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1 (1836) Mitologia o Esposizione delle favole
nti, che detti vennero Dii selecti o scelti, ed erano Giano, Saturno, Giove , Nettuno, l’ Orco o Plutone, Vulcano, Marte, Apol
ito a Rea ebbe per figlia Vesta, Cerere, Giunone, Plutone, Nettuno, e Giove . Capo II. Saturno, e di Giano. Urano o il
ascevan da Rea. Questa di ciò oltremodo dolente, allorchè ebbe a dar Giove suo ultimo maschio alla luce, ricorse ai genitori
o. Essi la spedirono a Litto in Greta: e poichè quivi ebbe partorito Giove , Gea lo raccolse, e il fece nutrire nascostamente
cui avidamente Saturno si trangugiò senza accorgersi dell’ inganno. Giove cresciuto in breve tempo vinse coll’ arte e colla
eva inghiottito, e quei sasso medesimo, che si è dello poc’ anzi, cui Giove per eterna memoria infisse a Pilo o Delfo sotto d
Saturno li divorava; ma che avendo Bea dato alla luce in un sol parto Giove e Giunone, mostro a Saturno Giunone soltanto, ed
parto Giove e Giunone, mostro a Saturno Giunone soltanto, ed occultò Giove ; che Titano, ciò risaputo, mosse guerra a Saturno
to, l’ imprigionò; che questi fu poi liberato, e rimesso nel regno da Giove , il quale vinse Titano coi fi gli; che avendo per
coi fi gli; che avendo però Saturno compreso dover un giorno esser da Giove privato nuovamente del regno, armossi contro di l
n tempo di pace. Capo III. Di Giove. Presso i Greci ed i Romani Giove riguardavasi come la principale Divinità, ed era
i corsero a formarvi, e col latte della capra Amaltea, cui dopo morto Giove trasportò in cielo nella costellazione della Capr
o teste di dragò; dalle quali tulle vomitava fuoco. Ei mosse guerra a Giove ; ma’ percosso dal fulmine fu anch’ egli, secondo
a terra dalle recise membra di Urano. Questi pur tentarono di cacciar Giove dal cielo, e per salirvi Sovrapposero ne’ campi d
no e d’ Ifimedia moglie di Aloco, che anch’ essi vollero far guerra a Giove ). A tal vista, per quel che accennano alcuni Mito
ppose coraggiosamente a Reto uno de’ giganti più forni debili, e come Giove animavaio gridando ev yie (coraggio o figlio), da
da Ovidio si dice in cambio avvenuta nella guerra contro Tifeo, e che Giove siasi allora cangiato in ariete, onde vengon le c
vacca, Tenere in pesce, Mercurio in ibi). Alla fine avendo Vulcano a Giove forniti i fulmini, con questi rovesciò egli i gig
i, e sotto de’ loro monti li seppellì. Assicurato il regno del Cielo, Giove secondo Esiodo menò per prima moglie Meli Dea del
e Meli Dea del Consiglio, ma allorchè que sta ebbe conceputa Minerva, Giove avendo inteso da Urano, e da Gea, che nascere da
ascose, ed egli stesso la diede poscia alla luce. Altri dissero, che Giove concepì da se stesso Minerva nel proprio capo, e
erla fuori fecesi spaccare il cranio da Vulcano. La seconda moglie di Giove fu Temi Dea della giustizia, da cui ebbe le Ore E
use. La sesta Latona, che partorì Apollo e Diana. L’ ultima moglie di Giove , secondo Esiodo, fu Giunone di lui sorella; da cu
e fu privato da’ propini figli; che nella divisione essendo toccata a Giove la parte orientale, a Plutone l’ occidentale, a N
o dell’ inferno, il terzo del mare; che avendo molti avuto il nome di Giove , e avendo essi abusato di molte donne con varii s
, ma che realmente per la pioggia d’ oro intendersi deve l’ oro quale Giove corruppe i custodi di Danae, pel toro la nave ave
indi chiamavasi l’ augel ministro del fulmine, o l’ augel ministro di Giove . Fra le piante a lui dedicate era il faggio e la
lui sacro, le querce stesse rendesser gli oracoli. La vittima, che a Giove offerivasi nei sacrificii, era un bianco bue. Mol
ervatore ec. Capo IV. Di Giunone. Sorella e principal moglie di Giove , e perciò regina degli Dei, era tenuta Giunone. F
ella però da principio a queste nozze ritrosa, e per vincerla dovette Giove ricorrere all’ inganno. Cangiossi, dicon le favol
guardia del pastore Argo che aveva cento occhi. Questi per ordine di Giove fu da Mercurio addormentato col suono della zampo
rie, fintantochè ella fuggi disperata in Egitto, dove poi ottenuta da Giove l’ antica forma, fu dagli Egizi adorata sotto il
ondo le favole cangiato in fiume. In una congiura degli Dei contro di Giove , avendo Giunone ancora pigliata parte, Giove la f
iura degli Dei contro di Giove, avendo Giunone ancora pigliata parte, Giove la fè dà Vulcano legar con una catena d’ oro le m
Ella ne fu poi disciolta dallo stesso Vulcano. A Giunone insieme con Giove altribuivasi il regno dell’ aria. Sotto il nome d
ta in Egitto particolarmente da’ Saiti; la terza nata dal cervello di Giove di Corise, figlia dell’ Oceano, venerata dagli Ar
soltanto fu in onore presso de’ Greci e de’ Romani. Nata dal capo di Giove , e tutta armata, fu essa adorata come’ Dea della
sua moglie cangiati in monti, perchè scambievolmente s’ intitolavano Giove e Giunone; nell’ altro Pigmea cangiata in grue pe
vo trasformale da Giunone de gradi del suo tempio. Aracne rappresentò Giove per Europa cangiato in toro, per Asteria in Aquil
di capra e lo scudo coperto di simil pelle, che prima era proprio di Giove solo, ond’ egli da Greci ebbe il titolo di egioce
pra. Capo VI. Di Marte, di Bellona, e della Vittoria. Figlio di Giove e di Giunone era Marte, secondo Esiodo ed Omero.
iunone era Marte, secondo Esiodo ed Omero. Altri il dissero figlio di Giove e di Enio o Bellona, onde fu pur da’ Greci chiama
e fosse Figlio sol di Giunone, dicendo che questa indispettita perchè Giove da se solo prodotto avesse Minerva, cercò di fare
one si fu, che avendo Numa per consiglio della ninfa Egeria chiesto a Giove un pegno della perpetuità dell’ impero romano, eg
condo figlio del Nilo, e dagli Egizi chiamato Opa; il terzo figlio di Giove e di Giunone, il quarto figlio di Menalio, che te
te Vulcanie, ora di Lipari. Al terzo però soltanto, cioè al figlio di Giove e di Giunone, alluder sogliono i poeti, e vi ebbe
ente maravigliosi fece egli, secondo Esiodo, per Ercole ad istanza di Giove , e secondo Virgilio, per Enea alle preghiere di V
ec. Ma sua primaria occupazione era quello di fabbricare i fulmini a Giove : e tanta grazia si acquistò egli con ciò presso i
a del mare, che unita a Mercurio partorì Cupidine, la terza figlia di Giove e di Dione, che fu moglie di Vulcano, e da Marte
lle tre grazie Aglaia, Eufrosine, e Talia, che Esiodo disse figlie di Giove , e di Eurinome e che alcuni vollero figlie di Bac
on Amore, e gli danno per madre Venere, e per padre chi il Cielo, chi Giove , chi Vulcano, chi Marte e chi Mercurio, nè manca
argo. Da questo però Amore la risvegliò, e salilo al cielo ottenne da Giove di averla in isposa, e placata Venere in cielo si
ccostò che ne arse essa, ed il mare. Alle preghiere della terra allor Giove fulminò il mal consigliato giovane, e lo precipit
te e nato in Creta, intorno al dominio di cui ebbe poscia contesa con Giove ; il terzo figlio di Giove e di Latona, venuto sec
o al dominio di cui ebbe poscia contesa con Giove; il terzo figlio di Giove e di Latona, venuto secondo alcuni dagli Iperbore
na richiamare da morte a vita Ippolito tiglio di Teseo. Sdegnato però Giove che tanto potere ei si arrogasse, lo fulminò e Ap
e vendetta col saettare i Ciclopi, che fabbricati avevano i fulmini a Giove ., venne esigliato dal cielo. Ebbe Esculapio da Ep
Nettuno, esule anch’ esso in quel tempo per aver congiurato contro di Giove , a fabbricare pel re Laomedonte le mura di Troia;
la poesia era egli chiamato preside e condottier delle Muse figlie di Giove , e di Mnemosine, o Dea della memoria. Le Muse era
ggia, e rimase estinto. Capo XI. Di Diana. Oltre alla figlia di Giove e di Latona, due altre Diane da Cicerone si accen
di Latona, due altre Diane da Cicerone si accennano, l’ una figlia di Giove e di Proserpina, l’ altra figlia di Upi e di Glau
anza di Calista figlia di Licaone, la quale erasi lasciata sedurre da Giove , che per ingannarla avea assunte le sembianze di
ade cresciuto in età fu in procinto di ammazzarla non conoscendola; e Giove tramutalo in orso lui pure, e trasportò in ceelo
poscia da propri cani. Orione, nato secondo le favole dall’ orina di Giove , Nettuno e Mercurio chiusa in una pelle di bue, e
li, che abita sotto terra, ed è chiamato Trifonio; il terzo figlio di Giove e di Maia, dal quale e da Penelope alcuni pretese
e date le leggi. Il più rinomato fra questi, Cioè il terzo, figlio di Giove e di Maia, era considerato come il messaggiero de
pur guidava le anime de’ trapassati all’ inferno. Avendo per ordin di Giove ucciso Argo posto da Giunone alla custodia di Io
econdo Cicerone, ebbero il nome di Bacco o Libero: il primo figlio di Giove e di Proserpina; il secondo figlio del Nilo, che
n onore di cui furono istituite le feste Sabazie; il quarto figlio di Giove e della Luna, a cui dedicate si dissero le feste
e le Trieteridi. Comunemente però da poeti Bacco vien detto figlio di Giove e di mele figlia di Cadmo. Allorchè questa ne era
a di Beroe di lei nutrice le mise in animo un’ ardente brama di veder Giove in tutta la sua maestà. Consentì Giove a tale ric
to modo essa aliatta ed alimenta.. Unita a Giasone o Giasio figlio di Giove e di Elettra partorì Pluto Dio delle ricchezze, u
glio di Giove e di Elettra partorì Pluto Dio delle ricchezze, unita a Giove divenne madre di Proserpina. Essendo questa da Pl
che Proserpina da Plutone, era stata rapita. Essa allora sir volse a Giove per riaverla ed ebbe dà lui promessa che le sareb
lla figlia non potendo mai prender sonno, con questi per consiglio di Giove riuscita era a conciliarselo. Portava pure la fia
nfa del Tevere nell’ atto che la conduceva all’ inferno per ordine di Giove , il quale le aveva prima tagliata la lingua in pe
is. Ad ogni parte dell’ uman corpo un Dio particolare pur presedeva. Giove al capo, Nettuno al petto, Marte ai lombi, il Gen
Mercurio, e soviapposero all’ Olimpo l’ Ossa ed il Pelio per cacciar Giove dal cielo; ma da lui fulminati furono poi sepolti
, fece di terra uscire un cavallo, e come avendo congiurato contro di Giove fu costretto a servir con Apollo al re Laomedonte
buoi, secondo alcuni, da lui fu uccisa, e secondo altri fulminata da Giove ; e cangiata in una voragine vorticosa, che inghio
L’ impero dell’ aria fu da’ Mitologi assegnato, come abbiam detto, a Giove ed a Giunone, da cui dipendean le piogge e le alt
dipendean le piogge e le altre meteore. Ma il governo de’ venti fu da Giove affidato ad Eolo figlio di esso e di Acesta o Ser
o, e de’ principali condannati, che ivi erano. Plutone fratello di Giove e di Nettuno, a cui nella divisione accennata più
ennata più addietro toccò il regno dell’ Inferno, veniva pur nominato Giove infernale, e Dite, od Orco; sebbene, Orco da Esio
per vedere che fosse. Stava ne’ campi dell’ Enna Proserpina figlia di Giove e di Cerere colle compagne cogliendo fiori. Pluto
i Esiodo in un luogo dice figlie della Notte, e in un altro figlie di Giove e di Temi. L’ ufficio loro si era il filar la vit
Adrastea figlia della Notte secondo Esiodo, e secondo altri figlia di Giove e della Necessità, che essendo particolarmente ve
ernale, per aver fornito l’ acqua a Titani nella lor guerra contro di Giove . Cocito riguardavasi come un ramo di Stige. Flege
te essa ebbe per figli Zelo, Vittoria, Vigore e Forza, cui presentò a Giove , e ne ebbe in compensò che il giuramento per le a
segnavan loro il premio o la pena. Minosse e Radamanto erano figli di Giove e di Europa, e il primo era stato innanzi re e le
era stato innanzi re e legislatore de’ Cretesi. Eaco era figliuolo di Giove , e di Egina, e re di Cenopia, o Enona, cui dal no
ndati, come è già detto nel Capo III, per avere osato di far guerra a Giove . Per la stessa cagione condannati vi furono, come
dia moglie di Aloeo, e chiamati perciò Aloidi. Tizio era figliuolo di Giove e di Elara; ma perchè questa il partorì sotto ter
olo di Giove e di Elara; ma perchè questa il partorì sotto terra, ove Giove l’ aveva chiusa per occultarla a Giunone, fu dett
rgli addosso a schiacciarlo. Issione figliuolo di Flegia ammesso da i Giove alla sua mensa osò aspirare a Giunone. Giove da e
o di Flegia ammesso da i Giove alla sua mensa osò aspirare a Giunone. Giove da essa avvertitone, per farne prova gli te compa
egli corse ad abbracciare, e dalla quale poi nacquero i Centauri. Ma Giove sdegnato col fulmine lo percosse, e lo fe poi dal
una ruota circondata da serpenti e che sempre gira. Tantalo figlio di Giove e della ninfa Piote in un convito offerto agli De
ente ricade. Pausania pretende che di tal pena ei sia stato punito da Giove pei’ aver ad Asopo rivelato il luogo, in cui egli
lui moglie, la quale i Greci pretendeano esser la figlia d’ Iliaco da Giove prima cangiata in vacca per occultarla a Giunone,
iglia dell’ Oceano. Dotalo di astutissimo ingegno egli volle ingannar Giove stesso. Mentre accolti, dice Esiodo, in Mecona o
col ventriglio; dall’ altro le ossa coperte col grasso, e ne diede a Giove la scelta. Questi scoperse la frode togliendo il
eteo che detto aveagli di rigettare qualunque presente gli venisse da Giove ; ed avendo Pandora aperto il vaso: ne uscirono tu
el vaso che Pandora avvedutamente richiuse. Nè di ciò pur contento fè Giove incatenar da Mercurio, o come altri vogliono, da
ormento Prometeo soffrir dovette, finchè da Ercole pur con assenso di Giove medesimo, non ne fu liberato. Altri voglion però
rcole. Il più celebre fra i Semidei e gli Eroi fu Ercole figlio di Giove e di Alcmena moglie di Anfitrione, il quale era f
le era figlio di Alceo, onde ad Ercole per fu dato il nome di Alcide. Giove per ingannare Alcmena prese la sembianza di Anfit
moglie di Stenelo re di Micene incinta di Euristeo. Giunone carpi da Giove il giuramento che chi nascerebbe il primo avesse
ei dopo aver consumalo contro di loro tutte le sue saette, ottenne da Giove una pioggia di sassi, co’ quali li mise in fuga,
anifestare ove fosse sepolto. Le favole aggiunsero poi che fu egli da Giove portato in cielo e posto nel numero degli Dei, e
sto nel numero degli Dei, e che ottenne quivi in isposa Ebe figlia di Giove e di Giunone Dea della Gioventù, dalla quale pur
adre di Agamennone. Capo III. Di Perseo. Fu Perseo figliuolo di Giove e di Danae figlia di Acrisio re di Argo. Avendo A
na torre ben custodita da guardie, perchè niun uomo se le accostasse. Giove però convertilo in pioggia d’ oro, cioè corrompen
a quale Bellerofonte ebbe Issandro, Ippoloco e Leodamia, che amata da Giove fu madre poi di Sarpendone, e Stenobea disperata
Avendo poi Bellerofonte col cavallo Pegaso tentato a salire in cielo, Giove mandò l’ assillo a tormentare il cavallo per modo
io di Marte, Ida e Linceo figli d’ Afareo, Castore e Polluce figli di Giove e di Leda, Admeto Re di Tessaglia, Teseo figlio d
grazie a Venere, questa spinse li due amanti a profanare il tempio di Giove , o, secondo molti, di Cibele, che per vendicarsen
ia e di Telafasse, e fratello di Europa, allorchè questa fu rapita da Giove , ebbe ordine dal padre di andarne in traccia per
dire Semele, che fu poi madre di Bacco, ma incenerita dal fulmine di Giove ; Ino madre di Melicerta, che fuggendo le furie di
a soprapporsi l’ una all’ altra spontaneamente. Era Anfione figlio di Giove e di Antiope figlia di Asopo e moglie di Lico; il
enerla rinchiusa in una stretta prigione. Fu però Antiopa liberata da Giove , e ricoveratasi sopra il monte Citerone, ivi part
zzatore degli Dei, mentre scalava le mura di Tebe, venne fulminato da Giove ; Anfiarao fu col suo carro dalla terra inghiottit
to all’ opposta riva n’ andò col montone a Coleo; dove sacrificollo a Giove (il quale poi lo trasportò in cielo nel segno del
ma l’ un di questi contenente Polluce ed Elena era stato fecondato da Giove cangiato in cigno, l’ altro contenente Castore, e
re. Polluce però, onde aver col fratello una sorte comune, ottenne da Giove che a vicenda l’ uno morisse, e risorgesse l’ alt
Gemelli, ed ebbero amendue il nome comune di Dioscuri, cioè figli di Giove , e di, Tindaridi, cioè figli di Tindaro; e in som
alo. Due Re di Creta ebbero il nome di Minosse. Il primo figlio di Giove , e di Europa e fratello di Radamanto, fu legislal
esi, e per meglio accreditar le sue leggi dicea di averle ricevute da Giove stesso. Dopo la sua morte ei fu in compagnia di R
iopa, dalla quale nacque Ippolito. Aveva prima rapito Elena figlia di Giove e di Leda; ma questa gli fu prontamente ritolta d
o figliuolo d’ Issione re de’ Lapiti, o come dice Omero, figliuolo di Giove e di Melata moglie d’ Issione, invidioso della gl
rella di Castore; il secondo fu re di Sparta, e sposò Elena figlia di Giove e di Leda e sorella di Polluce. Essendo Elena sta
redizione avuta da Proteo in Egitto, come sposo di Elena, e genero di Giove , senza soccombere alla morte fu negli Elisi trasp
e dell’ Aurora; Eufemo re de’ Ciconi; Serpedone re di Licia figlio di Giove e di Laodamia figlia di Bellerofonte; Reso re di
Esculapio. Mentre i Greci adunati in Aulide con mille navi stavano a Giove sacrificando per implorare propizi i venti, che p
no le vacche delle mandre del Sole; per cui questi irritato ricorse a Giove , il quale alla loro partenza fulminando la nave l
Nausitoo e Nausinoo. Pallade protettrice di Ulisse ottenne allora da Giove , che per mezzo di Mercurio spedisse ordine a Cali
mente, e di ardentissimo amore per lui si accese. Ma Jarba, figlio di Giove e della Ninfa Garamantide, che era stato prima da
te, il fuoco dell’ altre fu estinto da una dirotta pioggia mandata da Giove . Allora il vecchio Naute consigliò ad Enea di las
e di essa chiamò Lavinia, e che Venere dopo tre anni a lui ottenne da Giove , che lavandosi nel fiume Numico spogliasse la nat
n cui la terra tutto producea da se medesima. Venne sotto al regno di Giove l’ età dell’ argento, in cui egli costrinse gli u
tà del ferro, nella quale inondarono tutt’ i vizi, Da questi irritato Giove delibera di sommerger la terra con un diluvio uni
te I. Capo IV. Faetonte mal reggendo il carro del Sole è fulminato da Giove e precipitato nell’ Eridano; le sorelle di lui so
Aglauro figlia di Cecrope è mutata in nera pietra. Parte I. Capo XII. Giove trasformato in toro rapisce Europa, Parte I. Capo
Parte I. Capo XI. Semele figlia di Cadmo è da un fulmine incenerita; Giove n’ estrae Bacco. Parte I. Capo XIII. Tiresia teba
otto anni dopo li percuote di nuovo, e ritorna uomo. Nata contesa fra Giove , e Giunone, quale de’ due sessi provi piacer magg
maggiore quello della femmina. Giunone di ciò irrirata l’ accieca, e Giove in compenso gli dà la previsione del futuro. Inte
La ninfa Eco per avere con lunghi discorsi intertenuto dal sorprender Giove nelle sue tresche amorose ne aveva avuto per pena
mutate in piche. Parte II. Capo X. Gli Dei nella guerra di Tifeo con Giove si trasformano in vari animali, e fuggono in Egit
gradi del tempio di Giunone. Parte I Capo V. Varie trasformazioni di Giove , Nettuno, Apollo, Bacco, e Saturno. Parte I. Capo
aliso città di Rodi, che affascinavano altrui co’ loro occhi, sono da Giove mutati in iscogli sottomarini. La figlia di Alcid
ola di Egina spopolata dalla peste mandata da Giunone, Eaco figlio di Giove e di Egina a lui ricorre, e veggendo al piede di
cia gran quantità di formiche gli chiede di avere altrettanti uomini, Giove gli cangia quelle formiche in uomini, che per ciò
no ad istanza di Acheloo cangiata in un’ isola vicina ab l’ Echinadi. Giove , e Mercurio, viaggiando per la Frigia sotto umana
isso e trasformato in cipresso. Parte I. Capo X. Ganimede è rapito da Giove . Parte I. Capo III. Giacinto è mutato nel fiore g
pi, due de’ quali erano Candulo ed Atlante, per le loro frodi sono da Giove mutati in sci mie; e posti ad abitare nelle isole
a da Enea, e n’ escono gli uccelli chiamati a idea. Venere impetra da Giove , che Enea lavandosi nel fiume Numico spogli la na
ontefice Massimo; Seguivano i Flamini, tra etti il Diale o Flamine di Giove era il primo, e solo avea il privilegio di portar
udivasi alla sinistra, perchè giudicavasi proveniente dalla destra di Giove ; non così se udivasi al contrario. Tutti i fenome
dove i Sacerdoti rendeano le risposte ascose nelle querce del bosco a Giove consecrato per cui le favole dissero, che le quer
dagli antichi Sambethe. 2. La Libica, detta da Euripide figliuola di Giove e di Lamea; 3. La Delfica da Diodoro chiamata Dan
2 (1855) Compendio della mitologia pe’ giovanetti. Parte I pp. -389
a voce ebraica sathar, nascondersi, perchè Satùrno, fuggendo l’ira di Giove , si occultò nel Lazio, come diremo. Da’ Greci dic
moglie fu tanto dolente che di due gemelli occultò il maschio ch’era Giove , a Satùrno mostrando la sola Giunòne. Dicono che
’era Giove, a Satùrno mostrando la sola Giunòne. Dicono che invece di Giove gli presentò una pietra avvolta in fasce, detta A
suoi figliuoli, gli mosse guerra, e vintolo, il trasse prigione ; ma Giove il liberò, avendo debellato i Titàni. Nulladimeno
o i Titàni. Nulladimeno Satùrno, sapendo, esser ne’libri del fato che Giove dovea un dì spogliarlo del regno, gli mosse guerr
ùrno tutto fra loro si divisero il gran regno dell’universo, sicchè a Giove , il cielo, cioè l’isola di Creta ; a Nettùno, il
di Noè, i quali dopo il diluvio si divisero la terra abitabile, come Giove , Nettùno e Plutòne si divisero l’universo. Giano
e più antichi signori era un sangue proveniente dal vecchio padre di Giove . Di che i Romani vollero serbare solenne memoria
he i poeti chiamaron Centauri. Di che fu così dolente la madre che da Giove fu cangiata in tiglio ; percui filira si chiama q
vano riuscendo ogni rimedio, cedè la sua immortalità a Prometeo, cui Giove donata l’avea a patto che un immortale avesse vol
stivano un abito donnesco. Si chiamavan Curèti, perchè avean allevato Giove nell’isola di Creta. E Virgilio (1) dice che il c
Janus summus ; il mezzo Janus medius ; ed il termine, Janus imus. Giove . I. Nomi dati a questo Nume e lor ragione.
s imus. Giove. I. Nomi dati a questo Nume e lor ragione. Giove , padre degli uomini e degli Dei, chiamavasi Jupit
dicevasi Ζευς, che pur significa l’aria forse da ζαν, vivere, perchè Giove dona a tutti la vita. II. Storia favolosa di G
vivere, perchè Giove dona a tutti la vita. II. Storia favolosa di Giove . L’antica Mitologia contava molti Giovi ; e p
Creta non ebbe Per Giove o per Giunon di gloriarsi. Or il natale di Giove è variamente raccontato da’Poeti. Secondo Esiodo,
ebbe Satùrno seifigliuoli, Vesta, Cerere, Giunòne, Plutòne, Nettùno e Giove . Veggendo la madre che il marito avea tanti figli
madre che il marito avea tanti figliuoli divorato, vicino a partorir Giove , si consigliò col Cielo e colla Terra sul modo di
figliuola quel che per decreto del Fato avvenir dovea di Satùrno e di Giove , e le imposero di recare il fanciullino nell’isol
un antro grandissimo fu allevato. Secondo Callimaco però, Rea partorì Giove nell’Arcadia, ed il lavò nelle acque del fiume La
e di Creta, ebbe due figliuole, Amaltèa e Melissa, le quali nudrirono Giove con latte di capra e con mele. Or questa capra av
rbette, il colmò di ogni maniera di frutti ed offerillo al pargoletto Giove , il quale, ottenuta la signoria del cielo, la sua
miliare a’Cretesi, e solita a farsi, quando si celebrava il natale di Giove . Virgilio (1) dice che le api, allettate dal suon
’antro del monte Ditteo, in Creta, furono col loro mele le nutrici di Giove , dal quale ebbero in premio quell’stinto nel fabb
, che le rende fra gli animali tanto ammirabili. Così allevato crebbe Giove in bellissima adolescenza ; la sua fanciullezza f
sso gli antichi, e vi era una divinità chiamata Veiovis che vuol dire Giove infante. Ovidio (1) vuole che Veiovis significhi
che vuol dire Giove infante. Ovidio (1) vuole che Veiovis significhi Giove fanciullo e senza que’ fulmini, de’ quali ebbe ad
be ad armarsi per debellare i Giganti ; sebbene altri l’intendano per Giove nocivo, dal vedersi la statua di lui armata di sa
o, dal vedersi la statua di lui armata di saette per ferire. Come poi Giove ottenuto avesse nella divisione dell’universo l’i
è per noi detto nell’articolo di Satùrno. III. Potenza e maestà di Giove . Di lui fulmine. Salmonèo. Dopo che ebbe Giov
otenza e maestà di Giove. Di lui fulmine. Salmonèo. Dopo che ebbe Giove co’ fulmini represso l’empio orgoglio de’ Giganti
di tutti gli Dei Pallade o la Sapienza era più d’appresso al trono di Giove che sempre valevasi de’ consigli di lei. Niente d
empre valevasi de’ consigli di lei. Niente di meno gli antichi fecero Giove soggetto alle determinazioni del Fato o sia Desti
nd’era sempremai armato ; ed Orazio (2) afferma che il tuonare che fa Giove nel cielo, ci addita ch’egli colassù regna. Per c
i. E da ciò quel Iupiter Fulgur apresso Festo. Or del suo fulmine era Giove oltremodo gelose, come ebbe a sperimentare il sup
e simile al tuono ; e lanciando accese fiaccole, imitava i fulmini di Giove . Il qual folle divisamento questi mal sofferendo,
acciò nell’inferno. Ma niuno dispregiò con più orgoglio la potenza di Giove , che Capanèo, di Argo, figliuolo d’Ipponoo e di A
goglio disse, volere impadronirsi della città a dispetto del medesimo Giove  ; di che questi adirato tosto il fulminò. Dice Ve
sì gran mole di pietre oppresso, che si disse morto da un fulmine di Giove . IV. Continuazione. Aquila-Ganimède-Perifànte.
ntinuazione. Aquila-Ganimède-Perifànte. L’aquila era l’uccello di Giove e la ministra del suo fulmine. Finsero ciò i poet
e ; o pel volare altissimo che fa verso le nubi. Orazio (1) crede che Giove diede all’aquila la signoria sopra gli altri ucce
, governò con tanta sapienza il suo popolo, che fu adorato qual altro Giove  ; il quale di ciò adirato volea fulminarlo, ma pe
l fuoco, e loro mostrò la maniera di farne uso. Il che mal sofferendo Giove , comandò a Mercurio che lo legasse al monte Cauca
sue saette uccise l’uccello e liberò Prometeo da quel supplizio. Or Giove , per vendicare il temerario attentato del fig. di
i ornata di tutt’i doni. Altri dicono che gli Dei, mal sofferendo che Giove volea per se solo il poter formare degli uomini,
abbricarono questa donna e tutti l’arricchirono de’ loro doni ; e che Giove , per vendicarsi di ciò, comandò a Mercurio di rec
teo. Si racconta che avendo Epimeteo fatto di creta una figura umana, Giove sdegnato il cambiò in bertuccia. Prometeo vuol di
re gli uomini il consorzio degli Dei. La Vergine Astrèa però, fig. di Giove e di Temi, e Dea della giustizia, fu l’ultima che
mille braccia e gambe di serpenti, aspirando follemente a discacciare Giove dal celeste suo regno, all’altissimo Olimpo sopra
rse diede luogo alla favola. La Terra intanto (3), che avea veduto da Giove debellati i Titani ed i Giganti, vieppiù inacerbi
, che ne rintronava stranamente e cielo, e terra e mare. Sfidava esso Giove ad inudita tenzone, e lanciando infocati sassi co
terrore, per consiglio del Dio Pan, pigliarono sembianza di animali ; Giove , di ariete ; Apollo di corvo ; Bacco, di capro ;
loso culto che gli Egiziani prestavano a certi animali. Ma finalmente Giove co’ suoi fulmini inseguì il mostro, il quale pel
e Pirra-Filemone e Bauci. Dal sangue de’ Giganti (4) fulminati da Giove nacque una razza di uomini crudeli e spregiatori
i da Giove nacque una razza di uomini crudeli e spregiatori de’ Numi. Giove , per domare siffalla genia, tenne il gran concili
. di Titano e della Terra e re di Arcadia. Il quale, avendo udito che Giove , mosso dall’empietà degli uomini, sotto uman semb
’imbandì una tavola delle carni del fanciullo Nittimo, suo figliuolo. Giove allora trasformò l’empio Re in orribile lupo e fu
Licaòne ed i grandi vizii degli uomini avean mossa talmente l’ira di Giove che in quel gran consesso stabilì di perdere gli
opravviventi, consultarono Temi che a que’ di dava oracoli a Delfo, o Giove stesso, come dicono alcuni. Per comando dell’orac
proverbio denotava una povera, ma pietosa vecchierella. Or viaggiando Giove per la Frigia con Mercurio che solea portar seco
ndo parchissima mensa, fecero a quegli ospiti ogni buona accoglienza. Giove che molto gradì que’ sinceri e pietosi ufficii, m
ro casuccia, che fu mutata in un magnifico tempio. Essi dimandarono a Giove non altro che esser ministri di quel tempio e di
I. Olimpo-Consiglio degli Dei-Via lattea-Atlante. Il luogo in cui Giove adunava il gran Concilio degli Dei, era l’Olimpo
i. Omero però nel principio del XX. libro dell’Iliade pone la sede di Giove nella parte più alta dell’Olimpo ; e nelle altre
ltri Numi, dalle quali andavano a consiglio nella stellata magione di Giove . Ma l’Olimpo propriamente è un monte di Tessaglia
tesso, o la parte più alta e risplendente del cielo, dov’è la sede di Giove e degli altri Dei. Or ogni volta che Giove risolv
el cielo, dov’è la sede di Giove e degli altri Dei. Or ogni volta che Giove risolver dovea qualche gravissimo affare, chiamav
dodici Dei maggiori, detti pure Olimpii e Consenti, ch’erano, oltre a Giove , Nettùno, Marte, Apollo, Mercurio, Vulcano, Giuno
no le magnifiche abitazioni degli Dei ; e pel mezzo, sul suo cocchio, Giove era solito di passeggiare. E’ fama che Mercurio f
la bocca di lui si fosse formata la via lattea. La celeste magione di Giove poggiava tutta su gli omeri di un sol uomo, ch’er
Prometeo, e condottiere de’ Titàni alla folle impresa di discacciare Giove dal cielo. Dal quale essendo stati que gli audaci
Si racconta che avvertito dall’oracolo a guardarsi da un figliuolo di Giove , non volea che abitasse in casa sua uomo del mond
in casa sua uomo del mondo. Pel qual rifiuto sdegnato Perseo, fig. di Giove e di Danae, gli mostrò il capo di Medùsa ed il tr
oleggiarono ch’ei sosteneva il cielo colle spalle(3). IX. Mensa di Giove . Ambrosia-Nettare-Ebe-Ganimède. Il Cielo o l’
brosia-Nettare-Ebe-Ganimède. Il Cielo o l’Olimpo era il luogo ove Giove banchettava cogli altri Numi ; e sedere alla mens
luogo ove Giove banchettava cogli altri Numi ; e sedere alla mensa di Giove vuol dire, esser posto nel numero degli Dei(1). N
Divinità conversa solo colla gente innocente. In Diospoli, o città di Giove , era un magnifico tempio, da cui gli Etiopi solev
un magnifico tempio, da cui gli Etiopi solevan prendere le statue di Giove e degli altri Dei e portarle processionalmente in
ita del figliuolo Enèa sparse, quasi balsamo salutare, l’ambrosia ; e Giove stesso (6) comandò ad Apollo di ungere di ambrosi
Pasco la monte di sì nobil cibo, Ch’ambrosia e nettar non invidio a Giove . Le pecore presso Ovidio (3) hanno le mammelle r
ttare per sete ogni ruscello. L’ambrosia era propriamente il cibo di Giove e degli altri Dei, ed il nettare, la loro bevanda
varii tempi furono i coppieri che mescevano il nettare alla mensa di Giove , Vulcano, Ebe e Ganimède (4) ; ma la più celebre
elebre fu la bellissima Ebo (Ηβη, Hebe), Dea della gioventù e fig. di Giove e di Giunòne ; la qual cosa voleva dire che gli D
l suolo e fu occasione di molto ridere alla celeste brigata ; per cui Giove la rimosse da quell’uffizio ; e per compenso fu d
da, mentre dava opera alla caccia. I Poeti il vogliono trasformato da Giove in costellazione, ch’è l’undecimo segno del zodia
che per egida i poeti intendevano ora lo scudo, ora la corazza sì di Giove , che di Pallade e di altri numi. Per dare ad inte
e, che di Pallade e di altri numi. Per dare ad intendere lo sdegno di Giove i poeti dicono ch’esso orribilmente scuote la tre
opriamente una pelle di capra, che ricopriva lo scudo o la corazza di Giove e di Minerva ; e questa fu la pelle della capra A
e e di Minerva ; e questa fu la pelle della capra Amaltea che allattò Giove  ; o quella del mostro Egis, ucciso da Minerva. An
Gorgone, del quale tanto si valse uno de’ più celebrati figliuoli di Giove . Ma convien raccontare la cosa dal principio. Non
comincia la celebre favola di Perseo, uno de’ più grandi figliuoli di Giove . XI. Continuazione. Abante, nipote di Danao
moglie Euridice o Aganippe ebbe una fig. chiamata Danae, dalla quale Giove procreò il celebre eroe Perseo (Περσευς, Perseus)
operta di cuoio espose alla discrezione delle onde ; ma per volere di Giove fu essa dal mare trasportata presso a Serifo, pic
nos-Sarpedone-Radamànto. Vengono in iscena tre altri figliuoli di Giove , anche di grandissima celebrità, di cui ecco la f
seco prigioniera la figliuola di Agenore ; da che uscì tosto in campo Giove trasformato in toro. Agenore intanto (1), nulla s
li intanto pensa di offerire forse la giovenca stessa in sacrificio a Giove , o a Minèrva, e però manda i suoi compagni ad att
le dettò leggi di tanta sapienza, che credevasi averle date lo stesso Giove , col quale egli spacciava un’intima familiarità,
n’intima familiarità, detto perciò da Omero dimestico e famigliare di Giove (Διος μεγαλον οαριστης). Egli faceva credere che
rse un re di moltissima sapienza, che i Cretesi adorarono col nome di Giove , e che in quell’isola avea anche la sua tomba. Ce
a letto l’ammirabile Eneide di Virgilio. Degli altri due figliuoli di Giove , Sarpedone o Sarpedonte, e Radamanto, vi è poco a
ne o Sarpedonte, e Radamanto, vi è poco a dire. Il primo figliuolo di Giove e di Europa, o di Laodamìa, abbandonò Creta, sua
VI. Castore e Polluce. Castore e Polluce furono gemelli e fig. di Giove e di Leda ; o di Tindaro, fig. di Ebalo e re dell
Dioscuri (Διοσκουροι, i. e. Διος κουροι, Iovis filii), o figliuoli di Giove per eccellenza. Or Polluce era insigne per la mae
i Linceo. Polluce vendicò la morte del fratello, uccidendo Linceo ; e Giove di un fulmine colpì Ida, il quale percosso avea P
so sì che n’era caduto al suolo. Se crediamo a Pindaro, Polluce pregò Giove che lo avesse fatto morire, perchè non volea vive
avesse fatto morire, perchè non volea vivere senza di Castore ; e che Giove gli lasciò la scelta o di abitar solo nel cielo,
ividere l’immortalità col fratello in guisa che un giorno fossero con Giove sull’Olimpo, ed un altro sulla terra co’ mortali 
ne (Αμφιων, Amphion) e Zeto (Ζηθος, Zethus) furono gemelli, e fig. di Giove e di Antiope, fig. del fiume Asopo, o di Nitteo,
famosa lira che altri vogliono ricevuta da Apollo, o dalle Muse, o da Giove stesso, da lui sì dolcemente suonata, che mosse i
colo di Apollo dirassi. A Zeto ed Anfione aggiungiamo Arcade, fig. di Giove e di Callisto (Καλλιστω, Callisto), ch’era una gi
erizia nella caccia fra le compagne di Diana primeggiava. Da lei ebbe Giove un fig. chiamato Arcade, che fu nella caccia vale
gliuolo, già di alcuni lustri, era vicino a ferirla di saetta, quando Giove e la madre, ed il figliuolo trasportò in cielo, e
XIX. Eaco-Mirmidoni. Eaco (Αιακος, Aeacus), altro figliuolo di Giove , fu il più giusto principe de’ tempi suoi, e perc
co, veduto a piè di una quercia grandissimo stuolo di formiche, pregò Giove che gli desse un popolo nel numero uguale a quegl
avola d’Io era nello scudo di Turno, il quale discendeva da Inaco(2). Giove che da Io avea avuto un figliuolo, la trasformò i
altri vogliono fig. di Arestore, pronipote di un altro Argo, fig. di Giove e di Niobe, diversa dalla figliuola di Tantalo. E
a Panopte (πανοπτης), perchè avea tutto il corpo coperto di occhi. Or Giove comandò a Mercurio che, ucciso Argo, liberasse la
nato fu rapito da’ Cureti per ordine di Giunone. Ma, uccisi questi da Giove , Io andò lungo tempo in cerca del figliuolo, e ri
Regina de’ Biblii, il riportò a regnare in Egitto, ove, per ordine di Giove medesimo, edificò una città famosa, che chiamò Me
igine divina ; ed Ilioneo (1) Ioda Enea ed i Troiani, perchè al sommo Giove riferivano il principio del lor legnaggio e della
ggio e della lor nazione. Ed invero Dardano, lor primo re, fu fig. di Giove e di Elettra, una delle Pleiadi, ch’eran figliuol
donò il suo posto e ritirossi presso al polo artico. Oltre a Dardano, Giove ebbe da Elettra Iasio, o Eezione. Dardano, il qua
empo della guerra Troiana fiorì Eolo, re de’venti. Appresso Ovidio(3) Giove stesso esercita un impero assoluto su i venti ; m
Elleno e che ritrovò la ragione de’venti ; ma da’più si vuole nato da Giove e da Sergesta, fig. d’Ippola, Troiano. Omero gli
cui non uscivano che quando Eolo il permetteva. Ve li avea rinchiusi Giove per impedire che ponessero sossopra e cielo e ter
guisa che divenne deserto del tutto ed abbandonato. Ammone chiamavasi Giove dagli antichi Egiziani(4) ; percui anche i Greci
ella Libia ; pe’quali viaggiando e sofferendo grandissima sete, pregò Giove che gli desse un ristoro. Quel nume gli apparve i
te di fresche acque. Allora Bacco quivi edificò un magnifico tempio a Giove sotto il nome di Ammone, o arenario. Altri scrivo
ndezza cui era giunto, si credeva o voleva esser creduto figliuolo di Giove  ; e per dar colore a siffatta mensogna, imprese,
da’ Sacerdoti la risposta che dovea aspettarsi ; essere figliuolo di Giove e meritare divini onori. Plutarco racconta ch’egl
, a proposito di ciò, rispose, non doverne fare le maraviglie, perchè Giove , il quale per natura è padre di tutti, ama che gl
ì detta o dalla ninfa Dodona, fig. dell’ Oceano, o da Dodona, fig. di Giove e di Europa. Quivi era il famoso oracolo di Giove
issima. Or in quella città era una selva tutta di querce consacrate a Giove , le quali con umana voce rendevano gli oracoli, c
per ben lungo tempo. Ulisse andò a Dodona per conoscere la volontà di Giove , che dava oracoli dalla sua altissima quercia ; e
intò, co’più scelti compagni andò egli pure a consultare l’oracolo di Giove a Dodona. XXIII. Giuochi Olimpici. In onor
te primeggia. Questi giuochi si vogliono istituiti da Ercole, fig. di Giove , e di Alcmena, il quale vi combattè il primo con
tua, rispose che quei versì dell’ Iliade, ne’ quali il poeta descrive Giove che col muovere delle sopraceiglia fa tremare l’o
grandissima ed immortale ; si ergevano loro delle statue nel bosco di Giove , in Olimpia, e ritornando alla patria, vi erano i
vilegii. XXIV. Giore Capitolino, suo tempio, e giuochi in onore di Giove e di Giunone. Al tempio di Giove Olimpico, ne
ndio la barba ; donde la ridevole follia di Caligola, che per imitare Giove portava il fulmine e la barba d’oro. Del suo temp
e eran di bronzo, ed i vasi, di argento ; ed in alto, il simulacro di Giove su di un cocchio dorato. Ma, distrulta Cartagine,
ferita, l’Ercole Capitolino, l’Apollo colossale, e l’aurea statua di Giove , la cui destra vibra il fulmine a tre punte, e si
io l’antica Roma vide tanti suoi guerrieri trionfanti render grazie a Giove delle riportate vittorie. M. Furio Camillo, ditta
no in tanto onore nell’Italia e nella Germania. XXV. Iconologia di Giove . Giove si rappresentava sotto sembianza di un
onore nell’Italia e nella Germania. XXV. Iconologia di Giove. Giove si rappresentava sotto sembianza di un vecchio ve
te, in atto di versare copiosa pioggia. In un intonaco Pompeiano vi è Giove barbato, con corona di quercia ed adagiato sulle
tiene nella destra il fulmine trisulco, e nella sinistra, lo scettro. Giove si ravvisa principalmente agli occhi aperti e rot
e, gli scende giù dal capo. Il Winckelmann è di parere che il capo di Giove abbia sempre gli stessi caratteri che dagli altri
n quella fronte serena che addita la serenità del cielo. Si vede pure Giove detto Serapide col modio sul capo, che Millin cre
a corniola del gabinetto del Re di Francia, l’Olimpo è indicato da un Giove , che siede sul trono colla folgore nella sinistra
ve un Giove Fulminatore esistente in un cammeo : « È in esso espresso Giove con maestoso carattere, ma acceso d’ira, stando i
alli in attitudine di maggiore vivacità e fierezza, di caratterizzare Giove con espressione più degna di lui e di formare i g
supremo Nume, che vibra contro di loro ì fulmini ». In una statua di Giove in terra cotta rinvenuta in un tempio di Pompei,
a che versava il nettare agli Dei ; e pasceva di ambrosia l’aquila di Giove . Castore e Polluce poi si disegnavano dagli Spart
co son figurati i Gemini o Gemelli(1). XXVI. Principali epiteti di Giove . Iupiter Aegiochus, Αιγιοχος, Giove Egioco ;
di Giove. Iupiter Aegiochus, Αιγιοχος, Giove Egioco ; epiteto di Giove assai frequente in Omero, Esiodo ec. così detto o
siodo ec. così detto o da αιξ, αιγος, capra, ed οχη, alimento, perchè Giove fu nudrito in Creta col latte di una capra ; o pe
xur. Da Giovenale si appella Iupiter nondum barbatus (1). Diespiter, Giove , padre del giorno, detto Lucetius ne’carmi Saliar
iari, cioè autore della luce. Da’ Cretesi il giorno stesso chiamavasi Giove (2). Iupiter Dictaeus, da Ditte, monte di Creta,
ninfa Ditte, che vi si adorava. In un antro di quel monte fu nudrito Giove (3). Iupiter Elicius, detto ab eliciendo, perchè
tornano ad un medesimo significato. Iupiter Hospitalis, Ζευς ξενιος, Giove ospitale ; era onorato qual vindice dell’ospitali
tt’i popoli, perchè credevasi che i forestieri ed i mendici vengon da Giove (1), e che sono da lui particolarmente protetti.
nore di Giove Olimpico(2). Ζευς ορκιος, da ορκος, giuramento ; perchè Giove teneasi per vindice del giuramento, e perchè nel
ni giurare. Nel luogo ove gli Elei tenean senato, era un simulacro di Giove che nelle mani avea i fulmini, pronto a punire gl
rchè ascolta le voci di tutti. Iupiter Pater ; epiteto principale di Giove spesso chiamato da’poeti padre degli uomini e deg
o chiamato da’poeti padre degli uomini e degli Dei. Iupiter Pluvius, Giove datore della pioggia, detto da’ Greci ομβριος ed
nte davanti a’ Sabini, a sistendo (2). XXVII. Alcune altre cose di Giove . L’albero consacrato a Giove era la quercia o
(2). XXVII. Alcune altre cose di Giove. L’albero consacrato a Giove era la quercia o l’ischio (aesculus), piante ghia
(aesculus), piante ghiandifere, e perciò riputate sacre(3). Si sa che Giove richiamò gli antichissimi uomini dal ferino cibo
ns, perchè quest’albero dà frutti di miglior sapore che la ghianda. A Giove si sacrificava il giovenco, ed era cattivo auguri
dicono che se gli poteva sacrificare(4). Tra i pianeti vi è quello di Giove , di cui la luce dagli Astrologi si reputa benigna
d è per loro cagione di sventure ; e la chiama veneranda figliuola di Giove , ìl quale adirato per aver dato mano ad un ingann
da Giunone, la cacciò dal cielo e mandolla a conversare cogli uomini. Giove in più luoghi dell’ Iliade si chiama l’arbitro de
e che la terra aggravata dalla soverchia moltitudine de’malvagi pregò Giove a sollevarla di sì molesto peso ; e che per ciò q
roia. Percui le guerre più che i fulmini e le inondazioni, vengono da Giove per liberare la terra dal peso de’malvagi(1). Nel
er liberare la terra dal peso de’malvagi(1). Nella pagana Teologia(2) Giove è l’anima del mondo ; e però i poeti dicevano che
è l’anima del mondo ; e però i poeti dicevano che tutto era pieno di Giove , e che tutto dee cominciare da Giove. Omero(3) di
dicevano che tutto era pieno di Giove, e che tutto dee cominciare da Giove . Omero(3) di passaggio dice che le timide colombe
Omero(3) di passaggio dice che le timide colombe recano l’ambrosia a Giove . Giunone I. Nomi di questa Dea e lor rag
Cicerone(4) crede che il nome Iuno venga a iuvando, come quello di Giove  ; e riferisce che, secondo gli Stoici, Giunone er
era l’aere posto in mezzo alla terra ed al cielo. E diceasi moglie di Giove , perchè l’aere, o sia Giunone, ha molta somiglian
perchè l’aere, o sia Giunone, ha molta somiglianza coll’etere, ch’era Giove . E siccome Giove presso gli antichi non era che i
sia Giunone, ha molta somiglianza coll’etere, ch’era Giove. E siccome Giove presso gli antichi non era che il sole(5) : così
o fa derivare dal verbo εραω, amare, quasi ερατη, amabile, o perchè a Giove diletta ; o perchè l’aria significata per Giunone
lo. Omero(2) però fa dire a Giunone che quando Saturno fu cacciato da Giove nel tartaro, essa fanciulla fu dalla madre Rea co
nome che in greco significava Urania o Celeste. A Samo Giunone sposò Giove  ; e Varrone attesta che vi era un suo antico temp
elebraronsi con solennità degna di siffatti numi : e Mercurio ebbe da Giove l’incarico d’invitarvi tutti e Dei, ed uomini ed
he, per un tal vezzo di stolta superbia, chiamavansi, Emo col nome di Giove , e Rodope, con quello di Giunone. Per la qual fol
di Troia, ed Apollo mandò micidiale pestilenza. Omero(1) racconta che Giove sdegnato con Nettuno ed Apollo che avea seguito l
lli del Sole, sì veloci che correvano sul mare, e sulle ariste, e che Giove donati avea a Laomedonte pel rapito Ganimede(3).
