Sosteneva la maschera del dottore, « rappresentando – scrive il Bartoli – l’avvocato dei poveri con valore ed energia. » Fu in varie Compagnie, fra cui quella di Pietro Rossi e di Gerolamo Medebach. […] Fu artista pronta e vivace nelle parti di serva, che sostenne sempre al fianco di suo marito. « Rappresentava – dice il Bartoli – lo Spirito folletto con molto impegno. »
Fu prima attrice discreta in varie Compagnie. […] Fu poi prima attrice dei comici lombardi ai Fiorentini di Napoli nel 1776.
Fu scritturato il '40 in Compagnia Florio, come brillante e tiranno : recitava maravigliosamente nella stessa sera il tiranno Filippo in Bianca e Fernando e il brillante nel Cuoco e il Segretario ; sì che Maria Luisa, la Duchessa di Parma, ebbe per lui speciale ammirazione, e, nelle sere di suo beneficio, speciali elargizioni. […] Fu il primo attore della Compagnia di Giacinto Battaglia, che andò in iscena il 7 marzo '46 a Padova, e in cui egli dovette lottare coi successi della Sadowski e di Bellotti-Bon ; ma dopo la Clotilde Valery e il Chatterton, il trionfatore fu lui. […] Fu poi con altre compagnie di minor conto, e terminò la sua lunga e gloriosa carriera del '91 con Calamai. […] Fu banditore il '74 del primo congresso drammatico in Firenze, e pubblicò nel '77 un Manuale dell’artista drammatico in cinque dialoghi, col Prontuario delle pose sceniche, già edito nel '54, che si può dire, senza offendere la memoria del grande attore, l’antitesi dell’arte sua, fatta tutta di verità e di spontaneità.
Fu il ’74 nella Compagnia di Michele Bozzo e Angelo Vestri, il ’75 in quella di Michele Ferrante, il ’76 colla Ditta Vernier-Iucchi, il ’77 con Giovanni Emanuel, che il Bracci chiama suo primo vero maestro, il ’78 con Achille Dondini, il ’79 con Ettore Dondini, el ’ ’80 sino a tutto l ’ ’81 con Luigi Monti. […] Fu dall’ ’88, per un triennio, primo attore con Virginia Marini, poi per un anno con Andrea Maggi con cui si recò nell’America del Sud. […] Fu ed è il Bracci artista di egregie qualità.
Fu in compagnie di poco o niun conto sino all’ ’84, in cui fu scritturato secondo brillante con Emanuel, col quale stette sino all’ ’86, per passar poi altri due anni con Maggi. Fu sei anni con Virginia Marini, e oggi si trova da quattro anni con Ermete Zacconi, e da tre brillante assoluto.
Fu comica del Duca di Mantova, e il 23 maggio del 1695 le si concesse vita durante una casa ove ella abitava sul Corso, purchè restasse in servizio con doppie 50 d’Italia annue (f. 95). […] Fu probabilmente questo del Lutin amoureux, lo stesso Scenario che la fece famosa in Italia, e ispirò il Sonetto che riproduco qui dietro, ridotto di un terzo.
Fu attore di gran pregio per le parti d’innamorato. Fu con Onofrio Paganini, poi, nel 1764, con Pietro Rossi.
Fu sempre, moglie esemplare, nella Compagnia del marito, col quale si allontanò dall’arte. […] Ebbe figliuoli che « allevò – dice il Bartoli – con amore, ed ai quali diede un’ onesta educazione, essendo ella molto religiosa e buonissima cristiana. » Fu, come artista, egregia nel ruolo della serva, e specialmente nelle comedie all’improvviso, in cui recitava con molto spirito e molta prontezza.
