rèti, perchè avean allevato Giove nell’isola di Creta. E Virgilio (1)
dice
che il culto di Cibèle fu portato da Creta nella
rso. Quindi nella celebre formola augurale, Jove fulgente, tonante si
dice
per coelo fulgente ; ed in Orazio manet sub Jove
solita a farsi, quando si celebrava il natale di Giove. Virgilio (1)
dice
che le api, allettate dal suono de’ cembali de’ C
sì variamento raccontata, è nell’Odissea ». Io vidi giù nel Tartaro,
dice
Ulisse(1), Ifimedìa, moglie di Aloeo e madre di O
formarono l’idea di una guerra fra la terra ed il cielo. Virgilio (1)
dice
che Tifeo fu sepolto sotto l’isola ch’egli chiama
oto. Il che ha dovuto avere origine da’ versi di Omero (2), ne’ quali
dice
che Tifeo giace sepolto in Arimis (εν Αριμοις) lu
urati, molte braccia e quel soprapporre monti a monti. Che altro mai,
dice
Macrobio (3), furono i giganti che una qualche em
izico, chiamato Arpagio, o sul promontorio Dardanio ; ma Virgilio (2)
dice
che fu rapito sul monte Ida, mentre dava opera al
ibile prodigio Dell’Egioco Signore. Monti. In questo luogo di Omero,
dice
Mad. Dacier, l’egida certamente è uno scudo, di c
llo in Grecia qual trofeo da servire di spettacolo a quella gente. Si
dice
che in Africa vi sia un animale, forse il Catoble
i di se per lo spavento, fu trasportata nell’isola di Creta. Palefato
dice
che un Signore di Creta, chiamato Tauro, invase c
bastevoli ad esprimere tutt’i suoni del greco linguaggio. Plutarco(1)
dice
, essere antica opinione che Cadmo allogò in primo
olto dal re Cocalo fu cagione che Minos gli movesse guerra. Ma Servio
dice
che Dedalo andò prima nella Sardegna e poscia nel
ena ; l’altro mortale, dal quale nacque Castore e Clitennèstra. Omero
dice
che Leda ebbe da Tindaro i due gemelli Castore e
are Bute ed Erice di segnalata destrezza nel combattimento del cesto,
dice
che discendevano da Amico e dalla gente de’ Bebri
iportarono la palma Castore nella corsa, e Polluce, al cesto. Pindaro
dice
che i Dioscuri, accolti amorevolmente in casa di
eti. Erano pure in guardia e tutela de’ Dioscuri i naviganti. Appena,
dice
Orazio (2), a’ naviganti si mostra il benigno ast
e, fig. del fiume Asopo, o di Nitteo, e regina di Tebe. Non manca chi
dice
Anfione fig. di Mercurio, dal quale ebbe quella f
avea domandata. La pose ella in guardia del pastore Argo, che Eschilo
dice
d’ignota origine (γηγενες) ; ed altri vogliono fi
iede ad Eolo, e gli concesse di sedere alla mensa de’ Numi. Plinio(4)
dice
che fu fig. di Elleno e che ritrovò la ragione de
tà della sua forma, e che getta fuoco con grande splendore ; e quivi,
dice
Strabone, era la sede di Eolo. A queste isole app
dolci disegni di tosto rivedere la cara patria e gli amici(1). Eolo,
dice
Diodoro Siculo, fig. d’Ippota, approdò con alcuni
di Giove, e che tutto dee cominciare da Giove. Omero(3) di passaggio
dice
che le timide colombe recano l’ambrosia a Giove.
go da Mercurio, ne pose sulla coda del pavone i soli occhi ; ma Nonno
dice
che quel pastore fu cangiato in pavone(4). Oltre
o con quegli uccelli a fierissimo combattimento. Il Troiano esercito,
dice
Omero(4), marciava Come stormo di augei, forte g
e presso gli antichi furono le nozze di Peleo, a cui, benchè mortale,
dice
Omero, gli Dei diedero per isposa una Dea. Catull
d’accordo, e garriva in modo indecoroso. Avvedutosi una volta Giove,
dice
Omero(5), degli artifizii di Giunone, pe’ quali i
quali i Greci mettevano in rotta i Troiani, garrisce la consorte e le
dice
: Scaltra, malvagia, la sottil tua frode Dalla p
ura rappresentava Vulcano in atto di sciogliere Giunone. Il ch. Heyne
dice
che per Giunone s’intende l’atmosfera, o sia l’ae
sommessione di un suddito rispettoso innanzi alla sua sovrana ; e le
dice
ch’è tutta sua mercè se gode del favore di Giove,
baleno colle sue estremità o corna attigne le acque dal mare. Esiodo
dice
che nacque da Taumante, che in greco significa am
sfendone non era di metallo, ma tessuto o lavorato a rete. « Giunone,
dice
il ch. Winckelmann(3), oltre il diadema rialzato
icar si può sicuramente esser quella una Giunone. » Massimo Tirio(1)
dice
che Policleto fece in Argo una statua di Giunone,
to invocavano Diana Ilitia ; e le romane, Giunone Lucina. Cicerone(6)
dice
che come appresso i Greci nel parto s’invocava Di
ina o Ilitia, e la chiama figliuola della potente Giunone ; ed Esiodo
dice
che questa Dea partorì Ebe, Marte ed Ilitia o Luc
i miei occhi : pigliali e parratti una Dea (2). Malamente Plinio(3)
dice
che ciò avvenne a Girgenti. Giunone avea al suo
il pavone non è il solo uccello consacrato a Giunone. « I poeti, egli
dice
, hanno dedicata l’aquila a Giove, e l’allocco, a
i, alcuni la vogliono nata da Giove e da Metide ; e presso Eusebio si
dice
figliuola di Giove e di Temi. Stesicoro fu il pri
rgini donzelle il celebravano con diverse specie di giuochi. Ma Omero
dice
che in Alalcomenio, città di Beozia, nacque Miner
olino alla destra di Giove, che avea Giunone alla sua sinistra. Essa,
dice
il citato Aristide, sopra gli altri figliuoli di
ero, era l’intelletto stesso e la provvidenza di Giove(5) ; ed Esiodo
dice
che quella Dea ha una potenza ed una intelligenza
e però Nettuno adirato coprì di acqua il paese dell’Attica. Virgilio
dice
(1) che nella contesa fra Minerva e Nettuno, quest
del suo tridente fece uscir della terra un fremente destriero. Plinio
dice
: In Atene dura ancora un ulivo, il quale vuolsi
Dea, troncò il capo della foro sorella Medusa. Allora fu che Minerva,
dice
il Poeta, ai labbri recossi La dolce tibia, e so
di esse. In Ermopoli Iside si credeva la prima delle Muse, e Platone
dice
che i più antichi canti si attribuivano a quella
udicare gli omicidii, il quale esser dovea perpetuo. « Voi, Eumenidi,
dice
la Dea presso Eschilo, e tu, Oreste, somministrat
poeti ed oratori. IX. Iconologia di Minerva. Massimo Tirio(3)
dice
che Fidia rappresentò Minerva in nulla inferiore
tto virile e formidabile, perchè Dea della guerra. Il ch. Visconti(5)
dice
« che gli antichi, accuratissimi osservatori dell
sacro pegno spogliata fu Troia facile preda del nemico. Silio Italico
dice
che il vero Palladio fu da Diomede restituito ad
t’altro che il Sole ; ma noi per brevità seguiremo Cicerone, il quale
dice
che i Greci credevano, Apollo essere lo stesso So
rchè fa le sue passeggiate per le soprane regioni del cielo, Porfirio
dice
che un medesimo Dio era il Sole in cielo, il padr
a che quella bestia con nove giri circondava il Parnaso ; e Stazio(3)
dice
che uccisa occupava lo spazio di ben cento iugeri
non lungi dalla città di Crissa, detta Pito, e poscia Delfo. Omero(1)
dice
che Apollo non fu dalla madre allattato, ma che T
o avean soli eterna la giovinezza ; e per lodare una bella chioma, la
dice
degna di ornare il capo di Apollo e di Bacco. Or
ze, ed a lasciarci reggere da’ consigli degli uomini sapienti. Ovidio
dice
che Febo si sdegnò sì fortemente pel lagrimevole
di Admeto, re di Fere, in Tessaglia, lungo il fiume Anfriso(2). Omero
dice
che Apollo pascolò le giumente di Fere, agguaglia
i(3), che credevano comunicare un presentimento del futuro. Esiodo(4)
dice
che le Muse nel farlo poeta gli diedero come per
apienti indussero gli uomini selvaggi ad unirsi in società. Orazio(2)
dice
che Orfeo dirozzò le selvatiche genti co’dolci mo
l mele e l’olio, il primo ne insegnò l’uso al genere umano. Plinio(1)
dice
che Aristeo ritrovò pure il fattoio. È fama(2) ch
i degli alberi, pendendo a guisa di grossi grappoli di uva. Plinio(3)
dice
che quando le pecehie son tutte perdute, si rifan
con Apollo, inventore della lira, ed il gastigo del Satiro. Senofonte
dice
chiaramente(2) che Marsia fu un filosofo che ritr
felicità a segno di sconfortare i Tebani dal culto de’ Numi. Timagora
dice
che i Tebani a tradimento uccisero i figliuoli di
; o di Giove e di Minerva che secondo alcuni era la Memoria. Fedro(2)
dice
, le nove Muse che sono il coro delle arti, esser
et κρηνη, fons), o fonte del cavallo, ebbe origine dal Pegaso. Esiodo
dice
che fu esso così detto da πηγη, fonte, sorgente,
uta dava virtù di poetare ; e questo fu l’Ippocrene. A questa favola,
dice
Solino, diede occasione Cadmo, il quale cercando
lle Muse era propriamente il Parnasso, monte tutto sacro e venerando,
dice
Strabone, per quegli antri ombrosi, soggiorno del
me inno cantarono in di lui onore(4). Quindi l’Ariosto rivolto a Febo
dice
: E volendone a pien dicer gli onori Bisogna non
orte(3). Nel tempio di Delfo era il celebre tripode o cortina. Servio
dice
che i tripodi erano mense nel tempio di Apollo De
qual manca cornice Canti il mio fato. Come a Dio della divinazione,
dice
Cicerone(5), era ad Apollo consacrato anche il ci
olose ed universali, detta perciò rimedio universale. Da questo Nume,
dice
Callimaco(3), hanno appreso i medici, co’ loro sa
e. Da Orazio(1) chiamasi Febo tremendo per l’infallibile suo arco ; e
dice
ancora(2) che il gigante Tizio, avendo usato poco
ante rendeva toccata un suono simile a quello di questo strumento. Il
dice
Ovidio(3). Quando fè fare Alcatoo quella torre,
o un’erba di stupenda virtù, chiamata moli (μωλυ, moly)(1). « Bruna,
dice
Omero, N’è la radice, il fior bianco di latte ;
fa che i compagni ritornassero alla primiera forma umana. Eraclito(2)
dice
che Circe era una donna d’indole malvagia, che co
. Omero la dipinge con un gran velo sulla testa rivoltato indietro, e
dice
che colle sue dita di rose apre le porte dell’ori
i disagi di un’ età decrepita senza che potesse morire ; tanto che si
dice
la vecchiezza di Titone per una età molto inoltra
andido simile a quello della luna, misto ad un bel purpureo, come se,
dice
Tibullo, agli amaranti si unissero bianchi gigli.
u così detto, perchè allogavasi nelle botteghe de’ librai, fra’ quali
dice
Orazio(1) che i Sosii erano i principali. XIX.
e statue delle nove Muse, che allogò nel tempio di Ercole. Eumenio(2)
dice
che Fulvio nella Grecia apprese che anche Ercole
nella Grecia apprese che anche Ercole era Musagete o guida Muse, come
dice
il Salvini. Spada Delfica (δελφικον ξιφος) signi
e di Febo, cioè del Sole. Talora se gl’immolavano degli agnelli, come
dice
Virgilio : e secondo Pausania, anche un toro. I c
toro. I cigni poi chiamansi da Callimaco cantori di Febo ; e Plutarco
dice
che Apollo dilettavasi della musica e della voce
irgilio(1) si scorge che la Luna non era diversa da Diana. Niso, egli
dice
, volto inver la Luna, Che allora alto splendea,
e di mostri Vai cacciatrice seguitando l’orme. Quindi comunemente si
dice
che una sola è la figliuola di Latona, la quale a
mondo e gli Dei che tutte le cose governano. La Luna da Omero ora si
dice
fig. di Pallante, ed ora d’Iperione, e di Eurifes
i dice fig. di Pallante, ed ora d’Iperione, e di Eurifessa. Ma Esiodo
dice
che da Iperione e da Tea nacque il Sole, la Luna
li uomini signoreggia e sopra gli Dei, secondo Omero. Un greco autore
dice
elegantemente che il Sonno era nè immortale, nè m
uale i veraci, l’altra d’avorio, da cui i falsi sogni sortivano. Così
dice
Omero imitato letteralmente da Virgilio(3). Morfe
ste ed Ifigenia portarono avvolto il simulacro di Diana Taurica, come
dice
il Calepino, ma dal greco φασκω, risplendere. Fe
mo trasportato dal furore e che parla vaneggiando ; sebbene Servio(6)
dice
che viene da Bacca, ninfa che colla sorella Brome
Virgilio ed Ovidio(1) rafforzino questa opinione. Il qual nome, egli
dice
, fu dato al Sole, perchè liberamentepercorre le v
le vittorie e le invenzioni che de’ primi due si raccontano. Ampelio
dice
che vi sono cinque Liberi ; il primo fig. di Giov
e di Semele ; ed il quinto di Niso e di Esione. Cicerone(5)finalmente
dice
che abbiamo più Dionisii ; il primo nato di Giove
rimo nato di Giove e di Proserpina ; il secondo, dal Nilo il quale si
dice
aver edificato Nisa ; il terzo, da Caprio, o Apio
India, come pure il monte Mero consacrato a Bacco. E Pomponio Mela(3)
dice
che, fra le città dell’ India, Nisa era chiarissi
ma giovinezza. Ma altri dicono che ciò ottenne da Teti. Vi è pure chi
dice
che queste ninfe dette Dodonidi furon da Giove co
i Ambrosia, Budora, Pasitoe, Coronide, Plesauri, Pito e Tiche. Ovidio
dice
che furon dette Iadi da Iante ; ma prima avea det
nciullo rapito da’corsari. Acete. Penteo. In molte pietre incise,
dice
Millin, si rappresenta Mercurio che porta Bacco a
a Nasso il nume, suo benefattore. Luciano in uno de’ dialoghi marini
dice
che Bacco in un combattimento navale vinse i Tirr
atene, e si aprirono le porte della carcere, onde uscì libero. Ovidio
dice
, che Bacco stesso, presa la figura di Acete, fu p
acco dalla Lidia era venuto a Tebe, ed egli stesso presso Euripide(2)
dice
che prima di ogni altra greca città aveva ripiena
tate, furon in varii uccelli ed anche in pipistrelli cangiate. Eliano
dice
che le Mineidi erano trè sorelle di saviezza, e d
ò ad Osiride era consacrata l’ellera, come a Bacco ; e Diodoro Sicolo
dice
che Osiride fu il primo a trovare la vite nel ter
o, il quale da Orazio(1) chiamasi signore delle Naiadi ; e Tibullo(2)
dice
che Bacco ama le Naiadi. Oltre le Ninfe, le Ore e
ali costantemente son munite le altre di lui immagini. Diodoro Sicolo
dice
che il primo Sileno avea una coda, della quale fu
e dicesi l’oro di Lidia, o le ricchezze del Pattolo. Il ch. Goguet(3)
dice
che questo re assai caro vendeva i proventi de’su
e cento altre cose da forsennati, tanto che Orazio(4) grandi cose ci
dice
della forza delle Baccanti ; ed i disordini delle
eri il luogo, nel quale le ninfe lo aveano allevato, quegli abitanti,
dice
Millin, tributavano i loro omaggi al nume che ave
unto al licor che dalla vite cola. Quindi il Redi, parlando del vino,
dice
: Sì bel sangue è un raggio acceso Di quel Sol
che Pausania(6), descrivendo una statua di Bacco fatta da Policleto,
dice
che i coturni che appartenevano alla tragedia, er
forza del vino doma ed ammansisce ogni più indomita natura. « Bacco,
dice
Millin, è rappresentato ordinariamente come un gr
pellatura. Κρισσοκομης, e κισσοστεφανος, coronato di edera. Plinio(1)
dice
che Bacco fu il primo a porsi in testa una corona
gna delle grazie. Gli antichi ne distinguevano parecchie. Cicerone(3)
dice
che una era fig. del Cielo o di Urano, e della Lu
rio delle altre tre. Omero chiama Venere fig. di Giove ; ed Esiodo la
dice
nata dalla schiuma del mare presso l’isola di Cip
na e che perciò chiamavasi noctiluca. Dalla schiuma del mare adunque,
dice
Esiodo, nacque Venere, la più bella delle Dee, pr
quando il precipitò dal cielo, gli diede Venere per moglie. I poeti,
dice
Banier, seguendo queste ridenti idee, han procura
erca l’origine della favola di Venere nella Fenicia. Questa dea, egli
dice
, era la Venere adorata dagli Orientali. I Fenicii
crede essere la rosa, per ciò consacrata a quella Dea ; ma che Ovidio
dice
essere l’anemone, fiore che si apre solo allo spi
ostro, ma un vapore tenue e divino, degno degl’immortali. Omero, ella
dice
, non si è contentato di attribuire agli Dei le pa
he avea la virtù di rendere amabile chi lo portava, tanto che Luciano
dice
che Mercurio involò a Venere la sua cintura per s
di Omero, nel seguito di Venere si pone la Gioventù o Ebe, che Igino
dice
fig. di Giove e di Giunone, che sposò Ercole in c
chiama Imero (Ιμερος). E Venere presso Luciano nel giudizio delle Dee
dice
di avere due belli figliuoli, Imero ed Ero, cioè
ceduta dall’alato Zeffiro, come da suo foriere. E nell’inno di Apollo
dice
Omero che le Grazie intrecciano nell’Olimpo lieti
Caos e della Terra ; altri, di Venere e del Cielo ; ma comunemente si
dice
nato da Venere e da Marte. Per lo più si rapprese
ed essa introduce Teti nella magione affumicata di quel nume. Omero,
dice
Mad. Dacier, dà per moglie a Vulcano la bella Car
se destinate ad essere il decoro e l’ornamento dell’olimpo. Omero (1)
dice
che le due cameriere di Nausicaa, fig. di Alcinoo
fig. di Alcinoo, ricevevano dalle Grazie la loro bellezza. In somma,
dice
Banier, nel gran numero delle Divinità degli anti
loro congiunte, per indicare la concordia degli amici (3). Anacreonte
dice
di loro che spargon rose a piene mani (ροδα βρυου
ti della plebe, che di ciò avevano avuto commissione. Tra le quali si
dice
che, essendo stata presa una di eccelente bellezz
e pel concorso di cittadini e di forestieri. Le antiche memorie, egli
dice
(2), lo dicono fondato dal re Aeria ; ma altri vo
a tanto nobilitato la loro patria. Nell’Antologia greca(1) « Chi mai,
dice
Antipatro, ha dato vita al marmo ? e chi ha vedut
ostiene che presso i poeti tutte le Dee hanno il diadema. Alle volte,
dice
Winckelmann(2), rappresentavasi la nostra Dea con
to essere rappresentata come stante in piedi avanti a Paride. Lessing
dice
che questa Venere non può essere che la Gnidia, v
o nome. Ma opera stupenda di Apelle fu la Venere di Coo, nella quale,
dice
Properzio (3), di quell’inimitabile pittore fu ri
itabile pittore fu riposta la gloria maggiore. « L’opera più celebre,
dice
Carlo Dati, di questo artefice insigne fu la Vene
non potersi passar più oltre da ingegno umano. » Fu in grande stima,
dice
lo stesso Dati, un Cupido coronato di rose fatto
ea, portavano del cielo Per l’ampie strade. B. Quaranta. Virgilio(2)
dice
che Enea riconobbe i materni uccelli, cioè le col
atini Latini è lo stesso Mamers degli Osci, tolta la sillaba me, come
dice
lo Scaligero, il quale asserisce che le parole Ma
te non sono voci latine. Marte infine si chiamava Gradivo (Gradivus),
dice
Servio, quando era in collera ; e si chiamava Qui
limaco(4), egli siede sull’alto vertice del monte Emo. E Virgilio(5),
dice
che il padre Gradivo presiede al paese de’ Geti,
aglie, ecco le care Tue delizie. Monti. Vedesi qui come la divinità,
dice
Mad. Dacier, la quale è tutta dolcezza, tranquill
a di Marte, l’accompagnano. Da Marte, rompitore di scudi (ρινοτορος),
dice
Esiodo, e da Venere, nacque il Terrore e la Paura
azio(4), parlando di quelli che muoiono in guerra, con bella immagine
dice
che le Furie con queste vittime infelici del guer
iuoli di Marte, Romolo e Remo ; e Properzio(2), rivolto a Romolo, gli
dice
che avea col latte succhiato l’indole sua feroce.
