bbattere, erano visibili in esse ; e sebbene alterati e confusi, pure
avevano
qualche cosa di particolare e di proprio della re
ivinità pagane, le quali non dissimilmente dagli uomini stessi che le
avevano
ideate, nei sogni sbrigliati d’un’età semibarbara
quando il Mesmerismo 38 l’Illuminismo, ed altre cosiffatte credenze,
avevano
presso i nostri padri piena e cieca fede, sopratu
ioso del Dio Api,42 venivano rinchiuse le mummie, in talune casse che
avevano
la figura di un toro ; e questo fatto semplicissi
divinità esistente prima del caos, e dalla quale tutti gli altri numi
avevano
avuto origine e principio. 73. Acmena. — Ninfa de
pali divinità. Non minore era la venerazione che gli antichi Persiani
avevano
per l’acqua, i quali, secondo Erodoto, spingevano
soprannome di Acrea a diverse Dee, e più particolarmente a quelle che
avevano
dei tempî dedicati al loro culto sulle montagne,
nore di lui duravano otto giorni. Codeste cerimonie di commemorazione
avevano
principio con tutti i contrassegni del lutto. Col
pici. 140. Afeteriani. — Castore e Polluce venivano così detti perchè
avevano
un tempio consagrato al loro culto nel recinto da
reo. — Soprannome dato a Giove e Mercurio dai diversi templi che essi
avevano
sulle pubbliche piazze delle varie città, dalla p
ino ; perchè le strade erano sotto la protezione di lui. Gli Ateniesi
avevano
ancora dei numi detti Agyei ai quali essi sacrifi
col patto che vendicherebbe la morte di suo fratello, che i Telebani
avevano
ucciso. Mentre che Anfitrione era al campo, Giove
annominato, come Cerere fu detta Aliteria perchè in tempo di carestia
avevano
impedito ad alcuni mugnai di rubare il frumento.
o il divino Oto e il secondo il celebre Efialto. All’età di nove anni
avevano
già nove cubiti di grossezza e trentasei di altez
dei suoi fratelli, gettò nel fuoco il fatale tizzone a cui le Parche
avevano
legato i destini di questo principe. A misura che
. Le Amadriadi non erano del tutto inseparabili dall’albero col quale
avevano
comune l’alito della vita. Ma potevano abbandonar
la quercia. Al dire di Esiodo, di Plutarco e di Ausonio, le amadriadi
avevano
una lunghissima vita, ma pure finalmente, lungi d
inalmente, lungi dall’essere immortali, morivano con la pianta in cui
avevano
vissuto. 311. Amaltea. — Fu la capra che nutri de
itrovare sua figlia Proserpina, rapita da Plutone. Le donne di Megara
avevano
una grande venerazione per questa pietra, la qual
Che significa impudenza. Secondo Cicerone e Pausania, gli Ateniesi ne
avevano
fatta una divinità. 366. Anaitide o Anetide. — Er
Greche, sulle quali essi trasportarono ancora i loro Penati, e quanto
avevano
di più prezioso. Finalmente Anchise morì in Sicil
o XIII trad. di Dell’Anguillara. Fu padre di tre giovanette le quali
avevano
ricevuto da Bacco il dono di cangiare tutto ciò c
si addimostrava più palesemente il culto superstizioso che gli Egizii
avevano
per il dio Apis, era quando il bue che lo rappres
Esculapio che aveva risuscitato Ippolito, Apollo uccise i Ciclopi che
avevano
fabqricato i fulmini al padre degli Dei, il quale
cerone esser questo il soprannome di Minerva e di Venere, perchè esse
avevano
un tempio presso le acque Appie in Roma. 505. Aqu
, di media grandezza e senza piedestallo. 561. Aria. — Gli antichi ne
avevano
fatto una divinità ch’essi adoravano secondo diff
su di un vascello i marinai vollero ucciderlo per derubarlo, e già lo
avevano
legato per farlo morire ; quand’egli chiese in gr
cedemoni adoravano Venere in memoria della vittoria che le loro donne
avevano
riportata sopra i Messeni. 579. Armifera Dea. — C
endi mostri di questi spaventevoli uccelli. Essi al dire di Virgilio,
avevano
volto umano, ma pallido come per famelica rabbia
ide, due degli Argonauti, i quali per esser figliuoli del vento Borea
avevano
le ali, diedero la caccia alle arpie e le persegu
di una città Egiziana posta sulle rive del lago Meris, i cui abitanti
avevano
un culto particolare pei coccodrilli, questi anim
e sepolti nei sotterranei del labirinto. 595. Arte. — Gli antichi ne
avevano
fatta una divinità. Ariano ci rapporta che i Gada
tichi ne avevano fatta una divinità. Ariano ci rapporta che i Gadarii
avevano
lo stesso culto per le arti e per la povertà, la
era sacro a Tifone. Gli abitanti di Abidos, di Licopoli e di Busiride
avevano
in grande dispregio il suono della tromba trovand
τομα bocca Plinio dà questo nome ad alcuni popoli delle Indie che non
avevano
bocca. La verità di questa credenza è che presso
di questo istrumento. 684. Aulone. — Figlio di Tlesimene. I Greci lo
avevano
in molta venerazione come un eroe. 685. Aurigeno.
nello. 755. Beechi. — Gli abitanti della città di Mendes nell’Egitto,
avevano
in grande venerazione questi animali. In generale
uella di dio nero. 760. Beleno. — Gli abitanti della città d’Aquileia
avevano
una loro particolare divinità adorata sotto quest
ei Romani. 774. Bendidie. — Feste in onore di Diana Bendide, le quali
avevano
molta somiglianza coi baccanali. Venivano celebra
e della consorte, montò in gran furore contro i sacerdoti, che non le
avevano
più solertemente custodite : ma un astronomo, chi
— Libro VI. trad. di Dell’Anguillara. Gli abitanti di Megalopoli lo
avevano
in grande venerazione e gli rendevano onori divin
— Nome patronimico dei figli di Borea. 819. Boschi sacri. — I pagani
avevano
in grande venerazione le foreste : non v’era temp
tamenti illuminando con uno sterminato numero di torce. I Cartaginesi
avevano
anch’essi una loro Buona-Dea, che comunemente si
oni-Eventi. — Vale a dire avvenimenti prosperi o felici ; i Pagani ne
avevano
fatto delle divinità. 847. Buono. — Si dava quest
sotto il nome di colonne di Ercole. 912. Calunnia. — Gli Ateniesi ne
avevano
fatto una Divinità. Per altro gli scrittori più r
indole di quel quadrupede. Plinio nelle sue opere, dice che i pagani
avevano
in gran conto la carne dei cani giovani, la quale
o. Al dire di Eliano eravi una contrada nell’Etiopia, i cui abitatori
avevano
a re un cane e ritenevano le sue carezze o i suoi
nore di Giunone, che venivano celebrate il 9 di luglio. Le sole donne
avevano
il ministero di queste feste, la cui principale c
a sua barca. Questa credenza degli antichi spiega il costume che essi
avevano
di mettere fra i denti di un morto una moneta : e
l quale lasciava errare per cento anni le anime di quei morti che non
avevano
la moneta da pagargli. Caron, dimonio con occhi
affondare. 1012. Cavalli di Marte. — Al dire di Servio questi cavalli
avevano
nome Fobos e Demos ossia il terrore e il timore.
l Palladium di Troja nelle mura di quella città, da cui essi stessi l’
avevano
rapito. …. Per la qual cosa i Greci, col consigl
gli del Cielo e della Terra, ed altri di Nettuno e di Anfitride. Essi
avevano
un sol’occhio in mezzo la fronte. Apollo sdegnato
i sulle montagne delle Indie, i quali venivano così denominati perchè
avevano
la testa di cane V. Anubi. 1128. Cinofontisa. — D
che Venere nascesse dalla spuma del mare gli abitanti di quest’isola
avevano
per quella Dea un culto particolare e le avevano
tanti di quest’isola avevano per quella Dea un culto particolare e le
avevano
consacrato un tempio ricchissimo nel quale essa v
nneso in Elide consacrato alle ninfe Jonidi. Le acque di questo fiume
avevano
al dire del citato scrittore, la virtù di guarire
come fausto o come funesto augurio. 1170. Clemenza. — Di questa virtù
avevano
i pagani fatta una divinità ; e, secondo asserisc
o. È questa un’opinione assai vaga. 1209. Coccodrilio. — Gli Egiziani
avevano
un culto particolare per questo animale, e lo rit
riguardo a questi animali, guingeva fino al punto da credere che essi
avevano
un grande rispetto per la dea Iside, e che non fa
sso prendeva le sembianze di quell’animale. Gli abitanti di Ascalona,
avevano
in grande rispetto le colombe e non osavano cibar
i Giove e di Temi. I Romani l’adoravano con un culto particolare e le
avevano
innalzato un tempio superbo. 1232.Conifalo. — Uno
dire d’Aristotille, Dedalo fabbricava degli automi che camminavano ed
avevano
ogui altro movimento, loro comunicato dall’argent
eleo, ecc. Presso i pagani era generale opinione che quei mortali che
avevano
contatto con le dee non vivessero a lungo. 1375.
l paganesimo ed è stato il più diffuso ed universale. Queste divinità
avevano
nella città d’Anguia, nella Licia, un tempio anti
, ecc. Altri finalmente detti Semi Dei, erano propriamente quelli che
avevano
per padre un dio e per madre una donna mortale :
erenti e numerose denominazioni, particolarità ed attributi, che essi
avevano
nel culto degli idolatri. Dei naturali. Sott
ero di essi crebbe a dismisura dal superstizioso costume che i Romani
avevano
di abbracciare il culto religioso di quelle nazio
ava il culto divino che veniva reso pubblicamente a quegli uomini che
avevano
compiuta una qualche gloriosa e memoranda azione.
