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1 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo I pp. 3-423
e sopra il quale fu da principio venerata(a). Sotto ii nome di questa Dea riconoscevasi la Terra, benchè questa, come abbia
e de’quali appartenevano a’soli sacrificatori(d). Ella era altresì la Dea particolare de’ Trojani(e). Enea ne trasferì il c
li. I primi furono detti Galli, perchè prima di sacrificare alla loro Dea beveano al fiume Gallo. Divenivano allora furibon
, come appellavasi Cibele. Conducevano allora in giro la statua della Dea , riposta sopra un asino, e anche in quel tempo su
de il nome alla Lidia, e Tirreno, che lo diede a’ Tirreni(b) (15). La Dea ne prese vendetta. Sangaride era una delle Ninfe
riputato Scipione Nasica. Questi trasse dal naviglio la statua della Dea , e la ritenne nella propria casa, tinchè le si er
esie, le quali consistevano in giuochi dinanzi al tempio della stessa Dea (c). Vi s’introdusse inoltre una certa sacra cerem
e Ilarie si celebravano col conduire in giro per Roma la statua della Dea . Cessava allora ogni lutto e ceremonia funebre. C
egareo, e Atalanta, figlia di Scheneo re di Scito, cangiati da questa Dea negli anzideetti animali(e) (22). Lo scettro fina
igliuola di Saturno e di Cibele(a). Gli Antichi la venerarono come la Dea tutelare de’ campi(1), perchè fu la prima che ins
nira, si fece a motteggiarla di soverchia ingordigia. Se ne offese la Dea , e lo cangiò in lucertola(f). Altri dicono, che M
Altri dicono, che Metanira abbia accolto Cerere in casa sua, e che la Dea abbia nell’indicato modo castigato Abante, perchè
di lui serve, cercò di rallegrarla con varj ridicoli racconti(a). La Dea per ricompensare quel re dell’ accoglienza, che l
b), e in vece gl’insegnò l’arte di seminare il frumento(6). La stessa Dea gli somministrò altresì un carro, tirato da drago
la quale era stata sino a quel tempo ignota a tutti gli uomini(f). La Dea inoltre volle, che i di lui discendenti, chiamati
imonio con Crisorte. Plemneo, venuto in cognizione che Cerere era una Dea , le eresse un tempio(b). Si abbattè parimenti la
e Cerere era una Dea, le eresse un tempio(b). Si abbattè parimenti la Dea in Nettuno, il quale, trasformatosi in cavallo, l
ire’ una fascia, caduta a Proserpina in quelle acque. La riconobbe la Dea , nè pose in dubbio che la figlia sua fosse stara
tide quella che indicò il ratto di Proserpina a Cerere, quando questa Dea giunse in Argo appresso Pelasgo, figlio di Triopa
ermandosi, cantando inni, e sacrificando (d). Ne’ sacrifizj di questa Dea si usavano corone di mirto o di narciso, per rico
a danza, da’ balli sacri, che vi facevano le donne in onore di questa Dea . Non molto lungi eravi un sasso, chiamato Agelast
corteccie d’alberi (b). In Eleuti v’ erano pure ad anore della stessa Dea e di Proserpina certi Giuochi(14) detti Demetrj,
to Autia, il quale asserì, che quello era il solo mezzo di placare la Dea , che affliggeva tutta la Grecia colla fame. Cerer
alisie erano Feste Greche, nelle quali gli agricoltori offrivano alla Dea e a Bacco le primizie delle frutta della terra (e
o Lampadeforo, ossia Porta-fiaccola, perchè nelle Solennità di questa Dea do vea portare una fiaccola, come faceva Cerere,
in quello una quercia, in cui soggiornava una Ninfa, cara alla stessa Dea . Erisittone atterrò pure quell’ albero. Se ne sde
esiderare (c) : ed esso quindi simboleggiava l’abbondanza, che questa Dea recava alla terra. Cerere finalmente comparisce a
l papavero, o perchè anche questo è simbolo di fertilità ; o perchè a Dea , addolorata per la perdita di Proserpina, nè pote
e ripopolò in maravigliosa guisa la terra. Eglino per consiglio della Dea . Temide si velarono il capo, si sciolsero Ie vest
la Dea Ebe, riconosciuta da’ Romani sotto il nome di Giuventa, ossia Dea della Gioventù (23), non vollero cangiare situazi
dette Eubea, Prosinna, e Acrea (f). Pausania finalmente narra, che la Dea fu allevata in Sinfalo, città d’ Arcadia, da Teme
anto prima riferiremo (g). Giove invaghitosi della bellezza di questa Dea , e volendo ridorla sensibile al suo amore, rendet
dal loro giardino. La bellezza di quelle frutta talmente piacque alla Dea , che mandò un dragone(2) a custodire l’albero, ch
sse celato il suo marito non senza qualche disegno. Scese pertanto la Dea dall’ Olimpo, s’ avviò al bosco, e ne sgombrò la
egli fosse. Giove rispose, che lo avea partorito la terra. Finse, la Dea di crederlo, e pregò il marito che a lei donasse
ente gelosa, ma superba altresì all’ eccesso diede a divedersi questa Dea . Per questo pue fece ella provare a molti il rigo
unone, overo, come vuole Igino, la loro bellezza a quella ella stessa Dea . Giunone talmente agitò il loro pirito, che tutte
orippe, ne intrapreso la guarigione.(9). Cominciò egli dal placare la Dea con numerosi sacrifizj, e facilmente condusse a f
ici, ma da che si vantarono di amarsi piucchò Giove e Giunone, questa Dea mandò tra loro la Dea Eride. Stava allora il mari
unirsi in matrimonio. Tale sacrifizio consisteva nell’ offerire alla Dea porzione del capelli della sposa, e una vittima,
to medesimo sacrifizio chiamavasi Eratelia da Era, nome proprio della Dea , di cui quanto prima parleremo, e da telos, voce,
suo tempio in un bosco, che da’ Latini chiamavasi lucus (g). A questa Dea ricorsero le donnè Sabine, perchè dopo il loro ra
ntino un tempio, che le fu cretto da Camillo (e). Ivi la statua della Dea era tenuta da’ Romani in grande venerazione, nè a
i cinque anni sì celebrava in Elide, instituita ad onore della stessa Dea da Ippodamia. Vi presiedevano sedici matrone con
na d’ulivo, e porzione di un bue sacrificato, e potea consecrare alla Dea la sua immagine. Altra Festa dello stesso nome si
io, promontorio d’ Italia, nella Gran Grecia, poco lungi del quale la Dea aveva un tempio ricchissimo (b). I Crotoniati pro
n bosco sacro, in cui si nutrivano varj animali, parimenti sacri alla Dea . Plinio aggionge, che sull’ingresso di quel tempi
Sospita, perchè vegliava alla conservazione della loro Repubblica. La Dea sotto questa denominazione ebbe un tempio famoso
o nell’Isola di Samo, in cui i Sacerdoti lavavano la statua di questa Dea  ; e però quelle acque erano riputate sacre (f). C
mo. Persuasi finalmente i Tirreni, che fosse quello, un castigo della Dea , ne deposero a terra la statua, e procurarono di
ilio racconta, che rimasto coneunto dal fuoco un bosco sacro a questa Dea , se ne volle trasportare altrove la statua ; ma c
dov’ era (a). Strabone soggiugne, che in quel bosco i Sacerdoci della Dea ogni anno vi facevano un sacrifizio, e camminavan
lontanarlo conveniva fare un sacrifizio alla Dea Tellura. La predetta Dea perciò venne denominata Moneta dal verbol Lotino
o sarebbe loro mancato. Così avvenne ; e i Romani onorarono quindi la Dea sotto il titolo di Moneta, cominciarono a coniare
doveano recarsi a venerare Giunone Lanuvia. Cicerone dice, che ivi la Dea era vestita di una pelle di capra, armata di un’a
nestò connimato dalle fiamme(25). Era pur celebre la festa di questa Dea in quella città Essa consisteva in una solenne pr
vvicinarsi all’altare. Finalmente v’interveniva la Sacerdotessa della Dea sopra un carro, tirato da due candidi buoi. La st
della Dea sopra un carro, tirato da due candidi buoi. La statua della Dea sedeva nel predetto tempio in grande soglio d’oro
sulla sommità del quale eravi un Cuculo (a). Le Feste, sacre a questa Dea , furono dette Giumonali o Ginnonie. Tito Livio (b
o poi le ventisette giovani con abiti lunghi, e cantando un inno alla Dea . I De cemviri le accompagnarono, coronati d’allor
ne fu altresì onorata in Olimpia e in Cartagine. Si pretendeva che la Dea avesse presieduto alla costruzione di questa citt
e ad attaccare i cavalli al suo carro (d). L’Eresidi poi servivano la Dea , quando ella, per riacquistare la sua verginità,
la di Delo, donde fu anche denominata Cinzia. Ella veneravasi come la Dea della caccia, e come tale avea per compagne alcun
Fiale, e Nife allora molto si distinsero ; ma inutilmente, poichè la Dea era dal collo in su più alta di ciascheduna. Dian
tale castigo, perchè mangiò certe vivande, ch’erano state offeme alla Dea . Euripide finalmente pretende, che colui ne sia s
uto essere la causa del di lui castigo. Sappiamo da Omero, che questa Dea come intese, che anche Orione, figlio di Nettuno
Si nominano spezialmente Chione, Cidippe, e Melanippo con Cometo. La Dea colpì con una freccia la lingua di Chione, figlia
erasi recato al tempio di Diana in Delo per vedere le Feste di quella Dea . Quivi osservò la bella Cidippe, nata in quell’ I
hè eglino non potevano maritarsi, ne profanarono quel sacro luogo. La Dea per punirli mandò loro una malattia, per cui poco
iberò. Britomarti, grata a tanta beneficenza, fabbricò un tempio alla Dea sotto il nome di Dittinna, che significa la Dea d
bbricò un tempio alla Dea sotto il nome di Dittinna, che significa la Dea delle reti (10). Altri dicono, che Britomarti per
ù usare della loro consueta cintura, la consecravano nel tempio della Dea , detta perciò Lisizone, ossia xioglitrice della c
sse il culto medesimo, che le si rendeva nella Chersoneso Taurica. La Dea sulla sinistra della strada, che conduceva ad Ari
fiaccole accese si recavano nella predetta selva per sacrificare alla Dea (b). Fu denominata Saronia da Sarone, terzo re di
vi eravi un tempio di Diana, fabbricato da Oreste, colla statua della Dea . Ogni anno vi si celebrava la memoria della liber
potesse maritare, se prima non era stata sacerdotessa della medesima Dea . Per questo tutte le fanciulle, soprannominate pe
, portavano i fanciulli, e vi danzavano, mentre si sacrificavano alla Dea lattanti porci per la conservazione di que’ bambi
questa denominazione da’ notturni terrori, che soleva destare questa Dea (e). Il Vossio pretende, che il nome di Levana de
come Proserpina, ebbe il nome di Libitina(12), e si risguardò come la Dea preside a’ funerali(13). Roma le inalzò un tempio
moneta per chiunque moriva, e riponevasi la stessa nell’erario della Dea . Coloro, ch’erano stabiliti a riceverla, registra
tadella. La medesima statua era d’oro e d’ avorio, e rappresentava la Dea come cacciatrice. I Patresi, dopo d’averle eretto
edesime tutte le giovani nobili, ornate a gran pompa, offerivano alla Dea cestelli, coronati di fiorì, e pieni di rarj doni
medesime secondo il Pitisso si celebravano con pompa nel tempio della Dea contratti di nozze. Dietro il tempio stesso eravi
sta instituita da Licurgo, nella quale gli Spartani sull’altare della Dea venerata sotto il nome di Ortia, sì aspramente fl
ifizio, e durante il medesimo ella teneva tralle mani la statua della Dea , formata d’un legno leggiero, il quale però, se i
poteva rendere magnifico il nuovo tempio, che stavano innalzando alla Dea , purchè nell’ Iscrizione del medesimo avessero ri
introdotto da Toante(16), re di quel paese, il quale sacrificava alla Dea i forestieri, che giungevano appresso di lui. Quì
ia fu detta Orsiloche, Ossia ospitale (e). Diana, considerata come la Dea della caccia, rappresentasi con una mezza luna su
ella, la quale sortì dalla schiuma del mare, e fu risguardata come la Dea della bellezza e del piacere(c). La medesima seco
ori, affinchè elleno stesse servissero di vittime pe’sacrifizj(a). La Dea medesima fu anche molto onorata sul monte Idalo,
statua di marmo, formata da Prassitele, la quale rappresentava questa Dea (d) ; in Isparta, ove trovavansi molte statue di l
ione(2), e ricchissimo re di Cipro(e), riconoscendosi ricolmato dalla Dea di favori, le consecrò la città di Pafo, da lui f
vo di Venere in quell’ Isola, si appressò Pigmalione all’altare della Dea , e la pregò, che gli concedesse una moglie, che f
una moglie, che fosse somiglievole alla sua statua. Sperando, che la Dea volesse consolarlo, ritorno, ove giaceva la statu
pio di Venere in Cipro, dicesi che in esso col progresso del tempo la Dea abbia avuto un Oracolo il quale l’Imperatore Tito
reazione del mondo(m). Cesare, che pretendeva di descendere da questa Dea per mezzo di Julo, figlio d’Enea, le fece ergere
i, e finivano con una lunga coda(b). Si appellò Pandemia, perchè è la Dea , che piace alla maggior parte degli uomini(c). Un
a cola ; piedi mani, pe’quali era stato legato. Altri dicono, elle la Dea ricevette tal nome, perchè Jone, figlio di Suto,
no alla generazione umana(e) (4). Era chiamata Murcia o Murzia, ossia Dea de’pigri, perchè tali rende i suoi adoratori. Alt
ta a motivo di certa malattia, ottenero mercè la protezione di questa Dea di riacquistare in brevissimo tempo i loro capell
n monte presso Napoli. In esso eravi la statua la più bella di questa Dea , che si fosse fatta da Prassitele, e di cui un ra
ltarlo, gettava in quelle acque dei doni. Questi, se erano grati alla Dea , andavano ad fondo ; se no, galleggiavano, ancorc
da Cinira. Niuno v’era ammesso, se non isborsava una moneta a questa Dea (e). Gli abitanti d’Erice, città della Sicilia, ce
e Grazie(9), Cupido(10), ed Enea, di cui parleremo altrove. La stessa Dea amò assai Adone, figlio di Cinira (11), re di Cip
cangiamento ; perchè si vantò d’aver i capelli più belli della steasa Dea (c). Altri soggiungono che a Mirra toccò sì trista
e prese ad amarlo. E siccome erasi egli dedicato alla caccia, così la Dea lo ammoniva a non cimentarsi mai contro le feroci
agrime, che sparse allora Venere (c). V’è finalmente chi dice, che la Dea siasi rivolta a Giove per riaverlo in vita ; che
o avessero a possedere ciascheduna per la metà dell’anno (d) (12). La Dea oltre Adone favorì anche Selinno. Pastore d’Acaja
nno sacrificarono a tutte le Deità, fuorchè a Venere. Se ne offese la Dea , e volle prenderne vendetta. Frammischiò tra loro
. Tra gli ustelli il più caro a Venere fu la colomba. Dicesi, che la Dea anche si trasformasse in questo uccello. Il di le
e, perchè nasce per lo più lungo le sponde del mare, dond’era nata la Dea  ; ovvero perchè Venere, trovandosi sulle spiaggie
ri, corse a nascondersi tra alcuni mirti (c) ; o finalmente perchè la Dea avea cangiata in mirto Mirena, giovine Greca, ed
l’Imperatore Alessandro Severo fece porre ad una statua della stessa Dea due grosse pietre, le quali erano state donate al
da Corere e da Nettuno, che si trasformò in cavallo, perchè anche la Dea erasi cangiata in giumenta(f). V’è chi soggiunge,
paccò ; e che ne uscì Minerva tutta armata(c). Per questo la medesima Dea si denominò anche Pallade dal verbo greco pallin,
Giganti, i quali aveano mosso guerra a Giove(d). Le nutrici di questa Dea furono Alalcomenia, Aulide, e Telsinia, figlie d’
o di una schiacciati, fatta col mele(a). Fu chiamata Ergane, ossia la Dea delle arti, perchè le si attribuiva l’invenzione
sunzione, che osò di preferirsi in quell’arte alla stessa Minerva. La Dea , che sulle prime la bramava corretta e non punita
ale in Atene, e consecrata a Minerva. Gli Ateniesi iu onore di questa Dea celebravano le Feste Scire, o Sciroforie(b). Si d
lerofonte volle servirsene per combattere la Chimera. La statua della Dea in questo tempio era di legno, il volto poi e le
era d’Ittino, ove soggiornavano le vergini, consecrate al culto della Dea . La statua di Minerva era d’avorio, e passava per
. I Numi decisero, che questa fosse migliore della guerra ; e però la Dea diede alla città il suo nome, appellandola Atene,
, perchè di tal metallo era formata la statua e il tempio, che questa Dea avea in Isparta. I giovani di questa città oclebr
he le si attribuiva(f). Le altre Feste, instituite in onore di questa Dea , furono le Quinquatrie, l’Arreforia, e le Panaten
a nascita di Minerva, e vi si facevano certe offerte e sacrifizj alla Dea  ; i tre giorni seguenti si solennizzavano con ogn
e robusti, portavano in mano un ramo d’ulivo, come albero sacro alla Dea  ; e però erano detti Tallofori(b). V’erano altres
ica, e le quali servivano a Minerva in qualità di sacerdotesse(9). La Dea avea loro intimato di non aprire giammai l’anzide
nel loro paese. Fu per questo, ch’eglino sacrificavano ogni anno alla Dea , e celebravano una Festa, detta Litobolia, ossia
uto di Minerva non gli prestò veruna corrispondenza, finchè la stessa Dea trasformolla in cornacchia, e la tenne presso di
Poeti Latini, così lo fa nascere dalla sola Giunone : turbata questa Dea , perchè Giove avea fatto uscire Minerva dal suo c
ul monte Esquilino. La quinta, perchè Marte era figlio della predetta Dea , la quale, come abbiamo esposto, presiedeva alle
zo, ch’ella gli aveva dimostrato per causa della di lui bruttezza. La Dea , che non diffidava del figlio, allettata dalla be
onosciuto come un Dio del mare, marito di Teti, sorella di Saturno, e Dea parimenti delle acque. Questo Nume ebbe due altre