Fu la prima amorosa della Compagnia di Romualdo Mascherpa con la Ristori prima attrice ; poi per lungo tempo la prima attrice della Compagnia Lombarda diretta da suo marito, ed ebbe da ogni pubblico applausi e fiori, da ogni giornale parole d’encomio. […] Fu per alcun tempo applauditissima prima attrice di quella Compagnia negli ultimi anni del capocomicato di Adamo Alberti (del quale sposò poi un figliuolo), al fianco del Majeroni, del Bozzo, del Maggi, amoroso allora e già forte promessa dell’arte. Fu prima attrice di spalla, direm così, colla Duse, in Compagnia di Cesare Rossi, poi seconda donna in quella della stessa Duse, poi seconda donna e madre in quella di Pasta, al fianco della Tina Di Lorenzo.
Fu a codest’epoca che Luigi Monti mise in iscena l’Amleto, nel quale si rivelò il più intelligente de'nostri artisti. […] Fu poi capocomico con varia fortuna ; e, or è qualche anno, fu nominato direttore dell’ Accademia de' filodrammatici di Milano, non lasciando ogni tanto, di mostrarsi al pubblico sotto le spoglie di quei personaggi che più gli acquistaron fama di eletto artista. […] Fu il '49 colla società Colomberti-Internari, nella quale si unì in matrimonio colla prima amorosa Cesira Longhi.
Fu brillante, ma non brillò mai di luce propria. […] Fu marito di Carolina Caracciolo (V.), artista di pregi non comuni, dalla quale ebbe una figliuola, la Pierina, incantevole attrice, più nota sotto il nome di Giagnoni (V.).
Fu comico al servizio dei Gonzaga di Mantova. […] Fu anche, per molti anni, capocomico reputatissimo, e morì in Bergamo l’anno 1756.
Fu primo attore a vicenda col Chiari nella Compagnia Calloud, Fusarini e Marchi per l’anno 1846 : poi pel triennio 1847-48-49 in quella di Colomberti, Internari e Fumagalli. […] Fu poi col Domeniconi, colla Petrelli e Fabrizi sino al ’56, in cui tornò nella Compagnia di Luigi Pezzana, col quale stette tutto l’anno comico ’58.
Fu, qual primo amoroso, nella Compagnia di Marta Coleoni, in cui creò il Cajo Gracco di V. […] Fu ancora col Cavalletti e col Perotti ; ma venuto a età piuttosto avanzata, non amando far passi a dietro nell’arte, risolse di recarsi a Londra, per insegnarvi l’italiano.
Fu il’76 e ’77 con Giacinta Pezzana, l’ 84 con Adelaide Tessero, l’89 con Ernesto Rossi, e divise il solo ’78 con sette compagnie, nelle quali tutto sommato, non arrivò ad aver di paga giornaliera cinquanta centesimi ! […] Fu scritturato, capocomico, or solo ora in società, ed anche impresario d’opere !
Fu acclamatissimo nella Compagnia di Domenico Narini, poi al S. […] Fu due anni a Napoli con Giacomo Modena, poi con Antonio Goldoni col quale creò il protagonista nel dramma l’Incognito, che replicò diciotto sere a Torino e venti a Venezia, il carnevale del 1806, traendo il pubblico all’entusiasmo.
Fu a Vienna, e vi recitò in tedesco, specialmente le commedie tradotte di Goldoni. Fu copista dell’abate Metastasio, e anche direttore artistico di alcuni suoi melodrammi.
Fu lungo tempo brillante, e beniamino de'Fiorentini di Napoli, capocomico Adamo Alberti, e tolse in moglie in quel torno l’attrice Pia Fabbri figlia dell’attore, poi professor di recitazione, Paolo ; morta la quale, passò a seconde nozze con Vittorina Checchi. […] Fu poi colla moglie in altre compagnie, e finalmente in quella di Romolo Lotti, colla quale si recò in America ove perdè la moglie, e d’onde non rimpatriò più. – Una sua sorella, Giulia, moglie di Leopoldo Orlandini, prima, poi di Giacomo Brizzi, ebbe dal suo primo marito i figliuoli Leo e Giulio, e fu con Ernesto Rossi dal 1863 al 1884 in qualità di seconda donna pregiata.
