di Giove Ottimo Massimo; ma allorquando le idee greche penetrarono in
Roma
e si vollero trovar somiglianze e stabilire ident
Un busto ben conservato è quello che conservasi nel Museo Vaticano di
Roma
qui riprodotto (fig. 1). Nel Museo Capitolino con
oprietà prediali. Il culto di Giove si diffuse fin dai primi tempi di
Roma
, e col titolo di Giove Ottimo Massimo ebbe dai Ta
iochi e spettacoli scenici. Quando poi gli imperatori introdussero in
Roma
il culto degli Dei asiatici, altre divinità orien
i essa assisteva in tutti gli atti della vita. Anzi ciascuna donna di
Roma
si diceva aver la sua Giunone, come ogni uomo ave
o la testa sede dell’ intelletto. In onor di Minerva si celebravano a
Roma
feste in Marzo e in Giugno; duravan cinque giorni
Giustiniani trovata dove ora è la chiesa di S. Maria sopra Minerva a
Roma
e conservata nel Museo Vaticano. In tutti questi
, ma è lo stesso Apollo greco, molto per tempo accolto nel Panteon di
Roma
. Le colonie greche dell’ Italia meridionale furon
si mandava a consultare. Ad Apollo come medico si eresse un tempio in
Roma
fin dal 325/429, in occasione d’ una grave epidem
ostumi alla docile gioventù, placidi riposi alla vecchiaia, e a tutta
Roma
eterna pace e grandezza e gloria. Ricordisi Ovidi
to per la sua bellezza nei secoli seguenti e da Augusto trasportato a
Roma
dopo la vittoria di Azio per collocarlo nel nuovo
ando più tardi Diana fu confusa con Artemide, il culto di lei anche a
Roma
fu connesso con quello di Apollo, ad es., nei lud
esse lontano il cattivo tempo e i germi morbosi. Solo nella bellicosa
Roma
, Marte divenne dio guerriero, e diventò anche il
o si fosse conservato quello scudo, tanto avrebbe durato l’ impero di
Roma
. Numa, riconosciuto quello scudo come lo scudo di
ci di numero, persone appartenenti alle più ragguardevoli famiglie di
Roma
. Ogni anno nel mese di Marzo, sacro al dio Marte,
za e il Valore; Victoria, la Vittoria; Pax, la Pace, tutte onorate in
Roma
di templi e di culto. Il campo di Marte (campus M
scudo. Nella fig. 21 riproduciamo una statua del Museo di Laterano in
Roma
, la cui mano sinistra probabilmente teneva una la
arteneva la celebre statua di Ares che è nella villa Ludovisi, pure a
Roma
(fig. 22). Il Dio vi è rappresentato in atto di r
go durante il caldo mese d’ Agosto. Il santuario principale del Dio a
Roma
era il Vulcanal, non un tempio ma una specie di f
ll’ impero, e furono anche unite insieme le due grandi deità Venere e
Roma
, alle quali uno splendido tempio doppio fu eretto
tà Venere e Roma, alle quali uno splendido tempio doppio fu eretto in
Roma
da Adriano. 4. Il nascimento e la storia di una d
a nel tempio di Esculapio a Coo, ma per opera di Augusto tu portata a
Roma
e posta nel tempio di Giulio Cesare, il discenden
Ovidio nel sesto dei Fasti, dove parlando del tempio tondo di Vesta a
Roma
soggiunge: Esse diu stultus Vestae simulacra put
està. Noi riproduciamo nella fig. 30 una statua del Museo Torlonia di
Roma
, detta comunemente la Vesta del Giustiniani. Ma a
icolo, dove si diceva che Giano avesse avuto sua sede prima che fosse
Roma
. 3. Chi voglia leggere artisticamente riassunte l
a erma che si credeva opera di Scopa o di Prassitele, portò Augusto a
Roma
dall’ Egitto, per servire come immagine di Giano.
Mars, formando una triade che si riteneva protettrice dello stato di
Roma
. Numa assegnò a questo Dio un sacerdote speciale,
e. — Più tardi Quirino venne a confondersi con Romolo, il primo re di
Roma
divinizzato, e ne nacque così il dio Romulus Quir
ine la doppia popolazione, venne in seguito a indicare i cittadini di
Roma
senza distinzione. B. Divinità secondarie del
fu, nel 293 av. C., costrutto il primo orologio a sole. Si credeva in
Roma
come in Grecia, che il Sole rivelasse i segreti,
del nascimento, e la sua festa chiamavasi Matralia, ed aveva luogo in
Roma
l’ 11 Giugno. Era però anche considerata come dea
esaro nell’ Umbria (od. Marche). Servio Tullio ne eresse anche uno in
Roma
nel Foro Boario, tempio che Camillo ricostrui dop
egli oracoli, dei Fauni, dei vati. Allorchè la greca mitologia invase
Roma
, colle antiche Camene si identificarono le Muse,
, 28 spiega: colei che vince e s’ impadronisce) venerata nell’ antica
Roma
; sicchè il culto greco della Vittoria trovò in oc
lle statue di tutta l’ antichità. L’ imperatore Nerone la portò poi a
Roma
, dove perì in un incendio, sotto Tito. L’ arte po
ea ( Cic. De Nat. Deorum 3, 47). Quando le idee greche penetrarono in
Roma
, anche la parola Ilithyia venne adottata come epi
paesi vicini, ma anche a Cirene, a Pergamo, e, come vedremo, anche a
Roma
. Presso i santuari di Asclepio generalmente erano
ttrice del benessere fisico. — Il culto di Esculapio si introdusse in
Roma
l’ anno 463 di R. (291 av. C.) in occasione di un
uto dietro ai legati romani e salito sulla nave che doveva portario a
Roma
. Ivi poi sbarcato scelse sua sede nell’ isola Tib
delle Metamorfosi Ovidiane, ove si racconta la venuta di Esculapio a
Roma
. Bella ed evidente la pittura ch’ egli fa del Dio
oggetto di pubblica venerazione. Fondatore del culto della Fortuna in
Roma
si crede sia stato Servio Tullio, quel re che era
la di Dio dei cavalli e delle corse. E difatti l’ unico tempio che in
Roma
era eretto a Nettuno, trovavasi presso il Circo F
i. Nella fig. 52 si riproduce il Posidone che è nel Museo Laterano di
Roma
; corrisponde al tipo che prevalse nei tempi più r
e aveva bisogno di loro. 2. Allorquando la mitologia greca penetro in
Roma
, volendosi con qualche Dio italico identificare I
e avrebbero voluto strapparle il fanciullo; ma essa sarebbe fuggita a
Roma
dove Ercole la aiutò e Carmentis le offrì ospital
tò e Carmentis le offrì ospitalità; ond’ ella poi non si mosse più da
Roma
. 3. La favola d’ Ino molto piacque ai poeti per l
ata insieme cogli Dei inferi. Un tempio alla madre Terra fu eretto in
Roma
485/268 dal console P. Sempronio, e sorgeva sulla
ra. Una bellissima statua sedente, colla scritta Tellus, fu trovata a
Roma
nel 1872. II. Rea-Cibele o la Gran Madre. 1
trove. 2. Al tempo della seconda guerra punica fu introdotto anche in
Roma
il culto della Gran Madre. Per consiglio dei libr
teoritica da secoli conservata nel tempio di Pessinunte. Fu portata a
Roma
ove giunse nell’ aprile dell’ anno 550/204 e venn
volte fu distrutto e ricostruito, tra gli altri da Augusto. Anche in
Roma
i sacerdoti di Cibele, detti Cureti, o Coribanti
le più. note è quella che si riferisce all’ introduzione del culto in
Roma
(fig. 54). In Vaticano v’ è una statua che rappre
rappresenta Cibele in trono, e un’ altra è nella villa Pamfili presso
Roma
rappresentante la Dea seduta su un leone. Il tamb
i al culto delle Ninfe. Col tempo se ne eressero anche nelle città, e
Roma
stessa ne ebbe. Alle Ninfe si offerivano in sacri
originale greco; ricordiamo il Fauno danzante della Villa Borghese a
Roma
, ricordiamo un Satiro in bronzo del Museo di Napo
tante e antica, erano i Lupercalia, che celebravansi il 15 Febbraio a
Roma
. Il santuario di Faunus Lupercus era in una grott
, nelle isole dell’ Egeo e in Grecia, di là passò anche in Italia e a
Roma
. Priapo era detto figlio di Dioniso e di Afrodite
si faceva dipendere da lui. Allorquando le idee greche penetrarono in
Roma
, Saturno venne identificato con Crono e allora so
l 19 Dicembre. In quei giorni una sfrenata allegria dominava in tutta
Roma
, ricordo dell’ aurea felicità goduta sotto Saturn
dicevasi fatta sposa a Vertunno. 2. Una statua sacra a Vertunno era a
Roma
nel vicus Tuscus, via molto frequentata tra il Fo
anche dalle donne che speravano diventar madri. — Due templi erano a
Roma
dedicati a Flora, uno sul Quirinale forse di orig
eo Nazionale di Napoli, la quale proviene dalle terme di Caracalla in
Roma
(fig. 69). d) Pale. 1. Antica Dea (secondo
ù di pastori latini, i quali formarono il primo nucleo della città di
Roma
. A Pale innalzavano le loro preci i pastori perch
lia. Questo giorno si riteneva anche anniversario della fondazione di
Roma
. Le Palilie erano feste campestri e consistevano
il culto greco. Così le leggende relative a Demetra furon ripetute a
Roma
, e il ratto di Proserpina (tale suonò il nome di
sedente con il Can Cerbero a lato, che trovasi nella Villa Borghese a
Roma
. Gli si poneva in mano anche lo scettro e una cor
e l’ enumerazione e l’ illustrazione degli Dei antichi di Grecia e di
Roma
rimane che si parli di alcune Divinità minori, ve
accennato (p. 111) al tempio di Vesta come al focolare sacro di tutta
Roma
; or s’ oggiunga che nel punto più riposto del tem
a tali Dei una grande influenza sulla prosperità dello Stato. Nè solo
Roma
ma anche altre città avevano i loro Dei Penati, s
avevano i loro Dei Penati, sopratutto Lavinio la mistica metropoli di
Roma
ove i consoli, i pretori, i dittatori di Roma, en
la mistica metropoli di Roma ove i consoli, i pretori, i dittatori di
Roma
, entrando in carica, venivano a far un solenne sa
i e a Vesta. 2. Dionigi d’ Alicarnasso , grande storico delle cose di
Roma
, assicura di aver visto in un antico tempio una r
in bronzo. La fig. 71, raffigurante una statuetta di bronzo trovata a
Roma
, può darcene chiara idea. 4. Oltre i Lari dome
o già defunte o ancor viventi; così Romolo e Remo divennero i Lari di
Roma
, e vivente ancora Augusto, il suo genio fu detto
na, e nell’ altro quelle dei più celebri poeti ed eroi di Grecia e di
Roma
, come Virgilio, Cicerone, Achille, ecc. Part
zioni figurate di questo mito; in un sarcofago del Museo Capitolino a
Roma
è rappresentata in rilievo l’ officina di Efesto
tempo d’ Augusto venne in possesso di Asinio Pollione che lo portò a
Roma
. Trovato nel 1547 nelle terme di Caracalla e coll
a o scoltura. La fig. 77 riproduce un bel rilievo del palazzo Spada a
Roma
intorno a questo soggetto. Il cane contraddisting
i conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze. Son copie fatte a
Roma
di sculture classiche greche, forse di Prassitele
a parte nelle opere letterarie ed artistiche dell’ antica Grecia e di
Roma
. Un lungo racconto si legge già nel sesto dell’ I
, che si riproduce nella fig. 83, proveniento dal palazzo Rondanini a
Roma
. V. Laconia e Messenia. I Dioscuri. 1.
