Il Fidenzi, oltre all’essere stato attore preclaro, fu preclaro poeta ; e pubblicò un volume di versi a Piacenza del ’52, ch’egli intitolò Poetici Capricci, e dedicò ad Alessandro Farnese, in cui sono, se non sempre, vivezza e semplicità di imagini, tanto più rare e pregiate, in quantochè apparse in mezzo al dilagar delle strampalerie del tempo, e di cui metto qui come saggio il principio del vigoroso canto : I fifgli famelici della Vedova Ebrea assediata Di Sion l’alte mura Tito ricinte havea di genti armate : E gli assediati Ebrei, Con dolorosi omei, Chiedean pietade a l’indurato Cielo : E di viveri affatto impoveriti Con lagrimosi inviti De la Morte chiedean l’orrida falce.
Il suo ornato consisteva in una manta vecchia tirata con due corde, la quale divideva dal palco la guardaroba (che sarebbe il postscenium degli antichi) e dietro di questa manta stavano i musici, cioè gli attori che da principio cantavano senza chitarra qualche antica novella in versi che in castigliano chiamasi romance. […] Poteva (dice poi il medesimo apologista) nel principio del XVI secolo uno spagnuolo insegnare agl’Italiani a scriver commedie , tuttochè uscisse da un paese barbaro ancora nel XV. […] Io veggo però un altro possibile incomparabilmente più comune e naturale, cioè che il Nasarre ignorasse o dissimulasse la barbarie della penisola verso il principio del XVI secolo (alla quale non mai si derogherà nè per tre nè per quattro scrittori che altri potesse citare) e spacciasse un fatto passato solo dentro del suo cervello, cioè che ne fosse sbucciato un autore spagnuolo che usando nelle insipide sue commedie un latino barbaro ed un pessimo italiano, calato fosse ad insegnare a scrivere commedie a i maestri de’ Nebrissensi e de’ Barbosi, agl’Italiani, che, come osserva l’autore di questa eccellente storia teatrale, già possedevano le comiche produzioni de’ Trissini, degli Ariosti, de’ Machiavelli, de’ Bentivogli? […] Egli dice (ed in ordine è questo il secondo grave errore di cui mi riprende) che è mia colpevole negligenza il non aver rintracciata l’epoca certa dell’invenzione e del principio degli autos parte tanto principale del teatro spagnuolo .
La condotta n’è così maestrevole che il leggitore dal principio sino alla fine vi prende parte come nato in Grecia: tale essendo l’arte incantatrice degli antichi posseduta da ben pochi moderni, che la più semplice azione viene animata dalle più importanti circostanze con tanta destrezza, che il movimento e l’ interesse va crescendo coll’ azione a misura che si appressa al fine. […] L’azione di questa tragedia acquista dal principio dell’atto quarto gran calore e movimento per l’avviso dato dallo schiavo a Clitennestra e ad Achille. […] Una sola azione incominciata dal punto che può interessare si estende dal principio al fine, si avanza, s’imbarazza, scoppia finalmente, diremo così, pel fermento di certe cagioni interne, dalle quali gli effetti si disviluppano con diverse scosse sino alla catastrofe74. […] In Racine l’interesse dominante si divide tra Fedra, Ippolito e Teseo: in Euripide è tutto per Ippolito dal principio al fine. […] Questo esame ben degno della dottrina, del discernimento e del buon gusto del celebre autore delle Belle Arti ridotte a un principio, compensa solo tutte le fanfaluche affastellate lungo la Senna contro gli antichi dal Perrault, La-Mothe, Terrasson e dal Marchese d’ Argens, il quale colla solita sua superficialità e baldanza asseriva che i poeti tragici Francesi tanto sovrastano agli antichi, quanto la Repubblica Romana del tempo di Giulio Cesare superava in potenza quella che era sotto il Consolato di Papirio Cursore.
Dal principio del secolo sino al 40. in circa composero gl’Italiani più di trenta Tragedie degne di leggersi, alcune delle quali sono entrate nella Raccolta cominciata dal Maffei, e si sono sostenute con applauso in Teatro. […] Soggiugne: “Le Donne al principio sono tutte nobili, mostrano una fierezza che in vece di amore infonde spavento, ma da poi da questo estremo passano, per mezzo della gelosia, all’altro opposto, e rappresentano al Popolo passioni violente, sfrenate, vergognose, insegnando alle Donne oneste, e alle incaute fanciulle il cammino della perdizione, e la maniera di alimentare amori impuri, e d’ingannare i Padri, di subornare i Servi . . . . discolpandosi colla passione amorosa che viene dipinta onesta e decente, che è la vera peste della gioventù”.
