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1 (1874) Ristretto analitico del dizionario della favola. Volume I pp. -332
avanti Cristo. La famiglia di Pindaro era una delle più nobili della città di Tebe. ad avere il sentimento della cosa. Più
itiva ; e i secondi l’epoca eroica cantata da Omero Omero. — Sette città della Grecia si disputarono l’onore di aver dato
rii passi di antichi scrittori, noteremmo ben dieciotto o dieciannove città che si attribuiscono cotesta gloria ; ma le prete
iva il Dio della Guerra. Anche più presso a noi, e propriamente nella città di Messina, a simiglianza della Cerere Sicula, va
orno dell’ Assunzione25 tratta in processione, va per le strade della città in cerca del suo Divino Figliuolo, e quando poi d
Diomede fece fabbricare. Altri vogliono che Ercole edificasse questa città in onore del suo amico Abdereo, che fu miserament
rattutto della tragedia. Essi furono costretti di abbandonare la loro città a causa d’una quantità prodigiosa di rane e di to
ice di Ileo. Aveva un tempio famoso in Messenia. Essa si ritirò nella città d’Ira alla quale dette il suo nome. Questa città
Essa si ritirò nella città d’Ira alla quale dette il suo nome. Questa città fu una delle sette che Agamennone promise ad Achi
calmarne l’ira funesta che infiniti addusse tutti agit Achei. Sette città . Caritamila ed Enope. Le liete di hei prati Ira e
Abido. — Città dell’Asia sull’ Ellesponto. Anche in Egitto vi era una città di questo nome in cui sorgeva un famoso tempio de
. precedente). 23. Abrezia. — Ninfa che dette il suo nome alla Misia, città in cui Giove era adorato, ragione per la quale qu
na regione conosciuta sotto tale denominazione. Più famosa però fu la città di questo nome in Sicilia, nelle circostanze di S
i. 40. Aceleo. — Uno dei figli di Ercole che dette il suo nome ad una città di Licya. 41. Acersecome. — I Greci davano questo
tto. Era questo il luogo destinato alla sepoltura dei morti di quella città , per modo che bisognava traversare la palude Ache
ancora il nome di Acherusia ad un altra palude esistente vicino alla città di Capua. 58. Acherusiade. — Era questo il nome d
alcante, che Achille perirebbe sotto Troja, e che senza di lui quella città , non si sarebbe mai presa, lo inviò alla corte di
esso i suoi focosi destrieri, fece tre volte il giro delle mura della città  ; cedendo il cadavere sfigurato dell’eroe Trojano
annome di Bacco, col quale egli veniva principalmente venerato in una città dell’ Arcadia conosciuta sotto il nome di Figalia
gnalare il suo coraggio. Passando per Lariffa egli incontrò in questa città Acrise suo avo, e lo riconobbe. Si preparava a la
città Acrise suo avo, e lo riconobbe. Si preparava a lasciare questa città con lui per ritornare ad Argo, quando in una part
Dotata di uno spirito irrequieto ed avventuriero fuggì di notte dalla città di Argo, ed approdò felicemente a Samo, ove crede
i il petto. In Alessandria la regina, ovvero la dama più nobile della città portava ella stessa una piccola statua di Adone,
to in argento il letto di Adone, e sull’altro quello di Venere. Nella città di Atene ad ogni anniversario della morte di Adon
ni anniversario della morte di Adone venivano nei diversi rioni della città appese alle mura alcune immagini rappresentanti u
vvenuta nel periodo di queste lugubri cerimonie, come l’entrata nella città d’Antiochia dell’ Imperatore Giuliano. Nell’ultim
ì all’apoteosi d’Adone. Adone era anche il nome di un fiume presso la città di Biblo nella Fenicia. La favola racconta che Ad
 — Soprannome dato a Cibele, da un tempio che ella aveva in Asporena, città dell’Asia minore vicino Pergamo. Veniva anche det
Dio particolare della Sicilia, forse perchè in quell’isola v’era una città che portava lo stesso nome, oggi è la città di Ad
in quell’isola v’era una città che portava lo stesso nome, oggi è la città di Adernò. Il culto di questo Dio era disseminato
tri. 134. Afacitae. — Nella Fenicia in un luogo chiamato Afaca fra le città di Biblo e di Eliopoli, Venere aveva un tempio ed
io chiama Aphareja proles. 138. Afea. — Denominazione di Diana. Nella città di Egina si adorava il Dio Britomarte sotto una t
sie. — Feste in onore di Venere. Nell’isola di Cipro e in molte altre città della Grecia si dava una moneta d’argento a Vener
olata. Essi dettero una luminosa prova del loro duplice ingegno nella città di Delto, sia per la meravigliosa costruzione del
Troja, una tempesta lo spinse nell’isola di Cipro ove egli edificò la città di Pafo. 157. Agastene. — Re degli Elleni, e padr
59. Agathirno o Agatirno. — Figlio di Eolo : dette il suo nome ad una città che fece fabbricare in Sicilia. 160. Agathirso. —
n una rupe. Dopo la morte, fu ad Aglauro innalzato un tempio, e nella città di Salamina fu stabilito il crudele sacrifizio di
ai diversi templi che essi avevano sulle pubbliche piazze delle varie città , dalla parola greca αγορα, che significa piazza.
— Soprannome dato a Diana, a causa d’un tempio ch’ella aveva in Agra, città dell’Attica. 212. Agrota. — Divinità dei Fenici.
di Pandareo Efeso, la quale fu tolta in moglie da un artigiano della città di Colofone a nome Polirechno. I due conjugi viss
onirono di Roma, i quali per altro furono ben presto ricacciati dalla città , ed allora Camillo, per espiare la negligenza dei
di Calliroe che fu divinizzato. Il suo culto fu celebre in Alabanda, città della Caria. Questo nome gli viene dall’aver guad
er fatto una statua di Minerva, stabilì il culto di questa Dea in una città , ch’egli edifico in Beozia e che da lui prese nom
famosa Sibilla che rendeva i suoi oracoli in una foresta vicina alla città di Tybur, che dal suo nome era anche detta Albune
hitisi col commercio vivevano nell’abbondanza e nel lusso. Nella loro città era un continuo alternarsi di feste e baccanali d
a). 254. Alcomeno. — Soprannome dato ad Ulisse dal nome di Alcomena, città dell’isola d’Itaca, di cui egli era re. 255. Alco
erzo figlio d’Ippocone. 256. Alea. — Soprannome dato a Minerva da una città d’Arcadia, conosciuta sotto questo nome e nella q
ia e venne in compagnia di alcuni familiari in Italia ove fabbricò la città di Falischi. 268. Alessandra la stessa che Cassan
le era adorato nel recinto di un bosco sacro detto Altio, vicino alla città di Olimpia. 306. Alumra vale a dire nutrice. Sopr
on Enea. 318. Amathontia o Amathusa. — Venere era così chiamata dalla città di Amatunta. Amathusia fu anche il nome della mad
insieme ad Adone. 321. Amatus. — Fu figlio d’Ercole e fondatore della città che dal suo nome fu detto Amatunta. 322. Amazonto
Amicica. — Città della Laconia, patria di Elena. Vi fu anche un’altra città di questo nome, di cui la tradizione favolosa nar
va questo soprannome ad Apollo perchè al dire di Polibio, aveva nella città di Amiclea il più ricco e famoso tempio di tutto
eco αμπελσς e fu il nome di un promontorio dell’isola di Samo, di una città di Creta, e d’un’altra della Macedonia. 349. Ampe
a così soprannominato da un magnifico tempio ch’egli avea in Amyclea, città della Laconia. Si dava la stessa denominazione a
e a quello di Curzio Romano. Narra Plutarco, che essendosi in Celene, città della Frigia, spalancata una voragine. Anchuro pe
e. 392. Andirina. — Soprannome della madre degli Dei. Le veniva dalla città di Andira, nella quale essa aveva un tempio. 393.
agrificarono per la salute di Tebe. L’oracolo avea sentenziato che la città non sarebbe mai libera dai suoi nemici, se non si
o dei figli di Anfiareo. Ritornato dall’assedio di Troia, edificò una città a cui dette il proprio nome, e nella quale, dopo
e, regina di Tebe. Al suono della sua lira fabbricò le mura di quella città . — La favola racconta che le pietre, sensibili al
rato le cangiò in colombe. 439. Anitide. — Al dire di Plutarco, nella città di Ecbatana, veniva adorata la Dea Diana sotto qu
scrittori dicono che questo nome di Assur fosse dato a Giove, da una città del Lazio chiamata Ansur ove era particolarmente
Ulisse, guerriero greco che assediava Troia. Dopo la caduta di questa città , Antenore andò a fondare la città di Padova. È qu
ava Troia. Dopo la caduta di questa città, Antenore andò a fondare la città di Padova. È questa peraltro una credenza assai v
ore e Φερω portare. 463. Anthia. — Soprannome dato alla fortuna dalla città di Antrim nel Lazio, in cui ella aveva un tempio
onte Aventino sagrificata a Diana quella vacca, procurerebbe alla sua città natale l’ impero su tutta l’ Italia. Corace, spin
ciltà di Anxuro. 483. Anxuyro. — Vedi Anxuro. 484. Anzio. — In questa città della penisola italiana, erano gelosamente custod
eniva posto in una barca dorata, e condotto traversando il Nilo nella città di Memfi. Quiva veniva guidato nel tempio d’ Osir
à proprie degli Egiziani, il sacro animale veniva nel suo giro per la città scortato da tutti gli ufficiali e dignitari del r
intero era in lutto come se fosse morto lo stesso Osiride, e tutte le città Egiziane, rimanevano nella più profonda mestizia
sche e sugli altri insetti. 498. Apona. — Fontana in Italia presso la città di Padova. Si attribuiva alle sue acque il potere
almente si credeva che egli non abbandonasse mai il recinto di quella città . Arcade essendo divenuto adulto fu da alcuni cacc
sa si recò a mostrare una fontana ai principi che traversavano quella città , per recarsi all’assedio di Tebe. Il piccolo Arch
questo nome al dio destinato nel loro culto a presiedere alle piccole città ed agli armadi. 526. Ardalidi. — Soprannome dato
e di vino. Ateneo, nelle sue cronache mitologiche, rapporta che nella città di Munichia si dava questo nome ad un eroe. 532.
degli Argiani. 542. Argel. — Venivano così detti alcuni luoghi della città di Roma che Numa Pompilio avea consacrati ai Numi
Argolica. — Soprannome di Giunone, da un tempio che ella aveva nella città di Argo. 548. Argifonte. — Soprannome dato a Merc
. 554. Argiva. — Soprannome di Giunone dal culto che ella aveva nella città di Arga. 555. Argo. — Naviglio degli Argonauti su
i poco generalizzata fra gli scrittori. Argo si chiamava del paro una città dell’ Acaja, celebre per il culto di Giunone e pe
culto di Giunone e per gli eroi di cui fu patria. Dal nome di questa città è venuto non solamente ai suoi abitanti in partic
della mercatura, fu dato questo soprannome a Mercurio. In Acaia nella città di Tare, vi era, al dire di Pausania, una statua
l quale dovea combattere il Minotauro, nel famoso laberinto di quella città , che gli dette un gomitolo di filo per mezzo del
è la madre Coronide lo aveva abbandonato su di una montagna presso la città di Epidauro. 574. Aristeo. — Figlio di Apollo e d
5. Arno. — Fu il nome di un celebre indovino il quale fu ucciso nella città di Naupata, da un nipote di Ercole per nome Ippot
l tempo le cerimonie funebri in onore di Arno divennero celebri nella città di Lacedemone, ove si celebrarono con gran pompa.
glia di Climeneo. Era ritenuta come la più bella giovanetta della sua città . La tradizione mitologica racconta di lei un truc
pie, dicendo che esse predissero ai Troiani il triste fato della loro città . Quivi le brutte Arpie lor nido fanno, Che cacci
bbricata con pietre di calamita. Arsinoe fu similmente il nome di una città Egiziana posta sulle rive del lago Meris, i cui a
con sè nel Lazio, ove egli divenuto adulto fondò, secondo Virgilio la città di Alba. ….. Ascanio, allor ch’eresse Alba la lu
di sovente il nome di Ascreo al poeta Esiodo, perchè nativo di quella città . La favola racconta che il poeta fosse stato rapi
a delle quattro parti del mondo. 616. Asima. — Divinità adorata nella città di Emath. 617. Asino. — Presso i Pagani era l’ani
ce dell’asino. 618. Asio. — Soprannome di Giove che gli veniva da una città di questo nome nell’isola di Creta dove era parti
uale lo cangiò in fiume. Era anche così nominato un altro fiume nella città di Acaia, egualmente detto Asopo da un figlio di
più rinomati Arganauti. Asterione fu anche il nome di un fiume nella città di Argo, a cui la favola attribuisce due figliuol
o, la quale essendo caduta in potere di Ercole quando egli espugnò la città di Efina in Elide fu da lui amata e ne ebbe un fi
stirea. — Soprannome di Minerva dal culto che le si rendeva in Astira città della Fenicia. 644. Astirena o Astrena. — Soprann
suo nome significa saggezza. Fu dessa che dette il nome di Atene alla città che prima si chiamava Posidonia, che aveva prima
racconta che a proposito del nome da conservarsi o cangiarsi a questa città capitale della Grecia sorgesse un grave alterco f
irono un tribunale composto di dodici mortali, il quale decise che la città si sarebbe chiamata secondo il volere di Nettuno
723. Baaltide. — Divinità dei Fenicii, adorata particolarmente nella città di Biblo. Era ritenuta come moglie di Saturno da
nia. 725. Babia. — Dea venerata nella Siria e particolarmente nella città di Damaso, ove veniva adorata come dea della giov
il nome di Babia ai fanciulli. 726. Babilonia. — Antica e grandissima città della Caldea, così chiamata per la sua ampiezza e
enne la terra che’ I Soldan corregge. Dante Inf. Canto V. Tutta la città si estendeva per un circuito di sessanta miglia,
messa a sacco. Cambise, altro re dei Persiani, edificò in Egitto una città , alla quale dette similmente il nome di Babilonia
oro o Bagi-Toro. — Così veniva chiamato un toro, che nelle principali città dell’ Egitto, era consacrato al sole e adorato co
rinto, i quali per lo spazio di 230 anni, ebbero il governo di quella città . Veniva loro dato cosiffatto nome di Bacchiadi, p
roico. Era questo uno dei soprannomi d’ Ercole, che gli veniva da una città d’ Acaia, nota sotto l’istesso nome, e nella qual
o Batto, che la tradizione mitologica ci ricorda come fondatore della città di Cirene, nella quale, dopo la morte, fu adorato
o voleva tendere l’infame tranello. 755. Beechi. — Gli abitanti della città di Mendes nell’Egitto, avevano in grande venerazi
e Zeomeeuc con quella di dio nero. 760. Beleno. — Gli abitanti della città d’Aquileia avevano una loro particolare divinità
izioni che sono state dissotterrate nelle circostanze di quell’antica città . Grutero fu il primo a pubblicare una raccolta pr
ali avevano molta somiglianza coi baccanali. Venivano celebrate nella città Pirea, presso Atene. 775. Benilucio. — Soprannome
Elio. 783. Besa. — Divinità Egiziana, particolarmente venerata in una città dell’alto Egitto, che portava lo stesso nome. 784
o studio preliminare che precede questo ristretto. 786. Beza. — Nella città di Abide posta all’estrema punta della Tebaide, v
or. — Detto anche Oeno, figlio di Tiberisa e di Manto : egli fondò la città di Mantova, alla quale dette questo nome in memor
ella dea, e più comunemente quello di Biblia. 791. Bibratte. — Antica città degli Edueni, che oggi di si crede essere la stes
ome di Autim. È generale credenza che un tal nome fosse dato a quella città , per essersi ritrovato nel suo ricinto una iscriz
i Rutuli. 803. Bistone. — Figlio di Marte e di Calliroe. Edificò una città della Tracia, a cui dette il suo nome. 804. Bisto
me. 804. Bistonidi. — Donne della Tracia e probabilmente della stessa città di cui è menzione nell’articolo precedente. Orazi
 — Soprannome di Diana che le veniva da un tempio ch’ella aveva nella città di Braurona. V. l’articolo precedente. 823. Briar
o precedente. Durante l’assedio di Troia, Achille avendo espugnata la città di Litnessa, ebbe da Agamennone fra le altre pred
to, così fu detto che Diana si fosse cangiata in quell’animale. Nella città di Eubaste si aveva in grande venerazione la Dea
ficio dei piccoli pesci salati. Il suo culto era celebre in Faselide, città delle Panfilia. 867. Caca. — Sorella di Caco. Si
l quale, invece dell’attesa risposta, ebbe l’ordine di fabbricare una città nel luogo ove un bue l’avesse condotto. Allora pr
li solo cinque rimasero fedeli a Cadmo e lo aiutarono ad edificare la città di Tebe, nel posto dove un bue, ch’egli conduceva
o della penisola Italiana, dove essa morì, come pure al porto ed alla città che venne poi costruita in quel luogo, oggi detta
va un tempio ed un altare sulle rive del fiume Caistro, presso quella città . 881. Cajbia V. Caietta. 882. Calabro. — V. Cabro
donio. — Soprannome di Bacco preso dal culto che gli si rendeva nella città di Calidone. È opinione erronea, quantunque ripet
e del mostruoso cignale (V. Calidone) e Calidonio perchè nativo della città di Calidone. 899. Calidonisa. — Così veniva denom
osì veniva denominata Dejanira, moglie di Ercole, perchè nacque nella città di Calidone. 900. Calipso. — Ninfa, figlia del Gi
a. — Figlia di Ercole e di Iodi. Ella edificò nell’isola di Rodi, una città alla quale dette il suo nome. 924. Camos. — Secon
935. Candarena. — Detta anche Candrena : soprannome di Giunone dalla città di Candara nella Pafaglonia, ov’era adorata con u
on appena l’azione del fuoco ebbe liquefatta la cera. Vi fu anche una città dell’Egitto conosciuta sotto il nome di Canope, c
r onorare la memoria del suo servo fedele, fabbricò in quel luogo una città , alla quale, in onore del morto, impose il nome d
li altari su cui si facea un sacrifizio agli Dei. 950. Capra. — Nella città di Mendes, in Egitto, veniva particolarmente vene
i Mendes dimostrarono il più vivo dolore. È ancora a notare che nella città di Mendes, le vittime più ordinarie dei sagrifici
compagno di Enea, e suo seguace in Italia. Egli fu il fondatore della città nota anche oggidi sotto il nome di Capua. …… Ma
. …… Ma un altro Trojano, che aveva nome Capi. il quale poi fondò la città di Capua….. Frate Guido da Pisa — I falli di Ene
ferro e col fuoco. 964. Carienne. — Feste che si celebravano a Cario, città della Laconia, in onore di Diana, la quale perciò
. 983. Cartagine. — Figliuola di Ercole ; da lei prese nome la famosa città dell’Africa ove regnò la regina Didone. V. Didone
i due figliuoli. Appena essi furono nati, Mercurio li trasportò nella città di Paìlene, ove essi furono allevati. Divenuti ad
egli palesasse agli uomini la sua volontà. 996. Catactoniano. — Nella città di Opunto, veniva così chiamato il sovrano pontef
infernali e terrestri. 997. Catadriani. — Nome che si dava in diverse città della Grecia ai sacerdoti sacrificatori. 998. Cat
lcmeone. La tradizione mitologica ce lo addita come edificatore della città di Tibur, in Italia. 1001. Catinenzia. — Sopranno
à di Tibur, in Italia. 1001. Catinenzia. — Soprannome di Cerere dalla città di Catania, in Sicilia, ove essa aveva un tempio
osa, egli abbandonò la sua patria e andò nella Caria, ove edificò una città . Quando il fratel la vede in tutto insana, Fugge
 — Narra Virgilio, che essendo i Greci stanchi dell’assedio di questa città , che già durava da dieci anni, docisero finalment
fferta a Minerva e riporre il Palladium di Troja nelle mura di quella città , da cui essi stessi l’avevano rapito. …. Per la
a entrare dalle porte, e collocarono con le loro mani nel mezzo della città il fatale simulacro. Sopraggiunta la notte, i gue
tta l’armata Greca : e così ebbe fine con la distruzione totale della città e dell’armata dei Teucri, il decenne assedio dell
della città e dell’armata dei Teucri, il decenne assedio della famosa città di Priamo. È opinione di Pausania che questo cava
larga breccia, prodotta dall’urto di quella macchina nelle mura della città . Questa opinione è infatti appoggiata da Plinio s
assediati dai Greci. 1019. Cebo, Cepo o Cefo. — Mostro adorato nella città di Menfi. Al dire di Strabone, di Solino e di Pli
adulto si dette ad una vita di furto e di brigantaggio, e fabbricò la città di Preneste. Avendo dato dei giuochi pubblici, eg
dato dei giuochi pubblici, egli esortò i cittadini a fondare un’altra città . Ma come essi non fecero attenzione alle sue paro
ropiana, era uno dei soprannomi di Minerva come protettrice di Atene, città fondata da Cecrope. 1026. Cecropidi. — Nome che s
ione. Egli fu così dolente della morte di sua madre che si recò nella città di Claro onde consultare l’oracolo e sapere i mez
nte si dava il soprannome di Celana, o Celene, alla Dea Cibele, dalla città di Celene nella Frigia, ove era particolarmente a
. Cerere aveva diversi templi famosi ed un culto generale in tutte le città del mondo antico. Le primizie di tutti i prodotti
re donne. 1078. Cherone. — Figlio di Apollo. Dette il suo nome ad una città che da lui cangiò il suo antico nome di Arnea in
itorno da Troja, fece loro la guerra, li vinse e mise a sacco la loro città capitale, chiamata Imarte. La favola racconta che
to che essendosi confederato ai trojani nel famoso assedio della loro città , egli combattè contro Achille rimanendo esente da
o Cillenio. 1110. Cilleo. — Soprannome di Apollo che gli veniva dalla città di Cilla, nella Beozia, dove egli aveva un famoso
opo, il quale lo ebbe così caro, che dopo la morte di lui, fond ò una città a cui impose nome di Cilla, per onorare la memori
le fu detta Cizzica o Cisia, e che poi divenne una delle più fiorenti città della Grecia. 1159. Cladea. — Fiume dell’Elide ch
nata Iride. 1163. Clario. — Soprannome di Apollo che gli veniva dalla città di Claro o Claros, dove egli era particolarmente
so la sepoltura del re. Per questo culto speciale, gli abitanti della città d’Arsinoe, presso il lago Meris, dettero alla lor
o Meris, dettero alla loro capitale il nome di Coccodrillopoli, ossia città dei Coccodrilli. Presso gli Ombiti, che era il po
a superstiziosa credenza riguardo a questi rettili, comune a tutte le città dell’Egitto : ve n’era anzi buon numero in cui i
infa Ora. 1215. Colchide. — Contrada dell’Asia, la cui capitale fu la città di Cita : si rese celebre per il vella d’oro. Gli
olchi, hanno dato luogo alla falsa supposizione dell’esistenza di una città detta Colchisa, la quale non ha mai esistito. 121
o, rapporta nelle sue opere, che due colombe si fossero fermate sulla città di Tebe : e che dopo qualche istante una prendess
rda che Ercole, seguendo le sue imprese, si fosse internato fino alla città di Gadira, oggi Cadice, e che quivi, credendo d’e
ietra. Il colosso di Rodi sorgeva all’imboccatura del porto di quella città , e posava i piedi su due basi quad rate di così s
all’Egitto, perchè Sesostri, re di quelle contrade, fece porre nella città di Menfi, in un tempio consacrato a Vulcano, vari
miglia, l’altezza delle quali giungeva a trenta cubiti. In Apollonia, città del Ponto Eusino, v’era un altro colosso dell’alt
ione di ben sette altri colossi, trovati nel perimetro della suddetta città d’Apollonia, dei quali due rappresentavano Giove,
tri subalterni dei sacrificii che si facevano alla dea Bellona, nella città di Comana, in Cappadocia, in cui quella dea aveva
o alla figlia. Essendosi Anfitrione portato a cingere d’assedio Tafo, città capitale dei Teleboeni, pose inutilmente in opera
inutilmente in opera l’ingegno e le forze, per rendersi padrone della città , poichè gli assediati respinsero sempre valorosam
mbifero. — Uno dei soprannomi del dio Bacco. 1259. Corinto. — Famosa città della Grecia, la quale deve il suo nome a Corinti
. Coritallia o Coritalia. — Uno dei soprannomi della dea Diana. Nella città dei Lacedemoni vi era un famoso tempio a lei dedi
264. Corito. — Dea della impudenza. Essa aveva un tempio famoso nella città di Atene, ove si celebravano in suo onore delle f
dee, di cui si compone l’Olimpo mitologico, ebbero i natali in questa città . 1289. Creteo. — V. Crateo. 1290. Cretesi. — Ninf
n tra loro Era la donna mia….. Mentre cosi tra furioso e mesto Per la città m’aggiro. e senza fine La ricerco e la chiamo, ec
i A. Caro. 1295. Criaforeo. — Soprannome di Giove a lui venuto dalla città di Criaforide, nella Caria, dove era adorato con
iuta sotto il nome di Criseide. V. Criseide. Nella Troade, vi era una città conosciuta sotto l’istesso nome, celebre per un t
to il nome di Artemisia o Artemisa, figlia di Tiresia, la quale nella città di Delfo rendeva gli oracoli in versi, cosi armon
di Apollo. Un giovane, appartenente alla più illustre famiglia della città , portava in giro un ramo d’alloro, sul quale ripo
ui veniva rappresentato come un tritone : aveva due tempii, uno nella città di Azor, l’altro a Gaza. 1348. Damasictone. — Cos
i fuggire dall’isola di Creta, e si ricovero in Asia, ove costrui una città detta dal suo nome Dardania, che fu più tardi la
ia. — Nome primitivo della contrada nel cui perimetro era compresa la città di Troja V. Dardalo. 1362. Darete. — Uno dei sace
la. — Soprannome di Filomela, perchè, secondo la favola, fu a Daulia, città della Focide, ch’essa fu cangiata in uccello. 136
lisia veniva pure chiamata una ninfa, la quale dette il suo nome alla città di Daulia, nella Focide. 1368. Daunia-Dea. — Così
d è stato il più diffuso ed universale. Queste divinità avevano nella città d’Anguia, nella Licia, un tempio antichissimo, ov
ll’intera tribù, cui quella famiglia apparteneva, poscia nella intera città , quindi in tutta la contrada, ed è in questo modo
o della Deificazione tanto numero di numi, ma i re, i pontefici, e le città intere, contribuirono, con tutte le loro forze fi
tata la pubblica riconoscenza. Poi furono deificati i fondatori delle città  ; quelli che avevano scoperto qualche terra ignor
ra un misto di dolore e di allegrezza, e veniva celebrata da tutta la città . Dopo che il corpo era stato sepolto con gran pom
parte della spedizione degli Argonauti, i quali egli raggiunse nella città di Sinope. 1385. Delloco. — Figlio di Ercole e di
elfico. — Soprannome di Apollo, dal famoso tempio ch’egli aveva nella città di Delfo. 1394. Delfinie. — Feste in onore di Apo
vola per il famoso oracolo di Apollo. Lo spazio in cui sorgeva quella città , era ritenuto, presso gli antichi, come il punto
nso spazio, si posarono nell’istesso istante nel luogo ove sorgeva la città di Delfo. La tradizione favolosa, a proposito del
ti del monte Parnaso ; e da quel tempo si dette opera a fabbricare la città ed il tempio si Delfo, che sorgevano appunto in q
Delfo era anche il nome di uno dei figli di Apollo che edificò quella città . 1398. Delia. — Soprannome di Diana, che le veniv
d’ognimaniera. 1405. Demenete. — Detto anche Demarco : abitante della città di Parrafia, nell’Arcadia. Avendo mangiato un pez
este di Cibele e di Bacco e che consisteva nel portare in giro per la città un grosso albero, che poi veniva piantato di cont
essere minacciati. Queste cerimonie si compivano fuori le porte della città e avevano in tutti i loro particolari, il caratte
apriol non reco, Dammi tenere ogai silvestre altura ; D’una qual vuoi città fammi regina : Me vedran raro cittadine mura. Abi
la sotto il nome di oracolo di Didimo. 1442. Didimeone. — Rione della città di Mileto, in cui Apollo avea un oracolo ed un te
e di Giove Polieno, riguardandolo come il nume tutolare della propria città . 1448. Diluvio di Ogige e di Deucalione. V. Ogig
le frecce di Ercole ; e fu colui che insieme ad Ulisse penetrò nella città di Troja, e ne tolse il Palladio che era la più g
o anche Dioniso : con questo nome veniva indicato il dio Bacco, dalla città di Nisa, ove era stato allevato, e dove aveva un
teggessero in modo particolare i navigatori. 1466. Diaspoli. — Ovvero città di Giove nell’ Etiopia. Quel Dio aveva in questa
uell’edifizio all’avo materno di Teseo, per nome Pitteo, nativo della città di Trezeno. 1469. Dirce. — Fu moglie di Lico, re
ndo che alcuni mercanti Fenici avessero rapito due sacerdotesse della città di Tebe ; e che avendo venduta una di esse nella
— Sopranome di Giove, a lui venuto dal culto che gli si rendeva nella città di Dolichene. 1492. Dolone. — Trojano, celebre pe
: fu un’ altra delle Nereidi. 1504. Draconigena, Citta. — Vale a dire città surta dai denti di un drago. Si dava questa denom
città surta dai denti di un drago. Si dava questa denominazione alla città di Tebe. V. Cadno. 1505. Draghi. — Questi animali
più bella età governa. Nel nappo trasparente adamantino Al re che la città regge superna, Solea il dolce portar celeste vino
ima, col sorriso sulle labbra, e coronata di flori. Aveva in tutte le città della Grecia e dello stato romano gran numero di
i che Ecaerga fosse uno dei soprannome di Diana. 1529. Ecale. — Nella città di Ecale, nel borgo dell’ Attica, era un tempio d
Atene, in onore di Ecate, la quale era grandemente venerata in quella città . Durante il periodo di queste feste, che si celeb
, i cittadini più ragguardevoli davano, nelle principali strade della città , un pubblico banchetto, al quale si credeva ferma
così denominate alcune feste e cerimonie che si celebravano in Fefte, città dell’isola di Creta, in onore di Latona, madre di
occhi della madre, durante il decenne assedio di Troja. Caduta questa città , Ecuba toccò ad Ulisse come parte del bottino di
insaputa di Edipo, era pur sempre un fatto mostruoso, castigarono la città di Tebe con una orribile pestilenza, la quale non
uno dei soprannomi di Vulcano, dio del fuoco. 1562. Efeso. — Celebre città dell’ Asia minore, nella Jonia La tradizione mito
re, nella Jonia La tradizione mitologica ripete che il nome di questa città derivasse da una donna chiamata Efeso, la quale d
ritenuta in conto presso i più accreditati scrittori della favola. La città di Efeso sorgeva in una pianura irrigata dal fium
del mare Egeo. Rinomati autori pretendono che la esistenza di questa città , fosse di molti anni anteriore allo stabilimento
a in quei luoghi ; e che poscia una colonia greca avesse costruita la città di Efeso, che si rese poi tanto celebre. Il famos
eva in lui, vi ristabilì il governo democratico. Morto Alessandro, la città di Efeso fu preda dei successori di lui, quindi c
o dei Greci, che ne restarono signori fino al 1283. Da quest’epoca la città di Efeso fu sempre un punto d’invidiosa mira perg
stremamente caro, e tanto che dopo la morte di quello, avvenuta nella città di Ecbatana, l’imperadore lo fece annoverare fra
onie dette Efestrie, nelle quali i Tebani facevano girare per la loro città la statua di Tiresia, che all’andare era vestito
. — Figliuola dell’ Oceano e di Teti, la quale dette il suo nome alla città di Corinto, che dal principio chiamavasi Efira. A
e di Virgilio essa fu madre di Aristeo. In Grecia vi furono altre due città conosciute sotto il nome di Efira ; una nella con
nosciuta sotto il nome di Efira, che fu patria di Sisifo. Efira, una città , natia contrada Di Sisifo, che ognun vincea nel s
di Orconomo. Sotto questo nome aveva Diana un culto particolare nelle città di Ambracia, Acacesio e Mileto, perchè in queste
lare nelle città di Ambracia, Acacesio e Mileto, perchè in queste tre città ella servì di guida conduttrice a Cromio ed alla
ricordano di un altro Egitto, figliuolo di Neilco, e fondatore della città di Priene. 1594. Egia. — Ninfa figlia del Sole e
09. Elafoballa. — V. l’articolo precedente. 1910. Elagabalo. — In una città dell’alta. Siria per nome Emesa si adorava dagli
nnome di Giove a lui venuto da un ricchissimo tempio che aveva in una città del Peloponnese chiamata Elts. 1615. Elefante. — 
guerra tra Greci e Troiani, che finì con la totale distruzione della città di Troia, dopo che i Greci l’ebbero assediata pel
suo animo vizioso e corrotto, e quando vide imminente la caduta della città , pensò di riguadagnare la grazia del suo primo ma
ta qualche tempo dopo, epoca in cui i Greci la scacciarono dalle loro città , ed essa prese rifugio presso Polixa regina dell’
poi dimorò sul monte Ida ; ma siccome stava nel fato di Troja, che la città non poteva esser presa senza la presenza di lui,
no, unica prole avuta da Andromaca, lasciò il governo di alcune poche città , da lui fondate. V. Cestrino. 1621. Elenore — Fig
ata dagli Ateniesi, i quali avevano, nella piazza maggiore della loro città , un tempio a lei dedicato. Tutti coloro che, o pe
Eleusi. — Figliuolo di Ogige e di Daira. Egli dette il suo nome alla città di Eleusi nell’Attica. In alcuni scrittori si tro
di Eleusi nell’Attica. In alcuni scrittori si trova l’opinione che la città ricevesse il nome di Eleusi, parola che in greco
ere veniva così denominata da un magnifico tempio ch’ella aveva nella città di Eleusi, di cui nell’articolo precedente, ove i
della Beozia dalla schiavitù, e fece in memoria di ciò fabbricare una città a cui fu dato il nome di Eleutera. 1631. Eleuteri
r sottrarsi al castigo ; e Atti, traversando l’Egitto, vi edificò una città a cui, in onore di suo padre Elio, dette il nome
ante di tutte le navigazioni dei greci. Elice fu anche il nome di una città dell’Acaja, ove Nettuno aveva un tempio assai in
