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1 (1824) Breve corso di mitologia elementare corredato di note per uso de’ collegi della capitale, e del regno pp. 3-248
nostri giovani lettori, se Giove, Giunone, e tanti altri non sono più Dei per noi : se la scienza della favola si è perduta
ri si assumevano il dritto di far parlare, ed agire a lor talento gli Dei  : e talvolta abusavano pur troppo di un tal privi
ografi, difficile è pur anche il far la diceria del gran numero degli Dei . Nel creare una divinità non avevano limiti gli a
novello Dio1. Ma fa d’uopo osservare, che la maggior parte di questi Dei sconosciuti nel sistema mitologico, o molto poco
Mitologia in generale. Noi faremo immediatamente la numerazione degli Dei , che riscuotevano un culto più esteso, e perciò d
unno, e tanti altri sono allegati da Ovidio tra ’l basso popolo degli Dei . La terza classe sarà composta de’ Semidei così d
Vi ha altresì una moltitudine di favole accoppiate alla storia degli Dei , ma che per altro non forma una parte del sistema
estino, dobbiamoper questo noi considerarlo come il più degno fra gli Dei , e nel dritto di riscuotere gli omaggi de’ mortal
a sorte degli uomini, e tien un libro ove è descritto il futuro : gli Dei avevano la facoltà di poter consultare cotesto li
andolo della Divinità. Il Caos. Il Caos 3 è il più antico fra gli Dei . Egli fu l’Autore della separazione delle materie
l Cielo. Urano (parola che significa il Cielo) è il più antico degli Dei . Egli era il figlio del Giorno, e sposò sua sorel
al Tartaro il gigante Tifeo, che molto si distinse nella guerra degli Dei . Urano, che temeva per parte de’ figli, li rinchi
o Nume meritava dagli uomini. Fu ascritto egli stesso al numero degli Dei , col titolo di Dio della pace. Il suo Tempio era
della terra(2). Giove. Giove era il primo, e’ l più potente degli Dei . Al solo inarcare del suo sopracciglio tremava l’
mpenso volle Giove, che i giuramenti fatti in nome di Stige neppure i Dei potessero violare. Il Destino avea altresì predet
e, che diede non equivoci contrassegni del suo valore. Ciascuno degli Dei ebbe parte in questa mischia, e soprattutto si di
favillando dagli occhi infuocate scintille. A tal vista impauriti gli Dei presero la fuga, e si nascosero colà nell’Egitto
2). Giunone. Giunone era sorella, e moglie di Giove. Per tale gli Dei la riconoscevano. La sua bellezza corrispondeva a
ella dicea « Io sposa, e sorella di chi regge il tuono, Regina degli Dei , del Cielo, e della Terra : ah si salvi l’onor mi
erra : ah si salvi l’onor mio, e facciamo palese al Mondo, che questi Dei sì potenti nulla possono al paragone di me » ! Vi
i Romani di sacrificare una troja gravida per placare lo sdegno degli Dei . Il sacrifizio fu adempito, e cessò il pericolo.
a Dea della giovinezza. Il suo impiego era di porgere il nettare agli Dei  : ma cessarono le sue funzioni, dacchè ebbe la di
una brillante occasione. Giunone aveva preso parte nella guerra degli Dei  : Giove volle punirla, e del castigo Vulcano voll
erle legate le mani dietro le spalle con una catena d’oro. Invano gli Dei si affaticarono di liberarla : il solo Vulcano po
era di essere seppellita viva all’istante. Apollo. Apollo fra gli Dei è de’ più celebri. Egli è il capo delle Muse, ed
di una costellazione detta Serpentario, ascrivendolo al numero degli Dei come Dio della medicina. Era rappresentato questo
ivina, e lo cacciò dall’Olimpo. Il più amabile, il più saggio fra gli Dei fu costretto, per non perir della fame, ad avvili
, la cui risposta fu che Laomedonte poteva disarmare la collera degli Dei nel solo caso ch’esponesse al mostro la sua figli
ollo, che si pentì del giuramento, che rivocare non era permesso agli Dei . Cercò dissuadere suo figlio, ma in vano. Il giov
ricolo che le sovrasta, indirizza a Giove i suoi prieghi. Il Re degli Dei mosso a compassione diede di piglio al suo fulmin
ssersi questi ricordato di lei in un sacrifizio che offrì a tutti gli Dei , con aver inviato un cignale di enorme grandezza
o. Celebra Clio la sorte degl’imperi, Con rendere immortali uomini, e Dei . Canta Calliope al suon di dolce lira, Ed alte im
nascere di Cupido ognuno prevedeva, che sarebbe il più tristo fra gli Dei . Giove voleva obbligar Venere sua madre a disfars
ucina una quantità di capi d’opera, che formavano l’ammirazione degli Dei , e degli uomini. Opera delle sue mani furono il f
l Cielo molto più decente, qual’era quello di porgere il nettare agli Dei . Vero è, che la poca grazia, colla quale esercita
co. Questa giovane, e leggiadra Dea, essendo caduta in presenza degli Dei , lasciò pur essa un tale impiego, dato poi da Gio
erata Aracne per tale affronto voleva impiccarsi : ma impietositi gli Dei la sostennero nell’aria, e la cangiarono in ragno
on Nettuno pel nome, che doveva darsi alla nascente città di Atene. I Dei decisero, che chi de’ due rendesse un più utile s
pie l’inferno 1. Mercurio Dio del commercio, e messaggiero degli Dei . Atlante figliuolo di Giove, e di Climene ebbe se
, cioè di Ermete Mercurio, e di Afrodite Venere. Mercurio era fra gli Dei il più occupato : era il confidente di tutti, ed
fu divorata dalle fiamme. Mercurio, che accompagnava il Sovrano degli Dei , ebbe appena il tempo di salvare il picciolo Bacc
dove principalmente esercitava il suo potere, come Sovrano di tutt’i Dei delle acque. Si suole rappresentare in piedi sopr
ni, che fanno echeggiare l’aere al suono delle conche marine, e degli Dei del mare, che tutti circondano, e sieguono a nuot
olte per que’ contorni, e per le quali i giuramenti fatti neppure gli Dei potevano mandare a vuoto : Cocito da sole lagrime
. Tantalo quel Re crudele, che per mettere a prova la divinità degli Dei in una festa diede loro a mangiare il proprio suo
si occupavano dei dettagli, che per necessità dovevano sfuggire agli Dei del prim’ordine. Per conseguenza furono gli uomin
ine. Per conseguenza furono gli uomini obbligati a creare altrettanti Dei , secondo quel che loro suggeriva la fantasia risc
di avere adempiuto alla sua promessa. Silvano. È questi uno degli Dei delle foreste, che talvolta si confonde con Pane,
a di Ercole, provò un dolore tanto sensibile che cercò in grazia agli Dei di poter morire : il suo voto fu esaudito, e dopo
nj che preseggono alla sorgente, ed al corso de’ fiumi, erano altresì Dei . La loro figura era di vecchi con capelli, e barb
ità del mare. L’Oceano, e Teti. Dopo Nettuno, il più grande de’ Dei marini, era Oceano figliuolo di Urano, e di Titea
non che precipitandosi nel mare col figlio, dove furono ammessi fra i Dei marini. Ino prese il nome di Leucotoe, e Melicert
ne mangiò, e si senti al momento la voglia di tuffarsi nelle onde. I Dei marini lo accolsero, e lo ascrissero alla loro cl
serpina. Allorchè questa Dea fu rapita da Pluto, chiesero le ali agli Dei per andarla cercando : ma nell’impossibilità di t
erchè la più dura, ed implacabile. Il Sonno. È annoverato fra gli Dei il Sonno, perchè sospende i nostri mali, e ci tog
Penati. Fa di mestieri distinguere di Lari dai Penati. I Lari erano Dei particolari delle famiglie, ed i Penati delle Cit
l primo degli oggetti di Momo era mettere in ridicolo le azioni degli Dei , e degli uomini. Avendo Nettuno formato un toro,
j, ai beni, ed ai mali. Non altrimenti che a Giove, si erano a questi Dei innalzati templi, ed altari, ed erano rappresenta
di un rasojo1. La Necessità. Figlia della Fortuna comandava agli Dei , ed agli uomini. Le sue mani erano di bronzo, ed
ddii. Gli antichi, come si è detto, avevano ascritto nel numero degli Dei tutt’i mali, che circondano l’umano genere. Essi
i un Dio vero, unico, e creatore dell’Universo, formarono altrettanti Dei di tutti gli attributi, che al vero Ente supremo
stre azione si fosse distinto, con aver richiamata l’attenzione degli Dei , e la meraviglia degli uomini. Così nella prima c
cano, che avesse formata una statua. Volle altresì che ciascuno degli Dei le avesse comuuicato qualche pregio. In fatti Ven
erra, e dei delitti. Finalmente nell’età di ferro non potendo più gli Dei tollerare la perversità degli uomini, Giove si de
che si fermò nella cima del monte Parnaso, e dopo aver ringraziato i Dei , pensarono alla maniera di ripopolare la terra. A
odici borghi, che diedero principio al Regno di Atene. Al culto degli Dei del paese aggiunse quello de’ suoi, e sopra tutto
rima di edificare la città capitale, volle offrire de’ sacrifizj agli Dei , a quale oggetto avendo spediti alcuni suoi compa
ell’Illiria perseguitato dalla gelosia di Giunone, e finalmente dagli Dei fu cangiato in serpente. Perseo. La nascita d
di Minerva. Poichè Perseo fu allontanato dalla reggia da Polidette, i Dei ebbero cura della sua salvezza. Minerva gli diede
tta dell’oltraggio a lui fatto. Bellerofonte partì colla scorta degli Dei protettori dell’innocenza, e della virtù. Giobate
epido figliuolo di Glauco alla vista de’ segnali a lui mostrati dagli Dei obbedì al comando, disfece il mostro, e ne riport
itrione figliuolo di Alcèo. Come Giove aveva detto nel concilio degli Dei , che il bambino, che doveva nascere, sarebbe dive
iede la terra, in quel luogo ove stavano le ceneri di Ercole : ma gli Dei lo punirono egualmente che se avesse colla viva v
unto attaccato all’idea della religione. Un giorno avendo accolti gli Dei in sua casa, volle mettere alla pruova la divinit
un banchetto le membra di Pelope suo figlio. Fremettero di orrore gli Dei  : la sola Cerere stordita dal dispiacere della ra
i pendevano sul capo. Pelope. Tornò in vita Pelope per opra degli Dei , che in luogo della spalla mangiata da Cerere, gl
ta ad Atrèo, si credette questi vendicato abbastanza, e ringraziò gli Dei . Egisto ben presto lo disingannò con dargli la mo
sognato. All’istante fumano gli altari per implorare il favore degli Dei , e le due parti schierate in battaglia vengono al
osa. Pretesero giustamente i Greci l’adempimento del trattato, ma gli Dei che si erano radunati per decidere sulla sorte di
rte camminava innanzi a suoi piedi. Egli si rendette formidabile agli Dei medesimi. Ferì Venere, che voleva torgli d’innanz
il necessario riposo. Fu deciso di darsi una nuova battaglia, e’ gli Dei stessi fra loro si attaccarono. Achille intanto i
amava Calipso di divenire sua sposa : ma questo principe stancava gli Dei , pregandoli di fargli rivedere la sua cara Penelo
debba condurlo alla patria : un’ecatombe1 si offre in sacrifizio agli Dei , alla qual tien dietro un solenne banchetto. Dive
nella sua assenza sagrilegamente ne rubarono alcuni. Lo sdegno degli Dei si manifestò all’istante : le carni de’ bovi scan
i spaventò in modo, che sen fuggirono alle navi : ma la collera degli Dei colà li raggiunse. Un fiero temporale pose le ond
erli. Ciò credettero i Trojani un segno manifesto della collera degli Dei , che gradivano le offerte de’ Greci. Quindi ognun
e ad abbandonare Cartagine. Docile Enea agli ordini del Sovrano degli Dei , si dispone alla partenza, e fa preparare segreta
risolve di darsi la morte. Fingendo di volere fare un sagrificio agli Dei dell’inferno, innalza un rogo : lo ascende, e si
addobbo. Furono questi intanto i soli, che accolsero il sovrano degli Dei , e Mercurio, con preparar loro una mensa assai fr
sasso, che il Ciclope gli scagliò. Inconsolabile la ninfa, pregò gli Dei , ed il sangue di Aci diede la nascita ad un fiume
fine dell’amante, volle vederne l’esequie dalla sua finestra. Ma gli Dei punirono tanta insensibilità, la cangiarono in pi
enderli felici, li fecero all’istante morire insieme, non potendo gli Dei renderli abbastanza contenti sulla terra. Cene
salvo alla riva. Periandro fece severamente punire i marinari, e gli Dei assegnarono un posto nel cielo al Delfino, che av
morale che conteneva. Abbiamo altresi osservato il gran numero degli Dei adorati dal Gentilesimo. Questa serie numerosa di
senza taccia dispensarci dall’aggiugnere quì un breve trattato degli Dei indigeni, che ricevevano un culto particolare dai
poeti primi teologi, ed inventori d’immaginarie sostanze animate o di Dei , o di Eroi spacciavano presso il popolo tuttociò
. L’immaginazione de’ poeti faceva nascere nel mondo allora bambino i Dei all’occasione di qualche umana necessità, o utili
casione di qualche umana necessità, o utilità. Quindi l’origine degli Dei maggiori e cet. Rudes initio homines Deos appel
econdo Ovidio, erano scritti da tutta l’eternità in un luogo, ove gli Dei venivano per consultarli. Cosi Giove entra con Ve
questo luogo del Caos, e del Cielo, perchè erano i più antichi degli Dei  ; sebbene non fossero compresi tra’ venti del pri
mmai pronunziare il suo nome. 1. Tullio nel terzo della natura degli Dei ammette più Veneri ; la prima figlia del Cielo, e
abilità e leggerezza. 1. Cicerone nel libro terzo della Natura degli Dei , riconosce tre Vulcani ; il primo figlio del Ciel
oni, e Ludovici in Roma. 2. Tullio nel libro III. della Natura degli Dei c. 25. parla di cinque Bacchi, aggiungendone duc
tto. 1. Ecatombe era un sacrifizio di cento bovi, che si faceva agli Dei in qualche grande occasione. 2. Loto, frutto che
2 (1831) Mitologia ad uso della gioventù pp. -
a perenne miniera di leggiadre invenzioni. Le follie di quegli stessi Dei a noi rappresentati come inferiori agli uomini e
i suoi errori(1) : Audace scuola boreal, dannando Tutti a morte gli Dei , che di leggiadre Fantasie già fiorîr le carte a
nore, ecc. La più generale divisione poi che fucevasi una volta degli Dei era in celesti, terrestri, marini e infernali, se
. Abbiamo parlato anche brevemente dei sacrifici che si facevano agli Dei , degli Oracoli, delle Sibille, ecc., onde nulla t
rra. Urano e la Terra Urano e Vesta Prisca o la Terra sono gli Dei più antichi. Ad Urano si dà anche il nome di Ciel
a di Saturno, chiamasi anche Ope, Vesta, la Buona Dea, la Madre degli Dei , Dindimea, Idea e Berecinzia ; appena nata fu esp
no e di Rea, sorella e moglie di Giove era tenuta per la regina degli Dei . A principio fu ritrosa alle importune amorose in
lui dell’accaduto. Avendo preso parte questa Dea alla congiura degli Dei contro Giove, ed essendo essi stati vinti, il Dio
a percuotendolo coll’asta ne usicì un ulivo ; ed avendo giudicato gli Dei più utile l’ulivo per essere il simbolo di pace,
invisibile, nella quale colse gli amanti e li espose alla vista degli Dei , dai quali Vulcano fu beffeggiato e deriso. Si ra
educarla, la portarono in cielo, ove fu trovata sì bella da tutti gli Dei , che tutti vollero sposarla ; ma Giove la diede a
orrisposto, ne trasse vendetta facendola sposare al più deforme degli Dei . Venere odiò il marito per la soverchia sua defor
ammazzò i Ciclopi che avevano somministrato i fulmini al padre degli Dei . Per questa vendetta fu scacciato dal cielo e nel
vuto maggiori occupazioni di Mercurio. Interprete e messaggiero degli Dei e specialmente di Giove suo padre, al levare del
i che univano l’anima al corpo. Ambasciatore e plenipotenziario degli Dei , egli assisteva a tutti i trattati di pace e di a
utti. A malgrado della loro malvagità, essi furono annoverati tra gli Dei , e in un tempio di Corinto avevano un altare sul
la statua di Pandera che fu da lui anche animata. Si racconta che gli Dei irritati nel vedere che Giove si arrogasse solo i
tone non poterono metterlo in salvo dai colpi di Ercole, allorchè gli Dei combatterono per la sorte di Troia. Plutone in qu
il diamante ; tutti gli sforzi dei mortali, e tutta la possanza degli Dei non potrebbero spezzarle. Il Tartaro si prende pe
e vi accorse con tutta quella formidable famiglia. Il supremo tra gli Dei oltremodo contento di tanto ossequio lo colmò di
to di tanto ossequio lo colmò di beneficenze e stabili che quando gli Dei avessero giurato per le sue acque, il loro giuram
alunniatori. La decima parte di queste acque erano riserbate per gli Dei spergiuri. Annoverasi tra i fiumi dell’Inferno an
e violento. Echidna era figlia di Crisaore e di Calliroe. Benchè gli Dei la tenessero chiusa in una caverna ebbe nondimeno
ano divinità infernali, immaginate come ministre della vendetta degli Dei contro i colpevoli ed incaricate della esecuzione
 ; Aletto dedicavasi particolarmente ai disordini della guerra, e gli Dei servivansi di Megera allorchè trattavasi di trarr
’ei non volea seguire se non se la virtù e la scienza, il padre degli Dei , geloso delle persone dabbene, lo aveva accecato
o o Pluto figlia di Teoclimene, dicesi che in un convito offerto agli Dei , per far prova della loro divinità diè loro a man
Dio aveva in Delfo. Irritato Apollo uccise Flegia e precipitato dagli Dei nel Tartaro fu condannato a starsi perpetuamente
più formidabile dei quali fu Tifone che da sè solo diede a fare agli Dei più assai che tutti gli altri giganti insieme. Po
he e da cinquanta petti, ad istanza di Teti, nella cospirazione degli Dei contro Giove, salisse al cielo e si sedesse al fi
ti Numi e fe’ loro abbandonare il progetto di legare il supremo degli Dei . Giove in riconoscenza lo avrebbe scelto unitamen
i da altri che Briareo avesse parte nella guerra de’Titani contro gli Dei , e che fosse oppresso sotto il peso del monte Etn
olo viene considerato come figlio di Demogorgone, il più antico degli Dei che aveva per compagni il Tempo ed il Caos, la cu
lto distinta per la sua bellezza e che avea rifiutato la mano di vari Dei , impiegò tutti i mezzi per farle superare l’avver
e sopra il Campidoglio si dovette trasportare altrove le statue degli Dei che vi si trovavano. Tutti gli Dei cedettero per
rasportare altrove le statue degli Dei che vi si trovavano. Tutti gli Dei cedettero per riverenza il luogo a Giove e si rit
on isdegno respinto, riguardandolo come un uomo colpito dalvira degli Dei . Si rappresenta sotto la forma di un vecchio vene
Noto da mezzogiorno, Zefiro da ponente. Il vento Borea posto tra gli Dei soffia il freddo e cagiona le nevi e le procelle 
ico per quanto lo si può essere, non aveva riguardi per alcuno, e gli Dei stessi erano oggetto de’suoi motteggi, e riprende
gli il nettare ; ma essendo un giorno caduta in presenza di tutti gli Dei in un modo poco decente, ella n’ebbe tanta vergog
cui essa versa il nettare. Il nettare era una deliziosa bevanda degli Dei , benchè da alcuni sia considerato come alimento ;
i di qualcuno dioevasi che ei beveva già il nettare nella tazza degli Dei  : coloro che avevano una volta assaggiato il nett
degli Dei : coloro che avevano una volta assaggiato il nettare degli Dei non potevano morire che di un colpo di folgore. T
el Destino : gli uni irrevocabili, e dai quali dipendevano gli stessi Dei  : gli altri che potevano essere cangiati o modifi
i stavano scritti da tutta l’eternità in un determinato luogo ove gli Dei andavano a consultare questo Nume. Giove vi andò
lle Parche. Questa Dea raccomandava agli uomini, di non chiedere agli Dei se non quello che era giusto e ragionevole. Presi
, ecc. Dicesi che Giove essendo stato strettamente legato dagli altri Dei , Teti, coll’aiuto del gigante Briareo gli restitu
figlio da essa nato sarebbe più grande e più possente del padre, gli Dei la cedettero a Peleo. Poco contenta Teti di avere
mortale per isposo dopo di essere stata amata dai più grandi tra gli Dei , a guisa di un novello Proteo, si cangiò sotto di
an pericolo che gli sovrastasse nella guerra che gli fecero gli altri Dei , ma questo fatto spetta a Teti zia di questa, e g
dove Sarone annegò e desso fu messo da’ suoi popoli nel numero degli Dei del mare, e divenne in seguito il Dio tutelare de
’ amore pe’ suoi sudditi, che lo risguardavano come il favorito degli Dei , gli fecero meritare il titolo di Gran Legislator
spogliarono di quanto aveva di mortale e l’ammisero nel numero degli Dei marini. Gli abitanti di Antedone gli eressero un
tutta la sua abilità un giorno si annegò, ed allora fu detto che gli Dei marini lo avevano del tutto ammesso nella loro co
lla memoria. Quando stavano nell’Olimpo cantavano le meraviglie degli Dei  ; conoscevano il passato, il presente e l’avvenir
tappezzeria nella quale erano troppo ben rappresentate le colpe degli Dei . Aggiungesi che la Dea portò il suo risentimento
eggiore. I Penati, i Lari ed i Lemuri I Penati ed i Lari erano Dei domestici ; si facevano presiedere i primi alle c
Agenoria o Stimula quella che gli spingeva ad agire. Gli Agonii erano Dei che si invocavano quando trattavasi d’intraprende
i non gli die’ nulla, staccò uno de’ buoi dall’aratro, lo immolò agli Dei e lo mangiò. Dovea essere anche gran bevitore, se
i decreti di Giove ; e gli annunciò che sarebbe posto nel rango degli Dei allorchè avesse compiuto i gloriosi suoi destini.
i fu costretto a portarsi in cielo per farsi guarire dal medico degli Dei . Un giorno in cui trovavasi molto incomodato dagl
la più virtuosa tra le donne, i soli che per essere gente dabbene gli Dei vollero eccettuare dal generale eccidio. Ritirate
lungo tempo lontano Perseo. Ma siccome questo giovine era amato dagli Dei essi vennero in suo soccorso. Mercurio gli prestò
llo zodiaco, perchè il padre loro aveva voluto sapere i secreti degli Dei . Esse formano una costellazione chiamata le Pleai
le fondamenta della nuova città, dimostrare la sua riconoscenza agli Dei con un sacrificio. A tal fine mandò i suoi compag
Oppressi entrambi dal peso degli anni e delle sventure, pregarono gli Dei di porre fine alla loro vita, e tosto furono cang
pirati che lo infestavano, e furono perciò messi tra il numero degli Dei marini e come tali invocati nelle tempeste. Segui
altri, di sei in sei mesi. I Greci li ammisero tra il numero de’loro Dei . A Sparta ove nacquero ed ove ebbero la tomba fu
racolo la consultavano. La lira d’Orfeo fu trasportata in ciclo e gli Dei ne fecero una costellazione. Le donne omicide fur
ori, per cui pregò Giove di porre fine a’ suoi giorni. Il padre degli Dei , tocoo dalla sua sciagura, trasferì a Prometeo l’
no gettati su gli scogli della costa d’Egitto, ma la protezione degli Dei li sottrasse anche a questo pericolo. Continuando
e, Mercurio diede a Nefele, loro madre, un montone d’oro al quale gli Dei avevano comunicato la prerogativa di traversare l
per l’ottenuta fecondità delle campagne solenni sacrifici a tutti gli Dei , dimenticò di offrirne a Diana, di che essa sdegn
iove o di Cibele, o secondo alcuni un antro consacrato a Cibele ; gli Dei li trasformarono per ciò in lioni, e Cibele li at
al ricever che fece questa triste nuova mandatagli dalla regina degli Dei per mezzo di Morfeo. Gli Dei ricompensarono la lo
nel luogo di sua nascita. Prima della guerra nella quale soccorse gli Dei contro Giove, egli aveva condotto via dall’Erizia
vere felici sotto l’autorità delle leggi ; mostrò loro ad onorare gli Dei nei tempii per mezzo dei sacrifici, a cingere le
In riconoscenza di tanti benefizi i Romani lo posero nel numero degli Dei . Il regno di Giano fu tanto pacifico che fu risgu
cchè il principe fece nell’indomani dei sacrifici per ringraziare gli Dei del favore che gli avevano accordato e dei contra
rose prove fu ucciso dal tebano Menalippo ; Capaneo sprezzatore degli Dei , mentre scalava le mura di Tebe venne fulminato d
Taigete, fu dall’empio padre, come si è già detto, dato in pasto agli Dei per far prova della loro divinità e da essi risus
pra degli altri eroi, quanto consideravano Giove superiore agli altri Dei . Da Ippodamia ebbe questo principe due figli, Atr
di Diana se ne fuggirono. Tornato in Grecia fu Oreste giudicato dagli Dei nell’Areopago d’Atene, ove sebbene eguali voti ei
trarne vendetta alla metà del banchetto gettò essa sulla mensa degli Dei un pomo d’oro portante la segnente iscrizione : A
ittà già sì florida e sì possente ad un mucchio di sassi e di cenere. Dei capi troiani e loro alleati i soli che avanzarono
lici, ecc. Chiamavansi dagli antichi Oracoli le risposte che gli Dei davano agli uomini ; e lo stesso nome davasi pure
condurre a buon fine qualche impresa, tosto recavasi a consultare gli Dei che avevan fama di predire il futuro. Gli Oracoli
di sacrifici, ecc. Giove in forza della sua qualità di sovrano degli Dei , era riguardato come il primo motore degli oracol
lo che nella cognizione dell’avvenire era il più versato di tutti gli Dei , essendosene istrutto dallo stesso Giove. I più f
degli Oracoli venne coll’andar del tempo accordato a quasi tutti gli Dei e ad un gran numero di eroi. Marte ebbe un Oracol
li Oracoli era necessario scegliere il tempo in cui credevasi che gli Dei ne pronunciassero ; poichè tutti i giorni non era
ricevevasi la risposta dell’Oracolo, gittando le sorti. Talvolta gli Dei mostravansi meno difficili ; e il consultante, al
li Oracoli nè meno celebri, nè meno venerati, erano pronunciati dagli Dei e dalle Dee, oppure dalle Parche ne’ loro tempii.