I Napolitani dal principio del secolo avvivarono le Scene con gli Amenti, i Federici, i Belvederi, e in seguito co’ Liveri e i Cirilli: per nulla dire di quello spirito Drammatico, che dal XVI. fino al nostro tempo ha dominato nelle due Sicilie, per cui varie private Accademie e radunanze di gioventù ben nata, e bene educata ha coltivata estemporaneamente la rappresentazione. […] In questo medesimo passo ei dice: “Nelle Commedie Sacre Spagnuole compariva al più un solo Diavolo, ma sul Teatro Italiano ne vengono delle volte delle Legioni: non è gran tempo, che vidi in un Teatro di Roma dar principio ad una Commedia con un Concilio di Diavoli, i quali consultavano sull’ajuto da darsi a una Maga”.
Ma perchè la gioventù non creda che tutto nel suo stile sia oro puro, vuolsi avvertire ch’egli pur troppo pagò il tributo al mal gusto delle arguzie viziose che dominava sotto il regno di Luigi XIII e nel principio di quello di Luigi XIV. […] In simil guisa declinando il passato secolo pose in Francia il suo seggio una specie di tragedia inferiore alla greca per energica semplicità, per naturalezza e per apparato, ma certamente da essa diversa per disegno e per ordigni, forse più nobile per li costumi, fondata su di un principio novello.
Mediante però la legge del pontefice Innocenzo III riportata nel citato capitolo del decretale si conseguì finalmente nel principio del XIII secolo l’abolire questa contaminazione de’ templi. […] Ma sino al principio del XIII secolo, fra tante poesie nella Piccardia, nella Provenza, nella Sicilia e nella Toscana, non si rinviene cosa veruna appartenente al teatro.
Niuna cosa pruova più pienamente ciò che sul bel principio ragionammo ne’ fatti generali della scenica poesia, quanto il nuovo rigore usato contro Anassandride ed il silenzio imposto al Coro, onde furono atterriti e incatenati i poeti della commedia mezzana.
Al principio delle notizie autobiografiche del Bruni, ne ho messa in diverso carattere l’età, la quale esclude in modo irrefutabile ch’egli sia l’autore delle Difese delle Donne che a lui attribuiscono.
Al principio del diario di Venezia (24 settembre) egli dice infatti : Abbiamo finalmente da otto giorni qui una Compagnia che recita al teatro S.
Condanno bensì che i maestri non abbiano cavato da siffatto principio tutti i vantaggi che ne potevano e che riflettuto non abbiano qualmente la sinfonia preliminare, oltre l’eccitar la curiosità dell’udienza, ha per iscopo eziandio l’esporre come in breve argomento l’indole dell’affetto che regnerà nella prima scena. […] Di più, questo metodo condurrebbe ben tosto la musica teatrale ad una sgradevole monotonia, poiché, avendosi a rendere la passione che domina per tutto il dramma, l’uditore sarebbe costretto a sentire fin da principio quel gener medesimo d’armonia, che gli toccherà poi in sorte d’ascoltare sì lungo tempo, e che dee per conseguenza essere dal compositore sobriamente dispensato affine di non cadere nel vizio distruggitore d’ogni più squisito piacere qual è la sazietà. […] Per un effetto della prima avviene che l’uomo, non sapendo stabilire dei limiti alle proprie facoltà e restando sempre con ciò che desidera al di sopra di quello che ottiene, ama sul principio nell’armonia gli accordi più naturali e più semplici, tali cioè che nascano espontaneamente dall’argomento, e possano con facilità ritrovarsi dal compositore. […] In tal caso i metodi che le circoscrivono, riducendole prima di tempo in sistema, sono paragonabili a quelle fisonomie formate troppo presto nei fanciulli, le quali annunziano per lo più la debolezza dell’individuo e la scarsezza del principio vitale.
