/ 50
1 (1874) Ristretto analitico del dizionario della favola. Volume I pp. -332
ari ingegni ; analizzare i vantaggi indiscutibili che il progresso ha fatto fare all’umanità ; tutto ciò è opera ardua, lunga
cchiuso sotto il velame dei simboli della Favola. Abbiamo creduto ben fatto il dividere in articoli tutto il nostro lavoro, e
ragione più convincente che in tutto il corso di questa opera, ci ha fatto di sovente riportare le citazioni dei passi della
citazioni dei passi della Divina Commedia ; e in ciò crediamo di aver fatto il meglio. Da ultimo, seguendo a delucidare la ma
ura del nostro lavoro, daremo ai lettori la ragione del perchè abbiam fatto precedere questa opera da tanto numero di epigraf
i da noi riportate nelle quali gli studiosi apprenderanno non solo il fatto nella sua forma primitiva e tradizionale, ma avra
lezze letterarie dei elassici, le quali, alla loro volta, saranno dal fatto stesso, di cui vengono in appoggio, rese più chia
n appoggio delle nostre parole, ma basterà a convincere, con prove di fatto , i nostri lettori, il ricordar loro nelle sante p
questo cresce a misura che la lontananza o la morte dell’eroe di quel fatto , ne ingrandisce il merito primitivo e reale ; ed
cieca fede, sopratutto dopo Voltaire 39 e l’enciclopedia, avvenne il fatto della celebre cena di Cazotte, attestato da gravi
senza discutere. E, a questo proposito, ci viene alla mente un altro fatto , che per essere recentissimo ci da maggiore incor
oggio di quanto asseriamo, e servano ai nostri lettori come pruove di fatto . Continuando dunque questo studio preliminare sul
e mummie, in talune casse che avevano la figura di un toro ; e questo fatto semplicissimo originò l’oscena favola del Toro di
nuare le religioni, e a dar principio alla storia ». Egli è dunque un fatto riconosciuto, constatato, innegabile che i miti r
enza, un sentimento, ed anche un concetto della mente : può essere un fatto , un fenomeno del mondo fisico o del morale, un av
r generale che essa sia, si individualizza, unificandosi, e quindi il fatto , l’avvenimento, o la vera e reale personalità, as
s’incorpora nella Forma, come la vaghezza dell’idea nella realtà del fatto compiuto, qualunque sia la realtà di questo fatto
ea nella realtà del fatto compiuto, qualunque sia la realtà di questo fatto che si presenta alla mente. Un altro particolare
l’essere proprio, suppone una più matura riflessione. L’allegoria nel fatto esprime una cosa, mentre nell’idea che l’informa
che è, e come è : esprime la Forma immedesimata al Fondo, l’idea col fatto , senza avvertire codesta distinzione. In una paro
ro non è che un simbolo attuato nell’istesso tempo dal pensiero e dal fatto , ed è tanto più prossimo al simbolo, quanto più è
. Acrato. — Questa parola significa vino puro. Gli Ateniesi ne aveano fatto una divinità. 84. Acratoforo. — Al dire di Varron
e dal tempio che Admeta custodiva, sperando così che i Samii avessero fatto vendetta di Admeta. I corsari rubarono infatti la
male acquistato retaggio, e se ne rese egli stesso padrone. Da questo fatto la tradizione mitologica trae argomento ad un res
bambino che fu chiamato Penteo. La favola racconta di Agave un truce fatto  ; imperocchè invasa da un entusiastico furore pel
o stesso fece il re di Pessinunte. Colpito Agdisto dal male che aveva fatto , ottenne da Giove che anche dopo la morte di Ati
lalcomane. — Fu il nome di un celebre scultore, il quale dopo di aver fatto una statua di Minerva, stabilì il culto di questa
i fosse offerto in sua vece. Nessuno essendosi presentato all’appello fatto per salvare il morente. Alceste si offri pel mari
ono l’oltraggio uccidendo Alchmeone. Allora Calliroe avendo saputo il fatto supplicò Giove, e ottenne che i suoi due figli Ac
coniugale. Varì scrittori dell’antichità fra cui Ovidio riportano il fatto in modo che ha qualche analogia con le tradizioni
ue famosi corsari a nome Oto ed Efialto, temuti ed invincibili. Marte fatto da essi prigioniero è tenuto schiavo per tredici
generale, che mosso contro i corsari fosse stato da essi debellato e fatto prigione. Mercurio dio del commercio che libera M
a giovanezza eterna e ridente. Il poeta Ibico citato da Ateneo, ne ha fatto la materia di una comparazione per mezzo della qu
ni, popolo che ritiene tuttavia in gran parte la metempsicosi come un fatto positivo ed indiscutibile, credevano che quella v
nisti dell’antichità, molti sono discordi nella ripetizione di questo fatto . Il solo fra i mitologi che ripete la cosa all’is
egli poi maledice e discaccia dal tetto paterno, non è egli forse un fatto completamente simile a quanto ci vien rivelato ne
lle sacre pagine della Bibbia, sull’ubbriachezza di Noè ? È dunque un fatto indiscutibile, in appoggio del quale vengono infi
il vino della sua vigna. Anceo derise la predizione e per provare col fatto la falsità di quella, ordinò che gli fosse incont
Anchuro. — Figlio di Mida. La tradizione favolosa racconta di lui un fatto perfettamente simile a quello di Curzio Romano. N
zione favolosa racconta che tal soprannome era dato a Venere per aver fatto morire gran numero di Tessali per punirli della m
ogo appartato ove la lancia si cangiò in lauro. Anfiareo ritenne quel fatto come un cattivo augurio, ed in effetti l’indomani
tania, dove massacrava tutt’i viandanti per compiere un voto che avea fatto a Nettuno, di erigergli un tempio di cranii umani
rna di bue ; e ciò, sempre seguendo il citato autore, a memoria di un fatto avvenuto sotto il regno di Servio Tullio. Un abit
gilio. Eneide Lib. I. trad. di A. Caro. Similmente Omero dopo d’aver fatto parlar Nettuno coi due Ajaci, sotto la figura del
accia. 489. Apatuarie. — L’istituzione di queste feste ha origine dal fatto seguente. A cagione di un territorio, i popoli de
eguisse, e Melanto allora gli immerse il brando nella nuca. Da questo fatto l’istituzione delle feste dette Apatuarie dalla p
ia grandezza e senza piedestallo. 561. Aria. — Gli antichi ne avevano fatto una divinità ch’essi adoravano secondo differenti
te, allorchè sostenne con Minerva la disputa a chi di loro due avesse fatto il più ricco presente agli uomini. 573. Aristene.
ta della sua città. La tradizione mitologica racconta di lei un truce fatto . La sua fatale bellezzà ispirò un incestuoso amor
itologi che sotto il nome di Baal si venerasse il sole. Alcuni lo han fatto figlio di Nettuno e della regina Lidia, che regnò
tti, trovati nel tempio del dio Beza, e che l’imperatore, dopo averne fatto fare un minuto ed accurato esame, facesse incarce
e, non potendo sopportare gl’insulti e le derisioni, di cui si vedeva fatto continuo bersaglio, a causa della sua estrema bru
ti. — Vale a dire avvenimenti prosperi o felici ; i Pagani ne avevano fatto delle divinità. 847. Buono. — Si dava questo semp
ende ch’ella avesse palesato il furto dei buoi che suo fratello aveva fatto ad Ercole, e che perciò avesse meritato gli onori
ntrare a ritroso, affinchè le orme dei piedi non avessero palesato il fatto  ; ma passando Ercole col resto dell’armento d’inn
lope ; e non curando la promessa d’immortalità che la Ninfa gli aveva fatto se avesse voluto continuare a viver con lei. 901.
l nome di colonne di Ercole. 912. Calunnia. — Gli Ateniesi ne avevano fatto una Divinità. Per altro gli scrittori più rinomat
a porta Ond’usci de’ Romani il gentil seme. Dante Inf. C. XXVI. Ciò fatto sparsero la voce che i greci, prima di togliere l
rigine di questo soprannome, volendo alcuni che gli venisse dall’aver fatto delle leggi sull’unione dell’uomo e della donna,
egli desiderava ardentemente la morte ; ma il nume suo padre lo aveva fatto immortale. Finalmente gli Dei mossi a compassione
figlio di Paride e di Enone. Gelosa Enone del famoso ratto di Elena, fatto da suo marito, mandò a Troja il figliuolo Corito,
redeva che avesse un istinto naturale di predir l’avvenire. Prima del fatto di Coronide (V. Coronide) il corvo era bianco com
lto di questa turpe divinità. La cronaca narra che Alcibiade si fosse fatto iniziare nei misteri di Cotitto, e che avendo il
sua iniziazione agli avergognati misteri di Cotitto, quegli lo avesse fatto assassinare. 1273. Cotto. — Figliuolo del Cielo e
lo attaccò con grossi pezzi di cera alle spalle del figlio, dopo aver fatto per sè altrettanto, ed aver raccomandato caldamen
tufa, per ordine di Cocalo, re di quell’isola, al quale Minosse aveva fatto minaccia di dichiarazione di guerra, se non avess
he degli uomini celebri. In Omero e in Esiodo, poeti che entrambi han fatto la genealogia del maggior numero degli dei pagani
no intorno ogni sorta di aromi, di fiori, di erbe e di profumi, e ciò fatto il novello imperatore con una fiaccola appiccava
è una delle tante astuzie dei sacerdoti, che facevano allora come han fatto in ogni età, osceno mercato della divinità, facen
da entrò nel regno dì Tiro… . » G. da Pisa — I fatti d’Eneo. Avendo fatto sparger la voce che Sicheo fosse stato ucciso dai
endevano gli oracoli divini. La tradizione mitologica, attribuisce al fatto seguente l’origine dell’oracolo di Dodona. Giove
uisce al fatto seguente l’origine dell’oracolo di Dodona. Giove aveva fatto dono ad una delle sue figliuole per nome Teba, di
popolo erano comandati da Pirro. 1494. Dolore. — I pagani ne avevano fatto una divinità, e lo scrittore Igino lo fa essere f
o, il cui dorso era coperto di squame gialle e verdi, e che dopo aver fatto il giro degli altari, assaggiò di tutte le vivand
e l’abbandonò ad essere divorata dalle fiere. Ercole, consapevole del fatto , liberò la madre ed il figlio. 1547. Ecelissi. — 
affidato suo figlio Polidoro. Ma avendo saputo che Polinnestore aveva fatto morire l’amato figliuolo Polidoro, la povera madr
incesto, che sebbene compiuto ad insaputa di Edipo, era pur sempre un fatto mostruoso, castigarono la città di Tebe con una o
moso tempio di Diana, che fu una delle sette meraviglie del mondo, fu fatto costruire a spese di tutti i regnanti dell’ Asia
consunto. Omero — Iliade — Libro V. trad di V. Monti. Avendo Diana fatto sorgere un dissidio fra loro, essi morirono entra
astori dei quali per altro la tradizione mitologica non ricorda alcun fatto importante. 1603. Eldotea. — Figliuola di un nume
a fuggir seco alla corte di Priamo, ove la sposò. Fu quest’oltraggio fatto a Menelao, la vera cagione della sanguinosa guerr
fece accendere molte torce sulla sommità della cittadella, dopo aver fatto avvisare i capitani dell’esercito greco, che a qu
to si dava cotesto soprannome a Minerva, dall’epoca in cui avvenne il fatto seguente. Essendosi i Doriesi resi padroni della
eguirono l’uno e l’altro ordine dell’oracolo, ed in memoria di questo fatto dettero a Minerva stessa il soprannome di Ellotid
’animale, liberandolo così dalla sua sofferenza. In memoria di questo fatto , ed in rendimento di grazie al nume che Elpide av
pinge la guerra dei Titani contro Giove, così si esprime, narrando il fatto a cui noi accenniamo, sebbene egli lo riporti chi
e non potette più averne notizia. Le cronache stesse che riportano il fatto doloroso, non tengono più parola della dispersa c
nelle onde del Numico ; sulle sponde del quale, ad eterna memoria del fatto fu innalzato un tempio, ove all’eroe trojano furo
il padre ed i figli, onde vendicare la morte di Eono. Fu dopo questo fatto che Ercole innalzò un tempio a Giunone sotto il n
onaca che Epipola fortemente sdegnata dell’oltraggio che Paride aveva fatto a tutti i greci, col rapimento di Elena, travesti
tragie. — Altro soprannome di Venere col quale si voleva ricordare un fatto avvenuto a Teseo mentre sacrificava a quella dea.
