iaco ed è quello della Vergine. Si chiamò pure Temi, la quale secondo
Omero
avea l’affizio di regolare i banchetti degli Dei,
rza di orribile tremuoto. Il che ha dovuto avere origine da’ versi di
Omero
(2), ne’ quali dice che Tifeo giace sepolto in Ar
bel mezzo una sala magnifica sì per deliberare e sì per banchettarvi.
Omero
però nel principio del XX. libro dell’Iliade pone
po, orribile prodigio Dell’Egioco Signore. Monti. In questo luogo di
Omero
, dice Mad. Dacier, l’egida certamente è uno scudo
iove, col quale egli spacciava un’intima familiarità, detto perciò da
Omero
dimestico e famigliare di Giove (Διος μεγαλον οαρ
ed Elena ; l’altro mortale, dal quale nacque Castore e Clitennèstra.
Omero
dice che Leda ebbe da Tindaro i due gemelli Casto
con Giove sull’Olimpo, ed un altro sulla terra co’ mortali ; sebbene
Omero
(1) dica che que’ due fratelli un giorno vivano e
da lui dato a tutta quella regione. Dopo Dardano regnò Erittonio, che
Omero
chiama il più dovizioso de’ mortali, e cui pascev
da’più si vuole nato da Giove e da Sergesta, fig. d’Ippola, Troiano.
Omero
gli dà dodici figliuoli ed altrettante figliuole
condo Erodoto, da una donna Egiziana che ne fu la prima sacerdotessa.
Omero
chiama Selli o Elli i Sacerdoti di quest’oracolo,
ochi olimpici o non vi erano, o aveano pochissìma celebrità, e perciò
Omero
non ne fa motto ne’suoi poemi. A tempo poi d’Ifit
giochus, Αιγιοχος, Giove Egioco ; epiteto di Giove assai frequente in
Omero
, Esiodo ec. così detto o da αιξ, αιγος, capra, ed
s, Fulminator ; αστεροπητης. Così quegli altri epiteli tanto usati da
Omero
, νεφεληγερετα, nubium coactor, l’adunator de’nemb
a differenza del pianeta di Marte che l’ha terribile e sanguigna(5).
Omero
(6) fa menzione di Ate (Ατη, noxa), la quale fa ca
no che tutto era pieno di Giove, e che tutto dee cominciare da Giove.
Omero
(3) di passaggio dice che le timide colombe recano
; o da Temeno, fig. di Pelasgo, che abitava nella città di Stinfalo.
Omero
(2) però fa dire a Giunone che quando Saturno fu c
alla Dea di Samo(3) ; ed i pavoni di quell’isola sono in gran pregio.
Omero
racconta la favola di Argo, ma non fa motto della
quegli uccelli a fierissimo combattimento. Il Troiano esercito, dice
Omero
(4), marciava Come stormo di augei, forte gridand
mei si uniscono per impedire ch’esse devastassero i loro campi ; così
Omero
finse la guerra de’ Pigmei colle grù. Finalmente
no inondò la campagna di Troia, ed Apollo mandò micidiale pestilenza.
Omero
(1) racconta che Giove sdegnato con Nettuno ed Apo
, Eleno, Alessandro o Paride, Cassandra, Creusa, Polissena, Troio ec.
Omero
ne conta sino a 90, Igino 54, ed altri 17. V.
sso gli antichi furono le nozze di Peleo, a cui, benchè mortale, dice
Omero
, gli Dei diedero per isposa una Dea. Catullo ha s
zza appresso è cagione d’innumerevoli mali. Il vecchio Eumeo appresso
Omero
(1), vinto dal desiderio di rivedere Ulisse, si ri
cordo, e garriva in modo indecoroso. Avvedutosi una volta Giove, dice
Omero
(5), degli artifizii di Giunone, pe’ quali i Greci
randezza di Giunone in quel che dicono i poeti d’Iride. È vero che in
Omero
(4) Ebe pone le ruote al cocchio di Giunone, e vi
è la messaggiera, perchè l’arco-baleno mostra le mutazioni dell’aria.
Omero
le dà il soprannome di piè-leggiera. VIII. Var
Latini dicevasi Fors, e τυχη da’ Greci, la quale voce non trovasi in
Omero
ed in Esiodo, per cui il nome Fortuna dovea esser
ettò che gli uomini ne giudicassero, ma tosto vi appose quel verso di
Omero
: Volto ha simile alle immortali Dee. Nicomaco
lte vergini donzelle il celebravano con diverse specie di giuochi. Ma
Omero
dice che in Alalcomenio, città di Beozia, nacque
di Giove, e poscia Diana ed Apollo(4). Minerva, secondo il pensare di
Omero
, era l’intelletto stesso e la provvidenza di Giov
nto essa disponeva, tutto era dal suo cenno divino comprovato. E però
Omero
ne’ suoi poemi rappresenta Achille, Ulisse e tutt
mità sofferte nel ritorno alle lor patrie dopo l’eccidio di Troia, da
Omero
(1) a Minerva principalmente si attribuiscono, com
Giove e fece morire il sacrilego Aiace divorato dalle fiamme. Secondo
Omero
(3), Aiace, dopo molti pericoli si salvò sullo sco
ntrade. Ebbe ancora lunga vita di sette o di otto secoli ; e al dir d’
Omero
(2) gli fu pur concesso che nell’inferno egli solo
Greci già vicini a partire questo dono consacrano. Ma lo Scoliaste di
Omero
afferma che il cavallo Troiano fu un trovato di U
e al lanificio, percui in Atene a lei si sacrificava la pecora. Ed in
Omero
per opera di Minerva s’intende il lanificio ed il
mo l’epiteto dal bel peplo dato a molte donne per loro gran lode ; ed
Omero
(1) dal peplo e dall’aurea fibbia loda le donne At
e e la sua ninfa vestite di peplo ; e Teocrito loda Cerere dal peplo.
Omero
in più luoghi descrive or Minerva, or Teti, ed or
a Enioco. Nelle Panatenee maggiori si cantavano da’Rapsodi i versi di
Omero
per una legge d’Ipparco, fig. di Pisistrato(3) ;
(3) dice che Fidia rappresentò Minerva in nulla inferiore a quella di
Omero
, cioè in sembianza di una vergine avvenente, cogl
di Minerva. Minerva Alalcomenia (Αθηνα αλαλκομενηις) chiamasi da
Omero
o da Alalcomenia, città della Beozia, ov’era un s
luce, come traduce il Pindemonti ; soprannome assai frequente presso
Omero
. Il color glauco è il verde di mare, o il color c
esercito le sue micidiali saette, vi suscita grave pestilenza. Il che
Omero
prese dagli Egiziani che dal sole credeano nascer
ro anni, non lungi dalla città di Crissa, detta Pito, e poscia Delfo.
Omero
(1) dice che Apollo non fu dalla madre allattato,
menti di Admeto, re di Fere, in Tessaglia, lungo il fiume Anfriso(2).
Omero
dice che Apollo pascolò le giumente di Fere, aggu
eziandio fra gl’Iddii soggiornavan le Muse, dette perciò Olimpiadi da
Omero
(3). Le Muse cantavano in cielo le lodi dei Numi,
e l’invenzione del flauto ; percui sul basso rilievo dell’apoteosi di
Omero
questa Musa tiene un doppio flauto. Si dipinge co
hè presedeva agli studii campestri. Nel bassorilievo dell’apoteosi di
Omero
, Talia è quella che tiene la lira ed è in atteggi
lo dalla moltiplice cognizione delle cose ; e secondo lo Scoliaste di
Omero
, le principali arti di cui egli era duce e maestr
so di Delfo era stato dichiarato il più sapiente di tutti gli uomini.
Omero
(2) riferisce, avere Apollo stesso edificato quel
tribuisce l’invenzione della medicina oculare. Da non pochi luoghi di
Omero
si scorge che ad Apollo attribuivan gli antichi l
fig. d’Iperione, mentre Apollo riputavasi fig. di Giove e di Latona.
Omero
il fa figliuolo d’Iperione e di Eurifessa ; ed Es
erba di stupenda virtù, chiamata moli (μωλυ, moly)(1). « Bruna, dice
Omero
, N’è la radice, il fior bianco di latte ; Moli i
orbiva i vascelli con rumoreggiare spaventoso ; da ciò la finzione di
Omero
, che Scilla, mostro marino, presso alla Sicilia,
ì appresso i poeti frequentemente s’incontrano siffatte comparazioni.
Omero
spesso l’addita cogli epiteti di figliuola del ma
o color d’oro (5). Da Astreo partorì i Venti, Lucifero, e gli Astri.
Omero
la dipinge con un gran velo sulla testa rivoltato
nto supera tutti gli altri simulacri di quel nume, quanto l’Apollo di
Omero
è più grande di quelli descritti dagli altri poet
uardi, e la faretra appesa agli omeri sembra che, secondo la frase di
Omero
, suoni sulle spalle del Dio sdegnato. Un’eterna g
perchè figliuolo di Latona. Apollo Licigenete, λυκηγενης, dicesi da
Omero
, o perchè il Sole è quasi il generatore dell’Auro
che volta le confondono, come fanno i poeti posteriori ad Esiodo e ad
Omero
. Da Virgilio(1) si scorge che la Luna non era div
i padroni del mondo e gli Dei che tutte le cose governano. La Luna da
Omero
ora si dice fig. di Pallante, ed ora d’Iperione,
otentissimo che sopra gli uomini signoreggia e sopra gli Dei, secondo
Omero
. Un greco autore dice elegantemente che il Sonno
νος, il quale faceva sì che le palpebre si chiudessero. Quindi presso
Omero
: gli sparse il fluido soporifero sulle palpebre
nno è bagnata da un ruscello di acqua Letea. Il suo soggiorno secondo
Omero
era nell’isola di Lenno ; o nel paese de’ Cimmeri
li antichi credevano sepolto nelle più dense tenebre, e che lo stesso
Omero
ripone oltre i confini dell’ Oceano ; sebbene alt
i veraci, l’altra d’avorio, da cui i falsi sogni sortivano. Così dice
Omero
imitato letteralmente da Virgilio(3). Morfeo poi
re si tuffa nell’oceano, perchè l’Eridano significa il gran fiume che
Omero
chiama Oceano. E qui è mestieri parlare di Endimi
i mal volentieri vedevano, il culto di Bacco allignare ne’loro paesi.
Omero
(1) racconta che Licurgo, fig. di Driante e re di
vuto torto, e racconsolatala, volle sposarla e condurla seco. Secondo
Omero
, Diana stessa trattenne Arianna in quell’isola pe
te, il quale abitava sull’ Ismaro, monte della Tracia fin da’tempi di
Omero
(3) insigne per le viti. Egli un giorno cadde da u
Veneri e ad una sola attribuiscono ciò ch’è proprio delle altre tre.
Omero
chiama Venere fig. di Giove ; ed Esiodo la dice n
da Peone. Icore (ικορ), è un bianco umore, o un sangue finissimo che
Omero
assegna agli Dei, cioè, come spiega Mad. Dacier,
o, come il nostro, ma un vapore tenue e divino, degno degl’immortali.
Omero
, ella dice, non si è contentato di attribuire agl
così ingiuriosa alla divinità, che per questa ragione Platone cacciò
Omero
dalla sua repubblica ; e Pittagora disse ch’egli
tte le grazie del discorso. Il Tasso ha imitato la descrizione che fa
Omero
del cinto di Venere, quando descrive la cintura d
oema che pe’ Romani potea dirsi poema nazionale, come era l’Iliade di
Omero
pe’ Greci. Enea mo rì in una battaglia presso il
ipinse Venere in mezzo alle Grazie ed agli Amori. Anche in un inno di
Omero
, nel seguito di Venere si pone la Gioventù o Ebe,
a dall’alato Zeffiro, come da suo foriere. E nell’inno di Apollo dice
Omero
che le Grazie intrecciano nell’Olimpo lietissime
Giunone ; altri, dal Sole e da Egle ; e Servio, da Bacco e da Venere.
Omero
(2), delle tre Grazie nomina la sola Pasitea, che
ulcano, ed essa introduce Teti nella magione affumicata di quel nume.
Omero
, dice Mad. Dacier, dà per moglie a Vulcano la bel
i erano esse destinate ad essere il decoro e l’ornamento dell’olimpo.
Omero
(1) dice che le due cameriere di Nausicaa, fig. d
ce si adopera spesso a significare le stesse nozze (2). In un inno di
Omero
insieme con Venere e colle Grazie s’introduce a d
di lei su’giardini, di cui i Greci ed i Romani la riputavano signora.
Omero
fa menzione del nitido peplo di Venere, col quale
rre. Nel fatto poi di Minerva che vince ed abbatte l’impetuoso Marte,
Omero
c’insegna che la prudenza ed il senno escono semp
si danno da’ poeti, sono i più atti a farcene conoscere il carattere.
Omero
ed Esiodo il chiamano nume insaziabilmente avido
ume audace e terribile, spogliatore pernicioso e spezzatore di scudi.
Omero
spesso lo chiama impetuoso (θουρος Αρης), perchè
ose imprese delle Amazzoni era assai viva, così i poeti posteriori ad
Omero
introdussero anche queste donne bellicose nella g
ς ; e più altri epiteti degni del nume della guerra. Anche Bellona da
Omero
si chiama devastatrice di città, πτολιπορθος Ενυω
ra parte. Fu così detto non solo da’ latini scrittori, ma eziandio da
Omero
(3). E con bel tropo i Greci ed i Latini per Marte
Marte, ed alle volte è un aggiunto di questo nume. Quindi Merione da
Omero
chiamasi uguale all’ omicida Enialio, cioè a Mart
petto armato di una corazza di bronzo, sono epiteti frequenti presso
Omero
. IX. Alcune altre cose di Marte e di Bellona
a significare la guerra stessa e la spada(5) ; ed i guerrieri presso
Omero
si appellano ora ministri di Marte (θερακοντες Αρ
ello essergli state involate le tanaglie ed altri fabbrili strumenti.
