Père de la belle Iphigénie, Achille, fils d’une déesse, le plus vaillant des Grecs, celui qui doit renverser la superbe Troie, Achille recherche en mariage cette fille. […] Pleurez-vous Oreste, Clytemnestre ou la belle Iphigénie ? […] Non, la belle Hélène, que l’insolent Pâris a enlevé à Ménélas, n’était pas plus belle qu’Iphigénie, que l’hymen doit unir au vaillant Achille. […] Non, la belle Helène, que l’insolent Pâris a enlevé à Ménélas, n’était pas plus belle qu’Iphigénie, que l’hymen doit unir au vaillant Achille. […] Non, la belle Hélène, que l’insolent Pâris a enlevé à Ménélas, n’était pas plus belle qu’Iphigénie, que l’hymen doit unir au vaillant Achille.
Null’altro sappiamo di questa Comica per poter soggiungere di lei una più lunga, ed accertata notizia, e solo abbiamo in sua lode un sonetto, tolto alle Gemme liriche, libro citato altra volta da noi, ed è il seguente : O splendori, o cinabri, o fiamme belle, chiome, bocca, zaffiri, in cui si giace il colore, il rossore, il bel che piace degli ori, dei coralli, e delle stelle. […] Cosi già tieni o pregio, o fregio, o gloria nel bel viso, che alletta, incende, e molce, le battaglie, i prigioni, e la vittoria.
Imprudenza è però del mar sonante fidar un sì bel volto al dubio impero : forse non temi il mar benchè sia fiero, perchè stelle propizie hai nel sembiante ? Deh ferma quelle stelle un sol momento, chè se son belle, erranti, ancor non meno belle tu le vedrai nel firmamento.
Bene a te si convien d’Angela il nome, S’anco d’Angelo hai tu forme, e virtudi : E se per belle vie fatichi e sudi, Merti cinte d’alloro aver le chiome. […] Ma nell’ampio del mondo orribil Vallo, Per tua gloria maggior vinci poi tanto, Che pure hai l’alma al par d’un bel cristallo.
Ella ben mille a me alme rubelle mi darà col suo dir, allor che ornato sarà il teatro di sue fiamme belle. […] Giovanni Zignoli (pag. 67) ci parla della sua bellezza e dell’età sua giovanile : Discolorato hai morte il più bel volto nell’età sua più bella e più fiorita…. […] Ma come ciò concorderebbe col bel candore decantato da Francesco Andreini in questo suo sonetto : Or che Delia è sparita, e 'l suo splendore inargenta altre selve ed altri colli, che fia di noi ? […] Delia talor, mentre che nasce e more l’argento tuo, fin là dove t’estolli, le caduche speranze, e i pensier folli nostri rimira col tuo bel candore.
Alla testimonianza Gabbrielli, va subito congiunta quella del Beltrame Barbieri, che nella Supplica (1634) chiama la Celia giovane di belle lettere e comica famosa ; alle quali poi tengon dietro quelle di letterati illustri, e, prima, del Cavaliere Marino, che, nell’ottave 68, 69 e 70 del Canto XVII dell’ Adone, la mette quarta fra le Grazie : Un’altra anco di più, che 'l pregio ha tolto D'ogni rara eccellenza a tutte queste, Aggregata ve n’è, non è già molto, E sempre di sua man la spoglia, e veste, Celia s’appella, e ben del Ciel nel volto Porta la luce, e la beltà Celeste ; Ed oltre ancor, che come il Cielo è bella, Ha l’armonia del Ciel nella favella. […] Beato il Ciel, ch'è tetto a sì bel Mare, Beato il Mar, ch'è specchio a sì bel Cielo. […] O pur mi concedesse amico il Cielo Morir nuovo Leandro in sì bel Mare, Perir nuovo Fetonte in sì bel Cielo.
Il di lei spirito, le grazie, la civetteria decente e gastigata, una profonda conoscenza del carattere della sua parte, e tutto ciò unito ad una figura non alta ma proporzionata perfettamente, congiunta ad un bel volto adorno da due occhi nerissimi pieni di malizia, e ad una voce, benchè un poco nasale, gratissima all’orecchio : tutte queste belle doti la rendevano la favorita del Pubblico.
Il che fa rimettere alla memoria quel tal comico che prima della distribuzione di una commedia soleva dire : « se ghe xe un bel primo attor, lo fazo mi ; se ghe xe un bel caratterista, lo fazo mi ; se ghe xe un bel brillante, lo fazo mi ; se ghe xe un sbrufarisi (parte inconcludente) ti lo farà ti !!!