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1 (1841) Mitologia iconologica pp. -243
2) Imperocchè perduta gli uomini a poco a poco la cognizione del vero Dio in tal profonda oscura notte d’illusioni, ed inga
qualificar Dei a capriccio seguito dalla oscurata cogniziono del vero Dio , sembra, Læt. Lib. 2 de fals. Rel. che abbia rico
oscevano la loro origine da qualche donna mortale esibitasi a qualche Dio , oppure da uomo mortale unito a qualche Dea, dett
pio, Incusse ne’mortali alto terrore : Questo fù de’ Gentili il primo Dio . Dichirazione, e sviluppo Moltissimi Dei i
to delle donne sotto pena della stessa loro vita. Gl’ albori a questo Dio dedicati erano il faggio, e la quercia, e tanto e
viscere profonde Quando brama mostrare il vasto orgoglio : Eccovi il Dio regolator dell’ onde. Dichirazione, e svilupp
ator dell’ onde. Dichirazione, e sviluppo Quantunque pel primo Dio del mare fù dagl’ antichi riconosciuto il Ponto p
rche da più recenti poeti venne egli riconosciuto pel mare, e non pel Dio di esso ; percio con questi riconosco anch’io Chi
fù Nettuno Nettuno figlio di Saturno, e di Rea pel vero, ed assoluto Dio del mare, regno a lui sortito nella general divis
me alla nuova Città chiamandola Atene. Suo ritratto Pingevasi questo Dio coverto da ricco manto azzurro con occhi, e chiom
ici telo iubet ire iugales, ne avvenne, che egli fù creduto ancora il Dio governatore de’ navilii, cui solo perciò ricorrer
tate onde miserabil trastullo. Sue feste. Molti hanno confuso questo Dio con Conso Dio del Consiglio ; ma stimo meglio con
rabil trastullo. Sue feste. Molti hanno confuso questo Dio con Conso Dio del Consiglio ; ma stimo meglio con altri disting
zione, e sviluppo Mirabili veramente furono le avventure di questo Dio , mentre pare, che le stesse disgrazie, alle quali
umento delle sue infedeltà. Quali, e quanti figliuoli poi ebbe questo Dio , fra mitologisti non si acconviene, ad eccezione
che in mezzo all’abitato star non dovesse il tempio dedicato al gran Dio del fuoco. L’altro, che credesi edificato da Tazi
ncitore la lampada, Cap. IV. Marte. Sonetto T erribil Dio alla pietà crudele, Nemico de’ mortali ogni momen
augusto matrimonio di Giove, e di Giunone quasi da Greci tutti questo Dio si dica ; tuttavolta misteriosa pur troppo preten
ere, pensò di operare anche essa un consimile sovraumano portento, un Dio producendo senz’alcun’opra del suo rivale marito.
e, che il solo suo nome riempiva di spavento ogni cuore, e perciò pel Dio delle guerre venne comunemente tenuto. Sua conte
tesa con Nettuno. Celebre fù la quistione, e la lite, che ebbe questo Dio col suo zio Nettuno. Egli per vindicare la violen
er tutto la formidanda venuta. Suo culto. Questo Nume perchè creduto Dio delle guerre fù da popoli anche barbari in somma
nazione fiera, e naturalmente portata a guerreggiare, ebbe per questo Dio speciale culto, ed affetto, istituendo in varii m
ale ragione, che assegna Latt. lib. I de Fals. Rel. Cioè, che ad ogni Dio per quanto era possibile deputavasi una congrua v
nimali quali simboli di ferocia, e velocità ben s’acconvenivano ad un Dio di terrore, e destrezza, qual Marte appunto si er
Il riso spesso fa mutare in pianti : Questo è Mercurio delle frodi il Dio . Dichirazione, e sviluppo Curiose pur trop
razione, e sviluppo Curiose pur troppo sono le storiette di questo Dio per qua lunque verso considerarlo ci aggrada. Chi
e Anfrigio gli armenti del re Admeto da lui teneramente amato, questo Dio di soppiatto a quella greggia appressandosi seco
qui nunc quoque dicitur index : Suo ritratto. La efficie di questo Dio è tutta adattata a simboleggiare, ed esprimere i
erche inventore de’ contratti, e maestro de’ negozianti vien chiamato Dio de’ mercanti, e del guadagno : come padre delle d
e del guadagno : come padre delle destrezze, e delle frodi è nominato Dio de’ ladri : perchè abile a conciliare si gli Dei,
e delle lettere, e del ben dire vien detto Ermete ossia interpetre, e Dio dell’ eloquenza : perchè presidente alle persone
ta in vacca da Giove Suoi figli. Quali siano stati i figli di questo Dio , con parsimonia par che ne scrisse la Mitologica
sibilità non si scorge. Poco verisimile per altro sembra, come questo Dio , che per ragione delle sue occupazioni sempre agg
, che la favola istessa di lui non disse. Suo culto. Riceveva questo Dio al pari degli altri i suoi sacrificii. Su suoi al
e di loro case, acciò quindi respinto avesse i ladri, di cui egli era Dio , quantunque volte avveniva passar per quelle, non
olare affetto nudrisse per Latona già per lui feconda madre di questo Dio , un giorno dal cielo villanamente cacciolla, e la
oria a posteri, e tardi nipoti. Sue vendette. Conscio intanto questo Dio de’ patimenti tollerati da sua madre per cagion d
ol figliuola di Orcamo prodica fù di sua persona per contentar questo Dio , ma ella a caro prezzo pagò il fio della sua men
di ciò il suo padre Orcamo da Clizia tradita ne’ suoi amori da questo Dio , e non potendo tanta sventura tollerar nella sua
ve con fulmine fatale tolse di vita il valente Esculapio, benchè come Dio della medicina al numero degli Dei per guiderdone
cciandolo ancora dall’ Olimpo. Infelice Apollo ! La dura necessità da Dio glorioso lo rese vil pastore degli armenti di Adm
tati, come per la causa istessa con inondazioni fè similmente il gran Dio del mare. Sue contese. Contro di questo Dio vale
ni fè similmente il gran Dio del mare. Sue contese. Contro di questo Dio valentissimo nella lira insorse il superbo Pane c
el monte Palatino ragguardevole pel famoso tempio d’ Augusto a questo Dio dedicato. Suo ritratto, e culto. In modo veramen
suoi piedi. E come in vero non convenirgli tal sembiante se egli è il Dio dei Poeti, il Principe delle Muse, il Maestro del
que, che la gentilità delirante credeva ricevere dalle mani di questo Dio , non fia maraviglia se molto esteso si legge il s
d’onor nell’alma desta, Ella rende gentil qualunque sorte : Figlia di Dio la gran Sapienza è questa. Dichiarazione e sv
r inebbria, e bea. Fascele, e Delia perchè drizza l’orme Dell’uom col Dio di Delo, e lo ricrea : Questo è il poter della gr
ddentare la provvidenza, la giustizia, e la esistenza stessa del vero Dio conchiudendo con Lucano .… Sunt nobis nulla prof
el divina stanza Quando formò de’ Dei la vasta schiera. Questo è quel Dio , di cui i rei consigli Fer la moglie tremar, ma i
erte, che nel modo di ofrire i sacrificii istituiti in onor di questo Dio . Egli perchè si deliziava non poco del sangue uma
aparra sicura d’essere un giorno annoverato fra Dei col bel titolo di Dio della Pace(1). Sue imprese. Stabilita così la su
de perchè in tutti i sacrificii le prime preci erano dirette a questo Dio col proprio nome di Padre comunemente invocato. Q
enti. Suo tempio. Celebre fù il tempio a due porte inalzato a questo Dio da Romolo di comun consenso con Tazio, quale per
le sue carezze gli daranno la morte, e tutto odio alfin trovera quel Dio , che amore con delce voce egli appella. Cap. 
dere il suo amato Padre Anchise. Suo ritratto. Il ritratto di questo Dio ben corrisponde alla idea della sua infernale mae
che l’affetto sembra aver spinti i mortali a far sacrificii a questo Dio de’morti. Comunque pero ciò sia egli sotto i fast
ò scorgersi da quel, che avvenne a Semele disgraziata madre di questo Dio . Mal soffrendo l’iraconda Giunone, che Giove suo
e feste fù dalla Madre istessa oltre il consueto per cagion di questo Dio infuriata miseramente trafitto ; e le Meneidi, ch
Suo ritratto. Ben convenevole inoltre all’indole graziosa di questo Dio è il suo ritratto. Pingesi egli qual fresco, e ru
avvenne, che le Baccanti nel sollennizzar le sue feste al par del lor Dio si adornavano si della pelle di tigre, che del fr
ella virtù giacchè la sua nudità non deprava, ma edifica, e preghiamo Dio ad infonderci un tale spirito colle voci dì David
almo, e verace, D’arti, e di scienze sede appien bëata Vera figlia di Dio quest’è la Pace. Annotazioni La pace seren
lmeno impari ognuno ad esser figlio di pace se brama essere figlio di Dio , giacchè sta scritto Matt. 5. Beati pacifici quon
aus. come non sarà poi degno di somma lode, e compenso al cospetto di Dio , e degli uomini chi nel petto gelosamente la nudr
to promette, e poco, o nulla concede. Se è vero però, che solo chi in Dio spera non resta giammai confuso, giusta quel dì D
rre le nostre speranze negli uomini fallaci, ma sol confidare in quel Dio verace e che à suoi confidenti promette con infal
ideare i Gentili, che poi, dobbiamo noi dire della providenza di quel Dio , nel quale vivimus, movemur et sumus. Aet. 17. Bu
Salomone Prov. 20. Virum fidelem quis inveniet ? Se è vero però, che Dio non teme chi il prossimo con sincerità non ama al
diam timorem Domini relinquit, siamo amici di si bella virtù tanto da Dio inculcata per essere così amici di colui, che dis
fio Dell’alta sua pietà sol ti ricorda, Misericordia è lei figlia di Dio . Annotazioni. La misericordia virtù verame
. Bella virtù ! Da questa deve farsi rapire chiunque brama prestare a Dio sacrificio accetto, e gradito, giusta quel del Ec
r, et extrema gaudii luctus occupat ; ma quella sibbene, che viene da Dio , onde Isaia al 6. diceva. Gaudens gaudebo in Domi
ità ; ma di tutte una sola mi appaga, quello cioè esser felice, che a Dio fonte di felicità sol vive, ed in lui centro d’og
, impari ognuno ad abbominar tal mostro, se vuol essere amico di quel Dio , che per Geremia al 7. così si protesta : Advenae
uello della Sap. 1. Os, quod mentilur occidit animam preghiamo sempre Dio a tenerci lontani da si abominevole vizio colle p
o uomo ; vera madre d’iniquità ! Noi adunque, che figli siamo di quel Dio , che al dir dell’ Apost. 1. Cor. 14. Non est diss
la bella conduttrice del Cielo, o a disprezzare i poveri molto cari a Dio , giacchè sta scritto Prov. 20. Qui despicit paupe
l qualunque porta, Corre velocemente, e non s’affretta, Della mano di Dio spesso è vendetta, E i miseri talor strugge, e co
io, E allor vacillerà la sua speranza Quando Dio può cessar di essere Dio . Parte terza Delle istituzioni poetiche
tici per piangere il commesso suo fallo, ed ottenerne dall’offeso suo Dio indulgenza, e perdono può essere di tal verità il
lungi dal profanarlo con siffatte invocazioni lo decori con invocare Dio , Maria, i Ss. o quel S. in particolare, cui il po
rimiera sol Donato tal mercè ? Sarò che in tanto duol Misera ! oh Dio L’alma è feconda Son costretta a languir, Sola
forza cotanta Perchè il pastore egregioChe volò dalla terra in sen di Dio , E come rammentare ogni suo pregio. Egli, che tra
lta sua sorte ? Egli del tanto zelo Già trova il suo riposo in sen di Dio , E il premio al suo sudor si gode in Cielo. C
la sovrana Sopra il cespo in faccia al rio ; Se più apriva il seno oh Dio , Se la destra era più umana Or perduta hò la bell
ato nelle seconde nozze del nostro augusto sovrano Ferdinando II. che Dio sempre feliciti. Sistite, Pierides, longos effun
i di sicura guida per ben oprare, arricchiti vennero graziosamente da Dio . (2). Nino re degli Assirii falsamente da alcuni
rono muover guerra al cielo, e per ciò estinti per giusto giudizio di Dio , come di tratto in tratto al par di essi leggiam
ratto. Suo culto. Chi fù Nettuno (1). Parlando i Mitologi di questo Dio del mare, fan parola ancor delle Sirene, che fing
sia stato a somiglianza di Mercurio vero legato, e nunzio di pace fra Dio , e gl’ uomini, Cristo, ed i fedeli non è certamen
gegno in pensare alla infallibile immutabilità, e prescienza del vero Dio non passi neppur per volo d’immaginazione la tris
Deum flecti sperare precando Virg  : Imperocchè non essendo il nostro Dio il cieco Dio de’ Gentili, gl’atti di sua prescien
perare precando Virg  : Imperocchè non essendo il nostro Dio il cieco Dio de’ Gentili, gl’atti di sua prescienza puramente
nche io a tal giovane, o a chiunque mi interrogasse, che ha preveduto Dio di me ? L’eterna salute, o l’interminabil ruina ?
Sue feste. Chi fù Giano. (1). Nell’ esporre la discendenza di questo Dio hò creduto meglio seguire la opinione di chi lo v
nio. (1). Se nient’altro fosse vero in rapporto alla forza di questo Dio , i soli sacri esempii delle sventure di un Sichem
o ritratto. (1). Bella è la descrizione, che dell’effigie di queste Dio efforma Properzio al terzo. Quicumque ille fuit,
oro, ed altre di argento : Di che materia poi era la corona di questo Dio legga chi vuole S : Ag. lib. de Civ. Dei 4. Cap. 
2 (1855) Della interpretazione de’ miti e simboli eterodossi per lo intendimento della mitologia pp. 3-62
fia — se ne cerca la cagione nell’essersi obbliato il primo bibblico, Dio crea il cielo e la terra, e come dall’obblio di q
ue nè parvolo nè selvaggio, ma invece adulto, educato nella scuola di Dio , onde potè aver lo intuito della Idea, da cui nac
gl’ Iddii presidi a ciaseuna cosa, secondo S. Agostino nella Città di Dio  — 6. Etimologia e significato della parola mito —
lla intellettiva della miglior parte degli uomini la nozione del vero Dio , si vide sorgere su la terra uno spettro di relig
ri. La religione figlia ingegnosa del cielo dipartendosi dal trono di Dio , ed appresa dall’uomo dal solo intuito, o, per me
andò per le cagioni, che ora esporremo, obbliato il primo bibblico. «  Dio crea il cielo e la terra ». Questa formola, puro
ia ogni concepimento di creazione, ciascuna creatura può chiamarsi un Dio . Ecco come uno de’filosofi italiani si raccapricc
la mancanza di questa idea intermedia divinizza la natura ed umanizza Dio , e ondeggia così tra lo antropomorfismo e l’apote
parvolo, ma invece adulto e virile, educato nella scuola dello stesso Dio per vie tutte misteriose ed arcane. Nè poteva, co
esso e nella debolezza di sua vita. L’uomo nato adulto e manodotto da Dio , la Idea presentoglisi spontaneamente allo intuit
il concetto rivelato e tradizionale serbarono non meno il concetto di Dio , fu instituita una Mitografia, ed alla casta fera
un padre rapito al suo amore ; ora la desolazione di una madro fa un Dio del figlio, a cui la natura ha tolto addivenire u
timento e vita. 5. E non era obbietto a cui non fu posto preside un Dio . Invero i romani a ciascuna cosa facevan preseder
nta vasi sotto il simbolo di un globo. E col globo istesso porto o da Dio ad un principe, o da un principe a’popoli di lui,
lo intelletto, come fanciulli della umana famiglia, davano il nome di Dio a tutto quello, che rifuggiva alla loro intellett
n fine distinguendo i gradi dell’Essere supremo(3), che dice essere e Dio , e la mente da lui nata, e l’anima del mondo, vuo
so per l’anima del Mondo, nozioni tolte da S. Agostino nella Città di Dio . 15. Esposizione del mito di Giove da Plutarco. 1
significato. 19. Plutone — duplice interpetrazione del mito di questo Dio , onde si trova non essere che o le ricchezze dell
i canti de’poeti greci e latini. E per questo ancora Giove era detto Dio del cielo, della terra e dell’ inferno, e se ne p
re la idea dello scultore, da cui fu fatto, per indicare lo impero di Dio sul triplice regno della creazione, l’aere mobile
Virgilio, svolgendo un principio della scuola pitagorica — essere un Dio diffuso dappertutto, per le terre, per lo mare, e
astri, che sono per lui come tanti lacci. 18. Nettvno — Creduto come Dio del mare, Tullio(2) lo vuole così detto a nando,
ra(1). 19. Plvtone — Egli veniva adorato da’greci e da’latini come il Dio delle ricchezze e dello inferno. A questo mito, s
forza della terra, dice Tullio(2), e la natura fu inaugurata a questo Dio , e fu tenuto come il Dio delle ricchezze ; percio
ullio(2), e la natura fu inaugurata a questo Dio, e fu tenuto come il Dio delle ricchezze ; perciocchè tutte le cose vengon
e di Plutone nello inverno, e di Giove in primavera(4). 20. Apollo —  Dio della poesia, della luce, della medicina e dell’a
aslato allegorico, cui si vuole intendere il Sole, onde fu creduto il Dio delle divinazioni ; chè il Sole pone in luce tutt
abile armonia in tutto il sistema planetario. Apollo era creduto come Dio della salute pubblica ; perciocchè il Sole la pro
ie nella destra, e con l’arco e le saette nella sinistra, ond’è detto Dio della medicina, giovando ai mortali col temperato
antasticò, ei dice(1), la quarta divinità, che fu Apollo, appreso per Dio della luce civile, onde gli eroi si dissero κλειτ
appo tutte le nazioni a gli schiavi si rade il capo. » 25. Mercvrio —  Dio dell’eloquenza e della mercatura, inventore della
…. Da Mercurio de’Greci fu ritrovata la lira e gli fu data da Apollo, Dio della luce civile, ossia della nobiltà, perchè ne
tutta proprietà restò ai poeti definita lyra regnorum. » 29. Marte —  Dio della guerra nacque in mente de’poeti greci come
fatto prodigii di valore. Per questo meglio può dirsi esser Marte un Dio creato dalla politica degl’imperi, per risvegliar
caratteristiche per la divinità che ne immaginarono, onde lo dissero Dio della guerra. A Marte era sacro l’avoltoio, chè s
age di uomini, e sogliono presagirla col canto di loro. 30. Vvlcano —  Dio del fuoco e delle arti, che si esercitano ammolle
o e dando al ferro varie forme mercè del fuoco istesso. Nacque questo Dio in mente de’Greci, onde personificare il fuoco, d
da’ Greci si dice Ηφαιστος che s’interpetra Vulcano, e perciò questo Dio si vuole nato da Giove e da Giunone, intendendosi
rpetrazione del seguente mito — Fu creduto da’Greci, che Plutone come Dio dello inferno rigettato dal connubio di ogni altr
Taluni si finsero in tal modo questa prima intelligenza per dire, che Dio per verbum avesse creato il mondo. I pitagorici d
più sublime delle loro meditazioni metafisiche, che la Idea eterna in Dio è generata da esso Dio, ove le idee create sono i
meditazioni metafisiche, che la Idea eterna in Dio è generata da esso Dio , ove le idee create sono in noi prodotte da Dio.