Omero
nell’inno di Mercurio dice che questo nume nacque
iente. E per argomento della destrezza di questo nume nell’ingannare,
Omero
(3) racconta ch’egli, per volontà di Giove, guidò
d a’ piedi, onde velocemente portasse per ogni luogo gli ordini suoi.
Omero
(2) e Virgilio (3) in bella guisa descrivono Merc
ancora, E con quella tra man l’aure fendea. Pindem. Ad imitazione di
Omero
, Virgilio descrive Mercurio che si accinge ad ese
ggi portava in mano Mercurio questa verga detta caduceo (ραβδος), che
Omero
ed Orazio chiamano aurea. Essa ha in cima attacca
le anime de’ defonti a Plutone, e farla da duce e scorta delle ombre.
Omero
(1) descrive Mercurio che conduce all’inferno le a
to da Orfeo, che l’avea, appreso dagli Egizii. L’Oceano, di cui parla
Omero
, era il Nilo : le porte del sole voglion dire la
i ; διακτωρ e διακτορος, mezzano de’ trattati, internuncius, appresso
Omero
; των θεων υπηρετης, ministro degli Dei, negli an
ruosissimi. Callimaco li rassomiglia per l’altezza al monte Ossa ; ed
Omero
dice esser simili al vertice selvoso delle alte m
, e ministri di Vulcano nel fabbricare i fulmini di Giove. Ma secondo
Omero
(2), essi erano mostruosi giganti, sprezzatori de’
ichi monumenti Polifemo si rappresenta con tutti e due gli occhi ; ed
Omero
non ha mai dato un sol occhio al suo Polifemo acc
li antri ed amiche delle spelonche. Celebre è l’antro delle ninfe che
Omero
descrive (1) ; e Virgilio (2) nella spiaggia dell
in cui erano dolci acque e sedili scavati nel vivo sasso. E lo stesso
Omero
(3) loro attribuisce e le selve, e le sorgenti dei
la figliuola. Or delle Sirene varie cose troviamo presso gli antichi,
Omero
nell’Odissea dice che le Sirene col dolce lor can
per dispetto si spinsero a rompicollo nel mare. Plinio e forse anche
Omero
, afferma che il loro soggiorno era il promontorio
Ηφαιστος. II. Storia favolosa di questo Nume. Vulcano, secondo
Omero
(1), fu fig. di Giove e di Giunone ; ma Cicerone(2
Siciliano. Quindi Lenno dicesì Vulcania(3). Ma per testimonianza di
Omero
, Vulcano nacque da Giove e da Giunone ; e Giove i
a di Lenno e per tal caduta reso zoppo, Teti ne prese cura. Lo stesso
Omero
(4) pone nell’Olimpo la casa e la fucina del Dio d
te altre mirabili opere attribuiva l’antichità a Vulcano in guisa che
Omero
(7) chiama istruito da Minerva e da Vulcano un uom
a più famosa è lo scudo di Achille descritto con arte maravigliosa da
Omero
(8) ; il che solo fa vedere che fu stoltezza il cr
lienze, volenteroso si accinge all’opera e fabbrica uno scudo, di cui
Omero
fa una descrizione ch’è il più bel pezzo di poesi
alle bianche braccia rise, e ne risero tutti gli Eterni. Veggasene in
Omero
(1) il grazioso racconto. IV.Di alcune imprese
rigia, chiamato Xanto dagl’Iddii, e dagli uomini Scamandro, al dir di
Omero
(1). Il figliuol di Peleo, dopo grandi prodezze, f
nte Achille Scacci pur tutti di cittade i Teucri ec. Monti Ecco come
Omero
descrive la forza del fuoco, simboleggiato sotto
omete, o inclito, gr. κλυτος, αγακλυτος e περικλυτος, celeberrimo, in
Omero
ed Esiodo, per la sua perizia maravigliosa nelle
κυλλος, claudus, e πους, pes ; aggiunto di Vulcano assai frequente in
Omero
. Ignipotens, cioè arbitro del fuoco,si chiama da
lla Dea e lieti ritornano alla patria. Questa favola non ritrovasi in
Omero
; ma i casi di questa principessa e della famigli
le montagne ; anzi che a Giove cercò quasi per retaggio tutt’i monti.
Omero
(2) descrive Diana che scorre pei monti, e tra que
III. Principali epiteti di Diana. Agrotera, gr. αγροτερα, presso
Omero
, cioè cacciatrice ; αγραυλος, che pernotta nella
ellano gli Eroi divina generazione di uomini che diconsi Semidei ; ma
Omero
dà questo titolo a tutt’i Greci. Or, come vuolsi,
iamo. La più bella e naturale narrazione di questa guerra è quella di
Omero
nella sua Iliade, poema inimitabile, che non debb
antiche storie della Grecia. Uopo è adunque distinguere nel poema di
Omero
quello ch’è storia e quello ch’è mera finzione. E
infinite altre cose, che sono pura istoria. Quindi è che il poema di
Omero
merita di esser tenuto per la più antica storia d
e erano i vascelli impiegati dai Greci in questa spedizione ; secondo
Omero
erano 1186 ; ed al dir di Tucidide, 1200. In ques
, fu il campo greco percosso da grave pestilenza, di cui l’origine da
Omero
(1) è attribuita ad Apollo ; perchè Crise, sacerdo
ra di Troia. Di lui non vi era più forte e prode guerriero, siechè da
Omero
chiamasi di tutt’i Greci gran baluardo, e da Ovid
e la sua velocità oltremodo celebrarono i poeti, percui sì spesso da
Omero
chiamasi Achille dal piè veloce (ποδυκης). Orazio
che il dardo ferì il calcagno, ove solamente l’eroe era vulnerabile.
Omero
però non fa menzione di tale prerogativa, ma il d
reso immortali i due più insigni poeti che abbia mai veduto il mondo,
Omero
e Virgilio. Terminata in tal guisa la guerra, i G
elle sue onde scuote la terra. II. Storia favolosa di Nettuno.
Omero
(2) dice che Giove e Nettuno erano figliuoli di un
olte e riconduce la serenità desiderata. Anche magnifica è l’idea che
Omero
(3) ci dà della potenza di Nettuno, ch’era del par
e cento mostri marini intorno al suo cocchio si raccolgono. Si sa che
Omero
(1) lo rappresenta nell’atto che sorte dalle onde,
oltre all’essere Dio del mare, avea pure la cura de’cavalli, dicendo
Omero
ch’egli era ed il domator de’cavalli, ed il conse
lche cosa. E qui mettiamo in primo luogo il famoso Polifemo, detto da
Omero
il Ciclope per eccellenza. Egli era fig. di Nettu
mari. Questo favoloso avvenimento è assai piacevolmente raccontato da
Omero
(5), e merita di esser letto da’giovani studiosi.
Campania. Antichissimo re de’ Lestrigoni fu Lamo, di eui fa menzione
Omero
ed Ovidio ; ma quando, per sua mala ventura, alla
spiaggia approdò Ulisse, quivi regnava Antifale, la cui moglie, dice
Omero
, era alta come una montagna. Essi fecero mal gove
canti e le danze delle Nereidi, ninfe marine. fig. di lui e di Dori.
Omero
(1) afferma che le Nereidi in un antro ch’era nel
ς, concussio, et χθων). Questi epiteti si veggono spesso adoperati da
Omero
. Γαιηοκος, Nettuno che cinge o contiene la terra
ge o contiene la terra (a γαια, et εχω, contineo), chiamasi spesso da
Omero
, perchè il mare circonda e quasi abbraccia la ter
ni (3), come Lucrezio, Ovidio, Tibullo ed altri eziandio asseriscono.
Omero
(4) bellamente descrive in qual guisa Ulisse amma
Greci ed i Latini poeti li han descritti colla loro vivace fantasia.
Omero
(1) afferma che Mercurio conduce all’inferno le a
nei, e la notte uscivano a commettere mille ruberie. Or i Cimmerii di
Omero
sono quelli presso Baia e Pozzuoli, perchè Ulisse
Bosforo, o di altre parti del mondo (2). É dunque poetica licenza, se
Omero
pone all’estremità dell’Oceano i Cimmerii dell’It
ell’Oceano i Cimmerii dell’Italia. Strabone afferma che i Cimmerii di
Omero
erano sulle coste d’Italia, e che gli antichi pon
e che gli antichi ponevano presso al lago d’Averno la Negromanzia di
Omero
, cioè l’undecimo libro dell’Odissea, ove si parla
ltri. Pindaro, nel descrivere in tal guisa i Campi Elisii, ha imitato
Omero
, il quale quasi nello stesso modo quel felice sog
ronda del quale, a guisa di vani fantasmi, si annidano i Sogni. Anche
Omero
(2) all’ingresso dell’Inferno pone il popolo de’
cora essi opachi e tenebrosi si fingevano da’poeti ; ed avvedutamente
Omero
fra le tenebre di cui erano i Cimmerii eternament
he l’Acheronte si scarica nel Cocito (2) ; nel che non si accorda con
Omero
, il quale afferma che nell’Acheronte si getta il
iare quelle orrende bolge e riempie di spavento le ombre esangui (2).
Omero
(3) fa parola di questo mostro ch’egli chiama il m
discutere i falli degli uomini e sentenziare secondo i loro meriti.
Omero
(1) fa dire ad Ulisse, aver veduto nell’inferno M
no. Ovidio lo nomina gran legislatore, e giusto per eccellenza ; e da
Omero
e da Orazio dicesi coscio de’segreti di Giove.
da Giove e precipitato nel Tartaro, ove un avvoltoio, o due, secondo
Omero
, gli va rodendo le viscere sempre rinascenti ; e
icadeva per un potere supremo nella valle sottoposta. Lo Scoliaste di
Omero
afferma che fu condannato a tal pena per aver riv
acerdoti di Egitto trovavano scritto ne’loro annali che Orfeo, Museo,
Omero
, Pittagora, Platone ed altri Greci di gran rinoma
mascherato a guisa di Cerbero. Da Orfeo l’appresero i Greci ; e però
Omero
disse che Mercurio o Ermete accompagnava le anime
ttà dell’Egitto. Verdeggianti prati eran la sede delle ombre, secondo
Omero
; or questi non erano che un luogo presso la palu
matura che rendeva invisibile colui che la portava. Agamennone presso
Omero
chiama Plutone implacabile ed inesorabile e quind
ra al Dio del mare, come in Eschilo, ed a quello dell’inferno, che da
Omero
dicesi Giove sotterraneo ed infernale ; con che v
iano discorre dell’ Astrologia, fa chiaramente vedere che ne’poemi di
Omero
e di Esiodo vi ha un’ analogia grandissima fra l’
uomini. Tellumo, a tellus. VI. Alcune altre cose di Plutone.
Omero
(2) racconta che Ercole osò ferire di saetta lo st
mettere il piede negl’infernali luoghi, ad imitazione dell’ Ulisse di
Omero
, sacrifica all’uno ed all’altra per renderseli pr
he spesso si confondono col fato. Nell’inno di Mercurio attribuito ad
Omero
, il soggiorno delle Parche si finge essere nelle
ol Dio del fiume Acheloo, il più gran fiume della Grecia, e perciò da
Omero
chiamato il re dei fiumi. Questi fu il solo prete
rpe dei Pelopidi furono due dei principali personaggi del l’Iliade di
Omero
, a istigazione dei quali s’imprese e si condusse
vidiato da Alessandro Magno, perchè ebbe per banditore delle sue lodi
Omero
. La prosapia di Achille deriva da Giove : genus
ò per lo scopo del mio racconto mitologico le splendide asserzioni di
Omero
, di Virgilio e di Dante alle sparute anatomie o a
i filologi. Ed ecco prima di tutto la genealogia dei re Troiani quale
Omero
fa dirla da Enea ad Achille : « Ma se più brami
roiano : tutti gli altri re per altro son quegli stessi rammentati da
Omero
. Di Erittonio figlio di Dardano i mitologi non ra
no questo nome ad Eretteo re di Atene che fu figlio di Vulcano. Anche
Omero
, come abbiam veduto, lo dice soltanto il più opul
suo Ilo derivò quello di Ilion (in italiano Ilio) alla città stessa.
Omero
preferisce il vocabolo Ilion ; ma gli altri pœti
co ebbe Capi e Capi Anchise, » che fu genitore di Enea, come fa dire
Omero
da Enea stesso ; quindi Assàraco è lo stipite del
desse in premio quelle polledre figlie del vento, le quali, come dice
Omero
, « Correan sul capo delle bionde ariste « Senza
o passò alla posterità. Degli altri figli di Laomedonte rammentati da
Omero
nei versi sopracitati è notabile soltanto Titone
ppresso, per le loro grandi gesta in quell’impresa, di esser fatti da
Omero
i protagonisti dei suoi due poemi l’Iliade e l’Od
scendesse ; e così avvenne infatti a Protesilao, il quale, come dice
Omero
, « Primo ei balzossi dalle navi, e primo « Trafi
ttolo a partir per la guerra, non è facile dimostrarlo, in quanto che
Omero
non ne parla, e perciò appunto Cicerone non lo cr
le più memorabili battaglie, che furono narrate maravigliosamente da
Omero
. L’Iliade ne contiene la lunga serie ; e perciò p
ificare una lunga serie di esse. Sebbene il titolo d’Iliade che diede
Omero
al suo poema, derivando da Ilio, appelli in gener
isgiunse aspra contesa « Il re de’prodi Atride e il divo Achille. »
Omero
dunque cantò nell’Iliade l’ira di Achille e le fu
asi sangue, cioè un certo umore che i celesti, per quanto ci assicura
Omero
, chiamano icòre, « Qual corre de’beati entro le
a città di Troia è non solo di nuovo genere, ma unica nel suo genere.
Omero
dice che fu uno stratagemma, Virgilio un’insidia
tto ciò che hanno scritto i classici greci e latini, e principalmente
Omero
e Virgilio, mentre questi non pensano e non rivol
se a chi legge sia noto o no quel che essi dicono, o sono per dire.
