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1 (1836) Mitologia o Esposizione delle favole
onto o il mare pria da se solo generò Nereo, poi congiunto alla Terra ebbe Taumante, Forco, Ceto, ed Euribia. Da Nereo, e Do
erse fu di madre di Ecate. Giapeto da Climete, figlia dell’ Oceano, ebbe  Atlante, Menezio, Prometeo, ed Epimeteo. Finalme
nezio, Prometeo, ed Epimeteo. Finalmente Crono o Saturno unito a Rea ebbe per figlia Vesta, Cerere, Giunone, Plutone, Nettu
loro non permettea di uscire alla luce. Gea, di ciò sdegnata, poichè ebbe prodotto il ferro, nè formò una falce dentata, ed
, che gli nascevan da Rea. Questa di ciò oltremodo dolente, allorchè ebbe a dar Giove suo ultimo maschio alla luce, ricorse
ltarlo a Saturno. Essi la spedirono a Litto in Greta: e poichè quivi ebbe partorito Giove, Gea lo raccolse, e il fece nutri
dell’ inferno. Ma fierissime guerre per conservare il regno del cielo ebbe egli a sostenere. La prima, secondo Esiodo, fu co
i, e come Giove animavaio gridando ev yie (coraggio o figlio), da ciò ebbe il nome di Evio. Una tal fuga però è metamorfosi,
odo menò per prima moglie Meli Dea del Consiglio, ma allorchè que sta ebbe conceputa Minerva, Giove avendo inteso da Urano,
lcano. La seconda moglie di Giove fu Temi Dea della giustizia, da cui ebbe le Ore Eunomia, Dice, ed Irene, e le Parche Cloto
Vulcano. Da molte altre e donne e ninfe, secondo gli altri Mitologi, ebbe egli poscia altri figli. Da Maio figlia di Atlant
tri Mitologi, ebbe egli poscia altri figli. Da Maio figlia di Atlante ebbe curio; da Dione figlia dell’ Oceano ebbe Venere;
i. Da Maio figlia di Atlante ebbe curio; da Dione figlia dell’ Oceano ebbe Venere; da Semole figlia di Cadmo ebbe Bacco; da
; da Dione figlia dell’ Oceano ebbe Venere; da Semole figlia di Cadmo ebbe Bacco; da Alcmena moglie d’ Anfitrione, la quale
la quale egli ingannò assumendo la sembianza dello stesso Anfitrione, ebbe Ercole. Oltracciò s’ unì egli sotto alla forma di
pioggia d’ oro la torre, ov’ era chiusa Danae figlia di Acrisio, e ne ebbe Perseo; cangiato in cigno sedusse Leda moglie di
adamanto; si accostò ad Egina figlia di Asopo in forma di fuoco, e n’ ebbe Eaco; ingannò Calisto figlia di Licaone e seguace
caone e seguace di Diana assumendo l’ aspetto di Diana medesima, e n’ ebbe Arcadi. Tramutossi ancora in formica per Clitorid
simil pelle, che prima era proprio di Giove solo, ond’ egli da Greci ebbe il titolo di egioce, e di cui sola Pallade fu ind
uesta pretendevano i Neroni di trarre la loro origine. Oltrecciò egli ebbe da Venere Antero ed Ermione, o Armonia; dalla nin
egli ebbe da Venere Antero ed Ermione, o Armonia; dalla ninfa stonide ebbe Tereo; da Ilia, o Rea Silvia ebbe Romolo e Remo.
one, o Armonia; dalla ninfa stonide ebbe Tereo; da Ilia, o Rea Silvia ebbe Romolo e Remo. Per nascondere i suoi amori con Ve
cioè al figlio di Giove e di Giunone, alluder sogliono i poeti, e vi ebbe pure chi della sola Giunone lo volle figlio, come
rmentato da perpetue gelosie, spezialmente contro di Marte. Nondimeno ebbe da lei Cupidine, sebbene altri dieno a questo div
ne: la prima figlia del Cielo, e della Giornata o Dea del giorno, che ebbe un tempio in Elide; la seconda nata dalla spuma d
erza figlia di Giove e di Dione, che fu moglie di Vulcano, e da Marte ebbe Antero; la quarta figlia di Siro e di Siria, che
e cangiata da Cupido la ninfa Peristera, perchè in una sfida ch’ egli ebbe con Venere a chi sapesse coglier più fiori, Peris
sa per la via del Tenaro ottenne da Proserpina il vaso, ma al ritorno ebbe curiosità d’ aprirlo, e ne uscì un vapor soporifi
iglio di Laomedonte re di Troia, in matrimonio a lui si strinse, e n’ ebbe Mennone, che poi venuto in soccorso di Troia, fu
onfusero con Apollo, ma che Omero ed Esiodo sempre da lui distinsero, ebbe da Climene figlia dell’ Oceano Faetonte, Lampezia
re di lui restituì alla pristina forma, e lui seco tenendo un anno n’ ebbe secondo Esiodo, Agrio, e Latino, e secondo gli al
econdo figlio di Coribante e nato in Creta, intorno al dominio di cui ebbe poscia contesa con Giove; il terzo figlio di Giov
formossi il fiume Marsia, che sbocca nel fiume Meandro. Pari disfida ebbe ivi da Pane, e parimente vincitore ne fu dichiara
e, sicchè la cosa si fece a tutti palese. Una tenzone di altro genere ebbe Apollo con Forba, il quale impossessatosi del cam
rgo posto da Giunone alla custodia di Io (come si disse al Capo IV.), ebbe da ciò il titolo di Arcidiga. Vuolsi per alcuni c
tone, era stata rapita. Essa allora sir volse a Giove per riaverla ed ebbe dà lui promessa che le sarebbe restituita, qualor
i fuoco alla notte. Or crescendo Trittolemo con portentosa prestezza, ebbe Celeo curiosità di spiare quale magìa usasse Cere
asso mentre Trittolemo stava addormentato, Anteo figlio del re Eumele ebbe vaghezza di salire sopra quel carro, ma giunto a
ibele o dalla città o dal monte Cibelo nella Frigia, ove il suo culto ebbe principio, o da Cibelo suo primo Sacerdote. Fu de
ianca lana a se trasse ne’ boschi di Arcadia la Luna. Dalla ninfa Eco ebbe Iringe, che fornì i farmachi incantatori a Medea.
Alcuni lo dissero figlio di Pico re dei Lazio, e padre dei Fauni, cui ebbe dalla moglie Fauna, o Fauta. Cogliono pure che da
darsi Carmento madre di Evandro, detta anche Nicostrata e Temide, che ebbe il dono de’ vaticini, a cui dedicate erano in Rom
che in ricompensa fu poi trasportato fra de costellazioni; e da essa ebbe Tritone che rappresentasi mezz’ uomo e mezzo pesc
una conca marina. Secondo Omero, Nettuno da Ifimedia moglie di Aloeo ebbe due figli Oto, ed Efialte, i quali a nove anni es
glie di Creteo, la quale ingannò assumendo la forma del fiume Enipeo, ebbe Pelia, che spedì Giasone alla conquista del vello
del vello d’ oro, e Neleo padre di Nestore; da Toosa figlia di Forco ebbe il Ciclope Polifemo, che acciecato fu poi da Ulis
orato aveva sei compagni: finalmente da Peribea figlia di Eurimedonte ebbe Nausitoo re de’ Feaci, padre di Alcinoo, che libe
nato di fiori. Borea rapì Orizia figlia di Eretteo re eli Atene, e n’ ebbe . Calai e Zete, che liberaron Fineo re di Tracia d
tà, che essendo particolarmente venerata in Ramno borgo dell’ Attica, ebbe il soprannome Ramnusia; persecutore, specialmente
Oceano cogli altri nove girava sopra la terra. Unita a Pallante essa ebbe per figli Zelo, Vittoria, Vigore e Forza, cui pre
per figli Zelo, Vittoria, Vigore e Forza, cui presentò a Giove, e ne ebbe in compensò che il giuramento per le acque di Sti
e, consultando l’ oracolo di Temi sul modo di ripopolare il mondo, n’ ebbe in risposta, che si gettasse dietro le spalle le
da Giove una pioggia di sassi, co’ quali li mise in fuga, e il luogo ebbe poscia il nome di campo lapideo, o campo di sassi
a trarre invece dei dardi e della clava la rocca ed il fuso. Dopo ch’ ebbe sposata Deianira, innamorossi di Iole figlia di E
suo, come il Centauro le avea promesso; ma invece allorchè Ercole l’ ebbe indossata, si senti preso da un interno ardor si
ompendo coll’ oro i custodi, seppe penetrar nella torre. Appena Danae ebbe dato Perseo alla luce, Acrisio là fece chiudere i
da’ pescatori e recata al re Pilunno, il quale sposata Danae, da cui ebbe Dauno (che trasferitosi nel paese de’ Rutoli e fa
ettuno, e chiunque la riguardava ne rimanea petrificato. Per vincerla ebbe Perseo da Mercurio i talari o coturni alati, da V
cossi, ma gli diede pure Achemene sua figlia dalla quale Bellerofonte ebbe Issandro, Ippoloco e Leodamia, che amata da Giove
Telafasse, e fratello di Europa, allorchè questa fu rapita da Giove, ebbe ordine dal padre di andarne in traccia per ogni p
nsultare l’ oracolo, di Delfo, onde avere notizia dov’ ella fosse; ma ebbe in risposta di non cercarne più oltre, e di fabbr
consultar l’ oracolo di Apollo per aver contezza de’ suoi parenti, ed ebbe in risposta di non ritornare nella sua patria, pe
erzo piede. La Sfinge allor cadde estinta, e giusta la promessa Edipo ebbe il regno di Tebe, e Giocasta in isposa, cui non s
po averlo detronizzato cerco di far perire anche Giasone; ma Alcimede ebbe modo di salvarlo, e di farlo segretamente educare
e suo Toante, accolse ospitalmente Giasone, e a lui pure congiunta n’ ebbe due figli Toante ed Euneo. Seguendo il loro viagg
ime nozze Cleopatra, che altri chiamarono Stenobra o Stenoboe, da cui ebbe Orito e Crambo Dopo la morte di lei in seconde no
rebbero nati; per ultimo uccidere il drago custode del vello. Giasone ebbe l’ arte d’ innammorare Medea figlia di Eeta, la q
lissima veste; ma come questa era avvelenata così appena Glauce se l’ ebbe posta, andò essa a fiamme con tutta la reggia. Ne
do figlio di Licasto e di Ida, figlia di Coribante e nipote del primo ebbe in moglie Pasifae figlia del Sole e di Perseide l
rra; e avendo accompagnato Ercole nella spedizione contro le Amazoni, ebbe da esso Ippolita, o come altri dicono, Antiopa, d
inotauro essendosi procacciato l’ amore di Arianna figlia di Minosse, ebbe da lei per consiglio di Dedalo un gomitolo di fil
Giovò sommamente a Piritoo l’ amicizia di Teseo nella pugna ch’ egli ebbe contro i Centauri. Perciocchè avendo egli alle su
seo addolorato per l’ ingiusta morte del figlio, dai quel momento non ebbe più pace, finchè scacciato pure da Atene ricovero
to agli Dei per far pruova della loro divinità, e da essi risuscitato ebbe una spalla di avorio in luogo di quella che Cerer
poscia educare da’ pastori sul monte Ida. Ivi dalla pastorella Enome ebbe egli Dafni e Ideo; e fatto giudice della bellezza
più bella donna di quell’ età, colse Paride l’ occasione che Menelao ebbe a partire per Creta, abusando dell’ ospitalità, s
corte di Licomede re di Stiro, ove dalla figlia di esso Deidamia poi ebbe Pirro. Ma Ulisse presentatosi in abito da mercata
e felicemente al termine di tre età. Quegli invece, che più avversità ebbe a soffrir nel ritorno, fu Ulisse, le cui avventur
i compagni alla forma primiera. Dimoralo un anno con essolei, da cui ebbe , secondo Esiodo, Aglio e Latino, e secondò altri
ma non potè mai piegarlo ad acconsentire. Esiodo dice però ch’ ei n’ ebbe Nausitoo e Nausinoo. Pallade protettrice di Uliss
o e di Arete, che colle ancelle era andata a lavare le vesti alfiume, ebbe da lei ristoro di cibo e dì vestimenta, e fu scor
veva sposata dopo la morte di Pirro. Accolto quivi con gran tripudio, ebbe da Eleno, che era pur vate, l’ avviso di non appr
catosi perde la sua nutrice Caieta presso il luogo che poi da essa n’ ebbe il nome; indi giunto alle foci del Tevere vide la
2 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Della mitologia in generale. » pp. 17-359
atori dei popoli. Cosicchè Esculapio che fu eccellente nella medicina ebbe vanto d’ essere figliuolo d’ Apollo ; e Bacco, pe
una pietra che da Saturno fu subito divorata. E ciò fece anche quand’ ebbe gli altri due figli Nettuno (185) e Plutone (213)
padre. Poiché, oltre a Prometeo (70, 71), tanto celebre nella favola, ebbe Epimeto (73), Atlante (382) ed Espero (altri dico
o, si rifugiò in quella parte d’ Italia ove poi fu eretta Roma, e che ebbe il nome di Lazio dal latino vocabolo Latere,8 for
veva due teste o due volti per conoscere tanto l’ uno che l’altro, ed ebbe perciò il soprannome di bifronte. 34. Il regno d
agricoltura, e più specialmente delle messi e dei cereali. 52. Cerere ebbe dal fratello Giove (63) una figlia chiamata Prose
ffrir loro i sacrifizj. Indi, forse per rapacità, o in onta a Cerere, ebbe l’audacia di tagliare parecchi alberi in un bosco
one (amphi, intorno tryo, io fatieo, gr.) re di Micene nell’Argolide, ebbe favori dalla di lui moglie Alcmena, che fu madre
a capra Amaltea (amaltheyo, io nutro, gr.) che aveva allattato Giove, ebbe l’onore d’esser collocata fra le Costellazioni (6
araviglie del mondo (135, 143). Sotto il nome di Giove Statore (79) n’ ebbe uno in Roma erettogli da Romolo ; e moltissimi al
e intravvenne di cadere nel bel mezzo della celeste assemblea, ella n’ ebbe tanta vergogna che non s’arrischiò più a comparir
sillo che di continuo la pungeva ; sicchè la sventurata principessa n’ ebbe tanto travaglio che fuggendo passò il mare a nuot
e moglie d’Osiride (696). 91. Quindi la repudiata moglie di Giove non ebbe più ritegno alle vendette, alla gelosia, all’orgo
un’acqua mescolata d’elleboro ; ed in premio di questa cura mirabile ebbe la mano d’Ifianasse, con una parte degli stati di
donata Giunone (85) per unirsi a Latona (97) figlia del titano Ceo, n’ ebbe Apollo e Diana (137). 97. Prima che Apollo e Dian
ugiò in quell’isola, e vi partorì Apollo (96) e Diana (137). Il primo ebbe il soprannome di Delio dal luogo della sua nascit
.) e Flegone (phégein, infiammare, gr.) 111. Secondo la favola Apollo ebbe parecchi figli, ed i più celebri sono l’Aurora, F
penne, i miti costumi ne fecero un animale caro ai poeti ; e da essi ebbe culto, quale uccello sacro ad Apollo, alle Muse ;
risposta poteva esser tacciata di presunzione ; ma vero è che Biante ebbe la modestia d’inviare il treppiede a Pittaco, che
satiro di Frigia chiamato Marsia, che reputasi inventore del flauto, ebbe la temerità di sfidare Apollo nella eccellenza de
l privilegio di convertire in oro tutto ciò ch’ei toccava ; ma presto ebbe a pentirsi della voglia avara, perchè gli stessi
Esculapio (289) fu anch’essa amata da Apollo ; ma poichè un corvo gli ebbe svelato ch’ella poco di lui si curava, tratto dal
Un terremoto lo fece cadere non molto tempo dopo la sua erezione, che ebbe luogo 700 anni av. G. C., e rimase in terra dall’
nseguire dai suoi cani il cacciatore Atteone (aktè, sponda, gr.), che ebbe la temeraria curiosità di guardarla mentr’ella si
d’arco e di frecce. 143. In Efeso, città dell’Jonia nell’Asia minore, ebbe un celebre tempio annoverato, al pari del colosso
lo a solo oggetto di ricordare una ipotesi degli eruditi. Anche Bacco ebbe più nomi ed in Grecia ed in Roma, tra i quali que
i. Mercurio era sempre in fasce quando portò via i bovi ad Apollo, ed ebbe l’accortezza di farli camminare all’ indietro per
da un monte d’Arcadia che secondo alcuni fu luogo della sua nascita ; ebbe nome Ermète, cioè interprete, quando lo considera
are le folgori contro i Giganti (65) ; e così la bellissima delle Dee ebbe a marito il più deforme di tutti i Numi. 172. I p
i mesi sulla terra e sei nell’inferno. Adone fu posto tra gli Dei, ed ebbe tempio e culto e feste chiamate Adonie, le quali
susurrando i primi Detti d’amor che da un garzone udia. 179. Venere ebbe maggior culto in Idalia, in Amatunta ed in Pafo,
. Quando i tre fratelli si divisero il dominio dell’universo, Nettuno ebbe l’impero del mare e delle isole ; quindi è lo Dio
. Poichè fu scoperto complice in una congiura ordita contro Giove, n’ ebbe per castigo l’esilio dal cielo nello stesso modo
ndato dalle Nereidi (316) e preceduto dai Tritoni (190). 189. Nettuno ebbe dal matrimonio con Anfitrite parecchi figli, ed i
de, fu celebre pescatore d’Antedonte in Beozia ; il quale, posati che ebbe un dì alcuni pesci sopra certa erba, si accorse c
ondo la favola, fu padre delle Gorgoni (357). Toossa altra sua figlia ebbe da Nettuno il ciclope Polifemo (273) e quella Sci
rno (27) e di Cibele (40). Assistè il fratello Giove nella guerra che ebbe a sostenere contro Saturno (31), e dopo la vittor
di Mirmidoni (92). Vi governò poi con tanta sapienza e giustizia che ebbe l’onore di tener nell’Inferno la bilancia con la
la bilancia con la quale eternamente libra il vizio e la virtù. Eaco ebbe due celebri figli, Telamone e Peleo. Il primo, es
ssore. Morta Glauca sposò Peribea figlia d’Alcitoo re di Megara, e ne ebbe Aiace Telamonio (561). Telamone si trovò alla spe
alla presa di Troja fatta da Ercole sotto il regno di Laomedonte, ed ebbe la gloria di far la prima breccia nelle mura di q
25), e secondo altri del Caos (22). Sposò l’Acheronte (218) dal quale ebbe le Furie (232) ; da sè sola concepì la Morte (242
be le Furie (232) ; da sè sola concepì la Morte (242) ; dal Caos (22) ebbe il Destino (21) e l’Erebo (223) ; dal Sonno (240)
traduzione del Caro.) 247. Flegia, figlio di Marte (255) e di Crisa, ebbe una figlia chiamata Coronide (133) che fu amata d
ei Numi, che questi lo fulminò nel Tartaro (216), dove Mercurio (160) ebbe ordine di legarlo a una ruota fasciata di velenos
denaro. Un giorno i Numi andarono ad alloggiare in casa sua ; ed egli ebbe tanto a male di dover fare le spese a quegli ospi
in mezzo alle sue ricchezze ? 252 Danao, re d’Argo e figlio di Belo, ebbe cinquanta figlie chiamate dal nome paterno Danaid
moglie del Tonante non aveva voluto esser da meno di lui. 256. Marte ebbe da Venere (170) una figlia chiamata Ermione, e da
t’arte. La Dea andò a farle visita in sembianza di vecchia, ed Aracne ebbe la temerità di sfidarla ; ma tanto la punse vergo
brei nel deserto, e che è uno dei simboli dell’immortalità. Esculapio ebbe tempio anche nell’isola di Coo (una delle isole d
300. Fauno, figlio di Pico re dei Latini e nipote di Saturno (23), ebbe per madre Canente figlia di Giano, la quale fu ca
cono che fiorisse verso il 1300 av. l’èra cristiana. Sposò Fauna, e n’ ebbe prima un figliuolo chiamato Sterculio stercus, co
iato, e onori e feste per placarlo ; ed allora l’orribile tafferuglio ebbe fine. Termine 308. Il dio Termine protegg
anza, od assisa sopra una paniera colma di fiori e di frutta. In Roma ebbe tempio ed are. Ed a voi mi rivolgo, o Dei, ch’av
sima Dea dei fiori e della Primavera, fu sposa di Zeffiro (104) che n’ ebbe in dote l’impero sulla vaga e infinita famiglia d
cque il divino e prode Achille (536). 321. Nè minor celebrità di Teti ebbe la ninfa Eco, figlia dell’Aria e della Terra ; es
onorata quale Dea della Giustizia. La favola aggiunge che Giove (63) ebbe da lei, ed era ben naturale, questre tre figlie :
gine della felicità che in esso fu dato di godere ai mortali. La Pace ebbe are, culto e statue in Roma. Il suo tempio posto
il corno dell’abbondanza, e nella sinistra un ramo d’ olivo ; talora ebbe il caduceo come favorevole al commercio, una face
lia dello Stige (221) e di Pallante, e secondo altri, dell’Acheronte, ebbe magnifici templi in Grecia e in Italia, dove sorg
e non va confusa con la Buona-Fede. 74 In Roma accanto al Campidoglio ebbe un tempio consacratole, per quanto si crede, da N
liono spingere i giovani a immatura morte od all’infamia. Perseo, che ebbe vanto d’amoroso figliuolo, di giovine di costumi
odusse il mostro Crisaorso che sposò Calliroe figlia dell’Oceano, e n’ ebbe tre figli mostruosi, Gerione (379), Echidna (466)
edicina, e da Lino (121) gli fu insegnato suonar la lira. 368. Ercole ebbe gran numero di discendenti chiamati Eraclidi ; e
na (137), non la potè prendere che dopo un intero anno di caccia, e l’ ebbe in suo potere al varco del fiume Ladone. Allora s
uccise il drago, e recò ad Euristeo l’ambito tesoro. 383. Teseo (482) ebbe l’ardire di scendere nell’inferno con l’amico Pir
mmino, Per lo furar frodolente ch’ei fece Del grande armento, ch’egli ebbe a vicino ; Onde cessâr le sue opere biece 84 Sot
o. Il fortissimo eroe, svegliato dal ronzio di quel nuvolo di nemici, ebbe a scoppiar dalle risa in vederli ; e raccattandon
tti, e divenne anch’esso il Corno dell’abbondanza. 85 Dopo che Ercole ebbe sposato Dejanira volle condurla con, sè, quand’ec
rifizio sul monte Eta, accolse con giubbilo il dono : ma non sì tosto ebbe indossato la fatai veste, che il violento fuoco d
nimenti di questi due personaggi mitologici. Teseo. 402. Teseo ebbe per padre Egeo re d’ Atene, e per madre Etra, fig
Teseo, vinti questi tiranni, volse il suo valore contro i mostri, ed ebbe tosto la gloria di liberar la terra da un toro di
maginò e costrusse il laberinto dell’ isola di Creta ; ed egli stesso ebbe poi ad esser la prima vittima della sua invenzion
inacce di Minosse, lo fece perire soffocato in una stufa. 424. Dedalo ebbe anche fama di esimio scultore ; ed a lui stesso f
lgimenti fisici della terra, o da quelli dell’ ordine sociale. Dedalo ebbe un nipote, chiamato Acalo, ateniese, quanto lui r
venti ; quindi i poeti l’ hanno detta immortale. 428. Dopo che Teseo ebbe dato savie leggi agli Ateniesi, abbandonato il po
osò la regina Antiope o Ippolita (375) fatta sua prigioniera. Da essa ebbe lo sventurato Ippolito (435). 433. I due amici, d
a volta condusse in questa città la nuova sposa, e non sì tosto Fedra ebbe visto il giovine Ippolito, che si sentì pungere d
li d’ una bellissima donna dell’ Etolia, chiamata Leda (74), la quale ebbe due mariti : Giove che fu padre di Polluce e d’ E
u padre di Polluce e d’ Elena (433), e Tindaro re di Sparta dal quale ebbe Castore e Clitennestra (532). I figliuoli di Tind
nde sul loro capo. Giasone, Medea, Gli Argonauti. 448. Giasone ebbe per padre Esone re d’ lolco in Tessaglia, al qual
quale era stato tolto il trono da Pelia fratello ; ma quando Giasone ebbe vent’ anni, chiese il retaggio paterno. Pelia che
e perciò fu detto che quella nave dava i responsi dell’ oracolo ; ed ebbe il nome d’ Argo, o per essere stata costruita ad
iaggiando in mezzo a molti rischi. I più dicono che questa spedizione ebbe luogo 60 anni prima della guerra di Troja. 453. I
, andò ramingando per l’ Asia Minore, dove unitasi a un re oscuro, n’ ebbe un figliuolo chiamato Mida, o Medo, che passa pel
dietro quella nave tirata a secco, gli rovinò addosso una trave, e n’ ebbe fracassata la testa. Bellerofonte. 461. Be
di Glauco re di Corinto, e d’ Epimede, figlia di Sisifo. Quest’ eroe ebbe anche il soprannome d’ Ipponoo, per indicare ch’
ellorofonte, al Xanto giunse, Al re de’ Licj appresentossi, e lieta N’ ebbe accoglienza, ed ospitai banchetto. Nove giorni fu
l’eroe la spense… Orfeo. 469. Questo celebre musico e poeta ebbe per genitori Apollo (96) e Clio (275) ; e tanta e
le persuasioni dell’eloquenza. 470. Orfeo sposò la ninfa Euridice, ma ebbe la sventura di vederla morire (474) il giorno ste
che aveva perdute. Quindi sposò Autonoe figlia di Cadmo, dalla quale ebbe Atteone (138). Dopo la sventurata morte di questo
82. Cadmo era figlio d’ Agenore re di Fenicia e della ninfa Melia, ed ebbe per sorella Europa, fanciulla di così rara bellez
venuto grande, edipo consultò l’oracolo intorno al suo destino, e n’ ebbe in risposta ch’egli era nato per commettere delit
berato i Tebani dalle stragi del mostro, fu proclamato re di Tebe, ed ebbe due figli, Eteocle e Polinice (505), e due figlie
da Tebe ; ed egli povero, sfuggito con orrore da tutti, e cieco, non ebbe altro sostegno, altra guida che la giovinetta Ant
hiamandoli Pelopponneso, che è la moderna Morea. 514. Questo principe ebbe molti figli, tra i quali i più noti furono Atreo
alsa riconciliazione pagò crudelmente il fio dell’offesa. 516. Tieste ebbe a figliuolo un Egisto, che si rese più empio del
Paride (601) a Menelao (528) re di Sparta. 518. Dopochè Ercole (364) ebbe saccheggiato la città di Troja per punire Laomedo
posò Clitennestra, moglie di Tantalo e figlia di Tindaro, dalla quale ebbe due femmine, Ifigenia ed Elettra, e un figliuolo
to sotto le mura di Troja al cospetto dei Greci e dei Trojani. Paride ebbe la peggio, e fu debitore della salvezza alla prot
ncontro, che, non vedendo Clitennestra accorsa in difesa del tiranno, ebbe la sventura di ferire a morte anche lei. 534. Fin
ventura di ferire a morte anche lei. 534. Fino dal momento che Oreste ebbe commesso, benchè involontario, l’atroce misfatto,
uo svegliò orrore nei posteri. Consultato l’oracolo d’ Apollo (96), n’ ebbe in risposta che avrebbe trovato un qualche lenime
fuggirono trafugando la statua. di Diana, e la disperazione d’ Oreste ebbe alcuna calma, benchè i rimorsi continuassero a to
re di Sciro, dove poi sposò segretamente Deidamia figlia del re, e n’ ebbe Pirro (543). Dante cita questo fatto nel IX del P
, Achille in Sciro.) Allora seguì Ulisse all’assedio di Troja, ed ebbe dalla madre un’armatura impenetrabile fabbricata
lò ai mani d’Achille, presso la riva del Chersoneso. 542. Quando Teti ebbe saputa la morte del suo figliuolo, uscì dal seno
di Troja. 548. Appena giunto Filottete nel campo greco, Paride (597) ebbe l’ audacia di sfidarlo a singolare battaglia, e r
ra uno scoglio gridando : scamperò a dispetto degli Dei. Ma non prima ebbe proferito queste parole, che Nettuno (185) sdegna
gliuolo. Allora fu costretto a partire contro i Trojani ; ma Palamede ebbe a pagargli cara questa scoperta (584). 570. Uliss
l’assedio di Troja con le frecce d’Ercole (364). 571. Dopo che Ulisse ebbe sostenuto le fatiche d’un assedio che durò dieci
574. Di Sicilia passando Ulisse negli stati d’ Eolo re dei venti, n’ ebbe amichevole accoglienza, e il dono di certi otri o
oli, dai quali poco mancò non fossero tutti divorati.101 575. Ulisse ebbe a veder perire undici delle sue navi in quella te
atosi ancora, non senza molta fatica, dai rischi di Scilla e Cariddi, ebbe a patire un’ altra tempesta suscitatagli contro d
ndusse in Epiro, e l’obbligò contro sua voglia a sposarlo. Morto lui, ebbe un terzo marito in Eleno fratello d’Ettore, e con
ò l’occasione. 601. Paride, fattosi riconoscere per figlio di Priamo, ebbe commissione dal padre di andare a Salamina a rich
er folle, acciocchè niuno desse fede alle sue predizioni. Dacchè ella ebbe presagito la ruina di Priamo suo padre, di Paride
re (170), aveva sposato Creusa, figlia di Priamo (587). Quando Paride ebbe rapito Elena, prevedendo Enea le funeste consegue
sue pretese. I Rutuli furono vinti due volte ; e finalmente la guerra ebbe termine con un duello tra il loro re ed il figlio
ì l’Arcipelago, Diana (137) vedendo quella testa senza saperne altro, ebbe voglia di far conoscere ad Apollo (96) che ne la
ono a dar la caccia a quella belva tremenda. Meleagro, duce di tutti, ebbe la gloria d’uccidere il mostro ; e siccome Atalan
e sorella di Pelope (511), sposò Anfione (481) re di Tebe, dal quale ebbe quattordici figli, sette maschi e sette femmine.