a, città della Tessaglia. Temi intanto, o le Parche avean presagito a Giove che dal matrimonio che fermato avea con Teti, sar
tre Dee Giunone, Pallade e Venere. Si turbò la gioia del convito ; e Giove , non volendo seder giudice fra la moglie e due fi
i Agamennone, e re di Sparta, il quale avea per moglie Elena, fig. di Giove e di Leda, e sorella di Castore e Polluce, la qua
attere capriccioso ed importuno orgoglio muoveva spesso la collera di Giove , col quale non era mai d’accordo, e garriva in mo
era mai d’accordo, e garriva in modo indecoroso. Avvedutosi una volta Giove , dice Omero(5), degli artifizii di Giunone, pe’ q
e per Giunone s’intende l’atmosfera, o sia l’aere inferiore, come per Giove , l’etere che all’aria soprasta. Or per significar
a si vanta della nobiltà divina de’ suoi natali ; e ben conveniva che Giove avesse una consorte degna della sua grandezza ; e
i maestà nel portamento, di cui si vanta presso Virgilio(2). Spesso a Giove ed a Giunone davansi le medesime prerogative e gl
ttribuire a Giunone Argiva la potenza di scagliare il fulmine. E se a Giove davasi l’aggiunto di ottimo massimo, anche Giunon
grande e potente regina, ed anche massima. In Roma ella divideva con Giove e con Minerva gli onori del Campidoglio, ove fin
ome tutelari della Repubblica erano in grandissima venerazione. E ben Giove predisse che, mutato consiglio, Giunone dovea un
la sua sovrana ; e le dice ch’è tutta sua mercè se gode del favore di Giove , se ha l’impero de’ venti e siede alla mensa de’
produce. Di quest’Eolo fu fig. Etlio, il quale da’ più dicesi fig. di Giove e di Protogenia, fig. di Deucalione e di Pirra. E
ig. di Giove e di Protogenia, fig. di Deucalione e di Pirra. Etlio da Giove fu ammesso in cielo ; ma perchè osò trattar Giuno
in cielo ; ma perchè osò trattar Giunone con poco rispetto, ne fu da Giove medesimo cacciato e confinato giù nell’Inferno. A
o, con profumi e con certe sue acque la purificava(2). Nell’Eneide(3) Giove spedisce Iride per significare a Turno la sua vol
ell’Inferno. Nel Timone di Luciano, Pluto si finge zoppo, allorchè da Giove è mandato ad arricchire alcuni, pe’ quali giunge
cun mese, anzi tutt’i mesi, erano consacrati a Giunone, come gl’idi a Giove , perchè(3) gli antichi per Giunone intendevano la
consacrato a Giunone. « I poeti, egli dice, hanno dedicata l’aquila a Giove , e l’allocco, a Giunone. Questo difatti è l’aquil
ichi poeti. Riguardo al nascimento di lei, alcuni la vogliono nata da Giove e da Metide ; e presso Eusebio si dice figliuola
ono nata da Giove e da Metide ; e presso Eusebio si dice figliuola di Giove e di Temi. Stesicoro fu il primo che finse, Miner
. Stesicoro fu il primo che finse, Minerva esser nata dal cervello di Giove  ; e Luciano in un suo dialogo lepidamente introdu
amente introduce Vulcano che con una scure ben affilata sta innanzi a Giove e da lui riceve il comando che con quella gli apr
tura e bellissima, benchè di occhi azzurri. Anche Esiodo racconta che Giove , quando niun’altra cosa avea prodotto, partorì da
a felicità di cui godeva, finge nobilmente che quando dal cervello di Giove , per un colpo di mannaia datogli da Vulcano, usci
gli Ateniesi prevenuti ; percui Minerva pose la sua sede in Atene. Ma Giove conoscendo la buona disposizione dell’animo loro,
sembravano aver moto e vita. Pallade(1) uscita appena del cervello di Giove , si mostrò nella Libia, che credevasi la più anti
rti son frutto della mente, si finse ch’ella era nata dal cervello di Giove . L’opinione più comune è che Minerva sia stata fi
nerva sia stata fig. di Cecrope, primo re di Atene, e che si crede il Giove degli Ateniesi ; e perchè ella valeva assai nelle
ià un ritrovato dell’ingegno umano, ma piuttosto un parto del capo di Giove , cioè dell’inesausta fonte della mente e sapienza
va. Aiace di Oileo. Fra tutt’ i Numi, Minerva più si avvicinava a Giove , il quale de’ consigli di lei sempremai si avvale
lato(1) ; ed il poeta Aristide(2) chiama la nostra Dea vicinissima a Giove . Per ciò Minerva(3) adoravasi a Roma nel tempio C
ciò Minerva(3) adoravasi a Roma nel tempio Capitolino alla destra di Giove , che avea Giunone alla sua sinistra. Essa, dice i
sinistra. Essa, dice il citato Aristide, sopra gli altri figliuoli di Giove , sola ha conseguito tutte le prerogative e tutti
ebani presso Sofocle prima s’invoca Minerva, l’immortale figliuola di Giove , e poscia Diana ed Apollo(4). Minerva, secondo il
ondo il pensare di Omero, era l’intelletto stesso e la provvidenza di Giove (5) ; ed Esiodo dice che quella Dea ha una potenza
re de’ Numi(6). Quindi si disse(7) che Minerva era la forza stessa di Giove  ; che tutto era comune a lei con quel Nume di mod
za davasi a Minerva anche il fulmine, ma di minor forza che quello di Giove  ; e però quando volle vendicarsi di Aiace, il dim
ea, sul quale essendosi egli rifuggito, Minerva scagliò il fulmine di Giove e fece morire il sacrilego Aiace divorato dalle f
e e delle arti. Atene. Essendo che Minerva nacque dal cervello di Giove  ; e l’ingegno o la sapienza dell’uomo, con cui re
are il nome alla novella città ; e per decidere sì gran lite, sedendo Giove in mezzo a’ primarii Numi, sulla testimonianza di
tra apparteneva a questa Dea. Esiodo fa uscir Pallade dal cervello di Giove , e la chiama Tritonia dagli occhi azzurri, e la d
antico dipinto di Pompei, Minerva ha l’elmo crestato. Nella pugna di Giove contro i Giganti, questa Dea fece grandi prodezze
occhia in una mano ed un globo sul capo. Se si rappresentava vicino a Giove , stava ritta in piedi. La Minerva di Troia, o il
presenta Minerva armata di scudo e di lancia, mentre esce del capo di Giove . Alcuni dicono che quando uscì dal cervello del N
ματωρ ο αμητρος, senza madre, così detta, perchè nata dal cervello di Giove . Armipotente ed Armisona, armipotens ; gr. δαιφρ
ul monte Celio. Fu così detta o quasi Capita, perchè nata dal capo di Giove  ; o da captus, voce degli Auguri, che significava
a (a κορυφη, caput, e γενος, genus) detta o perchè uscita del capo di Giove  ; o perchè figlia di Giove e di Corifa, secondo C
, genus) detta o perchè uscita del capo di Giove ; o perchè figlia di Giove e di Corifa, secondo Cicerone. Δεσποινα, regina o
τριτω, che appo i Cretesi significava capo, perchè nacque dal capo di Giove . XI. Alcune altre cose di Minerva. Minerv
umi, come Ermeracle, statua di Mercurio e di Ercole ; Zenoposidon, di Giove e di Nettuno ; Ermapollo, di Mercurio e di Apollo
i, in Egitto ; il secondo nacque in Creta da Coribante ; il terzo, da Giove terzo e da Latona ; ed il quarto nato in Arcadia
avean gli Arcadia ricevuto le leggi(4). Ma il nostro Apollo è fig. di Giove e di Latona, il quale nacque ad un parto con Dian
arto con Diana nell’isola di Delo. Della quale raccontano i Poeti che Giove trasformò Asteria, fig. di Titano, in quaglia, pe
imale dotato della virtù d’indovinare. Latona intanto, per comando di Giove , fu dal vento borea portata a Nettuno, il quale p
nati dalla terra que’ch’eran di mostruosa corporatura(4) ; ovvero di Giove e di Elara, la quale avendolo partorito ed alleva
le giovinetto, dandosi assai vanto de’ suoi natali, da Epafo, fig. di Giove e d’Io, fu motteggiato, quasi non fosse egli vero
sene, faceva morir di freddo gli uomini e gli animali. Il che vedendo Giove , percosse di un fulmine l’audace giovane, che pre
della medicina restituita la vita ad Ippolito, fig. di Teseo, ne andò Giove in grandissima collera ; ed indottovi eziandio da
io adirato, volle farne vendetta, e non potendo l’ira sua sfogare con Giove , uccise di saetta i Ciclopi, fabbricatori del ful
Giove, uccise di saetta i Ciclopi, fabbricatori del fulmine ; per cui Giove lo spogliò della divinità e cacciollo dal cielo.
ò di Latona con assai villanie : aver ella per avo materno Atlante, e Giove , per suocero ed avo ; esser signora di ampio ream
rio ; ed era il duce e quasi il sovrano delle Muse. Eran esse fig. di Giove e di Moneta, ch’era la Mnemosine de’ Greci ; o di
esse fig. di Giove e di Moneta, ch’era la Mnemosine de’ Greci ; o di Giove e di Minerva che secondo alcuni era la Memoria. F
edro(2) dice, le nove Muse che sono il coro delle arti, esser nate da Giove e dalla veneranda Mnemosine. Il che finsero i poe
Giove e dalla veneranda Mnemosine. Il che finsero i poeti, per avere Giove il primo ritrovato le scienze e le arti, le quali
o Borbonico di Napoli. Alcuni dicono che Anfione e Zeto furon fig. di Giove e di Antiope ; che per comando di Apollo circonda
(3). Le Muse cantavano in cielo le lodi dei Numi, e principalmente di Giove , lor padre. Il quale rimasto vincitore de’ gigant
favola delle Muse ebbe origine da una qualche accademia di musica da Giove stabilita in Creta, in cui primeggiavano nove sue
enire ; ma altri vogliono che avesse ricevuto sì maraviglioso dono da Giove con patto che non l’avesse mai agli altri Dei com
mme, gli Ateniesi, di Atene, e così di altre città. E si racconta che Giove , volendo sapere qual fosse il mezzo della terra,
di ben nove iugeri collo smisurato suo corpo. Altri dicono che fu da Giove ucciso di un fulmine. Morto Ettore, l’indomito Ac
ificii, e si diceva fig. d’Iperione, mentre Apollo riputavasi fig. di Giove e di Latona. Omero il fa figliuolo d’Iperione e d
di Tia o Tea. Cicerone(4) numera cinque Soli ; il primo figliuolo di Giove e nipote dell’ Etere ; il secondo, d’Iperione ; i
ne uccisero alcuni. La quale cosa dispiacque tanto al Sole che pregò Giove a punir quell’oltraggio ; e ciò fu cagione di gra
donte e fratello di Priamo. Fu uomo di grande bellezza, ed ottenne da Giove (6) il dono della immortalità per le preghiere del
E qui è mestieri parlare di Endimione, fig. di Etlio, o piuttosto di Giove e della ninfa Calice, fig. di Eolo. E’ fu pastore
tore o cacciatore, ovvero re di Elide, il quale dimandò ed ottenne da Giove l’immortalità, un’eterna giovinezza ed un perpetu
lità, un’eterna giovinezza ed un perpetuo sonno. Altri raccontano che Giove , per la sua giustizia e probità, accolto lo avess
appellavansi le donne colpite da morbi veementi(1). Così percossi da Giove si dicevano quelli ch’eran colpiti dal fulmine. S
vano a questo nume. Gli si dava pure il nome di Dionisio, o perchè da Giove fu affidato all’educazione di Niso, o dall’isola
Cerere. II. Storia favolosa di Bacco. Igino fra’ figliuoli di Giove e di Proserpina annovera anche Bacco o Libero. Di
hi ; uno Indiano che fu il primo a piantar le viti ; l’altro, fig. di Giove e di Proserpina, inventore dell’agricoltura ; ed
i Giove e di Proserpina, inventore dell’agricoltura ; ed il terzo, di Giove e di Semele, cui i Greci attribuiscono le vittori
raccontano. Ampelio dice che vi sono cinque Liberi ; il primo fig. di Giove e di Proserpina, il quale fu agricoltore e trovò
icerone(5)finalmente dice che abbiamo più Dionisii ; il primo nato di Giove e di Proserpina ; il secondo, dal Nilo il quale s
pio, o Cabiro, per cui s’istituirono le feste Sabazie ; il quarto, da Giove e dalla Luna, in onore del quale si facevano i sa
ieteridi. Non veggo però perchè non faccia menzione di Bacco, fig. di Giove e di Semele, ch’è più noto degli altri. Or di tan
ltri. Or di tanti Bacchi i poeti hanno fatto un solo, fig. appunto di Giove e di Semele. La quale, fig. di Cadmo e di Ermione
vecchia adunque, per insidiosa maniera, induce Semele a chiedere che Giove le si mostrasse armato di fulmini e nello splendo
remodo l’incauta giovane di tanta visione, e sì ardentemente ne prega Giove che sel fa promettere con irrevocabile giuramento
a era chiarissima ed assai grande ; e fra’monti, il Mero consacrato a Giove  ; e ch’era fama, in quella esser nato Bacco, ed i
da Teti. Vi è pure chi dice che queste ninfe dette Dodonidi furon da Giove convertite in altrettante stelle per sottrarle al
iera. Del grandissimo pianto de’ genitori e delle ninfe sorelle mosso Giove a pietà, queste mutò in sette stelle che pose sul
nel mare, accolto da Teti ; per la qual cosa venne in odio agli Dei e Giove il privò degli occhi percui visse vita assai brev
e di Bacco sì poca stima, che non volle riconoscerlo per figliuolo di Giove  ; che anzi, armata mano, gl’impedì ch’entrasse in
la guerra de’ giganti Bacco, coperto della pelle di una tigre, liberò Giove da’loro assalti, e ne fu tagliato a pezzi ; il ch
o fratello. Orazio(1) afferma che quando i gigan ti vollero scacciare Giove dal suo trono, Bacco, presa la figura di animoso
oso leone, fece prodigii di valore ed atterrò il gigante Reto, mentre Giove gli dava coraggio, grìdando evohè ! o sia « corag
di Giunone, di cui fu Bacco il bersaglio, come gli altri figliuoli di Giove . Così un’altra volta fuggendo lo sdegno di lei, s
madre, perchè egli scese all’inferno per trarne la madre Semele, che Giove , ad istanza del figliuolo, allogò fra le immortal
e, dalla quale e da Mercurio nacque Cupido secondo ; la terza nata da Giove e da Dione, che sposò Vulcano, e dalla quale nacq
uiscono ciò ch’è proprio delle altre tre. Omero chiama Venere fig. di Giove  ; ed Esiodo la dice nata dalla schiuma del mare p
on quell’uovo alla riva, e le colombe, ad istanza di Venere, furon da Giove allogate tra gli astri ; ed i Sirii non le uccido
degli Dei. Fu poscia portala da Zeffiro, mentre le Stagioni, fig. di Giove e di Temi, l’attendevano sulla spiaggia. Esse l’o
o all’Olimpo, ove la sua bellezza destò la maraviglia di tutt’i numi. Giove volendo dare un compenso a Vulcano, il più deform
Gli Editui di Venere degli orti Sallustiani. » Si racconta che quando Giove sposò Giunone, gli Dei fecero de’ regali alla spo
una orrenda strage che i Greci aiutati da Nettuno fecero de’ Troiani. Giove interdetto avea agl’Iddii di prender parte alla g
’Oceano e Teti ; ma veramente servì per rendersi benevolo il consorte Giove , che fece addormentare dal Sonno, e così diede ag
egione ; e Venere dovè proteggerlo dall’odio ostinato della moglie di Giove . Ecco in breve qual figura fa Venere nell’ Eneide
la madre Venere, cogli occhi molli di dolci lagrime, si fa innanzi a Giove sull’Olimpo, e delle calamità, onde opprimeva Ene
la dimora del figliuolo in Cartagine, chè ben sapeva, le promesse di Giove e la venuta di Enea nel Lazio non potersi da forz
i. Enea lieto l’ammira e l’indossa a danno de’ suoi nemici. Or avendo Giove nel consesso de’ numi imposto a Venere ed a Giuno
so di tanti mali accagiona i Troiani, e quindi Venere stessa ; percui Giove vedendo che indarno tentava di richiamare quelle
l seguito di Venere si pone la Gioventù o Ebe, che Igino dice fig. di Giove e di Giunone, che sposò Ercole in cielo. Apuleio
no tre, Pasitea, Egiale ed Eufrosine, secondo il Boccaccio, e fig. di Giove e di Autonoe. Alcuni però le vogliono nate da Gio
caccio, e fig. di Giove e di Autonoe. Alcuni però le vogliono nate da Giove e da Giunone ; altri, dal Sole e da Egle ; e Serv
divino. Da Esiodo si appellano Aglaia, Eufrosine e Talia e figlie di Giove e della bella Eurinome, una delle Oceanine. Pausa
gon loro compagne. Esiodo le chiama Eunomia, Dice ed Irene, e fig. di Giove e di Temi ; ed afferma che le Grazie e Suada orna
i parti uguali, finsero che le Ore fossero dodici sorelle ministre di Giove e compagne delle Grazie, che avean cura de’ fanci
i vede in molti antichi monumenti(1). La Venere celeste che nacque da Giove e da Armonia, e diversa dall’altra fig. di Dione,
II. Storia favolosa di Marte. Marte, dio della guerra, fu fig. di Giove e di Giunone(2) ; o secondo alcuni di Enio. Giuno
ar vendetta dell’ ucciso figliuolo, venne a battaglia con Ercole ; ma Giove li separò con un fulmine. Altri però dicono che f
rreggiar pazzamente co’numi ; ma Bieco il guató l’adunator de’ nembi Giove e rispose ; querimonie e lai Non mi far qui sedut
toriosi della forza cieca ed insensata. Peone intanto, per comando di Giove , guarì a Marte la ferita fattagli da Diomede. E c
er doveano in custodia que’ dodici scudi. Ovidio però racconta(1) che Giove con frequenti e spaventosi fulmini pieno avea di
ve. Numa consulta l’oracolo e coll’intervento di que’ numi ottiene da Giove la promessa che sarebbe cessato il gastigo e che
e Marziale, che in dignità si avvicinava al Diale, cioè al Flamine di Giove , e si sceglieva sempre mai fra i patrizii. VI.
o Scoliaste di Stazio(1) conta quattro Mercurii ; il primo, figlio di Giove e di Maia ; il secondo, del Cielo o del Giorno ;
o del Giorno ; il terzo, di Libero e di Proserpina ; ed il quarto, di Giove e di Cillene, dal quale fu ucciso Argo. Cicerone(
di Valente e di Coronide, ch’è lo stesso che Trofonio ; il terzo, di Giove terzo e di Maia, dal quale e da Penelope nacque P
ò che narrasi di Mercurio, l’attribuiscono al Mercurio greco, fig. di Giove e di Maia. Atlante, fig. di Giapeto, sposò Pleion
quali Maia(6) vinceva le altre sorelle in bellezza, ed ella fu che da Giove ebbe il nostro Mercurio, che diede alla luce sull
te, a Venere, il cesto, a lui stesso, l’arco ed il turcasso ; e che a Giove pure avrebbe rubato il fulmine, se non avesse tem
co e distratto. Appena svegliato, egli prosiegue, debbo presentarmi a Giove , il quale mi manda or su, or giù con tante sue am
e come in questa circostanza Apollo trasse quel landroncello avanti a Giove per la restituzione dei suoi buoi, ed in che modo
ed in che modo Mercurio si schermì destramente dall’accusa tanto che Giove stesso ne rise, ed Apollo con lui strinse amicizi
uesto nume nell’ingannare, Omero (3) racconta ch’egli, per volontà di Giove , guidò l’infelice Priamo sino alla tenda di Achil
operava il Signore per mezzo di S. Barnaba e di S. Paolo, chiamarono Giove il primo, ed il secondo, Mercurio, appunto perchè
curio fu quella di essere il messaggiere degli Dei, e specialmente di Giove . Era quindi considerato qual ministro ed araldo d
o a lui concesso di farla da lor messaggiere e di presedere a’ lucri. Giove gli avea posto le ali alla testa ed a’ piedi, ond
la guisa descrivono Mercurio che si accinge ad eseguire gli ordini di Giove . Il quale gl’ impone di recarsi a Calipso per ind
, Virgilio descrive Mercurio che si accinge ad eseguire gli ordini di Giove . « Udito ch’ebbe Mercurio, ad eseguir tosto si a
uccisore del pastore Argo che avea cento occhi, come nell’articolo di Giove si è detto. Arcas, Arcas aliger, così detto, per
sibile chi lo portava, uccise, pugnando, il gigante Ippolito ; liberò Giove dal mostruoso Tifone che lenealo avvinto co’ suoi
into co’ suoi serpentini stragrandi ravvolgimenti(2) ; per comando di Giove stesso andò da Deucalione per trattare la riparaz
del genere umano dopo il suo famoso diluvio(3) ; per comando anche di Giove attaccò l’audace Issione alla ruota che lo tormen
gno ; anzi la Terra stessa dice vasi madre de’ sogni. Essa predisse a Giove la vittoria sopra i Titani ; e di lei figliuolo e
no, non più di tre, e ministri di Vulcano nel fabbricare i fulmini di Giove . Ma secondo Omero(2), essi erano mostruosi gigant
e e della Terra. Essi, nella guerra de’Titani, sostennero le parti di Giove , comechè alcuni l’annoverano fra i giganti che co
rove(3) dice che ad Egeone arde il petto, perchè provocò i fulmini di Giove , il quale confinollo nel tartaro. IV. Continua
liati e posti in fuga. Or questo dio Pan fu fig. di Demogorgone, o di Giove e di Fimbride ; o di Mercurio. Pan suggerì agli D
conta che volendo Tarquinio Superbo edificare sul Tarpeio un tempio a Giove , acciocchè la piazza del monte libera fosse per l
di dispetto ne va al cielo, sopra il suo cocchio, e piangendo dice a Giove che Proserpina era pur sua figliuola, e non conve
e che se l’abbia in moglie quel villano rapitore con sì grave onta di Giove stesso e della madre. Giove la racconsola, mostra
uel villano rapitore con sì grave onta di Giove stesso e della madre. Giove la racconsola, mostrando che non tornavan certo q
i piccioli misteri che si celebravano vicino ad Atene con offerire a Giove un sacrificio e fare alcune lustrazioni o purific
il diede loro a mangiare ; ma Cerere sola ne divorò la spalla destra. Giove allora ritornò Pelope in vita, e per la spalla ma
ia favolosa di questo Nume. Vulcano, secondo Omero(1), fu fig. di Giove e di Giunone ; ma Cicerone(2) annovera molti Vulc
secondo, fig. del Nilo, detto Opa dagli Egiziani ; il terzo, fig. di Giove terzo e di Giunone, che avea la sua fucina a Lenn
nore di alcune isole dette Vulcanie. Or Vulcano nacque sì deforme che Giove per dispetto il precipitò dal cielo con un calcio
dice che fosse stato nudrito da Eurinome, fig dell’Oceano e di Teti. Giove il volle in parte consolare di sì grave oltraggio
dicesì Vulcania(3). Ma per testimonianza di Omero, Vulcano nacque da Giove e da Giunone ; e Giove il precipitò dal cielo per
per testimonianza di Omero, Vulcano nacque da Giove e da Giunone ; e Giove il precipitò dal cielo per aver egli voluto dare
martelli dei Ciclopi, ministri di Vulcano nel fabbricare i fulmini di Giove , chiamati da’ poeti Bronte, Sterope e Piracmone.
etto nell’arte sua che tutte le armi degli Dei, ed anche i fulmini di Giove , si fingono fabbricati da Vulcano e da’ Ciclopi,
degl’Iddii sull’Olimpo, e de’ belli sedili ne’ portici della casa di Giove  ; il talamo di questo nume, ed uno scettro che Vu
Giove ; il talamo di questo nume, ed uno scettro che Vulcano diede a Giove , Giove a Mercurio, questi a Pelope, Pelope ad Atr
; il talamo di questo nume, ed uno scettro che Vulcano diede a Giove, Giove a Mercurio, questi a Pelope, Pelope ad Atreo, Atr
udo di Ercole descritto da Esiodo fu opera di Vulcano. Per comando di Giove egli ancora di fango fece la prima donna, detta P
de’ fabbri, ma esercitò eziandio l’ufficio di coppiere alla mensa di Giove nell’Olimpo. Or come la sua deformità non era con
ar dee nei banchetti, gli fu sostituita la bella Ebe. Era insorta fra Giove e Giunone pericolosa contesa pel fatto di Teti, c
insorta fra Giove e Giunone pericolosa contesa pel fatto di Teti, cui Giove promessa avea la vittoria de’ Troiani, onde fosse
Finalmente, dice Apollodoro, Vulcano fu quello che per commessione di Giove , attaccò Prometeo al monte Caucaso in pena di ave
iorno. Altri finalmente vogliono(3) che fu così detta dal greco διος, Giove , quasi Joviana, a Jove, perchè fig. di Giove. Da’
sì detta dal greco διος, Giove, quasi Joviana, a Jove, perchè fig. di Giove . Da’ Greci chiamavasi Αρτεμις, da αρτεμης, intero
di questa Dea. Cicerone(4) annovera tre Diane : la prima, fig. di Giove e di Proserpina ; la seconda, più conosciuta, che
di Giove e di Proserpina ; la seconda, più conosciuta, che nacque da Giove terzo e da Latona ; e la terza, fig. di Upi e di
e di Glauce. Quella adunque di cui si parla comunemente, è la fig. di Giove e di Latona, che nacque gemella con Apollo nell’i
Apollo nell’isola di Delo. Callimaco nel bell’inno di Diana dice che Giove amò assai questa sua figliuola specialmente per l
saette, o da uno scorpione ch’essa fece uscire dalla terra. Orione da Giove fu posto fra le costellazioni, il cui levare e tr
, ed il ferir lepri, e le liete danze su per le montagne ; anzi che a Giove cercò quasi per retaggio tutt’i monti. Omero(2) d
Ercoli, e Cicerone sei ; ma il più celebre è l’Ercole Tebano, fig. di Giove e di Alcmena, o di Anfitrione e della detta Alcme
to di prendere il famoso toro di Creta ; nella quale spedizione aiutò Giove ad atterrare i Giganti, e riconciliò con lui Prom
ro in Europa sullo stretto di Gibilterra. Quivi giunto il figliuol di Giove e credendo che que’ due monti fossero il termine
opra. Così il fuoco consumò quanto vi era di mortale nel figliuolo di Giove , per volere del quale fu egli ammesso nel numero
e lo portò in cielo, ove sposò Ebe, Dea della gioventù e coppiera di Giove . L’albero consacrato ad Ercole era il pioppo, di
argo. Questo regno fu così detto da Argo, uno de’suoi re e fig. di Giove . I suoi pascoli erano di tanta rinomanza che si f
della Grecia. Fu fabbricata da Cecrope che primo diede divini onori a Giove  ; e dopo più altri re salì sul trono Pandione, pa
trage ; e rapirono la famosa Elena a Sparta, trasportandola in Atene. Giove comandò loro in sogno che dimandassero a Plutone
condurre all’altare quel principe infelice. Ma Nefele, col favore di Giove , trovò la maniera di liberarlo, dandogli un ariet
Orfeo, fig. di Eagro ; Zete e Calai, di Borea ; Castore e Polluce, di Giove  ; Telamone e Peleo, di Eaco ; Ercole, di Giove ;
Castore e Polluce, di Giove ; Telamone e Peleo, di Eaco ; Ercole, di Giove  ; Teseo, di Egeo ; Ida e Linceo, di Afareo, il qu
rno alla riuscita della loro spedizione. Dice la favola ch’esso fu da Giove reso cieco, perchè apriva il futuro a’ mortali ;
cavano e rapivano dalle tavole le vivande(1). Si chiamavano i cani di Giove e di Giunone, de’ quali servivansi contro quelli
εφω, verto), perchè là giunti i due volanti eroi, fu loro disdetto da Giove di più inseguirle e quindi dovettero tornare indi
era, l’eroe tentò coll’alato Pegaso di salire in cielo ; e che avendo Giove mandato un assillo, il cavallo fece precipitare l
ersi dati a questo nume e lor ragione. Dio del mare e fratello di Giove e di Plutone era Nettuno, detto da’ Latini Neptun
te la terra. II. Storia favolosa di Nettuno. Omero(2) dice che Giove e Nettuno erano figliuoli di un medesimo padre, m
enza, come negli anni. Di fallo esso nacque da Saturno e da Rea, come Giove e Plutone, e come questi due fratelli, fu destram
no, a Nettuno toccò in sorte l’impero del mare, come nell’articolo di Giove si è detto. Quindi è che spesso appo i poeti Nett
io(4) Venere dice a Nettuno che la sua potenza è prossima a quella di Giove . Egli dallo stesso poeta(5) chiamasi l’assoluto s
chiome. Apollodoro(1) racconta che i Ciclopi donarono il fulmine a Giove , l’elmo a Plutone ed a Nettuno il tridente ; e ch
iamavasi Ennosigeo, cioè colui che fatremare la terra ; e perchè dopo Giove , Nettuno era il nume che avea più potere degli al
ibuiscono al mare, è avvenuto che i poeti, come chiamano figliuoli di Giove tutti quelli che per insigne virtù si distinguono
dice che la configurazione di Nettuno è alquanto diversa da quella di Giove , avendo la barba più increspata, ed essendovi una
de mai Nettuno con una corona di giunchi ; ma d’ordinario, a guisa di Giove , porta un diadema, o pure una benda regale. La co
a, la quale, rubato avendo ad Ercole alcuni de’buoi di Gerione, fu da Giove fulminata e trasformata nella voragine che porta
tagne che impedivano di vedere il tramontar del sole. Nell’Iliade (4) Giove proibisce a’ numi di prender parte alla guerra di
percui nebulosa appellasi da Ovidio. Per essa gli Dei stessi ed anche Giove temevano di spergiurare (2) : « L’acqua dello Sti
per timore accolto Ercole nella sua barca, quando questo figliuolo di Giove volle andare all’inferno, donde portò via legalo
il fio delle commesse scelleratezze. Si sa che Radamanto era fig. di Giove e di Europa, come lo era l’altro infernale giudic
ella Licia con fama di grandissima giustizia, come Eaco, fig. pure di Giove e di Europa, o di Egina, fig. del fiume Asopo, co
dire ad Ulisse, aver veduto nell’inferno Minos, l’illustre figlio di Giove , che assiso, con aureo scettro in mano, giudicava
questo gran principe di Creta, di cui abbiam parlato nell’articolo di Giove , dettò leggi di grandissima sapienza e fu per fam
o per eccellenza ; e da Omero e da Orazio dicesi coscio de’segreti di Giove . VII. Storia de’più famosi malvagi posti da’po
’poeti nell’inferno. Cominciamo da Tantalo, re di Lidia e fig. di Giove . Egli fu padre di Pelope e di Niobe ; e Giove (2)
, re di Lidia e fig. di Giove. Egli fu padre di Pelope e di Niobe ; e Giove (2) era solito confidargli ogni suo segreto, aven
svelare agli uomini le segrete cose del padre de’numi. Fu per ciò da Giove condannato a stare nell’inferno in mezzo ad un la
a questo fatto il poeta attribuisce la cagione della pena datagli da Giove che gli sospese sul capo un sasso, dalla caduta d
. A Tantalo succeda il gigante Tizio, fig. della Terra, fulminato da Giove e precipitato nel Tartaro, ove un avvoltoio, o du
iti, e fig. di Flegias, chiamato perfido da Orazio, perchè ammesso da Giove alla sua mensa osò di oltraggiare la stessa Giuno
are la stessa Giunone. In pena della quale arroganza ed ingratitudine Giove lo percosse di un fulmine e lo precipitò nel Tart
na divinità incerta. Ad esso attribuivansi i fulmini notturni, come a Giove quelli che si scagliavano di giorno (2). Presso P
utone (4) fu fig. di Saturno e di Rea o sia Opi, e quindi fratello di Giove e di Nettuno. Egli era il più giovane di loro, e
ferno, perchè regnava in luoghi assai bassi riguardo alla Grecia, ove Giove avea sua signoria. Il suo dominio stendevasi sopr
sull’interno ancora della terra, e sulle miniere. Da Orfeo chiamavasi Giove terrestre ; da Virgilio, Stiglo Monarca ; e da Ov
ore (3). E la stessa Dacier osserva che gli antichi davano il nome di Giove non solo al signore del cielo, ma ancora al Dio d
mare, come in Eschilo, ed a quello dell’inferno, che da Omero dicesi Giove sotterraneo ed infernale ; con che volevano farci
io solare, sotto il nome di Osiride, bisogna dire che il Plutone o il Giove infernale de’Greci, o l’Osiride di Egitto, era il
somministrarono agli Dei armi potenti, e principalmente la folgore a Giove , il tridente a Nettuno ed un elmo a Plutone. Il q
ale, bella costellazione posta presso il serpentario, secondo tipo di Giove terrestre o infernale. Questo au tore dimostra an
po rappresenta i tre figliuoli di Saturno riuniti, che si riconoscono Giove , per l’aquila, Nettuno, pel tridente, e Plutone,
Februa dal verbo Februo, purgare, espiare. Plutone eziandio fu detto Giove coll’aggiunto ora di nero, Iupiter niger, ora di
niger, ora di Stigio, Iupiter Stygius, ed ora di Ctonio, ευς Χθονιος, Giove terrestre. Ferale, soprannome dato a Plutone per
ina, ed era sorella di Libero o Bacco ; e dal medesimo dicesi fig. di Giove primo e di Cerere, cioè del Cielo e della Terra,
me a lungo si è raccontato di sopra ; e come consorte del fratello di Giove , fu tosto dichiarata regina de’silenziosi regni d
e fatale delle cose, distornano l’ira funesta dell’infernale monarca. Giove , dice uno scrittore, avendo appreso da Pan qual f
di Parche ; e Lattanzio afferma che al Fato gli Dei tutti e lo stesso Giove ubbidiscono, e che le Parche possono più che tutt
Divinità cuopre di caliginosa notte. Apollodoro però le dice fig. di Giove e di Temi. Alcuni vogliono che furon dette Parche
tone ; ed a Megara erano state scolpite da Teocosmo sulla testa di un Giove , forse per dinotare che anche questo nume era sog
ve gli Dei andavano a consultarlo. Così presso Ovidio(1) si legge che Giove stesso con Venere va a consultarlo per leggervi i
he presso Claudiano A tropo sul diamante segna le fatidiche parole di Giove . Alle volte vediamo le Parche occupate a cantare
3 (1831) Mitologia ad uso della gioventù pp. -
turno non fu mai padre sì snaturato per divorare i propri figli ; che Giove non fu un figlio ingrato, nè un Dio mille volte p
ella seconda, i Semidei nella terza. Gli Dei Superiori sono dodici : Giove , Giunone, Vesta, Minerva, Marte, Venere, Diana, N
o Cibele sua moglie trovò modo di sottrarre alla crudeltà del marito Giove , Nettuno e Plutone. Titano scoperta la frode, mos
fratello, lo vinse e lo fece prigione. Saturno fu liberato poscia da Giove cresciuto in età. Avvertito Saturno dal Destino
poscia da Giove cresciuto in età. Avvertito Saturno dal Destino che Giove un giorno gli avrebbe tolto l’inspero, tramò insi
figlio per privarlo di vita e gli dichiarò senza riguardi la guerra. Giove restò vincitore e non contento della vittoria ott
nta che le si consacrava. Vesta ha dato il suo nome ad un pianeta. Giove Giove figlio di Rea e di Saturno nacque con G
si consacrava. Vesta ha dato il suo nome ad un pianeta. Giove Giove figlio di Rea e di Saturno nacque con Giunone e f
re ; furono dopo di lui salvati anche Nettuno e Plutone. Rea consegnò Giove ai Cureti o Coribanti che lo condussero in Creta
di frode, lo scacciò dal trono e lo fece prigioniere. Da quel momento Giove cominciò a dar segni del suo valore. Assalì Titan
suo padre e lo rimise in trono. Ma informato Saturno dal Destino che Giove era nato per dar leggi all’universo, attentò più
dal regno e l’obbligò a ricovrarsi nel Lazio. Impadronitosi del trono Giove sposò sua sorella Giunone e divise l’impero co’du
Giunone tentarono di sottrarsi al suo dominio, ma restarono vinti da Giove e furono costretti di rifuggirsi in Egitto ove vi
i di rifuggirsi in Egitto ove vissero sotto diverse forme di animali. Giove li perseguitò anche in quel paese, ma finì poi pe
he in quel paese, ma finì poi per riconciliarsi con essi tutti.   Giove e Giunone   I Giganti figli di Titano da esso
ando monti sopra monti, tentarono l’assedio del cielo per iscacciarne Giove , il quale, essendosì già impadronito del fulmine,
sotto le stesse montagne da essi ammonticchiate. Dopo questa vittoria Giove più non pensò che agli amori ed ebbe un infinito
io di Troe, e portatolo in cielo lo creò suo coppiere in vece di Ebe. Giove era la divinità dei pagani che lo riguardavano co
li gli furono elevati per tutto il mondo. La vittima che si offriva a Giove nei sacrifici era un bue bianoo. Quello di Giove
a per il più sontuoso. Si è dato il nome di questo Dio ad un pianeta. Giove vien rappresentato come un vecchio maestoso, sedu
ne aveva privato il padre suo ; che nella divisione essendo toccata a Giove la parte orientale, a Plutone l’occidentale, a Ne
l’inferno il secondo, del mare il terzo ; che molti ebbero il nome di Giove , ed avendo abusato di diverse donne con vari stra
azioni ; ma che per la pioggia d’oro intender si deve l’oro col quale Giove corruppe i custodi di Danae, pel toro la nave che
Giunone Giunone figlia di Saturno e di Rea, sorella e moglie di Giove era tenuta per la regina degli Dei. A principio f
degli Dei. A principio fu ritrosa alle importune amorose inchieste di Giove , ma questi si cangiò in cucculo o corvo, come dic
d’Argo esercitò ella principalmente la sua gelosia. Essendosi accorto Giove dell’avvicinarsi di Giunone mentre stava con Io,
o che aveva cento occhi, ed essendo questi stato ucciso per ordine di Giove da Mercurio che lo avea indormentato prima col su
ltri per mezzo delle Furie. Io si rifuggiò in Egitto ove ritornata da Giove all’antica forma fu adorata sotto il nome di Isid
al figlio di quest’ ultima, Ercole, ed a molti altri. Ma vedendo che Giove non le dava retta, si ritirò in Samo, ove dimorò
rse adirata, fece in pezzi la statua ; ed avvedutasi della malizia di Giove , si riconciliò, ridendo con lui dell’accaduto. Av
ccaduto. Avendo preso parte questa Dea alla congiura degli Dei contro Giove , ed essendo essi stati vinti, il Dio del cielo la
nea colle sue navi ; ma Enea fu protetto da Venere. Avendo saputo che Giove senza di lei aveva posto al mondo Pallade, facend
iedi, o sopra d’un cocchio tirato da’ pavoni. I filosofi che prendono Giove per l’aria più pura o l’etere, riguardano la sua
ato che il rapitore di Proserpina era stato Plutone, Cerere ricorse a Giove per ottenere che le fosse restituita, ed ebbe da
deluse le sue speranze, cambiò per vendetta Ascalafo in barbagianni. Giove per alleviare il dolore di questa Dea ordinò che
er la loro fecondità e perchè nascono in mezzo al frumento, ma perchè Giove era riescito a fargliene mangiare per conciliarle
Pallade, dea della sapienza, delle guerre e delle arti, era figlia di Giove . Ecco in qual modo si racconta la nascita di ques
lia di Giove. Ecco in qual modo si racconta la nascita di questa Dea. Giove prima di sposare Giunone aveva Meti per moglie. E
figlio di Giunone. Questa Dea, come si è già detto, indispettita che Giove avesse fatto da sè solo Pallade o Minerva, volle
ondo altri dal sangue del Cielo mutilato con una falce da Saturno, da Giove e da Dione come opinano molti. Pare che molte Ven
fu trovata sì bella da tutti gli Dei, che tutti vollero sposarla ; ma Giove la diede a Vulcano in ricompensa di aver per esso
ulmini in occasione della guerra coi Giganti. Dicono altri invece che Giove colto dalla bellezza di Venere, ne divenne amante
a infallibilmente la più viva tenerezza. Giunone bramosa di piacere a Giove pregò Venere di prestarglielo ; la Dea di Citera
lielo offrì all’istante dicendole, che poteva tutto compromettersi da Giove perchè stavan in quel cinto le grazie, il riso, i
la stella del pastore. Diana Diana dea della caccia, figlia di Giove e di Latona sorella di Apollo. Fu adorata sotto t
atimenti della madre concepì tant’odio pel matrimonio, che ottenne da Giove per sè e per la sorella sua Minerva la grazia di
ognosa che converse Atteone in cervo per averla rimirata in un bagno. Giove stesso le diede l’arco e le frecce, e nel farla r
i lei, e scacciò per questo Calisto perchè si era lasciata sedurre da Giove , che aveva vestite le sembianze della stessa Dian
Nettuno figlio di Saturno e di Rea, fu salvato da sua madre come Giove , dal furore del padre, e consegnato a certi pasto
fu detto Dio del mare. Scacciato dal cielo per aver congiurato contro Giove insieme ad Apollo, andarono tutti e due ad aiutar
avano la carestia coi loro ladronecci. Apollo Apollo figlio di Giove e di Latona e fratello di Diana, fu chiamato Febo
figlio di Apollo celebre nella medicina avendo risuscitato Ippolito, Giove lo fulminò, istigato a ciò fare da Plutone che ve
e peste tra quel popolo di cui fece orribili stragi. Placato in fine Giove ridonò la divinità ad Apollo e lo richiamò in cie
to Dio è considerato soventi pel sole medesimo ; e ciò avviene perchè Giove nell’accordargli il dono di predir l’avvenire gli
i parla nella favola ; il più celebre tra di essi però è il figlio di Giove e di Maia figlia d’Atlante. Nessuna divinità ha a
oni di Mercurio. Interprete e messaggiero degli Dei e specialmente di Giove suo padre, al levare del quale doveva ogni giorno
tutti i loro affari. Onde potesse velocemente eseguire i suoi ordini Giove gli aveva attaccate le ali alla testa ed ai piedi
o per vegliare su la di lei condotta ; altre volte era incaricato da Giove di condurre a termine qualche nuovo intrigo amoro
gli fu accordato, perchè nella distribuzione degli elementi fatta da Giove a parecchie Divinità, Apollo fu incaricato di ave
la lingua. Mercurio ha dato ìl suo nome ad un pianeta. Mercurio dopo Giove è forse quello, tra le Divinità, cui siano, stati
ibero secondo quasi tutti i poeti greci e latini vien detto figlio di Giove e di Semele figlia di Cadmo re di Tebe in Beozia,
ozia, ed ecco quanto si narra sul conto suo. Giunone sempre gelosa di Giove e sdegnata contro le sue amanti, assunte le forme
la divinità del suo amante le mise in animo un’ardente brama di veder Giove in tutta la sua maestà. Semele che non si avvedev
ele che non si avvedeva della malignità di questo consiglio, chiese a Giove una gràzia ma senza dirgli quale. Il Nume giurò p
e come una prova di amore, quello che dovea esserle cagione di morte. Giove che non poteva violare il suo giuramento comparì
imore che Bacco, di cui era incinta Semele, non abbruciasse con essa, Giove lo estrasse vivo e l’ascose in una delle sue cosc
odio di Giunone ; giacchè questa Dea non odiava soltanto le amanti di Giove , ma estendeva puranco la sua vendetta contro i fi
sacerdotesse, che celebravano le orgie sul monte Nisa, fu accecato da Giove ad istanza di Bacco e morì in breve miseramente.
arono un tal nome. Vulcano Vulcano dio del fuoco era figlio di Giove e di Giunone. Nacque egli così deforme, che appen
ambi i lati perpetuamente. Pretendono altri che fosse precipitato da Giove , per punirlo di aver voluto liberare la propria m
sto nascondiglio ricomparve nell’Olimpo, e sposò Venere per ordine di Giove . Aveva le sue fucine nelle isole di Lipari e di L
mi e scudi egualmente maravigliosi fece egli per Ercole ad istanza di Giove , per Enea alle preghiere di Venere. Erano pur la
da lui anche animata. Si racconta che gli Dei irritati nel vedere che Giove si arrogasse solo il diritto di creare gli nomini
le diede la bellezza, Pallade la sapienza, Mercurio l’eloquenza, ec. Giove fingendo di voler ei pure far un dono a Pandora,
in cui racchiudevansi tutti i mali. Dicesi che Pandora ebbe ordine da Giove di presentarlo a Prometeo contro del quale era ad
lli, ebbe in parte l’impero dell’inferno nella divisione che fece con Giove e Nettuno dell’eredità paterna. Essendo il Dio de
per vedere che fosse. Stava ne’ campi dell’Enna Proserpina figlia di Giove e di Cerere colle compagne cogliendo fiori. Pluto
l’avevano messo nel numero delle dodici prime divinità. Si denominava Giove infernale, Dite ed Orco ; benchè secondo alcuni O
segnavan loro il premio o la pena. Minosse e Radamanto erano figli di Giove e d’Europa. Il primo regnò in Creta, il secondo i
elago, sulle coste dell’Asia, come vogliono altri. Eaco era figlio di Giove e di Egina, nacque nell’isola di Egina, della qua
fernale per aver fornito l’acqua ai Titani nella lor guerra contro di Giove . Le sue acque erano fangose ed amare ; le ombre l
complicato le qualità e cumulate le azioni. Si faceva anche figlia di Giove e di Latona e sorella di Apollo. Riconoscesi sott
pollo. Riconoscesi sotto questo nome una benefica deità, per la quale Giove aveva più riguardi che per qualunque altra divini
Atropo dette da alcuni figlie della Notte e dell’Averno, da altri di Giove e di Temi. Gli antichi credevano che queste divi
iovine dicesi avesse una buonissima vista, ma che avendo dichiarato a Giove ch’ei non volea seguire se non se la virtù e la s
mentati. Tantalo re di Lidia o di Frigia nell’Asia minore, figlio di Giove e della ninfa Plote o Ploto o Pluto figlia di Teo
l ratto di sua figlia senza avverdersene ne mangiasse una spalla ; ma Giove inorridito per un tale misfatto, riunite le membr
inargli addosso e schiacciarlo. Issione altro re de’ Lapiti figlio di Giove e della ninfa Melete come dicono molti mitologi s
re lungo tempo senza trovare asilo. Abbandonato da tutti si rivolse a Giove il quale ebbe pietà de’ suoi rimorsi e per consol
iato dalle attrattive di Giunone osò dichiararle la propria passione. Giove da essa avvertito lo mise alla prova e convintosi
cui visse questo principe dopo il suo parricidio. Tizio era figlio di Giove e di Elara ; ma si disse figlio della Terra, perc
a Terra, perchè sua madre lo partorì sotto terra o in una caverna ove Giove l’aveva chiusa per nasconderla a Giunone e perchè
condannati del Tartaro anche i Giganti o Titani che mossero guerra a Giove , il più formidabile dei quali fu Tifone che da sè
quanta petti, ad istanza di Teti, nella cospirazione degli Dei contro Giove , salisse al cielo e si sedesse al fianco di Giove
ne degli Dei contro Giove, salisse al cielo e si sedesse al fianco di Giove , e che col suo fiero e terribile contegno spavent
mi e fe’ loro abbandonare il progetto di legare il supremo degli Dei. Giove in riconoscenza lo avrebbe scelto unitamente a Gi
i antichi non sono d’accordo sulla sua origine. Chi lo vuol figlio di Giove , chi di Mercurio. Si ritiene però più comunemente
trui. Avendo voluto poscia Tarquinio il Superbo innalzare un tempio a Giove sopra il Campidoglio si dovette trasportare altro
che vi si trovavano. Tutti gli Dei cedettero per riverenza il luogo a Giove e si ritirarono ne’ vicini luoghi ; ma il dio Ter
o semplice o preparato. Eolo ed altri venti Sí è già detto che Giove si riserbò l’impero dell’aria. Egli poi affidò ad
traverso il nascente mondo. Vuolsi da altri che Amore fosse figlio di Giove e di Venere e Cupido della Notte e dell’Erebo, e
ù comunemente si conosce ; esso presiedeva alla voluttà. Appena nato, Giove prevedendo dalla sua fisonomia i disordini di cui
lingua. Muta o Lara figlia del fiume Almone era la Dea del silenzio. Giove le fece tagliare la lingua e la confinò nell’infe
pedire la maldicenza. Ebe Ebe dea della gioventù era figlia di Giove e di Giunone secondo l’opinione di molti ; alcuni
e di molti ; alcuni pretendono che dovesse la vita alla sola Giunone. Giove le aveva dato l’incombenza di versargli il nettar
ente, ella n’ebbe tanta vergogna, che non volle più lasciarsi vedere. Giove diede il suo impiego a Ganimede. Giunone la riten
uella fatale necessità secondo la quale ogni cosa avveniva nel mondo. Giove vorrebbe salvare Ettore, ma bisogna che egli esam
incontrò all’assedio di Troia per mano di Patroclo. Si fa dir anche a Giove che se potesse cambiare il Destino, Eaco, Radaman
n un determinato luogo ove gli Dei andavano a consultare questo Nume. Giove vi andò con Venere per conoscere il Destino di Gi
morte a vita Ippolito figlio di Teseo. Abbiam già detto in Apollo che Giove sdegnato che tanto potere si arrogasse Esculapio,
te nel predire il futuro. Temi voleva conservare la sua verginità, ma Giove la costrinse a sposarlo e la rendette madre delle
te osservato : da alcuni si vuole che versasse pur anche il nettare a Giove quando era a mensa. Temi si rappresenta con una b
na bilancia in mano e con una benda agli occhi. La sua bilancia fu da Giove posta tra i segni dello zodiaco. Da alcuni si dip
ed alla verità non fosse conforme. La Pace Questa Dea nata da Giove e da Temide o Temi si rappresenta di un contegno
iglio del Sole e di Climene. In una gara che ebbe con Epafo figlio di Giove e di Io, il quale dicesi fabbricasse Memfi, mentr
seccano i fiumi e bruciano le montagne. Spaventata la terra ricorse a Giove il quale per prevenire lo sconvolgimento dell’uni
ioso. Nemesi, le Nemese Nemesi detta anche Adrastea, figlia di Giove e della Notte o della Necessità, era la ministra
Proteo, Etra, madre d’Atlante, Persa, madre di Circe, ecc. Dicesi che Giove essendo stato strettamente legato dagli altri Dei
eo gli restituì la libertà ; vale a dire prendendo Teti pel mare, che Giove trovò il mezzo di sottrarsi su questo clemento ag
sa della famiglia dei Titani, fece uso di stranieri soccorsi per trar Giove da qualche periglio. Pare nondimeno che Teti altr
quasi tutti i moderni confusa. Si disse la più bella fra le Ncreidi. Giove , Nettuno e Apollo volevano sposarla, ma avvertiti
poteva far vacillare. A questa Ninfa si attribuisce di aver salvato Giove nel più gran pericolo che gli sovrastasse nella g
giore autorità, ogni nove anni, ritiravasi in un antro ove diceva che Giove , suo padre, a lui le dettava, nè mai ritornava da
rlato di quella Dea e tenutala a bada con lunghi discorsi intanto che Giove si tratteneva in intrighi amorosi colle Ninfe di
avesse una figlia iamata Iringa. Le Grazie Le Grazie figlie di Giove e di Venere secondo alcuni, di Eurinome secondo a
Le Muse Le Muse dee delle scienze e delle artierano figlie di Giove e di Mnemosina dea della memoria. Quando stavano
mene, statuario di gran nome in Atene. Le Ore Le Ore figlie di Giove e di Temi. Se ne contavano dapprima tre : Eunomia
plicarono il numero delle Ore sino a dodici, impiegate al servigio di Giove , e le nominarono le dodici sorelle, nate custodi
o poscia Bellerofonte voluto servirsi del Pegaso per salire in cielo, Giove lo precitò in terra e pose l’alato cavallo tra gl
i propri cavalli. Sotto il nome di Orestiadi sono dette figliuole di Giove . Le Napee si facevano presiedere ai boschetti, al
elle quali non si estendeva sino alle città. Erano chiamate figlie di Giove . Alcuni le contano nel numero delle sacerdotesse
non gli cedeva. Essa aveva rappresentato sulla tela Europa sedotta da Giove trasformato in toro ; Asteria, che si dibatte con
ed altri parlano della sesta chiamata Vesta. Giunone maritandosi con Giove gli diede delle piante di pomi che fruttavano de’
icesi da certuni che fosse da lui uocisa, da certi altri fulminata da Giove e cangiata in una voragine vorticosa, nello stret
ara ninfa del Tevere, che Mercurio condusse all’inferno per ordine di Giove il quale le aveva prima fatto tagliare la lingua
rna figlia di Dauno e sorella di Turno. Li volevano inoltre figli di Giove e di Larunda, forse la stessa che Lara. I Lari o
a qualche Divinità ; di tutte queste basterà accennare le principali. Giove presiedeva al capo, Nettuno al petto, il Genio al
a il più noto e il più venerato dai Greci e dai Romani, era figlio di Giove e di Alcmena moglie di Anfitrione re di Tebe figl
le fu detto Alcide e dal proprio fu chiamato il primo degli Eraclidi. Giove per ingannare Alcmena si vestì delle sembianze di
ze di Anfitrione di lei marito mentre questi era alla guerra di Tebe. Giove aveva giurato che dei due bambini i quali doveano
rebbe l’impero sopra il secondo ; Giunone sdegnata per l’infedeltà di Giove , si vendicò sopra il figlio, sollecitando la nasc
iati colpi e molti altri prodigi annunziarono la gloria del figlio di Giove . Alcmena partorì due gemelli, Ercole ed Ificlo e
o in tal modo a conoscere fin dal suo nascere che era degno figlio di Giove . La maggior parte dei mitologi raccontano però ch
di dodici anni, agli ordini di Euristeo, in conformità dei decreti di Giove  ; e gli annunciò che sarebbe posto nel rango degl
ci per disputare il premio e non osando alcuno di competere con esso, Giove medesimo volle lottare col proprio suo figlio sot
re in un istante, onde purificare ciò che v’era di mortale in Ercole. Giove lo innalzò al cielo e lo pose tra il numero de’ S
tribuite fossero le imprese di tanti Ercoli al figlio di Alcmena e di Giove che si rendette così il più celebre tra i Semidei
a natura, fece di Ercole un essere allegorico che al par di Bacco, di Giove , di Esculapio e di tante altre deità, non vuol si
eo che detto gli aveva di rifiutare qualunque presente gli venisse da Giove . L’ira di Giove nel veder che Prometeo era sfuggi
aveva di rifiutare qualunque presente gli venisse da Giove. L’ira di Giove nel veder che Prometeo era sfuggito a questo aggu
a famiglia dei Titani fu compreso nella persecuzione ad essi fatta da Giove e fu quindi obbligato a ritirarsi nella Scizia ov
rovasi il monte Cuacaso, e donde non potè sortire durante il regno di Giove . Il dispiacere di condurre una vita miserabile in
bbe da Pirra due figli. Elleno che alcuni mitologi chiamano figlio di Giove , ed Anfittione che regnò nell’Attica. Ebbe inoltr
ica. Ebbe inoltre una figlia per nome Protogenea la quale fu amata da Giove che la rese madre di Etlio. L’epoca del diluvio d
re di Argolide uno de’ più famosi eroi della antichità era figlio di Giove e di Danae unica figlia di Acrisio re di Argo. Ac
di bronzo, ove la tenne ben custodita risoluto di non maritarla mai. Giove però cambiato in pioggia d’oro penetrò nella torr
quella notte soltanto al re Atlante facendosi conoscere per figlio di Giove . Atlante rammentandosi di un oracolo antico che g
oracolo antico che gli aveva annunciato di diffidarsi di un figlio di Giove che gli avrebbe un giorno rapiti i più bei frutti
lo e collocati fra le costellazioni. Atlante Atlante figlio di Giove e di Climene, gigante di grandezza e di forza str
a sferica per cui si dice che portava il cielo. Si narra da altri che Giove lo condannò veramente a sostenere colle sue spall
ano i pomi d’oro. Avvertito dall’oracolo di guardarsi da un figlio di Giove , si decise a non ricevere più alcuno in casa sua.