conoscenza. Poi furono deificati i fondatori delle città ; quelli che
avevano
scoperto qualche terra ignorata ; coloro che avev
di una donna, che dalla cintura in giù aveva il corpo di pesce. Essi
avevano
per questa specie di mostri una grande venerazion
inacciati. Queste cerimonie si compivano fuori le porte della città e
avevano
in tutti i loro particolari, il carattere di una
cheronte. Erano, secondo la tradizione favolosa, in numero di tre, ed
avevano
lo speciale incarico di tormentare coi rimorsi le
peciale incarico di tormentare coi rimorsi le anime dei dannati. Esse
avevano
diverse denominazioni. Si chiamavano Furie, Eumen
le sue figliuole per nome Teba, di due meravigliose colombe, le quali
avevano
sorprendente prorogativa di parlare. Un giorno le
a questo popolo erano comandati da Pirro. 1494. Dolore. — I pagani ne
avevano
fatto una divinità, e lo scrittore Igino lo fa es
oro mariti esse venivano circondate della più alta considerazione, ed
avevano
ingerenza nelle cose del loro culto. Esse comanda
e riguardava i sacrifizii e gli affari della religione, ma sopratutto
avevano
fama di celebri indovine ; cosicchè venivano da o
era ed irreprensibile. Si dedicavano all’educazione della gioventù ed
avevano
sparsi in tutte le Gallie gran numero di collegi.
e celtica non proibiva ai Druidi lo stato matrimoniale, e quando essi
avevano
tolta in moglie una donna, questa si chiamava Dru
ta, fortemente sdegnato contro i suoi concittadini, perchè questi non
avevano
onorato la sua vittoria con un monumento, imprecò
mpio a Ecate, come dea delle visioni notturne. 1532. Ecatesie. — Così
avevano
nome alcune feste che si celebravavo in Atene, in
Ecatombe ad Apollo, onde placarne lo sdegno. 1534. Ecatombee. — Così
avevano
nome alcune feste che si offerivano in Atene dura
si offeriva una Ecatombe. 1535. Ecatombe. — Dal costume che i pagani
avevano
di offerire a Giove e ad Apollo, delle ecatombi,
icarono di chiamare Acheolo ad un sacrifizio di diec i tori, al quale
avevano
invitato tutti gli dei boscherecci ed acquatici.
e le indovine della Tessaglia, luogo assai fecondo di erbe venefiche,
avevano
coi loro incantesimi il potere di far discendere
i la sua protezione, ond’essere salvato dai guerrieri Trojani, che lo
avevano
sorpreso travestito nel loro campo, onde spiarne
olinnestore ; ed avendolo condotto in mezzo alle donne Trojane, che l’
avevano
seguita, queste si avventarono sul traditore e lo
ili penne. Dante — Inferno — Canto XX. 1567. Eflaite ed Oto. — Così
avevano
nome i due giganti figli di Nettuno e di Ifimedia
Così avevano nome i due giganti figli di Nettuno e di Ifimedia. Essi
avevano
, secondo la tradizione, la strana, dote di cresce
gioja, dimenticarono di sostituire alle vele nere le bianche, siccome
avevano
promesso ad Egeo, il quale, dalla riva vedendo il
, perchè in queste ceremonie si offerivano alla Dea delle focacce che
avevano
la forma di quegli animali. Da questo costume si
ea in Italia. 1622. Eleos. — Divinità adorata dagli Ateniesi, i quali
avevano
, nella piazza maggiore della loro città, un tempi
veniva in tempo per soccorrere le partorienti. 1635. Eliache. — Cosi
avevano
nome le feste che si celebravano in onore del Sol
ra il nome di alcuni popoli selvaggi, orribilmente mostruosi, i quali
avevano
le orecchie grandissime, lunghe e pendenti fino a
assistessero invisibilmente alla cerimonia. 1727. Epidoti. — Dei che
avevano
un tempio in Epidauro, e che erano ritenuti come
to nome ad una statua altissima formata, di tre corpi in uno, ch’essi
avevano
consacrato ad Ecate e che rassomigliava molto ad
de avvedutezza e coraggio, delle inimicizie che le crudeltà di Corace
avevano
accese nei suoi sudditi, lo detronizzò, ed aggiun
concessione questa, data ai soli sacerdoti. 1752. Epuloni. — I romani
avevano
istituito un ordine di sacri ministri, i quali av
ni. — I romani avevano istituito un ordine di sacri ministri, i quali
avevano
l’incarico speciale di preparare il banchetto a c
apere il mezzo di far cessare il flagello. L’oracolo rispose ch’es si
avevano
invaso troppo presto il Peloponneso, e che perciò
ivano così in Grecia chiamate le Furie che sotto questa denominazione
avevano
un tempio in Atene nelle circostanze dell’Areopag
lare denominazione di Eros, e da ciò dissero Ermero quelle statue che
avevano
una testa di Cupido. 1804. Ermete. — I Greci dava
n’altra tradizione racconta che Apollo sdegnato contro i Ciclopi, che
avevano
fabbricata la folgore colla quale fu ucciso suo f
Nettuno, il quale non si sarebbe placato se non quando i troiani che
avevano
dei figli non avessero esposto alla voracità del
il giogo (specie di forca) ». Oltre a queste cerimonie espiatorie ne
avevano
i romani delle altre dette con vocabolo proprio l
le — Edipo a Colono — Tragedia. Trad. di F. Bellotti. Oltre a queste
avevano
gli antichi molte altri cerimonie espiatorie, com
Mosè, dei quali i Greci e segnatamente gli Egizii dell’età primitive,
avevano
conoscenza. L’età d’argento, segna un periodo men
Erebo e dalla Notte, figliuoli del Caos. 1852. Eternità — I Romani ne
avevano
fatto una divinità, alla quale, però, non dedicar
1912. Eutenia — Nome proprio che i greci davano alla Abbondanza, che
avevano
personificata e deificata, senza però innalzarle
ri. Dice Macrobio, che quando i romani cingevano d’assedio una città,
avevano
il costume di fare l’evocazione degli dei tutelar
processione gran numero di pezzi di cera, e di altre materie, i quali
avevano
la configurazione delle differenti membra del cor
e che la terra, irritata contro gli dei che nella guerra coi giganti,
avevano
distrutti tutti i suoi figli, avesse partorito qu
Metamorfosi — Libro XII. trad. di Dell’ Anguillara. Gli ateniesi le
avevano
innalzato un tempio, nel quale la onoravano con u
to questo nome, e celebre per un oracolo che la dea Vesta e Mercurio,
avevano
nella piazza maggiore di questa città. La statua
o, a cui si dava il nome di fascino, al collo dei bambini. Le Vestali
avevano
il carico particolare di fare i sacrifizi a quest
antichi poi si dava il nome di favola, a tutti quei singoli fatti che
avevano
relazione con la religione pagana, coi suoi miste
in quella lingua è di genere mascolino, come nella italiana, i pagani
avevano
fatto di questo, uno dei loro dei. Secondo Lilio
, perchè a somiglianza dei satiri e di tutte le divinità boscherecce,
avevano
due piccole corna sulla fronte e i piedi di capra
Presso i romani questo dio aveva un culto simile a quello che i greci
avevano
per il dio Pane. 1961. Faustolo — Ci ammaestra la
re di Latona. — Vedi l’articolo precedente. 1967. Febbraio — I pagani
avevano
personificato questo mese e lo dipingevano sotto
zii gli dei infernali, alle anime dei defunti. Le cerimonie Februali,
avevano
la durata di dodici giorni ; elasso di tempo che
e si vede, si addice perfettamente a Plutone. 1971. Febbre — I romani
avevano
ricevuta questa divinità per trasmissione dai pri
Roma. Se trascorsi trenta giorni da questa intimazione, i nemici non
avevano
cercato di riparare all’offesa in modo soddisface
particolare del Giove di Dodona, che a lui veniva dalla credenza che
avevano
i pagani che egli abitasse nel tronco del faggio
o φηγος che significa fuggio. 1978. Felicità. — I greci e i romani ne
avevano
fatta una dea, alla quale essi davano sovente l’a
di tutte le predizioni di lei. 1983. Ferali. — Presso i romani, così
avevano
nome alcune feste funebri, che essi celebravano u
sopra tutto presso i romani ed i greci. Questi ultimi particolarmente
avevano
tante e si moltiplici feste, che non v’era quasi
— Metamorfosi — Libro II trad. di Dell’ Anguillara. Fetusa e Lampezia
avevano
nome due figliuole del Sole, e della ninfa Neerea
rivela, a somiglianza di molti altri, la fecondità d’immaginativa che
avevano
i pagani per tutto ciò che si collegava alle loro
e altre divinità, di cui parleremo secondo il loro ordine alfabetico,
avevano
presso i romani la particolare protezione della n
ano gli interessi dei Cartaginesi, s’incontrarono coi Cerenesi quando
avevano
percorso un ben lungo tratto del loro territorio.