rno. Costei perciò fu denominata Tacita o Muta, e fu venerata come la Dea del silenzio, a cui si porgevano voti e sacrifizj
he alle donne. Plutarco la confonde con Flora, detta da’ Greci Clori, Dea dei fiori, e a di cui onore s’istituirono le Fest
imenti e i boschi avevano le loro Ninfe, dette Napee(b), o Driadi(c). Dea delle prime era pure Vallonia(d), e de’ secondi N
imenti una certa Emilia, accusata del medesimo delitto, invocò la sua Dea , e gettato il proprio velo sulla fredda cenere, d
ltri, ma supplice ricorse a Venere onde riuscire nel gran cimento. La Dea gli diede tre pomi d’oro, colti in Tamaseno, camp
ppomene sconoscente obbliò del tutto il favore ricevuto da Venere. La Dea , volendo prenderne vendetta, inspirò sì a lui che
er. Archaeol. Graec. l. 4. (2). Alcuni confusero Cerere con Cotitto, Dea della lascivia. Il culto di questa si professava
quelli ; i quali avvertirono Cerere del ratto di sua figlia, e che la Dea per gratitudine abbia loro insegnato a coltivare
enerezza, e si fosse proposta di renderlo immortale. Soleva quindi la Dea riporlo la notte sul fuoco, ed ungerlo d’ambrosia
uova guerra con Antioco (b). Notisi per ultimo che siccome Ebe era la Dea della Gioventù, così Senvio era il Dio della vecc
guace di Diana (g). Ma poichè Giove sotto le sembianze della predetta Dea la rendette madre d’Arcade, Diana non volle più a
no da confondersi queste Dee coll’altra Divinità, detta Ora, ossia la Dea della bellezza (i). Sotto tal nome si riconosceva
e Orta dal verbo latino hortor, esortare, perchè era vanerata come la Dea , che eccitava la gioventù alla virtù e a gloriose
Jacco fosse il nome di un figlio di Cerere ; ch’egli accompagnasse la Dea ne’ suoi viaggi(i) ; e che le facesse obbliare il
io Limentino proteggeva le soglie(g). Cardea(h) o Cardinea(i) era la. Dea de’cardini. Questa da Ovidio(a) viene confusa con
parte dell’Etiopia verso l’Occidente (f). (2). Il Dragone, che dalla Dea fu mandato a custodire le predette frutta, chiama
n. Lex. Univ. (22). Sotto il nome di Feronia alcuni riconoscono una Dea de’ boschi (g). (c). Satir. 5. l. 1. (a). Aen
dopo la loro nascita, nel quale s’imponeva ad essi il nome. A questa Dea si offeriva allora un sacrifizio, si aggirava il
scinarono sino al tempio per quaranta cinque stadj. La madre pregò la Dea , che concedesse loro il miglior bene. Queglino, d
rdotessa di Giunone, per negligenza lasciò ardere il tempio della sua Dea (g). La stessa poscia si rifugiò in Tegea, città
d’ogni terreno bene(d). Orazio dà alla Morte le ali nere(e). A questa Dea , tenuta sempre come inesorabile, non fu mai diret
addormentò sul monte Ida Giove, che stava tralle braccia della stessa Dea (c). Tibullo dà al Sonno le ali(d). Innumerabili f
itanti di Delo, e altri popoli della Grecia veneravano Brizo, come la Dea de’ sogni, per mezzo de’ quali dava i suoi oracol
o fatto, felicemente riuscito, fabbricò un tempio a Suada, ossia alla Dea della Pessuasione, che i Greci denominano Pito (c
o (d). In que’giorni eravi il costume di portarne al tempio di quella Dea (e). (a). Claud. l. 2. de Rapt. Proserp. (23)
ocavasi per aver danari (l) : benchè Giovenale ci attesta, che questa Dea non ebbe nè culto, nè altari (a). Si ricorreva al
rutte e schifose. Malgrado l’odio di Giunone, Latona fu venerata come Dea . Ebbe un tempio in Argo e in Delo, vicino a quell
di cui erano state private per decreto del Senato. Il nome di questa Dea fu dato da’ Romani anche ad una porta della loro
ori. Colà primieramente facevano un sacrifizio solenne a Cerere, come Dea tutelare del luogo. Que’, che presiedevano a tale
di Feronia(d). (b). Id. Ibid. (54). Clatra era Divinità Romana, e Dea de’ cancelli. Il Muratori pubblicò un’ Iscrizione
ata a giuocare secolui al disco (d). Altri soggiunsero, che la stessa Dea lo uccise co’ dardi, perchè volle fat violenza ad
gna la motte ; ovvero perchè in Dello v’avea una piccola statua della Dea , la quale siponeva sulle tombe, quando si volea c
 9., Paus. l. 1. (e). Declaustre Diction. Mythol. (4). Vi fu una Dea , detta Genetlia, o Genetillide, cui le donne sacr
’novelli sposi (a). Finalmente da’Beozj e da’Locresi era onorata come Dea delle nozze Euclia, sulla di cui ara se gli sposi
di Venere, Poro, Dio dell’abbondanza, si ubbriacò, e rendette Penia, Dea della pover tà, madre di Cupido, il quale poscia
Venere, benchè sapesse, quanto era quella irritata contro di lei. La Dea la diede in balia di due serve, chiamate la Trist
nche questi prese diverse figure per conciliarsi l’affetto di Pomona, Dea degli orti (b). Vertunno, non avendo potuto in va
fece mostra di ammirarne la coltura, e si studiò di persuadere quella Dea ad unirsi con Vertunno in matrimonio. Neppure sot
presto d’amore per lui, e lo eccirò ad amare piuttosto lei, che, come Dea e figlia del Sole, più meritamente poteva divenir
a Ninfa, detta da’Greci Clori, e Flora da’ Latini, che divenne poi la Dea de’fiori(g), e della quale abbiamo altrove parlat
iedeva spezialmente a Giunone, che potesse rivederlo sano e salvo. La Dea , cui non piaceva, che Alcione porgesse indarno vo
Tazio, il quale, volendo impadronirsi del Campidoglio, invocò questa Dea , onde gliene aprisse l’adito ; nè sapendo quale n
vittime e incensi. I soli altasi di Diana erano restati negletti. La Dea , spinta dall’ira, non volle lasciarne invendicato
po delle quali, si lavava la statua di Minerva, e il tempio di questa Dea stava chiuso in Atene. I giorni di quelle Feste e
a’ Greci(a), e dagli antichi Latini Duelliona(b), fu considerata come Dea eguale in potenza a Marte(c). Aveva in Roma un te
no il sangue nella palma della mano per farne una libazione alla loro Dea (f). A tanta barbarie si sostituì una semplice fin
ostituì una semplice finzione. Quando celebravano la festa della loro Dea , correvano per le strade come furibondi, ed espri
à del medesimo nome, nella quale trovavasi un tempio, eretto a questa Dea (h). Bellona rappresentasi colle chiome sparse, e
se era celebre in Roma, molto più lo fu nella Cappadocia, ove questa Dea era tenuta come una delle principali Divinità, e
Minerva, così denominato, perchè secondo un’ antica tradizione quella Dea avea dato il suo voto favorevole per decidere la
ero nel recidere tutti gli ulivi, giacchè questi erano sacri a quella Dea . Ma la scure cadde di mano ad Allirrozio, e sì lo
re di Fornace le Feste Fornacali, al tempo delle quali in onore della Dea si lasciava consumare della farina nel forno(b).
2 (1855) Compendio della mitologia pe’ giovanetti. Parte I pp. -389
to di Cibèle fu portato da Creta nella Troade. I sacrificii di quella Dea si celebravano con tumultuose grida ed ululati, e
pareva che volesse far danno alla propria persona, fu per pietà della Dea cangiato in pino, che fu poscia a lei dedicato. I
loro uffizio principale, vegliare alla custodia del sacro fuoco della Dea , che esser dovea continuamente acceso, perchè sic
significa cadere, perchè quivi cadde dal cielo un simulacro di quella Dea  ; Dea turrita et turrigera, perchè la prima diede
ica cadere, perchè quivi cadde dal cielo un simulacro di quella Dea ; Dea turrita et turrigera, perchè la prima diede le to
nsorzio degli Dei. La Vergine Astrèa però, fig. di Giove e di Temi, e Dea della giustizia, fu l’ultima che lasciò la socièt
e Ganimède (4) ; ma la più celebre fu la bellissima Ebo (Ηβη, Hebe), Dea della gioventù e fig. di Giove e di Giunòne ; la
la primiera sua forma, e volle che fosse da que’ popoli adorata qual Dea sotto il nome d’Iside ; sicchè Epafo era l’Osirid
colombe recano l’ambrosia a Giove. Giunone I. Nomi di questa Dea e lor ragione. Cicerone(4) crede che il nome
i però affermano che l’educazione di Giunone fu affidata alle Ore. La Dea adunque ebbe in Samo un culto singolare ; e si vu
fosse propagato in altri luoghi ; e che perciò fosse consacrato alla Dea di Samo(3) ; ed i pavoni di quell’isola sono in g
are furono Sparta e Micene ; ed anche Argo era gratissima alla nostra Dea , la quale vi avea un gran simulacro ; e niuna cos
e Rodope. Gerane. Antigone. Giunone era la regina degli Dei, e la Dea de’ regni e delle ricchezze, percui spesso saluta
di Giove, e Rodope, con quello di Giunone. Per la qual follia questa Dea li cangiò in due monti altissimi, che serbano anc
’marmorei gradini, del suo tempio(1). Ma più conto è l’odio di questa Dea contro i Troiani per l’oltraggio recatole da Pari
istruzione di quest’ultima. E poichè il pertinace sdegno della nostra Dea è propriamente il fondo, per dir così, dell’Iliad
ipio raccontare l’oltraggio che toccò sì al vivo l’animo altero della Dea , e che fu la fatale cagione di tanti famosi avven
eo, a cui, benchè mortale, dice Omero, gli Dei diedero per isposa una Dea . Catullo ha scritto su tali nozze un epitalamio,
o avea a Saturno. Fece adunque che Peleo, suo nipote, sposasse quella Dea  ; alle quali nozze furon invitati gli Dei e le De
uron invitati gli Dei e le Dee tutte, salvo che la Discordia o Eride, Dea che non istava mica bene a sì lieto banchetto. Di
lo sposo di bellissima fanciulla. Paride sentenziò a favore di questa Dea  ; e d’allora in poi Minerva e più la nostra Giuno
lo di due pesi attaccati a’ piedi di Giunone. L’orgoglio della nostra Dea la rendea inquieta ed infelice, e spesso le conve
vea l’animo continuamente agitato. Nel primo dell’Eneide(1) la povera Dea considera sì che biondeggiano le biade nel suolo,
servigi prestatile, ed essa stava sempre assisa presso al trono della Dea , pronta ad eseguire gli ordini suoi ; e quando mo
leste, ed Iride (1). Essa avea la cura dell’appartamento della nostra Dea , le preparava il letto e la vestiva ; e quando ri
e ; e da Elettra, che significa splendore del sole. Come Giunone è la Dea dell’aria, così Iride n’è la messaggiera, perchè
Varie incumbenze di Giunone. Fortuna. Pluto. Come Giunone era la Dea de’ regni e delle ricchezze, così sembra a lei po
porale, e che dal Guidi chiamasi superba al par di Giuno. Era essa là Dea della buona e della trista sorte, la quale presed
opera di Prassitele, il quale fu il primo a dare lo sfendone a questa Dea . Era esso un ornamento del capo a guisa di corona
occa imperiosa, i cui tratti sono sì particolarmente proprii a questa Dea , che ad un semplice profilo rimasto di una testa
sta nella sinistra colla iscrizione : Iunoni Lucinae. E perchè questa Dea era il Genio delle donne, per ciò ne’ vasi etrusc
) col sacrificio di un’ecatombe. Nella statua di Giunone Argiva(2) la Dea si rappresenta assisa sul trono, di straordinaria
la chiama figliuola della potente Giunone ; ed Esiodo dice che questa Dea partorì Ebe, Marte ed Ilitia o Lucina. Iuno Mone
resti, diss’egli, se tu avessi i miei occhi : pigliali e parratti una Dea (2). Malamente Plinio(3) dice che ciò avvenne a
portato leggermente per l’aria da’ pavoni ch’erano sacri alla nostra Dea , per essere uccello superbo di se stesso ed ambiz
vacca. Giunonie si chiamavano alcune feste Romane in onore di questa Dea . Si vuole che Giano avesse introdotto in Italia i
lo o stoffa detta peplo, che consacravano a Giunone. Nel tempio della Dea ad Olimpia era descritto il fatto de’ due fratell
la madre a casa nella stessa guisa dopo il sacrificio, ella pregò la Dea che in premio di ciò concedesse a’ figliuoli il m
di un sonno, da cui mai più non si svegliarono ; con che significò la Dea , niuna cosa esser maggior bene all’uomo che il mo
l morire(1). Minerva o Pallade I. Diversi nomi dati a questa Dea e lor ragione. Questa Dea ebbe due nomi princ
omi principali, Minerva, e Pallade. Il primo davasi propriamente alla Dea che presiede alle scienze, detta da’ Greci Αθηνα,
li antichi una medesima divinità ; nulladimeno Minerva o Atene era la Dea delle scienze e delle arti, e Pallade, la Dea del
Minerva o Atene era la Dea delle scienze e delle arti, e Pallade, la Dea della guerra. Da Omero però è quasi sempre chiama
e’ di Rodi, affinchè fossero stati i primi a far sacrificii alla nata Dea . Ma quelli saliti sulla rocca dimenticarono di po
ia : e però nelle vicinanze di quella palude, nel giorno natale della Dea , molte vergini donzelle il celebravano con divers
a, nacque Minerva ; e che un Beozio chiamato Alalcomeno allevò quella Dea e le consacrò un tempio ed una statua di avorio,
’crini di Minerva, come in Properzio si giura per gli occhi di questa Dea (2). La sua chioma poi era bionda al dir di Stazio
rono con Minerva a lato(1) ; ed il poeta Aristide(2) chiama la nostra Dea vicinissima a Giove. Per ciò Minerva(3) adoravasi
letto stesso e la provvidenza di Giove(5) ; ed Esiodo dice che quella Dea ha una potenza ed una intelligenza simile a quell
opra gli altri si alzarono, sotto la speciale protezione della nostra Dea . Fra i quali vuolsi ricordare il giovane Telemaco
ra Dea. Fra i quali vuolsi ricordare il giovane Telemaco, al quale la Dea della sapienza, sotto le sembianze ed il nome di
ato il tempio di Minerva, dopo la rovina di quella città, sdegnata la Dea gli eccitò contro gran fortuna di mare, e le sue
hiamossi lo scoglio di Aiace. Altro argomento della potenza di questa Dea è il sapere che quando Prometeo di fango formò il
omnis Minervae homo, per dire un uomo ingegnosissimo. IV. Minerva, Dea delle scienze e delle arti. Atene. Essendo ch
, risiede nel capo ; avvedutamente dissero i poeti che Minerva era la Dea delle scienze e delle arti ; che a lei si doveano
rano sotto la guardia e tutela di lei. Da ciò pure avvenne che questa Dea fu qual signora e protettrice venerata singolarme
. Tiresia. Invenzione del flauto. Minerva adunque tenevasi per la Dea delle arti, del lanificio, del tessere e del rica
fece un broccato da reggere al paragone con quello di Minerva. Ma la Dea gelosa motteggiò l’opera di Aracne, e dispettosam
d accorgimento, e che tutti gli altri vagassero a modo di ombre. Alla Dea delle arti attribuivasi ancora l’invenzione del f
serpenti con quelli mischiati, quando Perseo, coll’aiuto della nostra Dea , troncò il capo della foro sorella Medusa. Allora
di quel Nume diremo. I suonatori di flauto (tibicines) veneravano la Dea nel dì festivo detto Quinquatria. (Festo). VI.
, fu opera di lei, o di Giasone medesimo, ma sotto la direzione della Dea della sapienza ; perchè la divina sapienza è quel
inerva. Molte altre erano le arti e le invenzioni attribuite a questa Dea (2) ; e però gli artefici a lei porgevano le loro
vano ne’ ginnasii. Anche la medicina era sotto la tutela della nostra Dea (4), percui spesso chiamasi Conservatrice della sa
Salutare. L’arte della guerra più che ogni altra apparteneva a questa Dea . Esiodo fa uscir Pallade dal cervello di Giove, e
lla guerra e de’ combattimenti ; il quale carattere non conviene alla Dea delle scienze e delle arti. Ella infine era la pr
Muse, e Platone dice che i più antichi canti si attribuivano a quella Dea  ; e si sa che il sistro era sua invenzione. Così
scrittura geroglifica significa un soldato, era il simbolo di quella Dea . La città di Sais dicevasi fondata da Iside ; ed
sul loro teatro il magnifico spettacolo dell’Areopago istituito dalla Dea stessa della sapienza per una causa famosa, e nel
’ella stessa lo assolvesse. Oreste ubbidisce e giunge al tempio della Dea , portando in mano un ramo di ulivo. Prostrato all
gli omicidii, il quale esser dovea perpetuo. « Voi, Eumenidi, dice la Dea presso Eschilo, e tu, Oreste, somministrate le pr
esta veste era in gran pregio in guisa che quando una donna a qualche Dea far voleva un’offerta, niuna cosa più accetta e p
imulacro di lei a guisa di veste, o si deponeva umilmente appiè della Dea (1). Nelle grandi feste Panatenee celebratissima c
a. Per via di occulte machine portavasi per le strade al tempio della Dea una nave fornita di remi e che per vela avea un p
di remi e che per vela avea un peplo. Se questo fosse una veste della Dea , o un arazzo ricamato, non è agevole a definirsi 
pendente al fianco. Nel tempio di Minerva Elidia, il casco di questa Dea era sormontato da un gallo, animale, cui piaccion
inerva di bel lavoro, sull’elmo della quale son quattro simboli della Dea , la civetta, uccello a lei sacro ; una sfinge ; i
di cui Minerva dicesi inventrice. Pausania parla di una statua della Dea che avea un gallo sul cimiero ; ed il Montfaucon,
rva ha l’elmo crestato. Nella pugna di Giove contro i Giganti, questa Dea fece grandi prodezze, percui Luciano la chiama De
i Giganti, questa Dea fece grandi prodezze, percui Luciano la chiama Dea ucciditrice de’ giganti. In un monumento riferito
ucciditrice de’ giganti. In un monumento riferito da Gorleo vedesi la Dea vincitrice di un gigante, che ha steso a terra co
h’era forse Erittonio, ed una sfinge di bronzo. Spesso si dà a questa Dea il trono a guisa di regina ; ed appresso gli Erit
e i capelli di dietro, propria delle figure di Pallade, sembra questa Dea essere stata cognominata Αθηνα παραπεπλεγμενη(3).