La condotta n’é così maestrevole, che il leggitore dal principio fino al fine vi prende parte come nato in Grecia, tale essendo l’arte incantatrice degli antichi, posseduta da pochissimi moderni, per mezzo della quale un’azione semplice viene animata da tutte le più importanti circostanze con sifatta destrezza, che ’l movimento e l’interesse va crescendo coll’azione a misura che si appressa al fine. […] L’azione acquista dal principio dell’atto IV gran calore e movimento per l’avviso dato dallo schiavo a Clitennestra e ad Achille. […] Una sola azione incominciata dal punto in cui comincia ad interessare, si estende dal principio al fine del dramma, si avanza, s’imbarazza, scoppia finalmente, diremo così, per il fermento di certe cagioni interne, gli effetti delle quali si sviluppano con diverse scosse fino alla catastrofe.» […] In Racine l’interesse dominante si divide tra Fedra, Ippolito, e Teseo; in Euripide é tutto per Ippolito da principio al fine.
Inglese era Dryden, erudito e poeta drammatico, e pure nella dedicatoria della tragedia Troilus and Cressida afferma ingenuamente che nelle composizioni scritte da Shakespear nel secolo XVI scorretta era la frase, sregolata la dicitura, oscura ed affettata l’ espressione; aggiugnendo che al principio del secolo susseguente quel padre del teatro Inglese pensò a pulire il linguaggio nelle ultime sue fatiche, e a levare alquanto di quella ruggine, di cui troppo erano imbrattate le prime.
» Ho detto in principio che il Bonazzi aveva carattere intollerante.
Non ho, come ho detto da principio, avuto la sorte di sentire Ernesto Rossi al culmine della sua gloria : l’ho sentito quando io era troppo giovine per poter giudicare dell’ opera sua, e quando egli era troppo vecchio, perchè potessi farmi un’idea chiara della grandezza passata : certo l’una volta e l’altra ebbi nell’animo impressione profonda.
Mediante però la legge del pontefice Innocenzo III riportata nel citato capitolo del Decretale, si conseguì finalmente nel principio del XIII secolo che si abolisse simile contaminazione de’ templi. […] Ma sino al principio del XIII secolo fra tante poesie nella Piccardìa, nella Provenza, nella Sicilia e nella Toscana, non si rinviene cosa veruna appartente al teatro.
Si dà principio alla rappresentazione muta a suono di trombette. […] Inglese era Dryden, erudito e poeta drammatico, e pure nella dedicatoria della tragedia Troilus and Cressida afferma ingenuamente che nelle composizioni scritte da Shakespear nel secolo XVI scorretta era la frase, sregolata la dicitura, oscura ed affettata l’espressione ; aggiugendo che al principio del secolo susseguente quel padre del teatro inglese pensò a ripulire il linguaggio nelle ultime sue fatiche, e a levare alquanto di quella ruggine, di cui troppo erano imbrattate le prime .
Con giusta ragione adunque il filosofo di Sans-souci, parlando dello stato delle arti nel Brandeburgo verso la fine del passato secolo e ’l principio del presente, dicea183: «Gli spettacoli alemani erano allora poco degni d’osservazione.
Da quanto abbiamo in questo capo ragionato, si deduce che il principio del vuoto della storia teatrale si trova a’ tenpi de’ Tiberii, de’ Caligoli e degli altri imperiosi despoti, i quali fecero ammutolire i poeti, spaventandoli con diffidenze e crudeltà, e furono cagione che i teatri risonassero unicamente di buffonerie e laidezze, per le quali ci bisogna più impudenza che ingegno.
Pur fugge or, mentr’io canto, il tempo, e già s’appressa l’ora bramata tanto ch’oggi è a mercè promessa della mia lunga noja, principio alla mia gioja.
.), che è il miglior comico che io mi abbia mai sentito. » E così, di trionfo in trionfo andò innanzi il fortunato capocomico artista, ultimo grande avanzo della commedia improvvisa, fino all’anno 1782, in cui la Compagnia, descritta dal Gozzi al principio de'suoi servizi, come quella che « aveva un credito universale, quanto a'costumi famigliari, differentissimo da quello che in generale hanno quasi tutte le nostre Comiche Compagnie », e di cui (Mem.
