Il suo nome cominciò a esser proferito con lode sul finire del ’67, insieme a’grandi interpreti dei Mariti di Torelli, in cui rappresentava mirabilmente il personaggio del Duchino Alfredo.
Al presentarsi di quel personaggio, la parte di cui era stata appoggiata al comico Vitalba col baratto sopraddetto, m’avvidi tosto della serpe che mi s’era tenuta occulta con una malizia impenetrabile, e ch' io non averei mai potuto nè sospettare, nè immaginare. […] Presentatosi appena in sul palco quel personaggio, un enorme applauso……..
Mutato poi ruolo, potè più tardi mostrar tutta la sua valentìa, facendosi assai applaudire colla parte di Carino nel Don Giovanni dello stesso Goldoni, che gli ebbe grandissima obbligazione d’aver reso onore al suo personaggio.
Pindemonte, in Compagnia Goldoni, la parte di Appio-Metello, ne ebbe tal plauso, che d’allora in poi fu assai più noto col nome del suo personaggio, che con quello vero di casa, non giunto sino a noi.
È citato da Trajano Boccalini nei suoi Ragguagli di Parnaso, là dove dice (I, 242) : « ed in particolare tanta dilettatione ha dato a Sua Maestà il signor Cola Francesco Vacantiello, personaggio napolitano, che ha detto che anche nell’ introdurre il napolitano nelle comedie per rappresentar la fina vacanteria, havevano gl’Italiani mostrato il loro altissimo ingegno…. » Concordando le date, io credo potersi identificare in questo il Cola che fu mandato dal Duca di Mantova a Parigi il 1608 in sostituzione dell’arlecchino Martinelli, omai troppo vecchio.
Recatasi il 1766 a Barcellona, si sposò al Grandi, coll’insegnamento del quale riuscì in breve tempo attrice di gran merito. « La sua bellezza — dice il Bartoli — la sua grazia, un’espressione viva ed aggiustata al carattere del personaggio ch’ella rappresentava, erano tutte cose che fermavano gli spettatori a considerarla, ad ammirarla ed a compartirle molti applausi.
Di volto piacente, di fisonomia mobilissima, sapeva in modo mirabile dare al suo personaggio l’espressione voluta, senza il soccorso della truccatura, fosse esso l’ Avaro o il Burbero benefico, o il Maldicente, o altro.
Bartoli, inventore di un ridicolo personaggio di nome Lattanzio Mescolotti, nel quale riuscì graziosamente.
Di lui, attore in Compagnia Vestri e Venier, scrisse il Giornaletto ragionato dei teatri del 1821 : Partito da Firenze sua patria, immaginò in Lombardia un nuovo ridicolo personaggio, cui diede il nome di Stentarello, che quantunque in lui non male accolto dal pubblico, tuttavia non fu da altri poi ricopiato.
Recitò poi le parti d’ innamorato ; e fu col medesimo Zecchi a Napoli, ove molto piacque, specialmente nel personaggio di Signor Pasquino, uomo ridicolo, schizzinoso e affettato, e in quello di ubbriaco.
Entrò nella Compagnia di Domenico Bassi più come cantante, che come comico ; e vi piacque moltissimo per la bella voce di baritono che possedeva, specialmente poi nel personaggio di Simon che sostenne con gran plauso al San Cassiano di Venezia.
Le Varietà teatrali di Venezia del 1821 dicon di lei, quand’ era al San Luca in Compagnia Toffoloni : Nel personaggio di servetta è spoglia di ogni affettazione, vivace, intelligente, graziosa.
Moliere, secondo che riferisce M. d’Arnaud, avea trovato un di quegli uomini originali, i cui tratti sono caricati; si attaccò a quest’uomo, si pose con lui in carrozzino, l’ accompagnò sino a Lione, e non l’abbandonò, finchè non l’ebbe studiato in tutte le gradazioni di ridicolo che componevano questo personaggio. […] Quando si rappresentò per la prima volta la commedia del Malvagio, mi ricorda (scrive colla solita ingenuità l’eloquente filosofo GianGiacomo Rousseau) che non trovavasi che il principal personaggio corrispondesse al titolo.
Arbes (D') Cesare), in cui sosteneva il personaggio di Abramane, primo sacerdote degli Idoli.
Moglie, forse, del precedente, fu artista di grandissimo pregio : e la vediamo onorata di applausi a Padova il carnovale 1747 quand’era con Onofrio Paganini, il quale per la bella interpetrazione del personaggio di Armellinda nel Rinaldo di Carlo Goldoni, le dedicò il seguente SONETTO Benchè a lui che la Gallia e il mondo onora svelar non osi il concepito affetto per il zelo d’onor, che nutre in petto, tacita amante il gran Rinaldo adora ; pur nel silenzio istesso è bella ancora, e dimostra l’ardor nel cor ristretto.
Invitato un giorno a lauto banchetto da nobile personaggio, insieme ad altri comici, disordinò alquanto ; e recatosi in fretta al teatro per la rappresentazione, fu côlto, pel grande riscaldo, da febbre sì violenta che in capo a pochi giorni lo condusse a morte a soli cinquant’anni nel 1774.
