Morì l’11 del 1569, e ne’registri cronologici è scritto : Messer Jacomo de Ventura detto Magnanino buon compagno, e spasso di tutta la città di Mantova, e maximamente nel tempo del carneval, morì nel borgo di San Zorzo di febbre et catarro, fu infermo sei giorni, morì ai 10 a ore una di notte incirca di età di anni 50.
« Melpomene, che grave il cuor conquide » sembri, e poi colle tue spoglie cangiate sei Talìa, che l’error percuote, e ride.
Diventò l’Anna in poco tempo un’attrice di liete promesse, e con l’ornamento della persona bellissima, del volto simpatico, degli occhi splendidi, dello spirito singolare, salì in breve al grado di seconda donna, poi di prima assoluta, nel qual ruolo stette sei anni, nella Compagnia Raftopulo, assieme al marito caratterista, poi in quelle di Pani e di Vedova.
Il Rotti pensò di vendicar vilmente l’offesa ; e appostatosi di notte sotto un ponte della città, sulla strada che conduceva all’anfiteatro Mauroner, al momento in cui l’offensore passava, gli scaricò in pieno petto un’archibugiata, che lo ferì ma non uccise : e fu gran ventura per l’assassino, che fu condannato a soli sei anni di lavori forzati.
Quindi l’udj gridar, chi sei, che intorno Si ben ravvivi, e mia virtù propaghi, Attrice esperta, e la rimetti al giorno ?
.), che replicò per sei sere.
Fu poi sei anni con Bellotti-Bon, quattordici con Cesare Rossi, e tre con la Pia Marchi, sino al carnevale ’97-’98.
Paolo Abriani nella prima parte delle sue rime, recitando essa Lo Spirito Folletto, dettò il seguente SONETTO Spirto sei finto, e con veraci incanti stilli ne' sensi altrui gioje e dolori.
Fu poi due anni con Cesare Rossi (prima donna Teresina Mariani, ch'egli sposò, quando entrambi andarono a far parte della Compagnia Garzes), poi si diede al capocomicato in Società con Paladini, Calabresi e Biagi per un anno ; con Paladini per sei anni, e finalmente solo da cinque, amministratore egli stesso e primo attore assoluto.
Ne’ più vaghi concetti, o Cintia, spiri, qualor tu sei alle tue suore intorno, di costei, che non so, quando a lei torno, se più bella o faconda il ciel la miri.
Passata amorosa ai Fiorentini con Adamo Alberti, vi recitò sei anni come prima attrice giovine e seconda donna, applauditissima a fianco della Sadowsky, della Cazzola, di Salvini, di Majeroni, di Bozzo.
La sera del 21 alle sei e mezzo era morto.
Dopo sei mesi di vedovanza ?
Zegler, ridotto da Filippo Casari, che s’ebbe l’onore di sei repliche non interrotte.
La sua primogenita Adelaide Ristori Del Grillo con disperato accento esclama : Oh Madre mia tu sai quanto in terra t’amai ; Dal luogo ove tu sei or tu vedi il mio duol, gli affanni miei ; benedici i miei figli, il mio consorte nel cammin della vita ed anche in morte ; io con lagrime e fior vuo' darti addio fino a quel di che ti rivegga in Dio.
… » E io non sapevo che ripeterle : « come sei grande, come sei grande !
Bartoli, sappiamo com’egli, appena entrato, avesse avuto la direzione spirituale, che durò sei mesi, dal Padre Maestro Bonaventura di Ferrara ; poscia un Lettore, il Padre Giuseppe Maria d’Alessandria, per passar la filosofia.
Alle qualità artistiche del Pilastri che lo fecer uno de' più pregiati comici del suo tempo andò congiunta una memoria prodigiosa : e Domenico Bruni nell’introduzione alle sue Fatiche Comiche dice di lui : Vi è stato un Leandro Pilastri, e dotto e grazioso, che della profondità della sua memoria ha fatto stupire ogn’uno, poichè in molti luoghi, ma particolarmente in Milano ha di tutte le famiglie illustri, in una occasione narrato l’armi, descritto i colori, detto i nomi e la origine col nominare quanti Castelli sono sotto quel Dominio, e le cose notabili che in quelle parti nascono ; ha fatto raccolta di sei e settecento nomi, e con epiloghi differenti di quelli mostrato la sicurezza della memoria sua.