al trono del supposto suo padre : Giove non potendo rimediare al già fatto , si contentò di stabilire fin dall’infanzia di Er
i. Colpito da Lino, egli lo uccise con un colpo di lira per il quale fatto , richiamato innanzi ai Tribunali, egli si difese,
di rocce e di scogli che egli, con la sua forza soprannaturale, aveva fatto cadere sulle rive del flume Cefiso, ove si combat
rio, nella città di Trezene, quella avesse preso radici, e avesse poi fatto l’albero da cui Ercole taglïo la sua terribile cl
re, e che il dio delle acque, per provare la fedeltà di Minos, avesse fatto uscire dai flutti un toro di una bellezza sorpren
sul monte Pelia in Tessaglia, e che il fratello di lui, Diceo, avesse fatto sposare sua figlia all’eroe. La giovane sposa mor
er contrario, avere Ercole preso una parte attivissima nel memorabile fatto della conquista del Vello d’oro. Secondo questo s
o, si fece portare a Trachina, ove Dejanira vedendo il male che aveva fatto , si uccise per disperazione. La luminosa carriera
ca in modo non meno famoso. Dappoichè salito sul monte Eta e avendovi fatto innalzare un rogo, egli dopo esservisi coricato o
e, identificati con l’uomo Dio, figlio di Alcmena. L’arte plastica ha fatto di Ercole l’oggetto delle sue più belle e ricche
è ripetuto dai mitologi e dai cronisti dell’antichità, per avere egli fatto uccidere tutt’i sacerdoti del suo paese, temendo,
dea Feronia e re di Preneste. La tradizione ripete di lui uno strano fatto , che egli cioè avesse ricevuta da sua madre tre a
ilia si dava a Cerere, a cui la tradizione favolosa lo attribuiva dal fatto seguente. È detto che allorquando Cerere andava i
e, allorchè questa dea ebbe dai suoi amori con Marte, Ermione, avesse fatto presente quest’ultima di una clamide intrisa di t
e ossa, e composte In urna d’oro, le coprir d’un molle Cremisino. Ciò fatto , in cava buca Le posero, e di spesse e grandi pie
parve circondato di luce e la trasportò con sè nel cielo. Dopo questo fatto i Romani resero ad Ersilia gli onori divini, e l’
ologica raccontata da Ovidio, ripete, che alcune ninfe Najadi, avendo fatto un sacrifizio di dieci tori, avessero invitate tu
antità di erbe, e ritornata presso di Esone, ne compose una bevanda e fatto scorrere dalle vene di lui il sangue agghiacciato
e che Giasone al suo ritorno avesse per onorare la memoria del padre fatto celebrare dei giuochi funebri dagli Argonauti in
seppe più novella di lui. Da ciò ha vita il simbolo mitologico che ha fatto dare il nome di Espero ad uno dei più brillanti p
una intrapresa, all esito di una guerra, al compimento di un qualche fatto importante che interessasse radicalmente tutta un
nti esempi, di che fà menzione la tradizione favolosa, ricorderemo il fatto di Edipo, il quale esiliato della sua patria, dri
dalla Notte, figliuoli del Caos. 1852. Eternità — I Romani ne avevano fatto una divinità, alla quale, però, non dedicarono al
della gravidanza di Etra, non volendo palesare l’unione che le aveva fatto contrarre, sparse voce che Nettuno, nume particol
ro’ano. Ferito alla gola da un colpe mortale, Ettore cade, e Achille, fatto legare al suo carro il cadavere di lui, fa per tr
urie, ottenne da queste il riposo dello sventurato giovine. Da questo fatto furon dette Eumenidi le furie, o come dicemmo ben
e Eunomo fu il vincitore nell’artistica disfida. In memoria di questo fatto gli abitanti di Locri, gl’innalzarono una statua
fossero entrambi completamente fuori dai regni della morte. Ma appena fatto breve cammino, Orfeo non seppe resistere al desid
anze delle isole Sirti. Il simbolo della favola, prendendo, da questo fatto semplicissimo, argomento ad un altro dei suoi inn
di lui che non osava presentarsi mai alla sua presenza, e che sì era fatto fabbricare una botte di bronzo per nascondervisi
patto, nella Focide. La tradizione mitologica narra di lui uno strano fatto , dicendo che egli aveva male gli occhi in così tr
Bacco, irritato contro gli Ateniesi per l’indegno trattamento da essi fatto ad un suo protetto. Consultato nuovamente l’oraco
a ai ministri delle orgie di Bacco per dinotare che essi portavano il fatto nella processione che si faceva durante le cerimo
ordinaria bellezza. I poeti della favola finsero che Venere lo avesse fatto così sorprendentemente belio, per ricompensarlo d
ale Faone fece inalzare un tempio a Venere, in commemorazione di quel fatto . Peraltro Faone non fu con tutte le donne insensi
a lingua è di genere mascolino, come nella italiana, i pagani avevano fatto di questo, uno dei loro dei. Secondo Lilio Girald
in quella, e vide due bambini allattati da una lupa. Sorpreso da tale fatto , e convinto che era quella una rivelazione divina
portato sul vascello durante il sonno, e che così addormentato avesse fatto il tragitto senza risvegliarsi. In questo porto
di Corfù, risonvenne di alcuni oracoli dei quali suo padre gli aveva fatto rivelazione, ed in cui era detto che Nettuno odia
travano di poco curarsi di lui, come dio del mare ; onde egli avrebbe fatto perire fra le acque, uno dei loro migliori vascel
fra le acque, uno dei loro migliori vascelli, nel giorno che avrebbe fatto ritorno nel porto, dopo aver lasciato un mortale
otto alcun forestiere che fosse approdato nella loro isola. E così fu fatto . 1963. Febade — Nome che si dava in generale a tu
se ed alla inviolabilità dei contratti. Presso i romani un giuramento fatto per la dea Fedeltà, era ritenuto come il più sacr
se celebre per la sua famosa caduta, la cui origine si attribuisce al fatto seguente. Fetonte avendo avuto una contesa con Ep
iararono Fidolao vincitore e gli permisero in com memorazione di quel fatto d’innalzare un monumento sul quale egli era scolp
contro i barbari, onde salvare la città. In commemorazione di questo fatto , Filaco fu dichiarato eroe e gli fu innalzato un
le nove strade, in ricordanza della corsa che la povera Fillide aveva fatto per nove volte ; e coll’ andare degli anni fu nel
riconosciuti li liberò dal grave pericolo. In commemorazione di quel fatto , fu in quel luogo costruita una fontana, alla qua
a loro estrema bellezza. La cronaca mitologica narra di loro un truce fatto . Avendo Tereo, re di Tracia, sposato Progne, la p
toposto da Borea suo avo all’istesso crudele supplizio che egli aveva fatto subire ai suoi innocenti figliuoli. La cronaca ag
passando tl loto. Quale colui che grande inganno ascolta Che gli sia fatto , e poi se ne rammarca, Tal si fe Flegiàs nell’ ir
di questa dea una leggiera confusione, la quale emerge unicamente dal fatto che riporteremo qui appresso. Una cortigiana il c
ccolo Foco che l’uccise sul colpo. Eaco, loro genitore, informato del fatto e conscio delle continue dissenzioni dei suoi fig
o proposito, che la colossale statua in legno che Servio Tullio aveva fatto porre nel tempio, fosse rimasta intatta da un inc
nte presso il tribunale noto sotto il nome di Areopago Quel tempio fu fatto costruire da Oreste, quando le Furie cessarono di
are sull’ altare delle Furie, che erano pronti a rivelare il vero sul fatto , pel quale venivano chiamati in giudizio. Le trad
molao Federico. La tradizione mitologica narra di lei un lagrimevole fatto . Galatea amò passionatamente un bellissimo giovan
l’ Anguillara Ma accortosi Polifemo della presenza del suo rivale e fatto conscio di quanto era avvenuto fra i due amanti,
vari scrittori dell’ antichità, i quali asseriscono come vero un tal fatto , dicendo che Tanalo usasse come un diritto di rap
vecchie ingiurie fattegli da Tros padre di lui. Comunque sia, questo fatto dette principio ad una lunga guerra fra i due sov
mini e figliuolo di Calliroe e di Crisauro. La cronaca favolosa ne ha fatto un mostruoso gigante, il quale custodiva da se st
di Oebalo re della città di Amicle, nella Laconia. Suo padre l’aveva fatto educare con molta cura, cosicchè il giovanetto Gi
o e delle Muse. La tradizione mitologica ripete a proposito di lui un fatto altrettanto doloroso per quanto poetico. Giacinto
se Giano, protettore dei romani, non avesse in quell’istesso momento fatto scaturiré dal suo tempio, una larga sorgente di a
le ninfe Napee, fu re di Getulja. La tradizione narra che egli avesse fatto nei suoi stati innalzare in onore del dio, suo pa
ra per qualche tempo, finchè Medea, mal soffrendo di vedere il marito fatto giuoco dell’astuto vegliardo, persuase a questo d
hi miel. ………….. Quel che tu vuol veder, più là è molto. Ed è legato e fatto come questo, Salvo che più feroce par nel volto.
città di Tingi, fece aprire il sepolcro del gigante Anteo, e avendone fatto misurare il corpo, lo trovò di sessanta cubiti. I
scrittore, questa superstiziosa credenza dei romani ebbe origine dal fatto seguente. Nell’anno di Roma 363, i tribuni milita
sti, quando combatterono contro i Galli sulle sponde del fiume Allia, fatto un sacrifizio nel giorno dopo gl’Idi di luglio ;
ore, che qualche anno prima in quegli stessi giorni, i Cimbri avevano fatto a pezzi l’esercito di Cepione : io, rispose Lucul
dapprima la pietra, e poi i diversi figliuoli che avea divorati. Ciò fatto , sentendosi Giove forte dell’ appoggio dei suoi f
ose man, non l’orba sorte Forza e virtù, che sempre è tua vicina, Han fatto re della superna corte. CALLIMACO — Inno a Giore 
lle loro opere, del Giove pagano assai diversamente di quello che han fatto i poeti. Infatti secondo le opinioni più solide e
era antico quanto il mondo, e nato da ignoti genitori, e che si fosse fatto poi conoscere dagli Arcadi, ed avesse esercitato
e il terribile sdegno di lei, quante volte aveano la sventura di aver fatto cosa che menomamente offendesse la sua maestà. Es
sull’antichità, codesta tradizione favolosa, dice che Glauco, avendo fatto troppo e frequente uso di miele, era presso a mor
ci come se fossero ancora nel loro naturale elemento. Colpito da quel fatto per sè stesso semplicissimo, Glauco non dubitò ch
l’esperienza ne masticò all’istante vari fili. Ma non appena ebbe ciò fatto intese uno strano commovimento nelle vi. scere e
ei che troppo Creduli s’impigliar nell’amo adunco. Sembra menzogna il fatto  : (ma qual frutto Io m’avrei del mentir) ? toccan
cagione agogno ; Se per voler d’un nume, o per lo succo Dell’erbe il fatto nacque. Or qual virtute. Diss’io tra me, puote al
dette ad amarla con passione ; ma che Bacco per castigarlo lo avesse fatto legare ad un albero con alcuni sarmenti di vite,
to, un’intera armatura d’oro, stimata al valore di cento buoi. Questo fatto dette, presso i troiani, vita ad un proverbio che
lauco e Diomede. Glauco fu ucciso in battaglia poco tempo dopo questo fatto , e Enea lo rivide all’inferno fra i più famosi gu
2188. Gordiano — La tradizione mitologica spiega nel seguente modo il fatto che si rapporta a questo nodo così chiamato. Il p
era possibile, non solo di scioglierlo, ma di comprendere come fosse fatto . Ora un’antica tradizione Frigia diceva, che l’or
ce sospendere nel tempio di questo dio il famoso carro sul quale avea fatto il viaggio. 2190. Gorgizione — Uno dei figliuoli
lla divinità ; e poscia ordinò si seguitasse il sacrifizio. Da questo fatto fu adottato il costume, nell’isola di Paros, di s
grave congiuntura in cui versavano, per eternare la memoria di questo fatto , innalzarono un altare consacrandolo a quella fra
me, che metteva foce nel golfo di Cadice e del quale i pagani avevano fatto il loro Lete le cui acque valevano a dare l’oblio
one. Un’antica tradizione del paese, diceva, che il profeta Ud avesse fatto abbandonare, coll’andare degli anni, il culto di
e credenza su questo volatile. Si vuole che l’ibi avesse per il primo fatto nascere l’idea di servirsi dei cristieri come rim
silenzio di lei, lasciolla andar col marito ; e in memoria di questo fatto , e del casto rossore che avea veduto sul volto de
Ovidio — Metamorf : Libro VIII, trad. di dell’Anguillara Da questo fatto , quella parte del mare Egeo fu detto mare Icario.
ò l’istessa arte ad alcuni pastori dell’Attica, i quali appena ebbero fatto il vino ne bevettero in così larga quantità, che
i Troja un’armata composta di 80 vascelli, e si distinse in più di un fatto d’arme, per l’intrepidezza del suo valore. Il gr
ndidezza, e un che più forte appare : E il volto istesso più severo è fatto  ; E la chioma più ruvida e più breve. Più di vigo
nto, ritornò nel tempio a ringraziare gli dei ed in memoria di questo fatto fece incidere su di una pietra la seguente iscriz
ra la seguente iscrizione : Ifide giovanetto scioglie i voti che avea fatto fanciulla. Nel giorno seguente furono celebrate l
evemente la tessitura storica, valendoci di essa come esposizione del fatto . Trattenuta l’armata greca nel porto di Aulide da
issione ; e Agamennone persuade alla regina e a tutti i testimoni del fatto maraviglioso, che Ifigenia fosse stata trasportat
l’indovino Calcante temendo una sollevazione nel campo greco, avesse fatto credere che Diana, placata dalla sommessione del
ll’oracolo, rispose che, ripristinamento dei giuochi Olimpici avrebbe fatto la salute della Grecia. Ifito allora senza por te
ll’antichità narrano a proposito di questa principessa un lagrimevole fatto . Il re suo padre la concesse in moglie a Polinnes
Narra la cronaca che trascorso più d’un anno senza che Ercole avesse fatto ritorno, Dejanira, inquieta sulla sorte dello spo
formava tutto il suo amore. Gli ateniesi in commemorazione di questo fatto invocarono sempre Imene nella celebrazione dei ma
fiume fu detto Imero. Plutarco il geografo, che riferisce lo stesso fatto , aggiunge che appena Imero si fu anneganelle acqu
la facoltà di fare il miele più squisito di tutte le altre. Da questo fatto si dava il nome d’Imezio a Giove stesso. 2273. Im
liuolo dell’Oceano. Pausania riferisce a proposito di lui, che avendo fatto scavare un nuovo letto al fiume Anfileo, cangiò q
Indicanie. — Soprannome che si dava ad Ercole, secondo Cicerone, dal fatto seguente. Nel tempio di questo dio, si conservava
l delitto e restituì la tazza, che fu rimessa al suo posto. Da questo fatto Ercole ebbe il soprannome di Indicante. 2280. Ind
ecc. ecc. e un altro infinito numero di denominazioni delle quali han fatto menzione quasi tutti gli autori antichi. 2282. In
ripetono che Ino stessa fosse stata cagione, avendo, secondo alcuni, fatto avvelenare il grano ; e secondo Igino, per averne
ttima gemente e liberò Ino, ponendo in fuga le baccanti. Dopo (questo fatto , Ino si portò presso la celebre indovina Carmenta
oti pagani, i quali si avvalevano dell’ignoranza del popolo, come han fatto i sacerdoti di tutti i tempi, onde mantenere schi
e con in mano un uccello acquatico. 2290. Invidia. — I greci aveano fatto di questa triste passione un dio, essendo la paro
endo la parola φδονος di genere mascolino ; mentre i latini ne aveano fatto una dea, essendo nella loro lingua la parola invi
ioranza degli scrittori greci, tanto cronisti come poeti, si narra il fatto medesimo con l’aggiunta di altre congiunture. In
il quale era soprannominato Giove ; e che ingelosita la regina avesse fatto rapire Io, affidandola alla custodia di un suo se