nvasione d’Alarico re dei Goti in Italia. Il culto che si prestò agli Dei , a’ Semidei e agli uomini che per qualche straord
erta campagna, in qualche luogo elevato, era l’altare, sul quale agli Dei rappresentati da un sasso informe o da un troneo
della terra e non più. A poco a poco incominciaronsi a effigiare gli Dei sotto varie forme nelle statue di legno, di creta
ste o infette. Una porzione della vittima abbruciavasi in onore degli Dei , il resto mangiavasi, eccetto negli olocausti, ov
re il giorno in cui tali banchetti dovevano aver luogo in onore degli Dei . Il loro numero che da principio era solo di tre,
ono o tristo presagio, perchè riguardavansi come avvisi spediti dagli Dei di ciò che aveva a succedere. Fra le cerimonie re
ati dalla maggior parte dei popoli per ricrearsi o per onorare i loro Dei . Non si conosceva giuoco alcuno il quale non foss
circo e gli altri sopra la scena. Riguardo ai giuochi consacrati agli Dei erano dessi divisi in sacri e in votivi, perchè s
3 (1897) Mitologia classica illustrata
le e sociale, crearono una quantità di favole e racconti intorno agli Dei della loro fede e agli uomini più valenti di loro
uso di chiamare preferibilmente miti le narrazioni che riguardano gli Dei , e leggende quelle che concernono gli Eroi. La Mi
porti; giacchè in sostanza la Mitologia, nella parte che riguarda gli Dei , rappresenta le credenze e la fede di quel popolo
teravano più o meno i primitivi lineamenti. Ma non è men vero che gli Dei della mitologia e le principali leggende a loro r
i ha conservato una serie così numerosa di leggende intorno ai propri Dei e Semidei, molte delle quali sono strane e contra
itorie, bene spesso anche empie ed immorali? Giacchè ivi non solo gli Dei sono rimpiccioliti e fatti simili agli uomini, ma
i avvisò di spiegare la mitologia sostenendo che i miti relativi agli Dei altro non erano che storia umana avvolta nel mera
ro non erano che storia umana avvolta nel meraviglioso, ossia che gli Dei tradizionali erano antichissimi uomini, re, princ
rentele, alla loro discendenza. Anzichè ad illustrare le figure degli Dei , il senso religioso degl’ Italici si applicava di
gia si divide in due parti; la prima espone le leggende relative agli Dei , la seconda quelle concernenti gli Eroi. Parte
tomachia. 1. Prima di esporre le varie discendenze e vicende degli Dei greci e romani, giova premettere un cenno del com
e immagini e attribuzioni che divennero tradizionali. Eran dunque gli Dei in genere concepiti come esseri simili all’ uomo,
loro innalzate al più alto grado di eccellenza; quindi il corpo degli Dei era pensato come più grande, più bello, più maest
le sopracciglia faceva tremar tutto l’ Olimpo. Sono bensì gli antichi Dei costretti an ch’ essi nei limiti dello spazio, ma
pre soddisfare i loro desideri. — Quanto alle doti dello spirito, gli Dei erano naturalmente pensati come superiori agli uo
getto al fato inesorabilmente. Riguardo alla moralità attribuita agli Dei , qui si manifesta più che mai il concetto antropo
omplesso adunque si può dire che gli antichi non seppero foggiare gli Dei se non a loro immagine e somiglianza, pur concede
o un portato della naturale religiosità. 2. Origine del mondo e degli Dei . Il mondo, secondo Esiodo, ebbe origine dal Caos,
qui la Cosmogonia e la Teogonia s’ identificano, perchè, essendo gli Dei sorti dal Caos, una personificazione delle grandi
se e dei fenomeni naturali. Ma i miti ben presto si complicano e agli Dei pur mo’ nati si attribuiscono gesta e rapporti ch
ssa al Pelio. Alla grande battaglia che seguì presero parte tutti gli Dei , aiutati anche da Eracle e da Dioniso. I Giganti
ei lavori più antichi, i Giganti non hanno figura diversa dagli altri Dei ed eroi, a cominciare dall’ età di Alessandro Mag
ità greche erano dunque raggruppate intorno a Zeus, detto padre degli Dei e degli uomini. Le Divinità si distinsero in magg
e vette si pensava toccasse il cielo e ivi sorgessero i palazzi degli Dei fabbricati da Efesto. Gli Dei minori poi erano in
rra, in mare e nell’ inferno. A parlare ordinatamente di tutti questi Dei , li divideremo in tre ordini, gli Dei del cielo,
e ordinatamente di tutti questi Dei, li divideremo in tre ordini, gli Dei del cielo, gli Dei dell’ oceano e delle acque e g
tutti questi Dei, li divideremo in tre ordini, gli Dei del cielo, gli Dei dell’ oceano e delle acque e gli Dei della terra
e ordini, gli Dei del cielo, gli Dei dell’ oceano e delle acque e gli Dei della terra e dell’ inferno. Capitolo secondo.
sommo Iddio fanno riscontro le morali. Egli vien detto « padre degli Dei  », perchè, sebbene ultimo nato nella sua divina f
o nella sua divina famiglia, ha però l’ autorità suprema su tutti gli Dei e n’ è il capo riconosciuto. In lui risiede la sa
onosciuto. In lui risiede la sapienza; egli è potente e, solo fra gli Dei , libero nel suo agire, non avendo altro limite al
e dell’ armonia che regna nelle cose. Degli uomini è padre come degli Dei ; ad essi dispensa con mano giusta i beni e i mali
cenici. Quando poi gli imperatori introdussero in Roma il culto degli Dei asiatici, altre divinità orientali si fusero con
Zeus mettendogli in bocca queste parole: « Orsù, dic’ egli agli altri Dei quando proibisce loro di prender parte alla batta
dal cielo un canapo d’ oro, attaccatevi tutti a quello quanti siete, Dei e Dee; voi non riuscirete, per quanto vi stanchia
tutto l’ universo rimarrebbe penzoloni; tanto io sono più forte degli Dei e degli uomini ». In senso elevato cantaron di Ze
del Partenone, rappresentante l’ improvvisa comparsa di Atena fra gli Dei . Le statue romane di Minerva erano af
dre di Asclepio o Esculapio e lo identificò con Peone il medico degli Dei . E non solo dei corpi, ma è egli anche medico del
cetra o forminx, ed ei la sonava con grande abilità a sollazzo degli Dei immortali, durante i loro conviti. Dirigeva anche
sullo scettro di Zeus, Ares lascia in disparte le lancie e tutti gli Dei sentono molcersi il cuore. Dei poeti latini ricor
scia in disparte le lancie e tutti gli Dei sentono molcersi il cuore. Dei poeti latini ricordisi Orazio, che nel Carme Seco
osfera, avido di disordine e di lotta, Ares era detestato dagli altri Dei ; lo stesso Zeus lo aveva in odio. Egli, secondo c
li accalappiò l’ imprudente coppia, onde n’ ebbero sollazzo tutti gli Dei e le Dee chiamati da Efesto a contemplare il gust
zze e dedite alla guerra, le quali lui veneravano come il sommo degli Dei . 3. Il Dio italico identificato con Ares è Marte.
ull’ Olimpo, aveva anche edificato immortali abitazioni per gli altri Dei ; poi si consideravano come opere sue l’ egida di
so sera va nella Pieria, dove Apollo stava pascolando le greggi degli Dei , e gli ruba cinquanta giovenche, e via le conduce
ominciando da queste ultime, Ermes era anzitutto il messaggiero degli Dei e l’ esecutore dei loro ordini. Veloce più del ve
re e mari, ad annunziare alle genti la volontà di Giove o degli altri Dei . Così fu mandato alla ninfa Calipso per trasmette
Argo dai cento occhi, custode di Io. Come messaggiero ed araldo degli Dei , Ermes portava sempre il caduceus. Era la verga s
o infine come psicopompo, e regolatore dei sogni, gradito a tutti gli Dei sia del cielo sia dell’ inferno. La rappresentazi
seo Nazionale di Napoli, e rappresenta (fig. 26) il messaggiero degli Dei che per breve riposo s’ è messo a sedere su una r
e, ma anche ai sacrifizi religiosi, che il capofamiglia offeriva agli Dei nelle preghiere fatte in comune; presso il focola
e fatte in comune; presso il focolare della casa eran le statue degli Dei , ivi il ritrovo di tutti i membri della famiglia,
un tempio per lei; anzi essa aveva posto anche nei templi degli altri Dei , e nessun sacrificio aveva luogo senza che cominc
1. Tra le primarie divinità del cielo dobbiamo anche annoverare due Dei esclusivamente romani, che non hanno il loro corr
corpi celesti che l’ immaginazione popolare doveva annoverare fra gli Dei , v’ era naturalmente il sole; di qui il dio Elio
iera occupazione di Elio era quella di portar la luce del giorno agli Dei e agli uomini, uscendo al mattino dall’ oceano d’
e Faetonte (splendore e scintillio) per gratificare della diurna luce Dei ed uomini, prevenendo il carro del sole, e sparge
li astri. 1. Alcuni tra gli astri devono essere annoverati fra gli Dei della mitologia. Tali anzitutto le stelle del mat
anto piangevano per la morte di un loro fratello Iade (Hyas), che gli Dei per compassione le mutarono in stelle. Il loro no
l’ Ellade). II. Divinità secondarie che formavano il corteo degli Dei del cielo, o compagne o ministre esecutrici della
ro in grado di eternare coll’ arte del canto le grandiose gesta degli Dei ; e che allora Zeus genero con Mnemosine le nove M
che Apollo suole accompagnare con la cetra, rallegrano l’ animo degli Dei , allorquando questi sono adunati nell’ alto palaz
o che abbellisce e rende gradevole la vita. Senza di esse, neppur gli Dei potevano godere una piena beatitudine. Musica, el
è alcun savio, alcuno bello, alcuno illustre, è da voi; e neanche gli Dei senza le sante Cariti non possono attendere alle
i Greci simbolo di ogni vittoria e di ogni prospero evento sia degli Dei sia degli uomini, invocata non solo in occasione
ua mistica rappresentante, fosse concepita come una messaggiera degli Dei ; tale apparisce già in Omero. Essa va con velocit
; per lo più in servigio di Zeus e di Era, ma anche talvolta di altri Dei . Nè solo è messaggiera, ma anche guida e consigli
iera di Giunone, ed Ermes ne prende il posto nei rapporti cogli altri Dei . 2. Veloce come il vento e le procelle è detta Ir
nimede (Ganymedes) aveva in Olimpo il compito di far da coppiere agli Dei . Omero dice che era figlio del re Troiano Tros, e
soleva lanciar le sue freccie infallibili producendo in chi voleva, o Dei od uomini, la piaga d’ amore. Alla forza di Eros,
te la figura di quel volubile e scaltro giovanetto, che tiranneggiava Dei ed uomini, e compiacevasi a stuzzicar tutti gli e
cerca invano per tutta la terra il perduto bene; invano supplica gli Dei ; lo sdegno di Venere non è ancora ammansito, ella
sto dicevasi talvolta effetto della volontà di Zeus o in genere degli Dei , tal altra si concepiva il destino come qualcosa
guidato nelle varie congiunture della vita da un Dio speciale; questi Dei speciali i Greci li chiamavan Demoni, gli Italici
i i Greci li chiamavan Demoni, gli Italici Genii; e così popolaron di Dei le case, le città, le campagne) da loro si aspett
itava nel fondo del mare in una scintillante spelonca. Come tutti gli Dei delle acque, aveva Nereo il dono di predire l’ av
Elettra genero Iride, cioè l’ arcobaleno, divenuta messaggiera degli Dei , e le Arpie (Harpyiae), le dee della bufera rapac
ti, e purificatosi di tutte le debolezze umane, venne assunto tra gli Dei marini. D’ allora in poi fu venerato comò protett
unone Pronuba, e infine come Dea dei morti era invocata insieme cogli Dei inferi. Un tempio alla madre Terra fu eretto in R
ta Divinità. III. Dioniso-Bacco. 1. Uno fra i più importanti Dei terrestri fu pei Greci antichi Dioniso. Era il di
; nel quale sotto la maschera di Satiri venivano messi in parodia gli Dei ed Eroi celebrati dall’ Epopea e dalla Tragedia,
lo in pelli di lepre lo portò all’ Olimpo per farlo vedere agli altri Dei . Questi ne presero un grau piacere, specialmente
rau piacere, specialmente Bacco. Dal qual fatto, di essersi tutti gli Dei rallegrati di Pane, derivavano gli antichi il suo
eva a sonar la zampogna, e le Oreadi cantavano danzando le lodi degli Dei , e l’ eco rispondeva di valle in valle, e gli uom
to Silvano Salutare. Silvano è menzionato spesso dai poeti, tra altri Dei della campagna, come Pane, Priapo e le ninfe. In
a e la prosperità del genere umano, Saturno e Opi valevano anche come Dei del matrimonio e del l’ allevamento de’ figliuoli
one col consenso di Zeus. Allora Demetra crucciata contro il re degli Dei appartossi dall’ Olimpo, e prese a vivere in luog
avansi annue feste dette Eleusinie, in onore di Demetra e degli altri Dei con essa connessi. Si distiguevano le piccole e l
degno di questa vita felice con una condotta retta e approvata dagli Dei . Templi speciali non sembra siano stati eretti a
e e niuno dei trapassati può, senza un’ eccezionale concessione degli Dei , rivedere la luce della vita. lu origine era lui
a è quasi sempre la morte, era detto Ades il più odiato fra tutti gli Dei . — Ma oltre questo aspetto truce e terribile, Ade
l’ altare del tempio di Saturno nel Foro. Un altro altare sacro agli Dei infernali trovavasi nel campo Marzio, costruito s
forma di un disco; tantoche allorquando scoppio aspra contesa tra gli Dei presso Troia, come si descrive nel 20º canto, ave
ennone e Menelao, in punizione di aver abusato della confidenza degli Dei rivelando agli uomini i loro segreti, o come da a
ro segreti, o come da altri si raccontava, per aver dato in cibo agli Dei le membra cotte di suo figlio Pelope, è condannat
nto, che colla sua astuta malvagità più volte ha destato l’ ira degli Dei , si ha avuto questo castigo di dover spingere un
ii gruppi di esseri infernali. XIV. Le Erinni-Furie. 1. Tra gli Dei che han sede in inferno, son da annoverare le ter
edere che rimanesse sotterra; di qui la collocazione di Ecate fra gli Dei infernali. Quel che di arcano è proprio della nuo
o trasparente, uscivano i sogni veri e di facile spiegazione. Tra gli Dei de’ sogni s’ annoveravano Morfeo, che dicevasi ap
o dell’ Iliade, ove Era prega il Sonno, quel che tutti doma, uomini e Dei , a infondere profondo sopore nelle membra di Zeus
i morituri quel cotal crine, il cui taglio sacrava la loro testa agli Dei infernali; in principio della tragedia essa disco
esso i Romani. A compiere l’ enumerazione e l’ illustrazione degli Dei antichi di Grecia e di Roma rimane che si parli d
quali si ripongono per l’ uso della famiglia. Penati eran dunque gli Dei protettori del nutrimento della famiglia, e delle
Tale il concetto primitivo; chè più tardi Dei Penati erano in genere Dei della casa, non ben distinti dai Lari di cui parl
ingole case si facevano dal capofamiglia, giacchè attribuivasi a tali Dei una grande influenza sulla prosperità dello Stato
enza degli antichi, e Penati e Lari vennero onorati alla rinfusa come Dei domestici. Nei tempi più antichi ogni casa aveva
la Mitologia Eroica sia ancora più ricca della teologica. 2. Come tra Dei e Genii si supponeva una differenza solo di grado
upponeva una differenza solo di grado, facendo i Genii inferiori agli Dei in forza e sapienza, ma immortali com’ essi, così
che e morali più che umane. Costoro erano creduti e detti figli degli Dei , certo dovevano essere di origine diversa dagli a
le, eppur rimasti vivi nelle leggende popolari e così ridotti a eroi. Dei quali ultimi, Divinità fatte eroi, avvenne poi an
istato di piena felicità e in intimità di conversare e di mensa cogli Dei , gli altri narrando invece che si trovano da prin
cui si sarebbero rilevati progredendo a poco a poco coll’ aiuto degli Dei . — Tra le leggende relative agli inizi dell’ uman
industria. Per questo Prometeo era messo insieme con Efesto ed Atena, Dei promotori dell’ umano progresso. Senonchè per il
ell’ ingegno umano, che troppo fiducioso in sè stesso si ribella agli Dei e usurpa quello che a loro spetterebbe, pur benef
Efesto di plasmare con terra ed acqua una bella figura di donna; gli Dei andarono a gara per adornarla delle più graziose
in una morbosa sonnolenza. Trascuravan persino di rendere onori agli Dei ; onde Zeus preso da furore disperse questa schiat
sola coppia di Deucalione e Pirra. I quali poi chiedendo grazia agli Dei , per ripopolar la terra ebbero ordine di velarsi
e per Bellerophonte così valoroso e così evidentemente protetto dagli Dei , si riconciliò con lui, gli diè in moglie la sua
dagnata con tanta fatica; giacchè narra Omero che venuto in odio agli Dei , prese a errar solitario, evitando il contatto de
o bellezza e per la potenza del padre osarono manear di rispetto agli Dei , in pena di che furono colte da schifosa malattia
gli. Ma che cosa può l’ umana astuzia contro gli eterni decreti degli Dei ? La cassetta si diresse verso l’ isola di Serifo,
mezzo, dicendo che l’ altra metà se la facesse dare dai tanto lodati Dei . Orbene celebrandosi poco dopo nel palazzo di Sco
sacrificando, per ordine dell’ oracolo, una delle sue figliuole agli Dei infernali; solo dopo cio movendo contro il nemico
col fratello Radamanto e con Eaco il giudice dei morti nell’ Averno. Dei figli di Minosse, Catreo, come già si disse, gli
rno in cui Alcmena doveva dare alla luce i due gemelli, detto ira gli Dei che sarebbe nato allora allora il più forte dei P
Eracle di tanta vittoria, gli diè in isposa sua figlia Megara, e gli Dei gli fecero dono di splendide armi. — A questo pun
una folia di particolari, e vennero introdotti a combattere anche gli Dei dell’ Olimpo, parte a favor di Neleo parte in aiu
timo Eurialo di Mecisteo. Non combattendo essi contro il volere degli Dei come i loro padri, ma anzi con buoni auspici, ebb
lio di Zeus, possessore di estesissimi fondi, era così bene viso agli Dei che questi non sdegnavano invitarlo spesso alla l
figlio Pelope e ne fe’ cuocere le membra e le appose alla mensa degli Dei ; e altre colpe commise diversamente esposte in va
a figlia del centauro Chirone. Per la sua pietà e bontà era caro agli Dei . Desolata da una peste la sua isola e spoglia d’
solo, persuaso che i Centauri avrebbero fatto scempio di lui. Ma gli Dei vegliavano alla sua salvezza, e gli mandarono per
occasione si celebrarono nozze splendidissime, a cui assistettero gli Dei stessi; e Posidone donò a Peleo i cavalli Xanto e
da Zeus, per la sua straordinaria bellezza e divenuto coppiere degli Dei , già abbiamo parlato. Gli altri due divennero cap
sette giorni e diciasette notti con canti e nenie così commoventi che Dei ed uomini non potevano trattenere le lagrime. Poc
a le loro spire. Ai Troiani parve questo una punizione inflitta dagli Dei a Laocoonte per il consiglio dato, e senza indugi
nzione, non dubitò dire che si sarebbe salvato anche a dispetto degli Dei ; allora Posidone con un colpo del suo tridente sp
li avesse severamente proibiti. Terribile fu la vendetta degli offesi Dei ; appena s’ eran messi in mare un fulmine di Zeus
a coll’ animo pieno di desiderio nella direzione d’ Itaca. Alfine gli Dei si mossero a compassione di tanto dolore, e Zeus
lo in atto di dolorosa rassegnazione, sì che par voglia chiedere agli Dei perchè una sorte si crudele sia toccata a lui dev
suo peso istesso; invece a forza temperata (dalla prudenza) anche gli Dei danno incremento; giacchè gli Dei hanno in odio q
emperata (dalla prudenza) anche gli Dei danno incremento; giacchè gli Dei hanno in odio quelle violenza che rende l’ uomo c
i venti, e le città e il triste regno (della Morte) et le turbe degli Dei e degli uomini con equo imperio regge egli solo. 
sce che la figura, è zoppa non brutta però. » 13. « messaggero degli Dei , inventore della curva lira, destro a nascondere
e sa leggere ed educare i poeti. » 41. « … aveste condiscendenti gli Dei , e vedeste le membra vostre biondeggiar d’ improv
4 (1855) Compendio della mitologia pe’ giovanetti. Parte I pp. -389
nto, delle favolose avventure, delle ineumbenze e del carattere degli Dei de’ Gentili o Pagani, i quali follemente credevan
Il Cielo, detto da’ Greci Urano, era riputato antichissimo fra gli Dei  : ed ebbe molti figliuoli dalla Terra, sua moglie
e di sacri boschetti. Fauno fu il primo ad edificare de’ tempii agli Dei fra gli Aborigeni, e dal suo nome si crede deriva
chiamasi Madre, perchè la Terra credevasi madre degli uomini e degli Dei  ; o perchè Vesta era il principal nume tutelare d
se di Satùrno e di Giano. Satùrno si annoverava piuttosto fra gli Dei infernali che fra i celesti ; la quale credenza n
carsi il pianeta di Satùrno di malefico influsso, ch’è l’indole degli Dei infernali. Il giorno sacro a Satùrno era infausto
tinaio del cielo faceva che le preghiere avessero libera entrata agli Dei  ; o perchè il primo mostrò l’uso del vino e del f
ti a questo Nume e lor ragione. Giove, padre degli uomini e degli Dei , chiamavasi Jupiter da’ Latini, quasi iuvans pate
l fango della terra formò il corpo del primo uomo a somiglianza degli Dei , dandogli un sembiante nobile e fatto per mirare
(Πανδωρα, Pandora), quasi ornata di tutt’i doni. Altri dicono che gli Dei , mal sofferendo che Giove volea per se solo il po
o tanta felicità, ed il genere umano mosse a sdeguo sì fattamente gli Dei che tutti lasciarono la terra pe’ delitti degli u
rivilegio era dell’età dell’oro, godere gli uomini il consorzio degli Dei . La Vergine Astrèa però, fig. di Giove e di Temi,
, la quale secondo Omero avea l’affizio di regolare i banchetti degli Dei , quando sedevano a concilio sull’Olimpo. Ebbe un
oracolo antichissimo nella Beozia, e però chiamossi fatidica. Or gli Dei , i quali, lasciata la terra, erano ritornati in c
cedonia, scagliando sassi ed alberi accesi contra il cielo, e che gli Dei , chiamato Ercole in aiuto, li debellarono. Altri
ini di grandissima robustezza e ferocia, che insolentivano contra gli Dei e gli uomini, a’ quali, per dinotarne la forza, g
ualche empia generazione di uomini, i quali negando l’esistenza degli Dei , fecero dire che volevano discacciarli dal cielo 
Numi. Giove, per domare siffalla genia, tenne il gran concilio degli Dei e vi parlò della necessità di perdere il genere u
tea-Atlante. Il luogo in cui Giove adunava il gran Concilio degli Dei , era l’Olimpo ( Ολυμπος, Olympus). Da Omero e da
l’una parte e dall’altra eran dodici stanze o piccioli palagi per gli Dei maggiori, e nel bel mezzo una sala magnifica sì p
ù alta e risplendente del cielo, dov’è la sede di Giove e degli altri Dei . Or ogni volta che Giove risolver dovea qualche g
solver dovea qualche gravissimo affare, chiamava a consiglio i dodici Dei maggiori, detti pure Olimpii e Consenti, ch’erano
a sinistra di questa strada sorgevano le magnifiche abitazioni degli Dei  ; e pel mezzo, sul suo cocchio, Giove era solito
e sedere alla mensa di Giove vuol dire, esser posto nel numero degli Dei (1). Nell’Iliade (2) si legge che teneva gran tavo
, da cui gli Etiopi solevan prendere le statue di Giove e degli altri Dei e portarle processionalmente intorno alla Libia,
ola. L’ambrosia (da α, non, e βροτος, mortalis), ch’era il cibo degli Dei , significa cibo degl’Immortali, o che dona l’immo
nsa con abbondante ambrosia, e gli mesce rosseggiante nettare. Nè gli Dei solamente, ma pure i loro cavalli, e quelli parti
ta con dolce nettare, il rende immortale, percui è annoverato fra gli Dei . Quanto ha ragione di dolcezza e di amabilità, tu
ruscello. L’ambrosia era propriamente il cibo di Giove e degli altri Dei , ed il nettare, la loro bevanda ; sebbene non man
ventù e fig. di Giove e di Giunòne ; la qual cosa voleva dire che gli Dei non invecchiano, godendo una perpetua giovinezza.