a Orizia 122 figlia d’Eretteo re d’Atene, la condusse in Tracia, e ne ebbe due figli, Calai e Zete, i quali fecero il viaggi
a favore delle donne ; ma Giunone, che era di contrario parere, se l’ ebbe a male, e lo acciecò. Giove per consolarlo fecelo
mirvi sopra, e aspettare in sogno la risposta del Nume. 664. Calcante ebbe in dono da Apollo (96) la cognizion del presente,
Quando Creso, prima di combattere Ciro, consultò la Sacerdotessa, n’ ebbe questa risposta : Creso, passando l’ Alcice, rove
macchie, onde presentandosi il condottiero al dispensatore de’ premj, ebbe in dono un elmo ed un usbergo d’acciajo, ornato d
e piuttosto essere la ninfa Io condotta in cielo da Giove, dopo che l’ ebbe cangiata in giovenca (89). 679. I Gemelli, che eb
el Monti.) 692. Patroclo, benchè morto in gnerra e fuor della patria, ebbe nel campo tutti gli onori funebri, ed inclusive i
remo e la sonora tuba Al monte appese, che d’Aerio il nome Fino allor ebbe , ed or da lui nomato Miseno è detto, e si dirà ma
(63) e da Niobe(629), e, secondo alcuni, da Inaco re d’Argo (89) ; ed ebbe per sorella e compagna Iside, divinità egiziana,
upremo Pasciacamac o anima del mondo. Da lui, essi dicono, l’universo ebbe vita, da lui si conserva. Ma come ei non l’hanno
e di senun. Fu capo di un’illustre famiglia detta degli Eumolpidi che ebbe la gloria di tenere il sommo-sacerdozio d’Eleosi
ffo, abbaudooata da Faone, si gettò dalla cima del fatale scoglio, ed ebbe il modo di dimenticar devvero l’ingrato, percho p
3 (1874) Ristretto analitico del dizionario della favola. Volume I pp. -332
credenze religiose degli antichi. In origine la parola latina Fabula, ebbe un amplo significato, come quella che dinotava la
o, le proprie attribuzioni. Nettuno era il Dio del mare ; Plutone si ebbe il governo dei regni della morte ; Cibete fu dea
elle Najadi, che Bucolione, primogenito di Laumedonte sposò, e da cui ebbe due figli Esepo, e Pevaso. Che al buon Bucolïone
ellio ; forse perchè vi è una specie di lucertola detta Stellia. Enea ebbe un compagno molto a lui affezionato che chiamavas
ceria, le cui pratiche riuscirono inutili, Laodice ; figlia di Priamo ebbe da Acamao un figlio, che fu allevato, da Ethra av
no. Al momento che ardea più accanita la carneficina, questo principe ebbe la ventura di riconoscere Ethra col figlio suo, e
elli di Phelibeo. 36. Acasis. — Figlia di Minos. Apollo la sposò e ne ebbe due figli. 37. Acasto. — Famoso cacciatore, figli
dette una delle sue figlie in consorte a Pirro. Evandro re d’Italia, ebbe anche uno scudiero per nome Acete. 45. Achaja. — 
ma ne fu nuovamente vinto ; in seguito sotto le forme di toro, ma non ebbe più felice la sorte, poichè, Ercole afferratolo p
conoscere a Deidamia, figlia di Licomede. La sposò segretamente e ne ebbe un figlio per nome Pirro. Quando i Greci risolvet
cangiò in anemone. Adone dopo la morte fu deificato, ed il suo culto ebbe cominciamento nella Fenicia, ov’egli regnò dopo l
o in onore di Bacco e di Cerere. 129. Aeta. — Re della Colchide. Egli ebbe una figliuola a nome Calciope, che dette in mogli
ini — Polissena, Tragedia Atto II. Durante l’assedio di Troja, egli ebbe una forte contesa con Achille, a causa d’una schi
le di Cadmo e di Armenia. Ancor giovanetta sposò certo Echione da cui ebbe un bambino che fu chiamato Penteo. La favola racc
re il mondo. Giove innamorato di questa pietra la cangiò in donna e n’ ebbe un figlio che fu detto Agdelfo. 170. Agelao. Vedi
uno e di Livia. Egli sposò Telephassa detta anche Agriope dalla quale ebbe Europa, Cadmo, Fenicio e Cilicio. Giove avendo ra
nerva. Una delle Grazie avea anche questo nome ; Erectheo re di Atene ebbe una figlia pure così chiamata, la quale Mercurio
ti da quelli scrittori che godono più credito. Oileo, re dei Locresi, ebbe un figlio a nome Ajace. Fu uno dei principi Greci
splendid’armi frettoloso intanto Aiace si vestiva : e poichè tutte L’ ebbe assunte d’intorno alla persona, Concitato avvioss
a fra Ulisse ed Ajace, a causa delle armi del morto eroe. Ulisse però ebbe il di sopra, e Ajace durante la notte, furioso fi
ore di Minerva V. Alea. 261. Aleissiare. — Ebe, dea della giovanezza, ebbe da Ercole una figliuola a cui fu imposto un tal n
289. Alixotoe. — Ninfa che fu madre d’Esaco. Il re Priamo da cui ella ebbe questo figlio l’amò con passione. 290. Allegrezza
ione, la quale avendo prestato orecchio alle seduzioni di Nettuno, ne ebbe un figlio Ippotono. Però il padre della sedotta l
one fu similmente il nome di un figlio di Cinira che sposò Mirra e ne ebbe un figliuolo per nome Adone, famoso per la sua be
e al sommo Giove Tasso. Aminto. Secondo Aristofane quell’amore che ebbe principio col caos fu l’amore benefico, e da ques
lo. — Figlio di un satiro e di una Ninfa, fu amico di Bacco, il quale ebbe anche uno dei sacerdoti del suo culto conosciuto
ebrici. Vi fu anche uno dei più famosi centauri compagno di Enea, che ebbe questo nome ; ed un fratello d’Ippolita, regina d
dai suoi amori con Venere, che si era perdutamente innamorata di lui, ebbe un figliuolo che fu poi il famoso Enea. Avendo os
ione re di Tebe e moglie di Ettore, il più famoso eroe Troiano da cui ebbe un figlio che fu detto Astianatte. Dopo la presa
. Andromeda. — Figlia di Cefeo re d’Etiopia, e di Cassiopea, la quale ebbe la temerità di proclamarsi più bella di Giunone.
città di Padova. È questa peraltro una credenza assai vaga. Antenore ebbe molti figliuoli, fra cui i più noti sono Achiloco
nte a Teseo. Vi fu anche un’altra Anthiope figlia di Nitteo, la quale ebbe da Giove due figli : il padre di lei volle farla
ito, e la dette in custodia a sua moglie Darcea, dalla quale Anthiope ebbe a soffrire ogni peggior trattamento. 467. Anthoro
ietade ? Giocasta infin. già tua sorella, e cara. Dicevi allor : qual ebbe , afflitta madre. Altro conforto al suo dolore Imm
lisse, marito di questa, lo uccise in una festa. L’imperatore Adriano ebbe anche un suo carissimo amico a nome Antinoo, giov
ico a nome Antinoo, giovane di maravigliosa bellezza. L’imperatore lo ebbe così caro che dopo la sua morte lo fece annoverar
ò sull’altare di Diana, ne affisse le corna alle porte del tempio, ed ebbe così tutto l’onore del sacrifizio. 481. Anubi.  —
e del mondo, era consacrato a questo nume come dio delle Arti. Apollo ebbe molte amanti, fra le quali le più ricordate furon
a la costellazione conosciuta sotto il nome di orsa maggiore. Evandro ebbe anche un figlio chiamato Arcade. Con tale denomin
one e sorella di Ebe e di Vulcano. Fu il frutto degli amori che Giove ebbe con la propria moglie Giunone, quando per averne
i Pelopo. Ve ne fu anche un altro seguace ed amico di Ercole che egli ebbe carissimo. 545. Argesio. — Fu il nome di uno dei
russe gran parte del campo degli Eraclidi. Consultato l’oracolo se ne ebbe in risposta esser quella la vendetta di Apollo, i
ξ significa quaglia. Vi fu anche un’altra Asteria da cui Bellerofonte ebbe un figlio. 627. Asterio. — Re di Creta e padre di
e quando egli espugnò la città di Efina in Elide fu da lui amata e ne ebbe un figlio che fu poi noto sotto il nome Tlepolemo
sea. — Moglie di Telefo. Si chiama anche così una donna da cui Ercole ebbe diversi figli. 642. Astipaleo. — Nel gruppo delle
a di Iasio re di Arcadia e di Climene. Atalanta sposò Meleagro da cui ebbe Partenopea. Essa amò con passione la caccia e fu
ncederla che a colui che avesse vinto il premio della corsa. Ippomene ebbe col soccorso di Venere il premio, avendo seguito
rte e Learco. 658. Atamaso. — Figlio di Eulo e padre di Elle che egli ebbe da Nefila sua prima moglie. sposò in seconde nozz
nome che i Greci davano a Minerva. 662. Atenea. — Cecrope re d’ Atene ebbe una figliuola così nomata, la quale essendo profo
to che non volle più vedere alcuno. Perseo si condusse da lui, ma non ebbe miglior trattamento degli altri, del perchè sdegn
ane principe celebre per la sua bellezza. Ella lo rapì, lo sposò e ne ebbe un figlio chiamato Mennone. La passione di Aurora
er inavvertenza. Allora Aurora lo condusse in Siria ove lo sposò e ne ebbe un figlio. Ben presto però disgustata di lui lo a
nella città di Biblo. Era ritenuta come moglie di Saturno da cui non ebbe che delle figliuole È la luna, ossia la Diana dei
Tutta la città si estendeva per un circuito di sessanta miglia, ed ebbe cento porte. Ciro, re dei Persiani, la distrusse
Giove da sè spiccolla, e ne die cura Ad Ino, una sua zia, che cura n’ ebbe , La qual, sebben di Gluno avea paura. Non mancò a
asciato nelle religioni tuttavia persistenti. BACCO nativo d’ Egitto ebbe a madre Semele, e seguendo la tradizione favolosa
to su di una montagna chiamata Nisa. MOSÈ nativo anch’egli d’ Egitto, ebbe similmente due madri, una che lo partori l’altra
a. 738. Balana. — Figlia di una ninfa Amadriade e di Ossilo, il quale ebbe otto figliuole femmine. 739. Bali. — Cotitto, dea
posò Iperione, suo fratello, che essa avea più caro degli altri, e ne ebbe due figli, un maschio ed una femmina. Ma gli altr
dalla pietra misteriosa di Giacobbe sulla quale mentre egli riposava, ebbe una visione. È questo il famoso altare di Betel d
he appena divenuto adulto rapì Oritia, figlia di Oricteo, dalla quale ebbe due figli Calaide e Zeto. Subito scuote l’ali, e
ce innalzare in onore di un giovanetto per nome Branco, che quel nume ebbe estremamente caro durante la vita : i sacerdoti d
te l’assedio di Troia, Achille avendo espugnata la città di Litnessa, ebbe da Agamennone fra le altre prede del bottino di g
mmino. Per lo furar frodolente ch’ei fece Del grande armento, ch’egli ebbe vicino : Onde cessar le sue opere biece Sotto la
consultò l’oracolo di Delfo, dal quale, invece dell’attesa risposta, ebbe l’ordine di fabbricare una città nel luogo ove un
consultato l’oracolo, per interrogarlo sulla sorte dei suoi figli, ne ebbe in risposta che erano loro riserbate le più grand
mata la bacchetta che Apollo fece presente Mercurio quando questi gli ebbe donata la sua lira. Un giorno Mercurio trovò sul
te, re della Colchide : fu sorella di Medea e moglie di Frisso da cui ebbe molti figliuoli. Il padre di lei, per impadronirs
on la figliuola, Ercole l’uccise, e poscia fuggì con Calciope, da cui ebbe un figliuolo per nome Tessalo, che poi dette il s
di Diana. Giove, avendo presso per ingannarla la figura di Diana, ne ebbe un figlio per nome Arcaso, al quale, Calisto dett
un Dio marino, che la Favola non determina se fosse Nettuno o altro, ebbe molti figliuoli, fra cui Ifimedia, madre dei famo
precedente. Canacea sposò segretamente Macabro, suo fratello, da cui ebbe un bambino, il quale coi suoi vagiti palesò appen
nosciuta più comunemente sotto il nome di Canenza, al dire di Ovidio, ebbe questo nome dalla incomparabile bellezza della su
so di acqua, la quale uscì con violenza non appena l’azione del fuoco ebbe liquefatta la cera. Vi fu anche una città dell’Eg
sendo stato gettato da una violenta tempesta sulle coste dell’Egitto, ebbe ben presto il dolore di perdere il suo fido pilot
dire a Virgilio : …… Quel fu un dei sette regi, Ch’assiser Tebe, ed ebbe , e par ch’egli abbia Dio in disdegno, e poco par
armenta. V. l’articolo precedente. La istituzione di queste cerimonie ebbe la sua origine dalla riconciliazione delle dame r
esse voluto darle la conoscenza dell’ avvenire ; ma allorchè il Dio l’ ebbe sodisfatta, essa non volle più tenere la sua paro
— Moglie di Cefeo, re di Etiopia, e madre di Andromeda. Questa regina ebbe la vanità di credersi, con sua figlia, più bella
a consultò l’oracolo per sapere come placare lo sdegno dei numi, e ne ebbe in risposta che il mostro sarebbe sparito, allorc
Sparta, perchè la loro madre Leda, era moglie di quel monarca, quando ebbe da Giove questi due figliuoli. Appena essi furono
tenuta la vista di un cavallo come un presagio di guerra. Enea appena ebbe posto il piede in Italia con suo padre Anchise, r
ceva nel sonno, e introdussero in Troja tutta l’armata Greca : e così ebbe fine con la distruzione totale della città e dell
i presentò sotto un travestimento che lo rendeva irriconoscibile ; ed ebbe il dolore di vedere che essa condiscendeva all’in
osse stata tuffata dalla nutrice la piccola Latona, appena la madre l’ ebbe partorita. 1048. Ceneo. — Soprannome di Giove a c
o con l’istesso supplizio ch’egli infliggeva ai viaggiatori. Cercione ebbe una figlia per nome Alope la quale Nettuno rese m
sò a seguirla sulla terra. Vedendo che non poteva persuaderla, Cerere ebbe ricorso a Giove, il quale si compromise di fargli
Desolò per lungo tempo le contrade della Licia, finchè Bellerofonte l’ ebbe esterminato. (V. Bellorofonte). Era il mostro d’
aneamente da Apollo e da Mercurio e corrispose ad entrambi. Dal primo ebbe Filammone, celebre suonatore di liuto ; dal secon
deludere la gelosa vigilanza di sua moglie Rea ; ed è perciò ch’egli ebbe da Filira un figlio che, secondo la tradizione mi
’egli ebbe da Filira un figlio che, secondo la tradizione mitologica, ebbe il corpo metà di uomo e metà di cavallo ed a cui
i amare da Leda si trasformò in uno di questi animali. V. Leda. Cigno ebbe anche nome un figliuolo di Marte, che combattè co
eva un famoso tempio. 1111. Cillo. — Cocchiere di Pelopo, il quale lo ebbe così caro, che dopo la morte di lui, fond ò una c
rcurio rubò a Venere la sua cintura, e da quel giorno il suo discorso ebbe gli ornamenti, le grazie più attraenti. — V. Cest
uovo matrimonio per ricondurre a se Giunone. Il consiglio di Citerone ebbe il suo pieno effetto. 1154. Citeronia. — Soprauno
— Ninfa, figlia dell’Oceano e di Teti. Apollo l’amò con passione e ne ebbe va rii figli. Climene era anche il nome della con
ei fratelli del re Priamo, e figlio di Laomedone. 1190. Clito. — Così ebbe nome uno dei più rinomati centauri. 1191. Clizia.
e ; ma non potendo interamente porre in oblio l’amata donna, quando l’ ebbe uccisa, tirò dal grembo di lei un fanciullo e l’a
vendo consultato l’oracolo per conoscere i destini della sua vita, ne ebbe in risposta che sarebbe stato ucciso da suo figli
oro. — Figlio di Nettuno e di Medusa. Egli sposò Calliroe dalla quale ebbe Gerione. V. Calliroe. 1297. Criforo o Crisore. — 
Si riteneva come l’inventore dell’amo per pescare. Dopo la sua morte ebbe gli onori divini. 1298. Crinifo. — Principe Troja
e combattè contro Acheolo per la ninfa Egesta, che poi sposò e da cui ebbe un figlio per nome Aceste. 1399. Criniso. — Sacer
 Contrada posta nelle circostanze di Corinto, celebre per i danni che ebbe a soffrire da un mostro che poi dette la vita, se
suo padre consultato l’oracolo, per conoscere il proprio destino, ne ebbe in risposta ch’egli sarebbe ucciso dal figlio di
on affetto paterno Perseo, di cui ella era rimasta incinta. L’oracolo ebbe poi il suo pieno conseguimento. V. Perseo. 1356.