ante per la morte del loro fratello e sparsero tante lacrime, per cui Giove commosso dal loro compassionevole stato le cangiò
Si racconta da altri che le Iadi erano ninfe trasportate in cielo da Giove e convertite in astri, per sottrarle alla collera
la Grecia, Piritoo figlio d’Issione re de’ Lapiti o secondo altri di Giove e di Melata moglie di Issione, invidioso della gl
re, di Nettuno e di Libia. Europa sua sorella essendo stata rapita da Giove , Agenore che ignorava la qualità del rapitore, or
sgrazia di Atteone figlio di Autonoe. Semele fu uccisa dal fulmine di Giove  ; Penteo, figlio di Agave, fu lacerato dalle Bacc
tosto furono cangiati in serpenti, o secondo altri, furono mandati da Giove nei Campi Elisi, sopra un carro tirato da serpent
l’alfabeto. Castore e Polluce Castore e Polluce erano figli di Giove e di Leda e fratelli di Elena e di Clitennestra.
di Clitennestra. Così raccontansi le circostanze della loro nascita. Giove amando Leda si era trasformato in cigno per riesc
, era stato fecondato da Tindaro di lei marito ; l’altro fecondato da Giove produsse Polluce ed Elena che partecipavano dell’
to anch’esso da Ida. Polluce afflitto per la morte del fratello pregò Giove che rendesse questi alla vita e togliesse a lui m
llo zodiaco. Ebbero amendue il nome comune di Dioscuri ossia figli di Giove , e di Tindaridi ossia figli di Tindaro ; ed i nav
a di Epafo o Epopeo re di Sicione. Essendo Antiope restata incinta di Giove , Dirce seconda sposa di Lico, sospettò suo marito
ò suo marito, e fece rinchiudere Antiope in una stretta prigione ; ma Giove la liberò e la nascose sul monte Citerone, ov’ell
prenderlo ; il suo dovere e la gloria lo invitano ; e Pelia giura per Giove dal quale hanno tutti e due origine che al suo ri
della cui assistenza credeva poter abbisognare nella sua intrapresa. Giove promise colla voce del tuono il suo soccorso a qu
ncurabile e l’infelice Centauro soffriva acerbi dolori, per cui pregò Giove di porre fine a’ suoi giorni. Il padre degli Dei,
la più bella pecora delle mandre del re per offrirla in sacrificio a Giove . Mentre la stava cercando Giove die’la parola ad
e del re per offrirla in sacrificio a Giove. Mentre la stava cercando Giove die’la parola ad un montone che a Frisso tutti i
ti avvenne. In riconoscenza di tanto servigio, l’ariete fu immolato a Giove , altri dicono a Marte, altri dicono a Mercurio. L
gonfio il cuore delle sue vittorie, tentò di salire in cielo : allora Giove mandò un assillo che punse il cavallo, e fe’cader
o che fu padre di Glauco, ed una figlia per nome Laodamia della quale Giove s’innamorò e la rese madre di Sarpedonte. Laodami
grazie a Venere, questa spinse i due amanti a profanare il tempio di Giove o di Cibele, o secondo alcuni un antro consacrato
i sua nascita. Prima della guerra nella quale soccorse gli Dei contro Giove , egli aveva condotto via dall’Erizia i buoi del S
ei contro Giove, egli aveva condotto via dall’Erizia i buoi del Sole. Giove avendo comandato ad Ercole di batterlo, questi, a
latinalatere, nascondersi, perchè in quello se ne stava celato quando Giove lo perseguitava. Dall’aver associato Saturno al r
o della schiatta degli indovini, gli rispose che doveva sacrificare a Giove sotto il titolo di re e di sovrano. Egli condusse
erenze. Mida, in riconoscenza del favore che Gordio aveva ottenuto da Giove , gli dedicò il carro di suo padre, e lo sospese n
egno contro i Tebani perchè Alcmena aveva accondisceso alle voglie di Giove , mandò quel mostro sul monte Citerone, ove propon
ezzatore degli Dei, mentre scalava le mura di Tebe venne fulminato da Giove  ; anfiarao fu col suo carro dalla terra inghiotti
lo ponevano tanto al dissopra degli altri eroi, quanto consideravano Giove superiore agli altri Dei. Da Ippodamia ebbe quest
suoi figli, Mennone re dell’Etiopia, Sarpedonte re di Licia figlio di Giove e di Laodamia figlia di Bellerofonte, Pentesilea
rli, era d’uopo di molte preparazioni, di digiuni, di sacrifici, ecc. Giove in forza della sua qualità di sovrano degli Dei,
gli oracoli, e prima sorgente d’ogni divinazione. Dopo gli oracoli di Giove i più celebri e più accreditati erano quelli cui
ra il più versato di tutti gli Dei, essendosene istrutto dallo stesso Giove . I più famosi tra gli Oracoli erano :     Sa
ove i sacerdoti rendevano le risposte ascosi nelle querce del bosco a Giove consacrato, per cui le favole dissero che le quer
Pontefice masimo. Seguivano i Flamini, tra cui il Diale o Flamine di Giove era il primo, venivano poi il Marziale, il Quirin
ntivasi alla sinistra, perchè giudicavasi proveniente dalla destra di Giove  ; non così se udivasi al contrario. Dalla maniera
ne figlia di Eolo. 380. Alcione o Alcioneo, gigante. 381. Alcmena. V. Giove . 16. Ercole. 281. Alessandro. V. Oracoli. 429. Al
feo. V. Aretusa. 250. Altea. V. Meleagro. 373. Amaltea (la Capra). V. Giove . 14. Amadriadi. 243. Amazzoni. V. Ercole. 288. Am
lita, Amazzone. V. Teseo. 319. Antiope madre di Anfione e di Zeto. V. Giove . 16. Api. V. Oracolo. 432. Apollo. 48. — del Belv
aco. V. Ercole. 291. Caduceo. V. Mercurio. 56. Calai. 46. Calisto. V. Giove . 17. Calliope. 223. Calpe. V. Ercole. 291. Camene
Cumana (Sibilla). 435. Cupido. 145. D Dafne. V. Apollo. 5r. Danae. V. Giove . 16. Perseo. 307. Danaidi. V. Condannati, ecc. 10
Euristeo. V. Ercole. 280. Pelope. 405. Euro. V. Eolo. 139. Europa. V. Giove . 16. Cadmo. 325. Euterpe. 223. F Fatiche (le dodi
ione dell’). 98. Orfeo. 335. G Galatea. V. Nereidi. 249. Ganimede. V. Giove . 17. Genio. V. Altre divinità, ecc. 277. Gerione.
110. Giobate o Iobate. V. Bellerofonte. 367. Giocasta. V. Edipo. 390. Giove . 14. V. Altre divinità, ecc. 277. Ercole. 293. Or
none. 23. Luna. V. Diana. 41. M Magnesia. V. Argonauti. 357. Maia. V. Giove . 16. Mani. V. Plutone. ec. 100. Marcia. 279. Mars
15. Menelao. 406. Mercurio. 55. V. Altre divinità, ecc. 278. Meti. V. Giove . 16. Mida. V. Bacco. 66. Apollo. 5a. Gordio. 387.
ra. Discorso preliminare. XIV. Mirtilo. V. Pelope. 403. Mnemosina. V. Giove . 16. Muse (le). 221. Momo. 153. Morfeo. V. Infern
. Vedi Minosse II. 203. — ninfa. 268. Seia o Segezzi. 276. Semele. V. Giove . 16. Bacco. 62. Semidei. 280. Sfinge (la). V. Edi
Tirreno. V. Ercole. 291. Tisifone. V. Furie (le). 99. Titani (i). V. Giove . 15. Condannati, ecc. 109. Titano. 8. Titone. V.
4 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo I pp. 3-423
umi, venerati da’ Greci e da’ Romani, furono Saturno, Cibele, Cerere, Giove , Plutone, Apollo, Ecate, Bacco, Venere, Nettuno.
è aveano il diritto di prestare il loro assenso alle deliberazioni di Giove (a), o perchè erano riputati assessori e consiglie
iove(a), o perchè erano riputati assessori e consiglieri dello stesso Giove (b) : e in questo ultimo senso si denominavano anc
questo ultimo senso si denominavano anche Paredri. I nomi loro erano Giove , Giunone, Vesta, Minerva, Cerere, Diana, Venere,
mpj(b). Altri sotto tal nome riconoscono le nove Divinità, alle quali Giove accordò il privilegio di scagliare il fulmine(c).
, Plutone, Giunone, e Cerere. Non altrimenti era per accadere anche a Giove , se Cibele, sua madre, artifiziosamente nol avess
di a’ suoi figliuoli, caricò Saturno, e sua moglie di pesanti catene. Giove però, raccolta una numerosa truppa di Cretesi e d
ise sul trono il genitore. Questi per timore di esserne nuovamente da Giove stesso scacciato, cominciò a tendergli insidie. N
arita di catene, simbolo di quelle, con cui egli era stato avvinto da Giove , allora si scioglieva, per indicare la di lui lib
a Vesta in Roma, conveniva usare l’ acqua della fontana, in cui fu da Giove trasformata Giuturna(c) (6). Eravi finalmente app
ici(a) ; ovvero dal verbo Greco curizo, educare dall’infanzia, perchè Giove appena nato fu affidato alla loro cura(b) : e qui
a rasserenato poi lo spirito, volò di nuovo all’ Olimpo, e ricorse a’ Giove pet riavere Proserpina, ch’ era pure figlia di ha
ere dovesse essere perduta ogni speranza di ricuperare la figlia ; ma Giove fece sì che per sei mesi dell’ anno la avesse app
rreva allora con torcia accese (b) ; si sacrificavano molte vittime a Giove e a Cerere ; si facevano libazioni con due vasi p
, usò di quel fiore, che ha l’ittività di conciliare il sonno (d). Giove . Moltissimi appresso gli Antichi ebbero il nom
o (d). Giove. Moltissimi appresso gli Antichi ebbero il nome di Giove . Il Vossio ne numera trecento (a), Il famoso però
vagiti del Nume bambino (b). Variano i Mitografi nel riferirci da chi Giove sia stato nutrito e allevato. Lattanzio dice, che
ol latte della capra Amaltea (d). In Igino leggesi, che la nutrice di Giove fu Adamantea ; che questa sospendeva la culla del
cudi di bronzo, e delle picche (a), Pausania numera tralle nutrici di Giove una certa Alcinoe, la quale ebbe poi una statua n
quelle una Ninfa del monte Ida in Creta, chiamata Cinosura, che fu da Giove convertita in una stella dello stesso nome (c). A
suo primo alimento da certe Colombe (e) : altri dalle Api (f) ; e che Giove abbia per questo cangiato il loro colore, il qual
a era di ferro, in quello d’oro (g) (3). V’è finalmente chi dice, che Giove sia stato allevato da Celmo, uno degl’ Idei Datti
r aver detto che il Nume era mortale, ne fu cangiato in diamante (h). Giove , cresciuto nell’ età, scacciò il padre suo dal tr
j non si ottiene che cou molti stenti e somme inquietudini (l). Anche Giove , per conservarsi sul trono, ebbe a sostenere la f
ntomachia, ossia il contrasto co’ Giganti(4). La terra sdegnatasi con Giove , perchè questi avea sterminato i Titanl, avea pro
Ossa, Pelio, e Olimpo, e cominciarono a scagliare contro la Reggia di Giove grossi macigni ed alberi ardenti (a). Giove implo
liare contro la Reggia di Giove grossi macigni ed alberi ardenti (a). Giove implorò il soccorso degli altri Numi ; ma queglin
Erna (c) (6). Passato il mondo dal governo di Saturno sotto quello di Giove , finirono le altre tre età, l’una detta d’argento
ella di ferro divenne sorgente fonesta di tutte le scelleraggini (d). Giove quindi seppellì tutti gli uomini in un abisso d’a
altra erano stati i soli, i quali si fossero serbati senza colpa (f). Giove poi per mezzo di questi due ripopolò in maravigli
allora offrì solenni sacrifizj in un magnifico terupio, che eresse a Giove (8). Pirra poi ebbe da Deucalione due figliuoli, A
Anfittione (b) ed Elleno(c), e una figlia, Protogenia (d), che fu da Giove renduta madre di Etlio, padre di Endimione (e), d
re di Etlio, padre di Endimione (e), del quale parleremo. In onore di Giove s’instituirono le Olimpiadi, ossia i Giuochi, det
ivi li abbia introdotti (g). Altri ne attribuiscono l’instituzione a Giove stesso, dopochè egli disfece i Titani ; e soggiua
lio di Arcade, uno de’ discendenti d’Ercole Ideo (c). Tralle Feste di Giove si fa menzione della Bufonia, così detta, perchè
lsi che l’origine di tal ceremonia sia stata questa : un sacerdote di Giove , detto Taulone, o Diomo, o Sopatro, vide mangiars
iudizio la scure, e si assolvette il Sacerdote (a). Tra’ Sacerdoti di Giove il maggiore si appellava Flamine Diale. Questa di
mata della pelle di qualche bianca pecora, ch’egli avea sacrificato a Giove . Suila sommità della stessa beretta v’avea una pi
cerdote la moglie, egli perdeva la carica (a). Gli altri nomi, dati a Giove , sono pressochè innumerabili. Altri di essi gli d
omolo, combattendo co’ Sabini, ed essendo per rimanerne vinto, invocò Giove , acciocchè fermasse i di lui soldati, che cominci
geva, mentre egli di notte viaggiava verso la Spagna (d). Vuolsi, che Giove siasi così denominato anche perchè dava, tuonando
virtuosissima, la quale aveagli promesso di sacrificare ella stessa a Giove , se egli fosse ritornato sano e salvo dalla guerr
Argo presso il tempio di Cerere un bronzo, che sosteneva le statue di Giove , di Diana, e di Minerva (h). Appresso Pausania le
e la Macedonia ; e però tenuto dagli Antichi per lo stesso Cielo(b). Giove sulla più alla pendice di quel monte radunava sov
Città d’Olimpia il più magnifico tempio, che fu chiamato il Trono di Giove . Il Dio era ivi assiso sopra un trono, cinto la f
pio era circondato da un bosco sacro, detto Alti (f), e per cui anche Giove venne soprannominato Alzio (g). Al tempo degli An
ano d’oglio ; immolavano sopra un rogo il toro ; e dopo aver invocato Giove e Mercurio, v’ imban ivano un sacro convito, a cu
delle predette quercie si posò, e con voce umana fece intendere, che Giove era per istabilire ivi un Oracolo (c) (12). In qu
o (c) (12). In quella foresta scorreva una fontana, parimenti sacra a Giove . Essa si denominava Anapavomeno, ossia che cessa,
credere, che il mormorio della medesima fonte fosse profetico, e che Giove ne avesse a lei conferito l’intelligenza (e). Ell
e risposte(13). La di lei riputazione s’accrebbe ; s’alzò un tempio a Giove  ; e allora gli eventi si predissero dal tripode,
all’anzidetto Oracolo. Si formò una statua di rame, che rappresentava Giove armato di una sferza dello stesso metallo. Essa n
acolo finalmente si consultava colle Sorti(14). Vuolsi da alcuni, che Giove sia stato denominato Ammone da un certo pastore d
ro ministero (c). Nel mezzo al predetto tempio v’avea il simulacro di Giove , fonnato di bronzo, e fornito di pietre preziose.
cordo riguardo alla ragione di tale particolarità. Dicono alcuni, che Giove non volendo mostrarsi ad Ercole, suo figlio, il q
deserti dell’Arabia, trovandosi languente di sete, implorò l’ajuto di Giove . Questi sotto la sembianza di ariete percosse col
il Grande ottenne di essere da questo Oracolo dichiarato figliuolo di Giove (b). Anche Iarba, re dell’Africa, pretendendo di
dro, figlio dello Spartano Aristocrato, assediava l’anzidetta città ; Giove gli apparve in sogno, e lo consigliò a desisterne
cio corrisponde quello di Epifane, ossia che apparisce, in quanto che Giove si manifestava alla terra co’ tuoni, e con varj p
mpidoglio, e i Romani essendo già per arrendersi a motivo della fame, Giove comparve a questi in sogno, e loro disse, che di
ndo della vittoria, li liberatono dall’ assedio. Roma quindi eresse a Giove un’ara nel Campidoglio, e diede allo stesso Nume
l Campidoglio, e diede allo stesso Nume il soprannome di Pistore (e). Giove sotto il nome di Patroo avea nel tempio di Minerv
liti occhi ne aveva un terzo nel mezzo della fronte, per indic re che Giove vedeva tutto ciò, che avveniva in Cielo, in terra
nici, e co’Volsci, per assicurarne la perpetuità, propose di alzare a Giove sul predetto monte un tempio, che dovesse essere
(g). Tra’varj nomi, pe’ quali i Greci e i Romani giuravano, quello di Giove era uno de’ principali. Quindi questo Nume, come
or terrore, gli aveano posto anche il fulmimine in ambe le mani (h). Giove , per conservare la memoria della capra Amaltea, c
ia, e venendo allora molestato dalle mosche, offerse, il sacrifizio a Giove , e quelle tosto si ritiraro no al di là del fiume
lle medesime sul Campidoglio, ove le appesse ad una quercia in dono a Giove . Ivi pure eresse il primo tempio allo stesso Nume
dalla voce latina praeda, spoglia de’ nemici (c). Domiziano impose a Giove il nome di Conservatore, perchè credette, che lo
o un altare, su cui scolpì i motivi della sua riconoscenza (d) (19). Giove dall’essere magnificamente onorato nel Campilogli
Senato. Alcuni poi pretendono, che lo dessero nello stesso tempio di Giove (b). In questo inoltre si pronunziavano i giurame
mpj ; che tutti quegli Dei cedettero senza difficoltà il loro luogo a Giove  ; che solamente il Dio Termine(22), e la Dea Ebe,
nome della terza di queste Ninfe. In tempo di siccità il Sacerdote di Giove , dopo aver sacrificato, agitava l’acqua di quella
andava condensandosi, e finalmente si scioglieva in pioggia (e) (24). Giove sul predetto monte ebbe un tempio e un bosco. In
oducessero ivi alcuna ombra di se medesimi (f). Altri poi dicono, che Giove fu detto Liceo, perchè gli Arcadi, mentre passava
perchè i Romani, quando stabilivano le alleanze, solevano giurare per Giove , tenendo una pietra in mano (b) ; ovvero perchè R
ro perchè Rea, come abbiamo raccontato, presentò a Saturno in vece di Giove una pietra, che fu da quello divorata (c). Si chi
, l’isola de’ quali anticamente si denominava Atabiria (f). Colà avea Giove un tempio con tori di bronzo, i quali co’ loro mu
(g). Tra Sigeo e Reteo, Proinontorj di Troja, sorgeva un ara sacra a Giove , appellato Panonfeo (h), o perchè egli ascoltava
ltava la voce di tutti, o perchè dalla voce di tutti era onorato (i). Giove in un tempio di Terracina, città della Campania R
lle altre principali Divinità (a) (26). Tarquinio il Superbo eresse a Giove un tempio in Roma sotto il nome di Giove Sponsore
Dei. Essa consisteva in un sacro banchetto, denominato il Convito di Giove . Vi s’invitavano le statue di lui e delle altro D
statue di lui e delle altro Divinità, alle quali perciò nel tempio di Giove si drizzavano varj letti, affinchè stando sopra i
e, in seguito divennero cinque, poi sette, e finalmente dieci (b). . Giove premiò in singolar modo la benevolenza esercitata
hè la loro capanna, la quale erasi anzi cangiata in magnifico tempio. Giove accordò ai duo vacchierelli, che ne divenissero i
uercia nello stesso momento restò pure cangiato il suo marito (a). Ma Giove come premiava l’ospitalità, così puniva severamen
ceva morire tutti gli stranicri, i quali giungevano ne’ di lui Stati. Giove sotto la figura d’uomo si recò sulla sera ad allo
paventato fuggì nelle selve, e vi si trovò cangiato in Lupo (b) (29). Giove castigò moltissimi altri per altre ragioni, come
abile pe’loro inganni e spergiuri. Costoro promisero con giuramento a Giove di ajutarlo, allorchè si accingeva a scacciare Sa
mide, o di Climene, o della Ninfa Asia (b), volle prendersi giuoco di Giove . Fece uccidere due tori ; riempì delle carni di q
che ne lo abbia preso per animare gli uomini, che aveva formati (e). Giove , offeso di questo nuovo insulto, commise al Dio V
ndo di quello che la speranza, unico conforto de’ miseri mortali (a). Giove frattanto comandò a Mercurio, o come vuole Eschil
gni dì gli diverava le viscere : e affinchè fosse eterna la sua pena, Giove volle altresì, che quelle si riproducessero, onde
ltojo, ministro delle sovrane vendette (f). Molti vennero favoriti da Giove . Tra questi si nomina, Calamo, figlio del fiume M
perdette la vita. Calamo, inconsolabile per sì trista sventura, pregò Giove di togliere lui pure dal mondo, e di riunirlo all
o le rive de’ fiumi, e a cui diedesi parimenti il nome di Calamo (g). Giove amò altresì molte donne, e per avvicinarsi ad ess
cade(33), le Ore(34), i due fratelli Palici(35), o i, tre Cabiri(36). Giove rappresentasi in varie guise, ma la più comune è
tra’ piedi Ganimede (e), per alludere alla Favola, la quale dire, che Giove si trasformò in Aquila per rapire Ganimede, figli
atrice, colle ale sparse d’occhi, e colla tromba alla bocca (g) (38). Giove finalmente fu rappresentato come fanciullo, che a
li consecrò un tempio, e Ovidio (a) lo denominò Vejove, ossia piccolo Giove (b). Varie ragioni vengono addotte, per le quali
(b). Varie ragioni vengono addotte, per le quali l’Aquila era sacta a Giove (39). Primo perchè questo Nume, combattendo contro
i lui trono, quando voleva (e) (41). Si può consideraro come sacro a Giove anche il Nibbio, uccello di rapina. La terra avea
ra anche per abbruciarne le interiora, quando un Nibbio per ordine di Giove le portò via. Giove stesso allora, dopo d’avere c
arne le interiora, quando un Nibbio per ordine di Giove le portò via. Giove stesso allora, dopo d’avere conferita al predetto
al quale le gesta di tutti gli altri si attribuiscono, è il figlio di Giove e di Semele (a) (1). Giunone, gelosa dell’affetto
iglio di Giove e di Semele (a) (1). Giunone, gelosa dell’affetto, che Giove dimostrava per Semele, prese le sembianze della d
one. Piacque all’incauta Semele il maligno suggerimento, e lo eseguì. Giove , che prevedeva quanto era per riuscirle fatale l’
ei lo vide, che ne rimase incenerita(2). Era allora gravida di Bacco. Giove s’inserì tosto il non ancor maturo infante a perf
(d). Si denominò Bimatre, non perchè abbia avuto due madri, ma perchè Giove , rimasta incenerita Semele, se lo ripose, come ab
tri dicono, che la voce Evio significa coraggio, o figlio, e che così Giove lo chiamò, quan de lo eccitava a sostenere il com
stesso si ritirò in Nasso(b). Il castigo, che n’ebbe Licurgo, fu, che Giove alle preghiere di Bacco lo rendette cieco, e lo f
ella stette lontana dal suo marito, come quanto prima riferiremo (g). Giove invaghitosi della bellezza di questa Dea, e volen
lo sopra di quello (b). Quando si celebrarono le nozze di Giunone con Giove , Mercurio v’invitò tutti gli Dei, tutti gli uomin
tato dallo Scoliaste d’ Apollonio, dice, che Giunone diede que’pomi a Giove per dote. Giunone non visse troppo in buona armon
’pomi a Giove per dote. Giunone non visse troppo in buona armonia con Giove , e unita a Pallade e a Nettuno perfino lo caricò
rò sciolse que’ceppi (e), ed ella ne venne quindi severamente punita. Giove le fece legare le mani con catena d’oro, la sospe
sta Divinità (g). Lamia per la sua sorprendente bellezza era amata da Giove , che la rendette madre della Sibilla Erofile. Giu
furiosa, che divorava tutti i fantiulli, che le si presentavano (h). Giove , divenuto amante d’ Io, nel fiore dell’ erà la tr
me stava conversando con una mortale(3). Giunone, sollecita sempre di Giove , lo andò cercando, nè potendolo trovare in alcun
la Dea dall’ Olimpo, s’ avviò al bosco, e ne sgombrò la caligine. Ma Giove  ; il quale erasì accorio della di lei vesuta, ave
nonò sì vago animale, e chiese, di qual armento e pastoro egli fosse. Giove rispose, che lo avea partorito la terra. Finse, l
notte lo teneva legato e rinchiuso. Venne finalmente il tempo, in cui Giove commise a Mercurio, che cogliesse la predetta gio
tutti gli occhi d’ Argo. Mentre però erasi per eseguire il comando di Giove , giovane Jerace svegliò Argo. Mercurio, non poten
emamente traraglia i greggi (b). Tutti convengono nell’ asserire, che Giove placò Giunone, restituì ad Io la priniera figura,
ecno erano due sposi felici, ma da che si vantarono di amarsi piucchò Giove e Giunone, questa Dea mandò tra loro la Dea Eride
risguardata come un delitto ; e già stavasi per farla morire, quando Giove , penetrato dalle triste disavventure della famigl
di lei. Benchè Giunone non sia quasi mai vissuta in buona armonia con Giove , tuttavia fu anch’essa riconosciuta come preside
e, Natale, Aerea, ed Argolica o Argiva. Giunone per essersi sposata a Giove fu denominata Regina, ed Era, ossia la Signora, p
posata a Giove fu denominata Regina, ed Era, ossia la Signora, perchè Giove , come abbiamo detto, era il re e il signore del C
e, come Regina, lanciava anch’ella il fulmine (b). Questa Dea, perchè Giove avea preso ad amare molte altre donne, si divise
ittà, spargendo voce, che quella era Platea, figlia del re Asopo, cui Giove voleva sposare. Così si eseguì ; e Giunone, come
a stato l’autore, perciò ella dal nome di lui fu detta Citeronia (b). Giove poi per ricompensare quel re del consiglio datogl
tra la Beozia e l’ Attica, il quale secondo Pausania (c) era sacco a Giove , e secondo Plinio (d) a Bacco e alle Muse(20). Qu
n Rogo di straordinaria grandezza. Là s’immolavano quattordici tori a Giove , e altrottante giovenche a Giunone. Chiunque inte
rincipalmente Ebe, e l’Eresidi. La prima, rigettata, come vedemmo, da Giove , fu stabilita da Giunone ad attaccare i cavalli a
rodurvisi. I Giudici di colà sono Minos, primo re di Creta, siglio di Giove , e di Europa ; Radamanto, di lui fratello ; ed Ea
adamanto, di lui fratello ; ed Eaco, nato dalla Ninfa Egina(20), e da Giove , il quale per unirsi a colei erasi convertito in
uale per unirsi a colei erasi convertito in fiamma(a). I Giganti, che Giove aveva dopo la sua vittoria seppellito sotto il mo
Pergusa(b), o Pergo, vicino alla città di Enna, Proserpina, figlia di Giove e di Cerere, gareggiava colle compagne(21) in cog
atro, e di sacrifizj, fatti in tutti i tempj non solo a Plutone, ma a Giove altresì, e a tutti quasi gli altri Numi(b). Quest
(a). Comunemente però non si riconobbe che quello, il quale nacque da Giove e da Latona (b), figlia secondo Omero (c) di Satu
ndo Apollodoro (d) del Titano Ceo e di Febe. Giunone sdegnata, perchè Giove amava la madre di questo Nume, lo scacciò dal Cie
e alle radici del fiume Parnasso (g). Apollo poi, secondo l’ordine di Giove , ando a purificarsi in Tempe, valle deliziosa del
ell’isola di Delo, ma fu poscia trasferito in Cielo. Avvenne poi, che Giove fulminò Esculapio, figlio d’Apollo, conte più dif
llo per vendetta uccise i Ciclopi, che avevano fabbricato i fulmini a Giove . Questi pertanto esiliò Apollo dal Cielo (a). Si
o dell’accennato stromento (d). Apollo, riconcillatosi finalmente con Giove , sali di nuovo all’Olimpo, e fu venerato come una
ono da Carneo Trojano ; altri dal bellissimo giovine Carno, figlio di Giove e di Europa, cui il Nume teneramente amava ; altr
usica, e però viene tenuto come il capo delle Muse(d) (32), figlie di Giove e di Mnemosina(e) (33). Con queste il Nume soggio
antalo, re della Lidia, e di Eurianassa ; il Gigante Tizio, figlio di Giove e di Elara ; Caanto, figlio di Oceano e di Teti ;
o(c). Scrisse Ferecide(d), che Elara, come si trovò gravida di Tizio, Giove la nascose sotterra per sottrarla alle furiose ge
di lei figliuolo(e). Igino narra, che Giunone, gelosa dell’amore, che Giove avea per Latona, comandò a Tizio, che le conduces
atona, comandò a Tizio, che le conducesse dinanzi la medesima ; e che Giove irritato da tale violenza, colpì il Gigante col f
e poi il suo nome a’Sirj. Dicesi da alcuni, ch’ella abbia ottenuto da Giove e da Apollo la prerogativa di conservarsi sempre
Ovidio racconta, che Apollo, volendo celebrare una festa in onore di Giove , commise ad un Corvo di recargli pel sacrifizio d
e di Asteria, secondo altri del Sole e della Notte, o di Cerere e di Giove , o di Giove e di Latona. Fu detta Ecate, o perchè
a, secondo altri del Sole e della Notte, o di Cerere e di Giove, o di Giove e di Latona. Fu detta Ecate, o perchè riteneva ce
a(4), e privò lui pure di vita(5). Ella poi se ne pentì, e ottenne da Giove , che colui fosse trasferito in Cielo, dove forma
e ; Britomarti, detta da Diodoro Britona, Ninfa di Creta, e figlia di Giove e di Carme (c) ; e Aretusa, figlia di Nereo e di
e di Coride, nata in Elide. Endimione per la sua giustizia ottenne da Giove il privilegio di sempre dormire(8) in una spelonc
Giorno ; l’altra, prodotta dalla schiuma del mare ; la terza, nata da Giove e da Dione, da cui ella acquistò il nome di Dejon
iamati Cerasti, perchè aveano la fronte cornuta, eressero un altare a Giove , il quale soprannominarono Ospitale, essendochè g
llora Venere (c). V’è finalmente chi dice, che la Dea siasi rivolta a Giove per riaverlo in vita ; che Proserpina non voleva
, perchè ella pure avea tosto concepito della tenerezza per lui ; che Giove per non dispiacere alle due Dee, le rimise al giu
circonvicini(c). Egli però, trovandosene mal contento, e invidiando a Giove , ch’ei regnasse nel Cielo, cospirò insiome co’Tit
trato tale castigo, perchè erasi unito a Giunone per mettere in ceppi Giove (e). Incontratosi in Apollo, che pur era stato esi
e ch’eragli stato eretto da Tenaro, fratello di Geresto, e figlio di Giove , che diede il suo nome al predetto Promontorio(c)
odoto nacque dalla palude Tritonia e da Nettuno, e fu poi adottata da Giove (a). Altri la chiamarono figlia di Pallante(b). La
u concepita da Meti ; che questa, tostochè ne comparve gravida, fu da Giove ingojata ; che lo stesso Nume, poco tempo dopo so
a che uccise Pallante, uno de’ Giganti, i quali aveano mosso guerra a Giove (d). Le nutrici di questa Dea furono Alalcomenia,
orta contesa tra Nettuno e Minerva riguardo al Territorio di Trezene, Giove propose, che tutte le due Divinità vi fossero ono
ergerle altari, e ad offerirle sacrifizj furono i Rodiani. Per questo Giove cuoprì la loro isola d’una nuvola d’oro, e’ cui f
MArte secondo Esiodo (a) e quasi tutti i Poeti Greci era figlio di Giove e di Giunone. Ovidio poi, seguito da altri Poeti
i, così lo fa nascere dalla sola Giunone : turbata questa Dea, perchè Giove avea fatto uscire Minerva dal suo cervello, s’avv
Vulcano. VUlcano secondo alruni era figliuolo di Giunone e di Giove (a). Cicerone riconobbe quattro Vulcani, uno de’ q
glio del Cielo, l’altro del Nilo, il terzo di Menalio, e il quarto di Giove e di Giunone(b). La maggior parte però de’ Teogon
tò nel mare (e). Lo stesso Poeta poi in altro luogo soggiunge, che fa Giove quegli, il quale lo precipitò dal Cielo nell’ Iso
di lui evvi un’aquila, che attende il predetto fulmine per portarlo a Giove (d). (a). Mart. Capell. l. 1. (b). Arnob.
od. in Theog. v. 484. (9). La pietra, divorata da Saturno in vece di Giove , fu da’ Latini detta Abadir, e da’ Greci Betilos(
no a motivo della sua impotente età abbia spontaneamente rinunziato a Giove il regno e l’amministrazione di tutte le altre co
rimo sia stato Tage. Festo lo fa figliuolo del Dio Genio, e nipote di Giove . Altri dicono ch’egli era di oscuri natali, e che
(6). Giuturna era figlia di Dauno, e sorella di Turno, re de’ Rutuli. Giove avea preso ad amarla. Ella ricusò di corrisponder
ia del fiume Almone, palesò a Giunone e a Giuturna la di lui volontà. Giove se ne sde gnò, e dopo avero troncata a Lara la li
maldicenze(a). Giuturna poi secondo l’opinione de’ Romani conseguì da Giove l’immortalità, e venne cangiata in fontana, che r
pato da Antonio. (b). Apulej. Metam. l. 2. (10). Osiride nacque da Giove e da Niobe, figlia di Foroneo, a cui successe nel
nte, che una certa Pamila di Tebe in Egitto, ritornando dal tempio di Giove , ov’ erasi recata per attignere dell’acqua, aveva
oravano ne’ monti(f). Omero le chiama Orestiadi, e le fa figliuole di Giove (g). Strabone dice, che nacquero da Foroneo e da E
ride non fu amante, ma madre di Ati, e riferisce la seguente favola : Giove , dic’ egli, dormendo diede da se solo alla luce u
a, e da altri la Sibilla d’Egitto(g). La Libica era creduta figlia di Giove e di Lamia. Il suo proprio nome era Elissa. Dicon
e Sangario da un grosso serpente, che ne divorava gli abitanti, fu da Giove con quel serpente collocato tragli Astri (f). Alt
e Theolog. Gentil. l. I. (1). IN memoria della cura, che presero di Giove i Coribanti, in Cnosso, città di Creta, si celebr
ltri dicono, che sieno stati prodotti dal sangue de’Titani, uccisi da Giove (i). L’aspetto de’ Giganti era terribile, la barb
intura(g). Omeco riguardo a Tifone dice, che Giunone sdegnata, perchè Giove , come vedremo, avea posta al mondo Minerva senza
olto vivo sotto il monte Etna(l). Egeone venne fulminato e sepolto da Giove sotto lo scesso monte(m). Minerva uccise Pallante
rfirione fu colpito prima dalle frecce d’Ercole, e poi dal fulmine di Giove (a). Toone e Agrio vennero uccisi dalle Parche(b)
, detta Nisiro(e)Apollonio di Rodi racconta, che Tifone, fulminato da Giove sul monte Caucaso, andò a seppellisri nella palud
rmine era quella stessa pietra, che Saturno avea divorato in luogo di Giove (a). Dionisio d’Alicarnasso pretende, che il Dio
o di Giove (a). Dionisio d’Alicarnasso pretende, che il Dio Termine e Giove fossero la medesima Divinità (b). Comunque ciò si
iove fossero la medesima Divinità (b). Comunque ciò sia, certo è, che Giove pure era soprannominato da’Romani Terminale (c),
a figura di una pietra. (23). Ebe al dire di Apollodoro fu figlia di Giove e di Giunone (d) ; ma secondo i Poeti Latini Giun
ravida, e partorì Ebe (e). Costel per la sua singolare bellezza fu da Giove trasferita in Cielo a mescergli il nettare. Mentr
bbia sempre versato la predetta bevanda a tutti gli Dei (g) fuorchè a Giove , a cui secondo lo stesso Poeta la porgeva Ganimed
d. (e). Nat. Com. Mythol. l.. 3 (24). Le tre predette nutrici di Giove furono cangiate in Orse, ma non si sa per qual ra
ana Efesina distinse Alessandro col fulmine in mano. I felmini poi di Giove si figuravano in due maniere : o come una spezie
lo a divedere anche Luciano, il quale v’aggiunse essere il fulmine di Giove lungo dieci piedi (e). Virgilio finalmente vuole,
ve lungo dieci piedi (e). Virgilio finalmente vuole, che i fulmini di Giove sieno molti, e che ognuno di essi contenga tre ra
rribili, lo strepito spaventoso, le striscie di fiamma, la collera di Giove , e il terrore de’mortali (a). Il fulmine era la p
e altre particolari ceremonie. V’è chi pensa, che fosse così onorato Giove stesso sotto il simbolo di fulmine. Tutti i luogh
Dei. Essa consisteva in un sacro banchetto, denominato il Convito di Giove . Vi s’invitavano le statue di lui e delle altro D
statue di lui e delle altro Divinità, alle quali perciò nel tempio di Giove si drizzavano varj letti, affinchè stando sopra i
perchè sacrificò un fanciullo, e col di lui sangue ne bagnò l’ara di Giove , che trovavasi sul monte Liceo (c). Altri soggiun
ridurre i suoi Sudditi all’osservanza delle sue leggi, pubblicò, che Giove si recava spesso a visitarlo sotto la figura di s
o tralle carni delle vittime anche quelle d’un giovine, persuasi, che Giove soltanto se ne avrebbe potuto accorgere. Così avv
ob. Jacob. Hofman. Lex. Univ. (b). Nat. Com. Mythol. l. 2. (32). Giove s’invaghì di Proserpina. Cerere, di lei madre, pe
er allontanarla da quel Nume, la nascose in una grotta della Sicilia. Giove vi penetrò anche colà sotto la figura di serpente
serpente, e la rendette madre di Zagreo (e). Nonno Dionisio dice che Giove trasportò il predetto bambino nell’Olimpo, e che
a in vivacità e leggiadria ogni altra seguace di Diana (g). Ma poichè Giove sotto le sembianze della predetta Dea la rendette
ucciderla ; ma ella si rifugiò sul monte Liceo, nel recinto, sacro a Giove . Arcade osò d’inseguirla anche colà ; e il Nume c
ne convertito Arcade, secondo alcuni fu anche detta Boote (b). (34). Giove ebbe le Ore da Temi. Sembra, che Pausania non ne
l’animo degli uomini. Divenuta in abborrimento al Cielo e alla terra, Giove la prese pe’capelli, la precipitò dall’Olimpo, e
otracia (b). Furono anche soprannominati Dioscori, perchè nacquero da Giove (c). La loro madre al dire dello stesso Cicerone
to, di nome Casmilo, ossia Mercurio. Finalmente Atenione dice, che da Giove e da Elettra nacquero Giasione e Dardano, i quali
ero dice che Ganimede fu rapito dagli Dei per costituirlo coppiere di Giove (e). Altri lo vogliono rapito da un’Aquila, manda
piere di Giove (e). Altri lo vogliono rapito da un’Aquila, mandata da Giove (f). (f). Nat. Com. Mythol. l. 9. (g). Virg.
l. 3. (b). Calep. Seps. Ling. (39). L’Aquila, per essere sacra a Giove , conseguì dallo stesso Nume la prerogativa di non
d). Job. Jacob. Hofman. Lex. Univ. (40). I Romani ad imitazione di Giove adottarono la figura dell’Aquila per loro Insegna
oglie di Perifa, non potendo sopravvivere pel dolore al marito, pregò Giove di cangiare lei pure in uccello, e lo ottenne (b)
c. l. 3. de Nat. Deor. (1). Orfeo in altro Inne fa nascere Bacco da Giove e da Proserpina(a). (2). Semele, dopochè venne t
me Acheloo, quella, che trasse Bacco dal seno di Semele per ordine di Giove , il quale poi se lo ripose in una coscia(e). Appo
à dell’ Epiro, le quali perciò si denominarono Dodonidi, e vennero da Giove trasportate in Cielo, per sottrarle all’ira di Gi
ro madre da Orione per cinque anni nella Beozia, ricorsero supplici a Giove , e tra la bocca del Toro e la coda dell’ Ariete n
o riferisce, che sotto il nome di Sabazio si riconosceva un figlio di Giove e di Proserpina, assai più antico, che il Bacco,
al petto sino all’estremità della veste, per ricordare quello, in cui Giove si cangiò per rapire Proserpina. (7). Le Ambarva
. Eravi colà questo animale, o perchè Bacco nacque da Proserpina e da Giove , trasformato in serpente ; o perchè Bacco stesso
e alla metà d’Agosto(b). Le prime erano sacre a Venere, le seconde a Giove (c). Quelle s’instituirono per assaggiare i vini(d
mentre continuavano gli altri a raccorre il vino, egli sacrificava a Giove un’agnella. Le leggi Tusculane vietavano il condu
tali Feste(f). Finalmente in questo tempo si offriva del nuovo vino a Giove , perchè i Latini, guerreggian guerreggiando contr
; Omero da Mercurio, e dalla Ninfa Driope (d) ; il Poeta Epimenide da Giove , e da Calisto (e) ; Apollodoro da Giove, e da Ibr
e (d) ; il Poeta Epimenide da Giove, e da Calisto (e) ; Apollodoro da Giove , e da Ibri (f) ; il Poeta Acheo da Urano, e da Ti
ltri da Etere, ossia da una Nereide (i). V’è finalmente chi dice, che Giove lo ebbe dalla Ninfa Eneide (l). Pausania poi rife
che Mercurio dopo d’averlo ravvolto in pelli d’animali, lo presentò a Giove e agli altri Dei, i quali non poterono trattenere
ere (c) Valerio Flacco poi fa, che Itide fosse ambasciatrice anche di Giove (d). (c). Aeneid. l. 1. (d). Hom. Iliad. l. 