io è generata da esso Dio, ove le idee create sono in noi prodotte da Dio . Ma i poeti teologi contemplarono Minerva come la
ato ; lo che forse diede motivo a’filosofi di crederla idea eterna di Dio , che altro non è che ordine eterno ». 42. Ma di q
o indicati, e gl’inni religiosi, che vennero a lei rivolti. Sposa del Dio del fuoco, di quel Vulcano, i cui antichi altari
aliano. Ei ne’suoi Fasti drizzando una apostrofe a Giano : — Per qual Dio , egli dice(3), debb’io tenerti, se la Grecia non
stato un globo, ed un’informe mole, presi aspetto e forme degne di un Dio . Ora parimenti, poichè non è sì grande la nota de
prima di ogni altro invocare quando si celebravano sacri riti qualche Dio , onde per lui si desse l’accesso a quel Nume, cui
3 (1897) Mitologia classica illustrata
nella mitologia dei Romani? In origine i Romani non conoscevano alcun Dio come padre di Giove Ottimo Massimo; ma allorquand
dentificazioni, al greco Crono fu fatto corrispondere Saturno, antico Dio della seminagione, forse perchè anche Crono in al
e perchè anche Crono in alcune località greche era stato onorato come Dio della maturità, dell’ abbondanza e lo si rapprese
del Cielo. A. Divinità primarie. I. Zeus-Iupiter. 1. Il Dio supremo del mondo, il Dio per eccellenza, era per
tà primarie. I. Zeus-Iupiter. 1. Il Dio supremo del mondo, il Dio per eccellenza, era per i Greci Zeus, per i Latin
della luce, del giorno e del brillar del cielo. Da questo concetto di Dio celeste derivano appunto le attribuzioni varie di
offriva a lui regolari sacrifizi. Insomma Zeus era il Dio Sovrano, il Dio per eccellenza; e il concetto che se n’ aveva non
e il concetto che se n’ aveva non differiva gran fatto dall’ idea di Dio che si ha anche ora presso i volghi cristiani. Un
ro considerate come diverse, e così le invenzioni relative al supremo Dio vennero a essere moltiplicate. 4. Il culto di Zeu
tese in tutte le provincie dell’ Eliade, essendo riconosciuto come il Dio di tutta la nazione. Tuttavia alcune località acq
Al Zeus greco corrisponde il Iupiter dei Latini. Anche questi era il Dio del cielo e dell’ atmosfera, quindi della luce, d
. La figura di Zeus-Iupiter nella letteratura e nell’ arte. Cenni del Dio supremo e rappresentazioni più o meno compiute de
rpandro, Alcmano, Simonide, Pindaro. Più di tutti celebrò le lodi del Dio ottimo e sapientissimo il tragico Eschilo, talchè
descrive il Gentile nella sua Storia dell’ arte greca (p. 108): « Il Dio , di forme gigantesche, sta va seduto in trono, to
bene. Essa dirige gli eserciti agli assalti, ma a differenza di Ares, Dio , come vedremo, della guerra brutale, essa ispira
e la assicurò con potenti colonne al fondo del mare. Febo Apollo è il Dio raggiante, il dio della benefica luce, il sole ch
pianura di Crisa nelle vicinanze di Delfo. Una simile vittoria di un Dio contro un serpente, ricorre in tutte le mitologie
e Delfo divenne d’ allora in poi sede principale del culto di questo Dio . Molte altre leggende si raccontavano di Apollo,
i si spiegano anche le varie attribuzioni morali di Apollo. Egli è un Dio benefico e datore di ogni felicità ai mortali, ma
mortali, ma ha anche il suo carattere bellicoso e funesto. È persino Dio della morte; manda pestilenze ed è cagione di mor
Apollo sa anche guarirli; ed ecco riappare il carattere benefico del Dio ; egli è anzi il Dio salutare per eccellenza, prot
rirli; ed ecco riappare il carattere benefico del Dio; egli è anzi il Dio salutare per eccellenza, protettore e degli armen
nza contrasto era l’ oracolo di Delfo. Ivi la Pizia, sacerdotessa del Dio , assisa su un tripode sopra una apertura del terr
— Non meno celebre pel culto di Apollo, era l’ isola di Delo, dove il Dio era nato. Il terreno dell’ isola era considerato
tribuiva la vittoria d’ Azio principalmente all’ aiuto dato da questo Dio ; onde gli eresse uno splendido tempio sul Palatin
he contiene molti e interessanti particolari tolti dalle leggende del Dio . Con esso si può confrontare l’ inno di Callimaco
to di costei nella pianta di lauro, da quel momento divenuta sacra al Dio . Così lo fa parlare di sè stesso: ………………………….… m
della figura in quella disdegnosa coscienza di sè che mostra avere il Dio vittorioso8. I simboli di Apollo sono
lendo incendiare il tempio di Apollo cadde sotto le freccie di questo Dio (personificazione del lampo che nasce dalla nube
e alla guerra, le quali lui veneravano come il sommo degli Dei. 3. Il Dio italico identificato con Ares è Marte. Ma è da no
statua di Ares che è nella villa Ludovisi, pure a Roma (fig. 22). Il Dio vi è rappresentato in atto di riposo dopo la batt
ulcano. 1. L’ altro figlio di Zeus e di Era è Efesto (Hephaestos), Dio del fuoco. Si pensi quanta importanza ha nella na
an luogo durante il caldo mese d’ Agosto. Il santuario principale del Dio a Roma era il Vulcanal, non un tempio ma una spec
zo per Minerva). — Vulcano era poi anche considerato dai Romani, come Dio degli incendi; ed a lui si attribuiva sia l’ orig
ssi dai Ciclopi. Altri narrarono altre parti delle leggende di questo Dio . L’ aneddoto di Venere, sorpresa da Vulcano con M
ond’ egli è detto il Cillenio). Curiose le leggende relative a questo Dio , raccolte nell’ inno a lui dedicato, che va tra g
l domane a riprenderli il sole. Secondo altri, egli sarebbe invece un Dio del vento; è inventore della lira, perchè risuona
he si collocavano nei crocicchi e nelle vie principali in omaggio del Dio e a indicazione delle strade ai viatori. Come gio
curio dei Latini, dalla voce mercari, negoziare, era semplicemente il Dio dei commerci e aveva pochi tratti comuni coll’ Er
staurazione, e la fig. 24 ne presenta con più precisione la testa. Il Dio , raffigurato in pienezza di gioventù, con forme r
rasto, l’ immagine della bella Afrodite a fianco dello zoppo e odioso Dio del fuoco. Ma di questo matrimonio non si citano
more e del desiderio; a cui si aggiunga Imene (Hymen o Hymenaios), il Dio delle nozze. 2. Il culto di Afrodite ebbe una str
e al mattino, richiude alla sera, così Ianus divenne semplicemente il Dio del principio e dell’ origine, il Dio che apre e
Ianus divenne semplicemente il Dio del principio e dell’ origine, il Dio che apre e chiude, che presiede a ogni entrare e
nnaio. E il primo dì dell’ anno (Kalendae Ianuariae) era la festa del Dio ; quel giorno si ornavano le porte di ogni casa co
nevano aperte le porte di un certo tempio di lui, per indicare che il Dio era uscito coll’ esercito e lo accompagnava colla
avevano due o più porte. Questi erano sempre adorni colla statua del Dio . Tra essi il più antico e il più importante era q
i sul Quirinale col Latini del Palatino, fece che si adottasse questo Dio nel culto comune insieme con Iupiter e Mars, form
he si riteneva protettrice dello stato di Roma. Numa assegnò a questo Dio un sacerdote speciale, il flamen Quirinalis, e Tu
La fig. 32 riproduce un rilievo trovato a Troia dallo Schliemann; il Dio è sulla sua quadriga col lungo abito proprio del
Latini, al cui soffio maturavan le sementi; quindi era venerato come Dio benefico. — Infine Euro, detto anche Vulturnus, v
la custodia di Eolo loro re, il quale ricevutone l’ ordine da qualche Dio , apriva loro un passaggio e lasciava che si scate
re, ebbe pei Greci un doppio significato; giacchè da una parte era il Dio cosmogonico, già da noi ricordato, rappresentante
i hanno spesso occasione di ricordare la potenza stragrande di questo Dio , e persino i filosofi ricamarono intorno al mito
in un incendio, sotto Tito. L’ arte posteriore prese a raffigurare il Dio d’ amore in età di fanciullo, adattandosi questa
da Apollo e da Coronide, una figlia del re tessalo Flegias, ed era il Dio delle guarigioni, il Dio della salute. In altri t
una figlia del re tessalo Flegias, ed era il Dio delle guarigioni, il Dio della salute. In altri termini la buona salute at
e sacrifizi farlo addormentare; allora in sogno doveva apparirgli il Dio che gli suggeriva il rimedio al suo male. 3. Pres
a deputazione ad Epidauro per condur seco Esculapio, narravasi che il Dio in forma di serpente spontaneamente fosse venuto
uta di Esculapio a Roma. Bella ed evidente la pittura ch’ egli fa del Dio : Baculum tenens agreste sinistra 26 e in atto
ui vano virtù di guarire. Molte statue esistevano in antico di questo Dio , notevole tra l’ altre quella in oro e avorio di
viduo sia assistito, guidato nelle varie congiunture della vita da un Dio speciale; questi Dei speciali i Greci li chiamava
L’ Oceano e la sua stirpe. 1. Nella teogonia greca, il più antico Dio dell’ acque era l’ Oceano. Egli con Teti (Tethys)
e di Romolo, getta.ta nel fiume per ordine dello zio Numitore, fu dal Dio accolta benignamente e fatta sua sposa. Nè solo i
del Vaticano (fig. 51). Folleggiano ai piedi e sul corpo maestoso del Dio sedici genii, rappresentanti le sedici braccia ch
uno. 1. La personalità più spiccata nel regno delle acque, il vero Dio e re del mare, era Posidone. Giù s’ è visto nella
es., di Polifemo, l’ accecamento del quale tirò su Ulisse l’ odio del Dio ; così pure era padre del gigante Anteo, con cui E
per l’ Attica con Atena, per l’ Argolide con Era, ecc. 2. Il potente Dio del mare, è naturale fosse in grande venerazione
fosse padre del noto cavallo alato Pegaso. Per questo rapporto fra il Dio del mare e il cavallo, là dove erano più in pregi
del mare e il cavallo, là dove erano più in pregio i cavalli, ivi il Dio era più venerato; quindi negli stadi gli si erige
lità sua nella fabbricazione delle navi. 3. Nettuno (Neptunus) era il Dio romano rispondente a Posidone; ma presso una gent
ente a Posidone; ma presso una gente non essenzialmente marittima, il Dio del mare non doveva essere di grande importanza.
Posidone, la qualità che più venne a essere rilevata si fu quella di Dio dei cavalli e delle corse. E difatti l’ unico tem
esso il Circo Flaminio; mentre nel Circo Massimo veneravasi l’ antico Dio latino Consus che si riteneva per un Neptunus equ
e quando il cielo sereno si rispecchia nell’ acqua tranquilla. Era un Dio molto popolare tra marinai e pescatori. Speeialme
Allorquando la mitologia greca penetro in Roma, volendosi con qualche Dio italico identificare Ino e Palemone, si scelsero
o sofferente e perseguitato. Di qui i molti miti riferentisi a questo Dio , nei quali, a dir vero, agli elementi greci s’ in
Dioniso dalla campagna di Nisa, dov’ egli era stato allevato, onde il Dio stesso non potè salvarsi che saltando in mare dov
, nei tardi tempi, che considerava Apollo e Dioniso come identici. Un Dio così popolare e leggendario doveva tener desta l’
filosofici. Per loro Dioniso detto Zagreus, il lacerato, era il primo Dio ; era detto figlio di Zeus e di Persefona; e si na
ltro tempio, poi di nuovo al Leneo, una piccola immagine in legno del Dio , fra mezzo a lieti cori inneggianti a Dioniso lib
mente associato con Cerere (= Demetra) e Libera (= Persefone). Era il Dio del vino, della vendemmia e in genere di ogni pro
letteratura, non si può in poche linee, tante sono le opere da questo Dio e dal suo culto ispirate. Già il ditirambo, la co
mmaturghi latini a Claudiano hanno cantato qua e là le lodi di questo Dio straordinario. Ricordiamo solo che Eschilo compos
a, « le Baccanti »; ricordiamo le molte poesie liriche ove si loda il Dio del vino, specialmente le Anacreontiche; ricordia
ioniso, per lo più leoni e pantere; oltre queste erano sacri a questo Dio il toro e il capro, simbolo della fecondità; tra
nei campi di Lidia e lo restituì al giovinetto Bacco. Di che lieto il Dio , volle compensar Mida promettendo di soddisfare q
canne palustri; ma il lamento armonioso che usciva da esse suggeri al Dio l’ idea di unire più canne digradanti e formarne
a selvaggia eccitazione d’ animo che è inerente alla natura di questo Dio , offrì occasione a immaginare altri atteggiamenti
ignificato della voce Pan, che val « tutto », gli Orfici ne fecero un Dio tutto, creatore e signore dell’ universo. 2. Il D
, il poeta ricorda le occupazioni di Pane e un lieto canto innalza al Dio sonatore e danzatore. Gli scolii alla Terza Pitia
n mano, il baston da pastore e la zampogna. b) Silvano. È il Dio italico col quale fu identificato il greco Pane,
ato il greco Pane, sebbene la corrispondenza non sia completa; ed era Dio delle selve come il nome stesso dice; amico quind
rutteti. E, concetto tutto italico, Silvano veniva pure venerato come Dio dei confini, quindi patrono della proprietà predi
a gioia onde la natura è animata quel giorno; montre dall’ altare del Dio esce fuori abbondante il fumo del sacrifizio e in
ulla terra e sugli esseri che vi abitano. VIII. Priapo. Era il Dio della generazione, e in genere il Dio della più r
no. VIII. Priapo. Era il Dio della generazione, e in genere il Dio della più rigogliosa fertilità in tutta la Natura
come il padre di Giove da lui cacciato dal trono celeste che non come Dio della seminagione e dell’ agricoltura. Tale ad es
Vertumnus da vertere (annus vertens, la stagione che cambia), era il Dio dei mutamenti di stagione, e specialmente dell’ a
alla in Roma (fig. 69). d) Pale. 1. Antica Dea (secondo alcuni, Dio ) pastorale delle popolazioni italiche, con cui va
a rappresentar questa Dea. e) Termine. 1. Veramente non era un Dio della campagna; ma indirettamente aveva relazione
il rispetto della proprietà individuale, che vollero consecrati a un Dio i confini che la segnavano. Si faceva una festa a
ia, in occasion della quale si incoronavano i termini e si offrira al Dio una focaccia o anche un agnello o un porcellino.