figlia di Daulia. 1369. Daunio. — Figlio di Pilumnio e di Danae. Egli ebbe un figlio al quale impose il suo stesso nome, e c
io al quale impose il suo stesso nome, e che poi sposò Venilia da cui ebbe Turno. 1370. Daunio-Eroe. — Denominazione data a
o comunicato dall’argento vivo ch’egli vi poneva internamente. Dedalo ebbe un nipote artefice, quanto lui abile e fors’anche
atosi di Deidamia, la rese madre di Pirro, il quale, divenuto adulto, ebbe una figlia a cui impose il nome di Deidamia, in m
Meganira. 1386. Delone. — Una delle mogli di Apollo, dalla quale egli ebbe Mileto. Deione era anche il nome di un fratello d
a possedere l’oracolo famoso : poscia Tomi, figliuola della Terra, lo ebbe in costodia fino ai tempi del diluvio di Deucalio
Diana, che le veniva dall’isola di Delo, ove essa, secondo la favola, ebbe i natali. 1399. Deliade. — Così avea nome il vasc
i Ateniesi, che si recavano ogni anno a Delo. 1401. Delicoone. — Così ebbe nome uno dei figliuoli di Ercole. 1402. Delle. — 
ferito Marte e Venere. Dopo la caduta di Troja, ritornato in patria, ebbe tanto orrore degli eccessi lussuriosi di sua mogl
rese celebre per le sue crudeltà, e per la nessuna reverenza che egli ebbe verso gli dei. Egli demoli il tempio di Proserpin
n onore di Giove, di cui ella era stata in Tebe sacerdotessa ; da ciò ebbe origine l’oracolo di Dodona, che poi fu famoso pe
figlia dell’ Oceano e di Teti. Essa sposò suo fratello Nereo, da cui ebbe cinquanta figlie, che dal nome del padre furono d
nsacrata, irritato contro Driope, la cangiò in albero. La disgraziata ebbe appena il tempo di porre nelle braccia di sua sor
a questo connubio nacque Ecate. Teocrito lo Scoliaste, dice che Giove ebbe dai suoi amori con Cerere una figliuola che fu de
i Sciti. La cronaca favolosa narra che Ercole la tolse in moglie e ne ebbe diversi figliuoli. 1542. Echinadi. — Nome di alcu
orinto, credendo di lasciare così la sua patria. Giunto nella Focide, ebbe querela con uno sconosciuto e lo uccise. Quello i
onnubio nacquero i due fratelli Eteocle e Polinice, ed una figlia che ebbe nome Antigone. Gli dei, irritati dall’orribile in
5. Efestione. — Amico e confidente di Alessandro, il Macedone, che lo ebbe estremamente caro, e tanto che dopo la morte di q
i Egineti si gettarono sull’Attica, e da questo tentato colpo di mano ebbe principio l’odio inestinguibile che divise poi se
, la madre di Egipio ; il quale per tal modo non sospettando di nulla ebbe commercio colla propria madre, che, immersa nelle
blandendo. Omero — Odissea Lib. III. trad. di I. Pindemonte. Tutti ebbe i suoi desir l’iniquo Egisto : Agammennone a trad
Gergones, Efestina, Tiria, Caliante, Arabia e Fusina ; ed altre — ed ebbe cinquanta figli, i quali tolsero in moglie le cin
ove ed a Minerva per la prosperità della repubblica. 1606 Ejona. Cosi ebbe nome una delle cinquanta Enereidi. 1607 Ejoneo.Fu
tti questi figli, ed Elena stessa, fossero nati dagli amori che Giove ebbe con Leda — V. Castore e Polluce. Tindaro Re d’Eb
e e Polluce. Tindaro Re d’Ebalia fu consorte Di Leda, la qual Testio ebbe per padre : Giove in forma di cigno oprò di sorte
a delle figlie di Atlante e di Plejone, la quale sposò Corito, da cui ebbe un figliuolo per nome Iasio. Giove, invaghitosi d
d altri — V. Anaxo — Da una schiava della Frigia per nome Medea, egli ebbe anche un altro figliuolo detto Licimnio. Ritornan
opo la guerra egli sarebbe ritornato in Roma. Per tutta risposta egli ebbe dall’oracolo una vite fatta in pezzi. Macrobio, n
e stanca delle crudeli persecuzioni che la matrigna le faceva patire, ebbe il coraggio di mettersi in mare a cavallo del fam
sua madre lo aveva affidato. Ricondotto a Dardano nella casa paterna, ebbe a maestro il centauro Chirone, il quale sviluppò
un particolare duello col più prode guerriero Greco, con Achille ; ed ebbe uno scontro non meno pericoloso con Diomede, nel
bbe uno scontro non meno pericoloso con Diomede, nel quale però Enea, ebbe seco stesso a felicitarsi d’esser figliuolo d’una
mandate da Menelao e da Antiloco. Nelle successive battaglie, Enea si ebbe il comando della quarta colonna di attacco insiem
e dimorò breve tempo, gittò finalmente l’àncora sul lido Campano, ove ebbe il dolore di perdere la sua tida nutrice Cajeta e
o dedicato ad Apollo, ove dalla bocca della celebre Sibilla Cumana, s’ ebbe la rivelazione delle differenti vicende che ancor
tà di Eneo, nella Tracia, Enea veniva adorato siccome un dio. Enea si ebbe fama, non solo di prode e valoroso guerriero, ma
sto dopo averlo reso padre di Meleagro e di Dejanira. Unito a Peribea ebbe da questa Tideo che fu poi padre del famoso Diome
Chios, della quale fu proclamato re. Tolta in moglie la ninfa Elise, ebbe da questa una figlia che chiamò Merope. Questa gi
ia, delle quali essi si servivano come di letto. 1697. Enotro. — Così ebbe nome il più giovane dei figliuoli di Licaone, re
Edipo, la quale, al dire di Omero si appiccò per disperazione appena ebbe conoscenza dell’incesto da lei commesso. V. Edipo
picasta che fu figliuola di Egeo, ed una delle mogli di Ercole da cui ebbe un figliuolo chiamato Tessalo. 1719. Epicaste. — 
cantava ai funerali. 1739. Epione. — Moglie di Esculapio da cui egli ebbe varii figliuoli. Fra gli uomini i più celebri di
a il simulacro di queste divinità. 1750. Epopeo. — Dalla ninfa Canace ebbe Nettuno un figlio che chiamò con questo nome. Div
one e Zeto ; e fabbricò inoltre un tempio a Minerva per la quale egli ebbe in tutta la sua vita una particolare divozione. L
radizione favolosa dice che la dea, in attestato dell’affetto con che ebbe caro Epopeo, fece quand’egli morì, scaturire dal
e avuto la vittoria nella guerra contro i Celtiberi. In questa guerra ebbe Quinto Fulvio il comando delle cavalleria, e per
essi si erano ricoverati, intorno ad un altare di Giove, Euristeo non ebbe ritegno di attaccarli coi suoi seguaci. Ma gli At
e il latte cadendo formò la costellazione detta Via Lattea. Ercole si ebbe molti maestri, fra cui il primo fu Anfitrione il
premio promesso, e allora fu che Ercole, resosi nella città di Oleno, ebbe a combattere contro il Centauro Euritione che vol
Lidia. Da una schiava di Onfale a nome Cleoasia, e da Onfale stessa, ebbe Ercole un figlio che fu detto secondo taluni Lami
ndosi dell’isola, e uccidendo Euripilo re di quella, della cui figlia ebbe Tessalo. Nel combattimento Ercole fu gravemente f
inità. La sua prima impresa, dopo di ciò, fu la presa di Pilo, in cui ebbe a combattere Periclimene, Neleo ed i suoi figli i
contro Lacedemone per vendicarsi di suo figlio Ippocoone, e in ciò si ebbe a compagno Cefeo ed i venti figli di lui, che tut
i, contro i Tesprodi ; avendo presa Efira di cui era re Fileo, Ercole ebbe dalla figlia di questo principe a nome Antigone,
i Trachina presso Ceixo. Fu nell’andare in questa città, che Dejanira ebbe a sopportare l’oltraggio del centauro Nesso, il q
tà e si riconciliò con Giunone, la quale lo unì ad Ebe, da cui Ercole ebbe due sigli Alesiareo e Aniceto. Un’antichissima tr
lo della forza. Seguendo la opinione di Dionigi d’Alicarnasso, Ercole ebbe tempî ed altari in tutte le parti di Italia. Da c
consoli di Roma. 1767. Ereso. — Una delle città dell’isola di Lesbo, ebbe questo nome da un figliuolo di Macario che così s
ino nell’Arcadia e fino in Roma, ove, presso la porta Collina, Venere ebbe diversi tempii a lei consacrati sotto una tale de
786. Erisittone. — Così avea nome uno degli avi materni di Utisse che ebbe fama di audacissimo ed empio disprezzatore degli
rezzatore degli dei. La cronaca mitologica narra di lui che un giorno ebbe la temerità di fare oltraggio a Cerere rompendo a
Vulcano per vendicarsi della infedeltà di Venere, allorchè questa dea ebbe dai suoi amori con Marte, Ermione, avesse fatto p
Ermione fatta sposa di Pirro, ripianse sempre il perduto amante e non ebbe pel marito che odio e disprezzo. Mentre Euripide
urata dal veleno dell’invidia e della gelosia. Erse dopo la sua morte ebbe in Atene un tempio ove le venivano tribulati gli
omolo, colpito dalla bellezza di lei, la prescelse come sua sposa e n’ ebbe un figlio che poi fu chiamato Aollio, ed una figl
na certa pianta con la quale richiamava in vita i cadaveri. Esculapio ebbe una moglie per nome Epione (che significa calmant
Esperide, fu tolta in moglie dal proprio zio paterno Atlante, da cui ebbe sette figliuole conosciute sotto il nome di Atlan
ell’oro, dell’argento, del rame, e del ferro. La prima di queste età, ebbe cominciamento subito dopo la formazione dell’uomo
perversi. Finalmente nell’età di ferro, la malvagità dei mortali non ebbe più limite, e la terra ricoperta dalle tenebre de
i Edipo e di Giocasta e fratello di Polinice. Quando il loro genitore ebbe abdicato il trono di Tebe, Eteocle convenne col f
ercito, dando così principio alla memorabile guerra di Tebe, la quale ebbe termine col duello dei due fratelli, che restaron
dizione era riguardata come malaugurata e funesta. 1857. Etolo — Così ebbe nome il terzo figlio che Endimione ebbe dalla nin
e funesta. 1857. Etolo — Così ebbe nome il terzo figlio che Endimione ebbe dalla ninfa Naide. Divenuto adulto, Etolo si riti
principale era lo studio delle scienze naturali. 1864. Eubea. — Così ebbe nome una delle amanti di Mercurio, che ebbe da le
rali. 1864. Eubea. — Così ebbe nome una delle amanti di Mercurio, che ebbe da lei un figliuolo chiamato Polibio. La favola f
degli Argonauti e propriamente quello che alla morte del pilota Tifi ebbe l’incarico di timoniere. La tradizione ce lo pres
asone in un suo viaggio all’isola di Lemnos, s’innamorò d’Isifile e n’ ebbe un figliuolo che fu questo Euneo. Secondo la trad
nici concenti ; la celeste melodia ch’egli traeva dalle corde divine, ebbe l’arcano potere di commuovere gli inesorabili dei
’ amor suo. Euridice fu anche il nome di una figliuola, che Endimione ebbe dalla ninfa Asterodia. 1901. Eurimedonte. — La fa
Giove lo aveva amato, e questa fu la vera ragione dell’odio che Giove ebbe poi tanto con Eurimedonte quanto col figliuolo di
ziente di vedere ciò che contenesse la cassa, la ruppe, ma non appena ebbe guardata la statua, fu colpito di follia e divenn
e di andare a Delfo, onde consultare l’oracolo di Apollo ; ed infatti ebbe da questo risposta ch’egli avesse dovuto seguitar
zzato un giorno lo perseguitò continuamente. Ciò non ostante Euristeo ebbe sempre gran timore di Ercole, e tanto, che non gl
lidi. — La tradizione ripete, che durante la vita di Ercole, Euristeo ebbe tanta paura di lui che non osava presentarsi mai
di questi, che si compirono i primi amori di Giove con Europa. Giove ebbe da Europa tre figliuoli Minosse, Sarpedone e Rada
usto lieto presagio per la vittoria, ed è scritto che riportata che l’ ebbe , fece fabbricare nel luogo stesso ove accampò il
tro dei Fabiani. 1926. Fabio. — Uno dei figliuoli di Ercole, che egli ebbe da una figlia del re Evandro, per nome Vinduna. A
o nuovamente l’oracolo sul modo di placare l’oltraggiata divinità, si ebbe in risposta che dovevano ricevere Bacco nella lor
izi a questa divinità durante le feste romane. 1947. Faside. — Apollo ebbe da una delle ninfe oceanidi, chiamata Ociroe, un
enava una pecora. 1959. Fauni — Dei campestri, figliuoli di Fauno che ebbe per padre Pico. Ovidio li chiama Fauni bicornes,
o Romolo e Remo, i celeberrimi fondatori di Roma, ond’è che Faustolo, ebbe dopo la morte, una statua nel tempio stesso in cu
rsi in Trezene, condusse seco la novella sposa, la quale restò appena ebbe visto Ippolito, ammaliata dalla non comune bellez
uoco che la divorava, decise di darsi la morte. ……… Poi che ferita M’ ebbe amor, divisai com’io potessi Soffrir meglio un ta
lito respinto con orrore le infami proposte, Fedra cieca di passione, ebbe ricorso ad un infame rimedio onde salvare in facc
invitto guerriero, lo seguitò in tutti i pericoli delle battaglie, ma ebbe ben presto a soffrire l’ineffabile dolore di vede
Fenice, in traccia di lei. Ma non avendola essi rinvenuta, Fenice non ebbe il coraggio di affrontare la collera di suo padre
Tritterie, Triopie, Tirbee. 1995. Fetonte. — Al dire di Esiodo, così ebbe nome un figliuolo di Cefalo e dell’Aurora il qual
ro conducendo egli stesso i bianchi destrieri del Sole. Ma ben presto ebbe a pentirsi della sua audacia, imperocchè i cavall
allattati da una capra, la quale essendo per ciò ritenuta come sacra, ebbe una statua nel tempio di Delfo. 2006. Filaco. — U
ella disgraziata Fillide, morta per amore. 2013. Fillo. — Alcimedonte ebbe una figliuola così chiamata, la quale fu da Ercol
r punire la figlia dell’onta ch’ella riversava su questa, appena ella ebbe partorito, l’avesse fatta insieme al neonato espo
a. 2014. Fillodamea. — Una delle figlie di Danao. Mercurio l’amò e ne ebbe un figliuolo chiamato Faride. Divenuto adulto fon
ato l’infame delitto, Tereo fece ritorno presso la moglie, alla quale ebbe il coraggio di presentarsi, ed a cui affettando i
ro error monda e innocente. Il nido tornò a far nel regio tetto E non ebbe vergogna della gente : Nel sangue del figliuol an
la rese madre di due gemelli. Al dire di Plutarco quando Filonome li ebbe partoriti, temendo lo sdegno del padre suo, ebbe
o quando Filonome li ebbe partoriti, temendo lo sdegno del padre suo, ebbe il coraggio di gettarli nel fiume Erimanto, pensa
arte e di una giovanetta per nome Crisa figliuola di Almo. Flegia non ebbe che una sola figlia chiamata Coronide la quale fu
ortuna. — Tra le divinità del paganesimo, la Fortuna fu quella che si ebbe il culto più esteso e generalizzato, e il più gra
il culto della Fortuna divenne generale in tutta Roma, ove essa sola ebbe più templi, altari, statue, sacrifizi ed offerte,
rda fame Spense, che il mondo avria tutto ingoiato ; Ed ucciso che l’ ebbe , si disperse. E come prima in terra si converse.
e Furie mandate da Giunone per vendicare Atamante ; nonchè quello che ebbe a soffrire Ifide per la Furia suscitatale contro
ibro IV trad. di G. B. Bianchi. La istituzione di codesti sacerdoti, ebbe da principio vita nella Frigia ; ma poi, coll’ an
fatto dette principio ad una lunga guerra fra i due sovrani, la quale ebbe fine quando Troja cadde dopo il famoso assedio. G
della sua stupenda bellezza il dio Apollo, il quale la sorprese, e ne ebbe un figlio, che fece nudrire ed educare in Delfo —
vergini costei Andò famosa per beltade egregia. E dal Dittéo Teleste ebbe i natali. Ovidio — Metamorf. — Libro IX Favola X
apeto tolta in moglie la bella Climene, figliuola dell’Oceano, da cui ebbe quattro figliuoli : Prometeo, Menezio, Epimeteo e
a delle ninfe Atlantidi. È detto che Giasione sposasse Cibele, da cui ebbe un figliuolo per nome Coribante. Siccome Giasione
no asserisce invece, che Giasione sposò legittimamente Cerere, da cui ebbe un figliuolo che fu Plutone dio delle ricchezze ;
argere per tutta la Grecia la nuova della prossima sua spedizione, ed ebbe la gioia di vedere che il fiore della nobiltà e d
nelle cronache, sotto il nome di spedizione degli Argonauti, la quale ebbe per scopo di andar nella Colchide, onde rapire ad
ret. Secondo il citato scrittore, durante il regno di Saturno, questi ebbe da Anobret un figliuolo al quale pose il nome di
dire del sudetto scrittore, questa superstiziosa credenza dei romani ebbe origine dal fatto seguente. Nell’anno di Roma 363
giunge che egli avesse dato a suo padre Saturno una bevanda, la quale ebbe la potenza miracolosa di fargli recere dapprima l
di Mercurio ; Latona di Apollo e Diana ; dalla propria moglie Giunone ebbe Vulcano, Marte ed altri figliuoli, e da Mnemosina
zione del Giove pagano, ne venne poi che ogni popolo dell’ antichità, ebbe il suo Giove particolare ; così gli Sciti onorava
la morte : VIRGILIO — Eneide — Libro VI. trad. di A. CARO. Radamanto ebbe il giudizio degli Asiatici ; Eaco quello degli Eu
seguitò senza tregua non solo le amanti di Giove, ma i figli che egli ebbe , tanto da altre dee, quanto da donne mortali, il
onseguenza, che la istituzione dei giuochi pubblici, presso i pagani, ebbe per motivo apparente la religione ; ma lo studio
, come Elatreo. Laodamante, il real figlio egregio, Nel pugile severo ebbe la palma. Omero — Odissea — Libro VIII Trad. di
do farne l’esperienza ne masticò all’istante vari fili. Ma non appena ebbe ciò fatto intese uno strano commovimento nelle vi
emplice esortazione bastò a rianimare il coraggio di Glauco, il quale ebbe il premio della lotta. Con l’andare del tempo egl
Asia. L’imperatore Alessandro, trovandosi di passaggio per la Frigia, ebbe vaghezza di vedere il nodo Gordiano, e persuaso c
cronista Arriano aggiunge, a questo proposito, che appena Alessandro ebbe tagliato il nodo ; si ritrasse con tutto il suo s
ndiscese al suo desiderio, e dopo qualche tempo Gordio la sposò, e ne ebbe un figlio che fu chiamato Mida. Intanto con l’and
Amadriade. Fu figliuola di Ossilo, e della ninfa Amadriade, la quale ebbe da lui sette altre figliuole, che insieme a quest
riportato in premio la mano di Penelope. Ulisse riportò il premio ed ebbe infatti in moglie la bellissima giovanetta. Icari
a disertò la loro contrada con una terribile pestilenza, la quale non ebbe fine se non quando furono morti un dopo l’altro,
tologica ripete che Giove vi nascesse e vi fosse allevato. Anche Enea ebbe , secondo la cronaca tradizionale, i suoi natali s
tè felicemente approdare nel porto. Ma ben presto l’incauto guerriero ebbe a pentirsi atrocemente del voto disumano ; impero
endicare sui tebani, la morte della diletta figliuola. V. Evadne. Ifi ebbe pure nome una giovanetta che fu amato da Anassare
giuochi funebri, che Giasone fece celebrare in onore di Pelia. Ificlo ebbe anche nome uno dei guerrieri che presero parte al
come un eroe. Le cronache dell’antichità aggiungono che questo Ificlo ebbe un figliuolo per nome Iolao che fu uno dei più fe
chi avrebbe dovuto possedere la madre e chi la figlia ; e Pancratide ebbe la fortuna d’esser vinta dal re stesso dei Traci
ta di questa che egli si chiamasse Iulio e secondo altri Ascanio. Ilo ebbe anche nome quel quarto re vi Troja edificatore de
oprio nemico e lo uccise di sua mano. Ma con la morte di Euristeo non ebbe fine l’inimicizia fra gli Eraclidi ed i Pelopidi 
i lei. Il giorno seguente venuto a conoscenza dell’incesto commesso n’ ebbe tanto dolore che disperato si gittò nel fiume Mar
e scoprire l’autore del furto. Narra la cronaca che il poeta Sofocle, ebbe in sogno una visione nella quale gli apparve Erco
estituì la tazza, che fu rimessa al suo posto. Da questo fatto Ercole ebbe il soprannome di Indicante. 2280. Indigeto. — Con
funzioni dei sacrificii. 2300. Ippa. — Secondo riferisce Orfeo, così ebbe nome una delle nutrici di Bacco. 2301. Ippia. — D
olito. — Dal nome della madre così fu chiamato il figliuolo che Teseo ebbe dalla famosa regina delle Amazzoni. V. l’articolo
contrada di Eleusi, della quale fu assunto al governo dopo che Teseo ebbe ucciso Cercione. 2320. Ippotono. — Dalle due paro
tori, e trattenne per lungo spazio di tempo Giasone stesso, dal quale ebbe varii figliuoli, non avendo potuto frenare l’impe
tenevano il loro Giove. 2323. Ipsuranio. — Secondo Sanconiatone, così ebbe nome il figlio dei primi giganti, il quale abitò
e del tempo, essendo Osiride morto in seguito delle persecuzioni, che ebbe a soffrire da suo fratello Tifone, Iside ne pians
nando l’Egitto finchè il più grande dei suoi figli, chiamato Oro, non ebbe raggiunta l’eta maggiore. Gli Egiziani, quando Is
