Per esempio la prima aria dell’atto I non si canta se non dopo 126 versi recitati, e 32 versi poi sono seguiti da due arie: nell’atto II si recitano 150 versi prima di sentire un’ aria, e 70 versi soli fanno nascere cinque pezzi di musica, cioè tre arie, una cavatina ed un recitativo obbligato: altri 98 versi poi precedono un’ altra aria. […] Servano di esempio le seguenti formole: suspender el animo con dones, per dire di vincerlo con regali; chiamar argonautas marinari che non navigano sulla nave Argo nè si distinguono per eccellenza almeno; concretar las græcias per esprimere l’ accumular le grazie o simil cosa; la metafora insieme e l’ antitesi puerile di borrar triunsos y escribir tragedias attribuito all’ira del guerriero Achille; l’ idiotismo di advitrio per arbitrio o alvedrio &c.
Chi non ricorda, per esempio, il Marecat de' Nostri intimi con quella enorme pancia, con quella faccia rosea, ridente, piena, fatta di bambagia, nè già grottesca come quella di un siur Cámola, ma ritraente un de'più belli e simpatici tipi di grasso borghese ?
Rammenta bensì con giusto disdegno come un esempio di pazzia la goffa tragedia del Paolino alla moda francese uscita nel 1740 che Montiano stesso nomina coll’ultimo disprezzo. […] Lo stile è diffuso e pesante, e sparso nel tempo stesso di formole famigliari, e poco gravi, sia per esempio questa della prima scena Romper de mi silencio la clausura, e quest’altra Basta à quedar solvente de mi cargo, Y aùn tal vez accreedor à gracias tuyas. […] Chi avrebbe (diamone un esempio) omessa nelle favole eroiche o la Judia de Toledo, o Dar la vida por su Dama, o los Amantes de Teruel, le quali sempre riempiono di spettatori le scene spagnuole, per eleggere Eco y Narciso nojosa favola mitologica di Calderòn de la Barca che più non si recita? […] Con più senno egli ad esempio del Francese si sarebbe dipartito dal Greco nello scioglimento, in vece di adottarne la macchina a’ nostri tempi non credibile. […] Il Bermudez fu un plagiario convinto, il Trissino inventore nel suo dramma; il primo peccò nelle unità, il secondo insegnò all’Europa la greca esattezza; il primo formò un atto quinto assai freddo ed insipido, il secondo riuscì molto interessante appunto nello scioglimento; il primo intepidì la passione di Don Pietro colle affettate espressioni, il secondo è tutto semplicità e verità; il primo posteriore a tanti altri moderni tragici ebbe pur bisogno di copiare la favola e i pensieri del Ferreira, il secondo formandosi su i Greci servì di esempio a tutte le moderne nazioni nel far risorgere la tragedia regolare in Europa.
Non incresce tanto in tal componimento un buon numero d’incoerenze, ed il piano mal congegnato, quanto il pessimo esempio che ne risulta per chi v’assiste, per cui meriterebbe d’escludersi dalle scene mal grado della riuscita che ebbe sul teatro dell’Opera comica della strada Favart. […] Chi approverà un esempio siffatto sulla scena?
Chi però fu esempio al Liveri, o chi potrà seguirlo nell’imitare con indicibile verisimiglianza e nel decoro che caratterizza la sua commedia? […] Ad esempio or del Liveri or del Cirillo scrissero altri Napoletani senza farli dimenticare.