ni era sempre accompagnato da cerimonie religiose con invocazione del Dio . Ma il Dio Termine non aveva solo giurisdizione i
si innalzava, viene così a rilevare assai bene il concetto di questo Dio ; ma non sappiamo che lo si immaginasse in una par
a. Assunto l’ ufficio suo, Demofoonte cresceva così presto come fosse Dio , senza gustare latte nè pane. La Dea lo ungeva d’
e terribile, Ade ne aveva anche un altro mite e benefico. Non era il Dio di sotterra quella forza misteriosa per cui si nu
ori, gli argenti, ecc. se non di sotterra? Non deve essere lo stesso Dio sotterraneo il signore di tutte quelle ricchezze
Pluteus, colui che fa ricchi. 2. Appena si può dire che il misterioso Dio dell’ ombre avesse un pubblico culto in Grecia; q
ollo e Artemide, e tra le infernali da Plutone e Persefone. Infine un Dio speciale della morte fu ideato in Tanato (Thanato
indole e benefico agli uomini e però gradito, la Morte invece era un Dio crudele e temuto. Col tempo l’ idea della Morte s
Morte e i Sogni. Però è da notare che ab antico avevano essi il loro Dio della morte nel così detto Orcus, l’ accoglitore
ava questa teoria con quella dell’ autoctonia, in quanto si faceva un Dio sposo di qualche donna terrestre; così Giove unit
la vendetta che si compie è posta più dietro. Sul davanti un piccolo Dio montanino contempla la scena con espressione di d
ustre famiglia Argiva si volera discendesse da Inaco, propriamente il Dio del fiume omonimo, che era il corso d’ acqua più
ne moglie di Dioniso, già s’ è narrato nel capitolo relativo a questo Dio . Nel ritorno ad Atene Teseo fu indiretta cagion d
la regale donzella osò anche sedersi sulla schiena di lu; e allora il Dio si alza tosto, accostasi al lido, tuffasi nell’ a
inizzati è ben probabile. Europa è una dea lunare che è inseguita dal Dio del cielo in forma d’ un bianco toro; appunto in
a di Zeus, e di fatti si parla anche di un Zeus Asterios, come a dire Dio degli astri, cielo stellato. Cacciati i suoi frat
lo e sacrificar un altro toro a Posidone. Ne fu ben punito, perchè il Dio ispirò alla moglie di Minosse Pasifae un pazzo am
r violenza nel tempio stesso di Apollo, ed essendo comparso lo stesso Dio , con lui s’ accingeva temerariamente a lottare l’
olfo di Pagase; e non solo uccise il suo avversario, ma ferì anche il Dio della guerra che era accorso in aiuto del figliuo
aratona dove dicevasi che si fosse principiato a venerare Eracle come Dio , avevan luogo ogni quattro anni dei certami solen
hiusi in un antro per scatenarli quando ne riceveva ordine da qualche Dio . Eolo accolse Ulisse con cortesia, e quando il co
 Lodate Diana, gentili donzelle; e voi, fanciulli, lodato il chiomato Dio di Cinto (monte dell’ isola de Delo ove Apollo na
no e l’ altro sole. Anche allora non appena fu tocca dalle labbra dei Dio stillante rugiada sulla madida barba e rigonfia d
4 (1824) Breve corso di mitologia elementare corredato di note per uso de’ collegi della capitale, e del regno pp. 3-248
rza classe sarà composta de’ Semidei così detti, per esser nati da un Dio , ed una mortale, o da un Uomo, ed una Dea, come E
… Ma quel che ha cura di tutte le cose, La natura migliore, e ’l vero Dio , Tutti quei corpi al suo luogo dispose, Secondo i
che regnava allora nel Lazio. Col consiglio, ed assistenza di questo Dio , Giano civilizzò i suoi popoli, insegnò loro il c
li uomini. Fu ascritto egli stesso al numero degli Dei, col titolo di Dio della pace. Il suo Tempio era chiuso, allorchè la
masi comunemente l’Augello di Giove. L’armatura, che difendeva questo Dio , era l’Egida, vale a dire uno scudo formato dalla
i della Libia, non trovò acqua per cavarsi la sete. Appena che questo Dio ebbe implorato il soccorso di Giove, si vide inna
pollo fra gli Dei è de’ più celebri. Egli è il capo delle Muse, ed il Dio della poesia, onde vien invocato dai poeti ; come
a medicina, e di tutte le belle arti. Riguardavano gli antichi questo Dio come padre del giorno, e della luce : come regola
o discosti dall’amene valli di Tempe nella Tessaglia. Talvolta questo Dio annuncia ai mortali la loro sorte ; l’oracolo più
hiamò in suo ajuto Penèo suo padre, e fu tosto cangiata in alloro. Il Dio , ad eterna memoria di questa Ninfa, volle adornar
ostellazione detta Serpentario, ascrivendolo al numero degli Dei come Dio della medicina. Era rappresentato questo Dio sott
al numero degli Dei come Dio della medicina. Era rappresentato questo Dio sotto la figura di un uomo grave, coperto da un m
nell’altra, ed un gallo a’ suoi piedi. Il tempio più famoso di questo Dio era in Epidauro, dove i Sacerdoti pretendevano, c
io fu cagione di una ben seria sventura di Apollo. Non potendo questo Dio attaccar Giove di fronte per vendicarsi, ammazzò
iravano intorno ai roghi de’ loro germani. Quantunque Apollo fosse il Dio degl’ingegni ; non fu perciò stimato quanto egli
, e musico valentissimo, che parimente ebbe il coraggio di sfidare il Dio delle Muse. Accettò Apollo la sfida a patto, che
molti figli ; fra questi i più rinomati sono Cupido, Priapo, Imeneo, Dio che sovrastava alle nozze. Furono anche suoi figl
e ad istanza di Venere fece quella di Enea. Vulcano finalmente era il Dio del fuoco, e la sua figura è poco vantaggiosament
aveva fatto nascere Minerva, volle ella fare altrettanto, creando un Dio , senza che Giove ci avesse parte1. Forte nel suo
ncepì Marte. Questa è l’origine per altro gentile della nascita di un Dio così terribile, qual’era quello della guerra. Tal
e nembi orrendi, Che il Mondo d’evitar invan procura. Terribil questo Dio di lampi cinto Calpesta al suo passar scettri, e
scotendo, Di estinti un folto stuol empie l’inferno 1. Mercurio Dio del commercio, e messaggiero degli Dei. Atlante f
osizioai a saper rubare, così fra tanti suoi attributi ebbe quello di Dio de’ ladroncelli, e rubatori. Non ancor grande in
ici indovini, che lo consultavano, e dava ad essi le risposte. Era il Dio dell’eloquenza, del commercio, e dei ladri, come
Tebe proibito a’ suoi sud diti di celebrare le feste di Bacco, questo Dio ispirò alla madre del Re, ed alle sue Menadi, o s
ane occupa il primo luogo tra gl’Iddj campestri, ed è specialmente il Dio de’ pastori. La sua figura non lusinghiera pareva
infa. Fauno. Fauno figliuolo di Pico Re del Lazio cra altresì il Dio de’ pastori, ed è rappresentato sotto la forma me
er amante, o per isposo. Vertunno,ABCD e Pomona. Vertunno era il Dio dell’autunno, e sposo di Pomona Dea de’ frutti. A
fantoccio per ispauracchio : questo basta per dimostrare, che questo Dio non era bello : aveva l’aspetto di un satiro. La
tava nel seno : fu inoltre così proclive al vizio, che se ne formò il Dio del libertinaggio. A lui fu sagrato l’asino. I
nuova forma, e figura. Virgilio ci ha fatta la descrizione di questo Dio nel quarto libro delle sue Georgiche. Il pastore
la Morte, ch’è un sonno perpetuo. La pittura, che fa Ovidio di questo Dio , è sì bella, che ci fa chiaramente conoscere la n
. Di varie altre Divinità del second’ordine. Pluto, o sia il Dio delle ricchezze. Era questi il Dio delle ricchez
cond’ordine. Pluto, o sia il Dio delle ricchezze. Era questi il Dio delle ricchezze figliuolo di Cerere, e Giasone. V
ità possono svanire. Come ha gli occhi bendati, dovunque passa questo Dio , spande a capriccio l’oro, l’argento, che cava da
e di lagnarsi contro la Providenza1. Arpocrate. Arpocrate era il Dio del silenzio, in origine filosofo Greco. Egli è r
Cielo, ove fu situata nel Zodiaco : oggi detta la Vergine. Como. Dio de’ piaceri, e della mensa era Como. Egli è rappr
Nettuno formato un toro, Vulcano un uomo, e Minerva una casa, questo Dio ebbe a ridirci qualche cosa. Le corna del toro do
ano una maschera, ed un bamboccio. Imenèo. Imene, o Imenèo era il Dio delle nozze. Egli per aver salvate alcune donzell
dello spirito umano, ci avverte del bisogno che abbiamo della mano di Dio in tutti gli eventi della nostra vita. Non avendo
a nostra vita. Non avendo potuto gli antichi aver l’idea giusta di un Dio vero, unico, e creatore dell’Universo, formarono
idei, e degli eroi. Semidei chiamavansi quei ch’ erano nati da un Dio , e da una mortale, oppur da un uomo, e da una Dea
fino all’arrivo di Bacco, che ritornava vincitore dall’Indie ; questo Dio asciugò le sue lagrime, e la sposò. Teseo nel par
quel bello ariete, che fu poi collocato in un campo consagrato a quel Dio , e sotto la custodia di un dragone terribile. Fu
a Ajace figliuolo di Telamone. L’Eroe erasi già ristabilito, e questo Dio gl’ispirò un coraggio quasi divino. Marcia Ettore
ine de’ suoi viaggi, allorchè volendo di là far vela per l’Italia, un Dio tutelare l’aveva condotto nell’impero di Didone. 
agno delle sue fatiche. Morì sul monte Emo : i Greci l’onorarono qual Dio , ed i pastori gl’innalzarono degli altari. Pic
vivea a’ tempi di Domiziano. IV. Eunosto. Di questo giovane Dio , o Eroe piuttosto così lasciò scritto Plutarco, i
congettura. Vi ha in fine chi ha creduto, che Eunosto fosse stato il Dio che presiedeva ai mulini ; opinione che ha procur
bone. La nostra Cattedrale edificata sulle ruine del tempio di questo Dio abbastanza ce ne assicura. Anche il nostro Pontan
anchi cavalli. Senefonte attesta, che il gran Ciro giurava per questo Dio , e Lampridio nella vita di Commodo fa menzione de
indicanti o i raggi solari, ovvero un segno della pioggia. Era questo Dio tutelare adorato in Napoli dalla gente di mare, e
o dei Demonj, e dei Lari. Cebete Tebano asserisce che il Genio sia un Dio animatore de’ mortali allora che nascono, consigl
e non dalle campagne, sperar non si poteva, fu detto perciò Priapo il Dio degli orti. Di Giove Ejazio parla una nostra iscr
de’ Greci ; Feretrio, Statore, Olimpio, appresso de’ Romani. A questo Dio fu eretto un magnifico tempio in Roma detto Capit
tre villane bestie, del serpente, della civetta, e del popolo. 1. Il Dio delle battaglie fu secondo Omero, e tutt’i poeti
to dispetto di Giunone di voler concepir Marte senza di Giove. 1. Il Dio delle battaglie fu secondo Omero, e tutt’i poeti
chiamarono Theut, onde forse i Greci ne formarono la voce Theos, cioè Dio . Al suddetto Mercurio trismegisto, al dire di Gra
a tra i tanti figli della Notte. 1. I Greci fecero dell’Occasione un Dio detto Καιρος ; i Romani per contrario ne fecero u
ò in fiamme. Le virtù, ed i buoni andamenti di Loth piacquero tanto a Dio , che fu esente dalla pioggia di fuoco che cadde i
5 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Indice alfabettico. » pp. -424
123. Castore, fratello di Polluce ; sua nascita, 441 ; — onorato come Dio marino, 443 ; — sue avventure, 444 ; — suo fine,
, fiume dell’Inferno, 219. Colchide, 448. Colosso di Rodi, 135. Como, Dio della gioia e dei banchetti, 285, 286. Conso, sop
03. Enosigeo, soprannome di Nettuno, 212. Enotria, Italia, 610. Eolo, Dio dei venti, 199. Eoo, cavallo del Sole, 110. Epafo
mpio di Diana in Efeso, 143. Erse, sorella d’Aglauro, 167. Esculapio, Dio della medicina, 289 ; — fulminato da Giove, 290 ;
figlia di Preto ; gastigo della sua vanità, 92. Loke, 743. Lucifero, Dio del mattino, 239. Lucina o Illitia, 83, 95. Luna,
rofetessa, figlia di Tiresia, 660. Marsia. Sue avventure, 125. Marte, Dio della guerra : sua nascita, 255 ; — suoi figli, 2
 ; — sua statua, 115. Mercurio. Suoi ufficj, 160 ; — considerato come Dio dell’eloquenza, 163 ; — come Dio del commercio, 1
uoi ufficj, 160 ; — considerato come Dio dell’eloquenza, 163 ; — come Dio del commercio, 164 ; — come protettore dei ladri,
à dei Persiani, 713. Mnemosine, madre delle nove Muse, 75, 274. Momo, Dio della maldicenza, 282 ; — cacciato dal cielo, 283
O Oblio, fiume, 240. Occasione, divinità allegorica, 332. Oceano, Dio marino, 192. Ocipeta, una delle Arpie, 191. Odino
ne, 72 ; — dono che le fece Giove, 73 ; — sposa Epimeteo, ivi. Pane, Dio dei pastori, 294 ; — suo simulacro, 295 ; — sue f
filosofo, 122. Pitteo, re del Peloponneso, 402. Plisteno, 526. Pluto, Dio delle ricchezze, 254. Plutone, Dio dell’Inferno :
onneso, 402. Plisteno, 526. Pluto, Dio delle ricchezze, 254. Plutone, Dio dell’Inferno : sua nascita, 213 ; — rapisce Prose
541. Polluce. Sua nascita, 441, — sua celebrità, 442 ; — onorato come Dio marino, 443 ; — sue avventure, 444 ; — sua line,
line, 445. Pomona, moglie di Vertunno, e Dea dei giardini, 311. Poro, Dio dell’abbondanza, 173. Preto, re d’Argo, 462. Pria
Argo, 462. Priamo, re di Troja, 587 ; — ucciso da Pirro, 588. Priapo, Dio dei giardini, 307. Procri. Sua morte, 116. Procus
Sua nascita, 52 ; — rapita da Plutone, 53 ; — divien moglie di questo Dio , 58. Proteo, Dio marino, 195. Protesilao. Sua mor
 — rapita da Plutone, 53 ; — divien moglie di questo Dio, 58. Proteo, Dio marino, 195. Protesilao. Sua morte generosa, 556.