sul sepolcro dell’innammorata regina, in una data stagione dell’anno,
avevano
le foglie inumidite, come se fossero bagnate e ch
crato nella città di Asopo in Laconia. 2018. Filomena e Progne — Così
avevano
nome le due giovanette figliuole di Pandione re d
nia, le due sorelle a cui le terribili vicissitudini della loro vita,
avevano
completamente distrutta la serenità dell’anima, m
arcò alla volta della Calabria in compagnia di alcuni Tessali, che lo
avevano
seguito da Troja, e aiutato da questi, fondò in q
suoi figliastri e per liberarsene li accusò a Fineo dicendo che essi
avevano
attentato al pudore di lei. Fineo perdutamente in
li. La cronaca aggiunge che gli dei non soddisfatti del supplizio che
avevano
imposto a Fineo, lo dettero in preda alle arpie,
divinità a cui erano consacrati. anche quello dello imperatore che li
avevano
istituiti. Così la storia romana ci ricorda di un
umero di medaglie e di monumenti dell’ antichità. Finalmente i pagani
avevano
anche il flauto del dio Pane, perchè ne attribuiv
simo spettacolo. Favonio amico di Catone, lo avverti del riguardo che
avevano
per lui i suoi concittadini, ond’egli per non tur
ti che ispirano il terrore. 2038. Fobo. — Dea della paura : i greci l’
avevano
divinizzata e la rappresentavano con una testa di
no nel mese di ottobre alcune feste così chiamate, dall’ uso che essi
avevano
di gettare in quel giorno nelle pubbliche fontane
i si dava anche il nome di Fordicidie. Durante la cerimonia, i pagani
avevano
per costume, di sacrificare alla terra un dato nu
ndo le biade — vedi l’articolo seguente. 2049. Fornace. — I romani ne
avevano
fatta una divinità ed avevano in suo onore consac
seguente. 2049. Fornace. — I romani ne avevano fatta una divinità ed
avevano
in suo onore consacrata una pubblica festa, che s
XV trad. da Camillo de’ Conti Toriglioni. 2052. Forza. — I pagani ne
avevano
fatta un’altra delle loro tante divinità, alla qu
ittà di Xis nella Media ; ed era tanta la venerazione che quei popoli
avevano
per il fuoco, che non osavano neppure di guardarl
armate. In fatti secondo asserisce Euripide, il rispetto che i pagani
avevano
per le Furie, era cosi grande che non osavano nem
si andava al palazzo di Giove ; ed era anche per questa, che gli eroi
avevano
accesso in cielo. Al dire del citato scrittore, l
le feste Galassie prendessero la loro denominazione, dal costume che
avevano
i pagani, di cibarsi nei giorni delle Galassie, d
deste incantatrici vendevano al popolo dei filtri e delle medele, che
avevano
il potere di turbare la pace delle famiglie. Il c
assato. Oltre a ciò, al dire del citato scrittore, i sacerdoti galli,
avevano
una gran quantità di obblighi e di doveri, impost
o, nella Tracia, narra la tradizione mitologica, che gli abitanti non
avevano
più di un cubo di altezza e che fossero discaccia
a Germania, i quali al dire di Giulio Cesare nei suoi commentari, non
avevano
altre divinità che il Sole, la Luna ed il fuoco o
cintie. — Feste celebrate in onore di Apollo nella Lacedemonia, e che
avevano
la durata di tre giorni. Vicino al sepolcro del g
’ivano detti col nome collettivo Giani e quelli di Giano Quadrifronte
avevano
una porta e tre finestre sopra ognuna delle loro
o stesso, che allorquando i Sabini cinsero d’assedio le mura di Roma,
avevano
già attaccata la porta che è sotto al monte Vimin
à attaccata la porta che è sotto al monte Viminale, la quale i romani
avevano
ben chiusa all’avvicinarsi del nemico. Immantinen
governata da donne sole, le quali sprezzando l’imperio dei mariti gli
avevano
tutti ammazzati e regnando Isifile già figliuola
, avesse dovuto in un sol giorno, prima aggiogare i due tori, i quali
avevano
i piedi e le corna di bronzo, e che erano un dono
Gieracuboschi. — Nome che si dava in Egitto a quei sacerdoti, i quali
avevano
l’incarico di nudrire gli sparvieri consacrati ad
i dava questo nome ai ministri o sacerdoti del dio Mitrà, perchè essi
avevano
il costume di rivestirsi con abiti che figuravano
perocchè è scritto in varie cronache dell’antichità, che i Gierofanti
avevano
fra i loro obblighi quello di vivere nel celibato
alcune sacerdotesse similmente consacrati a Cibele od Ecate, le quali
avevano
i loro riti e le loro incombense pel servigio del
a caverna in Dalmazia, alcuni cadaveri giganteschi, le costole di cui
avevano
non meno di ventotto braccia di lunghezza ; e che
o. Al dire di Esiodo, e di altri molti scrittori dell’antichità, essi
avevano
cento mani e cinquanta teste. Allorquando Giove l
e scoperto non obbe alcuna seria conseguenza. 2158. Gioja — I pagani
avevano
fra le loro divinità, personificata anche la Gioj
ioso timore, che qualche anno prima in quegli stessi giorni, i Cimbri
avevano
fatto a pezzi l’esercito di Cepione : io, rispose
sebbene il movimento doveva eseguirsi in alcuni giorni che gli Auguri
avevano
additati siccome infausti. E finalmente Dione di
ella Grecia e di Roma, ma di tutto il mondo conosciuto dagli antichi,
avevano
delle particolari maniere di raffigurare Giove. C
ero la strana prerogativa, di ritoruare la verginità alle donne che l’
avevano
perduta. Ma se in molti punti opinioni degli scri
e si faceva con minor pompa dei sopracennati, ma che ciò non pertanto
avevano
presso gli antichi una tal quale importanza. Fra
sea — Libro VIII Trad. di I. Pindemonte. 2177. Giuramenti — I pagani
avevano
moltiplici e differenti formole di giuramenti, ma
colpite di cecità, al momento stesso di uscire dal tempio, nel quale
avevano
spergiurato. Presso i romani era anche comunissim
eguitato ; e ai funerali dei ricchi s’immolavano gli schiavi che loro
avevano
appartenuto. Però a misura che la civiltà spandev
ti sacrifizii agli dei, in ringraziamento dei segni di favore che gli
avevano
dato. 2189. Gordio — Padre di Mida V. l’articolo
e Arpie, ai Ceutauri e agli altri mostri, dimoravano nell’inferno, ed
avevano
la special cura di punire i dannati. Esse erano i
izione favolosa, a cui si attiene il citato scrittore, le Gorgoni non
avevano
fra tutte e tre che un occhio solo, ed nu sol den
sse penetrato fino alla loro dimora ; ove trovò alcune donne le quali
avevano
la prerogativa di correre così velocemente, come
Oceano, e che alla sopraintendenza degli affari del loro governo, non
avevano
che un solo ministro, di cui si servivano a vicen
o, pietre preziose, denti di elefante, occhi di iene ecc. Queste navi
avevano
la figura di un qualche mostro, e Perseo scorrend
o essere le Gorgoni una razza di cavalle allevate dai Fenici, i quali
avevano
un loro capo per nome Perseo. Queste erano le don
o avuto maggior numero di adoratori, e templi, e are, e feste come ne
avevano
le tre Grazie ; perchè i beni dei quali si suppon
di Venere. Secondo questa ultima asserzione più divulgata, le Grazie
avevano
nome Talia, Egle ed Eufrosina. Presso i popoli de
o che due sole Grazie chiamate Faenne e Clito ; e gli stessi Ateniesi
avevano
la medesima credenza, e le chiamavano Auxo ed Ege
ide, di Delfo, di Perge ecc. Nella isola di Paros, una delle Cicladi,
avevano
similmente un tempio alla custodia del quale sopr
Nè a ciò solo si limitava la superstiziosa venerazione, che i pagani
avevano
per queste tre divinità ; imperocchè essi a rende
colo fiume, che metteva foce nel golfo di Cadice e del quale i pagani
avevano
fatto il loro Lete le cui acque valevano a dare l
l’andare degli anni, il culto di questo dio dagli stessi popoli che l’
avevano
collocato nel numero delle loro divinità. Ciò non
a volta infranta la mano destra di quella statua, i Horaisciti gliene
avevano
fatta un’altra di oro massiccio, la quale stringe
tiene il cennato scrittore, dice che l’Idra avea sette teste le quali
avevano
la spaventevole prerogativa di rinascere appena e
e contro i violatori dei sepolcri. 2275. Impudenza. — Anche di questa
avevano
i greci fatta una divinità e le aveano consacrato
la denominazione collettiva di dei indigeti a tutti gli eroi che essi
avevano
divinizzato, per mezzo dell’apoteosi, come per es
a lettera le decisioni degl’Indovini. 2283. Indulgenza. — I pagani ne
avevano
fatta una divinità, e la rappresentavano sotto lo
, era brevissima, ond’è che i concittadini del celebre scrittore, non
avevano
la costumanza adottata da tutti gli altri abitant
nque fiumi. Vedi Fiumi Dell’Inferno. Plutone e sua moglie Proserpina,
avevano
lo impero assoluto del regno delle ombre, e Eaco,
tesso, nella stupenda descrizione ch’egli fa dell’Inferno dei pagani,
avevano
loro abituale residenza nell’Inferno le Furie. Ve
dei poeti dell’antichità, e le superstiziose credenze di quei tempi,
avevano
largamente popolata la religione pagana. Nel pri
degli animali svenati nel sagrificio da lui offerto agli dei, non gli
avevano
dato una favorevole risposta, circa le sorti dell
col quale, venivano indicati certi servienti degl’ indovini, i quali
avevano
il carico di pubblicare gli oracoli e di accudire
e cavalle, nacquero da questo mostruoso connubio gl’Ippocentauri, che
avevano
nel tempo stesso della natura umana e di quella d
volendo concederla in moglie ad alcuno dei molti principi, che gliene
avevano
fatto formale richiesta, e carezzando nel pensier
are il male che egli avrebbe potuto fare agli altri animali, che essi
avevano
deificato. 2316. Ippotette. — Così avea nome il n
le tre Arpie. Le altre due, secondo l’ opinione del cennato scrittore
avevano
, nome Ocipeta ed Ello. Iride era similmente chiam
sangue. 2330. Irpie. — Famiglie romane, le quali, al dire di Plinio,
avevano
la strana prerogativa di caminare su di un rogo a
mia. 2349. Istmo di Corinto. — Secondo riferisce Pausania ; i corinti
avevano
un’ antica loro tradizione, la quale ripeteva che
un’ antica loro tradizione, la quale ripeteva che Nettuno ed il Sole
avevano
avuto fra loro una contesa, pretendendo ognuno di
vestali, le quali conservavano l’ Itifallo fra gli oggetti sacri e lo
avevano
in grande venerazione. Itifallo era anche il sopr
Jade. 2359. Jacco. — Uno dei soprannomi di Bacco. 2360. Jadi. — Così
avevano
nome complessivamente, le sette sorelle figliuole
nominazione al dio protettore della agricoltura. I popoli Carelii poi
avevano
altri dei particolari per l’avena, l’ orzo e la s
e a lui fatta da alcuni Muni ispirati, specie d’indovini, i quali gli
avevano
profetizzato che un giorno, egli avrebbe jerduta
esse. Le camere sotterranee contenevano i sepolcri dei dodici re, che
avevano
intrapresa, continuata e finita la costruzione de
ano feste istituite per la sola plebe. 2414. Laghi. — I Galli celtici
avevano
una grande venerazione per i laghi, che essi cons
le Gallie, sotto il nome di lago dei due corvi, perchè sulle sue rive
avevano
, da lungo tempo, fissato la loro dimora due di qu
a dei pagani, per prestar loro cieca fede. 2420. Lampadaforie. — Così
avevano
nome alcune pubbliche feste nelle quali si adoper
ro delle loro divinità, la figura umana. Questa costumanza i romani l’
avevano
ereditata dagli antichi sabini, presso i quali la
tempo a sottrarsi al furore degli Epiroti, i quali in una rivoluzione
avevano
uccisi tutti i componenti della reale famiglia. N
o pagano degli dei Lari, trasse la primitiva sua origine dall’uso che
avevano
gli antichi di sotterrare cioè i loro morti nelle
ista Apuleio, gli dei Lari altro non erano che le anime di coloro che
avevano
onestamente vissuto e che perciò dimoravano anche
ervizio degli dei Penati. Grandissima era la venerazione che i pagani
avevano
per queste loro divinità tutelari ; sebbene le cr
i pagani ne distinguevano diversi altri. V’erano i Lari pubblici, che
avevano
la speciale presidenza dei lavori della città, co
me strade, monumenti, sepolcri, ecc. V’erano i Lari detti Urbani, che
avevano
in custodia la città ; Compitales, quelli che pre
les, quelli della campagna ; e finalmente i Lari Hostiles, quelli che
avevano
la cura speciale di allontanare i nemici. Fra le
delle sei grandi e solenni feste che celebravano nel corso dell’anno,
avevano
istituita la quinta in onore di Latona, e che ven
di Butite con gran pompa e splendore. Anche i Tripolitani ed i Galli
avevano
una particolar divozione per questa dea, la quale
eide — Libro VII trad. di A. Caro. 2458. Laziale. — Dal costume che
avevano
alcune città del Lazio di sagrificare a Giove dur
no dei fiumi dell’inferno detto anche fiume dell’ oblio, le cui acque
avevano
, secondo i pagani, il potere di far dimenticare.