Ridesterei lo zelo dei ministri dell’altare acciocché più non trovasse ricetto nel domicilio augusto della divinità un pregiudizio che non può far a meno, che non la offenda, e metterei loro sotto gli occhi l’esempio del Pontefice Clemente XIV, il quale (se mal non m’appongo) riaccese di nuovo i fulmini del Vaticano contro ai crudeli promotori della evirazione. […] E è l’uomo di buon senso che non deva fremere nel veder per esempio Radamisto che, ferito in un braccio da Tiridate, continua ancora a gestire per tutta l’azione col braccio ferito, come l’avesse pur sano? […] Il risultato non per tanto della imitazion musicale benché tale qual è non esista nella natura, ha nondimeno in essa il suo fondamento, poiché sebbene non trovisi alcun oggetto sonoro in particolare che presenti all’orecchio la serie dei tuoni contenuti nell’aria, per esempio, “se mai senti spirarti sul volto” di Gluck, egli è però indubitabile che separatamente presi si trovano tutti nella voce delle persone da passioni amorose agitate. […] O nasca un siffatto fenomeno dalla impressione più gagliarda che i suoni musicali fanno sui nostri nervi, o dalla compiacenza che risulta nell’anima dal veder imitati gli oggetti, o dal piacere riflesso che ha lo spirito ritrovando nuova materia dove esercitare la sua facoltà pensatrice e comparativa, o dalla sensazione analoga a noi che produce l’idea dell’armonia compresa negli intervalli musicali, o dal complesso di molte altre idee accessorie che s’uniscono a quella della immediata espressione dei sentimenti, certo è che dall’aggregato e dalla scelta dei colori che il musico aggiugne al quadro preso a dipingere, ne deriva un cumulo di piaceri maggiori assai di quello che ne risulterebbe dagli stessi originali imitati; nulla avendo di strano anzi essendo molto conforme alla quotidiana esperienza che i tuoni musici che rappresentano, per esempio, le gelose smanie di Poro, ci riescano più gradevoli, e ci muovano più assai che nol farebbe la voce naturale di Poro s’esprimesse quelle smanie medesime, come un serpente od una tigre che ci farebbero inorridire in mezzo ad una campagna, ci dilettano al sommo quando gli vediamo maestrevolmente imitati dal pittore. […] Ora siccome la natura e la combinazione degli accennati elementi non è sempre la stessa nell’umano discorso, ma variano entrambe secondo l’indole e il grado delle passioni, essendo certo che l’andamento per esempio della malinconia è tardo e uniforme, quello dello sdegno rapido e precipitato, quello delle passioni composte disuguale e interrotto; così nel canto dovrebbesi in ciascuna cantilena variare il tempo, il movimento e il ritmo musicale secondo l’espressione delle parole, e la natura dell’affetto individuale che si vuol rappresentare; né passar si dovrebbe dai tuoni più piccoli e bassi ai più alti ed acuti, né discender poscia da questi agl’imi senza la debita graduazione e verità di rapporto.
Anzi da Ateneo vien biasimato di aver il primo introdotto con mal esempio le persone degli ubbriachi nella tragedia, e da Aristofane nelle Rane atto V, sc. 1, fu condannato di frase asaphis non intelligibile per bocca di Euripide.
Così appare in un repertorio non molto caro alla grossa massa degli spettatori, ma pur adattatissimo a mettere in mostra le qualità più sostanziali d’una indole artistica : in quello goldoniano, per esempio.
Commentando, per esempio, il passo di S. […] A un tale, per esempio, ricchissimo e non dabbene, egli scrive crudissime verità ; dice (Lett.
Nella Essagerazione fatta in riva al Serchio, abbiamo più distesamente che qui il vivo desiderio di monacar le due figliuole, alle quali mostra a color fosco le pene del matrimonio, a esempio di sè forse, alla cui poca felicità maritale accenna in quei versi della Canzone : Imeneo legommi, avvinto ne’ cui lacci or vivo, e stommi venduta libertà senz’alcun prezzo ; e ’l pentirsi non vale in ciò da sezzo.
I quali se non sono un chiaro esempio di poesia, traggon valore dalla notizia che ci danno dell’opera artistica del Gabbrielli, che evidentemente non si arrestava alla maestria varia del musicista, nè alle buffonate della maschera, ma sapeva anche spaziar degnamente nel campo della tragedia.
La nazione nè vide sulle scene nè più si ricorda di essersi impressa nel 1713 una traduzione del Cinna di Francesco Pizarro Piccolomini; e rammenta con giusto disdegno come un esempio di pazzia la goffa tragedia del Paolino alla moda francese uscita nel 1740, che Montiano stesso nomina coll’ultimo disprezzo. […] Con più senno egli ad esempio del Francese si sarebbe dipartito dal Greco nello scioglimento, invece di adottarne la machina a’ nostri tempi non credibile. […] Chi avrebbe (diamone un esempio) omessa nelle favole dette eroiche o la Judia de Toledo, o Dar la vida por su Dama, o los Amantes de Teruel, le quali sempre riempiono di spettatori le scene spagnuole, per eleggere Eco y Narciso nojosa favola mitologica di Calderon che più non si recita? […] Il Bermudez fu un plagiario convinto, il Trissino inventore del suo dramma: il primo peccò nelle unità, il secondo insegnò all’Europa la greca esattezza: il primo formò un atto quinto assai freddo ed insipido, il secondo riuscì più interessante appunto nello scioglimento: il primo intepidì la passione di Don Pietro colle affettate espressioni, il secondo è tutto semplicità e verità: il primo posteriore a tanti altri moderni tragici pure ebbe bisogno di copiare la favola ed i pensieri del Ferreira, il secondo non si formò che su i Greci, e fu di esempio a tutte le nazioni moderne nel far risorgere la tragedia.
