uom creato, periranno
uest’occhi veduto, e contemplando L’eternità parea che in me trasfusa Fosse una stilla della sua grandezza. Byron — Caino At
tracotanza lo cangiò in lucertola. Si crede da molti storici che egli fosse anche conosciuto sotto il nome di Alas-Stellio ;
no, e gli abitanti delle vicinanze, sostenevano che da quella caverna fosse stato tirato il cane Cerbero, di cui l’Alighieri
la presso Eraclea del Ponte : si credeva comunemente che da quel sito fosse passato Ercole per discendere all’inferno. Senofo
loria, ovvero, morir giovine ricco della fama di prode, e che egli si fosse decisamente attenuto a quest’ultima scelta. Sarà
ale. — Davano i Pagani codesto nome all’acqua comune dopo che in essa fosse stato spento un tizzone ardente tratto dall’ara d
, veniva attaccata da una febbre violenta. Credendo allora che questa fosse una punizione degli Dei ella sposò Acroncio. 92.
vani, dappoichè il vascello non potè far cammino. Persuasi che quella fosse una punizione del cielo, discesero nuovamente la
Luna. È opinione di molti scrittori che presso i Greci, Adrastea non fosse che un soprannome di Nemesi. Adrastea era anche i
nome Briseide, figlia del sacerdote Brise, la quale Agamennone volle fosse tolta alla parte del bottino di guerra, spettante
Cipro, abolì l’orribile usanza facendo che invece d’una vittima umana fosse sagrificato un bue. 189. Aglibolo. — Era uno degl
ti nel non aver voluto prestar fede alla voce notturna, ordinò che si fosse inalzato un tempio in onore del Dio Ajo Locutio,
ultò l’oracolo, il quale rispose che Admeto morrebbe, se altri non si fosse offerto in sua vece. Nessuno essendosi presentato
e non essere altro che un famoso generale, che mosso contro i corsari fosse stato da essi debellato e fatto prigione. Mercuri
ondanza. È opinione generalizzata presso varii scrittori, che Amaltea fosse una giovanetta figlia di Melisso, re di Creta, ch
Amano o Amanio. — Divinità dei Persiani. È credenza generalizzata che fosse il sole. 314. Amaraco. — Fu questo il nome di un
sa. — Era il nome di una pietra sulla quale credevano i Greci, che si fosse riposata Cerere, dopo la lunga corsa ch’ella fece
380. Anaxo. — Figlio di Augeo. Alcuni scrittori mitologici dicono che fosse la stessa che fu madre di Alcmena ; ma questa è u
edizione e per provare col fatto la falsità di quella, ordinò che gli fosse incontanente portata una coppa piena di vino. All
a e il labbro. 384. Anchialo o Ancario. — I Pagani credevano che così fosse nominato il dio dei Giudei. Vi fu anche un greco,
nziato che la città non sarebbe mai libera dai suoi nemici, se non si fosse trovato fra le più illustri famiglie, taluno che
’esser figlio di Nettuno, disse che avrebbe accettata qualunque prova fosse piaciuta a Minos d’imporgli, onde provargli la ve
. — Fu madre di Giasone, capo degli Argonauti. Credendo che il figlio fosse morto nella spedizione per la conquista del vello
antidi, che nudrirono Giove. La credenza più generalizzata è che ella fosse una ninfa del fiume Numicio, forse la stessa Anna
rato con questo nome. Altri scrittori dicono che questo nome di Assur fosse dato a Giove, da una città del Lazio chiamata Ans
ale la favola racconta che Cerere, sotto la figura di una vecchia, si fosse riposata dalla fatica di correre in traccia di su
maria, Sisifo figlio di Eolo la violò, e che quindi egli e non Laerte fosse il vero padre di Ulisse. 470. Anticyra. — Isola n
inomati scrittori mitologici su tale personaggio. Alcuni vogliono che fosse figlio di Osiride ; altri di Mercurio ; altri fin
he fosse figlio di Osiride ; altri di Mercurio ; altri finalmente che fosse Mercurio stesso. 482. Anxuro. — Anxuyro e Axuro,
na larghissima somma di danaro. L’ Egitto intero era in lutto come se fosse morto lo stesso Osiride, e tutte le città Egizian
utte le città Egiziane, rimanevano nella più profonda mestizia finchè fosse comparso il novello successore. Allora la gioia r
sse comparso il novello successore. Allora la gioia rinasceva come se fosse risorto il morto dio, e la festa durava sette gio
È opinione di alcuni scrittori che la prima sentenza dell’ Areopago, fosse contro Cefalo, per avere ucciso sua moglie. Temis
degli antichi re di Siracusa. Cicerone dice che se questa fontana non fosse circondata da una triplice trinciera di pietre, s
reci, mosse alla conquista del vello d’oro. Si crede generalmente che fosse questo il primo vascello che avesse solcato le on
e. — Dio adorato dai Persiani. Si crede generalmente che come Plutone fosse il dio delle Tenebre. 570. Arimomanzia. — Vedi Ax
lla selva una donzella, Ch’era sua madre, si com’era avanti Che madre fosse , incontro gli si fece. Donzella all’armi, a l’abi
, Ammiano Marcellino narra, nelle sue cronache, che dopo la sua morte fosse annoverato fra gli astri. 594. Arsinoe. — Figlia
mase incompiuto per la morte di lui e che solo la facciata del tempio fosse fabbricata con pietre di calamita. Arsinoe fu sim
più strane tradizioni della mitologia Egiziana racconta che Arteride fosse figlia d’Iside e di Osiride, e che il suo concepi
siodo, perchè nativo di quella città. La favola racconta che il poeta fosse stato rapito dalle muse mentre custodiva un armen
done le cui spoglie ella ricevette dalle mani di Meleagro sebbene non fosse ancora divenuta sua moglie. Vi fu anche un’altra
un giovane pastore della Frigia del quale Cibele sebbene già vecchia fosse pazzamente invaghita ed a cui ella facesse fare l
lara. e lo fece divorare dai propri cani. Euripide narra che Atteone fosse divorato dai cani di Diana per essersi vantato pi
o di quella Dea nell’arte della caccia. Diodoro asserisce che Atteone fosse considerato come un empio per aver dispregiato il
della loro armata un posto d’onore per Aiace loro famoso eroe come se fosse ancora in vita, egli piombò improvvisamente su qu
Cibele, così chiamata da Afan figlio di Arcaso, il primo la cui morte fosse onorata di funebri giuochi. 710. Azesia. — Sopran
montagna di Peor. Si crede generalmente dagli scrittori che Baal-Peor fosse il Priapo degli Arabi. 721. Baal-semen. — I Fenic
ori dell’antichità, sul conto di questo dio, volendosi da diversi che fosse figliuolo di Proserpina. Cicerone conta fino a ci
la stessa mori, ravvolta nelle fiamme. Giove allora, prima che Semele fosse del tutto spirata, per salvare la vita del figlio
. È opinione diffusa presso molti scrittori dell’antichità, che Bagoe fosse la stessa che la sibilla Eritrea. 738. Balana. — 
. — Soprannome dato a Bacco, dal perchè si pretende che questa parola fosse il grido che si ripeteva nei baccanali. Però l’op
Però l’opinione più accreditata e più logica è che questo soprannome fosse dato a Bacco perchè significa vendemmialore. 748.
Non pochi scrittori dell’antichità dicono che una tale denominazione fosse data a questo dio perchè la sua statua, sempre sa
tà particolare a diversi popoli dell’Italia. Si suppone da taluni che fosse qualche eroe dell’antica Roma. 777. Bergioso. — U
ra generale credenza che la pietra detta Abadir, divorata da Saturno, fosse una di queste. Boccart, nelle sue opere, trae l’o
onosciuta sotto il nome di Autim. È generale credenza che un tal nome fosse dato a quella città, per essersi ritrovato nel su
mente proibito che nel bosco sacro, a lui consacrato presso Epidauro, fosse nato o morto alcuno. Da ciò vedesi nettamente l’i
giziana la parola Bubaste significa Gatto, così fu detto che Diana si fosse cangiata in quell’animale. Nella città di Eubaste
a alla quale si dava codesto soprannome, poichè alcuni pretendono che fosse Cerere, altri Proserpina, ed altri Cibele. Plutar
he la moglie di Fauno, avendo contro l’uso dei tempi bevuto del vino, fosse dal marito fatta morire a colpi di verga ; ma che
uteo sposasse una donna, la quale, per la sua incomparabile bellezza, fosse soprannominata Venere. Si trovano nella Favola di
Frisso, lo fece assassinare ; onde ella, temendo che l’istessa sorte fosse toccata ai suoi figli, li fece segretamente imbar
altri. La più antica e la più generalizzata opinione è che Calligenie fosse uno dei soprannomi di Cerere stessa. 906. Calliop
izzata presso gli scrittori della Favola, che il vero sesso di Campea fosse rimasto un mistero. Molti la dicono donna ; altri
fosse rimasto un mistero. Molti la dicono donna ; altri vogliono che fosse un uomo dalle forme gigantesche ; altri finalment
iono che fosse un uomo dalle forme gigantesche ; altri finalmente che fosse un mostro di natura ermafrodito. 927. Campi Elisi
. — Veniva così chiamata una delle Divinità dei Savizii. Si crede che fosse lo stesso che il Dio Marte della Mitologia Greca
ssendo stata sedotta da un Dio marino, che la Favola non determina se fosse Nettuno o altro, ebbe molti figliuoli, fra cui If
ione di varii scrittori che la costellazione detta Canicola altro non fosse se non il cane che Giove dette ad Europa come cus
alcuno, essendo radicale credenza di quei popoli, che il Dio Pane si fosse nascoto sotto la figura di una capra. Erodoto, ne
, che questo segno di una delle costellazioni della fascia zodiacale, fosse la capra Amaltea, trasportata da Giove in cielo,
n tempio che aveva in Beozia, e propriamente nel luogo ove si credeva fosse egli passato allorchè incatenò Cerbero. V. Cerber
e assistervi senza lamentarsi nè piangere : chè se mai un singhiozzo fosse sfuggito a quelle sventurate, esse erano obbligat
l mostro sarebbe sparito, allorchè Andromeda, legata su di una roccia fosse da lui divorata. Il re ordinò il supplizio della
la testa di Medusa, liberò Andromeda, e ottenne da Giove che Cassiope fosse messa fra gli astri. 989. Cassotide. — Era questo
città di Priamo. È opinione di Pausania che questo cavallo altro non fosse che una macchina di guerra, specie di ariete, inv
no ella si nascose in un cespuglio per spiarlo, e Cefalo credendo che fosse una fiera, la uccise con l’istessa arme ch’ella g
llo che si chiama Alcione V. Alcione. Altri scrittori dicono che Ceix fosse amato da Aurora, e che questa lo avesse sposato.
tempio, che fu poi demolito, da Costantino. Si crede generalmente che fosse la stessa che la luna ; altre opinioni vogliono c
ajo di Giove, il quale aveva voluto sostenere, che quel Dio anch’esso fosse sottomesso alla morte. Perciò Celma fu rinchiuso
. 1047. Ceneriso. — Fiume della Jonia. Si credeva che nelle sue acque fosse stata tuffata dalla nutrice la piccola Latona, ap
i ognun di noi giudizio diede. Che per lo troppo peso ch’ei sostenne, Fosse dell’ alma sua l’inferno erede. Mopso il negò, ch
di quella montagna, cangiato in uccello. Altri scrittori vogliono che fosse cangiato in quella specie di scarafaggio che ha l
 Nome di una delle divinità degli Egiziani : si crede comunemente che fosse la stessa che Cebo. 1062. Cereali. — Feste in ono
urante la celebrazione dei giuochi funebri in onore di Giulio Cesare, fosse apparsa una cometa con la coda, o stella crinita,
o alla apoteosi di lui, essendosi creduto da tutti che in quell’astro fosse andata a dimorare l’anima del morto. La tradizion
imprese, si servì sempre della clava. La cronaca mitologica dice che fosse dapprima appartenuta a Mercurio, il quale l’avess
epose in un dato luogo, ove la clava avendo posto radice nella terra, fosse diventata un albero. Anche Teseo si dipinge soven
vesse esistito prima della creazione del mondo, e che dalla sua bocca fosse uscito il primo uovo, che dette poi vita a tutti
uesta sola divinità immortale, e non riconobbero alcuna divinità, che fosse sottomessa alla legge inevitabile della morte. Qu
pure Cocalo avesse sottratto Dedalo alle persecuzioni di Minos, se ne fosse disfatto egli stesso poi per proprio conto. È que
izione mitologica egiziana era ritenuto come l’uccisore d’Osiride, si fosse cangiato in coccodrillo. Al dire di Plutarco ques
presso quei popoli, che l’anima della loro famosa regina Semiramide, fosse volata al cielo, sotto le sembianze di una colomb
tradizione mitologica ricorda che Ercole, seguendo le sue imprese, si fosse internato fino alla città di Gadira, oggi Cadice,
lo, solo dio dei Rodiani. La più comune opinione è che codesta statua fosse alta settanta cubiti. Solo Festo, nelle sue crona
o di parricidio, non volle più ammetterlo alla sua tavola ; ma ordinò fosse servito nella sua reggia particolarmente in una c
no fra gli scrittori dell’antichità, pretende che il nome di Cortina, fosse adoperato per indicare il tripode stesso. L’opini
il culto di questa turpe divinità. La cronaca narra che Alcibiade si fosse fatto iniziare nei misteri di Cotitto, e che aven
Rodi, ove stava Altmeno. Gli abitanti di quella, credendo che Crateo fosse un nemico che venisse a sorprenderli, presero le
i, essi si riconobbero. Altmeno ottenne dagli dei che la terra gli si fosse spalancata sotto i piedi e lo avesse allo istante
o sepoltura ai suoi fratelli — V. Antigone. È comune credenza ch’egli fosse il fomentatore della crudele inimicizia dei due f
tanto tempo da poter palesare la verità, ed impedire che la sua morte fosse imputata ai due suoi fratelli. Ippodamia, delusa
vinità degli antichi Sassoni : si crede in generale dai cronisti, che fosse la stessa che Saturno. 1315. Cromio. — Figliuolo
he la vacca di legno nella quale si fece rinserrare l’infame Pasifae, fosse opera di Dedalo e d’Icaro suo figlio, li fece rin
il più potente di tutti gli dei, sebbene il suo incontrastato potere, fosse subordinato alla volontà inesorabile del Destino.
stesissimo e, al dire di Tito Livio, non v’era angolo di Roma che non fosse pieno di dei. Il numero di essi crebbe a dismisur
varii accreditati scrittori che la origine primitiva della idolatria fosse stato il dolore di un padre di famiglia a cui mor
te talismano per richiamare a sè il marito, tutte le volte ch’egli si fosse innamorato di altre donne. Morto Nesso, la credul
tauro intese. Che il sangue al morto amor potea dar forza. Perchè non fosse schiva all’occhio, prese Parer di dare al sangue
one del nome di Delfino a questa costellazione. Taluni pretendono che fosse così detta dal delfino di Arione ; — V. Arione — 
dieci anni, egli riacquistasse la sua primitiva forma di uomo, e che fosse vincitore ai giuochi olimpici. 1406. Demetera. — 
i, dimandandone il prezzo di 300 scudi d’oro. Il re, credendo ch’ella fosse colpita di pazzia, la scacciò con aspre maniere,
a nelle viscere della terra. L’allegoria mitologica narra che egli si fosse innalzato nell’aria su di una palla, e che facend
stagno, ove, non essendosi più ritrovato il suo corpo, fu creduto che fosse stata cangiata in pesce. Gli Assiri a doravano un
favolosa ripete, che il frutto degli amori della disgraziata Derceto, fosse una bambina, che fu poi la famosa Semiramide, reg
iglie del mondo, e come il più superbo monumento di simil genere, che fosse conosciuto in quei tempi, era destinato esclusiva
. da Pisa — I fatti d’Eneo. Avendo fatto sparger la voce che Sicheo fosse stato ucciso dai ladroni, restò per qualche tempo
to che una vilissima ciurmeria di saltibanchi, più, al certo, che non fosse l’idea informatrice di un culto, rivelatore della
rno dell’Etiolia, e venne a stabilirsi in Italia. Si dice che egli vi fosse ucciso da Enea e che i suoi seguaci ne furono cos
dei Trojani, uccidendo una gran quantità di nemici. Ma di qual parte fosse Diomede Se Troiano od Acheo mal tu sapresti Disce
5. Disarea o Disari. — Divinità degli Arabi. Si crede comunemente che fosse la stessa che Bacco o il Sole. 1476. Disari. — V.
ar giuramento per questa divinità. Taluni scrittori dissero che Fidio fosse uno dei figli di Giove : altri lo hanno di sovent
male ad alcuno. Virgilio dice che Enea credè che quel drago altro non fosse che il genio tutelare dell’anima del defunto.
mitologica racconta che Medea, furibonda per l’abbandono di Giasone, fosse corsa sulle sue tracce, montata su di un carro ti
se pure maritate, vivevano nel tempio a cui erano addette, senza che fosse loro permesso d’avere contatto coi loro sposi, me
e ai cacciatori. È opinione di varii accreditati mitologi che Ecaerga fosse uno dei soprannome di Diana. 1529. Ecale. — Nella
one però più generalizzata fra gli scrittori della favola è che Ecate fosse uno dei nomi di Proserpina stessa : e che questa
roserpina stessa : e che questa venisse detta la triplice Ecate e che fosse la Luna nel cielo, Diana quando abitava la terra,
perazioni e agli incantesimi. I pagani credevano fermamente che Ecate fosse la dea dei sogni, e che ella ispirasse quel vago
e di viaggio nell’Indie orientali. Il certo per altro è che qualunque fosse la ragione alla quale i pagani attribuivano così
figlio del re Polibio, volle consultare l’oracolo per conoscere qual fosse la sua sorte, e avendogli l’oracolo predette le s
i tolse di propria mano la vita. La cronaca favolosa aggiunge ch’essa fosse rapita dalle Arpie e trasportata da queste nell’I
in uccelli. Da ciò la favola, ripetuta anche dal Boccaccio, che Edone fosse cangiato in un cardellino, uccello che canta con
re Egeo. Rinomati autori pretendono che la esistenza di questa città, fosse di molti anni anteriore allo stabilimento dei Gre
lo stabilimento dei Greci nell’ Asia minore ; ma che allora altro non fosse se non una piccola borgata, vicina al tempio di D
cessarie alla ricostruzione, purchè sulla porta principale del tempio fosse inciso, in lettere d’oro, il suo nome. Gli Efesia
seppe da Etra che ella era incinta, e non dubitando che il nascituro fosse suo figlio, consegno ad Etra una spada, ingiungen
nte di colore bianco, ove mai egli, per una speciale grazia dei numi, fosse ritornato salvo in patria. Teseo promise e partì,
fu figlio di Belo e d’una figlia del fiume Nelo. Altri pretendono che fosse figliuolo di Nettuno e di Libia e fratello di Dan
a che amava. La cronaca tradizionale ripete che la forza di Egone non fosse minore del suo appetito, mentre ad un banchetto a
roteo. Narra la cronaca che Menelao, ritornando dall’assedio di Troja fosse da una tempesta costretto a ricoverarsi in un’iso
icoverarsi in un’isola deserta nelle vicinanze dell’Egitto e che egli fosse costretto a far colà una lunga dimora perchè i ve
grande la disparità dei cronisti della favola. Alcuni pretendono che fosse figlio di Perseo e di Andromeda : altri che fosse
cuni pretendono che fosse figlio di Perseo e di Andromeda : altri che fosse figlio di Alceo e fratello di Anfitrione. Il pare
adre Elio, dette il nome di Eliopoli. La tradizione aggiunge che Atti fosse il primo ad insegnare agli Egizii il corso delle
miscredenza, egli non scrisse nessuna domanda ; ma non andò guari che fosse rimorso, fosse, com’è più probabile, imperio dell
li non scrisse nessuna domanda ; ma non andò guari che fosse rimorso, fosse , com’è più probabile, imperio delle superstiziose
randì il ferro contro suo padre, e l’avrebbe ucciso, sè questi non si fosse sottratto al furore del figlio con la fuga. Allor
ria tutta. V. Monti — La Musogonia — Canto. Altri narra che Encelado fosse schiacciato sotto il carro di Minerva. Altri pret
fosse schiacciato sotto il carro di Minerva. Altri pretende che egli fosse già in fuga e che Minerva lo arrestasse gettando
n tanto oltraggio avrebbe trascinato seco, e fece di tutto onde Elena fosse restituita al marito. Ma nei destini della Trojan
unebri con gran pompa e solennità, e volle che il luogo ove egli morì fosse dal suo nome detto Eneo. È opinione di varii scri
quelle acque guastarono interamente le loro campagne, a cagione delle fosse fatte dalla corrente, per modo che le loro terre