Eusino, della quale la tradizione mitologica ripete, che gli antichi
avevano
formata una specie di Campi Elisi, ove ritenevano
vitati tutti gli amici, come alle nozze. 2500. Liberalità. — I romani
avevano
personificata codesta virtù, la cui effigie si ve
meno che il latte. Sul monte Libe trio, le Muse e le ninfe Libetridi
avevano
le loro statue. 2506. Libia. — Figliuola di Epafo
riconosciuta dalla generalità. 2507. Libri. — Presso i pagani i libri
avevano
diverse denominazioni. Erano detti Libri Sibillin
urata della loro età, secondo i principii dell’arte etrusca. I romani
avevano
il costume di consultare i libri fatali in tempo
Diodoro gli egizii, che erano un popolo eminentemente superstizioso,
avevano
in quella città tanta venerazione per quegli anim
e ad una piccola città nelle circostanze di Delfo, ove Apollo e Diana
avevano
due magnifici templi. 2530. Limace. — Dalla parol
venerazione degli egiziani. I pagani tanto di Roma, quanto di Grecia,
avevano
anch’essi consacrato il fior di Loto a Venere e a
itenevano questo mese posto sotto la protezione di Giove, e perciò lo
avevano
consacrato a quel dio. Il corso del mese di Lugli
sta Sparziano, gli abitanti della città di Carres, nella Mesopotamia,
avevano
innalzato uno splendido tempio, dedicato al dio L
cato al dio Luno. Il citato cronista dice, che gli abitanti di Carres
avevano
personificato maschilmente la Luna, chiamandola i
i tutte le lustrazioni. — V. Acqua lustrale. 2575. Lustro. — I romani
avevano
per antichissima costumanza di offrire un sacrifi
ea, Ebe, il Destino, ecc. Semidei chiamavansi propriamente quelli che
avevano
per padre un Dio o una Dea per madre. Semidei si
i il numero de’morti. Furioso per questo Apollo ammazzò i Ciclopi che
avevano
somministrato i fulmini al padre degli Dei. Per q
uno e di Anfitrite o di Urano e della Terra detti monocoli perchè non
avevano
che un occhio in mezzo alla fronte lavoravano con
vagità, essi furono annoverati tra gli Dei, e in un tempio di Corinto
avevano
un altare sul quale si offrivan loro sacrifici. I
i. Il suo culto era celebre in Grecia ed in Roma. Sono i Romani che l’
avevano
messo nel numero delle dodici prime divinità. Si
nato di papaveri e di loto. Stige è una celebre fontana che gli Egizi
avevano
collocata nel regno delle Ombre, perchè l’accesso
sse colui che per ordine del re tragittava nella sua barca quelli che
avevano
pagato il diritto della sepoltura, e che li condu
disfatti, giacchè gli rimaneva per ottenere il suo passaggio. I Greci
avevano
tolto dagli Egizi l’idea di far errare per cento
essero alla vita ed alla morte ed erano riguardate siccome quelle che
avevano
un potere il più assoluto di tutte le altre. Padr
non osavasi nominarle, nè fissare lo sguardo sopra i loro tempii. Ne
avevano
in molti luoghi della Grecia e servivano di invio
i che le Danaidi comunicassero agli Argivi l’invenzione dei pozzi che
avevano
recata dall’Egitto, dove le acque erano rare ; al
e una festa chiamata palilia in onore di questa divinità. I contadini
avevano
in quel giorno tutta la cura di purificarsi con p
rappresentavano col pelo al mento ed allo stomaco e gli altri non ne
avevano
, ed abitavano tutti le foreste ed i monti. Le occ
o, ed abitavano tutti le foreste ed i monti. Le occupazioni dei Fauni
avevano
un più stretto rapporto coll’agricoltura. I loro
i sacrificargli un agnello o una porca lattante. I sacrifici pubblici
avevano
luogo nel tempio a lui consacrato : dai particola
cia spargeasi su le brace del vino ed una parte delle provvisioni che
avevano
portate. Dopo le preghiere ed il sacrificio della
iacciato nella propria casa, e che i Greci per ispiare tale sventura,
avevano
stabilito d’invocarlo in quella sorta di cerimoni
evasi che ei beveva già il nettare nella tazza degli Dei : coloro che
avevano
una volta assaggiato il nettare degli Dei non pot
que trovare la sua applicazione. Gl’infermi, per quanto si riferisce,
avevano
in questa Dea tutta la fiducia ; perciò vedevasi
, e coloro finalmente che disobbedivano agli ordini delle persone che
avevano
diritto d’imporli. Volgeva la sua attenzione part
solo i fiumi e le fonti, ma la maggior parte anche delle persone che
avevano
regnato o abitato sulle coste del mare, come Prot
e trovò il mezzo di sottrarsi su questo clemento agli agguati che gli
avevano
tesi i Titani, co quali era in allora in guerra ;
tte, li poneva sotto il fuoco affinchè si consumasse tutto quello che
avevano
di mortale, ma tutti vi soccombevano. Achille sol
abbominevole l’omicidio si processavano perfino le cose inanimate che
avevano
cagionato la morte di un uomo. Dedalo fu condanna
abilità un giorno si annegò, ed allora fu detto che gli Dei marini lo
avevano
del tutto ammesso nella loro compagnia. Eco
ì amabili Divinità non doveano mancare nè templi nè altari. Le Grazie
avevano
templi in Elide, in Delfo, in Perinto, in Bisanzi
Bisanzio ed in tutti gli altri luoghi della Grecia e della Tracia. Ne
avevano
anche in comune con altre divinità come Mercurio,
teggiate sotto il nome di Camene. Le Muse e le Grazie d’ordinario non
avevano
che un tempio ; e di rado facevansi deliziosi ban
anto vinte le figliuole di Acheloo, che, per consiglio di Giunone, le
avevano
sfidate, strapparon loro le penne delle ali, e se
orso della pioggia, venissero a poco a poco a maturità. Il tempio che
avevano
in Atene fu edificato in loro onore da Anfittione
la Notte e dei giardini delle Esperidi. Le Gorgoni secondo alcuni non
avevano
che un sol occhio e un sol dente tra tutte e tre
bisognava che i ministri della religione dichiarassero che le Ninfe l’
avevano
abbandonata. Erravano esse giorno e notte pei bos
vento. Il loro capo era cinto da una corona di foglie di quercia, ed
avevano
in mano una scure, perchè si credeva che queste N
credeva che queste Ninfe punissero gli oltraggi fatti alla pianta che
avevano
in custodia. Le Amadriadi ninfe anch’esse de’ bo
i che la vita delle Amadriadi dipendesse dalle piante che le medesime
avevano
in custodia ; ed era questo un ottimo mezzo per f
ella persona, della qual bellezza erano sommamente gelose. Le Nereidi
avevano
dei boschi sacri come le grandi divinità, e degli
fischi diversi. I pomi sui quali esso teneva sempre gli occhi aperti
avevano
una virtù sorprendente. Con uno di questi pomi la
e o Atlantidi, poco distanti dalla costa d’Africa, di cui gli antichi
avevano
poche nozioni e che credevano l’estremità del mon
chiuse, lungi dal secondare i suoi desiderii, a norma dell’ordine che
avevano
da lui ricevuto, con nuove corde più fortemente a
nime dei morti fossero conosciute sotto il nome di Lemuri. Quelli che
avevano
cura degli abitanti delle case ove eglino stessi
. Quelli che avevano cura degli abitanti delle case ove eglino stessi
avevano
dimorato e che erano dolci e pacifici si chiamava
igliari ; quelli al contrario che in pena della loro cattiva vita non
avevano
sicuro soggiorno erano considerati per Geni malef
Altre divinità degli antichi Presso i Romani molte cose campestri
avevano
la loro Divinità particolare. Ippona era la dea c
tutti gli orribili uccelli del lago Stinfalio. Essi erano mostruosi,
avevano
il becco e gli artigli di ferro, e pascevansi di
di carne umana facendo loro divorare principalmente gli stranieri che
avevano
la mala sorte di cadere nelle sue mani. Ercole pr
giorni divorata da un mostro marino colà mandato dalle Nereidi, che l’
avevano
prima legata nuda ad uno scoglio per ordine di Gi
vano le terre vicine del monte Pelia in Tessaglia. Alcuni giovani che
avevano
pei primi addestrati in que’paesi dei cavalli si
u loro innalzato un altare, e ne sorse pure un altro in Atene ch’essi
avevano
salvato dal saccheggio. Erano riguardati come div
alli, e Polluce proteggeva i lottatori, perchè tutti e due i fratelli
avevano
guadagnato il premio ai Giuochi Olimpici. Furono
aridi ossia figli di Tindaro ; ed i navigatori come si è già detto li
avevano
in grande venerazione perchè il loro apparire dic
a di tutto doveva mettere il giogo ai tori, opera di Vulcano, i quali
avevano
e piedi e corna di bronzo e vomitavano vortici di
e trovarono abitata da sole donne, le quali per vivere in loro balìa,
avevano
uccisi tutti gli uomini. La regina Issipile però,
ercurio diede a Nefele, loro madre, un montone d’oro al quale gli Dei
avevano
comunicato la prerogativa di traversare l’aria, e
o. Dopo la sconfitta de’Solimi, lo mandò contro le Amazzoni, le quali
avevano
fatto un’irruzione nella Frigia e negli altri pae
ù illustri principi della Grecia, che intervennero a quella caccia, l’
avevano
ambita. Essendo Atalanta bellissima, fu chiesta i
si presentò un gran numero di concorrenti. Molti erano stati vinti ed
avevano
già subìto la loro trista sorte. Allorchè Ippomen
ell’indomani dei sacrifici per ringraziare gli Dei del favore che gli
avevano
accordato e dei contrassegni che gliene davano.
