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1 (1880) Lezioni di mitologia
on ha guari mi si rioffriva all’occhio uno dei vostri dotti opuscoli, colle cortesi parole da voi scrittevi per me: « in test
lla sua graziosa offerta » 1. Ed è pure da riferire la breve lettera, colla quale, trenta anni appresso, e’ consentiva la sta
potentemente valse a preparare, e da’ quali dovrebbe sorgere, insieme colle voci di alta riconoscenza per lui, frutto più cop
o rappresentati, e di combinare per quanto potrò la Mitologia scritta colla figurata; e per rialzare maggiormente la vostra f
to poeta, del « Primo pittor delle memorie antiche. » di quello che colla divina Iliade dettò i più sublimi concetti a Fidi
itto su questo soggetto un’operetta, che per l’utilità quasi gareggia colla famosa istoria dell’arte del disegno. I lumi di t
nel prospetto di queste Lezioni aver potuto imitare l’architetto, che colla facciata dell’edifizio ne raccomanda i più segret
nacque l’autore di quell’insensato progetto, che Iddio arrestò e punì colla diversità delle lingue. Sincello così n’espone la
ento riportato dal Begero si vede sedente collo scettro nella destra, colla corona raggiante sul capo, e con due segni dello
one e dei loro costumi. Orfeo, che molte cerimonie relio’iose istituì colla divinità dei suoi versi, viene accusato per alcun
egli, insidiando il padre mentre inviavasi al letto materno, gli fé’ colla falce quell’ingiuria che in lui fu ripetuta da Gi
la doppiezza e il giuramento. Ponto, cioè il mare, dal suo commercio colla Terra ebbe il giusto Nereo, Taumante, Forci, Ceto
eano e di Teti. Ftia ed Iperione generarono il Sole la Luna, l’Aurora colle dita di rosa; e Creio dal suo matrimonio con Euri
pallide divenivano, ed il sole appariva sull’oriente. Serti composti colle frondi degli alberi cari agli Dei ai quali sacrif
altare macchiato di delitto, grato non era il sacrifizio, e sicura la collera dei numi. Infatti, al dir di Giovenale, qual’osti
e diceasi primo libamento; quello per cui propiziavasi tenea l’altare colla destra, e finalmente la vittima percossa cadeva n
erci ed oro profondendo la vita. Sacrificavano a Giunone una giovenca colle corna dorate quei felici, che credevano aver sort
utate voi che esser possa la fede di chi i numi crede doversi placare colle colpe e col sangue dei mortali: Aspetterassi da c
come un sogno, e non è senno nè lode combatter coll’ ombra. Abuserei colla vostra indulgenza se non rimediassi colla brevità
atter coll’ ombra. Abuserei colla vostra indulgenza se non rimediassi colla brevità alla noia che in voi deve produrre l’arid
rupo. Lo circonda a gara Il volgo, i duci, e son vote le navi. Chi di colle minor le vette ingombra, d’altra rupe sull’acuta
i l’estremo fianco Lambe il flutto reteo. L’avversa parte Chiusa è da colle facile, che sorge A guisa di teatro. Era ogni lid
credenza che questa abominazione allontanasse l’ira divina, meritata colle scelleraggini, quasi le colpe con altre colpe pot
lantamente l’arte seppe loro infondere tanta vita da gareggiare quasi colle vive sembianze. È impossibil cosa di rintracciare
o dai potenti felici, il bisogno dei numi deve esser nato col tempo e colle sciagure. I mortali, da queste avvertiti, avranno
a Winkelman, ancora quando le arti fiorivano, significavano le statue colla parola ϰιων, cioè colona: tanto nei vocaboli sta
iade, potente più eh’ a privato non convenivasi; poiché, appena partì colla flotta, fu accusato e coU’esiglio punito. Ma di t
e preceder deggiono lo studio delle favole e la storia degli Dei, che colla scorta de’ Classici e dei monumenti mi accingo a
i Giove, e nel Museo Guarnacci si vede un simulacro, ove Giove stesso colla tazza nella destra pasce la regina dei volatili q
vigliosa dolcezza così riempisse il cuore dei numi. Il divino Pindaro colla maestà de’ suoi versi ci dipinge l’aquila, assisa
e membra. Quando dei veri sogni erra la schiera Per le tacite case, e colle nere Ali ricopre gli stancati letti, Allor dormia
tato il dono. Sorse tremante dall’aurato letto La fenicea donzella, e colle incerte Mani sostenne la pensosa testa, E il cor
era le salse onde fendea . Stupidi due la rimiravan. Giove Soavemente colla man divina La carezzava: al fianco eragli il Nilo
nto lumi; dal recente sangue L’augel nascea, che delle occhiute piume Colla pompa emular sembra le vele Di nave, che pel mare
ra, in mezzo stassi Regina Europa alle donzelle, e sola Degna le rose colla man divina Togliere al prato. Fra le Grazie appar
osi nel cuore, onde si cangiò in cuculo, e volò nei campi corintj sul colle già detto Tronace, che Coccige quindi, con greco
, coperse la terra di unica nuvola: Giunone si rifuggì sull’accennato colle , dove, simulando evitare il furore della procella
a? E noto a tutti che tanto figlio ebbe Giove da Alcmena, che ingannò colle sembianze d’Anfitrione marito. Nè minor vanto di
tà é per la critica dubbio; e qualora vi sia qualche parte di vero, é colla favola tanto confuso che é impresa ardita ed inut
le persone gli diedero, i quali influirono tanto nelle varie maniere colle quali fu dagli antichi rappresentato. Udite intan
i, ove suole Condurla spesso, la rimena e scioglie; Egli in cima d’un colle fa soggiorno, Che scopre la foresta intorno intor
ttro glie ne attribuivano gli Spartani. Gli Eliopoliti lo effigiarono colla destra armata di sferza, a guisa di auriga, e ten
Gordiano, scorgesi nel rovescio un’immagine nuda in piedi, appoggiata colla destra sopra un’asta, e col fulmine nella sinistr
ilenzio Giove Vimineo, che diede, o più probabilmente ebbe nome da un colle di Roma, dove fra i vimini l’antica semplicità al
ella capra Amaltea. Del titolo di Patroo dato al dio, e della maniera colla quale fìguravasi, vi fece in un’altra Lezione sag
nviene a sovrano. Ha l’aquila ministra presso di se; ed appoggiandosi colla manca allo scettro, sostiene ora colla destra pos
presso di se; ed appoggiandosi colla manca allo scettro, sostiene ora colla destra posata alle ginocchia il fulmine, sua arme
a la fede dell’iniquo patto. Tazio non tardo, i vigilanti cani Occupa colla spada: è tutto al sonno In preda. Giove, per la t
one, regina degli Dei, consorte e sorella del Tonante. La prima città colla testimonianza di Omero dà forza alle sue ragioni;
danno, e cagione perenne di lacrime al genere umano. Gran scusa alla collera di Giunone erano i continui furti di Giove; i qua
onne famose per impudicizia che avessero osato di profanare il tempio colla loro presenza. Devote pure le erano le oche ed il
la sfendone è un ornamento femminile, così detto per la similitudine colla fionda da lanciare, perchè anch’esso è largo nel
ar il tempio della Fortuna Equestre, volle l’antica superstizione che colla morte de’ suoi figli fosse della sacrilega rapina
aratterizzano abbastanza per Giunone, che velata appunto s’incontra e colla patera nelle antiche medaglie, che portano l’epig
olpito nelle monete loro il tridente. Nonostante i Tragici, dai quali colle finzioni fu violata l’antica semplicità mitologic
ro marino, onde il misero Ippolito fu trascinato dai cavalli che avea colle proprie mani nutriti. Devono pure agli amorosi fu
driano, intitolate a Nettuno Reduce, si scorge l’immagine di lui, che colla sinistra vibra triplice scutica, e colla destra e
corge l’immagine di lui, che colla sinistra vibra triplice scutica, e colla destra elevato tiene il tridente. Re fu detto dai
storato nel palazzo Verospi: errore derivato da una certa simiglianza colle sembianze fraterne. Ora, per vieppiù distinguerlo
e, e tentandole ad una ad una col plettro ne risvegliò l’armonia, che colla propria voce accompagnò cantando gl’immortali amo
o al tribunale di Giove, che rise vedendo l’accorto fanciulletto, che colla fascia nella destra negava accortamente l’imputat
i involato lo stesso giorno che nacque i buoi di Apolline, per quanto colla sua avvedutezza si avvisasse di celare ogni indiz
guisa appunto che si godeva dal Foro Romano l’ imminente Campidoglio colle sue fabbriche e coi suoi templi. In questo piano
altri, più probabile, dalla figura della statua di lui Erme nominata, colla quale comunemente gli antichi decoravano le loro
cato. Arpedoforo cognominavasi Mercurio dalla falce, o spada falcata, colla quale uccise Argo custode d’ Io sventurata. Strof
r nera, or dorata la cervice canina; nella sinistra porta il caduceo; colla destra verde palma brandisce. » Eccovi ordita la
ie vien rappresentato, nò l’ornato; poiché lo sogliamo sedente vedere colla benda, nè finalmente i capelli che crespi in ness
nio dio, gloria dell’avo Atlante, Che il fero culto del recente mondo Colla palestra ornasti, e col sonante Carme fecondo; T
lla scultura furono eternati dall’ammirazione degli antichi, non solo colla memoria che ce ne hanno lasciata nei loro scritti
solo colla memoria che ce ne hanno lasciata nei loro scritti, ma più colle repliche e copie eccellenti, delle quali erano pi
one del giovinetto mezzo nascoso dietro al tronco, indicata da Plinio colla parola insidiante, da Marziale col fanciullo insi
turare da questa statua. La nobiltà delle forme e la bellezza ideale, colla quale l’artefice lo ha caratterizzato, ce la fann
. Pausania, tesoro di pellegrine cognizioni per l’artista, c’istruirà colle sue stesse parole. «Vi sono molte tradizioni, e t
apanna. È grido che successivamente dell’api ne fabbricarono un’altra colla cera e colle loro proprie ali, e che la prima fu
do che successivamente dell’api ne fabbricarono un’altra colla cera e colle loro proprie ali, e che la prima fu agli Iperbore
a terra. « Ma l’opinione più comune è che Apollo vi.uccidesse un uomo colle freccio. il di cui corpo essendo rimasto insepolt
o. « Vogliono che Esiodo non fosse ammesso alla gara perchè non sapea colla lira accompagnare il canto. Quanto ad Omero, si p
do divenuto cieco, facesse poco uso del talento di ma-ritare il suono colla voce. « Nella XLVIII olimpiade Glaucia di Crotone
di quella di Leuttra. Gli Ateniesi hanno ancora edificato un portico colle ricchezze dei popoli del Peloponneso e dei loro a
i serve di altri nomi nell’Iliade, quando ci sappresenta Elena che va colle sue donne verso le mura della città. Sopra Elena
olor le furie a gara Accrescon rabbia all’animoso petto. E sì parlava colla doppia prole Sulla vetta di Cinto. Io che son mad
Apollo il core A lui trafìgge col fatato strale, Che svelle e spiccia colla vita il sangue. Damasittono intonso un colpo solo
e Correre a morte per diverso fato. L’ultima avanza di cotanta prole: Colla vesta e col suo corpo la madre La protegge gridan
tto di Belvedere. Voleva compiere la descrizione di quelle pitture colle quali Polignoto celebrò Delfo, ma pensando che ve
itardare neppur un momento di aprirvi il tesoro di quelle cognizioni, colle quali Winkelmann e Visconti illustrarono l’origin
eparabile dalla natura di un nume. L’arco, ch’ei regge ancora in alto colla sinistra, è già scaricato; la destra è un solo is
al trono, la collocò insieme col Laocoonte nel suo giardino Vaticano colla direzione, come si crede, del Buonarroti. Il marm
lebre Mengs) che non contento di aver rapita la meraviglia del secolo colle sue sorprendenti pitture, ha meritato ancora la f
perbo del domato mostro. Quando mirò curvar l’arco a Cupido, E disse: Colle forti armi che tenti, Fanciul lascivo? ai nostri
e la voce alfin: Se a me consorte Esser non puoi, l’albero mio sarai. Colle tue frondi, la mia chioma, l’arco E la cetra orne
d’Elicona; e i versi che v’erano sottoposti convengono perfettamente colle nostre statue: Il re saettator, figlio a Latona A
artefice ha voluto significare la ricchezza di questo abito di Apollo colla gemma che lo guarnisce sul petto. La clamide che
νες o cubiti. Intendiamo adesso quanto voglia significarsi da Tibullo colle citate parole opera di rara arte, e come convenie
achino, promontorio della Sicilia, fu chiamato il nume Libico, perchè colla peste vinse quei popoli che invader volevano le f
tavano in premio tripodi di bronzo. Diede al dio il nome d’Ismenio il colle Ismene, che sorgeva della destra porta di Tebe al
che le membra anelanti abbandonò sul giogo Cirreo, dopo aver coperto colle voluminose spire la terra spaventata. Cintio Apol
ta. Cintio Apollo fu chiamato dal monte di Delo, e divise questo nome colla sorella. Didimeo, perchè credevasi lo stesso che
io lume fa heto l’universo, rallegrando ancora le tenebre della notte colla luce che sparge nel volto della Luna. Filesio chi
co mentovato cantò: « Delio e Patareo Apollo, che i liberi crini lava colla pura rugiada Castalia, che tiene i gioghi e la se
i effigiato era Apollo nelle sembianze di un giovine senza barba, che colla destra teneva inalzata la sferza a guisa di aurig
lzata la sferza a guisa di auriga, e il fulmine e le spighe confondea colla sinistra. Dal catalogo di questi cognomi potete r
atterrito mondo. — Disse; e dal capo il genitor depose I raggi tutti. Colla mano impone Che gli si accosti, indi l’abbraccia
l’ardente carro Non oserian posarsi, e dell’immenso Olimpo il re, che colla man tremenda Vibra i fulmini suoi, paventa, o fig
ol; nel vano cielo Gli sparsi mostri minacciar rimira: Ma quando vide colla torta coda Lo scorpione vibrar l’atro veneno, Fuo
d i veloci cani bene nutriscano quando le linci ed i cervi non ferirò colle saette. Voglio inoltre tutti i monti: assegnami p
ustodia saranno le strade e i porti. — Così avendo favellato confermò colla testa i suoi detti. Andò quindi la fanciulla a Le
ste talare con un cervo che ha raggiunto, stretto da lei per le corna colla sua destra, e con una lancia da cacciatrice nella
; in molte piaghe All’alma irresoluta aprian la fuga. Ei more, e solo colla vita ha fine Il tuo furore, o faretrata dea. O
a di vinità le geste più illustri. Ora conviene parlare delle maniere colle quali Diana in diversi simulacri effigiata si ved
briglie Erran sul collo ai corridori alteri, Cui parlava col freno e colla voce. Ora inchinan la fronte e i mesti lumi Confo
E gialla squamma gli ricopre il corpo. Serpe feroce ed indomabil toro Colla coda più volte il mar misura. Freme la riva al su
d’acqua, vi posero del carbone pestato, e sopra esso pelli di montone colla lor lana. Aveva (Questo tempio, continua lo stess
di Spencer. Le medaglie ci rappresentano spesso questo questo tempio colla figura di Diana: ma il frontespizio, nel breve sp
il cinghiai s’avventa, e sbrana L’inerme ventre. Cade Anceo; la terra Colle fumanti sue viscere bagna. Verso la belva d’Issio
o foco Risplende, e grida: fatai rogo, avrai Tu le viscere mie? — Già colla destra Crudele afferra il ramo, e innanzi all’ara
li ottenne. Favellerò dei più famosi, perchè influirono sulla maniera colla quale fu presso gli antichi rappresentata. Luna f
eti. E favoleggiano che per Endimione pastore le stelle abbandonasse, colla speranza dei furti amorosi, che nei sassi del mon
avasi, e nei Monumenti Inediti di Winkelmann per ciò espressa si vede colla face e col cane. Illitia presso i Greci appellava
di passaggio il rapporto de’ moltiplici attributi dei quali è carico, colla divinità medesima, che n’ è il so^ra^etto. A ragi
come l’ immagine mistica della natura, o della terra medesima confusa colla natura stessa per essere la nudrice di quanto qua
n luogo di Minucio Felice l’attesta, che, guasto da’ critici, è stato colla sua vera lezione esposto e sostenuto da Luca Olst
a metà inferiore delle medesime, ma non sembra sì facile il supplirla colla immaginazione. Io per me credo che le lor gambe d
chi rivolse Gli occhi, gridando: Al tuo fallir mancava Che tu feconda colla prole al mondo La nostra ingiuria e il disonor di
cano. Osserva Fornuto che talvolta si figurava la Gorgone dell’ egida colla lingua fuor della labbra; e così esistono in Roma
ria che quella delle Belle Arti, e il parto del cervello di Giove che colle figlie di lui e della Memoria. Si vedevano perciò
o, onde colpevole, guidato dalle furie paterne, divenne. Gli Ateniesi colle spoglie di Maratona le costrussero un tempio. Ipp
il Visconti) che tien posato lo scudo a terra, gentilmente reggendolo colla manca, è tanto somigliante a quello della Minerva
ma, ma anche la grandezza dello scudo della nostra statua corrisponde colla riferita descrizione della parma. Che poi tale si
iuna immagine ci può meglio rappresentare Minerva che impugna l’asta, colla quale rompe l’ intere squadre d’eroi, contro cui,
non armata del suo consueto cimiero, che invece le si è fatto reggere colla destra, come lo regge nel bassorilievo di un’ ara
i più fra gli antichi che nascesse dal sangue della disonesta ferita, colla quale Saturno mutilò Celo padre di lui, e dalla s
vine forme di Citerea rivolse altrove gli occhi impauriti, si coperse colla veste il bel volto, e gridò: Tu m’ ingannasti, di
stremo Punto, ch’io ti ritrovi, e prenda, e stringa, E mescoli le mie colle tue labbra. Svegliati per un poco. Adone, e bacia
into. Perchè, audace garzon, seguir la caccia. Essendo tu sì bello? e colle fiere Perchè serrarsi tanto in dura lotta? — Vene
più illustri di Venere. La presente Lezione è destinata a tesservi colla serie dei cognomi più illustri di Venere l’altre
tutte le dee; non tanto la gentil positura in cui è situata, reggendo colla manca un panno ornato di frange per asciugarsi, c
di Venere in questi medaglioni è perfettamente simile, anzi la stessa colla presente statua: o si consideri la voltata del ca
Cesare — e a questo si riferiscono tutte le romane immagini di Venere colle armi. Non sono però queste giammai equivoche coi
cude il fabro Ad un ceppo accomanda; ha nella manca Salda tenaglia, e colla destra inalza Pesante mole di martel, che cala Co
renza pel re degli Dei, e ti sei dimenticato il suo comando? Frena la collera che t’ inspira la morte del figliuolo. Anche dei
che tanto gli aveva fatto osare. Giove guardandolo con occhi pieni di collera : Incostante e perfido, gli disse, fra tutti gli D
e vendicatore, si trova sopra delle medaglie; in alcune altre si vede colla lancia e col caduceo, come arbitro della guerra e
lcune d’oro della Repubblica romana offrono la testa barbata di Marte colla medesima fìsonomia. Udite da Stazio la descrizion
, lo indicò a Giove che mandò le Parche a Cerere perchè la giusta sua collera deponesse. Alcuni attribuiscono questo evento al
il soglio assiso Sta, per atroce maestà, tremendo. Squallido scettro colla man sostiene, E mesta nube la sublime testa Aspre
stinata ad arricchirne la serie già ordita, a favellarvi delle forme, colle quali gli antichi artefici effigiarono questa div
uogo a cagione dei suoi misteri che sembravano conciUare la filosofia colla religione, non farà specie che le si ergessero si
giori solevano iniziarsi, e nei minori si preparavano all’iniziazione colle lustrazioni. Queste facevansi ponendo le pelli di
avano, come ho notato di sopra, gl’iniziandi fra il canto e la danza. Colle due voci (grec), (grec), si acclama agli iniziati
glie Variati color: vince del loco L’aspetto i fiori, cresce in facil colle Il curvo piano, e movon varii rivi Lo strepitoso
a all’olmo. Non lungi è un lago, che i Sicani Pergo Chiamar: lo cinge colle frondi il bosco. La vista ammette nella cima, e l
pei fioriti campi Qui scherzar gode, e i dolci studii avviva Citerea colla voce e grida: Adesso Gite, sorelle, che sul biond
Cerere, o Proserpina, era nato. Aveva un tempio proprio; si effigiava colla fiaccola nella mano, e traevasi tra il canto, le
i rei e i debitori sicuri. Era vietato alle donne di andare ad Eleusi colle bighe, e gli asini avean l’onore di portare tutto
opinioni degli antichi, e d’illustrarle coi monumenti degli artisti, colle descrizioni dei poeti, per quanto lo concedeva la
afi’erma che tal nome loro fosse dato per la somiglianza che avevano colla Terra, reputata lo stesso che Vesta. Questa diffe
ogni genere di animali, che l’accarezza. È chiaro che confonde Vesta colla Terra. Sopra una lampade di bronzo del Museo Roma
altrui pegni serbate? — La nutrice tremò, mestizia cede Alla paura, e colla morte stessa Fuggir vorrebbe il sostener l’aspett
. — Per allontanare questa funesta immagine, l’artista adotta quella, colla quale Lucano felicita Nerone della sua maestria n
ansi neutramente i tempi dell’anno, al contrario dei Greci, dai quali colla parola (grec) feminina erano significate. In un’a
tra è Saturno turbato in vista e severo. Marte col suo elmo, e Venere colle chiome annodate pongono in mezzo la Terra: sotto
one. che da Ovidio ho tradotto: Eresittone selva a Cerer sacra Violò colla scure: immensa querce Stava con tronco annoso, e
e Driadi all’ombra dei sacrati rami Fean festive carole; anco sovente Colle destre in leggiadro ordin congiunte Cinser del tr
a diva stessa, non che a lei diletta Cotesta querce toccherà la terra Colla frondosa testa. — In colpo obliquo, Ciò detto lib
detto libra la bipenne; trema, E par che pianga di Dodona il legno, E colle frondi impallidir le ghiande Vedi e trarre il pal
peso molto bosco inchina. Le Driadi sorelle, in vesti negre Piangendo colla selva il proprio danno, A Cerer giunte dimandar f
pistrello, e con una fiaccola nella mano. Compirò il mio ragionamento colla descrizione di un simulacro di Arùore del Museo d
« Maggior sarebbe il pregio di questa bellissima mezza figura quando colla stessa probabilità che della precedente se ne pot
ra divinità, come appare da Tibullo, che dice: — E poi viene il sonno colle ali fulve, e i neri sogni con incerto piede. — Qu
n sempre serpeggia fra le lacrime dell’infelice. Ma s’egli lo ricopre colle sue penne può disprezzare la servitù, il dolore,
testa. Nella villa Albani si vede presso un piccolo altare, dormente colla testa appoggiata sopra le due mani poste sopra un
ovine genio che si appoggia sopra una fiaccola rovesciata, e sì trova colla parola Sonno sopra una pietra sepolcrale nella Vi
. L’ara che è ai suoi piedi é forse quella di Trezene, ch’ebbe comune colle Muse, e la pianta è per avventura il fatidico all
lla sinistra. In ambedue questi monumenti troviamo effigiato il Sonno colle ali alle tempie, forse per simboleggiare i voti c
entare quel filosofo. « Fra le molte immagini di questo placido nume, colle quali spesso compiacevasi l’antichità di rallegra
onno sembrò libera da’ lacci della materia, e più capace di conversar colle sostanze spirituali e divine. « Ma qual sarà il s
però il chiaro signor Herder è stato d’avviso che quantunque i genii colla face rovesciata veggansi certamente scolpiti atto
ba tante spighe La messe, o frondi il bosco. Appena entrava Iride, e colla mano i sogni opposti Fugò: splendeva la sacrata r
rremoti come reputavano i fiumi, i quali nelle medaglie sono indicati colle fòrme di toro. L’ Oceano fu amico dell’ infelice
erra era sorella maggiore di Saturno e zia di Giove. Ella si distinse colla sua prudenza ed amore per la giustizia; ed è quel
vella dì un tempio e di un oracolo che avea sul monte Parnaso insieme colla Terra, e ch’ella poi cedette ad Apollo. Temi avev
re. Questa dea, come osserva il signor Zoega, è stata sovente confusa colla Terra, quantunque ambedue avessero santuarii dive
arte della sua corona murale. Nei monumenti figurati la dea ora regge colla sinistra il timpano, mentre lo percote colla dest
igurati la dea ora regge colla sinistra il timpano, mentre lo percote colla destra armata di un plettro a più sferze, che inv
gante Preme, infrange le tenere piante. Alfìn colà venuto ove confina Colle sals’ acque il biancheggiante lito, E appo la mar
tali. Il quinto era giorno di riposo. Il sesto terminava la solennità colla purificazione della dea, il cui simulacro, unitam
ciata opposta. In questa si vedono effigiati i mentovati animali, che colle bende pei sacrifizj stanno all’ombra di un pino.