Chi però servì di esempio al Liveri, o chi potrà seguirlo nell’imitare con indicibile verisimiglianza e col decoro che caratterizza la sua commedia ? […] Agostino le rimprovera anche il prete Tramezzino preso per maestro, ed il poco buono esempio che dà alla figlia, stando sempre in conversazione e servendosi di lei per zimbello, ed il conte Ciuffini che disturba qualunque partito si presenti per la figlia. […] Il Palomba fini i suoi giorni con varie mostruosità sceniche, che servirono di esempio e di guida ad un folto sciamo di nojosissime cicale, fino a tanto che piacque al sagace Giambatista Lorenzi noto poeta del secolo XVIII di scrivere opere buffe. […] Se fu perchè così a lui piacque, piace a noi con sua pace di anteporre al suo dettato la natura l’arte e l’esempio de’ Greci, di Racine e di Metastasio, e tener l’ambizione Vitellia per teatrale. […] Orgando dice ad Adelvolto, se il cielo abborre i rei, e ne fa vendetta, io lascerò nel tuo scempio un tremendo Della giustizia sua celebre esempio.
Egli indubitatamente colla sua feracità, e colla ricchezza della sua fantasia avrebbe scritto meno, e riscosso maggiore, e più giusto, e più suffistente applauso, sviando col proprio esempio dalla Penisola il torrente limaccioso delle Favole stravaganti, e divenendo in tal guisa il Padre del buon Teatro Castigliano, come del Francese lo divenne Pietro Corneille. […] Nel cuor della Lombardia un Real Protettore, un Sovrano Infante di Spagna ha dato all’Italia il glorioso impulso, e alle Nazioni Estere l’illustre esempio, perchè la Tragedia e la Commedia rifiorisca, rinnovando gli antichi Certami.
Non manca nè di nobiltà, nè di regolarità, nè porta la taccia degli eccessi di stile, ne’ quali trascorse a suo tempo l’amena letteratura; ma col disborso l’autore tentò invano insegnare che nelle tragedie, sul di lui esempio, dovessero usarsi i versi rimati. […] Osservisi (per dar qualche esempio della maestà e della proprietà dello stile) il magnanimo carattere di Cleopatra.
Pietro Cornelio nato in Roano nel 1606 il quale sin dal 1625 colla sua Melite cominciò a prendere superiorità su i contemporanei, e le cui sette commedie prime, benchè sì difettose, promettevano un ingegno non volgare che giva formandosi: prese in prima a purgar la scena nazionale dalle indecenze, indi ad ammettere la contrastatà regolarità, e a cercar la nobiltà nello stile co’ precetti e col proprio esempio. […] Cirano di Bergerac nato nel Perigord nel 1620 e morto nel 1655 fece una tragedia della Morte di Agrippina, e nel personaggio di Sejano diede il primo esempio delle massime ardite usate poscia da moderni tragici della Francia con tal frequenza ed intemperanza, che, al dir del Palissot, ne sono essi divenuti ridicoli; or che diremo di certi ultimi Italiani che hanno portato al colmo questo difetto?
La Francia vicina (dice il lodato Storico Inglese) prima di ogni altra regione verso il XII secolo approfittossi del bell’ esempio, il quale di mano in mano si comunicò all’Alemagna, indi alla Spagna, all’Inghilterra ed alla Scozia. […] Il regno de’ Longobardi in Italia ne porge un chiaro esempio.
Carlo Collè segretario e lettore del duca d’Orleans nato in Parigi nel 1709 è uno de’ Francesi che hanno ritenuta la giusta idea della comica giovialità, resistendo alla seduzione del cattivo esempio de’ comici lagrimanti. […] Abbonda solo Di giolivi pedanti ogni adunanza: Sulle orme lor nelle festive cene Ragionar sanno ancor gli appaltatori: Son di decenza esempio i nostri abati: Di studio e di saviezza i curiali.
Eccone un esempio (prosegue Gellio) cui giova premettere L’argomento della favola.
Aristotile lo caratterizzò egregiamente con questo esempio: cada una statua nel punto che passi sotto di essa l’uccisore di colui che rappresenta, e questa caduta naturale per combinazione diventa maravigliosa.
Nel discorso di Medusa nel Perseo cantata nel 1682 diede l’esempio ancora d’un maschio stile, Je porte l’èpouvante et la mort en tous lieux.
Da questo medesimo fatto possiamo eziandio rilevare che le rappresentazioni Spartane altro non fossero che burlette, o mimi; non essendovi esempio in Grecia che le donne rappresentassero in tragedie o commedie.
. : ma per gli attori che, pur essendo al par di quegli sciagurati negazione di arte, con illeciti mezzi strappavan applausi a i pubblici che avean nome d’intelligenti, e che preferivano, ad esempio, una meschina compagnia rappresentante il Prometeo di Troilo Malipiero ad altra di cui faceva parte il gran Vestri ; che accorrevan a un teatro ove recitava una compagnia Zocchi, composta degli attori più abbietti, mentre in altro era la grande trinità artistica De Marini, Vestri e Modena…. ; oh, per quelli, il Bonazzi fu un vero demonio !