Fu detto ch’egli era giureconsulto innanzi di darsi alle scene ; ma il Perrucci nella sua arte rappresentativa dice in proposito : « in Napoli ci sogliamo servire della Parte di Pulcinella, personaggio non già inventato da un giurisconsulto, che si diede a farlo su i pubblici teatri, chiamato Andrea Ciuccio, come sognò l’Abbate Pacicchelli ; ma da un comediante detto Silvio Fiorillo, che si facea chiamare il Capitan Mattamoros : è vero che poi vi aggiunse con lo studio e la grazia naturale, perfezione Andrea Calcese, detto Ciuccio per soprannome, sartore e non tribunalista, come è noto a tutti coloro che ancora se ne ricordano, essendo morto nel passato contagio del ’56. » Il Bartoli poi alla sua volta, cita contro quella del Perrucci l’asserzione di Bernardo de’ Dominici, che nel Tomo III delle sue Vite de’ Pittori napolitani (pag. 87) afferma essere stato il Calcese giureconsulto.
Dotato di bella persona, di voce soavissima, di maniere nobili, s’acquistò gran fama colla parte del Bugiardo, anche perchè, fuor della scena, l’indole sua rispondeva a meraviglia a quella del suo personaggio.
Pasquali, XV) – gli adornamenti del suo antecessore, pur sosteneva meglio il suo personaggio, e lavorava assai bene le Commedie dell’ Arte.
A questo punto l’entusiasmo del pubblico era al colmo, e scoppi continuati di ilarità accoglievano poi per tutta la sera le parole di quel personaggio incarnato da Bellotti con tanta finezza, con tanta intelligenza…. e con tanta verità…. […] Gran genio aveva il Bellotto per esercitarsi nella maschera da Pantalone ; però, travestito in quella foggia, andava in tempo di carnevale per le vie e ne’ pubblici ridotti, parlando come un personaggio da commedia, e facendo anche delle scene graziose insieme con altri suoi amici mascherati in diversa guisa. Finalmente, non potendo più resistere all’ inclinazione ch’egli aveva per il teatro, s’insinuò nell’ amicizia d’alcuni comici, i quali seco lo tolsero a recitare, e bravamente riuscì sostenendo con molto spirito il personaggio di Pantalone, a cui era tanto inclinato.
A testimonianza del valor suo, Francesco Righetti nel secondo volume del suo Teatro italiano, dice : « Il personaggio di servetta era semispento nelle compagnie comiche, e colla morte della celebre Maddalena Gallina, che mirabilmente lo rappresentava, e per il nuovo genere introdottosi in Italia di commedie, in cui il ridicolo entra appena di furto, e per l’abbandono della commedia goldoniana. »
Nello studio critico di Luigi Capuana sui Mariti di Torelli, si leggon queste parole : Il Ciotti (Fabio Regoli) non rappresentava un personaggio a forti risalti, tale da dargli campo d’adoperare una grande varietà di colorito. […] Sotto quella sua dolce serenità si vedevano la risolutezza, la fermezza e la nobiltà dello stupendo carattere dell’avvocato ; e la sua voce seppe trovare inflessioni piene d’affetto gentile, di dignità profondamente sentita ma senza albagia, che improntavano al personaggio una vita dove l’arte pareva affatto estranea, e dove intanto fors’era più grande.
E prima di tutto : questa gran preferenza sugli altri tipi gli è venuta, come vorrebbero i più, dal dominio esercitato sul suo sistema nervoso dal personaggio di Osvaldo negli Spettri di Ibsen, il primo della specie ? […] O si dovrebbe attribuir forse al fatto che, quanto maggiormente egli si dà con l’andar degli anni e il crescer della rinomanza alla disanima profonda di un personaggio, tanto meno egli pensa al modo di esprimerla col cesello della parola ? […] Quando sento di possedere il quadro e le singole parti, allora comincio le prove ; e man mano che queste si svolgono, mi rendo conto degli errori nei quali posso essere caduto, vedo con maggior precisione in qual giusta luce debba essere posto ciascun personaggio. […] Una volta imparata, l’abbandono, e non la riprendo più ; ma mentre continuo ad occuparmi di altro, vedo sempre il mio personaggio, ne analizzo l’anima, il carattere, i sentimenti, a traverso le parole che io già so ; e quando credo di possederlo interamente, di sentirlo, di viverlo, riprendo le prove. […] Ed è facile capire come con questo studio del personaggio non soltanto nei fatti che si svolgono, ma ben anco nelle parole con le quali si esprime, il colorito e l’efficacia della dizione sieno una conseguenza legittima dello studio complessivo e non uno studio a parte ».
Rappresentasse una serva o una regina, una contadina o una dama, vestiva sempre il personaggio con tale spontaneità e con tal verità che potè esser sempre annoverata fra le più forti attrici d’Italia.
In quella compagnia, sotto gli ammaestramenti di Luigi Domeniconi che vi recitava le parti di primo attore, cominciò a salire in gran fama il carnevale del ’27 al Cocomero di Firenze per la creazione del personaggio di Loredano nel Foscarini del Niccolini.