Greci attribuivano a Minerva un aspetto virile e formidabile, perchè Dea della guerra. Il ch. Visconti(5) dice « che gli a
ozia, ov’era un simulacro di lei ; o da Alalcomena, nutrice di questa Dea  ; o dal verbo greco αλαλκω, iuvo, percui può spie
a madre, ha il padre ancora vivente ; il che non conviene alla nostra Dea . E però si vuol leggere Patrona Virgo, che sta be
della poesia. Ed alcuni critici, contra lo Spondano, vogliono che la Dea invocata nel primo verso dell’Iliade sia Minerva,
ella prudenza e della vigilanza. Anche il gallo era sacro alla nostra Dea , che nelle monete di molti antichi popoli si vede
 ; o perchè esso è di sua natura pugnacissimo ; percui conveniva alla Dea della guerra. In quanto poi alla civetta, è noto
ed avo ; esser signora di ampio reame ed aver sembianze degne di una Dea , oltre sette figliuoli ed altrettante figliuole d
eti. Tersicore, (a τερπω, fut. ψω, delecto, et χορος, chorus), era la Dea della musica e della danza, ed a lei si attribuis
o l’addita cogli epiteti di figliuola del mattino (ηως ηριγενεια), di Dea dalle rosee dita (ροδοδακτυλος), e dall’ aureo tr
o di Apollo. Diana o la Luna. I.Nomi diversi dati a questa Dea e lor ragione. Le vetuste teogonie per lo più
, volto inver la Luna, Che allora alto splendea, così la prega : Tu, Dea , tu della notte eterno lume, Tu regina de’boschi,
’ boschi, ch’era proprio di Diana. Onde cantò l’Ariosto(2) : O santa Dea che dagli antichi nostri Debitamente sei detta tr
η da σελας, che vuol dire splendore. II. Storia favolosa di questa Dea . La Luna era la più grande divinità del pagan
. Le sue influenze si temeano assai dagli antichi, come quelle di una Dea che si mostra solo di notte. Da ciò gl’incantesim
a con una fiaccola in mano ; percui le donne ne’ sacrificii di questa Dea detti Artemia, agl’idi di Agosto, nel sacro bosco
destatosi l’uccise con un colpo di sermento. Fu pure per l’odio della Dea che il povero Bacco impazzò stranamente ed errò p
e(1) fa derivare il nome Venus dal verbo venire, perchè essa, essendo Dea dell’amore, viene, cioè si ritrova in tutte le co
o Dea dell’amore, viene, cioè si ritrova in tutte le cose. Da Venere, Dea della bellezza, nasce la parola latina venustus,
ed i pittori e gli scultori, a loro imitazione, ne hanno formato una Dea che in se riunisce quanto vi è di più bello e di
un fiore che Bione crede essere la rosa, per ciò consacrata a quella Dea  ; ma che Ovidio dice essere l’anemone, fiore che
ue’ pomi d’oro che Venere donò ad Ippomene, erano consacrati a quella Dea e si custodivano negli ameni orti delle Esperidi.
cordia, del giudizio di Paride e della vittoria che riportò la nostra Dea sulle due rivali. Or questa vittoria non fu la so
odoroso a lei tessuto Dalle Grazie, e fluì dalla ferita L’icòre della Dea , sangue immortale Qual corre de’ beati entro le v
cia Depose il figlio. Monti. Allora Iride, presala per mano, tirò la Dea fuori del tumulto, ed ella, salita all’olimpo sul
a vedeasi segnato il nome di Venere. Per ciò Cesare consacrò a questa Dea il mese di Aprile, che Ovidio(2) afferma, essere
remai assisteva Venere colla sua eloquenza. Esiodo rappresenta questa Dea accompagnata da Cupido e seguita dal Desiderio ch
ro da Lucrezio (2) si scorge, essere stata antica credenza che questa Dea principalmente all’apparire della primavera mostr
che qualche scrittore nel numero delle Grazie poneva anche Pito, o la Dea della persuasione, forse per significare che il g
di iattanza noveravano i luoghi dedicati al lor culto. Cosi la nostra Dea presso Virgilio (2) si vanta di esser signora di
oi eretto a Citera era tenuto pel più antico di quanti ne avea questa Dea nella Grecia ; il che dimostra che il culto di le
dal re Aeria ; ma altri vogliono che fu dedicato da Cinira, e che la Dea stessa, nata dal mare, fosse quivi approdata. Era
le porgevano preghiere e vi ardeva un puro fuoco. Il simulacro della Dea non avea forma umana, ma rassomigliava ad una pir
specialmente di mirti, rendeva delizioso quel soggiorno e degno della Dea che vi si adorava. Vi andavano a folla per ammira
ntichi monumenti, e specialmente dal sublime quadro di Apelle, ove la Dea era rappresentata in atto di asciugarsi la chioma
(victrix) è adorna di un simile serto. La più bella statua di questa Dea , ma senza braccia e che pone il sinistro piede so
l diadema. Alle volte, dice Winckelmann(2), rappresentavasi la nostra Dea con una colomba in mano, e qualche volta con un f
rava(1)la stessa Venere Gnidia di Prassitele. Al piede sinistro della Dea si vede un delfino, su cui stanno due pargoletti
Capitolino si è conservata meglio di tutte le altre statue di questa Dea . Essa fu trasportata nel Museo di Parigi, e si an
quale è dipinta una testa. Cavalcando un cavallo marino, pare che la Dea voli sulle onde, con un velo sul capo, che i vent
Diane ; percui G. Cesare fu detto Dioneo, come discendente da quella Dea . Ericina, Erycina, dal monte Erice, in Sicilia,
i bei passeri veloci Le fosche ale agitando in varie ruote, Te, bella Dea , portavano del cielo Per l’ampie strade. B. Quara
le colombe mandate dalla madre Venere. Si divertiva un giorno questa Dea col figliuolo Cupido a coglier fiori. Cupido vole
anguinato Marte avventò il gran telo e ferì l’orrenda egida di quella Dea , la quale con un macigno colpì nel collo l’impetu
la trattò meno aspramente, per cui giacquero entrambi per mano della Dea distesi vergognosamente al suolo. Ma certo fu più
iavano que’ di Bellona. Tibullo(3) dice che la sacerdotessa di quella Dea , invasata dal suo furore, prima di predire il fut
fiamma, si lacera il corpo e col proprio sangue si rende propizia la Dea (4). In Roma, fuori del pomerio, era un gran campo
llure, sebbene propriamente la voce Tellus si adopera per denotare la Dea , e la parola Terra significava il pianeta che noi
ione – Flora – Dea Bona – Priapo–Pale – Dio Termine. Flora era la Dea de’ fiori e da’ Greci diceasi Clori, che sposò il
ieri, o si rappresentano a cavallo. Secondo Varrone essa fu un’antica Dea de’ Sabini, di cui T. Tazio introdusse il culto a
braccio sinistro, raccoglie alcuni fiori che la caratterizzano per la Dea della primavera. Si rappresentava vestita di un a
i di minio. Pale, secondo alcuni, era un Dio, e al dir di Ovidio, una Dea de’ pastori, cui facevan voti pel felice parto de
e prima di condurlo a’ pascoli di primavera, con dei sacrificii alla Dea , eran soliti di purificarlo. Se le offeriva del l
tti. Con questo nome avea un tempio nell’Attica. Μεγαλη Θεος, la gran Dea . Ολβοδοτειρα, donatrice di ricchezze, perchè dall
la fecondità di essa. Cerere. I. Nomi diversi dati a questa Dea e lor ragione. Cicerone (1) deriva il nome Ce
de. Servio (2) il fa venire dall’antico cereo per creo, perchè questa Dea si reputava la creatrice del grano. Da’ Greci poi
ercui chiamasi il papavero, Cereale(3). E delle fiaccole della nostra Dea cantò leggiadramente l’Ariosto : Cerere poi che
a di Cerere che volea ad ogni modo trovar la figliuola, aprì a quella Dea che nella sua isola prediletta non già, ma bensì
hi ponevano una corona di spighe avanti la porta del tempio di quella Dea . In un dipinto di Pompei essa siede sopra un tron
perchè presedeva alle aie. Aleteria (αληθω, molo) ; soprannome della Dea , perchè in tempo di carestia avea impedito a’ mug
to a’ mugnai di rubar la farina. Ctonia (Χθων, terra), epiteto della Dea dal tempio che le edificò Ctonia sul monte Prono
eusina, dalla città di Eleusi, celebre pel tempio e pe’ misteri della Dea . Ennea o Ennese, da Enna, città della Sicilia, o
erchè diede le leggi al genere umano (3). Spicifera chiamasi, perchè Dea delle biade(4). Taedifera, gr. δαδουχος, perchè
grandi solennità ; o per supplire a qualche rito trascurato. A questa Dea si facevau pure sacrificii di erba verdeggiante i
occa ; a Minerva, alcuni crotali o campanelli di bronzo che poscia la Dea donò ad Ercole. Cadmo nel dì delle sue nozze donò
i presenta a Vulcano e ne lo prega istantemente. Il quale, fatte alla Dea molte liete accoglienze, volenteroso si accinge a
e di chiodi di diamante. Diana I.Nomi diversi dati a questa Dea e lor ragione. Nell’articolo di Giano si diss
ice Platone, perchè Diana fu vergine. II.Storia favolosa di questa Dea . Cicerone(4) annovera tre Diane : la prima, f
rvi al corso. In breve, la caccia era la sua passione, ed ella era la Dea de’cacciatori, e delle foreste. Or siffatta passi
accia fu fatale a Cencria, fig. della ninfa Pirene, il quale fu dalla Dea che cacciava, per imprudenza ucciso, di che la ma
ale Caledonio. Da non pochi fatti della storia favolosa di questa Dea si scorge che il suo carattere era quello di una
volosa di questa Dea si scorge che il suo carattere era quello di una Dea gelosa della sua bellezza, non che della sua virt
di uomo. Di Orione ancora raccontasi che avendo oltraggiata la nostra Dea , fu da essa di presente ucciso colle saette, o da
i a tutt’i numi, fra’quali sola Diana fu a bella posta trascurata. La Dea per fare di tanto oltraggio una vendetta degna di
montoni, cervi ec. ed anche vittime umane ; il che dinotava in questa Dea un’indole crudele. Cosi gli Achei le sacrificavan
di Sulmona(1), è un luogo detto la Tauride, ove l’ara della faretrata Dea di crudeli vittime si pasce ; ed il bianco marmo
ecco la celebre favola. Agamennone avea offesa gravemente la nostra Dea coll’uccidere nella caccia una cerva a lei consac
la quale giunta in Aulide fu con gran pompa portata all’altare della Dea per esservi immolata ; ma questa mossa a pietà de
fuggire da que’barbari lidi, dal tempio rapiscono il simulacro della Dea e lieti ritornano alla patria. Questa favola non
arie incumbenze di Diana. Abbiam di sopra avvertito che Diana era Dea della caccia. Perciò portava la veste succinta e
gine custode de’monti e delle foreste ; e Callimaco dice che a questa Dea sono a cuore gli archi, ed il ferir lepri, e le l
o di Diana. Vi era ancora una danza solita a farsi in onore di questa Dea dalle donzelle che prendevansi tutte in giro per
evansi tutte in giro per le mani ; la quale credevasi molto cara alla Dea . In Delo ed in altre città della Grecia vi erano
di Diana. Molte ninfe e Marine, e Fluviatili, ed Oreadi ec. volle la Dea al suo servigio, perchè amava con esso loro danza
i autrice. Da Catullo chiamasi Giunone-Lucina, perchè l’una e l’altra Dea presedeva a’parti ed alla nascita ; e Plutarco (3
n vi era borgo o città che non avesse tempii e simulacri della nostra Dea  ; ma pare che il culto di lei avesse avuto la pri
l più bel marmo, dono di altrettanti re dell’ Asia, e la statua della Dea era di ebano o di legno di cedro. Erostrato, uomo
endio di quel tempio(1). VII. Iconologia di Diana. Diana, come Dea della caccia, si vede sempre in una biga tirata d
il trono di Argento. In un’antica medaglia di Perga, in Panfilia, la Dea ha il capo coronato non di dittamo, ma di alloro 
a, ove avea un culto particolare. Aventina, dal tempio che la nostra Dea aveva sul monte aventino. Cinzia, Cynthia, dal C
ρω, fero). Faretrata (1), dalla faretra o turcasso che portava, come Dea cacciatrice. Ilitia, lat. Ilithya, Ειλειθεια, da
, io vengo alla luce, io vengo nel mondo. Lucina dicevasi Diana come Dea de’ parti, perchè il parto per opera sua veniva a
opera sua veniva alla luce. Diana saeva dicesi da Ovidio(1), perchè Dea vendicativa, iraconda ed avida di sangue. Virgo
iraconda ed avida di sangue. Virgo per eccellenza chiamasi la nostra Dea da’ poeti(2), e Latonia Virgo da Virgilio(3). Tr
riformis Diva, τριμορφος, ch’è il Triceps, o Triplex de’ Latini, cioè Dea dalle tre teste. Fu pure detta Trivia, τριοδος, c
infe dette Annisiadi, le quali avean cura de’ calzari venatorii della Dea e de’ suoi cani, attaccavano al cocchio di lei le
nube lo accolse con un gran tuono e lo portò in cielo, ove sposò Ebe, Dea della gioventù e coppiera di Giove. L’albero cons
un ferofante agli Eleusini fino a che fu fra loro il tempio di quella Dea . Molti altri figli ebbe Nettuno ; Ergino, che fu
II. od. 14. v. 33.) Proserpina I. Nomi diversi dati a questa Dea e lor ragione. Dovendo noi parlare di Proserp
ti a questa Dea e lor ragione. Dovendo noi parlare di Proserpina, Dea dell’inferno, diciamo che questo nome deriva da u
gliare, perchè per essa le biade germogliano ne’campi ; percui questa Dea fu annoverata eziandio fra’numi che presiedono al
non è facile indovinare. III. Continuazione. Parche. La nostra Dea invocavasi in particolar modo negl’incantesimi, c
one, dice Claudiano(4), volendo dividere il suo trono con una giovane Dea , e non trovandone una nell’Olimpo, nè sulla terra
eva Proserpina, allorchè fu rapita da Plutone. Il rapimento di questa Dea è quasi il solo avvenimento della sua vita che i
. Antesforia, da ανθος, fiore, e φερειν, portare ; epiteto della Dea , col quale si alludeva a’ fiori ch’ella sceglieva
a Libero o Bacco, di cui si voleva sorella. Libitina, lat. Libitina, Dea che presedeva a’ funerali, che aleuni prendono pe
in segno della sua sterilità. Il simbolo poi più ordinario di questa Dea era il papavero, come l’emblema del sonno de’mort
3 (1841) Mitologia iconologica pp. -243
rtale esibitasi a qualche Dio, oppure da uomo mortale unito a qualche Dea , detti Dei Ascrittizii. Varr. apud Aug. Nel numer
a de’ Campi, e Muemosina dea della Memoria, e Latona, e qualche altra Dea  ; pur nientemeno di esse non contento in diversì
ciò avvenne per parte di Giove renitente, ma per cagion della pretesa Dea , che gelosa della sua amata castità sdegnosetta r
resa. Impaziente allora con piè veloce al designato fiore ne corse la Dea , ed immantinenti n’ ebbe a sperimentare con sommo
o di armi sedente su d’un carro d’acciaio guidato da Bellona terribil Dea anche essa delle battaglie, tirato da cavalli nat
I fenomeni infausti al sole intorno : Costretta a lagrimar quantunque Dea . Dichiarazione e sviluppo Felice al certo
zione di fissar quivi il soggiorno.(1) Non contenta questa orgogliosa Dea di Ebe, e Vulcano suoi figli concepiti per opera
sima Venere in isposa. Suo ritratto. Pingevasi ordinariamente questa Dea con aria di maestà assisa sopra d’un carro tirato
iterate ripulse in sua sposa. Suoi nomi. Con varii titoli era questa Dea comunemente salutata. Fù detta Argiva dal popolo
rno dell’ amato suo sposo, per qual motivo ancora dicevasi Iuga, cioè Dea de’matrimonii. Dalla cura poi, che aveva dei bamb
erere è questa onor d’ agricoltura Dichiarazione e sviluppo La Dea , cui più fosse obbligata la società degl’uomini p
cunctarum frugum creatrix sit, et altrix. Sue disgrazie. Fù questa Dea fregiata di tanta beltà, che gli Dei stessi resta
trice di vivere sollecita della infelice sua sorte. Conscia quindi la Dea della per dita, ma ignorante del fatto, dando pre
ito Plutone. Sue vendette. Gelosa pur troppo fù del suo onore questa Dea  ; sicche il suo sdegno evitar non poteva chiunque
resto di quell’acqua con sdegno buttatagli in faccia dalla risentita Dea ad un tratto cambiato in vile lucertola. Il peso
prestano divotamente gli omaggi. Suoi nomi. Da questa efficie della Dea simboleggiante molto al naturale i tanti benefici
ficii, secondo la diversità de’luoghi, celebravansi in onor di questa Dea in titolo di riconoscenza dovuta a suoi larghi fa
fù detto mistero Eleusino de Eleusi, ove per man del re Celeo ebbe la Dea cortese accoglienze ne’ suoi affannosi viaggi(1).