segno dello Zodiaco, 682. Verità, divinità allegorica, 350. Vertunno, Dio delle stagioni, 311. Vespero, Dio della sera, 239
divinità allegorica, 350. Vertunno, Dio delle stagioni, 311. Vespero, Dio della sera, 239. Vesta o la Terra, moglie di Celo
seg. Vittoria, divinità allegorica, 348. Vitzliputzli, 744. Vulcano, Dio del fuoco, 270 ; — sposa Venere, 271 ; — ha per c
6 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XX. Mercurio » pp. 123-131
n italiano, con mercatura e con merce, e vien quindi a significare il Dio del Commercio. Da questi due principali nomi Erme
indicavansi, dedussero gli Antichi altri correlativi uffici di questo Dio . Poichè egli era l’interprete e il messaggiero de
’interprete e il messaggiero degli Dei, supposero che fosse ancora il Dio dell’eloquenza e della persuasione, qualità indis
alità indispensabili in un esimio ambasciatore : e dall’esser egli il Dio della mercatura e del commercio, nelle quali occu
are illeciti e subiti guadagni, dedussero che egli fosse pure anco il Dio dei ladri. E su queste illazioni inventarono subi
’istinto di valersene per ingannare gli altri. Non già che egli, come Dio , avesse bisogno di rubare, ma così per trastullo1
senza essere scoperti, non credevano di far male, poichè imitavano un Dio e si stimavano da lui protetti. Anzi lo pregavano
eghiera che essi recitavano, la quale terminava col chiedere a questo Dio guadagni in qualunque modo ottenuti, e di poterse
ime155 ; la seconda, ossia la verga coi serpenti, indicava che questo Dio consideravasi allora come ambasciatore di pace ;
, a significare l’efficace e gradito potere dell’eloquenza ; e come a Dio della medesima gli si offrivano le lingue degli a
entarii ci lasciò scritto che i Galli adoravano principalmente questo Dio , e lo credevano inventore di tutte le arti, e pro
rà parlare di due soli che si riferiscono alla vita privata di questo Dio . Son due trasformazioni, cioè quella del pastor B
lo i mercanti, ma anche gli uomini dotti, perchè Mercurio era pure il Dio dell’eloquenza164 ; Mercuriali (secondo il Menagi
di Mercurio, e trovano la loro spiegazione negli attributi di questo Dio . 147. Le ali di Mercurio non formavano parte de
° Canto della Gerusalemme liberata la partenza dell’Angelo mandato da Dio a Goffredo : « Così gli disse ; e Gabriel s’acci
7 (1831) Mitologia ad uso della gioventù pp. -
r divorare i propri figli ; che Giove non fu un figlio ingrato, nè un Dio mille volte più colpevole degli scellerati che fu
ecc. Semidei chiamavansi propriamente quelli che avevano per padre un Dio o una Dea per madre. Semidei si dissero pure gli
ì puri che quel tempo fu chiamato età dell’oro. Si rappresenta questo Dio sotto forma di un veochio con lunga barba, colle
riedificato passava per il più sontuoso. Si è dato il nome di questo Dio ad un pianeta. Giove vien rappresentato come un v
alla congiura degli Dei contro Giove, ed essendo essi stati vinti, il Dio del cielo la sospese in aria e le fè legar da Vul
unone fece quanto le aveva Flora insegnato e partorì Marte che chiamò Dio della guerra e che destinò a presiedere alle batt
Dei, dai quali Vulcano fu beffeggiato e deriso. Si rappresenta questo Dio sempre armato da capo a piedi, con un gallo vicin
Il suo principal culto era a Roma perchè i Romani riguardavano questo Dio come il protettore del loro impero. Augusto gli i
l’impero delle acque, colle isole e tutti i paesi vicini, e fu detto Dio del mare. Scacciato dal cielo per aver congiurato
e tirato da quattro cavalli e Apollo in terra. Era riguardato come il Dio della musica, della poesia, dell’eloquenza, della
gge fu fatto custode ; ed è per questa ragione che venne onorato come Dio de’pastori. Mercurio venne a rapirgli le gregge,
accate le ali alla testa ed ai piedi. Mercurio era riguardato come il Dio del commercio, dell’eloquenza, dei pastori, dei v
perchè questo filosofo insegnò l’immortalità dell’anima e che questo Dio n’era il condottiero. Col caduceo vuolsi da alcun
pi diversi dai primi cui erano state unite. Gli si dava la borsa come Dio del commercio ; e come quello dell’eloquenza si f
e gli sta vicino soventi è il simbolo della dolcezza dei discorsi del Dio dell’eloquenza ; il cornucopia dell’abbondanza pr
Bacco Non vanno d’accordo gli scrittori della favola di questo Dio  ; cinque almeno devono essere stati i soggetti ch
gono origine le tante opinioni su la nascita e l’educazione di questo Dio  ; il vero Bacco o Libero secondo quasi tutti i po
cchio satiro che fu poi amato molto da Bacco. Cresciuto in età questo Dio andò a conquistare le Indie con un esercito di uo
egnò pure l’agricoltura, coltivò pel primo la vigna e fu adorato come Dio del vino. A lui si deve l’arte di estrarre e di a
i nomi : le più note sono le Baccanti. Le Ninfe che allevarono questo Dio , le donne che lo accompagnarono nella conquista d
n mezzo della fronte era il simbolo del cratere. Vulcano fu chiamato. Dio del fuoco e de’fabbri per le cose maravigliose da
visione che fece con Giove e Nettuno dell’eredità paterna. Essendo il Dio dell’inferno e non regnando che sui morti, la nat
le, Dite ed Orco ; benchè secondo alcuni Orco sia più propriamente il Dio del giuramento e punitore degli spergiuri. Venia
o assegnato per soggiorno gli anditi delle miniere, e fattone così il Dio delle ricchezze, sotto il nome di Pluto. Altri lo
eritevole dello scettro dell’inferno. L’inferno di cui Plutone era il Dio ed il re era un luogo sotterraneo, vasto, oscuro,
ta vegliando per impedire che non si faccia rumore. Il Sonno possente Dio cui tutto è sottomesso sta continuamente riposand
aveva sedotta l’unica sua figlia Coronide incendiò il tempio che quel Dio aveva in Delfo. Irritato Apollo uccise Flegia e p
rò più comunemente che il Pane dei Greci fosse figlio di quest’ultimo Dio e di Penelope, figlia d’Icario e poscia moglie di
reca che significa tutto, fu egli perciò riguardato da alcuni come il Dio della natura tutta e sotto questo titolo viene co
cui sede fu posta da alcuni nelle viscere della terra. Questi era un Dio terribile, che non era permesso di nominare. Oltr
a. In Egitto, a Roma e particolarmente in Arcadia rendevansi a questo Dio onori straordinari. Pane si rappresenta rosso in
no Pane col dio Silvano e col dio Fauno. Il primo era particolarmente Dio delle selve e si rappresenta ora colle corna e me
di pine, locchè dimostra che il pino era l’albero favorito di questo Dio . Spesse fiate invece di pino ha un ramo di cipres
osì chiamate perchè cangiavasi in tutte le forme a piacer suo, era il Dio delle vergini e presiedeva all’autunno ed ai giar
potere di cambiare di forma a suo piacere si riguardava anche come il Dio dei pensieri e dei cambiamenti. Pare che sotto il
frutti in una mano ed il corno d’abbondanza nell’altra. Ebbe questo Dio un tempio a Roma nella piazza del mercato. Invagh
ro prestigi, gli occhi della ignorante moltitudine. Se n’era fatto un Dio marino figlio di Nettuno perchè era possente sul
inezza e dandole in dote l’impero de’ fiori. Priapo Priapo, il Dio e custode degli orti, era nato da Venere e da Bac
io, Lampsaceno o Lampsaco. Dicesi che Venere essendosi innamorata del Dio del vino per capriccio, andò ad incontrarlo mentr
non potesse cambiar di posto. Anticamente non sacrificavasi a questo Dio alcun animale ; si stabilì poscia di sacrificargl
osa e sinoera. Momo Momo figlio del Sonno e della Notte era il Dio de’buffoni. Satirico per quanto lo si può essere,
. Arpocrate e Muta Arpocrate figlio di Iside e di Osiri era il Dio del silenzio. Vogliono i poeti che sua madre, ave
lo hanno creduto un filosofo che parlasse poco. Si rappresenta questo Dio come un giovine mezzo ignudo con un corno d’abbon
bisogna che egli esamini il suo Destino che non gli è noto. Lo stesso Dio si duole di non poter piegare il Destino per Sarp
stini de’re erano scolpiti sul diamante. I ministri di questo potente Dio erano le Parche incaricate di eseguire i suoi ord
moltissimi ; unì la medicina alla chirurgia, e fu creduto inventore e Dio della medicina. Accompagnò Ercole e Giasone nella
i un serpente. Gli ammalati accorrevano in folla nei tempii di questo Dio , posti ordinariamente fuori delle città, per esse
io sia lo stesso che il Sole considerato sotto i benefici rapporti di Dio della salute. Questo astro infatti regola la mite
chi sorella ; a lei spettava la cura di preparare il carro di questo Dio e di attaccarvi i cavalli quando partiva per la g
iandio al cieco Destino, e a suo beneplacito faceva dell’urna di quel Dio uscire i beni ed i mali. Prendeva diletto ad umil
a’ suoi popoli nel numero degli Dei del mare, e divenne in seguito il Dio tutelare dei marinari. Il golfo d’Atene è il Saro
le sue leggi da Apollo e che viaggiò a Delfo per apprenderle da quel Dio . Si rappresenta con uno scettro in mano, assiso i
i ommesso di sacrificare a Nettuno un toro che gli aveva promesso. Il Dio per punirlo di siffatto errore, mandò un toro fur
ne innamorò subito, ma essa passò su l’altra sponda e se ne fuggì. Il Dio del fiume la inseguì pei campi e pei monti, fino
Giove trasformato in toro ; Asteria, che si dibatte contro lo stesso Dio cangiato in aquila ; Antiope soggiogata dallo ste
cole. Tritone Tritone figlio di Nettuno e di Anfitrite, era un Dio marino, la cui figura offriva sino alla schiena u
corpo mostrava un pesce con lunga coda. Era egli il trombettiere del Dio del mare ; sempre lo precedeva, annunciando l’arr
o del lione ; che è un mostro il cui aspetto farebbe fremere anche un Dio  ; che ha sei lunghi colli e sei teste enormi, e i
delle quali ha la bianchezza del latte. Ogni uomo era in tutela di un Dio particolare chiamato Genio, e che lo accompagnava
sacrifici. Presiedeva secondo gli antichi ad ogni parte del corpo un Dio particolare, come le varie vicende dell’umana vit
dopo lungo combattimento, il vantaggio fu eguale da ambe le parti, il Dio si diede a conoscere e si congratulò col figlio p
i Egeo re di Atene, onde fu Teseo riguardato da alcuni figlio di quel Dio , da altri di Egeo. Teseo vantavasi di nascere da
esso sostituite a queste le corde di budella molto più armoniose, il Dio , divenutone geloso, lo uccise. Gli abitanti del m
i Dei. Il regno di Giano fu tanto pacifico che fu risguardato come il Dio della pace ; sotto il qual titolo, Numa gli fece
consultare Apollo. Col tratto del tempo in un giorno d’ogni mese, il Dio pronunciava i suoi Oracoli, i quali non si rendev
evano tutti nella stessa maniera : qui la sacerdotessa rispondeva pel Dio che veniva consultato ; là era l’Oracolo pronunci
deva pel Dio che veniva consultato ; là era l’Oracolo pronunciato dal Dio medesimo ; in un altro luogo ricevevasi la rispos
o nel versare del vino, o in mancanza d’easo dell’acqua, in onore del Dio al quale sacrificavasi. La patera di cui si è par
doti, e molti di questi eran distinti con nomi particolari secondo il Dio cui servivano, così Galli, Coribanti e Cureti chi
loro Dei. Non si conosceva giuoco alcuno il quale non fosse a qualche Dio in particolare ed anche a molti insieme dedicato.
le. Furono distinti pei luoghi ov’eran celebrati o per la qualità del Dio cui erano dedicati. I primi erano compresi sotto
8 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVII. Apollo considerato come Dio del Sole, degli Arcieri e della Medicina » pp. 92-103
XVII Apollo considerato come Dio del Sole, degli Arcieri e della Medicina Due er
Due erano i nomi principali che più comunemente si davano a questo Dio , cioè Apollo e Febo. Si potrebbe disputare a lung
vita ad ogni mortal cosa. Molti altri nomi e appellativi avea questo Dio  : quelli di Delio e di Cinzio li abbiamo già nota
l Sole106). Molti e molto diversi sono gli uffici attribuiti a questo Dio  ; e perciò li divido in due gruppi, riunendo tra
loro quegli uffici che sono più affini ; e fo centro del 1° gruppo il Dio del Sole, e del 2° il Dio della Poesia. Considera
o più affini ; e fo centro del 1° gruppo il Dio del Sole, e del 2° il Dio della Poesia. Considerato Apollo come il Dio del
io del Sole, e del 2° il Dio della Poesia. Considerato Apollo come il Dio del Sole, chi è che non l’abbia veduto dipinto da
ti han fatto a gara a rappresentare splendidamente questi simboli del Dio della luce ; ed ognuno li intende facilmente senz
œan dato ad Apollo ; e Pœan chiamano ancora l’inno in onore di questo Dio . I nostri poeti, in generale, non adottarono il n
l Tempio di Delfo. Dopo che i mitologi ebbero considerato Apollo come Dio del Sole, furono indotti a credere che esser dove
Dio del Sole, furono indotti a credere che esser dovesse pur anco il Dio della Medicina120), perchè il Sole co’suoi raggi
one. Consentì per altro che fosse trasportato in Cielo e divenisse un Dio , che i popoli molto volentieri adoravano e a cui
te con una sola strofa saffica tutti i principali attributi di questo Dio , fra i quali quello importantissimo di essere il
9 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Della mitologia in generale. » pp. 17-359
cielo per rammentare agli uomini che tutte le loro azioni son note a Dio . 10. Le Furie scatenate contro Oreste, o l’ Avvol
urei pomi. 12. Dopo che gli uomini ebbero perduto la memoria del vero Dio e del suo culto, e quando non sapevano ancora spi
uolo d’ Apollo ; e Bacco, per avere insegnato a coltivare la vite, fu Dio del vino, ec. Indi l’inclinazione degli Orientali
ia divinità ; nè vi fu luogo che non fosse sotto la protezione di uno Dio . Sicchè gli uomini vollero, per così dire, adorar
tura partitamente ; e come scrisse Bossuet : Tutto era deità, fuorchè Dio stesso. Gli antichi Dei Titani, figli di Celo e d
o alla quale restò sospesa la terra circondata dall’ acqua ; e questo Dio fu lo stesso Caos, divenuto, secondo la favola, p
no con special culto ; e pel suo regno lungo e tranquillo fu detto il Dio della pace. Appena giunto sulle sponde del Tevere
appresentato in sembianze di giovine con una bacchetta in mano, quale Dio tutelare delle strade, e con una chiave per aver
eguaglianza goduta dagli uomini nell’età dell’oro. A questo medesimo Dio è attribuita l’ invenzione della moneta per agevo
Giasone, figlio di Giove e d’ Elettra, la fece madre di Pluto (254), Dio delle ricchezze. 53. Plutone (313), re dell’ infe
che un mortale acconsentisse d’essere adorato in terra al pari di uno Dio , voleva fulminarlo. Apollo intereedette per lui,
reposto all’ospitalità ; Tonante, Fudminante, Vendicatore, Vincitore, Dio delle mosche, perchè, mentre Ercole sacrificava a
al padre e dal Centauro Chirone (430, 536), e n’era considerato quale Dio . Infatti aveva fin reso la vita ad Ippolito (432)
di Tessaglia, pasturando gli armenti, e fin d’allora fu onorato quale Dio dei pastori. Soggiornando poi in quelle campagne
ni, non potevano attribuire al rettore del sole un sì gran fallo ; un Dio non erra. S’avvisarono adunque con quella rozza a
mo i precetti della morale. Quindi lo adorarono particolarmente quale Dio della poesia, della musica e delle belle arti. Fu
del tempo nel quale fece il pastore, quelle perchè l’olivo, fedele al Dio del giorno, alligna bene in quei luoghi che sono
anch’essi l’onore di essergli consacrati. 135. Gli emblemi di questo Dio diversificano secondo i personaggi ch’ei rapprese
genio e le belle arti. Roma possiede la più celebre statua di questo Dio , chiamata l’Apollo di Belvedere, ed è una meravig
agricoltura, introdusse la coltivazione della vite, e fu adorato qual Dio del vino. Notammo già il suo valore nella guerra
e (696, 697) egiziano ; laonde è probabile che sia sempre il medesimo Dio , variato nome. Altri vi riconoscono l’immagine de
egna, quale uomo, una bella epoca di perfezionamento sociale, e quale Dio era il più affaccendato di tutti, poichè aveva in
nimo di tutti, e divenire rispettabile ed assennato quanto il vecchio Dio dei mari, eloquente al pari d’Apollo, valoroso al
di lascivia umana, Nutrito di pensier dolci e soavi, Fatto signore e Dio da gente vana. Qual é morto da lui, qual con più
’universo, Nettuno ebbe l’impero del mare e delle isole ; quindi è lo Dio delle acque. 187. Poichè fu scoperto complice in
ja (106), che negò a Nettuno la pattuita mercede, e la vendetta dello Dio marino che inondò il pæse e fece emergere dalle a
diano dei greggi di Nettuno composti di foche e di vitelli marini. Il Dio del mare gli aveva accordato la cognizione del pa
omio, cioè, preside degli equestri certami. Inoltre fu detto Conso, o Dio dei buoni consigli ; Poseidon, ovvero sfascia vas
te (382), che fu trasformato in astro (la stella della sera) e creato Dio della sera, e Dio del mattino sotto il nome di Lu
rasformato in astro (la stella della sera) e creato Dio della sera, e Dio del mattino sotto il nome di Lucifero, ha cura de
gni lor cura. Quindi i buoni non debbon temerla, …pur che l’alma in Dio si riconforte, E ’l cor che ’n sè medesmo forse è
Ch’entro vi sono. (Eneide, lib. IV, trad. del Caro.) 253. Il supremo Dio dell’inferno, Plutone, il fratello di Giove e di
da S’apre la bocca d’atro sangue immonda. Pluto. 254. Pluto, Dio delle ricchezze, era figlio di Cerere (51) e di G
be farne posar una. (Dante, Inf. c. VII.) Marte. 255. Marte, Dio della guerra, era figlio di Giove (63) e di Giuno
nirla a non invanirsi della sua bellezza ! 272. La favola lo dichiara Dio del fuoco, e lo celebra abilissimo nell’arte di f
aginati estima ; Colei che li misura, e del primiero Compasso armò di Dio la destra, quando Il grand’arco curvò dell’emispe
ito esempio. (Prof. J. Jozzelli pistoiese.) Como. 285. Como, Dio della gioia e dei banchetti, presiedeva alle fest
resto abile nell’arte di guarire le malattie, e passò per inventore e Dio della medicina. Accompagnò Ercole (364) e Giasone
nudi per Roma. 297. Il vocabolo pan in greco vuol dir tutto, e questo Dio era considerato qual simbolo dell’universo, ossia
i è il balio di Bacco, del quale abbiamo parlato ragionando di questo Dio (146). Nelle pitture e nelle sculture vediamo que
one dei Satiri (305), figlio di Bacco (146) e di Venere (170), era il Dio tutelare dei giardini e dei frutti, giacchè a lui
idoglio, i Romani scavando i fondamenti trovarono la statua di questo Dio . Consultati gli auguri intorno a ciò che dovesser
ta) ; ma diventarono presto rarissime. Parrebbe cosa singolare che il Dio delle ricchezze, Pluto (254), che è cieco, fosse
imediare ai mali da essa prodotti. Arpocrate. 336. Arpocrate, Dio d’egiziana origine, era figlio d’Osiride e d’Isid
sa specie. Admeto re di Tessaglia si raccomandò ad Apollo che era suo Dio tutelare, e questi gli procacciò un leone e un ci
o e di tempio ; e soprattutto i pastori siciliani lo tennero per loro Dio . In Sicilia acquistò celebrità lo squisito miele
ù d’un’erba che gli era stata data da Giove. Con l’aiuto del medesimo Dio obbligò Circe a restituire le primiere sembianze
, aveva ottenuto da Apollo il dono di conoscere il futuro ; ma questo Dio vistosi negare da lei il contraccambio d’altri fa
ollo (96), e rispondeva dal fondo di una caverna nel tempio di questo Dio . La caverna aveva cento sbocchi di dove uscivano
gliuola di Glauco (201) e sacerdotessa d’ Apollo. Si narra che questo Dio , rapito dalla sua bellezza, le offerisse d’accord
oma e la bianca barba, con le lagrime in su gli occhi così disse : Oh Dio  ! come sono i costumi corrotti ! tutti i Greci co
te appellati si vogliono. Se ne attribuisce l’istituzione allo stesso Dio in memoria della vittoria riportata contro quel m
ivo Oreste, il figlio D’ Agamennon già condottier de’ Greci. Ma se un Dio ne persegue, invan sottrarsi Tenta l’uom, benchè
ssivvero quello che indicò una sorgente a Bacco (146) allorchè questo Dio errava sitibondo nei deserti della Libia. Intanto
rato giorno, Ch’onorato ed acerbo mi fia sempre, (Poichè si piacque a Dio ) quantunque, ovunque, Questo esiglio infelice mi
e dell’astrologia giudiciaria. 713. I Persiani conoscevano l’unità di Dio . Il Sole che veniva da loro adorato sotto il nome
, e la collocò nel primiero suo posto. Le altre metamorfosi di questo Dio son dello stesso tenore. 725. Gl’Indiani credono
lebri erano Teutatète, Eso e Tanarete. 727. Teutatète era il supremo Dio dei Galli, i quali riconoscevano in esso il princ
i un giavellotto se imploravano le vittorie. 729. Immolavano a questo Dio cani e cavalli, ed in tempi calamitosi anche vitt
oichè, come dicemmo parlando di Teutatète, la statua del loro supremo Dio era un’altissima querce. Fu pur sacro per essi il
i Scandinavi. 740. Nei primi tempi quei popoli offerivano a questo Dio le primizie dei frutti della terra ; indi cominci
i cena dopo aver girato tutta la terra. Ecco perchè quel potentissimo Dio sapeva un visibilio di cose, ed era chiamato per
o Dio sapeva un visibilio di cose, ed era chiamato per antonomasia il Dio dei Corvi ! 743. Genii. Fra questi, tutti quasi d
ecco pochi cenni. Divinità Peruviane. — I Peruviani riconoscono per Dio supremo Pasciacamac o anima del mondo. Da lui, es
ui si conserva. Ma come ei non l’hanno veduto mai, lo riguardano qual Dio sconosciuto. Per ordine suo venne dal settentrion
luoghi inaccessibili. Da lui furon creati i primi abitanti, che qual Dio lo adorarono fino alla venuta di Pasciacamac che
creati, e ne creò di nuovi. Adoravano il Sole quale rappresentante di Dio , e gli davano per moglie e sorella la Luna, dai q
vano per moglie e sorella la Luna, dai quali fu generato Manco-Capac, Dio più volgarmente noto, e gl’Incas loro dinastia re
po lui riguardavano il Sole come massimo degli Dei. Adoravano pure un Dio delle ricchezze sotto l’immagine di uomo colla te
n mano l’idolo anzidetto, lo presentava loro dicendo : Ecco il vostro Dio . Canadiesi. — I Canadiesi credono un Dio in quat
ro dicendo : Ecco il vostro Dio. Canadiesi. — I Canadiesi credono un Dio in quattro persone, Padre, Figlio, la Madre e il
ime rispondeva in versi ; ma poichè a laluni parve cosa strana che il Dio della poesia li facesse pessimi e senza misura, c
ollo perchè le insegnasse una via a mederare il suo dolore ; e queste Dio le conaigliò il salto di Leucade. Leucade è un’ i
ato il nomo di Campo di Marte ad una gran pianura consacrata o questo Dio e posta fuori delle mura di Roma sullo sponde del
ale d’Atene, porche la prima causa in esso giudicata fu contro questo Dio acensato d’aver uceiso Alirrozio. L’Areopago in i
o anticamente invece di gigno o genero. 67. La infinita sapienza di Dio . 68. Chi li conduce. Una intelligenza molrice.