Omero
nel libro viii dell’Odissea, parlando del cavallo
reci ; ma oltre che di sì grave accusa non si trova traccia alcuna in
Omero
, egli è poi sì altamente encomiato come il pio En
eva un figlio chiamato Astianatte, bambin leggiadro come stella, dice
Omero
, unica speranza della madre, unico rampollo di qu
eo re di Creta e nipote di Minosse la fondazione di questa città ; ma
Omero
che parla più volte con gran lode del valore di I
raordinarie e mirabili vicende di quest’Eroe dopo l’eccidio di Troia,
Omero
trovò da scrivere un intero poema di ventiquattro
rano questi i Proci (cioè i pretendenti) di cui tanto a lungo favella
Omero
nell’Odissea 139, narrando che divoravano le sost
trovano chiamati ancora gli errori di Ulisse, perchè egli, come dice
Omero
, molto errò, cioè andò molto vagando senza saper
veri limiti di tempo e di spazio, determiniamo i luoghi che, secondo
Omero
, egli toccò, e dove più o meno si trattenne, e po
e nella città e nella reggia di quello, sarà bene sentirlo narrare da
Omero
stesso : « Ei s’abbattero a una real fanciulla,
o dell’opera udirlo raccontare a lui stesso secondo che lo fa parlare
Omero
: « Io pel naviglio su e giù movea, « Finchè gli
igliose rammentate da Orazio nella Poetica, apparisce, che a tempo di
Omero
, o non era stata ancora inventata l’altra favola
pagni nell’antro del Ciclope Polifemo la narrazione è troppo lunga in
Omero
, ed occuperebbe troppo spazio a riportarla qui tu
miracoli della poetica facoltà, o vogliam dire del genio inventivo di
Omero
: nè Orazio intese di far l’enumerazione di tutti
ffretto dunque a terminar la biografia di Ulisse dicendo che, secondo
Omero
, Ulisse fu ricondotto dai Feaci nella sua isola n
l suo ritorno 141. Non tutti però gli antichi autori si accordano con
Omero
a dire che Ulisse tornò in Itaca ; anzi alcuni as
na Commedia. Anzi è qui da notarsi una gran diversità di opinione fra
Omero
e Dante rispetto alla stima da aversi dell’indole
aversi dell’indole e delle imprese di Ulisse non meno che di Achille.
Omero
poeta pagano e cantore di Eroi mezzi barbari, amm
per frode altrui contrista, » non poteva esser così indulgente come
Omero
per gli eccessi di Achille e di Ulisse. Ma…. (com
accontare a lui stesso la sua fine (molto diversa da quella che narra
Omero
), affinchè sembri più vera ; ed è questa : che Ul
pra noi richiuso. » LXII Venuta di Enea in Italia Per quanto
Omero
parli onorevolmente di Enea nell’Iliade, e ne ram
e pugne e il valore sotto le mura di Troia, non ostante Enea, secondo
Omero
, è sempre un Eroe secondario, molto inferiore ad
alia prima che vi giungesse Enea, come difatti si deduce dai poemi di
Omero
e di Virgilio. Finalmente Enea entrando nella foc
morte egli avesse conservato lo spirito profetico ; e Ulissè, secondo
Omero
, andò nel regno delle Ombre, come dicemmo parland
e Ercole sia celebrato da tutti i più antichi poeti, incominciando da
Omero
che accenna a cantici e poemi antichissimi in ono
il poema epico non fa altro che portar l’ esempio del modo tenuto da
Omero
, del quale egli dice tra le altre cose : « Nec r
Latini e non si fa altro che tradurli. Essi conservarono al poema di
Omero
il greco titolo di Odissea, e diedero al protagon
n’epoca sacerdotale primitiva ; e i secondi l’epoca eroica cantata da
Omero
Omero. — Sette città della Grecia si disputaro
acerdotale primitiva ; e i secondi l’epoca eroica cantata da Omero
Omero
. — Sette città della Grecia si disputarono l’onor
te città della Grecia si disputarono l’onore di aver dato i natali ad
Omero
, e se volessimo numerare tutte quelle che troviam
, copre, cadendo, sette jugeri di terreno. Nè ciò è tutto : gli dei d’
Omero
partecipano di tutte le passioni dell’uomo, di tu
contro gli altri. Un esempio palpabile di quanto accenniamo ce lo dà
Omero
, più marcatamente nel canto XXII della Iliade, al
nò l’oscena favola del Toro di Pasifae 43 la moglie del re di Creta.
Omero
stesso, il poeta sovrano, implicando fra gl’incid
alla Ninfa in amoroso amplesso Mischiossi, e di costor madre la feo. (
Omero
— Iliade libro 6° Trad. V. Monti). 7. Abaride. —
èst. L’inclita Fere, Epea la bella, e Pédaso D’alme viti feconda………. (
Omero
— Iliade Libro IX tradotto da Monti). 18. Abido.
no gli avesse dato il corno dell’ Abbondanza. 54. Acheroc. — Nome che
Omero
dà al pioppo bianco (detto Gattice, vedi Diz. del
e della sua invulnerabilità al tallone, non era accettata ai tempi di
Omero
, e che la opinione del Poeta sovrano è assolutame
la sua reputazione di saggio, sembra averlo grandemente desiderato, e
Omero
dà a questo eroe un carattere di ghiottoneria di
e, e agli spettacoli del circo : essi si servivano perciò dei versi d’
Omero
, di Virgilio, e di altri poeti. 216. Aidone. — De
si coprì di gloria battendosi un giorno intero con Ettore. Ecco come
Omero
racconta questo passo : Di splendid’armi frettol
morte, discese agl’inferni da cui ritirò Alceste e la rese al marito.
Omero
dà ad Alceste il soprannome di Divina perchè ella
rdini da lui coltivati, o piuttosto per le meraviglie che ne racconta
Omero
, narrando il naufragio che Ulisse fece sulle rive
l personaggio a cui si attribuisce la metamoriosi in Alcione. Secondo
Omero
, Alcione era pure il soprannome dato a Cleopatra,
ti che imponendo montagne sopra montagne dettero la scalata al cielo.
Omero
li distingue fra loro chiamando il primo il divin
armò la mano dei due invincibili e li spinse a distruggersi fra loro.
Omero
racconta che prima che gli Aloidi avessero raggiu
spirar d’ambrosia odore Virg. — Entide Lib. 1. — trad. di A. Caro.
Omero
nell’Iliade, ripete che il corpo di Ettore, trasc
a celeste Rosata essenza che impedia del corpo Strascinato l’offesa.
Omero
. — Iliade Lib. XXIII. — trad. di V. Monti. Il ce
so. Ma non valse a crollar del saggio e casto Bellorofonte la virtù.
Omero
— Iliade Libro VI. trad. di V. Monti. 453. Antel
rve in petto si che mani e piedi Brillar mi sento del disio la pugna
Omero
— Iliade. Cant. 13. trad. di V. Monti. A proposi
nome adoravano Venere. 599. Artipoo. — Che significa piede leggiero.
Omero
così chiama Marte dio della guerra, forse per ind
l’intestini ; in negra Caligine ravvolti ei chiuse i lumi, E spirò….
Omero
— Iliade Libro XXI, trad. di V.Monti. 632. Astia
stianatte, perchè il padre el solo Era dell’alta Troia il difensore.
Omero
— Iliade L. VI. trad. di V. Monti. Questo giovan
stessa dea Cotitto. 740. Ballo. — Nome di uno dei cavalli di Achille.
Omero
dice che erano immortali e figli di Zeffìro. 741.
ro E armò di Briareo le cento braccia. Monti — Bascilliana C. II. e
Omero
: ….. all’alto Olimpo Prestamente chiamando il g
. Da’mortali Egèone, e di fortezza Lo stesso genitor vincea d’assai.
Omero
— Iliade L. I. trad. di V. Monti. La verità nasc
rato, e il premio gli rapisti De’suoi sudori, e ancor lo ti ritieni.
Omero
— Iliade Libro IX. trad. di V. Monti. Achille a
a d’Apollo, Profetica virtù, de’Greci a Troia Avea scorte le navi…..
Omero
— Iliade libro I trad. di V. Monti. e predisse i
er cadere in Cariddi. 963. Caride o Charisa. — Era una delle grazie ;
Omero
la dà per consorte a Vulcano, volendo forse dinot
venti. 1007. Cauto. — Dio della prudenza. 1008. Cavalli di Achille. —
Omero
ricorda che i cavalli di questo eroe erano figli
un amante che lasci la sua donna. 1010. Cavalli di Enea. — Al dire di
Omero
i cavalli di questo famoso guerriero erano della
esti cavalli avevano nome Fobos e Demos ossia il terrore e il timore.
Omero
però dice che questi erano i nomi dei cocchieri d
fatto splendor come di folgore Lampeggiò per la casa e quindi uscio.
Omero
— Inno a Cerere Trad. di L. Lamberti. 1064. Ceri
llio segreto, Quel dolce favellio ch’anco de’saggi Ruba la mente……..
Omero
. — Iliade Lib. XIV trad. di V. Monti. A dire di
igliosa, immortal tela, e quale Della man delle dive useir può solo.
Omero
— Odissea — Lib. X Trad. di I. Pindemonte. 1139.
ea degli stregoni e degli incantatori : fu madre della famosa Scilla.
Omero
e altri scrittori dell’antichità, vogliono che si
prezzo. In man le bende avea, E l’auro scettro dell’arciero Apollo.
Omero
— Iliade — Libro I trad. di V. Monti. Essendosi
oracoli in versi, cosi armoniosamente poetici, che si credeva averne
Omero
stesso inseriti buon numero nei suoi poemi. Al di
un certo Darete, nom ricco e d’onoranza degno, Di Vulcan sacerdote.
Omero
— Iliade — libro V. trad. di V. Monti. 1363. Dat
Al trafitto che cadde fragoroso, E cupo gli tuonar l’armi sul petto.
Omero
. — Iliade — Lib. IV trad. di V. Monti Democoont
o, te, che la canora figlia Del sommo Giove, e Apollo stesso ispira.
Omero
— Odissia — Lib. VIII Trad. di I. Pindemonte. 14
de più bello, Tal mandava dal capo e dalle spalle Divin foco l’eroe.
Omero
. — Iliade — Libro V. — Trad. di V. Monti. All’as
aterve de’Teucri, che sostenerne Non potean, benchè molti, la ruina.
Omero
— Iliade — Libro V.trad. di V. Monti. La favola
o inculcava ai suoi discepoli di non uccidere gli animali. Al dire di
Omero
, Nettuno andò nell’ Etiopia onde comperare cento
nuca, Cosi malconci entrambi il fier Tidide Precipitolli dalla biga…
Omero
— Iliade — Libro V trad. di V. Monti. 1549. Eco.
Lo sottrasse, già tutto per la lunga E dolorosa prigionia consunto.
Omero
— Iliade — Libro V. trad di V. Monti. Avendo Dia
ra, una città, natia contrada Di Sisifo, che ognun vincea nel senno.
Omero
— Iliade — Libro VI trad. di V. Monti. 1571. Ega
eti detl’antichità danno questo nome allo scudo di tutti gli dei ; ed
Omero
dice che l’ Egida d’ Apollo era di oro, ma che qu
nto, e il diro Gorgonto capo, orribile prodigio Dell’ Egioco signor.
Omero
— Iliade — Libro V trad. di V. Monti L’ Egida,
detti aspersi di dolce, veleno, La moglie dell’Atride iva blandendo.
Omero
— Odissea Lib. III. trad. di I. Pindemonte. Tut
Oreste, Che il perfido assassin del padre illustre Spogliò di vita.
Omero
— Odissea lib. III. trad. di I. Pindemonte. il
gliuolo di Calcodonte e discendente della stirpe di Marte. Al dire di
Omero
egli comandava gli Abanti di Eubea che aveva cond
……………il prence Di magnanimi Abanti, Elefennore Figlio di Calcodonte.
Omero
— Iliade — libro VI. trad. di. V. Monti. Il be
e, e sir de’prodi Abanti …………………… E quaranta di questi eran le vele.
Omero
— Iliade — lib. II. trad. di V. Monti. 1617. Ele
e fu chi tosto La raccolse : ma negra eterna notte Deiporo coperse.
Omero
— Iliade — libro XIII trad. di V. Monti E feri
era il sovrano dei campi Elisi ; ove egli regnava con sua moglie Rea.
Omero
e Virglio scrissero che gli eroi, abitatori di qu
dall’atto : il collo ai nodi Gli s’infranse, e volo l’anima a Dite.
Omero
— Odissea Lib. XI. trad. di I. Pindemonte. 1656.
l’assali ; tre volte Apollo Gli scosse in faccia il luminoso scudo.
Omero
. — Iliade — Libro V. trad. di V. Monti. Nell’acc
l’illustre Sarpedon… ………. guerriero Di gran persona e di gran possa.
Omero
. — Iliade — Libro V. — Trad. di V. Monti. prestò
D’Enea percossi caddero costoro Col fragor di recisi eccelsi abeti.
Omero
. — Iliade — Lib. V trad. di V. Monti. Allorchè
a la pugna, Una subita nube intorno agli occhi Del Pelide diffuse…….
Omero
— Iliade — Libro XX trad. di V. Monti. Finalment
al suore e fratelli, Che avean degli anni il più bel fior sul volto.
Omero
— Odissea Lib. X. trad. di I. Pindemonte. 1702.
ello di Eolie, da Eolo, loro re. V. l’articolo precedente. Al dire di
Omero
, una sola fra le isole Eolie, che è quella di cui
atta un muro d’infrangibil rame, E una liscia circonda ecceisa rupe.
Omero
— Odissea — Lib. X. Trad. di I. Pindemonte. 1703
rene Gli abitanti e di Trio. guado d’Alfeo. E della ben fondata Epi.