Fu detto Goldoncino per essere stato alcun tempo copista di Carlo Goldoni il quale con lettera del 17 marzo 1759 da Roma (V. […] Fu molti anni capocomico, con Angiola Dotti, e recossi con lei a Vienna.
Fu premiato con medaglia d’oro a un concorso di declamazione, tenuto nella R. […] Fu lo stesso Petito che gli affibbiò il nome di Buffo Barilotto, col quale fu celebre.
Fu con tale ruolo socio di varj nelle imprese, finchè, impinguatosi alquanto, passò a quello di caratterista, scritturato nella Compagnia Bianchi e Paganini. Fu in processo di tempo socio della Belloni e del Previtali ; poi di nuovo scritturato dal Pani e dal Raftopulo.
Fu uno de'principali ornamenti della Compagnia di Antonio Sacco, di cui sposò la sorella Adriana, moglie poi in seconde nozze dell’artista Atanasio Zannoni. […] Fu autor di Scenarj di commedie all’improvviso, ch'egli recitava mirabilmente, intitolate Il Dottore giudice e padre, e Chi trova un amico trova un tesoro, o sia Il Dottore avvocato dei poveri.
Fu in vario tempo nelle Compagnie di Luigi Del Buono(V.), di Luigi Rossi, di Vernier, Asprucci e Prepiani, ma il più sovente conduttor di compagnie egli stesso. […] Fu, si può dire, il Morrocchesi che rivelò a'pubblici d’Italia le riposte bellezze delle tragedie alfieriane. […] Nè solamente a Firenze gli accadde di dover cedere alle insistenze del pubblico, e replicar sul momento or questo, ora quel brano, chè anche la narrazione di Pilade dovè replicare immediatamente « siccome un pezzo applauditissimo di scelta musica — com’egli ci avverte — nelle scene illustri di Ferrara, di Siena, di Pavia, di Torino, di Bologna. » Fu il 1811 nominato Professore di declamazione e d’arte teatrale nella Accademia di belle arti a Firenze, e vi stampò nel 1832 un corso di lezioni, corredando la duodecima, dei gesti, di quaranta tipi che rappresentano l’attore ne'momenti più importanti della sua arte, e di cui do qui dietro un piccol saggio. […] nacque ai xv maggio mdcclxviii mancò ai xxvi novembre mdcccxxxviii Fu amico de'più ragguardevoli italiani del suo tempo, fra' quali, oltre all’Alfieri, i Pindemonte, i Perticari, Pellico, Albergati, Vannetti, Caluso. […] Fu acclamato nelle principali, e più colte città d’Italia, e stette gigante in mezzo a' suoi rivali che pur volevano atterrarlo, assalendolo da ogni lato.
Fu artista e capocomico di pregi non comuni. […] Fu anche autore di commedie non mai edite, e di farse mescolate di musica e prosa.
Fu il 1880 con Antonio Colomberti, che in una sua nota inedita dice di lui : …. avemmo campo di apprezzarne le doti artistiche nel dramma di Gualtieri, Silvio Pellico, nell’Antigone di Alfieri, nella Signora dalle Camelie di Dumas, in varie commedie di Gherardi Del Testa, ecc. […] Fu per tre anni primo attore nella primaria Compagnia di Cesare Dondini, ed anche in quella seppe distinguersi, e farsi applaudire.
Fu per due anni in compagnia Faleni, poi, l’ 86, in quella di Dominici al Manzoni di Roma. […] Fu il ’91 con Drago, il ’92 con Pietriboni, e ’l 93 con Angelo Diligenti, col quale cominciò ad assumere il ruolo di primo attore assoluto che conservò poi degnamente sino a oggi, passando da una Società con Belli-Blanes e Parrini, nelle compagnie Boetti Valvassura prima e Marchi e soci dopo, per passar poi in quella di Emanuel.
