XI
Giove re del Cielo
Che Giove fosse adorato come il supremo degli Dei dai Greci e dai Troiani sino dai più remoti tempi preistorici, lo sappiamo da Omero
« Primo pittor delle memorie antiche. »
Il suo nome in greco era Zeus, e in latino Jupiter. Il nome latino è conservato senza alterazione ortografica nelle moderne lingue francese e inglese, mentre in italiano lo traduciamo per Giove, prendendo questa voce, come generalmente suol farsi da noi in tutti▶ gli altri nomi latini, dall’ablativo (Jove).
Il nome di Giove deriva dal verbo giovare (juvare) : Giove significa dunque etimologicamente il Dio che giova agli uomini, il Dio benefico per eccellenza57.
Questa significazione è tanto chiara ed evidente, che un dei nostri poeti ha detto : quel Dio che a ◀tutti▶ è Giove, per dire che giova a ◀tutti▶ ; e Dante nel celeberrimo canto VI del Purgatorio, ove rimprovera la serva Italia di dolore ostello, ci presenta questa notabilissima perifrasi :
« E se licito m’è, o sommo Giove« Che fosti in terra per noi crucifisso,« Son li giusti occhi tuoi rivolti altrove ? »
ove è manifesto che egli chiama sommo Giove Gesù Cristo nel senso etimologico e non mitologico della parola Giove.
La Divinità non ebbe mai in alcuna lingua un nome
etimologicamente più bello, poichè anche più della giustizia e della clemenza è bella la
beneficenza. Sii giusto, sii benefico, dicono i moralisti ; e in
questi due punti compendiano ◀tutti▶ i doveri della morale, il primo come dovere assoluto e il secondo come dovere relativo, a cui si
sottintende se puoi e per quanto puoi
58 ; ma poichè la Divinità è onnipotente,
perciò immensa e infinita è la sua beneficenza. Da queste idee filosofiche derivò il
titolo di Ottimo Massimo che davasi a Giove dai romani politeisti ; e Cicerone stesso spiega questi due attributi colle seguenti
parole : « Il popolo romano chiamò « Giove Ottimo per i suoi
benefizii e Massimo per la sua potenza »
59. Era detto ancora Ospitale, perchè
gli Antichi attribuirono a Giove l’invenzione e la protezione della ospitalità ; Tonante perchè era creduto signore del fulmine. In Roma gli furono
eretti diversi tempii sotto i nomi di Giove Statore, Feretrio e Capitolino ; e la storia romana stessa narra l’origine e la ragione di
questi titoli. Fu chiamato anche Giove Pluvio
60 perchè i loro fisici lo
considerarono come l’etere o l’aria, ove
« ……… si raccoglie« Quell’umido vapor che in acqua riede« Tosto che sale dove ’l freddo il coglie. »
Considerato Giove come il re del Cielo, aveva lassù la sua reggia, il suo trono, il suo Consiglio di Stato e la sua Corte. Ma spesso scendeva ad abitar sulla Terra, e teneva corte sul monte Olimpo in Grecia61 ; e perciò dai poeti il nome di Olimpo è usato come sinonimo di Cielo ; Olimpico è detto Giove ; Olimpici o Dei dell’ Olimpo ◀tutti▶ gli altri Dei superiori62.
La dignità e maestà di Giove era descritta dai poeti più grandi e più sommi con espressioni veramente sublimi. Virgilio imitando Omero dice che Giove con un cenno faceva tremar tutto l’Olimpo (Æneid., ix), e Orazio non lascia da aggiunger nulla di più affermando, che facea muover tutto a un balenar di ciglio (Od., iii, 1).
Rappresentavasi con molta maestà seduto in trono, coi fulmini nella destra, lo scettro sormontato dalla statua della dea Vittoria nella sinistra, e ai piedi l’aquila ministra del fulmine, vale a dire che gli portava i fulmini dalla fucina di Vulcano. Omero aggiunge che ai lati del suo trono teneva Giove due coppe, l’una del bene e l’altra del male, per versarle a suo beneplacito sopra i mortali.
Dalle idee di Omero fu ispirato Fidia nel far la sua celebratissima statua di Giove Olimpico 63, considerata come una delle maraviglie del mondo ; la quale rimase sempre per ◀tutti▶ i seguenti scultori e pittori il primo e più egregio modello dei lineamenti caratteristici di questa suprema divinità del paganesimo64.
Nell’Affrica questo Dio era adorato sotto il nome di Giove Ammone e sotto la forma di ariete. Ammone significa arenoso, e Giove ebbe questo titolo perchè nelle arene della Libia comparve sotto la forma di ariete a Bacco, assetato e smarrito nel deserto, e gl’indicò in un’ oasi vicina una fontana per dissetarsi. Il tempio che Bacco per gratitudine gli eresse in quell’oasi fu perciò detto di Giove Ammone, e l’idolo del Nume ebbe perciò la forma di ariete65. Dell’ Oracolo di questo tempio parleremo in un capitolo a parte, spiegando in che consistessero gli Oracoli dei Pagani.
I paleontologi hanno dato il nome di Ammonite ad una conchiglia fossile, perchè ha la forma di un corno simile a quelli di Giove Ammone, cioè di ariete ; e la chiamano ancora, specialmente i Francesi, corno di Ammone. Ecco un’altra scienza, e delle più recenti, in cui non è disprezzato l’uso antico di adottare nel linguaggio scientifico i termini della Mitologia.
La più bella e sublime immagine della potenza di Giove, e della dipendenza della Terra dal Cielo e dal supremo suo Nume, fu ideata da Omero, attribuendone l’invenzione a Giove stesso, che il poeta sovrano fa così favellare agli altri Dei :
« D’oro al cielo appendete una catena,« E voi Dee, e traete. E non per questo« Dal ciel trarrete in terra il sommo Giove,« Supremo senno, neppur tutte oprando« Le vostre posse. Ma ben io, se il voglio,« Lo trarrò colla terra e il mar sospeso :« Indi alla vetta dell’immoto Olimpo« Annoderò la gran catena, ed alto« Tutte da quella penderan le cose.« Cotanto il mio poter vince de’ Numi« Le forze e dei mortali. »
Questa invenzione dell’aurea catena che lega la Terra al Cielo è sempre sembrata sì bella e sapiente, che non solo fu accolta con plauso dai poeti e dai letterati, ma commentata pur anco splendidamente dai filosofi, e tra questi da quel potente e straordinario ingegno del nostro Giovan Battista Vico66. Si unirono anche gli astronomi antichi a rendere onore a Giove dando il nome di esso a quel pianeta che apparisce ed è maggiore degli altri veri e proprii pianeti, e gli dedicarono quel giorno della settimana che tuttora chiamasi Giovedì.
Se tutto questo e null’altro si sapesse di Giove, avremmo in esso una nobilissima idea del Dio filosofico, riconosciuto e affermato da Socrate, da Cicerone e dagli altri sommi greci e romani antichi. Ma disgraziatamente ci fu tramandato ancora il racconto della vita privata di questo Dio, indegna d’un uomo non che d’un nume. Prima però di scendere a questa storia aneddotica, parleremo di un fatto o avvenimento straordinario, che mise in forse la potenza di Giove e degli altri Dei superiori.