0 anni dopo rimesse in pieno vigore dall’ Imperatore Commodo, che non ebbe ritegno di mischiarsi personalmente agl’ invereco
ato dalla divina e risplendente bellezza di Giunone, moglie di Giove, ebbe l’incredibile tracotanza di dichiararle il suo am
upposta dea l’ardenza della passione che lo inebbriava ; e poscia non ebbe ritegno di vantarsi d’aver posseduta la regina de
II trad. di A.Caro. 2368. Jodama. — Madre del famoso Deucalione, che ebbe dai suoi amori con Giove. 2369. Jola. — Detto più
iullo senza che il padre di lei si fosse accorto di nulla ; ma quando ebbe partorito il bambino, non avendo altro mezzo di t
A. Caro. 2377. Josso. — Dejoneo, figlio d’ Eurito, re di Tessaglia, ebbe da una giovanetta per nome Perigona, un figliuolo
egina sua moglie, e d’una sua figliuola, giovanetta di rara bellezza, ebbe a soffrire il crudele dolore di perderle entrambe
Echeone, figliuolo di un cittadino di Corinto per nome Echecrate, ed ebbe da quello un figliuolo che fu chiamato Cipfelo, p
ribuito, secondo la tradizione, al fatto seguente. Allorquando Ercole ebbe vinta Ippolita, regina delle Amazzoni, le tolse l
nnome di Giove, che a lui fu dato dagli Orcomeni, dopo che Frisso gli ebbe sacrificato il montone di Colco. Dopo questo avve
ero nome e che sono ricordate dagl’autori come le più famose. Laodice ebbe nome una figlia di Agamennone e di Clitennestra,
itenuto come infrangibile. 2437. Lapiti. — Da un figliuolo che Apollo ebbe dai suoi amori con una giovanetta chiamata Stobia
hità per la sanguinosa guerra che sostennero contro i Centauri, e che ebbe principio per una dissensione surta fra di loro,
mavano anche genii, spettri e lemuri — V. Lemuri. 2445. Lasio. — Così ebbe nome uno dei più famosi principi della Grecia. Eg
i Latona potè in pace sgravarsi. Però appena la divina prole di Giove ebbe veduta la luce del giorno, Giunone spinta sempre
ad onta dell’odio instancabile di Giunone. A ssunta fra le immortali, ebbe ben presto altari e templi, e tra questi, il più
ue immense ricchezze godeva del primato su tutti i suoi concittadini, ebbe la temerità di volere a forza penetrare nell’antr
o infatti Enea, coi suoi trojani, approdò sulle spiagge del Lazio, ed ebbe a sostenere, contro Turno re dei Rutuli, una lung
e di Giove Laziale. La origine di questa solenne cerimonia dei romani ebbe principio dal fatto seguente. La cronaca tradizio
un giorno solo : poi al tempo dei primi consoli, la cerimonia Laziar ebbe due giorni di durata : quando il popolo romano ri
itennestra. Tindaro Re d’ Ebalia fu consorte Di Leda, la qual Testio ebbe per padre ; Giove in forma di Cigno oprò di sorte
latrar ti sembra. Così pìacque ad un nume (se del fatto Qualche nume ebbe cura) che le belve Restassero ambedue nel corso i
due stranieri, chiamò a sè il marito Antifate, il quale non appena li ebbe raggiunti se ne mangiò uno, e chiamando i suoi Le
Tito livio — Storia Romana — Libro V. Da principio il Lettisternio ebbe la durata di otto giorni, e l’ordinamento di tutt
incea tutte La madre, dalla figlia era si vinta. Le Achemenie cittadi ebbe in governo Orcamo il padre : settimo costui Dalla
ibitina. 2509. Lica. — Giovanetto compagno ed amico di Ercole, che lo ebbe carissimo, e che non ostante lo fece morire, infr
morire, infrangendone il corpo delicato contro uno scoglio, allorchè ebbe rivestita la tunica intrisa del sangue del centau
ntro le Amazzoni, per comando di Euristeo. V. Ercole : Quando l’ eroe ebbe distrutte le femmine guerriere, donò a Lico, in p
Licurgo. — Figlio di Driante, re della Tracia. Al dire dl Omero, egli ebbe corta vita perchè osò far guerra agli dei. Second
loso della preferenza che la dea Cerere avea data a Trittolemo, Linco ebbe sempre nell’ animo perverso il pensiero della ven
o avesse cangiato in quell’ animale, noto sotto il nome di lince. N’ ebbe il barbaro invidia ; e sè medesmo Bramando largit
quale cominciava sempre con un sacrifizio alle muse. Lino similmente ebbe nome quel figliuolo di Apollo e della musa Tersic
Luna. Da ciò è che si dette vita agli amori che la Luna, ossia Diana, ebbe col bellissimo Endimione. V. Diana e Endimione. T
rdino sacerdotale, fu una delle tante ragioni dell’odio che il popolo ebbe ben presto contro quell’imperatore. 2573. Lustral
V, traduzione di Vincenzo Monli. Poichè raggiunta per la folta ei l’ ebbe Abbassò l’asta il fiero, e coll’acuto Ferro l’ass
4 (1831) Mitologia ad uso della gioventù pp. -
ticchiate. Dopo questa vittoria Giove più non pensò che agli amori ed ebbe un infinito numero di concubine. Meti dalla quale
ro per penetrare nella torre di bronzo ove era rinchiusa Danae da cui ebbe Perseo ; sotto le forme di cigno sedusse Leda che
uelle di toro rapì Europa figlia di Agenore, la condussé in Creta e n’ ebbe Minosse e Radamanto ; trasformato in Satiro sorpr
dizione che la sposasse. Questa Dea superba e vendicativa sposato ch’ ebbe il fratello ne divenne furiosamente gelosa e non
messi. Viaggiando con Bacco insegnò ovunque l’agricoltura. Da Giasone ebbe Pluto dio delle ric-chezze, e da Giove Proserpina
tone, Cerere ricorse a Giove per ottenere che le fosse restituita, ed ebbe da lui promessa di riaverla quando però non avess
me degli Dei. Venere odiò il marito per la soverchia sua deformità ed ebbe un numero infinito d’amanti. De’ suoi amori con M
ed ebbe un numero infinito d’amanti. De’ suoi amori con Marte da cui ebbe Cupido se n’è già parlato. Da Anchise principe tr
te da cui ebbe Cupido se n’è già parlato. Da Anchise principe troiano ebbe Enea cui fece dono di una armatura fabbricata da
ta fu convertita in colomba da Cupido, poichè in una sfida che questi ebbe con Venere a chi sapeva coglier più fiori, Perist
si. Sapeva la musica perfettamente. Fu molto amato da Venere e da lei ebbe Ermafrodito. Pretendesi che abbia inventata la li
nascere fu nascostamente consegnato ad Ino, sorella di Semele, che n’ ebbe cura coll’aiuto delle Iadi, delle Ore e delle Nin
e che in oro si convertisse tutto quello che da lui fosse toccato. Ma ebbe ben tosto a pentirsi della sua dimanda, e mutando
e Pattolo, che quindi acquistò la virtù di volgere arene d’oro. Bacco ebbe molti figli da Arianna, tra i quali si conta Cera
chio Sileno aio di lui, che lo seguiva seduto sopra d’un asino. Bacco ebbe moltissimi nomi. In Egitto fu onorato sotto il no
regalò un vaso in cui racchiudevansi tutti i mali. Dicesi che Pandora ebbe ordine da Giove di presentarlo a Prometeo contro
one figlio di Saturno e di Reà, salvato come gli altri suoi fratelli, ebbe in parte l’impero dell’inferno nella divisione ch
morissero tutti i viventi per popolarne il suo regno. Questo Dio non ebbe posterità. La divinità e la potenza di Plutone no
tre l’Oceano cogli altri nove girava sopra la terra. Unita a Pallante ebbe per figli Zelo, Vittoria, Vigore e Forza. Allorch
aore e di Calliroe. Benchè gli Dei la tenessero chiusa in una caverna ebbe nondimeno da Tifone, Orco, Cerbero, l’Idra di Ler
lla Terra, Dea delle Tenebre che sposò l’Erebo fiume d’Averno, da cui ebbe molti figli e che rappresentavasi per lo più in v
a falce in mano. Il Sonno figlio dell’Erebo e della Notte, dicono che ebbe il suo palazzo in luogo deserto e sconosciuto, ov
senza trovare asilo. Abbandonato da tutti si rivolse a Giove il quale ebbe pietà de’ suoi rimorsi e per consolarlo della tri
i Dei più assai che tutti gli altri giganti insieme. Poichè Giove gli ebbe sconfitti precipitolli nel Tartaro ; avvi chi pre
le tre Parche, il serpente Pitone ed il Cielo stesso e la Terra. Pane ebbe molte concubine che sedusse sotto diverse figure.
o un altro Amore il quale fu chiamato Antero. Appena che questo Amore ebbe veduta la luce, suo fratello sentì aumentar le su
era fanciullo, andasse in cerca di lui per mare e per terra finchè l’ ebbe trovato. Vuolsi che fosse in questa circostanza c
ni amorose. Mercurio invaghito della sua grande bellezza la sposò e n’ ebbe due figli chiamati Lari. Gli si facevano dei sacr
o caduta in presenza di tutti gli Dei in un modo poco decente, ella n’ ebbe tanta vergogna, che non volle più lasciarsi veder
di attaccare i cavalli al di lei carro. Ercole la sposò in cielo e n’ ebbe un figlio ed una figlia. In questa unione si vuol
o di Laomedonte ; essa lo rapì, lo allevò e ne divonne moglie, da cui ebbe due figli, Memnone e Ematione. Fu tanto il dolore
cri mentre era a caccia, Aurora lo condusse in Siria ove lo aposò e n’ ebbe Fetonte ; disgustata anebe di esso, rapì Orione e
Fetonte Fetonte era figlio del Sole e di Climene. In una gara che ebbe con Epafo figlio di Giove e di Io, il quale dices
pplicato molto all’astronomia, aveva predetto quel calore immenso che ebbe luogo ai suoi tempi e che desolò il suo regno.
quel rinomato pomo d’ oro che fu di tanti mali funesta sorgente. Teti ebbe parecchi figli che morirono in tenera età, meno A
delle armi divine e dalle proprie sue mani lavorate. Ottenute che le ebbe le portò tosto ad Achille, e lo esortò a rinuncia
e II sposò Pasifae figlia del Sole e della ninfa Perseide dalla quale ebbe parecchi fanciulli. Si rendette formidabile a tut
tò la sega, il compasso, il torno e la ruota del vasellaio. Dedalo ne ebbe tanta gelosia che lo precipitò dall’alto di una t
uno percuotendo la terra col suo tridente fece nascere nella gara che ebbe con Minerva, come si è già riferito all’articolo
ta ed in procinto di cadere. Ei si determinò a puntellarla, ed appena ebbe terminato questo lavoro gh comparve la Ninfa di q
n casa di Alcmena, come una nutrice cui l’avesse raccomandato. Ercole ebbe molti maestri : imparò a tirar l’arco da Radamant
essere un giorno balzato dal trono, lo perseguitò incessantemente ed ebbe cura di occuparlo bastantemente fuori dei suoi st
Ercole per ubbidire ad Euristeo che la voleva per sè, raggiunta che l’ ebbe su le sponde del Ladone, la prese viva, se la pos
che avevano la mala sorte di cadere nelle sue mani. Ercole preso che ebbe Diomede lo fece divorare da quegli stessi cavalli
palle il cielo. 12.° Discese all’inferno, incatenò il can Cerbero che ebbe anch’esso Echidna per madre, cavonne Alceste, e l
sse contro questa Dea una freccia a tre punte e la ferì nel seno, e n’ ebbe essa a provare dolori così grandi, che sembrava n
onoscere e si congratulò col figlio per la sua forza e valore. Ercole ebbe molte mogli e gran numero di amanti. Le più note
di suo marito con Iole, mandò a lui la fatal camicia, ed appena se l’ ebbe egli posta in dosso, che sentissi subito ardere d
arono a Prometeo con una scatola che conteneva tutti i mali. Prometeo ebbe l’avvedutezza di ricusare il dono temendo di un i
ira di Giove nel veder che Prometeo era sfuggito a questo agguato non ebbe freno ed ordinò immantinente a Mercurio secondo a
forse i figli di quelli che si salvarono dall’inondazione. Deucalione ebbe da Pirra due figli. Elleno che alcuni mitologi ch
rova della sua destrezza nel lanciare il disco da lui inventato e che ebbe la disgrazia di uccidere innocentemente Acrisio c
vi andò, come abbiam già visto, ed essendogli negata l’ospitalità, n’ ebbe tanto sdegno, che facendo vedere ad Atlante la te
atto di sostenere un globo colla testa, il collo e le spalle. Atlante ebbe da Pleïone sette figlie chiamate Elettra, Alcione
egli Dei. Esse formano una costellazione chiamata le Pleaidi. Da Etra ebbe Atlante altre sette figlie : Ambrosia, Eudosia o
sistenza di Arianna figlia di Minosse innamoratasi di lui. Ucciso che ebbe il Minotauro tornò ad Atene ove riformò le leggi
ta s’uccise ; e Teseo addolorato per l’ingiusta morte del figlio, non ebbe da quel momento più pace. Il ritorno di Teseo in
. Giovò assaissimo a Piritoo l’amicizia di Teseo nella pugna che egli ebbe contro i Centauri. Perciocchè avendo egli alle su
abilirsi nella Grecia. Egli consultò quindi l’oracolo di Apolline e n’ ebbe in risposta : « Troverai in un vicino campo una g
e e di Venere, chiamata Armonia da alcuni mitologi. Questo maritaggio ebbe felicissimi principii. Cadmo si vedeva genero di
o divenuta furiosa si precipitò nel mare. La famiglia di Polidoro non ebbe miglior fortuna ; questo principe fu avo di Laio,
neamente la dignità di pontefice e quella di re, dignità per la quale ebbe il titolo di ministro e d’interprete dei cieli. O
ima veste ; ma siccome questa era avvelenata, così appena Glauce se l’ ebbe posta andò essa a fiamme con tutta la reggia. Nè
tirato da draghi, andò in Atene ove sposò Egeo padre di Teseo da cui ebbe Medo il quale diede il suo nome alla Media. Giaso
re suo Toante, accolse ospitalmente Giasone, e a lui pure congiunta n’ ebbe due figli Toante ed Euneo. Continuando il loro vi
ime nozze Cleopatra, che altri chiamarono Stenobea o Stenobae, da cui ebbe Orito e Crambo. Dopo la morte di lei in seconde n
di Glauco re di Efira o Corinto, nipote di Sisifo, pronipote di Eolo, ebbe per madre Eurimede. Egli portò prima il nome di I
ta un indizio di indiscreta curiosità e d’inciviltà. Allorchè Giobate ebbe lette le lettere che gl’inviava Preto, ordinò a B
l’arco e ferisce mortalmente quello che si avanza pel primo ; l’altro ebbe tosto la stessa la sorte. Non dicono i mitologi c
sultare l’oracolo per sapere come far dovesse per divenir padre ; e n’ ebbe per risposta di adottare il primo fanciullo in cu
mparare da lei la forma del sacrificio, ed avendola poscia sposata, n’ ebbe un figlio chiamato Mida. Sopraggiunsero intanto d
gia, nella città di Gordina, antico e rinomato soggiorno del re Mida, ebbe desio di vedere il famoso carro cui stava attacca
e la Sfinge per rabbia s’ammazzò. Edipo giusta la promessa di Creonte ebbe il regno di Tebe, e Giocasta in isposa cui non so
asto agli Dei per far prova della loro divinità e da essi risuscitato ebbe una spalla d’avorio in luogo di quella che Cerere
oi, quanto consideravano Giove superiore agli altri Dei. Da Ippodamia ebbe questo principe due figli, Atreo e Tieste. Pelope
tà dell’Acaia. Atreo fu poi ucciso da Egisto figlio di Tieste. Atreo ebbe due mogli. Ignorasi quale fosse la prima dalla qu
ste. Atreo ebbe due mogli. Ignorasi quale fosse la prima dalla quale ebbe Plistene, Agamennone e Menelao ; dicono alcuni ch
la più bella donna di quell’età, colse Paride l’occasione che Menelao ebbe a partire per Creta, e abusando dell’ospitalità,
corte di Licomede re di Sciro, ove dalla figlia di esso Deidamia poi ebbe Pirro. Ma Ulisse presentatosi in abito da mercant
ia apparso, vale a dire dell’Iliade di Omero. Le avversità che Ulisse ebbe a soffrire nel ritorno dopo la guerra di Troia, v
po accordato a quasi tutti gli Dei e ad un gran numero di eroi. Marte ebbe un Oracolo nella Tracia, Mercurio a Patrasso ; Ve
e ; Serapi in Alessandria ; Trofonio figlio di Ercino re d’Orcomene n’ ebbe un celebre nella Beozia il quale rendevasi in una
il quale rendevasi in una caverna presso Lebadea ; perfino il bue Api ebbe in Egitto un Oracolo. L’ambiguità era uno de’ più
5 (1897) Mitologia classica illustrata
igiosità. 2. Origine del mondo e degli Dei. Il mondo, secondo Esiodo, ebbe origine dal Caos, intesa questo voce non nel sens
iglia dei Titani, da cui generò le Ore e le Parche. Il Zeus di Dodona ebbe in moglie Dione, la madre di Afrodite; quello d’
Dodona ebbe in moglie Dione, la madre di Afrodite; quello d’ Arcadia ebbe Maia da cui nacque Ermes (Hermes). Inoltre, con D
use fin dai primi tempi di Roma, e col titolo di Giove Ottimo Massimo ebbe dai Tarquinii l’ onore di un celebre tempio sul m
egli Dei asiatici, altre divinità orientali si fusero con Giove; e si ebbe quindi un Iupiter Optimus Maximus Heliopolitanus,
conduceva la fidanzata alla casa dello sposo, ecc. Questo di speciale ebbe la romana Giunone, che divenne anche protettrice
na giovine mortale che avendo osato paragonarsi in bellezza ad Atena, ebbe i capelli cangiati in serpi, il corpo fatto squam
il massimo sviluppo, la vera patria di Pallade Atena fu la città che ebbe nome da lei, anzi l’ intiera regione Attica. Per
i trovar un luogo sicuro dove dare alla luce i figli suoi. Finalmente ebbe ospitalità nell’ isola di Delo, ed ivi alle falde
enze delle tenebre. Apollo avendo colle sue freccie ucciso Pitone, n’ ebbe il soprannome di Pizio, e Delfo divenne d’ allora
pollinares) a imitazione dei giochi pitici. Più tardi un vero slancio ebbe il culto Apollineo per opera di Augusto, che attr
a vittoria di Azio per collocarlo nel nuovo tempio sul Palatino, onde ebbe anche il nome di Apollo Actius o Palatinus. Si cr
prima il premio della bellezza. Amò poi il duce troiano Anchise e n’ ebbe il figlio Enea. Altri mortali aiutò in cose d’ am
mene (Hymen o Hymenaios), il Dio delle nozze. 2. Il culto di Afrodite ebbe una straordinaria estensione in tutte le regioni
rra celebre per il culto di Afrodite fu l’ isola di Citera, onde essa ebbe il soprannome di Citerea, e di qui si estese nell
ellezza e grazia (cfr. venusto, venustà). Però in Italia questa Deità ebbe anche un’ importanza politica, credendosi ch’ ell
os. — Tali le principali leggende relative a questa Dea. La quale non ebbe in nessun luogo un culto speciale. 2. All’ Aurora
o e del divinare. Celebre tra esse la ninfa Egeria per i rapporti che ebbe col re Numa. Pare fossero tutt’ uno colle ninfe C
divinità del corteo di Afrodite. 1. Eros, la divinità dell’ Amore, ebbe pei Greci un doppio significato; giacchè da una p
endo preso parte alla grande lotta contro la dominazione di Zeus, non ebbe la sorte degli altri Titani, ma potè rimanere in
’ odio del Dio; così pure era padre del gigante Anteo, con cui Eracle ebbe a sostenere aspro combattimiento, e d’ altri anco
anche in altri racconti. Così quando Posidone in compagnia di Apollo ebbe fabbricate le mura di Troia, e Laomedonte li frod
i inesplicabile, suggeri agli antichi Greci quella forma di culto ch’ ebbe nome di misteri, a cui erano ammessi solo gli ini
tre terre, ad es. in Arcadia, in Messenia, nell’ Elide; ma sopratutto ebbe larga diffusione in Asia Minore, dove Rea si iden
a e rigogliosa e poi tosto appassisce e muore. La religione di Cibele ebbe una grande diffusione prima nelle provincie grech
cie di arti utili, tra l’ altre del suono e del ritmo musicale. Culto ebbe anche Cibele a Magnesia, a Smirne, a Mileto, Efes
ndo in mare dove lo accolse Tetide; ma Licurgo fu accecato da Zeus ed ebbe accorciata la vita, come in Omero si narra, ovver
avevano quel carattere romoroso ed orgiastico che il culto di Dioniso ebbe in Grecia. Solo più tardi, per l’ influenza greca
e Ninfe. Col tempo se ne eressero anche nelle città, e Roma stessa ne ebbe . Alle Ninfe si offerivano in sacrifizio capretti,
. 1. Era Sileno, secondo la comune leggenda, un vecchio Satiro che ebbe in cura Dioniso bambino e lo allevò e divenne poi
ale di ogni maniera d’ arti magiche e di superstizioni spiritistiche, ebbe facile entratura negli animi dei Romani, inclinat
il postumo rifioriro d’ ogni superstizione pagana, il culto di Ecate ebbe quasi ufficiale riconoscimento. Ancora Dioclezian
avendo il centauro Chirone accettato di morire in luogo di Prometeo, ebbe luogo la riconciliazione tra Zeus e il Titano. Qu
di questa erano selvaggi e violenti; amanti di lotte e di guerre. Non ebbe bisogno Zeus di annientarli perchè da sè stessi s
a la civiltà greca e i superstiti della primitiva barbarie pelasgica, ebbe occasione e principio durante le feste per le noz
corsa la terra, Cadmo recossi a interrogare l’ oracolo di Delfo, e n’ ebbe in risposta, tralasciasse di cercar la sorella, m
