Da un documento estratto dai Registri del Municipio, in data 12 dicembre 1530, e pubblicato da Emilio Picot nel suo opuscolo « Pierre Gringoire et les Comédiens italiens » (Paris, Morgaud et Fatout, 1878) sappiamo che Maestro Giovanni di Pont-Alaix (Jean de Lespine de Pontalletz dit « Songecreux, » come dice una nota del 1538, a proposito di somme largite dal Re a lui e a quelli della sua banda) in quella stessa occasione aveva consentito a riconoscere Maestro Andrea per capo e direttore.
Il raccoglitore di Lucca lo dice in una nota ms. attore passabile ; e ci dà il repertorio della Compagnia, il quale era a fortissime tinte, e del quale facean più spesso le spese La figlia carceriera del padre, Il processo Fualdes, Bianca e Fernando, Le avventure di Mastrilli, ecc.
[Nota d’autore n. 13] «Un de nos grands artistes, qui ne sera pas soupçonné d’ignorer la belle nature par ceux qui ont vu ses ouvrages, a renoncé aux spectacles que nous appelons sérieux, et qu’il n’appelle pas du même nom; la manière ridicule, dont les dieux et les héros y sont vêtus, dont ils y agissent, dont ils y parlent, dérange toutes les idées qu’il s’en est faites ; il n’y retrouve point ces dieux et ces héros, auxquels son ciseau sait donner tant de noblesse et tant d’âme, et il est réduit à chercher son délassement dans les spectacles de farce, dont les tableaux burlesques sans prétention, ne laissent dans sa tête aucune trace nuisible», M. […] [Nota d’autore n. 14] Lo scrittore del presente saggio possiede un grosso volume di disegni di questo autore, il quale mostra assai meglio quanto egli valesse, che non fanno tutte le invenzioni che vanno attorno di lui intagliate dal Buffagnotti e dall’Abbati. […] [Nota d’autore n. 15] Lib. […] [Nota d’autore n. 16] «Utinam dii immortales fecissent, ut Licinius revivisceret, et corrigeret hanc amentiam», Id., ibid. […] [Nota d’autore n. 17] His Gardens next your admiration call, On ev’ry side you look, behold the wall!
.), artista di pregi non comuni, dalla quale ebbe una figliuola, la Pierina, incantevole attrice, più nota sotto il nome di Giagnoni (V.).
Un po’di Goldoni, d’Alfieri, di Pellico, di Nota, di Scribe, tra cui facevan capolino ogni tanto o le farse più sciapite, o i più inverosimili spettacoloni.
Recitava il 1568 a Mantova colla celebre Vincenza Armani : e nota Baldassarre De Preti (V. […] Muet, lieutenant du petit criminel — pubblicato dal Fournier il 1865 nelle sue Variétés historiques et littéraires, è detto in nota che il tipo del Guenesche fu creato in dispetto e a derisione degli Spagnuoli, di cui, come Pulcinella, egli esagerava il naso prominente e la mascella avanzata di Ganassa, che è appunto la parola mascella in ispagnuolo.
Sposò una certa Teodora Donati attrice poco nota di quella Compagnia, e morì il 1812 circa.
Sposò il 30 luglio '42 l’attore della Comedia italiana, Dehesse (il suo vero nome, dice una nota manoscritta del Gueullette, era Hesse), olandese, figlio di francesi, dopo cinque anni almeno di contrasti penosi, cagionati da certa Maria Maddalena Hamon, la quale, vissuta lungo tempo con lui, e presentata a più persone come sua moglie, pretendendone i diritti legali, si opponeva al matrimonio.
Una nota manoscritta del vecchio Gueullette ci apprende com’ella fosse moglie di Francesco Balletti, primo del nome, innamorato ; recitasse in Italia le amorose col nome di Flaminia, e avesse per nonno Marco Napolioni detto Flaminio.
Il Vescovo di Parma scriveva al Marchese Rossetti a Ferrara il 9 aprile 1664, inviandogli la nota dei comici che desiderava unire Fabrizio, il primo innamorato (V.), de’quali prima donna era l’Angiola, e serva la figliuola, moglie di Costantini, nota col nome di Auretta.
» E il crociato, dice in nota il compilatore dell’epistolario, era un parafuoco dipinto dal Bottazzi che i Modena dovettero rimpiccolire per adattarlo al nuovo appartamento di Torino.
Esiste ancora a Chioggia un Calle Duse, benchè la famiglia fosse un tempo assai più nota col nomignolo di Griguolo, che le fu dato un po’ per antica consuetudine del sito di chiamar ciascheduna famiglia con un soprannome che riman poi per secoli, un po’per distinguerla da altra famiglia Duse, tuttavia esistente.