foggiata dal poeta per esprimere più vivamente la sua idea. Livio(4)
dice
che Numa statuì dodici sacerdoti a Marte Gradivo,
e farne acquisto ; percui mosse contro di lei e l’uccise. Ma Plutarco
dice
che Ippolita fu schiava e poi moglie di Teseo, da
za sulla quale erano dipinti più mostri di varie forme ; ed Orazio(1)
dice
che Marte andava coperto di una corazza di diaman
n uomo che marcia a gran passi. In una parola, gli antichi monumenti,
dice
Millin, rappresentano Marte in una maniera molto
da’ Romani. Sofocle distingueva Marte da Enialio, giacchè nell’ Aiace
dice
« o il nume armato di corazza di bronzo, cioè Mar
gli Dei invocavansi col nome di padre(2). Nel sacrificio ambarvale si
dice
Marspiter, come Dispiter o Diespiter, cioè Dis Pa
Cibele, ai quali molto si rassomigliavano que’ di Bellona. Tibullo(3)
dice
che la sacerdotessa di quella Dea, invasata dal s
ni celebravano una gran festa in onore di Mercurio(3). Servio(4), pur
dice
che Mercurio, ucciso Argo, fuggì in Egitto, e che
evano in Roma i loro sacrificii a Maia ed a Mercurio(3). Questo nume,
dice
Pausania, nacque sul monte Coricio di Arcadia, ed
le tanaglie ed altri fabbrili strumenti. Omero nell’inno di Mercurio
dice
che questo nume nacque la mattina, a mezzodì già
girare e cogliere nella trappola i compratori. In Plauto (3) vi è chi
dice
, essere suo costume, quando ritornava a casa con
a di paragone, della quale ci serviamo per saggiare l’oro. Ovidio (3)
dice
che fu trasformato in duro sasso, il quale anche
e inosservato nel padiglione del figlinol di Peleo. Così, secondo che
dice
Orazio (4), il ricco Priamo, colla scorta di Merc
ne piuttosto attribuisca siffatto incarico ; ma la verga di Mercurio,
dice
Virgilio (4), e quella che ha sua possanza fin ne
in piedi al suo fianco. « Mercurio Crioforo, cioè che porta l’ariete,
dice
Millin, avea in Lesbo, ov’era onorato con quel ti
pire Proserpina ; aiutò Perseo nell’impresa delle Gorgoni ; in somma,
dice
Millin, questo nume incontrasi per tutto, in ciel
io che la ritrovò ; ed ha virtù sommamente purgativa(2). Lattanzio(3)
dice
che Mercurio fu un uomo antichissimo e di gran do
tt’i beni. II. Storia favolosa della Terra o sia di Opi. Igino
dice
che la Terra insieme col Cielo e col Mare, nacque
nudrisce gli uomini e gli animali che sono i figli suoi. E Plinio(4)
dice
che per ragione de’ grandi meriti della Terra ver
. A ciò si aggiunge che la Terra era la stessa che Temi ; ma Pausania
dice
che ne’ primi tempi a Delfo dava gli oracoli la D
Apollo. Euripide (4) chiama il tripode di Apollo, tripode di Temi ; e
dice
che a lei erano suggerite le risposte degli Dei i
erano suggerite le risposte degli Dei in sogno ; anzi la Terra stessa
dice
vasi madre de’ sogni. Essa predisse a Giove la vi
degli antichi oracoli erano collocati in luoghi sotterranei ; percui,
dice
Fontenelle, i paesi di scoscese montagne, e però
i. Il mostruoso Pitone dal maculoso tergo e dal rosseggiante aspetto,
dice
Euripide, sotto un fronzuto allora, custodiva il
eva la fossa detta di Agamede, o la caverna di Trofonio. « L’oracolo,
dice
Fontenelle, era sopra una montagna, in un recinto
ene alcuni li dicano fig. di Nettuno e di Anfitrite. Anche Apollodoro
dice
che la Terra, dopo i Centimani, procreò i Ciclopi
simi. Callimaco li rassomiglia per l’altezza al monte Ossa ; ed Omero
dice
esser simili al vertice selvoso delle alte montag
ribuisce un particolar modo di fabbricare, detto ciclopeo (4). Servio
dice
che chiamasi ciclopea ogni fabbrica vasta e grand
one Briareo cogli altri mostri alla porta del Tartaro ; ed altrove(3)
dice
che ad Egeone arde il petto, perchè provocò i ful
ergognoso che gli Egiziani prestavano a certi animali. Apollodoro (1)
dice
che Pan insegnò ad Apollo l’arte d’indovinare ; m
a’ numi, ed a Pan specialmente creduto dio tutelare de’ pastori. Pan,
dice
Virgilio (7), ha cura delle pecore e de’ pastori
di Arcadia tanto celebrati da’ poeti. Orazio (8) per significare Pan
dice
il nume cui piacciono gli armenti ed i piniferi m
na e due corna nella fronte ; tutto il resto poi era di capra. Plinio
dice
de’ Satiri, essere animali velocissimi che vivono
i Satiri con suono di trombe, di timpani e di cembali. Il ch. Shaw(1)
dice
, quel monte essere abitato dai Cabili, i quali, p
idio(2) appella i Satiri gioventù fatta per le danze ; e Virgilio (3)
dice
che Alfesibeo imitava il danzare de’ Satiri. Da q
ριων , vel πινακες, i. e. lances vel tabulae) de’ Greci. Ma Scaligero
dice
che la Satira ebbe nome da’ Satiri, i quali porta
infe abitatrici de’ monti che si voglion compagne di Diana. La Terra,
dice
Esiodo (4), partorì gli alti mouti, grate abitazi
amo Pomona, dea de’giardini e de’fruti, e di lui moglie. Ovidio(3) la
dice
una delle Amadriadi del Lazio che per la sua dest
e piena di dispetto ne va al cielo, sopra il suo cocchio, e piangendo
dice
a Giove che Proserpina era pur sua figliuola, e n
e(1) chiamò la Sicilia dispensa o granaio del popolo romano. Plutone,
dice
Tullio(2), rapì Proserpina ch’era la semenza dell
rmate in uccelli con volto di donzella e dolcissima voce umana. Igino
dice
che furon cangiate in uccelli da Cerere sdegnata
lle Sirene varie cose troviamo presso gli antichi, Omero nell’Odissea
dice
che le Sirene col dolce lor canto affascinando i
or canto ed in qual guisa schivò egli un tal periglio. Comunemente si
dice
che le Sirene dal mezzo in su aveano forma di don
ini s’iniziarono a questi misteri, e fra gli altri Cicerone, il quale
dice
(1) che gli uomini v’imparavano l’arte di ben viv
gricoltura ed il commercio. Sulle medaglie di Feres, nella Tessaglia,
dice
Millin, vedesi Cerere sopra un cavallo con due fi
so non lo avessero fra Ie loro braccia raccolto. Nella quale isola si
dice
che fosse stato nudrito da Eurinome, fig dell’Oce
he fu artefice di ogni sorta di lavori di rame e di ferro(1). Gouguet
dice
che gli Egizii ebbero a re un Vulcano che ritrovò
bblica. Fra gli animali poi era sacro a Vulcano il leone. Finalmente,
dice
Apollodoro, Vulcano fu quello che per commessione
di Giove. Da’ Greci chiamavasi Αρτεμις, da αρτεμης, intero, perfetto,
dice
Platone, perchè Diana fu vergine. II.Storia fa
mella con Apollo nell’isola di Delo. Callimaco nel bell’inno di Diana
dice
che Giove amò assai questa sua figliuola specialm
nte veduto dai suoi cani, fu da essi miseramente lacerato. Apollodoro
dice
, essere stati cinquanta que’ cani che Diana rese
mosso da sì generosa gara, volle amendue salvi dalla morte. Ovidio(2)
dice
che Ifigenia, vicina a sacrificare i due stranier
etta da Orazio vergine custode de’monti e delle foreste ; e Callimaco
dice
che a questa Dea sono a cuore gli archi, ed il fe
della Luna, ch’era simboleggiala da Diana. « Presso i Greci moderni,
dice
Guys(1), vedesi tuttora un’esatta immagine de’cor
volte (4). Quindi Ovidio (5) per dire che Evippe avea nove figliuoli
dice
che essa nove volte avea chiamata Lucina in aiuto
colla sua nobile statura. Sulla maggior parte delle medaglie antiche,
dice
Noel, vedesi Diana in abito da caccia, co’capelli
ò con lui Prometeo, avendolo disciolto dal monte Caucaso. Virgilio(1)
dice
che Ercole uccise quel toro ; ma i più vogliono c
nti si osservano rappresentati i travagli di Ercole. Un bassorilievo,
dice
Millin, fa vedere l’eroe che saetta gli uccelli d
li ammesso nel numero degli Dei ed allogato fra gli astri. Apollodoro
dice
che una nube lo accolse con un gran tuono e lo po
doti e gli eroi che aveano operato famose imprese. Sopra i monumenti,
dice
Noel, Ercole vien rappresentato ordinariamente co
Ercole, inconsolabile di tal perdita, a cercarlo, ma invano, facendo,
dice
Virgilio(1), di quel nome risuonare tutta la spia
icesi ignea, cioè ignivoma. Storia dell’assedio di troia. Ecco,
dice
Banier, un avvenimento che senza fallo è il più c
cia di quel tempo, la quale era divisa in molti piccioli principati ;
dice
che Agamennone, re di Micene, di Sicione e di Cor
ricusa di più combattere pe’ Greci. Noi dobbiamo a quest’ira famosa,
dice
uno scrittore, l’Iliade, il più antico ed il più
ni ch’egli uccise di propria mano sul rogo dell’estinto amico. Ovidio
dice
che Achille fu ucciso da Paride ; ed Igino aggiun
ra vulnerabile. Omero però non fa menzione di tale prerogativa, ma il
dice
morto in un combattimento presso le mura di Troia
so autore deride siffatta etimologia, potendosi in questa guisa, egli
dice
, da ogni parola derivare un’altra col solo cambia
onde scuote la terra. II. Storia favolosa di Nettuno. Omero(2)
dice
che Giove e Nettuno erano figliuoli di un medesim
o de’ due Aiaci e degli altri greci capitani. Presso Ovidio(4) Venere
dice
a Nettuno che la sua potenza è prossima a quella
grande idea di questa sua potenza sul mare ci dà Virgilio(3), quando
dice
ch’egli fa attaccare i cavalli al dorato suo occh
sotto i suoi piedi i monti e le foreste : « Egli ha fatto tre passi,
dice
il poeta, ed al quarto giunge sino a’ più lontani
loro spiaggia approdò Ulisse, quivi regnava Antifale, la cui moglie,
dice
Omero, era alta come una montagna. Essi fecero ma
nte. Il primo diede il nome alla Beozia, ed Eolo, all’Eolia. Pausania
dice
che Eumolpo fu pure figliuolo del nostro Nettuno
ile Cicno, l’enorme Anteo, Allirozio ucciso da Marte ; e molti altri,
dice
Millin, erano considerati come figliuoli di Nettu
alcune Deità marine che hanno relazione con Nettuno. Gli antichi,
dice
Millin, aveano molti nomi per significare il Dio
chiamasi padre degli Dei, e padre di tutte le cose. La quale favola,
dice
M. Dacier, ha dovuto avere origine dall’opinione
lla terra, o sia da Teti. Nella descrizione dello scudo di Achille si
dice
che il gran fiume Oceano chiudea l’orlo di esso ;
tuno e di Fenice. Egli avea la virtù di presagire il futuro, ed Orfeo
dice
ch’egli conosceva si le presenti che le future co
anche sulla terra, scuotendola talvolta col suo tridente. Winckelmann
dice
che la configurazione di Nettuno è alquanto diver
pesce, come tutt’i mostri marini. « Assiso sopra un mare tranquillo,
dice
Millin, con due delfini che nuotano sulla superfi
me nel descrivere la trasformazione di Scilla ; poichè se nell’Eneide
dice
ch’essa al di sopra è una leggiadra donzella, men
o la frase di Virgilio, una casa senza luce (sine luce domus), o come
dice
Dante, un luogo d’ogni luce muto. E spesso questo
elitti non erano espiabili. Lo chiamavano Erebo, che Esiodo a ragione
dice
figliuolo del Caos e fratello della Notte ; sebbe
con elegantissimi versi descrive la casa di Plutone. Secondo ch’egli
dice
, il paese degli empii giace da noi discosto in pr
ome pel sesto libro dell’Eneide è noto anche a’fanciulli. Strabone(2)
dice
che l’Averno negli antichissimi tempi era da una
lago degli edificii, si vide che tutto era favola. A questo proposito
dice
il ch. Malte-Brun : « L’Averno che i Greci chiama
mme e da ogni lato circondava il Tartaro. Da una parte dell’ Inferno,
dice
Silio Italico(3), si apre un enorme abisso che te
limaccioso più ad una palude rassomiglia che ad un fiume. Il Cocito,
dice
Virgilio (1), fiume limaccioso e che abbonda di c
ca disse bever Lete per dimenticarsi. « E secondo quasi tutt’i poeti,
dice
il Dizionario Storico-mitologico, le acque di Let
nti passi per cagion della ferita che le diè morte (2). E Tibullo (3)
dice
che intorno agli oscuri laghi del Tartaro la turb
pene stesse dell’inferno, come nel celebre luogo di Virgilio, ove si
dice
che ciascuno soffre i suoi Mani(5), cioè i suoi m
ne, ma non gli dà il nome di Cerbero. Esiodo usa il nome Cerbero e lo
dice
fornito di una voce di bronzo e di cinquanta test
a sonnifera. Orazio (6) finalmente, facendo plauso al canto di Orfeo,
dice
che alla dolcezza di quello dovette darsi vinto i
ire. Di esse chiamate da Ovidio dura ed implacabile divinità, Aletto.