ia partì cogli Eneti popolo della Paflagonia, che sotto Troia perduto
avevano
il loro re Filemone ; e venuto all’estremo dell’A
e il sonno, e quel sonno preparavasi con particolari disposizioni che
avevano
qualche cosa di misterioso ; talvolta ciò avveniv
ndo andò a consultare Giove Ammone. Anche gli antichi popoli del Nord
avevano
i loro Oracoli come l’Italia e la Grecia ; e tali
ssere stati lesi dai Romani ; e se le lagnanze erano giuste i Feciali
avevano
diritto di punire gli autori dell’ingiustizia. E
va servirsene anche per lavare il corpo. Gli Egizi, i Greci, i Romani
avevano
un gran numero di Feste. Di alcune di esse abbiam
ro. I giuochi di musica o di poesia, per le loro rappresentazioni non
avevano
luoghi particolari. I più famosi giuochi della Gr
ad essi presentato, e che i Poeti, ed i Savj colle cure più sollecite
avevano
custodito1. I dotti si sono a maggior segno affat
far la diceria del gran numero degli Dei. Nel creare una divinità non
avevano
limiti gli antichi : un timore, una meraviglia, u
rte degli uomini, e tien un libro ove è descritto il futuro : gli Dei
avevano
la facoltà di poter consultare cotesto libro2. Sp
rcio di questo celebre pezzo di Ovidio, per far conoscere l’idea, che
avevano
gli antichi della Creazione : credevano essi, che
role maschile. Giove divenuto adulto debellò i Titani, che nuovamente
avevano
dichiarata la guerra a Saturno1. Diede inoltre un
ve di fronte per vendicarsi, ammazzò a furia di frecce i Ciclopi, che
avevano
fabbricato il fulmine. Riputando Giove fatta a lu
suoi lavori erano i Ciclopi, specie di giganti figli della Terra, che
avevano
un occhio solo nella fronte. I più conosciuti era
. Questo rigido barcajuolo poteva ricevere quello ombre soltanto, che
avevano
avuto gli onori della sepoltura1, allontanando a
o la loro giovinezza, e non ismentirono quella fedeltà, che a vicenda
avevano
giurato di mantenere. Era rappresentato Vertunno
pelli, e barba grondanti acqua, e sovente in vece di barba, e capelli
avevano
minutissime canne. Essi stanno sdrajati sulla nud
e fontane : Oreadi le ninfe che guardavano i monti : tutte quelle che
avevano
l’impero sulle acque del mare, erano dette Nereid
era soggetta alle imprecazioni degli uomini, allorchè gli affari non
avevano
un esito felice, come fanno anche oggidì i giuoca
indicare, che bisogna vedere, e sentir molto, e parlar poco. I Latini
avevano
ascritto anch’essi il silenzio nel numero degl’Id
a savissima di Arcadia, che presagiva il futuro. Le matrone Romane le
avevano
eretto un tempio con istituire le feste Carmental
ja, Talia, ed Eufrosine. Erano contente delle semplici attrattive che
avevano
sortite dalla natura. Vengono rappresentate ignud
ità allegoriche. Oltre le tante fin quì da noi descritte Divinità,
avevano
i Greci, ed i Romani fatta l’apoteosi alle passio
no un caducèo, e nell’altra il corno dell’abbondanza. Gli Ateniesi le
avevano
eretto un tempio : altrettanto fece Lucullo, dopo
e ricevuta. A lei non si offriva alcuna vittima, ed i suoi sacerdoti
avevano
una veste parimente bianca. Le Preghiere. Ome
a comandava agli Dei, ed agli uomini. Le sue mani erano di bronzo, ed
avevano
una caviglia ed una zeppa. Gli abitanti di Corint
nzo, ed avevano una caviglia ed una zeppa. Gli abitanti di Corinto le
avevano
innalzato un tempio. L’Invidia. L’Invidia abi
la destava continue risse fra gl’Iddii. Gli antichi, come si è detto,
avevano
ascritto nel numero degli Dei tutt’i mali, che ci
persone furono preservate, cioè Deucalione, e Pirra sua sposa che non
avevano
partecipato dei delitti degli uomini. Questi si s
onidi. Medusa, Stenio, ed Euriale chiamavansi queste tre sorelle, che
avevano
un occhio solo, ed un solo dente, che s’improntav
Teseo che aveva rapita Elena germana. Essi punirono soltanto quei che
avevano
preso parte al ratto. Tal moderazione loro fece m
uogo rompere una barriera custodita da due tori (dono di Vulcano) che
avevano
le corna, e i piedi di bronzo, dalle cui fauci co
ua caverna, tirandoli per la coda per non far conoscere la strada che
avevano
battuta. Ercole li avrebbe affatto perduti, se no
speso in aria finchè spirò l’ultimo fiato. Una fucinata di uomini che
avevano
picciolissima statura detti Pigmei per vendicare
er giurato di non rivelare il luogo della sua tomba ; ma i Greci, che
avevano
bisogno delle frecce che ivi erano rinchiuse per
alla patria. Del resto questa guerra fu fatale a tutti coloro, che ci
avevano
preso parte. Fra i personaggi, che si segnalarono
ne non ebbero l’effetto desiderato, opponendo Priamo, che i Greci non
avevano
data alcuna soddisfazione ai Trojani, allorchè fu
cercassero le frecce di Filottete lasciategli da Ercole, che i Greci
avevano
vilmente abbandonato, come si è detto, nell’isola
ere gli onori della sepoltura ai cadaveri degli estinti. Gli Dei, che
avevano
preso grandissimo interesse per questa guerra, fu
ve aveva lasciato Anchise, ed Ascanio suo figlio con tutti quelli che
avevano
abbracciata la stessa sua sorte, Enea forma il pr
e. Sappiamo per tradizione, che fino a’ tempi da noi non molto remoti
avevano
per costume i Napoletani di celebrare una festa i
eria disgrazia della Repubblica. Si è già osservato, che gli Eumelidi
avevano
Eumelo per loro Nume tutelare, gli Artemisj la Lu
io particolare. L’Imperatore Caligola fece morire moltissimi, che non
avevano
voluto giurare per il suo Genio. 1. Leggasi fra
ome Ercole, Esculapio, Castore, Polluce, ec., e con essi gli eroi che
avevano
meritata l’ immortalità, come Achille, Ettore Uli
eva esservi di segreto e di sacro. Al circo ed a tutti gli spettacoli
avevano
luogo distinto. Il pubblico erario le manteneva c
strati vi assistevano con abiti di porpora. 48. I sacerdoti di Cibele
avevano
il nome di Galli in latino, da Gallus, fiume di F
o la statua di Cibele, cantando inni in sua lode e mendicando. Talora
avevano
seco alcune vecchie che facevano professione d’ i
a fra le Costellazioni (676) co’suoi dodici capretti ; e le Ninfe che
avevano
costudito il Nume nell’infanzia, ebbero in dono u
trecento, lo che viene spiegato dall’uso che la maggior parte dei re
avevano
di prendere questo nome. Perciò tanti popoli dive
etta sullo stesso Giove, uccise a colpi di strali i Ciclopi (272) che
avevano
fabbricato la folgore ; laonde Giove, per punirlo
la cicala che festeggia infaticabilmente i bei giorni del suo impero,
avevano
anch’essi l’onore di essergli consacrati. 135. Gl
d’Allante (359) ; e che dopo cresciuto, per gratitudine a Coloro che
avevano
avuto cura della sua infanzia, le cangiò in stell
conquistò le Indie con un esercito d’ uomini e di donne che per armi
avevano
tirsi e tamburi ; indi si trasferì nell’ Egitto,
indi dalle Naiadi (317), dai Baccanti, dalle Tiadi e dalle Menadi, ed
avevano
il nome di Baccanali od Orgie. Prima furono istit
artenope, la chiamo Napoli, Neopoli, ossia città nuova. Queste Sirene
avevano
la testa e il corpo di donna fino alla cintura, e
di voler essere sciolto ; ma essi non infransero il severo ordine che
avevano
avuto di non obbedire a quel cenno ; e le Sirene
no Nettuno per la loro maggiore divinità ; e la Grecia e l’Italia gli
avevano
consacrato molti templi e feste e giuochi. Tra i
o nell’altra. Era imposto alle ombre di bevere le sue acque, le quali
avevano
la proprietà di far loro dimenticare il passalo e
ero aver preso l’idea di questi giudici dell’ inferno dal costume che
avevano
gli Egiziani di giudicare pubblicamente la memori
llo, con serpenti attorcigliati sul capo, e una fiaccola in mano ; ed
avevano
per compagni il Terrore, la Rabbia, il Pallore e
cque versate : Ecco le Eumenidi ; Empi trematel 233. Gli Dei, che le
avevano
preposte a tormentare le anime dei perversi, le d
cò due tortorelle, e fece una libazione d’acqua di fonte con vasi che
avevano
i manichi fasciati di lana d’agnello. I ministri
i allontanassero gli spiriti maligni. 235. Dopo di queste gli antichi
avevano
immaginato altre tre divinità infernali che presi
ma andava sempre a turbare i sonni degl’intemperanti o di coloro che
avevano
da rimproverarsi qualche malvagia azione. Costoro
suo canto debba turbare il silenzio delle tombe. 243. Gli antichi non
avevano
idee fisse intorno ai Mani, ma possiamo distribui
rosamente soccorrere il padre contro i Tilani (30). Invero quelli Dei
avevano
un singolar modo di guarire le malattie e di gene
lo, ops, occhio, gr.) creduti figli di Nettuno, mostruosi giganti che
avevano
un solo occhio in mezzo alla fronte ; ma non pert
r sottrarsi agli oltraggi di Pireneo re della Focide, presso il quale
avevano
sperato di trovar ricovero da un improvviso tempo
ed essendone rimaste vinte, furono trasformate in Piche. 279. Le Muse
avevano
altari in Grecia, nella Macedonia ed a Roma ; ed
oliti di andare a scrivere sulle mura di quel tempio i rimedi che gli
avevano
liberati dalle loro infermità. Pare che nei primi
azioni, erano più guardinghi e più solleciti nelle loro faccende, ed
avevano
forse un ritegno al mal fare. Ma convien che sia
e la città di Lampsaco pareva uno spedale di matti. I vecchi, i quali
avevano
conservato un barlume di ragione, decretarono il
rotta le statue delle ninfe medesime nella medesima pietra scolpite ;
avevano
i piedi scalzi insino a’ginocchi, le braccia ignu
a e di fiori. 318. Le Ninfe terrestri erano divise in più schiere, ed
avevano
vari nomi secondo la natura dei luoghi da esse ab
o. (Foscolo, le Grazie.) Le Amadriadi (hama, con, drys, querce, gr.)