Ma per fortuna il padre, uomo di buon senso, la scritturò invece (1837-38) nella Real Compagnia Sarda, come amorosa ingenua, poi prima attrice giovine sotto Carlotta Marchionni, che le fu amica, madre, maestra amorosissima ; ai sacri precetti della quale, affermava ne'suoi ricordi con raro, e direi quasi unico esempio di gratitudine nell’arte nostra, di non essere mai, giovine e adulta, venuta meno.
In tutti que’ luoghi ce ne serviamo soltanto come di cose indifferenti e semplici passatempi, e siamo ben lontani dal riguardare come oggetti di somma importanza o come un affare di stato la musica fatta, per esempio, dal Gluk sull’Alceste del Calsabigi, o le sinfonie per accademia o per camera composte dall’Hayden. […] «Né giova dire che la voce acuta, per esempio, come estremo più intenso, essendo la dominante, si sentirà distintamente a confronto delle altre voci, e però potrà produrre il suo effetto. […] [70] E appunto perché le buone composizioni di Piccini, Sacchini, Guglielmi, Sarti, Paesello, Anfossi e Gluk meritano che si parli con distinzione, l’autore delle Rivoluzioni ha parlato con distinzione ed ha cavato l’esempio del recitativo obligato, del rondò, dell’aria e delle altre parti che ha preso a disaminare dal Borghi, dall’Andreozzi, dall’Astaritta e da più altri, che non sono né Gluck, né Anfossi, né Paesello, né Sarti, né Guglielmi, né Puccini, né Sacchini. […] [79] «S’egli vuol sostenere, per esempio, che la musica sia decaduta, perché nel primo tomo parlando della melodia si è lasciato uscir di penna il seguente paragrafo? […] Per esempio, nella prima scena dell’Atto IV. dell’Ecuba d’Euripide tradotta dal Signor Mattei con molto brio e molta disinvoltura, trova egli un duetto in due versi greci d’Euripide tradotti da lui in questa guisa: Ecuba ed uno del coro } a 2: «Ahi chi udì, chi vide mai Chi provò di quel ch’io sento Un affanno, ed un tormento Più terribile e crudel?
Nel mentovato codice, vien riferito, anzi proposto per esempio il primo versetto d’una canzone provenzale posta sotto le note secondo la musica di que’ tempi. […] Anzi se vero è, come molti scrittori affermano, che il Petrarca trovasse fra i provenzali l’incitamento e l’esempio al suo poetare, e che il canzoniere di questo poeta debba considerarsi quale compimento e perfezione di quel genere di poesia, converrà dire che il ramo della ragione poetica coltivata dai provenzali, indi trasferito in Italia ne producesse frutti d’un sapore sconosciuto perfettamente agli antichi, e che che ne dicano in contrario gli idolatri dell’antichità, e gli armenti della filosofia che si pascolano negli orti d’Epicuro, superiore altrettanto a ciò che lasciarono in quel genere la Grecia e il Lazio quanto il purificar la natura è preferibile al dipignerla schiava de’ sensi, e quanto le idee dell’amor razionale sono più poeti che e più sublimi che non quelle dell’amor sensitivo o meccanico. […] Abbiamo l’esempio sul principio del secolo decimoterzo nel celebre Imperadore Federigo Secondo gran protettore dei poeti , e de’ musici richiamati da tutte le parti per ornare, e illeggiadrir la sua Corte, il quale non si sdegnò di poetare in lingua non ancor ben purgata dalle siciliane maniere, e di far cantare dagli altri, e cantar egli stesso i suoi componimenti. […] Succedettero in seguito i madrigali, dei quali abbiamo fra i primi l’esempio in quelli di Lemmo pistoiese posti in musica dal Casella compositore di cui ne fa menzione il Dante, e nelle tante madrigalesse, ballate, villanelle, serenate, villotte alla napoletana, ed alla siciliana, e in altri componimenti cantati per tutta l’Italia, e posti in musica persin da celebri donne, che gareggiavano coi più gran compositori.
Ecco la sacra informe materia teatrale che nasce, per ciò che nel precedente volume divisammo, in ogni terreno, senza che se ne prenda da altri popoli l’esempio, nella quale per lungo tempo rimangono antiqui vestigia ruris. […] In Grecia però la rozza satirica materia de’ cori villeschi, senza esempio di altro popolo, avea prodotta la poesia scenica; ma tra’ Romani sì l’accennata sacra poesia gesticolata che i rozzi diverbii Fescennini ebbero bisogno dell’esempio degli Etruschi perchè essi passassero a conoscere e ad esercitar l’arte ludicra. […] Queste sono favole di cattivo esempio. […] Serva di esempio quest’altro squarcio che io così traduco: Toss.
Che l’unità in quelle cose che si gustano successivamente come, per esempio, nella musica, è più difficile a comprendersi, che nelle cose, le quali si veggono in un colpo d’occhio come, per esempio, i lavori dell’archittetura o della pittura.