Omero
— Iliade — lib. II. trad. di V. Monti. 1715. Epi
casta. — La stessa che Giocasta, madre di Edipo, la quale, al dire di
Omero
si appiccò per disperazione appena ebbe conoscenz
esto mito simbolico della forza, tal quale si trovano nei due poemi d’
Omero
, l’Iliade e l’Odissea, sono essenzialmente greche
i Alemena, è la creazione dovuta ad un qualche poeta, predecessore di
Omero
, la conseguenza storica è affatto la stessa, ritr
un certo modo a concentrarsi sull’atletica figura dell’Ercole greco.
Omero
, nei suoi immortali poemi, non ci rivela traccia
ll’Iliade e nell’Odissea. Allorquando i poeti delle età successive di
Omero
ebbero considerevolmente ingrandito la sfera mist
tida e sfolgorante l’opinione di Plutarco, il quale ricorda che tanto
Omero
, quando Esiodo, Archilogo, Pindaro, Pisandro e mo
iche, e che in premio di esse, avesse ottenuta la immortalità ; ma nè
Omero
, nè gli antichi poeti greci fanno menzione di que
rsino uno dei suoi cavalli si chiama Airone, nome greco che Esiodo ed
Omero
ci ripetono nelle loro opere, essenzialmente grec
e grandi pietre Un lastrico vi féro, e prestamente Il tumuto elevar.
Omero
— Riade — Libro XXIV trad. di. V. Monti Infinit
ran ricchezze In Orcomeno e nell’Egizia Tebe Per le cento sue porte.
Omero
— Iliade — Libro IX Trad. di V. Monti. 1832. Eso
tanti eroi volea far chiaro il nome A ricompensa di sua corta vita.
Omero
— Iliade — Libro XV Trad. di V. Monti Fu marito
l’imo casso immerse l’asta e tutta Dall’altra parle rïuscir la fece.
Omero
— Iliade — Libro XVI trad. di V. Monti. Questi,
te : e tu lungi appo le navi Giacerai degli Achivi, esca alle belve.
Omero
— Iliade — Libro XXII trad. di V. Monti. Abbando
e. Stimolò col flagello a tutto corso I corridori che volar bramosi.
Omero
— Iliade — Libro XXII trad. di V. Monti. Omero c
i che volar bramosi. Omero — Iliade — Libro XXII trad. di V. Monti.
Omero
ci ripete che Apollo, tocco di compassione allo s
Egida il copre, perchè nulla offesa Lo strascinato corpo ne riceva.
Omero
— Iliade — Libro XXIV trad. di V. Monti. Finalme
alta pira. E pria con onde di purpureo vino Tutte estinser le brage.
Omero
— Iliade — Libro XXIV trad. di. V. Monti. 1863.
di Alceste e di Admeto. Fu uno dei capi greci che assediarono Troja.
Omero
ce lo addita come possessore delle due più belle
olle nel pïerii prati. E portavan di Marte la paura Nelle battaglie.
Omero
— Iliade — Libro II. Trad. di V. Monti. 1880. Eu
miglior servi alcun non era. Che i beni del padron meglio guardasse.
Omero
— Odissea — Libro XIV Trad. di I. Pindemonte. Fu
lo avea similmente nome un figliolo di Mecisteo, nipote del re Talao.
Omero
dice di lui che insieme a Diomede e Stenelo coman
….e il somigliante a nume Eurialo figliuol di Mecisteo Talaionide.
Omero
— Iliade — Libro II trad. di. V. Monti. 1897. Eu
oscerlo quando egli ritorno un giorno ferito dalla caccia al cignale.
Omero
ripete che Laerte, padre di Ulisse, avea comperat
el chiaro figlio d’Evemone Euripilo. Da quaranta carene accompagnato
Omero
— Iliade — Libro II trad. di V. Monti. Narra la
nto uccidesse di propria mano Macaone figlio di Esculapio. Al dire di
Omero
, egli era uno dei più belli principi dei suoi tem
cagione della celebre contesa fra i Lapidi ed i Centauri. Al dire di
Omero
, durante il convito delle nozze di Piritoo, il vi
, gravato dal vin, primo il disastro Eurizion portò sovra sè stesso.
Omero
— Odissea — Libro XXI Trad. di I. Pindemonte. 19
nte adottata. Eurota si chiamava un fiume della Tessaglia. Al dire di
Omero
, le acque di questo fiume nel gettarsi in quelle
ta cerimonia, che aveva un ordinamento lugubre e solenne. Ai tempi di
Omero
l’evocazione dei morti non era ritenuta come colp
mani le preci, ambo afferrai Le vittime, e sgozzaile in su la fossa.
Omero
— Odissea — Lib. XI. trad. di I. Pindemonte. e c
avano Romolo e Remo dopo la loro apoteosi. 1962. Feacidi — Al dire di
Omero
così aveva nome il popolo primitivo che abitò l’i
are nell’isola d’Itaca, e narra la tradizione, alla quale si rapporta
Omero
stesso, che Ulisse fosse trasportato sul vascello
nave, e seppellito Nel sonno, siccom’era, in su l’arena Poserlo giù.
Omero
— Odissea — Libro XIII. trad. di I. Pindemonte.
chiam, perchè di noi gl’incresca, Nè d’alto monte la città ricuopra.
Omero
— Odissea — Libro XIII. trad. di I. Pindemonte.
mal concesso non mi fosse il porre Sul suo ginocchio un figlio mio.
Omero
— Iliade — Libro IX trad. di V. Monti.. Allora F
ia mi diede ad abitar, commesso De’ Dolopi il governo alla mia cura.
Omero
— Iliade — Libro IX trad. di V. Monti. Da quel t
, io mi son quegli Che ti crebbe qual sei, che caramente T’amai ; ……
Omero
— Iliade — Libro IX trad. di V. Monti. e tanto
ino all’assedio di Troja e fu uno degli ambasciatori, che, al dire di
Omero
, il quale chiama Fenice l’amico di Giove. Primam
co di Giove. Primamente Fenice, al Sommo Giove Carissimo mortale………
Omero
— Iliade — Libro IX trad. di V. Monti. Agamennon
vrir et à renouveler ses douleurs : Fénélon — Télémaque — Livre XV.
Omero
dice finalmente che Filottete fosse stato uno deg
dean le pire. Nove giorni volar pel campo acheo Le divine quadrella.
Omero
— Iliade — Libro I trad. di V. Monti. È nota sim
dove Giove aveva un tempio ed un altare a lui consacrati. Al dire di
Omero
, fu sulla più alta estremità del Gargaro, che Gio
ziano ed altri, ed il terribile Tifeo che valse egli solo, al dire di
Omero
a portar più terrore fra gl’immortali, di quello
campo appresentossi. Virgilio — Eneide — Lib. VII trad. di A. Caro.
Omero
favellando degli eroi che assediavano Troja, dice
scrittori sono combattute da vari antori antichi, fra cui Pausania ed
Omero
, i quali asseriscono che l’incesto di Giocasta, p
otava il trino potere di Giove sul cielo, sulla terra e sull’inferno.
Omero
stesso dà a Giove il soprannome d’infernale e Tac
retendendo che la dea fosse nata nella rispettiva patria. Al dire di
Omero
, Giunone fu allevata dall’Oceano e da Teti, sua m
quelli al detto, e dalle membra Tersa la polve, ripigliar le vesti.
Omero
— Riade — Libro XXIII Trad. di V. Monti. Del co
Laodamante, il real figlio egregio, Nel pugile severo ebbe la palma.
Omero
— Odissea — Libro VIII Trad. di I. Pindemonte. 2
co in quella L’invitto spirto struggitor, che il tutto Divorasse…………
Omero
— Itiade — Libro XXIII trad. di V. Monti. Coll’
orsero i Trojani nell’assedio della loro città. Suo padre, al dire di
Omero
, al momento della partenza lo avea caldamente eso
i Nelle vie del valore, onde de’miei Padri la stirpe non macchiar… …
Omero
— Iliade — Lib. VI. trad. di V. Monti. Durante l
li del re Priamo, e della bellissima Castianira, la quale, al dire di
Omero
, rassomigliava per la sua bellezza alle dee. Gorg
otta Partori la gentil Castïanira, Che una Diva parea nella persona.
Omero
— Iliade — Lib. VIII. trad. di V. Monti 2191. G
nteramente nude. I pagani ritenevano le Grazie come vergini ; sebbene
Omero
ne dà una per moglie al dio del Sonno ed un’altra
oroso Figliuol d’Auchise Enea. cui la divina Venere in Ida partori……
Omero
— Riade — Libro II. Trad. di V. Monti. Un’antica
e contra Lo stesso Apollo per la tolta ninfa Ardi l’arco impugnar…….
Omero
— Hiade — Libro IX. trad. di V. Monti. Finalment
Col Marzio Merion la glorlusa Capitananza, e oltanta navi hau sere.
Omero
— Hiade — Libro II. trad. di V. Monti. … Per vi
ria di forze Pari a liero ringhiale Idomeneo Guidava l’antiguardia……
Omero
— Hiade — Libro IV. trad. di V. Monti. Caduta Tr
troclo in altra parte, e a lato Ifi gli giacque, un’elegante schiava
Omero
— Hiade — Libro IX trad. di V. Monti. 2250. Ifia
sa, secondo Sofocle, fu una delle quattro figliuole di Agamennone ; e
Omero
ripete che Ifianassa, avesse nome quella principe
essa il talenta a sposa ei prenda Senza dotarla, ed a Peleo la meni.
Omero
— Hiade — Libro IX trad. di V. Monti Ifianassa
che è la più stupenda creazione epica della immortale intelligenza di
Omero
, che l’Alighieri stesso chiamò il poeta sovrano,
Enea discese nei regni della morte, traversando il lago d’Averno ; ed
Omero
ripete, che Ulisse per scendere all’Inferno, trav
e colui, che le imbasciate Portar solea, qual gliene desse il carco.
Omero
— Odissea — Libro XVIII trad. di I. Pindemonte
a d’Itaca è famosa come la patria di Ulisse, il più astuto dei greci.
Omero
l’ha resa per questa ragione, celebre nella sua i
ontinente fugge : aspra di scogli, Ma di gagliarda gioventù nutrice.
Omero
— Odissea — Libro VIII. Trad. di I. Pindemonte.
e partori d’ Iperione al figlio, Ninfe leggiadre, la immortal Neera.
Omero
— Odissea — Libro XII. Trad. di I. Pindemonte. F
Libro XII. Trad. di I. Pindemonte. Fu sorella di Faetusa. Al dire di
Omero
, il Sole avea affidato a queste sue dilettissime
on passione e la rese madre di quel Sarpedone che fu poi re di Licia.
Omero
riferisce che Diana sdegnata del superbo orgoglio
pedon ……. …………… Laodamia peri sotto gli strali Dell’irata Dïana ; ….
Omero
— Iliade — Libro VI trad. di V. Monti. Laodamia
trovar sen gia Laodice, la più delle sue figlie Avvenente e gentil.
Omero
— Iliade — Libro VI trad. di V. Monti. Tolta in
Troia. Laodoco fu quello che esortò i troiani a rompere il trattato.
Omero
aggiunge, che Giove avesse ordinato a Minerva di
roso D’ Antenore figliuol), si pose in traccia Del deiforme Pandaro.
Omero
— Iliade — Libro IV. trad. di V. Monti. 2432. La
l dire di Esiodo, fu figlia del Titano Ceo, e di Tebe sorella di lui.
Omero
la fa figliuola di Saturno. Giove l’amò con passi
he femmina trovar di si gran mole. Che rassembrava una montagna ;….,
Omero
— Odissea — Libro X. Trad. di I. Pindemonte. No
lor tosto Morte barbara e orrenda. Uno afferronne, Che gli fu cena ;
Omero
— Odissea — Libro X. trad. di I. Pindemonte L’i
l’aste, Quali pesci guizzanti, e alle ferali Mense future riserbati.
Omero
— Odissea — Libro X. Trad. di I. Pindemonte. 24
e uno dei tanti figliuoli del re Priamo, e propriamente quello di cui
Omero
dice, che prestò al fratello Paride, la propria c
suo germano Licaon, che fatta I suo sesto parea, si pose al petto :
Omero
— Iliade — Libro III. trad. di V. Monti. La cro
bro III. trad. di V. Monti. La cronaca mitologica, a cui si attiene
Omero
stesso, racconta di questo Licaone, che caduto in
i lancia o di strale un qualcheduno Anche ad Achille rapirà la vita.
Omero
— Iliade — Libro XXI trad. di V. Monti. ucciso
go di sangue. Allor d’un piede Presolo Achille, lo gittò nell’ onda.
Omero
— Iliade — Libro XXI. Trad. di V. Monti. Licaon
trarsi più facilmente alle persecuzioni di Giunone. V. Latona. Da ciò
Omero
stesso dà ad Apollo il soprannome di Licogene. Pe
oria. 2524. Licurgo. — Figlio di Driante, re della Tracia. Al dire dl
Omero
, egli ebbe corta vita perchè osò far guerra agli
rno il figlio, E detestato dagli eterni tutti Breve vita egli visse.
Omero
— Iliade — Libro VI trad. di V. Monti. Il senso
i, ritenute come le nutrici di quel dio. Alla favola a cui si attiene
Omero
stesso, come si rileva dalla citazione posta di s
ica abitatori della costa di Barbaria, nel gran golfo di Sirte. Narra
Omero
, che Ulisse gettato da una furiosa tempesta sulla
’Lotofagi, un popolo a cui cibo È d’una planta il florido germoglio.
Omero
— Odissea — Libro IX. trad. di I. Pindemonte Ag
si, e mangiando del soave loto, La contrada natia sbandir dal petto.
Omero
— Odissea — Libro IX. Trad. di I. Pindemonte. La
la legislazione, lo stato, il commercio, le scienze e le arti. 4.
Omero
. — Sette città della Grecia si disputarono l’onor
te città della Grecia si disputarono l’onore di aver dato i natali ad
Omero
, e se volessimo numerare tutte quelle che troviam
llo, al grande, alla virtù l’azione delle intelligenze umane. 31.