oetra prudenza, e rarità, Questa i n Egitto, e in Roma un dì regnò La Dea della gentil Verginità. Dichirazione, e svilu
a ; in qual alta riputazione poi convien credere, che tenuta fosse la Dea stessa di quella ? Descrivasene perciò con tutto
escrivasene perciò con tutto piacere la vita. Chi fù Vesta, Fù questa Dea gentil germogtio di Saturno, e di Opi, e ben rett
dovuto all’impareggiabile suo merito : anzi perchè era riguardata per Dea del fuoco, e pel fuoco istesso sovente pur presa,
iù cari dei penati, che seco divotamente si trasse, volle, che questa Dea in particolar maniera l’accompagnatrice fedele fo
e d’illibata matrona ? Crebbe però oltre ogni uman credere per questa Dea l’ossequio, e vieppiù ne rifulse la gloria, qualo
gini, alle quali con special modo premeva il dovere di onorare questa Dea (1). Di tanto ci assicura Ovidio. Hic locus exigu
i regia magna Numae. Ne’ primi tempi costume non fù effigiar questa Dea , ma una viva fiamma soltanto al vivo espressa for
tue tutte, che dicevansi esser di Vesta non rappresentavano la nostra Dea del fuoco, ma sibbene la Vesta antica, ossia la D
La prodigiosa, e singolar maniera, in cui al mondo comparve questa Dea , troppo chiaro adombrò i rari pregi, de’ quali an
ne’ pregi suoi ammirandi(1). Sue vendette. Gonfia impertanto questa Dea dell’amor di se stessa, e molto più superba per l
Aracne. Questa perchè superba un di vantossi di esser simile a questa Dea , e forse suporiore ancora nel lavoro de’ suoi gen
della sua fronte percossa da iterati colpi di navicella per man della Dea accigliata ; sichè non potendone più soffrire l’a
ne eruttate alcune parole contumeliose, e degradanti l’onor di questa Dea , fù dalla stessa con sommo suo scorno privata del
l brandir della lancia nelle battaglie, mentre sotto tal nome era tal Dea riconosciuta per presidente delle guerre, e prote
di Operaria. Suo ritratto. L’atteggiamento, in cui pingevasi questa Dea ha più il terribile delle battaglie, che la piace
na desecto vertentem lumina collo. Suo culto Roma per onorar questa Dea di Sapienza, non men che di castità volle, che ne
ieme col fumo delle capre svenale alzar divoti le loro preci a questa Dea d’ogni umano sapere. Cap. XI. Venere S
ichirazione, e sviluppo Non fia maraviglia se nel parlar di questa Dea regina delle grazie, e madre degl’amori, m’ingegn
mille altri viziati stranamente ne’ loro affetti dal poter di questa Dea sono argomenti parlanti come della sfrontatezza d
spetti diversi secondo la diversità delle nazioni effigiata venne tal Dea . Questo però è il più ordinario suo tipo. Pingesi
uo bellissimo Adone. Suoi nomi. Con varii nomi fù contradistinta tal Dea  ; eccone però i principali. Chiamata veune Afrodi
le Babilonesi, le Sire, le Medi, le Persiche, le Lidie onorar questa Dea . A spese del suo culto, o ad edificazione di sue
oprio onore venivano vergognosamente a ritrarre ; anzi sacre a questa Dea dicevansi quelle, che a turpe meretricio erano to
rum convertitur usum (1). Cap. XIV. Diana Sonetto L a Dea , che cacciatrice, e Vergin casta Venne chiamata,
Dell’uom col Dio di Delo, e lo ricrea : Questo è il poter della gran Dea triforme. Dichirazione, e sviluppo Chi fù
seno della terra, altrettanto ridente spuntato sul piano la presente Dea rassembra. Essa nel seno della perseguitata Laton
perpetuamente bandilla, Essendo dunque si amante di sua onestà questa Dea non fia maraviglia se non sol fuggiva le conversa
re divertivasi alla caccia data libertà a suoi occhi di mirare questa Dea , che insieme colle sue Ninfe si tuffava nelle acq
xit arundine linguam. Sebbeno la occupazione più ordinaria di questa Dea fosse stata la caccia, come sopra si è detto, per
l’antichi Mitologi la distinsero, e forse per non attribuire a questa Dea di castità le leggierezze della Luna col Pastore
e in Cielo, in terra, e nell’inferno, per cui chiamasi cumunemente la Dea triforme, ingegnosamente si comprende ne’seguenti
ati nel suo soprapposto ritratto. Suo ritratto. La effigie di questa Dea ha più del boschereccio, che del Divino. Pingesi
i essa similmente agguernite, di statura però men maestosa della loro Dea , come chiaramente cel descrive l’Epico Latino. …
oi tempii. Varii, e molti furono i tempii edificati in onor di questa Dea , non sol nella Grecia, ed in tutte le spiagge Ori
d esclusivo padrone. Ad onta però del suo ammirabil potere su i morti Dea in sorte incontrar non poteva, che accettato l’av
vedere Giove in tutta l’aria di sua maestà. Da tal pensiere presa la Dea nel venir ad esso Giove sotto foggie mortali in g
sta di questa gran figlia di Urano, e di Gea, detta comunemente Magna Dea , per esporre con ben purgata penna quanto di più
o misterioso impertanto, ma assai espressivo è il tipo di questa gran Dea . Rappresentasi ella sotto le sembianze di augusta
lanetarii corpi, come non pingere assisa su ben ordinato carro quella Dea , che per la terra istessa comunemente fù presa ?
poi li lascia nella ridente primavera, come non dare in mano a questa Dea la cotanto prodigiosissima chiave ? Se la terra v
e di vaghi obietti il suo seno, come non tempestar di fiori di questa Dea l’ammanto ? Se finalmente quasi rotonda si divisa
si divisa nel suo globo la terra, come non collocar al fianco di tal Dea un tamburo ?(1). Suoi sacrificii. Poco convenevo
. Suoi sacrificii. Poco convenevoli però erano alla maestà di questa Dea le cerimonie, che precedevano, e seguivano i sacr
oria del giorno, in cui dalla Frigia ad essi pervenne il culto di tal Dea  ; quale festa dall’uso di portare a bagnare nel f
azione ripetevansi da que’sciagurati innanzi al trionfal carro di tal Dea , come ragiona Agost. lib. 2. de civ. Dei meritano
e, onde gloriarsi d’un più nobil trionfo. Questo appunto accadde alla Dea , di cui in quest’ultimo capitolo si parla. Chi fù
to e ragione rapido corse ad involarla. Resistè alle sue insolenza la Dea , e strappandogli per disprezzo la barba, a tutto
e in qualità di sposa sul trono(1). Scorgendo impertanto l’addolorata Dea , che tutte le premure dell’afflitta Genitrice alt
tuto impetrare, che una dimezzata libertà, come cel descrive Ovid. Et Dea regnorum numen comune duorum. Cum matre est totid
ente l’obbietto. Suo ritratto. In diversa forma fù effigiata questa Dea . La rappresentarono alcuni in triste atteggiament
rud. Aur. Suo culto. In più nazioni diffuso era il culto di questa Dea . Il più speciale è da dirsi quello, che ottenne n
’ogui vero pregio, e grandezza meriti dagli uommi esser venerata qual Dea non v’è chi o stoltamente l’ignori, o sfacciatame
he nel i. delle sue Eneide fà Virgilio delle affannose voci di questa Dea recatasi da Eolo per ajuto, non che delle consola
(1). Il venerando cellegio delle vergini dette Vestali dal nome della Dea , di cui avevano la cura, che che altri si dicano,
re. (1). Non solo a Dei però, ma agl’uomini sibbene esibivasi questa Dea trascinata dalla forza delle sue passioni. Le sue
d’ogni altro animale. Imperochè nella dolce contesa, che ebbe questa Dea col Dio Cupido circa la frettolosa raccolta de fi
tea ; per la qual cosa corrucciato Cupido la trasformò in Colomba. La Dea quindi in memoria del ricevuto beneficio tuttocch
stati piccoli tabernacoli, in cui custodivansi le imagini della gran Dea di quel tempio, benchè non manchi chi le vuole ta
4 (1824) Breve corso di mitologia elementare corredato di note per uso de’ collegi della capitale, e del regno pp. 3-248
detti, per esser nati da un Dio, ed una mortale, o da un Uomo, ed una Dea , come Ercole, Castore, e Polluce, e tanti altri.
gelosa : e sovente l’Olimpo era testimonio de’ loro pettegolezzi. La Dea non perdeva giammai di vista tutti gli andamenti
iove in vacca, fu ammazzato da Mercurio, e transformato in pavone. La Dea in compenso della di lui fedeltà appiccò gli occh
i. Il sacrifizio fu adempito, e cessò il pericolo. Nacquero da questa Dea tre figli, Vulcano, Ebe, e Marte. I due primi li
a Flora, le fu da questa indicato un fiore, che appena toccato dalla Dea la fece diventar madre di Marte. La sempre bella
dalla Dea la fece diventar madre di Marte. La sempre bella Ebe era la Dea della giovinezza. Il suo impiego era di porgere i
erchè i suoi annunzj erano sempre lieti, e perciò fu convertita dalla Dea in Arco celeste. Giunone è rappresentata riccamen
suo fianco. Cerere. Cerere figlia di Soturno, e di Cibele era la Dea delle biade, e de’ campi. Ella fu la prima ad ins
felice cagione di tante sue sciagure. Mentre un giorno questa giovane Dea in compagnia di alcune Ninfe passeggiava per le p
nce, animale ch’è simbolo della crudeltà. Cadde la vendetta di questa Dea altresì sopra di Erisittone, uno de’ primi di Tes
di Tessaglia per aver questi tagliata una foresta consagrata a questa Dea , che gli comunicò una fame sì terribile, che lo r
segno di frastornare le feste, che si celebravano in onore di questa Dea , che per punirla si rivolse a’ suoi figli. Apollo
ori. Triplice Ecate talvolta perciò la chiamavano. Era ella di più la Dea della verginità, e de’ parti. Come nacque alquant
che per sedurla più facilmemte, prese l’aspetto di Diana istessa. La Dea venuta in cognizione del tutto, discacciò ignomin
orchè fu ferito da Saturno suo figlio. Appena uscita alla luce questa Dea , Zefiro la condusse all’Isola di Cipro, dove le O
cagione che Ebe avesse un tale incarico. Questa giovane, e leggiadra Dea , essendo caduta in presenza degli Dei, lasciò pur
ed immantinente ne uscì fuori Minerva già fatta grande, ed armata. La Dea appena nata cominciò ad eseguire un ballo detto P
si vantata di sapere l’arte del ricamo al pari di Minerva istessa. La Dea in segno di disprezzo le diede varj colpi di navi
a chiamavasi anche Pallade1. Sotto la prima denominazione ella era la Dea della sapienza, ed aveva la preminenza sulle scie
n era la più ridente ; ed in conseguenza non si sarebbe ritrovata una Dea , che di tutto suo genio si fosse a lui accoppiata
fantastica formata di nuvole, e che s’assomigliava perfettamente alla Dea . Tantalo quel Re crudele, che per mettere a prov
ra così conosciuta dai Greci, come Pale fu adorata dai Romani, era la Dea de’ fiori, e le si dava Zefiro per amante, o per
cantesimi, trovò il mezzo per rendere mostruoso il bambino che questa Dea portava nel seno : fu inoltre così proclive al vi
zza, e di una voce bellissima, seguaci di Proserpina. Allorchè questa Dea fu rapita da Pluto, chiesero le ali agli Dei per
La Morte. La Morte figlia della Notte, e germana del Sonno, è la Dea che presiede agli ultimi istanti della nostra vit
a con ispada in una mano, e nell’altra una bilancia rappresenta Temi, Dea della giustizia. Colla bilancia ella pesa le azio
vivacità ai loro lavori. Eudemonia, o sia la Felicità. Era questa Dea rappresentata assisa sul trono qual Regina, tenen
le leggi, e la bilancia della Giustizia. La Natura. Era questa la Dea che sovrastava a quanto esiste, e vediamo. Vien e
tta, che si stende nell’intero globo. L’Amicizia. Meritava questa Dea degli altari, ed in fatti gli antichi a lei ben m
h’ erano nati da un Dio, e da una mortale, oppur da un uomo, e da una Dea . Davasi il titolo di Eroe a chi per qualche impre
a la sfigurò perchè amata da Nettuno, che con poco rispetto di questa Dea attestò la sua premura per questa giovane nel tem
to anche Alcide, perchè nipote di Alcèo. Standosi ancora in culla, la Dea gli aizzò due serpi per farlo affogare. In questo
esia, che decise a favor di Giove, e contro di Giunone. Spiacque alla Dea una tale decisione, e per vendicarsi di Tiresia,
iù bella tra le donne di que’ tempi : se ne invaghi, e favorito dalla Dea degli amori ebbe la fortuna di piacerle. Egli ten
ronto Agamennone a sacrificare sua figlia Ifigenia alla collera della Dea , che placatasi dell’offerta sostituì in luogo di
e le matrone Trojane di recarsi al tempio di Pallade, per pregare la Dea , che allontanasse Diomede dalla mischia. Andromac
Minerva dal Cielo : Apollo, che favoriva i Trojani, s’incontra colla Dea , ed insieme stabiliscono di suggerire ad Ettore i
nuovi vezzi, e maggior pregio alla bellezza, e rendeva amabile quella Dea che la portava. Giove non potè resistere a tale i
vide Telemaco, che Minerva stessa gli parlava per essersi ritirata la Dea sotto la figura di un uccello, come altresì perch
vò su di una panca nell’isola di Ogigia ; isola dove regnava Calipso, Dea pericolosissima per le sue attrattive. Ella dopo
gni. Ulisse si trovò così contento del trattamento, e dell’amor della Dea , che si trattenne volentieri per un anno nell’iso
ittà, che conservando un tal pegno, sarebbe sotto la protezione della Dea , e diventerebbe inespugnabile. Mentre ondeggiavan
r anhelo Votivam taciti quassamus lampada mystae. Le feste di questa Dea erano celebrate con grandissima pompa ad imitazio
di andare in cerca della rapita Proserpina. Tra i ministri di questa Dea erano ammesse altresì le donne. I sacrifizj erano
me rilevasi dalle parole taciti mystae di Stazio. Il tempio di questa Dea , secondo il più volte citato Capaccio, ed altri,
bisogna tuttavia confessare che nella Campagna Felice esigeva questa Dea un culto particolare. Ciascuna città aveva la pro
issolvit eum . 1. Parecchi altri animali crano al servizio di questa Dea , a lungo descritti da Lucrezio nel libro secondo
hei sotto il nome di Porta-vase ποτηριοφορος. 1. Il tempio di questa Dea di Efeso era una delle sette meraviglie del Mondo
sulle medaglie Romane. 1. Palladium era la famosa statua di questa Dea che conservavasi in Troja, e trasportata da Enea
2. La civetta, ed il serpente erano gli animali consacrati a questa Dea . Il che diè luogo a Demostene bandito dagli Ateni
’Occasione un Dio detto Καιρος ; i Romani per contrario ne fecero una Dea , perchè il suo nome in latino è di genere feminin
opia, e di Cassiope che si vantava di essere più bella di Giunone. La Dea per punirla di tale vanità, volle vendicarsene pe
5 (1831) Mitologia ad uso della gioventù pp. -
ei chiamavansi propriamente quelli che avevano per padre un Dio o una Dea per madre. Semidei si dissero pure gli eroi che d
riconciliò, ridendo con lui dell’accaduto. Avendo preso parte questa Dea alla congiura degli Dei contro Giove, ed essendo
chi l’invenzione dell’arte di lavorare la terra, e fu adorata come la Dea dell’agricoltura e delle messi. Viaggiando con Ba
etta Ascalafo in barbagianni. Giove per alleviare il dolore di questa Dea ordinò che Proserpina passasse sei mesi colla ma
ia ed in Grecia ; i Greci riconoscenti istituirono in onore di questa Dea una festa che si celebrava colla più grande magni
su la storia di questa divinità che confondono con Cibele. Da questa Dea ha preso il suo nome un pianeta. Minerva M
a figlia di Giove. Ecco in qual modo si racconta la nascita di questa Dea . Giove prima di sposare Giunone aveva Meti per mo
enivano degli spettatori da tutte le parti della Grecia. Viene questa Dea rappresentata come una donna di una bellezza semp
a da capo a piedi, coll’elmo in testa, colla lancia in una mano, come Dea della guerra e collo scudo nell’altra ; il teschi
 ; le stanno di presso la civetta e degli istrumenti matematici, come Dea delle scienze e delle arti. Il pianeta detto Pall
e delle arti. Il pianeta detto Pallade ha preso il suo nome da questa Dea . Marte Marte, dio della guerra è figlio di
Dio ha dato il suo nome ad un pianeta. Venere Amore Venere Dea della bellezza e degli amori, nacque secondo alcu
Giunone bramosa di piacere a Giove pregò Venere di prestarglielo ; la Dea di Citera glielo offrì all’istante dicendole, che
ndo la sua bellezza. Sono abbominevoli i disordini commessi da questa Dea al dir de’ poeti. Venere ha dato il suo nome ad u
etua verginità. Sotto il nome di Diana presiedeva ai boschi ed era la Dea della caccia ; sotto quello di Febea era presa pe
una e presiedeva agl’incantesimi ; e sotto quello di Ecate, essa è la Dea dell’inferno ed è soventi confusa con Proserpina
confusa con Proserpina moglie di Plutone. Si riconosceva pure per la Dea della castità, ed era tanto vergognosa che conver
di tutti i pericoli cui l’esponeva l’odio di Giunone ; giacchè questa Dea non odiava soltanto le amanti di Giove, ma estend
rti versi cantati nei funerali. A Roma si adorava anche Libitina come Dea dei funerali, e pare che fosse la stessa Proserpi
bitina come Dea dei funerali, e pare che fosse la stessa Proserpina. Dea dell’Inferno era pur Ecate che alcuni confondono
tano e Febe sacerdotessa di Apollo. Si danno molti caratteri a questa Dea e varia all’infinito la sua genealogia ; pare che
ronisce del soglio, edifica un tempio a Diana, e fa immolare a questa Dea tutti gli stranieri spinti dal caso sulle coste d
Eete, ed istruisce nella propria arte due degne figlie Medea e Circe. Dea dei maghi e degl’incantesimi, era invocata prima
