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1 (1880) Lezioni di mitologia
hiare note da sè medesimo. Tuttavia le versioni che qua e là vi ponea dagli antichi Poeti, rendono tale il Volume, che, ezian
gomento di pianto vi daranno gli squallidi campi di Tebe, contrastati dagli odj profani di due fratelli destinati alla colpa
hiarezza le qualità distinte della cosa indicata. Imparata che avrete dagli antichi la difficil pittura del pensiero, agevolm
magnanimo suo concittadino, che sdegnando trattare argomento mortale, dagli abissi si alzò sino al cielo, sentiva farsi maggi
rie forze abbandonata, quanto la tradizione delle diverse idee tenute dagli antichi sulla origine del mondo e degli Dei. La p
nostro istituto il comporre sì ardua lite: riporteremo solamente che dagli Egiziani era adorata fra l’altre una certa divini
anza, imitando Virgilio, la sua amica. Giova ridirne i versi: « Qual dagli antri marini L’astro più caro a Venere Coi rugiad
arte posteriore detta οπιψοδομοσ. I templi degli Egiziani differivano dagli altri contenendo tre vestiboli, come da Erodoto s
a le corna della vittima destinata. Costumavasi ciò alcuna volta pure dagli astanti, giacché Virgilio ne rappresenta Didone b
umenti adoprati per ucciderle, e quindi dei sacrifizj umani praticati dagli antichi, fra i quali si distinguono quelli d’Ifig
e. Un triangolo era l’emblema col quale s’indicava il sesso femminile dagli Egizj. Dedalo insegnò il primo a rappresentare le
e l’ale e gli occhi dechina per la dolcezza del suono, e cader lascia dagli artigli la folgore eterna. E Tibullo disse ad Apo
seguono con tardo piede l’ingiuria veloce. Nè Giove marito si astenne dagli amplessi delle mortali in onta agli sdegni gelosi
diedero, i quali influirono tanto nelle varie maniere colle quali fu dagli antichi rappresentato. Udite intanto come viene d
’insegnare e di avere discepoli; il secondo di una modestia rara, che dagli affari pubblici e dalle cure del governo lontano
eci l’ammirazione. La statua del nume era frutto dei trofei riportati dagli abitanti d’Elide sopra i Pisani. Libone Eleo ne f
rea sopra un cavallo correre velocemente. Una cortina di velo tessuto dagli Assirii e tinto dai Fenici: (dono d’Antioco Epifa
tempio misurato dalla statua e dal trono di Giove. Basterà dirne che dagli antichi, nel loro entusiasmo, questo edifizio fu
te questi simboli, infinita varietà vi era nelle statue antiche, come dagli scrittori e dai monumenti si rileva. I Cretesi no
i interrogarne l’oracolo sugli eventi futuri. Assabino fu detto Giove dagli Arabi; Ermontide dagli Egiziani dalla città di Er
o sugli eventi futuri. Assabino fu detto Giove dagli Arabi; Ermontide dagli Egiziani dalla città di Ermonto. Con Belo fu conf
Ermontide dagli Egiziani dalla città di Ermonto. Con Belo fu confuso dagli Assiri, benché sia più probabile che sotto questo
ovi la descrizione che del Giove del Museo Pio dementino, detto forse dagli antichi Milichio, cioè propizio, ha data il padre
erano le oche ed il pavone; le prime perchè dell’aria (che reputavasi dagli antichi lo stesso che Giunone) sentono il più pic
que di Stige, Pallor dei numi, Allor risposi: In questo Orto, portato dagli Olenii campi Sorge il fior tuo soccorso e tua ven
poeti e dai monumenti, ed i diversi cognomi che attribuiti gli furono dagli antichi. Luciano nei Sacrifizii, e Cicerone nel s
della terra, è volgare la denominazione che deriva dalle idee tenute dagli antichi sulla ca-’ gione del terremoto, secondo e
dal Nilo; del quarto s’ignorano i genitori, ma fu anch’ egli adorato dagli egiziani, e gli attribuivano la morte di Argo e l
vanto degli altri. In tanta varietà doveva necessariamente dubitarsi dagli antichi della patria del nume. Omero ed Or feo la
o, e deve dirsi perciò Mer curio Agoreo, o Forense, come era chiamato dagli antichi quando le sue statue erano situate nei Fo
o, che era con molto artifizio composto; perchè aureo fu detto ancora dagli antichi quello che era bello, come da Esichio e d
lontanando i ladri, dai quali era venerato. Thot fu Mercurio nominato dagli Alessandrini, Taaut da’ Fenicii, Tentate dai Cart
sopraccennate congetture quello gravissimo del confronto riconosciuto dagli eruditi come il mezzo più certo per decifrare sim
quella contrada. Davanti alla nominata testa sta un simulacro donato dagli abitanti di Andro, che credesi rappresentare Andr
ghezza, e la situazione della clavicola non precisamente equidistante dagli omeri. Questa terza difficoltà può incontrar più
bello ai Greci? — La seconda espressione riguarda l’epiteto di Apollo dagli aurei capelli, perchè, come dice ristessa persona
scia. La cetra apta baltheo, secondo la espressione di Apuleio, pende dagli omeri del nume per una specie di armacollo. Tali
arola greca con cui talora si denota ogni sorta di cetra o lira: nomi dagli antichi stessi usati talvolta promiscuamente. La
distingue verso la estremità inferiore della cetra, era detto Magade dagli antichi, e lo troviamo descritto in Esichio qual
r lavoro. Col nome di Carneo si trova frequentemente Apollo mentovato dagli scrittori e specialmente da CaUimaco: alcuni rint
tiasi il padre D’aver giurato, e il luminoso capo Tre volte scosse, e dagli eterni crini Piovea la luce; indi riprese: O figl
Abiterò sempre nei poggi, e mi mescolerò solamente coi luoghi abitati dagli uomini quando le donne, oppresse da acerbe doglie
per gli amori non sperati, frutti della sventura. « O santa Dea, che dagli antichi nostri Debitamente sei detta triforme. Ch
scoliaste ce la descrive, che lasciava il braccio nudo incominciando dagli omeri e che si vedeva in moltissime statue di div
igenza questa parte dell’antico vestiario perchè non la veggo peranco dagli eruditi rilevata in que’ monumenti che ce la most
e strette in nodo le ondeggiano poi sulle spalle, la faretra le pende dagli omeri. Alcuni eruditi han creduto che il portar a
ai templi vi diedi, promisi ancora che dei più famosi derivata avrei dagli scrittori la descrizione quando favellato avessi
rtavasi ad Efeso. Quel che racconta San Paolo della sedizione tramata dagli orefici di questa città, che tiravano il loro sos
ra, che riguardata come la madre delle cose quaggiù esistenti, poteva dagli antichi essere presa indifferentemente per la ste
ro donne alate con serti e corone ed archi nelle mani, credute sinora dagli antiquarii Vittorie, ma da me piuttosto riguardat
o piuttosto del sacello della dea, esiste in piccolo, lavorata in oro dagli antichi, e sta rinchiusa nel castone di un anello
inque Minerve. La prima, madre di Apollo; la seconda nata dal Nilo, e dagli Egizii in Salde adorata; la terza generata da Gio
la quarta nata dallo stesso dio e da Corife figlia dell’Oceano, detta dagli Arcadi Coria, ed inventrice delle quadrighe; la q
do che ignote le erano le dolcezze dell’amore: « Alla figlia di Giove dagli occhi glauchi piacquero i doni di Marte, le strag
tare di più interessante soggetto, cioè delle maniere nelle quali era dagli antichi sentata. Dopo, Visconti v’illustrerà un s
e in mezzo Grandeggia, e sporge coU’atroce testa, E già si slancia, e dagli occhi ebbri e carchi Di Tartareo velen spande la
ed io ne riporterò i più famosi. Omero continuamente chiama Minerva dagli occhi glauchi, e per testimonianza di Pausania co
erator delle foreste. Col titolo di Marziale, o Guerriera, fu adorata dagli antichi, ed ebbe un’ara nell’Areopago che le cons
assistere alla costruzione delle porte. Col nome di Vittoria era pure dagli Ateniesi adorata, e il simulacro di lei senza ali
suonavano al sonar di una cetra. Lo scudo finalmente è rotondo, quale dagli antichi Latini appellavasi parma, e dai Greci scu
di questa dea del valore e del sapere. Non è già che non apprendiamo dagli antichi scrittori la clamide essere stata alcuna
ui Omero: ma Cicerone lasciò scritto che più furono le Veneri adorate dagli antichi, nate da genitori diversi. La prima di qu
rne. Arrivata alla capanna dell’eroe Anchise lo vide, che in disparte dagli altri suonava la cetra. La figlia di Giove gli si
beate, o Diana, o Latona, o la bella Venere, Temi generosa, o Pallade dagli occhi glauchi, o forse una delle Grazie o delle N
derni artisti hanno creduto di caratterizzare le loro Veneri. L’amore dagli antichi maestri, come dai pili ragionevoli filoso
liamenti a un solo braccio, e specialmente al sinistro, non è taciuto dagli antichi; anzi è illustrato da Festo, che lo appel
l’altre maniere di effigiarla che rilevar si possono dai monumenti e dagli scrittori, le quali la brevità prefissami mi viet
stessa conchiglia ornata di rose, e ch’era circondata dalle Grazie e dagli Amori. Leggiamo che fosse sopra un carro or tratt
da Citerà, isola nell’estremità del golfo Beotico. Venere Armata ebbe dagli Spartani ad orazione in memoria dell’ amore impro
me che quando ti vinsi ero nuda? — Venere fu cognominata ancora Morfo dagli Spartani, ed il simulacro di lei era sedente col
e di Venere non ignudo non sono state abbastanza osservate e distinte dagli eruditi. Questa che conosciamo, con sicurezza ci
avea la tunica dal petto con lasciva negligenza cadente, foggia usata dagli antichi bene spesso nelle figure di Venere vestit
vato. Il primo dal Cielo, il secondo dal Nilo nacque, ed Opa fu detto dagli Egiziani; il terzo daMenalio generato, che tenne
hissima fra le dee. A questa ingiuria dalla madre sofferta fu creduta dagli antichi, giacché Platone nel secondo libro della
fato troppo del suo sistema si compiacesse. Varii cognomi sortì Marte dagli antichi. Dio comune fu detto; e fra i diversi mot
serpina, che infinita tristezza cagionò alla diva. Cerere discendendo dagli Dei ai mortali amò Jasione figlio di Elettra e di
sto, l’unità fu in conseguenza trascurata, l’arcbitettura fu oppressa dagli ornamenti, la scultura dagli attributi simbolici.
a trascurata, l’arcbitettura fu oppressa dagli ornamenti, la scultura dagli attributi simbolici. Innanzi questa epoca si vede
o Cerere in traccia della figlia per tutta la terra, seppe finalmente dagli Erminionensi che Plutone glie l’avea rapita. Irat
i, ed erano obbligati al segreto con giuramento. Quindi fu proscritto dagli Ateniesi Diagora Melio, e preposto un talento a c
cui si tratta. L’ottavo giorno si diceva Epidaurio, perchè instituito dagli Ateniesi in onore di Esculapio, che venne da Epid
olezze del Paganesimo ancora i misteri Eleusini, che furono celebrati dagli Ateniesi, non solo, ma dai Filasi, dai Feniati, d
urono celebrati dagli Ateniesi, non solo, ma dai Filasi, dai Feniati, dagli Spartani e dai Cretesi. Claudio Cesare tentò di t
va, le notizie più importanti intorno ad un soggetto tanto rammentato dagli scrittori, e non di rado espresso nei monumenti.