la loro protezione e immagini loro trovavansi anche ad Olimpia. Anche
Roma
eresse nel Foro un tempio ai Dioscuri, del quale
tto semi-ovale sormontato da una stella. I colossi di Monte Cavallo a
Roma
, sono tra le più celebri statue antiche di Dioscu
eo di Berlino. Anche ricorderemo un bel rilievo della villa Albani in
Roma
, figurante Teseo nel momento che trae fuori ili s
alia era ampliata in tal senso. Si favoleggiava adunque che, venuto a
Roma
, Ercole aveva trovato ivi stanziato sul Palatino
santuario della città di Alizia in Acarnania, più tardi trasportato a
Roma
. — Tra le statue di Ercole ancora esistenti, ha i
Laocoonte. Fu trovato nel 1506 in una vigna presso le terme di Tito a
Roma
, e da papa Giulio II acquistato per il museo Vati
menzioniamo l’ ammirato gruppo denominato « Pasquino » che trovasi a
Roma
su un crocicchio di strade all’ angolo del palazz
ultimo riproduciamo alla fig. 90 un noto gruppo del Museo Ludovisi di
Roma
rappresentante una giovine donna colla chioma tag
dei re Albani discesi in linea retta da Enea, nacque il fondatore di
Roma
a cui si attribuì per padre il Dio Marte. Dal che
e Divinità adorate allora nel Lazio e nel territorio stesso ove sorse
Roma
esser dovevano per la massima parte quelle stesse
del Dio Luperco, vale a dire del Dio Pane. Si continuarono inoltre in
Roma
sino agli ultimi tempi dell’impero pagano le Fest
mo in più luoghi, e ci fanno sapere che l’ara consacrata ad Ercole in
Roma
chiamavasi Massima, e che suoi sacerdoti erano i
fessato da Romolo e dai suoi compagni prima di fabbricare la città di
Roma
. Quando dunque dai Mitologi si parla di Dei stran
che Divinità che i Romani conoscevano e adoravano sin dall’origine di
Roma
, ma di tutte le altre di qualsivoglia nazione del
voglia nazione delle quali era ammesso o almeno tollerato il culto in
Roma
, dopo che fu accordata la cittadinanza romana a t
formata in vacca da Giove, fu ben presto adorata ed ebbe un tempio in
Roma
, come asserisce Lucano nel lib. viii della Farsal
scoli e dei pastori18. Anticamente, e molto prima della fondazione di
Roma
, la festa di questa Dea celebravasi soltanto nell
no stesso di quella festa avesse Romolo incominciato la fondazione di
Roma
, tracciando coll’aratro la prima cinta dell’etern
21 di aprile divenne poi celebre e festeggiato solennemente anche in
Roma
come l’anniversario della fondazione di essa20, e
ottenne da esso l’impero sui fiori. Le feste Florali cominciavano in
Roma
il 28 di aprile e duravano sino a tutto il dì 1°
e di una terza parte dei beni del condannato. Il Dio Termine aveva in
Roma
una cappella a lui sacra nel tempio di Giove Capi
ll’Eneide. La moglie di Fauno chiamavasi Fauna, ed aveva un tempio in
Roma
sotto il nome di Dea Bona. 16. Una delle più cel
è in onore della Dea Pale. 3ª Romae Natalis, cioè giorno natalizio di
Roma
, ossia della sua fondazione. Anche Cicerone ramme
la sua fondazione. Anche Cicerone rammenta questo giorno natalizio di
Roma
corrispondente alle Feste Palilie : « Urbis etiam
da principio lenta e quasi impercettibile. I dogmi religiosi erano in
Roma
rafforzati dalla politica, tenuti in pregio come
ri dello Stato. Il commercio co’Greci tutto cangiò : essi recarono in
Roma
i loro sistemi di filosofia liberi e svariati ; e
rtà ne’rozzi lor versi ; Lucillo e Lucrezio si beffarono degli Dei di
Roma
, e de’ Romani che inchinavansi ai vani simulacri
utto ciò non altro era che spiritosa lizza d’ingegno. Ma i patrizj di
Roma
, sfrenati così nei loro vizj come nel loro potere
Anche i più insigni personaggi che fecero sì splendido il tramonto di
Roma
repubblicana, come a dire Cicerone, Cesare, Varro
incensi ; e la religione della classe più illuminata e più potente di
Roma
non era altro che un brutale epicureismo. Ciceron
ei anche i più scellerati mostri che sedettero sul trono imperiale di
Roma
. Quindi i Romani, che nella severità dell’antica
stizione de’Germani, più d’una volta avevano spaventato la fortuna di
Roma
. Il politeismo era ancora in fiore, più che altro
ta a combattere il fanatismo religioso. Questi Giudei, sì spregiati a
Roma
e nel resto dell’impero, merciajuoli, mercadanti,
o d’un solo Dio. Il tempio fu consunto dalle fiamme ; Tito, tornato a
Roma
, si fece portare dinanzi nel suo trionfo i vasi s
; anzi ella vide in questo esterminio una prova della sua verità ; e
Roma
, dopo aver distrutto una nazione stanziata in un
ti al dire di Varrone erano quelli, che da’ Sabini si trasferirono in
Roma
, e a’ quali il re Tazio eresse dei tempj(b). Altr
considerato come il Tempo(c) (20). Questo Nume ebbe nella Grecia e in
Roma
tempj e culto singolarissimo. Orribili furono i s
asferì il culto in Italia(f). Numa Pompilio fu il primo ad alzarle in
Roma
un tempio(g), e comandò che in quello dovesse sem
il Palladio(b) (5). Ne’ sacrifizj, che si facevano alla Dea Vesta in
Roma
, conveniva usare l’ acqua della fontana, in cui f
li o Ordicidie. Al tempo delle Vestalie s’imbandivano da per tutto in
Roma
conviti dinanzi alle porte ; si spedivano cibi al
Gli Oracoli avevano altresì dichiarato, che Cibele fosse ricevuta in
Roma
dal più onesto cittadino. Tale fu riputato Scipio
opria casa, tinchè le si eresse un tempio(b). In memoria di tutto ciò
Roma
adottò le Feste, solite a celebrarsi nella Frigia
ta Capena(d). Le Feste Ilarie si celebravano col conduire in giro per
Roma
la statua della Dea. Cessava allora ogni lutto e
ereali (b), e sotto tal nome vennero introdotte da C. Memmio Edile in
Roma
. Quivi si estendevano a otto giorni, e parimenti
uo Nume. Non poteva nè andare a cavallo, nè dormire la notte fuori di
Roma
, nè rimirare un esercito disposto in battaglia, n
; e i Galli, disperando della vittoria, li liberatono dall’ assedio.
Roma
quindi eresse a Giove un’ara nel Campidoglio, e d
siccità se ne implorava la pioggia (c). Sotto questo titolo aveva in
Roma
un altare nel tempio del Campidoglio, Narrasi, ch
in tale occasione si faceva anche girare da’ sacerdoti per le vie di
Roma
con grande pompa la sacra Pietra, detta Manale, l
di siffatta violenza, portarono tosto le armi contro gli abitatori di
Roma
. Romolo li rispinse, uccise Acrone, re de’ Cenine
i Divinità (a) (26). Tarquinio il Superbo eresse a Giove un tempio in
Roma
sotto il nome di Giove Sponsore (b). Come tale pr
ne d’un ospite era il più orrendo misfatto (e). L’ospitalità anche in
Roma
durante la solennità de’Lettisterni esercitavasi
n tempio famoso in Lanuvio, città d’ Italia nel Lazio, e due altri in
Roma
, uno de’ quali si fabbricò da C. Cornelio. Dicono
io Livio, Dittatore de’ Fidenatì, il quale, accampatosi alle porte di
Roma
, ricercò al Senato le madri di famiglia, e Ie fig
di porpora. Questa processione, dopo essersi fermata nella piazza di
Roma
, ove le predette giovani ballarono, continuò sino
de’ tori allora immolati. Tali Giuochi sempre si celebravano fuori di
Roma
nel Circo Flaminio, onde gli Dei Infernali, che s
i si colebravano ogni tre anni solamente in Azio, egli ne trasferì in
Roma
la celebrazione, la quale si faceva di cinque in
feo(52). Sulla montagna, la quale chiamavasi Soratte, poco lontana da
Roma
, v’avea un tempio dedicato ad Apollo, in cui le f
mo. Al medesimo atto religioso vi presiedeva Levana, e questa avea in
Roma
altari e sacrifizj (f). Ecate finalmente, conside
di Libitina(12), e si risguardò come la Dea preside a’ funerali(13).
Roma
le inalzò un tempio, adorno di colonne, e di stat
tro di Libitina. Per mezzo di questo si sapeva il numero de’ morti in
Roma
ogni anno (a). In onore di Libitina finalmente og
dal sangue sparso, e innalzarono a Venere un tempio poco distante da
Roma
in un luogo paludoso, ove gli uni e gli altri si
ne di Anosia, empia (e). Sotto il nome di Libentina ebbe un tempio in
Roma
, in cui le giovani nubili consecravano i divertim
va, ossia senza capelli. Sotto questa denominazione ebbe due tempj in
Roma
. Il primo le fu consecrato per ricordare, che le
oglie di Fulvio Flacco, come quella, ch’era la donna la più pudica di
Roma
(f). Venere Verticordia al tempo di Marcello ebbe
’suoi sacrifizj, li trascurò, e prese a proteggere Atene(a). Anche in
Roma
conseguì grandi onori e moltissimi tempj(b). Ques
latino gradior, camminare, per darlo a divedere in atto di marciare.
