Fu attore di gran pregio per le parti d’innamorato. […] Scrisse talvolta pel teatro, e tradusse dallo spagnolo in prosa italiana la tragedia : A gran danno gran rimedio (Torino, Zapata, 1661).
Comico napoletano di gran pregio per la parte di Don Fastidio ch' egli creò. […] Vi fu un gran silenzio : gli spettatori aspettavano, ansiosi, ritti nella platea, ritti nei palchi. […] … Francesco Bartoli ha pel Massaro parole di gran lode, come quegli che era « fornito di una grazia prodotta in lui dalla natura e coltivata dall’ arte….
Moglie del precedente, nata Sora, fu attrice di gran merito sì nelle commedie improvvise, sì nelle scritte, sotto il nome di Clarice. […] L'ultima sera del carnovale 1754, la Torri recitò un addio, di cui ecco alcune strofe allusive all’abbandono del Sacco e al suo mancato impegno : Chi di sorte il cieco dono amò più del suo decoro loro infuse l’abbandono per saziar sua fame d’oro, e noi pochi, e senza lena, travagliammo con gran pena. […] Passò da quella del Paganini nella Compagnia di Girolamo Medebach, in cui stette più anni, facendo mostra del suo gran valore artistico nelle commedie dell’abate Chiari, e specialmente in quella intitolata La Madre tradita.
Attore di gran fama, che fiorì nella seconda metà del sedicesimo secolo, e di cui Tomaso Garzoni lasciò scritto (op. cit., 738) : « A’tempi nostri s’è visto un Fabio comico, il qual si trasmutava di rubicondo in pallido, e di pallido in rubicondo, come a lui pareva ; e del suo modo, della sua grazia, del suo gentil discorrere, dava ammirazione e stupore a tutta la sua audienza. » Forse a questo stesso Fabio accenna il De Sommi, là dove dice nel terzo dialogo sui recitanti : « Io mi ricordo averne veduti di quelli, che ad una mala nuova si sono impalliditi nel viso, come se qualche gran sinistro veramente gli fosse accaduto. » ?
Levò fra l’altre gran fama l’Oronta di Girolamo Preti componimento in ottava rima messo in musica allo stesso tempo da quattro maestri. […] Oltre a questi debbono anche aver luogo le rappresentazioni sacre chiamate Villancicos, che celebransi con gran pompa nelle chiese, la notte del santissimo Natale, come reliquie de’ Misteri della Passione, come anche le feste profane di tornei, quadriglie, caroselli, parejas e altri simili divertimenti, che erano allora in gran voga, e principalmente a’ tempi d’Isabella e di Ferdinando, e poi di Filippo Secondo. […] Il suono è armonioso e gradevole, e capace di gran varietà. […] In oggi per la scelta delle più belle voci e de’ più gran musici, per la magnificenza delle decorazioni e dei balli, l’opera di Petersbourg è la più compita di Europa. […] [NdA] Chi fosse vago di sapere la serie di drammi italiani posti in musica da questo gran maestro la troverà nel libro intitolato: A catalogue of musick containing all the vocal and Instrumental musick.
Bergamo, Lancellotti, m. dcc lix) : Dimorava in quel tempo in Fossano una Compagnia di Comici assai faceti, capo de'quali era uno chiamato Toscano, che si tirava dietro un gran numero di sfaccendati, pure sonando un giorno, giusta l’ordine di Giovenale (Santo Prelato Giovenale Areina), la campanella, che dava il segno, che si principiavano gli esercizi dell’oratorio, restò solo co' suoi compagni abbandonandolo tutta l’udienza, con sua gran confusione e scorno, per andare ad udir Giovenale, che ragionava ; ciò che essendogli poi più d’una fiata succeduto, stimò meglio il ciarlone di mutar paese, e nel partirsi ebbe a dire : « In Fossano non vi è guadagno per esservi un altro Saltinpergamo.
Moglie, forse, del precedente, fu artista di grandissimo pregio : e la vediamo onorata di applausi a Padova il carnovale 1747 quand’era con Onofrio Paganini, il quale per la bella interpetrazione del personaggio di Armellinda nel Rinaldo di Carlo Goldoni, le dedicò il seguente SONETTO Benchè a lui che la Gallia e il mondo onora svelar non osi il concepito affetto per il zelo d’onor, che nutre in petto, tacita amante il gran Rinaldo adora ; pur nel silenzio istesso è bella ancora, e dimostra l’ardor nel cor ristretto. […] Tenti Florante ogni lusinga e frode, per oscurar della gran Donna il nome, che ancor cattiva ha la sua gloria a core.
Vuolsi che un villanello, non potendo altramente dar segno di sua divozione al gran Serse, fatta coppa delle proprie mani, gli porse dell’acqua pura, ed il Re Persiano l’accolse con quella umanità che accompagna sempre la vera grandezza. […] al gran Letterato universalmente applaudito, non che da’ viaggiatori stranieri più illuminati Winkelman, Reithesel, Swinbourg, dal chiar. […] Pagnini, dall’Allegranza, dal Zaccaria, dal Principe di Biscari, dal Sinesio, dal gran Torremuzza e da altri celebri Italiani?
Come il genere umano diviso in gran famiglie e società civili ha assicurata la di loro sussistenza coll’unione delle forze particolari di ciascun corpo, e provveduto al comodo colla fatica, volgesi tosto a procacciarsi riposo e passatempi. […] Egli si avvezza al facile, cioé ad osservare i particolari e a dipingerseli; e prima di avere acquistato una gran copia d’immagini, e d’averle in mille guise combinate, non può per una piena induzione sollevarsi all’ardua impresa di afferrar gli universali, donde comincia il sillogismo. […] Cominciando dagli ebrei, l’opera letteraria più antica sono i due cantici del gran legislatore Mosé. […] Fiorirono tra gli antichi scozzesi ed irlandesi di origine celtica moltissimi cantori appellati parimente bardi, nel cui ordine sembra che avessero luogo ancor le donne per quello che apparisce dal poema d’Ossian, intitolato I Canti di Selma: ……………… Vedi con esso I gran figli del canto, Ullin canuto, E Rino il maestoso, e ’l dolce Alpino Dall’armonica voce, e di Minona Il soave lamento3 Lino, Orfeo, Museo, Omero, ec. finirono in Grecia prima che scrivessero in prosa Cadmo ed Ecateo Milesi, e Ferecide Siro, maestro di Pitagora. […] Questo famoso Bardo Celtico, figliuolo del rinomato Principe Fingal, merita un sublime posto tra’ Poeti; benché al pressoché immenso e nelle sue gran fabbriche mirabilmente variato Omero non sembri paragonabile un Poeta limitato e non rare volte ridotto a ripetere l’istesse immagini e dipinture come Ossian. * Si può anche aggiugnere, che le sublimi e vive dipinture, e le grandi e robuste immagini d’Omero faceano dire al celebre Scultore Bouchardon: «Lorsque j’ai lu Homère, j’ai cru avoir vingt pieds de haut».