lide. Le cronache mitologiche dicono, nella gran maggioranza, ch’egli fosse figliuolo della ninfa Arpina, e del Dio Marte. Al
Pelope il quale fu il quattordicesimo che accettò la sfida di Enomao, fosse riuscito vincitore essendo Enomao nella corsa cad
dagli abitanti dell’isola di Rodi, che cioè, Elena dopo la sua morte fosse stata sospesa ad un albero, i Rodiani le inalzaro
ttro, in alto assiso L’ira e gl’impeti lor mitiga e molee. Se ciò non fosse , il mar, la terra e ’l ciclo, Lacerati da lor, co
da persone a lui sconosciute, gli fu domandato che cosa volesse e chi fosse . Finalmente fu riconosciuto dall’ultimo dei suoi
uinto Fulvio il comando delle cavalleria, e per fare che la battaglia fosse decisiva, dette ordine ai suoi soldati che al mom
ldati, pure egli tenne il voto e per fare che il tempio della Fortuna fosse quant altri mai, magnifico e splendido, fece togl
isione dei suoi figli, egli avesse seguito il comando di Apollo, e si fosse in conseguenza sottomesso ad Euristeo. Finalmente
unse ad ucciderlo. Euristeo però non volle che l’uccisione dell’idra, fosse annoverata fra le dodici fatiche imposte ad Ercol
quell’isola, avea promesso a Nettuno di sacrificargli qualunque cosa fosse uscita dal mare, e che il dio delle acque, per pr
ndita ad Euriteo, onde com pensarlo della perdita di suo figlio, e si fosse in ultimo obbligato a rimanere al servigio di lui
uale Ercole tirò una pietra credendo, mentre vi passava a fianco, che fosse un corpo animato. Avendo in seguito ucciso un eno
po faceva affondare la nave, e che abbandonato dai suoi compagni egli fosse giunto in Colchide per un cammino sconosciuto. Te
passaggio per i suoi stati, quantunque Diodoro rapporto che Amintore fosse ucciso da Ercole per avergli negato la mano di su
mero di autori pretendono che colui che compì codesta triste funzione fosse stato un greco per nome Morsimio. Mentre il rogo
parti di Italia. Da ciò non bisognerà dedurre che il culto dell’eroe fosse , presso i popoli Italici, interamente conforme al
tenerezza, che si erano scambievolmente giurato, che ove una di esse, fosse venuta a morire, le altre tre si sarebbero uccise
lia di Clitennestra e di Egisto e moglie di Oreste, quantunque questi fosse suo fratello per parte materna, da questa unione
a una specie di Zattera, ed una tradizione degli Eritrei ripeteva che fosse giunta nella loro città da Tiro per mare, e che e
a nella loro città da Tiro per mare, e che entrata nel mare Jonio, si fosse fermata nelle vicinanze del promontorio di Giunon
adizione, non molto divulgata, racconta che il delfino, sebbene Ermia fosse morto, lo riportasse alla riva, e che quivi moris
derubare ad Atreo un montone, che aveva il vello d’oro, e che questo fosse il primo motivo che valse ad accendere la fiamma
mondo. Vi sono alcuni autori i quali pretendono che il suo vero nome fosse Erotostrato. Erostrato era anche il nome di un me
ovellamente il carro coperto nel tempio, quasi ad indicare che la dea fosse stanca della conversazione degli uomini. Allora s
’allo di uno scoglio nel mare, ma Teti lo cangiò in uccello prima che fosse caduto nelle onde. 1824. Esaforo. — Specie di let
virtute Di te gloria sarà, d’altrui salute. Alma gentil, più che mai fosse in terra Accetta, salutifera e gradita : Tu l’alm
i Priamo. La tradizione mitologica narra che fra Nettuno e Laomedonte fosse stabilito un patto, ma non fa menzione della ragi
Eso. — Con questo nome i Galli adoravano una divinità che si suppone fosse il loro dio della guerra. Quei popoli sagrificava
ndo stato obbligato da Pelia suo fratello, a bere del sangue di toro, fosse morto in seguito di ciò prima che suo figlio Gias
e di toro, fosse morto in seguito di ciò prima che suo figlio Giasone fosse ritornato dalla Colchide, che sua moglie pazza di
ne fosse ritornato dalla Colchide, che sua moglie pazza di dolore, si fosse appiccata, e che Giasone al suo ritorno avesse pe
nque anni. I pagani ritenevano profanato un luogo sacro ove un reo si fosse ricoverato, e quindi la espiazione di quel luogo
era espressamente proibito il trasporto di qualunque oggetto che non fosse una delle vittime da immolarsi. Da ciò, forse, de
quanto dai romani alla Nobiltà, sebbene, presso quei popoli, essa non fosse stata annoverata fra le divinità. Veniva raffigur
oro arte, avvenne strada facendo che una corda del liuto di Eunomo si fosse spezzata ; e nel tempo istesso essendosi una cica
li congiunture le più severe ricerche, per conoscere se qualche donna fosse penetrata nel tempio anche per combinazione, e ap
so, inteneriti dalle divine armonie, ordinarono che la morta Euridice fosse ritornata sulla terra, sui passi dello sposo fede
. È opinione di varì scrittori dell’ antichità, che il nome di Europa fosse dato a questa principessa, perchè significa bianc
gli Ateniesi, aspettavano per fissare il giorno della battaglia, che fosse compiuto il plenilunio. Però il generale della ar
neide, ha immaginato che Evandro vivesse ancora ai tempi di Enea, che fosse a lui legato coi vincoli della parentela, e che l
ficati. Vi sono anzi alcuni scrittori i quali pretendono che Evandro, fosse la stessa divinità adorata in Italia col nome di
. Narra la tradizione, che Venere, un giorno, trasformata in vecchia, fosse stata ricevuta a bordo del bastimento di Faone, e
seco loro. In quinto luogo era mestieri che Troilo, figlio di Priamo fosse morto in combattimento, e il sepolcro di Laomedon
nto, e il sepolcro di Laomedonte, che sorgeva vicino alla porta Scea, fosse stato abbattuto. Ed anche in ciò la fatalità fu c
narra la tradizione, alla quale si rapporta Omero stesso, che Ulisse fosse trasportato sul vascello durante il sonno, e che
’ha ? Dai vaticinj antichi Del padre, che dicca, come sdegnato Nettun fosse con noi, perchè securo Riconduciam su l’acque ogn
o che non avrebbero più nell’avvenire ricondotto alcun forestiere che fosse approdato nella loro isola. E così fu fatto. 1963
ma, sotto questa denominazione. Altri scrittori pretendono che la dea fosse così soprannominata, perchè sollevava le partorie
articolare, che presiedeva alle purificazioni ; e Servio pretende che fosse lo stesso che Plutone, al quale venivano anche of
di mitro, le cui foglie erano tutte bucate ; ma che quell’ albero non fosse così di sua natura, e che Fedra nel tempo in cui
ocò sul mio Capo l’orrende Eumenidi. pregando Che mal concesso non mi fosse il porre Sul suo ginocchio un figlio mio. Omero 
nazione. Alcune cronache dell’antichità, pretendono che questo Fenice fosse l’inventore delle lettere e della scrittura ; e c
Dius Fidius. Pretendono alcuni scrittori, che il dio Fidio altro non fosse Giove, considerato come vendicatore dei falsi giu
o della sua cavalla, al principio della corsa. Però l’animale come se fosse stato sempre guidato, compi tutto il giro dello s
a dei popoli per mezzo di falsità, d’ipocrisia e di superstizione, si fosse largamente avvalso di queste credenze, facendo pa
, che cresceva sulla quella riva fatale ; quasi che la povera Fillide fosse anche dopo la morte sensibile alla prova d’affett
a staccarsi dalla sua figliuola carissima, quasi il suo animo paterno fosse stato presago dell’amarissima sventura che minacc
affettando il più alto dolore, narrò come la diletta sorella Filomena fosse morta improvvisamente durante il viaggio. A tale
 ; e ciò diede motivo alla cronaca favolosa di ripetere, che Filomena fosse stata cangiata in usignuolo e Progne in rondinell
enzione di una figlia di Craugaso così chiamata, aggiungendo che ella fosse stata colpita dalla stessa sventura che colpì nel
mitologica, che Filonome, accompagnando un giorno Diana alla caccia, fosse stata veduta dal dio Marte, il quale s’invaghi co
a un insopportabile puzzo, per modo che i greci temendo che egli non, fosse stata causa d’infettazione, lo abbandonarono sull
Fénélon — Télémaque — Livre XV. Omero dice finalmente che Filottete fosse stato uno degli Argonauti ; e a proposito della s
ivela che Zeffiro attratto dalla risplendente bellezza di Flora se ne fosse perdutamente innammorato ; ond’ella per sottrarsi
la fa figliuoli del Sonno. I pagani credevano fermamente che Fobetore fosse quello, che atterriva e spaventava, presentandosi
llorquando Ercole dette la caccia al famoso cinghiale di Erimanto, si fosse riposato nella casa del Centauro Folo, il quale l
si potesse trovare il suo cadavere. Da ciò i pagani immaginarono che fosse stato cangiato in dio marino. 2044. Forculo. — Di
iunone e Nettuno, per la contesa surta fra queste due divinità, a chi fosse toccato il regno del paese di Argo. I tre fiumi g
ssale statua in legno che Servio Tullio aveva fatto porre nel tempio, fosse rimasta intatta da un incendio, che distrusse que
ente dalla fermentazione del fango che quelle lasciarono sulla terra, fosse nato il Pitone, mostruoso serpente, che Apollo uc
fulmine lanciatogli da Giove per punirlo delle sue atroci bestemmie, fosse stato posto sul rogo, dove sua moglie Evadne si l
utte le principali città del regno e non si riaccendeva se non quando fosse stata fatta la coronazione del novello signore. C
ore. Comune ed estesissima era la credenza dei persiani, che il fuoco fosse stato portato dal cielo e posto suil’altare nel p
va per consumare le vittime. La tradizione favolosa dice che Prometeo fosse quello che rubò il fuoco sacro dal cielo, e lo de
ghirlande di fiori, e specialmente di narcisi, credendosi che questo fosse il fiore più ad esse gradito. Nella contrada di A
gi Cadice) si dava questo soprannome ad Ercole perchè si riteneva che fosse in quel punto ch’ egli avesse innalzate le famose
che essendo la sua padrona tormentata dai dolori del parlo, Galantide fosse uscita per breve tempo dal palazzo della sua sign
bile in un atteggiamento assai strano. Sospettando che quella vecchia fosse la stessa Giunone, che per gelosia contro Alcmena
Dell’ Anguillara. La tradizione mitologica, dice, che la via lattea fosse stata formata dalle goccie di latte cadute dal se
l metter piedi in un sacro ricinto, prima che questo periodo di tempo fosse passato. Oltre a ciò, al dire del citato scrittor
che Giove perdutamente preso dalla bellezza di questo giovanetto, si fosse cangiato in aquila e lo avesse rapito in cielo, o
che allorquando i Titani dettero la scalata al cielo, la dea Diana si fosse cangiata in gatto, onde sottrarsi al furore degli
mperocchè alcune altre cronache dell’antichità ripetono, che Giacinto fosse in pari tempo amato da Apollo e da Borea ; e che
rispose, che avrebbe dovuto adottare il primo fanciullo, nel quale si fosse imbattuto l’indomani In fatti Xifeo il giorno seg
il dio Giano in tutti i loro sacrifizi, ritenendo per fermo che egli fosse stato il primo ad istituire i sacri riti della lo
essendo greco d’origine, e propriamente nativo della città di Perebo, fosse venuto a stabilirsi in Italia, ove si dette ad in
a delle isole Cicladi. Narra un’antica tradizione che l’isola di Delo fosse stata lungo tempo fluttuante sulla superficie del
di cui Cerere era la dea, così la tradizione favolosa, narra che egli fosse divenuto amante di Cerere e che avendola voluta t
se divenuto amante di Cerere e che avendola voluta tentare nel pudore fosse stato colpito da un fulmine. Il cronista Igino as
o alle persecuzioni dell’usurpatore, fece sparger voce che il bambino fosse morto, pochi mesi dopo la sua nascita ; e ad avva
eggerlo, convennero fra di loro di fare che Medea, figlia di Aete, si fosse innamorata di Giasone, ond’ella che era già, sebb
errieri, che bisognava uccider tutti l’unn dopo l’altro, senza che ne fosse rimasto uno solo ; e che finalmente, a coronare l
i corpi scellerati, Dal molto sangue de’ suoi figli aspersa Che fatta fosse tiepida la Terra, È fama, e desse vita al caldo s
utasse in corpi umani, Onde ogni resto della fiera stirpe Strutto non fosse . OVIDIO — Metamorf : Libro I. Fav. IV. trad. del
o lo stesso Giove, avrebbe potuto mai sconfiggerli, se un mortale non fosse venuto in ajuto del sommo Gione. Allora fu che Pa
Gige pensò interrogare novellamente l’oracolo, onde chiedergli se ci fosse al mondo uomo più felice di lui, al che l’oracolo
affinchè ne venisse indagata la ragione. Il senato allora decise che fosse chiamato l’indovino Lucio Aquinio, onde risponder
accordo col collegio dei Pontefici, ordinando che in avvenire non si fosse nè intrapresa cosa alcuna, nè combattuta una batt
signati come infausti nel calendario romano. Sebbene la superstizione fosse il fondamento universale della religione dei paga
l tiranno Dionigi, lo mise in completa rotta, sebbene la battaglia si fosse combattuta in un giorno di ecclissi. 2161.Giove —
dimostrare ch’egli ascoltava le preghiere degli uomini, qualunque si fosse la parte del mondo da essi abitata. Per contrario
, uno era antico quanto il mondo, e nato da ignoti genitori, e che si fosse fatto poi conoscere dagli Arcadi, ed avesse eserc
cronisti più accreditati, è generale l’opinione che il primo di tutti fosse il Giove Ammone della Libia, la cui origine rimon
scrittori. Infatti molti fra questi pretendono che una tal divisione, fosse quella che stabilirono fra di loro i figliuoli di
avano l’onore della nascita di Giunone, ognuno pretendendo che la dea fosse nata nella rispettiva patria. Al dire di Omero,
e affidata alle Ore ; e finalmente altri sono di opinione che Giunone fosse stata allevata dalle tre figliuole del fiume Aste
che durante la guerra dei giganti contro Ciove, Giunone spaventata si fosse rifuggita in Egitto, sotto la sembianza d’una vac
istruggere il tempio della Misericordia, non essendo possibile che si fosse adorata questa mite e soave divinità da un popolo
he non era possibile, non solo di scioglierlo, ma di comprendere come fosse fatto. Ora un’antica tradizione Frigia diceva, ch
che la pace sarebbe ritornata nel loro paese, per mezzo di un re che fosse venuto ad essi su di un carro. Mentre gli abitant
i innanzi agli occhi quei foltissimi e ruvidi crini. Allora qualunque fosse stato l’uomo sul quale s’arrestavano quegli sguar
i gorgoni ; ed aggiunge che il solo Annone, generale dei cartaginesi, fosse penetrato fino alla loro dimora ; ove trovò alcun
mpio, e a stabilire un culto particolare, per il che fu detto ch’egli fosse loro padre. Secondo riferisce Pausania, in tutte
a. — Si dava questo nome ad una specie di danza, di cui si pretendeva fosse stato Teseo l’inventore, perchè fu la prima volta
di Odur e di Freja, dea dell’Amore. La tradizione aggiunge che Hnossa fosse più bella della stessa madre, e che aveva in sè t
ne feste così chiamate, perchè si credeva appunto che in un novilunio fosse nato Epicuro. Nella celebrazione di queste feste,
nel crudele bivio di sacrificare uno dei due soli esseri, a cui ella fosse affezionata, Penelope si copri il volto col velo,
ove perchè la tradizione mitologica ripete che Giove vi nascesse e vi fosse allevato. Anche Enea ebbe, secondo la cronaca tra
d’ogni mese. Nelle loro credenze essi ritenevano che il dio Mercurio fosse nato negli Idi di maggio, e percio erano a lui co
li autori antichi ve ne ha molti i quali pretendono che il sacrificio fosse consumato ; e questa opinione è seguitata anche d
erogativa di rinascere appena erano tagliate ; quante vol te però non fosse immediatamente applicato il fuoco sulla ferita. I
la aggiunge, che quando l’eroe greco attaccò l’Idra, un enorme cancro fosse venuto a proteggerla contro i colpi di Ercole ; m
Vedendola prossima al parto le impose di uccidere la sua creatura se fosse stata femmina, non avendo i mezzi di poterla alle
a Feletusa una pietosa astuzia, ed ella fece credere al marito che si fosse sgravata d’un maschio. La cosa rimase per lungo t
he il famoso oracolo di Aulide, che richiedeva il cruento sacrificio, fosse dato di comune accordo dall’indovino Calcante con
lla regina e a tutti i testimoni del fatto maraviglioso, che Ifigenia fosse stata trasportata nel cielo, e posta nel numero d
n meno accreditati scrittori e cronisti dell’ antichità, che Ifigenia fosse cangiata in una giovenca ; secondo altri in una v
o altri in un’orsa. Il cronista Lucrezio pretende invece che Ifigenia fosse stata realmente svenata, e che l’innocente sangue
accondiscere a questo suggerimento di Calcante ; e che allora Ulisse fosse segretamente partito dal campo greco senza il con
etamente partito dal campo greco senza il consenso di Agamennone e si fosse recato presso Clitennestra, alla quale consegnò u
on avesse rimandata Ifigenia in Tauride, ordinando che in sua vece si fosse sacrificato, sull’altare della cruenta divinità,
i Argo, propose loro di sacrificarne uno solo quante volte l’altro si fosse legato con giuramento di portare al fratello Ores
non fu più rinvenuto dai suoi compagni, i quali ritennero ch’egli si fosse annegato in qualche torrente, ovvero fosse stato
quali ritennero ch’egli si fosse annegato in qualche torrente, ovvero fosse stato divorato da qualche belva. La cronaca della
ando di sfida, offerendo di battersi personalmente contro chiunque si fosse presentato, a condizione però che s’egli restava
l’Areopago, e svelò il sogno ; e avendo i giudici ordinato che il reo fosse posto alla tortura, questi confessò il delitto e
e, onde fare che, venendo essa accettata dagli uomini in generale, ne fosse meno scrutata l’origine. Presso i pagani, la divi
terribile carestia, (della quale molti autori ripetono che Ino stessa fosse stata cagione, avendo, secondo alcuni, fatto avve
intelletto dalle terribili dee vendicatrici, credè che il suo palagio fosse trasformato in un bosco ; la moglie ed i figliuol
ure ; sotto le quali la sventurata sarebbe morta per certo, se non si fosse trovato a passar per di là Ercole, il quale ritor
a, e fingendo di ignorare quanto era avvenuto, dimandò a Giove di chi fosse quella giovenca e a qual mandra appartenesse ; e
favolosa metamorfosi di Io in giovenca. Pausania riferisce che lo non fosse figliuola del fiume Inaco, come vuole la maggiora
pa, settimo re di Argo. Erodoto ripete invece, che la principessa Io, fosse stata da alcuni mercadanti fenici, rubata ai prop
ica narra che Cadmo il quale introdusse in Grecia le scienze fenicie, fosse stato il primo a scoprire quella fontana, che fu
vinto nella corsa del carro ; sottoponendosi però ad essere ucciso se fosse riuscito perditore. Ben tredici furono i concorre
o. Coll’ andare del tempo, i sacerdoti sparsero la voce, che Ippolito fosse stato preservato dalla morte per volere degli dei
to fosse stato preservato dalla morte per volere degli dei, dai quali fosse stato ammesso in cielo fra le castellazioni, e pr
iuochi funebri, celebrati in suo onore. Ippotette allora prima che si fosse agito contro di lui, cedette a suo figlio Alete i
ia dato vita alla tradizione favolosa, la quale racconta che Ippotoo, fosse , appena nato, esposto in un bosco per ordine di C
osto in un bosco per ordine di Cercione, suo avolo ; e che quivi egli fosse stato nudrito da due cavalle V. Cercione. Ippotoo
È opinione di molti accreditati scrittori, che il monumento originale fosse andato nuovemente smarrito nel 1730 ; cosicchè de
fu all’uscire, colpito da morte istantanea. Presso i romani, sebbene fosse stato per lungo tempo proscritto il culto della d
metrio, incaricato dall’ imperatore di riconoscere quelle isole, egli fosse approdato alla prima isola che incontrò nel suo c
e cosa certa, che uno dei principali demonî abitatori di quell’isola, fosse morto. Lo stesso Demetrio nelle sue cronache di r
o, conosciuto più comunemente sotto il nome di Giapeto — V. Giapeto —  fosse l’identico personaggio dello Jafet biblico. 2362.
