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205. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 576-577

Nato a Verona il 21 giugno del 1780 da Epifanio del fu Marco Tessari e da Rosa Turella, si diede, appena compiuto un regolare corso di studj, a recitare nella Filodrammatica della città, scritturandosi poco di poi col Paganini, dal quale passò in processo di tempo col Bianchi, con la Consoli e Zuccato, e finalmente col Fabbrichesi, Direttore della Real Compagnia Italiana. Quando questi condusse nel 1824 la Compagnia nell’Italia Centrale, il Tessari ne uscì, per rientrarvi poi l’anno dopo, diventandone a' Fiorentini, il proprietario fino all’anno 1839, in società con Prepiani e Visetti (V)., stipendiato dalla Corte. Passò poi, colla moglie, la celebre Cavalletti (V.), in Compagnia di Corrado Verniano (o forse più esattamente Vergnano) per un triennio, per doventar di nuovo capocomico di una compagnia di giro, che lasciò dopo alcuni anni, ritirandosi dalle scene per la morte di un unico fratello che lo lasciò tutore de' figli e amministratore del loro ricco patrimonio.

206. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 592-594

Attore de' più pregiati alla Comedia italiana di Parigi, nella quale apparve la prima volta il marzo del 1685 col ruolo di Capitano ch'ei recitava in italiano e in francese, nacque a Messina e fu noto prima col nome di Pascariello, poi con quello di Scaramuccia, che aveva già prima di recarsi in Francia, quand’era al servizio del Duca di Modena (1680-82). […] Ma Pasquariello (non so bene da chi inventato ; probabilmente da Salvator Rosa, e incarnato poi da Giuseppe Tortoriti) non è nè padre, nè vecchio, nè parte nobile di alcuna specie ; ma sempre servo : e caratteristica sua è più che la parola la mimica, apparendo prima ballerino da corda, come lo ritrasse il Callot insieme a Meo Squacquera, poi un de' più agili saltatori della Compagnia italiana di Parigi nella seconda metà del secolo xvii.

207. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 991

Fu poi con Marchesini e Barbetti, poi, primo amoroso con Giuseppe Carrara, continuando in quel ruolo per alcun tempo e con molta lode, nelle Compagnie di Francesco Gagliardi e di Ferdinando Sciultz.

208. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Fu uno de'principali ornamenti della Compagnia di Antonio Sacco, di cui sposò la sorella Adriana, moglie poi in seconde nozze dell’artista Atanasio Zannoni. Ebbe da tal matrimonio molti figliuoli, e ne vediam due suiteatro : Benedetto, prima ballerino nella Compagnia del Sacco, rimasto in tal carica sul teatro a Lisbona per undici anni al servizio di quella Corte, poi, tornato in Italia e già maturo, Arlecchino di molto pregio, morto a Torino nel carnovale del 1795 ; e Rosa, graziosa e pregevole donnina, che sposò Francesco Arena, il figliastro del Pantalone d’Arbes, e morì giovanissima.

209. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 360

Passò poi nella Compagnia Tessari ai Fiorentini di Napoli qual primo amoroso, e vi esordì applauditissimo la quaresima del 1836 col Polinice nell’Eteocle e Polinice di Alfieri. […] Bon, poi primo amoroso e primo attore tragico nella nuova Compagnia Alfieri, a fianco di Maddalena Pelzet.

210. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 679

La notizia è seguìta poi dal D' Origny e dal Campardon. […] Il Mercurio di Francia dell’agosto 1741, seguìto poi dai fratelli Parfait, dice ch'egli fu molto applaudito nella parte di arlecchino, che recitò con conveniente intelligenza, dando prova di molto talento ; mentre il D' Origny afferma che l’esordire di lui come arlecchino servì a provare che il talento è di rado ereditario.

211. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 87-90

Fu i suoi primi anni servetta con Meneghino Preda ; poi, il '62, ingenua ai Fiorentini di Napoli, ove mostrò subito quali altezze avrebbe saputo raggiungere. […] Fu con Ermete Zacconi e con Giovanni Emanuel…. poi…. mutati i tempi, mutati i sistemi, mutati gl’indirizzi, mutate le scuole, si ritirò dall’arte in Roma, ov'è tuttavia, chiamata a coprire la cattedra di arte della recitazione nel Liceo musicale di Santa Cecilia, creata per decreto del Ministro Baccelli. […] Quando non si andava svogliatamente com’oggi a teatro, per veder la riuscita di un nuovo lavoro, sul quale si ha già una preventiva poca fede ; ma ci si accorreva entusiasti a giudicar di una interpretazione, suscitante poi ne' confronti le più vive discussioni, la vita artistica di Virginia Marini era il trionfo non interrotto di ogni sera. Passando dalle schiette e composte comicità della Serva amorosa agli sfrenati e sfacciati ardori di Messalina, e da questi alle sospirate romanticherie del Cuore ed arte, poi a Frine, all’Adriana Lecouvreur, alla Signora dalle Camelie, al Trionfo d’amore, alla Straniera, a Cecilia, al Falconiere, alla Donna e lo Scettico, al Fratello d’armi, alle Donne curiose, a tutto un repertorio de'più vasti e disparati e in verso e in prosa, Virginia Marini non sentiva il bisogno di correr dietro alle solleticanti e stimolanti sudicierie di una pochade per attirare e guadagnarsi il pubblico ; ma bastava lei, lei sola, circondata da una modesta schiera di compagni, i quali potevan chiamarsi Alamanno Morelli, Giovanni Ceresa, Francesco Ciotti, Guglielmo Privato, Giulio Rasi, Sante Pietrotti, Pierina Giagnoni, Anna Job, e via discorrendo. […] … Perchè, Virginia Marini, al fianco di Tommaso Salvini, diventò una di quelle artiste, rimasta unica poi, che sollevava, come il suo grande compagno e maestro, le platee con una semplice inflessione di voce ; era quella una forza sua.

212. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 288-292

ma per non hauerla potuto seruire questo Carneuale, et perche la riuerenza con la quale l’osseruo da tanti ani in quà supera ognaltra uedendomi così à uiua forza hauer mancato a chi tanto son tenuta, et hò desiderato sempre seruire, uiuo la piu scontenta donna che mai nassesse, et però à suoi piedi ricorro suplicandola ritornarmi nella sua gratia, et l’istesso dico di petrollino, poi che per mia causa è incorso in errore, il quale per l’affano che sente si può dir che facia la penitenza de l’errore, et accresse la mia col suo cordoglio : ma perche una sintilla de quella benignità, con la quale la mi ha sempre fauorita può render noi felicissimi io di nouo caldamente la suplico et humilissimamente me et questo suo deuoto benche basso seruo raccomando, oferendo me et la mia Compagnia suplire al mancamento et pregar Dio per la sua conseruatione, che nostro Signore la feliciti. di Venetia a di. 5.  […] Batista Mamiano, che le dedicò, ancor giovine, i due seguenti madrigali, pubblicati poi tra le sue rime a Venezia il 1620. […] Ma sol temo e pavento, che si nasconda poi sotto il ricco tesor di tal beltate finto amor, finto cor, finta pietate. […] che poi dirò se in scena amorosa sirena co' lusinghieri detti l’alme trafiggi e i petti, e lascivetta ancella avanzi tutte l’altre in esser bella ? Se danzatrice altera con leggiadra maniera in varïati giri il piede muovi e giri, ed ora radi il suolo, e t’ergi poi con cento salti a volo ?

213. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 39

 » La troviamo poi nel ’35 fra gli attori che rappresentarono l’operetta comica in tre atti del Goldoni stesso, musicata da Giacomo Maccari, romano, La fondazione di Venezia (V. […] Tutte le compagnie drammatiche primarie avevan poi questo ruolo speciale di cantatrice, che consisteva anzi tutto nel dover cantare gl’intermezzi dell’opera e le canzoncine finali o couplets.

214. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 201

La troviamo insieme con lui, terza nell’elenco della Compagnia Paganini, poi prima donna a soggetto in quella di Giuseppe Pellandi nel 1797-98, poi madre nobile in quella di Morrocchesi nel 1802, nella quale il marito era caratterista.

215. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 294

Bartoli – alcune cose appartenenti al suo Mestiere, le quali poi con molta cura, ritornato in Italia pose in esecuzione. […] Tenne in affitto per molti anni il Teatro San Cassiano di Venezia ; ma la sorte, amica sul principio, gli voltò poi le spalle, non avendo egli alcuna novità per allettare il suo pubblico.

216. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Fu egregio nell’arte del leggere e nell’insegnamento drammatico, e non v’ha de’suoi allievi, divenuti poi artisti di alquanto merito come il Fagiuoli, il Parrini, il Tellini, chi non lo ricordi con affettuoso rimpianto. […] Fu poi il primo attore della Compagnia di Giovanni Internari, figlio della celebre Carolina, e ricordo di aver sentito da lui la prima volta I nostri buoni villici di Sardou, in cui con molta perizia sosteneva il personaggio del Conte.

217. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » p. 810

Fu i primi anni colla nonna Elisa Barbini, poi, morti i genitori, or collo zio Alessandro, or collo zio Eugenio in Compagnia Zocchi, ove cominciò a recitar qualche piccola parte. Il carnovale del ’65, a soli quindici anni, sposò l’artista Vitaliano Vitaliani, primo attor giovine della Compagnia Zocchi, col quale fu poi con l’Ajudi, col Sivori, collo Stacchini, colla Pedretti, con Barnato e Branchi, e dal quale ebbe una figlia : l’Italia.

218. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1003

Fu con Novelli tre anni, poi con Dominici al Manzoni di Roma, poi con Falconi e Bertini, nella cui compagnia morì a Bologna il 13 agosto 1890 colpito da pleuro-pneumonite doppia acutissima.

219. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 240

Sposò, ancor giovane, Carlotta Castelli, dilettante milanese, che sostenne alcun tempo e meritamente il ruolo di prima donna giovine, poi di madre nobile. […] Si unì poi all’attore Artale, mantenendo alto lungo tempo ancora, colla prestanza della persona, coll’intelligenza non comune e la voce armoniosa il prestigio della tragedia.

220. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 275

Fu con Gaspare Pieri ; poi, qual prima attrice giovane, con Cesare Dondini, passando il '61 nella gran Compagnia di Tommaso Salvini. […] Dopo di aver recitato co' dilettanti della città, si diede al teatro, esordendo primo innamorato con Fedele Venini, e passando poi con Francesco Paganini, col quale ebbe campo di mostrare le sue ottime qualità di artista, specialmente per le parti di genere serio.

221. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 300

Dopo di aver recitato cogli Accademici Uniti della città, si diede all’arte, sostenendovi il ruolo d’Innamorato, e mettendo poi la maschera di Pantalone, nella quale riuscì artista egregio. […] Passò poi con Onofrio Paganini, e recitava il 1748 al Teatro degli Obizzi in Padova, ove s’acquistò molta lode, specialmente per una sua commedia intitolata Il Par onzino, in cui produsse una difesa dell’arte comica dettatagli dal Paganini, che terminava col seguente SONETTO Aver in finto oprar pompe d’onore, mostrar ne' scherzi sollevati ingegni, mover tutti gli affetti in un sol core, passar dal genio a provocar gli sdegni : Eccitar in un punto odio ed amore, di politica idea mostrar gl’impegni, esser scuola di speme, e di timore, aprir ad ogni mente alti disegni : Sollevar con virtù gli spirti oppressi, rinovar con piacer le altrui memorie, i fasti rammentar de' Numi istessi : I giorni degli Eroi colle vittorie in un fascio di scene avere annessi della comica azion tutte son glorie.

222. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 722

Amoroso il '43 con Angelo Lipparini, diventò socio e cassiere il '46 della Compagnia di Ernesto Rossi, poi conduttore e amministratore della famosa Lombarda che fu prima diretta da Alamanno Morelli, e ch'egli tenne più anni or sotto la direzione di Luigi Aliprandi, ora di Carlo Lollio, ed ora di Carlo Romagnoli. Il '64 lo vediam direttore di una Compagnia, di cui faceva parte il Meneghino Luigi Preda, e di cui erano prima attrice sua figlia Antonietta, distinta artista, e primo attore suo genero Achille Cottin : poi, finalmente, amministratore di quella di Luigi Bellotti-Bon, di cui fu più che scritturato, amico, e da cui si tolse sol quando per la vecchiezza e gli acciacchi fu costretto a ritirarsi a Firenze.

223. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 280-281

Cominciò giovanissimo a recitar nella Compagnia de' Fiorentini di Napoli, poi si scritturò il '51 come amoroso nella Compagnia di Luigi Domeniconi. […] Era stato il '54 nella Compagnia Reale Sarda (obbligato di recitare tutte le parti di brillante e non meno quelle di primo generico amoroso che gli verranno assegnate senza ulteriore pretesa, o contraddizione alcuna, con lo stipendio annuo di lire nuove di piemonte 3400, e due mezze serate), poi diventò per un anno capocomico, anno malauguratissimo, in cui s’ ebbe malanni di ogni sorta un po' : Colera, Leve, Carestia, Imprestiti e altro. Tornava scritturato pel '56, attore e direttore, con Astolfi, e nella lettera al Righetti dianzi accennata, scriveva : « non voglio più dolori di testa, nei più begli anni della mia carriera : questo è il momento di farmi pagar bene, ed infatti me ne sono prevalso : se Astolfi mi ha voluto pel '56, ha dovuto darmi lire settemila, e cinque mezze serate. » Ma l’ Astolfi morì, e il Pieri fu d’ allora in poi capocomico fino alla morte (a Genova, il 3 marzo 1866), e per di più senza dolori di testa.

224. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 307-309

Già coi dilettanti della città potè mostrare le sue chiare attitudini alla scena, esordendo poi attore stipendiato in Compagnia di Niccola Petrioli, nella quale fu a Genova il 1758. […] Salì poi, coll’aiuto del suo ingegno, ad alte cariche, e fu più volte in Italia a sbrigar pubblici negozj. […] La fragil canna colla maestra man stringo, e vi adatto amo ed esca in un punto, e poi su queste che spuntano dal suolo erbe novelle, Lieta m’affido, e ricca preda io faccio, pria che il raggio del Sol l’onda riscaldi, de' muti pesci al nostro cibo eletti.

225. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 504-506

Dopo tre anni passò nella Compagnia Lipparini, poi, il '43, in quella primaria di Luigi Domeniconi. […] Tornata in Italia, fu a più riprese con Ernesto Rossi, poi direttrice della Filodrammatica di Terni, poi a Roma, prima attrice al Teatro Capranica, ov' ebbe a rialzar le sorti della povera Compagnia che non faceva le spese dell’illuminazione.

226. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 766-767

Sempre collo stesso ruolo fu poi dal '73 al '76 in quella N.° 2 di Bellotti-Bon, il '77 e '78 in quella di Luigi Monti, dal '79 all’ '81 in quella sociale Marini-Bellotti ; poi l’ '82 con Pasta, e l’ '83 di nuovo con Monti. Riposò l’ '84 a Mestre, ov'era sua madre, e andò l’ 85 e '86 con Andrea Maggi, passando poi d’anno in anno in compagnie di minore conto, declinando coll’avanzar degli anni la comica forza che per naturale intuito possedeva al sommo.

227. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 554-557

A fronte di Giuseppe Majani seppe farsi distinguere, specialmente quando nell’anno del 1762 rappresentò per molte sere il Cavaliere di spirito ovvero la Donna di testa debole ; e poi l’Apatista, ossia l’Indifferente, commedie del signor dottor Goldoni. Passò poi al Teatro a S. […] Luca a Venezia (Camilla e Arlecchino diventaron poi Zelinda e Lindoro), così disse del Camerani (V. […] Secondo il Faur, redattore della Vita privata del Maresciallo di Richelieu, seguito poi dal Thurner (Les transformations de l’Opéra-Comique.

228. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 395-399

Troviamo il Romagnesi a Mantova l’aprile del '55, come da una sua lettera al Duca di Modena del 5, con la quale lo ringrazia dell’invito di recarsi colà a recitare : poi nulla sappiamo più fino all’anno 1667, in cui egli apparve sulle scene del Teatro italiano, sostituendovi il secondo amoroso Valerio Bendinelli ; indi, abbandonato il primo amoroso Ottavio Costantini il teatro nel 1688, e partito per l’ Italia, predendone egli il posto. […] La notizia, citata dal Bartoli, che il Romagnesi, andato a Mantova, trovasse una sua casa sequestrata, e supplicasse il Duca della liberazione, che poi ottenne, troviamo nel seguente sonetto che non mi par de' peggiori : Signor, giacchè più tetto non m’avanza, e più casa non ho su'l mantovano, non vi sdegnate che col scettro in mano, mentre casa non ho, faccia una stanza. […] Gli Angoli Orizzontali han Stella ria, turban la prima età, poi Giove suole cadente tranquillar l’aura natìa. […] Aveva sposato, morta sua madre, Maria Anna Richard (da cui ebbe un unico figlio, Giovan Antonio) la quale, rimasta vedova, passò a seconde nozze col signor Duret tireur d’or di Lione, che poi si fece comico.

229. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Pisa, li 13 agosto 1745. » pp. 192-197

Il Goldoni, dietro invito di lui, scrisse il Tonin bella grazia, sul modello di un’antica commedia dell’arte, intitolata Pantalone paroncino, per la quale poi, il D’Arbes aveva richiesto il Goldoni d’un sonetto di chiusa. […] Ora era l’uomo più allegro e più vivace del mondo, ora prendeva l’aria, i tratti e i discorsi d’un inetto, di un balordo ; queste variazioni poi succedevano in lui senza pensarvi, e con la maggior naturalezza. […] (Fu poi sostituito da Antonio Mattiuzzi vicentino, del quale discorreremo a suo tempo). […] Fra le comparse del ballo era anche la signora Casanova ; « forse, aggiunge il Byrn, Maria Maddalena Augusta, la ventenne figlia della commediante, che era ancora in casa di sua madre nel 1745. » Cesare D’Arbes, lasciata poi la Corte di Dresda, e tornato in Italia, si scritturò con Antonio Sacco, il celebre Truffaldino, col quale stette fino al 1769. […] Angelo, poi in quella di giro di Vincenzo Bugani, dalla quale entrò in quella della Maddalena Battaglia, nel 1776, allorchè le fu concesso il Teatro di S.

230. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO V. La Drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 148-185

Viste poi dal punto che tutte manifesta le politiche e militari turbolenze che l’agitarono, si temerà pel destino delle arti e delle scienze. […] Si agira sulle vicende del famoso condottiere conte Jacopo Piccinino arrestato improvvisamente nel 1464, e poi l’anno seguente ucciso per ordine di Ferdinando redi Napoli. […] Contiene il primo un’ecloga amorosa di Aristeo, che poi va in traccia della ninfa Euridice. […] Lascio poi che le stanze allegate del Notturno hanno la prerogativa di aver preceduto di tutto un secolo anche quell’aria del Rinuccini posta in musica dal Peri. […] Errò poi quasi di un secolo il suo confratello Stefano Arteaga, dicendo che tal festa si diede verso la fine del 1400.

231. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO IV. La drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 47-73

Viste poi dal punto che tutte manifesta le loro politiche e militari turbolenze, si temerà pel destino delle arti e delle scienze. […] Si aggira sulle vicende del famoso condottiere conte Jacopo Piccinino, arrestato improvvisamente nel 1464, e poi l’anno seguente ucciso per ordine di Ferdinando re di Napoli. […] Contiene il primo un’ ecloga amorosa di Aristeo, che poi va in traccia della ninfa Euridice. […] Lascio poi stare il poco artificio di tener sotto gli occhi dello spettatore per tutta la rappresentazione la più vistosa decorazione della reggia di Pluto, mentre altrove espongonsi cose assai men vivaci. […] Lascio poi che le stanze anacreontiche del Notturno da me allegate hanno la prerogativa di aver preceduto di tutto un secolo quell’aria del Rinuccini posta in musica dal Peri.

232. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 530

Passò poi servetta (e parti di carattere) il 1823-24 nella Compagnia di Caterina Venier, Francesco Toffoloni e Soci ; e nel 1834 in quella di Pasquale Tranquilli e Medoro Aliprandi. […] Luca di Venezia, poi con Pietro Rosa e la Giustina Cavalieri in Lombardia e in Toscana.

233. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1034

Innamoratosi poi della Gaetana Andolfati, e ottenutala in moglie, si unì prima in società col padre di lei, poi condusse da solo una compagnia, colla quale percorse trionfalmente l’Italia, lasciando alla sua morte, che fu nel 1818, più di centomila franchi di eredità, e la fama di gran capocomico.

234. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 358

Perduto l’impiego, tornò all’amor della scena, in cui aveva fatto da giovine buone prove coi filodrammatici, e si scritturò con Rossi, colla Goldoni, colla quale lo vediamo il 14 giugno 1815 rappresentar la parte di Sole nella Caduta di Fetonte dell’Avelloni, poi con Dorati, prima padre nobile, poi caratterista, nel qual ruolo entrò il '22 nella Compagnia Reale Sarda, e vi fu acclamatissimo, fino al '28, anno della sua morte.

235. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 408

.), e di qui cominciò la sua fortuna ; chè, avuto un grande e schietto successo, trovò modo di formar da solo una compagnia che condusse poi in ogni parte dell’America del Sud con ottima riuscita artistica e finanziaria. […] Figlia di Luigi, detto il Gobbo, rammentatore, fu prima attrice di buon nome, poi capocomica sul finire del secolo xviii e nel primo ventennio del secolo xix.

236. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VIII. Degl’Inventori del Dramma Pastorale. » pp. 86-94

Si strugge poi il nostro Sig. […] Di poi non si vede che ondeggiate in un elemento instabile senza bussola? Avete detto che Castillejo fiorì ne’ primi anni del secolo; e dite poi nella p. […] E poi chiamate deboli le congetture del Signorelli? […] Ottima economia poi sarebbe per un Dramma quella di 1200. versi distribuiti a quattro persone in cinque scene!

237. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Milano, 1°Aprile 1803. » pp. 318-327

Venuto il Cardinal Ruffo in Napoli, egli fu in que’ moti politici arrestato, e dovè esulare in Francia, d’onde poi ritornato, si rimise a calcar le scene con successo rapido e prodigioso. […] Le sue più grandi creazioni furono Aristodemo, Icilio nella Virginia, Arminio del Pindemonte, e l’Egisto tanto nell’ Oreste che nell’Agamennone : sublime poi, anzi unico – afferma Fr. […] Morto il padre Lapy, passò con la moglie nella Compagnia di Maddalena Battaglia, ove stette sino all’autunno del 1795, per recarsi poi a Roma ove stette tutto il carnevale ’96. […] Dal ’6 al ’10 fu poi colla Compagnia reale italiana del Fabbrichesi, dalla quale si tolse per formar società con Meraviglia, Calamai ed Elisabetta Marchionni la madre della celebre Carlotta : società che andò innanzi a gonfie vele sino a tutto l’anno comico 1822-23. In quest’anno rinnovò società col solo Meraviglia, poi, dopo quattro anni, diventò il direttore della Compagnia di Tommaso Zocchi.

238. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 969-973

Artista e capocomico pregiato, padre e marito de’ più sciagurati, patriota caldissimo, nacque a Venezia il 5 ottobre del 1817 dai coniugi Antonio, veronese, e Luisa Ciappi, senese, comici nella Compagnia Andolfati, i quali passaron poi in quella di Ghirlanda, Ficarra, Martini, Ciabetti, Bianchi, Miuti, Colomberti ed altre, fino a quella di Carlo Mancini, nel ’32, ov’erano la Polvaro, il vecchio Modena, l’Adelaide Borchi, Andrea Vitaliani, Martinengo, ecc., e nella quale egli esordì a Caltanissetta colla parte di Riccardo ne’ Figli di Odoardo, acquistandosi tosto le simpatie del pubblico, che andaron poi viepiù crescendo. Fu in Sicilia con Piddo, Colombo, il celebre Pasquino, e Francesco Lombardi ; poi, il ’41 a Roma in società col Canova, e colla Vergano prima attrice. […] Il ’48 egli prese parte alla battaglia di Vicenza nel battaglione universitario, comandato dal colonnello Zambeccari, poi, tornato all’arte, entrò primo attore in Compagnia Perini e Cavicchi, e del ’49 a Ravenna, sposò la prima attrice Luigia Cavicchi. […] Il ’66 prese in affitto l’Arena Goldoni, che lasciò poi, dopo magri affari, restando a Firenze, sposo in seconde nozze della madre di Gigino Gagliardi, e vivendo pur oggi a ottant’ anni vegeto e robusto. […] Mentre ciò accadeva, il Gagliardi vedendo perduta ogni speranza di salvezza, ed essendo bravissimo nuotatore, pregava la moglie di seguirlo sul mare, attaccandosi a lui, ma essa gli rispose : – Luigi, prima di me, pensa a’tuoi figli ; salva prima essi, poi, se lo potrai, vieni in mio soccorso.

239. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO I. Su i Teatri Spagnuoli sotto i Romani. » pp. 2-8

Avrei parimente accennate le rovine teatrali di Clunia e di Castulo, che si mentovano nel Saggio; ma confesso non averne avuto contezza, nè poi l’Apologista cita veruno scrittore per quello di Clunia. […] A chi poi è ignoto che la vita di Apollonio scritta da Filostrato non sia un puro romanzo artificiosamente per malignità accozzato per contrapporla alla vita del nostro Salvadore? […] Che poi il dottissimo P. […] Chiede poi perdono all’Apologista, se omise l’importante notizia da scriversi per tutto l’Orbe delle quattro colonne di onice possedute da quell’onorato Spagnuolo, colle quali ornò il suo Teatro. Il Signorelli sempre povero di cuore e di mente si fe troppo occupare da’ piccioli ornamenti del Teatro di Scauro, consumati poi in Villa dal fuoco per malignità de’ di lui schiavi, la cui valuta si stimò che ascendesse a cento milioni di sesterzj, cioè a due milioni e mezzo di scudi Romani moderni, o sia cinquanta milioni di reali Spagnuoli, oltre alle tremila statue di bronzo che si collocarono fralle trecensessanta colonne.

240. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 451-452

In capo a qualche tempo, il Bissoni ne seppe quanto il maestro, del quale divenne il socio, poi separatosene, il concorrente. […] » sclamava poi ; « voi tutti ben conoscete i miei rimedj, poichè son gli stessi che spaccia nella piazza vicina il mio rivale, di cui io sono il figliuolo. » E qui si diede ad architettare una storiella verosimile, secondo la quale, per certe sue ragazzate, sarebbe stato maledetto e scacciato dal padre. […] Passò poi al servizio del signor Albergotti, secondo il Sand e il Des Boulmiers, e del Marchese Tangoni, secondo il D’Origny, in qualità di maestro di casa ; e si recò in Francia.

241. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 94-95

Nè solamente apparve buon Brighella, ma buon caratterista in genere ; e Carlo Goldoni scrisse per lui il Todaro Brontolon, il Fabrizio degl’Innamorati, il Don Policarpio della Sposa sagace, il Don Mauro dell’Amante di sè stesso, ed altro ; commedie tutte, nelle quali, a detta del Bartoli, mostrò tanto valore da diventare il Beniamino di Venezia, dove stette lunghi anni, prima al San Luca, poi al Sant’Angelo, sotto la direzione di Giuseppe Lapy, del quale, sempre a detta del Bartoli, fu più che amico, fratello. […] Bisogna poi goderselo nelle tragedie. […] E poi la sera, sul palco a fare da Imperatori, da Re ! 

242. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 328

Nel ’27, scritturata col padre direttore, dal capocomico Tommaso Zocchi, si unì in moglie ad Antonio Colomberti il primo attor giovine della Compagnia, col quale passò poi, il ’28 e ’29, in Compagnia di Romualdo Mascherpa. […] Fu poi la prima donna e prima donna giovine della Compagnia formata da Carolina Internari in società con Francesco Paladini per recarsi a Parigi.

243. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 344

La parte poi, tolta al Benedetti per raggiri del Sacchi, fu recitata da Giovanni Vitalba, che cedè al Benedetti la sua, quella di Don Alessandro gran Cancelliere del Duca ; essendo la quale di carattere d’un geloso furente, molto comica e teatrale, il Benedetti, attore di maggior fuoco del Vitalba, avrebbe, a detta del Sacchi, sostenuto quel carattere molto bene, e tenuta allegra una gran parte della Commedia (V. […] Scioltasi la Compagnia del Sacchi, ridotta – dice esso Gozzi – per le di lui stravaganze un carcame scarnato, il Benedetti passò colla moglie in altra Compagnia, finchè poi abbandonata l’arte, nel 1780 andò a stabilirsi a Bologna, ov’egli ottenne onorato impiego.

244. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 469-470

Fu tre anni con Zerri, uno con Pasta, cinque con Falconi, col quale andò in America, poi in Compagnia sociale con Ditta sua. […] Nel 1768 se ne allontanò, per rientrarvi poi nel ’76.

245. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 590

Datosi all’arte drammatica, riuscì prima un ottimo generico primario, scritturato nelle migliori compagnie, quali di Luigi Domeniconi e Romualdo Mascherpa ; poi un buon caratterista ; nel qual ruolo recitò parecchi anni, sinchè eletto direttore della Società Filodrammatica di Terni, abbandonò per sempre le scene. […] Cardosi Chiara, lucchese, attrice di molto merito per vivace ingegno e non comune coltura, fu in varie compagnie ; poi, sino al 1779, in quella di Luigi Perelli, ove potè più specialmente mostrare le sue rare qualità di artista.

246. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 278

Ma l’amore dell’arte la ricondusse dopo un solo anno di matrimonio su la scena, prima donna della Compagnia Mazzola, poi della Lombarda ('56) diretta da Luigi Aliprandi, di quelle di Peracchi ('57) (l’elenco l’annunziava come socia onoraria dell’ Accademia Rozzo-Senese), di Gattinelli, di Bellotti-Bon, di Alessandro Salvini. […] Fu quindi con la Compagnia Cocconato, poi con quella di Cesare Rossi, dalla quale uscì per recarsi a Livorno, aggregata alla Filodrammatica de' Nascenti.

247. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 363

Si diede poi all’arte del comico in cui riuscì mediocremente ; sposò Maddalena, figlia di Ricci-Pomatelli, capitano sotto Napoleone I, nata a Ferrara del 1795, e morta del 1874 a Firenze ; e fu con lei in molte compagnie di secondo e di terz'ordine. Salita in rinomanza la figlia Adelaide, la seguirono nella Compagnia Reale Sarda, e in altre di poi.

248. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo settimo »

L’anno 1601 si rappresentò ivi l’Euridice del Rinuccini, e poi di mano in mano altri drammi comparvero con poche volte interrotta cronologica serie fin quasi a’ nostri tempi. [4] Claudio Monteverde l’introdusse in Vinegia allorché divenne maestro della Serenissima Repubblica, e prima nei privati palagi e ne’ conviti dei dogi, poi nell’antichissimo teatro di S. […] D’allora in poi quella città fu sempre uno de’ principali seggi del dramma, e qui si rappresentava colla pompa più illustre, massimamente nel Carnovale a fine di tirare a se l’oro de’ forestieri. […] [9] Quantunque la introduzione del melodramma in Moscovia non s’appartenga ai tempi di cui parliamo, ho tuttavia giudicato opportuno il trattarne in questo luogo per non vedermi poi obbligato a interromper di nuovo la narrazione. […] Questa non s’aggirava se non intorno ad una sola specie di melodia, la quale si variava poi dal cantore secondo il proprio genio, onde veniva in conseguenza che l’arte del compositore e del maestro fosse del tutto ignorata.

249. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO IX. Pregiudizj dell’Autore della Storia de’ Teatri, rilevati dall’Apologista. » pp. 95-111

Ma poi (sia ciò detto con pace del Signor Lampillas) non è punto vero, che nelle Commedie di Ariosto s’insegni il corrotto costume. […] E sarà poi delitto il consigliare, che si studiano quelle dell’Ariosto? […] Dove poi sono queste composizioni regolate? […] E poi afferma che distratto in altro sottentrò Lope, e si alzò colla Monarchia Comica soggettando i Commedianti. […] Io voglio poi che il Varchi a ragione riprendesse le oscenità e le indecenze di alcune delle nostre Commedie, come di quelle dell’Aretino, del Vignali, del Groto.

250. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO PRIMO. Antichità Etrusche fondamento delle Romane. » pp. 2-8

In pruova poi di essersi nell’Etruria coltivata la poesia, il tempo ci ha conservate alcune tavole di bronzo, nelle quali leggonsi incisi alcuni inni sacri. […] Etrusco, secondo Livio, è lo stesso vocabolo Hister da’ Romani poi convertito in Histrio, ed usato in vece di Ludio per l’attore scenico, nel qual senso si è continuato ad usare in molte lingue volgari Europee. […] Ciatti nella sua Perugia Etrusca, e di poi Mons. Fontanini, il Senatore Filippo Buonarroti, ed il Proposto Anton Francesco Gori; e si vuole che fosse stato trovato sin dall’anno 1587 vicino al Lago Trasimene, e poi rubato dal Museo del Conte Graziani Perugino.

251. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 550-553

E con opere dialettali in verso e in prosa, ricche di giocondità e profondità insieme, si venne in breve acquistando tra’ letterati del suo tempo un tal posto che poi gli mosse contro l’invidia irosa e petulante dei parrucconi. […] E tanto riuscì come attore nella riproduzione ammodernata del Senex latino, che fu poi il Pantalone, o del Pedante, che fu poi il Dottore [se ci facciamo a ricordar le lettere sue, nelle quali è sparso in larga copia l’elemento di quella lingua a travestimenti che fu poi nella Commedia dell’arte detta Graziana (V. 

252. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 678-680

Ammalatasi nel Carnevale del 1840, fece ancor qualche rara apparizione sulla scena, che dovette abbandonar poi per sempre nell’aprile. […] Delle due commedie il Paroncin e il Momolo Cortesan sulla Brenta, divenuto poi il Prodigo, altra commedia dal primo Momolo Cortesan che fu poi l’ Uomo di mondo, il Bartoli erroneamente dice il Gollinetti inventore. […] Ho scritto dunque intieramente il Prodigo sulla Brenta, e poi ho ricavato dalla Commedia lo scheletro, o sia il soggetto, e l’ ho dato ai Comici, tenendo nascosta la Commedia scritta.

253. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 580-583

Dal Teatro piemontese passò poco di poi al Teatro italiano, primeggiando nella Compagnia Bonazzi a fianco di Virginia Santi e di Enrico Cappelli, prima ; indi in quella di Alamanno Morelli, con cui stette acclamatissima un triennio. […] Fu poi gran tempo con Alamanno Morelli, del quale diventò socia, poi si diede al capocomicato con varia fortuna, percorrendo le grandi città di Europa e di America ; poi…. per una malattia cancerosa al petto, che la rose lentamente, dovette, in mezzo agli spasimi, soccombere a Torino il 24 gennajo del 1892.

254. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 671

Trascorso vario tempo in quel ruolo, colla zia (era in Compagnia Domeniconi il 1844), entrò prima attrice assoluta con Antonio Stacchini, poi di nuovo con Luigi Domeniconi. Si recò poi in Ispagna per invito della zia Santoni.

255. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 344-345

Forse invece di una vera e propria compagnia del Ricci, si trattava di compagnie scritturate, nelle quali poi egli aveva libertà di azione ? […] Il Ricci, poi agente teatrale, entrò in una certa agiatezza, sì che potè comprarsi al Ponte alla Badia una villa, detta delle Pagliole, ove morì di cholera, dicono per paura.

256. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 480-481

Andò poi a sostituir l’amoroso Tollo in Compagnia Peracchi, esordendo colla parte di Maurizio nell’Adriana Lecouvreur, e di qui ebbe principio la sua vita di artista, nella quale s’ebbe comuni gli onori, e ahimè comune la sorte ultima con Giovanni Ceresa. Il 2 gennajo del '79 si manifestarono i primi sintomi del male, poco avvertiti, che doveva poi condurlo al sepolcro.

257. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 663

Andò poi il '59 e '60 seconda donna in Compagnia Domeniconi a fianco della Cazzola, sposando al principio del '61 Angelo Vestri e passando ai Fiorentini di Napoli nella Compagnia di A. […] Entrato poi il Vestri nella Compagnia Nazionale, dove non era alcun posto per lei, non volendo ella creare ostacoli alla scrittura del marito, si ritirò dalle scene, e, dopo la morte di lui, a Bologna, traendo meschinamente la vita.

258. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 689

Della sua vita privata un piccol cenno si ha in un epigramma del tempo, che ho in una raccolta manoscritta, diretto alla moglie di lui, chiedendole come mai egli divenisse tanto birba da consumar la sovvenzione teatrale con la Ciabetti, e fare poi scandali con la moglie di parole e percosse. […] Fu poi in vario tempo e in varie compagnie, primo attore pregiato e non men pregiato Direttore.

259. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 754

Battista Zoppetti, il '61 in Compagnia Lombarda diretta da Alamanno Morelli, col quale stette poi gran tempo. Il '71 passò colla Sadowski, prima nella Compagnia diretta da Cesare Rossi, poi in quella diretta da Luigi Monti, col quale, capocomico, tornò il '77.

260. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 355-357

Nel 1812 fu in Compagnia di Giacomo Dorati, poi, nel ’19, in quella di Vestri e Venier, e finalmente in quella di Luigi Favre, del quale sposò una figlia, la Giulia, e col quale stette gran parte della sua vita artistica. […] Ella diventò poi prima attrice ; e se la numerosa famiglia non veniva a distoglierla interamente dall’arte, avrebbe potuto colla intuizione fortissima, colla bella figura e la bella voce, mantener le grandi promesse ch’ella dava di sè. […] Luigi sposò poi la Luisa Valenti, comica anch’essa, dalla quale ebbe quattro figli, tutti comici ; tra i quali Teresita, promettentissima attrice, morta a Roma nel’ 93.

261. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 28-29

Del '48 compose in francese l’argomento della commedia italiana, Rosaura Imperatrice di Costantinopoli, recitata poi al Petit Bourbon soltanto nel '58. […] Baiardi fu attacchato alla corda in Piazza, e poi fu rilasciato per il manchamento comesso l’altra sera, e recitò hiersera. […] Tornò poi nel '53 a Parigi (vedi il brano di lettera del 16 agosto nella Muse historique di Loret, riferita al nome di Adami Beatrice), sposò il 9 giugno del '65 in seconde nozze e alla presenza di Cristoforo Contugi detto l’Orvietano, di Giuseppe Giaratoni, Pierot, e di altri, Maria di Creil vedova di Francesco de Houpy.

262. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 347-348

Secondo i Fratelli Parfait, seguiti poi dagli altri, la richiesta del Re fu causata forse dal fatto che poco piacque a Parigi il Pantalone (di cui s’ignora il nome), il quale andò a sostituir Turi, egregio artista (V.), morto il 1670…. […] Questo Pantalone ignorato essendo stato l’ultimo Pantalone andato a Parigi, e non trovandosi poi citato più da alcuno, è probabile che la richiesta del Re di Francia avvenisse poco dopo il '70. […] Fra i documenti che concernon la Compagnia del Duca, ov'era Pantalone, ve n’ha uno del 1681, che comprende la nota della paga per ognun de'comici in sessanta ducatoni d’argento, e queste parole aggiunte : l’anno 1682 gli donò Sua Altezza vinti doble per ciascheduno Comico, et erano in dodici sì che l’ordine fu di doble 240 in tutto, e poi l’ Altezza Sua si disfece della Compagnia.

263. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 333-339

Esordì come amoroso nella Compagnia Tassani ; poi passò in quella di Gustavo Modena che lo iniziò nelle parti comiche, per le quali salì in poco tempo e meritamente in gran fama. […] A questo punto l’entusiasmo del pubblico era al colmo, e scoppi continuati di ilarità accoglievano poi per tutta la sera le parole di quel personaggio incarnato da Bellotti con tanta finezza, con tanta intelligenza…. e con tanta verità…. […] Così le produzioni si successero alle produzioni con rapidità inaudita, a segno che il pubblico avvezzo al nuovo, di nuovo assetato, non s’occupava più che del nuovo, per una sera tanto : e al nuovo della commedia tenne dietro per natural conseguenza il nuovo del genere : il quale poi, passando di trasformazione in trasformazione, è venuto oggi alle faticose elucubrazioni del dramma filosofico, e ai grotteschi acrobatismi della pochade. […] L’infiacchimento e la sfiducia cominciaron già a far capolino in un suo scritto sulle Condizioni dell’arte drammatica in Italia pubblicato prima nel Teatro Italiano di Firenze, poi in opuscolo ad Ancona l’anno 1875, in cui mise a nudo con una gajezza forzata le piaghe dell’arte, chiamandone il Governo responsabile unico ; e nella tema che le varie Commissioni rigettassero i suoi reclami sulle varie tasse teatrali, dopo di avere ironicamente accennato a una modesta tomba per sottoscrizione all’arte drammatica italiana, conchiudeva : ho iniziato delle pratiche per concorrere ad un posto di spazzino comunale. […] Il Bellotto recitò molti anni sempre ben visto ed applaudito ; ma poi, alienatosi dalla professione, passò ad abitare in Trevigi, dove, fatto già vecchio, terminò felicemente i suoi giorni intorno all’anno 1766. »

264. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 942

Fracanzani Camillo, bolognese, cominciò a recitar parti di prima donna nel Teatro de’ Nobili Felicini, con certo Maccaferri sellaio, poi comico anch’egli, e dice Fr. […] Gertrude, separatasi dalla famiglia, si recò nell’Istria con una compagnia nomade, poi di là nel Teatro S.

265. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 44

Passò poi qual primo attor giovine in Compagnia di Gaetano Goldoni-Riva, in cui stette fino al '21, per entrar poi a Napoli in quella di Salvador Fabbrichesi, superando la più difficile prova, dacchè andava ad affrontar quello stesso pubblico, che sino a poche sere innanzi, aveva avuto incredibili entusiasmi pel fratello Francesco.

266. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 336

Finito il servizio militare, era di seconda categoria, passò primo attore giovine in Compagnia di Luigi Pezzana con Ceresa primo attore, Adele Marchi prima attrice, e la Duse prima attrice giovine ; poi, nello stesso ruolo, in quelle di Bellotti-Bon, di Pasta, Nazionale, della Marini, di Marchetti e la Giagnoni, passando finalmente primo attore e capocomico in società, prima con Pasta e Garzes, poi con Talli.

267. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 741-743

Percorse poi colle Compagnie Lapy, Medebach, Battaglia, Zanerini, Goldoni e Perotti, le primarie città d’Italia, applauditissimo sempre nelle parti di primo amoroso. […] E. con tuti li altri Signori spettatori la godessero presi ardire di farla in parole stampare, et poi sotto nome di altri personaggi dedicargliela, come con essa le dedico la servitù et affetion grande ch’io le porto. La commedia era dunque un semplice Scenario, disteso poi in parole per questa occasione.

268. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 175-178

Formò il 1830 società con Luigi Ghirlanda, che fu poi sostituito da Giovanni Boccomini fino al '35. […] Andata lei con Romualdo Mascherpa, e andato il Boccomini con Angelo Rosa, Nardelli si ritirò a Verona, ove comprò il teatrino dell’ Accademia, e de' vigneti in Valpolesella ; non tardando poi a formare una società per un triennio con Carlo Re, proprietario dell’antico teatro di questo nome in Milano, e con un caffettiere presso San Carlo, per nome Gottardi, i quali, saputa la provata esperienza di lui, gli affidaron la direzione dell’azienda. La Compagnia doveva rimanere al Teatro Re ogni anno dal 1° settembre al 15 dicembre, e ne eran principale ornamento, oltre a un buon numero di generici e generiche, Amalia Bettini, prima attrice ; Carolina Fabretti, poi Giardini, prima attrice giovane ; Adelaide Zannoni, madre e seconda donna ; Amalia Colomberti, servetta ; Lucrezia Bettini, caratteristica ; Antonio Colomberti, primo attore ; Giovanni Boccomini, padre nobile e promiscuo ; Gaetano Coltellini, caratterista ; Pietro Boccomini, primo amoroso ; Antonio Giardini, brillante e secondo amoroso ; Giuseppe Zannoni, generico primario. […] Il primo autunno fruttò lire 47,000, il secondo 27,000, il terzo, che si mutò poi in carnovale, 22,000 : e alla fine del triennio, prelevata largamente ogni spesa, i soci ebber di loro parte 20,000 lire austriache nette.

269. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO I. Stato della poesia scenica in Francia. » pp. 3-12

Fu essa poi più tardi da un altro Francese rimpastata e riprodotta sulle scene, come diremo a suo tempo4. […] Scrissero poi favole drammatiche Monchretien, Baro ed Hardy, i quali, secondo M. […] Separatisi poi da questa compagnia de’ Gelosi alcuni attori, presero il nome di Confidenti, e vi recitarono varie favole italiane, e tra queste la Fiammella pastorale, in cui si adoperò il mescolamento di dialetti Veneziano, Bolognese, Bergamasco ecc, il cui autore fu Bartolommeo de’ Rossi Veronese10. […] Nella mia dimora in Madrid vidi in un intermezzo l’azione principale e la difesa del pecorajo fatta da Patelin, e la contesa insorta poi trall’Avvocato e il Cliente, il quale si vale della medesima di lui istruzione per non pagarlo. […] Io sono però d’avviso che essi appena ne trassero i nudi argomenti, che poi vestirono alla loro foggia.

270. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 265

Fu col Palamidessi e col Paladini prima, poi col Marinoni in Alessandria di Egitto, prima donna a vicenda con Teresina Mariani. Lasciò nel’ 91 il ruolo di prima donna assoluta per darsi a quello di madre, scritturata con Andrea Maggi prima, poi con Giuseppe Pietriboni, con Ernesto Rossi e con Gustavo Salvini, col quale si trova tuttavia.

271. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 676-677

Scioltosi poi il Colleoni dalla Compagnia Zanerini, ne formò una per proprio conto, in cui la Marta sostenne le parti di prima donna assoluta ; e pel merito di entrambi e degli artisti tutti che la componevano, fu quella compagnia giudicata delle migliori che scorresser l’Italia. […] Tornò poi a Modena il marzo del ’99, e vi recitò il Matrimonio Ebraico, ossia la Sinagoga, parodia dei riti israelitici che suscitò un diavoleto in teatro, pel quale fu necessario l’intervento delle autorità.

272. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 74

Marchetti Angelo, di famiglia lucchese, studiò pittura in patria, andando poi a perfezionarsi a Viareggio sotto due fratelli di sua madre, Emilia Rustici. […] Dopo alcune recite al Teatro Partenope, fu scritturato da Adamo Alberti a' Fiorentini, quale amoroso a vicenda con Luigi Monti, assumendo alla sua partenza il ruolo di primo attor giovine a fianco della Sadowski, della Cazzola, della Monti, di Taddei, di Alberti, di Bozzo, di Majeroni, di Tommaso Salvini, di Angelo Vestri, di Marchionni e di Virginia Marini, con la quale passò poi in Compagnia di Alessandro Monti.

273. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 568-569

Fu l’ '86 con Novelli, e l’ '87-'89 con Pietriboni, per diventar poi capocomico assieme a Paladini, colla moglie Ida Carloni (V.) prima attrice ; nel qual tempo fe'conoscere agl’ italiani i lavori del Becque, di cui primo La Parigina. Dopo la società con Paladini, ne formò una con Reinach, della quale era prima attrice Virginia Reiter, creando poi la famosa Compagnia comica Talli-Sichel-Tovagliari, una delle più fortunate del nostro tempo, sì per la novità e originalità del repertorio, sì per la spigliatezza e l’affiatamento.

274. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAP. IV. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo XVI quando fiorirono gli scrittori producendo le Commedie dette Erudite. » pp. 136-255

Si rappresentò poi la Rosmunda nel 1516 o 1517, secondo il Zeno, e fu la seconda tragedia rappresentata. […] Torna poi Nibio arrabbiato per essere stato beffato, e cerca della cassa. […] Egli dice che un caso anticamente avvenuto in Grecia, è poi seguito anche in Firenze. […] Più grazioso è poi il giudizio che ne diede il chiarissimo Bettinelli. […] Gisippo poi intende nell’atto V che Giulietta è viva.

275. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO X. » pp. 112-139

Quando poi si vuol dare al Popolo per favola ben condotta e artificiosa la più spropositata fanfaluca, allora, invece di ridere, volta le spalle al Teatro. […] Vi appoggiate poi al Signor Goldoni per provare, che gl’Istrioni sconciarono le Commedie Spagnuole. […] Riflettete poi, che questo è un puro effetto di esercizio, e di vivacità non difficile ad acquistarsi. […]  242.), che si facciano viaggiare i personaggi da Madrid a Roma, e poi ritornare. […] E la Nave Vittoria che scorre per tutte le parti della Terra, va in America, e poi torna in Ispagna?

276. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 570-583

Ma recitando le comedie poi a gli atti, a’ modi, a’ gesti ed alla voce gli altri strion restavan tutti buoi. […] E come poi la Regina seppe che la Colombina era sua moglie, non solamente ne fe’ subito richiesta al Principe, ma diede anche a Buffetto 100 scudi pel viaggio : onori, in vero, incomparabili fattigli pel gran merito e per le amplissime raccomandazioni che da Parma recava a Parigi. […] E poi che le fu pronuba Talia Altra musa a cantar l’alma le accese, E fa de’ propri casi altrui palese Nel consueto stil l’arte natia. […] r Cardinale farnese, come suo camariero ch’ io sono, di far la pace al dottore Altrimente andarete prigione e poi ne riceuerete disgusto da S. […] S. potrà fare cossi à Francesco Franchini tra Comici detto pantalone in bologna (poi a basso) Padre della Colombina Comica, Caro patrone a V. 

277. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO ULTIMO. Conchiusione. » pp. 300-303

Gli Eschili, i Sofocli, gli Euripidi, e gli Aristofani, gli Alessidi, i Filemoni, i Menandri della Grecia: gli Azzj, i Pacuvj, gli Ennj, i Seneca, e i Cecilj, i Nevj, i Plauti, i Terenzj del Lazio: i Trissini, i Rucellai, i Giraldi, i Torquati, i Manfredi, e gli Aminti e i Pastor fidi senza esempio, e i Machiavelli, gli Ariosti dell’Italia nel XVI secolo che risorgendo insegnava a risorgere: i Vega, i Calderon della Spagna: i Shakespear, gli Otwai, e poi i Wycherley e i Congreve dell’Inghilterra: i Cornelj, i Racini, i Crebillon, i Voltaire, e i Molieri e i Regnard della Francia emula della Grecia e dell’Italia, e norma gloriosa a’ moderni, mal grado degli Huerta e de’ Sherlock: i Weiss, i Lessing, i Klopstock della Germania che dopo un lungo sonno si risveglia al fine mirando indecisa or la Senna ora il Tamigi: i Maffei, i Conti, i Varani, e i Goldoni e gli Albergati, e Zeno e Metastasio che tante volte vale i Racini e i Cornelj nella presente Italia: tutti, dico, questi grand’uomini trovansi ora iperbolicamente ammirati ora senza conoscimento di causa ridicolosamente biasimati. […] Senza dubbio i drammi Cinesi, Spagnuoli e Inglesi contengono un’ arte men delicata, ma pel gusto di que’ popoli hanno un merito locale; i drammi poi de’ Greci e de’ Latini e de’ moderni Italiani e Francesi, come hanno acquistato dritto di cittadinanza nella maggior parte delle nazioni culte, non temono gl’ insulti degli anni, e posseggone una bellezza che si avvicina all’assoluta. […] Vi sono poi certe farfacce buffonesche che costano poco e fanno talvolta gran romore sulla scena, dalla qual cosa potrebbero gl’ inesperti dedurre una falsa conseguenza (e la deducono in fatti e ne fanno pompa) e fuggir la fatica necessaria per mettersi in istato di scrivere componimenti simili all’Atalia e al Misantropo, perchè non furono questi la prima volta ricevuti favorevolmente dagli spettatori.

278. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 340-342

Nel 1861 passò in quella Romana condotta da Cesare Vitaliani, poi in altre, finchè fu nominato Direttore de’Filodrammatici di Milano, ove morì a sessant’anni circa. […] Lo rimpiangerai…. ma io già non credo che tu voglia davvero voltargli le spalle : sospetto bensì che tu tiri il roccolo per farti esibir maggior paga da X e poi dire con tuono flebile a Domeniconi : Papà mio, mi piange il cuore, ma vedi, mi offrono 500 di più ; io sono pover’uomo, crescimi tu i 500 ed io resto con te fino alla morte. […] E poi, per quei Burgravii della Società, tu Lion, tu uomo universale, compiacente, pregno di ripieghi e di sanatorie, tu sei l’uomo unico, introvabile !

279. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 999-1001

Il ’30-’31 egli era per la stagione di autunno e carnevale in uno de’teatri di Roma, in società con Giacomo Job ; poi, preso parte ai moti di quell’anno, fu guardia nazionale a Bologna, volontario dragone ad Ancona sotto il generale Zucchi, compagno d’ armi del conte Giuseppe Mastai a Sinigaglia, poi…. […] Il ’60 dirigeva una compagnia detta dell’Italia centrale, di cui principale ornamento era la figliuola Antonietta, avuta dalla moglie Amelia Prina di Brescia, che vediam con esso il ’62 e ’66 a Tolentino, e che andò poi sposa all’avvocato Polveroni.

280. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 561-564

Rimase con la Internari due anni ancora, poi passò il '33-'34 nella società Domeniconi e Pelzet, pella quale fu pubblicato a Pistoja un opuscolo di versi, tra cui scelgo il seguente SONETTO al merito singolare del caratterista Signor LUIGI TADDEI Or che nube di duol par che si stenda di giovinezza sul celeste fiore, nè più il sorriso d’innocente amore nè più lieta l’avvivi altra vicenda ; bello di gloria e amor dritto è che splenda il raro ingegno che fa scorrer l’ore inavvedute e care anche al dolore con semplice e gentile arte stupenda. […] Ma la diffidenza e indifferenza del pubblico non tardaron molto a dissiparsi, chè nell’ Euticchio della Castagna prima, poi negli Osti o non Osti, il Taddei ebbe tale successo da lasciarsi a dietro il gran predecessore. Uscito dalla Reale, tornò a vagar di compagnia in compagnia, passando poi nel '52 a' Fiorentini di Napoli, ove stette dodici anni, divenuto omai creatura del suo pubblico.

281. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Di Venezia, 21 marzo 1620.Venezia, 16 di giugno 1618. » pp. 513-520

L'inverno del 1601 va a Parigi, poi forse, richiestane la Compagnia (degli Accesi) al Duca di Mantova da Maria di Boussu, dama della Corte di Bruxelles, nelle Fiandre e in Brabante. […] ma, ma domandandogli poi, che buon vento lo spingeva in costà, mentre si assettavano i bariletti, mi mostrò una lettera di V. […] S. come ella può sapere, che all’ hora haverebbe la compagnia satisfatto all’ obbligo che haveva qui in Venezia, e poi a quaresima harei procurato per quanto potevo di servire all’A. […] Et poi tutti insieme, non una volta, ma ben quattro, mi son venuti a dire et protestare che assolutissima. […] re, al quale feci relatione del regalo fatto a ciascuno della sua compagnia, ma in particolare poi dell’honore fattomi da V.

282. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 705-716

Passò poi generico primario, amoroso e brillante, a vicenda con Nicola Della Guardia, nella Compagnia di un certo Calìa napolitano, in cui recitava anche gli amorosi nelle farse col pulcinella (non mai il pulcinella, come altri affermò) ; poi, secondo amoroso, in quella di Lambertini e Majeroni, in cui stette anche l’anno dopo come secondo brillante sotto Leopoldo Vestri. Fu scritturato brillante il '78 in Compagnia Dominici, passando in quaresima al ruolo di primo attor giovine, poi, per l’improvvisa partenza del Dominici, a quello di primo attore, ch'egli sostenne per alcuni anni in piccole compagnie, come ad esempio, del Battistoni. Entrò l’'81 primo attor giovine con Dondini-Dominici, e l’'82, ahimè, tentò il capocomicato (sfogando – come si dice in gergo – tutte le sue passionacce, fra cui quella del Figlio delle Selve di Halm), che lasciò subito l’anno di poi, per andar primo attore in Compagnia Palamidessi che (altro ahimè) si sciolse a metà d’anno. Tornò primo attor giovine con Salvinetto e Pietro Rossi, poi primo attore e direttore d’una Compagnia italiana a Cannes, d’onde scacciato dal colera, si scritturò primo attor giovine il carnovale dello stesso anno con Artale-Pedretti. […] Che se poi per maestro si volesse intendere colui dal quale si succhia e il metodo dello studio, e il fondo dell’interpretazione, e le originalità della dizione, allora certo lo Zacconi rigetterebbe il giudizio, come de'più erronei.

283. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 841-848

Il luogo di nascita ci dice egli stesso in un sonetto A Cividal del Friuli sua patria in occasion di guerra civile, e ci ripete poi nella Canzone, nella quale descrive parte de’ suoi infortunij da che nacque fino all’anno quarantesimo sesto di sua età, e la conchiude con la morte della figliuola. […] Altri il vero nasconda Io no ; povere fasce i primi segni Dier d’infelicitate in quelle parti, Che poi seguimmi in ogni estran paese ; Così Penia mi prese Allevatrice infausta, e mi percosse Ne’ miei primi vagiti ; indi si scosse Torbida stella ; era morir pur meglio, Ch’esser altrui d’alta miseria speglio. […] Canzon da la Potenza al Natisone Ci è gran tratto di via per ogni via ; Dov’è la Figlia mia Fermati, e posa : poi di loco in loco Di’, che de’ miei tormenti ho detto poco. […] Esordì, generica, in Compagnia Brangi, sotto l’Isabella Buzzi, assumendo dopo un anno il ruolo di prima attrice giovine, col quale fu scritturata il 1821 in Compagnia di Tommaso Zocchi, che abbandonò poi per passare, il ’22 e ’23, con l’Assunta Perotti e Luigi Fini. […] Passò quindi nel ’51 madre e caratteristica in Compagnia di Cesare Dondini ; poi in quella del fratello Ettore sino al ’73, in cui, pervenuta all’età di settantasei anni, si ritirò dalle scene, cessando di vivere due anni dopo.

284. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 614

Recitò da innamorato per qualche tempo, ma poi diessi alla fatica di suggerire. […] Forse, trovandoci di fronte a una figlia adottata, e però, forse, naturale, il Bartoli ci ha dato il nome della madre o altro tolto a prestito, invece di quello, fin allora ignoto, del padre ; il quale poi, in occasione del matrimonio avrebbe riconosciuta la figliuola.

285. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Piacenza li 4 marzo 1640. » p. 287

Scritturato il '67 con Alamanno Morelli, fu con lui Caratterista fino al '79, per passare poi nella nuova Compagnia Marini e Ciotti, dalla quale uscì per recarsi con Emanuel a' Fiorentini di Napoli. Fu poi con Giacinta Pezzana, col Bellotti (Compagnia n. 2), e finalmente ancora con Virginia Marini, per un triennio, dopo il quale (carnevale dell’ '83) si recò a Firenze, dove morì il 23 giugno dello stesso anno.

286. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 665-666

Passò il 1815 col Granara prima attrice assoluta, poi con Giacomo Modena, poi con Francesco Lombardi, e finalmente si mise col marito alla testa di una buona Compagnia che durò molti anni con gran favore.

287. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO II. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo. » pp. 175-262

Si rappresentò poi la Rosmunda nel 1516, o 1517, secondo il Zeno, e fu la seconda tragedia rappresentata. […] Torna poi Nibio arrabbiato per essere stato beffato, e cerca della cassa. […] Col viso tutto alzato al cielo si sputa in su, poi con tutta la persona si dà una scossa, poi si apre gli occhi, si parla, e si muove i membri: allor la morte si va con Dio, e l’ uomo ritorna vivo. […] Dalla terza scena poi dell’atto II, in cui altercano Sofronia e Nicomaco, parmi che si vegga che l’autore compose prima la Mandragola. […] Gisippo poi intende nell’atto V che Giulietta è viva.

288. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 711-720

Il 26 dicembre dello stesso anno, recitò in italiano nel Banqueroutier la parte del Conte Constantin, cantando la canzone dell’ Usignuolo, che ricantò poi al suo riapparir sul teatro de’ Nuovi Comici Italiani nel 1729. […] Propostogli poi dal re di Polonia, Augusto I, Elettore di Sassonia, di entrare al suo servizio, e da lui invitato a formar per quella Corte una compagnia di attori assai completa così per le commedie come per le opere italiane, egli si recò nel ’98 a Parigi, e sì bene compiè la sua missione, che il re Augusto gli mandò un titolo di nobiltà, creandolo cameriere intimo e custode del suo tesoro privato. […] E acconsentito il Re, e avuta certezza del tradimento, si slanciò sull’indegno con la spada sguainata per farne pronta vendetta : ma rientrato poi in sè stesso, lo fe’ arrestare e tradurre al Castello di Konigstein, dove stette rinchiuso per oltre venti anni, e donde uscì per intercessione di altra Dama, la quale, padrona dell’animo del Re, si fece da lui condurre al Castello. […] Riapparve poi il Costantini l’ 8 successivo nell’Amant Etourdi, commedia italiana, recitandovi la parte d’intrigante in francese, alla presenza della Duchessa di Maine ; il 12 nell’Arlequin dévaliseur de Maison, o les Fâcheux, commedia italiana in cui sostenne ancora la parte di un intrigante, e il 13 finalmente nell’Arlequin Empereur dans la lune, commedia dell’antico teatro recitata il 1684 la prima volta all’Hôtel de Bourgogne : nella quale lo stesso attore rappresentò una parte di furbo e una scena notturna con Arlecchino applauditissima. […] Il Costantini l’andò poi allargando, rappresentando sotto quelle spoglie, come lo Sganarello nel teatro di Molière, parti di marito ingannatore o ingannato, talor servo di Ottavio, e talora di Cintio.

289. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 96-104

Lo troviamo poi nella Compagnia di Pedrolino, Giovanni Pelesini, dalla quale, com’egli scrive a un famigliare del Duca da Cremona, il 4 dicembre '95, si partì per mali trattamenti e più per insofferenza di giogo, passando in quella de'Desiosi o della Diana, in cui lo troviamo ancora l’anno successivo a Mantova e a Bologna, il '97 a Piacenza, onde scrive gajamente a Ferdinando de'Medici, chiamandolo nell’ intestatura misericordioso tutore, e nella sopra- scritta « suo come fratello minore Messer Ferdinando Medici, ma non de quei che toccano il polso », e il '99 a Verona, anno appunto, in cui, con decreto del 29 aprile, fu fatto dal Duca Vincenzo soprastante ai Comici mercenarj, ciarlatani, ecc., di Mantova e distretto ; carica che gli suscitò contro l’invidia de' malevoli, com’ egli ebbe a dolersi col Duca in una lettera del 7 di agosto, riferita intera dal D'Ancona. […] Dietro al frontespizio (V. pag. preced.), ridotto della metà, è una pagina bianca, poi, pagine 3 e 4, la seguente lettera di dedica : AL MAGNANIMO Monsieur, Monsieur HENRY de BOURBON, premier burgeois de Paris, chef de tuts les Messieurs de Lyon, Conte de Mommeillan, Chastellan du fort de Santa Caterina, Gouverneur de la Bressa, Pretentor del Marquisat de Saluces, Armiral de la mer de Marseille, maistre de la moitié du pont d’Auignon, & bon amis du maistre de l’autra moitié, Conseiller Souuerain au Conseil de guerra contre les Plamontois, Gratieusissimo courreur de bague, Cappitaine general de France et de Nauarre, Despensier liberal de canonades, Terreur de Sauoyard, Spauente de Spagnols, Colonel des soldats, qui sont en Sauoye, Secretaire Secret du plus secret Cabinet de Madama MARIA DI MEDICI, Reina du Louure, Grand Thresorier des Comediens Italiens. […] Passaron poi da Parigi a Fontainebleau, e di qui novamente a Parigi, ove esordiron in pubblico all’ Hôtel de Bourgogne il 24 novembre. […] Assente il Re, pare non recitasse che al suo ritorno, il 12 gennaio 1621, all’ Hôtel de Bourbon ; poi, dal 6 al 28 aprile, a Fontainebleau. […] Quando il Re annunciò la sua partenza nel mezzogiorno della Francia per andarvi a raggiungere la sua armata, confermò i comici a Parigi, per trovarveli al suo ritorno ; ma Arlecchino, allegando in iscusa l’età avanzata e il bisogno di riposo, domandò umilmente congedo, il quale poi, non essendogli stato accordato, si prese da sè dopo una serie non breve di accuse e di difese di tutta la Compagnia, dinanzi a cui Messer Arlecchino non era più il conduttore, ma il tiranno.

290. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 62-67

Alla testimonianza Gabbrielli, va subito congiunta quella del Beltrame Barbieri, che nella Supplica (1634) chiama la Celia giovane di belle lettere e comica famosa ; alle quali poi tengon dietro quelle di letterati illustri, e, prima, del Cavaliere Marino, che, nell’ottave 68, 69 e 70 del Canto XVII dell’ Adone, la mette quarta fra le Grazie : Un’altra anco di più, che 'l pregio ha tolto D'ogni rara eccellenza a tutte queste, Aggregata ve n’è, non è già molto, E sempre di sua man la spoglia, e veste, Celia s’appella, e ben del Ciel nel volto Porta la luce, e la beltà Celeste ; Ed oltre ancor, che come il Cielo è bella, Ha l’armonia del Ciel nella favella. […] Ch'ella accoppiasse al grande valore artistico un’altrettale bontà dell’animo non pare : si sarebbe anzi portati a credere che avesse con le compagne di palcoscenico e di ruolo comune la diavoleria ; scusata in parte dal fatto, che mai madre di comica spinse la petulanza, il pettegolezzo, la malignità, l’abbiettezza sì alto, come la madre di Maria, a cui s’aggiungeva poi come braccio destro delle sue male azioni un figliuolo, fior di canaglia, disperazione vera del povero direttore Flaminio Scala. I dissapori, le battaglie, le accuse a Don Giovanni de' Medici, (il capocomico), e le scuse poi, le invidie, gli scandali sulla scena tra i partigiani di Celia e quelli di Lavinia (l’ Antonazzoni), le sonore fischiate a quella in pubblico teatro, e le pubbliche difese dello Scala, e le lettere di Celia, sono pubblicate e chiarite in un articolo di Achille Neri, uscito nella Scena illustrata del 1° agosto 1887. Dal quale anche appare, dopo un reciso richiamo all’ordine, come Celia si andasse ammansando, cosi da farsi chiamar dallo Scala stesso coppa d’oro, e chiedere in isposa da Iacopo Antonio Fidenzi detto Cintio ; matrimonio che non potè poi farsi per solenne divieto della madre infame, che vedea morto con esso ogni sorgente di lucro.

291. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 945-946

Entrò poi l’Amalia il ’44 con Luigi Domeniconi prima attrice assieme a Maddalena Pelzet, quindi (1846) prima attrice assoluta con Angelo Lipparini, col quale stette cinque anni, mostrando, e nel dramma e nella commedia, a qual grado di arte ella era salita. Fu con Pezzana, e nuovamente con Domeniconi il ’52, poi collo Stacchini e il Moro-Lin.

292. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 390-391

Lo vediam poi con Giuseppe Peracchi, col quale stette lungo tempo, poi, del '73, con la compagnia n. 2 di F.

293. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 625-626

Fu con le migliori Compagnie d’Italia scritturato, poi socio del Dorati e del vecchio Pieri, poi di nuovo scritturato con Francesco Taddei, e di nuovo socio (1829) con Gaetano e Antonio Colomberti, artista anche allora di gran pregio, sebben già in età avanzata.

294. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Bologna, 23 dicembre 1639. » pp. 5-7

A me, a dire il vero, non è riuscito di raccapezzarmi in questo nome di Adami, che trovo nel Sand, senz’altre indicazioni, seguito poi dall’Ademollo (op. […] Recitava con somma abilità una commedia intitolata : La Pazzia ; talchè Andrea Baruzzi volle onorare i suoi meriti col seguente sonetto tolto alle rime di lui, stampate in Verona per il Rossi l’anno 1675 : Beato esser credea col suo bel volto, e poi mi diede un infernal dolore, poichè con finti vezzi a me rivolto, da dovero il crudel m’impiagò il core. […] … Questa Pazzia sarà stata, immagino, la solita Pazzia d’Isabella dello Scala (V.) scritta per l’Andreini (V.), doventata poi Pazzia di Lavinia per l’Antonazzoni (V.).

295. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 414-417

A queste persone principali s’aggiungono un Famelico parasito e un Salvatico, e le maschere Bergamino, Pantalone, Graziano, che fan le maggiori buffonate del mondo ; poi figure allegoriche e soprannaturali : Eco, Tempo, Pazienza, Speranza, Aletto, Tisifone, Megera, Mercurio, Proteo, Giove, Plutone, Nettuno, che servono a empir di fantastico il quadro. Gran parte vi ha l’Eco, il quale comincia a farsi sentire in un lungo monologo di Pantalone al primo atto, tutto a bisticci : La sorte s’urta, e fa che morte m’urta se vago vuogo, e se sto fermo formo affanni, e fanno che me liga e laga la fina funa, che me strinze e stronza e moro, e miro se con passi posso far scherno e scorno, a chi mi tira in tara le parche porche se le fila il filo della mia vita, vota d’ogni degni contenti……… e via di seguito per trentacinque versi, dopo i quali comincia una comica lotta di parole con l’Eco, che torna poi in scena, per dir così, con Titiro al secondo atto, e con Montano, poi con Graziano e Bergamino, e con Fiammella e Ardelia, al quarto.

296. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 682-683

Della sua vita artistica sappiamo che l’estate del 1724 si trovava a Padova, poi a Treviso, d’onde scrive a un medico due lettere : per ottenere alcuna commendatizia, e per dargli avviso di avere sputato un po' di sangue, il che l’aveva messo in grande apprensione. […] Tornò a Treviso il settembre dello stesso anno per andar poi a passar tutto l’autunno a Bologna ; e rinnova istanza per avere una lettera di raccomandazione, e neanche a farlo a posta ridà notizia di nuovo sputo di sangue…. […] Arrivato a Bologna stette bene due mesi, ma poi fu preso da vertigini e febbri acutissime, per le quali fu ordinata nuova emissione di sangue.

297. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO I. Teatro Inglese. » pp. 189-231

Di poi egli fece una risposta in cui perdè di vista l’oggetto vero della tragedia che è di commuovere col terrore e colla compassione. […] Scrisse poi per le taverne e per le strade la tragedia intitolata Tommaso Overbury. […] L’ammazza e poi si ferisce. […] Non metto poi a conto quella maladetta cicalata che mi convenne fare: sa dio come la pronunziai, e come la Camera l’ascoltò! […] Gay compose poi una continuazione dell’Opera del Mendico che intitolò Polly.

298. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 889-912

Dal seguente aneddoto poi comunicato ai Parfait dal Gueullette, e che si trova nella loro Istoria del Teatro italiano, risulta che il Fiorilli andò in Francia verso il 1640. […] Ma ciò non impedì ch’ei sentisse pena di quella separazione : e lo vediam di fatti tornare in Italia il ’66, poi di nuovo il ’67, nel quale anno parve abbandonar definitivamente il Teatro italiano di Parigi. […] Avuta poi il Fiorilli permissione dal Re di ritornarsene a Parigi, vi ricomparve il ’70, ammirato e applaudito come sempre ; tanto che per alcuni mesi fu disertato ogni altro teatro, e quello di Molière in ispecial modo. […] una figlia battezzata col nome di Anna Elisabetta il 29 luglio dell’ ’81 da una certa Duval, che fu poi, come vedremo, la disperazione del povero artista e come amante e come moglie. […] ma ragione, e poi decida.

299. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO I. Tragedie. » pp. 4-67

Mancano poi di anima, di grandezza, di moto. […] Ma è poi sicuro codesto bibliografo che il poema epico debba aver sempre un esito felice? […] Ella poi mostrasi sorpresa da un nuovo doloroso pensiero. […] IV Olvia è sicura poi che tal diserzione sia sincera e che non possa essere uno stratagemma? […] Risolvono al fine di uccidersi fra loro, e poi si vede il tempio e la città incendiata.

300. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 130-141

Iniziato alle lettere nel liceo di Verona sotto le discipline di Ilario Casarotti, passò poi a studiar legge nell’ Università di Padova. […] Tornò il '32 a Bologna, ma i fatti di Cesena lo ricacciarono in esilio : e fu a Brusselle correttore di stampe, maestro di scuola e commerciante di maccheroni e di cacio lodigiano ; poi in Isvizzera, poi di nuovo in Francia, d’onde tornò, dopo sette anni di esilio, a riveder la patria e i parenti, per amnistia del nuovo imperatore austriaco Ferdinando I. […] Si unì poi a varie compagnie, colle quali dava or qui or là poche recite, maturando il disegno di formare e condurre una Compagnia propria di giovani forze da avviare, da ammaestrare, da guidare : e la Compagnia fu fatta, e alcuno de' nuovi accolti riuscirono attori splendidi. […] Una lettera al celebre attor dialettale Giuseppe Moncalvo, meneghino, nella quale sono espressi i suoi intendimenti d’arte, e le vie da seguirsi ad arrestarne il precipitoso decadimento, riprodotta poi dal Bertolotti nel suo studio sul Moncalvo. […] Mi è poi di grandissima compiacenza l’entrare seco Lei in tali rapporti, che mi procureranno il piacere di conoscer La personalmente, e di riconoscere in pari tempo il di Lei merito anche in fatto di pubblico insegnamento.

301. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 230-232

» Egli è quello stesso che a Torino, al Circo Sales, in compagnia Trivelli, sostenendo la parte di un pescatore nella caduta di Missolungi, dovendo dire : « nell’imperversare della bufera, mi abbandonai alla discrezione delle onde, » disse invece : « nell’imperversare della bufera, mi abbandonai alla descrizione di Londra…. » Lo troviamo padre nobile, nel 1842, della drammatica compagnia condotta e diretta da Angelo Lipparini, poi, nel 1844, in quella di Romualdo Mascherpa ; proprietario nel ’54-55 di una Compagnia discreta, della quale era prima attrice la Vedova-Ristori, e caratterista Luigi Bottazzi, artisti di merito non comune ; e finalmente, nel ’57-58, caratterista e promiscuo della Compagnia condotta e diretta da Valentino Bassi. […] Aveva l’Asti un bel far rotare in alto la spada, andando alla quinta e tornando a dietro poi, rosso come un gallinaccio per l’indignazione con cui proferiva le parole : « sì, con questa spada, lo giuro !

302. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 386

Passò poi tre anni, trascinata di compagnia in compagnia, applaudita e non pagata, dopo i quali risolse di abbandonar le scene. […] Troppo sarebbe il voler ricordare tutti i lavori così comici e drammatici come tragici, ne’quali fu proclamato eccellente ; ma basti il dire che mentre atterriva e paralizzava quasi il pubblico rappresentando il Maometto di Voltaire, lo sollevava poi all’entusiasmo, la sera dopo, nel Tutore e la Pupilla di Kotzebue : e solevasi affermare più tardi, non solo dagli spettatori, ma da’comici stessi, che ove egli non fosse stato così presto rapito alla scena, il gran De Marini non avrebbe avuto il primato dell’arte.

303. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 658-659

In queste ottave, come in quelle cantate dal Corsini, potremmo forse, e senza troppa fatica, intravvedere il germe della maschera dello Stenterello, la quale sola serbò in teatro l’uso delle ottave, che furon poi come l’elemento primo della maschera, poichè in esse Stenterello mostrava senza inceppamenti il proprio io, dando bottate o politiche, o sociali, in cui emergeva l’inevitabile frizzo a doppio senso, generato forse dal Ciarli, e continuato dal Corsini e dal Del Bono entro una cerchia di relativa correttezza, e ridotto poi dal Cannelli a vera e propria sguajaterìa.

304. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 788-789

Il 19 febbraio del ’60 sposò Maria Masi a Roma ; nata a Rimini il ’45 da Filippo Masi, già Capitano del papa, poi soldato della nostra Indipendenza, poi comico, e da Casilde Bocci, pur romagnola.

305. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Tavola di Stato – 13 dicembre 1769.Tavola di Stato – 7 febbraio 1770, » pp. 5-6

Rimasto vedovo, il Landi passò a seconde nozze con un’attrice di merito per le commedie improvvise, di nome Assunta, senese, con la quale fu a Napoli, d’onde tornò poi in Lombardia nel '68, scritturato nella Compagnia di Pietro Rossi. L'anno seguente, fattosi capocomico, uccise nel teatro di Reggio l’apparatore Spisani, e fu messo in carcere, poi assolto, per constatata provocazione, come dai due documenti che trovo nell’Archivio di Modena.

306. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Dato in Modena dal Nostro Ducal Palazzo questo di 16 xmbre 1753. » p. 72

Antonio Marchesini si ritirò poi in Venezia, ov'ebbe – dice il Bartoli – pietosi sussidi da Gerolamo Medebach, e dove morì del 1765. […] Partendo dai Nostri Stati per portarsi altrove Antonio Marchesini Capo della Compagnia de' Comici, che ha esercitata per più mesi tal professione ne' Teatri di Modena, e di Sassuolo con piena nostra sodisfazione, e della nostra Corte, ed’auendo percio motivo d’accordargli la nostra prottezione, con ascriverlo nel numero de nostri attuali Sruitori, l’accompagniamo colle presenti nostre lettere patenti, in vigore delle quali preghiamo i Signori Principi per i Stati de quali gli occorrerà transitare, e rispettivamente ricerchiamo i loro Ministri a far godere allo stesso Marchesini i suoi cortesi riguardi, lasciandolo passare liberamente col suo seguito, e Bagaglio, e tanto poi comandiamo espressamente aj Ministri, Officiali, e Sudditi Nostri per quanto stimano la gratia.

307. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 303-304

Passò il '28 in società con Giacomo e Gustavo Modena fino al '31, poi col solo Giacomo, quando Gustavo partì da Bologna coi volontari per Rimini, fino a tutto il '32. Fu poi, alcun tempo, capocomica in Sicilia.

308. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 482-483

Mortagli poco dopo la moglie (1831), passò a seconde nozze con Fanny Donatelli, divenuta poi buona artista di canto, dalla quale in breve fu per infedeltà separato. Lasciato il maggior figlio Alessandro a studiar belle arti all’Accademia di Firenze, si scritturò nella Compagnia di Bon e Berlaffa, conducendo seco il figlio minore Tommaso ; poi, sempre con lui, in quella di Gustavo Modena ('43-'44), a fianco del quale egli sosteneva Achimelech nel Saul, Lusignano nella Zaira, Andrea nella Pamela nubile, ecc., oltre a tutte le parti di primo attore assoluto in quelle opere di varia indole, in cui Modena non avesse parte.

309. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 619-638

Passò poi con la Marta Coleoni assieme alla moglie Francesca (il nome di famiglia non giunse a noi) egregia servetta, e assai probabilmente la stessa giovinetta, per la quale egli s’era dato all’arte. […] V., il cui accidente convertitosi poi in natura io ho nel corso di 38 anni (con poca intermitenza) sempre servito alla S. […] ) sotto il nome di Pietro Maria Chezzini, in compagnia del Canovaro e di quell’Austoni (Battistino) che diventò poi amministratore nella Compagnia da lui diretta. […] Andò il 1600 a Lione, direttor della Compagnia l’Arlecchino Martinelli, pel matrimonio di Enrico IV con Maria De Medici che si celebrò il 17 dicembre ; poi a Parigi. […] Ma la Cecchini, da quella donna navigata che era, traeva poi argomento da tutto per mostrarsi di rigida austerità al cospetto del marito, sia per provargli il torto d’ingiusti sospetti, sia per farsi perdonare i falli trascorsi.

310. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Di Milano, il dì 28 agosto 1620. » pp. 140-157

Saprà poi V. […]  » E le pecore infette, si capisce, erano più specialmente i Coniugi Cecchini, poi, probabilmente, il codazzo degli ammiratori e corteggiatori e…. […] Se poi la Cecchini ebbe onori di rime, come vedremo, anche maggiori n’ebbe l’Andreini. […] Se poi ripiglia i suoi uiui colori, Tosto ripiglia il core i primi ardori. […] A. intende ne sieguono poi di quelle che la prudenza sua si puol immagginare.

311. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO IV. LIBRO V » pp. 67-93

Amlet parla ad alcuni di essi con famigliarità; vuol poi sentir declamare una scena sulla morte di Priamo. […] Arriva Amlet, l’osserva, va per ferirlo; pensa poi che se l’ammazza mentre stà orando, gli assicura la gloria eterna. […] Ordina poi che parli alla madre piena di sp avento. […] Palesa poi a Laerte un espediente che gli è sovvenuto per disfarsi di Amlet. […] Il meno impudente la spoglierà, la prenderà per iscorta, e mostrerà poi di averla appena veduta citata.

312. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 922-927

Fiorillo Silvio, creatore della maschera di Pulcinella, perfezionata poi dal Calcese, e di quella di Capitan Matamoros, sotto il cui nome arrivò fino a noi, autore di varie opere poetico-teatrali, nacque a Napoli nella seconda metà del sec.  […] Chiamato a Mantova dal Duca il 1599, non potè recarvisi per malattia della suocera e sua ; ma vi si recò il 4 aprile del 1600, nel qual giorno, secondo che abbiamo dal Bertolotti, giunse in casa di Tristano Martinelli, arlecchino, sovrintendente di tutti i comici dello Stato mantovano, passando poi all’Albergo della Luna, ov’ erano l’Austoni e Antonio (?). […] In essa troviamo il personaggio di Scaramuzza, servo del Capitan Squarcialeone, rappresentato molto probabilmente dal figliuolo Giovan Battista, scritturato pertal parte nella Compagnia che recitò a Genova il 1614, e divenuto poi famoso colla maschera di Trappolino. […] E chi era il Capitan Matamoros che vediam nel quadro dei Buffoni francesi e italiani (riprodotto poi dall’Huret nell’incisione che qui riferisco), di cui do nella testata la riproduzione, per gentil concessione del signor Rambaud, che fu anima dell’esposizione drammatica di Parigi (1896), e di cui non esistono che due esemplari : uno che è nel foyer della Comedia Francese, l’altro appartenuto già al signor De la Pilorgerie, che sarebbe, secondo il Baron de Wismes, di quello una copia ; ma anch’esso, a parer mio, originale ?

313. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO VII. Opera musicale nazionale ed italiana. » pp. 195-212

Per esempio la prima aria dell’atto I si canta dopo centoventisei versi recitati, e soli trentadue versi poi sono seguiti da due arie; nell’atto II si recitano cento cinquanta versi prima di udirsi un’ aria, e poi settanta versi soli danno luogo a ben cinque pezzi di musica, cioè tre arie, una cavatina ed un recitativo obbligato, ed altri novantotto versi in seguito precedono un’ altra aria. […] Si aggiugne un’ altra aria di paragone di un fresco rio , che coll’ umor frio feconda le piante, ma se poi è trattenuto da un pantano vil altivo , questo rivo annega quanto incontra. […] Dopo alenni soporiferi discorsi di Briseida e Crisia, Achille partecipa a questa la di lei libertà, ed ella grata gli augura una corona di lauro che Apollo idolatra; ma immediatamente poi nell’aria gliene augura un’ altra di mirto, nè le basta, se non vede su i di lui capelli fiorire i rami di tal mirto, e nella seconda parte di essa (che conviene alla prima come il basto al bue) si dice : Y de nuestras vidas con afectos nobles aprehendan los robles à permanecer. […] Aggiungiamo solo alla sfuggita che tutte le arie sono stentate, inarmoniche, difettose nella sintassi, e contrarie o distanti dal pensiero del recitativo; che si trova in quest’atto secondo uguale ignoranza delle favole, ed invenzioni Omeriche, e degli antichi tragici; che Briseida augura ipocritamente ad Achille che giunga à gozar del amor de su Ifigenia; ignorando che la sacrificata figlia di Agamennone per miracolo di Diana ignoto a’ Greci si trova viva trasportata nel tempio della Tauride; che l’istessa Briseida la prega di volersi intenerire, y no qual fuerte hierro à tu Briseida aniquiles, abrases y consumas; colle quali parole attribuisce al ferro che non è rovente, le proprietà del fuoco di annichilare, bruciare, consumare; che Achille vuole che gli augelli loquaci siano muti testimoni, los pajaros parleros sean mudos testigos  che lo stesso Achille dice di avere appreso da Ulisse â despreciar la voz de las sirenas, la qual cosa dimostra di possedere uno spirito profetico, perchè Ulisse si seppe preservare dalle sirene dopo la morte di Achille e la distruzione di Troja; che l’istesso Achille pure profeticamente indovina che l’uccisore di Patroclo sia stato Ettore, perchè nel dramma del La Cruz niuno glie l’ha detto; che Agamennone dice ad Achille che vedrà al campo il corpo di Patroclo pasto fatal de las voraces fieras, bugia che contraddice al racconto di Omero che lo fa venire in potere de’ Mirmidoni; nè poi Achille potrebbe mai vedere una cosa già seguita, purchè le fiere a di lui riguardo non vogliano gentilmente differire di manicarselo sino al di lui arrivo; in fine che La Cruz dovrebbe informarci perchè Briseida di Lirnesso, cioè Frigia di nazione mostri tanto odio contro le proprie contrade a segno di desiderarne l’annientamento anche a costo di dover ella rimaner priva di Achille? […] Di bel nuovo poi dal 1786 vi si tornarono per qualche altro anno a rappresentare opere musicali italiane.

314. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 266-272

Comunque sia, lo Stordito è più che ispirato all’opera italiana, la quale ebbe tanto favore che restò nel repertorio lungamente, modificandosi poi coll’andare del tempo nelle improvvisazioni de’ comici più o meno intelligenti. […] In sul principio L’Inavvertito fu uno scenario, e Beltrame dovette veramente all’ingegno de’suoi comici, in gran parte, il successo di esso ; ma le libertà che si pigliaron poi le nuove compagnie, tali da ridurlo pressochè irriconoscibile, fecer prendere all’autore la risoluzione di spiegarlo per iscritto, seguendo in tutto le traccie lasciate dai comici egregi che lo recitaron prima. […] Altra cosa degna di nota nell’ Inavvertito è il personaggio di Spacca ; il quale, mentre può essere, talvolta Capitano, come vediamo nei Balli di Sfessania del Callot, da cui poi lo Spaccamonti, rimasto nell’uso a significare uno che le spara grosse, talvolta Dottore col nome di Spacca Strummolo (V. […] Lascio raccontare a lui stesso l’aneddoto, che ha per noi un valore storico non lieve, per quanto concerne anche le zannate che vedrem poi largamente descritte al nome di Bocchini Bartolomeo (Zan Muzzina). […] Venendo poi a parlare degli onori fatti a comici antichi e moderni (saran riportate le sue parole al nome di ciaschedun comico ; V.

315. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Padova, 28 luglio 1674.Venetia, 16 marzo 1675.Venetia, 23 marzo 1675.Venetia, 30 marzo 1675.Venetia, 13 ap.le 1675.Venetia, 20 ap.le 1675. » pp. 28-35

Nata a Torino, recitò coi genitori parti di bambina, poi fu lasciata per la sua istruzione a Trieste presso una famiglia di amici. […] Continuò nell’ 87-’88 nella Compagnia in società con Cesare Vitaliani e Angelo Vestri ; fu poi scritturata assieme al marito nella Compagnia di Ernesto Rossi, e finalmente in quella diretta da Virginia Marini. […] no in particolare per la sua parte et per i travestimenti spagnoli ne è oltre modo desideroso che sia in compagnia, perchè il figlio di pantalone per queste parti non è bono, et poi ha tanto poca fortuna da per tutto che la compagnia patisce pur assai. […] no, circa poi che dice il S. […] Il Dottore vivente a quell’epoca e a noi noto sin qui era il Lolli ; ma egli, recatosi a Parigi nel 1653 per assumere nella Compagnia italiana la maschera di Dottor Baloardo, tornò in Italia, non so in che anno (nel’58 era certamente a Roma, come si vede ai nomi di Lolli e Bandinelli) per poi restituirsi una seconda volta a Parigi, ove e precisamente nel ’70, fece rappresentare una comedia intitolata Il Gentiluomo campagnuolo, ovvero Gli stravizzi di Arlecchino.

316. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 506-512

Ma la commedia che aveva, già cinque anni prima, dato fama di grande attrice alla Bresciani, fu la Sposa Persiana, rappresentata per la prima volta in Venezia l’autunno del 1753, con successo meraviglioso, che diè poi tanto nel naso al Gozzi, da fargli stampare il Canto della Sposa Persiana, che è la più volgare e acerba critica della commedia. […] Ben mio, no fe’ de quel proverbio abuso : La forza ghe ne indorme alla rason ; Perchè, se ancuo xe le sbattue cinquanta, Le vien trenta, e poi vinti, e poi i ve impianta. […] Milano, Dumolard, 1885) alla commedia intitolata I Viaggiatori, non mai stampata, forse pel poco successo avuto, e rifatta poi dal Goldoni a dramma giocoso in tre atti, col titolo : I viaggiatori ridicoli pel Duca di Parma nel 1756 che lo creò in quell’anno suo poeta di Corte. […] Restò poi colla Compagnia del suocero sino alla sua morte, che accadde in Brescia la primavera del 1780.

317. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAP. V. Tracce di rappresentazioni sceniche in Ulieteia e in altre isole del l’Emisfero australe nel Mar Pacifico. » pp. 59-65

Si addormentavano poi i bruni intorno al paniere, ed i bianchi approfittandosi del tempo camminando sulla punta de’ piedi sollevavano leggermente gli addormentati arghi, e toglievano loro il paniere. […] Si avanzò poi alla testa degli attori situati in un de’ lati del mezzo cerchio un principal personaggio, e declamò alcune parole alla foggia de’ nostri recitativi con gestire espressivo, che agl’Inglesi parve superiore al l’azione de’ più applauditi attori del nostro paese. […] Si recitarono parimente alcuni passi, e di poi il semicerchio si avanzò sul teatro, rispondendo in coro le persone di ambo i lati, e finirono cantando e ballando.

318. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO II. Tragedie latine d’oltramonti, Tragici Olandesi, e Teatro Alemanno. » pp. 135-142

Tradusse poi nel 1627 la Dafne del Rinuccini, nel 1633 imitò un’ altra opera italiana intitolata Giuditta, e nel 1636 tradusse l’Antigone di Sofocle corredandola di dotte note. […] Le sue favole comiche e tragiche si rappresentarono da’ collegiali dal 1677 in poi. […] Pensarono poi a formarsi un’opera nazionale, ma sia per debolezza di coloro che l’intrapresero, ovvero sia per l’indole dell’idioma, essi riuscirono così infelicemente, che atterriti dalle critiche tralasciarono di più comporre opere in lingua tedesca.

319. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO V. Tragedie Latine d’Oltramonti: Tragici Olandesi: Teatro Alemanno. » pp. 286-290

Tradusse poi nel 1627 la Dafne del Rinuccini, nel 1633 imitò un’ altr’opera italiana intitolata Giuditta 123, e nel 1636 tradusse l’Antigone di Sofocle corredandola di dotte note. […] Le sue favole comiche e tragiche si rappresentarono da’ collegiali dal 1677 in poi. […] Pensarono poi a formarsi un’ opera nazionale; ma sia per debolezza di coloro che ciò tentarono, ovvero sia per l’indole dell’idioma, essi riuscirono così infelicemente, che atterriti dalle critiche tralasciarono di più comporre opere tedesche.

320. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 18-21

 » Dopo le peripezie toccate al suo povero padre nel '59, si scritturò come generico giovine, secondi brillanti e mami, in varie compagnie, ultima quella di Sterni, Rosaspina e Bonivento, in cui, animato da suo padre che gli fu primo maestro, finì coll’ assumere il ruolo di primo brillante, mantenuto poi nella Compagnia di Raffaele Lambertini, della quale faceva parte Enrico Capelli e Giuseppina Ferroni, sua moglie, e nella quale stette fino a tutto il carnovale del '67. […] N'eran.parte principale, oltre al Rossi, la Campi, la Zerri-Grassi, la Migliotti, divenuta poi sua moglie a Genova nella quaresima del’73, la Bernieri, Ceresa, D'Ippolito, Giulio Rasi, Pesaro, Bosio, Luigi Rasi, ecc. ecc. […] Due suoi fratelli, Achille ed Ugo, seguiron l’arte del padre ; il primo come brillante, artista mediocre, fermatosi poi a Bologna a insegnarvi recitazione : il secondo generico e secondo carattere, coscienzioso, accurato, che recitò quasi sempre al fianco di Claudio.

321. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO V. Tragedia Francese nel secolo XVIII. » pp. 75-133

Soffre poi l’ombra di Nino molte e rilevanti opposizioni. […] Lascio poi che manca nelle circostanze dell’azione cert’arte che l’accrediti. […] Pubblicò poi un Ajace reputata inferiore alla prima. […] Questa mina poi fu veramente una scelleratezza meditata da Avogadro? […] Volle poi il Belloy dare un complice all’Avogadro, e donde il prese?

322. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Latino e del Libro II — CAPO V » pp. 4-31

Fu questo poi vietato con un Senatoconsulto; ma sembra che il divieto fosse andato indi in disuso, trovandosi appresso trasgredito. […] Nella stessa favola poi sparse altri tratti di satira che andavano a colpire il Dittatore. […] Costui ebbe il cognome di Paside che poi si trasformò in Panza, ed attese da prima agli studii teatrali, e compose alcuni mimi. […] Ebbe egli poi tanti protettori che fu richiamato. […] Divennero poi essi giuochi annuali l’anno 580 per un editto pubblicato nel consolato di Lena e Postumio.

323. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 4

Moglie di un comico Adami, prima, poi del famoso Lolli, nacque a Roma nel 1635, e si recò a Parigi nella Compagnia italiana col giovane Biancolelli, con Eularia e Ottavio nel 1660 come servetta sotto il nome di Diamantina, che l’aveva già fatta celebre a Roma. […] Dal mese di novembre 1660 in poi, i comici italiani e la Compagnia di Molière, demolita per ordine del Re la sala del Petit-Bourbon, recitarono al Palais-Royal.

324. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — 1759 – 16 Settembre. » pp. 258-259

Troviamo nel Goldoni che il Balletti prima di darsi all’arte scenica, era stato ballerino : nel 1748 fu maestro di ballo a Milano, poi a Mantova, poi a Venezia.

325. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 652

., poi il 3 gennaio 1525 all’Orba, in casa Querini Stampalia a S. […] A questo punto si arrestan le notizie di recitazioni a Venezia in cui prese parte il Cherea ; ma sappiam poi dal diarista Sanudo che il Cherea, stretta amicizia con l’oratore ungaro, di passaggio a Venezia, aveva lasciato la città, nella quale aveva raccolto tanta messe di lodi, per recarsi in Ungheria, dov’era nel 1532, non sappiam bene se per ispasso, o ad esercitar l’arte sua.

326. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 936-937

Fu con Massimo Ferraresi, del quale sposò la figlia Elisabetta ; e, lui morto, passò con Onofrio Paganini prima, poi con Pietro Rossi, con Giuseppe Lapy a Venezia, e (1782) con Francesco Paganini, figliuolo di Onofrio. […] Troviamo poi il Fortunati al S.

327. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 479

Quando era con Morelli (del '70) sposò Enrichetta Pirocca di Este, maestra del Collegio ov'era stata educata, e appassionata filodrammatica, che fu poi buona generica e seconda madre. […] Antonio Salsilli fu anche scrittore egregio di articoli e bozzetti di teatro, spesso col pseudonimo di Paron Toni, nella Gazzetta di Napoli, nella Rivista Subalpina, nel Corriere di Roma, nel Carro di Tespi ; autore di commedie, tra cui accolta con molto favore quella in un atto Cicero pro domo sua, e di monologhi, tra cui Il punto interrogativo, fatto celebre dall’arte meravigliosa di Claudio Leigheb, e divenuto poi la delizia di tutti i dilettanti maggiori e minori.

328. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XIV. Intorno alla descrizione de’ Teatri materiali di Madrid, fatta nella Storia de’ Teatri. » pp. 207-213

.): “La descrizione, a dire il vero, non e la più vantaggiosa al gusto Spagnuolo: se poi lo sia l’originale, lo decideranno quelli che hanno visto i Teatri di Madrid”. […] Intorno al secondo punto, in cui dimostrate dubitare della verità descritta con quelle urbanissime parole, se poi lo sia l’originale, offendete me, e voi stesso col presumere senza fondamento, e senza veruno precedente esame, una persona mendace. […] Dall’altra parte come poi avrei potuto salvarmi da’ giusti rimproveri degli abitatori di Madrid al vedere falsamente riferita una cosa materiale esposta alla vista di ognuno? […] Ma voi volete sedere, arzigogolare, e tirar giù a mosca cieca, non curandovi nè anche di leggere gli scritti de’ nazionali, e poi spacciate per epigrafe del Saggio le parole di Cicerone, Si occupati profuimus aliquid Civibus nostris, prosimus etiam, si possumus, otiosi?

329. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 738-742

Mancò ch'io era giovinetta, e venni affidata a mio fratello maggiore che era in arte (fu per molt’anni brillante, discreto, con Zoppetti, poi caratterista con Ernesto Rossi e con la Ristori). […] Trovai, invece, da scritturarmi con Ferrante e la Paladini (ora Andò), sostituita poi dalla Sivori, come prima attrice giovine ; e le parti, in cui più mi distinsi, a giudizio della stampa, furon le tragiche : Norma, Medea, Giuditta, Saffo, ecc. […] Ritornai frattanto in arte con la Compagnia Benini (compagnia mista allora e di secondo ordine) ; poi con Gallina, poi con Zago-Gallina, e finalmente del '91, Gallina autore, col fratello Enrico…. a cui, come sapete, subentrò proprietario il Benini, e…. eccomi ancora qui.

330. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO I. Teatro tragico Italiano. » pp. 98-130

Cataldo Morone da Taranto che poi si disse F. […] E poi che il padre mio non mi marita, Maritar me per me mi son disposta. […] L’azione poi si avvolge con verisimilitudine, e con tragico terrore si disviluppa. […] S’impresse la prima volta nel 1644, e poi di nuovo nel 1665 con un discorso in sua difesa, nel quale anno si recitò nel seminario Romano. […] Dichiara poi di non esser egli Corradino tosto che intende che il re vuol farlo suo genero.

331. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

Bravo tiranno, era il 1827-28 in Compagnia di Luigi Bergamaschi colla moglie Giuseppina, mediocre servetta, poi il ’28-’ 29 in quella di Pisenti e Solmi, diretta da Albina Pasqualini.

332. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « AVVISO. » pp. 310-312

Ecco poi le due enunciate correzioni al tomo II che presento a’ miei gentili lettori, approfittandomi delle dotte insieme ed obbliganti insinuazioni di un valoroso nostro Letterato che mi onora della sua preziosa amicizia. […] Di un altro putto Etrusco che si vuole trovato sin dall’anno 1587 vicino al Lago Trasimene, e poi rubato dal Museo del conte Graziani Perugino, e ricuperato indi a molti anni, favellarono il P.

333. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 279-281

Il’48 troncò d’un colpo quei primi passi della sua carriera artistica ; ma tornato di Roma, e recitata in Montedomini la parte di Egherton nell’Orfanella della Svizzera con successo di applausi, determinò di darsi intero all’arte, scritturandosi con Lorenzo Cannelli, stenterello, e da questo passando con Raffaello Landini, stenterello anch’esso, col quale stette a recitare, prima a intervalli, poi (quaresima del’61 al ’63) stabilmente con sua moglie Cesira. […] Questi ventun anni lo compensaron davvero della travagliosa e dura vita ch’ egli aveva fatto peregrinando di Compagnia in Compagnia, di ristrettezze in ristrettezze, specialmente nella Compagnia precedente con Sterni solo, prima, poi con Sterni e Rescalli.

334. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 562-563

Rovesci di fortuna obbligaron la giovinetta a calcar le scene, e la maestra si recò il 1867 a posta da Torino a Milano per assistere all’esordir della sua allieva, che andava a sostituire a metà d’anno la Guendalina Dominici Scalpellini in quella celebrata Compagnia di Bellotti-Bon, nella quale ella salì poi al più alto grado dell’arte, ove seppe mantenersi anche dopo, alternando il ruolo di prima attrice assoluta colle sue creazioni di bimba, quali la Carolina nel Codicillo dello Zio Venanzio di Ferrari, la Ivonne nella Serafina di Sardou, la Celeste nell’Idillio Campestre di Marenco, la Silvia nella Famiglia pur di Marenco, la Ida nella Vita Nuova di Gherardi Del Testa, l’Emma nei Mariti di Torelli, ed altre molte, in cui non ebbe chi la superasse, nè chi la uguagliasse. […] Rimasta vedova, e toltasi definitivamente dal teatro, andò per alcun tempo a stabilirsi a Ginevra, per passar poi a Parigi, ove si crede sia tuttora.

335. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. -612

Fu da principio al servizio del Duca di Mantova, poi dopo il 1708, passato quel Ducato in potere dell’Imperatore Giuseppe, il Cattoli portossi a Venezia, dove ebbe sempre impiego ; così Fr.  […] Lo troviamo poi nel’39 a Bologna, dove, secondo una indicazione nel diario del Barilli (Ricci.

336. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 565-567

Sorella del precedente, nata a Trento il 30 agosto 1799, si diede come lui all’arte dei parenti, giovanissima, e riuscì a soli diciassette anni egregia nelle parti amorose di prima donna, mutandosi poi in egregia prima donna tragica. […] Parve a' più una celia ; ma la giovane artista, che assisteva da un palco di proscenio, si levò incontanente ; e recatasi alla ribalta, improvvisò una sestina-fervorino, che le acquistò subito la benevolenza del pubblico, andatasi poi grado a grado mutando in entusiasmo, onde, a tenzone finita, ella fu accompagnata a casa con torce, in mezzo alle più pazze acclamazioni.

337. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Recitò le parti d’innamorato in Compagnia di Vincenzo Bazzigotti, poi in quella del Medebach.

338. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XV. ed ultimo. Conchiusione con pochi Avvisi amorevoli agli Apologisti. » pp. 214-236

Or se, come dice l’Apologista, la Spagna divenne Greca, e crede che potesse dirsi Nuova Grecia, come poi non si sono conservati in tali paesi gli stessi monumenti della Sapienza Greca? […] I Cartaginesi dominarono in Ispagna per ben poco tempo, e sempre con inquietudini e turbolenze; nè poi costa, che c’insegnassero cosa veruna. […] Dice poi l’Apologista (p. […] Di più, oltre a Cicerone, e Valerio Massimo, dice Appiano, che regnava in Cadice Argantonio in tempo, che tal Città si chiamava Tarteso, e non Gadir come poi la dissero i Fenici. […] E se verisimilmente soltanto egli il congettura (ad onta pure di tante incertezze), come poi repentinamente muta stile, e linguaggio, e con asseveranza conchiude con queste parole (p.

339. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE II — LIBRO X ed ultimo » pp. 161-344

(e dir voleva che seguì di poi). […] A che poi Filinto dice che essi furono presi da un corsaro? […] Vuol poi sapere da Amelia l’estreme parole del suo diletto. […] Usano poi quel basso lor modo volgare in bella prosa? […] Ma perchè poi aspira a tingersi di sangue?

340. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Conchiusione » pp. 438-442

Egli in somma é sì vario e sì vasto, che non fa un tutto se non all’occhio fino della storia che lo contempla tranquillamente, dall’alto d’una collina; e quei viaggiatori e criticastri di corta vista, scempi o impazienti, i quali si sono occupati sol di una parte di esso, e dalle loro scarse osservazioni han di poi tratto vanamente certi aforismi generali, che tengon per principio incontrastabili, in ogni tempo faranno pietà a chi ragiona. […] Senza dubbio i drammi degli spagnuoli e inglesi contengono un’arte men delicata, ma pel gusto di que’ popoli hanno un merito locale; i drammi poi degli antichi greci e romani, e de’ moderni italiani e francesi, come hanno acquistato dritto di cittadinanza nella maggior parte delle nazioni culte, non temono gl’insulti degli anni, e posseggono una bellezza che si avvicina all’assoluta. […] Vi sono poi certe farse buffonesche che costano poco e fan gran romore dalla scena, come i mostri teatrali spagnuoli, le farse istrioniche lombarde e napolitane e le francesi delle fiere.

341. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 147-149

Solo, caduto nella più squallida miseria, il giovinetto Pietro si offerì ai trionfatori in qualità di tamburino, per fuggir poi anch'egli alla prima occasione su di una nave che lo portò a Civitavecchia, d’onde recossi pedestre a Roma. […] Regolari ed espressivi furono i lineamenti del suo volto, vivi gli occhi e nerissimi, proporzionate ed armoniche le forme della persona, e la sua voce, la quale nella conversazione comune era d’un metallo piuttosto spiacevole, nei momenti poi di passione e di concitamento di affetti acquistava tanta drammatica energia, metteva tali suoni, da scuotere prepotentemente le fibre dei suoi uditori. – Quando un carattere, un personaggio, lo avevano commosso ed interessato, Monti non temeva rivali nell’ immaginarselo col pensiero e nel dargli una forma sulla scena. […] Lo posero in una carrozza, avviandosi per quella via, ma poi lo condussero all’ospedale dei pazzi, detto de' Ponti Rossi, mentre lo sciagurato andava ognor ripetendo di voler discorrere al Re.

342. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 337-341

Entrata nella Società Cuore ed Arte, al momento della sua formazione, vi emerse in poco tempo, mostrando assai chiare attitudini alla scena : e fu gran ventura pei parenti ai quali non volgevan troppo al bene le cose, che Virginia potesse abbracciar l’arte drammatica : ciò fu il maggio dell’ '82 con Giovanni Emanuel, che le fu poi maestro, compagno, amico fino all’anno 1894. […] Staccatasi finalmente dall’Emanuel, diventò pel '94 la prima attrice assoluta della Compagnia Talli e Reinach, pel '95-96 di quella Andò e Leigheb ; poi formò Società con Pasta, per passar da ultimo capocomica assoluta : questa la cronaca artistica di Virginia Reiter. […] Con questo corredo di preparazione ho ripreso, per poco, lo studio dei versi e poi le prove lentamente, tentando di dar vita a quella figura che sapevo e che…. il pubblico solo ora può dire in quanta parte di vero abbia reso.

343. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO III. Spettacoli scenici in Inghilterra. » pp. 88-136

Egli stesso prima ne declama con forza ed energia alcuni versi; ordina poi all’attore di proseguire, il quale eseguisce. […] Arriva Amlet, l’osserva, va per ferirlo; pensa poi che se l’ammazza mentre stà orando, gli assicura la gloria eterna. […] Ordina poi che parli alla madre che vede piena di spavento. […] La consiglia poi a separarsi a poco a poco dal colpevole suo nuovo sposo… Di poi ripigliandosi le dice, che anzi nol faccia, ed ironicamente le insinua di tosto recarsi a lui, di porsi nel suo letto e fralle sue braccia, di scoprirli che la pazzia del figlio è finta, e che tutto è un artificio. […] Se l’uomo al terminar di sua vita ignora sempre ciò che potrebbe avvenire da poi, che importa che la perda presto o tardi?

344. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article »

Dondini Argenide, sorella dei precedenti, nacque a Roma il 1825, e cominciò a recitar le parti d’ingenua con Lorenzo Tassani, poi quelle di amorosa con Mascherpa.

345. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »

Fu innamorato di non pochi pregi nella Compagnia di Pietro Rossi, poi in quella della Battaglia e in altre.

346. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 39

Recitò le parti d’innamorato in Compagnia di Nicodemo Manni, con la moglie Anna, egregia servetta, con la quale passò poi a Napoli e a Palermo (1782).

347. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO I. Stato della poesia scenica in Francia. » pp. 65-76

Fu essa poi più tardi da un altro Francese rimpastata e riprodotta sulle scene, come diremo a suo tempoa, Quanto dunque comparve sulle scene francesi anche sotto Francesco I, era una mescolanza grossolana di satira, di religione e di scurrilità, che cominciò a scandolezzare e ristuccare il pubblico, e fece sì che i Confratelli perdessero il teatro, che tornò a convertirsi in ospedale. […] Scrissero poi favole drammatiche Moncretien, Baro, ed Hardy, i quali, secondo il Voltaire, vendevano a’ commedianti che giravano per la Francia, le loro composizioni a dieci scudi l’una. […] Separatisi poi da questa Compagnia de’ Gelosi alcuni attori, presero il nome di Confidenti, e vi recitarono varie favole italiane, e tra queste la Fiammella pastorale, in cui si adoprò il mescolamento de’ dialetti veneziano, bolognese, bergamasco ecc., il cui autore fu Bartolommeo de Rossi veronesea. […] Nella mia dimora in Madrid vidi in un intermezzo l’azione principale e la difesa del pecorajo fatta da Patelin, e la contesa insorta poi trall’Avvocato ed il Cliente, il quale si vale della medesima istruzione da lui avuta per non pagarlo.

348. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — 2 giugno 1902. Guido Biagi. » pp. 327-333

Metteva grande studio nel penetrare il carattere, la psicologia del suo personaggio : gli guardava dentro e poi cercava d’entrar quasi ne' suoi panni. […] Andò dal Rasi che gliela fece studiare, e lessi poi nei giornali che a Parma avevano ammirato nel giovane professore il facile eloquio, l’ornata parola. […] Ma poi quell’altra parte di lui, quella sensitiva, si ridesta, e il fuoco sacro lo riaccende di nuovo. […] Per compierla occorreva un erudito che fosse al tempo stesso un artista e un attore, e che le notizie, pazientemente raccolte con zelo e industria di bibliofilo, sapesse poi ordinare e comporre, dando al lavoro l’ attraenza che han queste pagine. […] Ma poi ripenso che tutte coteste mie nuove bellezze sono trovate d’ un poeta di fantasia, di sentimento e di molta coltura, che dell’ arte del declamare fa un’estetica pensata e imaginosa.

349. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 432-442

A Torino la Compagnia Asti si aggregò Ernesto Rossi, che poi la segui a Vercelli e, il carnevale, a Milano al Teatro Re. […] Venga qua : si lasci fare : le metto questa parrucca grigia : poi questo giubbone ; poi prenda : metta questo cravattone : prenda questa canna nella destra : questo cappellone nella sinistra : si guardi di nuovo allo specchio : e veda che bel caratterista promiscuo che è lei ! […] e poi, vuole e pretende recitare le parti serie e tragiche ? […] Che arte somma in quella finale col servo, poi colla Duchessa ! […] Ebbe di poi la Glech, la Quaglia, la Riccardini, l’Udina, la Violante….

350. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 461-471

Esegui il comando di quel Sovrano, mostrossi dispostissimo a tale esercizio, e veramente trasportato poi dal genio alla Comica professione, pose la maschera del Truffaldino con sicurezza, e di grado in grado collo studio s’andò perfezionando, divenendo finalmente un inimitabile, e famoso Comediante. […] Samuele de'nobili Patrizj Grimani ; e poi passò nell’altro degli stessi Padroni detto di S. […] Il Sacco si recò a Venezia con tutta la famiglia l’autunno del 1738, un anno dopo la morte dell’ultimo Medici ; e, salito poi in gran rinomanza, partì per la Russia l’estate del 1742, nonostante i suoi impegni con S. […] Samuele, e recatosi a Milano la primavera del 1753, poi a Genova per alcune recite in attesa dell’imbarco, fe'vela con la miglior parte della Compagnia per Lisbona, ove giunse al cadere di quell’anno, e ove s’ebbe la più festosa delle accoglienze. […] Alla sua s’unì poi la ribellione di tutta la Compagnia ; e a questa le invettive del Sacco, doventato un demonio, che eran morsi canini.

351. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Fu prima attore della Compagnia diretta da Antonio Franceschini detto Argante ; poi per lungo tempo, quale innamorato, al S.

352. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Cominciò a recitar nella Compagnia di Nicodemo Manni, dalla quale passò poi in quelle di Girolamo Brandi, di Pietro Rosa, di Francesco Paganini e di Nicola Menichelli, col quale trovavasi del 1782.

353. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Fratello di Carlo, artista di qualche pregio per le parti d’innamorato, recitò in varie compagnie vaganti, e fu diversi anni con Giuseppe Lapy al Sant’ Angelo di Venezia, che poi lasciò, per andare a recitare in compagnie di minor conto.

354. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Fu prima ballerino, poi Arlecchino di pregio.

355. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Passò poi in compagnie vaganti, sempre ammirato, e finì, a motivo della sua condotta disordinata, in piccole accolte di Comici Castelleggianti, cessando di vivere miseramente in Vigevano l’anno 1769.

356. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »

Fece anch’essa le prime armi nell’accademica Compagnia del Patriarchi, poi si acquistò buon nome come servetta. « Una figura gentile — scrive il Bartoli — una dolce favella, e un recitare pieno di spirito, rendono questa giovane comica, nel suo carattere di serva, assai pregevole.

357. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

La troviam poi il 1840 quale madre sotto la Internari, nella Compagnia di Luigi Domeniconi diretta da Giuseppe Coltellini ; e il 1841 collo stesso ruolo in quella di Luigi Pezzana.

358. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

« Recitò – dice il Bartoli – nel carattere dell’arlecchino per molto tempo con valore ; ma poi si alienò dall’arte, e vive oggigiorno (1782) in Ferrara, coi vantaggi che ne ricava assistendo ad una Bottega di Caffè, che da non pochi anni in quella città egli aperse. »

359. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

Sciolta la società, fu scritturato da Gaetano Bazzi, con cui stette parecchi anni ; passò poi con altre Compagnie, finchè, lasciate le scene, andò a stabilirsi a Firenze, ove morì nel 1865.

360. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

Cominciò col percorrere le principali città d’Italia al fianco dell’artista Bazzi, poi divenne prima donna applauditissima della Compagnia del marito, che recava la ditta : Campana e Soci.

361. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

Passò poi a Venezia a far conoscere la propria abilità nel teatro Grimani a S.

362. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

Angelo di Venezia, passando poi a Napoli, dove fu chiamato a sostener le parti d’innamorato, e dov’era ancora al tempo del Bartoli (1782), recitando – egli scrive – con grazia e ponderato sentimento, sì nelle comiche, che nelle tragiche rappresentazioni.

363. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article »

Nato da civil famiglia padovana, e datosi all’arte comica, entrò nella Compagnia di Andrea Patriarchi, poi in quella di Luigi Perelli, nelle quali percorse la Sardegna e la Sicilia e le varie città d’Italia, facendosi non poco applaudire nelle parti serie e gravi.

364. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article »

Dones Francesco, milanese, nacque verso il 1785, e tenne dal 1810 al 1830 il posto di caratterista con grandissima lode nelle primarie Compagnie, quali di Consoli, Zuccato, Goldoni e Perotti, e in quella poi ch’egli formò al finire della sua carriera.

365. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article »

Suocera di Antonio Sacco, il famoso Truffaldino, e passata poi a seconde nozze con Gio.

366. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Fu il primo amoroso, nel 1850, della Compagnia che Antonio Colomberti formò in società con Eugenia Baraccani, sposata la quale, si fece capocomico egli stesso, separandosi poi amichevolmente dalla moglie, e ritirandosi dopo alcun tempo dall’arte per andare a seguire il figliuolo, divenuto tenore de' più ammirati.

367. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Abbandonate poi le scene, si restituì in patria, ove morì nel 1831.

368. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Fu nella Compagnia d’Antonio Marchesini, e poi passò in Venezia in quella de'nobili Vendramini al Teatro S.

369. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Si scritturò poi nel 1860 con Luigi Domeniconi, col quale tornò il ’63, come madre nobile e caratteristica.

370. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

.), a’primi passi nell’arte, distrusse in breve ogni speranza fondata sul suo avvenire, passando meschinamente la vita in compagnie d’infimo ordine, e finendo poi, vecchia e abbandonata da’ compagni di ogni specie, infermiera nell’ospedale di Udine.

371. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article »

Recitò le parti di innamorato, prima colla Compagnia di Lapy, poi con quella della Tesi.

372. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article »

Attore della Compagnia di Nicola Petrioli, poi capocomico egli stesso.

373. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article »

Nell’Aristodemo, nel Filippo e nel Creonte dell’Antigone di Alfieri, come nel Marc’Antonio dell’Ottavia di Kotzebue, fu reputato artista grande, e grandissimo poi nel Filippo in cui si lasciava addietro, a detta degli intelligenti, parecchi de’più forti artisti del suo tempo.

374. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VI. Tragici Spagnuoli, secondo il Signor Lampillas, negletti, o censurati a torto dal Signorelli. » pp. 43-68

Andate poi a sudare per comporre mille Tragedie, per non riportarne infine altro titolo che di Comico! […] Toglierei poi la giunta de Teruel data al titolo Los Amantes per un semplice sospetto del Ximeno. […] Termina poi? […] M’incolpa poi l’Apologista per non avere mentovato i pregi di questa Tragedia. […] Vuol poi il Signor Lampillas ricavare il vero sentimento del Montiano circa l’irregolarità delle prime quattro Tragedie del Virues?

375. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1040

Sorella della precedente, cominciò a recitar bambina con Monti, poi, giovinetta, colla Duse, con la quale stette più anni.

376. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Figlia di Pietro Rosa, e moglie del ballerino Menicucci, che, fattosi poi comico, lasciolla vedova nel 1780.

377. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Fu anche nelle compagnie di Pietro Rossi e di Onofrio Paganini ; poi, protetto da un veneto gentiluomo, visse alquanto con lui, lontano dall’arte.

378. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

.), che sposò poi in seconde nozze un Bacelli musicista (V.

379. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Si chiamava Pietro ; era mantovano, e famigliare del Principe ; figlio di Giovan Matteo e padre di Volpino, prete, poi canonico della cattedrale di Mantova (V.

380. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — 1754, a dì 17 Luglio.Die16 Julii 1754. » pp. 159-160

Compiuto il corso de’ suoi studi, si diede a recitare prima tra’dilettanti, poi divenne comico di professione, facendosi abbastanza onore nelle parti di innamorato. […] « Passato poi a Venezia nella Compagnia del Teatro di S.

381. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 448

Recitò poi nell’Arlequin Protée, nella Gageure d’Arlequin et de Scapin, e nelle Métamorphoses d’Arlequin, commedia messa in scena da lui stesso ; ma non ebbe alcun successo, e dovè ritirarsi. […] Alle quali osservazioni il Bigottini rispose con lettera del 22 febbraio 1777, in cui pur accettando l’osservazione del giuoco della bandiera ch’egli poi soppresse, rigettava, discutendole, quelle concernenti la maschera.

382. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 931-932

Il discorso a’lettori sui Pazzi corretti, commedia scritta per fanciulli, ci racconta come in essa avesse parte il maggior suo figlio di anni dieci, il quale, recitata la Commedia nella villeggiatura di Sala a Parma, vi diede anche un concerto di violino, tal chè fu ammesso alla prova nel concerto di musica del Reale Infante, dal quale si ebbe poi patente di suo Virtuoso di camera. […] Degne di nota speciale sono poi le due commedie che trattan della vita del Goldoni, e la Introduzione comica, in cui sono dipinti al vivo i costumi dei comici colle loro convenienze, dispute, bizze, suscettibilità.

383. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1060-1062

V’ è poi un terzo ordine che porta la data dell’ 11 marzo 1690, col quale il Zerbini doveva pagare alla Lavinia et a Lelio licenziati le loro prouisioni da gli otto di febbraio scorso a tutto marzo corrente in ragione di L. 45 il mese per ciascuno. […] E io credo si possa dedurne che questa, altra non fosse dall’ Antonia Isola detta Lavinia, sorella dell’Angiola, divenuta poi moglie di Antonio Torri, detto Lelio in comedia, che assieme a Lei formava il migliore ornamento della compagnia. ….

384. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Sposò Brigida Sgarri, ballerina, divenuta poi comica anch' essa, e dalla Compagnia del Rossi passò nel '70 in altre di giro, abbandonando le parti d’ amoroso e sostituendo, alla sua morte, il suocero Francesco Sgarri (V.), nella maschera dell’ arlecchino.

385. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 2 pp. 2-245

E queste azioni poi per se stesse aveano qualche importanza ? […] Quanti prigionieri poi non ho veduto ! […] Venendo poi Ciuffini e Piantaguai li saluta e parte. […] L’usano poi in bella prosa decentemente ? […] Ma perchè poi aspira a tingersi di sangue ?

386. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Fu il 1875 con Emanuel-Pasquali ; poi con Giuseppe Pietriboni, dal quale, dopo una cattiva prova al Teatro Valle di Roma, si tolse a principio d’anno, per finir colla moglie, una giovane dilettante torinese, in America, ov’egli si fece direttore di filodrammatici, e ove, dopo pochi anni, morirono entrambi ancor giovanissimi ;

387. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

Angelo di Venezia, poi si fece capo di una Compagnia vagante, della quale era principale ornamento la sorella Rosa, e colla quale, dice il Bartoli, scorse la Liguria e la Toscana più volte.

388. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 37-96

Noi nel parlar poi delle due Nisi del Bermudez ne confronteremo qualche squarcio. […] La stessa commedia fu meglio recata in castigliano anche in prosa da Fernan Perez de Oliva Cordovese impressa poi in Cordova nel 1585 colle di lui opere. […] I poeti scenici poi lodati dal medesimo Cervantes tutti scrissero sregolatamente. […] Ma poi è egli vero ch’io l’abbia trascurato? […] Questo poi che io ne dico, si scrisse da altri prima di me?

389. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 745-749

Buon cristiano, buon amico, buon prossimo : sovventore dei poveri, ed abile artista comico in generale : in particolare poi, sommo nel così detto carattere di Stenterello, che egli stesso inventò, ed inimitabilmente e gustosamente sostenne fino alla decrepitezza…… E il Morrocchesi poteva discorrerne con ragione, poichè fu con lui scritturato per tutto il 1800, che egli passò, dice, in un batter d’occhio, perchè fu del continuo accompagnato da quiete d’animo, da perfetta salute, da ogni possibile soddisfazione nell’arte, e con sopra a 400 zecchini d’avanzo, dopo essersi mantenuto gajamente in tutto e per tutto. […] Toltosi dal teatro, a continuar l’opera sua scelse Lorenzo Cannelli, del quale fu maestro appassionato, ma che poi dovette abbandonare per la troppa scurrilità di cui si piaceva rivestire ogni sua frase ; giacchè il Del Buono, che il Morrocchesi dice Angelo umanato, volle ritrarre il popolo fiorentino in genere, nella vivezza del linguaggio, purgato da ogni parola men che conveniente. […] Il Giornaletto dei teatri di Venezia del 1821 cita un Vincenzo Fracanzani il quale partito da Firenze sua patria, immaginò in Lombardia un nuovo ridicolo personaggio, cui diede il nome di Stenterello, che quantunque in lui non male accolto dal pubblico, tuttavia non fu da altri poi ricopiato. […] o forse il Fracanzani, caratterista allora al fianco di Luigi Vestri, aveva, quarant’anni prima accennato con insuccesso a quella maschera, affermata poi nel suo maggiore sviluppo dal nostro Del Buono ?

390. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 724-729

Soppresso poi totalmente l’anno dopo il genere italiano, ella fu congedata con una pensione di mille lire annue e un indennizzo di cinquemila lire da pagarsi in due anni e in due volte, e se ne tornò in Italia con la madre e un bambino, frutto del suo matrimonio con un Bianchi, dal quale viveva separata. « I suoi meriti personali – dice Fr. Bartoli – i suoi modi graziosi e la di lei teatrale abilità forse non del tutto al teatro saranno tolti, essendo sparse alcune voci, che ci fanno sperare di rivederla ben presto sulle scene d’Italia. » Ma dal 1781 in poi non mi fu dato rivederne il nome in alcun elenco. […] e in altre moltissime opere di ogni genere egli spiegava tutta la forza della sua intelligenza sia per altezza d’interpretazione, sia per forbitezza di dizione, e sia anche per esattezza scrupolosa di costumi ; al cui proposito ci avverte il Bartoli ch'egli stesso ne inventava, disegnava e coloriva i modelli, facendo poi ad altri colla sua assistenza ultimarne l’esecuzione. […] Levato poi di buon mattino, lo fe' tosto atterrare da contadini al par di lui intolleranti, e lieto dell’opera sua se n’andò nella vicina chiesetta a celebrar la messa.

391. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 743-748

Fu poi scelta Verona, d’onde il 10 agosto si raccomanda al Graziani perchè, dovendo la Compagnia andare a Venezia il novembre, il signor Marchese Bentivoglio le ottenga per l’ottobre il teatro di Ferrara con qualche Emolumento dal’affittatore del detto Teatro, che sia almeno per le case franche per tutti : e che anche siano fatto franchi dal dare bolettini a sia chisisia, e quelli ordinari della Dogana siano ridotti ad un numero ragionevole ; e perchè non è ordinario l’essere Comici in tal tempo in quella Città, è necessario che il detto sig. […] Fortunati Tiberio) ; e qui cessano le notizie d’Italia avanti la sua andata a Parigi, ove esordì all’antica Commedia Italiana nel 1660 per le parti di secondo amoroso, passando poi il '67 a quelle di primo, in sostituzione di Giacinto Bendinelli detto Valerio (V.). […] Bolognese, fu, prima, ballerina ; poi, sposatasi all’attore Giuseppe Barilli, che faceva gl’Innamorati, e, meglio, i servi brillanti, si diede all’arte comica recitando le parti di donna seria, prima in Compagnia di Andrea Patriarchi, poi d’Alessandro Gnochis, e di Luigi Perelli (1781).

392. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »

Lo vediam poi rappresentare un Paggiotto nel Gianfecondo sempre del Liveri.

393. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article »

Fu in varie compagnie ; e per molti anni prima scritturato, poi socio in quella di Natale Fabrici.

394. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Fu a Napoli più anni ; poi entrò nella Compagnia della Tesi col fratello, con cui era sempre nel 1781.

395. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 241

Fu sempre in compagnie di prim’ordine, e il '36 faceva parte di quella del Nardelli, di cui è riprodotta una poesia a pag. 390, che ha questa orribile quartina : Se poi a caso ci preme la stizza, e svogliata noi abbiamo la mente, il veder sulla scena Pelizza, tutto quanto obliare ci fa.

396. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 419

Alienossi poi dall’arte, e visse comodamente in Venezia senza più recitare ; ed in età avanzata morì in quella Dominante l’anno 1755, lasciando a'suoi parenti qualche considerabile facoltà. » Così Fr.

397. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 444

Tornò con essa in Lombardia, poi restituitosi a Roma, vi morì nel 1773.

398. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Stette più anni nella Compagnia di Girolamo Medebach assieme alla moglie ; e, quando questa abbandonò le scene, passò in quella di Pietro Rossi, per poi tornare il 1770 col Medebach dopo soli sei mesi, alla morte del dottore della Compagnia, Sante Vitali.

399. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »

Lo troviamo nella quaresima del 1820 in Compagnia diretta da Ermeneghildo Maldotti che recitò prima al San Grisostomo di Venezia in unione a una Compagnia di balli, poi sola alla nuova arena Gallo della stessa città.

400. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Rimasta vedova, condusse per due anni ancora la Compagnia ; poi passò a seconde nozze con un agiato mercante di Milano, col quale visse ritirata dall’arte fino al 1761, anno della sua morte.

401. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 23

Morto il Fabbrichesi, passò con Angelo Rosa, poi con altri, sinchè affari di famiglia nol richiamarono a Bologna, ove cessò di vivere nel 1840.

402. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Passò poi in altre compagnie di giro, e finalmente in quella di Onofrio Paganini, nella quale, a Vicenza, fu colto da siffatta emorragia di sangue, che, non potutasi arrestare, lo condusse al sepolcro il 3 giugno del 1764, all’età di venticinque anni.

403. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Passò poi da capocomico ad attore generico e direttore delle rappresentazioni nella compagnia di suo figlio, e morì a Taranto a 82 anni il 16 marzo del '72.

404. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO IV. Numero delle Tragedie Spagnuole de’ Secoli XVI., e XVII. » pp. 20-25

Il raziocinio poi dell’Apologista non può reggere, primieramente, perchè un Popolo che reciti Tragedie non molto buone, si dirà che coltivi male questo genere, ma non già che non abbia Tragedie. Di poi non regge il di lui ragionare, perchè baratta sotto gli occhi i termini della quistione. […] Guillen de Castro sappiamo che si pubblicarono in Valenza due Tomi di Commedie nel 1621., e poi nel 1625., e non già di Tragedie.

405. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1055-1059

Educata poi dall’Anna Pellandi, colla quale stette dal 1807 al 1810, mostrò subito di emulare presto, e vincere anche la grande maestra. […] Fu il ’30 a Parigi, e vi andò in scena il 29 giugno con la Rosmunda di Alfieri, sollevando il pubblico a tale entusiasmo, da ottener dalla Duchessa di Berry la solenne promessa di aver destinato un teatro alle recite della Compagnia italiana : promessa che non fu poi tenuta per la caduta del Borbone che obbligò i comici italiani a tornarsene in patria. […] Tu hai quello che infiniti mi hanno chiesto e non hanno ottenuto, e l’artista ha potuto persuadermi a cosa, che rifiutai a principesse russe, che per me equivalgono a orsi con la cuffia. » Il secondo, oltre all’avere scritto per lei la Rosmunda d’Inghilterra, mantenne una viva intima corrispondenza, già pubblicata nell’ opuscolo del Consigli e ripubblicata poi ne’Carteggi italiani dell’Orlando.

406. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — (Corriere di Napoli, 19 febbraio 1899). » pp. 270-274

Esordito nel '60 con Toselli in dialetto, dal '62 al '64 con Dondini Cesare ed Ernesto Rossi, poi fino al '67 con Bellotti-Bon. '68-'69 ai Fiorentini di Napoli con l’Alberti. '70-'71-'72, Compagnia con Monti-Privato, poi Spagna e America. » Fin qui la nota, che cercherò io di completare. […] Al fianco di Ernesto Rossi pare ella rivelasse in uno scatto improvviso, inatteso, l’arte suprema che avrebbe poi fatto di lei una delle più geniali attrici del nostro teatro di prosa.

407. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 526-529

Si fece poi comico di professione, e fu alcuni anni a Venezia (San Gio. […] Lo vediamo il '66 in Compagnia di Pietro Rossi ; poi, allontanatosi per alcun tempo dal teatro, bibliotecario del Senatore Davia a Bologna, poi di nuovo attore, recitando in varie compagnie, ma con poca fortuna, a cagione della sua austerità e taciturnità, a proposito della quale il Bartoli racconta che « andando un giorno a desinare con Andrea Patriarchi, non fu mai sentito pronunziare una parola durante tutto il tempo della tavola, e col solo saluto da quella casa partì. » Fu anche a Palermo, e quivi stette alcun tempo col Nobile Spaccaforni, qual segretario.

408. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 556-560

Secondo poi il Sand, Tabarino sarebbe stato lo Zanni della Compagnia che si recò in Francia il '70, condotta da Alberto Ganassa ; ma non ci dice, al solito, a qual fonte abbia attinta la notizia. Si sa ancora di lui ch' ebbe un figliuolo dalla Polonia di Vicenza, sua moglie (e moglie poi di Valerio Zuccato ? […] Il Sand discorre di un tipo, esistito a Bologna fin oltre il 1850 e passato poi nel dominio delle marionette, che rappresentava un vecchio mercante di circa sessant’ anni, ignorante e orso, col nome di Tabarino, il quale soleva cominciar le frasi in italiano e finirle in dialetto bolognese. « Padre quasi sempre di Colombina e alleato del Dottore, egli era – dice – il Cassandro o il Pantalone bolognese.

409. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo VI. Spettacoli Scenici Spagnuoli nel medesimo Secolo XVI. » pp. 252-267

Gli andavano poi i commedianti allungando con qualche intermezzo di Negra, di Ruffiano, di un Balordo, o di un Biscaino, caratteri rappresentati a maraviglia da un battiloro sivigliano chiamato Lope de Rueda. […] Or perché poi cotesto scempiato eremita, il quale, senza sapersi perché, si rende complice d’un attentato sì atroce, aspetta fino a quel punto a fare una richiesta sì importante e necessaria per impedir l’uccisione d’Orfea poco meno che eseguita? […] Tralasciamo poi, che i personaggi vi parlano quattro linguaggi, un latino scolastico, un italiano insipido, il castigliano, e ’l valenziano; e neppur mettiamo a conto, che l’eremita cinguetta nel suo barbaro latino con servi e donne, e tutti l’intendono e rispondono a proposito. […] Era poi verisimile che farse così triviali si tollerassero colà, dove si rappresentavano tante dotte ed eleganti commedie del Macchiavelli, del Bentivoglio, e dell’Ariosto? […] Esse di poi si svilupparono meglio sul teatro e si conobbero col nome di autos nel secolo XVI.

410. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO V. Continuazione del teatro Latino. » pp. 222-242

Fu questo poi vietato con un Senatoconsulto; ma sembra che il divieto fosse andato in disuso, trovandosi appresso trasgredito. […] A tempo di Giulio Cesare fiorirono due celebri scrittori di favole mimiche, Decimo Laberio cavaliere Romano e Publio Siro schiavo e poi liberto. […] Nella stessa favola poi sparse altri tratti di satira che andavano a colpire il Dittatore. […] Costui ebbe il cognome di Paside che poi trasformò in Panza ed attese da prima agli studii teatrali e compose alcuni mimi. […] Ebbe egli poi tanti protettori che fu richiamato.

411. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

Fu prima donna con Luigi Vestri, poi seconda donna di nuovo col Fabbrichesi, col quale restò fino all’anno in cui lasciò definitivamente le scene, che fu il 1827.

412. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article »

Fu secondo brillante, brillante, primo attor giovine, soldato, poi di nuovo brillante.

413. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article »

Prepiani e Visetti : poi, abbandonato il teatro, si ritirò a Venezia, ove morì verso il 1840.

414. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article »

Figlia del precedente e di Lucilla Pasini veneziana e non comica, artista egregia, oggi, per le parti caratteristiche nella Compagnia veneziana di Zago e Privato, iniziò la sua vita artistica, seguendo il padre giacometto nelle sue prime peregrinazioni, per diventar poi la prima donna della Compagnia sociale italiana, nel qual ruolo si mantenne, apprezzata e applaudita, per oltre venti anni.

415. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article »

Fu all’inizio della sua carriera in compagnie di niun conto, poi, fattosi esperto dell’arte, potè, liberatosi dal vincolo di quella donna, entrare nella Compagnia Medebach, in cui trovavasi ancora l’anno comico 1781-82.

416. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Recitò, giovanissimo, le parti di amoroso in una compagnia di poco conto, poi nelle ben note di Bianchi, Pellandi, Goldoni e Granara.

417. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 108

Grisostomo di Venezia con Girolamo Medebach, passando poi con Maddalena Battaglia.

418. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Fu poi scritturata prima attrice giovine da Andrea Maggi ; ma il Reinach ne sciolse il contratto per farla sua sposa.

419. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Ricci Anna, bolognese « figliuola — dice il Bartoli, di Paolo Ricci, accademico recitante, — che ne' privati teatri di Bologna fece per alcuni anni un’ottima comparsa. » Entrò con lui in arte, sostenendovi le parti d’ingenua ; e di lei dice ancora il Bartoli che « nelle cose dove la tenerezza affettuosamente compeggi, a meraviglia riuscì. » Si recò dopo di aver vagato in compagnie di giro, in Napoli, ov'era nel 1782 ; passò poi al ruolo di Donna seria, ammiratissima.

420. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 628

Ferrario ha parole di molto encomio per questa artista, che se fu egregia nelle parti di prima attrice giovine e di seconda donna, che sostenne in Compagnia Goldoni-Riva, poi nella società Bon-Romagnoli-Berlaffa, non la fu meno in quelle di madre, che assunse in età ancor giovanile.

421. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « LIBRO VIII. Teatri settentrionali del XVIII secolo. — CAPO I. Teatro Inglese. » pp. 232-294

Di poi l’enciclopedista fece una risposta, in cui perdè di vista l’oggetto vero della tragedia, il commuovere col terrore, e la compassione. […] Aggiugne che allora poi, per non farlo perire, egli stesso monterà su i rostri per ottenergli il perdono. […] Scrisse poi aggirandosi senza tetto e senza fuoco per le strade e per le taverne, la tragedia intitolata Tommaso Oversbury. […] L’ammazza, e poi si ferisce. […] Non metto poi a conto quella maladetta cicalata che mi convenne recitare!

422. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 137-226

Celestina poi anima di tutta l’azione muore uccisa nell’atto dodicesimo, per la qual cosa ne’ seguenti nove atti l’azione cade, si rende straniera al nome del protagonista, e si raffredda. […] Noi nel parlar poi delle due Nise del Bermudez ne confronteremo qualche squarcio. […] La stessa commedia fu meglio recata in castigliano anche in prosa da Fernan Perez de Oliva cordovese impressa poi in Cordova nel 1585 colle di lui opere. […] Ma poi è egli vero ch’io l’abbia trascurato? […] Prima nulla mai ne disse, e quando poi ha voluto entrare in bucato, per dirne più ne ha detto meno, ed è tornato indietro.

423. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »

Fu poi prima attrice dei comici lombardi ai Fiorentini di Napoli nel 1776.

424. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »

Angelo di Venezia un solo anno, si scritturò con varie Compagnie nomadi, recandosi poi in Sicilia, dove ebbe a lottar colla…. sorte, e dove…. al tempo in cui il Bartoli dettava le sue notizie dei comici, cioè al 1780 circa, viveva ancora recitando.

425. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Seconda donna il 1819-20 della Compagnia di Gaetano Perotti, poi primattrice supplementare con l’Assunta Perotti.

426. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Passò poi al ruolo di brillante che sostenne con favore sempre in buone compagnie, or socio ed ora scritturato : sposò l’Amalia Checchi, larga e gentil promessa di artista, e, in seconde nozze, la Laura Tessero, sorella della celebre Adelaide e vedova di Olinto Mariotti.

427. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » p. 790

Ettore se ne distaccò per diventare a sua volta capocomico e passare dalle parti di generico a quelle di brillante, poi di caratterista, che sostenne fino a tardissima età e come scritturato, e come capocomico, ora solo, ora in società, e in cui riuscì non men pregiato attore del fratello Achille.

428. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article »

Esordì nel Teatro Marsigli di Bologna sua patria in parti di niun conto, passando poi col tempo a quelle di prima donna, che sostenne in Italia e fuori con molto successo.

429. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 22

Nata a Carmagnola, cominciò ad esercitarsi bambina coi filodrammatici della Malfatti, recitando poi talvolta in piemontese coll’artista Gemelli.

430. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Figlio del precedente, dal quale s’ebbe i primi ammaestramenti nell’arte comica, e col quale stette alcun tempo, entrando poi come innamorato nella Compagnia di Giovanni Simoni.

431. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Passò poi in varie Compagnie, ora socia, ora scritturata, e morì a Roma.

432. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1038-1039

Andò il ’95 prima attrice con Mozzidolfi e Marchetti, poi, a metà d’anno, a sostituir la Montrezza con Biagi. Passò il ’96 con Zacconi, che fu come la scintilla che le fe’ divampar in incendio (e specialmente nelle Anime solitarie di Hauptmann) tutto il tesoro d’arte che possedeva e sapeva di possedere ; poi con Raspantini e Reinach, prima attrice assoluta, coi quali si trova ancora.

433. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Venetia li 28 xbre 1681. » pp. 501-502

Scritturato da principio, si fece poi capocomico, interpretando acclamatissimo, in vario tempo, Don Cesare di Bazan, I Moschettieri, Cavalleria rusticana, Amleto, Romeo e Giulietta, Stormbeaten, La Causa celebre, Fromont e Risler, ecc. ecc. […] Avea sposato in America Maud-Wilson, divenuta poi artista con lui.

434. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 684-685

Figlio del precedente, studiò da prima chirurgia in Firenze, poi si diede all’arte comica, nella quale riuscì di qualche pregio per quelle parti d’innamorato, ove non dominasse il sentimento. […] Immaginare le scene che accaddero di poi !

435. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 163

Fu poi secondo caratterista dell’ottima Compagnia condotta da Antonio Rafstopulo, nel 1819-20, sempre insieme alla moglie, madre nobile, e alla figlia, prima amorosa.

436. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 388

Vedova, passò poi per le parti di madre e di caratteristica in quella di Gaetano Nardelli, nella quale fu tanto e meritamente celebrata come prima attrice la figliuola Amalia. – Di lei, il numero 9 delle Varietà teatrali, (Venezia, 1824) enumerando gli artisti della Compagnia Fabbrichesi, dice : Bettini Madre….

437. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

Carlo Borromeo, che Antonia Isola, rinomata Lavinia, possedeva e donò poi a varj dotti che ne la pregarono istantemente.

438. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 548

Fu colla Truppa di Pietro Rossi, passò poi in quella della Tesi ; ed oggi trovasi in altra vagante Compagnia, recitando anche qualche parte nelle cose serie con buona intelligenza ed aggiustato criterio. » Callochieri Serafino, fiorentino, artista egregio per le parti di amoroso fu con la Battaglia, con la Coleoni e col Perotti.

439. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

Mutato poi ruolo, potè più tardi mostrar tutta la sua valentìa, facendosi assai applaudire colla parte di Carino nel Don Giovanni dello stesso Goldoni, che gli ebbe grandissima obbligazione d’aver reso onore al suo personaggio.

440. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 653

Chiari Francesco, toscano, fu primo amoroso per vari anni con Pisenti e Solmi, poi primo attore con altri, e finalmente caratterista e capocomico.

441. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 838-

Lasciata poi l’arte della scena e tornato a quella del fòro, tanto vi si distinse che a’tempi del Bartoli (1782) egli passava per uno de’ migliori avvocati, sapendo anche ne’ più astrusi juridici contrasti con raffinato acume a favore de’ suoi clienti vantaggiossamente affaticarsi.

442. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article »

Perdè la vista, e miracolosamente tornò poi a ricuperarla.

443. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Di nobile famiglia veronese, dovette per dissesti finanziari darsi all’arte comica, esordendo nella Compagnia della Battaglia, e passando poi in quelle di Giuseppe Lapy, e di Luigi Perelli, nella quale ultima era al tempo di Fr.

444. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

) ella si traveste da Mercurio ; nel Ritratto fra i personaggi è Lesbino paggio, poi Silvia milanese ; nel resto ella è quasi sempre serva, talvolta ostessa, o moglie di burattino.

445. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 478

Fu poi per le condizioni della famiglia sua, della quale era unico sostegno, in compagnie modeste, e morì del’ 74.

446. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO V. Teatro Spagnuolo Tragico. » pp. 56-148

Sembra poi che ad un tratto nel V tutta svapori la ferocità e la tracotanza de’ congiurati a danno di Ataulfo. […] Lascio poi che l’istruzione morale che dee prefigersi un buon tragico non si scorge quale esser possa in tal tragedia. […] Chi ha poi insegnato a codesto bibliografo che il poema epico aver debba sempre un esito felice? […] Appresso Olvia è sicura poi che la diserzione di Giugurta sia sincera, e che non possa essere uno stratagemma? […] E poi Aluro non sa distinguere la voce della sua innamorata da quella di Terma, due persone a lui sì note?

447. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »

Pindemonte, in Compagnia Goldoni, la parte di Appio-Metello, ne ebbe tal plauso, che d’allora in poi fu assai più noto col nome del suo personaggio, che con quello vero di casa, non giunto sino a noi.

448. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »

La Didone del Dolce è da lui dedicata al senatore Tiepolo con queste parole : « avendo il padre mio questo carnevale passato (1546), aperto in Venezia la strada ad altrui di avvezzar le orecchie, corrotte per tanti anni dai giuochi inetti di certi moderni comici, alla gravità tragica, ed essendo io stato il primo che, secondo la debolezza de’miei teneri anni, sotto abito di Ascanio rappresentai la Didone di messer Lodovico Dolce, ecc. » A lui virtuoso fanciullo dedicò poi il Dolce la sua commedia Il Capitano (Venezia, Giolito, 1545).

449. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »

a Carolina Astolfi durante la malattia della prima attrice, ha avuto campo di dimostrare fra noi che ella offre più che speranze alla scena italiana. » Unitasi poi in matrimonio ad Angelo Gattinelli, il figliuolo del celebre Luigi (V.), doventò prima donna applauditissima della Compagnia che aveva formata suo marito in società col celebre caratterista Luigi Taddei (V.).

450. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Passò poi in processo di tempo, caratterista assoluto, e lo abbiam visto tale per molti anni con Andrea Maggi.

451. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article »

Altro figlio di Eugenio e Cecilia, nato a Gallarate nel 1866, trascorse i primi anni in Compagnia Benini-Sambo, scritturandosi poi l’ 81 collo zio Enrico ; dal quale passò or generico primario, or brillante, or primo attore, or caratterista, con Schiavoni e Micheletti, con Zago, Borisi e Gallina, colla Tessero, col fratello Luigi, con Ernesto Rossi, con Zago e Privato, con Valenti e con Raspantini.

452. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article »

Passò il ’41, e nello stesso ruolo, nella Compagnia Reale Sarda, al fianco di Amalia Bettini ; il ’47 era madre coi soci Internari, Colomberti e Fumagalli ; madre e caratteristica il ’56 con Ernesto Rossi, poi a Parigi il ’57 colla Ristori.

453. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article »

Fu secondo brillante un triennio ; poi brillante assoluto con Eleonora Duse (che abbandonò un solo anno per entrare con Ermete Zacconi), fino a tutto il carnevale del 1899.

454. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article »

Esordì nella Compagnia di Angelo Canova ; fu colla moglie, Maria Pompili, divenuta comica anch’ essa, e con un figliuoletto, Luigi, in quelle di Carlo Mancini, di Giuseppe Colombo, e di Francesco Lombardi, con cui fece quasi tutto il giro della Sicilia, nella quale poi, a Noto, morì l’anno 1846.

455. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article »

Fu poi, nello stesso ruolo, un anno con Eleonora Duse (da cui si tolse per non avere voluto seguirla all’estero), e tre anni con Francesco Pasta ; compiuti i quali fu scritturata prima donna assoluta da Ermete Novelli, con cui si trova tuttavia.

456. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article »

Passò con la Battaglia in Venezia, poi con Girolamo Medebach (1781-82).

457. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 77

Addestrossi nell’arte del recitare fra gli accademici della sua Patria ; e poi passò a Napoli, dove si fece onore.

458. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 114

Fatte le prime armi nella Compagnia di suo padre, si scritturò prima attrice giovane con Arturo Garzes pel’92, passando poi nello stesso ruolo, il '93, con Angiolo Diligenti, il '94 con Francesco Garzes, il '95 con Andrea Maggi, e il '96 con Flavio Andò ; dal quale staccatasi, passò il '97 nella Compagnia Mariani-Zampieri, e il '98 in quella di Eleonora Duse, andando nell’ ottobre a sostituir con Ermete Zacconi la Varini ammalata.

459. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Fu con Gabriele Costantini a Napoli al servizio del Re Carlo, poi, tornato in Lombardia, con Pietro Rossi.

460. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Dice il Bartoli ch' egli aveva perduto la vista ; ma che poi, ricuperatala completamente, riapparve sulla scena, ove si ebbe il maggior favore del pubblico, sebbene di avanzata età.

461. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO PRIMO. Ritorno delle rappresentazioni teatrali dopo nate le lingue moderne. » pp. 2-31

Ma è questo appunto il fare degli apologisti d’ultima moda, combattere l’evidenza che gli molesta, con un solo nome, fosse poi anche quello, non che dell’eccellente Denina, di un Sherlok, purchè dica male dell’Italia. […] Più poi de’ nominati scrittori compruova ciò lo stesso Liber Judicum chiamato volgarmente Fuero Juzgo recato in mezzo dal medesimo Lampillas. […] Pongasi poi da parte che quando pur fossero veramente goffe alcune delle leggi di que’ tempi, per ben giudicarne se ne dovrebbe rintracciare lo spirito più che le parole, ed aver riguardo alle circostanze. […] Le Longobarde poi sono anteposte a tutte. […] La pubblicazione poi degli Statuti di essa seguì nel 1584 nella stessa Roma, cioè trecentoventi anni dopo dell’istituzione.

462. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO II. Tragedie Italiane del XVI secolo. » pp. 28-131

L’Orbecche s’impresse in Venezia nel 1543, nel 1551, e poi con tutte le altre nel 1583. […] Scrisse poi l’Astianatte in miglior metro stampato in Venezia nel 1589, che nel secolo XVIII s’inserì dal Maffei nel Teatro Italiano. […] e poi Ah Calcante crudel! […] Riflette poi che Imetra debba aver qualche secreto nel cuore contro al disegno delle sue nozze e di quelle di Dirce, e soggiugne. […] Non insegnarono essi tutto ciò che poi si è ripetuto in altre o simili guise al di là da’ monti?

463. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Tornato poi in Lombardia, condusse compagnia da sè, della quale, secondo lo spoglio di A.

464. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 350

Troviamo il secondo primo uomo nel 1820 della Compagnia Morelli-Borelli colla moglie Carolina prima amorosa poi seconda donna.

465. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Recitava poi senza ballo alla nuova arena Gallo.

466. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 320

Nata a Chieti il 28 dicembre dell’anno 1874, entrò quattordicenne alla Scuola Maria Lætitia di Torino, diretta da Domenico Bassi, e vi stette un anno e mezzo, scritturandosi poi prima attrice giovine, dal '91 a tutto il '92, con Giovanni Emanuel.

467. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 426-430

A queste chiacchiere seguiron nuove scene tormentose, finite poi, al solito, con proteste di fiducia da un lato, di fedeltà dall’altro. […] Buffetto la sollecitò alla partenza ; ma ella, sopravvenuto l’inverno, passò con la compagnia a Piacenza, poi a Modena, senza aver ordine mai di lasciar l’Italia. […] Quel che poi accadesse non sappiamo….

468. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 850-853

Sposò verso il ’90 Francesca Pontevichi, prima attrice, colla quale formò compagnia prima in società, poi solo. […] La compagnia subì poi altri mutamenti per la morte del Bettini e per la partenza della Pellandi e del Belli-Blanes, della Gallina e del Belloni. […] Il Governo poi si riserbava a sua volta la scelta od approvazione degli artisti principali e delle produzioni vecchie e nuove di ogni genere, esigendo la più scrupolosa esattezza di ambiente sia pel vestiario degli attori, sia per gli scenarj, le comparse, gli attrezzi, gli addobbi di palcoscenico.

469. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 995-998

I primi studi egli fece a Lugo ov’erasi trasferita la famiglia, ma poi fu mandato a Bologna a perfezionarsi nell’arte d’ingemmare. […] Da quella di Solmi e Pisenti passò, la quaresima del 1826, nella Compagnia di Luigi Domeniconi, poi, il ’35, in quella di Romualdo Mascherpa, col quale stette sino all’estate del ’45 (29 luglio), epoca della sua morte, avvenuta in seguito a ribaltatura del legno a Regginara, presso Marradi. […] Circa poi al non essere Aspasia la sedotta, ma la sorella, l’ ho fatto, e lo ritornerei a fare se fatto non l’avessi.

470. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO VI. Stato della Commedia Francese prima e dopo di Moliere. » pp. 212-244

Allorchè poi si ripetè in Parigi, dove il ridicolo che vi si satireggia esser dovea più generale, si accolse così favorevolmente che se ne continuarono le rappresentazioni per quattro mesi, raddoppiandosi fin dalla seconda recita il prezzo ordinario dell’entrata. […] Vi si vede, è vero, abbozzato il ritratto di un Marchese stordito e imprudente, come accennò Voltaire; ma non vi si trova la verità e la vivacità comica che acquistò poi tal carattere per mezzo di Moliere. […] I Menecmi tratta da Plauto viene pregiata dagl’intelligenti; ed è da notarsi che l’autore la dedicò a Boileau Desprèaux contro di cui poi acrisse una satira, parendogli di non essergli stata dall’Orazio della Francia renduta tutta la giustizia. […] Ma non furono per gusto molto dilicati quelli che diede poi il cardinal di Richelieu, in cui danzò una volta Luigi XIII nel 1625. […] In essa un eremita vestito da frate monta di notte per una scala sulla finestra di una donna maritata, e poi ricomparisce, dicendo: questo è per mortificar la carne .

471. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

Passò poi a’ Fiorentini di Napoli colla società di Tessari, Visetti, Prepiani, con cui stette cinque anni, terminati i quali, sdegnando il posto di prima attrice assoluta che le fu offerto da Luigi Domeniconi, si diede all’ arte del canto, riuscendo una egregia artista.

472. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

Tornatovi nel ’47, appartenne poi alla gran Compagnia, rifatta nel ’48 da Silvio Maria Luzi, che andò in iscena il 26 marzo, e a cui il vecchio pubblico del S.

473. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » p. 785

La vediamo madre nobile il ’28 in Compagnia Mazzeranghi e Mariani diretta da Lorenzo Pani ; poi collo stesso ruolo in quella del solo Mariani il 1832.

474. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Passò con Giovanni Simoni e Angiola Dotti nel 1768 a Vienna, ove fu molto applaudito, e formò poi società per lungo tempo con Pietro Ferrari, sino al 1780, nel quale anno cominciò a condurre compagnia da sè con buona fortuna.

475. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Si esercitò prima co' dilettanti della città, poi passò a fare il comico intorno al 1722.

476. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 566-567

Qualche esempio : recitava all’antico teatro della Quarconia, mutata poi in Teatro Leopoldo, poi in Nazionale.

477. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 644-646

Vi rimase un anno, poi emigrò a Roma ; e di là tornato in patria prese scrittura al teatro Partenope. […] » E dolce la bionda figura nel sogno sorrider gli pare ; poi lieve via via nell’oscura tenèbra dilegua, scompare….

478. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 760-762

Quanto alla donna, pare ch’ella non fosse di troppo riserbo, se personaggi di rango e teste coronate profusero a favore di lei l’immensità de’ loro tesori, scialacquati poi da Silvio che sapeva estorcerglieli colle carezze più d’amante che di compagno. « Fu Diana – aggiunge il Bartoli – creduta una bellezza, ma le arti del sesso formavano in lei un incanto, che fu poi scoperto fallace. » Ahimè !

479. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 57-58

Ecco mostrato in poche parole l’artista e l’uomo ; a complemento delle quali dirò che nacque in Milano il 1824 da Eduardo, ufficiale del primo impero, che lasciò poi la milizia per darsi all’arte, esordendo nella Compagnia Romagnoli, Bon e Berlaffa, e da Antonia Musich, nobile ungherese. […] Colpito il Taddei d’apoplessia, il Majeroni gli diè gratuitamente per due anni la cospicua somma di diciottomila lire, procurandogliene poi altre dodicimila con una solenne rappresentazione ch'egli fece insieme a Tommaso Salvini.

480. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 156-158

Fece per volontà del padre i primi studj classici, e si dedicò alcun tempo al violino, pel quale mostrava singolari attitudini ; ma poi, chiamato alla scena, abbandonò tutto, dopo la morte del padre, per entrare in una di quelle meschine compagnie che andavan guitteggiando di borgata in borgata. […] Fu poi con altre compagnie di minor conto, e terminò la sua lunga e gloriosa carriera del '91 con Calamai.

481. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 639-641

Sostenne poi la protagonista in Coraline jardinière ovvero La Comtesse par hasard, commedia in tre atti di suo padre, e in Coraline esprit follet, scenario in tre atti rimesso in scena dallo stesso. […] Le grazie di Corallina le acquistarono un numero considerevole di adoratori, tra cui Carlo Bertinazzi il celebre arlecchino, il Principe di Monaco, che le assegnò come semplice donativo, prima 1200 lire, poi altre 3000 all’anno, Létorière e Di Saint-Crix, ufficiali al Reggimento delle Guardie, e il Conte di La Marche, più tardi Principe di Conti.

482. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 605

Scioltasi la compagnia, si scritturò con Angiolo Morolin, formando poi egli stesso una compagnia che condusse per vari anni con tempestosa fortuna.

483. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 876

Senza dubbio nell’importuno Giasone dobbiam vedere l’artista Enrico Capelli che divenne poi suo marito.

484. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 394

Pier Maria Cecchini aveva proposto con lettera del 1612 da Venezia al Duca di Mantova di mandarlo a Parigi, ove poi non andò, pei raggiri di Tristano Martinelli che vi andò in sua vece il 1613.

485. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XI. Se il Ch. Poeta Cesareo Metastasio imitò, o poteva imitare le Opere di Pietro Calderèn de la Barca. » pp. 140-148

Tale proposizione ch’io feci poi entrare nella Storia de’ Teatri, increbbe allora all’Amico, e vedo che oggi incresce eziandio al Signor Lampillas (p. […] Vi pare poi che quei tratti ch’io dico, sieno sì proprj di Calderòn, che altrove, e con molto minor fatica nello scavarli, non si rinvengano? […] E questo artificio (ne siano poi bene o male preparati gli ordigni) non può convenire a patto veruno a un’ Opera musicale limitata a un’ azione, a un giorno, a un luogo, benchè variato per alcune particolari vedute di esso. […] Quivi poi molto meno.

486. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO PRIMO. Risorge in Italia nel secolo XVI la tragedia Greca, ed il teatro materiale degli antichi. » pp. 86-174

Così troviamo un gran numero di greche imitazioni, e poi un altro ugualmente grande di nuove favole sulle greche modellate. […] Oltre poi a queste rappresentazioni si composero in latina favella nuove tragedie e commedie. […] Io non debbo dissimulare questo neo della tragedia del Tilesio; ma non è giusto poi lo spregiarla tanto, come al tri ha fatto, per questo episodio. […] L’ Orbecche s’impresse in Venezia nel 1543, nel 1551, e poi con tutte le altre nel 1583. […] Non insegnarono essi tutto ciò che poi si è ripetuto in altre e simili guise di là da’ monti?

487. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 161

Lasciato poi il Fabbrichesi, l’Angelini entrò nella Compagnia Rafstopulo, in cui poco dopo morì a 50 anni.

488. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Figlia di Angiolina Baraccani (amorosa ben promettente in Compagnia di Paolo Belli Blanes, poi prima donna mediocre in Compagnie di poco conto) fu amorosa in Compagnia Moncalvo e prima donna in quella del brillante De-Rossi.

489. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

La Belloni fu prima amorosa semplice (oggi ingenua) assai pregiata, poi pregiata prima donna.

490. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 515

In capo a tre anni di capocomicato fu scritturato, con la moglieseconda donna, nella Compagnia di Andrea Bianchi, poi in quelle di Marta Coleoni, Francesco Perotti e Giacomo Dorati.

491. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 592

Dal ’90 al ’92 pagò il suo tributo alla patria come soldato di leva, poi tornò all’ arte in Compagnia Beltramo e Della Guardia, come primo attore giovine.

492. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 601

La Casalini alienossi poi dall’arte, e vive anch’oggi, seguendo ne’suoi viaggi una figliuola ballerina, dall’onorate fatiche di cui ella ha pensato di poter in miglior modo passare il restante della sua vita.  » Forse ell’è quella stessa che Goldoni trovò a Rimini il 1743, buonissima attrice, principale ornamento, insieme alla Bonaldi servetta, della compagnia che recitava allora in quella città.

493. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 732

Entrò amorosa il ’90 con Davide Mazzanti, il ’91 con Carlo Cola, il’91-’92 con Michele Fantechi ; metà del ’92 prima attrice giovine con Angelo Pezzaglia, il ’92-’93 con Paladini e Talli, il ’93-’94 con Cesare Rossi, il ’94-’95 con Paladini Zampieri, coi quali stette due anni per passar poi, scritturata per un triennio, con la nuova Compagnia di Claudio Leigheb e Virginia Reiter, ove è ammirata come promessa gentile di un lieto avvenire artistico, per tutte quelle doti, onde natura l’adornò : leggiadria del volto, eleganza della persona, soavità della voce, svegliatezza della mente.

494. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 941

Passò la fiera seguente di San Lorenzo colla vedova Meurice, poi si recò a recitare in provincia.

495. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1052

Fu nel ’94 con Francesco Garzes, poi, prima attrice, con Marazzi-Diligenti.

496. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Passò poi con la Faustina Tesi l’anno medesimo in qualità di seconda attrice, e poscia acquistando maggio concetto, Fedele Venini la volle nella sua Truppa per assoluta prima donna.

497. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 68

Fu con Onofrio Paganini, poi, nel 1764, con Pietro Rossi.

498. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Era il secondo vecchio, cioè Dottore, della Compagnia di Giuseppe Imer, che poi abbandonò per recarsi a Napoli col figlio Tommaso ; e di lui scrisse Carlo Goldoni nel volume XIII dell’ ediz.

499. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 211

Nel '75, assieme al Turri Pantalone e all’Allori Valerio, fa istanza al Serenissimo di Mantova di appartenere alla sua compagnia : istanza che vediam poi accettata, dacchè in data 30 marzo scriveva da Venezia a un famigliare del Duca, avvertendolo di essersi abboccato con Valerio e di esser pronto a partire, secondo i comandi di S.

500. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

La Compagnia del Duca aveva domandato di poter recitare a Verona, ove andò poi quella del Duca di Mantova, rifiutata a Milano.

501. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 410

Moglie del precedente, figlia di Innocente e Giovanna De Cesari, comici, e nipote della celebre Bazzi, fu egregia prima attrice, poi madre e caratteristica.

502. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Fu il '66 con Garibaldi, poi attore di qualche pregio fino al '73, nel quale anno si stabilì a Milano, dedicandosi allo scrivere pel teatro.

503. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Bergamo, Lancellotti, m. dcc lix) : Dimorava in quel tempo in Fossano una Compagnia di Comici assai faceti, capo de'quali era uno chiamato Toscano, che si tirava dietro un gran numero di sfaccendati, pure sonando un giorno, giusta l’ordine di Giovenale (Santo Prelato Giovenale Areina), la campanella, che dava il segno, che si principiavano gli esercizi dell’oratorio, restò solo co' suoi compagni abbandonandolo tutta l’udienza, con sua gran confusione e scorno, per andare ad udir Giovenale, che ragionava ; ciò che essendogli poi più d’una fiata succeduto, stimò meglio il ciarlone di mutar paese, e nel partirsi ebbe a dire : « In Fossano non vi è guadagno per esservi un altro Saltinpergamo.

504. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 699-

Lo verdiam poi generico primario colla Reale Sarda di Torino dal '47 al '55, ultimo anno della Compagnia, in cui senza più appannaggio, ma pur serbando il titolo Al servizio di S.

505. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 216-226

., » e che presentò poi nel’43 al Teatro Re di Milano, dice dell’Arrivabene (pag. 28, dell’edizione curata dal Morandi) : E vi apparve l’Adelia Arrivabene, della patrizia famiglia di Mantova, nuova e vezzosa meteora, che dopo un’ora di meraviglia si estinse rapidamente per le scene italiane. […] Perchè talvolta chi ti siede accanto chinar ti mira tra le palme il viso, poi sollevarlo con un tal sorriso che men duro sarebbe un mar di pianto ? […] e poi lascia al tuo Dio cura del resto. […] Ella sin allora vezzeggiata, amata da tutti, trovò dal momento di quella sua risoluzione tal voltafaccia che le fu cagione poi di continua e profonda amarezza…. […] Non v’era notabilità artistica o letteraria, o politica, la quale, attratta a Mantova da’suoi tesori d’arte, non mettesse piede nella gran Casa ospitale della Marchesa Valenti-Gonzaga, l’amica fidata di Enrico Tazzoli ; quella Casa, che, perseguitata poi fino al’66, aveva cominciato dal’21 a dar contingente allo Spielberg, alla Giudecca, ecc…..

506. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO I. LIBRO I » pp. 12-33

Si avanzò poi alla testa degli attori situati in uno de’ lati del mezzo cerchio un personaggio principale, e declamò alcune parole alla maniera de’ nostri recitativi accompagnandole con gestire assai espressivo, il quale agl’Inglesi parve superiore a’ più applauditi attori del proprio paese. […] Si recitarono parimente alcuni passi, e di poi il semicerchio si avanzò sul teatro, rispondendo in coro le persone di ambo i lati, e terminarono cantando e ballando. […] In quanto al cibo Nel medesimo dì bianchi i brodetti Indi neri gli vuol: se l’acqua è fredda, Tempesta e grida, e poi vuol ber gelato, E che apprestin la neve a’ servi impone. […] Se poi troviam, che oltre il poter profonda, Ben tosto gli si vieta; e se al divieto Non obedisca, gli s’impon la multa. […] Vuolsi dagli eruditi Lancianesi che in Ansano, oggi Lanciano, si eresse un teatro su di un colle all’occidente in un trivio non lontano dal Tempio di Apollo, che poi verso il 1227 si convertì in una chiesa dedicata a Maria Vergine sotto il titolo dell’Assunta.

507. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO V. Sulle due Sofonisbe Italiane, e su due Traduzioni dal Greco di Fernan Perez de Oliva. » pp. 26-42

Siasi poi, o no, rappresentata in Roma, è una cosa fuori della presente questione col Signor D. […] Che se poi il Signor Abate sia pur fermo nella determinazione di sconfiggermi, il modo più proprio di conseguirlo si è mostrare a dirittura la mia mala scelta, il mio mal gusto nella citata scena, palesandone la mancanza di verità e di patetico. Ma il Signor Lampillas non potendo riuscire in una quistione salta in un’ altra; fugge dallo steccato, e poi minaccia in altra parte. […] Questo prima del 1533. è ben diverso dal 1516. affermato positivamente dal Signor Lampillas; nè poi a verun patto dice il Montiano che si componessero in Italia. […] Riguardo poi all’esser queste favole del Perez composte in prosa, se vuole il Signor Lampillas patrocinare la prosa nelle Tragedie, è padrone del suo ozio e della sua penna.

508. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO IV. Opera Musicale. » pp. 314-344

Più tardi poi nella medesima città si ammirarono le maravigliose invenzioni onde nobilitava la scena musicale il cavalier Pippo Acciajolia. […] Giulio Rospigliosi cardinale e poi pontefice col nome di Clemente IX si esercitò nell’opera sotto Urbano VIII. […] Chi ignora poi quanto poco fossero gli eunuchi favoriti da’ legislatori? […] Sappiamo poi che il lodato Tronsarelli finì di vivere nel 1641, e che la Catena di Adone si cantò qualche anno prima, giacchè egli ebbe agio di raccorne le censure e replicarvi, scagionandosi della mancanza d’invenzione imputatagli, siccome narra L’Eritreo. […] Si rivolse poi a ricavarli dalla storia, pigliando il miglior sentiero  ma pure la poesia vi avanzò poco, e lo spettacolo scemò di pregio per l’apparato.

509. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO III. Stato della Commedia Francese prima e dopo di Moliere. » pp. 36-58

Abbiamo poi già notato che il Dispetto amoroso fu traduzione degl’ Inganni commedia del Milanese Niccolò Secchi. […] Volle indi scagionarsi di un sospetto insorto che poteva nuocergli, cioè che nelle imitazioni ridicole avesse satireggiato alcuni ragguardevoli cortigiani; e se ne giustificò alla presenza del re coll’ Improvvisata di Versailles recitata nell’ottobre del 1663, e poi in Parigi nel seguente mese. […] Vi si vede, è vero, abbozzato il ritratto di un marchese stordito e impudente, come accennò Voltaire; ma non vi si trova la verità e la vivacità comica ch’ebbe poi tal carattere da Moliere. […] I Menecmi tratta da Plauto vien pregiata dagl’ intelligenti; ed è da notarsi che l’ autore la dedicò a Desprèaux contro di cui poi scrisse una satira, parendogli di non essergli stata dall’Orazio della Francia renduta tutta la giustizia. […] Ma non furono molto dilicati di gusto quelli che poi diede il cardinale Richelieu, in cui una volta danzò Luigi XIII nel 1625.

510. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 363

Cominciò col sostener mediocremente le parti di innamorato, poi, con moltissimo plauso, la maschera del Brighella.

511. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

Aveva il Ciarli in compagnia la moglie Caterina e il figlio Giuseppe, che fu poi padre di Stanislao.

512. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article »

Di lui, attore in Compagnia Vestri e Venier, scrisse il Giornaletto ragionato dei teatri del 1821 : Partito da Firenze sua patria, immaginò in Lombardia un nuovo ridicolo personaggio, cui diede il nome di Stentarello, che quantunque in lui non male accolto dal pubblico, tuttavia non fu da altri poi ricopiato.

513. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1045

Unitosi il ’27 in matrimonio colla figliuola minore del Dorati, Alamanna, formò con lui società, passando dal ruolo di brillante in quello di caratterista e promiscuo, ch’egli sostenne con tanta arte e con tanto favore del pubblico da entrare il ’36 con Luigi Domeniconi e restarvi sino al’ 40 colla moglie servetta, per andar poi nella Compagnia di Carlo Re ad assumere il posto di secondo caratterista al fianco del gran Luigi Vestri ; morto il Vestri, Giuseppe Guagni lo sostituì decorosamente.

514. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article »

Fu in tal ruolo con Emanuel per un anno, poi per un triennio sotto Leigheb.

515. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 26

Sposata poi la vedova dell’attore Iarcos, Marietta Borgi, pregiata servetta.

516. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Fu coi parenti nella Compagnia Sacco, e recatasi poi con essa a Lisbona assieme ai fratelli e ad altri fanciulli, recitò con gran maestria le parti di prima attrice, protetta e remunerata da quei Sovrani sino al dì del famoso terremoto del 1755, in cui fu costretta a tornarsene con la Compagnia in Italia.

517. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Recitò poi le parti d’ innamorato ; e fu col medesimo Zecchi a Napoli, ove molto piacque, specialmente nel personaggio di Signor Pasquino, uomo ridicolo, schizzinoso e affettato, e in quello di ubbriaco.

518. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 279

Pieri-Alberti Luigia, sorella minore della precedente, sostenne il ruolo di servetta fino alla morte di suo padre, poi di amorosa nella Società Tessari, Prepiani e Visetti de' Fiorentini di Napoli, della quale, in breve, diventò la prima attrice giovine applauditissima.

519. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Entrò nella Compagnia di Domenico Bassi più come cantante, che come comico ; e vi piacque moltissimo per la bella voce di baritono che possedeva, specialmente poi nel personaggio di Simon che sostenne con gran plauso al San Cassiano di Venezia.

520. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 601

Ma poi lasciata la comica arte, e distribuito a' poveri tutto il suo avere, ritirossi a Mestre, luogo da Venezia non più distante, che sette miglia : dove in un romitaggio, macerandosi continuamente con asprissime penitenze, passò molti anni ; finchè divotissimo e vecchissimo chiuse con morte felice i suoi giorni circa il 1630.

521. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Fu poi con la Battaglia, e sostituì egregiamente il D'Arbes nella maschera del Pantalone.

522. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 41-43

Primo figlio di Federigo, nacque a Bergamo il 1792, e, con l’esempio del padre, si mostrò fin da giovanetto egregio amoroso in Compagnia di Antonio Goldoni, poi di Giacomo Dorati ; riuscendo quindi, sotto gli ammaestramenti di Giovanni Libanti, artista de'più pregiati. […] Passò da questa primo attore con Giacomo Modena, poi, intollerante di giogo, formò da sè compagnia della quale fu prima attrice l’ Amalia Vidari.

523. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 547-549

Fece i primi studj a Livorno, poi, quindicenne, fu ammesso per eccezione all’Università di Pisa. […] Il ' 56 diventò capocomico egli stesso, e continuò a esserlo fino alla fine della sua vita artistica che si chiuse il '69 ; anno in cui si recò definitivamente a Firenze (vi si era già recato nel '64 col fermo proposito di lasciar l’ arte, alla quale tornò poco di poi, sollecitato da Riccardo Castelvecchio ad assumere la direzione della sua Compagnia Dante Alighieri), affine – dice un suo biografo, Cesare Calvi – « di proseguire alcuni studj sull’arte e sul teatro che durante il suo artistico peregrinaggio non poteva condurre a fine, » ma in realtà – dice un annotatore – per darsi a non so che lucroso commercio.

524. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XII. Teatro di Aristofane. » pp. 16-140

Vedendo poi le vivande preparate vuole la sua parte delle interiora. […] Intende poi dal marito come sia stato conceduto alle donne il governo della città. […] Senocle poi? […] E poi? […] Gli argomenti poi onde invitano ed allettano gli uomini al loro culto, sono questi.

525. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « NOTE DI D. CARLO VESPASIANO. » pp. 301-306

XV, n. 8) cogli acquisti fatti della dottrina Italiana; e leggendo per un gran pezzo in Salamanca, non ostante l’ opposizione degli Scolastici che di favorir la novità l’accusarono, inspirò a’ suoi nazionali l’amor delle lettere, onde fu caro al Re Cattolico, che lo volle perciò in Corte per iscrivere la sua storia, e fu dal Cardinal Ximenes impiegato nell’edizione della Bibbia Poliglotta, e di poi alla direzione dell’Università di Alcalà di Henares, ove si morì nel 1522, e lasciò molte opere. […] Poteva (dice poi il medesimo apologista) nel principio del XVI secolo uno spagnuolo insegnare agl’ Italiani a scrivere commedie, tuttochè uscisse da un paese barbaro ancora nel XV. […] La privata Accademia degl’ Inquieti nacque in Bologna l’ anno 1690, e si convertì poi nella si famosa dell’Istituto nel 1714.

526. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 260-263

Abbandonò il teatro col marito nel 1729 con una pensione di 1000 lire, per rientrarvi poi il 10 aprile 1731, con parte intiera, a condizione di rinunciare alla pensione, che non le fu restituita fuorchè il 29 marzo 1752, epoca del suo definitivo riposo. […] Un pensiero talor alto mi mena a cercar di virtude il divin raggio, poi tentando salir l’alto viaggio, se ben pronto è il desir, manca la lena. […] Che poi seguitasse la Compagnia di quei comici in questo senso, cioè che intervenisse in varie città d’Italia alle recite della sua Merope, è cosa assai nota, e della quale ho in mano le testimonianze e le prove.

527. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 288-292

Fu applauditissima poi a Torino, al Teatro Carignano, e fu colmata di beneficenze da quelle illustri Dame e da quegli illustri Cavalieri, a cui aveva dedicato gli Sciti di Voltaire nella italiana versione del D’Orenzo. […] La Ricci lottò contro formidabili rivali, e finì coll’uscir vittoriosa dalla lotta : dopo l’enorme fiasco con la Innamorata da vero di esso Gozzi, colla vecchia tragedia Il Conte d’Essex, col Fasiel del D’Arnaud, tradotto a posta dal Gozzi, fu alla fine, col Gustavo Wasa del Piron, tradotto dal Gritti, prima, poi colla Principessa filosofa del Gozzi, battezzata artista insigne, e, come lo stesso Gozzi afferma, inarrivabile nella bravura. […] La Teodora Ricci esordì il 29 aprile 1777 nella protagonista della Femme jalouse, commedia italiana ; poi sostenne la parte di amorosa nel Double Mariage d’Arlequin.

528. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 774-779

Condusse poi un’ottima compagnia di cui era prima attrice la Carolina Internari ; fu il ’40-’41-’42 a Napoli colla Società di Alberti, Monti e Prepiani ; e formò per proprio conto e per un quadriennio due compagnie, che ridusse poi dopo due anni di mala fortuna a una sola. […] Còlto da apoplessia nella primavera del ’63 al Valle di Roma, poi nell’estate a Viterbo, e trovatosi inetto per mancanza di mezzi e di salute a continuar l’Impresa, si ritirò a Roma, ove morì nel ’67.

529. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 617-622

Fu amante appassionato di Lidia da Bagnacavallo, poi dell’Armani, morta avvelenata in Cremona. […] A DONNA MARITATA xcv L'altra notte io sognai, quando le stelle Dan loco al vicin giorno, di tenerti Stretta ne le mie braccia, e di goderti ; Fa che non passi il sogno Per l’Auorio ben mio de i denti tuoi, Perchè saria fallace ; Se vuoi ch'ei sia verace, Soccorri al mio bisogno, E passi il Sonno per la fronte poi Del tuo marito adorno, Ch'iui la porta trouerà di Corno. […] CORO Sacrosanto Himeneo, Che alberghi in Helicona Con la tua casta madre, Là doue il Pegaseo Fonte, le dotte squadre De i Cigni a bere inuita, Per c’habbin la corona Dal figlio di Latona, Di quella fronde, ch'ha perpetua uita, E d’essa ornati poi, Cantin la gloria de gli eccelsi Heroi.

530. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 158

Amoroso in Compagnia di Andrea Patriarchi, poi col Lapy, generico, e finalmente, nell’anno drammatico 1795-96, padre in Compagnia di Giuseppe Pellandi il noto Truffaldino.

531. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »

Fu prima amorosa a vicenda con quell’Anna Pellandi, che doveva poi più tardi salire in sì gran fama.

532. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 449

Si recò poi a Costantinopoli ove stette alcun tempo, ma non prosperamente.

533. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Lo troviamo poi a Genova cogli Uniti il 1614.

534. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Da questa passò poi nelle Compagnie Pellandi, Bianchi, Avelloni e Benferreri, nella quale ultima diventò primo attore di grido, creando pressochè tutti i protagonisti delle commedie che l’Avelloni andava scrivendo.

535. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Passò poi in Compagnia Pellandi, e lo troviamo l’anno comico 1795-96 al S.

536. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

Ma nell’ampio del mondo orribil Vallo, Per tua gloria maggior vinci poi tanto, Che pure hai l’alma al par d’un bel cristallo.

537. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article »

Il rinomato capocomico Romualdo Mascherpa si provò con ardimento inaudito di colmar con lei il gran vuoto lasciatogli in compagnia dall’Amalia Bettini, ma dopo un anno di disastrose vicende, lasciò in libertà la nuova venuta, che andò poi vagando di compagnia in compagnia secondaria come prima donna di spolvero, sino al 1853, in cui passò in un de’teatri nazionali di Napoli, scritturata per le parti di madre nobile.

538. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article »

Benedetto di Venezia ; poi, mercè le istruzioni di Giuseppe Majani detto il Majanino, potè darsi all’arte comica, nella quale apparve come seconda donna, ottenendovi un successo inatteso, prodigioso.

539. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

.), poi di F.

540. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 667

Andò poi a recitar nelle Compagnie di Venezia, acclamatissima, e morì a Genova la primavera del 1761.

541. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 753

Passò poi col Pianizza a Napoli, « e i uno di que' teatri – dice Fr.

542. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO I. Teatro Tragico Italiano. » pp. 228-273

Non scorgi Quel valor sì sublime, Quella virtù, siasi poi finta o vera, Che d’ogni intorno splende? […] L’azione poi sì avvolge con verisimilitudine, e con tragico terrore si disviluppa. […] Porta poi Aristodemo all’eccesso la vendetta del proprio onore, e sembra più proprio della tragedia greca che della moderna quell’aprire il seno verginale di Merope, onde si fa palese l’innocenza di lei. […] S’impresse la prima volta nel 1644, e poi di nuovo nel 1665 con un discorso in sua difesa, nel quale anno si recitò nel Seminario Romano. […] Dichiara poi di non esser egli Corradino tosto che intende che il re vuol farlo suo genero.

543. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO III. Opera musicale Spagnuola e Italiana e Teatri materiali. » pp. 89-108

Per esempio la prima aria dell’atto I non si canta se non dopo 126 versi recitati, e 32 versi poi sono seguiti da due arie: nell’atto II si recitano 150 versi prima di sentire un’ aria, e 70 versi soli fanno nascere cinque pezzi di musica, cioè tre arie, una cavatina ed un recitativo obbligato: altri 98 versi poi precedono un’ altra aria. […] Si aggiugne un’ altr’aria di paragone di un fresco rio che coll’ umor frio feconda le piante, ma se poi è trattenuto da un pantano vil altivo, questo rio annega ogni cosa. […] Quando poi si costruirono gli edifizj chiusi addetti unicamente agli spettacoli scenici, essi presero la forma di quelle case e di quelle corti nella costruzione sì de’ palchi superiori che della platea e dello scenario inferiore, e ritennero il nome di corrales. […] Era poi una bagatella decidere a pugni del merito delle rappresentazioni? […] Nega poi che vi fossero state contese e sconcerti; ma il bello è che dell’unione delle casse reca questa ragione, cioè che il Governo volle con ciò rimediare alla prepotenza alternativa de’ due partiti che rendeva disuguale il guadagno, e cagionava intrighi e maneggi nella formazione delle compagnie.

544. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Biancolelli-di Turgis Francesca-Maria-Apolline, figlia dei precedenti, nacque il 1664, ed esordì come amorosa alla Commedia italiana l’11 ottobre 1683 nell’Arlecchino Proteo, sotto nome d’Isabella, insieme alla sorella minore Caterina che recitò la parte di servetta, diventando poi la rinomata e incomparabile Colombina.

545. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 648

Entrò quale amoroso nella Compagnia Favre, una tra le ottime d’Italia ; e passò poi in quella di Gioacchino Andreani, il ’36, per le parti nobili ; e di Luigi Pezzana, il ’41.

546. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 693

Figlio di buoni e modesti artisti drammatici, fu per lungo tempo nelle provincie meridionali ; poi nell’alta Italia con Sterni e Moro Lin come primo attore.

547. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » p. 744

Battista da Treviso), poi con tutte due nella lettera dei Comici Costanti, senza data, ma diretta da Ferrara al Duca di Modena, reclamando la partizione di trenta zecchini dal Pantalone Scarpetta (V.) il quale non solo vuol tenerli per sè, ma neanche vuol seguire la compagnia, adducendo la ragione del caldo soffocante.

548. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 875

Lo vediamo poi, l’autunno e carnovale ’95-’96, qual Pantalone della Compagnia di Carlo Battaglia (V.), sempre al S.

549. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article »

E tanto piacque la giovanetta nella parte di Giannina, che fu scritturata dalla Pellandi per le parti di prima attrice comica, al fianco di un’altra alunna la Carolina Tafani, poi Internari, che dovea sostener quelle di prima attrice tragica.

550. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article »

Fu dedicato a lei come alla Diana dallo stesso anonimo un sonetto caudato, di cui il Bartoli non riferisce per pudore che le quartine e la prima terzina, per la recita di quello Zibaldone a trasformazioni, delizia delle prime donne, intitolato Lo Spirito folletto, che generò poi, per antitesi, se così possó dire, la Donna di garbo del Goldoni.

551. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 181

« Melpomene, che grave il cuor conquide » sembri, e poi colle tue spoglie cangiate sei Talìa, che l’error percuote, e ride.

552. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 541

Io sono di lui contento, Roma lo ha stimato e lodato…. » Non sappiamo s’ei fosse accolto nella Compagnia di Venezia, ma sappiamo che, datosi poi all’arte comica, riuscì attore. egregio per le parti buffe.

553. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Apparve poi veramente come attrice il '26, in qualità di amorosa a vicenda colla Balletti Silvia, passando poscia al ruolo di servetta nelle commedie francesi.

554. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 606-607

ma a non rendermi per questo indegna della sua gratia, poi che il tutto scrissi con puro affetto di riuerentemente seruirla, e farle saper il uero del passato perche mi scrisse V.  […] r Duca a comandarmi più tosto che io mi rimanghi di recitare, che il riunirmi con loro. le cagioni sono tante, e tali, che mi uergogno di fargliene riassunto, non che minuto. e mi creda per quella riuerenza che si deue, e ch’io osseruo al Serenissimo padrone : che se mio marito non fosse in’atto all’armi per la infermità della podagra, che sarebbe stato necessitato a perderci la uita, o farla perder ad’altrui ; poi che il loro fine, e stato d’oltraggiarmi nella riputazione, e danneggiarmi nell’utile ; e giornalmente con termini insofferibili, non cessano di prouocare l’altrui incredibile pacienza : e massime doppo che hanno riceute le lettere di V. 

555. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 105-106

Da essa lettera, naturalmente, risulta evidente la onestà così di Angelica, proclamata dal compagno d’arte Leandro, come di lui homo dabene et che sempre fece onore alla sua patria, e la disonestà di Margherita, amante di Gasparo Imperiale, che, avuto il mandato di sfregiar nel volto l’Angelica, mentr'era in palco a recitare, lo aveva passato a un tal Piazza, che poi confessò tutto, non volendosi immischiare in sì losca faccenda. […] Ma perchè circa otto giorni sono io li ho fatto intendere per la massaia che si trovi da vivere, che non voglio ch' egli viva de mio, mena rovina et parla di ricorso al Alt.ª Sua, et di più per haverli fatto sapere che quella casa è mia, poi che io ne pago il fitto (come mostrarò) et che se ne proveda d’una, tratta alla peggio sua moglie, con farli quella mala compagnia che S.

556. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 598-599

Non volendo tornare in patria si aggregò a una compagnia di niun conto, e da questa passò in altre della stessa specie, recitando ogni parte dall’amoroso al brillante, e terminando poi con quelle di generico. Scritturato da Napoleone Colombino prima (1854) al Teatro Cittadella, e da Napoleone Tassoni poi, capocomico di buon nome al Circo Sales, potè realizzare un vecchio sogno di recitare in dialetto piemontese, e si diede a mostrarsi sotto le spoglie del Gianduja, specialmente negl’inviti ch'egli faceva ogni sera in fin di spettacolo alla rappresentazione dell’indomani.

557. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 642-645

Il 1° luglio 1747 la giovane ballerina esordì come attrice nella commedia, scritta a posta per lei da suo padre, intitolata Le due sorelle rivali, trascinando poi il 18 settembre il pubblico all’entusiasmo come attrice e come ballerina nella commedia francese in un atto e in versi, Le tableaux, di Panard, il quale dettò allora questo grazioso madrigale : Objet de nos désirs dans l’âge le plus tendre, Camille, ne peut-on vous voir ou vous entendre sans éprouver les maux que l’amour fait souffrir ? […] Visentini Caterina Antonietta) non fu mai Cammilla, e Camilla non nacque che verso il '35 : ma la Dehesse fu prima amorosa poi servetta, mentre Cammilla fu più specialmente ballerina.

558. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Di Ferrara il dì 27 febraro 1618. » pp. 519-525

Ma quel che dà importanza e valore a questi dialoghi è l’idea ch’essi ci danno del recitar d’allora ; e forse di que’tali scartafacci o soggetti, ne’quali i comici serbavan le frasi di entrata e di uscita, i pensieri amorosi, le nuove arguzie, le nuove spiritosaggini, il patrimonio insomma dell’artista che dovea recitar la commedia all’improvviso ; poichè questi dialoghi del Bruni molto probabilmente eran incastrati volta per volta nelle varie commedie improvvise, le quali, a lungo andare, avevan poi nelle repliche la parola stereotipata per modo che si poteva col solo soccorso della memoria, trascriverle distesamente, senza nè toglier, nè aggiunger sillaba. Questo abbiamo visto accadere per l’Innavertito del Beltrame ; e questo forse accadde per la Rodiana, commedia improvvisa del Calmo, trascritta poi sulla scorta di quei primi recitatori dal Ruzzante ? […] Ottenutolo, ed inteso da me quello che dimandavo, con la scorta d’una serva mi mandò sopra in un camerino dove trovai il Padre, col quale non occorsero molte parole, per dirgli ch’io fossi ; poi che in vedendomi, benchè non mi raffigurasse per figlio, sentendosi commuovere, gli vennero le lagrime a gli occhi ; ed accertatosi dell’esser mio, abbracciatomi e di li a poco fattomi vedere a’suoi compagni : date le sue sottocalze allo Speziale, e mutato il pelliccietto in un vestito di panno il Sig. […] Questo fu il primo prologo ; e così entrato nelle Commedie, e con mio Padre vivendo tra’ Commedianti, conobbi l’arte non essere così facile come molti che, non la praticando se non con gli occhi, la credono ; poi che vi sono persone di così poca pratica, che giudicano esse mestiero d’ogni ignorantello il farsi vedere sopra i teatri, parlare in pubblico, e ad una infinità di popolo dare più che mediocre satisfazione. […] E la supposizione di alcuni, che il Bruni, pistoiese, fosse lasciato colla madre a Bologna, intanto che il padre scorrea colla compagnia il mezzogiorno d’Italia (e non saprei poi perchè più tosto a Bologna che nella città natale), cade dinanzi all’oroscopo che traggo, come gli altri, dalla Biblioteca Nazionale di Firenze, il quale ci dice il Bruni bolognese.

559. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 53

L’ Andreazzo si era scritturato colla Compagnia della Diana Ponti che doveva recarsi a Roma al servizio di esso Cardinale ; ma poi offertigli denari a piacer suo per conto del Duca dal Conte Ulisse Bentivogli di Bologna, promise che avrebbe trovato modo di sciogliersi dalla Compagnia.

560. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 202

Il Ganassa pare fosse a Parigi sino alla morte di Carlo IX, 1574, anno in cui si recò in Ispagna con la compagnia, della quale era parte anche la maschera dell’Arlecchino, sebbene il Sand si contraddica, affermando che l’Arlecchino apparì in Francia la prima volta sotto Enrico III (I, 73) ; e raccontando poi come in un ballo di Corte sotto Carlo IX nel 1572, tutti i cortigiani vestissero il costume di una maschera italiana, e quello d’arlecchino fosse indossato dal Duca d’Anjou (Enrico III) (I, 43).

561. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Arrivata a una certa età, e messosi assieme coll’arte sua un po’ di danaro, abbandonò le scene, stabilendosi a Mantova, dove comprò una casa presso il teatro, e propriamente quella vicino alla Torre del Zucchero, la quale, ben ammobigliata, affittava poi a’ comici che si recavan colà a far la stagione.

562. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 526

 » Fu poi per tre anni prima donna assoluta al teatro de’Fiorentini di Napoli, ove si sposò con Giovan Angiolo Canòva, attore della stessa compagnia e scrittore di cose d’arte assai pregiato.

563. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 984

ripubblicato poi e restituito alla sua vera lezione dallo Spinelli ne’ Fogli sparsi del Goldoni.

564. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1044

La Gritti partì poi, si disse, per Parigi, nè se n’ebber più nuove.

565. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Caterina Landi morì ancor giovane a Venezia l’anno 1761. »

Cominciò a recitare in compagnie nomadi, poi in quella di Medebach al S.

566. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 400

Chiusa la Comedia italiana nel '97, Leandro si scritturò col Pascariello Tortoriti, e scorse parte della Francia, recandosi poi in Lorena.

567. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO PRIMO. Origine della Poesia Drammatica. » pp. 2-11

Questa natural pendenza e viva brama di sapere, dalla cura e dallo studio d’indagare, chiamossi da’ Latini e poi da noi Curiosità, come quella che dalla stupida inazione dell’ignoranza ci guida al l’attività laboriosa della scienza. […] Come poi sarebbe dal l’Attica passata la scenica in Italia, quando varj monumenti istorici ci assicurano, che ancora dopo molte età, per la solita primitiva gelosìa nazionale, neppure tutti i piccioli continenti Italiani si conoscevano tra loro? […] Fuori poi dell’Europa si trovano gli spettacoli teatrali da un lato nel l’Oriente fra’ Cinesi fin da’ più remoti tempi, e dall’altro nel l’Occidente fra’ Peruviani ignoti a’ Greci, agli Etrusci, e a tutto il resto del vecchio continente.

568. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO V. Rappresentazioni chiamate Regie: Attori Accademici: Commedianti pubblici. » pp. 345-356

Quanto poi al Rosa (aggiugne il citato Baldinucci che ciò racconta) non è chi possa mai dir tanto che basti, dico della parte ch’ei fece di Pascariello  e Francesco Maria Agli negoziante Bolognese in età di sessanta anni portava a maraviglia quella del Dottor Graziano, e durò più anni a venire a posta da Bologna a Firenze lasciando i negozii per tre mesi, solamente per fine di trovarsi a recitare con Salvadore, e faceva con esso scene tali, che le rise che alzavansi fra gli ascoltatori senza intermissione o riposo, e per lungo spazio, imponevano silenzio talora all’uno talora all’altro  ed io che in que’ tempi mi trovai col Rosa, ed ascoltai alcuna di quelle commedie, sò che verissima cosa fu che non mancò alcuno che per soverchio di violenza delle medesime risa fu a pericolo di crepare. […] Scaramuccia poi rinunziò al teatro  e Menagio applicò a lui quel motto, homo non periit, sed periit artifex , perchè più non vi comparve. […] Vuolsi avvertire che questa maschera di Pulcinella non era miga caricata mostruosamente come poi si alterò col dipartirsi dalla prima.

569. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO PRIMO. Origine della Poesia Drammatica. » pp. 2-9

Questa natural pendenza ed avidità di sapere dalla cura e dallo studio d’indagare chiamossi da’ latini e poi da noi curiosità, come quella che dalla stupida inazione dell’ignoranza ci guida all’attività laboriosa della scienza. […] Come poi sarebbe dall’Attica passata la scenica in Italia, quando varj monumenti istorici ci assicurano, che ancora dopo molte età, per la solita primitiva gelosia nazionale, neppure tutti i piccioli continenti Italiani si conoscevano tra loro? […] Fuori poi dell’Europa si trovano gli spettacoli teatrali da un lato nell’Oriente fra’ Cinesi sin da’ più remoti tempi, e dall’ altro nell’Occidente fra’ Peruviani ignoti a’ Greci, agli Etruschi e a tutto il resto del Vecchio Continente.

570. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO II. In quali cose si rassomigli ogni teatro. » pp. 10-16

Il nostro intendimento poi, il quale da’ sensi attende le notizie delle cose esteriori, non in un tratto, ma successivamente si arricchisce. […] Cresce poi nelle nazioni colla coltura la popolazione, colla popolazione la ricchezza, colla ricchezza il lusso, e col lusso crescono nuovi bisogni e nuovi mali. […] E perchè poi la delicatezza delle arti viene colle filosofie, questo genere di poesia non tocca l’eccellenza se non quando la nazione giunta sia ad uno stato florido, e quando i vizj dell’uomo colto e del lusso, i quali sono sì complicati, e sì bene nascondono sotto ingannevoli apparenze la propria enormità o ridicolezza, apprestano al poeta drammatico una materia moltiforme e delicata, che sfugge al tatto che non è molto fine.

571. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 869-873

Non fu più riproduzione, ma creazione : la particina diventò poema, al quale tenner dietro senza interruzioni nel cammino glorioso gli altri (se non molti, così grandi e perfetti da valerne infiniti), quali il Massinelli, el sur Pedrin, il Sindaco Finocchi, il Tecoppa, Gigione, el sur Pancrazi, el Maester Pastizza, el sur Pànera, el sur Pistagna, e altri ancora che non son poi che una derivazione più o meno isvariata di questi. […] L’occhio stupido, incerto ; l’incerto piegar della testa coll’orecchio e la mente tesi verso la donna che ha parlato, per afferrar qualcosa di quello che ha detto, poi con timidità, con circospezione, con la paura quasi di essere inteso, il proferir di quel comme scivolato, sdrucciolato…. […] Ebbe alcun tempo società con lo Sbodio e il Giraud, poi fu scritturato assieme a tutta la Compagnia dal Capitani.

572. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO II. Ritorno delle rappresentazioni teatrali dopo nate le lingue moderne. » pp. 80-124

Ma è questo appunto il fare di certi apologisti di ultima moda, combattere l’evidenza che gli molesta, con l’autorità di un nome solo, fosse poi anche quello, non che dell’erudito sig. […] Più poi de’ nominati scrittori compruova ciò lo stesso Liber Judicum chiamato volgarmente Fuero Juzgo recato in mezzo dal medesimo Lampillas. […] Pongasi poi da parte che quando pur fossero veramente goffe alcune delle leggi di que’ tempi, per ben giudicarne, se ne dovrebbe rintracciare lo spirito più che le parole, ed aver riguardo alle circostanze. […] Le Longobarde poi sono anteposte a tutte. […] La pubblicazione poi degli Statuti di essa seguì nel 1584 nella stessa Roma, cioè trecentoventi anni dopo dell’istituzione.

573. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO I. Teatro Francese Tragico. » pp. 4-111

Soffre poi l’ombra di Nino molte e rilevanti opposizioni. […] Lascio poi che manca nelle circostanze dell’azione cert’arte che l’accrediti. […] Questa mina poi fu veramente una scelleratezza meditata da Avogadro? […] Un disertore Francese poi che piove dal cielo nell’atto V, scopre la congiura; ed a chi s’indirizza? […] Che si dirà poi di quella specie di contradanza che fanno nell’atto IV Gastone, Avogadro ed Eufemia?

574. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 496

Fu però il Bosio artista stimabile e onesto ; e tanto seppe adoprarsi che potè da solo allevar con decoro una numerosa famiglia, la quale nell’arte comica e lirica lasciò bellissimo nome : citiamo l’Angela, cantante celebratissima, morta ancor giovine a Pietroburgo, che lasciò ai fratelli un patrimonio di circa mezzo milione di franchi ; Francesco, primo attore e capocomico pregiato, poi buon generico primario ; Romualdo, attore brillante di meriti singolari ; e Virginia, prima attrice, della quale discorreremo al nome di Virginia Chiari.

575. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 615

Grisostomo, in società colla Maddalena Battaglia, con cuis stette cinque anni, per passar poi a seconde nozze in Verona, abbandonando definitivamente la scena.

576. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 688

I tre superstiti. sono : Amelia, egregia attrice al principio della sua vita artistica in compagnie napoletane, e di Napoli più specialmente, poi bella e brava seconda donna in Compagnie nostre di maggior conto, quali di Marchi-Ciotti-Lavaggi, di Tommaso Salvini, di Sterni, di Alessandro Salvini, ecc., sposatasi a Corrado Di Lorenzo, n’ ebbe tre figliuoli, di cui seconda la Tina (V.) che ha saputo coll’ arte, accoppiata alla leggiadria, salire in gran rinomanza ; Adolfo, egregio artista per le parti di primo attor giovine e di primo attore, appartenne sempre a compagnie di buon nome, e sposò l’attrice Pia Pezzini ; Pia, si ritirò per malattia dall’ arte, e si recò in Roma col marito Icilio Brunetti (V.).

577. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

poi…. entrava in iscena trasformata, e il pubblico era tutto suo.

578. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article »

Si sposò poi in Venezia e fecer molte allegrezze in Campo Ruzzolo, gettando denari e confetture al popolo.

579. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » p. 799

Il ’47 si recò a Siena a far la quaresima, nella stessa compagnia e collo stesso ruolo, al fianco della Ristori, prima attrice, e di Tommaso Salvini, amoroso ; il quale mi raccontò com’ella fosse veramente grande nelle amorosine goldoniane in genere ; e grandissima poi nella Contessa d’ Altenberg, in quella scena famosa in cui le sorge il dubbio che la madre le sia rivale, e per cui Salvini, spettatore tra le quinte, si commoveva alle lagrime.

580. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article »

Era il 1796 con Antonio Morrocchesi, dal quale passò il 1800 con Domenico Verzura, direttore della Compagnia ligure ; e con lui divise poi per oltre vent’ anni le imprese teatrali.

581. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 977

Fu molti anni con la Battaglia ; poi con lo Zanerini, col Bianchi, col Pianca e Paganini, e finalmente col Fabbrichesi nella formazione della Reale Compagnia italiana.

582. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article »

Si soleva dir nell’arte ch’egli possedeva lo scatolino delle voci : passava di continuo dalle note di basso profondissimo a quelle di soprano acuto, e da queste a quelle, talune proferendo col naso, altre con la gola, e tutte poi accompagnando con gesti inqualificabili, inguistificabili, ma, forse perchè spontanei e originali, ridicolissimi.

583. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 198

Per certa malattia, dovè poi lasciar la professione, e restituirsi a Bologna, ove ripigliò i suoi studi sotto il Dantone e il Mitelli, ch'era — dice il Bartoli — geloso dello scolaro.

584. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 237

Morto improvvisamente il primo attore della Compagnia Battaglia (annegò nel Po con altri comici, mentre si recava da Pavia a Piacenza), il Patella andò a sostituirlo ; e, trovatosi in un campo adatto alle sue eccellenti qualità artistiche, potè ne'primi teatri d’Italia ottener successi clamorosi, confermati poi nel San Giovan Grisostomo di Venezia, dove, esordito col dramma di Monvel Clementina e Dorigny, tanto vi piacque, che la veneta aristocrazia disertò gli altri teatri per recarsi ogni sera a sentir lui, il quale, dopo alcune sere, nella creazione dell’Aristodemo di Monti e di Nerone nell’Agrippina di Pindemonte raggiunse il sommo del trionfo.

585. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 454

Ritornò la quaresima in Italia, e fu per un anno in Compagnia Rossi, passando poi nella sua prima del Medebach.

586. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 613

Dopo di aver recitato tra' filodrammatici di Bologna, sua patria, si scritturò con Gabriele Costantini ; poi con Girolamo Medebach a Venezia per le parti di Dottore.

587. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 697

Nato a Zante il 22 novembre 1866 da parenti non comici, fu cresciuto a Milano, dove, fatti gli studi tecnici, ed esercitatosi tra quei filodrammatici, si scritturò con Emanuel ; passando poi, in vario tempo, con Tibaldi (Compagnia Nazionale), la Duse, Cesare Rossi, Pietriboni, Falconi, Bertini, Paladini.

588. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 730

Cagliaritana, nata il 1770 da Enrico Malgomieri e Teresa Alfani, moglie, poi vedova di Domenico Zandonati, fu l’amante e la prima attrice dello Stenterello Luigi Del Buono (V.).

589. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 616-618

Abbandonato poi entrambi il teatro, si ridussero a Verona, patria del Tessari. […] Ferma : l’onore è mio Disse, e il serto rapi, E ad insultar l’oblìo Te cinse, e poi spari.

590. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1024-1026

Datosi poi alla fuga, perseguitato, ricercato dalle genti del Duca, non sappiam più che sia di lui accaduto…. […] A questi si aggiunser poi e il Barbetta col suo ragazzo, e Silvestro, e Giovan Maria.

591. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 691-696

Ella, consapevole del suo valore, irrigidita nello sforzo costante di una meta prefissa, e di cui, per molti anni, ha forse creduto di avere smarrito la limpida visione, assorta perennemente nella ricerca di una perfettibilità, che è il tormento e la forza dei grandi artisti, Italia Vitaliani non sa trovare quelle parole ambigue che dicono e non dicono, quelle frasi rivolute entro cui il pensiero guizza e si smarrisce con agilità serpentina : no, quando una persona, sia pure un personaggio, la secca, essa lo dimostra ; quando un lavoro, sottoposto al suo giudizio, le spiace, essa lo dice, senza perifrasi nè pietose tergiversazioni ; quando è di cattivo umore non sa trovare una maschera di giocondità da collocarsi sul viso ; che se poi ella, o per la naturale bontà dell’animo o per altre considerazioni, cerca di nascondere il suo pensiero o velare le sue impressioni, esiste allora una tale antitesi fra il suono della parola forzatamente benigna e l’impaziente lampeggiare degl’ immensi occhi grigi, che si comprende subito come la più lieve finzione le riesca fastidiosa. […] sta bene : non dimenticherò l’indirizzo della sua ditta, quando avrò bisogno de'suoi prodotti. » E di un altro giovine autore, pallido, mingherlino, dal volto triste e spaurito, seminascosto dietro una quinta, a cui la Vitaliani spontaneamente si volse, incoraggiandolo con dolci parole ; e promettendogli di leggere la commedia, che prese con gentile violenza, pose con grazia squisitamente signorile la sua piccola mano nella mano tremante dell’incognito drammaturgo ; e, accomiatatolo, si volse alla Tartufari dicendo : « Umile con gli umili, superba coi superbi : tale è il mio motto. » E di questa sua bontà anche fa fede sua madre, in una lettera a me diretta del '900, in cui dice : « L'Italia è una buona figlia, amorosa ; essa viene spesso a trovarci, e si trova beata e felice quando rimane qualche giorno fra le braccia di sua madre che adora, e dei suoi fratelli e sorelle. » E parlando poi la Tartufari della vasta e solida coltura, di cui la egregia attrice non fa alcuna pompa, intesala un mattino discorrere nel Duomo di Siena dei tempi torbidi e poetici dei comuni con parola sobria, ma colorita e precisa, « Dove trova il tempo lei d’imparare tante cose ? 

592. (1715) Della tragedia antica e moderna

Io tutto ho scritto all’amico, insinuandogli il non darsi così per vinto ai Franzesi: facendoci dell’imposture, vanno poi a ridere ne’ loro caffè della buona fede di noi Italiani39. […] [1.120ED] Quanto poi alla decisione pronunziata da quel congresso, se si ha riguardo all’intenzion dell’autore, è affatto erronea ed ingiusta. […] [3.82ED] E poi chi condanna gli amori? […] [5.195ED] Se non è stato un gaglioffo il compositore di quella musica avrà adattate le note a quella prima espression, talché non riusciran poi adattabili alla seconda. […] [commento_3.42ED] clima: allude alla teoria dei climi e dei loro effetti sugli uomini, di origine ippocratea e poi aristotelica, ma recuperata in Francia da Jean Bodin nel XVI secolo e poi dal padre Bouhours, e destinata a una considerevole fortuna nel secolo dei Lumi: cfr.

593. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 149-268

Vedendo poi le vivande preparate vuole la sua parte delle interiora. […] Intende poi dal medesimo marito come sia stato conceduto alle donne il dominio della città. […] Senocle poi? […] E poi? […] Gli argomenti poi onde invitano ed allettano gli uomini al loro culto, son questi.

594. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 541

Passò, dopo un anno, con Regoli e Cappelli, poi con Cuneo e Villa, assumendo il ruolo di generico primario, che serbò successivamente nelle Compagnie Lollio, Alessandro Salvini, e Serafini, recitando in quest’ultima a fianco di Ernesto Rossi e Tommaso Salvini, recatisi in vario tempo a trapelar la Compagnia.

595. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 682

Fu poi sei anni con Bellotti-Bon, quattordici con Cesare Rossi, e tre con la Pia Marchi, sino al carnevale ’97-’98.

596. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 204

E se bene egli non avesse troppo bella persona (era gobbo), ei li rappresentava con tal giustezza e precisione che niente lasciava a desiderare. » Aveva sposato Angelica Caterina Tortoriti, figlia del celebre Pascariello, poi Scaramuccia, e morì il 14 novembre 1732, munito dei SS.

597. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 210

Ma le scene del teatrino privato eran troppo anguste a soddisfar le vanità e mostrar le qualità del Roscio futuro, il quale, scritturatosi in Compagnia Dreoni per le parti comiche che non abbandonò più, passò poi in quelle di Sterni, e, nel 1874, di Emanuel e la Pasquali, dove colla farsa Il Casino di campagna, da lui raffazzonata, toccò addirittura la celebrità.

598. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 325

Ribellatosi fieramente, e minacciatele entrambe, esse deliberaron di sbarazzarsene, e ricorsero allo strattagemma di proporre la rappresentazione degli « infelici amori della Regina d’ Inghilterra », pei quali occorreva l’uso d’armi da fuoco : e far sì che il Raparelli portasse dette armi, e, avvisatone poi il Bargello, fosse da esso e dagli sbirri sorpreso e carcerato.

599. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO III. Commedie del secolo XVII. » pp. 292-313

Cinque commedie portano il nome di Ottavio d’Isa capuano, la Fortunia impressa verso il 1612 e poi molte altre volte, l’Alvida del 1616, la Flaminia del 1621, la Ginevra dell’anno seguente, e poi del 1630 in Viterbo, che è l’edizione citata dal Fontanini, ed il Malmaritato del 1633 secondo il Fontanini e l’Allacci, benchè il Toppi ne registri una edizione del 1616 col titolo di Malmaritata che le conviene meglio. […] È questa una bella dipintura di caratteri qual si richiede dalle persone di gusto e qual si è eseguita poi in Francia nel Pregiudizio alla moda. […] Carlo Maria Maggi compose quattro piacevoli commedie con intermezzi e prologhi da cantarsi il Barone di Birbanza, il Manco male, i Consei de Meneghin, ed il Falso Filosofo impresse poi in Venezia nel 1708. […] Intanto non posso dispensarmi dall’osservare che il chiarissimo abate esgesuita Giovanni Andres asserisce con una franchezza che fa meraviglia, che il Teatro Italiano regolare da principio ma languido e freddo (di che vedasi ciò che si è detto nel precedente volume della nostra Storia) sbandi poi nel passato secolo e nel principio del presente (parla del decimottavo) ogni legame di regolarità, e lasciate le tragedie e le castigate commedie altro non presentava che pasticci drammatici, come dice il Maffei .

600. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO VII. Teatro Lirico Francese, e suoi progressi per mezzo del Lulli, e del Quinault. » pp. 245-266

S’imitò poi la magnificenza dell’opera di Venezia nel 1650 coll’Andromada di P. […] Col pretesto poi di avere anticipato molto danaro Surdeac s’impossessò della cassa, cacciò via il Perrin, e si valse del parigino Gabriello Gilbert che compose le Pene e i Piaceri d’Amore rappresentata nel 1672 colla musica del Cambert. […] Lulli celebre violinista maestro di musica, e poi segretario del re, di cui ebbe in seguito tutto il favore sino alla sua morte, fece tosto sentire la superiorità del suo ingegno, e con alcune arie di balletti composti pel re, e colla musica posta ad alcuni versi di Quinault nella tragedia-balletto di Psychè. […] Ati poi dal poter della dea renduto furioso rassomiglia l’Agave degli antichi tragici, e trafigge Sangaride più non conoscendola. […] L’istesso poeta scrisse poi Achille e Polissena; ma Lulli infermossi dopo aver fatta la musica dell’atto I, e l’apertura, ed il rimanente si pose in musica da Colasse.

601. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO V. Primi passi del dramma musicale. » pp. 295-309

Cominciò poi a richiamarsi sulle scene in qualche passo delle sacre rappresentazioni. […] Sia poi che il nobile Fiorentino Ottavio Rinuccini (il quale fu gentiluomo di Camera di Errico IV re di Francia, e non commediante, come disse ne’ suoi Giudizj il Baillet ripresone a ragione da Pietro Baile) s’inducesse per l’ esempio del Vecchi a formar del dramma e della musica un tutto inseparabile in un componimento eroico e meglio ragionato, ovvero sia che le medesime idee del Vecchi a lui ed a’ suoi dotti amici sopravvenissero, senza che essi nulla sapessero del Modanese: egli è certo che il Rinuccini, col consiglio del signor Giacomo Corsi intelligente di musica, mostrò all’Italia i primi veri melodrammi eroici nella Dafne, nell’Euridice e nell’Arianna, i quali per l’ eleganza dello stile, per la felice novità musicale e per la magnificenza dello scenico apparato, riscossero un plauso universale. […] Chi poi freddo ragionatore e insipido sofista tutto riduce rigorosamente al vero per ostentar filosofia, distrugge tutte le arti dell’immaginazione. […] Piacque poi al sig. […] Sulzer taccia a torto di puerilità il più grand’uomo ch’abbia illustrato il teatro musicale, egli poi non ha torto quando afferma che l’opera merita di essere riformata; e tengo anch’io per fermo (nè ciò pregiudicherà punto alla gloria del gran poeta Romano) che il melodramma non ha tuttavia la sua vera e perfetta forma.

602. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO IV. Teatro Lirico Francese, e suoi progressi per mezzo di Lulli e Quinault. » pp. 59-74

S’imitò poi la magnificenza dell’opera di Venezia nel 1650 coll’ Andromeda di P. […] Col pretesto poi di avere anticipato molto danaro Surdeac s’impossessò della cassa, cacciò via il Perrin e si valse del Parigino Gabriello Gilbert che compose le Pene e i Piaceri di Amore rappresentata nel 1672 colla musica di Cambert. […] Lulli famoso violinista, maestro di musica e poi segretario del re di cui ebbe in seguito tutto il favore sino alla sua morte, fece tosto sentire la superiorità del suo ingegno e con alcune arie di balletti composti pel re e colla musica posta ad alcuni versi di Quinault nella tragedia balletto di Psychè. […] Ma non mi sembra poi vero che tutto il rimanente cada per ciò, bastando a sostenerlo diverse situazioni. […] Ati poi dal poter della dea renduto furioso rassomiglia l’Agave degli antichi tragici, e trafigge Sangaride più non conoscendola.

603. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 364-382

Ma per fortuna il padre, uomo di buon senso, la scritturò invece (1837-38) nella Real Compagnia Sarda, come amorosa ingenua, poi prima attrice giovine sotto Carlotta Marchionni, che le fu amica, madre, maestra amorosissima ; ai sacri precetti della quale, affermava ne'suoi ricordi con raro, e direi quasi unico esempio di gratitudine nell’arte nostra, di non essere mai, giovine e adulta, venuta meno. […] Frattanto il Righetti, direttore della Real Compagnia, facevale vive istanze perchè vi tornasse ; ma, prima per le condizioni da lei fatte della scrittura, poi per la speranza del suo matrimonio, non approdarono a buon fine. […] E poi : Righetti dovrebbe obbligarsi a firmare un contratto annuo per una stagione a Roma, e per l’autunno nel primo anno '53. […] Percorse l’America del Nord nel '66, e vi tornò l’anno di poi, il '75 e l’ '84. […] Ebbe tre fratelli che seguiron l’arte sua : Carolina, moglie di Pasquale Tessero (V.), nata il 4 novembre 1823 a Brescia e morta a Genova il 1890 ; Enrico, artista egregio alcun tempo per le parti amorose al fianco di sua sorella, poi impiegato ferroviario, nato a Voltri nel 1826, e morto capo-stazione a Foggia nel 1894 ; e Cesare ora al fianco della sorella per le parti di carattere, ora cantante buffo, nato a Soresina il 21 di marzo 1835, e morto a Torino, maestro di recitazione, il 26 febbrajo 1891.

604. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 42-49

Andolfati Pietro, milanese, e figlio de’ precedenti, studiò da avvocato per desiderio dello zio prete, citato più su, ma poi volle seguire la professione de’ suoi genitori. […] Colà restò poi come direttore del R. […]  » E dopo avere esaminata e magnificata l’opera, trascrivendone un brano, riportato poi a sua volta dal Bartoli stesso nelle sue Notizie de’ Comici italiani, conclude : « noi non possiamo se non consigliar questo giovane autore a proseguire la carriera dello scrivere, in cui può avanzarsi cotanto per avventura, quanto non ha fra Comici italiani e difficilmente può avere chi lo superi nel sostenere le Parti più ardue ed interessanti, e nel produrre quell’ illusione impegnante ch’è la sola prova della perfezione. » Ecco l’elenco su citato : SIGNORE SIGNORI Anna Andolf ati Pietro Andolfati Gaetana Andolfati Luigi Delbono Antonia Andolfati Giovanni Delbono Maddalena Nencini Gaetano Michelangeli Rosa Foggi, da Serva Giovanni Ceccherini Lorenzo Pani Giulio Baroni Filippo Nencini, caratterista MASCHERE Bartolommeo Andolfati, Pantalone Giorgio Frilli, Dottore Gaspare Mattaliani, Arlecchino, e subalterni A questo elenco, ne farò succedere uno del 1820, il quale mostra chiaramente il progredire che fece l’arte nel non lungo periodo di circa trent’ anni : DONNE UOMINI Andolfati Natalina Andolfatti Pietro Garofoli Giuseppa Andolfatti Giovanni Pollina Margherita Garofoli Luigi Cappelletti Laura Cavicchi Giovanni Cavicchi Carlotta Carraro, Giovanni Bonsembiante Bianca Bonuzzi, Francesco Maldotti Adelaide Bonsembiante Giovanni Maldotti Marietta Maldotti Ermenegildo Lensi Anna Cappelletti Gaetano Astolfi Marianna Astolfi Giuseppe Coccetti Antonio Maldotti Eugenio Andolfatti Luigi Nastri Leopoldo Astolfi Tommaso, suggeritore Tommaselli Luigi, macchinista La Compagnia recitava a Bologna all’Arena del Sole, di giorno, e al Teatro del Corso, di sera ; e aveva cibo conveniente ai due palati.

605. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 593

Fu un anno con Flavio Andò e Claudio Leigheb, e un anno con Giovanni Emanuel ; poi toltasi momentaneamente dal teatro, andò con Pasta due mesi a sostituir la Tina Di Lorenzo ammalata.

606. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 651

Nacque dalla prima Candido, attore di qualche pregio per parti di secondo brillante, poi di carattere, marito all’attrice napoletana Dareni ; ed Ernestina, moglie dell’attore Cambiè ; nacquer dalla seconda Vittorina, moglie di Giovanni Serafini, e Marietta, moglie di Giulio Casali.

607. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 727

Apparve ancora nel ’63 al Teatro Re di Milano ; poi, venuto vecchio, e ormai vedovo da qualche tempo, con le due figlie ancor giovani, ebbe la fortuna di essere ricoverato da un’agiata famiglia milanese, in seno alla quale morì in tardissima età.

608. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » p. 800

Esiste ancora a Chioggia un Calle Duse, benchè la famiglia fosse un tempo assai più nota col nomignolo di Griguolo, che le fu dato un po’ per antica consuetudine del sito di chiamar ciascheduna famiglia con un soprannome che riman poi per secoli, un po’per distinguerla da altra famiglia Duse, tuttavia esistente.

609. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 239

L' '81 andò prima attrice giovine con Pasta-Casilini-Meschini, poi di nuovo con la Marini, allora capocomica.

610. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 521

.), che sposò il 1766, fu prima un’ottima dilettante, applauditissima specialmente qual prima attrice della tragedia Giovanni di Giscala, poi, maestro Ignazio Casanova, un’eletta artista per ogni genere di parti, grandi o piccole, ch'ella sosteneva volenterosa pel buon andamento della Compagnia del marito.

611. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 550

.), scritturato per cantar negl’intermezzi, ma poi cominciò col sostenere in commedia parti di poca importanza.

612. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 631

Dopo il triennio, passò il Venturoli nella Compagnia Domeniconi ; e anche qui, al Valle di Roma, le prime prove furon di fischi e corbellature ; ma poi, fatto il pubblico l’orecchio a certe sue stridule intonazioni, ne divenne in breve il beniamino, soprattutto per la sua grande versatilità, mostrandosi ugualmente egregio nella prosa e nel verso, nella tragedia e nella farsa.

613. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 731

Il 9 aprile 1691, avendo Leandro (Rechiari) e Coviello (Sacchi) già ricevuto ordine di recarsi dopo Pasqua a recitare a Vicenza, poi a Verona, lo Zanetti, nulla sapendo di sè, da Bologna si raccomandava alla clemenza e generosità di S.

614. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 362

Scritturata poi dalla Sadowski con Cesare Rossi, restò al fianco di lui sino all’ ’89, anno in cui abbandonò le scene.

615. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 532

E che di Plauto nelle argute carte, e negli atti di Roscio indi splendea, poi surse allor che furon rotte e sparte le tenebre in che Italia s’avvolgea.

616. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

che poi fu Duca.

617. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 968

Di questa attrice, prima donna e capo comica, abbiamo la seguente lettera del 1663 al Duca di Modena : Serenissima Altezza Hippolita Gabrielli comica hunita con suoi Compagni ricorono alla benignità di Vostra Altezza Serenissima supplicandola a uolerli far gratia col suo benignissimo rescritto di concederli licenza di poter recitar opere, e Comedie per il suo felicissimo Statto come altre uolte à sempre hauto fortuna di seruire al Altezze Sue antesesori che di tal gratia l’oratrice e suoi Compagni pregarano Sua divina Maesta per la Sua Esaltatione, che della gratia quam deus…… Volendo dar principio al Finale, e poi a Reggio.

618. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1032

Le sue note biografiche son presto scritte : fu prima attrice giovane con Pietriboni e con Bellotti, poi prima attrice con Emanuel, in Compagnia Nazionale, e con Cesare Rossi.

619. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1035-1036

La Gaetana non ebbe mai chi la superasse nella Gabbriella di Vergy, e fu grandissima nella Merope del Maffei e in quella dell’ Alfieri, di cui recitò poi col maggiore dei successi la Sofonisba, l’ Ottavia e l’Antigone.

620. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 413

Dopo un triennio passò nella Compagnia di Adelaide Tessero, in cui stette cinque anni, poi in quelle di Anna Pedretti e di Alamanno Morelli.

621. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 539

Fu buona prima attrice giovane al fianco di suo marito, poi, con lui capocomico, buona prima attrice, specie nelle più strampalate pochades, che sono il fondamento del suo repertorio.

622. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 591

colla quale tornò poi in Italia, ov'era ancora del 1781.

623. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 678

Figlio del precedente, nato a Parigi il 1744 ; studiò sotto lo zio Dehesse, apparve il 22 febbrajo '49 nel ballo degli Enfants vendangeurs, eseguito dopo Le Retour de la paix di Boissy ; poi negli altri due balli Les Enfants sabotiers e Les Vendanges, suscitandovi entusiasmo.

624. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo III. Progressi Teatrali in Francia tardi, ma grandi nel medesimo Secolo XVII. » pp. 291-315

Studiò poi l’uomo e la sua nazione scorrendo per le provincie, e i cortigiani frequentando Versailles. […] Non erano di gusto molto dilicato quelli che diede poi il cardinal de Richelieu. Luigi XIII danzò una volta nel 1625 in un balletto, che non prometteva la delicatezza che di poi acquistò in Francia la danza. […] I romani poi, imitatori de’ greci, dipinsero parimente sulle scene comiche e meretrici di vari caratteri, e matrone. […] Euripide e Archippo aveano trattato per gli Greci questo soggetto, che Plauto poi fece conoscere ai Romani, e Molière ai Francesi.

625. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO I. Teatro Alemanno. » pp. 4-31

Corse poi per l’Alemagna, e connobbe molti letterati. […] Esiste poi in Napoli un’ altra opera buffa intitolata lo Cecato fauzo, ed è appunto uno sposo che si finge cieco per gelosia, come quello del Krüger. […] Di poi egli senza esitare sostiene che Lessing sorpassò tutti i tragici nazionali . […] L’idea poi della scena di Raps e Anselmo è quasi degna del pennello di Moliere. […] I teatri dell’opera e della commedia nazionale di Praga superano in grandezza quelli di Vienna, e tutti poi cedono al teatro di Dresda.

626. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO II. Teatro Alemanno. » pp. 232-252

Venne poi chi ne propose un terzo. […] Ella poi si sente suffocare, ha difficoltà di respirare . . . il seno se le discopre senza accorgersene . . . […] Corse poi per l’Alemagna e conobbe molti letterati. […] L’idea poi della scena di Raps e Anselmo è quasi degna del pennello di Moliere. […] I teatri dell’opera e della commedia nazionale di Praga superano in grandezza quelli di Vienna, e tutti poi cedono al teatro di Dresda.

627. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1016-

E a dar prova luminosa della vivacità e festività dell’indole sua e del suo ingegno, festività e vivacità che trasmetteva poi da la scena in tutto il pubblico, a lui prodigo sempre delle più affettuose dimostrazioni, riferisco parte della gaja lettera che scrisse da Napoli ad un amico, Antonio Fiacchi, il 20 aprile del…. […] Ho una bella passeggiata in prospettiva, poi pittura all’esposizione, masica a volontà e belle donne dappertutto….

628. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 297-298

Nato a Feltre il 27 marzo del 1854 da Giovanni e Rosa Milliacci, non comici, dopo di aver recitato fra i dilettanti, con buona riuscita, fu mandato alla scuola di declamazione di Firenze, d’onde uscì dopo due anni, per entrar poi nell’arte, per modo di dire, in una modesta compagnia, condotta, se ben ricordo, da un cotal Silvano. […] Nacquer dalla loro unione tre figliuole, educate all’arte del canto, due delle quali riuscirono egregie, e una, la terza, perdè la voce e divenne poi moglie del rinomato La Blache.

629. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 401-403

Pubblicata l’amnistia, e cessata ogni inquietudine per la diserzione, il Romagnesi restò due anni con Quinault, poi si scritturò con Giovan Battista Costantini, Ottavio, che aveva compagnia a Parigi nelle fiere di San Germano e di San Lorenzo, col titolo di Opera Comica, ed esordì a quel tempo come autore con la Comedia in prosa e musica in tre atti : Arlequin au Sabat, rappresentata alla fiera di San Lorenzo del 1716 con grandissimo successo. […] Fu ancor più ammirato nelle altre parti che recitò di poi.

630. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO III. Melodrammi. » pp. 254-292

Ne’ dialoghi poi delle altre scene ugualmente belli, non veggiamo chiaro in qual maniera attendendosi p.e. […] Che che sia di ciò il Socrate è poi ritornato sulle scene, e ritornerà, e muove il riso, e se ne cerca ognor con gli occhi l’originale. […] Eximeno attribut al Zeno il costume osservato poi costantemente nello scioglimento de’ melodrammi istorici di far mutare di sinistra in prospera la fortuna dell’eroe. […] Non conosceva poi il Badini altra Inès anteriore a quella del suo ingegnosissimo La Motte? […] I caratteri poi di Augusto, Emilia e Cinna differiscono da quelli di Tito, Vitellia e Sesto.

631. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — LIBRO VI » pp. 94-106

El’altro poi assai più splendido, vasto, e bene architettato fattovi in seguito costruire per comando dell’imperadore Giuseppe II. […] La furia di Attila non disapprovata dal Montiano, è poi la cosa più sciocca e ridicola del dramma, sembrando che Attila dovrebbe dipingersi furioso, se non come Oreste pieno di rimorsi, almeno come dominato dall’ira in estremo grado, ma non già ridicolo ed impetuoso come un pazzo. […] Manca poi al Virues la guida del poeta ferrarese, e si avvolge nel resto in avventure mal accozzate, in bassezze e indecenze.

632. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo I. Teatro Italiano nel Secolo XVII. » pp. 268-275

Tra Melodrammi che si fecero poi maggiormente ammirare ne’ teatri veneziani, fu quello intitolato la Divisione del Mondo, nel quale le decorazioni magnifiche e pompose chiamarono l’attenzione universale. […] Quest’accademia privata bolognese nacque l’anno 1690, e si convertì poi in quella dell’Istituto nel 1714. […] Si dee anche considerare, che l’intelletto dell’uomo non avendo se non se una misura fissa e molto stretta di quello che si può sapere, perde da una parte quanto acquistai dall’altra; e perciò dice assai bene il dottissimo conte Lorenzo Magalotti «che il capitale del sapere sia stato appresso a poco sempre l’istesso in tutti i tempi, e che la differenza sia consista nell’essersi in un secolo saputo più di una cosa in uno più di un’altra, come quel magazzino che oggi é pieno di spezierie, domani di tele, quell’altro di lana, e va discorrendo; ma di tutte quelle mercanzie non ve n’é mai più di quello che importano i corpi e il credito di quella casa di negozio, che lo tiene in affitto… Bisogna poi ricordarsi, che quello che noi sappiamo adesso, si sapeva tremil’anni fa, e ch’é della Filosofia, come delle mode, che non sono mode, perché comincino a usare adesso, ma perché é un pezzo che non erano usate».

633. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « LUIGI RASI. I COMICI ITALIANI » pp. -

L’utilità poi dell’opera è evidente, dacchè la storia dei comici è storia del Teatro ; e dacchè nei secoli scorsi, i nostri attori tennero il primato fra tutti, e diffusero la commedia italiana, specialmente nella forma detta dell’arte, in tutta Europa. E noto come la prima idea di raccogliere le notizie biografiche dei comici italiani venisse a Francesco Bartoli, marito della celebre Teodora Ricci, che le pubblicò in due volumi nel 1783 ; ma d’allora in poi molto altro era da aggiungere sia di nuovi nomi, sia di altri particolari sugli attori già noti ; e a ciò più specialmente contribuirono il Sand e il Campardon in Francia, fra noi il compianto Adolfo Bartoli e altri. […] Per me poi sarà un onore e una gioia se potrò in qualche modo esserle utile nella cerchia del mio lavoro nella Baviera.

634. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 543-547

Luigi Riccoboni dopo di avere parlato delle condizioni artistiche, dell’ignoranza dei comici, della sudiceria dominante nelle commedie di allora (1690) dice : Una sola Compagnia in questa spaventosa decadenza serbò la modestia sul teatro ; ma il buon esempio non durò gran tempo per poter essere seguito dagli altri : essa lasciò l’Italia per recarsi in Germania a servizio dell’ Elettor di Baviera a Monaco e a Bruxelles, d’onde poi passò a Vienna in Austria al servizio dell’ Imperator Leopoldo e di Giuseppe Re de’ Romani. […] ne per parte di tutti di casa, a misura del suo merito, che ual a dire, colme di ogni bene, la nostra Quadragesima è quasi finita, con pioggie quasi ogni giorno, l’armata di marc già si prepara per andarsene, ne altro si attende che alcuni uascelli Inglesi per far un buon numero, e poi portarsi uerso Genoua è quest’anno si uol sentir belle cose, altro non ò che dirle solo che non mi lasci infrotuoso, accertandola che sempre sarò. […] Lo troviam poi nel 1699 a Vienna ; nel 1702 in Augsburgo, dove il 16 maggio ottenne il permesso di poter dare dovunque alcune rappresentazioni in lingua italiana, e nel 1703 ancora a Vienna, assistito dalla liberalità del Principe Elettorale, che si occupava con ogni larghezza delle spese di costumi ecc. ecc.

635. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 915-921

Formò poi società con Belli-Blanes per un altro triennio, sempre ammirata, festeggiata, acclamata. […] Come poi, Se fuor discioglie dai purpurei labbri Accenti, che cercar le vie del core Sanno più arcane, ognun si tace, e tace Fin dell’aure il sussurro ! […] La Nina passa per amore, di Marsollier Des Vivetières, musicata nell’ ’89 dal Paisiello, poi tradotta pei teatri di prosa dall’attore Pietro Andolfati.

636. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO V. LIBRO VII » pp. 107-140

Qual diletto poi, e qual maraviglia non si prova alla risposta di Curiazio, Je vous connois encore, & c’est ce qui me tue! […] Tutto potrebbe condonarsi, se nel dramma poi dominasse minor noja, freddezza, e languore. […] Compose in prima i Figliuoli ingrati commedia, che poi intitolò la Scuola de’ Padri, nel 1728, che non ebbe quel felice successo, che prometteva il suo felice ingegno atto sommamente a rilevare il ridicolo de’ costumi correnti. […] Scriste poi altre due commedie inedite perdute, o dall’autore stesso soppresse, cioè il Secreto della commedia da lui letta a’ suoi amici, ed il Mondo com’ é, di cui solo si conosce il titolo. […] In Francia nel XVII secolo ed in questo che cade hanno continuato a comparire i drammi di Quinault, e l’ultima recita dell’Armida colla musica di Lulli seguì nel dicembre del 1764 col solito applauso e concorso; nè per essersi poi posta in musica dal cav.

637. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Del figlio Antonio dice il Casanova nelle memorie che era il preferito Arlecchino della Principessa Elettorale di Sassonia (Regina di Polonia) e che fu poi il conduttore dei Sassoni che viaggiaron l’Italia.

638. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Rimini, li 22 Giug.º 1698. » p. 489

Gli notifico poi come sono in Rimini con la Compagª che douerà farli seruitù qtoCarneuale, e dimani si darà principio alle Recite nel Teatro di qta Cità e spero che qti Cavalieri e Citadini nò si abandonerano poichè si mostrano assai uogliosi.

639. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 531

Lo troviamo poi nel 1796 primo attore della gran Compagnia, sempre al S.

640. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 866

XXXVII ; poi (ivi) : facendo le mie scuse col Direttore di non poter andar seco, partii colla signora Ferramonti e suo marito in una buona vettura.

641. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 56

Dopo molti anni passati in Compagnia del Lapy, si scritturò col Medebach, poi (1782-83) colla Battaglia al San Giovan Grisostomo.

642. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 161-162

Fu poi prima attrice col famoso Toselli col quale era a Venezia il '67, dov'ebbe un successo di lagrime nel Ciochì del vilage, quando con affetto profondo esprimeva il dolore della povera derelitta nella festa di tutto il villaggio.

643. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 

.) ; e vi era ancora l’ 8 di settembre, sotto la qual data riferisce a un famigliare del Duca, come non essendosi negoziata a dovere l’andata a Venezia, probabilmente la compagnia non avendo l’autunno, dovrà sciogliersi, per riunirsi poi nel carnovale ; annunzia che Colombina (la Franchini) vuol andarsene a Bologna, e ch'egli è costretto, secondo l’ordinazione de' medici, a condur l’ Angiola sua moglie a Venezia per una tosse di cattiva conseguenza ; e conchiude con l’annuncio di due lettere (non potute trovare), le quali avrebber fatto conoscere le doplicate malignità de' comici parmiggiani, capo de' quali è Brighella(V.

644. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 203

Ciò che poi fornisce i di lei meriti è un’intelligenza piena d’acume, l’investirsi al vero delle passioni, e l’esprimere con grazia e nobiltà vivamente tutte le cose, che rappresenta.

645. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 301-302

Recitò alcun tempo da amorosa, applauditissima, specie nelle parti d’affetto, poi fu assunta al grado di prima donna assoluta.

646. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 313

Il Cinelli racconta « che una volta (Curzio Marignolli, poeta, nato a Firenze il 1563 e morto a Parigi il 1606) sgridato dal padre, perchè i suoi averi licenziosamente spendesse, arditamente rispose : Anzi, tutto il mio spendo con prudenza, intendendo dire con una donna sua amica che Prudenza chiamavasi. » E l’Arlia che varie rime di Curzio raccolse e pubblicò nelle Curiosità letterarie del Romagnoli (Bologna, 1885) aggiunge : era costei una comica, alla quale poi impazzata, o davvero, o per meglio accalappiare i merlotti, quell’altro capo ameno di Francesco Rovai scrisse il seguente sonetto, che pizzica di secentismo un buon poco : Folle è Prudenza : oh che follie soavi folli fan per dolcezza i saggi amanti !

647. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 570-571

Figurava nella stessa Compagnia una Maria Tassani, e il Tardini (Teatri di Modena) annovera una Amalia Tassani-Majeroni, amorosa il '57 con Luigi Aliprandi, il '58 con Luigi Robotti, e il '62 con Francesco Sterni ; poi prima attrice assoluta il '68 con Gaetano Benini, moglie di Emilio Tassani, e madre di Enrichetta, generici.

648. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 586

Moglie del precedente, e figlia di comici, fu un’egregia prima attrice giovine, poi, divenuta sposa a Francesco, passò alle parti di prima donna assoluta, che sostenne con molto successo, più specialmente nelle commedie goldoniane, e in dialetto.

649. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 660

Entrò poi per intercessione del fratello Gaetano nella Compagnia lombarda di Alamanno Morelli, in cui restò fino al '53.

650. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO III. Continuazione del teatro Italiano. Commedie: Opera in musica: Attori accademici ed istrioni e rappresentazioni regie: teatri materiali. » pp. 144-195

Più tardi poi nella medesima città si ammirarono le maravigliose invenzioni onde nobilitava la scena musicale il cavalier Pippo Acciajoli77. […] Giulio Rospigliosi cardinale e poi pontefice col nome di Clemente IX si esercitò nell’opera sotto Urbano VIII. […] Si rivolse poi a ricavarli dalla storia, pigliando il miglior sentiero; ma pure la poesia vi avanzò poco, e lo spettacolo scemò di pregio per l’apparato. […] Scaramuccia poi rinunziò al teatro; e Menagio applicò a lui quel motto homo non periit, sed periit artifex, perchè più non vi comparve. […] Non era miga questa maschera caricata mostruosamente come poi si formò la maschera del Pulcinella col dipartirsi dalla prima.

651. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 54-87

Fuggì, e tornato in Italia, si diede alla professione di comico, probabilmente unendosi a’ Gelosi, dapprima facendo le parti d’innamorato, poi creando quella di soldato superbo e vantatore, col nome di Capitan Spavento della Val d’Inferno. […]  » Ma poi nessuno scritto dell’Andreini, ch’io mi sappia, è comparso a questo proposito, nè dalli archivi pistoiese e fiorentino mi fu dato rintracciar notizie di sorta sulle nominate famiglie Cerrachi e Dal Gallo. […] Ma poi che questo mi deve avvenire, io voglio aver questo avvertimento di esser sempre nelle compagnie migliori e più onorate ; perchè, oltre lo imparar da quelle, non avrò timore di essere biasimato come molti, nè per ignorante, nè persona infame. […] Codardo poi più d’un birro. […] Io poi non credo che tutti questi capitani sieno, come altri vorrebbe, una continuazione, o meglio, un ammodernamento del celebre Pirgopolinice, il miles gloriosus di Plauto.

652. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO I. Drammi Latini del XVI secolo. » pp. 7-27

Oltre poi a queste rappresentazioni si composero in latina favella nuove tragedie e commedie. […] Sarebbesi ciò tollerato sulle scene Ateniesi, nelle quali ebbero luogo le contese piuttosto comiche che tragiche delle Baccanti, di Jone, di Alceste; ma dalle latine tragedie in poi si sono rigettate come impertinenti. Io non debbo dissimulare questo neo della tragedia del Tilesio; ma non è giusto poi lo spregiarla tanto, come altri fece, per tale episodio. […] I trasporti de’ re (dice nel greco la Nutrice) sono veementi e da lievi principii prendono incremento, e con difficoltà poi si cangiano i loro sdegni.

653. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 881-887

Ciò si auera frà trappolino, e Bagolino, uenuti frà loro à rompimento di capo. or ueda Vostra Ecc.ª come poss’io sofferire senza perder il corpo, ell’anima cosi barbara unione. il Signor Duca mio Signore per cui prego ogni giorno, cosi Dio, mi faccia degno d’essere esaudito ; rimarrà da me seruito con ogni affetto, ma non con questi dui, e poi uolendo Trappolino e la moglie, non u’ hà che fare, l’Aurelia. il carpiano oltre l’essere buono nella sua parte, e suauissimo di costumi, e seruirà con ogni spirito, e dà pantalone marauiglioso. u’è buffetto ; dirà Vostra Ecc.ª questo non brama il S. […] mo il mio bisogno ; qual’è di sapere, s’io ho da seruirlo il Carnouale ; e non havendo l’Autunno Compagnia come mi hò da sostentar quattro e più mesi ; poi che essend’io pouer’huomo, non ho modo da sostentarmi senza il mio esercitio questo tempo, si che, hauendo da seruir cotest’ Altezza, la supplico d’alcun aiuto di costa, acciò ch’io mi possa intrattenere fin’al tempo del Carnouale ; e non uolendo seruirsi di me, darme, con sua buona gratia, licenza, acciò ch’io possa promettere à questa Compagnia ò altra la mia persona per l’Autunno, e Carnouale. ne hò scritto al Signor Toschi : ne di ciò ne hò mai hauto risposta. ricorro à Vostra Signoria Ill. […] Prima di questi Capricci aveva inserito del 1613 a Venezia alcune rime nella Raccolta funebre per la morte della comica Maria Rocha Nobili detta Delia (V.), poi pubblicato, sempre a Venezia, del ’28, un Effetto di Diuozione, consacrato al merito indicibile de i due famosi in amicizia, e per sangue e per l’opere Illustrissimi Nicolò Barbarigo e Marco Trivisano, composto di tre sonetti e un’ode in quartine. […] Fu poi col marito nella Compagnia di Giovanni Roffi, sempre applauditissima, a Milano, a Torino, a Genova, a Livorno.

654. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 229

II, pag. 239) alla novella gioventù « perchè collo studio e colle osservazioni trascurate dalla maggior parte dei loro predecessori, facciano rivivere e perpetuino sulla scena italiana il senno di Pianca Paganini, la dignità di Petronio Zanerini, le grazie comiche d’Asprucci, e la versatilità sorprendente di Demarini, la verità di Pertica, la pura dizione di Vestri, e rigettando la chimera delle tradizioni, recitino colla propria anima, e abbiano per norma i precetti dell’arte, e per modello la natura. » Lo troviamo gli anni comici 1795-96-97, brillante nella Compagnia del truffaldino Luigi Perelli, al fianco del famoso Zanerini, e dell’Angela Bruni : poi, l’anno 1797-98, in quella di Carlo Battaglia e compagni con Salvatore Fabbrichesi, e nel 1800-1801 in quella di Angelo Venier e compagni, in cui recita per la prima volta le parti di caratterista : è anche la prima volta che il giornale dei teatri di Venezia si occupa di lui

655. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 

Fu prima donna per varj anni della Reale Compagnia Sarda, poi madre nobile, e nel lungo periodo della sua vita artistica diè tal prova della versatilità dell’ingegno suo, che si vuole non esserci stato carattere, vuoi comico, vuoi tragico, ch’ella non rappresentasse a perfezione.

656. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1021-1022

Ma non sappiamo nè in qual compagnia fosse, nè se poi passasse in quella del Duca : sappiam solo che recitava le parti del Dottore.

657. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 326

Fatti gli studi liceali in patria, fu prima soldato nelle truppe regolari, poi garibaldino, e prese parte alla campagna del '66.

658. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 343

Delle cinque figliuole, Angiola recitò da bimba alcuni prologhi del Chiari, poi divenne ballerina egregia e sposò Gaetano Cesari, rinomatissimo grottesco : la seconda, Marianna, fu attrice e ballerina anch'essa col Medebach e sposò nel '79 Giovanbattista Rotti, Pantalone (V.) ; la terza, Teodora, fu moglie di Francesco Bartolì, e notissima attrice (V.

659. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 614

Cominciò a recitare il caratterista, in cui riuscì egregiamente, cogli accademici della città, poi collo stesso ruolo in Compagnia di Nicodemo Manni, festeggiatissimo da ogni pubblico d’Italia.

660. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 629-630

Il Costetti ne lo fa uscire il '43, sostituito da Pietro Boccomini, ma è questo errore evidente, giacchè lo vediamo per l’anno '41-'42 primo attore assoluto della Compagnia Giardini, Woller e Belatti, dalla quale passò poi nello stesso ruolo in quelle di Corrado Vergnano, e di Angelo Rosa con cui stette lungo tempo.

661. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Teatro di Eschilo. » pp. 75-103

Allegorica essa è in fatti in quanto che il poeta si prefigge di pignervi la prepotenza della maggior parte de’ Grandi su gli nomini ancor meritevoli e benefici; la qual cosa era lo scopo de’ Greci poeti, repubblicani, di che fecero pure qualche motto Andrea Dacier e poi Pietro Brumoy. […] Favella poi col coro dei diversi ritrovati e di tante arti insegnate agli uomini, i quali prima, poco differenti da’ tronchi, viveano come le belve rintanati negli antri. […] Eschilo poi mostra molto giudizio, facendo che Oreste rifletta all’impresa a cui si accinge: che si lagni dell’oracolo di Apollo ond’è minacciato de’ più crudeli supplizj, se lascia invendicato il padre: che s’intenerisca alla di lui rimembranza: che si mostri anche sensibile ai mali de’ popoli sacrificati agli usurpatori del trono. […] Nè di ciò pago lo scorto poeta, in una lunga scena di Elettra col Coro e con Oreste, fa che questi appalesi la repugnanza e l’incertezza che lo tormenta, la quale si va poi dissipando col sovvenirsi delle terribili circonstanze dell’ammazzamento di Agamennone, alle quali fremendo dice che darà la morte a Clitennestra, indi a se stesso. […] Se poi non le conosce, sulle di lui parole ne concepirà un giudizio tutto alieno dal vero, e crederà che le patetiche declamazioni in Eschilo preparassero ad un ballo serio, come i propositi di Tancia e Lisinga in Metastasio introducono al ballo cinese.

662. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XVII ultimo. Teatro Materiale, ove de’ più rinomati Teatri, e della condizione degli Attori Greci. » pp. 213-238

Vuolsi dagli eruditi Lancianesi che in Ansano, oggi Lanciano, si eresse un teatro su di un colle all’occidente in un trivio non lontano dal tempio di Apollo, che poi verso il 1227 si convertì in una chiesa dedicata a Maria Vergine sotto il titolo dell’Assunta. […] È notissimo poi il passo di Aulo Gelliob intorno all’attore Polo, il quale sostenendo la parte di Elettra nella tragedia di Sofocle, in vece delle ceneri di Oreste pose nell’urna quelle di un suo figliuolo, ed espresse vivamente il proprio dolore in quello di Elettra. Quanto poi alla condizione nobile delle Spartane che rappresentavano per prezzo, non è da stupirsene; e Cornelio l’adduce appunto per uno degli esempj nella diversità de’ costumi de’ Greci e de’ Romani. […] A render poi sempre più chiare e soavi le voci degli attori, immaginarono i Greci certi vasi di bronzo chiamati echei artificiosamente lavorati e collocati in alcune cellette sotto gli scaglioni. […] Ma quella Atene che con tale ardore correva al teatro e fuggiva gli accampamenti, che profondeva in quello tanti tesori, e negavagli ai patriotici progetti di Demostene, si corruppea, rovinò per questo appunto, divenne schiava e poi barbara.

663. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Di Pistoia, questo dì 21 di ottobre 1589. » pp. 405-415

& poi nel fine dopo mille ingiurie ti convenga darli tua figliuola per moglie ? Vn’altra spetie Gratianatoria si è ritrouata, ed è che pensando questa di correggere l’vso del parlar rouerscio, si è posta à dir latini, & sentenze, con tirate, & ponga di memoria in guisa, che non lasciando mai parlare chi seco tratta, confonde, & snerva il filo della Fauola, & la mente di chi ascolta, che non riman campo per intendere, & molto meno per capire l’orditura de’ negotij ; e chi è poi colui, che voglia far credere agli Scolari di questa Scuola, che faccino, & dichino male, se ogni giorno cento beuanti gli fanno fede, che sono i primi huomini del Mondo ? Per rappresentare adunque (secondo il mio senso) questo così gratioso personaggio direi che quello il qual si dispone di portarlo in iscena, si formasse ben prima nell’ idea un tal huomo il quale voglia esser moderno al dispetto dell’antichitá, & che a tempo isguainasse fuori sentenze propositate quanto alla materia ; ma sgangherate quanto all’espressura, il condimento delle quali fosse vna lingua Bolognese in quella forma, ch’ella viene essercitata da chi si crede, che non si possa dir meglio, & poi di quando in quando lasciarsi (con qualche sobrietà) vscir di bocca di quelle parole secondo loro più scielte ; ma secondo il vero le più ridicole, che si ascoltino ; come sarebbe a dire. […] Io non vedo come da questa ottava si possa trar la prova che il Graziano parlava proprio il pretto bolognese : tanto più poi che sappiamo dal Cecchini (L’Amico Tradito. […] Anche dice il Guerrini, al proposito dell’autor vero di un Trattato delle virtù morali già attribuito a Roberto Re di Napoli, e riconosciuto poi per opera di Bonagrazia, Graziolo, o Graziano de’ Bambagioli, bolognese : Resta intanto che fu dottore, letterato e mescolato alle faccende politiche del suo tempo.

664. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO V. Produzioni comiche di Commediani di mestiere nel secolo XVI. » pp. 256-264

Fabrizio Fornari napoletano detto il Capitan Coccodrillo comico Confidente, pubblicò in Parigi per l’Angelier nel 1585 la commedia intitolata l’Angelica, che si ristampò poi in Venezia nel 1607 pel Bariletto. […] Certo è poi che fra gl’Italiani la decisione del Deoina, che sì franco decreta in tutto quel suo Discorso, è molto più manifestamente opposta alla verità.

665. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 142-145

Nel 1804 recitò al Teatro Gottardi di Vercelli, poi, l’autunno, a Magenta, formando l’anno dopo una compagnia regolare in società con G. […] Diventò direttore della Compagnia Guarna, poi di quella Ciarli, passando dal Carcano al Lentasio, e da questo alla Stadera, per metter finalmente il piede sulle scene dell’aristocratico Teatro Re, ove fu, come dovunque, acclamatissimo.

666. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO II. Prima epoca del teatro Latino. » pp. 9-90

Ma che giuochetto vizioso è poi questo di tal Francese! […] Lo riceve poi Argirippo, il quale con questa chiave riapre quell’uscio che l’era stato chiuso in sul viso. […] Patetico è poi il congedo che Carino prende dalla patria nella prima scena dell’atto quinto. […] Consiste l’argomento in un Cartaginese che va in cerca di un nipote e di due sue figliuole perdute dall’infanzia, trovate poi fortunatamente in Calidonia. […] Rimangono di accordo che il ruffiano giuridicamente dichiarerà libera Lenniselene, e poi per la parte dell’orto la menerà in casa di Tossilo.

667. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « L’EDITORE A CHI LEGGE » pp. -

Ma tanti anni indugiò poi a proseguirla in Venezia, che prevenuto dalla morte nel 1796 la lasciò imperfetta, e l’autore cessò di rimettere colà il rimanente.

668. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 233

Figlio di un suggeritore, lo vediamo per la prima volta nel 1820 generico della Compagnia Andolfatti ; generico nel 1827 della Compagnia di Romualdo Mascherpa, di cui era primo attore Luigi Domeniconi ; servitore giocoso (sic) nel 1836 della Compagnia di Luigi Taddei ; poi caratterista e promiscuo, e capocomico in società colla Sadowski nel 1853-54.

669. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 857

Ristabilitosi poi, fu costretto a tornare su le scene, in cui fece come per l’addietro ottime prove, (era il maggio del 1777 al Comunale di Modena in Compagnia di Francesco Panazzi, assieme a un Antonio Falchi, forse figliuolo), sinchè avanzato in età, si ritirò nella natia Bologna, ove morì l’autunno del 1780.

670. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 445

Ma come mai cotesto Rubini, che esercitava l’impiego di Dottore, sostenne poi la parte di Florindo nell’Amore paterno ?

671. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 634

Malgrado l’equipaggio sequestrato, i soggetti sono tutti qui requisiti, meno il capocomico Vergnano, il quale seppe destramente sottrarsi colla fuga, terminata che ebbe la parte che aveva nella comedia. » – Si recitava quella sera il 4° atto di Misantropia e Pentimento, poi il 2° de' Due Sergenti.

672. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 680-681

Di bella persona, di volto piacente, di voce magnifica, d’ingegno non comune, riuscì in breve un egregio primo attor giovine ; e dopo di essere stato alcun tempo nelle Compagnie Dorati e Righetti passò in quella di Fabbrichesi, allo stipendio della Corte di Napoli, diventandone il 1824 primo attore assoluto e capocomico in società con Prepiani e Tessari, fino al 1838, in cui, condotta nella novena di settembre la moglie a Macerata, sua patria, fuor dal clima di Napoli, e da una vita ordinata, fu colpito prima da febbre, poi da paralisi nervosa, che lo impedì nella parola.

673. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Italiano del secolo XVI. e del Libro IV. — CAPO VII. Pastorali. » pp. 4-41

E tutti poi avrebbero religiosamente taciuto questo gran segreto di stato? […] Era stata già rappresentata in Parma in presenza di Ranuccio Farnese giovanetto nel 1583, quando fu dedicata alla nobile Camilla Lupi che vi sostenne la parte di Amarilli; e si stampò poi nel seguente anno in Venezia. […] A riserba poi di alcuni tratti troppo lirici, e di qualche intemperanza Ovidiana nell’accumulare immagini, lo stile è puro, la versificazione corrente, ben sostenuti e ben coloriti i caratteri, e la favola è semplice, e serva le regole. […] Ode poi Silvano che questo suo amico favorisce in di lui pregiudizio Dameta presso Laurinia, e credendolo traditore ne ordina la morte ad un servo, il quale finge di averlo ucciso. […] L’autore, secondo il Mazzucchelli, la compose in età di venti anni, e fu stampata in Venezia nel 1597, e poi anche nel 1598.

674. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO IV. Pastorali del Cinquecento. » pp. 267-294

E tutti poi avrebbero religiosamente taciuto questo secreto di stato? […] In Francia si tradusse in versi francesi la prima volta nel 1584 da Pietro de Branch, e si pubblicò in Bourdeaux; in prosa si tradusse in Parigi nel 1666, e poi nell’Aja nel 1679 che si ristampò nel 1681. […] Ode poi Silvano che questo suo amico favorisce in di lui pregiudizio Dameta presso Laurinia, e credendolo traditore ne ordina la morte ad un servo il quale finge d’averlo ucciso. […] La pastorale poi del Bracciolini, per sentimento dell’erudito Pier Jacopo Martelli, può andar subito appresso alle tre più famose, l’Aminta, il Pastor fido e la Filli di Sciro del secolo seguente. L’autore secondo il Mazzucchelli la compose in età di venti anni, e fu stampata in Venezia nel 1597 e poi anche nel 1598.

675. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO II. Commedie: Pastorali: Teatri materiali. » pp. 224-253

Contemporaneamente l’erudito Niccolò Amenta Napoletano nato nel 1659 e morto nel 1719 dal 1699 in poi fe recitare ed imprimere le sette sue commedie, la Costanza, la Fante, il Forca, la Somiglianza, la Carlotta, la Giustina, le Gemelle, tutte scritte in bella prosa e con arte comica alla latina, e sul gusto del Porta e dell’Isa. […] Sono poi queste azioni per se in alcun modo importanti? […] Questo buon pittore della natura, come a ragion veduta l’ appellò Voltaire, prima di fare assaporar agl’ istrioni la commedia di carattere da Macchiavelli sì di buon ora mostrata sulle scene di Firenze, servì al bisogno ed al mal gusto corrente: entrò poi nel camin dritto sulle orme di Moliere: deviò in seguito alquanto alterando ma con felice errore il genere: e terminò di scrivere pel teatro additando a Francesi stessi la smarrita via della bella commedia di Moliere. […] Riuscì dunque nell’intento che si prefisse, e si fissò poi seriamente alle sue Fiabe. […] = fu spedita al concorso dell’ anno passato, prima che uscisse alle stampe, quantunque per una strana combinazion d’accidenti non fosse poi esaminata; non ha creduto potersi dispensare dal farne la dovuta rappresentanza all’augusto Real Mecenate; il quale derogando al tempo e a qualunque contraria legge o costumanza si è degnato permetterne, anzi ordinarne l’ intempestivo scrutinio.

676. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « LETTERA » pp. 3-14

Noi questioneremo, e poi rideremo insieme del nostro contrasto. […] Riflettiamo poi che non è l’istesso p. e. chiamare, com’Ella fa, Dramma un’ Ecloga per capriccio tutto nuovo*, che combattere pro aris, & focis (che io non credo punto il Sig. […] Stranissimo poi ciò sarebbe in bocca del Sig.

677. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO V. La Drammatica oltre le alpi nel XV secolo non eccede le Farse e i Misteri. » pp. 74-84

Narrasi in essa la conversione del gigante Reprobo chiamato poi Cristofano, il quale serve a varii re, perchè gli crede potenti; indi al diavolo da lui stimato di essi più potente; ma vedendo che si spaventa d’una croce, e dal diavolo stesso udendone la cagione, ne abbandona il servizio e va in traccia di colui che l’avea vinto. […] Andres osa collocare in questo secolo ancora, e mettere in confronto dell’Orfeo vero dramma compiuto e rappresentato, la Celestina, dialogo, come confessa lo stesso Nasarre, lunghissimo e incapace di rappresentarsi, di cui il primo autore Rodrigo Cotta appena scrisse un atto solo de’ ventuno che n’ebbe poi nel seguente secolo per altra mano. […] L’affettar dovizia nella nudità, l’affastellare smunte ironie e sofisticherie, l’inorpellare o tacer la storia, il dissimular la forza dell’altrui ragionamento, l’andare accumulando contro l’Italia quanto di maligno altra volta ne ha seminato l’invidia, ed il sopprimer poi quanto se n’è detto in vantaggio, l’esaltare i nomi de’ Lampillas, degli Huerta, de’ Sherlock e degli Archenheltz pel solo merito di aver maltrattato l’Italia; tutto ciò, dico, che costituisce la tremenda batteria degli apologisti antitaliani, piacerà a pochi entusiasti, i quali per un mal inteso patriotismo si lusingano di potersi accreditare per amici zelanti del proprio paese mostrandosi nemici del vero.

678. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 697-702

MADRIGALE Flora di Palestina se rappresenti, o vaga, rapisci i cor ; com’ il tuo bel gli appaga ; e tra schiere d’ amanti porti d’ un ciel sereno in faccia i Vanti : ma poi se ’n gonna umil fatta pentita, piangi gli error della passata vita, fai sì ch’ ognun nel tuo dolore immerso il cor riacquista al ciel nel mal sommerso. […] V. a favorirmi d’una lettera per Flaminio, ma scritta di bon inchiostro, il tenore sij questo, che venga quanto prima alla compagnia e non la facci patire con le sue tardanze, e se à lasciato la moglie una volta a Roma per Franccia, tanto meglio può lassarla, non andando molto lontano ; che guardi bene a non trasgredire a suoi comandi che altrimente sarà per risentirsi, poi chè il suo gusto è che la compagnia cominci presto e guadagni bene. […] r marchese Lanzoni e Amorotti, ma poi mi rallegro che è stata disgratia gratiata non essendoli succeduto male, gli servi dunque d’aviso al andar più cauti un altra volta e operare giuditiosam.

679. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 801-806

La passione del teatro lo indusse a formare una Società Filodrammatica, di cui eran parte, fra gli altri, Giacomo Bonfìo, poi attore e scrittore drammatico, Antonio Calvi e Francesco Crescini ; e di cui egli fu l’anima, recitando con gran successo le parti principali nel Filippo e nella Malvina di Scribe, nella Teresa di Dumas, nel Benefattore e l’ Orfana, nell’ Incendiario, nei Trent’anni di vita di un giocatore. Recatasi a Padova la Compagnia di Angelo Rosa, il Duse (aveva già sposato una Elisabetta Barbini, padovana, e ne aveva avuto il figlio Eugenio), vi si scritturò in qualità di primo attore giovine per un triennio, formando poi la famosa compagnia (che dal suo nome s’intitolò Compagnia Duse), colla quale, a Padova specialmente e a Venezia, passò di trionfo in trionfo, sia per la prontezza dell’ingegno e i pregi artistici, sia per la fortuna che gli arrise sempre e dovunque. […] Adesso ghe faremo la farseta, e poi anderemo tuti in leto.

680. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO VII. Della vera commedia Francese e dell’Italiana in Francia. » pp. 144-176

La comprese il Voltaire che compose la Nanina e il Figliuol Prodigo, ed affermava che la commedia può appassionarsi, adirarsi, intenerire, purchè non trascuri poi di far ridere la gente onesta. […] Lepida è pure la sesta scena di Lisetta, che scaltramente fa confessare a Dami di esser egli l’autore anonimo di una commedia che poi si sa di essere stata fischiata nella rappresentazione. […] , le quali sagge idee ebbero luogo in una delle commedie di Aristofane, e furono poi nobilitate colla naturale sua grazia e leggiadria dal Metastasio nell’Astrea placata. […] I nostri dotti poi stupido ammiro. […] e poi del re nel 1723 ottennero una pensione di 15000 lire.

681. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo V. Teatro Francese nel medesimo Secolo XVIII. » pp. 355-388

Questa Semiramide poi mal rappresenta l’attività maschile attribuita dalla storia alla famosa regina degli assiri. […] Peggio poi quando quella, ch’io chiamo picciola tragedia, é scritta in prosa, come d’ordinario avviene in Francia. […] Lepida é pur la scena VI di Lisetta, che destramente fa confessare a Dami di esser l’autore anonimo della commedia, che poi si dice fischiata in Parigi. […] , e morto poi questo principe, conseguirono il titolo di Commedianti del Re e una pensione di quindicimila lire nel 1723. […] Si ride poi del tormento che danno al povero cappello, e riprende il vestito di ballerino, che sogliano dare ad Agamennone.

682. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 646-656

Compiuti gli studi agli Scolopi, fu iniziato al Foro, e ammesso poi nel tribunale con rescritto del granduca Ferdinando, come ajuto di suo padre. […] Naturalmente, io e i miei siam pronti a recitare ; e non avete che a fare un cenno, secondo il vostro diritto, perchè io corra a dare gli ordini. » Prima un silenzio glaciale, poi uno scoppio di risa accolse lo strano invito ; ancora qualche parola del Vestri, ancora qualche titubanza del pubblico ad accettare. […] Or dunque il Vestri aveva anche tolto da sè quella menda, facendo come Goldoni, che prima blandì l’universale per farsene signore, e poi, quando lo potè trarre a voglia sua, lo indirissò pel retto cammino. A cotesto difetto, per altro, dello strafare accenna anche Francesco Righetti (op. cit.), proprio al tempo in cui il Vestri era nella Compagnia Reale Sarda, accusandone piuttosto il pubblico che l’artista ; ma poi, dopo di aver detto che Vestri sa commovere il cuore quando la circostanza d'una scena patetica lo esige, conclude : nessun altro attore in Italia, al pari di lui ha saputo destare tanto diletto nelle parti ridicole, e cattivarsi l’aura popolare.

683. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO IV. Ultima epoca della Drammatica nel finir della Repubblica, e sotto i primi Imperadori. » pp. 172-221

Il fondatore dell’Impero Romano Giulio Cesare scrisse una tragedia intitolata Edipo, oltre ad alcune altre chiamate Giulie, delle quali il di lui successore proibì di poi la pubblicazione. […] Ma Elio Donato e Servio credettero che il Tieste fosse stato scritto da Virgilio, e dato alla moglie di Vario, la quale coltivava le lettere, e che di poi da costui si fosse pubblicata come propria. […] Ma è poi vero che alterò sempre la semplicità e verità della natura nell’imitare le greche tragedie, e che corruppe, come altri disse, quel vin Greco sì sano e sì grato colla sua mordente acquavite? […] Lo scioglimento poi con somma arte maneggiato nella tragedia greca, qui si precipita, non avendo saputo il tragico latino mettere a profitto quelle patetiche situazioni che nello svilupparsi la stessa favola naturalmente appresterebbe. […] L’atto primo ci mostra Ercole che si trattiene a ciarlare nel promontorio Ceneo in Eubea, ed il rimanente poi si rappresenta in Trachinia.

684. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 40-41

Fu al fianco di Eleonora Duse lungo tempo, come primo attore, per passare poi capocomico, qual’è tuttavia, in società con Claudio Leigheb, il rinomato brillante

685. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 251

.), più noto sotto il nome di Capitan Matamoros, e l’insegnò poi a sua volta a Mattia Barra e Michele Fracanzano (V.).

686. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 316

Toltosi poi dopo vari anni da quell’accolta di valorosi artisti, volle egli stesso farsi capocomico, all’intento di percorrere il Regno di Napoli e la Sicilia.

687. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 329

Recitarono poi nel ’21 a Pillnitz e nel ’30 nel teatro presso il villaggio di Streumen, durante il soggiorno della Corte a Zeithain.

688. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 330

Nell’elenco della Compagnia Dorati era anche un’Annetta Bellotti che non saprei dire se fosse figliuola o sorella di lui, e che trovo poi nel 1831 in Compagnia di Domenico Verzura.

689. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 888

Lo vediamo poi al Nuovo il ’46, autor di libretti come il Bajazette e Giancocozza.

690. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1014-1015

Lo vediam padre nobile e tiranno assoluto, il ’24, nella Reale Compagnia Sarda, nella quale restò poi anche il ’25 a vicenda col Boccomini.

691. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 122

Recitò con molto spirito sotto la maschera di Tabarrino, prima con accademici nel Teatro Malvezzi, poi con comici in altri teatri della sua patria ed in quello del marchese Rangoni di Modena.

692. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 314-315

Natole a quel tempo un bambino, Cristofano Razzani dettò il seguente MADRIGALE Pargoletto bambino, i tuoi vagiti sono canti graditi, quasi armonia di Cigni e di Sirene : or che sarà poi, quando per l’Italiche scene andrai d’intorno errando fiume che ha d’or l’arene fiume d’alta eloquenza ?

693. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 664

Fu poi con Elena Tiozzo, con Trivelli, con Ernesto Rossi, col quale fu in America, e salì in bella rinomanza, che non si attenuò mai per la sua gran dovizia di comicità schietta e spontanea.

694. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda guerræ Punica. » pp. 91-171

Cresciuta poi la potenza Romana, le ricchezze apportatrici d’ozio e di riposo rendettero più necessarie le arti di pace. […] Lo stato di Panfilo va poi peggiorando a’ momenti. […] Provisi poi chiunque ad eseguirlo in qualche favola, e vedrà di quali freddi oziosi personaggi riempirà la scena. […] Di poi si replicò cambiandovisi le tibie; e finalmente sotto il consolato di M. […] Fulvio Nobiliore in poi, che cade nell’anno 594.

695. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO I » pp. 116-223

Dovea egli poi serbare il modo stesso negli altri tre argomenti Romani? […] Preso poi da un capogirlo aggiunse che Merope era un argomento di tutti i paesi trattato già da Éuripide. […] Icilio minaccia, e poi rimane quasi ozioso nella difesa dell’innamorata. […] Intende poi che si è accesa una gran mischia tra’ proci, Telemaco e lo straniere. […] Il prode Ildovaldo che ha più volte giurata la morte di Almachilde, essendo da questo re chiamato a duello, accetta e poi ricusa per non abbassarsi.

696. (1772) Dell’opera in musica 1772

Nell’ascoltar poi un seconde verso, questo gli riproduce l’idea della misura del primo e di tutti i suoi piedi. […] Tutte poi queste classi erano abbigliate uniformemente e senza differenza veruna. […] Ma si tolga poi via la maschera. […] Il dramma fu replicato nel marzo dello stesso anno a Ferrara per Renata di Francia, poi a Parigi, alla corte di Enrico II, sempre nel 1555; molto dopo, nel 1587, venne ripreso a Ferrara per le nozze di Benedetta Pio con Girolamo Sanseverino Sanvitale prima, e di Clelia Farnese con Marco Pio poi (cfr. […] Alceste fu poi ripreso da Gluck a Parigi nel 1776, con nuovo libretto francese scritto da Le Bailly du Roullet.

697. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo II. In quali cose si rassomigli ogni teatro. » pp. 8-13

Il nostro intendimento poi, il quale da’ sensi attende le notizie delle cose esteriori, non in un tratto, ma successivamente si arricchisce. […] Cresce poi nelle nazioni colla coltura la popolazione, colla popolazione la ricchezza, colla ricchezza il lusso, e col lusso crescono nuovi bisogni e nuovi mali.

698. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XIII. Commedia Mezzana. » pp. 141-150

I forestieri acclama, E i patriotti poi sprezza e i congiunti; Fasto e ricchezza in povertade ostenta: Con scarsa mano o con maligno oggetto, Spinto da vanità, non da virtude, I suoi doni dispensa. In quanto al cibo Nel medesimo dì bianchi i brodetti, Indi neri gli vuol: se l’acqua è fredda, Tempesta e grida, poi vuol ber gelato, E che apprestin la neve a’ servi impone: Il vin raspante d’avidetto gusto Co’ primi labbri ei delibar disdegna, Poi mattamente barbare bevande Acetose fumose agre putenti, Birra cervogia e ponce e rac tracanna a Ah non senza ragion dissero i saggi, Bello è non esser nato, o tosto almeno Uscir d’impacci e abbadonar la vita.

699. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — (Sabato 7 giugno 1659).(Sabato 28 giugno 1659). » pp. 420-423

Si recò a Parigi verso il 1640 con Tiberio Fiorilli, e ne partì un anno dopo per poi tornarvi nel 1645 colla Compagnia che fu chiamata dal Cardinal Mazarino, di cui fecer parte le tre cantanti Locatelli, Gabrielli e Bartolazzi, come si ha dalla spiegazione dell’allestimento scenico e dagli argomenti della Finta Pazza di Giulio Strozzi, rappresentata nella Sala del Petit-Bourbon. […] E poi : se, nonostante il marito Romagnesi, ella fu per tutti la Brigida Bianchi, tutt’a un tratto avrebbe mutato il suo nome glorioso per quello d’un nuovo arrivato ?

700. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 432-435

Da tal Cicalamento parrebbe accertato avere avuta il Biancolelli la prima educazione da Carlo Cantù, dal quale, espertissimo Zanni, molto probabilmente accolse l’idea fondamentale del teatro e del tipo che dovea poi, non molti anni dopo, farlo al sommo famoso. […] Il Re lo guardò un istante, poi, sorridendo, rispose : — Anche le pernici !

701. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 15-16

Passò poi l’Alberghini ne’Comici Confidenti : chè sotto ’l nome appunto di Angelica Alberghina, Comica Confidente fu commendata da Jeronimo Cassone fra le sue rime impresse nella Raccolta di Genova del 1591.

702. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 304-305

Recitò le parti di caratterista con molto favore, prima nella Compagnia di Onofrio Paganini, poi in quella di Gerolamo Medebach a Venezia, l’anno 1772, finchè si fece conduttore di una Compagnia propria, che intitolò dal nome di sua moglie, la rinomata Maddalena, e pella quale scritturò, dice il Bartoli, una scelta de’ migliori commedianti che vantasse allora l’Italia.

703. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 498

Fu poi nella Compagnia Peracchi e Trivelli il ’58-’59, e in quella di Rossi e Trivelli dal ’63-’64 a tutto il ’67-’68, acclamata e festeggiata sempre da ogni specie di pubblico.

704. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 588-589

Fu nel ’66 con Colomberti e Casilini, poi con Cesare Vitaliani, e finalmente con Tommaso Salvini.

705. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 609

E il povero Goldoni per queste ragioni dovè abbandonar quell’anno (il 1764) l’impresa di rappresentar la trilogia, trovando il disegno di più facile esecuzione l’anno di poi, nel quale avrebbe potuto affidar le parti de’ due innamorati servitori al fratello e alla sorella Majani.

706. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 724

Le dobble dieci furono infatti levate a Cintio, poi subito restituitegli con quest’altro ordine di pagamento.

707. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 858

) che dal 1749 in poi il Falchi fu al servizio dell’Elettor di Baviera con uno stipendio di 600 fiorini, non più in compagnia italiana, sibbene mischiato cogli attori di Corte francesi, e impiegato a recitar nelle parti del Nouveau Théatre italien.

708. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1047

. — Dopo di avere recitato, bambina, tra’ filodrammatici della città, dopo di avere studiato il ballo, preconizzata dalla celebre Mayvood una futura ballerina di cartello, dopo di avere studiato il canto a Firenze col maestro Romani e il suo alunno Vanuccini, e di aver cantato a quel teatro della Pergola e ne’ maggiori d’Italia, scritturata per un triennio dal celebre maestro Lanari, eccola finalmente entrare nella Compagnia formata allora da Giuseppe Peracchi, poi in quella di Ernesto Rossi (’63-’ 64), che la chiama nelle sue memorie servetta e seconda donna pregevolissima, e al quale ella tributa la più profonda riconoscenza di scolara.

709. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 286

Alunna della Scuola fiorentina di recitazione, diretta da Filippo Berti, esordì a diciassette anni nella Compagnia di Cesare Mazzola, passando poi in quelle di Luigi Domeniconi, di Papadopoli e Bergonzoni, e in altre.

710. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 472-473

Spinelli, stampato poi nel giugno a Modena in foglio volante dagli eredi B.

711. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Dato al castello di Versailles l’ 8 aprile. » pp. 364-378

Fu a quattordici anni accettato come porta-bandiera in un reggimento ; ma venutagli a morte la madre, e non andandogli troppo a genio la carriera militare, si diede all’arte del comico, esercitandosi dapprima in qualche teatrino particolare, poi affrontando il gran pubblico sotto la maschera dell’Arlecchino, nella quale divenne in poco tempo attore senza rivali. […] II, 177) lasciò scritto : « Egli mostrò a un tempo tanta naturalezza e tanta verità, una precisione così esatta, una recitazione così corretta, un ingegno così pieghevole, che se ne affrettò l’ammissione » ; infatti l’anno di poi fu ricevuto nella Compagnia, in cui non cessò di farsi applaudire e come attore arguto e vivace, e come elegante ballerino. […] D’allora in poi quest’ultimo sentimento s’andò in lui attenuando, e la sua felicità ne fu scossa. […]  ; poi, anche senza tali documenti, è noto il costume francese di chiamar la moglie col nome del marito, specialmente nella società alta : serva come un esempio La Principessa Giorgio del figlio Dumas. […] La commedia, che io non oserei chiamare eccellente, e nella quale trovo a stento il grande maestro, fu poi ridata all’arrivo del Goldoni in Francia (1762) a Fontainebleau dinanzi alla Corte, e non piacque, a cagione di certe libertà che gli artisti s’aveano prese, mescolando alle scene tracciate alcune lepidezze del Cocu imaginaire.

712. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Venezia il 31 10bre 1837.E il 14 novembre : » pp. 389-402

Tornò poi col Nardelli che ella amava come padre, e che, in capo a tre anni, messa assieme la non lieve somma di 55,000 franchi, si ritirò beatamente in un paesello del veronese. […] Avuto sentore in arte del ritiro di Gaetano Nardelli, non so dire da quali e quante proposte ella fu assediata ; proposte che non furon poi accettate, perchè ella si risolse per la R. […] Infatti nel 19 giugno 1840 il Domeniconi stesso scrive da Napoli per sentire se sarebbe disposta ad aprire trattative con lui per l’anno successivo e poi parlando di cabale e intrighi soggiunge : Fra i nuovi attori per Napoli, io sono stato quello che da principio ho trovato più opposizione degli altri, come è vero altresì che più presto degli altri mi è riuscito di vincerla. […] Il Lipparini da Genova (25 giugno 41) insiste per aver la Bettini e scrive : Vi faccio una confidenza : la Santoni me ne fa provare d’ogni genere – cerca tutte le strade di andarsene, manca alle prove, non vuole recitare che le parti che le vanno a genio – qui è giunta un giorno dopo gli altri, e poi…. e poi tralascio perchè direi troppo. […] C’era una fijja d’una madre morta, bona e graziosa e se chiamava Stella, poi c’era un padre, una testaccia storta, che strepitava : è quella o nun è quella.

713. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 811-

Seconda donna con Cesare Rossi, poi con lui prima, visse in pochi anni tutta una vita di trionfi e di glorie. […] Se poi la smontatura che traspare dalla vostra lettera, è dovuta ad altre cause — forse troppo intime — « benedetto ragazzo che siete » con tutto il bene bono che vi voglio mi permetto di dorlotarvi con queste parole : fate quello che credete sia un dovere di fare e lasciate fare al tempo. […] Viene il giorno…. viene la sera – e poi di nuovo – la sera – e poi di nuovo – il giorno – una piccola ruota – sotto il gran regolatore del sole – che non si sposta – che non mi sposta. […] La persona poi, a significar ben compiuta la espressione del tipo, abbia essa guizzi serpentini, o abbandoni profondi, risponde perfettamente coll’azione e contrazione delle braccia, delle mani, delle dita, del busto, all’azione e contrazione del volto…. […] E noi, grandissimi fin qui, nello slancio, nella spontaneità, nella esuberanza del sentimento, rimarremo almeno grandi poi nella virtuosità dell’espressione ?

714. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 228

La Compagnia costava allora, sino al 1748, 6000 talleri (Reichstaller), e dal’ 48 in poi 7975.

715. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 863

Deslauriers, detto Bruscambillo, famoso buffone e ciarlatano, poi attore con Gian Farina stesso (ch’egli chiama nel prologo dell’amicizia venerabile confratello) all’Hôtel di Borgogna.

716. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 632-633

Ritornato poi a Ferrara venne a morte, e fu sepolto nella chiesa di Santo Spirito, e onorato di un nobile epitaffio fattogli da Torquato Tasso.

717. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO IV. Teatro Spagnuolo. » pp. 196-285

Venite questa notte a trattare del primo, che ci sarà tempo poi per gli altri. […] Saprai poi del mio stato, risponde Diego; ma tu come stai? […] In Menfi comincia l’atto II che poi termina nella Giudea. […] Ella intende poi che l’ucciso è il di lei cugino, nè perciò lascia di proteggerlo e salvarlo. […] Di poi quel Moròn Francese comparato col ben grazioso Polilla Spagnuolo comparisce un freddo buffone.

718. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO II. LIBRO II » pp. 34-49

Tali sono i rottami delle sue Mura formate di grandi pietre squadrate, levigate e connesse all’usanza de’ Toscani imitati poi da’ Romani. […] Di un altro Putto Etrusco che vuolsi trovato fin dall’anno 1587 vicino al Lago Trasimene, e poi rubato dal museo del conte Graziani perugino, e ricuperato dopo molti anni, favellarono il p. […] Sappiamo poi che i Druidi furono proscritti da Tiberio e da Claudio; e m.

719. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO II. Pastorali Italiane del XVII secolo. » pp. 274-291

Montano obbliga Alcippo a parlare in sua difesa; egli con candidezza manifesta l’innocente suo disegno di acquistar la benevolenza di lei per poi scoprirsi ed ottenerla in consorte. […] Tutto poi nella favola è vero, tenero, patetico, e senza languidezza veruna. […] Scrivendo egli a Persio Caracci poi vescovo di Larino a’ 25 di marzo 1627, la chiama la mia povera Procri, e così ne parla a’ 15 di aprile a monsignor Ciampoli.

720. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO II. Pastorali Italiane. » pp. 131-143

Montano obbliga Alcippo a parlare in sua difesa; egli con candidezza manifesta l’innocente suo disegno di acquistar la di lei benevolenza, per poi scoprirsi ed ottenerla in consorte. […] Tutto poi nella favola è vero, tenero, patetico, e senza affettazione nè turgidezza veruna. […] Scrivendo egli a Persio Caracci poi vescovo di Larino a’ 25 di Marzo 1627 la chiama la mia povera Procri.

721. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 186-194

Che cosa facesse, o dicesse non so ; e nessuno seppe, e forse non seppe mai nè anch'egli : improvvisa un discorso pazzo, con alzate e abbassamenti di tono di una comicità irresistibile, poi a piccoli salti, a gemiti interrotti, a grida soffocate, fugge, inciampa, va a gambe all’aria, si alza, esce zoppicando, e il pubblico frenetico lo vuole alla ribalta. […] Una grande qualità del Novelli di allora, attenuatasi poi col sopravvenir della gloria, fu l’arte del trasformarsi. […] Invece egli passò caratterista con Bellotti-Bon, soggetto a Bellotti-Bon, poi caratterista nella Compagnia Nazionale, a vicenda col Vestri, e vincolato da un mondo di convenienze e sconvenienze, che impedivan l’esplicazione della sua forza e della sua volontà.

722. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO II. Spettacoli teatrali in Alemagna. » pp. 13-20

e queste bestie che poi si descrivono, sono Carlo-Magno leone, Ildegarde agnella, Talando volpe; e con tal continuata allegoria dà a conoscere l’ azione, che termina colla riconciliazione d’Ildegarde e Carlo, ma che nell’avvilupparsi entra nel tragico. […] Uscita poi la Storia Critica de’ Teatri nel 1777, in cui si parlava di poesia Alemanna e di teatro prima di Opitz, egli nel pubblicare l’anno 1779 l’Idea della poesia Alemanna, dilatando il suo piano prese a risalire dugento anni indietro.

723. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 163-168

Lasciò scritto un enorme volume di ricordi, dei quali Jarro pubblicò in appendici della gazzetta fiorentina La Nazione, poi in volume (Firenze, Bemporad, 1896) i punti più salienti ; e di lui dettò una breve memoria il noto scrittore Melchior Missirini. […] Morì d’idrope pettorale a Firenze ; e sulla pietra che sigillava il suo sepolcro nel chiostro di Santa Croce, a destra e in prossimità della cappella Pazzi, toltane alcun tempo pei lavori di restauro, e ricollocata poi, ma sebben sempre a destra di chi entra, non più allo stesso luogo, fu incisa la seguente iscrizione che dettò Giovanni Battista Niccolini, il quale non l’ebbe in vita troppo nel suo libro : qui riposa antonio morrocchesi di san casciano nell’i. e r. fiorentina accademia di belle arti professore di declamazione fra i tragici attori del suo tempo per consentimento d’italia a nessuno secondo e luogo gli tenga di maggior elogio l’essere nell’arte sua piaciuto a vittorio alfieri maddalena morrocchesi al consorte desideratissimo non senza lacrime q. m. p.

724. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 732-736

Ferrarese, figlio di Zanone Zanoni (nell’ediz. de'Motti brighelleschi, pubblicata a Torino nel 1807 dal figliuolo Alfonso è Zannoni coll’n doppia), dopo di avere con buona riuscita recitato tra' dilettanti della città natale, si diede per le non floride condizioni di famiglia all’arte drammatica, scritturandosi subito con Gerolamo Medebach, e passando poi con Antonio Sacco, del quale sposò nel 1750 la sorella maggiore Adriana, vedova di Rodrigo Lombardi (V.), e col quale andò il '53 in Portogallo. Forse egli, buono, sarebbe rimasto col cognato sino alla morte ; ma l’umor bestiale di lui, fattosi ancor più intrattabile pel ridicolo sopravvenir di una senile passione amorosa, lo spinsero a partirsene per congiungersi coi figli : lo vediam poi più tardi con la Battaglia insieme a Giacomo Modena.

725. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquinto »

[9] Questo abuso è stato poi abbracciato dai compositori drammatici perché favoreggia mirabilmente la loro ignoranza e s’accomoda più d’ogni altro alla loro inerzia. […] Il sostituire poi a ciò che a lei manca le altrui fanfaluche o le mie è cosa, che pute un cotal poco di prosunzione. […] E poi questi amori o siano principali, ovvero di episodio si confanno mirabilmente col genio della musica. […] Meglio poi se ci entra nelle parole un non so che di mulinello, di tempesta, di zuffa o di cosa che apportasse gran fracasso. […] Lascio poi in vostra balia il tirar giù a grado vostro l’ultimo atto; basta che sia curto, che non vi si frammezzino arie d’impegno, né decorazioni importanti, e che i personaggi alla perfine si rappattumino insieme così che ogni cosa fornisca amichevolmente.

726. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO IV. Ultima epoca della Drammatica nel finir della Repubblica, e sotto i primi Imperadori.  » pp. 245-317

Il fondatore dell’ Impero Romano Giulio Cesare scrisse una tragedia intitolata Edipo, oltre ad alcune altre chiamate Giulie, delle quali il di lui successore proibì di poi la pubblicazione. […] Ma è poi vero che alterò sempre la verità della natura nell’imitare le greche tragedie, e che corruppe, come altri disse, quel vin greco sì sano sì grato colla sua mordente acquavite? […] Cerca poi Andromaca un luogo per sottrarlo alle inchieste, e si determina al sepolcro del padre: ……… Optime credam patri. […] Lo scioglimento poi con arte somma maneggiato nella tragedia greca, quì si precipita, non avendo saputo il tragico latino mettere a profitto quelle patetiche situazioni che nello svilupparsi la favola stessa naturalmente appresterebbe. […] L’atto primo ci mostra Ercole che si trattiene a ciarlare nel promontorio Ceneo in Eubea, ed il rimanente poi si rappresenta in Trachinia.

727. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO V. Tracce di rappresentazioni sceniche in Ulietea. » pp. 42-43

Si addormentavano poi i bruni intorno al paniere, ed i bianchi approfittandosi del tempo caminando sulla punta de’ piedi sollevavano leggermente gli addormentati arghi, e toglievano loro il paniere.

728. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 584-585

Allora egli si volgeva alla platea coll’occhio vitreo, col viso allampanato ; restava lì un istante a guardar la folla stupefatta, poi volgeva le spalle e riprendeva serenamente la scena interrotta.

729. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 914

Con l’ammaestramento di Nicola Cioffo, riuscì poi egregio nella maschera del Tartaglia a segno da esser disputato dalle migliori compagnie.

730. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 226

Passò poi a far parte di quella Romagnoli e Berlaffa, e nel 1837 ne formò una essa stessa, che comprendeva attori di grido, quali il Fabbri, il Wellenfelt, il Modena padre.

731. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 543-544

Canto, e compongo ancor per poche lire, e le cose fin quì non vanno male ; poi si vedrà come l’andrà a finire.

732. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Venetia, li 30 marzo 1671. » pp. 605-

Battista, ma certo recitante accademico : « Sono andati poi il Sig.

733. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo IV. Risorge in Italia nel Secolo XVI la tragedia Greca e la Commedia Nuova, e s’inventa il Dramma Musicale. » pp. 210-241

Qualche oltramontano poi pieno d’acquistata gonfiezza, ch’ei prende per sublime, mirerà con occhio di pietà quella semplice dipintura della natura che Trissino avea appresa da’ tragici greci. […] Non ci hanno essi insegnato tutto ciò che di quello si é poi detto in altre guise di là da’ monti? […] Tralle prime fu la Calandra del cardinal Bernardo Dovizio da Bibbiena, pubblicata nel 1524, e rappresentata poi in Lione in presenza d’Errico II. […] Ad esempio del Trissino maneggiarono poi nella Francia l’istesso suggetto Antonio di Montchretien nel 1600, Niccola di Montreux nel 1601, Giovanni Mairet nel 1635 e Pietro Corneille nel 1663. […] A quella favola pastorale il poeta medesimo fece poi gl’intermedi che furono dati alle stampe da Marco Antonio Foppa appié del secondo volume dell’opere postume del Tasso.

734. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VI. Teatro Greco. » pp. 44-148

Favella poi col coro dei diversi ritrovati e di tante arti insegnate agli uomini, i quali prima poco differenti da’ tronchi viveano come le belve rintanati negli antri. […] Che riconoscenza poi mirabilmente condotta per tutte le circostanze nell’atto IV e di qual tragica catastrofe produttrice! […] Maneggiata poi con gran delicatezza e giudizio è la bellissima riconoscenza per mezzo della lettera che Ifigenia pensa di mandare in Grecia ad Oreste. […] Squarcia poi i cuori ancor meno sensibili il dolore di Andromaca nell’atto terzo al vedersi strappar dalle braccia Astianatte. […] Questo Jone a se stesso ignoto e alla madre, che di poi si congiunse in matrimonio con Suto, è allevato in Delfo tra’ ministri del tempio.

735. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Osservazioni »

È poi falsissimo che da venti anni in quà fin la ciurma de’ compositori se ne astenga. […] Qual nuovo genere d’onestà letteraria è mai quella di tacere ciò che ha detto l’avversario, e poi combatterlo come se realmente non l’avesse detto? […] [77] «Quello poi che ci sorprende maggiormente si è che dopo che il N.  […] Nulladimeno il giornalista accusa di “false”, e d’“inconcludenti” le mie riflessioni intorno ai compositori, e trova poi “tante belle verità” nel capitolo dove si parla dei cantanti. […] Gli oggetti poi della disputa sono stati secondo lui della più singolare novità, e della più alta importanza.

736. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO I. Teatro Spagnuolo. » pp. 4-134

Venite questa notte a trattare del primo, che ci sarà tempo poi per gli altri. […] Saprai poi del mio stato , risponde Diego; ma tu come stai? […] In Menfi comincia l’atto II che poi termina nella Giudea. […] Erode perde la spada, impugna il pugnale, incontra Marianna e l’ammazza, e poi si getta in mare. […] La furia di Atila non disapprovata dal signor Montiano, mi sembra poi la cosa più sciocca e ridicola del dramma.

737. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo IX. Stato presente degli spettacoli teatrali. » pp. 426-437

Nonpertanto ultimamente sul teatro di Foote, e poi su quello di Drury-Lane, si é rappresentata una farsa o commedia col titolo di Escrocs, nella quale vengono motteggiati i metodisti, setta novella fondata da Withefield che vive ancora. […] Avvegnaché poi alcuni scrittori comici non abbiano composto in quel genere di commedia che Molière portò a sì alto punto, e che Goldoni avea cominciato a risuscitar sulla Senna col mentovato Stravagante Benefico, pure i signori Palissot, Collé, e Beaumarchais han mostrato sufficienti talenti comici, e l’ultimo di essi é riuscito in un genere che ha degenerato in vizioso nelle mani di Falbaire, Mercier, Sedaine, e di altri, i quali erano nati per maneggiar maravigliosamente le passioni, se non si fossero fatti trasportar dalla corrente delle commedie piagnevoli e delle tragedie urbane difettose, cioé di quelle che accoppiano a’ fatti tragici qualche carattere comico266. […] Tralascio poi le tirate, gli epigrammi, le definizioni metafisiche, la smania di mostrar in tutto dello spirito senza studiare il linguaggio della natura; delle quali cose introdotte a sazietà nelle commedie moderne si querelano concordemente molti critici francesi268; ond’é che l’anzinominato poeta osserva la decadenza della commedia francese in quella specie d’obblio, in cui é caduto Molière, dicendo: De Molière oublié le sel est affadi. […] Ma quelli poi nel teatro lirico, senza pensarvi, son ritornati alla pristina confusione del coro, e i nostri uranghi si pregiano d’imitarne il mal gusto.

738. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO I. Vuoto della Storia Teatrale nell’età mezzana. » pp. 57-79

Nella XIV poi l’invita a venire alla leggiera: Attamen ut citius venias, leviusque vehare, Historiam, Mimos, Carmina lingue domi. […] Fu essa poi reimpressa da Cummelino colle note del primo autore e del Rittersusio e del Grutero. […] Sappiamo poi che i Druidi furono proscritti da Tiberio e da Claudio; e m. […] Soggiugne poi che i Goti non permisero che la poesia drammatica allignasse in Ispagna, e conchiude, che gli Arabi (i quali, come si è dimostrato, no l’aveano) ve la portarono, adottando senza esame l’opinione del Nasarre, la cui solidità si è già osservata.

739. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Italiano del secolo XVI. e del Libro IV. — CAPO VIII ultimo. Primi passi del Dramma Musicale. » pp. 42-62

Abbandonato il teatro alla poesia e alla rappresentazione, la musica si conservava nelle chiese, ed accompagnava la danza e i versi che ne’ caroselli solevano cantarsi su’ carri ed altre macchine a Cominciò poi a richiamarsi sulle scene in qualche passo delle sacre rappresentazioni. […] Sia poi che il nobile fiorentino Ottavio Rinuccini (il quale fu gentiluomo di camera di Errico IV re di Francia, e non commediante, come disse ne’ suoi Giudizii il Baillet ripresone a ragione da Pietro Baile) s’inducesse per l’esempio del Vecchi a formar del dramma e della musica un tutto inseparabile in un componimento eroico e meglio ragionato, ovvero sia che le medesime idee del Vecchi a lui ed a’ suoi dotti amici sopravvenissero, senza che essi nulla sapessero del Modanese: egli è certo che il Rinuccini, col consiglio del signor Giacomo Corsi intelligente di musica, mostrò all’Italia i primi veri melodrammi eroici nella Dafne, nell’Euridice e nell’Arianna, i quali per l’eleganza dello stile, per la felice novità musicale e per la magnificenza dello scenico apparato, riscossero un plauso universale. […] Chi poi freddo ragionatore, e insipido sofista tutto riduce rigorosamente al vero per ostentar filosofia, distrugge tutte le arti dell’immaginazione. […] Sulzer taccia a torto di puerilità il più grand’uomo che abbia illustrato il teatro musicale, non ha poi torto allorchè afferma, che l’opera merita d’essere riformata; e tengo anch’io per fermo (nè ciò pregiudicherà punto alla gloria del gran poeta Romano) che il melodramma non ha tuttavia la sua vera e perfetta forma.

740. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « A CHI AMA LA POESIA RAPPRESENTATIVA. » pp. -

L’uomo stesso poi, opera la più mirabile della mano del Creatore, non vuolsi considerare soltanto come una delle parti figurate e distese nello spazio, o come pianta che vegeti o animale che senta. […] Non ho poi voluto defraudare il pubblico delle Note apposte alla prima storia de’ teatri dall’eruditissimo Professore di Eloquenza Italiana e di Storia nella R. […] Ho poi troppe volte mostrato nelle Vicende della Coltura delle Sicilie che il Sig. […] Vespasiano (che il leggitore troverà nel III volume di quest’opera insieme con gli errori presivi dall’Apologista), benchè poi se ne avvide, e candidamente ne avvertì il pubblico in fine del IV tomo del suo Saggio Apologetico.

741. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « NOTE ED OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 313-326

Il che ci fa conoscere già introdotto il costume, che durò poi per più secoli, che a simili feste concorrevano in folla tutti i buffoni, giocolieri, cantambanchi, e simili che portavano via de’ grossi regali”. […] I Giullari, che in abito proprio e buffonesco anzi che no andavano girando colle arpe, e le viuole, e con altri strumenti per le case e per le mense de’ Grandi (come fecero da principio nella Grecia i primi antichissimi Cantori e Poeti, e poi i Rapsodi dopo Omero, ed anche nel Settentrione i Bardi e gli Scaldi), soleano per interesse cantar gli altrui componimenti, sfidandosi scambievolmente a poetiche e musicali tenzoni, e vantandosi ciascuno di superar il suo rivale non meno nella gentilezza e lealtà dell’amore, che nella prontezza dell’ingegno; e quando alcun Principe e gran Signore celebrar volea solenne festa di nozze, di corte bandita, di torneamenti ecc., non mancavano di venirvi in folla per dar saggio del loro valore, e farsi gran nome. […] Per mezzo delle più celebri tragedie Italiane del XVI secolo, tutte secondo Aristotile e il Greco teatro composte, può dirsi allor sorta e giunta al colmo la tragica letteratura, imitata poi da Francesi e Spagnuoli con molto maggior minutezza e povertà, che non aveano i nostri mostrata nell’imitazione de’ Greci. […] Il Negromante dell’Ariosto fu tradotto in prosa francese da Giovanni de la Taille, e stampato in Parigi senza nota di anno verso il 1562, e poi di nuovo fralle altre opere poetiche di lui in Parigi 1573 in ottavo.

742. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 14

Qual, condutta a la presenzia de li convivanti, recitoe alcuni versi latini, con bona audagia, gran modestia et ottima pronunzia, subjungendo, poi, alcune rime vulgare, tutte in laude etc. etc.

743. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 343

Pietro, insieme ad Agostino Lolli, il Dottor Baloardo, che divenne poi il suo testimonio di nozze.

744. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 499-500

Accanto a queste vocali strascicate, altre ne proferiva scivolate, guizzate, salterellate…. nè questo accadeva per la volata incettatrice di applauso, come, ad esempio, nella Orfanella di Lowood, se ben ricordo, in cui colla frase « ed anche i cani delle reggïe muteee van rispetttati (alzata massima di tono, con immediato ruzzolamento delle parole che seguono) perchè portano sul collare una corona reale, » strappava i più calorosi applausi ; ma per le scene piane, nelle quali poi il difetto era più palese.

745. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 647

Ma poi vi si rivede la Marianna in sostituzione della caratterista Serafina Zampa nel’64.

746. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 750-751

Entrata l’ ’86 in arte come amorosa, fu scritturata l’ ’87 da Enrico Dominici come prima attrice giovine, per passar poi nello stesso ruolo con Giovanni Emanuel, col quale stette il triennio ’88-’89-’90, e al quale, maestro de’più egregi, deve gran parte del suo valore artistico.

747. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » p. 772

Le quali poi lo amarono di amor figliale, ammiratrici profonde del suo ingegno e dell’indole sua.

748. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1023

È quella madama Clarice, a cui scappò il gatto, perito poi in mare, prima amorosa della Compagnia di Florindo dé Maccheroni (V.), colla quale Carlo Goldoni fe’ il viaggio in barca da Rimini a Chioggia l’anno 1721.

749. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 218-219

Donna di sì gentili illustri pregi da voi s’oltraggia, e dite poi d’amarla, se a una man le imprimete e doglie e sfregi ?

750. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 321-322

Nessuno del suo tempo, nè di poi, curò come lui per lo sfarzo e la fedeltà storica l’allestimento della scena.

751. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 474-476

Ora accadde che, dati da lei allo stesso punto due baci la sera di poi, un bell’umore dalla platea si diede a sclamare : « Donna Fanny, so' ventiquattro ducati », con che successo di risa e di applausi ognuno può immaginare.

752. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO II. Prima Epoca del Teatro Latino. » pp. 16-128

Ma che giuochetto vizioso è poi questa sentenza del Cantel? […] Lo riceve poi Argirippo, il quale con questa chiave riapre quell’uscio che gli era stato chiuso in sul viso. […] Patetico è poi il congedo che Carino prende dalla patria nella I scena dell’atto V. […] Rimangono di accordo che il raffiano giuridicamente dichiarerà libera Lenniselene, e poi per la porta dell’orto la menerà in casa di Tossilo. […] Libero poi ch’io sia, mi fornirò Di possessioni, di case e di schiavi.

753. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 639-643

Atanasio Zanoni, il quale è intitolato : Discorsi da commedia di me Benedetto Maffei detto il Furioso, allievo della signora Flaminia Comica detta Orsola Cecchini. » A corredo poi dell’articolo, pubblica tre sonetti, uno di Gio. […] DEL PUNGENTE (26) Se di geloso sdegno voi fingete Ira, sdegno mostrando, ogni pietade in bando mandate, e al’ hor crud’ Orsa irata sete, Ma se ridete poi, Serena Orsa del ciel sete frà noi.

754. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 718-721

Si unì per alcun mese alla Compagnia Benini-Sambo, e formò poi per la quaresima dell’ '88 una nuova società con Guglielmo Privato, che procedè come l’altra di trionfo in trionfo sino allo spegnersi di questo, diventando alla fine capocomico solo, rallegrato seralmente dalla gioja ormai abituale del successo, e dalla speranza nuova e pur grande di vedere i maggiori progressi del figliuolo Giuseppe (uno dei quattro ch'egli ebbe dal suo matrimonio [carnovale 18 con la signorina Cesira Borghini di Ancona, il quale, a fianco del babbo, con tanto esempio e con tali ammaestramenti, comincia a far già buona prova nelle parti comiche [V. la prima fotografia del quadro]), addolorato soltanto, egli, artista nell’ anima, di non aver più potuto, e non potere, non so bene se per ragioni artistiche o finanziarie, congiungersi al suo confratello dialettale Francesco Benini, e rinnovar le vecchie, e interpretare alcune parti nuove del repertorio di Gallina. […] E poi : in che lavori avrà strafatto il Vestri, in quali strafà lo Zago ?

755. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 765-771

Andata poi a Napoli in una Scuola evangelica tedesca, dovè uscirne, astrettavi da domestiche vicende per recarsi di bel nuovo a Noto, ove gli ognor crescenti dissesti finanziarj, cagionati da un fratello del padre, fecer prendere alla famiglia la determinazione di metter nell’arte la figliuola Concettina, che sin da bimba aveva dato prove non dubbie di molte attitudini per la scena, e che esordì a Torre Del Greco in una Compagnia Sociale di terz’ordine, col ruolo (non aveva ella ancora i quattordici anni) di prima attrice assoluta, commovendo il pubblico alle lagrime colla rappresentazione della Dionisia di Dumas. Passò di là a Caserta, Capua e Santa Maria Vetere ; poi (con Luigi Ferrati, al fianco dell’ Anna Pedretti), al Rossini di Napoli, ov’ebbe la fortuna d’interpretare con successo strepitoso la parte di protagonista in un nuovo dramma del Duca Proto di Maddaloni « Ruit-hora. […] Sì, lasciatela liberamente sbocciare così, e poi vedrete.

756. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VIII. Teatro di Sofocle. » pp. 104-133

Tale è poi l’aggiustatezza e la verisimilitudine che trionfa ne’ piani delle sue savole, che senza contrasto vien preferito a tutti i tragici per l’economia dell’azione. […] Del rimanente nell’Ajace io non vedo nella contesa di Menelao e poi di Agamennone con Teucro e spezialmente in quella di Ulisse, tante villanie obbrobriose quante nel Paragone della Poesia Tragica ne rimprovera a Sofocle il conte Pietro di Calepio critico per altro assai saggio. […] Che riconoscenza poi mirabilmente condotta per tutte le circostanze nel l’atto quarto, e di qual veramente tragica catastrofe produttrice! […] Tra gli esempii delle irregolarità delle favole antiche intorno al luogo reca Metastasio Ajace, perchè avendo questi risoluto di uccidersi in-un luogo solitario per non essere impedito da veruno, si vede poi in effetto sul medesimo palco solo nel-luogo cercato e vi si uccide. […] Possono in pruova di ciò addursi mille memorie antiche istoriche e poetiche, delle quali gran parte sono poste in opera nell aureo libro de’ Principii di una Scienza Nuova del dottissimo Giambattista Vico da prima sì poco letto e di poi si poco compreso da chi l’ha pur saccheggiato e censurato alla cieca.

757. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo III. La Poesia Drammatica nel Secolo XV fa maggiori progressi in Italia. In Francia cominciano i Misteri. » pp. 194-209

Che poi quella si cantasse tutta, come pretende il P.  […] Verso la fine di quello secolo, cioé nel 1492 Carlo Verardi da Cesena, arcidiacono nella sua patria, e cameriere e segretario de’ brevi di Paolo II, di Sisto IV, d’Innocenzo VIII, e di Alessandro VI, compose ancora due drammi, che furono stampati e fatti solennemente rappresentare in Roma dal sopraccennato Cardinal Riario; l’uno in prosa latina (trattone l’argomento e ’l prologo che sono in versi giambici) sull’espugnazione di Granata, fatta dal re Ferdinando il Cattolico; e l’altro intitolato Fernandus servatus, ideato dal Verardi all’occasione dell’attentato di un sicario contra la persona del medesimo re Ferdinando, e poi disteso in versi esametri da Marcellino suo nipote. […] Questa commedia poi, quantunque stata fosse dall’autore all’età di trent’anni ritoccata e divolgata come sua, e dedicata al marchese di Ferrara Leonello d’Este, uno de’ più dotti principi della sua età e de’ più splendidi mecenati della letteratura, fu da Aldo Manuzio il giovane pubblicata nel 1588 sotto il nome di Lepido comico poeta antico. […] Di questa poi fece una traduzione italiana Modello Polentone, e pubblicolla in Trento nel 1472 col titolo di Catinia da Catinio protagonista della favola, la quale, secondo che pensa Apostolo Zeno145, é la più antica commedia in prosa volgare, che si abbia alle stampe.

758. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « ECCELLENTISSIMO SIGNORE » pp. -

E che diverrà poi, se si consideri che questo Personaggio illustre congiugne all’amor sommo di ogni profonda dottrina, alla celebritá delle sue opere, la nobiltà più distinta ne’ fasti della Sicilia?

759. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 235-236

È strano bensì che di una attrice, la quale, prima, è da ciascuno generalmente ben vista, poi, riempie di stupor la nobil Flora, non si abbsian notizie di sorta.

760. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. -306

Le varie compagnie che si recaron di poi a Venezia l’andaron soccorrendo quanto poterono, e la nobile famiglia Vendramin le assegnò gratuitamente due stanze in quello stesso teatro, in cui ella aveva raccolto sì copiosa messe di applausi, di onori e di quattrini.

761. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 558-559

ch’era cosa abbominevole il far ridere poi tanto quei che un Ente sapientissimo avea già dannati al pianto.

762. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 709-710

Fu colla famiglia e con quella donna in varie città d’Italia, fra le quali Modena, ov’ era già il 1668 con l’ Ippolita e la Cintia, e ove tornò poi il ’75, comico del Serenissimo Signor Duca, con la Flaminia e la Vittoria.

763. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 734-735

Fu parte poi della Compagnia Pieri, e, cominciando a star male col petto, non fece che rare apparizioni sul teatro.

764. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 45

Che abbia poi questi che vedere con Bernardino Lombardi, del quale il Belgrano non sarebbe alieno dal crederlo figlio o fratello, e suo successore nella maschera di Pedrolino, non mi riesce di capire.

765. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 418

Dopo il carnovale del '78, fatto prima al Comunale di Bologna, poi a Firenze, egli cedè la compagnia a suo genero (ne era prima donna Anna Lampredi (V.), e andò a ritirarsi con la moglie e due figlie a Cento, ove aprì una bottega di commestibili ed altro.

766. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda Guerra Punica. » pp. 129-244

Lo stato di Pamfilio va poi piggiorando a momenti. […] Piacque questa terza volta, e ciò avvenne nell’anno di Roma 588, e si replicò poi nel 589. […] Provisi poi chiunque ad eseguirlo in qualche favola, e vedrà di quali freddi oziosi personaggi riempirà la scena. […] Fulvio Nobiliore in poi, che cade nell’anno 594. […] c. 34, Varrone nel V e nel VI de Lingua Latina, e poi il Giraldi, il Crinito, il Vossio.

767. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo I. Origine della poesia drammatica. » pp. 2-7

Dalla cura e dallo studio d’indagare, questa natural pendenza ed avidità di sapere chiamossi da’ latini, e poi da noi, curiosità, come quella che dalla stupida inazione dell’ignoranza ci guida all’attività laboriosa della scienza. […] Fuori poi dell’Europa si trovano gli spettacoli teatrali da un lato nell’oriente fra’ cinesi fin da’ tempi remotissimi, e dall’altro nell’occidente fra’ peruviani ignoti a’ greci, agli etruschi, ed a tutto il resto del vecchio continente.

768. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO PRIMO. Antichità Etrusche fondamento dell Romane. » pp. 4-14

Di un altro putto Etrusco che vuolsi trovato sin dall’anno 1587 vicino al Lago Trasimene e poi rubato dal Museo del Conte Graziani Perugino e ricuperato dopo molti anni, favellarono il p. […] In pruova poi di essersi nell’Etruria coltivata la poesia, il tempo ci ha conservate alcune tavole di bronzo, nelle quali leggonsi incisi alcuni inni sacri.

769. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — (Ferdinando Martini, Al teatro. Firenze, Bemporad, 1895). » pp. 78-82

Recitazione, che ripeteva poi per invito della stessa direttrice e delle compagne nelle ore di ricreazione. […] E qui fa un’analisi minuziosa e interessante dell’interpretazione, in cui la Carlotta si mostrò più che in altre artista di genio ; alla quale fa seguir quella della Mirra, che ne fu la creazione più maravigliosa, approdando alle stesse conclusioni, e terminando poi con queste parole : « la nostra Marchionni ha dei difetti : e chi non ne ha ?

770. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Adi 21 8bre 1678 » pp. 220-224

Il 1675 aveva stampata a Napoli con la data di Venezia una commedia tradotta dallo spagnuolo da altro comico : Amare e fingere, che fu poi ristampata davvero a Venezia, e più tardi a Bologna. […] Sembra poi da una lettera di certo Capello dell’ 8 dicembre al Duca di Modena, che fra le casse di Florindo ne fosse una di Finocchio, data in errore, e che non gli era possibile recuperare, perchè andata in mano d’altri.

771. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo IV. Teatro Italiano nel Secolo XVIII » pp. 316-354

Martelli, chiaro in Arcadia col nome di Mirtillo, cominciò a far qualche dramma musicale, e si rivolse poi di proposito alle tragedie e n’empì più volumi. […] Quest’anonimo però volle poi mettersi a letterato ed entrare in una provincia a lui poco nota, e disse, che l’autore italiano «avea saccheggiato e sfigurato l’Amasi di M. de la Grange», e che il Voltaire «rivendicando il furto, avea restituito alla nazione francese quello ch’era suo». […] Dunque a Silvio Stampiglia, e non allo Zeno, come asserisce nel trattato della musica il signor Eximeno, si dee con più ragione attribuire il costume osservato poi costantemente nello scioglimento de’ drammi musicali di far mutare di sinistra in prospera la fortuna dell’eroe. […] Ha bisogno che Tito faccia uno sforzo e rimandi Berenice, per risvegliare quella speranza di Vittelia, ma che poi elegga egli per consorte, chi? […] I caratteri poi di Augusto, Emilia, e Cinna, non son punto quelli di Tito, Vitellia, e Sello.

772. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO III. Della vera Commedia Francese e della Italiana in Francia. » pp. 128-191

La comprese il Voltaire che compose la Nanina e il Figliuol prodigo, ed affermava che la commedia può appassionarsi, adirarsi, intenerire, purchè non trascuri poi di far ridere la gente onesta. […] Ma intendendo poi che si tratta di lui stesso, finge di addossarsene l’impegno, e dice. […] Lepida è pure la sesta scena di Lisetta che scaltramente sa confessare a Dami di esser egli l’autore anonimo di una commedia che poi si sa di essere stata fischiata nella rappresentazione. […] I nostri dotti poi stupido ammiro. […] , e poi del Re nel 1723 ottennero una pensione di 15000 lire.

773. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IV. Teatro Americano. » pp. 28-41

Non crediamo adunque che i pochi monumenti teatrali ritrovativi abbiano preceduto la drammatica del Vecchio Mondo; ma per non interrompere poi la serie de’ teatri Europei, parleremo quì degli spettacoli scenici dell’America. […] La sola Repubblica di Tlascala nemica dell’Impero Messicano e poi stromento della distruzione di esso e della propria schiavitù, amando la poesia e la danza, seppe usare l’una e l’altra nelle rappresentazioni teatrali; ma non se ne sa più oltre. […] Vi si eseguiscono poi con destrezza tutti gli esercizj ginnici Spagnuoli, come corse di tori e giuochi di canne: si fanno combattimenti navali sul gran fiume che bagna la citta: si formano castelli di legno coperti di tela dipinta, e se ne imprende l’assedio e la difesa: vi si esercita la pittura, la danza, la musica: e vi si trovano teatri.

774. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo V. Teatro greco. » pp. 26-81

Che riconoscenza poi mirabilmente condotta per tutte le circostanze nell’atto IV, e di qual tragica catastrofe produttrice! […] Alceste moribonda e poi senza vita, i suoi figli, il marito, il coro, formano un quadro sì patetico che farà cader la penna dalle mani di chi oggidì si accinga a scriver tragedie. […] Ippolito nella prima scena dopo il prologo viene con una corona in testa, e di poi l’offerisce alla statua di Diana. […] É rimarchevole nella tragedia d’Euripide il carattere di Ermione, reso poi senza dubbio più delicato da Racine, e divenuto sempre più vero, attivo, e vigoroso nell’ambiziosa Vitellia di Metastasio. […] Questo Ion, a se stesso ignoto e alla madre, sa quale ha poi sposato Xuto, é allevato in Delfo tra’ ministri del tempio di Apollo.

775. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 476-477

Si riunì poi il ’48 a suo padre nella Compagnia Lombarda, con Alamanno Morelli e Bellotti-Bon.

776. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 52-54

Bellotti-Bon, fu assunto, dopo alcune prove, a cagione appunto de' suoi mezzi fisici, al grado di primo attore assoluto, cominciando a entrar nelle maggiori grazie del pubblico col Ferréol di Sardou, che egli recitava magnificamente, e diventandone poi il Beniamino col Conte Rosso di G.

777. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 91-92

Questi i principii di questo artista, che, passato poi nella Compagnia di Girolamo Medebach, col quale stette più anni, potè, al Sant’Angelo e al San Gio.

778. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 356

Francesco Riccoboni, che il Grimm assicura essere stato attore freddo e pretenzioso, compose un trattato : L'Art du théatre (Paris, MDCCL), pubblicato poi in italiano a Venezia da Bartolommeo Occhi nel MDCCLXII, e molte commedie sia da solo, sia in collaborazione con Dominique e Romagnesi.

779. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo sesto »

Il legislatore deificato poi da’ suoi seguaci veniva onorato da essi col titolo di padre della strage, di nume delle battaglie, di struggitore e d’incendiario. […] [13] Colle conquiste dei goti si sparse adunque per l’Europa la moderna mitologia abbellita di poi, e vieppiù propagata da’ poeti e de’ romanzisti. […] Quindi poi gli amori vicendevoli, le corrispondenze fortissime, l’eroismo d’affetti e di pensieri, d’immaginare e d’agire, che noi per disonor nostro mettiamo al presente in ridicolo, ma che pur vedevasi allora accoppiato colla bellezza nelle donne e coll’onoratezza e il valor guerriero nei cavalieri. […] La filosofia colle premure di Dante e Petrarca poi codici disotterrati, colla venuta dei Greci in Europa, e col patrocinio della Casa Medici, de’ pontefici, e de’ re di Napoli, rinacque in Italia nel secolo XV principalmente la Cabbalistica e la Platonica, non quale aveala dettata in Atene il suo pittoresco e sublime autore, ma quale dai torbidi fonti della setta alessandrina a noi si derivò. […] [20] Salita poi sul teatro continuò a comparire unita alle farse, agl’intermezzi ed ai cori, che con grande apparato esponevansi agli occhi.

780. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO II. In quali cose si rassomigli ogni Teatro. » pp. 12-22

Il nostro intendimento poi, il quale da’ sensi attende le notizie delle cose esteriori, non in un tratto, ma successivamente si arricchisce. […] Cresce poi nelle nazioni colla coltura la popolazione, colla popolazione la ricchezza, colla richezza il lusso, e col lusso crescono nuovi bisogni e nuovi mali.

781. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XVI. Dell’uso delle Antiche Maschere. » pp. 201-212

Cessò di poi nella commedia nuova il fine di rassomigliare i personnagi satireggiati, e restò solo quello di coprire gli attori, trovandosi già il popolo assuefatto a vederli sempre coperti. […]poi questa maschera di tutto il capo rimase inutile allorchè si costruirono i teatri chiusi, come quelli di Corinto e di Atene fatti a spese di Erode Attico, e gli altri de’ Romani; poichè in quel tempo ancora l’uditorio rimaneva allo scoperto, e que’ teatri erano così vasti e magnifici che potevano agiatamente contenere quale venti, quale trenta e quale quarantamila persone; per non parlare di quello di M.

782. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IX. Dell’uso delle antiche Maschere. » pp. 290-297

Cessò di poi nella commedia nuova il fine di rassomigliare i personaggi satireggiati, e restò solo quello di coprire gli attori, trovandosi già il popolo assuefatto a vederli sempre coperti. […]poi questa maschera di tutto il capo rimase inutile allorchè si costruirono i teatri chiusi, come quelli di Corinto e di Atene fatti a spese di Erode Attico, e gli altri de’ Romani; perchè in quel tempo ancora l’uditorio rimaneva allo scoperto, e que’ teatri erano così vasti e magnifici che potevano agiatamente contenere qual venti, qual trenta e quale quarantamila persone, per non parlare di quello di M.

783. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XIII. » pp. 182-206

E poi, caro D. […] Dalla mia prima età io convenni col Castelvetro; ma compreso poi meglio lo stato della quistione, pensai, che si vuol piacere a’ Dotti, senza punto rigettare la sentenza del Castelvetro. […] Di poi, quando anche que’ versi recitati nel Circo fossero stati scenici (che ben poteva ciò avvenire, perchè ne’ Giuochi Romani, Plebei, e Megalesi3 aveano luogo gli spettacoli scenici), questo proverebbe, che il Popolo Romano talora s’infastidiva degli spettacoli teatrali, e desiderava i Circensi, che formavano la di lui passione principale, ma non già, che per avere il gusto corrotto, come fantastica il Sig. […] Luigi XIV. n’ebbe una non leggiera per Maria Mancini Nipote del Cardinal Mazzarini, e fu anche tentato di sposarla, benchè di poi si vincesse. […] Esse esprimevansi da Racine con naturalezza, grazia, e maestria, e trovandone i semi ne’ cuori degli spettatori (fossero poi, o non fossero Platonici, che ciò nulla monta), facevano accogliere le sue Tragedie con plauso indicibile, e venivano sostenute da un partito potentissimo a fronte di quelle del gran Corneille.

784. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo decimo »

Più d’ogni altra cosa contribuì l’eleganza, la precisione e chiarezza dello stile, la naturalezza e facilità del periodo, la varietà, mollezza, ed armonia de’ versi, la dilicatezza dell’affetto, tutte quelle doti insomma che caratterizzano la poesia musicale, e nelle quali Quinaut non ha avuto alcun rivale in Francia né prima né poi. […] [7] S’avverta innoltre al discorso che fa Ercole a Plutone; si rifletta al coro che nella Proserpina ringrazia gli dei per la sconfitta de’ giganti; si leggano i versi dove si fa per ordine di dio la creazione del mondo; si paragonino poi codesti squarci e molti di più che potrebbero in mezzo recarsi coll’ode sulla presa di Namur, dove Boeleau ha voluto far pompa di lirica grandiosità, indi si giudichi, se sia o no più facile il criticar un grand’uomo che l’uguagliarlo. […] Una cognizione più intima del teatro gli fece avvertire che l’aria, essendo quasi l’epifonema o l’epilogo della passione, non dovea collocarsi sul principio, o tra mezzo ad una scena, giacché non procedendo la natura per salti, ma bensì colla opportuna graduazione ne’ suoi movimenti, non è verosimile che sull’incominciare d’un dialogo si vedesse di già il personaggio nel colmo della passione per rientrar poi immediatamente nello stile pacato che esige il recitativo. […] Riserbandosi poi questo per alcune occasioni, dove la verità della storia o la pompa dello spettacolo o l’ingresso d’un principe trionfante o qualche altro pubblico evento sembravano giustificare la radunanza di molte persone in un luogo; al quale riflesso per non aver posto mente i Greci, e per essersi lasciati strascinare da un invecchiato costume, caricarono (checché ne dica in contrario la prevenzione) le loro tragedie di mille sconvenenze a fatica ricompensate colle originali bellezze, che dopo venti e più secoli siamo pur costretti ad ammirare nei loro scritti drammatici.

785. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VII. Su i principali Requisiti per giudicar dritto de’ Componimenti Scenici, Mente rischiarata, e Cuore sensibile. » pp. 69-85

Ma io non amo le ripetizioni intempestive fatte unicamente ad ostentazione e pompa; nè questo poi con vostra licenza, manifesterebbe un cuore fatto per sentire. […] Scrisse egli buone Riflessioni sulla Poetica, benchè in esse in prima copiasse molte osservazioni Italiane, approfittandosi degli scritti del Tasso, del Riccoboni, del Castelvetro, e di Paolo Beni, che egli chiamava, Dottore in tutto, fuorchè nella corda che a lui dissonava, cioè quando parla della sua Nazione: di poi vi censurasse per lo più mal fondatamente gl’Italiani e gli Spagnuoli, chiamandoli ignoranti nelle regole Aristoteliche, malgrado di non pochi Italiani ch’egli pur cita e trascrive: e appresso vi attaccasse con armi fragili, non solo il Poema del Chiabrera e dell’Ariosto, ma quello del Tasso, e finalmente tratto tratto vi contradicesse e Aristotile, di cui pure affermava, che on s’égare dès qu’on ne le suit pas, e se medesimo ancora in più di una censura. […] Di poi s’imputa al Tasso una mescolanza di carattere piacevole al serioso a cagione delle disgrazie di Erminia, che tanti patetici movimenti risvegliano in altri cuori. […] Rifiuta poi i Pastori l’Epopea?

786. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VIII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 269-289

Descrive poi la propria felicità e le ricchezze pastorali di cui abbonda: Per me solo pasce questa greggia immensa; per me si scanna, per questo ventre per questa gola, e non già per alcuno di questi tuoi numi. […] Dice poi di voler far parte del vino ai Ciclopi suoi fratelli, dal che Ulisse e ’l coro il dissuadono. […] Egli poi si mette all’entrata della caverna, perchè non ne esca alcuno. […] Dal verbo μιμέομαι imitor, ricavasi la voce Mimo; e quello che appartiene a tutte le arti d’ immaginazione, non che alla poesia drammatica, siccome bene avvertì Giulio Cesare Scaligero131, divenne poi nome particolare di un picciol dramma, e quindi di una specie di attori.

787. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Ferrara, li 4 marzo 1618.Ferrara, li 3 marzo 1618. » pp. 170-184

Francesco Maja Materdonna in altro sonetto scritto per la rappresentazione d’una tragedia : Pon giù quel ferro ; invan vittoria attendi da rozzo e vile acciar ; se vincer vuoi, con un guardo gentil vincer tu puoi l’oste infedele, a cui dar morte intendi, anzi fingi, qualor su i palchi prendi il ferro per ferir : ma qualor poi rivolgi agli altrui lumi i lumi tuoi, sempre fai vere piaghe, e sempre offendi. […] Della Nespola poi non dico altro, perchè dal Sig. […] Mia moglie poi mi fa mille protesti di non voler essere dove la Nespola, s’io l’ammazzassi, si che V. […] Sentitene la descrizione del Garzoni, e poi dite se non vi par di assistere alle rappresentazioni di certe Passioni di Cristo in certi paeselli di campagna in giorno di fiera, precedute dalla passeggiata de’ recitatori in costume con gran cassa e tromba, e relativi strilloni invitanti il pubblico idiota alla grande solennità.

788. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO VI. Maschere materiali moderne. » pp. 265-269

Ma poi i moderni stessi sono caduti in un assurdo peggiore col frammischiare con gli attori scoperti quegli altri mascherati, cioè i quattro poveri vergognosi perpetui, il Pantalone, il Brighella, l’Arlecchino, il Dottore che si coprono di una faccia di cartone o di cuojo dipinta e invernicata a.

789. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO III. Maschere materiali moderne. » pp. 263-266

Ma poi i moderni stessi sono caduti in un assurdo peggiore col frammischiare con gli attori scoperti quegli altri mascherati, cioè i quattro poveri vergognosi perpetui, il Pantalone, il Brighella, l’ Arlecchino, il Dottore, che si coprono di una faccia di cartone o di cuojo dipinta e invernicata129.

790. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 524-525

Aveva già scritto a diciott’anni quattro commedie : altre ne scrisse di poi, e moltissime ne derivò e tradusse e ridusse dal moderno teatro nostro e forestiero.

791. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 752

Cantù Carlo), che in breve sarà di ritorno di Francia, come sin’hora ho anco recitato da Pantalone in diffetto della malatia che sin’hora ha trattenuto in Venetia il proprio Pantalone. » Da Parma passerà poi a Brescia.

792. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XIV. Commedia Nuova. » pp. 151-170

Quando poi si esaminano minutamente, e si confrontano le copie cogli originali, quando se ne alterna la lettura, comparisce la debolezza de’ Latini, i quali disperando di emularle con dignità, alle bellezze native sostituiscono le proprie immondizie.» […] Tu poi ne di tant’alto al fin cadesti, Ne de’ mali è il maggior quel che ti avvenne. […] Parlando poi il sig.

793. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — LIBRO IV » pp. 55-66

me l’empio Ciclope   Divorerà di poi, o in mezzo a l’onde   Mi scaglierà da la più eccelsa balza. […] Certo è poi che fra gl’Italiani la decisione del Denina, che sì franco decreta in tutto quel suo discorso, è molto più manifestamente lontana dalla verità.

794. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo VIII. Vuoto della Storia Teatrale. » pp. 172-179

Il predominio poi che acquistò la gente di teatro su gli animi degl’imperadori degeneri, fu eccessivo. […] Soggiugne poi, che i goti non permisero alla poesia drammatica di allignare in Ispagna; e conconchiude, che gli arabi (che non l’aveano) ve la portarono, adottando senza esame l’opinione di Nasarre, di cui abbiamo veduta la solidità.

795. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo I. Ritorno delle Rappresentazioni Teatrali dopo nate le Lingue moderne. » pp. 181-187

Per un flusso e riflusso costante avverato da’ fatti, corrono le nazioni, dalla barbarie alla coltura e poi da questa a quella, quando l’una e l’altra arriva al grado estremo. […] I monaci poi si avvisarono ancora di mettere in dialoghi le vite de’ santi, come quella di Santa Caterina rappresentata da’ monaci di San Dionigi, ed altri innumerabili dialoghi di simil fatta, che andaronsi recitando di mano in mano in Francia, in Alemagna, in Italia, e nelle Spagne, dove durarono per molti secoli.

796. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XI. Primi passi della Commedia Antica. » pp. 2-15

Ed osservando poi che questa si arricchiva ne’ poemi eroici di Omero, vollero anch’essi giovarsi delle fatiche di questo gran padre della poesia, e presero ad imitare l’aria urbana salsa e graziosa del di lui Margite. […] Così quelle notturne querele che secondo lo Scoliaste di Aristofane i villani oppressi da’ ricchi andavano spargendo pe’ villaggi indi per le città, trovarono da poi ne’ poeti comici tanti zelanti patrocinatori de’ loro diritti offesi; ed il magistrato Ateniese permise che si pubblicassero i loro oltraggi in teatro; ed animò con ciò i poeti ad infamar poscia impunemente i cattivi e i prepotentia.

797. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo VII. Teatro Latino. » pp. 109-171

Cresciuta poi la sua potenza, le ricchezze apportatrici dell’ozio e del riposo rendevano più necessarie le arti di pace. […] Ma poteva mancar d’incantar un consumato e dotto conoscitore quella venustà di stile che di poi sorprese in teatro ogni più volgare spettatore? […] Una di poi, siccome accennammo, ne compose Ovidio, della quale ne resta in Quintiliano un piccolo frammento. […] Lo scioglimento poi con tanta arte maneggiato nella tragedia greca, qui si precipita senza giovarsi delle situazioni patetiche che apporta naturalmente di mano in mano collo svilupparsi. […] Egli ebbe poi tanti protettori che fu richiamato.

798. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 1 pp. 2-271

Dovea egli poi serbare il modo stesso negli altri tre argomenti Romani ? […] Preso poi da nuovo capogirlo aggiunse che Merope era un argomento di tutti i paesi trattato già da Euripide. […] Icilio minaccia, e poi rimane quasi ozioso nella difesa dell’innammorata. […] Intende poi che si è accesa una gran mischia tra’Proci, Telemaco e lo straniere. […] Non saprei dir poi quale oggetto si prefisse l’autore in questa tragedia.

799. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Conclusione »

Da somiglianti saggi, che danno corpo alle idee e le pongono meglio in luce, potrà anche ognuno recarne un più fondato giudizio: vedere se elle sono praticabili o no; e se io non fo per avventura come colui il quale, dopo date le più belle regole del mondo sulla tattica, non sapeva poi far fare a diritta a una picciola mano di moschettieri.

800. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO I. Stato del Teatro Francese prima della Medea di Pietro Cornelio. » pp. 4-7

perchè poi un medesimo principio produsse in diversi paesi diversi effetti, facendo nascere in Italia un teatro ingegnoso e regolare, in Ispagna sregolato e vivace, in Francia basso, languido, stravagante ed osceno?

801. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO III. Teatro Olandese: Danese: Suedese: Polacco. » pp. 253-256

Passow nata in Copenaghen e morta nel 1757, la quale era stata celebre attrice del teatro nazionale e poi nel 1753 divenne moglie di un tenente del re che nel 1731 era stato capitano della compagnia dell’Indie.

802. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 244-245

La Donna di garbo fu poi recitata dalla Medebach, e Goldoni che ne vide la rappresentazione a Pisa, ne fu soddisfattissimo.

803. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 254-257

In una favola intitolata Proteo, un poeta anonimo tessè un ampio elogio di lei, nel 1725, al colmo della sua rinomanza ; elogio che fu poi pubblicato nel Mercurio di Francia, e che troviam riportato nel Campardon.

804. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 418-419

Questo attore, secondo i Parfait, scomparve dalla scena verso il 1680, poichè d’allora in poi nè lo Scenario di Biancolelli, nè il Teatro di Gherardi ha più la maschera di Spezzaferro ; erronea deduzione, poichè l’ Arlequin Lingère du Palais (vol. 

805. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO X ed ultimo. Teatro Materiale, ove de’ più rinomati teatri, e della condizione degli attori Greci. » pp. 298-315

Quanto poi alla condizione nobile delle Spartane che rappresentavano per prezzo, non è da stupirsene; e Cornelio l’adduce appunto per uno degli esempj della diversità de’ costumi de’ Greci e de’ Romani. […] A render poi sempre più chiare e soavi le voci degli attori, immaginarono i Greci certi vasi di bronzo chiamati echei artificiosamente lavorati e collocati in alcune cellette sotto gli scaglioni. […] Ma quell’Atene che con tale ardore correva al teatro e fuggiva gli accampamenti, che profondeva in quello tanti tesori, e negavali ai patriotici progetti di Demostene, si corruppe170, rovinò per questo appunto, divenne schiava e poi barbara.

806. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO III. Spettacoli scenici in Inghilterra. » pp. 21-36

Abbandonato questo scrittore a se stesso si arrollò tra’ commedianti per libertinaggio, e compose poi, per sostentarsi, pel teatro di un popolo che ancor non poteva gloriarsi di aver prodotto alle scienze, alla politica, alla marina e al commercio, un Newton, un Bacone, un Locke, ed il Grande Atto della Navigazione. […] Non è maraviglia ancora che mentre nega il nome di poeta grande ad Ariosto, confessi poi che sia egli gran poeta descrittivo, con altra palpabile contraddizione, perchè le bellezze dello stile, la copia, la vaghezza, la vivacità e la varietà delle immagini, formano le principali prerogative della poesia perchè trionfi del tempo. […] Io non so quanti siensi approfittati del di lui consiglio se non per poetar bene almeno per cianciar male; non so poi se possa esservi uomo dotato di ugual malignità e stupidezza che possa adottare i di lui sentimenti.

807. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquarto »

Farei arrossire i filosofi, che impiegando le loro ricerche in oggetti inutili, o facendo servire l’analisi alla destruzione di quelle verità, delle quali esser dovrebbero i principali sostenitori, passano poi di volo sopra un così orribile attentato che si sostiene unicamente perché autorizzato dal tempo e perché fiancheggiato dal despotismo del piacere. […] Prende poi a cantar le parole colla nobil mimica esposta di sopra, e colla quale par che i cantanti vogliano prendersi a gabbo la sensatezza degli uditori; tanto essa è inverosimile, disanimata e ridicola. […] A conoscer poi quando la natura abbia forza per se sola a produrlo, basta osservare se i tratti che si mostrano in lei fissano tutta l’attenzione del nostro spirito in maniera che dopo averla veduta, e dopo ch’ella ha parlato, la nostra curiosità e il nostro desiderio richieggano ancora qualche cosa di più, oppure rimangano appieno soddisfatti. […] Tacciar di sforzato e seccagginoso Moliere, e poi commendare i… Nomi illustri ch’eravate per sortire dalla mia penna, la mia pietà vi risparmia! […] [57] Che poi mancando nel canto moderno le due spezie d’imitazione esposte di sopra debba altresì mancare la terza che deriva dalla somiglianza dei movimenti che sveglia in noi la copia coi movimenti che sveglierebbe la presenza dell’originale rappresentato, non occorre fermarsi a lungo per provarlo.

808. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IX. Teatro di Euripide. » pp. 134-207

Maneggiata poi con gran delicatezza e giudizio è la bellissima riconoscenza per mezzo della lettera che Ifigenia pensa di mandare in Grecia ad Oreste. […] Alcestide moribonda, e poi senza vita, i suoi figli, il marito, il Coro, formano un quadro così compassionevole che farà cader la penna dalla mano a chi oggi voglia esercitarsi nella poesia tragica. […] È notabile nella tragedia di Euripide il carattere di Ermione renduto poi senza dubbio dal Racine più delicato, e diventato ognor più vero, attivo e vigoroso nel l’ambiziosa Vitellia del Metastasio. […] Squarcia poi i cuori ancor meno sensibili il dolore di Andromaca nel l’atto terzo al vedersi strappar dalle braccia Astianatte. […] Quando poi i moderni partendo da altri principii e accomodandosi al gusto ed ai costumi correnti fanno uso di nuovi ordigni per cattarsi l’attenzione de’ contemporanei, essi meritano tutta la Iode.

809. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Dei balli »

Ma lasciando star questo, che nella odierna licenza potrà parere una troppo grande sofisticheria, cotesto ballo, che tanto pur diletta, non è poi altro, a considerarlo in sé medesimo, che un capriolare sino all’ultimo sfinimento, un saltar disonesto che non dovrebbe mai aver l’applauso delle persone gentili, una monotonia perpetua di pochissimi passi e di pochissime figure.

810. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO II. Teatro Olandese: Danese: Suedese: Polacco. » pp. 32-37

Era ella stata celebre attrice del teatro nazionale, e poi nel 1753 divenne moglie di un tenente del re che nel 1731 era stato capitano della compagnia dell’Indie.

811. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 36-38

 » Passò poi, sempre col Luzzi, nel ’64 alla Fenice, e di qui al Nuovo.

812. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 780-781

Ma rifattala poi l’anno seguente in società con Carlo Romagnoli, egli ritornò sotto la vecchia bandiera.

813. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 749-750

) come si presentasse a San Beneto in ca da Pesaro tra un atto e l’altro del Miles gloriosus di Plauto (16 febbrajo 1515), recitato dagli Accademici Immortali, con una « comedia nova, fenzando esser negromante, et stato all’Inferno, e fe' venir un Inferno con fogi e diavoli : fense pur farsi Dio d’Amor : e fo porta a l’inferno : trovò Domenico tajacalze cazava castroni, el qual con li castroni vene fora ; fe' un ballo essi castroni ; poi venne una musica di Nimphe, in un carro trionfai, quali cantavano una canzon, batendo marteli, cadauna sopra una incudine a tempo, et fenzando bater un cuor ».

814. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO VII. ed ultimo. Vuoto della Storia teatrale. » pp. 248-280

Nella decimaquarta poi l’invita a venire alla leggera: Attamen ut citiùs venias, leviusque vehare,   Historiam, Mimos, Carmina lingue domi. […] Essa fu impressa in Parigi nel 1564 appo Roberto Stefano con dotte annotazioni di Pietro Daniele Aurelio, e s’inserì poi nella bella edizione di Plauto di Filippo Pareo uscita nel 1619. […] Soggiugne poi che i Goti non permisero che la poesia drammatica allignasse in Ispagna; e conchiude, che gli Arabi (i quali, come si è dimostrato, non l’aveano) ve la portarono, adottando senza esame l’opinione di Nasarre, la cui solidità si è già notata. […] Tutti poi, senza gli uni saper degli altri, i popoli sotto la linea o nelle opposte zone nell’incamminarsi alla coltura s’imbattono nella drammatica; la coltivano colle medesime idee generali; favoleggiano da prima in versi, ed hanno sacre rappresentazioni; passano indi a dipignere la vita civile, ad eccitar ne’ gran delitti l’orrore o la compassione, a schernire e mordere i vizj de’ privati, e ad esser dalla legge richiamati a temperar l’ amarezza della satira, dal che proviene la bella varietà e delicatezza delle nuove favole nate a dilettare ed instruire. […] e quella che correva tra Atene emula di Serse, e tralla Grecia poi avvilita sotto i Macedoni, o Roma donna del Mondo, o la Francia di questi tempi?

815. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO VI. La Drammatica oltre le Alpi nel XV secolo non oltrepassa le Farse e i Misteri. » pp. 186-200

Narrasi in essa la conversione del gigante Reprobo chiamato poi Cristofano, il quale serve a varii re, perchè gli crede potenti, indi al diavolo da lui stimato di essi più potente; ma vedendo che si spaventa di una croce ed udendone dall’istesso diavolo la cagione, ne abbandona il servizio, e va in traccia di colui che l’aveva vinto. […] L’affettar dovizia nella nudità, l’affastellar sofisticherìe ed ironie impertinenti, l’inorpellar o non confessar la storia, il dissimular la forza dell’altrui ragionamento, l’andar accumulando contro l’Italia quanto di maligno altra volta ne ha seminato l’invidia, ed il sopprimer poi quanto se ne disse in vantaggio, l’esaltare i nomi de Lampillas, Huerta, Sherlock, Archenheltz, Kotzbue pel solo merito di aver maltrattato l’Italia; tutto ciò, dico, che costituisce la tremenda batteria degli apologisti antitaliani, piacerà a pochi entusiasti, i quali per un mal inteso patriotismo si lusingano di potersi accreditare per amici zelanti del proprio paese mostrandosi nemici del vero.

816. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 18-20

Passò poi di città in città e di trionfo, e in poco tempo fu acclamato come uno dei più vigorosi e più spontanei comici.

817. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Di Vicenza, 24 novembre 1587. » pp. 308-309

E poi : di questi non facea parte come Franceschina la famosa Silvia Roncagli ?

818. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 980-981

II, pag. 37) : Io aggiungo al detto del Barbieri, che l’anno 1644 in Fiorenza intesi da un fiorentino, huomo di molto spirito e pratico della Spagna, ch’ egli circa l’anno 1610 stando in Siviglia, seppe da certi suoi amici, huomini vecchi e testimoni di vista, che Ganassa, comico italiano e molto faceto ne’detti, andò là con una compagnia di comici italiani, e cominciò a recitare all’ uso nostro ; e se bene egli, come anche ogni altro suo compagno, non era bene e perfettamente inteso, nondimeno con quel poco che s’intendeva, faceva ridere consolatamente la brigata ; onde guadagnò molto in quelle città, e dalla pratica sua impararono poi gli Spagnuoli a fare le commedie all’ uso hispano, che prima non facevano.

819. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 263-265

Fiorillo Silvio), andò poi come le altre tutte rappresentando moltissimi e svariatissimi tipi, mostrandosi tal volta sciocco, tal volta furbo, tal volta popolano, tal volta principe, tal volta pusillanime, tal volta eroe.

820. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 305-306

ma, per andar aspettando in diuersi luoghi il tempo del Carneuale, al quale dourà tornar poi alla Mirandola, et hauendo risoluto di passar principalmente per Modena, per ueder se fia di gusto à Vostra Altezza, che per tre o quattro giorni ui si trattenga recitando, hò uoluto accompagnarla di questa mia, per assicurar l’Altezza Vostra Ser.

821. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quarto »

[7] Se poi i provenzali siano stati eglino medesimi gl’inventori di quella sorta di musica e di poesia, oppure s’abbiano l’una e l’altra ricevuta dagli arabi per mezzo dei catalani, io non mi affretterò punto a deciderlo. […] Ma i principi sdegnati col clero per veder frastornati da esso i pubblici divertimenti, condannavano talvolta i preti a dover pagare ai giocolieri la loro mercede, il qual abuso fu poi corretto da un Concilio tenuto in Ravenna all’anno 1286 con severi decreti, che possono leggersi nella raccolta del Labbeo. […] In alcune di esse ho veduto nel principio d’ogni atto una ottava d’argomento diverso da quello della farsa la quale poi si cantava al suono di lira da un personaggio incaricato di questa sola incombenza, cui si dava il nome d’Orfeo. […] [21] Nondimeno bisogna dir chel’Italia non avesse a que’ tempi presso alle altre nazioni acquistata quella celebrità nella musica, che ha poi nel passato secolo e nel presente ottenuta, poichè le corti straniere, anzi i principi italiani stessi ricercavano con gran premura e con grosse paghe musici e cantori oltramontani. […] Il Signor Abbate si mostra informato di tutto ciò, parla dell’Edda alla pagina 88 del suo secondo tomo, entra di proposito a spiegate il meccanismo della versificazione settentrionale, ne adduce egli stesso degli esempi, ne cita i versi, e poi dimanda «dove trovarli»?

822. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 793-794

Andò poi a Roma a recitare (che allora non era colà interdetto alle donne il prodursi sul teatro), ed ivi diede alla luce una commedia in prosa intitolata : Il Ruffiano in Venezia, e Medico in Napoli, stampata per Bartolommeo Lupardi l’anno 1672 in forma di dodici.

823. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 11-12

Sdraiato magistralmente, corregge, applaude, biasima, approva, s’ alza dal suo tribunale, tira le braccia al suo discepolo, gli torce il collo, gli piega la vita, e poi non si conchiude nulla.

824. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « PROLUSIONE ALLE LEZIONI DI POESIA RAPPRESENTATIVA DEL PROFESSORE PIETRO NAPOLI-SIGNORELLI. » pp. 203-226

I quali nel pronunciarsi con certa cantilena e con espressivo atteggiamento diedero la vita anche alla pronunziazione, che è la prima musica della natura, e poi alla musica stessa artificiale; da che l’uomo solingo posto in mezzo alla silenziosa amenità della campagna sentesi sensibilmente invitato e rapito a mandar fuori di se i versi e a modular la propria voce per incantar dolcemente i sensi di chi l’ascolta; prendendone l’esempio dal concorde suono del grato mormorar de’ ruscelli, del susurrar dell’aure leggiere, del frascheggiar de’ teneri frondosi virgulti, e del lieve aleggiare e del gorgheggiar soave de’ canori augelletti. […] E quì chieder potrebbesi in prima, onde avvenga che la poesia drammatica si trovi diffusa e accettata quasi dapertutto; e poi, perchè mai tanto più essa inoltrisi verso la perfezione, quanto più cresce nelle nazioni la coltura? […] Fiorisce poi la poesia drammatica e si perfeziona nelle nazioni più colte e fiorenti, perchè per giugnere all’eccellenza bisogna che il poeta intenda perfettamente i diritti e i doveri dell’uomo e del cittadino, che sappia studiarne i costumi e vederne e rilevarne le sconcezze, e che possegga l’arte di ritrarle al naturale per ottenerne la correzione, presentando agl’infermi, come cantò Lucrezio e Tasso, un nappo d’amara ma salutar pozione, asperso negli orli di dolci soavi licori, onde ingannati bevano e ricevano vita e salute.

825. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 349-355

Figlio del precedente, nato a Modena verso il 1675, esordì quale Innamorato nella Compagnia della Diana, moglie di Giovanni Battista Costantini, al servizio di quel Duca, diretta sotto il nome di Federico, che mutò poi in quello di Lelio, sembrato alla direttrice più teatrale ; e diede subito prova di gran valore. […] Ognuno doveva pensare al proprio vestiario, eccettuato Fabio Sticotti, marito di Orsola Astori, la cantatrice, al quale eran forniti gli abiti dalla Compagnia, e da essa poi conservati insieme agli altri che le appartenevano, come di comparse, ecc.

826. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo decimoterzo »

Pochissimi poi che sappiano dare a ciascuna delle parti principali che compongono l’armonia, quel particolare andamento che le si converrebbe a preferenza d’ogni altro. […] [22] Un massimo inconveniente del recitativo semplice italiano è quello d’essere troppo trascurato dai maestri, i quali contenti d’accompagnare di quando a quando la voce con un’arcata o circolazione del basso, lasciano poi il restante in balia del cantore. […] Oh questa poi ha la medesima disgrazia che i cadetti delle famiglie illustri, ai quali tocca languire in ristrettezza di fortune mentre che il fratello maggiore vive fra il lusso e l’opulenza. […] Peggio poi quando fanno dei solecismi in armonia esprimendo colla musica un senso intieramente contrario a quello che dicono le parole. […] Da questa è poi venuta la sazietà del bello, e il desiderio di variare, che hanno generato in seguita la mediocrità, la stravaganza, e il capriccio.

827. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « AVVISO A’ LEGGITORI. » pp. 237-240

Correggansi poi le parole seguenti.

828. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo VIII. Commedia turca. » pp. 422-425

Amurat II si contraddistinse come guerriero e come monarca, contra i greci e gli ungheri: conchiuse una tregua col re di Polonia ch’egli osservò fedelmente, e che i cristiani violarono ad onta de’ giuramenti; ed ebbe il cuore così nobile e superiore al trono, che l’abdicò in favore del figliuolo, né ripigliò lo scettro se non per assicurarglielo col suo valore e colla disfatta di Ladislao in Bulgaria, e per rinunziarlo poi la seconda volta.

829. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO VI. Teatro Materiale. » pp. 243-247

Tali e tanti poi erano i fregi e i quadri, e così pompose le decorazioni, che essendosi tali preziosi materiali bruciati per malignità de’ di lui schiavi in una casa di campagna che aveva in Tuscolo, ne montò la perdita a cento milioni di sesterzi in circa, cioè intorno a due milioni e ottocentomila ducati Napoletani.

830. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO III. Memorie drammatiche d’oltramonti nel medesimo secolo XIV. » pp. 41-46

Fermavansi da principio a cantar nelle piazze, facendo come uno steccato co’ loro bordoni, e di poi montarono su d’un rustico palco in una casa comprata espressamente da alcuni per trarre profitto dalla folla che concorreva a questo nuovo devoto divertimento.

831. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 301-303

Passò in altre Compagnie di grido, e crebbe sempre più il suo valore quando ebbe occasione d’esercitarsi con Silvio della Diana, e poi con Antonio Vitalba.

832. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 667-669

Recitò fino al ’70 ; poi dovette abbandonar la scena per mal ferma salute, e si ritirò a Firenze nella casa del marito.

833. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 674-675

Egli abitò a Parigi dapprima in via Contessa d’Artois poi nella via del Sobborgo S.

834. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 877-878

Ci appare la prima volta in una supplica da Verona del 10 agosto 1651 a un segretario del Duca, sottoscritta da alcuni comici della compagnia, perchè il Marchese Bentivoglio concedesse loro il teatro di Ferrara pel mese di ottobre, dovendo poi andare il novembre a Venezia, e facesse grazia d’introdurvi le dame a udirli.

835. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 929-930

A. no lo creda p che no gl’importa poi che l’anno passato concesso più che uicenda e lui medesimo se ne dichiarato e dichiara al presente che no ha sentimento contrario e che quel che ha fatto di quella sotto scritione, fu consiglio di un de compagni ; ma quello che p verita gli preme, è la parte per la moglie e questo me inporta, p che io che ma fadigo cò la mente più de tutti, a tirar meno degli altri nò è ragione. che Flaminio sia in compagnia no solo mi contento ma son soddisfatiss.

836. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 283-285

Commise a Cavallotti un lavoro, che fu poi il fortunato Cantico dei Cantici….

837. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 386-389

Specchiati in Ciel nel sommo ben verace, poi ch'hai vinto Satan Angelo immondo, e con li giusti godi eterna pace.

838. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 670-674

Tommasino suscitò le più schiette ilarità e i più vivi applausi nell’ uditorio ; il quale, sentitolo poi, non ebbe più il coraggio di burlarlo, e gli permise di continuar nel suo tuono naturale di voce.

839. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo terzo »

L’uso dell’organo introdotto in Roma assai prima, obbliato per qualche secolo, e poi rinovato verso la fine del secol nono accrebbe gran lustro alla musica ecclesiastica. […] Talmente che nulla v’ha di più comune in quei tempi quanto l’attribuire ad un autore delle scoperte che poi con più diligente ricerca si ritrova esser di molto a lui anteriori. […] Altre varietà s’introdussero prima, e poi, che non a breve saggio come questo è, ma a più lunga storia si convengono. […] Ove le passioni avevano in cielo la loro difesa, e le arti il loro modello, ben si vede qual entusiasmo dovea accendersi in terra per coltivar queste, e ingentilir quelle favoreggiato poi dagli usi politici, e ravvivato dalla possente influenza della bellezza, principio comune delle une e delle altre. […] Vuol poi dargli a mangiare del pane e del cacio, che porta nella manica per fargli rompere il digiuno, ma Santa Melania comparisce a Floriano in forma d’una vecchia, e gli fa vedere le piccole corna che il frate porta sotto il cappuccio.

840. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo secondo »

La voce considerata in se stessa non è altro che l’aria sospinta in su dai polmoni, la quale introducendosi per canale, che si chiama trachea, indi assottigliandosi per la fessura della glottide, e nella cavità della bocca ripercuotendosi, esce poi dalle labbra formando un romore, o suono inarticolato. […] Le consonanti adunque non si pronunziano se non coll’aiuto delle vocali, laddove le vocali si proferiscono senza l’aiuto delle consonanti, ma accoppiate con esse servono a distinguere più esattamente le sillabe dalle parole, e dall’accoppiamento, ed ordine loro si forma poi la sintassi, e il discorso. […] E maggiore e più copiosa ricchezza in questo genere avrebbe il linguaggio italiano, se i nazionali da cieca venerazione sospinti verso i toscani, quantunque appoggiata su ragionevoli fondamenti, non si fossero lasciati imporre un despotico giogo di tribunale e di lingua, per cui vien tolta ad essi la facoltà di prevalersi di tanti modi leggiadri di profferire, di tanti suoni, ed accenti diversi che s’usano ne’ moltiplici e vari dialetti di questa penisola. né sono molto lontano dal credere, che se di comune consenso della nazione sene facesse una scelta giudiziosa di siffatte maniere, la quale poi avvalorata venisse dall’uso di scrittori egregi e di cantori bravissimi, la musica ne acquisterebbe un pregio maggiore assai di quello che attualmente possegga, udendosi ora l’accento molle de’ sanesi, che appena toccano a mezzo suono le vocali, e rendono alcune consonanti pressoché insensibili massimamente nel fine: ora l’intenso e veloce de’ napoletani, che squartano, a così dire, le sillabe colla loro larga pronunzia, che sarebbe perciò opportunissima a’ canti guerreschi, e vivaci: ora la soavità e la grazia del veneziano per la copia delle vocali, e per la prestezza nel profferirle atto all’espressione della voluttà: ora la chiarezza e sonorità del romano, che alle gravi e seriose melodìe mirabilmente si confarebbe. […] Cotal lingua confusa poi colla latina, e notabilmente alterata in seguito da gotiche, e longobardiche mischianze ha conservato nondimeno nella volgare favella l’originaria dolcezza di suono in gran parte orientale, onde molti di essi popoli traevano principio, per quella ragione avverata in tutti i secoli e da tutte le genti, che l’accento naturale è più durevole delle leggi e dei governi. […] Le donne inoltre, dalle quali ogni civile socievolezza dipende, avendo per cagioni che non sono di questo luogo acquistata una influenza su i moderni costumi che mai non ebbero appresso gli antichi, giovarono al medesimo fine eziandio ora per l’agio, e morbidezza di vivere, che ispira il loro commercio, onde s’addolcì la guerresca ferocia di que’ secoli barbari: ora per l’innato piacere che le trasporta verso gli oggetti che parlano alla immaginazione ed al cuore: ora per lo studio di molte posto nelle belle lettere, e nelle arti più gentili, dal che nacque il desiderio d’imitarle ne’ letterati avidi di procacciarsi con questo mezzo la loro grazia, o la loro protezione, massimamente nel Cinquecento, secolo illustre quanto fosse altro mai per le donne italiane: ora per le fiamme che svegliano esse nei petti degli uomini, onde questi rivolgonsi poi a cantare la bellezza, e gli amori, piegando alla soavità lo stile, e la poesia.

841. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo duodecimo »

[10] Potrebbero l’accennate riflessioni applicarsi con eguale felicità a molti altri popoli, presso ‌a’ quali la musica vigorosa e commovente nel suo principio è venuta poi degenerando a misura che acquistava un maggiore raffinamento; ma basterà per conferma del fin qui detto recar in mezzo l’esempio dei Cinesi e degli Arabi, nazioni entrambe che hanno al paro dei Greci conosciuta l’influenza di quest’arte sui costumi e sulla politica. […] Che si dirà poi dell’arte che avevano i loro musici nel contrasegnare gli accenti, onde così spiccata e sensibile rendevasi l’inflessione? […] 120 Indi ne ricava poi la cagione per cui l’arte musicale, che tanta influenza aveva dianzi avuta sulla pubblica educazione, si trovasse allora ridotta a servire di mero insignificante diletto sui teatri. […] Si riducono questi (parlando de’ semplici, onde si formano poi i composti) all’ottava, le due settime, le due seste maggiore e minore, la quinta, la quarta, le due terze maggiore e minore, la seconda, il tuono e il semituono. […] Il Meibomio piccato al sommo di così mortificante avventura, scontrandosi poi nel Bourdelot, gli pestò il viso a forza di pugni dovuti più che all’innocente sua curiosità alla balordaggine con cui pensava potersi giudicare con siffatto metodo dell’indole ed energia della musica antica.

842. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosesto »

Ciò ch’essi fecero mossi dalla necessità, non potendo più reggere alla fatica, è stato poi confermato dalla esperienza e dalla sana ragione. […] A questi s’accostò il buon Jason, e feceli arare posto loro il giogo, e l’aratro, e poi seminò i denti del dracone; e nacquero a poco a poco del palco uomini armati all’antica, tanto bene quanto cred’io che si possa; e questi ballarono una fiera moresca per ammazzar Jason; e quando furono all’entrare, s’ammazzavano ad uno ad uno, ma non si vedevano morire. […] Innanzi al carro poi quattro amorini, e dietro quattro altri pur con le loro facelle accese al medesimo modo, ballando una moresca intorno e battendo con le facelle accese. […] Finita poi la commedia, nacque sul palco all’improviso un amorino di quelli primi, e nel medesimo abito, il quale dichiarò con alcune poche stante la significazione delle intromesse.» […] Sfido poi quel Tiresia e quella sacerdotessa a capire cosa abbiano a fare colle feste d’Imeneo la grotta, il mare, il vascello, i marinari, la tempesta con tutti gli altri episodi posticci ed inutili.

843. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE II — TOMO VI. LIBRO IX » pp. 145-160

Quel sudor d’argento poi de’ Pirenei &c. […] essi al solito ne parleranno poi senza saperne grado a veruno, uscite che saranno alla luce queste Addizioni, onde ne riceveranno la notizia ed il giudizio.

844. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « [Dedica] » pp. -

Chi poi ha sortito una tempra più fina, rapir si lascia da forza ignota a prender partito pel soggetto che rappresentasi, e gode di essere insensibilmente ingannato dalla verisimile finzione del dramma. […] E poi dimorando egli da parecchi anni in Madrid, é meraviglia come sfornito di molti comodi letterari, abbia potuto venire a capo di formare una così bella, dotta e sensatissima opera.

845. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Della musica »

Quando poi, finito il ritornello, entra la parte che canta, quei tanti violini che l’accompagnano che altro mai fanno se non abbagliare e coprir la voce? […] [2.10] Quelle repetizioni poi di parole e quegli accozzamenti fatti soltanto in grazia della musica e che non formano senso veruno, quanto non sono essi mai noiosi ed insoffribili? […] Laddove si rimangono soltanto scolpite nella memoria dell’universale quelle arie che dipingono o esprimono, che chiamansi parlanti, che hanno in sé più di naturalezza; e la bella semplicità, che sola può imitar la natura, viene poi sempre preferita a tutte le più ricercate conditure dell’arte.

846. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XV. Satiri: Ilarodie: Magodie: Parodie: Mimi: Pantomimi. » pp. 171-200

Descrive poi la propria felicità e le ricchezze pastorali di cui abbonda. […] Dice poi di voler far parte del vino ai Ciclopi suoi fratelli, dal che Ulisse ed il Coro il dissuadono. […] Dal verbo μιμὲομαι imitor, ricavasi la voce Mimo; e quello che appartiene a tutte le arti d’immaginazione, non che alla poesia drammatica, siccome bene avvertì Giulio Cesare Scaligeroa, divenne poi nome particolare di un picciol dramma, e quindi di una specie di attori.

847. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO II. Commedie: Tramezzi. » pp. 68-88

Ne scrisse poi un’ altra col titolo El ridiculo DonSancho che rimase inedita. […] S’intitolano el Señorito Mimado, ossia la Mala Educacion, e la Señorita Mal-criada, impresse nelle opere dell’ autore, e poi separatamente nel 1788, argomenti felicemente scelti per instruire e dilettare. […] Il significato proprio di sainete è condimento, che poi figuratamente si applica a un discorso o ad altro, e trattandosi di teatro equivale all’intermezzo degl’ Italiani o alla petite-piece de’ Francesi.

848. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Introduzione »

Anzi se vorremo por mente come pochissimo travaglio ei sogliono darsi per la scelta del libretto, o sia dell’argomento, quasi niuno per la convenienza della musica colle parole, e niuno poi affatto per la verità nella maniera del cantare e del recitare, per il legame dei balli con l’azione, per il decoro nelle scene, e come si pecca persino nella costruzione de’ teatri, egli sarà assai facile a comprendere qualmente una scenica rappresentazione, che dovrebbe di sua natura esser tra tutte la più dilettevole, riesca cotanto insipida e noiosa.

849. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Iphigénie en Aulide. Opera — Acte II »

Nell’edizione Coltellini offença poi corretto nell’edizione Palese, cit.

850. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CONCHIUSIONE. Dell’antica storia teatrale. » pp. 239-246

Tutti poi, senza che gli uni sapessero degli altri, i popoli sotto la linea o nelle opposte zone nell’incaminarsi alla coltura s’imbattono nella drammatica, la coltivano colle medesime idee generali, favoleggiano da prima in versi, ed hanno sacre rappresentazioni, e passano indi a ritrarre la vita civile, ad eccitar ne’ grandi delitti l’orrore e la compassione, a schernire e mordere i vizii de’ privati, e ad esser dalla legge richiamati a temperar l’amarezza della satira; dal che proviene la bella varietà e delicatezza delle nuove favole nate a dilettare ed istruire.

851. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 310-312

Interessantissima è sopra ogni altra l’analisi ch’ egli fa delle varie parti, o ruoli (amoroso, primo uomo, padre, caratterista, parti brillanti, tiranno, servo sciocco e secondi caratteri, prima attrice, ingenua o amorosa, vecchia caratteristica, cameriera, madre), analisi ch’egli restringe poi in queste ultime parole : L’amante ingenuo dice all’oggetto più caro del suo cuore :  – Sono innocente – colle voci di scusa, di raccomandazione, o di abbandono, e disperazione.

852. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 694-696

La quaresima del ’74 entrò nella Compagnia di Pietro Rosa come Arlecchino, per passar poi, scritturatovi da Francesco Zanuzzi venuto a posta in Italia, nella Compagnia italiana di Parigi, nella quale esordì il 16 maggio del 1775 nella commedia in quattro atti : Il Dottore avvocato dei poveri.

853. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 954-957

III, stampato In Venetia, et poi in Treuigi, appresso Angelo Righettini, m.

854. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quinto »

[18] Dopo la dipartenza per Roma del Conte di Vernio, ove poi divenne maestro di Camera a’ servigi del papa Clemente Ottavo, la letteraria adunanza si trasferì alla casa di Jacopo Corsi altro gentiluomo fiorentino, non meno fautore delle belle arti, né meno intelligente nella musica massimamente teorica. […] Tutte le circostanze concorsero a render quello spettacolo uno de’ più compiti che d’allora in poi siano stati fatti in Italia. […] [23] L’apparato poi di sceniche mutazioni con cui si rappresentarono cotali drammi fu sorprendente. […] L’Anfiparnaso venne poi in tal dimenticanza presso agl’Italiani che Appostolo Zeno, comecché in tal genere d’erudizione fosse versatissimo, confessa in una sua lettera al Muratori d’ignorarne persin l’esistenza. né il Muratori ebbe altra notizia che quella che ricavò dalla mentovata iscrizione. […] S’a gli arcabugi, et alle collubrine         Set’uso a far gran core,         Perché temete poi schermi d’amore?

855. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo VI. Teatro inglese, alemano, e spagnuolo del medesimo nostro secolo. » pp. 389-417

Egli poi coll’istruirci di tal ordine del pubblico, e col rimettervi nell’impressione quello che ne avea tolto per obedire, diede una pruova della perizia di esso pubblico e della propria indocilità. […] Non metto poi a conto quella maladetta cicalata che mi convenne fare. […] Il re di Danimarca, che ha premiato questo buon poeta con una pensione considerabile, ha parimente istituita un’accademia in Copenaghen per esaminare e premiare i migliori drammi de’ concorrenti da far poi rappresentare nel suo teatro. […] Havvi poi in ciascun teatro tre ordini, di palchetti simili ai nostri per le dame e altra gente agiata, l’ultimo de’ quali é interrotto nel mezzo da un gran palco chiamato tertulla, posto, come la cazuela in faccia alla scena di là gode lo spettacelo la gente, più seria e qualche ecclesiastico. […] «Ne pourrions-nous pas (scrisse poi con molta saviezza il bravo drammatico tedesco Weiss) emprunter des Anglais les situations terribles et vraiment tragiques, les grands traits et les vigoureux contrastes de leurs caractères, leur expression forte et sublime, et le language des passions; prendre chez les Français la décence des mœurs, la juste proportion des parties, l’ensemble, la correction, le style épuré, la régularité et l’ordonnance?

856. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IV. Teatro Americano. » pp. 40-58

La sola Repubblica di Tlascala nemica del l’impero Messicano, e poi stromento della distruzione di esso, e della propria schiavitù, amando la poesia e la danza, seppe usare l’una e l’altra nelle rappresentazioni teatrali; ma non se ne fà più oltre. […] Vi si eseguiscono poi con destrezza tutti gli esercizii ginnici spagnuoli, come corse di tori e giuochi di canne; si fanno combattimenti navali sul gran fiume che bagna la città; si formano castelli di legno coperti di tela dipinta, e se ne imprende l’assedio e la difesa; vi si esercita la pittura, la danza, la musica; e vi si trovano teatri.

857. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Enea in Troia »

Nell’edizione Coltellini sui, corretto poi nell’edizione Palese: Opere del conte Algarotti, edizione novissima, Venezia, presso Carlo Palese, 1791.

858. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO II. Se i Mori Spagnuoli ebbero Poesia Scenica. » pp. 9-13

I Mori Ispani occupati in istabilirsi negli stati conquistati, in rendersi indipendenti dell’Africa; in combattere coi Regni nascenti e poi adulti di Lione, di Castiglia, di Navarra, di Portogallo, mai sempre in tempeste ne’ sette o otto Secoli; e dall’altro canto soddisfatti negl’intervalli di ciò che amavano ed esercitavano per usanza inveterata, non ebbero agio nè di studiare la Parafrasi di Averroe, nè di dare alla spinta naturale d’imitazione altro cammino e novelli oggetti.

859. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo II. La Poesia Drammatica a imitazione degli antichi rinasce in Italia nel Secolo XIV. » pp. 188-193

Crebbero poi fra noi con tutta prestezza gli studi scenici, e vi si coltivarono giusta la forma regolare degli antichi da quelli stessi gran letterati, a’ quali dee l’Europa il rinascimento del gusto della lingua latina e dell’erudizione, al dotto Muffato, dico, e al non mai pienamente lodato Petrarca.

860. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO IV. Teatro Francese prima della Medea di P. Corneille. » pp. 157-165

perchè poi un medesimo principio produsse in diversi paesi diversi effetti, facendo nascere in Italia un teatro ingegnoso e regolare, in Ispagna sregolato e vivace, in Francia basso, languido, stravagante ed osceno?

861. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 118-120

Così principiò quella Compagnia, che poi si è resa famosa, e che trovai ben formata, ed in credito quattr'anni dopo a Livorno.

862. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 508-512

Emigrato a Torino, pensò poi di andarsene a Milano, desideroso com’era di rivedere la cara patria.

863. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo undecimo »

[13] Passando poi all’orditura ed alla scelta de’ suoi argomenti, maraviglioso è il cangiamento introdotto da lui nel dramma musicale. […] Tu sovente Ten vieni a me qualor m’occupa il sonno, E poi da me col sonno via ten parti. […] E da quel giorno in poi fino al presente Non trovai pace, o tregua al mio martoro. […] Peggio poi quando all’affettazione s’unisce la falsità del pensiero. […] Quando bisogna            Saprai sereno in volto            Vezzeggiar un nemico: acciò vi cada            Aprirgli innanzi il precipizio, e poi            Piangerne la caduta.

864. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo ottavo »

Nel Clearco del Moniglia, Clearco re della Colchide e protagonista del dramma comparisce ubbriaco in teatro, inciampa, cade, s’addormenta, e poi si sveglia vaneggiando. […] [17] Nella seconda parte (poiché in due sole è divisa) viene un mercante, il quale fra le altre recita la seguente arietta:               «Al Perù che occorre andare,               E disagi ognor soffrire:               Basta solo esercitare               Il mercante, e poi fallire:               Questo è il modo d’arricchire               Inventato da più scaltri,               Far a mezzo di quel d’altri.» […] Questa maniera coltivata in appresso con molta grazia da Giuseppe Cenci, fiorentino, per cui divenne assai celebre dentro e fuori della sua patria, fu poi condotta a maggior perfezione da Lodovico chiamato il Falsetto, dal Verovio, dall’Ottaviuccio, dal Niccolini, dal Bianchi, dal Lorenzini, dal Giovannini, e dal Mari cantori bravissimi, ma principalmente da una singolar genia di persone, che cominciò nel secolo decimosettimo a comparir sulle scene. […] Sentasi come parla uno scrittore contemporaneo, il quale, dopo aver ragionato alla lunga dei difetti del canto, soggiugne: «Mentre i nostri cantori cercano di schivare la durezza e la troppa sterilità delle modulazioni, le stemperano poi e le triturano in maniera che si rendono insopportabili.

865. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo nono »

Però nella mossa generale del buon gusto musicale in Italia l’arte del canto se ne dovette spogliare, e se ne spogliò infatti del cattivo metodo antico, e contribuì a rinforzar vieppiù l’espressione, non già facendo strazio della poesia, come nel secolo passato, né aggirandosi intorno a’ vani arzigogoli, come a’ tempi nostri, ma ponendo ogni suo studio nell’immitar l’accento naturale delle passioni, nell’acquistar una perfetta intonazione, che è il cardine d’ogni melodia, nell’imparar la maniera di cavare, modulare, e fermare la voce a dovere, nell’eseguir maestrevolmente i passaggi da nota in nota colla debita gradazione acciochè tutte quante spicchino le diverse inflessioni del sentimento, nell’appoggiar a tempo e luogo sui tuoni trattenuti, ove il richieda la espression del dolore o della tristezza, scorrendo poi leggiermente sugli altri, che generati vengono da affetti contrari, nel preferir il naturale al difficile, e lo stile del cuore a quello di bravura, nel far uso di quelli abbellimenti soltanto, che necessari sono alla vaghezza e brio della voce senz’adoperarli tuttavia con prodigalità nuocevole alla espressione, nell’attemperar l’agilità naturale di essa voce non già all’arbitrio di chi la possiede fecondo per lo più di capricci, ma all’indole della natura e della passione, nell’accomodar la prosodia della lingua coll’accento musicale in maniera che vi si distingua nettamente ogni parola, se ne comprenda il sentimento e la forza, e si ravvisi il quantitativo valor delle sillabe, nell’accompagnar col gesto appropriato e convenevole i movimenti del canto, e il carattere de’ personaggi, in una parola nel portar il più lontano che sia possibile l’interesse, l’illusione, e il diletto, que’ gran fonti della teatrale magia. […] Roma, dove la particolar esecuzione della musica sacra avea da lungo tempo introdotta la necessità degli studi e de’ maestri, fioriva allora per l’industria e pe’ talenti dei Fedi, e di Giuseppe Amadori, i quali uniti con esempio non troppo comune ai letterati in fratellevole amicizia cogli altri uomini valenti nell’arte del suono e della composizione, comunicavansi a vicenda i lor sentimenti e le osservazioni loro al comune giudizio esponevano, onde poi copiosi lumi ritraeva ciascheduno per corregerne i propri difetti, per migliorarne il piano di educazion musicale, e per dilatarne i confini dell’arte. […] [18] Il primo fu Baldassarre Ferri perugino, creato poi cavaliere, che imparò la musica in Napoli e in Roma verso la fine dello scorso secolo, e in gloria del quale benché morto in fresca età si conservano tuttora varie raccolte di poesie, produzioni dell’entusiasmo che ovunque eccitava quel sorprendente cantore. […] Antesignano di essa divenne il celebre Antonio Bernacchi, il quale, comechè avesse fievole voce e disadorna, tanto ei seppe fare a forza di studio, che attissima la rese pel canto, nel quale maravigliosamente poi si distinse pel facile spianamento, per l’arte di graduar il fiato, per la leggiadria degli ornamenti, e per la esatta maniera di eseguir le cadenze. […] Prendendola poi in matrimonio mostrò di non aver letta la sentenza di Shakespear nella Cleopatra: «Che la donna è un piatto da presentarsi ai numi, purché il diavolo non vi faccia la salsa.»

866. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XII. Confronto Apologetico della Opera Italiana, e della Commedia Spagnuola. » pp. 149-181

per far poi la fantastica opposizione colla giunta della parola Moderno. […] Cita poi questo Scrittore e Dacier, e Sant Evremont; ma Voi, quando non altro, dalla Storia de’ Teatri avreste potuto osservare quelche di essi, e singolarmente del Dacier senza nominarli scrisse sensatamente il Filosofo M. […] Ripetete poi (p. […] Se dite, che non sono necessarie, siete smentito da’ fatti antichi e moderni, dalle cure di Eschilo, e dalle insinuazioni di Aristotele, e poi dalle disposizioni del Conte di Aranda. […] Ha creduto da poi a quegli aspidi fatti dal suo compagno?

867. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LETTERA dell’autore all’editore. » pp. -

Nella decadenza poi del Romano Impero i Padri stessi della Chiesa non isdegnarono svolgere gli scritti degli antìchi drammatici ed imitarli.

868. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO V. Letteratura e Commedia Turca. » pp. 262-269

Ibraim Gran Visir e genero dell’imperadore Acmet III, è stato un poeta che ne’ versi fatti per la sultana che poi fu sua moglie, ha mostrato d’ intendere e sapere esprimere le delicatezze dell’ amore78.

869. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 199-202

Si fece poi capocomico e fu al San Gio.

870. (1732) Paragone della poesia tragica d’Italia con quella di Francia

L’autore prosegue poi con un ampio sondaggio sulla tragedia francese, stimata generalmente inferiore a quella italiana sotto questo profilo, in quanto gli autori transalpini, a partire da Corneille, hanno cercato più spesso l’applauso del pubblico, e non la sua edificazione. […] Assai maggiore applauso ebbero alcune favole di Quinault nel secolo posteriore, benché molto irregolari: ma perdettero esse ancora il lor concetto all’apparir di quelle di Pietro Cornelio, la cui maniera è poi stata seguita in gran parte delle circostanze, eziandio dagli autori più novelli. […] Così, per esempio, nella Elettra di monsieur Crebillon, l’idea finale è di mostrare la forza che da lei fassi al proprio amore per vendicarsi, ma poi senza veruna connessione si scorge l’amor d’Oreste verso la figliuola d’Egisto, l’arrivo di Palamede che scuopre ad Oreste la sua qualità e l’esorta alla vendetta della morte del padre; laonde siegue poi l’uccisione di Egisto e di Clitennestra. […] Esso sino nel primo atto ha già perduta ogni speranza, né però risolve d’ammazzarsi, ma solamente di partire di Roma; la partenza vien sospesa da qualche conforto che poi gli cessa, e senza altro motivo che quello di prima si getta in una disperazione che lo spigne ad uccidersi. […] Per venire oramai alle ragioni che mi persuadono essere il metro de’ Francesi assai men convenevole d’ambedue i nostri sopradetti, lo considereremo prima ne’ versi che da loro chiamansi alessandrini, poi nelle rime e finalmente ne’ mali effetti che nascono dalla obbligazione delle medesime.

871. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Commento »

Nota alla nota d’autore n. 10: «Dobbiamo considerare che gli antichi attribuivano alla musica un significato più ampio di quello odierno: poiché la poesia e la danza (o il movimento aggraziato) furono poi considerate parti della musica, quando la musica arrivò ad una certa perfezione… Quello che ora chiamiamo musica è quello che essi chiamavano armonia, che era solo una parte della loro musica (costituita da parole, versi, voce, melodia, strumento e recitazione) e non dobbiamo aspettarci che lo stesso effetto derivi da una parte come dall’intero»; John Wallis, «A Letter of Dr.  […] Abridg’d and Dispos’d under General Heads della Royal Society, poi pubblicato in tre volumi nel 1705. […] Ferrario: Ottavio Ferrari (Milano, 1607 – Padova, 1682), antiquario ed erudito, professore di umanità greca e latina presso l’università di Padova, fu autore di De re vestiaria libri tre (1642), ampliato poi con l’aggiunta di altri quattro libri nel 1654.

872. (1878) Della declamazione [posth.]

Viene poi evidenziata la possibilità di una passione di rivolgersi verso l’interno o verso l’esterno. […] Vengono poi passati in rassegna i segni esteriori delle varie passioni. […] Hanno poi luogo la speranza, la fiducia e la gioia, qualora il desiderio di ricongiungimento è stato esaudito. […] Viene poi toccata la questione dei confidenti che molti, tra cui Alfieri, volevano bandire dalle scene. […] Egli passa poi a illustrare quali insegnamenti dovrebbero trovare spazio in una tale istituzione.

873. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO IV. Letteratura e Commedia Turca. » pp. 47-55

Ibraim Gran Visir e genero dell’imperadore Acmet III, fu un poeta che ne’ versi fatti da lui per la sultana che poi gli divenne moglie, mostrò d’intendere e sapere esprimere con grazia le delicatezze dell’amorea.

874. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO IV. Stato presente degli spettacoli teatrali. » pp. 293-299

Contuttociò sul teatro di Foote e poi di Drury-lane si è rappresentata una farsa col titolo di Escrocs, in cui si motteggiano i metodisti setta novella fondata da Withefield forse vivente ancora.

875. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 187-190

L’invito al pubblico, s’intende, è in versi martelliani, e di che tinta,… qua e là modificati poi sett’anni più tardi nell’invito al pubblico per la beneficiata del Cannelli.

876. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 456-459

Hà la positione semplice, ne i personaggi sciocchi ; la positione doppia ne i serui astuti ; con la prattica d’algebra, e di almucabalà, si espongono i moltinomij de soggetti ; Con l’aritmetica attiua poi numera il tempo, somma gl’accidenti, sottrae l’improprio, e moltiplica gl’abbellimenti ; vsa le proue per riuscire, tiene libro semplice per le rappresentationi, e doppio per il guadagno ; in fine se Pittagora sostiene che la natura de numeri, trascorre per tutte le cose, anche la Comedia di tutte le cose è specchio ; però moltiplicando il suo merito per ogni regola, trouo che innumerabili, come innumerabili sono le diuisioni aritmetiche, sono ancora le sue glorie.

877. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO VII [IV]. Teatro Lirico: Opera Comica: Vaudeville. » pp. 192-230

Se questo sistema al loro credere non può avere la verità richiesta nell’epopea, l’avrà poi sulla scena? […] Quanto poi al merito letterario di tal componimento, ne’ giornali stessi di Parigi se ne rilevarono molti difetti particolari, lentezze, inverisimiglianze, monotonia di scene, e non pochi vizii nello stile. […] Quinault, e l’ultima recita dell’Armida colla musica di Lulli segui nel dicembre del 1764 col solito applauso e concorso; nè per essersi poi posta in musica dal Gluck e rappresentata a’ 23 di Settembre del 1777 si vide con minor diletto; e con tal musica novella continuò a rappresentarsi.

878. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO III. Se ne’ secoli XIV., e XV. gl’Italiani ebbero Poesie Sceniche. » pp. 14-19

Io dunque diressi quelle notizie ad instruirne chi non le sapeva; e se Voi con questi altri gl’ignoravate, rimanete incluso nella lista de’ poco instruiti, che se poi ad arte fingete di esserlo tradite l’onestà.

879. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo IV. Teatro americano. » pp. 19-25

Seguiva il sacrificio sontuoso, e poi si mangiava da tutti la carne delle vittime, si bevea con certo ordine e con brindisi scambievoli, e si danzava cantando, e facendo uso ciascuno delle proprie insegne, maschere, ed invenzioni.

880. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO II. Spettacoli teatrali in Alemagna. » pp. 77-87

e queste bestie che poi si descrivono, sono Carlo-Magno leone, Il degarde agnella, Talando volpe; e con simile continuata allegoria dà a conoscere l’azione, che termina colla riconciliazione d’Ildegarde e Carlo, ma che nell’avvilupparsi entra nel tragico.

881. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 754-756

. – Era cosa poi assai sorprendente per gli stessi artisti che con lui recitavano, il vedere come si prevaleva delle più piccole cose, come una scatola da tabacco, una penna da scrivere, una sedia, un tavolino, per ricavarne un effetto certo in una scena o in altra della produzione.

882. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo VI. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 82-108

Ma il piacere che quantunque grossolano, recava a tutti tale spettacolo, mosse alcuni comedi industriosi a megliorarne la forma, togliendo per esemplare la tragedia osservando poi, che questa si arricchiva ne’ poemi eroici d’Omero, pensarono di approfittarsi anch’essi delle fatiche di questo gran padre della poesia, e presero a imitare l’arsa urbana, falsa e graziosa del di lui Margite. […] Impazienti poi dell’uguaglianza, ambirono di sovrastare; e per impiccolire i loro emuli, adoperando le proprie armi, cercarono di attenuar il merito de’ migliori pezzi delle tragedie col renderli ridicoli per mezzo di alcuni leggieri maliziosi cangiamenti; nel che consisteva la parodia che fu l’anima della commedia antica. […] La natura non produce una per volta le parti di una pianta, ma tutte in piccolo le racchiude nel germe, che poi prende a sviluppare e nutrire.

883. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO V. Teatro Tragico Francese nel XVII secolo. » pp. 166-211

Diceva poi altresì che le tragedie francesi possono definirsi drammi di Menandro e di Terenzio che contengono soggetti ed argomenti tragici non comici . […] A un tratto poi nel IV si enuncia la morte di Pisistrato, di cui non cercano di accertarsi nè gli amici nè i nemici, così che poco dopo Solone avvisa che Pisistrato combatte ancora, e la libertà soccombe ; anzi Pisistrato stesso viene fuori, altro male non avendo che un braccio ferito. […] Tutto potrebbe condonarsi se nel dramma poi dominasse minor noja, freddezza e languore.

884. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO III. Teatro Inglese. » pp. 143-156

Il famoso Milton diede al teatro Licida ed il Sansone Agonista che non uscì alla luce prima del 1671, e che poi si convertì in oratorio musicale con qualche cambiamento.

885. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO III. Teatri Orientali. » pp. 17-27

L’Imperadore forma coll’ aratro un solco, ed è imitato da’ Regoli e Mandarini, indi monta in sedia per ritornare al real palazzo, ed allora incomincia la gran musica, la quale poi cessa nè si ripiglia se non giunto ch’egli sia presso a un grande altare nell’interiore della reggia, e di bel nuovo assiso che sia nella sala del trono.

886. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO VI. Teatro Inglese. » pp. 291-300

Il famoso Milton diede al teatro il Licida ed il Sansone agonista che non si diede alla luce prima del 1671, e che poi si convertì in oratorio musicale con qualche cambiamento.

887. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo V. Stato de’ Teatri in Francia, Inghilterra, e Alemagna nel medesimo Secolo XVI. » pp. 242-251

Antonio Scoro d’Hoochstraton compose anche una comedia rappresentata da’ suoi scolari in Heidelberg, nella quale si personificava la religione che andava mendicando alloggio fra’ grandi, ed era esclusa, e che poi ricorreva, a’ plebei, ed era riacettata.

888. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO VIII. Teatro Lirico: Opera Comica: Teatri materiali. » pp. 177-187

Se questo sistema al loro credere non può avere la verità richiesta nell’epopea, l’avrà poi sulla scena?

889. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo primo »

Così è fino a noi pervenuta la fama di Zeusi, che volendo far il ritratto di Elena, e non trovando alcun individuo della natura, il quale adeguasse quella sublime idea della perfezione, ch’egli avea nella sua mente concetto, raccolse da molte fanciulle bellissime i tratti più perfetti, onde poi un tutto formò, che non esisteva fuorché nella mente del pittore. […] Cotale spiegazione, che tutta dipende dalla maniera con cui agiscono i suoni sulla nostra macchina, e dalla intima relazione che passa tra la vista e l’udito, relazione sospettata prima dalla esperienza, poi messa nel suo maggior lume dal Neutono, oltrachè diventerebbe troppo prolissa, non è essenzialmente legata col mio argomento3. […] Se non vi si vedrà sbuccar all’improvviso una furia, né si vedrà volar per l’aria una sfinge, un castello, che comparisce e poi si dilegua: se un sole non si prenderà il divertimento di ballar tra le nugole, con altre somiglianti strambezze solite ad usarsi nelle opere francesi, non è per questo, che non abbia in essi un gran luogo la prospettiva, rappresentando ameni giardini, mari tempestosi, combattimenti terrestri e navali, boscaglie, dirupi, tutto insomma il maestoso teatro della natura considerata nel mondo fisico: spettacolo assai più vario, più dilettevole e più fecondo di quello, che sia l’universo ideale fabbricato nel cervello de’ mitologi e de’ poeti. né ci è pericolo altresì che illanguidisca la musicale espressione, purché l’autore secondo le regole stabilite di sopra scelga nelle storie argomenti pieni d’affetto d’interesse sfuggendo le particolarità, che nulla significano: anzi il dover rappresentare gli umani eventi, che il musico ha tante volte veduti, o de’ quali almeno può formarsi una giusta idea, gli sarà di un aiuto grandissimo a vieppiù internarsi nella passione, e a penetrare più addentro nell’animo dell’uditore, come il dover dipingere eziandio gli oggetti naturali, che sono sotto gli occhi di tutti, gli darà più mossa e coraggio a destramente imitarli. […] Parimente la progressione de’ colori si fa per una spezie di circolo partendo dall’azzurro, indi al cremisi, poi al violaceo, e così gradamente per gli intermedi fino al secondo azzurro, il quale (secondo l’analisi del padre Castel) è doppiamente chiaro e vivace del primo dove incominciò l’ottava dei colori.

890. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO III. Teatri Orientali. » pp. 23-39

L’imperadore forma col l’aratro un solco, ed è imitato da’ regoli e mandarini, indi monta in sedia per ritornare al real palazzo, ed allora incomincia la gran musica, la quale poi cessa nè si ripiglia se non giunto che egli sia presso a un grande altare nel l’interiore della reggia, e di bel nuovo assiso che sia nella sala del trono.

891. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO II. Tragedia Cittadina, e Commedia Lagrimante. » pp. 112-127

Il Mercier sembra di aver poi degenerato di molto nell’Abitante della Guadalupa.

892. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosettimo, ed ultimo »

Ma da una banda il maggior numero di coloro che hanno professata quest’arte l’han considerata non altramenti che s’ella fosse una cosa di puro istinto e d’abitudine, ned hanno rivolto l’ingegno loro se non se a considerare la sua parte grammaticale, di cui ci esposero soltanto gli elementi; dall’altra poi i filosofi a niente badarono fuorché alle varie combinazioni de’ suoni fra loro, cioè a dire alla sua parte scientifica. […] I filosofi gridarono forte contro tale abuso che se ne faceva: pure malgrado il loro zelo e l’eloquenza loro i piaceri della ragione furono sagrificati a que’ dell’orecchio, e d’allora in poi essi compiansero la perdita della musica antica. […] E poi questo coro si suppone composto da quelli stessi, che ascoltano il poeta, oppure dai personaggi, che vengono indicati nell’oda narrativa?

893. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Introduzione »

Di ritorno dalla Russia, Algarotti conobbe Federico II e si fermò prima a Berlino, dal 1740 al 1742, e poi a Dresda presso Augusto III elettore di Sassonia dal 1742 al 1746; da lì ritornò a Berlino, dove rimase fino al 1753. […] E’ vero che quando le prime e le seconde parti coniurant amice, anche lo spettatore grossolano sente senza intendere un maggiore piacere: ma è vero altresì che la difficoltà e la rarità di tale accordo obbliga, per così dire, i teatri da guadagno a fidarsi più di quelle arti delle quali son giudici tutti, e queste poi sciolte da ceppi d’ogni relazione e convenienza, ostentano in piena libertà senza cura di luogo o di tempo tutte le loro meraviglie, e seducono il popolo col piacere che prestano dal desiderio del maggiore, di cui lo defraudano.

894. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « A CHI AMA la poesia rappresentativa » pp. -

Ho poi troppe volte mostrato nelle Vicende della Coliure delle Sicilie che l’esgesuita Bettinelli nel Risorgimento ha dato spessissime pruove di non aver compresi gli autori, e spessissime di non avergli letti .

895. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo II. Teatro Spagnuolo, Inglese, e Alemano nel medesimo Secolo XVII. » pp. 276-290

Egli fé rappresentar le sue tragedie e commedie dal 1677 in poi dagli scolari del suo collegio, donde passarono agli altri più principali di Alemagna, tutto congiurava a tener lontano da que’ paesi il vero gusto della drammatica.

896. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO VIII. Teatri materiali. » pp. 213-236

Quando poi si costruirono edifizii chiusi addetti unicamente agli spettacoli scenici, essi presero la forma di quelle case e corti nella costruzione sì de’ palchi superiori, e della platea, e dello scenario inferiore che ne occupava una porzione, e ritennero il nome di corales.

897. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Discorso preliminare premesso alla prima edizione »

Ei paragonando insieme le diverse bellezze degli autori, delle nazioni e de’ secoli, si forma in mente una immagine del bello ideale, la quate poi applicata alle diverse produzioni degli ingegni gli serve, come il filo ad Arianna, per inoltrarsi nel sempre oscuro e difficile labirinto del gusto: contempla l’oggetto delle belle arti modificato in mille maniere secondo i climi, le costumanze e i governi, come la materia fisica si combina sotto mille forme diverse: conosce che tutti i gran geni hanno diritto alla stima pubblica, e che un sol genere di bello non dee, e non può donar la esclusiva agli altri.

898. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO II. Tragedie di Pietro Cornelio, di Racine e di altri del XVII secolo. » pp. 8-35

Diceva poi nella pag. 194: le tragedie Francesi possono definirsi drammi di Menandro e di Terenzio che contengono soggetti ed argomenti tragici non comici.

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