, godendo una perpetua giovinezza. Andato Giove un giorno cogli altri Dei ad un gran convito nell’Etiopia, Ebe, nel ministr
co, E il deiforme Ganimede al tutto De’ mortali il più bello e degli Dei , Rapito in cielo, perchè fosse a Giove Di coppa m
Giove ; o quella del mostro Egis, ucciso da Minerva. Anche gli altri Dei adoperavano l’Egida nelle battaglie in terra ed i
, fig. di Marte e di Venere, ed alle sue nozze intervennero tutti gli Dei e vi cantarono le Muse e le Grazie. Da lei ebbe I
ella Frigia(2), ove introdusse un segreto e misterioso culto de’ suoi Dei , che si conservò lungo tempo in quelle contrade.
dà dodici figliuoli ed altrettante figliuole ; e lo chiama caro agli Dei . Egli sedeva sulla vetta di un monte, e collo sce
lesti ; e Bacco in quel luogo edificò un gran tempio, l’unico che gli Dei avessero nella Libia. Il quale sorgeva in mezzo a
el Campidoglio, per significare la maggioranza di lui sopra gli altri Dei (1). Teneva la destra armata di un fulmine di oro,
he il capo di Giove abbia sempre gli stessi caratteri che dagli altri Dei il distinguano, cioè uno sguardo costantemente se
una coppa d’oro in una mano, come quella che versava il nettare agli Dei  ; e pasceva di ambrosia l’aquila di Giove. Castor
incipale di Giove spesso chiamato da’poeti padre degli uomini e degli Dei . Iupiter Pluvius, Giove datore della pioggia, de
ffatti numi : e Mercurio ebbe da Giove l’incarico d’invitarvi tutti e Dei , ed uomini ed animali. La ninfa Chelone con inudi
none. Emo e Rodope. Gerane. Antigone. Giunone era la regina degli Dei , e la Dea de’ regni e delle ricchezze, percui spe
Giunone le cangiò i capelli in serpenti, e che per compassione degli Dei fu trasformata in cicogna ch’è nemica di questi r
ichi furono le nozze di Peleo, a cui, benchè mortale, dice Omero, gli Dei diedero per isposa una Dea. Catullo ha scritto su
suo nipote, sposasse quella Dea ; alle quali nozze furon invitati gli Dei e le Dee tutte, salvo che la Discordia o Eride, D
l fatale figliuolo di Priamo, cagione di tanti mali ; ed Enone : oh ! Dei , esclama, sommergete, vi prego, la malaugurosa na
arte, Giunone consentì che questo suo nipote fosse annoverato fra gli Dei , contenta di aver veduta Troia distrutta, e che R
o di Enea, e permettere suo malgrado che fosse posto nel numero degli Dei e che i suoi posteri regnassero su tutta la terra
si non lasciano di raccontarci grandi e belle cose della Regina degli Dei . Appresso Omero(1) Giunone stessa si vanta della
na della sua grandezza ; e s’egli era il sovrano degli uomini e degli Dei , Giunone esser dovea la lor regina. Quindi era tu
cessori. Giova infine avvertire che il Fato dicevasi in riguardo agli Dei  ; la Fortuna, per riguardo degli uomini. Tutto ci
legge del Fato stabilito ; ma gli uomini, lontani dal consorzio degli Dei ed ignoranti del futuro, nel vedere la serie degl
o. Il pavone è sì proprio di lei, che nel cerchio marmoreo de’ dodici Dei co’ segni zodiacali, già Borghese, ed ora nel Mus
ella ; le vacche non mai, perchè, nella guerra de’ giganti contro gli Dei , Giunone erasi nascosta in Egitto sotto la figura
figurata con una semplice colonna, perchè tutte le prime statue degli Dei consistevano in pietre informi. Le sacerdotesse d
cantò l’Alighieri : ……. se tu se’ sire della villa, Del cui nome ne’ Dei fu tanta lite, E onde ogni scienzia disfavilla.
enzia disfavilla. Secondo Apollodoro, a tempo di Cecrope, usavan gli Dei scegliere le città, nelle quali volevan essere in
rispose, l’ulivo significare Minerva, e l’acqua, Nettuno ; che quegli Dei contendevano a chi dovesse dare il nome alla citt
crene(1). E come niun mortale potea impunemente rimirare gl’immortali Dei , così Minerva subito il fece cieco. Ma mossa a pi
auto di un osso di cervo ritrovato a caso. Lo suonò alla tavola degli Dei , e ne fu con riso schernita da Giunone e da Vener
dalla Dea stessa della sapienza per una causa famosa, e nel quale gli Dei stessi erano giudicati. Oreste, dicevano essi, av
attaglia delle Amazzoni(2) da una parte, e dall’altra, la pugna degli Dei e de’ Giganti ; e su le scarpe, quella de’ Lapiti
erciò l’attribuivano a Pallade che uscita della testa del padre degli Dei tutta armata, non respirava che battaglie e strag
secondo Cicerone. Δεσποινα, regina o signora. In generale a tutti gli Dei davasi l’aggiunto di signore ; ma gli Ateniesi co
vero Palladio fu da Diomede restituito ad Enea, il quale cogli altri Dei il portò in Italia, ed allogato a Lavinio, e posc
). II. Storia favolosa di Apollo. Gli antichi contavano cinque Dei di questo nome ; de’quali il primo si finge fig.
dalla madre allattato, ma che Temi gli diede a bere il nettare degli Dei . Bellissime cose ci dicono i poeti della eterna g
dispetto quelle chiare acque intorbidarono. Sdegnata Latona pregò gli Dei che trasformassero que’ villani in ranocchie, com
edicina ammaestrato da Chirone in guisa che fu posto nel numero degli Dei . Del quale i due fig. Podalirio e Macaone, avendo
così per più tempo miseramente strascinata, fu per compassione degli Dei convertita in una fontana del suo nome. Il suppli
; o la Memoria stessa deificata, che, raccolti i fatti illustri degli Dei e degli Eroi celebrati da’poeti, li tramanda alla
maraviglioso dono da Giove con patto che non l’avesse mai agli altri Dei comunicato. Apollo era la medesima cosa che il So
chiamano : resiste Alla mano mortal che vuol dal suolo Staccarla ; ai Dei che tutto ponno, cede. Pindem. Colla virtù di qu
d egli stesso fu ucciso da Achille. Titono ne fu sì dolente che dagli Dei ottenne di esser cangiato in cicala. La madre poi
e circondano le Muse. La sua morbida chioma pare unta coll’olio degli Dei  ; e simile a’ teneri viticci, scherza quasi agita
vigore, di eleganza, che vi si vede il più bello, il più attivo degli Dei , senza la morbidezza di Bacco, e senza le affatic
fronte e circondati da uno strofio o cordone, ornamento proprio degli Dei e de’ Re. In un’agata presso il Sig. De la Chauss
agevolmente s’indussero a credere ch’erano i padroni del mondo e gli Dei che tutte le cose governano. La Luna da Omero ora
d il Giorno. Da’ Greci Mitologi chiamavasi madre degli uomini e degli Dei  ; e reputavasi la più antica Divinità ; percui er
ero un Nume potentissimo che sopra gli uomini signoreggia e sopra gli Dei , secondo Omero. Un greco autore dice elegantement
presso Omero : gli sparse il fluido soporifero sulle palpebre ; gli Dei mi versarono un dolce fluido soporifero sulle pal
a a rimirarlo dal cielo. E Plutarco pensa che il conversare di alcuni Dei cogli uomini, come i Romani finsero di Egeria con
dersi nel mare, accolto da Teti ; per la qual cosa venne in odio agli Dei e Giove il privò degli occhi percui visse vita as
la ivi per dolore finì la vita con un laccio, e per compassione degli Dei fu trasportata in cielo e detta la Vergine. Per l
no i loro omaggi al nume che avea loro viti del nettare involato agli Dei . Oltre a ciò gli antichi credevano, essere nel vi
giuoco, e dal riso, che la rendevano la delizia degli uomini e degli Dei . Fu poscia portala da Zeffiro, mentre le Stagioni
numi. Giove volendo dare un compenso a Vulcano, il più deforme degli Dei , dell’ingiuria fattagli, quando il precipitò dal
i orti Sallustiani. » Si racconta che quando Giove sposò Giunone, gli Dei fecero de’ regali alla sposa, e che la Terra dona
a del pericolo « lo ravvolse Di molta nebbia, e fra il soave olezzo Dei profumati talami il depose. Monti. L’indomabile
κορ), è un bianco umore, o un sangue finissimo che Omero assegna agli Dei , cioè, come spiega Mad. Dacier, non un sangue ter
l’immortali. Omero, ella dice, non si è contentato di attribuire agli Dei le passioni ed i vizii degli uomini ; egli loro a
are, dicendo avere egli seguita l’opinione de’ tempi suoi, che questi Dei inferiori, cioè, avessero i loro corpi, sebbene d
cielo. Ebbe un tempio alla riva di quel fiume, e si numerava fra gli Dei indigeti o tutelari del paese (1). VI. Corte d
Anzi Pindaro aggiunge che in cielo senza le Grazie non facevasi dagli Dei alcuna danza o convito ; per cui dai poeti erano
Empedocle. Essa sposò Cadmo, e nelle sue nozze intervennero tutti gli Dei e le fecero de’ doni. Vulcano e Minerva (1) le do
, era per esso argomento di maggior dignità ; per cui non di rado gli Dei stessi con un certo sentimento di iattanza novera
drino (3) a proposito riflette che queste figure di Venere e di altri Dei e Dee, che non aveano figura umana, erano argomen
ii fossero i custodi degli uomini, ed i ministri degli uomini e degli Dei . Per ciò a ciascun uomo assegnavano il proprio Ge
cate le armi, ponesse in campo eserciti per combattere i nemici degli Dei  ; e che così, avendo introdotta l’arte della guer
’venti a gara, urtando i vivi, E calpestando i morti, e fan col suono Dei piè sino agli estremi suoi confini Tremar la Trac
icii(1), o perchè padre di Romolo, o perchè nelle preghiere tutti gli Dei invocavansi col nome di padre(2). Nel sacrificio
perchè Mercurio è l’interpetre ed il messaggiere fra gli uomini e gli Dei  ; ma pare che quel verbo piuttosto venga dal nome
la gloria di avere il primo istituito un culto e de’ sacrificii agli Dei , come ancora di aver ridotto gli uomini che vivev
ipale incumbenza di Mercurio fu quella di essere il messaggiere degli Dei , e specialmente di Giove. Era quindi considerato
tto presso Plauto (1) egli stesso afferma, esser noto a tutti che gli Dei aveano a lui concesso di farla da lor messaggiere
incipali epiteti di Mercurio. Αγγελος των θεων, messaggiere degli Dei  ; διακτωρ e διακτορος, mezzano de’ trattati, inte
ati, internuncius, appresso Omero ; των θεων υπηρετης, ministro degli Dei , negli antichi epigrammi ; θεων κηρυξ, araldo deg
inistro degli Dei, negli antichi epigrammi ; θεων κηρυξ, araldo degli Dei , in Esiodo ; e Mercurius ministrator nelle iscriz
vuole che αγωνιοι θεοι in Eschilo sono gli stessi che θεοι αγοραιοι, Dei che presiedono alle piazze o che si venerano nell
li. Camillus fu chiamato Mercurio da’ Romani(3), come ministro degli Dei , perchè presso’ gli Etruschi Camillo significava
che i Genii de’ Greci (δαιμονες(1). Così chiamavansi propriamente gli Dei domestici o che aveano cura della casa, a differe
i gli antichi popoli ; percui si annovera fra i più celebri e vetusti Dei del gentilesimo. E ciò nacque dal naturale amore
e e ricuopre. Da Omero chiamasi alma Tellure genitrice, e madre degli Dei  ; ed il più degli antichi credevano che l’uomo fo
onda. E dagli Etruschi la Dea Tellure con Vesta si annoverava fra gli Dei che presiedono alle nozze (1), perchè riputavasi
tripode di Temi ; e dice che a lei erano suggerite le risposte degli Dei in sogno ; anzi la Terra stessa dice vasi madre d
biti, che regnava nella Libia. Il quate, avendo promesso in voto agli Dei un altare tutto di cranii umani, costringeva a lo
rficie fosse stata da’ gentili popolata di varie e numerose classi di Dei . Di fatto e boschi, e monti, e fiumi, e fontane,
all’ingiù. E da Pane, lor capo, furon detti Pani, i Satiri, o sia gli Dei delle foreste e de’campi ; e per la deformità di
mogorgone, o di Giove e di Fimbride ; o di Mercurio. Pan suggerì agli Dei che si fossero cangiali in varie forme di animali
n quel periglio erasi mutato in capra. Da questa trasformazione degli Dei in bestie nacque il culto vergognoso che gli Egiz
numerose schiere di Satiri, di Fauni, di Silvani e di altri siffatti Dei  ; anzi ogni albero avea una ninfa che il custodiv
chiama orrido, per quella incolta e selvatica sembianza propria degli Dei campestri. Selvani poi o Silvani chiamavansi queg
propria degli Dei campestri. Selvani poi o Silvani chiamavansi quegli Dei boscherecci che spesso si confondono coi Fauni e
de’ Satiri. Da questi pure che s’introducevano sulla scena e ch’eran Dei sucidi e sfacciali, fu nominata una rappresentazi
i Tantalo e di Taigete. Volendo questi sperimentare la divinità degli Dei che nel loro pellegrinaggio avea in sua casa rice
no il ferro. Ed era sì perfetto nell’arte sua che tutte le armi degli Dei , ed anche i fulmini di Giove, si fingono fabbrica
ancora di fango fece la prima donna, detta Pandora, che presentò agli Dei coperta di velo e con aurea corona in capo. In br
delle sue gambe, non mancò di adoperarsi per la salvezza degli altri Dei , avendo ucciso il gigante Clito con una mazza. A
edeva a’parti ed alla nascita ; e Plutarco (3) mette nel numero degli Dei nuziali anche Diana o Lucina ; e con Diana a’part
restavansi onori divini. Davasi poi il nome di Semidei (ημιθεοι) agli Dei di second’ordine che traevano la loro origine da’
iuolo di Giove, per volere del quale fu egli ammesso nel numero degli Dei ed allogato fra gli astri. Apollodoro dice che un
l modo di far dire a’sacerdoti ch’era mestieri sacrificar Frisso agli Dei . Atamante suo malgrado fu dal popolo obbligato a
Il che saputosi dalla moglie Laodamia, fig. di Acasto, ottenne dagli Dei di poter parlare coll’estinto sposo non più che t
am meglio tacerne e così por fine alla favolosa storia degli Eroi. Dei marini Nettuno. I. Nomi diversi dati a que
rra un bel cavallo, che qual simbolo di guerra fu nel consiglio degli Dei giudicato meno utile dell’ulivo di Minerva, ch’er
a, ch’era simbolo della pace. Per tutto ciò Nettuno è stato uno degli Dei più onorati del paganesimo ; ed Erodoto asserisce
che fu madre di Achille. Da Omero e da Virgilio chiamasi padre degli Dei , e padre di tutte le cose. La quale favola, dice
o ; e per ciò spesso da’ poeti se gli dà l’aggiunto di vecchio, e gli Dei stessi per lui, come per la moglie Teti, aveano g
ce, amico della giustizia e della moderazione. A lui, come agli altri Dei marini, attribuivano la virtù di presagire il fut
ato di palustri giunchi, con chioma e barba ritorta e lunga, come gli Dei fluviali, col tridente nella sinistra, e che coll
nebbia foltissima, percui nebulosa appellasi da Ovidio. Per essa gli Dei stessi ed anche Giove temevano di spergiurare (2)
re esso nel Tartaro, ma la decima parte è riservata pel gastigo degli Dei spergiuri. Chiunque di essi siasi renduto colpevo
. Oltre a ciò egli è separato per altri nove anni dal consorzio degli Dei  ; non è ammesso nè alle loro assemblee, nè a’ lor
e ; e secondo Eschilo, questi mostri erano odiosi agli uomini ed agli Dei . Queste Dee si riguardavano come ministri della g
ro afferma che Tantalo rubò il nettare e l’ambrosia dalla mensa degli Dei  ; ed a questo fatto il poeta attribuisce la cagio
(inter opes inops). Dell’empia vivanda poi da Tantalo preparata agli Dei colle carni di Pelope, suo figlio, abbiamo altrov
i maniera di tormenti (2). Di Plutone poi, come degli altri infernali Dei , si è sempre detto da’poeti che hanno un cuore cr
mo ; e ciò è tanto vero, dice M. Dacier, che a lui solo fra tutti gli Dei in niun luogo gli uomini han consacrato mai tempi
meni celesti. E veramente Esiodo nella Teogonia per lo più chiama gli Dei figliuoli dello stellato cielo ; e quando Luciano
i giganti diedero la scalata al cielo, i Ciclopi somministrarono agli Dei armi potenti, e principalmente la folgore a Giove
e grida di grandissimo dolore, e ne fu guarito da Peone, medico degli Dei , che avea pur sanata una ferita di Marte fattagli
llere de’peli dalla fronte di una vittima che dovea sacrificarsi agli Dei e gettarli nel fuoco ; perciò si finge che Proser
carmi ed alcune preghiere, invocavano Ecate e la Dea Tellure fra gli Dei magici (Dii magici), come fa Medea appresso Ovidi
che acconsentì di rivedere la luce e di presentarsi al sovrano degli Dei , il quale giurò di restituirle la figliuola, purc
al Fato anche il nome di Parche ; e Lattanzio afferma che al Fato gli Dei tutti e lo stesso Giove ubbidiscono, e che le Par
ino di ciascuno dagli antichi si credeva scritto in un libro, ove gli Dei andavano a consultarlo. Così presso Ovidio(1) si
2). Hesiod. θ. v. 517. sqq. (3). Cic. Tusc. V. 3. S. August. de Civ. Dei . XVIII. 8. (1). Virg. Aen. 1. v. 79. (2). Hom. 
. Olymp. I, v. 1, seq. (1). Censorin. cap. 22. (1). August. de Civ. Dei . IV, 9. (2). Tacit. Hist. III, 73, 3. (1). Plin
t. Poet. v. 385. (6). Cic. ad Fam, III, 1. (1). Ap. S. Aug. de Civ. Dei . XVIII, 9. (1). Georg. I, v. 12, sq. (2). Quind
2). Mythol. 1. (3). Mercurius a mercibus dictus. Fest. (4). De Civ. Dei . VII, 14. (5). Ad Aen. VIII. v. 138. (1). Ad Th
5 (1880) Lezioni di mitologia
nome vostro. Ottobre 1871. Corrado Gargiolli . Avvertimento. Dei pregj delle Lezioni di Mitologia di G. B. Niccoli
riporteremo a suo tempo, come è debito nostro, in questa raccolta. —  Dei difetti, o mancamenti, parlò l’Autore meglio di q
nunziar dovea la maestà del suo Autore, tempio d’idoli divenne, e gli Dei furono figli dell’uomo. Ma era sublime il primo e
i cose vollero persuadere al volgo, il fingere d’aver commercio cogli Dei ; e lusingar volendo ad un tempo la popolare ambiz
dì par lare in primo luogo delle opinioni che sulla formazione degli Dei e del mondo avevano le diverse idolatre nazioni;
si renderà necessario di mostrare come dai Pagani si adoravano questi Dei , nati dai forti inganni della loro mente. Quindi
ri. Sarà mia cura di non omettere veruno dei simboli coi quali questi Dei vengono rappresentati, e di combinare per quanto
la t’ama di quelli ho pugnarono e cadiloro sotto le mura, opera degli Dei ! Dopo che Omero ci avrà descritto l’ira di Achill
Dopo che Omero ci avrà descritto l’ira di Achille, la discordia degli Dei , il tenero addio di Andromaca ad lettore, che rim
ti degli artefici, dai versi dei poeti. A questo breve trattato sugli Dei dei barbari succederanno molte Lezioni sull’alleg
lle diverse idee tenute dagli antichi sulla origine del mondo e degli Dei . La presente Lezione è destinata a narrare questi
e accusato per alcuni di avere a suo capriccio inventati i nomi degli Dei e confusa la loro genealogia. Altri, al contrario
ste di ogni altro pagano. Orazio, infatti, lo chiama interprete degli Dei e correggitore dei guasti costumi dei mortali; e
to scrittore. « Nel principio Iddio formò l’Etere, ove abitavano gli Dei , e da ogni parte di questo erano il Caos e la Not
rj, leggendovi la descri zione della battaglia dei Giganti contro gli Dei che è nel poema del mentovato scrittore. Ho cer c
a fortuna di riescirvi. Udite intanto l’origine e la genealogia degli Dei . Nel principio era il Caos, indi la Terra, l’Amor
Brente, Sterope, Arge, fabbricatori del fulmine a Giove e simili agli Dei . Ebbero ancora il Cielo e la Terra altri figli, c
dite dal nome della spuma marina, eterna voluttà degli uomini e degli Dei , indivisibil compagna delle Grazie e di Amore, a
in Pafo, in Amatunta, in Citerà. Regnava intanto la discordia fra gli Dei , e Cielo minacciava di punire i Titani suoi figli
bellissima ninfa, e nell’altra ad un orribil serpente. Quantunque gli Dei vietassero ad Echidna ogni commercio, chiudendola
igli di lei, e volle che nel di lei nome temessero di spergiurare gli Dei . Febea ebbe da Geo l’amabile Latona ed Asteria, c
discono di mostrare ancora il sepolcro del padre degli uomini e degli Dei . Giove, essendo adulto, fu grato alla Terra, libe
ando i Ciclopi, i quali gli donarono il fulmine, per cui comanda agli Dei , ed atterrisce i mortali. Erasi intanto Giapeto c
consiglio divino, n’ebbe in figlia Medea. Tale è la generazione degli Dei , secondo i Greci, conservataci da Esiodo, il di c
fiamma al divino eter: la luce Del fulmin sacro, che tonando scende, Dei possenti gli eterni occhi confonde. Meraviglioso
Italia Fauno o Giano. Che che ne sia, è certo che i luoghi sacri agli Dei , che in prima erano rozze fabbriche, divennero co
o di acquistar fama. Sarà mia cura descriverli quando parleremo degli Dei ai quali erano sacri. Gli Auguri rivolti all’orie
età erano causa i moltiplici attributi del nume, o la pluralità degli Dei che nel tempio erano adorati. E con ogni altra io
eniva pure che il luogo ancora additasse la natura e 1’ ufficio degli Dei . Infatti, quelli ai quali era affidata la tutela
na, le cui permutazioni non hanno tregua. Difendeva la presenza degli Dei ancora l’oro, che non avea violata l’ingenua semp
ulla tomba di lui uccise Polissena guidato dal paterno furore. Ma gli Dei aveano già dato l’esempio della colpa: che r ara
uente Lezione, questi sacrifizj, eterna vergogna degli uomini e degli Dei , che furono « Famoso pianto della scena Argiva. 
riva sull’oriente. Serti composti colle frondi degli alberi cari agli Dei ai quali sacrificavasi, coronavano le vittime, gl
ingrato aratro consumato il collo, cader poteva innanzi all’ara degli Dei . Chiunque toccasse l’altare macchiato di delitto,
e, il frassino a Marte, ad Ercole il pioppo, e così a tutti gli altri Dei quegli alberi, dei quali cara era loro la tutela.