a alla custodia di un suo seguace, per nome Argo, il quale Api avesse fatto uccidere per riavere la sua amante. Questa però t
ostrinse Danao a ridonare Ipernestra allo sposo. In memoria di questo fatto Ipernestra fece edificare un tempio alla dea dell
allo Pegaseo battendo con l’unghia sonora su di una pietra, ne avesse fatto scaturire questa sorgente, che poi da lui prese i
concederla in moglie ad alcuno dei molti principi, che gliene avevano fatto formale richiesta, e carezzando nel pensiero l’in
ò la bella Ippodamia. Vi sono vari scrittori che raccontano l’istesso fatto con qualche leggiera variante — V. Enomao — Mirti
e soprannome era dato ad Ercole, per essergli attribuito il singolare fatto che riportiamo qui appresso. Essendosi l’armata d
one. — Fu questo il nome che Fedra impose ad un tempio, che ella avea fatto fabbricare su di una montagna vicino la città di
di un ricco greco, ricordato nelle cronache dell’ antichità per aver fatto costruire dai celebri architetti Trofonio ed Agam
ditano come eretto in onore d’Irminsul, sorgeva nella Vestfalia, e fu fatto atterrare da Carlo Magno. 2329. Iro. — Nativo del
almente i piedi coperti di una scorza d’albero finissima, cosa che ha fatto dire che esse andavano a piedi nudi. Dai precetti
rgente di acqua limpida, che formo poi quel fiume chiamato, da questo fatto , il piede di Cadmo. Qualche tempo dopo, Ismeno fi
a, ma nel recarsi al luogo ov’ era imbandita la mensa, avendo Issione fatto scavare una larga fossa piena di legna e di carbo
ncipe del tradimento d’Issione, volle accertarsi coi propri occhi del fatto incredibile ; onde fece travestire coi ricchi abi
vittime umane ; e che certo Aristomene, nativo di quella città avesse fatto una volta svenare in un sacrifizio trecento schia
leno. Quando fu portata la tazza avvelenata nel convito che Jone avea fatto imbandire, per sollennizzare il suo riconosciment
ad alta voce giustizia. I sacerdo ti non potendo negare la verità del fatto , condannarono Creusa ad essere precipitata da una
se erede del trono degli Erettidi, non palesando a Xuto la verità del fatto , e non togliendo al buon re l’illusione d’un erro
e immortale tanto nei fasti religiosi, quanto negli storici, per aver fatto costruire le famose piramidi d’ Egitto, le quali
o ricordati nelle cronache dell’antichità. Uno di questi laberinti fu fatto edificare da Porsenna, re dell’Etruria, nell’inte
i indicativi del sommo Giove, è attribuito, secondo la tradizione, al fatto seguente. Allorquando Ercole ebbe vinta Ippolita,
se di Crotone. Ercole lo combattè e l’uccise, ed in memoria di questo fatto fece edificare un templo a Giunone Lacinia. V. l’
osse stato bisogno di più ritoccarla. Il cronista Solino asserisce un fatto simile per una lampada inestinguibile, trovata do
cura d’alimentarla d’olio. Ma Plutarco medesimo, che riferisce questo fatto come un prodigio, non fa che ripetere quanto veni
dote di Nettuno. La tradizione mitologica narra di lui un lagrimevole fatto . Allorquando i trojani consentirono che il famoso
tanta macchia il decoro della famiglia. Ma accortosi della verità del fatto , fece togliere la statua di Protesilao dalla came
. Nei fasti dell’antichità, questo famoso re si rese celebre per aver fatto circondare di fortissime e salde mura, la capital
e opera di Nettuno stesso. Anzi avendo con l’andare del tempo le onde fatto rovinare uno degli argini, fu ritenuto da tutti c
Al dire di Apuleio, i pagani ritenevano come sacrosanto il giuramento fatto sotto questa misteriosa parola. Cicerone stesso a
questa misteriosa parola. Cicerone stesso asserisce che un giuramento fatto con questa formola : Jovem lapidem jurare, era r
ma opinione del classico autore, sembra che i greci, altro non abbian fatto se non che mascherare con la larva simbolica dell
sempre inibito da una forza superiore. Però dopo qualche tempo avendo fatto un viaggio a Delo, entrò nel tempio di Latona col
La origine di questa solenne cerimonia dei romani ebbe principio dal fatto seguente. La cronaca tradizionale asserisce, che
n trattato di alleanza coi latini, volle, per eternare la memoria del fatto , che si fosse fabbricato uno splendido tempio com
na fuggir, l’ altra latrar ti sembra. Così pìacque ad un nume (se del fatto Qualche nume ebbe cura) che le belve Restassero a
zii attesero per lo spazio di otto giorni a placare col lettisternio, fatto allora la prima volta nella città di Roma. Apolli
radizione toglie solamente l’intervento di Apollo, rimanendo tutto il fatto nella sua completa integrità. In quanto a noi, no
ne per indurre i suoi sudditi all’ osservanza delle sue leggi, avesse fatto sparger voce che Giove andava sovente a visitarlo
il loro padre, ebbero ricorso ad un truce ed iniquo mezzo, ed avendo fatto uccidere un fanciullo, mescolarono le carni di qu
o dette ad Apollo, e che le cronache dell’ antichità attribuiscono al fatto seguente. Allorquando Danao contrastava il posses
amarono loro re Danao, a detrimento di Gelanore. In memoria di questo fatto , il novello sovrano fece innalzare ad Apollo un r
dallo stesso cronista e da molti altri autori attribuita al seguente fatto . Si vuole che avendo alcuni ladri spogliato di tu
tto codesto mito simbolico della favola, è fondato sull’ aver Licurgo fatto sbarbicare tutte le viti dalla sua patria ; da ci
gi sarebbero mantenute in pieno vigore, finchè egli stesso-non avesse fatto ritorno in Sparta. La sua volontà fu ciecamente s
imposte. Gli spartani, riconoscenti ai grandi benefizii che avea lor fatto l’immortale legislatore, gl’innalzarono un magnif
istettero Rea, moglie di Saturno, quand’ ella partorì Giove, avessero fatto a quella dea le abluzioni. 2531. Limenetide. — So
. 2542. Linco. — Re di Scitia, di cui la tradizione ricorda un odioso fatto . Geloso della preferenza che la dea Cerere avea d
ttrice delle partorienti e dei neonati. V. Lucifera. Altri autori han fatto di Lucina una dea particolare, figlia di Giove e
o maschile o feminile ; quindi è che molti popoli dell’antichità, han fatto di quell’astro un dio, altri una dea, e molti alt
ò i due fratelli, e tutti i giovani che erano con essi, accortisi del fatto , si spogliarono sollecitamente delle loro vesti,
tumanza di offrire un sacrifizio agli dei ogni cinque anni, dopo aver fatto la numemerazione della popolazione. Da ciò forse
2 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489
serpente ucciso da Cadmo, e ne nacquero uomini. Dante allude a questo fatto mitologico nel Canto ii del Paradiso, dicendo :
saro a Colco « Non s’ammiraron, come voi farete, « Quando Jason vider fatto bifolco. » Medea per altro avea preveduto che s
o altri di Mercurio), e che fosse re di Tebe. Di lui si narra un solo fatto mirabile, che val per mille ; e quasi nessun poet
tino il mio verso, « Che aiutaro Anfione a chiuder Tebe, « Sì che dal fatto il dir non sia diverso. » Se quest’ Anfione era
no i poeti, anche in culla era degno di Giove, strangolò loro. Questo fatto divenne tanto famigerato, che anche i pittori, e
bile alle Arpie, fosse compiuta prima di quel tempo, poichè in questo fatto le Arpie son chiamate uccelli stinfalidi, dall’ab
che possedendo tremila bovi, (altri dicono trentamila) non aveva mai fatto in dieci anni nettarne le stalle che eran vicine
le stalle e trasportarne al mare ogni sozzura. Allusivamente a questo fatto mitologico dicesi ancora oggidì, come in antico,
che Dante rammenta quello stretto con una perifrasi esprimente questo fatto mitologico, facendo dire ad Ulisse : « Io e’comp
oo si unì ad esso nella folle impresa di rapir Proserpina. Piritoo fu fatto a brani dal can Cerbero, e Teseo fu preso e attac
la causa della morte di Ercole, come diremo. Dante ci ricorda questo fatto in due versi e mezzo, facendo dire a Virgilio :
llo di Egitto, il più grande di tutti ; 2° questo dell’isola di Creta fatto a somiglianza di quello, ma molto più piccolo ; 3
i crudeltà del più efferato tiranno. Ecco come Dante riferisce questo fatto in una similitudine nel Canto xxvii dell’Inferno 
ruinare a valle « Fino a Minòs che ciascheduno afferra. « Mira che ha fatto petto delle spalle : « Perchè volle veder troppo
o di andar profughi dalla patria in cerca di nuove sedi. Quest’ultimo fatto è rammentato ancora dall’Alighieri, ov’egli parla
mase Achille finchè i Greci non lo scuoprirono. Dante rammenta questo fatto in una similitudine nel Canto ix del Purgatorio :
Omero. Di Erittonio figlio di Dardano i mitologi non raccontano alcun fatto notabile ; e molti danno questo nome ad Eretteo r
in cielo per far da coppiere invece della Dea Ebe. Di Ganimede hanno fatto parola quasi tutti i pœti ; ed anche nella prosa
la corte spartana. Menelao, che allora era assente, conosciuto questo fatto molto spiacevole, si affrettò a reclamare la mogl
olto « E fe’ pianger di sè i folli e i savi « Che udîr parlar di così fatto cólto. » Secondo altri però la Dea Diana impedì
r di così fatto cólto. » Secondo altri però la Dea Diana impedì così fatto cólto, cioè questo culto o sacrifizio, e trasport
ichiarato iniquo da Platone stesso nel discorso che ei riferisce come fatto da Socrate ai giudici che lo condannarono 129. Fu
raditore Ulisse), « Amaramente il piansi. » Ma che Ulisse avesse ciò fatto per vendicarsi di Palamede, che aveva scoperto la
tima invece che sia questa una invenzione dei Tragici 130. Se però il fatto esiste, qualunque ne fosse il motivo, nessuno scu
ortezza e rapirono il Palladio e lo portarono nel campo greco. Questo fatto straordinario è rammentato da Virgilio ne lib. ii
enza nel campo greco, fu creduta una vendetta di Apollo per l’insulto fatto al suo sacerdote. Ciò disse l’indovino Calcante i
prenderanno parte o per gli uni o per gli altri combattenti 132. Il fatto più strano che si possa immaginare si è che Vener
oonte aveva violato quel dono a lei offerto in voto dai Greci. Questo fatto orribile fu rappresentato dal greco scalpello in
o Eroi nascosero più che poterono il tradimento, talchè a noi di quel fatto così remoto « Debil’aura di fama appena giunge. 
e con sacrifizii e rendersi propizia la Dea Minerva, accadde un altro fatto tragico e molto compassionevole in uno dei supers
un imminente pericolo pel figlio dell’uccisore. Anche questo tragico fatto fu espresso in marmo dal celebre scultore Lorenzo
to nella corte di Agamennone e nell’animo di Clitennestra ; ed avendo fatto sparger voce che Agamennone fosse morto, avea per
quindi si accordò con esso e coll’amico di lui ad uccider Toante. Ciò fatto , portaron via la statua di Diana e tornarono insi
., iii.) È una invenzione dei successivi Mitologi che Idomeneo avesse fatto un voto imprudente come quello di Jefte ; e che v
enza « Di ferri e d’aste, che dal corpo mio « Umor preso e radici han fatto selva. » Che Polidoro fosse figlio di Priamo e d
gran pruno ; « E ‘l tronco suo gridò : Perchè mi schiante ? « Da che fatto fu poi di sangue bruno, « Ricominciò a gridar : P
la cima « Cadere, e stetti come l’uom che teme. » Anche l’Ariosto ha fatto cangiare Astolfo in mirto dalla maga Alcina ; e i
lla di Dante, affinchè non perdano nulla del loro prestigio. Un altro fatto straordinario avvenne ad Enea ed ai suoi compagni
i questo viaggio, che nell’Eneide di Virgilio è un episodio, Dante ha fatto il soggetto della Divina Commedia, adattando e su
terò la celebre osservazione del romano oratore e filosofo, di cui ho fatto cenno di sopra nel testo : « Ergo ut hic (pastor)
salvò portandolo sul dorso sino alla costa del Peloponneso. Di questo fatto mitologico che credevasi accaduto in tempi storic
te, e produce sempre grandissimo effetto. Anche Dante alluse a questo fatto , concissimamente com’è solito, facendo pronunziar
favorevole ad Enea si uccise per disperazione. Dante rammenta questo fatto nel Canto xvii del Purgatorio colle seguenti paro
3 (1897) Mitologia classica illustrata
ia greca e la romana. Quel ricco sviluppo di leggende, del quale s’ è fatto parola, propriamente era solo de’ Greci. Gli Dei
a grotta dell’ isola di Creta, crebbe ben presto in forze e maestà, e fatto adulto mosse contro Crono, e dopo averlo obbligat
ero trovar somiglianze e stabilire identificazioni, al greco Crono fu fatto corrispondere Saturno, antico Dio della seminagio
l tiranno sta per accogliere nella destra mano. Si ricorda l’ inganno fatto a Crono da Rea, quando gli presentò una pietra in
Dio per eccellenza; e il concetto che se n’ aveva non differiva gran fatto dall’ idea di Dio che si ha anche ora presso i vo
arsi in bellezza ad Atena, ebbe i capelli cangiati in serpi, il corpo fatto squamoso, lo sguardo reso si terribile, da impiet
olpo di disco mentre giocava; dal sangue dell’ ucciso, Apollo avrebbe fatto nascere il noto fiore che ne porta il nome (il di
il quale per aver visto Artemide nel bagno fu trasformato in cervo e fatto sbranare dà suoi proprii cani, che la dea aveva c
, utile alla vita e alla civiltà, era nelle antiche leggende italiche fatto sposo di Maia antica deità latina, sopranomata Ma
s a restituire il mal tolto. Ermes fa lo gnorri e ricisamente nega il fatto ; onde Apollo a forza lo dove condurre davanti il
cercare insieme con Apollo le giovenche e restituirgliele. Così vien fatto . Apollo poi udito Ermes sonar la lira, tanto se n
ro e Noto (i venti di nord, ovest, est e sud), espressione mitica del fatto che al primo apparir dell’ aurora suol sorgere il
che è bello e fresco la mattina, poi dai dardi cocenti del sole vien fatto vecchio, secco e deforme. Il figlio di lui Mennon
nostro orizzonte dal solstizio d’ estate al cominciare del verno. Nel fatto i miti stessi hanno la loro spiegazione nei fenom
di Naupatto, per riportata vittoria, come l’ iscrizione dice, avevano fatto eseguire da Peonio di Mende della scuola di Fidia
el mare, e dai rapporti di questo coll’ uomo. Prima di tutto egli era fatto padre di parecchi giganti e mostri, per es., di P
in pasto la figlia del re, Esione, che fu poi liberata da Eracle. Un fatto analogo si ha nella leggenda di Andromeda esposta
era il cavallo; forse l’ onde marine accavallantisi spumeggianti han fatto pensare a ciò; anzi si diceva che Posidone avesse
lto segnatamente nell’ isola di Creta, dove si diceva che ella avesse fatto allevare il figlio Zeus in una caverna del monte
’ un Bacco Indiano o conquistatore dell’ Oriente. Già prima lo si era fatto peregrinare fin nella Persia, nella Media, nell’
ampagna, e nella stagione della vendemmia per lesteggiare il raccolto fatto . È però da notare che le feste italiche non aveva
frequente la rappresentazione della Menade o Baccante. Scopa n’ aveva fatto un tipo che divenne celebre: la sua figura era in
nore. In Attica narravasi che egli avesse soltanto trovato in terra e fatto suo il flauto che Atena, la vera inventrice, avev
Dei. Questi ne presero un grau piacere, specialmente Bacco. Dal qual fatto , di essersi tutti gli Dei rallegrati di Pane, der
fece un compagno di lei. Così pure fu messo in relazione con Bacco e fatto partecipare alle peregrinazioni bacchiche; si dic