Fu egli molto onorato da Principi in Francia : e meritamente ; poichè molta modestia e pietà congiungeva a’ suoi rari talenti. Fu ammogliato, e figliuoli ebbe. » Così il Quadrio (op. cit.
Fu dal ’70 al ’72 con Bellotti-Bon secondo caratterista, e primo e promiscuo, subito dopo nelle Compagnie di Francesco Coltellini, Anna Pedretti, Giacinta Pezzana ed altre di minor conto. Fu con Novelli tre anni, poi con Dominici al Manzoni di Roma, poi con Falconi e Bertini, nella cui compagnia morì a Bologna il 13 agosto 1890 colpito da pleuro-pneumonite doppia acutissima.
Fu il ’75 in quella di Vincenzo Bugani fuor di Venezia, ove tornò il ’76 colla Battaglia al S. […] Egli fu anche espertissimo del canto e del ballo ; e il Bartoli ci fa sapere come « alla stessa Maestà napolitana abbia pur egli fatto vedere un ballo spagnolo, che chiamasi il fandangh, eseguito da lui ad occhi bendati in mezzo a un numero d’ova, che movendosi ancora restavano illese, e non schiacciate da’piedi. » Fu anche autore di due azioni spettacolose, che non diede alle stampe : Il Naufragio felice, e I Prodigi d’amore ; e pubblicò un dramma per musica tratto dal Feudatario del Goldoni, e intitolato Le Gelosie villane.
Fu moglie dell’attore Tommaso Degola (V.), e buona amica di Gustavo Modena, che nell’album di lei scriveva : Io nacqui morto, cara signora, e tale fui giudicato anche dalla levatrice. Fu il chirurgo Zuliani, celebre chirurgo di Venezia, che mi mise il sangue. in circolazione e mi fece miagolare a forza di sculacciate.
Fu con essa più anni nella Compagnia di Corrado Verniano, passando il 1853-54 in quella di Luigi Domeniconi, condotta da Gaetano Coltellini, e diretta da Antonio Colomberti. Fu in Egitto, ad Alessandria e al Cairo, con una compagnia sociale, e, tornato in Italia, si scritturò con la moglie e una figliuola, l’Annetta, in Compagnia di Cesare Dondini.
Fu lungo tempo al servizio dell’Elettor di Sassonia, e, tornato in Lombardia, entrò al San Luca di Venezia. […] Fu – dice il Bartoli – attore nella sua maschera molto esperto ; e accenna a un amore per una donna di elevata condizione che gli fe'dar di volta al cervello, non tanto però da vietargli di fare al cospetto del pubblico il più scrupoloso dei doveri.
Fu anche, un anno, capocomico, ma con poca fortuna. […] Fu lungo tempo, ed è tuttavia, buon compagno di Eleonora Duse, a fianco della quale si fa specialmente apprezzare dai vari pubblici nostri e forastieri, sì nell’Armando della Signora dalle Camelie, sì nel Claudio della Moglie di Claudio, e nell’Obrey della Seconda Signora Tanqueray, e in altro.
Fu arrestato insieme al Pantalone Rinaldo Rosa (V.), d’ordine del Duca stesso, nel suo passaggio pel Po da Ferrara a Cremona ; e non ne è detto il motivo ; ma probabilmente per le solite defezioni di compagnia, o semplici disobbedienze agli ordini del Duca capocomico. […] Fu lungo tempo coi comici Lombardi, sciolti i quali, passò in Compagnia di Giuseppe Lapy, di dove uscì per diventar conduttore di una piccola compagnia.
