Capocomico il 1833 in società con Luigi Romagnoli, sosteneva sempre le parti di padre nobile, insieme alla moglie, madre nobile. Eccone l’elenco : SIGNORE ATTRICI Albina Pasqualini,Prima donna Maria Barlaffa, Madre nobile Ferdinanda Baroncini, Prima amorosa Laura Martini, Servetta Marianna Donati Caterina Mazzeranghi Beatrice Barzaga SIGNORI ATTORI Luigi Romagnoli, Primo attore Francesco Barlaffa, Padre nobile Giuseppe Monti, Primo amoroso Antonio Soardi, Secondo amoroso Alessandro Donati, Tiranno Lodovico Vellenfelt, Caratterista Angelo Venier Eugenio Venier Lodovico Zanchi Giuseppe Barzaga Francesco Mazzeranghi Battista Martini Aveva ancora la stessa Compagnia col Romagnoli nel ’35, col mutamento di vari attori : uscirono il Monti, il Mazzeranghi, il Barzaga, la Baroncini, la Mazzeranghi e la Barzaga, sostituiti da Giuseppina Miedi, da Modesta e Luigi Braccini, Luigi e Pellegrina Dusi, Lorenzo e Maria Zavagna, Leonardo e Catterina Raftopulo, Vittorio Parigi e Attilio Petracchi.
Ammalatasi la madre, ella si provò di sostituirla nel carattere della serva, e vi riuscì egregiamente. […] Un mio fascicoletto manoscritto di epigrammi reca il seguente : ALL' ANGIOLINI-ZANONI Imita nel mestier la fu tua madre.
La madre, furiosa contro del figlio, cagione innocente della morte della sorella, lo cacciò di casa. Inutili furono le discolpe del giovinetto, e le preghiere di tutta la Compagnia ; la madre rimase inflessibile. […] Sembra che il tempo e l’amor materno, non meno delle preghiere della sorella, gli ottenessero il perdono della severa Elisabetta dopo diciassette anni di esilio dalla famiglia : e infatti lo ritroviamo nel 1820 nella Società drammatica della madre e della sorella al posto di primo amoroso assoluto, dopo la scelta del primo attore Meraviglia, con la moglie Teresa, brava prima e seconda donna giovane.
Eccone l’elenco : DONNE Buzzi Isabella, prima donna Biagini Rosa, altra seconda donna Fava Giuseppina, madre Petrucci Luigia, serva Alberti Annetta, altra Alberti Bettina parti ingenue Brandi Santina, seconda donna Buzzi Augusta UOMINI Bosio Giuseppe primi uomini Fava Filippo, parti d’aspetto Mancini Carlo Petrucci Lorenzo, caratterista Brunacci Tommaso, padre Brandi Luigi, secondo caratterista Ringhieri Giuseppe, tiranno amorosi Bianchi Francesco generici Checchi Candido Alberti Luigi Brunacci Bernardo Didiè Giuseppe Petrucci Achille, parti ingenue Dopo quattro anni di studio e di lotte artistiche, l’Isabella fu annoverata fra le migliori artiste dell’epoca sua. […] Assunse il 1825 con Romualdo Mascherpa, col quale stette quattr’anni, il ruolo di madre nobile ; e dopo di essere stata in altre Compagnie, applaudita sempre, abbandonò il 1840 il teatro per recarsi in patria, ove morì.
Mortole il padre nel 1802, ella si recò di paese in paese con la madre, sinchè, giovinetta già promettente, potè aggregarsi alla filodrammatica di Verona, in cui esordì il 1° agosto del 1807 colla piccola parte di Carlotta nel Cavaliere Woender : e tanta fu l’ammirazione destata, che dopo poche sere dovè presentarsi colla parte di protagonista nella Ginevra di Scozia di Giovanni Pindemonte, dando le migliori speranze di un grande avvenire artistico. […] Fu il ’50 con Coltellini a Trieste, e il ’52 si unì madre nobile con Adelaide Ristori, risolvendo il ’57 di abbandonare il teatro, e di cedere tutto il suo ricco patrimonio di scena al figliuolo Giovanni, capocomico e mediocre brillante (morì nel ’76 a Livorno), col quale recitò alla Stadera di Milano il 13 marzo di quell’anno il terzo atto della Medea del Ventignano, maravigliando per la potenza d’arte, e gagliardia di mezzi, tanto da far dire a un accreditato giornale, che al suo confronto le celebrità d’allora impicciolivano a vista d’occhio. […] Come donna, sposa e madre, ne piansero gli amici, lo sposo, i figli ; come attrice ne piange ancora l’Italia. […] Musa, sposa, madre, proteggi dal tuo soggiorno ove non si muore più, un’ artista, una sposa, una madre !
Il ’47 si recò a Siena a far la quaresima, nella stessa compagnia e collo stesso ruolo, al fianco della Ristori, prima attrice, e di Tommaso Salvini, amoroso ; il quale mi raccontò com’ella fosse veramente grande nelle amorosine goldoniane in genere ; e grandissima poi nella Contessa d’ Altenberg, in quella scena famosa in cui le sorge il dubbio che la madre le sia rivale, e per cui Salvini, spettatore tra le quinte, si commoveva alle lagrime. […] Sposò il fratellastro Vincenzo Dreoni (ella era figlia del primo marito della madre di lui), attore di qualche nome per gli amorosi e tiranni giovani, ed entrambi entrarono il ’54 al Teatro popolare di Napoli la Fenice, ove stetter sino al ’58 festeggiatissimi.