sse di scavato campo Onde il sicuro oste sorprenda, e vinca Le rocche dagli assalti invan difese. Tal con erranti briglie il
l primo di essi, che rappresenta l’Inverno, ha un manto che gli pende dagli omeri: gli altri poi sono nudi, ed in tal guisa a
duti nella Grecia da Pausania, che non può mai esser letto abbastanza dagli artisti, poiché gran parte delle più celebri stat
le seguenti notizie, che intorno ai modi di figurare il Sonno derivo dagli antichi monumenti. Questo dio è rappresentato per
edaglie, eccetto nell’ali delle tempia, che sono di farfalla. È stata dagli antiquari attribuita a Platone, non ostante che g
Oceano, il primogenito dei figli della Terra e del Cielo, fu creduto dagli antichi genitore di tutti gli animali e di tutti
o celebrata per le sue miniere, l’arte di lavorare il ferro e il rame dagli abitanti, che seppero i primi mettere in opera qu
o) siano stati personaggi realmente distinti, sono stati quasi sempre dagli antichi confusi. Omero indica con questo nome un
tezza che potreste rifarlo. Plutone, che dio dell’Inferno fu reputato dagli antichi nacque da Rea e da Saturno, militò con Gi
come a condottiero dei popoli, scettro che vien sovente interpretato dagli antichi pel Nilometro, o la Misura dell’ escresce
a con orror minore la funesta avventura di Fedra. Questo esempio dato dagli antichi ne insegna ad evitare nelle pitture gli s
veggono con endromidi, cioè vesti pesanti da inverno, si crederebbero dagli Etruschi per solo capriccio di tal foggia calzate
notte. Onde d’orrore e di spavento pieno Sorgesti presto, o ti fuggìa dagli occhi La gravezza del sonno, e rimirando Quel fer
ò Nisa. Scilla volendolo pur seguire si gettò nel mare, e fu cangiata dagli Dei in allodola, e suo padre in isparviere, che p
e ne parla in un inno antico. — Nemesi alata, motrice della vita, dea dagli occhi neri, figlia della Giustizia, che i lievi f
riconoscere in questo unico simulacro certificato a tal denominazione dagli autori, dalle medaglie, dalla combinazione di tut
’ali, le aveva: perchè, secondo ch’egli crede, invocandosi questa dea dagli amanti le davano le ali di Cupido. Ma forse sarà
maniche, strette e allacciate con diversi davi o bottoncini, chiamata dagli antichi tunica axillaris, e in una sopraveste che
oni astronomiche. Infatti, che il suono dei flauti fosse inseparabile dagli spettacoli ci viene attestato dai Classici, e può
uonarroti, uno dei primi luminari dell’Antiquaria, essere stata usata dagli antichi artefici nelle immagini degli eroi. Agli
cantabile dell’odi, qnando conviene viemaggiormente alla musica usata dagli antichi nel teatro tragico, la quale, quantunque
ichi nel teatro tragico, la quale, quantunque non ci fosse rammentata dagli scrittori, potremmo pure argomentare dai metri st
fermata con piccole borchie sul braccio, e con un manto che le scende dagli omeri vezzosamente negletto. « Se però questi stu
esponendo. Questo raccoglimento necessario alla reminiscenza ha fatto dagli antichi attritribuire a Polinnia anche la tacitur
del Palazzo Farnese verso strada Giulia, la quale o è stata lasciata dagli antiquarii indecisa, o si è traveduto in essa la
non per altra ragione che per quella della decenza, osservata sempre dagli antichi nelle immagini delle vergini dee d’Elicon
conda Musa del primo piano dell’Apoteosi di Omero, non osservati però dagli illustratori di quel celebre marmo: li ha la Call
ra l’aratro eh’ è nell’area, emblema dell’Agricoltura a cui presiede, dagli eruditi non osservato, egualmente che la maschera
e alla riconoscenza. E certamente per niun altro attributo meritarono dagli antichi maggior venerazione. Osserva Macrobio che
o, che prima Apio era detto. Io penso che il nome di Esculapio derivi dagli effetti che produceva la medicina semplice degli
lle tutte, veniva, al riferire di San Clemente Alessandrino, espresso dagli Egizi col ieroglifico della serpe. Ma in quella m
dubbio di chi fosse figlio e dove nascesse. Diodoro Siculo riferisce, dagli Egiziani asserirsi che tutto quello che narrasi d
per voi che il sapere quale idea gli antichi artefici, guidati sempre dagli scrittori, avessero sulle forme che conveniva dar
uco. Disse, e una densa nuvola inviluppando la giovine ninfa la tolse dagli sguardi dei mortali, e da ogni insulto la difese.
rta strage Dicea, rossa di sangue, e per la polve Squallida, e aperta dagli alterni ferri; Ed alla figlia le tremanti palme T
opriamente chiamavano tirso quel capo in cima dell’ asta: e facendosi dagli scrittori infinite volte menzione dell’ellera del
hia in cima, fossero veramente i tirsi sacri a Bacco, par che si cavi dagli autori botanici, i quali assomigliano ai tirsi mo
ire. Si crede comunemente che tal costume di lavorare sia stato usato dagli Egizii. A questo però dobbiamo ascrivere la perdi
ile ad irco: così, testimone Erodoto, si vedea figurato dai pittori e dagli scultori in Grecia e in E’2ritto, così è descritt
lle statue dipende dalla cultura dell’Artefice. Voi dovete dai poeti, dagli antichi monumenti togliere, come Prometeo, quel f
ezione. Il corno che ha nella sinistra 1’ altro Centauro fu costumato dagli antichi, in quella loro semplicità di vivere, per
sostegno un Fauno fanciullo che l’abbraccia, e quasi lo trae. Involto dagli omeri al piede in una palla, che gli scopre il la
n erro, nel grado di sacerdotesse. Catullo par distinguere i Baccanti dagli Orgeusti, poiché dopo aver descritti i primi, dic
conoscersi al vestito corto che s’incontra nei vasi. Lene eran tenute dagli antichi le ninfe degli strettoi, dice il Costanti
to. « Questo singolare, anzi unico monumento, non è stato considerato dagli eruditi con critica sufficiente. Winkelmann, che
e indicava il gesto. Ora una simile attitudine ed espressione si dava dagli antichi ancora alle figure Bacchiche, come la bel
ssibili elefanti. « L’ Indiano, oltre aver le calze barbariche usate dagli antichi artefici nell’abito particolarmente degli
2 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489
i Antichi si affaticassero a dire che Argo fu la prima nave inventata dagli uomini, nessuno dei moderni vorrà credere che non
fregiato di 85 stelle. Anche l’Idra fu trasportata nel firmamento, e dagli Astronomi antichi chiamata l’Idra femmina, costel
ona Speranza avendo osservate le costellazioni australi non mai viste dagli antichi, diedero il nome di Idra maschio ad una d
che comunicare la propria immortalità all’estinto fratello, e ottenne dagli Dei di star per lui la metà dell’anno nel regno d
magnificate e accresciute dai Mitologi, poichè sono stimate favolose dagli storici e dai filosofi greci e latini. Ma di ques
le isole Sporadi e la prossima costa dell’Asia Minore : il qual mare dagli antichi fu perciò chiamato Icario dal nome di que
tori nei pubblici giuochi della Grecia ; perciò fu ucciso per invidia dagli Ateniesi ; e Minosse per vendicare la morte del f
si gettò per disperato dolore nelle onde e vi annegò. D’allora in poi dagli Antichi fu detto Mare Egeo quello che ora chiamas
ella Grecia che ora chiamasi Morea, e che dal nome di Pelope fu detta dagli antichi Peloponneso. Da Ippodamia ebbe sei figli
e del padre. Questo decreto del Destino essendo conosciuto da Giove e dagli altri Dei, trattenne ciascun di loro dallo sposar
raco « E il deiforme Ganimede, al tutto « De’mortali il più bello, e dagli Dei « Rapito in cielo, perchè fosse a Giove « Di
e dicemmo. Ora è da aggiungersi che avendo l’Aurora ottenuto per esso dagli Dei l’immortalità, si dimenticò di chiedere ad un
ale e capo di tutti i principi collegati. Ecco perchè egli è chiamato dagli Antichi re dei re, e da Dante lo Gran Duca dei Gr
glia del re, che egli aveva segretamente sposata ; e dalla mollezza e dagli agi della corte di Licomede partì con Ulisse per
i non si oppose, benchè in cuor suo ne fremesse, a lasciar condur via dagli araldi mandati da Agamennone, la sua schiava Bris
iagure, piangendo sempre ed urlando per disperato dolore, fu cangiata dagli Dei per compassione in cagna ; ma parve a Dante p
on le proprie navi ed i proprii sudditi superstiti senza dipender più dagli altrui consigli o deliberazioni. Agamennone era
nestra, non chè tutti i più fidi compagni di Agamennone ivi presenti, dagli sgherri dell’usurpatore tiranno. Egisto, il quale
preferì soltanto di abbellire poeticamente quel vortice tanto temuto dagli Antichi, come ora il Maelstrom sulle coste della
iù astuto dei personaggi della guerra di Troia, e giudicando soltanto dagli effetti, come soglion fare gli uomini politici, n
oni. La parola Divinazione è di origine latina : deriva a divis, cioè dagli Dei, e sta perciò a significare l’interpretazione
Non dovrà dunque recar maraviglia che se ne parli con tanto rispetto dagli storici latini e dallo stesso T. Livio, e che si
gl’interessi dei sacerdoti pagani. Molte erano le Sibille rammentate dagli Antichi più pel luogo della loro nascita che pel
hasis (la donna del Fasi o Fasso). Dalle rive del Fasi furono portati dagli Argonauti i fagiani in Grecia, e dalla Grecia ven
hiude la sua narrazione con le lodi del delfino e col premio che ebbe dagli Dei di esser cangiato nella costellazione che por
stia e l’uomo. Questa parte è stata insegnata a’principi copertamente dagli antichi scrittori, i quali scrivono come Achille
3 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXI. Minerva » pp. 132-137
volenterosamente e con piacere non solo dai nostri poeti, ma pur anco dagli eleganti dicitori e scrittori di prose ; e non è
nacque adulta e tutta armata ; e questo nome fu adottato dai Latini e dagli Italiani. Minerva poi è voce di origine tutta la
e scienze168. Quindi la sua festa in Roma era solennizzata dai dotti, dagli scolari, dagli artisti e dagli artigiani ; e comi
uindi la sua festa in Roma era solennizzata dai dotti, dagli scolari, dagli artisti e dagli artigiani ; e cominciando dal 10
ta in Roma era solennizzata dai dotti, dagli scolari, dagli artisti e dagli artigiani ; e cominciando dal 10 di marzo durava
enone la chiesa della Maddalena, guasta recentemente e quasi rovinata dagli anarchici furori della Comune. Di Minerva avremo
4 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo I pp. 3-423
resso quelle Genti. Eglino venivano altresì serviti in un convito(17) dagli stessi loro padroni, coperti della Sintesi(18) (a
Al dire di Festo correva fama, che la medesima fosse stata innalzata dagli Epei, compagni di Ercole, o da Ercole stesso. Cer
vano il più rigoroso silenzio (c). Le Proerosie o Prerosie, celebrate dagli Ateniesi e da que’ d’ Eleusi, consistevano in sac
ella terra (e) (16). Le Paganali erano Feste, le quali si celebravano dagli abitanti delle campagne. Questi giravano intorno
o nella loro patria coll’apparato del trionfo, decantati da’ Poeti, e dagli Scultori rappresentati in bronzo o in manno(g). I
i Giove si fa menzione della Bufonia, così detta, perchè si celebrava dagli Ateniesi col sacrifizio di molti buoi (d). La med
impo, monte altissimo tra li Tessaglia e la Macedonia ; e però tenuto dagli Antichi per lo stesso Cielo(b). Giove sulla più a
ta ceremonia se guiva la pioggia (f). Il Dio sotto questo aspetto era dagli Ateniesi chiamato Iezio, e da loro eragli stato e
la capanna, abitata da Baucide e da Filemone, vecchi ambedue, ma sino dagli anni plù floridi congiunti insieme. Eglino offrir
celebravano le medesime per cinque giorni, nel che furono poi imitati dagli Ateniesi(c). Le Lampterie succedevano subito dopo
te Bacco si denominò Lamptero(a). Le Antesterie venivano solennizzate dagli Ateniesi nel giorno undecimo, e ne’ due seguenti
miglia per sempre escluse dalle Agrionie(a). Le Tiie si solemizzavano dagli Eleesi, popoli del Pelopouneso, durante le quali
aneamente si privarono di vita. Stannovi d’ appresso i campi, abitati dagli Eroi. Quì la strada apresi in due : alla destra v
, perchè esso fa scorgere tutti gli oggetti, senzachè chi ne usa, sia dagli altri veduto(a). Egli stringe inoltre in una mano
tina, di cui era fornito(c) (17). Le Giacinzie venivario solennizzate dagli Spartani per tre giorni appresso la tomba di Giac
fica quello che guarisce ; e come tale veneravasi Apollo spezialmente dagli Ateniesi, perchè li avea liberati dalla peste nel
potendo reggere al dolore, che sofferiva per la perdita de’ figli, fu dagli Dei convertita in sasso(c). Scrisse Ferecide(d),
era opportunissimo alla caccia. In quel tempio si offeriva ogni anno dagli Ateniesi un sacrifizio di cinquecento capre. Into
nella città di Sesto, situata sulle rive dell’ Ellesponto(3). Venere dagli anzidetti luoghi prese altrettante denominazioni.