avorio, onde sostituirla a quella stata distrutta dall’avidità di una Dea . Si vedono versar lagrime sulla morte dell’avvene
anta che loro si consacrava. La Notte figlia del Cielo e della Terra, Dea delle Tenebre che sposò l’Erebo fiume d’Averno, d
col fumo di sabina e di zolfo ; poscia offrivansi dei sacrifizi alla Dea i quali consistevano in latte, in vino cotto e in
sono stati chiamati le gregge di Nettuno. Feronia Feronia era Dea de’ boschi e degli orti. Veneravasi particolarmen
deggiante e per ciò desistettero dall’impresa. I sacerdoti di questa Dea camminavano a piè nudi sopra i carboni ardenti se
a piè nudi sopra i carboni ardenti senza abbruciarsi. Era pur tenuta Dea de’ liberti, perchè i servi nel suo tempio riceve
si mette in primavera.   Zeffiro   Si venerava Flora come la Dea de’ fiori e della primavera, e si rappresenta orn
offerti dei sacrifici. Quando le donne celebravano le feste di questa Dea , chiamate giuochi floreali, correvano giorno e no
ore quanto in amore la riuscita sia soggetta al capriccio della cieca Dea . Egli è sempre dipinto con ali, perchè non c’è co
un giorno con Temi, perchè Cupido rimaneva sempre fanciullo, e che la Dea consultata rispondesse che il solo mezzo per farl
tra il cuore e la lingua. Muta o Lara figlia del fiume Almone era la Dea del silenzio. Giove le fece tagliare la lingua e
este, il cui perpetuo moto dimostra egualmente l’incostanza di questa Dea . Da alcuni si figura la Fortuna seduta su di un t
iglia e di Lampezia o Lampetusa figlia di Apollo e di Climene, era la Dea della salute, e si aveva per lei una grande vener
che riguarda la conservazione della salute. Si attribuiscono a questa Dea varie invenzioni, appartenenti alla medicina. Le
sta avviticchiato un serpente il quale si diseta in una tazza che la Dea ha in una mano. Il serpente è l’emblema della sa
n tanta giustizia i suoi popoli, che fu sempre dappoi riguardata come Dea della giustizia, di cui le fecero portare il nome
applicazione. Gl’infermi, per quanto si riferisce, avevano in questa Dea tutta la fiducia ; perciò vedevasi sempre nel tem
spade e percuotendosi con ispargimento di sangue. Il culto di questa Dea celebre in Roma, lo era maggiormente in Cappadoci
e della Notte o della Necessità, era la ministra della Giustizia e la Dea della vendetta. Questa formidabile divinità dall’
mavasi essa anche col greco nome che significa nutrice, perchè era la Dea dell’umidità la quale tutto nutre e mantiene. Il
o la tromba con ricurve conchiglie. Circondavan eglino il carro della Dea , tirato da cavalli marini più della neve bianchi,
ara, uscivano in fretta dalle profonde loro grotte per tributare alla Dea il dovuto omaggio. Teti madre di Achille T
ro gli altri Dei, ma questo fatto spetta a Teti zia di questa, e gran Dea delle acque. Teti aveva molti tempii in Grecia e
che la interrogherebbero per avere imprudentemente parlato di quella Dea e tenutala a bada con lunghi discorsi intanto che
stronomia. Polinnia, così detta dalla moltitudine delle canzoni, è la Dea della musica vocale e della rettorica. Le Muse ha
tutti i tempii che abbia Venere in tutta la Grecia : la statua della Dea la rappresentava armata. Aveva essa un altro temp
io in Elide, la cui statua era d’oro e di avorio, lavoro di Fidia. La Dea aveva un piede su di una testuggine per indicare
a Venere terrestre, giacchè non l’abbiam fatto all’articolo di questa Dea . Tra tutte le statue dell’antichità una delle piû
enza dell’educazione di Giunone ; diffatti in alcune statue di questa Dea , veggonsi al dissopra del capo di lei rappresenta
a che ebbe con Minerva, come si è già riferito all’articolo di questa Dea . Ecco il modo con cui si spiega la favola del cav
Greci, e da Ecate, si dicevano anche le Ninfe di Diana, perchè quella Dea amava d’andare alla caccia pei monti, e per disti
cettata la sfida esse incominciarono entrambe il lavoro. Quello della Dea fu certamente bellissimo ; ma quello di Aracne no
era sì regolare e vedevansi così vivamente espresse le figure, che la Dea non potendo scoprirvi alcun difetto, lacerò con i
erano troppo ben rappresentate le colpe degli Dei. Aggiungesi che la Dea portò il suo risentimento a segno di percuotere A
rsi delle persecuzioni suscitategli da Giunone, diresse contro questa Dea una freccia a tre punte e la ferì nel seno, e n’e
miseramente. Alle preghiere di Diana Esculapio lo risuscitò e questa Dea lo converse in istella. Fedra punta da rimorso c
reide aveva preferito la bellezza della propria figlia a quella della Dea , o perchè Mirra stessa acconciandosi i capelli, a
6 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXI. Minerva » pp. 132-137
scita di Minerva Dea della sapienza. Raccontano i mitologi che questa Dea nacque adulta e armata di tutto punto dal cervell
conoscere l’etimologia e il significato dei principali nomi di questa Dea . Ebbe dai Greci primamente il nome di Pallade (Pa
rbo monere (ammonire) ; e che perciò verrebbe invece a significare la Dea del consiglio, ossia della sapienza. Dante rammen
Dea del consiglio, ossia della sapienza. Dante rammenta Pallade come Dea della guerra nel Canto xii del Purgatorio : « Ve
de’giganti sparte. » E nel Canto ii del Paradiso nomina Minerva come Dea della sapienza : « Minerva spira e conducemi Apo
la prediletta città ; e i cittadini di essa favoriti e protetti dalla Dea della sapienza inventarono le scienze e le arti,
ivo, e considerandolo come simbolo di sapienza, perchè prodotto dalla Dea della sapienza, ne corona la fronte alla sua Beat
ose che agli altri restano oscure ed ignote. E Minerva non solo è una Dea ingegnosa, come la chiama Ovidio, ma è pur anco l
Palladio 170. Il più bel tempio però e la più famosa statua di questa Dea erano in Atene : la statua distinguevasi col nome
eneo inglese che si pubblica in Londra da molti anni. 168. « Mille Dea est operum : certe Dea carminis illa est. » (Ovi
blica in Londra da molti anni. 168. « Mille Dea est operum : certe Dea carminis illa est. » (Ovid., Fast., iii, 833.)
7 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Della mitologia in generale. » pp. 17-359
i Semidei, cioè tutte le divinità supposte prole di un Nume o di una Dea , come Ercole, Esculapio, Castore, Polluce, ec., e
venti e delle procelle…. Terribile invero, e fantastica maestà d’ una Dea feconda di tanti beni e di tanti mali ! 45. Vesta
he vuol dir grande, perchè istituite dai Frigii in onore della grande Dea . In Roma, dove furono introdotte nel tempo della
ol legno del primo formavano i flauti sacerdotali dei Coribanti, e la Dea avèva trasformato nel secondo il giovine Ati. 50
a ninfa Sangaride (sangarius in latino è lo stesso che frigio) ; e la Dea per punirlo della sua ingratitudine fece ferire q
terra e di seminare il grano ; sicchè gli antichi l’ adorarono quale Dea dell’ agricoltura, e più specialmente delle messi
o regno, benchè pieno di dovizie, incuteva tale spavento, che nessuna Dea volle unirsi in matrimonio con lui : tanto è vero
idità non potè fare a meno di riderne e di beffarla. Di che offesa la Dea gli scaraventò in faccia il resto della pappa ; e
e precipitò dal cielo sulla terra da quanto era deforme ; ed Ebe (87) Dea della giovinezza. 87. Questa Ebe fu destinata a m
aperti cinquanta nel tempo che gli altri eran chiusi dal sonno. Ma la Dea non ottenne il suo intento, perchè Giove ordinò a
d’Iride. 95. In ogni parte di Grecia e d’Italia erano templi a questa Dea consacrati ; ma con maggior culto l’onoravano ad
tato della prerogativa di far tornare la giovinezza. Credevano che la Dea una volta l’anno vi si bagnasse. Le feste, che a
diversi nomi era una sola divinità, e i poeti la chiamavano triforme Dea e triplice Ecate. Il nome più comune poi fu quell
a usava con le sue seguaci. Calisto era la ninfa prediletta di questa Dea , e le aveva promesso di vivere continuamente nubi
iana in terra s’era dedicata alla caccia ; e perciò l’adoravano quale Dea dei cacciatori ; e andava scorrendo i boschi e le
lla terra, i bovi, gli arieti e i cervi bianchi. Ma invocandola, qual Dea della notte e degl’incantesimi, sotto il nome di
unto cento buoi. Con l’aiuto di Ifigenia (527) sacerdotessa di questa Dea , Oreste (527) e Pilade (534) ne recarono in Itali
e mostrò già una ed altra fiata…. Dante, Inf., c. XXIX. La sdegnata Dea apparve a Semele sotto le sembianze di Berœ sua n
ite al solo figliuol di Giove e di Maja. Venere. 170. Venere, Dea della bellezza e degli amori, nacque dalla spuma
nimali Concepe, e nata a’ rai del sol s’ allegra ; Tu venti e nubi, o Dea , sperdi dal cielo All’apparir tuo primo ; a te so
Bacco per padre, e furon compagne inseparabili della madre, perchè la Dea della bellezza riceve da loro la leggiadria e tut
detto figliuolo di Venere e d’Anchise (608) principe troiano, che la Dea della bellezza protesse e ricolmò di favori. Dico
i. Un giorno, tratto dal suo coraggio, e dimentico dei consigli della Dea colpi un cignale sul monte Libano ; ma la belva f
bile la vita. Alfine deliberò di consultare l’oracolo di Venere, e la Dea la condannò a sopportare gravi fatiche, una più p
ndotta a piè degli altari di Venere, dove ritorna in sè, ed invoca la Dea . In quel punto Amore sopraggiunge per mettere il
o nel § seguente. 181. Gli antichi hanno rappresentato in più modi la Dea della bellezza. In Elide stava a sedere sopra una
inta in atto di uscir dalle onde, incoronata di rose da Pito o Suada, Dea , della persuasione e sua fida compagna. Ma per lo
cerdotessa tagliava le belle trecce, e le appendeva agli altari della Dea . Questo sacrifizio, grato a Venere, durò quanto i
vincitore dall’Asia. Infatti la sua chioma fu appesa nel tempio della Dea  ; ma la notte seguente scomparve ; e un astronomo
lo e della Terra, il quale sposò Teti o Tetide, tenuta parimente qual Dea del mare. Aveva Teti per abitazione un palazzo, d
51), fu moglie di Plutone, ed egli dovè rapirla (53), giacchè nessuna Dea voleva sposarlo per paura della sua deformità e d
Minerva o Pallade. 262. Minerva, figlia di Giove (63), era la Dea della Sapienza, e presiedeva alla guerra, alle sc
della Sapienza. 263. Se vogliamo considerare Minerva solamente quale Dea della guerra, ella prende allora il nome di Palla
n ulivo, simbolo della pace ; laonde tutti giudicarono a favore della Dea della sapienza, e la città fondata da Cecrope fu
ce e ricamatrice, che si vantava di superar Minerva in quest’arte. La Dea andò a farle visita in sembianza di vecchia, ed A
è narrato in altri termini, ma poco favorevoli alla riputazion della Dea  ; essendochè, dicono fosse superata ella stessa d
hè la superbia della tessitrice fosse sempre colpevole, tuttavolta la Dea della saggezza non si sarebbe governata saviament
e muse. 274. Giove, (63) trasformatosi in pastore, amò Mnemosine, Dea della memoria, (mneme, memoria, gr.) figlia di Ce
del quale non è vera dolcezza sopra la terra. Ma Polinnia …..alata Dea che molte Lire a un tempo percote, e più dell’alt
abbandonano soverchiamente ai piaceri. Bellona. 287. Bellona, Dea della guerra, fu sorella di Marte (255). Ella att
ne sangue ; e poi raccolto quel sangue l’offrivano in sacrifizio alla Dea scellerata. Esculapio. 289. Esculapio era
nel quale il pastore più vecchio faceva una patetica invocazione alla Dea della pastorizia. La scongiurava a difendere i gr
anche gran numero di fragorosi istrumenti, come tamburi e cembali. La Dea copriva con un velo la sua ingenua bellezza. Un p
ldi, L’Orto.) Flora e Feronia 312. Flora, questa vezzosissima Dea dei fiori e della Primavera, fu sposa di Zeffiro
ragone più pregevoli di quelli che sogliono essere chiesti alla cieca Dea . Ma più nobilmente e con sapienza e versi sublimi
Anzio era arricchito di offerte e di doni magnifici ; la statua della Dea vi proferiva gli oracoli, e per consueto artifizi
l supremo dei Numi che la fece madre dell’ inflessibile Nemesi (333), Dea della giustizia e della vendetta celeste. Nem
e deponevano una spada prima di partir per la guerra, scongiurando la Dea imparziale a proteggere la giustizia delle loro a
335. Atéa (ate, ingiustizia, gr.), figlia di Giove (63), era una Dea malefica, di null’altro sollecita che di far del
cita che di far del male agli uomini. Giunone per consiglio di questa Dea aveva ingannato Giove facendo nascere Euristeo pr
e governava i popoli con tanta saviezza, che fu quindi onorata quale Dea della Giustizia. La favola aggiunge che Giove (63
ama. 340. La vera poesia, degna encomiatrice del merito, ha fatto Dea anche la Fama « Che trae l’uom del sepolcro, e in
tà. 341, 2°. I Greci e i Romani ebbero in gran venerazione questa Dea . Libertà va cercando ch’ è si cara, Come sa chi
iscordia. 343. La Discordia o Erinni, figlia della Notte, éra una Dea autrice d’immensi guai, ed alla quale venivano at
. La forza. 346. Gli antichi onoravano la Forza facendone una Dea figlia di Temi (337) e sorella della Temperanza,
llo, compariva questa figlia di Giove (63) e di Temi (337), ed era la Dea tutelare del secol d’ oro, e l’ origine della fel
la il reo coltello. La virtù. 351. Chi non avrebbe fatto una Dea di questa augusta figliuola della Verità (350) ?
ebbe infiammato al suo culto ? Bene si addicono alla severa e modesta Dea le note parole che Dante mette in bocca di Virgil
amare, il non amar più è lo stesso che non vivere. Sulla fronte della Dea si leggeva quest’altra iscrizione : l’estate e l’
bbe un tempio consacratole, per quanto si crede, da Numa Pompilio. La Dea era rappresentata a mani giunte, e con lungo abit
la testa di Medusa che indi fu scolpita sulla formidabile egida della Dea . 363. Quantunque Perseo avesse ragione di lagnars
391. Tanta gloria non bastò per render mite ad Ercole l’implacabile Dea  ; chè anzi inasprita l’ira da nuova gelosia, Giun
le fu annoverato fra gli Dei, e accolto in cielo, dove sposò Ebe (87) Dea della giovinezza. Le genti di Grecia e d’ Italia,
éos, suona appunto la gloria di Giunone, perchè le persecuzioni della Dea non fecero che illustrare maggiormente il nome di
o, lo precipitò dalla sommità della cittadella di Minerva ; ma questa Dea protettrice delle arti lo rattenne per aria, e lo
era incorso nello sdegno di Venere per averne spregiato il culto. La Dea giurò di punirlo, e si valse dell’ invidia di Fed
a Troja il Palladio, statua di Minerva collocata nel tempio di quella Dea  ; 4° Che impedissero ai cavalli di Reso (570) di
mulacro ; e il costume di quel paese voleva che fossero immolati alla Dea tutti gli stranieri che vi approdavano. Allora fu
oe il prediletto di Pallade (263), e narra che con l’ aiuto di questa Dea potè ghermire i cavalli di Reso (570) ; involare
erva (263), religiosamente custodita dai Trojani nel tempio di questa Dea , e che vantavano scesa dal cielo, e collocatasi d
a la biancheria, le sue vesti e quelle dei suoi fratelli ; e Minerva, Dea delle arti, vegliava su lei, e ne dirigeva la buo
o, per la più bella. Ecco subito tutto l’Olimpo in iscompiglio ; ogni Dea pretendeva il vanto della bellezza, e la disputa
poichè dicono che avesse, non si sa come, offeso Diana, e che questa Dea per punirlo facesse sbucare dalla terra uno scorp
circa sei miglia. Intenerita da quest’azione, la madre implorò dalla Dea pe’suoi figliuoli il bene più grande che ai morta
endo i due sposi recato offesa a Cibele (40), furono puniti da questa Dea coll’ essere trasformati in leoni. Piramo et
ngere il calcagno d’ Orione (618) per punirlo d’avere offeso la casta Dea . 685. Il Sagittario, finite le operazioni rurali,
e feste. 706. Iside, distinta col nome di Madre di lutte le cose e di Dea universale, spesso è rappresentata in sembianza d
sivo corrompimento. 10. Saturno cacciato dal regno di Giove. 11. La Dea della giustizia 12. Questo tempio fu costruito d
8 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XV. Giunone regina degli Dei e Iride sua messaggiera » pp. 79-85
sorella e moglie di Giove92). Nella sua pubblica rappresentanza è una Dea maestosa e benefica ; ma essa pure, nella vita ch
e : è superba, dispettosa e vendicativa. Accennata l’indole di questa Dea , diciamo come si rappresenta nelle pitture e nell
bellissime ninfe94). Molti altri nomi ed attributi eran dati a questa Dea  ; e l’etimologia dei primi fa conoscere la specia
la celeste bevanda. Aggiungono alcuni mitologi, che un giorno questa Dea nell’esercizio del suo ministero cadde sconciamen
e è quello delle gelosie, delle stizze e delle persecuzioni di questa Dea . Favoriva sì e proteggeva essa quei popoli che le
sero la disgrazia di dispiacerle, specialmente poi se Giove o qualche Dea sua nemica li proteggesse, o fossero parenti od a
presenterà l’occasione nel parlare di altre divinità odiose a questa Dea , o di famiglie o di popoli da essa perseguitati.