Loehner) – piena d’intelligenza, nobile nelle parti serie, e piacevolissima nelle comiche » era stata chiamata a sostituire sua madre. […] Pasquali) : …. il cambiamento più rimarcabile fu quello della Bastona madre nella Bastona figlia, moglie di Girolamo Foccheri, comica eccellente quanto sua madre ; ma che oltre l’avvantaggio dell’ età aveva quello di una maniera più nobile di recitare. Ella fu presa per prima donna a vicenda colla Romana, com’ era sua madre.
Moglie del precedente, romana, fu ottima attrice per le parti di madre e caratteristica, che – dicon le Varietà teatrali del 1821 – se nelle parti di madre può dirsi abile, nelle caratteristiche non si esagera nel dirla a niun’altra seconda.
Nata a Lugano, fu trasportata subito a Milano dove passò l’infanzia e la giovinezza ; considerata da ognuno milanese, nonostante la nascita e l’origine forastiera, essendo il padre francese, oriundo svizzero, e svizzera la madre. […] Nell’ '85, uscita da una fiera malattia di tifo, andò con Emanuel per parti principalissime, ma senza ruolo fisso, e fu da lui iniziata a quello di madre e caratteristica, lasciato poi subito, per riprendere il suo posto (vanità perdonabile in un’attrice pregiata e ancor giovine) prima in Società con la Tessero, poi con Dominici e Della Guardia. […] Il padre morto, la madre da sostentare, gli affari che volgeano sempre più al peggio, la costrinsero ad abbracciar definitivamente il ruolo di vecchia, scritturandosi con Ermete Novelli, e passando poi con Pasta, la Tessero e la Giagnoni, con Paladini, con Pasta, Garzes, Reinach, con Pasta e la Tina Di Lorenzo, con Leigheb e la Reiter, con Pasta e la Reiter, e con la Reiter sola, colla quale è tuttavia e sarà fino al principio del prossimo triennio '906-07-08, pel quale è scritturata colla Compagnia Talli, Re Riccardi : questo il lungo stato di servizio di Ermenegilda Zucchini, o, come la chiamano con affettuoso accorcimento i compagni tutti, della Gilda, che le ha procurato per la probità e la fedeltà e lo zelo con cui l’ ha disimpegnato il più ampio certificato del pubblico padrome. « Vi pare che basti ?
Passata colla madre a Parigi, esordì il 21 luglio 1766 come amorosa alla Comedia Italiana negli Amori d’Arlecchino e di Camilla di Goldoni. […] Soppresso poi totalmente l’anno dopo il genere italiano, ella fu congedata con una pensione di mille lire annue e un indennizzo di cinquemila lire da pagarsi in due anni e in due volte, e se ne tornò in Italia con la madre e un bambino, frutto del suo matrimonio con un Bianchi, dal quale viveva separata. « I suoi meriti personali – dice Fr. […] Dopo quell’anno, desideroso di abbandonare le scene, si ritirò nella sua Bologna ov'era ancora la madre più che settantenne, vivente con un figlio, maggiore di Petronio, parroco di un villaggio non molto lungi da Bologna. Il Colomberti (le notizie gli furon date da vecchi attori, alcuni de' quali compagni d’arte dello Zanarini, come Nicola Vedova, Federico Lombardi e Lorenzo Pani) ci fa sapere la tragica fine di Don Pietro, prete intransigente, e della povera madre. […] Come saggio dello stile poetico dello Zanarini, metto qui un sonetto riferito dal Bartoli, diretto alla madre di un novello celebrante : Donna, deh !
Forse figlia dei precedenti e sorella di Antonio Torri detto Lelio, fu attrice al servizio del Duca di Modena per la parte musicale, come si rileva da una sua curiosissima lettera al Duca stesso da Bologna, in data 2 giugno 1683 in cui si lagnava che certo signor Francesco Desiderij suo famigliare facesse da padrone assoluto con lei e la madre (il padre era già morto) senza aver riguardo alcuno alla lor povertà, vantandone autorità da Sua Altezza. […] La protezione del fratello del Marchese Palmieri, che più d’ogni altro cavaliere frequentava la sua casa, ajutando lei e la madre senza interesse alcuno, nelle necessità in cui le trovò involte, per la mancanza delli alimenti, inasprì a segno il Desiderij, da farlo sparlar della Torri con moltissimo danno alla sua riputazione.
Figlia dei precedenti, cresciuta sulle tavole del palcoscenico, entrò a far parte della prima Compagnia di Novelli dopo uscito dalla Compagnia Nazionale, per parti di giovine : ma da lui consigliata, poco oltre i vent’anni mise la parrucca della madre, per seguire la tradizione di famiglia, in cui nonno e padre s’eran fatti celebri colle parti caratteristiche. […] Del '45 fu soldato nel secondo Cacciatori, e compiuto il biennio d’obbligo, si unì a sua madre e a sua sorella Anna, venute a Parma a recitare in quel teatro ducale.
Tiranno in Compagnia Donati il 1820 colla moglie Teresa madre nobile, idem nella sua propria in società con Morelli. Eccone l’elenco : DONNE Adelaide Morelli, prima attrice Teresa Borelli, madre nobile Carlotta Benvenuti, seconda donna Luigia Brenci, serva Marietta N.
Andò con la madre Clarice e col marito a Venezia, ove recitò nella Compagnia di Antonio Sacco al Teatro Grimani a S. […] L'anno dopo le morì la madre.