Cinira (11), re di Cipro, e di Mirta. Costei dopo averlo partorito fu dagli Dei trasformata nell’albero, che ritenne il di le
i dello esso erano de’serpenti, che ogni primo dì del mese ricevevano dagli Agremoni sacerdoti il sacrifizio di una schiaccia
ano oltre le Feste Lampadeforie, della quali si parlò, si celebravano dagli Ateniesi le Calcie. Queste Feste furono così deno
dalla voce greca, calcòs, rame, perchè si solennizzavano spezialmente dagli artefici di rame, per ricordare che nella loro ci
etua era la primavera, scorrevano per le pianure ruscelli di latte, e dagli alberi stillava in gran copia il mele(b). (c).
istruzione di Troja, trasportato da una burrasca in Italia, sia stato dagli Dei avvertito di restituire a’ Trojani il Palladi
Metam. l. 10. (17). Gli alberi sacri alle Divinità si risguardavano dagli Antichi con sommo rispetto di religione, ed erano
ttesochè insegnò il modo di seminare la terra, fu onorato come un Dio dagli Ateniesi. Questi gli eressero un tempio e un alta
rabeuti (c), Atloteti, e Agonoteti (d). Suida distingue gli Agonoteti dagli Atloteti in questo, che i primi presiedevano agli
romi (c). Il Ginnasio conteneva un altro luogo, detto Efebeo o Efebio dagli Efebi, ossia da que’ giovani, che arrivati alla p
a’ di lui omeri si alzavano cento teste di dragoni ; e mandava flamme dagli occhi e dalla bocca(i). Questo Gigante secondo al
Briareo Omero soggimge, che questo Gigante con tal nome era chiamato dagli Dei, mentre gli uomini lo chiamavano Egeone(b). E
ria di coloro, che per causa di quel Diluvio perirono, si celebrarono dagli Ateniesi certe funebri ceremonie, dette Idroforie
Icco, d’Epidauro, lo privò di vita con un solo pugno. L’azione di lui dagli Ellanodici si giudicò un delittò, ed egli fu cond
il Giuramento nacque dalla Dea Eride, ossia Discordìa(b). Esso anche dagli Antichi si risguardò come uno de’principali fonda
resso del tempo tali Giuochi si celebrarono con maggiore magnificenza dagli stessi Imperatori Romani, i quali vi portavano i
ronizzazione (b). Tale iniziazione portava seco la credenza di essere dagli Dei disesi in mare e in guerra, e di poter conseg
Arissogit. (e). Albric. (37). Omero dice che Ganimede fu rapito dagli Dei per costituirlo coppiere di Giove (e). Altri
nne, e tramutate Filomela in Usignuolo, e Progne in Rondine, sparvero dagli occhi di lui. Tereo anch’egli, perdute le umane s
ola. Questa, primachè la sposa entrasse nella casa del marito, veniva dagli amici rapita, acciocchè colei, dopo d’averla esti
e soggiunge, che il Sonno si trasformò nell’ uccello, detto Cimindide dagli uomini, e Calcide dagli Dei, allorchè alle preghi
o si trasformò nell’ uccello, detto Cimindide dagli uomini, e Calcide dagli Dei, allorchè alle preghiere di Giunone egli addo
el mese le Feste Palilie o Parilie, affinchè ella allontanasse i lupi dagli ovili, preservasse da’ morbi i greggi, e li molti
legio, ch’egli non mai invecchiasse, ne avvenne, che a lui, aggravato dagli anni e dalle infermità, compagne indivisibili del
enne così peritissimo in tale scienza, che a motivo della medesima fu dagli Sciti creato loro re. Egli poi ebbe la temerità d
. 4. (c). Declaustr. Diction. Mythol. (2). Atteone dopo morte fu dagli Orcomenj riconosciuto come un Eroe, e gli s’innal
crifizio di due Principesse, le quali avessero tratta la loro origine dagli Dei. Le figlie di Orione, per salvate la loro pat
cognizione delle cose future, e fu risguardato come un uomo favorito dagli Dei. Gli Ateniesi lo chiamarono nella loro città
sero la stessa Deità. Priapo fu pure con un culto particolare onorato dagli Ornj, popoli della Grocia, vicini a Corinto, da’q
oè Noto, Borea, e Zefiro, i quali a detta cello stesso Poeta nacquero dagli stessi Dei(d). Igino poi vuole, che i Venti impet
cob. Hofman. Lex. Univ. (4). Bellona, chiamata Enio da’ Greci(a), e dagli antichi Latini Duelliona(b), fu considerata come
le non era permesso il perorare. Finchè si leggevano le leggi, citate dagli Oratori, si sospendeva il corso di quella (b). A
5 (1874) Ristretto analitico del dizionario della favola. Volume I pp. -332
è tessuta la storia delle divinità pagane, le quali non dissimilmente dagli uomini stessi che le avevano ideate, nei sogni sb
rticolari alle molteplici contrade, che formavano il mondo conosciuto dagli antichi. Da ciò vediamo nell Mitologia Scandinava
orato dai cavalli di Diomede. Gli Abdereniani sono comunemente tenuti dagli antichi in assai vil conto, reputandoli d’una ind
arono l’acqua come il principio di tutte le cose. I Greci ereditarono dagli Egizii tale opinione che, per questi ultimi, era
ove dei Fenici. 112. Adone. — Giovane di maravigliosa bellezza nacque dagli amori incestuosi di Ciniro Re di Cipro con Mirra
o il premio della corsa. 141. Afetore. — Denominazione data ad Apollo dagli oracoli che egli rendeva in Delfo, e dal sacerdot
ha avuto un culto estesissimo in tutte le parti del mondo conosciuto dagli antichi. 348. Ampelo. — Figlio di un satiro e di
rotettore. 361. Anachiso. — Uno dei quattro Dei Lari o Penati adorati dagli Egiziani. Gli altri tre erano Dymone, Tychiso e H
se stesse al loro posto. A lui ed a Zeto suo fratello, si attribuiva dagli antichi l’invenzione della musica. So che Anfion
. — Feste in onore di un Greco per nome Antigonio, ora poco ricordato dagli scrittori mitologici. 475. Antilogo. — Figlio di
per un sacrifizio a quella Dea. Dopo la morte Atteone fu riconosciuta dagli Orcomeni come un eroe : e gli vennero innalzati d
la creazione del mondo. Al dio Baal si attribuisce assai comunemente dagli scrittori dell’antichità, l’invenzione di schiera
. Baal-Gall o Baal-Gad. — Dio della felicità, particolarmente adorato dagli Assiri e dai Fenici, nella cui lingua gad signifi
lla cui lingua gad significa felicità. 720. Baal-Peor. — Dio venerato dagli Arabi con culto particolare, sulla montagna di Pe
con culto particolare, sulla montagna di Peor. Si crede generalmente dagli scrittori che Baal-Peor fosse il Priapo degli Ara
ro : ….. all’alto Olimpo Prestamente chiamando il gran Centimano Che dagli Dei nomato é Briaréo. Da’mortali Egèone, e di for
valorosi capitani dei Lacedemoni. Dopo la sua morte gli fu innalzata dagli abitanti di Anfipoli una ricchissima tomba e furo
abiri o Caberi ; ma l’opinione più valida e più generalmente ritenuta dagli scrittori dell’antichità è, che significando la p
rmi. — Sacrifizii nei quali s’immolavano vittime umane, onde ottenere dagli Dei la cessazione della peste od altra pubblica c
di lui. 886. Calchee o Calcie — Feste in onore di Vulcano, celebrate dagli Ateniesi, per essersi trovata l’arte di porre in
augurii e d’indovinare il futuro nei globi di fumo che s’innalzavano dagli altari su cui si facea un sacrifizio agli Dei. 95
ta. Sua moglie Alcione ne andò in cerca e saputa la sua morte ottenne dagli Dei di essere cangiata, con lui, nell’uccello che
costo per spogliarlo delle armi, essi si riconobbero. Altmeno ottenne dagli dei che la terra gli si fosse spalancata sotto i
due precedenti citazioni varranno a comprovare ai nostri lettori che dagli scrittori si dà vicendevolmente alla figlia di Cr
a : fu figlio di Mercurio. Egli amò con passione una ninfa ed ottenne dagli dei la grazia che di essi due, quello che primo v
cide, ch’essa fu cangiata in uccello. 1367. Daulte. — Feste celebrate dagli Argivi, in memoria dello strano combattimento di
re. Queste dee venivano comprese nella categoria delle divinità dette dagli scrittori della favola, dii maiorum gentium. — V.