cisti egiziani che adoravano le bestie fu ricevuta e adorata come una Dea , e restituita poi da Giove nella primiera forma f
il mito della sua ancella e messaggiera Iride. Era questa una Ninfa o Dea inferiore, figlia di Taumante ; e credevasi che e
cenna quasi sempre o ai grandi occhi o alle bianche braccia di questa Dea , facendone un distintivo e, a quanto pare, un pre
9 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIX. La Dea Triforme cioè Luna in Cielo, Diana in Terra ed Ecate nell’Inferno » pp. 115-122
inarono i mitologi che essa sotto la forma di una avvenente e giovane Dea percorresse le vie del Cielo in un carro d’argent
o tenevano accesi i lumi tutta la notte innanzi alla statua di questa Dea . Col solo nome di Diana era considerata come Dea
lla statua di questa Dea. Col solo nome di Diana era considerata come Dea della caccia ; e credevasi che accompagnata da 50
oschetto ov’era una fonte in cui si bagnava Diana colle sue Ninfe, la Dea gli gettò dell’acqua sulla faccia e lo trasformò
va ad una famiglia odiosa a Giunone, fu spinto malignamente da questa Dea ad entrare in quel boschetto per procurargli una
one e, secondo altri, di cinghiale, basta questo perchè tal mostruosa Dea faccia orrore. E gli uffici che le si assegnavano
reghe nei loro incantesimi. Omero però non parla di questa ributtante Dea , e il passo in cui ne discorre Esiodo credesi int
trivii di offrir delle cene ad Ecate, che lasciate intatte da questa Dea eran poi ben volentieri divorate dai poveri. In t
amente in onore di Apollo e di Diana, tra gli altri ufficii di questa Dea ivi enumerati non è accennato nemmeno quello infe
Dianæ. » E l’Ariosto nell’ Orlando Furioso, Canto XVIII : « O santa Dea , che dagli antichi nostri « Debitamente sei detta
10 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Indice alfabettico. » pp. -424
llo di Bellerofonte, 461. Bellerofonte. Sue avventure, ivi. Bellona, Dea della guerra, 287. Bellonarj, sacerdoti di Bellon
139 ; — punisce Calisto, 140 ; — punisce Niobe, 141 ; — adorata come Dea dei cacciatori, 142 ; — suo tempio in Efeso, 143 
ori, 142 ; — suo tempio in Efeso, 143 ; — sacrifizj e culto di questa Dea , 144 ; — come è rappresentata, 145. Didone, regin
Fenris, 743. Fereo, 388. Feretrio, soprannome di Giove, 79. Feronia, Dea dei frutti nascenti, 312. Fetonte, sua vanagloria
egia, punito nel Tartaro, 247. Flegone, cavallo del Sole, 110. Flora, Dea dei fiori, 312. Fobetore, uno de’ Sogni, 241. Foc
metamorfosi, 631-633. Nord, 743. Nisa, nutrice di Bacco, 149. Notte, Dea delle tenebre, 238. Numa, re di Roma, 324. O
fo, vedi Cipro. Palamede, eroe greco alla guerra di Troja, 583. Pale, Dea dei pastori, 310. Pallade, nome di Minerva, 263.
5-328. Penelope, moglie di Ulisse, 579-581. Peneo, fiume, 103. Penia, Dea della povertà, 173. Penteo. Suo deplorabile fine,
rte di suo padre, 544 ; — suo fine, 545. Pitia. Vedi Pitonessa. Pito, Dea della persuasione, 181. Pitone, serpente favoloso
— sue avventure, 444 ; — sua line, 445. Pomona, moglie di Vertunno, e Dea dei giardini, 311. Poro, Dio dell’abbondanza, 173
lemaco, figlio d’ Ulisse, 480, 469. Tellus, nome di Cibele, 41. Temi, Dea della giustizia, 337. Tempo, divinità allegorica.
orie, feste in onor di Cerere, 60. Testio, re dell’ Etolia, 74. Teti, Dea del Mare, 192, 193. Teti, madre d’ Achille, 320.
11 (1897) Mitologia classica illustrata
trono, come segno dell’ universo da lui governato, infine la Niche o Dea della vittoria. Spesso la sua chioma è ornata o d
molto diffuso. La culla di questo culto fu la città di Argo, onde la Dea era preferibilmente chiamata l’ Argiva. Argo, Mic
tra Argo e Micene. Ivi trovavasi la più bella e preziosa statua della Dea , fatta da Policleto di Sicione, artista poco più
mpio Capitolino, accanto a quella di Giove. La festa principale della Dea era quella detta Matronalia, che si celebrava il
le matrone romane recavansi processionalmente al tempio dedicato alla Dea sul monte Esquilino per offrirle doni e sacrifizi
none di Lanuvio (fig. 9), pure conservata in Vaticano, rappresenta la Dea coperta d’ una pelle di capra, con lancia e scudo
i l’ intiera regione Attica. Per il possesso di questa terra aveva la Dea gareggiato con Posidone il re del mare, avendone
e era rimasta vincitrice. Gli Ateniesi poi in particolare tenevano la Dea in grande venerazione. Nell’ Acropoli v’ erano du
rione, precisamente là dov’ era la sacra pianta d’ olivo donata dalla Dea e vi si conservava una statua di lei che si dicev
otte gladiatorie, perchè, come Ovidio dice: ensibus exsertis bellica Dea laeta est (Fast. 6,814)5, un ricordo dunque dell
tina. Bella la pittura che nella settima Olimpica ci fa Pindaro della Dea che « fuor d’ un salto balza armata dal cervello
colori narra l’ avventura di Aracne che avendo voluto competere colla Dea nell’ arte del ricamo fu da lei punita e mutata i
ssica dell’ arte, gareggiarono gli artisti greci nel rappresentare la Dea , ma furono tutti superati da Fidia, il quale non
a, od anche del popolo ateniese prosperante sotto la protezione della Dea  ». La statua era preziosissima, alta ben dieci me
da una grande dignità di linee, qual convenivasi alla casta e vergine Dea , e ad un tempo da tutto quel che indica ferma vol
o nella costellazione del suo nome. Quando poi è finita la caccia, la Dea si compiace tuffar le sue belle membra dentro qua
tinuo a flagellare a sangue alcuni fanciulli nell’ annual festa della Dea . Con questa divinità sanguinaria si connette la l
con questa confusa l’ Artemide Ortia, e ne nacque la leggenda che la Dea avesse ella stessa salvato Ifigenia nel momento c
e nella fig. 20 un’ altra statua pure del Louvre, che figura la bella Dea , in atto di affibbiarsi il pallio sulla destra sp
segnano ad Artemide areo, freccie e lancia, anche la fiaccola, come a Dea che porta luce e vita. Le eran sacre tra le besti
grandi isole dell’ Egeo, e più di Cipro che si diceva la culla della Dea , e in Cipro specialmente delle città di Pafo e Am
ionale. Ivi pure si manteneva di continuo un vivo fuoco in onor della Dea . Come puro è il fuoco, così Estia doveva essere c
ca, recavansi a offrir sacrifizio. — L’ annua festa in onor di questa Dea , detta Vestalia, aveva luogo il 9 Giugno. Allora
cina inghirlandati e con pani appesi all’ intorno, per indicar che la Dea manteneva alla famiglia il giornaliero nutrimento
tto così fimtastico alle cose, doveva certo, non meno del sole, parer Dea ai volghi immaginosi dell’ antichità. Se la figur
orger dell’ aurora. Si aggiungevan leggende circa, i mariti di questa Dea . Il primo era stato Astreo, pel quale essa divenn
e alla sua madre Eos. — Tali le principali leggende relative a questa Dea . La quale non ebbe in nessun luogo un culto speci
esto nella statuaria antica non si trovano rappresentazioni di questa Dea ; raffigurata la troviamo solo in pitture vascolar
l’ equilibrio fosse ristabilito. Omero non la conosceva ancora questa Dea ; in Esiodo stesso non ne è il concetto così ben d
quel re che era stato egli stesso tanto fortunato; egli edificò alla Dea col titolo di Fors Fortuna un tempio, e istituì u
zi madre di Erittonio, il progenitore della stirpe Attica. Anche come Dea dei morti, Gea veniva in Atene onorata di feste e
a in occasione di terremoti col titolo di Tellus stabilita. Era anche Dea dei matrimoni, a cui si rivolgevano preghiere ins
i si rivolgevano preghiere insieme con Giunone Pronuba, e infine come Dea dei morti era invocata insieme cogli Dei inferi.
die l’ epiteto di Berecinzia (Berecyntia). Qui favoleggiavasi che la Dea amasse andare attorno su un carro tirato da leoni
a musica strepitosa ed orgiastica. I miti che si riferiscono a questa Dea portano pure un carattere selvaggiamente fantasti
iglia del re di Pessinunte. Allora lo colpi la vendetta dell’ adirata Dea . Giacchè quando era apparecchiato il banchetto nu
uggi sul monti e in un eccesso di furore si uccise. Di che afllittala Dea , ordinò in onor di lui una cerimonia funebre da c
ta detta Megalesia fu istituita a ricordare il giorno d’ arrivo della Dea ; le fu subito votato un tempio, che fu dedicato n
annuo spettacolo della sovreccitazione orgiastica con cui onoravan la Dea tra strepiti e ululati. 3. Poetica descrizione de
ra e nel quarto dei Fasti di Ovidio. L’ uno e l’ altro accennano alla Dea portata sul carro tirato dai leoni, colla fronte
rono, e un’ altra è nella villa Pamfili presso Roma rappresentante la Dea seduta su un leone. Il tamburello è l’ attributo
vita). — Intimamente legata con Saturno era Ops ed Opis, sua moglie, Dea dell’ abbondanza, identificata colla madre terra
e, si portavano corone in testa, e tra i copiosi flori i devoti della Dea raccolti nel tempio di lei presso il Circo abband
atti rivolti a purificare il bestiame e chiedere la protezione della Dea . I sacrificii erano incruenti, e consistevano in
1 Aprile. L’ arte non si sa che abbia mai preso a rappresentar questa Dea . e) Termine. 1. Veramente non era un Dio de
ndamento è la famiglia, così Demetra veniva anche considerata come la Dea che dà stabilità ai matrimonii; e per altro rispe
adunanze. Tra le sacre leggende che si connettono col nome di questa Dea , nessuna è più conosciuta e più importante per ca
cresceva così presto come fosse Dio, senza gustare latte nè pane. La Dea lo ungeva d’ ambrosia e tenendolo tra le sue brac
suo figlio nel fuoco. Die’ in acuto grido temendo per Demofoonte. La Dea allora lo toglie dal fuoco, ma con dolci rimprove
o. Secondo altre leggende, era Trittolemo il figlio di Celeo a cui la Dea prestò le sue cure. D’ allora in poi Trittolemo,
colto benignamente; trovò le sue opposizioni e i suoi nemici; onde la Dea dovè intervenire castigando i ribelli, come avven
e. 3. Quello che era Demetra per i Greci, era Cerere pei Romani, come Dea delle biade antichissima fra gli Italici, ma molt
ratto avviene in Sicilia, e Trittolemo è fatto figlio di Celeo, e la Dea l’ avrebbe guarito da una grave malattia per guad
e ritornare nel nulla al tardo autunno. Gli Attici chiamavano questa Dea preferibilmente Cora, la fanciulla. Ma Persefone
punizione colpite di pazzia; ed Erittonio venne allevato dalla stessa Dea nel suo santuario dell’ Acropoli, e fatto poi re
Acropoli, dove pure si conservava il primo olivo fatto nascere dalla Dea . 2. Di Eretteo la tradizione ricordava due figliu
trappato per forza Cassandra che s’ era avvinghiata alla statua della Dea , questa lo puni facendolo naufragare presso il pr
el bagno da lui, secondo altri per aver egli rivelato i segreti della Dea . Come tutti i veggenti dell’ antichità intendeva
oria dell’ arte greca, p. 95. 5. « Di sguainate spade si compiace la Dea guerriera. » 6. « Pegno della salvezza nostra e
di tu le madri, sia che a te piaccia esser chiamata Lucina, ovvero la Dea della Generazione. » 26. V. 655: « Tiene nella m
n cale le nostre preghiere, perchè non abbia a puniri i Nemesi; è una Dea violenta; guardati dall’ offenderla. » 30. V. 1
12 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VIII. Tre Divinità rappresentanti la Terra, cioè Vesta Prisca, Cibele e Tellùre » pp. 39-43
to nel N. V, che Vesta Prisca moglie di Urano era considerata come la Dea della Terra : ora aggiungiamo che anche due altre
one nel libro iii della Natura degli Dei dice che Tellùre non è altra Dea che la Terra40 ; che tanto i poeti quanto i prosa
dal nome di una città e di un monte omonimo nella Frigia, ove questa Dea fu prima che altrove adorata. Alcuni autori la ch
qualche mese di tempo : talchè quando giunse in Roma la statua della Dea , il morbo pestilenziale, già pago delle vittime f
o Cibele in progresso di tempo acquistò forma ed emblemi degni di una Dea . Fu rappresentata come una matrona con lunga vest
enuta fertile e abitabile ; la corona di torri significava che quella Dea avesse insegnato agli uomini a fortificar le citt
o il leone come il re degli animali terrestri. I sacerdoti di questa Dea si chiamavano Galli, Coribanti, Cureti e Dattili 
13 (1836) Mitologia o Esposizione delle favole
fu Cerere, che divenne madre di Proserpina. La quinta Mnernosine o la Dea della memoria, da cui nacquero le nove Muse. La s
Romani. Nata dal capo di Giove, e tutta armata, fu essa adorata come’ Dea della guerra sotto il nome di Pallade, e come Dea
essa adorata come’ Dea della guerra sotto il nome di Pallade, e come Dea delle arti e delle scienze sotto quello di Minerv
offerivasi il toro, il verre e l’ ariete, e qualche volta il cavallo. Dea della guerra teneasi pur Bellona chiamata Enio da
o nominate da Cicerone: la prima figlia del Cielo, e della Giornata o Dea del giorno, che ebbe un tempio in Elide; la secon
sul monte Ida, questi diè il pomo a Venere, che fu quindi tenuta come Dea della bellezza. Ma come tale, e neppur come Dea v
fu quindi tenuta come Dea della bellezza. Ma come tale, e neppur come Dea vollero riconoscerla la Propetidi native di Amatu
to preside e condottier delle Muse figlie di Giove, e di Mnemosine, o Dea della memoria. Le Muse eran nove, e ciascuna avev
e i più antichi l’ abbiano interamente distinta. Era Diana tenuta per Dea della caccia, perchè di essa formava la sua occup
Mercuri troviamo presso di Cicerone, il primo nato dal Cielo e dalla Dea del giorno; il secondo figlio di Valente e di For
o la Terra, l’ altra che si dicea figlia di lui, e adoravasi come la Dea del fuoco. Il rito di adorare il fuoco e conserva
scelletaralo. Capo XVI. Della Terra, e degli Dei terrestri. La Dea della terra, detta da Esiodo con proprio nome Gea
ssinunte nella Frigia, ove specialmente era adorata. Finalmente, come Dea della terra, e madre de’ massimi Iddii, fu nomina
i celebravano ai 4 di Aprile, le opali ai 19 Dicembre. Le feste della Dea buona celebravansi alle calende di Maggio nella c
o e della Terra. Fra gli Dei terrestri prima a dover nominarsi è Pale Dea delle gregge e dei pastori, che alcuni han pur co
iato, e volendo perciò gli abitanti recare altrove il simulacro della Dea , ella fece in un subito rinverdire tutte le piant
nassero impunemente a piè nudi sopra le brage ardenti. Era pur tenuta Dea de’ liberti, perchè i servi nel suo tempio riceve
presso i Romani la loro particolare Divinità; e Ippona essi dicean la Dea che possiede a’ cavalli; Bubona quella, che a’ bu
di cui basterà accennare la principali. Nascone o Nazione diceasi la Dea del, nascere; Vagitauo o Vaticano quel che apre l
notte Silvano, perchè le puerpere non molestasse. Strenua dicessi la Dea che rende gli nomini valorosi; Agenoria e Stimula
ibera dalle angosci e, e fa che tacciano i lamenti, onde fu detta pur Dea del silenzio, e dipingevasi colla bocca fasciata
laddove agli Dii celesti le vittime si offerivano io numero dispari. Dea dell’ Inferno era pur Ecate, che alcuni confondon
ue, dicendola figlia di Geo, e di Febo. Nella Tracia ed in Alene qual Dea dell’ Inferno adoravasi anche Cotitto riguardata
o riguardata da alcuni come la stessa Proserpina, e da altri come una Dea da lei diversa. I Sacerdoti di Cotitto chiamavans