Non può ragionevolmente rigettarsi l’opinione di chi afferma che tali poeti degl’infimi tempi e de’ mezzani non avessero preso l’esempio da essi conosciuto per sola tradizione da primi antichissimi Cantori e Rapsodi della Grecia, e posteriormente dagli Scaldi della Scandinavia e da’ Bardi poeti Celti della Gallia, della Scozia, dell’Irlanda e del paese di Galles nella Gran Brettagna. […] Il regno de’ Longobardi in Italia ne porge un chiaro esempio.
Senza dubbio questo poeta mostrò a prova di non conoscer veruna delle regole, le quali é più difficil cosa ignorare che sapere: non separò li tragico dal comico: dove elevò lo stile, si perdé nel lirico, e per lo più stravagante: abbellì i vizi, e diede un aspetto di virtù alle debolezze: se alcun componimento di mal esempio, qual é il Galàn sin Dama: molti ne scrisse estremamente spropositati, come il Purgatorio de San Patricio, e ’l Joseph de las Mugeres, e altri: cadde in mille errori di mitologia, di storia, di geografia: non vide gl’inconvenienti inevitabili nella rappresentazione de’ suoi autos sacramentales, ne’ quali si espongono i misteri della religione non rare volte con interpretazioni e allegorie fantastiche e con giochetti puerili sulle parole, e sempre con buffonate de’ personaggi ridicoli182.
Graf : gustavo modena | per altezza d’ingegno | per carità di patria | per integrita di vita | degno di accompagnarsi coi sommi | l’arte scenica aderse | a magistero supremo | di verita di virtu di bellezza | memorabile esempio | a imitatori ed emuli | di vera gloria bramosi. | 1803-1861.
Non ci fermiamo nelle minute obbiezioni del per altro erudito Robortelli fatte a questa favola che spira per tutto grandezza e nobiltà e un patetico interessante; per esempio, ch’egli è assurda cosa il trovarsi Prometeo in tutta la sua rappresentazione alla vista dell’uditorio, essere gl’interlocutori tutti numi, e cose simili.
Da questo medesimo fatto possiamo eziandio rilevare che le rappresentazioni Spartane altro non fossero che burlette o mimi; non essendovi esempio in Grecia che le donne rappresentassero nelle tragedie e commedie.
), piacque a taluno rappresentar la maschera del Dottore con serietà ; ma di tal maniera non ci resta esempio scritto, fuorchè sotto il nome di Pedante, nelle rappresentazioni più o meno classiche : segno evidente che il tipo vero del Graziano ebbe al cospetto del pubblico per base unica la saccenteria ignorante, la etimologia insulsa, la storpiatura grottesca de’vocaboli, la buffoneria delle citazioni latine.
Ecco la sacra informe materia teatralo che nasce (per ciò che nel primo volume divisammo) in ogni terreno, senza che se ne prenda da altri popoli l’esempio, nella quale per lungo tempo rimangono antiqui vestigia ruris. […] In Grecia però la rozza satirica materia de’ cori villeschi, senza esempio di altro popolo, avea prodotta la poesia scenica; ma tra’ Romani sì l’accennata sacra poesia gesticolata che i rozzi diverbii Fescennini ebbero bisogno dell’esempio degli Etruschi perchè essi passassero a conoscere e ad esercitar l’arte ludicra. […] Favole sono queste di cattivo esempio. […] Serva di esempio quest’altro squarcio che io cosi traduco: Tos.
Partendo dal principio della unità accennata di sopra, conobbero essi che essendo fatto non il canto per gli strumenti, ma piuttosto gli strumenti pel canto, non doveano quelli primeggiar sulla voce del cantore, ma regolarla soltanto, sostenerla, e rinvigorirla; che essendo ciascuno stromento necessario in parte al fine propostosi, non dovea l’uno impedir l’azione dell’altro cosicché il basso, per esempio, affogasse la voce di tutta l’orchestra, o gli stromenti da fiato signoreggiassero su quelli da corda, o questi all’incontro su quelli; che non convenendo mischiare fra loro suoni di diversa natura, faceva di mestieri collocar insieme gli strumenti della medesima spezie, acciò si accordassero meglio e con maggior esattezza suonassero; che i bassi però si dovessero interpolare or qua or là per tutta l’orchestra, giacché da essi dipende la movenza, e l’andamento d’ogni buon’armonia; che non essendo a proposito qualunque sgomento per produrre qualunque suono, bisognava studiar bene la natura di ciascuno per meglio combinarli fra loro, e farli muovere a luogo e tempo; che i subalterni dovevano esser intieramente subordinati al maestro, e posti in maniera che potessero esser tutti insieme veduti e veder anch’essi scambievolmente chi suona il clavicembalo; che bisognava avvezzar di buon ora i sonatori alla giustezza del tempo, e a regolar il loro movimento colla mossa generale degli altri, affinchè l’aggregato de’ suoni avesse quell’unità, senza cui non havvi senso o significato alcun nella musica. […] Roma, dove la particolar esecuzione della musica sacra avea da lungo tempo introdotta la necessità degli studi e de’ maestri, fioriva allora per l’industria e pe’ talenti dei Fedi, e di Giuseppe Amadori, i quali uniti con esempio non troppo comune ai letterati in fratellevole amicizia cogli altri uomini valenti nell’arte del suono e della composizione, comunicavansi a vicenda i lor sentimenti e le osservazioni loro al comune giudizio esponevano, onde poi copiosi lumi ritraeva ciascheduno per corregerne i propri difetti, per migliorarne il piano di educazion musicale, e per dilatarne i confini dell’arte.