Non fu solamente la rappresentazione reale del personaggio nel suo insieme : ma quella analisi minuta e profonda di ogni momento, che si manifesta in una frase, in una parola, in una pausa, senza di che, artista grande nel significato vero della parola, non è. […] E l’attrice con anima e mente di artista, potè, nonostante la insufficienza del tempo per lo studio e per le prove, che le desse l’agio di mettersi tutta nel suo personaggio, riuscir buona in alcune parti, incantevole in altre, che più si attagliavano al suo temperamento artistico. […] Allora, tra la sensazione emanante dal personaggio rappresentato, e quella puramente estetica prodotta dalla vista della interprete, esiste una compenetrazione armoniosa, e non si rompe il fascino, per cui Tina Di Lorenzo, sin dal suo primo apparire, si conquistò i pubblici di tutti i teatri di Italia, perchè cioè dava piacere a vederla. […] E così in Fedora, mentre la protagonista agita nel cuore atroci propositi di vendetta, mentre si dibatte disperata fra la passione nascente ed il rancore, mentre prepara sapientemente la rovina dell’uomo che l’adora, ella non ci parve vivere intensamente la vita del personaggio rappresentato : laddove nel terzo e nel quarto atto fra lo spasimo per la rivelazione di Loris e le torture del rimorso per il male irreparabilmente compiuto, la vedemmo salire ad un grado di potenza drammatica degno veramente di una grande artista.
Fu poi il primo attore della Compagnia di Giovanni Internari, figlio della celebre Carolina, e ricordo di aver sentito da lui la prima volta I nostri buoni villici di Sardou, in cui con molta perizia sosteneva il personaggio del Conte.
Dice don Tommaso che egli non può far a meno d’un personaggio tanto essenzialissimo.
Rappresentando il personaggio di Ortoguna la prima volta in Piacenza con applauso universale e singolar maestria la signora Brigida Sacchi.
. – Quando un carattere, un personaggio, lo avevano commosso ed interessato, Monti non temeva rivali nell’ immaginarselo col pensiero e nel dargli una forma sulla scena. Egli allora non fingeva più ; ma per uno sforzo di fantasia, di cui solo conosceva il segreto, s’immedesimava, si trasfigurava nel personaggio, che aveva preso a ritrarre, illudeva in somma sè stesso prima d’illudere gli altri ; e quindi, piangendo, tremando, rallegrandosi davvero, senza obliar mai quel bello ideale, che la mano stessa del Bello eterno gli aveva stampato nell’anima, costringeva gli spettatori a piangere, a tremare, ad allegrarsi con lui. – Era tanta la potenza del Monti nel trasfondere, dirò così, in sè stesso il soggetto da lui rappresentato, che spessissime volte, calato il sipario, egli rimaneva come stupito e fuori di sè, e visibile era il suo sforzo per passar da quella esistenza creatasi con la fantasia, nell’esistenza sua propria.
Così, e assai bene, il mio Ugo De Amicis comincia uno studio sull’ arte della Reiter nell’interpretazione della prima : Credo che se Sardou fosse un autore italiano il pubblico direbbe ch'egli ha scritto la Madame Sans-Gêne per la signora Reiter, ch'egli ha svolto così largamente il carattere di Caterina perchè l’illustre attrice, presentandosi nei diversi aspetti di questo personaggio storico, potesse in una sola parte spiegare tutte le sue doti ; e credo che chiunque avesse letta la commedia prima di vederla rappresentata e avesse voluto distribuire idealmente i ruoli, avrebbe scritto a fianco del nome della protagonista : Virginia Reiter. […] … Dopo letto il lavoro ho voluto studiare il personaggio.
Pasquali, XIII) che non valeva gran cosa nel suo personaggio, ma aveva degli adornamenti che attiravano il basso popolo.
Trovo una sola volta negli Scenari dello Scala il personaggio di Vittoria.
brillante, o caratterista, o anche primo attore, appariva in una festa come un misero mortale in frac e cravatta bianca, senza però abbandonare la tipica truccatura del volto, che faceva del personaggio un essere ibrido, non più carne nè pesce, poco rispondente certo al tipo originario, che dalla sua faccia allampanata, da quella espressione di stento, trasse appunto il nome di Stenterello.
Chi si nascondesse sotto questo importantissimo personaggio non ho potuto trovar finora.
I, Venezia, Pitteri, m. dcc. lvii), Goldoni dice : Non ebbe, per dir il vero, molto felice incontro, e il personaggio, che rappresentava il geloso avaro, quantunque abilissimo in altre parti giocose, in questa non riusci bene.
XI) ci ha lasciato il ritratto della Falchi, che sosteneva quel personaggio.
E mentre a’ suoi tempi facean chiasso i drammi a colpi di scena e combattimenti, egli s’acquistò fama di eletto artista col Cavalier di spirito, col Cavaliere di buon gusto, col Bugiardo, con L’Avventuriere onorato, con L’Avvocato veneziano, col Medico olandese, col Tasso, e più altre commedie del Goldoni ; nè minore successo egli aveva con l’Atrabiliare e il Filosofo celibe del Nota, con il Filippo e il Bruto primo dell’Alfieri, ne’ quali si trasformava a segno da parer veramente il personaggio ch’egli rappresentava.
Il personaggio di Capitano Rinoceronte è fra le altre commedie nella Pirlonea di Ludovico Maria Cotta di Ameno novarese.
Per parecchio tempo anzi essa fu appunto nella primitiva compagnia quello che è il Ferravilla nella sua : il personaggio più atteso, più gustato, più applaudito della produzione.