sse Saturno coi Titani, e che la sua pietà facendolo spergiuro, fosse colla moglie da essi incatenato. Giove volò per liberar
do abolire in Italia l’uso di questi sacrifizii, eresse un altare sul colle Saturnio, vi sacrificò vittime senza macchia perc
go nell’esporvi l’istoria di quella nazione. A Saturno si sacrificava colla testa scoperta, laddove sempre si coprivano, dice
a terra. La vite stessa si arrichisce di grappoli, che Giove accresce colla pioggria. Ignote lor sono le liti, ignoti i fòri,
Onde si dolga al mio dolor, risponde: Ciclope, Ciclope, ove. volasti Colla tua testa? se tesser canestri Tu volessi e cercar
ompiacere a lor desìo m’infìngo. Anch’io su terra fo la mia figura. — Colle Muse così l’amor pasceva Polifemo, e miglior vita
derni lo rappresentano, ma con uno scettro, che Pindaro chiama verga, colla quale questo dio assegna all’ anime il luogo eh’
lla riportata dal Fabbretti, e poi dal Cupero, che in tutto confronta colla presente, ed è a basso rilievo su un’ara a Serapi
imenti della nostra vita; ed Atropo, la più matura di tutte, tagliava colle forbici il filo. I Mitologi loro assegnano ancora
ente dal celebre Zoega, è accanto a Plutone effigiata una figura, che colla destra raccoglie il peplo, e che la sinistra fors
oglie il peplo, e che la sinistra forse appoggiava ad un’asce insieme colla mano perita. Il prelodato scrittore pensa che sia
sta guisa si scorge sulle medaglie. Sopra delle pietre incise si vede colla testa pendente in avanti, ed un ramo nella mano d
si vede colla testa pendente in avanti, ed un ramo nella mano dritta: colla sinistra ella solleva la sua veste, che ella tien
ad una statuetta di Villa Albani, la quale solleva, è vero, il manto colla sinistra, ma forse per accogliervi nel grembo alc
mo, la quale combina coir indubitate figure di Nemesi, e fra le altre colle più certe che sono in un medaglione del re di Fra
sperava ultrice dei suoi torti, e tale infatti la rese la perfezione, colla quale aveva condotto questo inimitabile lavoro. N
ima le minori penne; Segue alla lunga la più hreve, e credi Che quasi colle cresca; in questa guisa Sorge zampogna con dispar
Sembra anzi che il suo fato abbia molta relazione a quella necessità, colla quale ì filosofi pagani circonscrivevano la possa
rra, figurandolo addormentato, mentre la Fortuna prendeva delle città colle reti. Una vittoria splendida e gloriosa che sia s
aso ella versa acqua o vino in una coppa, che la Musa, caratterizzata colla lira, sostiene. Questa immagine è stata rappresen
rpretarsi per quella dell’Istoria, rappresentando la musa dell’Epopea colle solite tavolette. « Non dubito punto di assegnar
istintivo. Dissento in ciò dallo Schott, che dà questo nome alla Musa colla lira del piano di mezzo. Così nel sarcofago del C
ommedie di Terenzio in molti antichi testi che hanno: — rappresentate colle tibie destre e sinistre, pari o impari. — « Quind
basso rilievo dell’Apoteosi d’ Omero, Euterpe è quella Musa che regge colla destra due flauti, presi dal Kirkero per fiaccole
terza musa del piano superiore, che ha la cetra nella sinistra, e sta colla destra in atto di gestire e recitare. Questo gest
allegorica dei conviti, i quali avevano presso i Greci lo stesso nome colla nostra Musa, e che perciò dovevano esserle sacri.
a Musa, e che perciò dovevano esserle sacri. Fi vestita di una tunica colle maniche sino a mezzo braccio strette con borchie,
nni e delle danze sacre, che poi si accompagnavano indispensabilmente colla lira, hanno indotti gli antichi artefici, consent
sar Erato in quella figura l’acconciatura della testa, ch’è la stessa colla quale si rappresenta Safi’o nelle monete di Lesbo
vien dire altrove. La pittura ci comanda di guardare al solo Anfìarao colle stesse corone e col lauro fuggente sotto terra. I
un uomo che gli palpita accanto, questa fanciulla profetessa vestita colla stola, che riguarda la scure che cadrà sopra lei,
o chiuso circondando Agamennone, lo percosse con questa doppia scure, colla quale gli alberi più grandi si taglierebbero. Se
molto a crederla una Polinnia, giacché, oltre la somiglianza del capo colla nostra, favorisce questo sospetto la somiglianza
che la quinta, la quale sta appoggiata col gomito ad una rupe, e così colla destra si sostiene il mento che non le sarebbe po
Erato. Queste Muse sono qui collocate come simboli delle attrattive, colle quali Paride s’ insinuò nell’animo della sposa di
agione abbia lo scultore di quel bel bassorilievo rappresentata Erato colla cetra, come ministra della seduzione della bella
Spartana. « Questa figura di Polinnia in atto di sostenersi il mento colla mano, e tanto replicata, la stimo di molto antica
diversamente dal consueto, non essendovene, come già notammo, alcuna colla maschera. L’ altra poi dalla quale è stata tratta
identemente provato da un’altra statua antica, precisamente la stessa colla nostra, la quale si ammira nel ripiano delle scal
inciso a caratteri antichi Urania, che ne determinano il soggetto, e colla certezza medesima determinano la nostra, eh’ è pr
to, vorrebbe lamentarsi s’ella ardisse, abbracciando il caro fratello colle sue forti e robuste braccia. Ella rattiene non os
le braccia e del capo, pure non giudicherei che fosse stata destinata colle altre alla medesima collezione, e per la notabile
te incerate, dette da’ Latini pugillares e pinacides dai Greci, e sta colla destra alzata, che reggeva anticamente lo stilo,
han costumato di registrare i loro versi su di simili tavolette, che, colla facilità che offrivano di cancellare lo scritto,
ndo l’uso che osserviamo più comune nei monumenti, per non confondere colla musa della Storia quella dell’epica poesia, ha da
i tripode. La quinta moneta rappresenta una Musa senza verun simbolo, colla destra involta nel manto, e dalla parte del dritt
enefìzii; «Ora dirò perchè le Grazie sono tre, perchè sorelle, perchè colle mani unite, perchè ridenti, giovani, vergini, con
da un convalescente al dio della Medicina, fondato sull’analogia che colla gratitudine hanno le dee. E a questa, soggiunge,
pite in un bassorilievo Capitolino, •l’unione delle quali coi fonti e colle Naiadi, al cui onore è dedicato il monumento, non
atti, in un bassorilievo pubblicato dallo Sponio si vede un fanciullo colla penula cuculiata, di cui è rivestita la figura de
idere i figli di Euristeo. Voi avete udito in Euripide che affrettava colla sferza i cavalli uniti alla biga terribile per sa
ente bellezza di questa scultura non può rappresentarsi abbastanza nò colle parole, nè col disegno: le prime non la dipingera
là lo descrive Luciano. « L’analogia di teste sicuramente bacchiche, colle chiome nella stessa guisa disposte che quelle che
i primi La disprezzan, l’abbraccian: quindi tutti Trae seco, e scote colle cento bocche Le tremanti città. Questa la Dea Min
in lunghe tele Sanno ingannar la spaziosa notte. Questa, col pianto e colla nota veste Di Neera incontrò la Diva, e disse: So
glie i baci E sopra i letti raddoppiare, e fìsse Yi stan col pianto e colla vista. Alfine Lascian le case, e i talami infelic
e istesse, Non armerem le destre? Ah: mentre tace La notte, e traggon colle schiave spose I nuovi sonni, un non so che di gra
li? vi si vedrà giungere un giorno Semele e Bacco, e brillare Arianna colla sua corona? No, dice Marte, o piuttosto l’Invidia
dea marina, madre di Palemone. Ma Giunone avendo minacciata della sua collera questa nuova nutrice, Mercurio ritira il nume bam
go di tutto: finisce per chiederlo a Giove, e sollecita questa grazia colle più vive istanze. Qui il poeta ci fa la descrizio
alza tortuosamente intorno alla vite, ed agli alberi i quali protegge colla sua ombra. Bacco prende il nuovo frutto, lo sprem
ra brillando nel cielo e formando la settima stella delle Pleiadi, dà colla sua apparizione a Bacco il segnale felice del com
ca. Arriva sulla terra fertile di Alibe, che il tranquillo Eudi bagna colle sue acque. Quivi un pastore nominato Brongo ricev
co. Il nume lo respinge vigorosamente, e Oronte dopo essersi trafitto colla sua spada cade nel fiume al quale dà il suo nome.
quel volto istesso Intrepido ai nemici. Il suo trofeo Sostenne appena colla mano, e vinto In Andromeda fu. Le rupi istesse Gi
i è la descrizione di un sogno che ha lo dio, nel quale la Discordia, colle sembianze di Cibele, viene a rimproverargli i suo
col quale Licurgo era stato allevato. Ornava le porte del suo palazzo colle teste degl’ infelici che aveva uccisi, come Polif
icatamente secondo il costume lidio. Ippodamia è in abito nuziale, ma colla faccia scoperta, onde nulla le contrasti la vista
iamare il suo marito. Intanto dei piccoli amorini danno fuoco al rogo colle loro fiaccole. Ed è ben giusto che la loro fiamma
suo fratello. Eurimedonte invoca Vulcano loro padre, che copre Morreo colle sue fiamme. Ma l’I daspe padre di Deriade l’ esti
a trovar Morfeo, e nelle sembianze della Notte lo persuade a vincere colla sua quiete gli occhi del re degli Dei, onde servi
il padre, Il padre tuo, che nel furor di Bacco I barbari villani han colle scuri Ucciso. figlia, te beata io chiamo: Tu dell
olto ildisco contro il giovinetto: Ma tu ridi del dolore di Apollo: e colle ali alle tempia con insultante fìsonomia ti prepa
ioni, come specialmente si vede in Ovidio, in Fulgenzio; le innestava colle greche favole, finché i Poeti ancora fra noi died
agini dei numi agresti, seguaci e compagni di Bacco. Osservandoli ora colle membra inferiori caprine, ora colle orecchie solt
mpagni di Bacco. Osservandoli ora colle membra inferiori caprine, ora colle orecchie soltanto, e talvòlta colla coda e colle
lle membra inferiori caprine, ora colle orecchie soltanto, e talvòlta colla coda e colle corna; or in senile, or in giovenile
feriori caprine, ora colle orecchie soltanto, e talvòlta colla coda e colle corna; or in senile, or in giovenile età, si è da
tanze del dio Pan; il nome di Fauni a quelli che coll’orecchie sole e colla coda e qualche volta con un principio di corna si
età in un bel gruppo da Pausania osservato e descritto. La perfezione colla quale il valente artefice ha espresso il suo conc
ili lamine di rame infilate eoa un fìl di ferro, di modo che battendo colle mani il cembalo, venivano a risonare. In un camme
ero detti timpani onde Catullo scrisse: Percotevano l’altre i timpani colle vigorose palme — ed erano perciò leggieri e sempl
arle mentre si vendemmia; al che allude quel di Euripide: Rallegrarsi colla tibia, posar le cure quando verrà l’uva. — E nell
Fauno coturnato e cinto intorno a’ fianchi di breve pallio gli segue colla sua face; e il gruppo di un’ altra Centauressa, l
a perduto la naturai fortezza del suo ferino carattere, idea espressa colle mani avvinte dietro la schiena, positura propria
, e nella forma dell’orecchio un certo che di cavallino, che si mesce colle sembianze umane, e forma dell’uomo e del cavallo
guerreggiando, e nei tirsi sotto foglie coprendo la punta dell’asta, colla quale uccidevano i malcauti, sebbene a queste anc
uovo vino e delle feste fatte in quell’occasione: il resto han comune colle Baccanti trovandosi per titolo dell’ Idilio di Te
n’otre sull’omero manco, una Baccante ubriaca, che sostien lentamente colla sinistra un timpano o tamburello, e vien sorretta
amo veduti prestar servigio in più monumenti: uno col tirso e l’altro colla ferula e diademati ambedue, perchè il diadema fu
vazione del destro braccio. La statua di Sardanapalo alzava la destra colle dita disposte in guisa da fare uno scoppio, col c
n giù, secondo il costume, e col femore sinistro snudato. Si appoggia colla manca allo scettro, colla destra alla rocca, che
e col femore sinistro snudato. Si appoggia colla manca allo scettro, colla destra alla rocca, che colle del puerperio quindi
o. Si appoggia colla manca allo scettro, colla destra alla rocca, che colle del puerperio quindi fu detta. Egli è certamente
primo luogo Lucina o Illitia dea del Puerperio: essa è simboleggiata colla man destra aperta, gesto relativo alla facilità d
e non avendo nessun particolar distintivo, sendo lo scettro che regge colla sinistra fregio comune d’ogni deità, pur non dubi
ì per le sue relazioni col nume che nasce, sì per l’altre più cognite colle deità seguenti, che abbastanza vien contrassegnat
la dea Cerere gentilmente anch’essa avvolta nella sua palla, o peplo, colle spighe, dono da lei fatto ai mortali, nella destr
opria di Bacco, nella sua nebride, che pendente dall’omero e raccolta colla manca fa seno. Un tal costume dal rito dei sacrif
oni che la natura fornisce a decorar le scaturigini delle sacre acque colle immagini delle Ninfe dormenti: quindi cotanti sim
sservatore. Nelle feste licee del dio Pan si usavano simili striscie, colle quali nelle licenze di quei giuochi percuotevano
osservato. Il fanciullo Aerato è sul suo cocchio medesimo, e il nume colla ferula nella manca, e la destra in atto di riposo
i del cocchio sono in mano del Genio di Bacco, il quale appressandosi colla destra alle labbra la siringa settemplice, si reg
umi. Ercole nudo interamente siede sulla spoglia del leone, e alzando colla destra la clava che appoggia all’ omero, abbracci
e, e alzando colla destra la clava che appoggia all’ omero, abbraccia colla sinistra Bacco. Questi ha nella destra il suo can
al forma del gruppo intero. L’otre già lento e quasi vuoto che scende colla bocca sossopra dall’omero manco del secondo Faune
del lusso dei predii rustici e delle antiche ville, che contrastavano colle fabbriche più grandiose delle città. « Le dieci f
lve, onde sì vantarono in un epigramma greco di ritornar dalla caccia colla testa di uccisi leoni. Le Baccanti. « Quantunqu
batter del timpano inventato dai Corjbanti, ch’ella ha nelle mani, e colla tibia che ispirano i suoi compagni. Un flauto è a
2 (1831) Mitologia ad uso della gioventù pp. -
Si rappresenta questo Dio sotto forma di un veochio con lunga barba, colle ali e con una falce in mano, emblema del tempo, i
ebbero cura e la nutrirono. Essa ha gli stessi attributi di sua madre colla quale è soventi confusa. I suoi sacerdoti chiamat
Quello di Olimpico era il principale perchè dicesi che facesse dimora colla sua corte sul monte Olimpo in Macedonia. Il faggi
vari stratagemmi, tutti questi furono attribuiti ad un solo, e ornati colle favole delle trasformazioni ; ma che per la piogg
ppe i custodi di Danae, pel toro la nave che aveva l’insegna del toro colla quale rapì Europa, ecc. Giunone Giunone fi
promise Deiopea, la più bella delle sue Ninfe, se faceva perire Enea colle sue navi ; ma Enea fu protetto da Venere. Avendo
viare il dolore di questa Dea ordinò che Proserpina passasse sei mesi colla ma dre e gli altri sei col marito. Era Cerere ven
oscenti istituirono in onore di questa Dea una festa che si celebrava colla più grande magnificenza in Eleusi, ov’ ebber prin
emplice, nobile e grave ; armata da capo a piedi, coll’elmo in testa, colla lancia in una mano, come Dea della guerra e collo
estinò a presiedere alle battaglie. Marte amò passionatamente Venere, colla quale suo marito Vulcano il sorprese ; questi for
te Ida in Cipro, Acidalia dal fonte Acidalio in Beozia ove dicesi che colle Grazie usasse di lavarsi soventi. Volle che le si
le gregge con epidemie, distruggendo le messi ed umiliando i genitori colla perdita dei figli. Il cervo e la cerva le erano p
la bellezza, in abito da cacciatrice, coi capelli annodati di dietro, colla faretra su di una spalla, con un cane al fianco,
atta dell’universo co’suoi fratelli toccò a lui l’impero delle acque, colle isole e tutti i paesi vicini, e fu detto Dio del
unghi crini, con volto sempre smunto per fame, col corpo di avoltoio, colle ali, con unghioni ai piedi ed alle mani, e con or
, snello di corpo, col caduceo in mano, qualche volta con una borsa e colle ali alla testa ed ai piedi. Ora nudo ed ora con u
to per far scaturire delle fonti di vino ; si raffigurava delle volte colle corna in testa ; perchè ne’ suoi viaggi si era co
della pelle di un capro. Suoi seguaci erano i Satiri, che figuravansi colle orecchie, le corna e le gambe di capro, ed il vec
sse. Stava ne’ campi dell’Enna Proserpina figlia di Giove e di Cerere colle compagne cogliendo fiori. Plutone la vide, ed inv
na velati. Boschetti imbatsamati, selve di rosai e di mirti coprivano colle fresche loro ombre le anime fortunate. Solo il ro
enea la conocchia, Lachesi rigirava il fuso e Atropo tagliava il filo colle forbici allorchè la vita di ciascuno era giunta a
le quali gettavanli nel più gran delirio, che sovente non cessava che colla loro vita. Gli Dei le impiegarono anche a punire
che colla loro vita. Gli Dei le impiegarono anche a punire gli uomini colle malattie, le guerre e gli altri flagelli dell’ira
torelle. Si rappresentano con severo sembiante ed in aria minacciosa, colla bocca spalancata, con abiti neri e insanguinati,
i per lo più in veste nera sparsa di stelle diceasi abittue l’Inferno colla Morte, col Sonno e coi Sogni suoi figli. La morte
bile tra le Dee. Se le sacrificava un gallo. I poeti la rappresentano colle sole ossa, in veste nera, sparsa di stelle, colle
ti la rappresentano colle sole ossa, in veste nera, sparsa di stelle, colle ali e molte volte con una falce in mano. Il Sonno
i a questo Dio onori straordinari. Pane si rappresenta rosso in viso, colle corna in testa, lo stomaco coperto di peli, la pa
no. Il primo era particolarmente Dio delle selve e si rappresenta ora colle corna e metà del corpo di capra, ora con tutta l’
o tutti rappresentati metà uomini e metà capri con le corna in testa, colla sola differenza che i Satiri si rappresentavano c
arle superare l’avversione che aveva per le nozae e riescì a piegarla colle persuasioni avendo prese le sembianze di una vocc
rcava di avvicinarlo. Da altri fu detto che Proteo era un oratore che colle attrattive della sua eloquenza conduceva a suo ta
a. Si rappresenta sotto la figura di un giovinetto con faccia serena, colle ali di farfalla ed incoronato di ogni sorta di fi
di becco, orecchie di capra, coronato di foglie di vite o di alloro, colla barba e la chioma scomposta e con una falce in ma
. Dopo le preghiere ed il sacrificio della vittima, i due proprietari colle rispettive loro famiglie, davano un banchetto cui
i figli, dei quali sei maschi e sei femmine che si maritarono gli uni colle altre, avendo forse con ciò voluto indicare i dod
one le terribili potenze dell’aria, si credette di poterne coi voti e colle offerte disarmare lo sdegno ; e il loro culto dal
ppresenta solitamente come un fanciullo ignudo in età di 7 in 8 anni, colla fisonomia di uno sfaccendato ma maligno, per dimo
dormentato, con l’arco e il turcasso ai piedi ; o coll’elmo in testa, colla picca sopra una spalla e collo scudo in braccio,
esse alla luce prima del termine e che nascesse estremamente debole e colle mani sulla bocca, come i figli stanno nel seno ma
po Titone sposò Cefalo, avendolo prima rapito a Procri di lui moglie, colla quale lo mise in discordia per farsi amare ; ma n
per farsi amare ; ma non passò molto tempo che Cefalo si rappacificò colla moglie. Avendo egli uccisa inavvertentemente Proc
iva i beni ed i mali a capriocio. I poeti la dipingono cieca e calva, colle ali ai piedi, uno de’quali tiene sopra una ruota,
face nella mano destra che sta per cadergli, e in atto di appoggiarsi colla sinistra sopra un tronco. Gli si fa tenere da alt
ata con un ramo d’olivo in una mano, e nell’altra una fiaccola accesa colla quale incendia un trofeo d’armi. Presso i Greci e
ttenti eccitando il loro furore. Questa Dea è stata dipinta infuriata colla spada in una mano, lo scudo nell’altra, in atto d
o quanto rincontrano sul loro cammino. Le sta vicina la Discordia che colle sue faci mette fuoco ai tempii ed ai palazzi ; ed
tutte respingeva le nubi ; le immense balene e tutti i marini mostri colle loro narici producendo un flusso e riflusso dell’
mede redi Sciro, e nipote dell’Oceano e di Teti gran dea delle acque, colla quale fu da quasi tutti i moderni confusa. Si dis
la costrinse finalmente a cedere. Le nozze si fecero sul monte Pelia, colla più grande magnificenza, e tutte le Deità celesti
tte la moglie. Teti sdegnata d’essere stata conosciuta, se ne ritornò colle Nereidi. Alcuni dicono ch’essa gittava i suoi fig
ini ove non si fosse acquistato l’odio degli Ateniesi e dei Magariani colla guerra che fece loro per vendicare la morte del p
ello di quello d’Egitto, espressamente per rinchiudervi il Minotauro, colla differenza che quello era coperto ed oscuro e que
buiscono l’invenzione della scure, del trapano a mano, dell’uso dolla colla di pesce e del livello. Egli si rese specialmente
a perdere la vita dall’Areopago, ma egli si sottrasse alla giustizia colla fuga, e si rifuggì nell’ isola di Creta, dove fu
one, dava egli a credere che in quel tempo avesse delle conversazioni colle marine Deità. Malgrado però di tutta la sua abili
n lunghi discorsi intanto che Giove si tratteneva in intrighi amorosi colle Ninfe di Giunone. Eco amò Narciso e lo seguì per
ntichi hanno riguardato le Muse come dee guerriere e le hanno confuse colle Baccanti. Non solo furono poste nel rango delle D
opra i monti ove s’aggiravan le Muse. Avevano Apollo alla loro testa, colla lira in mano e coronato d’alloro. Si dipingono gi
e non amando le belle lettere distrusse i luoghi ove erano coltivate. Colla musa Urania non bisogna confondere Urania o la Ve
ascere o emergere dalla spuma del mare. Difficile sarebbe l’esprimere colle parole tutti i pregi di quest’immagine divina. È
la loro dimora coi Centauri, col gigante Briareo, coll’Idra di Lerna, colla Chimera, colle Arpie e con tutti gli altri mostri
coi Centauri, col gigante Briareo, coll’Idra di Lerna, colla Chimera, colle Arpie e con tutti gli altri mostri immaginati dai
vano la Libia presso il lago Tritonide ; che furono soventi in guerra colle Amazzoni loro vicine ; e che Ercole finalmente le
sistenza secondo molti mitologi al di là de’ 9000 anni non combinando colla durata degli alberi. Queste Ninfe erano grate a c
i de’ Satiri. Le Naiadi sono dipinte giovani, avvenenti e d’ordinario colle braccia e le gambe ignude, appoggiate ad un’urna.
