Ei solo, penetrando più addentro nello spirito delle regole, sa fino a qual punto debbano esse incatenar il genio, e quando questo possa legittimamente spezzarne i legami: sa stabilir i confini tra l’autorità e la ragione, tra l’arbitrario e l’intrinseco: sa perdonar i difetti in grazia delle virtù, e misurar il pregio delle virtù per l’effetto, che ne producono. […] Non solo la cognizione richiedesi, e il possesso di quelle leggi ricavate dal consenso comune, e dalla esperienza, onde l’autore possa dettare intorno alle cose un ben fondato giudizio: non sol gli è d’uopo investigare il legame segreto, che corre tra il genio della nazione e la natura dello spettacolo, tra il genere di letteratura, che è il principal argomento dell’opera, e gli altri che gli tengono mano, ma indispensabile diviene per lui eziandio l’erudizione, quell’erudizione medesima, della quale l’uomo di genio fa così poco conto, e senza cui niuno storico edifizio può alzarsi. […] Su questi materiali, e su altri che mi procacciai altronde colla diligenza, scortato ovunque dal giudizio di persone intelligenti nei vari e moltiplici rami di che mi convien ragionare, giunsi a distendere la presente storia di quel brillante spettacolo sì caro all’Italia, il quale pel complesso di tutti i piaceri dello spirito, della immaginazione, del cuore, della vista e dell’udito combinati insieme ad agitar l’animo dell’uomo e sorprenderlo, è senza dubbio il maggiore sforzo delle belle arti congiunte, e il diletto più perfezionato, che da esse attender possa la politica società. […] Quanto a me animato perfettamente da spirito repubblicano in punto di lettere ho sempre stimato, che la verità e la libertà debbano essere l’unica insegna di chi non vuol avvilire il rispettabile nome d’autore: ho creduto, che l’accondiscender ai pregiudizi divenga egualmente nuocevole agli avanzamenti del gusto di quella che lo sia ai’ progressi della morale il patteggiare coi vizi: ho pensato, che la verace stima verso una nazione non meno che verso le persone private non si manifesti con cerimoniosi e mentiti riguardi, figli per lo più dell’interesse, o della paura, ma col renderle senza invidia la giustizia che merita, e col dirle senza timore le verità di cui abbisognai ho giudicato, che siccome l’amico, che riprende, palesa più sincera affezione che non il cortigiano che adula, così più vantaggiosa opinione dimostra ad altrui chi capace il crede d’ascoltar ragione in causa propria che non faccia quell’altro, il quale tanto acciecato il suppone dall’amor proprio che non possa sostener a viso fermo l’aspetto della verità conosciuta: mi sono finalmente avvisato, che se il rispetto per un particolare mi sollecitava a usare di qualche parzialità, il rispetto vieppiù grande che deggio avere per il pubblico , mi vietava il farlo, facendomi vedere cotal parzialità biasimevole, e ingiusta.
E io credo si possa dedurne che questa, altra non fosse dall’ Antonia Isola detta Lavinia, sorella dell’Angiola, divenuta poi moglie di Antonio Torri, detto Lelio in comedia, che assieme a Lei formava il migliore ornamento della compagnia. ….
quale che possa porsi in confronto de’ due Corneille, del Racine, del Piron, del Crebillon, del Voltaire? […] Qual commediante nelle Spagne (senza eccettuarne Lope de Rueda che fu il Livio Andronico di quelle contrade) si è talmente accreditato che contar si possa tra’ migliori autori al pari del Vega, del Calderon, del Moreto, del Solis, del Roxas &c.
III cap. 3), e singolarmente dopo quella de’ longobardi, io non credo che si possa additare alcun componimento di scena, o che si possa trovare negli scrittori indicio alcuno, che sui teatri si recitasse veruna azione drammatica.
È peccato che io non possa trascriver siffatte scene. […] Batta, detto Pantalone, che in una lettera allo stesso ministro tocca del Beretta ; la scrittura del quale, dice, non sa come possa conciliarsi con quella di suo figlio Virginio, che gli raccomanda vivamente.
mo Dalla compitissima Sua sento le glorie fracesi, che già comincio a vedere che la fortuna, a cura ma questo poco m’importa, sono gl’otto scudi delle botte che mi danno fastidio, La pregho andare dal Signor Giuseppe Priori, cassiero del Monte, e dirli che mi fauorisca auuisarmi per qual causa non ha pagato una mia polizza d’una doppia dicendo non auer denari de miei, e farsi dare una notarella del nostro, conto, perche mi pare che tenghi assai più nelle mani, se pure a riscosso li denari dal Ebreo Rossi al quale uendei il Vino, auendo il suddetto Signor Priori acettato di riceuer lui il mio credito e darmene credito, che in tal caso corre la somma per conto suo, che per altro, io non avrei dato il Vino, oltre di che di Conto Vecchio ui è qualche bagatella senza questi che lo pregho prenderne Nota distinta accio possa regolarmi, e ne do carico a V. […] r Castellano, e seguito che sij auuisarmi accio possa ualermene.
Quanto a me che, come sapete, vi amo d’un purissimo affetto, io sento che, per giungere dove io vorrei, mi mancano le forze : e sinceramente vi dico che siete più innanzi nella vostra arte di quello ch'io sia e possa esserlo nella mia. […] La vidi crescere, e a lei gradita di liete imagini spargo la vita ; per lei si veggano figlie d’amore mille risorgere ridenti aurore, ed io precedere possa quel di, nunzio di gioje sempre cosi.
