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4. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 208-209

EPODO È 'l dolce riso dell’amor che brilla nell’ardente pupilla ? È 'l gran cor, che di furia empia si accende se gelosia lo prende ? […] È profonda pietà, che l’uman srale d’alti rimorsi grave tra gli spettri e le rughe tutto solve ; e lo gran giorno pave che Iddio 'l ritorni in poca e muta polve ?

5. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo VIII. Commedia turca. » pp. 422-425

Il di lui figliuolo Maometto II che suol dipingersi con nerissimi colori, é commendabile per la rara moderazione che dimostrò nel soffrire che ’l padre riprendesse l’imperio; e lasciando da banda le tante sue vittorie e conquiste, era dotato di magnanimità e prudenza, e possedeva varie lingue, amava le arti, e coltivava l’astronomia. […] Studiano l’arabo e ’l persiano, come noi il greco e ’l latino. […] Lo stile delle commedie turche é sommamente osceno; ma abbiam veduto, che non son più decenti alcune commedie di Aristofane, le inglesi, e ’l teatro francese prima di Corneille.

6. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo IV. Risorge in Italia nel Secolo XVI la tragedia Greca e la Commedia Nuova, e s’inventa il Dramma Musicale. » pp. 210-241

Or crede egli mai che ’l canto essenzialmente la costituisca tragedia? […] Altri i capei canuti, altri ’l calvizio Sotto il ciuffotto appiatta, altri con zazzere Posticce studia di mostrarsi giovane; Altri ’l giorno due volte si fa radere. […] IV) forma i costumi delle nazioni, la loro figura, e ’l lor colore. […] E bene, chi ’l crederia! […] Havvi in tutte le nazioni un linguaggio comune, del quale si vale il turco e ’l francese, il parto e ’l romano, il persiano e ’l greco?

7. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo I. Ritorno delle Rappresentazioni Teatrali dopo nate le Lingue moderne. » pp. 181-187

Naturalmente geloso alimentava una continua discordia e avversione tra ’l monarca e i baroni, tra’ baroni e baroni, e tra’ baroni e ’l popolo. […] S’indebolì l’indipendenza de’ baroni, le corone accrebbero la propria prerogativa, e ’l popolo uscendo della schiavitù, diede allo stato cittadini utili, liberi, industriosi. […] L’Italia che già contava vari dotti poeti, come Guitton d’Arezzo, Dante de Maiano, Cino da Pistoia, Guido Cavalcanti, Brunetto Latini, e ’l migliore di tutti Dante Alighieri, par che sia l’unica nazione che ci presenti alcuni monumenti veramente teatrali del secolo XIII. […] Millot, e ’l signor abate Tiraboschi nella Storia della Letteratura Italiana tom. […] Riccoboni sur differens Théatres d’Europe, e ’l cavalier Planelli nel bel trattato dell’opera in musica sez.

8. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo VII. Spettacoli scenici della Russia. » pp. 418-421

Il vasto imperio russiano, che comprende oggi un paese disteso per 1500 leghe dalle frontiere della China fino a’ confini della Polonia e della Svezia, e comunica al mezzogiorno col mar nero e ’l Caspio, e al settentrione col mar bianco e ’l Baltico, quasi fino al terminar del secolo passato non molto differiva da’ costumi de’ selvaggi samojedi, morduati, e siberiani che gli appartengono. Sconosciuti quasi interamente dal resto dell’Europa i moscoviti, privi di libertà, e immersi in una profonda ignoranza sostenuta particolarmente da un’antica legge che proibiva ad ognuno l’uscir dal proprio paese sotto pena di morte senza la permissione del patriarca, non aveano idea se non di quello ch’era sotto gli occhi loro, e ignoravano tutte le arti, a riserba di quelle che la sola natura e ’l bisogno suggerisce.

9. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 195-196

Olivetta mariola deh, no m’abbandonar, che una menestra sola me puol resuscitar ; e un baso de to bocca mentre, che 'l scocca da quei laurin, puol dar la vita a un servo de'più car, ne l’amor sì costante, e nel magnar. […] Tutti insieme Su donca balladori ciaschedun salta in su, per confermar i humori de tanta servitù, deve la man adesso, e volzé spesso le spalle, e 'l bust ; e tornéve co i petti a rincontrar, mostrando ch'anca i Zagni sa ballar. […] Olivetta Orsù via me contento, però vogio anca mi Viva l’amor Zagnesco, e viva Bagolin, con la cucina e 'l desco, e viva Frittellin ; viva pò Zan Padella, con Zan Gradella, e Candellot ; viva de le Vallade a ogni confin, Mezettin, e Fenocchio, e Zan Scappin.

10. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 811-

Senz’ amor, come Satana, chimera de ’l male, ella passava entro un febbrile soffio di colpa, or procellosa e fiera, or supplice e sommessa : e sempre vile ! [http://obvil.github.io/historiographie-theatre/images/rasi_comici-italiani-01-02_1897_img104.jpg] Fin che a ’l tradito che pur cerca oblio ne ’l segreto de ’l genio, a ’l saggio, a ’l buono, a l’uom che parla ne la notte a Dio, una voce comanda, alta, possente : — Non più per la rea femina perdono : uccidila, lo devi. […] Dunque ei non torna, a ’l solito, pentito ? […] Su le tempie e su ’l petto ampio tesoro di gemme le sfavilla : uno smaniglio serpeggia a i polsi. […] Presso la scrivania di malachite, ella, ne la pelliccia, or di ritorno da ’l ballo, inchina il fulvo capo adorno di rare gemme su le palme unite.

11. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo III. Teatri orientali. » pp. 14-18

Si cerca solo di copiar in un dramma le azioni umane col fine d’insinuar la morale, e vi si adopera indistintamente il ridicolo e ’l terrore. […] Ogni favola é divisa in più atti senza numero determinato, e ’l primo di essi ch’equivale a un prologo, chiamasi Sie-Tse, e tutti gli altri Tche. […] In tale esercizio singolarmente contraddistinguonsi le ballerine di Surate nel Guzurate, penisola posta tra l’Indo e ’l Malabar, le quali da’ portoghesi chiamaronsi Bayladeras. […] Un solo musico di età avanzata, e ’l più brutto di tutti gli uomini, le siegue e le accompagna con uno strumento di rame chiamato nell’Indie Tam.

12. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo III. La Poesia Drammatica nel Secolo XV fa maggiori progressi in Italia. In Francia cominciano i Misteri. » pp. 194-209

Arse l’Italia d’un grand’incendio di guerra in diversi suoi paesi nel secolo XV, ma le contese de’ pisani co’ fiorentini, de’ veneziani co’ duchi di Milano, degli angioini cogli aragonesi, non impedirono l’alto favore, la generosa protezione, e la magnanima liberalità e munificenza de’ nostri principi, ministri, generali, e grandi verso le lettere, scienze ed arti tutte, e verso i coltivatori di esse133, non la fervida e quasi generale applicazione di ogni uomo di lettera ad apprender profondatamente le due più famose lingue de’ dotti, non l’universale entusiasmo di quanti a quel tempo eruditi viveano, di andare da per tutto, anche in lontane regioni ricercando e disotterrando i codici greci e latini134, non l’ardente premura di moltiplicarli colle copie, confrontarli, correggerli, interpretarli, tradurli, comentarli, non il raccorre da ogni banda diplomi, medaglie, cammei, iscrizioni, statue ed altri antichi monumenti, non lo stabilimento di varie accademie, non la fondazione dì altre università, non l’istituzione di nuove cattedre, non l’aprimento di pubbliche biblioteche e di teatri, non la rapida e maravigliosa moltiplicazione delle stamperie per le città e sin anco per le più ignote contrade d’Italia, non il promovimento dello studio della platonica filosofia per mezzo di Giorgio Gemisto Pletone, e singolarmente di Marsiglio Ficino e di Giovanni Pico della Mirandola in Firenze, e del cardinal Bessarione in Roma, non il risorgimento dell’epopea italiana e i progressi dell’arte drammatica, non il felice coltivamento dell’eloquenza e della poesia latina, e di ogni altro genere di erudizione, precipuamente per le cure, l’ingegno e ’l buon gusto del degretario e vonsigliere de’ nostri re aragonesi Giovanni Pontano135, e del precettore di Leone X Agnolo Poliziano, e del nostro Regnicolo Giulio Pomponio Leto, non impedirono in somma l’acquisto e ’l dilatamento delle piacevoli ed utili cognizioni letterarie e scientifiche, né l’attività e ’l progresso dello spirito umano136. […] Leon Battista Alberti, uno de’ più gran valentuomini de’ suoi tempi, nato secondo il Manni e ’l dottor Lami nel 1398, secondo il Bocchi nel 1400, e, secondo che con maggior probabilità congettura il Tiraboschi, nel 1444, scrisse anche in latino nell’età di 20 anni una comedia, intitolata Philodoxeos, che per due lustri fu creduta opera di antico scrittore «perché (al dir del prelodato Tiraboschi) comunque scritta in prosa, ha nondimeno alquanto dello stile de’ comici antichi, e pruova lo studio che l’Alberti avea fatto della lingua latina». […] il Villano e ’l capro; il V. tratta di tre persone che si son salvate in una casa; e ’l VI. fa una dipintura della vita di due persone maritate. […] Dove siete andati, felici tempi, in cui ogni principe, ogni del bel paese, Ch’Appennin parte, e ’l mar circonda, e l’Alpe, si faceva gloria di esser mecenate delle lettere, e di conoscere, amare, onorar, premiare, incoraggiar e proteggere con grandezza d’animo e buon senno le arti tutte e gli artefici? […] V pag. 57, e ’l Tiraboschi tom. 

13. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo V. Teatro greco. » pp. 26-81

Ella, giusta la maniera di Sofocle, esprime col silenzio l’intensità della sua pena e ’l funesto disegno che poco dopo eseguisse. […] il II conterrebbe il III e ’l IV, terminando col coro che incomincia, «Tenero augelletto che errando vai ec.»; il III terminerebbe col suddetto coro della scena IV dell’atto V; e ’l IV comincerebbe dalla scena V. […] E’ cruda furia Questa che ’l cor, la mente infiamma, accende, Lacera e squarcia? […] Quello dell’atto IV mi sembra il più patetico, e ’l Dolce ne ha fatto una troppo libera imitazione.

14. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 226

Se così libra il Fato, a che dolente Piegar la voce alle querele, e 'l cupo Mesto sospiro risvegliar dell’Eco ? […] Allettata da questa, in me rinasce Vigor novello a scior la voce estrema, Che spiega a Voi d’un grato core i sensi : Parte di questo cor con Voi qui lascio ; E parte meco traggo, in cui scolpita Sta l’immagine vostra, che giammai Cancellar potrà 'l tempo, che giammai Sparger d’oblio, che mai…. ma tronca i detti Un doloroso, e fra i sospiri espresso, Non dal labbro, dal cor ultimo addio.

15. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 664

Ferrarese, fu noto nel teatro italiano per le parti di primo Zanni sotto ’l nome di Finocchio. […] La notizia della morte di Finocchio a Lione, mentre era in viaggio per Parigi, l’abbiam dai fratelli Parfait per detta di Antonio Riccoboni, ma la data di essa (tra ’l ’73 e il ’75) è assolutamente erronea.

16. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo VI. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 82-108

Qualunque produzione d’ingegno porta la divisa del proprio secolo, e vi si ravvisano i costumi e ’l gusto corrente impressi con caratteri indelebili. […] Strepsiade batte alla di lui porta, e ’l servo del filosofo si lagna del modo indiscreto di picchiare, onde si é interrotto il filo delle sue riflessioni. […] Egli vedendo mancar di casa la moglie e ’l proprio pallio, costretto da un bisogno naturale prende la vesta della moglie, e fa in piazza ciò che la natura gli comanda. […] Plutarco, Eliano, e la maggior parte degli antichi, si vendicarono col disprezzo di questo venale persecutor di Socrate; e ’l padre Rapin ed altri moderni si sono appigliati al lor parere. […] V pag. 10 e ’l Tiraboschi tom.

17. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo IV. Teatro Italiano nel Secolo XVIII » pp. 316-354

Se ’l mosse Leggerezza, nol curo; Se follia, lo compiango; Se ragion, gli son grato; e se in lui sono Impeti di malizia, io gli perdono. […] Tito già non ignora che Sesto é il traditore, che ’l senato l’ha convinto, e ch’é stato condannato a morire. […] E ’l nostro poeta imperiale ha prodotta una folta schiera d’imitatori italiani, che lo sieguono senza raggiugnerlo né avvicinarsegli; ed é stato tradotto e imitato in Francia da molti poeti pregevoli, Le Franc de Pompignan, Collé, de Belloy, Dorat ec. […] Se all’incontro verrà adoperata da spiriti ottenebrati, invidiosi, maligni, inquieti, cavillossi, villani e superbi, farà sempre l’obbrobrio e ’l flagello delle lettere, e lo scoraggiamento e l’avversione degli animi studiosi e gentili. […] IX st. 46, e ’l signor duca di Belforte nell’Omaggio poetico st. 48.

18. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Comico napoletano, che seppe molto farsi apprezzare nel carattere di capitano sotto ’l nome di Spacca.

19. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 550-553

 — Comedia stampata quasi sempre sotto ’l nome di Ruzzante (V.). […]  — Comedia, pubblicata sotto ’l nome di Scarpella Bergamasco (Venezia, appresso Stefano e Battista cognati, 1549). […] Deh, Ninfa, non fuggir, ti prego : ascoltami, ch’io non son drago, nè lupo che dèvora ; Anzi ’l tuo fedel servo, afflitto Lucido.

20. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo III. Progressi Teatrali in Francia tardi, ma grandi nel medesimo Secolo XVII. » pp. 291-315

Le sue prime sette commedie, benché difettose, promettevano un grand’ingegno nascente, il quale cominciò dal purgar le scene dell’indecenze, e terminò con diventarne il padre e ’l maestro. […] Duché, aiutante di camera di Luigi XIV, compose alcune tragedie sacre pel teatro della sala di madama de Maintenon, dove rappresentava la duchessa di Borgogna e ’l duca d’Orleans col famoso commediante Baron. […] Nell’Autunno del medesimo anno la sua compagnia rappresentò in Parigi la tragedia di Nicomede in presenza della corte, e ’l Dottore Innamorato, una delle farse di Molière, e ’l Re le permise di stabilirvisi, e rappresentar alternativamente al Teatro del Piccolo-Borbone colla compagnia italiana. […] L’opera comica francese nacque tra gli spettacoli delle fiere di San Germano e San Lorenzo, e ’l primo scrittore fu M. […] Boileau Despréaux, pure asseriva, che Regnard non era mediocremente piacevole; e ’l signor di Voltaire ancora dice: «Qui ne se plait pas avec Regnard n’est point digne d’admirer Molière».

21. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo II. In quali cose si rassomigli ogni teatro. » pp. 8-13

Una catena d’idee, uniformi fece spuntar la poesia rappresentativa in tanti paesi che non comunicavano insieme; e ’l concorso di altre simili idee sopravvenute a moltissime società pur senza bisogno d’esempio, le condusse a produrre alcuni fatti comuni a tutti i teatri. […] Fiorirono tra gli antichi scozzesi ed irlandesi di origine celtica moltissimi cantori appellati parimente bardi, nel cui ordine sembra che avessero luogo ancor le donne per quello che apparisce dal poema d’Ossian, intitolato I Canti di Selma: ……………… Vedi con esso I gran figli del canto, Ullin canuto, E Rino il maestoso, e ’l dolce Alpino Dall’armonica voce, e di Minona Il soave lamento3 Lino, Orfeo, Museo, Omero, ec. finirono in Grecia prima che scrivessero in prosa Cadmo ed Ecateo Milesi, e Ferecide Siro, maestro di Pitagora. […] E’ vero, che ’l Poeta Greco dormicchia talora e sogna, spezialmente nell’Odissea, da lui comporta nella vecchiaia; ma egli é ancor vero, che le sue sole e i suoi fogni (come dice bene Longino de sublim.

22. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Primo attore e prima attrice della Compagnia accademica-toscana addetta al regio teatro degl’Intrepidi di Firenze, si trovavano l’estate del 1790 a Livorno, ove dieder principio a un corso di recite con un prologo in versi (stampato in Siena dai torchi di Francesco Rossi), esaltante la città di Livorno e l’attore Giuseppe Fineschi, il quale avea, pare, lasciato il teatro, e al nome del quale è pubblicato per intero il prologo originalissimo, ricco d’interesse per la storia della scena italiana su ’l finire del passato secolo.

23. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » p. 795

Figlia della precedente, e moglie di Angelo Costantini, fu comica famosa per le parti di serva, sotto ’l nome di Auretta.

24. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 213

Vedi anche (pag. 626) pe 'l costume il Francatrippa di Callot, danzante con Fritellino (Pier Maria Cecchini).

25. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « NOTE ED OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 313-326

Così alle nozze di Galeazzo I con Bianca di Savoja nel 1350 furono date, secondochè dice il Corio e ’l Giovio, settemila braccia di panni buoni a buffoni e giocolieri, che allora correvano a rallegrare tali feste. Tuttociò ho voluto notare, acciocchè s’intendano la ricchezza, i costumi, e ’l genio di questi secoli. […] Dove siete andati, felici tempi, in cui ogni Principe, ogni Signore del bel paese, Ch’Appennin parte, e ’l mar circonda e l’ Alpe, si facea gloria di esser Mecenate delle lettere, e di conoscere, amare, onorar, premiare, incoraggiar e proteggere con grandezza d’animo e buon senno le arti tutte e gli artefici? […] Riccoboni nella II parte dell’Istoria del Teatro Italiano, il Marchese Gorini Corio nel suo Teatro Tragico e Comico, e ’l Conte di Calepio nel Paragone della Poesia Tragica d’ Italia con quella di Francia, diedero il piano e la critica di questa tragedia del Trissino. […] Da’ moderni Italiani (scrisse Giacinto Gimma nell’Italia letterata pag. 196) sono stati molti personaggi, o sciocchi, oridicoli, o astuti nelle commedie introdotti, come sono Don Pasquale de’ Romani, le Pasquelle de’Fiorentini, i Travaglini de’ Siciliani, i Giovannelli de’ Messinesi, il Giangurgolo de’ Calabresi, il Pulcinella, il Coviello e ’l Pasquariello, tutti e tre Napoletani . . . . .

26. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Fermatasi a Palermo per malattia, il 1896, vi recitò ammiratissima fra i dilettanti,… nell’attesa di raggiunger la Compagnia :… ma colpita dal morbillo, ella si spense in capo a soli due o tre giorni ….. come in su 'l prato, poichè l’aratro in suo passar l’ha tocco, spegnesi il fiore.

27. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 331-332

Bellotti-Bon Luigia, moglie del precedente, e figlia di Teresa Ristori (attrice rinomatissima tra ’l finire dello scorso e’l principiar di questo secolo e nonna della celebre Adelaide, educata all’arte e alle lettere da Antonio Simon Sograffi, divenne ancor giovanissima la prima donna della Compagnia che suo marito aveva formato in società con Giacomo Modena.

28. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 730

Nell’opera di Jarro : L'origine della maschera di Stenterello (Firenze, Bemporad, 1898), sono riferiti alcuni saporitissimi aneddoti concernenti la Zandonati : e tra gli altri quello di una potente bastonatura, di notte, concertata tra 'l Morrocchesi stesso, il fratello di Del Buono e il servitore.

29. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 386-389

Ma come ciò concorderebbe col bel candore decantato da Francesco Andreini in questo suo sonetto : Or che Delia è sparita, e 'l suo splendore inargenta altre selve ed altri colli, che fia di noi ? […] Così vedrai, che quanto in terra giace, è fumo ed ombra : e scorgerai che 'l mondo d’insidie è pieno, e lusinghier fallace.

30. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo VII. Teatro Latino. » pp. 109-171

Poté dunque, come fece, arricchir quest’ultima col soccorso delle altre; e in fatti i latini ebbero in lui solo l’epico, il tragico, e ’l comico di que’ tempi. […] Ma la Medea che noi leggiamo, può gareggiare con quella d’Euripide; e ’l carattere del di lei autore si dimostra veramente sublime, tragico, e sentenzioso. […] Cresce l’interesse e ’l lutto nell’atto IV, vedendosi condotta con inganno Polissena al sacrifizio e annunziandosi alle prigioniere i padroni che sono loro caduti in forte. […] Chiude l’atto Ottavia rimandata alla casa paterna. e ’l coro la compiagne. […] IV, e ’l Tiraboschi nella Storia della Letteratura Italiana tom.

31. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 521

Certo quell’occhio che sfavilla in viso A te compose di sua mano Amore ; Onde a chi 'l mira dolcemente al core Un dardo giunge da cui vien conquiso.

32. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 565

Fu il ’91 con Drago, il ’92 con Pietriboni, e ’l 93 con Angelo Diligenti, col quale cominciò ad assumere il ruolo di primo attore assoluto che conservò poi degnamente sino a oggi, passando da una Società con Belli-Blanes e Parrini, nelle compagnie Boetti Valvassura prima e Marchi e soci dopo, per passar poi in quella di Emanuel.

33. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo II. Teatro Spagnuolo, Inglese, e Alemano nel medesimo Secolo XVII. » pp. 276-290

Senza dubbio questo poeta mostrò a prova di non conoscer veruna delle regole, le quali é più difficil cosa ignorare che sapere: non separò li tragico dal comico: dove elevò lo stile, si perdé nel lirico, e per lo più stravagante: abbellì i vizi, e diede un aspetto di virtù alle debolezze: se alcun componimento di mal esempio, qual é il Galàn sin Dama: molti ne scrisse estremamente spropositati, come il Purgatorio de San Patricio, e ’l Joseph de las Mugeres, e altri: cadde in mille errori di mitologia, di storia, di geografia: non vide gl’inconvenienti inevitabili nella rappresentazione de’ suoi autos sacramentales, ne’ quali si espongono i misteri della religione non rare volte con interpretazioni e allegorie fantastiche e con giochetti puerili sulle parole, e sempre con buffonate de’ personaggi ridicoli182. […] Era cosa comune a’ tempi di Calderone, che un cavaliere prendesse di notte il mantello, la spada e ’l pugnale, e andasse in ronda corteggiando in istrada le finestre della casa della sua dama, e si battesse per nulla con chi passava. […] Dimostrano qual si fosse la pretesa repubblica così il parlamento cassato da Cromwel con insolenza e villania, come l’altro da lui convocato, composto di suoi parziali, scelti fra ’l popolaccio nel 1653, chiamato per derisione di Barebonne, cioé osso spolpato, tra’ cui atti ridicoli e tirannici trovansi dichiarate inutili e d’istituzione pagana le scienze e l’università. […] Con giusta ragione adunque il filosofo di Sans-souci, parlando dello stato delle arti nel Brandeburgo verso la fine del passato secolo e ’l principio del presente, dicea183: «Gli spettacoli alemani erano allora poco degni d’osservazione. […] In quello intitolato gli Ordini Militari Cristo viene a domandar la croce al mondo, e questo personaggio per concedergliela richiede il parere di Mosé, Giobbe, Davide, e Geremia; questi consiglieri affermano che la merita per lo quarto del padre, e ’l mondo dà la croce a Cristo, confessando che non l’ha finora concessa a veruno se non per onore.

34. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo IX. Stato presente degli spettacoli teatrali. » pp. 426-437

Delle pochissime tragedie di autori moderni o viventi che han cercato di osservar le regole, non vi ho veduto rappresentare se non l’Ormesinda e ’l Sancio proscritte per sempre dopo la prima rappresentazione. […] Tutta volta presso di una nazione per tante vie incoraggiata e premiata (fortuna invidiabile) e che abbonda di tanti modelli eccellenti, i quali non lascia di veder rappresentar di quando in quando, questa decadenza sarà sempre passeggiera e ’l gusto adulterato non debbe tardar molto a rinvenir dallo stordimento269. […] L’istesso é già principiato ad avvenire a’ sedicenti filosofi francesi della nostra età, uomini per lo più di poco ingegno, di cuore freddo e di gusto depravato, che col loro pretesto spirito filosofico, e con quella loro ventosa loquacità, «quae animos juvenum ad magna surgentes (come disse Petronio) veluti pestilentiali quodam sidere afflavit» tarpano le ali alla fantasia, mettono a soqquadro le belle arti, e deprimono i gran modelli; uomini (parlo sempre per sineddoche) scostumati e sciaurati, nemici della ragione e della verità; uomini mezzanamente instruiti e superlativamente fanatici che per mostrare la loro esistenza, cospirano a distrugger tutto, e alla soddisfazione interna di essere ragionevoli antipongono la vanità di comparire straordinari e spiritosi alla moda; uomini anche in mezzo al loro vantato scetticismo dogmaticamente decisivi che presumono di essere i precettori del genere umano, e che vorrebbero a lor talento governare il mondo; uomini perversamente pensanti che disonorano il cristianesimo, la patria, l’umanità e la filosofìa tutto a un tratto; uomini solidamente audaci e feroci che quando possono scoccare qualche velenoso strale contro l’Italia, la religione, il sacerdozio e ’l principato, se la godono e trionfano e si ringalluzzano; uomini fieramente superbi e boriosi che quando veggonsi tassati nelle loro stravaganze e bestemmie, arruffano il ceffo con rabbia cagnesca, s’inferociscono, s’inviperiscono, s’imbestialiscono; uomini naturalmente maligni e astiosi che con cinica declamazione calunniano alla dirotta, sapendo che il volgo e i più, non la verità, ma l’opinione risguardano; uomini in somma che sono un composto d’ignoranza, di presunzione, di orgoglio, d’impostura, di malvagità, di demenza, e di suprema temerità, e a’ quali può anche a buona equità appropriarsi tutto ciò che il dottor del Genti nelle due epistole a’ romani e agli efesi scrisse de’ filosofi idolatri. […] Il signor Diderot non solo compose in prosa il Padre di Famiglia e ’l Figlio Naturale «Dans le grand goût du larmoyant comique» come dice scherzando il signor di Voltaire; ma ben anche volle dettar regole in questo genere più strambo e bizzarro dell’opera buffa. […] Come un gran pianeta tira nel suo vortice quantità d’astri inferiori e di piccole lune che contar si possano per di lui satelliti; così un uomo d’ingegno grande é la calamita di coloro che ’l signor La Fontaine chiama «le sot bétail des imitateurs».

35. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 118-139

Qui in su i vanni de’Lustri dir s’udrà (vostre glorie a’Poli in seno) di drammatici CIGNI è ’l Ciel ripieno. […] Forse premer co ’l pie’ crede le stelle ? […] Dopo che il Prologo ha recitato le prime quattro quartine, « al suono di concerto melodioso di varie trombe » scende dal Cielo la Ghirlanda, poi, cessate le trombe, continuano le sinfonie e ’l canto. […] Al tremoto di Morte ch’edificio mortal ritto se n’stia, non v’ è ch’ abbia tal sorte : chi ’l crede è frenesia. […] In su ’l fiorir sfiorisce ?

36. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 278

Questo a riprova delle parole del Bartoli su ’l Barsanti, che il Gozzi qualifica per valente comico, utilissimo attore, buon uomo e semplice.

37. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Di Milano, il dì 28 agosto 1620. » pp. 140-157

Và pur honor de l’Amorosa scola Che ciascun t’ oda, è ’l tuo ualor ti sia Contr’ à colpi del tempo vsbergo forte. […] Oltre al madrigale del Marino pe ’l ritratto dell’ Allori, abbiamo qui vari madrigali di Don Venantio Galvagni, non de’ peggiori, che ce ne dicon qualcosa. […] Le mani, il petto, e ’l uiso Son ricchezze amorose ; Ma le parole e ’l riso Tesori e gioje son del paradiso. […] E ’l uago FIOR nel mio giardino io colsi. […] II Su ’l bel pian Senonense de’ Sicambri terror, fastosa io vidi teatrale innalzar Mole superba, là, ’ve di Maddalena illascivita l’oscena io vidi e penitente vita.

38. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 15-16

Passò poi l’Alberghini ne’Comici Confidenti : chè sotto ’l nome appunto di Angelica Alberghina, Comica Confidente fu commendata da Jeronimo Cassone fra le sue rime impresse nella Raccolta di Genova del 1591.

39. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 74

Non potendo sfogare in altro modo il suo fervore pe 'l teatro, si diede il Marchetti a declamar nelle società napoletane le poesie del Giusti e del Berchet, per le quali s’ebbe non so quanti giorni di carcere.

40. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 236

Francesco Pasta era nato, si può dire, primo attore, sì pel fisico, era di figura più tosto forte e di fisionomia marcatissima, sì pe 'l carattere, come s’è detto, freddo, talvolta serio, talvolta anche accigliato.

41. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 180

Areliari, al cui nome è l’elenco della Compagnia pe 'l 1675).

42. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 88-117

Fu – dice Nicolò Barbieri nel Capo VII della sua Supplica (Venezia, Ginammi, 1634) – nella famosa Accademia dei Signori Intenti accettata e laurcata (ebbe il nome di Accesa), e ad una gara poetica, alla quale prendevan parte le celebrità del tempo, in casa Aldobrandini, riuscì prima dopo Torquato Tasso ; e fu coronata d’alloro in effigie tra ’l Tasso e ’l Petrarca (V. […] E spargea fresche rose in vivo gelo, che l’aura e ’l sol mai non disperde o scioglie, e quanti odori l’Oriente accoglie. […] Siale tu dunque degno Padre, ed ella a te sia figlia ; e queste carte e ’l nome sien d’alto grido un immortal tesoro. […] Due in Parigi, & una a Monceaux, dove sono stata con la Compagnia à servire : la prima io le mostrai la lettera, che ’l S. […] L’esser e ’l non esser secondo alcuni star insieme non possono, il che io non affermo, perchè so ch’io son morta a i diletti e viva a i guai : ecco dunque ch’io son e non sono, e morta e viva.

43. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo VI. Teatro inglese, alemano, e spagnuolo del medesimo nostro secolo. » pp. 389-417

Lo Spirito forte in cinque atti, e gli Ebrei e ’l Tesoro in uno, son le commedie più pregiate. […] Eccone uno squarcio che ne mostra lo stile e ’l patetico. […] La buona intenzione e ’l patriotismo dell’autore che aspira al miglioramento del teatro nazionale, é ben lodevole; ma il mezzo che vi adopera, gli toglie la gloria principale dell’invenzione, senza ottenerne l’affetto bramato. […] Questa moderna foggia di comporre, che diverte il volgo e la gente ben nata, l’idiota e ’l savio, farà presto dimenticare gli antichi drammi spropositati, com’é avvenuto in altre colte società. […] Le picciole favole spagnuole, che danno per tramezzi degli atti delle loro commedie, e chiamansi saynetes, dipingono esattamente la vita civile e i costumi correnti spagnuoli, e riprendono il vizio e ’l ridicolo dominante.

44. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 14

A Roma pe' 'l centenario di Voltaire gli fu coniata una medaglia d’argento, ed ebbe frequenti onori di rime.

45. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 639-643

O’ del Toro divin Reggia felice o’ di gratie, et d’amori, et di palme, et d’allori sotto inuitto Signor, superba attrice, ecco che ’l Ciel t’honora, e à la tua chioma ogni fauor destina : ecco la terra ancora a’ le tue palme, e’ a’ tuoi trofei s’inchina, et per l’onda vicina ti porge il Re de l’acque arene d’oro ; ond’io humil t’osservo, e humil t’honoro, povera d’altro don, ricca d’amore, t’ offro diuoto, e tributario il core. […] — Non pinse Zeusi mai, nè pinse Apelle, nè quanti unqua fiorir Pittori industri, nè pingerà giammai co ’l gir de i lustri dotta man forme si leggiadre et belle.

46. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « NOTE E OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 316-325

Egli è il vero, che ’l Poeta Greco dormicchia talora e sogna, spezialmente nell’Odissea da lui composta in vecchiezza; ma egli è pure il vero, che le sue fole, e i suoi sogni (come dice bene Longino de sublim. cap.  […] de la Motte, il Sig. di Voltaire, e ’l Gesuita Folard, e niuno ha finora potuto nemmeno dalla lunga tener dietro a questa incomparabile favola del più famoso Tragico della Grecia. […] Si dee sapere, che fra gli altri ciarlatani, empirici ed istrioni, che a’ nostri giorni han fatto e fanno grandissima fortuna in Parigi, vi sono con carrozza ed equipaggio un certo Nicole, e un certo Nicolet, de’ quali il primo a forza di far correre avvisi stampati per guarire il mal francese, e ’l secondo a forza di rappresentar farse e buffonerie sopra i Baluardi e alle Fiere di San Germano, e di San Lorenzo, seppero così ben fare i fatti loro, che da molti anni sono padroni di varie terre, le quali hanno titolo di Signorie.

47. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 446-447

A questa tenner dietro Il Nerone, La Regina statista, e Il Principe tra gl’infortunj fortunato : opere tutte che pubblicò in Bologna tra ’l ’64 e il ’68.

48. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. -25

Che la Lidia fosse una donnina allegra, credo si possa affermare, richiamandoci alla memoria quei versi di Bartolommeo Rossi, veronese, comico confidente, il quale nella sua Fiammella (Parigi, Abell’ Angeliero, 1584) fa dire nell’atto III, scena VI, a Bergamino : Ho vist la Lidia, ma quel so marit mai non l’ho vist, ma pens che 'l sia andat dentr'el Zodiaco, per formar quel segn che scomenza l’invern…… Intanto dunque la Lidia, giacchè d’altre Lidie di quell’epoca non è pervenuta a noi notizia, aveva marito.

49. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo I. Origine della poesia drammatica. » pp. 2-7

Infuse la provvidenza nel cuore umano un affetto indagatore, che mosso dal bisogno, o dal comodo, o dal piacere, dovea menar l’uomo a formarsi un mondo civile, ad investigar le maraviglie e ’l magistero del naturale, ed a tentar d’internarsi fin anco ne’ segreti della divinità. […] Esse più o meno remotamente hanno seco un rapporto proporzionato alla sensazione che ne ricevette la macchina, nella quale esso signoreggia e discorre di modo che le l’urto fu piacevole, cioé se scosse con soavità la tela de’ nervi, l’intelletto apprende per bene le forme che ’l cagionarono: se la scossa fu dolorifica, cioé se con maggiore asprezza esse incresparono quella tela, le contempla come male.

50. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 958-966

— L’allegria fu sbandita, Il riso esiliato, La festa, e ’l gioco allho prese comiato, E la gratia del dire, E la gratia del dire, Col suo caro Scappin volse morire, Volse morire. […] Il socco egli inalzò, più che triforme, Al coturno qual’hor uoce tonante Spiegò, qual Gioue in Flegra, onde ’l Gigante Cadde percosso, incenerito, informe. […] Ò spettacolo atroce, à cui risorto E ’l pianto, al, purgar può vero terrore Più assai, ch’il finto, e torre ogni conforto. (?)

51. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 164-168

Quando al tempo antico io fui scacciato dal Regno da Gioue mio figliuolo, me n’andai vn gran pezzo ramingo pe ’l mondo, & il primo luogo, che mi paresse sicuro per habitarui, fù alle sponde del fiume, che hora si chiama Reno ; Quiui feci fabricare una Città, e conosciuto il paese per fertile, & abondante, la chiamai Felsina, quasi felix sinus, cioè luogo felice ; e perche gli abitatori di quella mi chiamauano Rè, io che sapevo d’essere stato scacciato dal Regno, rispondeuo Re nò, Re nò ; e di qui il fiume, che passa per la città di Felsina, fù dipoi sempre nominato Reno. […] che già haueua la bocca aperta per dire il fatto suo ; però fattolo accostare, gli diedi cenno, che parlasse ; Egli con la testa rossa per la collera, disse che quello, che era opera manarum suorom, quegli altri babbuassi se lo voleuano attribuire a sè stessi ; ma che la vera verità era, che egli già innamorato morto della Ninfa Dafne, non potendola con preghi, e promesse ridurre alle sue voglie, faceua quasi le pazzie per amore ; pure al fine risoluto di non star sempre come le zucche (co ’l seme in corpo) determinò di pigliarla per forza, e contrar seco legitimo adulterio ; la Ninfa, che era furba, auuedutasi della ragìa, à gambe fratello, e lui dietro ; corsero tanto, che arriuarono alle sponde del fiume Reno in Toscana, e non del fiume Peneo in Tessaglia (come dice quel minchione di ser Nasone), doue la Ninfa per opera di Gioue fù trasformata in alloro. […] Rimasero tutti con vn palmo di naso, spantati, strasecolati del mio sapere ; e fatto metter in ordine la carrozza del Sole, fattomi compagnia insieme Alla porta d’ Oriente, me ne rimandarono nel mio studio ; e si vede, che dal gran caldo son diuentato vn pò pò nero : Ma ’l nero il bel non toglie.

52. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo VIII. Vuoto della Storia Teatrale. » pp. 172-179

Ma non ostante il numero e la magnificenza de’ teatri, e le ricchezze e ’l favore degl’istrioni, noi cominciamo di qui a trovar il vuoto della storia teatrale, perché la poesia drammatica in tal periodo non acquistò veruno scrittore greco o latino che meritaste di passare a’ posteri. In Roma si ripetevano appena l’antiche produzioni, e ’l popolo trovava insipido ogni altro spettacolo scenico fuorché i pantomimi e i mimi, i quali occuparono interamente i teatri.

53. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 915-921

Tu pur, di Febo e di Minerva amica, decente gioventù che accresci e spargi dell’ Euganeo saper la fama e ’l vanto. […] È ver, che spesso Stilla dagli occhi ’l cuor commosso in pianto, Ma si piange in silenzio, e gronda il pianto Su le intrecciate man, che si disnodano Al tacersi di Lei rompendo in vivo Suon di applausi echeggiante.

54. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO I. Stato del Teatro Francese prima della Medea di Pietro Cornelio. » pp. 4-7

Con tutto ciò Lope de Vega morto nel 1635, per aver egli calpestata ogni regola, mostrava di temer la censura non meno dell’Italia che della Francia, la quale nel di lui fiorire avea un teatro tanto sregolato quanto l’alemanno e ’l cinese, e di gran lunga inferiore a quel di Lope per invenzione e per ingegno e per vivacità.

55. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 597-599

Casali Gaetano, lucchese, ottimo ed eccellente comico per le parti d’innamorato sotto ’l nome di Silvio.

56. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 722-723

Bello della persona, bravissimo ballerino e musico eccellente (eseguiva molte arie su ’l flauto, la tromba, il salterio o decacordo, il piano, la chitarra, l’oboe e l’organo) ebbe liete accoglienze dal pubblico a Parigi e alla Corte, ove apparve la prima volta il 30 dicembre dello stesso anno.

57. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo V. Teatro Francese nel medesimo Secolo XVIII. » pp. 355-388

Serse par che avvilisca il monarca e ’l padre, quando si adopera a favor d’un figlio favorito per sedurre una principessa innamorata dell’altro ch’egli non ama. […] Solo quella serie di avvenimenti romanzeschi accumulata nella narrazione de’ fatti preceduti all’azione, e ’l troppo lungo ragionamento della fanciulla moribonda, potevano abbreviarsi senza detrimento del terrore e della compassione tragica che si vuole eccitare. […] I sentimenti ne sono veri, i caratteri ben sostenuti, e ’l dialogo naturale e tal quale deve essere». […] Molti pezzi di musica furono composti dall’istesso Rousseau, e ’l rimanente da M.  […] Il fanatismo, e ’l veleno de moderni irreligiosi filosofisti francesi si é tanto avanzato che ha guasto e cancrenato tutte le parti della letteratura.

58. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 760-762

E tanto vu se brava in la soavità del canto, e ’l son più del musico Trace, e più d’Anfion.

59. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo V. Stato de’ Teatri in Francia, Inghilterra, e Alemagna nel medesimo Secolo XVI. » pp. 242-251

Instarono i Fratelli per comprar le ruine del palazzo del duca di Borgogna e fabbricarvi un altro teatro, e ’l parlamento consentì. […] Il Macbeth, il Re Errico IV, Hamlet, e ’l Mercante di Venezia passano per le più belle tragedie di Shakespear.

60. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 506-512

El complimento Che ’l vostro Direttor v’ ha messo in boca, Nol fa parer un’ omo de talento, Ma no diremo gnanca, che ’l sia un’oca ; E ne dispiase solo del lamento, Che fe, d’esser offesa, cara gnoca, E sfidemo el Poeta, che menazza, A dir, dove i Attori se strapazza.

61. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « NOTE DEL FU D. CARLO VESPASIANO. » pp. 270-273

Oltre a quanto dicesi dal Conte Pietro di Calepio nel Paragone della Poesia Tragica d’Italia con quella di Francia, ed al Marchese Maffei nel tomo I delle Osservazioni letterarie sulle moltissime locuzioni ricercate, strane, e difettose usate da Corneille e da altri Tragici Francesi, i nazionali stessi hanno confessato che l’arguzia è stata sempre il gusto dominante e ’l tentator tenebroso della nazione Francese.

62. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 741-743

A quali Rodomontate allude il Cataldo nella prefazione alla sua commedia Gli amorosi inganni, edita il 1609 a Parigi, là dove dice : T’auiso Candido Lettore, che molti mesi sono, son uenute in luce alcune rodomontate Spagnuole, non solo qui, ma quasi per tutta la Francia vendute poco accortamente da colui (perdonami Sua Signoria) che le diceua e recitaua sopra la scena, le quali hanno forse auuilite quelle che ’l vostro Cataldo vi fa leggere…… ?

63. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 305-306

ma che d’ogni fauore, ch'in gratia mia ella degnarà di far à detta Compagnia, io restarò lei singolarissimamente obligato ; Et ricordandole la continnuata mia deuotione uerso di lei, et il desiderio in ch'io uiuo tuttauia d’hauer in che mostrarlene segni co 'l seruirla, le faccio riuerenza homilissima.

64. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 105-106

A. potrà sapere ; et di più per haver saputo che 'l mobile che è nella suddetta casa, è maggior parte mio et che io lo vorrò quando mi tornerà comodo.

65. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 533-536

Quindi è che 'l saggio, prode, grande, e vile Ne piega per tant’Arti e finte e vere, A sì bella virtù l’alma servile.

66. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo VI. Spettacoli Scenici Spagnuoli nel medesimo Secolo XVI. » pp. 252-267

Tralasciamo poi, che i personaggi vi parlano quattro linguaggi, un latino scolastico, un italiano insipido, il castigliano, e ’l valenziano; e neppur mettiamo a conto, che l’eremita cinguetta nel suo barbaro latino con servi e donne, e tutti l’intendono e rispondono a proposito. […] Non si può sapere, perché gli spagnuoli convengono in dire che questo «Tanco adolecìa de presumido» e vanaglorioso; e ’l dotto don Nicolàs Antonio afferma che i titoli degli accennati opuscoli inediti pieni di novità e di gonfiezza dimostrano la di lui vanità174. […] Tra le commedie di Giovanni de la Cueva, impresse nel 1588, trovansi quattro tragedie, i Sette Infanti di Lara, la Morte d’Ajace, la Morte di Virginia e Appio Claudio, e ’l Principe Tiranno.

67. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO PRIMO. Risorge in Italia nel secolo XVI la tragedia Greca, ed il teatro materiale degli antichi. » pp. 86-174

I salti immaturi (ed a ciò, per non farsi deridere, dovrebbero riflettere tanti e tanti moderni filosofi critici che per affettar gusto sopraffino rimproverano all’Italia la languidezza e ’l portamento tutto greco de’ drammi del cinquecento) i salti, dico, troppo pronti ed immaturi o son vicini a’ precipizj, o non avvengono felicemente che per prodigj; ed i prodigj sono pur così rari in natura. […] Seguirono i greci esemplari piuttosto traducendo che imitando l’ Alamanni, l’Anguillara e ’l Giustiniano. […] la morte, o ’l tardo Morire? […] Vide ancora la famosa città di Venezia eretti nel medesimo secolo teatri semicircolari ideati su gli antichi modelli, e costruiti da’ più chiari ingegneri il Sansovino e ’l Palladio, i quali perchè furono di legno, già più non sussistono. […] L’istesso Fontanini e colui che aumentò la Drammaturgia dell’Allacci continuandola sino al 1755, registrarono come un’altra tragedia del Leonico la Daria, ma il lodato Zeno avverte ancora che Daria è un personaggio principale della tragedia del Soldato, e che la Daria, e ’l Soldato sono una sola tragedia.

68. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO II. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo. » pp. 175-262

Anch’essi perdono Non meno in adornarsi, e fino a mettere Il bianco e ’l rosso. […] Fa la terra muovere Sempre che ’l vuole. […] Pongasi da parte che questo maestro di poetica ciò scrivendo non si ricordò de’ Greci e de’ Latini, i quali sono pieni, e ’l sanno i ragazzi, di quest’ intrighi e di questa furberia servile. […] Non posso credere, Che ’l trovi vivo. […] Tu ’l vedrai.

69. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO VI. Teatro Materiale. » pp. 243-247

Licinio Crasso l’anno di Roma 699 secondo Plinio e Plutarco; e i lodatori degli andati tempi e costumi ne ’l censurarono.

70. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO III. Memorie drammatiche d’oltramonti nel medesimo secolo XIV. » pp. 41-46

Mentre l’Italia già avea l’Ezzelino e l’Achilleide tragedie, e la Filologia, e ’l Paolo commedie, al di là delle alpi i soli Provenzali scrissero componimenti rassomiglianti ai teatrali, benchè lontani assai in qualunque modo dall’imitar gli antichi.

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