Epiro(a) ; Aristofane le appella Cani del Cocito, e Apollonio Cani di Giove . Elleno finalmente si chiamarono le Dee rispettab
poi voleva anche ascendere col mezzo di Pegaso perfino in Cielo ; ma Giove , per reprimere l’audace tentativo, mandò un inset
vano contro i Solimi. Ippoloco salì al paterno soglio. Laodamia fu da Giove renduta madre di Sarpedone, re di Licia(b). Essa
loro genealogia. Esiodo ora le nomina figlie della Notte(h), e ora di Giove e di Temi(i). Igino soggiunse che trassero origin
dono, che il medesimo sia figliuolo di Titano e della Terra, e che da Giove , perchè dissetò i Titani nel momento, in cui muov
dicono, che il fiume Stige conseguì il predetto onore, perchè svelò a Giove la congiura, che aveano tramata gli altri Dei per
rte, e re de’ Lapiti nella Tessaglia ; Tantalo, nato da Etone(d) o da Giove , e dalla Ninfa Plota, e re della Lidia(e) ; Issio
Sisifo indicò ad Asopo il rapimento d’ Egina, sua figlia, fattosi da Giove , trasformato in fiamma di fuoco(h). Altri riferis
o del tuono ; e da di là lanciava fiaccole accese a guisa di fulmine. Giove lo colpì col vero fulmine, e lo precipitò nel Tar
pe, di lui moglie, vollero l’uno essere riconosciuto sotto il nome di Giove , e l’altra setto quello di Giunone. Il Padre poi
narrano, ch’egli, e non Sisifo, fece conoscere ad Asopo il luogo, ove Giove avea nascosta Egina(d). Ovidìo pretende, ch’egli
to Poeta vuole, che Tantalo siasi appropriato un cane, affidatogli da Giove , affinchè con esso custodisse il di lui tempio ne
i Mileto, era stato complice del mentovato delitto di Tantalo, perciò Giove volle pure vendicarsene nelle di lui figliuole, C
icolmate di favori dalle altre Dee. Cresciute nell’ età, Venere pregò Giove di loro accordare un felice maritaggio ; e in vec
orridirono, nè più v’era chi volesse accogliere quel crudele Monarca. Giove però ebbe pietà di lui, e dopo averlo purificato,
i altri Dei. Issione prese allora ad amare Giunone. Costei ne avvertì Giove , il quale, per accertarsene, formò una nuvola som
ravasi di quando in quando in un antro della sua Isola, e fingeva che Giove vi discendesse a dettargliele (a). È perchè Minos
sempre della sua nasoita, originata da un Nunre. Epafo, figliuolo di Giove e della Ninfa Io, negò, che colui fosse figliuolo
idivano i fiumi, e riducevano poco meno che in cenere tutta la terra. Giove , onde riparare a sì orribile disordine, balzò con
). Mimnermo riconobbe le Muse come figlie del Cielo, e più antiche di Giove . Altri le dissero figlie di Memnone e di Tespia ;
ltri le dissero figlie di Memnone e di Tespia ; altri di Antiopa e di Giove (g). La loro nutrice fu la Ninfa Eufeme, il di cui
di cui figliuolo, Croco, dopo morte per le preghiere delle Muse fu da Giove trasferito tra gli Astri, ove forma la Costellazi
. Niobe poi tal dolore concepì per la perdita de’ suoi figliuoli, che Giove per pietà la convertì sul monte Sipilo in sasso,
li rimaseto insepolti per nove giotni, perchè i Tebani erano stati da Giove cangiati in sassi, e che gli Dei stessi nel decim
rapreso viaggio. Ella rispose, ch’ egli doveva sacrificare il carro a Giove . Gordio si fece dirigere da lei nella forma del s
o di colui, che avessero veduto andarsene sopra un carro al tempio di Giove . Non molto dopo vi giunse Mida, il quale pose fin
miche empirono di grano la bocca a lui, che dormiva(a). Mida dedicò a Giove il carro di suo padre, e lo sospese nel più alto
e Anfione e Zeto ebbero Teoboonte per padre(d). Altri pretendono, che Giove per unirsi ad Antiope siasi trasformato in satiro
o, luogo della Macedonia. Altri lasciarono scritto, ch’ egli venne da Giove fulminato nella Tracia, perchè rivelò a gente pro
che divoravano tutti quelli, che incontravano. Mercurio per ordine di Giove era per farli in brani, quando Marte, perchè egli
Brille, ma la di lui nascita venne da alcuni diversamente raccontata. Giove , Nettuno, e Mercurio, o come vuole Isacio, Apollo
nascere da Bacco e da Venere, come abbiamo detto (i) ; e Lattanzio da Giove e da Armonia (l). Questi dà a Talia il nome di Pa
me no le dà quello di Pitone(a). Orfeo le dice figlie di Eunomia e di Giove (b) ; altri di Giove e di Autonoe(c) ; ed altri di
i Pitone(a). Orfeo le dice figlie di Eunomia e di Giove(b) ; altri di Giove e di Autonoe(c) ; ed altri di Egle e del Sole(d).
di Egle e del Sole(d). Esiodo finalmente dice, ch’elleno nacquero da Giove e da Eurinome, figlia dell’Oceano(e), la quale eb
e risvegliata. Lo stesso Nume volò subito dopo al Cielo, e ottenne da Giove , che Venere non si opponesse alle di lui nozze co
chiamato Cariddi. Questo pure da prima era femmina, e poi colpito da Giove col fulmine, fu ridotto ad essere tale in pena d’
tri vogliono, che Cariddi sia stata uccisa dallo stesso Ercole, e che Giove poscia la abbia convertita in mostro. Evvi finalm
ervio lo fa sposare una delle Stagioni, e ne fa nascere Carpo, che da Giove veniva ogni anno trasformata in bellissimo fiore(
ima denominazione dal re de’Venti, ch’era Eolo, figlio d’Ippoto, o di Giove (h). Eutidemo Ateniese gli dà per madre Menecla, f
5 (1855) Della interpretazione de’ miti e simboli eterodossi per lo intendimento della mitologia pp. 3-62
sso, come Minerva usciva tutta compiutamente plasmata dal cervello di Giove . L’uomo non serbò per sempre la forza primitiva d
ni di esseri animati creduti in miglior parte divini. Così eo’miti di Giove , di Cibele e di Nettuno, che furono poscia credut
ssere il cielo come un’immenso corpo animato, cui donarono il nome di Giove , che con lo vibrar de’fulmini, e con il tuono vol
vibrar de’fulmini, e con il tuono volesse dir loro qualche cosa ; un Giove corpulento, di grandi e lunghissime braccia l’imm
a contaminandosi la vera filosofia in non pochi luoghi di Europa : un Giove che dicevano essere più alto della cima de’monti,
contra la natura e il decoro degl’immortali, una diva dal cervello di Giove , Minerva ; un dio dalla coscia dello istesso Giov
va dal cervello di Giove, Minerva ; un dio dalla coscia dello istesso Giove , Bacco ; un’altro dalle gocciole del sangue, Pega
ille immaginazioni : tale è la favola della maggior parte degl’Iddii, Giove , Apollo, Bacco, Ercole etc. Filosofiche e sono qu
o al convito degli Dei, per darsi alla più bella delle Dee, quando da Giove scelto Paride per giudice, onde a quale delle dee
o — 11. Interpetrazione de’miti in particolare. 12. Dei maggiori. 13. Giove come nacque nella mente de’Greci, e donde può tra
la mente de’Greci, e donde può trarsene la etimologia — Iconologia di Giove e come da questa si trae la interpetrazione del m
atini — si rafforza la esplicazione di questo mito da un simulacro di Giove , ricordato da Pausania, a tre occhi, e che voleva
tre occhi, e che voleva intendere lo scultore in così immaginarlo 14. Giove preso per l’anima del Mondo, nozioni tolte da S.
tolte da S. Agostino nella Città di Dio. 15. Esposizione del mito di Giove da Plutarco. 16. Bacco, figlio di Giove, interpet
. 15. Esposizione del mito di Giove da Plutarco. 16. Bacco, figlio di Giove , interpetrazione di questo mito. 17. A Giove si d
co. 16. Bacco, figlio di Giove, interpetrazione di questo mito. 17. A Giove si dava per padre Saturno — Etimologia della paro
tendonsi gl’igniti vulcani — traslato de’fulmini fabbricati da loro. Giove , Satvrno, Nettvno, Plvtone, Apollo, Mercvrio, Mar
Iddii, onde il mondo esiste, e di questi altri creano il mondo, come Giove , cioè l’etere, o l’aria ; Nettuno il mare, le acq
, che si rappresentano armati, simbolica di fortezza e di tutela. 13. Giove  — Ei nacque nella mente de’greci come un caratter
come un’universale fantastico. Padre degli Dei e degli nomini, detto Giove , come vuole Tullio(1), a iuvando, ossia da’benefi
d il fragore de’tuoni non fossero che i cenni e lo stesso favellar di Giove . In questo noi troviamo un mito, che non ha diffi
, e ci viene porta dagli stessi antichi poeti. Eglino intendevano per Giove l’etere sparso per le regioni superiori dell’alto
a Tullio(2), tutto questo che cade giù dall’alto e che tutti chiamano Giove  ». Ed Euripide dallo stesse luogo di Tullio(3) « 
a terra : questo ritenete per sommo tra gl’Iddii, questo ritenete per Giove  » Il seggio di Giove, così Virgilio(4), è posto d
nete per sommo tra gl’Iddii, questo ritenete per Giove » Il seggio di Giove , così Virgilio(4), è posto dov’è aere, dov’è terr
ve, così Virgilio(4), è posto dov’è aere, dov’è terra, dov’è mare : è Giove tutto ciò che vedi, tutte quello per cui ti muovi
mavano Διος, onde i latini dissero sub diu a cielo scoperto. E, preso Giove per l’aere, ben si possono interpetrare nel vero
recesso della terra, è principio e generatore di tutte le cose, onde Giove fu detto padre degli Dei e degli uomini ; e del p
uali vanno pieni i canti de’poeti greci e latini. E per questo ancora Giove era detto Dio del cielo, della terra e dell’ infe
e sul mare, penetra nello imo degli abissi. 14. Altri credendo essere Giove non altro che l’anima del mondo, come mirabilment
olevano che tutta la turba innumera degl’ Iddii non fosse che il solo Giove . Mirabile per questo argomento è uno squarcio dal
in italiano con una libera versione — Or si crede, ei dice(1), esser Giove l’anima del mondo corporeo, che riempie e muove t
co’semi feconda la terra come sua consorte. Egli stesso nell’etere è Giove , nell’aere è Giunone ; nel mare è Nettuno ; e nel
orti. 15. Plutarco poi dimandando, perchè l’anno andasse consacrato a Giove , e i mesi a Giunone, prende Giove per il Sole, e
perchè l’anno andasse consacrato a Giove, e i mesi a Giunone, prende Giove per il Sole, e Giunone per la Luna ; poichè il so
zioni i mesi. Nè, soggiunge, creder si deve esser il Sole immagine di Giove , e la Luna immagine di Giunone, ma lo stesso Sole
Luna immagine di Giunone, ma lo stesso Sole nella sua materia essere Giove , e la stessa Luna nella sua materia Giunone, onde
lucida, per esprimere il lucido candore della Luna istessa(2). 16. A Giove si dava per figlio il dio Bacco. Fu creduto che G
tessa(2). 16. A Giove si dava per figlio il dio Bacco. Fu creduto che Giove lo rinchiudesse in una delle sue cosce, traendolo
sce, traendolo dal seno di sua madre Semele, che restò morta in veder Giove in tutto lo splendore di sua grandezza, quando no
a μηρος, coscia, onde si disse essere stato rinchiuso nella coscia di Giove  ; e per questo ancora portava il nome di Ditiramb
ti. Altri non pertanto dicono, che Bacco fu rinchiuso nella coscia di Giove , onde parto immaturo e imperfetto venisse a matur
sì fieri, che non si rendono miti con l’uso moderato del vino. 17. A Giove si dava per padre Saturno. Egli fu così detto o a
ndo si disse che a lui fu presentata una zolla, una pietra in vece di Giove , si volle significare, che con le mani degli uomi
lato da suo figlio Saturno, e questi stretto in catene dal suo figlio Giove . Sotto quest’empie favole va occulto un significa
abile di anni consuma tutti quei che corrono. Si dice essere stato da Giove avvinto in catene, per non iscorrere troppo rapid
antico tra gli Dei, che porta il nome di Plutone nello inverno, e di Giove in primavera(4). 20. Apollo —  Dio della poesia,
non essere Apollo che il pianeta del Sole. Si credeva esser figlio di Giove e di Latona — di Giove, ossia, come ogni altra cr
l pianeta del Sole. Si credeva esser figlio di Giove e di Latona — di Giove , ossia, come ogni altra creatura, figlio dell’aut
23. Raccontasi del pari di Apollo un’altra favola — che scacciato da Giove dal cielo andasse a pasturare le greggi del re Ad
o da cento occhi, posto a custodia della giovanetta Io, trasmutata da Giove in vacca, onde trarla al furore di Giunone : è qu
αιστος che s’interpetra Vulcano, e perciò questo Dio si vuole nato da Giove e da Giunone, intendendosi con l’uno non altro ch
azione può avere l’altro mito — aver fenduto con una scure il capo di Giove , e che ne sia uscita fuori Minerva, Dea della sap
un solo occhio nella fronte, tutti intenti a fabbricare i fulmini di Giove nelle fucine di Lenno, di Sicilia, e di Lipari. Q
ano colpiti da tali fulmini, e lanciati dalla destra dell’altitonante Giove . Capitolo III. Sommario — 33. Giunone attr
feo è dato il nome di regina degli Dei e degli uomini, di consorte di Giove , ed è lodata dalle qualità, che porta non dissimi
a il cielo ed il mare porta il nome di Giunone, consorte e sorella di Giove , il quale del pari ha con l’etere molta simiglian
l’etere molta simiglianza e stretta unione per la vicinanza che è tra Giove l’etere, e Giunone l’aria. Platone poi, come dice
Giove l’etere, e Giunone l’aria. Platone poi, come dicemmo de’miti di Giove , la vuole detta Giunone a invenescendo, dallo ing
to nome con quello di Αηρ, aria Fu detta ancora sorella e consorte di Giove , per la prossimità dell’aria con l’etere, cui, co
r la prossimità dell’aria con l’etere, cui, come dicemmo, intendevasi Giove , onde fu nomata aerea. E per questo ancora vedesi
dei matrimonii solenni il secondo de’divini caratteri dopo quello di Giove , Giunone seconda divinità delle genti, dette magg
Giunone seconda divinità delle genti, dette maggiori : la quale è di Giove sorella e moglie, perchè i primi matrimonii giusl
rimonii giusli, ovvero solenni, che dalla solennità degli auspicii di Giove furono detti giusti, da fratelli, e da sorelle do
l matrimonio solenne : essendo poi stato preso per crudele castigo di Giove adultero, con si fatti sensi indegni, che le died
, madre, madre alimentatrice degli uomini. Da ciò fu creduta madre di Giove  ; perciocchè tutto quello che porge la terra vien
madre di Giove ; perciocchè tutto quello che porge la terra viene da Giove , ossia dall’aria. Per questo ancora si disse da’g
ta la terra. Sapendo finalmente di trovarsi nello inferno, ottiene da Giove di riportarla con seco per sei mesi su la terra,
significava che il seme delle biade(2). Proserpina si volle figlia di Giove e di Cerere, cioè del cielo e dell’agricoltura, c
lo e dell’agricoltura, come può scorgersi da ciò che abbiamo detto di Giove e di Cerere istessa. È rapita da Plutone — con qu
il frumento, cui ella si confonde. Proserpina fu tenuta per impero di Giove a rimanersi per sei mesi con Plutone nell’inferno
delle belle arti e delle armi guerriere. La vogliono nata dal capo di Giove , fendendonelo Vulcano : intendevasi con questo le
disciplina non essere un ritrovato dell’uomo, ma nate dal cervello di Giove , ossia dal fonte inesausto della sapienza divina.
era egualmente e goffa, che Vulcano con una scure fendette il capo di Giove , onde nacque Minerva, volendo essi dire, che la m
lebeo, essi ruppero il sentimento d’infievolire o scemare il regno di Giove , come resto ai latini minuere caput, per fiaccare
non poche virtù di molto utili all’uomo. Nata Minerva dal cervello di Giove qual tipo di sapienza e di valore, era conceputa
inità di questa Diva. Credendosi essere uscita armata dal cervello di Giove , i Greci le davano il nome di Αρεια marziale, duc
Era detta Trivia o dalla triplice sua apparenza, o che presedeva come Giove e Febo, come Ovidio disse, a’trivii,(1). Fu credu
e Fatto nell’armi e nelle sacre Muse » 51. Le Muse credute figlie di Giove e di Mnemosine cantavano su l’Olimpo le maravigli
ti nel suo eruditissimo canto, la Musogonia. Furono credute figlie di Giove , e di Mnemosine, ossia della memoria, per indicar
re che le discipline necessarie all’uomo, ritrovate la prima volta da Giove non si possono acquistare dagli altri che con ass
tempio di Apollo, e furono come le tre prime tutte credute figlie di Giove . E arrogi la opinione di Diodoro Sicolo — Osiride
e solo due presso gli Spartani, Cleta e Fenna, si volevano figlie di Giove e di Eurinome, o di Giove e di Giunone, o di Bacc
rtani, Cleta e Fenna, si volevano figlie di Giove e di Eurinome, o di Giove e di Giunone, o di Bacco e Venere, o in fine del
attribuisce tre corpi, quando essendogli mancate le frecce, invocando Giove , gli mandò una pioggia di ciottoli, e con questi
stinto una alla sua flotta, volle render grazia con un sacrificio e a Giove liberatore, ad Ercole, ad Apollo e ad allri Dei d
6 (1824) Breve corso di mitologia elementare corredato di note per uso de’ collegi della capitale, e del regno pp. 3-248
vantaggio della Mitologia. Ma diranno i nostri giovani lettori, se Giove , Giunone, e tanti altri non sono più Dei per noi 
e della bellezza. Lo scroscio del tuono non è l’effetto dei vapori, è Giove armato per ispaventare i mortali. Sorge una tempe
fra’ quali dodici soltanto erano ammessi nel consiglio celeste, cioè Giove , Giunone, Nettuno, Cerere, Mercurio, Minerva, Ves
Egli dunque divorò tutt’i figli, ai quali aveva data la vita. Il solo Giove fu esente da tale disgrazia, mercè le cure di Cib
irò in una grotta Chiamata Dittèa nell’isola di Creta, ed ivi partorì Giove , e Giunone ; affidò il primo alle Ninfe Ida, e Ad
il trattato stabilito con Titano, riguardava la sola prole maschile. Giove divenuto adulto debellò i Titani, che nuovamente
no però non ebbe molta durata. Il torbido suo umore, e ’l coraggio di Giove turbarono la sua felicità. Egli in fine fu rovesc
à. Egli in fine fu rovesciato dal Trono, e discacciato dall’Olimpo da Giove suo figlio. Ritirossi perciò in Italia, e propria
sì dal Latino latere, perchè ivi si nascose per sottrarsi dall’ira di Giove . Fu accolto da Giano, principe Tessalo, che regna
avesse indotto ad unirsi nuovamente con i Titani per fare la guerra a Giove . Fu vinto anche questa volta, e sopraffatto dalla
iramidi, per simboleggiare la fermezza, e solidità della terra(2). Giove . Giove era il primo, e’ l più potente degli Dei.
per simboleggiare la fermezza, e solidità della terra(2). Giove. Giove era il primo, e’ l più potente degli Dei. Al solo
’ Ciclopi fu formato un elmo per Plutone, un tridente per Nettuno ; a Giove fu riserbato il fulmine composto di grandine, di
acque circondavano l’inferno, fu la prima ad accorrere in soccorso di Giove , recando seco la Vittoria, il Potere, l’Emulazion
ia, il Potere, l’Emulazione, la Forza da lei nati. Per compenso volle Giove , che i giuramenti fatti in nome di Stige neppure
detto, che per ultimar questa guerra ci voleva la destra di un uomo : Giove a tal tempo si servì di Ercole, che diede non equ
nascosero colà nell’Egitto sotto le sembianze di diversi animali ; ma Giove più coraggioso abbattè col suo fulmine sì potente
o. In seguito di tale vittoria, che sommamente accrebbe la potenza di Giove , volle questi occuparsi del governo del Mondo, e
sua dignità. Omero, che ci ha data fra i poeti un’idea più nobile di Giove , ce lo dipinge accigliato, colla fronte coverta d
opra l’aquila, che per tale ragione chiamasi comunemente l’Augello di Giove . L’armatura, che difendeva questo Dio, era l’Egid
uno scudo formato dalla pelle della Capra Amaltea, che aveva nutrito Giove , e ne armava il braccio sinistro. Questa Capra do
ava il braccio sinistro. Questa Capra dopo la sua morte fu situata da Giove per gratitudine fra le costellazioni, e della sua
ata a Minerva, che ci appiccò la testa di Medusa. Vedremo non di rado Giove sotto la figura di un ariete, o almeno colle corn
lmeno colle corna di questo animale, detto perciò Giove Ammone, o sia Giove delle Arene 1. Una favola particolare gli procurò
cavarsi la sete. Appena che questo Dio ebbe implorato il soccorso di Giove , si vide innanzi un ariete, che battendo la terra
ne di Giove Ammone (2). Giunone. Giunone era sorella, e moglie di Giove . Per tale gli Dei la riconoscevano. La sua bellez
tati di questo rispettabile matrimonio non furono altrettanto felici. Giove per sua indole era incostante. Giunone sommamente
tona. Argo fornito di cent’occhi, che aveva in guardia Io cangiata da Giove in vacca, fu ammazzato da Mercurio, e transformat
uesta Dea tre figli, Vulcano, Ebe, e Marte. I due primi li concepì da Giove , il terzo nacque da essa particolarmente. Cruccia
colarmente. Crucciata Giunone per essere nata Minerva dal cervello di Giove senz’averci avuta parte, volle altresì ella fare
i loro cospetto. A tale uffizio fu destinato il gentile Ganimede, che Giove fingendosi un’aquila aveva al padre suo Troe invo
roe involato. Vulcano nacque sì brutto, e scontraffatto, che avendone Giove rossore lo fece precipitare dal Cielo sulla terra
illante occasione. Giunone aveva preso parte nella guerra degli Dei : Giove volle punirla, e del castigo Vulcano volle essere
e, radici, ed animali presi alla caccia. Questa diva benefica ebbe da Giove la rinomata Proserpina, infelice cagione di tante
te informata dell’accaduto. Per liberare Proserpina, Cerere ricorse a Giove , che per altro esaudì i suoi voti : ma si ci oppo
Cielo al carro del Sole. Questo carro circondato dalle Ore figlie di Giove , e di Temi, impiega dodici ore a fare il suo giro
e madre di Apollo, e di Diana. Accortasi Giunone della propensione di Giove per questa giovanetta, ebbra di sdegno la scacciò
chi, e li condannò ad abitare ne’ pantani. Ad onta però del potere di Giove , non avrebbe Latona ritrovato un sito ove sgravar
ad Ippolito figlio di Tesèo. Un potere così grande ingelosì lo stesso Giove , che con un fulmine troncò i giorni ad Esculapio,
di una ben seria sventura di Apollo. Non potendo questo Dio attaccar Giove di fronte per vendicarsi, ammazzò a furia di frec
e stato il primo nell’assalto. Rimesso finalmente Apollo in grazia di Giove , comparì nuovamente nel Cielo rivestito della sua
Teti, e dell’Oceano, ebbe un giorno delle brighe con Epafo figlio di Giove , e di Jo, per avergli quest’ultimo rinfacciato di
e la madre Terra spaventata dal pericolo che le sovrasta, indirizza a Giove i suoi prieghi. Il Re degli Dei mosso a compassio
cipali avvenimenti della storia di Apollo. Diana. Diana figlia di Giove , e di Latona, sorella gemella di Apollo veniva ri
le Ninfe, che la seguivano. Callisto figliuola di Licaone fu amata da Giove , che per sedurla più facilmemte, prese l’aspetto
e i nuovi intrighi del suo sposo, e Callisto pagò il fio del reato di Giove  : Giunone implacabile trasformò in orsa questa Ni
o di riconoscerla, stava già sul punto di scagliarle i suoi dardi, se Giove non si fosse affrettato di evitare un parricidio
gno, s’invagchì di Endimione leggiadro pastorello di Caria, nipote di Giove , e dal medesimo condannato a dormire per sempre n
re di Cupido ognuno prevedeva, che sarebbe il più tristo fra gli Dei. Giove voleva obbligar Venere sua madre a disfarsene : m
rseguitò con tanta stizza, che infelicemente alla fine se ne morì. Ma Giove , ch’era della parte di Cupido, restituì a Psiche
Vulcano. Si è già detto, che Vulcano1 nacque talmente brutto, che Giove con un calcio lo fece cadere dal Cielo. Il nume b
degli Dei, e degli uomini. Opera delle sue mani furono il fulmine di Giove , e le saette di Amore. Alle preghiere di Teti egl
a in presenza degli Dei, lasciò pur essa un tale impiego, dato poi da Giove al suo caro Ganimede1. Minerva. Minerva nacqu
ede1. Minerva. Minerva nacque in una maniera del tutto singolare. Giove dopo la guerra de’ Titani sposò Meti ; ma avendog
ha chi dice, che l’Egida era fatta dalla pelle della capra Amaltea da Giove a lei donata. Marte Dio della guerra. Piccata
iove a lei donata. Marte Dio della guerra. Piccata Giunone contro Giove , che da se solo aveva fatto nascere Minerva, voll
scere Minerva, volle ella fare altrettanto, creando un Dio, senza che Giove ci avesse parte1. Forte nel suo proposito si cons
1 i Greci, che in lingua loro chiamano Marte Ares lo dicono figlio di Giove , e di Giunone. Marte è rappresentato armato da ca
rio Dio del commercio, e messaggiero degli Dei. Atlante figliuolo di Giove , e di Climene ebbe sette figliuole, chiamate le A
mezzo giorno inventò la lira, e la sera aveva gia rubato lo scettro a Giove , il martello a Vulcano, il tridente a Nettuno, i
ei il più occupato : era il confidente di tutti, ed in particolare di Giove , ed il Messaggiere dell’Olimpo. Egli si mischiava
una semplice bacchetta1. Bacco Dio del Vino. Bacco è figliuolo di Giove , e di Semele nata da Cadmo2. Ella ad insinuazione
ne, che le comparve sotto l’aspetto di Beroe sua nutrice, chiedette a Giove una grazia, obbligandolo a giurare per Stige, che
igandolo a giurare per Stige, che glie l’accorderebbe : questa fu che Giove venisse a visitarla con tutto l’apparato celeste.
di sua madre. Ma siccome non era giunto il tempo, che doveva nascere, Giove aprì una sua coscia, ed ivi racchiuse il bambino.
dell’inferno. Plutone figliuolo di Saturno, e di Cibele, germano di Giove , e di Nettuno, ebbe in porzione il regno degli es
ava di continuo. Egli aveva osato di aspirare al possesso di Giunone. Giove per assicurarsi del suo delitto, gli avea consegn
rmine sii tu pietra, o informe tronco, Il tuo poter egual è a quel di Giove . Salva tu l’orto mio, e ’l campicello Dalle trame
i quest’ultime vi ha Teti, che bisogna distinguere da Teti sua madre. Giove la guardava di buon occhio : ma avendo saputo dal
a. Vi ha tra poeti, chi crede Temi la stessa che Astrea, figliuola di Giove , e di Temi. Durante il secolo di oro Astrea conve
, e con una fiaccola in mano. Le Grazie. Le Grazie eran figlie di Giove , e di Venere. Seguivano per lo più la loro madre,
che alle virtù, ed ai vizj, ai beni, ed ai mali. Non altrimenti che a Giove , si erano a questi Dei innalzati templi, ed altar
palesare il bene, ed il male. Gli antichi la credevano messaggiera di Giove . Virgilio ce la rappresenta come una donna di sta
La Concordia. Due tempj aveva in Roma la Concordia. Era figliuola di Giove , e di Temi. Il suo potere si estendeva sulle fami
ια, ed aveva un tempio in Olimpia. La Pace. Era altresì figlia di Giove , e di Temi la Pace. Vien ella rappresentata con c
a veste parimente bianca. Le Preghiere. Omero le chiama figlie di Giove . Egli le rappresenta umili, timide, e zoppicanti,
l suo impero. La Sfrenatezza o la Licenza. Compariva fulminata da Giove , mentre ella si sforzava d’infrangere una tavola
uo volto era livido, e tetro : torvo lo sguardo, e la bocca spumante. Giove l’aveva scacciata dal Cielo, perch’ella destava c
eano, era il più ingegnoso de’ Titani. Egli per emulare la potenza di Giove ardì creare, un uomo, servendosi del semplice lim
ole che si trovò di là passando, non lo avesse liberato. Non contento Giove di tale vendetta, e per punire gli uomini delle l
a due voci Greche indicanti ch’ ella aveva tutt’i doni. Volle altresi Giove adempiere la parte sua. Egli le donò un vaso, che
i ferro non potendo più gli Dei tollerare la perversità degli uomini, Giove si decise a schiantarne la cattiva razza ; ma per
o, che cerca immacchiarsi nel fondo delle foreste. Inesorabile allora Giove giurò la perdita del genere umano ; ma senza far
paese aggiunse quello de’ suoi, e sopra tutto quello di Minerva, e di Giove , e di tanti che aveva dall’Egitto portati. Cad
fu di Agenore re di Fenicia, e fratello della bella Europa rapita da Giove sotto l’aspetto di un toro. Disperato Agenore, ch
a di oro, e mentre i custodi erano intenti a raccorre l’oro, riuscì a Giove di penetrare nella torre. Divenne Danae madre di
de durante la guerra Trojana) era figliuolo di Glauco re di Corinto : Giove lo aveva sottoposto a Preto re d’Argo. Come aveva
Castore, e Clitennestra. I primi due furono riguardati come figli di Giove , e gli altri due per figliuoli di Tindaro, detti
endicò parimente Castore colla morte di Ida. Polluce perchè figlio di Giove era immortale. Ma il vivere gli era insoffribile
ivere gli era insoffribile perchè, diviso da Castore. Quindi supplicò Giove o che lo avesse privato della vita, o avesse divi
e che si era staccata. Ercole. Nacque quest’Eroe da Alcmena, e da Giove , che la sedusse sotto l’aspetto del suo sposo Anf
In questo rincontro fece Ercole conoscere di esser egli figliuolo di Giove , avendo preso ambo i serpenti, e stretti talmente
umarono solamente quel tanto che aveva di mortale ; ma come figlio di Giove dopo morto fu dal medesimo trasportato nel Cielo.
oce coraggio, ma accompagnato dalla prudenza. Sprezzava il fulmine di Giove , che credeva incapace di offendere. Giove volle p
za. Sprezzava il fulmine di Giove, che credeva incapace di offendere. Giove volle punire tale empietà, e col fulmine appunto
Tiresia famoso indovino, che per sette anni fu donna. Suscitatasi fra Giove , e Giunone la quistione sugli attributi de’ due s
i attributi de’ due sessi, fu chiamato Tiresia, che decise a favor di Giove , e contro di Giunone. Spiacque alla Dea una tale
na tale decisione, e per vendicarsi di Tiresia, lo privò della vista. Giove però lo compensò di tanta perdita conpermettergli
urò molto in tal’epoca. Tantalo ne fu il capo : egli era figliuolo di Giove , e della ninfa Plota, e regnava nella Frigia. Non
a tali odiose vivande, e mangiò una spalla di Pelope. Con un fulmine Giove incenerì Tantalo : indi ordinò a Mercurio, che lo
gine di questa guerra bisogna ripeterla, al dir de’ poeti, dal Cielo. Giove sempre infedele a Giunone sentiva una forte incli
e querele di suo figlio, ed immantinente volò sull’Olimpo per indurre Giove a punire i Greci con far vincere i Trojani, perch
ndissimo interesse per questa guerra, furono convocati nell’Olimpo, e Giove ordinò, che nessuno avesse sposato partito per l’
l dì seguente le due armate si schierarono in ordine di battaglia. Ma Giove , che voleva donare la vittoria ai Trojani, inviò
or pregio alla bellezza, e rendeva amabile quella Dea che la portava. Giove non potè resistere a tale incantesimo : dimenticò
liava Nettuno a danno de’ Trojani, che furono posti in fuga, allorchè Giove si svegliò. Accortosi del cambiamento per arte di
dalla tempesta negli stati di Alcinoo : soggiunge, che un fulmine di Giove avendo sfasciato il suo naviglio, egli si salvò s
ni. In questo mentre Venere si dà moto per suo figlio : si presenta a Giove , e gli rammenta le promesse fatte in di lui favor
idone si rifugiano in una caverna, con uscirne divenuti già sposi. Ma Giove , che aveva riserbato quest’Eroe a più sublimi imp
il fuoco alle navi. La flotta sarebbe divenuta preda delle fiamme, se Giove non avesse fatta a tempo cadere una pioggia abbon
allante con quattrocento cavalli. La guerra cominciò, e fu ben lunga. Giove affidò tutto l’affare in mano del destino, e i du
la morale. Noi qui esporremo le più conosciute. Bauci, e Filemone. Giove , e Mercurio erano discesi dal Cielo per viaggiare
Mercurio, con preparar loro una mensa assai frugale, non permettendo Giove che ammazzassero un’ oca, ch’ era tutta la loro r
rafitto Cefalo dal dolore, si trafisse con quel medesimo giavellotto. Giove trasportò nel cielo questi sposi, che cangiò in d
Muse. Anfione. Era questi un altro eccellente cantore, figlio di Giove , e di Antiope regina di Tebe. Il suono della sua
ntribuirono all’accrescimento della grandezza Romana più gli altari a Giove innalzati, che la potenza degli Augusti medesimi.
Necessità accoppiata al Fato, o sia Destino. Alla Necessità lo stesso Giove , al dire di Filemone, fu soggetto. Vien ella desc
elo acute grida straziavano i loro corpi. (1). Dal fragore del tuono Giove fu detto Jovis anticamente da Latini, siccome Zev
l volto di Mosè sfavillante di luce, allorchè discese dal Sina. (2). Giove ebbe moltissimi soprannomi : e se Varrone fa mont
Giorno ; la seconda nata dalla schiuma del mare ; la terza figlia di Giove , e di Dione ; la quarta Astarte, che sposò Dione.
cani ; il primo figlio del Cielo, il secondo del Nilo, ed il terzo di Giove , e Giunone. Quest’ultimo abitava le isole Vulcani
Dio delle battaglie fu secondo Omero, e tutt’i poeti Greci figlio di Giove , e di Giunone. Non è che appresso de’ Latini che
si legge questo dispetto di Giunone di voler concepir Marte senza di Giove . 1. Il Dio delle battaglie fu secondo Omero, e t
Dio delle battaglie fu secondo Omero, e tutt’i poeti Greci figlio di Giove , e di Giunone. Non è che appresso de’ Latini che
si legge questo dispetto di Giunone di voler concepir Marte senza di Giove . 1. Marte porta molti soprannomi, la più parte
mostro. Così fu fatto. 1. Chiamavansi anche Dioscuri, cioè figli di Giove  ; siccome Romolo, e Remo potrebbero essere i Dios
7 (1874) Ristretto analitico del dizionario della favola. Volume I pp. -332
e fantastico, disse che il mondo era sospeso ad una catena d’oro, che Giove s esso aveva fissato nell’Olimpo. Fino a queste c
edi.44 Tale quello di Vulcano, precipitato dal ciclo con un calcio da Giove , sucopadre45, e molti altri fatti ricordati dalla
e Romana, altro non era se non un senato ove, sotto la presidenza di Giove , il re dei numi, si deliberava sui divini ed uman
dio fabbro ferraio, fabbricò i fulmini per la destra vendicatrice di Giove  ! Maggiormente si accresce, nella religione paga
ologi sostiene essere la voce Dionisio composta da Dios che vuol dire Giove , Nysso, ío ferisco ; perchè Giove si feri facendo
isio composta da Dios che vuol dire Giove, Nysso, ío ferisco ; perchè Giove si feri facendosi un’incisione nella coscia per s
e Rea, moglie di Saturno, dette al marito onde la divorasse invece di Giove , quando ella lo partorì. Secondo il mito gli anti
. Essa si salvò con Saturno allorchè questi fu scacciato dal cielo da Giove . 12. Abdera. — Città della Tracia, che Abdera, so
. 23. Abrezia. — Ninfa che dette il suo nome alla Misia, città in cui Giove era adorato, ragione per la quale questo Dio, fra
telli erano figli di Alaneone e di Calliope. La loro madre ottenne da Giove che essi appena fanciulli di pochi anni, fossero
dette in cambio uno di quelli della capra Amantea, che aveva nutrito Giove . Altri scrittori dicono gli avesse dato il corno
sto undecimo segno zodiacale, veniva rappresentato Ganimede rapito da Giove . 83. Acrato. — Questa parola significa vino puro.
gli rinchiuse in una torre dî bronzo la sua unica figliuola Danae. Ma Giove che n’era innamorato, cangiatosi in pioggia d’oro
Adad sia il sole, e Adargatide la terra. 95. Adamantea. — Nutrice di Giove . È generalizzata credenza degli scrittori più rin
sso questo re che Apollo fu costretto a custodire gli armenti, quando Giove lo espulse dal cielo. Admeto invaghitosi di Alces
protessero sempre a causa delle sue grandi virtù. 111. Adod. — Era il Giove dei Fenici. 112. Adone. — Giovane di maravigliosa
 Era questo un soprannome dato a diverse divinità e particolarmente a Giove , a Bacco ed a Plutone. 114. Adonie. — Feste in on
o. 121. Adrasta. — Ninfa figlia dell’oceano : fu una delle nutrici di Giove . 122. Adrastea — Nome della Dea Nemesi. Essa era
i di Giove. 122. Adrastea — Nome della Dea Nemesi. Essa era figlia di Giove e della fatalità, che altrimenti chiamasi anche e
turità delle spiche. 125. Adulto. — Sotto questo nome veniva invocato Giove nella celebrazione dei matrimoni, mentre si dava
poichè αιδω significa ardo abbrucio. 133. Aex. — Una delle nutrici di Giove . Dopo la morte ella venne collocata fra gli astri
stro metà uomo e metà donna che la favola fa nascere dal commercio di Giove e della pietra detta Agdo. Egli fu il terrore deg
e di Pessinunte. Colpito Agdisto dal male che aveva fatto, ottenne da Giove che anche dopo la morte di Ati qualcuna delle sue
e pietre che gettarono dietro le loro spalle per ripopolare il mondo. Giove innamorato di questa pietra la cangiò in donna e
etta anche Agriope dalla quale ebbe Europa, Cadmo, Fenicio e Cilicio. Giove avendo rapito Europa, il padre Agenore ordinò ai
nome Ristret. Anal. del Diz. della Fav. di una delle Ninfe nutrici di Giove . Ella dette il suo nome ad una fontana celebre pe
veniva designato col nome di Agonio. 197. Agoreo. — Soprannome dato a Giove e Mercurio dai diversi templi che essi avevano su
a loro unione, ardirono darsi il vanto di amarsi più perfettamente di Giove e Giunone. Gli Dei allora irritati mandarono loro
chiamavano Aix. Aixa era anche il nome di una delle ninfe nutrici di Giove . 220. Ajace. — I mitologi antichi e moderni conve
te allorchè scende Tra fiere genti stimulate all’armi Dallo sdegno di Giove , e dall’insana Roditrice dell’aime empia contesa.
ssi incontrarono un giorno Ercole disarmato ed osarono attaccarlo, ma Giove li schiaccò sotto una grandine di pietre. 234. Al
uccidendo Alchmeone. Allora Calliroe avendo saputo il fatto supplicò Giove , e ottenne che i suoi due figli Acarnasso ed Anfo
gigante che soccorse gli Dei in una disputa che questi ebbero contro Giove . Minerva lo gettò fuori il globo della luna, nell
o, che i Telebani avevano ucciso. Mentre che Anfitrione era al campo, Giove innamorato d’Alcmena, prese le forme di lui per i
o d’Alcmena, prese le forme di lui per ingannaria ; Giunone moglie di Giove , allorchè Alcmena fu prossima a partorire, le res
so, e cercò di far morire il fanciullo che dovea nascere, sapendo che Giove avea promesso uno splendido destino del neonato c
se di questo elemento sua delizia ed amore. 287. Aliteo o Aliterio. —  Giove fu così soprannominato, come Cerere fu detta Alit
ortar la guerra fin nelle nuvole, e come dicemmo, vollero detronizzar Giove , e osarono perfino di pretendere fossero date lor
e, e osarono perfino di pretendere fossero date loro Diana e Giunone. Giove allora mandò lo stesso Marte, Dio della guerra, a
l’altro con le loro frecce e morirono entrambi : dopo poco furono da Giove precipitati nel fondo del Tartaro. Sotto codesta
glio di Nettuno, fu uno dei rè di Egitto. 305. Altio. — Soprannome di Giove . Gli veniva dal culto col quale era adorato nel r
. — Fu padre di Creso e re di Lidia. 308. Alysio soprannome comune di Giove e di Bacco. 309. Amadriade. — Fu moglie e sorella
avevano vissuto. 311. Amaltea. — Fu la capra che nutri del suo latte Giove , il quale in segno di riconoscenza la trasportò n
a giovanetta figlia di Melisso, re di Creta, che avesse preso cura di Giove , facendolo nutrire con latte di capra. Amaltea si
one, in qualche disastrosa congiuntura. 328. Ambulio. — Soprannome di Giove e di Minerva detta Ambulia : come Castore e Pollu
to che il satiro volea farle. 341. Ammone o Hammon. — È lo stesso che Giove , il quale veniva sotto questo nome particolarment
erto, e vicino a morire per sete ardentissima, implorò il soccorso di Giove , il quale gli apparve sotto la forma di un monton
ario, per essere collocato in mezzo all’arena del deserto e nel quale Giove era adorato sotto la figura di un montone. Ammone
egava l’esistenza degli Dei. Luciano, nelle opere racconta che avendo Giove scagliato il fulmine contro Anassagora per punirl
Castore e d’Ilacida. 379. Anaxithea. — Fu una delle Danaidi amata da Giove . 380. Anaxo. — Figlio di Augeo. Alcuni scrittori
l famoso Enea. Avendo osato vantarsi di tanto favore, ne fu punito da Giove , il quale lo fulminò senza però ucciderlo. Egli v
mmantinenti. Mida fece innalzare sull’istesso luogo un altare sacro a Giove . 388. Ancile. — Veniva così chiamato un piccolo s
Odissea Canto XXII trad. d’I. Pinnehonte. 417. Anfione. — Figlio di’ Giove e di Antiope, regina di Tebe. Al suono della sua
destini di questo principe Fu durante il periodo di questa guerra che Giove prendendo le sembianze di Anfitrione ingannò Alcm
Ercole rispose ad un tale che gli addebitava di non essere figlio di Giove , queste orgogliose parole : Se non sono figlio di
è Mercurio era il messaggiere degli dei. 426. Angelio. — Figliuola di Giove e di Giunone. La favola racconta che essendo molt
ei serpenti. Ovidio dà questo nome ai giganti che vollero detronizzar Giove . 431. Anguitia o Angitia. — Figlia di Eteo sorell
ene anche scambiata di sovente con una delle Atlantidi, che nudrirono Giove . La credenza più generalizzata è che ella fosse u
è la favola li fa nascere da un dente di drago. 450. Ansur o Assur. —  Giove raffigurato sotto la sembianza di un giovane senz
to nome. Altri scrittori dicono che questo nome di Assur fosse dato a Giove , da una città del Lazio chiamata Ansur ove era pa
seo. Vi fu anche un’altra Anthiope figlia di Nitteo, la quale ebbe da Giove due figli : il padre di lei volle farla morire, m
o, parole che significano senza barba ; qualificazione sotto la quale Giove fanciullo veniva adorato nella Campania e sopratt
tempio consacrato a Venere Apatuaria. 490. Apefanzio. — Soprannome di Giove a lui dato dalla montagna Apefae nella Nemea, che
egli avesse preso quella forma allorchè tutti gli Dei furono vinti da Giove . Si chiamava anche Osiride e Serapide. Gli Egizia
απο sotto, disotto, lontano e βωμος allare. 495. Apollo. — Figlio di Giove e di Latona e fratello di Diana. Egli guidava il
ove pasceva il cavallo Pegaso, o Pegaseo, che gli serviva di montura. Giove avendo fulminato Esculapio che aveva risuscitato
. Apollonie. — Feste in onore di Apollo. 497. Apomio. — Soprannome di Giove che gli veniva dal potere a lui attribuito sulle
uila. — La tradizione mitologica narra che avendo un’aquila portato a Giove l’ambrosia durante la sua infanzia, il padre degl
della sua riconoscenza. L’aquila era una delle insegne particolari di Giove , ed era esclusivamente a lui consacrata. 506. Aqu
compiute durante la vita. 511. Arbitratore o Arbitro. — Soprannome di Giove ritenuto come arbitro del destino degli uomini. 5
mo a Narciso ; il ginepro all’ Eumenidi etc. 514. Arcade. — Figlio di Giove e di Calisto. Dette il suo nome all’ Arcadia che
nevolmente, ma poi fece uccidere Arcade e in un banchetto in onore di Giove fece apprestare in una vivanda le membra di lui.
to in onore di Giove fece apprestare in una vivanda le membra di lui. Giove sdegnato di così orrendo misfatto, cangiò Licaone
ei capi della Beozia che assediarono Troia. 517. Arcesio. — Figlio di Giove e padre di Laerte. 518. Archegete. — Parola che s
6. Areuso. — Parola che significa guerriero. Era il soprannome dato a Giove , come si dava quello di Areusa a Minerva. 537. Ar
nel ricevere l’infausta nuova morì di dolore. 540. Arge. — Figlia di Giove e di Giunone e sorella di Ebe e di Vulcano. Fu il
i Giunone e sorella di Ebe e di Vulcano. Fu il frutto degli amori che Giove ebbe con la propria moglie Giunone, quando per av
sole cangiò in biscia. Era anche così chiamata una delle figliuole di Giove . La tradizione mitologica racconta che il nome di
. Argesio. — Fu il nome di uno dei ciclopi fabbricante dei fulmini di Giove . 546. Argia. — Figlia di Adrasto e moglie di Poli
chiusi dal sonno. Giunone gli aflidò la custodia della ninfa lo, che Giove avea cangiata in giovenca. Ma Mercurio col suono
Finalmente la tradizione mitologica fa menzione di un Argo, figlio di Giove , e di Niobe, che fu re della contrada chiamata co
h’essi adoravano secondo differenti rapporti sotto i nomi di Giunone, Giove , Minerva etc. Presso gli Arabi e gli Assiri era l
Minerva perchè la favola racconta che uscisse armata dal cervello di Giove . 580. Armilustre o Armilustria. — Presso i Romani
pe. Presso i Pagani le Arpie erano riguardate come un flagello di cui Giove e Giunone si servivano per punire le colpe degli
ua madre, quando questa andò a cercarla nei regni della morte, poichè Giove avea promesso a Cerere, che avrebbe avuto la figl
o qualche analogia con la voce dell’asino. 618. Asio. — Soprannome di Giove che gli veniva da una città di questo nome nell’i
di Egina figlia di Asopo, questi volle vendicarsene e muover guerra a Giove , il quale lo cangiò in fiume. Era anche così nomi
sporina. — V. Adporina. 621. Assabino. — Nome che gli Etiopi davano e Giove . 622. Assaraco. — Figlio di Troso ed avo di Anchi
i Ceso. Essa fu cangiata in quaglia quando fuggiva le persecuzioni di Giove . In greco ορτυξ significa quaglia. Vi fu anche un
ovinetta a nome Europa figlia del re di Fenicia. Di qui la favola che Giove trasformato in toro rapisse Europa. 628. Asterion
che perciò essi la coprivano accuratamente. 646. Astrea. — Figlia di Giove e di Temi e Dea della giustizia. Durante l’età de
l cielo, ma poscia si divisero fra loro, e alcuni presero le parti di Giove contro i propri fratelli. Quelli che persisterono
dei venti ; Vedendo che i suoi fratelli avean dichiarato la guerra a Giove egli scatenò anche i venti suoi figli contro di l
erra a Giove egli scatenò anche i venti suoi figli contro di lui ; ma Giove li precipitò sotto le acque e cangiò Astreo in As
. Astrofa. — Una delle Pleiadi. 653. Ata. — V. Atea. 654. Atabirio. —  Giove era così denominato nell’isola di Rodi, da un tem
conduceva all’altare Ismene. 670. Atlante. — Gigante che fu figlio di Giove e di Climene. La favola finse che suo padre l’ave
vertito dallo oracolo di tenersi in guardia contro un altro figlio di Giove egli ne fu così afflitto che non volle più vedere
comunemente Athos : montagna fra la Macedonia e la Tracia sulla quale Giove era particolarmente adorato, onde è che gli veniv
dato a Perseo in commemorazione della pioggia d’oro in cui si cangiò Giove suo padre per giungere fino a Danae, della quale
iglia di Bacco. (Vedi l’articolo precedente). 734. Bacco. — Figlio di Giove e di Semele. Discorde è l’opinione degli scrittor
la seguente. Giunone, sempre gelosa e sdegnata contro le concubine di Giove , per vendicarsi di Semele, le consigliò, mentre q
ndiò la dimora di Semele, ed ella stessa mori, ravvolta nelle fiamme. Giove allora, prima che Semele fosse del tutto spirata,
orpo era imperfetto Dell’infelice donna che s’accese. Che dal seme di Giove avea concetto, Del ventre ch’aprir fece, il padre
fu poi perfetta è ben matura La degna prole ch’in due ventri crebbe. Giove da sè spiccolla, e ne die cura Ad Ino, una sua zi
e, combattè coraggiosamente al fianco di suo padre e fu ritenuto dopo Giove come il più possente degli Dei. Bacco veniva rapp
ivo d’ Egitto ebbe a madre Semele, e seguendo la tradizione favolosa. Giove stesso gli fece da madre. Fu ritrovato esposto ne
quale col marito Filemone, vecchio quanto lei, viveva in una capanna. Giove , accompagnato da Mercurio, avendo voluto, sotto u
e suo marito, che furono i soli che li ospitarono. Per ricompensarli, Giove ordinò loro di seguirlo su di una montagna, e di
to ogni cosa, meno la piccola panna, la quale era divenuta un tempio. Giove promise di conceder loro tutto che avessero diman
u di un becco marino. 756. Beelfegob. — V. Baal-Fegor. 757. Bel. — Il Giove dei Caldei, il quale, secondo la tradizione mitol
rate nella città Pirea, presso Atene. 775. Benilucio. — Soprannome di Giove da un luogo presso Flavigni nella Borgogna, dove
Soprannome dei Coribanti, sacerdoti che presero cura dell’infanzia di Giove . 785. Bettille. — Così venivano nominate alcune p
Bieunio. — Uno dei sacerdoti Coribanti o Cureti, che presero cura di Giove . Da questo Bieunio si dà talvolta questo sopranno
o cura di Giove. Da questo Bieunio si dà talvolta questo soprannome a Giove stesso. 797. Biforme. — Vale a dire che la due fo
. 799. Bimatere. — Ossia che ha due madri : soprannome di Bacco a cui Giove fece da madre dopo la morte di Semele. — V. Bacco
ielo e della terra ; prese parte nella guerra che i giganti mossero a Giove . La favola dice che aveva cento braccia e cinquan
comunemente ritenuta la stessa che Ecate. 825. Brise. — Sacerdote di Giove e padre di Briseide. 826. Briseide. — Nome patron
iseide. — Nome patronimico d’Ippodomia, figlia di Brise, sacerdote di Giove , di cui nell’articolo precedente. Durante l’assed
tte Brisidee o Brasidee. 829. Britomarte o Britormati. — Figliuola di Giove , la quale, per sottrarsi alle persecuzioni di Min
i due compagni a nome Sterope e Piracmone, fabbricavano i fulmini per Giove . …. Stavan ne l’antro allora Sterope e Bronte e
ora Sterope e Bronte e Piracmone ignudi A rinfrescar l’aspre saette a Giove .   Virgilio — Eneide — libro VIII trad. di A. Ca
a greca Βριντη, che significa tuono. Veniva dato codesto soprannome a Giove , come padrone dei fulmini e dei tuoni. 836. Brote
ornide. 843. Budea. — Soprannome di Minerva, come Budeo era quello di Giove . 844. Buona-Dea. — Discorde è l’opinione degli sc
rato. 848. Buono-Dio. — Secondo Pausania, questo soprannome si dava a Giove , come Dio benefico e padre degli uomini. 849. Bup
o dei più crudeli sovrani dell’Egitto. Aveva per costume d’immolare a Giove tutti gli stranieri che approdavano nei suoi stat
be e figlio di Agenore e di Telefassa. Essendo stata Europa rapita da Giove , Agenore ordinò a Cadmo di rintracciarla e di non
licea : fu figlia di Licaone ed una delle ninfe del seguito di Diana. Giove , avendo presso per ingannarla la figura di Diana,
ritenne. Ovidio — Metamor. — Lib. II trad. di Dell’Anguillara e Giove allora li trasportò nel cielo, fra le costellazio
violenta. 926. Campea. — Guardiana del Tartaro, la quale fu uccisa da Giove , quando questi trasse dalla prigione infernale i
ente le arpie erano ritenute e talvolta designate col nome di cani di Giove , forse perchè questo Dio se ne servì per punire F
he la costellazione detta Canicola altro non fosse se non il cane che Giove dette ad Europa come custode ; altri vogliono che
a Polinice nel famoso assedio di Tebe, ove egli comandava gli Argivi. Giove irritato dalle atroci bestemmie che egli scagliav
cipe Trojano. 948. Capitolino. — Uno dei più conosciuti soprannomi di Giove , a cagione del celebre tempio nel Campidoglio a R
tato dal gigante Tifone, per sottrarsi a lui si trasformò in becco, e Giove sotto questa forma lo mise fra i segni dello Zodi
azioni della fascia zodiacale, fosse la capra Amaltea, trasportata da Giove in cielo, in riconoscenza d’averlo nutrito. 955.