La seconda non si è rappresentata nè impressa, ma è a me ben nota per averne ottenuta una copia rimessami da Madrid dal gentile autore. […] I, pag. 70, lin. 24, dopo le parole, Don Tirso Ymareta, si aggiunga questa nota (1). […] Al medesimo Capo ed articolo, pag. 71, lin. 1, dopo le parole, interesse e calore, si tolga la citazione (1) e la nota apposta in piè di pagina, e si aggiunga come segue. […] II, all’ultima linea della pag. 84, dopo le parole per lo più l’atto I, si apponga questa nota (1).
Appassionato per l’arte comica, cominciò a recitare con plauso in Compagnie di poco valore, sostenendo la parte di primo innamorato, finchè la sorte non lo condusse in quella ben nota di Francesco Paganini, ove potè far apprezzare maggiormente le sue ottime qualità artistiche.
Fu il 1880 con Antonio Colomberti, che in una sua nota inedita dice di lui : …. avemmo campo di apprezzarne le doti artistiche nel dramma di Gualtieri, Silvio Pellico, nell’Antigone di Alfieri, nella Signora dalle Camelie di Dumas, in varie commedie di Gherardi Del Testa, ecc.
[Nota d’autore n. 1] Tra le molte cose che allegar si potrebbono scritte contro all’opera, uno scrittore inglese si esprime cosl: «as the waters of a certain fountain of Thessaly, from their benumbing quality, could be contained in nothing but the hoof of an ass, so can this languid and disjointed composition (of the opera) find no admittance but in such heads as are expressly formed to receive it», The World, n. 156. […] [Nota d’autore n. 2] «καὶ γὰρ ὅταν χοροὺς ἡμῖν βουλώμεθα ἀγωνίζεσθαι, ἆθλα μὲν ὁ ἄρχων προτίθησιν, ἁθροίζειν δὲ αὐτοὺς προστέτακται χορηγοῖς καὶ ἄλλοις διδάσκειν καὶ ἀνάγκην προστιθέναι τοῖς ἐνδεῶς τι ποιοῦσιν», Xenophonte, in Hierone.
I Latini di miglior nota si valsero di simil pensiero in proposito dell’avarizia. […] Al Capo I pag. 130, lin. 8, da apporsi in nota alle parole, ed avea stile e nota sublime (1).
20, alla parola prosa si apponga la seguente nota (1). […] 25, dopo le parole in canzoni, la nota (1) si scriva come segue. […] III, pag. 72, lin. 1, dopo le parole, alla vista il luogo dell’azione, si apponga la seguente nota (1). […] III, pag. 252, lin. 13, dopo le parole, de’ costumi e delle ragioni, si tolga la nota (1), e si aggiunga quanto segue. […] IV, pag. 260, lin. 25, dopo le parole, ne ha raccolti i frammenti, si tolga la nota (2), e si aggiunga ciò che segue.
Contiamo tra gli errori l’essersi omessa la seguente nota (1) nella pagina 275, lin. 15, dopo le parole, e colla sua dote: (1) Questa favola del Federici è copiata dalla novella del sig.
Neri (Fanfulla della Domenica, 16 luglio 1882) a far le parti di donna sotto nome di Franceschina cogli Uniti a Genova, dove con nota 4 agosto 1614 fu loro concesso di recitar commedie per due mesi.
, 286) aggiunge in nota : « La cosa è chiara perchè, precisamente a quest’epoca, Venezia ammirava nei teatri di S.
Ebbe una sorella minore di nome Margherita, che apparteneva alla Compagnia italiana, in qualità di danzatrice, nota non meno di sua sorella per la sua…. prodigalità….
Batista Bonaventura, detto Il Dottore, fu fratello della famosa Giovanna-Rosa-Guyonne Benozzi, moglie di Giuseppe Balletti, e nota in teatro col nome di Silvia.
E altri commedianti italiani apparvero a intervalli dal 1556 al 1586 in Strassburg ; ma pur troppo, afferma il Trautmann, in questa nota dello Sperindi è la prima volta che si rileva chiaramente non essersi trattato solo di salti, ma anche di commedie.
Nome di teatro di Matilde Tescher, figlia della nota artista lirica tedesca.
Samuele, che a 19 anni aveva abbandonato la casa paterna per amor d’un’attrice nota col nome di Fragoletta, e s’era dato al teatro come violinista, ballerino e comico, la tolse in moglie il 27 febbraio del 1724, dopo di averla rapita ai parenti, i quali poi perdonarono, a patto che la figliuola, più nota col nomignolo di Zanetta, non calcasse le scene.
Su tal proposito il Gherardi, in una nota alla fine di essa, che è nel Tomo II del suo Teatro italiano, lasciò scritto : Questa commedia non ebbe alcun successo tra le mani del fu signor Domenico. […] E poco prima del ’700, caduto in una rappresentazione ch’egli diede con Thorillière e Poisson a Saint-Maur, n’ebbe tal colpo alla testa, che, tornando da Versailles, ove s’era recato a offrire il suo Teatro italiano a Monsignore, morì improvvisamente il 31 agosto del ’700, mentre teneva fra le ginocchia il figliuolo che avea avuto da Elisabetta Danneret, la cantatrice della Comedia italiana, nota col nome di Babet la chanteuse.