Roma
sotto questo titolo gli eresse un tempio nella vi
rio non fuvi luogo, in cui questo Nume siasi tanto onorato, quanto in
Roma
, perchè questa lo risguardava come il padre di Re
di quella di Marte (a). Un altro tempio, pellaro Reggia, ebbe pure in
Roma
. Ivi gli s’immolava un cavallo, di cui la giovent
l Nume, alta sessanta cinque piedi. Vulcano ebbe molti tempj anche in
Roma
. Se ne ricorda uno, fabbricato al tempo di Romolo
l fuoco e quello della guerra non dovessero starsene entro le mura di
Roma
, affinchè l’uno non vi cagionasse incendj, l’altr
a tra quegli otto, che alle dodici Divinità maggiori si aggiunsero in
Roma
. Quivi egli ebbe un tempio di dodici porte, le qu
osì in ispeziale modo si onorava la fonte, la quale avea un tempio in
Roma
presso la porta Capena, per cui anche la stessa P
terpretare i medesimi libri, i quali erano una spezie di Oracolo, cui
Roma
spesso consultava(a). Era stabilita la pena di mo
vi anche altti ministri, detti Pedotribi (e). Il Circo si fabbricò in
Roma
da Tarquinio Prisco tra’ monti, Aventino e Palati
n memoria del qual fatto la Porta, per cui que’cavalli rientrarono in
Roma
, si chiamò Ratumena (f). Al tempo de medesimi Giu
. Jacob. Hofman. Lex. Univ. (c). Pitise. (22). Il Dio Termine in
Roma
fino dal tempo di Numa Pompilio fu riconosciuto c
(i). Anche que’di Corinto le innalzarono un tempio (l). Finalmente in
Roma
fino da’ tempi di Servio Tullio era venerata nel
he detto Sanco o Sango (f) o Sancto (g) o Semipadre (h). Egli ebbe in
Roma
sul monte Quirinale un tempio, che fu fabbricato
ne d’un ospite era il più orrendo misfatto (e). L’ospitalità anche in
Roma
durante la solennità de’Lettisterni esercitavasi
i, ciò aveasi per tristo augurio. Finalmente le Aquile ricevettero in
Roma
libazioni, e vennero onorate di aromi, e coronate
. Calep. Diction. Octoling. (12). Le Feste Vinali si celebravano in
Roma
sulfine di Aprile, e alla metà d’Agosto(b). Le pr
ottenuto dal loro Avo, Numitore, la facoltà di fabbricare la città di
Roma
sul monte Palatino V’è finalmente chi asserisce,
e Ilitia fosse Diana (e) ; altri Giunone medesima (f). Ilitia avea in
Roma
un tempio, dove per comando di Servio Tullio, ses
da’ Greci Paraninfi, e Pronubi da’ Romani (c). Due di tali giovani in
Roma
conducevano per mano la sposa, ed un altro la pre
vi(a). Le Furie ebbero un tempio anche nella decima quarta Regione di
Roma
al di là del Tevere. (6). Le Arpie erano uccelli
Spettri narrasi, chè certi di questi comparvero nell’aria a difendere
Roma
, quando Annibale ne minacciava la totale distruzi
celebravano sul monte Elicona a loro onore una festa musicale ; e che
Roma
avea eretto ad esse tre tempj(b). (e). Orph. H
to nutrivano la chioma, e le femmine la recidevano(c). Le medesime in
Roma
la lasciavano sparsa sulle spalle, e gli uomini l
endevano altresì i capelli tagliati del morto(a). La pompa funebre in
Roma
sempre seguiva di notte, e nella Grecia prima del
figlie scoperte, e co’capegli scapigliati(e). Le donne in Grecia e in
Roma
deponevano ogni ornamento, e assurnevano vesti lu
perpetue, perchè non si estinguevano mai(e). I luoghi de’ sepolcri in
Roma
altri erano privati, altri pubblici. I privati si
ano a’poveri e a’plebei, e si chiamavano Puticuli. Erano non lungi da
Roma
fuoti della porta Esquilina. Mà perchè a motivo d
a’Romani veniva invocato, quando si erano per celebrare le nozze (b).
Roma
riconobbe altresì come presidi agli sponsali altr
nne, quando prese le sembianze di vago giovine (c). Vertunno aveva in
Roma
un tempio, in cui si celebrava una festa, chiamat
ervi piede, ne restava tosto dal Nume severamente purito(a). Anche in
Roma
aveva un tempio vicino al ponte Emilio, in un bos
e, affinchè non nuocesse. Ella aveva un tempio nella prima Regione di
Roma
(c). Anche Panda o Pantica fu da’ Romani tenuta in
li Dei irati introdussero varie sorti di tali ceremonie. Il Senato in
Roma
all’ apparire di qualche terribile prodigio consu
na(b), fu considerata come Dea eguale in potenza a Marte(c). Aveva in
Roma
un tempio, inalzato da Appio Claudio il Cieco pre
orati da tutte le Nazioni (c). Il culto di Bellona, se era celebre in
Roma
, molto più lo fu nella Cappadocia, ove questa Dea
ficavano un cane e una pecora. Fu ad esse eretto fuori della città di
Roma
un tempio per voto, fatto da T. Ostilio, quando o
oli vivessero in una perfetta innocenza, e tranquillità. A Saturno in
Roma
sacrificavasi col capo scoperto, laddove agli alt
ievolmente dei doni, che erano chiamati strene. Il tempio di Giano in
Roma
stava aperto in tempo di guerra, e chiuso in temp
erivasi nei sacrificii, era un bianco bue. Molti tempii aveva egli in
Roma
, e con varii nomi. Il più sontuoso era quello di
l principale suo culto era in Samo, e Cartagine. Sacre a lei erano in
Roma
le calende di ogni mese, e sacro particolarmente
ta Nittimene sorpresa in incesto col padre Pitteo. Sacre a Minerva in
Roma
eran le feste Quinquatrie, in cui vacavan le scuo
Numitore nel regno scacciandone Amulio. Fondarono quindi la città di
Roma
, di cui fu Romolo il primo re, e dopo avervi regn
rore e il Timore. Il suo principal culto era nella Tracia ed anche in
Roma
, ove in somma venerazione tenevasi, come padre di
ma venerazione tenevasi, come padre di Romolo. Sacre a Marte erano in
Roma
le feste Equirie istituite da Romolo, che celebra
il principal culto. Le feste Vulcanali ad onor di lui celebravansi in
Roma
il dì 23 di Agosto. Capo VIII. Di Venere, Cupi
. Il suo culto era specialmente in Epidauro; ma passò poscia anche in
Roma
nel modo seguente. I Romani afflitti dalla pestil
lo, il quale rispose, che conveniva condurre Esculapio da Epidauro in
Roma
. Gli ambasciatimi passarono quindi in Epidauro pe
nte sopra la nave dei Romani, ch’ era nel porto, e da essi condotto a
Roma
, e deposto nell’ Isola del Tevere, dopo aver libe
in uso presso i Tirreni. La custodia del fuoco sacro, era affidata in
Roma
ad un collegio di vergini dette Vestali, che nel
so con Vesta o Cibele. Le Feste palilie a lei sacre si celebravano in
Roma
ai 21 di Aprile. Dio della gregge e de’ pastori e
panico. A Pane sacrificavasi una capra; e le feste lupercali, che in
Roma
celebravansi a’ 15 di Febbraio, che si dissero al
molavasi un agnello o un capretto, e le feste Faunali celebravansi in
Roma
ai 5 di Dicembre. I Satiri, Dei Campestri seguaci
a de’ fiori fu moglie di Zefiro. Con molta lascivia si celebravano in
Roma
ai 28 di Aprile i giuochi Florali, istituiti dall
le tempio in Anzio, ed in Preneste or Palestrina, e molti ne aveva in
Roma
sotto a’ diversi nomi di Fortuna primigenia, osse
rata e Temide, che ebbe il dono de’ vaticini, a cui dedicate erano in
Roma
le ferie Carmentali, che si celebravano in Gennai
sacrificavasi il toro, il verro, e l’ ariete; e le feste Nettunali in
Roma
erano ai 23 di Luglio. Il Dio Conso, particolare
dalla quale congiunta a Marte nacque poi Romolo, e Remo, fondatori di
Roma
, di cui si è detto nella I. parte al capo VI.
cangiata in sasso. Nella guerra di Tito Tazio re dei Sabini contro di
Roma
, Terpea apre al Sabini, una porta; Venere ottiene
rsi le corna in fronte, il toscano Aruspice predice che’ entrando in’
Roma
ei ne sarebbe proclamato Re. Egli invece convocat
i invece convocato il senato ed il popolò domanda di esser escludo da
Roma
, ed in compenso gli viene assegnato quanto terren
sole. Esculapio sotto la figura di serpente e condotto da Epidauro a
Roma
, e la libera dalla peste. Parte I. Capo X. Ucciso
o, quelle di Cerere in Eleusi, quello di Giove Olimpio in Atene, e in
Roma
quello di Giove Capitolino, ed il Panteon che tut
spedivano per dichiarare la guerra, o trattare la pace. Eravi pure in
Roma
il collegio degli Auguri, nè cosa alcuna di gran
nalzarono per celebrali, i di cui avanzi ancor si veggono non solo in
Roma
, ma in Verona, in Capua, in Pozzuoli, in Nimes, e
, ha informata l’unica e divina personalità di Maria, Madre di Dio. A
Roma
, per esempio, il tempio ove si venerò Vesta, la D
alla Madonna del Sole. Quello dei gemelli Romolo e Remo, fondatori di
Roma
, ai due Santi Cosimo e Damiano, gemelli anch’essi
na, la cui origine sia così nettamente precisa come questa. L’anno di
Roma
364, un uomo del popolo a nome Ceditio, andò a ri
Ceditio era un uomo da nulla, ed i Galli una nazione lontanissima da
Roma
, e perciò sconosciuta ai Romani, non si fece alcu
’avviso del popolano. Però l’anno seguente i Galli s’impadronirono di
Roma
, i quali per altro furono ben presto ricacciati d
4. Almone. — Dio di un piccolo fiume di questo nome nel territorio di
Roma
. Fu padre della ninfa Lara. 295. Almopo. — Fu uno
duto dal cielo, e dipendere dalla conservazione di esso il destino di
Roma
. Tito Livio racconta che Numa temendo non venisse
iedeva all’anno e alla quale durante il mese di marzo, si facevano in
Roma
dei grandi sacrificii. Discorde è l’opinione dei
l’ impero su tutta l’ Italia. Corace, spinto d’amor patrio, recossi a
Roma
per sagrificare a Diana la sua vacca ; ma un uffi
a e di Venere, perchè esse avevano un tempio presso le acque Appie in
Roma
. 505. Aquila. — La tradizione mitologica narra ch
giani. 542. Argel. — Venivano così detti alcuni luoghi della città di
Roma
che Numa Pompilio avea consacrati ai Numi. Argei
veniva dal culto con cui era venerata nelle foreste di Aricia presso
Roma
. 568. Ariete. — Il primo fra i dodici segni dello
di dodici, venivano scelti fra le più illustri e cospicue famiglie di
Roma
, e venivano collettivamente denotati col nome di
agnare dai suoi dodici figliuoli. Qualche tempo dopo la fondazione di
Roma
, essendo morto uno dei figliuoli di Acca Laurenzi
o, in ringraziamento ad Apollo rinnovò queste feste, trasportandone a
Roma
stessa la celebrazione ogni quinquennio. 712. Azi
agione di gravi disordini, onde il Senato Romano annullò nell’anno di
Roma
568, la celebrazione di questi sconci e sanguinos
misteri, e da quell’epoca non furono più celebrati i baccanali nè in
Roma
nè in alcuna parte d’ Italia. 729. Baccanti. — Si
dell’Italia. Si suppone da taluni che fosse qualche eroe dell’antica
Roma
. 777. Bergioso. — Uno dei figli di Nettuno che fu
ra gli scrittori della Favola, ripete che nel tempio di Esculapio, in
Roma
, si conservava il simulacro di un cane ; e che i
i soprannomi di Giove, a cagione del celebre tempio nel Campidoglio a
Roma
. In questo tempio si prestava il giuramento di fe
Con questa denominazione veniva designato uno dei quindici flamini di
Roma
, addetto al particolare servigio della Dea Carmen
l’altro ad Atene, in memoria d’averla salvata dal saccheggio. Anche a
Roma
fu loro elevato un tempio, ove si prestava il giu
est’ultimo, Pompeo fece venire uno di quelli animali dall’ Etiopia in
Roma
, ove non erasi prima veduto. Diodoro dà a quest’i
un soprannome di Venere, a cagione d’un tempio che ella aveva presso
Roma
, in un luogo paludoso. Secondo il suddetto scritt
che similmente rappresentava Apollo, e che Lucullo fece trasportare a
Roma
. Finalmente i cronisti dell’antichità, fanno menz
e Dee Madri, originario dell’Egitto, passò poi nella Grecia, quindi a
Roma
, poi presso i Galli e finalmente presso i Tedesch
questi era estesissimo e, al dire di Tito Livio, non v’era angolo di
Roma
che non fosse pieno di dei. Il numero di essi cre
per gli ultimi tre volumi, essendo in quelli rinchiuso il destino di
Roma
. Il cenno dei sacerdoti fu immediatamen teeseguit
gioni che persì lungo tempo fecero ardere la face della discordia fra
Roma
e Cartagine. L’Alighieri, giovandosi dell’ invenz
ius-Fidio. — Antica divinità dei Sabini, il culto della quale passò a
Roma
poco tempo dopo la pace che seguì il famoso ratto
morde la coda, volendo indicare che il mondo gira sopra sè stesso. A
Roma
vi erano dei sacerdoti ministri di Eano o Iano, c
na rara bellezza, amica e consigliera di Numa Pompilio, secondo re di
Roma
, il quale finse d’aver con lei dei segreti colloq
forma umana, ed avesse sposato il re, in una selva presso le porte di
Roma
, la quale fu allora nominata Locus Camanarum e ch
, col quale gli domandava se dopo la guerra egli sarebbe ritornato in
Roma
. Per tutta risposta egli ebbe dall’oracolo una vi
ta la sua terribile verità, poichè Trajano fu ucciso in guerra, ed in
Roma
altro non ritornarono che le sue ossa, le quali s
e chiamarono Ippona quella dei cavalli. In quasi tutte le scuderie di
Roma
si trovava il simulacro di queste divinità. 1750.