te le vittime, nelle di cui viscere palpitanti cercavano l’ ira degli Dei e gli eventi occultati nel futuro, l’ incenso acc
parti della vittima consperse dell’ indicata mola erano offerte agli Dei . Le reliquie si serbavano ai solenni conviti. All
non negassero alla famosa nave la terra sperata. Nei sacrifìzj degli Dei marini raccoglievasi il sangue, e le nere vittime
rgonauti, perchè reputavasi che dei numeri impari si compiacesser gii Dei : opinione avvalorata dai sottilissimi vaneggiamen
he fumavano all’imperatore dell’ombre. Di tutte le propiziazioni agii Dei infernali madre era la paura, e perciò il sacrifi
è fuori d’ogni dubbio che sopra il suolo si offrivano le vittime agli Dei della terra. Tutto additava fra i primi uomini la
eano a Giove e agli altri celesti, più bassi tenendo i destinati agli Dei della terra. Di marmo, di bronzo, di oro si forma
così avvicinandosi al cielo, giungessero più rapidamente innanzi agli Dei i voti e i sospiri. Infatti antichissimo era fra
no a noi alcune la semplicità sola raccomanda, altre l’ornamento, gli Dei , i genj, i sonatori di flauto che vi sono scolpit
arte di esse ha negli angoli teste di animali. Numerosi al pari degli Dei erano gli altari, e Virgilio ci mostra larba, il
Annibal Caro, « N’avea sacrati, e di continui fochi Mantenendo agli Dei vigilie eterne Di vittime, di fiori e di ghirland
à e la tremante adulazione pose gl’imperatori romani nel numero degli Dei , ebbero ancor essi altari, e più dei numi, non pe
, mancherebbe a così lunga serie il giorno. Ma siccome i mortali agli Dei si volsero, o per ringraziarli dei ricevuti benef
li di Giano, di Giunone, di Esculapio nel gennaio, di Nettuno e degli Dei infernali nel febbraio, di Minerva nel marzo, di
i, se qualche volta dal terrore guidati, giudicano doversi onorar gli Dei immortali, con umane ostie ne funestano i templi
lacrime pie son colpa al vinto. Troadi, Atto V. Lezione quinta. Dei sacrifizj umani. I mortali non contenti nel pr
nia che con umane vittime contaminarono le loro mani e i templi degli Dei . È opinione di alcuni che questa orribile costuma
erano avvolti, e quando i rei mancavano, stimando far cosa grata agli Dei , discendevano al supplizio degl’innocenti. Lo ste
gono a un tempo incensi e voti. Racine, Ifigenia. Lezione sesta. Dei simulacri e dei boschi sacri, e dei riti ad essi
gli antichi artisti d’ogni materia e d’ogni forma per le statue degli Dei . Oltre il marmo e la pietra, l’arancio, la palma,
palma, l’ulivo, l’ebano, il cipresso erano materia all’effigie degli Dei . Nel Giove Olimpico, che veruno emulò, e neir Esc
materia, distribuiti. Anticamente la creta serviva alle statue degli Dei che furono detti Fictilia, dall’arte di gettarle,
semplicità dei primi Romani escludeva l’oro ancora dalle figure degli Dei . Giovenale, favellando del Giove di Creta di Tarq
mia cura riferirne la descrizione allora che tesserò l’istoria degli Dei . Costumavasi offrir loro sacrifizj e preci nei pu
eci nei pubblici infortunj, e così piene della deità reputavansi, che Dei erano dette. Nel giorno festivo dei numi, ai qual
Druidi, col sangue umano aspersero gli alberi ove credeano chiusi gli Dei . In principio l’orrore solo rendeva sacrosante le
à del loco, ma pesata, come egli dice, l’ira di Cesare e quella degli Dei . Tradurrei per vostro vantaggio i versi di questo
a, ove ha regno, e l’ampia fame Sol depone e non l’ ira, e il ruggito Dei fieri denti che minaccian stanchi I timidi torell
tìzie, che preceder deggiono lo studio delle favole e la storia degli Dei , che colla scorta de’ Classici e dei monumenti mi
ove le ninfe lavarono le tenere membra del padre degli uomini e degli Dei , quando i Cureti lo sottrassero alla crudeltà di
ustodi Cotto e Briareo. Tanto la sete del regnare poteva ancora negli Dei ! Nè bastò al sire dell’Olimpo questa vendetta: to
Ciclopi. Aveva lo stesso gigante già dato a Giove soccorso contro gli Dei congiurati. Dopo questa vittoria Giove soggiogò l
i Come in atto amoroso a me rivolse ! Così la mia madre mi guarda. Oh Dei , Rendetemi quel sogno ! — E così detto, Dal talam
poeti che sottoponesse la sua divinità il padre degli uomini e degli Dei , onde essere dei suoi amori contento. Dopo le noz
ia, Tre (al dir di Cotta in Cicerone nel suo libro Della Natura degli Dei ) erano i Giovi, secondo i teologi. Il primo ed il
ingraziò del buon successo. » Metamorfosi, lib. I. Lezione nona. Dei cognomi di Giove. I nomi che diedero a Giove l
iate da Romolo, mentre i suoi cedevano; — Padre desili uomini e degli Dei , qui almeno respingi i nemici, togli il terrore a
enza inganno io faccio questa alleanza mi concedano ogni felicità gli Dei : se altrimenti opero e penso, salvi tutti gli alt
destra una pietra, chiama in testimonj delle sue promesse Giove e gli Dei spergiurati. Di Giove Pistore fu l’ara nel Campid
quasi esausta la serie dei cognomi che il padre degli uomini e degli Dei ebbe presso i Latini ed i Romani. Ora mi rivolgo
Samo gareggiarono per l’onore di esser patria a Giunone, regina degli Dei , consorte e sorella del Tonante. La prima città c
a Giunone la vacca, perchè quando la paura dei giganti costrinse gli Dei a fuggire nell’Egitto, prescelse la dea questa fo
o, mentre due incudini alle candide braccia erano catena. Niuno degli Dei potè liberarla; solo Vulcano lo ardì: il padre lo
e; la patera, cioè, e lo scettro, simboli consueti della regina degli Dei . L’elevazione indicata del braccio sinistro, e la
stin: sopra ogni dea t’esalta Il nodo che ne stringe, esempio augusto Dei solenni Imenei, figura e pegno Di quel nesso vivi
teggia. » Iliade, Canto XIV, v. 267 e segg. Lezione decimaprima. Dei cognomi di Giunone. Moltiplici, quasi al pari
v. 251 e segg. Lezione decimaseconda. Nettuno. Nettuno, fra gli Dei consiglieri, dopo Giove per impero il maggiore, a
no nei Sacrifizii, e Cicerone nel suo libro Intorno alla natura degli Dei , avvertono che effìgiavasi con neri capelli ed oc
lcuni aggiunsero i destrieri, altri i vitelli marini. Gran schiera di Dei e di Ninfe dell’ Oceano lo accompagnava, tutta va
i Cicerone, seguito da Arnobio, quattro, oltre il figlio del re degli Dei , furono i Mercurii: il primo nacque dal Cielo e d
tetto, non riscontrò per sua gran ventura ninno degli uomini e degli Dei : dei cani stessi non s’udiva il latrare. Entrò co
onò incognita armonia, che l’amabil voce seguiva. A quel concento gli Dei immortali e la terra tenebrosa parean di nuovo co
si, e risentire l’antico amore. Questo canto fu pegno di pace fra gli Dei : il re delle Muse imparò l’arte di percorrere le
tà. » Omero , Inni, tradotti dal Salvini. Lezione decimaquarta. Dei simboli e degli uffìcj di Mercurio. Fra i cosi
commessa gli era la tutela del gregge. Cammillo, cioè ministro degli Dei , lo dissero gli Etruschi con nome ai Beoti ancora
immoto lutto Di superbe parole alta vendetta. Misero è ben chi cogli Dei contrasta: Pugna col rege chi con dio combatte. A
gore e di eleganza, che vi si vede il più bello e il più attivo degli Dei , senza la morbidezza di Bacco, e senza le affatic
use e lo accarezzano. Fra tutti i rimastici simulacri del padre degli Dei , nessuno ve n’ha che si avvicini a quella sublimi
il voler supremo manifestan con i cenni; gli occhi della regina degli Dei in maniera dignitosa inarcati; é la sua bocca un’
ho dato, imitando così coloro che posavano a pie dei simulacri degli Dei le corone che non giungevano a metter loro sul ca
e trafìgga Tutto, io te ferirò: mia gloria avanza La tua, quanto agli Dei cedono i mostri. — Così disse, e stridea l’aer di
ll’arco eterno. Properzio, libro IV, eleg. vi. Lezione vigesima. Dei cognomi di Apollo. Questa Lezione, ultima fra
a uomini porta E selve o fere e ninfe, e degli aperti Campi tutti gli Dei . Là sopra il cielo Sei segni a destra, ed a sinis
fé dimanda del paterno cocchio Fetonte, e per un dì chiese il governo Dei volanti corsier. Pentiasi il padre D’aver giurato
sbarra: allor che dell’immenso cielo La libertà Teti concesse, ignara Dei fati Fetontei. Fugge la via Sotto i pie dei corsi
ido per timor non lascia il freno, Nè lo ritiene. Non conosce il nome Dei destrieri del Sol; nel vano cielo Gli sparsi most
lingua: intorno al crin fumante Volano le faville; il premio è questo Dei doni miei? Per voi produco invano, Ingrati Numi,
. Diana. Secondo Cicerone, nel libro che intorno alla natura degli Dei ha scritto, più furono le Diane. Una nata di Giov
er lungi vorrebbe, ed è presente: Vedere e non sentir le prove atroci Dei feri cani, che immergean la bocca Nel petto, e in
u rechi qualche pingue pasto, e ridono senza fine sopra lui tutti gli Dei , e specialmente la stessa suocera Giunone quando
ccia non lascia Che sfigurato corpo: orrido oggetto Ove trionfa degli Dei lo sdegno, E appena tu conosceresti, o padre. R
e, e vino a Bacco, A Pallade l’umor biondo di olivo, Onde a tutti gli Dei giunse l’onore Ambizioso, che agli agresti numi N
ribagna il ferro Ancor fumante del fraterno sangue. — Ai templi degli Dei doni portava Altea pel figlio vincitor, ma vede I
re mie? — Già colla destra Crudele afferra il ramo, e innanzi all’ara Dei sepolcri si prostra, e dice: dee. Dee della pena,
do, alle fraterne tombe. Ah lo voglio, e noi posso: e che far deggio? Dei fratelli mi stanno innanzi agli occhi Ancor le pi
il volo. Ovidio , Metamorf., lib. viii. Lezione vigesimaquarta. Dei nomi più famosi di Diana. Diana, onde non esse
o. Luciano, che burlando or insegnò, or pervertì, nei dialoghi degli Dei introduce, con quella grazia ch’è tutta sua, Giov
r ciò l’attribuivano a Pallade che uscita dalla testa del padre degli Dei tutta armata non respirava che battaglie e stragi
aterna. » Iliade, Canto V, v. 875 e segg. Lezione vigesimasesta. Dei cognomi di Minerva. Gli attributi delle divini
l’apoteosi di x\ugusto. È da notarsi che rari sono i simulacri degli Dei in un movimento straordinario. Nè s’incontra usat
Lezione vigesimasettima. Venere. Venere, eterna voluttà degli Dei , degli uomini, delle belve, favoleggiarono i più
osì elleno stesse si abbigliano quando vanno alle amabili danze degli Dei nella casa paterna. Poiché ogni ornamento ebbero
e i fiori nascevano sotto i piedi divini. Venere la prima mescolò gli Dei con donne mortali, e Giove per vendicarsi la fé’
artificio, che la consorte ed il drudo sorprese. Incauto: mostrò agii Dei l’altrui felicità, la propria vergogna; favola de
lia Qui sorge e dubbia: alle due schiere innanzi Van Marte e Palla, e Dei li scorgi all’alto Mao-oioreo’oriar della lor for
o l’aratro, e per mirabil’ arte Vivido in suo fulgor l’oro s’imbruna. Dei tesori di Cerere poc’oltre Altro campo biondeggia
te Rammollano col foco ad imbandirne Largo convito signoril; nè lente Dei polverosi mietitor le mogli E le figlie sollecite
, difese con successo la causa della sua vita alla presenza di dodici Dei , e ne fu per comun suffragio assoluto. Omero nar
o dolore che senza temere l’ ira di Giove, il quale avea vietato agli Dei il prender parte in favore, contro i Troiani, ord
insensato che sei, non conserverai piiì alcuna reverenza pel re degli Dei , e ti sei dimenticato il suo comando? Frena la co
cchi pieni di collera: Incostante e perfido, gli disse, fra tutti gli Dei che abitano 1’ Olimpo tu mi sei il più odioso. Tu
ia e delle guerre. — Pure, essendo suo figlio, ordinò al medico degli Dei che lo sanasse. Peone pose sulla sua ferita un ba
Omero nell’Odissea racconta gli amori del nume con Venere. Tutti gli Dei , come vi esposi nella passata Lezione, risero del
rissima spelonca nascosa fuggisse la luce del cielo e l’aspetto degli Dei . Tutti i frutti della terra perivano, sterminava
a, che infinita tristezza cagionò alla diva. Cerere discendendo dagli Dei ai mortali amò Jasione figlio di Elettra e di Gio
do accoglie L’unghie dorate: col meonio tirso Regge l’orma mal certa. Dei , cui serve L’inerte volgo dell’immenso Averno, Pe
nei, Infidi lari alla commessa figlia. Lezione trentesimaseconda. Dei simboli coi quali vien rappresentata Cerere. A
ortava egli riunire tre divinità per esprimere un’ idea tanto comune? Dei secoli barbari è tutta propria questa maniera. Sp
i: Offriamo i nostri oma^^sri innanzi alla Terra che la prima fra gli Dei qui rese i suoi oracoli; in seguito a Temi che a
ente dagli Erminionensi che Plutone glie l’avea rapita. Irata con gli Dei , lasciò il cielo, e simile fatta a donna mortale,
a dei costumi. Si dividevano i misteri Eleusini in maggiori e minori. Dei primi ne ho accennata la causa: i secondi si devo
Epopte, o Vescovi, nell’adito, cioè nella parte interiore del tempio. Dei veli pendenti assicuravano il segreto di ciò che
re. — E a tanto arrivava lo scrupolo del rigoroso silenzio, che cogli Dei stessi credevano delitto violarlo. Compirò le alt
a il Tebano figlio di Giove e di Semele, ma un altro che dal re degli Dei e da Cerere, o Proserpina, era nato. Aveva un tem
Lezione trentesimasettima. Vesta. Non rimane che Vesta tra gli Dei maggiori, la quale debba essere argomento delle n
Vesta avea pure altari in molti templi della Grecia dedicati ad altri Dei , come in Delfo, in Atene, in Tenedo, in Argo, in
a stava il Tartaro tenebroso. V’era ancora l’Amore bellissimo fra gli Dei , che scioglie le cure, e doma nel cuore degl’immo
oglie di Titano. L’autore delllnno Omerico la chiama gran madre degli Dei e consorte del Cielo stellato. Erodoto dice che p
. Che che ne sia, fu annoverata, come Eschilo lasciò scritto, fra gli Dei terrestri ed infernali, ed ebbe molti nomi come l
chilo scrive che usanza era d’offrirle gli stessi sacrifizii che agli Dei mfernali, chiamati inferie dai Latini. Quasi tutt
ndavano gl’influssi. Assai della Terra. Amore re degli uomini e degli Dei merita le nostre ricerche. I Latini, come nota Se
he vanno sotto il nome di Orfeo, la chiamò madre degli uomini e degli Dei . Favoleggiarono i poeti che fosse tratta sopra un
rfeo, che chiamò pure quiete dell’universo, e re degli uomini e degli Dei . In Omero tutti gli Dei cedono al Sonno: solo veg
iete dell’universo, e re degli uomini e degli Dei. In Omero tutti gli Dei cedono al Sonno: solo veglia Giove; con che quel
mare, dove sarebbe perito, se la Notte domatrice degli uomini e degli Dei non lo avesse salvato. Non vi è istoria nè favola
spondea la Diva: O Sonno, quiete del creato, o Sonno Il miglior degli Dei , pace dell’alma, Il dolore ti fugge, e tu lusingh
otto, Briareo e Già, che tutti Esiodo commemora nella sua opera sugli Dei , come Apollodoro nella Biblioteca. La stessa Terr
fu creduto dagli antichi genitore di tutti gli animali e di tutti gli Dei . Forse in questa opinione influì l’essere stati a
mi, dice Feste, era quella che comandava agli uomini di chiedere agli Dei ciò che era giusto e ragionevole: presiedeva ai p
, ed il consenso dei più fra i Mitologi la fa madre dei primi fra gli Dei , come Giove, Giunone, Nettuno, Plutone ed altri,
issima Dal placido riposo Ati riscossa Rimembrando con fresca memoria Dei suoi casi la flebile storia, E veggendo chiaramen
a moltitudine l’adorava in distanza qual persona sacra ed amica degli Dei . Assai di Rea, o Cibele. Saturno marito di lei si
er lui fatale, per mutilare il genitore. Saturno, benché padre di tre Dei principali, non ebbe però fra i poeti il titolo d
re Dei principali, non ebbe però fra i poeti il titolo di Padre degli Dei , forse per la crudeltà ch’esercitò contro i suoi
operta, laddove sempre si coprivano, dice Plutarco, sacrificando agli Dei celesti. Secondo esso, dunque, Saturno era tra gl
la felicità e le costumanze dei Ciclopi. — Affidati alla bontà degli Dei non piantano, ne arano. Tutti i frutti loro produ
rdia dei mitologi su questo particolare, ragionando della madre degli Dei . Quanto ai Cabiri, sui quali si estendevano le fi
rano considerati come divinità di primo ordine, giacché si chiamavano Dei grandi. Dei potenti. Come figli di Vulcano Tessal
rati come divinità di primo ordine, giacché si chiamavano Dei grandi. Dei potenti. Come figli di Vulcano Tessalonica li ono
er uno di quei fregi chiamati da Giovenale: « antichi ornamenti degli  Dei di Asia. » « Infatti per quanto cariche di pompos
da suo padre. Accanto vi è un empio che ha saccheggiati i tempi degli Dei : egli è punito del suo sacrilegio da una donna pe
e alla necessità, o all’informe materia che generò Pane con gli altri Dei . Licofrone finalmente ne fa genitore il mare. I n
e più comune è che il Fato, il quale comandava a Giove, ed agli altri Dei , sia pure di esse il padrone. Platone fa vedere
a Vista s’entrò nei funerali alberghi Per numerar gli esanimati corpi Dei miseri fratei generi suoi. Che si giacean nei mal
. Scilla volendolo pur seguire si gettò nel mare, e fu cangiata dagli Dei in allodola, e suo padre in isparviere, che piomb
tanta strage, ed odiando la solitudine della sua patria fé prego agli Dei perchè riparassero questo danno. Mosso Giove dall
tempo allontanati dalla mensa celeste, e da ogni conversazione cogli Dei . Iride messaggiera del Cielo portava ai numi ment
Ella provvede, giudica, e persegue Suo regno, come il loro gli altri Dei . Le sue permutazion non hanno triegue: Necessità
neva fra le braccia, in forma di due bambini, il re e la regina degli Dei . Questo dominio è indicato nel timone, simbolo di
mento. — Una felice donna ed immortale, Che da la mente è nata de gli Dei , (Allor risposi a lei) Il sommo impero del mio cu
antica Mitologia, erano figlie di Celo, come Saturno e i primi degli Dei . Ma l’opinione meno inveterata e più seguita è ch
acconciatura di capelli. Non è nuovo il rappresentare i mortali negli Dei , e sapete che il più scellerato fra gì’ imperator
Aiace contro 1 Troiani (perchè savio e modesto risparmiava allora gli Dei , e lo incorraggiva allora col suo scettro) ma ade
za, che i Romani chiamarono valetudine. Era tutta questa comitiva di Dei fatta molte volte insieme, quando in più, quando
Esculapio, a ciascun piede del quale vi era un’immagine di questi tre Dei . Telesforo in una medaglia dei Nicei vedesi con l
presso queir epiteto feminiforme, che lo scrittore della Natura degli Dei credeva essere un attributo essenziale del dio de
denza di Prometeo, che per rimediarvi non ha pensato dì togliere agli Dei il loro nettare, piuttosto che il fuoco sacro. Gi
ov’ ella si bagnava. Qui il poeta descrive la maraviglia del re degli Dei nel mirare le grazie della bella Semele, che a Ve
iuttosto che esser testimonio di questa profanazione del tempio degli Dei , e vedere Andromeda, Perseo, la sua testa di Medu
di Bacco. Origine della vite. Dopo la morte di Semele, il re degli Dei depose nella sua coscia il giovine Bacco, finché
così scintilla alla vista, il fuoco che si sprigiona dalla sede degli Dei , tutto ciò si riferisce a quest’ avventura. Una g
, che gli comanda di sterminare una nazione che non sa rispettare gli Dei . Gli annunzia che solo a questo patto le Ore gli
cielo, che non si acquista senza gloriose fatiche. Lo stesso re degli Dei non vi è giunto che dopo aver vinti ed incatenati
a ci dipinge Cibele che arma in favore di Bacco i suoi Genii e i suoi Dei . Ella chiama al suo soccorso i due Cabiri figli d
a: ma nulla spaventa Licurgo, che sfida le Baccanti e il potere degli Dei che proteggono il dio del Vino. Comanda che si ta
ade arma gl’Indiani contro Bacco, e con lui vengono in soccorso altri Dei dell’ Olimpo. Apollo vuol proteggere Aristeo, Mer
conoscerete alla bellezza Pelope, che giovine ministrava il vino agli Dei sul monte Sipilo, onde Nettuno talmente s’ invagh
so le fiamme riccamente vestita, onde il sacrifìcio sia più caro agli Dei . Non rivolge indietro lo sguardo, ma sembra in at
a Notte lo persuade a vincere colla sua quiete gli occhi del re degli Dei , onde servire al furore di Giunone. Lo dio del So
are delizioso. Prevede i disordini, che l’ubriachezza porterà fra gli Dei , e l’esiglio al quale sarà condannata. Datemi, Gi
terono in Issione che furibondo ne divenne, e non sapea a quale degli Dei e degli uomini rivolgersi per essere del suo atro
consorte gl’infami tentativi dell’ ospiste scellerato; ma il re degli Dei volendo accertarsi della verità di quello che ass
elo. Gli altri sarebbe lungo nominare. Furono i Centauri dati a varii Dei , come al Sole, ad Ercole, ad Esculapio, con far c
stratto, gli annovera nell’esercito che radunò al nume la madre degli Dei , e introduce un Centauro che s’ off’re a portare
di Bacco, come quelle che furono prese da’ Misteri della madre degli Dei . Ancora la Centauressa nel medaglione di Giulia d
cro agli Dei Inferi, e come dedicato a Bacco, nume annoverato fra gli Dei terrestri. A questa sorta di divinità era costume
lla loro elevatezza. Porfirio chiama escharas, o focolari l’are degli Dei terrestri, e forse la nostra ara serviva a sosten
figli di Giove, Ercole e Bacco. L’antichità che gli considerava come Dei soci, o secendo la frase propria assessori, ravvi
ano i rapporti Dionisiaci di questa fiera che, sacra alla madre degli Dei , passò nelle solennità di Bacco a quelle di Cibel
6 (1841) Mitologia iconologica pp. -243
ine, e beato fine confuse del tutto le idee, cominciarono a lavorarsi Dei a capriccio, ed a rivolgere a questi le loro ador
lento il suo Bacco. Un tal detestabile sistema pertanto di qualificar Dei a capriccio seguito dalla oscurata cogniziono del
li altri in tal sorte di follia, mille altri più stolti, ed insensati Dei inventarono, che quivi cogli altri rinchiusero ;
ro le loro stravaganze, e follie ; e quindi l’irreligioso culto degli Dei in tal guisa dilatato venne a contaminare ogni te
contaminare ogni terra, ogni lido. Una moltitudine pertanto di tanti Dei , acciò recato non avesse confusione, e soprattutt
oi, che luogo non avevano a tal consiglio, chiamavansi ordinariamente Dei selecti, e questi erano il Destino, Saturno, Gian
ti nomi non da tutti si conviene. La II classe racchiudeva tutti que’ Dei , che splendevano di minor gloria, e venivano cons
ue’ Dei, che splendevano di minor gloria, e venivano considerati come Dei campestri, e riconosciuti sotto il titolo di Dei
ano considerati come Dei campestri, e riconosciuti sotto il titolo di Dei volgari detti Cic. Lib. 2. de Nat. Deor. Dii mino
roi, che a riguardo de’ loro meriti erano stati innalzati al grado di Dei indigeti, come di Enea divinizzato da sua madre p
nella prefazione sta espresso, altro non è, che parlar soltanto degli Dei di I classe degni più degli altri inferiori di ma
ta in rapporto a questa scienza. Nella prima parte parleremo de’venti Dei maggiori, e nella seconda delle principali astrat
ci pertanto dalla I ed incominciamo propriamente da Giove padre degli Dei , e degli uomini presente per tutto, e provvido go
etter non si dovea) ma Giove con invitto potere, e col favor di altri Dei combattendo li vinse, li conquise, e nel Tartaro
ribili suoi fischi, al sol mirare il sulfureo suo fuoco impauriti gli Dei sotto figura di diversi animali fuggirono in Egit
gnificazioni poi della favola di Giove, come delle favole degli altri Dei stimo tempo perduto, e fatica inutile investigarl
da feconda radice un prodigioso Olivo. Tai produzioni discusse dagli Dei vuotanti fù per essi deciso, che Nettuno ceder do
i opera si ragguardevoli, che riscossero del pari la maraviglia degli Dei , e degl’ uomini, e resero al mondo celebre il suo
con lui ; laonde benchè distratto da mille occupazioni nel favorire e Dei , ed uomini di buon genio ; pronto sempre però si
on isdegnò questi di ammetterlo al cielo in qualità di coppiere degli Dei  ; le sue maniere però poco avvenenti disgustando
ppiere degli Dei ; le sue maniere però poco avvenenti disgustando gli Dei nella circostanza appunto più bella di pascersi d
to il padre di quello Nettuno citò l’uccisore al gran consiglio degli Dei sull’ Areopago, domandando a gran clamore giustiz
enza di tanti giudici, quanti appunto furono nella causa di Marte gli Dei (1). Sue nozze. Questo Dio perchè di sua fierezza
, mentre essendo suo ufficio portare i comandi di Giove, servire agli Dei nelle loro ordinanze, ed il presidente altresì es
diversità de’ suoi nomi. Egli per cagion dell’uffizio di servire agli Dei vien detto messaggiero degli Dei, e con altro nom
cagion dell’uffizio di servire agli Dei vien detto messaggiero degli Dei , e con altro nome Camillo, cioè Servo : perche in
lle frodi è nominato Dio de’ ladri : perchè abile a conciliare si gli Dei , che gl’ uomini fra loro, ambasciator di pace s’a
ver addormentato, e quindi ucciso per espresso volere del padre degli Dei il pastore Argo dotato di cento occhi, alla cui v
o fù il caso di questo gran Nume. Egli sebbene fra il sodalizio degli Dei uno de’ più rinomati si era per cagion del suo va
il valente Esculapio, benchè come Dio della medicina al numero degli Dei per guiderdone l’ascrisse. Non potè pertanto Apol
er ricevuti da Trojani si per la scelta di Ganimede per coppier degli Dei invece di Ebe sua figlia, come nell’ esser pospos
iore, come appunto parlando di Marte si disse, per far conoscere agli Dei , ed agl’uomini quanto efficace il suo potere si f
dal suo stesso marito pel seguente motivo. Nella gran congiura degli Dei contro Giove essa in vece d’opporsi al troppo fol
ine ligò destramente a suoi piedi. A tal vista risero sulle prime gli Dei , ma quindi impietositi pronti corsero a prestarle
trix. Sue disgrazie. Fù questa Dea fregiata di tanta beltà, che gli Dei stessi restarono sorpresi dalle sue fattezze ; an
madre. E cosi invero sarebbe avvenuto, se il sovrano consiglio degli Dei mosso più da motivi di affetto per la madre, che
ppena nata Fù sapiente, e guerriera al par famosa. Nè del uom, nè de’ Dei fù mai la sposa, Solo ad opre sublimi dedicata, O
a la vita, se per favore delle sua rivale istessa, o per grazia degli Dei impietositi a suoi tormenti non fosse stata cangi
no, e grandetta divenuta menarono al cielo ad esser vezzeggiata dagli Dei , i quali rapiti da tal prodigio di beltà concorda
venale : Fata regunt homines  ; ma il dispotico sibbene degli stessi Dei  : onde in più luoghi i poeti ci descrivono le lor
utto avvenir dovea, come appunto stava quivi descritto ? Vero è che i Dei avevano la facoltà di leggere in quel libro gl’ev
sse ogni speranza, Ebbe primo nel ciel divina stanza Quando formò de’ Dei la vasta schiera. Questo è quel Dio, di cui i rei
i fù Saturno. Il nume più ammirabile perchè padre de’tre più gloriosi Dei dir si dovrebbe certamente Saturno. La sua crudel
uardar per tale, nè mai ottener gli fece il bel titolo di padre degli Dei a lui per natural dritto dovuto. Campato questi d
ferenti col capo non velato era la cerimonia in preferenza degl’altri Dei del tutto sua propria(1). Sue feste. Celebri fur
vesse in virtù delle sue ottime qualità di veder lieto all’albo degli Dei ascritto il suo Nome. Le avvenenti maniere, con c
o, e prudenza, colla caparra sicura d’essere un giorno annoverato fra Dei col bel titolo di Dio della Pace(1). Sue imprese
a porta, per cui sol le umane preci potevano avere accesso presso gli Dei (1) Da ciò si intende perchè in tutti i sacrificii
fida. Dichiarazione e sviluppo. Fra i tanti moltiplici diversi Dei , che finse la delirante Gentilità Nume non avvi a
to. L’essere stata ella l’avventurata madre della maggior parte degli Dei i più gloriosi, che abbia veduto l’olimpo, detta
uo fianco, tutti simboli delle sue qualità. Ed in vero se madre degli Dei ella è, come non cometerle l’atteggiamento di aug
nzi al trionfal carro di tal Dea, come ragiona Agost. lib. 2. de civ. Dei meritano esser sepolti nel seno dell’oblio per co
sima dello Ecc. 18. Ante iudicium para iustitiam tibi, et in cospectu Dei invenies propitiationem. Capitolo IV. Pace
lio di Dio, giacchè sta scritto Matt. 5. Beati pacifici quoniam filii Dei vocabuntur. Capitolo V. Pietà Sonetto
l rio beltà procura, Madre, e nutrice d’innocenti amori Primavera de’ Dei sublime cura. Annotazioni L’apporre note a
materie giocose, come la Secchia rapita del Tassoni, lo scherno degli Dei del Bracciolini ec. Ma se la grandiosità del poet
rimo costa di tre dattili, ed una cesura, come : Munera, laetitiamque Dei . Virg. 1. Æneid. 640. VI. L’ Innominato secondo c
cupit in Coelis vitam gaudere beatam Impleat in terris iussa verenda Dei . II. La seconda è composta d’un’ Esametro, e d’u
. Luc. Sen. Callim. Apertamente confessarono esser la pluralità degli Dei una chimera, ed una fantastica invenzione, le orm
iò fia vedere i primi saggi del Gentilesimo burlarsi degli stessi lor Dei  ? Basta per tutti ascoltar le derisioni, che degl
. Luc. dial. de Deor. concil. (1). Gli antichi credevano, che questi Dei , presedessero alle cose necessarie dell’ uomo, no
Mercurio, di Venere ecc. Essi ben cenoscendo non potere i loro falsi Dei commettere delle brutalità senza lasciare l’esser
Suo culto. (1). Gl’ altari, che erigevano i Gentili in onor de’ loro Dei , sebbene semplici furono nel nascere della Idolat
prattutto in tempo di notte, non sò se per onorar più raccolti i loro Dei , o per attendere più sfrontati ad ogni sorta di o
lla Civetta, e del popolo. Suo culto Chi fù Venere. (1). Non solo a Dei però, ma agl’uomini sibbene esibivasi questa Dea
rostibuli, nec pretium canis (H. e. libidinis caninae) in domo domiui Dei tui. E qual abominazione in vero potrebbe pensars
poi era la corona di questo Dio legga chi vuole S : Ag. lib. de Civ. Dei 4. Cap. 10. Chi fù Cibele. Suo ritratto. (1). No
ì in questo similmente delirare. Del resto son ben io persuaso, che i Dei de’ Gentili tutti furono puramente uomini in sost
7 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Della mitologia in generale. » pp. 17-359
ne : le leggende o la narrazione dell’origine e delle gesta dei falsi Dei , la spiegazione dei simboli e delle immagini ad e
onvolgimenti, se non che allo sdegno di altrettante potenze oceulte o Dei che presiedessero ai diversi elementi. Quindi un
lle cose accadute tra i primi popoli. Laonde è verosimile che i falsi Dei o Idoli chiamati Giove, Apollo, Bacco, Ercole ec.