rebbero elleno perite. Le incantatrici non tralasciarono di arrestare colla loro armonia tutti coloro che giungevano a quella
ssami di coloro che erano in tal guisa periti. Ulisse dovendo passare colla sua nave dinanzi alle Sirene, e avvertito da Circ
assare colla sua nave dinanzi alle Sirene, e avvertito da Circe, turò colla cera le oreochie di tutti i suoi compagni, e si f
iedero il nome di Neapolis presentemente Napoli. Le Sirene dipingonsi colla testa ed il corpo di donna fino alla cintura e la
iare la lingua in pena di aver manifestato a Giunone gli amori di lui colla ninfa Giuturna figlia di Dauno e sorella di Turno
festava i contorni di Nemea, celebre città dell’Acaia, e dopo avergli colle mani squarciata la gola, ne trasse la pelle di ou
cui trovavasi molto incomodato dagli ardenti raggi del Sole, andò in collera contro questo pianeta e tese l’arco per dirigere
in Napoli lo rappresenta in atto di riposarsi sopra la clava, vestito colla parte superiore della pelle del leone. Alcune vol
o scorgevansi due colonne dette egualmente di Ercole volendo indicare colle une e colle altre il termine dei viaggi di questo
i due colonne dette egualmente di Ercole volendo indicare colle une e colle altre il termine dei viaggi di questo eroe verso
atelli. Conscio che fu Acrisio della nascita di Perseo fecelo esporre colla madre in una sdruscita nave nel mare sperando che
ostro. Cefeo padre di Andromeda e la madre di lei Cassiopea accolsero colla più grande gioia Perseo, che riconobbero pel libe
cielo. Si narra da altri che Giove lo condannò veramente a sostenere colle sue spalle il cielo per aver prestato dei soccors
Atlante si rappresenta per l’ordinario in atto di sostenere un globo colla testa, il collo e le spalle. Atlante ebbe da Pleï
asportate in cielo da Giove e convertite in astri, per sottrarle alla collera di Giunone che voleva punirle delle cure da esse
comando del padre, sicchè questi vedendo da lungi tornar il naviglio colle nere vele, e credendo il figlio estinto, per duol
e e di Melata moglie di Issione, invidioso della gloria di lui, venne colle sue genti nell’Attica per provarsi con esso : ma
ani cangiato l’odio e l’invidia in ammirazione ed amore, si strinsero colla più ferma amicizia. Giovò assaissimo a Piritoo l’
lità di colui da cui traevan la loro origine. I due fratelli legatisi colla più stretta amicizia, sì teneramente si amavano c
pero. Non gli restava a fare che un passo ed avrebbe riveduta la luce colla sua amata Euridice ; l’impazienza lo tradisce, eg
che Dirce aveva fatto subire alla loro madre radunarono delle truppe, colle quali s’insignorirono della città di Tebe, uccise
sso Lino che insegnò la musica ad Ercole, il quale in un trasporto di collera lo uccise con un colpo di lira, perchè lo aveva a
istenza credeva poter abbisognare nella sua intrapresa. Giove promise colla voce del tuono il suo soccorso a quella truppa di
re della Colchide, famosa maga, divenisse amante di Giasone affinchè colla sua arte lo assistesse a superare tutti i pericol
r salvare il suo amante. Le condizioni prescritte da Eete a Giasone e colle quali acconsentiva di rimettergli il vello d’oro,
o furore, che rivoltisi l’un contro l’altro tra di loro si uccidono ; colle erbe incantate e colla magica bevanda dategli da
l’un contro l’altro tra di loro si uccidono ; colle erbe incantate e colla magica bevanda dategli da Medea addormenta il dra
e. Quivi gli Argonauti si dispersero e gli sposi ritornarono a Iolco, colla gloria di aver riuscito in un’impresa in cui Gias
ga di ciò Medea per isfogare vie più il suo furore uccise essa stessa colle proprie mani sotto gli occhi di Giasone i due fig
no consolarsi per tal perdita e fecero eccheggiar le ripe all’intorno colle loro grida. Argo figlio di Alettore co’legni del
te re di Licia, padre di sua moglie, e lo fe’portatore di una lettera colla quale istruiva il suocero dell’oltraggio che cred
ulcano ardeva perfino nell’acqua e non potevasi estinguere se non che colla terra. Meleagro, Atalanta ed Ippomene Mele
coloro in pena di siffatta risposta, videro giungere Mida col padre e colla madre sopra di un carro, e allora, più non dubita
iss’egli, qualunque sia la maniera di snodarlo ; ed avendolo tagliato colla spada, in tale guisa deluse e compì l’oracolo. N
reggiar con esso nel corso de’ cocchi, nel quale egli era abilissimo, colla condizione, che se taluno fosse rimasto vincitore
a vendicare la morte del loro avo. Tindaro accordò loro delle truppe colle quali assalirono e vinsero Tieste, che trattarono
er mezzo degli Oracoli credeva l’uomo di avere un immediato commercio colla divinità. Il desiderio sempre vivo e sempre inuti
i un tripode, scranna piccola con tre piedi, che Apollo aveva coperto colla pelle del serpente Pitone. Quando costei voleva p
a le cerimonie religiose dei gentili bisogna annoverare le Espiazioni colle quali pretendevasi purificare i colpevoli non che
lto o all’insù ovvero orizzontalmente ; il giavellotto che lanciavasi colla mano, o la saetta, che si scagliava coll’arco al
3 (1824) Breve corso di mitologia elementare corredato di note per uso de’ collegi della capitale, e del regno pp. 3-248
elementare, utile, istruttivo : accresciuto e corretto dall’autore, e colla giunta di un trattato sulle Divinità favolose ado
to sulle Divinità favolose adorate dai Napoletani ne’ secoli vetusti, colla spiegazione delle anticaglie, che oggigiorno anch
a di religione dagl’Iddj ad essi presentato, e che i Poeti, ed i Savj colle cure più sollecite avevano custodito1. I dotti si
pennello de’ più valenti artisti. La Mitologia se più non ha rapporti colla Religione, ha però un tempio nel Regno delle bell
rra nacquero i Giganti, e le tre Furie : quella parte, che si mischiò colla schiuma del mare produsse Venere detta altresì Af
a guerra a Saturno1. Diede inoltre una bevanda allo stesso suo padre, colla quale gli fece recere i figli da lui precedenteme
ta fra i poeti un’idea più nobile di Giove, ce lo dipinge accigliato, colla fronte coverta da nuvole, coll’aquila accanto, ed
usa. Vedremo non di rado Giove sotto la figura di un ariete, o almeno colle corna di questo animale, detto perciò Giove Ammon
voce, che fu udita nel suo tempio in occasione di un fiero terremoto, colla quale si avvertivano i Romani di sacrificare una
tro. Egli sospese in aria Giunone per mezzo di due pietre di calamita colle incudini attaccate ai calcagni, dopo averle legat
in grembo a Teti. Come Dio delle arti ci rappresentano i poeti Apollo colla lira fralle mani, e corteggiato dalle Muse. La su
tato l’Oracolo, la cui risposta fu che Laomedonte poteva disarmare la collera degli Dei nel solo caso ch’esponesse al mostro la
ilettavano delle cantilene di questo satiro, e lo piansero tanto, che colle di loro lagrime crebbe di molto il volume delle a
passo, un globo, ed altri istromenti matematici, oltre una bacchetta, colla quale fa le dimostrazioni delle sue lezioni. Ecc
estinò per isposa. Psiche è rappresentata come una ragazza ingenua, e colle ali di farfalla. Vulcano. Si è già detto, che
ra quello di porgere il nettare agli Dei. Vero è, che la poca grazia, colla quale esercitava le funzioni di coppiere, fu cagi
una fiaccola accesa in una mano, e nell’altra una sferza di serpenti, colla quale ffagellavano le ombre a loro consegnate. Va
ato a’ piedi di una rupe, che sembrava ad ogn’istante di schiacciarlo colla sua caduta. Il gigante Tizio, che ardì di attenta
r consolarsi di tal perdita, tagliò alcune canne accozzandole insieme colla cera, e ne formò uno strumento musicale, chiamato
Satiri,ABCD e Fauni. Sono rappresentati così gli uni, come gli altri colle corna, e piedi di becco, non altrimenti che Fauno
lo, ove perderono la proprietà dianzi ricevuta. D’allora questo fiume colla sua corrente trasporta scagliette d’oro. Ritornan
agni di Amore. I poeti sovente lo dipingono in aria di un bel garzone colle ali di farfalla. Le Sirene. Le Sirene erano t
esi filava i varj accidenti della vita, ed Atropo ne tagliava il filo colle forbici. Sorde ai prieghi dei mortali seguivano i
i ultimi istanti della nostra vita. Ella è dipinta come uno scheletro colle ali, ed una falce. Gli antichi non offrivano voti
opra una pietra quadrata per dimostrare la solidità de’ suoi giudizj, colla bilancia in una mano, e con una spada nell’altra
ano, e nell’altra una bilancia rappresenta Temi, Dea della giustizia. Colla bilancia ella pesa le azioni di ciascuno, ed egua
azioni di ciascuno, ed egualmente giudica del merito di chicchessia : colla spada punisce i malfattori. Il di lei tranquillo
uramenti concepiti per lei. Vien dipinta con veste di color bianco, e colle mani giunte, segno della fede data, e ricevuta. A
idente per meglio ingannare. Il resto del corpo terminava in serpente colla coda di scorpione. Una stretta di questa coda cag
cattiva razza ; ma per non confondere i giusti cogli empj, intraprese colla guida di Mercurio un viaggio sulla terra, e si fe
onidi. Nascosto sotto l’egida vinse le tre Gorgoni, e ritornò in Argo colla testa di Medusa, di cui si servì per cangiar gli
i di prendere vendetta dell’oltraggio a lui fatto. Bellerofonte partì colla scorta degli Dei protettori dell’innocenza, e del
ttere con un mostro terribile chiamato la Chimera, di razza immortale colla testa di lione, il corpo di capra, la coda di ser
Bellerofonté era superiore ai perigli, gli diede sua figlia in isposa colla metà del suo regno ». Minosse. Gli Ateniesi a
sostenere l’oltraggio. Castore uccise Lincèo, che da Ida fu vendicato colla morte del primo. Polluce vendicò parimente Castor
fu vendicato colla morte del primo. Polluce vendicò parimente Castore colla morte di Ida. Polluce perchè figlio di Giove era
sì grande restasse senza compenso. Scese tosto all’inferno : combattè colla Morte : la vinse, e rimenò la tenera Alceste al s
iavo divenne amante, e per guadagnarsi l’affetto di Onfale si ridusse colla conocchia a filare tra le sue donne. Vedesi quì
ilare tra le sue donne. Vedesi quì tra le Meonie ancelle Favoleggiar colla conocchia Alcide ; Se l’inferno espugnò, resse le
le ceneri di Ercole : ma gli Dei lo punirono egualmente che se avesse colla viva voce indicato quel sito. Appena imbarcatosi
destro nel tempo istesso, ed aveva il dono della lingua, calmò la sua collera , e lo persuase a venire ancor egli a Troja. Partì
delle disgrazie che afflissero Tebe. Un mostro alato chiamato Sfinge colla testa, e mani di donna, il corpo di un cane desol
pose che questi era l’uomo, che nell’infanzia si rotola sovente anche colle mani per terra ; nello stato della sua robustezza
ò il fatto ad Adrasto, che si accinse tosto a vendicare i suoi dritti colle armi. Dopo lunga, e varia fortuna di questa guerr
liberarsene si rifugiò a Psofi in Arcadia, per ivi fare de’ sacrifizj colla speranza di riacquistare la perduta tranquillità.
ta collana ai fratelli, che vendicarono l’affronto fatto alla sorella colla morte del perfido Alcmeone. Capanèo è l’Eroe, che
a il modello della dolcezza. Ella non potè sopravvivere a suo marito. Colla massima indifferenza si gettò sul rogo, ove si br
vendetta. Furono non pertanto inviati ambasciatori a Priamo per finir colle buone la faccenda, ma tali mezzi di riconciliazio
o. Mostrossi pronto Agamennone a sacrificare sua figlia Ifigenia alla collera della Dea, che placatasi dell’offerta sostituì in
teva la salvezza della città. Ulisse, che accorreva da per ogni dove, colla sua destrezza seppe involarla coll’ajuto bensì di
scende Minerva dal Cielo : Apollo, che favoriva i Trojani, s’incontra colla Dea, ed insieme stabiliscono di suggerire ad Etto
n fargli conoscere quanto potrebbe giovare il suo valore : che la sua collera finalmente doveva aver fine, e gli promise da par
rve fra i capi dell’Armata, con protestarsi che scordava l’antica sua collera . Agamennone per non farsi vincere in generosità,
tati ad eccitare l’emulazione. Tutto questo non bastò a soddisfare la collera di Achille. Per lo spazio di nove giorni trascinò
di Achille un esempio funesto delle umane passioni. L’orgoglio, e la collera indussero questo Eroe a far morire il migliore de
nato ai genitori, e caricato un carro de’ suoi pannilini, si affretta colle sue compagne di andare al fiume per lavarli. Ciò
i fu facile evitare l’incontro. Indi corsero al lido, e s’imbarcarono colla perdita di soli quattro socj dal gigante ingojati
ale prodigio li spaventò in modo, che sen fuggirono alle navi : ma la collera degli Dei colà li raggiunse. Un fiero temporale p
to per soccorrerli. Ciò credettero i Trojani un segno manifesto della collera degli Dei, che gradivano le offerte de’ Greci. Qu
piaceri della mensa. Intanto al far della notte i Greci s’incaminano colla flotta verso Troja : sbarcano le truppe, penetran
ci, e di essere oramai giunto l’esterminio di Troja. Enea vuol morire colle armi alla mano, ed alla testa di pochi suoi amici
rte inseguito dai Greci perde Creuso. Col favore delle fiamme ritorna colla speranza di rinvenirla, ma gli apparve l’ombra so
donata ad Enea, e che colà aveva questi lasciata. Accorre Anna mente colle donne per impedirla : muore l’infelice Didone, tr
dono a Proserpina. Riuscì ad Enea di trovar questa pianta. Finalmente colla scorta della Sibilla, passando per lo Lago di Ave
vole. Comecchè le seguenti favole non abbiano un interesse immediato colla religione, nè tampoco contengano avvenimenti che
fatti isolati semplicemente, e se talvolta hanno un qualche rapporto colla religione del Gentilesimo, non ne formano parte :
ata Ceneo da Nettuno, ottenne in grazia di essere cangiata in uomo, e colla proprietà di essere invulnerabile. Perì questa ni
lasciata nella casa paterna una sorella per nome Filomela, che amava colla massima tenerezza. Dopo cinque anni di lontananza
rtenope. Dicemmo già che una delle Sirene chiamata Partenope, che colle altre abitava nella spiaggia di Sorrento, e che i
us sepulchro, Parthenope cognominatus. Pont. de bello Neap. Di questo colle samoso così pure cantò il nostro concittadino Sta
one alle piacevoli feste di Bacco in Pozzuoli. Ivi queste feste erano colla massima solennità celebrate, e non ha guari fu ri
rtunae Neapolis. Dalla seguente antichissima iscrizione ritrovata sul colle di Posilipo verso la parte che guarda Euplea, la
ssava. Nelle monete di Adriano, e Diocleziano viene espresso il Genio colla figura di un giovine guerriero con lunga veste, p
o gl’invitati. Questi al dire di Livio, s’imbandivano presso i Romani colle carni delle vittime immolate, e nei casi di qualc
ore di amuleti e talismani, e che avesse costruito il famoso Palladio colle ossa di Pelope che vendette ai Trojani. 1. Marco
l quale credono essere stata rapita Elena. 2. Suol dipingersi Cupido colla benda su gli occhi per dinotare, al dire di Vico,
r distinguerlo dall’amor contemplativo e celeste, laddove era dipinto colle ali ; se pur ciò non era a mio credere per darci
g. Æneid. lib. VI. 2. Avevano gli Egiziani il costume di trasportare colle barchette al di là del Nilo i cadaveri in un sito
essero piuttosto rappresentare in qualità di donzelle nude, semplici, colle mani giunte, capelli sparsi, in atto umile e piet
th di non rivoltarsi in dietro fino a che non fosse fuori di pericolo colla moglie, è lo stesso di quello che diede Plutone a
4 (1855) Compendio della mitologia pe’ giovanetti. Parte I pp. -389
n istenderà mai il velo della obblivione. E più di ogni altro i Poeti colla soavità de loro versi conseguirono in guisa l’amm
ico a diletto per un bosco, incontrò la maga Circe, la quale il toccò colla sua verga d’oro ed il cangiò nell’uccello detto p
un cerchio di legno, a cui si sottoponeva un cuoio ; e si suonavano o colle bacchette o colle mani. Mida, re di Frigia, ritro
o, a cui si sottoponeva un cuoio ; e si suonavano o colle bacchette o colle mani. Mida, re di Frigia, ritrovò i modi Frigii,
edicato. I Coribànti ogni anno piangevano l’amaro fato di Ati ; e chi colle chiome rabbuffate discorreva per le montagne, e c
nda fossa che coprivasi di un graticcio, sul quale s’immolava un toro colle corna dorate, di cui il sangue per quei forami co
si reputava prodigio per la cosa pubblica funestissimo, e la Vestale colle battiture punivasi dal Pontefice Massimo. Rinnove
facce-Janus claviger, Giano che porta la chiave, perchè si dipingeva colla chiave in mano, come custode delle porte-Janus Pa
figliuoli divorato, vicino a partorir Giove, si consigliò col Cielo e colla Terra sul modo di nasconderlo alla crudeltà del g
o un avvoltoio gli divorasse il cuore che sempre rinasceva. Ma Ercole colle sue saette uccise l’uccello e liberò Prometeo da
dicare la sua origine da Dio. Potrebbe pur dirsi che Prometeo, avendo colla sua sapienza ridotto gli uomini salvatici e rozzi
cuni. Per comando dell’oracolo, Deucalione e Pirra, col capo velato e colle vesti discinte, si gettarono dietro le spalle le
i e pietosi ufficii, manifestandosi comandò loro di seguirlo sopra un colle vicino, da cui additò il paese pel diluvio divenu
colonna del cielo ; e da ciò la favola che quel Re sosteneva il cielo colle spalle, essendo naturale il supporre che il cielo
la sfera artificiale ; perciò favoleggiarono ch’ei sosteneva il cielo colle spalle(3). IX. Mensa di Giove. Ambrosia-Nettar
che forse ha dato luogo alla favola, perchè la Divinità conversa solo colla gente innocente. In Diospoli, o città di Giove, e
nel suo scudo come in uno specchio ; e l’eroe guardandola e prendendo colla sinistra quella chioma serpentina, le recise il c
, vide su di uno scoglio una donzella di leggiadra e regale sembianza colle mani legate, la quale, al dolente aspetto ed alle
e diede il nome alla Persia. Cassiopèa pe’ prieghi di Perseo fu posta colla famiglia fra gli astri. Dopo di ciò (1), ritornat
Creta. Palefato dice che un Signore di Creta, chiamato Tauro, invase colle sue armi la Fenicia, e fra le altre nobili donzel
il fonte guardava. Cadmo uccise quel mostro con un colpo di pietra, o colla sua spada ; e per consiglio di Minerva ne seminò
nte nelle favole vinsero per modo l’animo dell’infelice genitore, che colla moglie uscì di Tebe, e dopo molto errare approdò
iod. Asp. 40) e molte torri, e congiunsero la cittadella detta Cadmea colla città bassa. Nati questi gemelli, la madre, per s
στρον, oestrum), specie di mosca assai molesta agli armenti, la quale colle sue punture li mette in grandissimo furore. E la
avere origine la trasformazione d’Io in vacca. E come i Greci amavano colle proprie favole unire quelle degli Egiziani, avven
altre preziose gemme. In quest’oracolo le risposte si davano non già colle parole, come a Delfo ; ma in gran parte co’cenni
l Re di Francia, l’Olimpo è indicato da un Giove, che siede sul trono colla folgore nella sinistra ed un lungo scettro nella
inghirlandato di quercia, albero a lui sacro. Giove Ammone dipingesi colle corna, che forse dinotano la forza de’raggi del s
u sola a non intervenirvi. Allora Mercurio precipitò la ninfa insieme colla casa nel fiume, presso al quale abitava, e la tra
sse devastassero i loro campi ; così Omero finse la guerra de’ Pigmei colle grù. Finalmente Antigone, fig. di Laomedonte, re
ine un odio tanto implacabile che la loro ostinata lotta non finì che colla totale distruzione di quest’ultima. E poichè il p
pel suo carattere capriccioso ed importuno orgoglio muoveva spesso la collera di Giove, col quale non era mai d’accordo, e garr
randissimi onori(2). Eolo(3) riceve gli ordini della Regina de’ cieli colla sommessione di un suddito rispettoso innanzi alla
ride fosse fig. del Ponto e della Terra, perchè l’Iride o arco baleno colle sue estremità o corna attigne le acque dal mare.
o cieca, ma sorda ancora ed insana. Quindi la dipingono calva, cieca, colle ali a’ piedi, uno de’ quali appoggiato al di sopr
ssimo Tirio(1) dice che Policleto fece in Argo una statua di Giunone, colle braccia bianche o di avorio ; dal bell’occhio ; d
ta in piedi, avendo una tazza nella destra, ed un’asta nella sinistra colla iscrizione : Iunoni Lucinae. E perchè questa Dea
sisa sul trono, di straordinaria grandezza e tutta di oro e di avorio colla corona sul capo, tenendo nella sinistra una melag
ome dea della guerra, diminuisce il numero degli uomini(2) ; o perchè colle sue armi inspira timore e sembra di minacciare (q
erva. Ma la Dea gelosa motteggiò l’opera di Aracne, e dispettosamente colla spola le percosse la fronte ; percui quella, non
hernita da Giunone e da Venere, perchè, con que’ suoi occhi azzurri e colle gote gonfie, appariva deforme a quelle Dee. Ne fu
ab Αρης, Mars, et παγος, collis), così detto, perchè assembravasi sul colle di Marte, ch’era non lungi da Atene. Non è qui lu
ciulli e fanciulle intrecciavano la danza detta pirrica, che facevasi colle armi addosso e colla spada. Alcuni vogliono che l
trecciavano la danza detta pirrica, che facevasi colle armi addosso e colla spada. Alcuni vogliono che le Panatenee furono ri
rappresenta con armi ed elmo di oro ed ornato di crini di cavallo, e colle chiome bionde e sparse a guisa delle donzelle Spa
a Gorleo vedesi la Dea vincitrice di un gigante, che ha steso a terra colla sua asta ; per cui cantò Dante : ……. vedea Palla
era un tempio ed una statua di Minerva Poliade assisa su di un trono colla conocchia in una mano ed un globo sul capo. Se si
ta cognominata Αθηνα παραπεπλεγμενη(3). Polluce spiega questo termine colla parola αναπεπλεγμενη, che vuol dire che ha i cape
. In un niccolo antico pubblicato da Pietro Vivenzio, vedesi Pallade colla Vittoria in una mano, e che con un piede posa su
vio, le quali Apollo, cioè il Sole, uccise, o sia dissipò e distrusse colla forza de’suoi raggi, che son le saette di Apollo.
llo la madre Latona da ogni oltraggio del gigante difese, uccidendolo colle sue saette, e confinandolo all’inferno, ove diste
rte loro a que’ guerrieri furono di grandissimo aiuto. Or avendo egli colla virtù della medicina restituita la vita ad Ippoli
uita la vita ad Ippolito, fig. di Teseo, ne andò Giove in grandissima collera  ; ed indottovi eziandio dalle gravi querele di Pl
tendolo Plutone, Ercole che albergava allora in casa di Admeto, pugnò colla morte, ed andato all’inferno, ne liberò la genero
ta insigne di Tracia e cantore sì nobile che osò gareggiare nel canto colle Muse, le quali, vintolo, della lira il privarono
cchi. Questo Lino vuolsi essero stato ucciso dal suo discepolo Ercole colla propria lira, perchè, vedendolo di poca attitudin
he volendo egli celare, portava una tiara o mitra all’uso de’ Frigii, colla quale coprendo il capo e le orecchie, a tutti, fu
nume, avendo temperata la cetra su di altro tuono, il satiro non potè colla piva seguirlo. E però vinto pagò il fio della sua
uno tutt’i maschi, l’altra, tutte le femmine uccise. Anfione si diede colle proprie mani la morte ; e Niobe, priva del marito
erdote, in sembianza di uomo accolto in casa da Orde, di lui pastore, colle saette uccise tutti que’ topi ; e comandò al past
i cori di donzelle, fu amico dei versi e del canto. Venuto a contesa colle Muse sulla cetra, in cui era lodatissimo, fu vint
oeti che tramò insidie alle Muse, le quali per ciò si dipingono anche colle ali. Ma sopra tutte celebratissima è la gara dell
nche colle ali. Ma sopra tutte celebratissima è la gara delle Pieridi colle Muse. Alcuni per un luogo di Strabone avvisano ch
antro, anzi a rappresentare il Genio di qualche luogo. Cadmo uccise o colla sua spada, o con un gran colpo di pietra quel mos
ine ad unirsi per costruir quelle mura. Il che vuol dire, che Anfione colla dolcezza del suono e del canto persuase i Tebani
mopili, e dal suo bel mezzo si spicca un ramo che forma il Parnaso, e colla sua estremità l’Elicona ; e però spesso da’ Poeti
te abbigliamento. Alla loro testa si vede Apollo coronato di alloro e colla lira in mano. Non di rado negli antichi monumenti
nale. In una pittura di Ercolano si rappresenta vestita di una tonaca colle maniche sino a’ gomiti, di un peplo e di un palli
attaccato alla cintura ; ha la testa cinta di alloro o di una benda ; colla destra si appoggia ad una clava, e tiene nella si
ri, e qualche volta di perle e di pietre preziose, vestita di bianco, colla destra in atto di arringare, uno scettro nella si
ostrazioni astronomiche. Sulle medaglie della famiglia Pomponia tocca colla sua bacchetta un globo che poggia su tre piedi, e
a con Apollo sulla perizia nel maneggiar l’arco, questo Nume sdegnato colle sue frecce l’uccise. Le quali cose dissero i poet
che vuol dal suolo Staccarla ; ai Dei che tutto ponno, cede. Pindem. Colla virtù di quest’erba sciolse Ulisse l’incanto, ed
a dipinge con un gran velo sulla testa rivoltato indietro, e dice che colle sue dita di rose apre le porte dell’oriente ; e c
resenta il Sole sul suo cochio, che nella destra tiene un flagello, e colla sinistra le redini de’ suoi velocissimi cavalli.