ale questa divinità aveva un tempio a lei edificato nel nono rione di
Roma
dal pretore Quinto Fulvio Flacco, il quale fece v
ne Lucinia, negli Abbruzzi, e dette ordine che fossero trasportate in
Roma
. Pero il popolo si oppose a quest’atto che ritene
e Tirio, al quale si offeriva una decima. È anche nella sola città di
Roma
, che Ercole viene adorato sotto il soprannome di
sacri. La festa principale di Ercole, si celebrava con gran pompa in
Roma
nel di 4 giugno ; quella di Ercole e di Cerere, n
ue che si trovano nelle Gallerie di Firenze, nel Museo di Napoli ed a
Roma
, ce lo rappresentano appena poppante che strangol
ita con tuttociò che si riveste di un apparato fisicamente brutale. A
Roma
si conserva sotto il nome di Ercole Aventino, una
lici monumenti, assomiglianza degli Arconti di Atene e dei consoli di
Roma
. 1767. Ereso. — Una delle città dell’isola di Les
ogie e Anacogie. Il nome di Ericina passò fino nell’Arcadia e fino in
Roma
, ove, presso la porta Collina, Venere ebbe divers
Ella predisse ai Greci il conquisto di Troia e la futura grandezza di
Roma
. 1789. Eritolde. — Fu una delle Esperidi che fu c
siccome salutari. Il culto d’Esculapio fu da Epidauro trasportato in
Roma
in occasione di una peste. Questo Dio ha molti so
enzione Valerio Massimo, nella sua storia romana, e che fu portato in
Roma
nell’anno 462 della sua fondazione e che era ador
mano segnava dei giorni prestabiliti per la espiazione della città di
Roma
. Una di queste date era il cinque di febbraio, ne
Atene. 1866. Eubulia. — Ossia dea del buon consiglio. Era adorata in
Roma
, ove aveva un tempio. La parola Eubulia deriva da
a. 1914. Eutico. — Narrano le cronache, che quando Augusto mosse da
Roma
, per la spedizione che poi finì con la battaglia
er liberarsi da qualche nemico. Numa Pompilio, il più saggio re della
Roma
antica, evocò anch’egli di sovente il fulmine e T
sto Fovio o Fabio come lo stipite dell’illustre famiglia dei Fabii in
Roma
. 1927. Fabulino. — Dal latino Fari, favellare. I
ati. Quei due infanti erano Romolo e Remo, i celeberrimi fondatori di
Roma
, ond’è che Faustolo, ebbe dopo la morte, una stat
o Februata — Giunone, come dea della purificazione, veniva onorata in
Roma
, sotto questa denominazione. Altri scrittori pret
, secondo gli scrittori dell’antichità a Numa Pompilio, secondo re di
Roma
, il quale li costituì al numero di venti, scelti
ì al numero di venti, scelti fra le più cospicue e nobili famiglie di
Roma
. Le persone dei feciali erano tenute come sacre,
, chiedeva ad alta voce riparazione dell’ingiuria fatta alla città di
Roma
. Se trascorsi trenta giorni da questa intimazione
a qual cosa durante la notte si intesero delle grida per la strade di
Roma
, e fu detto che le anime dei morti si agirassero
ronache codeste Ferie fossero istituite da Tarquinio per solennizzare
Roma
come capitale del Lazio. I magistrati delle princ
e figliuolo di Giove. Come che sia il dio Fidio aveva molti templi in
Roma
ed era venerato con generali divozioni. 2000. Fid
olo, e finalmente il Tevere era una delle divinità pro tettrici della
Roma
pagana. Al dire di Esiodo tutti i fiumi erano rit
in pieno vigore presso i Sabini, molti anni prima della fondazione di
Roma
; lo che ci dimostra che la dea Flora è una più a
zi. Venuta a morte lasciò erede di tutte le sue sostanze il popolo di
Roma
, il quale per ricompensa la mise fra le sue numer
annulmente la spesa dalle sostanze che la cortegiana aveva lasciato a
Roma
. Poi coll’andare del tempo furono assegnati alla
i pagate nel corso dell’anno. Il tempio dell’ antica Flora sorgeva in
Roma
dirimpetto al Campidoglio e questa dea veniva rap
re Flora. 2035. Florali. — Dette anche Antistesie. Feste celebrate in
Roma
in onore della dea Flora. Esse duravano sei giorn
ebrazione. Le cronache c’insegnano che non fu se non all’ anno 580 di
Roma
che fu fissato annualmente la celebrazione di que
dice fores. 2045. Fordicali. — Pubbliche feste che si celebravano in
Roma
il 15 aprile di ogni anno, ed alle quali si dava
ervio Tullio, che le fece inalzare un magnifico tempio nel mercato di
Roma
; e la tradizione aggiunge a questo proposito, ch
ll’ andare del tempo il culto della Fortuna divenne generale in tutta
Roma
, ove essa sola ebbe più templi, altari, statue, s
r il tempio di Apollo in Delfo ; nonchè pel famoso tempio di Vesta in
Roma
. Non è quindi a maravigliare se nel culto del pag
no precedente alle calende di Settembre. Nel quattordicesimo rione di
Roma
sorgeva il tempio consacrato alla dea Furina, del
delle prime quattro vestali istituite de Numa Pompilio, secondo re di
Roma
. 2093. Gelanore. — Ultimo discendente della illus
Un’altra delle ninfe Nereidi. 2123. Gianicolo. — Fra i setto colli di
Roma
, si chiamava così quello dedicato a Giano, perchè
l’avvenire. Numa Pompilio che fu il secondo e il più saggio dei re di
Roma
, fece innalzare un tempio a Saturno come dio dell
ilire quel popolo da principio barbaro ed incolto. Estesissimo ora in
Roma
il numero dei templi consacrati a Giano, sotto le
i dodici mesi dell’anno. Varrone riferisce a questo proposito, che in
Roma
vi erano dodici altari consacrati a Giano, indica
nno ; ed ed ifificati al di là della porta Gianicola fuori le mura di
Roma
. 2126. Giante. — Figliuola di Teleste e rinomata
orso dell’anno. Gianuale era similmente il nome di una delle porte di
Roma
, la stessa alla quale si dava da principio la den
Ovidio stesso, che allorquando i Sabini cinsero d’assedio le mura di
Roma
, avevano già attaccata la porta che è sotto al mo
empo di guerra, quasi a lasciare libero il passo al dio protettore di
Roma
, di venire novellamenle in soccorso della sua cit
osa credenza dei romani ebbe origine dal fatto seguente. Nell’anno di
Roma
363, i tribuni militari, avendo notato che la rep
farò in modo che le None di ottobre diventino fauste alla potenza di
Roma
. E Giulio Cesare stesso non tralasciò di comandar
azia su tutti i volatili. I singoli popoli non solo della Grecia e di
Roma
, ma di tutto il mondo conosciuto dagli antichi, a
ritenuto come sacro. 2174. Giunonie — Feste particolari celebrate in
Roma
in onore della dea Giunone. 2175. Giunonio — I pa
Vi sono anzi varì cronisti dell’antichità, i quali asseriscono che in
Roma
il senato avesse promulgata una legge, la quale o
ano molti altri in uso presso i pagani, fra cui i principali tanto in
Roma
quanto in Grecia, erano i giuochi detti Olimpici,
varii scrittori e cronisti dell’antichità i quali asseriscono che in
Roma
la dea chiamata Temi era diversa dalla giustizia.
nel vederli morire coperti di sangue. Al dire di Cicerone, quando in
Roma
furono stabiliti i giuochi dei gladiatori, si dov
antichità ci ammaestrano che il re Servio Tullio, avesse stabilito in
Roma
che si dovesse portare nel tempio consacrato alla
ue piedi d’altezza e tre di larghezza, fu la prima volta ritrovato in
Roma
, nel famoso sacco di quella città avvenuto nel 15
de e turpi dissolutezze, e tanto che il senato romano verso l’anno di
Roma
696, proibì rigorosamente la celebrazione delle f
dificazione di un tempio della Fortuna, che egli faceva fabbricare in
Roma
. Però essendo morto improvvisamente il censore Fl
ovata accesa nel sepolcro di Tulliola, figlia di Cicerone scoperto in
Roma
nel 1540, la quale, inestinguibile fino a quel te
nde di Gennaio. Le cerimonie Larentali si compivano fuori le porte di
Roma
, sulle sponde del Tevere. 2440. Larenzia. — Detta
icolare, venivano classificate nel numero dei Lari. Fuori le porte di
Roma
, e propriamente nell’ampio ricinto del campo Marz
fu istituita in memoria del giorno in cui fu portato dalla Frizia in
Roma
, il culto religioso di Cibele, madre degli dei. S
, nelle sue opere, sferza inesorabilmente le oscenità che i pagani di
Roma
commettevano in questa occasione. 2453. Laverna.