La Clarini, nota in teatro col nome di Rotalinda, fiorì intorno al 1665.
Il Tralage in una sua nota manoscritta parla della eccellenza de'costumi di Lolli, il quale, un po'fors’anco per questo, e un po'pel suo nome di Angelo, era noto più specialmente col nome di l’Ange, o Lange, col quale anche talvolta si firmava.
Interpretò magistralmente i varj caratteri delle commedie goldoniane, del Nota, di Giraud ; ma dove apparve davvero gigante fu nelle parti di seconda importanza, come, a esempio, in quella del Maggiordomo Longman di Pamela Nubilc, in cui non ebbe mai chi gli si accostasse.
Fu specialmente egregio nelle commedie del Goldoni, del Nota, del Giraud.
Il Salveraglio pubblicò per le nozze Pupilli-Kruch (Milano, Bortolotti, 1890) la descrizione contemporanea dello spettacolo ; in cui, oltre alla nota particolareggiata e interessantissima delle spese per l’allestimento scenico e il vestiario degli attori, è anche l’elenco di essi e de' personaggi che figuravano nell’Intermedio del precipizio di Fetonte.
La maggior parte degli ecclesiastici intendeva a stento il breviario (Nota I). […] che tutte le muse doveano abbellirle di tutte le loro grazie (Nota II)? […] Venezia, Genova, Pisa, Amalfi ed altre città Italiane furono senza contrasto le prime a vedere il camino d’arricchire per mezzo del commercio (Nota III). […] Si favella di tragedie e commedie di Anselmo Faidits nella poco esatta storia de’ poeti Provenzali del Nostradamus (Nota IV) ma quell’ Anselmo fiorì nel XIII secolo, essendo morto nel 1220. […] Da tutto ciò che si è ragionato in questa nota, può comprendere il Sig.
Anche la celebre Piissimi fu nota col nome di Vittoria ; che fu però il suo nome di battesimo : in teatro ebbe quello di Fioretta.
Accanto alle commedie del Goldoni e del Nota figuravan sempre come contrapposto i drammi lacrimosi del Federici quando non erano l’Incendio di Troja e la Navigazione di Enea del Chiari, o La Grotta del Misfatto del Signori, o La Vendetta d’Apollo c Diana dell’Avelloni, per dir de’ meno peggio : nè anche mi par bene stabilito se il pubblico più volentieri accorresse a veder questi che a sentir quelle.
Esordì, bambina, il 1821, nelle Risoluzioni in amore del Nota, e, cresciuta in età, diventò una pregevole generica.
E Goldoni mette in nota : Elogio ben dovuto alla memoria di Francesco Rubini, il quale quantunque di nascita mantovano, e non del tutto in possesso della lingua veneziana, ha saputo tanto piacere in virtù del suo talento, e della sua buona grazia.
Uno scoppio spontaneo, universale di applausi mosse dal popolo maravigliato, e noi, ancora commossi, ricordiamo quel momento, e le potenti emozioni, onde fummo scossi in quella sera. » Le opere che nella non breve carriera della forte artista, si disser suoi cavalli di battaglia, furon : l’Antigone e la Rosmunda d’Alfieri, la Pia di Carlo Marenco, la Gismonda da Mendrisio, l’Ester d’Engaddi, l’Iginia d’Asti del Pellico, la Medea del Duca di Ventignano ; ma con pari ardore, e con pari successo, rappresentava le commedie del Goldoni e del Nota. […] Da una nota del figliuolo Giovanni sappiamo che mantenne per oltre dieci anni e fino alla morte di lei (’35 o ’36) una povera vecchierella per nome Annina, che le era stata raccomandata da persona di sua famiglia.
, 126, nota), si parla di un Flaminio Napoleone o Nobilione, che nel 1648 era a Roma coll’ambasciatore di Francia e aveva intelligenze coi ribelli napoletani. […] Trovo in una nota inedita del Gueullette che Marco Napolioni detto Flaminio era conosciuto in teatro col nome di Flaminione per distinguerlo dagli altri Flaminj della Comedia italiana.
Trascrivo una nota autografa dell’ illustre artista : « Nata a Torino il 28 gennaio 1841 da Giovanni Pezzana, ricco negoziante di mobili, e Carlotta Tubi. […] Esordito nel '60 con Toselli in dialetto, dal '62 al '64 con Dondini Cesare ed Ernesto Rossi, poi fino al '67 con Bellotti-Bon. '68-'69 ai Fiorentini di Napoli con l’Alberti. '70-'71-'72, Compagnia con Monti-Privato, poi Spagna e America. » Fin qui la nota, che cercherò io di completare.
Leggo in una nota del D’Ancona (op. cit.