Se io pretendessi difendere gli abusi del nostro Canto, non mi varrebbe l’antico esempio, e direste bene. […] Pure a me sembra, che in questo esempio state in termini troppo generali, ed armeggiate alla larga.
Sia poi che ’l nobile fiorentino Ottavio Rinuccini (il quale fu gentiluomo di camera d’Errico IV re di Francia, e non commediante, come dice ne’ suoi Giudizi il Baillet, ripresone a ragione dal Bayle) s’inducesse per l’esempio del Vecchi a formar del dramma e della musica un tutto inseparabile in un componimento eroico e meglio ragionato, o sia che le medesime idee del Vecchi gli sopravvenissero senza che l’uno sapesse dell’altro, egli é certo che ’l Rinuccini col consiglio del signor Giacomo Corsi intelligente di musica mostrò all’Italia i primi melodrammi regolari, la Dafne, l’Euridice, e l’Arianna. […] Ad esempio del Trissino maneggiarono poi nella Francia l’istesso suggetto Antonio di Montchretien nel 1600, Niccola di Montreux nel 1601, Giovanni Mairet nel 1635 e Pietro Corneille nel 1663.
Aggiugnerò solo un altro esempio della seconda Traduzione.
E l’esempio di Omero come potè sfuggire all’acutezza del Critico?
Di quì nacque che non volendo gli attori mimici esser tenuti da meno nell’arte di rappresentare, si divisero dalla commedia e l’esempio eccitò altri rappresentatori ancora a separarsene, lasciando ai Comedi la nuda commedia, e così ciascana specie di attori diessi a rappresentar separatamente le proprie farse.
Secondo Gioseffo ebreo Nabucco ne diede il primo esempio facendo smaschiare gli schiavi Ebrei.
La nazione posta un movimento applaudi al disegno di una riforma, ma molti ne disapprovavano il mezzo scelto, cioè l’esempio de’ Francesi.
Di quì nacque che non volendo gli attori mimici esser tenuti da meno nell’arte di rappresentare, si divisero dalla commedia, e l’esempio eccitò altri rappresentatori ancora a separarsene, lasciando ai comedi la nuda commedia, e così ciascuna specie di attori diessi a rappresentar separatamente le proprie farse.
Cornelio seguendo l’esempio di Pietro trasportarono, come dicemmo, diverse favole spagnuole al lor teatro, purgandole per lo più dalle principali irregolarità, ma sovente sfigurandole e convertendo in bassezze scurrili le grazie originali10.
Egli che insegnò col suo esempio l’arte di congiungere felicemente nella poesia italiana la forza e l’evidenza dell’Alighieri alla vaghezza e leggiadria del Petrarca, scrisse in latino alcuni melodrammi tragici elegantissimi. […] Ecco poi con quale scelerata e falsa massima l’infame con detestabile insidioso esempio conchiude, L’arti son queste di fondar gl’imperi. […] Conchiude: E’ necessario un memorando esempio Crudel ma giusto. […] Orgando dice ad Adelvolto: se il cielo abborre i rei e ne fa vendetta, io lascerò nel tuo scempio un tremendo Della giustizia sua celebre esempio; dove quel celebre è pura borra, che riempie il verso, è ozioso, e minore del tremendo. […] Se ne vegga alcun esempio.
Carlo Collèt segretario e lettore del duca d’Orleans nato in Parigi nel 1709 è uno de’ Francesi che conservarono la giusta idea della comica giovialità, resistendo alla seduzione del cattivo esempio de’ comici lagrimanti. […] Abbonda solo Di giolivi pedanti ogni adunanza: Sulle orme lor nelle festive cene Ragionar sanno ancor gli appaltatori: Son di decenza esempio i nostri abbati: Di studio e di saviezza i curiali.