ente chiamati Laverniones i ladri d’ogni categoria. Nelle campagne di
Roma
vi era un bosco consacrato alla dea Laverna, dove
imonie, si compivano sempre nel più alto silenzio. Una della porte di
Roma
veniva detta Lavernale, per essere nelle circosta
no nel mese di maggio, e si celebravano di notte, non era permesso in
Roma
contrar matrimonio e tutti i templi rimanevano ch
nato da una semplice sedia. Il primo Lettisternio fu solennizzato in
Roma
e propriamente nell’ anno 356 della sua fondazion
placare col lettisternio, fatto allora la prima volta nella città di
Roma
. Apolline, Latona, Diana, Ercole, Mercurio e Nett
similmente menzione di un terzo Lettisternio egualmente celebrato in
Roma
, onde implorare dai numi la fine di una terribile
i, V. Giuochi, nella speranza che non essendosi fino allora veduti in
Roma
tali rappresentazioni, sarebbero state atte a pla
va un magnifico altare in un tempio dedicato a Nettuno. Similmente in
Roma
veniva adorata la dea Leucotoe in un tempio ove l
figlia di Giove e di Giunone. Nel magnifico tempio che ella aveva in
Roma
, e che primieramente fu innalzato dal padre dei G
no le predizioni delle Sibille, la custodia dei quali era affidata in
Roma
ad un collegio di sacerdoti chiamati Folgorali, p
e sopraintendevauo alla cerimonia dei funerali. Servio Tullio, re di
Roma
, introdusse il costume di portare nel tempio di L
celebrazione delle feste Licee, semiglianti di molto ai Lupercali di
Roma
, si seguivano alcuni combattimenti, nei quali il
ia. 2552. Locuzio. — Lo stesso che Ceditio, conosciuto comunemente in
Roma
sotto il nome di Ajo Locutio. Aveva un tempio fam
gine alla superstiziosa venerazione degli egiziani. I pagani tanto di
Roma
, quanto di Grecia, avevano anch’essi consacrato i
nivano chiamate le feste, che si celebravano, con grande solennità in
Roma
, in onore del dio Pane, e che, secondo asserisce
furono restituite al loro primitivo splendore, e continuarono cosi in
Roma
fin dopo il quarto secolo, epoca in cui il culto
regno, si ricoverò in quella parte d’Italia, ove fu poscia edificata
Roma
, e che si chiamò Lazio (Latium) dal verbo latère,
radizione ancora di quel secolo a tempo di Giano, Numa, secondo re di
Roma
, dedicò a quel nume un tempio, ch’esser dovea seg
aprir di Giano il chiuso tempio. Questo tempio tre volte si chiuse a
Roma
, a tempo, cioè, del pacifico re Numa ; sotto il c
a un tempio di grandissima magnificenza. Da questa città fu portata a
Roma
la famosa pietra che dicevano essere la Madre Idè
uomini e degli Dei ; o perchè Vesta era il principal nume tutelare di
Roma
e specialmente della Terra, e per essa intendono
i Lavinia, donde Ascanio il recò ad Alba Longa, da cui poscia passò a
Roma
. Il sacro fuoco di Vesta si teneva nel famoso tem
lte quattro da Numa, e Tarquinio Prisco ne aggiunse altre due ; ed in
Roma
vennero da Alba Longa. A principio si eleggevano
io tirato da quattro leoni ; e Virgilio (1) rassomiglia la setticolle
Roma
a Cibèle, la quale, coll’augusto capo coronato di
ure le corone ed i navigli, e fu il primo che coniasse monete. Era in
Roma
un vico assai frequentato, ove stavano in gran nu
contemporaneo di Licurgo, cioè 23 anni circa avanti la fondazione di
Roma
, e 776 prima di G. C. erano quasi dimenticati, o
Olimpico, nella Grecia, soggiungiamo quello di Giove Capitolino che a
Roma
n’emulò la magnificenza. Giove Capitolino, assai
ia si ammirano nella chiesa di Aracoeli. Ed in questo tempio l’antica
Roma
vide tanti suoi guerrieri trionfanti render grazi
elle riportate vittorie. M. Furio Camillo, dittatore, allorchè liberò
Roma
dalle soperchierie de’Galli, arricchì il Campidog
lustri, ma per giuochi Capitolini computavano gli anni. Rimase poi a
Roma
il costume di coronarsi solennemente i poeti ed i
edicatele a Giove Feretrio, edificò in di lui onore il primo tempio a
Roma
(5). Iupiter Fulgurator, Fulminans, Fulminator ;
ea, miserabile avanzo di Troia, sino a porre fra le due eterne rivali
Roma
e Cartagine un odio tanto implacabile che la loro
e lo spergiuro di Laomedonte era la cagione delle civili discordie di
Roma
. Ercole offeso assedia Troia, uccide Laomedonte e
nnoverato fra gli Dei, contenta di aver veduta Troia distrutta, e che
Roma
distendesse il suo impero per tutta la terra, pur
distendesse il suo impero per tutta la terra, purchè però fra Troia e
Roma
fosse frapposto gran tratto di procelloso mare, e
ede al destino e consente che i Troiani sieno potenti in Italia e che
Roma
sia grande, purchè neppure il nome abbia ad udirs
ben Giove predisse che, mutato consiglio, Giunone dovea un dì prender
Roma
a proteggere ; e che quivi a lei più che ad ogni
Romani dicevano che la Fortuna avea stabilita l’eterna sua dimora in
Roma
, ove sul Palatino, deposte le ali, avea gettata l
rande onore presso il popolo di Gabio, antica città nella campagna di
Roma
(2). Iuno Gamelia, Γαμηλια (a γαμος, nuptiae) ; Ζ
ppresso i Greci nel parto s’invocava Diana Lucina o Lucifera, così in
Roma
si rivolgevano a Giunone Lucina. Pindaro(1) invoc
acrò un tempio ed una statua di avorio, la quale fu da Silla recata a
Roma
. Eusebio vuole che vi era una donzella nelle vici
ama la nostra Dea vicinissima a Giove. Per ciò Minerva(3) adoravasi a
Roma
nel tempio Capitolino alla destra di Giove, che a
νας βωμος, l’ara di Minerva Marziale. Capta. Con questo nome avea in
Roma
un picciol tempio detto Minervium, sul monte Celi
n Alba Longa dal figliuolo Ascanio, a tempo di Tullo Ostilio recato a
Roma
fu posto nel tempio di Vesta, ove a niuno era lec
Marsia, ch’è nella Frigia, non lungi dal Meandro. Presso ai rostri in
Roma
era una statua di Marsia, ove univansi i causidic
Niobe co’ figliuoli, forse quella trasportata dalla villa Medicea di
Roma
, opera d’inestimabile bellezza, non si sa se di S
ebravano alcuni giuochi detti Actia, che quell’imperatore trasportò a
Roma
dopo la vittoria di Azio. Apollo αλεξικακος, che
M. Fulvio Nobiliore dalla città di Ambracia nell’ Epiro, trasportò a
Roma
le statue delle nove Muse, che allogò nel tempio
pompa per tre giorni al terminare di ogni secolo dalla fondazione di
Roma
. In essi uno scelto coro di giovanetti e di donze
pero. Vi erano pure i giuochi Apollinari, la prima volta celebrati in
Roma
per un decreto del Senato l’anno 542. Della loro
l suo cocchio era portato da due cavalli, e nell’arco di Costantino a
Roma
vedesi su di un cocchio con Espero che fa le veci
feste baccanali erano sì vituperevoli e pericolosi che l’anno 568 di
Roma
il Senato fu obbligato a proibirne la celebrazion
e obbrobriose. In Atene però, donde passarono all’ Etruria e poscia a
Roma
, se ne faceva sì gran conto che da’ Baccanali o f
vi, e tutt’i cittadini si consideravano uguali, come ne’ Saturnali di
Roma
. Le Baccanti si chiamavan pure Bistonidi, cioè do
insieme con Venere in Amatunta ; e nel tempio di Giove Conservatore a
Roma
avea una cappelletta, ove andavano alcune volte a
scita di Romolo, il quale fondar dovea la gran città di Marte e dirla
Roma
dal suo nome, città ch’esser dovea l’eterna imper
be Il nome de’ Latini, il regno d’Alba, E le mura e l’imperio alto di
Roma
. Caro. Le avventure di Enea sono descritte nell’