Non v’è stato personaggio dinanzi al quale si sia ritratto spaurito.
La naturale facondia, il maestoso e vago sembiante, la chiara e sonora voce e la rara grazia nel porgere, tutto in lui concorreva ; onde, qualunque personaggio ei facesse in scena, o ridicolo o grave, tutto faceva a meraviglia.
Ma quando la febbre dell’arte lo coglieva, quando la sua mente era intera nel personaggio che egli rappresentava, quando si mostrava al pubblico sicuro di sè, padrone assoluto della sua voce, del suo gesto, della sua concezione, quale artista !
Questo comico, famosissimo sotto la maschera dello Scapino, che il Goldoni dice eccellente pantomimico, e d’un esccuzione esattissima ; che trovò a Parigi una festosissima accoglienza per la intelligenza, il brio, la precisione de’ gesti e delle movenze, e sopra tutto la fisionomia perfettamente a taglio col personaggio astuto ch’egli doveva rappresentare ; che dall’incontentabile Grimm ebbe in contrapposto parole di biasimo, oserei dir volgare, nacque a Napoli verso il 1702 da Antonio Ciavarelli e Domenica Spadafora.
III, pag. 76) : Non nego che molto non abbia contribuito all’ ottima riuscita di tal commedia il merito personale di quell’ eccellente attrice, che sostenne mirabilmente il personaggio di Corallina ; ma appunto conoscendo io dove potea fare maggior risalto la di lei abilità, ho procurato vestirla d’una prontezza di spirito, che a lei suol essere famigliare, e mi è riuscito l’effetto, a misura dell’intenzione.
Di lui dicono i fratelli Parfait : « Turi di Modena, eccellente attore per le parti di Pantalone, recitò sotto le spoglie di tal personaggio sino alla sua morte, avvenuta il 1670, come s’ha ragion di credere dall’annunzio che Robinet fa dell’arrivo di un nuovo Pantalone, il marzo dello stesso anno. » Andò a Parigi colla nuova Compagnia che vi esordì il 10 agosto del 1653 ; ma erronea è la data della sua morte.
Nessuno si sarebbe aspettato da lei giovane, da lei nuova, da lei inesperta, tanta perfezione di giuoco, tanto acume d’intelligenza, tanta padronanza di scena, tanta forza di passione, tanta verità e tanta furberia, tanta dignità e tanta grazia, tanta sobrietà e tanta forza, quanta ne sfoggiò per ritrarre con arte stupenda il personaggio di Dora.
Luca, e ci fa sapere il Bartoli che inaugurò le recite di quell’autunno col rappresentar bravamente il personaggio del signor Gio.
Comico rinomato dei tempi di Francesco Bartoli (1781), che sosteneva il ridicolo personaggio di Don Fastidio De Fastidiis con grande successo, specialmente nelle Avventure di Donna Irene o La sepolta viva, di Francesco Cerlone.
r Principe conclude esser servito da questo personaggio, mandi subito una lettera per l’ Ill.
Dopo dodici anni nacque questo po' po' di personaggio (La storia non dice se vi fu luminaria !). […] Così ogni particina piglia nelle sue mani importanza di una gran parte ; e il personaggio è rappresentato con tale verità e con tale spontaneità, che par sempre ch'ella improvvisi.
L’altra osservazione è che l’ozioso personaggio dell’imperatrice Livia nuoce molto in questa tragedia coll’esortare Augusto ad esser clemente, perchè gli toglie il merito di quel glorioso perdono. […] Il personaggio che chiama più l’attenzione è Pisistrato combattuto dall’amore e dall’ambizione, che vuole il regno, e non vuol perdere Policrita. L’altro personaggio che interessa è la stessa Policrita appassionata amante di Pisistrato e della libertà, e che seconda le mire di Solone a costo del proprio amore. […] La Touche sentì la giustezza della critica, ed in otto giorni soppresse quel personaggio ozioso, e quell’amor freddo. […] Le situazioni patetiche che vi regnano, l’interesse che produce, la pompa dello spettacolo e dello stile (che però talvolta eccede, e cade nell’enfatico) ed il personaggio di Zuma rappresentato in quell’anno con molta energia da madamigella Rancourt, tutto ciò fa sì che questa tragedia non lascia di ripetersi ancor ne’ tempi correnti.
L’Italia ne’ primi lustri del secolo rappresentava Sofonisba e Rosmunda, ed in Parigi nel carnovale del 1511 sotto Luigi XII si vedeva sulle scene il Giuoco del Principe degli sciocchi e della Madre sciocca a, componimento di Pietro Gringore detto Vaudemont, in cui con amaro sale si motteggiavano i monaci e i prelati e la corte papale rappresentata allegoricamente da un personaggio chiamato la Mere-Sotte. […] Si rappresentò da principali personaggi della corte, e madama Angouleme sostenne il personaggio di Ginevra.
L’Italia ne’ primi lustri del secolo rappresentava Sofonisba e Rosmunda, ed in Parigi nel carnevale del 1511 sotto Luigi XII si vedeva sulle scene il Giuoco del Principe degli Sciocchi e della Madre Sciocca 1, componimento di Pietro Gringore detto Vaudemont, in cui con amaro sale si motteggiavano i monaci e i prelati, e la corte papale rappresentata allegoricamente da un personaggio chiamato la Mére-Sotte. […] Rappresentava acconciamente da pecorajo l’abile personaggio piacevole Cinita morto da alcuni anni, e da avvocato un attore non meno esperto chiamato Espejo.