10 (1836) Mitologia o Esposizione delle favole
no chiamato Cronos, che significa Tempo era perciò riguardato come il Dio del tempo, e di piugevasi colla falce, e in atto
, ma dai loro suffragii Marte venne assoluto. Marte riguardavasi come Dio principale della guerra, e suoi ministri, secondo
na, e nelle isole Vulcanie opere maravigliose; per cui venne chiamato Dio del fuoco, e dei fabbri. Celebri presso Omero son
ielo a star seco sul monte Latino; ed aggiungono pure, che fu da Pane Dio de’ pastori allettata con un presente di bianca l
si era acquistata fece riguardare insieme con Apollo suo patire qual Dio della medicina. Il suo culto era specialmente in
disfida ebbe ivi da Pane, e parimente vincitore ne fu dichiarato dal Dio del monte Imolo. Ma alla decisione di questo si o
sentavasi come abilissimo arciero, coll’ arco e colla faretra, e come Dio della poesia e della musica, colla lira. Era pur
a musica, colla lira. Era pur tenuto insieme col figlio Esculapio per Dio della medicina. Qual Dio della musica e della poe
travaganza finì a cangiare lo sdegno in riso e Mercurio fu poi tenuto Dio dei ladri. Era anche chiamato Dio de’ mercatanti,
no in riso e Mercurio fu poi tenuto Dio dei ladri. Era anche chiamato Dio de’ mercatanti, e spesso perciò dipingevasi con u
de’ mercatanti, e spesso perciò dipingevasi con una borsa nelle mani. Dio dell’ eloquenza fu egli pur nominato, e si finse
lle viscere della terra fu posta da Pronabide la sede di Demogorgone, Dio terribile, che noti era permesso di nominare, e c
Le Feste palilie a lei sacre si celebravano in Roma ai 21 di Aprile. Dio della gregge e de’ pastori era pure tenuto Pane f
e, di cui si pretende che i Luperci fossero sacerdoti. Silvano era il Dio delle selve, e rappresentavasi con un cipresso in
ato cangiato in cipresso. A Silvano offertasi una troia. Fauno, altro Dio campestre figlio di Mercurio e della Notte, dipin
l’ altro avevano senza peli. Priapo, figlio di Bacco e Venere, era il Dio e custode degli orti. Effigiavasi colla barba, e
a la Dea del latte; Mellona quella del mele; Sterculio o Stercuzio il Dio dei concime, che diceasi figlio di Fauno, ed aver
ve notturne, placavansi a’ 9 di Maggio. Ogni uomo era in tutela di un Dio particolare che chiamavasi Genio, e che Io accomp
ed Ædepol, cioè per Ædem Follacis. Ad ogni parte dell’ uman corpo un Dio particolare pur presedeva. Giove al capo, Nettuno
errino; Averrunco quel che allontana i mali e i pericoli; come era ài Dio de’ conviti; Momo quel della satira e del riso. E
i 15 di Marzo. Capo XVII. Di Nettuno, e degli Dei marini. Primo Dio del mare, secondo Esiodo, fu Ponto figlio della T
perciò Nereidi. L’ Oceano da Esiodo e da Omero non è riguardato come Dio nel mare, ma come un fiume, che unito a Teli figl
lcuni venne confuso con Nettuno, da altri distinto, e riguardato come Dio de’ consoli e delle astuzie. In onore di lui cele
na battaglia navale e sommerso, fu detto poi da’ compagni cangiato in Dio marino.. Glauco, il quale alcuni dicono figlio di
no in mare, volle assaggiarne, e saltando anch’ egli in mare, divenne Dio di quell’ elemento. In modo non molto dissimile D
Dite, od Orco; sebbene, Orco da Esiodo è chiamato più propriamente il Dio del giuramento, e punitore degli spergiuri. Rapì
oi. Semidei chiamavansi propriamente quelli che avean per padre un Dio , o una Dea per madre, ed Eroi quelli che distinti
cciato dal regno di Etruria; ed Enea per consiglio avuto in sogno dal Dio del fiume Tevere, n’ andò per esso a chiedere soc
l’ acqua, l’ aria, il fuoco, è la terra. Da questo caos il trasse il Dio della natura e ne formò il Mondo. Sotto al regno
XI. Cinque Naiadi sacrificando agli altri Iddii, posto in non cale il Dio del fiume Acheloo, sono da esso gettate in mare,
. Capo XVII. Glauco al mangiar di cert’ erba balzando in mare è fatto Dio marino. Parte I. Capo XVII. Scilla è cangiata in
ap. XVI. Tiberino re degli Albani si affoga nel fiume Albula, e fatto Dio , da al fiume il proprio nome. In Cipro Ifi ama An
nel versare del vino (o in mancanza di esso dell’ acqua) in onore del Dio , al quale sacrificavasi. Usavasi pure ne’ sacrifì
oti, e molti di questi erano distinti con nomi particolari secondo il Dio a cui servivano, così Galli chiamava usi i Sacerd
11 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XI. Giove re del Cielo » pp. 55-59
l verbo giovare (juvare) : Giove significa dunque etimologicamente il Dio che giova agli uomini, il Dio benefico per eccell
ve significa dunque etimologicamente il Dio che giova agli uomini, il Dio benefico per eccellenza57. Questa significazione
e è tanto chiara ed evidente, che un dei nostri poeti ha detto : quel Dio che a tutti è Giove, per dire che giova a tutti ;
tici di questa suprema divinità del paganesimo64. Nell’Affrica questo Dio era adorato sotto il nome di Giove Ammone e sotto
l’altro si sapesse di Giove, avremmo in esso una nobilissima idea del Dio filosofico, riconosciuto e affermato da Socrate,
ente ci fu tramandato ancora il racconto della vita privata di questo Dio , indegna d’un uomo non che d’un nume. Prima però
Jupiter significa, secondo Cicerone, juvans pater, il padre, ossia il Dio che giova, poichè il nome di padre davasi a tutti
rciò questo duplice titolo di Ottimo Massimo lo troviamo attribuito a Dio anche nella religion cristiana ; e si vede indica
proprietà di umana natura, che non può esser tolta all’uomo nemmen da Dio , senza distruggerlo. »
12 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Appendice. » pp. -386
Gerusalemme parve la vittoria del politeismo sopra il culto d’un solo Dio . Il tempio fu consunto dalle fiamme ; Tito, torna
anti giorno tra loro praticate per cantare inni a Gesù Cristo, come a Dio , e per confermar il loro istituto che proibiva l’
e, mentre al contrario di quello che s’opera dagli uomini, s’opera da Dio  ; poichè quando siamo da voi condannati, siamo as
era da Dio ; poichè quando siamo da voi condannati, siamo assoluti da Dio . Costumanze de’cristiani contrapposte a quell
di speranza. Siamo soliti di congregarci, acciocchè, orando avanti a Dio , quasi, per dir così, fatto uno squadrone, l’asse
quadrone, l’assediamo colle preghiere. Questa violenza però è grata a Dio . Preghiamo anco per l’imperadore, per i ministri
parimenti si fanno esortazioni, si gastiga, e si corregge da parte di Dio  ; poichè quivi si giudica, ma con gran riguardo,
blica approvazione hanno acquistato tale onore, perciocchè le cose di Dio non hanno prezzo ; e se pure abbiamo una sorta di
degnamente si chiamano e stimano fratelli coloro che hanno conosciuto Dio per unico loro padre, e si sono imbevuti d’un sol
he a ricevere ingiurie per ingrassare il ventre, ma perchè appresso a Dio è in gran conto la considerazione che si ha delle
viltà, nè l’immodestia. Non ci mettiamo a tavola prima d’aver fatto a Dio un poco d’orazione. Uno si ciba quanto basta per
n maniera da non si scordare di dovere nella notte levarsi ad adorare Dio . Discorrono in quella guisa che discorre chi sa c
o staccati dalla vita comune. Abbiamo in mente quanto siamo tenuti a Dio , al Signore e Creatore nostro. Non rigettiamo alc
13 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VII. Saturno esule dal Cielo è accolto ospitalmente in Italia da Giano re del Lazio » pp. 31-38
ione di Giano) ; ed essendo questa la prima volta che noi troviamo un Dio che abita e conversa familiarmente con gli uomini
ima delle altre espone Ovidio nelle Metamorfosi, vale a dire che quel Dio stesso che dal Caos formò l’universo creasse l’uo
l’innocenza dei costumi e per le spontanee produzioni di ogni ben di Dio sulla terra ; giungono perfino a dire che scorrev
, e consuona con la dottrina della Bibbia, ove dice che lo spirito di Dio abbandonò il re Saul disobbediente, e subito dopo
le il riconoscere nelle pitture e nelle sculture l’immagine di questo Dio . Si rappresenta come un vecchio alato, avente in
troviamo rappresentato come portinaio della celeste reggia, e come il Dio che fa girare le sfere e l’asse del mondo38, cioè
a, e come il Dio che fa girare le sfere e l’asse del mondo38, cioè il Dio del moto ; e finalmente come il mediatore dei mor
n uno stesso soggetto, che inoltre era considerato e come uomo e come Dio . La Grecia non ha alcun Dio pari a questo, asseri
noltre era considerato e come uomo e come Dio. La Grecia non ha alcun Dio pari a questo, asserisce Ovidio nei Fasti, ed anc
14 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVI. Nettuno re del mare e gli altri Dei marini » pp. 173-183
oeti, è d’oro. Ma quantunque l’Oceano sia venerato come il più antico Dio marino, non ha peraltro l’impero assoluto del mar
uanto io mi ricordi, dai poeti latini e italiani. Le statue di questo Dio si vedono in molte fonti pubbliche e private ; e
avanti la prima guerra punica poco lo consideravano ed adoravano come Dio del mare, ma più generalmente, a tempo di Romolo,
avano come Dio del mare, ma più generalmente, a tempo di Romolo, come Dio del consiglio sotto il nome di Conso, e in appres
ri col titolo di Nettuno equestre, alludendosi alla favola che questo Dio nella gara con Minerva per dare il nome alla citt
me di Nettuno. Dante, nel Canto xxviii dell’Inferno, rammentò questo Dio nel senso mitologico e figurato : « Tra l’isola
e in mezzo al mare, accolto dalle Divinità marine e trasformato in un Dio protettore della navigazione. Gli fu conservato i
l’un volgo che l’altro tien bene a memoria ed usa spesso il nome del Dio del vino, poco si cura di rammentarsi o di rammen
Dio del vino, poco si cura di rammentarsi o di rammentare quello del Dio dell’acqua. 216. Considerato Nettuno come causa
15 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIV. Il Dio Pane » pp. 264-269
IV Il Dio Pane Prima di parlar dell’etimologia del nome di questo Dio e degli ufficii di lui, credo opportuno di presen
tificata dall’ufficio eccezionale e dalla forma particolare di questo Dio . Egli è mezz’uomo e mezzo bestia : ha le gambe e
on solo i poeti, ma anche gli storici e i filosofi. Il nome di questo Dio in greco è Pan che significa tutto ; e gli antich
ichiara che gli Antichi lasciarono in dubbio la generazione di questo Dio , osservando che non si accordavano i Mitologi ad
i) nella etimologia della parola Pan e nel simbolo indicato da questo Dio che, cioè, significhi il tutto e rappresenti perc
l’Eco rispose. Questo Dio era adorato principalmente in Arcadia come Dio dei pastori, e da quella regione fu trasportato i
le un antro consacrato da Evandro al Dio Pane. Dai Romani ebbe questo Dio anche il nome di Luperco (ab arcendis lupis) dal
i suggerisse il modo di spaventare i Persiani ; che la voce di questo Dio , uscita dalle sotterranee caverne del tempio di D
16 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXIX. Di alcune Divinità più proprie del culto romano » pp. 500-505
da quello di Giano, si celebrava nel primo giorno la festa di questo Dio , e prima ad esso sacrificavasi che agli altri Dei
no, secondo gli etimologisti latini e lo stesso Ovidio. Perciò questo Dio è rappresentato giovinetto e senza i fulmini in m
gali, cioè in onore del Dio Robìgo, facevansi per implorare da questo Dio che tenesse lontana la ruggine dalle biade. Robig
ca ruggine, e i Romani debbono a Numa Pompilio l’invenzione di questo Dio . Noi abbiamo notato nel Cap. XXXIII che di molti
bro ii, cap. 52 della sua Storia Naturale, dice soltanto che a questo Dio si attribuivano i fulmini notturni, come a Giove
notturni, come a Giove i diurni. Ovidio poi confessa che non sa qual Dio sia (quisquis is est). Peraltro i moderni Filolog
anus, e raccogliendo qualche altra indicazione che si trova di questo Dio e in Varrone e in Festo e negli Acta fr. Arval. e
e nel Glossarium Labronicum, concludono col Preller che Summanus è un Dio del cielo notturno, a cui si attribuivano i tempo
17 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXV. Bacco » pp. 161-172
sti distintivi ed emblemi di Bacco lo manifestano chiaramente come il Dio del vino e della intemperanza. Il volto giovanile
aco. Coloro però che vogliono attribuir dignità o importanza a questo Dio dicono che le corna son simbolo della potenza di
igliatori, è pur sempre espressivo dei principali attributi di questo Dio . I Latini intendevano la parola Bacco in questo s
al modo clamoroso e impudente celebravansi in Roma le feste di questo Dio che furon dette Baccanali, di cui gli eccessi giu
ollinea cetra fosse preferibile il suono della rusticana sampogna del Dio dei pastori. Come si usa poeticamente per metonim
oppo veri degli stravizii ed eccessi dei Baccanali in onore di questo Dio , il nome di Bacco fu adoprato ancora come sinonim
ù celebri sonetti : « L’avara Babilonia ha colmo il sacco « D’ira di Dio , e di vizii empi e rei « Tanto che scoppia ; ed h
alla doppia nascita di Bacco, oltre ad essere uno dei nomi di questo Dio , era un cantico in onore di lui ; nel qual genere
18 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXII. Marte » pp. 138-143
e fero « Che i cuori indura e serra » come dice il Petrarca, era il Dio della guerra selvaggia, feroce, di esterminio. Pe
risse e pugne anche i conviti. Ben pochi fatti raccontavano di questo Dio che stessero ad onore di lui, perchè credevano ch
Marte, come narra lo stesso Tito Livio. Da Ares, greco nome di questo Dio , derivò e fu composto il termine di Areopago, che
oche immagini sculte o dipinte del Dio Marte, prima perchè non era il Dio per cui avessero maggior devozione, e poi perchè
ne moltiplicarono le statue e le pitture, perchè al favore di questo Dio attribuivano le loro conquiste. Infatti il genera
l romano impero177. Anche le colonie Romane adoravano Marte come loro Dio protettore : e tra queste Firenze che non fu già