Fu tre anni col Medebach, e nell’autunno e carnovale del ’69-’70 recitò per ventisette sere la Putta onorata del Goldoni. […] Fu poi colla Battaglia al S. […] Fu in varie compagnie e a Palermo. « Se – aggiunge il biografo – a quel fuoco giovanile che lo fa essere poco costante nelle cose sue sapesse egli mettere un po’ di calma, potrebbe rendersi a sè medesimo più giovevole, e potrebbe agli onorati suoi genitori apportare in seguito una più perfetta consolazione. »
Fu al S. […] Fu attore assai fortunato, se non di vero merito, se dobbiam credere a Carlo Gozzi, il quale dice di lui nel tomo secondo delle sue Memorie inutili : Un nuovo Truffaldino detto Bugani nel Teatro di S.
Fu come lui valoroso interprete delle commedie goldoniane, e come lui grandissimo nelle parti di mammo in genere e di Giacometto in ispecie, che recitava già vivente il padre, sostenendo con gran successo al suo fianco uno dei Due Giacometti nella commedia omonima. […] Fu ai Filodrammatici e all’ Armonia di Trieste, al Re Vecchio di Milano, al Corso di Bologna e ne’teatri principali di Padova, Brescia, Venezia, Verona, Trento e Ferrara, in cui si recò sempre nelle stagioni migliori.
Fu anche autore, e si rappresentaron di lui con successo La donna che non si trova e La bella castellana. […] Fu giocatore nel più largo senso della parola ; e tanto potè la passione cieca sull’animo di lui, che per essa fu più volte ridotto a mal partito, avendo dovuto ricorrere a strattagemmi e raggiri non degni di un uomo dabbene.
Fu amoroso l’ '89 con Fantechi, poi di nuovo primo attor giovine il '90 con Tessero-Giozza, al fianco di Luigi Monti ed Enrico Belli-Blanes. […] Fu il '98 primo attore con Brignone-Montrezza, e il '99 con la Iggius.
Se così fosse, non ci rimarrebbe che ad augurare alla signorina Belloni un cielo più aperto, affinchè di quella luce, ch’è sua, potesse ella pienamente risplendere. » Fu prima attrice giovine applauditissima nella Compagnia di Carlotta Marchionni, e prima donna in quella che il padre formò in società col Meraviglia. […] Fu poi la prima donna e prima donna giovine della Compagnia formata da Carolina Internari in società con Francesco Paladini per recarsi a Parigi.
Fu anche buon musicista ed esperto concertista di violino. […] Fu anche testimonio l’aprile del 1737, insieme a tutta la compagnia, in una causa contro l’attore Giovan Battista Francesco Dehesse, accusato di rapimento e seduzione.
Fu due anni con Bellotti-Bon seconda donna, un anno a’ Fiorentini di Napoli colla Pezzana e con Emanuel. Fu tre anni con Zerri, uno con Pasta, cinque con Falconi, col quale andò in America, poi in Compagnia sociale con Ditta sua.
Fu poi, nello stesso ruolo, con Carolina Internari, poi, prima attrice assoluta, col Meneghino Moncalvo, col quale recitò, dopo la Carolina Santoni che l’aveva creata, la parte della protagonista nella Maria Giovanna. […] Fu poi con la società Ciotti, Marchi, Lavaggi ; e con Achille Dondini ; poi, seconda madre e caratteristica, con Alamanno Morelli e con Bellotti-Bon, in Compagnia n.° 2, nella quale recitò la prima volta a fianco del figlio Belli-Blanes (V.).
Fu parte integrante della Compagnia reale italiana del Vicerè condotta da Salvator Fabbrichesi, dalla sua instituzione (1807), fino all’anno della sua fine, che fu il 1815. […] Fu il Pertica ricco di grazie comiche ed argutissimo, sempre nobile e castigato ne'lazzi, di una verità prodigiosa.
Fu con Goldoni, e con Perotti ; e il 1819 si fece capocomico. […] Fu specialmente egregio nelle commedie del Goldoni, del Nota, del Giraud.
Fu ricevuto allora collo stipendio di cento lire mensili, portate poi il 21 agosto 1759 a duemila annue. […] Fu due volte ammogliato.