a paternità di questa giovanetta : infatti alcuni pretendono che ella fosse figlia di un re della Lidia, per nome Giardano ;
per nome Giardano ; ed altri, segnatamente Ovidio e Sofocle, che ella fosse figliuola di Eurito, re di Ecalia. D’ Eurito fig
da Apollo, dette alla luce un fanciullo senza che il padre di lei si fosse accorto di nulla ; ma quando ebbe partorito il ba
che Minerva, apparendo d’improvviso, consigliò Creusa a fare che Jone fosse erede del trono degli Erettidi, non palesando a X
fiori, e a cavallo di un pappagallo. Sebbene il culto di Kama non si fosse mai molto generalizzato nelle Indie, pure in molt
23 anni. Plinio asserisce, che una somma non minore di 1800 talenti, fosse spesa per il vitto di quegli operai. Le piramidi
la di Creta ; sebbene quest’ultimo, al dire di Plinio lo storico, non fosse che la centesima parte di quello d’Egitto. Al dir
te il censore Flacco, i suoi contemporanei ritennero che quella morte fosse avvenuta per vendetta di Giunone Lacinia, la qual
si d’ una colonna d’oro, che sorgeva in quel tempio, e non sapendo se fosse d’ oro massiccio, ovvero ricoperta semplicemente
ra che la dea avea fatta ricadere su di Oeneo, e suoi discendenti, si fosse placata. Le cronache dell’antichità aggiungono in
, che ben presto egli la proferì a tutte le sue amanti, sebbene Lamia fosse già avanzata negli anni. Dopo la sua morte gli At
piuta d’olio una sola volta l’anno, e ardeva poi sempre, senza che vi fosse stato bisogno di più ritoccarla. Il cronista Soli
to. Allorquando i trojani consentirono che il famoso cavallo di legno fosse introdotto nella loro predestinata città, Laocoon
, cercò di persuadere i suoi concittadini ad opporsi a che il cavallo fosse introdotto al di là delle mura, e fu in questa oc
aomedonte, onde abbellire e fortificare la capitale del suo regno, si fosse servito dei tesori consacrati ad Apollo ed a Nett
el dio della sanità. Vogliono alcuni autori, che Latobio propriamente fosse il nome di un famoso medico, che i norici diviniz
ltro non fu se non la nutrice di Apollo, e che Iside, la dea suprema, fosse la vera madre di lui. Al dire del citato scrittor
are nell’antro di Trofonio, e che in pena della sua azione sagrilega, fosse condannato dagli dei a non poter più ridere per q
se condannato dagli dei a non poter più ridere per qualunque cosa gli fosse avvenuta. Addolorato di ciò, egli ricorse all’ora
alleanza coi latini, volle, per eternare la memoria del fatto, che si fosse fabbricato uno splendido tempio comune, ove gli a
veduta mentre si bagnava nelle acque del fiume Eurota in Laconia, si fosse trasformato in cigno ed avesse ordinato a Venere
o di condurre Elena a quella dea. Pausania pretese che Leda altro non fosse se non la nutrice di Elena. Altri autori finalmen
essa, avesse partorito un uovo, il quale trovato e covato da Leda, si fosse poi schiuso ed avesse dato alla luce Castore, Pol
edevano fermamente che il mezzo più efficace per allontanare i lemuri fosse quello di abbruciare delle fave, ritenendo che l’
, non si era mai potuto toccare il fondo del lago di Lerna, qualunque fosse stata la macchina adoperata a tale uopo. L’impera
i suoi Lestrigoni fece raggiungere l’ altro fuggitivo, ordinando gli fosse preparata un’ orribile morte. Costei di botte An
ivino amante, l’abbandonata Clizia gli suggeriva, ordinò che Leucotea fosse sotterrata viva, e fosse gettato sul corpo di lei
ta Clizia gli suggeriva, ordinò che Leucotea fosse sotterrata viva, e fosse gettato sul corpo di lei un monte di sabbia. Apol
uni scrittori, che la dea Libentina, detta anche Libertina, altro non fosse che una configurazione della dea di Venere, a cui
tà era molto più celebre che in Grecia, ritenevano che la dea Libertà fosse figlia di Giove e di Giunone. Nel magnifico tempi
che il dio avesse voluto parlare di una belva, e persuasi che non vi fosse al mondo un animale che avesse avuto la forza di
sotto l’appellazione di Libia. Vi sono varii autori che dicono Libia fosse figliuola di Pamfiloga e dell’ Oceano. È questa p
tempo di pubbliche calamità, cercando in quei fogli misteriosi, quale fosse l’espiazione ch’essi dovevano praticare, onde pla
e transitavano pei suoi stati. Si vuole che Giove stesso, viaggiando, fosse andato a chiedere ospitalità nella reggia di lui,
se andato a chiedere ospitalità nella reggia di lui, e che Licaone si fosse apprestato a levargli la vita, durante il sonno,
aceva con gli altri. Però, avendo avuto sospetto che quello straniero fosse un dio, fece sgozzare un soldato Molosso, che rit
a questo Licaone, loro re, cangiato in lupo per vendetta di Giove, vi fosse stato un altro Licaone, il quale sacrificando a G
vi fosse stato un altro Licaone, il quale sacrificando a Giove Liceo, fosse similmente cangiato in quell’ animale, e che ogni
i dieci anni ripigliava per poco la forma umana, quante volte però si fosse astenuto, in quel periodo di tempo, dal nudrirsi
to, in quel periodo di tempo, dal nudrirsi di carne umana, che se ciò fosse avvenuto, rimaneva sempre lupo. La gran maggioran
ilmente erano delle feste celebrate in Arcadia, delle quali si voleva fosse stato istitutore quello stesso re Licaone che fu
o quel monte, perchè credevano che in un dato luogo, chiamato Creteo, fosse stato allevato Giove dalle tre ninfe dette Agno,
ce il citato scrittore che essendo Latona, sul punto di partorire, si fosse trasformata in lupa, per sottrarsi più facilmente
casa del quale Teti mandò il figliuolo Achille, onde impedire che si fosse recato all’ assedio di Troia. Fu durante il tempo
urgo stesso, volendo eccitare gli operai a seguire il suo esempio, si fosse tagliate ambedue le gambe, con un violento colpo
retamente nell’ isola di Creta, ove morì ; ordinando che il suo corpo fosse abbruciato, e le sue ceneri disperse al vento ; t
rtia, perchè un’antica tradizione ripetea che la statua di quella dea fosse venuta dalla Tauride a Sparta, avvinta da sarment
uita ad Anfione, mentre altre opinioni pre tendono che l’inventore ne fosse Orfeo ; ed altre finalmente Apollo e Mercurio. La
uciate sugli altari di Luciniana, restavano immobili per qualunque si fosse l’impetuosità del vento che avesse sconvolto l’at
le proprie influenze, e perfino colla pioggia della sua pallida luce, fosse talvolta cagione di gravi mali, così credettero c
llida luce, fosse talvolta cagione di gravi mali, così credettero che fosse animata ; e vedendo le fasi sempre eguali, ed il
lo stesso nell’ampia volta del firmamento, si convinsero che la luna fosse immortale, e allora genufiessi innanzi a quell’as
riferito scrittore ci ammaestra similmente, come il culto della Luna fosse sparso e conosciuto anche nelle Gallie, ove nella
Olimpiade (518 anni avanti Gesù Cristoj. Bockh, asserisce che Pindaro fosse nato nella LXIV Olimpiade (522 anni avanti Cristo
daro mori nell’ 80° anno della sua vita, e ammettendo, con Bockh, che fosse nato nel 522 avanti Cristo, la sua morte sarebbe
ei la Favola racconta, che per soddisfare alla sua bestiale libbline, fosse soggiaciuta ad un toro, facendosi rinchiudere ia
3 (1831) Mitologia ad uso della gioventù pp. -
una certa latitudine, ed impiegando ogni cura perchè l’esposizione ne fosse fatta in termini così misurati dal lato della mor
sistema della greca Mitologia, e descrive a parte a parte come tutto fosse animato nel mondo in acconcio della poetica inven
dicevasi scellerato. Si crede da alcuni che il fuoco sacro così detto fosse il lume delle lampade accese nel tempio di Vesta,
serpina era stato Plutone, Cerere ricorse a Giove per ottenere che le fosse restituita, ed ebbe da lui promessa di riaverla q
e dal monte ov’era nata aveva in Efeso il più magnifico tempio che si fosse mai veduto ed annoverato fra le sette maraviglie
ra egli inventasse la lira, ma credesi con maggior fondamento che gli fosse data da Mercurio in cambio del famoso caduceo. Il
rmente onorato sul monte Cilleno in Arcadia o perchè si credeva ch’ei fosse nato su quel monte. Come Dio dei ladri si raccont
i sconsigliatamente che in oro si convertisse tutto quello che da lui fosse toccato. Ma ebbe ben tosto a pentirsi della sua d
nna abbandonata dall’ingrato Teseo nell’isola di Dia o di Nasso e che fosse scoperta dai Satiri e dai Fauni immersa in un pro
scia e restò zoppo da ambi i lati perpetuamente. Pretendono altri che fosse precipitato da Giove, per punirlo di aver voluto
tone temè non si aprisse la terra, e uscì dall’inferno per vedere che fosse . Stava ne’ campi dell’Enna Proserpina figlia di G
quando gli Dei avessero giurato per le sue acque, il loro giuramento fosse inviolabile, e se vi mancassero rimanessero per c
vola di Caronte si spiega in vari modi. Credesi da alcuni che Caronte fosse un potente principe che diede leggi all’Egitto e
i. A Roma si adorava anche Libitina come Dea dei funerali, e pare che fosse la stessa Proserpina. Dea dell’Inferno era pur E
quale è stato alle volte confuso. Si rappresentava cieco ; dicesi ehe fosse zoppo quando veniva fra noi e mettesse le ali nel
che Briareo avesse parte nella guerra de’Titani contro gli Dei, e che fosse oppresso sotto il peso del monte Etna e che venis
hi di Mercurio. Si ritiene però più comunemente che il Pane dei Greci fosse figlio di quest’ultimo Dio e di Penelope, figlia
l fanciullo sì deforme, che non osando Venere di riconoscerlo, ordinò fosse esposto su di un monte vicino a Lampsaco, ove fu
mani mettevano la sua statua negli orti, nella persuasione ch’egli ne fosse il guardiano e che ne procurasse la fertilità. Qu
gli Dei soffia il freddo e cagiona le nevi e le procelle ; ma benchè fosse il padre delle brine e dei ghiacci, fu egualmente
promettendo di far ritornare in Atene tutte quelle donne, purchè gli fosse stata accordata la mano di quella ch’egli teneram
igliò il volo a traverso il nascente mondo. Vuolsi da altri che Amore fosse figlio di Giove e di Venere e Cupido della Notte
onde potesse percuotere con maggior violenza. Avrebbe desiderato che fosse stata fatta all’uomo una finestrella vicino al cu
n cerca di lui per mare e per terra finchè l’ebbe trovato. Vuolsi che fosse in questa circostanza ch’ella inventò le vele. Po
i Dei, benchè da alcuni sia considerato come alimento ; e bisogna che fosse ben squisita bevanda poichè questa parola è stata
venzioni che hanno luogo fra gli uomini, e teneva mano affinchè tutto fosse esattamente osservato : da alcuni si vuole che ve
lo impegnasse a non espor nulla che alla giustizia ed alla verità non fosse conforme. La Pace Questa Dea nata da Giove
loro prerogative, affinchè al cospetto della divinità, ogni asprezza fosse dalle loro discussioni bandita ; ingegnosa idea c
Enio da’ Greci, confusa molte volte con Pallade, vuolsi da alcuni che fosse figlia di Forcide o Forco e di Ceto ; chi la dice
venuta, lo pregò di accordargli una grazia, senza dire quale essa si fosse . Il Sole in contrassegno del paterno affetto giur
alla favola di Fetonte. Fra le tante adottate avvi quella che Fetonte fosse un principe il quale si applicò sommamente all’as
al termine della sua carriera. Aggiungono alcuni che questo principe fosse re dei Molossi, popolo dell’Epiro, che si annegò
per trar Giove da qualche periglio. Pare nondimeno che Teti altro non fosse che una divinità puramente fisica : chiamavasi es
incipe avrebbe goduto la fama di uno de’ più grandi uomini ove non si fosse acquistato l’odio degli Ateniesi e dei Magariani
ciogliesse sollecito le vele senza volerla condur seco, quantunque si fosse con tutta la forza attaccata alla nave di lui ; s
de ; se ne crede il costruttore Petesuco o Titoes, altri vogliono che fosse opera di dodici re. Questo edificio per quanto si
ma nell’ interno trovavansi infinite strade tortuose. Si pretende che fosse un monumento dedicato al Sole. Altri lo han credu
esto re di Atene, fu l’uomo più ingegnoso de’ suoi tempi e vuolsi che fosse allievo di Mercurio. Egli fu eccellente sopra tut
navigatori solevano consultare. Vuolsi che Cirœ lo amasse, ma ch’egli fosse insensibile al di lei affetto, preferendo la giov
esta a Medusa, la più eelebre per le sue disavventure, ma la sola che fosse mortale, mentre le sue sorelle non erano soggette
o. Questo fonte consacrato ad Apollo ed alle Muse vogliono alcuni che fosse scoperto da Cadmo che insegnò ai Greci le lettere
te a trattenere tutti i passaggeri, ma che dal momento in cui un solo fosse passato, senza fermarsi per sempre all’incanto de
corpo, ha una coda di delfino e un ventre di lupo. Credesi che Scilla fosse un naviglio dei Tirreni che devastava le coste de
cissima che avendo rubato ad Ercole certi buoi, dicesi da certuni che fosse da lui uocisa, da certi altri fulminata da Giove
iclo e secondo alcuni Euristeo. Volendo Anfitrione sapere qual d’essi fosse suo figlio, mandò due serpenti presso della loro
o in tal guisa il Mediterraneo all’ Oceano, e credendo che quel punto fosse la fine del mondo, vi eresse due colonne, su le q
ali altari servono a convalidare sempre più il sistema che Ercole non fosse altro che il sole, poichè si vedono espressi chia
ere egli medesimo le celesti regioni per scegliere quello che più gli fosse sembrato conveniente all’uomo che esso aveva form
uni, ma son creduti da pochi, che quegli che s’introdusse nella torre fosse Preto e che da ciò ne naeque l’odio implacabile c
ce del cavallo la testa di Medusa, una delle tre Gorgoni, la sola che fosse mortale ; cui Pallade per punirla di aver amoregg
hè ne venne liberato da Ercole. Vuolsi da molti che questa Proserpina fosse moglie di Edomo re dell’Epiro, per toglier la qua
o a perderla per sempre e senza speranza di più riacquistarla, ove si fosse a lei rivolto per mirarla, prima d’uscire dai lim
moglie di Lico re di Tebe fu ripudiata da suo marito per sospetto che fosse invaghita di Epafo o Epopeo re di Sicione. Essend
suo primo nome di Diomede in quello di Giasone. Pretendono alcuni che fosse Pelia medesimo che desse Giasone ad educare a Chi
odonea formò la nave che da’poeti fu celebrata come la prima nave che fosse costrutta e le diede il suo nome ; Tifi ne fu il
, la loro intrapresa ripartirono per la Grecia inseguiti dal re Eete. Fosse il timore di esser raggiunti da questo re, fosse
seguiti dal re Eete. Fosse il timore di esser raggiunti da questo re, fosse la mira di evitare gli scogli Cianei, gli Argonau
dopo che l’ariete ne fu spogliato. Vuolsi da alcuni che quell’animale fosse coperto d’oro invece di lana fin dal suo nascere,
inti a spiegarla. Vogliono alcuni che la favola di questo vello d’oro fosse fondata sull’esservi nella Colchide torrenti che
ro ebbe tosto la stessa la sorte. Non dicono i mitologi come Atalanta fosse restituita a suo padre ; ma la maggior parte comb
nio da molti principi ; ma sia ch’ella non amasse gli uomini, sia che fosse informata dall’oracolo che il maritaggio le sareb
avrebbe uccisi quelli che non l’avessero vinta. Per quanto pericolosa fosse l’alternativa, si presentò un gran numero di conc
oro fedeltà trasformandoli entrambi in alcioni, e vollero che il mare fosse tranquillo in tutto il tempo che questi uccelli f
li divisioni non sarebbero cessate se non per mezzo di un re il quale fosse venuto ad essi sopra un carro. Essendo coloro in
colla madre sopra di un carro, e allora, più non dubitando che questi fosse colui indicato dall’oracolo, lo elessero per loro
tradizione del paese, un oracolo aveva dichiarato che colui il quale fosse giunto a scioglierlo, avrebbe ottenuto l’impero d
dro e tutti coloro che erano presenti si ritirarono come se l’oracolo fosse compiuto ; la qual cosa venne nella stessa notte
era destino che questa dovesse morire sì tosto che l’enimma da alcuno fosse disciolto. Presentossi Edipo e la Sfinge gli prop
ntossi Edipo e la Sfinge gli propose il fatale enimma, che era : Qual fosse l’animale che in sul mattino aveva quattro piedi,
l’oracolo di Delfo su ciò consultato, non sarebbe cessata, finchè non fosse da Tebe esiliato l’uccisore di Laio. Or mentre Ed
o per ciascheduno e che per evitare qualunque contesa, quello che non fosse sul trono, si dovesse allontanare da Tebe : ma Et
Creonte, essendone stato istrutto, ordinò che questa amorosa sorella fosse sepolta viva, in pena d’aver disubbidito. Evitò e
occhi, nel quale egli era abilissimo, colla condizione, che se taluno fosse rimasto vincitore, avrebbe avuto in premio Ippoda
nti sarebbero puniti di morte. Era difficilissimo che questo principe fosse vinto, in quanto che egli possedeva il più leggie
iso da Egisto figlio di Tieste. Atreo ebbe due mogli. Ignorasi quale fosse la prima dalla quale ebbe Plistene, Agamennone e
ove sapeva che Pirro allora trovavasi, sparse voce, che questi venuto fosse per ispogliare il tempio, e il fe’dal popolo ammu
sta è almeno l’opinione generale, malgrado dicasi da alcuni che Pirro fosse ucciso da Oreste medesimo innanzi al patrio altar
e di magnanimità che talvolta gli sfuggivano, fecero sospettare ch’ei fosse uscito da una illustre famiglia. Venne a lui affi
la casta Minerva potè pur essa ricusare. Sia che l’offerta di Venere fosse a Paride più gradita, sia ch’ei la trovasse delle
ia aveva precedentemente rapito, sapendo essere destino che Troia non fosse presa finchè il Palladio conservasse ; aggiunse c
ondare in Italia un nuovo impero, doveva sostenere. Alcuni dicono che fosse la Sibilla Cumana italiana quella che offerse al
lla che offerse al re Tarquinio i Libri Sibillini. Vogliono altri che fosse Demofila o Erofila, la settima delle Sibille nomi
o per onorare i loro Dei. Non si conosceva giuoco alcuno il quale non fosse a qualche Dio in particolare ed anche a molti ins
pevole amore pel proprio padre. Pretendono certuni che l’ira del Sole fosse il principal movente della colpa di lei. Pretendo
4 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo II pp. 3-387
tamente colpisse uno di coloro. Quegli, cui essa arrivò, credendo che fosse stata scagliata contro di lui da uno de’suoi frat
postosi sacrifizio ; ma temendo ; che l’acqua della mentovata fontana fosse infettata dal veleno del Dragone, scorse quà e là
ll’ Illiria. Là gli venne in pensiero, che il Dragone, da lui ucciso, fosse vissuto sotto la tutela di qualche Deità, e che p
sero sopraggiunte cotante aciagure. Pregò quindi i Numi, che, se così fosse , convertissero lui pure in serpente : Io che avve
o di Iolco, che apparteneva ad Esone. Temendo, che la sua usurpazione fosse per produrgli tristi conseguenze, per consiglio d
il regno, a patto, che dovesse restituirlo a Giasone, qualora questi fosse divenuto idoneo a governare. Alcimede non si fidò
to gloriosa, altrettanto pericolosissima, promettendogli, che qualora fosse ritornato da quella, lo avrebbe collocato sul tro
e’ cavalli dal carro di Nettuno, e lo mandò innanzi ad essi, affinchè fosse loro di sicura guida (b). Giunse finalmente Giaso
sso Ercole, il quale aveva promerso di vendicarla, qualora Giasone le fosse stato infedele(26). Giasone poi, dopa aver condot
i gli altri(d). Il Sole per un giorno non illuminò la terra, affinchè fosse triplicata la notte, in cui dovea nascere questo
pe, figlia di Pelope, e moglie di Stenelo, re di Micene ; quegli, che fosse comparso il primo alla luce, avesse ad esercitare
ioè, ed Ificlo, così Anfitrione, volendo conoscere, quale di que’ due fosse stato conceputo per opera di Giove, gettò le due
propose di far prova chi di essi due giuocasse meglio al Disco ; chi fosse capace d’attignere maggior quantità d’acqua entro
de, il quale sarebbe pure caduto vittima della di lui crudetà, se non fosse giumo opportunamente Ercole a alvargli la vita. Q
posta sopra una zattera, perchè gli Eritrei pretendevano, che quella fosse così arrivata da Tiro appresso di loro. Dicesi, c
o Ercole indugiato a ritornarsene dall’ Inferno, si cre ette ch’ egli fosse morto ; e però insorse una sollevazione in Tebe.
rlo alla primiera serenità di mente ; ma Ercole, pensando, che quegli fosse Euristeo, coll’ arco lo inseguì. Fu rinchiuso in
a ucciso i figli, avuti da Megara, sua prima moglie, e che temeva che fosse per trattare nella stessa guisa anche qualsivogli
e fosse per trattare nella stessa guisa anche qualsivoglia altro, che fosse per nascergli in avvenire. Ercole rapì la giovine
le ceremonie dell’espiazione. Gli Dei però, giudicando che Ercole non fosse stato abbastanza punito, lo afflissero inoltre co
ad Ercole, ch’ egli non si sarebbe liberato dal suo male, qualora non fosse stato venduto, e non avesse servito in qualità di
sotto un grosso sasso, e commise ad Etra di spedirgli Teseo, allorchè fosse divenuto capace di smuovete quel sasso. Converiva
rare lo stesso fine di lui. Teseo, il quale già sospettava ch’ella si fosse colà ritirata, la chiamò a se, protestando, che n
segno. Vide la nave senza di quello ; nè più dubitando, che il figlio fosse già perito, disperato si precipitò nel mare. Fu e
ata Arianna, stabilirono di procurarsene ciascuno un’ altra, la quale fosse nata da Giove. Teseo rapì Elena, figlia di quel N
rio del di lui padre non si sarebbe potuto distruggere, finchè Ettore fosse vissuto(a). Egli divenne il terrore de’ Greci, e
sarmò Leito, figlio d’ Alettrione ; e lo avrebbe inche ucciso, se non fosse accorso in di lui Idomeneo(i). Trionfò altresì di
scinò col volto nella polvere intorno le mura di Troja, e comandò che fosse esposto ad essere cibo de’cani e degli avoltoi (b
sì avea prescritto ad essi un Oracolo, se volevano, che perpetuamente fosse felice il loro Imperio(a). Paride. Paride
e ad Archelao, uno de’ suoi servi, di esporre il fanciullo, subitochè fosse nato, ne’ boschi, onde venisse divorato dalle fie
sole anzidette tre Divinità. Era difficile il decidere quale di loro fosse la più avvenente. Paride fu eletto giudice della
Venere s’impegnò di renderlo possessore della più bella donna, che vi fosse stata al mondo. Paride diede il pomo a Venere. Gi
nel luogo, dondi era partito. Stupì Enea, e venne in dubbio, ch’esso fosse il Genio di quella situazione(16). Egli si propos
r vendicarsi di Antimaca, loro padre, ch’erasi opposto, ond’Elena non fosse restituita a Menelao (g). Nove anni impiegò Agame
castigo di Apollo, e che il Nume nol avrebbe sospeso, qualora non si fosse restituita Criseide al genitore. Tutti i principa
erte Feste ; dette Menelee, e gli si tribucavano altri onori, come se fosse stato una delle supreme Divinità. Non altrimenti
e, la quale avea inteso da un Oracolo, che Achille sarebbe perito, se fosse intervenuto a quella spedizione, secretamente lo
, che i Greci non ne avrebbono mai trionfato, qualora tra loro non si fosse trovato anche Achille(b). Subito pertanto si cerc
o Sperchio, fiume della Tessaglia, se lo stesso dopo quella guerra si fosse felicemente restituito alla sua patria(c) (3). L’
sa Penelope, figlia d’Icario(3). Questi aveva proposto di darla a chi fosse rimasto vincitore in certi Giuochi, ch’egli era p
però, figlio di Nauplio, re dell’Isola d’Eubea(5) sospettando che non fosse vera la di lui pazzia, tolse dalle mani di Penelo
ttà nemica, quando non si avesse impedito, che Reso, re di Tracia, si fosse unito a’ Trojani, e che i di lui cavalli, di valo
uerelò con Giove, e minacciò di non più apparire sulla terra, qualora fosse rimasto impunito l’insulto, sofferto da coloro. G
in diversi giuochi. Laodamante, figlio del predetto re, volle che vi fosse ammesso anche Ulisse, e questi vi rimase vincitor
ovviso cangiamento, non osava di mirarlo in volto, perchè credeva che fosse un Nume. Disingannato finalmente, narrò al padre
i lui lo sdegno degli uomini, e perfino degli Dei. Ulisse voleva, che fosse lapi dato ; e Ajace avrebbe per certo soggiaciuto
ne furioso. Si avventò contro una greggia di pecore, credendo ch’essa fosse coloro, ch’erano stati i giudici della predetta q
elari, e fabbricarono ad essi un tempio(d). Benchè il medesimo tempio fosse stato consecrato a questi due fratelli, esso tutt
dagli Dei, gli si affezionò ; lo fece allevare non altrimenti che se fosse stato suo figliuolo, e gl’impose il nome di Edipo
cipitò nel mare, giacchè questo doveva essere il suo fine, qualora si fosse spiegato il suo enimma(b) (2). Edipo quindi oltre
e ne udì, che il crudele flagello non sarebbe cessato ; finchè non si fosse punito l’uccisore di Lajo. Edipo ne fece subito l
è l’anzidetta città, quand’anche Giove, e qualsisia altro Nume gli si fosse opposto, e che in pena di tanto ardire Giove lo a
gliuolo d’Ecleo e d’Ipermnestra(f). Altri dicono, che il di lui padre fosse l’eccellente Indovino. Melampo, e che per altro s
avi una fontana, sacra allo stesso Anfiarao, e da cui, credevasi, che fosse asceso al Cielo. Si riputava, reo di delitto capi
rebbe stata pe’ Tebani, se il cittadino il più distinto di nascita si fosse sacrificato pèrida salute de’ suoi. E poichè al p
ne. I Greci diedero alla Virtù il nome di Arete. I Poeti finsero, che fosse figliuola di Prassidice, altra Dea, che mostrava
ontò il fatto al Pretore, e l’ero ca azione della figlia ni ritò, che fosse ridonata la libertà alla madre. Si volle inotre,
alla madre. Si volle inotre, che la carcerel, ov’era stata rinchiusa, fosse convertisa in tempio, sacro alla Pietà, e che le
dicizia Patrizia sia stato alzato da’ discendenti d’Ercole, e che non fosse permesso alle donne, le quali aveano avuto più d’
co. I Romani poi le eressero il più grande è magnifico tempio, che vi fosse tra loro. Questo fu cominciato dall’Imperatore Cl
lo rigettò con ira e con proteste, ch’ ella ad uno solo, ovunque egli fosse , serbava il suo affetto. Ciò doveva bastare ad as
ficare la di lei debolezza coll’ accertarla, ch’ egli medesimo, se si fosse trovato nella stessa circostanza, non avrebbe sap
n non so chi sfaccendato e maligno ; e immaginandosi, che quest’ aura fosse una Ninfa, corse ad avvisarne Procride. Costei, s
ne frondi, cadute dà un albero con istrepito, gli fecero credere, che fosse qualche fora. Scoccò lo strale verso il luogò, ov
soggiunge lo stesso Scrittore, che ambedue moritono, primachè quella fosse terminata. Giulio Cesare, dopochè s’impadroni del
di se ha una colonna. Il comico Aristofane vorrebbe, che la Ricchezza fosse dipinta cogli occhi chiusi. Dà piacere l’essere p
ui v’aveano varie bellissime statue. Clodio volle pure, che un tempio fosse inalzato a questa Divinità nel luogo, ove fu atte
appresso il tribunale degli Efori, perchè giudicavano, che niente vi fosse di più necessario in un Governo, quanto lo inspir
lasla alla gelosia di sua moglie, Giunone(c). Si credette, che Europa fosse stata trasferira tragli Dei ; i Fenicj la onoraro
celli bisbigliavano fra loro(a). Ritornando a Tiresia, dicesi, che vi fosse in Arcadia una fontana, detta Telfussa, o Tilfoss
l fiume mentevato era il fiume Eveno(f). Valerio Flacco pretende, che fosse l’Enipeo(g). (a). Job. Jacob. Hofman. Lex. Univ
le d’oro, e la facoltà di parlare, e di alzarsi a volo. Che tale però fosse la pelle di quell’ animale, non outti fragli Anti
quali parleremo altrove. Fu da alcuni creduto, che l’Orfeo Argonauta fosse lo stesso che l’Autore del Poema sull’ Argonautic
, ne divenne amante, e non vedendosene corrisposta, ordinò che quello fosse fatto morire in una carcere. Testore fu incaricat
Medea, nulla dice delle querele, che avrebbono anche dovuto fare, se fosse stata vera l’uccisione di Absirto. Di quelli poi,
(a). (d). Joh. Jacoh. Hofman. Lex. Univ. (2). Vuolsi, che Alcmena fosse solita a portare in testa a guisa d’ornamento tre
l. (a). Ovid. in Dejan. (3). Apollodoro vuole, ch’ Ercole allora fosse di otto mesi (d), e Teocrito di dieci (e). (b).