er le metamorfosi che vi operarono diverse Divinità. Cario, figlio di Giove , ne fu il fondatore, onde il nome che porta. 960.
a donna la quale, avendo involato dei buoi ad Ercole, fu fulminata da Giove e cangiata in questo scoglio non lontano dall’alt
ta festa ed a presiederne tutte le cerimonie. 966. Cario. — Figlio di Giove , al quale veniva attribuita l’invenzione della mu
ita l’invenzione della musica. Era anche questo uno dei soprannomi di Giove , per il culto particolare con cui veniva adorato
ea Carmenta. 975. Carna. — Figliuola di Ebulo. Fu una delle amanti di Giove , che la rese madre di Britomarte. Carna era anche
s’invocava sovratutto nelle loro malattie. 977. Carneade. — Figlio di Giove e di Europa. Fu poeta e musico celebre. Dal suo n
isparmiato. 985. Casimillo. — V. Camillo. 986. Casio. — Soprannome di Giove  ; a lui dato dal culto che gli si rendeva su due
dogli lo scudo con la testa di Medusa, liberò Andromeda, e ottenne da Giove che Cassiope fosse messa fra gli astri. 989. Cass
Castore e Polluce. — Fratelli di Elena e di Clitennestra, e figli di Giove e di Leda : essi furono anche soprannominati Dios
aridi, significando la prima di queste parole : figliuoli valorosi di Giove , titolo che essi si meritarono per le loro glorio
perchè la loro madre Leda, era moglie di quel monarca, quando ebbe da Giove questi due figliuoli. Appena essi furono nati, Me
chè vissero sempre insieme, e la tradizione ci ammaestra come, avendo Giove conceduta l’immortalità a Polluce, questi la divi
. L’apoteosi di Castore e di Pulluce seguì dopo la loro morte, avendo Giove concesso all’immortale Polluce di raggiungere l’a
o ai giuochi olimpici. 995. Catabato o Cataibate. — Soprannome dato a Giove , che gli veniva dai prodigi per mezzo dei quali s
i cavalli di questo famoso guerriero erano della razza di quelli che Giove stesso regalò a Tros, quando rapì il figliuolo di
Riconosciuto il suo fatale errore egli si trafisse col ferro stesso. Giove mosso a compassione li cangiò entrambi in astri.
ama tessala la quale fu cangiata in diamante, per avere sostenuto che Giove era mortale. Al dire di Ovidio, Celma era il nome
e Giove era mortale. Al dire di Ovidio, Celma era il nome dell’ajo di Giove , il quale aveva voluto sostenere, che quel Dio an
. Celma. Vi fu un altro Celmiso fra i Cureti o Coribanti sacerdoti di Giove , il quale fu scacciato da’suoi compagni per aver
atona, appena la madre l’ebbe partorita. 1048. Ceneo. — Soprannome di Giove a causa del promontorio di Cene, ove egli aveva u
unio. — Vale a dire fulminatore che lancia la folgore ; soprannome di Giove . 1057. Cerbero. — Cane a tre teste guardiano dell
andonò per esservi divorata dalle fiere. 1060. Cercopi. — Popoli, che Giove cambiò in scimmie perchè essi si abbandonavano ad
ulla terra. Vedendo che non poteva persuaderla, Cerere ebbe ricorso a Giove , il quale si compromise di fargliela restituire,
rsi contro l’indegno delatore, cangiò Ascalafo in gufo (V. Ascalafo). Giove intanto, commosso dal dolore di Cerere ordinò che
li di Eolo e bisavo di Fenicia. 1067. Ceruleo. — Nettuno, fratello di Giove veniva così soprannominato dal colore del mare di
nchiuse le grazie, i desiderii e le attrattive. Giunone per piacere a Giove , pregò Venere che le prestasse quella cintura. A
Chera. — Vale a dire vedova : soprannome dato a Giunone forse perchè Giove l’abbandonò assai di sovente per altre donne. 107
to l’istesso nome. 1097. Cielopi. — Giganti che fondevano i fulmini a Giove sul monte Etna, ove secondo la tradizione, il Dio
e. Apollo sdegnato per la morte di Esculapio suo figlio, fulminato da Giove , distrusse i ciclopi come coloro che avevan fuso
ora Sterope e Bronte e Piracmone ignudi A rinfrescar l’aspre saette a Giove . Virgilio — Eneide Lib. VIII — trad. di A. Caro.
sue penne. Il carro di questa Dea veniva sovente tirato da due cigni. Giove , per farsi amare da Leda si trasformò in uno di q
fatta del proprio figlio volle battersi personalmente con Ercole ; ma Giove li separò facendo cadere fra di loro la folgore.
e dopo codesta metamorfosi, dice che egli ricordandosi del fulmine di Giove , che aveva ucciso l’amico suo, non avesse mai spi
nfa del monte Ida. Fu una di quelle che presero cura dell’infanzia di Giove . Dopo la sua morte fu cangiata in astro. 1130. Ci
mitologica racconta che essendo Giunone, altamente irritata contro di Giove vedendosi di continuo abbandonata da questo per a
da lui per mezzo di un pubblico divorzio. Allora Citerone consigliò a Giove di fingere un nuovo matrimonio per ricondurre a s
Vedi l’articolo precedente. 1155. Citeronio. — Così veniva denominato Giove perchè aveva un tempio sopra una montagna che por
l’invenzione del fuso. 1203. Cloto. — Una delle tre Parche, figlia di Giove e di Temi ; veniva rappresentata sotto la figura
il secondo giorno delle feste Antisterie. 1214. Colasco. — Figlio di Giove e della ninfa Ora. 1215. Colchide. — Contrada del
metro della suddetta città d’Apollonia, dei quali due rappresentavano Giove , due Apollo, uno il Sole, uno Domiziano, ed uno N
con una torcia accesa nella mano destra. 1231.Concordia. — Figlia di Giove e di Temi. I Romani l’adoravano con un culto part
aiorum gentium, ossia dei maggiori. Erano in numero di dodici, cioè : Giove , Nettuno, Apollo, Marte, Vulcano, Mercurio, Giuno
di Cibele. Essi ebbero Io speciale incarico di vegliare l’infanzia di Giove . Celebravano le loro feste suonando il tamburo, s
a città della Grecia, la quale deve il suo nome a Corintio, figlio di Giove . 1260. Corinete. — Figlio di Vulcano : fu un cele
gli fossero mancate le frecce e che egli avesse implorato l’ajuto di Giove , il quale avesse mandato una pioggia di felci di
dei pagani. 1288. Creta. — Famosa isola i cui abitant i immolavano a Giove ed a Saturno vittime umane. La maggior parte degl
i piace Che cosi segua. A te quinci non lece Di trasportarmi. Il gran Giove mi vieta Ch’io sia teco a provar gli affanni tuoi
— Eneide Lib. II. trad. di A. Caro. 1295. Criaforeo. — Soprannome di Giove a lui venuto dalla città di Criaforide, nella Car
— Figliuolo di Ercole : avendo nudrito i suoi cavaili di carne umana, Giove lo fulminò. Vi fu anche un satiro a cui la favola
 — Divinità tutelare dei dormienti. 1327. Cuculo. — Soprannome dato a Giove , per aver preso le forme di quest’uccello onde ri
i Giunone, sua moglie. Quest’uccello era particolarmente consacrato a Giove  ; e la favola racconta che la metamorfosi di quel
ant. III. 1354. Danacio. — Soprannome di Perseo, per esser figlio di Giove e di Danae. 1355. Danae. — Figlia di Euridice di
iava, Acrisio fece rinchiudere sua figlia in una torre di bronzo ; ma Giove , innamoratosi della bellissima fanciulla, si tras
erarono particolarmente come una divinità. 1359. Dardalo. — Figlio di Giove e di Elettra, figliuola di Atlante. Avendo ucciso
li del Sole e di Minerva ; gli altri di Saturno e di Alciope. Si mise Giove nelle loro mani appena venuto alla luce ; ed essi
71. Dedalie. — Feste greche celebrate in onore della pacificazione di Giove con Giunone V. Citerone. Gli abitanti di Platea,
oro, e di altri mitologi si dava il mone di Dee Madri alle nutrici di Giove , le quali presero cura di lui ad insaputa di Satu
ni o categorie particolari. V. to studio preliminare sulla Mitologia. Giove era ritenuto come il più potente di tutti gli dei
numi principali detti dei Grandi ed erano : Saturno, ossia ii Tempo, Giove , Gibele, Apollo, Cerere, Giunone, Diana, Bacco, M
o. Sotto questa denominazione complessiva eran compresi : Saturno, Giove , Giunone, Cielo, Marte, Apollo, Diana, Vulcano e
lo afferma che gli dei principali della mitologia greca e romana come Giove , Saturno, Apollo, Bacco ecc : non fossero che deg
a. Avendo mangiato un pezzo di carne di una vittima umana, immolata a Giove , fu cangiato in lupo. La tradizione mitologica ri
io te sopra ogni vivente Sollevo, te, che la canora figlia Del sommo Giove , e Apollo stesso ispira. Omero — Odissia — Lib. 
latrice di tutte le cose, con un potere assoluto, erano irrevocabili. Giove stesso, il padre degli dei, era sottomesso alla v
larmente Cerere. 1428. Diafie. — Feste celebrate in Atene in onore di Giove , onde scongiurare le sventure ed i mali di cui si
tezza. 1429. Dialeo-Flamine (Dialis-Flamen). Vale a dire sacerdote di Giove . Questo personaggio importantissimo nelle cerimon
tte le volte ch’ei si trovava sul loro passaggio.   Del sacerdoti di Giove e delle cerimonie : e parole unite ad un editto d
sser costretti al giuramento nè le vergini di Vesta nè i sacerdoti di Giove .   Molte cerimonie sono imposte ai sacerdoti di G
i sacerdoti di Giove.   Molte cerimonie sono imposte ai sacerdoti di Giove cerimonie molteplici ancora nei libri, che sono s
pesso vi sono queste che ci ricordiamo : È religione del sacerdoti di Giove , badare che la pronta cavalleria vada a cavallo,
so è per l’esercito armato ; per la qual cosa di rado il sacerdote di Giove è creato console, imperocché è commessa al consol
onsoli la guerra ; parlmenti non è mal lecito giurare al Sacerdote di Giove  ; ne è lecito servirsi dell’anello se non che ape
aperto e vuoto. Non è permesso portar via dalla casa del sacerdote di Giove , il fuoco sacro ; è necessario sia disciolto dai
quel giorno il bastonare è sagrilizio. Non è costume del Sacerdote di Giove  ; nè nominare, nè toccare la capra, la carne crud
ero vi lasciavano la vita. 1431. Diana. — Dea della caccia, figlia di Giove e di Latona e gemella d’Apollo. Non è già di Lat
ignominiosamente da questa dea per aver ceduto alle lascive brame di Giove . La tradizione mitologica narra peraltro che Dian
nimali erano riguardati come sacri. 1433. Diasie. — Feste in onore di Giove propizio, durante le quali si faceva dagli abitan
cordare le sue priucipali funzioni, d’essere, cioè, il messaggiero di Giove e degli dei. 1435. Dictea. — Conosciuta più comun
osciuta più comunemente sotto il nome di Dica, fu una delle figlie di Giove e di Temi. Essa presiedeva alla giustizia, dalla
a, di cui nell’articolo precedente. 1438. Dicteo. — Soprannome dato a Giove perchè comunemonte si credeva allevato sulla stes
1445. Diespitero. — Vale a dire padre del giorno ; soprannome dato a Giove dalle voci latine dies piter. 1446. Difie. — Era
: simile alla fiera Di tumido torrente che cresciuto Dalle pioggie di Giove , ed improvvisa Precipitando, i saldi ponti abbatt
figlia dell’ Oceano e di Teti, ella fu ne ! numero delle concubine di Giove , il quale la rese madre di Venere ; ed è questa l
niso è pure il nome di uno dei tre dei Anaci, o Dioscuri figliuoli di Giove . La tradizione mitologica ricorda di un altro Dio
te. — Nome col quale gli antichi indicavano gli strumenti musicali di Giove , di Diana, di Apollo, e di altre divinità che si
o in modo particolare i navigatori. 1466. Diaspoli. — Ovvero città di Giove nell’ Etiopia. Quel Dio aveva in questa ciltà un
va dodici giorni, e nella quale portavano in processione la statua di Giove in tutti i villaggi circonvicini. 1467. Diplero. 
e alla pelle della capra Amattea. Secondo la tradizione della favola, Giove aveva scritto su quella il destino degli uomini.
le contese e le querele d’ogni natura. Essa fu scacciata dal celo da Giove , perchè metteva la disunione fra gli altri dei. A
venere e Giunone si disputarono il pomo, finchè Paride per ordine di Giove , assuntosi il carico del giudizio, pose termine a
iamato Dite, ove la tradizione favolosa dice che Rea avesse partorito Giove  : da ciò si dava il soprannome di Ditteo al padre
a divinità. Taluni scrittori dissero che Fidio fosse uno dei figli di Giove  : altri lo hanno di sovente confuso con Ercole. 1
na. — Città dell’ Epiro, presso la quale era una foresta consacrata a Giove , i cui alberi di quercia rendevano gli oracoli di
gica, attribuisce al fatto seguente l’origine dell’oracolo di Dodona. Giove aveva fatto dono ad una delle sue figliuole per n
lva di Dodona, ove disse agli abitatori del paese, che era volontà di Giove , che in quel luogo sorgesse un oracolo. Erodoto n
di Dodona, ove fece costruire a piè d’una quercia un’ara in onore di Giove , di cui ella era stata in Tebe sacerdotessa ; da
olichenio. — V. Dolicheo. 1491. Dolicheo o Dolichenio. — Sopranome di Giove , a lui venuto dal culto che gli si rendeva nella
giuochi che si celebravano in onore di Eaco. 1521. Eaco. — Figlio di Giove e di Egina, egli era re dell’isola Enopia, che eg
anti dei suoi stati, da una terribile pestilenza, egli ottenne da suo padre Giove che tutte le formiche si fossero cangiate in uomi
di lui, gl’inalzarono un monumento eroico. 1525. Ebe. — Figliuola di Giove e di Giunone e dea della giovanezza. La tradizion
izione favolosa racconta che Giunone, invidiosa del supremo potere di Giove , che avea da sè solo procreato Minerva, dea della
etto che avendo Apollo invitato Giunone ad un festino, nel palagio di Giove , essa, che fino a quel tempo era rimasta sterile,
iò dei legumi salvatici, rimase immediatamente incinta e partorì Ebe. Giove , vedendola bellissima, le assegnò il compito di s
un giorno caduta in sconcia maniera, mentre attendeva al suo ufficio, Giove le tolse ii suo incarico e fece Ganimede il coppi
, essa fu figliuola di Asteria e di Perseo. Secondo il citato autore, Giove , dopo aver avuto commercio con Asteria, la dette
eo e da questo connubio nacque Ecate. Teocrito lo Scoliaste, dice che Giove ebbe dai suoi amori con Cerere una figliuola che
mbe. 1535. Ecatombe. — Dal costume che i pagani avevano di offerire a Giove e ad Apollo, delle ecatombi, veniva dato cotesto
lla favola racconta di lei che avendo un giorno di comune accordo con Giove , intrattenuta Giunone coi suoi piacevoli discorsi
discorsi, onde questa non avesse disturbato un colloquio amoroso che Giove aveva con una ninfa del seguito di sua moglie, Gi
oro stessa felicità, osarono dire che si amavano più perfettamente di Giove e di Giunone. Irritati perciò gli dei, mandarono
tto e glà Politecno, cieco di furore, moveva per trucidarla, allorchè Giove , mosso a pietà cangiò tutta la famiglia in uccell
Monti. 1571. Ega. — Ninfa-Gapra, figlia di Oleno e sorella di Elice. Giove in riconoscenza di essere stato da lei nutrito, l
llazione conosciuta anche oggidì col nome di capra. Del vello di Ega, Giove rivestì il suo scudo, che perciò fu detto Egida.
bocche Fiamme spirando e da cinquanta petti, Esser già stato col gran Giove a fronte, Quando contra i suoi folgori e i suoi t
Giunone, Minerva e Nettuno, vollero nella guerra degli dei, incatenar Giove e che sarebbero forse riuscili nel loro intento,
intento, se Teti non avesse persuaso Egeone a mettersi dalla parte di Giove , il quale, memore di questo servigio, gli rese la
r. Omero — Iliade — Libro V trad. di V. Monti L’ Egida, o scudo di Giove , era ricoperta della pelle della capra Amaltea, c
tempo portò la desolazione nella Frigia, ed in altre contrade, finchè Giove ordinò a Minerva di combatterlo e questa lo uccis
5. Egina. — Figlia del flume Asopo, la quale fu con passione amata da Giove , che sotto la forma di un’aquila la rese madre di
a Sisifo il nome del seduttore, giurò di vendicarsi anche di lui ; ma Giove scagliò i suoi fulmini e costrinse l’ Asopo a ris
l’isola in cui era nato, in memoria della madre. Dopo qualche tempo, Giove si rivolse ad altri amori, ed Egina fu tolta in m
l’infeconda sterilità della loro isola. 1587. Egioco. — Soprannome di Giove , che a lui veniva, secondo la tradizione favolosa
ro ed altri poeti e cronisti della favola è assai di sovente chiamato Giove con questa denominazione. 1588. Egipane — Il dio
Taluni scrittori fanno di Egipane una particolare divinità, figlia di Giove secondo gli uni e di Pane e di Ega, secondo gli a
erena l’orribile incesto gl’inscienti colpevoli vollero uccidersi, ma Giove , mosso a compassione, cangiò Bulis e Timandra in
ca che significa capro, perchè egli essendo stato posto dal volere di Giove fra gli astri, aveva preso nel cielo la figura di
in compagnia di altri suoi campagni entro in una caverna consacrata a Giove , (che secondo la tradizione era nato in quella) o
e punture di quegli animali si erano ricoperti di armature di rame ma Giove sdegnato della loro tracotanza stava già per fulm
era conveniente farli morire in un luogo sacro come quello, e allora Giove cangio quegli sconsigliati in uccelli notturni. 1
cotesta appellazione, e nelle quali si offrivano ricchi sacrifizii a Giove ed a Minerva per la prosperità della repubblica.
3. Elea. — Uno dei soprannomi di Diana. 1614. Eleeno. — Soprannome di Giove a lui venuto da un ricchissimo tempio che aveva i
che tutti questi figli, ed Elena stessa, fossero nati dagli amori che Giove ebbe con Leda — V. Castore e Polluce. Tindaro Re
daro Re d’Ebalia fu consorte Di Leda, la qual Testio ebbe per padre : Giove in forma di cigno oprò di sorte, Che d’un uovo e
jone, la quale sposò Corito, da cui ebbe un figliuolo per nome Iasio. Giove , invaghitosi di Elettra la rese madre di Dardano,
dei piccoli laghi, posti in queste isole, cadde Fetonte fulminato da Giove , e da quel tempo le acque di queì lago esalarono
lia di Oleno. Avendo con sua sorella Ega, preso cura dell’infanzia di Giove , questi la trasportò fra le costellazioni, ed è p
a presso i pagani. 1638. Elielo. — I Romani con questo nome adoravano Giove e credevano che pronunziando alcune date parole,
Plutone. — I Ciclopi che, secondo la favola, fabbricavano i fulmini a Giove ebbero da Plutone l’incarico di fargli un elmo ch
oglie Rodope, volle farsi dai suoi sudditi adorare sotto la figura di Giove e di Giunone. Gli dei, sdegnati della loro stolta
i a noi trasmessi dagli scrittori dell’antichità. Vogliono alcuni che Giove rovesciasse su di Encelado, il monte Etna e lo se
fiche ottave della Musogonia, ove dipinge la guerra dei Titani contro Giove , così si esprime, narrando il fatto a cui noi acc
gran maggioranza degli scrittori attribuisce questa ultima impresa a Giove fulminatore. Secondo riferiscono Eschilo e Pindar
one. — Pastore della Caria, famoso per la sua bellezza, era nipote di Giove il quale, avendolo sorpreso un giorno fra le brac
lla stirpe di Deucalione. La tradizione mitologica lo fa figliuolo di Giove e dio dei venti e delle tempeste. ….. in un autr
07. Eoso. — Gigante che fu figlio di Tifone. 1708. Epafo. — Figlio di Giove e della ninfa lo, la quale sotto le forme di giov
ilo, dopo di aver ricuperato le sembianze umane. Onde si tiene che a Giove nascesse, Epafo, un bel figliuol che usci di lei,
ò ai Cureti di rapire quel frutto dell’adulterio ; essi obbedirono. e Giove irritato li fece tutti morire. Io, dal canto suo,
ro, e che erano ritenuti come protettori della crescenza dei bambini. Giove stesso considerato come il supremo datore di ogni
e placare le anime dei trapassati. 1728. Epifane. — Soprannome dato a Giove , e che aveva presso i greci lo stesso significato
nificato della parola latina Elicius, colla quale i romani indicavano Giove stesso. Tanto la parola Epifane che Elicius racch
il quale avea consigliato Epimeteo a non accettar mai un presente da Giove , temendo che questi sdegnato contro Prometeo per
per altro trascurò l’avviso del fratello ed accolse il falal dono che Giove gli fece inviandogli per mezzo di Mercurio la bel
lla Pandora che egli sposò e che lo rese padre di Pirra. Vedendo però Giove che ad altro non era riuscito che a far felice Ep
ro della Grecia, ov’essi si erano ricoverati, intorno ad un altare di Giove , Euristeo non ebbe ritegno di attaccarli coi suoi
e sospira Monti — La Musogonia — Canto 1762. Erceo. — Soprannome di Giove come protettore delle città e delle case. Assai d
ito. La tradizione favolosa ci presenta l’Ercole greco come figlio di Giove e di Alemena (Vedi Alemena) la quale lo partorì n
e tradizioni moderne ci presentano Ercole nato a Tebe da Alemena e da Giove . …….. In tempo alfine D’Alemena e Giove ad appag
nato a Tebe da Alemena e da Giove. …….. In tempo alfine D’Alemena e Giove ad appagar mie brame Giunse l’inclito figlio…. S
va in cinta essendo moglie di Anfitrione re di Tebe, le cui sembianze Giove aveva assunto per avere l’amplesso della moglie d
Giunone, del dritto di successione al trono del supposto suo padre : Giove non potendo rimediare al già fatto, si contentò d
te ch’egli avrà, dodici imprese, E suo destin, che alberghi in casa a Giove , E la Trachinia pira avrà il suo frale. Teocrito
non lo avesse rimesso al suo posto che dietro un assoluto comando di Giove , per la qual cosa, (come vedremo in prosieguo) Me
a che Ercole si acquistava, lo avesse richiamato presso di sè ; e che Giove avesse imposto ad Ercole di ubbidire, promettendo
ro di lui, e già i due nemici erano uno di fronte all’altro, allorchè Giove li separò con un colpo di fulmine. L’oracolo nove
Lidia. Sofocle dice che l’eroe fu venduto per comando dell’oracolo di Giove , e che la sua schiavitù non durò più di un anno.
so un enorme serpente che desolava le rive del fiume Sangaride, fu da Giove annoverato, sotto il nome di Serpentario, fra le
iglia ebbe Tessalo. Nel combattimento Ercole fu gravemente ferito, ma Giove lo guarì istantaneamente. Dopo questa spedizione
ne. Abbordato al capo Cineo nell’Eubea, Ercole vi innalzò un altare a Giove , e volendo sacrificare a quel Dio, mandò uno dei
ato nel cielo in mezzo a replicati scrosci di fulmine, per comando dl Giove stesso. E come la sua invitta e nobite alma Scar
io erroneo e vizioso con quell’Ercole che Cicerone sa esser siglio di Giove e di Asteria. Prodigioso è il numero dei figliuol
Cerere era nascosta, la riconobbe e andò immediatamente ad avvisarne Giove , il quale mandò subito a cercarla dalle tre Parch
Greci nel mese di scroforione (Giugno). 1819. Erseo. — Soprannome di Giove che a lui veniva dall’essere i suoi altari in luo
aita : Ma tì torrà da si mirande prove, Lo stral dell’avo tuo paterno Giove  : Ovidio — Metamorfosi — Libro II. trad. di Dell
alla vita Ippolito e Glauco, fu egli stesso ucciso dalla folgore che Giove gli lanciò temendo che il progresso della sua art
olgore colla quale fu ucciso suo figlio, li avesse tutti esterminati. Giove irritato perciò contro di Apollo voleva lanciarlo
tua che Vulcano fece del dio Bacco, e che secondo la tradizione fu da Giove medesimo donata a Dardano, si dava il soprannome
fu anche il nome di una delle figliuole di Danao, la quale, amata da Giove , lo rese padre di un fanciullo che fu chiamato Or
nione poco generalizzata. Narrano le cronache mitologiche, che quando Giove sposò Giunone, questa regalasse al marito un albe
ta regalasse al marito un albero di pomi che faceva le frutta di oro. Giove allora in segno di aver gradito il dono, fece pia
e. — Soprannome dato iu generale a tutti gli dei, el in particolare a Giove , il quale è ritenuto come Espiatore delle colpede
ll’omicida. Quindi si passava alle libazione di vino puro in onore di Giove  ; poscia si bagnavano con acqua e mele tre volte
suo padre Urano, usurpando così il governo dei regni celesti, finchè Giove suo figliuolo, non lo detronizza a sua volta, sca
na del dio Vulcano, e quella dei ciclopi che fabbricavano i fulmini a Giove , stessero nelle viscere di questo monte. …….. Et
osamente il terribile nemico, del quale, forse, avrebbe trionfato, se Giove e Minerva non avessero deciso l’estremo fato dell
o di Anaci. La tradizione favolosa ci presenta Eubuleo come figlio di Giove e di Proserpina, e nativo di Atene. 1866. Eubulia
e non esservi cosa più nobile di Minerva, nata armata dal cervello di Giove . 1879, Eumelo. — Figliuolo di Alceste e di Admeto
la favola madre delle Grazie che furono il frutto dei suoi amori con Giove . 1890. Eunomo. — Fu un famoso musico della città
gigante che fu padre di Prometeo. Giunone prima di diventar moglie di Giove lo aveva amato, e questa fu la vera ragione dell’
ie di Giove lo aveva amato, e questa fu la vera ragione dell’odio che Giove ebbe poi tanto con Eurimedonte quanto col figliuo
di lui. 1902. Eurinome. — La più bella fra le figliuole dell’ Oceano. Giove l’amò passionatamente e la rese madre delle tre G
ella quale era rinchiusa una statua di Bacco, fatta da Vulcano, e che Giove stesso aveva donato a Dardano. Euripile impazient
uola di Pelope e re di Micene. La cronaca mitologica narra che avendo Giove giurato che dei due bambini Euristeo ed Ercole, q
la pelle così bianca, che si disse aver rubato il belletto a Venere. Giove innamoratosene si cangiò in toro e accostatosi a
ove giunse per l’imboccatura del fiume Lete, che passava a Goritna. Giove sotto il bugiardo e nove pelo. Con sì soave e pre
icarono che fu sotto uno di questi, che si compirono i primi amori di Giove con Europa. Giove ebbe da Europa tre figliuoli Mi
to uno di questi, che si compirono i primi amori di Giove con Europa. Giove ebbe da Europa tre figliuoli Minosse, Sarpedone e
vandro, accolse nella sua casa Ercole, senza sapere che era figlio di Giove  : ma appena venne in conoscenza della origine div
e allorquando Bacco combattè nella guerra dei giganti a fianco di suo padre Giove , questi nel vedere che il figliuolo aveva ucciso
co φαγειυ che significa mangiare. 1929. Faggio. — Albero consacrato a Giove , i cui altari nelle principali solennità, venivan
he significa, colui che abita nel faggio. I responsi dell’oracolo che Giove aveva in Dodona, uscivano dalla cavità di un’albe
o nemico, o innanzi alle porte della città ostile, e quivi, chiamando Giove e gli altri dei in testimonii, chiedeva ad alta v
ire un tempio alla fede pubblica, il quale sorgeva vicino a quello di Giove . La Fedeltà veniva rappresentata come una giovane
le travagliava la mente. 1977. Fegoneo. — Soprannome particolare del Giove di Dodona, che a lui veniva dalla credenza che av
mbasciatori, che, al dire di Omero, il quale chiama Fenice l’amico di Giove . Primamente Fenice, al Sommo Giove Carissimo mor
ire, battere, si dava comunemente presso i romani un tal soprannome a Giove , come vincitore dei loro nemici che aveva abbattu
insopportabile il dolore che le dilaniava i fianchi fecondi, portò a Giove i suoi lamenti, supplicandolo che la liberasse da
bassa. Ovidio — Metamorfosi — Libro II. trad. di Dell’Anguillara. e Giove allora, per prevenire la catastrofe universale, d
Fidius. Pretendono alcuni scrittori, che il dio Fidio altro non fosse Giove , considerato come vendicatore dei falsi giurament
ore dei falsi giuramenti : altri vogliono che sia Ercole figliuolo di Giove . Come che sia il dio Fidio aveva molti templi in
era il padre di quel frutto della colpa : così Ercole fu figliuolo di Giove e di Alcmena ; Romolo fu figlio di Rea e di Marte
 ; Romolo fu figlio di Rea e di Marte, Perseo fu figlio di Danae e di Giove ecc. ecc. Così il maggior numero dei sovrani, deg
ocle, Ercole apparve in una nube a Filottete e gli ordinò, in nome di Giove , di seguire i greci all’ assedio di Troja. ……. O
così il flamine di Quirino si chiamava Flamen Quirinalis ; quello di Giove , Flamen Dialis ; e quello di Marte, Flamen Martia
onseguenza Flamine Augustale. 2027. Flamine Diale. — Ossia Flamine di Giove . Questo sommo sacerdote era presso i romani tenut
on aureo piede al tuo soggiorno : Allor vedrai, ch’ io sono Figlia di Giove , e che germana al Falo Sovra il trono immortale A
con l’ appellativo di Fulgur soprannome col quale i pagani invocavano Giove , come padrone dei fulmini. Fra gli scrittori dell
olosa racconta che essendo stato Cielo, padre di Saturno, liberato da Giove , suo nipote, dalla prigione ove Saturno lo aveva
oso rimbombo e i lampi terribili, coi quali si rivelava la collera di Giove e che produceva un invincibile terrore nel petto
ra Sterope e Bronte e Piracmone ignudi A rinfrescar l’ aspre saette a Giove . Ed una allor n’ avean parte polita. Parte abbozz
endo così dimostrare che al suo potere nulla resisteva. Il fulmine di Giove veniva raffigurato in due modi, tanto dai poeti q
re. Al dire di Servio, fra tutte le divinità del paganesimo solamente Giove , Minerva e Vulcano possedevano il terribile privi
ti come sacri e vi veniva innalzato un altare dedicato generalmente a Giove . Plinio nella sua storia naturale, dice, che era
essendo stato Capaneo atterrato da un colpo di fulmine lanciatogli da Giove per punirlo delle sue atroci bestemmie, fosse sta
arum Maxima. Io son furia suprema Che annunzio a voi quel ch’ l gran Giove a Febo, E Febo a me predice, Virgilio — Eneide —
ta Via lattea. Dice Ovidio che per questa via si andava al palazzo di Giove  ; ed era anche per questa, che gli eroi avevano a
Gamelia V. l’ art. precedente. 2084. Gamelio. — Uno dei soprannomi di Giove , che gli veniva dall’essere ritenuto come protett
a incomparabile e femminea bellezza. Narra la cronaca mitologica, che Giove perdutamente preso dalla bellezza di questo giova
ol d’ Ilio rapisce, Che di Giuno a dispetto, oggi pur anco Coppier di Giove il nettare ministra. Ovidio — Metamorfosi — Libr
uale dette incarico di recarsi in Lidia, onde offrire dei sacrifizi a Giove in un tempio, che quel dio aveva in quella contra
osco di cipressi. 2087. Garamantide. — Una delle ninfe Napee amata da Giove . Essa fu madre di diversi figli di cui i più famo
pagani si dava questo nome alla più alta sommità del monte Ida, dove Giove aveva un tempio ed un altare a lui consacrati. Al
crati. Al dire di Omero, fu sulla più alta estremità del Gargaro, che Giove andò a posarsi onde essere testimonio di una batt
ella città Gianicola, e la cacciata di Saturno dal cielo per opera di Giove  ; e ripete che Giano accogliesse amorevolmente Sa
i Urano e fratello di Saturno. Fu uno dei Titani che mossero guerra a Giove , e dettero la scalata al cielo. Diodoro lo fa mar
pli, sulle cui cento are si sagrificavano ogni giorno delle vittime a Giove . Giarba innammoratosi della regina Didone allorqu
E de la Garamantide Napea, Già rapita da lui, questo re nato. Onde a Giove suo padre entro a’suoi regni Cento gran tempi e c
jonidi. 2135. Giasione. — La tradizione mitologica lo fa figliuolo di Giove e di Elettra, una delle ninfe Atlantidi. È detto
morte, Giasione fu posto nel numero degli dei non solo come figlio di Giove , ma anche per aver contratto nozze con due dee. 2
dividere con lui gloria e periglio, e ordinò un solenne sacrifizio a Giove , come stipite divino della sua stirpe, e a tutte
ne generale che si dava a quegli esseri favolosi che mossero guerra a Giove . Per quanto moltiplice e svariate sieno le opinio
oncilio orrendo ; che ristretti insieme Erano qual di querce annose a Giove , Di cipressi coniferi a Diana S’ergono i boschi a
o orgoglio fino a far guerra agli dei ; e nell’intento di detronizzar Giove , lo assediarono fin nell’Olimpo, e dettero la sca
he questi spaventosi figli della Terra dettero a tutto il creato, che Giove stesso altamente atterrito dagli sforzi sovrumani
e Forme si nascondessero gli Dei. E narrò che in marito della greggia Giove si trasformasse, onde pur anco Sculto il Libico A
ebbero stati invincibili, e che nessuno degli dei, compreso lo stesso Giove , avrebbe potuto mai sconfiggerli, se un mortale n
i animi, e ricordando la minacciosa profezia dell’oracolo, persuase a Giove di chiamare Ercole, onde avesse combattuto al suo
ase a Giove di chiamare Ercole, onde avesse combattuto al suo fianco. Giove seguì il salutare consiglio che le veniva dalla d
lte. Questo superho voll’esser sperto Di sua potenza contra ’l sommo Giove . Disse ’l mio Duca, ond’egli ha cotal merto, Fial
passa fra la sognata impresa dei Giganti, che vollero detronizzare il Giove pagano, e penetrare con la forza nei celesti rece
to soprannome a Pallade Minerva, per ricordare che essa aveva aiutato Giove suo padre nella guerra contro i Giganti — V. l’ar
i che insieme a Briareo ed a Cotto suoi fratelli, dettero l’assalto a Giove , scalando le montagne — V. Briareo e Cotto. Al di
i figliuoli, se Rea, non avesse dato al marito, invece del pargoletto Giove , una pietra ravvolta nelle fascie, che Suturno in
ove in una caverna conosciuta sotto il nome di antro Ditteo, partorì Giove affidandolo alla custodia dei sacerdoti Cureti, e
Quando piangea, vi facea far le grida. DANTE — Inforno — Canto XIV. Giove , diventato più adulto, si accompagnò con Meti, os
a, e poi i diversi figliuoli che avea divorati. Ciò fatto, sentendosi Giove forte dell’ appoggio dei suoi fratelli, pensò di
TI). Essendo però riuscito, come vedemmo, vincitore dall’ardua prova, Giove divise l’ impero dell’universo coi suoi fratelli,
rno. Sterminato è il numero delle mogli e delle concubine, che resero Giove padre di un eguale sterminato numero di figli ;
el canto amiche e delle belle imprese. MONTI — La Musogonia — Canto. Giove era ritenuto dai pagani come il padre degli dei e
anch’ egli alla legge inevitabile del Destino V. DESTINO. Il culto di Giove e i misteri, le cerimonie ed i sacrifizii che lo
i Dodona e di Lidia. Le vittime che ordinariamente si sacrificavano a Giove , erano la pecora, la capra ed il toro bianco, del
ire di Pausania, il solo Licaone, fu quello che una volta sacrificò a Giove un fanciullo, ma l’esempio crudele non fu seguita
iove un fanciullo, ma l’esempio crudele non fu seguitato, e le are di Giove rimasero, sino alla caduta del paganesimo, monde
di umano sangue. Ovidio dice che Licaone svenasse su di un altare di Giove , un prigioniero di guerra, in ringraziamento dell
he questo sacrifizio, cruento di umano sangue, gli valse lo sdegno di Giove stesso, e l’ odio di tutti i suoi contemporanei.
ERMOLAO FEDERICO. Fra gli alberi, l’ulivo e la quercia erano sacri a Giove  ; e al dire di Cicerone le dame romane onoravano
ca, rinchiusa in tutti i simboli della mitologia pagana, ripetono che Giove veniva generalmente raffigurato nella suddetta ma
ali spiegate riposa a’ suoi piedi, era l’emblema della supremazia di Giove , su tutti gli esseri creati, siccome l’aquila ha
ciuto dagli antichi, avevano delle particolari maniere di raffigurare Giove . Così i Lacedemoni lo raffiguravano con quattre o
ata. Per contrario gli abitanti dell’ isola di Creta, rappresentavano Giove privo affatto di orecchie, volendo con simile con
somiglianza del largo ed esteso numero delle mogli e dei figliuoli di Giove , è ugualmente altissima la cifra dei nomi e dei s
o consacrate delle are. I nomi e i soprannomi più generalmente dati a Giove erano : Padre degli dei, Rettore, Moderatore, Vit
sofi e i cronisti dell’antichità hanno parlato, nelle loro opere, del Giove pagano assai diversamente di quello che han fatto
econdo le opinioni più solide e generalmente adottate presso i primi, Giove altro non era se non la divina personificazione d
sono varii scrittori, e fra questi Cicerone, i quali considerando il Giove pagano, sotto l’ aspetto puramente storico e filo
ente storico e filosofico, asseriscono che vi fossero stati più di un Giove . Secondo l’ opinione del cennato scrittore, nell’
risce similmente, che nell’isola di Creta si vedeva il sepolcro di un Giove , il quale aveva avuto per padre Saturno. La tradi
lui, lo dissero figliuolo dell’Etere, ovvero del Cielo, lo chiamarono Giove , e ne fecero la prima delle loro divinità. Le cro
Le cronache dei tempi favolosi ci ammaestrano peraltro, che non fu il Giove dell’Arcadia quello che primo portò un simile nom
confuso con Cam, figliuolo di Noè. Da questa prima configurazione del Giove pagano, ne venne poi che ogni popolo dell’ antich
ove pagano, ne venne poi che ogni popolo dell’ antichità, ebbe il suo Giove particolare ; così gli Sciti onoravano il Giove P
zio di Danae, il Giove Tantalo, rapitore di Ganimede, e finalmente il Giove padre di Ercole, il quale, secondo la cronologia
uanto riguarda poi la divisione dell’ impero dell’ universo, fatta da Giove coi suoi fratelli, Nettuno e Plutone, essa pure h
’Asia Minore, ma si estendeva persino sulle coste dell’ Africa, e che Giove avesse diviso coi suoi fratelli l’ immenso domini
ltro non vuole raffigurare se non l’idea della suprema onnipotenza di Giove , il quale imperava sul cielo, sulla terra e sull’
terra e sull’inferno. E lo stesso autore, a proposito d’una statua di Giove , che si adorava nella città di Argo, in un tempio
li ànno le teste degli uomini ; e che ciò dinotava il trino potere di Giove sul cielo, sulla terra e sull’inferno. Omero stes
ere di Giove sul cielo, sulla terra e sull’inferno. Omero stesso dà a Giove il soprannome d’infernale e Tacito chiama Plutone
molti altri scrittori e cronisti dell’antichità, la denominazione di Giove deriva da due parole latine juvans pater. 2162. G
o — Uno dei soprannomi di Ercole che a lui veniva per esser figlio di Giove . 2164. Giromanzia — Specie di divinazione la qual
, aveva dato luogo a numerosi errori, e sovente anche ad ingiustizie. Giove allora per mettere un argine al grave sconcio, cr
ce la presentano come figlia di Saturno e di Rea, sorella e moglie di Giove , e come regina delle dec. Ch’io pur son nume, e
ésami da Rea, Quando sotto la terra e le profonde Voragini del mar di Giove il tuono Precipitò Saturno, mi nudriro Ne’lor sog
me di Porsinna, Eubea ed Acrea. La tradizione mitologica racconta che Giove , innamoratosi di sua sorella Giunone, l’avesse in
cronache mitologiche aggiungono, a proposito delle famose nozze, che Giove avesse ordinato a Mercurio d’invitare alle feste,
i tenere l’invito, e fu per questo cangiata in tartaruga V. CHELONEA. Giove e Giunone non vissero lungo tempo in buon’ armoni
loramento a quanto asseriamo. Infatti, Giunone contendeva sovente con Giove , e questi non solamente l’ingannava del continuo,
e — Libro XV. trad. di V. MONTI. Vulcano, che tentò liberarla, fu da Giove precipitato dall’Olimpo con un calcio, per modo c
altri. Nè paga a ciò, insieme a Minerva ed a Nettuno, cospirò contro Giove , onde detronizzarlo ; e forse vi sarebbe riuscita
o ; e forse vi sarebbe riuscita, se Teti Nereide, non avesse avvisato Giove del pericolo, e chiamato il gigante Briareo a dif
suoi aderenti. Giunone perseguitò senza tregua non solo le amanti di Giove , ma i figli che egli ebbe, tanto da altre dee, qu
alla parola latina juvare, a simiglianza della etimologia del nome di Giove , che deriva da juvans pater. V. Giove. Finalmente
za della etimologia del nome di Giove, che deriva da juvans pater. V. Giove . Finalmente per completare le notizie storicomito
ue stigie, e questo giuramento era ritenuto come inviolabile o sacro. Giove presiedeva ai giuramenti, e i pagani ritenevano p
que stigie, che avendo la Vitto ria figlia del fiume Stigie, soccorso Giove nella guerra contro i giganti, il padre dei numi
o le azioni degli uomini. Esiodo ripete che la giustizia figlinola di Giove stava nel cielo sul carro del padre suo, al quale
i Turno, re dei Rutuli e figlia di Dauno. La tradizione ci ripete che Giove , innamoratosi di lei, la richiese dei suoi favori
ano di Enea, e allora Giuturna disperata si gettò nel fiume Numico, e Giove la cangiò in una fonte, conosciuta sotto l’istess
a della schiatta degli indovini, gli rispose che doveva sagrificare a Giove sotto l’appellazione di Giove re o di sovrano. Go
i, gli rispose che doveva sagrificare a Giove sotto l’appellazione di Giove re o di sovrano. Gordio pregò allora la giovanett
te le loro dissensioni. Mida in riconoscenza della grazia ottenuta da Giove , fece sospendere nel tempio di questo dio il famo
delle tre Grazie : infatti alcuni ce le presentano come figliuole di Giove e di Eunomia, ninfa Oceanina ; altri come figlie
mia, ninfa Oceanina ; altri come figlie del Sole e di Egle ; altri di Giove e di Giove e di Giunone ; ma l’opinione più gener
Oceanina ; altri come figlie del Sole e di Egle ; altri di Giove e di Giove e di Giunone ; ma l’opinione più generalmente ado
i attributi di Apollo, ossia del Sole ; e veniva sovente consacrato a Giove stesso, e alla dea Nemesi. 2204. Grinea. — Questa
alla divinità che rappresentava il dio supremo : era lo stesso che il Giove dei greci e dei romani. 2218. Hell. — Idolo adora
geva nel mezzo dell’isola di Creta, e che veniva chiamata anche monte Giove perchè la tradizione mitologica ripete che Giove
chiamata anche monte Giove perchè la tradizione mitologica ripete che Giove vi nascesse e vi fosse allevato. Anche Enea ebbe,
sola di Creta, la quale con la sorella Adrastea, fu tra le nutrici di Giove . Ida finalmente era il nome di un figliuolo di Af
ttore e benefico. 2243. Idotea. — Una delle ninfe Melisse, nutrici di Giove . Idotea era anche chiamata una delle figliuole di
ullo. — Così si chiamava la vittima del sacrificio, che si offeriva a Giove negli idi d’ogni mese. 2249. Ifi. — Padre di Eteo
ora che avesse conficcato un largo coltello in un albero consacrato a Giove e ve lo avesse lasciato irruginire, e che dopo qu
ssero gemelli benchè concepiti tre mesi uno prima dell’altro ; perchè Giove , secondo riferisce Plauto, avesse voluto risparmi
nasto. — Gli abitanti dell’isola di Cipro davano codesto soprannome a Giove , il quale nei loro templi veniva onorato con sole
i Cenea, l’eroe suo padre occupato nella fabbricazione di un tempio a Giove  ; ma sventuratamente giunse presso di lui nel mom
sorgeva una montagna conosciuta sotto il nome di Imetto, sulla quale Giove aveva un tempio a lui consacrato, perchè la tradi
hè la tradizione asseriva che le api di quella montagna avevan cibato Giove bambino del loro miele ; e che in ricompensa di c
quisito di tutte le altre. Da questo fatto si dava il nome d’Imezio a Giove stesso. 2273. Imperatore. — Un altro dei sopranno
Imezio a Giove stesso. 2273. Imperatore. — Un altro dei soprannomi di Giove , col quale aveva nel Campidoglio una statua chiam
ia. Virgilio dice che sotto le rupi di quell’isola giace fulminato da Giove il gigante Tifeo. 2278. Incubi. — Specie di Genii
, sorella di quella, per aver preso cura del piccolo Bacco, figlio di Giove e di Semele ; e giurò di riportare su di Ino tutt
av. Ermolao Federico. 2291. Invincibile. — Era uno dei soprannomi di Giove . In Roma durante gl’Idi di Giugno, venivano celeb
l fiume Inaco. La cronaca mitologica racconta di lei, che essendosene Giove perdutamente invaghito, la sorprese un giorno men
subito sulla terra, in preda a gelosi sospetti e disgombrò la nuvola. Giove allora per sottrarre la sua amata al furore della
o di ammirarla, e fingendo di ignorare quanto era avvenuto, dimandò a Giove di chi fosse quella giovenca e a qual mandra appa
i chi fosse quella giovenca e a qual mandra appartenesse ; e avendole Giove risposte che l’avea prodotta la terra, Giunone ch
odotta la terra, Giunone chiese al marito di donarle quella giovenca. Giove suo malgrado condiscese alla inchiesta e Giunone
la concubina. La dea non tosto, pose ogni sospetto : Nè fiduciava in Giove , e nel pensiero Fitto le stava un furto : si che
d in mancanza della parola, segnò sulla sabbia col piede il suo nome. Giove intanto addolorato suile persecuzioni che la gelo
ella fatica e dalla stanchezza, si lasciò cadere sulla sabbia e pregò Giove che le concedesse il riposo. Giunone allora commo
nte che avrebbe fissato la sua dimora in Egitto, ove avrebbe avuto da Giove un figliuolo chiamato Epafo, il cui dominio si es
à posta alla foce ed alle dune Del Nil vicina : ivi al primiero stato Giove ti tornerà, con amorosa Man ti palpando e carezza
fu amata da un re di Argo, per nome Api, il quale era soprannominato Giove  ; e che ingelosita la regina avesse fatto rapire
ggia deserta, che fa lido M Saronico mar : quivi un rimbombo, Come di Giove un sotterraneo tuono Romereggiò con fremita profo
degli dei ; nè più nè meno che i romani ed i greci ritenevano il loro Giove . 2323. Ipsuranio. — Secondo Sanconiatone, così eb
saggera degli dei, e segnatamente di Giunone, come Mercurio lo era di Giove . La favola la fa figliuola di Elettra e di Tauman
gica a cui si attiene il cronista Igino, che al tempo in cui Nettuno, Giove e Mercurio viaggiavano sulla terra, fossero accol
no annualmente offerti solenni sacrifizii. 2345. Issione. — Figlio di Giove e della ninfa Meleta, e re dei Lapidi nella Tessa
evuto nella propria dimora da un principe, che aveva il soprannome di Giove , il quale meno suscettibile degli altri, accolse
acciecato dalla divina e risplendente bellezza di Giunone, moglie di Giove , ebbe l’incredibile tracotanza di dichiararle il
severa Giunone contro tanta audacia, accusò Issione al consorte ; ma Giove considerandolo come un insensato, a cui il nettar
e suo talamo. Sebbene a malincuore, Giunone accondiscese al volere di Giove e questi allora formò di una nuvola una donna a c
io — Metamorf : Libro IV. trad. di Dell’ Anguillara Sdegnato allora Giove contro tanta perfidia, palesò il vero e con un co
Ismia vittoria, dove Dei corridori il vanto A Senocrate diè l’equoreo Giove  ; E dal dorio confine Apio mandôgli a incoronargl
ucciso involontariamente dalla madre. 2355. Itomalo. — Soprannome di Giove , col quale veniva particolarmente adorato in Mess
fino alla estremità del monte Itome, ove sorgeva il tempio dedicato a Giove , e versavano in un vasto serbatoio espressamente
i scrittori dicono, che le Jadi fossero sette nudrici di Bacco, e che Giove , onde sottrarle all’odio persecutore della gelosa
2365. Japeto. — Plù comunemente detto Giapeto. Fu uno dei giganti che Giove fulminò per aver dato coi suoi compagni la scalat
Didone. — V. Giarba. 2367. Jasio. — Fratello di Dardano, e figlio di Giove e di Elettra. Egli fu ucciso inavvedutamente dal
8. Jodama. — Madre del famoso Deucalione, che ebbe dai suoi amori con Giove . 2369. Jola. — Detto più comunemente Jolante e ta
manza. 2378. Jou. — Era questo il primitivo e vero nome di Iove ossia Giove . I celti chiamavano questo dio col nome di Jov ch
na giovanezza di un dio. Presso i latini il Mons Jovis ossia monte di Giove , era una montagna delle Alpi consacrata a quel di
ente anche nelle Gallie, sotto il nome di Jov, veniva venerato il dio Giove . K 2379. Kacimana. — Presso i popoli dell’A
o. 2400. Labradeo. — Al dire di Plutarco, si dava questo soprannome a Giove nella contrada della Caria, perchè invece dello s
e nella mano. Questo cangiamento negli attributi indicativi del sommo Giove , è attribuito, secondo la tradizione, al fatto se
re dei Carii, i quali in ringraziamento della vittoria, innalzarono a Giove una statua e gli posero la famosa scure fra le ma
gli posero la famosa scure fra le mani. 2401. Lacedemone. — Figlio di Giove e della ninfa Faigete. Divenuto adulto egli sposò
ivisione delle spoglie e del bottino. 2411. Lafistio. — Soprannome di Giove , che a lui fu dato dagli Orcomeni, dopo che Friss
V. Castore e Polluce. 2418. Lamia. — Una delle figliuole di Nettuno. Giove l’amò con passione e Giunone ne concepì tanta gel
. La ninfa portò querela di ciò al suo immortale genitore, e questi a Giove , il quale promise il castigo dei colpevoli. Infat
reca. 2429. Laodamia. — Figlia di Achemone e del famoso Bellorofonte. Giove l’amò con passione e la rese madre di quel Sarped
onte tre figliuoli, Isandro E Ippoloco, ed alfin Laodamia Che al gran Giove soggiacque, e padre il fece Del bellicoso Sarpedo
li dei impietositi gliela concessero. Mercurio infatti, per ordine di Giove discese all’inferno e ne trasse l’anima di Protes
entò alla fedele Laodamia. Ma questa, trascorso il tempo assegnato da Giove non volle separarsi dallo sposo adorato e si cont
uello che esortò i troiani a rompere il trattato. Omero aggiunge, che Giove avesse ordinato a Minerva di prendera le sembianz
della pietra che Saturno aveva divorata, invece del proprio figliuolo Giove , si dava un tal soprannome a questo dio. Sotto qu
ca amorosa che egli aveva con la ninfa Giuturna ; per il che sdegnato Giove le fece tagliare la lingua e comandò a Mercurio c
cor sen venne, e disse ; È della Ninfa Giuturna il tuo marito amante. Giove ne freme : ed a lei toglie quella Lingua, cui cos
e nei fasti del paganesimo per essere la patria di Achille ; e perchè Giove vi era particolarmente onorato con culto speciale
tano Ceo, e di Tebe sorella di lui. Omero la fa figliuola di Saturno. Giove l’amò con passione, a causa della sua stupenda be
ed ivi Latona potè in pace sgravarsi. Però appena la divina prole di Giove ebbe veduta la luce del giorno, Giunone spinta se
sposto sempre all’ira implacabile di Giunone, la bellissima amante di Giove giunse nella Licia, ove la cronaca narra che oppr
i, richiamò con disperate grida la vendetta dei numi sul loro capo, e Giove non sordo alla preghiera della sua amante, cangiò
le. — Dal costume che avevano alcune città del Lazio di sagrificare a Giove durante le feste latine, si dava codesto sopranno
no nascosto in quella parte d’Italia, dove regnava Giano, allorquando Giove lo scacciò dal cielo. 2461. Leandro. — Amante di
altri autori, di Sparta. La tradizione mitologica racconta di lei che Giove l’amò perdutamente a causa della sua stupenda bel
aro Re d’ Ebalia fu consorte Di Leda, la qual Testio ebbe per padre ; Giove in forma di Cigno oprò di sorte, Che d’ un uovo e
he il cane Lelapo era stato formato da Vulcano, che ne fece un dono a Giove , il quale al tempo dei suoi amori con Europa lo r
re Egeo ove, secondo la tradizione mitologica cadde Vulcano, allorchè Giove suo padre lo precipitò dal cielo con un calcio. L
insieme ai Ciclopi fabbricava i fulmini per la destra vendicatrice di Giove . 2469. Lemuri. — Detti anche con un’appellazione
da di un Lettisternio, celebrato in onore di tre sole divinità, cioè, Giove , Giunone e Mercurio ; aggiungendo la particolarit
, era posto un solo letto, con la statua di Giunone, mentre quelle di Giove e di Mercurio, erano poste sopra due sedie. Simil
viene confusa con Proserpina. Cicerone la fa figliuola di Cerere e di Giove , mentre Ovidio dice che la dea Libera altro non e
— I poeti dell’ antichità danno assai di sovente codesto soprannome a Giove  ; ed i pagani lo invocavano con questa appellazio
celebre che in Grecia, ritenevano che la dea Libertà fosse figlia di Giove e di Giunone. Nel magnifico tempio che ella aveva
are tutti gli stranieri che transitavano pei suoi stati. Si vuole che Giove stesso, viaggiando, fosse andato a chiedere ospit
ra al banchetto che dava al suo ospite. Ma ben presto, per comando di Giove , Licaone fu cangiato in lupo, e un fuoco vendicat
che oltre a questo Licaone, loro re, cangiato in lupo per vendetta di Giove , vi fosse stato un altro Licaone, il quale sacrif
udditi all’ osservanza delle sue leggi, avesse fatto sparger voce che Giove andava sovente a visitarlo nella sua reggia, sott
i di questo, alle vivande del reale banchetto, persuasi che solamente Giove avrebbe potuto accorgersi del loro infame operato
a una lupa. 2512. Licea. — Montagna dell’Arcadia, dalla quale venne a Giove il soprannome di Liceo. V. Liceo. 2513. Licee. — 
sacrificavano sovente vittime umane. 2514. Liceo. — Soprannome dato a Giove dal monte Liceo in Arcadia, che da principio era
credevano che in un dato luogo, chiamato Creteo, fosse stato allevato Giove dalle tre ninfe dette Agno, Tifoa e Neda. Il cita
scrittore aggiunge, che sul monte Liceo ci era un altare consacrato a Giove , innanzi al quale sorgevano due colonne, su cui e
to si nascose in fondo al mare, ove fu accolto da Teti. Però sdegnato Giove contro l’ empio sacrilego, lo colpì di cecità, e
le ninfe che assistettero Rea, moglie di Saturno, quand’ ella partorì Giove , avessero fatto a quella dea le abluzioni. 2531.