dei chiamavansi propriamente quelli che avean per padre un Dio, o una Dea per madre, ed Eroi quelli che distinti si erano c
ella presa di Troia osato violare Cassandra nel tempio di Pallade, la Dea irritata suscitò contro di esso una fiera burrasc
14 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIII. Venère, Cupido e le Grazie » pp. 144-151
di Venere è narrata dagli Antichi in due modi. Omero dice che questa Dea è figlia di Giove e di Dione, ninfa della stirpe
renza della prima che era più semplice e naturale, fece dare a questa Dea il greco nome di Afrodite, che significa appunto
rve di transizione dall’una all’altra è questo, che essendo Dione una Dea marina, e Venere sua figlia nata nel mare, e comp
imboleggia la Bellezza dell’ Universo. » Da Venere, considerata come Dea della bellezza, son derivate le parole venustà ed
radiso il pianeta di Venere. Venere era considerata in principio come Dea dell’Amore, e poi le fu aggiunto per questo parti
difetti e vizii, a Venere più che mai. Cominciarono a dire che questa Dea , per la sua singolare e impareggiabil bellezza, e
ttuosissime e feconde ; e la favola aggiunge che erano sacre a questa Dea , perchè fu cangiata in colomba una Ninfa sua pred
15 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo II pp. 3-387
, che gli Ateniesi chiamarono Sparti, ossia Seminati (b). L’anzidetta Dea avvertì allora Cadmo, che con una pietra nascosta
i Dei, cui alzò un tempio sul monte Dindimo, donde derivò alla stessa Dea il nome di Dindimena(a).Un contrario vento spinse
ntide finalmente, una delle serve d’ Alcmena, s’avvide di ciò, che la Dea andava operando ; e per farnela desistere, le die
enersi dall’esternare il suo giubilo, prodotto dall’aver ingannata la Dea . Questa adegnata la afferrò pe’ capelli, la gettò
sdegno contro di lui, e con maggiore ardore tentò di farlo perire. La Dea quindi destò nell’animo d’Euristeo sentimenti di
ale ceremonia si perpetuò appresso gli Spartani : dal che la predetta Dea si denominò Egofage, ossia manzia-capra (a). Vici
dell’ acqua ad Ercole sitibondo, perchè ella celebrava là festa della Dea delle donne, al tempo della quale non era lecito
da, e di sacrificarle una capra in riva al mare. Così egli fece, e la Dea tosto gli comparve sotto la figura di capra, per
eri. Turno difatti prese costo contro di loro le armi ; e l’anzidetta Dea , discesa dal Cielo, aprì ella stessa il tempio, i
amilla, regina de’ Volsci(b) (23). Finalmente vi rimase ferito ; e la Dea , sua madre, con certa erba quasi in un istante lo
ta. Proseguì Calcante a protestare, che conveniva placare l’anzidetta Dea coì sangue d’Ifigenia, figlia primogenita dello s
, si devono sacrificare, come si è detto anche altrove, alla predetta Dea . Al loro sbarco Oreste e Pilade vennero tosto arr
riconoscersi. e subito pensarono al modo di rapire il simulacro della Dea , e di fuggirsene. Ifigenia finse, che i due stran
essero colla loro presenza contaminato il tempio e il simulacro della Dea  ; disse, che prima di sacrificarli conveniva puri
di Tetide, figlia di Nereo e di Doride, e nipote d’Oceano e di Teti, Dea delle acque. Questo Eroa ebbe anche il nome di Pi
animo molto soprendente. Leucotea, figlia di Cadmo, e ch’era divenuta Dea del mare, non potè, senza impietosirsi, rimirare
nch’egli nello spaventoso arringo. Concorsero ad ajutarlo l’anzidetta Dea , Nettuno, e Mirtilo, figlio di Mercurio, e di Cle
e di Arete. I Poeti finsero, che fosse figliuola di Prassidice, altra Dea , che mostrava agli uomini i giusti limiti, entro
anula nella Via Nuova eravi un piccolo tempio, consecrato a Volupia ; Dea del piacere, La medesima veniva figurata in quell
luce. Quindi la Prudenza ha nella sinistra una face. Davansi a questa Dea anche due faccie, colle quali dimostravasi, che l
una, Civetta, animale, il quale abbiamo detto essere sacro a Minerva, Dea della sapienza. Si potrebbe anche dire, che sicco
uire, e alla determinazione d’ottenerlo. I Greci riconoscevano questa Dea sotto il nome di Elpide. I Romani le fabbricarono
Regolo. La stessa nazione dopo la sconfitta di Canne dedicò a questa Dea un altro tempio(c). L. Silla, divenuto trionfator
nomia, cioè la Pace, la Legge, e l’Equità(e). Dice poi fu considerata Dea e preside de’giudizj. Suo uffizio era accusare i
ntraprendere qualche guerra, solevano offerire un sacrifizio a questa Dea nel Campidoglio, e dare in suo onore uno spettaco
ure le Nemesee, ch’erano feste lugubri, perchè si credeva, che questa Dea proteggesse i morti, e vendicasse le ingiurie fat
er questa medesima ragione gli Egiziani formavano le statue di questa Dea senza testa, volendo in tal modo significare, che
le quali aveano avuto più d’un marito, il toccare la Statua di quella Dea (b). Ciò s’accorda con Valerio Massimo, il quale r
si somministra agli altri ciò, di che abbisognano. La veste di questa Dea è bianco, perchè tal colore, essendo considerato
rato da Cn. Flavio(a). Due spighe di grano adornano la mano di questa Dea , per indicare l’abbondanza, che dalla Concordia s
oloro, che professavano le Belle Arti, affinchè la presenza di questa Dea allontanasse ogni disapore dalle loro dispute(b).
re la pace. Il caduceo pure era indizio della medesima. Talora questa Dea è in atto d’abbruciare con una face un mucchio d’
ulla boccà e nel cuore, non corrispose mai alle ricerche di colei. La Dea , sopraffatta dell’ ira, lo rimproverò bruscamente
ni della Repubblica, si propose anch’egli d’ergere un tempio a questa Dea dinanzi la Curia Ostilia ; ma la morte ne lo impe
te piazze, cinte all’incorno di portici. Tiberio Gracco alzò a questa Dea sul monte Aventino un bellissimo tempio, le di cu
intj, alzò un tempio alla Fortuna sotto il titolo di Automatia, ossia Dea della sorte, perchè credette di dover a lei granp
pio. La Fortuna poi col decorso degli anni divenne in quella città la Dea la più onorata, giacchè essa sola ebbe più tempj,
tutti gli anni le giovani Romane, vicine a maritarsi, offerivano alla Dea un sacrifizio, accompagnato da profumi e incensi.
trice del marito. V’ è però chi sotto questo nome riconosce un’ altra Dea , la quale riconciliava gli animi degli sposi, qua
n piede sulla prora d’un naviglio : lo che dà a conoscere, che questa Dea esercita il suo dominio tanto sulla terra, che su
Scrittore, desolata per l’anzidetto castigo, dato al figlio, pregò la Dea di restituirgli la vista. Minerva, non potendo in
e dicono significare donna forte (d) ; e fu in Cartagine adorata come Dea (e). (14). Giunone offerì in matrimonio ad Eolo
ue ciò sia, notiamo per ultimo, che Anna Perenna fu venerata come una Dea , e che a di lei onore si celebrava lungo le rive
sua risoluzione. Questi, trasportato dalla collera, ferì col dardo la Dea in una coscia, ed eseguì ciò, che avea stabilito.
d essa l’iniziare i forestieri, i quali soleansi sacrificare a quella Dea (e). Sonovi degli antichi Scrittori, i quali asser
ario ritornarsene in Argo, rinovare i sacri auspizj, placare l’offesa Dea , e poi ripigliare l’assedio di Troja. Conchiuse c
avvenne : e Berenice appese i suoi capegli nel tempio dell’anzidetta Dea , eretto in Arsinoe, città del suo regno. Il di se
ato simile a quello di Pandaro. In quella circostanza Diomede ferì la Dea in una mano(c). Diomede uccise altresì Dolone, ch
molti de’ compagni di Diomede parlavano con disprezzo dell’anzidetta Dea , ed eglino furono cangiati in uccelli, i quali ne
16 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IX. Vesta Dea del fuoco e le Vestali » pp. 44-47
fuoco nulla produce, fu detto che Vesta minore non prese marito e fu Dea della castità. Quindi il culto di questa Dea fu a
re non prese marito e fu Dea della castità. Quindi il culto di questa Dea fu affidato ad alcune sacerdotesse chiamate le Ve
vasi in Troia, e che da Enea fu trasportato in Italia46. E che questa Dea , prima della fondazione di Roma, fosse adorata in
tale. Nel tempio di Vesta non vedevasi alcuna statua o immagine della Dea  ; ma soltanto un’ara col fuoco perpetuamente acce
i i mitologi sulla vita semplice e monotona che attribuirono a questa Dea , molto ci hanno narrato gli storici romani sulla
osa illibatezza delle Vestali che si erano dedicate al servizio della Dea della castità. Da queste due condizioni credeva i
17 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXIX. Di alcune Divinità più proprie del culto romano » pp. 500-505
te dalla presupposta etimologia di quei nomi. I Romani adoravano come Dea anche Giuturna, sorella di Turno re dei Rutuli, r
Dea Fornace fu un’invenzione del re Numa Pompilio. Era veramente una Dea da quelle etadi grosse, come direbbe Dante ; ma O
sta di Giove Bambino il dì 7 dei mese di marzo. Anna Perenna era una Dea adorata soltanto dai Romani, perchè credevano che
l’etimologia latina con un giuoco di parole, facendo dire alla stessa Dea  : « Amne perenne latens Anna Perenna vocor. » N
onendo (dall’avvertire) perchè gli antichi Romani dicevano che questa Dea li aveva avvertiti che facessero un sacrifizio di
ulto si chiamavano Bellonarii, derivando il loro nome da quello della Dea . Il Dio Summàno, quantunque avesse un tempio in
18 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVII. L’Apoteosi delle Virtù e dei Vizii » pp. 493-496
ni. Qual Nume dunque poteva esser perfetto, se tale non era neppur la Dea della Sapienza ? E se un Nume non è perfetto, può
erie. Anche Orazio mette in versi la preghiera di un ladro a Laverna, Dea dei ladri, in cui alla furfanteria è congiunta la
erano loro dai mitologi e dai poeti attribuiti. Ma della Dea Nèmesi, Dea della vendetta, era pubblico il culto ; e fu gene
va. Nè già si contentavano essi di lasciare le loro vendette a questa Dea , ma davano opera ad ottenerle e compierle col pro
n Roma nel culto pubblico e nel tempio che erale stato eretto, questa Dea fu adorata come figlia di Giove e della Giustizia
19 (1874) Ristretto analitico del dizionario della favola. Volume I pp. -332
Madre di Dio. A Roma, per esempio, il tempio ove si venerò Vesta, la Dea del Fuoco, oggi è dedicato alla Madonna del Sole.
mmino, bevè avidamente ad una tazza che le fu offerta. Egli derise la Dea , e questa per punirlo della sua oltracotanza lo c
. Achemone 67. Acidaila. — Soprannome dato a Venere per esser quella Dea che cagionava dell’ansie e delle inquietudini. Si
un famoso cacciatore. Avendo un giorno sorpresa Diana in un bagno, la Dea ne fu così irritata che lo cangiò in cervo e lo f
a fosse una punizione del cielo, discesero nuovamente la statua della Dea , e, offertole un sacrifizio ritornarono a bordo d
vò la statua sulia spiaggia del mare. Admeta persuase ai Samii che la Dea per punirli voleva abbandonare il loro paese e re
a por mente alla ricchezza o al valore di esse. Se erano accette alla Dea , restavano al fondo, se venivan respinte, ritorna
nere onde prender parte a queste feste volendo così dimostrare che la Dea era tenuta generalmente come femmina da conio. Gl
e di Argo, e di uno dei figli di Antenore. 175. Agenoria o Agerone. —  Dea dell’industria detta anche Strenuà. 176. Agenorid
su di sè lo sdegno di Minerva a causa di una indiscreta curiosità. La Dea avea dato ad Aglauro un canestro chiuso vietandol
o Cassandra, sacerdotessa di Pallade, nel tempio stesso dedicato alla Dea , nel quale la vergine s’era nascosta, sperando di
ore di Minerva, al quale dopo la morte furono in considerazione della Dea innalzati varii monumenti ed egli stesso assunto
dopo di aver fatto una statua di Minerva, stabilì il culto di questa Dea in una città, ch’egli edifico in Beozia e che da
ciuta sotto i nomi di Lecotea e di Matuta. Essa era riverita come una Dea . 235. Alburneo. — Dio riverito su di una montagna
da una città d’Arcadia, conosciuta sotto questo nome e nella quale la Dea aveva un tempio ed un culto particolare. 257. Ale
padre, il quale in una contesa con Minerva, era stato vinto da quella Dea , avesse tagliato tutti gli alberi di ulivo che cr
impia. 306. Alumra vale a dire nutrice. Soprannome dato a Cererc come Dea dell’Agricoltura che fecondando la terra nutrisce
atone asserisce essere l’Amore figlio del Dio delle ricchezze e della Dea della povertà, e gli dà il nome di Poro. Amore in
consacrò sotto questo nome un quadro dipinto da Apelle, nel quale la Dea veniva rappresentata al momento della sua nascita
axandra. — Nome di una eroina, che fu poi adorata in Laconia come una Dea . 376. Anaxarete. — Principessa della stirpe reale
certo, dal quale dedurre positivamente tale notizia. 381. Ancarla. —  Dea che veniva invocata nell’escursione dei nemicl. 3
Andrastea. — I popoli della Brettagna adoravano sotto questo nome la Dea della vittoria, con un culto particolare. 391. An
emerità di proclamarsi più bella di Giunone. Nettuno per vendicare la Dea , fece dalle Nereidi legare Andromeda ad uno scogl
embre di ogni anno, si celebravano nella Grecia in onore di Angerona, Dea del silenzio, alcune feste a cui si dava il nome
ste a cui si dava il nome di Angeronale. 429. Angeronia o Ageronia. —  Dea alla quale si ricorreva contro la schinozia o mal
arsi nel fiume Numicio ove fu cangiata in ninfa. 441. Anna Perenna. —  Dea che presiedeva all’anno e alla quale durante il m
 — Soprannome di Pallade, significa che calma i venti. 444. Annona. —  Dea dell’abbondanza e delle provvigioni da bocca. 445
li omeri. Antero deriva da αντ contro e ερως amore. 459. Antevorta. —  Dea che presiedeva alla commemorazione delle cose pas
, Con tanta maestà le si distese Infino a’ piè, che a l’andar anco, e Dea . Veracemente e Venere mostrossi. Virgilio. Eneid
fidare Minerva a chi avrebbe meglio ricamato una ricchissima tela. La Dea accettò la disfida, ma vedendo che il lavoro dell
Aretusa. — Figlia di Nereo e di Dori e compagna di Diana, che questa Dea cangiò in fontana allorchè Alfeo la perseguitava
il nome di Venere Arginide, e da allora questo soprannome rimase alla Dea degli amori. 551. Arginno. — Nome di un giovane g
 — S’invocava Pallade con questo nome allorchè la si considerava come Dea della guerra. 583. Arna. — V. Arnea. 584. Arnea o
a coprivano accuratamente. 646. Astrea. — Figlia di Giove e di Temi e Dea della giustizia. Durante l’età dell’oro essa lasc
li dominava, dimenticarono il luogo dov’erano e il rispetto verso la Dea , la quale sdegnata cangiò l’uno in leone e l’altr
Elle suoi figliastri a fuggire dalla casa paterna. 659. Atea o Ata. —  Dea malefica che spingeva gli uomini nelle sventure t
uno dei sacerdoti di Cibele e il più famoso fra gli amanti di quella Dea , la quale per altro egli pose in obblio essendosi
che si bagnavano e si mise a spiarle ; di che sdegnata fortemente la Dea lo cangiò in cervo Vede intanto l’irata cacciatr
divorato dai cani di Diana per essersi vantato più esperto di quella Dea nell’arte della caccia. Diodoro asserisce che Att
di mangiare della carne che era preparata per un sacrifizio a quella Dea . Dopo la morte Atteone fu riconosciuta dagli Orco
na parola Greca che significa flauto attribuendosi da taluno a quella Dea la invenzione di questo istrumento. 684. Aulone. 