Omero
, nell’iliade, libro V, traduzione di Vincenzo Mon
o vantaggio, come la tenuità dei miei lumi il comportano. Gli Inni di
Omero
e di Callimaco, le Metamorfosi d’ Ovidio, poeta s
elao; eccoci all’istoria d’Ilio sciagure d’Ilio che fama divennero di
Omero
, « Di quel signor dell’altissimo canto. Che sovr
elli ho pugnarono e cadiloro sotto le mura, opera degli Dei! Dopo che
Omero
ci avrà descritto l’ira di Achille, la discordia
sia. Le avventure dell’accorto figlio di Laerte narrate ci saranno da
Omero
nel suo poema. Egli è grande ancora in questo, po
ma, e Roma comanderà all’universo. Virgilio, quel grandissimo per cui
Omero
dubita della prima palma nell’epica poesia, ci di
e, e le nere vittime non percoteva la scure, ma scannava il coltello.
Omero
, nel lido del mare risonante, mostra nell’Odissea
col quale gli antichi davano autorità maggiore al giuramento, vi dirà
Omero
, tradotto dall’ immortai Cesarotti, che osserva l
detti extarii dall’interiora, o si arrostivano nelli spiedi, come in
Omero
si lecere. Si faceva ancora uso di due altri vasi
ia Giove soggiogò le nazioni dell’Oriente, instituì i re, che secondo
Omero
, sono la prima cura di lui. Domò altri giganti de
i resiste? Dal primo furto di Giove nacquero le Preci, che, al dir d’
Omero
, seguono con tardo piede l’ingiuria veloce. Nè Gi
il suo nome stancava gli occhi dei greci nocchieri, poiché, come dice
Omero
, è per essi intatta dai lavacri dell’oceano, cioè
condo alcuni, si disse dai turbini, ma più comunemente dall’egida che
Omero
descrive, e che sortì questo nome dalla pelle del
consorte e sorella del Tonante. La prima città colla testimonianza di
Omero
dà forza alle sue ragioni; la seconda op pone il
si alle figlie dell’Oceano; e questa opinione si avvicina a quella di
Omero
, ove Giunone andando a visitare Teti, l’Oceano di
il colore. Ercole adulto ferì lo stesso seno da cui fu nutrito, come
Omero
nel quinto libro dell’Iliade lasciò scritto. Vene
raccia, nelle quali il greco artefice avrà gareggiato sicuramente con
Omero
per esprimerne la bellezza, pregio singolare di q
nsi a una dea che era chiamata dai Gentili Magni Matrona Tonantis. »
Omero
, tradotto dal celebre Cesarotti, vi mostrerà la d
dati a Nettuno, che ninno atteggiò con maestà degna di un dio quanto
Omero
descrivendone il viaggio sul mare per porgere ai
doveva necessariamente dubitarsi dagli antichi della patria del nume.
Omero
ed Or feo lasciarono scritto che nacque in Cillen
Giunone ingannata suggesse il latte, che a parte del cielo die nome.
Omero
, o chi sia l’autore degli Inni, narra che appena
esti sono i principii dell’infanzia del nipote di Atlante narrati per
Omero
. Luciano, che sovranamente era fornito del talent
el talento di spargere il ridicolo su tutto, amplificò il racconto di
Omero
dicendo che, mentre Vulcano educavalo, gli rapì l
lquanto ripiegata all’insù, caratterizza l’astuto figlio di Maia come
Omero
l’appella, παιδα πολυτροπον` nè lascia il miuimo
a a qualche fatto più conveniente all’età in cui si esprime Mercurio.
Omero
, altri che sia l’autore dell’antichissimo inno in
ei Fori solevano inalzarsi le statue dei benemeriti delle città. »
Omero
, Inni, tradotti dal Salvini. Lezione decimaqu
e monete. Intorno a questo simbolo molto fa veleggiarono gli antichi.
Omero
, custode della prima semplicità della favola, nel
che Pindaro ha immaginato, giovandosi, a quel ch’io penso, di ciò che
Omero
disse sulle Sirene. « Vi è discordia sulla manier
gente del paese chiamò la città non solamente Delfo, ma Pito: di che
Omero
fa testimonianza nella enumerazione dei Focesi. C
lla gara perchè non sapea colla lira accompagnare il canto. Quanto ad
Omero
, si pretende che venisse a Delfo per consultare l
posò Proclea figlia di Clizio e sorella di quel Caletore che, secondo
Omero
nell’Iliade, fu ucciso da Aiace, mentre voleva br
è concepita la risposta dell’oracolo, per quello che si dice, data ad
Omero
, la quale si legge nella colonna a cui sovrasta l
te da un enigma. — Però gli abitanti d’Io mostrano ancora la tomba di
Omero
nella loro isola, e quella di Olimene in un luogo
il solo che abbia la barba, e di cui Polignoto abbia preso il nome da
Omero
. Briseide è in piede: Diomede sopra essa, ed Ifi
ma è vicina alla sua padrona; la seconda le attacca la sua calzatura.
Omero
si serve di altri nomi nell’Iliade, quando ci sap
i, e la sua faretra appena agli omeri sembra che, secondo la frase d’
Omero
, suoni sulle spalle del dio sdegnato. Una eterna
ua tanto supera tutti gli altri simulacri del dio, quanto l’Apollo di
Omero
è più grande degli altri descritti dai susseguent
si avvicini a quella sublimità in cui egli manifestossi alla mente di
Omero
: ma. in questa statua del figlio di Giove seppe l
ità. Così mi sembra che deva intendersi dei capelli di color blu che
Omero
dà ad Ettore ed a Bacco: vale a dire dei capelli
di Stosch, Temi gli presenta una tazza di ambrosia, immagine tolta da
Omero
. Apollo si trova con dei cervi e dei cani sopra u
forse, onde la velocità significare. Lucigenete Apollo fu chiamato da
Omero
, non come generato di Licia (poiché questa favola
appare sull’orizzonte. Ecaergo, o Lungi-saettante, sovente è detto da
Omero
, perchè equiparato al sole che da lontano i suoi
e n’è la patria, e al dire dell’innografo conosciuto sotto il nome di
Omero
, nacque in Ortigia la prima, in Delo il secondo.
come canta Orazio, o contro i figli di Niobe per vendicare la madre.
Omero
stesso nella sua Necromanzia fa menzione di qualc
che in alcune immagini si osservano pendenti, poiché Penelope presso
Omero
con quelle appunto si copre e asconde le gote. Qu
el Palazzo Farnese, e quel che è più osservabile questa nostra Diana,
Omero
stesso, ch’è il fondamento dell’opinione del Wink
a si riconoscerebbe fra tutte le altre dee. Come Diana stessa, presso
Omero
, fra tutte le sue belle Oreadi distinguevasi: per
rice, onde sonora nell’armi balzò dal capo divino la dea del sapere.
Omero
, nel quarto libro dell’ Iliade, non dalla palude
della dea, che nel fine della presente Lezione vi sarà descritto per
Omero
tradotto dal celebre Cesarotti. Virgilio, imitan
dere con Marte la gloria feroce di presiedere alla guerra; ed infatti
Omero
, o chi sia l’autore delllnno a Venere, così parla
, significa il sacrificio destinato a questa dea, alla quale, secondo
Omero
, s’immolava una vacca. Nel numero delle rappresen
apo della Gorgone, che vi trionfa nel mezzo. Ecco come ce la descrive
Omero
: « E la tunica messasi di Giove Ammassatore delle
sapere ad un tempo, ne sortì molti, ed io ne riporterò i più famosi.
Omero
continuamente chiama Minerva dagli occhi glauchi,
Chi osserva la sua celata vede in un colpo d’occhio la ragione perchè
Omero
tanto spesso la chiami (grec) Tryphaliam, nel tri
a, colla quale rompe l’ intere squadre d’eroi, contro cui, al dire di
Omero
, si adira la figlia del forte padre. E se il prim
le forme della diva coronata di viole, e dalle nere palpebre. Fin qui
Omero
: ma Cicerone lasciò scritto che più furono le Ven
ti. Ma troppo è chiara in questo episodio virgiliano l’ imitazione di
Omero
per credere anteriore tal favola al latino poeta:
pitato, dove quei pietosi abitanti al grato nume prestarono soccorso.
Omero
però tanta sventura ascrive all’aver Vulcano tent
i poeti gli attribuiscono, ho scelto l’armi d’Achille descritteci da
Omero
, e mi prevalgo dell’insigne traduzione dell’ Abat
a alla presenza di dodici Dei, e ne fu per comun suffragio assoluto.
Omero
narra varie cose intorno al nume, le quali è prez
lente che lo risanò senza, fatica; che nulla è di mortale in un Dio.
Omero
nell’Odissea racconta gli amori del nume con Vene
i Sol e Sole, dice questo autore, ha potuto dar motivo alla favola di
Omero
. Dare un senso istorico alle favole è impresa per
Dei ai mortali amò Jasione figlio di Elettra e di Giove, come attesta
Omero
nel quinto libro dell’ Odissea 17. Terra che tre
no, che saranno da me accennate quando vi leggerò l’Inno su Cerere ad
Omero
attribuito, che fu scoperto dal Mattei, e dal Run
o di Cerere. L’allegoria divien sensibile pei racconti di Esiodo e di
Omero
.- Dicono essi che questo dio delle ricchezze fu i
di Cerere. Ai primi poeti, e fra gli altri Fante, che viveva innanzi
Omero
, fu argomento. I pili grandi artisti, specialment
iodo, il quale nella sua Teogonia, se crediamo ad Erodoto, divise con
Omero
la gloria di dare un sistema alle opinioni religi
ta dea un’agnella nera, come rilevasi dal terzo libro dell’ Iliade di
Omero
. Orazio le assegna altra vittima nel porco, ed Es
sopra un’anfora, e questa immagine sembra esser tolta dall’Ercole di
Omero
. Sopra una pietra conosciutissima, l’Amore è a ca
upava il cielo. — Questa immagine però del carro sembra posteriore ad
Omero
, poiché gli scrittori innanzi figuravano alata la
sentì qualche volta eccitato alla poesia dall’ immagine dello stesso
Omero
. questa, o altra sia stata però la ragione dell’a
resentati nell’arca di Cipselo e simili; come gemelli par li supponga
Omero
. Meglio però il chiaro signor Herder è stato d’av
inione influì l’essere stati alcuni fra loro presso lui educati, come
Omero
attesta relativamente a Giunone. Fu credenza degl
. Avea creduto il Cupero di vederla nel bassorilievo dell’Apoteosi di
Omero
in quella figura istessa che abbiamo riconosciuto
piano inferiore del bassorilievo dove i personaggi, eccetto quello di
Omero
, son tutti allegorici piuttosto che mitologici e
he legge eterna lo tenesse con Oiapeto fratello di lui, come piace ad
Omero
, nel l’Èrebo incatenato. Ma Luciano lasciò scritt
Arge, Bronte e Sterope, cioè il lampo, il tuono, il fulmine. Secondo
Omero
i Ciclopi sono Giganti Antropofagi, cioè mangia-u
ide o l’arcobaleno, le arpie i venti tempestosi e nocevoli. Quelli di
Omero
sono personaggi poetici e di pura immaginazione,
e dati a Vulcano per aiuti, erano una finzione nuova immaginata dopo
Omero
. Il Vulcano dell’Iliade ha la sua fucina in cielo
Apollonio, dal nominato dio del mare e da Europa di Tizio figliuola.
Omero
nel primo libro dell’Odissea gli da per madre Too
ai propri figli. — Natale Conti ha male interpretato questo passo d’
Omero
, dicendo che di cose importanti dava sentenza la
i realmente distinti, sono stati quasi sempre dagli antichi confusi.
Omero
indica con questo nome un popolo presso Calidone,
eri accanto ai quali siede, sembrano pioppi neri e salci, che secondo
Omero
, sono a Proserpina consacrati. Egli è vestito all
i. Un poco più basso vedesi Tantalo in mezzo ai tormenti descritti da
Omero
. Di più vi ha uno scoglio che minaccia schiacciar
o scoglio che minaccia schiacciarlo, e lo tiene in continuo spavento.
Omero
non dà altri tormenti a Tantalo che una sete arde
Chi lo vuole forestiero, chi nativo di Creta, e non figlio di Giove.
Omero
, fra gli altri, nell’Odissea, lo vuole discepolo
nfernale, e a lui spettava di giudicare delle cose che erano dubbie.
Omero
ce lo presenta con uno scettro alla mano, sedente
Foco da Sam mete figlia di Nereo, Telamone e Peleo padre dell’eroe d’
Omero
da Endaide figlia di Chirone. Del resto Eaco fu i
fu dalla regina dell’ombre convertita in un’ erba cui diede il nome.