Morto il Ristori a Firenze il 3 settembre 1861, fu tumulato nel Cimitero del Monte alle Croci, ove la figliuola desolata fe' erigere, alla morte della madre, una cappella, co' medaglioni degli estinti, opera dello scultore Cambi, e con le seguenti epigrafi : AD ANTONIO RISTORI nato il 5 marzo del 1796 | mancato ai vivi il 3 settembre del 1861 || o mio dilettissimo padre | a te che mi fosti esempio | delle più belle virtù | che per generosità di cuore | e spirito di santa carità verso i miseri | fosti sempre benedetto dalla sventura | che fra gli stenti al lavoro | consacrasti tutta la tua vita | la tua figlia adelaide | che amavi tanto e che sì presto ti ha perduto | questo monumento | debole segno d’incancellabile affetto | tuttora in pianto poneva. […] La sua primogenita Adelaide Ristori Del Grillo con disperato accento esclama : Oh Madre mia tu sai quanto in terra t’amai ; Dal luogo ove tu sei or tu vedi il mio duol, gli affanni miei ; benedici i miei figli, il mio consorte nel cammin della vita ed anche in morte ; io con lagrime e fior vuo' darti addio fino a quel di che ti rivegga in Dio.
A proposito del sagrificio ch'ella avea fatto all’arte degli affetti di sposa e di madre, Giuseppe Costetti (op. cit. […] La madre morì d’anni 65 il dì 24 marzo 1835 ; ed ebbe sulla sua tomba questa iscrizione : Ad Elisabetta Marchionni Sanese | dalla figlia Carlotta | cui raddoppiò gli affanni nel mancar della madre | amata sopra tutte le cose umane com’era degna. Giovanni Prati dettò il seguente sonetto : Visitando la tomba di sua madre Sì ; vidi anch'io quell’urna e quelle forme sculte nel marmo, e che tu piangi estinte : E volto a quella che là dentro dorme, e per aura miglior l’ali ha sospinte, sclamai : « Beata, che traesti l’orme da queste zolle in vanità dipinte, dove s’indraca un popolo difforme, che troppo ha l’alme nella creta avvinte. […] Ella non vive dal dì che ha chiuso alla sua madre gli occhi. » Gli onori tributati alla grande Carlotta ricordan quelli tributati più di due secoli a dietro a Isabella Andreini ; onori di rime, di medaglie, di marmi.
Va dalla madre. […] Che mi comandate, o madre? […] Ah siete mia madre! […] A che pensate, o madre? […] Un messo reca lettere del principe pel re e per la madre.
Fu col fratello Pietro a Parma nel Collegio di Maria Luigia, d’onde levato ancor giovine, visse alcun tempo colla madre, recitando piccole parti di paggio, di amorino, di ragazzo, con Pisenti e Solmi, la Ristori, ecc. Trovandosi fermo a Firenze con la madre, a spasso, gli venne fatto di conoscere Giovanni Chiarini celebre conduttore di una compagnia di pantomimi, e fu da lui scritturato con due svanziche alla settimana per ogni specie di parti, dopo di avere esordito con ottimo successo in quella di vecchia mugnaia nei Mulinari.
Come si vede, la Battaglia era passata al ruolo di madre, e il Battaglia, già vecchio, aveva abbandonato quello di caratterista per non figurar più nell’elenco della Compagnia come attore. La Compagnia era sociale, come appare dal manifesto che ha : Impresari : Carlo Battaglia e Compagni ATTORI ATTRICI Antonio Belloni a vicenda Luigia Belloni Angelo Venier Angelo Roberti Francesco Cavalletti Maddalena Corticelli Teresa Zappi Gaetana Cavalletti Gaetano Fiorio Giacomo Modena, per le parti da padre Giambattista Pavoni, caratterista Maddalena Battaglia, per le parti da madre Maddalena Gallina, servetta MASCHERE Alberto Ferro, Pantalone Gaspare Marzocchi, Anselmo Innocente De Cesaris, Brighella Felice Villani, Arlecchino.
Dal suo secondo matrimonio ebbe una bellissima figlia, Elisa Mayer, che per parecchi anni esercitò l’arte della madre, per la quale addimostrava tendenze non comuni, ben lontana però dal pervenire all’eccellenza della madre sua.
S. riverentemente gl’espone ritrouarsi la Compagnia in stato da non poter così tosto andar fuori a proccacciarsi il uiuere, anzi douer star mesi, essendo, come è noto, inferma malamente la Corallina in Verona, e la figlia non poter lasciar la madre pericolante ; al che prima pendeua e pende il non uedersi comparire la Diana, ne sapersi, quando mai sia per uenire, perilche Cintio il Marito si protesta non uolere uscire fuori senza la moglie, essendosi già portato a Verona, doue è la Madre inferma ; oltre che partendo anche questa senza gl’anzidetti per le piazze prescritte, gli riuscirebbe di poco proffitto, essendo sempre auuezze a uedere, e sentire le più fiorite, e scielte Compagnie di Principi.
Forse ella v'andò colla madre, comica anch'essa, e forse prima a portar sul teatro il nome di Celia, della quale il Magnin avrebbe potuto notar l’apparizione a Parigi il 1572 ? […] Ch'ella accoppiasse al grande valore artistico un’altrettale bontà dell’animo non pare : si sarebbe anzi portati a credere che avesse con le compagne di palcoscenico e di ruolo comune la diavoleria ; scusata in parte dal fatto, che mai madre di comica spinse la petulanza, il pettegolezzo, la malignità, l’abbiettezza sì alto, come la madre di Maria, a cui s’aggiungeva poi come braccio destro delle sue male azioni un figliuolo, fior di canaglia, disperazione vera del povero direttore Flaminio Scala. […] Dal quale anche appare, dopo un reciso richiamo all’ordine, come Celia si andasse ammansando, cosi da farsi chiamar dallo Scala stesso coppa d’oro, e chiedere in isposa da Iacopo Antonio Fidenzi detto Cintio ; matrimonio che non potè poi farsi per solenne divieto della madre infame, che vedea morto con esso ogni sorgente di lucro.