sacro si sarebbe chiamata Elio, cioè il Sole. 1643. Eliopoli. — Cioè città del Sole ; quest’antica contrada dell’Egitto è ce
uo volere, sia chinando il capo, sia con far cenno con le braccia. La città di Corinto si chiamava anch’essa Eliopoli, prima
cui avvenne il fatto seguente. Essendosi i Doriesi resi padroni della città di Corinto, essi appiccarono il fuoco al tempio d
pide. — Così avea nome quel cittadino di Samo, il quale in questa sua città , edificò il tempio di Bacco, noto sotto la strana
amiglia degli Emilii pretendeva di discendere. 1662. Emitea. — In una città della Caria, nota nella geografia antica sotto il
estesa e divulgata per tutta l’Asia per modo che il suo tempio nella città di Castabea era carico di ricchezze immense, mand
era carico di ricchezze immense, mandandosi continuamente da tutte le città circonvicine doni ed offerte ad Emitea di una ric
dalo, che si rese celebre quasi quanto il suo maestro. In una piccola città della Grecia, nelle circostanze di Atene, si ammi
n tutti gli scontri ch’ebbero luogo nel decenne assedio della Trojana città . Enea sostenne un particolare duello col più prod
e giunse, dopo una fortunosa traversata, nella Tracia ove edificò una città che fu detta Eno, forse dal nome di lui. Recatosi
no. Enea ad onorare la loro memoria impose il nome della prima ad una città e quello del secondo ad una punta di terra conosc
empio, ove all’eroe trojano furono resi gli onori divini. Anche nella città di Eneo, nella Tracia, Enea veniva adorato siccom
di Enialio. V. l’articolo precedente. 1680. Eniochia. — La più antica città di cui si abbia nozione nella geografia del mondo
ed ella concepette e partori Henoc. Poi egli si mise ad edificare una città e la nominò dal nome del suo figliuolo Henoc. Ge
soprannominata a cagione di un ricchissimo tempio ch’essa aveva nella città di Enna in Sicilia. 1686. Ennofigaso. — Uno dei s
ndasse i Miseni ausiliarii dei Trojani nel decenne assedio della loro città . Achille lo uccise sulle rive del fiume Xanto. 16
sulla quale era scolpita una testa di Mercurio. 1690. Enoe. — Antica città dell’Attica posta sulle rive di un fiume del qual
, regina dei Pigmei che fu cangiata in grue. 1691. Enomao. — Re della città di Pisa, in Elide. Le cronache mitologiche dicono
uno dei principali seguaci di Aceste, il quale dette il suo nome alla città chiamata Sicheliota di Entello. La cronaca narra,
lie una giovanetta per nome Menfi, ed avendo in seguito edificata una città le impose il nome della moglie. Fu questa la cele
ficata una città le impose il nome della moglie. Fu questa la celebre città di Menfi. 1709. Epatoscopia. — Specie di divinazi
veniva adorato con la stessa denominazione. 1723. Epidauria. — Nella città di Epidauro, e poscia in Atene si celebrava una f
apio alla quale si dava il nome di Epidauria, in commemorazione della città ove da principio fu istituita. 1724. Epidauro. — 
e della città ove da principio fu istituita. 1724. Epidauro. — Famosa città della Laconia ove Esculapio, dio della medicina,
Episcira. — Ai 12 del mese di Sciroforione (Maggio) celebravasi nella città di Atene, una solennità religiosa in onore di Min
di Minerva Scirade, così detta dal tempio ch’ella aveva nella piccola città di Sciro. È opinione di pregevoli scrittori, che
d irrequieto, si recò in Tessaglia e fermossi per qualche tempo nella città di Sicione di cui Corace era re. Quivi, profittan
detronizzò, ed aggiunse in breve tempo ai suoi novelli stati anche la città di Corinto. Finalmente avendo sedotta Antiope, fi
no istituite dal re di Tebe Menezio. Eraclea era anche il nome di una città della Friotide, nella quale la tradizione favolos
nia — Canto 1762. Erceo. — Soprannome di Giove come protettore delle città e delle case. Assai di sovente, nelle opere degli
ompagna ed amica di Proserpina. Al dire di Pausania, essa aveva nella città di Lebadia, molte statue che la rappresentavano c
figlio di Giove e di Alemena (Vedi Alemena) la quale lo partorì nella città di Tebe in Beozia, Ercole è il tipo perfetto di u
tto — Idillio XXIV. trad. di G. M. Pagnini. Ercole fu allevato nella città di Tebe, e Diodoro racconta, che Alcmena sua madr
i che Ergino inviava a Tebe onde ricevere il tributo imposto a quella città . Egli dopo averli battuti con la sua clava, ne fe
che dovesse abitare, e fu, secondo il parere di Apollodoro, in questa città che egli ricevette per la prima volta dalla Piton
e appoggiato contro una colonna innalzata in onore di Mercurio, nella città di Trezene, quella avesse preso radici, e avesse
lava le campagne. Ercole lo combattè e l’uccise, ma al suo ritorno in città , Euristeo gli impose di rimanere fuori le mura, e
erva. Cerinitide, che egli raggiunse al corso, e che portò viva nella città di Micene. Dopo di questo, combattè e vinse il ci
sò di dargli il premio promesso, e allora fu che Ercole, resosi nella città di Oleno, ebbe a combattere contro il Centauro Eu
e fatiche di Ercole, il quale dopo di essersene impadronito, fondò la città di Abdera in onore del suo amico Abdero, ucciso i
gli s’era impadronito, avendo ucciso i suoi due nemici, si rese nella città di Tirrenia. Nella traversata uno dei suoi tori s
d incatenò i Cercopi specie di spiriti malefici. Passato quindi nella città di Aulide, egli uccise Sileo insieme alla figlia
ole lasciò le navi sotto la custodia di Oileo e mosse ad attaccare la città . L’assedio essendo durato qualche tempo, Telamone
i fossero aperta una via fra i nemici a colpi di spada. Padrone della città , Ercole fece morire a colpi di freccia il re ed i
e, che era venuto in soccorso degli abitanti di Pilo. Da quest’ultima città egli marciò contro Lacedemone per vendicarsi di s
questa spedizione. Avendo ucciso Ippocoone, Ercole si impadronì della città , di cui ritornò lo scettro al suo legittimo re Ti
nomo, Ercole si sottomise all’esilio, e risolvette di ritirarsi nella città di Trachina presso Ceixo. Fu nell’andare in quest
irarsi nella città di Trachina presso Ceixo. Fu nell’andare in questa città , che Dejanira ebbe a sopportare l’oltraggio del c
tro. (V. Delanira). Soggiornando in Trachina, egli si impadroni delle città dei Driopi, protesse Eginio contro i Lapidi, che
Stesicore, uccideva tutti i viaggiatori, che transitavano per quella città , onde innalzare coi loro cranî un tempio al nume
hina, volendo vendicarsi di Euriteo, levò un’armata, marciò contro la città di Oecalia, che alcuni scrittori pongono nella Eu
tori pongono nella Eubea, ed altri in Tessaglia. Resosi padrone delle città nemiche, egli uccise Euriteo e i tre figli di lui
Melaso suoi compagni, caduti combattendo al suo fianco, egli mise la città a sacco ed a fuoco, e condusse con sè prigioniera
differisce molto da questa : Ercole da quindici mesi è lontano dalla città di Trachina senza che Dejanira conosca il luogo d
a la regina Onfale, e parte direttamente dalla Lidia per assediare la città di O calia di cui si rende padrone. Abbordato al
oracità, alla sua nascita quasi divina, o a qualcheduna delle singole città che con un culto particolare, venerava codesto si
ell’Ercole Tirio, al quale si offeriva una decima. È anche nella sola città di Roma, che Ercole viene adorato sotto il sopran
uomo dalle forme atletiche, con una lira nella mano. Tutte le diverse città della Roma Imperiale, possedevano monumenti simil
gli schiavi pubblici, e finalmente custodito dal Pretore stesso della città . I giuramenti che si facevano sull’ Ara Maxima er
766. Eresidi. — Ninfe che prendevano cura del bagno di Giunone. Nella città di Argo veniva dato lo stesso nome alle sacerdote
egli Arconti di Atene e dei consoli di Roma. 1767. Ereso. — Una delle città dell’isola di Lesbo, ebbe questo nome da un figli
 Uno dei figli del Titano Fetonte il quale dette il suo nome ad una città della Beozia detta perciò Eretria. 1769.Erea. — G
tichi davano questa denominazione al giorno in cui si celebrava nella città di Corinto, l’anniversario funebre dei figli di M
ifico tempio ch’ella aveva in Atene. Divenuto adulto, fu re di quella città , e narrano le cronache, che essendo in guerra con
secondo la cronaca, sedotta da Apollo. 1771. Ergameno. — Re di Meroe, città dell’Etiopia. Il nome di lui è ripetuto dai mitol
nti le carni. 1787. Ericinia — V. Ericina. 1788. Eritrea — In Eritra, città della Beozia, visse questa sibilla, conosciuta da
lmo. V. Esperidi. 1790. Eritro. — Da un tempio che Ercole aveva nella città di Eritre, in Acaja, si dava cotesto soprannome a
ed una tradizione degli Eritrei ripeteva che fosse giunta nella loro città da Tiro per mare, e che entrata nel mare Jonio, s
a Pausania nelle sue cronache, che quando i due popoli delle suddette città scoprirono la statua, posero in opera tutt’i mezz
fatta una corda dei loro capelli, tirarono la statua di Ercole nella città senza ostacolo alcuno. Gli Eritrei per ricompensa
rmione è anche un figlio di Europa, il quale dette il suo nome ad una città posta su di un estremo lembo della penisola Argol
ella penisola Argolide. Una vecchia tradizione racconta che in questa città eravi una strada per la quale si discendeva all’i
ne — Andromaque — Acte IV. Scene IV. 1807. Ermopoli. — Che significa città di Mercurio. Era questo il nome di tre celebri ci
 — Che significa città di Mercurio. Era questo il nome di tre celebri città di Egitto, una delle quali era posta nel Delta, l
orte gli furono tributati gli onori divini e dedicato un tempio nella città di Clazomene nel quale era inibito alle donne di
— Sacerdotessa di Venere che visse molti anni della sua vita a Sesto, città dell’ Ellesponto. Essa fu passionatamente amata d
to. Essa fu passionatamente amata dal giovine Leandro, abitante della città di Abido, posta sulla spiaggia del mare dalla par
na fiaccola accesa che serviva di faro al giovine nuotatore. Sesto è città , cui da l’opposta Abido Breve flutto disgiunge. A
ame e pazzo pensiero d’incendiare il tempio che Diana aveva in quella città , e che era una delle sette meraviglie del mondo.
a morte Esculapio fu da tutta la Grecia adorato come un Dio, e non fu città , horgo o villaggio di questa popolosa contrada ch
o non gl’impedì di morire ucciso a tradimento. 1829. Eslchia. — Nella città di Clazomene si dava questa denominazione, dalla
il messaggiero. Ercole, sdegnato a tanta slealtà, cinse di assedio la città troiana, e dopo pochi giorni, essendosene impadro
che fu chiamato Orcomeno. Divenuto adulto egli fondò nella Beozia una città conosciuta sotto lo stesso nome. ….. e quante en
da suo fratello Pelia, detronizzato e costretto a vivere nella stessa città come un semplice particolare. Esone fu padre del
i un qualche fatto importante che interessasse radicalmente tutta una città , furono altrettante occasioni presso i pagani all
e principali espiazioni si facevano per le armate, pei templî, per le città , per l’omicidio e pei prodigî. Nei tempi eroici l
uto dal delitto di parricidio, il re il quale non credette che in una città in cui professavasi di temere gli dei, il giudizi
sacrifizî, giuochi, lettisternj, feste, e giorni di digiuno. Tutta la città era in lutto, le botteghe, i negozî e le officine
ontanare le calamità di cui gli abitanti credevano minacciata la loro città . In quanto all’espiazione dei luoghi sacri e part
ndario romano segnava dei giorni prestabiliti per la espiazione della città di Roma. Una di queste date era il cinque di febb
tene, si fermò nel tempio delle Eumenidi, in un bosco sacro presso la città di Colona. Gli abitanti, sapendolo reo, lo costri
e cerimonie e sacrifizî solenni, che si celebravano quasi in tutte le città della Grecia, e segnatamente in Corinto, ed a cui
vili non accor sensi e costumi, In odio aveva i cittadini rei. Non le città  : chè le città non hanno Colpa veruna ; Euripide
sensi e costumi, In odio aveva i cittadini rei. Non le città : chè le città non hanno Colpa veruna ; Euripide — Le Supplican
è un corpo che non ha confini. 1853. Eteta. — Giovanetta di Laodicea, città della Siria. Amò così perdutamente suo marito che
gioniere. Coll’andare del tempo Protesilao fabbricò in quel luogo una città alla quale diede il nome di Scio. 1855. Etione. —
dei guerrieri che spesero la propria vita in difesa della sventurata città . …… e questi Furiando parea Marte che crolla La
rieri greci perirono per mano di lui, sotto le mura della contrastata città . Correva il decimo anno del famoso assedio, allor
o carro il cadavere di lui, fa per tre volte il giro delle mura della città . ….. e contro l’estinto opra crudele Meditando,
l quale con pompa solenne posto sul rogo, nelle mura stesse di quella città , che egli aveva difesa a costo della sua vita, fu
uno dei principali capi dei Trojani nel memorabile assedio della loro città . Era figlio di Penteo, e mori sotto le mura di Tr
egui il tuo cammino. e stanco Non t’arrestar, fin che venuto sei Alla città di Pallade. Là siedi. Abbracciando l’antico simul
furon dette Eumenidi le furie, o come dicemmo benefattrici ; e nella città di Atene fu con questo nome inalzato loro un temp
itata però, racconta di lui che, avendo contrastato il possesso della città di Atene ad Eretteo, questi gli mosse guerra. Nel
o dei suoi amori con Giove. 1890. Eunomo. — Fu un famoso musico della città di Locri. La cronaca favolosa narra di lui che re
città di Locri. La cronaca favolosa narra di lui che recandosi nella città di Delfo, insieme ad un altro celebre suonatore d
osi nella città di Delfo, insieme ad un altro celebre suonatore della città di Reggio, per nome Aristano onde sostenere una s
ano solamente sulle rive del fiume Alex o Alice, (che divideva le due città di Locri e di Reggio), dalla parte della città di
, (che divideva le due città di Locri e di Reggio), dalla parte della città di Locri mentre restavano mute sulla riva prossim
e della città di Locri mentre restavano mute sulla riva prossima alla città di Reggio. 1891. Eunosto. — Nella città di Tanagr
mute sulla riva prossima alla città di Reggio. 1891. Eunosto. — Nella città di Tanagra, posta sulla sponda del fiume Asopo in
e credenza che tutte le volte che una pubblica calamità affliggeva la città di Tanagra, n’era causa la violazione di questa l
gazione. La geografia antica ci ammaestra che nelle circostanze della città di Napoli, vi era una montagna chiamata Euploca s
e chiamando e piangendo la cara perduta. Finalmente si condusse nella città di Aorno, ove, secondo la tradizione, esisteva un
ù giorni in balia dei venti, ma finalmente fu spinto sulle rive della città di Patrasso ; e nel mettere piede a terra, scorse
gran timore di Ercole, e tanto, che non gli permetteva di entrare in città , e facevagli comunicare per mezzo di un araldo i
lo deriva dalle due parole greche Ευρος largo, e σερυου petto. Nella città di Ege in Acaja, essa aveva un tempio, che era il
finì con la battaglia di Azio, avesse incontrato fuori le porte della città , un uomo il quale spingeva innanzi a sè un asinel
arito morì sotto le mura di Tebe. V. Capaneo — ella si ritrasse nella città di Eleusina dove si rendevano gli onori funebri a
entura il re quel giorno Solennemente in un sacrato bosco Avanti a la città stava onorando Il grande Alcide. Virgilio — Enei
tutelari. Dice Macrobio, che quando i romani cingevano d’assedio una città , avevano il costume di fare l’evocazione degli de
alcune strofe, senza di che credevano impossibile impadronirsi della città nemica ; e ritenevano che quand’anche avessero po
; e ritenevano che quand’anche avessero potuto rendersi padroni della città assediata, senza aver prima fatta l’evocazione su
gran sacrilegio il far prigionieri gli dei penati e protettori della città nemica. « Allora il Dittatore uscito fuori, aven
seguitando la tua deità, come mia scorta, vo’io ora a distruggere la città Veientana, della cui preda ti fo voto e prometto
cima parte. E te, o Giunone regina, la quale al presente abiti questa città , prego parimente, che tu seguiti noi vincitori ne
ego parimente, che tu seguiti noi vincitori nella nostra, e tosto tua città , dove tu sia ricevuta in un magnifico tempio, deg
miete ogni cosa. 1933. Fallsio. — Così avea nome un uomo nativo della città di Naupatto, nella Focide. La tradizione mitologi
ivano così nominate alcune feste e cerimonie che si celebravano nella città di Atene, in onore di Bacco. L’istituzione di tal
L’istituzione di tali feste era dovuta ad un tale Pegaso nativo della città di Eleutera, il quale secondo riferisce la cronac
disprezzo è la derisione degli Ateniesi. Poco dopo scoppiò in quella città una terribile epidemia, onde si andò a consultare
divinità, si ebbe in risposta che dovevano ricevere Bacco nella loro città con solenni pompe e pubbliche cerimonie. Allora g
ante le cerimonie falliche. I Fallolori correvano per le strade della città , mentre continuava la celebrazione di questa ceri
chiude occhi mal, Il giorno sopra tetti, e per le torri Sen va de le città , spïando tutto Che si vede e che s’ode : e semina
so entro il ricetto Da cui sono alla dea le voci scorte : Da tutte le città , sian pur remote. Tutte ivi scorte son l’umane no
re in cose inanimate. 1944. Faone. — Così avea nome un abitante della città di Mitilene, nell’isola di Lesbo, il quale si res
oltraggiato marito. 1945. Fare. — Nella contrada di Acaja, vi era una città conosciuta sotto questo nome, e celebre per un or
che la dea Vesta e Mercurio, avevano nella piazza maggiore di questa città . La statua di Mercurio era tutto di marmo, e lo r
quali dovevano restare compiute, a simiglianza del fato estremo della città Priamea. La prima di codeste fatalità, era quella
er raggiungere un tale scopo, sorpresero Reso in un campo vicino alla città , l’uccisero e impadronitisi dei famosi destieri l
rono il sepolcro di Laomedonte, allorchè fecero nelle mura della loro città una breccia che dette passaggio al famoso cavallo
utte quelle fatalità che il destino imponeva alla finale caduta della città trojana, la quale è stata quella fra tutte le alt
volosa, che così aveva nome il capo dei pastori di Numitore, re della città di Alba. Narrano le cronache, che avendo un giorn
etti tori Sacrifichiam, perchè di noi gl’incresca, Nè d’alto monte la città ricuopra. Omero — Odissea — Libro XIII. trad. di
aveva un tempio sul monte Palatino, e altri due in altri luoghi della città . 1972. Fectali — La istituzione di codesti minist
onato di verbena, presso il popolo nemico, o innanzi alle porte della città ostile, e quivi, chiamando Giove e gli altri dei
estimonii, chiedeva ad alta voce riparazione dell’ingiuria fatta alla città di Roma. Se trascorsi trenta giorni da questa int
lie un figliuolo chiamato Ippolito, il quale egli fece allevare nella città di Trezene. Qualche tempo dopo le sue nuove nozze
zione, si esilio volontariamente dalla sua patria e si condusse nella città di Ftia, della quale era re Peleo, padre di Achil
, ma sorpreso nel traversare la Tracia, dalla morte, fu sepolto nella città di Eone. Fenice è finalmente il nome di un figliu
oma, e fu detto che le anime dei morti si agirassero per le vie della città . I Romani, spaventati da siffatti prodigi, rimise
eterminato giorno. Aveva il suo tempio sul monte Soracte, vicino alla città di Feronia, dalla quale prese il suo nome partico
Fia degli stessi abiti che aveva Minerva nel maggior tempio di quella città  ; e che facendola salire su di un carro, riusciro
quale si attiene Pausania stesso dà questo nome ad uno abitante della città di Corinto, il quale nel prendere parte ai giuoch
smi e combattè nelle file dei greci contro i barbari, onde salvare la città . In commemorazione di questo fatto, Filaco fu dic
iscussioni, stabilito che si sarebbero scelte due persone di ciascuna città , le quali avessero dovuto partire contemporaneame
volte ; e coll’ andare degli anni fu nel medesimo luogo edificata una città al la quale si dette il nome di Amfipoli, conosci
onato esporre sulla montagna detta Ostracina, nelle circostanze della città di Figalia, e che quivi una gazza sentendo contin
n figliuolo chiamato Faride. Divenuto adulto fondò nella Messenia una città , alla quale dette il nome di Fare. 2015. Filodoce
i venerava Esculapio, in un tempio ricchissimo a lui consacrato nella città di Asopo in Laconia. 2018. Filomena e Progne — Co
ino di Troja era scritto, che essi non si sarebbero impadroniti della città , senza le famose frecce di Ercole, V . Fatalita
mo, essendo rimaste le frecce in potere di Filottete, i destini della città non potevano compirsi ; ond’ è che Ulisse, sebben
Filottete — Tragedia trad. di F. Bellotti. Terminato l’assedio della città Priamea, e resisi i greci padroni di essa Filotte
no seguito da Troja, e aiutato da questi, fondò in quella contrada la città di Petilia. Fu in Calabria che egli combattè il c
ma sibbene dalla morsicatura di un serpente. 2021. Fineo. — Re di una città della Tracia conosciuta nella geografia antica so
lto e assai popolare in Elide, egli fu il primo a stabilire in quella città dei solenni sacrifizi a Bacco suo padre, nei qual
gli Egiziani adoravano con un culto particolare ed esteso in tutte le città e le borgate dell’Egitto, il fiume Nilo che era u
me. Vedi Fiumi Dell’Inferno. ….. e sotto un’ alta rupe Vide un’ampia città che tre gironi Avea di mura, ed un di fiume intor
er esse un culto particolare. V . Mirmidoni. 2047. Formione. — Nella città di Eritrea, visse un pescatore così chiamato, il
ti e dolci, laddove prima traevano vita di selvaggi. Egli edificò una città che dal suo nome fu detta Foronica. Fin qui la st
i e particolari su questa dea. In fatti, Pausania asserisce che nella città di Egina, vi era una statua della Fortuna, in cui
una statua colossale di questa dea, avente il polo sulla testa. Nella città di Tebe si venerava una statua della Fortuna che
famoso tempio della Fortuna, fu quello che le venne fabbricato nella città di Preneste, il quale aveva più che di tempio, la
anchezza del marmo, e finalmente sulla spiaggia del mare, vicino alla città di Anzio, sorgeva un altro famosissimo tempio del
a solcar l’ onde Carpazie. Te il fero Daco, il fuggitivo Scita. Te le città paventano ed i popoli. Ed il Lazio guerriero ; O
ali ebbero dapprima relazione gli Ebrei, dettero il nome di Ur ad una città , perchè ivi si adorava il Fuoco. In Persia si spi
persiano era moribondo, il fuoco veniva spento in tutte le principali città del regno e non si riaccendeva se non quando foss
ielo e posto suil’altare nel primo tempio che Zoroastro innalzò nella città di Xis nella Media ; ed era tanta la venerazione
e alla Grecia, ove si credeva che nel tempio, che Minerva aveva nella città di Atene, ardesse continuamente il fuoco consacra
alle Furie, veniva considerato come un sacrilegio. In quasi tutte le città della Grecia sorgevano templi ed altari consacrat
re più ad esse gradito. Nella contrada di Acaja, e propriamente nella città di Corina, vi era un altro tempio famoso, dedicat
la ragione. Un altro non meno famoso tempio si ebbero le furie nella città di Atene, e propriamente presso il tribunale noto
neva il Furore come figlio della Notte. G 2068. Gabalo. — Nella città di Emesa, nonchè in quella di Eliopoli, si adorav
on questo soprannome la dea Giunone, particolarmente onorata in Gabia città del Lazio. Virgilio la chiama : Juno Gabina. 2070
del Lazio. Virgilio la chiama : Juno Gabina. 2070. Gaditano. — Nella città di Gades in Ispagna (oggi Cadice) si dava questo
ale di compiere una volta l’anno un pellegrinaggio di S. Jacopo nella città di Galizia : da ciò la confusione che abitualment
combattuta fra i greci e trojani, durante il dedecenne assedio della città Priamea. 2089. Gastromanzia. — Specie di divinazi
ottrarsi alle persecuzioni del fratello Egitto, si ricoverò in quella città . Gelanore accolse generosamente l’ospite fuggitiv
si potesse predire l’avvenire. 2105. Gerania. — A proposito di questa città , che secondo la geografia antica, sorgeva sul mon
da una immensa quantità di grù. Al dire dello scrittore Salmasio, la città di Gerania era il punto di ritrovo di questi vola
no contro i PigmeiV. Pigmei. 2106. Gerere. — Si chiamavano così nella città di Atene, quelle quattordici donne, che servivano
o V. L’articolo seguente. 2115. Giacinto. — Figlio di Oebalo re della città di Amicle, nella Laconia. Suo padre l’aveva fatto
a i re dell’Italia ; era originario della Grecia e propriamente della città di Perebo, o secondo altre opinioni, di Atene. Un
lottiglia, approdò in Italia ove fece delle conquiste, e fabbricò una città detta da lui Gianicola. La tradizione favolosa st
favolosa stabilisce un parallelo cronologico frala edificazione della città Gianicola, e la cacciata di Saturno dal cielo per
tra perchè Giano essendo greco d’origine, e propriamente nativo della città di Perebo, fosse venuto a stabilirsi in Italia, o
ti i sabini da siffatto prodigio si precipitarono per penetrare nella città , di cui si sarebbero certamente impadroniti, se G
dio protettore di Roma, di venire novellamenle in soccorso della sua città , tutte le volte che ne avesse avuto bisogno. 2128
iarba innammoratosi della regina Didone allorquando essa costruiva la città di Cartagine, voleva ad ogni costo sposarla ; ma
tro con un piede ignudo e con l’altro calzato. Arrivato Giasone nella città di Jolco, attrasse dapprima tutti gli sguardi per
dea — tragedia Atto I Scena III. Giunti a Corinto, vissero in quella città per lo spazio di dieci anni, secondo le cronache
ente Alessandrino, si vedeva sulla porta maggiore di un tempio, nella città di Diospoli in Egitto, una specie di lapide i cui
Plutarco, che essendosi Sertorio, Generale romano, impadronito della città di Tingi, fece aprire il sepolcro del gigante Ant
meno tre denti, ed una porzione del cranio, che furono portati nella città di Erice, per ordinamento dei magistrati ; e che
sbrigliata superstizione dei pagani, imperocchè noi vediamo che nella città di Argo, si venerava il Giove Api, ritenuto nipot
tesso autore, a proposito d’una statua di Giove, che si adorava nella città di Argo, in un tempio consacrato a Minerva, rifer
li consacrati a Giunone. In Grecia stessa, e propriamente vicino alla città di Argo, vi era una fonte chiamata Canatosa, e se
e templi, oratori, are ed oracoli a lei dedicati, e soprattutto nella città di Argo, di Samo e di Cartagine. Ci cade in accon
rano avvenimento ; dicendo che egli che era un famoso pescatore della città di Antedone in Beozia, avesse preso un giorno gra
armenti di vite, dai quali egli poi trovò mezzo di sciogliersi. Nella città di Antedone, vi era uno scoglio conosciuto, al di
ni del famoso Sarpedone, soccorsero i Trojani nell’assedio della loro città . Suo padre, al dire di Omero, al momento della pa
i suoi concittadini gl’innalzarono un monumento eroico e dettero alla città di Eubea il nome di isola di Glauco. 2186. Globo 
una testa della Gorgone Medusa. 2195. Gortina — Detta anche Cortina, città dell’isola di Creta ; famosa per gli ottimi pasco
ima credenza, e le chiamavano Auxo ed Egemone. Per contrario in altre città della Grecia, si riconoscevano quattro Grazie, e
fosse loro padre. Secondo riferisce Pausania, in tutte le principali città della Grecia e della Tracia, vi erano dei templi
rato a Giove stesso, e alla dea Nemesi. 2204. Grinea. — Questa antica città dell’Eolide, nell’Asia minore, viene ricordata ne
tempio ed un bosco a lui consacrato. I poeti antichi chiamano questa città col nome di Cryncus. 2205. Gru. — Presso i pagani
Minotauro. Coll’andare del tempo questa danza fu eseguita anche nella città di Delfo, dalle giovanette Ateniesi, le quali la
e quivi fu distrutta da Maometto, quando egli entrò trionfante nella città , annientando tutte le vestigie del culto. 2224. H
delle statue di Iside con una testa di ibi. 2226. Ibristiche. — Nella città di Argo, si celebravano in nna data epoca dell’an
ro vittoriosamente i Lacedemoni, quando questi cingevano d’assedio la città di Argo. 2227. Icadi. — In onore di Epicuro, i pa
tuto greco gli chiese la mano della figliuola, Icario trovavasi nella città di Sparta, ove aveva già avuto numerose richieste
inore, ai piedi della quale, secondo la tradizione, sorgeva la famosa città Troja. Al dire di Diodoro, era questa una delle p
e il fratello, trucidò Ida stesso. 2235. Idalia. — Così avea nome una città dell’isola di Cipro, la quale era consacrata a Ve
nere. La tradizione a cui si attiene Virgilio, ripete che vicino alla città di Idalia, sorgeva un bosco sacro visitato assai
iù belle donne dei suoi tempi. 2241. Idmone. — Celebre indovino della città di Argo, il quale, secondo la tradizione, avea pr
a sua terribile verità. Un giorno, mentre gli Argonauti davano in una città della Tracia la caccia ad un cinghiale, Idmone ri
speria, ove la tradizione ripete, che il profugo re avesse fondata la città di Salento, della quale si fece sovrano. Dopo la
ale si fece sovrano. Dopo la morte di lui, gli abitanti della novella città riconoscenti verso la memoria d’Idomeneo per aver
a, ritornò felicemente nei suoi stati, ove morì poco tempo dopo nella città di Gnosso, i cui abitanti gl’innalzarono un magni
asse di sesso divenendo uomo. Il citato scrittore riferisce che nella città di Festo viveva un uomo poverissimo per nome Ligd
e quando la madre di lei fu tolta al suo primo rapitore, avesse nella città di Argo, dato i natali ed una bambina, che fu app
rabile indovino, i greci si sarebbero un giorno impadroniti di quella città , che già tanto sangue costava alla Grecia. Ifige
dell’indovino Calcante. Ma un giorno improvvisamente giunse in quella città , accompagnato da Pilade, Oreste fratello d’Ifigen
impici, interrotta già da lunghi anni. In Grecia e propriamente nella città di Elide, nel tempio consacrato a Giunone, fu per
ia, famosa nei fasti della favola, per la bellezza. Igiea aveva nella città di Sicione, in un tempio dedicato a suo padre. un
ità, chiamano col nome d’Ilio o Ilione, non solo la cittadella, ma la città intera di Troja. 2265. Iliona. — Così avea nome u
re della madre partì, e dopo molte ricerche ritrovò finalmente, nella città di Cenea, l’eroe suo padre occupato nella fabbric
che volta il suono della sua voce adorata. Avvenne intanto, che nella città di Atene si cominciavano a fare i preparativi per
tenebrosi maneggi, una tinta di religione. In quel torno di tempo, la città di Tebe, fu desolata da una terribile carestia, (
raziandola senza riposo, la costrinse ad andare errante e raminga per città e per borgate. Incalzata così dalla vindice mano
le frequenti apparizioni degli dei, provavano la loro vigilanza sulle città e sui cittadini. 2294. Iperborio. — Dalle due par
esero perciò gli accordi nenessarii con gli abitanti delle differenti città , che si trovavano sulla via, che dal paese degl’
V. l’articolo precedente, e che fu allevato da Piteo suo avolo, nella città di Trezene. Questo principe giovanetto, dedito so
hiesta a tre dei suoi desiderii. Infatti, Ippolito nell’ uscire dalla città di Trezene, guidando egli stesso il proprio carro
o Ippolito, avesse comandato a questo, di venire a raggiungerlo nella città , ove egli si trovava, e giustificarsi del delitto
n tempio, che ella avea fatto fabbricare su di una montagna vicino la città di Trezene, in onore di Venere. Col pretesto di a
eche I ππος cavallo, e Πδιαμος fiume. In Egitto, e propriamente nella città di Ermopoli, veniva l’ Ippopotamo considerato com
agione del suo naturale maligno e nocivo agl’ uomini. Per altro nella città di Papremide, l’Ippopotamo veniva adorato con un
l comando dell’armata che avea sotto i suoi ordini, e si esiliò dalla città di Naupatto. Suo figlio Alete s’impadroni poi del
siliò dalla città di Naupatto. Suo figlio Alete s’impadroni poi della città di Corinto. 2317. Ippoteo. — Le cronache mitologi
ezza, fu la prima volta ritrovato in Roma, nel famoso sacco di quella città avvenuto nel 1525 ; e fu varie volte copiato all’
Al dire di Diodoro e di Plutarco, esse scorrevano per le strade della città , coperte di lunghe vesti di lino, con una campane
itto, ma particolarmente, secondo asserisce il cronista Eliano, nella città di Alessandria, a Copto ed a Bubaste. Pausania ri
i misteri di lei recava la morte ; e ripete che essendo un uomo nella città di Copto, entrato nel tempio di quella dea, duran
Gallie ; e vi sono varii scrittori, i quali pretendono che la stessa città di Parigi, avesse preso il suo nome dall’ avere u
oneo di nulla sospettando, tenne l’invito, e si recò per questo nella città di Larissa ove Issione si trovava in quel tempo.