ntichi e popolari Dei d’ Italia. Più tardi fu identificato con Pane e fatto venire in Italia dall’ Arcadia; ma in verità era
nuto in Italia ed ivi si fosse nascosto in quella terra che da questo fatto avrebbe avuto il nome di Lazio (a latendo). Si ag
Ovidiani (v. 417-618) ove il ratto avviene in Sicilia, e Trittolemo è fatto figlio di Celeo, e la Dea l’ avrebbe guarito da u
figlio Pelope, è condannato ad un’ eterna fame e sete, inasprita dal fatto di esser immerso fino al mento in un lago d’ acqu
di una discesa all’ inferno; son l’ ombre che evocate dal sacrifizio fatto da Ulisse gli passano davanti ed egli le interrog
te o lieto, accadeva in casa a cui i Lari non prendessero parte, ogni fatto solenne della vita era accompagnato da uno specia
tenza al padre di Euclione perchè non lo onorava abbastanza, ma l’ ha fatto ritrovare ad Euclione stesso, perchè potesse dota
reistoriche, quelli che si rendevano benemeriti per qualche beneficio fatto a un paese, uccidendo ad es. qualche assassino o
con lotte e fatiche d’ ogni maniera ha vinto la vita terrestre e s’ è fatto scala all’ Olimpo. E un altro riflesso dell’ idea
da ricordare Ceneo, nato femmina poi mutato da Posidone in un uomo, e fatto invulnerabile; per colpi che ricevesse dai Centau
osi Ovidiane. Il racconto è messo in bocca a Nestore, che premesso il fatto di Ceneo convertito in maschio e fatto invulnerab
cca a Nestore, che premesso il fatto di Ceneo convertito in maschio e fatto invulnerabile, ricorda le feste nuziali di Pirito
gli era stato affidato per l’ educazione a Chirone, il quale ne aveva fatto un abile cacciatore e guerriero. Dopo la sua mort
vventure tragiche toccate ai Labdacidi saranno narrate altrove. 2. Un fatto così interessante e tragico come la vendetta di A
a pelle di cavriuolo ond’ essa è vestita e altre cose indicano che il fatto avviene in occasione di una festa bacchica, come
llerolonte. Propriamente Glauco non era che un epiteto del mare, e in fatto lo troviamo in relazione con Posidone Ippio. È ri
li Sciti sulle rive delle palute Meotide; di là era voce che avessero fatto già di molte scorrerie nei paesi posti sulle rive
el tuono. — Ancora è da ricordare la fine di Stenebea. Raccontasi che fatto re di parte della Licia, Bellerofonte tornò a Tir
e fondò Menfi, mentr’ essa vi fu onorata col nome d’ Iside. Già s’ è fatto cenno, parlando di Ermes, del significato natural
cose d’ Egitto. Il significato naturale del mito deve ricercarsi nel fatto dell’ esservi nel territorio Argivo molte sorgent
la rifiutavasi, la fè sua schiava. Temendo poi la vendetta di Perseo, fatto omai grandicello, pensò affidargli una pericolosa
ltima forma della tradizione. Che anche l’ arte assai per tempo abbia fatto suo pro’ di questo terna ricco di belle situazion
ali già erano fidanzate ai figli di Afareo; or si parla di un bottino fatto in comune d’ una mandra di giovenchi, per la divi
i ritrovano spesso anche negli scrittori latini; a che contribuiva il fatto di essere i Dioscuri identificati con una costell
nche al significato naturalistico del mito di Cecrope si riferisce il fatto che gli attribuivano tre figliuole, Erse, Aglauro
o venne allevato dalla stessa Dea nel suo santuario dell’ Acropoli, e fatto poi re di Atene. Anche ad Erittonio, come a Cecro
empio di Atena sull’ Acropoli, dove pure si conservava il primo olivo fatto nascere dalla Dea. 2. Di Eretteo la tradizione ri
pari al secondo Cecrope assegnava per figliuolo un secondo Pandione, fatto padre di Egeo, Pallante, Niso e Lico. Si diceva c
ola Arezia, vicino alla Colchide. f) Il cinto di Ippolita era un dono fatto a lei, regina delle Amazoni, da Ares. Or desidera
os ammirato di tanto ardire gli lasciò l’ uso del suo battello d’ oro fatto a forma di tazza. Coll’ aiuto di questo potè l’ e
o di lui, lo pregò riassumesse il peso tanto almeno che egli si fosse fatto un cercine per non sentir troppo la fatica. Atlan
porte dell’ Ade trovò Teseo e Piritoo legati in seguito al tentativo fatto di rapire Persefone. Eracle libero Teseo; e volev
la Cerbero, lo incatenò e trasse su alla luce del sole; e dopo averlo fatto vedere ad Euristeo, lo ricondusse di nuovo nell’
mo già ricordato avanti. — Segue la spedizione contro Pilo, mossa dal fatto che Neleo re di Pilo aveva dato aiuto ai Molionid
ali, e riconciliato con Era, ebbe da Zeus il dono di eterna gioventù, fatto sposo di Ebe, da cui ebbe due figli, Alexiare e A
vinse ed uccise. Poi per gratitudine a suo padre Giove che gli aveva fatto scoprir il furto, eresse nel luogo della zuffa un
i il turpe tentativo di Nesso e l’ uccisione di lui, e il triste dono fatto dalla innamorata Deianira allo sposo e la doloros
a composizione Lisippo rappresentò anche le dodici fatiche; un gruppo fatto in origine per un santuario della città di Alizia
auti; epperò anche qui siamo in presenza d’ una favola relativa a non fatto regionale che a poco a poco ha preso l’ importanz
di esser liberato delle Arpie che infestavan quelle terre, ciò che fu fatto dai Boreadi, consentì a istruire gli Argonauti in
Aretias o di Marte dove erano gli uccelli Stinfalii che Eracle aveva fatto fuggire dall’ Arcadia. Cacciatili anche di là, in
re colla morte il fio di tanta audacia. Ma Atreo quando seppe di aver fatto uccidere il suo proprio figlio, concepì un terrib
oltegli le armi lo lasciò ivi solo, persuaso che i Centauri avrebbero fatto scempio di lui. Ma gli Dei vegliavano alla sua sa
. Ebbe infatti tre figli, Ilo, Assaraco e Ganimede. Di quest’ ultimo, fatto rapir da Zeus, per la sua straordinaria bellezza
Tindareo ai tanti che avevano chiesto la mano della bella Elena aveva fatto giurare, sarebbero corsi in aiuto di quello da le
quale possedeva le freccie e l’ arco di Eracle, durante un sacrifizio fatto sull’ isola Crise venne. morsicato da un serpe in
o Criseide ma avrebbe voluto per sè Briseide ancella di Achille; e in fatto , lasciata Criseide al padre mando i suoi messi a
festo una nuova armatura, scese di nuovo in campo, e allora dopo aver fatto strage di Troiani, s’ azzuffò in terribile duello
urora? — Segue il grave avvenimento della morte di Achille; dopo aver fatto soccombere tanta gente, era venuta l’ ora anche p
piaziazione. Interrogato sul cavallo, rispondeva esser quello un voto fatto per espiare il rapimento del Palladio; sarebbe st
’ loro sacerdoti d’ Apollo, cercò distoglierli dal proposito; anzi un fatto accaduto allora a questo Laocoonte li confermò se
se l’ incanto della sua bellezza non gli avesse nel momento decisivo fatto cader l’ arme di mano. Le perdonò e la condusse s
e stava tessendo per il vecchio suocero, disfaceva di notte il lavoro fatto di giorno, onde venne in proverbio la tela di Pen
icinava la festa d’ Apollo; Penelope annunziò che quel giorno avrebbe fatto la sua scelta; sarebbe stato preferito chi fosse
per da loro notizie del proprio avvenire e della sua discendenza. Ciò fatto , riprese il viaggio e veleggiò sino alle foci dei
gitto egli non si volgesse indietro a guardar la sposa, che se avesse fatto ciò, essa gli sarebbe stata inesorabilmente ritol
tutto per la leggenda d’ Icaro e la fuga dal labirinto, già n’ abbiam fatto cenno ove si discorreva delle leggende cretesi. A
4 (1855) Compendio della mitologia pe’ giovanetti. Parte I pp. -389
el primo uomo a somiglianza degli Dei, dandogli un sembiante nobile e fatto per mirare il cielo. Nel che traluce la vera orig
o della terra e cui diede l’anima e ta vita col suo soffio divino. Di fatto vedendo Prometeo altro non essere l’uomo che una
o Luciano (μεταβουλευεσται Επιμηθεως ερηων ου Προμηθεως), che dopo il fatto dir quello che si poteva o dovea far prima, è imi
teo, non l’antivedimento di Prometeo. Si racconta che avendo Epimeteo fatto di creta una figura umana, Giove sdegnato il camb
re umano sì stranamente malvagio. In conferma di che raccontò l’empio fatto di Licaone, fig. di Titano e della Terra e re di
llossi l’umana generazione. Al tempo di questo diluvio si rapporta il fatto di Filemone e Bauci, due vecchi sposi, i quali, c
o ( Ολυμπος, Olympus). Da Omero e da Virgilio si scorge, esser quello fatto a guisa delle grandi abitazioni degli antichi. Da
to al suolo. Se crediamo a Pindaro, Polluce pregò Giove che lo avesse fatto morire, perchè non volea vivere senza di Castore 
Numi afflissero l’Attica per punire la perfidia del re Egeo, che avea fatto morire Androgeo. Della qual cosa consultato l’ora
mo pieno di affanno comanda che appena nato il fatale fanciullo fosse fatto morire. Ma Ecuba, vedendolo bellissimo, il diede
temendo che un tal figliuolo l’avesse a spogliare del regno, com’egli fatto avea a Saturno. Fece adunque che Peleo, suo nipot
sacravano a Giunone. Nel tempio della Dea ad Olimpia era descritto il fatto de’ due fratelli Cleobi e Bitone, i quali, vedend
In Atene dura ancora un ulivo, il quale vuolsi che sia quello che fu fatto nascere da Minerva, quando ella venne a contesa c
flauto, e pregò male a chiunque osato avesse suonarlo. Il che avendo fatto il satiro Marsia, nella gara con Apollo pagò il f
i Greci foggiarono la loro Minerva sul tipo dell’Iside di Egitto. Di fatto Platone ed Erodoto(1) affermano che Minerva era l
inerva che disputa con Nettuno sul nome da darsi alla città ; essa ha fatto nascere allora l’ulivo. In una moneta de’ Magnesi
tuno, il quale prese a proteggerla ; e non potendo un Nume disfare il fatto di un altro Nume(4), non volle far fronte apertam
’inferno, ne liberò la generosa Alceste(1). A questi tempi accadde il fatto di Dafne, leggiadrissima ninfa, fig. del Peneo, n
avea avuta a schiava la giovane Criseide nella divisione del bottino fatto nella Misia. Il desolato genitore, fidando sulla
di molte scienze ed arti dotate, osarono le Muse stesse provocare in fatto di canto. Accettata la disfida e scelte le Ninfe
e, per iscoprire il cognato, le diede un bel monile di oro e gemmato, fatto da Vulcano ; ed ella di quel dono invaghita tradì
trasformati in due astri, il Sole e la Luna, ebbero onori divini. Nel fatto di Elio si ravvisa il Sole che nel suo tramontare
be, come i superstiziosi Romani praticavano nelle ecclissi lunari. Di fatto si percuotevano bronzi e caldaie, si suonavano ca
i Semele, ch’è più noto degli altri. Or di tanti Bacchi i poeti hanno fatto un solo, fig. appunto di Giove e di Semele. La qu
gore che le scoppiò innanzi, o pel fuoco, onde divampò la casa. Bacco fatto adulto scese all’inferno per liberarne la madre,
famosa maga a far lo stesso colle ninfe che nudrito lo aveano ; e di fatto per di lei opera tornarono a bellissima giovinezz
n abito di color d’oro che giungeva sino a’delicati suoi piedi ed era fatto alla foggia de’ Tirii. Fu sua delizia il canto a
gia de’ Tirii. Fu sua delizia il canto a suon del flauto, per cui era fatto più per le danze e per le sollazzevoli occupazion
ndo il teschio del figliuolo, cantò vittoria con le compagne. Il qual fatto atroce fece grande in que’ luoghi il nome e la gl
n ritenne altri dal dispregiar le orgie di Bacco. Tiresia(1), dopo il fatto di Penteo, avea invitato le donne Tebane a fare u
che chiamavansi Satiri ; la quale spedizione fu un viaggio guerriero fatto per ammaestrare que’ popoli. Imperocchè, volendo
potè seguire l’armata di Bacco. Ansi si racconta che il re Mida avea fatto un fonte di vino per ubbriacare e quindi impadron
i furon dette Enotrope (ab οινος, vinum, et τροπη, conversio). Di che fatto certo Agamennone, duce de’ Greci contro Troia, vo
nno ne’suoi Dionisiaci. Ed appunto nel ritorno dalle Indie accadde il fatto di Arianna, fig. di Minos, re di Creta, e di Pasi
e che vi si celebravano di notte, tanto che Ovidio(3) il chiama monte fatto per le cose sacre. Le feste di Bacco si chiamavan
iò dopo il diluvio a coltivar la terra e piantò una vigna ; ed avendo fatto il vino, di cui non conosceva la forza, ne bevve
n occuparvisi troppo pel pericolo delle fiere ch’egli inseguiva. E di fatto un giorno sul monte Idalo, di Cipro(2), fu mortal
are un uomo che fa cosa ingrata ad alcuno. Bione, poeta buccolico, ha fatto un idillio bellissimo sulla morte di Adone ; e Te
» Fu in grande stima, dice lo stesso Dati, un Cupido coronato di rose fatto da Zeusi e che si vedeva in Atene nel tempio di V
e non avesse veduto se stesso. Si risero i più del pronostico, che il fatto dimostrò vero ; perocchè nel meglio della giovent
er cui divenne un insigne capitano, dopo che il suo educatore ne avea fatto un perfetto danzatore. In premio di ciò Giunone d
remio di ciò Giunone diede a Priapo la decima del bottino che avrebbe fatto Marte nelle battaglie ; e nella Bitinia durava il
distesi vergognosamente al suolo. Ma certo fu più ontoso per Marte il fatto di Diomede. Incoraggiava Marte i Troiani(1), e, g
mpeto sfrenato e le devastatrici discordie delle ingiuste guerre. Nel fatto poi di Minerva che vince ed abbatte l’impetuoso M
dre Marte sullo stesso suo cocchio. E T. Livio(5) racconta che avendo fatto Romolo tante immortali opere, e rassegnando un dì
sotto la toga portata fuori una parte del corpo di lui, acciocchè il fatto non si manifestasse. Al pari del marito anche Ers
e chiamasi Enioco o il cocchiere. Pelope e la sua famiglia per questo fatto di Mirtilo, furon costantemente da Mercurio perse
to mese dell’anno, chiamandolo Maius dal nome della madre Maia ; e di fatto i mercatanti in questo mese facevano in Roma i lo
i, così foggiarono il loro Mercurio sul tipo dell’Ermete egiziano. Di fatto presso quel popolo in grandissima riputazione era
viandanti e de’ pastori, e condottiere delle anime all’inferno. E di fatto presso Plauto (1) egli stesso afferma, esser noto
rio che conduce all’inferno le anime de’ Proci, de’ quali Ulisse avea fatto grandissima strage : Mercurio intanto di Cillene
ella Terra verso di noi le abbiam dato il venerando nome di madre. Di fatto essa nel nostro nascimento ci accoglie ; già nati
madre degli Dei ; ed il più degli antichi credevano che l’uomo fosse fatto di terra ed acqua riscaldata da’ raggi del sole.
si la madre e quasi la nutrice di tutte le cose. È noto finalmente il fatto di Bruto che baciò la Terra come madre comune di
. « L’oracolo, dice Fontenelle, era sopra una montagna, in un recinto fatto di pietre bianche, su cui si alzavano obelischi d
l capo tocca le stelle (alla pulsat sidera. Aen. III, v. 619.) Ma sul fatto de’ Ciclopi vi è gran confusione fra gli antichi
osse stata da’ gentili popolata di varie e numerose classi di Dei. Di fatto e boschi, e monti, e fiumi, e fontane, e città, e
ις, oraculum, perchè predicevano l’avvenire , dando degli oracoli. Di fatto fatuarii dicevansi quelli, che sembravano ispirat
attribuisce e le selve, e le sorgenti dei fiumi ed i prati erbosi. Di fatto vi eran molte specie di Ninfe, che il nome prende
afo, fig. dell’Acheronte e di Orfne, ninfa dell’inferno, svelò un tal fatto  ; percui, adirata la dea, spruzzandolo coll’acqua
o esorta a soprassedere, finchè gli porti una nuova armatura. Ella di fatto si presenta a Vulcano e ne lo prega istantemente.