Fu prima attrice di spalla, direm così, colla Duse, in Compagnia di Cesare Rossi, poi seconda donna in quella della stessa Duse, poi seconda donna e madre in quella di Pasta, al fianco della Tina Di Lorenzo. […] Oggi ella è prima attrice madre, e tuttavia applaudita, nella Compagnia di G.
Egli non solo è perseguitato dalle Furie vendicatrici, ma è vicino ad esser punito per l’uccisione della madre. […] La madre ha detto, ah figlia, ah madre sventurata per cagione della tua morte ; ed ella ripiglia, la medesima misura di versi conviene allo stato mio , ovvero, come traduce il p. […] Non debbesi adunque l’espressione d’Ifigenia tradurre letteralmente per la stessa misura di versi, ma sì bene per Io medesimo lamento, come ben fece il Dolce, Madre, misera madre. […] Segue a ciò una scena assai patetica, in cui Ifigenia rassegnata a morire prende congedo dalla madre che le và rammentando i suoi più cari. […] Questo Ione a se stesso ignoto e alla madre, che dipoi si congiunse in matrimonio con Suto, è allevato in Delfo tra’ ministri del tempio.
Le signore Sanareni (sic) e Baccelli, madre e figlia, ch’egli condusse, esordirono negli Amori di Arlecchino, scenario in 3 atti di C. […] Quelli che conoscon la lingua italiana, applaudirono il modo di improvvisar della madre ; ma come tal pregio non poteva essere notato da tutto il pubblico francese, essa non ebbe quel successo che poteva sperare.
Passò il ’53 amoroso in quella di Luigi Robotti e Gaetano Vestri, con la madre Vittorina, scritturata per le parti di madre e seconda donna, e la sorella Carlotta come serva.
Ma per fortuna il padre, uomo di buon senso, la scritturò invece (1837-38) nella Real Compagnia Sarda, come amorosa ingenua, poi prima attrice giovine sotto Carlotta Marchionni, che le fu amica, madre, maestra amorosissima ; ai sacri precetti della quale, affermava ne'suoi ricordi con raro, e direi quasi unico esempio di gratitudine nell’arte nostra, di non essere mai, giovine e adulta, venuta meno. […] La larghezza delle offerte aveva solleticato non poco l’amor proprio della Ristori, nella quale si risvegliò d’un tratto potentissimo l’antico amore dell’arte, che quello di sposa e di madre aveva per alcun po'assopito. […] E la via del cuore la trovò infatti : chè il 28 del '52 la Ristori gli scriveva da Roma : « Nei nostri cuori fece gran senso la Sua lettera, ed in modo speciale nel mio, chè cresciuta, allevata, ed iniziata nell’arte da cotesta Regia Compagnia, me la figuravo un’istituzione imperibile, ed andrei superba di contribuire all’esistenza di questa, come una figlia riconoscente a quella della propria madre. » Ma l’onorario annuo portò, ultima concessione, a 20,000 franchi, che le furon dal Righetti accordati assieme a quanto d’altro chiedeva, in alcun punto solamente e lievemente modificato. […] Ella non vive come una commediante, ma come la più onorata madre di famiglia, compiendo ogni suo dovere, che è per lei la felicità. […] Fu sposa e madre adorata ; e, lasciate le scene, diventò dama d’onore della Regina d’Italia.
L'Adelaide Fabbri, che sostituì nel '32 la madre nobile e caratteristica Isabella Buggi Brangi, restò in Compagnia finchè visse. […] A complemento di questi cenni, metto qui l’elenco della Compagnia per la quaresima del 1842, secondo la distribuzione dell’ originale, e il suo repertorio : Prima amorosa Matilde Chiari Servetta Amalia Colomberti Prima attrice Adelaide Ristori Madre nobile Adelaide Fabbri Attrici generiche Angela Buccinieri Rosa Rizzoli Maria Leigheb Maria Mascherpa Altra amorosa Argenide Dondini Caratteristica Teodora Dondini Primo attore assoluto Antonio Colomberti Primo amoroso Giovanni Leigheb Altro amoroso Agostino Buccinieri Generici Ettore Dondini Enrico Ristori Giuseppe Bignami Francesco Paolini Parti brillanti Cesare Dondini Parti d’aspetto Luigi Cardarelli Parti ingenue Augusta Ristori Cesare Ristori Suggeritore Astorre Rizzoli Poeta Iacopo Ferretti Caratterista e Promiscuo Luigi Gattinelli Tiranni e Padri Paolo Fabbri Primo generico di riguardo Achille Dondini Generici Giorgio Vismara Antonio Ristori Paolo Riva Macchinista — Trovarobe — Due Traduttori — Apparatore repertorio Torquato Tasso di Goldoni – La discordia di quindici anni – Il figlio assassino per la madre – La fedeltà alla prova – Il diadema di Nota – Ditta Scaff e Clerambeau di Scribe – Un fallo – La finta ammalata di Goldoni – Il mulatto – Un matrimonio in Francia sotto Luigi XV – Rifiuto e vendetta – Il custode della moglie altrui – Il galantuomo per transazione di Giraud – Un bicchier d’acqua – Il dominó nero – Pamela nubile di Goldoni – Una catena di Scribe – Gl’ innammorati di Goldoni – Il flagrante delitto – Eulalia Granger – La calunnia di Scribe – Maria Stuarda – Don Cesareo Persepoli – La lettrice – La Pia de' Tolomei – La fuga dal forte di Sant’Andrea di Venezia – Il testamento di una povera donna – La cognata – Don Marzio alla bottega del caffé di Goldoni – Il proscritto – Malvina – Felice come una principessa – Filippo – Papà Goriot – I due Sergenti – Marion de l’Orme.