sastra e quasi sanguigna che riflette questo pianeta ebbe il nome del Dio che si diletta del sangue e delle stragi. I moder
19 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo I pp. 3-423
gli alberi, gli animali, i morti uomini, tutto in somma si tenne per Dio , tranne il vero Dio. Varrone dice, che il numero
mali, i morti uomini, tutto in somma si tenne per Dio, tranne il vero Dio . Varrone dice, che il numero de’ falsi Numi ascen
da Ercole stesso. Cerei pure ardevano in gran copia dinanzi a questo Dio , perchè era egli risguardato come il lume dell’ u
l Nume un tempio col titolo di Giove Statore (c). La statua di questo Dio ivi stringeva una picca nella destra, e un fulmin
limpia il più magnifico tempio, che fu chiamato il Trono di Giove. Il Dio era ivi assiso sopra un trono, cinto la fronte di
Iarba, re dell’Africa, pretendendo di essere discendente dallo stesso Dio , gli eresse cento magnifici tempj, e altrettanti
Diceasi che subito dopo questa ceremonia se guiva la pioggia (f). Il Dio sotto questo aspetto era dagli Ateniesi chiamato
vi recavano le spoglie nemiche, per consecrarvene una parte a questo Dio (b). Quindi Giove fu anche chiamato Predatore, da
lui (b) (25). Que’ di Megara eressero un tempio senza tetto a questo Dio  : lo che diede motivo di chiamarlo Conio, ossia P
ve insegnò l’arte di coltivare le viti : e quindi fu venerato come il Dio del vino(c). In memoria di tale conquista, per cu
. Le Baccanali si denominarono da’ Greci Teinie dal nome Teino, ossia Dio de l vino, con cui appellavasi Bacco (h). Le stes
o(c). Bacco, presentatosi a Dione, ne venne onorevolmente accolto. Il Dio s’invaghì della di lui figliuola, Caria ; ma non
tigri, leoni, e pantere. Tutti i nocchieri s’avvidero ch’egli era un Dio , e ne implorarono il perdono, ma tuttavia ne venn
clea, città della Focide, v’avea un celebre tempio, dedicato a questo Dio , il di cui sacrificatore prediceva l’avvenire. Pa
tiva spavento perfino nel suo tenebroso regno Plutone. Temette questo Dio , che, aprendosi la terre in voragini, penetrasse
to riposo(a) Si denominò Dite, ossia ricco, perchè era considerato il Dio dell’ opulenza(b) (24). Finalmente fu detto Giove
conde, che partorivano due vitelli alla volta (f) ; e si constituì il Dio tutelare della di lui casa. Ottenne dalle Parche,
Admeto : dal che ne derivò altresì, ch’egli fosse risguardato come il Dio de’ Pastori(e) (18). Fu inoltre detto Delio, Abeo
il nome di Peane o di Peone(19), perchè era egli considerato come il Dio della medicina(f) (20). Quindi in onore d’Apollo
ea fabbricato ad Apollo un tempio sul monte Cotilio, perchè lo stesso Dio avea liberato quel luogo dalla peste(c). Al dire
ara, formata di ceneri di vittime, sacrificate in onore dello stesso Dio (a). E’ incerto, donde derivasse ad Apollo il nome
sci, poco lontana dal Tevere(d) (24). Ebbe il nome di Teosenio, ossia Dio dell’ ospitalità ; e come tale lo veneravano que’
di Delo, e il tempio d’Apollo, che vi si trovava, la statua di questo Dio per disprezzo fu gettata in mare. I flutti la spi
bondava di musici e suonatori. Credevano, che ogni diciannove anni il Dio discendesse tra loto, suonasse la lira, e danzass
nome ; una delle Oceanidi, e da Orcamo, re degli Assirj(d). Il lucido Dio , prese le sembbianze di Eurinome, si appressò a L
ndone la virtù, le conferì l’immortalità(d). Dicesi, che Apollo, come Dio della Musica, abbia avuti molti figliuoli, tra’qu
le per sottrarla alle persecuzioni di Giunone, sì perchè Apollo, come Dio de’Pastori, voleva, che gli fosse sacrificato il
la sete durante il tempo, in cui i fichi si maturano(d). Apollo, come Dio delle Muse, dipingesi assiso sulla cima del Parna
di Peneo, uno de’fiumi maggiori della Tessaglia, era amata da questo Dio (56). E benchè ella con odio implacabile gli corr
, che la impaurì. Si ritirò alla riva dell’ Erimanto, e le apparve il Dio del fiume, chiamato Alfeo. Aretosa al vederlo fug
i d’ogni parte vi risplendevano. Alcune figure ivi rappresentavano il Dio sopra un carro, strascinato da cavalli alati. Que
cora ne’posteriori tempi in venerazione il tempio, là dedicato a quel Dio  ; e tanto lo restò, che da Strabone e Pausania si
pezie di tromba, formata d’una conca marina, annunzia la presenza del Dio delle acque. Altri finalmente ci danno a divedere
e di Ceto (b) (4). Plauto dà il nome di Nerieue alla moglie di questo Dio (c). Bellona poi secondo alcuni Scrittori non fu m
ento e il Timore (a). Plutarco vuole, che Fobo fosse figlio di questo Dio , e che a lui pure si sacrificasse per tenerlo lon
ttà, come lo erano que’ di Marte. Gli Auguri aveano giudicato, che il Dio del fuoco e quello della guerra non dovessero sta
come un fiume dell’ Inferno(d). (3). Oceano fu riconosciuto come un Dio del mare, marito di Teti, sorella di Saturno, e D
o nome si riconoscevano da Festo(d) altre solennità, sacre ad Agonio, Dio , il quale presiedeva alle azioni, che si doveano
da Numa Pompilio (t). Al tempo delle stesse si offrivano al predetto Dio vino, incenso, e le interiora una pecora e di un
o, attesochè insegnò il modo di seminare la terra, fu onorato come un Dio dagli Ateniesi. Questi gli eressero un tempio e u
 2. (a). Paus. in Eliac (b). Nat. Com. Mythol. l. 2. (16). Il Dio delle Mosche appresso gli Egiziani si appellava M
. Mythol. (17). I Giuochi Consuali furono così detti, perchè Conso, Dio de’consigli, li avea suggeriti a Romolo, onde eff
ultimo che siccome Ebe era la Dea della Gioventù, così Senvio era il Dio della vecchiaja (c). (d). Tit. Liv. l. 1. (e)
primo padre degli Dei (b). Questi si chiamò anche Demogorgone, ossia Dio della terra, ovvero sapienza della terra, sotto i
ept. Ling. (g). Job. Jacob. Hofman. Lex. Univ. (15). Pane era il Dio spezialmente de’ pastori e cacciatori, e quegli,
lora alzarono presso alla porta Capena un tempio a Redicolo, ossia al Dio deb Ritorno, perchè credettero, che questo Nume l
scì, che gli uccelli, avvezzati da lui a dire che Psafone era un gran Dio , andarono ripetendo ne’ boschi tali parole, e fec
be una figlia, di nome Euribea (i). Nè solamente Pluto era creduto il Dio delle ricchezze, ma come tali si veneravano anche
orate da’ cani. Quelle però vennero raccolte dalle Muse, e sepolte in Dio , luogo della Macedonia. Altri lasciarono scritto,
ne i cattivi spiriti, l’altro per placare Apollo, considerato come il Dio della Medicina. Al moribondo si recicideva una pa
a a Lampsaco, dove fu allevato la alcuni Pastori (f). Egli divenne il Dio de’porti (g), e degli orti. In questi i Romani ne
i uccelli (a). Que’di Lampoaco erano i più dedicatial culto di questo Dio . Le teste, ch’eglino celebravano a di lui onore,
a adorato, orano simili a quelle, colle quali Atene venerava il sozzo Dio , Conisalo : anzi è opinione di molti, che l’uno e
celebrati, si ricordò sempre il nome d’Imene. I Poeti lo dichiararono Dio delle nozze, e gli tessero un’illustre genealogia
tone racconta, che, solennizzando gli Dei la nascita di Venere, Poro, Dio dell’abbondanza, si ubbriacò, e rendette Penia, D
a i Vitelli marini di Nettuno (a). V’è chi lo confonde cori Vertunno, Dio de’giardini, perchè anche questi prese diverse fi
e(h), gli dà per madre Celene. I Poeti ci descrivono Tritone, come un Dio possente, che regna negli abissi del mare, e il d
20 (1855) Compendio della mitologia pe’ giovanetti. Parte I pp. -389
rosi Personaggi ebbi assai a lodarmi, i quali, come volle la bontà di Dio , di me presero cura più che paterna. Or fra essi
no delle turpi leggende degli antichi Pagani. E forse mi fu dato, la Dio mercè, di conseguire l’intento, atteso che quel l
), Giano propagatore del genere umano. Enthea, cioè divina, piena di Dio , si chiama Cibèle, e Mygdonia, da Middonia, provi
putava egli una divinità avida di sangue e crudele. Satùrno era anche Dio dell’agricoltura ; chiamavasi il custode delle vi
oteasi in modo alcuno opporre, e però dal Comico Filemone fu chiamato Dio schiavo del Destino. Quando Giove inchinava i ner
’ venti. Il quale non contento della maestà reale, volendo imitare il Dio del fulmine, fabbricò un altissimo ponte di bronz
lo. Nel che traluce la vera origine del primo padre degli uomini, che Dio formò del fango della terra e cui diede l’anima e
in bertuccia. Prometeo vuol dire in greco previdenza o provvidenza di Dio . L’uomo adunque fu la grand’opera di Prometeo, ci
e l’anima, un fuoco tratto dal cielo, per indicare la sua origine da Dio . Potrebbe pur dirsi che Prometeo, avendo colla su
era nel pronosticare i venti, finsero i poeti che egli fosse il loro Dio . Alcuni dicono che gli abitatori delle isole Vulc
to dovesse spirare, non altrimenti che se loro comandasse, fu stimato Dio de’venti. XXII. Oracolo di Giove Ammone e di D
nsiderevoli, che si celebravano in alcune città della Grecia, come in Dio , luogo della Macedonia, in Atene, a Smirne ec. ma
sentava nell’atto di condurre per mano, in forma di fanciullo, Pluto, Dio delle ricchezze, ponendo il Dio delle ricchezze f
r mano, in forma di fanciullo, Pluto, Dio delle ricchezze, ponendo il Dio delle ricchezze fra le mani della Fortuna. Questo
o si adopera per le dovizie stesse ; nè deesi confondere con Plutone, Dio dell’Inferno. Nel Timone di Luciano, Pluto si fin
indi negl’inni di Orfeo appellasi figliuola unigenita (μονογενης) del Dio sovrano, uscita del capo di lui. Pindaro(2) volen
giate per le soprane regioni del cielo, Porfirio dice che un medesimo Dio era il Sole in cielo, il padre Libero, sulla terr
ponneso, ov’era un suo magnifico tempio ; e da’ medici è reputato lor Dio e protettore. Polluce parla di alcune feste in di
bro. Ma le Muse riunirono quelle membra lacerate e le seppellirono in Dio , città della Macedonia. Il capo poi per mare giun
. La quale, accoltolo amorevolmente, gli propone di andare da Proteo, Dio marino, il quale si mutava in molte sembianze e p
e hanno gli uomini a manifestarli. Anche Marsia osò venire a gara col Dio del canto. Fu questi un famoso satiro della Frigi
pel riscatto, domandò la restituzione della figliuola in nome del suo Dio . Agamennone però con villani modi rigetta le preg
obilissime erano le incumbenze di Apollo. E primieramente egli era il Dio de’ carmi e della poesia, non che della musica e
-Clementino era coronata di ellera, pianta consacrata a Bacco, ch’era Dio degli spettacoli. Nelle pitture di Ercolano, Tali
esse vietato il prender l’acqua. Ma in pena di aver voluto gabbare il Dio degl’indovini, fu condannato a non poter bere in
: Qual destro corvo, o qual manca cornice Canti il mio fato. Come a Dio della divinazione, dice Cicerone(5), era ad Apoll
l calore del sole è cagione di subitanee morti. Ad Apollo poi, come a Dio della medicina, consacrarono l’alloro, il quale,
alquanto Puro rendea di quella cetra il canto. Anguillara. Era pure Dio tutelare de’ pastori, a’quali insegnato avea il c
ri, non giunge ad oscurare le luci, o a contrarre il sopracciglio del Dio del giorno. Il lungisaettantesi ravvisa ne’ suoi
i omeri sembra che, secondo la frase di Omero, suoni sulle spalle del Dio sdegnato. Un’eterna gioventù si diffonde mollemen
ipali epiteti di Apollo. Apollo arcitenens, cioè arciero, perchè Dio dell’arte sagittaria. Valerio Flacco disse arcipo
pollo Lycius. Apollo Medico, Salutare o Sotere, σωτηρ, ιατρος ; come Dio della medicina. Da Ovidio chiamasi Opifer. Apoll
e Muse. Apollo Musico, Musicus ; Apollo Citaredo, Citharaedus perchè Dio della musica. Apollo Nomio, Nomius, νομιος, cioè
tene destinato all’educazione della gioventù, era dedicato ad Apollo, Dio delle scienze e delle arti. Sotto i suoi portici
iapo che Luciano crede uno de’ Titani o de’ Dattili Idei e che chiama Dio guerriero. Dal quale apprese prima la danza e gli
origine e la sua grandezza, stava assai bene sotto la protezione del Dio delle armi. Finsero adunque che Romolo fosse nato
lisse avea fatto grandissima strage : Mercurio intanto di Cillene il Dio , L’alme de’ Proci estinti a se chiamava. Tenea la
rubicondo, perchè dipingevasi di minio. Pale, secondo alcuni, era un Dio , e al dir di Ovidio, una Dea de’ pastori, cui fac
pretendono che in essi s’insegnavano i principali dommi dell’unità di Dio , della sua provvidenza, della creazione, de’ gast
ese cura. Lo stesso Omero(4) pone nell’Olimpo la casa e la fucina del Dio del fuoco ; ma Virgilio(5) la pone in un’isola vi
Menfi. Dal Vulcano adunque degli Egiziani foggiarono i Greci il loro Dio del fuoco, ch’era pure il protettore di quelli ch
molte e bellissime opere di arte. Ma di tutte le opere attribuite al Dio del fuoco la più famosa è lo scudo di Achille des
cii a Vulcano, ed il fuoco stesso chiamaron Vulcano. Non solo fu egli Dio del fuoco e de’ fabbri, ma esercitò eziandio l’uf
di Vulcano, a cui niuna cosa o nume vale a resistere. Degno fig. del Dio del fuoco fu Caco, la cui favola appartiene agli
Nettuno. I. Nomi diversi dati a questo nume e lor ragione. Dio del mare e fratello di Giove e di Plutone era Net
hi fiumi di acqua(6). Anzi qualche volta ad un colpo del tridente del Dio del mare, dicono i poeti, tremò non solo la terra
o uso i greci pescatori. Certamente esso era un attributo proprio del Dio del mare ed un simbolo del suo assoluto dominio s
Nettuno – Alcuni dei principali suoi figliuoli. Come Nettuno era Dio del mare, così a ragione se gli attribuiva una gr
o, sfiorano appena l’umida loro superficie. Nettuno, oltre all’essere Dio del mare, avea pure la cura de’cavalli, dicendo O
o. Gli antichi, dice Millin, aveano molti nomi per significare il Dio protettore del mare, come Pontus, Nereus, Oceanus
cioè mezzo donna e mezzo pesce. Virgilio(2) elegantemente descrive il Dio del mare col nobile corteggio delle marine deità.