Cicerone prese da lui l’esempio di un ottimo tragico74; e nel dialogo dell’Amicizia rammenta gli encomii dati a una di lui tragedia ove introdûsse Pilade ed Oreste. […] Ambivio Turpione, il quale tolse sopra di se il carico di fare il prologo per raccomandarla al popolo, L’istrione accreditato, colle parole dell’incomparabile autore, nel bellissimo prologo mette in vista gli antichi suoi meriti; e siccome per opera sua alcune favole di Cecilio alla prima rigettate si riprodussero, e col meglio conoscersi riceverono migliore accoglimento, così si lusinga che abbia in questa di Terenzio a rinnovarsi il passato esempio, fidando nella benignità e nel silenzio degli ascoltatori. […] Finalmente Gli comando, che come in uno specchio Egli contempli di ciascun la vita, E quindi apprenda dalle azioni altrui A farsi esempio e regola a se stesso.
Eschilo nello stesso argomento gliene avea ben dato un bel l’esempio.
Boisrobert, Scarron, Desmaret, Tommaso Cornelio seguendo l’esempio di Pietro trasportarono, come dicemmo, diverse favole spagnuole al lor teatro, purgandole per lo più dalle principali irregolarità, ma sovente sfigurandole e convertendo in bassezze scurrili le grazie originalia.
Il gergo teatrale propriamente detto, la lingua di cui si servivano i comici abitualmente da’tempi i più remoti ; quella di cui abbiamo esempio nella citata Farsa Satyra morale del Venturino (V.
Siccome non v’ha nella società esempio più pericoloso per la virtù che il favore dichiarato per un immeritevole: così non v’ha nelle lettere più dannoso spettacolo che il trionfo della stravaganza. […] Secondo Gioseffo Ebreo Nabucco ne diede il primo esempio facendo smaschiare gli schiavi Ebrei.
Il capitolo è preceduto da una lettera dedicatoria al detto Serenissimo Prencipe, che non è davvero il migliore esempio di stile epistolare, e consta di 265 versi sdruccioli mediocrissimi per concetto, per forma, per…. tutto. […] Del Matamoros (Fiorillo) per esempio, il quale « per farc il Capitano Spagnuolo – egli dice nello stesso libretto – non ha hauuto chi lo auanzi, & forse pochi che lo agguaglino ?
Ch’ella miri sinceramente a una rigenerazione dell’arte nostra, e soprattutto a un risollevamento della coscienza artistica de’ nostri attori è fuor di dubbio ; e di questo anche le va data la maggior lode ; ed essi debbono a ogni modo vedere in lei un esempio salutare ; in lei che volendo, fermamente volendo, s’è venuta formando una vasta coltura dell’antico e moderno, del nostro e forestiero, e compiendo una educazione la più raffinata esteriore e interiore.
Cicerone tolse da lui l’esempio di un ottimo tragicob; e nel dialogo dell’Amicizia rammenta gli encomii dati a una di lui tragedia ove introdusse Pilade ed Oreste. […] L’istrione accreditato, colle parole dell’incomparabile autore, nel bellissimo prologo mette in vista gli antichi suoi meriti; e siccome per opera sua alcune favole di Cecilio alla prima rigettate si riprodussero e con meglio conoscersi riceverono migliore accoglimento; così si lusinga che abbia in questa di Terenzio a rinnovarsi il passato esempio, fidando nella benignità e nel silenzio degli ascoltatori. […] Finalmente Gli comando, che come in uno specchio Egli contempli di ciascun la vita, E quindi apprenda dalle azioni altrui A farsi esempio e regola a se stesso.
E’ questo il bell’ esempio da proporsi a’ nazionali per tirar tragedie dalla storia patria? […] L’esempio dell’antichità più venerata, de’ Francesi ne’ loro giorni più belli, del rimanente dell’Europa che se ne vale, risparmia alla gioventù quest’altra inutile catena dell’ingegno che sarebbe una nuova sorgente di sterilità.
L’autore senza curarsi per altro di farsene un merito, pensa che di tal carattere non abbiasi esempio nè degli antichi, nè de’moderni tragici. […] Egli che col proprio esempio insegnò l’arte di congiungere felicemente nella poesia italiana la forza e l’evidenza dell’Alighieri alla vaghezza e leggiadria del Petrarca, scrisse in latino alcuni melodrammi tragici elegantissimi. […] Non potrebbe addursi altra discolpa per l’autore e per gli spettatori, che si accomodano l’uno a scrivere e l’altro a vedere simili rappresentazioni, se non l’esempio che ne diede l’antichità. […] Conchiude : È necessario un memorando esempio Crudel ma giusto. […] La possibilità stessa di pensarvi produrrebbe un esempio pericoloso da non vedersi senza rossore ed abominio.
Reca stupore che uno scrittore che nel ragionar sulle composizioni drammatiche dimostrò senno e gusto, le avesse riguardate come modelli da proporsi ad esempio. […] Non ne ripeto quì i passi che ne ho recati in esempio nel citato Discorso alla pag. 39 e alle seguenti.