avevano
in, particolar custodia le foreste, e la favola n
ecessi più segreti della casa in una cappella detta Lararium ; e colà
avevano
tabernacoli ed are con lampade accese ed offerte
nsacrati i cani perchè animali domestici e fedeli ; e i medesimi Lari
avevano
spesso per manto una pelle di cane. Ciascuna fami
la creazione dell’universo ; e così gl’ imperi, le città, ogni luogo,
avevano
il loro genio tutelare. 330. Era dunque naturale
qualche Nume, o che per sovrumano valore e per ingegno straordinario
avevano
meritato onori divini, quali furono tra i più not
stesso difetto, la fece divenire orribilmente deforme. In tutte e tre
avevano
un solo occhio ed un solo dente che adoperavano a
Le mani poi di questi mostri erano di metallo, e tutte tre le sorelle
avevano
orrenda chioma di serpi. E opinione che questi mo
to beneficio meritarono d’ essere annoverati fra gli Dei marini. Così
avevano
sacrifizj di candidi agnelli, mentre le pecore ne
one doveva anzi tratto domar due tori, dono di Vulcano (270), i quali
avevano
piedi e corna di bronzo, e vomitavano fiamme ; in
ico dell’uomo, e sensibile alle dolcezze dell’armonia. Gli antichi lo
avevano
in tanta venerazione, che, se per avventura ne in
osi di sfogare la sua ira contro Agamennone (527) e Menelao (528) che
avevano
proferito un ingiusto decreto ; ma tornando in sè
i Trojani dall’introdurre nelle mura il cavallo di legno che i Greci
avevano
finto d’abbandonare sul lido a guisa di voto offe
6. Ma i Trojani, tratti in inganno dal fraudolento Sinone che i Greci
avevano
lasciato a bella posta sul lido per tentare i nem
40) trasformò in ninfe le sue navi, e quivi avendo saputo che gli Dei
avevano
finalmente posto un termine alle sue peregrinazio
trasporti della sua gioia ; la toccò di nuovo, e già le belle membra
avevano
il calor della vita, già il sangue scorreva nelle
perire tutti coloro che fossero rimasti vinti da lei. 641. Già molti
avevano
dovuto soccombere, quando si offerse alla prova I
5), che secondo gli antichi dimoravano nelle isole Eolie (Lipari), ed
avevano
per re Eolo (199) che li teneva incatenati in vas
i quali fecero il viaggio della Colchide con gli Argonauti (452), ed
avevano
le ali che crebbero loro con i capelli. Ercole (3
i che crebbero loro con i capelli. Ercole (364) gli uccise perchè non
avevano
voluto che la nave degli Argonauti andasse a ripi
era diventato ormai spettacolo brutale e mestiero, e che quei giuochi
avevano
cominciato ad allontanarsi dal primitivo lor fine
ustizia delle leggi atletiche ; ed intanto gli spettatori, che taciti
avevano
trattenute le grida nel rimirare quel dubbioso in
d Iside in memoria dei beneficj ricevutine ; e siccome per loro mezzo
avevano
imparato l’agricoltura, così stabilirono per simb
to per quaranta giorni a Nilopoli, e lo custodivano le donne che sole
avevano
il diritto di vederlo ; indi era condotto pel Nil
r virtù e per sapere ; e da Zoroastro antico legislatore dei Persiani
avevano
ricavato la dottrina dei due principii con la qua
ecialmente dei sacrificii e delle altre cerimonie della religione, ed
avevano
fama di predire il futuro. Quindi i divoti le con
empre appollaiati sulle spalle d’Odino per dirgli all’orecchio quanto
avevano
udito o visto di nuovo nel mondo. Odino li mandav
erazione, che non vi ai potevano sotterrare cadaveri. I Persiaui, che
avevano
ssccheggiato le altre isole della Grccia, riapett
chi soffre mulamento di slalo. 73. Il fuoco di Vesla. 74. I Romani
avevano
Io Dio della buona fede, col nome di Fidius (Dius
disonorevoli e delittuose. È un problema che già gli antichi filosofi
avevano
tentato di risolvere; e tra gli altri Evemero del
e cercarono di adattar tutto questo al concetto tradizionale che essi
avevano
delle varie divinità secondo le ragioni di somigl
ltello a falce, come Saturno; e le feste in onor di Crono, le Cronie,
avevano
qualche analogia col Saturnali. Identificato quin
n altre, si favoleggiava abitassero sull’ Olimpo, donde già i Cronidi
avevano
sostenuto la lotta contro i Titani; e l’ Olimpo c
gli Dei fabbricati da Efesto. Gli Dei minori poi erano innumerevoli e
avevano
sede parte nell’ Olimpo parte in terra, in mare e
to figlio Apollo. 3. L’ alto concetto che della suprema loro divinità
avevano
gli antichi, non impedi che si diffondessero e mo
a lei dedicati sorgevano sull’ Aventino e sul Celio; presso il primo
avevano
il locale per le adunanze loro i poeti; il second
ni di lire. Nelle vicinanze di Delfo, al terzo anno di ogni Olimpiade
avevano
luogo i giochi Pizii. — Non meno celebre pel cult
di Febo-Apollo e di Leto (Latona); e a Delo, come a Delfo e altrove,
avevano
templi in comune. Come dea della libera natura, e
i disse, le porte, i passaggi, gli archi della città. Segnatamente si
avevano
per sacri a Giano quegli archi che erano nelle vi
no quegli archi che erano nelle vie o nei crocicchi più frequentati e
avevano
due o più porte. Questi erano sempre adorni colla
a stata un’ invenzione degli artisti romani; anzi i Greci in più casi
avevano
ricorso a una simile immagine, per es., nelle dop
lmente loro molto cara e oggetto di ferventissimo culto. Già i Sabini
avevano
una divinità Vacuna, che doveva essere affine all
e quei di Naupatto, per riportata vittoria, come l’ iscrizione dice,
avevano
fatto eseguire da Peonio di Mende della scuola di
re a lei e a Giove una pieghiera. Anche speciali sacrifizi a Juventas
avevano
luogo in principio d’ anno. Un tempio particolare
mente a Tespia e a Pario sull’ Ellesponto. A Tespia ogni quattr’ anni
avevano
luogo feste, le Erotidie, che erano le più import
i; Tiche-Fortuna e Agato-demone,Bonus eventus. 1. Tra le Deità che
avevano
rapporto colle sorti dell’ umana vita, va ricorda
maturi come vecchi. Tutti, conforme alla natura dell’ elemento loro,
avevano
il dono di mutarsi in più guise, e per solito ave
elemento loro, avevano il dono di mutarsi in più guise, e per solito
avevano
anche la virtù della divinazione. 2. Anche per i
; sopratutto la gente di mare, commerciauti, navigatori, pescatori lo
avevano
per patrono e non intraprendevano viaggi seuza of
eggiare il raccolto fatto. È però da notare che le feste italiche non
avevano
quel carattere romoroso ed orgiastico che il cult
e l’ uomo; perciò erano tenute in grande venerazione. Come le Nereidi
avevano
il dono della divinazione ed erano amiche del can
nerato specialmente dai pastori, dai cacciatori, dai pescatori che lo
avevano
per loro protettore. Le cime delle montagne, le c
aceva un’ offerta di primizie a onor di lui. Tanto egli quanto Pomona
avevano
il proprio sacerdote o flamine. 3. Una poetica de
del Circo e ne fu affidata la sorveglianza agli edili plebei che pure
avevano
la cura dell’ annona. Le feste di Cerere, o Ceria
Danaidi, ossia le cinquanta figlie di Danao, ebe per ordine del padre
avevano
in una notte ucciso i loro mariti, erano condanna
l’ età di Pericle) nella lesche o sala di convegno, che quei di Gnido
avevano
eretto a Delfo. Riproduceva la visita di Ulisse a
on da annoverare le terribili Erinni, le dee della vendetta, le quali
avevano
il compito di perseguitare chi s’ era reso colpev
uando egli impazzisce e muore. — Senonchè, come altre Deità infernali
avevano
un doppio aspetto, uno terribile, e l’ altro più
ee circa il Sonno, la Morte e i Sogni. Però è da notare che ab antico
avevano
essi il loro Dio della morte nel così detto Orcus
uenza sulla prosperità dello Stato. Nè solo Roma ma anche altre città
avevano
i loro Dei Penati, sopratutto Lavinio la mistica
roteggevano piuttosto la casa come sede, come stanza, mentre i Penati
avevano
a cuore il nutrimento, i mezzi di vita. È a notar
fossero guarite dal vate Melampo, quegli a cui dormendo alcune serpi
avevano
leccate le orecchie, in seguito di che egli aveva
relle delle Gorgoni, Enio, Pefredo e Dino, le quali dalla nascita non
avevano
avuto che un occhio e un dente in comune, di cui
Era allora re d’ Etiopia un tal Cefeo, e Cassiepea era la sua moglie;
avevano
una figliuola assai bella, di nome Andromeda. Ora
Il re cretese Minosse, indispettito perchè gli Ateniesi e i Megaresi
avevano
a tradimento ucciso suo figlio Androgeo, o, secon
tradimento ucciso suo figlio Androgeo, o, secondo altra leggenda, lo
avevano
mandato contro il terribile toro di Maratona e n’
igine lidia, poi intrecciata nei racconti greci; giacchè anche i Lidi
avevano
un loro eroe, solare, di nome Sandone che venerav
oco dopo la sua nascita, le Moire erano apparse alla madre Altea e l’
avevano
avvisata che il figlio suo sarebbe vissuto sol ta
toni per inseguire il suo prediletto Ila (Hylas) che le ninfe fontane
avevano
rapito. In tutto gli Argonauti si facevano salire
rima all’ isola di Lenno, ove stettero alcun tempo colle Lenniesi che
avevano
tutte ucciso i loro infedeli mariti; di là per l’
che di là, insieme col figli di Frisso che nel ritorno dalla Colchide
avevano
naufragato a quell’ isola, giunsero nella sospira
ne dei più ragguardevoli principi greci, perchè Tindareo ai tanti che
avevano
chiesto la mano della bella Elena aveva fatto giu
celebre contesa tra Achille e Agamennone. Passando a Crise, gli Achei
avevano
fatta schiava la figlia di Crise, sacerdote d’ Ap
su per monti curando le loro grosse greggi; eran detti Ciclopi perchè
avevano
un occhio solo in mezzo alla fronte, e conforme a
udici di diritto e di fatto, da lui indipendenti, nelle loro sentenze
avevano
assegnate ai dannati. Era inoltre al pari degli a
l frasario poetico degl’Italiani. Asserivano i mitologi che le Parche
avevano
l’ufficio di determinare la sorte degli uomini da
apissero che egli intendeva di parlare di Làchesi. Infatti i mitologi
avevano
assegnato a ciascuna delle Parche uno speciale uf
o, ma pur anco a spaventare e perseguitare in vita gli scellerati che
avevano
commesso i più gravi e nefandi misfatti. In tal m
l’Inferno dei Cristiani non conservasse loro il grado di divinità che
avevano
in quello dei Pagani. Infatti le ridusse presso a
dell’antica loro disciplina aveano ammesso il culto degli avi, ma non
avevano
pubblicamente deificato nè gli Scipioni, nè i Cam
di Velleda, deificate dalla superstizione de’Germani, più d’una volta
avevano
spaventato la fortuna di Roma. Il politeismo era
che faceano sorridere di compassione il paganesimo romano. Gli Egizj
avevano
sotto ogni guisa di simboli raffigurate le loro d
ator Severo, essendo perseguitati i Cristiani per lo solo odio in che
avevano
i Gentili il nome cristiano, Tertulliano Cecilio
padroni, partecipavano degli stessi piaceri e della stessa vergogna,
avevano
una medesima religione ; e questa religione passi
rra : ora aggiungiamo che anche due altre Dee, cioè Cibele e Tellùre,
avevano
la stessa rappresentanza. — Eran forse uguali e c
omunemente questo nome di Galli ; e poichè facevano vita comune e non
avevano
moglie, somigliavano in questo i monaci o frati.