dice
Virgilio, era terribile a Plutone stesso ed alle
donde portò via legalo il tricipite Cerbero, per tutto un anno, come
dice
Servio, ne pagò il fio in una prigione. E temeva
e rinascenti ; e ciò per aver osato di oltraggiare Diana. Pindaro (1)
dice
ch’egli fu da Diana stessa ucciso a colpi di frec
a stessa ucciso a colpi di frecce. Era di enorme statura, e da’più si
dice
che il suo corpo occupava nove iugeri di terra. L
gira velocemente senza fermarsi un istante ; sulla quale egli legato,
dice
Pindaro, a’ mortali insegna, doversi usar gratitu
a che è nata la favola di Caronte e della sua barca. Le varie dimore,
dice
il Banier, che Virgilio pone nell’inferno e parti
ll’Egitto eziandio venne l’idea de’ giudici dell’Inferno. E di fatto,
dice
Rollin, è noto che non era permesso in quel paese
ta ed alla morte degli uomini. Il suo dominio era formidabile, e come
dice
Sesto Empirico (1), abborrito dagli stessi immort
e ed inesorabile e quindi a’mortali odiosissimo ; e ciò è tanto vero,
dice
M. Dacier, che a lui solo fra tutti gli Dei in ni
vidente che il Plutone de’ Greci era il Serapide degli Egiziani, come
dice
Diodoro di Sicilia ; il quale Serapide era la ste
ro che il portavano. Esiodo, nella descrizione dello scudo di Ercole,
dice
che l’elmo di Plutone, di folte tenebre circondat
, e per altri sei nel cielo, e di chiamarla sposa di Autunno, come la
dice
Orfeo in un suo inno. IV. Iconologia di Pluton
a’morti. E però anche le Furie ne aveano il capo inghirlandato, come
dice
Furnuto. Un raro medaglione di Adriano offre una
sovente sul capo l’elmo donatogli da’ Ciclopi. I poeti ed i mitologi,
dice
Millin, ornarono la testa di Plutone di una coron
chiamavano Orfneo, Eton, Nitte ed Alastore. Plutone si rappresentava,
dice
Albrico Filosofo, in un modo che conveniva al pri
Orcus, o mors. Altore, lat. Altor, alimentatore, perchè dalla terra,
dice
S. Agostino (1), si nutriscono tutte le cose che
ricchezze cui questo Dio presedeva, sono il frutto della pace. Ovidio
dice
che Plutone portava redini di rugginoso ferro, ch
eramente esse ebbero gran parte nel rapimento di Proserpina. Plutone,
dice
Claudiano(4), volendo dividere il suo trono con u
e delle cose, distornano l’ira funesta dell’infernale monarca. Giove,
dice
uno scrittore, avendo appreso da Pan qual fosse i
o, essendo questa fatal legge delle Parche(1). Il mentovato Claudiano
dice
che durante il tempo delle nozze di Plutone, esse
rompeva o tagliava lo stame della vita dell’uomo. Ma Albrico Filosofo
dice
che la prima detta Cloto (Κλωθω, Clothus) teneva
ci ad intendere l’oscurità impenetrabile della nostra sorte che, come
dice
, Orazio(1), la Divinità cuopre di caliginosa nott
Orazio(1), la Divinità cuopre di caliginosa notte. Apollodoro però le
dice
fig. di Giove e di Temi. Alcuni vogliono che furo
o di una corona di quercia che portano sul capo, perchè anche Platone
dice
ch’esse aveano il capo ornato di corone ; e ne’fr
e delle Parche era bellamente orlata di porpora di Tiro ; ed Orfeo le
dice
coperte della più risplendente e lucida porpora.
significare che Aleso dovea morire per mano del figliuolo di Evandro,
dice
che le Parche gli posero le mani addosso e lo con
con Plutone. VI. Alcune altre cose di Proserpina. Proserpina,
dice
il Banier, o Giunone Stigia, la quale spesso disp
comparazione la vera con l’erronea filosofia. « Il pensiero umano, ei
dice
(1), da primi tempi fino a noi ha percorso due str
Roncina(3). 6. Ora della parola mito — Sul principio della opera mia,
dice
Pausania(4), dovendo parlare delle favole immagin
erodossi veneravano molt’Iddii. Il dottissimo pontefice Scevola, come
dice
S. Agostino(1), tenendo parola al popolo romano,
ini, che mirabilmente descrive questo smodare delle genti. Ligate, ei
dice
(1), in tal modo, ora con inganno autorevole, ora
. E Macrobio in fine distinguendo i gradi dell’Essere supremo(3), che
dice
essere e Dio, e la mente da lui nata, e l’anima d
ell’ inferno, e se ne può trarre argomento da un simulacro, che, come
dice
Pausania, vedevasi in Argo con due occhi non diss
ivo, voltandolo in italiano con una libera versione — Or si crede, ei
dice
(1), esser Giove l’anima del mondo corporeo, che r
erra, e pe’semi che si mandano alla terra — Lo chiamavano Saturno, ei
dice
(3), voltando nella nostra lingua i suoi concetti,
o, nascendo da essa i semi, ed in essa ritornando. Se nella favola si
dice
, che Saturno avesse castrato il Cielo suo padre,
ad interpetrarsi i concetti dell’inno di Orfeo « Tutta la Grecia, ei
dice
(1), portava un’antica credenza, che Vrano fosse s
oichè il tempo insaziabile di anni consuma tutti quei che corrono. Si
dice
essere stato da Giove avvinto in catene, per non
on questo nume, che le ricchezze istesse. Tutta la forza della terra,
dice
Tullio(2), e la natura fu inaugurata a questo Dio
ngono dalla terra, e nella terra ritornano. Il padre delle ricchezze,
dice
l’ Agostino(3), non è altro che la parte inferior
(3), non è altro che la parte inferiore della terra. Voglion Plutone,
dice
un’altro antico filosofo, preside della terra ; p
entimento di Porfirio in un frammento riportato da Eusebio(3), in cui
dice
esser Plutone il Sole, che nel Solstizio d’invern
ò derivarsi da απολλυοντα, cioè dal tenerci lontani da’morbi. Poichè,
dice
Macrobio(2), dal Sole nasce continua salubrità, e
zio da πυθιος serpente, che si credeva di avere strozzato, onde, come
dice
Ovidio(2), furono instituiti i giuochi Pizii. Poi
o interpetra questo mito. Non dall’ufficio di pasturare le greggi, ei
dice
(2), Apollo fu detto pastore, fingendosene la favo
r conoscere le sue nozioni intorno a questo nume. « Si fantasticò, ei
dice
(1), la quarta divinità, che fu Apollo, appreso pe
lo poche parole tra la doviziosa sua erudizione. « Fantasticarono, ei
dice
(1), i poeti croici la undecima divinità maggiore,
lle corde o forze de’padri, onde si compose la forza pubblica, che si
dice
imperio civile, che fece cessar finalmente tutte
ficare il fuoco, da cui l’uomo sa trarre molti vantaggi. — Il fuoco,
dice
Diodoro Sicolo, è detto Vulcano per metafora, e c
co, che commisto all’aere, ossia si alimenta con l’aere, da’ Greci si
dice
Ηφαιστος che s’interpetra Vulcano, e perciò quest
seco tutte le attribuzioni, che convengono a questo elemento. L’aria,
dice
Tullio(1), posta tra il cielo ed il mare porta il
quelle, che gli parranno del tutto immaginarie ». I poeti teologi, ei
dice
(2), fecero dei matrimonii solenni il secondo de’d
a noi il frumento dalla terra coltivata ; perciocchè Proserpina, come
dice
Tullio, non significava che il seme delle biade(2
one, porge una diversa interpetrazione a questo mito « Proserpina, ei
dice
(2), è la virtù istessa de’semi, e Plutone il sole
ina « E diversamente ancora lo interpetra Bacone. Per Proserpina, ei
dice
(3), gli antichi intesero quello spirito etereo, c
e della Scienza Nuova porge una diversa interpetrazione. « Cibele, ei
dice
(1), o Berecintia, la terra colta, e perciò si pin
onde si rappresenta con in mano un’asta in atto di vibrarla. I greci,
dice
lo scrittore della Scienza Nuova (5), immaginaron
ed il valore non tanto scendono con il sangue per lungo ordine, come
dice
ironicamente il Panni(1), di magnanimi lombi, qua
; poichè tutti coloro, che sono presi da Venere, addiventano, come ei
dice
, αφρονες cioè stolti, insani, insipienti. A Vener
lacandola, così Virgilio(2), col nome di Ecate. Le incantatrici, come
dice
Orazio(3), chiamandola Trivia, a lei ululavano ne
erso, nel mezzo del quale stava quel fuoco, che dicevano Vesta. Ella,
dice
Ovidio(1), non è altro che la viva fiamma, e la s
dice Ovidio(1), non è altro che la viva fiamma, e la stiman vergine,
dice
Lattanzio, chè il fuoco è un’elemento inviolabile
Vesta gli onori dovuti, e di averne turbato il riposo : non è questa,
dice
Plutarco, che un’accusa tutta allegorica, con cui
e che quasi su di un fondamento si poggia e sta l’univermondo. Vesta,
dice
Ovidio(3), non è altro che la terra ; e poichè qu
no nude e tante volte moventisi in giro a danza : le decorose Grazie,
dice
Orazio(1), unite alla ninfe percuotono la terra c
ne’suoi Fasti drizzando una apostrofe a Giano : — Per qual Dio, egli
dice
(3), debb’io tenerti, se la Grecia non ha a le par
, voltandole nella nostra favella, le parole di Macrobio — Sonovi, ei
dice
(1), taluni, che vogliono esser Giano lo stesso ch
esto nome dalla tutela delle cose, cui si facevano presedere. Varrone
dice
, che questi Dii s’invocavano nei pericolosi e sub
ersone sensate, che un tessuto di stravaganti idee, e un cumulo (come
dice
il saggio Fontenalle) di menzogne non meno strane
uomini, tutto in somma si tenne per Dio, tranne il vero Dio. Varrone
dice
, che il numero de’ falsi Numi ascendeva a trenta
o nella sua Teogonia, ossia Canto intorno alla generazione degli Dei,
dice
che dal Caos(1) uscitono l’Erebo(2) e la Notte, d
fi nel riferirci da chi Giove sia stato nutrito e allevato. Lattanzio
dice
, che ne furono incaricate Melissa e Amaltea, figl
quale prima era di ferro, in quello d’oro (g) (3). V’è finalmente chi
dice
, che Giove sia stato allevato da Celmo, uno degl’
Alfeo (f). Niente si sa di certo intorno all’origine di essi. V’è chi
dice
che uno de’Dattili, di nome Ercole, trasferitosi
rigine e pel modo, con cui si rendevano, erano assai famosi. Strabone
dice
, che questo Oracolo fu instituito da’ Pelasgi, po
o, sotto la figura di tal volatile rapì Ganimede. Evvi finalmente chi
dice
che Perifa, uno de’ primi re dell’ Attica, divenu
ppure si va d’ accordo riguardo i nomi delle nutrici di Bacco. Ovidio
dice
, ch’ egli fu prima allevato da Ino, sorella di Se
di Bacco lo rendette cieco, e lo fece morire di tristezza(c). V’è chi
dice
, che Licurgo avea comandato, che si tagliassero n
rono d’ellera, e loro impedirono l’avanzarsi nel cammino(b). Demarato
dice
che l’albero, i remi, e l’antena si cangiarono in
a tigri(f), o da pantere, e talvolta da leoni o da linci(g). Virgilio
dice
che le redini del predetto carro crano formate di
e aveale prodotte (d). Ferecide, citato dallo Scoliaste d’ Apollonio,
dice
, che Giunone diede que’pomi a Giove per dote. Giu
lli, che la componevano (a) (12). Ferecide, citato da Apollodoro (b),
dice
che Giunone fece perire Sida, perchè anche questa
(22). Non si va d’accordo riguardo al culto che le si rendeva Orazio
dice
, ch’ el la venerò presso Terracina, lavandosi il
re il Consolato, doveano recarsi a venerare Giunone Lanuvia. Cicerone
dice
, che ivi la Dea era vestita di una pelle di capra
o. A Plutone Summano si attribuiscono i fulmini notturni(f). Pausania
dice
, che que’ d’Elide aveano inalzato un tempio a Sum
vuto penetrare fino nel regno di lui(g). La vittima la più ordinaria,
dice
Diodoro Siculo(h), era il toro. Questo Autore sog
re, secondo altri buoi (b), e secondo Callimaco (c) cavalle. Ferecide
dice
, che Apollo se ne stette nella corte di quel re u
he ad Apollo, e a Latona una giovenca colle corna dorate(a). Macrobio
dice
, che quando si celebrarono per la prima volta tal
ll’ Asia Minore, donde acquistò anche il nome di Patareo(f). Plutarco
dice
d’aver veduto in Delo un’ara, sacra ad Apollo, la
pi di que’dintorni(d). Polemone poi, citato dallo stesso Clemente(e),
dice
che i Frigj alzarono anch’essi ad Apollo Sminteo
pure sacerdote d’Apollo, e uno de’di lui figliuoli(c) (22). Macrobio
dice
, che la voce didimo significa doppio, e che fu at
igliuole, eccettuata Clori, la quale fu lasciata in vita(h). V’ è chi
dice
, che traquelle sieno sopravvìssute Melibea e Amic
ne, e lo precipitò nel Tartaro(f). Comunemente però con Apollodoro si
dice
, che Tizio, avendo incontrato Latona, prese ad in
serpente, che di continuo gli rode il fegato e il cuore. Virgilio poi
dice
, che un avoltojo(h), ovvero due, corne altri pret
fu vate di somma riputazione, ed esimio suonatore di cetra. Virgilio
dice
, che Apollo gl’inseghò l’arte degli augurj, e il
, in terra ; e Persefone, ossia Proserpina, nell’ Inferno (a). Esiodo
dice
, che la Luna era figlia di uno de’ Titani, cioè d
ppresso quasi tutti i popoli della Grecia (a). Lo Scoliaste di Stazio
dice
, che alcune giovani della Laconia, danzando nel t
uecento capre. Intorno all’ instituzione di tale sacrifizio Senofonte
dice
, che fattasi nell’ Attica un’ irruzione da Dario,
ca. Sulle porte del primo si appendevano delle corna di bue. Plutarco
dice
, che ciò forse si facesse per conservare la memor
iglio d’Enea, le fece ergere un tempio sotto l’anzidetto nome. Plinio
dice
, che quel Dittatore spedì al medesimo tempio quan
uesto tempio sia stato eretto da Enea Trojano. Diodoro di Sicilia poi
dice
, che il medesimo sussisteva prima della discesa d
emone dalle lagrime, che sparse allora Venere (c). V’è finalmente chi
dice
, che la Dea siasi rivolta a Giove per riaverlo in
(a). Questa Favola è simile a quella, che racconta l’Ab. Rubbi, e che
dice
non esservi nel Dizionario Mitologico. Arsinoe, f
Dea amò Eretteo, figlio di Pandione I, e sesto re d’Atene. La terra,
dice
Omero, lo diede alla luce, e Minerva ebbe cura di
). Apollonio gli dà per madre Europa, figlia di Tizio(h). V’ è chi lo
dice
figlio di Elaso e della Ninfa Stilbe, e chi di El
pio d’ Apollo Delfinio(g). (b). Apollod. l. 1. c. 4. (10). V’è chi
dice
, che Saturno non potè mai uscire da quel luogo(h)
oli per la licenza e dissolutezza, con cui si celebravano(d). Varrone
dice
che Buona-Dea fu chiamata la moglie di Fauno, re
però il loro sacrifizio per antifrasi, ossia in senso contrario, come
dice
Festo, fu denominato Damio, cioè pubblico : e Dam
tive, ricolmò l’Egitto di benefizj, e ne divenne un Nume(b). Matrobio
dice
, che gli Egiziani sotto il nome di Oro adoravano
hirlande di fiori, e se ne coronavano anche i pozzi(d). Scaligero poi
dice
, che così in ispeziale modo si onorava la fonte,
). Omero le chiama Orestiadi, e le fa figliuole di Giove(g). Strabone
dice
, che nacquero da Foroneo e da Ecate ; e vuole che
no erano amantissimo(g). (b). Nat. Com. Myth. l. 9. (15). Pausania
dice
che Sagaritide o Sangaride non fu amante, ma madr
ole(a). (16). Ati dopo morte ricevette gli onori Divini(b). Pausania
dice
, che gli fu eretto un tempio in Dime, ultima citt
ossia d’Argivi, formate di giunchi, e dette esse pure Argee. Plutarco
dice
, che i primi abitatori di que’ dintorni soleano g
sparso nel suo Poema(i). Tibullo la nomina Erifile(l), e Pausania la
dice
Erofile(m). Vuolsi chisia stata la prima delle do
La Samia avea il nome di Fitò(f). Eusebio pei la denomina Erofile, e
dice
che vivesse a’ tempi di Numa Pompilio(g). Da Isid
i questo appena gli arrivava alla eintura(g). Omeco riguardo a Tifone
dice
, che Giunone sdegnata, perchè Giove, come vedremo
furono messi a morte dalle frecce di Apollo e di Diana(c) Omero però
dice
, che li privò di vita il solo Apollo(d)Polibote,
e Etna(l). (d). Id. Ibid. l. 2. (e). Apollon. l. 3. (7). Omero
dice
, che il padre di Deucalione si chiamava Minos(m).