cane dal tempio di Zeus in Creta e perciò fu mutato in sasso. Aedona ebbe da Zeto un unico figliuolo, che presso Omero ha n
ben più tardi di morte naturale. Per tutte queste gherminelle Sisifo ebbe in inferno la nota pena di trascinare su per un m
ofonte dovette abbandonare la sua patria e rifugiarsi in Tirinto, ove ebbe benigna accoglienza dal re Preto. Ivi avvenne che
favoleggiava persino di una venuta delle Amazoni in Attica dove Teseo ebbe a combatterle. Bellerofonte adunque mosse contro
rgo, e netta gli recise la testa dal busto, onde l’ epiteto ch’ ei s’ ebbe di Argifonte. Ma Era, pronta alla vendetta, mandò
le Danaidi. 1. Epafo, il figlio di Zeus e di Io, re dell’ Egitto, ebbe una figliuola, di nome Libia (Libya). Costei spos
enore e Belo. Quegli regnò sul Fenicii, questi sull’ Egitto. Ora Belo ebbe alla sua volta da Anchirroe (la lonte scorrente),
rmnestra. nacque un figliuolo di nome Abarte, il quale alla sua volta ebbe due gemelli, Acrisio e Preto. Questi erano, secon
grado di estendere il suo dominio fin verso Corinto. Or questo Preto ebbe tre figliuole, dette perciò Pretidi, delle quali
uarigione ottenne la mano di una delle figlie di Preto, lfianassa, ed ebbe , insieme con suo fratello Biante parte del regno
essa nacque poi il celebre vate Anfiarao. d) Perseo. 1. Acrisio ebbe una figliuola di nome Danae. Di costei prese vagh
in comune, di cui si dovevano servire alternatamente. Inoltre Perseo ebbe da Ermes una falce e da Atena uno specchio. Con q
Costui diede loro in moglie le sue figliuole, a Icario Policaste che ebbe per figlia Penelope la futura sposa di Ulisse, a
Simonide come avessero urgente bisogno di parlargli. Appena Simonide ebbe messo il piede luori della sala da pranzo, d’ un
’ Attica in guisa che ad Egeo toccò Atene e le terre vicine, Pallante ebbe la parte meridionale della penisola, Lico l’ orie
o Pitteo per averne consiglio; ivi conobbe la figlia di lui Etra e n’ ebbe un figliuolo che fu Teseo; ma siccome Etra era am
verso il puro aere, come tant’ altri eroi delle città greche. — Teseo ebbe a maestro il virtuoso e saggio Pitteo, che lo ist
santi a lottare corpo a corpo con lui. 6º Poco dopo uscito da Eleusi, ebbe a combattere contro il terribile Damaste che pone
a le membra corte; ond’ era anche chiamato Procruste 50. Anche costui ebbe da Teseo la meritata morte. — Superati tutti ques
5º Insiem con Eracle, Teseo fece una spedizione contro le Amazoni, ed ebbe come premio della vittoria la loro regina Antiopa
nde Ippolito fu trascinato, malmenato ed ucciso. 6º E un’ altra volta ebbe Teseo a combattere contro le Amazoni, allorchè es
ne un magnifico toro, bello e forte e bianco come la neve. Minosse n’ ebbe conferma nel diritto al trono, ma la bellezza del
attasi la cera e staccatesi l’ aie, precipitò in quel mare che da lui ebbe il nome di Icario. Dedalo più prudente e più fort
o più prudente e più fortunato giunse a Cuma e di là in Sicilia, dov’ ebbe benigna accoglienza dal re Cocalo. Là si recò sub
Menelao, l’ altra, Climene, sposa a Nauplio partorì Oiace e Palamede; ebbe poi un figlio, Altemene, che andò a stabilirsi a
ndandovi il culto di Zeus Atabyrios. Da questo figlio Altemene Catreo ebbe morte secondo un’ antica disposizione dell’ oraco
Alla chiamata di Euristeo, Eracle consulto l’ oracolo di Delfo, e n’ ebbe in risposta si rassegnasse al suo destino. Di che
ivo ad Euristeo. Ma quando Eracle comparve a Micene davanti a lui, n’ ebbe egli tanta paura che corse a nascondersi in una b
me aveva promesso, e scorrendo il toro infuriato per l’ isola, Eracle ebbe il compito di prenderlo. Lo prese infatti e portò
e Nereo; egli lo sorprese nel sonno e lo tenue stretto fintantochè n’ ebbe la notizia, che la via gli sarebbe stata rivelata
eo incatenato sul Caucaso. Eracle allora s’ avviò verso la Libia; ivi ebbe , secondo alcuni, l’ avventura di Anteo da altri r
angue, occorreva essere purificato. Ricorso all’ oracolo di Delfo, n’ ebbe ripulsa; adirato Eracle voleva far violenza nel t
ne in premio a Telamone, che la rese madre di Teucro; e poichè Esione ebbe da Eracle facoltà di salvare col suo velo uno dei
racle lo vinse e restituì la signoria a Tindareo. In questa occasione ebbe aiuto da Cefeo re di Tegea, e mentre era in quest
ncitore sposò Deianira e con lei visse felicemente qualche tempo e n’ ebbe il figliuolo Illo. Più tardi si recò con Deianira
al inganno si nascondesse in tale promessa. Giunto a Trachine, Eracle ebbe buona accoglienza da Ceice. Là combattè contro i
sull’ Olimpo. Là egli visse cogli immortali, e riconciliato con Era, ebbe da Zeus il dono di eterna gioventù, fatto sposo d
, ebbe da Zeus il dono di eterna gioventù, fatto sposo di Ebe, da cui ebbe due figli, Alexiare e Aniceto. 2. Tali sono i tra
; Anceo spintosi troppo avanti per dar un colpo d’ ascia al cinghiale ebbe il corpo lacerato dalle zanne di esso e stramazzò
e celeste per sposare donna terrena, Ino figlia di Cadmo, dalla quale ebbe Learco e Melicerte, come già si disse parlando di
in Epiro, la signoria dei Minii passò a Creteo, suo fratello. Questi ebbe da Tiro figliuola di un terzo fratello più giovan
sa quindi fuggì ad Atene sopra un carro tirato da un drago alato. Ivi ebbe un figlio da Egeo, di nome Medo, e con questo poi
gli partì da Corinto per recarsi a Delfo e interrogare l’ oracolo. N’ ebbe risposta si guardasse dal tornare in patria perch
essa in quel burrone e morì, onde Edipo entrò trionfante in Tebe e n’ ebbe secondo la promessa di Creonte, il trono e la man
luogo in luogo in cerca di pace, finchè a Colono, demo dell’ Attica, ebbe rifugio nel bosco delle Eumenidi, ed ivi morì, e
Labdacide; secondo Omero morì a Tebe e ivi fu sepolto; secondo altri ebbe sepoltura ad Eteone di Beozia in un santuario di
parte cogli altri alla guerra. La quale come Anfiarao aveva previsto, ebbe esito sfavorevole. S’ erano bensì i sette dispost
a di Tiresia fu mandata a Delfo come sacra offerta ad Apollo, lu Tebe ebbe il regno Tersandro di Polinice, il quale poi pres
isore di sua madre Erifile, e perciò perseguitato dalle Erinni finchè ebbe espiazione e pace a Psofi per opera di Fegeo, all
nato da una figliuola del fiume Asopo. Era re dell’ isola di Egina ed ebbe in moglie una figlia del centauro Chirone. Per la
i prese parte alla caccia del cinghiale di Calidone, durante la quale ebbe la disgrazia di uccidere involontariamente suo su
Celeo, è questa una leggenda che Omero ancora non conosceva. Achille ebbe a educatore, al pari di tanti altri eroi greci, i
di là trasse con sè cattiva Esione figlia del re Laomedonte, e da lei ebbe un altro figlio, Teucro, che divenne celebre arci
bile Achille alquanto goffo e materiale. Anche il fratellastro Teucro ebbe un bel posto tra i guerrieri per la sua abilità n
Messenia. Venuta a urto con Eracle, la famiglia già prospera di Neleo ebbe la peggio, e morirono tutti i figli salvo Nestore
o per fabbricarvi la città Dardania. Da una figlia di Teucro, Dardano ebbe un figliuolo, Erittonio, il più ricco degli uomin
riamo. Allora intraprese un viaggio oltre mare, e in questa occasione ebbe il premio promessogli da Afrodite; alla corte di
restituzione della figliuola, offrendo congruo prezzo di riscatto, n’ ebbe dura ripulsa e derisione da Agamennone; di che il
ente, aiutati or da questi or da quelli eserciti ausiliari; e Achille ebbe ancora occasione di fare atti di valore. Prima ve
figlia di Ares, e diedero molto da fare ai Greci, finchè Achille non ebbe vinto e ucciso la valorosa regina. Poi vennero le
za si diceva esser necessaria perchè cadesse Troia. Finalmente Ulisse ebbe il merito di suggerire e far costruire da Epeo il
n pace e lo inseguivano dovunque egli fuggiva. Dall’ oracolo di Delfo ebbe allora Oreste consiglio di recarsi in Tauride e r
o scampando all’ inseguimento del re Toante. Tornato in Attica Oreste ebbe poi la protezione di Atena e fu assolto dall’ Are
con costoro, e ben distrusse la lor città, ma poi sorpreso di notte, ebbe uccisi 72 de’ suoi uomini. b) Partitosi di là, st
eaci; la quale lo conduce al palazzo e lo raccomanda al padre. Ulisse ebbe amichevole accoglienza; si istituirono giochi in
. Ripartitosi di là, volse la prora all’ isola di Sicilia. Ivi giunto ebbe gentile accoglienza da Aceste figlio dei fiume Cr
este figlio dei fiume Crimiso e di Egesta, nobile donna troiana. Però ebbe il dolore di perdere allora il vecchio genitore A
in mare, lu da una nuova tempesta sbalzato sulle coste d’ Africa ove ebbe l’ incontro con la fenicia Didone fondatrice di C
ia in vicinanza di Cuma. Interrogata ivi la famosa Sibilla Cumana, n’ ebbe consiglio di scendere all’ Averno per veder l’ om
nome di sua moglie chiamò Lavinio. Quattro anni dopo morì e appresso ebbe l’ onore di pubblico culto. 5. Le favole del cicl
ose troiane. Per tacere dei traduttori, già Nevio nella Guerra punica ebbe occasione di narrare poeticamente la leggenda di
re categorie dei vati, dei poeti, degli artisti. 2. Ogni stirpe greca ebbe i suoi vati e indo vini; in parte li abbiamo già
una covata di serpenti dopo aver dato sepoltura ai loro genitori, n’ ebbe leccate le orecchie, e così fu reso abile a inten
dopo C. si indicava la sua tomba nelle vicinanze di Aliarto. Tiresia ebbe una figliuola, Manto, dotata anch’ essa della fac
dei suoni; onde divenne il contrapposto del pio Orfeo. — Infine Museo ebbe il merito d’ introdurre e diffondere l’ arte poet
6 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo I pp. 3-423
mi li conducevano a rintracciarvi. Il Fisico col mezzo dell’allegoria ebbe a vedervi indicati gli arcani più sublimi della N
gnò di ammettere con apertissima contraddizione più Nature Divine, nè ebbe in orrore di tributare alle più vili creature que
po, perchè Saturno era considerato come il Tempo(c) (20). Questo Nume ebbe nella Grecia e in Roma tempj e culto singolarissi
quello di Terra(b). Come Vesta, chiamata in vece da’ Greci Estia(c), ebbe nella Grecia de’ solenni sacrifizj, detti Estici,
al diverso scherzare di quella fiamma si traevano gli Oracoli(3) ; ed ebbe da ciò origine quella spezie di Divinazione, chia
piedi con sole scorze fine dell’ albero, detto Papiro(c). Questa Dea ebbe pure in molte città della Grecia solenni Feste, c
Sagari o Sangaro, e però detta Sagaritide, o Sangaride ; dalla quale ebbe Lido, che diede il nome alla Lidia, e Tirreno, ch
, celebravasi appresso gli Ateniesi in memoria del dolore, che Cerere ebbe a soffrire per la perdita di sua figliuola (i). T
, Pausania numera tralle nutrici di Giove una certa Alcinoe, la quale ebbe poi una statua nel tempio di Minerva presso i Teg
nti e somme inquietudini (l). Anche Giove, per conservarsi sul trono, ebbe a sostenere la famosa Gigantomachia, ossia il con
i sacrifizj in un magnifico terupio, che eresse a Giove(8). Pirra poi ebbe da Deucalione due figliuoli, Anfittione (b) ed El
inalmente si scioglieva in pioggia (e) (24). Giove sul predetto monte ebbe un tempio e un bosco. In questo chiunque metteva
’ospitalità, così puniva severamente i violatori della medesima. Tale ebbe ad esperimentarlo anche Licaone, empio e crudele
Nume, combattendo contro i Titani, onde rimettere Saturno in libertà, ebbe a vedere un’ Aquila, che gliene presagì la futura
ozia. Per la stessa ragione anche il Nume fu detto Nittelio (c). Egli ebbe un tempio nell’ Attica presso una Cittadella, det
erra i tirsi, e Bacco stesso si ritirò in Nasso(b). Il castigo, che n’ ebbe Licurgo, fu, che Giove alle preghiere di Bacco lo
a, avesse a ricevere dall’ altro una serva. Vinse Aedone. Politecno n’ ebbe grande invidia, e andò a ricercare a Pandareo l’a
unse’ il corpo di mele, e nudo Io lasciò esposto in un campo. Aedone ebbe pietà del marito, e si fece ad allontanare le mos
trice de’regni e delle ricchezze, e consegni molti onori. Come Regina ebbe sul monte Aventino un tempio, che le fu cretto da
onservazione della loro Repubblica. La Dea sotto questa denominazione ebbe un tempio famoso in Lanuvio, città d’ Italia nel
tti quasi gli altri Numi(b). Questo Nume fu molto onorato in Pilo, ed ebbe ivi un assai magnifico tempio(c). Non molto lungi
nte siasi formata delle lagrime, che sparse la predetta Manto, quando ebbe ad osservare la sua rovina, e quella della sua pa
, in quanto che egli è lo stesso che il Sole(b). Sotto questo aspetto ebbe per padre Iperione, figlio di Urano e di Titea(c)
re giorni dopo il sogno questo Generale disfece i nemici. Egli perciò ebbe cura di celebrare la comandata festa ; e questa p
il fio. Più non la degnò Febo de’suoi sguardi, e fino da quel momento ebbe a giurarle odio e abbominazione. Colei fra le agi
a Ninfa Bolina. Cirene nacque sul monte Pelio nella Tessaglia. Apollo ebbe a vederla nel momento, in cui, pascolando ella gl
d’Apollo, e lo pregò di prenderne cura. Così fece il Nume(a). Apollo ebbe da Acacalide nell’Isola di Creta due figli, Filan
Eurota. Appollo aveva uno de’più celebri tempj(b). Apollo finalmente ebbe sul monte Qulrinale in’Roma un tempio comune con
e la Luna era figlia di uno de’ Titani, cioè d’ Iperione, il quale la ebbe da Tia, una anch’ella delle Titanidi, per cui la
ipide finalmente pretende, che colui ne sia stato così punito, perchè ebbe la vanità di credersi più abile di Diana nell’art
rli mandò loro una malattia, per cui poco tempo dopo moritono. Nè quì ebbe fine lo sdegno di Diana. Ella prese ad opprimere
visitarlo per dimostrargli il suo affetto. Endimione secondo Pausania ebbe da lei cinquanta figliuole (e) (9). Diana amava a
Taurica. La Dea sulla sinistra della strada, che conduceva ad Aricia, ebbe altresì un bosco. Un servo fuggitivo n’era il Sac
serviva anche d’asilo a chi vi si rifugiava. Sotto questo nome Diana ebbe in Atene ogni anno delle Feste, appellate Munichi
ltari e sacrifizj (f). Ecate finalmente, considerata come Proserpina, ebbe il nome di Libitina(12), e si risguardò come la D
occata la statua di Diana Orcia (a). Ecate oltre gl’ indicati tempj n’ ebbe molti altri. Tre furono i più famosi, erecti a le
iero nemico de’ Greci, e il quale avea incenerito tutti i loro tempj, ebbe rispetto per questo (a). Finalmente rimase abbruc
onorata sul monte Idalo, che trovasi nella predetta Isola, donde ella ebbe il nome d’Idalia(b) ; in Citera, Isola dell’Arcip
a sposare pieno di contentezza l’opera stessa delle sue mani. Egli n’ ebbe un figlio, di nome Pafo, di cui abbiamo testè fat
Venere anche il none di Anosia, empia (e). Sotto il nome di Libentina ebbe un tempio in Roma, in cui le giovani nubili conse
e(a). Si disse Calva, ossia senza capelli. Sotto questa denominazione ebbe due tempj in Roma. Il primo le fu consecrato per
bbe un tempio in Megalopoli, città d’ Arcadia(b). Una statua, ch’ella ebbe a Sparta nel tempio di Giunone Iperchiria, le acq
nna la più pudica di Roma(f). Venere Verticordia al tempo di Marcello ebbe anche un tempio fuori della porta Collina sulla s
stessi se ne rimasero sopra l’acqua(d). Venere, soprannominata Morfo, ebbe appresso gli Spartani un tempio, in cui ella comp
e molto più bella delle altre, se ne ritornavano in Erice(a). Venere ebbe molti figliuoli, tra’quali si numerano Priapo(7),
gira, la quale ogni giorno recavasi a vederlo. Tanta premura però non ebbe a durare lungo tempo. Parve alla Ninfa, che Selin
vea avuto da Mirina, sua moglie, una figlia, di nome Ipsipile. Costei ebbe pietà del suo genitore, lo nascose nel tempio di
riportarne la vittoria. La Ninfa Peristera soccorse Venere. Cupido n’ ebbe dispiacere a tal segno, che vedendosi vinto, cang
di Netteno(b) (1). Questo Nume nella divisione dell’Impero del mondo ebbe la signoria del mare, delle isole, e di tutti i l
a Nettuno Asfalio o Asfalico, ossia Stabilitore (c). Con tale titolo ebbe altri tempj nella Grecia(d), e uno al Capo di Ten
Inno, era maggiore d’ogni altro(a). Oltre le anzidette Feste Nettuno ebbe anche le Panionie, così dette, perchè tutte le ci
io, e passava per uno de’più celebri lavori di Fidia. Minerva Poliade ebbe pure un tempio sopra una delle colline di Sparta
ote di questo tempio v’entrava una sola volta all’anno(a). Questa Dea ebbe parimenti un tempio in Eritre, nell’Acaja, ove la
, le inalzò nella medesima un tempio(a) ; o finalmente perchè Minerva ebbe per nutrice, come abbiamo riferito, Alalcomenia(b
arti della torra, prova la grande estensione del di lei culto. Ella n’ ebbe in Egitto, nella Fenicia, nella Frigia, nella Sic
sesto re d’Atene. La terra, dice Omero, lo diede alla luce, e Minerva ebbe cura di allattarlo ella medesima ; e lo ripose ne
la decima delle spoglie, che si consecravano a Marte (c). Questo Nume ebbe anche il nome di Quirite, Bisultore, Turio, Salis
lasciò di pascere in gran copia il bambino col proprio latte. Ciò si ebbe per un prodigio, operato da Marte. Que’ d’ Arcadi
enere a lato di quella di Marte (a). Un altro tempio, pellaro Reggia, ebbe pure in Roma. Ivi gli s’immolava un cavallo, di c
gioventù, divisa in due partiti, se ne disputava la testa (b). Marte ebbe per compagno Eremartea, Divinità, che gli Antichi
Questi si recò tosto verso la Tracia, e quella verso Pafo(b). Vulcano ebbe due figli, Broteo(3), e Ceculo(4). In onore di Vu
i trovò l’arte di portre in opera il predetto metallo(c). Questo Nume ebbe molti tempj, il più antico de’ quali fu quello in
desimo v’avea la statua del Nume, alta sessanta cinque piedi. Vulcano ebbe molti tempj anche in Roma. Se ne ricorda uno, fab
di Teti, sorella di Saturno, e Dea parimenti delle acque. Questo Nume ebbe due altre mogli, Partenope e Panfolige. Dalla pri
enope e Panfolige. Dalla prima gli nacquero Asia e Libia, dall’ altra ebbe Europa e Trace. Oceano fu padre di moltissimi alt
nte, Sterope(n), Piracmone(o), e Telemo. Quest’ ultimo secondo Ovidio ebbe per padre Eurimo, e fu vate insigne(p). (6). I P
un tempio, nè statua alcuna. Solamente nella Cittadella di Corinto v’ ebbe un piccolo tempio, sacro alla Necessità, e il di
, che alle dodici Divinità maggiori si aggiunsero in Roma. Quivi egli ebbe un tempio di dodici porte, le quali in tempo di g
Plutarc. in Numa. (h). Servius in Virg. Aeneid. l. 4. (2). Atene ebbe quel fuoco perpetuo sulle are di Minerva, e Delfo
di sensibili indizj si credeva di poter iscuoprire il futuro. Da ciò ebbe principio l’Astrologia, cioè la scienza intorno a
eccellente vaticinatrice in Tivoli, fu ivi adorata quale Divinità, ed ebbe tempj, are, e sacrifizj. Presso il fiume Anio, vo
vano con acqua calda (i). (3). Proserpina sotto il nome di Ferefatta ebbe in Cizico certe Feste, detto Ferefattie, nelle qu
. Core nel linguaggio de’ Molossi significava bella donna. Proserpina ebbe delle Feste, chiamate dal predetto nome Corie (m)
e, figlio di Triopa, re d’Argo, e dove avea sposato una donna, da cui ebbe i due figli, Trittolemo ed Eubuleo. Altri lo fann
, Principe Ateniese, e da quella tralle figlie di Anfizione, la quale ebbe da Nettuno il figlio Cercione, di cui parleremo (
Vennero spesse volte stabiliti a custodire le cose preziose (i) : ed ebbe da ciò origine l’uso di na scondere la loro testa
rire sulla scena i personaggi modesini, figurati uagli Attori. Di quì ebbe origine la Tragedia e la Commedia. Finalmente per
te sue ricchezze, e che pefò ne fu annoverata tra le Divinità (i), ed ebbe annui sacrifizj (l), e feste, dette Laurentali, o
quella ch’era ; e tuttavia non fu secondo la legge punita, perchè si ebbe riguardo alla di lei nascita e valore(a). (e).