otti da eccessivo amor proprio. 11. La poesia destinata a cantare gli Dei e gli eroi, ad abbellire ogni cosa, ad animare an
ed il sole, la luna, le stelle, il tuono ed il fulmine furono i loro Dei  ; e quindi giunsero ad onorar come tali anche i b
d insieme con le loro armi vittoriose introdussero il culto dei falsi Dei fin nelle estreme parti del mondo. Mitologia d
erso l’anno 82 av. G. C., fece ascendere a trentamila il numero degli Dei . Gli antichi annoveravano più di trecento Giovi,
nte quasi schiacciato dal peso del cielo, a motivo del gran numero di Dei che vi erano stati collocati. 17. Gli Dei eran di
i. 17. Gli Dei eran distinti in tre classi : La prima comprendeva gli Dei supremi o i grandi Numi (Dii majores), ed erano i
ajores), ed erano in numero di venti. 18. La seconda era quella degli Dei subalterni o inferiori (Dii minimi), i quali pres
gine della fatale necessità che tutto governa nel mondo ; e gli altri Dei , come anche lo stesso Giove, andavano a consultar
lità del Fato, cui non vincono nè i potenti della terra nè gli stessi Dei  ! 24. Il Destino era seduto sopra un trono di fer
rno e di Giano in Italia fu chiamato Età dell’ oro, ossia regno degli Dei e prima età del mondo, perchè sotto il loro savio
uto in conto di valido intercessore ai supplichevoli mortali appo gli Dei . 38. Le feste istituite nel Lazio in onor di Satu
e di Saturno (27), era tenuta per genitrice della maggior parte degli Dei , e perciò fu detta gran madre, e poi Berecinzia,
rme le Grazie :13 Solinga nell’ altissimo de’ cieli, Inaccessa agli Dei , splende una fiamma Per proprio fato eterna ; e n
nipote di Nettuno (185) e avo materno d’Ulisse (568), oltraggiava gli Dei , e negava d’offrir loro i sacrifizj. Indi, forse
ali s’argomentarono dar la scalata al cielo, avventando incontro agli Dei massi enormi ed interi monti. Non sai qual contr
entato alla vista di sì tremendi nemici, chiamò in soccorso gli altri Dei , ma tutti temevano più di lui, e si rifugiarono n
al dir d’Omero, più degli altri Giganti insieme uniti, sgomentava gli Dei  ; Fialte poi fu quello che pose il monte Ossa sul
d’Urano (promethéomai, io provvedo), preso ad imitare il padre degli Dei , formò alcune statue umane col fango della terra,
E nel futuro esulta. Silvestro Centofanti. 72. Addolorati gli altri Dei per la severità di Giove, e ingelositi nel vedere
 ; e la chiamarono Pandora, vale a dire formata coi doni di tutti gli Dei (pan tutto, dôron dono, gr.). « E i doni degli De
doni di tutti gli Dei (pan tutto, dôron dono, gr.). « E i doni degli Dei altro non sono che le arti e le cose tutte giovev
ipe dell’Arcadia, fu il primo ad immaginare sacrifizj di animali agli Dei , e per questa assuefazione alle atrocità divenne
s’apparecchiò a levargli la vita mentre dormiva ; ma sapendo che gli Dei solevan talora scendere sulla terra, s’argomentò
, Vincitore, Dio delle mosche, perchè, mentre Ercole sacrificava agli Dei , fu assalito da uno sciame di mosche trattovi dal
deserti della Libia, implorò il soccorso di Giore ; ed il padre degli Dei , apparsogli in forma d’ariete, battè la terra con
e di Rea, (42) sposò Giove (63) suo fratello, e divenne regina degli Dei . Era la divinità dei regni, degl’imperi e delle r
lla giovinezza. 87. Questa Ebe fu destinata a mescere il néttare agli Dei  ; ma poichè un giorno le intravvenne di cadere ne
a in un altro, fu la messaggera di Giunone ; l’ambiziosa regina degli Dei non volle esser da menò del-marito, il quale avev
esule anch’egli dal cielo in pena d’una cospirazione ordita con altri Dei contro Giove. 106. Allora ambedue chiesero asilo
te, che per quattro mesi lo piansero sulle sponde dell’Eridano, e gli Dei le trasfermarono in pioppi, e le loro lacrime in
tessa lira onde traeva i dotti concenti che facevano stupire uomini e Dei . Talora av[ILLISIBLE] a un elmo, come protettore
onte Cillene ; fu il messaggero e l’interprete di Giove e degli altri Dei tanto in cielo che in terra, sì nel mare che nell
onesti. Laonde Mercurio, interprete ed esecutore delle volontà degli Dei , eloquente per la musica e per la parola, industr
commessa la sua educazione, la condussero in cielo, e quivi tutti gli Dei , rapiti dalla sua bellezza, la desiderarono per i
tanto necessaria per ben governare le passioni che accende. Uomini e Dei solea vincer per forza Amor, come si legge in pro
bravano in cielo la nascita di Venere, era accorsa al banchetto degli Dei per raccorne gli avanzi. Forse quel sommo filosof
anno sei mesi sulla terra e sei nell’inferno. Adone fu posto tra gli Dei , ed ebbe tempio e culto e feste chiamate Adonie,
ed io saprò se debbo amarlo o vendicarmi. » Si accosta di più ; e, «  Dei immortali ! come ! lo stesso Amore è il mio amant
i a predare e a ridurre gli abitanti agli estremi. 192. Tra gli altri Dei marini si distingue l’Oceano, figlio di Celo e de
chè dipoi quel luogo fu chiamato Sirenide dal loro nome. 199. Tra gli Dei marini non è da passare sotto silenzio Eolo, il q
ro quanto aveva di mortale, e lo fecero « consorte in mar degli altri Dei  » (Dante, Parad. c. I.) 202. Scilla era una bella
6) e la Vittoria (348). Allorchè Giove (63) chiamò in aiuto tutti gli Dei per combattere i Giganti (67), Stige accorse la p
. Volle che lo Stige diventasse il vincolo sacro delle promesse degli Dei , e decretò gravissime pene contro coloro che aves
olato i giuramenti fatti nel suo nome. 222. Giurando per lo Stige gli Dei dovevano tenere una mano stesa sulla terra e l’al
del néttare. L’Ambrosia (ambrosios, immortale, gr.) era il cibo degli Dei , ed il Néttare la lor comune bevanda. La prima er
ra. 232. Le Furie furono divinità infernali, ministre del rigor degli Dei contro i malvagi, figlie dell’Acheronte (218) e d
ide, ov’è di Giove il maggior tempio, Di Giove stesso il nome e degli Dei S’attribuiva i sacrosanti onori. Folle ! che con
ntro Apollo, dette fuoco al tempio di Delfo. laonde, per punirlo, gli Dei lo condannarono nel Tartaro a vivere nel perpetuo
me, voi che mirate La pena mia : non violate il giusto, Riverite gli Dei . (Loc. cit.) 248. Issione, re dei Lapiti e padre
entito, gli aprì un asilo nel cielo, e lo fe’ sedere alla mensa degli Dei . Spesso il colpevole è anche ingrato ; ed Issione
va come se si trattasse di sacrificare le proprie viscere. Quindi gli Dei non vollero pigliar parte al banchetto, non accet
ui vita stentata, lo condusse in cielo per ministrare il néttare agli Dei prima che vi andasse Ganimede. 251. Omero nell’O
valorosamente soccorrere il padre contro i Tilani (30). Invero quelli Dei avevano un singolar modo di guarire le malattie e
uscita e seda le procelle, a Giove la folgore che fa tremare uomini e Dei  : Sospira e suda all’opera Vulcano, Per rinfresc
n l’accrbità del sarcasmo ; non soleva risparmiare nemmeno gli stessi Dei  ; e non fu mai capace di far nulla di suo, come s
mortale. Apollo ne fu sconsolato oltremodo, e implorò dal padre degli Dei che Esculapio fosse accolto nel cielo, dove egli
e forma il segno del capricorno, in’ricompensa d’aver consigliato gli Dei a ricovrarsi in Egitto sotto forma d’animali al t
ni d’agricoltura ; ed egli stesso introdusse in Italia il culto degli Dei della Grecia. Dicono che fiorisse verso il 1300 a
tenente ai figliuoli di Silvano, è attribuito comunemente a tutti gli Dei campestri, ed è vocabolo generale per indicare i
iori e di frutta. In Roma ebbe tempio ed are. Ed a voi mi rivolgo, o Dei , ch’avete Degli orti cura e di chi agli orti atte
zzi, e recando in capo una paniera di fiori : Salve, o sorriso degli Dei , gioconda Essenza della gioja, alma famiglia, Per
di oceanine ; E a drappelli agilissime seguendo La Gioia alata, degli Dei foriera, Gittavan perle, delle ingenue Grazie Il
ni stoltamente invaniti di sè medesimi, o dei freddi egoisti ; ma gli Dei ebbero pietà di Narciso, e lo cangiarono in quel
pito dalla sua bellezza continuamente ne chiedeva la mano. Allora gli Dei per metter fine a quelle importune dimande trasfo
ssere protettori delle città e degl’imperi, e venivano scelti fra gli Dei primari dell’Olimpo o fra gli eroi deificati ; ma
i eroi deificati ; ma spesso andavano ancora confusi coi primi, quali Dei del domestico focolare, ossia del luogo ove la fa
di Giove e sorella del Fato, arbitra universale degli uomini e degli Dei , stava, per così dire, al governo delle cose uman
: Ella provvede, giudica e persegue Suo regno, come il loro gli altri Dei .71 Le sue permutazion non hanno triegue : Necess
ato Giove facendo nascere Euristeo prima d’ Ercole ; e il padre degli Dei sdegnato afferrò Atéa pei capelli, e la fece prec
statua era collocata sul limitare dei templi, o per indicare che gli Dei vogliono essere adorati in silenzio, o per signif
ovane, il quale, elevando le mani al cielo, chiamava ad alta voce gli Dei per testimoni della propria innocenza. Facevale s
o che pigliava quel fatto per tristo augurio, esclamò : « Romani, gli Dei hanno tarpato le ali alla Vittoria : ella non può
erza classe. 352. Le divinità della terza classe comprendevano gli Dei che ebbero per genitori un ente celeste ed una cr
ischio. 356. Il giovinetto eroe accettò impavido la proposta ; ma gli Dei che lo proteggevano vollero aiutarlo. Minerva gli
d’ Ercole, che si privò della vita. 399. Ercole fu annoverato fra gli Dei , e accolto in cielo, dove sposò Ebe (87) Dea dell
vano ; e per questo beneficio meritarono d’ essere annoverati fra gli Dei marini. Così avevano sacrifizj di candidi agnelli
tesoro. 449. Il Vello d’ oro fu la pelle di un ariete regalato dagli Dei ad Atamante re di Tebe. Frisso, figliuolo di ques
Jobate, conosciuta l’ innocenza d Bellerofonte per la protezion degli Dei , gli dette in moglie la sua figliuola Filonoe, e
la bocca orrende vampe Vomitava di fuoco. E nondimeno Col favor degli Dei l’eroe la spense… Orfeo. 469. Questo cel
ezza che fu protetta singolarmente da Giove (63). 483. Il padre degli Dei si trasformò in toro bianco, e scese in riva al m
urati amanti erano stati immolati in questa gara ineguale, finchè gli Dei mossi a sdegno fecero dono a Pelope di due cavall
a guerra. La sventurata sposa e vedova ad un tempo chiese almeno agli Dei la grazia di riveder l’ombra del marito, ed essen
fine salvarsi sopra uno scoglio gridando : scamperò a dispetto degli Dei . Ma non prima ebbe proferito queste parole, che N
588. Lo sventurato padre fu ucciso da Pirro (543), in mezzo a’suoi Dei , e quando appunto abbracciava l’altar di Giove. U
ella era disperata mordeva le pietre anciatele addosso. Alla fine gli Dei n’ebbero compassione, e la trasformarono in cagna
. Ora son io Che intrepido t’affronto, e darò morte, O l’avrò. Ma gli Dei , fidi custodi De’giuramenti, testimon ne sieno, C
le (40) trasformò in ninfe le sue navi, e quivi avendo saputo che gli Dei avevano finalmente posto un termine alle sue pere
me Peneo sommerse quelle campagne. I venti. 651. I Venti erano Dei figli del Cielo (25) e della Terra (25), che seco
a inghiottì lui ed il suo carro. 663. Dopo morte fu collocato fra gli Dei  ; e gli Oropi, popolo dell’ Attica, gli alzarono
ar sempre in su come fa la capra Amaltea (29) nutrice del padre degli Dei . 687. Chi non dirà che l’ Aquario sia il simbolo
i, sdraiossi, e dolce il sonno L’occupò. Ma il tumulto e il calpestio Dei capitani, ch’all’Atride in folla Si raccogliean,
mericani. Divinità Egiziane. 696. Osiride era uno dei maggiori Dei degli Egiziani e il più generalmente adorato. Lo
degli Egiziani ; ma la sua origine è incerta come quella degli altri Dei principali di quel popolo. Questo Anubi è rappres
ine di questo culto, secondo la favola, nasce dai tempi nei quali gli Dei perseguitati dai Titani, si rifugiarono nell’Egit
a un serpe con cinque teste. Divinità galliche. 726. Tra gli Dei , che i Galli onoravano di parzial culto, i più ce
lmente che agli altri. 733. I Galli adoravano anche un gran numero di Dei tolti dai Greci, vale a dire Mercurio (160), Mine
essi attributi. Quindi è facile riconoscere in Tanarete ed in Eso gli Dei adorati dai Greci sotto i nomi di Giove e di Mart
vezia e la Norvegia. Fu chiamato Padre universale, perchè padre degli Dei e degli uomini al pari del Giove dei Greci. Ebbe
lli che vi debbon perire. Segue Yduna custode dei pomi mangiati dagli Dei a preservativo dalla vecchiezza. Fra i men noti d
di tutte le cose, e dopo lui riguardavano il Sole come massimo degli Dei . Adoravano pure un Dio delle ricchezze sotto l’im
nno mangiato. Il loro principal sacrifizio consiste nell’offrire agli Dei , per bruciarle poscia, le merci di cui trafficano
iseorrendo. Chi volesse porre un ordine nella genealogia, tanto degli Dei che dei Semidei e delle divinità allegoricho, teo
fosse oltraggio alla divinità o guerra mossa dai Giganti agli stessi Dei . Ed essendo intorno a quei tempi avvennta la cata
urale delle cure e della penosa fatica. Laddove prima nel regno degli Dei , cioè nella prima età del mondo, detta dell’oro,
di voler prendere Tebe anche a dispetto di Giove e di tutti gli altri Dei . Aveva per stemms nello scudo uu uomo senz’armi,
te in generale tutte le risposte (o responsi) fatte agli uomini dagli Dei , non meno che i luoghi dove andavano a chiedere q
8 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIII. Osservazioni generali » pp. 260-263
e delle Divinità del Paganesimo (vedi il N. III) fu accennato che gli Dei di 2° ordine eran detti Inferiori o Terrestri ; e
iegano bastantemente la minor potenza e l’ordinario soggiorno di tali Dei sulla Terra. Gli Dei Superiori, di cui abbiamo pa
tanto venti, e gl’Inferiori a migliaia, e costituivano la plebe degli Dei , come li chiama Ovidio : de plebe Deos. Fortunata
tunatamente, per chi deve studiar la Mitologia, a ben pochi di questi Dei fu dato dai Pagani un nome proprio, e la maggior
loro potenza. Abbiamo notato nel principio del N. IV che, ammessi più Dei , nessuno di loro poteva essere onnipotente, perch
arrare più volte, tanto più è presumibile e conseguente per gli altri Dei che furon detti e considerati Inferiori. Agli ant
ificato di questi vocaboli per intendere qual fosse l’ufficio di tali Dei . Non dovrà dunque recar maraviglia che il dottiss
rone, contemporaneo ed amico di Cicerone, abbia annoverati trentamila Dei del Paganesimo, come dicemmo nel N. III ; e deve
quattro secoli, poichè i Pagani avevano libertà di adottare anche gli Dei stranieri, e poi per mezzo della cerimonia detta
Anche Dante confrontando, nel Canto xix dell’Inferno, il numero degli Dei degl’ Idolatri con quelli d’oro e d’argento adora
lli d’oro e d’argento adorati dai Simoniaci, e dichiarando che questi Dei son cento volte più numerosi di quelli, accetta p
ogni moneta d’oro e d’argento. » Stando soltanto al numero di 30 mila Dei dichiarato da Varrone, e moltiplicandolo per cent
oltiplicandolo per cento, come dice Dante, ne verrebbero 3 milioni di Dei , adorati dai Simoniaci. E non bastavano per sazia
9 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVIII. Gli Dei Penati e gli Dei Lari » pp. 290-294
ndere ad esaminare le diverse opinioni degli eruditi intorno a questi Dei , faremmo un lavoro arduo e poco piacevole, e poi
el che egli ne scrive s’intende chiaramente che questi erano speciali Dei protettori della città, poichè fa dire ad Enea da
e Anchise, li chiama patrii Penati 33. E per viaggio, allorchè questi Dei gli compariscono in sogno, li appella Frigii Pena
trano il concetto generale di Virgilio, che cioè i Penati fossero gli Dei protettori di Troia e della Troade. Vero è che lo
velo35. » Ma se il capo dello Stato onorava di un culto speciale gli Dei protettori della sua città e del suo regno, quest
qualche Classico latino si annoverano tra gli Dei Penati taluni degli Dei superiori o maggiori, come Giove, Marte, Nettuno
iù noti e celebri. Riguardo poi all’ etimologia del titolo di questi Dei , che furon portati in Italia « ……. da quel giust
tti, ovvero alla parte più interna dei tempii e delle case ove questi Dei erano adorati37. Sappiamo infatti anche dagli sto
ssi dei luoghi o dei pensieri. In quanto ai Lari, che questi fossero Dei familiari o domestici non può insorger questione,
nelle altre, almeno un tabernacolo colle statue o immagini di questi Dei , le quali spesso ponevansi ancora dentro certe ni
altro verte intorno all’etimologia del nome ed alla origine di questi Dei , poichè v’è chi li crede così chiamati, perchè fi
etimologia ; ma quanto all’origine e alla particolar natura di questi Dei nessuno potrà convenire di dover confondere i Pen
dei Lari familiari ; e aggiunge che nella pratica applicazione questi Dei rappresentano i comuni ed i privati vantaggi dell
10 (1836) Mitologia o Esposizione delle favole
onciamente aver luogo. Parte prima. Degli Dei. Molti furono gli Dei presso i Greci, ma assai più presso i Romani, che
, ma assai più presso i Romani, che oltre ad avere adottali tutti gli Dei della Grecia, e molti pur dell’ Egitto, e delle a
ontavano di loro proprii, e particolari. Dodici anticamente erano gli Dei maggiori, detti Dii maiorum gentium, e Consentes,
urono Dii minorum gentium, e Semones, quasi Semihomines, ed erano gli Dei campestri, e quelli, che presedevano alle varie v
ciando dalla loro stessa genealogia. Capo I. Della Genealogia degli Dei fino a Saturno. Secondo Esiodo nella sua Teogo
o a Saturno. Secondo Esiodo nella sua Teogonia o Generazione degli Dei , i primi fra tutti furono il Caos, Gea o la Terra
principale Divinità, ed era caratterizzato col titolo dì Padre degli Dei , e Re degli uomini. Tre Giovi però secondo Cicero
, per quel che accennano alcuni Mitologi, armaronsi non solamente gli Dei , ma ancora le Dee, e per quello che dicono altri,
lei doveva un figlio, il quale sarebbe stato re degli uomini, e degli Dei , tolse con inganno la prole al ventre di Meti, e
iunone. Sorella e principal moglie di Giove, e perciò regina degli Dei , era tenuta Giunone. Fu ella però da principio a
andone, fu secondo le favole cangiato in fiume. In una congiura degli Dei contro di Giove, avendo Giunone ancora pigliata p
ella quale colse i due amanti, e gli espose alla derisione di tutti i Dei : di che Marte adirato cangiò Alettrione in gallo,
e di Tetide figlia dell’ Oceano alle quali furono invitati tutti gli Dei , eccetto la Discordia, avendo questa gettato sull
figlio di Giove e di Maia, era considerato come il messaggiero degli Dei . Perciò dipingevasi colle ali a piedi ed al capo;
l campo, che dicevasi scelletaralo. Capo XVI. Della Terra, e degli Dei terrestri. La Dea della terra, detta da Esiodo
elle tre Parche, di Pitone, e del Cielo stesso e della Terra. Fra gli Dei terrestri prima a dover nominarsi è Pale Dea dell
egli il culto primario. Era tenuto come il più lascivo fra tutti gli Dei . La ninfa Loto da lui fuggendo fu trasformata nel