e diede il nome alla Via lattea (f). Altri vogliono, che tale bambino fosse Mercurio. Altri pretendono, che la Via lattea sia
on. l. 1. Argon. (22). Convien dire, che l’ingordigia dagli Antichi fosse tenuta in pregio, giacchè ne formarono una Divini
e scelto. La giovine, temendo di essere abbandonata da Apollo, quando fosse divenuta vecchia, si riunì a suo marito(b). Notia
esto promise la vittoria agli Ateniesi, qualora uno degli Eraclidi si fosse volontariamente offerto alla morte. Macaria spont
condo Pausania (c) ed Omero era di ferro (d). Eustazio poi vuole, che fosse di legno, ed armata di ferro nell’ estremità (e).
a Cercione. Questi riconobbe l’ abito di Alope, e ordinò, che a colei fosse tolta la vita, e che il di lei figlio fosse di nu
pe, e ordinò, che a colei fosse tolta la vita, e che il di lei figlio fosse di nuovo esposto. Nettuno cangiò quella misera ma
llattarne il figlio, finchè altri pastori, avendo giudicato, ch’ egli fosse protetto dagli Dei, lo allevarono, e gl’ imposero
cia al riferire di Eratostene e di Pausania erano persuasi, ch’ Elena fosse figlia di Nemesi, e che Leda fosse la di lei bali
Pausania erano persuasi, ch’ Elena fosse figlia di Nemesi, e che Leda fosse la di lei balia(c). Sonovi quindi degli Autori, c
i frondi, e il qua le ne mise fuori in quell’istante, come se Fillide fosse stata ancor sensibile al ritorno del suo amanre.
ollo (b). Tzetze finalmente ciò nega, perchè pretende, che Troilo non fosse giovine sì bello, che potesse destare nel predett
e narrano, ch’ella dal marito non fu uccisa, ma abbandonata, onde non fosse di ostacolo a lui, che andava cercando nuove sedi
ssandra era la più avvenente tralle figlie di Priamo ; ed è fama, che fosse di singolare costumatezza. Sì belle doti le otten
ano, corrotto dall’oro e da altri doni di Paride, non volle che colei fosse restituita ; e persuadette anzi a’suoi, che truci
a madre, e rallegrandosi del suo ritorno(a). Cambise, sospettando che fosse opera di magia, fece rompere quella Statua dalla
, che avea avuto la notte precedente ; nè dubitò, che Polinnestore ne fosse stato il barbaro uccisore. La madre dolente, e pr
e fece sapere, che avrebbe perduto la vita quello de’ Greci, il quale fosse disceso il primo sulle Trojane rive. Protesilao,
odamia, amaroggiata per quella nuova perdita, chiese agli Dei, cae le fosse permesso di vedere e ragionare per tre ore sole c
spogliato dello armi, lo abbia esposto sull’anzidetto monte, affinchè fosse divorato dalle fiere ; e che gli Dei per in zzo d
Nol fece poi, perchè Proteo (o Prometeo(d)) lo avvertì, che chiunque fosse nato da colei, sarebbe divenuto maggiore del padr
a di Priamo. Omero ne parla, come del miglior tiratore d’arco, che vi fosse nella Greca armata (c). Teucro uccise Clito, Prin
ato dall’imuninense pericolo, gli avrebbe sacrificato chiunque gli si fosse presentato il primo sulle spiaggie di Creta. Non
e protestò, che non ne avrebbe celebrato i funerali, se prima non ne fosse caduto in suo potere l’uccisore, e non avesse sac
ffinchè facesse i sacrifizj, e desse le opportune risposte, quando ne fosse consultato. Distruta Troja, Calcante si transferì
rogato poscia Calcante quanti feti portasse in seno una porca, quando fosse per partorire, e con quali segni ; egli per timor
sparsero voce, che aveano consecrato quel cavallo a Pallade, ond’ella fosse propizia ad cesi, che citornavano alle loro città
paventando le Greche insidia, erano d’avviso, che il sospetto dono o fosse gittato in mare, o venisse da sottoposte fiamme r
er celare poi l’obbrobriosa nascita di quello, comandò, che lo stesso fosse esposto nelle selve. Un certo pastore lo raccolse
alia, e vi fabbricò la città de’ Falisci (a). Altri vogliono, ch’egli fosse non figlio, ma cocchiere d’ Agamennone (b). (b).
a di lui figliuola, Arpalice, eccellente nel maneggio delle armi, non fosse accorsa a difenderlo, e non avesse messo in fuga
i Assirj, promise di consecrare la sua bella chioma a Venere, se egli fosse ritornato a lei vincitore. Così avvenne : e Beren
ella chioma. Conone, celebre Astronomo di Samo, fece credere, ch’essa fosse stata caugiata in una Costellazione, detta poi la
poichè questi, com’ebbe in sua mano la di lei città, ordinò che colei fosse fatta morire(b). (c). Ovid. 8. Epist. (d). V
lei dolore, e talmente se ne sdegnò, che la avrebbe uccisi, se non ne fosse stato trattenuto da Diore, di lei fratello. (12)
aveva predetto, ch’elleno perirebbono, quando un solo passeggiero non fosse stato trattenuto dal loro canto(b). (a). Hom. O
e destivana per ravvolgervi il corpo di Laerte, suo suocero, allorchè fosse morto. In cotal guisa li trattenne per tre anni,
il primo in quella città. Ercole, non potendo sofferire, che un altro fosse stimato più valoroso di lui, voleva sacrificarlo
). Fab. 9. 82. 83. (1). Pausania crede, che il vero padre di Enomao fosse Alsione(a). (2). Un quasi simile fatto narrasi d
e avesse acconsentito nel tempo stesso a perdere la vita, qualora ne fosse rimasto vinto. Tutti coloro accettarono la propos
ò la situazione, e se ne andò a Delfo per sapere dall’ Oracolo di chi fosse quell’osso, e qual’uso doveva farne. S’incontrò i
desimi erano immortali, e più rapidi del vento. Il terzo ; quantunque fosse mortale, era degno di marciare cogli altri due(e)
è l’anzidetta città, quand’anche Giove, e qualsisia altro Nume gli si fosse opposto, e che in pena di tanto ardire Giove lo a
gliuolo d’Ecleo e d’Ipermnestra(f). Altri dicono, che il di lui padre fosse l’eccellente Indovino. Melampo, e che per altro s
avi una fontana, sacra allo stesso Anfiarao, e da cui, credevasi, che fosse asceso al Cielo. Si riputava, reo di delitto capi
rebbe stata pe’ Tebani, se il cittadino il più distinto di nascita si fosse sacrificato pèrida salute de’ suoi. E poichè al p
5 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo I pp. 3-423
Età trascorse. Non saprei però, se finalmente oggidì ciascuna di esse fosse da risguardarsi come a tale grado di perfezione r
l suo regno : e per indicare ciò, volle che in una parte delle monete fosse impressa la sua immagine a due faccie(13), e nell
duceva al Campidoglio. Al dire di Festo correva fama, che la medesima fosse stata innalzata dagli Epei, compagni di Ercole, o
ta Dea riconoscevasi la Terra, benchè questa, come abbiamo osservato, fosse di lei madre ; ma non è da maravigliarsi, giacchè
sto il cammino(a). Gli Oracoli avevano altresì dichiarato, che Cibele fosse ricevuta in Roma dal più onesto cittadino. Tale f
tese il nome e il motivo della di lui venuta, arse d’invidia, ch’egli fosse autore di sì bel dono ; ma tuttavia, fingendo ami
endo amicizia, lo accolse appresso di se, per trucidarlo poi, qualora fosse caduto in profondo sonno. Non vi riuscì però, poi
uelle acque. La riconobbe la Dea, nè pose in dubbio che la figlia sua fosse stara rapita. Alzò frattanto la fronte dal fondo
di lui soldati, che cominciavano a darsi alla fuga. Si credette, che fosse stata esaudita la preghiera ; e Romolo alle falde
la quale aveagli promesso di sacrificare ella stessa a Giove, se egli fosse ritornato sano e salvo dalla guerra contro i Sarm
sa di quel luogo faceva credere, che il mormorio della medesima fonte fosse profetico, e che Giove ne avesse a lei conferito
liò a desisterne. Così avvenne ; e ciò fu motivo, che il Nume vieppiù fosse onorato (d). Dal verbo latino elicere, far venire
amò Licco dal monte Liceo in Arcadia, sul quale si pretendeva ch’egli fosse stato allevato dalle Ninfe, Tisoa, Neda, e Agno (
corse appresso i piedi delle sresse Divinità, le quali chiesero, che fosse lasciata in vita. Alzatisi di mensa i due persona
da Tifone e da Echidna, ogni dì gli diverava le viscere : e affinchè fosse eterna la sua pena, Giove volle altresì, che quel
, ossia vestito di ner a pelle di capra, perchè si credette, ch’ egli fosse allora comparso sotto quelle sembianze(a), cd uno
itati ricusassero di bere con Oreste, ordinò che a ciascuno di quelli fosse dato un bicchiere : e così tolse l’ingiuria, che
ndo inteso dall’ Oracolo, che sarebbono stati privati del vino, Anchè fosse rimasto in vita Licurgo, lo fecero fare a brani d
e disastro, rispose, che Bacco non si sarebbe placato, qualora non si fosse sacrificato Cianippo. Ciane, di lui figliuola, pe
. Dittide ne interruppe le preghiere. Acete voleva, che il giovinetto fosse posto in libertà ; ma vi si opposero gli altri di
ad un subitaneo furore, comandò che si traesse Acete nelle carceri, e fosse fatto crudelmente morire. Stavasi per trucidarlo,
irò Giunonò sì vago animale, e chiese, di qual armento e pastoro egli fosse . Giove rispose, che lo avea partorito la terra. F
ra d’una tela. Proposero di gareggiaro, e stabilirono che chi di loro fosse per compire più presto la sua opera, avesse a ric
n si potè mai allontanare da Samo. Persuasi finalmente i Tirreni, che fosse quello, un castigo della Dea, ne deposero a terra
o, perchè si credette che la pestilenza, insorta nelle donne gravide, fosse derivata dal fetore delle carni de’ tori allora i
’immolavano che vittime nere, delle quali si spargeva il sangue nelle fosse , come se quello avesse dovuto penetrare fino nel
a Terra, che non sarebbe per accogliere Latona in alcun luogo, quando fosse per partorire. Nè contenta di ciò, suscitò contro
sultarlo. Niuno però si presentava al Nume per interrogarlo, senzachè fosse coronato il capo, e senzachè offerisse sacrifizj
se di primavera, perchè que’di Delfo pretendevano, che in quel giorno fosse nato Apollo : e quindi il Nume fu denominato anch
vuto cura delle greggi di Admeto : dal che ne derivò altresì, ch’egli fosse risguardato come il Dio de’ Pastori(e) (18). Fu i
seguente i Cretesi, veduto quel guasto, si diedero a credere, ch’esso fosse la verificazione dell’Oracolo, e in quel luogo fa
Iperborei, veneravano Apollo, perchè credevano, che nella loro Isola fosse nata la di lui madre, Latona. Queglino per così d
ervo, protestò che lo avrebbe raggiunto, quand’ anche il corso di lui fosse stato rapido al par di quello del Sole(c). Il Sol
nse, che prendesse dal tempio un tripode, e che nel luogo, ove quello fosse per cadergli di mano, ergesse un tempio ad Apollo
esso. Afflitto Apollo per questa metamorfosi, ordinò, che il cipresso fosse in avvenire simbolo di lutto, ch’esso servisse d’
ni di Giunone, sì perchè Apollo, come Dio de’Pastori, voleva, che gli fosse sacrificato il lupo, nemico delle greggi ; e il c
o, prese un serpente, se ne ritornò ad Apollo, e finse che quello gli fosse stato d’ostacolo per avvicinarsi alla fonte. Il N
pure di vita(5). Ella poi se ne pentì, e ottenne da Giove, che colui fosse trasferito in Cielo, dove forma una Costellazione
caccia. A tale prerogativa vi si aggiungeva l’altra, ch’ella, benchè fosse di non ordinaria avvenenza, pure non amava di ess
e avea il privilegio, che nè pioggia, nè neve le cadeva sopra, benchè fosse all’aperto (f). Prese il nome d’ Aricina da Aric
atua di Diana, chiamata da’ Calidonj Lafria, da che credettero che si fosse calmata la sua collera contro Eneo, di cui parler
all’altare della Dea, e la pregò, che gli concedesse una moglie, che fosse somiglievole alla sua statua. Sperando, che la De
avevano abbandonata la virtù. A tale risposta il Senato ordinò ; che fosse eretta una statua a Venere Verticordia, ossia Can
so Napoli. In esso eravi la statua la più bella di questa Dea, che si fosse fatta da Prassitele, e di cui un ragguardevole gi
lo nascose tra’pastori dell’Arcadia, e fece credere a Saturno, che le fosse nato un pulodro, il quale da lui venne tosto divo
omani gli avevano consecrato tutto il mese di Febbrajo, affinchè egli fosse propizio nella Primivera a’naviganti(a). I Greci
Ebbe il nome di Boarmia da’ Beozj, perchò queglino credevano, ch’ella fosse stata la prima a sottoporre i buoi all’aratro(b).
aratro(b). Venne appellata Partenia, ossia Vergine, perchè quantunque fosse divenuta madre di varj figliuoli, tuttavia, bagna
condo la dichiarazione dell’Oracolo dovea cessare ; se non qualora si fosse placata l’ombra di Ellotide e di sua sorella. Cos
re un germoglio d’ulivo, simbolo di pace. I Numi decisero, che questa fosse migliore della guerra ; e però la Dea diede alla
o e Fobo, ossia le Spavento e il Timore (a). Plutarco vuole, che Fobo fosse figlio di questo Dio, e che a lui pure si sacrifi
clino, il quale si stabiliva dal padrone di casa, e avea la cura, che fosse ben disposto tutto ciò che apparteneva al convito
ia, poichè non era permesso di prenderne da una vigna, che non ancora fosse stata tagliata. Era parimenti vietato l’usare vin
come ardesse la fiamma, come crepitasse il sangue e il farro, e quale fosse l’odore e il fumo degl’incensi(a). Quantunque gl’
o re di Troja nell’ Asia Minore, abbia chiesto un segno, il quale gli fosse stato di buon augurio per la durata della città d
cia apparso agli Egiziani un bue, si credette da loro, che Osiride si fosse trasformato in quell’ animale, e lo chiamarono Ap
 ; Robigo, o Rubigo ne allontanava la ruggine (r). Varrone vuole, che fosse un Nume chi ciò faceva, e che a di lui onore si c
o d’Ipotoonte, sebbene dimostrasse per lui pure somma tenerezza, e si fosse proposta di renderlo immortale. Soleva quindi la
lino soli pel corso di moltissimi anni il privilegio, che uno di loro fosse sempre il Gerofante del tempio di Cerere in Eleus
iganti, da loro sterminati(l). Vuolsi altresì da Filostrato, cu’ egli fosse lo stesso che Encelado(a). Intorno a Briareo Omer
ò. I Tasj per eccitamento de’di lui figliuoli decretarono, che quella fosse gettata in mare. Dovettero però raccogliernela nu
va da loro indispensabilmente osservare, ancorchè chi l’avesse fatta, fosse stato costretto dalla violenza, o fosse per doriv
ancorchè chi l’avesse fatta, fosse stato costretto dalla violenza, o fosse per dorivargli gravissimi danni(g). Le anzidette
onoravasi con inni e altre particolari ceremonie. V’è chi pensa, che fosse così onorato Giove stesso sotto il simbolo di ful
o, senza divenire sacrilego, poteva avvicinatvisi, se prima non vi si fosse drizzato un altare, e offerta in sacrifizio una p
on una fiaccola accesa in mano. Se questa gli si estingueva, primachè fosse giunto alla meta, egli dovea cederla al secondo :
e al teizo. Quegli, che giungeva al termine del corso, senzachè di si fosse mai smorzata la fiaccola, riportava il premio. Si
. Job. Jacob. Hofman. Lex. Univ. (5). Alcuni pretendono, che Jacco fosse il nome di un figlio di Cerere ; ch’egli accompag
rone pretende, che il Bacco, per cui s’instituirono le Feste Sabazie, fosse figlio di Caprio, e avesse regnato in Asia(c). Cl
o, che in ricompensa permise a quel re di chiedergli ciò, che più gli fosse piaciuto. Mida ricercò, che si cangiasse in oro t
a). Si può per altro credere, che un tale uffizio, comechè sacro, non fosse riputato molto decoroso, giacchè Demostene si stu
agli alberi (a). Il Bocaccio crede, che l’ Icario, padre di Erigone, fosse diverso dall’altro, ch’era figlio di Ebalo, e pad
re di Penelope (b). Altri pretendono, che l’anzidetta Festa, Eora, si fosse instituita in onore del re Temaleo, o di Egisto e
e ne ritornò alla moglie scolorito e piangente, fingendo che Filomela fosse morta. Pianse Progne amaramente la sorella, e ina
vessero potuto felicemente riuscirvi (d). Altri pretendono che Ilitia fosse Diana (e) ; altri Giunone medesima (f). Ilitia av
claustre Diction. Mythol. (19). L’Ecatombe, quantunque propriamente fosse un sacrifizio di cento buoi, tuttavia prendesi an
leno tosto cessavano di esistere (c) Valerio Flacco poi fa, che Itide fosse ambasciatrice anche di Giove (d). (c). Aeneid.
mobile, onde facilmente si potesse trasferire altrove, qualora vi si fosse trovato appresso della stessa un cattivo vicino(a
one, parlava e trattava colla sua immagine nello specchio, come se si fosse trovata con altra donna. A tale pazzia poi ella v
significa gemito, pianto ; e però fu immaginato, che questo fiume non fosse , che le lagrime de’condannati nel Tartaro(c). Da
non potendo liberarnelo, gli troncò il capo, affinchè nè il fratello fosse riconosciuto, nè egli come complice di lui fosse
inchè nè il fratello fosse riconosciuto, nè egli come complice di lui fosse scoperto. Altri finalmente riguardo ad Agamede so
uogo, nè vi trovarono che una fontana, in cui immaginarono, che colei fosse stata convertita da Diana(b). Le donne le sacrifi
positario delle richezze di quel tempio. Apollo poi bramava, che Jone fosse creduto figlio di Zuto, re d’Atene, il quale eras
llo, che gli era stato indicato. Creusa pensò, che tal cosa altro non fosse che un artifizio per collocare sul trono il figli
un Nunre. Epafo, figliuolo di Giove e della Ninfa Io, negò, che colui fosse figliuolo del Sole. Faetonte se ne querelò appres
entativo, poichè Eolo udì i vagiti del bambino, e comandò, che quello fosse tosto esposto a’ cani. Spedì egli nello stesso te
l doloré si gettò in un fiume. Platone finse, che l’anima di Tamiride fosse passata nel corpo di un Rosignuolo(a). (50). Anf
singolare bellezza la guarì e sposò(b). Apollonio vuole, che Antiope fosse figlia d’Asopo(c) ; e Zetze dice, che Anfione e Z
accusasse. Il suonatore chiese allora, che prima di morite almano gli fosse permesso di toccare ancora una sola volta la sua
erò, ch’ egli non volgesse indietro gli occhi a guardarla, finchè non fosse uscito dal loro Regno, perchè altrimenti la avreb
), nato da Nettuno e da Alcione, una delle Atlantidi. Questi, comechè fosse un povero agricoltore (Igino (e) vuole che fosse
idi. Questi, comechè fosse un povero agricoltore (Igino (e) vuole che fosse un Principe della Beozia) tuttavia fece loro tutt
sse per punirlo d’essersi vantato, che non eravi bestia, cui egli non fosse capace di fare resistenza (g). Lucano vuole, che
. Univ. (16). Antonino Liberale vuole che Toante, re della Tauride, fosse figlio di Boristene(e). Gli altri Antichi nionte
darsene all’amata giovine non gli permise d’aspettare, che il mare si fosse del tutto abbonacciato, nè avendo forze bastanti
venuto, e promise di ricondurvi tutte le rapite donne, qualora gli si fosse accordata in isposa quella, cui amava. Così si fe
liuolo di Bacco e di Venere, come abbiarno detto ; altri vollero, che fosse nato da Calliope e da Apollo ; ed altri finalment
pre presente alla memoria la risposta dell’Oracolo, temeva, che colui fosse un mostro, e voleva togliersi dal conceputo dubbi
la sacerdotessa in matrimonio, la ottenne. Venere sdegnata, che le si fosse allontanata dal suo servigio una Sacerdotessa, la
at. Com. Mythol. l. 2. (2). Si crede, che il mentovato mostro marino fosse una balena. La misera Esione (tal’era il nome del
esposta all’anzidetto mostro marino, la pose sopra una naye, affinchè fosse dalla sorte altrove portata. Giunse colei nella S
arono nel mare. Il pescatore non sapeva decidere, se cosa sì nuova si fosse prodotta o dalla potenza di qualche Deità, o dall
uazioni, e protestò che non avrebbe mai cangiato amore, finchè Scilla fosse vissuta. Circe, estremamente sensibile a questa r
ava trattenendosi con Nettuno (c). Dicesi, che dirimpetto a Scilla vi fosse un altro orrido mostro, chiamato Cariddi. Questo
asformata in bellissimo fiore(h). Esiodo finalmente vuole, che Zefiro fosse figlio d’Astreo e d’Aurora(a). Euro poi da’ Latin
invocò questa Dea, onde gliene aprisse l’adito ; nè sapendo quale ne fosse il nome, le impose il predetto dal verbo latino p
città in tempo di pace(e). Elio, citato da Varrone(f), crede, ch’ella fosse Cerero stessa, così dotta dal pane, che somminist
chiarò che Meleagro avrebbe cessato di vivere, qualora quel tronco si fosse ridotto in cenere. Si ricordò altresì la di lui m
(b). Rhod. 14. (3). Non si sa, se quel Callicrate, di cui si parlò, fosse quel medesimo, il quale fece un carro che si pote
a dello stesso ornamento(g). Questo medesimo Poeta vuole che il Peplo fosse anche proprio degli Dei. (a). Potter. Archaeol.