ur. Ital. (f). Pitisc. (g). Varro de L. L. l. 5. (15). Esiodo
dice
che il Giuramento nacque dalla Dea Eride, ossia D
l. 1. (c). Fest. de Verb. signif. (d). Pitise. (19). Arnobio
dice
, che il Giove Conservatore era Esculapio, del qua
iocchè, come dicevasi, non potesse cangiare situazione (f). Lattanzio
dice
, che il Dio Termine era quella stessa pietra, che
icevano pure i Sacerdoti, che espiavano i predetti luoghi (e). Plinio
dice
, che non era permesso d’abbruciare il corpo di co
figura di serpente, e la rendette madre di Zagreo (e). Nonno Dionisio
dice
che Giove trasportò il predetto bambino nell’Olim
niva sorpreso dalla morte, e sommerso nelle stesse acque (b). V’è chi
dice
, che l’anzidetta maniera di comprovare la verità
iunse un quarto, di nome Casmilo, ossia Mercurio. Finalmente Atenione
dice
, che da Giove e da Elettra nacquero Giasione e Da
c. (d). Demosth. Orat. in Arissogit. (e). Albric. (37). Omero
dice
che Ganimede fu rapito dagli Dei per costituirlo
mpio di Cerere Tesmofora(d). (b). Ovid. Metam. l. 3. (3). Euripide
dice
, che fu Dirce, una delle Ninfe del fiume Acheloo,
leagro soggiunge, che lo fecero certe Ninfa(g). Finalmente Apollodoro
dice
, che Giova, volendo Semele occultare a Giunone li
capra. Plutarco lo fa nascere da Valeria Tusculanaria(a). Virgilio lo
dice
figlio di Pico(b). Fu soprannominato Littorale, p
. l. 3. (a). Ovid. Metam. l. 3. (b). In Bacch. (18). Pausania
dice
, che dell’albero, su cui Penteo ascese per osserv
zza (a). (a). Ovid. Metam. l. 4. (20). Ovidio in vece di Leuconoe
dice
Climene (a). (b). l. 9. (21). Stafilo secondo
Ceto e di Forci (l) ; e Pisandro, citato dallo Scoliaste d’Apollonio,
dice
, che lo produsse la Terra. (d). Paus. in Corint
o (b). (a). Joh. Jacob. Hofman. Lex. Univ. (5). Antonino Liberale
dice
, che tra’ Greci v’avea un’altra tradizione, secon
ne (h) ; altri da Etere, ossia da una Nereide (i). V’è finalmente chi
dice
, che Giove lo ebbe dalla Ninfa Eneide (l). Pausan
rza di tal pegno vieppiù i loro cuori si unissero insieme (i). Plinio
dice
, che al suo tempo tale anello era di ferro, e sen
eali ; ed altri falsi, che non erano se non false illusioni. I primi,
dice
Omero, escono dalla mentovata porta dell’ Inferno
furore(c), furono figliuole d’ Acheronte e della Notte(d) ; Licofrone
dice
della sola Notte(e) ; Orfeo pretende di Plutone e
i si chiamarono anche Erinnie(h) da erinnyin, adirarsi (i). Ovidio le
dice
Palestine da Paleste, città dell’ Epiro(a) ; Aris
il nome di Podarge(d). Esiodo non fa menzione, che delle due prime, e
dice
che nacquero da Taumante e da Elettra, figlia d’O
ola moneta, detta da’ Greci Danace, e da’ Latini Naulo(d). Aristofane
dice
, che se ne ponevano due(e). Caronte neppure potev
ome(b), e il quale poscia venne consecrato all’ Eumenidi(c). Plutarco
dice
, che un’avventura simile a quella di Narcisso acc
uolo del Caos e della Caligine, e padre della Notte(h). Cicerone però
dice
, che questa era di lui moglie(a). Virgilio parla
to a liberarnela, perchè niuno più discendeva nell’ Inferno. Pausania
dice
, che Sisifo indicò ad Asopo il rapimento d’ Egina
odisse il di lui tempio nell’ Isola di Creta(g). La maggior parte poi
dice
, che Tantalo, avendo accolte in casa sua alcuni D
bbe un tempio in Argo e in Delo, vicino a quello d’Apollo(a). Erodoto
dice
, che uno ne avea pure in Bute, e un Oracolo antic
, Olimpo, Ossa, e Pelio(c). (a). Ovid. Metam. l. I. (5). Pausania
dice
, che Diomede, ritomando da Troja, ed essendosi sa
re Diction. Mythol. (b). Cic. Tuscul. Quest. l. I. (8). Pausania
dice
, che Agamede fu ucciso dallo stesso suo fratello,
per cui crebbero a tal numero, e Diodoro ce ne dà un’altra. Il primo
dice
, che la città di Sicione commise a tre celebri Sc
1). Non vanno d’accordo i Mitologi riguardo il padre di Marsia. Igino
dice
che fu Eagro(a) ; Plutarco Jagnide(b) ; Apollodor
Com. Mythol. l. 6. (a). Paus. in Attic. (b). l. 3. (44). Omero
dice
, che niuno de’ figliuoli di Niobe potè sottrarsi
si ritirò in Delfo, dove fu ammesso tra’ Sacerdoti d’Apollo(c). Igino
dice
, ch’ egli si diede la morte(d). D’un amore simile
sò(b). Apollonio vuole, che Antiope fosse figlia d’Asopo(c) ; e Zetze
dice
, che Anfione e Zeto ebbero Teoboonte per padre(d)
e Calliope(c). (a). Job. Jacob. Hofman. Lex. Univ. (53). Strabone
dice
, che le Famiglie Irpie camminavano sul fuoco non
dalla pelle d’un bue, ch’egli avea loro sacrificato (f). Ferecide poi
dice
, che Orione era figlio di Nettuno e di Euriale, e
lenza ad Opi, una delle di lei seguaci (e), ovvero a lei stessa, come
dice
Nicandro (f). (5). Ovidio racconta, che Orione p
e la Tessaglia offeriva ogni anno dei sacrifizj (a). (2). Apollodoro
dice
, che Cinira nacque da Tanace, e da Sandoco, figli
Talia il nome di Pasitea, come no le dà quello di Pitone(a). Orfeo le
dice
figlie di Eunomia e di Giove(b) ; altri di Giove
e e di Autonoe(c) ; ed altri di Egle e del Sole(d). Esiodo finalmente
dice
, ch’elleno nacquero da Giove e da Eurinome, figli
e lo vuole nato da Venere e da Marte ; Esiodo dal Caos(b). Aristofane
dice
, che la Notte produsse un uovo, il quale ella ave
se gli dà per madre Menecla, figlia d’Illo Liparese(i). Eudoso Cnidio
dice
, ch’Eolo nacque da Ligia figlia d’Attore Caristio
e del Peplo. Esso d’ordinario davasi alle Grazie (e). Un antico Poeta
dice
, che Cupido rubò il Peplo alle Grazie, mentre si
lla Repubblica(h). (b). Id. Ibid. (c). Id. Ibid. (8). V’ è chi
dice
, che Erittonio nacque da Vulcano e da Minerva(i).
ulle spalle la loro nave a traverso i monti per andare a trovare, chi
dice
il Mar Rosso, e chi il Mare Adriatico ; e su ques
rso. » Se quest’ Anfione era quel desso che fu marito di Niobe, come
dice
Ovidio81, egli ebbe a provar la più crudele svent
generale, che non v’è persona che l’ignori : tant’è vero che il volgo
dice
che è un Ercole chiunque sia dotato di robustezza
ad assaltare altrui. » Questo Anteo è uno di quei giganti che Dante
dice
di aver veduto nell’Inferno, anzi fu quello stess
ostellazione, si rasserenasse il Cielo e cessassero le tempeste, come
dice
Orazio nell’Ode 12ª del lib. i 98 ; ma è probabil
vinetto in pernice, animale che vola terra terra, perchè memore, come
dice
Ovidio, dell’antica caduta105 Di Minosse raccont
veva prima combattuto in compagnia d’Ercole ; e poi, secondo quel che
dice
Plutarco, « uccise Tèrmero cozzando insieme col c
o ad imitazione degli arieti, e prescelto in questo caso da Teseo, ci
dice
il perchè Plutarco stesso : « perchè percuotendo
ece chiuder dentro lo stesso inventore Perillo. E ciò fu dritto, come
dice
Dante, ossia fu pena ben meritata dall’iniquo art
rone109. Il quale parla molte volte di questo toro nelle sue opere, e
dice
fra le altre cose, che essendo conservato in Agri
el figlio, ed avendola impetrata, cadde in gravissimo lutto. » Il che
dice
il romano oratore per dimostrare che non debbonsi
rcar le ossa di Teseo e riportarle con onore ad Atene. E allora, come
dice
Plutarco, « gli Ateniesi pieni di allegrezza le r
adre. Allora inorridito di questo suo perverso destino, esclamò, come
dice
Sofocle : 0 Sole, io t’ho veduto per l’ultima vol
iamma che ricuopre nell’Inferno le anime di Ulisse e di Diomede, egli
dice
che quella fiamma « ……. par surger dalla pira «
Tideo che « …………… rose « Le tempie a Menalippo per disdegno, » come
dice
Dante, assomigliando ad esso il Conte Ugolino qua
fu poi uno dei più valorosi guerrieri all’assedio di Troia. Orazio lo
dice
: Pugnæ Sthenelus sciens. Poche ed incerte notizi
i Atene che fu figlio di Vulcano. Anche Omero, come abbiam veduto, lo
dice
soltanto il più opulento di ogni altro re. Da Eri
gli desse in premio quelle polledre figlie del vento, le quali, come
dice
Omero, « Correan sul capo delle bionde ariste «
primo scendesse ; e così avvenne infatti a Protesilao, il quale, come
dice
Omero, « Primo ei balzossi dalle navi, e primo «
ei miracoli : il corpo di Sarpèdone fu trasportato invisibilmente (si
dice
da Apollo per ordine di Giove) nel suo regno di L
à di Troia è non solo di nuovo genere, ma unica nel suo genere. Omero
dice
che fu uno stratagemma, Virgilio un’insidia e Dan
la greca flotta, invadono la città sepolta nel sonno e nel vino, come
dice
Virgilio134, la incendiano e distruggono, ucciden
ta aveva un figlio chiamato Astianatte, bambin leggiadro come stella,
dice
Omero, unica speranza della madre, unico rampollo
più volte con gran lode del valore di Idomeneo, quanto al suo ritorno
dice
soltanto che « …………. in Creta « Rimenò Idomeneo
nessuno aveva detto o sentito dire che ei fosse morto. Infatti Omero
dice
di Ulisse, « ….. che molto errò, poi ch’ebbe a
ia si trovano chiamati ancora gli errori di Ulisse, perchè egli, come
dice
Omero, molto errò, cioè andò molto vagando senza
ella maga Circe, presso il promontorio Circello, là sovra Gaeta, come
dice
anche Dante, tornò indietro e passò davanti all’i
o da Montefeltro, il più grande ingannatore del Medio Evo. Di Achille
dice
soltanto : « …… e vidi il grande Achille « Che
nni, essendosi però fermato a lungo in più luoghi. T. Livio per altro
dice
soltanto che Enea profugo dalla patria dopo l’ecc
) « Un sospiroso e lagrimabil suono « Dall’imo poggio odo che grida e
dice
: « Ah perchè sì mi laceri e mi scempi ? « Perchè
ibili, non li garantisce come veri, ma aggiunge sempre si crede, o si
dice
. Nella Mitologia dunque non solo trovansi le orig
anche dall’Alighieri nel Canto xx dell’Inferno, ove Virgilio così gli
dice
: « Vedi Tiresia che mutò sembiante « Quando di
notum nil, nisi Phasis, erat. » E i Naturalisti confermano quel che
dice
il fagiano di Marziale ; poichè chiamano Fagiano
fu relegato nell’antica città di Tomi sul Mar Nero presso Odessa, ci
dice
in una elegia (Trist. iii, 9ª), che Medea uccise
tore latino dalle lodi della tragedia passando a quelle dell’ Autore,
dice
: « Ovidii Medea videtur mihi ostendere, quantum
altro che portar l’ esempio del modo tenuto da Omero, del quale egli
dice
tra le altre cose : « Nec reditum Diomedis ab in
E Dante allude a questa invenzione nel Canto xxvi del Purgatorio, ove
dice
: « …..Nella vacca entrò Pasife ; » e poco più
, iv.) 111. « …………. al petto « Ove le due nature son consorti. »
dice
Dante nel Canto xii dell’Inferno, parlando della
» che Virgilio proferì « Crucciato quasi all’umana natura ; » come
dice
Dante nel Canto xxii del Purgatorio, ove ne dà la
osse, convertissero lui pure in serpente : Io che avvenne(a). V’è chi
dice
, che Cadmo, dope d’aver goduto per molti anni il
l’Eroe parte di coloro ne uccise, parte ne cangiò in sassi(a). Ovidio
dice
, che in quella zuffa si trovarono anche i due cel
pollonio di Rodi, per sempre più rendere glorioso il nome di Giasone,
dice
, ch’eglipure, da che cominiciarono gli anzidetti
on intrepide mani talmente li strinse, che li uccise(a) (3). V’ è chi
dice
, che siccorne Alcmena partorì nello stesso tempe
colle frecce li uccise(a). Mnasea appresso lo Scoliaste d’ Apollonio
dice
, ch’ Ercole mise a morte non uccelli, ma certe do
eseo, che lo aveva accompagnato in quella spedizione(d) (9). Plutarco
dice
, che quella Regina fu uccisa da Ercole(e). Augia,
la gettò contro quella porta, che ne rimase fracassata(c). Filostrato
dice
, che Ettore, per rendersi robusto, erasi per lung
dove la avea condotta Neottolemo, figlio di Achille (e) (8) Pausania
dice
, che i Tebani di Beozia si vantavano d’aver trasp
allcanza co’ Greci, e seco loro marciò contro i Trojani(a). Claudiano
dice
, che Achille lo guari con un’erba, detta poi dal
del piede, la quale non era stata bagnata dallo Stige(a). Ovidio poi
dice
, che Nettuno, sdegnato per la morte del suo figli
l nome di lui Achillea (c), mentre prima si chiamava Lence(a). Plinio
dice
che colà non videsi mai volare alcun uccello(b).