opere filosofiche aggiunge un’altra notabile rassomiglianza, che essi
avevano
coi nostri frati mendicanti, perchè asserisce che
gran rilievo, a fine di prevederne l’esito. Le risposte degli auguri
avevano
quattro sorgenti primarie : 1° i fenomeni celesti
regiudizi che stabilire una verità ! V. Feciali, sacerdoti romani che
avevano
ufficj analoghi a quelli dei nostri araldi di gue
egli animali. X. Lustrazioni, cerimonie sacre unite ai sacrifizj ; ed
avevano
per iscopo di purificare i campi, gli eserciti, i
etto affinchè le elabori e le faccia fruttificare. Perciò gli Antichi
avevano
in proverbio che tanto sappiamo quanto teniamo a
scïenza « Senza lo ritenere, avere inteso. » Le Muse erano nove, ed
avevano
questi nomi : Calliope, Polinnia, Erato, Clio, Ta
mano qualche stromento matematico. Oltre i preaccennati nomi proprii,
avevano
le Muse anche degli appellativi comuni a tutte lo
e quel che ne dicono i poeti greci e i latini, che cioè questi mostri
avevano
l’istinto di rapire i cibi dalle mense e di conta
mi, le fecero inseguire per aria da Calai e Zete, figli di Borea, che
avevano
le ali come il loro padre ; i quali le respinsero
cercasse, non lo trovò più ; e fu detto dai poeti che le Ninfe Naiadi
avevano
rapito il giovinetto Ila ; il che in prosa signif
primo luogo delle opinioni che sulla formazione degli Dei e del mondo
avevano
le diverse idolatre nazioni; poiché la notizia di
tutte le famiglie degli animali onde è popolata la terra. Quelle che
avevano
ricevuto maggior grado di calore divennero volati
cevuto maggior grado di calore divennero volatili; quelle che in loro
avevano
più terra, furono rettili ed animali terrestri; q
iove. Avea l’accorto vecchio consultati gli oracoli, che predetto gli
avevano
che uno dei suoi figli gli avrebbe tolto l’impero
mi, i destrieri e (oh barbarie:) gli uomini stessi, che fatti schiavi
avevano
le vicende instabili della guerra. I più stretti
rio presso la porta Carmentale. Solenne il rispetto che gli antichi
avevano
per gli altari, onde nè lume profano poteva accen
laci erbe non deludesse la speranza della messe. I sacrifizj statuiti
avevano
luogo in tutti i mesi. Quelli di Giano, di Giunon
orribile espiazione: ferivano i Sardi il tremulo collo dei vecchi che
avevano
oltrepassati i settant’anni; da alcuni gli ospiti
idevano i campi, che volontarj producevano tutti i frutti. Veleno non
avevano
i serpenti, nè avidità di sangue i lupi; il mare
rmodonte per sacrificare a Diana Efesina nel di lei tempio, del quale
avevano
cognizione; e ciò perchè qualche tempo prima disf
nte nelle antichità dell’ Egitto, e il nome di (grec), o lunette, che
avevano
presso i Greci simili nimbi, è un’ altra probabil
tal congettura, tanto piiì che l’attitudine minacciosa, all’idea che
avevano
di Minerva i Gentili ed ai nomi che le dierono be
fa conoscere questa dea piuttosto che Giunone, della quale gli occhi
avevano
un’ aria di maestà e di grandezza. Si crede di tr
mariti, che, per così dire, vi si obbli gavano nella scritta, quando
avevano
ricevuti in dote tre talenti, che equivalgono a q
ne prendono motivo dal nome di Eumolpidi, che i sacerdoti dei Misteri
avevano
in Atene. Mal si rintraccia chi fosse quest’ Eumo
si celebravano in Eleusi, i secondi in Agrea nell’Attica. I maggiori
avevano
luogo nel mese di (grec)Agosto; i minori nel Genn
endo le pelli di vittime immolate a Giove sotto i piedi di quelli che
avevano
dei sacrilegi commessi. D’uopo vi era ancora di c
imedio agl’impeti di amore il liquore della cicuta. Oltre l’Jerofante
avevano
la loro parte in questi misteri il daduco, il ban
o veste, afi’erma che tal nome loro fosse dato per la somiglianza che
avevano
colla Terra, reputata lo stesso che Vesta. Questa
elo e della Terra, simili agli altri immortali, se non che eglino non
avevano
che un occhio tondo e posto in mezzo della fronte
erza specie, di cui la memoria si era conservata nell’Argolide, e che
avevano
tempio e sacrifizii a Corinto. Questi sono i Cicl
antichi a consacrare questa isola al dio del fuoco. I suoi sacerdoti
avevano
la reputazione di guarire le morsicature dei serp
rioso, e sinonimo di demonio, d’incantatore. I Telchini con tutto ciò
avevano
partigiani, che consideravano queste imputazioni
inor vanto aveva la loro abilità nella metallurgia: èglino (era fama)
avevano
fabbricata la falce di cui Rea armò Saturno, e il
rrieri, di poeti, e d’uomini celebri nel l’istoria e nella religione,
avevano
nell’antichità un effetto che più non sussiste. A
che avverranno un giorno, Pausania ci ragiona di alcuni templi, che
avevano
nella Grecia: i Lacedemoni ne avevano eretto uno
i ragiona di alcuni templi, che avevano nella Grecia: i Lacedemoni ne
avevano
eretto uno in una loro città vicino al sepolcro d
altare consacrato a Giove conduttore delle Parche, vicino al quale ne
avevano
un altro queste dee. In una statua di Teocosmo, n
giare la Fortuna Smirnea di questo attributo: altri, prima di lui, le
avevano
collocato in braccio Pluto bambino. « Anche di un
o, allude alla Commedia, con la cetra allegorica dei conviti, i quali
avevano
presso i Greci lo stesso nome colla nostra Musa,
Svezia. Il rincontro dei monumenti è una prova della stima in cui si
avevano
anticamente gli originali di queste figure delle
del Sole era riflessa dalle acque del Gange; i raggi di quest’ astro
avevano
scacciate le ombre dalla terra quando una pioggia
mpo. Aveva accanto il giovine Imeneo suo compagno di giuochi: ambidue
avevano
scommesso trastulli fanciulleschi onde fossero pr
ste col ferro in cima tondo e grosso fossero, per la similitudine che
avevano
coi tirsi, chiamate aste tirssi; e forse furono d
la spedizione degli Argonauti, quando raccontammo che Calai e Zete ne
avevano
liberato Fineo. Ma sembra che la fatica d’Ercole,
n repubblica, troviamo ora un regno tutto di donne, le quali non solo
avevano
ucciso tutti li maschi loro, come fecero quelle,
; cavalli dalle estremità dei piedi sino al collo ; invece del quale
avevano
il petto, le braccia e la testa di uomo. Così rap
ica. Ebbero poi a sostenere un duello coi pretendenti delle spose che
avevano
scelte. Eran queste due sorelle chiamate Febèa ed
a vassi per veder le vostre pene. » Se gli Dei stessi del Paganesimo
avevano
difetti e vizii, come abbiamo notato più volte, n
rzi si diressero contro Troia. Trovarono forse degli ostacoli che non
avevano
preveduti : la mancanza di provvisioni li costrin
er la stanchezza delle precedenti battaglie e per le gravi ferite che
avevano
tocche i più dei capitani di ambe le parti, vi fo
nch’esse ispirate dallo stesso Dio e di dar veridici responsi, poichè
avevano
imparato anch’esse quel gergo amfibologico che po
tina seguente fu osservato che le punte del parafulmine del telegrafo
avevano
perduto la doratura, e che v’ erano dei segni a z
liberò la vacca. Giunone non potendo risuscitarlo (tanta potenza non
avevano
gli Dei pagani), si contentò di trasformarlo in p
elescopico scoperto da Hind il 13 agosto 1847. Gli astronomi però non
avevano
trascurato di rendere onore alla regina degli Dei
, seguaci di Manete ; ma dove gli antichi pel domma dei due principii
avevano
fabbricate diverse favole poetiche sulle creazion
ati i Genii femmine, che spingevano al bene o al male le femmine ; ma
avevano
il particolar nome di Junones. 277. La voce diab
rittori ecclesiastici si affatichino a citare centinaia di autori che
avevano
scritto contro gli Oracoli, per noi non è necessa
x eo ipso appellata sunt, quod inest in his deorum oratio. » In greco
avevano
due o tre termini che non furono adottati nella l
arini Mitologici e Poetici Distingueremo subito i mostri marini che
avevano
in parte figura umana da quelli che erano soltant
vano averle non solo i più antichi mitologi greci e latini, ma non le
avevano
neppure i poeti classici e i dotti del secolo di
XXV Bacco I mitologi greci
avevano
una fantasia inesauribile per inventar cose stran
itirambo202) del Redi, intitolato Bacco in Toscana. Anche le Baccanti
avevano
altri nomi, cioè di Menadi, Tiadi, Bassaridi ; il
Vesta, Minerva, Venere, e Diana.(1) Gli altri otto poi, che luogo non
avevano
a tal consiglio, chiamavansi ordinariamente Dei s
ate tutte le divinizzate virtù, Cic. lib. 2 de Nat. Deor. che formate
avevano