i coloro, ch’ erano rimasti morti sul campo, onde con tale offerta ne fosse espiato l’esercito vittorioso pel sangue, che ave
incipio si ammetteva indifferentemente qualsivoglia cittadino, purchè fosse stato d’ottimi costumi. Tale Magistrato era sever
6 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Della mitologia in generale. » pp. 17-359
to universo fu assegnata la propria divinità ; nè vi fu luogo che non fosse sotto la protezione di uno Dio. Sicchè gli uomini
mane e di libera condizione. Se per loro negligenza il fuoco sacro si fosse spento, tutta la città n’ era in lutto ; i pubbli
che tanti favori svegliarono in Linco re della Sicilia, se costui non fosse stato cangiato da Cerere in lince. Indi Celeo ere
icilia, e quivi la ninfa Aretusa (323) le fece sapere come Proserpina fosse già moglie di Plutone (213) e regina dell’inferno
sulla terra, s’argomentò di scoprire se per avventura il nuovo ospite fosse uno di loro, e scelleratamente gl’imbandì carne u
carezze ch’ei gliel concesse. Allora Giunone, per paura che Io non le fosse ritolta, la diede in custodia ad Argo, celebre ar
tosto figura umana. Da ciò possiamo vedere come fino dai primi tempi fosse opinione che la fatica e l’industria valgano più
nato dalla terra26 (pytho, imputridisco, gr.), affinchè la misera ne fosse perseguitata senza riposo ; e la terra aveva prom
neia), e volle che il lauro in memoria di un amor puro ed ardente gli fosse sacro e divenisse nobile ricompensa di poeti, d’a
oi celesti natali ; quasichè l’avere Apollo per padre e Giove per avo fosse merito suo, e tenesse luogo di virtù e di sapienz
’astro del giorno prima di giungere al prefisso termine del suo corso fosse caduto in quel suolo che era ingombrato di fiamme
. Il Nume superò l’emulo col suono della lira e col canto, benchè gli fosse stata contesa lungamente la palma. Tuttavia Marsi
, volle esserne giudice Mida re di Frigia, nel quale non si sapeva se fosse maggiore la ricchezza o l’ignoranza. Questa infat
e d’Endimione. Sarebbe fac spiegar tutto ciò supponendo che Endimione fosse un abi astronomo che passava la sue notti sulla c
me. Gli Efesj decretarono, ma invano, che il nome di questo folle non fosse mai pronunziato. Quindi ricostruirono il tempio c
e all’inferno le anime degli estinti. 165. Ma pretendono che Mercurio fosse anche il Nume dei ladri, forse per avvertire gli
anze di contadino gli offerse un bove e una vacca per farsi dire dove fosse il gregge che era stato portato via ; e Batto pal
iuola d’Eretteo re d’ Atene, che invidiosa perchè la sua sorella Erse fosse protetta da Mercurio, pose ostacoli all’amore del
l nostro altissimo poeta Dante Alighieri, non contento che l’amor suo fosse santo ed unico in terra, lo pose nel cielo, ed in
ni mitologi dicono che Imene, o Imeneo, che presiedeva agli sponsali, fosse figlio di Venere e di Bacco (146). È un giovinett
; ma la belva furiosa lo inseguì e lo fece in pezzi, prima che Venere fosse in tempo a soccorrerlo ; talchè non potè che rico
comando ; ma non potè vincere la sua curiosità ; e volle vedere come fosse fatta quella bellezza che si spediva a scatole. A
rfide incantatrici si studiavano di adescare e di far perire chiunque fosse capitato tra loro ; e la vicina terra biancheggia
la Scilla della quale abbiamo già parlato (202). Credono che da Forco fosse nato ancora il serpente che stava a custodia degl
o la notte ponendogli dietro fra le gambe una grande stella, la quale fosse quella di Venere, per chè Venere e Fosforo, ed Es
vesta negra, Con un furor qual’io non so se mai Al tempo de’ giganti fosse a Flegra…. Io son colei che si importuna e fera C
li (mescolato tra gli altri, perchè niuno lo involasse) credevano che fosse caduto dal cielo ; e la superstizione romana face
ni, ma poco favorevoli alla riputazion della Dea ; essendochè, dicono fosse superata ella stessa da Aracne, la quale ne menò
le dita ; il resto come sopra. Ma benchè la superbia della tessitrice fosse sempre colpevole, tuttavolta la Dea della saggezz
nandosene lo afferrò per un piede, e lo scagliò fuor del cielo, quasi fosse stata sua colpa il nascer brulto. Pensate s’ei do
tornò in cielo, e Giove cominciò a volergli bene ; anzi gli parve che fosse proprio arrivato in buon punto per farlo marito d
pollo, a cui piacque vivere insieme con loro, statuì che la concordia fosse fondamento del bel collegio, e perciò volle che s
a casa di Minerva gli parve architettata senza criterio, e voleva che fosse ambulante per trasportarla altrove caso mai l’abi
fu sconsolato oltremodo, e implorò dal padre degli Dei che Esculapio fosse accolto nel cielo, dove egli lo trasformò in un a
e gli avevano liberati dalle loro infermità. Pare che nei primi tempi fosse questa la sola scuola pratica dei medici greci. 2
ta presso alla quale era stato costruito il suo tempio. Credevasi che fosse la stessa grotta ove Romolo e Remo furono allatta
ralità ed all’agiatezza del vivere, e come il mantenimento dei boschi fosse reputato profittevole all’agricoltura ed alla sal
308. Il dio Termine proteggeva i confini dei campi, e credesi ne fosse istituito il culto da Numa a fine di porre un fre
esi ne fosse istituito il culto da Numa a fine di porre un freno, che fosse anche più efficace delle leggi, alla cupidigia de
nsultati gli auguri intorno a ciò che dovessero farne, ordinarono che fosse lasciata al suo posto nel Campidoglio. Ed i Roman
del flauto e della voce fossero sempre uditi dalle mandre, e il latte fosse munto sempre puro ed in abbondanza. Queste feste
ghirlanda di canne incorona la sciolta chioma. Il popolo credeva che fosse lor cura l’innaffiare i fiorellini dei prati e de
a un antico oracolo di Temi (337) come il primogenito di questa ninfa fosse destinato a divenire più famoso del padre, non vo
ito allora da tanta uccisione, non era permesso toccarli prima che si fosse lavato alla pura onda di un fiume. Genio
cosa singolare che il Dio delle ricchezze, Pluto (254), che è cieco, fosse guidato dalla Fortuna egualmente cieca, la quale
tempio posto nella Via Sacra era il più grande ed il più sontuoso che fosse nella città ; fu cominciato da Agrippina e finito
he era adorata, e che l’era dedicato il tempio, ma non trovo già come fosse figurata, se già la sua figura non fosse quella d
empio, ma non trovo già come fosse figurata, se già la sua figura non fosse quella della Securità. Il che non credo, perchè l
nza. 349. Gli antichi immaginarono ingegnosamente che la Speranza fosse sorella del Sonno (240) che per breve tempo sospe
rdingo contro un figliuolo di Giove (63) ; ed egli udendo come Perseo fosse tale, non volle accordargli ospitalità. Ma il gio
chè Euristeo venisse al mondo prima d’Ercole, ed il protetto di Giove fosse sottoposto al fratello per decreto del Fato. Così
riente, appariva che per la paura, gettatasi attraverso una veste, si fosse tolta di letto scapigliata, gridando a mani alzat
se non che un oracolo annunziò ch’ei ne sarebbe scampato se qualcuno fosse morto in sua vece Alceste allora non esitò a dar
llo stesso giorno di questo pietoso avvenimento, e Admeto, quantunque fosse afflitto oltremodo, non trascurò veruno dei dover
capace Non è per anco di spontaneo, vero Voler di morte : e se il pur fosse , io madre D’unico figlio il soffrirei ? Lo stesso
uente : Teseo volendo mostrare a Minosse (228) re di Creta, com’ egli fosse discendente di Nettuno, gettò in mare il suo anel
qualora partorisse un maschio, di non lo inviare a lui se non quando fosse tanto robusto da sollevare la pietra, e prendere
bove. 409. Si narra che Perillo, inventore dell’ orribile supplizio, fosse il primo a sperimentarlo, volendo il tiranno paga
andirivieni, sicchè diveniva impossibile trovarne l’ uscita a chi vi fosse stato rinchiuso. 420. I Laberinli più celebri fur
fu condotta da Teseo, e che tenevano custodita con gran cura, perchè fosse sempre pronta a dar le vele a’ venti ; quindi i p
i recassero sulle loro spalle la nave dal Danubio fino al mare, e che fosse il primo vascello comparso sulle onde. Giasone, d
era incinta Giocasta sua moglie, ordinò che il pargoletto appena nato fosse condotto in un bosco, ed ivi esposto alle fiere.
rò in Tebe, e trovò che la Sfinge desolava quella città, e seppe come fosse stato promesso un gran premio a colui che avesse
to contr’essi. Alcuni spiegano questa favola supponendo che la Sfinge fosse una fanciulla presuntuosa, figliuola di Laio, la
i e i delitti fraterni mostrarono a’popoli quanto nefanda e micidiale fosse 1’ambizione di regno. Laonde le città greche, tes
figliuolo di Creonte, ultimo rampollo della famiglia di Cadmo (482), fosse stato sacrificato alla patria. Creonte, come colp
ao, e gli rapì la moglie giurando di non la rendere, se prima non gli fosse stata restituita Esione sua zia. I principi ricus
sse, Gli occhi svegliati rivolgendo in giro, E non sapendo là dove si fosse , Quando la madre da Chirone a Sciro Trafugò lui d
eccia avvelenata, e l’uccise. Passò per tradizione che quella freccia fosse stata diretta dallo stesso Apollo. I Greci lo tum
iarato non potere essere debellata Troja se tra gli assedianti non vi fosse un postero d’Eaco, mandarono a Sciro a pigliar Pi
ritorno nei suoi stati, gli avrebbe immolato il primo vivente che gli fosse venuto incontro sulla spiaggia di Creta. Cessò la
le armi fossero lanciate in mezzo ai nemici e concesse a chi dei due fosse andato il primo a riscattarle ; ma Ulisse, che in
atitudine nella lega dei Greci. 5° Infine, benchè Filottete (546) gli fosse nemico, seppe indurlo a seguirlo all’assedio di T
a, per consiglio di Minerva (262) aveva promesso di sposare colui che fosse stato capace di tendere l’arco d’Ulisse, e di far
fu posta nella sua tenda una somma di denaro per far credere che gli fosse stata data da Priamo (587) ; tantochè i suoi stes
anto d’Ettor, di cui trarrammi in breve L’empia doglia alla tomba. Oh fosse ei morto Fra le mie braccia almen ! Cosi la madre
ntare i nemici, e ciecamente ostinati a credere che l’immenso cavallo fosse dedicato a Minerva (262), tennero per sacrilega l
ndo Enea le funeste conseguenze di quest’iniqua azione, consigliò che fosse resa colei che doveva cagionare la perdita della
agionare la perdita della patria ; ma fu vano il consiglio ; e benchè fosse stato ardente in consigliare la pace, non fu meno
cendogli gli onori del funerale, vale a dire, impetrando da Giove che fosse posto nel cielo, ove forma la costellazione più r
addormentatisi nel tempio non si svegliarono più, quasichè per l’uomo fosse il supremo dei beni l’essere liberato dalle miser
per Tisbe, scoperse il velo, lo riconobbe, e persuaso che l’infelice fosse stata divorata, si lasciò cadere sulla punta dell
e d’Agrigento, avendo riportato il pitio trionfo col carro, volle che fosse pubblicato vincitore suo padre. Pindaro celebra c
eone sia figurata la forza cocente de’ raggi solari ; e questo dicono fosse il leone della foresta Nemea (370) ucciso da Erco
cro vivente d’ Osiride perchè gli Egiziani credevano che la sua anima fosse andata in quell’animale (Metempsicosi 162 2°), er
razione come se avesse perduto Osiride ; e il lutto durava finchè non fosse piaciuto ai sacerdoti di dargli un successore. Al
re. Allora tornavano in tutti la gioia e l’allegrezza come se Osiride fosse resuscitato ; e le pubbliche feste duravano sette
 ; e gli Egiziani dicevano per figura che l’inondazione di quel fiume fosse cagionata dalle lagrime d’Iside, e non già dalle
considerata qual protettrice di Parigi. Quei popoli credevano ch’ella fosse giunta fra loro sopra una nave, ed alcuni scritto
ato eretto in Babilonia vinceva ogni magnificenza. Taluni credono che fosse la famosa torre di Babele. 712. I Caldei erano i
sbissamento. Altri ropntano che il continente atlantico degli antichi fosse una parto della moderna America, dovo i molti vul
religione e di leggi. A questi parve cha la violenza dai sopravvennti fosse oltraggio alla divinità o guerra mossa dai Gigant
iva ad essere abbandonato, si studiarono di fare in modo che il salto fosse meno pericoloso, tendendo ingegnosamente sotto lo
re a mezzo, e con paludi piene di serpi alla base, e che Bellerofonte fosse il primo a renderla abitabile ; ma non tulle le s
7 (1836) Mitologia o Esposizione delle favole
onde fu pur da’ Greci chiamato talio. Finalmente altri pretesero che fosse Figlio sol di Giunone, dicendo che questa indispe
e carni. Sulla fine del convito chiedendo Tereo che il figlio Iti gli fosse condotto, uscì Filomela improvvisa dalle vicine s
vea secondo il rito da lui divisa, alla fine desideroso di vedere chi fosse , Cinira fè recarsi un lume, e riconosciuta la fig
ucciso da un cignale, sotto alle sembianze di cui dissero alcuni che fosse ascoso lo stesso Marte; e Venere dopo averlo cang
non vedea giammai lo sposo, punte da invidia le fecer credere eh’ ei fosse un mostro, il quale alla fine avrebbela divorata.
, accese una lucerna, e prese un coltello con animo di ammazzarlo, se fosse un mostro. Al vedere ch’ egli era tutt’ altro, ri
sconsigliatamente che in orò si convertisse tutto quello, che da lui fosse tocco, mutandosegli in oro anche il pane ed il vi
e in Italia vuolsi portato da Enea; sebben’ pretendesi da alcuni che fosse già in uso presso i Tirreni. La custodia del fuoc
cata la città di Napoli, fu cagione che a questa il nome di Partenope fosse dato. Scilla era figlio di Forco e della ninfa Cr
temè che non si aprisse la terra; e uscì dall’ Inferno per vedere che fosse . Stava ne’ campi dell’ Enna Proserpina figlia di
Giove, e ne ebbe in compensò che il giuramento per le acque di Stige fosse inviolabile anche agli Dei, sicchè, ove taluno a
sse inviolabile anche agli Dei, sicchè, ove taluno a quello mancasse, fosse sepolto per un anno in profondo letargo, indi esc
ini, ed erano così dette, perchè recideansi la destra mamma, onde non fosse d’ impedimento al tirare dell’ arco; e fatta prig
dere che con quella avrebbe richiamato Ercole all’ amor suo qualor le fosse infedele; ma essa invece fu poi ad Ercole cagion
Paente, con ordine di seppellirle con lui, ed a niuno manifestare ove fosse sepolto. Le favole aggiunsero poi che fu egli da
suo compagno in molte imprese allorchè fu giunto all’ età decrepita, fosse di nuovo alla giovinezza restituito. Dopo la mort
io inteso dall’ oracolo di aver ad essere ucciso dal figlio, che nato fosse da Danae, la fece chiudere in una torre ben custo
hi lei avanzasse nel corso, con questa legge però, che raggiugnendoli fosse in poter suo l’ ucciderli. Ippomene figlio di Mac
ocide a consultare l’ oracolo, di Delfo, onde avere notizia dov’ ella fosse ; ma ebbe in risposta di non cercarne più oltre, e
destino, che questa dovesse morire sì tosto, che l’ enimma da alcuno fosse disciolto. Presentossi Edipo, e la Sfinge gli dom
cuno fosse disciolto. Presentossi Edipo, e la Sfinge gli domandò qual fosse l’ animale, che avea quattro piedi al mattino, du
acolo di Delfo su ciò consultato, che non sarebbe cessata, finche non fosse de Tebe esigliato l’ uccisore di Laio. Or mentre
nea formò la nave, che da’ Poeti fu celebrata come la prima nave, che fosse costruita, e le diede il suo nome; Tifi ne fu il
io aiutali furono da Giunone; ma come non sì saprebbe determinare ove fosse un tal passaggio, sembra che l’ immaginazione di
a, a patto però di non volgersi a guardarla, finchè dall’ Inferno non fosse uscito, mai la sua impazienza il tradì, ed Euridi
o di loro, e giunto prima a Sitone ottenne coll’ oro che la città gli fosse venduta da Arne figlia del re, che fu quindi caug
o una spada, ordinandole, che, se nascesse da lei un maschio allorchè fosse in grado di rimovere il sasso e pigliarne la spad
gità di questa donna, perciocchè o temesse di lui o d’ esso accesa ne fosse respinta, indusse Egeo a porgergli una tazza avve
davansi in pasto al Minotauro. Uno de’ sette giovani fu pur Teseo, o fosse egli uscito a sorte, o per opera di Medea, o si f
fu pur Teseo, o fosse egli uscito a sorte, o per opera di Medea, o si fosse spontaneamente esibito per aver la gloria di ucci
venne liberato da Ercole. Vuolsi però da molti che questa Proserpina fosse moglie di Edoneo re dell’ Epiro, per toglier la q
occhi, nel quale egli era abilissimo, colla condizione, che se taluno fosse rimasto vincitore avrebbe avuto in premio Ippodam
ove sapea che Pirro allora trovavasi, sparse voce, che questi venuto fosse per dispogliare il tempio, e il fe dal popolo amm
Troia le frecce di Ercole, costrinsero Filottete a scoprire dov’ egli fosse sepolto. Credette Filottete di non mancare al giu
to in sasso. Era stato predetto dall’ oracolo, che il primo, il quale fosse sceso sul lido di Troia, sarebbe perito. Ciò gli
Palladio o simulacro di Palla le, sapendo esser destino che Troia non fosse presa finchè il Palladio conservasse, e menò prig
velare i futuri eventi di Troia. E poichè era pure destino, che Troia fosse invincibile, se i cavalli di Reso venuto in socco
savventure o nel ritorno, o dopo d’ esservi arrivati. Come Agamennone fosse a tradimento ucciso da Egisto e da Clitennestra,
no sdegnato fu poi al ritorno cangiata in pietra. Perchè in Itaca non fosse Ulisse riconosciuto, e così potesse più agevolmen
, doveva quindi Ulisse andar con un remo sopra la spalla fin dove gli fosse detto che quello era un ventilabro, e fatto quivi
queste predissegli che non avrebbe avuto seggio in Italia, finchè non fosse stato ridotto per fame a divorarsi ancor le mense
Giove, che lavandosi nel fiume Numico spogliasse la natura mortale, e fosse in cielo fra gli Dei Indigeti annoverato. Lasciò
8 (1897) Mitologia classica illustrata
, e il Ponto o mare. Qui cominciano i connubi; si raccontò che Gea si fosse unita prima con Urano e poi con Ponto; evidenteme
aturno con Crono, si favoleggiò che questi, detronizzato da Giove, si fosse rifugiato nel Lazio, ed ivi nascostosi; donde il
di Teodosio, cessate del tutto le feste olimpiche, credesi la statua fosse trasportata ad ornare Costantinopoli e ivi sia pe
i favoleggiava che al momento del nascere di Atena tutta la natura si fosse commossa, avesse tremato la terra, il sole avesse
a Giove, ma che viene poi assegnata costantemente ad Atena; si diceva fosse la pelle della capra Amaltea con in mezzo l’ orri
tona. Narravasi che perseguitata dalla gelosia di Era, la povera Leto fosse stata costretta a peregrinare di terra in terra p
sacerdoti ricavavano il divino responso. L’ oracolo di Delfo, sebbene fosse già scaduto d’ importanza fin dal primo secolo av
ebbe anche il nome di Apollo Actius o Palatinus. Si crede che di esso fosse una riproduzione la statua di Apollo Musagete che
o; difatti era detto di lui che sua patria e suo soggiorno prediletto fosse la Tracia, la regione onde pel continente ellenic
udo di bronzo (ancile), e intanto avesse avvertito Numa che quanto si fosse conservato quello scudo, tanto avrebbe durato l’
tà. Non farà meraviglia che fin dai più antichi tempi questo elemento fosse divinizzato, e l’ ammirazione riconoscente degli
fabbro divino, autore di tante opere in ferro e bronzo, era naturale fosse pensato come protettore delle arti e specialmente
del volto, e hanno una cotal finezza d’ espressione come se nel marmo fosse infusa una piacente commozione dell’ animo ( Gent
si son trovate parecchie statue di Vestali, da cui si rileva qual ne fosse il portamento (fig. 29). — Un altro antico santua
l Gianicolo, dove si diceva che Giano avesse avuto sua sede prima che fosse Roma. 3. Chi voglia leggere artisticamente riassu
e, emulo di Artemide e da’ suoi strali ucciso. Dopo questo, si diceva fosse stato trasformato nella costellazione di Orione,
ome che significa « porco »; e pensavano che la celeste costellazione fosse stata immaginata come una mandra di porcellini, c
a Pieria, e altre località come Libetra e Pimplea, dove pure dicevasi fosse nato il poeta Orfeo, l’ altra era un bosco del mo
iche Camene si identificarono le Muse, sebbene il canto dei vaticinii fosse ben diverso dal canto veramente poetico. 3. Quant
terra; quiudi era naturale che Iride, la sua mistica rappresentante, fosse concepita come una messaggiera degli Dei; tale ap
ancora un passo avanti e raccontarono che il sovrano dell’ Olimpo si fosse trasformato in aquila, per rapire egli stesso l’
servigi, che la povera Psiche non sarebbe in grado di prestare se non fosse da invisibili potenze aiutata. Infine, essendo es
sue sofferenze furon finite, perchè Amore ottenne da Giove che Psiche fosse accolta in cielo tra gli immortali, dove essa viv
o Esculapio, narravasi che il Dio in forma di serpente spontaneamente fosse venuto dietro ai legati romani e salito sulla nav
a persuasione comune e radicata presso gli antichi, che l’ umana vita fosse soggetta al destino, che al momento della nascita
tal casi la dea Nemesi non ave va riposo se non quando l’ equilibrio fosse ristabilito. Omero non la conosceva ancora questa
abitazione collocavasi all’ estremo Occidente, là dove si credeva che fosse l’ origine delle cose. L’ Oceano era detto padre
per l’ Argolide con Era, ecc. 2. Il potente Dio del mare, è naturale fosse in grande venerazione presso i Greci; sopratutto
elle leggende di Corinto narravasi che Posidone, per mezzo di Medusa, fosse padre del noto cavallo alato Pegaso. Per questo r
la Beozia orientale sull’ Euripo. Quivi era viva la leggenda che egli fosse da principio pescatore; e che un giorno, fatta la
le Nereidi, e Melicerte col nome di Palemone, o protettore dei porti, fosse associato nel culto a Posidone. Così spiegavasi l
ta efficacia si attribuisse dagli antichi all’ uso del vino, e quanta fosse la potenza di Dioniso, è quella dei pirati Tirren
i compagni. — E così anche in altri casi Dioniso diè a vedere quanto fosse terribile la sua vendetta contro quelli che non l
ella Persia, nella Media, nell’ Arabia; ora si favoleggiò ch’ egli si fosse recato fino in India, e là avesse propagato il su
là dove una natura rigogliosa e tranquilla suggeriva l’ idea che ivi fosse un soggiorno prediletto alle Ninfe; di tali luogh
lle compensar Mida promettendo di soddisfare qualunque desiderio egli fosse per esprimere. Mida, spinto dalla sua avarizia, c
o di Ermes e della ninfa Penelope, figlia di Driope; narra vasi che è fosse nato co’ piedi di capra, con due corna sulla fron
, diè anche occasione a una graziosa leggenda. Si favoleggiò ch’ egli fosse innamorato di una ninfa, chiamata Siringa; ma que
curiose storielle si raccontavano per spiegare perchè questo animale fosse a lui inviso. Gli si offrivano anche le primizie
se la leggenda che privato del trono da Giove, dopo lungo peregrinare fosse venuto in Italia ed ivi si fosse nascosto in quel
ono da Giove, dopo lungo peregrinare fosse venuto in Italia ed ivi si fosse nascosto in quella terra che da questo fatto avre
aveva udito a distanza le grida della figlia, ma non sapeva che cosa fosse accaduto. Poichè vide ch’ ella non rispondeva più
o; essa giurò non avrebbe ridonato fertilità alla terra finchè non le fosse restituita l’ amata figliuola. Zeus fu obbligato
cognita. Assunto l’ ufficio suo, Demofoonte cresceva così presto come fosse Dio, senza gustare latte nè pane. La Dea lo ungev
Proserpina fugit 45, si persuade come rimmagine della dea infernale fosse viva nella mente dei poeti. Anche l’ arte la rapp
ssibile rigore si impadroniva dell’ anima di ogni mortale, non appena fosse scoccata l’ ora sua, per trascinarla con sè nell’
o, il quale dopo molti riti di espiazione lo mandò ad Atene perche là fosse giudicato dal celebre tribunale dell’ Areopago pr
elative. Ma una vera Deità italica rispondente alla greca non pare ci fosse ; si ricorda bensì un lucus Furinae, cioè un bosco
si svegliò, adirato contro lui, l’ avrebbe precipitato in mare se non fosse stato soccorso da sua madre, la notte. — Ma la pi
Metamorfosi d’ Ovidio (v. 592 e sgg.) là dove si racconta come Iride fosse venuta a nome di Giunone per invitare il Sonno a
za, ma immortali com’ essi, così tra Eroi ed uomini non si credeva ci fosse differenza di natura, essendo gli uni e gli altri
da Ermes accompagnare per donaria ad Epimeteo. L’ imprudente, sebbene fosse stato avvisato dal fratello a non ricever doni da
genda delle varie età e generazioni umane. Dicevasi che in origine vi fosse stata un’ età d’ oro, in cui gli uomini vivevano
ente produceva; tutti i beni senza miscela di mali; non si sapeva che fosse vecchiezza; dopo lunghi anni gli uomini rimanevan
nchi a forma di mezzaluna che egli avrebbe incontrato, e dov’ essa si fosse posata, ivi fondasse una città. Cadmo obbedi a qu
mo di cui ancora Omero non sa nulla. Piuttosto è da credere che Cadmo fosse una specie di Ermes tebano, venerato dai Tebani c
apo innocente dei figliuoli. Se la grandiosa composizione dei Niobidi fosse in origine collocata nel frontone di un tempio o
ero adattarsi e con immenso loro dolore consegnarono Andromeda perchè fosse legata a uno scoglio, preda al mostro. Stava appu
e nel Lazio si favoleggiava che la cassetta contenente Danae e Perseo fosse giunta a quelle rive, e dicevasi che Pilumno aves
pe; più tardi pero anche di Cecrope, come di Cadmo, si favoleggiò che fosse venuto dall’ Egitto e precisamente da Sais nel ba
sto Pandione scacciato dal trono dai figli di Mezione o Mezionidi, si fosse rifugiato a Megara; di là i suoi quattro figli, t
masso sul monti tra Trezene e Ermione, coll’ ordine che quando Teseo fosse in grado di sollevare quel masso, allora prendess
dò di spiegar vela bianca; Egeo vedendo la vela nera e pensando Teseo fosse morto si buttò in mare. — Teseo rimasto solo re i
origine fenicia e all’ uso dei sacrifizi umani. Talo dunque dicevasi fosse tutto di bronzo e invulnerabile; Efesto, o, secon
adre di Eracle. Di qui s’ intende come Eracle, sebben figlio di Zeus, fosse anche detto Anfitrioniade. Gemello con Eracle, ma
racle doveva andare a prendere questi pomi d’ oro, pur ignorando dove fosse la sede delle Esperidi. Questo lo portò a nuovi e
scaltro di lui, lo pregò riassumesse il peso tanto almeno che egli si fosse fatto un cercine per non sentir troppo la fatica.