si di fabbricare il Tempio di Giove Capitolino, le statue degli altri Dei per rispetto cedettero il luogo, ma il Dio Termin
ano Driadi ed Amadriadi. Le Nereidi ninfe del mare appartenevano agli Dei marini. Molte delle cose campestri avean pure pre
solennità celebrata ai 15 di Marzo. Capo XVII. Di Nettuno, e degli Dei marini. Primo Dio del mare, secondo Esiodo, fu
si in mare furono ad istanza di Venere cangiati amendue da Nettuno in Dei marini, e chiamati poscia da’ Greci co’ nomi di L
la spedizione degli Argonauti. Capo XIX. Di Plutone, e degl’ altri Dei dell’ inferito, e de’ principali condannati, che
che il giuramento per le acque di Stige fosse inviolabile anche agli Dei , sicchè, ove taluno a quello mancasse, fosse sepo
antalo figlio di Giove e della ninfa Piote in un convito offerto agli Dei , per fare esperimento della loro divinità, diè lo
Belo, padre di Danao. Capo XX. Degli Dei stranieri. Oltre agli Dei fin qui rammentati, alcuni de’ quali particolari
ro poi che fu egli da Giove portato in cielo e posto nel numero degli Dei , e che ottenne quivi in isposa Ebe figlia di Giov
er l’ ottenuta fecondità delle campagne solenni sacrificj a tutti gli Dei , dimenticò di offerirne a Diana, di che essa sdeg
ione allontanossi da Tebe, e andò nell’ Illirico, dove chiedendo agli Dei di essere trasformalo in ciò ch’ era stato il pri
e ad un furioso toro, che trascinandola la fece a brani, finchè dagli Dei per compassione fu can giata nel fiume Dirce, che
orose prove fu ucciso dal tebano Menalippo; Capaneo sprezzatore degli Dei , mentre scalava le mura di Tebe, venne fulminato
i cui acciecò i figli, che dalla prima avea avuti. In pena di ciò gli Dei acciecaron lui stesso, e ad infestarlo mandarono
i Taigete, fu dall’ empio padre, come è già detto, dato in pasto agli Dei per far pruova della loro divinità, e da essi ris
di Diana se ne fuggirono. Tornato in Grecia fu Oreste giudicato dagli Dei nell’ Areopago di Atene, ove sebbene eguali voti
avvenne: e Ovidio aggiugne, che il serpente a perpetua memoria dagli Dei fu cangiato in sasso. Era stato predetto dall’ or
a lo scoglio Gireo, ma poi vantandosi di aver saputo a dispetto degli Dei salvarsi da se medesimo, fu dallo stesso Nettuno
r Salamina. Diomede, secondo Omero, in una battaglia, nella quale gli Dei medesimi vollero prender parte, ferito avea Marte
oscerlo. Capo XIV. Della venuta di Antenore, e Enea, in Italia. Dei capi de’ Troiani e loro alleati i soli, che avanz
ria abbraccia Ermafrodito figlio di Mercurio e di Venere, e prega gli Dei di non esserne mai disgiunta. Questi uniscono i d
li. Parte II. Capo XIII. Ino e Melicerta gettandosi in mare diventano Dei marini. Parte I. Capo XVII. Le Ismenidi compagne
ta campagna, o in qualche luogo elevato era l’ altare, sul quale agir Dei rappresentati da un sasso informe o da’ un tronco
ella terra, e non più. A poco a poco incominciaronsi ad effigiare gli Dei sotto varie forme nelle statue di legno, di creta
tro; per ultimo una porzione della vittima abbruciavasi in onor degli Dei , il resto mangiavasi, eccetto negli olocausti, ov
ono o tristo presagio, perchè riguardavansi come avvisi spediti dagli Dei di ciò che aveva a succedere. Il desiderio di sap
elitti commessi, o in occasione di pubbliche calamità per placare gli Dei , o all’ apparir di prodigi straordinari per allon
augurio o per prepararsi a qualche impresa importante, onde avere gli Dei favorevoli, o per iniziarsi a’ misteri. L’ espiaz
sole mani in acqua pura. Moltissime eran pure le feste in onor degli Dei così presso i Greci, come presso i Romani. Intorn
11 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo I pp. 3-423
de’ falsi Numi ascendeva a trenta mila ; e Plinio soggiunge, che più Dei si adoravano da’ Gentili, di quel che uomini v’av
o Erodoto(c) primi gli Egiziani a introdurre il culto a questi dodici Dei  : di là passò poi nella Grecia, dove sino da’ tem
uesto culto anche i Romani, da’ quali i predetti Numi furono chiamati Dei maggiori, oppure Dei delle maggiori Genti. Si ven
omani, da’ quali i predetti Numi furono chiamati Dei maggiori, oppure Dei delle maggiori Genti. Si veneravano altresì le lo
sì dette dal consenso di molti, i quali si facevano ad anorare questi Dei , uniti insieme. Gli Dei principali, benchè fosser
erano stati poi divinizzati(a). I Romani innoltre ammisero tra’ loro Dei moltissimi di quelli delle altre Nazioni, e li ch
che per le loro esimie gesta meritarono di essere annoverati tra gli Dei (d). Più verisimile però sembra ad Arnobio, che i
Esiodo nella sua Teogonia, ossia Canto intorno alla generazione degli Dei , dice che dal Caos(1) uscitono l’Erebo(2) e la No
Magna Madre, essendo ella risguardata come la Genitrice comune degli Dei (i). Il nome di Rea le derivò dal verbo Greco rin,
inità dell’ Egitto. Da Iside e da Osiride nacque Oro, l’ ultimo degli Dei , cui adorò l’ Egitto(11). Iside aveva certi Sacer
varie piante e animali (b) (5). Correva fama allora, che niuno degli Dei avrebbe potuto vincere que’ nemici, quando non av
detto Padre, e Re, perchè si considerava come il Sovrano degli altri Dei , e di tutti gli uomini (b). Gli si diede il nome
più alla pendice di quel monte radunava sovente a consiglio gli altri Dei (c). Gli Ateniesi fabbricarono a Giove Olimpicò n
ue degli altri Nunti, e se ne attetrassero i tempj ; che tutti quegli Dei cedettero senza difficoltà il loro luogo a Giove 
alzò un tempio, che fu denominato Panteon, ossia dedicato a tutti gli Dei , perchè ivi si trovavano anche le statue delle al
li stranieri, ed esse si cominciavano, e compivano con libazioni agli Dei (a). Gli ospiti, quando partivano, erano ricolmat
da’Romani spezialmente in tempo di pubbliche calamità per placare gli Dei . Essa consisteva in un sacro banchetto, denominat
è eglino mangiavano i cibi, imbanditi al tempo di tale solennità agli Dei (a). Eglino erano da principio tre, in seguito di
che per rendete felici i suoi sudditi, e per eccitarli ad onorare gli Dei e spezialmente Apollo, a cui aveva eretto tempj e
uciarne le interiora di quel mostro, avrebbe anche potuto vincere gli Dei . I Titani, e tra questi spezialmente Briareo, ecc
elebrarono le nozze di Giunone con Giove, Mercurio v’invitò tutti gli Dei , tutti gli uomini, e perfino tutti gli animali. L
Plutone. Fu detto Orco dalla voce greca orcos, giuramento, perchè gli Dei solevano giurare per Plutone(d). Si chiamò Summan
o reggere al dolore, che sofferiva per la perdita de’ figli, fu dagli Dei convertita in sasso(c). Scrisse Ferecide(d), che
otto al fine della sua vita ne dimostrò estremo dolore, e chiese agli Dei , che gli concedessero di piangere sempre. Infrutt
inalmente fu data in matrimonio a Vulcano, il più brutto di tutti gli Dei (g). Venere fu particolarmente venerata in Amatunt
(11), re di Cipro, e di Mirta. Costei dopo averlo partorito fu dagli Dei trasformata nell’albero, che ritenne il di lei no
Minerva fece sì, che Diomede invece ferì lui. Peone, il Medico degli Dei , lo risanò (b). Marte finalmente uccise Allirrozi
esteso tra’ Greci, perciocchè Pausania, il quale fece menzione degli Dei loro, non fa parola di alcun tempio di Marte, ma
ente ne rimase stretta da certi occulti legami, che diede motivo agli Dei di grande riso(g). Bacco finalmente ubbriacò Vulc
te, che ambedue vi rimasero inviluppati. Egli poscia invitò gli altri Dei a godere il bizzarro spettacolo. Ognuno proruppe
se, che alle sue disposizioni non solo gli uomini, ma tutti gli altri Dei doveano sottomettersi(d). Nel libro, con cui si r
i guadagni, chiamata peculio (b). Questa classe di Servi aveva i suoi Dei particolari, deteti Anculi(c). (17). I Greci e i
dal fuoco(d). Il sale pure offrivasi come sacrifizio gratissimo agli Dei (e). Col progresso del tempo vi si sostituirono gl
osservare ciò che ivi si faceva, ed ora passassero a conversare cogli Dei e cogli Eroi per apprenderne ciò ch’era necessari
ione di Troja, trasportato da una burrasca in Italia, sia stato dagli Dei avvertito di restituire a’ Trojani il Palladio, e
Greci Archion, ove si riponevano non solo i ricchi doni, offerti agli Dei , ma anche le ricchezze de’ particolari(c). Cesare
o, come a Numi, feste a sacrifizj instituissero (d). Finalmente altri Dei eziandio sotto le sembianze di quelli, come vedre
Questi ultimi da principio non erano che Inni e Canti in onore degli Dei . Vi s’introdussero poscia i Poemi, ne’ quali si d
Le Feste Talisie secondo alcuni si celebravano in onore di tutti gli Dei (d). (a). Declausire Diction. Mythol. (b). V
dici suoi figliuoli, faceva ogni anno un sacrifizio per chiedere agli Dei abbondante raccolta dalle campagne. Uno di que’ f
Job. Jacob. Hofmun. Lex. Univ. (2). Il nettare è la bevanda degli Dei , come l’ambrosia n’è il cibo. Credevasi, che ques
za il mezzo di una donna, pregò il Cielo, la Terra, e tutti gli altri Dei di permettere, ch’ella pure da se sola partorisse
bocca(i). Questo Gigante secondo alcuni dichiarò solo la guerra agli Dei per vendicare gli altri Giganti, da loro stermina
eo Omero soggimge, che questo Gigante con tal nome era chiamato dagli Dei , mentre gli uomini lo chiamavano Egeone(b). Egli
libazioni per indicare il mutuo consenso. Vi si chiamavano poscia gli Dei in testimonio di ciò, che si stabiliva ; e si pro
agli stessi Imperatori Romani, i quali vi portavano i simulacri degli Dei e le immagini de’loro Predecessori, come si facev
pretende ch’ella abbia sempre versato la predetta bevanda a tutti gli Dei (g) fuorchè a Giove, a cui secondo lo stesso Poet
li stranieri, ed esse si cominciavano, e compivano con libazioni agli Dei (a). Gli ospiti, quando partivano, erano ricolmat
da’Romani spezialmente in tempo di pubbliche calamità per placare gli Dei . Essa consisteva in un sacro banchetto, denominat
è eglino mangiavano i cibi, imbanditi al tempo di tale solennità agli Dei (a). Eglino erano da principio tre, in seguito di
Acmone con quello, il quale dicesi essere stato il primo padre degli Dei (b). Questi si chiamò anche Demogorgone, ossia Di
vavasi appresso i due predetti Laghi (c). I Palici si venerarono come Dei della Sicilia. Narra Diodoro di Sicilia, che il t
azione (b). Tale iniziazione portava seco la credenza di essere dagli Dei disesi in mare e in guerra, e di poter conseguire
amente si desiderava (c). Alcuni credettero, che i Cabiri non fossero Dei , ma ministri degli Dei (d). Strabone li la Sacerd
). Alcuni credettero, che i Cabiri non fossero Dei, ma ministri degli Dei (d). Strabone li la Sacerdoti di Cibele, e second
ogit. (e). Albric. (37). Omero dice che Ganimede fu rapito dagli Dei per costituirlo coppiere di Giove (e). Altri lo v
il predetto nome dal Greco verbo, yin, piovere, perchè, avendole gli Dei trasferite in Cielo, ove formano una Costellazion
, in cui Pandione regnava in Atene(f). Insegnò a’ suoi il culto degli Dei della Grecia ; e però fu denominato il padre de’N
e allora mille fantasmi, di udire diverse voci, e di conversare cogli Dei . Al rievegliarsi andava spacciando quanto gli si
). Tibull. l. 4. ad Messal. (15). Erigone, appiccandosi, pregò gli Dei , che se gli Ateniesi non vendicassero la morte d’
imi parleremo altrove. (d). Cant. de Rom. Rep. (e). Aug. de Civ. Dei l. 12. (a). Declaustre Diction. Mythol. (b).
’averlo ravvolto in pelli d’animali, lo presentò a Giove e agli altri Dei , i quali non poterono trattenere le risa (n). Com
rasformò nell’ uccello, detto Cimindide dagli uomini, e Calcide dagli Dei , allorchè alle preghiere di Giunone egli addormen
 : egli niente faceva, ma bensì censurava tutte le azioni degli altri Dei e degli uomìni. Scelto giudice tra Minerva, Nettu
Le Furie furono sempre considerate come ministre della vendetta degli Dei . Si credette quindi, che la loro occupazione cons
appellavano Cagne dello Stige nell’ Inferno, e Dire, ossia ire degli Dei nel Cielo(g). Le Furie poi da’ Greci si chiamaron
si faceva pel fiume Stige, era inviolabilmente osservato. Gli stessi Dei , se mancavano al medesimo, venivano privati del n
perchè l’anzidetta Ninfa al tempo della guerra de’ Giganti contro gli Dei spedì in soccorso di questi le sue figliuole, Vit
onore, perchè svelò a Giove la congiura, che aveano tramata gli altri Dei per metterlo in ceppi(a). Nelle acque dello Stige
to nel Tartaro. Alcuni dicono, perchè egli manifestò gli arcani degli Dei  ; altri soggiungono, perchè era solito a cruciare
gina(d). Ovidìo pretende, ch’egli pure abbia scoperto i misterj degli Dei (e). Pindaro soggiunge, che Tantalo rubò dalla men
j degli Dei(e). Pindaro soggiunge, che Tantalo rubò dalla mensa degli Dei il nettare e l’ambrosia per farne dono agli uomin
aggior parte poi dice, che Tantalo, avendo accolte in casa sua alcuni Dei , e volendo accertarsi, se erano tali, offerì loro
di assaggiare quelle acque(b). Riguardo poi a Pelope dicesi, che gli Dei ne riunirono le membra ; che gl’inspirarono nuova
purificato, e ricevuto in Cielo, lo ammise alla sua mensa cogli altri Dei . Issione prese allora ad amare Giunone. Costei ne
sio vennero attaccati da gravissima malattia. Il loro padre pregò gli Dei , che traessero sopra di lui la morte minaccinta a
o a scavare. Fec’egli delle Feste per tre continui giorni, perchè gli Dei entro lo spazio di quel tempo aveano accordato la
ani, ch’erano accorsi ad intorbidare quelle acque. Latona chiese agli Dei , che coloro non uscissero mai più da quella palud
eragli stata presentata piena di vele, no, ne fece una libazione agli Dei . Una colomba, a caso ivi volata, bevette di quel
Sotto il nome di Peone i Poeti ricono scevano un celebre Medico degli Dei (f). Dicesi, che questi abbia risanato Plutone, gr
o morte ebbe un tempio, chiamato Branchiadon, e fu annoverato tra gli Dei (e). Diede anch’egli degli Oracoli, che furono i p
vea fatto Minerva. Questa Dea, suonando il flauto alla presenza degli Dei , fu da Giunone e da Venere avvertita, che il suon
ni, perchè i Tebani erano stati da Giove cangiati in sassi, e che gli Dei stessi nel decimo giorno rendettero a quelli i fu
chè egli, trovandosi nell’ Inferno, avea cantato le lodi di tutti gli Dei fuorchè di Bacco, perciò questo Nume destò nelle
ercò di avere un figliuolo senza maritarsi. Così avvenne, giacchè gli Dei fecero nascergli Orione dalla pelle d’un bue, ch’
io di due Principesse, le quali avessero tratta la loro origine dagli Dei . Le figlie di Orione, per salvate la loro patria,
zione delle cose future, e fu risguardato come un uomo favorito dagli Dei . Gli Ateniesi lo chiamarono nella loro città al t
Mythol. (11). Que’di Trezene annoverarono Sarone dopo morte tra gli Dei marini, e i navigatori prima d’imbarcarsi gli off
avano il volto. Innoltre si udivano imprecazioni e querele contro gli Dei , si lanciavano sassi contro i tempj, e se ne rove
me pene si puniva chi la violava. Si onoravano pure in quel tempo gli Dei dell’Inferno, versando loro sopra il sepolcro in
e dalla Terra(d). Finalmente Platone racconta, che, solennizzando gli Dei la nascita di Venere, Poro, Dio dell’abbondanza,
tempo sott’acqua, e dava a credere, che avesse secreti colloquj cogli Dei del mare. Finalmente si annegò, o fu messo a mort
ù starsene fermo in quel luogo, si tuffò nelle onde. Lo accolsero gli Dei marini, e pregarono Oceano e Teti, che lo spoglia
a, e Zefiro, i quali a detta cello stesso Poeta nacquero dagli stessi Dei (d). Igino poi vuole, che i Venti impetuosi sieno
o di Partaone, e re d’Etolia, celebrò una festa in onore di tutti gli Dei per ringraziarli dell’abbondante raccolta, che gl
). Questo medesimo Poeta vuole che il Peplo fosse anche proprio degli Dei . (a). Potter. Archaeol. Graec. l. 2. (7). Gli
attosi da Eretteo pel comune bene, lo annoverarono dopo morte tra gli Dei , e gli eressero un tempio nella Cittadella d’ Ate
Il timore di qualche pubblica calamità, e la speranza di placare gli Dei irati introdussero varie sorti di tali ceremonie.
12 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — III. Classazione generale delle Divinità pagane e Genealogia degli Dei superiori » pp. 15-19
III Classazione generale delle Divinità pagane e Genealogia degli Dei superiori A 30,000 si faceva ascendere il numer
ia degli Dei superiori A 30,000 si faceva ascendere il numero degli Dei pagani : quindi la necessità di dividerli in clas
cessità di dividerli in classi ; la prima delle quali era detta degli Dei maggiori o superiori o supremi ; e questi erano s
dorati da tutte le antiche nazioni. La seconda classe comprendeva gli Dei inferiori o terrestri 6 ; la terza era quella deg
degli Eroi o Semidei ; e la quarta delle Virtù e dei Vizi 7. Di venti Dei superiori, dodici formavano il supremo consiglio
te volte a bisogno nel progresso della Mitologia. La Genealogia degli Dei , ossia la loro filiazione e parentela (almeno dei
o a suo luogo, poichè appartiene alla seconda o inferior classe degli Dei . Intanto però è da notarsi che questo termine di
e12. Cicerone compose una celebre opera intitolata Della natura degli Dei  ; e Lucrezio un famoso poema sulla Natura delle c
Il poeta Ennio ci ha trasmesso in due versi latini i nomi dei dodici Dei superiori che formavano il consiglio di Giove. Li
e ai primi e principali da loro scoperti diedero il nome degli altri Dei superiori, esclusi soltanto l’Orco, ossia Plutone
utte quelle interminabili filiazioni e parentele di un gran numero di Dei e di Dee dello stesso nome. Lo stesso Vico ha det
13 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Appendice. » pp. -386
ne libertà ne’rozzi lor versi ; Lucillo e Lucrezio si beffarono degli Dei di Roma, e de’ Romani che inchinavansi ai vani si
co disputava ingegnosamente sul vizio, sulla virtù, sull’anima, sugli Dei  ; ma tutto ciò non altro era che spiritosa lizza
che un brutale epicureismo. Cicerone nel suo libro Sulla natura degli Dei lasciò scritto : « La superstizione sparsa tra i
la terra, non solamente il tipo, ma il teatro di tutti i vizj de’suoi Dei  ; per modo che si può argomentare, che le credenz
solo Livio rimpiangeva la pietà dei primi Romani per gli antichi loro Dei , ma questa pietà confondevasi allora coll’amor de
e della patria. La morte sul campo di battaglia era un olocausto agli Dei  ; nè c’era cosa che così profondamente scolpita a
no continuo alimento alla fede dei soldati. Vincitori, credeano negli Dei da cui si sentivano protetti ; vinti, attribuivan
eratori introdusse l’apoteosi, colla quale vennero annoverati tra gli Dei anche i più scellerati mostri che sedettero sul t
o meno crudele. Nelle Gallie e nell’Affrica più non si offrivano agli Dei vittime umane. La sola Germania, nelle parti che
rvava i suoi culti sanguinarj ; nè conosceva libazioni più grate agli Dei di quelle fatte col sangue dei prigionieri romani
ilimento della conquista, nell’inerzia che la seguiva, il culto degli Dei pareva la più grande faccenda politica de’ Greci.