Al quale inconveniente grandissimo si troverà soltanto il rimedio nella discrezione del compositore medesimo, il quale dalla bocca del poeta voglia udire le intenzioni sue, voglia intendersela con esso lui prima di metter nota in carta, lo consulti dipoi sopra quanto avrà scritto, ne abbia quella dipendenza che avea il Lulli dal Quinault, il Vinci dal Metastasio, quale giustamente la prescrive la disciplina del teatro. […] [Nota d’autore n. 4] «If painting be inferior to poetry, music, considered as an imitative art, must be greatly inferior to painting : for as music has no means of explaining the motives of its various impressions, its imitations of the manners and passions must be extremely vague and undecisive : for instance, the tender and melting tones which may be expressive of the passion of love, will be equally in unison with the collateral feelings of benevolence, friendship, pity, and the like. […] [Nota d’autore n. 5] Nell’orchestra del teatro, che è nella famosa villa del Cattaio, ci si vede un organo. […] [Nota d’autore n. 6] «Toute Musique, qui ne peint rien, n’est que du bruit, et sans l’habitude, qui dénature tout, elle ne ferait guères plus de plaisir, qu’une suite de mots harmonieux et sonores, dénués d’ordre et de liaison»: dans la Préface de l’Encyclopédie. […] [Nota d’autore n. 7] «The first of these is Benedetto Marcello, whose inimitable freedom, depth, and comprehensive style, will ever remain the highest example to all composers for the church.
In una nota di esso Martini, avendo il Cavalieri per moglie, secondo l’atto di morte, una Giustina Bercelli, e secondo il Bartoli (V. il seguente articolo) una Giustina Faggi, è giustamente domandato : La sposò il Cavalieri, in seconde nozze ?
E mentre a’ suoi tempi facean chiasso i drammi a colpi di scena e combattimenti, egli s’acquistò fama di eletto artista col Cavalier di spirito, col Cavaliere di buon gusto, col Bugiardo, con L’Avventuriere onorato, con L’Avvocato veneziano, col Medico olandese, col Tasso, e più altre commedie del Goldoni ; nè minore successo egli aveva con l’Atrabiliare e il Filosofo celibe del Nota, con il Filippo e il Bruto primo dell’Alfieri, ne’ quali si trasformava a segno da parer veramente il personaggio ch’egli rappresentava.
In una nota manoscritta, fra le carte del conte Paglicci Brozzi, si legge : La Giovanelli era stata maritata, ora era vedova.
Colla data del 25 marzo, abbiamo una stessa nota concernente la Compagnia di un Soldino di Firenze.
Dinanzi a tali scatti spariva anche il metodo di recitazione, che fu, a creder mio, de’ più bizzarri : strascicava le finali, fermandole con una nota, che pareva a bella prima una stonatura.
Morta a Pietroburgo la sorella Angiolina celebre cantante, ch’ella avea fatto educare a sue spese nell’arte lirica, n’ebbe in compenso eredità di una villa e di non poco danaro, col quale costruì a Firenze, ove, rimasta vedova, s’era stabilita, la ben nota Arena Nazionale, ch’ella condusse e conduce tuttora con sorti assai propizie.
A una di quelle rappresentazioni volle assistere la Marchionni : e tanto fu colpita dalle chiare attitudini del Diotti, che lo fece conoscere a Carolina Malfatti, nota maestra, e a Rosa Romagnoli, celebre servetta.
Moglie del precedente, nota in arte col diminutivo di Sandrina, nacque a Torino da parenti napoletani, e fu accolta giovanissima, insieme al marito, in Compagnia di Pietro Ferrari. « Ella è — scrive Fr.
Applaudita con poesie, con articoli di gazzetta e per la Mirra d’Alfieri, e per la Saffo di Beltrame, fu laudata moltissimo in varie culte città d’Italia per la parte di Chiara di Rosemberg, per quella di Herfort nell’Atrabiliare di Nota, e negl’Innamorati di Goldoni.
Nè è da credere che a questi soli spettacoli egli fosse dedito : nel suo repertorio avean posto d’ onore Goldoni, Alfieri, Nota, Pindemonte, Giraud, e la sua Compagnia era composta dei migliori elementi.
Sfogliando una serie di manifesti della Compagnia Fabbrichesi ne ho tratto le parti ch’egli sosteneva : Rotemberg nell’ Onor vince amore d’Iffland – Falklaud nella Coscienza – Il Presidente Monsenico nel Berretto nero – Merfort nel Pittore per amore – L’ Abate de l’Epée nella commedia omonima – Il Conte nel Portafoglio di Kotzebue – Giacobbe nel Giuseppe in Egitto – Valman negli Eredi dal tedesco della Waisen-Thurn, prima attrice al Teatro Imperiale di Vienna – Lord Suffold nel Benefattore e l’Orfana di Nota. – E altre ne cita Luigi Borghi in una sua Dissertazione in difesa dell’Arte Comica, al De Marini dedicata, nella quale sono parole di entusiasmo per l’artista gigante. […] E in una nota, dopo di aver invocata da Milano al meno una pietra che ricordi il nome del grande artista, nato e cresciuto tra le sue mura, si domanda il perchè egli mettesse quel De al Marini che era il suo vero casato.