ù dalle mura di Tirinto e uccise. Più tardi si favoleggiava che Ifito fosse amico di Eracle e questi lo avesse ucciso in un a
Sicione, a Tebe, a Lindo, a Coo, ecc. A Maratona dove dicevasi che si fosse principiato a venerare Eracle come Dio, avevan lu
della città obbligava i passanti a sciogliere il celebre enigma, qual fosse l’ animale di quattro gambe al mattino, di due a
la Demetra Erinni. Di Adrasto fuggente favoleggiossi in Attica che si fosse riparato a Colono e avesse poi ottenuto da Teseo
sso inorridito di tanta crudeltà, favoleggiavasi che volto il cocchio fosse tornato ad oriente. Tieste imprecando ogni maledi
o, parte del monte Ida nella Troade, e ivi il giudizio della bellezza fosse affidato al pastore Paride. Era questi un figlio
e, sarebbero corsi in aiuto di quello da lei prescelto, quando questi fosse assalito. In breve si raccolse nel portò beotico
della disgrazia; e disse non sarebbe cessato il male se Criseide non fosse stata restituita al padre. Agamennone sdegnato di
ei; e Zeus, pregato da Tetide la madre di Achille, fè che la vittoria fosse dalla loro parte. Dopo parecchi fatti d’ arme in
uriosità quella meraviglia del cavallo di legno, non sapendo che cosa fosse . E qui raccontasi che un tal Sinone, lasciatosi p
di Troia. Appresso narrasi, che Diomede colto in mare da una tempesta fosse sbalzato nelle coste italiane, e ivi prendesse pa
quel giorno avrebbe fatto la sua scelta; sarebbe stato preferito chi fosse in grado di tendere il grand’ arco di Ulisse, don
la crudel Proserpina. » 46. Carm. I. 16, 13: « Dicesi che Prometeo fosse costretto ad aggiungere al limo, che era la mater
porpora avvolto, Chino il volto sul volto. Oh se quel ch’ è terrore, Fosse a te pur terrore, Udresti il mio lamento! No, dor
9 (1880) Lezioni di mitologia
, scritta innanzi alle investigazioni dei valorosi filologi Alemanni, fosse degna della pubblica luce. Altri studj più cari m
, ho tradotto non piccola parte dei loro scritti; e se nella gioventù fosse entrato l’amore di questi studj io avrei fatto di
i moltiplicarono col mezzo della generazione. 5 Se questa cosmogonia fosse la sola degli Egiziani, ninno potrebbe scusargli
ltre una certa divinità detta Neph, da cui era opinione di alcuno che fosse formata la macchina del mondo. Questa era simbole
a forma di serpente col capo di sparviere, è sentimento di alcuni che fosse da loro Iddio ancora adorato. Se questo apriva gl
re alla luce Minerva. Sapendo il padre che il figlio, il quale da lei fosse nato, dominerebbe l’universo, divorò la madre e l
Iddio. Banier reputa che il tabernacolo di Mosè costruito nel deserto fosse il primo: ma questa opinione dà troppo tardo prin
e del re di Stige e dei numi consorti nell’impero e nella pena. Cupe fosse ricevevano il tiepido sangue, e l’olio invece del
iboli delle case. Invocavansi le omhre a bere il sangue accolto nelle fosse , a cui si univa qualche volta latte, vino e farin
e divinità celesti. Certo è che ai numi infernali sacrifìcavasi nelle fosse , e ne fa fede fra molti Ovidio, descrivendo Medea
eri regna sull’esito di questo sacrifizio. Alcuni dicono che Ifigenia fosse immolata, come Eschilo nell’Agamennone, Sofocle n
all’aitar tutta tremante: Non perchè terminato il sacrificio. Legata fosse co’1 soave nodo D’un illustre imeneo; ma per cade
genio e delle altre genti l’esempio, non permise che l’altare di Dio fosse circondato da alberi a foggia di selva. Pure, tan
e in quella città che non avesse militato all’eccidio di Troia, e che fosse ad un tempo patria di Giove; ed ambedue queste qu
llo, poiché Luciano e Arato, con molti altri, dicono che alimento gli fosse il latte della Capra di nome Amaltea, ma chiamata
un’aquila, augurio della vittoria futura; perciò volle che sacra gli fosse , e quando, al dir di Orazio, l’esperimento fedele
solamente al cielo si limitasse, ma che sul mare e sulla terra ancora fosse esteso. E questo triplice dominio credo significa
ea, si disputarono Giove. Nè minor discordia è fra i Classici su cosa fosse Giove. Altri l’aria, altri il fuoco, altri l’eter
, il tempio di Giove Olimpico è antico: si pretende che da Deucalione fosse edificato; ed in prova, la tomba di lui presso il
lla fondazione al compimento. É vanto per l’Italia che Copuzio Romano fosse l’architetto della navata. Nè minor pompa spiegav
n sembianze imberbi, quantunque comunemente con virile aspetto usanza fosse il dipinger Giove. L’ulivo e la querce gareggiava
o, e Marco Marcello uccisore di Viridomaro re dei Galli. Perchè Giove fosse chiamato Statore Tito Livio lo insegna, riportand
cassero troppi dati per ve rificarne l’identità, si potrebbe dire cbe fosse quella stessa di Prassitele, che si ammirava nel
Equestre, volle l’antica superstizione che colla morte de’ suoi figli fosse della sacrilega rapina punito. Giunone Caprivora
Lacedemoni, e Pausania vuole che l’uso di sacrificarle quell’animale fosse stabilito da Ercole, quando dopo aver pugnato con
he lo reggeva, oltre un foro quadrangolare in cui s’innestava. questo fosse un vestigio delle colonne che negli antichissimi
uta parte nel natale di Pallade, voleva anch’essa avere una prole che fosse sua unicamente, doride o Flora fu quella che trov
cuni opponendosi all’accennata opinione, vogliono che alla ninfa Apno fosse commessa, altri a Giunone. Sapendo che l’ infanzi
gi dal Capricorno. E opinione di alcuni che Venilia, e non Anfitrite, fosse moglie di Nettuno; il quale, imitatore di Giove f
come il mezzo più certo per decifrare simili ambiguità. Che se alcuno fosse curioso di apprendere onde avesse il nostro Mercu
reti delle sue risposte. « Si pretende che la prima cappella del dio fosse composta dai remi di un lauro di Tempo, e non era
la favola mentovata. Credono, in terzo luogo, che il tempio di Apollo fosse composto di rame; il che non deve sembrare incred
si stende. « Così non è incredibile che il tempio di Apollo in Delfo fosse di rame, ma che Vulcano lo fabbricasse; il che no
l’avvenire col volo degli uccelli, e che la città di cui è fondatore fosse sommersa nel diluvio di Deucalione. « I pochi uom
voce, quantunque cantasse un inno non suo. « Vogliono che Esiodo non fosse ammesso alla gara perchè non sapea colla lira acc
rte per ciò che di più bello esista nell’arte. « L’opinione falsa che fosse marmo di Carrara, era la ragion più forte, come q
giunge ch’era nudo. Da tal particolarità sembra inferirsi che l’altro fosse vestito. Ma l’essere anche ai tempi di Plinio sit
ecc. 30 stro compatimento, ho tradotto, quanto il più bello dei numi fosse nel suo primo amore sventurato. Dafne. Fu Dafne
eguendolo, che ella l’avrebbe raggiunto ancora che la velocità di lui fosse rapida quanto quella del Sole. «  Plutarco fa men
la siringa, quella del mezzo la lira: si pretendeva che questa statua fosse fino dai tempi di Ercole. Il delfino di cui si fa
imperatore. Possiamo dunque inferirne che questa che abbiamo presente fosse presso gli antichi la più bella figura che offris
re dell’aurea cetra di Evangelo. Intendiamo ancora con quanta ragione fosse prescelto questo simulacro a rappresentare Nerone
sopra la cenere dei sacrifìcii sorgeva il suo altare. Perchè Delfico fosse chiamato vi si presenta subito il motivo, avendov
iversa favola che per brevità tralascio. Timbreo afferma Strabene che fosse chiamato da Timbra, luogo prossimo a Troia, dove
rossimo a Troia, dove vogliono che Achille, essendo da Paride ucciso, fosse inventata ìa favola che Apollo dirigesse l’arco d
figlio, Temeraria la mia voce divenne: Io questo sol ti negherei, se fosse II non darlo permesso: il ciel non vuole Ch’io ti
uesta diva del mare die il suo credemno al naufrago Ulisse perchè gii fosse di scampo. Deducesi da tutto ciò che Ino o Leucot
l bronzo di Napoli dalla corona di pampani. « Finalmente se taluno vi fosse che amasse tanto l’opinione di Winkelmann che vol
iume Celadone ricevè il masso Cerineo per voler di Giunone, acciocché fosse d’Ercole l’ultima impresa. « Tu, virginea Diana,
rnarlo, ad abbellirlo. Asserisce Pindaro in una delle sue Odi ch’egli fosse edificato dalle Amazzoni allorquando andarono a f
cui si dovea collocare. Si potrà ben credere che il tetto del tempio fosse di tavole di cedro, conforme avverte lo stesso au
itetti vi travagliarono, e ben 220 anni di tempo ci vollero prima che fosse interamente compita. Dovevano le ricchezze di que
to. titolo ebbe un tempio presso gli Argivi. Ortia scrive Esichio che fosse denominata Diana da una regione dell’Arcadia, ed
hè le statue di Diana in tal guisa espresse, sono una prova di quanto fosse divulgata ancora per l’Italia e per Roma questa a
dita, e disse: Ah questo furto La moglie non saprà: se noto ancora Le fosse , vale, sì, vale una lite Quel volto: e ratto di D
uell’arme, cagione di terrore e di morte. Questo simulacro è fama che fosse il celebre Palladio che Troia difendeva. Tale dis
osì credesi vederla in una medaglia posteriore a Troia. Avanti che le fosse data la civetta, il suo attributo era la cornacch
ea era con occhi di questo colore figurato. Pensano alcuni che di ciò fosse cagione la libica credenza che ascrive la nascita
tolo di Calcidica venerata: anzi è parere di alcuni che consecrato le fosse il tempio ove si adora adesso, vero nume, la Madr
fe a lei Care non eran le scherzose fole E le alternate danze ove non fosse Cariclo seco. Ah molto pianto aspetta Di Palla la
un parere del tutto op posto, pensa che di Saturno ed Evenirne Venere fosse figlia. L’opinione più comune si è quella che all
ia, o l’ignoranza del possessore avrà anticamente falsificato. Quanto fosse lecito di portare nelle tenebre di una tanta anti
di rose, e ch’era circondata dalle Grazie e dagli Amori. Leggiamo che fosse sopra un carro or tratto dalle colombe or dai cig
pomo. Venere appellata Celeste v’ indicai nella passata Lezione come fosse da Fidia scolpita, e quali siano i fregi per rico
cì, adoravano i creduli amanti antichi, stimando che in potere di lei fosse il dare, o togliere l’amore. Venere Astarte, cioè
l’astro di Venere, fu adorato dai Bidoni, ed è opinione di alcuni che fosse lo stesso che la dea Siria, quantunque Luciano cr
di Venere Genitrice: onde potersi accertare con buon fondamento qual fosse il vero soggetto delle accennate sculture. « Le s
duce Venere che reca ad Enea suo figlio l’armi, opera di Vulcano, non fosse di sua invenzione, ma come parecchie altre del su
esse preesistito all’Eneide, sarebbe da credersi che questa favola si fosse voluta volgere in un complimento a Giulio Cesare
enalio generato, che tenne l’ isole alla Sicilia vicine. Vogliono che fosse educato dalle scimmie, e per la sua deformità tan
ime nei verri, quantunque il cavallo per la simiglianza della ferocia fosse di lui propria offerta. Si annovera fra i vanti d
er tredici mesi, e perito forse sarebbe se di questa disavventura non fosse stato fatto accorto Mercurio, che con le arti usa
li animali, e i numi invano cercavano dove la dea dell’agricoltura si fosse celata. Pane errando per la caccia nell’Arcadia s
lievi. Così lo staccio non poteva essere a meno che consacrato non le fosse ; infatti lo porta sopra molti monumenti. Differiv
ie che le si ergessero simulacri colossali, e che forse uno di questi fosse collocato nel teatro di Pompeo, essendo le rappre
, che i sacerdoti dei Misteri avevano in Atene. Mal si rintraccia chi fosse quest’ Eumolpo fra tanti ch’ebbero questo nome, n
ziato, si diresse per questo oggetto ad Eumolpo. Vietava la legge che fosse ammesso uno straniero: non si ardiva con tutto ci
a il premio, perchè questo vegetabile era fama che per la prima volta fosse nato in Eleusi. Potete vedere questa gara rappres
rme del fumante giro. Come occulto guerrier cerca la strada Dentro le fosse di scavato campo Onde il sicuro oste sorprenda, e
forma di un globo, non già, dice Plutarco, per significare che questo fosse il globo della Terra, ma per additare con esso tu
otonde degli antichi si chiamassero veste, afi’erma che tal nome loro fosse dato per la somiglianza che avevano colla Terra,
Nerone della sua maestria nel guidare il carro, dicendogli che s’egli fosse salito sui fiammanti Coc chi di Febo, la Terra ni
i rapisce la scure, e in questi accenti Scelerato prorompe: Ancor che fosse La diva stessa, non che a lei diletta Cotesta que
la chiamò madre degli uomini e degli Dei. Favoleggiarono i poeti che fosse tratta sopra un cocchio, avanti alle rote del qua
antiquario. « Non farà maraviglia che nel Museo Tiburtino di Cassio fosse stata unita la statua del Sonno a quella delle no
per un farmaco dell’immaginazione, come se il defunto dormisse, e non fosse altra cosa la morte che un placido sonno. « In ar
oria Dei suoi casi la flebile storia, E veggendo chiaramente Qual’ ei fosse , e fra che gente, Piena il cor di tempesta Alle s
teggiasse Saturno coi Titani, e che la sua pietà facendolo spergiuro, fosse colla moglie da essi incatenato. Giove volò per l
e non sua fa congetturare che celebre per la devozione dei popoli ne fosse divenuto l’originale. Il nostro marmo non lascia
come fatti piuttosto ad ingombrare che a facilitar la corsa: e se non fosse che ancora in qualche greco monumento si veggono
lenne meraviglia prese quei popoli, come Sofocle attesta, che egli si fosse rifugiato in un luogo che eglino appena osavano g
, e non senza terrore. Ed era fama che se alcuno macchiato di delitto fosse entrato nel tempio, che Oreste loro avea consacra
mpio, che Oreste loro avea consacrato in Corina villaggio dell’Achea, fosse nell’istante da furori e paure agitato. Gli antic
ferro eh’ io nella tremante destra Teneva ancor, m’addomandavi quale Fosse cagion ch’io ti esortassi tanto Alla veloce inasp
pportunità del presente argomento. Non tutti opinarono che Proserpina fosse figliuola di Cerere, e quelli che con Ecate la co
avrebbe a Nettuno sacrificato un toro qualora un propizio augurio gli fosse comparso. Nell’ istante comparve un toro dal mare
i scrittori molto da lui dissentano su questo particolare. E fama che fosse tanto potente per mare da imporre tributo agli At
unito alla sua lunga dimora sotto la terra servì per far credere che fosse un fiume infernale, nè poco vi contribuì lo stess
ovevano tenere una mano sulla terra e l’altra sul mare. E dubbio dove fosse il fiume divenuto favoloso. Opinano alcuni che fo
e. E dubbio dove fosse il fiume divenuto favoloso. Opinano alcuni che fosse nel seno di Baia vicino al lago Averno, e che i S
e sole del cavallo resistevano alla sua forza. Credono che Alessandro fosse con quest’acqua avvelenato. Questa proprietà può
la sua nuova edificazione e la sua grandezza. Lo scultore, qualunque fosse , di quei vetusti simulacri, inventò quel gesto, o
cata, scrive Pausania che nè quella di Raamunte, nè altra, che antica fosse , ne aveva; ma che poi aveva osservato che la Neme
mone alla nave annunziava primavera. Però Esiodo dice: Se Pandora non fosse venuta, il timone sarebbe rimasto al fumo, la fat
ano e di Tito, si vede la Vittoria col rostro di nave. Chi sa che non fosse una semplice imitazione di quelle tante immagini,
ssa nelle osservazioni astronomiche. Infatti, che il suono dei flauti fosse inseparabile dagli spettacoli ci viene attestato
a usata dagli antichi nel teatro tragico, la quale, quantunque non ci fosse rammentata dagli scrittori, potremmo pure argomen
perirono per l’aste, pei sassi e per le scuri. Ma è fama che Capaneo fosse ferito dal fulmine, avendo il primo arrogantement
cielo poetico le avventure più dilettevoli. Che questa sorta di danze fosse diretta dalla Musa Polinnia, è consenso universal
simboli sono di moderno ristauro, ma altri non potevano essere quando fosse stata pur questa la figura di Urania: e che la st
comecché mancante delle braccia e del capo, pure non giudicherei che fosse stata destinata colle altre alla medesima collezi
ne ed istituire loro un culto particolare: e la fama grata sparse che fosse suo padre. Elide, Delfo, Perga, Perinto, Bisanzio
logi fanno moglie di Vulcano. Simil berretto sospetta il Visconti che fosse in una gemma pubblicata dall’Agostini, ed osserva
se in una gemma pubblicata dall’Agostini, ed osserva che nel caso che fosse un elmo, come appare dal disegno, non disconviene
ssendo arrivato por soccorrere i Troiani fu ucciso da Achille, benché fosse di statura niente a lui minore. Infatti guardate
ben ciò conviene all’età in cui fu ucciso. Voi non direte che Mennone fosse nero perchè questa pura e nativa nerezza eh e in
tino che ciò nei campi Telpusi avvenisse. Ivi è fama ohe il fanciullo fosse nutrito dal latte di una capra custodita dal cane
io si sparse per quelle regioni. Si vuole che questo aio di Esculapio fosse un bastardo di Arcade, e che presto pure si diffo
edesi che il primo a risentire gli effetti della sua scienza salutare fosse un certo Asole di Epidauro tiranno, e che in memo
se un certo Asole di Epidauro tiranno, e che in memoria del benefìzio fosse aggiunto il nome di lui al dio, che prima Apio er
e del dio medico nel bastone, che porta nodoso per rami mezzo potati, fosse attaccato un serpente generoso, con lubrico ravvo
invidia e di conquiste ad Alessandro. Non è fuor d’ogni dubbio di chi fosse figlio e dove nascesse. Diodoro Siculo riferisce,
ei sacrifizii, insinuando nell’ingannato volgo la credenza che figlio fosse d’Osiride, giacché gran scusa a questi falli era
dettero la caduta del culto pagano, o da un genio di moralizzare, che fosse dai poeti passato agli artefici, giacché tutte e
ia, volesse il Ciel che tale A te nuncia non fossi, e in mar sommerso Fosse il nostro dolor: Colui che cerchi E coi voti e co
, Marte, Venere e la Luna. Voi vedete dalla sciagura di Semele quanto fosse terribile l’ira di Giunone. Il caso di Atamante e
nte. Irritata Giunone, che dopo la morte di Semele Ino sua sorella si fosse adossata la cura di allevare Bacco, giurò di vend
d una per una, non attaccate ai rami. Poiché per lo più, senza che vi fosse altro ferro di sotto e dentro, dovevano fare quel
capo, e la mitra che vela tutto. Luciano lo deride, quasi la cuffia fosse nel guerreggiare il suo elmo; ma la Grecia credet
fosse nel guerreggiare il suo elmo; ma la Grecia credette che questo fosse un rimedio da lui inventato contro l’ubriachezza.
orecchie acute, alle quali, se alcuna cosa si aggiunge d’ircino, par fosse per fantasia di artefice e di poeta. Nonno attest
li fu celebre quell’isola, e che diedero occasione alla favola che vi fosse un fonte di vino. Ma per tornare al nostro propos
tauri con Bacco: poiché paragonando a quegli i cacciatori, scrive che fosse questo dio educato da Chirone: quindi è che si ve
Filadelfo per adornarne la statua di Arsinoe: onde si può credere che fosse simile a quei due cornucopi che si veggono nelle
o intanto piangenti la faccia altrove, ci muove a credere che funebre fosse la destinazione e l’oggetto del monumento abbelli
dia, dopo aver fatto la statua di Giove Olimpico, se lo dio stesso si fosse degnato di manifestarsegli, additò il maestro di
Bacco in mezzo alle dee levatrici. Ma questa pittura convien dire che fosse una specie di parodia d’ altre composizioni espri
che non possono credersi appartenenti a sepolcro, mi persuade che tal fosse il destino della presente scultura: il sito campe
ese di Sesostri, o d’ altro antichissimo conquistatore, che l’Oriente fosse la patria di quell’uomo singolare che insegnò ai
10 (1824) Breve corso di mitologia elementare corredato di note per uso de’ collegi della capitale, e del regno pp. 3-248
nel quale troviamo descritto cotesto scioglimento. Pria che il Ciel fosse , il mar, la terra, e ’l fuoco : Era il foco, la t
avevano gli antichi della Creazione : credevano essi, che la materia fosse eterna, e che l’alta potenza del Creatore l’avess
Saturno si obbligava di non allevar figli maschi, affinchè il governo fosse ritornato nella famiglia di Titano. Tantoppiù Sat
tra i Giganti, che aveva cento braccia ; e pareva, che già la guerra fosse terminata, allorchè uscì in campo un altro nemico
tna. Questo Dio concepì per lei un amor violento ; e malgrado che non fosse corrisposto, la rapì, e la fece sedere nel suo ca
Trittolemo l’Asia, e l’Europa. Mancò poco però, che nella Scizia non fosse perito per parte di Linco geloso della preminenza
lle foglie di questa pianta, e volle altresì, che la corona di alloro fosse in seguito il premio de’ guerrieri, e de’ poeti.