licerta di cui Ovidio(2) ha bellamente descritta la trasformazione in Dio marino, era fig. di Atamante, e d’Ino, fig. di Ca
tre subalterne marine deità. Si noti infine che le statue antiche del Dio del mare sono rarissime. VI. Principali epitet
i vult vitare Charybdim . Conso, divinità venerata da’ Romani come il Dio del consiglio, credesi essere lo stesso che Nettu
tutto quanto. Oltre a ciò dicevasi Dite (Dis, Ditis), ch’era nome del Dio delle ricchezze, o del Dio dell’inferno, e talvol
icevasi Dite (Dis, Ditis), ch’era nome del Dio delle ricchezze, o del Dio dell’inferno, e talvolta si prende per l’inferno
cevano anche il sonno. Virgilio nel quinto libro dell’Eneide diede al Dio del sonno un ramo stillante di umor Leteo ; ed Ov
ume e lor ragione. I poeti sovente han confuso Plutone con Pluto, Dio delle ricchezze ; perciò si è fatta derivare la v
dere, perchè era signore di quel regno tenebroso ed oscuro, ovvero un Dio invisibile. Chiamavasi pure Aidoneo (Αιδωνευς Hes
bri onori. Ma pare più conveniente il dire ch’egli fu riguardato come Dio dell’inferno, perchè regnava in luoghi assai bass
i davano il nome di Giove non solo al signore del cielo, ma ancora al Dio del mare, come in Eschilo, ed a quello dell’infer
ggiorno e la sua signoria nelle miniere, e che per ciò era tenuto pel Dio delle ricchezze. Quindi piacevolmente Demetrio Fa
tone. Oltre a ciò il Sig. Dupuis fa vedere che Proserpina, moglie del Dio dell’inferno, era l’emblema della corona boreale,
, e Plutone, pel trifauce cane. Questo favoloso animale accompagna il Dio dell’inferno sulle pietre incise e sulle greche m
he sono nate da essa. Februo, lat. Februus, chiamavasi Plutone, come Dio delle purificazioni che facevansi per le ombre de
a Pluto o Plutone in grembo, per dinotare che le ricchezze cui questo Dio presedeva, sono il frutto della pace. Ovidio dice
e forse origine dal considerare gli uomini quali vittime destinate al Dio dell’inferno ; e si sa che costumavano gli antich
21 (1874) Ristretto analitico del dizionario della favola. Volume I pp. -332
stigie), ha informata l’unica e divina personalità di Maria, Madre di Dio . A Roma, per esempio, il tempio ove si venerò Ves
lieve variante d’aver sostituito un libro, alla spada che brandiva il Dio della Guerra. Anche più presso a noi, e propriame
olo della forza, sorge luminoso ed immortale, il mito dell’ancella di Dio , sine labe concepta, che sotto l’usbergo della su
ì è scritto riguardo all’altare innalzato da Giacobbe, per comando di Dio , in Bethel : 2. E Giacobbe, raunata tutta la su
. 7. E ivi edificò l’altare, e a quel luogo pose il nome di Casa di Dio  : perocchè ivi apparve Dio a lui quando fuggiva i
re, e a quel luogo pose il nome di Casa di Dio : perocchè ivi apparve Dio a lui quando fuggiva il fratel suo. 7. Ædificavit
biche, confinanti con la regione dell’Egitto, sarà figlio di Nettuno, Dio del mare ; e della Terra ; avrà forme gigantesche
numi, si deliberava sui divini ed umani destini : e dal quale ciascan Dio aveva assegnato il proprio governo, il proprio st
o governo, il proprio stato, le proprie attribuzioni. Nettuno era il Dio del mare ; Plutone si ebbe il governo dei regni d
emele era incinta. Villarosa. — Dizionario mitologico ecc. vol. 1. Dio del Sole : i riti Eleusini compiersi in onore del
2 ; Giano bifronte che intima la guerra e proclama la pace Giano. —  Dio supremo degli Etruschi, veniva considerato come p
ato come personilicaz one delle píu alte filosoliche astrazioni, come Dio  — Sole, e come eroe umano. Villarosa. — Dizionar
istrugge e rinnova le cose di questa terra. È il tempo, o piuttosto è Dio  !… Carcano G. — Novella III. Un desolato Vuot
isérables. I magi d’Oriente e i sofi della Grecia insegnarono, che Dio favella in lingua di bellezza. L’età ghiacciata t
rra ? Ah ! ella è pretensione codesta da far morire di riso lo stesso Dio del Riso, il vecchio Momo. F. D. Guerrazzi — Beat
ome I. Così sul romoroso Telaio del tempo, di mia man contesta È di Dio la visibile Inconsumabil vesta. Goethe — Fausto
ver cantato il viaggio d’Apollo, fu nominato Gran sacerdote di questo Dio , e ricevette da lui, oltre allo spirito di divina
la Misia, città in cui Giove era adorato, ragione per la quale questo Dio , fra i tanti suoi nomi, ba avuto quello di Abreta
he formavano le così dette Colonne d’Ercole. Secondo la favola questo Dio vagabondo trovando riunite le indicate montagne,
. Acœto V. Acoto. 77. Aconte. — Uno dei figli di Liacone. 78. Acor. —  Dio delle mosche. Gli abitanti di Cirene, racconta Pl
mosche. Gli abitanti di Cirene, racconta Plinio, offerivano a questo Dio ricchi sacrifizii per essere liberati da quegl’in
e in tutta l’isola di Sicilia. 119. Adramo. — Secondo Plutarco era il Dio particolare della Sicilia, forse perchè in quell’
portava lo stesso nome, oggi è la città di Adernò. Il culto di questo Dio era disseminato in tutta l’isola. 120. Adraneo. V
uo rimorso, si trafisse sulla tomba dell’estinto amico. 124. Adreo. —  Dio che presiedeva alla maturità delle spiche. 125. A
ani il proprio figliuolo Penteo, nella ricorrenza delle feste di quel Dio . Dopo la sua morte Agave, fu, ronostante la sua e
e. — Nome dato ad una Sirena. I Lacedemoni chiamavano così Esculapio, Dio della medicina. 187. Aglaopheme. — Una delle Sire
e gelosa di sua sorella Erse, amata da Mercurio. Un giorno che questo Dio voleva entrare nelle stanze di Erse, Aglauro glie
avano prima d’intraprendere qualche cosa d’importante. 196. Agonio. —  Dio che presiedeva alle intraprese. Mercurio era anch
e di lui, fossero infatti suoi figliuoli, mentre lo erano di Nettuno, Dio al quale Ifimedia avea consentito la sua persona.
io. Formarsi ancor nel bel vermiglio Le note che v’impresse il biondo Dio  : E mostrò il novo fior descritto (come L’altro)
diceva avere ascoltato il misterioso consiglio. A proposito di questo Dio ecco quanto dice Cicerone « Quand’egli non era co
Lecotea e di Matuta. Essa era riverita come una Dea. 235. Alburneo. —  Dio riverito su di una montagna, che aveva lo stesso
iodo dei giorni sacri in cui si celebravano le orgie in onore di quel Dio  ; il quale per punirla la cangiò in pipistrello.
ctore. — Fu uno dei capi Argivi che assediarono Tebe. 259. Ale-Deo. —  Dio alato, soprannome dato a Mercurio perchè si dipin
vorito di Marte. Essendo un giorno in sentinella alla tenda di questo Dio mentre egli era con Venere, Aletrione si addormen
os. — Vale a dire incostante : soprannome dato a Marte, il quale come Dio della guerra veniva egualmente invocato dalle arm
rte di Allirozio, raccontandola tutti in modo diverso. 294. Almone. —  Dio di un piccolo fiume di questo nome nel territorio
ossero date loro Diana e Giunone. Giove allora mandò lo stesso Marte, Dio della guerra, a combatterli, ma essi lo fecero pr
dei immortali e la terra. Platone asserisce essere l’Amore figlio del Dio delle ricchezze e della Dea della povertà, e gli
figlio di Giove, queste orgogliose parole : Se non sono figlio di un Dio , ho merito abbastanza per esserio. 423. Anfitrion
Eteo sorella di Medea. 432. Angitia. —  V. Anguitia. 433. Anieno. —  Dio del fiume Anio. Lo stesso che oggi chiamasi Tever
Egitto, governò quel popolo con tale dolcezza che fu ritenuto come nn Dio . Veniva adorato sotto la figura di un bue, creden
o cavalli.  — Ecco in qual modo Virgilio descrive la maestà di questo Dio . Qual se ne va da Licia, e da le rive Di Xanto,
Come son le mie membra in acqua sparse Conosce l’onde amate il caldo Dio  ; E la forma che avea quando m’apparse Dell’uom p
celebrazione di alcune sacre cerimonie. Vedi Argea. 543. Argentino. —  Dio delle monete d’argento. Era figlio di Esculano e
endenti di Ercole. 560. Argoreo. — Dal latino Argoreus, che significa Dio della mercatura, fu dato questo soprannome a Merc
Questo animale era consacrato a Mercurio ed a Cibele. 569. Arimane. —  Dio adorato dai Persiani. Si crede generalmente che c
iani presso i quali è ritenuto come figliuolo d’ Osiride e d’ Iside e Dio del silenzio, ond’è che la sua statua viene rappr
amoso per la sua estrema ricchezza e magnificenza. 716. Baal-Berit. —  Dio innanzi al quale i Fenici ed i Cartaginesi davano
Belfegor. 718. Baal-Gad. — V. Baal-Gall. 719. Baal-Gall o Baal-Gad. —  Dio della felicità, particolarmente adorato dagli Ass
ai Fenici, nella cui lingua gad significa felicità. 720. Baal-Peor. —  Dio venerato dagli Arabi con culto particolare, sulla
ei popoli Baal-Semen significa signore del cielo. 722. Baal-Tsefon. —  Dio sentinella. I magi di Egitto posero quest’idolo n
uomini l’agricoltura, piantò per il primo una vigna e fu adorato come Dio del vino. Egli punì severamente Penteo, per esser
e divinità. 847. Buono. — Si dava questo semplice nome al buon Genio, Dio dei bevitori, il quale per questa ragione veniva
uono-Dio. — Secondo Pausania, questo soprannome si dava a Giove, come Dio benefico e padre degli uomini. 849. Bupale. — Cel
ione, re d’Atene, al quale venivano offerti dei sacrifizii come ad un Dio . 856. Butrota. — Città dell’Epiro, in cui Enea tr
o a rendergliela, egli appiccò il fuoco ad un bosco consacrato a quel Dio , il quale, per punirlo, lo uccise a colpi di frec
nte in Atene ed in Tebe, ove furono celebri. 866. Cabro, o Calabro. —  Dio a cui s’offerivano in sacrificio dei piccoli pesc
Canace. — Fu figliuola di Eolo, la quale essendo stata sedotta da un Dio marino, che la Favola non determina se fosse Nett
e e talvolta designate col nome di cani di Giove, forse perchè questo Dio se ne servì per punire Fineo. V. Fineo. 938. Cane
l fu un dei sette regi, Ch’assiser Tebe, ed ebbe, e par ch’egli abbia Dio in disdegno, e poco par che’l pregi. Dante Inf.
to connubio allegorico, la grazia e la bellezza delle opere, che quel Dio faceva col ferro e col fuoco. 964. Carienne. — Fe
lli dell’uno e dell’altro sesso, e spargendo di sangue le are di quel Dio . Diodoro dice che la vittoria che Agatocle riport
gli avesse voluto darle la conoscenza dell’ avvenire ; ma allorchè il Dio l’ebbe sodisfatta, essa non volle più tenere la s
’ Anguillara. Le quali sdegnate, pregarono Nettuno di vendicarle. Il Dio per sodisfare le ninfe del suo seguito, mandò sul
ara. 1006. Cauro. — Nome di uno dei principali venti. 1007. Cauto. —  Dio della prudenza. 1008. Cavalli di Achille. — Omero
avallo. — Questo animale era particolarmente consagrato a Marte, come Dio della guerra. Presso gli antichi era ritenuta la
il nome dell’ajo di Giove, il quale aveva voluto sostenere, che quel Dio anch’esso fosse sottomesso alla morte. Perciò Cel
lo di Giove veniva così soprannominato dal colore del mare di cui era Dio . Similmente si denotavano tutte le divinità marit
vinità marittime col nome complessivo di Dei Cerulei. 1068. Ceruso. —  Dio del buon tempo : lo sichiamava così perchè vien s
1069. Cesare (Glulio). — Per ordine d’Augusto fu riconosciuto come un Dio dopo la morte, e onorato come tale essendosi dett
 Sacerdote di Siracusa. Avendo disprezzato i misteri di Bacco, questo Dio , per punirlo, lo colpì d’una tale ebbrezza che qu
n sua vece. 1104. Cigno o Cieno. — Uccello consagrato ad Apollo, come Dio della musica ; ed a Venere, a causa della sua vol
nario, come oggidi, vicino alle tombe. Era consacra’o a Plutone, come Dio dei morti. 1137. Ciprigna. — Soprannome dato a Ve
, mentre danzava nei misteri di Bacco, innanzi al simulacro di questo Dio , che lo cangiò in ellera. 1146. Cissotonie. — Fes
non riusci a più centinaja di uomini di rimuoverlo. 1166. Clausio. —  Dio che veniva invocato nella chiusura delle porte. D
e col capo cinto d’una corona di sette stelle. 1204. Cnef o Cnufi. —  Dio supremo degli Egiziani, i quali credevano ch’egli
rava nel mese di agosto, sotto la stessa denominazione. 1239.Conso. —  Dio dei consigli : si crede che sia lo stesso che Net
quel luogo un monumento delle imprese di Ercole. 1281. Crefagenete. —  Dio adorato nella Tebaide e particolarmente in Egitto
roe dalla quale ebbe Gerione. V. Calliroe. 1297. Criforo o Crisore. —  Dio dei Fenici, creduto generalmente il Vulcano dei G
cise a colpi di frecce quegli animali divoratori, il che valse a quel Dio il soprannome di Sminitheus, che vuol dire distru
pa, amore. Virgilio — Eneide L. X trad. di A. Caro. 1331. Cupido. —  Dio dell’amore e figliuolo di Marte e di Venere. Egli
ondamente impressa nel loro cuore, che se pure disconoscenti del vero Dio , gli sostituirono altri esseri superiori alla spe
ia di esseri fantastici che popolavano l’immenso vuoto che esiste fra Dio e gli uomini. I demonii erano divisi in varie cla
o dall’isola di Didima — V. Didima —  ; e secondo altri perchè questo Dio era ritenuto come autore del giorno e della luna.
ella madre di Cibele : essa fu moglie di Meone, re della Lidia. 1454. Dio  — I poeti dell’antichità ed i cronisti della favo
vigatori. 1466. Diaspoli. — Ovvero città di Giove nell’ Etiopia. Quel Dio aveva in questa ciltà un tempio grande e ricchiss
e a Giunone, come protettrice delle spose. 1497. Domizio o Domicie. —  Dio che i pagani invocavano nella celebrazione degli
no sovente adoperati degli Elefanti per ricordare il viaggio che quel Dio faceva nell’Indie. Presso gl’Indiani, e segnatame
otterra E spogliarlo dell’armi peregrine Nulla ei rispetta un si gran Dio . Tre volte A morte l’assali ; tre volte Apollo Gl
ll’isola di Delo, la pose a sacco, e gettò nel mare la statua di quel Dio , la quale però lungi dal sommergersi, fu spinta d
ea, Ercole vi innalzò un altare a Giove, e volendo sacrificare a quel Dio , mandò uno dei suoi araldi a Trachina, onde avere
l tormento, Vo che venga alla patria eterna ed alma, E credo che ogni Dio ne sia contento ; Che s’ei portò laggiú per noi l
li eroi indigeni furono con ben poca ragione, identificati con l’uomo Dio , figlio di Alcmena. L’arte plastica ha fatto di E
tto il nome di Eschinadi. 1826. Esculano. — V. Es. 1827. Esculaplo. —  Dio della medicina. I cronisti ed i poeti non sono d’
le. Dopo la sua morte Esculapio fu da tutta la Grecia adorato come un Dio , e non fu città, horgo o villaggio di questa popo
il serpente che era intimamente legato ai misteri del culto di questo Dio . Presso gli egiziani, e presso tutti gli antichi
ra questo il nome di una delle cinquanta Nereidi. 1920. Evemerione. —  Dio della medicina presso i Sicioni, i quali lo invoc
ne mitologica, che Latona avesse visto l’isola di Delo. 1941. Fano. —  Dio dei viaggiatori, che presiedeva anche all’anno. R
che mostran l’animo e la fronte. Che ti scopron figliuol d’un grande Dio  : Non mente Febo e Climene, ed ho pronte Le vogli
battaglia si fosse combattuta in un giorno di ecclissi. 2161.Giove —  Dio supremo della mitologia greca e romana, la quale
grembo scese, Ed altrettante avventurosa madre Di magnanima prole il Dio la rese : Di nove, io dico, vergini leggiadre Del
Felice, il nome di Giuba si avvicina molto a quello di Jehova, cioè : Dio . 2166. Giudici dell’Inferno — Scrivono i più rino
altri vogliono che a questi si aggiungessero altri due, cioè : Marte, Dio della guerra, e Tifone. Fra gli scrittori che agg
al fiume, o’ n quella riva fanno Qual tu vedi colà, turba e concorso. Dio le vi chiama, acciò ch’ivi deposto Ogni ricordo,
51 Dimenticanza » ivi 1452 Dimone » ivi 1453 Dindima » ivi 1454 Dio » ivi 1455 Diocleide » 108 1456 Dioclesio » i
e di tutte le persone descritte nei libri ebraici come avversarii del Dio degli Ebrei. 22. Adamiti, Peratensi, Abeliti. —
ì è scritto riguardo all’altare innalzato da Giacobbe, per comando di Dio , in Bethel : 2. E Giacobbe, raunata tutta la su
. 7. E ivi edificò l’altare, e a quel luogo pose il nome di Casa di Dio  : perocchè ivi apparve Dio a lui quando fuggiva i
re, e a quel luogo pose il nome di Casa di Dio : perocchè ivi apparve Dio a lui quando fuggiva il fratel suo. 7. Ædificavit
sola occhiata alle sue sacre mura, come atto meritorio al cospetto di Dio . 30. Cenno sull’arte Greca. — L’azione dell’um
ele. — Vedi questo ristretto, lettera C, art. N. 881. 53. Giano. —  Dio supremo degli Etruschi, veniva considerato come p
ato come personilicaz one delle píu alte filosoliche astrazioni, come Dio  — Sole, e come eroe umano. Villarosa. — Dizionar
22 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIX. Plutone re dell’ Inferno e i suoi Ministri » pp. 203-215
in principio chiamavasi Pluto, ma poi si distinse con questo nome il Dio delle ricchezze ; e Plutone re dell’Inferno fu ch
i suoi padroni che far non potesse una coorte di Svizzeri. Di Pluto, Dio delle ricchezze, considerato come un ente diverso
a Natura, » come lo definisce il poeta Young, era per gli Antichi un Dio , creduto figlio dell’Erebo e della Notte, e dimor
gio che non s’intende : « Pape Satan, pape Satan aleppe. » Come già Dio delle ricchezze presiede al cerchio ove son punit
ata da Plutone Dio infernale che aveva maggiore affinità con Vulcano, Dio del fuoco. Gli astronomi diedero il nome di Prose
co a noi venir correndo « Lungo il lito del mar, terribil mostro. — «  Dio vi guardi, Signor, che ’l viso orrendo « Dell’ Or
si chiaman fatali gli stami che esse filano, e si aggiunge che nessun Dio può disfarli : « Hunc cecinere diem Parcæ fatali
23 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVIII. Apollo considerato come Dio della Poesia e della Musica e maestro delle nove Muse » pp. 104-114
XVIII Apollo considerato come Dio della Poesia e della Musica e maestro delle nove
he significa creatore, e perciò poesia vuol dir creazione ; quindi il Dio della poesia è il Dio della creazione intellettua
e perciò poesia vuol dir creazione ; quindi il Dio della poesia è il Dio della creazione intellettuale. Ecco il carattere
sentavasi Apollo con una corona di lauro, pianta a lui sacra ; e come Dio della Musica, con una cetra nelle mani, in atto d
to maravigliosamente il paradiso dell’arte loro, e attribuito al loro Dio anche la facoltà di prevedere e vaticinare il fut
e questa facoltà di presagire il futuro, dicendosi inspirati dal loro Dio  ; e perciò si chiamarono Vati, cioè indovini o pr
24 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXX. Stato delle anime dopo la morte, secondo la Mitologia » pp. 216-231
iume, e ’n quella riva fanno, « Qual tu vedi colà turba e concorso. «  Dio le vi chiama, acciò ch’ivi deposto « Ogni ricordo
dal commesso delitto, ossia colla violazione dei doveri morali verso Dio , verso sè stesso, e verso il prossimo. Son queste
contrista. « Ma perchè frode è dell’uom proprio male, « Più spiace a Dio  ; e però stan di sutto « Gli frodolenti, e più do
i fa forza a tre persone, « In tre gironi è distinto e costrutto. « A Dio , a sè, al prossimo si puone « Far forza ; dico in
puote, « Segue, come il maestro fa ’l discente, « Sì che vostr’arte a Dio quasi è nipote. « Da queste due, se tu ti rechi a
umana. 257. Panteismo è voce derivata dal greco pan (tutto) e teos ( Dio .) 258. L’ obolo (in greco obolos e in latino obo
25 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIV. Vulcano e i Ciclopi » pp. 152-160
dei suoi più celebri lavori di metallo. Molti sono i lavori di questo Dio , descritti e celebrati dai poeti ; e di alcuni av
le care « Arti insegnate dai Celesti il senno. « Queste al fianco del Dio spedite e snelle « Camminavano. » (Iliade, xviii
favole, consideriamo l’allegoria contenuta nell’invenzione di questo Dio e de’suoi attributi. Di che era simbolo Vulcano ?