Fu scritturato il’ 19 da Salvator Fabbrichesi come brillante assoluto, dopo pochi anni di esercizio tra’ dilettanti napoletani. Fu in breve tempo acclamato come uno de’migliori artisti dell’ epoca sua, al fianco della Tessari, di De Marini e di Vestri.
Fu di alta e maestosa figura, di nobile fisionomia, di gesto largo e pomposo. […] Fu primo attore della Compagnia Perotti e Fini e di quella Goldoni e Riva.
Fu poi in Compagnia di Goldoni e Riva, poi di Bon, Romagnoli e Berlaffa, coi quali stette più anni, applauditissimo ed amatissimo sempre. […] Fu il Miutti un capo ameno, trascurato piuttosto, e gastronomo per eccellenza.
Fu l’anno dopo secondo amoroso con Virginia Marini, che lasciò dopo la metà del secondo anno, perchè chiamato sotto le armi. […] Fu scritturato dalla Duse per la sola parte di Armando nella Signora dalle Camelie nel suo giro di Germania e Russia ; quindi, per un triennio, da Irma Gramatica e Raspantini.
Fu dal ' 48 al ' 54 con Domeniconi, generico per parti di prima importanza, e direttore il ' 55 di una delle compagnie di lui, della quale era prima attrice Laura Bon. […] Fu accolto nelle migliori Compagnie, e moltissimi elogi gli tributarono il pubblico e la stampa per le lodevoli interpretazioni di opere di vario genere quali Kean, Conte Hermann, Edipo Re, Avvocato Veneziano, Tasso, ecc. ecc. […] Fu anche lo Sterni patriotto caldissimo.
Lo vediamo il '66 in Compagnia di Pietro Rossi ; poi, allontanatosi per alcun tempo dal teatro, bibliotecario del Senatore Davia a Bologna, poi di nuovo attore, recitando in varie compagnie, ma con poca fortuna, a cagione della sua austerità e taciturnità, a proposito della quale il Bartoli racconta che « andando un giorno a desinare con Andrea Patriarchi, non fu mai sentito pronunziare una parola durante tutto il tempo della tavola, e col solo saluto da quella casa partì. » Fu anche a Palermo, e quivi stette alcun tempo col Nobile Spaccaforni, qual segretario. […] Fu egli senza dubbio uomo di pregi singolari, e come tale considerato dai più. […] Fu lo Scherli, dopo la pubblicazione delle rime nell’anno 1760, acclamato pastore arcade di Roma col nome di Anassandeide Caristio, e dopo quella delle Notti, Pastore Ereino di Palermo col nome di Dendrio Ipsisto. […] E come il Sol benefico oscura nube indora Si, che del non suo lume splende nel Ciel tal ora ; Se di valore in noi spuntò qualche scintilla, Fu da quel lume accesa, che intorno a voi sfavilla.
Fu sempre in ottime compagnie, fra cui, nel ’53, in quella condotta e diretta da Antonio Feoli, finchè sposato il brillante Amilcare Ajudi (V.), si fece capocomica ella stessa. […] Fu nel ’66 con Colomberti e Casilini, poi con Cesare Vitaliani, e finalmente con Tommaso Salvini.
Fu poi con Giacinta Pezzana, col Bellotti (Compagnia n. 2), e finalmente ancora con Virginia Marini, per un triennio, dopo il quale (carnevale dell’ '83) si recò a Firenze, dove morì il 23 giugno dello stesso anno. Fu il Pietrotti attore assai pregiato per la verità e spontaneità della dizione.
Fu il triennio '56-'57-'58 con Robotti e Vestri. […] Fu il '95 con Talli-Sichel-Tovagliari, il '96 con la Vitaliani, il '97 con la Della Guardia, il’98-'99 con Novelli, il '900 con Talli-Gramatica-Calabresi, il’901-'902 con Leigheb ; e finalmente il '903, per un triennio, con la Della Guardia, primo brillante assoluto, assieme a sua moglie, Adele Mosso, attrice egregia per le parti di seconda donna.