E tanto pur dee bastare perché, col favore di qualche principe virtuoso, possa forse anche un giorno risalire nell’antico suo pregio una scenica rappresentazione che per più riguardi meriterebbe di aver luogo tra’ pensieri di coloro che sono preposti al governo delle cose.
La prima sera che si diede l’ Otello al Teatro Italiano di Parigi, Folchetto (Capponi) telegrafò al Fanfulla parole troppo lusinghiere per me, perchè io possa ripeterle.
ma a darmi qualche risposta in questo particolare aciò possa consolarlo questo Giovane, et non havendo che sogiungere, riverentis.º me l’inchino con la mia putta. […] mo Starò qui in Venetia sin venerdì pross.º venturo per sapere dove deve la compagnia deve principiare, et a qual parte deve incaminarsi, come nella sua mi accenna, giacchè la mia putta sta assai bene et è in stato di potersi mettere in viaggio, la prego dunque a portarmene l’avviso aciò possa parteciparlo ad Oratio e pantalone che qui si ritrovano, et doppo partirmi subito per bologna, dove per miei interessi mi converrà trattenere al mancho otto giorni, non ho che agiungere se non supplicarla di novo per lettera di Ferrara per la Gabella, et augurando insieme con la mia putta a V.
., nella quale l’haviso d’una altra impertinenza di Flaminio, pure qui gliel’acenno, acciò anche questa la possa scrivere. […] A. mentre lo ritrovano a cantare, voi fareste disperarmi, poichè sono tanto importune che non credo possa far di meno di non disperarsi leziendole, lo prego però a perdonarmi del ardire, conoscendo che il tutto nasce dalla necessità che mi stimola ad essere ardita.
Paris, Charpentier, 1863) sugli studi di Poyne Collier, si possa rilevar nulla di chiaro e di preciso intorno alla Compagnia de’ Gelosi che fu in Francia nel ’77.
te che le comedie di costì non li piaccino, nè possa qui goder le sue che p. la dio gratia a tutti q.
Le sue recitazioni del Manfredo di Byron, illustrato con grande orchestra da Schumann ; di monologhi suoi e ballate di Bürger, di Schiller, di Marradi con musica per pianoforte di Bellìo, di Liszt e di Ricci ; dell’ Egmont di Goethe, testè compendiato in bei versi italiani a commentare le armonie di Beethoven, hanno fatto comprendere come l’arte della parola possa utilmente e piacevolmente sposarsi al canto indefinito della musica strumentale. Nè basta : il Rasi ha voluto e saputo altresì dimostrare come una sapiente recitazione possa da sola servir di commento alla poesia, mettendone in rilievo le più riposte bellezze.
Selim I formidabile a’ nemici, godendo nella pace di quel piacere, che, secondo la sua massima favorita, é il maggiore che possa desiderarsi in questa vita, «il regnare senza temer verun nemico domestico o straniero», coltivava con felicità la poesia turca.
Amo l’arte ovunque si trovi, e anche se il romantico e il convenzionale sanno persuadermi e far vibrare la mia anima per modo che io possa trasfondere nel pubblico la commozione mia, li accetto. » Di qui la grande varietà del suo repertorio : accanto a Hedda Gabler, Suor Teresa ; a Casa paterna, Zaza ; a Maria Stuarda, La Locandiera ; a Debora, Fedora ; a Tosca, Adriana Lecouvreur ; a Seconda moglie, Frou Frou ; a Casa di bambola.
E come mutar potriano, salvo se nella corte di un qualche principe caro alle Muse presiedesse al teatro un abile direttore, in cui al buon volere fosse giunta la possa?
Essendo egli poi stato l’unico movente, per cui l’Italia possa pregiarsi d’aver sortito anch' essa un Eccellente Poeta comico nel celebratissimo Goldoni, non avendo perciò da invidiare alla Francia il suo Molière, si viene per lui a stabilire un’ epoca considerabile nella storia del nostro Teatro.
ma di conceder la licenza a detta Compagnia che possa in quel tempo recitar sola che l’ascriuero à mio singolariss.
Un esempio più recente poteva vederne il Signor Lampillas ne’ Drammi di Cervantes, e di Andres Prey, che non esistono da quasi due Secoli, e pure se ne favella in tanti libri, sì che non si possa giustamente dubitare, che abbiano una volta esistito.
Per le commedie non v’ha tra tanti e tanti commedianti chi uscisse dalla mediocrità, ove se n’accettui il solo Moliere, che colse le palme prime, ed il Dancourt assai debole attore, che pur dee contarsi tra’ buoni autori; là dove contansi fuori della classe de’ commedianti di mestiere tanti stimabili scrittori comici, come Des Touches, Regnard, Du-Freny, Saint-Foi, Piron, Gresset e cento altri Qual commediante nelle Spagne (senza eccettuarne Lope de Rueda, che fu il Livio, Andronico di quella penisola) si è talmente accreditato che contar si possa tra’ migliori scrittori al pari del Vega, del Calderòn, del Moreto, del Solis, del Roxas, di Leandro, de Moratin?
Non vi ha chi non possa imparare a memoria e recitar da la scena, ciò ch’egli ha imparato a memoria : ma dal comico italiano si richiede ben altro.