o rì in una battaglia presso il Numicio, fiumicello nella Campagna di
Roma
; e si disse che Venere, a malgrado di Giunone, l
marmo di Paro una statua di Venere di esimia bellezza, che vedevasi a
Roma
nel portico di Ottavia ; ed Alcamente, Ateniese,
il patrocinio di que’ numi, da’ quali avea avuto origine la città di
Roma
; per cui ne’sacrificii invocavasi Marte col nome
le spoglie consacrate a Marte. E lo stesso autore osserva che anche a
Roma
nobilissimi cittadini, quali erano i sacerdoti de
V. Culto di Marte appresso i Romani. Sacerdoti Salii. Ancili.
Roma
ed il popolo romano aveano dal dio della guerra p
o di Marte in quelle contrade. Gli antichi Latini(2), prima che fosse
Roma
, più di ogni altro nume il veneravano ; e ciò per
tavo anno del regno di Numa, mentre un’ orribile pestilenza devastava
Roma
e l’Italia, si vide cadere dal cielo uno scudo di
a quale quel religioso monarca avea segrete conferenze sul governo di
Roma
, gli suggerisce di consultar l’oracolo di Pico e
i vide scendere dal cielo uno scudo ch’era il pegno della salvezza di
Roma
. Per impedire che involato fosse, Numa ne fece fo
appena intendersi dagli stessi sacerdoti(3). In mezzo al foro era in
Roma
un tempio di grande magnificenza, ove si venerava
(1) fa menzione di una festa in onore di Marte solita a celebrarsi in
Roma
alle calende di Giugno fuori della porta Capena ;
october. Fest.). Bellona poi avea un celebre tempio fuori le porte di
Roma
, nel quale si assembrava il Senato per ricevere g
rcadi ; ed Evandro, partito dall’Arcadia colla madre, prima che fosse
Roma
, portò nel Lazio il culto di Mercurio. E questo E
della madre Maia ; e di fatto i mercatanti in questo mese facevano in
Roma
i loro sacrificii a Maia ed a Mercurio(3). Questo
n molta gloria la mercatura ed il commercio. Agl’idi di Maggio era in
Roma
solenne festa pe’ mercatanti in onore di Mercurio
ruschi Camillo significava appunto un ministro. E Camilli dicevansi a
Roma
que’ nobili fanciulli che assistevano alle cerimo
i Penati, i quali soprantendevano ad una città o ad un regno, e che a
Roma
si veneravano sul Campidoglio ; sebbene queste vo
sa fu un’antica Dea de’ Sabini, di cui T. Tazio introdusse il culto a
Roma
. Nel Museo Borb. vi è una statua colossale di Flo
ed occhiute, come quelle delle farfalle. Questa dea ebbe un tempio in
Roma
, un sacerdote detto Flamine Florale, e giuochi de
lilia o Parilia. Nel suo giorno festivo Romolo gettò le fondamenta di
Roma
; e perciò ogni anno i Romani con grande allegrez
re, altri per Proserpina. Libitinarii erano quelli che presedevano in
Roma
a’funerali e somministravano tutte le cose ad ess
ccennerò brevemente alcune feste che celebravansi più specialmente in
Roma
che altrove. Nel mese di Gennaio, il cui nome fac
cerimonie descritte da Ovidio nel libro i dei Fasti si mantennero in
Roma
per più di mille anni. Anzi l’uso che vi fu allor
e di buon augurio si mantiene tuttora da quasi tremila anni, e non in
Roma
e in Italia soltanto, ma per tutta Europa e press
fferma Orazio, dicendola gaudentem cruentis. Aveva un tempio fuori di
Roma
, ove si radunava il Senato per dare udienza a que
da quello della Dea. Il Dio Summàno, quantunque avesse un tempio in
Roma
, da prima nel Campidoglio, e poi, al tempo delle
ordano punto da quelle, più erudite del Giornale Arcadico stampato in
Roma
nel 1820, cioè mezzo secolo prima degli scritti d
aturno si ricovrò in Italia ed ìn quella parte ove fu pei fal bricata
Roma
, e fuvvi cortesemente accolto da Giano. Saturno i
Fabbricaronsi molti templi in suo onore. Il suo principal culto era a
Roma
perchè i Romani riguardavano questo Dio come il p
bire le feste che sotto il nome di Baccanali o Orgie si celebravano a
Roma
in autunno con ogni genere di stravizzo. Le sacer
fferivano in numero dispari. Il suo culto era celebre in Grecia ed in
Roma
. Sono i Romani che l’avevano messo nel numero del
col nome di Nenia si denominavano certi versi cantati nei funerali. A
Roma
si adorava anche Libitina come Dea dei funerali,
conoscerne tante volte la causa o per causa non fondata. In Egitto, a
Roma
e particolarmente in Arcadia rendevansi a questo
ano ed il corno d’abbondanza nell’altra. Ebbe questo Dio un tempio a
Roma
nella piazza del mercato. Invaghitosi di Pomona D
tatosi in un bellissimo giovine la sposò. Ebbe anch’esse un tempio in
Roma
. Si rappresenta da alcuni seduta su di un cesto p
i di tutte le nazioni per indicare i più eccelenti liquori. Quando in
Roma
facevasi l’apoteosi di qualcuno dioevasi che ei b
e dei tempii : quello che Agrippina cominciò e Vespasiano terminò in
Roma
, era il più magnifico tempio di quella grande cit
ellona era nondimeno eguale a quello di Marte. Essa aveva un tempio a
Roma
vicino alla porta Carmentale ove il senato dava u
tendosi con ispargimento di sangue. Il culto di questa Dea celebre in
Roma
, lo era maggiormente in Cappadocia, ove ella avev
ella Grecia e della Macedonia offrivansi loro dei sacrifici. Anche in
Roma
erano ad esse consacrati due templi ed un terzo i
nome che le venne dalla Villa Medici ove fu in origine trasferita da
Roma
nel 1587 sotto Ferdinando I figlio del Gran Cosim
numero de’ Semidei. In Tebe ed in molte altre città della Grecia, in
Roma
, nelle Gallie, nella Spagna e sino nella Tabroane
volta ; dopo la seconda guerra punica un’altra volta, cioè l’anno di
Roma
519 e tre volte sotto il regno di Augusto. Si pon
dalla quale congiunta a Marte nacquero poi Romolo e Remo fondatori di
Roma
. L’ira di Achille, e i mali di cui fu cagione ai
di Tito. Il Laocoonte trovasi al presente nel Museo Pio Clementino a
Roma
. Gli Omcoli, le Sibille, i Libri Sibillini,
Diana nella Colchide ; Pane nell’Arcadia ; Esculapio in Epidauro e a
Roma
; Ercole in Atene e a Cadice ; Serapi in Alessand
lta di versi attribuiti. alle Sibille la quale conteneva i destini di
Roma
. Narrasi che una donna si presentò un giorno a Ta
nte questi libri come contenenti oracoli che presagivano i destini di
Roma
, e poscia dicesi che disparve. Sebbene questa sto
, quello di Cerere in Eleusi, quello di Giove Olimpio in Atene, ed in
Roma
quello di Giove Capitolino, ed il Panteon che tut
devano gli Epuloni sacerdoti istituiti l’anno 558 della fondazione di
Roma
. Essi preparavano i banchetti sacrinei giorni sol
avevano diritto di punire gli autori dell’ingiustizia. Eravi pur in
Roma
il collegio degli Auguri, nè cosa alcuna di gran
iteatri e dei circhi magnifici, di cui gli avanzi ancora si veggono a
Roma
, a Verona, a Nimes ed in altri luoghi. A detti gi
ochi Romani erano regolati dai re ; ma dopo ch’essi furono espulsi da
Roma
, dall’istante in cui la repubblica prese una form
o e l’ impero, si rifugiò in quella parte d’ Italia ove poi fu eretta
Roma
, e che ebbe il nome di Lazio dal latino vocabolo
e loro l’ idea del giusto e dell’ onesto. Numa Pompilio secondo re di
Roma
(714 anni avanti Gesù Cristo) gli edificò un temp
ce. Gli fu consacrato il monte Gianicolo che è uno dei sette colli di
Roma
; e le porte delle case, dette in latino Januœ, e
. Secondo altri questo tempio era stato eretto da Romolo fondatore di
Roma
e da Tazio re dei Sabini, in memoria del trattato
igliuol d’Anchise ne recò in Italia la statua ed il culto. Numa re di
Roma
le consacrò un tempio12 dov’ era custodito il Pal
furon create sacerdotesse di Vesta col nome di Vestali, destinate in
Roma
alla custodia del suo tempio, del Palladio (570)
ed esser guida ed esemplare alle novizie. Le Vestali conservaronsi in
Roma
fino ai tempi dell’ Imperatore Teodosio. 47. Le f
l mondo (135, 143). Sotto il nome di Giove Statore (79) n’ebbe uno in
Roma
erettogli da Romolo ; e moltissimi altri per tutt
a lei come Lucina o Illitia (protettrice dei parti) si celebravano a
Roma
, eran dette Lupercali, a somiglianza di quelle de
el celebre palazzo di Caprarola appartenente alla famiglia Farnese di
Roma
, descrive così con molta leggiadria l’Aurora. « F
far donativi alle Grazie (175) che animano il genio e le belle arti.
Roma
possiede la più celebre statua di questo Dio, chi
brio meglio degli altri. Questi risevoli giuochi passarono d’ Atene a
Roma
, dove le principali feste di Bacco furono anzi tr
todire le uve ; la seconda nel mese di gennaio, quando erano recati a
Roma
i vini più squisiti d’ ogni parte d’ Italia ; e l
a ipotesi degli eruditi. Anche Bacco ebbe più nomi ed in Grecia ed in
Roma
, tra i quali quelli di Libero, Dionisio, Leneo, B
uo. Talvolta le era fatta un’ Ecatombe, o sacrifizio di cento bovi. A
Roma
le venivan sacrificati di notte i cani, dei quali
ate ogni anno, e le più solenni ogni quinquennio. Quelle celebrate in
Roma
duravano cinque giorni, e chiamavansi Quinqualia
in Piche. 279. Le Muse avevano altari in Grecia, nella Macedonia ed a
Roma
; ed erano sempre onorate insieme con le Grazie (
este i sacerdoti di Pane, chiamati Luperci, andavan correndo nudi per
Roma
. 297. Il vocabolo pan in greco vuol dir tutto, e
to alle furie (232), e ad ognuno era lecito ucciderlo. Le sue feste a
Roma
erano celebrate l’ultimo giorno dell’anno. Lo inc
feste furono istituite da Romolo il giorno stesso della fondazione di
Roma
, ed i pastori vi accorrevano da ogni parte incoro
ga e infinita famiglia dei fiori. Tazio pel primo le alzò un tempio a
Roma
. Le feste istituite in onor di lei verso l’anno 1
d’una grande sterilità, eran dette giuochi floreali o fiorali ; ed a
Roma
le celebravano leggiadre fanciulle correndo e bal
l pretesto di andare a consultarla, si appartava in un bosco vicino a
Roma
, e così accortamente avvalorava le sue leggi con
rtuna). La Fortuna Virile aveva il tempio accanto a quello di Venere.
Roma
, sottratta alla vendetta di Coriolano dalle lacri
(Dante, Purg., c. I.) Il padre dei Gracchi fu il primo ad alzarle in
Roma
un tempio sul monte Aventino ; ma un incendio lo
sso fu dato di godere ai mortali. La Pace ebbe are, culto e statue in
Roma
. Il suo tempio posto nella Via Sacra era il più g
Quando il fulmine ruppe le ali alla statua che le era stata eretta in
Roma
, Pompeo, per confortare il popolo che pigliava qu
n antro del monte Aventino, uno dei sette colli ove fu poi fabbricata
Roma
. Ebbe costui tanta audacia da rubare alcuni dei b
gesta, gli eressero molti templi, uno dei quali, tra’ più celebri in
Roma
, era detto il Tempio del grand’ Ercole. 400. Qu
nuta qual raro monumento dell’eccellenza delle arti antiche in quella
Roma
che ne meritò il retaggio. Questo capo lavoro del
narono sul paese latino, fino a Numitore zio di quel Romolo che fondò
Roma
. 617. Virgilio Marone, poeta latino che fioriva s
Didone per Enea, a fine di toccare dei grandi fatti che avvennero tra
Roma
e la bellicosa colonia dei Fenicj. Fatti inc
o 300 monete d’oro per questi manoscritti che contengono i destini di
Roma
. » Tarquinio sorridendo non si degnò di risponder
ubblici, cerimonie religiose ec. 669. I Giuochi pubblici tanto in
Roma
che in Grecia erano spettacoli consacrati dalla r
Macedone, due secoli circa avanti G. C. 675. I principali giuochi di
Roma
erano di tre specie : La corsa fatta nel circo de
uesto stesso nome al bue Api. L’imperatore Antonino Pio introdusse in
Roma
il culto di Serapide l’anno 146 dell’èra cristian
estreme parti della Germania, ove era adorata sotto lo stesso nome. A
Roma
le feste d’Iside erano accompagnate da tali disor
una gran pianura consacrata o questo Dio e posta fuori delle mura di
Roma
sullo sponde del Tevere. Ivi i giovani romani si
a sparsa in diverse regioni del mondo, e che nel territorio ove ora è
Roma
esisteva un regno, di cui la capitale era sul mon
no era adorato anche in Grecia e nell’ Oriente ; e aveva un tempio in
Roma
alle falde del Campidoglio, ove conservavasi il t
ar supporre che egli indicasse ai viandanti la strada. Celebre era in
Roma
il suo tempio, che stava chiuso in tempo di pace
al regno di Giuda), si erano trasferiti ad abitare e far loro arti in
Roma
; e che si mantenevano sempre scrupolosi osservat
ssero o studiassero la lingua ; ma è certo che gli Ebrei dimoranti in
Roma
dovevano necessariamente parlare, o bene o male,
olitico insegnamento, che quando i regni sono armati, come era armata
Roma
, e come sono i Svizzeri, sono più difficili a vin
Nume. Questo culto per Ercole fu accolto e si conservò in appresso in