, i poeti dell’antichità, danno questo nome alle Preghiere, figlie di Giove . 2548. Litobolia. — Dalle due parole greche λιδος
vano celebrate nel mese di luglio. 2560. Lucerio. — Soprannome dato a Giove come creatore della luce. 2561. Lucifera. — Sopra
fera. Altri autori han fatto di Lucina una dea particolare, figlia di Giove e di Giunone, e madre di Cupido. Secondo Ovidio,
uglio. — I pagani ritenevano questo mese posto sotto la protezione di Giove , e perciò lo avevano consacrato a quel dio. Il co
ivi 2158 Gioja » 222 2159 Giorno » ivi 2160 Giorni » ivi 2161 Giove » 223 2162 Gioventù » 226 2163 Giovio » ivi
n toro, facendosi rinchiudere ia una vacca di legno. 44. Giunone. —  Giove volendo punirla per aver cospirato contro di lui
essa Venere in isposa. 45. Vulcano. — Era nato deforme e perciò suo padre Giove con un calcio lo precipitò dal cielo. Egli cadde
ologi sostiene essere la voce Dionisio composta da Dios che vuol dire Giove , Nysso, ío ferisco ; perchè Giove si feri facendo
isio composta da Dios che vuol dire Giove, Nysso, ío ferisco ; perchè Giove si feri facendosi un’incisione nella coscia per s
8 (1880) Lezioni di mitologia
e ancora i Ciclopi: Brente, Sterope, Arge, fabbricatori del fulmine a Giove e simili agli Dei. Ebbero ancora il Cielo e la Te
materno, gli fé’ colla falce quell’ingiuria che in lui fu ripetuta da Giove suo figlio. Dal sangue che piovea dalla ferita na
la bella Nice, o Vittoria, la Forza, la Violenza, eterne compagne di Giove , ch’egli chiamò in sua difesa quando far volle su
ge giunse la prima sull’Olimpo coi suoi figli; lo che tanto piacque a Giove che doni ed onori le rese in gui derdone; ritenne
a Perseo, divenne madre dì Ecate, divinità veneranda sopra tutte, cui Giove die l’arbitrio del cielo e della terra e del mare
ra e potente in suo danno: Vesta, Cerere, Giunone, Plutone, Nettuno e Giove . Avea l’accorto vecchio consultati gli oracoli, c
ultò in Creta; onde questa isola va superba per essere stata culla di Giove ; e i Cretesi mendaci ardiscono di mostrare ancora
no di mostrare ancora il sepolcro del padre degli uomini e degli Dei. Giove , essendo adulto, fu grato alla Terra, liberando i
meteo, l’incauto Epimeteo, cagione di lacrime eterne al genere umano. Giove fece piombare nell’inferno Menezio ripieno di mil
tro di un avvoltoio. Dopo la guerra contro Saturno e contro i Titani, Giove , avendoli vinti, gli confinò tanto sotto terra qu
o luogo di vedere, stettero nella battaglia dei Titani dalla parte di Giove . Si unì la Terra col Tartaro, volendo vendicare i
di cui spalle nascevano cento teste di serpente. Pericolava il Cielo; Giove stava in forse del suo trono; ma rimediò alla com
gigante ebbero i Venti, tranne Noto, Borea, Zeffiro, figli dei numi. Giove possessore tranquillo dell’Olimpo, sposò Meti, de
icendo, che quando le Parche rendevano ragione, figlie chiamavansi di Giove ; allorché il caso guidava le forbici fatali erano
o dio, ed Armonia la bella. Maia figlia di Atlante partorì Mercurio a Giove , che ebbe pure da Semele Bacco, ed Ercole da Alcm
Voi stessi potrete esserne giudici, mentre io adempio alla promessa. Giove innanzi la battaglia così parlò: Uditemi, del ci
on fremiti, polve, e grida, e pianto, E tutto il fulmin vince arme di Giove . Già la battaglia inchina. Era il valore Innanzi
significavano la natura dei numi ai quali erano dedicati, poiché per Giove , per Marte e per Ercole adopravano l’ordine doric
li che credevano abitarvi, poiché lunghi e scoperti erano i templi di Giove , di Cielo, della Luna, rotondi quelli di Venere,
tratto, dell’irsuta fera Le dure sete pria divelte offerse Primizie a Giove , e a lui le mani alzando Riverente pregò: taciti,
e si osservasse di costruire più alti quelli ch’esser sacri doveano a Giove e agli altri celesti, più bassi tenendo i destina
oviamo fatta menzione nell’antichità: la prima, elevata fu per onorar Giove in Olimpia; la seconda edificò Ercole dopo la mor
nea, lagnandosi della rotta fede dei Rutuli, chiama, presso Virgilio, Giove e le are in testimonio del patto violato. Solevan
icchi di prole. Un bianco toro, una corona, opime spoglie offrivano a Giove quei Consoli, che sul Campidoglio venivano dall’a
Venere nell’aprile, di Apollo nel maggio, di Mercurio nel giugno, di Giove nel luglio, di Cerere nell’agosto, di Vulcano nel
tengono a gara, E ancor trema e rifugge. Eramo giunti Della figlia di Giove al sacro bosco Ed ai floridi prati ove dei Greci
e tre: cosi a Tricoloni e a Tegea in Arcadia foggiati erano Nettuno e Giove : tale era la Venere Urania che Pausania vide in A
ludeva l’oro ancora dalle figure degli Dei. Giovenale, favellando del Giove di Creta di Tarquinio Prisco, lo chiamò di creta,
rar, dimora al pianto. Seneca, Tieste. Atto IV. Lezione settima. Giove : suo nascimento, sua educazione e sue prime impre
nfortato dalla lusinghiera esperienza del vostro compatimento. Sia da Giove il principio. Lungo e difficile, come Pausania l’
esta, sarebbe il numerare le nazioni che si gloriarono di aver data a Giove l’educaziono o la cuna, o perchè i re tutti ebber
alla gloria dei Cretesi mendaci, i quali additano pure il sepolcro di Giove , i Messenj, che?ul giogo d’Itome mostrano un font
esse militato all’eccidio di Troia, e che fosse ad un tempo patria di Giove ; ed ambedue queste qualità si trovarono riunite i
città della nominata regione. Che che ne sia, l’istoria dei natali di Giove , del parto di R.ea, dell’inganno di Saturno delus
a. Una medaglia battuta in onore di Antonino Pio esprime nel rovescio Giove b'ambino portato da questo animale. Virgilio nell
ssìmo vedevasi la statua della Fortuna, dal di cui seno beato suggeva Giove con Giunone il primo alimento; e ninna certamente
ondo alcuni erano così le cure divise: Adrastea lusingava il sonno di Giove ; le ninfe Melie, recandolo in seno, lo nutrivano
orare due imperatori romani, Caracalla e Decio. Titano si accorse che Giove e i fratelli di lui erano contro il giuramento ed
cesse l’impero. Perciò nei monumenti è sempre posta al destro lato di Giove , e nel Museo Guarnacci si vede un simulacro, ove
destro lato di Giove, e nel Museo Guarnacci si vede un simulacro, ove Giove stesso colla tazza nella destra pasce la regina d
nte a Ganimede nelle antiche sculture. Nel Museo Gherardesca, vedrete Giove assiso sopra ornatissimo trovo, che il destro pie
Saturno, il quale memore degli oracoli fatali, insidie gli preparava. Giove , avvertito, riunì il primiero esercito, e cercò d
a fede del giuramento, onde il nume sdegnato in sciinmio li converse. Giove , nonostante, trionfò del padre; gli tolse il tron
ina bellamente le lunghe chiome: sii tale come quando cantasti lodi a Giove vincitore dopo che fu posto in fuga Saturno. » Ma
Giove vincitore dopo che fu posto in fuga Saturno. » Ma col regno di Giove vennero sciagure e delittiPrima la terra non era
e fiamme. Ma non rispose l’evento all’ardire ed alla forza; poiché da Giove fu superato, e sotto l’Etna sepolto; ove, al dir
fu vinto, dall’incude dei Ciclopi. Aveva lo stesso gigante già dato a Giove soccorso contro gli Dei congiurati. Dopo questa v
dato a Giove soccorso contro gli Dei congiurati. Dopo questa vittoria Giove soggiogò le nazioni dell’Oriente, instituì i re,
zio spiega questa favola istoricamente, asserendo che l’oriente fu di Giove , l’occidente di Plutone, e le regioni marittime d
e di Nettuno. Non ostante, fu opinione degli antichi che il potere di Giove non solamente al cielo si limitasse, ma che sul m
dei numi. In qualunque maniera succedesse la divisione dell’universo, Giove , dopo questa, fu tranquillo. Ozio beato regnò nel
reazione dei potenti sicuri. L’amore divenne gran parte della vita di Giove che vestì mille sembianze per deludere il geloso
pa che die nome ad una parte del mondo, è fra le segnalate imprese di Giove . Teocrito, ovvero altro greco poeta, lo dà descri
me L’altra invadeva il delicato collo. Gridando: Europa è dell’Egioco Giove : Mi fu promessa, ed è fatato il dono. Sorse trema
de dà tributo al mare. Tutto d’argento era il niliaco flutto, Oro era Giove , e bronzo Io: le donava Forme più care di bellezz
te saran, vergine bella. Lunga cura i tuoi fiori: e il cinto intatto Giove ti vede, ed arde. E tu puoi solo Giove domare, on
tuoi fiori: e il cinto intatto Giove ti vede, ed arde. E tu puoi solo Giove domare, onnipotente amore: Già medita schivar l’i
ispose il toro: Fa cor, fanciulla, e del furor dell’onde Ridi: io son Giove ; e l’amor tuo mi fece Vestir forme di toro; e per
stri, Scettrati regi all’universo intero. — Disse, e fu fatto, che di Giove i detti Son fato. Apparve Creta, e spogliò Giove
, e fu fatto, che di Giove i detti Son fato. Apparve Creta, e spogliò Giove La mentita sembianza, e sciolse il cinto Alla don
Lezione ottava. Gli amori, le trasformazioni, i figli e i terapli di Giove . A diverse sembianze favoleggiarono i poeti ch
tito aspetto`. ed a un dio innamorato chi resiste? Dal primo furto di Giove nacquero le Preci, che, al dir d’ Omero, seguono
ha narrato nella passata Lezione il ratto di Europa. x\ggiungerò che Giove ehbe da lei Minosse e Radamanto. Fra le amanti di
ggiungerò che Giove ehbe da lei Minosse e Radamanto. Fra le amanti di Giove infelicissima fu Antiope, argomento dei tragici i
Costei, fìgha di Nitteo e moglie di Lieo re dei Tebani, fu violata da Giove mutato in Satiro. Il marito, cui non placò l’esse
enebre di una prigione condannò la rivale. Sua propizia fortuna, o di Giove il volere, fé’ che vicina a partorire fuggisse ne
nte Lezione, Giova intanto compire brevemente la serie dello colpe di Giove , poiché i semidei celebrati dai versi dei greci p
mprese. Calisto, l’emula di Diana, felicissima fra tutte le ninfe (se Giove non le avesse rapito il pudore mentendo le forme
n difesa dalla torre di bronzo (tanta è la possanza dell’oro:) deve a Giove l’esser madre di Perseo, di quel famoso che liber
e ottenne pugnando sotto le mura d’Ilio) furono figli di Deidamia, da Giove delusa. Che dirò d’Ercole, prima lode di Giove, c
figli di Deidamia, da Giove delusa. Che dirò d’Ercole, prima lode di Giove , che in tante imprese vincitore stancò la fama, m
ma, ma non l’ire della matrigna? E noto a tutti che tanto figlio ebbe Giove da Alcmena, che ingannò colle sembianze d’Anfitri
a, che ingannò colle sembianze d’Anfitrione marito. Nè minor vanto di Giove partorì Semole, punita della dimanda superba, poi
sogni, alle speranze, alle paure, erario dei sacerdoti. Sia d’esempio Giove quanta incertezza regni nella Mitologia, Tre (al
i sotto nomi diversi, come afferma Eusebio da Cesarea, si disputarono Giove . Nè minor discordia è fra i Classici su cosa foss
disputarono Giove. Nè minor discordia è fra i Classici su cosa fosse Giove . Altri l’aria, altri il fuoco, altri l’etere, alt
’etere, altri il cielo, altri il sole. Euripide disse nelle Troadi: «  Giove , difficile a conoscersi dai mortali, sei tu la no
tu la nostra mente o la necessità della natura? » E nelle Supplici: «  Giove , perchè i miseri mortali ti chiaman sapiente? è n
bj e tanta diversità di opinioni, vi parlerò dei templi più famosi di Giove e dei nomi diversi che l’evento, i luoghi e le pe
è situato dietro il tempio. Contiene tanto spazio molte antichità: un Giove in bronzo, un vecchio tempio di Saturno e Rea, un
a navata. Nè minor pompa spiegava il tempio, che costruito in Elide a Giove , detto pure Olimpico, comandava dei Greci l’ammir
a nella facciata anteriore del tempio la pugna di Enomao e di Pelope. Giove stava in mezzo, ed alla destra di lui il re, la c
enute da due ordini di colonne si arrivava al trono e al simulacro dì Giove , opera di Fidia, che niuno, al dir di Quintiliano
o scettro mirabile sovrastato dall’aquila. Nei calzari e nel manto di Giove era compreso ogni genere di animali e di fiori. S
lla base di questa macchina Fidia avea scolpito da una parte Giunone, Giove e le Grazie; dall’altra il Sole che guidava l’ete
ceano la maestà di questo tempio misurato dalla statua e dal trono di Giove . Basterà dirne che dagli antichi, nel loro entusi
a, d’ Io infehce le vicende. « La vide un dì partir dal patrio speco Giove , e disse ver lei con caldo affetto: O ben degna d
el signore, e folgorante dio. Fugge la bella ninfa, e non ascolta; Ma Giove che d’averla era disposto, Fé’ nascer una nebbia
in terra, e quella nube aperta, Non se le fé’ quel che credea palese. Giove , che tal venuta avea scoperta, Fé’ che la donna u
donde e di cui, E di che armento, e chi l’ha data a lui. Per troncar Giove ogni sospetto e guerra, Che la gelosa già nel suo
dubbio in terra, Cerca che voglia a lei farne un presente. Che farai, Giove ? a che risolvi il core? Quinci il dover ti sprona
cima d’un colle fa soggiorno, Che scopre la foresta intorno intorno. Giove non vuol, come ben grato amante, Ch’in sì gran ma
sse il fin, come innocente, Del suo doppio martir che prova e sente. Giove con grato modo e caldo affetto. Per ammorzare ogn
on successo. » Metamorfosi, lib. I. Lezione nona. Dei cognomi di Giove . I nomi che diedero a Giove le nazioni, presso
ib. I. Lezione nona. Dei cognomi di Giove. I nomi che diedero a Giove le nazioni, presso le quali fu adorato, sono di n
scrittori e dai monumenti si rileva. I Cretesi non davano orecchie a Giove , quattro glie ne attribuivano gli Spartani. Gli E
i, quantunque comunemente con virile aspetto usanza fosse il dipinger Giove . L’ulivo e la querce gareggiavano fra loro per or
rme del Saturnio, e vi alludeva Orazio dicendo: « Nè. la gran mano di Giove fulminante. » Tonante lo dissero gli Auguri; ed A
di Giove Tonante. Molte sono l’etimologie del cognome Feretrio dato a Giove : io, non invidiando queste dispute ai grammatici,
ello, nella destra una pietra, chiama in testimonj delle sue promesse Giove e gli Dei spergiurati. Di Giove Pistore fu l’ara
store. Pistio dai Greci, Fidio, Santo e Sango dai Romani, fu nominato Giove , e sopra un marmo dice averlo così veduto scolpit
prega il Pluvio Giove. » Elicio, dal chiamare i fulmini, fu detto il Giove dell’Aventino: questa scienza fu posseduta, secon
pa, al dir di Plinio, il Panteon gli fu consacrato. Museo disse: « Ha Giove occhi vendicatori. » Eccovi quasi esausta la seri
tare che in Olimpia, al dir di Pausania, sorgeva. Con somma religione Giove ospitale, o Xenio, riguardavasi, e Virgilio cantò
religione Giove ospitale, o Xenio, riguardavasi, e Virgilio cantò: «  Giove che sacri diritti agli ospiti concedi. » Nè può o
ha la favola originata. E dove lascio l’antro di Trofonio che diede a Giove l’oracolo e il nome? Frequente menzione ne fanno
gato di interrogarne l’oracolo sugli eventi futuri. Assabino fu detto Giove dagli Arabi; Ermontide dagli Egiziani dalla città
Pongo fine e questo lungo catalogo leggendovi la descrizione che del Giove del Museo Pio dementino, detto forse dagli antich
onda possano in altra lingua trasportarsi. « Il più bel simulacro di Giove che ne abbia, come si esprime Visconti, lasciata
di Domiziano, e come ancor le tre Grazie che adornavano il trono del Giove di Fidia in Olimpia, e vedonsi in mano di Giunone
pea. Dirò la selva alla Tarpea donzella Infamia e nome, e dell’antico Giove Le schiave soglie. — Nel felice bosco Sorge un an
oma, Che fosti allor che la guerriera tromba Crollava i sassi del tuo Giove , e quando L’aste sabine nel Romano foro, Ove or d
lla sua Rocca piangendo, gli infelici amori, Onta e furore del vicino Giove , Così spiegava; fortunato foco. Che del mio Tazio
ardo, i vigilanti cani Occupa colla spada: è tutto al sonno In preda. Giove , per la tua vendetta Vegli tu solo: Avea Tarpea t
uti diversi che l’antica credulità le concesse Nacque ad un parto con Giove , ma il timore ma terno non la celò al genitore, p
ta diversità di nutrici e di patria, la fortuna della dea a quella di Giove rassomiglia. È inutile il ripetervi a quale ingan
e umano. Gran scusa alla collera di Giunone erano i continui furti di Giove ; i quali sempre ingiustamente puniva nelle donne
itiro toglierla veruna promessa del ravveduto marito. Il consiglio di Giove non trovava mezzi di placarla. Citerone, re dei P
ne. La gelosia non la difese dagl’inganni: mentre dormiva, Pallade, o Giove secondo altri, le accostò al petto Alcide bambino
di Venere accresce la sua eterna bellezza per distogliere col piacere Giove dalle cure, onde ritardava il fato d’Ilio, che ma
rgare sublime Lieta s’avanza, ed improvvisa al guardo S’appresenta di Giove . In lei s’affisa Muto il gran Nume, e nel suo vol
. Ecco l’ancella tua; solo mi rendi. Rendimi l’amor tuo, torna il mio Giove ; No, dal tuo cor non discacciarmi — E dolce. Ment
ezzi già l’arcana forza Dell’ arnese di Venere serpeggia Soavemente a Giove in sen; già tutta La trascorre con l’occhio e in
ma. Dei cognomi di Giunone. Moltiplici, quasi al pari di quelli di Giove , furono i cognomi che la verità degli ufficii, la
hi artefici, i quali la velarono come matrona, o come ancora sposa di Giove , col quale titolo ebbe un simulacro in Platea, op
Ma quanto siamo certi che la dea sia appunto la sposa e la germana di Giove , e per l’ornamento del capo, e per una certa nobi
creduto Ercole bambino, cui Giunone porsela mammella, o ingannata da Giove , come crede Pausania, o persuasa da Pallade, al d
to, non avendo il bambino nessun segno che lo distingua pel figlio di Giove e di Alcmena, non siamo sicuri di questo soggetto
hè tutti si siano apposti a credere in braccio della gelosa moglie di Giove un parto delle sue rivali, quando era ella stessa
altrui dolor cresce il mio vanto? Marte deve la vita all’arti nostre: Giove l’ignori eternamente ancora: Ne fo preghiera. All
eternamente ancora: Ne fo preghiera. Alla scettrata diva. Consorte a Giove , non temuto oltraggio Accrebbe l’ire delle offese
one decimaseconda. Nettuno. Nettuno, fra gli Dei consiglieri, dopo Giove per impero il maggiore, a cui servono l’onde sort
ta lite; e seguendo l’ istoria del nume, dirò che adulto fu alleato a Giove nelle guerre, le quali ebbe dopo che Saturno fu b
lia, e non Anfitrite, fosse moglie di Nettuno; il quale, imitatore di Giove fratello, in fiume, in toro, in delfino mutò sua
o dio esente dall’ambizione, giacché congiurò con gli altri per legar Giove , che fatto accorto da Teti, fu contento di punire
ai Trezenii, perchè unitamente a Minerva Poliade, o Urbana, gli fu da Giove assegnato il dominio della loro regione. Aluchete
n solo dall’ idea del volto, che ha qualche tratto della fìsonomia di Giove senza però averne l’aspetto egualmente maestoso e
ai così nei monumenti, ma spesso è tutto vestito. Era stato preso per Giove , e per tale ristorato nel palazzo Verospi: errore
la scoperta dell’ argento. Nonostante a Mercurio figlio di Maia e di Giove , nipote di Atlante e di Pleione, appropria la Mit
na col recente raggio illuminava la terra quando il potente figlio di Giove arrivò al fiume Alfeo, dove in una stalla nascose
o molte frodi e parole andò col Saettante sull’Olimpo al tribunale di Giove , che rise vedendo l’accorto fanciulletto, che col
ed aurea verga di tre foglie, potente ad eseguire tutti i consigli di Giove . Questi sono i principii dell’infanzia del nipote
martello; a Venere, che l’abbracciava, involò il cinto; lo scettro a Giove , e ne avrebbe rubato anche il fulmine, se non ave
’alato Cillenio lo chiamò Virgilio che apportatore lo fa dei cenni di Giove ad Enea immemore della Italia promessagli dal des
Pagani distinto Mercurio, a cui come suo ministro favoleggiarono che Giove affidasse pure la cura di Bacco fanciullo, come r
notte. Lezione decimaquinta. Apollo. Fra i più chiari figli di Giove , Apollo si distingue, il signore del canto, l’ete
esse infallibili saette sui Ciclopi fabbricatori del fulmine, arme di Giove , e ministro della morte vendicata. Sdegnato il pa
A senno suo: chi al par di lui lo puote. Che siede a destra del gran Giove , e vince Con beata armonia le cure eterne, E creb
ascosi nel materno seno Con le fiamme rapite al frigio rogo Arsi, se Giove , che dei numi è padre. Non donava ad Enea patria
rio. La statua di Ercole, che quindi si scorge, è dono dei Tebani, il Giove in bronzo e l’immagine dell’Isola d’Egina dei Fil
reci inviarono pure a Delfo un Apollo di bronzo egualmente che che un Giove in Olimpia, dopo le due vittorie marittime di Art
iel sostiene e i numi Sull’eguale cervice, ed ho per avo E per socero Giove : il Frigio aspetta I miei cenni tremante; a me di
chè non contro dell’infedele Coronide, che faceva essere il figlio di Giove geloso di un uomo mortale? Tutti questi soggetti
scultura che si vedeano tal volta ornare come l’Ercole di Mirone e il Giove di Prassitele, i portici e i giardini privati. I
manifestossi alla mente di Omero: ma. in questa statua del figlio di Giove seppe l’ artefice, eguale a quel gran poeta, tutt
particolari, che ad ognuna delle altre deità sono proprie. Egli ha di Giove la fronte gravida della dea della Sapienza, e le
a il volto, e dice: A me concedi Padre, ch’io viva eternamente casta. Giove a Diana noi negò. — Compiace Egli dicendo: Al vot
ustode Fida starai presso l’auguste porte Tutela del sacrato arbor di Giove . Fia teco il vanto di perpetue frondi, Sicome reg
e in la feminea destra Avvilita tremò l’asta romana. Dell’augurio di Giove avea le vele Piene l’Augusta nave, e l’altre inse
o: alcuni rintracciano il motivo di questo nome in Carno figliuolo di Giove e di Europa, che fu educato dal nume, altri in di
i fulmini suoi, paventa, o figlio, Questo mio carro, e chi maggior di Giove ? Arduo è il primo cammin: lo vince appena Il rece
sulle stanche spalle Più non sostiene. Per l’empireo ancora Non tremi Giove ? — Proseguir gli vieta La fiamma, e negli estremi
iove? — Proseguir gli vieta La fiamma, e negli estremi antri si cela. Giove attesta i celesti: all’ardue cime Vola, onde suol
no alla natura degli Dei ha scritto, più furono le Diane. Una nata di Giove e di Proserpina e madre dell’Amore; l’altra figli
a nata di Giove e di Proserpina e madre dell’Amore; l’altra figlia di Giove e di Latona; la terza di Upi e di Glauce, che i G
sso una selva, ove Apollo dopo l’uccisione dei Ciclopi evitò l’ira di Giove . » Nè questa differenza deve farci maraviglia, g
sia, avendo veduto i dolori che costava l’esser genitrice, dimandò a Giove padre verginità eterna. La diva a cui sono a core
bracciavano ancora le ginocchia), e invano stese le mani molte volte; Giove , sorridendo acconsentì piegando la testa sul pett
ei cocchi, che leggermente ti trasportano quando vai verso la sede di Giove . Qui gl’immortali incontro ti si fanno nel vestib
ascere, che mietono dai prati di Giunone, e che pascon i destrieri di Giove . Tu vai, diva, intanto nella casa paterna, tutti
eve Sembianza all’ira sua folgor che abbatte Ed arde i templi del suo Giove : orrenda Luce vibrano gli occhi, e fiamme e spuma
mosi di Diana. Diana, onde non esser minore del fratello, chiese a Giove molti nomi e li ottenne. Favellerò dei più famosi
ed è prezzo dell’opera riportar le avventure di questa infelice, che Giove sedusse, mentre s’aggirava sulla terra bisognosa
Dal riposo dell’erba alza la ninfa Dicendo: Salve, o dea, maggior di Giove , Giudice me. L’ascolta il nume, e ride, E cento b
ugna (ah men crudel saresti Se la vedessi, o Giuno:); e chi resiste A Giove ? al cielo vincitor ritorna Il nume, e porta del p
isto: il piede Volge la ninfa impaurita, e crede Che sempre nella dea Giove si celi. Allorché vide le compagne note Lascia og
Va lungi, e non macchiar 1’ onde scerete. — Sapea la maritai colpa di Giove L’alta matrona, e differia la pena, Qual uom che
disonor di Giove Attestassi: ma pena avrai. Le forme, Tuo vanto, e a Giove di peccar cagione, Io ti torrò. - — Disse, e pel
pie gli uffici adempie. Per vasta bocca ecco deforme il volto Lode di Giove : il favellar l’è tolto. Onde pietà col suo pregar
della dea. Inventore dell’opinione che vuol Pallade nata dal capo di Giove fu Stesicoro, che volle forse con questo racconto
, nei dialoghi degli Dei introduce, con quella grazia ch’è tutta sua, Giove afflitto dai dolori del parto, che non il soccors
ambedue, come guerriere, in contesa: Pallade era per ferire Minerva: Giove oppose l’egida, onde spaventata fu uccisa dalla m
nata dal Nilo, e dagli Egizii in Salde adorata; la terza generata da Giove nel modo sopra espresso: la quarta nata dallo ste
ce di lui, perchè tentava di violarla. A Pallade generata dal capo di Giove si attribuiscono tutte le glorie dell’altre, e di
a arte ammaestrò la fanciulla. Nella battaglia de’ Giganti stette per Giove : le armi terribili, il cocchio e le cavalle macch
dicendo che ignote le erano le dolcezze dell’amore: « Alla figlia di Giove dagli occhi glauchi piacquero i doni di Marte, le
olino. Pallade è stata rappresentata con Giunone, allato del trono di Giove , in piedi. La sua figura, vale a dire il Palladio
lade tenente la destra sul capo armato d’ elmo, qual vedesi presso il Giove seduto in cima alla facciata del tempio di questo
non respirava che battaglie e stragi. Ha F egida al petto, corazza di Giove , fatta dal cuoio della capra Amaltea, ove è il te
a più propria che quella delle Belle Arti, e il parto del cervello di Giove che colle figlie di lui e della Memoria. Si vedev
a folgor pari. Domatrice d’eserciti, e di troni Disperditrice, ove di Giove al fianco Lascia la Diva, e a noi scende ministra
figurata, anzi è ripetuta l’egida che ha sul petto. L’egida usata da Giove per scudo sì vede in una gemma presso Winkelmann,
e grato a Palla Non è rapir gii occhi ai fanciulli; è questa Legge di Giove : chi gli eterni mira. Se non l’elegge Iddio, grav
ra le figlie il concesse: o donne, alcuna Madre non srenerò la dea di Giove . Balzò nelle paterne armi sonante Dalla testa imm
lla spuma, diede con Mercurio la vita al secondo Cupido; la terza, da Giove e da Dionea creata, fu moglie di Vulcano. Platone
i piedi divini. Venere la prima mescolò gli Dei con donne mortali, e Giove per vendicarsi la fé’ soggiacere all’ istessa leg
e lo vide, che in disparte dagli altri suonava la cetra. La figlia di Giove gli si fé’ innanzi simile ad indomita vergine nel
egli avesse manifestata la sua fortuna provato avrebbe il fulmine di Giove e l’ira degli altri numi. Ma non fu Anchise il so
in quell’età in cui sposò Peleo. « Venere Celeste, cioè quella che di Giove e d’Armonia è figlia, distinguesi per un diadema
poco avventurato marito Vulcano, che, secondo Esiodo, di Giunone e di Giove fu figlio, come ad altri piace, deve interamente
il nume fabbrica le armi degl’Immortah, e i fulmini stessi che resero Giove vincitore nella guerra dei Giganti. Chiese Vulcan
ora Sterope e Brente e Piracmone ignudi A rinfrescar l’aspre saette a Giove . Ed una allor n’aveaii parte polita. Parte abbozz
del cane in bronzo di Procri, e di quel famoso scettro che, fatto per Giove , passò da esso a Mercurio, da Mercurio a Pelope,
ica, ed Esiodo custode della prima semplicità delle favole non nega a Giove la gloria di esser padre del dio della guerra. Te
Troia ucciso cagionò al nume tanto dolore che senza temere l’ ira di Giove , il quale avea vietato agli Dei il prender parte
prendere le sue armi rilucenti. Era egli per accendere nell’animo di Giove terribile furore se la dea Minerva non lo avesse
vere s’inalzò verso l’Olimpo, e col core oppresso dal dolore mostrò a Giove il sangue immortale che scorreva dalla ferita, la
lagnandosi di Diomede e di Minerva, che tanto gli aveva fatto osare. Giove guardandolo con occhi pieni di collera: Incostant
mia. Udite da Stazio la descrizione della reggia di Marte, alla quale Giove manda Mercurio per movere alla guerra gli abitant
come lo concedono le mie forze. Vide i principi: della Tiria guerra Giove , e scotendo la divina testa Onde treman le stelle
Sol per la vista la Cillenia prole Tremò: Terrebbe anche il terrore a Giove Le minacele e i comandi. A lui diceva Marte il pr
rere. Fra le figlie di Saturno e di Rea bellissima fu Cerere, onde Giove , che coi domestici stupri cercò diminuire le cure
cia nell’Arcadia scoperse l’antro custode di tanto pegno, lo indicò a Giove che mandò le Parche a Cerere perchè la giusta sua
e discendendo dagli Dei ai mortali amò Jasione figlio di Elettra e di Giove , come attesta Omero nel quinto libro dell’ Odisse
ene un’asta. Ella porta ancora la cornucopia, e dei piatti di frutti. Giove avendo promesso a Cerere che Proserpina sua figli
vi, onde ai profani Giganti sian del ciel le strade aperte? Dimanda a Giove una consorte, e Giove Non fia che a te la neghi.
di Maja il figlio Si faccia innanzi, onde gli ardenti detti Riporti a Giove . La potente verga Scotendo, fassi il messaggero a
ipi ne attesto, e te di Stige, Pallor del cielo, inviolato flutto. Se Giove non consente, a nuova guerra Trarrò l’aperta Dite
e e luce. — Sì parlò lo dio. Mercurio gli astri occupa già; l’ascolta Giove , e rivolge nella sacra mente Vari pareri: del ric
recessi, e volgea le prone torri Ai baci della dea. Dal ciel mirava Giove gli eventi, e a Citerea rivela Gli arcani della m
lustrazioni. Queste facevansi ponendo le pelli di vittime immolate a Giove sotto i piedi di quelli che avevano dei sacrilegi
to lo rappresenta Claudiano. Questo Bacco non era il Tebano figlio di Giove e di Semele, ma un altro che dal re degli Dei e d
a L’attonito Vulcan: cade al tremante Ciclope il fulmin che prepara a Giove . L’udì l’abitator dei ghiacci alpini, Il Tebro di
ta fiammeggia, e già saria vibrata, Ma puro raggio di tranquilla luce Giove ne torse, e con tonante nembo Genero confessava i
icarle. Narra Aristocrito che dopo la vittoria riportata sui Giganti, Giove diede a Vesta la scelta di ciò che più le piacess
atovi sulla confusione tra Vesta madre di Saturno, e Vesta sorella di Giove . Nel tempio accennato mantenevano i Romani il fuo
pose Cibele: I detti tuoi disperda il vento: Non sì gli ozii del ciel Giove avviliro Che alla difesa di cotanto pegno II suo
ari Nell’affetto, solea nel sen gradito Portar la pargoletta al sommo Giove , E locarla con dolce atto di madre Nel ginocchio
che presso gli Sciti, dai quali era sommamente onorata, reputa » vasi Giove il marito. Esiodo certamente non le dà per consor
ono in mezzo la Terra: sotto a Marte stassi la Luna, che ha di fronte Giove , ed in mezzo tutto raggiante mirasi il Sole. L’Ol
lui spogliati tutti i numi delle loro armi. Esrli tolse il fulmine a Giove , gli strali ad Apollo, la clava ad Alcide, l’elmo
alla, e il secondo il martello di Vulcano, L’Amore sotto la figura di Giove è in piedi nel mezzo, appoggiato sopra un cippo,
E tu le usate prove, Terribil Nume, esercitar solevi Sovra Nettuno e Giove ; Poi col favor dell’ombre Ti raccogliea nella seg
mini e degli Dei. In Omero tutti gli Dei cedono al Sonno: solo veglia Giove ; con che quel principe dei poeti volle indicarci
l’Iliade il Sonno risponde a Giunone ch’egli non avrebbe addormentato Giove , perchè, avendolo una volta ardito, fu da lui pre
re con una falce adamantina quell’ingiuria, che in lui fu ripetuta da Giove , e nacquero dal sangue della parte recisa le furi
do Esiodo, come Tia ne fu madre, e Giapeto uno dei Titani, che contro Giove prese le armi illustrando l’ardimento e la pena d
Di Mnemosine non sappiamo se non che fu madre delle Muse ed amica di Giove , che per sedurla si trasformò in Pastore. L’unico
nze, figlie della Memoria e della forza dell’intelletto, adombrata in Giove , giacché non consistendo cotesto scienze che in c
essa del Cielo e della Terra era sorella maggiore di Saturno e zia di Giove . Ella si distinse colla sua prudenza ed amore per
o. Abbiamo dalla favola che Temi volea custodire la sua verginità, ma Giove la costrinse a sposarlo, e gli diede tre figliuol
nsenso dei più fra i Mitologi la fa madre dei primi fra gli Dei, come Giove , Giunone, Nettuno, Plutone ed altri, ch’ella gene
Smirne la rappresentano in unione con altri numi, questi, e fra essi Giove stesso, restano in piedi avanti a lei sedente. In
o Celo, lo incatenò, gli fece quell’oltraggio ch’egli poi sofierse da Giove , ed avendo liberato i fratelli, ottenne facilment
ceva al core di Rea tanta crudeltà, onde fuggì in Creta per partorire Giove , come vi esposi allora che favellai di questo dio
sua pietà facendolo spergiuro, fosse colla moglie da essi incatenato. Giove volò per liberare il padre, e col soccorso di sol
tolto il regno, ma volontariamente renunziò, come vecchio, il regno a Giove . A Saturno attribuivano gli antichi l’invenzione
uccidere i Ciclopi da Apollo per aver fabbricato il fulmine col quale Giove uccise Esculapio figlio di lui. Questi Ciclopi di
uce spontanea la terra. La vite stessa si arrichisce di grappoli, che Giove accresce colla pioggria. Ignote lor sono le liti,
issiparli: come quelli che stabilirono nella Grecia il nuovo culto di Giove : finalmente come i custodi, i nutritori di questo
ni degl’incatesimi. I Dattili Idei portarono nella Grecia il culto di Giove e lo stabilirono, secondo Pausania, in Olimpia: c
nel fiore degli anni. In terzo luogo si dissero Cureti i ministri di Giove nell’Isola di Creta, e quelli di Rea nella Frigia
i fra i sacerdoti incumbenzati di questo ufficio nelle processioni di Giove e di Rea. I Salii in Roma camminavano facendo ogn
erno fu reputato dagli antichi nacque da Rea e da Saturno, militò con Giove i contro Titani, ed ebbe dalla sorte il terzo reg
atti Dionisio il geografo, ch’era Alessandrino, lo riconosce pel gran Giove di Sinope ; e nelle monete di questa città, che d
esti studii. La figura di Plutone ha in ogni riguardo il carattere di Giove , ma di. Giove truce ed iracondo, quale Seneca tra
a figura di Plutone ha in ogni riguardo il carattere di Giove, ma di. Giove truce ed iracondo, quale Seneca tragico ce lo acc
tone la chioma calante giù sopra la fronte, al contrario di quella di Giove che si solleva: ma non è in ciò d’accordo con gli
o, del quale la chioma ed anche il vestiario si conformano all’uso di Giove . Il basso rilievo Ostiense, ora al Museo Pio deme
sserva Zoega, ove sotto il pallio quel dio porti la tunica: in ciò da Giove diverso, ed accostantesi al costume di Serapide,
ata, asserisce Winkelmann; ma ha la chioma legata con benda ad uso di Giove , Col capo velato lo veggiamo in una delle pitture
erso 402 e segg.); E nel duodecimo libro le fa assistere al soglio di Giove . Siccome il rimorso segue nel momento la colpa i
che mai fra loro vi fu lite. Esiodo lasciò scritto nella Teogonia che Giove e Temide n’erano i genitori. Non ostante in un al
di Plutone. L’opinione più comune è che il Fato, il quale comandava a Giove , ed agli altri Dei, sia pure di esse il padrone.
ano pecore nere. Nella città di Olimpia vi era un altare consacrato a Giove conduttore delle Parche, vicino al quale ne aveva
contro l’opinione di Apollodoro, che figliuola la dice di Stige e di Giove . È inutile il ridirvi come fu rapita in Sicilia;
rno secondo i Mitologi: Minosse, Radamanto ed Eaco. Minosse nacque da Giove e da Europa, figliuola, secondo alcuni, di Fenice
ondo alcuni, di Fenice, secondo altri, di Agenore^ e che dal furto di Giove partorì pure Sarpedonte e Radamanto. Nato da padr
ntichi. Chi lo vuole forestiero, chi nativo di Creta, e non figlio di Giove . Omero, fra gli altri, nell’Odissea, lo vuole di
di Giove. Omero, fra gli altri, nell’Odissea, lo vuole discepolo di Giove , e dice che in quest’isola regnò per nove anni, q
per la fama della sua giustizia meritò di esser creduto figliuolo di Giove e giudice all’Inferno. L’avventura di Niso giusti
unge agli altri due giudici dell’inferno, e fu anch’esso figliuolo di Giove . Al Tonante lo partorì Egina figlia di Asopo, dop
ta dalla siccità, l’oracolo di Delfo rispose, che se volevano placare Giove si servissero di Eaco per intercessore. Egli giud
no per sottrarsi al furore dei fratelli. Favoleggiano altri che fu da Giove precipitato nell’Inferno, perchè le sue acque ser
ebbe da Acheronte la Vittoria, la Forza, lo Zelo, che militarono con Giove contro i Titani, onde egli in premio le concesse
ripide fu tanto invaso dal potere della fortuna, da affermare che non Giove , ma essa tutte le cose mortali governava. Ed altr
e altra Fortuna non avessero ravvisata che la volontà e il decreto di Giove . Io però sospetto che si voglia con tal divisamen
ita la Fortuna. « E presso Omero quel Fato più forte della volontà di Giove non é molto consentaneo all’ esattezza delle nozi
l’arbitrio della Fortuna. Quindi è nominata in alcune lapidi prima di Giove ; quindi il suo simulacro Prenestino sosteneva fra
iziani simboleggiavano questa dea nella forma dell’aquila, alla quale Giove , al dire di Orazio, diede il dominio sugli errant
r con aureo piede al tuo soggiorno: Allor vedrai ch’io sono Figlia di Giove : e che germana al Fato, Sovra il trono immortale
E con eccelse ed ammirabil prove S’aggiunse ai Numi, e si fé gloria a Giove . Circondare più volte I miei genj reali Di Roma i
meno inveterata e più seguita è che fossero figlie di Mnemosine e di Giove . Dagli antichi, non solamente del canto, ma di og
Apoteosi di Omero Melpomene è la figura muliebre velata, più vicina a Giove a cui rivolge il volto: la contrassegna il coturn
paneo fosse ferito dal fulmine, avendo il primo arrogantemente ferito Giove . Ma di questi convien dire altrove. La pittura ci
o nella sua Teogonia le vuol nate da Eurinome figlia dell’Oceano e da Giove . L’ autore degl’Inni che si attribuiscono ad Orfe
estare l’esercito, onde ella possa togliersi il corpo col consenso di Giove . Ecco lo trasporta già: essendo la premura che si
re mortale. Ippolito essendo ritornato in vita per la perizia di lui, Giove si sdegnò tanto che gli uomini potessero trionfar
ce, dagli Egiziani asserirsi che tutto quello che narrasi di Semele e Giove , genitori di lui secondo la volgare opinione, era
Nume, che col fianco infermo Tarda l’alterno passo. Alfine al figlio Giove permise le celesti Rocche. Pure sempre allo dio c
mille forme, tenendo in mano la chiave delle generazioni va a trovare Giove per rappresentargli l’infelicità dell’uomo. Egli
o dì togliere agli Dei il loro nettare, piuttosto che il fuoco sacro. Giove dopo averlo udito, cerca di assicurarlo, svelando
olta eterea a percorrere la via degli astri, e a tenere il fulmine di Giove suo padre. Egli risplenderà delle grazie della gi
nerà la sua testa. Egli dividerà gli onori degl’immortali. Così parlò Giove , e gli applaudirono le Parche e le Ore. Il dio de
dirono le Parche e le Ore. Il dio del Tempo ritornò presso Armonia, e Giove al palazzo di Giunone. Non ostante l’Amore, quel
rinchiudeva i dodici dardi di fuoco destinati a trapassare il core di Giove nelle sue metamorfosi diverse. Ogni dardo aveva l
che annunziava il fulmine da cui sarebbe colpita, e la cura che prese Giove del suo figlio, che nascose nella sua coscia, fin
Tiresia ed Europa sua figlia nel tempio di Minerva per sacrificare a Giove dio del Fulmine un toro, che rappresenta l’immagi
Asopo ove scese per bagnarsi. Amore vibrò la sua freccia nel cuore di Giove , che per meglio osservare la sua amante si cangiò
nalmente giunge la notte: il cielo non è illuminato che dalle stelle. Giove discende sopra Semele, e gli prodiga i suoi favor
ol paragone ch’egli fa del suo destino con quello delle altre amanti, Giove risale al cielo, e lascia la figlia di Cadmo inci
racconta i suoi dispiaceri e i suoi timori: ella le dice di temer che Giove non finisca per bandirla dal cielo, e ne faccia S
i suoi primi favori. Dopo molte dimando la persuade che, se lo crede Giove , lo inviti a venire da lei in tutto lo splendore
Io non vi ho ancora veduto, le dice, nelle forme maestose di un Dio. Giove si affligge di questa dimanda in discreta, ed acc
ezzo delle cure di Mercurio fugge all’incendio che consuma sua madre. Giove sensibile all’infelicità della sua amante la tras
ile lusinga: Dio dell’onde, Dell’universo imperator secondo, Vicino a Giove nel poter, ti chieggo Alte cose: pietà dei miei,
una del suo figlio, e delle cure particolari che ne prendono Cibele e Giove . Nonostante Giunone irritata contro Ino che aveva
a. L’amore di Ampelo gli tien luogo di tutto: finisce per chiederlo a Giove , e sollecita questa grazia colle più vive istanze
ntorno formando un coro circolare. Qui è la preghiera che indirizza a Giove una delle Stagioni, quella dell’Autunno, che gli
i affidarle la cura di maturare i nuovi frutti che produrrà la vigna. Giove le dà lusinghiere speranze, e le addita le tavole
la città, di Tebe si dirige furiosamente contro il palazzo di Cadmo. Giove va a visitare Semole, la quale è già spirata, e B
a. Avventure di Bacco. Decretata dal fato la conquista dell’Indie, Giove invia Iride al palazzo di Rea per comandare a Bac
nque vola da Rea, beve il nuovo liquore, intima a Bacco gli ordini di Giove , che gli comanda di sterminare una nazione che no
zza esortandolo a seguitare le sue vittorie, e gli rammenta quella di Giove sul serpente Campe e sopra i Giganti: quella di M
bera onde porlo fra gì’ immortali, e sacrificargli come ad un dio: ma Giove , onde togliere questo esempio, acceca il re feroc
lcano dei suoi Cabiri. Bacco s’inoltra alla testa della sua armata; e Giove nelle forme di un’ aquila gli serve di guida port
serpente è risuscitato per virtù d’ una certa pianta chiamata fior di Giove , che applicata richiama pure in vita Tilo vittima
quale si distribuisce in quattro corpi. Bacco arringa le sue schiere: Giove raduna gì’ immortali, e invita molte divinità a i
ei si dividono: Pallade, Apollo, Vulcano, Minerva secondano i voti di Giove , mentre che Giunone riunisce contro Bacco Marte,
li amici di Capaneo lo seppelliscono in Argo, essendo stato ucciso da Giove davanti a Tebe mentre n’aveva già superate le mur
poeti, ch’egli fu fulminato per avere con arroganti parole ingiuriato Giove . Poiché dunque i duci e tutti gli altri perirono
n un sorriso disdegnoso e con insolente discorso ripieno d’ingiurie a Giove e minacce a Bacco. Compito il suo parlare, s’ inn
prende quella di gufo, aspettando che Giunone le annunzi il sonno di Giove , secondo gli avvertimenti a lei dati dalla diva.