i scrittori dell’antichità, fanno menzione di alcuni templi innalzati dagli Ateniesi agli dei incogniti. Questi altari sussis
so qnel divino aspetto Ch’à il senso esteriore e l’intelletto. E come dagli dei lor fu concesso, I sassi che dall’uom furo gi
iasie. — Feste in onore di Giove propizio, durante le quali si faceva dagli abitanti una famosa fiera a cui non mancava alcun
rande e ricchissimo, ove in una data stagione dell’anno, si celebrava dagli abitanti una festa ìn onore di lui che durava dod
Faceva parte delle credenze religiose dei pagani. Essa si esercitava dagli astrologhi, dagli auguri, e da tutte quelle perso
e credenze religiose dei pagani. Essa si esercitava dagli astrologhi, dagli auguri, e da tutte quelle persone che venivano de
tutto grondante di sangue. Le vestimenta poi ancora intrise, venivano dagli altri sacerdoti sospese alle mura interne del tem
uzia di suo genere. V. Issinione. 1608. Elafebolle. — Festa celebrata dagli Ateniesi in onore di Diana : venivano cosi dette
Elagabalo. — In una città dell’alta. Siria per nome Emesa si adorava dagli abitanti una deità a cui essi davano il nome dil
a esposizione di quei fatti, che per essere più generalmente ripetuti dagli scrittori più rinomati, sono ritenuti come veri e
a favola ripeta che tutti questi figli, ed Elena stessa, fossero nati dagli amori che Giove ebbe con Leda — V. Castore e Poll
seguirono le sorti di Enea in Italia. 1622. Eleos. — Divinità adorata dagli Ateniesi, i quali avevano, nella piazza maggiore
aggi. 1666. Emploei. — Pubblici giuochi celebrati con molta solennità dagli Ateniesi, i quali vi si recavano coi capelli intr
, sono divergenti e contrarie le opinioni ed i pareri a noi trasmessi dagli scrittori dell’antichità. Vogliono alcuni che Gio
. di A. Caro. 1700. Entitride. — Dalla tradizione mitologica creduta dagli abitanti dell’isola di Rodi, che cioè, Elena dopo
o come il supremo datore di ogni bene, veniva adorato particolarmente dagli abitatori di Mantinea, i quali gli dedicarono un
sto numero determinato, il quale fu, con ogni probabilità, immaginato dagli Alessandrini in seguito dell’identificazione dell
olase, ritenendo la sua primitiva unione con quella come disapprovata dagli dei. Seguendo la opinione di altri scrittori, Meg
i Giunone, ed allora in sua vece fu eletto Giasone. Ercole fu aiutato dagli Argonauti a combattere le Amazzoni. Qualche altro
stituito da prima dalla famiglia dei Politioni, fu in seguito servito dagli schiavi pubblici, e finalmente custodito dal Pret
tere. 1833. Esonide. — Specie di veste usata generalmente dai servi e dagli operai : essa aveva una sola manica e lasciava sc
per onorare la memoria del padre fatto celebrare dei giuochi funebri dagli Argonauti in onore di Esone. 1835. Esperidi. — No
a cerimonia detta Espiazione. Da ciò le parole così sovente adoperate dagli antichi di lustrare, expiare, februare, altro non
ente suo marito che, secondo riferisce la cronaca, domandò ed ottenne dagli dei la grazia speciale di essere cangiata in uomo
e belve. Omero — Iliade — Libro XXII trad. di V. Monti. Abbandonato dagli dei per avere disobbedito ad Apollo, Ettore giunt
ndo indarno Ambe le non possenti palme : e tosto Ciò detto, gli spari dagli occhi, come Misto col vento fugge in aria ’l fumo
1. Eusebia — Dalla parola greca ευοεβεια che significa pietà, si dava dagli antichi questo nome alla Pietà deificata. 1912. E
1918. Evandro — Così aveva nome il capo della prima colonia stabilita dagli Arcadi in Italia, nelle circostanze del monte Ave
indemonte. e così tutti i pretesi viaggi fatti nel regno delle ombre dagli eroi e dagli dei stessi del paganesimo, altro non
così tutti i pretesi viaggi fatti nel regno delle ombre dagli eroi e dagli dei stessi del paganesimo, altro non sono che alt
jana, la quale è stata quella fra tutte le altre del mondo conosciuto dagli antichi, che è cosiata più sangue. 1950. Fatidica
gno dell’adulazione. Era sempre accompagnato dall’invidia, dal fasto, dagli onori e dalla voluttà come madre dei delitti. Ven
i andava sottomesso ad alcune leggi particolari, che lo distinguevano dagli altri sacerdoti. 2028. Flamine Falacro. — Questo
bominande in lutto, Russan con ributtanti aliti : un tristo Umor cola dagli occhi : il vestimento, Qual non lice indossar nè
Tebani adoravano quell’animale, credendo che avesse sollevata Alcmena dagli atroci dolori del parto. La tradizione mitologica
tratto in quel periodo di tempo. Da ciò il mese di Gennajo era detto, dagli Ateniesi, Gamelione. 2083. Gamelie. — Feste celeb
ra detto, dagli Ateniesi, Gamelione. 2083. Gamelie. — Feste celebrate dagli Ateniesi in onore di Giunone Gamelia V. l’ art. p
guerra e chiuso in pace. Al dire di Ovidio, Giano era ritenuto anche dagli antichi come il Caos. La prisca età (che cosa an
la quale per vendicare la morte dei suoi figliuoli Titani, sterminati dagli dei, li avesse vomitati dal suo seno, per farli m
Terra dettero a tutto il creato, che Giove stesso altamente atterrito dagli sforzi sovrumani, chiamò in suo soccorso tutti gl
poli non solo della Grecia e di Roma, ma di tutto il mondo conosciuto dagli antichi, avevano delle particolari maniere di raf
pure dei suoi innumerevoli soprannomi i più generalmente usati anche dagli scrittori dell’antichità sono : Ammone, Olimpico,
mondo, e nato da ignoti genitori, e che si fosse fatto poi conoscere dagli Arcadi, ed avesse esercitato su di loro un potere
scrittore Diodoro, l’idea di questo giudizio dopo la morte, era stata dagli Egiziani trasmessa ai Greci. 2167. Giudizio di Pa
; al vincitore Un tripode da fuoco, e a cui di dodici Tauri il valore dagli Achei si dava Ed al perdente una leggiadra uncell
Glauco non volle accondiscendere che le sue cavalle fossero fecondate dagli stalloni all’uopo nudriti, credendo di renderle p
erli, a colpi di freccia. Non sono queste le sole notizie pervenuteci dagli scrittori dell’antichità, sulle gorgoni ; e per q
sse fatto abbandonare, coll’andare degli anni, il culto di questo dio dagli stessi popoli che l’avevano collocato nel numero
del mondo. I 2225. Ibi. — Uccello tenuto in grande venerezione dagli egiziani, i quali punivano di morte chiunque ne a
tutto ciò che respira. 2246. Idroforie. — Funebri cerimonie celebrate dagli egineti e dagli ateniesi, in memoria di quelli ch
spira. 2246. Idroforie. — Funebri cerimonie celebrate dagli egineti e dagli ateniesi, in memoria di quelli che erano morti ne
ja ; e che il rumore prodotto dai rami tagliati, ripetuto cento volte dagli echi della foresta, avessero dato motivo alla fav
i, e di legarla alla religione, onde fare che, venendo essa accettata dagli uomini in generale, ne fosse meno scrutata l’orig
a divinazione si esercitava più generalmente dai sacerdoti Lupercali, dagli Auguri, dagli Astrologhi, e dagli Indovini, i qua
si esercitava più generalmente dai sacerdoti Lupercali, dagli Auguri, dagli Astrologhi, e dagli Indovini, i quali gettavano l
neralmente dai sacerdoti Lupercali, dagli Auguri, dagli Astrologhi, e dagli Indovini, i quali gettavano le sorti, esaminavano
uei popoli che abitavano le parti settentrionali del mondo conosciuto dagli antichi, quasi si volesse dire di la dal vento Bo
orpi celesti. Avendo comunicate queste sue cognizioni agli uomini, fu dagli antichi ritenuto come padre del sole e della luna
o formavano la triade delle pagane divinità particolarmente designate dagli antichi col nome di Equestri, perchè erano i soli
he tempo dopo, Ismeno figliuolo della sventurata Niobe, per liberarsi dagli atroci dolori, che gli cagionavano le ferite fatt
del bottino. 2411. Lafistio. — Soprannome di Giove, che a lui fu dato dagli Orcomeni, dopo che Frisso gli ebbe sacrificato il
nità, la figura umana. Questa costumanza i romani l’avevano ereditata dagli antichi sabini, presso i quali la lancia era il s
à di Feneone, in Arcadia. 2435. Lapidazione. — Con questo nome veniva dagli Egineti denominata una festa che essi celebravano
iove giunse nella Licia, ove la cronaca narra che oppressa un giorno, dagli ardori del sole e dalla stanchezza, sedutasi in r
mbolica dell’allegoria mitologica, una storia ritenuta come verissima dagli antichi Egizii. Infatti presso questi ultimi popo
Trofonio, e che in pena della sua azione sagrilega, fosse condannato dagli dei a non poter più ridere per qualunque cosa gli
affidato ai sacerdoti Deuumviri, i quali furono in seguito sostituiti dagli Epuloni. I più illustri cittadini ritenevano come
ioni si facevano con l’acqua pura. L’uso delle Libazioni fu ereditato dagli ebrei, mentre si vede dalla Bibbia e dagli altri
lle Libazioni fu ereditato dagli ebrei, mentre si vede dalla Bibbia e dagli altri libri sacri della religione ebraica, che il
Della luce il caro Raggio gli tolse di Saturno il figlio, E detestato dagli eterni tutti Breve vita egli visse. Omero — Ilia
rattato di astronomia che l’Europa abbia posseduto, indipendentemente dagli antichi. Fece i suoi studi nell’ Università di Ox
teva nel culto degli astri. e fu una delle prime ad essere professata dagli nomini : la parola Sabeismo viene dall’ebralco.