Corinto. Alla morte del padre suo, gli successe nel governo di quella città . 2347. Isterie. — Feste in onore di Venere : il s
anza era per i Corinti così importante, che anche allorquando la loro città fu distrutta da Mummio, essi legarono ai Sicioni,
era il concorso di popolo che affluiva in Corinto, da tutte le altre città della Grecia, onde assistere ai giuochi istmici e
ritenendo per fermo quanto un’ antica tradizione favolosa della loro città , asseriva a questo proposito. Gli Eleati riteneva
er un magnifico tempio che egli aveva sul monte Itome vicino a quella città . Un’antica tradizione non molto generalizzata, vu
ove Itomato, vittime umane ; e che certo Aristomene, nativo di quella città avesse fatto una volta svenare in un sacrifizio t
in un sacrifizio trecento schiavi, sulle are di Giove Itomato. Nella città di Messenia si celebrava annualmente una festa ch
rtando con gran divozione l’acqua attinta nelle parti inferiori della città , fino alla estremità del monte Itome, ove sorgeva
2356. Itonia. — Minerva veniva così soprannominata dall’ avere nella città di Coronea, in Beozia, un tempio comune con Pluto
rono varii eroici monumenti, ed in suo onore eressero un altare nella città di Atene, e celebrarono delle feste dette perciò
l suo ritorno dall’ inferno. 2370. Jolco. — Patria di Giasone. Questa città marittima della Tessaglia, giaceva sulla spiaggla
ulla spiaggla dell’arcipelago, ai piedi del monte Pelio. Fu in questa città che Giasone, dopo il suo ritorno dalla famosa con
e sdegnato uccise il re, padre di lei, e dopo d’ aver saccheggiata la città , s’impadronì di Jole, e con ogni cura la portò se
assale, ove sedea regnante Eurito, il padre di costei ; l’uccide ; La città ne devasta, e lei, qual vedi, Fa qui condur, non
onore di Jolao che gli ateniesi celebravano con gran pompa nella loro città . 2373. Jone. — Figliuolo di Apollo e di Creusa.
llettivo di alcune ninfe, le quali, secondo Pausania, abitavano nella città di Eraclea in Elide, ove scaturiva una fonte, sul
Kama non si fosse mai molto generalizzato nelle Indie, pure in molte città di quelle contrade, si venerava il fanciullo Kama
82. Kamis. — Divinità indigena del Giappone, e propriamente di alcune città di quella contrada. I giapponesi, individualmente
come figliuolo di Amida e come creatore della luna e del sole. Nella città di Osaka il dio Kanon ha un ricchissimo tempio, o
a moglie di lui detta Jasciada ; e questi non sentendosi sicuri nella città di Matura, si trasferirono in Nundagroma, loro pa
sieme su quella contrada. Sorgeva questo famoso monumento vicino alla città dei coccodrilli, e propriamente sulle sponde del
to il laberinto di cui fà menzione Virgilio e che sorgeva vicino alla città di Gnosso. …… in quante si discorre Per le molte
ualmente veniva raffigurato il padre degli dei, si venerava in quella città la statua di lui con una scure nella mano. Questo
della Laconia ; ed avendo ereditato il regno del suocero, dette alla città capitale indistintamente, il suo nome e quello de
nominazione di Lacedemonia o Lacedemone, e di Sparta, a questa famosa città della Grecia. Questo Lacedemone fu, secondo la tr
. — Soprannome particolare della dea Giunone, come dea tutelare della città di Sparta. 2403. Lachesi. — Una delle tre Parche,
o di Diana Lafria, che allorquando l’imperatore Augusto saccheggiò la città di Calidone lasciò gran parte delle spoglie di qu
hiamate alcune pubbliche feste, celebrate al tempo dei Tolomei, nella città di Alessandria. Erano così dette perchè coloro ch
rinto, invidiose della suprema bellezza di lei. In una contrada della città di Corinto, si vide per lungo tempo un sepolcro,
di partiti, abbandonarono la loro isola nativa per recarsi in quella città di cui esse ignoravano l’interna agitazione. Però
e il famoso cavallo di legno fosse introdotto nella loro predestinata città , Laocoonte, colpito dalla enorme grandezza di que
empo dopo Elicaone morì combaltendo sotto le mura di Troja. Caduta la città in potere dei greci, Laodice, onde sottrarsi alla
isamente a mantenere la data fede, onde Ercole sdegnato saccheggiò la città , devastò tutta la contrada, e uccise lo stesso La
suo nipote Ercole e lo ritenne presso di sè, per qualche tempo, nella città di Feneone, in Arcadia. 2435. Lapidazione. — Con
i Lari pubblici, che avevano la speciale presidenza dei lavori della città , come strade, monumenti, sepolcri, ecc. V’erano i
epolcri, ecc. V’erano i Lari detti Urbani, che avevano in custodia la città  ; Compitales, quelli che presiedevano alle crocie
i quelle divinità che i pagani sceglievano come protettrici sia d’una città , sia d’un luogo particolare, venivano classificat
Penati, si chiamava con nome proprio Larario. 2442. Larissa. — Questa città della Tessaglia, posta propriamente sul monte Pen
i Pausania, un altro tempio famoso consacrato a Latona, sorgeva nella città di Argo ; e la statua della dea era lavoro dell’i
tituita la quinta in onore di Latona, e che veniva solenuizzata nella città di Butite con gran pompa e splendore. Anche i Tri
Tersandro, ebbero gli onori divini, e fu loro eretto un altare nella città di Lacedemone, nel tempio istesso di Licurgo. 245
in onore della madre degli dei. Era costume di portare in giro per la città in gran pompa la statua della dea, posta su di un
a matrigna e a cedere ad essa ed al figliuolo Silvio il governo della città di Lavinio, che essa tenne fino alla morte di Asc
ditaria di sommo sacerdote. 2455. Lavinio. — Fu questo il nome di una città che Enea edificò, secondo il dettato dell’oracolo
I trad. di A. Caro. 2458. Laziale. — Dal costume che avevano alcune città del Lazio di sagrificare a Giove durante le feste
uperbo, e che sorgeva sopra un’alta montagna, nelle circostanze della città di Alba ; propriamente dove si tennero poi le adu
: quando il popolo romano ritrattosi sul monte sacro, fece ritorno in città , fu fissato a tre giorni il periodo della festa L
rodusse tante morti, che tutta la nobiltà tebana e delle circonvicine città si riunì onde darle caccia. Sulle peste del mostr
quelle senza rimanere immancabilmente annegati. 2476. Lernee. — Nella città di Lerna, nel territorio di Argo, si celebravano
la terra, per poi ricomparire, ricco di abbondanti acque, vicino alla città di Bereniee. Fu questa forse la ragione che fece
giorni a placare col lettisternio, fatto allora la prima volta nella città di Roma. Apolline, Latona, Diana, Ercole, Mercuri
igio aveva termine ; si toglievano i legami ai prigionieri e tutta la città assumeva un’ aria di pace e di riposo. Lo stesso
e degli eroi. Lo Spon, nel suo viaggio della Grecia, scrive che nella città di Atene si vedeva ancora il Lettisternio d’Iside
e a quel dio. 2484. Leucade. — Promontorio dell’Acanania, vicino alla città di Azio, ove Apollo veniva particolarmente adorat
Leucotoe, quando essa fu annoverata fra le divinità marittime. Nella città di Corinto ella aveva un magnifico altare in un t
Ulisse, di cui la cronaca antica si è largamente occupata. Caduta la città di Troia, Ulisse ritornando in patria accompagnat
e la morte, che il popolo in rivolta decise di abbandonare la propria città . Prima però di mettere in atto il concepito divis
che comunicava i responsi, ordinò agli abitanti di restare nella loro città e di placare con sacrifizii ed offerte la corrucc
aca favolosa, combattè col genio di Liba, e avendolo vinto, liberò la città di Temessa dalle persecuzioni di lui, che dispera
bisogna confonderle con quelli. Durante le Liberali si portava per la città e per le campagne un Fallo in trionfo sopra d’un
ceni propositi. Quando il carro era giunto sulla maggior piazza della città , una matrona incoronava innanzi a tutti il turpe
into d’indipendenza dichiaratissimo. 2504. Libetra. — Su quest’antica città che una volta sorgeva sul monte Olimpo, e vicino
i Bacco, nella Tracia, per sapere quale sarebbe il destino della loro città , la risposta del dio fu che quella sarebbe stata
fosse al mondo un animale che avesse avuto la forza di rovesciare una città , non badarono più oltre all’infausto presagio. Ma
ro in folla i pastori delle circostanti campagne e gli abitanti della città  ; e fecero tale ressa onde accostarsi al dormente
, che rotto gl’ argini, straripò con tanta violenza, che allagando la città di Libetra, ne atterrò le mura, ne rovesciò i tem
le case, i monumenti, e si spinse con tale precipitoso impeto che la città fu interamente distrutta, e gli abitanti morirono
o la maniera, ovvero il rito che si doveva compiere per consacrare le città , i templi, le mura, gli altari, le porte principa
u riscattato con molti e preziosi doni da Eezione, che lo mandò nella città di Arisbo. A Licaone riuscì, dopo qualche tempo,
bo. A Licaone riuscì, dopo qualche tempo, di fuggire da quest’ ultima città , e di far ritorno a Troja, alla casa paterna ; ma
del suo regno fu caro ai suoi popoli, che egli cercò d’incivilire. La città di Licosura, la più antica di tutta la Grecia, fu
i, che erano un popolo eminentemente superstizioso, avevano in quella città tanta venerazione per quegli animali, che non sol
ninfa Coricia. La cronaca antica lo ritiene come l’ edificatore della città di Licoria sul monte Parnaso, aggiungendo, che do
ono le prime capanne su quel luogo stesso, ove poi col tempo surse la città di Licoria. 2524. Licurgo. — Figlio di Driante, r
so, la quale, secondo la tradizione, dette il suo nome ad una piccola città nelle circostanze di Delfo, ove Apollo e Diana av
n Roma sotto il nome di Ajo Locutio. Aveva un tempio famoso in quella città , e propriamente nella via Nuova. V. Ajo Locutio.
la quale, secondo riferisce il cronista Sparziano, gli abitanti della città di Carres, nella Mesopotamia, avevano innalzato u
Cerimonie espiatorie colle quali i romani credevano di purificare una città o una persona, contaminata da qualche impurità o
avanti Cristo. La famiglia di Pindaro era una delle più nobili della città di Tebe. 2. Pelasci. — Popoli primitivi di ori
, lo stato, il commercio, le scienze e le arti. 4. Omero. — Sette città della Grecia si disputarono l’onore di aver dato
rii passi di antichi scrittori, noteremmo ben dieciotto o dieciannove città che si attribuiscono cotesta gloria ; ma le prete
ocessione dell’ Assunzione, e propriamente quella che si esegue nella città di Messina, ha luogo il 15 Agosto. Per questa rag
sciuto però sotto il nome di Cecco d’ Ascoll per esser nato in questa città della Marca d’Ancona nell’ anno 1237. Narrasi che
e nella storia delle Crociate. Essa traeva il suo nome da una piccola città del Poitou, poco lungi dalla quale, sorgeva il ca
ne dei Parsi. — Nacque intorno all’anno 589 prima di Cristo ad Urnia, città dell’Aderbigian. Mori nell’anno 513 avanti Cristo
2 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo I pp. 3-423
nche detta Berecinzia(e), Dindimena(f), e Idea(g) daimonti(7) e dalle città , ove spezialmente era onorata. Ebbe innoltre il n
rze fine dell’ albero, detto Papiro(c). Questa Dea ebbe pure in molte città della Grecia solenni Feste, chiamate Isie, nelle
monie, che si praticavano nelle Feste di Cibele era il portare per la città un pino, e riporlo poi dinanzi al di lei tempio.
i offrissero alla Dea Vesta ; gli asini si conducevano in giro per la città , coronati di fiori, e portando essi come certe co
alora avessero potuto trasferire appresso di se Cibele da Pessimunte, città della Galazia nella Frigia. Eglino vi spedirono a
capo indicano, che Cibe le fu la prima, che insegnò a fortificare le città co mezzo di quelle(d). I due animali, da cui vien
a, Empanda, Mallofora, Ctonia, e Ratia. Ennea, perchè in Enna, antica città della Sicilia aveva un augustissimo tempio e una
sia terreste, o sotterranca (d), fu eretto un gran tempio in Ermione, città della Laconia, nel quale ogni anno di Estate se n
e dedicò a Cerere un tempio in un luogo alquanto distance da Pellene, città dell’ Acaja. Si solemizzavano pel corso di tre gi
ò al genete umano. Queste Feste per quattro giorni si facevano in più città della Grecia, e con maggior pompa d’ogni altro lu
prima del sacrifizio si conduceva la vittima intorno a’ confini delle città (h). La Festa Epacte, così detta dalle due voci G
ci, perchè si celebravano ogni quattro anni nella campagna d’Olimpia, città d’Elea, vicino al fiume Alfeo (f). Niente si sa d
Eglino erano prima due, e poi divennero dodici, scelti a sorte dalla città d’Elide. Era loro uffizio il dare degli avvertime
erchè con essa si onorava Giove Polico, ossia preside e custode della città (e). Si poneva allora sopra l’altare del Nume orz
mone quanto era venerato nella Libia, alttettanto ne lo era in Afite, città della Tracia, ove avea un maestoso tempio. Lisand
o. Lisandro, figlio dello Spartano Aristocrato, assediava l’anzidetta città  ; Giove gli apparve in sogno, e lo consigliò a de
sto nella fonte Clepsidra, la quale trovavasi sopra un monte d’Itome, città della Messenia (a). Que’ popoli perciò l’onoraron
a’ Sabini e a’ vicini popoli alcune delle loro donne per popolare la città , che avea fabbricato ? nè avento potuto ottenerne
al tempio vicino alla fontana Asbamea, amendue a lui sacri, presso la città di Tiana nella Cappadocia (d). Le acque della ste
dalla voce di tutti era onorato (i). Giove in un tempio di Terracina, città della Campania Romana, si venerava sotto il titol
ichio, ossia Placido (d), e a di lui onore si celebrarono fuori della città d’Atene le Feste Diasie, nelle quali si facevano
esi verso gli ospiti (c). E’pur celebre un certo Assilo Frigio, della città d’Arisba, perchè egli, abitando sulla strada, imp
b) ; ma la maggior patte soggiunge, ch’ ei trasse i suoi natali nella città di Nisa, donde prese poi il nome di Dionisio, per
fiume Idaspe, ed ei lo disectò. Conquistate le Indie, vi fabbricò la città di Nisa, ove insegnò l’arte di coltivare le viti 
ssime pene (d). Le Scierie o Sciere ogni anno si celebravano in Alea, città d’Arcadia. Per comando dell’ Oracolo di Delfo all
notte con fiaccole accese al tempio di Bacco. In tutti i borghi della città si esponevano anfore piene di vino, le quali serv
la quale, rendendoli furiosi, li riduceva finalmente a morte. Quella città , vedendosi in pericolo di divenire un deserto, co
da scelleraggine. Lo stesso Nume desolò inoltre colla peste la di lui città . L’Oracolo, consultato sopra tale disastro, rispo
sportata a qualche distanza dello stesso tempio(c). Anche in Amiclea, città della Focide, v’avea un celebre tempio, dedicato
ea (f). Pausania finalmente narra, che la Dea fu allevata in Sinfalo, città d’ Arcadia, da Temeno, figlio di Pelasgo, il qual
donte ; Aedoe, figlia di Pandareo Efesino, e Politecno, artefie della città di Colofone nella Lidia ; e Sida, moglio el Gigan
estisse pomposamente, e che la facesse condurre sopra un carro per la città , spargendo voce, che quella era Platea, figlia de
(e). Allorchè se ne avvicinava il tempo, quattordici delle principali città , della Grecia preparavano una statua di legno, ad
ricchi abbigliamenti. Nel giorno della Festa una Matrona di ciascuna città , coperta di lunga veste, e seguita da numerosa mo
. La Dea sotto questa denominazione ebbe un tempio famoso in Lanuvio, città d’ Italia nel Lazio, e due altri in Roma, uno de’
riportavano a suo luogo (a). Vuolsi che sia stata detta Feronia dalla città di questo nome, situata alle radici del monte Sor
ide alle medesime. Mentrechè i Romani stavano per ristabilire la loro città , già da’ Galli rovinata, i Popoli vicini tentaron
. Ebbe il nome di Lanuvia per cansa del tempio che aveva in Lanuvio, città del Lazio. Numerose genti da per tutto concorreva
to dalle fiamme(25). Era pur celebre la festa di questa Dea in quella città Essa consisteva in una solenne processione. Cento
rono, che ventisette giovani, divise in tre achiere, andassero per la città cantando un cantico composto de Livio Poeta. Ment
olenne. Si condussero due giovenche bianche dal tempio d’Apollo nella città per la porta Carmentale. Si portarono due immagin
Si pretendeva che la Dea avesse presieduto alla costruzione di questa città , e che la proteggesse al pari dell’Isola di Samo.
rginità, si recava a bagnarsi nella fontana Canato, vicina a Nauplia, città situata all’estremità dell’Argolide (e). Pluto
icilia. Quivi lungo le rive del lago Pergusa(b), o Pergo, vicino alla città di Enna, Proserpina, figlia di Giove e di Cerere,
Flaminio, onde gli Dei Infernali, che s’invocavano, non entrassero in città (e). I Terentini presero il loro nome da Terento,
tò anche Alcatoo, figlio di Pelope, ad ergere un labirinto in Megara, città dell’Artica. Ivi si vedeva la pietra, su cui il N
inarj, l’uno d’oro, e l’altro d’argento. Altri Monarchi pure, e varie città récarono a gara in quel tempio tripodi(13), vasi,
Apollo e a Diana per placarli ed eccitarli a ritornarsene nelle loro città . Ciò piacque alle due Divinità, le quali perciò s
e, nelle quali la principale ceremonia era quella di far usoire dalla città lo stesso numero di fanciulle e di giovani, i qua
vano in Tebe ad, onore d’Apollo Polio, ossia canuto, perchè in quella città veniva rappresentato co’capelli bianchi. In quell
vertito, che alcuni nemici della Repubblica si avvicinavano alla loro città  ; che il medesimo andò loro incontro, e li mise i
i altri nomi furono dati ad Apollo. Egli si denominò Oropeo da Oropo, città dell’Eubea, dove dava Oracoli(c) ; Pitio dall’ucc
i dell’anno, cioè la primavera e l’estate, e gli altri sei in Patara, città della Licia, nell’ Asia Minore, donde acquistò an
’ara non si sacrificavano mai animali vivi(b). Si denominò Abeo dalla città d’Aba nella Focide, dove avea un ricco tempio, e
to questo ultimo il Nume era in modo particolare venerato in Figalia, città d’Arcadia, appresso alla quale il famoso. Ittino
fosse la verificazione dell’Oracolo, e in quel luogo fabbricarono una città , che denominarono Smintia, dalla voce greca smint
anno un’altra origine al predetto tempio. Apollo, dicono, aveva nella città di Crisa in Misia un sacerdote, di nome Crine. Il
hè eragli stato consecrato un tempio, un bosco, e una fonte in Claro, città della Ionia, fabbricata appresso Colofone da Mant
i chiamò Timbreo dal cul o particolare, che gli si rendeva in Timbra, città della Troade, ove avea un bosco sacro e un tempio
sia Dio dell’ ospitalità ; e come tale lo veneravano que’ di Pellene, città d’ Acaja. Eglino ogni anno celebravano a di lui o
(f). Apollo Teosenio aveva un tempio e una statua di bronzo in quella città (g). Apollo sotto il nome di Tirseo era onorato in
uella città(g). Apollo sotto il nome di Tirseo era onorato in Cianea, città della Licia. Ivi v’ avea una fontana, a lui sacra
un magnifico tempio, rotondo, e pieno di ricchi doni. La loro stessa città era consecrata ad Apollo, e abbondava di musici e
terra, le quali si portavano in giro ; nell’ altro si purificavano le città . Un coro di musici gareggiava poi nel canto. Era
se. Non per questo cessò la collera del Nume, e colla peste desolò la città d’Argo. Corebo consultò l’Oracolo di Delfo, e la
nutriti da una capra. In memoria di tal fatto gli abitanti di Elira, città situara sopra una delle montagne di Creta, spedir
uti molti figliuoli, tra’quali i più rinomati sono Lino, nativo della città di Tebe nella Beozia(48), Filamone(49), Anfione(5
que d’ Argo ebbero questo Nume in grande venerazione. In Amicle pure, città della Laconia, sul siume Eurota. Appollo aveva un
a, o perchè era sempre ne’ campi(d), o perchè avea un tempio in Agri, città dell’ Attica, e il di cui terreno era opportuniss
hè fosse all’aperto (f). Prese il nome d’ Aricina da Aricia, piccola città del’ Lazio, fabbricata, come vedremo, da Ippolito
). E’ stata denominata Triclaria, perchè i Joni, che abitavano le tre città , Aroe, Antea, e Mesati, possedevano un terreno in
e giuochi (e). Le Lafrie erano feste, le quali si facevano in Patra, città del Peloponneso nell’ Acaja. Augusto, avendo spop
uali consisteva nell’ubbriacarsi, e nel passare la notte, mettendo la città , e spezialmento i mercati, in tumulto. Al tempo d
se sacrificata a Diana sul monte Aventino, avrebbe procurato alla sua città l’imperio del mondo. V’ andò egli. Il re Servio,
di tutti gli Dei(g). Venere fu particolarmente venerata in Amatunte, città nell’Isola di Cipro. Dicesi, che gli abitanti di
atunte, città nell’Isola di Cipro. Dicesi, che gli abitanti di quella città , chiamati Cerasti, perchè aveano la fronte cornut
cipelago, dov’eravi il di lei più antico tempio(c) ; in Cnido, antica città di Caria, la quale divenne celebre per una maravi
nsi molte statue di lei(1) ; in Lesbo, Isola del mare Egeo ; in Pafo, città dell’Isola di Cipro. Cinira, figlio di Pigmalione
ipro(e), riconoscendosi ricolmato dalla Dea di favori, le consecrò la città di Pafo, da lui fabbricata, e le alzò un tempio,
e Cipro a’Romani. Sonovi poi alcuni Scrìttori, i quali dicono, che la città e il tempio di Pafo, dedicato a Venere, furono fa
onne a cagione delle impudiche Propetidi, abia tatrici della predetta città di Amatunte in Cipro. Queste femmine si trovarono
no che incenso e fiori(a). Finalmente Venere era venetata anche nella città di Sesto, situata sulle rive dell’ Ellesponto(3).