Questo ragazzo di sei o sette anni, ha ballato con una forza e una grazia maravigliose per la sua età.
Dopo due anni di quella vita travagliosa, il fratello Gaetano lo volle con sè, e gli affidò le parti di amoroso, da cui per decisa inettitudine lo tolse subito per passarlo alle comiche mamo e secondo brillante ; e tanto Leopoldo in quelle si distinse, che dopo sei anni fu elevato al grado di primo brillante assoluto nella Compagnia di Zamarini e Carlo Romagnoli, in cui esordì con molto successo il 1860 al Paganini di Genova.
Bellotti-Bon, si diede all’interpretazione del gran repertorio moderno, facendosi ammirar schiettamente in ogni lavoro, non esclusa la Moglie di Claudio ; ma il suo vero periodo di gloria fu di quei sei anni passati nella Compagnia di Alamanno Morelli, a fianco di Luigi Monti, col quale formava la più deliziosa coppia d’innamorati che si potesse mai veder su la scena.
(replica Polonio), ed Amlet, perfettamente; tu sei il pescivendolo. […] Ti sei bene informato dell’azione di questo dramma? […] Un cortigiano adulatore viene a manifestare la scommessa fatta dal re a favore di Amlet di sei cavalli barbari contro sei spade francesi co’ pugnali corrispondenti. […] “Tu sei morto, Amlet, non ti resta che mezz’ora di vita; la punta del ferro che tieni in mano è avvelenata, e . . ., mi ha morto; io ne avea una simile, e tu sei morto; tua madre ha bevuto la morte in quel vino . . . non posso più . . . il re . . . il re è il malvagio autore di tante stragi”.
Io devo nove scudi a un certo Ravioli, perchè mi fece credito sei sacchi di fagioli, e più diciotto scudi a un certo Rangortoni per salame, presciutto, salacche e peperoni. […] Si fece porta alle sei e mezzo e si cominciò alle sette e mezzo.
Allorchè le cicale non son stanche di sciattare i bimmolli in fogge strane, quando del Diacciatina sulle panche si ganzan di sorbetti le sottane ; il giorno, in cui tra loro uniti stanno di Cecco e Beco i venerandi figli, cosa, che segue un par di volte l’anno : nel secol d’ora, in la Città de'Gigli, gli anni, che con più sei cinquanta fanno, nacque al mondo Domenico Somigli.
E la promessa fu tenuta largamente, quando sei anni più tardi nella terza Compagnia di Bellotti-Bon, capitanata da Cesare Rossi, l’Amalia Checchi si presentò prima attrice assoluta, piacendo sempre, talora fanatizzando come nel Vero Blasone di Gherardi del Testa, e nella Dora, ch’ella creò, e che fu una vera e propria rivelazione.
.° sei da restituirgli a suo beneplacito : ed è firmata io Gio.
Domani parto per Lione e ci metterò sei giorni, onde non sarò a Londra che alli 4 dell’ Entrante.
Io condussi la Storia de’ Teatri sino a’ tempi prossimi al punto dell’edizione napoletana in sei volumi cominciata nel 1787, e compiuta nel terminar del 1789. Gli altri anni indi trascorsi ci apprestano nuovi materiali, e le posteriori mie osservazioni su ciò che narrai intorno all’epoche precedenti, mi suggeriscono nuovi, e, se io dritto estimo, non inutili miglioramenti, che vi rimetterò come vi accingerete a pubblicarne di mano in mano i sei volumi che lo compongono, trattando in guisa il vostro affare, che meglio far non mi saprei, se fosse unicamente mio.
Ne compose altre sei originali intitolate Rebecca, Susanna, Ildegarde, Giulio resuscitato, Prisciano battuto, gli Elvezii Germani, alle quali aggiunse due tragedie Venere e Didone. […] Anzi per essersi forse voluto circoscrivere alla sola poesia scritta nell’idioma tedesco (o perchè d’altro non ebbe contezza) manca alla sua Idea quanto gli Alemanni scrissero in latino pel teatro, ciò che io nella mia Storia teatrale in un volume non lasciai di registrare, e che indi nel produrla in sei volumi con nuove aggiunte riprodussi.