Corbolo con molte astuzie cerca di puntellare la sua menzogna cadente ; ma il vecchio insospettito mena seco il Cremonino, per esaminarlo in casa senza che Corbolo possa interromperlo. […] Cintio teme che il Negromante colla sua scienza possa scoprire il proprio secreto, e con Fazio, e col servo Temolo parla della fama delle di lui opere prodigiose. […] Parmi che dalla prima scena possa rilevarsi che si sia tal commedia rappresentata intorno al 1506. […] E se ne ha lette alcune, come mai osò dire esser esse così sfornite d’arte, di spirito e di gusto che neppure di una sola possa sostenersi la lettura a? […] Adunque codesto scempiato cianciatore copista, fralle commedie dell’Ariosto, del Bentivoglio, del Macchiavelli, del Caro, dell’Oddi e di altri venti almeno scrittori riputati, egli non ne trova una che si possa leggere da un uomo di spirito?
Corbolo con molte astuzie cerca di puntellare la sua menzogna cadente; ma il vecchio insospettito mena seco il Cremonino per esaminarlo in casa senza che Corbolo possa interromperlo. […] Cintio teme che il Negromante colla sua scienza possa scoprire il proprio secreto, e con Fazio e col servo Temolo parla della fama delle di lui opere prodigiose. […] Parmi che dalla prima scena possa rilevarsi che si sia tal commedia rappresentata intorno al 1506. […] E se ne ha lette alcune, come mai osò dire esser esse così sfornite d’arte, di spirito e di gusto che neppure di una sola possa sostenersi la lettura 128? […] Adunque fralle commedie dell’Ariosto, del Bentivoglio, del Caro, dell’Oddi, dell’Ambra ecc. egli non ne trova una che si possa leggere?
Alice è quel pescetto che, salato, serve per aguzza appetito e non per vivanda ; che forse ha voluto significare che Celia, perch’io possa satiarmi di Lauinia, per aguzza appetito mi ha servito. […] Non si trova che il solo silenzio, che lo possa esprimere, poichè per essere incomprensibile non si può narrare.
Le rime edite a Lucca furon precedute dalla pubblicazione di : Osservazioni sopra le stanze del signor Giulio Cesare Beccelli, nelle quali sostiene, che la Poesia possa più della Pittura.
In fatti nulla parmi che si possa aggiugnere a ciò che adduce M. […] Tutti gli spartimenti erano di modo divisi, che gli apici degli angoli de’ gradini sarebbero stati toccati da una retta tirata dal primo dell’ima all’ultimo gradino della summa cavea; cosa secondo l’anzilodato architetto Latino ben necessaria in un edifizio teatrale, affinchè la voce possa diffondersi senza impedimento.
Io non so quanti siensi approfittati del di lui consiglio se non per poetar bene almeno per cianciar male; non so poi se possa esservi uomo dotato di ugual malignità e stupidezza che possa adottare i di lui sentimenti.
; ed in questa per voler troppo comparire naturale, cade nella freddezza. » Dalle quali parole mi pare si possa oggi trarre argomento di molta lode per l’egregio artista.
E fortunate, Se a que’ cantori desiati tanto Tutta la possa del valor canoro Piacque sempre spiegar !
Tuttavia non lascerò mai di prendere le vostre parti in qualunque occasione possa nascerne, e se saprò qualche novità, ve ne scriverò in Francia 18. […] [Intro.5] Protesta finalmente l’autore che quantunque non sappia aver detto cosa di cui la nostra santa religione possa offendersi, pure, se qualche parola gli fosse sfuggita delle usate per chi compone, intende di conservare sino alla morte sentimenti indubitati di vero cattolico. […] [1.125ED] E così lodo quel genio tragico che a tutta possa si astiene da simili annodamenti gordiani che non si possono sciogliere senza tagliarli, e lodo in questo fra gli altri l’autore del tuo Papiniano. [1.126ED] La ragione si è che a ciascheduno di noi privati, come di quelli che per poco prendiamo degli sbagli e che piccoli affari abbiam per le mani e siamo meno osservatori e meno osservati, avvengono cose che quando ci avvengono sogliam dire parer così inverisimili che raccontate in un romanzo o rappresentate in una commedia sarebbero derise come impossibili; e pur le abbiam provate noi vere e non v’è uomo privato che nel corso della sua vita non ne possa numerar qualcheduna di questa tempra bizzarra ed apparentemente incredibile. […] [4.117ED] A ciò ti rispondo che sbagli se credi che l’ascoltante con tutto questo possa tanto ingannarsi che creda veri i pianti della famosa Flaminia rappresentante la vergine Ifigenia; e pure all’udirla il popolo piange; ma sai perché? […] [5.74ED] Gli abiti sian gioiellati e con ricami che fingan oro ed argento, e tagliati per lo più alla reale. [5.75ED] Le voci siano tali e in tal quantità che il compositor della musica possa intrecciarle così che l’una faccia risaltare l’altra invece di opprimerla, mercé delle quali avvertenze già sarem noi in sicuro del profitto degl’impresari o siano appaltatori dell’opere in musica.
Nè io nego che alcun difetto possa notarvisi: come se ne possono notare ne’ buoni Drammatici Greci, non che in quelli che precedettero ad Eschilo, e come se ne notano in Seneca e in altri Drammatici Latini.
Noi tardiamo a portargli le sue commedie, con la speranza che possa essere cambiato, cosa di cui si è sparsa voce ….