acilmente può accomodarsi ad usi diversi, perchè a Delfo eranvi spade colle quali e s’immolavano le vittime e si dava la mort
gl’incantesimi delle maghe Tessale, di quelle di Crotone ec. le quali colla virtù de’ loro magici carmi potevano far calare l
tuno dir qualche cosa della Notte e del Sonno che han tanta attenenza colla Luna. III. Continuazione. Notte. Sonno e Sogni
danza. Virgilio(4) ci rappresenta la Notte che precipita dal cielo e colle nere sue ali abbraccia la terra. Le si sacrificav
stavan de’ pipistrelli. E presso il Winckelmann(1) la Notte dipingesi colle ali di pipistrello. Riferisce Pausania (2), che i
alato col papavero ed una lucerna rappresenta il Sonno. Credevasi che colle sue ali ricoprisse quelli che voleva addormentare
ene sovente si dipingeva assisa su di un carro con una face in mano e colla mezza luna sul capo, percui fu detta bicorne regi
spegne la sua face nelle onde, e seguita da uno de’ Dioscuri, mentre colla sua nera biga precipita nell’oceano. Gli antichi
sul suo cocchio notturno tirato da due ninfe nell’atto d’indicar loro colla destra la strada che debbono battere nell’ aereo
eci si chiamava Diana ; epiteti convenienti a Diana Luna che illumina colla sua luce la notte. E credo che si chiamò Fascelis
la vaneggiando ; sebbene Servio(6) dice che viene da Bacca, ninfa che colla sorella Brome lo aveano educato. Dicevasi pure Ia
la casa. Bacco fatto adulto scese all’inferno per liberarne la madre, colla quale ritornato alla luce del sole, dopo molte e
di da Dodona, città dell’Epiro. Si vuole che Bacco, vedendo che Medea colla virtù de’ suoi incantesimi restituito avea Esone
sone alla primiera gioventù, pregò quella famosa maga a far lo stesso colle ninfe che nudrito lo aveano ; e di fatto per di l
enza ordine si affolla a celebrare la nuova festa ; nè Cadmo vi manca colle figliuole, nè il vecchio Tiresia. Solo Penteo ram
e coll’aiuto di Autonoe e d’Ino, di lei sorelle, e di altre Baccanti, colle proprie mani fa in pezzi il figliuolo, il quale d
fra le mura paterne ed attendere a’donneschi lavori più che impazzare colle altre ed aver parte a’disordini di quelle feste,
el solo suo regno, deliberò girare per varie nazioni e dirozzarle non colla forza delle armi, ma con quella dolce e potente d
caro vendeva i proventi de’suoi terreni e che accumulò moltissimo oro colla mercatura, la quale si può dire che tutto convert
sti che lo facevan giacente. Ma Pausania lo descrive con veste lunga, colla barba, e giacente, come rappresentavasi il primo
dato di edera e di pampini, tirato da due pantere o da due tigri ; or colle corna in testa, ma di oro, come cel rappresenta O
come cel rappresenta Orazio ; e sovente come un fanciullo che scherza colle ninfe e co’satiri. Uno de’più bei monumenti relat
pelle di tigre, ed ha in bocca due tibie diritte. Vi è un altro Fauno colle orecchie caprine e colle forme del volto assai es
bocca due tibie diritte. Vi è un altro Fauno colle orecchie caprine e colle forme del volto assai esagerate, come soglionsi i
li cinge i biondi ed intonsi capelli, ed ha una nebride ad armacollo. Colla destra tiene in mano un cratere a due manichi pur
o. Colla destra tiene in mano un cratere a due manichi pure di oro, e colla sinistra si appoggia al tirso. La pantera ed i ce
otezione di Venere ; e negli orti Sallustiani era un tempio di Venere colla iscrizione : « Gli Editui di Venere degli orti Sa
altre avventure, scioglie le vele alla volta dell’antica Cuma. Quivi colla scorta della Sibilla, pel vicino lago di Averno,
ielo. Apuleio poi afferma (4) che Mercurio sempremai assisteva Venere colla sua eloquenza. Esiodo rappresenta questa Dea acco
Omero che le Grazie intrecciano nell’Olimpo lietissime danze insieme colle Ore, con Armonia, con Ebe e con Venere stessa, me
er lo più si rappresenta qual fanciullo cieco, o cogli occhi bendati, colle ali, per ciò detto alato, ed aligero ; armato di
e ne descrive elegantemente il trionfo, chiamasi aureo, e si descrive colle ali e le chiome screziate di gemme, e su di un co
dere è il saper piacere. Esse ordinariamente non aveano che un tempio colle Muse ; ed in Delfo le statue delle Grazie erano c
ui detto dimostra che nella poesia debbono essere d’accordo le Grazie colle Muse. E Plutarco afferma che a Mercurio erano con
per significare che l’amicizia esser dee schietta e senza orpello ; e colle mani fra loro congiunte, per indicare la concordi
le guance e dalle rosee labbra. Qualche volta le Grazie si confondono colle Ore, o si fingon loro compagne. Esiodo le chiama
lle nozze, i Greci annoveravano anche Venere. A Sparta era una statua colla iscrizione « Venere Giunone » alla quale facevano
ificare le stesse nozze (2). In un inno di Omero insieme con Venere e colle Grazie s’introduce a danzare anche Armonia o Ermi
fu uno de’ più ricchi tempii di Venere, che vuolsi edificato insieme colla città di tal nome da Erice, fig. di Venere e di B
grembo ; ora con Adone accompagnato da’ suoi cani ; ora con Cupido e colle Grazie ; ma più spesso come uscente del mare sopr
il contrario si chiamava del cane. I Genii aveano una certa affinità colle Grazie, compagne di Venere. Gli antichi credevano
Pompeiana si rappresenta un genio in sembianza di vaghissima giovane colle ali spiegate, il corno dell’ abbondanza nella sin
rte infine si chiamava Gradivo (Gradivus), dice Servio, quando era in collera  ; e si chiamava Quirino, allorchè stava tranquill
evano pe’ Greci o pe’ Troiani. E Marte fu il primo ad assalir Minerva colla lancia, rampognandola che avea concitato ella ste
ipedi destrieri, e lo stesso Marte pernicioso e spogliatore, il quale colla spada sguainata in mano, tutto insanguinato esort
si(3), appoggiato all’asta, impavido sale sull’ insaguinato cocchio e colla sferza ne sollecita i veloci destrieri. Orazio(4)
ore suol essere compagno indivisibile della guerra. Ed il Furore e la Collera ne adornavano l’elmo, mentre la Fama da per tutto
pieno avea di gran terrore e Numa ed il popolo romano. Egeria, ninfa colla quale quel religioso monarca avea segrete confere
o accanto, simbolo della vigilanza, col volto infocato, qualche volta colla barba, ma per lo più senza di essa ; sopra un coc
olte. Fu così detto da Augusto, per aver vendicato la morte di Cesare colla sconfitta di Bruto e di Cassio ; e l’uccisione di
esare colla sconfitta di Bruto e di Cassio ; e l’uccisione di Crasso, colla vittoria riportata su i Parti(2). Mars communis,
egno, senza l’aiuto altrui, come se si dicesse coll’esercito proprio, colle proprie forze, presa la metafora da’ Generali di
o nume assai venerato dagli Arcadi ; ed Evandro, partito dall’Arcadia colla madre, prima che fosse Roma, portò nel Lazio il c
quanti mai vi ebbero Iddii nel cielo. Della qual cosa forte si duole colla madre Maia in un dialogo di Luciano, dicendo che
E perciò negli antichi monumenti spesso vediamo Mercurio accompagnato colla Fortuna tenere un’ancora e sedere sul rostro di u
iglinol di Peleo. Così, secondo che dice Orazio (4), il ricco Priamo, colla scorta di Mercurio, deluse i superbi Atridi, ed i
 ; qualche volta si vede Mercurio che nella destra tiene il caduceo e colla sinistra abbraccia Minerva ; con che significavan
e delle scienze e dell’eloquenza (2). Quindi dissero i Greci ch’egli, colla virtù della parola, ingentilì i selvatici costumi
d il secondo, Mercurio, appunto perchè destava la maraviglia di tutti colla sua sovrumana eloquenza (quoniam ipse erat dux ve
io gli regalò una lira, e n’ebbe in compenso questa verga prodigiosa, colla quale quel nume guidava al pascolo gli armenti ;
amici si attorcigliarono al bastone in guisa da formar quasi un arco colla parte superiore del corpo ; perciò Mercurio volle
e’ dialoghi de’ morti di Luciano si ritrova spesso occupato a trattar colle ombre e con Caronte ; ed in essi si lagna che nep
olo cappello a lato, co’ talari a’ piedi, col caduceo nella sinistra, colla borsa nella destra, e con un mantelletto sulle sp
va la borsa, come dio de’ mercatanti e de’ ladri ; e si rappresentava colle ali a’ piedi, forse perchè il pianeta di Mercurio
ziosamente lavorato che rappresenta Mercurio seduto sopra uno seoglio colle ali a’ piedi, ed il petaso alato sul capo. Sutto
co vedesi Mercurio che discorre con Ercole ; ha la clamide, il petaso colle ali, stringe un caduceo, in punta al quale è una
presso Luciano, così detto per vedersi spesso nell’inferno a trattar colle ombre, di cui era il conduttore. Enodio, Viale (
cente(5). Ne’ primi tempi, quasi generalmente si edificava col legno, colla terra cotta e co’ mattoni, ma i Ciclopi furono i
si credevano da grandi schiere di numi abitati ; ed era bello vedere colla fantasia là truppe di Satiri e di Egipani ; altro
hiamato anche Egipane (ab αιξ, αιγος, capra), perchè rappresenta vasi colle gambe ed i piedi di capra ; sebbene Egipani o Sem
i cui fu inventore Sileno ; ed il terzo in cui le cannuce si uniscono colla cera ; l’invenzione del quale da Virgilio e da Ov
ne fosse nume campestre. In una statua vedesi Vertunno tutto vestito, colla barba e colla spoglia di un animale ; e sopra una
campestre. In una statua vedesi Vertunno tutto vestito, colla barba e colla spoglia di un animale ; e sopra una piega della c
ere statue di Flora sono molto rare. A Pompei vedesi una bella Flora, colle chiome inghirlandate di frondi e di fiori, e nel
sulla sinistra spalla, e con un braccio sostiene un cesto di fiori, e colla destra, un serto anche di fiori. È adorna di quat
mento di essere stata per que’ luoghi rapita ; di che pianse, e fu in collera colla Sicilia tutta, quasi ingrata a’ suoi benefi
essere stata per que’ luoghi rapita ; di che pianse, e fu in collera colla Sicilia tutta, quasi ingrata a’ suoi beneficii, p
re a Plutone ed a Cerere, sentenziò che Proserpina per sei mesi fosse colla madre in cielo, e sei altri nell’inferno con Plut
per i sei segni australi del zodiaco ; come gli altri sei mesi ch’era colla madre, significavano i sei mesi, in cui la semenz
a giace l’isola Ortigia, ove sgorga l’Alfeo che confonde le sue acque colla fontana Aretusa . Si racconta che una tazza cadut
manifestare ; e chi mancava, riputavasi esecrando e spesso si puniva colla morte. Il nome del Gerofante era sì venerato che
erere in maestosa attitudine, con fiaccola nella destra, e sostenendo colla sinistra un cesto ricolmo di spighe. La sua biond
maestà, e col capo cinto di corona di foglie fermate con un diadema ; colla doppia fiaccola, e che colla sinistra prende un l
orona di foglie fermate con un diadema ; colla doppia fiaccola, e che colla sinistra prende un lembo del manto, nel quale Mer
chiamasi, perchè Dea delle biade(4). Taedifera, gr. δαδουχος, perchè colle fiaccole (taedis) andò in cerca della figliuola(5
ella sua Proserpina ; e si facevano per otto giorni nel Circo massimo colla corsa de’cavalli(2). Infine, essendo Cerere l’inv
l mugghiare delle bestie accortosi Ercole del furto, percuotendo Caco colla sua clava, l’uccise. Altro famoso ladrone e fig.
i che avendo oltraggiata la nostra Dea, fu da essa di presente ucciso colle saette, o da uno scorpione ch’essa fece uscire da
una gran fortuna di mare suscitata dall’ira di Diana, era trattenuto colla flotta in Aulide, città di Beozia sull’Euripo. Al
e l’uccisione del padre, e coll’aiuto di Pilade uccide Egisto insieme colla propria madre Clitennestra. Commesso l’esecrando
o nell’isola di Delo, ov’era un altare di Apollo, da lui stesso fatto colle corna delle capre uccise da Diana sul monte Cinto
ciò non impedì che quel nome fosse tramandato alla posterità insieme colla storia dell’incendio di quel tempio(1). VII. I
ta in piedi, in abito succinto, con una corona di lauro nella destra, colla sinistra appoggiata ad un’asta e con un cervo a’p
nte Cinto, da cento e cento Oreadi accompagnata, esegue le sue danze, colla faretra su gli omeri, tutte le altre seguaci supe
e danze, colla faretra su gli omeri, tutte le altre seguaci superando colla sua nobile statura. Sulla maggior parte delle med
greci poeti su di un fondo istorico ; una tela di Eroi e di Semidei, colla quale la greca poesia ha saputo trarsi sopra l’am
i la storia ci aprirà un bel campo di dilettevoli conoscenze, termina colla guerra di Troia ed arriva sino alla fondazione de
la seconda la Voluttà, ciascuna delle quali procurando di guadagnarlo colle promesse, Ercole abbracciò il partito di seguire
sì pestifero che il solo alito uccideva i viandanti. Ercole l’assalì colla sua clava, ma indarno, perchè mentre abbatteva un
apina che si pascevano di carne umana, i quali furon [dal nostro eroe colle saette uccisi, e discacciati da quella palude col
to ch’era vicina ad Argo e da cui fu detto Tirinzio(1). Or viaggiando colla moglie Deianira per recarsi a quella città, e giu
n rappresentato ordinariamente co’ tratti di un uomo forte e robusto, colla clava in mano e coperto della spoglia del leone N
to ; il quale, ciò mal soffrendo, cacciò il fratello dal regno. Danao colle cinquanta figliuole si recò in Argo, dove fece va
il mangiasse. Di che avvedutosi Tereo si diede ad inseguirla insieme colla sorella Filomela, la quale, per compassione degl’
l’enigma dicendo essere l’uomo che nella fanciullezza cammina spesso colle mani e co’piedi, a guisa di quadrupede ; nella gi
e Laodamante, fig. di Eteocle, i Tebani di notte uscirono della città colle loro famiglie, lasciandola a discrezione degli Ep
entauro ricoperto di una nebride svolazzante e senza barba, che tiene colla sinistra una siringa. Vuolsi che sia il celebre C
mal governo della mensa di Fineo, Zete e Calai, alati fig. di Borea, colla spada in mano diedero loro la caccia, inseguendol
di sì ostinato assedio quell’infelice città, il quale non terminò che colla sua totale distruzione ? Lo sdegno de’ numi, dico
lui. Sotto al suo cocchio si curvano i fiotti, e le ruote che fuggono colla rapidità del lampo, sfiorano appena l’umida loro
ta e lunga, come gli Dei fluviali, col tridente nella sinistra, e che colla destra calma le onde agitate. Dipingesi pure con
ettuno, la moglie Anfitrite avesse indotto Circe a trasformare Scilla colle sue magiche arti in mostro marino. Pare che Virgi
al di sopra è una leggiadra donzella, mentre termina in corpi di lupi colle code di delfini (2), in una egloga poi afferma ch
sii. Or ecco in qual guisa i Greci ed i Latini poeti li han descritti colla loro vivace fantasia. Omero (1) afferma che Merc
rati ; e le Furie, fig. della Notte, divinità crudeli ed inesorabili, colle chiome di atri serpenti, stanno avanti le porte d
e ; nel terzo, eran quelli che un crudele destino avea spinto a darsi colle proprie mani la morte ; nel quarto si vedean colo
l Cocito, dice Virgilio (1), fiume limaccioso e che abbonda di canne, colla tarda sua onda, e lo Stige che con nove giri l’Er
torno agli oscuri laghi del Tartaro la turba delle Ombre era pallida, colle guance scarne e co’ capelli bruciati dalla fiamma
nfessava di non essersi potuto liberare dalle Furie che continuamente colle loro ardenti fiaccole il tormentavano, cioè da’ r
ter opes inops). Dell’empia vivanda poi da Tantalo preparata agli Dei colle carni di Pelope, suo figlio, abbiamo altrove ragi
εφονη, o Περσεφονεια, e spesso Περσεφασσα, appo i poeti, perchè tutto colla morte distrugge (η τω φωνω παντα περθονσα). Final
particolar modo negl’incantesimi, come regina delle infernali Deità, colle quali le streghe aveano troppo stretto commercio 
e nelle valli che circondano il Parnasso ; il che conviene molto bene colla bellissima invenzione di Catullo, il quale nel su
ora. Baticlete sulla base del trono di Amicleo pose le Parche insieme colle Ore intorno a Plutone ; ed a Megara erano state s
tti a Firenze vi è un quadro di Michelangelo rappresentante le Parche colla conocchia, col fuso e colle forbici, di così gran
di Michelangelo rappresentante le Parche colla conocchia, col fuso e colle forbici, di così grande espressione che riempiono
5 (1897) Mitologia classica illustrata
quella d’ altri popoli. 2. La Mitologia di un popolo, non va confusa colla sua Religione; ha però con essa intimi rapporti;
. Come serie di racconti fantastici, la Mitologia ha stretto rapporto colle arti, sia colle arti della parola, segnatamente c
racconti fantastici, la Mitologia ha stretto rapporto colle arti, sia colle arti della parola, segnatamente colla poesia, sia
tretto rapporto colle arti, sia colle arti della parola, segnatamente colla poesia, sia colle arti del disegno, massime la sc
lle arti, sia colle arti della parola, segnatamente colla poesia, sia colle arti del disegno, massime la scoltura e la pittur
ua corsa faticosa, ora di un guerriero che si appresta alla sua lotta colle nuvole e colla tempesta ecc. ecc. Così in genere
sa, ora di un guerriero che si appresta alla sua lotta colle nuvole e colla tempesta ecc. ecc. Così in genere i diversi aspet
una grande celerità; Ermes, nato al mattino, suona già a mezzogiorno colla lira da lui inventata, e dalla culla ov’ è in fas
tini Iupiter. La parola Zeus, ossia Djeus (genitivo Diós) si connette colla indiana Djaus, che vuol dire: cielo, giorno; e da
balenar i lampi e rumoreggiar il tuono, e quando gli talenta, scaglia colla potente destra il fulmine distruggitore; d’ altro
remo reggitore; ma se io volessi tirar su, potrei tirar su voi insiem colla terra e col mare, e legar indi la corda alla più
ticano, la quale rappresenta Giove seduto col fulmine nella destra, e colla sinistra in energico atteggiamento appoggiata sul
ogni Olimpiade. Oltre a spettacoli ginnici, corse a piedi, a cavallo, colle fiaccole, certami musicali e poetici, aveva luogo
za di colori narra l’ avventura di Aracne che avendo voluto competere colla Dea nell’ arte del ricamo fu da lei punita e muta
, gli artisti fabbricavano immagini di Pallade in legno, generalmente colla lancia in mano e atteggiamento guerriero. Tali im
posta sulla spianata dell’ Acropoli e che sopravanzava col cimiero e colla punta dell’ asta il fastigio dei vicini edifizi,
tondo, ma l’ elmo corinzio, l’ egida ridotta a una specie di corsetto colla testa di Medusa in mezzo quasi fibbia; ciò in con
izza il trionfo del giorno sulle potenze delle tenebre. Apollo avendo colle sue freccie ucciso Pitone, n’ ebbe il soprannome
, ma è egli anche medico dell’ anime, che ei guarisce dal male morale colle pratiche della purificazione. Dissipa le tenebre
sto Dio; onde gli eresse uno splendido tempio sul Palatino cui adornò colla celebre statua di Scopa rappresentante Apollo Cit
ta dagli ardenti cani, essa insegue le fiere selvaggie, e le colpisce colle sue freccie infallibili. Si vendica anche fierame
s, una potenza celeste, dea lunare, connessa anche presso gli Italici colla vita libera della selvaggia natura e colla caccia
a anche presso gli Italici colla vita libera della selvaggia natura e colla caccia, e fatta protettrice delle donne. Un antic
edi, coll’ elmo dal cimiero ondeggiante, alto vibrando la sua lancia, colla sinistra imbracciando lo scudo, scorreva pel camp
Efestee, (o feste in onor di Efesto) aveva solitamente luogo la corsa colle fiaccole accese, riportando il premio quegli la c
’ antica mitologia la vita più rigogliosa è messa in qualche rapporto colla morte, e anche qui può dirsi che gli estremi si t
do un tema dei più attraenti la perfetta bellezza femminile congiunta colla più squisita grazia. Da principio si soleva rappr
altre terre, per mostrare che essi mantenevano sempre un cotal legame colla madre patria. Infine, siccome tutti gli Stati gre
, per indicare che il Dio era uscito coll’ esercito e lo accompagnava colla sua protezione. Analogamente ogni magistrato, ent
più frequentati e avevano due o più porte. Questi erano sempre adorni colla statua del Dio. Tra essi il più antico e il più i
Gli antichi se lo figuravano come un bel giovane cogli occhi lucenti, colla chioma tutta a ricci splendenti, e coperto d’ un,
sso dai poeti chiamato « il Titano ». Ebbe in moglie Perse o Perseis, colla quale generò Eeta (Aeetes), quello che è noto nel
veva anche il suo lato morale; egli è colui che tutto vede e ascolta; colla sua luce penetra nei più segreti luoghi, discopre
lievi, specialmente di sarcofagi. b) Selene-Luna. 1. La luna colla sua notturna peregrinazione pel cielo, colle sue
lene-Luna. 1. La luna colla sua notturna peregrinazione pel cielo, colle sue diverse fasi, colla pallida luce che dà un as
colla sua notturna peregrinazione pel cielo, colle sue diverse fasi, colla pallida luce che dà un aspetto così fimtastico al
ole, parer Dea ai volghi immaginosi dell’ antichità. Se la figuravano colle braccia bianche, con la testa bellamente ricciuta
siderata come dea marina e dei parti, e venne perciò identificata poi colla greca Leucotea (Leucothea), come il dio Portunus,
rme. Dai Latini eran denominate Vergiliae, forse per il rapporto loro colla primavera (ver). 4. Non men celebri erano le Iadi
armente celebri pel culto delle Muse, una era la regione dell’ Olimpo colla Pieria, e altre località come Libetra e Pimplea,
fa Egeria per i rapporti che ebbe col re Numa. Pare fossero tutt’ uno colle ninfe Carmentes che formavano il corteo di Carmen
racoli, dei Fauni, dei vati. Allorchè la greca mitologia invase Roma, colle antiche Camene si identificarono le Muse, sebbene
rdiamo anche le Gratiæ decentes di Orazio, che in primavera facendo colle ninfe corteo a Venere, alterno terram quatiunt p
pel suo celebre quadro. c) Temi e le Ore. In intima connessione colle Cariti sono le Ore, dette figlie di Zeus e di Tem
di, nell’ età ellenistica e romana, identificandosi sempre più le Ore colle stagioni dell’ anno, se ne portò il numero a quat
toteca di Monaco. « Raffigura una donna di nobile bellezza appoggiata colla destra ad un alto scettro, e reggente sul braccio
a fig. 41. Anche essa è tronca in qualche parte, ma si può completare colla immagine che ne fu riprodotta in monete locali (f
etare colla immagine che ne fu riprodotta in monete locali (fig. 42); colla mano sinistra sosteneva l’ asta di bandiera di un
olla mano sinistra sosteneva l’ asta di bandiera di una nave vinta, e colla destra una tromba per annunziare la vittoria. Bas
vata nel Museo Vaticano, che noi riproduciamo alla fig. 43. L’ aquila colle ali spiegate alzasi a volo tenendo afferrato il g
edisce il divieto, ed ecco d’ un tratto sparisce Amore ed ella rimane colla sua desolazione. Allora cominciano per lei le più
e Agato-demone,Bonus eventus. 1. Tra le Deità che avevano rapporto colle sorti dell’ umana vita, va ricordata Nemesi, la q
l serpente che indicava fortuna, o raffigurandoli in forma di giovani colla cornucopia e la tazza in una mano, un papavero e
rò la statuaria che soleva rappresentare i fiumi in figura di uomini, colla barba fluente e due piccole corna in fronte; per
in origine prodotto spontaneo di Gea, la Terra; e che di poi unitosi colla stessa Gea, si credeva avesse generato Nereo, Tau
figuravano come un buon vecchio, pieno di senno e di esperienza, che colle sue figliuole abitava nel fondo del mare in una s
dei cieli. Narrava la leggenda, che Posidone l’ aveva vista a danzar colle sorelle nell’ isola di Nasso, e di là aveala rapi
ioni, gli antichi abbiano creata tutta una serie di divinità connesse colla terra, le une liete riferentisi alla prosperità d
a significare la prospera agricoltura. Una bellissima statua sedente, colla scritta Tellus, fu trovata a Roma nel 1872. II
pratutto ebbe larga diffusione in Asia Minore, dove Rea si identificò colla deità Frigia Cibele, un simbolo asiatico della fe
spondeva all’ amore di lei, ma poi le fu infedele, e voleva spo sarsi colla figlia del re di Pessinunte. Allora lo colpi la v
uno e l’ altro accennano alla Dea portata sul carro tirato dai leoni, colla fronte cinta d’ una corona murale, a indicare ch’
in Omero si narra, ovvero, come più tardi si favoleggiava, impazzì e colla propria accetta uccise suo figlio scambiandolo pe
sso, mentr’ era addormentata, Teseo l’ abbandonò e senza di lei salpo colle navi alla volta dell’ Attica. Chi può ridire il d