La troviam poi il 1840 quale madre sotto la Internari, nella Compagnia di Luigi Domeniconi diretta da Giuseppe Coltellini ; e il 1841 collo stesso ruolo in quella di Luigi Pezzana.
Si scritturò poi nel 1860 con Luigi Domeniconi, col quale tornò il ’63, come madre nobile e caratteristica.
.), fu artista di grandissimo pregio, e le Varietà teatrali la citano, quand’era il 1821 madre nobile e caratteristica in Compagnia Job, come la più brava attrice della Compagnia.
Recitava il 1845-46 nel teatrino di Donna Peppa, la madre dei Petito ; e come – dice S.
Recitava le amorose sotto il nome di Eleonora, ma forse le sarebber convenute meglio le parti di tenera madre, e magari quelle di Colombina, che sosteneva malamente la Toscani (V.).
Figlia dei precedenti, continuò l’arte di sua madre, diventando una servetta non comune.
Coll’avanzar degli anni passò alle parti di Madre applauditissima sempre.
ritornaste Nel ventre della madre il seme istesso Concependo di lui parti nefandi. […] Era però verisimile che una madre che la lasciava perire nell’indigenza, volesse appunto in quell’occasione ripigliar la tenerezza di madre? […] Egli non solo é perseguitato dalle Furie vendicatrici, ma é presso ad esser punito per l’uccisione della madre. […] Terpsicore madre di Reso, la quale apparisce in aria sopra di un carro, tenendo il di lui cadavere sanguinoso sulle braccia. […] Questo Ion, a se stesso ignoto e alla madre, sa quale ha poi sposato Xuto, é allevato in Delfo tra’ ministri del tempio di Apollo.
Quella dedicò alla Regina madre e fe’stampare a Parigi in 12° dal Cramoisi nel 1659 ; e il Loret (Muse historique del 31 maggio 1659), così ne scrisse : Aurélia Comédienne, Comédienne Italienne, Comme elle est un fort bel Esprit, Qui bien parle et qui bien écrit, A fait un Prézent à la Reine, D’un Livre sorty de sa Veine En fort beau langage Toscan, Et dont on fait bien du can-can ; Ce Livre est une Pastorale, De beauté, presque sans égale, Et dont les Esprits délicats Feront, assûrément, grand cas, Etant si bien imaginée, Et de si beaux discours ornée, Que pluzieurs ont intention D’en faire la traduction, Ayans sceu que ladite Reine A dit qu’elle en vaut bien la peine. […] Delle poesie di lei vider la luce alcune Poesie musicali composte in diversi tempi, aggiunte alla prima edizione dell’Inganno fortunato, e una raccolta di rime, intitolata : Rifiuti di Pindo, edita in Parigi nel 1666, in 12°, sotto’l nome di Aurelia Fedeli, a proposito del quale si levaron dispute e contese fra’letterati : quello sostenendo che fu per semplice error di proto stampato Fedeli e non Fedele, cioè Aurelia, comica fedele ; questo immaginando che il nome di Fedeli sia quello d’un secondo marito, dovendosi escludere l’error del proto, il quale sarebbe stato continuato da lei e dal figlio di lei, che nelle sue liriche indirizza una poesia a Brigida Fedeli sua madre, a cui tien dietro subito la risposta della signora Brigida Fedeli, madre dell’autore.
Secondo lui, riferito dal Petrai nel suo Spirito delle maschere, egli era il bastardo di un cardinale romano ; cosa che sua madre riuscì a tenergli nascosta sino a ch' ei non ebbe vent’ anni. Ma un giorno il ragazzo venne, non so per quale circostanza, a conoscere la verità, e seppe come sua madre vivesse esclusivamente di una pensione che il prelato le faceva corrispondere dal Vescovado di Milano. […] Sua madre non lo rivide più.
In una delle quali fu conosciuta e sposata dal Fabbrichesi, con cui stette sino alla morte di lui, preclara madre nobile, e ottima caratteristica.
Coll’ avanzar degli anni, si diede ai caratteri sostenuti di Madre e di Regina, in compagnia del figliuolo col quale si recò a Napoli il 1779, ove trovavasi ancora nell’ ’82.
Ferrario ha parole di molto encomio per questa artista, che se fu egregia nelle parti di prima attrice giovine e di seconda donna, che sostenne in Compagnia Goldoni-Riva, poi nella società Bon-Romagnoli-Berlaffa, non la fu meno in quelle di madre, che assunse in età ancor giovanile.
Oggi Laura Tessero, passata ai ruoli di madre, vive la vita di compagnia in compagnia di secondo ordine, con una figlia, avviata anch'essa all’arte de' parenti.
Fu sempre con lui a tutto il '24, cominciando a recitare le parti di madre in Compagnia Vestri.
La madre morì a Mantova di parto nel’49, e Florido esordì, ancor giovinetto, nella Compagnia di Gio. […] Ha il Bertini una sorella, Augusta, già prima amorosa, poi seconda donna, oggi madre e caratteristica, sposa a Raspantini, napoletano, attore, ma più amministratore della compagnia sociale di cui s’è fatto parola.