Questo nostro padrone (aggiugne Demostene) al principio del passato mese ha comprato uno schiavo tintore di pelli, di nazione Paflagone, calunniatore e ribaldo105. […] Così termina la commedia degli Acarnesi, nella quale dal principio al fine si scorge, lo scopo principale del comico spettacolo Greco essere stato di maneggiarvisi le questioni politiche, le quali secondo gli affari correnti si agitavano in Atene. […] Rousseau e tutti i nostri migliori filosofi non hanno insegnatodipiù investigando il principio delle società e dell’economia politica. […] Niuna cosa pruova più pienamente ciò che sul bel principio ragionammo ne’ fatti generali della scenica poesia, quanto il nuovo rigore usato contro Anassandride, e il silenzio imposto al coro, onde furono atterriti e incatenati i poeti della commedia mezzana. […] Anzi dugento, siccome dice ella stessa: Pour moi (dice nel principio dell’esame delle Nuvole) j’ avoüe que je suis si charmé de cette pièce, qu’après l’avoir traduite & lüe deux cens fois, elle ne me lasse point.
Il suo adorno consisteva in una manta vecchia tirata con due corde, la quale dividea dal palco la guardaroba (che sarebbe il postscenium degli antichi); e dietro di essa stavano i musici che da principio cantavano senza chitarra qualche antica storietta in versi, che in castigliano chiamasi romance.
Giacean sepolte in un profondo oblìo le Muse, quando tu Flavio gentile le richiamasti, e con leggiadro stile principio desti al nobil tuo desìo : per te godon le scene il lor natìo honor ; e già se 'n vola a Battro a Thile glorioso il tuo nome, e l’empia e vile invidia paga il doloroso fio : Godi dunque felice un tanto honore, che 'l mondo in premio delle tue fatiche lieto ti porge, e ne ringrazia il Cielo : Quindi avverrà ch'ogni or le Muse amiche avrai, e colmo d’amoroso zelo a le scene darai gloria e splendore.
[2.109] Nel principio Oreste era in casa ed in letto, e qui dee entrare in casa, dunque era in strada. […] [3.11ED] Voi moderni regolate lo sceneggiamento di modo che un attore non si sfiati recitando la maggior parte della tragedia, ma gli alternate e risparmiate a vicenda, e nell’economia sì del sortire che dell’entrare usate bensì di qualche libertà nel principio di ciaschedun atto, ma per altro tutte le vostre scene dipendono da qualche palese occasione, e in ciò (torno a dire) l’avete ficcata a’ tragici nostri. [3.12ED] Non perderò il tempo in esempli, bastando il leggere qualunque buona tragedia moderna e tutte le antiche per confrontarli e per venire in tutta chiarezza di tal verità. […] [commento_2.19ED] Pure: dall’unità di luogo, l’Impostore deduce quella di tempo in base a un principio di verosimiglianza. […] [commento_4.50ED] quelli: l’Italia liberata dai Goti derogò dal metro canonico della narrativa lunga (l’ottava), in ossequio a un più rigido principio di imitazione classica adottando gli endecasillabi sciolti. […] [commento_4.67ED] primo principio: ovvero che verso è quello che ha armonia.
Sul principio non furono se non rozzi spettacoli presentati agli occhi del popolo su i cimiteri delle chiese, sulle piazze e sulle campagne, la qual circostanza ebber essi comune ancora colla tragedia greca, che nacque, a ciò che si dice, nelle feste di Bacco fra il tripudio e l’allegrezza degli agricoltori. […] Ove le passioni avevano in cielo la loro difesa, e le arti il loro modello, ben si vede qual entusiasmo dovea accendersi in terra per coltivar queste, e ingentilir quelle favoreggiato poi dagli usi politici, e ravvivato dalla possente influenza della bellezza, principio comune delle une e delle altre.
Così la maneggiò il giudizioso Jacopo Peri, e il Monteverde, e il Giovannelli, e altri Professori nel principio del secolo scorso. […] Dunque la partorisce un altro principio, che se non istà nello spettacolo, forza è che trovisi nello Spettatore, il quale voglia con benignità chiudere gli occhi per ricavarne il suo piacere.
A giustificare il volume notevole delle glosse, che mi auguro corrisponda a un’effettiva ricchezza di indagine, è innanzitutto la sede editoriale alla quale il lavoro è stata destinato sin dal principio. […] Questa consiste nel far comparire in principio della favola persona dallei separata e senza nome a dire il tema, ad imitazione di Terenzio. […] Per queste considerazioni non posso non lodare il Bonarelli, che nel principio del secolo antecedente a questo cominciò ad eschiuderlo del tutto, come ora veggiamo aver fatto anche i Francesi. […] Il cardinal Delfino diede principio all’abbandonamento degli scherzi, recando alla tragedia della maestà sì con le sentenze che con la maniera d’esporle. […] In principio l’attenzione era stata rivolta soprattutto al Cid, oggetto di numerosi attacchi nella prima metà del secolo (cfr.