chè erale dedicata la fonte Acidalia, la quale trovavasi in Orcomeno, città della Boozia, e in cui le Grazie, delle quali qua
re per procurarsi i piaceri dell’amore. Ebbe un tempio in Megalopoli, città d’ Arcadia(b). Una statua, ch’ella ebbe a Sparta
e Latini dicesi Ponto. Sotto questo nome aveva un tempio in Ermione, città dell’ Istmo di Corinto, e la di lei statua era co
eglino la trasportarono in Ranno(d). Dalla maggiot parte delle Greche città vennero celebrate in onore di questa Dea le Feste
o, se non isborsava una moneta a questa Dea(e). Gli abitanti d’Erice, città della Sicilia, celebravano tutti gli anni l’Anago
Laomedonte, re di Troja, il quale stava fabbricando le mura dì quella città . Egli, attesa la promessa, che gli fece quel re,
sortire da’lidi le acque, che portarono estrema rovina alla nascente città . Nè pago di tale vendetta, intimò per mezzo ed’un
vano anche da’Romani col nome di Giuochi Consuali. Appresso Mantinsa, città del Peloponneso nell’Arcadia, eravi un antichissi
Onchestio, perchè aveva un tempio, un bosco, e una festa in Onchesto, città della Beozia(e). Era soprannominato Genetlio, per
utati sì sacri, che non si tralasciò di celebrarli neppure dopochè la città di Corinto venne distrutta da Mummio, Duce de’Rom
Giuochi era sì grande, che i soli principali personaggi delle Greche città potevano avervi luogo. Gli Eleesi non vi si trova
tte Feste Nettuno ebbe anche le Panionie, così dette, perchè tutte le città della Jonia concorrevano a celebrarle(b). Anche i
, che quella voce piacesse al Nume, soprannominato Eliconio da Elice, città dell’Acaja(c). Furono parimenti celebri le Feste,
epolcro. Era altresì celebre il tempio, che Nettuno aveva in Geresto, città dell’Eubea, donde gli derivò il soprannome di Ger
to è famosa l’istoria di Aracne, figlia d’Idmone. Costei in Colofone, città della Lidia, così eccellentemente riusciva ne’ la
ro onorate, Minerva sotto il nome di Poliade, ossia protectrice della città , e Nettuno sotto quello di re di Trezene(d). Ciò
tro nella Beozia presso d’Alalcomene(d). I Dorj s’impadronirono della città di Corinto. Due sorelle, chiamate Ellotide ed Eur
inerva e Nettuno nacque contesa intorno il nome da imporsi alla nuova città , fabbricata da Gecrope nella Grecia. Gli Dei, sce
ette Deità, la quale avesse prodotto la cosa più utile alla mentovata città , la avrebbe anche dato il nome. Nettuno, squarcia
ro, che questa fosse migliore della guerra ; e però la Dea diede alla città il suo nome, appellandola Atene, voce greca, che
). Venne chiamata Alalcomenia, perchè si credette nata in Alalcomene, città della Beozia, e perchè ivi era tenuta in somma ve
a venerazione(e) ; ovveroperchè Alalcomeneo, fondatore della predetta città , le inalzò nella medesima un tempio(a) ; o finalm
atua e il tempio, che questa Dea avea in Isparta. I giovani di questa città oclebravano le Feste, chiamate Calciecie, nelle q
li, porta, perchè la sua statua si poneva alle porte de’tempj e delle città (e). Venne chiamata Steniade, ossia robusta, per i
giuochi ; il quinto era il più festivo, e si faceva in quello per la città una magnifica cavalcata, alla testa della quale s
e ne abbondava. Gli Ateniesi aderirono all’inchiesta, a patto, che la città d’Epidauro ogni anno in segno d’omaggio dovesse i
nella Fenicia, nella Frigia, nella Sicilia, e in quasi tutte le altre città della Grecia. I primi però ad ergerle altari, e a
ella sua discesa sulla terra. Flora le indicò, che ne’ campi d’Olena, città dell’ Acaja, eravi un fiore, toccando il quale, e
enne appellato Ginecotene da que’ di Tegea, quando le donne di quella città gli offerirono un sacrifizio, cui non vollero che
a, venne in cognizione, che l’impero del mondo era destinato a quella città , in cui si sarebbe conservato quello scudo. Lo st
Salj, perchè, avendo i predetti scudi nella destra, saltavano per la città , e battevano nello stesso tempo sullo scudo con u
ano spezialmente dagli artefici di rame, per ricordare che nella loro città si trovò l’arte di portre in opera il predetto me
sto Nume ebbe molti tempj, il più antico de’ quali fu quello in Mena, città d’ Egitto. Esso era molto magnifico, perchè i Re
no, fabbricato al tempo di Romolo, e di Tazio. Questo era fuori della città , come lo erano que’ di Marte. Gli Auguri aveano g
ima ragione divenne pure assai celebre Ermotimo, nativo di Clazomene, città della Ionia nell’ Asia Minore. Dicesi che la di l
n segno, il quale gli fosse stato di buon augurio per la durata della città d’Ilo, che stava formando ; e che ad assicurarnal
questo Nume gli sparvi ri. A questi l’Egitto consecrò un tempio nella città , detta Jeracopoli, città degli sparvieri. I Sacer
. A questi l’Egitto consecrò un tempio nella città, detta Jeracopoli, città degli sparvieri. I Sacerdoti di quel tempio erano
Divini(b). Pausania dice, che gli fu eretto un tempio in Dime, ultima città dell’Acaja all’Occaso. (c). Ovid. Metam. l. 10.
e di questo Filosofo, e riconobbero la sola Erofila, nata in Eritrea, città dell’Asia Minore(f). Dissero che questa viaggiò m
to il nome d’Italica, perchè co’suoi presagi si rese celebre in Cuma, città d’Italia(b). Secondo Diodoro Siculo è la stessa c
ura di allevare questo Mostro, e poi lo lasciò ne’ dintorni di quella città sul colle Ficeo. Esso avea la voce d’uomo, le ali
ia fu tenuta in sommo onore nell’Asia, o grande concorso vide Ancira, città della Frigia, da dove questa fatidica donna dava
Sibilla chiamavasi Albunea(b), o Albuna(c). La Cumana nacque in Cuma, città dell’ Eolide(d). Fu denominata Jerofile, e Demofi
. IN memoria della cura, che presero di Giove i Coribanti, in Cnosso, città di Creta, si celebrava una Festa, detta Coribanti
lui sembianze ne annunziò la vittoria agli Egineti(e). Teagene, della città di Taso, fu quello tra tutti gli Atleti, che abbi
restò ucciso in un combattimento, sostenuto contro gli abitanti della città d’ Egesta. Gli stessi suoi nemici dopo morte gli
predetti Atleti si fa menzione di Pite, nato da Andromaco in Adbera, città della Tracia ; di Telesta, di Messenia ; di Teoti
a di un certo Tolo (i) : la che servì a’Romani d’augurio, che la loro città sarebbe divenuta la dominatrice di tutto il mondo
aligero vuole, che sia stato così detto, perchè sovrastava a tutta la città (b). (f). Cantel. de Rom. Rep. (a). Calep. S
esi verso gli ospiti (c). E’pur celebre un certo Assilo Frigio, della città d’Arisba, perchè egli, abitando sulla strada, imp
a vita meno selvaggia di prima ; ch’egli eresse su’monti d’Arcadia la città di Licosura, la più antica di tutta la Grecia ; e
o. Il primo di questi, estratto a sorte, dall’anzidetta Ara sino alla città prendeva a correre con una fiaccola accesa in man
tte, e che digiorno siede sulle più alte torri, spaventando le grandi città con triste novelle, e facendosi appresso di esse
la pioggia(f). Altri soggiungono, che le Jadi erano Ninfe di Dodona, città dell’ Epiro, le quali perciò si denominarono Dodo
Giove un’agnella. Le leggi Tusculane vietavano il condurre il vino in città prima della celebrazione di tali Feste(f). Finalm
rmarono due statue di Bacco, e le collocarono nella piazza della loro città (g). (c). Ovid. Metam. l. 3. (19). In Babilon
Metam. l. 1. (6). Epafo sposò Menfi, figlia del Nilo, e fabbricò una città , cui diede il nome di sua moglie. Ebbe una figlia
oro case, correvano quà e là per le campagne. Anasagora, re di quella città , per ricompensare Melampode di sì rilevante scivi
voleva darla in isposa, se non a colui, che gli avesse condotto dalla città di Filaca i buoi d’Ercole, contro di cui egli nut
che alla vendetta. Correvano i giorni, ne’ quali le Matrone di quella città celebravano le Orgie di Bacco. Uscita allora di c
e di Sinoide. Sotto questo titolo egli ebbe una statua in Megalopoli, città d’Arcadia, nel tempio di Giove Liceo (m). Omero s
e, dicesi Terrore Panico (b). Pane era onorato spezialmente in Tegea, città dell’Arcadia, donde gli derivò il soprannome di T
ver essi ottenuto dal loro Avo, Numitore, la facoltà di fabbricare la città di Roma sul monte Palatino V’è finalmente chi ass
stabilito questo uso per avere il numero esatto degli abitanti della città (g). (a). Calep. Sept. Ling. (b). Job. Jacob
 ; Nascione ne attendeva alla nascita (l), e avea un tempio in Ardea, città del Lazio (a) ; Alemona, o Alimona presiedeva al
re il tempio della sua Dea (g). La stessa poscia si rifugiò in Tegea, città d’Arcadia, appresso l’altare di Minerva Alea. Gli
e’ sogni, per mezzo de’ quali dava i suoi oracoli. Le donne di quella città offerivano a questa Deità delle piccole barche, p
ie(h) da erinnyin, adirarsi (i). Ovidio le dice Palestine da Paleste, città dell’ Epiro(a) ; Aristofane le appella Cani del C
pietà l’entrare ne’ boschi ad esse consecrati(c). Le Furie in Corina, città dell’ Acaja nel Peloponneso, avevano un tempio sì
Mani fuggissero. A’ Mani fu consecrato un bosco e un tempio in Aorno, città dell’ Epiro(b). Numa denomino il secondo mese del
getto formò un ponte di bronzo, che attraversava gran parte della sua città  ; vi feco correre sullo stesso un carro, che prod
al suo consorte Linceo, e fece sì, ch’egli potè ritirarsi in Lircea, città vici, na ad Argo. Dicesi, che mentre Linceo fuggì
ittà vici, na ad Argo. Dicesi, che mentre Linceo fuggì nella predetta città , la di lui moglie si ritirò in Larissa, dove sì l
ne avea pure in Bute, e un Oracolo antichissimo. Finalmente in Festo, città di Creta, si celebrarono a Latona le Feste, dette
onna(a). Di Trofonio poi leggesi, ch’egli avea fabbricato in Lebadea, città della Beozia, un tempio sotterraneo, il quale fu
cienza di presagire il futuro. Dalla Grecìa trasferitasi in Colofone, città consecrata a quel Nume, ne riportò tanta fama col
l nome di questa Dea fu dato da’ Romani anche ad una porta della loro città , e a certe Feste, dette perciò Carmentali. Al tem
sapere, se v’era alcuno più felice di lui. Udì, che Aglao di Psofide, città d’Arcadia, lo superava. Costui non possedeva che
trono d’Atene(a). (16). Gli Anfizioni erano i Deputati delle Greche città , che rappresentavano la nazione con piena facoltà
ato in minute parti per significare l’unione e concordia delle Greche città (d). (c). Pitisc. (d). Dion. Cass. l. 41. (a
che in que’giorni Romolo aveva gettato le prime fondamenta della sua città (b). E quì di passaggio notiamo, che siccome le pe
re di Bianore, soprannominato Ocno. Questi fabbricò nell’ Etrurià una città , che chiamò Mantova dal nome di sua madre(a). (b
bero a tal numero, e Diodoro ce ne dà un’altra. Il primo dice, che la città di Sicione commise a tre celebri Scultori, che ci
queglino così a meraviglia eseguirono il loro lavoro, che la medesuna città fece acquisto di tutte le nove Statue ; e che fin
ia, su’quali si onoravano, erano denominati Aonii(d) ; Tespiadi dalla città di Tespia, dove parimeuti rendevasi loro particol
re il futuro per mezzo del volo degli uccelli, e inoltre fabbricò una città ch’ebbe pure il di lui nome, e che poi rimase som
volendo corrisponderle, abbandonò la patria, e andò a fabbricare una città nella Caria. Bibli allora pianse tanto, che diven
coide, e con essa operò grandi maraviglie. Volendo cingere di mura la città di Tebe, si valse della medesima, al di cui suono
o, re di Tebe, avea usato alla loro madre, s’impossessarono di quella città , uccisero Lico, attaccarono Dirce alla coda d’un
si ad Antiope siasi trasformato in satiro(e). (51). Arione era della città di Metinna nell’ Isola di Lesbo, e riputavasi il
urio, o come vuole Isacio, Apollo andarono, ad alloggiare in Tanagra, città della Beozia, appresso Enopeo o Enopione, o come
ome un uomo favorito dagli Dei. Gli Ateniesi lo chiamarono nella loro città al tempo di Solone, ed egli molto giovò ad essi c
ro da’più stretti parenti, e anche da’personaggi i più illustri della città , se era di grado distinto. Precedevano i littori
la Dea Nenia, a cui i Romani aveano eretto un tempio fuori della loro città presso la Porta Viminale(b). V’intervenivano pure
bruciava, ciò si faceva nel campo di Marte, che trovavasi fuori della città . Le ceremonie, solite a praticarsi in quell’occas
vano nelle loro case(b) ; ne’tempi posteriori lo facevano fuori della città , nè in quelle tumulavano che i porsonaggi illustr
a. Mà perchè a motivo della vicinanza diveniva insalubre l’aria della città , Augusto donô quel recinto a Mecenate, che lo con
. (a). Serv. ad Virg. Aeneid. l. 1., Georg. l. 2. (3). In Sesto, città della Tracia, sulle rive dell’Ellesponto, soggior
eso anche il soprannome di Orneate (b). Anche le giovani di Colofone, città della Jonia, celebravano le Feste, denominate Orn
povero, e di abbietti natali. Egli s’invaghì d’una giovine della sua città , ma non oszva di manifestarle il suo amore, perch
tosi in orso o cane, la rendette madre di Aceste. Questi fabbricò una città , e la chiamò Segesta(a). (b). Virg. Acneid. l. 
chiamata Vertunnalia (d). (8). Glauco era un famoso pescarore della città d’Antedone, la quale trovavasi nella Beozia. Egli
Altri la denominarono tale dall’aprire ch’ella faceva le porte delle città in tempo di pace(e). Elio, citato da Varrone(f),
Nat. Com. Mythol. l. 4. (e). Suid. (1). Gli abitanti di Aliarte, città della Beozia, alzarono un tempio appresso il mont
i cadaveri di Plesippo e di Tosseo, che si portavano a seppellire in città . Cangiò ella subito in pianto la gioja, e appena
orì per viaggio, e il suo corpo fu da Diomede fatto trasferite in una città del Territorio d’ Argo, la quale portò poscia il
unse, che lo stesso Romolo gli predisse la futura grandezza della sua città , e promise d’ esserne il protettore ; conchiuse,
Appio Claudio il Cieco presso il Circo. Si trovava questo fuori della città , per timore, che Bellona seminasse discordie tra’
vasi il Senato per dare udienza a coloro, che non voleva ammettere in città (e). Anche Bellona aveva i suoi Sacerdoti. Questi
arie predizioni (g). Gli stessi Sacerdoti si appellavano Comani dalla città del medesimo nome, nella quale trovavasi un tempi
chè le due Divinità gareggiavano tra loro nel dare il nome alla nuova città , fabbricata da Cecrope. La vendetta dovea consist
si sacrificavano un cane e una pecora. Fu ad esse eretto fuori della città di Roma un tempio per voto, fatto da T. Ostilio,
ulo, perchè avea gli occhi assai piccoli. Egli fabbricò in Italia una città , e la denominò Preneste(f). Inoltre con un’armata
3 (1855) Compendio della mitologia pe’ giovanetti. Parte I pp. -389
fico e generoso Suo Cuore. E veramente da che posi il piede in questa città di Napoli, fra le altre d’Italia bellissima, di m
ro i campi, non servi, non mio e tuo, ma tutto era a tutti comune. Le città non aveano mura, perchè non viera a temere di ost
ale credesi sepolto sul monte Agdiste, a piè del quale era la celebre città di Pessinunte, a’ confini della Frigia, ove Cibèl
gia, ove Cibèle avea un tempio di grandissima magnificenza. Da questa città fu portata a Roma la famosa pietra che dicevano e
quali il fuoco era in grandissima venerazione. Enèa lo stabilì nella città di Lavinia, donde Ascanio il recò ad Alba Longa,
Avea il capo coronato di torri e di merli di mura, per significare le città che sono come la corona della terra. Per lo più s
r vedersi madre di tanti numi, vien portata su pomposo cocchìo per le città della Frigia. Giano si dipingeva con due facce, o
da Middonia, provincia della Frigia ; Pessinuntia Dea, da Pessinunte, città che fu così detta da una parola greca (πεσειν) ch
a Dea ; Dea turrita et turrigera, perchè la prima diede le torri alle città , o perchè sotto la protezione di lei esse credeva
calata alle mura, con empio orgoglio disse, volere impadronirsi della città a dispetto del medesimo Giove ; di che questi adi
tosto il fulminò. Dice Vegezio, che coloro i quali nell’assedio delle città adoperano le scale, sono esposti a frequenti peri
erchè la Divinità conversa solo colla gente innocente. In Diospoli, o città di Giove, era un magnifico tempio, da cui gli Eti
i in sassi. Persèo, nipote di Acrisio, re di Argo, fu fondatore della città di Micene, ed uno degli eroi dell’antichità per l
cui seguendo le orme, ov’essa fermerà il suo cammino, edificherai una città , che chiamerassi Beozia. Scende l’eroe Fenicio da
non conosciuta terra, ove per volere del fato sorger dovea la novella città . Egli intanto pensa di offerire forse la giovenca
e, tutti si uccisero. E questi cinque aiutarono Cadmo ad edificare la città di Tebe, o più veramente la cittadella che chiamò
mosse tosto a farne vendetta, e prima pose stretto assedio a Megara, città vicina ad Atene, di cui era signore Niso, fig. di
, mentre dormiva, ed il recò al nemico per metterlo al possesso della città . Ma Minos, per tanta di lei empietà inorridito, r
e, che Scilla palesò a Minos, percui gli fu facile impadronirsi della città . Minos intanto, espugnata Megara, e vinti gli Ate
giovani ed i Dioscuri nacque fierissimo combattimento presso Afidna, città della Laconia e patria di Febe e di Elaira ; e se
sp. 40) e molte torri, e congiunsero la cittadella detta Cadmea colla città bassa. Nati questi gemelli, la madre, per sottrar
un fig. chiamato Arcade, che fu nella caccia valentissimo, edificò la città di Trapezunte, og. Trebisonda, e diede il nome al
ò a regnare in Egitto, ove, per ordine di Giove medesimo, edificò una città famosa, che chiamò Menfi dal nome della moglie, d
quale si vuole oriundo di Cortona ch’era l’antica Corito (Corythus), città dell’Etruria, percui i Troiani da’ nostri Tirreni
cro sposò una sua figliuola, da cui ebbe Erittonio. Quivi edificò una città detta Dardania, che fu pure il nome da lui dato a
successe nel regno Troio o Troe (Τρως, Tros), suo figliuolo, che alla città diede il nome di Troia, e che fu padre d’Ilo, di
o dal tempio di Ammone, presso al quale si raccoglieva(1). Dodona fu città dell’Epiro, un dì abitata da’ Caoni, così detta o
erdoti di quest’oracolo, che menavano vita austerissima. Or in quella città era una selva tutta di querce consacrate a Giove,
e Olimpico si celebravano i giuochi detti Olimpici da Olimpia o Pisa, città dell’ Africa. Si chiamano da Luciano i grandi giu
differenza di altri meno considerevoli, che si celebravano in alcune città della Grecia, come in Dio, luogo della Macedonia,
prima olimpiade ; e lo storico, dalla prima olimpiade sino a noi. La città di Olimpia era illustre per l’oracolo di Giove Ol
ma di giovinetto imberbe. Così veneravasi particolarmente nell’antica città di Terracina, detta Anxur. Da Giovenale si appell
Latini, gli Ernici ed i Volsci. Iupiter Olympius, così detto o dalla città di Olimpia, ov’era il famoso suo tempio ; o dal m
del fiume Asterione ; o da Temeno, fig. di Pelasgo, che abitava nella città di Stinfalo. Omero(2) però fa dire a Giunone che
onno dice che quel pastore fu cangiato in pavone(4). Oltre a Samo, le città a lei care furono Sparta e Micene ; ed anche Argo
l cocchio, tanto che meditava farla donna e signora di tutte le altre città . I Cartaginesi la veneravano con un nome che in g
nno sarebbe nato nel suo regno, se gli avessero circondata di mura la città di Troia, o la sola cittadella detta Pergamo. Fin
edonte e dà Esione per isposa a Telamone, che primo era entrato nella città . Ad Esione fu data la facoltà di liberare un prig
oco, fermarono la loro stanza il primo a Salamina, il secondo a Ftia, città della Tessaglia. Temi intanto, o le Parche avean
nella Grecia in cerca della sorella Esione. Ivi giunto, fra le altre città , visitò Sparta, ove con grandissima cortesia fu a
anni, dopo tanti avvenimenti famosi, cadde ridotta in cenere la sacra città di Troia, tomba fatale di Asia e di Europa, e che
a. X. Principali epiteti di Giunone. Iuno Argiva, detta dalla città di Argo a lei cara, ove in suo onore celebravansi
tta così perchè era in grande onore presso il popolo di Gabio, antica città nella campagna di Roma(2). Iuno Gamelia, Γαμηλια
vano con diverse specie di giuochi. Ma Omero dice che in Alalcomenio, città di Beozia, nacque Minerva ; e che un Beozio chiam
er aver egli profanato il tempio di Minerva, dopo la rovina di quella città , sdegnata la Dea gli eccitò contro gran fortuna d
la gara fra Nettuno e Minerva pel nome che dar si dovea alla novella città di Atene, percui cantò l’Alighieri : ……. se tu s
Secondo Apollodoro, a tempo di Cecrope, usavan gli Dei scegliere le città , nelle quali volevan essere in più special modo v
Di ciò fu gran piato fra loro a chi dovesse dare il nome alla novella città  ; e per decidere sì gran lite, sedendo Giove in m
a testimonianza di Cecrope, sentenziò per Minerva, la quale chiamò la città Atene (ab Αθηνη, Minerva) dal suo nome, e se l’eb
Nettuno ; che quegli Dei contendevano a chi dovesse dare il nome alla città e che spettava al popolo il giudicare qual de’ du
chi per la sede delle scienze e delle arti, e per maestra delle altre città . Forse Cecrope approdato nell’Attica, ed avendo r
uinquatria. (Festo). VI. Continuazione. Minerva difenditrice delle città e conservatrice della salute. Minerva presede
rva, diretto ; e che però ebbe dal poeta l’epiteto di sterminatore di città . Si osservi che un artefice, il quale lavora di l
ienze e delle arti. Ella infine era la protettrice e la custode delle città . L’acropoli, o cittadella di Atene fu opera delle
ed in Eretria era un tempio consacrato a Minerva Poliade o custode di città . Al dir di Pausania, i Trezenii le diedero il nom
ro il nome di Poliade, perchè erasi dichiarata protettrice della loro città di accordo con Nettuno. VII. Minerva la stessa
tone ed Erodoto(1) affermano che Minerva era l’Iside venerata a Sais, città di Egitto, sotto il nome di Neith. La civilizzazi
ra geroglifica significa un soldato, era il simbolo di quella Dea. La città di Sais dicevasi fondata da Iside ; ed Atene fece
data da Iside ; ed Atene fece lo stesso di Minerva, sicchè chiamavasi città di Pallade, e l’Attica, terra di Minerva(1). Cele
età adulta e fattosi padrone di Atene, fabbricò sulla rocca di quella città un tempio a Minerva ed istituì le feste Panatenee
ristabilite da Teseo per riunire le sparse borgate dell’Attica in una città  ; e perciò vi erano ammessi tutt’i popoli di quel
i Atene vedesi Minerva che disputa con Nettuno sul nome da darsi alla città  ; essa ha fatto nascere allora l’ulivo. In una mo
Alalcomenia (Αθηνα αλαλκομενηις) chiamasi da Omero o da Alalcomenia, città della Beozia, ov’era un simulacro di lei ; o da A
me di Minerva, la quale veneravasi in ispecial modo ad Itonia, antica città dell’Epiro, ove avea un celebre tempio. Patrima
ove Muse mi dimostran l’orse. Poliade, ερισυπτολις, guardiana delle città  ; πολιουχος, custode di città, da πολις, urbs, ed
Poliade, ερισυπτολις, guardiana delle città ; πολιουχος, custode di città , da πολις, urbs, ed εχειν, habere. Tritonia, e τ
rocca per custodirvi gelosamente quella prodigiosa statua, perchè la città sarebbe stata inespugnabile sino a che ve l’avess
lladio secondo altri era una statuetta caduta dal cielo a Pessinunte, città della Frigia, coll’asta nella destra, e nella sin
luogo, ov’era Dardano, questi consultò l’oracolo, da cui seppe che la città sarebbe stata in piedi sino a che avesse conserva
lla, allogarono quella statua ch’esser dovea la fatale custodia della città . Anche i Romani vantavano il lor Palladio, fatale
dell’assedio di Troia, sapendo i Greci che il Palladio rendeva quella città inespugnabile, Ulisse, e Diomede per le cloache o
nebri detti Pizii che celebravansi ogni quattro anni, non lungi dalla città di Crissa, detta Pito, e poscia Delfo. Omero(1) d
ntore della Clinica, e sotto forma di serpente adoravasi ad Epidauro, città del Peloponneso, ov’era un suo magnifico tempio ;
Ma le Muse riunirono quelle membra lacerate e le seppellirono in Dio, città della Macedonia. Il capo poi per mare giunse a Le
da Apollo portata in quel luogo della Libia, ove dopo fu edificata la città di Cirene, così detta dal suo nome. Nato appena A
ta, e la pelle qual trofeo della vittoria, sospese in un tempio della città di Celene. I Satiri e le Ninfe piansero con tante
il fatale cavallo, Cassandra annunziò soprastante rovina all’incauta città  ; ma non si volle dar fede a’ suoi presagi(1). Sp
gli occhi. Pireneo, barbaro re della Tracia(2), avea occupato Daulia, città della Focide, e quivi tirannicamente regnava. Vid
ione Cadmo, il quale cercando nella Beozia un luogo per edificare una città , mentre su di un bel destriero girava per varie c
Giove e di Antiope ; che per comando di Apollo circondaron di mura la città di Tebe, e che discacciato dal trono Laio, fig. d
no e del canto persuase i Tebani a portar le pietre per le mura della città . Orazio(2) coll’esempio di lui e di Orfeo dimostr
limpidissime acque sull’Acrocorinto, monte, alle cui radici stava la città di Corinto. Pirene, fig. di Acheloo, o di Oebalo,
favellare degli oracoli di Apollo, e prima di quello famoso di Delfo, città della Focide, sulla vetta del monte Parnasso, la
ano i Giudei, di Gerusalemme, gli Ateniesi, di Atene, e così di altre città . E si racconta che Giove, volendo sapere qual fos
ma intorno intorno tagliata, ed il concorso della gente vi faceva una città  ; e del tempio e della città le balze ed i dirupi
ed il concorso della gente vi faceva una città ; e del tempio e della città le balze ed i dirupi facevan le veci di mura, sic
abile fosse la natura del luogo, o la maestà del Nume. Il mezzo della città avea sembianza di vasto teatro, e quando vi era a
lo, ma in più altri luoghi erano celebri oracoli di Apollo. In Claro, città della Ionia, era un tempio che in magnificenza ap
Tiresia, la quale, presa Tebe, sua patria, dagli Epigoni, erasi nella città di Claro ritirata. Un altro oracolo era in Cirra,
ella città di Claro ritirata. Un altro oracolo era in Cirra, la quale città essendo non molto lontana da Delfo, spesso si pre
liete ; e s’eran triste, esso taceva. Da una caverna vicino a quella città uscivan venti che ispiravano un furore divino, pe
oracoli. E passava sei mesi dell’auno, e proprio il verno, in Patara, città dell’Asia Minore(4), e sei mesi di està, in Delo.