la bella Ebe. Era insorta fra Giove e Giunone pericolosa contesa pel fatto di Teti, cui Giove promessa avea la vittoria de’
tà. Solo in Cicerone leggiamo ch’era da ammirarsi in Atene un Vulcano fatto da Alcamene, ch’è in piedi vestito, e pare zoppo,
ella contesa, nell’opera di Vulcano notò questo difetto, che non avea fatto una porta al petto dell’uomo, per iscorgere i pen
zone, il nascose in una cassa. Eneo intanto in tempo della messe avea fatto dei sacrificii a tutt’i numi, fra’quali sola Dian
dubitò di uccidere i fratelli della madre ; la quale, udito l’indegno fatto , fluttuante fra l’amore del figliuolo e quello de
accolto nell’isola di Delo, ov’era un altare di Apollo, da lui stesso fatto colle corna delle capre uccise da Diana sul monte
ve in suo onore celebravansi le feste dette Efesie. Ciò si pruova dal fatto di Demetrio(1), capo degli orefici che vivevano d
mmagini e di audaci metafore ; il loro bel cielo, il suolo, tutto era fatto per innalzare a grandi slanci la loro fantasia. C
nozze di Piritoo fece strage de’ Centauri, i quali ubbriachi, avendo fatto insulti non leggieri a Deidamia, sposa di quell’e
riempì que’ luoghi ; e vinto finalmente dall’acerbità de’suoi dolori, fatto un rogo e postavi sopra la pelle del leone Nemeo
ogli negata dal padre, che avea fresco ancora nella memoria l’orrendo fatto di Tereo, quel barbaro re se la condusse via per
col contrassegno della spada, lo avesse inviato da lui in Atene. E di fatto Etra partorì un figlio che si chiamò Teseo, il qu
a figliuola del re Adrasto che gli promise di riporlo sul trono. E di fatto preparò una famosa spedizione, nella quale il cel
ed istruito da Medea, insigne maga, fig. di Eeta, che da lui si avea fatto promettere con giuramento di sposarla e portarla
non avesse procurato di introdurre fra loro una strana discordia. Ciò fatto , l’eroe domanda ad Eeta l’adempimento della prome
ell’infelice figliuolo in un luogo chiamato Tomi (a τομη, sectio) dal fatto di Absirto e celebre per l’esilio di Ovidio(1). G
ra fra le più conte della Grecia. Egli disonorò la vittoria coll’aver fatto strascinare per tre volte intorno alle mura di Tr
Enea. Il solo Livio sembra che sia stato dubbioso in affermare un tal fatto , e si protesta di non avere pruove sufficienti pe
siffatte armi vinsero i Titani e li rinchiusero nel Tartaro ; il che fatto si divisero quei tre fratelli l’impero dell’unive
tremendi sono gli effetti di esso, che noi tuttodì sperimentiamo. Di fatto al mare, e quindi a Nettuno, attribuivansi i trem
, facendo tremare sotto i suoi piedi i monti e le foreste : « Egli ha fatto tre passi, dice il poeta, ed al quarto giunge sin
nascendo dall’ Etna, porta al mare gelidissime le sue acque. Per tale fatto quella ninfa gittossi nel mare e si uni alle Nere
i quell’erba, saltarono di nuovo nel mare. Di che avvedutosi Glauco e fatto accorto di quella occulta virtù, per essa gettoss
luogo, che tanto è lontano dalla terra, quanto questa dal cielo. E di fatto un’incudine di ferro fatta cadere dal cielo non g
cose. Ma che poi, per ordine dell’imperatore Augusto, avendo Agrippa fatto tagliare quella selva e costruire intorno al lago
ra ; da che nacque la favola di essere quello un fiume infernale. Dal fatto di Alessandro, re dell’Epiro, che distesamente si
re Enea nella sua nave e portarlo di là della stigia palude (1). E di fatto ricordavasi Caronte che avendo per timore accolto
talo rubò il nettare e l’ambrosia dalla mensa degli Dei ; ed a questo fatto il poeta attribuisce la cagione della pena datagl
ni, tutte erano state da Orfeo portate dall’Egitto nella Grecia. E di fatto Ermete chiamavasi in Egitto quegli che accompagna
sso. Dall’Egitto eziandio venne l’idea de’ giudici dell’Inferno. E di fatto , dice Rollin, è noto che non era permesso in quel
nubi di cui il sole nell’inverno è sempre coperto, hanno senza dubbio fatto immaginare quest’elmo di Plutone. Oltre a ciò il
ta, nel luogo, ove soggiornano le tre sorelle, cioè le Parche, ed era fatto di bronzo e di solido ferro, sebbene la fatal sor
5 (1824) Breve corso di mitologia elementare corredato di note per uso de’ collegi della capitale, e del regno pp. 3-248
perdonò a sua madre, che lo aveva dato alla luce così storpio, e mal fatto , e volle vendicarsene in una brillante occasione.
orgere dal fondo del mare l’isola di Delo, non inclusa nel giuramento fatto dalla Terra. Colà rifugiossi Latona, e sotto una
ede di piglio al suo fulmine, e lo scagliò contro Fetonte, con averlo fatto precipitare nell’Eridano, o sia Pò. Le Eliadi fig
costei lo avesse conosciuto. Venere afflitta per vedere il suo figlio fatto suddito di questa giovane, la perseguitò con tant
mano, ed il braccio armato dell’Egida, ch’era per l’appunto uno scudo fatto dalla pelle di un mostro chiamato Egi, che Minerv
eva ammazzato nella guerra de’ Giganti. Ella aveva sopra questo scudo fatto incidere la terribile testa di Medusa con i capel
Dio della guerra. Piccata Giunone contro Giove, che da se solo aveva fatto nascere Minerva, volle ella fare altrettanto, cre
ispirò alla madre del Re, ed alle sue Menadi, o siano Baccanti un sì fatto furore, che esse lo ammazzarono senza conoscerlo.
nore. Avevano queste due Divinità ciascuna il suo tempio in Roma, ma fatto in modo che non si poteva entrare nel tempio dell
la Licia con ordini segreti di prendere vendetta dell’oltraggio a lui fatto . Bellerofonte partì colla scorta degli Dei protet
partire, aveva promesso ad Egèo, che se ritornava vittorioso avrebbe fatto inalberare al suo vascello una bandiera bianca in
compagni, che si erano scoraggiti all’aspetto di tanti pericoli. Ciò fatto di concerto con Medèa, che sposò, pensarono di fu
olere intervenire alle nozze per felicitare la nuova coppia, con aver fatto il dono a Creusa di una veste avvelenata, ma cove
a loro regina. Uccise Gerione, che aveva tre corpi. Essendosi altresì fatto iniziare ne’ misteri Eleusinj discese poscia all’
le, arrivò Ercole alla corte di Admeto. Commosso dalla sposizione del fatto non volle, che un’azione sì grande restasse senza
sciatore. Tidèo potè appena salvarsi, e ritornato ad Argo raccontò il fatto ad Adrasto, che si accinse tosto a vendicare i su
hiese di nuovo questa collana ai fratelli, che vendicarono l’affronto fatto alla sorella colla morte del perfido Alcmeone. Ca
ti contro la patria ; ma Antigone non tollerando quest’ultimo insulto fatto al suo fratello, uscì di notte, e rendette al fra
a patto però, che Pelope gli desse per un solo giorno Ippodamia. Ciò fatto , Enomao si uccise in mezzo della corsa, e Pelope
u il generale in capo di quest’armata, che doveva vendicare l’insulto fatto a suo fratello. Questo re prima di partire si ric
ma di sua madre, se Elettra sua sorella non lo avesse celato, ed indi fatto partire per la Focide, ove regnava Strofio, che a
Oreste con i suoi soldati di propria mano ammazzò la rea coppia. Ciò fatto , Oreste fu assalito dalle Furie, che malgrado tan
one ferito fosse stato obbligato a ritirarsi nella sua tenda. Così fu fatto , e la presenza di Ettore animò talmente i Trojani
i, si affretta colle sue compagne di andare al fiume per lavarli. Ciò fatto , e dopo breve campestre ristoro, si fermano alqua
enti : Volendo questi favorire la navigazione di Ulisse, dopo avergli fatto una gentile accoglienza, ordinò, che tutt’i venti
mini da Circe cangiati in leoni, in orsi, in lupi. La maga, dopo aver fatto gentile accoglimento agl’inviati, loro offrì una
hissima Chiesa di S. Maria della Rotonda a nostri giorni demolita, ha fatto credere a parecchi eruditi antiquarj che fosse st
e il suo nome alla posterità ; il che gli riuscì, malgrado il decreto fatto dagli Efesj di non doversi giammai pronunziare il
etto, o l’esprimono di una maniera poco sensibile. Il Vulcano d’Atene fatto da Alcamene pareva zoppo, ma senza difformità. 2
ra Andromeda, non si fosse lasciata a discrezione del mostro. Così fu fatto . 1. Chiamavansi anche Dioscuri, cioè figli di Gi
Greci abbiano foggiata questa favola, per fare allusione al seguente fatto attestato dalle sacre carte. La moglie di Loth er
6 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Appendice. » pp. -386
nistrare ad essi maggior copia di argomenti a meditare su questo gran fatto , abbiamo, in questa seconda edizione, aggiunto an
lletti, i quali prendono per uomini vivi tutte le statue che lor vien fatto di vedere. Così crollava l’idolatria dei Romani a
ha signoreggiato la debolezza umana. Noi siamo convinti, che avremmo fatto il bene de’nostri concittadini e di noi medeaimi,
incredulità s’era già da molto tempo intrusa fra i sacerdoti, ed avea fatto grande avanzamento per cagione delle sventure del
decadenza, sorretto dal potere, dall’interesse, dall’abitudine, parea fatto per durare quanto l’impero medesimo. Villemain.
emblemi alcun che di divino. All’ultimo altra religione non eravi in fatto che la voluttà ; e le sette più severe nella loro
ma richiedete e ricercate le circostanze convenevoli, la qualità del fatto , il numero, il luogo, il tempo, i complici ed i c
di congregarci, acciocchè, orando avanti a Dio, quasi, per dir così, fatto uno squadrone, l’assediamo colle preghiere. Quest
o nè la viltà, nè l’immodestia. Non ci mettiamo a tavola prima d’aver fatto a Dio un poco d’orazione. Uno si ciba quanto bast
va ai piccioli quelli della superstizione. Il genere umano avea forse fatto verun progresso, perchè Nerone non credeva negli
da Epicuro, e che professavs massime assai libere, principalmenle in fatto di morale. 145. È opinione di molti dotti, che l
7 (1841) Mitologia iconologica pp. -243
mele delle Api quivi graziosamente adunate, Come Campato da Marte, e fatto Re acciò con tal ritrovato âvesse potuto sfuggire
però furono in Roma i più rinomati, il primo viene ascritto a Romolo fatto da lui edificare al parer degl’ auguri fuori le m
ita sua collera gli diè fieramente la morte. Commosso per tal barbaro fatto il padre di quello Nettuno citò l’uccisore al gra
cca per ottenerne il secreto, nè di ciò contento per isperimentar col fatto la fedeltà del pastore cambiando portamento, e se
e gli fè pagare ben presto il fio del suo nero attentato. Dopo un tal fatto tutto sdegno similmente si rivolse contro Niobe,
a a caro prezzo pagò il fio della sua men cauta condiscendenza mentre fatto consapevole di ciò il suo padre Orcamo da Clizia
lo alle chiome diede la pena del suo mal giudicato. Mosso dopo un tal fatto o da spirito di vendetta, oppur meglio dal fasto
tar orecchio ai giusti motivi chiese l’adempimento del giuramento già fatto . Ma che All’ accorgersi i cavalli della inesperta
, ed obbliando le leggi del sangue cadde in fallo con essa ; pel qual fatto essa madre divenne della famosa Proserpina innoce
affiancavano, non che della stessa Minerva, che dicesi presente a tal fatto , diè motivo alla sventurata genitrice di vivere s
ice sua sorte. Conscia quindi la Dea della per dita, ma ignorante del fatto , dando presto di piglio a fiaccole accese mosse v
suo padre, e devirollo. Quello stesso però, che fece egli a suo padre fatto gli venne da uno de’ suoi figli, nè i barbari con
ature al loro stesso Creatore, non fia maraviglia se il Tessalo Giano fatto un di adottivo figlio di Sifeo sterile germoglio
umi. E per mostrar d’amor l’opra più bella Al vecchio, che per fame è fatto un gelo In bocca dà la filïal mammella. Lo toglie
vita son troppo note a chiunque hà letto nelle istorie romane un tal fatto . La esperienza poi, che molto chiaro si scuopre q
anto riconosce il soggiorno. Quanto però s’ingannano i mortali sù tal fatto abbastanza rilevasi dalla necessità di tal virtù
’insistere sempre alle opere buone, acciò conscia essa del nostro ben fatto dia fiato alla tromba onoratrice, e renda nel mon
ggira da per tutto in mare ed in terra perseguitando chiunque l’abbia fatto qualche onta. Quanto poi sia questo mostro da evi
e al dir di Svetonio : Nihil obliviscebatur praeter iniurias. Questo fatto varrebbe a confondere ogni vindicativo, che per d
e i precetti (lo che meglio di me da molti maestri in quest’arte si è fatto ) ma sforzandomi di ridurre quelli alla pratica co
erizie vanno a galla Hò perduto la zambogna Per il fiume un mar già fatto , Lasso me ! Che far degg’io ? L’alta quercia an
ell’ode alcaica. Eccoci allo scoglio, in cui non pochi ingegni han fatto naufragio. La vera ode alcaica per le sue gran di
attabile a cose eroiche, guerriere, funebri ec. ma pare assolutamente fatto per dialoghi pastorali, e cose boscarecce. Eccone
nsigli ; cosi il Sonetto dopo aver occupate le prime menti, dopo aver fatto riportare i primi onori atti a far scorno alla mo
ne’ Trimetri però, e molto più nei Tetrametri indifferentemente si è fatto cadere oltre, del detto Spondeo, il Tribraco, il
one però non mi è sembrata a sufficienza probabile, tra perchè da tal fatto di Cleric. Ind. Ist. De’Filos Orient. Nino sol si
. 2 de Nat. Deor. Virg. Egl. 3. Chi fù Giove Come Campato da Marte, e fatto Re Sue battaglie (1). Perche questo mio libro è
vuta dal religioso Numa. Sue vittime Chi fù Mercurio. (1). Da questo fatto di Mercurio poppato da Giunone rapiti oltremodo g
, ed ostacolo. Chi fù Apollo. Sue vendette. Sue nozze (1). Da questo fatto avvenne, che fin d’allora tale albero fù costante
a, perchè questa nelle rosseggianti sue foglie sempre rammentavale il fatto del suo caro Adone, che punto in atto di coglierl
. 18. Suoi sacrificii. Chi fù Proserpina. Suo rapimento (1). Da qual fatto preso avesse allegoria un tal celebre ratto non p
8 (1831) Mitologia ad uso della gioventù pp. -
inetti di ambo i sessi senza riserva alcuna. Coll’ entrare, come si è fatto , in alcune particolarità e col togliere il velo a
entemente incise in rame rappresentanti altrettanti soggetti di cui è fatto parola in questo Compendio sono state aggiunte pe
Mitologia si troveranno indicate tutte le materie di cui si è in esso fatto parola benchè non abbiano un articolo particolare
nciliarle il sonno, che l’afflizione pel ratto di Proserpina, le avea fatto perdere ; ed aveva in tal modo trovato il mezzo d
il nome alla città fabbricata da Cecrope, e fu deciso che chi avesse fatto nascere una cosa più utile di un’altra avrebbe av
unone. Questa Dea, come si è già detto, indispettita che Giove avesse fatto da sè solo Pallade o Minerva, volle anch’essa par
uo esiglio ritirossi presso Admeto re di Tessaglia, del cui gregge fu fatto custode ; ed è per questa ragione che venne onora
n profondo sonno ; vogliono altri che la rapisse a Teseo medesimo. Il fatto è che la sposò e le fe’ dono d’una corona d’oro l
terminò di rapire Proserpina.   Plutone e Proserpina   Questo fatto si racconta in tal guisa. Avendo Giove seppellito
in uno de’ più oscuri e dei più orribili luoghi del Tartaro per aver fatto passare Ercole, il quale non era munito di questo
o, co’ loro prestigi, gli occhi della ignorante moltitudine. Se n’era fatto un Dio marino figlio di Nettuno perchè era possen
nel tempio innalzato in quel luogo. Si fece credere al popolo un tal fatto per persuaderlo che non vi era cosa più sacra dei
altra in atto di levare una maschera dal proprio volto. Nettuno aveva fatto un toro, Vulcano un uomo, Minerva una casa ; tutt
o quali era in allora in guerra ; oppure prendendo questa guerra come fatto storico, qualche principessa della famiglia dei T
gli sovrastasse nella guerra che gli fecero gli altri Dei, ma questo fatto spetta a Teti zia di questa, e gran Dea delle acq
somme col tributo che egli esigeva col tragitto degli estinti, abbia fatto costruire questo edificio per rinchiudervi i suoi
la di Creta, dove fu tanto meglio accolto, quanto che la fama vi avea fatto conoscere i suoi rari talenti. Minosse II che reg
concio di parlare di una della Venere terrestre, giacchè non l’abbiam fatto all’articolo di questa Dea. Tra tutte le statue d
o verisimili, che si crede opportuno di non riportarne alcuna. È però fatto che le Sirene secondo i poeti vollero essere tras
urio condusse all’inferno per ordine di Giove il quale le aveva prima fatto tagliare la lingua in pena di aver manifestato a