La vivacità ch’è l’anima delle scene, aumenta per gradi col comparire nell’atto III il personaggio di Tartuffo, e col disinganno di Orgone nel IV. […] de Pourceaugnac, in cui un avvocato di provincia viene aggirato da Sbrigani personaggio modellato su i servi della commedia greca ed italiana antica e moderna. […] Se imbatteva in qualche personaggio originale degno di ritrarsi sulla scena, non lo perdeva di vista prima d’averlo pienamente studiato (Note VI). […] Il Goldoni introdusse questo carattere in una sua favola, facendolo comparire pochissime volte, come personaggio episodico, e le distrazioni non eccedettero nè in numero nè in istranezze, e la dipintura riuscì dilettevole e verisimile.
Quanto al fine si è già veduto nel volume I che gli antichi avendo bisogno per la vastità de’ loro teatri di accrescere la voce, e di avvicinare il personaggio al numerosissimo uditorio, vi provvidero colle maschere.
Quanto al fine si è già veduto nel volume I che gli antichi avendo bisogno per la vastità de’ loro teatri di accrescere la voce e di avvicinare il personaggio al numerosissimo uditorio, vi provvidero colle maschere.
Da quel punto ch'egli entrava sulla scena fino a che non ne fosse uscito, era tutto immedesimato nel personaggio che prendeva a rappresentare : nè v' era imprevista circostanza che mai potesse farlo uscire dalla qualità ch' ei vestiva : non lo vedevi dardeggiare gli sguardi nei palchi o nella platea, mentre l’altro attore ch'era in scena con lui favellava ; non ammiccare al suggeritore ; non mendicar le parole ; non distrarsi insomma in quelle cose, da cui anche gl’ infimi tra' nostri comici sarebbe ormai tempo cessassero, perchè non addimandano sublimità d’ingegno, ma solo diligenza nei proprj doveri, amore dell’ arte che professano, rispetto verso quel tremendissimo giudice innanzi a cui stanno. […] Ogni personaggio, per quanto fosse di poca importanza nel dramma, diventava nelle sue mani importantissimo, ed ebbe in ciò una rara potenza creatrice, perchè appunto il suo recitare non era di sole parole, ma scrutando con sottilissimo accorgimento e filosofia nel costume che l’autore aveva espresso nel personaggio ch' ei prendeva a rappresentare, ogni volger di occhio, ogni movenza della persona informavasi da quello….
Un po’alla volta, pur troppo, la maschera perdè la sua prima fisionomia, terminando col trasformarsi in un semplice personaggio da pochade e magari da operetta, oggi Stenterello in mare, domani organista nella Santarellina, e via discorrendo. […] Il Giornaletto dei teatri di Venezia del 1821 cita un Vincenzo Fracanzani il quale partito da Firenze sua patria, immaginò in Lombardia un nuovo ridicolo personaggio, cui diede il nome di Stenterello, che quantunque in lui non male accolto dal pubblico, tuttavia non fu da altri poi ricopiato.
Nelle commedie di Marivaux più specialmente ebbe campo di mostrare tutte le sue doti artistiche, e si vuole che anche a cinquant’anni, identificandosi alla perfezione col personaggio ch’ella rappresentava, recitasse col brio, la finezza, l’illusione della prima giovinezza.
Tutte le commedie di Plauto sono state recate sul nostro Teatro Italiano per la facilità del carattere principale, che è quello degli schiavi, applicato a questo personaggio.
Com’era apparsa in su la scena, avea già fatto metà della parte con una figura delle più convenienti al personaggio, con una espressione del volto nobile e serena, con un sorriso incantevole, con uno sguardo affascinante in cui era tutta trasfusa la soavità dell’indole sua.
Nel fare da vecchio in una scena, e in un’altra da giovine, senza mutar personaggio ; anzi, spesse volte, queste mutazioni succedono in una scena medesima ; perocchè la comincia tremante, e piegato col capo a terra, e la finisce ritto, ritto sulla persona.
Di tal guisa egli si mostrò nella vita un po' sempre personaggio di commedia, e nelle sue grandi interpretazioni un po'sempre Ernesto Rossi. […] Ma il Righetti non se ne contenta troppo, e torna all’assalto con una fiera lettera, che suggerisce al Rossi uno squarcio da personaggio di dramma lagrimoso : ….. […] L'analisi ch'egli fa in un suo studio della tragedia shakspeariana, è minuta e acuta, e dà prove non dubbie dell’amore e della tenacia con cui s’era venuto facendo il suo personaggio, carne della sua carne, anima dell’anima sua.
La vivacità ch’è l’anima delle scene aumenta per gradi col comparire nell’atto III il personaggio di Tartuffo, e col disinganno di Orgone nel IV. […] Nel 1669 quando tornò sul teatro il Tartuffo, usci ancora la farsa di Monsieur de Pourceaugnac, in cui un avvocato di provincia viene aggirato da Sbrigani personaggio modellato su i servi della commedia greca ed italiana antica e moderna. […] Se imbatteva in qualche personaggio originale degno di ritrarsi sulla scena, nol perdeva di vista prima di averlo pienamente studiato. […] Carlo Goldoni introdusse questo carattere in una sua favola, facendolo comparire pochissime volte come personaggio episodico, e le distrazioni non eccedettero nè in numero nè in istranezze, e la dipintura riuscì dilettevole e verisimile.