Troia, con gran voce diceva ch’egli solo bastava ad espugnare quella città infelice. Sdegnato di ciò Apollo prende la figura
tabili. Sotto la protezione di Apollo erano inoltre i fondatori delle città  ; e quelli che conducevan le colonie o fondar dov
e città ; e quelli che conducevan le colonie o fondar doveano qualche città , eran soliti presso i Greci di consultare l’oraco
a(1). Callimaco(2) afferma che Apollo non solo era maestro di fondare città , ma che n’era pure fondatore egli stesso. Quindi
fondare città, ma che n’era pure fondatore egli stesso. Quindi molte città si davano il vanto di avere avuto questo Nume a f
Pelope e nipote di Tantalo, a fabbricare una delle fortezze di quella città , ove a tempo di Pausania mostravasi ancora la pie
di Vulcano, fig. del Nilo, al quale gli Egiziani avean consacrata la città di Eliopoli ; il quarto che in Rodi ebbe per figl
ua dell’ Apollo di Belvedere ritrovata fra le rovine di Anzio, antica città d’Italia, verso la fine del secolo XV, fu colloca
Delo un tempo si chiamava Cinto. Apollo Cirreo, Cirrhaeus, da Cirra, città della Focide, presso alla quale era una caverna,
lario, Clarius, da un oracolo e tempio nobilissimo che avea in Claro, città della Ionia, vicino a Colofone(1). Apollo Dafneo
vede. Apollo Patareo, Patareus, pel tempio che avea a Patara, antica città dell’ Asia Minore, ove ne’ sei mesi di inverno da
i. XIX. Alcune altre cose di Apollo. M. Fulvio Nobiliore dalla città di Ambracia nell’ Epiro, trasportò a Roma le stat
che i libri Sibillini ne prescrivevano il rito. Augusto, l’anno della città 737, dovendosi celebrare i giuochi secolari, voll
ntino la Luna aveva un tempio che Rufo pone nel duodecimo rione della città (2). Tacito(3) parla di un tempio edificato da Se
n un loro antro lo allattarono. Al dir di Plinio(2) molti ponevano la città di Nisa nell’ India, come pure il monte Mero cons
il monte Mero consacrato a Bacco. E Pomponio Mela(3) dice che, fra le città dell’ India, Nisa era chiarissima ed assai grande
e materia di favoleggiare a’ greci poeti. Strabone(4) afferma che la città di Nisa era stata edificata da Bacco ; ed il mont
Nisa era stata edificata da Bacco ; ed il monte Mero soprastare alla città , e nascervi ellera e viti. Quanto poi alle nutric
le ninfe nutrici di Baceo, e che chiamavansi pure Dodonidi da Dodona, città dell’Epiro. Si vuole che Bacco, vedendo che Medea
ed egli stesso presso Euripide(2) dice che prima di ogni altra greca città aveva ripiena Tebe de’ clamori delle sue feste, o
e un modo a’ gravi disordini ed al pericoloso furore che nelle intere città destavano le orgie di Bacco, o sia l’uso soperchi
ta mano, gl’impedì ch’entrasse in Argo ; nè mai permise che nella sua città prendessero piede le orgie di quel nume. Parliamo
arono gran pro dall’amicizia di Bacco, il quale, quando andava per le città mostrando agli uomini il prezioso frutto della vi
otavano Bacco, ovvero il vino, generato da igneo seme. Ed in Pellene, città di Acaia (3), in onore di Bacco Lamptero si celeb
a Bacco è il vaso d’oro del museo d’antichità di Parigi trovato nella città di Rennes. Questo rappresenta nel mezzo Bacco ed
ie erano feste che si celebravano in onore di Adone. In esse tutta la città vestivasi a lutto, e non si udivano per tutto che
oria non fu la sola cagione che spinse Venere a proteggere l’infelice città di Troia, e gli odiati avanzi di essa. Ella da An
le distruzione di Troia ed a spegnere in Enea ogni scitilla di quella città sventurata ; mentre Venere pone in opera tutte le
atale degli avvenimenti di quell’eroe, de’ suoi posteri e della nuova città che sorger dovea in Italia(2). Or navigando a pie
Enea ; le rivela la nascita di Romolo, il quale fondar dovea la gran città di Marte e dirla Roma dal suo nome, città ch’esse
quale fondar dovea la gran città di Marte e dirla Roma dal suo nome, città ch’esser dovea l’eterna imperatrice del mondo ; e
rante di singolare dignità e bellezza. Temendo intanto(2), che in una città consacrata a Giunone, qual’era Cartagine, e per l
ebbono essere puri e senza sordida speranza di retribuzione. In detta città eran quelle Dee con ispecial culto venerate, per
gendo. Un poeta (4) finalmente invita le Grazie a venirne a lui dalla città di Orcomeno, ed in prima Aglaia che si distingue
colar modo venerata. E qui è da por mente che il maggior numero delle città , in cui un nume era venerato, e che avea sotto la
(2) si vanta di esser signora di Amatunta, di Pafo, di Citera e della città d’Idalia. Catullo (3) chiama Venere figlia del ma
la sua diletta Cipro. Vediamo brevemente de’ principali. Amatunta era città marittima dell’isola di Cipro, specialmente consa
esta Dea nella Grecia ; il che dimostra che il culto di lei da quella città dovè passare nella Grecia stessa. Era ivi adorata
rte di dare al legno ed al marmo forme di uomini o di animali. Gnido, città della Caria, era puro tutta propria di Venere. In
e di Bitinia, volea comprarla a patto di pagare tutto il debito della città ch’era grandissimo ; ma que’ generosi cittadini n
o de’ più ricchi tempii di Venere, che vuolsi edificato insieme colla città di tal nome da Erice, fig. di Venere e di Bute, e
ne. Virgilio, però racconta(2), che avendo Enea fondato in Sicilia la città di Acesta, edificò sul monte Erice un magnifico t
le in marmo, che fu portata a Gnido ed alla quale fu debitrice quella città della sua rinomanza e del concorso de’ forestieri
gnifica rosa. Amatusia, Αμαθουσια, Amathusia, così detta daAmatunta, città dell’isola di Cipro, alla quale diede il nome Ama
sse sotto il patrocinio di que’ numi, da’ quali avea avuto origine la città di Roma ; per cui ne’sacrificii invocavasi Marte
dea, se riportato avesse la vittoria.(2) Gnidia, Κνιδια, da Guido, città , ove Venere era particolarmente onorata. Idalia,
te onorata. Idalia, soprannome di Venere dal culto resole in Idalia, città dell’isola di Cipro. Libitina, Lubentina o Liben
ano i loro Genii tutelari ; per cui vi era il costume di salutare una città o un luogo, quando vi entravano la prima volta, e
ia, e della ninfa Liriope, fig. dell’Oceano. Tiresia(5) ch’era per le città della Beozia assai conto pe’ suoi vaticinii, cons
dio della guerra il titolo di distruggitore sì degli uomini che delle città . Da questo nome di Marte forse nacque la voce gre
chiamava Quirino, allorchè stava tranquillo. Avea un tempio dentro la città col soprannome di Quirino, quasi tranquillo custo
e il Terrore e la Paura, compagni esiziali del nume devastatore delle città , i quali nelle orride guerre le dense falangi de’
taglie ; bruttato di stragi e di sangue ; omicida e devastatore delle città . Nelle Metamorfosi(3), appoggiato all’asta, impav
Roma ed il popolo romano aveano dal dio della guerra preso il nome di città e popolo di Marte ; ed il culto di lui presso que
e. Or si finse Romolo nato da Marte anche perchè l’origine di cotanta città ed il principio di quell’impero che dopo il poter
arono tutti a salutare Romolo come dio nato d’Iddio, re e padre della città romana. Ma allora vi furono di quelli che tacitam
li scudi che caddero dal cielo, chiamati Ancili ; ed andassero per la città cantando alcuni inni, detti versi saliari, ballan
opolo che quello scudo era stato mandato dal cielo per salvezza della città e che doveasi gelosamente conservare con altri un
ato. Questi sacerdoti alle calende di Marzo facevano una danza per la città in onore di Marte, la quale rassomigliava molto a
anguinario, μιαιφονος ; devastatore delle mura, τειχεσιπλης ; e delle città , πτολιπορθος ; e più altri epiteti degni del nume
l nume della guerra. Anche Bellona da Omero si chiama devastatrice di città , πτολιπορθος Ενυω. Bisultor, che si vendica due
ere fra le mura. Da questo tempio cominciavano il loro ingresso nella città i generali romani che aveano l’onore del trionfo.
li Egiziani non credevan lecito di nominare ; il quinto adorato nella città di Feneo, in Arcadia, il quale dicesi avere uccis
ede alla luce sullo stesso monte Cilleno, sul pendio del quale era la città di Cillene. Fu quindi questo nume assai venerato
ologia. Erodoto (2) finalmente parla di un tale Batto, principe della città di Cirene, il quale avea una voce esile e balbuti
in premio la lira, la quale dalla Samotracia trasportata a Lirnesso, città della Frigia, pervenne finalmente nelle mani di A
, di cui parla Omero, era il Nilo : le porte del sole voglion dire la città di Eliopoli, cioè la città del sole (ηλιος, sol,
l Nilo : le porte del sole voglion dire la città di Eliopoli, cioè la città del sole (ηλιος, sol, et πολις, urbs.) ; il prato
nagra dalla peste, girando tre volte in forma espiatoria intorno alla città con un montone sulle spalle. Chiamasi Mercurio Cr
a della casa, a differenza dei Penati, i quali soprantendevano ad una città o ad un regno, e che a Roma si veneravano sul Cam
fu opera loro ; ed essi fabbricarono al re Preto le mura di Tirinto, città dell’Argolide. Quindi le rovine delle mura di Tir
rose classi di Dei. Di fatto e boschi, e monti, e fiumi, e fontane, e città , e campagne ed ogni altra maniera di luoghi, tutt
una delle più belle Naiadi che abitavano un monte vicino a Nonaera , città di Arcadia, e figliuola del Ladone, bel fiume che
nti di Arcadia. E chiamavasi Menalio, dal Menalo ; e Tegeo, da Tegeo, città dell’Arcadia ov’era in particolar modo venerato.
rdini erano sotto la protezione di Flora, di Pomona, di Priapo ec. Le città e le case aveano i loro Penali ed i Lari ; e cias
che quando sono infermi o vecchi. In un ninfeo, luogo sacro presso la città di Apollonia, fu preso un Satiro che dormiva a te
rpo. Ed a tempo di Costantino un simile animale fu portato vivo nella città di Alessandria, ove servì di maraviglioso spettac
e e qualche focaccia (3). Si finse nato o almeno allevato a Lampsaco, città sulle coste dell’Ellesponto, e perciò chiamasi La
’ popoli sembrava quasi un ingenito sentimento(1). Enna, fra le altre città Siciliane nobilissima, era posta in mezzo all’iso
laghi e sacri boschetti, ed in ogni stagione bellissimi fiori. Quella città non già una città pareva, ma un gran tempio di Ce
hetti, ed in ogni stagione bellissimi fiori. Quella città non già una città pareva, ma un gran tempio di Cerere, ed i cittadi
lla Sirena di questo nome, la quale presso quella ridente e deliziosa città ebbe la sua tomba. Secondo Servio, vi eran negli
rive la fontana Aretusa : « In una isoletta ch’è l’ultima parte della città di Siracusa, vi è un fonte di acqua dolce, chiama
le giunta nell’Attica, dopo lungo cercare, stanca e mesta presso alla città di Eleusi sedè su di un sasso vicino ad un ulivo,
ura ; e ciò fu prima in Atene, a tempo di Eretteo, sesto re di quella città . Poscia trascorse i paesi dell’Europa e dell’Asia
ni, appellati i Misteri per eccellenza, che si celebravano in Eleusi, città fra Megara ed Atene, così detta da Eleusi, fig. d
così detta da Eleusi, fig. di Ogige e maestro di Mercurio. In questa città celebravansi le feste eleusine istituite da Erett
lebravano in onore di lei alcune feste dette Ctonie. Eleusina, dalla città di Eleusi, celebre pel tempio e pe’ misteri della
celebre pel tempio e pe’ misteri della Dea. Ennea o Ennese, da Enna, città della Sicilia, ov’era in ispecial modo venerata.
de’ Troiani, ed incalzando gli altri, parte ne avea rincacciato nella città , e parte nello Scamandro, il quale, al vedere il
una mazza di ferro, uccideva i viandanti che capitavano ad Epidauro, città del Peloponneso. Teseo l’uccise e gli tolse la cl
tempio consacrato a Vulcano, edificato da Romolo, ch’era fuori della città , e nel quale si trattavano gli affari più rilevan
sa fu la vendetta che fece Diana di Eneo, re di Caledone o Calidonia, città della Grecia ; favola assai conta fra gli antichi
aggio una vendetta degna di lei, fece uscire di una foresta presso la città di Caledone, un cinghiale mostruoso e di straordi
e suscitata dall’ira di Diana, era trattenuto colla flotta in Aulide, città di Beozia sull’Euripo. Allora si consultò. Calcan
le mani ; la quale credevasi molto cara alla Dea. In Delo ed in altre città della Grecia vi erano danze in onore di Apollo e
eziandio da moltissime medaglie coll’immagine di Diana battute dalle città marittime di Efeso, di Smirne, di Napoli ec. V
na delle maraviglie del mondo. Essa fu pure assai venerata in Aricia, città del Lazio, edificata da Ippolito, fig. di Teseo,
ppolito, fig. di Teseo, e di Antiope. Nella Grecia non vi era borgo o città che non avesse tempii e simulacri della nostra De
il culto di lei avesse avuto la principale sua sede in Efeso, famosa città della Gionia, ove in suo onore celebravansi le fe
esso venerata dall’Asia tutta, anzi da tutto il mondo (2). In quella città adunque era il tempio di Diana Efesina, il più ma
lui favelleremo. Ercole, per comando dell’oracolo, abitar dovea nella città di Tirinto ch’era vicina ad Argo e da cui fu dett
Tirinzio(1). Or viaggiando colla moglie Deianira per recarsi a quella città , e giunti al fiume Eveno che allora per molte acq
rrore tal misfatto, salvò il marito Linceo, col quale fuggissene alla città di Lircea. Essa intanto ricuperò la grazia del pa
no di assedio, ne ottenne buona parte del regno, e quivi fabbricó una città detta Argos Hippium o Argiripa. Fu finalmente ucc
nsetti, e che per ciò portavano sul capo una locusta d’oro(1). Fra le città di quel paese primeggiava Atene chiamata occhio d
recò a Trezene da Pitteo, che con fama di gran sapienza reggea quella città . Il quale, ricavando profitto dall’oscurità dell’
a Arianna nell’isola di Nasso, mentre dormiva ; ed avvicinandosi alla città , trasportato dalla soperchia allegrezza, si dimen
gli altri la grotta Trofonia, ov’era l’oracolo di Giove Trofonio ; la città di Tespia, sul fiume Tespio, alla quale faceva om
e Elicona, percui le Muse che l’abitavano furon delle Tespiadi ; e la città di Tebe, edificata da Cadmo, ove, dopo la morte d
r avere spiegato l’enigma della sfinge, ottenne la signoria di quella città . La Sfinge era un mostro che infestava tutto il p
o il re Laodamante, fig. di Eteocle, i Tebani di notte uscirono della città colle loro famiglie, lasciandola a discrezione de
a pugna del re Amico con Polluce. Indi veleggiarono verso Salmidessa, città della Tracia, ove consultarono il famoso indovino
e de’ Greci guerrieri a cingere di sì ostinato assedio quell’infelice città , il quale non terminò che colla sua totale distru
ca più da vicino la greca celebratissima spedizione contra l’infelice città di Priamo. La più bella e naturale narrazione di
eri della flotta, il loro carattere, e la situazione de’paesi e delle città , con infinite altre cose, che sono pura istoria.
della Licia e della Misia, venne di Tracia in soccorso dell’infelice città Reso con formidabile esercito ; e Mennone, fig. d
l’ Eneide, smantellano le porte, e fatta una breccia nelle mura della città , vi fanno entrare il fatale cavallo che allogano
oia immoderata, e la notte, sepolti nel vino e nel sonno, lasciano la città incustodita. Allora fu che i Greci guerrieri rinc
oletta di Tenedo, col suo aiuto mettono a sacco ed a fuoco l’infelice città , la quale, se crediamo a Virgilio, in una notte s
gli Eneti. Eleno, fig. di Priamo, andò in Macedonia, e vi fabbricò la città d’Ilio. In quanto ad Enea, principe troiano, fig.
abbiam raccontata la famosa gara che fu fra Nettuno e Minerva per la città di Atene, e come Nettuno fece uscir della terra u
i carne umana, ed abitavano nella Sicilia, o secondo altri, a Formia, città della Campania. Antichissimo re de’ Lestrigoni fu
nume in piedi è quella del Museo Pio-Clementino. Sulle medaglie della città di Berito nella Fenicia i cavalli marini che port
nte cantò : E’l buon maestro disse : omai, figliuolo, Si appressa la città che ha nome Dite. Averno pure da’ poeti dicesi l
ve si parla dell’evocazione dell’ombra di Tiresia. Plinio (3) pone la città de’ Cimmerii nelle vicinanze del lago di Averno n
accontato quanto quivi maravigliando vide, passa a descrivere la gran città di Plutone o il Tartaro, il quale, secondo il poe
o la strada che mena alla feral reggia di Plutone. La vasta infernale città ha mille porte ; e come il mare da tutta la terra
za vanno le ombre al luogo de’ tormenti o nel soggiorno de’giusti. La città de’malvagi, secondo Virgilio, era divisa in sette
sorgente nella Molossia, parte dell’antico Epiro, passava vicino alla città di Pandosia ch’era propriamente nella Tesprozia,
lle porte del Sole, cioè di Eliopoli (ab ηλιος, sol, et πολις, urbs), città dell’Egitto. Verdeggianti prati eran la sede dell
laei domitus Pollucis hubenis Cyttarus. Georg. III. v. 89. Amicla era città della Laeouia, reggia di Tindaro, ove furono alle
4 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo II pp. 3-387
ità, l’essere fornito di straordinario valore, l’aver fondato qualche città o impero, e l’avere prestato importanti servigi e
o alla prima giovenca, che avrebbe incontrato, ed ivi fabbricasse una città , ove quella si sarebbe fermata. Cadmo non molto d
ssia nati da un dragone (d). Coll’ajuto de’medesimi Cadmo fabbricò la città , indicatagli dall’Oracolo, e dalla giovenca, che
gloria d’aver ucciso l’orribile bestia, di aver fondato una cospicua città , e d’aver conseguito sì illustre sposa, dovea riu
Perseo si trasferì nel Peloponneso ; e avendo udito, che in Larissa, città de’ Pelasgi, si celebravano dei giuochi funebri i
ima notizia dell’arrivo di Perseo nel Peloponneso avea abbandonata la città d’Argo per evitare ciò, che l’Oracolo aveagli pre
trono d’Argo a Megapente, figlio di Preto, e si portò a fabbricare la città di Micene(g). Dal matrimonio di Perseo con Androm
gli fabbricò un tempio(a). Uno pure gli venne eretto in Egitto, nella città di Chemmis, vicino a quella di Tebe(b), Dicesi pe
sì, che obbliò il dato giuramento (d). Da Lenno si trasferì a Cizico, città situata a’ piedi del monte Dindimo, il di cui re
e’ di lui discendenti lo avrebbe tolto, si sarebbono fabbricate cento città sull’anzidetto Lago. Allorchè gli Argonauti erano
valore, e preso nello stesso tempo dallo spavento, nol ammise più in città , e si formò un nascondiglio sotterra, per ritirar
iera, si trattenne anche appresso Molorco, vecchio pastore di Cleone, città d’Argolide, dalla quale il predetto leone fu da’
enti dovere d’Ercole l’uccidere gli uccelli della palude di Stinfalo, città dell’ Arcadia. Quelli erano molto mostruosi, perc
una tomba al predetto giovine, e appresso della medesima fabbricò una città , che dal nome di lui appellò Abdera(a) (8). V’è c
se ucciso nel combattimento(a). L’ Eroe poi saccheggiò a Neleo la sua città , e mise a morte lui, e tutti i figli(13), che ave
ome Siface, il quale divenne re della Mauritania ; e che fabbricò una città , che chiamò Tingi dal nome di sua moglie(c). Stan
o le terre d’ Augia, erasi trasferito appresso Desameno, re d’ Olena, città d’ Acaja, il quale lo accolse molto amichevolment
due de’di lui compagni, come conobbero chi egli era, si ritirarono in città . Ercole li strinse d’assedio, ed era già per pren
b). Ercole è stato detto Tirintio, perchè spesso dimorava in Tirinta, città del Peloponneso, vicina a quella d’Argo (c). Cice
ne fa la descrizione (c). Ercole acquistò il nome di Buraico da Bura, città dell’ Acaja. Ivi era celebre l’Oracolo di questo
rli, tagliò gli Orcomenj a pezzi, ne uccise il re, e ne saccheggiò la città . Creonte in ricompensa di sì segnalato servigio d
to Ercole a vincere le Amazoni, e avendone ricevuto in ricompensa una città , la avea denominata Eraclea per onorare il suo be
cui non entravano mai nè cani, nè mosche (e). Ebbe pure nella stessa città un’ Ara, detta Massima, perchè era maggiore di tu
solvette d’ubbidire, e di portarsi in paese straniero. Trapelatasi in città la di lui determinazione, venne accusato, e convi
tomba Miscelo alzò, come l’Eroe avea vaticinato, le mura d’una nuova città , e la chiamò Crotone (a) (37). Tra i moltissimi S
di costoro obbligò questo Eroe ad allontanarsi per un anno dalla sua città , e dopo questo tempo egli venne assolto da’ Giudi
tese a riformare le antiche leggi, e a stabilirne di nuove. Radunò in città tutti gli abitanti de’Borghi vicini, i quali sino
nel tempio di Diana Orzia(b). Fu allora, che l’ Eroe presso Ermione, città dell’ Istmo del Peloponneso, alzò anche un tempio
molti secoli onorarono le ceneri di Teseo(b). Conone nel mezzo della città gli alzò un tempio, che divenne asilo a’ servi, e
a reciptoci oltraggi(b). L’anzidetto abbominevole ratto assoggettò la città di Troja all’ira di tutta la Grecia(15), e a’ dis
e(28) ; Astipilo(29) ; Adrasto ed Anfio(30). Priamo, come vide la sua città in mano de’ Greci, voleva darsi la morte, ma Écub
ipose sulla punta d’una picca, e la fece portare in giro per tutta la città (a). Ettore. Ettore fu figliuolo di Ecuba e
remanti per la vita del loro figlio, lo scongiuravano di rientrare in città  ; ma nè le preghiere, nè le lagrime loro poterono
allattato da una certa Caieta, la quale diede poi il suo nome ad una città , dove fu sepolta(b) (2). Qesto Eroe combattè con
re, con lui sulle spalle, e col figlinolo, Ascanio(4), a mano uscì di città (5). Le fiamme lo rispettarono, e per non nuocere
libero il passaggio(6). Ritiratosi sul monte Ida, poco distante dalla città (7), formò ivi co’ suoi seguaci(8) una flotta di v
l Cretese Scamandro, aveva dato l’origine a’ Trojani. Là fabbricò una città , cui diede il nome di Pergamo. Poco dopo sopraggi
rebbe trovato una scrofa con trenta figliuoli, avrebbe fabbricato una città . Eleno pose fine alle predizioni, consire la Sibi
predizioni, consire la Sibilla Cumana. Enea fece viaggio per Drepani, città gliando Enea tentare per placare Giunone, e a con
nte verso Cartagine, dov’egli fu motivo, che Didone, regina di quella città (11) si desse la morte. Colei, all’udirlo racconta
avinia, dopo la morte di Latino salì sul di lui trono, e fabbricò una città , a cui diede il nome di sua moglie. Quivi egli ac
. Agamenonne, divenuto il più possente tra’Greci Principi, stabilì la città di Micene per Capitale del suo Impero. Egli fu al
ra, voleva subito Agamenonne spiegare le vele alla volta della nemica città  ; ma una calma nojosissima lo andava tenendo inve
Menelao (g). Nove anni impiegò Agamenonne nell’impadronirsi di molte città , tributarie a Priamo, e nell’espugnarne varie alt
Criseide, perchè era figlia di Crise, gran sacerdote di Apollo, della città di Limessa, e alleato de’Trojani. Questi addolora
vuto ordine dall’ Oracolo di trasportare le ossa di Oreste nella loro città , un certo Lica, loro concittadino, arrivato in Te
ella loro città, un certo Lica, loro concittadino, arrivato in Tegea, città dell’ Arcadia, le trovò sepolte con quelle d’ Aga
retto a ritirarsi nella Libia(b). Menelao dopo morte ebbe in Terapne, città della Laconia, un tempio. Là gli si celebravano c
tà di Troja, ossia tralle cose che doveano succedere, primachè quella città potesse essere presa dalle armi nemiche, eravi pu
o lo uccise(9). Achille mise pure a morte Calcone, nato in Ciparisso, città della Grecia, il quale era passato nel Campo Troj
sso, e poi era passata in potere di Achille, quando egli prese quella città , e ne uccise il predetto Monarca(a). Il non trova
gl’immerse la spada nel seno(e). Achille moltre s’impadronì di dodici città nemiche, tralle quali si conta, Moncia. Sembrava
 ; e già era per desistere dall’impresa, quando una giovine di quella città , la quale avea preso ad amarlo, gettò dall’alto d
lo avvertiva, che ancor per poco avesse sofferenza, giacchè Ia di lei città era per arrendersi per mancanza d’acqua. L’Eroe a
che morivano di sete, non molto dopo gli aprirono lo porte della loro città (a). Una cosa quasi del pari gli avvenne, mentre a
i avvenne, mentre assediava Metimne nell’Isola di Lesbo. Anche quella città gli fece sì forte resistenza, ch’egli oramai avea
quale chiamavasi Pisidice, gli offerì di dare in potere di lui la sua città , se prometteva di sposarla. Achille ne fece la pr
bido a difendere Troja(d). Sapeva altresì, che non poteasi vincere la città nemica, quando non si avesse impedito, che Reso,
e d’invitta costanza. Fu primieramete spinto da’ venti in Africa alla città d’Ismara. Sbarcò ivi per procacciarsi vettovaglie
er procacciarsi vettovaglie, sconfisse quelle genti, ne siccheggiò la città , e vi fece grandissimo bottino. Ma i Ciconi ritor
i, cioè mangiatori d’uomini, poichè tal’era il loro cibo. Vicino alla città di coloro si abbatterono i compagni d’Ulisse in u
riprese le sembianze di vecchio e mendico uomo, passò con Eumeo alla città (a). Giunto al suo palagio, venne tosto riconosciu
store e Polluce, appena nati, vennero da Mercurio portati in Pellena, città della Laconia, per esservi allevati(a). Si segnal
i in cognizione, che colei trovavasi in Afidna(2), assaltarono quella città , riacquistarono la sorella, e condussero via in q
rsi con Linceo ed Ida, figliuoli di Afareo o Afarete, fondatore della città di Arene nella Messenia, la quale città egli così
eo o Afarete, fondatore della città di Arene nella Messenia, la quale città egli così denominò da Arene, sua moglie, e madre
servatori, perchè quando presero Afidna, non vollero però, che quella città avesse a sofferire alcun danno dalle numerose tru
formano la Costellazione, detta i Gemelli(a). Gli abitanti di Talama, città situata ne’ dintorni di Pefno, altra città maritt
). Gli abitanti di Talama, città situata ne’ dintorni di Pefno, altra città marittima della Laconia, rappresentarono questi G
(a) Polluce poi ebbe anche un tempio, dedicato a lui a lo appresso la città di Terapne nella Laconia. A lui era pur consecrat
sulla punta di quella(c) (7). Panormo e Gonippo, giovani d’ Andania, città della Messenia nel Peloponneso, uniti fra loro co
e eziandio in moglie Giocasta a quello, che avesse liberato la di lui città dalla Sange. Questo mostro, come abbiamo esposto
uomo(a). Egli voleva scalare le mura di Tebe. Gli abitanti di quella città gli scagliarono contro tanti sasti, che rimase se
Poeti, ch’ egli avesse avuto l’audàcia di voler prenderè l’anzidetta città , quand’anche Giove, e qualsisia altro Nume gli si
i aveasi acquistata tanta gloria, quanta qualsivoglia donna della sua città potea vantarne in forza de’ suoi natali. Ella qui
ione delle più rieche famiglie, e perfino la rovina delle più potenti città  : questo è il significato del maltello, con cui i
primo tempio. La Fortuna poi col decorso degli anni divenne in quella città la Dea la più onorata, giacchè essa sola ebbe più
e (b). Tra quelli il più rinomato fu il tempio, erettale in Preneste, città d’ Italia nell’ antico Lazio da cui la Fortuna fu
e, che il di lei figlio, Coriolano, desistesse dall’assedio della sua città . Era questo il tempio, in cui tutti gli anni le g
oro, e la quale avea un tempio sul monte Palatino (d). In Anzio pure, città de’ Volsci, in Italia, eravi un magnifico tempio,
uropa Taso, figlio di Nettuno, il quale poi si fermò a fabbricare una città nell’ Isola, detta dal’nome di lui Taso, sulla co
esto Incovino(c). Tiresia ebbe per più secoll un famoso Oracolo nella città di Orcomena, e vi fu tenuto come un Nume. La pest
Orcomena, e vi fu tenuto come un Nume. La peste desolò alfine quella città , e l’Oracolo tosto ammutolì(d). Finalmente in ono
o se ne accorgesse. Il loro culto si estese più d’ogni altro. Anguia, città della Licia, eresse ad esse un antichissimo tempi
d’ Apollo Delfico per averne un oracolo favorevole a suoi disegni. La città di Tebe venne non molto dope afflitta dalla fame 
isei per comando d’Apollo si presero Idmone per protettore della loro città , e l’onorarono sotto il nome di Agamestore, per a
tesso Poeta soggiunge, che ne furono poscia sparse le membra verso la città , detta Torno da temno, fare in pezzi, per ricorda
rifizj. Lo stesso Scrittore soggiugne altresì, che gli abitanti della città d’Agira coltivavano con somma accuratezza la loro
. l. 2. ; Philostr. l. 2., Ovid. in Ibio. (8). Altri dicono, che la città di Abdera fu fabbricata da una sorella di Diomede
us. l. 9. (12). Plutarco dice, che Calcodone ebbe una Cappella nella città d’Atene(h). Non si sa, se egli parli del predetto
ella Misia(g). (b). Id. Ibid. (20). Anteo fu sotterrato in Tingi, città da lui fabbricata allo Stretto di Gibilterrà. Ser
si ritirò in Caria, dove uno de’suoi figli, detto Cuardo, fabbricò la città di Cuarda(a). (e). l. 2. (f). De Incredul. c
a, ove, credendo d’aver trovato la spiegazione dell’Oracolo, fondò la città di Crotone(d). (a). Tis. Liu. l. 1. (38). Cig
omedonte fu pure Antenore, il quale, trasferitosi in Italia, fondò la città di Padova ((a)). Vuolsi da alcuni, che egli pure
ch’egli solamente si adopero, affinchè si facesse la pace tralle due città , e si restituisse Elena((c)). Antenore ebbe molti
3). Deifobo tralle altre illustri imprese, operate a difesa della sua città uccise Ipsenore, figlio d’Ippaso, e Ascalafo, fig
eci, indicò loro i luoghi più opportuni per impadronirsi della di lui città . Divenuto schiavo di Pirro, figliuolo d’Achille,
; fece passare Deifilo per suo fratello. I Greci, dopo d’averpreso la città di Troja, volendo sterminare tutta la discendenza
e la madre sua viveva in ischiavitù, e ch’era stata incendiata la sua città . Ritornato nella Tracia, e sorpreso di avervi tro
(c). (8). Polite, com’era agilissimo di piedi, stava fuori della sua città per ispiare, quando i Greci si avanzavano verso l
tale sacrifizio, se avessero voluto felicemente restituirsi alle loro città (e). Ditti Cretese pretende, che ciò siasi fatto p
prestarvi fede, e cinsero Troja d’assedio. Menelao, vinta la predetta città , si reco a Pruteo, da cui gli fu restituita la mo
o con Pileo, suo, fratello condusse i Pelasgi a difendere la predetta città (d). (20). Protoo armò quaranta vascelli di gent
Asio avea condotto in soccorso di Priamo molte truppe, raccolte nella città d’Abido, di Sesto, e di Arisbe(b). Egli perì sott
nto(c). (30). Adrasto ed Anfio erano figli di Merope, indovino della città di Percote nella Troade. Il loro padre tentò di d
Ettore era stato formato da Tichio, celebre Artista, e nativo d’Ile, città della Beozia. Omero dice, che quello scudo era co
dà soventi volte il soprannome di Filacide, peschè nacque in Filace, città della Tessaglia, o perchè discendeva da Filaco, f
ella Tessaglia, o perchè discendeva da Filaco, fondatore della stessa città (d). (b). Hom. Iliad. l. 13. (c). Id. Iliad. l
Jacob. Hofman. Lex. Univ. (5). Miseno dopo la distruzione della sua città venne con Enea in Italia. Dicesi, ch’egli, avendo
a vendicare la morte di suo padre, e a rifabbricare le mura della sua città . Andromaca lo nascose nel sepolcro di Ettore ; ma
uccise quel Sovrano, salì sul di lui trono, diede il suo nome ad una città , situata sul fiume Caico, e la stabilì Capitale d
Peleo, per aver ucciso Foco, suo fratello, dovette ritirarsi in Etis, città della Fessaglia, appresso il re Eurito, da cui ne
Festa terminava con un banchetto(f). Nè solamente le famiglie, ma le città ancora veneravano gli Dei Penati, affinchè veglia
dell’Etna così erasi dilatato, che andava riducendo in cenere la loso città , detta Catana. Mentre tutti attendevano a salvare
figlio dello stesso Antenore, avea consegnata nelle loro mani quella città (d). Tra coloro, che in quella circostanza tradir
, per l’età divenuto impotente a prendere le armi in difesa della sua città , molto però le giovò colla saggiezza de’suoi cons
co de’venti e delle onde. Il quarto dì arrivò alle spiaggie di Velia, città della Lucania, i di cui abitanti, dopo di averlo
con quella tanta terra, che fu bastevole a fabbricarvi una ben vasta città . La denominò Cartagine, e nel mezzo della stessa
hiamavano Giunoni (b). Nè solamente ciascun uomo, ma i regni pure, le città , le fontane, gli alberi, e quasi tutte le altre c
e spoglie di Troja, furono tosto impazienti di ritornarsene alle loro città , malgrado la minacciosa apparenza del Cielo. Molt
o, non fu accolto dal padre. Si ritirò quindi in Cipro, ove fondò una città , che denominò pure Salamina. Dopo la morte di Tel
cassa, e il quale essi chiamarono Esimnete. Nove de’principali della città , e altre ttante donne presiedevano alla sacra cer
, che tutti i di lui sudditi gli si sollevarono, lo scacciarono dalla città , e lo costrinsero a ritirarsi sulle spiaggie dell
fosse consultato. Distruta Troja, Calcante si transferì in Colofone, città della Ionia. Ivi prese a gareggiare con Mopso, fi
figlio d’Apollo, e della fatridica Manto. Anfimaco, re dell’anzidetta città , voleva sapere, come gli sarebbe riuscita la guer
che fingessero di ritirarsi dall’assedio, e di far ritorno alle loro città , ma che prima lasciassero costruito dinanzi a Tro
a Pallade, ond’ella fosse propizia ad cesi, che citornavano alle loro città  ; e intanto si occultarono dietro l’Isola di Tene
quello celavasi tuttavia egli il primo propose a’suoi d’introdurlo in città . Dicesi, che ciò abbia fatto per vendicarsi con P
rto. Quindi non attendendo a’detti di lui, lo trasferirono nella loro città . A ciò fare aveali indotti anche prima Sinone, fi
ero le porte, smantellarono le mura, si aprirono largo passaglio alla città , e trasselo la macchina fatale sull’alta rocca. F
cisero le guardie, aprirono le porte, accolsero i compagni, misero la città a fuoco, e ne fecero orribile strage degli abitan
contrare anch’egli la stessa sorte, fuggì in Italia, e vi fabbricò la città de’ Falisci (a). Altri vogliono, ch’egli fosse no
ente (f), Dione (g), e Tzetze (h) dicono, che gli abitanti di Comana, città della Cappadocia, e que’di Castabalo, altra città
abitanti di Comana, città della Cappadocia, e que’di Castabalo, altra città della stessa Contrada, si vantavano di tenere il
a puntura. Il re di Sparta, per onorarne la memoria, fabbricò ivi una città , che denominò Canobo, e nella quale al momento de
pese i suoi capegli nel tempio dell’anzidetta Dea, eretto in Arsinoe, città del suo regno. Il di seguente non si trovò più qu
li, rinovò a Giove l’istanza, acciocchè ripopolasse la di lui deserta città con una copia di abitatori, cotrispondente a quel
2). Un simile fatto avvenne a Cometo, figlia di Pterelao, re di Tafo, città dell’Argolide. Pterelao avea ricevuto da Nettuno,
allo stesso Anfitrione, poichè questi, com’ebbe in sua mano la di lei città , ordinò che colei fosse fatta morire(b). (c). O
a Calabria fondò, ovvero, come altri pretendono, fortificò di mura la città di Petilia(b). (h). Declaustre Diction. Mythol.