Chi sei dimmi ? ch’in te mi par, che sia, beltà, c’ha del Celeste : Ahi che l’Orsa tu sei del Paradiso, che non può far Natura un si bel viso (34).
Staccatosi Niccolò – continua il Bartoli – da Fabrizio, a motivo d’una sua indisposizione ; e ritirandosi in casa d’un suo amico in luogo eremo e solitario, si diede a scrivere un Romanzo, che voleva diviso in sei libri ; ma compiuto solamente il terzo, cambiò pensiero e si pose a scrivere un’opera tragica in prosa intitolata : Il carnefice di sè stesso.
Non accordando le due città, contentarsi degli otto mesi e de’ sei mila scudi per la città sola.
Fu il ’74 – ’75 – ’76 primo attore della Pezzana, poi di Salvini sino al ’79, nel qual tempo rifece compagnia, che non lasciò più sino al giorno della sua morte, avvenuta per ipertrofia di cuore dopo sei giorni soli di letto, il 22 ottobre del ’95.
Eccolo : Rossi, sei lustri di Talia seguace al teatro vivesti, e Duce esperto di comici faceti, e d’alto merto le vie d’Italia trascorresti audace !
Giuseppe Antonio Angeleri, di anni 37, figlio del fu Giovanni Angelo Angeleri, assalito da accidente apoplettico, è morto senza ricevere alcun sacramento, e fu sepolto in duomo con sei sacerdoti.
Intanto solo soggiungeremo che il Garelli sopravvisse al suo distacco dalla Professione altri sei anni dimorando sempre in Venezia, e passò agli eterni riposi nell’anno 1740.
Cisseta, sei pure Nato di docil padre e da le mamme Di generosa capra al fin pendesti: Perchè gli stolti impauriti armenti Degenere non segui, e lasci il prato, E in tondere ti perdi irsuti dumi? […] in ver non sei da te diverso.
E sei libbre di cioccolata” . . . ec. […] La sua figura è ovale, contiene sei ordini di palchetti, nel secondo de’ quali è il palco di S. […] Il teatro di Argentina eretto nel nostro secolo dal marchese Girolamo Teodoli ha sei ordini di palchetti. […] Ma il Real teatro di San Carlo costruito col disegno del brigadiere Giovanni Metrano nel 1737, edifizio magnifico in soli sei mesi fatto eseguire per l’attività di Angelo Carasale, dopo tanti teatri eretti in Europa nel nostro secolo conserva ancora sopra tutti il primato. […] Havvi sei ordini di comodi magnifici palchetti al numero di 28 nel 4 e 5 ordine, e di 26 ne’ tre primi, e nel bel mezzo del secondo ordine si eleva il gran palco veramente reale e degno del Sovrano per cui si fece, e dell’Augusta Coppia che oggi forma la felicità de’ nostri paesi, e l’ornamento più caro de’ nostri scenici spettacoli.
Aggiunge poi il Goldoni che dopo la prima prova, che produsse miglior effetto della lettura, il Casali lo pregò in grazia di riavere da lui particolarmente un segno della sua riconoscenza e gli presentò sei zecchini.
Ma il Costantini fu, cinque o sei giorni dopo, lasciato in piena libertà.
Sposatasi del ’62 coll’attore generico Pietro Falconi, cominciò a’Fiorentini sotto Adamo Alberti e a fianco di Tommaso Salvini e Clementina Cazzola a vestir le parti di prima attrice madre ; sostituendo pur tuttavia con onore e per sei mesi in quelle di prima attrice la Cazzola stessa, ammalata.
In lei merita una gran lode il suo buon volere che fa tutti i sforzi possibili per renderla capace della sua professione, ma la meschina non è nata per la medesima…… le dedica poi, sei anni più tardi, Il Teatro, nel quale sono a profusione le lodi per l’incomparabile artista.