Sieguono sul principio tragedie regolari 270.
Sin dal principio del secolo si ammirarono singolarmente la romana Caterina Martinella morta in Mantova nel 1608, la Caccini, le Lulle Giulia e Vittoria, la Moretti, L’Adriana ecc.
Ottavio Rinuccini migliorò questi balletti nel principio del secolo XVII.
La turgidezza, i frizzi e le metafore stravaganti di Lohenstein, non meno che le bassezze di Cristiano Weisse, andavano sin dal principio del secolo cadendo nel meritato disprezzo.
Eccone la descrizione : Ms. cartaceo in 4° piccolo di 70 carte, non numerate, delle quali 17 bianche ; quattro in principio, e dieci alla fine del volume : tre sono fra il primo e il secondo atto.
Mai abbastanza a costoro non si ripete che il tuono decisivo e inconsiderato è quello della fatuità, e che debbono apprendere e ritenere, per sovvenirsene nelle loro decisioni, che questo Aristofane era un Ateniese, e che fioriva sul principio del quarto secolo di Roma nell’ olimpiade LXXXV, pochi annimeno di quattro secoli e mezzo prima dell’ era Cristiana. […] Questo nostro padlone (aggiugne Demostene) al principio del passato mese ha comprato uno schiavo tintore di pelli di nazione Paflagone calunniatore e ribaldoa. […] Così termina la commedia degli Acarnesi, nella quale dal principio al fine si scorge lo scopo principale del comico spettacolo greco essere stato di manegiarvisi le questioni politiche, le quali secondo gli affari correnti si agitavano in Atene. […] Rousseau ed i filosofi migliori non hanno insegnato di più investigando il principio delle società e dell’economia politica.
Si fa come il novello autore mal in arnese arrivò in tempo che Cecilio giaceva per cenare, e da principio fu fatto sedere in una panca presso al letto; ma dopo alquanti: versi Cecilio stupefatto e rapito dall’eleganza e proprietà dello stile, l’invitò a cenar con lui, e appresso si scorse tutta la Commedia con somma continuata ammirazione del vecchio poeta. […] Si apprenda il vero linguaggio della passione dall’inimitabile principio dell’Eunuco: Quid igitur faciam? […] Questo comico, nato in Cartagine circa l’anno di Roma 560, morì, o per meglio dire, sparve nel principio della terza guerra punica; perocché d’anni trentacinque s’imbarcò per la Grecia, o per l’Asia, né più si vide.
Ogni genere poetico nel principio di questo Secolo prese un migliore aspetto, e la drammatica risorse anch’essa. […] Guido d’Arezzo benedettino eccellente musico in sul principio del XI secolo, avendo studiati gli scritti degli antichi, vi aggiunse le proprie scoperte, e compose un metodo di musica più facile e più giudizioso.
Risuscitare la musica greca evidentemente non era possibile, ma sembrava consigliabile vagheggiarne la funzionale sobrietà: non era stato del resto questo il principio ispiratore dei colti classicisti della Camerata dei Bardi? […] [Sez.I.2.0.6] Da questo general principio partono tutte le leggi concernenti il nostro spettacolo, e a questo paragone vanno esaminate tutte le discipline che concorrono a formarlo. […] Tanto è vero, che unico, semplicissimo, costante è il principio dell’estetico e della bellezza sensibile, sì naturale, come artifiziale. […] Un tuono indica il principio d’un periodo, un altro il suo fine, un terzo è sospeso, e ne avvisa altro esservi ancora ad ascoltare. […] Un principio generale su questo punto si è, che nell’interno del teatro solo quegli ornati si ammettono, che non impediscono l’occhio dello spettatore, che non offendono la voce del cantante e che non impiccioliscono verun sito.