In fattinulla parmi che si possa aggiungere a ciò che adduce m. […] Tutti gli spartimenti erano di modo separati, che gli apici degli angoli de’ gradini sarebbero stati toccati da una retta tirata dal primo dell’ima all’ultimo scalino della summa cavea; cosa secondo l’anzilodato architetto latino ben necessaria in un edifizio teatrale, affinchè la voce possa diffondersi senza impedimento.
Nella XIVª, quella cioè del modo di concertare il soggetto, ufficio esclusivo del Direttore di Compagnia, egli dice : Il Corago, Guida-Maestro, o più pratico della conversazione deve concertare il soggetto prima di farsi, acciocchè si sappia il contenuto della comedia, s’intenda dove hanno da terminare i discorsi e si possa indagare concertando qualche arguzia, o lazzo nuovo. […] ri, ho cercato col tener questa compagnia insieme che egli possa sostentarsi cavandone utile che veramente mi rincresce che resti tolto a questo povero galanthuomo che sempre è vissuto in maniera da capir per tutto.
Se al vostro giudizio sembra, che la costruzione de’ Teatri di Madrid possa intaccare il gusto della nazione, io vi dico spiattellatamente che v’ingannate: se credete che io così pensi, protesto che v’ingannate ancora.
Quanto poi al Rosa (aggiugne il citato Baldinucci che ciò racconta) non è chi possa mai dir tanto che basti, dico della parte ch’ei fece di Pascariello e Francesco Maria Agli negoziante Bolognese in età di sessanta anni portava a maraviglia quella del Dottor Graziano, e durò più anni a venire a posta da Bologna a Firenze lasciando i negozii per tre mesi, solamente per fine di trovarsi a recitare con Salvadore, e faceva con esso scene tali, che le rise che alzavansi fra gli ascoltatori senza intermissione o riposo, e per lungo spazio, imponevano silenzio talora all’uno talora all’altro ed io che in que’ tempi mi trovai col Rosa, ed ascoltai alcuna di quelle commedie, sò che verissima cosa fu che non mancò alcuno che per soverchio di violenza delle medesime risa fu a pericolo di crepare.
Possiate esercitare questa arte benefica per cent’anni ancora e possa la sana gioia, che voi seminate con tanta larghezza, esservi restituita in tanta salute e in tanta gloria.
Quel solo che con maggior franchezza possa asserirsi, è che il suo uso è antichissimo. […] Dal che pare che il protagonista d’un carattere mediocre possa interessar più assai che un altro di carattere sublime. […] Io non so ad altri che ne paia; ma quanto è a me, le cadenze son pure la più sazievol cosa ch’io mi possa udire. […] Io non intendo come un simil compendio possa essere eseguito in una sinfonia d’apertura. […] Le pitture particolarmente del divin Raffaello vanno tant’oltre in questo genere, ch’io non so chi vi sia che gliene possa contendere il primato.
Il cavaliere Giambatista della Porta diede alla luce il suo Ulisse nel 1614, nella quale dee lodarsi la scelta del protagonista, la naturalezza, la regolarità ed il patetico, sebbene non possa paragonarsi nell’eloquenza dello stile e nell’armonia della versificazione col Torrismondo e colla Semiramide. […] Benchè lo stile non possa dirsi difettoso per arditezze o arguzie, essendo anzi elegante, vivace, naturale; è non pertanto a mio avviso lontano dal carattere tragico, nè credo che il rimanente, cioè azione, caratteri, interessi, alla tragica maestà più si convenga. […] Esse meritarono lodi dagli eruditi per la regolarità e perchè ben sostengono il decoro tragico, benchè possa notarvisi molta languidezza nell’azione ed il dialogo soverchio prolisso.
[4] Si vuol rappresentare il tormento più squisito e più crudele che possa trovar ricetto nel cuor d’un amante, la certezza, cioè, d’essere stata l’involontaria cagione della morte della sua amata? […] L’arte di far comparire spaziosi e grandi i luoghi ristrettissimi, l’agevolezza e rapidità di volger in un batter d’occhio le scene, la maniera di variar artificiosamente il chiarore dei lumi, e soprattutto l’invenzione dei punti accidentali, ovvero sia la maniera di veder le scene per angolo, condussero la scienza della illusione al sommo cui possa arrivare.
Il mio libro è “degno di esser letto”, ma il giornalista fa tutto il possibile perché nessuno il legga criticandolo perpetuamente, non dando la menoma idea delle materie che vi si trattano, né della maniera con cui vengono trattate, non indicando veruna delle riflessioni ch’ho cercato di spargere utili al progresso della musica e alla perfezione del gusto, passando insomma sotto un silenzio ingiusto quel poco di nuovo e di passabile che per avventura vi possa essere, e che tanti altri accreditati scrittori d’Italia hanno avutala gentilezza di rilevare. […] Ecco un elogio della nostra armonia maggiore assai di quanti ne possa fare l’estrattista. […] In secondo luogo è anche falsissimo che non si possa instituire un paragon ragionevole fra le due musiche, quantunque non ci sia del tutto nota l’indole dell’armonia de’ Greci. […] Nel luogo da lui citato 204 io non ho mai detto che la nostra musica non possa accoppiarsi ad ogni genere di poesia; ho detto soltanto «che per una generale inavvedutezza noi abbiamo esclusi dal genere musicale quasi tutte le moltiplici specie della poesia». […] Ecco il sillogismo: se per «istruire, e incivilire gli uomini giovano molto le buone rappresentazioni teatrali, e se gli spettacoli sono necessari ad una nazione per trattenerla con qualche onesto passatempo», dunque, la conseguenza doveva essere l’abbondanza de’ teatri e la frequenza degli spettacoli provano l’avanzamento delle virtù politiche in un paese, ma la conseguenza è dunque «crediamo appunto che anche perciò l’Italia possa dirsi fortunata».