.), un attore che creava un personaggio e lumeggiava tutta una commedia.
Di getto, secondo l’idea fattami del personaggio, ne improntai il carattere ; e n’andai si franco e sicuro, che nelle successive rappresentazioni non ebbi nulla da modificare.
Entrò a diciotto anni in Compagnia di Giacomo Modena, di cui faceva parte anche il figliuolo Gustavo, facendosi notar subito per la recitazione spontanea di alcune particine in commedie di Goldoni, Zelinda e Lindoro, Il Medico olandese, I quattro Rusteghi, della quale specialmente il personaggio di Sior Filipetto s’ebbe in lui uno de' più ingegnosi e brillanti interpreti, e per la quale la prima attrice Carlotta Polvaro gli preconizzò splendido avvenire.
Tutte le puntualizzazioni circa la tragedia italiana e francese sono sempre animate dall’attenzione nel preservare la verosimiglianza del costume dei personaggi, che si ottiene appunto attraverso il rispetto della bontà, della coerenza, dell’età, del sesso, della nazione del personaggio. […] [4.4.2] La seconda avvertenza che s’ha da’ Francesi è di trattenere il primo personaggio sul teatro il più del tempo, il che giova per dar modo all’uditore di prendere maggior interesse nelle sue passioni, o di farvi almeno rimanere persone in sua vece degne della tragica dignità. […] Chi non crederebbe udire un poeta lirico invece d’un grave personaggio? […] [Giunta.10] La massima di non frammischiare ne’ costumi d’un primario personaggio cosa alcuna che infievolisca la passione, la qual s’ha disegno di acquistargli appresso la gente, è giusta: ma nella censura che fa l’autore dell’Orazio di Pietro Cornelio a cagione del suo parricidio, io son di parere assai discordante. […] D’altra parte Corneille riportava, nell’Examen sur Polyeucte, tragedia caratterizzata della messa in scena della figura del martire, un elenco di autorità che avevano avallato la messa al bando del personaggio di mediocre bontà, o per lo meno ritenuto lecita la rappresentazione di protagonisti integralmente virtuosi.
Nobile padovano che recitava nella Compagnia del famosissimo Ruzzante, sostenendovi il personaggio di Bilora.
Per rappresentare adunque (secondo il mio senso) questo così gratioso personaggio direi che quello il qual si dispone di portarlo in iscena, si formasse ben prima nell’ idea un tal huomo il quale voglia esser moderno al dispetto dell’antichitá, & che a tempo isguainasse fuori sentenze propositate quanto alla materia ; ma sgangherate quanto all’espressura, il condimento delle quali fosse vna lingua Bolognese in quella forma, ch’ella viene essercitata da chi si crede, che non si possa dir meglio, & poi di quando in quando lasciarsi (con qualche sobrietà) vscir di bocca di quelle parole secondo loro più scielte ; ma secondo il vero le più ridicole, che si ascoltino ; come sarebbe a dire. […] Secolari (credendosi di parlar Toscano) per Scolari, & altre simili, che non vituperano la patria & il personaggio. […] Questo personaggio malamente descritto dalla mia penna, vorrebb’esser maneggiato da chi hauesse pensiero di accender un gran doppiere al picciol lume di questa fiaccola da me solo allumata per iscorta, & non permeta, poich’io mi rendo sicuro, che il fine di colui, che vorrà far da Gratiano, sarà di voler far a suo modo.
Per esempio : recitando all’ improvviso è più facile impedire che il personaggio che entra in iscena s’ incontri con quello che esce, perchè parlando, ed aggiungendo parole sopra la materia, si può vedere quale scena sia occupata dal Personaggio, che sarà per uscire, e non entrare per quella ; ma per dove sarà vota. […] Noi, grazie a Dio, non ci troviamo più a tanta libertà ; ma artisti capaci di rimediare alle così dette scene vuote, e di tenere a bada il pubblico o con un monologo o con una scena, finchè non entri il personaggio che deve entrare, ne abbiamo ancora. […] Da questa lettera di ringraziamento, che esso Scala inviò al Duca non appena giunto a Venezia, vien fuori un nuovo personaggio, la Livia, che parrebbe, all’ascendente che esercita su lui, una moglie in calzoni.
L'assenza dal teatro gli sembrò la più giusta delle lezioni all’audace…. diciamo la sua parola, allo sfacciato invasore, di cui la comicità fisica si congiungeva alla comicità del personaggio, di maniera che niuno, per quanto amico di buona volontà, voleva o sapeva vedere in lui un eroe da tragedia. […] Quando la poca o niuna responsabilità della parola gli lasciava una piena libertà di azione, egli soleva allora dedicare al suo personaggio insignificante, un minuzioso studio di trasformazione e di ingrandimento.
Metteva grande studio nel penetrare il carattere, la psicologia del suo personaggio : gli guardava dentro e poi cercava d’entrar quasi ne' suoi panni. Non era la solita sovrapposizione dell’artista sul personaggio ; era un vero e proprio lavoro di transustanziazione, da cui l’attore usciva trasformato.