Lo veggo anch’io, ripigliò il giovane, nè me ne incresce; i pomi duri ed acerbi stagionandosi diventano dolci; quelli che da principio nascono teneri e quasi vizzi, crescendo in vece di maturarsi imputridiscono. […] Si dice ancora che il novello autore male in arnese arrivò in tempo che Cecilio giaceva per cenare, ed a principio si fece sedere in una panca accanto al letto; ma dopo alquanti versi maravigliato Cecilio, e dall’eleganza e proprietà dello stile rapito, l’invitò a cenar con lui, e dopo la cena si proseguì l’intera lettura della commedia con somma continuata ammirazione del vecchio poeta. […] Quattro versi che danno principio a questa favola, sono la disperazione degli scrittori teatrali intelligenti.
Ottavio Rinuccini migliorò questi balletti nel principio del secolo XVII.
Fra tanto sbuca fuor de’portici un Toscano e monta su con la putta, smattando come un asino Burattino col suo Graziano ; il circolo si unisce intorno a lui, le genti stanno affisse per vedere ed ascoltare, ed ecco in un tratto si dà principio, con lingua fiorentinesca, a qualche pappolata ridicolosa, e in questo mezzo la putta prepara il cerchio sul banco e si getta in quattro a pigliar l’anello fuora del cerchio, poi sopra due spade, tuole una moneta indietro stravaccata, porgendo un strano desiderio al popolo della sua lascivia grata : ma fornita la botta, si urta nelle ballote e il cerchio si disunisce, non potendo star più saldo allo scontro dei bussolotti che vanno in volta.
Ciò che diffinisce i primi progressi della tragedia italiana sin dal principio di questo secolo, è appunto la saggia imitazione fatta dal Martelli dell’Ifigenia in Tauri e dell’Alceste di Euripide. […] Merita parimente lode il Granelli pel carattere teatrale di Nabucco misto di grandi virtù e di grandi passioni, tal che, com’ egli pur dice, in tutte le sue virtù si scorge il pregiudizio di una grande passione, ed in tutte le sue passioni il principio di una grande virtù. […] Ottimo nel principio dell’atto III è il contrasto che si ammira in Timandro del padre e dell’arconte, dell’amor de’ figli con quello della patria, della passione colla virtù. […] Spira tragica gravità questo componimento mal grado della snaturata barbarie di Filippo; della catastrofe preveduta sin dal principio; della venuta d’Isabella nella 1 scena del I senza perchè o solo per tornar indietro dopo il suo monologo; della costruzione quasi alemanna, ch’ei t’è padre e signor rammenti Mal tu così; del mal suono che fa quell’ a te sol resta Come a me morte; della mancanza degli articoli più volte &c.
Commuove la musica ora imitando colla melodia vocale le interiezioni, i sospiri, gli accenti, l’esclamazioni, e le inflessioni della favella ordinaria, onde si risvegliano le idee, che delle passioni furono principio: ora raccogliendo cotali inflessioni, che si trovano sparse ordinariamente nella voce appassionata, e radunandole in un canto continuo, che è quello che soggetto s’appella: ora ricercando coi suoni armonici, colla misura, col movimento, e colla melodia que’ fisici riposti nervi, i quali con certa ma inesplicabil legge movendosi, all’odio, o all’amore, all’ira, al gaudio, o alla tristezza ci spingono. […] [19] È però d’avvertirsi, che sebbene il principio da noi stabilito sia generalmente vero, si modifica tuttavia diversamente secondo i diversi generi di poemi, ai quali si applica.
Si dà principio alla rappresentazione muta a suono di trombette.
Osservisi l’arte colla quale informa gli spettatori in sul principio di ciò ch’è lor d’uopo sapere, esponendo le circostanze passate e presenti, e preparando per le future senza impaccio, né stiracchiatura, ma con un’agevolezza che fa restare. […] Marzia figliuola di Catone, la quale si dipinge sul principio cotanto virtuosa che non vuol nemmeno riconoscere come suo amante Cesare divenuto nemico della patria e del genitore, si dimentica dopo della sua virtù a segno di rifiutare apertamente in faccia a suo padre lo sposo datole da lei, e di vantarsi dell’amore che porta all’odiatissimo suo rivale, in circostanze che rotta ogni speranza d’amichevol pacificamento, Cesare non poteva meno di non essere riguardato da lei come oppressore della libertà e nemico di Catone. […] Abbiamo sul principio una combinazione di circostanze che può sembrare non poco ricercata.