Roma
sino agli ultimi tempi del Paganesimo. Tutte le p
Virgilio, che lo stesso Dante ha detto di lui : « Ch’ei fu dell’alma
Roma
e del suo impero « Nell’empireo Ciel per padre el
, perchè venne in Italia e fondò un regno nel Lazio, dal quale derivò
Roma
che fu poi dominatrice del Mondo. Quindi Virgilio
ato perciò appunto l’Eneide ; e Dante disse lui « Ch’ei fu dell’alma
Roma
e del suo Impero « Nell’empireo ciel per padre el
o ad un tempo in Enea l’Eroe mitologico e lo stipite del fondatore di
Roma
, l’ufficio del Mitologo è compiuto dove di Enea s
esi contro i Romani sino allo stipite della dinastia del fondatore di
Roma
ed a quei compagni di Enea, dai quali vantavansi
uno degli eroi del suo poema : « Passa gli Umbri e gli Etrusci, e a
Roma
scende ; « Da Roma ad Ostia ; e quindi si tragitt
nel Lazio ed in quel territorio ove dopo tre in quattro secoli sorse
Roma
, sarà opportuno rammentare alcuni luoghi d’Italia
la regione che doveva divenir sì celebre nella storia con la città di
Roma
e il popol di Quirino. Gli storici latini, incomi
la sana critica per altro ci fa conoscere che nei primi tre secoli di
Roma
alla verità istorica è quasi sempre frammisto il
do il senso palese o supposto di questi libri si regolavano spesso in
Roma
i più alti affari di Stato ; e si ricorreva talvo
rgonauti i fagiani in Grecia, e dalla Grecia vennero col greco nome a
Roma
e furono perciò chiamati Phasiani.Marziale, in un
anta strage fecero dei Romani e misero in forse l’esistenza stessa di
Roma
: « Jam vos, o Tyrii, stirpem et genus omne futu
moribondo (che vedesi in una delle sale della Galleria Capitolina in
Roma
) rappresenti Meneceo. — E questa una di quelle st
furono portate a Parigi, e dopo la caduta di Napoleone I restituite a
Roma
. 162. Il nome stesso di Sibilla ha qualche cosa
Uffiizi in Firenze e quella del Razzi nel palazzo della Farnesina in
Roma
. 165. « Me nec tam patiens Lacedæmon, « Nec t
maraviglia dell’ arte greca, ammirasi nella galleria del Vaticano in
Roma
, ed è chiamata l’Apollo di Belvedere. Un’altra mi
uali meritamente è il più celebre quello dell’Aurora di Guido Reni in
Roma
. Lo stesso Michelangelo, che tutto osò e in tutto
che da quella città fu trasportata solennemente la statua del Nume a
Roma
, e gli fu eretto un Tempio nell’isola Tiberina, c
, che allora fu detta di Esculapio, ed ora di San Bartolomeo, dopochè
Roma
divenuta cristiana dedicò quel tempio pagano al c
cco ; e che anzi al confronto parrebbe meschino e povero : « Non che
Roma
d’un carro così bello « Rallegrasse Africano, ovv
a l’iliache rovine torneranno sul Tarpeo: Troia migliore risorgerà in
Roma
, e Roma comanderà all’universo. Virgilio, quel gr
che rovine torneranno sul Tarpeo: Troia migliore risorgerà in Roma, e
Roma
comanderà all’universo. Virgilio, quel grandissim
ara, opera di quelle mani onde fu la terra vendicata e difesa, era in
Roma
nel Foro Boario presso la porta Carmentale. Sol
e quali, con profondo scherzo, paragona Giovenale gl’inetti nobili di
Roma
, che si appoggiavano sulla fama degli avi. A ques
lenne oggetto di venerazione; trentadue boschi sacri si numeravano in
Roma
. I Druidi, col sangue umano aspersero gli alberi
chi di tutto il mondo, non per la sua grandezza, perchè in Rodi ed in
Roma
si veggono statue colossali, ma per la sua ricche
n monumento, che ai posteri attesti che col tuo presente soccorso hai
Roma
salvata. — In alcune antiche medaglie, specialmen
iove Vimineo, che diede, o più probabilmente ebbe nome da un colle di
Roma
, dove fra i vimini l’antica semplicità altari gli
concedere. Fu disegnata dal celebre LeBrun fra i più bei monumenti di
Roma
, e ne fu disotterrata una copia in piccolo, press
ga, e del mio Tazio sia Prigioniera felice: Addio romani Monti, addio
Roma
, addio Vesta che infama La mia vergogna. Ah quel
ziava. Col titolo di Curi, perchè così l’asta significavano i Sabini,
Roma
la invocò, e di qui vogliono che derivasse il cos
le tante copie antiche e ripetizioni della medesima che sussistono in
Roma
e fuori, non appariscono affatto, e non si conser
piene le case e le ville de’ grandi, i luoghi pubblici e i templi di
Roma
. In questa elegantissima statua siamo sicuri di r
asciato Marziale un epigramma sovra il Saurottono, che si ammirava in
Roma
a’ suoi giorni, e così si esprime: — fanciullo in
i tutto il discorso. L’essere stato collocato piuttosto ad Anzo che a
Roma
non è da badarsi da chi ò versato nella storia ro
quanto giungesse il lusso dei Cesari e la non curanza del pubblico di
Roma
per le arti del disegno. E poi, una villa che ono
a, appartiene alla figura di questa dea eh’ è nella Villa Borghese in
Roma
. Le sue Oreadi, o ninfe, di cui Obi è la più cono
e, sono una prova di quanto fosse divulgata ancora per l’Italia e per
Roma
questa asiatica religione, conformemente a quelle
ente medita. Tale però non è la testa di Pallade posta per simbolo di
Roma
, ove qual dominatrice dei regni mostra nell’atteg
orgone dell’ egida colla lingua fuor della labbra; e così esistono in
Roma
varie teste di Medusa, e si trova anche nel basso
, che Gitiade, pure spartano, aveva composto. E nella nona regione di
Roma
antica afferma P. Vittore che fu col titolo di Ca
bella statua di questa dea, che dianzi vedevasi nel Palazzo Spada in
Roma
, e fu poscia trasportata in Inghilterra. Venere a
supporla una replica della Venere nel bagno di Policarmo ammirata in
Roma
e rammentata da Plinio. » Canto funerale di Ado
nato l’artefice a replicarla in bronzo, e si ammirava il duplicato in
Roma
ai tempi di Claudio, dove perì nell’incendio Nero
ii nelle statue di Venere; così in quella di Troade, di cui esiste in
Roma
una copia antica di Menofanto, ha invece dell’urn
la dea della mollezza, ma in una guisa che convenisse ad una madre di
Roma
e di Enea. Siccome dunque non mancavano già nella
La colonia otriculana avrà venerato in questo simulacro l’origine di
Roma
e degli Augusti. Quantunque la figura sia compost
altri piace, genitrice. Il tempio di Marte Ultore, o Vendicatore, in
Roma
, fu dedicato da Augusto dopo la battaglia di Fili
, è smentita dall’istoria, giacché dentro le mura di Alicarnasso e di
Roma
stessa vi erano templi consacrati al dio della gu
onsacrati al dio della guerra. I soli sacerdoti di Marte formavano in
Roma
un collegio detto dei Salii. Mi riserbo a favella
mpero. Marte che va presso Rea Silvia, origine favolosa del potere di
Roma
, era rappresentato sugli elmi dei soldati romani.
Alessandro Maffeì, che nel pub])licarla fra le più insigni statue di
Roma
, l’appellò Crispina, quantunque non simigli quell
oco con solenne religione custodito. Numa Pompilio fece fabbricare in
Roma
un tempio alla dea Vesta, e lo fece costruire qua
icolare, da che la parola vestibolo è derivata. Il tempio di Vesta in
Roma
era aperto a tutti nel giorno, ma non era permess
lo rimandò, ed ultimamente fu di nuovo rubato da Nerone e situato in
Roma
, ove fu consumato dal fuoco. Il Cupido che vedova
el Viminale, nel sito ove gli espositori della topografia marmorea di
Roma
antica leggono Bagno di Agrippina. Quantunque per
tata dai forestieri; che fu tolta ai Tespiesi da Caligola e portata a
Roma
, donde Claudio la rimosse per restituirla loro: c
stessa forma sopra un’ urna cineraria eh’ è al Collegio Clementine in
Roma
. Un’ urna della Villa Panfìli ci presenta lo stes
a Terra, quantunque ambedue avessero santuarii diversi in Grecia e in
Roma
. Differisce pure il modo di rappresentarle: sono
no l’oracolo di Delfo, che rispose loro di alzare un tempio alla Dea.
Roma
nella guerra di Annibale chiese ad Attalo re di P
o dopo la lustrazione sopra un carro da buoi, fece il suo ingresso in
Roma
per la porta Capena. Avea prescritto l’oracolo ch
principali ornamenti della spina del Circo. Celebravansi alla dea in
Roma
ogni anno solennità alla metà di Aprile, ed erano
i lavato in un vicino ruscello a Pessinunte senza dubbio nel Gallo, a
Roma
nell’Aimone, ed indi con licenziosa pompa ricondu
pparisce un quasi campanello, che l’illustratore dei bassi rilievi di
Roma
non si ricorda di avere altrove in simili monumen
e con ciò levò lo scrupolo che poteva nascere da questo cangiamento.
Roma
e molte altre città dell’Italia dedicarono templi
ati di questo ufficio nelle processioni di Giove e di Rea. I Salii in
Roma
camminavano facendo ogni tanto piccoli salti, e p
le vengono rappresentate queste vindici dee su varii bassi rilievi in
Roma
, ove la stessa vicenda di Oreste si figura. Fra l
e ogni superstizione, e distinguerla dalla Vittoria, che i Gentili in
Roma
e con tanta cura conservavano nel Senato, avendol
ndo Esiodo, è figliuola di Stige e di Fallante. Aveva molti tempii in
Roma
e nella Grecia, e Siila in onore di questa divini
oria altro combattimento navale nei tempi in che fiorirono le arti in
Roma
. Pur nelle monete di Vespasiano e di Tito, si ved
to a’ miei piedi Tutta la terra doma, Del vinto mondo fei gran dono a
Roma
. So che ne’ tuoi pensieri Altre figlie di Giove R
a virtute, E al Punico feroce Recate di mia man l’atre cicute. Per me
Roma
avventò le fiamme in grembo A l’emula Cartago, Ch
più volte notato, quelle scolpite da Filisco, ed ammirate dall’antica
Roma
e da Plinio nei portici di Ottavia. Questa statua
li antichi, basta riflettere che una similissima, ma senza capo, è in
Roma
nel Palazzo Lancellotti, che un’altra è nel giard
Olimpia, in Egio, in Megalopoli, come si può vedere da Pausania, e in
Roma
nel tempio della Concordia, come viene da Plinio
rni; e Marino poeta de’ Lupercali dà per figliuola di Esculapio anche
Roma
, che significa forza, che i Romani chiamarono val
re di Bacco, che ritraggono simo, calvo, basso, panciuto. I Sileni in
Roma
antica ci si rappresentano vestiti di pelose tuni
di Bacco: tre simulacri di bronzo alle stesse divinità s’eressero in
Roma
col denaro delle multe l’anno 565. Un tempio pres
trasportato in Italia46. E che questa Dea, prima della fondazione di
Roma
, fosse adorata in Alba e vi avesse un tempio e le
importanza del culto di Vesta e dell’ufficio delle Vergini Vestali in
Roma
. Il culto di Vesta aveva importanza non solo rela
co sacro, che simboleggiava, come abbiam detto, la perpetua durata di
Roma
e del suo impero ; e secondo, la più scrupolosa i
castità era seppellita viva, in un campo, detto scellerato, fuori di
Roma
. I giorni in cui avessero luogo queste pene o esp
eca mitologia. Da Tito Livio e da Cicerone sappiamo che esistevano in
Roma
sino dai primi secoli della Repubblica più e dive
e o credute protettrici del vizio. Gli stessi Baccanali introdotti in
Roma
da un Greco di oscura nascita (Grœcus ignobilis,
suo. Non è noto però che la Dea Laverna avesse un pubblico tempio in
Roma
; e degli Dei superiori adoravansi pubblicamente
erle e compierle col proprio braccio e co’propri mezzi. Vero è che in
Roma
nel culto pubblico e nel tempio che erale stato e
ro nella Grecia ed esistessero molti secoli prima della fondazione di
Roma
, questo vocabolo sotto cui si conoscono in italia
i affari pubblici e nei privati, come sappiamo anche dagli storici di
Roma
. Gli Oracoli e tutti gli altri modi di divinazion
Orator romano e dal più insigne degli ultimi repubblicani dell’antica
Roma
. Che mi va dunque fantasticando Plutarco nel suo
on Bruto erano andati a consultarlo per sapere chi dovesse regnare in
Roma
. Tito Livio nel lib. I della sua Storia Romana, l
zione. La Speranza. A questa Divinità due tempj erano dedicati in
Roma
. In doppia guisa è rappresentata : cioè col corno
tù, e l’Onore. Avevano queste due Divinità ciascuna il suo tempio in
Roma
, ma fatto in modo che non si poteva entrare nel t
quelli Eroi, che dovevano un giorno formare la gloria dell’impero di
Roma
. Ritornato sulla terra il figliuolo di Venere, le
fa Egeria. Credevasi ch’ella consigliasse Numa Pompilio secondo re di
Roma
per ben governare. La morte di Numa le cagionò ta
vano un culto nel suolo ove siamo nati. Gareggia la nostra Patria con
Roma
istessa madre, e cultrice delle belle arti, e del
anquilla 1. Fin dall’epoca della sua fondazione anteriore a quella di
Roma
, avrebbe potuto dirsi di lei : Quam tu Urbem han
a sol sidera excellit . Conservasi dalla nobilissima casa Borghese in
Roma
una lapida col motto Soli Deo invicto Mithrae.