ia bianca in cielo che ora chiamasi Via Lattea. Narrano alcuni questo fatto in altra maniera e dicono ché Alcmena temendo la
randi i due fratelli, e istruiti dei mali trattamenti che Dirce aveva fatto subire alla loro madre radunarono delle truppe, c
to abbastanza eloquente per persuadera ad un popolo rozzo, come aveva fatto Orfeo a quello di Tracia, di abbandonare le campa
essantemente alla custodia del vello d’oro ; e tutto ciò doveva esser fatto in un sol giorno. Certo dell’aiuto di Medea, Gias
infedeltà di Giasone. Dimenticando questo principe quanto Medea aveva fatto per lui e le promesse fattele, s’invaglù di Glauc
favola tragga origine dalle belle lane di quel paese e che il viaggio fatto da alcuni greci mercatanti per recarsi a comperar
la sconfitta de’Solimi, lo mandò contro le Amazzoni, le quali avevano fatto un’irruzione nella Frigia e negli altri paesi vic
aveva il giogo attaccato al timone con un nodo di scorza di corniolo, fatto con tant’arte e in tal guisa intrecciato, che non
ubito nato ad uno della sua corte acciò lo facesse perire, ma questi, fatto pietoso del figlio lo attaccò solo pei piedi ad u
uto a’ tempi di Giulio II sotto la volta di un salone che sembra aver fatto parte delle terme di Tito. Il Laocoonte trovasi a
r fine alla misura degli anni di sua vita. La Sibilla dopo di avergli fatto presente la difficoltà di un tal viaggio promise
nticamente ai filosofi o retori, e il cattivo uso che poscia ne venne fatto , ambidue gli ha egualmente screditati. Non si sa
, i Romani avevano un gran numero di Feste. Di alcune di esse abbiamo fatto cenno ai loro rispettivi luoghi. Le Feste erano s
Mitologia si troveranno indicate tutte le materie di cui si è in esso fatto parola benchè non abbiano un articolo particolare
9 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo I pp. 3-423
ti(a). La Dea per ricompensare quel re dell’ accoglienza, che le avea fatto , prese ad allevare il di lui figliuolo, Trittolem
e da Orfne, una delle più celebri Ninfe dell’ Averno. Colui palesò il fatto , e fu quindi da Proserpina cangiato in Gufo, ucce
esse anche le donne sotto il nome di Melisse. Credevasi, che l’essere fatto partecipe di questi Misterj producesse una dolce
vano delle torcia accese, nè mangiavano che la sera, perchè così avea fatto Cerere, quando rintracciava della figlia. Elleno
pida ; e dicono, ch’egli li celebrò per onorare Nettuno, che gli avea fatto conseguire in moglie Ippodamia, figlia di Enomao,
o dinnauzi al simulacro di Giove Statore. I di lui soldati ebbero tal fatto per infausto presagio, o per un avviso del Nume,
rdoti se ne caricavano le spalle. Era interdetto l’avvicinarvisi gran fatto . A qualche distanza d’intorno le donné con danze
i siffatto culto si deriva da Tarquinio il Superbo. Questi, dopo aver fatto alleanza co’Latini, cogli Ernici, e co’Volsci, pe
iscose dal Cielo dirottissima pioggia. Per eternare la memoria di tal fatto , si scolpì sulla colonna Trajana la figura di que
un tempio e un bosco. In questo chiunque metteva piede prima di aver fatto le dovute lustrazioni, necessariamente nello stes
na tazza, la quale serviva per lui solo. Voleasi cou ciò ricordare un fatto , avvenuto a’ tempi di Pandione, o come altri yogl
subitaneo furore, comandò che si traesse Acete nelle carceri, e fosse fatto crudelmente morire. Stavasi per trucidarlo, quand
ar mangiare a Politecno l’unico suo figliuolo, Iti. Eseguito l’atroce fatto , si rifugiarono presso il loro padre. Politecno s
nozze : onde Eratelia secondo tale etimologia significava sacrifizio fatto a Giunone, preside delle nozze (b). Anche il nome
arono con rami d’albero, finchè Admete la rimise nel tempio. Dopo tal fatto i Samj celebrarono le Feste Tonee, nelle quali og
cero strage de’ nemici. Il Senato riconobbe Giunone, come autrice del fatto sì felicemente riuscito, prese dal predetto alber
il sospiro, mandato da Giacinto nell’ésalare lo spirito (a). Dopo tal fatto Apollo si trasferì nella Troade. Laomedonte, figl
infe. Quegli, che lo consultava, prendeva dell’incenso, e dopo d’aver fatto le solite preghiere, gettava lo stesso incenso su
Divinità, le quali perciò si restituirono in Egialea. In memoria del fatto si dedicò un tempio a Pito, e ogni anno si celebr
o esaudito Menelao, il quale, essendo per portarsi contro Troja, avea fatto voto ad Apollo di tributargli cospicui onori, se
Clizia, una delle Oceanidi, che amava assaissimo il Sole, penetrò il fatto  ; e spinta da gelosia e invidia, corse a palesarl
furono esposti alle bestie, e nutriti da una capra. In memoria di tal fatto gli abitanti di Elira, città situara sopra una de
onviti, e i poveri correvano a divorarli, e poi dicevano, che lo avea fatto Libitina (b). Anche i Stratonicesi al dire di Str
o all’ Impero(b). Si racconta innoltre, che nello stesso tempio siasi fatto venire Tamira di Cilicia per istabilirvi la scien
he piace alla maggior parte degli uomini(c). Un giovane dell’ Artica, fatto prigioniero da certi corsali Tineni, poi liberato
r ricordare, che le Matrone Romane, durante l’assedio del Campidoglio fatto da’ Galli, si avevano reciso i capelli per formar
questa Dea di riacquistare in brevissimo tempo i loro capelli(c). Un fatto , avvenuto in Efeso, diede motivo alla consecrazio
fa nascere dalla sola Giunone : turbata questa Dea, perchè Giove avea fatto uscire Minerva dal suo cervello, s’avviò verso l’
uole, che lo abbia educato Teti(a). Altri soggiungono, che lo abbiano fatto le scimie(b). Inoltre fu detto Ignipotente, ossia
gno a liberare la madre, e lo riconciliò seco lei(h). Vulcano dopotal fatto costruì nell’ Olimpo un magnifico palagio di bron
era proibito alle donne il mettervio piede(e). Finalmente è famoso il fatto , che intorno all’ Indovino Accio Navio raccontasi
nel Cielo quattro parti, ciascuna delle quali chi mavano tempio. Ciò fatto , esaminavano, quali uccelli, e da qual parte vi c
a inevitabilmente condannato alla morte, non altrimenti che se avesse fatto perire l’Ibi, uccello, a cui pure gli Egiziani re
al nome di lei Pamilie(a). (11). Oro fece guerra a Tifone, che aveva fatto morire Osiride, e dopo di averlo vinto e ucciso s
ono punite Minucia(l), e Oppia(m). E’ pur celebre questo proposito il fatto di Tuccia o Tuzia : costei falsamente accusata d’
restò privato di vita da Mercurio, e Grazione da Diana(o). Clizio fu fatto morire da Vulcano con un colpo di massa di ferro
darono colla corona e colla palma al Campidoglio. In memoria del qual fatto la Porta, per cui que’cavalli rientrarono in Roma
de Rom. Rep. (a). Calep. Sept. Ling. (21). I Romani a motivo del fatto riferito ebbero le oche in grande venerazione. Le
si da’loro padroni, i quali non osavano mai di violare il giuramento, fatto nello stesso tempio, di trattarli per l’avvenire
gne ebbero poi le zolle lucide per la mistura dell’oro(a) ; e per tal fatto il predetto fiume si denominò Crisorroa, ossia ch
in ridicolo il suo avversario Eschine, rinfacciandogli, ch’egli avea fatto il Licnoforo. Notiamo innoltre, che le mistiche C
’erbe, delle quali erasi servito per guarire le Pretidi (c). Dopo tal fatto chi si dissetava a quelle acque, contraeva subito
prestato soccorso al di lei padre, Pandione II, re d’Atene, e aveagli fatto riportare victoria sopra i Tebani. Progne, essend
lla stessa un cattivo vicino(a). Tacciò di difetto l’eccellente toro, fatto da Nettuno, perchè quello non aveva le corna dava
ssistere che i Sacerdoti. Il fuoco, che vi s’impiegava, doveva essere fatto con legne di cedro. Non era permesso che il canto
rire, salì sul di lui trono (b). Iperinnestra in memoria del predetto fatto , felicemente riuscito, fabbricò un tempio a Suada
lia avea proposto, ottenne la giovine in isposa. Dicesi inoltre, che, fatto Pelia morire, come più diffusamente vedremo, dall
una corona e di una verga, per cui divenne giovine fatidico. Per tal fatto Apollo conseguì dei tempj(b), e fu soprannominato
d. Metam. l. 4. (26). Dicesi, che Apollo, quando nacque Rodia, abbia fatto discendere dal Cielo oro, e gran quantità di fior
rto è, che si verificò la protesta, la quale unita al giuramento avea fatto Minerva. Questa Dea, suonando il flauto alla pres
rse, e propose di cederle spontaneamente ad essi, purchè nol avessero fatto morire. Ricusarono coloro d’ aderirvi, perchè tem
a ogni cosa, e appena vi fu riconosciuto dal suo fratello minore, già fatto vecchio. Epimenide innoltre divenne celebre nella
Var. Histor. l. 1. (7). Priapo nacque bruttissimo per un incantesimo fatto da Giunone, la quale oltremodo odiava Venere. Que
vita(b). Nè è fuor di proposito il riferire altresì a questo luogo il fatto d’Egesta. Ippote, nobile Trojano, temendo che la
due porti di Corinto. Cencreo rimase ucciso da Diana. Pirene per tale fatto versò tante lagrime, che fu convertita in fontana
e si annegò, o fu messo a morte da qualche pesce (e). Ovidio narra il fatto diversamente : Glauco, dic’egli, passava i giorni
tirarsi nell’Argolide. Morì per viaggio, e il suo corpo fu da Diomede fatto trasferite in una città del Territorio d’ Argo, l
cora. Fu ad esse eretto fuori della città di Roma un tempio per voto, fatto da T. Ostilio, quando osservò che le sue truppe p
10 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo II pp. 3-387
ratelli (2), dovette andar cercando Europa, sua sorella(3). Egli avea fatto tutte le possibili perquisizioni, e sempre indarn
rgone Medusa. Il cimento scabroso non atterrì il magnanimo giovine, e fatto questi più coraggioso ancona per l’elmo, ricevuto
sa Maga della Tessaglia, la quale co’ suoi incantesimi più volte avea fatto discendere la Luna sulla terra(b). Perseo dopo il
come riferisce lo Scoliaste del predetto Apollonio ; e dopo d’averlo fatto in pezzi, ne sparse le membra quà e là per la via
Appressatesi le giovani, che la Maga voleva spettatrici dell’ orrendo fatto , ella diede loro il perfido eccitamento, ch’esse
ava sulla spiaggia del mare all’ombra della nave stessa, con cui avea fatto il famoso viaggio, spirò sotto il peso di quella,
so tre notti nel ventre d’un pesce ; e vuolsi, che l’Eroe dopo d’aver fatto in pezzi le interiora dello stesso pesce, ne sia
dimostrò il più crudele di tutti i Principi Egiziani(a). Costui aveva fatto rapire le figliuole di Atlante, perchè ne avea ud
seggieri a mietere o a misurare le di lui biade ; e dopochè lo aveano fatto , eddeva loro la testa. Gli fu condotto Dafnide, i
midabile malandrino, che soggiornava in Crotone : e in memoria di tal fatto l’Eroe fabbricò ivi un tempio a Giunone, detta La
ato il reo, il quale, posto alla tortura, restituì il furto. Per tale fatto Ercole fu detto Indicante (a). Ercole per la sua
e, corse dietro al cane, e ricuperò la preda. Diomo in memoria di tal fatto eresse un altare ad Ercole nello stesso luogo, ov
destò, guarito della sua frenesia. Conobbe allora la strage, che avea fatto de’ suoi, se ne afflisse estremamente, e si tenne
co. Si giudicò, ch’Ercole avesse così punito il disprezzo, che aveasi fatto de’ suoi sacrifizj (a). Ercole esorcitò la sua pr
giovani, mandati in Creta per essere divorati dal Minotauro, avevano fatto voto d’andarsene a visitare il tempio d’Apollo in
frenare lo sdegno, rimproverò il Greco, come colui, che spietato avea fatto perire un figlio sugli occhi del padre ; e così d
lle terre. Polidoro stesso gli narrò altresì, che Polinnestore avealo fatto secretamente morire. Enea ne celebrò i funerali,
i crudeltà(19). Enea con tali soccorsi e con armi, che Venere aveagli fatto lavorare da Vulcano, si avanzò contro Turno(b) (2
go sostituì una cerva (b) (17). Cessò allora la calma ; e Agamenonne, fatto secondo il solito un sacrifizio a Giove e agli al
l furore di sua madre, che altrimenti lo avrebbe ucciso, come ne avea fatto morire il padre(1). Oreste, cresciuto negli anni,
iglio di Pelegone(b). Disfece Strambelo figlio di Telamone. Dopo tale fatto l’Eroe si lavò in una fontana, la quale trovavasi
cabile, che Nettuno contro di lui nutriva a motivo del male, che avea fatto a Polifemo, suo figlio(b). Ritomato Ulisse a Circ
inerva, dov’erasi ritirata per sottrarsi agli ostili insulti. Un tale fatto destò contro di lui lo sdegno degli uomini, e per
i della presunzione. Gli Dei lo punnodo colla pazzia, e dopo d’averlo fatto servire di trastullo a’suoi nemici, lo fecero anc
rto Simonide, che aveva formato l’elogio delle stesse Divinità, ne fu fatto uscire da due non conosciute persone(a). Pelop
va i piedi gonfi dall’essere stato sospeso a quell’albero(f). Edipo, fatto grandicello, venne in cognizione, ch’ egli non er
, che la figlia alimentava del proprio latte la madre. Si raccontò il fatto al Pretore, e l’ero ca azione della figlia ni rit
dizione fu seguita anche da’ pittori, che rappresentanono il predetto fatto . Difatti la stessa cosa avvenne appresso i Greci
icato al benefattore. V’è appresso di lei un’aquila, la quale, avendo fatto preda d’una Lepre, la tine sotto gli artigli, e l
sse qualche fora. Scoccò lo strale verso il luogò, ove la frasca avea fatto rumore. Un lagrimevole gemito gli fece intendere,
a regalata una corona d’oro per ottenerne corrispondenza(b). Un altro fatto narrasi intorno alla Gelosia. Cianippo, figlio di
gli partorì Melicerta e Learco. Questi fu slanciato contro un muro, e fatto morire dallo stesso suo padre, che, essendo rimas
a appenachè spiegò le vele, naufragò sulle coste della Caria, dove fu fatto prigioniero. Avea Testore lasciata nel suo paese
ivenne amante, e non vedendosene corrisposta, ordinò che quello fosse fatto morire in una carcere. Testore fu incaricato d’ e
ecipitava, e vi rimase sepolto sotto le rovine della stessa. Dopo tal fatto gli s’inalzò una statua nel bosco sacro di Giove
stata ancor sensibile al ritorno del suo amanre. Tzetze vuole, che il fatto testè descritto sia avvenuto non a Demofoonte, ma
restituirsi alle loro città(e). Ditti Cretese pretende, che ciò siasi fatto per consiglio d’Ulisse(f). Filostrato poi vuole,
o d’averla in isposa. Tindaro, suo padre, per consiglio d’Ulisse avea fatto , che tutti gli amanti di sua figlia giurassero d’
lui figlio, ed egli salvò la vita a quello ed a lei, che gliedo avea fatto conoscere(c). Notisi per ultimo, che tra gli amba
collo, e si strangolò. Sonovi alcuni, i quali narrano diversamente il fatto  ; come Paride, dicono essi, morì, il di lui corpo
tempio d’Apollo, di cui egli n’era il sacerdote (a). (6). Un simile fatto di filiale pietà dimostrarono i due fratelli Sici
icava, e lo uccise per impossessarsi delle di lui ricchezze. Il truce fatto per qualche tempo stette nascosto a Didone ; ma f
il primo propose a’suoi d’introdurlo in città. Dicesi, che ciò abbia fatto per vendicarsi con Priamo, che avea fatto morire
ittà. Dicesi, che ciò abbia fatto per vendicarsi con Priamo, che avea fatto morire il di lui figliuolo(d). Capi all’opposto,
a Tindaro, padre di Clitennestra (e). V’è chi soggiunge, che lo abbia fatto Erigona, figlia d’Egisto e di Clitennestra ; e ch
usi Tetide d’aver tentato d’uccidere Achille, appena nato, come aveva fatto di altri sette prima di lui, indispettita di aver
io di Giunone contro di Egina, madre di Eaco, ne di quell’Iscea, avea fatto perire di postilenza quasi tutti quegli abitatori
h. in Hom. Iliad. l. 6. (b). Parthen. Erot. c. 21. (12). Un simile fatto avvenne a Cometo, figlia di Pterelao, re di Tafo,
, che il vero padre di Enomao fosse Alsione(a). (2). Un quasi simile fatto narrasi di Pallene, figlia di Sitone, re della Tr
h. Hofman Lex. Univ. (a). Joh. Jacoh. Hofman. Lex. Univ. (1). Un fatto alquanto simile a quello, che avvenne ad Edipo, s
ojani, perchè sperava di salvare così la propria vita, ma tuttavia fu fatto morire(a). Ritornando a Diomede, dicesi ch’egli d
11 (1836) Mitologia o Esposizione delle favole
è quel metodo appunto, che adottò il eh. Professore Francesco Soave, fatto , come ognun sa, della natura per insinuare destra
rano, e da Gea, che doveva esser soggiogato da uno de’ proprii figli, fatto più crudele di suo padre, prese il partito d’ ing