aomedonte. Egli allora ebbe la gloria di penetrare il primo in quella città . Ercole, non potendo sofferire, che un altro foss
e un certo Cranone, a di cui onore i Tessali de nominarono Cranone la città , che prima si appellava Efira. Quì pure notiamo,
ione da Mirto, piccola isola del mare Egeo, poco distante da Caristo, città dell’ Eubea(g). (e). l. 12. rer. Attic. (f).
ell’osso. Molti anni dopo la presa edi Troja un certo pescatore della città d’Eretria, chiamato Demarmeno, lo raccolse nella
a sua patria, passò in Italia, e vi fon ò Siponto, o Sipunto, o Sipo, città marittima, appiè delemonte Gargano, per non unirs
uomo(a). Egli voleva scalare le mura di Tebe. Gli abitanti di quella città gli scagliarono contro tanti sasti, che rimase se
Poeti, ch’ egli avesse avuto l’audàcia di voler prenderè l’anzidetta città , quand’anche Giove, e qualsisia altro Nume gli si
5 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489
i meccanici inventati dall’uomo può abbatter mostri e tiranni, ruinar città , devastare e spopolar territorii, ma non creare l
namento economico, morale e politico77 Civiltà e civile derivano da città e cittadino, e stanno ad indicare nel primitivo l
no ad indicare nel primitivo loro significato il modo di vivere della città , ossia dei cittadini ; quindi, secondo questa eti
significato, diconsi guerre civili quelle tra cittadini della stessa città o dello stesso Stato ; le quali guerre son tutt’a
aveva mai fatto in dieci anni nettarne le stalle che eran vicine alla città . Dal puzzo che ne usciva temevasi una infezione,
rella Elena che era stata rapita da Teseo ; ma avendola trovata nella città di Afidna con Etra madre di Teseo, le condussero
ano agli otto pure di ogni altro mese. LII Atrocità Tebane La città di Tebe per fatti storici straordinari è meno ram
Sparta, ma per racconti mitologici non cede il primato a nessun’altra città della Grecia. Parlando di Cadmo dicemmo della ori
uali teneva guardate con diligentissima cura senza farle mai uscir di città , perchè l’Oracolo gli aveva predetto (o egli l’av
agi non ne mancarono ; e v’è chi afferma che fu anche saccheggiata la città di Tebe e che Tersandro figlio di Polinice ne pre
lo regno in quella parte della Tessaglia che era detta Ftiòtide dalla città di Ftia sua capitale. Quantunque piccolo principe
ui ebbe luogo la famosa guerra di Troia, è tempo di parlare di questa città e dei suoi re, come pure della vera causa di quel
dei suoi re, come pure della vera causa di quella guerra. LVI La città di Troia e i suoi re Dalla Grecia convien pass
l regione fra l’Ellesponto ed il monte Ida esisteva l’antica e famosa città di Troia. Sino al 1870 non si seppe neppur dire c
a di non errare : qui fu ; di modo che taluni dubitaron perfino se la città di Troia fosse mai esistita. Lo stesso Cantù nell
giunto a dissotterrare una gran parte delle rovine di quella celebre città , ed asserisce pubblicamente per le stampe nel suo
ntità di posizione della esistente Hissarlik con l’antica e distrutta città di Troia. E poichè un inglese di nome Frank Calve
ata non solo l’esistenza, ma anche la precisa ubicazione della famosa città di Troia123. Il nome di Troia, con cui questa ci
one della famosa città di Troia123. Il nome di Troia, con cui questa città è passata ai posteri, consacrata all’immortalità
faremo ben tosto nel dar la spiegazione degli altri nomi della stessa città . I vocaboli di Dardania, Teucria, Ilio e Troia ad
Teucria, Ilio e Troia adoprati comunemente come sinonimi della stessa città , derivano dal nome di altrettanti re Troiani : e,
rminare l’epoca di quelle denominazioni e la diversa estensione della città in quelle diverse epoche. Ma lo stesso Cantù nell
In questi versi è considerato Dardano come fondatore e primo re della città che da lui prese il nome di Dardania. Egli era fi
e Teucro ; e da questo re si fa derivare il nome di Teucria dato alla città ed anche al territorio Troiano : tutti gli altri
ome del figlio suo Ilo derivò quello di Ilion (in italiano Ilio) alla città stessa. Omero preferisce il vocabolo Ilion ; ma g
iversi nomi di Troia : solo alcuni intendono per Ilio l’interno della città e i cittadini126, e per Troia il fabbricato della
interno della città e i cittadini126, e per Troia il fabbricato della città ed anche il territorio. Questa distinzione che ri
Pèrgamo era dato soltanto alla parte più alta e più fortificata della città , ov’era anche il palazzo del re127 ; poichè nell’
l dirsi francescamente, il piano di guerra, perchè non cinsero mai la città di Troia in modo che non potesse ricever di fuori
i e viveri e truppe ausiliarie, nè mai, per nove anni, assaltarono la città  ; e invece facevano scorrerie sulle terre vicine,
invece facevano scorrerie sulle terre vicine, saccheggiavano le altre città e ne menavano schiavi gli abitanti ; e solo nel d
er vettovagliare, e non potevano perciò cingere talmente d’assedio la città da bloccarla ; nè fino al decimo anno osarono di
ta per opera dei Troiani stessi il giorno avanti l’eccidio della loro città , come vedremo. Nel decimo anno del lungo e lento
Eccidio di Troia L’invenzione del cavallo di legno per prender la città di Troia è non solo di nuovo genere, ma unica nel
tornati indietro da Tenedo i soldati della greca flotta, invadono la città sepolta nel sonno e nel vino, come dice Virgilio1
uro ascende « D’armi pregna e d’armati. Ella per mezzo « Tratta della città , mentre si scuote, « Mentre che nell’andar cigola
ro di Laomedonte ; il qual sepolcro essendo addossato alle mura della città in quel punto stesso ove fu necessario rovinarle
na gran parte dei suoi sudditi, e presa e incendiata dai Greci la sua città , fu ucciso per mano di Pirro. Nè qui si arrestò l
di Priamo. 135. LX Ritorno dei Greci in patria Incendiata la città di Troia, e divise fra i vincitori le prede, ness
esa di Troia lo mandò a nascondere nel sepolcro di Ettore fuori della città  ; e poi divenuta schiava di Pirro andava segretam
Dauno che gli diede per dote una parte del suo regno, ed ivi fondò la città di Arpi, e, secondo altri, anche Siponto, presso
ornare nella sua patria venne in Italia e fondò nella Magna Grecia la città di Petilia, alla quale credesi corrispondere ora
no a Idomeneo re di Creta e nipote di Minosse la fondazione di questa città  ; ma Omero che parla più volte con gran lode del
lto errò, poi ch’ebbe a terra « Gittate d’Ilïon le sacre mura ; « Che città vide molte e delle genti « L’indol conobbe ; che
o da quella per violenza di una tempesta, Ulisse fu spinto ad Ismaro, città dei Ciconi nella Tracia, e poi nella terra dei Lo
dei Lestrìgoni e qual sorte incontrassero i compagni di Ulisse nella città e nella reggia di quello, sarà bene sentirlo narr
erritorio, ove ora è Tunisi, la regina Didone che facea fabbricare la città di Cartagine. Secondo i Cronologisti più accredit
gir per mare con molti tesori e molti compagni o sudditi e fondare la città di Cartagine in Affrica. Gettato su quelle coste
e149 Ad Enea era già morto in Sicilia il vecchio padre Anchise nella città di Drèpano (ora Trapani), ove regnava Alceste di
ava Alceste di sangue troiano. L’Ariosto ha voluto significare questa città facendo una perifrasi allusiva alla sepoltura che
uno dei compagni di Enea. I più notabili sono il capo Misèno 151 e la città di Gaeta. E perchè Virgilio stesso ne dà la spieg
atore Augusto a guardia dell’Italia. L’altro nome, quello cioè della città di Gaeta, ha pur esso un’origine troiana ; e Virg
do l’aggettivo Caietanus divenne Gaetano. Anche Dante ripete che alla città di Gaeta fu dato questo nome da Enea, poichè nel
ò in quella regione che doveva divenir sì celebre nella storia con la città di Roma e il popol di Quirino. Gli storici latini
avinia, e lo vinse ed uccise 152 ; che fondò in onor di sua moglie la città di Lavinio, e che in appresso Ascanio figlio suo
avinio, e che in appresso Ascanio figlio suo e di Creusa, fabbricò la città di Alba Lunga, così chiamata, secondo Tito Livio,
propria spada 161. Quando Tiresia presagì che sarebbe saccheggiata la città , molti Tebani esularono insiem con lui ed andaron
luogo ch’era forte « Per lo pantan che avea da tutte parti. « Fer la città sovra quell’ossa morte ; « E per colei che il luo
nali dei Samii. 7ª La Sibilla Cumana, così detta perchè nata in Cuma, città dell’Asia Minore. La stessa fu chiamata ancora Am
. Dicono gli scrittori antichi che alla foce del fiume Fasi v’era una città omonima che apparteneva al regno della Colchide.
tiplica nelle fagianiere. 72. Ovidio, che fu relegato nell’antica città di Tomi sul Mar Nero presso Odessa, ci dice in un
se e fece a pezzi il suo fratello Absirto in quella regione, e che la città ivi dipoi fabbricata dai Milesii fu detta appunto
di Tomi lo aveva il territorio anche prima che vi fosse fabbricata la città  : « Sed vetus huic nomen, positaque antiquius ur
Absyrti cœde fuisse loco. » I Geografi moderni credono che l’attuale città di Ovidiopol, fabbricata da Caterina II verso la
Tomi dove fu relegato Ovidio, e che perciò fosse chiamata Ovidiopol ( città d’Ovidio) 73. Quindi derivò nel Medio Evo la pr
s, erit facto pius et sceleratus codem. » (Ibid,, v. 406.) 119. La città di Pisa in Toscana credesi fondata (per quanto as
quanto asserisce Strabone nel lib. ii) da quei guerrieri della greca città di Pisa nel Peloponneso, che nel loro ritorno dal
Civitas, il primo dei quali significa propriamente il materiale della città , ed il secondo i cittadini ed anche il diritto di
6 (1836) Mitologia o Esposizione delle favole
to alle parti, che il pudore nasconde, e nudi nel resto, correvano la città percotendo con flagelli di pelle di capra tutti q
ato l’ avrebbe chi avesse fatto uscir di terra la cosa più utile alla città ; Nettuno percossoli terreno col tridente, ne fece
un ulivo; ed essendosi questo giudicato più utile, Minerva diede alla città il proprio nome, che in greco appunto Atene. Ara
’ avo lor Numitore nel regno scacciandone Amulio. Fondarono quindi la città di Roma, di cui fu Romolo il primo re, e dopo ave
elle calende di Marzo (mese a lui consecrato da Romolo) recati per la città con canti in lode di Marte (sul fine de’ quali pu
neppur come Dea vollero riconoscerla la Propetidi native di Amatunta città di Cipro, e furori quindi da Venere pria condanna
ere principalmente nell’ isola di Citerà, ed in Gnido, Pafo, Amatunta città dell’ isola di Cipro, Ebbe quindi i nomi di Citer
avasi fra i cittadini, un serpente uscito dal tempio attraversando la città andò a posarsi spontaneamente sopra la nave dei R
dotto a Roma, e deposto nell’ Isola del Tevere, dopo aver liberata la città dalla pestilenza, scomparve. Fu quindi creduto ch
fave, ed immolavasi una troia. Le feste Cereali si celebravano nella città ai 19 d’ Aprile, e verso il medesimo tempo nelle
hè indi viene ogni opera, e d’ essa è uopo per vivere; Cibele o dalla città o dal monte Cibelo nella Frigia, ove il suo culto
a, o Frigia o Pessinunzio da’ monti Dindimo, Berecinto e Ida, e dalla città di Pessinunte nella Frigia, ove specialmente era
la moglie di Fauno. Rappresentavasi coronata di torri per indicar le città , che sono sparse sopra la terra, con una veste di
pompa da’ Sacerdoti a lavarsi nel fiume Almone, che poco lungi dalla città entra nel Tevere. Le feste megalesi a lei sacre s
ce di legno in mano per allontanare i ladri e gli uccelli. In Lamsaco città della Misia aveva egli il culto primario. Era ten
ii domestici erano i Penati ed i Lari di cui i primi presedevano alle città e alle ville, i secondi alle case; ma spesso pren
nio e da una vergine Sabina diceasi nato il Dio Fidio fondatore della città di Curi, adorato da’ Sabini, e poscia ancor dai R
dre, ricoverossi in Italia, dove sui colle Palatino fondò una piccola città chiamata da lui Pallanteo; Acca Laurenzia che fu
onsi in mare, e Partenope recata dall’ onde, ove fu poi fabbricata la città di Napoli, fu cagione che a questa il nome di Par
be in risposta di non cercarne più oltre, e di fabbricare in vece una città nel luogo, ove un bue l’ avrebbe condotto. Arrest
egli contro di loro, e giunto prima a Sitone ottenne coll’ oro che la città gli fosse venduta da Arne figlia del re, che fu q
oscia da Ercole. Tornato in Atene si diede Teseo ad unire in una sola città i vari casali che formavano la popolazione atenie
ore. Ne’ primi anni si occuparono i Greci a prender e saccheggiare le città e terre dell’ intorno, finchè nel decimo anno tra
lla divisione della preda fatta da’ Greci nella espugnazione di Crisa città della Frigia era toccata ad Agamennone, questi lo
le sue mura si conducesse. Fu esso adunque, squarciate le mura, nella città introdotto. Intanto Sinone a notte buia diede dal
ssalendo i Troiani sepolti nel sonno, a ferro e fuoco misero tutta la città . Ulisse e Meneleo uccisero Deifobo, e via conduss
case e per le vie, uccidendo, predando, incendiando ridussero quella città già sì florida e sì possente a un mucchio di sass
rì tranquillamente in Creta, e che anche a suo tempo mostravasi nella città di Gnosso la tomba, ov’ egli era sepolto in compa
di Merione. In Calabria parimente si ridusse Filottete, e vi fondò la città di Petilia, ora Belcastro. Teucro per non aver ve
ne fu scacciato da Telamone, e ricoveratosi in Cipro vi fondò poi la città , che dal nome della patria intitolò pur Salamina.
presa in moglie una figlia di Dauno, fondò presso il monte Gargano la città di Arpi o Siponto, e vi fu poi secondo alcuni ucc
se al paese de’ Lestrigoni, che da Cicerone supponsi ove fu poscia la città di Formia, ora Mola di Gaeta. Erano costoro uomin
iume, ebbe da lei ristoro di cibo e dì vestimenta, e fu scortato alla città , ove da Alcinoo ed Arete venne liberalmente accol
anifestò, e presi seco gli opportuni concerti, condotto da Eumeo alla città , si pose a mendicare fra i Proci, dai quali soffe
avanzarono da quella guerra, e che dopo la presa e l’ incendio della città salvi e liberi ne partirono, furono Antenore ed E
no il re loro Filemone e venuto all’ estremo dell’ Adriatico fondò la città di Padova, e discacciati gli Euganei diede alla p
lio quanto poteva in difesa di lei, allorchè vide Priamo ucciso, e la città in fiamme, per ordine di Venere si prese sulle sp
sa figlia di Priamo, che poi si smarrì, e andò a riamarsi ad Andandro città della Frigia alle radici del monte Ida. Quivi rac
i origine traeva Dardano nativo di Conto ora Cortona, fondatore della città Dardania, che ingrandita da Troe fu poscia chiama
sottilissime liste, tanto spazio ne circondò, che potè fabbricarvi la città di Cartagine. Accolse ella Enea piacevolmente, e
sendosi pur confermato da Anchise in sogno, Enea fondò per quelli una città , cui diede il nome di Acesta. Partito alla volta
mezzo d’ iride di profittar dell’ assenza di Enea, assalì la piccola città , dove Enea aveva lasciato le sue genti, incendiò
legni d’ Ida vennero da Cibele cangiale in Ninfe marine, entrò nella città , ove fe grandissima strage, poi uscendone si gett
e di lui conduce in tutt’ altra parte. Enea appressa l’ esercito alla città , e ne arde le torri. Amata credendo Turno ucciso
ata credendo Turno ucciso si appicca. Turno vedendo l’ incendio della città vi accorre, ed è ucciso da Enea. Fin qui Virgilio
oi, che Enea fatta la pace coi Latini sposò Lavinia, che fabbricò una città , cui dal nome di essa chiamò Lavinia, e che Vener
cangiate in vacche. Parte II. Capo II. I Telchini abitatori di Laliso città di Rodi, che affascinavano altrui co’ loro occhi,
ove mutati in iscogli sottomarini. La figlia di Alcidamante in Cartea città dell’ isola Cea è trasformata in colomba. Cigno f
he sia animata, e l’ ottiene; da essa nasce Pafo, che dà il nome alla città di Pafo. Mirra figlia di Cinira s’ innamora del p
oracolo di Trofonio, il quale rendevasi in una caverna presso Lebadea città della Beozia. Era Trofonio figlio di Ercino re di
uochi nella Grecia erano 1. gli Olimpici, che celebravansi in Olimpia città dell’ Elide, ogni quattro anni, e da cui prese or
7 (1897) Mitologia classica illustrata
o importanza maggiore dell’ altre; di tutte la più antica era Dodona, città della Tesprozia in Epiro, dove già era oggetto di
isole. Ma il luogo più celebre di tutti pel culto di Zeus divenne la città di Olimpia in Elide, ove ogni quattr’ anni (il pe
il culto di Era non era molto diffuso. La culla di questo culto fu la città di Argo, onde la Dea era preferibilmente chiamata
chiamata l’ Argiva. Argo, Micene e Sparta, seconde Omero eran le sue città predilette. Diffusosi il concetto di dea protettr
uerra e il flauto. In tempo di pace, Atena è la dea protettrice delle città e degli stati (detta perciò Athena Polias, da pol
rice delle città e degli stati (detta perciò Athena Polias, da polis, città , stato); essa favorisce la coltura, inventa per l
raggiunse il massimo sviluppo, la vera patria di Pallade Atena fu la città che ebbe nome da lei, anzi l’ intiera regione Att
ti più o men ricchi e si conservavano con religiosa venerazione nelle città ; le considera vano come una difesa e una garanzia
erazione verso una divinità datrice di tanti beni fisici e morali. La città di Delfo però era il luogo principale di questo c
considerato come sacro e nessun morto poteva esservi seppellito. Una città sacra trovavasi ai piedi del monte Cinto. Anche i
aveva un’ importanza politica, come protettrice della giustizia nelle città . 3. Il culto di Artemide era per lo più connesso
Marzo, sacro al dio Marte, i Salii percorrevano processionalmente la città portando i dodici scudi, e intrecciavano danze gu
ano; e molte altre con tempietti trovavansi nelle varie regioni della città . 5. L’ immagine di Efesto-Vulcano ricorre spesso
Cipro che si diceva la culla della Dea, e in Cipro specialmente delle città di Pafo e Amatunte che erano più in rapporto col
i estese nelle coste e nell’ interno del Peloponneso. Altro centro la città di Corinto, donde si diffuse in città vicine, Arg
el Peloponneso. Altro centro la città di Corinto, donde si diffuse in città vicine, Argo, Trezene, Epidauro e Sicione. Poi si
esso Trapani), in Sicilia; dal qual luogo il culto si estese ad altre città siciliane e italiche. 3. Venere era un’ antica de
ie: ma non le si erigevano templi speciali, giacchè ogni casa ed ogni città era un tempio per lei; anzi essa aveva posto anch
an guerra ai Romani, e per una porta aperta cercavano penetrare nella città Palatina, zampillo d’ un tratto, per opera di Gia
dedicate a lui, come si disse, le porte, i passaggi, gli archi della città . Segnatamente si avevano per sacri a Giano quegli
dei Sabini, corrispondente al Mars dei Latini, e prendeva nome dalla città sabina di Cures, i cui cittadini erano detti Quir
est-nord-ovest (soffiava dalla Iapigia verso la Grecia, e da Onchesmo città dell’ Epiro verso le terre orientali dell’ Ellade
n culto le Ore; in essa, dice, abita Eunomia, fondamento sicuro della città , e la sorella Dice e Irene, di opulenza dispensie
Ginnasio di Eracle ove insegnò Antistene Cinico) di Atene, e in altre città , specialmente Fliunte e Sicione. 2. La divinità r
degli stati, era essa venerata e onorata di templi e statue in molte città della Grecia e dell’ Asia. Col tempo si mutò il c
Eutichide di Sicione che trovavasi ad Antiochia; come protettrice di città la dea porta in testa una corona murale; nella ma
Il destino riservato a ciascun uomo, a ciascuna famiglia, a ciascuna città è così importante ed ha un fondo così oscuro e im
amavan Demoni, gli Italici Genii; e così popolaron di Dei le case, le città , le campagne) da loro si aspettavano prosperità d
tefici e gli auguri rivolgevano annue preghiere per la salvezza della città . È nota la leggenda secondo la quale Rea Silvia,
acilita di commerci e ricchezza, si riflette in altri racconti. Molte città greche vantavano per fondatore un figlio di Posid
acque; poi varie regioni del Peloponneso, fra cui l’ Arcadia. Tra le città della costa, la più celebre pel culto di Posidone
tori. Speeialmente si parlava molto di lui nella regione di Antedone, città della Beozia orientale sull’ Euripo. Quivi era vi
ono della protezia. Questo culto da Antedone si diffuse a molte altre città litoraneo della Grecia e delle isole. La leggenda
col nome di « Gran Madre ». La vera patria di questa religione era la città di Pessinunte, situata nella Frigia maggiore, pre
re, presso il fiume Sangario (od. Sakaria); nelle vicinanze di questa città erano sacri a Cibele il monte Dindimo, onde essa
rona murale, a indicare ch’ essa era fondatrice e conservatrice delle città , e al suo corteggio di Coribanti che Tympana ten
e tracia o lidia o frigia. Luogo di nascita di Dioniso era creduta la città di Tebe; e sua madre era Semele, una delle figlie
no dell’ umanità, insegna agli uomini a lavorar la terra, fonda nuove città , si fa maestro di più miti costumi e di una vita
nne processione; si teneva un gran banchetto in campagna pel quale la città provvedeva la carne; si beveva del mosto; si alle
i dedicati al culto delle Ninfe. Col tempo se ne eressero anche nelle città , e Roma stessa ne ebbe. Alle Ninfe si offerivano
ne erano sedi di culto. Il santuario principale poi era ad Acachesio, città pure dell’ Arcadia. Fuori di questa regione, Pane
ei capri sacrificati e tagliate le altre in striscie, percorrevano la città palatina e il Foro, e percotevano con quelle stri
la Natura. In origine il culto di questa divinità era ristretto alle città dell’ Ellesponto e della Propontide, poi si estes
opolo i giochi del Circo. Insomma era tutta una festa di gioia per la città e più specialmente per le classi diseredate. 3. N
una tribù di pastori latini, i quali formarono il primo nucleo della città di Roma. A Pale innalzavano le loro preci i pasto
one di rozzi cacciatori e pastori a uno stato civile con sedi fisse e città ordinate. Così Demetra veniva a far riscontro a D
Demetra e Persefone, ma il vero centro di questo culto era la piccola città di Eleusi situata nella baia di Salamina, a quatt
presso cui scorreva un fiume chiamato Acheronte; lo stesso a Ermione città dell’ Argolide. Ma lo si invocava abbastanza di s
ava rendersela arnica; quindi e nelle case private e alla porta delle città si collocavano certi pilastri con l’ immagine di
di lei, colla persuasione che ciù tenesse lontana dalle case e dalle città ogni disgrazia. Per la stessa ragione a lei erano
e influenza sulla prosperità dello Stato. Nè solo Roma ma anche altre città avevano i loro Dei Penati, sopratutto Lavinio la
i crocicchi, i rurali, della campagna, i praestites, protettori della città , i quali si figuravan vestiti di pelle di cane e
misteriosi principii, ma ancora gli abitanti di innumerevoli regioni, città , borgate, isole s’ ingegnavano di ricondurre la l
meto e Alcestide. Admeto era figlio di Fere (Pheres), fondatore della città di Fere in Tessaglia; regnava sulle fertili terre
gli avrebbe incontrato, e dov’ essa si fosse posata, ivi fondasse una città . Cadmo obbedi a quest’ ordine, e trovata nella Fo
Focide la vacca indicatagli, e seguitala, ove si fermò, ivi fondò la città detta da lui Cadmea, che più tardi fu Tebe. Ma un
io, Peloro e Iperenore. Questi aiutarono Cadmo nella fondazione della città e diventarono i capistipite delle nobili famiglie
ge i suoi colpi, e davanti una figura seduta che personifica la nuova città che dev’ essere fondata. b) Atteone. 1. Già
mase reggente dello Stato Nitteo, di stirpe regale, proveniente dalla città di Iria (Hyria o Hysia) in Beozia. Nitteo aveva u
tagli questa signoria da Megapente figlio di Preto. Ivi egli fondò le città di Midea e di Micene, e per via dei figliuoli nat
quelle rive, e dicevasi che Pilumno avesse sposato Danae e fondato la città di Ardea; onde Turno re dei Rutuli, come è ricord
trovarono amichevole accoglienza presso Testio, signore dell’ antica città di Pleurone in Etolia. Costui diede loro in mogli
oro sorella Elena ancor bambina di dieci anni, e presa per assedio la città di Afidna, riuscirono a liberarla. Poi presero pa
ofittando delle feste bacchiche, simulando bacchica furia, usci dalla città , trasse al luogo dov’ era Filomela, la liberò e l
Lico fu cacciato da Egeo e si riparò in Asia Minore, Niso vide la sua città assediata da Minosse cretese ed è allora che la f
dal mar d’ Oriente traverso il puro aere, come tant’ altri eroi delle città greche. — Teseo ebbe a maestro il virtuoso e sagg
assenza, i Dioscuri ripresero la loro sorella dopo aver espuguato la città di Afidna ov’ ella era rinchiusa. 5º Insiem con E
ce la sua spedizione contro Troia per trar vendetta di Laomedonte. La città fu presa e Laomedonte cadde per mano d’ Eracle co
sta occasione ebbe aiuto da Cefeo re di Tegea, e mentre era in questa città , generò con la bella Auge, figlia del re, quel Te
lia per vendicare l’ affronto di avergli rifiutato la figlia Iole. La città fu conquistata. Eurito ucciso col figliuoli, e la
nno in determinato giorno il pretore offrisse a Ercole, in nome della città , un giovenco o una giovenca, e anche i privati, i
Ercole in bronzo ch’ era in Taranto, e da Taranto dopo la presa della città fu portata sul Campidoglio, donde l’ imperatore C
le dodici fatiche; un gruppo fatto in origine per un santuario della città di Alizia in Acarnania, più tardi trasportato a R
Eneo, e gli era moglie Altea, figlia di Testio re di Pleurone, altra città dell’ Etolia. Loro figlio era Meleagro, l’ eroe d
maniera; la gente spaventata non aveva più tranquillità se non nelle città fortificate. Cacciarla non era impresa da soli; q
a, e allora i Calidonesi ebbero la peggio e videro ben presto la loro città cinta d’ assedio dai nemici. In questa distretta
contro Laio, a infestar Tebe. E postasi su una rupe alle porte della città obbligava i passanti a sciogliere il celebre enig
i grande carestia. Interrogato l’ oracolo, rispose si cacciasse dalla città l’ uccisore di Laio. Edipo s’ affanna a ricercare
morto egli stesso da Alcmeone. I Tebani non potendo più difendere la città , fuggirono notte tempo e ripararonsi chi in Tessa
fuggirono notte tempo e ripararonsi chi in Tessaglia chi altrove. La città fu presa e saccheggiata. Una buona parte del bott
nte gli assalti dei Centauri. Dopo di che tornato a Iolco, e presa la città coll’ aiuto dei Dioscuri, uccise Acasto e Astidam
i i popoli vicini, riacquistò il dominio paterno e soggiornava a Pilo città della Messenia. Prese poi parte sia alla lotta de
rigia, ove aveva ottenuto dal re Teucro il terreno per fabbricarvi la città Dardania. Da una figlia di Teucro, Dardano ebbe u
ea. Ilo andò a porre stanza nel piano dello Scamandro, e ivi fondò la città di Ilio o Troia. Fondata la città, pregò Zeus gli
ano dello Scamandro, e ivi fondò la città di Ilio o Troia. Fondata la città , pregò Zeus gli mandasse un segno visibile della
e la guerra. Riusciti vani i primi tentativi di prender d’ assalto la città , i Greci contentavansi di scorrerie e saccheggi n
delle principali porte di Troia, mentre già egli stava per entrare in città , lo colpiva un dardo scagliato da Paride e dirett
ia il Palladio, alla cui conservazione si annetteva la salvezza della città . Ancora Ulisse andò a Sciro a prendere il giovane
i se l’ avessero offeso, per contro diverrebbe una salvaguardia della città se l’ avessero accolto entro le mura. I Troiani s
coonte per il consiglio dato, e senza indugio aprirono le porte della città per introdurvi il cavallo di legno. La notte segu
nziosamente al lido di Troia; i soldati sbarcarono e mossero verso la città . Intanto uscirono dal cavallo i trenta guerrieri
o i trenta guerrieri che v’ erano nascosti e apersero una porta della città ; così prima che i Troiani avessero potuto dar l’
ni contro i Messapi, e v’ ottenesse signoria di re e fondasse diverse città come Benevento, Arpi, Brindisi. Certo in Italia o
altro in Creta vennero in Italia, e ivi si fecero fondatori di nuove città . E Teucro, il fratellastro di Aiace Telamonio, to
va anzitutto sbattuto sulle coste della Tracia, ed ivi presso Ismaro, città dei Ciconi, venne a battaglia con costoro, e ben
ttà dei Ciconi, venne a battaglia con costoro, e ben distrusse la lor città , ma poi sorpreso di notte, ebbe uccisi 72 de’ suo
accolse benignamente cedendogli spazio per la fondazione d’ una nuova città , e la mano della propria figliuola, Lavinia. — Ma
ale, poichè anche Latino morì, gli successe nel governo e fondò nuova città che dal nome di sua moglie chiamò Lavinio. Quattr
ordi di Tebe e facendolo ancora vivo al tempo della distruzione della città per opera degli Epigoni. A sette anni d’ età si d
colui che l’ inerte terra governa e il mare dominato dai venti, e le città e il triste regno (della Morte) et le turbe degli
e) e su Tenedo (isola dell’ Egeo dirimpetto alla Troade) e su Patara ( città della Licia). Giove m’ è padre; per me è palese q
8 (1831) Mitologia ad uso della gioventù pp. -