« I comici italiani per riparare alla perdita della signora Vezian, nota sotto il nome di Piccinelli, e per la morte della signora Savi, incaricarono l’aprile del 1766 il signor Collalto che sosteneva il carattere di Pantalone, di recarsi in Italia alla ricerca di due attrici pei ruoli di prima e seconda amorosa.
Da una nota del Tralage sappiamo che il Costantini esordì al teatro italiano a Parigi nel 1687 nella parte di primo Zanni, sotto nome di Gradelino ; e secondo il parere del vecchio Riccoboni, riferisce il Gueullette che il Costantini, attore di assai pregio in Italia, dovette a Parigi lasciar le scene poco dopo il suo esordire.
) : Daria Cutini-Mancini era una bellezza piccante, giovanissima, ella pure di 22, ’23 anni appena : svelta della persona, elegante nei movimenti, con una pronunzia aperta e correttissima, qualità principale nel disimpegno delle parti brillanti e di servetta : ella doveva rimpiazzare la signora Romagnoli, che a buon diritto era chiamata la Déjazet italiana, per avere, come quella, creato in Italia le parti di Richelieu, Napoleone a Vincennes, e tante altre nelle commedie di Goldoni, di Molière e di Nota.
Il ’59 entrò in Compagnia Dondini qual primo attor giovine sotto Salvini, e nel 1860 sposò la nota attrice Anna Pedretti che era allora nella compagnia stessa.
Rosmunda, Antigone, Sofonisba, Merope, Ottavia di Alfieri, alcuni drammi del Metastasio e del Federici, e molte commedie del Goldoni, del Nota, del Giraud ebbero in lei un’interprete valorosa : e Vittorio Alfieri, uditala a Firenze nell’Ottavia, volle conoscerla davvicino ; e le scrisse una lettera di lode, congratulandosi con lei del modo stupendo con che declamava i suoi versi, e della sovrana intelligenza ch'ella spiegava nell’interpretare con mirabile verità i diversi caratteri.
Il maraviglioso di essa darà campo al poeta d’intrecciarla di balli e di cori, d’introdurvi varie sorte di decorazione; e per esser semplice e nota, né di tanto lavoro egli avrà mestieri, né di così lunghe preparazioni per dare a conoscere i personaggi della favola e per far, come si conviene, giocar le passioni, che sono la molla maestra e l’anima del teatro. […] [Nota d’autore n. 3] Il Montezuma fu scelto per argomento di un’opera rappresentata con grandissima magnificenza nel regio teatro di Berlino.
Chi la vide rappresentare L'Alexina, La Fiera, La Lusinghiera, e La Vedova in solitudine del Nota ; La Sposa sagace, le due Pamele, Gl’Innamorati, le tre Zelinde del Goldoni ; La bella Fattora, traduzione del conte Piosasco ; le due Chiare di Rosenberg, La figlia della terra d’esilio, L'Orfanello suissera, drammi scritti a posta per lei dal fratello Luigi, non potè a meno di riconoscere e di applaudire in lei quei tratti di grande attrice, che caratterizzano il vero genio. […] Della felicità sorprendente nelle transazioni, e nel passaggio d’un affetto all’altro, della dizione semplicissima e naturale, dell’artifizio che par tutto natura, ne abbiamo un esempio parlante nella Lusinghiera dell’avvocato Nota.
Aveva sposato il 7 luglio 1734 Marie Jeanne de Heurles de Laborras de Mèzières, nata a Parigi il 1713, entrata alla Comedia italiana il 23 agosto '34 col ruolo di amorosa, che mutò per insufficienza con quello di madre, e assai nota per una quantità di romanzi, che furono in voga al suo tempo.
Ho ritrovato nella nota gaja del successo – solamente – una serenità – che mi promette bene per l’avvenire. – Voi mi capite, non è vero ? […] Volesse punzecchiare, o celiare, o rampognare, o poetare, la nota aristocratica, nota individuale sempre, era la dominante. […] Dumas figlio che in una nota alla Moglie di Claudio e nell’incomparabile preludio alla Principessa di Bagdad ha parole di ammirazione e di gratitudine profonda per l’intelletto eccezionale di lei, che, più che interprete fedele, fu, nella Bagdad specialmente, maravigliosa collaboratrice. […] Ella con fiero ciglio guarda le donne salutanti in coro, e i vescovi canuti ad un segnale curvi dinanzi a lei, mentre la nota de’liturgici canti empie le sale.
Guerriero, capitano, vittorioso nella pugna di Maratona per Atene sì gloriosa, mostra nello stile la grandezza, il brio militare e la fierezza de’ proprj sentimenti (Nota IV). […] I Persi è tragedia da leggersi attentamente da chi voglia impadronirsi della grande arte d’interessare e in conseguenza di commuovere e piacere (Nota VI). […] Questa patetica tragedia rappresentata con sommo applauso ben trentadue volte, fe decorare l’autore colla prefettura di Samo (Nota IX). […] Questo gran tragico, secondo Luciano nel catalogo de’ macrobj, morì strangolato con un grano di uva di anni novantacinque (Nota XI). […] Vedi il Dizionario Critico di Pietro Bayle all’articolo Eschilo, Nota H.