atori ; ma i sofisti più liberamente poteano beffarsi del culto degli Dei . Le antiche sètte filosofiche tuttor fiorivano, m
ilosofia. L’Asia minore offriva in ogni sua parte la mescolanza degli Dei eleganti della Grecia colle superstizioni del pae
, servendocene per dar sepoltura ai Cristiani, non per affumicare gli Dei .156 Certo voi dite : Calano di giorno in giorno l
na ? Ma noi però non siamo bastanti a riparare agli nomini e a’vostri Dei mendicanti ; nè crediamo di dover dare la limosin
ano avea forse fatto verun progresso, perchè Nerone non credeva negli Dei del Campidoglio, e ne calcava con disprezzo le st
14 (1855) Della interpretazione de’ miti e simboli eterodossi per lo intendimento della mitologia pp. 3-62
anziale, e non ne sorgeva che un politeismo, ossia la pluralità degli Dei  ; ora l’Ente e l’esistente presentandosi come una
 ; ora un padre colpito nella sua tenera posterità invoca in essa gli Dei del suo dolore ; ora il menzogniero artificio del
uoversi del sole dall’orto all’occaso, e di vedersi le immagini degli Dei . E per tal ragione si finsero essere il cielo com
l’etere, che si diffonde dappertutto. E questo modo di concepirsi gli Dei non più porgeva miti di narrazioni vere, ma fitti
ima del cantore dell’ Iliade, chè a’Greci importava di non andare gli Dei avversi a’loro voti, come credevano avversi a’lor
ica — ed in questi Varrone fa ricerca su la natura e genealogia degli Dei , se nacquero eglino in tempo o furono sempiterni 
compiacendo lasciava i filosofi nell’ambizione di conversare con gli. Dei mondani, ed il volgo nella libertà di trattenersi
erra » Cantate, così volto in italiano le sue parole(2), o Muse, gli Dei immortali, figli della terra e del cielo stellato
l pomo di oro, che la Discordia fece cadere in mezzo al convito degli Dei , per darsi alla più bella delle Dee, quando da Gi
to qui s’intende la celeste facoltà, cioè lo spirito e la mente degli Dei  — con il pomo di oro il mondo, il quale come che
lo II. Sommario — 11. Interpetrazione de’miti in particolare. 12. Dei maggiori. 13. Giove come nacque nella mente de’Gr
Saturno, esposti e spiegati da Tullio nel lib. 11 della Natura degli Dei . 18. Nettuno — etimologia di questa parola tolta
ere poetico, come un tipo, come un’universale fantastico. Padre degli Dei e degli nomini, detto Giove, come vuole Tullio(1)
ncipio e generatore di tutte le cose, onde Giove fu detto padre degli Dei e degli uomini ; e del pari portò il nome di Otti
vuole di Orfeo, tra le attribuzioni gli si dà il nome di padre degli Dei beati e degli uomini, di vario ne’suoi consigli,
vuole essere Iao, cioè lo spirito delle sfere, il più antico tra gli Dei , che porta il nome di Plutone nello inverno, e di
allidissimo in depredare, alato i piedi ed il capo, messaggiero degli Dei e degli uomini. Traendone la etimelogia, si vuole
ono scintillare innumeri punti luminosi. E si disse messaggiero degli Dei e degli uomini, onde si dipinse alato : la rapidi
ne — A questa Diva in un inno di Orfeo è dato il nome di regina degli Dei e degli uomini, di consorte di Giove, ed è lodata
li, e da sorelle dovettero incominciare : regina degli uomini e degli Dei , perchè i regni poi nacquero da essi matrimonii l
ra selvosa, che ridussero a coltura gli eroi…. detta gran madre degli Dei , e madre detta ancora de’giganti, che propriament
urono detti nel senso di figliuoli della terra : talchè è madre degli Dei , cioè de’giganti, che nel tempo delle prime città
de’giganti, che nel tempo delle prime città si arrogarono il neme di Dei  : e le è consacrato il pino, segno della stabilit
lie di Giove e di Mnemosine cantavano su l’Olimpo le maraviglie degli Dei , quale concetto fu mirabilmente svolto dallo immo
il passato, e che nulla allegrava di tanto lo augusto congresso degli Dei , quanto il melodioso concento di loro voce. Sempr
n un sacrificio e a Giove liberatore, ad Ercole, ad Apollo e ad allri Dei del mare, perciocchè Ercole non andava disgiunto
ole, il quale trasfonde negli uomini la forza, che li raggiunge a gli Dei , ed egli improntava questo sentimento dalla scuol
, cui sacrificavasi, come se egli trasmettesse per le sue porte a gli Dei le preci dei supplicanti. Perciò sovente i simula
simul aethereos animos conceperat ignes Ore dabat pleno carmine vera Dei . In Roma era una porta detta Carmentale dal suo
15 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XV. Giunone regina degli Dei e Iride sua messaggiera » pp. 79-85
XV Giunone regina degli Dei e Iride sua messaggiera Il nome di Giunone ha l
ta nelle pitture e nelle sculture. Siccome è regina del Cielo e degli Dei ha in capo il diadema ; il suo volto è maestoso ;
a. Ebe oltre ad esser la dea della gioventù, mesceva il nettare agli Dei , quando erano a convito con Giove ; perciò si rap
sercizio del suo ministero cadde sconciamente e destò l’ilarità degli Dei , e d’allora in poi non volle più servirli a mensa
coperto da Hencke il 1° luglio 1847. Di Marte e di Vulcano che furono Dei superiori si dovrà parlare separatamente. Il tema
dea di potere essere ripudiata, e che un’altra divenisse regina degli Dei . Giove prediligendo la Ninfa Io figlia d’Inaco re
acca. Giunone non potendo risuscitarlo (tanta potenza non avevano gli Dei pagani), si contentò di trasformarlo in pavone, s
culto, come osservammo pur anco nella guerra dei Giganti, quando gli Dei che ebber paura si trasformarono in bestie. Gli E
er paura si trasformarono in bestie. Gli Egiziani perciò adoravan gli Dei sotto la figura di quelle bestie nelle quali cred
ronomi però non avevano trascurato di rendere onore alla regina degli Dei anche prima che ad Iride sua ancella, e furon sol
16 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489
ciò gli antichi li considerarono esseri soprannaturali, o figli degli Dei , o ispirati da loro. Tali erano Orfeo ed Anfione,
i Giunone contro un bambino parve troppo atroce e crudele a tutti gli Dei , che le ne fecero un rimprovero ; ed essa finse d
, in premio delle quali acquistossi l’immortalità e un seggio tra gli Dei nel Cielo. Il suo nome in greco fu Heracles, che
qualunque forma, e di più gli ruppe un corno, onor della fronte degli Dei dei fiumi ; per ricuperare il quale Acheloo diede
est’Eroe94, e dissero che era stato posto in cielo e nel numero degli Dei « Non già perchè figliuol fosse di Giove, « Ma p
e il mare dai pirati ; quindi i Mitologi li considerarono ancora come Dei protettori della navigazione ; e perciò Orazio li
municare la propria immortalità all’estinto fratello, e ottenne dagli Dei di star per lui la metà dell’anno nel regno delle
ato dalla tua sorella, « Ma vassi per veder le vostre pene. » Se gli Dei stessi del Paganesimo avevano difetti e vizii, co
mbo « Antigone, Deifile ed Argia « Ed Ismene sì trista come fue. » Dei prodi generali che aiutarono Polinice nella guerr
fortezze. Al suo ardire univa un insolente ed empio disprezzo per gli Dei  ; e giunse perfino a vantarsi di prender Tebe egl
o Menelao erede del trono di Sparta, poichè eran già morti e divenuti Dei ed Astri Castore e Polluce. Lasciamo che per poch
Questo decreto del Destino essendo conosciuto da Giove e dagli altri Dei , trattenne ciascun di loro dallo sposar Teti, e t
elebrate sulla Terra : al banchetto nuziale erano convitati tutti gli Dei e le Dee, esclusa soltanto la Discordia. Ma quest
ta la gara e l’invidia tra le Dee, e cagionato un grande impæcio agli Dei , nell’esser richiesti di pronunziare un verdetto
« E il deiforme Ganimede, al tutto « De’mortali il più bello, e dagli Dei « Rapito in cielo, perchè fosse a Giove « Di copp
o eseguita da Nettuno e da Apollo, esuli entrambi dal soggiorno degli Dei , privati del diritto della Divinità e ridotti all
negò la pattuita mercede. Non Apollo e Nettuno soltanto, ma tutti gli Dei ne furono irritati, e mandarono una inondazione e
a, non volle mantener la promessa ; ed Ercole non stette a pregar gli Dei che punissero il re spergiuro e mancator di parol
mmo. Ora è da aggiungersi che avendo l’Aurora ottenuto per esso dagli Dei l’immortalità, si dimenticò di chiedere ad un tem
ante dissero che per ottenere favorevoli i venti conveniva placar gli Dei con una vittima umana ; e tanto poteva le superst
ento favorevole, e dopo il sacrifizio o d’Ifigenia o della cerva, gli Dei rimasero placati, i venti spirarono favorevoli, e
, piangendo sempre ed urlando per disperato dolore, fu cangiata dagli Dei per compassione in cagna ; ma parve a Dante poco
sbattuto dalle onde si vantò di scampare dal naufragio ad onta degli Dei e dello stesso Nettuno. Tutti gli altri guerrieri
a morte. « Per nove dì mi trabalzava il fiotto, « E la decima notte i Dei sul lido « Mi gettâr dell’Ogigia isola, dove « Ca
opoli pagani, anche nei tempi istorici, finchè durò il culto dei loro Dei falsi e bugiardi. Perciò nella Mitologia convien
cipali superstizioni del Paganesimo, che derivarono dal culto di tali Dei  : il che faremo nei seguenti capitoli. LXIII
a parola Divinazione è di origine latina : deriva a divis, cioè dagli Dei , e sta perciò a significare l’interpretazione del
azione della volontà di essi. Quindi è fondata sulla credenza che gli Dei manifestino agli uomini la loro volontà e le loro
ione, dopo quanto abbiam detto parlando degli Oracoli, e dopo che gli Dei del Paganesimo furon riconosciuti falsi e bugiard
erstite, dicendo « che tutti coloro i quali ogni giorno pregavano gli Dei e ad essi immolavano vittime per ottenere che i l
proprie delle vecchie imbecilli che hanno un irrazionale terror degli Dei . Quindi egregiamente Bacone da Verulamio asserì c
le Sibille fossero profetesse ispirate dal Dio di Abramo, nè che gli Dei falsi e bugiardi potessero accordar loro virtù pr
itas non est quam concors hominum multitudo. » — (S. August., De Civ. Dei , i, 15.) 79. « Concordia parvæ res crescunt, dis
la sua narrazione con le lodi del delfino e col premio che ebbe dagli Dei di esser cangiato nella costellazione che porta q
17 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cenni Preliminari » pp. 9-
ti a un vivente. II Ara o Altare, luogo destinato pei sacrifizj agli Dei . Quasi tutti i popoli fecero i primi altari con p
mente ad esaminare gli animali offerti in sacrifizio ed immolati agli Dei , ossia le vittime, per cavarne i presagi. Se la v
agistrati eletti a predire il futuro, e li credevano interpreti degli Dei . Eran tenuti in grandissima venerazione, e consul
onie religiose. VI. Feste e Ferie. I giorni consacrati ad onorare gli Dei ed a ricreare il popolo eran detti feste. In anti
e della vendemmia ; ma il numero delle feste aumentò con quello degli Dei . Le principali appo i Greci erano quelle di Adone
ar la vittima) i giorni sacri al riposo ed ai sacrifizj in onor degli Dei . Le ferie latine furono le più solenni. Tarquinio
po di questa cerimonia toglievano di su i piedistalli le statue degli Dei , le posavano su letti messi intorno ad una tavola
daveri. XII. Purificazione, atto religioso dei Pagani per onorare gli Dei , per espiare i delitti o per allontanare una cala
uve, di Marte e di Quirinu, ed i Flamini minori pel culto degli altri Dei . Le mogli dei Flamini erano dette Flaminicæ, ed a
18 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — II. Il Caos e i quattro elementi » pp. 11-14
chè secondo la Cosmogonia di Esiodo, esso esisteva prima di tutti gli Dei e di tutte le Dee. In greco, chaos significa conf
anche nelle loro menti circa l’origine del mondo e l’esistenza degli Dei . Dopo che Esiodo aveva asserito che il Caos esist
opo che Esiodo aveva asserito che il Caos esisteva prima di tutti gli Dei , vennero altri a dire che il Caos stesso era un d
ato, dìssero ancora che aveva figli e che la sua moglie era la Notte. Dei figli parleremo in appresso e diremo quali fosser
se questo Dio non lo sa, poichè poco dopo soggiunge : qualunque degli Dei foss’egli stato (quisquis fuit ille deorum) ; e n
ar dunque che gli Antichi ammettessero la generazione spontanea degli Dei dalla materia, come i naturalisti moderni ammetto
elli facevano nascere ad un tratto dagli elementi del Caos gli stessi Dei , come nascono da un giorno all’altro i funghi dal
ati dell’antica sapienza il poeta Virgilio che visse « A tempo degli Dei falsi e bugiardi, » e la prediletta sua Beatrice
19 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXI. Il Genio e i Genii » pp. 232-241
XXXI Il Genio e i Genii Fu detto nella classazione generale degli Dei (V. il N. III) che il Genio era considerato dai L
erato dai Latini come un Dio di prim’ordine, ossia della classe degli Dei superiori o celesti, e, secondo l’etimologia dell
tere proprio della falsa religione del Politeismo il moltiplicare gli Dei , come nei falsi sistemi di governo si moltiplican
ggio dei Greci eran detti Dèmoni ; e in Omero troviamo che gli stessi Dei davansi tra loro per onorificenza questo titolo.
e 272). Il popolo generalmente considerava questi Dèmoni o Genii come Dei che regolassero le vicende della vita degli uomin
tro di color che sanno, come lo chiama Dante, divise gli Immortali in Dei e in Dèmoni ; e i mortali in Eroi e in uomini. Pl
rla dei Dèmoni nel Convito : « Essi sono esseri intermediarii fra gli Dei e i mortali ; ed è loro ufficio l’interpretare e
i Dei e i mortali ; ed è loro ufficio l’interpretare e il recare agli Dei ciò che viene dagli uomini, e a questi ciò che vi
re agli Dei ciò che viene dagli uomini, e a questi ciò che vien dagli Dei  ; …. poichè la Divinità non ha comunicazione dire
20 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXX. Stato delle anime dopo la morte, secondo la Mitologia » pp. 216-231
gli antichi mitologi, ben pochi andavano in Cielo nel consesso degli Dei supremi e a mensa con essi a gustare il nettare e
o che furono i più grandi benefattori della umanità. A questi novelli Dei assunti in Cielo ergevansi nel mondo dalla credul
a pena. Tantalo era figlio di Giove e perciò ammesso ai segreti degli Dei  ; ma egli abusando di tal fiducia, li rivelò ai m
loro le membra del suo figlio Pelope da lui stesso ucciso. Tutti gli Dei inorriditi si astennero dal mangiarne, ad eccezio
bandigione, e mangiò una spalla di Pelope. Si aggiunge ancora che gli Dei resero la vita al figlio di Tantalo ricòmponendon
chè avendo egli gustato il nettare e l’ambrosia, bevanda e cibo degli Dei immortali265), non poteva morire, nè perciò andar
voi che mirate « La pena mia : non violate il giusto, « Riverite gli Dei  »268. Ma questa predica è inutile nell’Inferno 
e, ov’è di Giove il maggior tempio, « Di Giove stesso il nome e degli Dei « S’attribuiva i sacrosanti onori. « Folle ! che
ntropomorfismo il politeismo greco e romano, perchè, dic’ egli, « gli Dei della natura presero forma e natura umana. 257.
21 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVI. Nettuno re del mare e gli altri Dei marini » pp. 173-183
XXVI Nettuno re del mare e gli altri Dei marini Gli Antichi non conoscevano neppure la d
deve dunque recar maraviglia che i Pagani i quali avevan popolato di Dei il Cielo e la Terra personificando gli oggetti cr
o di Cibele. L’Oceano fu dunque considerato come il più antico degli Dei marini, perchè era il mare stesso, come Urano il
Dei marini, perchè era il mare stesso, come Urano il più antico degli Dei celesti, perchè era lo stesso Cielo. Quindi non s
trecento anni !212 Abbiamo detto altra volta (V. il N. XI) che agli Dei davasi il titolo di Padre in segno di affettuosa
aginese, fece dall’alto della nave una pubblica preghiera a tutti gli Dei e le Dee del mare, come lo stesso Tito Livio rife
Glauco nel gustar dell’erba, « Che il fe consorto in mar cogli altri Dei  »223. Proteo, secondo gli antichi Mitologi, era
ente è chiamata proteiforme. Proteo conosceva qualunque segreto degli Dei e ciò che fosse utile o dannoso ai mortali, ma pe
22 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XI. Giove re del Cielo » pp. 55-59
Giove re del Cielo Che Giove fosse adorato come il supremo degli Dei dai Greci e dai Troiani sino dai più remoti tempi
è usato come sinonimo di Cielo ; Olimpico è detto Giove ; Olimpici o Dei dell’ Olimpo tutti gli altri Dei superiori62. La
Olimpico è detto Giove ; Olimpici o Dei dell’ Olimpo tutti gli altri Dei superiori62. La dignità e maestà di Giove era des
one a Giove stesso, che il poeta sovrano fa così favellare agli altri Dei  : « D’oro al cielo appendete una catena, « E tut
to straordinario, che mise in forse la potenza di Giove e degli altri Dei superiori. 57. In latino Jupiter significa, sec
e, ossia il Dio che giova, poichè il nome di padre davasi a tutti gli Dei benefici. Inoltre la voce padre è termine di affe
on vi restino avvolti ; perchè lo strascinamento degli uomini e degli Dei con sì fatta Catena egli pende dall’arbitrio di e
23 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo II pp. 3-387
onseguire il nome d’ Eroe, e per essere annoverato dopo morte tra gli Dei (a). Le tombe degli Eroi erano d’ordinario circond
ò. La prima cura di lui fu quella di sacrificare quella giovenca agli Dei patrj di quel luogo. Commise pertanto a’suoi segu
rte e da Venere. Per onorare quelle nozze scesero dal Cielo tutti gli Dei , e ricolmarono la sposa di doni. Da quel matrimon
ù vivo dolore, e volle espiarsi con sacrifizj, fatti alla madre degli Dei , cui alzò un tempio sul monte Dindimo, donde deri
detta Lacinia (e). Lo stesso Etoe finalmente s’azzuffò perfino cogli Dei . Per vendicarsi delle persecuzioni di Giunone, vi
ostretto di salire al Cielo, per farsi guarire da Peone, medico degli Dei (a). Ercole nelle anzidette circostanze ebbe per
esto Eroe ricevette. I Greci lo venerarono come uno de’ loro maggiori Dei (d). Egli in Roma ebbe molti tempj, e fra gli alt
a di piante, furono invitati i Centauri, moltissimi Eroi, e tutti gli Dei , eccettuato Marte. Questi in vendetta d’esserne s
per isposare Tetide, figlia di Nereo e di Doride(3), invitô tutti gli Dei alle sue nozze, le quali si celebrarono sul monte
a fondazione di una citta. Volendo prima offerire sulla spiaggia agli Dei un sacrifizio, vide che gli arboscelli, i quali a
anzidetta Venilia, e moglie del predetto Latino ; ma gli augurj degli Dei non v’acconsentivano. Uno sciame d’api, andato a
gamenonne, fatto secondo il solito un sacrifizio a Giove e agli altri Dei , protettori della navigazione(18), con propizio v
Minerva, la quale gl’indicò essere il tutto avvenuto per volere degli Dei (a). Oreste dopo di ciò non si sentì più cruciato
per conoscere nell’osservazione delle loro interiora la volontà degli Dei intorno alla sua partenza. Sì orrida barbarie tal
Insisteva il Greco nel voler impossessarsi di quella giovine ; ma gli Dei fecero, che la terra si aprisse, e la ingojasse(d
enne da Giove, che Mercurio dichiarasse a Calipso essere volere degli Dei , ch’ella lasciasse proseguire al Greco Eroe il su
ale fatto destò contro di lui lo sdegno degli uomini, e perfino degli Dei . Ulisse voleva, che fosse lapi dato ; e Ajace avr
si salvò sopra certi scogli, ma avendo poi osato d’ivi insultare agli Dei , dicendo, che loro malgrado avea schivato il peri
etto, lo fece in pezzi, e poi ne imbandì le membra in un convito agli Dei per accertarsi in tal modo, se queglino erano ver
periore agli altri Eroi, quanto lo era Giove relativamente agli altri Dei (b). Ercole gli consecrò uno spazio di terreno vic
Questa, ch’era senza prole, lo ricevette come un dono, fattole dagli Dei , gli si affezionò ; lo fece allevare non altrimen
ersi dal vino per tre giorni, e sacrificare ad Anfiarao, e agli altri Dei , i nomi de’ quali erano scritti sull’ara. Eglino
oltrechè esprimevano altrettanti voti, appesi talvolta ne tempj degli Dei in ricompensa di qualche grazia ricevuta, unite i
II. 12. Dee Palestine I. 222. Dee rispettabili I. 223. Dei I. 9. 10. Dei aggiunti I. 21. Dei azoni I. 11. Dei comuni I. 41
ne I. 222. Dee rispettabili I. 223. Dei I. 9. 10. Dei aggiunti I. 21. Dei azoni I. 11. Dei comuni I. 417. Dei consenti I. 1
spettabili I. 223. Dei I. 9. 10. Dei aggiunti I. 21. Dei azoni I. 11. Dei comuni I. 417. Dei consenti I. 10. Dei delle magg
Dei I. 9. 10. Dei aggiunti I. 21. Dei azoni I. 11. Dei comuni I. 417. Dei consenti I. 10. Dei delle maggiori Genti I. 10. D
giunti I. 21. Dei azoni I. 11. Dei comuni I. 417. Dei consenti I. 10. Dei delle maggiori Genti I. 10. Dei domestici II. 161
ei comuni I. 417. Dei consenti I. 10. Dei delle maggiori Genti I. 10. Dei domestici II. 161. Dei epicorj I. 11. Dei indiget
onsenti I. 10. Dei delle maggiori Genti I. 10. Dei domestici II. 161. Dei epicorj I. 11. Dei indigeti I. 11. Dei locali I.
delle maggiori Genti I. 10. Dei domestici II. 161. Dei epicorj I. 11. Dei indigeti I. 11. Dei locali I. 11. Dei maggiori I.
I. 10. Dei domestici II. 161. Dei epicorj I. 11. Dei indigeti I. 11. Dei locali I. 11. Dei maggiori I. 10. Dei topici I. 1
ici II. 161. Dei epicorj I. 11. Dei indigeti I. 11. Dei locali I. 11. Dei maggiori I. 10. Dei topici I. 11. Dejanira I. 402
corj I. 11. Dei indigeti I. 11. Dei locali I. 11. Dei maggiori I. 10. Dei topici I. 11. Dejanira I. 402. II. 65. 67. Deicon
ie, Giunone(c). Si credette, che Europa fosse stata trasferira tragli Dei  ; i Fenicj la onorarono di tempj, altari, e sacer
degli altri uomini. Altri dicono, che Tiresia rimase accrecato dagli Dei , perchà egli communicava agli uomini le cognizidn
per impadronirsi de’ di lui tesori(b). Erafostene soggiunge, che gli Dei lo collocarono tragli Astri(c). Notisi per ultimo
za de’ quali dice Polibio essere verisimile aver fra loro conteso gli Dei (b). (d). Nat. Com. Mythol. l. 6. (7). Apolloni
finchè altri pastori, avendo giudicato, ch’ egli fosse protetto dagli Dei , lo allevarono, e gl’ imposero il nome d’ Ippotoo
la perdita della predetta Principessa(b). Secondo una Tradizione gli Dei cangiarono Fillide in mandarlo (c). Demofoonte, g
ffizione. Laodamia, amaroggiata per quella nuova perdita, chiese agli Dei , cae le fosse permesso di vedere e ragionare per
città venne con Enea in Italia. Dicesi, ch’egli, avendo provocato gli Dei marini a gareggiare secolui nel suono della tromb
sull’anzidetto monte, affinchè fosse divorato dalle fiere ; e che gli Dei per in zzo di Mercurio gli abbiano spedito una sp
Peleo, non sapendo più come guadagnarsela, offerì un sacrifizio agli Dei per esserne assistito. Gli apparve Proteo, e gli
e anime de’ morti, che i Gentili si facevano un dovere d’onorare come Dei domestici(c). Sembra, che il loro culto sia deriv
vino(c) in un vaso, detto da’ Latini Patella, dalla qual voce questi Dei si appellarono anche Patellarj(d). Essi si ripone
Greco, citato da Bocaccio (e), lo riconosce come il più antico degli Dei , e gli dà per compagni l’Eternità e il Caos. Paus
Salà quindi sol trono, ed era altresì per unirsi con Auge, quando gli Dei mandarono nel mezzo loro un gran serpente. La gio
enti al rapimento di Proserpina, di cui erano compagne, chiesero agli Dei di poter volare, finchè avessero potuto trovarla(
stava per morire ; e preso allora da estremo cordoglio, supplicò gli Dei , che nol lasciassero più a lungo tra’ viventi. La
ersi dal vino per tre giorni, e sacrificare ad Anfiarao, e agli altri Dei , i nomi de’ quali erano scritti sull’ara. Eglino
24 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXII. Gli Oracoli » pp. 242-252
o o bocca), sta a significare le risposte a voce che rendevansi dagli Dei ai mortali per mezzo dei sacerdoti281). Perciò, s
o, ma piuttosto divinazione, cioè interpretazione della volontà degli Dei . Lo stesso è da dirsi del vocabolo responsi, lati
tanti secoli dopo che furon riconosciuti falsi e bugiardi gli stessi Dei a cui quegli oracoli erano attribuiti. Sebbene i
possibilità che morissero tutti gli altri ; e inoltre il creder negli Dei e il supporre che non fossero immortali era una c
Calcante rappresenta una parte importantissima, come interprete degli Dei , nei parlamenti di quei famosi guerrieri e nei se
si valsero del principio teocratico, facendosi credere o figli degli Dei o interpreti dei supremi voleri di quelli, per ri
he gli Oracoli e gli altri modi d’interpretazione della volontà degli Dei furono inventati da prima con intenzion casta e b
25 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIII. Difetti e vizii del Dio Giove » pp. 69-72
solo Iddio senza difetti. Ma gli antichi Pagani ammettevano nei loro Dei non solo difetti, ma pur anco azioni talmente nef
base e il fondamento della morale religiosa. Quindi il culto di tali Dei , chiamati giustamente dall’Alighieri falsi e bugi
senso e del raziocìnio, come avvenne difatti. Giove, il supremo degli Dei pagani, era più vizioso di molti mortali ; e perc
istoria : ma ora incomincia la favola. Prometeo col favore di quegli Dei che eran più amanti e protettori dell’ingegno e d
na di lui. Parve esorbitante e tirannico questo supplizio agli stessi Dei , che inoltre rimasero indispettiti delle pretese
teo perchè l’aprisse. Ma per quanto piena di pregi fosse Pandora, gli Dei non avevan pensato a renderla immune dalla curios
26 (1874) Ristretto analitico del dizionario della favola. Volume I pp. -332
a, ovvero l’idolatra credenza degli antichi, il culto religioso degli Dei falsi e bugiardi ; dev’essere un resoconto dei pr
to civile, riconoscere in quegli avvenimenti la celeste volontà degli Dei  ? Perchè l’anima dell’uomo si elevi fino alla div
ci, degli Egiziani, dei Babilonesi e di Zoroastro 49 i cui principali Dei furono appunto il Sole, la Luna, e gli altri corp
sici della natura, non già persone divine. Cicer. Della Natura degli Dei . Lib. 3° Cap. 24. Ut quondam Creta fertur labyr
tesso che Abracox o Abraxas che si credeva essere il più antico degli Dei , veniva ritenuta come un amleto divino e sopranna
o bianco (detto Gattice, vedi Diz. delia Crusca) come consacrato agli Dei infernali, e perchè era generale credenza che que
febbre violenta. Credendo allora che questa fosse una punizione degli Dei ella sposò Acroncio. 92. Acteone. — Fglio d’Arist
a avesse sofferte tante controversie, quante ne soffrì Admeto, ma gli Dei lo protessero sempre a causa delle sue grandi vir
mente e preferi, al dire d’Ovidio, la conquista di lui a quella degli Dei stessi. Abbandonò per lui il soggiorno di Citera,
esta in onore delle principali divinità nella quale si offrivano agli Dei delle focacce dette Ador. 116. Adporina o Aporrin
esi. Secondo Plutarco era l’unica furia ministra della vendetta degli Dei . Il suo nome, che viene dall’α privativa e da δρα
erciò egli avesse adottato il barbaro costume di far sagrificare agli Dei tutti gli stranieri che approdavano nei suoi stat
ve e della pietra detta Agdo. Egli fu il terrore degli uomini e degli Dei , i quali lo cangiarono in mandorlo che produceva
ittima umana fosse sagrificato un bue. 189. Aglibolo. — Era uno degli Dei dei Palmiri. Negli antichi monumenti si trova sem
terribile errore, pianse tanto la morte del suo unico figlio, che gli Dei , mossi a compassione della colpevole madre, la ca
iusci di afferrarsi ad una roccia, ove rivolto al cielo imprecava gli Dei dicendo che si sarebbe salvato loro malgrado. L’o
— Celebre scultore. Vi fu anche un altro Alcmedone annoverato fra gli Dei della Grecia. 245. Alcinoe. — Moglie di Anfiloco.
precipitasse nel mare disperata della morte di suo marito, e che gli Dei mossi a compassione cangiarono essa e lo sposo in
amato anche Alcione. 249. Alcioneo. — Famoso gigante che soccorse gli Dei in una disputa che questi ebbero contro Giove. Mi
a un profumo preziosissimo, ne fu così addolorato che ne morì. Ma gli Dei mossi a compassione lo cangiarono in quell’erba c
ndo i poeti l’ambrosia era una sostanza destinata al nutrimento degli Dei , ed è opinione sufficientemente generalizzata, ch
terra e col caos. ……. non mica un Dio Selvaggio, o della plehe degli Dei  ; Ma tra’grandi celesti il più possente Che fa sp
369. Anassagora. — Filosofo della Grecia che negava l’esistenza degli Dei . Luciano, nelle opere racconta che avendo Giove s
fica che esce dal mare. 392. Andirina. — Soprannome della madre degli Dei . Le veniva dalla città di Andira, nella quale ess
αω io vedo. Presso i pagani era generale credenza che allorquando gli Dei discendevano sulla terra non mostrassero mai agli
ome vedemmo dalle citazioni dei classici, la maniera con la quale gli Dei si palesavano talvolta agli uomini, è uno di quei
si celebrava il festino ; nel secondo si offeriva il sacrifizio agli Dei  ; nel terzo si classificavano tutte le giovani pe
osi generalmente ch’egli avesse preso quella forma allorchè tutti gli Dei furono vinti da Giove. Si chiamava anche Osiride
ollo uccise i Ciclopi che avevano fabqricato i fulmini al padre degli Dei , il quale sdegnato contro di lui lo scacciò dal c
osi. — Nome della cerimonia colla quale i Romani annoveravano fra gli Dei i loro imperadori dopo la morte. 502. Apostrophen
domandava la grazia di stornare una calamità. 503. Apparizione degli Dei . — V. Aorosia e Teopsia. 504. Appiadi. — Dice Cic
la portato a Giove l’ambrosia durante la sua infanzia, il padre degli Dei avesse collocato fra gli astri quest’uccello in s
Plutarco, fu un eroe greco che dopo la morte venne annoverato fra gli Dei per le gloriose imprese compiute durante la vita.
orda Virgilio che Aristeo dopo la sua morte fu messo nel numero degli Dei e particolarmente venerato dai pastori. 575. Aris
lebrava una festa militare nella quale si offeriva un sacrifizio agli Dei , per la prosperità delle armi Romane. Durante la
e passione che avea ispirato a suo padre, supplicò giorno e notte gli Dei che l’avessero tolta dal mondo, e i numi mossi a
i si servì per uccidere Argo. 589. Arpie. — Giammai la vendetta degli Dei pensò, secondo la favola, più orrendi mostri di q
endo cosi indicare che col silenzio si doveano primamente onorare gli Dei . Gli antichi facevano comunemente incidere sui lo
enzia avea l’abito di offerire ogni anno nei campi un sacrifizio agli Dei facendosi accompagnare dai suoi dodici figliuoli.
dodici il numero dei seguaci di Acca nell’offerta del sacrificio agli Dei . 603. Ascalafo. — La favola lo fa essere figlio d
chè col loro apparire e col loro corso predicessero la volontà degli Dei . Da ciò la ragione del culto degli astri generale
la Grecia sorgesse un grave alterco fra Nettuno e Minerva. Allora gli Dei per por termine alla contesa stabilirono un tribu
picii. — Cerimonie con le quali si pretendeva scoprire la volontà dei Dei . Gli auspicii erano sacerdoti o indovini detti an
697. Autopsia. — Coloro che erano in una stretta intelligenza con gli Dei , erano presso i Pagani ritenuti come per essere i
in quella, morti d’asfissia. 702. Averunei, Avverunei o Averungani. —  Dei che i Romani adoravano particolarmente in tempo d
zizio. — Soprannome di Marte. 714. Azoni. — Si chiamavano così quegli Dei che i Pagani credevano comuni a tutti i popoli.