i fu anche detto Sanco o Sango (f) o Sancto (g) o Semipadre (h). Egli ebbe in Roma sul monte Quirinale un tempio, che fu fab
rometeo, per essersi considerato come il primo ritrovatore del fuoco, ebbe nell’Academia d’Atene un’Ara comune con Vulcano,
vertito Arcade, secondo alcuni fu anche detta Boote (b). (34). Giove ebbe le Ore da Temi. Sembra, che Pausania non ne abbia
cielo appariva altrove sereno. Il predetto uccello appresso i Romani ebbe altresì parte negli augurj. Se volava a destra, e
’è chi le chiama Dodonine da Dodono, figlio d’ Europa(h). Atlante poi ebbe altre sette figliuole da Plejone, nata da Oceano
, e particolarmente que’ d’Enotria. Fino da’primi tempi di Roma Fauno ebbe anche sul monte Celio un tempio rotondo e circond
e Ilebia, sua figlia, con una porzione de’ suoi Stati (a). (4). Argo ebbe in moglie Ismene, figlia del fiume Asopo, la qual
lod. l. 2. (11). Melampode dopo morte fu annoverato tra’ Semidei, ed ebbe tempj, Feste, e sacrifizj (f). Lasciò un figlio d
n è dissimile dalla seguente. Tereo, figlio di Marte, e re de’ Traci, ebbe in moglie Progne, perchè avea prestato soccorso a
tere, ossia da una Nereide (i). V’è finalmente chi dice, che Giove lo ebbe dalla Ninfa Eneide (l). Pausania poi riferisce, c
ia : lo che gli acquistò il nome di Sinoide. Sotto questo titolo egli ebbe una statua in Megalopoli, città d’Arcadia, nel te
to colassù con immensa fatica senza potersi mai riposare(b). Salmoneo ebbe l’audacia di farsi credere un Nume. A tale oggett
non figlio, ma fratello di Flegia(a) ; Eschilo soggiunge, che quegli ebbe per padre Antione ; Ferecide lo fa nascere da Pis
nè più v’era chi volesse accogliere quel crudele Monarca. Giove però ebbe pietà di lui, e dopo averlo purificato, e ricevut
quella pietra una sorgente d’acqua copiosa, la quale a motivo di ciò ebbe poi il nome d’Ercina. Sulle rive della medesima s
a). Dalla predetta giovine anche Cerere fu soprannominata Ercinna, ed ebbe Feste, dette parimenti Ercinnie (b). (22). Prose
per aver danari (l) : benchè Giovenale ci attesta, che questa Dea non ebbe nè culto, nè altari (a). Si ricorreva alla second
igliuola sopra un carro, tirato da un leone e da un cinghiale. Admeto ebbe da Apollo i due animali, e con questi avendo eseg
spirò alla sua sacerdotessa tanta pietà verso il fanciullo, ch’ella n’ ebbe tutta la cura di allevarlo. Crebbe Jone all’ombra
sio a cagione del bacio ricevuto da Branco(d). Branco pure dopo morte ebbe un tempio, chiamato Branchiadon, e fu annoverato
lì l’Oracolo d’Apollo. Ivi sposò Racio, Sovrano di quel paese, da cui ebbe il figlio Mopso(g). Trasferitasi in Italia, si un
però non giunse a conoscere abbastanza la strada che dovea tenere, nè ebbe forza sufficiente a reggere i cavalli di suo padr
, figlio di Stenelo, re della Liguria, e zio di Faetonte. Anch’egli n’ ebbe tal’eccessivo dolore per la sciagura del nipote,
dio si fece dirigere da lei nella forma del sacrifizio, la sposò, e n’ ebbe Mida. Insorsero frattanto grandi dissensioni tra’
, che a motivo della medesima fu dagli Sciti creato loro re. Egli poi ebbe la temerità di far prova del suo canto colle Muse
l di lei padre varj doni (a). Quì si ricorda pure Polifonte, la quale ebbe per padre Ippono, figlio di Triballo ; e per madr
tor. l. 1. (b). Tit. Liv. l. 22., Paus. l. 9. (6). Il Buon-Senso ebbe un altro tempio, eretto da M. Marcello dopo la pr
leno nacquero da Giove e da Eurinome, figlia dell’Oceano(e), la quale ebbe pure in Arcadia presso Figalia un tempio, e certe
invisibilmente ne la trattenne. Ella andò a cercarlo da per tutto, nè ebbe riguardo di ricorrere per fino a Venere, benchè s
attribuisce il mentovato furto all’anzidetta Scilla (d). (9). Anceo ebbe per madre Astipalea. Egli fu amantissimo dell’agr
o ne divenne il re, e le diede il nome di sua madre (a). (11). Tafio ebbe per madre Ippotoe, nata da Nestore, e da Lisidice
di Teano, la rigettò, e prese in moglie Melanippa (c). (13). Nitteo ebbe per madre Celene, figlia d’Atlante(a). Secondo Ov
n tempio vicino al ponte Emilio, in un bosco ripieno di pini. Portuno ebbe altresì delle Feste, dette Portunali, e in greco
e profondo antro(a). E quì parlando d’Eolo, notiamo altresì, ch’egli ebbe una figlia, di nome Alcione. Costei amò grandemen
mase deluso, poichè ella pure ne venne convertita in uccello(c). Eolo ebbe un’altra figlia, detta Tanagre, la quale sposò Pe
torre. Gli Ateniesi per riconoscenza le innalzarono un tempiob. Ella ebbe pure onori divini e vittime umane in Ciproc. A di
empio di Minerva (b). Egli, come riferisce lo Scoliaste di Apollonio, ebbe anche un figlio, di nome Falero, che fu uno degli
detta perciò Quirinale. La porta, per cui si ascendeva a quel monte, ebbe la stessa denominazione. Finalmente Quirinali si
7 (1824) Breve corso di mitologia elementare corredato di note per uso de’ collegi della capitale, e del regno pp. 3-248
ltarono contro lo stesso loro padre, ad eccezione di Oceano. Ma Urano ebbe il di sopra, e li condannò ad essere eternamente
i figli da lui precedentemente divorati. Il Regno di Saturno però non ebbe molta durata. Il torbido suo umore, e ’l coraggio
a l’antica per distinguerla dalla figlia del nome medesimo : tal nome ebbe anche Titèa sua madre. Questa Dea ci viene rappre
nto Saturno, egli divise il suo imperio cogli altri fratelli. Nettuno ebbe il mare, Plutone l’inferno, ed esso l’empireo. Pe
he diede non equivoci contrassegni del suo valore. Ciascuno degli Dei ebbe parte in questa mischia, e soprattutto si distins
lla Libia, non trovò acqua per cavarsi la sete. Appena che questo Dio ebbe implorato il soccorso di Giove, si vide innanzi u
di porgere il nettare agli Dei : ma cessarono le sue funzioni, dacchè ebbe la disgrazia di cadere una volta al di loro cospe
n ghiande, radici, ed animali presi alla caccia. Questa diva benefica ebbe da Giove la rinomata Proserpina, infelice cagione
sgrazia. Fetonte a lui nato da Climene figlia di Teti, e dell’Oceano, ebbe un giorno delle brighe con Epafo figlio di Giove,
timato quanto egli meritava ; fu soggetto ai colpi dell’invidia. Pane ebbe l’ardire di mettere al paragone il suo flauto all
così discreto con Marsia satiro, e musico valentissimo, che parimente ebbe il coraggio di sfidare il Dio delle Muse. Accettò
e amendue situò nel cielo tra ’l numero delle costellazioni. Callisto ebbe il nome di Orsa maggiore, ed Arcade quello di Ors
a sostennero nell’aria, e la cangiarono in ragno. La controversia ch’ ebbe con Tiresia, terminò all’istante. Avendo questi a
io, e messaggiero degli Dei. Atlante figliuolo di Giove, e di Climene ebbe sette figliuole, chiamate le Atlantidi. Maja la m
a tutte le disposizioai a saper rubare, così fra tanti suoi attributi ebbe quello di Dio de’ ladroncelli, e rubatori. Non an
vorata dalle fiamme. Mercurio, che accompagnava il Sovrano degli Dei, ebbe appena il tempo di salvare il picciolo Bacco, che
Nettuno figliuolo di Saturno, e di Clbele nella divisione del Mondo ebbe , come si è detto, l’impero del mare, dove princip
ne figliuolo di Saturno, e di Cibele, germano di Giove, e di Nettuno, ebbe in porzione il regno degli estinti, e stabili la
rano, e di Titea, o sia la Terra. Sposò Teti sua germana, dalla quale ebbe Nereo, e Dori che si maritarono insieme. Questi,
rione. Egli rapì Orizia figliuola di Erettèo re di Atene, dalla quale ebbe Zeto, e Calai effigiati cogli omeri coverti da sc
mentre volevano evitare uno di questi scogli incorrevano nell’altro, ebbe origine il proverbio, che incontrava Scilla, chi
tuno formato un toro, Vulcano un uomo, e Minerva una casa, questo Dio ebbe a ridirci qualche cosa. Le corna del toro dovevan
tto il regno di Saturno. A questa tenne dietro l’età dell’argento, ed ebbe meno puri costumi. Nell’età di bronzo spuntarono
o re d’Argo. Come aveva una vantaggiosa figura, Antea moglie di Preto ebbe per lui qualche inclinazione, ma senza esserne co
eguire i passi di quest’Eroe, che amava per il suo valore : ma questi ebbe la crudeltà di abbandonare nell’isola di Nasso co
, la cui lana era di oro, e traversarono un canale del mar nero. Elle ebbe la disgrazia di cadere, e diede il nome di Ellesp
. Questo insigne, ma accorto ladrone nel rubare ad Ercole alcuni bovi ebbe l’avvertenza di condurli nella sua caverna, tiran
di un carro tirato da due bestie feroci di differente specie. Admeto ebbe la fortuna d’impalmare questa principessa, avendo
ttete fra tanti che ricusarono, secondò il suo volere. Per compenso n’ ebbe l’arco, e le frecce, senza le quali non poteva ca
e piante, ed i sassi. Dopo i suoi viaggi per l’Egitto si ripatriò, ed ebbe per sua sposa la bella Euridice. Ma disgraziatame
roci, lo legò ad un albero per un piede. Per tal ragione il faneiullo ebbe il nome di Edipo, voce Greca, che dinotò piè gonf
ci, e prese la strada della Focide. In uno stretto del monte Citerone ebbe la sventura d’incontrarsi con Lajo, che avendogli
prendente, ed ardito, malgrado che tanti prima di lui fossero periti, ebbe il coraggio di presentarsi al mostro, che gli dim
lontarj delitti. Suscitarono una pestilenza spaventevole in Tebe ; si ebbe ricorso all’oracolo, e la risposta fu, che il fla
regno di Laomedonte. Il giovane ambasciadore, che spirava galanteria, ebbe l’attività di sedurre Elena moglie di Menelao, in
seppe altresì ch’era suo figlio, e malgrado la minaccia dell’oracolo, ebbe la debolezza di volerlo tenere presso di se nella
omessa. Essendo Paride partito per la Grecia per ordine di suo padre, ebbe colà l’occasione di vedere Elena la più bella tra
donne di que’ tempi : se ne invaghi, e favorito dalla Dea degli amori ebbe la fortuna di piacerle. Egli tentò un volo più su
e giunse a notizia di Achille la morte di Patroclo, il suo dolore non ebbe limiti. La sentì sì vivamente che l’avrebbe vendi
edendo di sacrificare Agamennone con tutt’i Greci. Ritornato in se, n’ ebbe tanta vergogna, che si diede da se stesso la mort
i racconti, e lo ubbriacò con vino generoso, che aveva portato, e ch’ ebbe la forza d’immergerlo in un sonno profondo. Profi
ese un giorno Polifemo la bella coppia a piedi di una roccia. Galatea ebbe tempo di tuffarsi nell’onde : ma Aci ebbe la sven
iedi di una roccia. Galatea ebbe tempo di tuffarsi nell’onde : ma Aci ebbe la sventura di essere schiacciato da un gran sass
a vittima umana, ed in mancanza di questa la stessa Calliroc. Nessuno ebbe la voglia di morire, onde Calliroe fu condotta al
n cicala. Deifobe. Deifobe figliuola di Glauco, e Sibilla di Cuma ebbe presso a poco la medesima sorte di Titono. Ella f
tura, a saper rappigliare il latte, coltivare gli ulivi, e sopratutto ebbe cura delle api. Sposò Aristeo Autonoe figliuola d
Eumelo furono assegnati gli onori divini, e fralle tutelari Divinità ebbe Partenope un luogo distinto. Vedesi nelle nostre
Anticaglie. IX. Orione. Secondo la testimonianza di Esiodo, ebbe questo Nume a padre Nettuno, e sua madre fu Euria
o di Mosè sfavillante di luce, allorchè discese dal Sina. (2). Giove ebbe moltissimi soprannomi : e se Varrone fa montare s
8 (1855) Compendio della mitologia pe’ giovanetti. Parte I pp. -389
lo, detto da’ Greci Urano, era riputato antichissimo fra gli Dei : ed ebbe molti figliuoli dalla Terra, sua moglie. De’quali
anni insaziabilmente si pasce(2). E da siffatta crudeltà di quel nume ebbe origine l’inumano costume d’immolargli vittime um
Pico, Fauno, suo figliuolo, il quale da Marica, ninfa de’ Minturnesi, ebbe il re Latìno, padre di Lavinia. E però il popolo
turnesi, ebbe il re Latìno, padre di Lavinia. E però il popolo Latino ebbe sua origine da Satùrno, di cui figliuolo era Pico
lcune scoperte in medicina attribuite a Chiròne e ad Achille. Chiròne ebbe dalla ninfa Cariclo una figlia detta Ociroe (Οκυρ
gl’innesti, la coltivazione della terra e l’arte di letamare ; percui ebbe l’onorevole nome di Stercuzio. Nel tempio di Satù
un tant’onore. Quindi il Sannazzaro : Cagion sì giusta mai Creta non ebbe Per Giove o per Giunon di gloriarsi. Or il natal
ve è variamente raccontato da’Poeti. Secondo Esiodo, da Cibèle, o Rea ebbe Satùrno seifigliuoli, Vesta, Cerere, Giunòne, Plu
l’ape Panàcre sul monte Ida. Altri dicono che Melissèo, re di Creta, ebbe due figliuole, Amaltèa e Melissa, le quali nudrir
he Veiovis significhi Giove fanciullo e senza que’ fulmini, de’ quali ebbe ad armarsi per debellare i Giganti ; sebbene altr
II. Potenza e maestà di Giove. Di lui fulmine. Salmonèo. Dopo che ebbe Giove co’ fulmini represso l’empio orgoglio de’ G
ur apresso Festo. Or del suo fulmine era Giove oltremodo gelose, come ebbe a sperimentare il superbo Salmonèo, figliuolo di
acca ; Venere, di pesce ; e Mercurio, d’ibi. Da questa trasformazione ebbe origine il ridicoloso culto che gli Egiziani pres
che quel Re, forse crudele ed empio, fu trasformato in lupo ; ovvero ebbe la malattia, per la quale gli uomini credonsi tra
quale essendo stati que gli audaci precipitati nell’inferno, Atlànte ebbe la pena di sostenere sulle spalle il non leggier
ontinuazione. Abante, nipote di Danao e duodecimo re degli Argivi, ebbe due figliuoli, Acrisio e Preto. Il primo dalla mo
figliuoli, Acrisio e Preto. Il primo dalla moglie Euridice o Aganippe ebbe una fig. chiamata Danae, dalla quale Giove procre
Fiorente e lungo fu il regno di Cadmo in Tebe, ma la sua felicità pur ebbe un termine. Avea sposata Armonìa, o Ermiòne, fig.
intervennero tutti gli Dei e vi cantarono le Muse e le Grazie. Da lei ebbe Ino, Semele, Agave ed Autonoe ; le sventure delle
Creta fu una spelonca con moltissimi ravvolgimenti, ne’ quali l’arte ebbe pure la sua parte. XV. Continuazione-Dedalo ed
cittadella di Atene, spacciando poscia una casuale caduta. Minèrva n’ ebbe pietà e cangiollo in pernice, uccello che memore
olse le piume accozzate, e l’infelice Icaro cadde nel mare che da ciò ebbe il nome di mare Icario (2). I poeti spesso chiama
mortale, dal quale nacque Castore e Clitennèstra. Omero dice che Leda ebbe da Tindaro i due gemelli Castore e Polluce ; ed E
egina di Tebe. Non manca chi dice Anfione fig. di Mercurio, dal quale ebbe quella famosa lira che altri vogliono ricevuta da
per perizia nella caccia fra le compagne di Diana primeggiava. Da lei ebbe Giove un fig. chiamato Arcade, che fu nella cacci
delle formiche in uomini. Eaco da Endeis, fig. del centauro Chirone, ebbe Peleo e Telamone ; e da Psammate, fig. di Nereo e
rone, ebbe Peleo e Telamone ; e da Psammate, fig. di Nereo e di Dori, ebbe Foco, il quale, per le sue virtù, dal buon genito
Scizia per lo stretto di Costantinopoli, che da siffatto avvenimento ebbe il nome di Bosforo. Giunse finalmente nell’Egitto
ficò una città famosa, che chiamò Menfi dal nome della moglie, da cui ebbe una figliuola chiamata Libia, la quale, essendo s
l suo posto e ritirossi presso al polo artico. Oltre a Dardano, Giove ebbe da Elettra Iasio, o Eezione. Dardano, il quale si
a Teucride, ove accolto dal re Teucro sposò una sua figliuola, da cui ebbe Erittonio. Quivi edificò una città detta Dardania
il quale morì sepolto fra le ceneri dell’infelice sua patria. Dardano ebbe gli onori onori divini, e fu studiosissimo della
era la sede di Eolo. A queste isole approdò Ulisse, il quale da Eolo ebbe tutt’i venti in un grand’otre legato nella sua na
he cantavano inconditi carmi per rendere propizio il nume. Alessandro ebbe da’ Sacerdoti la risposta che dovea aspettarsi ;
altri paesi. Ed era tanto lo splendore di que’giuochi, che Pindaro(2) ebbe a dire che siccome l’acqua supera tutti gli eleme
Isocrate vi recitò il suo panegirico, opera di dieci anni ; e Pindaro ebbe il dispiacere di vedervi i versi di Corinna prefe
mano che l’educazione di Giunone fu affidata alle Ore. La Dea adunque ebbe in Samo un culto singolare ; e si vuole che il pa
nozze celebraronsi con solennità degna di siffatti numi : e Mercurio ebbe da Giove l’incarico d’invitarvi tutti e Dei, ed u
mata in cicogna ch’è nemica di questi rettili. E Cinira, re di Cipro, ebbe delle figliuole, le quali, perchè ardirono prefer
de il regno di Troia, e Telamone portò a Salamina Esione, dalla quale ebbe un figliuolo detto Teucro(2). Priamo dopo Arisba,
sua prima moglie, sposò Ecuba, fig. di Dimante, re di Tracia, da cui ebbe molti figliuoli, de’ quali i più conosciuti furon
I. Diversi nomi dati a questa Dea e lor ragione. Questa Dea ebbe due nomi principali, Minerva, e Pallade. Il primo
quale chiamò la città Atene (ab Αθηνη, Minerva) dal suo nome, e se l’ ebbe cara, e le piacque averla nella sua special tutel
on sofferendo sì villano oltraggio, volle finir con un laccio. Di ciò ebbe pietà Minerva e trasformolla in ragno. Il quale a
sua azione era dalla Prudenza, cioè da Minerva, diretto ; e che però ebbe dal poeta l’epiteto di sterminatore di città. Si
ella incorruttibile severità di quel tribunale che presso gli antichi ebbe tanta rinomanza di saviezza e di giustizia. Socra
tri, per quella di Esculapio. Da Climene, fig. dell’Oceano e di Teti, ebbe Apollo un figlio chiamato Fetonte, e tre figliuol
dall’aratro reciso piega sullo stelo il languente suo capo. Apollo n’ ebbe gran dolore, e dal suo sangue fece nascere un fio
, facendo eco al suo pianto le rupi del monte Rodope. E tanta fidanza ebbe nella sua lira, che discese all’inferno per la pr
he i poeti dissero effetto delle saette di Apollo. E l’empia Regina n’ ebbe sì gran dolore che restò immobile qual sasso e se
ollo, per ciò detto Sininteo. Un più strano gastigo dal nostro Apollo ebbe Cassandra, fig. di Priamo e di Ecuba. Avea egli a
ue era probabilmente di Pella, in Macedonia ; e da Evippe, di Peonia, ebbe nove figliuole, le quali, della cognizione di mol
sentiro Lo colpo tal che disperar perdono. Alcuni vogliono che Piero ebbe nove figliuolo, alle quali diede il nome delle Mu
onte d’Ippocrene, che alcuni mal confondono coll’ Aganippe, che forse ebbe il nome da Aganippe, fig. del fiume Termesso, ess
Ippocrene poi (ab ιππος, equus, et κρηνη, fons), o fonte del cavallo, ebbe origine dal Pegaso. Esiodo dice che fu esso così
feo dimostra la virtù prodigiosa della poesia e della musica. Anfione ebbe la lira da Mercurio, ovvero dal nostro Apollo.
llegravasi tutto l’Olimpo(5). Le Clerc crede che la favola delle Muse ebbe origine da una qualche accademia di musica da Gio
o che principale attributo di Apollo è l’arco ed il turcasso ; da che ebbe i soprannomi di Arciero, di Ecaergo, o che colpis
giziani avean consacrata la città di Eliopoli ; il quarto che in Rodi ebbe per figliuoli Gialiso, Camero e Lindo ; ed il qui
l dolce canto ; ed egli racconta che, approdato Ulisse a quell’isola, ebbe il dolore di vedersi molti suoi compagni trasform
il mare stridesse nel discendere in esso il Sole. Da questa opinione ebbe origine la favola di considerare il Sole come un
ea o la Regina, e che vuolsi la stessa che Rea o Pandora, da Iperione ebbe un figliuolo chiamato Elio o il Sole, ed una figl
i. Or Acete giunto a Nasso fu tutto inteso al culto di Bacco ; ma pur ebbe a temere del furibondo Penteo, il quale leo fece
acco fu Acrisio, re d’ Argo, fig. di Abante e padre di Danae. Egli(1) ebbe di Bacco sì poca stima, che non volle riconoscerl
llo(2) dice che Bacco ama le Naiadi. Oltre le Ninfe, le Ore e Sileno, ebbe compagni in tale impresa i Satiri, i Pani, i Cabi
comanda di lavarsi nel Pattolo, fiume della Lidia, che da quel tempo ebbe l’arena d’oro ; percui di cosa preziosa, e di gra
ì quel grato suono, percui Bacco, riunite quelle industriose pecchie, ebbe la gloria di aver ritrovata l’arte di fare il mel
oe imperterrito insegue Venere, e Poichè raggiunta per la folta ei l’ ebbe , Abbassò l’asta il fiero, e coll’acuto Ferro l’as
asio o Talasso, giovane romano, il quale sposò la più bella Sabina ed ebbe felicissimo matrimonio. Quindi agli sposi novelli
ed il quinto finalmente è il Marte de’Romani, il quale da Rea Silvia ebbe Romolo e Remo. I popoli della Bitinia(2) racconta
III. Continuazione. Nel famoso assedio di Troia il nostro Marte ebbe a sostenere e gravi avvilimenti e forti dispiacer
r regina, che fabbricò il celebre tempio di Diana in Efeso ; e da lei ebbe Marte una figliuola chiamata Ippolita, la quale p
tarco dice che Ippolita fu schiava e poi moglie di Teseo, dalla quale ebbe l’infelice Ippolito. Anche la valorosa Pentesilea
pitò nel mare che da lui prese il nome di Mirtoo. Da Ippodamia Pelope ebbe Ippalco, Atreo e Tieste. Enomao era re di Pisa in
Maia(6) vinceva le altre sorelle in bellezza, ed ella fu che da Giove ebbe il nostro Mercurio, che diede alla luce sullo ste
one gli volle dar latte e che da poche gocciole di esso a caso cadute ebbe origine la via lattea. La quale avventura si racc
il cangiò in aquila, o in isparviere. Autolico poi dal padre Mercurio ebbe il dono di una singolar destrezza nel rubare, e d
i (6). E dicono ch’egli innalzò il primo altare a Mercurio, dal quale ebbe in premio la lira, la quale dalla Samotracia tras
pollo pasceva le greggi di Admento, Mercurio gli regalò una lira, e n’ ebbe in compenso questa verga prodigiosa, colla quale
l’invenzione della palestra. Altri dicono che Corico, re di Arcadia, ebbe due figliuoli, Plesippo ed Eneto, ed una figliuol
o, in cielo, in terra ed anche nell’inferno. Da Lara, fig. di Almone, ebbe Mercurio i Lari (Lares) ch’erano la stessa cosa c
icie della Terra popolata di numi. Dio Pan, La Terra non solamente ebbe molti figliuoli ; ma può anche dirsi a ragione ch
i. e. lances vel tabulae) de’ Greci. Ma Scaligero dice che la Satira ebbe nome da’ Satiri, i quali portavan piatti e cestel
quattro ali rosse ed occhiute, come quelle delle farfalle. Questa dea ebbe un tempio in Roma, un sacerdote detto Flamine Flo
rena di questo nome, la quale presso quella ridente e deliziosa città ebbe la sua tomba. Secondo Servio, vi eran negli antic
umi. Il quale, conosciuto il fine degli aerei viaggi di Trittolemo, n’ ebbe invidia ; e perciò con finta amorevolezza accolto
dispetto il precipitò dal cielo con un calcio ; dalla quale caduta n’ ebbe rotta una gamba e rimase zoppo. E peggio gli sare
anche crudele. Chione, fig. di Dedalione, chiamata da altri Filonide, ebbe la follia di vantarsi più bella di Diana ; la qua
ig. d’Ippodamante, ed avea sposata Altea, fig. di Testio, dalla quale ebbe Meleagro, Deianira e Tideo. Di Meleagro raccontas
rcole bambino che strangola i due serpenti mandati da Giunone. Ercole ebbe molti maestri, avendo imparato a tirar l’arco da
ndosi gravato di tante pericolose imprese, consultò l’oracolo, da cui ebbe risposta, essere volontà degl’Iddii che servisse
poi il combattimento che per Deianira, fig. di Eneo, re di Caledonia, ebbe a sostenere con Acheloo, fiume della Grecia ed il
l regno a Danao, da lui ucciso ; ed a lui, Abante, il quale da Ocalea ebbe due gemelli, Preto ed Acrisio, de’ quali il primo
Ma furon guarite da Melampode con buona dose di elleboro. Acrisio poi ebbe una figliuola chiamata Danae, che fu madre di Per
sul trono orbo com’era di figli, consultò l’oracolo di Delfo, da cui ebbe sì oscura risposta che, non bastandogli l’ingegno
le mentovate imprese, Teseo vinse le Amazzoni insieme con Ercole, e n’ ebbe in premio la loro regina Ippolita o Antiope ; str
sali sul trono Laio, che sposò Giocasta, fig. di Creonte, dalla quale ebbe un figlio che fu dal padre consegnato ad un pasto
nella vecchiaia, co’due piedi e col bastone. Della quale spiegazione ebbe tanto dolore la Sfinge, che da uno scoglio si pre
le favole che Atamante, fig. di Eolo, e re di Orcomeno, nella Beozia, ebbe da Nefele un fig. chiamato Frisso ed una fig. det
timone di quella nave e che morì nel viaggio presso i Mariandinii, ed ebbe per successore Anceo ; Orfeo, fig. di Eagro ; Zet
ise tutt’i figliuoli di lui e fuggissene in Atene. Giasone dopo morte ebbe onori divini Ora diremo brevemente di Bellerofont
Figliuoli di Nettuno furono eziandio Beoto ed Eolo o Elleno, ch’egli ebbe da Melanippe, fig. di Desmonte. Il primo diede il
ini fino a che fu fra loro il tempio di quella Dea. Molti altri figli ebbe Nettuno ; Ergino, che fu uno d’egli Argonauti, e
lungi da Pozzuoli, da’Campi Flegrei e dalla palude Acherusia. Il che ebbe origine dall’essere que’luoghi bassi ed oscuri e
i ogni suo segreto, avendolo pure ammesso alla sua mensa ; ma Tantalo ebbe l’imprudenza di svelare agli uomini le segrete co
Giove, fu tosto dichiarata regina de’silenziosi regni dell’Erebo, ed ebbe col marito diviso l’impero sulle ombre de’ morti.