omani posti erano da’ Sabini, venuti a vendicare il rapimento da essi fatto delle loro donne. Altri templi innalzaronsi posci
chi avesse a darle il nome. Fu deciso che dato l’ avrebbe chi avesse fatto uscir di terra la cosa più utile alla città; Nett
s’ incaricò di condorgliela, ma per viaggio la violò, ed acciocchè il fatto restasse occulto, le recise la lingua, e la chius
ne essa a Titone l’ immortalità, ma non la perpetua giovinezza sicchè fatto decrepito, e de’ mali della vecchiezza continuame
diede alla luce sul monte Cinto Diana ed Apollo, il qual cresciuto, e fatto espertissimo arciero, il serpente Pitone colle su
fu da Apollo cambiato nel fiore dello stesso nome. Ovidio racconta il fatto alquanto diversamente, dicendo che il disco batte
a, cui sedusse prendendo le sembianze di Eurinome. Clizia scoperse il fatto ad Orcamo, il quale fece seppellir viva Leucotoe
a da Apollo, e il fonte Aganippe, Ippocrene o Cavallino, che si disse fatto sgorgar di terra da un calcio del cavallo Pegaso
alcuni, con un dardo, e secondo altri colla puntura di uno scorpione fatto ivi sorgere dalla terra Omero però fa dire a Cali
superbamente Latona di averne due soli. Diana per punire l’ oltraggio fatto alla madre, unitasi con Apollo, uccise a colpi di
i, o coll’ aggirare frettolosamente un cono, o fuso di legno nel foro fatto entro una tavola pur di legno, finchè si accendes
omessa che nati di là sarebbono altrettanti uomini. Sursero questi di fatto , e tutti armati ma incominciarono tosto a distrug
farlo bollire in una caldaia, promettendo che con sue erbe l’ avrebbe fatto rinascere giovane; ma invece sopra di un carro ti
e stesso. Dopo la sua morte ei fu in compagnia di Radamanto e di Eaco fatto giudice dell’ inferno. Il secondo figlio di Licas
oia, armossi tutta la Grecia per riaverla, e capo della Spedizione fu fatto Agamennone. Mentre l’ armata era raccolta in Auli
i sul monte Ida. Ivi dalla pastorella Enome ebbe egli Dafni e Ideo; e fatto giudice della bellezza tra Giunone, Pallade, e Ve
ecidere, chiesero a’ Troiani prigionieri quale dei due avesse a Troia fatto più danno, e avendo questi risposto Ulisse, le ar
ra la spalla fin dove gli fosse detto che quello era un ventilabro, e fatto quivi un sacrificio a Nettuno, vivuto sarebbe pos
ndo da Venere. Nella notte terribile in cui Troia fu presa, dopo aver fatto secondo Virgilio quanto poteva in difesa di lei,
zossi di trattenerlo, finchè vedendolo già partito, sul rogo che avea fatto disporre col pretesto di un magico sacrificio per
arte I. Capo XVII. Glauco al mangiar di cert’ erba balzando in mare è fatto Dio marino. Parte I. Capo XVII. Scilla è cangiata
e I. Cap. XVI. Tiberino re degli Albani si affoga nel fiume Albula, e fatto Dio, da al fiume il proprio nome. In Cipro Ifi am
12 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Della mitologia in generale. » pp. 17-359
amareggiata dalla morte del figliuolo Esculapio (289), il quale aveva fatto molti progressi nell’arte della chirurgia e della
Sileno (150) che lo accompagnava si fermò a una fonte ove Mida aveva fatto porre uno spillo di buon vino per adescarlo. Infa
e sparisce come ombra, esclamando : Ah ! Psiche, Psiche ! cos’ hai tu fatto  ? Invano ella tenta di rattenerlo, e lo scongiura
ammira in Firenze nella galleria del Palazzo Pitti. 182. Omero ha fatto una vaghissima descrizione del cinto misterioso d
il mirto e la rosa erano sacri a Venere ; la prima a motivo di questo fatto  : Un giorno Cupido passeggiava con sua madre in u
i lo scema, si che’l pasto eterno Ed eterna pur sia la pena sua ; Che fatto a chi lo scempia esca e ricetto, Del suo proprio
i Dei non vollero pigliar parte al banchetto, non accettarono un dono fatto per forza, ad eccezione di Cerere (51) che era fu
ediante il contatto di un fiore dei campi Olenii. Siccome Giove aveva fatto uscir Pallade (263) tutta armata dal proprio cerv
in sugli stracci Dell’opera che mal per te si fe ! Da taluni questo fatto è narrato in altri termini, ma poco favorevoli al
comincia : O buono Apollo, all’ultimo lavoro Fammi del tuo valor si fatto vaso, Come dimandi a dar l’amato alloro ec. Trop
mpre coperto di fiori. Il temerario che con mano sacrilega gli avesse fatto mutar posto veniva proscritto, abbandonato alle f
pi il nome di Melisse, ed al loro nèttare quello di mèli, onde abbiam fatto miele. Tacea splendido il mar, poi che soste
rde tutto, e ruina. Infino ad ora, E per Priamo e per Troja assai s’è fatto . Se difendere omai più si potesse, Fôra per quest
La fama. 340. La vera poesia, degna encomiatrice del merito, ha fatto Dea anche la Fama « Che trae l’uom del sepolcro,
ta eretta in Roma, Pompeo, per confortare il popolo che pigliava quel fatto per tristo augurio, esclamò : « Romani, gli Dei h
ringe e cela il reo coltello. La virtù. 351. Chi non avrebbe fatto una Dea di questa augusta figliuola della Verità
di Zeusi, illustrandone un quadro fa una bella descrizione di questo fatto  : « Tra le opere di Zeusi, bellissimo fu tenuto E
tta la Via lattea. Così nascondevano gli antichi la loro ignoranza in fatto d’astronomia. 367. Parecchi furono i maestri d’Er
io, il quale, sdegnando Venere, e seguitando Minerva, meritò (d’esser fatto immortale. Alcuni poi sono di sentimento che le f
te, Perifeto, Cercione ec. 408. Falaride, tiranno d’ Agrigento, aveva fatto gettare un toro di bronzo per ardervi a fuoco len
e, e ne prese la clava, che d’ allora in poi recò seco in memoria del fatto . 413. Cercione o Sinnide era un altro flagello de
nto è quel medesimo dell’ isola di Creta vicino alla città di Gnosso, fatto sul modello dell’ egiziano, e destinato a dimora
fondamento a supporre che l’ ingegno umano anche in quei tempi avesse fatto invenzioni, delle quali solamente oggi si onora.
(il mare Egeo) che oggi è detto Arcipelago. 427. Teseo compì il voto fatto ad Apollo (96) di mandare ogni anno a Delo ad off
trascinano il carro fra gli scogli, e il giovine sventurato cadendo è fatto in brani. 438. Ovidio narra che Esculapio (289) r
aver vissuto dieci anni con Medea, scordò Giasone ciò ch’ ella aveva fatto per lui, e la ripudiò per isposare Glauca figlia
col poetico Pegaseo nel numero degli astri. 468. Quest’ avventura ha fatto passare in proverbio le Lettere di Bellerofonte,
a condizione che Elena restasse in premio al vincitore. Il duello fu fatto sotto le mura di Troja al cospetto dei Greci e de
mente Deidamia figlia del re, e n’ebbe Pirro (543). Dante cita questo fatto nel IX del Purgatorio per fare un paragone con sè
lungo tempo i Greci dell’ aiuto del suo valore. 539. Agamennone aveva fatto prigioniera Criseide, fìglia di Criseo, sacerdote
uoi compagni d’aggrapparsi sotto il ventre dei caproni di Polifemo, e fatto anch’ esso altrettanto, sbucarono tutti dalla cav
razie che lo minacciavano, seppe ancora il miserando fine che avrebbe fatto . E di nuovo si pose in viaggio per la sospirata i
tro Benvenuti, e l’incisione che ne fece Morghen rappresentano questo fatto assai meglio di qualunque descrizione. 589. Ecuba
la trovò sulla spiaggia il corpo del giovinetto che Polinestore aveva fatto uccidere per impadronirsi delle sue ricchezze. Al
alla partenza d’Enea ; e vinta dalla disperazione salì sopra un rogo fatto alzare a bella posta, e si trafisse con la spada
mini del suo tempo, ed aveva la statura sì appariscente, che ne hanno fatto un gigante capace di uscir fuori dell’acqua con l
a quel bell’uomo d’Orione ; ma che valeva il pentimento ? il male era fatto , e senza rimedio. Tuttavia credè di poterlo dimin
cadia vivamente amata da lui, era stata la prima a ferirlo, credè ben fatto di regalare la testa a lei stessa. Ma i due frate
eccesso della sua disperazione, e si uccise. Anche questo lacrimevole fatto è stato argomento di bei quadri e di poemi. D
edere innanzi, sono costretti a camminare all’indietro : Mira, ch’ha fatto petto delle spalle : Perché volle veder troppo da
l superbo i libri poetici, detti Sibillini. Altri attribuirono questo fatto alla Sibilla Demofila o Demo. Coperta di lungo ve
la ode139 questo tratto d’ amor filiale. — Diagora di Rodi che si era fatto illustre con una vittoria riportata ai giuochi Ol
bere sotto la ruina. Questi giuochi dettero origine anche al seguente fatto , che può dare un cenno dei costumi e dell’indole
piè gli offeriscono luogo fraessi. Il popolo si compiacque di questo fatto , e lietamente romoreggiò con gran dimostranza di
ui che correva al destro lato di quello che tutti superava nel mezzo, fatto repentino impeto, trascorse avanti di lui. Risonò
o Adipe, e dentro il padiglion deposte, Di sottil lino le coprir. Ciò fatto , Disegnàr presti in tondo il monumento, Ne gittar
e a fin condotta La tomba, si partian. Ma li rattenne Il Pelide, e li fatto in ampio agone Il popolo seder, de’ludi i premi F
tropp’ alto, a piangono poi la lor caduta. Ma la verosimiglianza del fatto rimane smentita dalle nuove teorie fisiche, in qu
13 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLV. La spedizione degli Argonauti alla conquista del Vello d’oro » pp. 331-341
rdanelli la giovinetta Elle cadde nel mare e vi annegò ; e per questo fatto mitologico gli Antichi diedero a quello stretto i
nuo suo corso tra i segni del Zodiaco. Quindi i poeti alludendo a tal fatto mitologico chiamano questa costellazione l’animal
orte dienno, » come dice Dante ; e vi giunsero appunto dopo l’atroce fatto che le donne di quell’isola, malcontente delle le
ottave tutte le classiche reminiscenze degli antichi poeti su questo fatto mitologico, aggiungendovi di suo altre invenzioni
evano Adrasto e i suoi compagni. Dante in un sol verso accenna questo fatto , anzi ne fa una perifrasi del nome di Issipile, o
14 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXII. Marte » pp. 138-143
nti, e neppure i Romani stessi quando furono soggiogati dai barbari e fatto a brani il romano impero177. Anche le colonie Rom
ra « …….la sementa santa « Di quei Roman che vi rimaser, quando « Fu fatto il nido di malizia tanta. » (Inf., Canto xv.) E
poi la rifondarno « Sovra ’l cener che d’Attila rimase178 « Avrebber fatto lavorare indarno. » A Marte era sacro il gallo,
aneddoti poco edificanti ; basti il dire che quando accadeva qualche fatto scandaloso, si attribuiva subito a Marte : sì poc
15 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIV. Il Dio Pane » pp. 264-269
di nome Siringa ; ma essa avendo pregato gli Dei a liberarla da un sì fatto sposo, ottenne soltanto di esser cangiata in cann
il regio diadema a Cesare che lo ricusò ; e Cicerone rammenta questo fatto più volte nelle sue opere, e specialmente nelle f
le colla sua terribil voce i passeggieri, vi aggiunge, quali prove di fatto , diversi aneddoti riferiti nelle antiche storie,
ferunt. « Di Orazio sol contra Toscana tutta » dichiara che questo fatto era più famoso che credibile : « Rem ausus plus f
16 (1880) Lezioni di mitologia
i; e se nella gioventù fosse entrato l’amore di questi studj io avrei fatto di più » 2. Veramente unanime fu l’ammirazione pe
alcuni, dedusse Esiodo la sua teogonia, della quale darò il compendio fatto da Banier, poiché tutto il sistema mitologico com
e delle Grazie. Bacco si congiunse all’abbandonata Arianna, ed Ercole fatto dio diventò marito di Ebe. La bella Perseide part
a a figli illustri, Scettrati regi all’universo intero. — Disse, e fu fatto , che di Giove i detti Son fato. Apparve Creta, e
e dall’ambizione, giacché congiurò con gli altri per legar Giove, che fatto accorto da Teti, fu contento di punire la ribelli
l messaggero dei numi, ma dubito che il nostro marmo alluda a qualche fatto più conveniente all’età in cui si esprime Mercuri
di questi simboli è indubitatamente antica, e il ristauratore non ha fatto altro che terminarli. « Ecco dunque schiarito e r
sventure: onde veruno dei numi fu di esso più compassionevole, avendo fatto degli umani mali esperimento. Illustre fra gl’inf
state scolpite le sirene. Certo che chiamarle sfingi, come taluno ha fatto , mi sembra improprio, perchè le sfingi non soglio
itudine, perchè le dottrine evangeliche predicate da San Paolo aveano fatto di molto decrescere lo spaccio di queste sue oper
uria stessa che presiede alla strage: ma l’attributo dell’egida mi ha fatto abbandonare tal congettura, tanto piiì che l’atti
testa antica non armata del suo consueto cimiero, che invece le si è fatto reggere colla destra, come lo regge nel bassorili
ggiava il petto, E il costato, che dianzi era di neve, Di porpora era fatto al morto Adone. Ahi ahi: Citérea piangon gli Amor
ne, ecc. Non sparger più per selve i tuoi lamenti, Citerea; è bello e fatto il letto Per ricevere Adon: funebre letto, Il let
o sopra un basso rilievo che apparteneva al cardinale Polignac, hanno fatto nascere con ragione dei dubbii sull’antichità di
Pandora, del cane in bronzo di Procri, e di quel famoso scettro che, fatto per Giove, passò da esso a Mercurio, da Mercurio
esi, e perito forse sarebbe se di questa disavventura non fosse stato fatto accorto Mercurio, che con le arti usate lo tolse
dalla ferita, lagnandosi di Diomede e di Minerva, che tanto gli aveva fatto osare. Giove guardandolo con occhi pieni di colle
tare che l’uso di rappresentare la dea con le spighe di grano le avea fatto consacrare il segno della Vergine, essendo la spi
i artisti, specialmente il celebre Prassitele, rappresentarono questo fatto inciso ancora sulle medaglie di molti popoli dell
questa idea. La divinità nella destra ostenta le spighe, dono da lei fatto alla nostra specie, che pei suoi insegnamenti mut
e minori. Dei primi ne ho accennata la causa: i secondi si devono al fatto seguente. Doveva Ercole per comando di Euristeo t
sonno, onde disse Dante « ……………… il sonno, che sovente Anzi che il fatto sia, sa la novella. » Questo dio mi rammenta la
imi invocata espressamente nei lor poemi, il che non mi sovviene aver fatto gli antichi. A lei parla Dante allorché dice: «M
quello su cui è fondato il maggior rimprovero, che la posterità abbia fatto a questa Nazione. Diodoro di Sicilia riferisce ch
altri regali gli diede un anello. Foco essendo ritornato ad Egina fu fatto uccidere da Peleo. lasco vuol veder questo anello
i cervo. Un cane da caccia è seduto ai loro piedi. Il Conte Caylus ha fatto uso dell’anello di Foco per provare l’ antichità
e Furie dice Pausania, che andando da Megalopoli in Messenia non si è fatto sette stadi che si trova a sinistra della via mae
ndogli il significato della Gentilità, gli fece sacrifizii. Da questo fatto di Costantino forse ne venne che molti imperatori
tiamo esponendo. Questo raccoglimento necessario alla reminiscenza ha fatto dagli antichi attritribuire a Polinnia anche la t
a Tacita Silenziosa. Siccome però la ricordanza delle passate cose ha fatto attribuire a Polinnia la cognizione della favola,
effetto uscita di notte fuori del recinto delle mura, contro l’editto fatto da Creonte, che nessuno osasse di seppellirlo nel
mo panneggiamento. « Siccome però nello spiegar queste statue abbiamo fatto talvolta menzione delle Muse che veggonsi nelle m
che può esser ritratto, delle quali se alcuno arriva alla minima, ha fatto lo dio, poiché i corimbi tessuti in serto sono in
aria, dalla quale proviene Igia, sia la buona salute: onde Apollo era fatto padre di Esculapio, perchè il Sole con i suoi ann
ati luoghi di Pausania e Plinio si conosce: ma con verun altro non fu fatto così spesso Esculapio che con la Salute, e moltis
lte statue vedesi esser chiuso da per tutto; in quella di Telesforo è fatto in forma di un piccolo piviale da potersi serrare
rpi opposti Dalla pallida fronte. Uopo di detti, Dicea, non avvi, che fatto figura Quello che imponi: l’inamabil regno, O div
rge una Tavola antica quanto esso, che conteneva tutto ciò che aveano fatto Ofione e il vecchio Saturno. Sulla seconda Tavola
oeta latino la descrizione di questo avvenimento, che ho tradotta. Il fatto è troppo noto per aver bisogno di spiegazione: di
l poeta fa un ritratto così terribile, come quello che Y antichità ha fatto di Enomao, col quale Licurgo era stato allevato.