6 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXI. Il Genio e i Genii » pp. 232-241
tempi preistorici ai dì nostri, abbellito in varie guise dai poeti e dagli artisti, e in mille guise storpiato o goffamente
e dagli artisti, e in mille guise storpiato o goffamente raffazzonato dagli ignoranti. Non sarà dunque un fuor d’opera il ris
Genii come Dei che regolassero le vicende della vita degli uomini ; e dagli effetti li distingueva in agatodèmoni e in cacodè
; ed è loro ufficio l’interpretare e il recare agli Dei ciò che viene dagli uomini, e a questi ciò che vien dagli Dei ; …. po
l recare agli Dei ciò che viene dagli uomini, e a questi ciò che vien dagli Dei ; …. poichè la Divinità non ha comunicazione
fu adottata nella lingua latina, ma poco usata dai classici, e molto dagli scrittori ecclesiastici. Da dèmone derivò in lati
7 (1855) Compendio della mitologia pe’ giovanetti. Parte I pp. -389
o fu per Enèa dalla Frigia recato in Italia ; ed i Frigii l’appresero dagli antichi Caldei e Persiani, presso i quali il fuoc
sopra tutte le create cose diffonde quanto ha ragione di bene, e però dagli antichi salutavasi ottimo massimo. Spesso Jupiter
ed Epafo si rassomigliassero ad Iside e ad Api. Questa Dea si vestiva dagli Egiziani di bianchissimo lino ; e di lino eziandi
i, e fu studiosissimo della magia, che perciò chiamossi arte dardania dagli antichi(1). Erittonio(2) trovò i cocchi a quattro
che divenne deserto del tutto ed abbandonato. Ammone chiamavasi Giove dagli antichi Egiziani(4) ; percui anche i Greci gli di
e poi a Roma il costume di coronarsi solennemente i poeti ed i retori dagli stessi Imperatori ; il che forse ha dato luogo al
di parere che il capo di Giove abbia sempre gli stessi caratteri che dagli altri Dei il distinguano, cioè uno sguardo costan
a di ambrosia l’aquila di Giove. Castore e Polluce poi si disegnavano dagli Spartani con due pezzi di legno paralleli insieme
va sacrificare(4). Tra i pianeti vi è quello di Giove, di cui la luce dagli Astrologi si reputa benigna e prospera al genere
1) conta sino a cinque Minerve, le quali ordinariamente si confondono dagli antichi poeti. Riguardo al nascimento di lei, alc
ulla rocca dimenticarono di portar seco il sacro fuoco, e però furono dagli Ateniesi prevenuti ; percui Minerva pose la sua s
e che questa Dea fu qual signora e protettrice venerata singolarmente dagli Ateniesi. Celebre ne’ poeti è la gara fra Nettuno
apo di Minerva era il tipo delle medaglie di Atene, la quale tenevasi dagli antichi per la sede delle scienze e delle arti, e
. Esiodo fa uscir Pallade dal cervello di Giove, e la chiama Tritonia dagli occhi azzurri, e la dipinge vispa, violenta, indo
et οικος, domus) dicevasi o dal tempio di bronzo a Minerva edificato dagli esuli di Calcide, nell’Eubea ; o perchè in uno de
sue micidiali saette, vi suscita grave pestilenza. Il che Omero prese dagli Egiziani che dal sole credeano nascere le pestife
nne dal rimirarla, e si volse, ma solo per vederla svanire per sempre dagli occhi suoi e ritornare al soggiorno delle ombre.
ittà della Focide, sulla vetta del monte Parnasso, la quale credevasi dagli antichi allogata giusto nel mezzo non solo della
dificato da Manto, fig. di Tiresia, la quale, presa Tebe, sua patria, dagli Epigoni, erasi nella città di Claro ritirata. Un
ai non entrò raggio di Apollo. Secondo Macrobio, il Sole era adorato dagli antichi sotto varii nomi, come di Bacco, di Apoll
ore, ed egli stesso fu ucciso da Achille. Titono ne fu sì dolente che dagli Dei ottenne di esser cangiato in cicala. La madre
quel nume, quanto l’Apollo di Omero è più grande di quelli descritti dagli altri poeti. Il complesso delle sue forme solleva
Augusto vinse Antonio e Cleopatra. Vi avea Apollo un tempio edificato dagli Argonauti ed abbellito da Augusto. Vi si celebrav
, ch’era proprio di Diana. Onde cantò l’Ariosto(2) : O santa Dea che dagli antichi nostri Debitamente sei detta triforme ; C
ondo Eschilo, l’occhio della notte. Le sue influenze si temeano assai dagli antichi, come quelle di una Dea che si mostra sol
nte rappresentata la Notte, dipingendola ora sopra un carro preceduto dagli astri ; ora con grandi ali ; ora coperta di un la
ole. Ed il vedere Bacco con due corna sul capo ci ricorda che Osiride dagli Egiziani era rappresentato sotto la forma di un t
a, la pose fra gli astri, ed è una costellazione di nove stelle detta dagli astronomi la corona di Arianna, o corona settentr
un trono di oro borchiato di gemme, e strato di porpora. Il peplo che dagli omeri gli discende sino a’piedi è violaceo fodera
di Venere nella Fenicia. Questa dea, egli dice, era la Venere adorata dagli Orientali. I Fenicii, conducendo le loro colonie
mano. Anzi Pindaro aggiunge che in cielo senza le Grazie non facevasi dagli Dei alcuna danza o convito ; per cui dai poeti er
le novelle spose ; con calzari anche di colore giallo, che portavansi dagli uomini studiosi del vestire elegante ; e con una
omposti di voci sì strane, che Quintiliano afferma, appena intendersi dagli stessi sacerdoti(3). In mezzo al foro era in Roma
ed il Mercurio de’ Latini sono senza dubbio l’ Ermete tanto celebrato dagli Egiziani. In quanto poi all’origine della voce Me
l quale era la città di Cillene. Fu quindi questo nume assai venerato dagli Arcadi ; ed Evandro, partito dall’Arcadia colla m
i Greci di Mercurio, fu loro insegnato da Orfeo, che l’avea, appreso dagli Egizii. L’Oceano, di cui parla Omero, era il Nilo
arla ed essere la sede sicura de’ beati Iddii. Questa Dea era adorata dagli Egizii, da’ Siri, da’ Frigil, dagli Sciti, da’ Gr
ati Iddii. Questa Dea era adorata dagli Egizii, da’ Siri, da’ Frigil, dagli Sciti, da’ Greci, da’ Romani e da quasi tutti gli
el Sole o del Cielo, perchè il sole ed il cielo la rendono feconda. E dagli Etruschi la Dea Tellure con Vesta si annoverava f
’i tempii di quel luogo, ma che quello del dio Termine non fu ammesso dagli auguri. Per siffatto augurio parve che non essend
volle che Trittolemo continuasse il suo viaggio. Il bue riputato era dagli antichi (1) più degli altri animali addetti all’a
crificava la troia, animale nocivo alle biade. Alla Terra ed a Cerere dagli agricoltori s’immolava ancora la troia precidanea
ue Apollo, protettore di Atene ; il secondo, fig. del Nilo, detto Opa dagli Egiziani ; il terzo, fig. di Giove terzo e di Giu
lle collo Scamandro, fiume della Frigia, chiamato Xanto dagl’Iddii, e dagli uomini Scamandro, al dir di Omero(1). Il figliuol
di cervi cervus et βολος, iactus. Il decimo mese dell’anno, o Marzo, dagli Attici dicevasi Elafobolione, perchè mese della c
fatica. La sesta fu quella di purgare il lago Stinfalo, dell’Arcadia, dagli uccelli di rapina che si pascevano di carne umana
tutti. Il che saputosi dalla moglie Laodamia, fig. di Acasto, ottenne dagli Dei di poter parlare coll’estinto sposo non più c
che risplendono al pari dell’oro e che o spuntano dal suolo o pendono dagli alberi che son nutricati da limpide acque. Di ess
i cosa che avea relazione con Plutone e cogl’infernali luoghi, davasi dagli antichi poeti l’aggiunto di pallido e di nero. E
duceo. Disse pure che l’inferno era oltre l’oceano, cioè al Nilo, chè dagli Egiziani nel linguaggio del popolo così chiamavas
collocata nel centro della terra, son prese dalle moltissime stanze, dagli anditi e dalle giravolte del famoso laberinto di
cherusa, nelle sponde del quale si facevano le cerimonie de’ funerali dagli Egiziani. Di là da quel lago vi erano deliziosi b
uo dominio era formidabile, e come dice Sesto Empirico (1), abborrito dagli stessi immortali. Ed Omero ha detto che Plutone f
rificazioni che facevansi per le ombre de’ morti nel mese di Febbraio dagli antichi Romani. Esse dicevansi Februa dal verbo F
illacrymabilis e torvo da Giovenale. Quietalis (1) fu detto Plutone dagli antichi, forse perchè la morte è l’ultimo riposo
pressione che riempiono di spavento a vederle. Il destino di ciascuno dagli antichi si credeva scritto in un libro, ove gli D
8 (1831) Mitologia ad uso della gioventù pp. -
none. Cerere A Cerere figlia di Saturno e di Rea fu attribuita dagli antichi l’invenzione dell’arte di lavorare la ter
mo delitto il manifestare. Pare che i Greci abbian tolto questa festa dagli Egizi perchè i misteri cleusini non erano che una
e si fosse mai veduto ed annoverato fra le sette maraviglie del mondo dagli antichi. Questo tempio era sostenuto da 227 colon
chè gli rimaneva per ottenere il suo passaggio. I Greci avevano tolto dagli Egizi l’idea di far errare per cento anni sulle s
quel Dio aveva in Delfo. Irritato Apollo uccise Flegia e precipitato dagli Dei nel Tartaro fu condannato a starsi perpetuame
loro freschezza alla rugiada, che come bellissime perle liquide cade dagli occhi dell’Aurora. La Fortuna Divinità che
e. Per indicare che esso non variava e che era inevitabile, si figurò dagli antichi con una ruota tenuta ferma da una catena.