Omero
lasciò scrìtto nell’Odissea che questo fiume si p
significato, si riferisce forse all’epiteto d’ irreprensibile dato da
Omero
a questa nazione. Quindi Fidia può avere avuto in
rbitrio di lei soggetta. L’autore di un inno su Cerere, attribuito ad
Omero
, figlia la chiama dell’Oceano, e questa origine v
v. 73 e segg. Ma passando a ricerche relative alla Mitologia dirò che
Omero
non parla della Fortuna, non perchè, com’è pensie
ufficii. Quindi quell’inno sopra Cerere, in cui Pausania scrive avere
Omero
nominato (grec), o Fortuna, sarà stato come si cr
i la vetusta superstizione caricò questo nume ignoto alla teologia di
Omero
e di Esiodo. Molti indagatori delle cose antiche
, di che i posteriori mitologi hanno investita la Fortuna. « E presso
Omero
quel Fato più forte della volontà di Giove non é
ico e più genuino di questa voce, in che è con preferenza adoprata da
Omero
, è quello di esprimere piuttosto che gloria, fama
nte a notare che la Musa Clio, nel celebre monumento dell’Apoteosi di
Omero
è a mio credere la seconda figura nel piano super
ione. « Mi resta a soggiungere che nel basso rilievo dell’Apoteosi d’
Omero
, Euterpe è quella Musa che regge colla destra due
atore dei bassirilievi Capitolini. « Nel nobil marmo dell’Apoteosi di
Omero
nessuna Musa ha la maschera, e Talia non può esse
Lira distingue Tersicore nel singolare bassorilievo dell’Apoteosi di
Omero
, ed è la prima che siede sul secondo piano col pl
situazione medesima, ‘ s’ incontra nel bassorilievo dell’Apoteosi di
Omero
, ed è la terza del secondo piano presso Apollo. L
ii. « Della cetra poi parlano espressamente i Classici: fra gli altri
Omero
mette in bocca di Ettore questo rimprovero al ger
ca invenzione, appunto per trovarsi nel bassorilievo dell’Apoteosi di
Omero
, nel quale tutte le altre Muse sono rappresentate
o e il radio la contrassegnano dappertutto: è perciò nell’Apoteosi di
Omero
la seconda nel secondo piano; nel sarcofago della
vevano esser l’incanto di tutte le generazioni avvenire. Se dunque da
Omero
fin a Orazio i poeti han costumato di registrare
lla poesia Epica, ende fu riputata la compagna dei re e la nudrice di
Omero
. Questo genere di poesia si è dovuto esprimere cu
enere di poesia si è dovuto esprimere cui pugillarì, e perchè appunto
Omero
, eh’ è il maestro dei versi eroici, dice di averl
li delle Muse: li ha la seconda Musa del primo piano dell’Apoteosi di
Omero
, non osservati però dagli illustratori di quel ce
Antiloco. — Che Achille amasse Antiloco voi potete averlo rilevato da
Omero
, quando lo vedete il più giovane di tutti i Greci
o di uccidersi sul corpo del diletto amico. Queste sono le pitture di
Omero
, ma il soggetto di questa è Mennone, che venuto d
igliuolo di Apollo e di Coronide, come attesta l’autore degli Inni ed
Omero
attribuiti. Lasciò scritto Pausania che Flegia pa
da alcuni ascritto ad Apollo: ed Eschilo ne dia la gloria a Prometeo,
Omero
a Peone. Ebbe Esculapio in moglie Epione, e n’ebb
ntare la guerra delle Indie, e si protesta che, seguendo l’esempio di
Omero
, non canterà che gli ultimi anni. Pone Bacco al d
co, le sue statue pure devono avere avuti i piedi di questo animale.
Omero
dà a Bacco la capellatura di color blu, che ad Et
’antiquaria, io non sono contento di questa spiegazione, e reputo che
Omero
abbia dato un colore alle chiome di Bacco simile
rozzi uomini tutto un animale’, essi e il destriero. Comprendiamo da
Omero
che molto tempo prima che si cavalcasse si usava
Bacco, dette anco Nereidi, e più comunemente Nisee. Secondo i creduti
Omero
, Orfeo, Apollodoro, Igino, furono educatrici di B
maestro di tanto miracolo dell’arte, recitando questi divini versi di
Omero
, nei quali il nume è ritratto: Disse, ed i neri
maquinta. 14. Vedi la Lezione XVI. 15. Questa idea Ovidio derivò da
Omero
, imitato in pittura da Apelle. 16. Secondo altri
ra l’ un al l’ altro i monti Olimpo, Pelio, ed Ossa (il che però dice
Omero
essersi fallo invece da Oto ed Efialte, figli di
aspetto maestoso, con folta chioma (la quale agitando facea, secondo
Omero
, tremar l’ Olimpo), coi fulmini in mano, e coll’
i Minerva; benchè l’ un nome si cambii frequentemente coll’ altro, ed
Omero
soglia assai spesso chiamarla con tutti e due Pal
ittoria. Figlio di Giove e di Giunone era Marte, secondo Esiodo ed
Omero
. Altri il dissero figlio di Giove e di Enio o Bel
e; per cui venne chiamato Dio del fuoco, e dei fabbri. Celebri presso
Omero
sono i tripodi; che camminavano per se stessi, le
r gigli e rose. Il Sole, che molti poeti confusero con Apollo, ma che
Omero
ed Esiodo sempre da lui distinsero, ebbe da Clime
do altri colla puntura di uno scorpione fatto ivi sorgere dalla terra
Omero
però fa dire a Calipso che l’ uccidesse per dispe
ali invisibili di Diana e di Apollo venivano pure attribuite, secondo
Omero
, le morti improvvise, e le pestilenzie. Diana rap
vale a dire una verga attorcigliata da due serpenti, colla quale dice
Omero
, eh egli chiamava il sonno su gli occhi de’ morta
torì le Ninfe del mare dette perciò Nereidi. L’ Oceano da Esiodo e da
Omero
non è riguardato come Dio nel mare, ma come un fi
suol precedere il carro di Nettuno sonando una conca marina. Secondo
Omero
, Nettuno da Ifimedia moglie di Aloeo ebbe due fig
a da lui fulminati furono poi sepolti nel Tartaro. Aggiugne lo stesso
Omero
, che Nettuno da Tiro figlia di Salmoneo e moglie
ove Scilla lavavasi, e con ciò fu questa convertita in un mostro, che
Omero
dipinge con dodici piedi, sei lunghi colli, e ad
occhi loro delle acque di Lete con fior di papavero. I sogni, secondo
Omero
, avean due porte: l’ una di corno per cui usciano
e cagion di morte, come tra poco vedremo. Prima moglie di lui, giusta
Omero
, fu Megera figliuola di Creonte. Si accese ei pos
iuolo di Labdaco re di Tebe e di Giocasta o Epioasta, come è detta da
Omero
, figliuola di Creonte. Avendo Laio udito dall’ or
arrivarvi essi vennero dalla tempesta sbattuti ai lidi dell’ Africa;
Omero
accennò pure che superarono essi ih passaggio all
eterminare ove fosse un tal passaggio, sembra che l’ immaginazione di
Omero
abbia voluto qui trasportare quello degli scogli
cui fece sua moglie, e che fu poi ad esso cagione di estremo dolore.
Omero
dice però che Arianna fu trattenuta in Dia o Nass
ta la Grecia, Piritoo figliuolo d’ Issione re de’ Lapiti, o come dice
Omero
, figliuolo di Giove e di Melata moglie d’ Issione
to del primo poema epico che sia apparso, vale a dire dell’ Iliade di
Omero
. Riconciliatosi Achille con Priamo chiese in ispo
ia avesse recato i danni maggiori. Ei travestitosi un giorno, secondo
Omero
, da servo fuggitivo, e introdottosi in Troia, spi
tà, che dal nome della patria intitolò pur Salamina. Diomede, secondo
Omero
, in una battaglia, nella quale gli Dei medesimi v
tà ebbe a soffrir nel ritorno, fu Ulisse, le cui avventure vennero da
Omero
descritte nell’ Odissea. Partito egli da Troia co
far con essi la pace. Secondo la predizione di Tiresia, riportata da
Omero
, doveva quindi Ulisse andar con un remo sopra la
i Troia, fu anch’ egli accusato da alcuni come traditor della patria.
Omero
però nell’ Iliade lo dipinse come uno de’ miglior
tosamente raccolto ed allevato da due Dee marine Teti ed Eurinome. Ma
Omero
fa raccontare a Vulcano stesso che il trattamento
i. » (Iliade, i.) Ma o prima o poi che l’infortunio accadesse, anche
Omero
chiama Vulcano l’inclito zoppo, e come zoppo Vulc
in metallo, dal carro e dalla reggia del Sole al cinto di Venere ; e
Omero
aggiunge che tutti gli Dei possedevan palagi « …
diato una scienza o un’arte), non troverà tanto strano il racconto di
Omero
, che Vulcano avesse congegnate « …….forme e figu
prii automi. Dei quali i primi tentativi dovevan risalire ai tempi di
Omero
, se soltanto 500 anni dopo di esso, fu così abile
mi più semplici, e non di umana forma, ma non meno mirabili, descrive
Omero
come fatti da Vulcano : « ……..Avea per mano « Di
cento, ma tutti feroci ed antropofagi. Abitavano in un’isola, secondo
Omero
, vicina alla Sicilia, e secondo altri poeti, nell
one, e la pubblica felicità, come chiaramente rilevasi dalle opere di
Omero
, e di Esiodo1. Del vantaggio della Mitologia.
on è facile di tenere un metodo esatto delle loro vantate invenzioni.
Omero
non è sempre di accordo con Esiodo : e Ovidio, ch
erse sembianze, sotto le quali si cangiò con avvilire la sua dignità.
Omero
, che ci ha data fra i poeti un’idea più nobile di
suoi sacerdoti avevano una veste parimente bianca. Le Preghiere.
Omero
le chiama figlie di Giove. Egli le rappresenta um
di molti poeti, come quella di Troja, che diede occasione al poema di
Omero
. Tra i capi che allora si distinsero, si contano
: divisione appunto che forma il soggetto del divino poema del grande
Omero
. Analisi dell’Iliade. Del figliuol di Pelèo,
idio final terribil pegno, Cantami, o Musa etc. etc. Ces. traduz. di
Omero
. Nella divisione del bottino dopo la presa di T
valore rifiutati peraltro da Achille. Ecco il contenuto dell’Iliade.
Omero
non ci dice in questo poema in qual maniera fu pr
va, non fu bagnato da quest’acque salutari. È inutile quì notare, che
Omero
non abbia fatta menzione di tale favola : il suo
avesse dipinto fornito di un tal dono. I poeti che scrissero dopo di
Omero
, immaginarono questa favola, come accessoria alla
d indi fu cangiato in un fiore. Analisi dell’Odissèa. L’Iliade di
Omero
ci ha presentate delle sanguinose battaglie, e de
et urbes. Traduce così Orazio il principio di questo secondo parto di
Omero
. Ulisse partì alla volta della Grecia dopo la pre
ità nel suo regno. Analisi dell’Eneide. Virgilio ad imitazione di
Omero
ha cantato i viaggi, e le imprese guerriere di En
Parthenope studiis florentem ignobilis otî. Artemis è chiamata da
Omero
la luna, e con questo motto eran segnate le antic
eso per il fuoco, Giunone per l’aria, Nettuno per l’acqua, e cet. 1.
Omero
, ed Esiodo primi scrittori di favole nella Grecia
dicere, Affectus proprios in fabellas transtulit. 1. Così Giove in
Omero
si duole di non potere piegare il destino, e salv
e, della civetta, e del popolo. 1. Il Dio delle battaglie fu secondo
Omero
, e tutt’i poeti Greci figlio di Giove, e di Giuno
concepir Marte senza di Giove. 1. Il Dio delle battaglie fu secondo
Omero
, e tutt’i poeti Greci figlio di Giove, e di Giuno
esta favola forse fu Orfeo, che viaggiò nell’Egitto, e visse prima di
Omero
. 1. Anche oggidi si veggono alcune grotte nel pr
di origine Fenicia, composto di due voci Part. Nop. clima felix. 1.
Omero
nell’Odis. parla sovente de’ Cimmerj, popoli che
rinomati poeti. Tali erano quei, che in seguito cantarono i pezzi di
Omero
. Molti critici, e fra questi il nostro Vico, cred
Molti critici, e fra questi il nostro Vico, credono, che il poema di
Omero
sia composto di tanti piccioli squarci composti,
i tanti piccioli squarci composti, e messi insieme dai rapsodi, e che
Omero
non abbia mai esistito. Quale opinione è combattu
trano che Ulisse non sia stato riconosciuto nel proprio paese, mentre
Omero
ci assicura che un suo cane per nome Argo diede s
e orme di Virgilio. 1. Non appartiene a noi di fare il paragone fra
Omero
, e Virgilio. Un’ infinità di critici si sono occu
bba darsi il primo luogo. Basta a noi dire che Virgilio sulle orme di
Omero
ha lavorato il divino suo poema, che malgrado var
ivi. Fra i poeti antichi meritano particolarmente d’ essere ricordati
Omero
ed Esiodo; essi e i loro numerosi seguaci trattar
no del come li pensavano e se li figuravano gli antichi, massime dopo
Omero
che assai contribuì ad assegnare alle varie Divin
ra preferibilmente chiamata l’ Argiva. Argo, Micene e Sparta, seconde
Omero
eran le sue città predilette. Diffusosi il concet
piena di grazia e dignità. Il Goethe soleva paragonarla a un canto d’
Omero
. La statua dell’ Era Barberini (fig. 8), ora in V
ra i movimenti più ragionevoli e i più accorti stratagemmi di guerra.
Omero
ce la descrive consigliatrice e protettrice anche
dagli altri Dei; lo stesso Zeus lo aveva in odio. Egli, secondo canta
Omero
, non d’ altro più compiacevasi che del selvaggio
ta ad Efesto in moglie Afrodite, ed altre leggende, registrate già da
Omero
ed Esiodo, gli facevan compagna una delle Grazie,
i sulla terra. Le Ore alla lor volta, come ministre di Zeus, erano da
Omero
dette le portinaie del cielo; ora ne richiudon le
fosse concepita come una messaggiera degli Dei; tale apparisce già in
Omero
. Essa va con velocità straordinaria da un capo al
e (Ganymedes) aveva in Olimpo il compito di far da coppiere agli Dei.
Omero
dice che era figlio del re Troiano Tros, e che pe
e risana; e tra i suoi figli, oltre i due celebri medici ricordati da
Omero
, Podalirio e Macaone, annoveravasi Igiea (Hygieia
mesi non ave va riposo se non quando l’ equilibrio fosse ristabilito.
Omero
non la conosceva ancora questa Dea; in Esiodo ste
lui volontà divina. Questo è narrato e descritto con vivaci colori da
Omero
nel quarto dell’ Odissea, dove Menelao parla del
de figuran figlie di Forchi e Cheto. È nota l’ avventura di Ulisse in
Omero
; per non lasciarsi ammaliare dalle lusinghe delle
dovè turarsi gli orecchi con cera e farsi legare al fondo della nave.