di chi dovea morire e che così ne condannava la vita all’orco. Il che ebbe forse origine dal considerare gli uomini quali vi
9 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489
a testa dell’Eroe e lo uccise. E forse per questa fine ingloriosa non ebbe egli dopo la morte quegli onori divini che soleva
fione era quel desso che fu marito di Niobe, come dice Ovidio81, egli ebbe a provar la più crudele sventura domestica, quell
Quindi si procurò d’infrenarla e dirigerla coll’eduzione ; ed Ercole ebbe maestri ed occupazioni non solo in ogni genere di
, perchè lo prese vivo e lo portò ad Euristeo, che soltanto a vederlo ebbe a morir di paura. 4ª Fatica : La Cerva di Mèna
ia poca nettezza. 8ª Fatica : Il Toro Cretense Dopo che Ercole ebbe ucciso il Leon Nemeo e l’Idra di Lerna, e preso v
o, « Per lo furar frodolente ch’ei fece « Del grande armento, ch’egli ebbe a vicino : « Onde cessâr le sue opere biece « Sot
le fosse contemporaneo di Perseo. Non staremo a narrar la mischia che ebbe Ercole coi Centauri, perchè nulla di straordinari
di passar Deianira all’altra riva sull’equino suo dorso ; ma appena l’ ebbe in groppa tentò di rapirla correndo in altra dire
fiamme ; il suo spirito fu accolto in Cielo come Indigete Dio, ed ivi ebbe in moglie Ebe Dea della Gioventù. Gli Astronomi a
cchio nudo. Queste furono e son chiamate Castore e Polluce ; e quindi ebbe il nome di Gemelli l’intera costellazione. Perciò
nosse prese in moglie Pasifae, una delle figlie del Sole, dalla quale ebbe un figlio che fu chiamato Androgeo e due figlie d
di gran forza e coraggio ; e sentendo encomiare le gesta di Ercole n’ ebbe invidia, e agognava di poterlo imitare. Quando po
nava di poterlo imitare. Quando poi egli seppe la sua vera origine ed ebbe la spada lasciata dal padre, si mosse tosto per a
perciò chiamata degli Epìgoni, ossia dei rampolli, o discendenti ; ed ebbe luogo dieci anni dopo la prima per aspettar che q
che egli sposò Ippodamia figlia di Enomao, re d’ Elide e Pisa119, ed ebbe molti figliuoli e discendenti che sono in comune
e dal nome di Pelope fu detta dagli antichi Peloponneso. Da Ippodamia ebbe sei figli che tutti divennero re, ma i più noti p
to d’illegittime e vietate nozze ; e poichè fu allattato da una capra ebbe quel nome che in greco indica un tale allattament
di Achille, di quell’Erœ che fu invidiato da Alessandro Magno, perchè ebbe per banditore delle sue lodi Omero. La prosapia
ipartiro. » E poichè ora siamo giunti col racconto all’ epoca in cui ebbe luogo la famosa guerra di Troia, è tempo di parla
mmortalità dai più sublimi pœti, non era il solo nè il primo che essa ebbe  ; e si trova anche chiamata Dardania, Teucria, Il
Priamo e Lampo e Clizio « E l’alunno di Marte Icetaone ; « Assaraco ebbe Capi e Capi Anchise « Mio genitore, e Priamo il
ia dopo la morte del padre, ma anche Assàraco e Ganimede. « Assàraco ebbe Capi e Capi Anchise, » che fu genitore di Enea,
o per indicare un giovane azzimato e lezioso. Dagli Antichi per altro ebbe anche l’onore di esser posto nella Costellazione
to re di Troia, sposò Ècuba figlia di Dimante re di Tracia, e da essa ebbe molti figli, di ciascuno dei quali dovrà parlarsi
ella guerra di Troia e preparativi per la medesima Dopo che Venere ebbe riportato pel giudizio di Paride il più splendido
ntiche, imprestate a Patroclo, erasi impadronito Ettore) ; e appena l’ ebbe indossate si mischiò tra i combattenti spingendo
r vendicar la morte del padre ; e Pirro, degno figlio di Achille, non ebbe mestieri di altre parole per seguire Ulisse ; e q
Argo e in Micene, ma ancora nella maggior parte del Peloponneso. Egli ebbe un figlio chiamato Tisamène, che fu re dopo di lu
ndromaca vedova di Ettore. Di schiava la fece divenire sua moglie, ed ebbe da essa un figlio a cui alcuni Mitologi antichi d
a nazione, o per conquista. Quindi sposò Lanassa nipote di Ercole, ed ebbe da essa più figli. La fine però di quest’eroe fu
tolia, perchè seppe alienato da lui l’animo di sua moglie Egialèa, ed ebbe forse paura di far la fine di Agamennone. Venne i
’isola di Ogige, e di là salpando in una nave da lui stesso costruita ebbe a soffrire un’altra tempesta, dalla quale con gra
revemente quello in che egli concorda coi Mitologi e coi poeti. Enea ebbe il titolo di Pio per aver salvato dall’incendio d
ismo, l’invenzione di Virgilio fu ritenuta per una verità istorica ed ebbe gran fama, perchè faceva risalire gli odii dei Ca
enti Elisa, era figlia di Belo re di Tiro e Sidone nella Fenicia ; ed ebbe per marito Sichèo che poi fu ucciso da Pigmalione
e la sonora tuba « Al monte appese, che d’Aerio il nome « Fino allor ebbe , ed or da lui nomato « Miseno è detto, e si dirà
erstiziosi 157 ; » ed aggiunge poi che quel vocabolo di superstizione ebbe in appresso un più esteso significato, riferibile
, e chiude la sua narrazione con le lodi del delfino e col premio che ebbe dagli Dei di esser cangiato nella costellazione c
le, cioè a lei, invece di gli, cioè a lui, perchè Tiresia finchè non ebbe ribattuto li due serpenti con la verga era non pi
10 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo II pp. 3-387
le mandre si cercasse uno de’ più attempati e smunti arieti. Come lo ebbe dinanzi a se, lo scannò, e poi la immerse in una
coloro. Al suo ritorno trovò, che i cavalli aveano divorato Abdero. N’ ebbe gran dolore, e accoppò quegli animali colla clava
ni aggiungono, che Ercole sposò poscia Tinga, moglie d’ Anteo ; che n’ ebbe un figlio, di nome Siface, il quale divenne re de
attogli da suo fratello. Fu perciò, dicono, annoverata tralle Dee, ed ebbe in Roma una Capelletta, ove le Vestali le offeriv
re da Peone, medico degli Dei (a). Ercole nelle anzidette circostanze ebbe per compagno anche Argeo, figlio di Licinnio. L’E
fo morale. Da Chirone apprese la medicina e la chirurgia. Come medico ebbe tempj e altari, comuni con Apollo ed Esculapio. C
i intrapresi per causa di Giunone, lo rendettero glorioso (c). Ercole ebbe molte mogli. Tra queste si nominano principalment
appressò il fiume Sagari (c). Altri dicono, ch’egli la sposò, e che n’ ebbe un figlio, il quale da Diodoro Siciliano si appel
Greci lo venerarono come uno de’ loro maggiori Dei (d). Egli in Roma ebbe molti tempj, e fra gli altri uno vicino al Circo
era giornata. Sopraggiunse la notte ; e postosi nuovamente a dormire, ebbe la stessa visione, calchè risolvette d’ubbidire,
ià perito, disperato si precipitò nel mare. Fu estremo il dolore, che ebbe a sentire, quando intese, ch’era morto il padre s
iù tenera amicizia, e giurarono di porgersi scambievole ajuto(e). Ciò ebbe a verificarsi spezialmente, allorchè Piritoo pres
mediante il favore di Proserpina di ricondurlo sulla terra(f). Teseo ebbe da Fedra due figliuoli, Acamante e Demofonte(g) (
(3), Antifo(4), Eleno(5), Polidoro(6), Troilo(7), e Polite(8). Priamo ebbe pure dalle medesima moglie varie figliuole, trall
lie, Elena, figlia di Tindaro, approfittò del momento, in cui Menelao ebbe a trasferirsi in Creta, e tanto seppe piacere a q
nato, ne’ boschi, onde venisse divorato dalle fiere. La madre però n’ ebbe pietà, e invece lo fece allevare secretamente nel
astori, che abitavano sul monte Ida(b) (1). Paride, cresciuto in età, ebbe ivi la cura di numeroso gregge ; il suo coraggio
entare per placare Giunone, e a consultae porto della Sicilia, ed ivi ebbe a sofferire il dolore di veder a morire il padre
Apollo subito si placò, e svanì il desolante castigo (b). Agamenonne ebbe da Clitennestra un unico figliuolo, che si chiama
prima Ifianassa, e la seconda Laodice (a). Secondo alcuni Agamenonne ebbe pure un altro figlio, di nome Aleso(26). Agamenon
itto, che fu costretto a ritirarsi nella Libia(b). Menelao dopo morte ebbe in Terapne, città della Laconia, un tempio. Là gl
di Doride, e nipote d’Oceano e di Teti, Dea delle acque. Questo Eroa ebbe anche il nome di Pitisoo, ossia salvato dal fuoco
no la finzione, che niuno seppe ravvisarlo. Dìmorando in quell’Isola, ebbe da Deidamia, figlia del predetto Licomede, un fig
e nello spogliarla della sua armatura la osservò talmente bella, che ebbe dispiacere d’averla uccisa(e). Secondo un’antica
sposarla. Achille ne fece la promessa ; ma poi lungi dal mantenerla, ebbe tale orrore del tradimento di lei, che dopo d’ave
più valorosi dell’armata Greca. Fu annoverato Achille tra’Semidei, ed ebbe tempio anche nella Penisola del Ponto Eusino, det
rono ad Ajace una magnifica tomba sul monte Reteo(e) (5). Questo Eroe ebbe inoltre nell’ isola di Salamina un tempio, una st
sa è descritta diffusamente da Dionisio d’ Alicarnasso(a) Polluce poi ebbe anche un tempio, dedicato a lui a lo appresso la
i, i quali morirono all’assedio di Tebè(c). Secondo Pausania poi egli ebbe una statua in Delfo(d). Capaneo avea sposato Evad
tti questi guerrieri furono chiamati i sette Capi, e ciascuno di loro ebbe Ceparatamente il comando d’un corpo d’esercito(a)
divise, nè più si riunì(a) Morti Eteocle e Polinice, non per questo ebbe fine la mentovata guerra. Dieci anni dopo i figli
tro a’quali dovevano contenersi i discorsi e le azioni loro. La Virtù ebbe in Roma tempj e altari. Scipione, il distruttore
l’integrità di tutte le sue operazioni(a). La Giustizia secondo Igino ebbe una figliuola, vindice acertima delle scelleraggi
, che ci fa evitare tutto ciò, che può offendere l’onestà. Questa Dea ebbe due tempj in Roma. Il primo, ch’era antichissimo,
che vivono insieme. I Greci la denominano Omonia, ovvero Omusia. Ella ebbe un tempio in Olimpia. Roma celebrava a di lei ono
anni divenne in quella città la Dea la più onorata, giacchè essa sola ebbe più tempj, che tutte le altre Divinità unite insi
i Fenicj la onorarono di tempj, altari, e sacerdoti(d). Ella inoltre ebbe in Creta una fesea, detta Ellozia. Si portavano a
di discendere nell’Inferno per consultare questo Incovino(c). Tiresia ebbe per più secoll un famoso Oracolo nella città di O
cipitò nel mare. Questa ultima dopo morte conseguì onori divini. Ella ebbe feste in Creta, dette Inachie, forse dal di lei n
he s’introdusse nella torre, e rendette Danae madre di Perseo. Da ciò ebbe origine, dice il sopraccitato Scrittore, l’odio,
oi dice, che i Persiani furono così detti da Perseo(h). (9). Stenelo ebbe molti figliuoli, e tra gli altri Euristeo, il nem
altri Euristeo, il nemico d’ Ercole, come vedremo (i). (10). Mestore ebbe in moglie una figlia di Pelope, detta Lisidice, c
(a). (12). Elettrione regnò in Micene, sposò Anasso, sua nipote, e n’ ebbe una figlia, di nome Alcmena. Costretto a guerregg
e di Tebe, nella Beozia. Egli si unì in matrimonio con Nefele, da cui ebbe un maschio, di nome Frisso, e una femmina, detta
ndo Apollonio, o secondo Orfeo dalla Ninfa Lootoa, perchè era astuto, ebbe l’incombinza di essere la spia della truppa. Avev
uole, che Ificlo vi sia intervenuto solo per dare consigli (b).Ificlo ebbe un figlio, di nome Podarce, che da Omero dicesi e
etendono, che Absirto sia stato ucciso da Giasone.Finalmente fuvi chi ebbe a dire, che Medea privò di vita il fratello, perc
Mythol. l. 2. (e). Paus. l. 9. (12). Plutarco dice, che Calcodone ebbe una Cappella nella città d’Atene(h). Non si sa, s
rimasto solo di sua famiglia, sposo Euridice, figlia di Climeno, e n’ ebbe una figlia, di nome Policaste, e sette figliuoli,
deo, voce che appresso que’popoli dicesi significare ascia (b). Giove ebbe pure questo nome per allusione all’abbondanza del
nsecrarono un tempio sotto il nome della Dea Felicità(f). (33). Abia ebbe un tempio famoso in Messenia(g). (34). Illo ebbe
ità(f). (33). Abia ebbe un tempio famoso in Messenia(g). (34). Illo ebbe per madre Dejanira. Egli dopo la morte di suo pad
sseggieti a lottare secolui, e uccideva i vinti (g). (6). Ippotoonte ebbe per padre Nettuno. La di lui madre, per occultare
superiore, dove si maritò ad uno de’ maggiori re di quel paese, e n’ ebbe un figlio, detto Medo, il quale dopo la morte di
e diede a’ suoi sudditi il nome di Medi (c). Altri dicono, che Medea ebbe il predetto figlio dal re Egeo (d). La stessa Mag
che non in votatile, ma di nuovo in donna venne convertito(c). Ceneo ebbe un figlio di nome Corone, che da Apollonio viene
mbre(a). (a). Plut. in Vit. Thes., Ovid. Mes. l. 12. (24). Piritoo ebbe da Ippodamia molti figliuoli, e tra gli altri Pol
cesse la pace tralle due città, e si restituisse Elena((c)). Antenore ebbe molti figli, tra’quali furono celebri pel loro va
e, trovandosi secolui alla caccia, senza avvedersene lo uccise. Eleno ebbe da Andromaca un figlio, di nome Cestrino(d). (6)
rovò anche Acamante, figlio di Teseo e di Fedra. Questi in quel tempo ebbe da Laodice ; natà da Ecuba e da Priamo, un figlio
a infedeltà, e implorava la di lei assistenza. Aggiungesi che colei n’ ebbe poscia sì grande rincrescimento, che da se si get
ma ogni anno suli monte Aventino (l). Virgilio poi narra, che Evandro ebbe a combattere con Erilo, re di Preneste, in Italia
e, e tre armature (a) Evandro dopo morte ottenne gli onori divini, ed ebbe un altare sul monte Aventino, perchè introdusse n
o di quelli per andarsene a consultare l’Oracolo di Apollo Delfico. N’ ebbe in risposta, che dovesse proseguire il suo viaggi
o ; e fu allora, che Calcante morì di tristezza(b). Questi dopo motte ebbe un tempietto in Daunia sopra una collina appresso
irio, figlio di Esculapio(c). Mopso poi fu annoverato tra’Semidei, ed ebbe tempio e oracolo nella Cilicia(d). (b). Hardion
e le inalzarono un tempio, e la venerarono come una Divinità(d). Ella ebbe Feste, dette Elenie, le quali si celebravano dall
oi ad Eaco notiamo, ch’egli appresso que’di Egina divenne un Nume, ed ebbe un tempio, in cui i vincitori deponevano le coron
e di amare soltanto la caccia. In tala modo si unì alla giovine, e la ebbe in isposa. Ella lo amava teneramente, e allorchè
Id. Odyss. l. 5. (e). l. 4. Pons. (15). Esiodo dice, che Ulisse ebbe da Calipso due figli, Nausitoo, e Nausinoo(c). (
rano, che Nausicaa si maritò con Telemaco, figlio d’ Ulisse ; e che n’ ebbe un figlio, detto Ptoliporto, o Perseptoli. (a).
c). Apud Parthen. Erot. c. 3. (d). Hom. Odyss. l. 10. (22). Circe ebbe da Ulisse due figli, che si denominarono Agrio e
(2). Pausania dà ad Autoleone il nome di Leonimo(e). (3). Telamone ebbe per madre Endeide, figlia del Centauro Chirone, e
di Troja, fattasi da Ercole sotto il regno di Laomedonte. Egli allora ebbe la gloria di penetrare il primo in quella città.
ia di Laomedonte, che divenne la di lui seconda moglie(b). Telamone n’ ebbe anche una terza, che Sofocle(c), Pindaro(d), Diod
sposò la figlia del re, e divenne possessore del trono(b). Dopo morte ebbe a suo onore delle annue feste, dette Alcatoe(c).
ggivano coloro, che non erano tali(d). Notisi per ultimo, che Diomede ebbe un tempio appresso il fiume Timavo(e). (3). Cap
i, i quali morirono all’assedio di Tebè(c). Secondo Pausania poi egli ebbe una statua in Delfo(d). Capaneo avea sposato Evad
. Hofman. Lex. Univ. (9). Morti Eteocle e Polinice, non per questo ebbe fine la mentovata guerra. Dieci anni dopo i figli
11 (1841) Mitologia iconologica pp. -243
ndo talor venghi distrutto. È questi quell Vulcan Nume abborrito, Che ebbe nel cor troppo impudenti voglie, E ad onta di cia
setta rifiutò le sue avvanzate dimande ; Sue nozze benchè in sua vece ebbe però il piacere d’impalmare Venere fra le Dee la
perpetuo monumento delle sue infedeltà. Quali, e quanti figliuoli poi ebbe questo Dio, fra mitologisti non si acconviene, ad
con piè veloce al designato fiore ne corse la Dea, ed immantinenti n’ ebbe a sperimentare con sommo suo piacere l’effetto. D
to. Sua contesa con Nettuno. Celebre fù la quistione, e la lite, che ebbe questo Dio col suo zio Nettuno. Egli per vindicar
riconosce le sue, per aver divisi i suoi affetti e con Venere, da cui ebbe Ermione, e con Bistonide, da cui ebbe Tereo, e co
oi affetti e con Venere, da cui ebbe Ermione, e con Bistonide, da cui ebbe Tereo, e con Ilia, da cui ebbe i celebri gemelli
ebbe Ermione, e con Bistonide, da cui ebbe Tereo, e con Ilia, da cui ebbe i celebri gemelli Romolo, e Remo. Suoi nomi. Sot
Marte, o perchè nazione fiera, e naturalmente portata a guerreggiare, ebbe per questo Dio speciale culto, ed affetto, istitu
alcuni bovi, e fra le fronzure d’un bosco cautamente appiattolli. Non ebbe però la fortuna di sottrarsi del tutto all’ altru
imonia par che ne scrisse la Mitologica penna. Tolto Ermafrodite, che ebbe da Venere, come dimostrano le stesse parole Herme
e vittima addivenire degli ardenti suoi amori. Le stesse disavventure ebbe egli parimenti a provare nel corteggiare la Ninfa
anco sì Climene figlia di Teti, che Coronide figlia di Flegia, da cui ebbe in figlio quell’ Esculapio, che istruito nell’ ar
ea ad un tratto cambiato in vile lucertola. Il peso della sua collera ebbe similmente a provare l’irreligioso Eresittone. Qu
a molestia, divorandosi le sue medesime carni, con quel cibo in bocca ebbe a lasciar miseramente la vita. Suo ritratto. Esp
l primo fù detto mistero Eleusino de Eleusi, ove per man del re Celeo ebbe la Dea cortese accoglienze ne’ suoi affannosi via
tili ricami, avvegnachè nella contesa partita fosse vittoriosa ; pure ebbe a soffrire il troppo sensibile dolore della sua f
el de’ suoi marittimi viaggi l’infelice Aiace di Oileo, se non perchè ebbe questi il temerario ardire di violar l’onesta ver
desertare le Campagne del re di Calidone Eneo ? Il poco rispetto che ebbe questi per essa nell’escluderla dalle offerte del
i Dedalione Chione senza farle più articolar parola ? La temerità che ebbe di attaccar con disprezzo la sua beltà fù la cagi
quindi rialzato, come testifica Plinio ; pur al riferir di Capitolino ebbe a sperimentare le sue finali ruine per man de’Got
acimus venit ex alto Fatis agimur, cedite fatis (1). Da qual fonte ebbe origine. Da qual principio poi commossi i gentili
e nessun del suo regno disserrar mai più poteva quella porta, per cui ebbe una volta in quel luogo l’ingresso(1) … Facilis
per aver voluto distruggere le viti sacre a questo Mecenate del vino, ebbe a recidersi le gambe col proprio suo ferro. Suo
le bellezze, e le grazie, tutto é derivato dall’ avvedutezza, ch’egli ebbe di specchiarsi negli esemplari del cieco pur trop
n preferenza d’ogni altro animale. Imperochè nella dolce contesa, che ebbe questa Dea col Dio Cupido circa la frettolosa rac
gran tempio in onor di Diana, di cui il culto abolito voleva S. Paolo ebbe questi a sostenere il peso di una forte sedizione
fetto tu operi, e perciò la tua sorte è nelle tue mani. Da qual fonte ebbe origine. Chi fù Saturno. Suoi viaggi. (1). Che i
12 (1880) Lezioni di mitologia
izj e dalle sciagure avvilito, così il mondo divise, che ogni bisogno ebbe un dio, e fu facile allora agli istitutori dei po
al contrario, lo difendono da tanto rimprovero, asserendo che di Dìo ebbe idee più giuste di ogni altro pagano. Orazio, inf
a e il giuramento. Ponto, cioè il mare, dal suo commercio colla Terra ebbe il giusto Nereo, Taumante, Forci, Ceto ed Euritia
el numero di cinquanta. Taumante sposò Elettra figlia deirOceano, e n’ ebbe Iride e l’Arpie Aello e Ocipete. Forci da Ceto eb
a deirOceano, e n’ebbe Iride e l’Arpie Aello e Ocipete. Forci da Ceto ebbe Pefredo ed Enio, che ambedue furono subito chiama
so e Crisaoro, il quale avendo sposata Calliroe figlia dell’Oceano, n’ ebbe Gerione mostro di tre teste. La stessa Calliroe d
a ogni commercio, chiudendola in un antro della Siria, pure da Tifone ebbe Orco, Cerbero, l’Idra Lernea, la Chimera, che fu
Forci il Drago custode del giardino delle Esperidi. Tati dall’Oceano ebbe tutti i fiumi, ed innumerabile stuolo di ninfe ab
, e volle che nel di lei nome temessero di spergiurare gli Dei. Febea ebbe da Geo l’amabile Latona ed Asteria, che poi marit
i re, alle guerre ed alle vittorie. Rea si congiunse con Saturno, e n’ ebbe prole troppo chiara e potente in suo danno: Vesta
tona Apollo e Diana, da Giunone Ebe, Marte, Lucina e Vulcano. Nettuno ebbe da Anfitrite Tritone; Venere generò da Marte lo S
rmonia la bella. Maia figlia di Atlante partorì Mercurio a Giove, che ebbe pure da Semele Bacco, ed Ercole da Alcmena. Vulca
al Sole Circe ed Eete, il quale sposando Idia per consiglio divino, n’ ebbe in figlia Medea. Tale è la generazione degli Dei,
la fama, ma non l’ire della matrigna? E noto a tutti che tanto figlio ebbe Giove da Alcmena, che ingannò colle sembianze d’A
passarsi sotto silenzio Giove Vimineo, che diede, o più probabilmente ebbe nome da un colle di Roma, dove fra i vimini l’ant
elo insegnasse la sublime scienza del perdono, onde Giove Vendicatore ebbe adorazioni dai Romani; e da Agrippa, al dir di Pl
si esausta la serie dei cognomi che il padre degli uomini e degli Dei ebbe presso i Latini ed i Romani. Ora mi rivolgo a que
velarono come matrona, o come ancora sposa di Giove, col quale titolo ebbe un simulacro in Platea, opera di Callimaco. Velat
erazione del dio della guerra. Mi resta solo ad osservare che Giunone ebbe ancora il titolo di Natalis, ed allora è lo stess
a del nume, dirò che adulto fu alleato a Giove nelle guerre, le quali ebbe dopo che Saturno fu balzato dal trono. Il felice
rla alle sue voglie commise al delfino, che fortunato nell’impresa n’ ebbe in premio (come lasciò scritto Igino) di risplend
delfino mutò sua sembianza; Cerere deluse trasformato in cavallo; ed ebbe da varie ninfe infinito numero di figli. Libia lo
che e Medicasta. Da Ercole, come udirete nel viaggio degli Argonauti, ebbe la vergine salute, e morte il mostro vendicatore.