r sentenza di tutto il Greco esereito venne lapidato(b) (6). Pausania
dice
, che Ulisse e Diomede annegarono Palamede, il qua
endo in mare, seco vi trasse anche lui, e lo fece perire(a). Virgilio
dice
, che Minerva lo colpì con un fulmine, e che fatto
, Ida fece morire Castore, e Polluce privò di vita Ida(a). Apollodoro
dice
, che Castore e Polluce si erano unin con Ida e co
o cocchiere(d). Egli dopo morte fu ascritto tra’ Semidei(e). Pausania
dice
, che fu venerato come un Nume, e che gli Oropj ne
d’Atene, nel di cui ingresso si vedeva la tomba d’Ippolito(d). Esiodo
dice
, che Temi è la madre non solo delle Ore, ma anche
a nelle di lui braccia, e non molto dopo esalò lo spirito(a). V è chi
dice
che Procride erasi ritirata non ne’ boschi ; ma i
ra se stesso La Bugia è zoppa, per alludere a ciò, che volgarmente si
dice
, che cioè essa ha le gambe corte : vale a dire ch
pra volubile ruota, ed ora sopra instabile globo. Pausania finalmente
dice
, ch’ella mostravasi anche in atto di portare Plut
la Beozia, situato a’ piedi d’un monte dello stesso nome(a). Euripide
dice
, che quel Nome, spogliatosi della figura di Toro,
e nella torre, e rendette Danae madre di Perseo. Da ciò ebbe origine,
dice
il sopraccitato Scrittore, l’odio, che l’uno cont
da cui nacque Megapente, il quale regnò in Tirinto(e). (3). V’è chi
dice
, che le onde portarono da prima Danae e il figlio
ni, se crediamo ad Erodoto(f), e ad Apollodoro (g). Quinto Curzio poi
dice
, che i Persiani furono così detti da Perseo(h).
uole Erodoto(b). Diodoro di Sicilia la chiama Anfinome(c). Androne la
dice
Teognete ; nata da Laodico. Stesicoro finalmente
., Hyg. fab. 157.,Apollon. l. 2. Argon., Diod. Sic. l. 4. (3). Igino
dice
, che il fiume mentevato era il fiume Eveno(f). Va
o, la chiama Efira ; e Diofane, citato pue dallo stesso Scoliaste, la
dice
Antiope. (c). Apollod. l. I., Hyg. fab. 12. (6
dice Antiope. (c). Apollod. l. I., Hyg. fab. 12. (6). Apollonio(a)
dice
, che que’ tori erano stati formati ad Eeta da Vul
e’ campi Flegrei della Campania, per l’amenità ed eccelenza de’ quali
dice
Polibio essere verisimile aver fra loro conteso g
ta dì Tifone, quando Giove lo colpì col fulmine sul Caucaso. Igino lo
dice
semplicemente nato da Tifone. Valerio Flacco sogg
Pagase, arsenale o porto della Magnesia(a). Lo Scoliaste d’ Apollonie
dice
, che Pelia avea ordinato ad Argo di adoperare nel
re de’ Mariandinj nella Propontide, ivi sia morto di malattia(f). Si
dice
, che in mogo di lui siasi sostituito Ergino(g). A
eguì pure il di lui fratello, Ida(a). (12). Lo Scoliaste d’Apollonio
dice
sull’ autorità di Eroloro, che Chirone, indovino
inia, nell’ Asia Minore, Idmone perì pel morso d’un cinghiale. Flacco
dice
, che morì di semplice malattia. Giasone per molti
e, sorella d’Ificlo, perchè nati amendue da Climene e da Filaco, come
dice
il Burmanno. Valerio Flacco poi vuole, che Ificlo
Trojana (e). Clite poi, morto Cizico, cessò pure di vivere. Apollonio
dice
che s’impiccò (f).Deiloco, citato dallo Scoliaste
mbasciatori, spediti da’ Colchi a’ Greci per ridomandare Medea, nulla
dice
delle querele, che avrebbono anche dovuto fare, s
tri in un alro, variando anche fra loro nelle circostanze. Onomacrito
dice
, ch’essa si eseguì alla bocca del Fasi ; Euripide
eguì alla bocca del Fasi ; Euripide non individua la località, e solo
dice
Absirto ucciso in nave (a). Ovidio pure lo fa ucc
agli stessi Tomesj, che la ripetono in vece dall’ Eroe Tomo. Strabone
dice
, che la predetta strage avvenne in una delle Isol
eci (e). (b). Nat. Com. Mythol. l. 7. (c). Id. Ibid. (4). Igino
dice
, ch’ essendosi tentato di far allattare Ercole da
. Georg. (b). Apollod. l. 2., Paus. l. 2. (6). Diodoro di Sicilia
dice
, che Ercole, facendo il giro della Sicilia, dedic
ssero potuto offerirla a Iolio nel suo tempio (a) Plutarco finalmente
dice
, che nella Beozia o nella Focide si obbligavano g
2. (d). Nat. Com. Mythol. l. 2. (e). Paus. l. 9. (12). Plutarco
dice
, che Calcodone ebbe una Cappella nella città d’At
Ippotoonte (a). (g). Declaustre Diction. Mythol. (7). Apollodoro
dice
, che Scini, di cui abbiamo parlato, era figlio de
x. Univ. (12). Filocoro, Istorico Ateniese, citato da Plutarco (d),
dice
, che tutta la gioventù, spedita in Creta, veniva
della Ninfa Esperia, figlia del fiume Cebreno, per cui anche il Poeta
dice
, che Esaco morì(b). (d). Serv. in Virg. Arueid.
Lelegi(c), e lo fa cadere morto per mano d’Achille(d). (7). Virgilio
dice
, che Troilo, trasportato dalla giovanile audacïa,
la riconobbero per una Divinita, e le cressero un tempio(d). Plutarco
dice
, che Cassandra dopo morte fu anche chiamata Pasif
ori. V’è un’altra Tradizione, riferita dallo stesso Erodoto, la quale
dice
, che Elena, essendosi imbarcata con Paride per tr
eco a Pruteo, da cui gli fu restituita la moglie. Omero(a) finalmente
dice
, ch’Elena fu regalata da Polidampa, moglie di Ton
da Tichio, celebre Artista, e nativo d’Ile, città della Beozia. Omero
dice
, che quello scudo era copetto di sette pelli di t
. Id. Iliad. l. 7. (e). Declaustre Diction. Mythol. (5). V’è chi
dice
, che il messaggiero, il quale riferì ad Enone, ch
(b). (7). Lesche, poeta Greco, il quale compose una piccola Iliade,
dice
, che Enea rimase prigioniero de’Greci, e che fu d
Greca, che significa pelle (a). (12). Varrone, citato da Servio (b),
dice
, che non Didone, ma la di lei sorella, Anna, conc
sembianze di serpente (d). (b). Virg. Acneid. l. 5. (17). Virgilio
dice
, che due colombe additarono ad Enea l’albero, a c
me. Gli drizzò un altare, e gli sacrificò un giovine toro (i). Servio
dice
, che tale sacrifizio si rinovava in Roma ogni ann
quando fu rapita, venne nascosta tra un fascio di legna (c). Pausania
dice
, che in Brauron, Borgo dell’ Attica, eravi un’ant
e di Misia in Asia, il quale la adotto per sua figliuola(d). Pausania
dice
, che Auge, rinchiusa col figlio, Telefo, in una c
tichi lo fa cadere per mano di Ettore, figlio di Priamo(b). Senofonte
dice
, che Antiloco fu soprannominato Filopatore, ossia
a morto ; e che colei disperata si diede la morte(c). Omero per altro
dice
solamente, che l’anzidetta donna morì di dolore p
, e seco lo trasferì in Italia(d). (11). Fileta appresso Partenio(e)
dice
, che Polimela, figlia d’ Eolo, cui Ulisse aveva p
tale de’ Conti, le nomina Leucosia, Ligea, e Pattenope(e). Abitavano,
dice
Servio(f), in un’Isola, vicina al Capo di Sicilia
dyss. l. 1. (d). Id. Odyss. l. 5. (e). l. 4. Pons. (15). Esiodo
dice
, che Ulisse ebbe da Calipso due figli, Nausitoo,
na burrasca vennero portate sulla tomba d’Ajace(a). Tolomeo Efestione
dice
, che le onde non ne portarono colà se non lò scud
claustre Diction. Mythol. (e). Nat. Com. Mythol. l. 8. (3). Igino
dice
, che Febe era sacerdotessa di Minerva, e Ilaira d
azione di Mercurio, suo padre. (d). Eurip. in Orest. (6). V’è chi
dice
, che il mentovato mare fu detto Mirtoo non da Mir
morta in mezzo di quelli(f). (d). Hyg. fah. 66. 67 (5). Apollodoro
dice
, che Edipo fu scacciato di Tebe dagli stessi suoi
ip. Col. (a). Sophool. in Ocd. Tyr. , Apollod. l. 3. (6). V’è chi
dice
, ch’Edipo, dopo aver ripudiato Giocasta, abbia sp
n vanno d’accordo riguardo a colui, che Tideo privò di vita. Gli uni,
dice
Apollodoro(c), pretendono, che sia stato Alcatoo,
o cocchiere(d). Egli dopo morte fu ascritto tra’ Semidei(e). Pausania
dice
, che fu venerato come un Nume, e che gli Oropj ne
nemico, e dimostravasi costantissimo amatore della virtù(f). Eschilo
dice
, che restò ucciso da Aufidico(g). (a). Aeschyl.
ritorto, una parte di cielo, e questa dicevasi tempio: però Lucrezio
dice
i templi del cielo; quindi fu comune questa denom
ai Galli questo costume nella sua Orazione in difesa di Fonteio. Egli
dice
, volendo dimostrare la poca fede dei loro giurame
’arte, Pausania, che dovrebbe essere nelle mani di tutti gli artisti,
dice
che presso gli Egineti vi era un’antica statua cr
manto innanzi agli occhi, e pianse; Ma la donzella al re s’accosta, e
dice
: Eccomi, padre: a te la cara vita, Per la patria
degli Dei che furono detti Fictilia, dall’arte di gettarle, e Plinio
dice
che la semplicità dei primi Romani escludeva l’or
tano dal timore comandato dalla maestà del loco, ma pesata, come egli
dice
, l’ira di Cesare e quella degli Dei. Tradurrei pe
io Giove b'ambino portato da questo animale. Virgilio nelle Georgiche
dice
che dalle Api fu pasciuto di miele nell’antro Dit
i dà il suo nome stancava gli occhi dei greci nocchieri, poiché, come
dice
Omero, è per essi intatta dai lavacri dell’oceano
a, con gran martore. La giovenca mirò sdegnata e altiera; Pur fìnge e
dice
: ben felice toro, Che goderà così leggiadra fera!
Fidio, Santo e Sango dai Romani, fu nominato Giove, e sopra un marmo
dice
averlo così veduto scolpito Lilio Giraldi nella f
cina a quella di Omero, ove Giunone andando a visitare Teti, l’Oceano
dice
che nelle loro case già fu da essi beatamente nut
a trascorre con l’occhio e in lei si pasce. Per man la prende, e: Sì,
dice
, vincesti, Tuo ritorno, son tuo: che ignota forza
ortata in Grutero, ne dimostra la totale diversità. È ben vero che si
dice
rappresentare r immagine di Antinoo come si vede
solo del come è concepita la risposta dell’oracolo, per quello che si
dice
, data ad Omero, la quale si legge nella colonna a
tudine che Lesche lo dipinge nel suo poema sul sacco di Troia, poiché
dice
che il medesimo fu ferito da Admeto argivo, nel c
ncipale della Venere Gnidia. Quanto al marmo della statua il Visconti
dice
sostenersi dai mineralogisti che nelle cave abban
terno collo Trattien le braccia, di rossore onesto Ornata il volto, e
dice
: A me concedi Padre, ch’io viva eternamente casta
un amante effemminato e molle, allevato fra le fresche ombre, e come
dice
Ibico, da Venere stessa nutrito di rose, ma son d
ssione riguarda l’epiteto di Apollo dagli aurei capelli, perchè, come
dice
ristessa persona, se non sono neri, il quadro non
oco Il giovinetto, ma le scorge il Sole Con gli occhi omniveggenti, e
dice
: figlio, Che vuoi? qual è del tuo venir la mente?
raggi tutti. Colla mano impone Che gli si accosti, indi l’abbraccia e
dice
: Degno tu sei d’essermi figlio, e vera L’origin f
come appunto bramava ella d’abbigliarsi, secondo Callimaco, allorché
dice
ch’ ella desiderava d’esser ministra della luce,
mpagni, Che gian pei boschi con error diverso: Compagni di fatica, ei
dice
, assai Reti e ferro macchiò di belve il sangue Ne
nio, tutta 1’ Asia concorse per lo spazio di dugento ventanni, o come
dice
altrove, di quattrocento, cfd ornarlo, ad abbelli
lorquando andarono a far guerra a Teseo ed agli Ateniesi. Ma Pausania
dice
che a questo gran poeta non era nota 1’ antichità
dell’architetto, al quale apparve Diana esortandolo a farsi animo: e
dice
che il seguente mattino vi-, desi la pietra disce
rte lo stesso autore; ma non so se vorremo prestar fede a ciò ch’egli
dice
della scala, per cui salivasi sino alla cima del
a. Ma d’Eneo il figlio coli’ imposto piede Schiaccia il capo fatale e
dice
: A parte Vieni Atalanta di mia gloria, e prendi Q
Crudele afferra il ramo, e innanzi all’ara Dei sepolcri si prostra, e
dice
: dee. Dee della pena, al sacrifìcio orrendo Rivol
Festo, anche il mulo univasi al carro della diva. Ippolito Pindemonte
dice
con molta leggiadria in una sua Canzone alla Luna
na lite Quel volto: e ratto di Diana il manto E le sembianze veste, e
dice
: ninfa. Parte migliore del seguace coro. Da qual
, Minerva ha una statua ove è rappresentata ferita in una coscia, che
dice
aver veduta Pausania con una legatura di purpureo
essun’ altra statua ce l’offre in tale azione appunto scorrendo, come
dice
il poeta, per gli ordini delle battaglie, e in qu
altre pregevoli cognizioni intorno a questa divinità. « Venere, egli
dice
, occupar deve il primo luogo fra le dee, e come d
e tutta la benevolenza del popolo. L’equivoco del nome di Sol e Sole,
dice
questo autore, ha potuto dar motivo alla favola d
li elmi dei soldati romani. « Marte vien generalmente rappresentato,
dice
Winkelmann, come un giovine eroe, e senza harba:
bligati si credevano all’ esercizio della virtù più severa. Cicerone
dice
che non solo erano causa di vivere con allegrezza
riosità i misteri di Cerere. Orazio, forse il più filosofo dei poeti,
dice
in una sua Ode: Io vieterò che chi ha divulgato g
ume. Dall’erbosa sua cima il sacro volgo Etna mirò madre dei fiori, e
dice
A Zeffiro che siede in curva valle: Di primavera
a dea Vesta, e lo fece costruire quasi in forma di un globo, non già,
dice
Plutarco, per significare che questo fosse il glo
da non dirsi. Non potevano più accenderlo con altro fuoco: bisognava,
dice
Plutarco, farne di nuovo, esponendo qualche mater
enedo, in Argo, in Efeso, in Mileto. Ecateo Milesio nelle Genealogie
dice
che Vesta si figura in una donna sedente circonda
avole, le adornassero solamente di alcune circostanze. Nel principio,
dice
Esiodo, era il Caos, quindi la larga Terra sede s
la chiama gran madre degli Dei e consorte del Cielo stellato. Erodoto
dice
che presso gli Sciti, dai quali era sommamente on
sta dea era figlia della Terra. « Una medaglia dell’imperator Comodo,
dice
Addison, offre l’immagine del Sole che comincia i
n Ovidio ella è spaventata dall’incendio. Consumata dall’ardore, egli
dice
, inalza la sua testa carica d’ innumerabili frutt
compagnia eterna di questa cara divinità, come appare da Tibullo, che
dice
: — E poi viene il sonno colle ali fulve, e i neri
ii ci rapisce, quasi crudele esattore, la metà della vita, e fa, come
dice
il divino Dante: « che seggendo in piuma In fama
arda l’interpretazione dello stesso Lessing al luogo di Pausania, ove
dice
che nell’arca di Cipselo la Morte e il Sonno eran
he non mi sovviene aver fatto gli antichi. A lei parla Dante allorché
dice
: «Mente, che scrivesti ciò ch’io vidi ; » lei c
i distinse colla sua prudenza ed amore per la giustizia; ed è quella,
dice
Diodoro, che istituì la divinazione, i sacrifizii
Esiodo inoltre costituisce Temi madre dell’Ore e delle Parche. Temi,
dice
Feste, era quella che comandava agli uomini di ch
ei calzari lunghi. La clamide ora la porta, ora n’è senza. Nel marmo,
dice
Zoega, sembra che siasi voluto alludere all’ occu
tra curva, consuete ad accompagnare i riti di Cibele, erano scolpite,
dice
Zoega, in una delle fiancate dell’ara, ed essendo
co e degli armenti Contra gli aizza, e in questa guisa parla: Su, gli
dice
, su, fera belva, Vanne, e quinci ritrarsi alla se
i, che colle bende pei sacrifizj stanno all’ombra di un pino. Questo,
dice
il prelodato scrittore, è carico di arnesi delle
e cognizione, che gli cede la metà del suo regno. La grata posterità,
dice
Ovidio, impresse nelle monete da una parte una na
rno si sacrificava colla testa scoperta, laddove sempre si coprivano,
dice
Plutarco, sacrificando agli Dei celesti. Secondo
attili: Ohelmi, Damnaneo ed Acmone ministri di Adrastia o di Cibelle,
dice
il poeta, scoprirono il ferro nelle valli del mon
ignor Fréret nell’altre sue ricerche sui Telchini. Noi dobbiamo, egli
dice
, rigettare egualmente le due tradizioni opposte c
significato si trovano sovente confusi coi Coribanti. I Cureti erano,
dice
Strabone, gl’inventori della danza armata: e così
l culto di questa dea. La composizione comincia in questo fiume: cosi
dice
il conte di Caylus: bisogna tagliarlo pel terreno
entarli allo spirito con delle cose che equivalgono. Un tal compenso,
dice
Caylus, mi sorprende dalla parte di un artista co