i grandi Eroi, come la Prudenza ecc. come ancora
corpi, giusta la dottrina della Metempsicosi, le anime, che compiute
avevano
negl’Elisii campi il prefisso lor tempo, come cel
igliuole dello Oceano, non che di venti altre verginelle, che la cura
avevano
del suo campestre equipaggio ; quali tutte affinc
avvenir dovea, come appunto stava quivi descritto ? Vero è che i Dei
avevano
la facoltà di leggere in quel libro gl’eventi ; m
a, che tutte le premure dell’afflitta Genitrice altro in tutto non le
avevano
potuto impetrare, che una dimezzata libertà, come
rando cellegio delle vergini dette Vestali dal nome della Dea, di cui
avevano
la cura, che che altri si dicano, fù istituito, c
voli insegne. Chi fù Minerva. (1). Sulle oscure, e confuse idee, che
avevano
i gentili della generazione del Verbo Eterno dal
irlo. Si dovevano primieramente rendere mansueti due feroci toti, che
avevano
i piedi di bronzo ; e mandavano fuoco dalla bocca
ie d’un eroe, di nome Stinfalo ; e ch’ Ercole ciò fece, perchè élleno
avevano
negato l’ospizio a lui, mentre lo avevano accorda
ole ciò fece, perchè élleno avevano negato l’ospizio a lui, mentre lo
avevano
accordato ad altri(b). Minos, re di Creta, avea s
e assalito da un infinito numero di Pigmei, sudditi di Anteo, i quali
avevano
due soli piedi di altezza, ed erano sempre in gue
de’ di lui compagni(c). Albione e Borgione erano due giganti, i quali
avevano
tratta la loro origine da Nettuno. Ercole dovette
Sparta celebrava ad onore d’Ercole certe Feste, dette Ergazie, perchè
avevano
relazione colle di lui azioni, dette in greco erg
li altri giovani, mandati in Creta per essere divorati dal Minotauro,
avevano
fatto voto d’andarsene a visitare il tempio d’Apo
to a’ Trojani, minacciò d’uccidere que’ Capitani dell’ armata, che lo
avevano
in vece dato ad Ulisse ; ma Ajace il dì seguente
I Romani pure eressero alla Vittoria un tempio durante la guerra, che
avevano
co’Sanniti sotto il Consolato di L. Postumio e di
foresta, mentre i cani di Cìanippo inseguivano un cervo. Quelli, che
avevano
perduto la traccia della fieta, incontrarono Leus
nuocesse, gli si sacrificavano il cane e la pecora. Gli Spartani gli
avevano
eretto un tempio appresso il tribunale degli Efor
veasi eseguire per determinazione dello stesso padre, Atamante. Ve lo
avevano
indotto ; dìcono essi, le artifiziose petsuasioni
. Iliad. l. 2. (4). I Mirmidoni erano popoli della Ftiotide, i quali
avevano
avuno origine nell’Isola Egina. L’odio di Giunone
lo, e questo senza reistenza riprese tosto il cammino(a). Gli Oracoli
avevano
altresì dichiarato, che Cibele fosse ricevuta in
samente vedremo altrove ; e Apollo per vendetta uccise i Ciclopi, che
avevano
fabbricato i fulmini a Giove. Questi pertanto esi
parole del servo, e manifestarono a tutti l’accaduto(a). Certi Argivi
avevano
lasciato divorare da’cani un figliuolo, che Apoll
Matrone Romane, durante l’assedio del Campidoglio fatto da’ Galli, si
avevano
reciso i capelli per formarne delle corde ad uso
ne intese, che le giovani Romane erano minacciate di castigo, perchè
avevano
abbandonata la virtù. A tale risposta il Senato o
e, perchè era la protettrice de’viaggiatori per mare. Que’di Cnido le
avevano
alzato un tempio sotto questo nome. Un altro ne a
. Nettuno per vendicarsi d’Inaco e degli iltritra gli Argivi, i quali
avevano
giudicato, che il paese d’Argo appartenesse a Giu
, se prima non si faceva qualche sacrifizio al Nume(16). I Romani gli
avevano
consecrato tutto il mese di Febbrajo, affinchè eg
e’fulmini, o di altra plaga, le Comete, l’ecclissi, e i venti altresì
avevano
un’apposita spiegazione. La classe degl’Indovini,
ti, ossia a’ colli la Dea Collatina(a). Le valli parimenti e i boschi
avevano
le loro Ninfe, dette Napee(b), o Driadi(c). Dea d
consecrati(c). Le Furie in Corina, città dell’ Acaja nel Peloponneso,
avevano
un tempio sì fatale a chiunque trovavasi reo di q
nè le donne vi partorivano(b). Si sa inoltre, che i Persiani, ì quali
avevano
devastato tutte le Isole della Grecia, giunti con
e di tutti gli Dei per ringraziarli dell’abbondante raccolta, che gli
avevano
concesso. Offerì egli pure le primizie delle mess
Ciclopi, Sterope, ed Arge, così detti dal solo occhio circolare, che
avevano
in mezzo alla fronte, poi Coito, Gige, e Briareo,
lo, che prese a farne vendetta col saettare i Ciclopi, che fabbricati
avevano
i fulmini a Giove., venne esigliato dal cielo. Eb
avere peloso il mento ed’ il petto, laddove i Fauni l’ uno e l’ altro
avevano
senza peli. Priapo, figlio di Bacco e Venere, era
altri comuni a’ Romani ed a’ Greci, alcuni altri i Romani adottati ne
avevano
pur da altre nazioni, e siugolarmente dagli Egizi
bitata da sole donne: perocchè esse, onde vivere in lor balìa, uccisi
avevano
tutti gli uomini. La regina Issipile però la qual
scurità, l’assenza della Luce, era una Dea ; e tutti questi Dei e Dee
avevano
figli e figlie che erano altrettante Divinità ; l
randoli come componenti una sola famiglia per gl’interessi comuni che
avevano
) quando egli disse all’ Imperatore Alberto Tedesc
o che egli era stato l’ordinatore dell’Universo ; ed una volta che lo
avevano
personificato, dìssero ancora che aveva figli e c
nomi, che ai pianeti più vicini al centro del loro sistema planetario
avevano
dato il nome dei principali figli di Giove, e al
dattarvisi e non rimpiangere l’impareggiabil condizione di vita a cui
avevano
rinununziato. Il che non conferiva di certo alla
scriveva S. Agostino, cioè in più di quattro secoli, poichè i Pagani
avevano
libertà di adottare anche gli Dei stranieri, e po
e chiamarono Pandora, che in greco significa tutto dono, perchè tutti
avevano
contribuito a darle qualche particolar pregio. Gi
roia e della Troade. Vero è che lo stesso poeta aggiunge che i Penati
avevano
special culto anche nella reggia di Priamo : «
resero dalla Geografia, vale a dire adottarono quegli stessi nomi che
avevano
i diversi fiumi nei diversi paesi. Supposero che
ebbe toccata anche a lui la stessa sorte di quei miseri ospiti che lo
avevano
preceduto. Fulminò allora la reggia ; e mentre Li
ti ; e questi pure chiamarono stelle ; e solo quando si accorsero che
avevano
un movimento molto diverso da quello apparente de
lorquando per mezzo dell’agricoltura si fissarono su quei terreni che
avevano
coltivati, potè cominciare la civil società retta
no che lo adorassero, devotamente i Traci, i quali, come dice Orazio,
avevano
il barbaro costume di terminar con risse e pugne
ste gli schiavi dei Romani erano serviti a mensa dai loro padroni, ed
avevano
libertà di rimproverarli dei loro difetti36). Fac
osine. Così venne a significarsi che la Bellezza, l’Amore e le Grazie
avevano
strettissima parentela, e che le Grazie erano il
a si divertiva a far delle burle agli Dei, involando ad essi quel che
avevano
di più caro e prezioso. E perciò dicono che Mercu
mitologi quanto i poeti dissero più spropositi che parole, perchè non
avevano
veruna idea del fluido elettrico, di questa miste
na protettrice dei pomi, ossia dei frutti degli alberi. Anche i fiori
avevano
la loro Dea, e questa chiamavasi Flora ad indicar
randi fiumi. Cominciarono dunque dal divinizzare l’Oceano stesso come
avevano
divinizzato il Cielo sotto il nome di Urano, e la
ichi Romani v’era inoltre una ragione speciale riferibile all’uso che
avevano
di dividere il giorno vero, ossia il tempo della
Tartaro e le beatitudini dell’Elisio non erano eterne, e che le anime
avevano
una perpetua rotazione di passaggi alternativi da
orridezza di natura, che li circondava, e tutelati da mostri, che vi
avevano
disteso antico impero. E questi esseri benefattor
greci come un carattere eroico, per indicare coloro, che con le armi
avevano
fatto prodigii di valore. Per questo meglio può d
; e chi dopo l’uccisione del serpente Pitone. Molte statue di Apollo
avevano
il capo coronato di alloro ; e sono ovvii in esse
il quale ogni altro è inutile, cioè, il dono di piacere. Perciò esse
avevano
più che tutte le altre Dee un gran numero di ador
ipali Padri, eran menate loro a casa da certi della plebe, che di ciò
avevano
avuto commissione. Tra le quali si dice che, esse
che furon cangiate in uccelli da Cerere sdegnata con esse, perchè non
avevano
aiutata la figliuola. Or delle Sirene varie cose
▲