Ma pregherò (se trai nemici i prieghi Loco aver pon) che così tronco almeno Il cadavere mio le si conceda, Sovra di cui sfogar l’acerba doglia La sventurata possa e consolarsi Almen co’ funerali ultimi ufficj . . .
Dovettero dunque in quell’età esservi favole sceniche in copia maggiore di quello che oggi possa riferirsi.
Dovettero dunque in quell’età esservi favole sceniche in copia maggiore di quello che oggi possa riferirsi.
», aggiunge : dopo lui non è rimasto all’arte comica un Pantalone, per cui da altri possa nutrirsi la speranza di vederlo in questi tempi uguagliato giammai.
Il Bartoli annunzia il suo futuro ufficio di conduttore e direttore di una compagnia, « atta forse ad emulare le andate glorie de' prelodati Gelosi e Confidenti », ed augura possa con lui rifiorire « sulle italiche scene l’antica virtù della famiglia Andreini ».
che io sempre a tal proposito dirò, tanti pœnitentiam non emo), moltiplichiamo le nostre ciancie, purchè ci troviamo i nostri conti, cioè finchè io mi diverta nel mio ozio, ed Ella possa approfittarsi del diletto che porge ad alcuni suoi paesani.
Oltre a ciò non so come vi possa inspirare tanta fiducia un Letterato terris jactatus, & alto vi superum, intento a corteggiare una potentissima Nazione, la quale per altro ricchissima di vere glorie non cura per risplendere nelle armi nella polizia, e nelle Lettere, di vanti immaginarj, presunti, o stiracchiati a forza di congetture apologetiche.
No so, come se possa in bona legge Metter chi non offende in derision.
al buon volere fosse giunta la possa: Dante, Inf., XXXI, 56: «s’aggiugne al mal volere ed a la possa».
Ma questo difetto e qualche altro che possa notarsi in questo dramma, faranno si che ne venga a perdere la natura drammatica? faranno che possa cancellarsi dal numero delle poesie sceniche volgari del secolo XV?
Ma questo difetto e qualche altro che possa notarsi in questo dramma, faranno sì che ne venga a perdere la natura di dramma? faranno che possa cancellarsi dal numero delle poesie sceniche volgari del XV secolo?
Nella prima, per esempio, venuto Carlino a scoprire che il Curato di Saint-Méry avea ricusato di seppellire un parrocchiano, perchè comico, scrive argutamente al Ganganelli : io non mi so spiegare come possa conciliarsi la protezione della Corte con questa severità della Chiesa. […] Al terzo atto, egli studia il modo di vendicarsi di sua moglie ; risolve di abbandonarla ; ma per lasciarle un segno dell’ira sua, e punirla dell’oltraggio fattogli, appicca l’incendio alla capanna ; nè pur pensa a salvare suo figlio, volendo sterminar tutto quanto possa attestare del suo disonore.
Le si compongono larghe assai e con pochissime note: le guide soltanto della melodia; ond’egli vi possa dipoi supplire a suo talento, e metterci quanto gli aggrada del suo.
Quanto a me, senza imbarazzarmi in una teoria, in ogni arcano della quale credo impossibil cosa il penetrare, sono d’avviso che guardar si possa la musica sotto un altro punto di vista ancor più vantaggioso de’ primi. […] Avvegnaché vi sieno dei filosofi, i quali sostengono che parlando a rigore non avvi lingua alcuna che possa dirsi superiore ad ogni altra, e che le diverse qualità degli idiomi essendo puramente arbitrarie e dipendenti dai costumi, dagli usi, e dal carattere dei popoli non contengono cosa che meriti una preferenza esclusiva: io porto ciò nonostante opinione che sebbene le lingue sieno strumenti arbitrari e fattizi delle nostre idee, niente di meno questi strumenti ponno essere, e sono in realtà più aspri o più dolci, più lenti o più rapidi, più deboli o più forti gli uni degli altri. […] Potremmo eziandio comparare allora i nostri tuoni con quelli degli antichi, e venirne a capo, avvegnacchè io non possa convenire con M.
ma del suo Signor Padre, ch’ io al partir di Torino (durando questi suoi capricci) ch’ io la possa lasciare, perchè non c’ è ordine ; et per cavarne S. A. il vero, faccia che parli con l’ Ambasciatore ; per vita sua, per l’ amor che mi porta, procuri che non potendo più soffrirla, ch’ io con gli altri compagni possa impiantarla, che vedrà che nessuno starà seco, poi che è da tutti odiata ; in grazia me ne avvisi ch’ io le giuro che se ottengo questo, che allora soffrirò più di core, sapendo ch’ io potrei volendo lasciarla, et ella forse ciò intendendo potria essere più donna da bene.