dava tanto innanzi che non osavano proferirne il nome. Quindi Elettra
dice
nell’Oreste di Euripide: Le Furie, che io non ard
urie, perchè sileno ispirano terrore ai rei. Relativamente alle Furie
dice
Pausania, che andando da Megalopoli in Messenia n
rere per genitrice, contro l’opinione di Apollodoro, che figliuola la
dice
di Stige e di Giove. È inutile il ridirvi come fu
chio lo ritrasse. Questo dio stimavasi crudele; e davanti a lui, come
dice
un antico poeta, tanto era Achille che Tersite. E
are il dolore di Proserpina l’idea della sua nuova grandezza, così le
dice
in Claudiano, il dì cui Poemetto vi tradussi: La
omo di cui ristabilisce i diritti e fa sicure vendette battendo, come
dice
Orazio, con egual piede la capanna del povero e l
. Omero, fra gli altri, nell’Odissea, lo vuole discepolo di Giove, e
dice
che in quest’isola regnò per nove anni, quantunqu
’ ombre, dalle quali si trattan le cause alla sua presenza. Virgilio
dice
che agita l’urna fatale, nella quale stanno chius
a Dea farsi con tanta velocità quanto si volge una ruota. Costantino,
dice
lo stesso Buonarroti, compose di molti simboli la
n globo. Fortuna si chiamavano tutti i Genii delle città. La Fortuna,
dice
Winkelmann tiene un timone in una mano, e nell’al
a: il rimettere il timone alla nave annunziava primavera. Però Esiodo
dice
: Se Pandora non fosse venuta, il timone sarebbe r
, e la testimonianza finalmente del dotto scoliaste di Apollonio, che
dice
la storia invenzione di Clio. Una prova dell’impi
ta, dà un oracolo, che riguarda Meneceo figlio di Creonte. Tebe, egli
dice
, sarà liberata dal pericolo imminente se egli vuo
fra loro) trasportano Anfìarao che ritorna da Tebe, nel qual tempo si
dice
che la terra per lui sprofondasse, onde nell’Atti
rra. Ecco un tronco di melagrano nato nell’istante da se, il quale si
dice
esser stato piantato dalle Furie sul loro sepolcr
pugillarì, e perchè appunto Omero, eh’ è il maestro dei versi eroici,
dice
di averli scritti sulle tavolette, e perchè la li
porpora, coronato di rose, si accosta ad Arianna, ebro di Amore, come
dice
Anacreonte di quelli che amano smisuratamente. Te
isconti si veggono le Grazie con Esculapio e Mercurio. Mercurio, egli
dice
, scorge mi ad Esculapio un uomo barbato vestito d
viticchiato allo scettro, in mano a due statue del bosco di Trofonio,
dice
che da quello avrebbe qualcheduno congetturato ch
con Evamerione, che significa esser di buona salute e complessione, e
dice
essere una medesima cosa con Telesforo e Alexanor
e, e moltissime volte ancora con quel piccolo Telesforo, che Pausania
dice
esser così chiamato da’ Pergameni, Acesio da quei
ergo La Fama, e sopra i carri errante donna Sta sulle piume mie. — Sì
dice
, e tronca Le querele, e lasciò la mesta donna In
e Par che da Lenno debban gire, e sorge Ira, dolore: a gara ascolta e
dice
Le intese voci ognuna, e fede al danno Non v’ha c
uomini, la vita dei quali è così breve e piena di pene. Invano, egli
dice
, si è inventata la lira: i di lei suoni armoniosi
portare agli uomini un liquore dolce quanto il nettare. Cerere, egli
dice
, ha coperti recentemente di spighe i solchi, e pr
re un giorno Semele e Bacco, e brillare Arianna colla sua corona? No,
dice
Marte, o piuttosto l’Invidia sotto la sua forma,
reta sua casa: le racconta i suoi dispiaceri e i suoi timori: ella le
dice
di temer che Giove non finisca per bandirla dal c
unone quando con essa il letto divide. Io non vi ho ancora veduto, le
dice
, nelle forme maestose di un Dio. Giove si affligg
enti, che a Bacco inspirano affetto. Il dio si volge verso lui, e gli
dice
le cose più lusinghiere: lo interroga sulla sua n
verso dalla mano dell’ indovino Fanes, il primogenito dei mortali: le
dice
che sulla terza tavola, ove sono scolpite le figu
ulla terra r immagine del nettare, bevanda degi’ immortah. Bacco, gli
dice
, non piangere, onde le lacrime dei mortali siano
del suo frutto, sopra tutte le produzioni della terra. Il vino, egli
dice
, sarà un rimedio contro tutti i dolori. Ecco r or
nnuova contro il nume le prime minacele, e rimanda il suo araldo. Gli
dice
che se vuol rivolgere i suoi passi verso la Battr
bere che le acque dell’Idaspe. L’Acqua e la Terra, queste sono, egli
dice
, le mie sole divinità. Porta queste risposte a Ba
sono, egli dice, le mie sole divinità. Porta queste risposte a Bacco,
dice
Deriade, ed annunziagli che io l’aspetto. Intanto
Deriade, e lo muove a combattere con Bacco. — Tu dormi, Deriade, gli
dice
. Un re che deve esser vegliante per difendere il
to paese. Di già l’Aurora aveva aperte le porte dorate dell’ 0riente (
dice
il poeta) e la nascente luce del Sole era rifless
rà fra gli Dei, e l’esiglio al quale sarà condannata. Datemi, Giunone
dice
, questo cinto potente, onde io prevenga questi ma
to di una Baccante, la distoglie da questa disperata risolu zione: le
dice
eh’ ella pure ha custodita la sua verginità contr
dio si effigiava con essa nella mano, come si rileva da Euripide che
dice
: Di più lo vedrai sulle delfiche rupi saltante co
in quella guisa che il suolo l’ha prodotta. Infatti questa pittura ne
dice
che il colore dei capelli del giovinetto somiglia
do, scorrevano in qua e in là con mente -furiosa, più particolarmente
dice
dei secondi, celebravano oscure Orgie, misteri di
a che istituì le Orgie. Pausania tiene la seconda sentenza, e da Tuia
dice
derivato quel coro di donne attiche, che insieme
tra nei vasi. Lene eran tenute dagli antichi le ninfe degli strettoi,
dice
il Costantini, come le Naiadi dei fonti. L’etimol
ione è bella e sapiente, e consuona con la dottrina della Bibbia, ove
dice
che lo spirito di Dio abbandonò il re Saul disobb
i primavera sempre ed ogni frutto ; « Nettare è questo di che ciascun
dice
! » All’età dell’oro successe quella dell’argent
e scrupolosi osservatori del giorno di sabato. È Orazio stesso che lo
dice
nella ix Satira del lib. i : Hodie tricesima sabb
(Ovid., Métam. i.) Il Pignotti nella favola Il Giudice e i Pescatori
dice
scherzevolmente : « Ci narrano i Poeti, « Che al
dalle mortali soglie, « Ma nel fuggir le caddero le spoglie ; « E si
dice
che sieno « Quelle vesti formali « Che adornano i
a di Orazio, che comincia : Jamdudum ausculto, nella quale il poeta
dice
al suo servo : Age, libertate decembri (Quando it
dire : « Et jus vertendi cardinis omne meum est. » 39. Cicerone
dice
a suo figlio nel De Officiis, che certi ottimi ne
discorre Per le molte intricate e cieche strade Del labirinto che si
dice
in Creta Esser costrutto. Virgilio id. Traduz. d
fermavano esser quello istrumento disceso dal cielo per opera sua. Si
dice
esser questo flauto che poi fu celebre sotto il n
lla, regina dei Volsci. Di questa, Dante nel suo Inferno Canto primo,
dice
: Di quell’untile Italia sia salute. Per cui mor
oltato il misterioso consiglio. A proposito di questo Dio ecco quanto
dice
Cicerone « Quand’egli non era conosciuto da alcun
egeo e Arfinoe, e consacrarono la fatale collana ad Apollo. Properzio
dice
invece che Arfinoe stessa per vendicare suo marit
Amadriade. — Fu moglie e sorella di Ossilo. Ateneo, nelle sue opere,
dice
che essa fu madre di otto figliuole note comuneme
a l’immortalità a tutti coloro che ne bevevano. Virgilio, nell’Eneide
dice
che alla fragranza dell’Ambrosia, si riconoscevan
i Giapponesi. 338. Amisodar. — Re della Licia. La tradizione favolosa
dice
che egli fu marito d’una donna a nome Chimera, la
gine della Bibbia, noi troviamo che quando Iddio si rivela a Mosè gli
dice
: Tu mi vedrai per di dietro, ma tu non puoi vede
del flauto. 527. Ardea. — Città del Lazio edificata da Danao. Ovidio
dice
che essa fu consumata dalle flamme e cangiata in
e flamme e cangiata in quell’uccello chiamato Airone che in latino si
dice
Ardea. 528. Ardenna. — Soprannome di Diana che le
tigia, che chiudeva il palagio degli antichi re di Siracusa. Cicerone
dice
che se questa fontana non fosse circondata da una
rire quasi tutt’i persecutori di lui come racconta Erodoto — Virgilio
dice
: Orpheus in sylvis inter Delphinos Arion. (Virg
clepiade la scoperta di medicare col vino. Salvator Rosa nelle satire
dice
: So che Asclepiade con un suo trombone I sordi
eva la testa di donna e il rimanente di pesce. Vossio nelle sue opere
dice
che la parola Atergate significa senza pesce perc
lide. — Piccolo paese della Beozia la cui capitale fu Aulisia. Servio
dice
che era questa una piccola isola con un porto cap
dea Cotitto. 740. Ballo. — Nome di uno dei cavalli di Achille. Omero
dice
che erano immortali e figli di Zeffìro. 741. Bapt
lor fin, con voci sante Rendon grazie alle parti alte e serene : L’un
dice
all’altro : Vale ; e non s’arresta : Mentre il co
o Zodiaco, contrassegnato da una bilancia, che la tradizione favolosa
dice
esser quella di Astrea, dea della giustizia, la q
care la dea non sagrificò la propria figliuola Ifigenia, la quale, si
dice
, Diana salvasse. I Troiani anch’essi uccisero una
della stessa città di cui è menzione nell’articolo precedente. Orazio
dice
essere le stesse che le baccanti. 805. Bistonio.
a ; prese parte nella guerra che i giganti mossero a Giove. La favola
dice
che aveva cento braccia e cinquanta teste : da ci
teste : da ciò il soprannome di centimano. Di questo favoloso gigante
dice
il Monti : Un’ altra furia di più acerba faccia
le. Plutarco la confonde con Flora ; Varrone la fa moglie di Fauno, e
dice
ch’ella fu per tutta la vita l’esempio della cast
più salienti della indole di quel quadrupede. Plinio nelle sue opere,
dice
che i pagani avevano in gran conto la carne dei c
le famiglie, divise per dissapori domestici. Ovidio, nei suoi Fasti,
dice
che veniva dato un gran pranzo, al quale non era
e dell’altro sesso, e spargendo di sangue le are di quel Dio. Diodoro
dice
che la vittoria che Agatocle riportò sopra i Cart
io e l’altro Xanto V. Balio e Xanto. 1009. Cavalli del Sole. — Ovidio
dice
che il carro del sole era tirato da quattro destr
ole per la liberazione della figliuola Esione. La tradizione favolosa
dice
che questi cavalli erano così rapidi e leggeri ch
i avevano nome Fobos e Demos ossia il terrore e il timore. Omero però
dice
che questi erano i nomi dei cocchieri di Marte e
milmente detta una montagna della Licia, alla cui sommità, secondochè
dice
Ovidio, v’era un piccolo vulcano intorno al quale
a favolosa, seguitando il suo simbolo anche dopo codesta metamorfosi,
dice
che egli ricordandosi del fulmine di Giove, che a
— Popoli dell’Italia, nelle circostanze di Baja. La cronaca favolosa
dice
che in una delle contrade abitate da questi popol
te le sue imprese, si servì sempre della clava. La cronaca mitologica
dice
che fosse dapprima appartenuta a Mercurio, il qua
mo presagio, se avessero ricusato di cibarsi. Tazio, nelle sue opere,
dice
che gli Egiziani ponevano l’immagine del sole nel
a e fece morire la sventurata principessa e il padre di lei. Euripide
dice
che il dono inviato da Medea, consisteva in ornam
ggiacque ad un toro, chiusa in una vacca di legno, perciò l’Alighieri
dice
falsa vacca ». Minosse ritenendo, come forse era,
— Re di Galata : fu un principe estremamente superstizioso. Cicerone
dice
ch’egli non intraprendeva la più piccola azione d
cerimonie : e parole unite ad un editto del magistrato, per le quali
dice
, non esser costretti al giuramento nè le vergini
abbandonò il governo dell’Etiolia, e venne a stabilirsi in Italia. Si
dice
che egli vi fosse ucciso da Enea e che i suoi seg
a di Creta, vi era un antro chiamato Dite, ove la tradizione favolosa
dice
che Rea avesse partorito Giove : da ciò si dava i
poi rientrò nel fondo del sepolcro senza far male ad alcuno. Virgilio
dice
che Enea credè che quel drago altro non fosse che
parola Deru, che in lingua celtica vuol dire quercia, che in greco si
dice
Δρὑς perchè essi dimoravano nelle foreste e compi
ie a Perseo e da questo connubio nacque Ecate. Teocrito lo Scoliaste,
dice
che Giove ebbe dai suoi amori con Cerere una figl
fu un altro Echione, padre di Penteo. Fu uno di coloro che la favola
dice
nati dai denti del drago di Cadmo — V. Cadmo — e
tribuisce cento braccia e cinquanta teste. …. In quella guisa Che si
dice
Egeon con cento braccia E cento mani, da cinquant
tl’antichità danno questo nome allo scudo di tutti gli dei ; ed Omero
dice
che l’ Egida d’ Apollo era di oro, ma che questo
la vittoria da lei riportata sui mostro Egide — V. Egide ; e Virgilio
dice
che Minerva combatteva coprendosi tutta la person
trucidario. Alfieri — Oreste — Tragedia Atto II Scena II. Euripide
dice
che l’iniqua madre di Eletira per accontentare il
a proposito del quale Metastasio ha scritto : Che vi sia, ciascun lo
dice
Dove sia nessun lo sa. Sorgeva in Eliopoli un su
ebbe dall’oracolo una vite fatta in pezzi. Macrobio, nelle sue opere,
dice
che l’evento si avverò in tutta la sua terribile
uaci, potè dopo qualche tempo, imbarcarsi su d’una nave che la favola
dice
costrutta da Mercurio, e che i poeti e i mitologi
storici è che egli si annegasse nelle acque del fiume. La favola però
dice
che Venere, vedendolo coperto di ferite lo avesse
n tutta la sua vita una particolare divozione. La tradizione favolosa
dice
che la dea, in attestato dell’affetto con che ebb
n premio del suo valore, la mano di Megara figlia di Creonte. Diodoro
dice
nelle sue opere, che Ercole riuscisse vincitore i
n conseguenza sottomesso ad Euristeo. Finalmente una terza tradizione
dice
che Euristeo. Finalmente una terza tradizione dic
a terza tradizione dice che Euristeo. Finalmente una terza tradizione
dice
che Euristeo, mosso da un sentimento di gelosia,
ò il toro, lo portò ad Euristeo e poscia gli rese la libertà. Diodoro
dice
che Ercole se ne servisse come cavalcatura e che
meno la opinione di Apollodoro, la quale non si accorda con quanto ne
dice
Sofocle, secondo cui Ercole, era già marito di De
curio lo vendette per tre talenti ad Onfale, regina di Lidia. Sofocle
dice
che l’eroe fu venduto per comando dell’oracolo di
ciò che gli valse, forse per gelosia, l’inimicizia di Ercole. Diodoro
dice
che insieme ad Ificlo, fossero stati inviati come
prio paese. Lucano chiama Cleopatra l’Erinni dell’Italia ; e Virgilio
dice
lo stesso ad Elena. Erinni era anche il nome che
imprese gloriose. Erodoto stesso è della medesima opinione, allorchè
dice
nelle sue cronache dell’antichità che all’ Ercole
conoscere l’avvenire, percuotendoli uno contro l’altro. La tradizione
dice
che per mezzo di un simile incantesimo egli avess
a similmente nome un figliolo di Mecisteo, nipote del re Talao. Omero
dice
di lui che insieme a Diomede e Stenelo comandava
li scrittori della favola, su questa divinità ; imperocchè, Macrobio,
dice
che era un dio particolare, che presiedeva alle p
do che la tradizione mitologica, ci ammaestra del vero allorquando ci
dice
che tutte le volte che un principe aveva ragione
igliuoli della ninfa Acadallide e di Apollo. La tradizione mitologica
dice
che essi furono allattati da una capra, la quale
n’antica tradizione alla quale si rapportano le cronache di Pausania,
dice
che questo era il nome d’un cittadino di Delfo, i
Dauni. Ma la maggioranza delle opinioni, la ripete figlia di Sitone e
dice
che ella non aveva l’età di venti anni, quando pe
t à renouveler ses douleurs : Fénélon — Télémaque — Livre XV. Omero
dice
finalmente che Filottete fosse stato uno degli Ar
ivolte le famose parole che Flegia, ripete fra i tormenti, allora che
dice
, secondo Virgilio :Imparale dal mio esempio a no