Viveva ancora alla pubblicazione delle sue Notizie istoriche e aveva un solo figlio per nome Costanzo (il nome della madre ?) […] La madre del Vitalba ?
Passata poi questa con ottima riuscita al ruolo di prima donna, la Giulietta si diede a quello di seconda donna, e di madre.
Avea sposata Marianna Leonardi, giovine veronese, che seguì l’arte del marito, ottenendovi buon successo nel ruolo di madre nobile e seconda donna ; ed entrambi fecer parte sempre di compagnie primarie, tra cui quelle di Dorati e di Raftopulo.
Attrice di bella rinomanza, fu nella giovinezza prima donna egregia ; egregia madre nobile nella maturità, e caratterista perfetta e unica nella vecchiezza.
Lasciò il 25 il ruolo di prima attrice, per darsi a quello di madre nobile e caratterista.
Valentini Rosa, detta la Diana, fu moglie del precedente, e nacque – dice il Bartoli – in Polonia, « mentre la madre sua trattenevasi al servizio di quel monarca, da lui cotanto favorita, che donolle il suo proprio ritratto tempestato di gemme d’inestimabil valore. » Cresciuta in bellezza (vuolsi che dalla maestà di tutta la persona, e dalla ricchezza dei biondi capegli trasparisse la nobiltà del seme di cui dicevasi frutto), e divenuta artista preclara, si sposò a Giovanni Valentini, percorrendo con lui l’Italia, ammiratissima e per le doti fisiche, e per le artistiche.
lli Parfait (pag. 105) — che Dominique (Domenico Biancolelli, il celebre figlio d’Isabella) avea comprata nel villaggio di Bièvre, vicino a Parigi, era un ritratto di sua madre in abito di città, con un paniere in mano, contenente due colombi, per allusione al nome di Colombina, ch’ella portava in teatro. […] E un giorno che l’Isabella col padre, la madre e i figliuoli era a colazione da Buffetto, egli la pregò di volergli lasciare per tutta la giornata il minor di essi Domenico Giuseppe, cognominato Menghino, d’anni 7 e mezzo, ma di tanta svegliatezza che il più delle volte si faceva a racconsolar con belle parole Buffetto dei suoi dolori. […] E le cagioni eran queste : il padre vecchio, la madre aggravatissima, e i figliuoli piccoli.
Propostole il Pezzana, dietro suggerimento del Morelli, che avevala sentita nella Suonatrice d’Arpa, di andar nella sua Compagnia a prendervi il posto di Amalia Fumagalli, vinta dalle lusinghe di lui e dalle preghiere della madre, risolse finalmente di abbandonar l’arte sua diletta, ed esordì a Livorno con grandissimo successo, col nome di Giuseppina Biagini, che fu quello del secondo marito di sua madre.
ra madre per la sua ragazza. […] Lo prego a non tralasciare di favorirmi con sue lettere, unita con padre e madre e Alessandrina humil. […] Per un momento, se bene il Bartoli chiami l’Eularia giovinetta nel 1652, ho pensato che quella potesse essere figliuola di questa, e che la madre di cui chiedeva la vicenda Flaminio (Marco Napolioni) per sua figlia, fosse appunto l’Eularia : ma ecco un’ altra lettera al Duca di Modena dello Zio Tomaso, con data di Ivrea, 13 gennaio del 1643, comunicatami dal Conte Malaguzzi dell’Archivio di Modena, che comincia così : Feci dire nell’ anno passato a Bernardino Coris, Comico, chiamato Silvio, che non s’obbligasse a Compagnia, poichè desiderano il ritorno di lui e di Florinda sua moglie per recitare in comedia………………… ………………………… Non sarebber questi per avventura il padre e la madre, nel cui nome, assieme alla Lessandrina (una sorella minore), l’Orsola saluta il Duca di Mantova ?
Passata, benchè ancor giovane, nel ruolo di seconda donna e madre nella Compagnia Reale di Salvatore Fabbrichesi (V.), seppe serbare coll’ arte sua la bella rinomanza nella quale era salita come prima donna.
Sposatosi a Cherubina Coppetti senese, divenuta comica anch'essa, n’ebbe quattro figliuoli : Elena fu moglie dell’attore, pure di Siena, Silvio Mozzidolfi, e madre dell’attore Napoleone tuttora vivente a Brescia, e di Teresa, prima moglie di Paolo Giacometti.
E conduci pur sempre il pensier mesto al buon Parente, alla pia Madre, a quanti una dolce superbia han de’tuoi vanti…. […] La qual poesia fu inviata da Venezia il 26 gennaio del’46 alla madre dell’Adelia, accompagnata dalla seguente lettera : Signora Marchesa, Ho voluto io stesso mandarle questi versi che mi uscirono spontanei dal core dopo aver conosciuto e apprezzato il nobile ingegno, e l’animo elevato della Contessina Adelia. […] Temendo la madre che queste tenerezze del Prati potessero distoglier l’Adelia dall’arte, glie ne movea rimprovero ; ma l’Adelia serenamente rispondeva : State quieta che la passione della drammatica non è punto scemata e che studio e procuro di farmi onore. ’Sta settimana farò i cannoni. […] Una delle più accanite avversarie alla nuova professione fu la zia Eleonora, Marchesa Ippoliti di Gazzoldo, madre di Alessandro Arrivabene, uomo di alcuna coltura, e direttore a Mantova di quel Mincio, in cui apparver la prima volta, dopo la morte di Adelia, i versi del Prati accennanti a punto alla sospirosa e lagrimosa vita di lei, martire egregia in tramutar di stato, e che sono l’eco fedele, il commento lirico, dirò, delle intime confidenze dell’amica. […] Conforto unico le era l’affetto non mai venuto meno della madre, con cui spesso s’intratteneva per lettere, ch’ella soleva intestare colle soavi parole : « Mamma mia divina. » Povera Adelia !