Omero
ne contava due sole; ma in leggende posteriori se
uomo; perciò non solo si trattò poeticamente la leggenda, come fecero
Omero
nell’ Odissea, Apollonio di Rodi nel Poema degli
e Ceres per la prosperità della campagna. 3. Già i più antichi poeti,
Omero
, Esiodo fanno cenno di di Gea o le rivolgon pregh
e; ma Licurgo fu accecato da Zeus ed ebbe accorciata la vita, come in
Omero
si narra, ovvero, come più tardi si favoleggiava,
essa si è formata relativamente tardi, perchè ancora è sconosciuta ad
Omero
. Come re delle ombre Ade aveva nel concetto degli
fo. Riproduceva la visita di Ulisse all’ ombre secondo il racconto di
Omero
. Ancor se ne legge la descrizione in Pausania. No
Sonno erano venerati i parenti loro, i Sogni che abitavano, secondo
Omero
, di là dall’ Oceano, nell’ estremo Occidente. La
Morte e il Sonno con quella differenza d’ aspetto ch’ è accennata in
Omero
ed Esiodo; ad es. sull’ arca di Cipselo (cassa di
annoverata quella della lotta tra i Lapiti e i Centauri. Già ne parla
Omero
, il quale fa dire al vecchio Nestore che nella su
mezzo uomini mezzo cavalli, non era stata pensata ancora ai tempi di
Omero
, il quale parla solo di uomini pelosi, dalle chio
o Chirone, figlio di Crono e dell’ Oceanina Filira, già menzionato da
Omero
come amico di Peleo ed educatore di Achille, cui
o leggende posteriori, come l’ origine fenicia di Cadmo di cui ancora
Omero
non sa nulla. Piuttosto è da credere che Cadmo fo
u mutato in sasso. Aedona ebbe da Zeto un unico figliuolo, che presso
Omero
ha nome Itilo, presso i tragici Iti (Itys). Gelos
ndo la tradizione, Sisifo, figlio del tessalo Eolo, nipote di Elleno.
Omero
lo qualifica il più avido di guadagno fra gli uom
a dal re Preto. Ivi avvenne che la moglie di Preto, chiamata Antea da
Omero
, Stenebea (Stheneboea) presso i Tragici, concepi
e Bellerofonte la felicità guadagnata con tanta fatica; giacchè narra
Omero
che venuto in odio agli Dei, prese a errar solita
ò in pioggia d’ oro, e così fè sua Danae e con lei genero Perseo, che
Omero
dice il più ragguardevole fra tutti gli uomini. Q
ide colonne. 3. La letteratura relativa ai Dioscuri è ricchissima; in
Omero
non solo si leggono qua e là dei luoghi ricordant
o il suo contributo a illustrare la leggenda di Teseo. La canto prima
Omero
in alcuni passi dell’ Iliade e dell’ Odissea, e a
osse. Era figlio di Zeus e di Europa. Costei, nata da un Fenice, dice
Omero
, da Agenore re dei Fenici, dicono i mitografi pos
letteratura e all’ arte. Conosciuta già nelle sue linee principali da
Omero
e da Esiodo, ispira poi, in questo o quello de’ s
so lui e sposata la madre. Perciò allorquando sua moglie Giocasta (in
Omero
è chiamata Epicasta) die’ alla luce un figlio, pr
in altro modo narravano la morte dello sventurato Labdacide; secondo
Omero
morì a Tebe e ivi fu sepolto; secondo altri ebbe
ano ispirarono molti lavori letterarii. Oltrechè se ne trova cenno in
Omero
, doveva esistere già un poema antichissimo col ti
ende posteriori, perchè delle tragiche vicende di questi due fratelli
Omero
non conosce nulla ancora. Cominciarono a rendersi
a Acasto in onore di suo padre Pelia. In quest’ occasione Astidamia (
Omero
la chiama Ippolita), moglie di Acasto, si invaghì
avvenuto con Demetra e il figlio di Celeo, è questa una leggenda che
Omero
ancora non conosceva. Achille ebbe a educatore, a
tore, al pari di tanti altri eroi greci, il centauro Chirone, secondo
Omero
anche Fenice figlio di Amintore, bravo nell’ eloq
sarebbe stata per lui fatale; ed è anch’ essa leggenda posteriore ad
Omero
quella secondo la quale Tetide per sottrarre suo
l’ attribuitogli rapimento del Palladio; ma è leggenda posteriore ad
Omero
. Agli eroi segnalati per la forza del braccio se
ultimi anni felicemente nella sua patria. La tradizione posteriore ad
Omero
lo faceva poi morire per mano di Telegono, figlio
rielaborare le tradizioni avite. Oltre le due grandi e note epopee di
Omero
, vanno ricordate le Ciprie di Stasino di Cipro, l
i Enea, ma poi si innalzò com’ aquila sovra tutti, poco al disotto di
Omero
stesso rimanendo, il gran poeta mantovano, la cui
a speciale, la Melampodia. Tiresia già comparisce con regali onori in
Omero
; e Pindaro nella prima Nemea lo chiama l’ esimio
i e dai Troiani sino dai più remoti tempi preistorici, lo sappiamo da
Omero
« Primo pittor delle memorie antiche. » Il suo
andi e più sommi con espressioni veramente sublimi. Virgilio imitando
Omero
dice che Giove con un cenno faceva tremar tutto l
lmine, vale a dire che gli portava i fulmini dalla fucina di Vulcano.
Omero
aggiunge che ai lati del suo trono teneva Giove d
l male, per versarle a suo beneplacito sopra i mortali. Dalle idee di
Omero
fu ispirato Fidia nel far la sua celebratissima s
dipendenza della Terra dal Cielo e dal supremo suo Nume, fu ideata da
Omero
, attribuendone l’invenzione a Giove stesso, che i
vantavasi di aver dedotto la statua di Giove Olimpio da tre versi di
Omero
. » E questi tre versi nell’originale greco son qu
, trovavasi anche allora immerso nel sonno. Il piloto della nave, cui
Omero
dà il nome di Medede(a), e Ovidio quello di Acete
a d’accordo da chi si sia allevata : alcuni pretendono dalle Ore (d).
Omero
vuole da Oceano e da Teti (e) ; i Greci dicevano
che quello, il quale nacque da Giove e da Latona (b), figlia secondo
Omero
(c) di Saturno, e secondo Apollodoro (d) del Tita
la vita, sacrificasse genetosamente la sua (g) : lo che le meritò da
Omero
il soprannome di Divina (h) (7). Apollo durante i
attro cavalli, chiamati da Ovidio Piroente, Eoo, Etone, e Flegone(a).
Omero
non ne accenna che due, Lampo cioè, e Faetonte(b)
trimonio nacquero secondo Erodoto due figli e tre figlie(d) ; secondo
Omero
sei maschi e altrettante femmine(e) ; secondo Esi
che ciò avesse potuto essere la causa del di lui castigo. Sappiamo da
Omero
, che questa Dea come intese, che anche Orione, fi
. La medesima secondo Esiodo passò nell’isola di Citera(d), e secondo
Omero
in quella di Cipro(e). Ella vi fu portata da Zefi
amò Eretteo, figlio di Pandione I, e sesto re d’Atene. La terra, dice
Omero
, lo diede alla luce, e Minerva ebbe cura di allat
Civetta sopra di quello, coll’Egide al petto, e coll’asta alla mano.
Omero
ce la dà a divedere anche colle ali alle calcagna
d). Comparve sino dal suo nascere deforme. Per lo che Giunone secondo
Omero
, vergognatasi d’averlo dato alla luce, lo precipi
tardo di piede (g). Ne presero cura di lui bambino que’ di Lenno(h).
Omero
vuole, che lo abbia educato Teti(a). Altri soggiu
pide vuole, che il loro padre sia stato Polifemo(f). Questi al dire d’
Omero
nacque dalla Ninfa Toosa e da Nettuno(g). Apollon
econdo Esiodo erano cinquanta(d), secondo Properzio cento(e), secondo
Omero
trenta(f), secondo Apollodoro quaranta cinque(g),
si nominavano quelle, le quali erano nate, o dimoravano ne’ monti(f).
Omero
le chiama Orestiadi, e le fa figliuole di Giove(g
ll’anno, pure si raccolse gran quantità di versi ; e dicesi che anche
Omero
n’ abbi sparso nel suo Poema(i). Tibullo la nomin
alla sola Terra, ma da questa e da Urano (f), ovvero dal Tartaro (g).
Omero
li fa figliuoli di Nettuno e d’Ifimedea (h). Altr
Gli Aloidi furono messi a morte dalle frecce di Apollo e di Diana(c)
Omero
però dice, che li privò di vita il solo Apollo(d)
l monte Etna(l). (d). Id. Ibid. l. 2. (e). Apollon. l. 3. (7).
Omero
dice, che il padre di Deucalione si chiamava Mino
futuro si diceva anche Rapsodomanzia, dalle Rapsodie, ossia Poemi di
Omero
, perchè appresso gli Antichi, come alcuni credono
si tenevano per uomini ispirati e divini, e tra questi principalmente
Omero
. L’altro modo, con cui si traevano le Sorti, era
in un modo. indecente. Il Nume non la volle più al suo servigio (f).
Omero
pretende ch’ella abbia sempre versato la predetta
custodire la porte dell’Olimpo (e), e l’essere ministre del Sole (f).
Omero
v’aggiunge, ch’elleno suscitavano le nubi, e rass
Albric. (d). Demosth. Orat. in Arissogit. (e). Albric. (37).
Omero
dice che Ganimede fu rapito dagli Dei per costitu
erano Alcione ; Elettri, Merope, Maja, Taigete, Celeno, e Sterope(c).
Omero
fa menzione di un’altra figlia di Atlante, chiama
o due solé, Elege, e Celene (f). (8). La madre delle Pretidi secondo
Omero
si chiamava Anzia (g), e secondo altri Stenobea (
ve del fiume Ladone da Mercurio, e da Penelope, figlia d’Icario (c) ;
Omero
da Mercurio, e dalla Ninfa Driope (d) ; il Poeta
statua in Megalopoli, città d’Arcadia, nel tempio di Giove Liceo (m).
Omero
soggiunge, che la di lui nutrice, al vederlo, rim
fonda grotta, posta nel cavo d’un moute presso gl’Italici Cimmerj(b).
Omero
colloca il soggiorno del Sonno nell’ Isola di Len
; ed altri falsi, che non erano se non false illusioni. I primi, dice
Omero
, escono dalla mentovata porta dell’ Inferno, ch’è
esicoro v’ aggiunse Tiella ; Asclepiade Ocitoe ; ed Acheo Ocipode(c).
Omero
dà a Celeno il nome di Podarge(d). Esiodo non fa
i delle viole, e secondo altri dei narcisi. Panfo, poeta anteriore ad
Omero
, è del sentimento di questi ultimi (c). In Sicili
Nat. Com. Mythol. l. 6. (a). Paus. in Attic. (b). l. 3. (44).
Omero
dice, che niuno de’ figliuoli di Niobe potè sottr
icare alle Muse. Egli fu compianto perfino dalle nazioni più barbare.
Omero
finalmente disse, che Vulcano sullo scudo d’ Achi
in astri (c). (a). Job. Jacob. Hofman. Lex. Univ. (6). Orione da
Omero
ci si dà a divedere sempre occupato nell’ Inferno
ne, e col rimanente del corpo, simile a quello de’serpenti (d). Anche
Omero
le diede dodici piedi e sei teste, ciascuna delle
tra’quali Augusto e Vespasiano, eressero a queste Deitì molti tempj.
Omero
(e), e Virgilio(f) stabiliscono il soggiorno de’ V
e si poteva nascondere sotto l’ala d’una mosca ; scrisse dei versi d’
Omero
sopra un grano di miglio ; e fermò delle formiche
tra gli Dei, e gli eressero un tempio nella Cittadella d’ Atene (a).
Omero
soggiunge, che gli stessi popoli ogni anno gli sa
preferirsi alle terrestri condizioni di questa mortal vita. Lo stesso
Omero
ci narra che Achille, quantunque godesse i primi
n gran masso, che tosto ricadendo a valle rendeva eterna la sua pena.
Omero
la descrive così : « Sisifo altrove smisurato sa
tutti i poeti greci e latini rammentano, ma niuno descrisse meglio di
Omero
(Odissea, xi.) « Stava lì presso con acerba pena
rrazionali cupidità. Del gigante Tizio che offese Latona, udiremo da
Omero
qual fosse la pena nel Tartaro : « Sul terren di
te fosse piena. Questa favola è delle meno antiche, e non si trova in
Omero
. La rammentano però i poeti posteriori, e princip
o, Argo, Atene e Cuma. In un frammento d’Eraclide Pontico è detto : «
Omero
attesta dalla Tirrenia (Toscana) esser egli venut
liche). 900. Fiorisce Esiodo,164 il più valente degli imitatori d’
Omero
, autore della Teogonia o genealogia degli Dei, de
idattico sull’agricoltura, intitolato le Opere e i Giorni. Il poema d’
Omero
e quelli d’Esiodo sono i principali fonti delle n
indi al 1207 l’arrivo d’Enea in Italia. 163. Altri pone la nascita d’
Omero
nel 1031. 164. Secondo altri nel 944. 165. Altr
successive mutazioni dei venti che predominano in quelle isole. Anche
Omero
, nel libro X dell’Odissea, dice che Eolo « …. de
urano molto in tali descrizioni dei poeti pagani, e principalmente in
Omero
e in Virgilio. E siccome i nomi che diedero i Gre
rne brevemente la rassegna. I 4 Venti principali, rammentati anche da
Omero
, sono Borea, Noto, Euro e Zeffiro, nomi adottati
elo, che Pindaro fu il primo a chiamar natante. Ora vediamo che anche
Omero
4 secoli e mezzo prima di Pindaro aveva notizia d
ino o Fato, secondo che insegna Esiodo, poeta greco e contemporaneo d’
Omero
e che fiorì 9 o 10 secoli prima di G. C., nacque
o del Sire le divine chiome Ondeggiaro, e tremonne il vasto Olimpo.
Omero
. 64. Giove sposò Giunone (85) sua sorella, ad ese
ente, che arrivava con la testa al cielo, e che per sè solo, al dir d’
Omero
, più degli altri Giganti insieme uniti, sgomentav
uscire da un palazzo vermiglio, assisa sopra un carro color di fuoco.