verli vinti li faceva morire fra i tormenti. La tradizione mitologica
dice
, che Apollo sdegnato contro questo masnadiere, as
bilmente dalle sue attribuzioni, perchè la parola gancio in latino sì
dice
fores. 2045. Fordicali. — Pubbliche feste che si
tare dedicato generalmente a Giove. Plinio nella sua storia naturale,
dice
, che era per fino proibito di abbruciare il cadav
llo che si preparava per consumare le vittime. La tradizione favolosa
dice
che Prometeo fosse quello che rubò il fuoco sacro
ette in dono agli uomini. Diodoro, nelle sue cronache dell’antich tà,
dice
che fu un re d’Egitto, per nome Vulcano, quello c
rfosi — Lib. I. trad. di Dell’ Anguillara. La tradizione mitologica,
dice
, che la via lattea fosse stata formata dalle gocc
o, una specie di lapide i cui Gieroglifici formavano un’intera frase,
dice
il citato scrittore che da una parte si vedeva ef
trad. di A. Caro. Omero favellando degli eroi che assediavano Troja,
dice
ve n’erano alcuni, le cui atletiche forme, e la f
ferente opinione, circa questi tre formidabili fratelli giganti. Egli
dice
che essi altro non erano che tre impetuosi venti,
rto Aglao era assai più fortunato. Plinio, nella sua storia Naturale,
dice
che questo Aglao era un modesto pastore, che vive
asero, sino alla caduta del paganesimo, monde di umano sangue. Ovidio
dice
che Licaone svenasse su di un altare di Giove, un
gando nelle sue cronache sull’antichità, codesta tradizione favolosa,
dice
che Glauco, avendo fatto troppo e frequente uso d
sse nacquero. Il citato scrittore spiegando codesta favola allegorica
dice
che le Graje essendo figliuole di Glauco dio mari
ri…… Omero — Riade — Libro II. Trad. di V. Monti. Un’antica cronaca
dice
anche a proposito del monte Ida, che essendo una
idna. La tradizione mitologica, a cui s’attiene il cennato scrittore,
dice
che l’Idra avea sette teste le quali avevano la s
tologica alla quale si attiene Apollodoro, nelle sue cronache pagane,
dice
che questi due fanciulli nacquero di 10 mesi e fo
sola del mar Tirreno conosciuta oggi sotto il nome d’Ischia. Virgilio
dice
che sotto le rupi di quell’isola giace fulminato
mezzo erge le braccia annose al cielo Un olmo opaco e grande, ove si
dice
Che s’annidano i Sogni, e ch’ogni fronda V’ ha la
le mostri gli altri travagli che la gelosa Giunone le riserbava, e le
dice
finalmente che avrebbe fissato la sua dimora in E
o, dando una spiegazione più logica a codesta allegoria della favola,
dice
che Iperione era un principe Titano, il quale era
ermesso ad alcuno di entrare in quel tempio. La cronaca tradizionale,
dice
che traverso la porta maggiore di quel tempio era
discorre Per le molte intricate e cieche strade Del Laberinto che si
dice
in Creta Esser costrutto ; …….. Virgilio — Eneid
Trezene ed in Epidauro. La cronaca a cui si attiene Pausania stesso,
dice
che Lamia ed Aussesia erano due giovanette cretes
i l’aiuto implora A mezze labbra della dea Laverna. Bella Laverna, ei
dice
, il mio candore. La mia finta virtude il mondo in
e e che formò una delle dodici fatiche dell’ eroe, sebbene la cronaca
dice
, che avendo Iolao accompagnato Ercole nel combatt
Ercole, anche l’ uccisione della terribile Idra. V. Ercole. Euripide
dice
, che l’arme della quale Ercole si servì per uccid
si compivano tali mostruose oscenità, che lo stesso storico Pausania
dice
, non poterle divulgare senza sentirsi ardere la f
uno stagno paludoso vicino al lago Cherone in Egitto ; il cui nome si
dice
in greco ëåäçò e significa oblio, ha dato forse p
serpina. Cicerone la fa figliuola di Cerere e di Giove, mentre Ovidio
dice
che la dea Libera altro non era che Arianna deifi
o Nesso, inviatagli da Deianira, e che rese l’eroe furibondo. Ovidio,
dice
che Ercole dopo averlo raggirato varie volte nel
dei tanti figliuoli del re Priamo, e propriamente quello di cui Omero
dice
, che prestò al fratello Paride, la propria corazz
ti, Perchè si vile amor t’ingombra ’l petto. Ove è Gallo, il cervel ?
dice
, Licori La ninfa tua, e siegue un altro intanto P
ualmente dimora, e alla sua indole di fuoco. La tradizione mitologica
dice
, che il carro di Cibele era tirato da due lioni ;
il quale, secondo la favola, la rese madre di Narciso. La tradizione
dice
che Liriade dette il suo nome a quella fonte, ove
che stava fra la via detta Salaria e il Tevere. Un’antica tradizione
dice
, che le Lucarie furono istituite in commemorazion
alzato uno splendido tempio, dedicato al dio Luno. Il citato cronista
dice
, che gli abitanti di Carres avevano personificato
rotta, ove furono nutriti dalla lupa Romolo e Remo. Lo storico Servio
dice
, che il nome di Lupercale le veniva per essere qu
Marte « Marte superbo e fero « Che i cuori indura e serra » come
dice
il Petrarca, era il Dio della guerra selvaggia, f
; e lasciarono che lo adorassero, devotamente i Traci, i quali, come
dice
Orazio, avevano il barbaro costume di terminar co
e tanto del borgo di Atene quanto del tribunale vi entrasse Marte, lo
dice
la Mitologia. Marte fu accusato da Nettuno di ave
Marte) consideravasi una abbreviazione di Mavors, che significa, come
dice
Cicerone, magna vertens 174, cioè che sconvolge g
Circa all’origine di Romolo creduto dai Romani figlio di Marte, Dante
dice
apertamente nel Canto viii del Paradiso : « …….e
Flegra l’ un al l’ altro i monti Olimpo, Pelio, ed Ossa (il che però
dice
Omero essersi fallo invece da Oto ed Efialte, fig
ebbe il nome di Evio. Una tal fuga però è metamorfosi, e da Ovidio si
dice
in cambio avvenuta nella guerra contro Tifeo, e c
hi Giove, chi Vulcano, chi Marte e chi Mercurio, nè manca pure chi il
dice
figliodi Venere solamente. Dipingesi nudo, e alat
del giorno; il secondo figlio di Valente e di Foronida, ed è quello,
dice
egli, che abita sotto terra, ed è chiamato Trifon
ceo; vale a dire una verga attorcigliata da due serpenti, colla quale
dice
Omero, eh egli chiamava il sonno su gli occhi de’
mogorgone, Dio terribile, che noti era permesso di nominare, e che si
dice
padre della discordia di Pane, delle tre Parche,
uomo due Geni attribuirono, l’ uno buono e l’ altro cattivo, o, come
dice
Orazio, l’ uno bianco e l’ altro nero. I Geni del
navano le tre Parche Cloto, Lachesi ed Atropo, cui Esiodo in un luogo
dice
figlie della Notte, e in un altro figlie di Giove
astutissimo ingegno egli volle ingannar Giove stesso. Mentre accolti,
dice
Esiodo, in Mecona o Sicione, uomini e Numi tra lo
strappato un corno, fu alla fine costretto a cedere. Quel corno poi,
dice
Ovidio, che il corno divenne dell’ abbondanza; se
ece sua moglie, e che fu poi ad esso cagione di estremo dolore. Omero
dice
però che Arianna fu trattenuta in Dia o Nasso esp
r tutta la Grecia, Piritoo figliuolo d’ Issione re de’ Lapiti, o come
dice
Omero, figliuolo di Giove e di Melata moglie d’ I
gliare il tempio, e il fe dal popolo ammutinato assassinare. Virgilio
dice
invece, che l’ uccise di propria mano innanzi al
nea, secondo altri fu da Venere convertito in uccello; sebbene Ovidio
dice
essere questo tramutamento avvenuto a’ compagni d
perpetua giovinezza; ma non potè mai piegarlo ad acconsentire. Esiodo
dice
però ch’ ei n’ ebbe Nausitoo e Nausinoo. Pallade
se. Di là salpando fu dalla tempesta gettalo ai lidi della Libia, ove
dice
Virgilio che Didone vedova di Sicheo fuggendo dal
orni, al fine dei quali i due fratelli furono trovati morti. Pausania
dice
in cambio, che Trofonio fu inghiottito vivo dalla
ndo altri Demofila o Erofile; 8. l’ Ellespontina che Eraclite Pontico
dice
vivuta al tempo di Ciro; 9. La Frigia, che soggio
resso la omonima fonte in Macedonia sui confini della Tessaglia. Egli
dice
che « ……………… quando « Il Tempo colle sue fredde
hiamar estro la poetica ispirazione. Questo è un vocabolo greco (come
dice
Virgilio nel iii delle Georgiche) corrispondente
ronto delle Muse. A Dante piacque questo mito, e rammentando quel che
dice
Ovidio, che le Muse, per confonder le loro emule
oi era sì grande e sì fervente il culto per queste Dee, che per loro,
dice
egli stesso, soffrì la fame e la sete, e si privò
atino comunissimo e verissimo. 133. Dante invocando Apollo così gli
dice
: « Venir vedra’ mi al tuo diletto legno, « E co
to significa propriamente « parola, discorso », e designa quel che si
dice
o si narra intorno a un soggetto qualsiasi. In fo
quasi voragine immensa e tenebrosa. Dal Caos sorse primamente, non si
dice
come, Gea, la terra, dalla quale subito si staccò
irione ed altri. Costoro dai Campi Flegrei in Tessaglia tentarono, si
dice
, dar la scalata al cielo sovrapponendo il monte O
r quattro giorni spettacoli di lotte gladiatorie, perchè, come Ovidio
dice
: ensibus exsertis bellica Dea laeta est (Fast.
ni. Lo mette in scena Claudio Claudiano nel carme contro Rufino, dove
dice
che, invocato da Stilicone perchè venga a difende
porto con Venere e le Grazie Vulcano ci è presentato da Orazio là ove
dice
(Od. 1,4,5): Iam Cytherea choros clucit Venus im
te è messa in rapporto con Dioniso e con Ermes. Spesso poi di essa si
dice
che esercito la sua forza sul mortali. Aiutò Pari
nano a Giano come attributi suoi un bastone e una chiave, come Ovidio
dice
: Ille tenens baculum dextra clavemque sinistra
etti aerei che fuggono. Ne meno belle le descrizioni del tramonto; si
dice
che il sol cadente stende la nera notte come un o
ndaro nella 13a Olimpica loda Corinto dove han culto le Ore; in essa,
dice
, abita Eunomia, fondamento sicuro della città, e
ssenii e quei di Naupatto, per riportata vittoria, come l’ iscrizione
dice
, avevano fatto eseguire da Peonio di Mende della
o l’ Amore e le Grazie e le Ninfe, ma anche la Juventas e Mercurio; e
dice
la Juventas, parum comis sine te 24, volendo es
ymedes) aveva in Olimpo il compito di far da coppiere agli Dei. Omero
dice
che era figlio del re Troiano Tros, e che per la
uno de’ suoi poemetti scherzosi, volgendo la parola ad un amico, gli
dice
: Nunc audax cave sis, precesque nostras, Oramus,
ve la loda come pronta a esaltare gli umili e deprimere i superbi, la
dice
invocata si dagli agricoltori, che dai naviganti,
ella poesia. Pindaro ed Eschilo, sollecitati da quel diantedone, come
dice
Pausania (9, 22, 7), onorarono la storia di Glauc
nvitante; blanda pericla maris, terror quoque gratus in undis , come
dice
Claudiano 39. Si dicevano figlie del fiume Achelo
li uomini, il popolo riteneva i Satiri piuttosto ostili che amici; si
dice
va assalissero d’ improvviso gli armenti e uccide
to da una pelle di daino. Non v’ è balza così ripida e impraticabile,
dice
, dov’ ei, librando il corpo e simile a uno che vo
pondenza non sia completa; ed era Dio delle selve come il nome stesso
dice
; amico quindi degli uomini, in vantaggio dei qual
ezza. Quando Zeus rapì da Fliunte Egina la figlia del fiume Asopo, si
dice
che egli abbia scoperto il segreto e rivelatolo a
Georgiche, libro terzo, dove discorrendosi delle cavalle in furia si
dice
: … ante omnes furor est insignis equarum, Et men
vanti era leone, a mezzo capra selvatica, dietro drago, o come Esiodo
dice
, aveva tre teste, di leone, di capra e di drago,
zio nell’ 11a ode del libro 4o dove insegnando a moderare i desideri,
dice
: terret ambustus Phaëthon avaras spes et exemplu
ioggia d’ oro, e così fè sua Danae e con lei genero Perseo, che Omero
dice
il più ragguardevole fra tutti gli uomini. Quando
ro cugini. La cagione di questa contesa è diversamente narrata; or si
dice
che nacque per aver essi, i Dioscuri, rapite le f
o Cranao sarebbe avvenuto il diluvio Deucalioneo. Cacciato Cranao, si
dice
sia succeduto nel governo di Atene un Amfizione,
e saggio Pitteo, che lo istruì nell’ arti musiche e ginnastiche; e si
dice
anche sia stato educato dal centauro Chirone, cos
u Minosse. Era figlio di Zeus e di Europa. Costei, nata da un Fenice,
dice
Omero, da Agenore re dei Fenici, dicono i mitogra
g. 88 riproduce questo gruppo come esso è attualmente in Vaticano. Si
dice
opera di tre scultori, Agesandro, Polidoro e Aten
di serpe che s’ aggira e snoda. 35. V. 142: « … in men che non si
dice
, placa il mar grosso e pone in fuga le raccolte n
he altra più potente divinità che li raffrenasse ; diversamente, come
dice
Virgilio, « ….. Il mar, la terra, e ‘l cielo « L
e predominano in quelle isole. Anche Omero, nel libro X dell’Odissea,
dice
che Eolo « …. de’venti dispensier supremo « Fu d
gio allegorico, ma pur anco le ore diverse di quei giorni. Quand’egli
dice
nel Canto xi dell’Inferno, « Che i Pesci guizzan
ri ardenti non li spengerebbero i più opposti e gagliardi venti, egli
dice
« Che son sicuri d’Aquilone e d’Austro, » nomi
eto. 93. Iride figlia di Taumante, che di là cangia sovente contrade,
dice
Dante nel Purg. c. xxi, perchè l’arcobaleno si mo
in gocce d’ambra. Cigno poi …. dell’amor di Fetonte acceso, Come si
dice
, mentre che piangendo Stava la morte sua, mentre
o, corre in un luogo remoto, fa un buco in terra, e sdraiatosi sopra,
dice
sottovoce che il suo padrone ha le orecchie d’asi
itava nel cielo, sulla terra e nell’ inferno. 169. Secondo quello che
dice
Cicerone, vi sono stati cinque Mercurj, uno dei q
i velo. Sacra tutela son le Grazie al core — Delle ingenue fanciulle,
dice
il Foscolo nel più volte ricordato suo carme alle
anche in mezzo ai rigori dell’inverno. E in questo tempo, secondo che
dice
la tradizione, il mare si mette in calma, e la te
mezzo erge le braccia annose al cielo Un olmo opaco e grande, ove si
dice
Che s’annidano i sogni, e ch’ogni fronda V’ha la
anto III dell’Inferno ; e con non meno terribile dipintura nel V, ove
dice
: Ora incomincian le dolenti note A farmisi sent
valoroso Sarpedonte, e Venere guarì le ferite del suo figlio Enea. Si
dice
che l’ambrosia scaturisse la prima volta da uno d
o dei suo cratere ignivomo era preso per una sbocco infernale. Ovidio
dice
che quando il gigante Tifone (69) si smuove, cagi
iù comune per tutto il resto : « Minerva spira, e conducemi Apollo, »
dice
Dante ; nondimeno ambedue questi nomi, come anche
sta anguicrinita di Medusa principale tra le Gorgoni (357) ; ed Omero
dice
: ….. Intorno agli omeri divini Pon la ricca di
un tempo percote, e più dell’altre Muse possiede orti celesti…. come
dice
il Foscolo, adorna di beltà maschia e severa e pi
tà ad infiammare l’ingegno : « O muse, o alto ingegno, or m’aiutate »
dice
Dante nel II° dell’Inferno ; e nel principio del
beni ed i mali. Essa è origine e madre di tutte le invenzioni umane,
dice
Mario Pagano. Al caso debbonsi tutti i ritrovamen
he scrive al lume di una lucerna con un gallo accanto. — « Occuparsi,
dice
Voltaire, vuol dire saper godere, perchè l’ozio è
ad impietrire gli uomini. « Volgiti indietro, e tien lo viso chiuso »
dice
Virgilio a Dante nel IX dell’Inferno « Che se ’l
so » ossia, non si parlerebbe più di tornare nel mondo. E il Petrarca
dice
: « il volto di Medusa, Che facea marmo diventar
noie della navigazione con gli accordi della sua lira e col canto. Si
dice
che gli Argonauti recassero sulle loro spalle la
nice e Tideo, il presuntuoso Capaneo, « quel che cadde giù de’ muri »
dice
Dante, perchè mentre insultava Giove fu percosso
arebbe caduta più presto. Era ancora molto eloquente, sicchè Omero lo
dice
: Facondo si, che di sua bocca usciéno Più che m
pplichevoli preci a’piedi dello stesso Achille per riscattarlo. Omero
dice
che Mercurio, in sembianze mortali, lo accompagnò
dal quale ebbe quattordici figli, sette maschi e sette femmine. Omero
dice
dodici, sei dell’un sesso, e sei dell’altro. 630.