d oramai questa principessa sarebbe stata la vittima infelice, se non fosse sopraggiuuto a tempo Ercole per salvarla. Laomedo
he si aggiravano intorno ai roghi de’ loro germani. Quantunque Apollo fosse il Dio degl’ingegni ; non fu perciò stimato quant
e Muse. Accettò Apollo la sfida a patto, che chi restava al di sotto, fosse stato a discrezione del vincitore. Marsia fu vint
erla, stava già sul punto di scagliarle i suoi dardi, se Giove non si fosse affrettato di evitare un parricidio con aver sott
i sposò Atalanta. Malgrado che Diana giurasse di esser casta, e sommo fosse il suo contegno, s’invagchì di Endimione leggiadr
nseguenza non si sarebbe ritrovata una Dea, che di tutto suo genio si fosse a lui accoppiata. Descrizione dell’Inferno. S
a del loro canto. Tanto loro aveva promesso il Destino, finchè non si fosse ritrovato chi sapesse ingannarle. Al saggio Uliss
La casa era male immaginata, perchè non poteva cangiar sito, dove ci fosse un vicino pericoloso. L’origine di Momo non sembr
tolo di Eroe a chi per qualche impresa segnalata o illustre azione si fosse distinto, con aver richiamata l’attenzione degli
dal carro del sole aveva rapita. Ingelosito Giove, che un mortale si fosse usurpato il dritto della creazione, che a lui sol
to, che l’uccisore avrebbe espiato il suo delitto a solo patto che si fosse pubblicamente lasciato vendere. Ercole vi acconse
di riavere da Plutone la cara sua sposa a condizione però, che non si fosse rivoltato indietro fino a che non fosse uscito da
a condizione però, che non si fosse rivoltato indietro fino a che non fosse uscito dall’inferno. Lo smanioso Orfèo dimenticò
posta fu, che il flagello cesserebbe allora quando l’uccisore di Lajo fosse stato riconosciuto, e punito. Lo sventurato Edipo
flotta non avrebbe avuto giammai favorevole il vento, se prima non si fosse placato lo sdegno di Diana contro di Agamennone,
caduta prima del tempo, se lo spirito di partito, e di divisione non fosse entrato nell’armata : divisione appunto che forma
radunati per decidere sulla sorte di Troja, vollero che l’assedio si fosse prolungato. Minerva stessa, che non sapeva perdon
nsiglio di persuadere ad Achille di tornare, e fargli presente quanto fosse necessario il suo braccio. Ne fu dato l’incarico
ne di ritirarsi dal campo, e ricomparirvi, allorchè Agamennone ferito fosse stato obbligato a ritirarsi nella sua tenda. Così
sua gola. Sopraggiunto Piramo, vide questo velo, e credendo che Tisbe fosse stata la vittima di qualche belva, con un pugnale
a il crine, e si radeva la barba. Galatea era sorda, malgrado che non fosse insensibile. Ella amava Aci figliuolo di Fauno. S
ltato l’oracolo : la risposta fu, che il malore cesserebbe, quando si fosse sacrificata a Bacco una vittima umana, ed in manc
si avvide di un certo calpestio in un vicino cespuglio : credendo che fosse una qualche bestia feroce, scagliò il suo giavell
umerosa di false Divinità sarebbe stata maggiore, laddove per poco si fosse data un’ occhiata alla folla degl’Iddj, che adora
fabbricato, volle che Napoli, o sia nuova città, e non già Partenope fosse denominata. Alla testè lodata favolosa Sirena, o
i quanto da noi si assersce. A questa Fratria crede il Martorelli che fosse stato ascritto Stazio poeta, nostro concittadino,
rificata la sua congettura. Vi ha in fine chi ha creduto, che Eunosto fosse stato il Dio che presiedeva ai mulini ; opinione
o esatto indagatore delle cose patric, crede che il tempio della luna fosse dov’è al presente la Chiese di S. Maria Maggiore
uti. Quindi non senza fondamento crede il Capaccio, che questo tempio fosse stato rifatto e ristorato, vivendo Tiberio. XI
ri giorni demolita, ha fatto credere a parecchi eruditi antiquarj che fosse stato il tempio a Vesta dedicato. Infatti la roto
icavasi nelle feste di Bacco. Probabile è altresì che la vera lezione fosse Jovi Abazio, cioè taciturno, dai sacrifizj a ques
abile sua giovinezza ; o forse ancora, perchè si credeva che l’ellera fosse un antidoto contro l’ubbriachezza. 1. Si mira an
il flagello, se la primogenita di Cassiope, ch’era Andromeda, non si fosse lasciata a discrezione del mostro. Così fu fatto.
Il divieto imposto a Loth di non rivoltarsi in dietro fino a che non fosse fuori di pericolo colla moglie, è lo stesso di qu
11 (1855) Compendio della mitologia pe’ giovanetti. Parte I pp. -389
fu quello di porre nelle mani della gioventù una Mitologia, la quale fosse ricca di erudizione per l’intelligenza degli anti
endo che non è mica agevole ritrovare una Mitologia che insozzata non fosse o più o meno delle turpi leggende degli antichi P
u l’aurea età o il secolo d’oro, in cui la terra, senza che coltivata fosse , ogni maniera di frutti produceva ; nè vi erano l
etto da curis o quiris, che in lingua Sabina significa l’asta come se fosse Dio’ della guerra-Janus Consivius (da consero), G
tù di provvedere abbondevolmente quella ninfa di ogni cosa, che a lei fosse piaciuta. E questo chiamasi Cornucopia, Corno del
omini, sotto uman sembiante andava pel suo regno, volle vedere se ciò fosse vero. E però gl’imbandì una tavola delle carni de
a Giunòne, e che dal poco latte per caso caduto dalla bocca di lui si fosse formata la via lattea. La celeste magione di Giov
ielo poggi sulle cime delle alte montagne. Altri vogliono che quel Re fosse stato un Astronomo di gran valore, che andava sul
l tutto De’ mortali il più bello e degli Dei, Rapito in cielo, perchè fosse a Giove Di coppa mescitor per sua beltade, Ed abi
er consultare l’oracolo della futura sua sorte. Il quale rispose, che fosse andato nella Focide da Pelagòne, fig. di Anfidama
nosamente descritto da Ovidio nelle Metamorfosi (1). Plinio vuole che fosse stato costruito ad imitazione di quello sì famoso
sega nel tagliare il legno, e però finsero che l’inventore della sega fosse stato cangiato in pernice. Fu questo delitto la c
Epafo. Allora Giove restituì ad Io la primiera sua forma, e volle che fosse da que’ popoli adorata qual Dea sotto il nome d’I
è assai perito era nel pronosticare i venti, finsero i poeti che egli fosse il loro Dio. Alcuni dicono che gli abitatori dell
le infocate arene di que’deserti, sebbene il sacro recinto intorniato fosse da sempre verdeggiante selva ; il che aveasi qual
zione, perchè seduto com’era, toccava il tetto del tempio ; che se si fosse dritto levato, l’avrebbe dovuto tutto seco portar
si vuole che il pavone, uccello caro a Giunone, nato a Samo, di là si fosse propagato in altri luoghi ; e che perciò fosse co
nato a Samo, di là si fosse propagato in altri luoghi ; e che perciò fosse consacrato alla Dea di Samo(3) ; ed i pavoni di q
. Priamo pieno di affanno comanda che appena nato il fatale fanciullo fosse fatto morire. Ma Ecuba, vedendolo bellissimo, il
ella lunga assenza di Ulisse, desidera che dalle insane onde del mare fosse stata coperta quella nave che portò a Sparta il f
consiglio, in grazia di Marte, Giunone consentì che questo suo nipote fosse annoverato fra gli Dei, contenta di aver veduta T
ndesse il suo impero per tutta la terra, purchè però fra Troia e Roma fosse frapposto gran tratto di procelloso mare, ed al s
da una fredda nube il trionfo di Enea, e permettere suo malgrado che fosse posto nel numero degli Dei e che i suoi posteri r
le il crine fatale e così accelerarle la morte(4). Vogliono che Iride fosse fig. del Ponto e della Terra, perchè l’Iride o ar
io. Aracne non dubitò di provocare Minerva, con soggettarsi, se vinta fosse , ad ogni gastigo. Si viene al cimento, ed imprend
igarne il dolore, fece che il figliuolo, privo degli occhi del corpo, fosse assai veggente delle future cose ; per cui divenn
Dea una nave fornita di remi e che per vela avea un peplo. Se questo fosse una veste della Dea, o un arazzo ricamato, non è
n busto di Minerva senza braccia. Fulvio Orsini pensò che un’Ermatena fosse una Minerva armata di cimiero, di asta e di scudo
r essere stato da lei dispregiato, e che avendola gettata in mare, ne fosse nata un’isola, detta Ortigia o isola delle quagli
uoi natali, da Epafo, fig. di Giove e d’Io, fu motteggiato, quasi non fosse egli vero figlio del Sole. Attristossene Fetonte,
he antico Astronomo, il quale, dedito ad osservare il corso del Sole, fosse morto prima di compiere l’audace opera delle sue
a in Epidauro la statua di Esculapio con barba d’oro, comandò che gli fosse tolta, dicendo essere sconvenevole che il figliuo
le Parche che giunto all’ora estrema, potesse evitarla, se trovato si fosse chi per lui avesse voluto morire. Infermatosi a m
fonda caverna del Tenaro. Quivi sì dolcemente suonò, pregando che gli fosse restituita Euridice, che mosse a pietà gl’inferna
ta, toccò in sorte ad Agamennone, cui più volte disse che guardato si fosse dalle insidie della moglie Clitennestra, ma non f
, e così di altre città. E si racconta che Giove, volendo sapere qual fosse il mezzo della terra, mandò due aquile, una dall’
dirupi facevan le veci di mura, sicchè non era certo, se più mirabile fosse la natura del luogo, o la maestà del Nume. Il mez
rono al Nume un guiderdone pari alla fatica, cioè quella cosa che gli fosse sembrata di loro maggior vantaggio. Apollo signif
i Ateniesi ogni anno facessero un viaggio al suo tempio, se ritornato fosse vincitore. Così istituironsi le feste dette Teori
o ed augure insigne, ed uno de’sette a Tebe. Prevedendo che se andato fosse a quella guerra, vi sarebbe morto, si tenne celat
idolatria abbia avuto principio dal culto del sole, e che quest’astro fosse stato la divinità di quasi tutte le antiche nazio
rabbia Scillea di Virgilio(1). Circe ancora(2) avverti Ulisse che si fosse ben guardato dal recar danno agli armenti del Sol
ile che fra le statue della Casa aurea di Nerone tolte alla Grecia vi fosse anche questa, la quale è la più sublime fra le op
vesse in cielo ; ma che, avendo egli osato di oltraggiare Giunone, ne fosse stato discacciato e condannato a dormire eterno s
in que’ luoghi il nome e la gloria di Bacco. È verisimile che Penteo fosse stato un re sapiente, il quale volendo mettere un
Borbon. Ritrovasi piú di quaranta volte. Si vuole che questo tirso si fosse usato per ingannare i rozzi Indiani, che non avea
portare l’enorme sua clava, ma non potrebbe reggersi in piedi, se non fosse sostenuto da altri seguaci di Bacco. Quanto a que
e in opera tutte le forze sue per salvare e l’una e l’altro, se stato fosse possibile, dal turbine che loro soprastava per vo
certo Talassio ; e domandando molti che la rincontravano, a cui ella fosse menata ; coloro i quali la menavano, perchè non l
, a cui ella fosse menata ; coloro i quali la menavano, perchè non le fosse fatta violenza, che di Talassio era e che a Talas
gliono che fu dedicato da Cinira, e che la Dea stessa, nata dal mare, fosse quivi approdata. Era proibito spargere sangue sul
sa non la gli lasciò terminare. Tuttavia non fu meno ammirata, perchè fosse imperfetta, e succedette in luogo di encomio il d
alla riva di quel fonte, di puro disagio ; sebbene alcuni dicono che fosse in quelle acque caduto. Fu poscia per compassione
ne sotto la protezione del Dio delle armi. Finsero adunque che Romolo fosse nato da Marte e da Ilia o Rea Silvia, fig. di Num
Romolo, si racconta(4), ch’egli, nel frastuono di una gran tempesta, fosse stato rapito e portato in cielo dal padre Marte s
l culto di Marte in quelle contrade. Gli antichi Latini(2), prima che fosse Roma, più di ogni altro nume il veneravano ; e ci
udo ch’era il pegno della salvezza di Roma. Per impedire che involato fosse , Numa ne fece formare altri undici al primo somig
urava tredici giorni, ed in tutto quel tempo era vietato far cosa che fosse importante, come maritarsi, imprendere un viaggio
agli Arcadi ; ed Evandro, partito dall’Arcadia colla madre, prima che fosse Roma, portò nel Lazio il culto di Mercurio. E que
ice, e madre degli Dei ; ed il più degli antichi credevano che l’uomo fosse fatto di terra ed acqua riscaldata da’ raggi del
a può anche dirsi a ragione ch’essa in tutta quanta la sua superficie fosse stata da’ gentili popolata di varie e numerose cl
a a Fauno davano i piedi di capra. Alcuni vogliono ancora che Silvano fosse lo stesso che Pan ; ma Virgilio (1) manifestament
ppresentato(2). Il recarono a Silla, innanzi a cui dimandato chi egli fosse , proruppe in una voce che niente avea dell’umano,
i in molte e varie forme (6). Tibullo(1) lo pone nell’Olimpo, sebbene fosse nume campestre. In una statua vedesi Vertunno tut
e sul Tarpeio un tempio a Giove, acciocchè la piazza del monte libera fosse per la edificazione di esso, ordinò di esaugurare
une altre cose della Terra. Gli antichi auguravano a’ defonti che fosse loro leggiera la terra con quelle conte parole :
te di Ciane, la quale più lingua non avea da dire alla madre che cosa fosse della figliuola. Ma pur vide su le sue acque gall
piacere a Plutone ed a Cerere, sentenziò che Proserpina per sei mesi fosse colla madre in cielo, e sei altri nell’inferno co
nuova, volle che Aretusa i tristi suoi casi narrasse e per qual modo fosse stata in sì strano fonte conversa. « Io fui, ella
orestieri, furon dal gran Sacerdote condannati a morte, comechè stato fosse manifesto che quello era fallo di pura ignoranza.
avessero fra Ie loro braccia raccolto. Nella quale isola si dice che fosse stato nudrito da Eurinome, fig dell’Oceano e di T
ssero aiutato Vulcano nel fabbricare i fulmini. Or quantunque insigne fosse la deformità di questo nume, pure, in compenso de
bene da Virgilio(4) descritte. Si vuole(5) che la collana di Armonia fosse stata ad Erifile, moglie di Anfiarao e sorella di
fatto di Teti, cui Giove promessa avea la vittoria de’ Troiani, onde fosse cosi vendicato il figliuolo Achille. Per ciò rest
ci. Ma i fratelli di Altea, mal soffrendo che il premio del valore si fosse dato ad una donzella, violentemente le tolgono la
anno un uomo. Ma nella Tauride, paese della Scizia, pareva che Diana fosse stata più avida di sangue umano ; e quivi i suoi
lla Tauride ad una vergine immolavano qualunque naufrago o Greco, che fosse in quelle inospitali contrade capitato ; e che qu
ch’eran greci ; e che la sacerdotessa stessa propose che uno di loro fosse immolato e rimandato l’altro libero alla sua patr
tempio di Diana Efesina, il più magnifico ed il più ricco che mai vi fosse stato sulla terra, noverato perciò fra le sette m
e il suo nome nelle pubbliche carte ; ma ciò non impedì che quel nome fosse tramandato alla posterità insieme colla storia de
i ed altari ; e chiunque era forte e valoroso, dicevasi Ercole, quasi fosse questo nome l’espressione generale della fortezza
fonte(1), che uscito il giovane eroe nella solitudine a deliberare se fosse stato meglio seguire la via della virtù o quella
nel paese dell’Esperidi, per avviso di Prometeo, fece sì che Atlante fosse andato a cogliere le poma d’oro nell’atto ch’esso
regno Agamennone che fu potente e ricco sopra ogni altro monarca che fosse , allora in tutta la Grecia. E però, nella famosa
ro re se la condusse via per forza. Perciò finsero i poeti che Oritia fosse stata rapita dal vento Borea, mentre stava a dipo
da lei ingiungendole che se partorisse un maschio, subito che giunto fosse in età di poter sollevare quel sasso, col contras
ottenne la loro liberazione ; sebbene altri dicono che niuno di loro fosse di là uscito(1). Antico regno di tebe. Nell
lo avea risposto a Creonte che sarebbe cessato il flagello, quando si fosse da alcuno spiegato il seguente enigma che la sfin
regno per se, ne consultò l’oracolo, dal quale gli fu risposto che si fosse guardato da colui che portava una sola scarpa. In
assalire l’orribile mostro e l’uccise. Alcuni pensano che la Chimera fosse un monte della Licia che nella cima gettava fuoco
armente in Colco, nell’Iberia, e nella Tessaglia. Comechè grandissima fosse stata l’autorità della regina dell’inferno, pure
ernale monarca. Giove, dice uno scrittore, avendo appreso da Pan qual fosse il luogo, ove, dopo il rapimento di Proserpina, e
tabile volontà regolavano(4). Per significare un uomo, di cui la vita fosse stata una serie di sventure, dicevasi che in sul
12 (1841) Mitologia iconologica pp. -243
rni, quasi insensibilmente, a me stesso quel tempo, che necessario si fosse a compiere, se non con mio onore, almen con compi
le più adatte a far conoscere chi propriamente il terribile Giove si fosse . Sue battaglie La prima dunque di queste battagl
a suo tempo alla luce un bambino, che sebbene d’un origine si gentile fosse parto ; pur tanto terribile, e fiero addivenne, c
me di non rivolger mai l’animo alle battaglie, se pria rivolto non si fosse il pensiere ai dovuti omaggi a questo gran Nume.
o essi costruiti due tempii, uno dentro le mura acciò degnato egli si fosse di conservar sempre florida fra cittadini la pace
egiò, che benchè da lui dopo lungo cammino presso la sponta del Lemeo fosse stata un giorno raggiunta, si contentò più tosto
rto più delle altre Deita sarebbe stata Giunone, se la sventurata non fosse stata il bersaglio dello stesso vertiginoso suo g
ar conoscere agli Dei, ed agl’uomini quanto efficace il suo potere si fosse , che dubitata non avea di gareggiar collo stesso
a onor d’ agricoltura Dichiarazione e sviluppo La Dea, cui più fosse obbligata la società degl’uomini per beneficii ri
sua figlia, divenuta un proteo, con mille trasformazioni ingegnata si fosse a costo della vita a saziarlo, mai non però potè
ana natura ; in qual alta riputazione poi convien credere, che tenuta fosse la Dea stessa di quella ? Descrivasene perciò con
i di padre la facoltà le concesse di chiedergli con libertà quanto le fosse più in grato, essa la ben nata ogni altro dono fa
ergine in tutto il suo tenore, ad onta di qualunque motivo opposto si fosse alle innocenti sue brame ; e quindi fatta paga de
volle, che questa Dea in particolar maniera l’accompagnatrice fedele fosse de’ suoi incerti viaggi, non che il fabro avventu
punita con verga dal gran Sacerdote, se per sua negligenza estinto si fosse il Sacro fuoco, da riaccendersi quindi o con ragg
r man di Vulcano si fè in due parti aprire il capo, per osservar cosa fosse del suo tormento il motivo. Vide allora con suo s
nel lavoro de’ suoi gentili ricami, avvegnachè nella contesa partita fosse vittoriosa ; pure ebbe a soffrire il troppo sensi
ivale istessa, o per grazia degli Dei impietositi a suoi tormenti non fosse stata cangiata in ragno, nella qual condizione te
ravansi in suo o nore i Sacrifici detti Verticordia, acciò degnata si fosse , se pur era possibile, di allontanare le impure f
mba da essa teneramente amata,(1) e tanto si credeva affrontata se si fosse altrimenti praticato, che cangiò una volta in tor
arundine linguam. Sebbeno la occupazione più ordinaria di questa Dea fosse stata la caccia, come sopra si è detto, per cui q
stolto disegno di rendere immortale il suo nome ; e benchè più volte fosse stato quindi rialzato, come testifica Plinio ; pu
per eluderne la forza. Quindi è, che domandato un dì Talete qual cosa fosse la più insuperabile nel mondo, tosto rispose, com
sue causate ruine ? Virtù non vi fù, che dal impetuoso suo soffio non fosse restata abbattuta ; mente non evvi, che da vezzos
e restata abbattuta ; mente non evvi, che da vezzosi suoi diletti non fosse rimasta infatuata ; cuore non mirossi, che da dol
e rimasta infatuata ; cuore non mirossi, che da dolci suoi strali non fosse stato corrotto. Col tenero suo piede conculcò ogn
i, ove col latte di bestie feroci procurò allevarlo finchè giunto non fosse alla età di poter produrre i suoi effetti ; bench
o aprì una sua coscia, e quivi l’inchiuse fino a tanto che giunto non fosse alla perfezione richiesta. Trattolo quindi a suo
comunemente fù presa ? Se ferocia non fù, che dalle sue tenerezze non fosse stata’già vinta, come non ligare al suo carro ani
sse. E pur perder dovette ogni fierezza, E rimaner fra quelle orrende fosse  : Anche tristo è il destin della bellezza. Di
uo nome : onde così non avendo il marito con chi dividere gli affetti fosse ella sola del cuor di quello unicamente l’obbiett
ro, e d’infamia si per sua natura, che per le funeste sue conseguenze fosse stato da que’sciagurati al par delle virtù divini
re i primi onori atti a far scorno alla morte istessa, oggi quasi che fosse una canzone de veneti Gondolieri è caduto iu pote
’accidente da Trocheo passa a Spondeo, lo che non sarebbe avvenuto se fosse seguita una vocale, come Christus amandus. Cap
tero, che quella striscia nel cielo, che via lattea da noi s’appella, fosse causata dal latte versato dalla bocca dell’infant
pio dicesi essere stato lo stesso Palladio di Troja, il quale sebbene fosse stato rapilo de Greci, ed altronde recato, pure p
de fiori, essa sarebbe restata vinta dall’aligiero Nume, se sorta non fosse in suo aiuto la bella Ninfa Peristea ; per la qua
eguendo in ciò le tracce del poeta Arato, che per mostrar qual in ciò fosse la sua mente disse : Argentea vota. Chi fù il D
rigine. Chi fù Saturno. Suoi viaggi. (1). Che il Saturno de’ Gentili fosse stato il Noè della Genesi assai plausibile in for
sotto questa seconda divisa chiaro non scorgendosi, come passato poi fosse al Regio soglio, con qual fondamento dimostrar si
in vultu Verecundiam. Suo tempio. Chi fù Genio. (1). Se nient’altro fosse vero in rapporto alla forza di questo Dio, i soli
13 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Appendice. » pp. -386
Poichè tutti coloro che per lo passato odiarono, non sapendo ciò che fosse lo scopo dell’odio loro, subito che abbandonarono
ogni modo, questo vedendo, non si fanno a considerare, se questo mai fosse un bene occulto, non essendo loro lecito di sospe
con poche facelle potrebbe aprir la strada ad una larga vendetta, se fosse lecito a noi ricompensare il male col male ? Ma n
il combatter contra di voi ; mentre, se tanta moltitudine d’uomini si fosse distaccata da voi e ritirata in qualche remoto an
al sarebbe al presente lo stato della società se il cristianesimo non fosse comparso nel mondo. 750. È probabilissima cos
simo, avrebbe potuto operare questo effetto d’inestimabile pregio, se fosse mancata la religione cristiana. Gli scritti degli
distruzione della società : perchè, supponendo da un lato ch’esso non fosse comparso sulla terra, e dall’altro che i Barbari
cristiane ; e noi poniamo invece il caso che il Cristianesimo non si fosse mai conosciuto, e che i Barbari non fossero uscit
be salvato anche il mondo romano dalla sua propria corruzione, se non fosse soggiaciuto alla forza di armi straniere : sola u
14 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXII. Marte » pp. 138-143
di questo Dio che stessero ad onore di lui, perchè credevano che gli fosse nemica la stessa loro Dea protettrice, la quale i
enti dai Troiani, tenevan per fermo che il fondatore della loro città fosse figlio di Marte, come narra lo stesso Tito Livio.