Nel ’60 a Torino si rappresentò per diciassette sere al Teatro Sutera, oggi Rossini, l’Emigrazione Veneta di Riccardo Castelvecchio, in cui il padre Priuli sostenne, acclamatissimo, il personaggio del prete liberale.
Egli altro non faceva che cambiar la perrucca, avendola, a norma del personaggio che esprimeva, una nera, una bigia (e queste rotonde), e l’altra alla francese colla borsa appiccata.
Mi sovviene, che rappresentandosi il mio Bellisario (in cui sosteneva egli un tal personaggio), nella scena tenera e dolente, in cui comparisce senz'occhi, con un bastone alla mano, moralizzando sulle vicende umane, diede un colpo di bastone a una guardia per far ridere l’uditorio.
Ella, consapevole del suo valore, irrigidita nello sforzo costante di una meta prefissa, e di cui, per molti anni, ha forse creduto di avere smarrito la limpida visione, assorta perennemente nella ricerca di una perfettibilità, che è il tormento e la forza dei grandi artisti, Italia Vitaliani non sa trovare quelle parole ambigue che dicono e non dicono, quelle frasi rivolute entro cui il pensiero guizza e si smarrisce con agilità serpentina : no, quando una persona, sia pure un personaggio, la secca, essa lo dimostra ; quando un lavoro, sottoposto al suo giudizio, le spiace, essa lo dice, senza perifrasi nè pietose tergiversazioni ; quando è di cattivo umore non sa trovare una maschera di giocondità da collocarsi sul viso ; che se poi ella, o per la naturale bontà dell’animo o per altre considerazioni, cerca di nascondere il suo pensiero o velare le sue impressioni, esiste allora una tale antitesi fra il suono della parola forzatamente benigna e l’impaziente lampeggiare degl’ immensi occhi grigi, che si comprende subito come la più lieve finzione le riesca fastidiosa.
Andres57, chiamarsi regolare, se la regolarità dipenda dal giusto riguardo per le regole suggerite dalla verisimiglianza, uno essendone il principal personaggio, uno l’ interesse che in lui si rincentra, una l’azione ch’è la morte di Catone, la quale avviene nel dì che spira la Romana libertà all’entrare in Utica i Cesariani. […] Voltaire preferì il personaggio di Catone a quello di Cornelia del Pompeo di Cornelio, e vantò la sublimità, l’energia e l’eleganza del Catone, ma ne rilevò molti difetti, e conchiuse che la barbarie & l’irrégularité du théâtre de Londres ont percé jusque dans la sagesse de Addisson. […] Il titolo è Comala che n’è il principal personaggio. […] Prima della Curiosità fatale egli compose George Barnwel o il Mercante di Londra, che rappresenta un personaggio nato con indole non prava che però sedotto da una donna che ama, ruba il padrone, assassina un suo zio e benefattore, ed è impiccato. […] Soprattutto il personaggio di Fadle basso, triviale, poltrone, infame, preferito in casa di una dama a un colonnello che la pretende in moglie, ma che in tanto a guisa di un mascalzone è preso pel collo, scosso, minacciato, cacciato or da questo or da quello, tal personaggio, dico, così spregevole dispiacque al pubblico, il quale obbligò l’autore a toglierne tutto ciò che era episodico.
Lo scioglimento è seguito, si è ricuperato il biglietto, se n’è destinato il guadagno, e mentre lo spettatore attende di essere congedato, comparisce nell’ultima scena un nuovo personaggio, un signor Antonio, un amante di Carolina, e incominciano esami, discussioni, proteste di amore e disinteresse, e tutto così a bell’ agio come si farebbe nel mezzo della favola. […] La novità del carattere del personaggio principale ha dato a questa favola credito e corso. […] Essi però ridevolmente hanno chiamati monodrammi questi componimenti scritti in prosa, benchè non favelli in essi un solo personaggio; e piacesse al cielo e fosse questa la sola cagione che tiene sino a questo dì tanto lontani questi ed altri freddi monodrammisti dal Pigmalione che cercano di copiare senza ingegno!
Si avanzò poi alla testa degli attori situati in un de’ lati del mezzo cerchio un principal personaggio, e declamò alcune parole alla foggia de’ nostri recitativi con gestire espressivo, che agl’Inglesi parve superiore al l’azione de’ più applauditi attori del nostro paese.
Lo stesso fervore di una prima rappresentazione noi troviamo in lui alla cinquantesima replica : rade volte, al momento di andare in scena, egli non rilegge all’ uscio d’ entrata o non ripete a memoria la sua parte per addentrarsi nel personaggio.