elio imponendo Olimpo ed Ossa. V. Monti. — Musogonia. 725. Babia. —  Dea venerata nella Siria e particolarmente nella citt
sponeva del continuo l’implacabile odio di Giunone ; dappoichè questa Dea non si limitava solamente a vendicarsi delle conc
oli così affettuosi, ed ella stessa, dolcemente commossa, supplicò la Dea a voler concedere ai suoi figli tutta quella magg
preghiera essi si addormentarono e non si svegliarono più, poichè la Dea avea loro nel sonno mandata la morte come il somm
mero delle immortali. 830. Britormati. — V. Britomarte. 831. Brizo. —  Dea che presiedeva a sogni. 832. Bromio. — Altro sopr
tto, e che richiamava un numero immenso di forestieri. 839. Bubona. —  Dea che s’invocava per la conservazione degli armenti
Buona-Dea. — Discorde è l’opinione degli scrittori della Favola sulla Dea alla quale si dava codesto soprannome, poichè alc
e in un luogo elevato, per modo che chi entrava vedeva il volto della Dea tristo e severo ; mentre a chi usciva sorrideva g
lle giovanette al momento di compiere il rito nuziale. 916. Camena. —  Dea dei Romani. S. Agostino nelle sue opere ce la ric
. — Dea dei Romani. S. Agostino nelle sue opere ce la ricorda come la Dea del canto. 917. Camene. — Soprannome delle Muse,
aver scacciato Tarquinio il Superbo, offerisse un sacrificio a quella Dea . 957. Cardea o Cardinea. — Dea dei ganci delle po
erbo, offerisse un sacrificio a quella Dea. 957. Cardea o Cardinea. —  Dea dei ganci delle porte ; essa faceva parte dei Pen
amanti di Giove, che la rese madre di Britomarte. Carna era anche la Dea che presiedeva alle parti vitali del corpo e che
e si offeriva sempre in sacrificio il lardo e la fava. 976. Carnea. —  Dea particolare dei fanciulli : essa s’invocava sovra
lcante, fecero fare questo cavallo a riverenza e ad onore della detta Dea , e fecero farlo cosi grande, acciocchè voi, Troia
feo principe di Arcadia, il quale fu teneramente amato da Minerva. La Dea in prova d’affetto gli attaccò sulla fronte uno d
fiera, la madre di lei fu così afflitta e versò tante lagrime, che la Dea mossa a pietà, la cangiò in una fontana che dal s
endo osato vantarsi di avere una figlia assai più bella di Venere, la Dea per vendicarsi ispirò alla giovanetta Mirra una p
e della mitologia greca e romana : fu tiglia di Saturno e di Cibele e Dea dell’agricoltura, la quale ella insegnò agli uomi
a la idea più generale che, seguendo la favola, si può dare su questa Dea , poichè tanto i cronisti più accreditati, i mitol
u uno dei sacerdoti di Cerere che sovraintendeva ai misteri di quella Dea . 1066. Cerphafo. — Uno dei figli di Eolo e bisav
zza, che osò vantarsi d’esser più bella di Diana, del che sdegnata la Dea , le forò la lingua con una freccia. 1083. Chiroma
ivi poeti, così come il cigno era quello dei buoni. 1095. Cleinnia. —  Dea dell’infamia. 1096. Cicladi. — Ninfe del mare Ege
parti. Vi sono non poche medaglie dei tempi antichi ove è scolpita la Dea della pietà con una cicogna accanto. 1100. Ciconi
indole, e dell’estrema bianchezza delle sue penne. Il carro di questa Dea veniva sovente tirato da due cigni. Giove, per fa
flotta. Fu una di coloro che si presentarono a Cibele, quando questa Dea trasformò i vascelli d’Enea in ninfe del mare. 11
latine cinxi, Cingo e cunctum cingere ; soprannome di Giunone come la Dea , a cui la tradizione mitologica, attribuiva l’inc
e dalla spuma del mare gli abitanti di quest’isola avevano per quella Dea un culto particolare e le avevano consacrato un t
si celebravano all’epoche del taglio delle vigne. 1162. Clara-Dea. —  Dea brillante, così veniva denominata Iride. 1163. Cl
una che fu moglie di Tantalo, l’altra di Amintore. 1192. Cloacina. —  Dea delle cloache. La tradizione favolosa racconta ch
no. 1263. Coritie. — Feste in onore della dea Corito. 1264. Corito. —  Dea della impudenza. Essa aveva un tempio famoso nell
ato in nero. 1271. Coscinomanzia. — V. Cocinomanzia. 1272. Cotitto. —  Dea del libertinaggio, particolarmente adorata nella
la morte furono eretti in Grecia monumenti ed altari. 1278. Cratea. —  Dea degli stregoni e degli incantatori : fu madre del
ù rinomato fu un figliuolo di Minosse, re di Creta. 1424. Deverona. —  Dea che presiedeva alla raccolta dei frutti : molti s
eviare, nell’inseguire le flere, dai conosciuti sentieri. 1427. Dia o Dea . — Appellazione con la quale i greci indicavano p
maniera, che il maggior numero vi lasciavano la vita. 1431. Diana. —  Dea della caccia, figlia di Giove e di Latona e gemel
ca che significa Cervo, perchè in queste ceremonie si offerivano alla Dea delle focacce che avevano la forma di quegli anim
cenza, nella quale le donne ballavano nude innanzi al simulacro della Dea . Il rapitore portò seco Elena, dapprima a Tegea e
li non era permesso neanche di dichiarare la guerra. 1989. Feronia. —  Dea degli orti, dei boschi e protettrice degli schiav
rusa — Una delle cinquanta ninfe Nereidi. 1993. Fessonia o Festoria —  Dea del riposo : veniva particolarmente onorata dai g
sogni sotto tutti gli aspetti che ispirano il terrore. 2038. Fobo. —  Dea della paura : i greci l’avevano divinizzata e la
larmente quando intraprendevano una qualche impresa. 2180. Giuventa —  Dea della gioventù V. Gioventù. 2181. Gladiatore — An
Europa. Finalmente il nome di Ifide, col quale Io fu adorata come una Dea , le venne dato solo perchè Inaco, suo padre, port
rca di Pandaro, onde fare che i troiani avessero violato i patti. La Dea mischiossi tra la folla intanto Delle turbe troia
e i pagani di Roma commettevano in questa occasione. 2453. Laverna. —  Dea dei ladri, i quali, al dire di Orazio, la invocav
ina, olio, vino, sale, incenso. Numeri Cap. XV. 2496. Libentina. —  Dea delle dissolutezze. Il suo nome, viene secondo Va
ivinità che permetteva di fare tutto ciò che piaceva. 2497. Libera. —  Dea che assai di sovente viene confusa con Proserpina
Indiani chiamavano il Sole col soprannome di Libero. 2503. Libertà. —  Dea a cui i greci davano più propriamente il nome di
i, le porte principali, le are e tutti i monumenti. 2508. Libitina. —  Dea che presiedeva ai fu nerali. Secondo varii scritt
Deverona » 105 1425 Deverra » ivi 1426 Dediana » ivi 1427 Dia o Dea » ivi 1428 Diafie » ivi 1429 Dialeo-Flamine »
20 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — X. Cerere dea delle biade e Proserpina sua figlia » pp. 48-54
lo stesso che dire del Tempo e della Terra), era considerata come la Dea delle biade che in sua stagiòne (in tempore suo),
ofa, perchè, dice Ovidio, scava col suo grifo le biade sacre a questa Dea . Fra i supposti miracoli fatti da Cerere, oltre a
eva atterrato per dispregio una selva sacra al culto di Cerere ; e la Dea lo punì col farlo invadere dalla Fame (considerat
e la Dea lo punì col farlo invadere dalla Fame (considerata come una Dea malefica), la quale lo ridusse a divorarsi in poc
Perchè madre Idèa voglia dir Cibele è spiegato all’articolo di questa Dea , ove ho riportato questo stesso verso dell’ Arios
21 (1855) Della interpretazione de’ miti e simboli eterodossi per lo intendimento della mitologia pp. 3-62
ui il nome di Dea Sensia(1), inspirando sentimenti ; a lui il nome di Dea della gioventù, porgendo ai giovanetti gli esordi
to con una scure il capo di Giove, e che ne sia uscita fuori Minerva, Dea della sapienza e delle belle arti — cioè che il f
ana. 45. Atteone e suo mito. 46. Attribuzioni, che si davano a questa Dea  — si rappresentava sotto le forme di una donna a
e Plutone come Dio dello inferno rigettato dal connubio di ogni altra Dea , uscendo fuori dall’Erebo, rapisse Proserpina nel
i autori de’popoli stando fermi nelle prime terre fondarono le città, Dea delle quali è Cibele. Fu detta Vesta, Dea delle d
e terre fondarono le città, Dea delle quali è Cibele. Fu detta Vesta, Dea delle divine cerimonie presso i romani, perchè le
itazione della mente, pensiero. I latini ne traggono la etimologia da Dea iens, cioè Dea che trovasi in continuo movimento,
mente, pensiero. I latini ne traggono la etimologia da Dea iens, cioè Dea che trovasi in continuo movimento, per alludere a
a come Giove e Febo, come Ovidio disse, a’trivii,(1). Fu creduta come Dea della caccia, e perciò si dipingeva con l’arco, c
o. 48. Vesta — Figlia di Saturno e di Rea veniva riconosciuta come la Dea del fuoco. Da’greci fu immeginata questa divinità
della Sapienza poetica. (1). Parini, il Mattino. (2). Quae autem Dea ad omnes veniret Venerem nostri appellaverunt. C
22 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXV. I Satiri ed altre Divinità campestri » pp. 270-278
tava in mano un piccolo cipresso divelto dalle radici17. Pale era la Dea dei pascoli e dei pastori18. Anticamente, e molto
ticamente, e molto prima della fondazione di Roma, la festa di questa Dea celebravasi soltanto nelle campagne dai pastori e
llici, credendo con tal atto di espiare le loro colpe. Questa placida Dea , come la chiama Tibullo19, e queste rozze e sempl
ei pomi, ossia dei frutti degli alberi. Anche i fiori avevano la loro Dea , e questa chiamavasi Flora ad indicarne col nome
23 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489
spettarsi che Giunone lo perseguiterà. Infatti si racconta che questa Dea cominciò a perseguitarlo prima che egli nascesse.
i dicono gemelli) che prima nascesse nella Corte Tebana. Giunone come Dea dei parti fece in modo che nascesse prima Euristè
e da Era, ossia da Giunone, vale a dire per le persecuzioni di questa Dea . I Latini con poca differenza di ortografia lo di
Ftia sua capitale. Quantunque piccolo principe meritò di sposare una Dea  ; e questa fu Teti ninfa marina, dalla quale dove
tati tutti gli Dei e le Dee, esclusa soltanto la Discordia. Ma questa Dea maligna e nemica di pace trovò il modo di sparger
ice un semplice pastore che senza prevenzione alcuna dichiarasse qual Dea gli paresse più bella. Tre sole Dee si ostinarono
. Fu giusto giudice di certo, poichè Venere, come tutti sanno, era la Dea della Bellezza : non ostante s’inimicò le altre d
leo con Teti nacque un figlio che fu chiamato Achille. La madre, come Dea , sapeva già dal libro del Fato che questo suo fig
tal nodo gordiano da non potersi sciogliere facilmente neppur da una Dea . In quanto al pastore fu trovato il modo di farlo
Menelao non volle morir così presto, e Venere era tutt’altro che una Dea sanguinaria e micidiale, ricorse alle arti sue, e
suo miracoloso viaggio : « Là dal crin crespo e dal canoro labbro «  Dea veneranda un gonfiator di vele « Vento in poppa m
ole corrisponda : perciò taluni la credono un’isola favolosa, come la Dea che vi risiedeva. 141. Essendo Ulisse figlio di
24 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IV. Una Divinità più potente di Giove » pp. 20-24
l’ultima necessità. La Necessità considerata dai Politeisti come una Dea è la personificazione e la deificazione dell’ ide
cessità costringe gli uomini a fare o soffrire, perciò fu-creduta una Dea avversa anzi che propizia agli umani desiderii. Q
ne latina ; deriva da fors significante il caso ; Fortuna è dunque la Dea delle casuali vicende, ma per lo più buone ossia
25 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXX. Delle Divinità straniere adorate dai Romani » pp. 506-510
Farsalia : « Nos in templa tuam Romana accepimus Isim. » Di questa Dea eran devote principalmente le donne ; tra le qual
ò ancora qualche notte avanti le porte del tempio d’Iside a pregar la Dea per la salute di Tibullo stesso che era infermo i
 ; ma gli Egiziani sotto quella di vacca, perchè credevano che questa Dea insieme col suo fratello e marito Osiride, dopo a
26 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXII. Marte » pp. 138-143
Differiva pertanto da Minerva, quando era considerata anch’essa come Dea della guerra, quanto le furibonde sommosse differ
ad onore di lui, perchè credevano che gli fosse nemica la stessa loro Dea protettrice, la quale in quelle pugne in cui pren
mputato, tanto più che per l’assoluzione era dato il voto di Minerva, Dea della sapienza173. Il nome latino di Mars (Marte
27 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVII. Apollo considerato come Dio del Sole, degli Arcieri e della Medicina » pp. 92-103
suo, cioè con Epafo figlio di Giove e della Ninfa lo, già vacca e poi Dea , si trovò impegnato per fanciullesco puntiglio a
ù valente medico sulla Terra, e dal quale nacque una figlia che fu la Dea della Salute. Nella invenzione della discendenza
dire deificazione dellaSanità, come significa il greco nome di questa Dea . Infatti da Igiea è denominata Igiene l’arte di c
28 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — V. Urano e Vesta Prisca avi di Giove  » pp. 25-27
l’aggettivo di Prisca, per distinguerla da un’altra Vesta sua nipote, Dea del fuoco del culto delle Vestali in Roma. Ebbe a
durne che gli astronomi abbiano inteso di rappresentar Vesta giovane, Dea del fuoco, anzi che Vesta Prisca moglie di Urano.
29 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVII. Gli Dei Dei Fiumi » pp. 285-289
ducam, « Adversum remis superes subvectus ut amnem. « Surge age, nate Dea  ; primisque cadentibus astris, « Junoni fer rite
ulo majora canamus ; » e nell’ultima Egloga la Ninfa Aretusa, perchè Dea siciliana : « Extremum hunc Arethusa, mihi conce
30 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVI. La dea Latona » pp. 86-91
che sì gli addobbi !98) » Quanto poi al globo lunare sappiamo che la Dea che lo dirigeva prima della nascita di Diana chia
, ma pubblicamente, Latona e la stimava a sè inferiore, perchè questa Dea aveva soltanto un figlio ed una figlia. Di questa
31 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — Epilogo » pp. 253-254
più ? anche la Notte, ossia l’oscurità, l’assenza della Luce, era una Dea  ; e tutti questi Dei e Dee avevano figli e figlie
32 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XL. Osservazioni generali » pp. 304-308
e di una donna mortale, quali furono Perseo ed Ercole ; oppure di una Dea e di un uomo mortale, come credevasi di Achille e
33 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — III. Classazione generale delle Divinità pagane e Genealogia degli Dei superiori » pp. 15-19
d io aggiungerò che raramente trovasi rammentata e rappresentata come Dea , e per lo più confondesi coll’ Abbondanza di tutt
34 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVI. Le Ninfe » pp. 279-284
ta dagli Italiani nello stesso duplice significato primitivo, cioè di Dea inferiore e di giovane donna, perchè credevasi ch
35 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLIII. Cadmo » pp. 321-325
hiamato Polidoro. Abbiamo già detto altrove che Ino fu cangiata nella Dea marina Leucotoe, e che Semele fu madre di Bacco.
36 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIX. Eolo e i Venti » pp. 295-
nsiderata l’Aria come uno dei 4 elementi del Caos, il farne anche una Dea , che, sposato il Giorno (sinonimo di luce), produ
37 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XX. Mercurio » pp. 123-131
di Dione, che è qui posto a significare il pianeta di Venere, la qual Dea era figlia di Dione. 164. Orazio si annovera
38 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIV. Vulcano e i Ciclopi » pp. 152-160
eguenze ! Chi si ricorda che anche Vesta giovane era considerata come Dea del fuoco, non si dovrà maravigliare che due Divi
39 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLI. Perseo » pp. 309-316
Inaco re d’Argo era figlia la Ninfa Io trasformata in vacca, e poi in Dea , sotto il nome di Iside ; e parimente d’Argo era
40 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVIII. Apollo considerato come Dio della Poesia e della Musica e maestro delle nove Muse » pp. 104-114
ro di queste Dee. Esse eran figlie di Giove e di Mnemosine che era la Dea della Memoria (come indica il greco vocabolo), pe
41 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVI. Nettuno re del mare e gli altri Dei marini » pp. 173-183
id simile dell’Oceanus circumvagus dei Latini. È rappresentata questa Dea come un’avvenente giovane con una reticella da ca
42 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIX. Plutone re dell’ Inferno e i suoi Ministri » pp. 203-215
poeti latini, e tetro, si può dedurre pur anco dal sapere che nessuna Dea o Ninfa, per quanto ambiziosa e vana, acconsentì
43 (1895) The youth’s dictionary of mythology for boys and girls
ach the inhabitants of the earth. She was known by the names of Magna Dea , Bona Dea, Alma Mammosa, and Thesmorphonis. Ceres
riestesses of Bacchus. Magicians, see Telchines. Mag′na De′a [Magna Dea ], a name of Ceres. Magpies, see Pierides. Ma′ha
44 (1880) Lezioni di mitologia
udo Pose. Achille lo prende, intorno all’ara Corse, e quindi esclamò: Dea , che godi Col certo strale saettar le belve, E co
edeltà e per gli amori non sperati, frutti della sventura. « O santa Dea , che dagli antichi nostri Debitamente sei detta t
ga in traccia Del perduto Signor scorrea la terra. Incoraggi soave La Dea , che al crin le bionde spiche allaccia; A lei ste
’ambrosia celeste Ebe ministra Dolce a Psiche porgea. Ella bevve e fu Dea . » Savigli , Poesie. Lezione quarantesima.
ogarono l’oracolo di Delfo, che rispose loro di alzare un tempio alla Dea . Roma nella guerra di Annibale chiese ad Attalo r
al frigio bosco, E al loco giunse tenebroso e fosco Sacro alla frigia Dea , Di spesse, annose piante intorno cinto, U’ da ra
i, e il deprimersi alle miserie degli altri, ch’era creduto da questa Dea farsi con tanta velocità quanto si volge una ruot
ere di Paride, come in altri simili monumenti si vede Pito, ovvero la Dea della persuasione: le altre due indicano la sua p
arge le paure, onde fremente Sta fra l’orror delle più basse nubi Non Dea del Ciel nè dell’Averno: i primi La disprezzan, l
45 (1855) Mythologie pittoresque ou méthodique universelle des faux dieux de tous les peuples anciens et modernes (5e éd.) pp. -549
e dans un temple près d’Argos, Cyra ou la maîtresse de la vie, Da, et Dea , et Dio ou la divine, chez les Pélasgues, Damater
s, 53. Daulis, 309. Daunus, 252, 336, 373. Dauphin, 265. Davaga, 434. Dea , 135. Dêal, 489. Debadi, 423. Décans, 391. Decara
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