iassume le principali leggende hacchiche e ha molti punti di contatto colle Baccanti d’ Euripide; ricordisi il ben descritto
lebre l’ Arianna addormentata del Museo Vaticano che noi riproduciamo colla fig. 58; essa è di rara bellezza e probabilmente
e in cui narravasi qualche avventura di uomini, specialmente di eroi, colle ninfe. Spesso di bambini morti si diceva fossero
infe delle piante, dette Driadi (Dryades) o Amadriadi (viventi insiem colle piante). Queste si credeva non fossero già immort
i occasioni di descrivere scene della natura che sempre s’ avvivavano colla presenza delle ninfe. Le leggenda di Dafni è rico
quindi genii dei boschi, delle acque, dei monti, e formavano insieme colle Ninfe e colle Baccanti il corteo di Dioniso. L’ i
dei boschi, delle acque, dei monti, e formavano insieme colle Ninfe e colle Baccanti il corteo di Dioniso. L’ immaginazione p
olte si rappresentano come guardiani del piccolo Dioniso, ora danzano colle Menadi in bacchici atteggiamenti, ora raccolgon l
n orecchie e code di cavallo, e il cavallo è spesso messo in rapporto colle deità acquee. Ai Sileni poi s’ attribuivano, oltr
rie, là Pane compiacevasi di passar la sua vita. Di giorno aggiravasi colle ninfe, cacciando, scorrendo or lungo i borri, or
he accolto benignamente da Giano, avrebbe posto sua sede ai piedi del Colle Capitolino. A lui s’ attribuiva il merito d’ aver
turno era Ops ed Opis, sua moglie, Dea dell’ abbondanza, identificata colla madre terra produttrice di ogni umana agiatezza (
iposto de’ suoi riti, de’ suoi simboli, per la connessione di Demetra colle divinità ctoniche, prese fin dai più antichi temp
Dea delle biade antichissima fra gli Italici, ma molto presto confusa colla greca Demetra; giacchè poco dopo la cacciata dei
abbastanza di spesso nelle preghiere comuni, e in far ciò si batteva colle mani in terra. In sacrifizio non gli si offerivan
appena egli stende le mani per coglierli. Sisifo, re di Corinto, che colla sua astuta malvagità più volte ha destato l’ ira
le calcagna dei colpevole, e più non l’ abbandonano; la loro presenza colla faccia di Gorgone, colla testa anguicrinita, incu
, e più non l’ abbandonano; la loro presenza colla faccia di Gorgone, colla testa anguicrinita, incute un indicibile spavento
ero ad avere un significato buono; questo specialmente in connessione colla leggenda di Oreste. Costui colpevole di aver vend
portando calamità a tutta la terra; ma alfin luron placate da Atena, colla promessa che sopra il colle dell’ Areopago sorger
a terra; ma alfin luron placate da Atena, colla promessa che sopra il colle dell’ Areopago sorgerebbe un tempio a loro dedica
olo in genere delle divinità ctoniche. Nell’ Attica era loro sacro il colle e il bosco di Colono, dove venne a cercar pace l’
cro a una dea Furina; ma se questa dea Furina avesse nulla a che fare colle Erinni greche, ignoriamo, sebbene gli antichi la
rta delle città si collocavano certi pilastri con l’ immagine di lei, colla persuasione che ciù tenesse lontana dalle case e
onno stesso divenne un’ espressione eufemistica della morte. — Insiem colla Morte e il Sonno erano venerati i parenti loro, i
nciullo nero, dall’ altra un fanciullo bianco, addormentati entrambi, colla scritta: Thanatos e Hypnos. Col tempo si modifico
Endimione od Eros, ora alato or no, generalmente in atto di dormire e colla face spenta o ancor accesa ma rovesciata. Tale la
te più recente, immaginò i prischi uomini formati da qualche divinità colla terra, alla maniera che un artefice plasma delle
ebbe bisogno Zeus di annientarli perchè da sè stessi si sterminarono colla loro irrefrenata furia. Seguì ultima l’ età del f
età di racconti secondo i luoghi e le genti. Connessa in qualche modo colla leggenda delle varie generazioni umane è l’ altra
qui si avverta che mentre l’ arte più antica rappresentava i Centauri colla faccia d’ uomo, il corpo e le gambe posteriori di
. Avendo Zeus, per questo tradimento, mandato a Sisifo la morte, egli colla sua malizia riuscì a legare la morte stessa con s
tivo, ma sia stato aggiunto dopochè la Grecia era entrata in rapporti colla regione del Nilo. In ogni modo il mito nel suo in
l secondo di cinquanta femmine. Sorta discordia tra i fratelli, Danao colle cinquanta Danaidi dovette esulare; e costruita, c
all’ indietro, e, giovandosi dello specchio di Atena, tagliò di netto colla falce avuta da Ermes il capo della Gorgone e lo r
re (Chrysaor), il padre di Gerione. Tornato a Serifo, Perseo impietrò colla testa di Medusa il suo nemico Polidette, e diè il
ella della sua figliuola, e avendo osato venire in questo al paragone colle Nereidi, queste ricorsero a Posidone per ottener
solari onde è ricca la mitologia greca; rappresenta la lotta del sole colle potenze delle tenebre o colle nuvole tempestose,
ia greca; rappresenta la lotta del sole colle potenze delle tenebre o colle nuvole tempestose, quella lotta che presso le gen
? Di qui si sprigiona il sole primaverile, Perseo, il quale ha a fare colle Graie o colle Gorgoni cioè colle grigiastre nubi,
rigiona il sole primaverile, Perseo, il quale ha a fare colle Graie o colle Gorgoni cioè colle grigiastre nubi, quelle con un
maverile, Perseo, il quale ha a fare colle Graie o colle Gorgoni cioè colle grigiastre nubi, quelle con un sol occhio che è i
di Napoli. Solitamente Perseo vien raffigurato col calzari alati, colla falce di cui si servi per uccidere Medusa e coll’
destinate a ringraziare la Divinità dei frutti autunnali e lamentare colla fine dell’ estate la dipartita di Apollo. Politic
ntauri; lo aveva pure la grande composizione del fregio che ornava la colla del tempio d’ Apollo in Figalia, di cui important
rafi posteriori, quindi sorella di Cadmo, soleva andare a sollazzarsi colle ancelle di Tiro sulla riva del mare. Vide, in mez
io si alza tosto, accostasi al lido, tuffasi nell’ acqua e via sen va colla sua preda. Si poso nell’ isola di Creta. Ivi Euro
ire agli Argonauti reduci dalla Colchide lo sbarco nell’ isola; Medea colla sua astuzia riuscì a strappargli il tappo fatale
si alla vendetta di Stenelo fratello dell’ ucciso, fuggire da Tirinto colla sua sposa e cercar rifugio in Tebe ove il re Creo
guidare i cavalli, rimaneva addietro nell’ arti musiche; anzi accoppò colla lira il suo maestro Lino che gli aveva inflitto u
Abitava nei dintorni di Nemea e Cleona. Eracle non potendo ferirlo nè colle freccie nè colla clava, lo cacciò entro la sua ta
rni di Nemea e Cleona. Eracle non potendo ferirlo nè colle freccie nè colla clava, lo cacciò entro la sua tana, e ivi lo soff
i diventò re della Misia e combattè contro i Greci, e fu ferito prima colla lancia d’ Achille, poi colla ruggine della stessa
mbattè contro i Greci, e fu ferito prima colla lancia d’ Achille, poi colla ruggine della stessa lancia risanato. — Segue nel
di traghettare Deianira; ma egli innamoratosi di lei tentò di fuggire colla bella preda. Un dardo di Eracle lo colse e gli fe
più sublime forza morale che lotta contro le difficoltà della vita e colla forza e la costanza le supera e consegue così ete
ella crociata latina nel 1204 venne fusa. Rappresentava Ercole seduto colla testa appoggiata sulla mano sinistra in aria mest
onale di Napoli (v. la fig. 85). L’ eroe è in riposo dopo le fatiche, colla sinistra ascella appoggiata sulla clava coperta d
del Museo di Napoli; ove vedesi Onfale vestita della pelle leonina e colla clava nella destra in atto di riguardare con aria
a in atto di riguardare con aria di dileggio l’ eroe vestito da donna colla rocca in mano. Capitolo terzo. Leggende re
co toccaron terra prima all’ isola di Lenno, ove stettero alcun tempo colle Lenniesi che avevano tutte ucciso i loro infedeli
eva previsto, ebbe esito sfavorevole. S’ erano bensì i sette disposti colle loro schiere di contro alle sette porte di Tebe p
erò che chi si lasciava vincere doveva pagar il fio della sua audacia colla morte, perchè egli raggiungendolo alla corsa l’ a
perchè egli raggiungendolo alla corsa l’ avrebbe trapassato da tergo colla sua lancia. Pelope si decise a tentar la prova, m
avuto da altra moglie. Obbligati a fuggire per questo, si ripararono colla madre in Micene presso il loro cognato Stenelo, f
Micene perchè uccidesse Atreo. Scoperto ed arrestato, dovette pagare colla morte il fio di tanta audacia. Ma Atreo quando se
e gli mandarono per mezzo di Ermes una spada di meravigliosa potenza; colla quale egli potè respingere trionfalmente gli assa
rra Troiana avendo visto tre generazioni; pure vi prese parte e giovò colla sua saviezza e co’ suoi consigli. Ulisse infine e
riscatto chiamato Priamo, il quale fece di nuovo rifiorire il regno e colla moglie Ecuba (Hecabe) generò una numerosa famigli
ccise infatti mille uomini, morì infine per man d’ Achille, strozzato colla correggia dell’ elmo, perch’ era invulnerabile. —
mpesta invero lo colse presso il promontorio Malea e questa lo sbalzò colle sue navi in Creta e in Egitto, e dove poi ancora
sea Omerica. Enumerate brevemente riduconsi alle seguenti: a) Partito colle sue dodici navi dal lido di Troia, Ulisse veniva
riuscì di fuggire col compagni, uscendo questi dalla spelonca confusi colle pecore, ed egli avviticchiandosi al vello d’ un a
Enea. Così scoppiò quella sanguinosa guerra, la quale dovea chiudersi colla morte di Turno e il trionfo di Enea. Il quale, po
rrovesciando all’ indietro la testa esala la vita. Lo stesso serpente colle estreme spire della coda allaccia in basso una ga
ancor possibile di sfuggire a quelle ritorte; e invero, pur tentando colla sinistra di liberare il piede inceppato, egli mos
nel mezzo, preso fra le spire dove sono più vigorose e tenaci, invano colla sinistra comprime il collo del serpe che gli si a
vere di Achille. In ogni modo il bel corpo giovanile dell’ eroe morto colle membra abbandonate ed inerti fa un efficace contr
to gruppo del Museo Ludovisi di Roma rappresentante una giovine donna colla chioma tagliata, che fa gentile accoglienza a un
e la folia raccolta a festa. Ma pecca di superbia e volle gareggiare colle Muse onde fu acciecato e toltagli la facoltà dei
Citerea al lume della luna dirige le danze, e le belle Grazie insiem colle Ninfe con alterno piede percuoton la terra, mentr
igiata come non è neanche il fuoco. » 15. Quei che tiene un bastone colla destra e una chiave colla sinistra. 16. En. 7,
il fuoco. » 15. Quei che tiene un bastone colla destra e una chiave colla sinistra. 16. En. 7, 26: « dall’ alto cielo rif
nde, sia che voglia rabbonacciarle ». 21. Cfr. pag. 90. 22. « Iride colle sue penne variopinte, stillante rugiada pel cielo
ne nella mano sinistra il ruvido bastone. » 27. V. 656: « Lisciarsi colla destra la lunga barba. » 28. Una candida ves
6 (1836) Mitologia o Esposizione delle favole
rsi dell’ inganno. Giove cresciuto in breve tempo vinse coll’ arte e colla forza, giusta le predizioni di Urano e di Gea, su
primo a richiesta della madre cedette il regno del cielo al secondo, colla condizione però, che non allevasse niun figlio ma
ica Tempo era perciò riguardato come il Dio del tempo, e di piugevasi colla falce, e in atto di divorare i figli, tanto per a
one. Rappresentavasi col bastone in mano come preside delle strade, e colle chiavi, perchè n’ era creduto l’ inventore, e per
polto sotto all’ isola d’ Ischia, e secondo Ovidio sepolto in Sicilia colla destra mano sotto a Peloro, la sinistra sotto a B
uppe i custodi di Danae, pel toro la nave avente l’ insegna del toro, colla quale rapì Europa, per l’ aquila un’ egual nave p
ettita però di questo e della superba iattanza di Aracne le ferì essa colla spola replicatamente la fronde, sicchè Aracne per
ormità crebbe a segno, che diventò Re di Atene, e non potento caminar colle gambe, che non aveva, perchè dal mezio giù era se
colta l’ occasione delle orgie di Bacco, vestitasi da Baccante, andò colle compagne a liberar Filomela, e nella reggia l’ as
feste Equirie istituite da Romolo, che celebravansi a’ 27 di Febbraio colle corse de’ Cavalli nel campo Marzio. A lui dedicat
ccetto la Discordia, avendo questa gettato sulla mensa un pomo di oro colla iscrizione: Diasi alla più bella, nacque contesa
Cipro, e di Alcidalia dal fonte Alcidalio in Beozia, ove dicevasi che colle grazie ella usasse frequentemente lavarsi. Una co
la Voluttà. Psiche suol essere effigiata qual leggiadrissima giovane colle ali di farfalla. Imene Dio delle nozze da alcuni
, il qual cresciuto, e fatto espertissimo arciero, il serpente Pitone colle sue frecce poi mise a morte. Superbo di questa uc
ti in appresso negata ad ambedue la convenuta mercede, Apollo il punì colla pestilenza, e Nettuno coll’ inondazione, e col ma
er cui Apollo gli fece crescere le orecchie d’ asino. Ingegnossi egli colle velature del capo a ricoprirle, ed ordinò al suo
era l’ alloro. Rappresentavasi come abilissimo arciero, coll’ arco e colla faretra, e come Dio della poesia e della musica,
, coll’ arco e colla faretra, e come Dio della poesia e della musica, colla lira. Era pur tenuto insieme col figlio Esculapio
enzione presso i Poeti. Ben vedasi presso molti confusa sovente Diana colla Luna, sebbene i più antichi l’ abbiano interament
ssa, fu da essa ucciso, secondo alcuni, con un dardo, e secondo altri colla puntura di uno scorpione fatto ivi sorgere dalla
di cacciatrice sopra un carro tirato da due cervi, e come confondessi colla Luna, cosi a lei poneasi pur anche un arco lunato
ia, era considerato come il messaggiero degli Dei. Perciò dipingevasi colle ali a piedi ed al capo; onde esprimer la sua velo
mano il caduceo; vale a dire una verga attorcigliata da due serpenti, colla quale dice Omero, eh egli chiamava il sonno su gl
a anch’ essa di pampini. Suoi seguaci erano i Satiri, che figuravansi colle orecchie, le corne e le gambe di capro, ed il vec
agne dell’ Enna in Sicilia, Cerere corse per ogn’ intorno a riceverla colle fiaccole accese alle fiamme del monte Etna. Aretu
roduzioni; sopra di un cocchio a quattro ruote tirato da due leoni, e colle chiavi in mano, con cui apre alla buona stagione
tal si rese allor quando mirò trafitta da Cibele la ninfa Sangaride, colla quale violato egli avea il precetto di castità im
o di questo aspetto, come figlio di Demogorgone. Egli rappresentavasi colle orecchie, le corna e le gambe di copro; ed il suo
iglio di Bacco e Venere, era il Dio e custode degli orti. Effigiavasi colla barba, e la chioma scomposta, e una falce di legn
avversione ch’ ella mostrava alle nozze, incominciò prima a piegarla colle persuasioni, assumendo le sembianze di una vecchi
ampi; e cercavano pur di placare il Dio Robigo, perchè non infestasse colla ruggine il frumento. Dii domestici erano i Penati
ata la lingua in pena di avere manifestato a Giunone gli amori di lui colla ninfa Giuturna figlia di Dauno e sorella di Turno
ravano ai 2 di Maggio. I Lemuri, che erano riputati infestare le case colle larve notturne, placavansi a’ 9 di Maggio. Ogni u
tacciano i lamenti, onde fu detta pur Dea del silenzio, e dipingevasi colla bocca fasciata e sigillata; Fellonia quella che S
per disgraziato caso ucciso il padre, ricoverossi in Italia, dove sui colle Palatino fondò una piccola città chiamata da lui
a marina, questa mandò un mostruoso lupo a devastargli l’ armento; ma colla intercessione di Tetide ei placò Psamate, e il lu
se. Stava ne’ campi dell’ Enna Proserpina figlia di Giove e di Cerere colle compagne cogliendo fiori. Plutone la vidde, e fer
a dell’ Inferno era pur Ecate, che alcuni confondono con Diana, altri colla stessa Proserpina, ma che Esiodo distingue da ame
us. La Notte dicevasi anch’ essa tener sede giù nell’ Inferno insieme colla Morte, eoi Sonno, e co’ Sogni suoi figli. Morfeo
io di Io, che rappresentavasi in forma’ di bue; Anubi, che figuravasi colla testa di cane; Serapide, che dai più si confonde
none, in vece di favorire il parto, impedivalo stando vicino all’ ara colle mani strette fra le ginocchia. Ma Galantide ancel
la da due serpenti, che però l’ intrepido fanciullo strangolò amendue colle proprie mani. Riuscì allora a Minerva di placare
di Echidna, che infestava i contorni di Nemea o Cleone; ed avendogli colle mani squarciata la gola, gli trasse la pelle, e n
se una ne veniva recisa, immantinente rinasceva. Egli secondo alcuni, colla sua clava, le troncò tutte di un colpo, secondo a
sua clava, le troncò tutte di un colpo, secondo altri, gliele bruciò colle faci recategli da Giolao figlio d’ Ificlo. 3. Sul
a di Creta. 9. Vinse Diomede re di Tracia, che pasceva i suoi cavalli colle carni degli ospiti, e da’ cavalli medesimi il fè
sorgeva sempre più vigoroso, levollo in aria, e il petto gli strinse colle sue braccia sì fattamente, che il soffocò. Mentre
o in aria, e guardando, l’ imagine di Medusa, nello scudo di Pallade, colla spada di Vulcano troncolle il capo. Dal sangue ch
ser le favole, che avendo osato di paragonarsi a Giunone furon punite colla mania di credersi cangiate in vacche, e ne furono
a fu confortato dar Minerva a combattere il drago, e seminare i denti colla promessa che nati di là sarebbono altrettanti uom
erano così divisi. Nè le triste conseguenze di quella guerra finirono colla ; loro morte. Perciocchè avendo Creonte, il quale
delle penne, le unì con cera, e ne formò due ali a se, ed al figlio, colle quali deluse i custodi fuggendo a volo. Ma il gio
comando del padre, sicchè questi vedendo da lungi il naviglio tornar colle nere vele, e credendo il figlio estinto, per duol
ve e di Melata moglie d’ Issione, invidioso della gloria di lui venne colle sue genti nell’ Attica per provarsi con esso; ma
i, cangiato l’ odio e l’ invidia in ammirazione ed amore si strinsero colla più ferma amicizia. Giovò sommamente a Piritoo l’
reggiar con esso nel corso de’ cocchi, nel quale egli era abilissimo, colla condizione, che se taluno fosse rimasto vincitore
ecore si die a farne strage credendo di uccidere Ulisse; e finalmente colla spada si trapassò da se stesso. Ovidio aggiugne,
i gli fracassaron con una grandine di sassi undici navi e appena egli colla sua e coi compagni che in essa erano potè camparn
erranti; passò lo stretto di Messina fra Scilla e Cariddi, ove Scilla colle sei teste gli tolse e divorò sei compagni. Approd
o sopra Cariddi, ove la carena fu inghiottita. Egli però aggrappatosi colle mani ad un fico selvatico stette aspettando che l
vi presentatosi nudo a Nausicaa figlia del re Alcinoo e di Arete, che colle ancelle era andata a lavare le vesti alfiume, ebb
erano i capi de’ Proci, e via seguendo di mano in mano cogli strali e colle aste recategli da Telemaco, ajutato pure da lui e
e col pretesto di un magico sacrificio per richiamarlo, ivi si uccise colla spada che Enea avea lasciato. Tutto questo però n
ltura sotto al promontorio, che dal nome di lui appellò Miseno, scese colla Sibilla sotterra, entrando per una spelonca vicin
tato dalla Sibilla il can Cerbero con un’ esca incantala, Enea scorse colla medesima le varie sedi, ove stavano i bambini, i
igraziatamente ucciso il padre, era venuto in Italia a stabilirsi sul colle Palatino. Evandro gli diè suo figlio Pallante con
ndo al concertalo luogo, e vedendo trafitto Piramo, uccide anche essa colla medesima spada, e il loro sangue fa che i fruiti
Minerva cambiato in pernice, Parte II. Capo X. Dedalo fugge da Creta colle ali fabbricatesi da se stesso; il figlio Icaro ca
Filemone e Bauci di lui moglie. In ricompensa, condottili sopra di un colle , fan loro vedere il paese inospitale cangiato in
ttare, quanto potessero più lontano; 3. il giavellotto che lanciavasi colla mano o la saetta, che si scagliava coll’ arco al
7 (1841) Mitologia iconologica pp. -243
bro defraudare l’aspettativa vostra miei cari ? A confessarvi il vero colla consueta mia schiettezza io nol saprei affatto af
ente s’intenda ; non sarà certo fuor di ragione se volendo io (benchè colla possibile brevità) trattar de’principali, e più i
n esente ancor da pericolo alla studiosa gioventù disposta a ricevere colle vere anche le false idee, degna perciò d’essere a
tanto sentendo nel seno la forza delle suscitate passioni, nè valendo colla sua virtù a rintuzzarne gl’assalti, pensò ben pre
trascorse. Sua contesa cou Minerva. Ebbe questo dio una gran contesa colla dea della Sapienza Minerva per ragion del nome da
iche d’un tal cocchio Nettuno istesso pregiavasi essere il regolatore colla virtù del suo grave tridente, come cel descrive S
testa coverta da piccolo cappello, col martello alla dritta sua mano, colla tenaglia nella sinistra, e quel, che è più bello,
lcippe, avuto quello nelle mani spinto dal furore della concepita sua collera gli diè fieramente la morte. Commosso per tal bar
te da Romolo dette Esquirie da celebrarsi pria delle calende di Marzo colla corsa de’ cavalli nel Campo Marzio, e quelle fiss
arlar abbia pìù voce. Egli porta i precetti a Giove, e a Pluto, Turba colle sue frodi, e a lutti nuoce, L’alme a Caronte guid
iare, ed esprimere i diversi moltiplici suoi impieghi. Pingevasi egli colle ali alla testa, ed a’piedi, mentre essendo suo uf
e, ammazzandole a colpi di frecce i sette suoi figli maschi, come pur colle sette donne fece la sorella Diana, restandola cos
rditor partendo dalla contesa per giudizio di Tmolo Re di Lidia, pagò colle umiliazioni il fiò del suo presuntuoso attentato,
a, con eterna primavera simile a quella degli elisii campi sul volto, colla lira in una mano, e col suo arco nell’ altra, con
entita Dea ad un tratto cambiato in vile lucertola. Il peso della sua collera ebbe similmente a provare l’irreligioso Eresitton
violazione della loro castità era il massimo de’ delitti, e punivasi colla morte la più spietata, ed a tempi di Tarquinio Pr
ta, ed a tempi di Tarquinio Prisco erano vive rinserrate in una fossa colla provisione di poco oglio, pane, latte, ed acqua,
rasformata in pesce per unir così le amare lagrime delle sue aventure colle salse onde del mare. Questa Dea inoltre perchè in
orato, con mille bellezze, che le scherzano sul petto, col piacere, e colla Voluttà, che se le agiran d’intorno fiancheggiata
ulto, o ad edificazione di sue statue convertivano quell’argento, che colla perdita del proprio onore venivano vergognosament
la caccia data libertà a suoi occhi di mirare questa Dea, che insieme colle sue Ninfe si tuffava nelle acque, venne con un pu
alore. Per questi, ed altri innumerabili suoi effetti essa fù confusa colla luna, e con questo nome similmente chiamata, benc
di que’ secoli di tenebre, e di follie ? Essi non potendo conciliare colla veggenza de’lori Numi si incompatibili eventi, di
ma miro altresi la sua mente irradiata da celeste senno, e prudenza, colla caparra sicura d’essere un giorno annoverato fra
stigio, e terzo Giove veniva comunemente riguardato ; ed a lui insiem colla moglie in segno di onore sacrificavansi nere vacc
oso de’suoi dritti ne prendeva la più cruda vendetta. I frutti di sua collera sperimentò e un Penteo Re di Tebe, che per aver i
l suo favor tutto è sventura, Chè il mondo regge con maniere accorte. Colla materna man sparge ogni bene, Di ciò, che vive el
nemente Galli, e Coribanti in festevole gara, e mentre alcuni di essi colla statua sulle spalle correvano quasi frenetici per
di esso sì gelosa, che ravvisandolo con soverchia parzialità trattar colla figlia di Cocito per nome Menta ingelosita cangiò
o io le stolte loro tracce pingerò nella più aggiustata divisa insiem colle principali virtù anche i vizii, conchiudendo ques
lle principali virtù anche i vizii, conchiudendo questa seconda parte colle descrizioni delle quattro stagioni dell’anno anoh
on deprava, ma edifica, e preghiamo Dio ad infonderci un tale spirito colle voci dì Davidde Ps. 118. Ne auferas de ore meo ve
uol rispetta, E al mesto prigionier discioglie i nodi. Regge un timon colla sua destra mano, L’altra sparge oro in questa par
mmota ognor si stà, Nè per stanchezza mai raffrena il piè, Serto rëal colla sinistra dà, E talor d’un pastor ne forma un Rè.