a di pittura e di scultura ; gli ornamenti stessi che abbelliscono le città ov’essi son nati apparirebber agli occhi loro di
ani ove si distinse molto. Gareggiò con Nettuno per dare il nome alla città fabbricata da Cecrope, e fu deciso che chi avesse
i più utile l’ulivo per essere il simbolo di pace, Minerva diede alla città il nome di Atene, sotto il quale era denominata d
quello di Nettuno. Gareggiò in vano con Minerva per dar il nome alla città di Atene. Violò e cangiò Anemone in fontana. Si r
ati più voti. Il suo culto era molto esteso ; e particolarmente nelle città del Peloponneso in cui vi aveva più gran commerci
ra quelle di Rodi e di Creta. I Greci vogliono che nascesse a Pallene città della Tessaglia. Era custode delle gregge di Nett
Dio e custode degli orti, era nato da Venere e da Bacco in Lampsaco, città dell’Asia Minore ora Natolia, ov’egli era partico
mezzogiorno. Il suo fiato era alcuna volta sì infuocato che ardeva le città ed i vascelli in mare. Si dipinge da alcuni di st
pondenza fa crescere l’amorosa passione. Antero aveva un altare nella città di Atene. Rappresentansi i due Amori come due pic
agliata. Questa Dea avea diversi tempii, e tra gli altri uno in Flio, città del Peloponneso, che aveva il privilegio dell’imm
Sicione, una statua coperta di un velo, alla quale le donne di quella città dedicavano la loro capigliatura. Esculapio
medicina. Gli si rendevano onori divini particolarmente in Epidauro, città del Peloponneso famosa pel tempio che vi fu erett
o in folla nei tempii di questo Dio, posti ordinariamente fuori delle città , per essere guariti dalle loro infermità ; vi pas
pasiano terminò in Roma, era il più magnifico tempio di quella grande città . Tutti coloro che le belle arti professavano, s’u
il senato dava udienza agli ambasciatori, prima che entrassero nella città . Si rappresenta armata dalla testa ai piedi con u
visse verso l’ anno 1430 prima della nostr’era. Fece edificare molte città . La sua giustizia e l’ amore pe’ suoi sudditi, ch
a innamorata di Minosse che aveva veduto dall’ alto d’una torre della città , mentre il padre era addormentato gli tagliò il f
a perfida s’ingannò, perchè Minosse dopo di essersi impadronito della città , non volle nè anco parlarle ; e narrano alcuni ch
Il Labirinto di Creta fu edificato per ordine di Minosse II presso la città di Guosso da Dedalo sul modello di quello d’Egitt
o figlio di Nettuno e della ninfa Naide fu un celebre pescatore della città di Antedone in Beozia. Osservando egli un giorno
ttata morte immatura. Un altro storico narra che un certo Reco della città di Gnido, vide un giorno una bellissima quercia i
ia vicino alla Sicilia, anzi nel porto stesso di Siracusa, unita alla città da un ponte, ove vedesi ancora. L’Aretusa era rea
se campestri divinità il culto delle quali non si estendeva sino alle città . Erano chiamate figlie di Giove. Alcuni le contan
ra una famosa lavoratrice figlia di un tintore chiamato Idmone, della città di Colofone nella Ionia, la quale lavorava così b
Dicearchia oggi Pozzuolo ; la sua tomba fu trovata nell’edificare una città che dal suo nome fu detta Partenope. Questa città
nell’edificare una città che dal suo nome fu detta Partenope. Questa città fu ruinata dagli abitanti perchè abbandonavasi Cu
er liberarsi dai guasti della peste, era lor d’uopo di ristabilire la città di Partenope, tosto la riedificarono, e le dieder
i ed i Lari erano Dei domestici ; si facevano presiedere i primi alle città ed alle ville, alle case i secondi ; ma comunemen
io di Tifone e di Echidna, che infestava i contorni di Nemea, celebre città dell’Acaia, e dopo avergli colle mani squarciata
ssi in addietro scritto non plus ultra. Ogni paese e specialmente le città della Grecia recavansi ad onore di aver servito d
cielo e lo pose tra il numero de’ Semidei. In Tebe ed in molte altre città della Grecia, in Roma, nelle Gallie, nella Spagna
i fece abbandonare il soggiorno di Argo e andò a fabbricare una nuova città denominata Micene. Perseo unitamente ad Andromeda
eo, Piritoo, Ippolito, Fedra e i Centauri Teseo nacque in Trezene città di Morea o in Tracline di Tessaglia, come voglion
vini alle sue ceneri. Fabbricarongli una superba tomba in mezzo della città , e gli innalzarono un tempio, in cui gli facevano
ta : « Troverai in un vicino campo una giovenca ; seguila e fonda una città nel pascolo ove essa si fermerà : darai a quel pa
, e allorchè si fermò volle, avanti gettare le fondamenta della nuova città , dimostrare la sua riconoscenza agli Dei con un s
enti tra di loro, eccetto cinque i quali lo aiutarono a fabbricare la città di Tebe nel luogo appunto ove lo condusse la giov
l nome di Cadmea e ch’egli abbia gettato soltanto le fondamenta della città . Allorchè Tebe fu edificata Cadmo stabilì delle l
loro madre radunarono delle truppe, colle quali s’insignorirono della città di Tebe, uccisero Lico, e attaccarono Dirce alla
Tracia, di abbandonare le campagne e le foreste per ritirarsi in una città , e porsi con buone mura al ricovero de’nemici e d
oli cui si doveva esporre. Medea e Giasone s’incontrarono fuori della città presso il tempio di Ecate, ove amendue recati si
nore, sboccarono nel ponte Eusino ed arrivarono sotto le mura di Aea, città sul fiume Phasis ora Fasz-Rione ed a sei leghe da
re di Calidone e di Altea figlia di Testio re di Pleurone tutte e due città della Grecia nell’Etolia. Al suo nascere sua madr
ela per l’Italia, ove approdato, conquistò molto paese e fabbricò una città che dal suo nome fu chiamata Gianicola. Nel tempo
o ad onorare gli Dei nei tempii per mezzo dei sacrifici, a cingere le città di mura e a coltivare i campi e le vigne. In rico
l’impero dell’Asia. Trovandosi Alessandro il Grande in Frigia, nella città di Gordina, antico e rinomato soggiorno del re Mi
o dal suo regno dal re di Troia, e datosi alla fuga si ritirò a Pisa, città d’Elide ove allora regnava Enomao padre dell’avve
ridito da sì fiero spettacolo. Spaventato Tieste si ritirò in Sicione città dell’Acaia. Atreo fu poi ucciso da Egisto figlio
i, signore di Argo ed il più potente principe della Grecia, scelse la città di Micene per capitale del suo impero. Menelao di
quella ferita. Ne’ primi anni si occuparono i Greci a saccheggiare le città e terre dintorno, finchè nel decimo anno, tratte
le sue mura si conducesse. Fu esso adunque, squarciate le mura, nella città introdotto. Intanto Sinone a notte buia diede dal
uali assalendo i Troiani sepolti nel sonno, a ferro e fuoco misero la città tutta. Ulisse e Menelao uccisero Deifobo figlio d
case e per le vie, uccidendo, predando, incendiando, ridussero quella città già sì florida e sì possente ad un mucchio di sas
he avanzarono da quella guerra e che dopo la presa e l’incendio della città salvi e liberi partirono, furono Antenore ed Enea
no il loro re Filemone ; e venuto all’estremo dell’Adriatico fondò la città di Padova ; e discacciati gli Euganei diede alla
ella notte terribile in cui fu presa Troia, veduto ucciso Priamo e la città in fiamme, per ordine di Venere prese sulle spall
el viaggio. Enea col padre e col figlio andò a ricovrarsi ad Antandro città della Frigia alle radici del monte Ida. Quivi rac
amava a sè le anime dei morti. Apollo aveva un Oracolo anche a Claro città della Ionia. Il più celebre però tra gli Oracoli
sica, la Libica, la Delfica, la Cumea o Cumana, che risiedeva in Cuma città d’Italia, l’Eritrea, la Samia, la Cumana così chi
città d’Italia, l’Eritrea, la Samia, la Cumana così chiamata da Cuma città dell’Eolide, detta anche Amaltea e Demofila, l’El
ia e l’Albanea. La più celebre di tutte le Sibille era quella di Cuma città d’Italia, chiamata dagli uni Dafne, da altri Mant
all’età di settecento anni, allorchè Enea approdò in Italia presso la città di Cuma ove la Sibilla aveva il suo soggiorno. Qu
atto, e la peste o la carestia, o qualche epidemico morbo desolava la città e le campagne ; finalmente, allorchè eransi osser
li erano quelle che praticavansi per l’omicida, per i prodigi, per le città , per le armate, per i templi. Le espiazioni solen
la Grecia erano : I.° I Giuochi Olimpici, che celebravansi in Olimpia città dell’Elide ogni quattro anni, e da cui prese orig
. Ercole. 290. Apollo. 50. Adone. 36r Adrasto. V. Polinice. 397. Aea ( città ). V. Fineo. 359. Agamennone. 406. Agenoria. 278.
9 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Della mitologia in generale. » pp. 17-359
raggi solari, Fu fatta in mille parti, e posto il segno Fra cittade e città , fra reguo e regno. Va il ricco peregrino al suo
o migliorò i costumi di quei popoli, li radunò a vivere insieme nelle città , creò le leggi, e dette loro l’ idea del giusto e
e le torri e le merlate mura, che le ricingon la fronte, additano le città poste sotto la sua tutela ; mentre una chiave nel
ione. Se per loro negligenza il fuoco sacro si fosse spento, tutta la città n’ era in lutto ; i pubblici negozj rimanevano in
costoro dalla feccia del popolo, ed a guisa di ciarlatani andavano di città in città recando la statua di Cibele, cantando in
alla feccia del popolo, ed a guisa di ciarlatani andavano di città in città recando la statua di Cibele, cantando inni in sua
usinie, perchè gli Ateniesi le celebrarono ogni cinque anni ad Eleusi città dell’Attica. Duravano nove giorni, e in quel temp
rsi di ghiande. Credevano poi che le querci della foresta vicina alla città di Dodona nell’Epiro rendessero gli oracoli, e vi
lto l’onoravano ad Argo, a Samo ed a Cartagine. Nella prima di queste città si celebravano le sue feste col sacrifizio di un’
igliuolo d’Ilio e padre di Priamo, quando appunto faceva costruire la città di Troia ; e venuti a patti con lui, s’allogarono
ed essi crucciatine, fermarono di vendicarsi. Nettuno inondò la nuova città , e Apollo fece devastare dalla peste il paese. 10
l meritato premio : laonde l’eroe, pieno di giusto sdegno, assaltò la città , uccise il re tante volte spergiuro, ne fece prig
i dell’estinto. 115. Gli Egiziani alzarono a Memnone una statua nella città di Tebe ; e credesi che quando questa statua era
dedicavano ad Apollo la loro chioma. Era molto venerato anche a Cirra città della Focide, a piè del Parnaso. Aveva un altro b
ta ninfe oceanine, armate come lei d’arco e di frecce. 143. In Efeso, città dell’Jonia nell’Asia minore, ebbe un celebre temp
el Borghi. 149. Dicono i più che Bacco fu allevato in vicinanza della città di Nisa (altri danno questo nome alla nutrice di
Le feste in onore di Bacco erano celebrate con grande strepito nelle città e nelle campagne dai Satiri (304) primi sacerdoti
. 179. Venere ebbe maggior culto in Idalia, in Amatunta ed in Pafo, città dell’isola di Cipro, e nell’isoletta di Citera ne
igna dall’ essere adorata particolarmente nell’isola di Cipro, ove la città e la montagna Idalia eranle sacre ; ed aveva anch
sono queste tre : Leucosia, Lisia e Partenope che diede il nome alla città dove morì ; ma Falari, che rifabbricò Partenope,
ma Falari, che rifabbricò Partenope, la chiamo Napoli, Neopoli, ossia città nuova. Queste Sirene avevano la testa e il corpo
scritte quelle tremende parole che tutti sanno : « Per me si va nella città dolente ec., » ed Enea vide una folla d’ orrendi
donte, ed ebbe la gloria di far la prima breccia nelle mura di quella città e d’ entrarvi il primo. Ercole in premio del suo
o di Minosse, recò nella Licia le leggi di Creta, e regnò in Oecalia, città della Beozia, dove sposò Alcmena (74) vedova d’An
o maggiore di quello al quale si volevan sottrarre. Infatti presso la città di Cerina in Acaia, appena il colpevole aveva pos
a il nome di Pallade, sotto il quale era principalmente adorata nella città di Troia ; ma il primo nome le è più comune per t
a di Minerva è la sua disputa con Nettuno (185) per dare un nome alla città fondata da Cecrope egiziano, condottiero d’una co
ono quest’onore a chi dei due avesse creata la cosa più utile per una città . Allora Nettuno, battendo la terra col suo triden
ce ; laonde tutti giudicarono a favore della Dea della sapienza, e la città fondata da Cecrope fu detta Atene in onor di Mine
te. (Trad. del Borghi.) 291. Il suo culto fondato prima in Epidauro, città del Peloponneso nell’Argolide sul golfo Saronico
e senza riposo, a ridere sgangheratamente, a urlare di continuo, e la città di Lampsaco pareva uno spedale di matti. I vecchi
di delle famiglie ; ed i Penati passavano per essere protettori delle città e degl’imperi, e venivano scelti fra gli Dei prim
a rimansi. (Eneide, lib. II. Trad. del Caro.) Indi Enea lasciava la città incenerita, seguito da Creusa (608) e da Julo, e
a generazione e della creazione dell’universo ; e così gl’ imperi, le città , ogni luogo, avevano il loro genio tutelare. 330.
, e beata si gode. In Italia i suoi tempj più famosi erano ad Anzio, città del paese dei Volsci, ed a Preneste. Il tempio d’
ercitata dai pochi sui molti, non le bastò l’animo di rimanersi nelle città , e andò a ricovrarsi nelle campagne ; ma poichè l
chiude occhi mai : Il giorno sopra tetti, e per le torri Sen va delle città spiando tutto Che si vede, e che s’ode ; e semina
quale i sette Capitani (Eschilo) giurarono a Tebe la ruina di quella città sventurata ; quella stessa Paura a cui i Romani m
nella Via Sacra era il più grande ed il più sontuoso che fosse nella città  ; fu cominciato da Agrippina e finito da Vespasia
grazia, che abbandonò il soggiorno d’Argo, e andò a fondare una nuova città col nome di Micene, ove poi fu ucciso con frode d
sua corazza e la sua veste. 371. Nelle paludi di Lerna vicino ad Argo città del Peloponneso era un’Idra più terribile di quel
lo villanamente ricusato, l’eroe, preso dallo sdegno, pose a sacco la città d’Eli, ed uccise il principe sconoscente. 381. Ne
pite con questo generoso proponimento, perchè ogni paese e quasi ogni città della Grecia andavan lieti d’aver vista qualche m
tta con Anteo. Si condussero in questa impresa come all’assalto d’una città . Le due ali dell’esercito si precipitarono sulle
pericolose ai viandanti. 406. Giunto che fu ad Atene, Teseo trovò la città in preda alla confusione. Vi si era rifugiata Med
. L’ altro laberinto è quel medesimo dell’ isola di Creta vicino alla città di Gnosso, fatto sul modello dell’ egiziano, e de
erdotessa di Diana (137), la cui bellezza fu poi causa di rovina alla città di Troja. Dopo che ebbero compito questo ratto, p
iuolo avuto dalla regina delle Amazzoni. Una volta condusse in questa città la nuova sposa, e non sì tosto Fedra ebbe visto i
Bacco lo iniziò nei misteri delle Orgie. Dopo la sua morte parecchie città della Grecia l’onoraron di culto e di tempio ; e
luogo dovea stabilirsi. Apollo (96) gli ordinò allora di fondare una città nel punto dove sarebbe stato condotto da un bove.
modello della Tebe d’Egitto. Anfione (481) costruì le mura di questa città col suono della sua lira. 486. La favola aggiunge
e soli ne sopravvissero, ed essi lo aiutarono nella costruzione della città . 488. Troviamo scritto che Cadmo introdusse nella
conoscerlo. 496. Entrò in Tebe, e trovò che la Sfinge desolava quella città , e seppe come fosse stato promesso un gran premio
poli quanto nefanda e micidiale fosse 1’ambizione di regno. Laonde le città greche, testimoni dei delitti che nelle famiglie
nno qualche attinenza con la favola. Guerra di troja. 517. La città di Troja, capitale della Troade nella piccola Fri
plendore ; e tre secoli dopo il suo nascimento era già la più celebre città dell’universo.95 Ma sotto il regno di Priamo rest
ao (528) re di Sparta. 518. Dopochè Ercole (364) ebbe saccheggiato la città di Troja per punire Laomedonte d’avergli mancato
’ Ercole e re di Misia. 522. Già da dieci anni durava l’assedio della città fatale, quando i Greci, tante volte respinti, ord
dai nemici. spalancate le porte, introdussero l’enorme cavallo nella città , atterrando parte delle mura perch’ei passasse, e
no dal ventre del simulato cavallo, introdussero l’armata greca nella città , e questa in breve fu ridotta in cenere dopo un a
a di circa 1200 navigli piccoli di quel tempo, e si radunò in Aulide, città marittima della Beozia, dove fu trattenuta dai ve
na schiera di Tessali andò a stabilirsi nella Calabria, dove fondò la città di Petilia. Diomede. 550. Diomede, figlio
per luminose prodezze all’assedio di Troja. 559. Dopo la caduta della città questo principe ritornava a Creta, carico delle s
e della grande Esperia dove fondò Salento. Pose in vigore nella nuova città le savie leggi di Minosse, e perciò i suoi suddit
amo re di Troja successe a suo padre Laomedonte (106) ; rifabbricò la città ruinata da Ercole (368), e rese floridissimi i su
iberato inesorabilmente a non passare da vile, riman solo fuori della città assediata per aspettare impavido il suo rivale :
elle n’andò. Plorava il padre Miseramente, e gemiti e singulti Per la città s’udian, come se tutta Dall’eccelse sue cime arsa
congedarono pietosamente. I Trojani, dopo che ebbero rifabbricata la città , resero ad Ettore onori divini. 595. Quest’eroe l
è ella ebbe presagito la ruina di Priamo suo padre, di Paride e della città , la rinchiusero in una torre dove « verace sempre
iva che quella macchina era un artifizio del nemico per entrare nella città  ; ed affinchè fossero persuasi della verità de’su
ro una pelle di bove tagliata a strisce ; e su questo spazio fondò la città di Cartagine, che per tal cagione fu chiamata anc
avola. 616. Succedette ad Enea il suo figlio Ascanio, che fabbricò la città d’Alba-lunga ; e quindi i posteri suoi in numero
obbedire a questa legge severa, e fissarono un ritrovato fuori della città sotto un gelso bianco, presso alla tomba di Nino.
ran prima. Ero e Leandro. 646 2°. Leandro, giovinetto d’Abido, città dell’Asia, era fidanzato alla bella Ero giovane s
e mi ascolte. Poscia che ’l padre suo di vita uscio. E venne serva la città di Baco,129 Questa gran tempo per lo mondo gio.
uel luogo, ch’era forte Per lo pantan che avea da tutte parti. Fèr la città sovra quell’ossa morte ; E per colei, che ’l luog
iove (63) e di Lamia, e quella di Cuma, Deifobe, che risiedeva in una città di quel nome in Italia, e fu la stessa che andò a
oro educazione ed alla futura lor sorte. Indi era bello per le greche città l’esser liete di viventi cittadini, i quali e glo
ano le proprie lodi, se non venivano a queste mescolate le lodi della città natia. Il XXIII canto d’Omero contiene una bella
ore olimpico a dichiararsi cittadino di Siracusa, perchè anche quella città partecipasse di tanta gloria ; ma il figlio, in c
a gl’ Ionj ottenne la vittoria d’ Olimpia. — Teagene di Taso, piccola città presso Lacedemone, trionfò due volte ; e i concit
ici furono i più frequentati e i più celebri, e presero il nome dalla città d’ Olimpia nell’ Elide presso la quale si celebra
ugia (380) re d’ Elide, usò le ricche spoglie del tiranno e della sua città ad aprire questo pubblico esperimento di coraggio
stiana. 672. I Giuochi Pitii che celebravansi ogni quattro anni nella città di Pitona appiè del monte Parnaso, o dalla città
i quattro anni nella città di Pitona appiè del monte Parnaso, o dalla città medesima o dal serpente Pitone, ucciso da Febo (9
l quale per sapere tutto ciò che accadeva, distribuì nelle principali città cento intendenti, chiamati poi gli occhi d’Argo.
Non usciva di lì che per pigliare aria sopra un prato, o per girar la città in certe occasioni ; ed allora procedeva in mezzo
a dei costumi. Alcuni dotti credono che da Iside venisse il nome alla città di Parigi (Parisiis) che supponesi fabbricata vic
ittori danno questa origine alla nave disegnata nell’arme della detta città . 708. Gli Egiziani accordarono onori divini non s
o, e la poesia creò la favola di Giove e di Leda. 23. Quaranlasetle città del Lazio rappresenlale dai loro deputati assiste
uattro col nome di ferie latine. Prima di separarsi, i Depulali delle città immolavano a Giove un toro, e ciascuno ne portava
o un lempio ; e l’affluenza dei divoti crebbe tanto che ne nacque una città . L’oracolo sulle prime rispondeva in versi ; ma p
ruzioni vulcaniche, in anlico assai più frequenti. 40. Scilla ora ò città della Calabria, in riva al mare, all’imboccalura
ssero combattuto valorosamente. Gli Epigoni vittoriosi assediarono la città , e I’astrinsero ad arrendersi ; sicchè fu saceheg
a i dotti molte controversie intorno alla precisa posizione di quesla città . Basti ricordare cho Troja stava presso al capo S
cri del mar sola divisa. Ivi inoltre scolpite avea due bella Populuse città . Vedl nell’ una Conviti e nozze. Delle teda al ch
uno dei più calamitosi avvenimenti di Tebe. Regnando Anfionc, questa città fu in preda al flagello della peste, e la famigli
Da questo la favola degli aurei pomi, del Drago, ec. 121. Queste due città fabbricate aullo stretto dell’ Ellesponto, in riv
ano che parla a Dante, e gli dimostra gli spiriti infernali. 129. La città di Tebe sacra a Bacco. 130. Tiralli, Tirolo. — 
10 (1880) Lezioni di mitologia
e passeggiando talora con voi nelle vie di cotesta veramente italiana città , al mio cuore carissima e dai buoni venerata, nel
icio degli Dei. Infatti, quelli ai quali era affidata la tutela delle città , collocando la loro sede nel più elevato sito, se
iù piccola diligenza credevasi esser principio d’infortunj. In alcune città , per sacrificare a certi numi, solo ammettevansi
tenea sempre riveriti e colti. » Oltre l’esser nei capistrada delle città , nelle vie maestre, nei circhi, negli stadj, si v
o gli Arabi e le Amazzoni. Pausania vide questi informi sassi in Fera città dell’Arcadia. Altro non fu la Giunone di Tespi, l
ndo la divinità rappresentata. Ancora nei bei giorni dell’arte per le città tutte di Grecia questi simulacri erano sparsi, ed
e Conversa all’austro, e sorge il fianco estremo Eguale a monte, e la città minaccia; Onde sull’umil plebe al re l’inulta Mor
mpre di dubbi e di contrasto argomento. Creta, più d’ogni altra greca città , questo vanto si arroga; e l’antro del monte Ditt
bbero quando l’ossa di Ettore fossero da Obrino trasportate in quella città che non avesse militato all’eccidio di Troia, e c
ria di Giove; ed ambedue queste qualità si trovarono riunite in Tebe, città della nominata regione. Che che ne sia, l’istoria
me Amaltea, ma chiamata ancora Olenia dei Classici, perchè presso una città di Beozia detta Oleno fu nutrita. Una medaglia ba
ziano. Sulle colonne del tempio sono rappresentate in bronzo tutte le città che gli Ateniesi chiamano colonie di Adriano. Il
to voi non trovate luogo che non sia pieno di statue, perchè ciascuna città ha voluto segnare il suo zelo dando un simulacro:
, cui doni mandava il mondo soggetto, che fu venerato in molte greche città , e specialmente in Corinto col nome di Corifeo? E
oè datore di beni, onorò Sparta severa. Giove Polieo, o custode delle città , Atene ingegnosa, Panellenio, o comune a tutti i
. Assabino fu detto Giove dagli Arabi; Ermontide dagli Egiziani dalla città di Ermonto. Con Belo fu confuso dagli Assiri, ben
Al mio Tazio il bel volto; — e allor che il primo Fumo scorgea sulla città levarsi, Salia sul Campidoglio. Eran di sangue, (
a Giunone, regina degli Dei, consorte e sorella del Tonante. La prima città colla testimonianza di Omero dà forza alle sue ra
e favorevole gli era stata. Samia ed Argiva fu detta dalle due greche città , che vi accennai disputarsi la gloria di esser pa
montagne, adoravasi dai Tessali; cognome di Eliconio Elice gli diede, città sessanta stadii da Egio lontana. Nisireo da un’is
ediatamente sotto le sustruzioni arcuate che servono ora di muro alla città . Questo è il piano sottoposto al monte ed al temp
ppunto che nei Fori solevano inalzarsi le statue dei benemeriti delle città . » Omero , Inni, tradotti dal Salvini. Lezi
sugli omeri il mentovato animale. Nonacrite fu nominato da Nonacrizia città dell’Arcadia, e Melopoo perchè commessa gli era l
ipe ha la chioma. Olj odorati Stilla, e la stessa panacea. Beata È la città che tal rugiada asperge. Salvo sia tutto: in vari
esse parole. «Vi sono molte tradizioni, e tutte diverse, intorno alla città di Delfo, e più ve n’ha ancora sull’oracolo di Ap
le clie nella più remota antichità Parnaso avesse in questo luogo una città ,fondata. Egli era figlio della ninfa Cleudora, e,
vasse l’arte di conoscere l’avvenire col volo degli uccelli, e che la città di cui è fondatore fosse sommersa nel diluvio di
feroci, che con gli urli servivano loro di scorta, vi edificarono una città chiamata Licorea per questo motivo. Con tutto ciò
lia Celeno, che partorì ad Apollo un figlio chiamato Delfo, da cui la città ha tolto la sua denominazione. Altri dicono che C
ra Melene figlia del Cefiso. « Col tempo la gente del paese chiamò la città non solamente Delfo, ma Pito: di che Omero fa tes
ui corpo essendo rimasto insepolto, infettò gii abitanti, e pose alla città il nome di Pito, cioè cattivo odore. Infatti Omer
Il tempio di Apollo ha la stessa posizione ed occupa gran parte della città , e molte strade vi fanno capo. « Annovererò hreve
e, dei Tessali; un Apollo con una cerva, dei Macedoni, che abitano la città di Dione sotto il monte Pierio. La statua di Erco
orno ad essa si racconta. Cigno figlio di Nettuno, che regnò a Colono città della Troade, verso l’isola Leucofri, sposò Procl
uando ci sappresenta Elena che va colle sue donne verso le mura della città . Sopra Elena vi è un uomo seduto, vestito di porp
nel combattimento che i Troiani sostennero nella notte stessa che la città loro fu presa. Dopo lui é Licomede figlio di Creo
rabile figura fu ritrovata a Capo d’Anzo fra le ruine di quell’antica città , celebre nella storia romana e pel porto e pel te
e significantissima, che si trova in una medaglia. La medaglie della città di Tessalonica offrono Apollo che si corona da sé
in Delfo sarai pianto. » È celebre il tempio che aveva pure a Triopo città della Caria il dio, onde Triopo fu appellato, ed
io e Minerva. Patroo cognominarono Apollo, non come protettore di una città sola, ma quasi padre di tutte. Rendevano famoso i
se, ove la prima nave fu fabbricata, aveva un tempio. Clario da Claro città dell’Asia, nella quale ebbe oracoli ed altari fon
io in un’Ode, di cui vi ho letta la traduzione. 14 Patareo da Patara città della Licia lo dissero, onde il Lirico mentovato
perchè ivi un tempio gli sorgeva. Apollo Grineo è illustre per Orino città dei Mirine:, nella quale il dio aveva oracolo ant
colle saette. Voglio inoltre tutti i monti: assegnami però qualunque città ti piaccia, poiché sarà cosa rara che io vi scend
lopi: — Su via, fabbricatemi un arco Cidonio (così dicevasi da Cidone città di Creta, celebre per questo genere di armi), le
rza in una belva, la quarta scoccasti le infallibili saette sopra una città di scelerati, che contro i suoi, contro gli stran
ta presso Apollo. « Ma quall’ isola, qual monte a te più piacque qual città , qual porto? Quale delle ninfe amasti sopra le al
elle Cicladi, fra l’isole ti fu la più cara; Perga di Panfilia tra le città ; Taigeto fra le montagne; Euripo fra i porti. La
di sangue la Menalia montagna. « O Diana, tu hai molti templi, molte città : tu abiti Mileto, che fondò sotto i tuoi auspici
statua in un piccol tempio di una villa, che apparteneva alla sepolta città di Pompeia. « Generalmente Diana più che ogni alt
he racconta San Paolo della sedizione tramata dagli orefici di questa città , che tiravano il loro sostentamento nel formar pi
to da Dinocrate, o, secondo Plinio, Dinocare, ristesse che disegnò la città di Alessandria, e che del monte Atos voleva fare
anno votivo sangue, Promessi doni, vario onor d’incensi. Per l’argive città la fama errante Spargea di Teseo il nome, e quei
rmento, e noi difende Cane, toro, pastor. Fugge la plebe, E par nelle città sicura appena, Finché desio d’onore arse nel pett
niverso, ed è così ornata perchè munita in eccelsi luoghi sostiene le città , come simbolo della Terra, che riguardata come la
qui però osservare che questa dea sulle greche monete d’argento della città di Veha in Lucania, ove ha un elmo alato, tiene b
eforme che da sé gettò lungi il mal trovato istrumento. Custode delle città udirete chiamata Minerva da Callimaco nella celeb
altra la testa di Pallade, perchè col dio del mare divideva di questa città l’impero e la tutela. Nella cittadella di Elide v
irupate balze. Che Pallatìdi han nome. Esci, Minerva Sterminatrice di città , che l’elmo Dorato porti, della bionda testa Orna
lga. Per l’estrema volta Queste mura vedrà chi mira ignuda Minerva di città custode. Ah vieni, O veneranda diva: intese cose
che posa un piede su un elmo fu dissotterrata nel teatro dell’antica città di Capua, e sta ora in Caserta. Essa è bellissima
minazione adorassero la luna. Amatusia fu chiamata la dea da Amatunta città di Cipro, ove veneravasi sommamente. Di Citerea è
, e le veloci rote Accozzavano insieme, ond’egli armato Le genti e le città scuote e commove. » Eneide trad. dal Caro, lib.