Lo stesso assurdo si nota nel teatro spagnuolo, nel quale il Vejete ha una mascheretta, e si frammischia con gli altri attori non mascherati.
Lo stesso assurdo si nota nel teatro Spagnuolo, nel quale il Vejete ha una mascheretta e si frammischia con gli altri attori non mascherati.
Loehner in una sua nota (Mem. di Goldoni) al nome di Bigottini, dice : lo credo identico con quel Francesco Bigottini, che trovai nelle carte dell’archivio ex Gonzaga di Mantova, agente della Passalacqua (V.
Degne di nota speciale sono poi le due commedie che trattan della vita del Goldoni, e la Introduzione comica, in cui sono dipinti al vivo i costumi dei comici colle loro convenienze, dispute, bizze, suscettibilità.
Dopo il qual tempo ritornò in Italia, e precisamente a Mantova, come abbiamo da una lettera dell’Elettore al Duca ; a cui raccomanda nel lor ritorno la coppia D’Orsi, e da una nota che ci fa sapere come « i loro abiti da commedianti furono spediti a Mantova in 29 casse. […] mo Dalla compitissima Sua sento le glorie fracesi, che già comincio a vedere che la fortuna, a cura ma questo poco m’importa, sono gl’otto scudi delle botte che mi danno fastidio, La pregho andare dal Signor Giuseppe Priori, cassiero del Monte, e dirli che mi fauorisca auuisarmi per qual causa non ha pagato una mia polizza d’una doppia dicendo non auer denari de miei, e farsi dare una notarella del nostro, conto, perche mi pare che tenghi assai più nelle mani, se pure a riscosso li denari dal Ebreo Rossi al quale uendei il Vino, auendo il suddetto Signor Priori acettato di riceuer lui il mio credito e darmene credito, che in tal caso corre la somma per conto suo, che per altro, io non avrei dato il Vino, oltre di che di Conto Vecchio ui è qualche bagatella senza questi che lo pregho prenderne Nota distinta accio possa regolarmi, e ne do carico a V.
Si sono renduti assai memorabili pel pubblico plauso e per le lagrime del gran Condè i versi dell’ultima scena (Nota II): Je suis maître de moi comme de l’univers, Je le suis, je veux l’être. […] Nel Sertorio si prefisse di mostrare un modello di politica e di perizia militare, e vi si nota più di un tratto nobile, come questo, Rome n’est plus dans Rome, elle est toute où je suis, che forse ebbe presente Metastasio facendo dire a Catone Son Roma i fidi miei, Roma son io. […] Per avviso dello stesso suo compatriotto Giambatista Rousseau egli invece di esprimere negli amanti il carattere dell’amore, ha in essi dipinto il proprio, trasformandoli per lo più in avvocati, in sofisti, in declamatori e qualche volta in teologi (Nota III). […] ( Nota IV ) In quel secolo per la Francia fortunatissimo forse la poesia francese pervenne alla possibile venustà per le favole di Racine e per li componimenti di Boileau; ma il drammatico ebbe sopra il legislatore di quel Parnasso il vantaggio del raro dono della grazia, che la natura concede a’ suoi più cari allievi, agli Apelli, ai Raffaelli, ai Correggi, ai Pergolesi, ai Racini, ai Metastasii. […] I vizj, le virtù ed anche gli attributi accidentali nelle loro favole (nota il Colepio) diventano le persone agenti.
Cornelio Silla compose varie commedie satiriche (Nota VIII). […] La maniere dont Corneille a traité ce sujet, nous révolte aujourd’hui; celle d’Euripide & de Séneque nous révolterait encor davantage (Nota X). […] Sublime n’è lo stile, molto vaghi ne sono i versi, nè vi si scorgono molte antitesi e sentenze affettate che la deturpino (Nota XII). […] Uno spirito declamatorio senza freno ne contamina i punti più tragici che si ammirano nella tragedia greca (Nota XIV). […] (Nota XV).
Il collega rifiutò l’incarico e lo pregò di darlo in sua vece a Tommasino, altro collega, del quale era ben nota la probità, e il quale in fatti dopo aver avuto l’assentimento di un fratello dell’Alborghetti all’intiera esecuzione del testamento, pare l’acconciasse nel miglior modo con la vedova che molto ebbe a lodarsi di lui, e che poi andò a seconde nozze con un comico italiano, Francesco Materazzi, detto il Dottore.
Tra tante testimonianze del suo valore e della sua gloria son degne di nota quelle di Gustavo Modena, di Ernesto Rossi e di Tommaso Salvini.
E a questa vedovella è scritto in nota : la Sig.