mihi quotidie : Ubi est Deus tenas. Psal. 41. Capitolo XVIII. Collera Sonetto C on mezza veste orribile, e fe
tti a un sì fatal modello, Se vuoi saper che asconde un tale arcano : Collera è questa di ciascun flagello. Annotazioni
zioni E chi non direbbe sufficienti ad indicare il gran malo della collera i surriferiti caratteri di vesta lacera, di color
animam preghiamo sempre Dio a tenerci lontani da si abominevole vizio colle parole di Salomone : Vanitatem, et verbum mendaci
Tremenda donna di fatal colore Con chioma agguernita di più serpenti, Colla bocca spumante, e guai ardenti, Stragge, e rüine
pitolo XXX. ed ultimo. Inverno. Sonetto T remante vecchio colla neve al crine, Con l’ammanto nevoso, e’l bianco m
umi. Senz’asta, senza brando, e senza scudo Seppe sempre trionfar sol colla voce ; Anzi esponendo all’armi il petto ignudo Vi
dal lor padre l’esempio appresero tanti ben nati figli di magnificar colla poesia le lodi dell’ eterno Fattore ? Quindi un M
debbono però maneggiarsi con arte assai fina, acciò mentre dilettano colla loro varietà, in grazia di cui sono stati introdo
loro varietà, in grazia di cui sono stati introdotti, non ristucchino colla lunghezza, e specialmente coll’ esser prodotti si
gnor di tua virtù si fida. Venga inoltre il più eloquente Purista, e colla stessa felicità racchiuda benchè in un grande pro
avvinge il secondo col terzo rimanendo il primo libero, ed il quarto colla stessa legge spiegata, quale per altro non è indi
che per lo scrivere. Dicesi sdrucciolo, perchè le ultime due sillabe colla loro rapidità somigliano ad un corpo, che rotola,
ri intrecciasi E il susurrar degli alberi Ricerca in mezzo i ruderi Colle lor fronde tremole L’ossa del caro Uranio. Fan
tier strettissimo E sparger sangue a fiumi Il fier nemico aspetta Colla città di Grecia Sicuro della gloria Gli altari,
cruda, e acerba Una vacca quà nuotante Non mi resta neppur l’erba Colla bocca tutta aperta, Senza gregge, e senza tetto
per non dilungarmi a darne due norme distinte l’uno, e l’altro ritmo colle richieste inflessioni in un solo esempio a contem
a disporre al secondo verso il cambiamento del pensiere per trovarsi colla rima adattata alla stanza seguente Eccone la norm
za seguente Eccone la norma. Zeleuco, che salva un occhio al figlio colla perdita del suo. Promulga il re Zeleuco il gran
stesso, che volle il primo azzardarsi a cantare in tal metro si aiutò colle prose, e spesse volte lasciava la terza rima sdru
tto in rovina. Deh ! Ricredansi omai questi sciocchi, se non vogliono colla moneta dei pubblici scarcasmi pagar meritamente i
si ardua impresa. La celebre raccolta del carmelitano Teobaldo Ceva, colle note critiche del Muratori, non che la dissertazi
n dunque vuole, che la prima quartina contenghi l’esordio, la seconda colla prima terzina, abbracci il corpo della narrativa,
arca, ed il Casa due son principalmente le ammesse, o rispondere cioè colle stesse consonanze, ma non colle stesse parole, o
almente le ammesse, o rispondere cioè colle stesse consonanze, ma non colle stesse parole, o rispondere del tutto colle stess
stesse consonanze, ma non colle stesse parole, o rispondere del tutto colle stesse voci adoperate nella proposta. Della quale
del mio lungo errore. III. Finalmente intorno al Sonetto da tessersi colle rime prescritte non stimo necessario apporre altr
arlano di essi alcuni Grammatici in modo di annoiare la noia istessa, colla mira soltanto, a mio credere, di caricar la memor
e, mai però col monosillabo, eccetto soltanto qualora sia incorporato colla parola precedente, come in questo di Virg. Ec. 2.
i quali era composto improntò il suo nome, nel decadimento del rigore colla sostituzione de’ dattili, e de’ Spondei in lor ve
e forte. Eolo rispose : a me sì, a me si aspetta Punir le offese tue colla lor morte, I venti, il mar faran la tua vendetta.
che rappresentano Plutone la più luminosa a mio credere è quella, che colla divina sua penna delineò nella sua Gerusalemme il
senno, e prudenza la prima fù ad insegnare il modo di munire le città colle torri contro gl’insulti nemici ; onde i sudditi p
versi l’esordio, nel mezzo la narrativa, e nell’ultimo la conclusione colla sua sentenza. (1). Potrà sembrare a qualcuno, ch
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quindi, dopo essere andato lungo tempo quà e là errando, si trasferì colla moglie nell’ Illiria. Là gli venne in pensiero, c
o proposto(a). Compita l’impresa, l’Eroe nuovamente s’alzò per l’aria colla spoglia del suo trionfo. Scorse a volo molte terr
in onore di Polidette, anch’ egli vi concorse, e molto vi si segnalò colla sua destrezza nel giuoco del Disco. A’ medesimi g
avvennero, i quali presagirono la gloria, ch’egli era per acquistarsi colle sue esimie azioni (c). Giunone poi insistette nel
paventire, trasse quegli uccelli dal bosco, ove solevano ritirarsi, e colle frecce li uccise(a). Mnasea appresso lo Scoliaste
aveano divorato Abdero. N’ebbe gran dolore, e accoppò quegli animali colla clava, per cui acquistò il nome d’ Ippottono Alzò
i quali avevano due soli piedi di altezza, ed erano sempre in guerra colle gru, le quali spesso li rapivano(d). Antonino Lib
Peloponneso, faceva morire i passeggieri, schiacciando la loro testa colla sua. Ercole nella stessa guisa lo privò di vita(e
a rocca, che chiudeva l’ingresso dell’antro, s’avventò contro Caco, e colla clava lo uccise(b). Altri pretendono, che sia sta
persuasi, ch’egli avesse sottomessi i popoli più coll’ eloquenza, che colle armi : e come tale lo onoravano sotto il nome d’O
o sotto il nome d’Ogmio. Fu poeta e musico ; e quindi rappresentavasi colla lira in una mano, mentre coll’altra stava appoggi
va. In un basso rilievo parimenti, trovato sulla Via Appia, compariva colla lira a’piedi (a). Presso i Romani M. Fulvio Nobil
Fato si riserbavano all’esterminio de’ Trojani. Cuoprì poi la catasta colla pelle del Leone Nemeo, vi si adagiò sopra, cemand
tempj e altari (b). Gli Ateniesi lo onorarono coll’ Enisterie, ossia colle Feste del vino. Esse si solennizzavano da’ giovan
d onore d’Ercole certe Feste, dette Ergazie, perchè avevano relazione colle di lui azioni, dette in greco erga (d). Gli s’ins
sopravanzava ; se più corti, ve li riduceva alla misura del medesimo colle più crudeli stirature. Teseo lo fece morire del m
una congiura contro Egeo. La rea trama fu scoperta, e tosto dissipata colla morte dello stesso Pallante, e de’figli di lui, i
igliò di rititarsi piuttosto all’altare di Giove Erceo, ove anch’ella colle sue figliuole era ricorsa per sottrarsi al furore
le lagrime loro poterono smuoverlo da di là. Venne finalmente Achille colla picca alla mano. Ettore, appenachè lo vide, sorpr
ltre eroiche imprese fu in sogno avvertito da Ettore, che si salvasse colla fuga. Tuttavia la notte, in cui Troja fu presa da
cella, lo trattò a lauto banchetto, e con generose offerte, e perfino colle più dolenti lagrime tentò di trattenerlo appresso
si, che questi due a vista di Agamenonne tremarono di spavento, e che colle preghiere, colle lagrime, e colle offerte tentaro
e a vista di Agamenonne tremarono di spavento, e che colle preghiere, colle lagrime, e colle offerte tentarono di salvare la
enonne tremarono di spavento, e che colle preghiere, colle lagrime, e colle offerte tentarono di salvare la propria vita ; ma
ne. Ifigenia finse, che i due stranieri, carichi di delitti, avessero colla loro presenza contaminato il tempio e il simulacr
emonia non doveva assistere alcuno. Con tale ritrovato Ifigenia fuggì colla statua(5), e condusse seco anche Oreste e Pilade.
che ogni suo colpo riusciva vano contro di quello, scese dal carro, e colla spada investì il nemico, che con intrepida fronte
eguì ; e raggiuntolo, gli premette le viscere parte coll’elmo e parte colle ginocchia. A tale strazio sopravvivendo ancor que
uzione, e lo esortavano a cercare piuttosto ogni mezzo per placare la collera d’Achille. Agamennone finalmente v’acconsentì, e
ivorò. All’apparire del nuovo giorno ne mangiò altrettanti, indi uscì colla greggia al pascolo, e vi lasciò gli altri chiusi
ta, che Circe aveagli tosto offerto. Colei altresì stava per toccarlo colla sua verga ; ma egli, imbrandita la spada, la riem
ito l’insulto, sofferto da coloro. Giove non tardò a dar segni di sua collera  : le pelli di quegli animali si misero a camminar
orabile, a cui il Greco era ridotto. Ella gli somministrò una fascia, colla quale l’infelice si sostenne sulle onde. Nuotò eg
oo, si portò ivi a lavare alcuni panni. Il Greco al rumore, che colei colle sue serve faceva, si destò, e presentatosi alla m
trattò a magnifico banchetto, in cui Demodoco tratteneva i convitati colla soavità del canto, il quale avea ottenuto in dono
esperimento gli effetti fatali della presunzione. Gli Dei lo punnodo colla pazzia, e dopo d’averlo fatto servire di trastull
n giudizio, e le ottenne a confronto di lui. Ajace si accese di tanta collera , che divenne furioso. Si avventò contro una gregg
icinavano alla pubertà, e seguili da numerosa cavalleria, si recavano colle statue di Castore e Polluce dal Campidoglio alla
masti vittime della crudeltà della Sfiuge. Edipo finalmente lo spiegò colle tre diverse età dell’uomo, giacchè questi, quando
e età dell’uomo, giacchè questi, quando è bambino, cammina co piedi e colle mani ; quando diviene giovane, va co soli piedi ;
discacciarnelo, e lo avrebbono per questo motivo ucciso, se Antigona colle preghiese non li avesse impietositi. Allora Edipo
mo aveva ucciso il famoso Dragone, a lui sacro. Meneceo pertanto uscì colla spada alla mano, e se la immerse nel seno a vista
evenne l’esecuzione dell’anzidetto barbaro comando ; e strangolandosi colle proprie mani, finì di vivere nella sua più brilla
za ha nella sinistra una face. Davansi a questa Dea anche due faccie, colle quali dimostravasi, che le azioni di lei sono dir
perchè essa rogna principalmente in questa età. E’in abito succinto, colle braccia ignude, e colle ali a’piedi : le quali co
ipalmente in questa età. E’in abito succinto, colle braccia ignude, e colle ali a’piedi : le quali cose tutte sono indizio de
i un tempio e di un oracolo, ch’ella aveva sui monte Parnasso insieme colla Dea Tellure, e che poi cedette ad Apollo. Temi av
si eguale con tutti. Ella si dipinge altresì di terribile guardatura, colla bilancia nella destra, e con una spada nella sini
a tale distinzione di nomi una contesa, ch’ebbe la predetta Virginia colle Dime Romane. Colei avea sposato L. Volumnio, uomo
ella sposata ad un uomo, il quale cra stato già due volte Console, e colle sue illustri azioni aveasi acquistata tanta glori
opolo a concorrervi ; e le esortò, ond’elleno tanto si distinguessero colle virtù dalle Dame, quanto quoste pretendevano di e
za, perchè il benefizio più d’ogni altra cosa piace ed alletta. Tiene colla destra le tre Grazie, le quali hanno le mani intr
ornano ad utile di chi primo li fece. La Beneficenza comparisce anche colle ali, le quali ammaestrano, che chi vuole esercita
. Ha la medesima il compasso in mano, perchè essa dev’essere misurata colle proprie facoltà, e col merito della persona, vers
, per esprimere, ch’ella estingue le guerre, le ire, e le inimicizie. Colla sinistra tiene lègati insieme un leone e una peco
i occhi altrui i sentimenti dell’animo, quali essi internamente sono. Colla destra tiene una candida colomba, e colla sinistr
ali essi internamente sono. Colla destra tiene una candida colomba, e colla sinistra porge in atto grazioso un cuore. La cand
durante la vita(a). Fede. La Fede è la corrispondenza de’ fatti colle parole è convenzioni già espresse, o sottintese.
chissimo, per dinotare la sincerità di questa virtù(a). La Fede tiene colla destra una chiave, simbolo della secretezza, la q
di millantare la propria eccellenza, e di sovrastare agli altri. Ella colla destra mostra un pavone, il quale di natura sua s
parisce cinto la fronte di reale corona, e con ali alle tempia. Versa colla destra da un Cornucopio molte cose preziose sopra
la destra da un Cornucopio molte cose preziose sopra rozze casette, e colla destra maneggia un grave maltello per atterrare m
gia del Vanaglorioso presto langue e si annienta. La Vanagloria tiene colla destra una tromba, perchè chi è dominato da siffa
a formarsi gli utili favi. Esso quindi qualifica il Vanaglorioso, che colle sue parole di vanto fa molto strepito, ma del res
rra un Aspide, che con un orecchio preme il terreno, e chiude l’altto colla coda. Il surarsi, che fa l’animale in tale guisa
’Asino, e le si pone un Pavone nella destra. Questo Vizio sta inoltre colla mano alta, mostrando il dito indice : lo che dich
tinto di pallore, con drecchie di lepre, con veste di pella di Lupo, colle braccia è co piedi ignudi. Sta in mezzo di densa
 : Essa tiene la destra chiusa ; ed ha poi il sinistro braccio esteso colla mano aperta. Ciò indica, che questo vizio toglie
di paglia accèsa. L’essere artifiziosamente vestita dimostra, ch’Ella colla sua arte s’industria di persuadere ciò, che non è
vellare dà diverso aspetto alle cose onde accade bene spesso, ch’egli colla varietà de’suoi discorsi scuopra se stesso La Bug
iti. Loquacità. La Loquacità è il soverchio parlare. Sta questa colla bocca aperta, perchè ella sempre parla. La di lei
esso logora, come la ruggine, la buona fama altrui. Stringe un’ arma colla destra, perchè il Detrattore può dirsi in certa g
dover operare il bene. Vedesi mal vestita, posta anch’ essa a sedere, colla guancia appoggiata sulla sinistra, e col gomito d
perturbazione d’animo, per cui fuori di misura si teme d’altrui. Sta colla faccia rivolta verso la terra, e colle mani sospe
i misura si teme d’altrui. Sta colla faccia rivolta verso la terra, e colle mani sospese in àtto di temere. Ciò indica il pro
le insidie, che da molti Giuocatori si tramano alle sostanze altrui. Colla destra tiene alquante carte da giuoco, nelle qual
maturità, e divengono una delle principali sorgenti dell’ Abbondanza. Colla destra volge verso terra il Cornucopio, pieno di
a destra volge verso terra il Cornucopio, pieno di frutta e fiori ; e colla sinistra stringe un fascetto di spighe di più sor
la e questo fanno intendere, che la Nobilta s’acquista principalmente colle armi o colle scienze. Libertà. La Libertà è
anno intendere, che la Nobilta s’acquista principalmente colle armi o colle scienze. Libertà. La Libertà è il poter ope
delle case e de’ tempj nel tempo delle loro pubbliche Feste. Stringe colla destra una tazza di vino, perchè questo ha la vir
la Porta Capena un tempio alla Fortuna per onorare Veturia, la quale colle sue lagrime fece, che il di lei figlio, Coriolano
Dubbioso. Il bastone e la face significano l’esperienza e la ragione, colle quali dee consultare chitrovasi in dubbio. Tim
e co’ piedi alati. La pallidezza è l’offetto di questo male ; i piedi colle ali significano la fuga, cui bene spesso si danno
della di lui mensa. Eglino, armati di frecce, e coll’ajuto delle ali, colle quali erano nati, le spinsero sino alle due Isole
e della Grecia. Prima di lui le statue erano cogli occhi socchiusi, e colle mani pendenti e attaccate a’ fianchi. Dedalo fu i
atogli un dardo nel collo, le mandò a traccanare quel vino, mescolato colle acque deflo Stige. Il nerboruto Petreo faceva con
a la custodia d’uno de’suoi temoj(a). Altri poi soggiungono, che Enea colle sue mani la uccise, avendo così patteggiato co’Gr
i, e la di lui madre presse a piangere il perduto figluiolo, formando colle sue lagrime quella rugiada, che sul crepuscolo ma
a guisa, formando due partiti fra loro opposti, guerreggiarono msieme colle unghie, co’ rostri, e col dibattimento delle ali,
rinascenti uccelli Mennonidi a far battaglia, e a rinovarne l’esequie colla loro morte. A Mennone altresì fu inalzata una gra
braccio delle compagne, chiamate in ajuto, do acciuffò, lo strinse, e colle dita gli svelse gli occhi di fronte, e uccine i d
ccola fiamma, la quale nè gli recò alcun danno, nè si potè estinguere colle mani : donde si presagì il di lui futuro Imperio.
nte a prendere le armi in difesa della sua città, molto però le giovò colla saggiezza de’suoi consigli. (8). Tra coloro, che
e di Clori, in età di novant’anni intervenne all’assedio di Troja ; e colla prudenza e sagacità de’consigli riuscì sì utile a
hille abbiano pianto la morte di Patioclo, che sieno rimasti immobili colla testa pendente verso terra, e che non abbiano vol
di dissuadere Teuti dalla sua risoluzione. Questi, trasportato dalla collera , ferì col dardo la Dea in una coscia, ed eseguì c
iò che gli veniva in bocca. Era inoltre guercio, zoppo da un piede, e colle spalle curve, che gli si rovesciavano sul petto.
izio, un serpente sall sopra un platano ; e vi divorò otto uccelletti colla loro madre. Nella sorpresa universale Calcante pr
ove visse di rapine. Ella correva con somma rapidità, nè fu presa che colle reti(a). Ritornando a Neottolemo, dicesi, che Men
cadde a terra. Achille subito si avventò contro di lui, e sì lo ferì colla lan cia, che lo obbligò a ritirarsi colle sue tru
contro di lui, e sì lo ferì colla lan cia, che lo obbligò a ritirarsi colle sue truppe(b). (f). Joh. Jacoh. Hofman. Lex. Un
la Grecia, e ad attrarre nella dissolutezza un gran numero di giovani colle mogli de’principali Capi dell’armata Greca, spera
re de’ Ciclopi. Colui dovette rimanersene colà, finchè Enea, passando colla sua flotta per quell’ Isola, lo raccolse nel suo
lia, e detta Peloro, cinta da scoscesi scogli. Da di là traevano a se colla soavità del loro canto i passeggieri, i quali poi
Polluce, era comune a tutti i discendenti d’ Inaco, divenuti celebri colle loro belle azioni(a). (g). Declaustre Diction.
ide morire tutti due i suoi figliuoli, anch’ella si trafisse il petto colla spada stessa, la quale stava immersa nel corpo di
o per padre Milanione, re d’Arcadia(e). Era di bell’aspetto, nè tanto colle sue grazione maniere, quanto colla sua saggia con
(e). Era di bell’aspetto, nè tanto colle sue grazione maniere, quanto colla sua saggia condotta sapeva cattivarsi l’animo di
mo aveva ucciso il famoso Dragone, a lui sacro. Meneceo pertanto uscì colla spada alla mano, e se la immerse nel seno a vista
9 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo I pp. 3-423
i quelle o si mostrino corrette riguardo alle licenziose espressioni, colle quali sino a’ giorni nostri vennero esposte, o si
on facevano uso nè di sale, nè di vino ; vestivano di lino ; andavano colla testa rasa ; e si cuoprivano i piedi con sole sco
i studio per trarlo in lungo ; ma non potendo più differirlo, si recò colla figlia all’altare d’ Iside, e la pregò di soccors
cro e inviolabile deposito, si conservavano i testamenti ; era punito colla morte chi le insultava ; se a caso incotravano un
de Pane, il quale aveala trovata nell’ Arcadia, spedì le Parche, che colle preghiere la placarono(d). Troppo lungo sarebbe i
ane voleva palesare a Ceiere quanto le era avvenuto, nè potendo farlo colla voce, supplì col far comparire’ una fascia, cadut
le donne scacciavano dal tempio gli uomini e i cani, vi si chiudevano colle cagne. Il dì seguente rimiamavano gli uomini, e s
o era il solo mezzo di placare la Dea, che affliggeva tutta la Grecia colla fame. Cerere pute da tali Feste fu denominata Pro
coronata di spighe, e con fiaccola accesa in mano. Altri la dipingono colla falce, o col cornucopio, ossia col corno dell’abb
ni(d). Tali solennità si cominciavano con una processione, anounziata colle trombe. Vi concorrevano molti corri, ornati di gh
sima parecchi vasi di bronzo. La statua, scossa dal vento, percuoteva colla sferza que’ vasi, disposti in sì piccola distanza
i per loquaci e fatidici (a). Questo Oracolo finalmente si consultava colle Sorti(14). Vuolsi da alcuni, che Giove sia stato
utte le azioni de’ mortali (d). A’ di lui piedi vi sta pure un’Aquila colle ale spiegate. Questo uccello porta anche tra’ pie
ama, figlia di Titano e della Terra, in qualità di sua ambasciatrice, colle ale sparse d’occhi, e colla tromba alla bocca (g)
a Terra, in qualità di sua ambasciatrice, colle ale sparse d’occhi, e colla tromba alla bocca (g) (38). Giove finalmente fu r
i. Alcuni ubbriachi comparivano vestiti di pelli d’irco o di tigre, e colla testa entre le corna di un giovane cervo (h). Un
ell’ Attica al tempo delle vendemmie sacrificavano a Bacco un irco, e colla pelle di questo formavano un vaso, detto otre, or
occhieri della Lidia ; Penteo, figlio di Echione e di Agave ; Alcitoe colle altre sorelle, dette Minieidi da Minia, loro padr
egli commise una nefanda scelleraggine. Lo stesso Nume desolò inoltre colla peste la di lui città. L’Oracolo, consultato sopr
rifugiò appresso Ia Dea. Questa, veggendolo tutto tremante, lo cuoprì colla sua veste. Il Nume riprese allora le sue premiere
si alla di lei casa, situata lungo le rive di un fiume, e la sommerse colla stessa Ninfa. Questa inoltre, cangiata in Testugg
o rapimento non potevano più partorire. Un augure sacrificò un becco. Colla pelle di questa vittima furono sferzate quelle do
ndo dalla minore. Tutte usavano la stessa veste, co’ capelli sparsi e colle tonache sino alle ginocchia. Quella, che vinceva,
evano contro Pirro e i Tarrentini. Ricorsero supplichevoli a Giunone, colla quale rispose loro, che se avessero combattusto c
dei sacrifizj (b). Si denominò Conservatrice, perchè di cinque cerve colle corna d’oro, alle quali Diana dava la caccia nell
n inno alla Dea. I De cemviri le accompagnarono, coronati d’alloro, e colla veste ricamata di porpora. Questa processione, do
con diadema di rose e di gigli (f). Talvolta in figura di giovinetta colle ali spiegate e di varj colori sta a’ di lei piedi
la città di Enna, Proserpina, figlia di Giove e di Cerere, gareggiava colle compagne(21) in cogliere flori(22). La vide Pluto
ano tra loro i Poeti. L’argomento ordinario era un inno, accompagnato colla cetra, in cui si cantava il combattimento del Num
icavano un bue e due capre bianche ad Apollo, e a Latona una giovenca colle corna dorate(a). Macrobio dice, che quando si cel
to, simile al nostro flauto(42). Osò di provocare Apollo a confronto, colla condizione, che il vincitore potesse trattare a p
sul Citerone, ove i figliuoli dell’ orgogliosa madre si trovavano, e colle loro frecce li misero tutti a morte. Lo stesso fi
valoroso Corebo, Eroe d’Argolide, lo uccise. Non per questo cessò la collera del Nume, e colla peste desolò la città d’Argo. C
oe d’Argolide, lo uccise. Non per questo cessò la collera del Nume, e colla peste desolò la città d’Argo. Corebo consultò l’O
vea una sorgente d’acqua, in cui Diana era venuta a ricrearsi insieme colle vergini, sue seguaci. Si avvicinò in quel momento
mente ella trovava diletto (f). Come tale la onoravano anche i Focesi colle Feste Elafebolie, le quali consistevano nel sacri
dell’ Attica (a). Ivi eravi un tempio di Diana, fabbricato da Oreste, colla statua della Dea. Ogni anno vi si celebrava la me
ta da’ Calidonj Lafria, da che credettero che si fosse calmata la sua collera contro Eneo, di cui parleremo. Que’ popoli la cus
a chiedeva patrocinio e favore agli amici, talora per lettera sfogava colla giovine le sue tenerezze, e talora drizzava i suo
ratello Enopio, che là vi regnava (15). Questa pietà si voleva punita colla morte. Ipsipile fuggì da Lenno, e presa da’corsar
imboli, espressi da Aracne nel suo arazzo ; nè potendo più frenare la collera , si avventò contro Aracne, e la percosse colla sp
tendo più frenare la collera, si avventò contro Aracne, e la percosse colla spola nel capo. Non meno la rabbia, che il rossor
gide al petto, e coll’asta alla mano. Omero ce la dà a divedere anche colle ali alle calcagna(e). Marte. MArte secondo
ene. Fu detto Quirite a cagione della lancia, detta da’ Sabini cures, colla quale veniva sempre rappresentato(d) (1). August
o acquistò il nome di Bifronte(d) e di Biforme(e) o dalle due faccie, colle quali era impresso nelle monete ; o perchè avea l
a principio consistevano in semplici offerte di erbe e piante, svelte colle radici, colle foglie, e colle frutta, le quali ve
nsistevano in semplici offerte di erbe e piante, svelte colle radici, colle foglie, e colle frutta, le quali venivano consuma
mplici offerte di erbe e piante, svelte colle radici, colle foglie, e colle frutta, le quali venivano consumate dal fuoco(d).