Da Roma passò in sei altre città, le quali, compresa Firenze, gli fecer la stessa accoglienza : fu solo nel carnovale ’71-’72 che sulle scene del Vecchio Teatro Re di Milano, il Nerone ebbe il battesimo degno di un gran pubblico e di un grande autore.
Ne fu tolta ancor giovinetta, e in una permanenza di sei mesi a Firenze recitò per la prima volta nella Società Antologica, diretta da Giacomo Frascani ; quella recita segnò il primo suo passo nell’arte, poichè da allora continuò sempre a recitare co’Suoi, allargando a poco a poco il suo ruolo, e con esso procacciando a sè incoraggiamenti e lodi. […] A queste due tengon dietro le sei non meno interessanti, che debbo alla squisitezza del cav.
Ma se pur sei della Febea famiglia, faratti anco il cantar d’ un goffo autore stringer le labbra ed inarcar le ciglia. […] Sin ad hora abiamo dato fuori cento e sei Boletini a una doppia l’uno per un mese, che viene a essere un utile sicuro.
Ed Amlet; perfettamente; tu sei il pescivendolo . […] Ti sei bene informato dell’azione di questo dramma? […] Un cortigiano adulatore viene a manifestare la scommessa fatta dal re a favore di Amlet di sei cavalli barbari contro sei spade francesi co’ pugnali corrispondenti. […] Tu sei morto, Amlet, non ti resta che mezz’ora di vita; la punta del ferro che tieni in mano, è avvelenata, e… mi ha morto; io ne avea una simile, e tu sei morto… Tua madre ha bevuta la morte nel vino… non posso più… il re… il re è il malvagio autore di tante stragi.
E l’Isabella, nata il ’62, non avrebbe avuto allora sei anni ? […] Ah sei morto ! […] Rispose Gioue con faccia sincera, Marte tu sei nel Ciel, lui Marte in terra. […] Dove sei tu, Scovino ? […] Brami cinque o sei città di quelle che pose Platone nel concavo della luna ?
mo Padrone, hà ottenuta là dà noi tanto desiderata licenza ; doppo esser stati per tre mesi Infruttuosi appresso questa Real Corte, è quello che piu importa anco à noi stessi, non hauendo potuto rapresentare che solo u…. sei Comedie con Pochissimo Applauso, è niente d’Vtile ; È be[nsi vero] Però che si hebbe già in due uolte per ricorso fatto alla Nos[tra] Ser.
di che spezie sei tu? […] Chi sei tu? […] Ma tu chi sei tu? […] E tu chi sei? […] Chi sei tu valent’uomo?
A sei anni, trovandosi la madre in Napoli colla Compagnia di Salvatore Fabbrichesi, fu messa in uno de’ primi educandati francesi, dal quale, morto il padre, uscì a tredici anni, per entrare a sostener le parti di amorosa nella Compagnia Reale di Napoli diretta dal Fabbrichesi stesso, di cui facevan parte Giuseppe De Marini e Luigi Vestri, attori massimi del lor tempo, che, affezionatisi alla fanciulla ben promettente di sè, l’avviarono, e l’addestrarono a quell’arte in cui non ebber rivali, e in cui ella, recitando a Padova colla Compagnia, provocò il seguente articolo che traggo dalle Varietà teatrali del ’24 (Venezia, Rizzi) : Bettini figlia…. giovinetta di 15 anni, di leggiadra figura, di volto avvenente, di bei modi, non iscarsa di grazie, e solo da un anno al drammatico esercizio educata, ella supera sè medesima, e porge altissime speranze di pareggiare ben presto le decantate prime attrici, che l’han preceduta. […] Vedo piuttosto che tu sei d’umore molto allegro. […] Alla Direzione della nuova Compagnia verrei io stesso e si agirebbe almeno sei mesi in Roma. […] Quasi tutte le opere drammatiche da lei interpretate potean dirsi suoi cavalli di battaglia ; chè ben poche eran quelle che, mercè sua, passavan senza una replica ; moltissime quelle che ne avean cinque, sei, otto, fin dieci.
VI delle sue Memorie, riferendo un dialogo col padre, così precisa l’origine di quel soprannome : « Come sei qui venuto ?