Lo veggo anch’io, ripigliò il giovine, nè me ne incresce; i pomi duri ed acerbi stagionandosi diventano dolci; quelli che da principio nascono teneri e quasi vizzi, crescendo, in vece di maturare imputridiscono. […] Si dice ancora che il novello autore male in arnese arrivò in tempo che Cecilio giaceva per cenare, e sul principio si fece sedere in una panca accanto al letto; ma dopo alquanti versi maravigliato Cecilio e dall’eleganza e proprietà dello stile rapito, l’invitò a cenar con lui, e dopo la cena si prosegui l’intiera lettura della commedia consomma continuata ammirazione del vecchio poeta. […] Quattro versi che danno principio a questa favola, sono la disperazione degli scrittori teatrali intelligenti.
Il suo ornato consisteva in una manta vecchia tirata con due corde, la quale divideva dal palco la guardaroba (che sarebbe il postscenium degli antichi), e dietro di questa manta stavano i musici, cioè gli attori che da principio cantavano senza chitarra qualche antica novelletta in versi che in castigliano chiamasi romance. […] Egli dice (ed è il secondo grave errore di cui mi riprende) ch’è “mia colpevole negligenza il non aver rintracciata l’epoca certa dell’invenzione e del principio degli autos parte tanto principale del teatro Spagnuolo”.
Scrissero ancora commedie verso la fine del regno di Filippo III e principio del seguente due castigliani Antonio Hurtado de Mendoza, ed Alfonso de Salas Barbadillo. […] Primieramente la prima voce da prendersi nella favola del Calderòn è sempre il principio di un verso, e non già di un periodo terminato. […] E siccome nel libro di tal Francese la morale e la politica che vi si spargono, vengono avvelenate da una perpetua languidezza, dall’inverisimiglianza, e da più errori di calcolo politico e morale, oltre a quelli di religione; così nel dramma spagnuolo la lezione che si pretende dare a’ sovrani tende a distruggere un principio erroneo ed a stabilire una falsità opposta.
Scrissero ancora commedie verso la fine del regno di Filippo III e principio del seguente due Castigliani Antonio Hurtado de Mendoza ed Alfonso de Salas Barbadillo. […] Primieramente la prima voce da prendersi nella favola di Calderon è sempre il principio di un verso e non già di un periodo terminato. […] E siccome nel libro di tal Francese la morale e la politica che vi si spargono, vengono avvelenate da una perpetua languidezza, dall’inverisimiglianza e da più di un errore di calcolo politico e morale, oltre a quelli della religione; così nel dramma spagnuolo la lezione che si pretende dare a’ sovrani, tende a distruggere un principio erroneo ed a stabilire una falsità opposta.
Il cardinal Delfino (dice il conte di Calepio con tutta verità) diede principio all’abbandonamento degli scherzi recando alla tragedia della maestà sì con le sentenze che colla maniera di esporle.
Ma eccolo di nuovo in Italia nel 1623, e precisamente a Torino nella stagione di Pasqua ; poi di nuovo a Parigi nel’ 24, ’25 e parte forse del’26 ; poi di nuovo in Italia (a Cremona sul finire del’26, a Venezia sul principio del’27, ove pubblica pei tipi del Salvadori la nuova commedia la Campanaccia) ; poi nel 1628 a Praga, ove dedica il poemetto La Maddalena all’arcivescovo Cardinal d’Arrach, divenuto il suo protettore, e a Vienna.
Il leggitore sin dal principio scorgerà in questa favola una serie di minuti fatti spogliati della necessaria dipendenza che risveglia e sostiene l’ attenzione guidandola ad un oggetto grande. […] Nel dramma del Colomès però in prima non è sì pressante la necessità di svelare il secreto alla regina sin dal principio, e poi ne restano di mano in mano instruiti molti personaggi.
Al principio dell’Atto III. si è già sparso tanto sangue, è morta Isabella, oggetto principale della Tragedia, e si può dire che la favola stia nel maggior vigore.
Il cardinal Delfino (dice il conte Pietro di Calepio con tutta verità) diede principio all’abbandonamento degli scherzi recando alla tragedia della maestà sì con le sentenze che con la maniera di esporle.
Il leggitore o l’ascoltatore sin dal principio osservato avrà in questa favola accozzata una serie di minuti fatti spogliati della necessaria dipendenza che risveglia e sostiene l’attenzione, guidandola ad un oggetto grande. […] Nel dramma del Colomès però in prima non è sì pressante la necessità di svelare il secreto alla regina sin dal principio, e poi ne restano di mano in mano istruiti molti personaggi.