721. Baal-semen. — I Fenici lo ritenevano come il più grande dei loro Dei . Nella lingua di quei popoli Baal-Semen significa
anco di suo padre e fu ritenuto dopo Giove come il più possente degli Dei . Bacco veniva rappresentato sotto diversi aspetti
cia, e Bauci in tiglio. Stando ambo innanzi alle gran porte, a piede Dei gradi ove sta un pian fra’l tempio e l’onde, La d
e, vedendo la terra deserta ed inabitata, avesse imposto ad uno degli Dei minori di tagliare la propria testa, di mischiare
….. all’alto Olimpo Prestamente chiamando il gran Centimano Che dagli Dei nomato é Briaréo. Da’mortali Egèone, e di fortezz
enicia possente, era stato adoperato questo vocabolo per denotare gli Dei in generale. 863. Cabiria. — Soprannome di Cerere
 Sacrifizii nei quali s’immolavano vittime umane, onde ottenere dagli Dei la cessazione della peste od altra pubblica calam
percorrere il mondo, e giunto nella Beozia, offerì un sagrifizio agli Dei , ordinando ai suoi seguaci di andare ad attingere
pagani ritenevano che le Muse celebrassero col canto le azioni degli Dei e degli eroi : da ciò cantu amoeno, ossia canto g
Mercurio, per essere questi ritenuto il più astuto e vigilante degli Dei , appunto perchè la vigilanza e la sagacità sono i
geroglifici. I Caldei, antichi adoratori del fuoco, disprezzavano gli Dei di tutte le altre nazioni, dicendo che quelli ess
rato vincitore, fu da quel giorno ritenuto come il più possente degli Dei . Egli però andò debitore della sua rinomanza all’
umo che s’innalzavano dagli altari su cui si facea un sacrifizio agli Dei . 950. Capra. — Nella città di Mendes, in Egitto,
to. — Era questo l’animale che si sagrificava in generale a tutti gli Dei campestri e al Dio Fauno in particolare. 952. Cap
cimati da una grande pestilenza, pensarono di placare lo sdegno degli Dei , sacrificando a Saturno un gran numero di fanciul
Ugo Foscolo. — I Sepolcri Fatis aperil Cassandra futuris Ora, Dei jussu non unquam credita Teuclis. Virgilio. — En
’una capra. 1020. Cebrione. — Uno dei giganti che mossero guerra agli Dei . Fu ucciso da Venere. Vi fu anche un altro Cebrio
a moglie Alcione ne andò in cerca e saputa la sua morte ottenne dagli Dei di essere cangiata, con lui, nell’uccello che si
cciato da’suoi compagni per aver mancato di rispetto alla madre degli Dei . 1043. Celo. — V. Cielo. 1044. Ceuchiria o Cenere
no completamente distinte fra loro. Io poi l’augusta Cerere mi sono, Dei numi e dei mortai primo sostegno. E gioia prima……
morte ; ma il nume suo padre lo aveva fatto immortale. Finalmente gli Dei mossi a compassione delle sue sofferenze, lo tras
buiva il potere di ispirare il furore. Veniva chiamata la madre degli Dei , non altrimenti che Cibelle con la quale per altr
di Saturno. Essa aveva molti altri nomi come Vesta, Rea, Madre degli Dei , Buona Dea ecc : La tradizione favolosa narra di
lio dell’aria e della terra. Egli è ritenuto come il più antico degli Dei . Fu detronizzato da suo figlio Saturno, che regnò
Egli cantò così soavemente nel suo dolore, che divenuto vecchio, gli Dei mossi a compassione cangiarono in penne i suoi bi
cano, Mercurio, Giunone, Vesta, Minerva, Cerere, Diana e Venere. — V. Dei . 1236.Consenzie. — Dette anche Conseziane. Feste
inerva o Pallade, Marte, Eolo, Momo, ecc. Altri finalmente detti Semi Dei , erano propriamente quelli che avevano per padre
rtale : o viceversa per madre una dea e per padre un uomo. Fra i Semi Dei venivano anche annoverati, dopo la morte, quegli
ticolarità ed attributi, che essi avevano nel culto degli idolatri. Dei naturali. Sotto questa denominazione comprende
le stelle, le costellazioni, le comete e tutti gli esseri fisici. Dei animati. Più comunemente detti Semi Dei : vale
utti gli esseri fisici. Dei animati. Più comunemente detti Semi Dei  : vale a dire quei mortali che per una qualche er
a vita, venivano, per mezzo dell’apoteosi, annoverati fra gli dei. Dei grandi. La mitologia greca e romana non ricono
, detti anche dii consentes o consulentes, cioè dei del consiglio. Dei subalterni. Dii minorum gentium, ossia dei de
quelle nazioni che essi rendevano soggette colla forza delle armi. Dei pubblici. Si dava questo nome collettivo a que
tà, il culto delle quali era stabilito e riconosciuto dalla legge. Dei particolari. Sotto questa denominazione andava
rendeva un culto particolare, erano comprese in questa categoria. Dei conosciuti. Secondo asserisce Varrone, erano a
uei numi dei quali era noto il nome, le attribuzioni, e la storia. Dei incogniti. I pagani annoveravano fra questi de
All’Iddio sconosciuto. Diodati — Falli degli apostoli Capo XVII. Dei del cielo. Sotto questa denominazione compless
rno, Giove, Giunone, Cielo, Marte, Apollo, Diana, Vulcano e Bacco. Dei della terra. Erano : Cibelle, vanerata come ma
enati, Priapo, come dio dei giardini, i Fauni, le Ninfe e le Muse. Dei del mare. L’Oceano e Teti sua consorte ; Nettu
ereidi, che erano 50 ; le Driadi, i Tritoni, le Napee e le Sirene. Dei dell’inferno. Plutone, Cerere, Proserpina, gli
anzia ec. 1485. Divinità. — V. Deificazione e dei. 1486. Divipoti. —  Dei che i Samotraci chiamavano Theedinates, vale a di
iorno i due amanti divennero due famosi indovini. Cui non son de gli Dei le menti occulte, Che Febo spiri e ’l tripode e g
me, una divinità la quale, insieme ad Ercole, formava la coppia degli Dei tutelari degli spagnuoli. 1676. Enea. — Principe
divinità assistessero invisibilmente alla cerimonia. 1727. Epidoti. —  Dei che avevano un tempio in Epidauro, e che erano ri
olo, mentre nel mese di febbraio si svenava una pecora. 1959. Fauni —  Dei campestri, figliuoli di Fauno che ebbe per padre
i e l’ombre Di ciò ch’ivi si chiede, e varie voci Ne sente, e con gli Dei parla e con gl’Inferi Virgilio — Eneide — Libro
ria. Se non che Alcinoo a ragionar tra loro Prese in tal foggia : oh Dei  ! colto io mi veggo. Qual dubbio v’ha ? Dai vatic
ento pingui altari Avea sacrati, e di continui fochi Mantenendo a gli Dei vigilie eterne. Di vittime, di fiori e di ghirian
animali diversi. …….. e che sotto mentite Forme si nascondessero gli Dei . E narrò che in marito della greggia Giove si tra
Fialte ha nome ; e fece le gran prove. Quando i giganti fer paura ai Dei  : Le braccia ch’ei menò, giammai non muove. Dant
so. Tu beato, tu saggio e onnipossente, E degli uomini padre e degli Dei  : Tu provvida del mondo anima e mente : Tu regola
o onor locata, Perchè nacqui sorella e perchè moglie Son del re degli Dei . OMERO — Iliade — Libro IV. trad. di V. MONTI. G
G. Borghi. Al girato Issïon le luci volse Di nuovo la Regina degli Dei  : Che si ricorda quel che far le volse, Nel tempo
ronati di apio ; ….. nè sconosciuta io canto L’ Ismia vittoria, dove Dei corridori il vanto A Senocrate diè l’equoreo Giov
il loco al Sol, vinta ogni stella ; Il rito antico a noi sarà venuto Dei notturni Lemurii : in questi onora Sacra funzion
1373 Dedalo » ivi 1374 Dee » ivi 1375 Dee Madri pag. 98 1376 Dei » ivi » naturali » 99 » animati » ivi » grandi
di legarle le mani dietro le spalle con una catena d’oro. Invano gli Dei cercarono di liberarla : essi furono costretti di
27 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VII. Saturno esule dal Cielo è accolto ospitalmente in Italia da Giano re del Lazio » pp. 31-38
la fame e la sete. Aggiungono i Pagani che in questo tempo anche gli Dei celesti soggiornavano cogli uomini, perchè erano
ini, perchè erano innocenti ; ma quando questi divennero malvagi, gli Dei si ritirarono tutti, e ultima partì Astrea, cioè
iare il Tempo ; e secondariamente si vuol considerarlo come uno degli Dei dell’agricoltura, perchè la falce può significare
ùalche anno di esilio Saturno fu riammesso da Giove nel cielo fra gli Dei maggiori, ma destinato soltanto a presiedere al t
el moto ; e finalmente come il mediatore dei mortali presso gli altri Dei . Ecco uno dei molti casi mitologici in cui più e
a romana. A Giano facevansi libazioni e preghiere prima che gli altri Dei , per ottenere da lui facile accesso a qualunque a
28 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XX. Mercurio » pp. 123-131
quella l’immagine del Dio Mercurio, il più affaccendato di tutti gli Dei dell’Olimpo, essendo egli il Messaggiero di Giove
sso indica l’ufficio suo principale, quello cioè di messaggiero degli Dei . La parola Erme fu poi usata in greco e in latino
ra tuttora in italiano, ma estendendola a indicare qualunque busto di Dei o d’uomini, posto egualmente sopra una piccola co
ci di questo Dio. Poichè egli era l’interprete e il messaggiero degli Dei , supposero che fosse ancora il Dio dell’eloquenza
per dimostrare la sua scaltrezza si divertiva a far delle burle agli Dei , involando ad essi quel che avevano di più caro e
o, passiamo a parlar degli altri. Come nunzio di Giove e di tutti gli Dei dovendo Mercurio far molti viaggi in Terrà e nell
29 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXV. I Satiri ed altre Divinità campestri » pp. 270-278
effrenate Baccanti. E a chi si maravigliasse di sì spregevol razza di Dei diremo soltanto che avendo i Mitologi ammessi anc
razza di Dei diremo soltanto che avendo i Mitologi ammessi anche gli Dei malefici, eran questi di certo peggiori dei Satir
i. Siccome poi, come dicemmo fin da principio, avevan foggiato i loro Dei a somiglianza degli uomini, così dopo averne idea
e da Esiodo son chiamati i Satiri. Se questi eran poco esemplari come Dei , e molestavano le Ninfe campestri e boscherecce,
e. Da prima era stato ricevuto nella corte celeste come buffone degli Dei , ma poi ne fu scacciato per la sua soverchia inso
aldicente, gli fece le spese Luciano ne’suoi dialoghi a schernire gli Dei  ; ma gli fa dire tante freddure che sono una mise
30 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVII. Gli Dei Dei Fiumi » pp. 285-289
nti, tanto più è presumibile che non avranno mancato d’immaginare gli Dei dei Fiumi. E quanto ai nomi li presero dalla Geog
i che avevano i diversi fiumi nei diversi paesi. Supposero che questi Dei abitassero negli antri donde usciva la sorgente d
che disperatamente si lamentava, e pietosamente si raccomandava agli Dei che lo salvassero. Nel libro xxi dell’ Iliade (tr
nel petto « Di questo immane guastator, che tenta « Uguagliarsi agli Dei . Ben io t’affermo « Che nè bellezza gli varrà nè
ersona. Il nome più antico è attribuito dal poeta al linguaggio degli Dei , e il più moderno a quello degli uomini. Nel caso
31 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Indice alfabettico. » pp. -424
re vinte da Ercole, 375 ; — vinte da Teseo, 432. Ambrosia, cibo degli Dei , 222. Amicizia, divinità allegorica, 351 2°. Amic
lope, 272. Busiride, sue crudeltà e suo gastigo, 378. C Cabiri, Dei originarj dell’Egitto, 58 (nota). Caco. Sue colpe
ei Greci, 675 2°, 675 3°. Glauca, 229, 457. Glauco, diventa uno degli Dei marini, 201. Gna, 743. Gorgoni, mostri, 357. Grad
omedonte, re di Troja, 106, 107, 187, 517. Lapiti, popoli, 429. Lari, Dei domestici, 325. Latino, re del Lazio, 614. Latona
ore, eroe greco all’assedio di Troja, 553-555. Néttare, bevanda degli Dei , 222. Nettuno. Sua nascita, 185 ; — suo impero, 1
513 ; — suoi figli, 514. Pelopidi, discendenti di Atreo, 368. Penati, Dei domestici, 325-328. Penelope, moglie di Ulisse, 5
Grazie, 175. Talia, una delle nove Muse, 275. Tantalo. Oltraggia gli Dei , 250 ; — suo gastigo, 251. Taranete, divinità gal
32 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XII. La Titanomachia e la Gigantomachia » pp. 60-68
nche Dante più tosto che i Titani rammenta i Giganti che fer paura ai Dei , e ne pone un gran numero nel profondo dell’ Infe
la dea Tellùre, ossia la Terra, che irritata contro Giove e gli altri Dei , così spietatamente crudeli, generò dal suo seno
erchè parve agli Antichi che in quella il miglior diritto fosse degli Dei che rimasero vincitori, mentre in questa era più
ata Pallène. Il caso più strano di questa guerra si fu che tutti gli Dei , non che le Dee, ebbero una gran paura dei Gigant
gitto. Ecco, ci dicono i mitologi, perchè gli Egiziani adoravano come Dei tante bestie, ed anche qualche vegetabile75). Gio
33 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVIII. Apoteosi degl’Imperatori Romani » pp. 497-499
te dei benefizii da essi ricevuti. Chi poteva infatti stimar benefici Dei i proprii tiranni, e sante Dee Livia, Poppea e Me
i sopra ; e nel frasario stesso degl’Imperanti l’esser trasformati in Dei significava morire. Infatti l’imperator Vespasian
tino egli dice : e sia d’Augusto Divo. Divi infatti chiamavansi e non Dei gl’imperatori romani deificati, come li troviamo
e dicevasi che l’augel di Giove portava in Cielo e nel consesso degli Dei l’anima dell’Imperatore. Se poi facevasi l’apoteo
34 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — Epilogo » pp. 253-254
cito ed aperto degli altri ; e perciò i suoi libri sulla Natura degli Dei , sul Fato e sulla Divinazione furon considerati d
ossia l’oscurità, l’assenza della Luce, era una Dea ; e tutti questi Dei e Dee avevano figli e figlie che erano altrettant
ali che ebbero tanta efficacia sulla civiltà greca e romana. Se negli Dei superiori di cui abbiam parlato in questa prima P
35 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXXI. Decadenza e fine del Politeismo greco e romano. Primordii e progressi del Cristianesimo. » pp. 511-
on solo per valore, ma ancora per senno e per moralità), i riti degli Dei stranieri non erano ammessi in Roma, come avverte
ita la religione al potere politico e negata l’esistenza stessa degli Dei , presumendo che essi potessero accogliere nel lor
quello delle Vestali. I più ostinati a conservare il culto dei falsi Dei furono gli abitanti delle campagne e dei villaggi
36 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IV. Una Divinità più potente di Giove » pp. 20-24
IV Una Divinità più potente di Giove Ammessi più Dei , ne vien di conseguenza che nessuno di essi può e
e il supremo dei Numi, il re del Cielo, il padre degli uomini e degli Dei . E questo Dio più potente di Giove era il Fato. I
i non solo la potenza di Giove, ma quella pur anco di tutti gli altri Dei  ; i quali spesso nei poeti pagani si lamentano pi
37 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VIII. Tre Divinità rappresentanti la Terra, cioè Vesta Prisca, Cibele e Tellùre » pp. 39-43
llùre basterà il sapere che Cicerone nel libro iii della Natura degli Dei dice che Tellùre non è altra Dea che la Terra40 ;
i Giove re supremo, del quale eran figli la maggior parte degli altri Dei . Il culto di Cibele fu introdotto in Roma ai tem
stri frati mendicanti, perchè asserisce che i Galli della madre degli Dei erano i soli sacerdoti a cui fosse lasciata per p
38 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXI. Minerva » pp. 132-137
; e quindi Cecropidi gli abitanti. Aggiungono che nacque gara fra gli Dei per darle il nome ; e Giove per troncar le questi
uel Nume che producesse una cosa più utile al genere umano. Gli altri Dei lasciarono libero il campo a Nettuno e a Minerva.
moglie di lui : « …..Se tu se’ Sire della villa « Del cui nome ne’ Dei fu tanta lite, « Ed onde ogni scienza disfavilla,
39 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXIX. Di alcune Divinità più proprie del culto romano » pp. 500-505
la festa di questo Dio, e prima ad esso sacrificavasi che agli altri Dei , perchè egli era considerato come il portiere del
a ortodossia mitologica, secondo la quale credevasi che di questi due Dei gemelli Diana fosse nata un giorno prima di Apoll
nzione di questo Dio. Noi abbiamo notato nel Cap. XXXIII che di molti Dei si conoscono le attribuzioni dal significato stes
40 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIV. Vulcano e i Ciclopi » pp. 152-160
il Fato, agli inesorabili decreti del quale eran sottoposti tutti gli Dei , attribuivansi al Fato tutte le irregolarità inve
a reggia del Sole al cinto di Venere ; e Omero aggiunge che tutti gli Dei possedevan palagi « ……che fabbricati « A ciasche
vive giovinette, viene a significare che eran veri e proprii automi. Dei quali i primi tentativi dovevan risalire ai tempi
41 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLV. La spedizione degli Argonauti alla conquista del Vello d’oro » pp. 331-341
erna portando via un grosso montone col vello d’oro, donato già dagli Dei ad Atamante ; e montati a cavallo su quell’animal
animale da Eeta re di quella regione : e volendo mostrarsi grato agli Dei dell’esser giunto a salvamento ove desiderava, of
servito, per appenderne come voto l’aureo vello maraviglioso. Ma gli Dei ricompensarono essi quel povero animale, trasform
42 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIX. Plutone re dell’ Inferno e i suoi Ministri » pp. 203-215
che al guardo del Cielo (Iliade, xx), cioè facevano orrore anche agli Dei . Benchè Plutone avesse il titolo di re delle regi
entenze avevano assegnate ai dannati. Era inoltre al pari degli altri Dei sottoposto al Fato, ed anche al suo maggiore e pi
e unghiate le mani ; « Graffia gli spirti, li scuoia e li squatra. » Dei tre Giudici dell’Inferno pagano, Dante ha impiega
43 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVI. Osservazioni generali sulle Apoteosi » pp. 490-492
ia, significa deificazione, e consiste nel considerare e adorare come Dei gli esseri della Natura, le esistenze create166 ;
zione del feticismo, si tolse tutto il prestigio al culto degli altri Dei  ; e gli uomini ragionevoli sentirono il bisogno d
44 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — V. Urano e Vesta Prisca avi di Giove  » pp. 25-27
primo d’ogni altro il Cielo, che perciò fu detto il più antico degli Dei . Personificato il Cielo, ossia considerato come u
ra un Dio, e perciò immortale, ed essendo inoltre il più antico degli Dei , e perciò lo stipite della celeste dinastia, pote
45 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — Introduzione » pp. 6-9
nosciuti, tranne gl’Israeliti, erano politeisti, cioè adoravano molti Dei  ; e di questi raccontavano la genealogia e i pret
ipinte) era dato ai Pagani, perchè rappresentavano e adoravano i loro Dei sotto forme materiali di uomini e di bruti. E qua
46 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XL. Osservazioni generali » pp. 304-308
olo Emitei ; e in tutte e tre le lingue significa evidentemente mezzi Dei , e vi si sottintende e mezzi uomini, non già mezz
iti, o in diis agentes, cioè generati sulla Terra, o ascritti fra gli Dei . E per quanto possa questo vocabolo sembrare a pr
47 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLIII. Cadmo » pp. 321-325
cco. Ma per quanto avesse Cadmo strettissima parentela coi principali Dei , poichè Giove era suo genero, Venere e Marte suoi
me colla moglie dalla vita pubblica e finì oscuramente i suoi giorni. Dei suoi posteri, non i Mitologi e i poeti soltanto,
48 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cronologia Mitologica. » pp. 387-393
ecia nella coltura ; e principalmente gli Etruschi. — La guerra degli Dei contro Tifeo (nella Campania e ad Inarìme o Ischi
nte degli imitatori d’Omero, autore della Teogonia o genealogia degli Dei , dello Scudo d’Ercole, poema descrittivo, e di un
49 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXII. Marte » pp. 138-143
otettrice, la quale in quelle pugne in cui prendevano parte anche gli Dei , come nella guerra di Troia, si metteva sempre da
ogni ragione il suo figlio Alitrozio ; e fu scelto un consesso di 12 Dei per giudicarlo, e il dibattimento ebbe luogo in u
50 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIII. Venère, Cupido e le Grazie » pp. 144-151
singolare e impareggiabil bellezza, era ambita in isposa da tutti gli Dei  ; e questo è naturale e probabilissimo, e non sta
upido si occupasse sempre a saettar colle sue freccie uomini e donne, Dei e Dee, senza pensar mai a scegliersi una sposa pe
51 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLI. Perseo » pp. 309-316
L’impresa di ucciderla sarebbe stata impossibile senza l’aiuto degli Dei  ; i quali per favorire il figlio di Giove gl’impr
do, non l’adottò, e disse invece che il caval Pegaso fu mandato dagli Dei a Perseo mentre egli si disponeva ad uccider la G
52 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXV. Bacco » pp. 161-172
utta la maestà e tutti i distintivi con cui si mostrava in Cielo agli Dei . La maligna astuzia di Giunone sortì pienissimo e
di Dio, e di vizii empi e rei « Tanto che scoppia ; ed ha fatti suoi Dei « Non Giove e Palla, ma Venere e Bacco. » Alcuni
53 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VI. Il regno, la prigionia e l’eŚilio di Saturno » pp. 28-30
congiure ed esilio. Non vi si parla di stragi e di morti, perchè gli Dei degli Antichi, come le Fate del medio evo25) non
54 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLII. Bellerofonte » pp. 317-320
ontato sul caval Pegaso, lo spinse verso il Cielo, presumendo che gli Dei dovessero accoglierlo nel loro consesso ed alla l
55 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVII. L’Apoteosi delle Virtù e dei Vizii » pp. 493-496
o però che la Dea Laverna avesse un pubblico tempio in Roma ; e degli Dei superiori adoravansi pubblicamente i pregi e le v
56 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLIV. La caccia del cinghiale di Calidonia » pp. 326-330
lo prima della guerra di Troia. Questo re nel fare un sacrifizio agli Dei in ringraziamento per le buone raccolte ottenute,
57 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXX. Delle Divinità straniere adorate dai Romani » pp. 506-510
i fabbricare la città di Roma. Quando dunque dai Mitologi si parla di Dei stranieri adorati dai Romani non si deve intender
58 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVI. Le Ninfe » pp. 279-284
tà, ma in una condizione media fra quella degli uomini e quella degli Dei supremi. Stabilita la base, e lieti della prima a
59 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVI. La dea Latona » pp. 86-91
tabilé. Ivi diede alla luce in un sol parto Apollo e Diana ; e questi Dei ebbero perciò il titolo di Delio e di Delia dall’
60 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — X. Cerere dea delle biade e Proserpina sua figlia » pp. 48-54
erchè in questo adoravansi i prodotti stessi naturali come se fossero Dei , e in quella gli esseri soprannaturali a cui se n
61 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIV. Il Dio Pane » pp. 264-269
osar per forza una Ninfa di nome Siringa ; ma essa avendo pregato gli Dei a liberarla da un sì fatto sposo, ottenne soltant
62 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIX. Eolo e i Venti » pp. 295-
he questi. Riconobbero però facilmente che la maggior parte di questi Dei eran molto turbolenti, producendo in mare orribil
63 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVIII. Le regioni infernali » pp. 195-202
considerato come un Dio fluviatile, e per le sue acque giuravano gli Dei , e il loro giuramento era inviolabile : onorifice
64 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVIII. Apollo considerato come Dio della Poesia e della Musica e maestro delle nove Muse » pp. 104-114
e, ma neppure volle ascoltare Apollo, e datasi a fuggire pregando gli Dei a sottrarla da tal persecuzione, fu cangiata in q
65 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVII. Apollo considerato come Dio del Sole, degli Arcieri e della Medicina » pp. 92-103
mari. Da per tutto s’udivano i gemiti degli uomini, e i lamenti degli Dei  ; e Giove conosciuta la causa del male, e non sap
66 (1855) The Age of Fable; or, Stories of Gods and Heroes
ule were known was that of Culdees, probably from the Latin “cultores Dei ” — worshippers of God. They were a body of religi
67 (1898) Classic myths in english literature
hilles; (3) or Hippodami′a, wife of Pirithoüs, and daughter of Atrax. Dei ′mos, Dread: a son and attendant of Mars, 58. De′ï
68 (1838) The Mythology of Ancient Greece and Italy (2e éd.) pp. -516
dum, “quia facit hominem murcidum, id est nimis desidiosum.”Aug. Civ. Dei , iv. 16. 2322. Strabo, v. 3. 2323. Plin. H. N.
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