Una sola candela ficcata nel collo di una bottiglia rotta rischiarava a mala pena lo stanzone ; e come non v’eran smoccolatoj, la brutta Bassi ne faceva le veci adoperando l’indice e il pollice e asciugandosi poi senza cerimonie le dita sulla tovaglia, dopo di aver gettato per terra la moccolaja. […] Come chiusa, l’attore-cuoco mise sulla tavola un secondo piatto, pieno di pezzi di porco fritto nella padella, che fu divorato in un fiat con grande avidità. […] Se mai potrebbe cader dubbio sulla Gaetana, ma mi pare strano che il Bartoli, suo contemporaneo, non abbia fatto alcun cenno nè di viaggi all’estero, nè della educazione ecclesiastica del marito Gaetano, nè della sciagurata figliuola.
L’aver fatto un uomo la parte della Franceschina, si può attribuire al ritegno che avevan sempre le donne di apparir sulla scena (e però più vivo per le parti di fantesca), ma fors’anche al fatto che un uomo, Battista degli Amorevoli (V.) aveva già recitato la Franceschina e s’era fatto celebre in tal parte. […] E anche ieri come oggi, nonostante quella maschera, l’amico dei comici, il protettore, il critico, si credevano in diritto di penetrar sulla scena, e mettere gli attori e più specialmente le attrici nel rischio di ritardare una sortita.
Solimano di lui figliuolo ancor più poderoso e gran conquistatore e legislatore si formò sulla storia che studiava, e soprattutto su i Comentarj di Cesare che fe tradurre in lingua turca. […] Quei che attendono alle cose della religione e alla giurisprudenza, studiano i comenti dell’Alcorano, i decreti de’ Gran-Signori, e i Fetfà de’ Mufti, come noi ci occupiamo sulla Bibbia, su i santi Padri e sulle costituzioni de’ nostri legislatori. […] Alle riferite cose da noi scritte sin dal 1777 nella Storia de’ Teatri in un volume giova aggiugnere alcuna notizia più recente sulla fede dell’ab. Giambatista Toderini Veneziano che ha dimorato cinque anni in Costantinopoli, ed ha scritto tre volumi sulla Letteratura Turchesca impressi nel 1787.
pag. 53 lin. 5 i Visionarj il Cortigiano solitario di Mairet, i Visionarj pag. 62 lin. 19 nodo i strinsi nodo io strinsi pag. 71 lin. 6 sulla scena Ericia ossia la Vestale sulla scena Artemira pag. 118 lin. 5 morto da non molti anni morto da molti anni pag. 171 lin. 19 Domenico Romagnesi Domenico, Romagnesi pag. 204 Il sig.
Solimano di lui figliuolo ancor poderoso e gran conquistatore e legislatore si formò sulla storia che studiava, e soprattutto su i Comentarii di Cesare che fe tradurre in lingua turca. […] Quei che attendono alle cose della religione e alla giurisprudenza, studiano i comenti dell’Alcorano, i decreti de’ Gran-Signori, e i Fetfà de’ Muftì, come noi ci occupiamo sulla Sacra Bibbia, su i santi Padri e sulle costituzioni de’ nostri legislatori. […] A tutto ciò si aggiunga quanto riferimmo sin dal 1789 nel tomo V di questa istoria sulla fede dell’ab. […] Egli scrisse tre volumi sulla Letteratura Turchesca impressi nel 1787.
Il Fiorilli s’ accinse a risponderli, e fecelo con tanta grazia, e con si bel modo, che spiegando a poco a poco i suoi sentimenti con quella ridicola balbuziente pronunzia, ora tenendo la voce sommessa, ed ora strepitosa innalzandola, e contorcendo la bocca, e dimenando le braccia, ed il tutto eseguendo co’ più naturali movimenti di un uomo, che tale difetto avesse in propria natura, e aggiungendo il Fiorilli in quell’ istante tutto ciò che l’arte seppe insegnarli, svegliò nell’uditorio per sì fatto modo il picchiar delle mani, che confondendosi co’ ripetuti evviva tenne per lunga pezza i due Comici in sulla scena ammutoliti. E a proposito dell’ arte sua, lo stesso Bartoli aggiunge : Il Fiorilli è sulla scena un gran Comico, e per tale fu adottato da tutta l’Italia.
Egli recitava solo, per via, intere commedie…. ma lasciam la parola all’attore Colomberti che di quelle recite singolari ci lasciò la seguente descrizione : Nella primavera del 1824 io mi trovavo a recitare al Teatro San Benedetto di Venezia colla Compagnia di Luigi Fini ; e una mattina, trovandomi a passeggiare sulla riva degli Schiavoni, vidi giungere un vecchio, seguito da un ragazzo che gli portava una sedia, che pose in mezzo al vacuo fra le colonne di Marco e Todero, ed il vicino canale che dalla Laguna va al Ponte dei Sospiri. […] A poco, a poco, e dalle vicine gondole, e da quegli che passavano si formò un semicircolo intorno alla sedia, sulla quale era seduto il suddetto, che tutti salutava, e sorrideva a tutti. […] Allora inventò di dar quel nuovo spettacolo sulla riva dei Schiavoni, che bastava a farlo vivere, se non bene, mediocremente.