Quindi la natural divisione della poesia musicale in recitativo semplice, recitativo obbligato ed aria; divisione troppo necessaria nei nostri sistemi di armonia e di lingua, ma la quale per motivi contrari non era né poteva esser tale presso agli antichi Greci. cosicché tutta la teoria della espressione nel moderno melodramma si racchiude nella soluzione del seguente problema: Assegnare fino a qual punto l’accento naturale della lingua possa divenir musicale, e fino a qual punto la musica deva approssimarsi all’accento naturale. […] Siccome tutte le cose create perciò appunto che sono create hanno dei limiti e siccome i limiti suppongono imperfezione nell’essere ove si trovano, così non è possibile scoprir nell’universo un oggetto tanto assoluto e compito che possa servire di archetipo all’alta meta che si propongono le arti. […] Quindi la sorpresa mista di sdegno colla quale uno straniero nuovo alle impressioni riguarda l’insulto che si vuol fare alla sua ragione dandogli ad intendere che i soli Italiani hanno colpito nel segno, e che ad essi unicamente appartiene il conservar il deposito della bellezza musicale; asserzione, che vien provata da loro esagerando i pregi di questo brillante spettacolo, ma che resta subito smentita dall’intimo sentimento di chi gli ascolta, poiché invece della sublime illusione che gli si prometteva, invece di trovar quel congegnamento mirabile di tutte le belle arti che dovrebbe pur essere il più nobil prodotto del genio, altro egli non vede nell’opera fuorché una moltitudine di personaggi vestiti all’eroica, i quali vengono, s’incontrano, tengono aperta la bocca per un quarto d’ora, e por partono senza che lo spettatore possa capire a qual fine ciò si faccia, riducendosi tutto, come l’universo nel sistema di Leibnitzio, a pure apparenze o prestigi. […] Converrebbe cioè prima di tutto sapere se vi sia un genere di musica assoluto e universale, che debba piacere ugualmente in tutti i tempi, e presso a tutti i popoli della terra; se il diletto che genera la musica sia un diletto di educazione fattizio, oppure inerente all’azione intrinseca di quell’arte; se il carattere vago e arbitrario, del quale vien rimproverata la musica, sia peculiare della nostra oppure di ogni altra musica conosciuta finora; se il fondamento di tale accusa si debba ripetere dall’armonia o dalla melodia ovvero dall’una e dall’altra; se consista nell’uso che si fa delle consonanze o nella illimitata licenza che si prendono i musici nell’adoperare le dissonale; se provenga dalla mancanza in natura d’un suono generatore fisso e determinato che possa riguardarsi come principio inalterabile degli altri suoni; se la perdita della prosodia poetica possa aver contribuito a render l’azione della musica vaga ed incerta; se vi sia probabile speranza di dare una maggiore stabilità e fermezza ai gusti musicali ecc.
Ma lasciando cotal impegno (più utile e di maggior conseguenza che non si crede comunemente) ad altri scrittori più profondi, passiamo a disaminare qual uso possa farsi della danza nel melodramma. […] A questi s’accostò il buon Jason, e feceli arare posto loro il giogo, e l’aratro, e poi seminò i denti del dracone; e nacquero a poco a poco del palco uomini armati all’antica, tanto bene quanto cred’io che si possa; e questi ballarono una fiera moresca per ammazzar Jason; e quando furono all’entrare, s’ammazzavano ad uno ad uno, ma non si vedevano morire. […] All’alzarsi la gran tela compariva l’Amore, il quale, levandosi dagli occhi la benda, chiamava la luce invitandola che venisse a diffondersi dappertutto, affinchè dando alle cose co’ suoi colori mille forme diverse, egli ne possa scegliere quella che più a grado le sia. […] [37] Adoperando l’inventore dei balli uno strumento così difettoso come lo è una tragedia od una commedia fatta coi soli gesti non è da maravigliarsi che non possa mantener le promesse fatte allo spettatore. […] Bisognerebbe conoscere assai poco il sistema dei teatri italiani per lusingarsi che possa altrimenti accadere.
Demeneto padre troppo indulgente compassiona il figliuolo Argirippo innamorato di Filenia meretrice e bisognoso di danaro, senza che egli possa sovvenirlo, perchè le proprie entrate si maneggiano dalla moglie e da un servo a lei addetto chiamato Saurea. […] La moglie di Lisimaco che era in villa arriva in sua casa in tal punto, e trovatavi la giovane non senza apparente fondamento sospetta ch’esser possa qualche intrigo del marito, e strepita contro di lui. Carino perduta Pasicompsa, nè sapendo ove esser possa, disperato pensa di prendere volontario esiglio da Atene. […] Anzi non io (Tossilo dice) ma qualche altro che possa fingersi forestiere, cosa non difficile, non essendo scorsi che sei mesi dalla venuta del ruffiano da Megara in questa città. […] Lenniselene per la sua fante Sofoclidisca manda un biglietto a Tossilo suo amante, e questi con un altro spedisce a lei Pegnio, incaricandogli di affrettarsi in modo, che possa trovarsi in casa quando egli pensi che sia ancora da Lenniselene.
La giovane Rufina carattere freddo ma di buona morale nella scena II del II vorrebbe che Cortines suo padre (sarto di mestiere che si adira se altri se ne sovvenga, e vuol passar per nobile) venisse richiamato alla ragione col mostrarglisi per qualche via gl’inconvenienti della sua vanità; ma come buona figliuola teme che tal disinganno accader possa con danno o dispiacere del padre.
Né avvi solo chi pianga davvero al pianto simulato della finta Didone, e chi rida a tutta possa all’astuzie di un Davo; ma chi anche per lungo tratto l’orme di tal finzione nel suo cuor conservando, le mediti, le riproduca in se stesso, e ne favelli sovente col medesimo ardore ne’ privati colloqui.
Non si capisce però dagli spagnuoli, come un pantano possa dirsi vil altivo.