Stabilito dunque il principio essenziale della superiorità della poesia, Algarotti affronta in successione le questioni centrali del dramma per musica: la scelta degli argomenti, il rapporto tra recitativo e aria che va armonizzato per superare ogni troppo artificiale contrapposizione, la necessità di una maggiore semplicità e naturalezza nell’orchestrazione delle arie, la recitazione dei cantanti, il rapporto tra i balli e l’opera che deve essere regolato in base a una più stretta coerenza, gli scenari.
Per la stessa ragione meritano poco di rammemorarsì alcuni componimenti del principio del secolo descritti dal Quadrio nel tomo I. […] Al principio del secolo XVI le lingue nazionali giacevano tutte neglette e solo l’Italia poteva vantare ne’ suoi volgari scrittori esemplari da paragonare in qualche modo agli antichi, e da proporre al l’imitazione de’ moderni.
Alemano La turgidezza, i frizzi, e le metafore stravaganti di Lohenstein, non meno che le bassezze di Cristiano Weisse andavano di giorno in giorno fin dal principio di questo secolo cadendo nel meritato dispregio, e già l’aggiustatezza e la verità de’ pensieri, e la purità e correzione dell’espressioni trionfava nelle opere di vari chiari prosatori e poeti, in quelle di Wolf, di Canitz, di Breitinger, Neukirck, Haller, Hagedorn, Mosheim, Bodmer, Gottsched.
Alla fine del ’47, o al principio del ’48, il Fiorilli, insieme agli altri comici abbandonò la Francia pei torbidi della Fronda ; e lo vediamo il carnovale del ’52 a Roma, colla moglie Marinetta e colla coppia Fiorillo, come appare dalle loro lettere indirizzate al Duca di Mantova (V.
Questa si rappresenta alla mia mente come il principio universale di tutte le belle arti, la cui natura, e le cui proprietà non potrebbero alterarsi per quanto fossero differenti fra loro i mezzi, e lo strumento, e le vie prese da ciascuna delle arti per riuscirvi.
Ciò può sempre più rassodare quel che osservammo fin dal principio di questa istoria, che presto o tardi gli uomini raccolti in grandi o picciole famiglie son tratti ad imitar per diletto più o meno imperfettamente le azioni umane a seconda del grado di coltura in cui si trovano.
Ciò che diffinisce i primi progressi della tragedia italiana sin dal principio del XVIII secolo, è appunto la saggia imitazione che fece il Martelli dell’ Ifigenia in Tauri e dell’ Alceste di Euripide. […] Merita parimente lode il Granelli pel carattere teatrale di Nabucco misto di grandi virtù, e di passioni grandi, tal che, come egli pur dice, in tutte le sue virtù si scorge il pregiudizio di una grande passione, ed in tutte le sue passioni il principio di una grande virtù. […] Ottimo nel principio dell’ atto III è il contrasto che si ammira in Timandro del padre e dell’arconte, dell’amor de’figli con quello della patria, della passione colla virtù. […] Dopo di averlo l’autore riscritto più volte, ancor può notarvisi una catastrofe preveduta sin dal principio ; la venuta d’Isabella nella prima scena del I atto senza perchè o solo per tornare dentro dopo del suo monologo ; la costruzione quasi alemanna, ….
Ciò può sempre più rassodare quel che osservammo sin dal principio di questa istoria, che presto o tardi gli uomini raccolti in grandi o picciole famiglie sono tratti ad imitar per diletto più o meno imperfettamente le azioni umane a seconda del grado di coltura in cui si trovano.
Conti in Venezia, aveano maneggiato il medesimo argomento senza rassomigliarsi, ma ugualmente senza snervarlo con amori, come era avvenuto in Francia nel principio del secolo.
Shakespear ed il duca di Buckingam in Londra, l’abate Antonio Conti in Venezia, aveano maneggiato il medesimo argomento senza rassomigliarsi, ma ugualmente senza snervarlo con amori come era avvenuto in Francia nel principio del secolo.
Per la stessa ragione meritano ben poco di rammemorarsi alcuni componimenti del principio del secolo descritti dal Quadrio nel tomo I.
Grave principio di mirabil viluppo tragico.