La chiusura dell’articolo del Piazza, per esempio, potrebbe far supporre, in quell’accenno all’allontanamento dalla Compagnia della Prima Donna (la Caterina Manzoni, a cui l’opera del Teatro è dedicata), ch' ella avesse a veder qualcosa in quelle ingiurie ; tanto più che sei anni avanti, nella Giulietta (Venezia, mdcci.xxi), non aveva il Piazza saputo trovare in lei altra dote fuorchè una particolare bellezza, come vedremo all’articolo di questa attrice.
Da lungo tempo durava la tresca fra il Catrani e l’Angelica, se v'era di mezzo un figliuolo di sei anni, tenuto sempre dal Catrani che l’amava, e or per vendetta disputatogli al Duca dal Martinelli, il quale non cessò mai di vituperar la moglie, scacciandola di casa, e obbligando così il Catrani stesso a provvederla di un letto e lasciarli tanto da alimentare il figliuolo, se non volea che andasse mendicando, ovvero aprisse bottega pubblica.
Questo scrittore, nato nel 1549 sotto l’imperador Carlo V sei anni prima che cominciasse a regnar Filippo II, c’informa in un prologo ad otto sue commedie, ch’essendo egli ragazzo, il teatro si componea di quattro o sei tavole poste sopra quattro assi in quadro alti dal suolo quattro palmi. […] Anzi Lope pressato dalle critiche di Manuel de Villegas, di Miguél Cervantes, di Leonardo de Argensola, di Antonio Lope de Vega, e di altri moltissimi nazionali contemporanei, i quali mormoravano della mostruosità delle di lui commedie, e obbligato dall’Accademia Spagnuola a giustificarsi, imprese a farlo col suo discorso in versi intitolato, El Arte Nuevo de hacer Comédias en este tiempo, nel quale, invece di far «riflessioni piene del sugo d’Aristotile e d’Orazio», si studiò di accomodare i precetti alle proprie commedie applaudite dal volgo dell’età sua, nel comporre le quali, per non udire i clamori di Plauto e di Terenzio, afferma egli stesso che gli tenea chiusi con sei chiavi.
Dal suo dubbio inurbano sin dal 1790, quando uscì il tomo sesto della Storia de’ Teatri in sei volumi, io appellai al testimonio di circa censettantamila abitatori di Madrid, e ad un milione almeno di altri Spagnuoli viventi che avranno veduti i due descritti teatri. […] Aggiugne che anche i meno affezionati alle commedie saben (sanno) ciò che ignora il Signorelli; e questo saben si ripete ben sei volte. […] Vediamo intanto ciò che importino i sei saben di codesto picciolo pedante.
L’amministrazione dei battelli a vapore era riunita al porto attendendo l’arrivo della Luisa, avendone già veduto i lumi colorati, ma l’improvviso spengersi di questi fece subito sospettare una disgrazia…… Della compagnia comica e degli altri passeggeri non si salvarono che Luigi Gagliardi e l’apparatore della compagnia che non sapeva nuotare : dell’equipaggio sei marinaj. […] Il disgraziato lasciò la vedova con sei figli.
di che spezie sei tu? […] Chi sei tu? […] Ma tu chi sei tu? […] Ma dico chi sei tu? […] Animo; nulla a te manca di ciò che può rendertelo benevolo; hai la voce chioccia e spiacevole, sei cattivo, sei plebeo, e gli oracoli ti favoriscono.
La Compagnia, se così poteva chiamarsi quell’ accolta di cinque o sei persone al più, era come una piccola famiglia che vivea in piena concordia, che si dava reciproco aiuto materialmente e intellettualmente ; il primo attore poteva diventar benissimo al secondo atto la prima donna, o viceversa.
Il 19 maggio dell’87 furon date dieci doppie per ciascuno a Giuseppe e Marzia Fiala, a Gaetano Caccia e a Bernardo Narici ; e il 23, dodici doppie a Marzia Fiala per essere distribuite in ragione di sei a Gabionetto e sua moglie (?)
Gli ordinò anche la china ; ma Vitalba, dubbioso del merito reale del medico, giovanissimo, ricorse a uno rinomato, il quale trovatagli una ostruzione al ventre, gli ordinò sei pillole ogni mattina per dieci giorni.