dre di Circe, ecc. Dicesi che Giove essendo stato strettamente legato dagli altri Dei, Teti, coll’aiuto del gigante Briareo g
e loro per vendicare la morte del proprio figlio Androgeo assassinato dagli Ateniesi. Minosse avendo vinto gli uni e gli altr
e la Concordia. Pretendesi da alcuni che non se ne contassero che tre dagli antichi perchè non eranvi che tre stagioni, cioè
ce in metalli ed il Pegaso. Il capo della Medusa, comperando dell’oro dagli Africani aveva preso anche da loro un artefice ch
idi più celebri sono Anfitrite e Tetide. Sono chiamate le caste Ninfe dagli occhi neri, che abitano il fondo del mare. Scorro
elle Esperidi, vuolsi che fossero nelle Isole Esperidi chiamate anche dagli antichi Isole Fortunate o Atlantidi, poco distant
na città che dal suo nome fu detta Partenope. Questa città fu ruinata dagli abitanti perchè abbandonavasi Cuma per ivi andare
 ; Como era il dio de’conviti e de’ balli notturni. Martea veneravasi dagli eredi. Strenia presiedeva ai doni che si facevano
ire dal medico degli Dei. Un giorno in cui trovavasi molto incomodato dagli ardenti raggi del Sole, andò in collera contro qu
orto all’occaso. Osservisi ancora che le colonne misteriose innalzate dagli antichi erano sacre tutte agli astri, prima base
o per lungo tempo lontano Perseo. Ma siccome questo giovine era amato dagli Dei essi vennero in suo soccorso. Mercurio gli pr
atisi finalmente i suoi sudditi contro di lui e vedendosi disprezzato dagli Ateniesi, Teseo si ritirò a Sciro per finirvi tra
bellissime giovinette promesse in ispose a Linceo e a Ida. Inseguiti dagli amanti e venuti a combattimento, Castore fu uccis
tempo tormentato dal peso delle sue sventure, egli perirebbe colpito dagli avanzi del vascello degli Argonauti, ciò che gli
o, ove passò tranquillamente il resto della sua vita. Chirone nacque dagli amori di Filira figlia dell’Oceano con Saturno ch
lacro di Diana se ne fuggirono. Tornato in Grecia fu Oreste giudicato dagli Dei nell’Areopago d’Atene, ove sebbene eguali vot
piazioni, l’Acqua Lustrale, i Giuochi Pubblici, ecc. Chiamavansi dagli antichi Oracoli le risposte che gli Dei davano ag
; e tali Oracoli nè meno celebri, nè meno venerati, erano pronunciati dagli Dei e dalle Dee, oppure dalle Parche ne’ loro tem
lebre di tutte le Sibille era quella di Cuma città d’Italia, chiamata dagli uni Dafne, da altri Manto, da parecchi Femonoe o
di buono o tristo presagio, perchè riguardavansi come avvisi spediti dagli Dei di ciò che aveva a succedere. Fra le cerimoni
9 (1855) Della interpretazione de’ miti e simboli eterodossi per lo intendimento della mitologia pp. 3-62
o non meno tolto alcuni concetti, come scorgerassi dalle annotazioni, dagli antichi classici greci e latini, spigolati con lu
el genere umano, e cagioni fisiche che disciolsero l’uomo dal culto e dagli ordini civili, onde offuscossi il concetto dell’
ar di numeri, e tutto nascere dalla armonia e concento di loro(3) ; o dagli atomi, come opinava Epicuro, il quale emulando la
viamo un mito, che non ha difficile interpetrazione, e ci viene porta dagli stessi antichi poeti. Eglino intendevano per Giov
Βριθειν aggravare il capo ; e Fiso da φλυειν, letificare, e ciò tutto dagli effetti del vino. Gli si metteva in mano un tirso
e di serpi, significanti il dominio bonitario, che si rilasciava loro dagli eroi, e il dominio quiritario, che questi si serb
uno, io vi trovo un’allegoria, cui sotto il nome di Giunone si intese dagli antichi l’aria portando seco tutte le attribuzion
uò guardarli che di trasverso. 43. Venere — Fu immaginata questa Diva dagli antichi greci onde personificare i sensi di piace
strali, nell’altra una face, perciocchè l’amore è come un dardo, che dagli occhi scende al cuore, e vi apre profonda ferita 
all’uomo, ritrovate la prima volta da Giove non si possono acquistare dagli altri che con assidua meditazione e diligente mem
abitar nel Sole. 53. Nè tre nè nove erano le Muse ; ma co’loro nomi dagli antichi sapienti altro non intendevasi, che perso
re, figlie di Marte, rapisce loro un bel cinto, e tragge una donzella dagli oltraggi di un mostro marino — risponde al passar
è stesso, ed in sè stesso si ravvolge — molti tempii inaugurati a lui dagli antichi romani ora erano un rappresentato di Gian
delle selve, senza esser mosse da vento, o da altri improvvisi suoni dagli antri e dalle voragini della terra, onde vengono
10 (1897) Mitologia classica illustrata
ti, i quali si son dati a credere che i racconti fantastici inventati dagli Elleni o trasmessi loro dall’Oriente racchiudano,
e allegorie e i miti, rimettendo in luce le riposte verità e massime, dagli antichi stessi dimenticate. Dal Boccacci nostro a
più cacciatori e pastori, concepissero le divinità loro diversamente dagli abitanti delle coste, dediti alla navigazione e a
che mentre nei lavori più antichi, i Giganti non hanno figura diversa dagli altri Dei ed eroi, a cominciare dall’ età di Ales
Quinquatrus perchè cominciavano il 19 del mese, che era il 5º giorno dagli Idi. La più solenne era la festa del Marzo a cui
i Medusa in mezzo quasi fibbia; ciò in conformità della maniera usata dagli artisti meno antichi; l’ atteggiamento vivace ric
deserti e boscosi, scortata da un coro di ninfe leggiadre, preceduta dagli ardenti cani, essa insegue le fiere selvaggie, e
ma dell’ atmosfera, avido di disordine e di lotta, Ares era detestato dagli altri Dei; lo stesso Zeus lo aveva in odio. Egli,
si avverta che il bastone da araldo, il caduceo, non fu mai adottato dagli araldi romani, i Feciali. 5. Oltre l’ inno omeric
assai frequentemente l’ immagine di Afrodite fu presa a rappresentare dagli artisti antichi, offrendo un tema dei più attraen
rione; ma neanche questa scelta fu fortunata, perchè Orione fu ucciso dagli strali di Artemide. Allora ella sposò il re de’ T
con frutti varii, vegetali e animali. — Tra le Ore fu poi prediletta dagli scultori Irene che come datrice di pace e di ricc
rappresentava la più alta potenza; infatti Atena stessa era venerata dagli Ateniesi col nome di Atena Niche, e a costei era
la concordia e l’ affetto reciproco. 2. Con Eros sono nominati spesso dagli antichi altri esseri che rappresentano pure senti
                    Se u Genitalis 25 . La figura di Ilizia sole va dagli artisti greci essere rappresentata come una donna
ome le Carmentes; due di numero in origine, Nona e Decuma, dette così dagli ultimi mesi della gestazione; a cui più tardi se
ronta a esaltare gli umili e deprimere i superbi, la dice invocata si dagli agricoltori, che dai naviganti, temuta dai popoli
ne di luoghi lontani per via della navigazione, e, effetto spaventoso dagli antichi attribuito al mare, i terremoti. Quindi n
olore per l’ altre; e così fu. E poichè la gioia e il dolore solevano dagli antichi esprimersi in modo passionato e rumoroso,
a bella leggenda, adatta a far vedere quanta efficacia si attribuisse dagli antichi all’ uso del vino, e quanta fosse la pote
e appaiono nelle leggende bacchiche, la più frequentemente riprodotta dagli artisti era Arianna. Celebre l’ Arianna addorment
reca dei boschi e dei pascoli era Pane, in origine venerato solamente dagli abitanti della montuosa regione dell’ Arcadia e d
renda degno di questa vita felice con una condotta retta e approvata dagli Dei. Templi speciali non sembra siano stati erett
ome di Eumenidi, le ben pensanti, e Semne, Venerande, vennero onorate dagli Ateniesi quali Dee benefattrici, terribili bensì
a scendevasi per nna scala di 365 gradini. 4. Ecate è nominata sposso dagli autori greci e latini, sopratutto nelle leggende
va luna. XVI. Sonno e Morte — I sogni. 1. In diversi modi fu dagli antichi personificata la morte. La morte violenta
lamente ogni casa aveva i suoi Penati, ma anche lo Stato, considerato dagli antichi come una grande famiglia. Già s’ è accenn
uti e detti figli degli Dei, certo dovevano essere di origine diversa dagli altri uomini, formati col limo della terra o sort
ovo l’ apoteosi; tale fu il caso di Ercole. Si chiede: erano gli Eroi dagli antichi venerati in guisa da essere oggetto d’ un
i luoghi; nei luoghi montagnosi si diceva che gli uomini fossero nati dagli alberi e dalle roccie; nella leggenda di Cadmo te
ano le opinioni intorno alla condizione dei primi uomini, riferendosi dagli uni che fossero vissuti in istato di piena felici
o Britannico. Anche statue di Centauri isolati furono spesso fatte dagli antichi artisti, e parecchie n’ esistono ancora.
razione per Bellerophonte così valoroso e così evidentemente protetto dagli Dei, si riconciliò con lui, gli diè in moglie la
e in arte Cecrope mantiene la sua doppia figura, ond’ è detto dimorfo dagli scrittori greci e geminus da Ovidio (Met. 2, 555)
sacrifizi umani). Già due volte il tributo personale era stato pagato dagli Ateniesi; poco dopo l’ arrivo di Teseo ad Atene,
ri da Asclepio; infine l’ ultimo figlio, Androgeo, il quale fu ucciso dagli Ateniesi e così die’ occasione alla guerra che Mi
a sua prima moglie Megara, ed egli s’ avviò ad Ecalia (luogo incerto, dagli uni viene collocata in Tessaglia, da altri nel Pe
fuggenti, e Giasone lo combattè ed uccise. Rispetto alla via seguita dagli Argonauti nel ritorno, vi sono dati molto diversi
ono tra le loro spire. Ai Troiani parve questo una punizione inflitta dagli Dei a Laocoonte per il consiglio dato, e senza in
11 (1836) Mitologia o Esposizione delle favole
ora ei venne a nascondersi in quella parte d’ Italia, che era abitata dagli Aborigeni, e che poscia fu detta Lazio da latere,
sotto le forme di varii animali, onde poi sotto queste adorati furono dagli Egizii. Bacco soltanto in sembianza di Itone si o
i disperata in Egitto, dove poi ottenuta da Giove l’ antica forma, fu dagli Egizi adorata sotto il nome di Iside, e partorì E
a nata dal cervello di Giove di Corise, figlia dell’ Oceano, venerata dagli Arcadi sotto il nome di Corifasia; e detta invent
mo figlio del Cielo e sposo di Minerva; il secondo figlio del Nilo, e dagli Egizi chiamato Opa; il terzo figlio di Giove e di