Fu dal ’67 al ’72 splendido ornamento della Compagnia Morelli al fianco di Pia Marchi e Luigi Monti, la Cazzola, Salvini, ecc. Fu dal ’67 al ’72 splendido ornamento della Compagnia Morelli al fianco di Pia Marchi e Luigi Monti, deliziosa e indimenticabile coppia d’innamorati.
Fu, il ’57, prima attrice della Compagnia Pisenti ; e, non levatasi a grandi altezze, pensò bene di scritturarsi qual prima attrice giovine, il ’60 con Giovanni Boldrini (aveva già sposato nel ’58 Luigi Beseghi comico, figlio della precedente), il ’61 con Francesco Coltellini, il ’62 con la Pieri-Tiozzo, e il ’63 con la Compagnia Romana, in cui stette sino a tutto il ’69, passando alle parti di seconda donna. […] Fu d’ingegno pronto e versatile, di voce pieghevole, di bella persona, di fisonomia espressiva, e seppe con una recitazione calda e a un tempo naturale procacciarsi gli encomi di ogni specie di pubblico.
Fu prima negoziante, poi datosi al teatro, divenne artista di grido nelle parti di padre e tiranno. […] Fu co’ primari capocomici, e condusse poi compagnia egli stesso, della quale fu principalissimo ornamento l’Angela Bruni, sua moglie (V.).
Fu sempre al fianco di ottime artiste, quali la Bettini, la Robotti e la Ristori, la cui somma valentìa non valse mai ad attenuare il fascino ch’ella esercitava sul pubblico sia con le doti intellettuali, sia con quelle del fisico ; poichè la Chiari aveva elegante figura, volto piacevole, bellissima voce. […] Fu molto applaudito per le sue facezie e pe’suoi lazzi ridicoli e gustosi.
Fu una rivelazione. […] Fu allora che si affacciò alla mente della Malfatti l’idea di una filodrammatica torinese ; alla filodrammatica successe una vera scúola pratica di drammatica al D’Angennes per preparare gli alunni alla scena…. si recitaron : il Duello, il Ferréol, il Ridicolo, la Donna e lo Scettico, le Due Dame….
Fu per vario tempo capocomico, e tale lo vediamo citato nella memoria tolentinate con moltissima lode. […] Fu noto in tutta la Società artistica per le sue distrazioni, natural conseguenza di quella sua mitezza d’indole che lo faceva fiacco, debole, infingardo.
Fu per un triennio primo attore con Romualdo Mascherpa ; formò con Ferdinando Pelzet una società che durò tre anni ; tornò col Mascherpa il 1835. […] Fu due anni in Compagnia Reale Sarda ; ma questa pagina – dice il Regli – nella sua biografia va voltata di pianta, se però non vogliamo provare che ogni eroe ha le sue sconfitte. […] Fu sempre l’amico e il padre de’ suoi artisti, e ne fu con pari affetto retribuito. Fu il primo a esser decorato nella quaresima del ’63 Cavaliere di SS.
Fu poi, come Innamorato, in Compagnia di Pietro Rosa ; ma ammalatosi l’Arlecchino Bugani, lo sostituì egli più volte. […] Fu a Livorno, a Pisa, a Lucca, e, il carnovale, al teatro pubblico di Bologna.
Fu, dal '63 a oggi, nelle migliori compagnie, quali : Pieri Peracchi e A. […] Fu anche capocomico, e condusse e diresse la Società ('92-'93) con Italia Vitaliani.
Fu prima attrice di assai pregio al principio del secolo xix in Compagnia Consoli-Zuccato e Pellizza.
Fu scolaro di Baldi Ciccio (V.), e nulla ebbe nell’arte da invidiare al maestro.
Fu nella Compagnia di Antonio Sacchi e in altre, e morì intorno al 1750.