a tutta consumare dal fuoco, allora se ne recideva la testa, e questa colla pelle veniva appesa alle colonne del tempio. Si e
Oracolo era una bilingue e oscura risposta, come credevasi, de’ Numi, colla quale eglino indicavano quelle arcane e future co
altrove. Quì soltanto aggiungiamo, che non è da confondersi l’Oracolo colla Teomanzia.Questa era un vaticinio, che i Numi dav
i Polli non imbeccavano frettolosi l’offerto cibo, se lo disperdevano colle ali, se fuggivano, tutto ciò serviva d’infausto a
le fumanti viscere all’Aruspice, onde vi facesse le sue osservazioni. Colla più accurata attenzione si esaminava, se le visce
l. 1. (18). Il Sommo Pontefice P. Licinio condanuò ad essere battuta colla sferza una Vestale, che avea lasciato spegnersi i
evare questo Mostro, e poi lo lasciò ne’ dintorni di quella città sul colle Ficeo. Esso avea la voce d’uomo, le ali d’uccello
siasi usata appresso i Romani (f). Tale sacerdozio non terminava che colla vita (g). Eccone l’origine : Acca Laurenzia, mogl
. A questa spezie di Divinazione si può ridurre anche quella eseguita colle verghe, e detta Rabdomanzia. Certe verghette, seg
retazione. Eravi finalmente la Belomanzia, ossia il modo d’indovinare colle frecce : queste o si estraevano a sorte dalla far
sse sorpreso e agitato dalle Furie(e). Qualche volta era punito anche colla morte(f). Anche i Romani ebbero sempre un grande
o lo invocavano co’sacrifizj, onde sterminasse quegl’insetti, i quali colla loro moltitudine solevano produrre una grave pest
avendo continuato il loro corso, e meritato il premio, se ne andarono colla corona e colla palma al Campidoglio. In memoria d
to il loro corso, e meritato il premio, se ne andarono colla corona e colla palma al Campidoglio. In memoria del qual fatto l
i lampi terribili, lo strepito spaventoso, le striscie di fiamma, la collera di Giove, e il terrore de’mortali (a). Il fulmine
rono in Ercole, che dormiva sotto un albero, e tentarono di assalirlo colle stesse di lui armi. L’Eroe, essendosi in quello s
attaccatili alla sua massa, dietro alle spalle li portò per la strada colla testa rivolta all’ingiù. Coloro osservarono allor
rano oscurissimi (a). I Sacerdoti e gl’Iniziati in quelli si punivano colla morte, se non osservavano il silenzio. Quando tra
na (h). Essa era d’oro o d’argento, e veniva portata sopra una picca, colle ali spiegate, e col fulmine tragli artigli. Sotto
iuole da Plejone, nata da Oceano e da Teti. Anch’elleno, perseguitate colla loro madre da Orione per cinque anni nella Beozia
no Satiri(h). Questi nella parte superiore aveano la figura di uomini colle corna di capra in cesta, e nell’inferiore quella
andarsi il capo di quegli animali, o cingersene il seno, o stringerli colle mani. Alle mistiche Ceste esteriormente si appone
trato del formento a’ Trojani, che il predetto Nume voleva affliggere colla fame (c). (a). Ovid. Metam. l. 1. (b). Calep.
immobile a cotal vista, ma finalmente sciolse il freno al furore ; e colla spada inseguì le barbare infanticide. Vano però g
oterono trattenere le risa (n). Comparve Pane alla luce col naso (a), colla barba, con due corna d’irco alla testa, e co’ pie
smanioso e frenetico. Questo rustico Nume tenne dietro a Siringa dal colle Liceo sino alle rive del predetto fiume. A quel v
astori immolavano delle capre a Pane ; facevano un convito ; ecoperti colle pelle delle victime sacrificate, andavano quà e l
rb. signif. (d). Id. Ibid. (18). Molte altre erano le ceremonie, colle quali si celebrava appresso gli antichi Greci e R
. Tre lingue pure gli vengono date(f). La coda del medesimo terminava colla testa di serpente. Egli stava legato con catena p
il discernimento (a). Si rappresentano con orrida faccia e rabbiosa, colla schiuma alla bocca, cogli occhi scintillanti, con
to a tale oggetto tiene la conocchia, Lachesi gira il fuso, ed Atropo colla forbice taglia il filo(n). L’opinione co nune è,
tenessero alla prima spezie, e quali all’ altra, esse si denominavano colla voce generale di Mani(g). A proposito degli Spett
fontana a piedi ignudi e in silenzio, facendo solo un poco di urepito colle dita. Dopochè si era lavato in quelle acque, rito
mile tosto ne rinasceva. L’anzidetto Barcajuolo per un anno fu punito colla carcere, perchè trasportò nell’ Inferno Ercole, c
nte restò invaghito di se medesimo, che morì di dolore(d). Finalmente colle due anzidette Favole ha qualche somiglianza quell
iglianza quella di Acco. Costei, Greca di nazione, parlava e trattava colla sua immagine nello specchio, come se si fosse tro
i corpi d’uomini o d’animali(f). Non è da confondersi la Metempsicosi colla Palingenesia, ossia rigenerazione. La prima suppo
oleva più ritornarsene nell’altro ; che Mercurio dovette ricondurvelo colla forza a Plutone ; e che questi lo condannò al mer
te la di lui figliuola, Coconide, madre d’Esculapio. Il Nume lo colpì colle sue frecce, e lo condanno nel Tartaro ad essere c
di Proserpina fu Ercina, figlia di Trofonio. Costei, mentre scherzava colla figlia di Cerere nel bosco sacro a Trofonio, si l
si eresse un tempio, in cui eravi la statua d’Ercina, la quale teneva colle mani un’oca (a). Dalla predetta giovine anche Cer
. Apollod. l. 3. (h). Joh. Jacob. Hofman. Lex. Univ. (7). Admeto colle sue lagrime, versate dal grande amore per Alceste
tasi in Colofone, città consecrata a quel Nume, ne riportò tanta fama colle sue predizioni, che non solo l’Asia, ma tutta la
ostui non possedeva che poche campagne ; ma si contentava di ciò, che colla propria industria ne ritraeva(e). (13). Tra’varj
ontanare, quando comparve la Sacerdotessa cogli anzidetti ornamenti e colla cesta, in cui aveva raccolto lui bambino. Creusa
eva il periglio, a cui esponevasi l’incauto figlio. Ma non potendo nè colle ragioni dissuadernelo, nè colle preghiere, fu con
i l’incauto figlio. Ma non potendo nè colle ragioni dissuadernelo, nè colle preghiere, fu con estremo suo rammarico dall’irre
de di quel fiume le di lui sorelle, Faetusa e Lampezia, per piangerne colla madre il tristo fine. Il pianto loro fu sì dirott
a, che contiene l’elogio degli Eroi. Rappresentasi coronata d’alloro, colla tromba in una mano, e con un libro d’ Istoria nel
i rose le circonda la fronte, stringe una lira nella destra, e tratta colla sinistra un archetto. Anche appresso di lei vedes
lo Pegaso, che soleva quà ç là trasportarle(h). Questo cavallo nacque colle ali ; e vuolsi da alcuni, che sia stato prodotto
l’altra Jampeo(a). Dicesi che Pireneo, re della Focide, incontratosi colle Muse, le quali facevano ritorno al Parnasso, le i
temendo, che i suoi soldati ne ttaessero cattivo presagio, lo tagliò colla spada. Si credette allora avverato il vaticinio :
creato loro re. Egli poi ebbe la temerità di far prova del suo canto colle Muse ; ed essendone rimasto superato, le Dee lo p
cisero Lico, attaccarono Dirce alla coda d’un toro indomito, il quale colla varietà del suo corso la fece morire di mille mor
udito da lui il perverso attentato di que’ marinai, volle, ch’ eglino colla morte ne pagassero il fio(a). Gli Dei poi colloca
Diana fuvi anche Polime figlia di Filante. Mercurio la vide a danzare colle altre Ninfe, ne divenne amante, e la rendette mad
are la misera giovine. Costei però fu sì agile di piedi, che si salvò colla fuga, e ritornò alla paterna casa. Quivi pattorì
perchè eglino erano discendenti da lui, ottenne, che fossero cangiati colla madre in uccelli. Polifonte divenne un uccello, c
o città al tempo di Solone, ed egli molto giovò ad essi co’consigli e colle predizioni. Dicesi, che sia morto in età di dugen
opra un letto a varj colori, detto feretro, nell’ingresso della casa, colla faccia rivolta verso la porta. Oltre le amare lag
i. Le donne però non vollero mai ubbidire a tale proibizione, e anche colle unghie si deturpavano il volto. Innoltre si udiva
he il Nume li custodisse, e rendesse fruttiferi. Priapo rappresentasi colle corna d’irco, colle orecchie di capra, e con una
isse, e rendesse fruttiferi. Priapo rappresentasi colle corna d’irco, colle orecchie di capra, e con una corona di foglie di
ltre ceremonie, con cui Priapo veniva adorato, orano simili a quelle, colle quali Atene venerava il sozzo Dio, Conisalo : anz
la immerse in profondo sonno. Non si sarebbe più destata ; se Cupido colla punta d’una freccia non ne l’avesse risvegliata.
lle sue figlie, chiamate Nereidi, le quali lo divertivano col canto e colle danze(c). Notisi per ultimo, che Nereo secondo al
c), o di Forco ; e vedendosene disprezzato, ricorse a Circe, ond’ella colla sua incantatrice arte gliene ottenesse pari corri
mente sensibile a questa ripulsa, si propose di sfogare il suo sdegno colla misera Scilla, e co’veleni infettò le acque, nell
dicare la sua morte col combattere più fortemente contro Epopeo. Lico colla forza tolse Antiopa ad Epopeo, e ricondottala a c
dicono, che Melicerta, figlio del Tebano Atamante, e d’Ino, fuggendo colla madre da’ furori del padre, si precipitò nel mare
rritorj d’Etolia. Meleagro, figliuolo dell’anzidetto Eneo e di Altea, colla più scelta gioventù si accinse a far argine a tan
e trovavasi un tempio, eretto a questa Dea (h). Bellona rappresentasi colle chiome sparse, e con una sferza in mano per eccit
o si raccoglieva sempre di notte, onde nè l’accusatore, nè l’accusato colla presenza loro potessero produrre alcuna alterazio
10 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489
sposarla e di condurla seco ad esser regina in Grecia, se lo aiutava colle arti sue ad impadronirsi del vello d’oro. Le diff
impadronitosi dell’ambito tesoro, partì subito cogli eroi compagni e colla sua fidanzata per imbarcarsi nuovamente sulla nav
parricide. Giasone dopo essere stato qualche anno in perfetto accordo colla moglie ed avutine due figli, ricominciò una vita
tutti Virgilio, che Orfeo nel giorno stesso destinato alle sue nozze colla Ninfa Euridice, perdè la sua sposa che morì per e
proverato dal suo maestro di musica chiamato Lino, gli ruppe la testa colla lira 85. Giunto per altro alla pubertà scelse spo
delle Esperidi ; 12ª il Can Cerbero. 1ª Fatica : Il Leon Nemeo Colla clava, e secondo alcuni Mitologi, soffocandolo tr
ne. 5ª Fatica : Le Arpie Questi mostri furono descritti da noi colle parole di Virgilio e di Dante nel parlare della s
uto nell’Inferno, anzi fu quello stesso che pregato da Virgilio prese colle sue mani i due poeti in un fascio 90, e li calò l
ere per andare a far visita al greco Evandro che abitava sul prossimo colle , che poi fu detto il Palatino. In questo tempo Ca
per far riposare Atlante dalla fatica di sostenere la volta del Cielo colle spalle, si sottopose a quel peso per un giorno ;
amente Deianira ; e dopo le feste nuziali postosi in via per ritornar colla sposa a Tebe, trovò il fiume Evèno sì gonfio di a
98 ; ma è probabile che confondessero le stelle di Castore e Polluce colle stelle di Sant’Elmo (come le chiamano i marinari)
sceverarne il vero dal falso o mitologico. Ecco la sua dichiarazione colle sue stesse frasi tradotte dal Pompei : « Ora mi f
n si possa renderlo in alcun modo credibile, nè voglia farlega alcuna colla probabilità, mi sarà d’uopo avere uditori benigni
ucciso il Minotauro, uscito in fretta dal labirinto coi giovanetti e colle giovanette Ateniesi, e trovata Arianna che l’aspe
ale di Maratona e lo sacrificò ad Apollo ; combattè una seconda volta colle Amazzoni colle quali aveva prima combattuto in co
e lo sacrificò ad Apollo ; combattè una seconda volta colle Amazzoni colle quali aveva prima combattuto in compagnia d’Ercol
dre) che punisse Ippolito. Lo stesso Cicerone riferisce questa favola colle seguenti parole : « Nettuno aveva promesso a Tese
o di accompagnarlo alla guerra. Erifile non potendo indurvi il marito colle parole, tradì il segreto di lui, scuoprendo il po
ere uccisi se perdevano. E già più d’uno aveva inesorabilmente pagato colla vita il fio della sua folle speranza. Pelope senz
tare anch’egli il periglioso arringo ; ma cercò di uscirne vittorioso colla frode e col tradimento. Promettendo qualunque pre
re Tindaro, di cui sposarono le figlie Clitennestra ed Elena ; quindi colle truppe ausiliari del suocero ritornarono a Micene
sensioni tra i convitati gettando dall’alto sulla mensa un aureo pomo colla iscrizione : Si dia alla più bella. Ed ecco subit
ti altri perirono in quel primo scontro, che non ebbero ugual fama, e colla loro morte pagarono il primo tributo di sangue al
i Troia un discendente di Eaco ; e questa fatalità si avverò la prima colla venuta di Achille, che era figlio di Peleo e nipo
raccomandarsi ai nemici e sottostare a qualunque condizione. Guarito colla limatura del ferro di quell’asta rimase nel campo
cazione con parole e frasi sì poco parlamentari, che fu per terminare colla uccisione di Agamennone per mano di Achille, se q
n copiate o imitate da tutti i poeti epici. Son però belle e mirabili colla lor veste poetica : diverrebbero monotone narrand
col suo cannone è più potente e più micidiale di Achille e di Diomede colle spade e colle lance. Convien qui notare quel che
e è più potente e più micidiale di Achille e di Diomede colle spade e colle lance. Convien qui notare quel che i rètori hanno
i assegna un drappello di Mirmidoni che lo accompagnino sino a Troia. Colla descrizione dei funebri onori resi ad Ettore in T
rore e della sua sventura intellettuale si tolse da sè stesso la vita colla propria spada. Per la morte di Achille veniva a m
(Traduzione del Caro). E Dante asserisce di averla veduta nel Limbo colle Eroine : « Vidi Camilla e la Pentesilea « Dall’
l braccio sinistro sollevata da terra e stretta al suo fianco, mentre colla destra alzando la spada minaccia Ecuba che ingino
è Virgilio ne fa dare da Enea un’ampia spiegazione, io qui la riporto colle parole del suo traduttore : « A cotal suon da du
gli alberi l’anima di Pier delle Vigne, è pregio dell’opera riferirlo colle sue stesse parole per farne il confronto colla vi
o dell’opera riferirlo colle sue stesse parole per farne il confronto colla virgiliana invenzione, e assicu- rarsi che il nos
e i Troiani per non morir di fame furon costretti a cacciare le Arpie colle lancie e coi dardi, perchè sempre, com’eran solit
osi e sozzi volatili nella selva delle anime dei suicidi, ed accresce colla loro presenza l’orrore di quella, negli alberi de
ì chiamata, secondo Tito Livio, perchè si stendeva lungo il dorso del colle Albano153 ; e finalmente che Enea morì due anni d
rammentare che fu detto e creduto che egli avendo un giorno percosso colla sua verga due serpenti che si battevano, fu cangi
te ; « E prima poi ribatter le convenne160 « Li duo serpenti avvolti colla verga, « Che riavesse le maschili penne. » La qu
o gettandosi dalle mura di Tebe, come narrano alcuni, o trafiggendosi colla propria spada 161. Quando Tiresia presagì che sar
tando in una similitudine la Sibilla Cumana, che dava i suoi responsi colle foglie nella sua caverna, come abbiamo detto parl
» 87. Il Naturalista Buffon diede il nome di Amazzoni ai pappagalli colle estremità delle ali colorate di rosso e di giallo
i romani, che incominciavano coll’ imbandigione delle uova e finivano colle frutta. 98. « Dicam et Alciden, puerosque Le
riva dalla stessa sorgente. — Ovidio nel lib. viii delle Metamorfosi, colla sua solita facilità di verso e di locuzione, acce
sa, riferibile non solo alle relazioni interne, ma anche alle esterne colle altre nazioni, mentre il secondo si riferiva solt
sperazione. Dante rammenta questo fatto nel Canto xvii del Purgatorio colle seguenti parole : « Surse in mia visïone una fan
a cattolica recita o canta in suffragio dei defunti, e che incomincia colle parole Dies iræ, è rammentata l’autorità della Si
11 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVIII. Apollo considerato come Dio della Poesia e della Musica e maestro delle nove Muse » pp. 104-114
simbolo del poetico ingegno, che non si compra coll’oro, nè si usurpa colle brighe e colle consorterie, ma è gratisdato dalla
tico ingegno, che non si compra coll’oro, nè si usurpa colle brighe e colle consorterie, ma è gratisdato dalla natura e perfe
di mirto, tenendo in una mano la lira e nell’altra il plettro. Clio colla corona d’alloro e un libro in mano. Talia con vo
ui confini della Tessaglia. Egli dice che « ……………… quando « Il Tempo colle sue fredde ali vi spazza « Fra le rovine (dei sep
i racconta delle Muse, volendo spiegare perchè talvolta furon dipinte colle ali. Inventarono i mitologi che le Muse fossero i
Gli stessi nomi delle Muse, derivati dal greco indicano presso a poco colla loro etimologia il distintivo ufficio di ciascuna
reus fata. Da questa frase è composto l’equivalente verbo vaticinari, colla mutazione comunissima nelle lingue della lettera
12 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXV. Bacco » pp. 161-172
icondo, i pampini e l’uva non hanno bisogno di spiegazione ; l’ellera colla sua freschezza era stimata dagli Antichi un. seda
ennati di sopra. Le Baccanti erano rappresentate come donne furibonde colla testa alta e piegata indietro, colle chiome scarm
ppresentate come donne furibonde colla testa alta e piegata indietro, colle chiome scarmigliate e svolazzanti, in atto di far
liate e svolazzanti, in atto di far passi concitati o salti, e perciò colle vesti che formavano obliquamente molte pieghe ; e
vo acido umore. Il regno di Bacco è finito dove Febo non lo favorisce colla forza dei suoi raggi calorifici e chimici. Testim
vinto e preso « Di più grappoli alla rete. » Ma la chimica soltanto colla teoria delle trasformazioni per mezzo della luce,
un dilirambo « Senza legge di forme e di materie, « Le sacre mescolò colle profane « E le cose ridicole alle serie. » 203
13 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Appendice. » pp. -386
nerale, quando un vile ossequio agl’imperatori introdusse l’apoteosi, colla quale vennero annoverati tra gli Dei anche i più
friva in ogni sua parte la mescolanza degli Dei eleganti della Grecia colle superstizioni del paese. Tu v’incontravi ad ogni
ste nell’antica lingua della Grecia e del Lazio,145 s’erano ravvivate colla conquista d’Alessandro. Attraversata dagli eserci
ione delle sue pompe e delle sue feste. e soprattutto de’ suoi legami colle istituzioni dello Stato. Ma la religione in sè me
turalmente e senza ostacoli. E di vero esso non ebbe a lottare se non colle passioni, gl’interessi e le opinioni dominanti in
olte, senza riguardo a voi, di sua autorità l’inimico volgo ci assale colle pietre e cogl’incendj ! Nelle furie dei baccanali
o avanti a Dio, quasi, per dir così, fatto uno squadrone, l’assediamo colle preghiere. Questa violenza però è grata a Dio. Pr
, che non se sono ristretti in corona : noi godiamo delle corone solo colle narici. Il facciano coloro che fiutano i fiori pe
le non era di assoluta necessità, perchè i popoli sostenevansi ancora colle antiche loro leggi ; un po’più tardi questo divin
14 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXX. Stato delle anime dopo la morte, secondo la Mitologia » pp. 216-231
spontaneamente si ardono vive le predilette mogli di quegli idolatri colla certezza di riunirsi compagne indivisibili ai lor
negli Elisii, come la descrivevano gli Antichi, fu un poco interrotta colla invenzione della Metempsicòsi, immaginata dal fil
di Eolo, infestò l’Affrica e l’istmo di Corinto co’suoi ladroneggi e colle sue crudeltà ; e dopo la morte fu condannato nel
rebbe stato ucciso da un genero suo nipote. Ma Belo coll’insistenza e colle ostilità lo costrinse a cedere ; e Danao allora p
ragion composta coll’ingiuria che risulta dal commesso delitto, ossia colla violazione dei doveri morali verso Dio, verso sè
ea per sè stessa, ma pel solo motivo che in essa l’anima s’immedesima colla divina sostanza, supponendosi emanata da questa,
15 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XII. La Titanomachia e la Gigantomachia » pp. 60-68
ui violazione produsse nel Cielo la prima guerra fraterna che terminò colla prigionia di Saturno e di Cibele (vedi il n° VI).