on Giove; il terzo figlio di Giove e di Latona, venuto secondo alcuni dagli Iperborei, ma secondo i più nato in Delo; il quar
lcuni pretesero nato il Dio Pane; il quarto figlio di Nilo; il quinto dagli Egizi chiamati Teut o Tot, che dicesi aver loro i
estri. La Dea della terra, detta da Esiodo con proprio nome Gea, e dagli antichi Latini Tellure, fu da essi riguardata com
ri i Romani adottati ne avevano pur da altre nazioni, e siugolarmente dagli Egizi., Tra questi erano Orride Dio principale de
Baccanti. Addolorato per queste sciagure di sua famiglia ed aggravato dagli anni, Cadmo insieme con Ermione allontanossi da T
o Dirce ad un furioso toro, che trascinandola la fece a brani, finchè dagli Dei per compassione fu can giata nel fiume Dirce,
toro, partorì il minotauro mezzo toro e mezzo uomo. Essendogli stato dagli Ateniesi per ordine di Egeo assassinato il figliò
i Ercole, si diede prima, com’ esso, a purgare la terra da’ mostri, e dagli uomini malvagi. Trasse a morte vicino a Maratona
lacro di Diana se ne fuggirono. Tornato in Grecia fu Oreste giudicato dagli Dei nell’ Areopago di Atene, ove sebbene eguali v
iccome avvenne: e Ovidio aggiugne, che il serpente a perpetua memoria dagli Dei fu cangiato in sasso. Era stato predetto dall
e Mercurio, viaggiando per la Frigia sotto umana sembianza, rigettati dagli altri, sono accolti amorevolmente da Filemone e B
iò vietava, e andare a stabilirsi al fiume Esare in Calabria. È preso dagli Argivi e tratto in giudizio ma Ercole fa che nell
di buono o tristo presagio, perchè riguardavansi come avvisi spediti dagli Dei di ciò che aveva a succedere. Il desiderio di
presso i vati autori. Varrone ne annovera dieci, 1. La Persiana detta dagli antichi Sambethe. 2. La Libica, detta da Euripide
12 (1841) Mitologia iconologica pp. -243
quel momento, in cui un grazioso volere del nostro illustre Ordinario dagli studii dell’amena letteratura mi trasse ad occupa
al numero di trecento, al testificar di Varrone, riconosciuti vennero dagli antichi sotto questo speciosissimo nome ; Chi fù
quasi da feconda radice un prodigioso Olivo. Tai produzioni discusse dagli Dei vuotanti fù per essi deciso, che Nettuno cede
Cyllenius : il titolo poi di Argicida, con cui sovente vien salutato dagli scrittori delle favole a lui fù dato per aver add
ducarono, e grandetta divenuta menarono al cielo ad esser vezzeggiata dagli Dei, i quali rapiti da tal prodigio di beltà conc
elieri con fiammeggianti lumi. Il modo poi da sagrificarsi le vittime dagli offerenti col capo non velato era la cerimonia in
ssi servi ammessi alle mense de’loro padroni, e sovente ancor serviti dagli stessi prendevansi la libertà di commettere alla
C he la virtù madre, e uutrice d’ogui vero pregio, e grandezza meriti dagli uommi esser venerata qual Dea non v’è chi o stolt
igion sembra, che muore Ancorchè invoca indarno vomini, e Numi. Versa dagli occhi ognor due caldi fiumi Mentre geme tra ferri
ta, egli non vi si inoltrerà giammai. Scorrasi pure dal Indo al Moro, dagli abitatori del Gange sino a’ Cretini delle Alpi, c
L’Esordio poetico però non è quell’ampia preparazione solita a farsi dagli Oratori non senza industria, ed arte, onde concil
te dev’ essere sempre corredato della sua brevitâ, e chiarezza, acciò dagli uditori, oppur lettori tutto nella sostanza il po
lla oscurità fin dal principio, quali altri buoni effetti lice sperar dagli stessi in prosieguo ? Suole altresì dopo la propo
rsi in Francia, in qualtro settenarii benchè due liberi, e due rimati dagli Italiani si volle compreso. Quantunque per altro
ualche nuovo sospirio imparerai » o di questa del Tasso : « Ch’io son dagli anni, e da fortuna oppresso » o di questa del Ben
retta in Sonetto. Or qui convien avvertire, che variamente formavansi dagli antichi le risposte, come può leggersi ne Comm. d
rent, Cunctos ecc. II. Il Trocheo detto ancor da Cic. Corco adoperato dagli antichi nelle cantate a danze, costa di due silla
na lunga, come Boni, Viri, Dabunt ecc. IV. Il Tribraco, come scorgesi dagli stessi componenti, onde risulta tal voce, è compo
i a sostenere il peso di una forte sedizione contro di esso sollevata dagli orefici, e soprattutto da Demetrio, come negl’att
13 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIX. La Dea Triforme cioè Luna in Cielo, Diana in Terra ed Ecate nell’Inferno » pp. 115-122
uttante Dea, e il passo in cui ne discorre Esiodo credesi interpolato dagli Orfici, una specie di riformatori o di eretici de
voleva abolire il culto di Diana, poco mancò che non fosse massacrato dagli orefici di quella città, che guadagnavano molto v
saccheggiato da Nerone, e nel terzo secolo dell’era volgare distrutto dagli Sciti. Ed ora dove sorgeva quel tempio e la stess
E l’Ariosto nell’ Orlando Furioso, Canto XVIII : « O santa Dea, che dagli antichi nostri « Debitamente sei detta Triforme :
14 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLI. Perseo » pp. 309-316
i Esiodo, non l’adottò, e disse invece che il caval Pegaso fu mandato dagli Dei a Perseo mentre egli si disponeva ad uccider
r vendicare la morte di suo padre. La storia di Perseo fu registrata dagli Antichi a caratteri di stelle nel Cielo, poichè a
ea, e finalmente qualche tempo dopo il caval Pegaso. Questi nomi dati dagli Antichi a cinque delle costellazioni boreali si c
amasi Ippogrifo, « Che nei monti Rifei vengon, ma rari, « Molto di là dagli agghiacciati mari. » 51. Una di queste stelle
15 (1824) Breve corso di mitologia elementare corredato di note per uso de’ collegi della capitale, e del regno pp. 3-248
Esiodo : e Ovidio, che visse molto dopo, ha sovente opinioni diverse dagli altri. Questa circostanza ci avverte, che gli ant
oro. Giano entrò a parte della riconoscenza, che questo Nume meritava dagli uomini. Fu ascritto egli stesso al numero degli D
re, ed avvelenate, vibranti urli che incutevano spavento, sfavillando dagli occhi infuocate scintille. A tal vista impauriti
io si fosse a lui accoppiata. Descrizione dell’Inferno. Situavasi dagli antichi l’inferno fra le immense sotterranee vora
tirò nell’Illiria perseguitato dalla gelosia di Giunone, e finalmente dagli Dei fu cangiato in serpente. Perseo. La nasci
L’intrepido figliuolo di Glauco alla vista de’ segnali a lui mostrati dagli Dei obbedì al comando, disfece il mostro, e ne ri
glia Erope sposò Atrèo, che divenne re, essendo stato ucciso Euristeo dagli Eraclidi nell’Attica. Tieste che restò in sua cor
artenope. Quale sia stata l’origine di questo nome Sebeto, si disputa dagli antiquarj. Vi ha chi crede di ricavarla dal Sabba
attribuire si debbano le tante fole e fattarelli dalle femminucce, e dagli oziosi inventati. XVI. Le Grazie. Resta
i Romani, fa ascendere fino a trentamila il numero degl’Iddj foggiati dagli antichi. 2. L’immaginazione de’ poeti faceva na
tare sino a trecento il numero di quei, che gli vennero da’ Romani, e dagli altri popoli della sola Italia ; si può dire, che
uo nome alla posterità ; il che gli riuscì, malgrado il decreto fatto dagli Efesj di non doversi giammai pronunziare il suo n
animali consacrati a questa Dea. Il che diè luogo a Demostene bandito dagli Ateniesi di dire, che Minerva si compiaceva di tr
ro poeta. 1. Si è detto essere infinito il numero de’ Numi foggiati dagli antichi, che gli ritrovarono sino ne’ cessi. Giov
16 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo II pp. 3-387
, Semele, e Ino, detta da’Greci Leucotea(b) (5). Cadmo, anche lontano dagli agi della paterna Reggia, poteva chiamarsi felice
avea bisogno del di lui ajuto. Quel Principe aveva una figlia, detta dagli uni Mnesimaca, e Ippolita dagli altri, la quale i
Quel Principe aveva una figlia, detta dagli uni Mnesimaca, e Ippolita dagli altri, la quale il Centauro Eurizione voleva spos
brò contro di lei una freccia, e la lasciò ferita nel seno. Molestato dagli ardori del Sole, tese pure contro, di lui il suo
a mano tremante. Continuò a cercare, e trovò l’altro letto. Ingannato dagli abiti, s’accostò più d’appresso ad Ercole. Questi
ch’Enea, com’egli sperava, era lo straniero illustre, a lui predetto dagli Oracoli. Fu allora, che Giunone ricorse alla Furi
ca(e). Questa, ch’era senza prole, lo ricevette come un dono, fattole dagli Dei, gli si affezionò ; lo fece allevare non altr
esse colpito con unò de’ suoi fulmini(b). Fu quindi considerato anche dagli uomini come un empio, che avesse provocato contro
te del corpo umano, separatamente presa, e le mani spezialmeme furono dagli Antichi venerate o come Deità, o come simboli di
te è il sostegno della gente plebea, la quale, invencando nuove mode, dagli amatori di queste ne ritraggono poi doviziose ric
nicra per indicare le belle e artifiziose parole, che soglionsi usare dagli Adulatori. Il Cervo è tale, che allettaro dal suo
parole adulatrici, la quale piate ; e la brutta indica i difetti, che dagli Adulatori vengono dissimulati. Il Cane accarezza
quella degli altri uomini. Altri dicono, che Tiresia rimase accrecato dagli Dei, perchà egli communicava agli uomini le cogni
icordare il predetto sbranamento di membra (b).Etimologia però negata dagli stessi Tomesj, che la ripetono in vece dall’ Eroe
Schol. Apollon. l. 1. Argon. (22). Convien dire, che l’ingordigia dagli Antichi fosse tenuta in pregio, giacchè ne formar
guitò in tutte le Corti, ov’erasi ritirato. Illo finalmente, protetto dagli Ateniesi, come abbiamo raccontato, vinse e privò
glio, finchè altri pastori, avendo giudicato, ch’ egli fosse protetto dagli Dei, lo allevarono, e gl’ imposero il nome d’ Ipp
essero da principio l’ Oscillazione, e che questa Festa si celebrasse dagli Ateniesi per espiare la morte d’ Icario e di Erig
(20). Pensano alcuni, che le Feste Boedromie sieno state introdotte dagli Ateniesi per ricordare il soccorso, che loro pres
scita dell’infante. Allora si facevano al medesimo doni da’ parenti e dagli amici ; e la Festa terminava con un banchetto(f).