icato. Mira questo seno che porta l’orma della larga ferita che vi ha fatto il tirso del tuo nemico. Perchè Licurgo figlio di
prate anche dai cacciatori, e si veggono in mano del centauro celeste fatto in forma di cacciatore. A questa necessaria digre
dimostra la gioia negli occhi e nel volto: ma intanto l’amore che ha fatto la preda del cacciator feroce, ride del suo riso
o che lasciasse l’inutil caccia, e che anzi a suo tempo Amore avrebbe fatto preda di lui, e si sarebbe seduto vincitore sul s
nque l’etimologia del nome che sembra indicare feritori di tori abbia fatto inventare un’altra origine storica di questo most
artefici antichi i più sublimi concetti. Interrogato Fidia, dopo aver fatto la statua di Giove Olimpico, se lo dio stesso si
nn, sì dal comune. Lo sottopongo al giudizio dei leggitori, dopo aver fatto considerar loro la statua con tutte le sue circos
e che fosse una specie di parodia d’ altre composizioni esprimenti il fatto medesimo con tutta la dignità che esigevano la re
ua tranquillità. Dinanzi a lui s’ inchina alcun poco Mercurio, che ha fatto seno del gomito, e lo ha coperto di una pelle di
anch’essa avvolta nella sua palla, o peplo, colle spighe, dono da lei fatto ai mortali, nella destra, e collo scettro nella s
17 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVII. Apollo considerato come Dio del Sole, degli Arcieri e della Medicina » pp. 92-103
che intreccian carole intorno al suo carro ? I pittori e i poeti han fatto a gara a rappresentare splendidamente questi simb
 : « In quel duro aspettare ella talvolta « Pensa ch’Eto e Piroo sia fatto zoppo, « O sia la ruota guasta, che dar volta « L
e. Di un altro figlio di Apollo convien qui parlare, perchè il mito o fatto mitologico che di lui si racconta è relativo al S
o o tradotto quest’ultimo celebrato emistichio, presso a poco come ha fatto l’Ariosto : « Chè vinta è la materia dal lavoro.
18 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVI. La dea Latona » pp. 86-91
servisse di ricovero a Latona. L’esistenza d’isole galleggianti è un fatto storico e geografico, poichè se ne trovano tuttor
te dal fondo del mare ; e questo racconto pure si può spiegare con un fatto geologico, che cioè per la forza del fuoco centra
anche nel Purgatorio (Canto xii) dicendo di aver veduto sculto questo fatto in uno dei bassirilievi che rappresentavano esemp
19 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — X. Cerere dea delle biade e Proserpina sua figlia » pp. 48-54
asformato il fanciulletto Stellio in lucerta per punirlo dell’essersi fatto beffa di lei. Forse la somiglianza del nome, che
urgatorio : « Non credo che così a buccia strema « Erisiton si fosse fatto secco « Per digiunar quando più n’ebbe tema. » E
eti, e neppure le vere o probabili origini storiche. Lo dimostrano di fatto , colle loro dotte investigazioni sui tempi mitolo
20 (1855) Della interpretazione de’ miti e simboli eterodossi per lo intendimento della mitologia pp. 3-62
voce mito tutta greca μιθος altro non importa che un parlar vero, ma fatto per via d’immagini di esseri animati creduti in m
ezzo alla fronte ; perciocchè oltre la idea dello scultore, da cui fu fatto , per indicare lo impero di Dio sul triplice regno
ome un carattere eroico, per indicare coloro, che con le armi avevano fatto prodigii di valore. Per questo meglio può dirsi e
ccolto dalle Naiadi, ne fecero il corno dell’abbondanza : è questo un fatto istorico personificato con un’allegoria. sviluppo
ori e frutti, fu detto il corno dell’abbondanza — non è questo che un fatto istorico personificato per mezzo di un’allegoria.
hità volle con alterno nome significare le mie diverse vicende. Ti ho fatto noto il mio potere ; ora apprendi la cagione dell
o saputo dare intorno alla simbolica, ed ai miti etorodossi, e non ho fatto che aprire le prime tracce a questo studio filolo
antico verbo ricompensare, rendere un eguale beneficio, onde poi si è fatto redhostire, e hostimentum. Da ciò si possono inte
21 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XII. La Titanomachia e la Gigantomachia » pp. 60-68
nismo a distruzione del Gius Costituito, ossia dell’ordine sociale di fatto  ; e gli antichi la considerarono come una lotta d
fianchi in su ; e Virgilio lo disingannò dicendogli : « Acciò che il fatto men ti paia strano, « Sappi che non son torri, ma
tore : « Tu se’ solo colui, da cui io tolsi « Lo bello stile che m’ha fatto onore. » (Inf., C. i, 83.) 79. « ….horrific
22 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLII. Bellerofonte » pp. 317-320
he altrimenti direbbesi ægritudo. 53. Troviamo anche nella Bibbia un fatto simile, dove si parla delle lettere che il re Dav
sulle prime file contro i nemici, perchè vi perisse, come avvenne di fatto . Perciò in stile biblico lettere di Uria sono pre
23 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVII. Gli Dei Dei Fiumi » pp. 285-289
vaporizzarle. E poichè è un’alta gloria di quel piccolo fiume l’aver fatto paura egli solo al tremendissimo Achille, che non
de laborem. » 30. Non solo Ovidio ed altri poeti raccontano questo fatto mitologico, ma pur anco Strabone il geografo e Pa
24 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIV. Il Diluvio di Deucalione » pp. 73-78
ben presto con molte coppie di coniugi fu ripopolato il mondo. Questo fatto mitologico, per quanto strano, trovò anche un pit
va neppur di nome, e non supponevasi nemmeno che potesse esistere, ha fatto e va tuttodì facendo i più mirabili progressi, e
25 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIV. Vulcano e i Ciclopi » pp. 152-160
ate dai mitologi a questo elemento, quando pur si rammenti che avevan fatto presiedere alla Terra tre Dee, come notammo nel N
cchina elettrica ? Passando ora a parlare dei Ciclopi, dei quali si è fatto un sol cenno col dire che tre di essi, cioè Bront
26 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXV. I Satiri ed altre Divinità campestri » pp. 270-278
izzarrirono a dileggiar talmente questo Dio, che peggio non avrebbero fatto nè detto contro il più vil dei mortali23. Un Nume
rtis. » La bizzarria dell’ invenzione e l’eleganza dello stile hanno fatto trovar posto a questa Satira in tutte le edizioni
27 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVIII. Apollo considerato come Dio della Poesia e della Musica e maestro delle nove Muse » pp. 104-114
amata Dafne figlia di Peneo, la quale essendosi consacrata a Diana, e fatto voto di non prender marito, non solo ricusò di sp
gno, or mi aiutate. » (Inf., ii, 7.) 123. Anche Dante rammenta il fatto biblico, che il re David, oltre a suonare l’arpa
28 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVII. I Mostri marini Mitologici e Poetici » pp. 184-194
della Divina Commedia. Nel Canto xix del Purgatorio immagina di aver fatto un sogno, nel quale, per quanto parvogli, una don
o Oceano, oblïando « Lo sparso gregge : e sì il tumulto cresce, « Che fatto al carro i suoi delfini porre, « Quel dì Nettuno
29 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVI. Nettuno re del mare e gli altri Dei marini » pp. 173-183
erra personificando gli oggetti creati e i fenomeni naturali, avesser fatto altrettanto nel mare. E quantunque non conoscesse
essuna parte il maraviglioso, perchè voleva raccontar di sè stesso un fatto maraviglioso non meno. E questo confronto sempre
30 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIX. Plutone re dell’ Inferno e i suoi Ministri » pp. 203-215
è poteva diminuirne o aggravarne le pene, che giudici di diritto e di fatto , da lui indipendenti, nelle loro sentenze avevano
. Non soltanto Ovidio tra gli antichi e l’Ariosto tra i moderni hanno fatto bellissime descrizioni della Casa del Sonno, ma q
31 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) «  Avviso. per questa terza edizione.  » pp. -
ia posta a confronto della Verità Divina del Cristianesimo, e che sia fatto conoscere il passaggio dalla civiltà antica basat
32 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VI. Il regno, la prigionia e l’eŚilio di Saturno » pp. 28-30
chi, il primo che gli nacque da sua moglie Cibele, lo divorò. Il qual fatto , inteso letteralmente, è peggio che bestiale, poi
33 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — V. Urano e Vesta Prisca avi di Giove  » pp. 25-27
se figli maschi, intendendo di riserbarsi, non meno di diritto che di fatto , aperta la strada al trono o per sè o per i propr
34 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVII. L’Apoteosi delle Virtù e dei Vizii » pp. 493-496
tte le Virtù e di tutti i Vizii, hanno gli antichi ed i moderni poeti fatto la descrizione come di tanti esseri soprannatural
35 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLIV. La caccia del cinghiale di Calidonia » pp. 326-330
re, benchè leggermente, il cinghiale, dopo che questa fiera aveva già fatto strage di tre o quattro cacciatori e di molti can
36 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IV. Una Divinità più potente di Giove » pp. 20-24
ra, per significar le ricchezze che dispensava ai mortali16. Dante ha fatto poeticamente dipinger la Fortuna nel Canto vii de
37 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIII. Difetti e vizii del Dio Giove » pp. 69-72
dimostrazioni clamorose, asserirono il loro diritto, esercitandolo di fatto e creando una donna fornita di tutte le più rare
38 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVIII. Gli Dei Penati e gli Dei Lari » pp. 290-294
o speciale gli Dei protettori della sua città e del suo regno, questo fatto non toglie agli Dei Penati il loro carattere gene
39 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XI. Giove re del Cielo » pp. 55-59
e. Prima però di scendere a questa storia aneddotica, parleremo di un fatto o avvenimento straordinario, che mise in forse la
40 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLIII. Cadmo » pp. 321-325
rna donde sgorgava la sorgente, gli presagì il castigo dell’empio suo fatto  ; ma apparsagli Minerva lo confortò, e gli sugger
41 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cronologia Mitologica. » pp. 387-393
tempi di Silla era celebrata in Atene una festa che ricordava questo fatto . 1582. Cecrope, d’origino egizio, conduce una
42 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIX. Eolo e i Venti » pp. 295-
mite fra loro, cioè di Borea e di Zeffiro, narrano brevemente qualche fatto . Di Borea dicono che rapì la Ninfa Orizia figlia
43 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXIX. Di alcune Divinità più proprie del culto romano » pp. 500-505
one è quella stessa di Plinio nel luogo da me citato di sopra. Non ha fatto dunque il Preller una nuova scoperta, ma soltanto
44 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VII. Saturno esule dal Cielo è accolto ospitalmente in Italia da Giano re del Lazio » pp. 31-38
 : « Tu dei saper che la mala condotta « È la cagion che il mondo ha fatto reo, « E non natura che in voi sia corrotta. » E
45 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIX. La Dea Triforme cioè Luna in Cielo, Diana in Terra ed Ecate nell’Inferno » pp. 115-122
4ª Canzone, che per opera di Madonna Laura avvenisse a lui stesso un fatto simile a quello di Atteone : « Io perchè d’altra
46 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVIII. Le regioni infernali » pp. 195-202
lio nel vi libro dell’Eneide, che Annibal Caro tradusse così : « Ciò fatto , ai luoghi di letizia pieni, « All’amene verdure,
47 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLI. Perseo » pp. 309-316
quindi avea perduto qualunque titolo ad ottenerla. Perseo, dopo aver fatto prodigi di valore colla spada, vedendo che si per
48 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXII. Gli Oracoli » pp. 242-252
a poco a poco scoperta e smascherata. Resta per altro a spiegarsi il fatto storico, pur troppo vero e indubitabile, che per
49 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXX. Stato delle anime dopo la morte, secondo la Mitologia » pp. 216-231
ferno ; e perciò Dante non ha imitato in questo il suo Maestro, ed ha fatto di Flegia un nocchiero della palude che cinge la
50 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Indice alfabettico. » pp. -424
impero, 27 ; — sua moglie, 28 ; — suoi figli, ivi ; — è combattuto e fatto prigione da. Titano, 30 ; — sue avventure con Gio
/ 50