Si trovano uomini che hanno massime in capo tanto abbarbicate, che non vi è ragione che le possa svellere.
Nella recitazione alle Logge di Firenze (il gennaio del ’93) della Pamela nubile in memoria del primo centenario della morte di Carlo Goldoni, con Tommaso Salvini Bonfil, ella, fedele interprete degli intendimenti artistici di un tanto maestro, mostrò a qual grado di perfezione si possa salire.
È l’attore più vero e più efficace che si possa udire ; col progredire negli anni sono scomparse anche le piccole mende d’un tempo, e finchè avremo artisti di questa fatta non dobbiamo disperare interamente del teatro italiano.
Di più se è di notte, sì che non possa esser veduto, ond’è che sopravviene un altro che lo ravvisa? […] Strepsiade domanda in qual modo possa venirne a capo. […] Ma affinchè io possa tutto narrarti, prendi questo parasole, e tienlo sopra di me sì che io non sia veduto dagli Dei. […] Cremilo nol permette; gli dice che egli è uomo dabbene; e gli fa sperare di adoperarsi perchè possa ricuperar la vista. […] Intanto i di lui compagni non sanno dar fede a Carione, nè persuadersi come un cieco pitocco e pieno di malanni possa arricchirli.
Aggiungasi, qualor si possa, alla massa de i loro bei pensieri, ma son giudizio e profonda sagacità; quantunque il comico dica, e sia pur troppo vero, Nil dictum quin dictum prius. […] Se Anocreonte rinascesse, dubito che scrivesse in Italiano un’ode né più armoniosa, né più dolce di questa: Oh che felici pianti, Di due bell’alme amanti Purché si possa dir, Quel core é mio. […] «Tengo per fermo (trascriviamo ancora qui un dotto squarcio d’un’aurea lettera dell’eruditissimo signor Vespasiano) esser difficilissimo che l’Italia possa avere coll’andar del tempo un secondo Metastasio (così il Cielo ne conservi lungamente il primo).
Se v’ha tralle tragedie Latine conservate alcuna che possa sostenere il confronto delle Greche, è questa Medea. […] Tutto va senza intoppi al suo scopo, tutto è animato dalla passione, e pochi sono que’ passi, ne’ quali possa dirsi di aver più parte la mente che il cuore. […] Porta l’ultimo colpo a questa infelice madre il pensiero che sopravviene ad Ulisse di spargere al mare almeno le ceneri di Ettore, abbattendo la di lui tomba, quando non si possa avere il di lui figlio per ucciderlo.
Il cavaliere Giambatista della Porta diede alla luce il suo Ulisse nel 1614, nella quale dee lodarsi la scelta del protagonista, la naturalezza, la regolarità ed il patetico, sebbene non possa paragonarsi nell’eleganza dello stile e nell’armonia della versificazione co’ Torrismondi e colle Semiramidi. […] Benchè lo stile non possa dirsi difettoso per arditezze o arguzie, essendo anzi elegante, vivace, naturale, è non per tanto a mio avviso lontano dal carattere tragico; nè credo che il rimanente, cioè azione, caratteri, interessi, alla tragica maestà più si convenga.
Non credo adunque (per tornare al Cabotto) che il Lampillas, per quanto egli siesi apologista spacciato, possa fondarsi senza pericolo di esser deriso, sul non essere stato quel valoroso argonauta veneziano impiegato in Ispagna pel corso di quindici anni per mostrare la di lui insuffcienza.
Non credo adunque (per tornare al Cabotto) che il Lampillas, per quanto egli siasi apologista spacciato, possa fondarsi senza pericolo di esser deriso, sul non essere stato quel valoroso argonauta Veneziano impiegato in Ispagna pel corso di quindici anni, per mostrare la di lui insufficienza.
I nostri imani compagni de geni celesti la impiegano nelle nostre moschee qualora si leggono le sacre pagine del Koran, all’esempio di Daoud (Davide) (possa l’Essere supremo ricolmarlo di favori!) […] Non so se la conghiettura di questo erudito possa dirsi abbastanza fondata; dirò soltanto che l’usanza è tale da non ismentire la sua barbara origine. […] Se non è concepibile in qual guisa le voci diverse e gli strumenti cantassero tutti all’unisono nei cori degli antichi, più difficile è ancora l’immaginarsi come la moltiplicità e varietà degli accordi che richiede il contrappunto possa produrre una determinata e individuale passione. […] Non si niega che da siffatto contrasto non possa per opera d’un valente compositore cagionarsi talvolta una combinazione dei suoni che diletti l’udito per la sua vaghezza ed artifizio e tale è appunto il merito intrinseco della moderna musica, dove l’arte d’intrecciare le modulazioni, la bellezza delle transizioni e dei passaggi, l’artifiziose circolazioni intorno al medesimo tuono, la maestria nello sviluppare e condurre i motivi, in una parola le bellezze estetiche dell’armonia sono pervenute ad un grado d’eccellenza sconosciuto affatto agli antichi; ma egli è indubitabile che siffatto artifizio non è atto ad eccitar le passioni, e che l’intrinseca ripugnanza che regna nel sistema della nostra armonia (ripugnanza nata dal comprendere insieme più spezie contrarie di movimento) le toglierà sempre mai il diritto di gareggiar colla greca nella quale siccome non trovavansi le squisitezze armoniche della moderna, così non si trovavan nemmeno le sue contraddizioni; il tutto era anzi al suo scopo maravigliosamente diretto.