ella sua imbasciata a Giunone, che prepara altri artifizi per sedurre Giove . Va a trovar Venere sul Libano per chiederle il s
: Giunone le espone i suoi timori sulle conseguenze dell’afi’etto che Giove ha per Semole e per Bacco, al quala dà sede nell’
esto cinto potente, onde io prevenga questi mali, risvegli l’amore di Giove per me, e possa aiutar gl’Indiani, mentre il re d
ella nuovi ornamenti aggiunge alla sua bellezza. Quindi s’avvicina a Giove , che dell’antica fiamma i segni risente. Il suo a
reo pure desidererebbe di mutar figura, e di prendere le sembianze di Giove nei suoi amori con Antiope, onde goder potesse, n
ice eh’ ella pure ha custodita la sua verginità contro gli assalti di Giove che l’ha perseguitata: le consiglia d’ingannare i
a dei pellegrini che lo seppeUirono, morì sul sepolcro della padrona. Giove impietosito pose Icaro, Erigone e il cane nel cie
Rimase il cane, e sulla cara tomba Fisso scelse morir. Vide dall’alto Giove eh’ è padre le sublimi prove Della pietà mortale,
iatto, in memoria della metamorfosi che di lui in questo animale fece Giove per salvarlo, quando era infante, dalla madrigna
e degli uomini rivolgersi per essere del suo atroce misfatto espiato. Giove mosso dal suo pentimento lo espiò, raccolse liber
nere che ne’ Musei si conservino. La nascita di Bacco dalla coscia di Giove è un avvenimento che abbiamo sovente udito ricord
oggetto di una poco religiosa pittura, nella quale avea rappresentato Giove femminilmente acconciato e femminilmente gemente,
ichiamo al pubblico per la prima volta. « Cominciando dalla sinistra. Giove siede coperto del suo manto dal mezzo in giù, sec
Plinio chiamò Dee levatrici: anche qui tre dee assistono al parto di Giove , alla nascita di quel nume, che fu detto l’allegr
hioma avvinta dal diadema, dec orazione inventata da questo figlio di Giove : onde ne ha il capo cinto persino in quel bassori
ta unione che riconosceva la pagana mitologia fra questi due figli di Giove , Ercole e Bacco. L’antichità che gli considerava
sto greco epigramma: Ambo Tehani, ambo guerrieri, ed ambo Prole di Giove : un tratta il tirso, ed uno Della possente clav
di molti espositori di cose antiche, essere ancora un Fauno il famoso Giove bambino scolpito a bassorilievo nel Palazzo Giust
9 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Della mitologia in generale. » pp. 17-359
i primi popoli. Laonde è verosimile che i falsi Dei o Idoli chiamati Giove , Apollo, Bacco, Ercole ec. fossero stati in origi
a d’ accordo con la morale antica il credere che le stelle inviate da Giove splendessero sulla terra quali occhi del cielo pe
e le potenze motrici della terra e dei corpi celesti, mentre pare che Giove , Nettuno e Vulcano successi ai Titani rappresenti
’ inferno ; e dodici di essi componevano il consiglio celeste, cioè : Giove , Giunone, Nettuno, Cerere, Mercurio, Minerva, Cib
à che tutto governa nel mondo ; e gli altri Dei, come anche lo stesso Giove , andavano a consultarlo, ma senza poter mutare gl
e (40), sorella e moglie di Saturno, avuti due figliuoli ad un parto, Giove (63) cioè e Giunone (85), fece veder solamente qu
unone (85), fece veder solamente questa al marito, e gli tenne celato Giove , offrendogli in sua vece una pietra che da Saturn
he quand’ ebbe gli altri due figli Nettuno (185) e Plutone (213). 29. Giove fu dato a educare alle Ninfe del monte Ida nell’
Narrasi che le Ninfe e i Coribanti, che furon poi anche sacerdoti di Giove , per celar meglio a Saturno i vagiti del Nume in
rno, lo vinse, e lo imprigionò con Cibele in angusto carcere ; ma poi Giove da buon figliuolo venne a capo di liberarli ambed
stabilirsi nell’ Affrica. 31. Poichè Saturno udì dal Destino (21) che Giove gli avrebbe usurpato il regno, appena fu libero,
li avrebbe usurpato il regno, appena fu libero, gli mosse guerra ; ma Giove lo vinse ; e temendo che il padre usasse un’ altr
no, Servar modi, costumi e leggi nove, Siccome piacque al suo tiranno Giove . Egli quel dolce tempo, ch’ era eterno, Fece part
Furono detti anche Coribanti o Dattili (29),14 , servendo al culto di Giove  ; e celebravano le feste di Cibele con immenso tu
igia, di dove si trasferirono in Creta, e aiutarono i Cureti a educar Giove (29). 49. Sacrificavano a Cibele un toro o una ca
specialmente delle messi e dei cereali. 52. Cerere ebbe dal fratello Giove (63) una figlia chiamata Proserpina (53) ; e Gias
Giove (63) una figlia chiamata Proserpina (53) ; e Giasone, figlio di Giove e d’ Elettra, la fece madre di Pluto (254), Dio d
quel pantano, a significare come sia riprovevole la sgarbatezza. 56. Giove (63) commosso dall’ affanno di Cerere, promise di
di melagrana, ed Ascalafo figliuolo dell’Acheronte (218) lo riferì a Giove . Laonde Cerere sdegnata gettò in faccia al delato
la sua figliuola ; ma ogni preghiera fu vana. Corse poi opinione che Giove , impietosito da Cerere, concedesse a Proserpina (
e datosi da sè stesso mentre abbatteva il bosco sacro di Cerere. Giove . 63. Giove, figlio di Saturno (27) e di Cibele
stesso mentre abbatteva il bosco sacro di Cerere. Giove. 63. Giove , figlio di Saturno (27) e di Cibele (40), bandito
le divine chiome Ondeggiaro, e tremonne il vasto Olimpo. Omero. 64. Giove sposò Giunone (85) sua sorella, ad esempio del pa
moglie di Celo (25) per vendicare i Titani suoi nipoti precipitati da Giove nel Tartaro, gli fece ribellare i Giganti (69) fi
il re del cielo. 66. Deliberati dunque i Giganti di combattere contro Giove , presero ad assalirlo sullo stesso suo trono sovr
e ne furono spettatori senza saperne spiegare le cause. 67. Lo stesso Giove , sgomentato alla vista di sì tremendi nemici, chi
a d’un leone, combattè per qualche tempo con intrepidezza, animato da Giove che di continuo gli gridava : Coraggio, figlio mi
tava gli Dei ; Fialte poi fu quello che pose il monte Ossa sul Pelio. Giove sotterrò vivi, sotto l’isola d’Ischia, Tifone e B
ie e di pomici e di fumo. Virgilio, Eneide, trad. del Caro.19 70. Giove , mantenutosi l’impero del mondo e non avendo più
terra, e le animò col fuoco sacro rapito al carro del Sole.20 71. Ma Giove , sdegnato dell’audacia di Prometeo, ordinò a Vulc
nell’ambizioso potere, così la pena di Prometeo appariva ordinata da Giove . Ma lo stesso rigeneratore a veva presagito che a
quella della tirannide ; e infatti Ercole, (364) figlio dello stesso Giove , con l’andar del tempo uccise l’avvoltoio, e libe
Silvestro Centofanti. 72. Addolorati gli altri Dei per la severità di Giove , e ingelositi nel vedere che egli solo si arrogav
vero dono celeste e ultimo scampo, restò nel fondo del vaso.21 74. Giove protesse con parzialità parecchie mortali, e pres
per lui, e Perifa, cangiato in aquila, diventò l’uccello favorito di Giove e il eustode delle sue folgori. 77. La capra Amal
. 77. La capra Amaltea (amaltheyo, io nutro, gr.) che aveva allattato Giove , ebbe l’onore d’esser collocata fra le Costellazi
a segno da far morire tutti i forestieri che passavano pe’suoi stati. Giove in sembianza umana volle andare ad ospizio da lui
ì carne umana. Allora una fiamma vendicatrice distrusse per ordine di Giove il palazzo di Licaone, e l’empio fu convertito in
nasce dallo stesso nome di Licaone che in greco significa lupo. 79. Giove ha parecchi nomi negli autori profani, e i più co
ll’odore della vittima ; ma andando poi a sacrificare al simulacro di Giove , gl’importuni insetti si dileguarono. In Roma fu
mmone (Ammone in greco significa rena o sabbia) ; e per questo ancora Giove era talvolta rappresentato sotto le forme d’ariet
ad offrirgli farina, sale ed incenso. 82. Gli antichi consacrarono a Giove la quercia, perch’egli a somiglianza di Saturno a
fu tagliato il fatidico albero della nave degli Argonauti. 83. Il Giove dei Greci e dei Romani fu sempre rappresentato co
discordi sul numero degli enti mitologici che hanno avuto il nome di Giove  ; e Varrone ed Eusebio li fanno ascendere sino a
vevano di prendere questo nome. Perciò tanti popoli diversi vantavano Giove esser nato fra loro, e additavano sì gran numero
Giunone. 85. Giunone, figlia di Saturno (27) e di Rea, (42) sposò Giove (63) suo fratello, e divenne regina degli Dei. Er
già cresciuto ed in armi di sotto tcrra allorchè Giunone, rampognando Giove , la battè incollerita col piede ; Vulcano (270) c
rampognando Giove, la battè incollerita col piede ; Vulcano (270) che Giove precipitò dal cielo sulla terra da quanto era def
ecedere ad Ebe in quest’ufficio, e dicono che avendolo male adempito, Giove glielo tolse, e collocò il giovinetto in una cost
. Giunone era d’indole altera, diffidente, gelosa e fastidiosissima a Giove , tanto che una volta, volendo egli punirla de’suo
’oro. 89. Ma non essendo stata efficace questa lezione a correggerla, Giove risolse di prendere un’altra moglie, e di sceglie
i eran chiusi dal sonno. Ma la Dea non ottenne il suo intento, perchè Giove ordinò a Mercurio suo araldo (160) di fare addorm
dopo aver percorsa tutta la terra si fermò sulle sponde del Nilo, ove Giove le rese la primiera sua forma. Quivi partorì Epas
, sorella e moglie d’Osiride (696). 91. Quindi la repudiata moglie di Giove non ebbe più ritegno alle vendette, alla gelosia,
l giudizio della bellezza. Si vendicò d’Europa (74, 483) prediletta a Giove , financo sui discendenti del suo fratello Cadmo (
la figliuola Semele (147, 148) restò, per sua malizia, incenerita da Giove  ; e fu esposto Ercote (364) a grandi rischi. 92.
he fece perire tutti gli abitanti, per vendicarsi della protezione di Giove verso la figlia d’Asopo regina di quell’isola. Ea
po regina di quell’isola. Eaco, (229) figliuolo di questa regina e di Giove , pregò il padre perchè ripopolasse il suo regno ;
ni la confondevano con la dea Iside (690, 691 ec.) Apollo. 96. Giove (63), abbandonata Giunone (85) per unirsi a Laton
a (137). 97. Prima che Apollo e Diana nascessero, la gelosa moglie di Giove mosse contro la loro madre il serpente Pitone, na
e nel mare Egeo l’isola di Delo,27 e Latona trasformata in quaglia da Giove , si rifugiò in quell’isola, e vi partorì Apollo (
iglio di Teseo (402) che era morto per cagione dei mostri marini ; ma Giove , reputando questa risurrezione quale oltraggio al
nne cieca disperazione, e non potendo pigliarne vendetta sullo stesso Giove , uccise a colpi di strali i Ciclopi (272) che ave
di strali i Ciclopi (272) che avevano fabbricato la folgore ; laonde Giove , per punirlo di tanto ardire, lo scacciò dal ciel
egli dal cielo in pena d’una cospirazione ordita con altri Dei contro Giove . 106. Allora ambedue chiesero asilo a Laomedonte
uti. 110. Finalmente il lungo esilio e le sventure d’Apollo placaron Giove , che gli rese la divinità con tutti i suoi privil
rora sposò Titone, figlio di Laomedonte re di Troia, e gli ottenne da Giove l’immortalità, ma non pensò ad implorargli anche
uamente de’ suoi celesti natali ; quasichè l’avere Apollo per padre e Giove per avo fosse merito suo, e tenesse luogo di virt
enza. Un giorno venne a contesa di natali con Epafo (90), figliuol di Giove , e con altri suoi folli compagni ; e vantando, se
mpagne. 119. La terra, adusta fin nelle viscere, alza i suoi gemiti a Giove (63), ed egli, per impedire l’ultima ruina dell’u
una meraviglia dell’arte. Diana. 137. Diana era figlia di Giove (63) e di Latona (97), e sorella d’Apollo (96). F
orse questo suo nome principale deriva da dios che in greco vuol dire Giove . 138. In cielo fu chiamata Luna o Febea dall’ave
e Endimione e n’avesse cinquanta figliuoli ; ma dicono altrimenti che Giove , trovato questo pastore nelle stanze di Giunone,
omesso di vivere continuamente nubile con lei ; ma ad insinuazione di Giove , che le apparve sotto le effigie della stessa Dia
a fede di Calisto, la cacciò dal suo cospetto, e la mutò in orsa ; ma Giove la collocò in cielo insieme con Arcade, ove ambed
ari. Vita di Taddeo Zucchero). Bacco. 146. Bacco era figlio di Giove (63) e di Semele, figlia di Cadmo (482) fondatore
be. 147. Giunone (85) fu presa da fiera gelosia della predilezione di Giove per Semele, causa di tanti guai a’ Tebar Nel tem
ua nutrice, ed accendendo tutta la sua vanità, la istigò a chiedere a Giove ch’ei se le manifestasse in tutta la maestà della
ove ch’ei se le manifestasse in tutta la maestà della celeste gloria. Giove negò lungo tempo di compiacerla ; ma cedendo infi
di rovina a chi stoltamente agogna e vagheg gia quelle cose vane ; ma Giove si tolse con sè il bambino del quale Semele era i
a chioma di Semèle alto cadea, Ma lieta or vive in cielo Al figlio, a Giove e alla tritonia Dea Sovra ogni dir gradita. Pin
oneo, Evio, Bassareo, ec. Mercurio. 160. Mercurio, figliuol di Giove e della ninfa Maja figlia d’Atlante, alla quale f
que in Arcadia sul monte Cillene ; fu il messaggero e l’interprete di Giove e degli altri Dei tanto in cielo che in terra, sì
(96), la spada a Marte (255), il cinto a Venere (170) e lo scettro a Giove (28) ; ma questa è una bizzarra allegoria della p
este diverse qualità sieno state tutte attribuite al solo figliuol di Giove e di Maja. Venere. 170. Venere, Dea della
iorno della prima primavera del mondo ; e secondo altri era figlia di Giove (63) e di Diana ninfa dell’ Oceano (192). Abitava
i gli Dei, rapiti dalla sua bellezza, la desiderarono per isposa ; ma Giove l’accordò a Vulcano (270) in ricompensa dei servi
ravigliosa. Nate il di che a’ mortali Beltà, ingegno, virtù concesse Giove  : Onde perpetue sempre e sempre nove Le tre doti
tarsi di tanta predilezione, fu punito di questa sua indiscretezza da Giove (63) con un colpo di fulmine che gli sfiorò la pe
debole femminuccia. Venere afflittissima di questa morte, richiese a Giove 35 il suo diletto Adone, ed ottenne ch’ egli pass
85. Nettuno era figlio di Saturno (27) e di Cibele (40) e fratello di Giove (63) e di Plutone (213). Appena nato, la madre, p
acque. 187. Poichè fu scoperto complice in una congiura ordita contro Giove , n’ ebbe per castigo l’esilio dal cielo nello ste
e un mostro a desolare le spiagge. Dopo ciò Nettuno, pacificatosi con Giove , tornò al governo delle onde. 188. Anfitrite (Amp
il potere di sollevar le onde e d’eccitar le tempeste. Era figlio di Giove (63), e regnava sulle isole Eolidi, chiamate ora
di, figlia di Nettuno e della Terra, involò alcuni bovi ad Ercole ; e Giove (63) volle fulminarla in pena della sua insaziabi
ossia scotitor della terra. Plutone. 213. Plutone, fratello di Giove (63) e di Nettuno (185), fu il terzo figlio di Sa
il terzo figlio di Saturno (27) e di Cibele (40). Assistè il fratello Giove nella guerra che ebbe a sostenere contro Saturno
po la vittoria ottenne il regno infernale. 214. Proserpina, figlia di Giove (63) e di Cerere (51), fu moglie di Plutone, ed e
aver somministrato l’acqua ai Giganti (65) allorchè mossero guerra a Giove (63). I poeti lo figurano vecchio riposantesi sop
n fiume e precipitato nell’ inferno per aver soccorso i Titani contro Giove . Talora significa una parte o tutto l’inferno. 22
ato, nè potere di’ re, nè donativi, nè scuse. 228. Minosse, figlio di Giove (63) e d’Europa (91), fu re di Creta,53 isola del
i, ogni nove anni si ritirava in una caverna, dando a credere che ivi Giove (63) gliele dettasse. Come presidente dei giudici
iudizio ; Dicono ed odono, e poi son giù volte. 229. Eaco, figlio di Giove (63) e d’Egina, fu re dell’isola d’Egina da lui c
la prima causa della rovina di Troja (344). 230. Radamanto, figlio di Giove (63) e d’Europa (91), e fratello di Minosse, recò
i che presiedevano alla vita e alla morte, ossia le Parche, figlie di Giove e di Temi od anche della Notte, e secondo altri d
i cosa e assassinando i passeggieri che s’imbattevano in lui ; sicchè Giove (63) lo punì precipitandolo nell’inferno, e conda
alteramente Per la Grecia scorrendo, e fin per mezzo D’Elide, ov’è di Giove il maggior tempio, Di Giove stesso il nome e degl
rocissimo. Ma dopo aver pagato il fio lungo tempo con questo strazio, Giove (63), credendolo pentito, gli aprì un asilo nel c
. cit.) 250. Tantalo, (tantalizo, io accumulo tesori, gr.) figlio di Giove (63) e re di Lidia, era sordidamente avaro, nè ri
di Cerere (51) che era fuor di sè pel dolore della rapita figliuola. Giove poi volle punire nel Tartaro (216) l’avarizia di
dine fu eseguito : ma una di esse, Ipermestra, salvò lo sposo Linceo. Giove (63) punì le scellerate fanciulle condannandole n
del Caro.) 253. Il supremo Dio dell’inferno, Plutone, il fratello di Giove e di Nettuno, era rappresentato con differenti at
. c. VII.) Marte. 255. Marte, Dio della guerra, era figlio di Giove (63) e di Giunone (85) ; ma taluni scrissero che
di molti eroi.57 Minerva o Pallade. 262. Minerva, figlia di Giove (63), era la Dea della Sapienza, e presiedeva all
siedeva alla guerra, alle scienze ed alle arti.58 La favola narra che Giove , tormentato da un gran dolore di testa, chiese ai
nqualia e Minervalia. Vulcano. 270. Vulcano era figliuolo di Giove (63) e di Giunone (85) ; ma nacque così deforme,
re zoppo (69). 271. Ad intercessione di Bacco (146) tornò in cielo, e Giove cominciò a volergli bene ; anzi gli parve che fos
Così al Nume più deforme toccò la più bella tra le Dee ; e chi sa che Giove non lo facesse per ammonirla a non invanirsi dell
cibile, a Nettuno (185) il tridente che suscita e seda le procelle, a Giove la folgore che fa tremare uomini e Dei : Sospira
 : Sospira e suda all’opera Vulcano, Per rinfrescar l’aspre saette a Giove . (Petrarca, Parte I, Son. XXVI.) Sterope, Bront
er assoggettarli e per derubar loro ogni cosa ? Le muse. 274. Giove , (63) trasformatosi in pastore, amò Mnemosine, De
raggio, E osò ritorre all’Erebo Uom già concesso a morte ; Sicchè di Giove il fulmine Tolse ad ambo il respir, E videsi peri
malattie ec. Pane 294. Alcuni dissero che Pane fu figliuol di Giove (63) e della Ninfa Calisto (140), altri gli asseg
. 320. La più celebre fra le Nereidi fu Teti, ed era tanto bella che Giove (63), Nettuno (185) ed Apollo (96) se ne disputar
n serpente. La fortuna 332. La Fortuna, onnipotente figlia di Giove e sorella del Fato, arbitra universale degli uomi
Ramnunte borgo dell’Attica, era figlia della Necessità (332 2°) e di Giove , o secondo altri, della Notte (238) e dell’ Ocean
loro armi. Atéa. 335. Atéa (ate, ingiustizia, gr.), figlia di Giove (63), era una Dea malefica, di null’altro solleci
male agli uomini. Giunone per consiglio di questa Dea aveva ingannato Giove facendo nascere Euristeo prima d’ Ercole ; e il p
o, Trad. del Monti.) Le Preghiere sue sorelle, e, come lei, figlie di Giove , la seguono sempre, ma zoppicando, e s’ingegnano
e fu quindi onorata quale Dea della Giustizia. La favola aggiunge che Giove (63) ebbe da lei, ed era ben naturale, questre tr
lo molto celebri alle falde del monte Parnaso. 339. Astrea, figlia di Giove (63) e di Temi (337), presiedeva come sua madre a
e per genitori Titano (30) e la Terra (25), e facendola messaggéra di Giove (63). Degnamente celebra il Petrarca nel suo Trio
che dividono le famiglie ed i cittadini. Abitò un tempo nel cielo, ma Giove ne la bandì, perchè metteva sempre lo scompiglio
ndida, e con celeste riso sul volto bello, compariva questa figlia di Giove (63) e di Temi (337), ed era la Dea tutelare del
e son dette anche Semidei. Perseo. 353. Perseo era figlio di Giove (63) e di Danae. Acrisio re d’Argo rinchiuse la f
predetto che un dì il suo nipote gli avrebbe tolto corona e vita. Ma Giove trasformato in pioggia d’oro, che è quanto dire d
Un oracolo lo aveva ammonito a star guardingo contro un figliuolo di Giove (63) ; ed egli udendo come Perseo fosse tale, non
li di Micene e d’Argo alzarono gloriosi monumenti alla sua memoria, e Giove (63) lo pose in cielo tra le costellazioni setten
e, e vennero al mondo gemelli mentre questo principe era alla guerra. Giove (63), che amava Alcmena, volle pigliarsi special
empre gelosa di tutto, si apparecchiò a perseguitare Ercole, forzando Giove a giurar per lo Stige che il primo nato de’due fa
te perchè Euristeo venisse al mondo prima d’Ercole, ed il protetto di Giove fosse sottoposto al fratello per decreto del Fato
ni della sua vita ch’ei poteva meritamente esser chiamato figliuol di Giove . Noto a Giuno superba, il divin germe Godea del
nti. Teseo lo uccise, e bruciò le sue ossa, facendone un sacrifizio a Giove (63). 411. Anche Procuste, il quale commetteva cr
ma donna dell’ Etolia, chiamata Leda (74), la quale ebbe due mariti : Giove che fu padre di Polluce e d’ Elena (433), e Tinda
Clitennestra (532). I figliuoli di Tindaro erano mortali, e quelli di Giove parteciparono dell’ immortalità del padre. Nonost
aridi ambedue i maschi. Ebbero anche il nome di Dioscuri, da diòs, di Giove , e kouros, giovine, parole greche. 442. Polluce a
cadde sotto i colpi di Polluce, nel tempo che Ida restò fulminato da Giove (63). 446. Polluce, pieno d’ afflizione per la
46. Polluce, pieno d’ afflizione per la morte del fratello, scongiurò Giove affinchè lo facesse immortale come lui ; ma quest
te inorgoglito delle sue gesta volle salire in cielo col Pegaseo ; ma Giove fece pungere da un insetto il piede del destriero
a recato in salvo Arione. Quel delfino per ricompensa fu collocato da Giove fra gli astri, in una costellazione vicina a quel
un delfino sul suo scudo. Anfione. 481. Anfione discendeva da Giove (63), ed era figlio d’Antiope, moglie di Lico re
opa, fanciulla di così rara bellezza che fu protetta singolarmente da Giove (63). 483. Il padre degli Dei si trasformò in tor
e, ove Teseo (409) lo ricevè umanamente. Poco tempo dopo, il tuono di Giove gli annunziò la sua prossima fine, e la terra gli
, « quel che cadde giù de’ muri » dice Dante, perchè mentre insultava Giove fu percosso dal fulmine sulle mura di Tebe,92 Ipp
ra di Troja. 519. Questa guerra divise in due parti anche i Numi ; nè Giove (63) seppe impedire uno scandalo così grande : Ne
e (170) protesse sempre i suoi diletti Trojani, e talora trasse anche Giove nel suo partito. Gli stessi due fiumi della campa
to a far visita a Telamone che si lagnava di non aver prole, supplicò Giove (63) affinchè concedesse all’ amico un figliuolo
le armi. Sicchè Omero, quanto alla prudenza, lo paragona allo stesso Giove (63). Ecco i più segnalati servigi ch’ ei rese ai
è serbare la forma umana in virtù d’un’erba che gli era stata data da Giove . Con l’aiuto del medesimo Dio obbligò Circe a res
consentito di sposarla : ma egli volle serbar fede a Penelope, sicchè Giove (63) ordinando a Calisso di non più opporsi alla
ita chiama le sue compagne, e le invita a soccorrere lo straniero : «  Giove , ella disse, ci manda i poveri e i supplichevoli
o (543), in mezzo a’suoi Dei, e quando appunto abbracciava l’altar di Giove . Un bel quadro di Pietro Benvenuti, e l’incisione
rò. Ma gli Dei, fidi custodi De’giuramenti, testimon ne sieno, Che se Giove l’onor di tua caduta Mi concede, non io sarò spie
ta e il volto tutto Bruttavasi, quel volto in pria si bello, Allor da Giove abbandonato all’ira Degl’inimici nella patria ter
puta fu maggiore tra Venere (170), Minerva (262) e Giunone (85). 599. Giove , per finire lo scandalo, mandò le tre Dee sul mon
crificare ad Apollo (96). Quel principe aveva sposato Elena figlia di Giove e di Leda (441) e celebratissima per la bellezza 
è per qualche tempo alle seduzioni di molli affetti ; ma il nunzio di Giove (160) scese a ritrarlo dalle insidie che l’odio d
sa colonia dei Fenicj. Fatti incidentali. Orione. 618. Giove (63), Nettuno (185) e Mercurio (262) andarono una
per imbandir loro men parca mensa uccise il solo bove che possedeva. Giove , desiderando ricompensarlo, promise di accordargl
minuire facendogli gli onori del funerale, vale a dire, impetrando da Giove che fosse posto nel cielo, ove forma la costellaz
povero vecchiarello, aveva per moglie Bauci anche più vecchia di lui. Giove (63) e Mercurio (160) viaggiando per la Frigia so
al Parnaso, quando sopravvenne il diluvio che porta il suo nome. 648. Giove (63), sdegnato della perversità degli uomini, ave
nienti d’ambedue i sessi, fu scelto giudice d’una contesa insorta tra Giove (63) e Giunone (85) su chi sia più felice, o l’uo
Giunone, che era di contrario parere, se l’ebbe a male, e lo acciecò. Giove per consolarlo fecelo diventare uno dei più grand
avverarsi, nel tornar dalla spedizione, il funesto vaticinio, poichè Giove (63) per punirlo della sua presunzione lo fulminò
o, figliuola dell’indovino Tiresia (660), la Sibilla Libica figlia di Giove (63) e di Lamia, e quella di Cuma, Deifobe, che r
, i più celebri di tutti, erano di quattro specie : Olimpici, sacri a Giove  ; Pitii, ad Apollo : Nemei, ad Ercole ; ed Ismici
in memoria dell’ucciso Archemoro, furono ripristinati e consacrati a Giove da Ercole dopo la sua vittoria contro il famoso l
677. L’ Ariete è quel caprone del Vello d’oro (419) che fu immolato a Giove (63) e messo nel numero degli astri, ossivvero qu
lo della vegetazione delle piante, ed è l’animale in cui si trasformò Giove per rapire Europa (483). Il Nume riconoscente lo
i ; ma v’è chi dice piuttosto essere la ninfa Io condotta in cielo da Giove , dopo che l’ebbe cangiata in giovenca (89). 679.
elle pioggie ? e secondo la favola è Ganimede (87) rapito in cielo da Giove . Ci rammenteremo che questo giovine mesceva il ne
gli Egiziani e il più generalmente adorato. Lo facevano discendere da Giove (63) e da Niobe(629), e, secondo alcuni, da Inaco
scere in Tanarete ed in Eso gli Dei adorati dai Greci sotto i nomi di Giove e di Marte. 734. I Galli si vantavano discendent
o Padre universale, perchè padre degli Dei e degli uomini al pari del Giove dei Greci. Ebbe anche il nome di Padre delle batt
del suo successivo corrompimento. 10. Saturno cacciato dal regno di Giove . 11. La Dea della giustizia 12. Questo tempio f
ofe vulcauica, i capi religiosi dci popoli inciviliti divulgarono che Giove aveva fulminato i Giganti, scpolti poi dall’immag
. Saggio I.) 22. Nè Omero nè Esiodo parlano di questa metamorfosi di Giove in cigno, nè dell’uovo maraviglioso onde nacquero
collo la fecero paragonare ad un cigno, e la poesia creò la favola di Giove e di Leda. 23. Quaranlasetle città del Lazio ra
ferie latine. Prima di separarsi, i Depulali delle città immolavano a Giove un toro, e ciascuno ne portava seco un pezzo, qua
i del Lazio. 24. V’è cbi attribnisce quest’oracolo ad Apollo e non a Giove . Dieono adnnque che Trofonio fu celebre arcbitett
ì detto secol d’oro. 47. Antica. 48. Vedi al § 29, il nascimento di Giove . Rea è il soprannome di Cibele. 49. Che il tempo
52. Mostruosa. 53. Oggidì Candia. Quivi abilò Cibele o Rea, e nacque Giove , e fu allevato dai Curibanli. 54. Virgilio. 55.
a forza che andava dicendo di voler prendere Tebe anche a dispetto di Giove e di tutti gli altri Dei. Aveva per stemms nello
io, maritarai, costruire un palazzo, saper l’esito d’una malattia ec. Giove a Dodona, in Libia ; Apollo a Delfo, a Claro, a D
10 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XI. Giove re del Cielo » pp. 55-59
XI Giove re del Cielo Che Giove fosse adorato come il su
derne lingue francese e inglese, mentre in italiano lo traduciamo per Giove , prendendo questa voce, come generalmente suol fa
noi in tutti gli altri nomi latini, dall’ablativo (Jove). Il nome di Giove deriva dal verbo giovare (juvare) : Giove signifi
ablativo (Jove). Il nome di Giove deriva dal verbo giovare (juvare) : Giove significa dunque etimologicamente il Dio che giov
d evidente, che un dei nostri poeti ha detto : quel Dio che a tutti è Giove , per dire che giova a tutti ; e Dante nel celeber
presenta questa notabilissima perifrasi : « E se licito m’è, o sommo Giove « Che fosti in terra per noi crucifisso, « Son l
Giove Gesù Cristo nel senso etimologico e non mitologico della parola Giove . La Divinità non ebbe mai in alcuna lingua un no
este idee filosofiche derivò il titolo di Ottimo Massimo che davasi a Giove dai romani politeisti ; e Cicerone stesso spiega
za » 59. Era detto ancora Ospitale, perchè gli Antichi attribuirono a Giove l’invenzione e la protezione della ospitalità ; T
i il nome di Olimpo è usato come sinonimo di Cielo ; Olimpico è detto Giove  ; Olimpici o Dei dell’ Olimpo tutti gli altri Dei
dell’ Olimpo tutti gli altri Dei superiori62. La dignità e maestà di Giove era descritta dai poeti più grandi e più sommi co
i con espressioni veramente sublimi. Virgilio imitando Omero dice che Giove con un cenno faceva tremar tutto l’Olimpo (Æneid.
la fucina di Vulcano. Omero aggiunge che ai lati del suo trono teneva Giove due coppe, l’una del bene e l’altra del male, per
Giove Ammone e sotto la forma di ariete. Ammone significa arenoso, e Giove ebbe questo titolo perchè nelle arene della Libia
ini della Mitologia. La più bella e sublime immagine della potenza di Giove , e della dipendenza della Terra dal Cielo e dal s
al supremo suo Nume, fu ideata da Omero, attribuendone l’invenzione a Giove stesso, che il poeta sovrano fa così favellare ag
Dee, e traete. E non per questo « Dal ciel trarrete in terra il sommo Giove , « Supremo senno, neppur tutte oprando « Le vostr
ista Vico66. Si unirono anche gli astronomi antichi a rendere onore a Giove dando il nome di esso a quel pianeta che apparisc
tuttora chiamasi Giovedì. Se tutto questo e null’altro si sapesse di Giove , avremmo in esso una nobilissima idea del Dio fil
un fatto o avvenimento straordinario, che mise in forse la potenza di Giove e degli altri Dei superiori. 57. In latino Jupi
Olimpo spesso cinta di nubi, dicevano gli Antichi che ve le stendesse Giove , allorquando vi soggiornava, per nascondersi agli
o in questa espressione : « Con un olimpico cenno di testa. » 63. Giove fu detto Olimpico non solo perchè credevasi che s
mini e degli Dei con sì fatta Catena egli pende dall’arbitrio di esso Giove , ed essi vogliono Giove soggetto al Fato. Si fatt
fatta Catena egli pende dall’arbitrio di esso Giove, ed essi vogliono Giove soggetto al Fato. Si fatta Autorità divina portò
11 (1841) Mitologia iconologica pp. -243
dici formavano il supremo consiglio, Luc. dial. de Deor. concil. cioè Giove , fra’ maschi, Nettuno, Vulcano, Marte, Mercurio,
sagrata. Facciamoci pertanto dalla I ed incominciamo propriamente da Giove padre degli Dei, e degli uomini presente per tutt
omnia plena. Virg, Parte prima Degli dei maggiori Cap. I. Giove Sonetto O pi, e Saturno dier la vita a
sciuti vennero dagli antichi sotto questo speciosissimo nome ; Chi fù Giove poichè però al solo figlio di Saturno, ed Opi, os
i ad inghiottire una pietra, detta poi Abder, in luogo dell’amato suo Giove . Quivi egli cresciuto, e consapevole de’passati c
del pari le più adatte a far conoscere chi propriamente il terribile Giove si fosse. Sue battaglie La prima dunque di quest
Titano ceduto a Saturno à figli di costui trasmetter non si dovea) ma Giove con invitto potere, e col favor di altri Dei comb
ttaglia della prima ancor più terribile, e fiera, cui dovè far fronte Giove fu contro i Giganti. Questi colligati con Tifeo s
si animali fuggirono in Egitto per fissar quivi il soggiorno. Il solo Giove però coraggioso per la prima vittoria contro i Ti
e superbe vittorie gloriosa sempre più sfavillasse la maestà del gran Giove  ; pur essa oscurata venne non poco da quelle infa
r d’ Atene detto Perifa in alato messaggier celeste detto l’aquila di Giove . Suo culto. Molte erano le feste, co’quali veniv
aver essi la facoltà di rendere oracoli, perche amati focosamente da Giove . Gl’ animali poi da svenarsi in suo onore erano b
unicamente rapito. Circa le morali significazioni poi della favola di Giove , come delle favole degli altri Dei stimo tempo pe
e respingere i flutti dal lido ; onde a somiglianza del suo fratelle Giove variamente cambiandosi a sfogar si diede i suoi a
ar säette crudelmente istrutto Par che dal suo destin fù dichiarato ; Giove per esso vien sovente armato, Perchè il mondo tal
appoggio, e sgabello alle sue fortune. Chi fù Vulcano. Nacque egli da Giove , e da Giunone, o da questa sola, come pur pretend
rar non potendo di buon genio gli stessi suoi genitori, e soprattutto Giove geloso mai sempre del suo decoro proveniente dal
lecito gli fabbricava quei fulmini tremendi, de’ quali armato il gran Giove rendevasi il terror di chiunque osava far resiste
ane riuscirono le sue pretenzioni ; non però ciò avvenne per parte di Giove renitente, ma per cagion della pretesa Dea, che g
uistatosi pertanto Vulcano mercè del suo ministerio la grazia del suo padre Giove , non isdegnò questi di ammetterlo al cielo in qua
Chi fù Marte. Avvegnachè figlio del troppo augusto matrimonio di Giove , e di Giunone quasi da Greci tutti questo Dio si
sta muto Qualunque nel parlar abbia pìù voce. Egli porta i precetti a Giove , e a Pluto, Turba colle sue frodi, e a lutti nuoc
ù Mercurio. Nato appena da Maia primogenita di Atlante consociata con Giove , si grazioso comparve nelle sue sembianze, che Gi
o ancor non compiuto di sua vita mortale giunse a rubare lo scettro a Giove , il martello a Vulcano, il tridente a Nettuno, i
la testa, ed a’piedi, mentre essendo suo ufficio portare i comandi di Giove , servire agli Dei nelle loro ordinanze, ed il pre
dre miseramente soggiacque. Chi fù Apollo. Corrucciata Giunone perche Giove suo marito particolare affetto nudrisse per Laton
dolore. Imperocchè alla vista d’Ippolito redivivo sdegnato altamente Giove con fulmine fatale tolse di vita il valente Escul
e’ fulmini con furioso nembo di frecce ; tale ingiuria però riputando Giove come propria lo privò, benchè a tempo, delle divi
ua pelle a tenore del convenuto. Riacquistata finalmente la grazia dí Giove , e chiamato novellamente nel cielo chi mai credut
zie. Per vendicarsi costui dell’ ingiuria ricevuta da Epafo figlio di Giove , che detto gli aveva di non esser egli figlio di
uine. Il grido intanto di tutti gl’ enti atterriti ferì l’orccchio di Giove , e crucciato questi ben presto con fulmine rovesc
orco, e l’ariete. Cap. VII. Giunone Sonetto G iunto a Giove germana eletta figlia D’opi funesta, che pur regn
lia essa di Saturno, e di Opi, e Sorella per conseguenza dello stesso Giove , anzi con esso più avvinta mercè i ligami di nozz
e, che ella afflisse non poco, sol perchè amate con tenero affetto da Giove . Nè qualora pensava alle vendette punto curava la
gogliosa Dea di Ebe, e Vulcano suoi figli concepiti per opera del suo Giove , sollecita impegnossi ancora un altro concepirne
si fosse, che dubitata non avea di gareggiar collo stesso suo marito Giove  ; mentre se questi per sua virtù tratto aveva dal
esso marito pel seguente motivo. Nella gran congiura degli Dei contro Giove essa in vece d’opporsi al troppo folle attentato,
quell’ Argo di cento occhi suo esploratore da Mercurio per ordine di Giove crudelmente ammazzato : benchè in alcune sue imma
giunta d’ un cuculo sul suo scettro, perchè in quello cangiato si era Giove per ottenerla al fine dopo tante reiterate ripuls
Pronuba, ossia Natale. Fù detta finalmente Eterea, perche sposata con Giove preso sovente, secondo Macrobio, per l’ etra ; e
e quindi essendo all’ Etra sottoposta l’ aria, essa qual inferiore di Giove per l’ aria stessa comunemente fù presa. Sue fes
tessi restarono sorpresi dalle sue fattezze ; anzi lo stesso fratello Giove preso dalle vaghe sue forme, ed obbliando le legg
la ninfa Aretusa, sollecita volse indietro i suoi passi ad informarne Giove per l’opportuno riparo. Al sentire il gran padre
i che i n lei non può cercarsi più. Di fiori ha un serto, che il gran Giove diè Ad ella quando assisesi lassù ; Lei promette
i albori tale affetto, e gelosia pel suo vergineo candore, che quando Giove rapito indi a poco dal suo grazioso sembiante con
ente, e gloriosa Fù Minerva all’Olimpo un di mostrata, Dalla mente di Giove appena nata Fù sapiente, e guerriera al par famos
adombrò i rari pregi, de’ quali andava ella fastosa. Chi fù Minerva. Giove credendo troppo ciecamente ai vaticinii d’Urano,
e la sua dimora. Annoiato impertanto dell’insueto gravame l’ignorante Giove , e ravvisando crescere sempre più con suo maggior
della debolezza di Calisto figlia di Licaone infelicemente sedotta da Giove , senza riguardo alcuno tutto sdegno divenuta dall
i poeti ci descrivono le loro querele, non che i lamenti dello stesso Giove , così in Lucano : Me quoque fata regunt. Da ciò
ce potevano togliere da quegli indelebili caratteri ? La doglianza di Giove presso Omero di non poter evitare il destino, e c
do suo umore di giorno in giorno sempre più ingelosendo il suo figlio Giove , fù la cagione, per cui obliando questi tutti i d
Virg. Nel I. Delle sue Eneide v. 297. riferendo il fausto presagio di Giove a Venere addolorata pel suo figlio. … dirae ferr
ente conchiudere con quanta sodezza, e maturo consiglio un dì parlava Giove , quando sul nascere di esso prevedendo le future
fù Plutone. Riconobbe Plutone da Saturno, e da Opi non altrimenti che Giove , e Nettuno suoi germani fratelli gli alti glorios
to Dio de’morti. Comunque pero ciò sia egli sotto i fastosi titoli di Giove infernale, Giove stigio, e terzo Giove veniva com
Comunque pero ciò sia egli sotto i fastosi titoli di Giove infernale, Giove stigio, e terzo Giove veniva comunemente riguarda
egli sotto i fastosi titoli di Giove infernale, Giove stigio, e terzo Giove veniva comunemente riguardato ; ed a lui insiem c
isgraziata madre di questo Dio. Mal soffrendo l’iraconda Giunone, che Giove suo fratello, e marito spesso con questa divideva
di Beroc nudrice di quella, e nel petto la voglia le destò di vedere Giove in tutta l’aria di sua maestà. Da tal pensiere pr
l’aria di sua maestà. Da tal pensiere presa la Dea nel venir ad esso Giove sotto foggie mortali in grazia gli chiese un favo
promessa. Manifestò quindi l’incauta donna il suo concepito desìo, e Giove prevedendone le sventure cercò con belli modi fra
più d’appresso ingeneri la incinta Semele, e se Mercurio insieme con Giove disceso sollecito sottratto non avesse il figlio
; ivi nel combattere coraggioso contro i Giganti a favor del sno buon padre Giove , e qui nel rendersi padrone dell’ Arcadia, e dell
ui in quest’ultimo capitolo si parla. Chi fù Proserpina. Nata essa da Giove , e da Cerere altro affetto parve, che non nutriss
i curiosa s’informa, e loquace favella essa fù creduta messaggiera di Giove , e sempre riconosciuta per annunziatrice indiffer
iù m’aiuta In sorte sì dogliosa Che va la mia costanza ? Nulla è di Giove il tuon Che ne sarà di me ! Lassa non son più s
ere, Maggio a quella di Apollo, Giugno a quella di Mercurio, Luglio a Giove , Agosto a Cerere, Settembre a Vulcano, Ottobre a
teressante. La favola adunque di questi mostri superbi insorti contro Giove sembra derivata dal Genesi, ove al 6 si legge :
denza, e cautela però si condottareno nel descrivere le galanterie di Giove , di Mercurio, di Venere ecc. Essi ben cenoscendo
questi ultimi speciosi titoli, co’ quali salutato veniva comunemente Giove possiam’ intendere perche l’apostolo Barnaba fù c
emente Giove possiam’ intendere perche l’apostolo Barnaba fù chiamato Giove . Vocabant Barnabam Iovem. Actor 14. Il suo lieto
. Numa per consiglio, ed insinuazione della Dea Egeria chiesto avea a Giove un pegno di salute, ed un monumento di perpetuità
ute, ed un monumento di perpetuità dell’impero Romano, nè molto tardò Giove a farlo pago de’suoi voti. Imperochè vide egli un
nder dal cielo uno scintillante scudo di rotonda figura inviatogli da Giove in segno del conceduto favore. Allora il religios
i, al dir di più dotti Scrittori, la prodigiosa nascita di Minerva da Giove  ; concepir però non potendo i profondi arcani del
o i profondi arcani dell’ ineffabil mistero si spedirono dicendo, che Giove si fece fendere il capo per farlo uscir fuori. Su
Monsignor Huvet ; eccone i principali. Ebbe Bacco due Madri Semele, e Giove , ed esposto quantunque sù d’un Isola libero però
12 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Indice alfabettico. » pp. -424
626. Amadriadi, ninfe delle foreste, 319. Amaltea (capra), nutrice di Giove , 29 ; — collocata in cielo, 77. Amatunta, V. Cipr
Corcira, isola, 578. Coribanti, sacerdoti di Cibele, 48 ; — allevano Giove , 29. Corno dell’ abbondanza, 77. Coronide, Ninfa,
done, regina di Cartagine ; sue sventure, 610-612. Diespiter, nome di Giove , 79. Dindimena, nome di Cibele, 40. Diomede, uno
avolose degl’Indiani, Egiziani, ec., 695-742. Dodona, foresta sacra a Giove , 82. Dolore, divinità allegorica, 345 3°. Dori, f
olo, Dio dei venti, 199. Eoo, cavallo del Sole, 110. Epafo, figlio di Giove e di Io, 90. Epidauro, patria d’Esculapio, 291. E
a d’Aglauro, 167. Esculapio, Dio della medicina, 289 ; — fulminato da Giove , 290 ; — suo culto, 291 ; — come vien rappresenta
imale favoloso, 158. Fenris, 743. Fereo, 388. Feretrio, soprannome di Giove , 79. Feronia, Dea dei frutti nascenti, 312. Feton
di Nereo, 273. Galli, sacerdoti di Cibele, 48. Ganimede, coppiere di Giove , 87. Gemelli, segno dello Zodiaco, 679. Genio, 32
. ; — sua morte, 460. Gigauti, 65-69. Giocasta, moglie di Edipo, 491. Giove . Sua nascita, 28 ; — sposa Giunone, 64 ; — suoi f
 ; — come vien rappresentata, 94 ; — suo culto, 95 ; — abbandonata da Giove , 96. Giuochi pubblici, 669, 670. — Olimpici, 671.