», la quale, accettata la parte di Arianna, quantunque commediante di professione, l’ imparò in sei giorni e la eseguì in modo sorprendente, facendo scrivere al Marino : Florinda udisti, o Manto, là ne’ teatri de’ tuoi regi tetti, d’Arianna spiegar gli aspri martiri, e trar da mille cor mille sospiri. […] In genere le poesie non sono la più bella cosa di questo mondo : meschinissimi poi i sei sonetti probabilmente improvvisati sulle rime dell’ addio detto l’ultima sera dalla Virginia a un banchetto dato agli artisti dopo la recita a Vicenza. […] ra Florinda FLORINDA, un fior tu sei entro a’ i giardini Di virtude, e d’Amore. […] Pur è uer, e lo sento, Che mi rubasti il core : E gli diè la tua forma, il fabro Amore ; Mentre con sì soaui e dolci note E fra rubini ardenti Sciogli musici accenti ; Che ’l Cielo pareggiarli anche non puote, Ma non stupisco io già, che possi tanto ; Ch’Angiolo al uolto sei, Sirena al canto.
Uno de’ più noti imitatori di Lohenstein fu Giovanni Hallemann, il quale dal 1660 al 1763 compose sei tragedie, Marianna, l’Amor celeste, il Teatro della Fortuna, la Tenerezza paterna, la Vendetta divina, la Vendetta astuta; in oltre la Virtù trionfante commedia, l’Amore ingegnoso pastorale e l’Innocenza moribonda opera.
Uno de’ più noti imitatori di Lohenstein fu Giovanni Hallemann, il quale dal 1660 al 1673 compose sei tragedie, Marianna, l’Amor celeste, il Teatro della fortuna, la Tenerezza paterna, la Vendetta divina, la Vendetta astuta, in oltre la Virtù trionfante commedia, l’Amore ingegnoso pastorale, e l’Innocenza moribonda opera.
L'ode comincia : Fiamma de l’intelletto, mobil del mio voler, moto dell’alma, colmo d’estro, e dispetto, a te perturbator della mia calma, parlo, o mio Genio insano : a te che sei, forsennata cagion de'torti miei.
. – « Dunque tu sei becco ! […] S. mi cacciò fuori di casa con la moglie per causa di madama Gorle et al presente sono sei anni che sono eternamente perseguitato, ferito et cacciato fuori di casa per quest’ altra ; e pure non ho mai fiatato, e sono stato sempre figlio obbediente e rispettoso. […] ma con ogurarli le sa[n]tissime feste di Pasqua e in esa dirle come sarebbe sei anni che io saria a Fire[n]ce, ma l’avere incontrato un selerato figlio è cagione che io sono ancora in Pariggi. […] Sono 2 anni che mi sono levato e ritiratomi dalle sene comiche e se non fose stato quello che camo mio figlio sarebe a casa sei anni sono ; ma perchè mi fece una infamità che fu costreto a partire di Pariggi e non solo io fui da lui disgostato, come ancho la S. […] E perchè per l’ amor grande che li portavo li fece in el suo matrimonio donacione dopo la mia morte e li fu venduta la carica sopra la mia donacione e perchè lui si era obligato pagarli 7cento franchi l’anno credendo di esercitare la detta carica, e come questo interesse andava inace (= inanze) senca sodisfare al venditore della carica venduta 14 mila frachi lo fece ritornare per agiustarsi con il venditore e per g[i]ustarlo à bisog[n]ato che io le dia 9mila fra[n]chi che avevo su l’otel de Villa e lui li diede una G[u]erra che ebe chon ingano dal fratello de la moglie per 10 mila franchi che il fratello era erede della terra e perchè la terra aveva molti debiti prestai dechontanti 9mila e sei cento franchi che ò apreso di me l’obligatione per notaro dicendo vendendo la terra mi sarebe pagati, e cosi si è ag[i]ustato il venditore con darli la terra senza mia saputa e nel darli li sudeti prima 9 mila fra[n]chi mi rinviò la caricha a dove io la vedei, la vendei 8mila fra[n]chi e ne perse mile de’ 9 che li diede e avendo il notaro in mano il denaro il furbo me lo sequestrò con dire ch’ è roba sua per averli io fato la deta donacone ed io in colera lo sgridai e venesimo a parole e l’ultima parola mi dise ch’ero un becho e fugi ne la sua camera e se serò e la notte nel Ripo fugi cho le sue robe ed io con il comesario chon testimoni cavai una presa di corpo e lui sapendo ciò se ne parti per Italia.