Di questo ex attore intelligente, corretto, che per le parti di generico primario e di primo attore ebbe tanti schietti encomj dai giornali e dai pubblici nostri e forestieri, metto qui una nota autobiografica, la quale, nella sua modesta semplicità, rivela l’uomo e l’artista.
E a quel più bravo attore del Mondo, è la seguente nota : Pietro Pertici, assai noto al Mondo per l’eccellente sua abilità nelle parti buffe per musica, e presentemente bravissimo attore nelle Commedie in prosa in Firenze.
Fra i documenti che concernon la Compagnia del Duca, ov'era Pantalone, ve n’ha uno del 1681, che comprende la nota della paga per ognun de'comici in sessanta ducatoni d’argento, e queste parole aggiunte : l’anno 1682 gli donò Sua Altezza vinti doble per ciascheduno Comico, et erano in dodici sì che l’ordine fu di doble 240 in tutto, e poi l’ Altezza Sua si disfece della Compagnia.
Sorella della precedente, nata a Venezia verso il 1735, nota in arte col nome di Camilla, esordì alla Comedia italiana il 16 maggio 1744, assieme a sua sorella in Corallina esprit follet, destando la comune ammirazione come danzatrice perfetta.
Al medesimo Capo I pag. 5 si cancelli la nota (1) appostavi in piè di pagina, e si scriva la seguente. […] III, pag. 21, lin. 13, dopo le parole vi fe udire i suoi drammi tragici e comici, si apponga la seguente nota (1) più piena di quella rimessa a Venezia.
Appartiene la prima al secondo lustro del secolo, ed in essa, oltre all’ esser piaciuto all’autore di rimare con frequenza, non si vede il calore richiesto nelle sceniche poesie; ma ben si nota la semplicità dell’azione condotta coll’ usata regolarità Italiana, ed espressa colla natural grazia di questo leggiadro poeta. […] Ogni lode riscuote la Tancia graziosa e semplice commedia rusticale di Michelangelo Buonarroti il giovane pubblicata ne’ primi lustri del secolo anche per gl’ intermedii accomodati all’ argomento villesco (Nota III).
Golius nota D.
Merita di leggersi ciò che il Mazzocchi scrisse nel Teatro Campano al capo VI, nota 72 e 73 intorno all’errore di Giusto Lipsio, il quale fondandosi in un passo di Calfurnio nell’ecloga VII confuse le donne colla plebe pullata.
Merita di leggersi quello che dall’eruditissimo Canonico Mazzocchi nella descrizione del Teatro Campano c. 6, nota 72 e 73, è stato scritto intorno all’errore di Giusto Lipsio, il quale fondato in un passo di Calfurnio nell’ecloga VII confuse le donne colla plebe pullata.
Prima di dire di lui come artista, merita la pena di accennare alla famiglia dalla quale usci, assai nota per una specie di eccentricità rivelantesi in tutti i suoi componenti ; assai stimata per la generosità dell’animo, assai ammirata per il patriottismo ; assai temuta per il coraggio e l’eccezionale gagliardia dei muscoli.
Il vecchio Gueullette in una nota curiosa allo Scenario di Biancolelli, parlando dell’esordire di Tommasino, racconta come i successori del celebre Dominique, il quale aveva una voce ingolata, e somigliante quella di un pappagallo, avessero dovuto imitarlo, chè i francesi mal si sarebbero piegati a sentirne una diversa.
[Nota d’autore n. 18] «Itaque ex his indagationibus, mathematicis rationibus fiunt vasa aerea pro ratione magnitudinis theatri… Dicet aliquis forte multa theatra Romae quotannis facta esse, neque ullam rationem earum rerum in his fuisse; sed erravit in eo, quod omnia publica lignea theatra tabulationes habent complures, quas necesse est sonare … Cum autem ex solidis rebus theatra constituuntur, idest ex structura caementorum, lapide, marmore, quae sonare non possunt, tunc ex his hac ratione sunt explicanda», Vitruv. […] [Nota d’autore n. 19] «Magnitudines autem ad copiam hominum oportet fieri, ne parvum spatium sit ad usum, aut ne propter inopiam populi vastum forum videatur», Lib.
Questa l’opinione di Hermann Fritsche ; se bene il Boubaud, in una nota de’suoi nuovi sinonimi francesi accenni a un opuscolo, che però non si trova, intitolato : Le opere del Marchese di Mascarillo, stampato a Lione nel 1620, antecedente alle Preziose ridicole. […] Altra cosa degna di nota nell’ Inavvertito è il personaggio di Spacca ; il quale, mentre può essere, talvolta Capitano, come vediamo nei Balli di Sfessania del Callot, da cui poi lo Spaccamonti, rimasto nell’uso a significare uno che le spara grosse, talvolta Dottore col nome di Spacca Strummolo (V.