Soprattutto il personaggio di Faddle basso, triviale, poltrone, infame, introdotto in casa di una dama, la quale ne riceve anche lettere amorose, preferito talvolta a un colonnello che la pretende in moglie, e frattanto, come un Coviello o Brighella, preso pel collo, scosso, minacciato, cacciato or da questo, e or da quello, dispiacque con tutta ragione al pubblico, che astrinse il sig. Moore a togliere da tal personaggio tutto ciò ch’era episodico. […] Lo scioglimento é fatto, si é ricuperato il biglietto se n’é destinato il guadagno, lo spettatore crede di esser congedato, quando nell’ultima scena comparisce un nuovo personaggio, un signor Antonio, un amante della Carolina, e incominciano esami, discussioni, prosteste d’amore, di disinteresse, o tutto così a bell’agio come si sarebbe nel bel mezzo della commedia256. […] Un rispettabilissimo personaggio che ha voluto occultare al grosso de’ lettori un nome grande, di cui andrebbe superba la poesia, come ne va la nazione spagnuola, ha proposto all’altrui imitazione un modello di tragica poesia nell’Ifigenia di Racine da lui ottimamente trasportata in versi castigliani e impressa nel 1768. […] Barnwell é il principal personaggio del dramma.
Dee parimente chiamarsi regolare, se la regolarità dipenda dal giusto riguardo per le regole sugerite dalla verisimiglianza, uno essendone il principal personaggio, uno l’interesse che in lui si rincentra, una l’azione che è la morte di Catone, la quale avviene nel dì che spira la romana libertà all’entrare in Utica i Cesariani. […] Voltaire preferì il personaggio di Catone a quello di Cornelia del Pompeo di Pietro Cornelio, ed esaltò la sublimità, l’energia e l’eleganza del Catone; ma ne rilevò, come abbiamo osservato, molti difetti, e conchiuse che la barbarie et l’irrègulieretè du thèatre de Londre ont percè jusque dans la sagesse de Addisson . […] Il titolo è Comala, che n’è il personaggio principale. […] Prima di questa Curiosità fatale egli compose George Barnwel o il Mercante di Londra, che rappresenta un personaggio nato con indole non prava che però sedotto da una donna che ama, ruba il padrone, assassina un suo zio e benefattore, ed è impiccato. […] Soprattutto il personaggio di Fadle basso triviale, poltrone, infame, preferito in casa di una dama ad un colonnello che la pretende in moglie, ma che intanto a guisa di un mascalzone è preso pel collo, scosso, minacciato, cacciato or da questo or quello, tal personaggio così spregevole dispiacque al pubblico, il quale obbligò l’autore a toglierne tutto ciò che era episodico.
Pasquali : Passabile era il Gollinetti colla maschera di Pantalone, ma riusciva mirabilmente senza la maschera nel personaggio di veneziano, giovane, brillante, giocoso, e specialmente nella Commedia dell’Arte, che chiamavasi il Paroncin.
La Teodora faceva la prima donna, e la Maddalena facea la servetta ; il Medebach era il primo amoroso, e qualche altro personaggio avean preso per eseguir le loro Commedie.
Comunque sia, il Meneghino personaggio comico, ed esclusivamente milanese, apparve la prima volta su le scene in compagnia di Donna Quinzia, Beltramina e Taresca, per opera di Carlo Maria Maggi, al cader del secolo xviii.
Egli é bene annunziato prima che comparisca in iscena, cosa che importa assai, perché lo spettatore prenda interesse al personaggio principale. […] Una delle più belle é la IV dell’atto IV, nella quale Aristo, ch’é un personaggio virtuoso imitato dal Cleante del Tartuffo, cercando tutte le ragioni per distaccar Valerio dall’amicizia di Cleone, fa varie dipinture sommamente vivaci e naturali de’ malvagi che affettano di dare il tuono negli spettacoli, di quei che prendono l’aria beffarda, di quei che vogliono parer gravi e laconici. […] Un giovane studioso ne osserverà i riferiti pochi tratti naturali e felici, e fuggirà d’imitar l’autore nel carattere d’un padre di famiglia, che piange a tutte le ore, e filosofa vanamente: d’un padre, cui non manca buon cuore e tenerezza per gli figli, ma si bene una prudenza attiva nelle circostanze scabrose: d’un padre ricco, che invece di far la figura principale in ciò che maggiormente importa, si riduce a rappresentare il secondo personaggio dopo il commendatore, che colle sue maniere, co’ suoi pregiudizi, colle sue stravaganze mette la casa in iscompiglio, e ridusse alla disperazione il nipote243. […] Per dare un saggio della declamazione teatrale e della melopea de’ greci, egli ne fece recitar senza veruna fonte di canto le parole; e la musica, esprimendo gli affetti del personaggio, secondandone i movimenti, dipingendone la situazione, riempiva soltanto gl’intervalli e le pause della declamazione. […] Difetto é quello veramente da non perdonarsi a un attore, il quale non dee pensar né a se stesso, né al poeta, né allo spettatore, ma unicamente all’affetto ch’esprime e al personaggio che imita.
Si annunzia ad un personaggio la notizia della sua condannagione a morte?
E quantunque da alcuni si pretenda che dopo quel tempo Eupoli avesse altre favole composte, e che egli non morisse in mare ma in Egina; pure è sempre certo, che per un editto de’ Quattrocento sotto Alcibiadeb, o de’ Trenta Tiranni nell’olimpiade XCIII o XCIVc, non si potè più nominare in teatro verun personaggio vivente; e così cessò la commedia greca chiamata antica.
Bartoli ch'egli parlava egregiamente all’improvviso, che giocava il secondo Zanni a meraviglia, e scriveva in poesia con molta grazia ; la sua figura teatrale non era delle più adatte al personaggio dell’innamorato, perchè piccola e pingue oltre misura.
Qual personaggio rappresentava il primo Tabarini ?