ilio di questi. Ora sono i soccombenti ed oppressi Titani che tentano colla forza di ricuperare il perduto possesso del celes
oi per forza 69, esiliata dal Cielo ed oppressa, tenta di riacquistar colla forza ciò che colla forza erale stato tolto70. Ec
liata dal Cielo ed oppressa, tenta di riacquistar colla forza ciò che colla forza erale stato tolto70. Ecco la vera causa del
uerra fu dunque nella Grecia continentale sui confini della Macedonia colla Tessaglia ; e l’immane combattimento ebbe il nome
16 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XL. Osservazioni generali » pp. 304-308
’epoca si riferiscono le più straordinarie imprese condotte a termine colla forza e col senno degli uomini, assistiti e prote
mo), che aiutarono e sollecitarono il risorgimento, ritornò per altro colla dissoluzione di tutti gli ordini sociali il predo
iam dire la durata dell’età eroica ; ed io l’accennerò prima di tutto colle parole stesse del nostro Giovan Battista Vico : «
di più di un secolo ; ma seguendo la Cronologia greca più accreditata colle modificazioni di Petit-Radel nel suo Examen criti
17 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — X. Cerere dea delle biade e Proserpina sua figlia » pp. 48-54
to o bevuto nell’ Inferno, non avrebbe potuto esser libera e ritornar colla madre. Si affrettò Cerere di ritornar da Plutone 
6 mesi dell’anno col marito Plutone nell’inferno, e gli altri 6 mesi colla madre sulla terra54. Tutta questa immaginosa inve
s’incominciò a rappresentare l’estate presso a poco come Cerere, cioè colla corona e col covone di spighe, e inoltre la falce
neppure le vere o probabili origini storiche. Lo dimostrano di fatto, colle loro dotte investigazioni sui tempi mitologici ed
18 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIV. Il Dio Pane » pp. 264-269
etta Ninfa, formò di sette canne di diversa lunghezza, unite fra loro colla cera, un musicale stromento, che in greco chiamav
Il Dio Pane, mancatagli la sposa che ambiva, si ammogliò in appresso colla Ninfa Eco, la quale era stata da Giunone cangiata
, com’egli racconta nelle sue epistole familiari, esisteva sotto quel colle un antro consacrato da Evandro al Dio Pane. Dai R
e solitudini più selvagge e piene di sacro orrore, spaventa da quelle colla sua terribil voce i passeggieri, vi aggiunge, qua
19 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIX. La Dea Triforme cioè Luna in Cielo, Diana in Terra ed Ecate nell’Inferno » pp. 115-122
e di questo astro dipendesse dagl’incantesimi degli stregoni, i quali colle loro magiche parole avessero tanta potenza da tra
nei primi tempi della scoperta del nuovo Mondo credettero che Colombo colle sue preghiere potesse far sì che si oscurasse e r
do penetrato in un boschetto ov’era una fonte in cui si bagnava Diana colle sue Ninfe, la Dea gli gettò dell’acqua sulla facc
notturni spettri a spaventare i viventi, e usciva talvolta in persona colle anime dei morti a girare intorno ai sepolcri e pe
20 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIV. Vulcano e i Ciclopi » pp. 152-160
Giunone, ma da Giove, poichè il poeta così introduce Vulcano a parlar colla madre : « …….Duro egli è troppo « Cozzar con Gio
trasmettere i concetti e i desiderii degli uomini anche agli antipodi colla velocità del lampo. Sentiamo dunque su questo pro
di materie più o meno infiammabili ; e soltanto gli astronomi moderni colle loro analisi spettroscopiche hanno dimostrato sin
to i fenomeni del lampo e del fulmine, benchè in piccole proporzioni, colla macchina elettrica ? Passando ora a parlare dei C
21 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXV. I Satiri ed altre Divinità campestri » pp. 270-278
: in appresso si confusero coi Satiri, ma non furon mai rappresentati colle gambe e colle corna di capra16. I Naturalisti per
si confusero coi Satiri, ma non furon mai rappresentati colle gambe e colle corna di capra16. I Naturalisti per altro sin dal
rtunno, che davasi al Dio delle stagioni e della maturità dei frutti, colla sua latina etimologia a vertendo, (cioè dai cangi
nistro braccio una pelle indanaiata di tigre, e co’polpastrelli, cioè colla sommità delle punte delle dita, regge penzo loni
22 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLI. Perseo » pp. 309-316
ammira nella Galleria degli Uffizi in Firenze, e la statua di Perseo colla testa di Medusa in mano, opera egregia in bronzo
o in soccorso di lei ; ma non potendo pervenire ad uccidere il mostro colla spada, perchè era più duro d’uno scoglio, lo piet
lunque titolo ad ottenerla. Perseo, dopo aver fatto prodigi di valore colla spada, vedendo che si perdeva troppo tempo ad ucc
vano ; ed anche Fineo ebbe la stessa sorte. Dipoi volle Perseo tornar colla sposa a riveder sua madre Danae ; e nel passare d
23 (1874) Ristretto analitico del dizionario della favola. Volume I pp. -332
otizie delle cronache ; raffrontare le tradizioni dei popoli antichi, colle più recenti notizie, scritte e dettate da chiari
o di un demonio. Tutti i mostruosi accoppiamenti della natura bruta, colla natura umana ; tutte le nefande immagini che lo s
lava gli avvenimenti della vita : e Atropo, la più vecchia, tagliava, colle forbici, il filo, e cosi dava fine alla vita dell
9. Ale-Deo. — Dio alato, soprannome dato a Mercurio perchè si dipinge colle ali ai piedi. 260. Alee. — Feste in onore di Mine
ichi l’invenzione della musica. So che Anfione agli nomini salvatici Colla lira insegnò l’umanità. Salvatore Rosa — Satira
erati da una passione d’amore. 501. Aposteosi. — Nome della cerimonia colla quale i Romani annoveravano fra gli Dei i loro im
i studia di sferrar d’ Achille Il frassino : tre volte egli lo scosse Colla robusta mano, e lui tre volte La forza abbandonò.
o, e lui tre volte La forza abbandonò. Mentre s’accinge Ad incurvarlo colla quarta prova E spezzarlo, d’ Achille il folgorant
iare il culto religioso di quelle nazioni che essi rendevano soggette colla forza delle armi. Dei pubblici. Si dava que
ra in lei così tenace che cangiò Atteone in cervo per averla sorpresa colle sue ninfe nel bagno. V. Atteone. Il seguito di Di
va fatto morire l’amato figliuolo Polidoro, la povera madre, cieca di collera , frenando a stento il suo furore, dimandò ed otte
ettersi nel luogo che occupava in letto il figliuolo di Niobe. Itilo, colla spensieratezza propria dell’infanzia, dimenticò d
erata della trista sorte del padre, corse vicino a lui per consolarlo colle sue filiali carezze ; ma quest’atto di pietà le f
tte quante : E prima poi ribatter le convenne Li duo serpenti avvolti colla verga. Che riavesse le maschili penne. Dante — I
boschi e le selve ; e che venivano rappresentate coi piedi di capra, colle corna sulla fronte e la coda dietro le reni. Le t
na de’suoi tempi, la sedusse a forza di oro, ma non riuscì a spegnere colla sazietà del possesso, l’ardente desiderio che que
gipio ; il quale per tal modo non sospettando di nulla ebbe commercio colla propria madre, che, immersa nelle tenebre, ad art
 Figlio di Tieste e fratello di Atreo. A vendo Tieste avuto commercio colla propria figlia Pelopea, senza pero averla riconos
eva presso i greci lo stesso significato della parola latina Elicius, colla quale i romani indicavano Giove stesso. Tanto la
uanto le era avvenuto, che andò a nascondersi in una caverna. Inlanto colla lontananza della dea dell’agricoltura, la terra i
lmo, lo scudo e le altre insegne di Minerva ; e dall’altra il cimiero colle ali, un seno di uomo, ed un gallo che erano gli a
i esercizii della gioventù. 1803. Ermero. — I Greci chiamavano Cupido colla particolare denominazione di Eros, e da ciò disse
artamento della sorella, ma il dio, avendo cercato invano di piegarla colle sue preghiege, sdegnato del cattivo animo di lei,
e Apollo sdegnato contro i Ciclopi, che avevano fabbricata la folgore colla quale fu ucciso suo figlio, li avesse tutti ester
nto flagello. L’oracolo rispose che la cagione di tanto lutto, era la collera di Nettuno, il quale non si sarebbe placato se no
e Protesilao fu obbligato a stabilirsi nel paese ove avea preso terra colle sue prigioniere. Coll’andare del tempo Protesilao
che fosse a lui legato coi vincoli della parentela, e che lo aiutasse colle sue soldatesche. E non fia il sol dimane Dal bal
atti che avevano relazione con la religione pagana, coi suoi misteri, colle sue feste, col culto onde venivano onorati gli de
e ginocchia La tradita mia madre, e supplicommi Di mischiarmi in amor colla rivale, E porle in odio il vecchio amante. Il fec
avendola essi rinvenuta, Fenice non ebbe il coraggio di affrontare la collera di suo padre e andò nella Bitinia, ove fondò una
Chiona. Resosi celebre per la sua bellissima voce e per la perfezione colla quale suonava la lira, la tradizione mitologica l
nos, e trionfò d’ogni ostacolo, riconducendo al campo greco Filottete colle sue fatate armi. Al dire di Sofocle, Ercole appar
rità delle nostre asserzioni, la grande e conosciutissima venerazione colla quale gl’ Indiani adoravano il Gange ; il Reno ve
lo strepitoso rimbombo e i lampi terribili, coi quali si rivelava la collera di Giove e che produceva un invincibile terrore n
o la sua forma naturale ; e talvolta anche sotto la figura di un uomo colla testa di gatto. Al dire di Erodoto, allorquando i
riposo nella capanna della vecchia Bauci V. Bauci e Filemone, Giacco, colle sue facezie, divertì per poco la madre sua e le d
esso luogo ove sorgeva la casa di Giano. Era mia residenza il vicin colle . Che dal min nome quest’età devota Gianicolo fin
li dei, li avesse vomitati dal suo seno, per farli ministri della sua collera . E come sotto alle lor moli istesse Giacquer sep
ogativa, peusò servirsene onde accostarsi sino al letto della regina, colla quale concertatosi si liberò poco a poco di tutti
ueudo così il comando di Rea, la quale avea loro imposto di soffocare colle loro grida i vagiti del neonato, affinchè Saturno
le sue fisiche qualità ; con folta barba scendente a metà del petto ; colle spalle larghe e quadrate ; seduto su di un trono,
conoscitor delle peccata Vede qual loco d’inferno è da essa : Cignesi colla coda tante volte, Quantunque gradi vuol che giù s
zo della lizza entrambi accinti Presentarsi, e stringendosi a vicenda Colle man forti s’afferrar, siccome Due travi che valen
nte raffigurata sotto le sembianze di una donna maestosamente severa, colla mestizia negli occhi e una spada nella mano. I gr
caro. — Figlio di Dedalo, il quale si sottrasse insieme al padre suo, colla fuga dalle persecuzioni di Minos, re di Creta, ch
apaneo. Ifi le corse dietro e la raggiunse sull’alto di una rupe, ove colle lagrime agli occhi, la supplicò in nome del suo a
re, avesse col sacrificio della propria figliuola Ifigenia placata la collera degl’immortali. A questa sola condizione, aggiung
te superiore del sistro d’Iside, veniva scolpita la figura d’un gatto colla faccia umana, ovvero una sfinge ; e altra volta u
amanti della regina Didone. ……. Comparve intanto Co’capei lunghi, e colla cetra d’oro Il biondo Jopa. Virgilio — Eneide — 
a, e di veleno Le bende, e ’l volto asperso, i tristi nodi Disgroppar colle man tentava indarno, E d’orribili strida il ciel
guerra, perchè questo, che era nipote della regina, contrastò ad Enea colle armi il possesso di Lavinia e del regno di lei.
le vinse sempre in tutti gli esercizii, per modo che Lepreo, ebbro di collera e di vino, sfidò Ercole ad un particolare combatt
duti in Roma tali rappresentazioni, sarebbero state atte a placare la collera degli dei. Anche Valerio Massimo, ricorda di un L
il poeta Stesicoro che egli aveva perduta la vista per effetto della collera di lei. Così almeno ripete la tradizione mitologi
ogni anno la più bella vergine del paese. I temessiani si sottomisero colla passiva obbidieuza della superstizione, a quanto
quale fosse l’espiazione ch’essi dovevano praticare, onde placare la collera dei celesti. Libri rituali, finalmente eran dett
vero Lupo. 2516. Licnomanzia. — Specie di divinazione che si eseguiva colla fiamma di una lucerna. 2517. Lico. — Fratello di
limento, così i primi adoratori della Luna, ritenendo che quell’astro colle proprie influenze, e perfino colla pioggia della
la Luna, ritenendo che quell’astro colle proprie influenze, e perfino colla pioggia della sua pallida luce, fosse talvolta ca
 ; i persi, con quello di Militra ; e finalmente i greci ed i romani, colla denominazione di Artemide e più comunemente di Di
e gli egizi ed i greci, se pure comunemente avessero chiamata la Luna colla sua appellazione femminile, pure nei misteri dell
tà lupa nodrisce, Di far perir d’un zio la man sostenne. Si arresta ; colla coda a quei blandisce Alunni tenerelli, e a un te
egli animali svenati ; poi asciugavano il sangue di cui erano bagnati colla lana delle capre immolate, la quale prima ponevan
ola nell’articolo seguente. 2574. Lustrazioni. — Cerimonie espiatorie colle quali i romani credevano di purificare una città
lava gli avvenimenti della vita : e Atropo, la più vecchia, tagliava, colle forbici, il filo, e cosi dava fine alla vita dell
24 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Della mitologia in generale. » pp. 17-359
commoventissima dell’amor coniugale ; e la favola d’ Orfeo, il quale colla soavità del canto mansuefaceva le tigri e spetrav
è evidentemente addimostrata la stretta relazione delle cose terrene colle celesti. 26. Dall’ unione di Celo colla Terra nac
relazione delle cose terrene colle celesti. 26. Dall’ unione di Celo colla Terra nacquero Saturno (27), Cibele (40), Titano
da Cerere, concedesse a Proserpina (53) di passare sei mesi dell’anno colla madre e gli altri sei col marito.15 59. Cerere h
ò a star sospesa per aria a due calamite, con due incudini ai piedi e colle mani legate a tergo da una catena d’oro. 89. Ma n
mentre ch’all’ombra Delle Pioppe, che pria gli eran sorelle, Sfogava colla musa il suo dolore, Fatto cantando già canuto e v
di gioia. Il Corvo ed il Cigno (120) furon sacri ad Apollo, denotando colla differenza del colore, che a questo Nume era noto
opra alle cose del mondo. Altri adopri aste e corazze ; Io guerreggio colle tazze. O fanciul, dammi il bicchiere ; Mesci, mes
tesso il caduceo aveva la proprietà di ricongiungere tutto ciò che la collera aveva separato, nuovo simbolo dell’ eloquenza. La
, e se ne mostrò sdegnato oltremodo. Siechè Mercurio, per calmarne la collera , gli regalò la lira, della quale era già reputato
che ’l sol scalde, o che ’l mar bagne. Nel mezzo è un ombroso e verde colle Con si soavi odor, con si dolci acque, Ch’ogni ma
le stelle, Scilla dentro alle sue buie caverne Stassene insidïando, e colle bocche De’suoi mostri voraci, che distese Tien m
conoscitor delle peccata Vede qual loco d’inferno è da essa : Cignesi colla coda tante volte Quantunque gradi vuol che giù si
che a gastigare gli uomini in vita con tutti i flagelli della celeste collera . Così le Furie empivano di spavento i colpevoli,
» E la Scurrilità è un satiro che fuggendo fa un movimento osceno, e colla bocca fa smorfie ad un fanciullo vicino a lui, me
incipe sconoscente. 381. Nettuno (185), propostosi in una sfuriata di collera di distruggere tutta la Grecia, aveva mandato neg
me il Pelide, e ritornati Tranqui lli i sensi, si rizzò dal seggio, E colla destra sollevò il cadente Veglio, il bianco suo c
punirlo facesse sbucare dalla terra uno scorpione che lo ferì a morte colla sua puntura. Fatto sta che Diana si pentì molto d
ri, ed i giovani ad un tempo istesso allentano la briglia, animandoli colla voce e colla sferza, chini verso di loro alquanto
ani ad un tempo istesso allentano la briglia, animandoli colla voce e colla sferza, chini verso di loro alquanto, o per esser
non piccola molestia n’ebbero gli spettatori, costretti a ricoprirsi colle vesti il capo. Dall’altro lato comparivano intant
oli a nome. Ma essi, animati dal vicino calpestio degli emuli veloci, colle orecchie lese, ognor più rapido stendevano il cor
oltrandosi alla fine si slanciarono reciprocamente. Veniva il Cretese colle braccia aperte in atto non che di stringere ma d’
e a cadere. Pure egli rimase in piedi : perchè il cadente avversario, colla speranza di sostenersi, lo abbandonò. Tutti accla
E le scuoiate vittime d’intorno Gli accumulò. D’accanto indi gli pose Colle bocche sul feretro inchinate Due di miele e d’ung
i Dei. Adoravano pure un Dio delle ricchezze sotto l’immagine di uomo colla testa di uccello, con in capo una mitra di carta
sieno spesso indicati dai poeti coi medesimi nomi. Por combinare poi colla fisica la spiegazion morale di questa favola, imm
guardevole scienziato di Germania, confermô la sentenza degli antichi colle sue Osservazioni che, tradotte dal ledesco, furon
25 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLV. La spedizione degli Argonauti alla conquista del Vello d’oro » pp. 331-341
non osando di dargli un aperto rifiuto, lo seppe talmente allucinare colle idee della gloria e dell’onor nazionale, che lo i
Fu costruita la nave per questa spedizione coi pini del monte Pelio e colle quercie della selva di Dodona sacra a Giove, e, a
gratitudine liberarlo dalle Arpie, ed oltre a cacciarle dalla reggia colle armi, le fecero inseguire per aria da Calai e Zet
o di tanti famosi Eroi rendesse sicura qualunque impresa da compiersi colla forza, trovaron per altro che questa non bastava
26 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVI. Nettuno re del mare e gli altri Dei marini » pp. 173-183
ll’idea dell’Immenso e cader prostrati a terra, com’esso, o almeno «  Colle ginocchia della mente inchine » come diceva il P
merita al par di Giove, e pei grandi benefizii che arreca agli uomini colle innumerevoli e maravigliose produzioni ; ed anche
capelli che le cinge la testa, – probabilmente a significare la pesca colla rete. Le si dà ancora un carro a conto suo, simil
la materia è tenuta avvinta coll’assidua osservazione dei fenomeni e colle reiterate esperienze, e quando essa, dopo aver su
27 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVIII. Gli Dei Penati e gli Dei Lari » pp. 290-294
io, ossia la cappella dei Lari ; e nelle altre, almeno un tabernacolo colle statue o immagini di questi Dei, le quali spesso
focolari, parola questa che alcuni etimologisti notano come composta colla voce Lari 38. La questione per altro verte intorn
ne di Cicerone, nel lib. v della Repubblica, ov’egli parla, per dirlo colla frase del Romagnosi, dei fattori dell’ Incivilime
28 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XI. Giove re del Cielo » pp. 55-59
dai romani politeisti ; e Cicerone stesso spiega questi due attributi colle seguenti parole : « Il popolo romano chiamò « Gio
tutte oprando « Le vostre posse. Ma ben io, se il voglio, « Lo trarrò colla terra e il mar sospeso : « Indi alla vetta dell’i
attribuito a Dio anche nella religion cristiana ; e si vede indicato colle iniziali D. O. M. non solo nelle iscrizioni dei d
29 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIII. Venère, Cupido e le Grazie » pp. 144-151
ome un fanciulletto, grazioso in apparenza benchè maligno in effetto, colle ali d’oro, e d’oro l’arco, gli strali e la faretr
ogi ed ai poeti meno antichi che Cupido si occupasse sempre a saettar colle sue freccie uomini e donne, Dei e Dee, senza pens
stro corpo. Psiche è rappresentata come una giovanetta delicatissima colle ali di farfalla, per alludere all’immortalità del
30 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXI. Il Genio e i Genii » pp. 232-241
sse del tutto dileguata a tempo del Goethe ce ne dà prova egli stesso colla sua quanto mirabile altrettanto fantastica invenz
Genii dei Pagani furono rappresentati in figura d’imberbi giovanetti colle ali come Cupido, e allora potrebbero facilmente c
iana, e si vedono per lo più nei monumenti sepolcrali in atto mesto e colla face rovesciata o spenta, simbolo di morte. I Pag
31 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVII. L’Apoteosi delle Virtù e dei Vizii » pp. 493-496
solo dopo le orribili guerre civili, allo spegnersi della repubblica colla vita di Marco Bruto, si udì la bestemmia che egli
erna, Dea dei ladri, in cui alla furfanteria è congiunta la ipocrisia colle parole da justum sanctumque videri, perchè cioè q
32 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVI. Le Ninfe » pp. 279-284
eri. Amadriadi poi è un greco vocabolo composto, che significa insiem colla quercia, o come si è detto di sopra, coll’albero 
modo diverso da quello che accennammo nel Cap. XXXIV ; ed è collegata colla favola di Narciso. E poichè Dante allude ad ambed
33 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVI. La dea Latona » pp. 86-91
tutte le stelle. Considerarono come un pianeta anche il Sole : e così colla Luna e gli altri 5 pianeti visibili ad occhio nùd
edero il nome di Apollo e di Diana, che poi identificarono col Sole e colla Luna. Prima di tutto però rammenteremo quel che f
34 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLIII. Cadmo » pp. 321-325
i suoi discendenti. Di lui ci dicono i Mitologi che si ritirò insieme colla moglie in una solitudine, e che ivi furono ambedu
sii. La qual metamorfosi sta a significare che egli si ritirò insieme colla moglie dalla vita pubblica e finì oscuramente i s
35 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXII. Marte » pp. 138-143
aron molto co senno e con la mano, e vinsero aiutando l’eroico valore colla strategia e cogli strattagemmi di guerra, preferi
» 180. Trovasi infatti in Cicerone : Marte nostro, per significare colle nostre forze, cioè col nostro ingegno e senza l’a
36 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIX. Eolo e i Venti » pp. 295-
cienziato, e inoltre impareggiabile anche in astronomia. Egli infatti colle indicazioni astronomiche ci fa conoscere non solo
æterno carcere ventos. » Orazio chiama Eolo ventorum pater, volendo colla parola pater significare Deus, secondo che abbiam
37 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VII. Saturno esule dal Cielo è accolto ospitalmente in Italia da Giano re del Lazio » pp. 31-38
iato dal Cielo si fermò in Italia alla corte di Giano su quel celebre colle che tuttora chiamasi Gianicolo (abitazione di Gia
e Giano era il celeste portinaio, ma ancora il custode delle case ; e colla verga si voleva far supporre che egli indicasse a
38 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVIII. Le regioni infernali » pp. 195-202
so Michelangiolo, hanno potuto rappresentarla senza alcuna difficoltà colla matita e col pennello. Dante pur conservando le
poi distaccati da quello in forza del movimento di rotazione. Inoltre colle analisi spettrali che dimostrano nel Sole l’esist
39 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XX. Mercurio » pp. 123-131
i in Terrà e nell’Inferno, per diminuir le distanze e guadagnar tempo colla velocità, si metteva il petaso e i talari, e vola
poeti, avendo egli trovato due serpenti che si battevano, li percosse colla sua verga per separarli e dividerli ; ed essi att
40 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVII. I Mostri marini Mitologici e Poetici » pp. 184-194
fece legare all’albero della nave, avendo otturate prima le orecchie colla cera ai suoi compagni, e detto loro qual direzion
ria e tremenda la sua forza, che quando flagella furiosamente le onde colla potente sua pinna produce una piccola tempesta e
41 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVII. Apollo considerato come Dio del Sole, degli Arcieri e della Medicina » pp. 92-103
maravigliosa e immortale, con le bianche e le vermiglie guance 111), colla fronte di rose e coi crin d’ oro. Dante nota anco
lui. 119. « Da tutte parti saettava il giorno « Lo sol ch’avea colle saette conte « Di mezzo ’l ciel cacciato il capr
42 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — II. Il Caos e i quattro elementi » pp. 11-14
 : terra, aria, acqua e fuoco 3 ; mentre i fisici e i chimici moderni colle loro analisi, ne hanno per ora distinti e caratte
43 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — V. Urano e Vesta Prisca avi di Giove  » pp. 25-27
chi eran tenute nascoste al volgo, e costituivano la scienza segreta, colla quale cercavano d’imporre rispetto alle moltitudi
44 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IX. Vesta Dea del fuoco e le Vestali » pp. 44-47
he avesse lasciato spengere il fuoco sacro, era battuta pubblicamente colle verghe dal Pontefice Massimo, e quella che avesse
45 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IV. Una Divinità più potente di Giove » pp. 20-24
sœva Necessitas (crudel Necessità) e la rappresenta in atto di portar colla mano di bronzo lunghi e grossi chiodi da travi, e
46 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIII. Difetti e vizii del Dio Giove » pp. 69-72
he oggidì, in caso di bisogno o per esperimento, di eccitar la fiamma colla confricazione di due aridi legni. Un uguale effet
47 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXX. Delle Divinità straniere adorate dai Romani » pp. 506-510
resentavano sotto la forma di cane e talvolta di uomo, ma però sempre colla testa di cane, come se ne vedono alcuni idoletti
48 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VIII. Tre Divinità rappresentanti la Terra, cioè Vesta Prisca, Cibele e Tellùre » pp. 39-43
nome latino Ops, Opis, che significa aiuto, soccorso, perchè la Terra colle sue produzioni soccorre ai bisogni dei mortali. Q
49 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVII. Gli Dei Dei Fiumi » pp. 285-289
Si rappresentano generalmente seduti in un terreno alquanto declive e colle gambe stese per indicare il corso del fiume e la
50 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cronologia Mitologica. » pp. 387-393
tò le sue terre fu l’origine di questo diluvio. Deucalione si rifugia colla sua moglie Pirra sul monte Parnaso, e poi ripopol
51 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XV. Giunone regina degli Dei e Iride sua messaggiera » pp. 79-85
raggi del sole. I nomi stessi di Iride e del padre di essa accennano colla loro etimologia le parti fondamentali di questo m
52 (1866) Dictionnaire de mythologie
nteur, celui-là ! On lui doit, dit-on, la doloire, le fil à plomb, la colle , la vrille, la roue de potier et la scie. Il naqu
vaient pas la gaieté franche ou l’heureuse négligence des Panard, des Collé , des Désaugiers, des Debraux. Il se glissa dans l
53 (1847) Nouvelle mythologie du jeune âge
l la vida toute avec un ferrement, fit plusieurs trous à la coquille, colla du cuir alentour, y mit deux cornes, et la monta
54 (1847) Mythologie grecque et romaine, ou Introduction facile et méthodique à la lecture des poètes (3e éd.)
ent représenté sous la figure d’un jeune homme debout, qui a le doigt collé sur les lèvres, et dont le vêtement est une peau
55 (1812) Manuel mythologique de la jeunesse
il ; il la vida avec un ferrement, fit plusieurs trous à la coquille, colla du cuir à l’entour, y mit deux cornes, et la mont
56 (1855) Mythologie pittoresque ou méthodique universelle des faux dieux de tous les peuples anciens et modernes (5e éd.) pp. -549
nes ; Ancarie, déesse Etrusque de la vengeance, représentée les mains collées contre le corps, les pieds joints l’un contre l’a
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