Nel quarto secolo si compose la nota tragedia sacra intitolata Cristo paziente, la quale per più secoli si attribui al prelodato san Gregorio, e ne’ tempi più a noi vicini ad Apollinare seniore Alessandrino, scrittori che principalmente fiorirono sotto Giuliano Apostata.
Non ti lascio sotto silenzio li maccaroni, specialità unica e squisitissima del paese, e nota maccaroni non maccheroni, perchè un tale, che ne assaporava un piatto stupendo, entusiasmato all’ultima forchettata, esclamò : « Ma voi non siete cari, ma…. caroni…. » la qual cosa combina anche con l’etimologia greca Μαχαρ, che vuol dire felice, beato, carissimo ; e non ti taccio che conto pure sopra una mezza dozzina di finocchi, squisitissimi a Napoli quanto i maccaroni, e chiusura inevitabile del pranzo.
Che nota elegante, che sciccherìa egli ha saputo mettere nel più grottesco delle moderné pochades !
Ecco l’elenco delle produzioni da lui scritte, che traggo da una nota biografica di L.
«Le goût se sent et ne se prouve pas», dicea il dotto e sensato abate Fraguier nella nota contesa intorno alla preminenza degli antichi e de’ moderni, «et plût à Dieu qu’il se prouvât, la guerre où il est depuis longtemps avec l’insensibilité et la barbarie, ne serait pas si malaisée à terminer».
Meritava al certo le cure di sì valorosi antiquarii una nazione che avea dominato in Italia prima de’ Romani e de’ Galli, che fiorì prima della stessa Grecia (Nota I), e che colla lingua, i riti, le arti e le usanze tanto contribuì all’origine e alla coltura dell’antica Roma.
A complemento di questi cenni, metto qui l’elenco della Compagnia per la quaresima del 1842, secondo la distribuzione dell’ originale, e il suo repertorio : Prima amorosa Matilde Chiari Servetta Amalia Colomberti Prima attrice Adelaide Ristori Madre nobile Adelaide Fabbri Attrici generiche Angela Buccinieri Rosa Rizzoli Maria Leigheb Maria Mascherpa Altra amorosa Argenide Dondini Caratteristica Teodora Dondini Primo attore assoluto Antonio Colomberti Primo amoroso Giovanni Leigheb Altro amoroso Agostino Buccinieri Generici Ettore Dondini Enrico Ristori Giuseppe Bignami Francesco Paolini Parti brillanti Cesare Dondini Parti d’aspetto Luigi Cardarelli Parti ingenue Augusta Ristori Cesare Ristori Suggeritore Astorre Rizzoli Poeta Iacopo Ferretti Caratterista e Promiscuo Luigi Gattinelli Tiranni e Padri Paolo Fabbri Primo generico di riguardo Achille Dondini Generici Giorgio Vismara Antonio Ristori Paolo Riva Macchinista — Trovarobe — Due Traduttori — Apparatore repertorio Torquato Tasso di Goldoni – La discordia di quindici anni – Il figlio assassino per la madre – La fedeltà alla prova – Il diadema di Nota – Ditta Scaff e Clerambeau di Scribe – Un fallo – La finta ammalata di Goldoni – Il mulatto – Un matrimonio in Francia sotto Luigi XV – Rifiuto e vendetta – Il custode della moglie altrui – Il galantuomo per transazione di Giraud – Un bicchier d’acqua – Il dominó nero – Pamela nubile di Goldoni – Una catena di Scribe – Gl’ innammorati di Goldoni – Il flagrante delitto – Eulalia Granger – La calunnia di Scribe – Maria Stuarda – Don Cesareo Persepoli – La lettrice – La Pia de' Tolomei – La fuga dal forte di Sant’Andrea di Venezia – Il testamento di una povera donna – La cognata – Don Marzio alla bottega del caffé di Goldoni – Il proscritto – Malvina – Felice come una principessa – Filippo – Papà Goriot – I due Sergenti – Marion de l’Orme.
Ippolito nel Filosofo celibe del Nota, riscuotendovi gli universali applausi.
Carlo Cosenza ; L'Odio ereditario pur di Cosenza ; Dev'esser uno e sono quattro, traduzione di Filippo Casari ; Gli Eredi della WaisenThurn del Teatro Imperiale di Vienna ; Il Benefattore e l’ Orfana di Nota ; Il Medico e la Morte ; La Bottega del Caffè di Goldoni ; La Serva amorosa di Goldoni ; Filippo di Scribe ; Malvina di Scribe ; La famiglia Riquebourg di Scribe ; La Leggitrice e il Cieco ; Don Desiderio del Giraud ; Il Poeta fanatico di Goldoni. […] I mobili dovevano essere consegnati entro i primi di marzo del 1841, e la nota in cima all’inventario porta colla firma di Luigi Vestri, la data de' 10 agosto 1840 : un anno prima della sua morte.
Ne favella il Patrizi nel libro I delle Poetica nella Deca istoriale, che l’amico Vespasiano citò nella nota III del I tomo della presente Storia de’ Teatri impresso in Napoli nel 1787.