mento e la causa della loro potenza, e’ la chiamavano bellum, come se fosse una bella cosa, quale riuscì per loro sino al ter
onte vecchio l’antica statua un po’guasta del Dio Marte : « E se non fosse che sul passo d’Arno « Rimane ancor di lui alcun
di Giustiniano. Essendo però comune opinione a quei tempi che Attila fosse stato il distruttore di Firenze, a quella, come t
15 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXIX. Di alcune Divinità più proprie del culto romano » pp. 500-505
ccasione di sopire in mezzo alla comune letizia qualche discordia che fosse nata fra taluni di loro nel corso dell’anno. Alcu
tanto uguali che neppur l’artefice seppe in appresso distinguere qual fosse quello caduto dal Cielo. Si tenevano tutti custod
servi più volte ripetuta la parola Mamurio si credè che quel vocabolo fosse il nome dell’artefice degli undici ancili, poichè
Perenna era una Dea adorata soltanto dai Romani, perchè credevano che fosse quella stessa Anna sorella di Didone, rammentata
ogica, secondo la quale credevasi che di questi due Dei gemelli Diana fosse nata un giorno prima di Apollo. Le feste Robigali
16 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIX. La Dea Triforme cioè Luna in Cielo, Diana in Terra ed Ecate nell’Inferno » pp. 115-122
mata in una costellazione per impedire un matricidio, vale a dire che fosse uccisa dal figlio di lei chiamato Arcade, bravo c
atore, che incontrata nei boschi quest’orrida fiera e non sapendo che fosse sua madre, stava per trafiggerla con un dardo. E
Fu ben presto rifabbricato non meno splendido per ricchezza, sebbene fosse impossibile rifare dello stesso pregio gli oggett
 ; e poichè egli voleva abolire il culto di Diana, poco mancò che non fosse massacrato dagli orefici di quella città, che gua
» 145. Cicerone, nel lib. ii. de Nat. Deor., indica pur anco qual fosse l’etimologia della parola Diana : « Diana dicta,
17 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVIII. Apoteosi degl’Imperatori Romani » pp. 497-499
atti in Grecia richiedevasi 1° che l’eroe da considerarsi come un Dio fosse figlio di una Divinità o per padre o per madre ;
morte, e quando in lui si riconoscessero le due precedenti condizioni fosse considerato e adorato qual Nume. Perciò non deifi
cava il suo re guerriero, gli fecero credere per mezzo di Procolo che fosse assunto in Cielo e divenuto un Nume, e che bisogn
rstizioni. Basti dunque il sapere che si fingeva che l’imperatore non fosse morto, ma soltanto malato ; e per aiutar questa f
18 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVI. Le Ninfe » pp. 279-284
antaquattro stelle. Alcuni Mitologi dicono che anche la Ninfa Amaltea fosse cangiata insieme con la sua capra in quella coste
pra in quella costellazione25. Della Ninfa Melissa poi raccontano che fosse stata la prima a scuoprire il miele in un alveare
dentro un albero incavato o corroso dalla vecchiezza ; e che essa poi fosse cangiata in ape. La favola della Ninfa Eco cangia
dai poeti latini, come una delle più belle Ninfe ; e dicono che se ne fosse invaghito quel mostruoso gigante Polifemo che fu
19 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLIII. Cadmo » pp. 321-325
be due figli Minos e Radamanto 57. Il padre di lei non sapendo che ne fosse avvenuto, mandò il figlio Cadmo a cercarla, con o
rovandosi vicino a Delfo, consultò quel celebre Oracolo per sapere se fosse possibile trovarla, e dove ; ma l’Oracolo non ris
rici non sanno dire nulla di più nè di diverso. Che il nome di Cadmea fosse dato alla fortezza di Tebe e conservato pur anco
all’ Egitto, come asseriscono molti ; il secondo che Cadmo stesso non fosse Fenicio, ma Egiziano, come afferma Pausania. A qu
20 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIX. Plutone re dell’ Inferno e i suoi Ministri » pp. 203-215
ni della Terra, accettò di regnar nell’ Inferno. E che quel soggiorno fosse pur troppo inamabile, come dicono i poeti latini,
Greci alla regina dell’Inferno) ; e di più credevasi che anch’essa si fosse adattata ai gusti del marito, e li secondasse att
tino il nome di naulum, ond’è venuta in italiano la parola nolo. Qual fosse lo scopo di questa strana invenzione lo diremo ne
he il can Cerbero ha ricevuto l’onore dagli astronomi che il suo nome fosse dato ad una piccola costellazione, composta, seco
21 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — II. Il Caos e i quattro elementi » pp. 11-14
bruta ed informe, supposta esistente nello spazio prima che con essa fosse plasmato il mondo ; e in questo significato si ad
Caos l’aria era priva di luce. Non asserisce però che il Caos stesso fosse l’ordinatore dei propri elementi di cui ab eterno
ti di cui ab eterno componevasi, ma un Dio o una miglior natura. Qual fosse questo Dio non lo sa, poichè poco dopo soggiunge 
22 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — V. Urano e Vesta Prisca avi di Giove  » pp. 25-27
rno e dell’Aria indica l’opinione degli antichi mitologi che il Cielo fosse composto di questi due più leggieri e più puri fr
amente ; ma poichè egli aveva più figli, supposero i mitologi che gli fosse piaciuto abdicare in favore di essi. Credendo per
rono o per sè o per i propri figli Titani, quando Saturno a sua volta fosse stanco di regnare. Questo patto di famiglia fu ca
23 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLII. Bellerofonte » pp. 317-320
rimase poi sempre dolente e mesto52. Dicono i Mitologi che egli pure fosse re di Corinto ; ma il suo nome non trovasi nella
tollerare la prosperità che prima l’avversità. Credendo che nulla gli fosse impossibile, montato sul caval Pegaso, lo spinse
he suol darsi della Chimera è questa : che invece di essere un mostro fosse un monte ignivomo della Licia, nella parte più al
24 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXX. Delle Divinità straniere adorate dai Romani » pp. 506-510
al tempo di Romolo ; e solo fece credere che quanto egli ordinava gli fosse suggerito dalla Ninfa Egeria. La base adunque del
sa sorgente di questo fiume. L’Egizia Dea Iside, poichè credevasi che fosse la stessa Ninfa Io trasformata in vacca da Giove,
avesse ucciso segretamente il suo fratello Osiride ; e che questi poi fosse trasformato in bove. Aggiungono inoltre che Iside
25 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXI. Minerva » pp. 132-137
ribile figura era sculta nello scudo per opera di Vulcano. Perchè poi fosse sacro a Minerva quell’animale notturno, rispondon
i Romani pretendevano salvata da Enea e trasportata in Italia, e che fosse quella stessa che essi facevano gelosamente custo
egli non accetta l’opinione di qualche strambo mitologo, che Minerva fosse vinta, e per dispetto percuotesse Aracne e la tra
26 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — X. Cerere dea delle biade e Proserpina sua figlia » pp. 48-54
Ninfe a lei vicine se ne accorsero, e non poteron dire alla madre che fosse avvenuto della perduta Proserpina. Questo mito de
nel Purgatorio : « Non credo che così a buccia strema « Erisiton si fosse fatto secco « Per digiunar quando più n’ebbe tema
i similitudine, come s’intende dall’ottava che segue : « Se in poter fosse stato Orlando pare « All’ Eleusina Dea come in de
27 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXII. Gli Oracoli » pp. 242-252
ola, qualunque altro modo di manifestazione dei voleri divini che non fosse a voce, non potrebbe a rigore chiamarsi oracolo,
che infestava quei luoghi ; e che perciò in origine la città di Delfo fosse detta Pito, donde l’appellativo di Pitio o Pizio
facessero addormentandosi in quei sacri recinti. E come se tutto ciò fosse poco, vi si aggiunsero gli Augurii, di cui eran s
28 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVII. I Mostri marini Mitologici e Poetici » pp. 184-194
mente « …… una balena, la maggiore « Che mai per tutto il mar veduta fosse  : « Undici passi e più dimostra fuore « De l’onde
affaticarsi ; « Che pel travaglio e per l’avuta pena « Prima morì che fosse in su l’arena »233. Dopo questa arditissima e v
iverso vi è soltanto la fantastica invenzione ariostesca, che Orlando fosse così ardito (e che inoltre gli riuscisse) di entr
29 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVI. Nettuno re del mare e gli altri Dei marini » pp. 173-183
Forse i Tritoni avran saputo trame più dolci suoni ; ma, comunque ciò fosse , questo strumento è il distintivo per cui riconos
a proteiforme. Proteo conosceva qualunque segreto degli Dei e ciò che fosse utile o dannoso ai mortali, ma per rivelarlo ad e
utile o dannoso ai mortali, ma per rivelarlo ad essi bisognava che vi fosse costretto : così la materia contiene in sè tutti
30 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVII. Apollo considerato come Dio del Sole, degli Arcieri e della Medicina » pp. 92-103
ortato in balìa dei cavalli del Sole : « Maggior paura non credo che fosse , « Quando Fetonte abbandonò li freni, « Perchè ’l
tentar più pienamente il suo fratello Plutone. Consentì per altro che fosse trasportato in Cielo e divenisse un Dio, che i po
e veramente è uno strato di milioni e milioni di lontanissime stelle) fosse prodotta nel cielo dal calore del Sole, « Quando
31 (1855) Della interpretazione de’ miti e simboli eterodossi per lo intendimento della mitologia pp. 3-62
di alcuni elementi che lo producono. E dall’altra parte quando l’uomo fosse venuto selvaggio o parvolo, sprovveduto di siffat
che si voleva nato dal sangue di Medusa ; e volando poscia nel cielo fosse collocato tra le costella zioni ; e molti altri I
lia de’pesci(2), volevano che tutta la turba innumera degl’ Iddii non fosse che il solo Giove. Mirabile per questo argomento
« Tutta la Grecia, ei dice(1), portava un’antica credenza, che Vrano fosse stato mutilato da suo figlio Saturno, e questi st
, e ciò per dinotare, che ella stessa era questo fuoco, o che ella ne fosse la cagione, e che quasi sia nato per suo potere.
rte nuove forze. Taluni interpetrando questo mito vogliono, che Anteo fosse un mercante stabilito nella Libia tanto dovizioso
n simulacro di una dea in una gran cloaca romana, ed ignorando di chi fosse le diede il nome dal luogo ove fu trovata. I Roma
32 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — I. La Cosmogonia mitologica » p. 10
nsiderando il principio generale da essi riconosciuto, che la materia fosse eterna, cioè fosse sempre esistita, ma tutta conf
ipio generale da essi riconosciuto, che la materia fosse eterna, cioè fosse sempre esistita, ma tutta confusa e mista, in una
33 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IX. Vesta Dea del fuoco e le Vestali » pp. 44-47
ortato in Italia46. E che questa Dea, prima della fondazione di Roma, fosse adorata in Alba e vi avesse un tempio e le sacerd
ar maraviglia che ben poche vi rinunziassero in più matura età, e che fosse stimato di cattivo augurio il sottoporsi o alla p
34 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIII. Osservazioni generali » pp. 260-263
e l’etimologia e il significato di questi vocaboli per intendere qual fosse l’ufficio di tali Dei. Non dovrà dunque recar mar
oi n’orate cento7 ? » Convinti dunque che il numero degli Dei Pagani fosse anzi più che meno di trentamila8, e assicurati al
35 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVI. La dea Latona » pp. 86-91
dal monte Cinto dove furono allevati in quella stessa isola. Che Delo fosse stata nei tempi preistorici un’isola galleggiante
di Tantalo e moglie di Anfione re di Tebe ; e andava superba, come se fosse un gran merito, di aver sette figli e sette figli
36 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cronologia Mitologica. » pp. 387-393
io d’Ogige, re dell’Attica e della Beozia. Credesi che questo diluvio fosse un’inondazione prodotta dallo straripamento del l
andarono ad abitare la Grecia ai tempi della dispersione dei popoli, fosse Javan figlio di Jafet. 161. Secondo altri 1560.
37 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cenni Preliminari » pp. 9-
ra indizio di prossimi e inevitabili guai. Quanto alla fiamma, perchè fosse buono il presagio, doveva elevarsi presto, impetu
legislatori o dei faziosi, secondo che ad essi premeva che il popolo fosse animato a sperare o a disperar d’una impresa. In
38 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIII. Venère, Cupido e le Grazie » pp. 144-151
l’una e l’altra indifferentemente e congiuntamente a Venere, come se fosse possibile il nascere in due modi e l’avere due di
cò di adornarsene quando si presentò a Paride che doveva decidere chi fosse la più bella tra le Dee. Oltre Cupido, Imene e le
39 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVIII. Le regioni infernali » pp. 195-202
i ferro rovente, pieni di dannati. Tutte le opere d’arte (qual che si fosse lo maestro che le fece, come dice Dante), furono
39, si venne a confermare i raziocinii dei geologi, che cioè la Terra fosse in origine un globo in ignizione come il Sole, e
40 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XX. Mercurio » pp. 123-131
oichè egli era l’interprete e il messaggiero degli Dei, supposero che fosse ancora il Dio dell’eloquenza e della persuasione,
e molte frodi per fare illeciti e subiti guadagni, dedussero che egli fosse pure anco il Dio dei ladri. E su queste illazioni
41 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVIII. Apollo considerato come Dio della Poesia e della Musica e maestro delle nove Muse » pp. 104-114
Non dovrà dunque recar maraviglia che per associazione d’ idee Apollo fosse riguardato ancora come dio della Musica e di tutt
piche, ossia gazze. La qual metamorfosi significa evidentemente qual fosse la loro voce e la loro abilità nel canto in confr
42 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLV. La spedizione degli Argonauti alla conquista del Vello d’oro » pp. 331-341
ata Argo, e quindi Argonauti gli Eroi che navigarono in quella. Se le fosse dato questo nome da quello dell’architetto che la
e senza effetto cala : « E quei non vi lasciâr piatto nè coppa « Che fosse intatta ; nè sgombrâr la sala « Prima che le rapi
43 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXV. Bacco » pp. 161-172
per aver giudicato bestialmente che all’armonia dell’apollinea cetra fosse preferibile il suono della rusticana sampogna del
ran giammai per me : « Beverei prima il veleno, « Che un bicchier che fosse pieno « Dell’amaro e reo caffè. » Sempre meglio
44 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXX. Stato delle anime dopo la morte, secondo la Mitologia » pp. 216-231
cupidità. Del gigante Tizio che offese Latona, udiremo da Omero qual fosse la pena nel Tartaro : « Sul terren distendevasi
beffarda promessa che sarebbe cessata la loro fatica, quando la botte fosse piena. Questa favola è delle meno antiche, e non
45 (1810) Arabesques mythologiques, ou les Attributs de toutes les divinités de la fable. Tome I
e, aspersion de sang de taureau ou de sang de bélier, On creusoit une fosse dans laquelle descendoit le criminel, la tête cei
au ou le bélier ; le sang découloit sur le coupable, il sortoit de la fosse hideux à voir et tout souillé de sang. Il falloit
es ; le pontife l’entraînoit jusqu’à l’échelle qui descendoit dans la fosse , où elle devoit être enterrée vivante. Alors il l
oit le dos et se retiroit brusquement avec les autres pontifes. Cette fosse sépulcrale formoit une espèce de caveau creusé as
tion et à force de terre et de pierres, on combloit l’ouverture de la fosse au niveau du reste du terrain. Cette institution
46 (1806) Histoire poëtique tirée des poëtes françois ; avec un dictionnaire poétique (6e éd.)
autel champêtre, Afin qu’en le montrant il se fît reconnoître. De la Fosse . C’est à ce signe que Thésée fut reconnu par Egé
homicide ; Et ses vœux sont trahis, s’il reste un Pallantide. De la Fosse . Aricie échappa seule au massacre de sa famille 
ranchir la terre De monstres, de méchans échappés au tonnerre. De la Fosse . Il tua Scyrron et Procustes, fameux brigands, d
me rend avec éclat Tout ce que je perdis en suivant un ingrat. De la Fosse . Jason s’empara d’Iolchos, capitale de la Thessa
re et ses sceurc Embrassoient un autel arrosé de leurs pleurs. De la Fosse . On regardoit Polixène comme la cause de la mort
t tant d’estime, Hâtons nos pas, allons lui livrer sa victime. De la Fosse . Andromaque, fille d’Eëtion, roi de Thèbes, épou
47 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Avvertenza » pp. -
i, ma ancora ad ogni colta persona, poichè voile il Tommasèo che cosi fosse detto nel titolo della medesima. C. Pescatori.
48 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVI. Osservazioni generali sulle Apoteosi » pp. 490-492
è anche gli astri son composti di materia cosmica), se ben presto non fosse invalsa l’idea e la credenza che gli astri fosser
49 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IV. Una Divinità più potente di Giove » pp. 20-24
ato eran sottoposti anche i Semidei, quantunque uno dei loro genitori fosse una Divinità di prim’ordine. Così fu ristretta fr
50 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIII. Difetti e vizii del Dio Giove » pp. 69-72
i portarlo ad Epimeteo perchè l’aprisse. Ma per quanto piena di pregi fosse Pandora, gli Dei non avevan pensato a renderla im
51 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVIII. Gli Dei Penati e gli Dei Lari » pp. 290-294
scrisse, e credere sulla sua parola che l’etimologia di quel termine fosse latina, e alludesse al vital nutrimento degli uom
52 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VIII. Tre Divinità rappresentanti la Terra, cioè Vesta Prisca, Cibele e Tellùre » pp. 39-43
erisce che i Galli della madre degli Dei erano i soli sacerdoti a cui fosse lasciata per pochi giorni la facoltà di far la qu
53 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — III. Classazione generale delle Divinità pagane e Genealogia degli Dei superiori » pp. 15-19
econsulti romani nel parlare della schiavitù (quantunque a quei tempi fosse ammessa per diritto internazionale o delle genti,
54 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XI. Giove re del Cielo » pp. 55-59
XI Giove re del Cielo Che Giove fosse adorato come il supremo degli Dei dai Greci e dai
55 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIV. Il Diluvio di Deucalione » pp. 73-78
a empietà o violazione dei sepolcri, interpetrarono che la gran madre fosse la Terra, madre comune di tutti i mortali86), e l
56 (1822) La mythologie comparée avec l’histoire. Tome II (7e éd.)
fit mourir secrètement. On le surprit au moment où il recouvrait une fosse . Interrogé sur cette occupation extraordinaire, i
s ces cérémonies, le peuple prenait cette pierre et la jetait dans la fosse avec des pièces de métal qui n’avait point passé
la terre s’étant entr’ouverte sous ses pieds, il fut englouti dans la fosse que l’on nomme encore aujourd’hui la fosse d’Agam
s, il fut englouti dans la fosse que l’on nomme encore aujourd’hui la fosse d’Agamède, et qui se voit dans un bois sacré de L
érailles. On étendait le corps sur une couche d’argile, au fond d’une fosse de six ou huit pieds de profondeur. On plaçait à
57 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XV. Giunone regina degli Dei e Iride sua messaggiera » pp. 79-85
rare uno di questi fatti mitici che serve a spiegare perchè il pavone fosse sacro alla Diva dalle bianche braccia. La concord
58 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VII. Saturno esule dal Cielo è accolto ospitalmente in Italia da Giano re del Lazio » pp. 31-38
, che cronologicamente vengono dopo il regno di Saturno. Ma qualunque fosse l’origine dell’uomo, secondo i diversi mitologi,
59 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XII. La Titanomachia e la Gigantomachia » pp. 60-68
anomachia, perchè parve agli Antichi che in quella il miglior diritto fosse degli Dei che rimasero vincitori, mentre in quest
60 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIV. Vulcano e i Ciclopi » pp. 152-160
no. Erravano però nel credere che il fuoco che essi chiamavan celeste fosse di natura diversa da quello terrestre, non sapend
61 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXV. I Satiri ed altre Divinità campestri » pp. 270-278
semplici cerimonie sarebbero rimaste ignote o presto obliate, se non fosse avvenuto che nel giorno stesso di quella festa av
62 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLI. Perseo » pp. 309-316
l re Atlante ; il quale avea saputo dall’Oracolo, che per quanto egli fosse di statura e di forza gigantesca, dovea tutto tem
63 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXI. Il Genio e i Genii » pp. 232-241
he, si diffuse più che altrove tra gli antichi Germani ; e che non si fosse del tutto dileguata a tempo del Goethe ce ne dà p
64 (1845) Mythologie de la jeunesse
rait que des victimes noires, dont on faisait couler le sang dans une fosse . On le représentait tantôt sur un trône d’ébène,
65 (1815) Leçons élémentaires sur la mythologie
du géant5 d’Epidaure, Et la Crète fumant du sang du Minotaure. (De la Fosse .) D. Dites-nous en peu de mots comment Thésée a
66 (1847) Mythologie grecque et romaine, ou Introduction facile et méthodique à la lecture des poètes (3e éd.)
n lui sacrifiait des victimes noires dont le sang était reçu dans une fosse . Le cyprès et le narcisse lui étaient consacrés.
er sa dette, il invita Déjonée à un festin, et le fit tomber dans une fosse remplie de feu, qui fut son tombeau. En horreur à
67 (1812) Manuel mythologique de la jeunesse
de la ville de Calydon. Enfin, Thésée fit périr le Minotaure. De la Fosse dit de Thésée : ……………………… Ce héros intrépide, Co
rend avec éclat, Tout ce que je perdis en suivant un ingrat. ( De la Fosse .) Cadmus D. De qui Cadmus étoit-il fils ?
68 (1810) Arabesques mythologiques, ou les Attributs de toutes les divinités de la fable. Tome II
né, et ils assommèrent le malheureux Icare. On mit son corps dans une fosse au pied de quelques arbres. Sa chienne Méra, que
69 (1855) Mythologie pittoresque ou méthodique universelle des faux dieux de tous les peuples anciens et modernes (5e éd.) pp. -549
sacrifices dans l’ordre voulu, les Corybantes, après avoir creusé une fosse , se plaçaient au fond de cette fosse au bord de l
rybantes, après avoir creusé une fosse, se plaçaient au fond de cette fosse au bord de laquelle on immolait un taureau ou un
feignant une fausse réconciliation, le fit tomber ou le jeta dans une fosse remplie de charbons ardens. Après ce crime, il fu
rgos. Pendant cette fête on jetait des torches ardentes au fond d’une fosse , et Cérès, appelée dans cette contrée Prosymna, r
ventre avec un instrument appelé secespita ; le sang coulait dans une fosse préparée d’avance, et se mêlait au vin des libati
t jusqu’au lieu où ils étaient. On y consentit ; alors, on creusa une fosse et les deux frères y furent précipités vivans. On
unt n’avaient pas eu la précaution de mettre des alimens autour de la fosse , alimens que de pieux fainéans ne manquaient jama
70 (1847) Nouvelle mythologie du jeune âge
me rend avec éclat Tout ce que je perdis en suivant un ingrat. De la Fosse . Médée eut de ce mariage un fils appelé Médus. P
71 (1822) La mythologie comparée avec l’histoire. Tome I (7e éd.)
rieurs. Ceux des enfers se nommaient dieux inférieurs. On faisait des fosses dans lesquelles on laissait couler le sang des vi
72 (1855) The Age of Fable; or, Stories of Gods and Heroes
heads and retire from the enclosure, leaving his men entangled in the fosse to escape as they could. Patroclus drove them bef
73 (1898) Classic myths in english literature
eads and retire from the enclosure, leaving his men encumbered in the fosse to escape as they could. Patroclus drove all befo
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