vio Tullo, sesto re de’Romani. Queste Feste si facevano singolarmente dagli schiavi, che in quel tempo godevano la libertà. C
i, sedendo a mensa, ridevano sì eccessivamente, che perfino versavano dagli occhi copiose lagrime(c). Tra i varj Nobili, che
ue di questi intorno alla testa di Castore e di Polluce furono veduti dagli Argonauti, mentre erano minacciati da orrida proc
manifestare l’interna agitazione. Frattanto avendosi lasciato sortire dagli occhi qualche lagrima alla presenza del suo balio
yg. fah. 66. 67 (5). Apollodoro dice, che Edipo fu scacciato di Tebe dagli stessi suoi figliuoli, Eteocle e Polinie(a). (e)
esse colpito con unò de’ suoi fulmini(b). Fu quindi considerato anche dagli uomini come un empio, che avesse provocato contro
17 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — II. Il Caos e i quattro elementi » pp. 11-14
II Il Caos e i quattro elementi Il Caos era considerato dagli Antichi come il principio di tutte le cose, poich
ti che hanno intelletto a poetare4. La confusione del Caos immaginato dagli antichi ingenerò confusione anche nelle loro ment
ssere una scimmia perfezionata), quelli facevano nascere ad un tratto dagli elementi del Caos gli stessi Dei, come nascono da
18 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Della mitologia in generale. » pp. 17-359
e, Apollo, Bacco, Ercole ec. fossero stati in origine uomini distinti dagli altri, considerati poi quali cuti soprannaturali
e i fior di maggio Nutria con aura tepida e leggera. Stillava il mel dagli elci e dagli olivi ; Correan nèttare e latte e i
maggio Nutria con aura tepida e leggera. Stillava il mel dagli elci e dagli olivi ; Correan nèttare e latte e i fiumi e i riv
iranni ; Dov’era almen securo l’ innocente Dagli odj, dall’ invidie e dagli inganni : Beato, e veramente secol d’ oro, Dove,
i loro schiavi, per rammentare l’antica libertà ed eguaglianza goduta dagli uomini nell’età dell’oro. A questo medesimo Dio è
a tempo e star ritti ! Ogni sdrucciolone, ogni cascata erano accolti dagli scoppi di risa, dal suon di mano e dalle fischiat
, e la trasportò nell’ isola di Cipro. In più alto concetto fu tenuta dagli antichi la deità di Venere, allorchè diedero alla
non fu mai capace di far nulla di suo, come suole chi pretende troppo dagli altri. Scelto da Nettuno. da Vulcano e da Minerva
od in seno una grossa biscia. È noto che il serpente fu adorato anche dagli Ebrei nel deserto, e che è uno dei simboli dell’i
loro facessero sopportare tutte le pene che potevano essere meritate dagli uomini. Quindi le statue degli dei Lari si vedeva
questo tesoro. 449. Il Vello d’ oro fu la pelle di un ariete regalato dagli Dei ad Atamante re di Tebe. Frisso, figliuolo di
ra o il liuto in mano, e varj animali feroci all’intorno, mansuefatti dagli armoniosi concenti. Riporterò qui il gentile sone
, E d’orribili strida il ciel feriva, Qual mugghia il toro, allor che dagli altari Sorge ferito, se del maglio appieno Non ca
é che da’Greci. Si disse Esperia, antica, bellicosa, E fertil terra, dagli Enotrj colta ; Prima Enotria nomossi : or (com’ è
nubile ; ed essendo tanto agile al corso da non poter venire superata dagli uomini più veloci, dichiarò, per liberarsi da una
lmente guardandosi con emula curiosità, gettò ciascuno leggiadramente dagli omeri il manto, raccolto dai seguaci. Apparvero l
’arena, e ne parti fra le amare derisioni. Il vincitore, accompagnato dagli applausi delle fanciulle, che versavano su di lui
ar quelli che vi debbon perire. Segue Yduna custode dei pomi mangiati dagli Dei a preservativo dalla vecchiezza. Fra i men no
’Era Cristiana. Altri dicnno ch’egli perisse in una battaglia datagli dagli Ateniesi al tempo d’Eretteo (116, 654). 17. I Mi
 : Nelle sue ammirabili teste sotto le ciglia gli sfavillava il fuoco dagli occhi, e in lutte le sue teste insieme ardeva la
mini sono per natnra lenti e infingardi. Avvegnachè aveansi per nulla dagli autori di tal racconto i giovamenti derivati dall
one ai lidi del Nuovo Mondo s’accorgesse dell’accostarsi ad una terra dagli olezzi dei fiori, portati sulla sua nave dai veut
no delte in generale tutte le risposte (o responsi) fatte agli uomini dagli Dei, non meno che i luoghi dove andavano a chiede
19 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — X. Cerere dea delle biade e Proserpina sua figlia » pp. 48-54
più facile riconoscere le immagini sculte o dipinte della dea Cerere dagli emblemi coi quali è sempre rappresentata. Sono em
er aver beffato il profeta Eliseo della sua calvizie, furono divorati dagli orsi ; e se ne valse per fare una perifrasi dei n
savano spesso il G invece del C. Per questa stessa ragione è asserito dagli eruditi legali che il nome del giureconsulto Caio
20 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLV. La spedizione degli Argonauti alla conquista del Vello d’oro » pp. 331-341
sa paterna portando via un grosso montone col vello d’oro, donato già dagli Dei ad Atamante ; e montati a cavallo su quell’an
etti a costruire ed armare una nave che fu creduta la prima inventata dagli uomini, e celebrata perciò con lodi interminabili
ignifica rapire 69. Ad essere infestato da tali mostri era condannato dagli Dei Fineo re di Tracia in punizione delle sue cru
21 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVI. Osservazioni generali sulle Apoteosi » pp. 490-492
e per antichità gareggia col Sabeismo, e fu principalmente professato dagli Egiziani, i quali anche al tempo di Mosè adoravan
doravano come loro Dio il bue Api, la qual goffa idolatria fu imitata dagli Ebrei nel deserto col vitello d’oro, che costò la
22 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLII. Bellerofonte » pp. 317-320
ita sensazione all’occhio dei profani, qual fu immaginata ed eseguita dagli antichi Etruschi. 52. Quindi è che i Latini chi
, come a quella del fuoco, la cui sola proposta fanaticamente fattane dagli avversari del Savonarola ed imprudentemente accet
23 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — Introduzione » pp. 6-9
principalmente, che sin dai primi anni della ricuperata indipendenza dagli stranieri, è divenuta il libro nazionale degl’Ita
nione pubblica, che non debbano andar disgiunti gli stùdii letterarii dagli scientifici, nè questi da quelli, confido che il
24 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Appendice. » pp. -386
’esercizio della libertà pubblica era preceduto, convalidato, sancito dagli auspicj ; e, se spesso la scaltrezza del senato a
azio,145 s’erano ravvivate colla conquista d’Alessandro. Attraversata dagli eserciti macedoni, l’India avea dischiusi i suoi
raziamo le vostre sentenze, mentre al contrario di quello che s’opera dagli uomini, s’opera da Dio ; poichè quando siamo da v
25 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Indice alfabettico. » pp. -424
481. Antipatro, 670. Anubi, divinità Egiziana, 705. Api, bue adorato dagli Egiziani, 703. Apollo. Sua nascita, 96 ; — uccide
. Argo, architetto ; custode di Io, 89, 452. Argo, vascello costruito dagli Argonauti, 452. Argonauti, 452. Ariauna. Aiuta Te
tempesta che distrugge gran parte della sua flotta, 574 ; — si libera dagli incantesimi di Circe, 575 ; — sua discesa all’Inf
26 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVIII. Gli Dei Penati e gli Dei Lari » pp. 290-294
i e delle case ove questi Dei erano adorati37. Sappiamo infatti anche dagli storici essere stata comune opinione che quegli s
i della social convivenza. Perciò, oltre al distinguer gli Dei Penati dagli Dei Lari, e decider così la question mitologica s
27 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXX. Delle Divinità straniere adorate dai Romani » pp. 506-510
è chiamato ancora Seràpide ; sotto ambedue i quali nomi è rammentato dagli scrittori latini. Nel tempio d’Iside e di Seràpid
er significare ridurre qualcuno al silenzio. Trovasi anche rammentato dagli scrittori latini il Dio Anùbi, che gli Egiziani d
28 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — III. Classazione generale delle Divinità pagane e Genealogia degli Dei superiori » pp. 15-19
uella si deducono spesso i rapporti di causa e di effetto considerati dagli antichi nei fenomeni del mondo, e poi perchè freq
Ai sette pianeti visibili ad occhio nudo, e perciò conosciuti ancora dagli antichi, diedero questi il nome di sette divinità
29 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XV. Giunone regina degli Dei e Iride sua messaggiera » pp. 79-85
apire dalla sua aquila e rendendolo immortale. Il nome di Ebe fu dato dagli astronomi al sesto pianeta telescopico che fu sco
e di quelle persecuzioni di Giunone sono così splendidamente narrate dagli antichi, che i moderni poeti e lo stesso Dante no
30 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIII. Venère, Cupido e le Grazie » pp. 144-151
XXIII Venère, Cupido e le Grazie L’origine di Venere è narrata dagli Antichi in due modi. Omero dice che questa Dea è
o nuda e senz’alcun ornamento, in una conchiglia marina spinta a gara dagli zeffiri sulla superficie del mare182. I poeti agg
31 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVIII. Le regioni infernali » pp. 195-202
compagna indivisibile la Paleontologia, che consiste nel riconoscere dagli avanzi fossili di esseri organici l’esistenza ant
 » furon cancellate dal libro dei viventi e fossilizzate dal tempo e dagli occulti agenti chimici sotterranei, avremo anche
32 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XX. Mercurio » pp. 123-131
il Dio del Commercio. Da questi due principali nomi Erme e Mercurio e dagli attributi che per essi indicavansi, dedussero gli
col canto e coll’uso dei giuochi ginnastici, esercizii tanto pregiati dagli Antichi160. Perciò il culto di Mercurio era estes
33 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXII. Gli Oracoli » pp. 242-252
(labbro o bocca), sta a significare le risposte a voce che rendevansi dagli Dei ai mortali per mezzo dei sacerdoti281). Perci
equentissimo negli affari pubblici e nei privati, come sappiamo anche dagli storici di Roma. Gli Oracoli e tutti gli altri mo
34 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVII. Apollo considerato come Dio del Sole, degli Arcieri e della Medicina » pp. 92-103
a o copiata. Il Sole nel corso dell’anno percorreva una strada (detta dagli astronomi orbita, e più propriamente eclittica),
chia biancastra che di notte si scorge nel cielo, e che è detta anche dagli astronomi via lattea, e con greco nome Galassia.
35 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIX. Plutone re dell’ Inferno e i suoi Ministri » pp. 203-215
ze ; e Plutone re dell’Inferno fu chiamato frequentemente Orco e Dite dagli antichi poeti. Dante usò più volte la parola Dite
al 100° pianeta telescopico. Anche il can Cerbero ha ricevuto l’onore dagli astronomi che il suo nome fosse dato ad una picco
36 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXXI. Decadenza e fine del Politeismo greco e romano. Primordii e progressi del Cristianesimo. » pp. 511-
l’attenzione di tutti sulla nuova religione del Cristianesimo, perchè dagli ottimi effetti morali che quella produceva ne’suo
37 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIII. Osservazioni generali » pp. 260-263
vedono da per tutto brulicar gl’insetti e gl’infusorii. Sappiamo poi dagli scrittori ecclesiastici dei primi secoli del Cris
38 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVII. L’Apoteosi delle Virtù e dei Vizii » pp. 493-496
dere della Repubblica e nei primi tempi dell’Impero sappiamo non solo dagli Storici, ma dai poeti stessi imperiali, che la co
39 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IV. Una Divinità più potente di Giove » pp. 20-24
ompagne del Fato e ministre esecutrici dei suoi decreti aggiungevansi dagli Antichi la Necessità, la Fortuna e la Morte ; e q
40 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XI. Giove re del Cielo » pp. 55-59
el Dio filosofico, riconosciuto e affermato da Socrate, da Cicerone e dagli altri sommi greci e romani antichi. Ma disgraziat
41 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVI. Le Ninfe » pp. 279-284
fa è parola di origine greca, che fu adottata dai Latini e conservata dagli Italiani nello stesso duplice significato primiti
42 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cronologia Mitologica. » pp. 387-393
la favola e l’Odissea d’Omero. 1190. I Dorii e gli Etolii, condotti dagli Eraclidi o discendenti d’Ercole, ritolgono ai Pel
43 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXII. Marte » pp. 138-143
ta sapienza e integrità, che vi eran portate a decidere le liti anche dagli stranieri. Come poi in questo nome tanto del borg
44 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIV. Vulcano e i Ciclopi » pp. 152-160
l’agitarsi e quasi lo svolazzar della fiamma. Infatti è generalmente dagli Antichi venerato Vulcano come Dio del fuoco193 e
45 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXV. I Satiri ed altre Divinità campestri » pp. 270-278
festa di questa Dea celebravasi soltanto nelle campagne dai pastori e dagli agricoltori, per implorare la protezione di essa 
46 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVIII. Apollo considerato come Dio della Poesia e della Musica e maestro delle nove Muse » pp. 104-114
anche in italiano che Musica e Poesia nacquer sorelle ; e infatti sin dagli antichissimi tempi, sappiamo dalle istorie, che c
47 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVII. I Mostri marini Mitologici e Poetici » pp. 184-194
stragi e devastazioni. Tali ci furon descritte le più terribili Orche dagli antichi poeti, quella cioè che devastò la Troade
48 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXV. Bacco » pp. 161-172
no bisogno di spiegazione ; l’ellera colla sua freschezza era stimata dagli Antichi un. sedativo ai calori ed ai fumi del vin
49 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVI. Nettuno re del mare e gli altri Dei marini » pp. 173-183
uaci di questa ipotesi. Anche la moglie di Nettuno ebbe onori celesti dagli astronomi, i quali diedero il nome di Amfitrite a
50 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXX. Stato delle anime dopo la morte, secondo la Mitologia » pp. 216-231
sido di Tantalio, acido tantalico, ecc. Delle Danaidi fu dato il nome dagli Zoologi a certe farfalle che hanno nera la testa
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