o, appresso de’ Romani. A questo Dio fu eretto un magnifico tempio in
Roma
detto Capitolium da caput, cioè da una testa di u
avare le fondamenta. Gli avanzi di questo tempio veggonsi tuttavia in
Roma
nella Chiesa di Ara Coeli. 1. Questo è il tipo o
lli. 1. Era Vulcano particolarmente adorato in Mensi, in Sicilia, in
Roma
. È rappresentato barbuto con una roba, che non gl
n Troja, e trasportata da Enea in Italia, fu gelosamente custodita in
Roma
nel tempio di Vesta. 2. La civetta, ed il serpen
espressiva di quella che si ammira nelle ville Negroni, e Ludovici in
Roma
. 2. Tullio nel libro III. della Natura degli Dei
nome alla nostra Città di origine egualmente favolosa, come quella di
Roma
, e di tutte le grandi Città. Credono i poeti, che
Remo potrebbero essere i Dioscuri de’ Latini. 1. Vedesi tuttavia in
Roma
la spelonca di Caco alle falde del Monte Aventino
a maggior parte degli altri Dei. Il culto di Cibele fu introdotto in
Roma
ai tempi della seconda guerra punica allorchè, in
po’ lungo e richiedea qualche mese di tempo : talchè quando giunse in
Roma
la statua della Dea, il morbo pestilenziale, già
e le dedicò un tempio Scipione Nasica, giudicato il più sant’uomo di
Roma
; la portarono sulle spalle le matrone e le vergi
depositavano i loro componimenti, come a tempo di Augusto facevasi in
Roma
nella biblioteca palatina sacra ad Apollo. Chiama
elle invenzioni nelle arti e nelle scienze168. Quindi la sua festa in
Roma
era solennizzata dai dotti, dagli scolari, dagli
elosamente custodire nel tempio di Vesta come pegno della salvezza di
Roma
. Questa statua era chiamata il Palladio 170. Il p
gni e dai lauti banchetti a spese dei creduli. Gli auguri goderono in
Roma
di molta considerazione ; ma a poco per volta cad
nio il superbo le istituì per assuefare tutti i popoli latini a tener
Roma
in conto di città più ragguardevole e di capo luo
nno 400 av. l’èra crist. in occasione di una pestilenza che devastava
Roma
e i suoi contorni. Ancorchè la storia nol dica, p
del Consiglio ; ma stimo meglio con altri distinguerlo, stantecche in
Roma
altre dicevansi le feste sacrate al Dio Conso da
e feste. Più tempii in suo onore godevasi Vulcano. Due però furono in
Roma
i più rinomati, il primo viene ascritto a Romolo
eloquenza, giusta l’antico costume de’ Megaresi. Famiglia inoltre in
Roma
non v’era, che privatamente ancor non l’onorasse,
a man donò. Questa moetra prudenza, e rarità, Questa i n Egitto, e in
Roma
un dì regnò La Dea della gentil Verginità. Di
avansi al suo cospetto venti verginelle delle principal i famiglie di
Roma
nonimen di sei anni, nè più di dieci, non prive p
in pectore divae Gorgona desecto vertentem lumina collo. Suo culto
Roma
per onorar questa Dea di Sapienza, non men che di
i più cari figliuoli. Lacnde qual sostegno de’miseri in Atene, ed in
Roma
venne con singular onore riguardata, e più tempii
essere amici della fama non già coll’ergerle tempii, come dall’antica
Roma
scioccamente si fece ; ma sibbene coll’insistere
che non anco parte Per sedurre i Romani adopra ogn’arte. Si forma in
Roma
una fatal congiura Per dare al Regge l’usurpato s
esclama : Romani or che faremo Qual sarà di costor la giusta sorte ?
Roma
per essi fù al periglio estremo Perciò a ragione
festo Più non sarà temendo il proprio scempio Nè giovarvi potrò se in
Roma
io resto Già carco di anni, onde al dovere adempi
ii tiranni, e sante Dee Livia, Poppea e Messalina ? A tempo dei re di
Roma
fu deificato soltanto Romolo, ma per gherminella
lui che non avea potuto tollerar come re. Così cominciò ben presto in
Roma
la politica a far servir la religione agl’interes
tiche istorie, specialmente nelle loro origini, non esclusa quella di
Roma
, furon dette con greco vocabolo miti ; quindi Mit
lagi dei maggiorenti, ma pur anco nelle piazze e nelle strade, non in
Roma
soltanto, ma per tutta Italia, la cognizione dell
ipe greco della Tessaglia, conduce una colonia nel Lazio (Campagna di
Roma
). Età dell’oro (vedi la favola. Saturno ec.). Ma
cipio di epoche istoriche meno incerte. 753. Romolo. Fondazione di
Roma
. 714. Numa Pompilio. 624. Intorno a questo t
alia dall’Arcade Evandro tre secoli e mezzo prima della fondazione di
Roma
. Evandro aveva fissata la sua residenza su quel m
ebbraio. Son celebri nella storia romana i Lupercali dell’anno 710 di
Roma
, poichè in quel giorno offrì Marc’Antonio il regi
da suo fratello. Fu perciò, dicono, annoverata tralle Dee, ed ebbe in
Roma
una Capelletta, ove le Vestali le offerivano de’
te. I Greci lo venerarono come uno de’ loro maggiori Dei (d). Egli in
Roma
ebbe molti tempj, e fra gli altri uno vicino al C
ali dovevano contenersi i discorsi e le azioni loro. La Virtù ebbe in
Roma
tempj e altari. Scipione, il distruttore di Numan
odiaco, che si chiama la Vergine(a). Augusto le fabbricò un tempio in
Roma
(b). Questa Divinità venne spesso confusa con Tent
e tutto ciò, che può offendere l’onestà. Questa Dea ebbe due tempj in
Roma
. Il primo, ch’era antichissimo, e alzato appresso
la denominano Omonia, ovvero Omusia. Ella ebbe un tempio in Olimpia.
Roma
celebrava a di lei onore certe feste, dette Caris
el Campidoglio. Lo fabbricò Furio Camillo Dittatore nell’anno 397. di
Roma
, dopo d’aver sedato la ribellione popolare contro
costituirsi grande, e di salire a’sublimi onori. Questa Dea ’ebbe in
Roma
un tempio, in a molto di frequente le si sacrific
che non è in opposizione alle leggi. I Greci la denominano Eleuteria.
Roma
singolarmente la onorò, dopochè si sottrasse alla
ver a lei granpartè della sua gloria(a). Servio Tullio le fabbricò in
Roma
il primo tempio. La Fortuna poi col decorso degli
cui Servio Tullo fabbricò un tempio sulla sponda del Tevere fuori di
Roma
. Que’ Romani, che non esercitavano alcuna profess
rduto coraggio. Tullo stesso trionfò de’ suoi nemici, e introdusse in
Roma
il culto di questa Divinità. Il Timore si rappres
ò era di buon augurio ; se galeggiavano, di cattivo(d). Ino fu poi in
Roma
onorata sotto il nome di Matuta. Servio Tullo fu
ocacciati gli Aborigeni, occupò que’luoghi, dove poi venne fabbricata
Roma
(h). Insegnò a que’popoli l’agricoltura e l’uso d
un giovine toro (i). Servio dice, che tale sacrifizio si rinovava in
Roma
ogni anno suli monte Aventino (l). Virgilio poi n
iamate Baccanti ; e in tal modo clamoroso e impudente celebravansi in
Roma
le feste di questo Dio che furon dette Baccanali,
ette Baccanali, di cui gli eccessi giunsero anticamente tant’oltre in
Roma
che il Senato dovè proibirle. L’immagine e simili
enno e per moralità), i riti degli Dei stranieri non erano ammessi in
Roma
, come avverte T. Livio nel lib. iv e nel xxxix de
a un’altra Vesta sua nipote, Dea del fuoco del culto delle Vestali in
Roma
. Ebbe anche i nomi di Titèa e Pasitèa, usati dai
immagini e tempii e adoratori, tanto in Grecia quanto in Italia, e in
Roma
stessa più che altrove. Rappresentavasi come una
primo mese dell’anno. A Marte e ai marziali esercizi fu consacrato in
Roma
il campo Marzio, che prima era un fondo rustico,
…….quel dolce di Calliope labbro « Che Amore in Grecia nudo e nudo in
Roma
, « D’un velo candidissimo adornando, « Rendea nel
, statua in bronzo che ornava prima una fontana della villa Medici in
Roma
, ed ora vedesi nella Galleria degli Uffizi di Fir
uesto proposito ciò che ne scriveva il poeta Virgilio, « Che visse a
Roma
sotto il buono Augusto, » e che Dante chiama suo
gelosa di una gelosia politica, con la quale i romani fino al 309 di
Roma
tennero i connubii esclusi alla plebe. Ma da’ Gre
ile all’uomo, e può trarsene argomento dal tempio a lei fabbricato in
Roma
da Numa Pompilio quasi in forma di un globo, per
sa, nutrice di Bacco, 149. Notte, Dea delle tenebre, 238. Numa, re di
Roma
, 324. O Oblio, fiume, 240. Occasione, divin
eur victoire dans la Troade. Alors on fait naître Latinus et Romus ou
Roma
du sang d’Ulysse ou de Télémaque. Mais, en réfléc
▲