figlio di Dedalo, 422. Icelo, uno dei sogni, 240. Ida, fulminato da Giove , 445. Idalia. Vedi Cipro. Idolatria, sua origine,
rsiana, 715. Osiride, divinità egiziana, 696. Ospitale, soprannome di Giove , 79. P Pace, divinità allegorica, 347. Pafo
dione, re d’Atene, 634. Pandora. Sua origine, 72 ; — dono che le fece Giove , 73 ; — sposa Epimeteo, ivi. Pane, Dio dei pasto
 — è combattuto e fatto prigione da. Titano, 30 ; — sue avventure con Giove , 30, 31 ; — si rifugia in Italia, 32 ; — ricompen
pio, una delle Nereidi, 316. Stagioni, 688 2°. Statore, soprannome di Giove , 79. Stelle o Stellio, convertito in tarantola da
delle Furie, 232. Titani, discendenti di Titano ; loro guerra contro Giove  : e loro disfatta, 65-69. Titano. Sua nascita, 26
Trittolemo. Impara l’agricoltura da Cerere, 54. Trofonio, oracolo di Giove o d’Apollo, 81 e nota. Troja. Sua fondazione, 517
W Walchirie, 743. X Xanto, fiume, 520. Xenus, soprannome di Giove , 79. Y Yduna, 743. Z Zeffiro, vento d
04, 652, 657. Zete, figlio di Borea, 654. Zeto, figlio d’Antiope e di Giove , 74. Zodiaco. Spiegazione dei segni che lo compon
13 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XV. Giunone regina degli Dei e Iride sua messaggiera » pp. 79-85
messaggiera Il nome di Giunone ha la stessa etimologia di quello di Giove  ; deriva cioè dal giovare (quod una cum Jove juva
a vita che diremmo privata o domestica, ha i suoi difetti non meno di Giove , sebbene di un altro genere : è superba, dispetto
nali, appunto perchè eran celebrate dalle matrone. Figli di essa e di Giove furono Ebe dea della gioventù, Vulcano dio del fu
lla gioventù, mesceva il nettare agli Dei, quando erano a convito con Giove  ; perciò si rappresenta come una giovanetta ingen
arità degli Dei, e d’allora in poi non volle più servirli a mensa ; e Giove le sostituì un coppiere di stirpe dei mortali, Ga
coloro che avessero la disgrazia di dispiacerle, specialmente poi se Giove o qualche Dea sua nemica li proteggesse, o fosser
parenti od anche soltanto connazionali di qualche donna preferita da Giove . Vi sarebbe da riempire un grosso volume a raccog
anche braccia. La concordia coniugale era già rotta da gran tempo fra Giove e Giunone ; e Omero sin dal 1° libro dell’Iliade
ta era sì, ma non rassegnata, come ben si capisce da questi versi ; e Giove faceva di certo ogni suo volere, ma non senza dis
i potere essere ripudiata, e che un’altra divenisse regina degli Dei. Giove prediligendo la Ninfa Io figlia d’Inaco re d’Argo
ttò di qualche frode, e chiese in dono al marito quella giovenca, che Giove non potè negarle per non scuoprirsi. Ottenutala,
ano le bestie fu ricevuta e adorata come una Dea, e restituita poi da Giove nella primiera forma fu venerata sotto il nome di
14 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIII. Difetti e vizii del Dio Giove » pp. 69-72
col progresso del buon senso e del raziocìnio, come avvenne difatti. Giove , il supremo degli Dei pagani, era più vizioso di
anche le assolutamente malvagie. Quando i Titani furono spodestati da Giove ed espulsi dal cielo, andarono profughi sulla ter
sa animò le sue statue, e le fece divenire uomini viventi e parlanti. Giove che intendeva riserbato esclusivamente a sè stess
o agli stessi Dei, che inoltre rimasero indispettiti delle pretese di Giove di arrogarsi per sè solo la facoltà di creare gli
, perchè tutti avevano contribuito a darle qualche particolar pregio. Giove finse di non sdegnarsene, anzi disse di voler far
vi rimase dentro che la speranza82). In tutto questo racconto mitico Giove non fa più la figura del Dio che giova, del Dio b
nche il fulmine (che credevasi venir dal Cielo e dalla mano stessa di Giove ) comunica il fuoco alle materie combustibili che
issime. Di Pandora stessa raccontasi pur anco da alcuni mitologi, che Giove , nel regalarle il fatal vaso, le avesse ordinato
l che nascono tutti i mali che rovinano gli uomini e gli Stati85). Se Giove in questo mito, sì riguardo a Prometeo che a Pand
osi molte famiglie dei mortali involte in gravi sciagure per colpa di Giove . Lungo sarebbe e molesto il voler tutte rammentar
, secondo l’ordine cronologico e gerarchico, nel parlare dei figli di Giove . Peggio poi che bestiale non che disumana fu la c
15 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — III. Classazione generale delle Divinità pagane e Genealogia degli Dei superiori » pp. 15-19
riori, dodici formavano il supremo consiglio celeste a cui presiedeva Giove come re del Cielo ; e questi erano Giove, Giunone
lio celeste a cui presiedeva Giove come re del Cielo ; e questi erano Giove , Giunone, Vesta Prisca, Cibele, Venere, Minerva,
mi di Apollo, Vesta e Diana, registrati di sopra tra i consiglieri di Giove  ; poichè è avvenuto in tutte le religioni idolatr
no, Saturno e Cibele. Saturno sposò Cibele, e generò Cerere, Giunone, Giove , Nettuno e Plutone. Giove sposò Giunone elevandol
rno sposò Cibele, e generò Cerere, Giunone, Giove, Nettuno e Plutone. Giove sposò Giunone elevandola al grado di regina del C
ana, Mercurio e Bacco. Minerva nacque miracolosamente dal cervello di Giove . Il Genio (il cui nome derivava dall’antico verbo
latini i nomi dei dodici Dei superiori che formavano il consiglio di Giove . Li riporto per chi studia la lingua latina : « 
ità del primo ordine, cioè la Luna, Mercurio, Venere, il Sole, Marte, Giove e Saturno ; e gli stessi nomi assegnarono ancora
molte divinità dello stesso nome, distinte col numero d’ordine, come Giove primo, Giove secondo ecc. Mercurio terzo, Ercole
tà dello stesso nome, distinte col numero d’ordine, come Giove primo, Giove secondo ecc. Mercurio terzo, Ercole 12° ecc. ecc.
tempo di tutti quei Giovi, Mercurii, Ercoli ecc., se ne fece un solo Giove , un solo Mercurio, un solo Ercole ecc., vale a di
16 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo II pp. 3-387
acciato da Ansene e da Zete(b). Perseo. PErseo fu figliuolo di Giove e di Danae, nata da Euridice e da Acrisiore d’Arg
Acrisio rinchiuse la sua figliuola, Danao, in una torre di bronzo(1). Giove però, invaghitosi della di lei bellezza, si cangi
se fino alla nuova aurora, manifestandogli, ch’egli era figliuolo di Giove . Memore Atlante d’aver inteso da un antico Oracol
Atlante d’aver inteso da un antico Oracolo di Temi, che un figlio di Giove gli avrebbe tolti i tesori de’ suoi giardini, M a
aziarne la gente e gli armenti. Que’ popoli ricorsero supplichevoli a Giove , il quale disse loro, che Nettuno si sarebbe plac
tra a Mercurio, l’altro a Pallade alla destra, e il terzo nel mezzo a Giove . Sacrificò nello stesso tempo un toro a Giove, a
e il terzo nel mezzo a Giove. Sacrificò nello stesso tempo un toro a Giove , a Pallade una giovenca, e a Mercurio un vitello.
ndo Varrone quaranta tre. Il più celebre fu l’Ercole, nato in Tebe da Giove e da Alcmena, moglie d’Anfitrione(1). L’istoria p
esso pesce, ne sia uscito senz’ aver perduto altro che i capelli (f). Giove , ovvero, come altri dicono, Temi avea decretato,
lendo conoscere, quale di que’ due fosse stato conceputo per opera di Giove , gettò le due predette serpi nel mezzo loro ; che
nelle di lui campagne conveniva sacrificare ogni anno uno straniero a Giove . Ciò subito si esegui per ordine del re sullo ste
essi tutte le sue saette, e già trovavasi in grande pericolo, quando Giove fece cadere dal Cielo immensa quantità di pietre,
e la morte del figlio, s’accinse a battersi col di lui uccisore ; mal Giove li separò, scagliando il fulmine nel mezzo loro (
, e lo regalò d’una tazza d’oro. Ercole lottò ne’Giuochi Olimpici con Giove , il quale cravi comparso sotto la figura d’atleta
ad Ercole la mente, e mentre stava egli per offerire un sacrifizio a Giove , lo rendette furibondo. Partì dall’ altare, si tr
aria, si diede a credere d’avervi riportate molte gloriose vittorie. Giove se gli presentò per richiamarlo alla primiera ser
ppose, combatterono tra loro ; nè si sa crò, che sarebbe avvenuto, se Giove non li avesse separati, scagliando il suo fulmine
avo. Per eseguire la predizione dell’ Oracolo, Mercurio per ordine di Giove lo condusse nella Lidia, e lo vendette ad Onfale,
te di Nesso. L’Eroe Tebano stava allora per offerire vittime e voti a Giove , venerato in Geneo, quando al cuoprirsene gli ome
o Elacato, cui gli Spartani celebravano le feste, dette Elacatee (a). Giove accolse Ercole in Cielo, e Giunone gli diede lass
prese(38), gli propose di prendere vivo, e di condurre all’ altare di Giove un toro indomito, che faceva un orribile guasto i
tabilirono di procurarsene ciascuno un’ altra, la quale fosse nata da Giove . Teseo rapì Elena, figlia di quel Nume, e di Leda
o. Fabbricò un magnifico palagio, e v’eresse un altare e una statua a Giove , soprannominato Erceo. Tutto era grandezza nella
i vicini Pastori a lui ricorrevano per decidere le loro questioni(d). Giove stesso lo costituì giudice delle tre Dee, Giunone
Strofadi, le Arpie discesero a divorarsi le vivande, offerte da lui a Giove . I Trojani presero le armi per allontanare que’ r
era lontano. Non poterono farlo, perchè quelle navi vennero subito da Giove cangiate in Ninfe marine ad istanza di Cibele, ch
lora la calma ; e Agamenonne, fatto secondo il solito un sacrifizio a Giove e agli altri Dei, protettori della navigazione(18
ttro era stato lavoro di Vulcano ; che questo Nume lo avea regalato a Giove , che Giove ne fece un dono a Mercurio ; da cui pa
ato lavoro di Vulcano ; che questo Nume lo avea regalato a Giove, che Giove ne fece un dono a Mercurio ; da cui passò a Pelop
uovamente lo tolse dal combattimento(a). Allora Minerva per ordine di Giove prese le sembianze di Laodoco, figliuolo di Anten
anni, attesochè, partendo da Troja, avea trascurato di sacrificare a Giove e alle Divinità del mare per ottenerne una prospe
ma, soprannominata Briseide, perchè era figlia di Brise, sacerdote di Giove . Colei era stata sposata a Minete, re di Lirnesso
imali. Lampezia vo ò ad avvertirne il padre. Questi se ne querelò con Giove , e minacciò di non più apparire sulla terra, qual
terra, qualora fosse rimasto impunito l’insulto, sofferto da coloro. Giove non tardò a dar segni di sua collera : le pelli d
orsero precipitosamente a’loro navigli, e spiegarono le vele a’venti. Giove suscitò allora una fiera burrasca, per cui la lor
a dimora, ma egli non mai v’acconsentì. Minerva finalmente ottenne da Giove , che Mercurio dichiarasse a Calipso essere volere
e, veggendo afflitto Telamone, perchè non avea alcun figliuolo, pregò Giove , che gliene cedesse uno. Il Nume comparve sotto l
e d’aquila, e a perseguitare lui, cangiato in cigno. Così avvenne ; e Giove si ritirò appresso Leda, che dopo tal fatro parto
a. Altri finalmente pretendono, che Leda abbia concepito per opera di Giove un solo uovo, da cui trassero origine Polluce ed
munemente si riferisce, che Polluce, il quale per essere figliuolo di Giove era immortale, chiese al padre di poter communica
singolari azioni, vennero soprannominati Dioscori, ossia figliuoli di Giove (g). I due mentovati fratelli si annoverarono tra
a consideravano Pelope tanto superiore agli altri Eroi, quanto lo era Giove relativamente agli altri Dei(b). Ercole gli conse
Dei(b). Ercole gli consecrò uno spazio di terreno vicino al tempio di Giove in Olimpia. Si aggiunge, che quell’ Eroe gli sacr
ella vittima, immolata a Pelope, non poteva più entrare nel tempio di Giove (d). Finalmente nel Peloponneso si celebravano all
esse avuto l’audàcia di voler prenderè l’anzidetta città, quand’anche Giove , e qualsisia altro Nume gli si fosse opposto, e c
lsisia altro Nume gli si fosse opposto, e che in pena di tanto ardire Giove lo avesse colpito con unò de’ suoi fulmini(b). Fu
desiderava di vedere vendicata la morte del suo marito ; e ottenne da Giove , che i di lei piccoli figliuoli, avuti da Alcmeon
sorella la Forza, per fratello il Valore, e accompagnava da per tutto Giove (a). Gli Ateniesi le fabbricarono un tempio, e la
e preside de’giudizj. Suo uffizio era accusare i rei al tribunale di Giove (f). Le di lei Ministri si appellavano Dicasti, os
a delle scelleraggini, di nome Nemesi, la quale altri fanno figlia di Giove e della Necessità, ovvero dell’Oceano e della Not
Greci Le davano il nome d’Irene, e la risguardavano come figliuola di Giove e di Temi. Atene le eresse delle statue, e fu la
considerata figlia di Saturno, e madre della Virtù(b). Pindaro le dà Giove per padre(c). Questa Virtù è in atto d’addittare
menmento d’ Agenore, suo padre, un toro bellissimo, che là pascolava. Giove aveva preso le sembianze di quell’animale. Ella s
 ; figlio di Egialo, secondo re di Sicione(h). Alcuni aggiungono, che Giove nascose Europa in Teumessa, o Teumosa, villaggio
ostellazione sia la giovenca, di cui lo ne prese le sembianze, quando Giove volle celasla alla gelosia di sua moglie, Giunone
i nuovo li percosse, e ripigliò la figura virile Avvenne poi, che tra Giove e Ginnone insorse giocoso contrasto, se amore si
dell’ altro sesso, fu ricercato per giudice. Egli decise a favore di Giove . Giunone in quello stesso istante lo privò della
e calvolta col cornucopio. V’è chi per Dee Madri intende le balie di Giove , le quali presero cura di lui, senzachè Saturno s
ure abbiamo raccontato. Sappiarro, che Semele, per aver voluto vedere Giove in tutta la sua maestà, ne rimase in quello stess
rseo(a). (2). Secondo una tradizione, riferita da Apollodoro(b), non Giove , ma Preto, fratello d’Acrisio, fu quegli, che s’i
pecora tralle gteggi del re col pretesto d’ offerirla in sacrifizio a Giove . Mentre quegli andava cercandola, un montone acqu
d Elle(f). Gli Orcomenj poi in memoria della fuga di Frisso diedero a Giove il soprannome di Lafistio da lafistin, fuggire ;
generato dalle gocce di sangue, cadute dalla testa dì Tifone, quando Giove lo colpì col fulmine sul Caucaso. Igino lo dice s
i che Alcmena sia stata sposata ad Anfitrione, figlio di Alceo, e che Giove per renderla madre d’Ercole le sia apparso sotto
a partorì Ercole (b). Alcmena dopo morte fu da Mercurio per ordine di Giove sposata con Radamanto (c). (e). Declaustre Dict
le Plote, dette poi Strofadi, nel mare Ionio. Là Iride per comando di Giove vietò loro d’inseguirle più oltre. I due predetti
avesse inseguito il Nume per vendicarsi dell’insulto ricevuto ; e che Giove avesse allora deciso, che Marpesa sarebbe stata d
lle mani de’ Carj, popoli dell’Asia Minore. Questi fecero scolpire un Giove , e in vece di scettro o di fulmine posero tralle
Labradeo, voce che appresso que’popoli dicesi significare ascia (b). Giove ebbe pure questo nome per allusione all’abbondanz
. Ambizioso nel tempo stesso quel re di farsi conoscere per figlio di Giove , pregò il padre suo di darne una prova. Un improv
re che il corpo di Mennone si consumasse dalle fiamme sul rogo, pregò Giove di concedere al figlio qualche singolare quore. C
i anno una vittima umana(c). (3). Tetide era una Ninfa sì bella, che Giove stesso voleva prenderla in moglie. Nol fece poi,
ne così fece, e si trasferì nell’Africa, ove regnava larba, figlio di Giove e della Ninfa Garamantide. Ella gli offerì porzio
e. Accolse appresso di se Ercole ; e corse seppe, ch’era figliuolo di Giove , e che le di lui grandi azioni corrispondevano al
la Luna, o Temi, o Io, o una delle Atlantidi, la quale fu nutrice di Giove . Comunque ciò sia, notiamo per ultimo, che Anna P
a Salamina. Allora fu, che vi eresse al dire di Lattanzio un tempio a Giove , in eui per comando di lui si sacrificava al Nume
chiudedeva una statua di Bacce, formata da Vulcano, e poi regalata da Giove a Dardano. Euripilo aprì quella cassa imitò la st
i colpi di lui. Lo stesso fine incontrò Sarpedone, valoroso figlio di Giove . L’indovino Adrasto, Autonoo, Echelo, Perimo, Epi
perire di postilenza quasi tutti quegli abitatori. Eaco si rivolse a Giove  ; suo padre, e lo pregò di restituirgli i sudditi
ll’osservare il re quel gruppo immenso di sì minuti animali, rinovò a Giove l’istanza, acciocchè ripopolasse la di lui desert
predetto da Aliterse Mastoride, celebre Indovino ed Augure, allorchè Giove mandò due Aquile, le quali, volando con gran romo
esse avuto l’audàcia di voler prenderè l’anzidetta città, quand’anche Giove , e qualsisia altro Nume gli si fosse opposto, e c
lsisia altro Nume gli si fosse opposto, e che in pena di tanto ardire Giove lo avesse colpito con unò de’ suoi fulmini(b). Fu
desiderava di vedere vendicata la morte del suo marito ; e ottenne da Giove , che i di lei piccoli figliuoli, avuti da Alcmeon
17 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489
one, del quale è più breve il racconto. Anfione fu creduto figlio di Giove e di Antiope (o secondo altri di Mercurio), e che
ne re di Tebe e di Alcmena sua moglie ; ma fu detto che era figlio di Giove , per render più credibili, secondo le idee di que
rovasse da uccider mostri o tiranni. Ammesso che egli fosse figlio di Giove e di Alcmena v’è da aspettarsi che Giunone lo per
anciullo, che, per quanto dicono i poeti, anche in culla era degno di Giove , strangolò loro. Questo fatto divenne tanto famig
monte Oeta nella Tessaglia mentre disponevasi a fare un sacrifizio a Giove  ; gradì le vesti mandate da Deianira e se le indo
o in cielo e nel numero degli Dei « Non già perchè figliuol fosse di Giove , « Ma per mille che ei fece illustri prove95. »
daro re di Sparta e di Leda sua moglie ; mitologicamente son figli di Giove , di cui fu detto che comparve a Leda sotto la for
ve a Leda sotto la forma di Cigno. Inventata questa trasformazione di Giove in cigno, i Mitologi fantasticarono che Leda aves
fermarono che Polluce ed Elena, nati dallo stesso uovo, eran figli di Giove , e perciò Semidei, mentre Castore e Clitennestra,
gli di Giove Diòscuri, essendo il vocabolo Dios uno dei greci nomi di Giove , sinonimo di Zeus. Nè questa disparità di asserzi
el fratello, uccise l’uccisore di esso. Ida fu poco dopo fulminato da Giove . I poeti classici lodano molto quelle due spose p
gislatore dei Cretesi Dicemmo nel N° XXX che Minosse era figlio di Giove e di Europa, la quale fu rapita da Giove stesso t
XX che Minosse era figlio di Giove e di Europa, la quale fu rapita da Giove stesso trasformato in toro, e trasportata nell’is
; e giunse perfino a vantarsi di prender Tebe egli solo a dispetto di Giove , i cui fulmini, a quanto egli diceva, non gli fac
non gli facevano maggior paura dei raggi del Sole sul mezzogiorno. Ma Giove gli fece conoscer la differenza che v’era, fulmin
ell’anima dannata sfidava il supremo dei Numi, dicendo che quantunque Giove lo sættasse di tutta sua forza, « Non ne potrebb
elope fu restituito alla sua pristina forma corporea e risuscitato da Giove . Ora è a dirsi che egli sposò Ippodamia figlia di
per banditore delle sue lodi Omero. La prosapia di Achille deriva da Giove  : genus ab Jove summo ; poichè Eaco suo avo era f
va da Giove : genus ab Jove summo ; poichè Eaco suo avo era figlio di Giove e di Egina. Eaco nacque in quell’isola dell’Arcip
ndicativa Giunone, usa a perseguitar sempre famiglie e popoli per cui Giove mostrasse qualche predilezione, mandò una sì spav
a, e vi rimase soltanto il giovinetto Eaco divenuto re senza sudditi. Giove per altro, alle preghiere del figlio, ripopolò qu
e potente del padre. Questo decreto del Destino essendo conosciuto da Giove e dagli altri Dei, trattenne ciascun di loro dall
ntela coi Numi ; e il prescelto fu Peleo, ottimo principe e nipote di Giove . Furono queste le più splendide nozze che fossero
Dei, nell’esser richiesti di pronunziare un verdetto così pericoloso. Giove stesso se ne scusò prudentemente, e propose di fa
« Ma se più brami di mia stirpe udire « Al mondo chiara, primamente Giove « Dàrdano generò, che fondamento « Pose qui posci
e’mortali il più bello, e dagli Dei « Rapito in cielo, perchè fosse a Giove « Di coppa mescitor per sua beltade, « Ed abitass
della città che da lui prese il nome di Dardania. Egli era figlio di Giove e di Elettra una delle 7 figlie di Atlante. In tu
nto poi a Ganimede dicemmo già nel N° XV che fu rapito dall’aquila di Giove e trasportato in cielo per far da coppiere invece
, « E di cani e di augelli orrido pasto « Le salme abbandonò (così di Giove « L’alto consiglio s’adempia), da quando « Primam
in battaglia. Fra questi v’eran due Semidei, cioè Sarpèdone figlio di Giove e di Laodamia, e Mènnone figlio dell’Aurora e di
pèdone fu trasportato invisibilmente (si dice da Apollo per ordine di Giove ) nel suo regno di Licia perchè i suoi popoli gli
ichi, che Tiresia fosse chiamato a decidere una questione insorta fra Giove e Giunone, se cioè fosse più felice la condizione
la condizione dell’uomo o della donna ; e poichè egli diede ragione a Giove , che cioè fosse più felice la donna, Giunone per
he cioè fosse più felice la donna, Giunone per dispetto lo acciecò, e Giove in compenso gli concesse l’antiveggenza del futur
18 (1897) Mitologia classica illustrata
re statuarie di soggetto mitologico, chi è che, ricordando il celebre Giove di Fidia, immagine insieme di somma potenza e di
, immagine insieme di somma potenza e di mite bontà, vero aspetto del Giove supercilio cuncta moventis e pur pieno di condi
do di semplici eroi. Così la vittoria di Era come moglie legittima di Giove ridusse le altre consorti di lui allo stato di co
o quindi Saturno con Crono, si favoleggiò che questi, detronizzato da Giove , si fosse rifugiato nel Lazio, ed ivi nascostosi;
asi un bassorilievo che trovavasi su un lato d’ un altare in marmo di Giove e rappresenta il tiranno seduto, a cui una donna
la testa. Un celebre cammeo del Museo Nazionale di Napoli rappresenta Giove su un carro tirato da quattro cavalli, in atto di
le fig. 2 e 3 due gruppi ricavati da rilievi marmorei di un altare di Giove in Pergamo, ora nel Museo di Berlino. In uno si v
altare di Giove in Pergamo, ora nel Museo di Berlino. In uno si vede Giove coll’ aquila nella sinistra, e nella destra un fu
er grazia. Il secondo gruppo (fig. 3) rappresenta Atena, la figlia di Giove , come vincitrice in lotta contro un gigante e vic
le della capra Amaltea cinta tutt’ intorno di serpenti, sul cui mezzo Giove aveva fissato il volto della Gorgone per atterrir
ettore della famiglia; ogni capo di famiglia era come un sacerdote di Giove , e in nome de’ suoi dipendenti offriva a lui rego
eci di tutte le provincie per celebrarvi i giochi Olimpici in onor di Giove . Ivi, tra molte altre opere d’ arte, era la famos
vocato col titoli di Diespiter, padre del giorno, e Iupiter Lucetius, Giove dator della luce. Presiedeva all’ agricoltura, e
Terminus che custodiva i limiti delle proprietà prediali. Il culto di Giove si diffuse fin dai primi tempi di Roma, e col tit
nore di un celebre tempio sul monte Capitolino. Più tardi al culto di Giove si uni quello di Giunone e Minerva, e in onore di
a il culto degli Dei asiatici, altre divinità orientali si fusero con Giove ; e si ebbe quindi un Iupiter Optimus Maximus Heli
ici e gli Orfici. — Dei Latini basti ricordare il solo Orazio, il cui Giove clarus Giganteo triumpho, Cuncta supercilio move
recente ideale è il busto marmoreo del Museo Pio Clementino, detto «  Giove di Otricoli » (fig. 5). La ricca chioma che si dr
e la statua detta di Verospi nel Museo Vaticano, la quale rappresenta Giove seduto col fulmine nella destra, e colla sinistra
poggiata sullo scettro. Anche in altri Musei trovansi belle statue di Giove o in marino o in bronzo. In tutte si nota la ricc
più giovane di Fidia, statua crisoelefantina, in oro e avorio come il Giove di Fidia, e a questo creduta pari per bellezza. 4
ea romana che s’ identifica con Era (Iuno = Iovino, nome femminile di Giove ). Dapprima era confusa con Mater Matuta, vecchia
Regina. Aveva la sua cella nel tempio Capitolino, accanto a quella di Giove . La festa principale della Dea era quella detta M
lla pace, della saggezza, quasi la personificazione della prudenza di Giove . Come dea guerresca, Atena porta oltre le solite
scudo, anche l’ egida col Gorgoneo. È l’ egida stessa appartenente a Giove , ma che viene poi assegnata costantemente ad Aten
taglia di Azio. Come dea della pace, Minerva era venerata insieme con Giove e Giunone, ed aveva la sua cella nel gran tempio
Pindaro della Dea che « fuor d’ un salto balza armata dal cervello di Giove , un alto grido tonando, a cui la Terra madre e il
lo per l’ attribuitogli potere divinatorio. Era creduto il profeta di Giove , e i suoi oracoli, considerati come l’ espression
guerriero, e diventò anche il dio più ragguardevole dello stato, dopo Giove . Numa istituì in onor di lui il sacerdozio dei Sa
Narravasi che un di mentre Numa pregava per la salvezza dello stato, Giove , a dar segno della sua grazia, avesse lasciato ca
a a fabbricare oggetti d’ arte. Secondo un’ altra leggenda, era stato Giove stesso che adirato contro Efesto per aver voluto
ni per gli altri Dei; poi si consideravano come opere sue l’ egida di Giove e il suo scettro, il tridente di Nettuno, lo scud
he percorresse e terre e mari, ad annunziare alle genti la volontà di Giove o degli altri Dei. Così fu mandato alla ninfa Cal
po mori, il Nilo nascose d’ allora in poi le sue sorgenti; finalmente Giove fulminò il malcapitato Fetonte, che inflammato pr
osa del sole d’ estate i cui effetti possono essere temperati solo da Giove con opportuni temporali. 2. Il dio Elio aveva anc
sorgere il vento. Ma poichè il titano Astreo avendo combattuto contro Giove , fu relegato cogli altri nel Tartaro, dicevasi ch
a sposò il re de’ Troiani Titone. Per lui chiese e ottenne in dono da Giove l’ immortalità; se non che, essendosi scordata di
l 13o delle Metamorfosi, dove, riferita la preghiera da lei rivolta a Giove perchè qualche funebre onore concedesse al defunt
vaso versa sulla terra la rugiada. Nel grande rilievo dell’ altare di Giove in Pergamo, ora nel Museo di Berlino, rappresenta
ro raccontava che dopo la vittoria sul Titani, i Celesti pregarono il padre Giove affinchè pensasse a crear tali esseri, che fosser
onvocatrice delle assemblee dei celesti in esecuzione degli ordini di Giove , e presidente delle assemblee dei popoli sulla te
idoglio per pagare un tributo alla dea Juventas e rivolgere a lei e a Giove una pieghiera. Anche speciali sacrifizi a Juventa
ra figlio del re Troiano Tros, e che per la sua grande bellezza fu da Giove assunto in cielo, reso immortale e adibito all’ u
le e adibito all’ ufficio che s’ è detto. Più tardi si favoleggiò che Giove avesse mandato l’ aquila sua perrapire il formoso
ggenda nella ultima sua forma, secondo la quale Ganimede era amato da Giove . Anche questo è il racconto a cui si attiene Ovid
ene Ovidio nel decimo delle Metamorfosi (v. 152-161); il quale fa che Giove si trasformi in aquila per rapire l’ amato giovan
ca è quello di Ganimede raffigurato in atto di carezzare l’ aquila di Giove . Serva di saggio la statua del Museo di Napoli, c
aiuto; allora le sue sofferenze furon finite, perchè Amore ottenne da Giove che Psiche fosse accolta in cielo tra gli immorta
Varrone comincia il suo lavoro di cose agricole con un’ invocazione a Giove e a Tellus. — La statuaria antica rappresentava G
ificato con Crono e allora sorse la leggenda che privato del trono da Giove , dopo lungo peregrinare fosse venuto in Italia ed
diseredate. 3. Nella letteratura Saturno figura più come il padre di Giove da lui cacciato dal trono celeste che non come Di
appella nel tempio di Minerva sul Campidoglio, ed auche nel tempio di Giove era una statua di Termine; giacchè narravasi che
ie divinità, queste furono interrogate se volessero cedere il luogo a Giove ; or tutte accondiscesero salvo Termine, la cui ce
ia, in quanto si faceva un Dio sposo di qualche donna terrestre; così Giove unito con Pirra aveva generato Elle, con Dia Piri
à, giacchè la curiosità spinse Pandora ad aprire la scatola datale da Giove , e i mali là racchiusi subito volaron via e si di
si dicevano figli di Issione e di Nefele, cioè una nuvola foggiata da Giove a somiglianza di Era. La forma comunemente attrib
vasi fosse tutto di bronzo e invulnerabile; Efesto, o, secondo altri, Giove l’ aveva donato a Minosse come custode dell’ isol
lui aspra lotta, affine lo vinse ed uccise. Poi per gratitudine a suo padre Giove che gli aveva fatto scoprir il furto, eresse nel
è l’ Anfitrione di Plauto, dove lo scambio del marito di Alcmena e di Giove dà luogo a scene lepidissime e piacevolissime. Fr
tto, cercava indurre lo sposo a uccidere Frisso, come per immolarlo a Giove e ottenerne la cessazione della siccità. Allora N
e si fermasse con lei e divenisse suo sposo, ma un espresso ordine di Giove indusse Enea alla partenza. Allora rivisitò la Si
uelle violenza che rende l’ uomo capace di qualunque delitto. » 2. «  Giove illustre pel trionfo sui Giganti, quel Giove che
alunque delitto. » 2. « Giove illustre pel trionfo sui Giganti, quel Giove che con un cenno delle sue ciglia fa muover tutto
he con un cenno delle sue ciglia fa muover tutto l’ universo. » 3. «  Giove è colui che l’ inerte terra governa e il mare dom
a dell’ Egeo dirimpetto alla Troade) e su Patara (città della Licia). Giove m’ è padre; per me è palese quel che sarà, e quel
(monte dell’ isola de Delo ove Apollo nacque); lodate Latona al sommo Giove caramente delitta. » 10. I, 342 e segg. « Su, Be
19 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XII. La Titanomachia e la Gigantomachia » pp. 60-68
igionia di Saturno e di Cibele (vedi il n° VI). Ne seguì la guerra di Giove e fratelli contro lo zio ed i cugini con la sconf
are il perduto possesso del celeste regno. Veramente le guerre contro Giove , secondo gli antichi mitologi, furono due : quell
va della prima, e da quella in poi non corse più pericoli il regno di Giove , fu più celebrata la Gigantomachia ; e della guer
e qua non, la dinastia divenne da quel momento in poi usurpatrice ; e Giove in appresso fu soltanto un invasore fortunato che
ero a compassione la dea Tellùre, ossia la Terra, che irritata contro Giove e gli altri Dei, così spietatamente crudeli, gene
iani adoravano come Dei tante bestie, ed anche qualche vegetabile75). Giove rimase a combattere con due figli soltanto, cioè
trafitti, sotterrati vivi o cacciati all’Inferno. Questa vittoria di Giove fu rammentata e celebrata da tutti i più illustri
., iv, 178.) 72. Lo stesso Orazio nell’ Ode i del libro iii appella Giove illustre pel trionfo sui Giganti (clari Giganteo
20 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXV. Bacco » pp. 161-172
ue darne la spiegazione. Raccontano che Giunone essendosi accorta che Giove prediligeva Semele, figlia di Cadmo re di Tebe, v
ice di Semele, suggerì a questa di farsi promettere con giuramento da Giove di comparirle innanzi con tutta la maestà e tutti
agli Dei. La maligna astuzia di Giunone sortì pienissimo effetto ; e Giove avendo promesso non potè mancar di parola, e comp
rì Semele195 ; e sarebbe perito del pari il non ancor nato figlio, se Giove non lo salvava supplendo all’ incompleto sviluppo
n greco chiamavasi Dionisio, parola composta da Dios, uno dei nomi di Giove suo padre, e dall’isola di Nisa o dal monte Niso,
i approvazione e d’incoraggiamento che i mitologi suppongono dette da Giove a Bacco suo figlio, allorchè questi sotto la form
di vizii empi e rei « Tanto che scoppia ; ed ha fatti suoi Dei « Non Giove e Palla, ma Venere e Bacco. » Alcuni mitologi an
la potenza del riso di Beatrice su di lui all’effetto dei fulmini di Giove sopra Semele : « Ed ella non ridea : Ma, s’io ri
21 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVII. Apollo considerato come Dio del Sole, degli Arcieri e della Medicina » pp. 92-103
ici, dei quali sinora ne conosciamo due soli, di Ganimede coppiere di Giove che è rappresentato nel segno dell’ aquario, e di
ltà di sangue 112) con un vanerello par suo, cioè con Epafo figlio di Giove e della Ninfa lo, già vacca e poi Dea, si trovò i
per tutto s’udivano i gemiti degli uomini, e i lamenti degli Dei ; e Giove conosciuta la causa del male, e non sapendo come
ole, o come egli dice, l’orazion della Terra devota 116 « Quando fu Giove arcanamente giusto. » Queste splendide invenzion
ò il padre e i fratelli saettando i nemici. Ora devesi aggiungere che Giove vedendo la bravura di Apollo, lo incoraggiava a f
prede, ossia richiamare in prima vita i suoi sudditi, se ne lagnò con Giove  ; e questi, non potendo altrimenti impedire ad Es
fu aggiunto che Esculapio, a richiesta di Plutone, morì fulminato da Giove  : il che evidentemente significa, che la suprema
22 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXI. Minerva » pp. 132-137
che questa Dea nacque adulta e armata di tutto punto dal cervello di Giove . Se null’altro avessero aggiunto, era questa, com
tutto punto dalla mente del suo autore, come Minerva dal cervello di Giove . Per intender certe parole e frasi dei poeti paga
necessario almeno accennarne alcune. Aggiungono dunque i mitologi che Giove per tre mesi sentì un gran dolor di testa, e non
va. La quale dall’essere stata tre mesi in gestazione nel cervello di Giove fu detta Tritonia. Prima di tutto convien conosce
bitanti. Aggiungono che nacque gara fra gli Dei per darle il nome ; e Giove per troncar le questioni decretò che avrebbe ques
ciò si chiamava il Quinquatruo 169. Questa Dea era venerata al par di Giove da tutti i popoli civili, o almeno non affatto ba
23 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIV. Vulcano e i Ciclopi » pp. 152-160
ali ed anche impossibili in una Divinità, e tanto più in un figlio di Giove e di Giunone. Ma poichè ammettevasi nella classic
ichè ammettevasi nella classica Mitologia una Divinità più potente di Giove , il Fato, agli inesorabili decreti del quale eran
divenne zoppo) lo ricevè essendo già adulto, e non da Giunone, ma da Giove , poichè il poeta così introduce Vulcano a parlar
Vulcano a parlar colla madre : « …….Duro egli è troppo « Cozzar con Giove . Altra fiata, il sai, « Volli in tuo scampo ventu
« Sterope e Bronte e Piracmone ignudi « A rinfrescar l’aspre saette a Giove . « Ed una allor n’avean parte polita, « Parte abb
ronte, Sterope e Piracmone aiutavano Vulcano a fabbricare i fulmini a Giove , noteremo prima di tutto l’etimologia del loro no
24 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IV. Una Divinità più potente di Giove » pp. 20-24
IV Una Divinità più potente di Giove Ammessi più Dei, ne vien di conseguenza che nes
o soprascritto, che vi sia nel Politeismo una divinità più potente di Giove , che pure è conosciuto comunemente come il suprem
Cielo, il padre degli uomini e degli Dei. E questo Dio più potente di Giove era il Fato. Il Fato 14, detto altrimenti il Dest
un’urna o registrati in un libro di bronzo, e consultati dallo stesso Giove per conoscere fin dove potesse estendersi la sua
ì fu ristretta fra certi limiti insormontabili non solo la potenza di Giove , ma quella pur anco di tutti gli altri Dei ; i qu
25 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVI. Le Ninfe » pp. 279-284
tarsi pel loro proprio nome le Ninfe che ebbero cura dell’infanzia di Giove , cioè Amaltea e Melissa. Queste nutrirono l’infan
di una di queste due Ninfe a cui apparteneva. La qual capra fu poi da Giove trasportata in Cielo e cangiata nella costellazio
pra con un corno, per alludere alla favola, che alla capra nutrice di Giove essendosi rotto un corno, Giove ne fece un regalo
lla favola, che alla capra nutrice di Giove essendosi rotto un corno, Giove ne fece un regalo alle Ninfe che ebbero cura dell
emente il corno dell’abbondanza, come significa la parola latina. — A Giove stesso fu dato dai Greci l’appellativo di Egioco,
26 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — X. Cerere dea delle biade e Proserpina sua figlia » pp. 48-54
rima produttrice, delle biade (magna parens frugum)51. Cerere ebbe da Giove una figlia chiamata Proserpina in latino e in ita
er la figlia ; ma Plutone non volle renderla. Cerere allora ricorse a Giove , che per questo caso strano consultò il libro del
venne allora ad una transazione, e fu convenuto per la mediazione di Giove che Proserpina restasse 6 mesi dell’anno col mari
ente credevasi che avesse avuto bisogno di un decotto di papaveri che Giove le somministrò per liberarla dall’insonnio cagion
ato al primo degli asteroidi (pianeti telescopici situati fra Marte e Giove ), scoperto dal Piazzi nel primo giorno del primo
27 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLI. Perseo » pp. 309-316
o Eroe apparteneva al novero dei Semidei, poichè fu creduto figlio di Giove e di Danae, la quale era figlia di Acrisio re deg
pedire che prendesse marito. Ma fu inutile questa precauzione, poichè Giove stesso trasformatosi in pioggia d’oro discese in
lti dal re Polidette. Cresceva Perseo e si dimostrava degno figlio di Giove per valore e per senno, talchè Polidette cominciò
possibile senza l’aiuto degli Dei ; i quali per favorire il figlio di Giove gl’imprestarono le loro armi divine, Marte la spa
di statura e di forza gigantesca, dovea tutto temere da un figlio di Giove . Ma la sua stessa precauzione fu causa del suo ma
28 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VIII. Tre Divinità rappresentanti la Terra, cioè Vesta Prisca, Cibele e Tellùre » pp. 39-43
endo evidentemente alla favola già da noi raccontata dell’infanzia di Giove e de’suoi fratelli. Chiamavasi Opi dal nome latin
Dio dell’Inferno, di Giunone regina del Cielo, era anche la madre di Giove re supremo, del quale eran figli la maggior parte
dell’isola di Creta, perchè ivi in origine abitavano quando nacquero Giove , Nettuno e Plutone. Eran poi chiamati Dattili, pe
tallici, ecc. 42. « Per l’orazion della Terra devota, « Quando fu Giove arcanamente giusto. » (Purg., xxix, 119.) 43.
29 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLIII. Cadmo » pp. 321-325
enicia e fratello di Europa. Fu questa una bellissima giovinetta, che Giove rapì trasformatosi in un bianchissimo e placidiss
quanto avesse Cadmo strettissima parentela coi principali Dei, poichè Giove era suo genero, Venere e Marte suoi suoceri e Bac
to alla sua sorella Europa, della quale dicono i Mitologi che ebbe da Giove il privilegio di dare il nome alla terza parte de
o meno che qui è davvero applicabile la massima attribuita da Fedro a Giove  : « Nisi utile est quod facimus, stulta est glor
30 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cronologia Mitologica. » pp. 387-393
e, figlio di Pelasgo, costituisce Licosura, ed immola vittime umane a Giove  ; forse a significare la crudeltà di siffatti sac
in Egitto, e per la sua bontà stimata degna d’Osiride, soprannominato Giove  ; da ciò evidentemente ebbe origine la nota favol
noro re di Fenicia, non potendo rinvenire la sorella Europa rapita da Giove (vedi la favola), conduce una colonia nella Beozi
feo (nella Campania e ad Inarìme o Ischia), quella dei Giganti contro Giove , indicanti i grandi sconvolgimenti del suolo per
31 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIX. Eolo e i Venti » pp. 295-
dell’Odissea, dice che Eolo « …. de’venti dispensier supremo « Fu da Giove nomato ; ed a sua voglia « Stringer lor puote o r
diche i fidi sposi. » Alcuni Mitologi dissero che Eolo era figlio di Giove e di Segesta figlia d’Ippota troiano ; e che i Ve
ran provati pur anco ad inventare che i Venti avessero mosso guerra a Giove  ; ma i poeti trovaron poco spiritosa questa inven
o ad Apollo anche da Dante ; e per la stessa ragione Virgilio appella Giove pater omnipotens. 43. Abbiamo parlato altra vol
32 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXIX. Di alcune Divinità più proprie del culto romano » pp. 500-505
o ; e dicono che era una Naiade, la quale fu privata della favella da Giove , perchè parlava troppo. La pregavano perchè faces
opra sua che di esser rammentato nell’inno saliare. Vèiove significa Giove piccolo, ossia bambino, secondo gli etimologisti
soltanto che a questo Dio si attribuivano i fulmini notturni, come a Giove i diurni. Ovidio poi confessa che non sa qual Dio
del cielo notturno, a cui si attribuivano i temporali notturni come a Giove quelli diurni. Ma questa conclusione è quella ste
33 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIX. La Dea Triforme cioè Luna in Cielo, Diana in Terra ed Ecate nell’Inferno » pp. 115-122
una di quelle caverne addormentato di un profondo sonno mandatogli da Giove , la Luna andava tutte le notti non vista a visita
cui nome significa bellissima), perchè si accorse che amoreggiava con Giove . La qual’orsa fu poi da Giove trasformata in una
, perchè si accorse che amoreggiava con Giove. La qual’orsa fu poi da Giove trasformata in una costellazione per impedire un
sura dal nome di una di quelle Ninfe che ebbero cura dell’infanzia di Giove , e che per benemerenza fu trasformata in questo g
34 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIII. Venère, Cupido e le Grazie » pp. 144-151
rata dagli Antichi in due modi. Omero dice che questa Dea è figlia di Giove e di Dione, ninfa della stirpe dei Titani, nata d
degli scultori. Ma se a quasi tutte le Divinità pagane ed allo stesso Giove furono attribuiti difetti e vizii, a Venere più c
di certo a disdoro di Venere ; ma poi vi aggiunsero che per voler di Giove suo padre fu data in moglie al più brutto, e che
micato e fuligginoso per l’esercizio della sua professione di fabbro. Giove così volle premiar Vulcano di averlo aiutato effi
35 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XX. Mercurio » pp. 123-131
ccendato di tutti gli Dei dell’Olimpo, essendo egli il Messaggiero di Giove e degli altri Numi superni. Egli era figlio di Gi
l Messaggiero di Giove e degli altri Numi superni. Egli era figlio di Giove e della Ninfa Maia una delle sette figlie d’Atlan
enere, il tridente a Nettuno, la spada a Marte e perfino lo scettro a Giove . I poeti commentarono queste furbesche prodezze d
attributo di Mercurio, passiamo a parlar degli altri. Come nunzio di Giove e di tutti gli Dei dovendo Mercurio far molti via
36 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVIII. Apollo considerato come Dio della Poesia e della Musica e maestro delle nove Muse » pp. 104-114
ando consideravasi come il maestro di queste Dee. Esse eran figlie di Giove e di Mnemosine che era la Dea della Memoria (come
me perdè il suo figlio Fetonte : dicemmo ancora che perì fulminato da Giove l’altro suo figlio Esculapio, ad istanza di Pluto
esto medico incomparabile. Aggiunsero i poeti che Apollo sdegnato con Giove , e non potendo vendicarsi contro di esso, perchè
suo padre e più potente, uccise i Ciclopi che fabbricavano i fulmini. Giove lo punì esiliandolo dal Cielo per cento anni. Rid
37 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXII. Gli Oracoli » pp. 242-252
oli eran quelli di alcune delle Divinità Maggiori e principalmente di Giove e di Apollo. Giove ne aveva tre, e Apollo ventidu
alcune delle Divinità Maggiori e principalmente di Giove e di Apollo. Giove ne aveva tre, e Apollo ventidue ; Giunone, Cerere
tico di tutti gli Oracoli della Grecia, secondo Erodoto, fu quello di Giove in Dodona città dell’Epiro ; e i responsi si dedu
l movimento impresso dal vento alle foglie delle quercie consacrate a Giove  ; 2° dal romore dei bacini di bronzo sospesi a co
38 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVI. Nettuno re del mare e gli altri Dei marini » pp. 173-183
e in segno di affettuosa venerazione ; e l’Oceano lo merita al par di Giove , e pei grandi benefizii che arreca agli uomini co
l’impero assoluto del mare, che toccò in sorte a Nettuno fratello di Giove , dopo la guerra contro i Giganti, alla quale l’Oc
regia famiglia, perchè vi apparteneva Semele madre di Bacco amata da Giove ), passarono ambedue all’apoteosi per compassione
attribuirono una prerogativa degna dei più grandi Numi e dello stesso Giove , quella cioè di prevedere il futuro ; ed inoltre
39 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIX. Plutone re dell’ Inferno e i suoi Ministri » pp. 203-215
i sottoposto al Fato, ed anche al suo maggiore e più potente fratello Giove . Si accorsero i mitologi di questo difetto del lo
inistri di Plutone. Di maggiore importanza erano le Parche, figlie di Giove e di Temi 244, e corrispondevano a quelle Dee che
di giudicar le anime degli estinti. Minos e Radamanto erano figli di Giove e di Europa ; Eaco poi di Giove e di Egina. Appar
nti. Minos e Radamanto erano figli di Giove e di Europa ; Eaco poi di Giove e di Egina. Appartenevano perciò alla classe dei
40 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIV. Il Diluvio di Deucalione » pp. 73-78
a e animati da Prometeo col fuoco celeste, e l’altra degli uomini che Giove stesso aveva creati. Ma ben presto divennero quas
ati. Ma ben presto divennero quasi tutti empii, scellerati e crudeli. Giove , avuta notizia di questa general corruzione del g
n quelli di quel re bestiale, primo modello dei più efferati tiranni. Giove tornato in Cielo radunò il consiglio degli Dei Su
41 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VI. Il regno, la prigionia e l’eŚilio di Saturno » pp. 28-30
è il figlio non lo rimise sul trono, e quindi congiurò contro di lui. Giove scuoprì la congiura, ed esiliò Saturno dal Cielo 
tanto la ribellione degli oppressi ; e questá verrà sotto il regno di Giove , e sarà mirabile e tremenda, « Di poema degnissi
42 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — V. Urano e Vesta Prisca avi di Giove  » pp. 25-27
V Urano e Vesta Prisca avi di Giove Dal prospetto genealogico del N° III sappiamo
loro sistema planetario avevano dato il nome dei principali figli di Giove , e al più lontano quello del padre di esso, cioè
43 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cenni Preliminari » pp. 9-
di qualche deità in particolare. Prima furon tre soli ; il flamine di Giove , quello di Marte e quello di Quirino ; poi arriva
; poi arrivarono a quindici. Grandi furono i privilegi del Flamine di Giove  : andava fuori preceduto da un littore,5 aveva la
44 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VII. Saturno esule dal Cielo è accolto ospitalmente in Italia da Giano re del Lazio » pp. 31-38
occasione di parlare a lungo in appresso, narrando, sotto il regno di Giove , le vicende di Prometeo e di Pandora, che cronolo
he denominazioni. Dopo qùalche anno di esilio Saturno fu riammesso da Giove nel cielo fra gli Dei maggiori, ma destinato solt
45 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Indice alfabetico » pp. 516-
Giganti 59, 60 Gigantomachìa 59, 60 Gige 62 Giocasta 394 e seg. Giove 54, 55 Giulo Ascanio 415 Giunone (dea) 78, 79 e
, 213 e seg. Plutone 202 e seg. Plutoniche (roccie) 76, 215 Pluvio ( Giove ) 294 Podalirio 427 Polibo 394 Polidètte 310 P
46 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLV. La spedizione degli Argonauti alla conquista del Vello d’oro » pp. 331-341
l vello d’oro rimasto nella Colchide fu consacrato, secondo alcuni, a Giove , e, secondo altri, a Marte, e custodito religiosa
oi pini del monte Pelio e colle quercie della selva di Dodona sacra a Giove , e, aggiungono i poeti, sul disegno dato da Miner
47 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXX. Stato delle anime dopo la morte, secondo la Mitologia » pp. 216-231
iù straordinaria la colpa non meno che la pena. Tantalo era figlio di Giove e perciò ammesso ai segreti degli Dei ; ma egli a
ramente « Per la Grecia scorrendo, e fin per mezzo « D’Elide, ov’è di Giove il maggior tempio, « Di Giove stesso il nome e de
48 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVIII. Apoteosi degl’Imperatori Romani » pp. 497-499
no, vedevasi volar via da quello un’aquila, e dicevasi che l’augel di Giove portava in Cielo e nel consesso degli Dei l’anima
49 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIII. Osservazioni generali » pp. 260-263
degli altri ; e se ciò era vero per gli Dei Superiori e per lo stesso Giove , come ci è accaduto di narrare più volte, tanto p
50 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLII. Bellerofonte » pp. 317-320
li Dei dovessero accoglierlo nel loro consesso ed alla loro mensa. Ma Giove , per punirlo della sua folle superbia, mandò un t
51 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVII. L’Apoteosi delle Virtù e dei Vizii » pp. 493-496
l tempio che erale stato eretto, questa Dea fu adorata come figlia di Giove e della Giustizia, e perciò come rappresentante l
52 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Tavola analitica. secondo il metodo di giov. humbert  » pp. 3-
o o il Cielo, 25, 26. Terra, idem. Saturno, 26—39. Cibele, 40—50. Giove , 63—84. Giunone, 85—94. Vesta, 43—46. Cerere,
53 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVIII. Gli Dei Penati e gli Dei Lari » pp. 290-294
verano tra gli Dei Penati taluni degli Dei superiori o maggiori, come Giove , Marte, Nettuno ecc. Vedemmo altrove che lo stess
54 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXX. Delle Divinità straniere adorate dai Romani » pp. 506-510
poichè credevasi che fosse la stessa Ninfa Io trasformata in vacca da Giove , fu ben presto adorata ed ebbe un tempio in Roma,
55 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVII. Gli Dei Dei Fiumi » pp. 285-289
Pelide. « ………………… « Levò lo sguardo al Cielo il generoso « Ed urlò : Giove padre, adunque nullo « De’numi aita l’infelice Ac
56 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVI. La dea Latona » pp. 86-91
detto altrove, che cioè avanti la nascita di questi due Numi figli di Giove e di Latona, il Sole e la Luna esistevano da gran
57 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXII. Marte » pp. 138-143
e zuffe, « E discordie e battaglie e stragi e sangue ; » e perciò a Giove stesso suo padre egli divenne fra tutti i celesti
58 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIV. Il Dio Pane » pp. 264-269
Mitologi ad assegnargli i genitori, poichè lo stimavano figlio chi di Giove e di Calisto, chi di Mercurio e di Penelope, ed a
59 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVIII. Le regioni infernali » pp. 195-202
a figlia Vittoria nella guerra dei Giganti si dichiarò dalla parte di Giove . Era questo il primo fiume che trovavasi nello sc
60 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVII. I Mostri marini Mitologici e Poetici » pp. 184-194
seggieri e i naviganti, e di annegarli nel mare ; e che, fulminata da Giove , cadde nello stretto o faro di Messina, e vi form
61 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Appendice. » pp. -386
a limosina, se non a chi la chiede. Del rimanente, se la vuole, porga Giove la mano, e prenda la limosina ; essendo che fratt
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