Questo nostro valoroso Istorico ciò afferma per la rappresentazione rammentata dal Vasari e descritta dal Villani, come ancora per altre sacre rappresentazioni mentovate dal Muratori. […] Ma era una rozza sacra rappresentazione la Progne Tragedia Latina di Gregorio Corraro pregiata secondo il Giraldi, da moltissimi letterati, e dal Maffei, e da quanti amano la regolarità e l’eleganza? Dice il Quadrio che fosse una rozza rappresentazione sacra la Tragedia dell’erudito Giovanni Sulpizio rappresentata in Roma sotto il Pontificato d’Innocenzio VIII.? […] Fu sacra rappresentazione la Tragedia del Laudivio della morte del Piccinino? Era sacra e rozza rappresentazione l’Orfeo tragica Pastorale in idioma Italiano del celebre Angelo Poliziano?
Da Nœrdlingen passarono a Norimberga, e dal Protocollo del Comune si apprende com’essi dimandassero di poter dare una rappresentazione di una vecchia storia di Ercole, e di essere confortati di buone parole (forse un attestato ?) […] Con data del 10 gennajo del 1551 si permise ai commedianti italiani di dare il domani la loro rappresentazione coi ragazzi saltatori e con altri giuochi.
Recitò in Parma una rappresentazione spirituale d’Antonio Maria Prati intitolata : « La Vittoria migliorata, » e vi sostenne la parte della Donna protagonista. […] O forse, pervenuta a maggior grado di arte, si diede più tardi alla rappresentazione de’vari caratteri ?
Sofocle aggiunse sempre nuova proprietà alla rappresentazione. […] che questa viva naturale rappresentazione è appunto in questione? […] Dove la rappresentazione è perfetta (dite voi), l’illusione si produce senza convenzioni. […] Dunque anche una imperfetta rappresentazione produce la illusione. […] Dunque anche una rappresentazione inverisimile può produrla.
» Ludovico Gonzaga, vescovo eletto di Mantova, zio del Marchese, e quanto lui appassionatissimo pel teatro, desiderando nel 1488 celebrare il Corpus Domini con una rappresentazione, si rivolgeva il 28 maggio a Cristoforo Arrivabene per avere Zaffarano, il quale, anche se non voleva lui « fare demonstratione sive representation veruna nel corpo di Christo, doveva almeno rinvenire ale, cavigliare, barbe, diademe et lo ferro che tene Christo in alto, più le parole, qual dicono li angeli et propheti et si pur non potesse servirne delle robe, saltem ne favorisca delle parole ; » e in una prima festa drammatica data nel 1501, nel suo reggimento di Gazzuolo, si valse dell’Albergati per gli addobbi teatrali. […] Gonzaga, illustrissima et eccellentissima Madonna sua patrona osservandissima, per darle ragguaglio di una rappresentazione allegorica di Serafino dell’Aquila, nella quale prese parte egli stesso, cantando alcune terzine, assai lascivamente vestito, como a la Voluttà si convene, con il Leuto in brazzo.
… Noi sappiamo che alla rappresentazione della Calandra del Bibbiena, fattasi in Lione dalla Nazion Fiorentina per la magnifica et trivmphale entrata del Christianiss. […] 1548, fu deputato il Barlacchi, il quale, trattandosi di festa fiorentina, e di esecutori fiorentini, mutò il luogo di azione della commedia, di Roma che era, in Firenze, recando così sulla scena i leggiadri e ricchi vestimenti della sua terra : e tanto piacque la rappresentazione di detta Calandra, che fattasene la replica a preghiera de’ lionesi che non la poteron vedere la prima volta, il Re e la Regina e la Corte vi intervennero inattesi, e dichiararon esser loro piaciuta la commedia assai più che la prima volta : e innanzi di partirsi di Lione il Re fe’ dare a’comici 500 scudi d’oro, e 300 la Regina, dimodochè — chiude la descrizione — il Barlacchi et li altri strioni che di Firenze si feciono venire in giù se ne tornarono con una borsa piena di scudi per ciascuno.
V’ è di lui, fra l’altre, una rappresentazione in versi sciolti che chiamò ideale, intitolata Il Pastor ircano, edita senza data in Venezia dal Baglioni, in-12°.