Nel 1831 ebbe Compagnia in società con Giovanni Falchetti, nella quale figuravan elementi assai più che mediocri, quali la Falchetti prima donna, la Buzzi madre, il Carrani primo attore, il Tessero tiranno, il Pellizza caratterista, Luigi Robotti, Cesare Fabbri, ecc. ecc.
Succedette alla Tessari Maddalena Pelzet, la quale dopo un solo anno dovette andarsene ; e la Pieri tra pel merito reale, e per l’ intrigo del marito, Adamo Alberti, capo socio della Compagnia, diventò la prima donna assoluta dei Fiorentini, fino al '54, in cui fu sostituita da Fanny Sadowski, assumendo essa il ruolo di madre nobile, che sostenne per varj anni, finchè, stanca dell 'arte, il 10 ottobre del 1885 si ritirò dalla scena.
Figlia dei precedenti, fu una ottima prima attrice per le commedie goldoniane e le sentimentali del teatro francese, che al suo tempo inondavan le scene, tradotte dalla madre Gaetana.
Figlia della precedente, ebbe dalla madre sua una educazione non comune : addestratasi nell’arte comica, del ballo e del canto, sapeva già, nel 1782 se ben giovanissima, farsi molto ammirare dal pubblico.
Il rinomato capocomico Romualdo Mascherpa si provò con ardimento inaudito di colmar con lei il gran vuoto lasciatogli in compagnia dall’Amalia Bettini, ma dopo un anno di disastrose vicende, lasciò in libertà la nuova venuta, che andò poi vagando di compagnia in compagnia secondaria come prima donna di spolvero, sino al 1853, in cui passò in un de’teatri nazionali di Napoli, scritturata per le parti di madre nobile.
Era però verisimile che una madre la quale lasciavala perire nell’indigenza, volesse appunto in quella occasione ripigliare la materna tenerezza? […] Egli non solo è perseguitato dalle furie vendicatrici, ma è vicino ad esser punito per l’uccisione della madre. […] La madre ha detto: ah figlia, ah madre sventurata per cagione della tua morte; ed ella ripiglia: la medesima misura di versi conviene allo stato mio, o come traduce il dotto P. […] Segue a ciò una scena assai patetica, in cui Ifigenia rassegnata a morire prendre congedo dalla madre che le va rammentando i suoi più cari. […] Questo Jone a se stesso ignoto e alla madre, che di poi si congiunse in matrimonio con Suto, è allevato in Delfo tra’ ministri del tempio.
Al principio del 1824 seguì con la madre il Fabbrichesi che lasciava Napoli per condurre la Compagnia nell’Italia centrale. […] Il 23 stesso mese il Da Rizzo manda le scritture in bianco con facoltà di aggiungervi, se crede, il nome della madre per le parti caratteristiche. Il 12 agosto da Vercelli Angelo Lipparini scrive alla madre dell’Amalia : Ho veduto alcune lettere scritte da Torino che accertano lo scioglimento col signor Bazzi, di sua figlia. […] La lettera pare non avesse risposta, poichè il Vergnano tornò alla carica, rivolgendosi alla madre, pel desiderio vivissimo di avvicinarsi alla « odierna celebrità drammatica. […] C’era una fijja d’una madre morta, bona e graziosa e se chiamava Stella, poi c’era un padre, una testaccia storta, che strepitava : è quella o nun è quella.
Cedè, il 1826, il ruolo di prima donna a sua figlia Amalia, passando essa a quello di madre nobile, sino al '34, anno della morte di Pieri, dopo il quale scritturò le figliuole Amalia e Luigia a' Fiorentini di Napoli, e il’35 andò a viver con esse fuor dal teatro.
Il ’66 prese in affitto l’Arena Goldoni, che lasciò poi, dopo magri affari, restando a Firenze, sposo in seconde nozze della madre di Gigino Gagliardi, e vivendo pur oggi a ottant’ anni vegeto e robusto. […] La povera madre piangeva, ed io, commosso, presi la lettera e promisi fare tutto il possibile per recapitarla. […] Un giovane signore che aveva assistito al nostro sbarco, propose di condurci in un buon albergo : diede braccio a mia madre, combinò il prezzo del porto delle valigie, e ci usò mille gentilezze. Lo ringraziai e lo pregai di dirci il suo nome : « Io sono Francesco Voller, comico, » mi rispose. « Ed io ho una lettera di sua madre da consegnarle ; » e glie la diedi.
Fatta compagnia egli stesso, ne fu l’Angela per molti anni il principale ornamento, finchè, non volendo ridursi alle parti di seconda donna e di madre, risolse di abbandonar l’arte, stabilendosi a Torino, ove morì verso il 1835.
Passò, non più giovane, a sostener le parti di madre, e morì poi, fuor dell’arte, in Roma, nel 1832, assistita dal vecchio marito e dalla famiglia Ferretti (V.
., prima donna Colomberti Caterina, madre e seconda donna Pianigiani Rosa, servetta Casini Teresa, caratteristica Bocci Luigia, generica Bocci Clementina, ingenua UOMINI Bosio Giuseppe, primo uomo Colomberti Gaetano, tiranno e padre Pini Andrea, amoroso Bocci Luigi, caratterista Calamari Francesco, secondo tiranno Moggi Giuseppe, secondo amoroso e stenterello Colomberti Antonio, ingenuo La Compagnia fece poco incontro perchè erano poco bravi (così il raccoglitore lucchese).