Ella ebbe da tal matrimonio sei figli : Giacomo Girolamo Casanova, il noto scrittor di memorie, nato a Venezia il 12 aprile 1725, morto nel Castello a Dux in Boemia il 4 giugno 1798 ; Francesco, il pittor di battaglie, nato a Lisbona, o a Londra il 1727, morto nella Contea di Brühl, presso Vienna, l’ 8 luglio 1805 ; Giovanni Aloise (e non Battista), professore all’Accademia di Belle Arti a Dresda, nato a Venezia il 2 novembre 1728, morto a Dresda l’ 8 dicembre 1795 ; Una figlia, morta bambina ; Maria Maddalena Augusta (Antonia ?)
La nuova edizione, apparsa il 1700, comprende sei volumi in 12°, arricchiti di incisioni in rame non firmate, ma assai probabilmente del Bonnart, importantissime per la storia del costume teatrale dei nostri comici sullo scorcio del secolo XVII.
Giovane, che partita dalla sua Patria diedesi alla comica professione ; e che in alcune vaganti Compagnie da circa sei anni va ritrovando impiego.
tu eri il mio Eroe : tu sei la gemma degli Eroi.
Uomo alfin sei, Ne dell’uom v’ha chi più repente ascenda, O più repente giù piombar si vegga E strisciar per lo suolo. […] Or come saggio, se a’ capricci esposto Di fortuna pur sei, t’acqueta e soffri.
Lope de Vega chiamò così ancora sei delle sue Favole, che non erano Tragedie a verun patto.
Da prima io avea condotta quest’opera sino al 1789 nella prima edizione napoletana in sei volumi in 8; e dopo alcuni anni ne pubblicai nel 1798 un altro di Addizioni.
Figlio, io già non t’invidio i gaudi immensi, che in Ciel tu godi, ora che sei sì presso al Sol, che alluma il benedetto chiostro ; ma quando avvien che a le tue grazie io pensi, piango me, di te privo, e il mortal nostro vorrei già chiuso in un sepolcro istesso.
Trautmann, I Comici it. in Baviera, e Albert Cohn, Shakespeare in Germania) : e nel Registro di spese del Cardinal Luigi D'Este, si trova una partita per donativo di sei ducati pistolesi a Tabarin comediante italian, che secondo il D'Ancona apparterrebbe al febbrajo del '71.
Ila sei ordini di palchetti ma (dice l’autore dell’opera del Teatro) de’ comodi interni, e dell’abbellimento esteriore, non vi è occasione di poterne fare neppure un cenno.
Ne compose altre sei originali intitolate Rebecca, Susanna, Ildegarde, Giulio resuscitato, Prisciano battuto, gli Elvezi Germani, alle quali aggiunse due tragedie Venere e Didone.
Il Bartoli stette sei anni nella Compagnia di Antonio Sacco, poi, per la terza volta, si scritturò in quella di Pietro Rossi, poi, finalmente, dopo il carnevale del 1782 diede un addio al teatro per ritornar libraio.
Il re se n’avvide e gli mandò a regalare sei ducati (lire 25,50), ordinando però che non si permettesse mai più un fatto simile.
Col Mascherpa aveva di stipendio lire sei mila annue, e una mezza beneficiata per piazza, come si rileva dalla sua scrittura (20 agosto ’33) che vediam riprodotta al nome di Mascherpa.
E Giuseppe Pavoni nel suo diario delle feste per le nozze di Ferdinando Medici con Cristina di Lorena : Sabbato, che fu alli sei (di maggio del 1589), ritrovandosi in Fiorenza li Comici gelosi con quelle due famosissime donne la Vittoria e l’Isabella, parve al Gran Duca che per trattenimento fosse buono far, che recitassero una Comedia a gusto loro.