Lascio poi che l’istruzione morale che dee prefiggersi un buon tragico, non si scorge in tal tragedia quale esser possa. […] IV Olvia è sicura poi che tal diserzione sia sincera e che non possa essere uno stratagemma? […] A chi non ne avesse veduta alcuna copia delle duemila che se ne sparsero per li due mondi, non increscerà di vederne quì il più breve estratto che si possa. […] Non si capisce come possa dirsi fenomeno rarissimo e pellegrino l’ardore che in lui cagiona il pianto di Rachele.
Purché si possa dir: Quel core è mio. […] [12] Nei quali esempi, come generalmente nelle poesie di Metastasio, è da osservarsi la destrezza colla quale ha egli saputo dare a’ suoi versi quel grado di armonia che è necessaria affinchè la melodia musicale vi si possa insieme accoppiare senza renderli troppo sostenuti e sonori, come sono comunemente i versi dei poemi non cantabili. […] Credi, Achior, che possa Cosa alcuna prodursi Senza la sua cagion? […] Col quale avvitamento tanto più agevolmente è divenuto signore degli animi quanto che le persone gentili gli appone il loro spontaneamente, nulla temendo da lui che allarmar possa il loro pudore, anzi trovandovi dipinta al vivo la propria situazione artifiziosamente scolpata. […] Non si sà, per addurne un qualche esempio, capire come Amilcare ambasciatore di Cartago in mezzo alle cure di una importantissima commissione fra le due repubbliche, abbia l’agio di sospirare tranquillamente per una schiava sugli occhi degli emoli ed austeri Romani; come Fulvio inviato da Roma per decider sul destino del mondo fra Cesare e Catone possa, senz’abbassar il proprio carattere, amoreggiar sul teatro la vedova del gran Pompeo; come Cesare, che tutt’altra cosa dovea rivolgere allor nel pensiero fuorché il badare ad una galanteria inutile, pur s’intertenga anch’egli a far il cascante, esprimendosi colla bella non altrimenti che far potesse un Celadone od un Aminta.
Demeneto padre troppo indulgente compassiona il figliuolo Argirippo innamorato di Filenia meretrice e bisognoso di denaro, senza che egli possa sovvenirlo, perchè le proprie entrate si maneggiano dalla moglie e da un servo a lei addetto chiamato Saurea. […] La moglie di Lisimaco che era in villa arriva in sua casa in tal punto, e trovatavi la giovane non senza apparente fondamento sospetta ch’esser possa qualche- intrigo del marito e strepita contro di lui. Carino perduta Pasicompsa, nè sapendo ovo esser possa, disperato pensa di prendere volontario esiglio da Ateno. […] Anzi non io (Tossilo dice); ma qualche altro che possa fingersi forestiere; cosa non difficile, non essendo scorsi che sei mesi dalla venuta del Ruffiano da Megara in questa città. […] Lenniselene per la sua fante Sofoclidisca manda un biglietto a Tossilo suo amante, e questi con un altro spedisce a lei Pegnio, incaricandogli di affrettarsi in modo, che possa trovarsi in casa quando egli pensi che sia ancora da Lenniselene.
Talvolta molti secoli scorrono senza che la storia possa annoverarne uno solo. […] Gli insetti della letteratura, coloro cioè che ronzan dintorno alle più fangose paludi del Parnaso, sono appunto i soli che ardiscano a metter mano in una spezie di poesia la più scabrosa, la più dilicata, la più diffìcile di quante possa offrire la ragione poetica. […] Se v’ha qualche carattere o qualche situazione che possa dirsi appasssionata, come per lo più lo sono gli avvenimenti d’Ipermestra e di Linceo, quelle sono ricopiate dal romano originale; del suo non ha egli messo fuorché una serie di quadri dove si vede essersi il poeta abbandonato alla falsa massima attribuita a Voltaire «frappez plutôt fort que juste».
Da quanto riferito abbiamo de’ Tragici Latini di quest’epoca, e della precedente, non parmi che negar si possa che la lingua latina si prestasse felicemente al genio tragico, come accennò Orazio, Et spirat tragicum satis, et feliciter audet. […] Tutto va senza intoppi al suo scopo, tutto è animato dalla passione, ed havvi pochi passi ne’ quali possa dirsi di aver più parte la mente che il cuore. […] Porta l’ultimo colpo all’infelice madre il pensiero che sopravviene ad Ulisse di spargere al mare almeno le ceneri di Ettore abbattendo la di lui tomba, quando non si possa avere il di lui figlio per ucciderlo.
Il Francisco Ysabella di Linz non poteva dunque riguardare gli Andreini, per quanto strana possa parere la coincidenza di quei nomi, di cui, se disgiunti dagli Andreini, non abbiam, per quel tempo, altre notizie. […] Tanto potere e tanta forza tengo, ch’auanti a me non è nessun, che possa resistere ; e ben spesso a pugna vengo con Orsi e Draghi ; e fo la terra rossa del sangue loro, e a mensa mi trattengo con basilischi e Tigri, e in una scossa getto a terra le torri, e vo sì a dentro, che fo tremar l’abisso e tutto il centro. […] Udite, udite, questa è una gran possa, pian, pian finisco il mio combattimento ; Caucaso, Tauro, Atlante, Olimpo, & Ossa, sentendomi parlar prendon spavento : e al mover del mio piè si move, e scossa il globo tutto, & al fuggir non lento Marte si mostra, e per i miei furori non v’è più donne, Cavalier, nè amori.