Aveva sposato una Margherita Polinà, prima attrice applaudita, e applaudita madre nobile.
Non ancor vecchia, lasciò il ruolo di prima donna per darsi a quello di madre nobile e caratteristica, facendo fremere sotto le spoglie di Giocasta e Clitennestra, e sbellicar da le risa la sera dopo sotto quelle di Donna Petronilla nella Sposa Sagace di Carlo Goldoni.
Con la Madre d’Amor dal Ciel discese applaudendo le grazie in lieto tuono, stavano l’aure ad ascoltarle intese.
Borisi Amalia, attrice oggi di molti pregi per le parti di madre e caratterista in dialetto veneto, nacque il 1844 da Francesco Ninfa Priuli di famiglia patrizia veneziana, caratterista, e da Annetta Maliani, figlia di un medico, pur di Venezia. […] Morto il padre a Torino nel ’64, ella con la madre e due sorelle restò col Mingoni divenuto allora capocomico.
Battaglia Carlo), non aveva compiuto i quindici anni, quando nella Compagnia di sua madre e del patrigno Francesco Toffoloni, entrò a sostenere il ruolo di prima donna ; nel quale tanto e in sì breve tempo s’innalzò, che Salvatore Fabbrichesi la scritturò nelle veci di Anna Fiorilli Pellandi, quando questa s’unì in società con Paolo Belli-Blanes : e seppe la Cavalletti vincere allora con l’arte sua calda e spontanea la reluttanza del pubblico milanese che credeva di dover sempre sentire la mancanza della celebre artista. […] Diventò pel ’40-41-42 prima attrice madre della Compagnia Verniano, dalla quale si tolse, per ritornare il ’43-44 capocomica al fianco del marito.
A Padova, innamoratosi di un’attrice della Compagnia Boldrini-Peracchi, si scritturò a prova secondo amoroso contro il volere del padre, e aiutato segretamente dalla madre ; ed esordì con la parte di Egidio nelle Scimie di Gherardi del Testa. […] Ma alla madre fu proibito di mandargli il più piccolo soccorso di danaro, di guisa che egli fu costretto a sciogliersi, aspettando il danaro dal padre per tornarsene in patria.
sta bene : non dimenticherò l’indirizzo della sua ditta, quando avrò bisogno de'suoi prodotti. » E di un altro giovine autore, pallido, mingherlino, dal volto triste e spaurito, seminascosto dietro una quinta, a cui la Vitaliani spontaneamente si volse, incoraggiandolo con dolci parole ; e promettendogli di leggere la commedia, che prese con gentile violenza, pose con grazia squisitamente signorile la sua piccola mano nella mano tremante dell’incognito drammaturgo ; e, accomiatatolo, si volse alla Tartufari dicendo : « Umile con gli umili, superba coi superbi : tale è il mio motto. » E di questa sua bontà anche fa fede sua madre, in una lettera a me diretta del '900, in cui dice : « L'Italia è una buona figlia, amorosa ; essa viene spesso a trovarci, e si trova beata e felice quando rimane qualche giorno fra le braccia di sua madre che adora, e dei suoi fratelli e sorelle. » E parlando poi la Tartufari della vasta e solida coltura, di cui la egregia attrice non fa alcuna pompa, intesala un mattino discorrere nel Duomo di Siena dei tempi torbidi e poetici dei comuni con parola sobria, ma colorita e precisa, « Dove trova il tempo lei d’imparare tante cose ?
Morto il padre, peregrinò con la madre che professava sonnambulismo, e una sorella in Piemonte e in Liguria, e finalmente a Firenze, ove stette fino al ’74, recitando con altre giovinette, e mostrando una speciale attitudine al teatro di prosa e di musica.
Ma, avviluppato dalle lusinghe di Angiola comica, per opera specialmente di sua madre, Isabella, la sposò, ed entrò con esse nella Compagnia del Serenissimo di Modena, recitandovi gl’Innamorati sotto il nomedi Orazio.
Questi s’innamora in Venezia di una bella schiava, e senza eseguire la commissione del padre riscatta quella giovine, la sposa e la mena nella casa paterna facendola credere la sorella liberata, ed affermando di aver trovata già morta la madre. Ma questa madre per buona ventura ottiene la libertà, ed arriva in un punto che disturba la tranquillità degli amanti. […] La madre condiscende e promette. S’ incontra con la giovane, ed effettivamente la riconosce per la figlia ed è da lei riconosciuta per sua madre. Le reciproche tenerezze, il pianto che produce naturalmente quest’incontro, vien dal figlio creduto pietoso artificio della madre affettuosa.
Recitò con Ernesto Rossi e con Tommaso Salvini ; condusse per alcun tempo compagnia ; fu prima attrice e prima attrice madre con Ermete Zaccone, a fianco del quale creò, tra l’altre, con buon successo la parte della Magdalena nel Cristo di Bovio.
In esse egli aveva seco la moglie caratterista e madre nobile e due figlie, Luigia e Virginia ; l’una per le parti di giovinetta, l’altra per quelle ingenue.
La morte della madre che l’aveva accompagnata sempre nelle sue peregrinazioni artistiche, le diè tale intensità di dolore, che la poveretta fu per morirne.
Bartoli la disse madre di più figliuoli, moglie amorosa e prudente.