enerazione presso i Romani come quelli di Delfo presso i Greci. Eleno
dice
ad Enea : Giunto in Italia, allor che nella spia
(483). Il Nume riconoscente lo pose tra le costellazioni ; ma v’è chi
dice
piuttosto essere la ninfa Io condotta in cielo da
sole dopo esser giunto alla maggiore altezza estiva. Ma la mitologia
dice
che fu quel gambero mandato da Giunone (85) contr
gli antichi e dai monumenti che ci rimangono. 8. Latium, a latendo,
dice
Ovidio. 9. Appare evidente che questa poetica in
arti di terra divelte dalla Campania in quello sconvolgimento. Esiodo
dice
cha la gran madre terra, sposata al Tartaro parto
giato le altre isole della Grccia, riapettaron Delo. 28. « Il Cigno,
dice
Buffon, regna sulle acque con tutti i titoli che
duta con l’aiute d’Apollo, e di ricuperare la calma e la felicite. Si
dice
che Deucalione ne facesse la prova dopo Venere, m
rdite femmine spietate « Tutti li maschi loro a morte dienno, » come
dice
Dante ; e vi giunsero appunto dopo l’atroce fatto
« Entra sotterra una profonda grotta, « Che certissima porta esser si
dice
« Di chi all’inferno vuol scender talotta. « Qui
vesse spinto le Arpie nell’Inferno, ove Dante, 500 anni dopo Astolfo,
dice
di averle trovate, mette d’accordo, come se fosse
lia, rammentata anche da Plinio il naturalista, ed ove Valerio Fiacco
dice
che fu costruita la nave Argo. Quindi anche la na
filosofici dai quali deduce la reità dei motivi a delinquere, o come
dice
il Romagnosi, la spinta criminosa, considerandola
t, cioè le parole del loro maestro : ipse autem erat Pythagoras, come
dice
Cicerone. Dopo avere insegnato per venti anni a C
erti. » (Æneid., vi, 724.) 256. « L’ipotesi dell’ anima del mondo,
dice
il Pestalozza, non è erronea per sè stessa, ma pe
Brindisi, inveisce contro un vil parassita piaggiatore e scettico, e
dice
sdegnosamente di lui, in tuono di rimprovero : «
chè vi restò un addentellato della greca e della romana civiltà, come
dice
il Romagnosi (e si può aggiungere anche di quella
ole stesse del nostro Giovan Battista Vico : « Tutti gliStorici, egli
dice
, danno il principio al Secolo eroico coi corseggi
le moderne tavole di Statistica ; e basta soltanto il sapere quel che
dice
Omero del Pilio Nestore, il più vecchio dei Duci
e basterà il sapere che Cicerone nel libro iii della Natura degli Dei
dice
che Tellùre non è altra Dea che la Terra40 ; che
se lasciata per pochi giorni la facoltà di far la questua ; ma non ne
dice
il perchè, non vedendo forse una buona ragione di
implet enim superstitione animos et exhaurit domos. Ma al solito non
dice
il motivo dell’eccezional privilegio accordato ai
ar la spiegazione che quando compariscono nel Cielo due Iridi, o come
dice
Dante : « Due archi paralleli e concolori « Nasc
favola, come, per esempio, nel Canto xxx dell’Inferno, ove un dannato
dice
ad un altro : « Che s’io ho sete, e umor mi rinf
Paradiso, descrivendo le anime beate che egli vide nel globo lunare,
dice
che gli eran sembrate immagini riflesse dall’ acq
ua Storia Romana, ma non li garantisce, e aggiunge quasi sempre un si
dice
, o si crede ; e nella prefazione dichiara esplici
qualunque altra vana paura la superstizione, che veramente, com’ egli
dice
, non è altro che un terror pànico (quœ vere nihil
o T. Livio che l’augure Accio Nevio tagliò col rasoio la pietra, cosi
dice
: « Tum illum haud cunctanter discidisse cotem fe
golarità inventate dalla fantasia dei mitologi e dei poeti. Esiodo ci
dice
che Vulcano nacque zoppo e deforme, che dalla ste
Di targa e di Febea lampade in guisa « Sotto la torva fronte, » come
dice
Virgilio. Aggiungasi che erano di gigantesca corp
no, mirabile sempre per l’eleganza dello stile e l’armonia del verso,
dice
così : « Ferrum exercebant vasto Cyclopes in ant
u il primo a indicare come questa azione si esercita e compiesi. Egli
dice
nel Canto xxv del Purgatorio : « Guarda il calor
ei più, gli errori e le fantasie popolari predominanti. Il vino (come
dice
il proverbio) è un balsamo per chi sa usarne temp
tur fæmori, maternaque tempora complet. 197. Tu puer œternus, gli
dice
Orazio invocandolo. 198. Che la parola corna in
are il crepuscolo mattutino, ossia l’alba che precede il giorno, come
dice
Dante, inventarono i mitologi che tra i figli del
ionati ne’suoi tre regni dalle infiammate vampe del Sole, o come egli
dice
, l’orazion della Terra devota 116 « Quando fu G
non s’appon di die in die, « Lo tempo va d’intorno con le force. » E
dice
questo per significare che senza le egregie opere
te stesso nel descrivere il Paradiso terrestre accenna questo mito, e
dice
alla bella Matelda, « ………… (che si gìa « Cantand
erpina. La vittima che sacrificavasi a Cerere era la scrofa, perchè,
dice
Ovidio, scava col suo grifo le biade sacre a ques
di una particolare Divinità ; e Cicerone nel lib. i De Nat. Deor. ci
dice
che la rappresentavano con una pelle di capra sul
i attributi : Plinio nel libro ii, cap. 52 della sua Storia Naturale,
dice
soltanto che a questo Dio si attribuivano i fulmi
le stregonerie non rammenta mai Ecate, e solo nella Sat. 8 del lib. I
dice
delle due famose streghe Canidia e Sagana, che l’
come dicemmo nel N. XV) è più confacente a Diana, perchè Lucina, come
dice
Cicerone, deriva a lucendo, ed appella più propri
Tutte le opere d’arte (qual che si fosse lo maestro che le fece, come
dice
Dante), furono eseguite secondo le regole archite
dispensa saporite frutta. » Ma anche Plutarco nella Vita di Sertorio
dice
, che « perfino i Barbari stessi tengon ferma cred
stem æterna auctoritas esto. 71. Virgilio, parlando della Fama, la
dice
sorella dei Giganti Ceo e Encelado, ed aggiunge c
apoli. 75. Perciò Giovenale parlando del feticismo degli Egiziani,
dice
di loro ironicamente : « O sanctas gentes, quibu
il danaro è il rappresentante di tutti gli oggetti godevoli, o, come
dice
l’inglese Hume, è l’olio che fa girar facilmente
di piante della famiglia delle Euforbiacee, perchè, secondo quel che
dice
Plinio, si credeva dovuta al Dio Mercurio la scop
dell’altra ; e, senza aggiungervi nulla di mio, riporterò quel che ne
dice
un filosofo ortodosso, discepolo e fido seguace d
a arte o in più discipline si ode dire spessissimo : È un genio. » Lo
dice
infatti lo stesso Tommaseo nel suo Dizionario dei
garsi ed unirsi fra loro in un più umano consorzio. Quel che di Orfeo
dice
Orazio nella Poetica è applicabile a tutti i fond
mitologi, poeti, storici e filosofi. Che più ? Lo stesso Machiavelli
dice
chiaramente e senza bisogno d’interpretazione : «
lla e Cariddi, e collocati fronte a fronte geograficamente. La favola
dice
che Scilla era figlia di Forco divinità marina e
faro di Messina, e vi formò una pericolosa voragine. La geografia ci
dice
che Scilla è una scogliera sulla costa della Cala
o non prese parte. Il nome di Nettuno, dio e re del mare deriva, come
dice
Varrone, da un verbo latino (nubere), che signifi
eano e di Teti, erano, secondo Esiodo, 3000 ; e solamente di 41 ce ne
dice
il nome, di cui farò grazia al lettore, riserband
ima dedit leges. Cereris sunt omnia munus. E par, che il nome stesso
dice
a tal proposito Cicerone chiaramente l’addita :
e perfetta. Negli abissi tien reggia orrenda, e vasta, Proserpina si
dice
, che vendetta Soltanto agogua Enea deposta l’asta
Art : volendo annoverare le triste macchie di tal crudelissima tigre
dice
: Quot lepores in Atho, quot apes pascuntur in H
i descrive il guasto, che nelle famiglie essa induce. Compiangendo si
dice
, che accusa, perchè è suo proprio vestire col man
onde tremole L’ossa del caro Uranio. Fan eco a mesti gemiti. Poi
dice
: ah ! dove misero Se vò talora assidermi Potrò
l’esempio insegna. Perciò a se chiama il figlio, e in mesto suono Gli
dice
: a qual dolor m’hai trascina to, Dovrei punirti,
figlio di Lamech, e di Sella Tubalcain, di cui parlando la Scrittura
dice
Genes. 4. 22. Sella quoque genuit Tubalcain, quì
iglio di Creusa adottato però dal detto Sifeo, che il parer di chi il
dice
figlio del Cielo, e di Ecate, perchè sotto questa
Cielo. (Vedi il Cap. X, ove si parla di Proserpina). Lo stesso Omero
dice
chiaramente che quelle infernali regioni, oltre a
Terra ? A null’altro che a rinnovare la miseria dell’avaro Mida, come
dice
Dante. Di Ecate, dea infernale, abbiamo parlato b
olsi da alcuni che fosse figlia di Forcide o Forco e di Ceto ; chi la
dice
figlia di Marte, chi sorella ; a lei spettava la
e il Minotauro stava, per così dire, sepolto nel Labirinto, i Romani,
dice
un autore, per indicare che i piani e i divisamen
. In tutte le lingue orientali, le navi di un principe, per quanto si
dice
, chiamansi sue figlie. Allorchè Perseo troncò il
altre. Le Ninfe celesti o uranie regolano la sfera del cielo. Poco si
dice
delle Ninfe infernali se non che tra di esse dist
dicossi di Circe, facendo perire i vascelli di Ulisse, suo amante. Si
dice
che Seilla ha una voce terribile e che le orrende
to narrasi che rappresentò la terra sotto la forma sferica per cui si
dice
che portava il cielo. Si narra da altri che Giove
giovenca di cui aveva parlato l’oracolo. Per conciliare la favola che
dice
che le mura di Tebe furono innalzate dall’armonia
ome un simbolo della forza distruggitrice del tempo, che logora, come
dice
Ovidio, pur anco le dure selci e i diamanti 23. M
sto i Persiani adoravano come loro Nume supremo il Sole ; e Ovidio ci
dice
che gli sacrificavano il cavallo per offrire una
gnificare che avrebbe ucciso il figlio dell’Imperator Costantino egli
dice
: e sia d’Augusto Divo. Divi infatti chiamavansi
sser non vi poteva, finchè gli elementi eran confusi e misti. Infatti
dice
espressamente Ovidio che nel Caos l’aria era priv
evere, e si crede situato quasi sul posto stesso di quello che Orazio
dice
atterrato a tempo suo da una violenta inondazione
30 mila Dei dichiarato da Varrone, e moltiplicandolo per cento, come
dice
Dante, ne verrebbero 3 milioni di Dei, adorati da
vece dell’ ammirazione e del diletto, il disgusto e il ridicolo, come
dice
Orazio al principio dell’Arte Poetica : « Humano
rodotti in Roma da un Greco di oscura nascita (Grœcus ignobilis, come
dice
Tito Livio) e vituperosamente celebrati in adunan
tra celebrità che quella acquistata con questa trista fine ; ma, come
dice
un moderno poeta : « Trar l’immortalità dalla su
lle materie combustibili che trovansi sulla Terra. Il fuoco poi, come
dice
Bacone da Verulamio, è la mano delle mani, lo str
e dovuto importare più che a noi, non vi pensa nè punto nè poco, e ci
dice
soltanto che la voce Penati deriva da due vocabol
te nel descrivere i Giganti, che ora fortunatamente più non esistono,
dice
: « Natura certo, quando lasciò l’arte » Di sì f
più sommi con espressioni veramente sublimi. Virgilio imitando Omero
dice
che Giove con un cenno faceva tremar tutto l’Olim
29. Virgilio che nelle sue Egloghe imitò Teocrito’ Siracusano, (e lo
dice
egli stesso al principio dell’ Egloga 6ª in quest
ere la terribile testa di Medusa con i capelli di serpenti. Vi ha chi
dice
, che l’Egida era fatta dalla pelle della capra Am
tati peraltro da Achille. Ecco il contenuto dell’Iliade. Omero non ci
dice
in questo poema in qual maniera fu presa Troja, c
ae, si vede di altri emblemi fregiato. Macrobio ne’ suoi Saturnali ci
dice
la ragione, onde Ebone sotto la figura di un toro
enope, studiis florentem ignobilis oti. Fu seppellito (per quanto si
dice
) sulla grotta di Coccejo volgarmente detta di Poz
ndo la teoria di Hutton, adottata generalmente come la più probabile,
dice
il geologo Strafforello, i materiali di questi st
è detto dalla storia essere stato Sisifo, figlio di Deucalione (altri
dice
d’Eolo), capo dei Sisifidi che tennero lo stato f
e, a quanto pare, un pregio della medesima. 94. Giunone stessa cosi
dice
ad Eolo Dio dei venti : « Sunt mihi bis septem p
azie L’origine di Venere è narrata dagli Antichi in due modi. Omero
dice
che questa Dea è figlia di Giove e di Dione, ninf
l parlar di giudizii diversi che ne davano i suoi contemporanei, così
dice
: « Sunt quibus in satira videor nimis acer, et
a verità esser detto Salvatore del mondo nel senso materiale, come si
dice
nel senso spirituale. Anche umanamente parlando,
nd him as he sung. Orpheus married the beautiful nymph Eurydice [Eury′
dice
]; but on the very day of their nuptials she was s
range. But the day was past its noon. Joining some comrades over the
dice
, Rhœcus forgot all else. A bee buzzed about his e
he well-known plain Of Ida, and among the grass shall find The golden
dice
wherewith we played of-yore; And that shall bring
hours dragged, he sought some companions, whom he joined in a game of
dice
. Becoming absorbed in the varying fortunes of the
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