L'Archivio di Stato di Modena conserva alcune lettere di Coviello, il quale, per non essere da meno dei suoi compagni, batte cassa con supplicazioni di ogni specie ; ora (Brescia, 4 agosto 1690) allegando in ragione che il suo esercito è in rovina per non aver potuto fare in diciassette giorni che sei comedie, che fruttarono di parte lire dieci e soldi otto ; ora (Reggio, 20 novembre 1690) che li Massari del ghetto vogliono semignare l’elettione, per la carica dei letti nel Castello, e sospira una gratia che può liberarlo dalle mani del Ebraismo.
Tutto ciò che non è Catone è in essa mediocre; e la sua mediocrità deriva da due sorgenti, cioè da una languida inutile congiura di due furbi che si esprimono e pensano bassamente, e da un tessuto d’insipidi e freddi amori subalterni di sei personaggi de’ dieci che entrano nella favola. […] Noi vedremo nell’analisi che ne faremo, che questa elevazione di sentimenti è denigrata dalle basse espressioni di Sempronio e Siface, e che i freddi amori di sei personaggi che gelano l’azione principale, non permettono che col medesimo enciclopedista si creda il Catone di Adisson la pièce plus belle qui soit sur aucun thèâtre . […] L’atto poi termina all’inglese, cioè con una poetica comparazione compresa nell’originale in sei versi di una corrente imbrattata dal fango per le piogge, che poi si affina e per via diviene limpida come specchio, Riflettendo ogni fior che a riva cresce, E nuovo ciel nel suo bel sen ne mostra. […] In prima è da avvertirsi esser questa una risposta particolare ad una censura generale fatta per gli amori subalterni, non di Marzia e Giuba soltanto, ma di sei personaggi. […] Catone Ami tanto la vita, e sei Romano?
Ma dove sei? […] Ah, sì, tu il sei. […] A me no, non fosti, nè sei padre .... […] A me no, non fosti, nè sei padre .... […] Chi sei?
comprese in cinque volumi oltre di un’ appendice comprese in sei volumi Pag. […] per non eccedere i cinque volumi per non eccedere i sei volumi *.
I loro predecessori contentavano di prendere i personaggi ridicoli fra’ servi: ma questi baroncelli odierni cercano i loro buffoni fra’ gentiluomini e cavalieri; di modo che io da sei anni vo differendo di prenderne il titolo per timore d’esser pollo in iscena, e di farvi una figura ridicola». […] Uno de’ più noti imitatori di Lohenstein fu Giovanni Cristiano Hallmann, il quale dal 1667 al 1673 compose sei tragedie, Marianna, l’Amor Celeste, il Teatro della Fortuna, la Tenerezza Paterna, la Vendetta Divina, la Vendetta astuta, e una commedia, una pastorale e un’opera, intitolate la Virtù trionfante, l’Amore ingegnoso, e l’Innocenza moribonda.
Bartoli che fu nella sua Compagnia sei anni, senza buona fortuna, tesse di lui le più ampie lodi ; lo dice istruito, specialmente intorno alla Storia Universale, direttore egregio per le opere serie come le comiche, gran comico, ritrovatore di molte scene, di cui lardellava i vecchi soggetti dell’arte, che ne venivan così risanguati, autore di scenarj, fra cui del fortunatissimo Truffaldino molinaro innocente. […] Bartoli che pur fu sei anni con lui lo chiama Sacco ; Goldoni Sacco e Sacchi, Gratarol Sacchi, Sacchi il Gozzi che fu con lui venticinque anni, Sacchi il Baretti, Shagy il Registro parrocchiale di Santo Stefano di Vienna, e finalmente Sacchi si firma in tutte le sue lettere lo zio Gennaro, Capitan Coviello.
Visto il baccano che quella satira generò, l’autore che ne aveva fatti tirare soli 100 esemplari, la diede alle fiamme : ma sei ne furon già sparsi antecedentemente, a insaputa dell’autore, in Italia e all’estero.
A leggere tutti i sei volumi del Teatro di Evaristo Gherardi, ci si fa un’idea ben chiara di quel che fosse di amabile diavoleria il personaggio di Colombina nella Commedia italiana a Parigi.