nelle armi infuriava. Leggiamo che avesse due templi: il primo nella città col titolo di Quirino, come della pubblica sicure
uirino, come della pubblica sicurezza custode; il secondo fuori della città vicino alla porta, quasi per allontanare i nemici
a mietitura. Si poneva la maggior parte di questi edifìzi fuori delle città , sia perchè la divinità alla quale erano sacri pr
à con Cibele, o la terra, della quale era simbolo speciale. A Figalia città dell’Arcadia Cerere era vestita di nero, con un d
scoter tenta dal ribelle collo E muta i fianchi, la Sicilia trema. Le città dubbie con le mura ondeggiano, E della vista sol
effigiata con sì belle sembianze quanto in una moneta d’argento della città di Metaponto nella Magna Grecia, esistente nel Mu
he forse n’ esprime il dolore per la rapita sua figlia Proserpina. Le città della Ma^na Grecia e della Sicilia sem brano esse
i, e per le campagne, della cultura delle quali era preside, e per le città , delle leggi delle quali era la prima dispositric
sangue I crini, e d’essi la minaccia accenna Tempesta ai legni, alle città nemica. Vennero a loco ove di Cerer splende La se
leusino accoglieva nel suo recinto maggior numero di persone che ogni città di Grecia nelle sue feste. Il sacrario, secondo S
virginei scherzi Mugge cupo fragor, le torri ondeggiano, Crollano le città : cagione ascosa Move il dubbio tumulto, e nota è
Prassitele. Sappiamo da Plinio ch’egli scolpì l’Amore a Tespi piccola città di Beozia, che per questo solo era visitata dai f
ano descrive elegantemente nel secondo libro Vere istorie la favolosa città del Sonno. È situata, secondo quel faceto scritto
lli, nottole ed altri uccelli amici della notte. Scorre in mezzo alla città il fiume della dimenticanza: il suo corso è cheto
uto loco. Uno di questi si chiama il Nero, l’altro Tutta-Notte. Nella città sono due porte: uno di corno lavorata con grande
ono felicità vestiti con pompa reale. Se qualche uomo entra in questa città , tutti gli si fanno incontro nel loro vario aspet
ganti ebbe una figlia chiamata Anchiale, che diede il suo nome ad una città della Cilicia. Di Mnemosine non sappiamo se non c
scrupolo che poteva nascere da questo cangiamento. Roma e molte altre città dell’Italia dedicarono templi a Saturno. Tulio Os
. L’isola di Lenno era consacrata a Vulcano: vi aveva dei templi; una città portava il suo nome. Ma non vediamo negli antichi
salonica li onorava di un culto singolare, e sulle medaglie di questa città si vedono col berretto del dio, di forma conica,
ove Dite, o Infernale, venerato con antichissima religione in Sinope, città non ignobile del Ponto. Questo simulacro giunto p
ino, lo riconosce pel gran Giove di Sinope ; e nelle monete di questa città , che divenne poi colonia romana, s’incontra frequ
trasportata in Alessandria. Certo che il vedere sulle monete di tante città greco-asiatiche impressa la stessa effige sedente
più somigliante al padre. Ifidemea ebbe grandi onori dai Carli della città di Milasso. Più alto due compagni di Ulisse, Pere
dato sempre il colore della notte a tutte le cose temute. In Tilfusa città dell’Arcadia erano con istraordinaria religione v
avevano nella Grecia: i Lacedemoni ne avevano eretto uno in una loro città vicino al sepolcro di Oreste, ed i Sicionii glien
to delle Furie, vale a dire che loro sacrificavano pecore nere. Nella città di Olimpia vi era un altare consacrato a Giove co
cognizioni per voi più importanti, vi ripeterò con Winkelmann che le città della Magna Grecia e della Sicilia sembrano esser
. L’avventura di Niso giustissimo lo dimostra. Regnava questi in Nisa città vicina ad Atene, allorché Minosse pertossi a deva
allorché Minosse pertossi a devastare l’Attica, e ad assediare quella città . Scilla figliuola del re vedendo Minosse dalle mu
uella città. Scilla figliuola del re vedendo Minosse dalle mura della città assediata se ne innamorò, e recise al padre il ca
ono che nel purpureo capello di Niso sono significate le chiavi della città consegnate da Scilla a Minosse. Nell’Inferno egli
e fuggì da Creta per aver ucciso il fratello, e rifugiatosi in Ocalea città della Beozia prese Alcmena per moglie. Eaco la fa
molti simboli la sua statua della Fortuna, ch’eresse della sua nuova città nella fondazione: le diede la corona murale, le a
, con un timone e un globo. Fortuna si chiamavano tutti i Genii delle città . La Fortuna, dice Winkelmann tiene un timone in u
a dell’abbondanza, che scende ad un suo volere a beare le nazioni, le città , le famiglie. Bupalo fu il primo a fregiare la Fo
gnifico titolo di(grec); cioè portatrice, o ancora sostenitrice delle città . » La Vittoria, secondo Esiodo, è figliuola di S
é fedele la provò nel rapire il biondo Ganimede. Sulle medaglie della città , la Vittoria è rappresentata, come per l’ordinari
la guerra, figurandolo addormentato, mentre la Fortuna prendeva delle città colle reti. Una vittoria splendida e gloriosa che
mpero, nessuno ritornò fuori che Adrasto ed Anfìarao; gli altri ha la città di Cadmo: perirono per l’aste, pei sassi e per le
perto di tende e di padiglioni, munito a guisa di accampamento, e una città ben cinta di mura, io non so perchè non sarebbero
erano in Pergamo e in Tetrapoli. Narra Strabone che in questa ultima città , situata fra i Carii e gl’Ionii, era il mentovato
icolarmente con i preservativi, onde si vede solo nelle monete di Coo città a lui consacrata; e Pausania dal serpente avvitic
o e notte e giorno Lo Dio; su Lenno minando suona: Un grido scosse la città : lo trova Prono sopra uno scoglio; aiuto e pianto
ccian: quindi tutti Trae seco, e scote colle cento bocche Le tremanti città . Questa la Dea Ministra vuole all’ ingannevol col
Le furie istesse D’Ifinoe e d’Amiton desta nei lari, Risuona tutta la città : raminghe Par che da Lenno debban gire, e sorge I
so, che Penteo è morto, Polidoro smarrito. A qual m’accolga Peregrina città ? Montagna infame Del Citerone, tu togliesti a Cad
risce a quest’ avventura. Una grossa nuvola di fiamme inviluppando la città , di Tebe si dirige furiosamente contro il palazzo
a luce una figlia chiamata Telete, e Bacco edifica in questo luogo la città della Vittoria dopo la disfatta degl’Indiani, con
o Giove. Poiché dunque i duci e tutti gli altri perirono davanti alla città di Cadmo, gli Ateniesi ottennero a forza per essi
di Tolomeo, da citarsi sovente, vi era la statua che rappresentava la città di Nisa, la quale aveva nella sinistra un tirso c
. Le femmine di Lemno spensero tutto il sesso virile che aveano nella città loro. Questo era l’uffìzio delle Menadi: sciorsi
eran quattordici di numero, e dovean fare l’arcano sacrificio per la città , e queste ancora destinate erano a Bacco, e sacri
a. Le Mimallonidi, lasciando coloro che derivano il loro nome da Mima città dell’Asia, hanno il nome da (grec), imito, e sono
si la sua comitiva uscir lieta e carica di prede dalle porte di vinta città . L’abito barbarico dei prigionieri, e pili l’elef
antiche ville, che contrastavano colle fabbriche più grandiose delle città . « Le dieci figure maggiori rappresentano cinque
11 (1824) Breve corso di mitologia elementare corredato di note per uso de’ collegi della capitale, e del regno pp. 3-248
trastò il dritto con Nettuno pel nome, che doveva darsi alla nascente città di Atene. I Dei decisero, che chi de’ due rendess
i decisero, che chi de’ due rendesse un più utile servizio alla nuova città , avesse tal facoltà. Nettuno con un colpo del suo
nsultò l’oracolo, dal quale gli fu risposto che avesse fabbricato una città in una contrada della Grecia, e propriamente dove
lla sua patria fu detta per tal ragione Beozia. Prima di edificare la città capitale, volle offrire de’ sacrifizj agli Dei, a
dal giogo de’ Miniani. Ammazzò Ergino loro re, e saccheggiò Orchomeno città capitale de’ medesimi. Creonte in compenso gli di
sendo questi stato chiamato da Troe in una festa che si celebrò nella città di Troja, per vendicarsi di tale oscitanza, rapì
Minerva chiamata Palladium, nella quale consisteva la salvezza della città . Ulisse, che accorreva da per ogni dove, colla su
o ingannatore onde ne deduceva un esito felice, dando un assalto alla città . Credette vero questo sogno Agamennone : tosto si
iluppò in una nuvola il guerriero da lei protetto, e lo ricondusse in città . I suoi fratelli, i parenti, i Trojani tutti, e l
Ettore il solo de’ Trojani, che ardì di farglisi innanzi, ritornò in città a consiglio di Eleno suo fratello a fine di persu
ro legò il cadavere al suo carro, e lo trascinò intorno le mura della città . Funesto spettacolo agli occhi di un vecchio padr
da arrivarono al Cielo : l’aria risuonava de’ loro lamenti : l’intera città era in lutto. La prima cura di Achille fu d’innal
di Achille. Si accenna nell’Odissea la distruzione di quest’ infelice città , e l’artifizio che usarono i Greci per rendersene
i lo aspetta. Ulisse la prega d’indicargli la strada che conduce alla città , e dargli qualche panno per vestirsi. Nausicae do
rar la sua fame : gli si apprestano de’ cibi, indi vien condotto alla città . Lasciata Nausicae alle porte, si presenta ad Ale
i onde disfarsi de’ persecutori di Penelope. Entrano separatamente in città . Ulisse da pitoccante entra nella sua reggia per
tri che ci si attacchi il fuoco : taluni la vogliono introdurre nella città . Laocoonte sacerdote di Nettuno è di avviso che s
per placarla : di più li consiglia ad introdurre questo colosso nella città , che conservando un tal pegno, sarebbe sotto la p
a delle mura, e s’introduce a forza di uomini il cavallo fatale nella città  : indi ciascuno si ritira, e pieni di sicurezza s
minano colla flotta verso Troja : sbarcano le truppe, penetrano nella città per la breccia dianzi aperta. Lo scellerato Sinon
allo, ne fa uscire gli armati ivi nascosti ; in un istante l’infelice città è piena di soldati, che portano da per tutto il f
a questo vecchio rispettabile sulle sue spalle, traversa l’incendiata città col disegno di ritirarsi sul monte Ida. Fuori le
li predisse quanto doveva accadergli nell’Italia prima di fondare una città . Indi gli ordinò di penetrare in una oscura fores
Pigmalione la sposò, e da questa coppia nacque Pafo, che fabbricò la città di Pafo nell’isola di Cipro. Ifide. Era tanta
di tanti secoli, l’edace tempo ha rispettato. Non vi ha angolo nella città , e nel Regno, in cui non ritrovansi preziosi monu
tori dell’Universo, spiegò tutta la sua grandezza, onde fralle Greche città andò superba la nostra Napoli, che favorita dalla
abbastanza delle Divinità Napoletane, e della magnificenza della loro città  : giacchè quanto vi ha di grande e magnifico nell
parte le poetiche opinioni, che trattandosi dell’origine delle grandi città sogliono essere, al dire di Livio, se non favolos
lis, nuova Città fu detta, per distinguerla da Palepoli, cioè vecchia città . Andò però quasi in disuso il nome di Napoli, rit
r ornato di marmi il di lei fabbricato, volle che Napoli, o sia nuova città , e non già Partenope fosse denominata. Alla testè
che conservavano il celibato, avesse dato il nome al quartiere della città , oggi detto borgo dei Vergini, et che ivi appunto
articolo abbiamo dimostrato, sembra naturale che Napoli antichissima città marittima li avesse per Numi tutelari riconosciut
lla Campagna Felice esigeva questa Dea un culto particolare. Ciascuna città aveva la propria Fortuna, come quella de’ Napolet
ma nol permise Augusto. Il suo cadavere fu trasferito a Napoli allora città fioritissima Greca, e che Virgilio amava moltissi
12 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLIII. Cadmo » pp. 321-325
lo non rispose alla sua domanda, e invece gli disse di fabbricare una città ove incontrasse una giovenca smarrita dalla mandr
offrendola in sacrifizio ai Numi per implorarli favorevoli alla nuova città che dovea fabbricare. Per gli usi del sacrifizio
o estinti, e i soli cinque sopravvissuti lo aiutarono a fabbricare la città . Questa fu da prima chiamata Cadmea dal nome di C
pre il nome di Cadmea alla fortezza che fu primamente il nucleo della città . Il territorio poi fu detto Beozia dal greco nome
reco nome dell’animale ivi trovato e sacrificato da Cadmo. Fondata la città , prese Cadmo per moglie Ermione, o, secondo altri
acco suo nipote, oltre il proprio merito di fondatore di una illustre città , non ostante non fu felice, e neppure i suoi disc
inque che sopravvissero ed aiutarono Cadmo a fabbricare e popolare la città di Tebe ; e i loro nomi son questi : Echione, Ude
l nome di Tebe, non si contrasta che Cadmo avesse in mira di fare una città simile alla famosa Tebe di Egitto, e che perciò l
13 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXI. Minerva » pp. 132-137
he alludeva all’origine ed alla mitologica denominazione della famosa città d’Atene. Narrano di concerto i mitologi ed i poet
e. Narrano di concerto i mitologi ed i poeti greci che la loro antica città di Atene, prima di aver ricevuto questo nome, era
antica città di Atene, prima di aver ricevuto questo nome, era detta città Cecropia, perchè costruita o rifabbricata ed ampl
in greco chiamasi Atena diede il suo stesso nome a quella prediletta città  ; e i cittadini di essa favoriti e protetti dalla
ili, o almeno non affatto barbari e selvaggi. Anche nell’antichissima città di Troia aveva un tempio ed una celebre statua ch
. » (Purg., vi, 139). 166. Tanto è vero che qualunque più illustre città moderna non ambisce un maggior titolo d’onore che
14 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Appendice. » pp. -386
pareva la più grande faccenda politica de’ Greci. I vecchi odj tra le città rivali erano sepolti sottò il comune servaggio ;
occupazione che le controversie religiose e filosofiche. Alessandria, città di commercio, di scienza e di piaceri, visitata d
adizione che essi adorassero le cipolle ed i gatti, e che s’armassero città contro città per vendicare le ingiurie fatte ad a
essi adorassero le cipolle ed i gatti, e che s’armassero città contro città per vendicare le ingiurie fatte ad alcuna di ques
si nel più alto e cospicuo soglio, anzi quasi nella cima stessa della città ,146 a giudicare assistete, il considerare alla sc
odiarono : e son tanti quanti vedete che noi siamo. Vociferano che la città è assediata e circondata ; e che nei campi e nell
o ? Noi siamo di jeri, e pur abbiamo ripieno tutte le case vostre, le città , l’isole, i castelli, tutti i luoghi di vostra di
stiani quasi tutti vostri cittadini, anzi quasi cittadini di tutte le città . Ma voi piuttosto avete voluto chiamarli nemici d
15 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXX. Delle Divinità straniere adorate dai Romani » pp. 506-510
già radicato negli animi loro e impiantarono officialmente nella loro città , sin dalla sua fondazione, il Politeismo Troiano
reco. Racconta lo stesso Tito Livio che i Troiani profughi dalla loro città distrutta dai Greci vennero in Italia seguendo il
o della Dea Carmenta, venuto nel Lazio prima di Enea, avea fondata la città di Fenèo su quel monte che dal nome di suo figlio
eismo greco nel luogo stesso che in appresso fu il centro della nuova città di Romolo : tanto è vero che anche a tempo di Cic
i già professato da Romolo e dai suoi compagni prima di fabbricare la città di Roma. Quando dunque dai Mitologi si parla di D
16 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cronologia Mitologica. » pp. 387-393
ea. Sposa la figlia d’Atteo, successore d’Ogige. Fabbrica una piccola città , detta Cecropia, che fu poi l’Acropoli (città alt
e. Fabbrica una piccola città, detta Cecropia, che fu poi l’Acropoli ( città alta). Quindi le dodici borgate che Teseo riuni i
li (città alta). Quindi le dodici borgate che Teseo riuni in una sola città , col nome d’Atene. — Instituzione del Senato e de
e, appo cui rifugiaronsi Giasone e Medea. Ma vero fondatore di quella città è detto dalla storia essere stato Sisifo, figlio
iade (la guerra di Troja) e dell’Odissea (i viaggi d’Ulisse) ec. Otto città si disputarono la gloria d’avergli dato i natali 
17 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Indice alfabettico. » pp. -424
; — è adorato dai pastori, 102 ; — fabbrica con Nettuno le mura della città di Troja, 106 ; — si vendica della mala fede di L
27. Atamante, re di Tebe, 449. Atea, divinità allegorica, 335. Atene, città greca ; origine del suo nome, 264. Atenea o Miner
Deifobe (sibilla), 665. Deioneo, 248. Delfino, 188, 480, 688. Delfo, città , 122. Delo, isola, 97. Demofila, nome della sibil
, 449 ; — è proclamato re di Tebe, 500 ; — sua fine, 503, 504. Efeso, città e tempio, 143. Egeo, re d’Atene, 402 ; — riconosc
eno, fratello di Ettore, 596. Elettra, sorella d’Oreste, 527. Eleusi, città , 60. Eleusine, feste in onor di Cerere, ivi. Eli
rcuri, 169. Metempsicosi, 162. Metra. Sue trasformazioni, 62. Micene, città fabbricata da Perseo, 363. Mida, punito da Apollo
neo, re di Calidonia, 626. Ogigia, isola, 577. Olimpia, tempio, 81. —  città , 671. Olimpiadi, ivi. Olimpo, 20. Onfale, regina
18 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVIII. Gli Dei Penati e gli Dei Lari » pp. 290-294
s’intende chiaramente che questi erano speciali Dei protettori della città , poichè fa dire ad Enea dall’ombra di Ettore, che
dello Stato onorava di un culto speciale gli Dei protettori della sua città e del suo regno, questo fatto non toglie agli Dei
cristiana l’eriger private cappelle in onore del santo patrono della città o dello Stato. Con tal distinzione sparisce ogni
mbra complexa Penates. » (Æneid., ii, 512….) 36. « Io fui della città che nel Battista « Cangiò ’l primo padrone ; ond
19 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXII. Gli Oracoli » pp. 242-252
si Delfica deità invece del nome di Apollo284). Delfo (oggi Kastri), città della Focide nell’Acaia, situata fra il monte Cir
erpente Pitone che infestava quei luoghi ; e che perciò in origine la città di Delfo fosse detta Pito, donde l’appellativo di
i Oracoli della Grecia, secondo Erodoto, fu quello di Giove in Dodona città dell’Epiro ; e i responsi si deducevano per inter
ll’Ode vii del lib. i, notando i pregi per cui distinguevansi diverse città della Grecia, rammenta che Delfo era illustre per
20 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VIII. Tre Divinità rappresentanti la Terra, cioè Vesta Prisca, Cibele e Tellùre » pp. 39-43
imi. Quello di Cibele è il più noto e comune : derivò dal nome di una città e di un monte omonimo nella Frigia, ove questa De
che si dovesse far venire a Roma la Dea Cibele adorata in Asia nella città di Pessinunte. Il viaggio di andata e ritorno era
gnificava che quella Dea avesse insegnato agli uomini a fortificar le città ed i castelli ; il disco o tamburo, dicevano gli
21 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXIX. Di alcune Divinità più proprie del culto romano » pp. 500-505
mese di marzo i sacerdoti del Dio Marte li portavano per le vie della città cantando e saltando secondo il rito. Quei sacerdo
r soccorso). Sotto questo titolo erano considerati i protettori della città . Degli Dei Lari abbiamo parlato a lungo nel Cap. 
enato per dare udienza a quegli ambasciatori che non erano ammessi in città . I sacerdoti di questo culto si chiamavano Bellon
22 (1855) Della interpretazione de’ miti e simboli eterodossi per lo intendimento della mitologia pp. 3-62
tengono dietro la gloria e lo splendore delle genti, di fondazioni di città , di conduzioni di colonie, onde nascono le aggreg
uomini in uno, prima dispersi nella gran selva della terra, fondarono città e borgate, e fecero nascere lo incivilimento ove
per indicare con quelle le aggregazioni degli uomini, che sursero in città fortificate e poste sotto la protezione de’fondat
talchè è madre degli Dei, cioè de’giganti, che nel tempo delle prime città si arrogarono il neme di Dei : e le è consacrato
onde gli autori de’popoli stando fermi nelle prime terre fondarono le città , Dea delle quali è Cibele. Fu detta Vesta, Dea de
ienza Nuova.(2), carattere degli Eraclidi, ovvero nobili dell’eroiche città , lutta con Anteo, carattere dei famoli ammutinati
l’ Esperidi. 64. Cadmo — Narra la favola, che Cadmo nel fabbricare la città di Tebe, mandando i suoi compagni alla fonte di D
si uccisero fra loro, pochi in fuori, che ebbero parte a fabbricar la città . Non difficile è la interpetrazione di questo mit
23 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVII. I Mostri marini Mitologici e Poetici » pp. 184-194
nope andò a morire sulla costa del Tirreno dove fu poi fabbricata una città che in memoria di lei ebbe il nome di Partenope o
esso rifabbricata fu detta, come dicesi ancora, Napoli, che significa città nuova. Scelsero egregiamente gli Antichi per sogg
marine e uomini marini. 228. Anticamente vi era su quella costa una città chiamata Scilla ; ed ora vi è un paese dello stes
24 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIX. Plutone re dell’ Inferno e i suoi Ministri » pp. 203-215
te usò più volte la parola Dite come sinonimo di Plutone, denominando città di Dite la città del fuoco (di cui abbiam detto n
la parola Dite come sinonimo di Plutone, denominando città di Dite la città del fuoco (di cui abbiam detto nel Cap. precedent
se di uno dei nomi di Plutone, di quello cioè di Dite, per darlo alla città del fuoco ed allo stesso Lucifero. Altri Dei e mo
25 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XI. Giove re del Cielo » pp. 55-59
so abitasse sul monte Olimpo, ma ancora perchè era adorato in Olimpia città dell’ Elide nel Peloponneso ; presso la qual citt
adorato in Olimpia città dell’ Elide nel Peloponneso ; presso la qual città (alla distanza di un miglio e mezzo) sorgeva il m
26 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXII. Marte » pp. 138-143
iscendenti dai Troiani, tenevan per fermo che il fondatore della loro città fosse figlio di Marte, come narra lo stesso Tito
) a quell’anima, che fe gibetto a sè delle sue case : « Io fui della città che nel Batista « Cangiò il primo padrone, ond’ei
27 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cenni Preliminari » pp. 9-
istituì per assuefare tutti i popoli latini a tener Roma in conto di città più ragguardevole e di capo luogo del Lazio, sì r
copo di purificare i campi, gli eserciti, i greggi, gl’ individui, le città , i templi, le case, ec. La lustrazione di un camp
28 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIX. La Dea Triforme cioè Luna in Cielo, Diana in Terra ed Ecate nell’Inferno » pp. 115-122
di Diana, poco mancò che non fosse massacrato dagli orefici di quella città , che guadagnavano molto vendendo tempietti d’arge
tto dagli Sciti. Ed ora dove sorgeva quel tempio e la stessa popolosa città di Efeso, che a tempo dell’imperator Teodosio II
29 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXV. I Satiri ed altre Divinità campestri » pp. 270-278
fondazione di Roma, tracciando coll’aratro la prima cinta dell’eterna città . Quel giorno che fu il 21 di aprile divenne poi c
che venerazione per esso. Aveva culto pubblico soltanto in Lampsaco, città dell’Asia Minore presso l’Ellesponto, e perciò i
30 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Indice alfabetico » pp. 516-
hìa 60 e seg. Titèa 26 Titòne 414, 419 Tizio 226 Toante 448 Tomi ( città ) 343 Triforme (dea) 114 e seg. Tritonia (dea) 13
chi) 177 e seg. Tritoniani (terreni) 177 e seg. Trofonio 484 Troia ( città ) 412 e seg. Turno 476 U Ulisse 451, 452 e seg.
31 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVIII. Apollo considerato come Dio della Poesia e della Musica e maestro delle nove Muse » pp. 104-114
ise a fare il muratore ; e insieme con Nettuno fabbricò le mura della città di Troia ; della cui divina origine e costruzione
e narrando la famosa guerra troiana e la distruzione di quella antica città . 122. « O Muse, o alto Ingegno, or mi aiutate
32 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLV. La spedizione degli Argonauti alla conquista del Vello d’oro » pp. 331-341
« Volando esce il destrier fuor della loggia, « E col castel la gran città abbandona, « E per l’aria, cacciando i mostri, po
è figlio di Esone, e coll’aggettivo Pagasaeus da Pagasa (ora Armiro,) città marittima della Tessaglia, rammentata anche da Pl
33 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXX. Stato delle anime dopo la morte, secondo la Mitologia » pp. 216-231
Maestro, ed ha fatto di Flegia un nocchiero della palude che cinge la città di Dite. Salmoneo, fratello di Sisifo, era sì pi
vio sotto il regno di Servio Tullo. Fissò il suo soggiorno in Crotone città della Magna, Grecia, ed ivi ebbe molti discepoli,
34 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVII. L’Apoteosi delle Virtù e dei Vizii » pp. 493-496
tumio, e quindi proibiti dal Senato l’anno 566 dalla fondazione della città , e 186 anni avanti Gesù Cristo. Ma poi nel cadere
35 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLIV. La caccia del cinghiale di Calidonia » pp. 326-330
ostruoso cinghiale a devastare lo stato di lui. Non molto lungi dalla città v’era la folta selva Calidonia, da cui usciva il
36 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XL. Osservazioni generali » pp. 304-308
ca ottennero lode sopra gli altri i fondatori delle religioni e delle città . Se grandi erano le virtù, non meno grandi furono
37 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — X. Cerere dea delle biade e Proserpina sua figlia » pp. 48-54
nato l’agricoltura a Trittolemo figlio di Celeo re d’ Eleusi, (antica città greca fra Megara e il Pireo), e che questi sul ca
38 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIV. Il Dio Pane » pp. 264-269
e di suo figlio Pallante, ed ove poi fu da Romolo fabbricata l’eterna città . Anche a tempo di Cicerone, com’egli racconta nel
39 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIII. Venère, Cupido e le Grazie » pp. 144-151
hise dovremo parlare a lungo nella celebre guerra dei Greci contro la città di Troia, e nelle origini mitologiche del popolo
40 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVIII. Le regioni infernali » pp. 195-202
fiumicello, » e finalmente, tralasciando ogni altra singolarità, la città di Dite, ossia del fuoco con mura ferruginose, e
41 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XII. La Titanomachia e la Gigantomachia » pp. 60-68
mbattimento ebbe il nome di pugna di Flègra 74) dalla prossima antica città di questo nome, poi chiamata Pallène. Il caso pi
42 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLI. Perseo » pp. 309-316
isio re degli Argiesi. Se gli storici pongono Argo fra le più antiche città della Grecia, trovano la conferma della loro asse
43 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXI. Il Genio e i Genii » pp. 232-241
olo di morte. I Pagani credevano ancora che esistessero i Genii delle città e dei diversi luoghi o territorii ; ma per lo più
44 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVI. Nettuno re del mare e gli altri Dei marini » pp. 173-183
la favola che questo Dio nella gara con Minerva per dare il nome alla città di Cecrope avesse prodotto il cavallo. Ma quando
45 (1841) Mitologia iconologica pp. -243
ui guidato, o perche egli stesso fù creduto per sole : Delfico per la città di Delfo nella Beozia, ove rendeva i famosi suoi
trettissimo E sparger sangue a fiumi Il fier nemico aspetta Colla città di Grecia Sicuro della gloria Gli altari, i tem
femmine, E con tremendo impero Che in lor non han paura, Vuol la città distruggere, Venite, e qui si celebri E scampo
gran senno, e prudenza la prima fù ad insegnare il modo di munire le città colle torri contro gl’insulti nemici ; onde i sud
46 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVII. Apollo considerato come Dio del Sole, degli Arcieri e della Medicina » pp. 92-103
uro ; e sappiamo dallo stesso Livio, non che da Ovidio, che da quella città fu trasportata solennemente la statua del Nume a
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