i costruire una casa, e da Vulcano fu l’uomo composto. Un’altra volta ebbe gara con Minerva nell’Areopago per dar nome ad At
a amori: frutto ne furono diversi figli. Da Aglauro figlia di Cecrope ebbe Erico, da Daira Eleusina, Buno da Alcidamea, Calc
risce al pubblico senza la falsa denominazione che per ben due secoli ebbe dal volgo degli eruditi e dei professori. I più e
che libera dalla morte l’unica Alceste.     Nè la serviti: d’Apollo ebbe fine, poiché la povertà lo costrinse a dividere c
hille, si prefissero di saccheggiarlo. Una parte dell’armata di Serse ebbe lo stesso scopo. I Focesi per le istigazioni dei
utta la contrada, il figlio di lui Elato, Afida e Azano, Trifilo, che ebbe per madre non Erato, ma Laodamia, figlia di Amicl
ucciso da Aiace, mentre voleva bruciare la nave di Protesilao. Cigno ebbe da Proclea un maschio ed una femmina; il primo si
ricata, aveva un tempio. Clario da Claro città dell’Asia, nella quale ebbe oracoli ed altari fondato da Manto figlia di Tire
amente le donne seguaci furono di Diana, ma fra gli uo’mini ancora vi ebbe chi imitavane gli studii. Giova rammentare fra mo
gli architravi a prendere insensibilmente il loro posto. Chersifrone ebbe maggior difficoltà a collocar una pietra di maggi
ato cane. Che si volge al signore e muor latrando. La man di Meleagro ebbe diverso Fato: in terra la prima asta configge, La
no, perchè le sommità dei monti sacre le sono, e sotto questo. titolo ebbe un tempio presso gli Argivi. Ortia scrive Esichio
te. Col titolo di Marziale, o Guerriera, fu adorata dagli antichi, ed ebbe un’ara nell’Areopago che le consacrò Oreste, asso
no feste sotto il mentovato cognome. Minerva Oftalmite, cioè Oculare, ebbe un tempio in Sparta da Licurgo costrutto, cbe die
servitù sovrastante. Minerva col titolo d’ Igiea, o dea della Salute, ebbe statua nella rocca di Atene, che Pericle le pose
da lanciare un dardo contro Agamennone. Ritornato in sua casa l’eroe ebbe una visione, in cui Pallade gli mostrava la ricev
genitori diversi. La prima di queste, del Cielo e del Giorno figlia, ebbe tempio in Elide; la seconda, di cui abbiamo favel
riva da Citerà, isola nell’estremità del golfo Beotico. Venere Armata ebbe dagli Spartani ad orazione in memoria dell’ amore
inazioni nascosero profonde dottrine, sia contrarie l’esperienza. Non ebbe , secondo la più comune opinione, Marte alcuna leg
uscitò Diomede a pugnare contro lo stesso dio della guerra. Appena lo ebbe Marte veduto che la lunga asta contro gli diresse
come è costume dei potenti, insidiò ancor questa fra le sorelle, e n’ ebbe Proserpina, eterno dolore della madre, e regina d
rese ardire Nettuno dal delitto fraterno, violò anch’egli Cerere, e n’ ebbe una figliuola che i Greci stimavano sacrilegio il
, la madre di tutte le piante e di tutti gli animali; finalmente ella ebbe una folla di epiteti consimili, che l’autore degl
uesto s’introdusse col tempo, e nella più remota antichità Cerere non ebbe tutti questi attributi: le statue di lei non furo
più semplice ed il più vero. Petellide di Cnosso assicurava che Pluto ebbe il fratello Filomelo, che in lite col maggiore ed
. comprò con quel poco che gli restava dei bovi, inventò l’aratro, ed ebbe dalla fatica sussistenza migliore. Ammirando Cere
, come Eschilo lasciò scritto, fra gli Dei terrestri ed infernali, ed ebbe molti nomi come lo stesso scrittore nel Prometeo
ele scolpì un’ altra volta Cupido tutto nudo pel tempio di Parlo dove ebbe fama e avventure pari a quelle del simulacro mate
me di toro. L’ Oceano fu amico dell’ infelice Prometeo, ed oltre Teti ebbe due altre mogli, chiamate Partenope e Panfolige.
eti ebbe due altre mogli, chiamate Partenope e Panfolige. Dalla prima ebbe l’Europa e la Tracia, dalla seconda l’Asia e la L
imento e la pena di Promoteo suo figlio. Avanti la guerra dei Giganti ebbe una figlia chiamata Anchiale, che diede il suo no
venne peritissima nell’arte di predir l’avvenire, e dopo la sua morte ebbe dei templi dove si aveano degli oracoli. Pausania
utilare il genitore. Saturno, benché padre di tre Dei principali, non ebbe però fra i poeti il titolo di Padre degli Dei, fo
Ellanico pretenda che fabbricate vi fossero le prime armature. Lenno ebbe già un Vulcano, che le fece dare il nome di Etali
ichi nacque da Rea e da Saturno, militò con Giove i contro Titani, ed ebbe dalla sorte il terzo regno, cioè l’ Inferno: lasc
i chiamava Serapide presse gli Egizii, e dalla Storia apprendiamo eh’ ebbe un tempio in Menfi antichissimo, un altro in Racò
poi in Egitto, e riconosciuto per Plutone dal Cerbero e dal Serpente, ebbe il nome di Serapide, o Sarapide, divinità indigen
Sinopiti, fu venerato dal Paganesimo sotto il nome di Serapide. Così ebbe fama una divinità dell’Egitto, oscura fino ai tem
. L’amor della vita avea destato quel sentimento di avversione che si ebbe pel dio della morte: quindi come deità nocente fu
fu quella che partorì un figlio il più somigliante al padre. Ifidemea ebbe grandi onori dai Carli della città di Milasso. Pi
Glori era di Orcomene in Beozia, e sposò Neleo figlio di Nettuno. Tia ebbe commercio con Nettuno stesso. Accanto a Tia si ve
ri è nota. Dopo la sua morte Gefalo sposò Glimene figlia di Minia e n’ ebbe Ifìclo. In un piano più da lungi si vede Megara t
e, lib. IV, v. 441 e segg. Annibal Caro, che così tradusse Virgilio, ebbe per certo in mente questi versi di Dante, che cos
orerà che di essi fu condottiero Achille, che ad Eaco fu nipote. Egli ebbe tre figli da due donne. Foco da Sam mete figlia d
ella Terra. Vogliono che si sposasse a Fallante, a cui generò l’Idra: ebbe da Acheronte la Vittoria, la Forza, lo Zelo, che
a che la dea si racconci il peplo sul petto. « Quindi, appena ideata, ebbe una folla d’imitatori, che la replicarono in vari
nel lavoro, che spesso gli scrittori l’anno attribuito al maestro: o ebbe egli la disgrazia comune ad altri discepoli d’uom
quegli altri che ci restano, a lui falsamente attribuito. La Fortuna ebbe attributi in parte simili a Nemesi, e con lei fu
e di fronte. Quando si cominciò a rappresentare le Grazie nude non vi ebbe sovente fra esse e le tre Parche (che come le tre
loria a Prometeo, Omero a Peone. Ebbe Esculapio in moglie Epione, e n’ ebbe Podalirio rinomato per la medicina, e Macaone, ch
Driadi. Il Padre D’Armonia nostra, il ferreo Marte, armato Di lancia, ebbe stupor; mirò la figlia, Che senza ferro già vibra
ellerofonte sul Pegaso, e con altrettanta sicurezza di Europa che non ebbe bisogno di freno per condur quello che la rapì. I
ce, non piangere, onde le lacrime dei mortali siano asciugate. Appena ebbe terminate queste parole, che un prodigio colpì gl
ella sepoltura. Capaneo fu quindi portato cogli altri alla patria, ed ebbe gli stessi onori ed uffici che Tideo, Ippomedonte
ltro che il pino era consacrato anche a Bacco per l’amicizia eh’ egli ebbe con Cibele, come vi ho già esposto; ed in un Bacc
issimo Sileno, che avendo avuto coda a’ lombi, tutta la sua posterità ebbe lo stesso segno. Col tempo si disser Sileni i vec
e raccolta colla manca fa seno. Un tal costume dal rito dei sacrifizi ebbe origine, ove i movimenti usati nelle sacre cerimo
13 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLIII. Cadmo » pp. 321-325
a giovinetta, ed ivi, riprese le forme divine, la fece sua sposa, e n’ ebbe due figli Minos e Radamanto 57. Il padre di lei n
ltri Mitologi, Armonia, figlia di Venere e di Marte, e dalla medesima ebbe quattro figlie : Autonoe, Ino, Semele ed Agave, e
. E quanto alla sua sorella Europa, della quale dicono i Mitologi che ebbe da Giove il privilegio di dare il nome alla terza
i quelle arti che procurarono l’universale coltura. » Ma il poema non ebbe credito, perchè vi predomina la fiacchezza d’ ide
14 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXII. Marte » pp. 138-143
dalla fazione contraria a Marte. In Roma per altro, la cui fondazione ebbe luogo tre in quattro secoli dopo l’eccidio di Tro
; e fu scelto un consesso di 12 Dei per giudicarlo, e il dibattimento ebbe luogo in un borgo d’Atene che d’allora in poi fu
e. Dalla luce rossastra e quasi sanguigna che riflette questo pianeta ebbe il nome del Dio che si diletta del sangue e delle
rse Totila re dei Goti fu quegli che molto la guastò nelle guerre che ebbe a sostenere contro i generali di Giustiniano. Ess
15 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XI. Giove re del Cielo » pp. 55-59
nso etimologico e non mitologico della parola Giove. La Divinità non ebbe mai in alcuna lingua un nome etimologicamente più
Ammone e sotto la forma di ariete. Ammone significa arenoso, e Giove ebbe questo titolo perchè nelle arene della Libia comp
sse in quell’oasi fu perciò detto di Giove Ammone, e l’idolo del Nume ebbe perciò la forma di ariete65. Dell’ Oracolo di que
16 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIX. La Dea Triforme cioè Luna in Cielo, Diana in Terra ed Ecate nell’Inferno » pp. 115-122
econdo ciascuno di questi rappresentavasi in 3 diverse forme ; quindi ebbe il titolo di Dea Triforme 135. Tutto ciò che si r
notti non vista a visitarlo, quantunque egli dormisse. Questa favola ebbe fortuna e credito presso i pittori, i poeti e i f
« Io perchè d’altra vista non m’appago, « Stetti a mirarla, ond’ella ebbe vergogna ; « E per farne vendetta, o per celarse,
17 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIII. Venère, Cupido e le Grazie » pp. 144-151
del mare182. I poeti aggiungono che andò a fermarsi in Cipro, ed ivi ebbe il maggior culto e il titolo di Ciprigna. In molt
oi venerata, in Citera, in Pafo, in Idalio, in Àmatunta, in Gnido, ed ebbe da questi luoghi del suo culto i titoli di Citerè
caccia da un cinghiale. A Venere fu dedicato il venerdì ; e di Venere ebbe il nome il più bello e rilucente dei pianeti prim
18 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVIII. Apollo considerato come Dio della Poesia e della Musica e maestro delle nove Muse » pp. 104-114
le greggie di Admeto re di Tessaglia. Anche in questo placido ufficio ebbe a soffrir disgrazie e dispiaceri. Gli avvenne d’i
ro, poichè Dafne in greco significa lauro. Dalla somiglianza del nome ebbe origine questa trasformazione. Il lauro d’allora
« Con chiome or aspre, e già distese e bionde. » Più tristi effetti ebbe per Apollo la morte del giovinetto Giacinto. Era
19 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXV. Bacco » pp. 161-172
eramente favolose. Sulla nascita di Bacco venner fuori a dire ch’egli ebbe due madri. I poeti classici greci diedero perciò
rchè lo allevassero. Il piccolo Bacco cresceva vivace ed allegro ; ed ebbe per custode della sua giovinezza (o come ora dire
in oro tutto ciò che toccava, e Bacco gliel’accordò ; ma presto egli ebbe a pentirsi di avere ottenuto una tal grazia, poic
20 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Avvertenza » pp. -
in familiare conversazione, ma lo ripetè in una delle lettere ch’egli ebbe occasione di scrivermi ; e poi rese noto pubblica
mando, è parte di un lavoro compiuto, e che da esperti nell’insegnare ebbe lode ; e io, proponendoglielo, ne dico assai ; e
21 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — III. Classazione generale delle Divinità pagane e Genealogia degli Dei superiori » pp. 15-19
tone. Giove sposò Giunone elevandola al grado di regina del Cielo, ed ebbe da essa Marte, Vulcano ed Ebe ; e poi da altre De
Giovi che fanno maraviglia a’filologi ; perchè ogni nazione gentile n’ ebbe uno, de’quali tutti gli Egizi per la loro boria d
22 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cronologia Mitologica. » pp. 387-393
stimata degna d’Osiride, soprannominato Giove ; da ciò evidentemente ebbe origine la nota favola della metamorfosi della in
ole e nell’Italia. Doro diè origine ai Dorii ; Eolo agli Eolii ; Xuto ebbe due figli, Acheo, origine degli Achei, ed Jone de
23 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — X. Cerere dea delle biade e Proserpina sua figlia » pp. 48-54
ossia prima produttrice, delle biade (magna parens frugum)51. Cerere ebbe da Giove una figlia chiamata Proserpina in latino
ia strema « Erisiton si fosse fatto secco « Per digiunar quando più n’ ebbe tema. » E il Giusti, nella Scritta, rammenta una
24 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XII. La Titanomachia e la Gigantomachia » pp. 60-68
rri, ma giganti. » Per quanto Dante ci confessi sinceramente ch’egli ebbe una gran paura al primo vederli, non lasciò per q
ui confini della Macedonia colla Tessaglia ; e l’immane combattimento ebbe il nome di pugna di Flègra 74) dalla prossima ant
25 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLI. Perseo » pp. 309-316
a Gorgone era già all’Inferno da lunga pezza ; e ci racconta che egli ebbe una gran paura, quando nel far laggiù quel suo ce
edusa e pietrificò nell’istante quanti la guardavano ; ed anche Fineo ebbe la stessa sorte. Dipoi volle Perseo tornar colla
26 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVII. I Mostri marini Mitologici e Poetici » pp. 184-194
ta del Tirreno dove fu poi fabbricata una città che in memoria di lei ebbe il nome di Partenope o Partenopea, e che in appre
che più grande alla robusta e sbrigliata immaginazione degli Antichi, ebbe origine la favola delle Sirene, abbellita dall’ar
27 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLV. La spedizione degli Argonauti alla conquista del Vello d’oro » pp. 331-341
Al desolato fratello convenne continuar solo il viaggio marittimo che ebbe termine nella Colchide ov’era diretto. Questa reg
ata Pagasœa puppis, e Medea Pagasœa conjux. 66. Nella sua schiavitù ebbe Issipile a custodire il piccolo figlio di Licurgo
28 (1855) Della interpretazione de’ miti e simboli eterodossi per lo intendimento della mitologia pp. 3-62
itiva divina, nacque il politeismo, e quasi ogni aggregazione sociale ebbe i suoi Iddii peculiari, pochi eletti infuori, che
qualche parte alla Dea Cloacina(2), o a Volupia, che dalla voluttà si ebbe questo nome ; o alla Dea Libentina, che fu così d
e col tramonto del sole. Oltre l’alloro sacro ad Apollo e ad Ercole, ebbe questi insieme con quello la cetra e la compagnia
ammasso ; e quando la discordanza degli elementi, che lo componevano, ebbe fine, disciolte le parti di questo ammonticchiame
29 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Appendice. » pp. -386
ma, dopo aver distrutto una nazione stanziata in un angolo dell’Asia, ebbe a combattere con una religione universale. Il mon
tianesimo stabilito naturalmente e senza ostacoli. E di vero esso non ebbe a lottare se non colle passioni, gl’interessi e l
30 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Indice alfabettico. » pp. -424
izioni degli antiquarj intorno a questo Nume, e diversi nomi che egli ebbe , 159. Balder, 743. Batto, trasformato in pietra d
; — trasforma Batto in pietra di paragone, 167 ; — varj nomi che egli ebbe , 168 ; — pluralità di Mercuri, 169. Metempsicosi,
31 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — V. Urano e Vesta Prisca avi di Giove  » pp. 25-27
u nato e cresciuto. Apollo, questo Dio oltre molte altre attribuzioni ebbe in perpetuo anche quella di guidare il carro dell
32 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLIV. La caccia del cinghiale di Calidonia » pp. 326-330
n è sorte. » Dopo altre vicende che poco importa narrare, finalmente ebbe Meleagro la gloria di atterrare quell’immane belv
33 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IV. Una Divinità più potente di Giove » pp. 20-24
ma appunto perchè inesorabile, nessun lo pregava o adorava, nè perciò ebbe mai tempii ed offerte. Immaginavano che i suoi de
34 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIII. Difetti e vizii del Dio Giove » pp. 69-72
chè gli parve brutto e deforme : per la qual caduta il misero Vulcano ebbe di più la disgrazia di rimaner perpetuamante zopp
35 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXX. Delle Divinità straniere adorate dai Romani » pp. 506-510
essa Ninfa Io trasformata in vacca da Giove, fu ben presto adorata ed ebbe un tempio in Roma, come asserisce Lucano nel lib.
36 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIV. Il Dio Pane » pp. 264-269
tto quel colle un antro consacrato da Evandro al Dio Pane. Dai Romani ebbe questo Dio anche il nome di Luperco (ab arcendis
37 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIX. Eolo e i Venti » pp. 295-
ea dicono che rapì la Ninfa Orizia figlia di Eretteo re di Atene, e n’ ebbe 2 figli chiamati Calai e Zete, di cui dovremo par
38 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XV. Giunone regina degli Dei e Iride sua messaggiera » pp. 79-85
gli Antichi che Iride somministrasse l’acqua alle nubi. In Astronomia ebbe il nome di Iride il 7° asteroide, o piccolo piane
39 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIV. Vulcano e i Ciclopi » pp. 152-160
viii.) 194. Hutton pubblicò la sua Teoria della Terra nel 1785 ; ed ebbe una grnde efficacia sui progressi della geologia.
40 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXI. Il Genio e i Genii » pp. 232-241
si delle frutta a loro offerte in una patera 278. Questa parola Genio ebbe un gran credito e un grande uso nella lingua lati
41 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXII. Gli Oracoli » pp. 242-252
iascuno di loro ; delle Divinità inferiori o terrestri, quasi nessuna ebbe oracoli ; e piuttosto preferirono i Pagani di att
42 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVI. Nettuno re del mare e gli altri Dei marini » pp. 173-183
e Nettunisti i seguaci di questa ipotesi. Anche la moglie di Nettuno ebbe onori celesti dagli astronomi, i quali diedero il
43 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVII. Apollo considerato come Dio del Sole, degli Arcieri e della Medicina » pp. 92-103
benchè sembri intesa a significare i crepuscoli e le aurore boreali, ebbe poca fortuna ; nè i più celebri poeti, e tanto me
44 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIX. Plutone re dell’ Inferno e i suoi Ministri » pp. 203-215
del Sonno e dei Sogni ; ed anche Dante racconta diversi sogni ch’egli ebbe nel suo viaggio allegorico. Lo stesso Virgilio ci
45 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXX. Stato delle anime dopo la morte, secondo la Mitologia » pp. 216-231
. Fissò il suo soggiorno in Crotone città della Magna, Grecia, ed ivi ebbe molti discepoli, e costituì la famosa scuola dei
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