Omero
la descrive con un gran velo dato alle spalle per
co, dell’altro splendente in rosso, per denotarli secondo il nome che
Omero
dà loro di Lampo e di Fetonte. Facciasi sorgere d
d’Apollo e della nereide Climene figlia dell’Oceano e creduta madre d’
Omero
, soleva per effetto di stolto orgoglio vantarsi c
a pure si ammira in Firenze nella galleria del Palazzo Pitti. 182.
Omero
ha fatto una vaghissima descrizione del cinto mis
i, Che si frange con quella in cui s’intoppa…. (Dante, Inf. c. VII.)
Omero
suppone che inghiotta le onde tre volte il giorno
rtine. « Ovidio la pone (la casa del sonno) in Lenno e ne’ Cimmerii,
Omero
nel mare Egeo, Stazio presso agli Etiopi, l’Arios
r ministrare il néttare agli Dei prima che vi andasse Ganimede. 251.
Omero
nell’Odissea (lib. XI) descrive così il supplizio
, L’udir gli Achivi, e ne tremâr : si forte Fu di Marte il muggito. (
Omero
, Iliade.) 258. Marte è dunque un nume e un guerri
la testa anguicrinita di Medusa principale tra le Gorgoni (357) ; ed
Omero
dice : ….. Intorno agli omeri divini Pon la ricc
o stesso Degli uomini e de’ numi arbitro Giove Fu nocente costei …. (
Omero
, Trad. del Monti.) Le Preghiere sue sorelle, e, c
ono quelle contenenti sensi contrarj all’espettativa di chi le porta.
Omero
fa narrare queste avventure con bella semplicità
aver avuto in vita un amico come Patroclo, e dopo morte un poeta come
Omero
. Giunto Alessandro alla famosa tomba Del fero A
cito dopo Achille (536) ed Ajace (561) figlio di Telamone (518). 551.
Omero
fa di quest’eroe il prediletto di Pallade (263),
, Troia sarebbe caduta più presto. Era ancora molto eloquente, sicchè
Omero
lo dice : Facondo si, che di sua bocca usciéno P
Nestore son passate in proverbio. Nè è qui da tacere ciò che narrano
Omero
e Pindaro del figliuolo di Nestore, chiamato Arch
a scendere sul lido troiano fu questo Protesilao, e ben meritava che
Omero
eternasse il suo nome, perchè l’ oracolo aveva pr
anai Copria di vitupero : Ma sua virtù fe’stabile, Ma chiaro il rese
Omero
, Cagion porgendo ai secoli Di cantico immortal.
iammai l’ uom può della natia Sua contrada veder cosa più dolce ?…. (
Omero
, Traduz. di Pindemonte.) 569. La sua moglie Penel
di Troja fino al ritorno in Itaca, sono argomento di un altro poema d’
Omero
, intitolato l’ Odissea. 572. Essendo stato per l
to faci. Cosi un triennio la sua frode ascose, E deluse gli Achei…. (
Omero
, Odissea Lib. II, traduz. del Pindemonte.) Ed agg
i e supplichevoli preci a’piedi dello stesso Achille per riscattarlo.
Omero
dice che Mercurio, in sembianze mortali, lo accom
cadente Veglio, il bianco suo crin commiserando Ed il mento canuto. (
Omero
, Versione del Monti.) Indi si diè a confortarlo,
consigliare la pace, non fu meno valoroso nelle battaglie ; e secondo
Omero
, Ettore (591) solo fra’ Trojani lo superava. 6
Tebe, dal quale ebbe quattordici figli, sette maschi e sette femmine.
Omero
dice dodici, sei dell’un sesso, e sei dell’altro.
nivano a queste mescolate le lodi della città natia. Il XXIII canto d’
Omero
contiene una bella e compiuta descrizione dei pri
inutile compendiarlo ; quindi ci limiteremo a indicare quei passi di
Omero
e di Virgilio che più d’ogni altra descrizione so
a pianura del Mendere, fra l’ Ida e il mare. 96. La descrizione che
Omero
fa dei baasirilievi dello scudo d’ Achille nel e.
trove più a lungo. I fiumi poi della Troade eran piccini, ma furiosi.
Omero
ci racconta che il fiume Xanto (chiamato altrimen
Alessandro il Grande per la singolar fortuna di averne per banditore
Omero
), che non vi sarà spazio a raccontar questa sua u
rreno son chiamate gli occhi della Guadiana. 31. E da notarsi che in
Omero
si trovano spesso due nomi dati all’istesso ogget
Inferno. Questo Eroe avea sposato Ippodamia, figlia di Atrace(f), che
Omero
chiama Laodamia(g), e Plutarco Deidamia(h). Al co
). Colei gli partorì diecisette figli (f), o diecinove, come racconta
Omero
(g). Dî questi i più conosciuti sono Paride, Etto
fontana(g). Agamenonne. Agamenonne, figliuolo di Atreo secondo
Omero
(a), e di Plistelle secondo Apollodoro (b), era d
amava Oreste, e tre figlie, Ifigenia, Elettra(24), e Crisotemide(25).
Omero
dhiama la prima Ifianassa, e la seconda Laodice (
cettro con certe ceremonie si trasferiva ad altro sacro Ministro (d).
Omero
poi soggiunge, che il mentovato scettro era stato
dopo sette giorni alla spiaggia de’ Lestrigoni, popoli selvaggi, che
Omero
denomina antropofagi, cioè mangiatori d’uomini, p
Calipso, figlia di Teti e d’Oceano(b), ovvero di Atlante, come vuole
Omero
(c). Ulisse al dire di questo Poeta(d) per sette a
Lajo, re di Tebe, e di Giocasta, figliuola di Creonte, la quale fu da
Omero
(a)nominata Epicastà. L’Oracolo d’Apollo Delfico a
privilegio di conoscere il più rimoto avvenire. Quindi Circe appresso
Omero
commette ad Ulisse di discendere nell’Inferno per
per dare consigli (b).Ificlo ebbe un figlio, di nome Podarce, che da
Omero
dicesi essere stato uno degli Eroi alla guerra di
lia di Merope, nativo di Percote, per nome Clite(d). Questo Merope da
Omero
viene nominato come re della Pineta, ossia di Lam
ene nominato come re della Pineta, ossia di Lampsaco : e dallo stesso
Omero
si ha, ch’era padre d’Adrasto e d’Anfio, Eroi del
padre Nettuno (b). (3). La clava di Perifete secondo Pausania (c) ed
Omero
era di ferro (d). Eustazio poi vuole, che fosse d
e Polidoro strappò gli occhi a Polinestore(b). Notisi per ultimo, che
Omero
fa nascere Polidoro non da Ecuba, ma da Laotoe fi
ti da Fereclo, figlio d’Armenide, ed eccellente Artista, decantato da
Omero
. Fereclo poi, combattendo per la sua patria, rima
predetta città, si reco a Pruteo, da cui gli fu restituita la moglie.
Omero
(a) finalmente dice, ch’Elena fu regalata da Polid
(25). (25) Pireme secondo Ditti Cretese rimase ucciso da Diomede(h).
Omero
lo fa cadere sotto Patroclo (i). (26). Rigmo spi
rmato da Tichio, celebre Artista, e nativo d’Ile, città della Beozia.
Omero
dice, che quello scudo era copetto di sette pelli
tradirono la patria, Darete di Frigia annovera anche Ucalegonte (a).
Omero
poi (b) e Virgilio (c) ce lo descrivono come un v
di Salamina, e di Esione, figlia di Laromedonte, e sorella di Priamo.
Omero
ne parla, come del miglior tiratore d’arco, che v
lj sopra quindici vascelli secondo Igino(h), o sopra quaranta secondo
Omero
(i). Piro, capo de’Traci, spirò per mano di lui(l)
suo figliuolo era morto ; e che colei disperata si diede la morte(c).
Omero
per altro dice solamente, che l’anzidetta donna m
tore, e fu dopo di lui il più valoroso difensore della sua patria(a).
Omero
lo dipinge come il più saggio ed eloquente tra’ T
obe ; e la madre per ineffabil dolore fu cangiata in pietra. Ne parla
Omero
nel libro xxiv dell’ Iliade ; ne fa molto a lungo
a dei venti, e si riuniscono talvolta in piccole isolette. » 104.
Omero
rammenta soltanto 12 figli di Niobe, e Ovidio 14.
sono ripetute per copia conforme : perciò restano 12, come asserisce
Omero
. — Inoltre sappiamo ancora dal seguente epitaffio
istenza e col favore di Mercurio, narrati splendidamente dallo stesso
Omero
: qui basterà parlare di due soli che si riferisc
rtygias surripuisse boves. (Ovid., ibid.) 153. Virgilio imitando
Omero
descrive con elegantissimi versi nel lib. iv dell
la partenza e la velocità di esso dal Cielo in Terra. Il Tasso imitò
Omero
e-Virgilio descrivendo nel 1° Canto della Gerusal
o attendeva. Da circa 3000 anni quasi tutti i poeti, incominciando da
Omero
, ed incluso anche Dante, hanno parlato delle Sire
ndone tutte le descrizioni e le allusioni se ne formerebbe un volume.
Omero
inventò che Ulisse, volendo udire il canto delle
lio. 229. Orazio annovera tra le più belle e mirabili descrizioni di
Omero
, (chiamandole speciosa miracula) quelle di Scilla
o nel Cielo. (Vedi il Cap. X, ove si parla di Proserpina). Lo stesso
Omero
dice chiaramente che quelle infernali regioni, ol
bella devoratis : « Tam bellum mihi passerem abstulistis. » 241.
Omero
fa dire poeticamente ad Achille : « Odio al par
der poi che questa è una imitazione del gigante Polifemo descritto da
Omero
nell’ Odissea, basta legger la seguente ottava :
i illustri o per dignità o per imprese di sovrumano valore. Lo stesso
Omero
l’usa assai spesso in quest’ultimo significato ta
derne tavole di Statistica ; e basta soltanto il sapere quel che dice
Omero
del Pilio Nestore, il più vecchio dei Duci che an
ncordia coniugale era già rotta da gran tempo fra Giove e Giunone ; e
Omero
sin dal 1° libro dell’Iliade ce ne rende accorti
una cum gente tot annos « Bella gero. » (Virg., Æneid., i, 46.) 93.
Omero
quando rammenta Giunone accenna quasi sempre o ai
si trova unità nel disegno, nè regolarità nella esecuzione. In fatti
Omero
pone le regioni delle anime degli estinti nel pae
za esser ivi il Campo Elisio e quell’abitazione de’beati decantata da
Omero
. » 236. Son questi i versi originali di Virgi
per ritornar nella notte dalla parte d’Oriente, i più antichi poeti,
Omero
ed Esiodo, l’hanno prudentemente taciuto : soltan
» Messer Lodovico però gareggia non pur con Ovidio, ma collo stesso
Omero
a costruir palagi magnifici senz’ altra spesa che
ogliere da quegli indelebili caratteri ? La doglianza di Giove presso
Omero
di non poter evitare il destino, e campar da mort
o infernale Nume con profusa penna esporre quanto dietro le tracce di
Omero
, e di Esiodo con bizzarre invenzioni fantasticaro
Greci poeti fù un giorno in gran pompa, e ben sappiamo nella gara di
Omero
, ed Esiodo ne’giuochi Olimpici sotto il regno di
, ed Esiodo ne’giuochi Olimpici sotto il regno di Agide Spartano, che
Omero
quantunque il cantor di Achille, il panegerista d
sommo piacere degli spettatori ; lo che poi fù la occasione, per cui
Omero
, vecchio pittor delle memorie antiche, volendo pe
impazienza del dolore, ululando, e gemendo si precipitarono nel mare.
Omero
intanto a tal proposito le fa in tal modo partare
stesse dei Troiani e dei Greci al tempo della guerra di Troia, poichè
Omero
in tutta quanta l’Iliade ne rammenta sempre almen
dre egli divenne fra tutti i celesti odioso, come troviamo scritto in
Omero
. Differiva pertanto da Minerva, quando era consid
r le vie, e proteggeva le maliarde e le streghe nei loro incantesimi.
Omero
però non parla di questa ributtante Dea, e il pas
le Grazie L’origine di Venere è narrata dagli Antichi in due modi.
Omero
dice che questa Dea è figlia di Giove e di Dione,
i tutto che i Genii nel linguaggio dei Greci eran detti Dèmoni ; e in
Omero
troviamo che gli stessi Dei davansi tra loro per
della città di Troia ; della cui divina origine e costruzione parlano
Omero
e Virgilio e molti altri poeti ; e noi dovremo di
universale diluvio, consultarono l’Oracolo di Temi sul monte Parnaso.
Omero
parla degli Oracoli, delle divinazioni e degli au
cc. È ben facile che alla primitiva tradizione, di cui fa cenno anche
Omero
, non che Esiodo, siano stati aggiunti in appresso
ch’essa, ben diversa però dalla Ninfa Teti, madre di Achille. Secondo
Omero
, l’Oceano ha il suo palazzo nelle acque del mare
l numero presso gli antichi che ne annoveravano due ed anche quattro.
Omero
dà il nome di Pasifea ad una delle tre suindicate
di Venere fu anch’egli accusato da alcuni come traditor della patria.
Omero
però lo dipinge come uno de’ migliori suoi difens
nto del primo poema epico che sia apparso, vale a dire dell’Iliade di
Omero
. Le avversità che Ulisse ebbe a soffrire nel rito
lisse ebbe a soffrire nel ritorno dopo la guerra di Troia, vennero da
Omero
descritte nell’Odissea. Le vicende sofferte da En
a. A lei i cacciatori su l’ara di Dittinna, come in un inno voluto di
Omero
(6), porgevasi in voto l’arco, la preda e la esult
er. 56. (4). Athenaei lib. XIII. (5). Callimaco Inno a Diana. (6).
Omero
, Inno a Venere. (7). Pindaro, Od. Pizie. XI. ver
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