la fiamma. Infatti è generalmente dagli Antichi venerato Vulcano come Dio del fuoco193 e del fabbrile ingegno. Il nome di E
mno, dove cadde dal Cielo e fu amorevolmente raccolto e venerato qual Dio . Lemno era un’isola vulcanica : ecco perchè per l
26 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — III. Classazione generale delle Divinità pagane e Genealogia degli Dei superiori » pp. 15-19
dall’antico verbo latino geno, che significa generare), era detto il Dio della Natura, e consideravasi perciò come il simb
zzarramente simboleggiata nel Dio Pan (che in greco significa tutto), Dio secondario e campestre, mezzo uomo e mezzo capro.
te le cose fisiche ; e perciò usavano questo termine come sinonimo di Dio . E in questo stesso significato si usa nelle scie
lle scienze anche oggidì, per non star sempre a rammentare il nome di Dio  : e non solo nelle scienze fisiche, ma pur anco n
27 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXV. I Satiri ed altre Divinità campestri » pp. 270-278
di essi formavano il corteo di Bacco, come dicemmo parlando di questo Dio , ed ivi notammo che per frastuono, stravizii ed o
ai moderni Romani dopo 2628 anni. Il nome di Vertunno, che davasi al Dio delle stagioni e della maturità dei frutti, colla
i prodotti della terra) dimostra l’origine italica e romana di questo Dio . Le sue feste si celebravano nell’ottobre quasi i
quali Orazio e Marziale, si sbizzarrirono a dileggiar talmente questo Dio , che peggio non avrebbero fatto nè detto contro i
28 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVIII. Apoteosi degl’Imperatori Romani » pp. 497-499
Infatti in Grecia richiedevasi 1° che l’eroe da considerarsi come un Dio fosse figlio di una Divinità o per padre o per ma
conseguenza della prima ; e il Senato fu ben contento di adorar come Dio colui che non avea potuto tollerar come re. Così
asiano sentendosi vicino a morte disse : a quanto mi pare, divengo un Dio (ut puto, Deus fio) ; e Caracalla dopo avere ucci
29 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIII. Osservazioni generali » pp. 260-263
ivinità alla vegetazione del grano. Anzi vi aggiunsero anche un altro Dio , che schiverei di rammentare, se, oltre Lattanzio
rrone, poichè così rimprovera i Simoniaci stessi5 : « Fatto v’avete Dio d’oro e d’argento ; « E che altro è da voi all’ I
imonia a pretio : « O Simon Mago, o miseri seguaci, « Che le cose di Dio , che di bontate « Deono essere spose, e voi rapac
30 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IV. Una Divinità più potente di Giove » pp. 20-24
ei Numi, il re del Cielo, il padre degli uomini e degli Dei. E questo Dio più potente di Giove era il Fato. Il Fato 14, det
uo il libero volere in questi splendidi versi : « Lo maggior don che Dio per sua larghezza « Fesse creando, e alla sua bon
però ivi si afferma che « Colui lo cui saver tutto trascende, (cioè Dio ) « Ordinò general ministra e duce « Che permutass
31 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIII. Difetti e vizii del Dio Giove » pp. 69-72
za82). In tutto questo racconto mitico Giove non fa più la figura del Dio che giova, del Dio benefico, ma quella d’invidios
sto racconto mitico Giove non fa più la figura del Dio che giova, del Dio benefico, ma quella d’invidioso, maligno e malefi
ve. Peggio poi che bestiale non che disumana fu la condotta di questo Dio nel precipitar dal Cielo in Terra con un calcio V
32 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVI. La dea Latona » pp. 86-91
, la Luna e le Stelle. Nè sanno assicurarci se ciò fu per opera di un Dio o del caso : le loro opinioni sono divise, e il d
significato di eccelso (poichè deriva da El, uno dei nomi ebraici di Dio ), l’adoprò con questa doppia allusione per indica
adoprò con questa doppia allusione per indicare l’ eccelso Sole, cioè Dio , quando nel C. xiv del Paradiso, dopo aver descri
33 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXI. Il Genio e i Genii » pp. 232-241
li Dei (V. il N. III) che il Genio era considerato dai Latini come un Dio di prim’ordine, ossia della classe degli Dei supe
varlo le seguenti massime che egli insegnava ai suoi discepoli : « Il Dio supremo governa il mondo come l’anima governa il
e, una divinità mitologica, ma piuttosto l’ispirazione di quell’unico Dio in cui egli credeva. Abbiamo veduto di sopra, che
34 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489
vè combattere, per essa dovè morire. Dovè combattere per Deianira col Dio del fiume Acheloo, il più gran fiume della Grecia
o dei Semidei. Per altro poco giovò a quest’Eroe l’esser figlio di un Dio , chè anzi, come vedremo in appresso, gli nocque.
l’isola Bacco, che la fece sua sposa, come dicemmo parlando di questo Dio . Intanto Teseo si avanzava per mare senza ricorda
e aborre gli empi senza alcuna religione, e li chiama violenti contro Dio , ci narra che egli vide Capaneo nell’Inferno sott
ugual fama, e colla loro morte pagarono il primo tributo di sangue al Dio della guerra. Ma, finalmente, respinti i Troiani,
Ciclopo « Un mostro spaventoso, un che col capo « Tocca le stelle (o Dio , leva di terra « Una tal peste), chè a mirarlo so
e osserva), « Ma poichè frode è dell’uom proprio male « Più spiace a Dio  ; » dovè esser perciò assai meno indulgente con
remo ammetter di certo che le Sibille fossero profetesse ispirate dal Dio di Abramo, nè che gli Dei falsi e bugiardi potess
empio di Delfo pretendevano di essere anch’esse ispirate dallo stesso Dio e di dar veridici responsi, poichè avevano impara
35 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVI. Osservazioni generali sulle Apoteosi » pp. 490-492
gli sacrificavano il cavallo per offrire una veloce vittima al celere Dio (ne detur celeri victima tarda Deo). Dal culto de
to dagli Egiziani, i quali anche al tempo di Mosè adoravano come loro Dio il bue Api, la qual goffa idolatria fu imitata da
36 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — II. Il Caos e i quattro elementi » pp. 11-14
l’ordinatore dei propri elementi di cui ab eterno componevasi, ma un Dio o una miglior natura. Qual fosse questo Dio non l
eterno componevasi, ma un Dio o una miglior natura. Qual fosse questo Dio non lo sa, poichè poco dopo soggiunge : qualunque
37 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — V. Urano e Vesta Prisca avi di Giove  » pp. 25-27
ome sinonimi del Sole. Quando poi fu nato e cresciuto. Apollo, questo Dio oltre molte altre attribuzioni ebbe in perpetuo a
are di Febo fu considerato come il Sole istesso. Siccome Urano era un Dio , e perciò immortale, ed essendo inoltre il più an
38 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVII. L’Apoteosi delle Virtù e dei Vizii » pp. 493-496
Dea della Sapienza ? E se un Nume non è perfetto, può egli essere un Dio  ? Quegli antichi Romani per altro che tanto fecer
i romani, secondo quel che afferma Ovidio nei Fasti, pregavano questo Dio a proteggerli nell’ingannare il prossimo senza es
39 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXX. Delle Divinità straniere adorate dai Romani » pp. 506-510
che inventò tante cerimonie e pratiche religiose, non aggiunse alcun Dio a quelli adorati al tempo di Romolo ; e solo fece
eràpide ponevasi la statua del Dio Arpòcrate che era considerato come Dio del silenzio, e perciò rappresentavasi in atto di
40 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIV. Il Diluvio di Deucalione » pp. 73-78
mpietà ed ogni altra scelleraggine più nefanda ; e se egli non era un Dio , sarebbe toccata anche a lui la stessa sorte di q
ione del fuoco o del calore sotterraneo, in quanto che Vulcano era il Dio del fuoco e aveva le sue fucine sotto i monti ign
41 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — X. Cerere dea delle biade e Proserpina sua figlia » pp. 48-54
vece lo stesso Saturno, padre di lei (come dicemmo parlando di questo Dio ), e perciò affermavano la lor priorità sopra i gr
rranee verso le regioni infernali. Corse subito alla reggia di questo Dio per riprender la figlia ; ma Plutone non volle re
42 (1880) Lezioni di mitologia
Metodo da tenersi per insegnare la Mitologia. Poiché gli uomini da Dio ribellatisi ne meritarono la vendetta, che sulla
niverso ride e si rinnova, il vincitor delle tenebre, la vera sede di Dio , che, al dir del Profeta, vi pose il suo padiglio
, pure sembra a questo data l’eternità e l’indipendenza, attributo di Dio ; onde il sistema fenicio non conduce direttamente
draele, che prevaricando, macchiò anch’egli le mani già pure, onde da Dio abominati furono e puniti sì crudeli olocausti. A
sangue Di chi il fulmine vibra; il tuono io sento, Trema la terra: un Dio la scote, un Dio. Racine, Ifigenia. Racconto d
fulmine vibra; il tuono io sento, Trema la terra: un Dio la scote, un Dio . Racine, Ifigenia. Racconto d’Ulisse. A Grecia
gli agita il petto. Esclama: Udite, o Greci, odimi Achille: Adesso un Dio per me vi parla, e spiega I suoi decreti e la sua
loro genio e delle altre genti l’esempio, non permise che l’altare di Dio fosse circondato da alberi a foggia di selva. Pur
o venir puoi, Ch’avrem grata erba ed ombra il gregge e noi. Il cauto Dio fa tutto quel che vuole L’avveduto custode e circ
nzo; E gli agili cavalli a tutto corso Verso le navi achee portano il Dio . » Di Nettuno i simulacri sono rari, come udiret
etto spergiuro, e l’arte insegnò di rubare ad Autolieo avo di Ulisse. Dio dell’armento lo venerarono i pastori, perchè prim
contro Achille Larisseo maggiore Duce d’ogni altro, e per te solo, o Dio , Ineguale guerrier, benché di Teti Figlio scotess
eccellente che lo risanò senza, fatica; che nulla è di mortale in un Dio . Omero nell’Odissea racconta gli amori del nume
suo sistema si compiacesse. Varii cognomi sortì Marte dagli antichi. Dio comune fu detto; e fra i diversi motivi di questa
nel presente ragionamento altre notizie sulla maniera nella quale il Dio delle Ombre effigiato si vede negli antichi monum
a Fidia, le Parche, insieme coli’ Ore, erano nella testa del nominato Dio . Vicino al ‘sepolcro di Eteocle e Polinice stava
ieme. Forte piangendo, alla riva malvagia, Ch’attende ciascun uom che Dio non teme. Caron dimenio, con occhi di bragia. Lor
perchè, com’è pensiero di alcuni, commettesse il governo delle cose a Dio solo, ma perchè nell’antica Teologia le Parche ne
e pose col tempo in testa una croce per mostrare la sua dipendenza da Dio . Ciò diede motivo a Giuliano Apostata di levare q
, colla quale ì filosofi pagani circonscrivevano la possanza del loro Dio , e con cui si lusingavano di spiegare l’origine d
Gire, finché vi sia mare, starà immobile contro tutti gli urti dello Dio . — Mennone. — I soldati che voi vedete qui sono
vide. Io non vi ho ancora veduto, le dice, nelle forme maestose di un Dio . Giove si affligge di questa dimanda in discreta,
enere piangeva Il non mertato caso, e così esclama Con utile lusinga: Dio dell’onde, Dell’universo imperator secondo, Vicin
e coperta di vasi destinati alla bevanda. « Cinque figure seguono il Dio , che s’affretta a godere di quel licore di cui ha
rno al racconto di Mosè sulla creazione, ove dicesi che lo spirito di Dio era portato sopra l’acque, narra che le divinità
43 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXII. Gli Oracoli » pp. 242-252
ie dipendevano da questi. Perchè loro facilmente credevano che quello Dio che ti poteva predire il tuo futuro bene o il tuo
izio che darebbe de’suoi versi il principe dotto e poeta a quello del Dio stesso della poesia : « Pagina judicium docti su
44 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo II pp. 3-387
ste Ninfe se ne dolsero con Nettuno, e lo pregarono di vendicarle. Il Dio del mare mandò un mostro a devastare le campagne
’atleta. La zuffa per lungo tempo duiò in modo eguale ; finalmente il Dio , datosi a conoscere, si rallegiô col figlio pel d
appianò montagne, aperse pubbliche strade, per cui ne fu tenuto qual Dio , e si confuse con Mercurio. Teocrito lo disse l’u
manquantes] Vittoria. La Vittoria è virtù, che ci fa rendere a Dio , a noi medesimi, e agli altri uomini ciò, ch’è do
stin, fuggire ; e da quel tempo lo stesso Nume fu risguardato come il Dio tutelare de’ fuggitivi(g). Alcuni però sotto il n
simi (c). (16). Il Genio appresso gli Antichi si risguardava come il Dio della Natura. Il Censorino vuole, che esso sia st
olore ; ma credendosi tenuto a soddisfare alla promessa, già fatta al Dio delmare, immerse il ferro nel seno di quello. Alt
osa quercia, prodotta dal seme di quelle di Dodona, sacra allo stesso Dio . Intorno alla medesima giravano in lunga schiera
sotto il titolo di Epibaterio, ossia del buon ritoruo, perchò questo Dio lo avea salvato dalla burrasca, che fece perire m
45 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — Epilogo » pp. 253-254
ndo alla Cosmogonia dei Pagani, la materia era eterna, il Caos era un Dio , ed erano Divinità anche gli elementi che lo comp
46 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VI. Il regno, la prigionia e l’eŚilio di Saturno » pp. 28-30
e. Convien sapere prima di tutto che Saturno era considerato come il Dio del Tempo, e perciò in greco chiamavasi Cronos 21
47 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLII. Bellerofonte » pp. 317-320
eran fondati nei secoli barbari del Medio Evo i così detti Giudizi di Dio , pretendendosi che la Divinità dovesse sempre int
48 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XL. Osservazioni generali » pp. 304-308
i rappresentavano alcune delle Inferiori Divinità. Erano figli o d’un Dio e di una donna mortale, quali furono Perseo ed Er
49 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVI. Le Ninfe » pp. 279-284
, operando, l’umanità ; sono stelle nel Cielo, da cui derivano e dove Dio le premia. » La quale spiegazione dimostra che ad
50 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVII. Gli Dei Dei Fiumi » pp. 285-289
orgente ; e se il fiume è navigabile, si pone in mano alla figura del Dio un remo : se poi il suo corso si dirama in due o
51 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIX. Eolo e i Venti » pp. 295-
aria esiste « Quell’umido vapor che in acqua riede, » ne fecero un Dio sotto il nome di Giove Pluvio ; ed inoltre, poich
52 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cenni Preliminari » pp. 9-
ci e i Romani. Prima gli uomini adorarono le cose materiali create da Dio , come il sole dal quale riceviamo la benefica luc
53 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIII. Venère, Cupido e le Grazie » pp. 144-151
colpevoli passioni. Imene o Imeneo, l’altro figlio di Venere era il Dio delle Nozze, o vogliam dire del Matrimonio ; ed a
54 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVIII. Le regioni infernali » pp. 195-202
il Cocìto, il Flegetonte e il Lete. Lo Stige era considerato come un Dio fluviatile, e per le sue acque giuravano gli Dei,
55 (1895) The youth’s dictionary of mythology for boys and girls
overcome by Hercules, and himself given to the same horses as food. Dio ′ne [Dione]. A poetic name of Venus. Diony′sia [D
56 (1900) Myths of old Greece in story and song
aughter of Jupiter; twin sister of Apollo; goddess of the chase, 59. Dio ΄tys. A fisherman; aided Danaë against Polydectes,
57 (1855) Mythologie pittoresque ou méthodique universelle des faux dieux de tous les peuples anciens et modernes (5e éd.) pp. -549
n temple près d’Argos, Cyra ou la maîtresse de la vie, Da, et Dea, et Dio ou la divine, chez les Pélasgues, Damater ou la m
Dimator, 211. Dimorphos, 211. Dindyméne, 6. Dinétor, 357. Dinon, 259. Dio , 135. Dioclès, 140, 210. Diodas, 229. Diodore, 22
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