[2.102ED] E pure con questo così palpabile esempio non hai tu ardito di fingere nella tua tragedia dell’Edipo l’azione parte dentro e parte fuori di Atene, siccome nel Sisara hai fatto, senza che possa tu esserne ragionevolmente tacciato. […] r Capistron; il primo famoso per lo suo trattato De’ mondi e dell’egloga, e per l’egloghe stesse; il secondo per le poesie liriche, e per l’Iliade d’Omero da certo in quindici libri leggiadramente ristretta, di cui mi sarei servito io per esempio assai più volentieri che dell’originale greco nella Poetica, se come Omero era già stato più secoli avanti di me, così almeno fosse vissuto al tempo che io scrissi M. […] [4.64ED] E se mai tu mi negassi da accorto loico l’antecedente, ti convincerò con l’esempio sopraccennato, a cui non so quale cosa vorrai tu replicare in contrario. [4.65ED] Fondiamo ora su la stessa proposizion generale un altro argomento e diciamo: quello è verso che ha una sostanziale armonia inseparabile dal medesimo. […] [4.135ED] Se tu volessi agli Arabi, ai turchi persuadere con l’esempio de’ violini e de’ flauti la dissonanza de’ loro sciaurati instrumenti, ardua e perigliosa provincia tu imprenderesti, difficil cosa essendo il cattivare con una ragionevole novità orecchi avvezzi ad intender lo sconcerto e lo strepito in qualità d’armonia. […] [5.77ED] Questo testor de’ versi vorrebbesi lo stesso compositor delle note e siane esempio il vostro famoso contralto cognominato Pistocco, non meno celebre per aver raffinato l’esercizio del canto che per aver congegnata la combinazion delle note in maniera la quale si è poi propagata con tanto onor dell’Italia e particolarmente della tua patria.
Non ne ripeto qui i passi che ne ho addotti in esempio nel mentovato mio Discorso alla pag. 39 e alle seguenti. […] Reca stupore che uno scrittore che nel ragionar sulle composizioni drammatiche dimostrò gusto e senno, le avesse riguardate come modelli da proporsi ad esempio.
Ma come fidarsi più d’inferire da quello che si predica quello che può eseguirsi, dopo l’esempio del Cervantes, che intorno al Teatro parlò sì bene, ed eseguì sì male!
Che buono esempio può dare al Teatro la Commedia di Moreto, Na puede ser guardar una muger?
Francesco Pizarro Piccolomini; perché il Paolino, goffa produzione di un ignorante stravolto, intitolata Tragedia Nuova alla moda Francese, e stampata nel 1740 con indignazione di que’ pochissimi ch’ebbero la disgrazia d’averla nelle mani, merita solo di esser ricordata per un esempio della pazzia.
Così hanno fatto spesso gl’intelletti perspicaci nell’imitare gli altrui concetti; per esempio quello che Lucrezio disse generalmente di tutti gli uomini questi due versi, Et Venus imminuit vires, puerique parentum Blanditiis facile ingenium fregere superbum, lo dice il Tasso di un solo, cioé di Orcano così: E lieto ormai de’ figli, era invilito Negli affetti di Padre e di marito.
Rechiamone qualche esempio.
Serva d’esempio la scena quinta dell’atto terzo, in cui Demodice che ha penetrato che il suo sposo Alceste sarà il competitore del fratello Critolao, così si esprime: S’ei riman vinto, e come le mie nozze Si compiranno? […] L’autore, senza curarsi per altro di farsene un merito, pensa che di tal carattere non abbiasi esempio nè degli antichi nè de’ moderni tragici.
Rechiamone qualche esempio.
Eccone un esempio (prosegue Gellio) cui giova premettere l’argomento della favola. […] E se questa madre vuol chiamare il figliuolo Callippide, per esempio, par che desideri nominarlo bel cavaliere, nulla in lui sofferendo di plebeo o di comune, nè anche il nome; nel che da quanti moderni plebei non viene ella imitata, i quali affettano di chiamare i figliuoli Annibali e Seipioni!
Nessuna spontaneità di forma e di concetti, mai : solo una esuberanza di bisticci, oserei dire, di freddure, di baggianate, di piccinerie, e di comparazioni talora ingegnose, talor bislacche, piene di fiorettature uggiose, snervanti, come ad esempio : 1.
Vari tratti di questa tragedia si veggono bellamente imitati dal Metastasio, come, per esempio, Seneca dice nell’atto II, ………………………… Si manes habent Curas priores, nec perit flammis amor.
L’esempio dell’antichità più venerata, e de’ Francesi ne’ loro giorni più belli, e del rimanente dell’Europa che se ne vale, risparmia alla gioventù quest’altra inutile catena dell’ingegno che produrrebbe una nuova sorgente di sterilità.