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231. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 96-104

Figlio di Francesco e Lucia, mantovano, fu, se non il più antico, il più grande certo degli antichi arlecchini, fiorito tra gli ultimi venti anni del '500 e i primi trenta del '600. […] Seguiron nuovi inviti a più riprese del Re e della Regina al Duca e alla Duchessa e ad Arlecchino medesimo, il quale tuttavia persistè nel rifiuto. […] Garavini), la quale col marito aveva risolto di voler non più saperne di viaggi all’estero. […] Il Baschet non ci dice altro che dal '14 al '20 non vi fu più Compagnia di comici italiani in Francia ; ma non mancaron per lo meno i soliti negoziati, come appare dalla lettera interessantissima del '15 di Arlecchino alla Comare Cristianissima, che riproduco fedelmente (Raccolta Rasi), proveniente dalla casa Charavay di Parigi. […] Aveva in più : Giovanni Rivani, Lorenzo Nettuni, Fichetto, e Urania Liberati, serva, sotto nome di Bernetta.

232. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 743-748

Suppl.) e Zanotti, si opponevano, allegando la niuna solvibilità degl’impresari a Napoli, dove i comici più insigni di Lombardia han dovuto lasciare in pegno i bauli per potersene partire. […] Ma dell’andata a Napoli non si ha più traccia, e si passa al '51, anno in cui Zanotti scrive il 16 e il 23 marzo da Bologna a Gir. […] Ma v'ha qualcosa più. […] In un d’essi Eularia è chiamata gloria della Compagnia del Zanotti, la più stimata che vadi a torno : ma si trova fermata in Parigi da S. […] Ma se non v' era più.

233. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo IV. Risorge in Italia nel Secolo XVI la tragedia Greca e la Commedia Nuova, e s’inventa il Dramma Musicale. » pp. 210-241

E che si é scoperto di più a’ giorni nostri? Che ci dice di più il signor Mattei? […] Una felice combinazione per la poesia drammatica trasse i più chiari epici italiani a coltivarla. […] Erano in tal tempo cresciuti i commedianti di professione, e fra essi si trovava più d’un commediografo spiritoso. […] Egli avea più obbligazione del francese di conoscerle.

234. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo V. Teatro Francese nel medesimo Secolo XVIII. » pp. 355-388

Nulla più nocevole all’illusione. […] Non ha essa altri mezzi e più certi e più efficaci per liberare il figlio e punire Asur? […] In tal guisa mescolandosi si allucinano a vicenda, fanno uso promiscuamente de’ medesimi caratteri e affetti, o più non si riconoscono, né si distinguono dall’occhio più acuto. […] Non può terminar sì vaga scena con una osservazione né più vera, né più gloriosa per l’umanità. […] Goldoni é più comico; ma Diderot riesce bene nella dipintura dell’innamorato.

235. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 284-287

Quivi, invogliato agli studi, si diede a leggere quanti più libri potè, coll’esempio anche del padre suo, al quale, sebben macellaio, erano sconosciuti ben pochi de’nostri poemi italiani. […] Taci dunque mia Musa ; e in un silenzio rispettoso ed umil tua lingua arresta ; che dall’incarco grave io ti licenzio e ad esso supplirà mente più desta. […] De’ Comici di Via Santa Maria (oggi Alfieri) più di me voi ne siete già informato, nè avete d’uopo che di lor vi dia veruna informazione. Al mondo è nato il Truffaldin per sparger allegria nel core anco più tetro, ed angustiato. […] Ma il freddo in me si fa vie più sentire, lasciatemi andar via (vel chiedo in grazia) ; ad abbruciare un fascio men vogl’ire.

236. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 426-430

E perchè i comici avean fra l’altre stravaganze inventato che egli, una volta fatto il matrimonio, si sarebbe liberato de’suoceri, dichiarò di sposar Colombina senza dote, contraddotandola di cinquecento scudi, e obbligandosi di pagare a’genitori mille scudi, ove per cagion legittima non volesser più vivere con lui. […] Ma ella era legata formalmente colla Compagnia di Bologna ; rifiutarsi lui di andare in Francia, disobbedendo a un volere del suo padrone e più che altro del suo benefattore ? […] Qui basti sapere che non appena Buffetto fe’cenno della moglie, e ciò fu, come ognun può credere, poco dopo arrivato, tutti a gara si adoprarono perchè ella lo raggiungesse al più presto in Francia, e S. […] Le Colombine più rinomate, o meglio, le sole rinomate del teatro italiano appartennero tutte alla famiglia Biancolelli. […] Ma la più celebre per versatilità, per istruzione, per viscomica, fu la seconda che recitò acclamata sino al 1697, e di cui avrò molto da dire, analizzando il tipo di Colombina nelle sue svariate forme.

237. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO III. Spettacoli scenici della Russia. » pp. 38-46

I Russi, ad esempio dell’Alemagna, cominciarono a far contribuire al proprio diletto le nazioni più ingegnose, l’Italiana e la francese, le quali da gran tempo si disputano la preferenza nell’arte di piacere. […] Levesque ne commenda l’eleganza, ma aggiugne che volendo esser savio come Racine, rimase freddo assai più e privo di attività e di moto. […] Nel regno di Caterina II la nazione prese volo più elevato. […] Sin dal 1741 quando nelle Russie cominciò l’opera italiana, vi si ammirò un’ orchestra magnifica, vi cantarono le più rinomate cantatrici, vi si chiamarono i più celebri maestri di musica dell’Italia e spezialmente di Napoli. […] I cori dell’opera di Pietroburgo sono composti di venti persone in circa che per lo più vengono dall’Ukrania, o Picciola Russia, dove si studia molto la musica vocale.

238. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 508-512

Abbiamo di lui un passaporto dei più ampii, rilasciato il 15 febbrajo 1689, quando i Savorini dovevano recarsi da Bologna in varie città d’Italia, e firmato Francesco-Carlo Pio di Savoja. […] Nato a Milano il 10 novembre 1844, è stato uno de' più forti sostegni, dopo Ferravilla, della Compagnia dialettale creata da Cletto Arrighi. […] I fischi non ci furon più, ma non ci furon più nè anche i mezzi per isfamarsi. […] Il '69 finalmente fu scritturato, dopo altri due anni di pene, da Cletto Arrighi, facendosi ammirar subito nelle scene dialettali, e in ispecie nel famoso Barchett de Buffalora, per una grande intelligenza nel concepire i caratteri, e una grande spontaneità e verità nel rappresentarli : ammirazione che si mutò nel più schietto entusiasmo alla recita del Sabet gras e del Milanes in mar, e alle canzonette popolari. […] Fu anche autore di più opere or con buona or con cattiva fortuna, tra cui migliore di tutte La mamma di gatt.

239. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 584-585

Artista contemporaneo de’più intelligenti e de’ più originali nel vario significato della parola, nacque a Bologna il 29 dicembre 1828. […] E di tali nervosità ebbe prove, a volte troppo accentuate, specialmente la moglie Giuseppina Ferroni, una delle più avvenenti attrici del nostro teatro di prosa, seconda donna di pregio, ammirata e festeggiata a Parigi al fianco di Adelaide Ristori. […] Ma l’occhio non lampeggia più, l’anima non più s’infiamma, la parola è fredda, le dissertazioni si succedon disordinatamente alle dissertazioni, e lo spensierato Edmondo Kean, e il pazzo Principe di Danimarca ricade nel suo letargo…. a pena indicato alla curiosità o alla derisione dei comici.

240. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 667-669

Ciotti Francesco, nato a Firenze il 1835 da un impiegato di dogana, fu per trentasette anni il più aristocratico, è la vera parola, tra gli attori del suo tempo : aristocratico nella dizione, nei modi, nel vestire, nella persona, nella voce, in tutto. […] Se colle loro personalità eminenti, Modena, Salvini e Rossi dànno il marchio ad un’epoca nella storia del teatro italiano, Ciotti appartiene alla plejade eletta di quei ferventi, studiosi cultori dell’arte, che sono i più efficaci strumenti del gusto del pubblico. Attore distinto, come diremo più innanzi, non portò sulla scena i convenzionalismi della scuola, piacendo anzi per quella sua naturalezza spontanea del gesto, del portamento, e sopratutto del dire. […] Il signor Eugenio Lombardi, direttore del Teatro Manzoni, ci diceva che allora gli capitavano dalle provincie vicine vaglia e lettere raccomandate di smaniosi che si assicuravano i posti per le repliche — fenomeno che non s’è più ripetuto. […] Sotto quella sua dolce serenità si vedevano la risolutezza, la fermezza e la nobiltà dello stupendo carattere dell’avvocato ; e la sua voce seppe trovare inflessioni piene d’affetto gentile, di dignità profondamente sentita ma senza albagia, che improntavano al personaggio una vita dove l’arte pareva affatto estranea, e dove intanto fors’era più grande.

241. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 386-389

Prima attrice dei Confidenti, fu una delle più forti artiste del suo tempo, lodata in vita e pianta dopo morta da'più eletti ingegni. […] Giovanni Zignoli (pag. 67) ci parla della sua bellezza e dell’età sua giovanile : Discolorato hai morte il più bel volto nell’età sua più bella e più fiorita…. […] : Maggior beltà di Delia, io non scorgea, nè di lei rimirai cosa più eletta, m’era dolce il penar, cara e diletta l’amorosa prigion la pania avea. […] Dal qual sonetto si potrebbe anche inferire ch'ella fosse qualcosa più che amica del compagno d’arte.

242. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo VII. Spettacoli scenici della Russia. » pp. 418-421

Pur non sembra questo il mezzo più opportuno a conseguir l’intento. […] Sin da quando cominciò in Russia l’opera italiana, cioé fin dal 1741, essa vi ha avuto la più magnifica orchestra dell’Europa, i maestri di cappella più celebri, e le cantatrici più rinomate. […] I cori dell’opera son composti di venti o trenta persone, che per lo più vengono dall’Ukrania, o picciola Russia, dove si applicano molto alla musica vocale.

243. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO I. Stato del Teatro Francese prima della Medea di Pietro Cornelio. » pp. 4-7

Gli uomini quanto più si associano, tanto più s’imitano e si rassomigliano ne’ costumi e nelle maniere. […] La Sofonisba di Mairet piacque in Francia molto più perciocchè da lui fulle imposto un costume più naturale e più dolce.

244. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO II. Ritorno delle rappresentazioni teatrali dopo nate le lingue moderne. » pp. 80-124

Chi avrebbe mai allora indovinato che in queste nuove lingue doveva col tempo rifiorire la più sfoggiata eloquenza Ateniese e Romana? […] Le guerre d’Asia poi, la presa di Costantinopoli fatta da’ Latini, il passar che fecero le più fertili Isole dell’Arcipelago con una gran parte del Peloponneso sotto il dominio de’ Veneziani, de’ Genovesi e di altri Italiani, produssero lo stabilimento del commercio in Italia come nella sua più nobil sede. […] Fiorì però in tali paesi a quel tempo il monaco Gonsalo Berceo forse il più antico Spagnuolo che poetò in lingua castigliana. […] Tutta volta la parola ludus usata da’ cronisti par che favorisca più il nostro avviso che il dubbio del celebre Storico. […] Vennero in appresso più tardi le leggi di Aragona, del contado di Barcellona, di Valenza.

245. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO IV. Ultima epoca della Drammatica nel finir della Repubblica, e sotto i primi Imperadori.  » pp. 245-317

Ma forse non men bellamente Seneca se ne disbriga in quattro o sei versi, scorrendo più rapidamente alla tremenda strage de’ figliuoli per trafigere nella più tenera parte il cuor del padre. […] La stessa mano della Medea sembraci che abbia colorito l’Ippolito, benché lo stile ne sia più ornato, e talvolta più del bisogno verboso, specialmente nell’atto I. […] Gli squarci più tragici vengono bruttati dal furore di presentar sempre pensieri maravigliosi. […] Nel greco è più manifesta la duplicità della favola, e nel latino i due oggetti, l’ammazzamento di Lico e il delirio di Ercole colle conseguenze, sembrano più connessi a cagione del prologo di Giunone che forma l’atto I. […] Per altro tale racconto contiene più d’una bellezza, che a miglior tempo si farebbe ammirare.

246. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO IV. Ultima epoca della Drammatica nel finir della Repubblica, e sotto i primi Imperadori. » pp. 172-221

La stessa mano della Medea sembraci che abbia colorito l’Ippolito, benchè lo stile ne sia più ornato e talvolta più del bisogno verboso specialmente nell’atto primo. […] Gli squarci più tragici vengono bruttati dal furore di presentar sempre pensieri maravigliosi. […] Può non per tanto osservarsi in essa più di uno squarcio in cui è sobria la locuzione. […] Per altro tale racconto contiene più d’una bellezza, che a miglior tempo si farebbe ammirare. […] Dall’altra parte non solo non è, come diceva il dotto Brumoy, la più stravagante di tutte (perchè qual più stravagante dell’Ercole Eteo dallo stesso critico attribuita all’autore dell’Agamennone?)

247. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 358-359

Si cimentò con buon successo, benchè giovanissimo, nell’accademia filodrammatica diretta dall’attore e autore Luigi Ploner, dopo di aver dato vive speranze di riuscire più che mediocre pianista. […] Moltiplicatesi le compagnie congeneri, e non trovando più il Bergonzoni in Italia quei vantaggi che avea ragione di ripromettersi, risolse di recarsi nell’America meridionale, ove le sorti furono assai prospere ; per modo che nell’ 89 tornò in Italia all’intento di rifare, migliorandola in ogni sua parte, la compagnia, in cui scritturò tutto il buono che già componeva quella del Tomba, col quale doveva poi tornare in America. […] Predilesse il dialetto bolognese che inframmetteva piacevolmente in ogni discorso ; e fu ne’ più alti ritrovi disputato per la gaiezza del conversare, generata da una inesauribile vena di comicità ch’ egli seppe mostrare assai più in società che in teatro.

248. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 405-406

Romagnoli Rosa, nata Pasini, è stata una delle più celebri servette del nostro teatro di prosa. […] Nella interpretazione del repertorio goldoniano non ebbe rivali, e ogni più piccola parte acquistava con lei grande importanza. […] Riaperte le porte della scena al nostro Goldoni anche alcuni moderni scrittori presero ad imitarlo, ed il personaggio della servetta tornò ad essere importante, e necessario ; ma non si trovava più chi sapesse con disinvoltura, con brio, con grazia, e colla necessaria finezza rappresentarlo. […] E più oltre : Il primo merito d’una servetta è aver brio, vivacità, e soprattutto buona grazia.

249. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « A CHI AMA la poesia rappresentativa » pp. -

Chi negherà che oggi dietro la scorta di tali insigni corifei si penetri con agevolezza incredibile ne’ più riposti arcani della natura, e corransi con sufficiente sicurezza gli immensi spazj de’ cieli? […] Con non meno invidiabil riuscita i grandi uomini che portarono i loro sguardi su tutta la natura, seppero anche discendere alle più minute osservazioni degli esseri che la compongono. […] L’uomo stesso, opera la più mirabile della mano del Creatore, non vuolsi considerare soltanto come una delle parti figurate e distese nello spazio, o come pianta che vegeti, o animale che senta. […] E se la geometria, più che per le utili verità che insegna, si rende commedabile per l’attitudine che somministra agl’ingegni tutti per bene e coerentemente ragionare, essa e tutte le scienze esatte contribuiranno sempre colla loro giustezza a formare grandi legislatori morali e politici tanto per ciò che l’una società debbe all’altra, quanto per quello che debbonsi mutuamente gl’individui di ciascuna: ma esse non saranno mai nè più pregevoli nè più necessarie a conoscersi delle leggi che immediatamente gli uomini governano. […] quanta ne rimane al l’uomo per norma delle sue passioni, allorchè crescono coll’età e diventano più robuste e imperiose?

250. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 118-139

Accanto ad opere di un ascetismo oserei dire ridicolo, alle solite difese del teatro virtuoso, alle lacrime, alle penitenze stemperate in versi più o meno barocchi, troviamo commedie, nelle quali sono frasi e parole da far arrossire il più spregiudicato. […] Sappi : come tra i fiori è la rosa sol bella, cosi ancor d’ ogni fiore ella è più frale : Ma qual rosa più vaga e porporata è della vita umana ? Ma chi di lei più tosto nell’ apparir sparisce ? […] Si è detto e si è scritto, come più a dietro accennai, che codesta Maddalena è una specie di pasticcio senza capo nè coda : non oserei affermarlo. […] … Ma allora la madre non c’ era più ; e c’ erano invece gl’ imitatori strampalati del Cav.

251. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO I. Stato della poesia scenica in Francia. » pp. 65-76

Assai più notabile fu una scena, in cui Mere-Sotte manifesta i suoi disegni di voler comandare nel temporale e nello spirituale. […] Erano i Giuochi de’ piselli pesti un altro genere di farsa per avventura più delle momerie ridicola e meno ardita. […] Jodelle pose più azione nella commedia, e dipinse i costumi di quel tempo con gran franchezza. […] Meritano anche attenzione varii versi dell’Ippolito, e più quelli del racconto della di lui morte, de’ quali Racine non isdegnò di approfittarsi ed inserirli nella Fedra. […] Il fecondo Hardy ne scrisse più di seicento, schiccherandone per lo più con vergognosa fertilità una in soli otto giorni senza serbarvi nè regole nè decenza.

252. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO I. Stato della poesia scenica in Francia. » pp. 3-12

Erano i Giuochi de’ piselli pesti un altro genere di farsa per avventura più delle Momerie ridicola e meno ardita. […] Fu essa poi più tardi da un altro Francese rimpastata e riprodotta sulle scene, come diremo a suo tempo4. […] Jodelle pose più azione nella commedia, e vi dipinse i costumi di quel tempo con gran franchezza. […] Meritano anche attenzione varj versi dell’Ippolito, e più quelli del racconto della di lui morte, de’ quali Racine non isdegnò di approfittarsi e d’inserirli nella Fedra. […] Il fecondo Hardy ne scrisse più di seicento, schiccherandone egli per lo più con vergognosa fertilità una in ogni otto giorni senza serbarvi nè regole nè decenza.

253. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 42-49

Andolfati Pietro, milanese, e figlio de’ precedenti, studiò da avvocato per desiderio dello zio prete, citato più su, ma poi volle seguire la professione de’ suoi genitori. […] ciò intanto, di cui accerto il mio rispettabilissimo pubblico fiorentino che da dodici anni pazientemente mi soffre, si è, che più mi sta a cuore la di lui cara grazia, che qualunque oggetto di vanità, e d’ interesse. […] facile alle commozioni di ogni specie, ma più soddisfatto del pianto che del riso…. piuttosto iracondo e sprezzante contro chi non pensasse a suo modo…. […] Ma, dei Numi al partir, l’età più rea Successe, e fe men delle Selve amanti Le Ninfe, e incerto il lor pensier volgea. Allor seguendo i più fallaci incanti, Lasciò, sedotto, il Pastorel l’Armento, Sperando alla Città ricchezze e vanti.

254. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Italiano del secolo XVI. e del Libro IV. — CAPO VII. Pastorali. » pp. 4-41

Vana cura sarebbe ancora metterne in vista più questa che quella bellezza, men bello di ciò che si sceglie non sembrando quello che si tralascia. […] Cresco sempre più l’interesse nell’atto IV. […] Si è veduto come ben per tempo e più volte s’impresse e sì tradusse in Francia, prima che quivi si conoscessero Lope de Vega, Castro e Calderon; il che sempre più manifesta il torto del Linguet nel pretendere che le prime bellezze teatrali avessero i Francesi imparate dagli Spagnuoli. […] L’intreccio è più complicato dell’Aminta, e si sviluppa con un’agnizione. […] La lingua castigliana riuscirà sempre più della francese nel trasportare le poesie italiane, perchè oltre all’essere assai ricca, ed al possedere non poche espressioni che alle nostre si confanno, essa ha qualche parola poetica più della francese, e credo che ne avrebbe ancora più, se più conosciuto e secondato si fosse dalla propria nazione nel disegno di arricchire, ed elevare la patria poesia Fernando Herrera buon poeta Andaluzzo, e sovente armonioso e felice imitatore del Petrarca.

255. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO IV. Pastorali del Cinquecento. » pp. 267-294

Vana cura sarebbe ancora metterne in vista più questa che quella bellezza, men bello di ciò che si sceglie non sembrando quello che si tralascia. […] Cresce sempre più l’interesse nel IV. […] Si è veduto come ben per tempo e più volte s’impresse e si tradusse in Francia, prima che quivi si conoscessero Lope de Vega, Castro e Calderon; il che sempre più manifesta il torto del Linguet nel pretendere che le prime bellezze teatrali avessero i Francesi imparate dagli Spagnuoli. […] L’intreccio è più complicato dell’Aminta, e si sviluppa con un’ agnizione. […] Odasi ciò che delle due nostre pastorali più celebri disse il signor di Voltaire: Enfin le goût de la Pastorale prévalut.

256. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO II. Commedie: Pastorali: Teatri materiali. » pp. 224-253

Esse sono tutte romanzesche nell’intreccio, piene di colpi di scena, e di situazioni inaspettate, e terminano con più paja di nozze. […] Niccolò Fortiguerra; e più d’un letterato ha preso a recare in italiano o tutte o parte delle commedie di Plauto. […] Il più antico degli esistenti è quello de’ Fiorentini così detto per la vicinanza della chiesa di San Giovanni de’ Fiorentini. […] E quando avrà un artista più fortunate circostanze per segnalarsi? […] Egli è il più deplorabile de’ Wasp, de’ Freloni, de’ Falloppa e de’ Nicasii Malverme.

257. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Di Milano, il dì 28 agosto 1620. » pp. 140-157

L’ Antonazzoni (V.) non poteva, nè voleva più stare in Compagnia con una Valeria (l’ Austoni) nè con una Nespola (la Di Secchi)…. […] A. il vero, faccia che parli con l’ Ambasciatore ; per vita sua, per l’ amor che mi porta, procuri che non potendo più soffrirla, ch’ io con gli altri compagni possa impiantarla, che vedrà che nessuno starà seco, poi che è da tutti odiata ; in grazia me ne avvisi ch’ io le giuro che se ottengo questo, che allora soffrirò più di core, sapendo ch’ io potrei volendo lasciarla, et ella forse ciò intendendo potria essere più donna da bene. […]  » E le pecore infette, si capisce, erano più specialmente i Coniugi Cecchini, poi, probabilmente, il codazzo degli ammiratori e corteggiatori e…. […] M. ; poesie tutte che furon pubblicate in appendice dello studio, più volte citato, di Enrico Bevilacqua su Giovanni Battista Andreini. […] Avrebbe dovuto dire più esattamente : quella che circa trent’ anni dopo diventò la seconda moglie di G.

258. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 631

Venturoli Costantino, di Pontelagoscuro, nato a'primi del secolo xix, si aggregò giovinetto, per non esser più a carico della famiglia povera, a una piccola compagnia comica, in qualità di porta-ceste, di smoccolatore di lumi a olio, e, al bisogno, anche di attore. Sentito una volta recitare in una stamberga dal celebre Mascherpa, fu subito scritturato pel venturo anno in qualità di amoroso, e le sue prime prove furono disastrose ; ma il Mascherpa, che fu per lui più padre che capocomico, lo incitò a perseverar nello studio, e lo riconfermò per altri due anni, ne' quali vide avverarsi le previsioni che aveva fatte sull’avvenire artistico di lui. […] Infatti egli fu de'più valorosi primi attori e de' più valorosi brillanti del suo tempo ; e già le Varietà teatrali di Venezia del 1821, quand’egli era semplice generico in Compagnia Iob, accennano alle sue larghe promesse.

259. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XV. ed ultimo. Conchiusione con pochi Avvisi amorevoli agli Apologisti. » pp. 214-236

Or quanto più ciò conviene a’ privati, i quali altro capitale non posseggono, che l’onestà? […] Palliare le di lei necessità letterarie, economiche, politiche, militari, alimentarne i volgari pregiudizj, perpetuarne il letargo, è lo stesso che volerne essere a bello studio piaggiatore, cioè nemico tanto più pernicioso, quanto più occulto. […] Filippo, e sotto Carlo II. avrebbe potuto animarlo in parte, e vedere non più le monete di cuojo, ma le specie de’ metalli preziosi circolare per la Spagna? […] Di più, oltre a Cicerone, e Valerio Massimo, dice Appiano, che regnava in Cadice Argantonio in tempo, che tal Città si chiamava Tarteso, e non Gadir come poi la dissero i Fenici. […] Filippo colla più potente Monarchia Cristiana, e che, si può dire, “ . . . .

260. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO V. La Drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 148-185

Il IV atto è il più bizzarro. […] Appunto dal nominato Lusus ebriorum venne la più antica commedia volgare che abbiasi alle stampe. […] Ecco che ti son tolta a gran furore, E non son or più tua. […] Doveva mettergli in bocca que’ versi che mostrano l’autor del dramma proclive al più detestabile sfogo della lascivia? […] Ma io che penso di avere una coscienza un pò più delicata de’ gazzettieri di queste contrade, le dico che si astenga di trarre il capo fuori del suo telonio e di frammischiarsi in ciò che ignora, e stia ad ascoltare chi sa più in là delle gazzette.

261. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 718-721

Quel riso della bocca e degli occhi, quella voce squillante, quei ciao e complimenti, e ostregheta tutti suoi, quella pancia, quelle gambette, che ricordano un po'il delizioso buffo barilotto del San Carlino, formano un tale insieme di giocondità, che non è possibile vederlo e udirlo, senza lasciarsi andare alla più matta risata. […] Gli applausi della folla, le lodi della critica gli fecero lasciare di punto in bianco l’impiego ch'egli aveva di commesso nella Casa Commerciale del Senatore Reali, e lo fecero partire a insaputa de'suoi per Loreo, dove era ad attenderlo la Compagnia di Francesco Zocchi, che recitava all’aperto, e da cui, dopo alcun tempo, felice di potersi liberare da quell’ambiente di guitti, passò a Voltri in Liguria, in quella Ilardi-Cardin, la quale, purtroppo, era più guitta dell’altra. […] « L'avvenire del teatro veneziano – egli disse una sera dell’ottobre '98 al Rossini di Venezia in una intervista con Renato Simoni – sarebbe splendido, ove, tolti di mezzo gli ostacoli, non creati da me, che dividono la nostra Compagnia da quella di Gallina, ci trovassimo uniti tra i migliori : Gallina, Benini, Privato, la Zanon, io, e i più buoni elementi delle due Compagnie. […] Emilio Zago, che ha in sè tutta la spigliatezza arguta, tutta la bonarietà del suo popolo veneziano, è forse il più atto a sentire e a riprodurre l’opera di Carlo Goldoni fatta dallo stesso vero ; e al teatro di Goldoni infatti egli volge oggi ogni pensiero, ogni studio, ogni aspirazione. […] E così, mercè sua, Goldoni rivive sulla scena, di vita, se non anche gagliarda, non più tisica certo, come pochi anni a dietro….

262. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 454-467

Il Bocchini fu argutissimo ingegno, e lasciò scritte molte opere poetiche in cui è da ammirare più specialmente la vena comica abbondantissima. […] I comici d’oggi dicono ancora : fare uno sbianchimento ; e vuol dire più specialmente : metter sotto gli occhi del pubblico l’errore di un compagno di scena, non rilevato avanti. […] Scusimi il ciel se per la picca pecco non vuò più a patto alcun potta di Bacco, che feccia di facchin mi faccia becco. […] Ed eccoci, senza più, alla promessa GENOLOGIA DI ZAN CAPELLA. […] Trasportato dall’entusiasmo nella tragedia, colpisce con forza gli animi de’spettatori, che con pari forza gli contraccambiano applauso ; non meno vivace nella commedia, quest’attore non lascia mai di occupare, e chiamare a sè l’attenzione di chi lo guarda e l’ascolta ; e s’egli fosse talvolta più rattenuto nella violenza de’conati, lo scoppio degli affetti farebbe più impressione.

263. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 570-583

Stile, che fra le valli, ove ristagna Di più ricchi Lombardi il puro argento Usa gente simile, o dove intento A formar molli mura il Mar vi bagna. […] A. per non fastidirla, tanto più che non erano cose se non apartenente alla Comedia, il S. […] ra donna olimpia il quale uene con ordine da lasarme andare et a otto hore di notte uene a casa non esendo più a hora di andare da la S. […] Per le ingiurie riceuute inocentemente da un mal homo che non stima ne dio ne la Gente del mondo, io, ne mia moglie, non uolcuamo recitare più sino al Comando de S. […] ra Donna olimpia non uene alla Comedia di più sono ancora hauisato che ha fato parlare l’Angela da cavaglieri Grandi al S.

264. (1732) Paragone della poesia tragica d’Italia con quella di Francia

Gli altri hanno per lo più seguito il suo esempio. […] Quindi pure avvenne che la Sofonisba di monsieur Mairet piacque in Francia molto più di quella di Cornelio, perocché dallui fulle imposto un costume più naturale e più dolce. […] Certo chi leggerà le tragedie di Pier Jacopo Martelli incontrerà non solamente de’ caratteri più esemplari e più propri, ma più vivi ancora e più vari. […] Che più? […] Che più dunque tardate?

265. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

Ne’ più vaghi concetti, o Cintia, spiri, qualor tu sei alle tue suore intorno, di costei, che non so, quando a lei torno, se più bella o faconda il ciel la miri. […] Il sonetto pubblicato nel 1654 poteva essere stato composto alcuni anni prima, e la giovine ben promettente, poteva essere ancora tra le comiche famosa a poco più o poco men de’ quarant’anni.

266. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 240

Fu con essa più anni nella Compagnia di Corrado Verniano, passando il 1853-54 in quella di Luigi Domeniconi, condotta da Gaetano Coltellini, e diretta da Antonio Colomberti. […] Figlia del precedente, attrice rinomatissima per le parti tragiche, nata a Genova del 1837, esordì prima donna all’età di sedici anni, come una delle più liete promesse dell’arte. […] Recitò più tardi in compagnie veneziane, e oggi si trova a Napoli, attrice tuttavia encomiata.

267. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 276

La modestia, più che il suo intrinseco talento artistico, lo arrestò nel suo cammino, il quale avrebbe potuto essere più glorioso, ma però quella modestia, che io chiamerei temenza di sè medesimo, gli valse maggiormente la stima dei suoi compagni e della critica, perchè ebbe il piacere e la soddisfazione di recitare sempre a fianco dei più bravi artisti italiani.

268. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 413

Nel '99, in Compagnia Rasi, creò fra tante al Filodrammatico di Milano, la parte di Henschel nel Vetturale Henschel di Gherardo Hauptmann, ottenendovi uno schietto e clamoroso trionfo per la grande vigoria, non discompagnata dalla più grande semplicità. Al punto in cui scrivo, egli è additato come uno de' più forti sostenitori, se non il più forte dopo la Duse, della nuova tragedia d’annunziana Francesca da Rimini, nella quale incarna con molta efficacia e molta sobrietà il carattere di Gianciotto.

269. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 538

Più che attore lo Sgarri potè dirsi un mimo, un acrobata, un buffone. […] La natura non lo dotò di sciolta loquela, e il Bartoli ci racconta : Egli aveva un’arte di fare frettolosamente un ragionamento (non inteso nè da lui, nè dall’uditorio) promettendo assistenza al Padrone o ad altri ; e questo con parole spessissime, e vibrate con forza fra le labbra in sì fatto modo, che il popolo movevasi a fargli un grande applauso, battendo palma a palma, ond’ egli restava soddisfatto, e l’udienza godendo moveva a più potere le risa, benchè nulla avesse capito da tal discorso, che lo Sgarri chiamava battuta, forse per la battuta di mani, ch'egli ne riscuoteva. […] Così la battuta può constar di più pagine, o anche di un sol monosillabo.

270. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 591

L'ultima sera del carnovale 1754, la Torri recitò un addio, di cui ecco alcune strofe allusive all’abbandono del Sacco e al suo mancato impegno : Chi di sorte il cieco dono amò più del suo decoro loro infuse l’abbandono per saziar sua fame d’oro, e noi pochi, e senza lena, travagliammo con gran pena. […] Passò da quella del Paganini nella Compagnia di Girolamo Medebach, in cui stette più anni, facendo mostra del suo gran valore artistico nelle commedie dell’abate Chiari, e specialmente in quella intitolata La Madre tradita. […] Bartoli, che quando al valor suo avesse unito un personale più vantaggioso, poteva ancora proseguire alcuni anni nella comica carriera.

271. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 760-762

Quanto alla donna, pare ch’ella non fosse di troppo riserbo, se personaggi di rango e teste coronate profusero a favore di lei l’immensità de’ loro tesori, scialacquati poi da Silvio che sapeva estorcerglieli colle carezze più d’amante che di compagno. […] qual donna de vu ghe xe più rara, de beltà, e d’eloquenze soraumana, se xe la vostra boca una fontana singolarmente in su le scene chiara ! Senza dubio nissun, vu sè la stella, che porta luse ai più sublimi inzegni con la vostra dottissima favella. […] E tanto vu se brava in la soavità del canto, e ’l son più del musico Trace, e più d’Anfion.

272. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 780-781

Egli il quale non aveva che un fine nella vita : lo studio ; e un fine nello studio : l’arte ;…. che, vittima di una modestia fuor di misura, il più bello e il più fatale degli ornamenti umani, avea l’animo delicato a segno da accoglier ogni dolorosa sensazione che la superbia e ignoranza e invidia gli venivan man mano generando, egli, dico, inconscio della sua forza, si ritrasse alla fine dalla battaglia, più rassegnato che sfiduciato. […] Non si sa per via di quali ragioni, fu stabilito che i comici, ignari della gran vita che si agita fuor da essi, e parte attiva di quella sola artificiale che metton loro davanti agli occhi autori dall’indole più svariata, non posson dare, divenendo autori alla lor volta, che raffazzonamenti di commedie o scene altrui. I tre atti della Legge del cuore di Dominici che richiamavan di fatto al pensiero il Vero blasone di Gherardi del Testa, non solo confermaron la opinione della critica, ma furon come il punto di partenza per la demolizione dell’autore : il semplice ricordo di un’idea distruggeva in un attimo nel cuore e nella mente, ma più nel cuore, dei demolitori, le qualità essenziali e originali, che nessuno avrebbe mai dovuto disconoscere : la spontaneità e vivezza del dialogo, la chiarezza dell’esposizione.

273. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 251-253

Voci di poco galantuomismo co'suoi attori su Rossi, l’aver egli cessato affatto di scrivermi dopo mie ripetute lettere, e tante e tante altre cose m’hanno finalmente convinto che tutte le sue dimostrazioni d’amicizia per me in Torino erano interessate, e dirette al solo scopo d’abindolarmi, e far si che io sopportassi la sua concorrenza in Compagnia Reale ; per cui già garantisco fin d’ora, che fra me e lui non vi sarà più accordo, anzi urto continuo, disprezzando io per principio, chi si serve di gesuitico artificio per sorprendere l’altrui buona fede. […] È impossibile di trovare qualcosa di più perfetto ; la parte era tagliata per lui meglio del suo abito nero – è tutto dire ! […] Io dissi solamente che egli era stato degno della sua parte – se fosse valso meno, ne avrei parlato di più. […] A lui si attribuiscono il famoso [ILLISIBLE]mente morta sillabato sul corpo della povera Margherita, e il non men famoso per me non è è più demani, nè dopodomani…. […] Andava poi così diritto e impettito, che si volle dai più portasse il busto.

274. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo II. In quali cose si rassomigli ogni teatro. » pp. 8-13

Cominciando dagli ebrei, l’opera letteraria più antica sono i due cantici del gran legislatore Mosé. […] I celti, nazione più antica e più potente de’ goti, ebbero in grande stima ed onore i loro bardi. […] Ma quando le società divengono più colte, saltano subito agli occhi gl’inconvenienti che produce quel mescolarsi un divertimento colle dilicatissime materie religiose. […] Ma questo freno che apparentemente avrebbe dovuto inceppar l’attività degl’ingegni, in tutti i teatri che conosciamo bene, ha prodotto felicemente un effetto assai diverso; perocché in cambio di trattenere il volo delle fantasie de’ poeti, la legge gli ha costretti ad uscir dell’uniformità, a spianarsi nuove strade, ed a rendere il teatro più vago, più vario, e più delicato.

275. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VI. Teatro Greco. » pp. 66-74

Quante novità forse un dì apporteranno i più communi oggetti che ora ci veggiamo intorno senza prenderne alcuna cura! Da fonti lontani e quasi impercettibili scaturiscono spesso i più notabili evenimenti. […] Questa istoria ci si presenta ad ogni passo nelle opere de’ più veridici scrittori dell’antichità, e punto non ripugna al l’ordinata serie delle umane idee, le quali vanno destandosi a proporzione che si maneggia l’arte, e che la società avanza nella coltura. Chi adunque arzigogolando sdegna di riconoscere da tali principii la tragedia e la commedia Greca, non vuol far altro che dare un’ aria di novità e di apparente importanza ai proprii scritti, e formar la storia della propria fantasia più che del l’arte. […] Qualche Francese ha confusi questi due Frinici; e noi ancora nella Storia de’ Teatri del 1777 attribuimmo quest’ultima avventura del Frinico di Melanta all’altro più famoso che fu figliuolo di Poliframmone.

276. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XIII. Commedia Mezzana. » pp. 141-150

Que’ pochi cittadini, tra’ quali tutta si concentrò la pubblica autorità, posero freno alla licenza di tal dramma, e più non soffrirono di essere impunitamente sulla scena nominati e motteggiati. […] In questa specie di commedia per la legge divenuta più ingegnosa e dilettevole, il Coro, nel quale più che in altra parte soleva senza ritegni spaziare l’acerbità e l’acrimonia, fu tuttavia satirico e pungente. […] Assai di lui più chiaro in tal commedia fu Alesside di Turio zio o patrocinatore di Menandro, potendosi interpretare dell’una e dell’altra guisa la voce πατρος presso Suida. […] Ah non vi è cosa Più del ventre gioconda. […] Dal conoscersene però più delle dieci coronate, sembra verisimile quel che col l’autorità di Camaleone asserisce Ateneo nel libro IX, cioè che non prima che pervenisse alla vecchiaja, avesse cominciato ad aver tanto a sdegno l’esser vinto.

277. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO V. Letteratura e Commedia Turca. » pp. 262-269

Generalmente i Turchi, mal grado della loro comunicazione con alcune corti Europee, che potrebbero darne più giusta idea, sono stimati barbari e rozzi. […] Questa nazione guerriera che da più di 330 anni occupa il trono imperiale di Costantino, ebbe molti principi illustri ed abili nella pace e nella guerra. […] Solimano di lui figliuolo ancor più poderoso e gran conquistatore e legislatore si formò sulla storia che studiava, e soprattutto su i Comentarj di Cesare che fe tradurre in lingua turca. La milizia turca nel secolo XVI era la più disciplinata di tutta l’ Europa. […] Alle riferite cose da noi scritte sin dal 1777 nella Storia de’ Teatri in un volume giova aggiugnere alcuna notizia più recente sulla fede dell’ab.

278. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Della maniera del cantare e del recitare »

Oltre il gesto, che è tutto proprio dell’attore, certe sospensioni, certe piccole pause, il calcar più in un luogo che in un altro già non si possono scrivere; dipendono in tutto anch’esse dalla intelligenza sua propria. […] Pensano in contrario che tutta la scienza stia nello isquartar la voce, in un saltellar continuo di nota in nota, non in isceglier quello che vi ha di migliore, ma in eseguire ciò che vi ha di più straordinario e difficile. […] In tal modo potendo eseguire il più difficile, sarà anche più atta a meglio esprimere il meno, e potrà farIo con quella facilità che aggiugne tanto di grazia alle cose ch’essa accompagna. […] Per le stesse ragioni non si vorrebbe così indifferentemente, come si pratica, abbandonare al musico la cadenza, la quale riesce per lo più di tutt’altro sentimento, di tutt’altro colore, che non è l’aria. […] Per questo solo, lo scrittore del presente saggio avrebbe creduto tal proposizione erronea; se non che da parecchi de’ più valenti nostri maestri di musica fu assicurato ch’ella cammina a dovere.

279. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo III. Progressi Teatrali in Francia tardi, ma grandi nel medesimo Secolo XVII. » pp. 291-315

Io non so per qual gotica stranezza di gusto i critici pedanti rendono problematiche le verità più manifeste. […] Nacque nel 1620 con disposizioni naturali alla rappresentazione comica più che alla seria. […] Quella dunque oggidì, benché ammetta argomenti più complicati de’ tragici, azioni più rapide, eventi più vari, e decorazioni più pompose, tutta volta cerca di approssimarsi, per quanto può, alla tragedia, né mai si sottrae dall’imitazione della natura, principio universale d’ogni buona poesia. […] La maggior parte de’ critici francesi abbonda di grazia e di brio quanto manca di solidezza; essi dovrebbero essere ragionatori più conseguenti, o più ingenui. […] Ma giacché non leggono i nostri scrittori, riflettessero almeno a quello che hanno asserito fu quello punto i loro più eruditi e sensati.

280. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO I » pp. 116-223

Più che altrove lo stile è affettato e lirico nel Sejano, le sentenze più ricercate che in Seneca, il linguaggio più spesso fangoso, e nell’atto V si accumolano troppe cose dopo la morte di Sejano, le quali conveniva accennar brevemente. […] Marco Bruto è la tragedia più criticata e spesso con solido fondamento dal conte di Calepio. […] che più indugio? […] V’ha non pertanto più di un passo vigoroso. […] Forse la versificazione vorrebbe essere più armoniosa, e lo stile talvolta più energico.

281. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XI. Se il Ch. Poeta Cesareo Metastasio imitò, o poteva imitare le Opere di Pietro Calderèn de la Barca. » pp. 140-148

Non è questa la più diritta via per convincermi? […] Per non insultare cesso dall’esemplificare più oltre. […] Vò recarvene ancora una ragione più individuale. […] Se Calderòn fosse Greco, soggiacerebbe alla disamina de’ Critici Filosofi, come vi soggiacquero tanti altri Greci, oggi che più non si giura sull’autorità. […] Lampillas), ma de’ moderni Attori; e di più rigetta il viluppo delle Favole Spagnuole per le Tragedie.

282. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO II. Tragedie latine d’oltramonti, Tragici Olandesi, e Teatro Alemanno. » pp. 135-142

Uno de’ più noti imitatori di Lohenstein fu Giovanni Hallemann, il quale dal 1660 al 1763 compose sei tragedie, Marianna, l’Amor celeste, il Teatro della Fortuna, la Tenerezza paterna, la Vendetta divina, la Vendetta astuta; in oltre la Virtù trionfante commedia, l’Amore ingegnoso pastorale e l’Innocenza moribonda opera. Ma Hallemann con pari gonfiezza, e co’ medesimi difetti del suo modello vide i proprii drammi più lungo tempo applauditi e rappresentati. […] Ciò che da noi chiamasi tragedia, era un misto mostruoso di gonfiezze insieme e di bassezze buffonesche ignorando i nostri autori le più comunali regole del teatro. La commedia era ancor più deplorabile, altro non essendo che una farsa grossolana ristucchevole per chiunque abbia fior di gusto, di buon costume e di politezza. […] Pensarono poi a formarsi un’opera nazionale, ma sia per debolezza di coloro che l’intrapresero, ovvero sia per l’indole dell’idioma, essi riuscirono così infelicemente, che atterriti dalle critiche tralasciarono di più comporre opere in lingua tedesca.

283. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO V. Tragedie Latine d’Oltramonti: Tragici Olandesi: Teatro Alemanno. » pp. 286-290

Uno de’ più noti imitatori di Lohenstein fu Giovanni Hallemann, il quale dal 1660 al 1673 compose sei tragedie, Marianna, l’Amor celeste, il Teatro della fortuna, la Tenerezza paterna, la Vendetta divina, la Vendetta astuta, in oltre la Virtù trionfante commedia, l’Amore ingegnoso pastorale, e l’Innocenza moribonda opera. Ma Hallemann con pari gonfiezza, e co’ medesimi difetti del suo modello vide i proprj drammi più lungo tempo applauditi e rappresentati. […] Ciò che da noi chiamasi tragedia, è un misto mostruoso di gonfiezze insieme e di bassezze buffonesche, ignorando i nostri autori le più comunali regole del teatro. La commedia è ancor più deplorabile, altro non essendo che una farsa grossolana ristucchevole per chiunque abbia fior di gusto, di buon costume e di politezza. […] Pensarono poi a formarsi un’ opera nazionale; ma sia per debolezza di coloro che ciò tentarono, ovvero sia per l’indole dell’idioma, essi riuscirono così infelicemente, che atterriti dalle critiche tralasciarono di più comporre opere tedesche.

284. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO IV. Spettacoli scenici della Russia. » pp. 257-261

I Russi ad esempio dell’ Alemagna cominciarono a far contribuire al proprio diletto le nazioni più ingegnose, l’Italiana e la Francese, le quali da gran tempo si disputano la preferenza nell’arte di piacere. […] Le arti, le scienze, un commercio fiorente, una forza marittima, una superiorità d’armi sul possessore di Costantinopoli, la Crimea aggiunta alle Russie, il possesso ricuperato di Oczakow, un codice degno della miglior filosofia e della sovranità più rischiarata, rendono la Russia oggetto dell’ammirazione dell’Europa. […] La Czarina ha fatto di più; ha somministrati i commodi opportuni a varj attori nazionali per viaggiare in Francia e in Inghilterra ad oggetto di perfezionarsi nell’ arte di rappresentare. […] Sin dal 1741 quando nella Russia cominciò l’opera italiana, vi si ammirò un’ orchestra magnifica, vi cantarono le più rinomate cantatrici, e vi furono invitati i più celebri maestri di musica dell’Italia e specialmente di Napoli. […] I cori dell’opera sono composti di venti persone in circa, che per lo più vengono dall’Ukrania o Picciola Russia dove si studia molto la musica vocale.

285. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO II. Prima epoca del teatro Latino. » pp. 9-90

Più che io non vorrei (replica Annone). […] Ella è tre volte più astuta di quello che tu brami. […] Ma tale è per lo più l’ indole e l’ingegno fecondissimo di Plauto. […] Tralle antiche commedie rispettate dal tempo, la favola più decente e pudica è questa che Plauto intitolò Capteivei. […] Convengono i più sagaci critici in tener questa favola per una delle più eccellenti di sì gran Comico.

286. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Teatro di Eschilo. » pp. 75-103

Con qualche passo di più forse l’ultimo di essi l’avrebbe condotta a quel grado di prefezione, in cui le arti, come ben dice Aristotile, si posano ed hanno la loro natura. […] Come poeta eccellente seppe con arte e facilità maggiore degli antecessori trasportar le favole Omeriche al genere tragico e maneggiarle in istile assai più grave e più nobile. […] Seppe in somma per molti riguardi farsi ammirare ed in se unire i meriti più rari di poeta, di musico, di attore e di direttore. […] Noi avremmo buone ragioni onde ribatterle, ma leviamo un po più su il guardo. […] In fatti alcuni tragici che si dedicarono a ritoccarne più d’una, ne riportarono sovente la corona teatrale.

287. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo VIII. Vuoto della Storia Teatrale. » pp. 172-179

Anzi allora più che mai abbondarono i teatri, e sfolgorarono di lusso e magnificenza. […] Mai non furono più sontuosi e frequenti i giuochi scenici, quanto in tal tempo. […] E come trovarne dalla morte di Teodosio I fino allo stabilimento de’ longobardi in Italia, periodo il più deplorabile per l’umanità per lo concorso di tante calamità, di guerre, incendi, fame e peste, che desolarono l’Europa colla venuta di tanti barbari? […] Il più antico poema di questo genere ne’ secoli bassi, che fino a noi sia giunto, é, s’io non erro, una certa o tragedia, o commedia che vogliam dirla, scritta latinamente e data alla luce dal P.  […] Ivi in fatti veggonsi apparir della scena il Papa, l’imperadore con più altri sovrani d’Europa e d’Asia, e l’Anticristo accompagnato dall’eresia e dall’ipocrisia, e perfino la sinagoga col gentilesimo, che anch’essi ragionano.

288. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 300

E al proposito del Belisario (ivi) : Per dire la verità gli attori contribuirono infinitamente alla riuscita dell’ opera e le parti erano bene distribuite : …… Teodora Imperatrice, vana, superba e feroce non potea esser meglio rappresentata : la Bastona la sosteneva a maraviglia ; e s’investiva si bene di quel carattere odioso, che più e più volte i Gondolieri, ch’ erano nel Parterre, la caricavan d’ingiurie, ch’erano insulti alla parte rappresentata, ed applausi alla brava attrice. E più oltre, al proposito della Rosmonda : L’ho composta per contentar la Bastona, la quale sostenuto avendo il carattere odioso di Teodora, pretendeva di farsi onore con una parte virtuosa, ed eroica ; ma tutti e due c’ ingannammo : ella non era fatta per queste parti, ed io non era ancora assai pratico per iscegliere gli argomenti. […] Ma se la Bastona era del carattere di Vitalba, tale da volger tutto al riso e da mostrarsi in veste di Rosmonda a ballar la Furlana, che quella sera fu certo più accetta al pubblico della tragedia stessa, fuor di scena pare fosse un vero grano di pepe.

289. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 558-559

Vincenzo Cammarano ebbe due mogli : dalla prima ebbe tre figlie, dalla seconda, Paola Sapuppo siciliana, i maschi, fra’ quali Filippo attore e scrittore di lavoroni popolari mitologici-briganteschi, e Giuseppe geniale pittore che il più delle volte istoriava al S.  […] Avreste saputo che cosa è il ridere di cuore, ridere lungamente e a più non poterne. Questa specie di riso or non si conosce più. […] Indi a eterna sua memoria decretò di propria mano che mai più nel Regno Comico sorga un altro Cammarano.

290. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 734-735

La Cutini-Mancini recava con sè, in più della Romagnoli, uno spirito di modernità e un sentimento di grande fierezza che il nuovo repertorio esigeva. Infatti, il ruolo della servetta vera e propria era finito : subentrava la seconda donna, ossia un ruolo di comicità più oggettiva, come chi dicesse la donna emancipata, spesso vedova, desiderosa di nuove nozze, ed alla quale per solito annodavasi l’intrigo galante delle commedie nuove. […] La civetteria elegante, la malizia raffinata, l’arte di sottolineare le più arrischiate espressioni, avevano in lei una esecutrice inarrivabile. […]  – Ed io, se non di quella sera, di quella interpretazione serbo il più vivo ricordo.

291. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « A CHI AMA LA POESIA RAPPRESENTATIVA. » pp. -

Chi negherà che oggi dietro la scorta di tali insigni corifei si penetri con agevolezza incredibile ne’ più riposti arcani della natura, e corransi con sufficiente sicurezza gli immensi spazj de’ cieli? […] Con non meno invidiabil riuscita i grand’uomini che portarono i loro sguardi su tutta la natura, seppero anche discendere alle più minute osservazioni degli esseri che la compongono. […] E se la geometria, più che per le utili verità che insegna, si rende commendabile per l’attitudine che somministra agl’ ingegni tutti per bene e coerentemente ragionare, essa e tutte le scienze esatte contribuiranno sempre colla loro giustezza a formare i gran legislatori morali e politici tanto per ciò che l’una società debbe all’altra, quanto per quello che debbonsi mutuamente gl’ individui di ciascuna: ma esse non saranno mai nè più pregevoli nè più necessarie a conoscersi delle leggi che immediatamente gli uomini governano. […] quanta ne rimane all’uomo per norma delle sue passioni allorchè crescono coll’ età e diventano più robuste e imperiose? […] Chi la bramasse ancor più distesa, potrà attendere gl’ immensi volumi di storia teatrale preparati da una intera compagnia di letterati Francesi.

292. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 461-471

Samuele, e recatosi a Milano la primavera del 1753, poi a Genova per alcune recite in attesa dell’imbarco, fe'vela con la miglior parte della Compagnia per Lisbona, ove giunse al cadere di quell’anno, e ove s’ebbe la più festosa delle accoglienze. […] Arlecchino disapprovava tutto : se volete cibar bene il vostro ammalato dategli quattro cervelline di donna, che non vi è cosa più leggiera al mondo. […] Sarà vero che molto in sua vita egli abbia guadagnato e molto speso : ma è vero non meno che l’arte comica in Italia non arricchisce nemmeno chi l’esercita colla più grande fortuna. […] Tocchiamo più tosto dell’arte sua come attore e capocomico. […] Li commedianti d’altra nazione sanno anzi rigentilire la comica professione con modi li più costumati e sulle scene e nelle case ; ma tu, più ch'ogni altro, ben sai renderla infame con un’intollerabile licenza di continui atteggi e sali, o repugnanti alla decenza, o temerari nella censura.

293. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO IV. La drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 47-73

Ebbero intanto gl’ Italiani in tal periodo 1 farse per lo più italiane sacre e profane, 2 drammi regolari latini e 3 componimenti eruditi dettati in volgare idioma. […] Trattasi nel secondo de’ mali apparsi dopo la pace fatta, e gl’ interlocutori sono un augure, il coro ed un messo che nulla dice di più degli altri. […] Il quarto atto è il più bizzaro. […] Appunto dal nominato Lusus ebriorum venne la più antica commedia volgare che abbiasi alle stampe. […] Dovea mettergli in bocca que’ versi che mostrano l’autor del dramma proclive al più detestabile sfogo della lascivia?

294. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 8

Di lui, il più celebre degli stenterelli moderni, nato a Firenze nel 1823, discorre diffusamente Jarro nella sua opera Origine della maschera di stenterello, da cui riferisco in ristretto. […] Morto il Ricci di colera nel '55, Raffaello Landini prese lo scettro della maschera di stenterello, nè più ebbe chi lo imitasse o gli si accostasse. […] – Stenterello e il suo cadavere non era più una commedia, ma l’epilogo tragico di un’esistenza : quasi appena cessato il suono della sua ultima risata, e gittati gli screziati abiti della Maschera, dava l’ultimo sospiro…. era avvolto nello squallido lenzuolo funerario. »

295. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 59

Una delle più forti speranze del nostro teatro di prosa, dileguata improvvisamente dopo soli dieci anni di vita artistica. […] Di forme più tosto erculee, se ben corto di braccia, male gli si attagliavano le parti sdolcinate. In quelle che richiedevano accenti di passione gagliarda era artista de' più forti.

296. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 586

Moglie del precedente, e figlia di comici, fu un’egregia prima attrice giovine, poi, divenuta sposa a Francesco, passò alle parti di prima donna assoluta, che sostenne con molto successo, più specialmente nelle commedie goldoniane, e in dialetto. […] Fra le lodi prodigate al valor suo, ve n’ha una anche all’artista lirica, la quale si mostrava, accompagnata da piena orchestra, specialmente nella farsa La Commediante, in cui sosteneva sette diversi personaggi, e cantava sette pezzi scelti tra i più riputati maestri. […] Addestratosi co' Filodrammatici della sua città natale nelle parti di Pantalone, riuscì comico egregio, e fu più anni sotto quella maschera, con Antonio Sacco, col quale anche si recò in Portogallo.

297. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO PRIMO. Ritorno delle rappresentazioni teatrali dopo nate le lingue moderne. » pp. 2-31

Le guerre d’Asia poi, la presa di Costantinopoli fatta da’ Latini, il passar che fecero le più fertili isole dell’arcipelago con una gran parte del Peloponneso sotto il dominio de’ Veneziani, de’ Genovesi e d’altri Italiani, produssero lo stabilimento del commercio in Italia come nella sua più nobil sede. […] Fiorì però in tali paesi a quel tempo il monaco Gonsalo Berceo forse il più antico Spagnuolo che poetò in lingua Castigliana. […] Tuttavolta la parola ludus usata da’ cronisti par che più favorisca il nostro avviso che il dubbio del celebre storico. […] Vennero in appresso più tardi le leggi di Aragona, del contato di Barcellona, di Valenza. […] Or dove sono le once di carne divorate dall’augello nella parte più polputa del corpo?

298. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO III. Commedie del secolo XVII. » pp. 292-313

Seguì per lo più le orme di Plauto, ma nel viluppo lo sorpassa d’invenzione e di proprietà. […] Lo stile è comico buono per lo più, benchè talvolta soverchio affinato alla maniera Plautina per far ridere. […] I caratteri forti, niuno l’ignora, sono di numero limitati, e dipinti bene una volta, se vogliano replicarsi, riescono per lo più languide e fredde copie. […] Rancida parrebbe ancora l’invenzione degli argomenti delle sue favole fondati sulla schiavitù di qualche persona in Turchia o in Affrica  ma si vuole avvertire che in quel secolo essi doveano interessare più che ora non fanno, perchè tralle calamità specialmente delle Sicilie sotto il governo viceregnale non fu la minore nè la meno frequente quella delle continue depredazioni de’ barbari sulle nostre terre littorali non più coperte dalle potenti armate di mare di Napoli e di Sicilia. […] Adunque anche in un tempo di decadenza nelle belle lettere debbono distinguersi le additate commedie erudite da ciò che in seguito si scrisse in Italia col disegno di piacere alla plebe  ed esse debbono tanto più pregiarsi quanto più si vide il secolo trasportato dallo spettacolo più seducente dell’Opera in musica.

299. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO IV. Teatro Lirico Francese, e suoi progressi per mezzo di Lulli e Quinault. » pp. 59-74

I di lui contemporanei notarono nell’Alceste più di un difetto. […] Ati recitata nel 1676 dee reputarsi una delle favole più interessanti di Quinault. […] Giove intercede per Io, e giura al fine di non amarla più purchè cessi di patire. […] L’ Armida tratta dal gran poema di Torquato più felicemente che l’Orlando dal gran poeta Ariosto, fu il melodramma più fortunato di Quinault, in cui egli trionfò come poeta, Lulli come gran maestro di musica, e Rochois come attrice. […] Lulli allora metteva tale attenzione alle parole che leggendo più volte la scena recatagli la mandava a memoria, la cantava al cembalo e vi faceva un basso continuo.

300. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Adi 21 8bre 1678 » pp. 220-224

A questa aggiungiamo le Memorie delle notizie più vere, e cose più notabili e degne da sapersi, accadute nella feliciss. entrata delle sempre gloriose Truppe Cesaree nel Regno, ed in questa Città di Napoli, pubblicata dall’ autore il 1708, in 12° ; e la Guida de' Forestieri per la Città di Napoli, stampata il 1725. Il 1675 aveva stampata a Napoli con la data di Venezia una commedia tradotta dallo spagnuolo da altro comico : Amare e fingere, che fu poi ristampata davvero a Venezia, e più tardi a Bologna. […] Privo della libertà, fatto inabile al lavoro, privo fin anche delle robbe, frutto di tant’anni di fatiche, non ha più scampo ormai che nella morte. […] Non fò poco à scriuere queste due righe di fretta qui in Cremona, in doue passo costandomi più oro, che inchiostro ; si compiaccia far le mie parti con il S. […] Di più, l’Archivio di Modena conserva un sonetto, che qui riferisco, e che ci dà un saggio dello scrivere di questo artista letterato.

301. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo VII. Teatro Latino. » pp. 109-171

L’istessa mano della Medea senza dubbio colorì l’Ippolito, benché lo stile ne sia più ornato, e talvolta più del bisogno verboso, specialmente nell’atto I. […] Gli squarci più tragici vengono bruttati dal furore di presentar sempre pensieri maravigliosi. […] Nel greco é più manifesta la duplicità della favola, e nel latino i due oggetti, cioé l’ammazzamento di Lico e ’l delirio di Ercole colle conseguenze, sembrano più uniti per lo prologo di Giunone che forma l’atto I. […] Brumoy la più stravagante di tutte (perché qual più stravagante dell’Ercole Oeteo, e pur l’istesso dotto critico l’attribuiva all’autor dell’Agamennone), ma parimente vi si ammirano non pochi tratti veramente sublimi, e di più una vivacità di colorito nelle passioni, che non é si facile di rinvenirsi altrove. […] Quelli al più diedero un gusto più moderno all’antica arte pantomimica.

302. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 619-638

Bandite a poco a poco le maschere dalla scena, e però non trovando il Cavicchi più chi lo scritturasse, diventò conduttor di compagnia egli stesso. […] L’intuizione psichica di questa attrice era unica più che rara. […] Marchese suo genitore, mutò per me più volte il nome, & addimandossi Misericordia, ricercando così anche l’ honorate cagioni da me intraprese. […] Ma un’opera ancor più interessante del Cecchini giace tuttavia inedita, per quanto io mi sappia, nella Biblioteca di Torino. […] Di codesti capitoli verrò trascrivendo quelle cose che più mi pajon degne di nota.

303. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 590

Cardosi Chiara, lucchese, attrice di molto merito per vivace ingegno e non comune coltura, fu in varie compagnie ; poi, sino al 1779, in quella di Luigi Perelli, ove potè più specialmente mostrare le sue rare qualità di artista. […] Che più ? Tu sai tutte le vie del core, e in noi risvegliar sai tutti gli affetti, ma più di tutti ammirazione e amore.

304. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1037

Giudizio che troviam confermato in queste parole del Regli : Le parti passionate erano da lui preferite alle altre, e male non s’apponeva, poichè quando si ebbe in dono dal cielo un’anima non volgare e che sa infiammarsi ai più nobili affetti, d’uopo è lasciarle libero il campo e abbandonarla alle sue inspirazioni. E più largamente il Colomberti : …. possessore di una bella e proporzionata persona, di fisionomia dolce ed espressiva, e di non comune ingegno, con magistero esprimeva le varie passioni, e senza sforzo i molteplici caratteri del suo repertorio. […] Egli non era più giovane, ma ambiva di comparirlo, e vi si fece condurre avendo indossato un abito elegante, ma leggiero assai.

305. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VI. Tragici Spagnuoli, secondo il Signor Lampillas, negletti, o censurati a torto dal Signorelli. » pp. 43-68

.; di maniera che al Malara più giustamente converrebbe lo stupore de’ Posteri tributato alla fecondità di Lope. […] Sì; ma per cancellare la memoria di Mille Tragedie ci voleano almeno due mila Commedie incomparabilmente più eccellenti. […] quando più testimonj affermano la stessa cosa, e più se essi appartengano a diversi popoli, o sieno dichiarati emuli, o nemici. […] Ed uno più disinvolto gli direbbe colla frase del Boccaccio, Vada e se l’appari; o gli direbbe uno più pigro, Vada e il rintracci ne’ Discorsi del Montiano. […] Egli al più avrebbe potuto dire, può farci sperare, che sarebbe stata regolata.

306. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 476-477

A sedici anni era a Milano con Tommaso Zocchi, ingenua applauditissima ; a soli venti anni applauditissima prima attrice assoluta con Pisenti e Solmi. « Maravigliò – scrive il Regli – per la stupenda esecuzione da lei data a quelle parti, in cui più le violenti passioni campeggiano, come nel Ricco e Povero, nel Testamento d’una povera donna, nell’ Eulalia Granget, Era io » della signorina R. […] Ma intollerante di giogo, o più tosto di quiete, di natura mobile e bizzarra, passò di compagnia in compagnia, or a’ Fiorentini di Napoli, or col Billi, or col Bosio, or con Rossi e Gattinelli, or col Bastrelli, festeggiata ovunque. Lasciò l’arte per alcun tempo : vi tornò fiorente ancora, e ancor bene accolta dai pubblici, ma conducendo sempre vita travagliosa anche in mezzo alle dovizie che le piovver più volte in ogni modo e da ogni parte. […] I delle sue Memorie artistiche : …… attrice intelligentissima : se avesse voluto, avrebbe potuto essere di decoro all’arte e di utile a sè stessa : disgraziatamente non aveva tutti i giorni della settimana ; credo glie ne mancasse qualcheduno : però era sempre una buona compagna, più dannosa a sè stessa che agli altri, e quando voleva era bravissima.

307. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 576-577

.), in Compagnia di Corrado Verniano (o forse più esattamente Vergnano) per un triennio, per doventar di nuovo capocomico di una compagnia di giro, che lasciò dopo alcuni anni, ritirandosi dalle scene per la morte di un unico fratello che lo lasciò tutore de' figli e amministratore del loro ricco patrimonio. […] Colomberti, contemporaneo, lo chiama un « ottimo Padre Nobile, riuscito ugualmente bravo nei tre generi di recitazione, » e Luigi Aliprandi, contemporaneo e scritturato, dice di lui largamente ch'ebbe figura possente, ma voce alquanto aspra, e modi risoluti e austeri, da farlo credere di una severità grandissima ; mentre, in realtà, era l’uomo più mite e indulgente del mondo. […] Righetti, nel volume secondo del suo Teatro Italiano, « Ho riconosciuto – scrive – pochi attori, che più del signor Tessari studiassero di penetrare nel carattere del personaggio che dovevano rappresentare. […] Io amo più un attore che abbia sbagliato il carattere d’un personaggio per averlo mal interpretato, che quegli che l’abbia indovinato per caso, e senza riflessione….

308. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 592-594

Attore de' più pregiati alla Comedia italiana di Parigi, nella quale apparve la prima volta il marzo del 1685 col ruolo di Capitano ch'ei recitava in italiano e in francese, nacque a Messina e fu noto prima col nome di Pascariello, poi con quello di Scaramuccia, che aveva già prima di recarsi in Francia, quand’era al servizio del Duca di Modena (1680-82). […] Ma Pasquariello (non so bene da chi inventato ; probabilmente da Salvator Rosa, e incarnato poi da Giuseppe Tortoriti) non è nè padre, nè vecchio, nè parte nobile di alcuna specie ; ma sempre servo : e caratteristica sua è più che la parola la mimica, apparendo prima ballerino da corda, come lo ritrasse il Callot insieme a Meo Squacquera, poi un de' più agili saltatori della Compagnia italiana di Parigi nella seconda metà del secolo xvii. Nel teatro del Gherardi si delinea chiarissimo il tipo, che può dirsi fratello minore di Scaramuccia : e immagino a quali acrobatiche buffonate si dovea lasciar andare il Tortoriti, se il Mercurio Galante del marzo 1685 gli dedicò parole di tanta lode ; e più ancora, se ci facciamo a considerar lo scenario della Precauzione inutile, in cui avuto l’ordine, egli e Pierrot, di non far entrar messaggi d’amore, e vista una farfalla svolazzar davanti all’uscio dell’appartamento d’Isabella, immaginando che essa potesse essere una messaggera d’amore, le davan la caccia, abbandonandosi a ogni specie di salti e capriole pazze, or cadendo lunghi distesi a terra, or montandosi l’un l’altro sulle spalle.

309. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 606-607

Il dialogo è de’ migliori e le scene fra Dina e Bilora e fra Bilora e il vecchio Andronico ove son descritti gli amori di questo per Dina son della più schietta comicità. […] e e ben che alle cose impossibili vi sia maggior rimedio il non più pensarci, io non potrò non pensare a quegli onori che la sua presenza mi concedeua, et al mio sommo desiderio di seruirla di persona : dorrommi della mia pouera ventura. l’amoreuole proferta ch’ella mi fa si nuovo della sua casa, sarà da me accettata nelle occorrenze, et me li chiamo sempre più obligata, mi duole grandem. […] ma quasi smarriti, et io più di loro trauagliata. li scrissi jeri che sabbato prossimo faremo i 7 infanti dell’ara con machina nel prologo dell’Aurora, ma doppo la mia lettera vennero in mia casa gl’ Ill. […] r Duca a comandarmi più tosto che io mi rimanghi di recitare, che il riunirmi con loro. le cagioni sono tante, e tali, che mi uergogno di fargliene riassunto, non che minuto. e mi creda per quella riuerenza che si deue, e ch’io osseruo al Serenissimo padrone : che se mio marito non fosse in’atto all’armi per la infermità della podagra, che sarebbe stato necessitato a perderci la uita, o farla perder ad’altrui ; poi che il loro fine, e stato d’oltraggiarmi nella riputazione, e danneggiarmi nell’utile ; e giornalmente con termini insofferibili, non cessano di prouocare l’altrui incredibile pacienza : e massime doppo che hanno riceute le lettere di V. 

310. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 999-1001

Con tenacia e audacia senza pari, egli affrontò nuovamente il giudizio del pubblico, il quale più tenace di lui ne’suoi propositi, lo fischiò ancor più forte, e per modo ’sta volta, che il povero artista, scoraggiato, disperato, si ricoverò nella nativa Lugo. Ma non andò molto che tornato all’assalto sotto il comando del valoroso Francesco Lombardi, n’ebbe vittoria piena, convertendo quei primi fischi in applausi clamorosi che nol lasciaron più in tutto il tempo della sua vita artistica. […] Il ’44 eccolo sostituir Luigi Taddei nella Compagnia Reale Sarda, nella quale rimase anche dopo la quaresima del ’54, epoca, in cui, toltole il sussidio del governo, continuò sotto la direzione di Francesco Righetti, e colla quale recossi a Parigi nella Sala Ventadour, ove s’ebbe con il Burbero benefico, Un Curioso accidente, La Bottega del caffè e La Locandiera i più schietti e larghi encomii di tutta la stampa. […] Non solamente fu il Gattinelli attore di gran pregio, ma anche pregiato autore delle commedie : Vittorio Alfieri e Luisa d’Albany, rappresentata l’ultimo anno di vita della Compagnia Reale Sarda ; Clelia e la Plutomania, il ’54-’55, quando cioè la Reale Sarda, non più sovvenuta dallo Stato, diventò compagnia libera sotto la direzione del Righetti ; e La caduta di una dinastia, che s’ebbe il premio governativo nel concorso del’61.

311. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 598-599

Io credo che niuno abbia capito e rivelato ai posteri l’arte somma di Giovanni Toselli, meglio di quanto facesse il compianto Luigi Pietracqua, del quale mi piace riferir qui tradotte le belle parole : I posteri riconoscenti, artisti e ammiratori, gli dedicaron monumenti marmorei così a Cuneo sua terra natale, come al Teatro Rossini di Torino, dove si ammira un suo busto assai rassomigliante ; ma il più bel monumento se lo eresse da sè, creando un teatro popolare, che prima non esisteva ; inventando, per dir così, un nuovo genere d’arte così viva e possente, che per bestemmiar che facciano certi ipercritici della moderna tubercolosi artistica (leggi : teorica nova) non morrà più mai nè nella memoria nè nel cuore del nostro popolo che pensa colla sua testa e giudica col suo buon senso, infinitamente superiore a tutte le fisime più o meno isteriche di certi scrittorelli, più o men camuffati da Aristarchi Scannabue. […] Ed è per questo che il suo nome glorioso non sarà più obliato dai veri cultori dell’arte drammatica.

312. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO II. Se i Mori Spagnuoli ebbero Poesia Scenica. » pp. 9-13

La Natura (argomenta) accoppiata all’Arte come mai non insegnò agli Arabi l’idea de’ Giuochi Scenici in più di sette Secoli? […] Che se per le colpe de’ Cristiani la Provvidenza avesse loro duplicate le forze della mano e del senno, se da’ loro acquisti sorta fosse, invece di varj piccioli dominj una sola potente Monarchia, o al più due, forse il loro Regno durerebbe tranquillo e rispettato, e forse ad esempio di altre colte nazioni, cangerebbero oggetti, così riguardo alla Filosofia, rigettando la Peripatetica, come alla Poesia rifiutando i frivoli giuochetti meccanici della loro versificazione, e camminerebbero sulle tracce di Galileo e Newton, di Virgilio e di Omero, in cerca della Natura; e chi sa che non ne nascesse un Euripide Moro? […] Pare che il Signor Apologista abbia voluto serbare per le ultime fortune il più debole, il più inefficace de’ suoi argomenti. […] Finalmente tra’ Greci e tra’ Romani, quando tutti i libri soggiaciuti fossero a un incendio generale, rimanevano sempre in piedi tanti parlanti testimonj di tali studj nelle rovine de’ loro Teatri: ma in Ispagna in poco più di tre Secoli, benchè di altri Arabici edificj trovinsi oggi molti avanzi considerevoli, per qual fatalità non è rimasta pietra di verun Teatro Moro-Ispano? […] Un esempio più recente poteva vederne il Signor Lampillas ne’ Drammi di Cervantes, e di Andres Prey, che non esistono da quasi due Secoli, e pure se ne favella in tanti libri, sì che non si possa giustamente dubitare, che abbiano una volta esistito.

313. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO V. Produzioni comiche di Commediani di mestiere nel secolo XVI. » pp. 256-264

Si trovò allora tra essi più di un commediografo ingegnoso. […] Francesco Andreini pistojese marito della celebre attrice Isabella Andreini, ed attore anch’egli che rappresentava da innamorato, e dopo la morte della moglie da tagliacamtone col nome di Capitano Spavento da Vallinferna, volle ancora distinguersi come autore scrivendo più dialoghi, farse e commedie ove acciabattò quanto aveva in iscena recitato come attore, cioè le rodomontate. […] Pantalone era per lo più un mercatante veneziano d’ordinario dedito alla spilorceria; il Dottore un curiale bolognese cicalone; Spaviento un millantatore poltrone; Coviello un furbo, Pascariello un vechio goffo che non conchiudeva un discorso incominciato con grande apparato, tutti e tre napoletani; Pulcinella un villano buffone dell’Acerra; Giangurgolo un goffo calabrese; Don-Gelsomino un lezioso insipido roma no o uno Zima fiorentino; Beltramo un o milanese semplice; Brighella un ferrarese raggiratore; Arlecchino uno sciocco malizioso da Bergamo. […] Certo è poi che fra gl’Italiani la decisione del Deoina, che sì franco decreta in tutto quel suo Discorso, è molto più manifestamente opposta alla verità. La storia che abbiamo tessuta degli autori tragici e comici del XVI secolo, e de’ due seguenti, dimostra l’immenso spazio che separa Ariosto, Bentivoglio, Machiavelli, Caro, Oddi, Porta, Goldoni, e molti altri, e Trissino, Rucellai, Tasso, Manfredi, Bonarelli, Dottori, Maffei, Varano, Alfieri, da commedianti di mestieri Calmo, Ruzzante, Capitan Coccodrillo, Lombardo, Scala, i quali o non mai osarono porre il piede ne’ sacri penetrali di Melpomene, o vi entrarono strisciandosi pel suolo a guisa di bisce, come l’Andreini, e nella stessa commedia consultarono più la pratica scenica, e i sali istrionici e i lazzi, che l’arte ingenua di Talia, e i passi di Menandro e di Terenzio, contenti del volgare onore di appressarsi al più alle farse Atellane.

314. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO IV. Teatro Francese prima della Medea di P. Corneille. » pp. 157-165

Gli uomini quanto più si associano, tanto più s’imitano, e si rassomigliano ne’ costumi e nelle maniere. […] Le favole si rappresentavano all’aria aperta e senza lumi, i quali s’introdussero più tardi. […] La Sofonisba di Mairet piacque in Francia molto più, perciocchè da lui le fu imposto un costume più naturale e più dolce.

315. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Latino e del Libro II — CAPO VII. Copia di Teatri per l’Impero: magnificenza e profusione eccessiva negli spettacoli sceneci. » pp. 38-55

Osserviamo in oltre che non solo dapertutto i popoli vollero aver teatri, ma che mai non furono più sontuosi e frequenti i giuochi scenici quanto ne’ primi secoli dell’Impero. […] Era Tiberio uno de’ principi più avversi allo spettacolo teatrale. […] Intanto però la gente da teatro avea di giorno in giorno acquistato tal predominio sopra i Romani, che i personaggi più illustri, e le matrone più nobili facevano a gara nell’arricchirla, nel trattarla con somma famigliarità, e nell’amarla follemente. […] Trovavasi un dì Caligola presso ad una statua di Giove col suo Apelle, e gli venne il capriccio di domandargli, qual de’ due fra Giove e lui gli sembrasse più maestoso. […] La grandezza eroica campeggia nel loro stile con carattere particolare, meno attaccato alla naturalezza greca, e più confacente alla maestà Romana.

316. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO I. Vuoto della Storia Teatrale nell’età mezzana. » pp. 57-79

In quale monarchia moderata si è mai più ciò veduto? […] Ausonio ha conservata memoria di certo Assio Paolo retore che fioriva verso la fine del IV secolo e coltivava più di un genere poetico oltre della storia. […] L’opinione di chi lo fissa all’imperio di Teodosio è la più comune; ed il lodato Pietro Daniele l’avea abbracciata come semplice congettura, nè disconvennero il Taubman e qualche altro. […] Certo è però che il primo io non sono a dubitarne; e il dotto Scipione Maffeia, più cose , dice, alquanto difficultano il crederlo (del secolo XII) e tanto più se ciò si fosse arguito dal solo carattere del codice, che è congettura molto fallace. […] E non trovandovi nè anche salva la decenza e la morale, perchè le buone tragedie e commedie aveano ceduto alle leggerezze e agli adulterii delle mimiche rappresentazioni, gli zelanti Cristiani concepirono del teatro le più sozze idee, e scagliarono le più amare invettive contro gli spettacoli e gli attori scenici, sotto la qual denominazione compresero soltanto gl’infami mimi e pantomimi, e le impudentissime mime, cantatrici e ballerine.

317. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Recitò anche le parti di serva ed altre, ma assai più valse, e fu generalmente assai più apprezzata, nella musica.

318. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 344-345

Ricci Amato, fiorentino, fu il più forte seguace di Luigi Del Buono, sotto la maschera di Stenterello. […] Michelino, si mostrò, da giovinetto, di spirito più che bizzarro, e fu eccitato a recitare da un Antonio Palagi, ciabattino, popolarissimo per singolarità di arguzia. […] Il numero dell’Arte di Mercoldì 9 agosto 1855 recava in terza pagina queste poche parole listate a nero e sormontate da una croce : L'artista comico per eccellenza, il conscienzioso ed esperto agente teatrale, attaccato jeri dal cholera, spirava questa mattina a ore 4 antimeridiane, fra il pianto dei suoi più cari e il lamento di tutti quelli che apprezzavano il di lui talento e le sue rare virtù.

319. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 480-481

Salvadori Enrico, nato a Pisa il 16 luglio 1848 da Francesco e da Enrichetta Donati, fu uno dei più forti primi attori giovani del nostro tempo. […] Due giovani forze possenti, le più possenti forse del lor tempo, grandi nell’interpretazione di medesimi tipi, come, a esempio, del Raffaello di Marenco, del Signor Alfonso di Dumas, e prostrate a un tratto nel più terribile modo, con la ironia della serbata vita bestiale, col dono maledetto di un’agonia crescente di anni e anni !!!!

320. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 634

Vergnano Corrado, torinese, fu uno de' più egregi artisti brillanti nella prima metà del secolo xix, per la correttezza e la nobiltà de' modi. […] Fu quasi sempre capocomico e de' più pregiati, e militaron con lui i migliori attori e le migliori attrici del suo tempo. Tuttavia anche a lui toccò talvolta la sorte più avversa.

321. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 680-681

Ristabilitosi alquanto, ritornò a Napoli, e ricominciò a recitare, ma egli non era più il celebre Visetti : più che l’ammirazione s’ebbe il compianto del pubblico ; e in capo a due anni, tocco da un secondo colpo, rese l’anima a Dio. […] Tutti ebbero del suo valore artistico un grande concetto, e più specialmente il Colomberti e l’ Aliprandi, i quali lasciarono scritto ne' lor ricordi che egli era fortissimo attore in ogni genere di lavori, ma sopr' a tutto in quelli del Metastasio.

322. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 13

Era però più valente nell’ arte del canto che esercitava con la moglie, alternandola pur sempre con quella di comico, secondo gli tornava più il conto.

323. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO II. Prima Epoca del Teatro Latino. » pp. 16-128

E se osceno è vocabolo Romano, come può stare che esso desse la denominazione agli Osci nazione più antica di Roma? […] I gramatici e i critici de’ secoli precedenti hanno eruditamente rilevate negli antichi le veneri del linguaggio e dello stile e le regole di Aristotile osservate o neglette, lasciando ai posteri più filosofi e di miglior gusto quasi intatta la più utile investigazione de’ loro drammi, cioè quella de’ tratti più vivaci, de’ vaghi colori scenici, dell’arte di maneggiar con verità i costumi. […] O dunque bisogna dire col celebre Metastasio che i luoghi di tal favola sien due; o secondo noi concepire un teatro composto di più spartimenti iu guisa che vi sieno segnati più luoghi richiesti per eseguire l’azione alla Liveriana. […] Ma tale per lo più è l’indole e l’ingegno fecondissimo di Plauto. […] Convengono i più sagaci critici in tener questa favola per una delle più eccellenti di Plauto.

324. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO VI. La Drammatica oltre le Alpi nel XV secolo non oltrepassa le Farse e i Misteri. » pp. 186-200

Conteneva la vita di Cristo dalla predicazione del Precursore sino alla Risurrezzione, e consisteva in una filza di scene indipendenti l’una dall’altra, senza divisione di atti, e si recitava in più giorni. […] Tali rappresentazioni si adornavano con decorazioni curiose, e se ne cantavano gli squarci più rilevanti, come le parole del Padre Eterno. […] Dopo questa nuova cura nulla ho trovato di più di quello che altra volta ne accennai, cioè dei due componimenti quasi teatrali di don Errico di Aragona marchese di Villena e di Giovanni La Encina. […] Lo spirito di apologia nemico della verità e del merito straniero imbratta in più di un luogo varie belle opere. […] I più antichi che siensi conservati, si scrissero verso la mettà del secolo da Giovanni Rosenblut in Norimberga.

325. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 88-117

Trascelgo quelli che toccan più da vicino l’attrice. […] Più i Contrasti erano lunghi, più appariva (meglio a’comici forse che al pubblico) l’acume e la sottigliezza de’recitatori. […] Ben è tronca nel mezo ogni mia spene, Nè pace più, nè più salute spero Se da cotanti riui il mio duol viene. […] Per notizie più ampie e particolareggiate sul De Somi, vedi il D’Ancona, op.cit. […] Et io me ne aspetto anco di meglio, però che credo, che egli habbi guidate più comedie, che composte ; onde son certo, che egli sarà fatto più esperto nel modo del condurle, che nelle proprieta loro nello inuentionarle. mad eccoci a lui.

326. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO I. Su i Teatri Spagnuoli sotto i Romani. » pp. 2-8

L’Apologista però pensa che nulla manchi a quelle parole, e vi rinviene la più convincente pruova a dimostrare l’uso de’ Giuochi Scenici in Ispagna sin da’ tempi de’ Romani, e si maraviglia, che io non l’abbia ravvisata: “Quale autorità più incontrastabile che i magnifici avanzi degli antichi Teatri conservati in Ispagna dopo tanti secoli?” […] Io per verità fui più diligente del Velazquez, mentovando almeno il Teatro Saguntino, e più il sono nella preparata nuova edizione della Storia de’ Teatri in tre Volumi, nominandovi ancora il Teatro di Merida, accompagnato dalle necessarie citazioni, e quello estemporaneo eretto da Cornelio Balbo in Cadice, sendo Pretore, di cui nè anche il Lampillas si è ricordato. […] Accenno però di passaggio, ch’egli dovrebbe addurne altre più solide, o disperare dell’impresa. […] La differenza che v’incontra l’erudito Decano di Alicante, consiste nell’essere gli scaglioni che servivano per sedere, più alti di due palmi e mezzo, benchè la larghezza fosse conforme a’ precetti dell’ Architetto Latino; cioè di tre palmi e un quarto. Io tralascio qualche altra conformità di tale edificio con altri precetti Vitruviani, e specialmente la situazione per esso eletta, che non può essere a quelli più simile.

327. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 438-443

Biancolelli Caterina, sorella minore della precedente ; la più rinomata servetta del teatro italiano sotto il nome di Colombina, col quale fu celebre la nonna Isabella. […] Colombina, or padrona, or serva, amante di Lelio, l’amoroso, o di Arlecchino, il servo, s’accosta più d’ogni altro tipo al carattere francese. […] Sul proposito a punto della civetteria, Colombina dice a Isabella : Non bisogna essere eccessivi mai ; ma siate certa che un pizzico di civetteria nei modi, fa la donna cento volte più amabile e provocante. […] Ma no, vorrei ancora qualche cosa di più elevato. […] Il Watteau, uno de’ più geniali illustratori della Commedia italiana, del quale verrò riproducendo le principali opere, ci ha dato il costume dell’ Arlecchina in una delle sue incomparabili acque-forti (pag. 441) : e ce lo ha dato Geremia Wachsmuth col suo Inverno (pag. 439), nel quale, come si vede, figurano, a lato di Arlecchina, il Dottore, Scaramuccia, e altri tipi del nostro antico teatro.

328. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo VIII. Commedia turca. » pp. 422-425

Un pregiudizio volgare va impiccolendo sempre più in noi l’idea della coltura delle altre nazioni a proporzione della loro lontananza. […] Solimano di lui figliuolo ancor più poderoso, gran conquistatore, legislatore avveduto, virtuoso ancora e illuminato forse più della maggior parte de’ principi della sua età, si formò sulla storia che amava di studiare, e soprattutto sui commentari di Cesare che fé tradurre in lingua turca. Nel secolo XVI quella nazione avea una milizia la meglio disciplinata di tutta l’Europa, alla quale se si fosse rassomigliata l’odierna di Mustafà, il trionfarne avrebbe costato assai più al general Romanzow che ne ha riportata sì compiuta vittoria sotto gli auspici dell’immortal genio di Caterina II. […] Lo stile delle commedie turche é sommamente osceno; ma abbiam veduto, che non son più decenti alcune commedie di Aristofane, le inglesi, e ’l teatro francese prima di Corneille.

329. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Firenze, 3 settembre 1841. » pp. 473-475

Scrisse più di quaranta commedie tra le giovanili e sconfessate, e quelle che più recarono in alto la fama di lui. […]  » Oltre alle tante produzioni drammatiche, abbiamo di lui i Principii d’arte drammatica rappresentativa, dettati nell’ Istituto drammatico di Padova (Milano, Sanvito, 1857), nei quali, più che le lezioni teoriche, sono da ammirarsi i dialoghi, alcuni de’quali, come la Rissa, sono drammettini vivi, palpitanti, d’una modernità scenica meravigliosa ; e una infinità di articoli pubblicati nella Gazzetta di Milano e nel Pirata…. […] Non potendo ella sopra il mio credito di circa duemila lire somministrarmi scudi settanta fiorentini, che mi necessitano pel pagamento degli impegni da me contratti qui in Firenze, nè tampoco pagarmi il costo della vettura pel trasporto di me e mia famiglia fino a Forli, crescendo d’ora in ora i miei bisogni, nè trovando conciliabili i suoi mezzi pecuniarj con le esigenze della Compagnia tutta, io sono costretto a prevenirla essere per me di necessità di provvedere sull’istante ai bisogni della mia esistenza, a quelli di mia moglie, de’miei quattro figli, non potendo più sostenermi in siffatta pendenza. […] Mi favorisca due righe di risposta o al momento, o tutto al più all’ora del mezzo giorno al solito Caffè d’ Etruria, e mi creda Firenze, 3 settembre 1841.

330. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 294-295

Appena adolescenti, prendevano per passatempo il passeggiare sul cornicione della loro casa, portando sulle spalle enormi pesi, a rischio di cascare nella strada, sfidandosi a vicenda sull’entità del peso da sollevare o sul maggior tragitto da percorrere tanto più preferito quanto più irto di pericoli, specie allorchè lasciando il passeggio usuale salivano addirittura sul tetto…. paterno e su quelli delle case vicine. […] Essendosi incendiato presso la loro casa un fondaco di legname, tre dei quattro fratelli, ancora ragazzi, accorsero fra i primi ; e cacciandosi in mezzo alle fiamme, riuscirono a trasportare parecchie travi non ancora divampanti portandosele come fossero fusicchè togliendogli esca, il fuoco potè essere più facilmente domato. […] Per tale sua qualità fu detto il più forte cazzottatore dell’arte. […] Ed il tempo ed il malanno riuscirono ad infrangere questa fibra d’acciaio, come Luigi, il più giovine di quei quattro fratelli, riusciva a spezzare con due dita una moneta da cinque lire.

331. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 574-575

Andò il 1777 con esso Merli e con Giovanni Valentini a Napoli, d’onde rimpatriò dopo un solo anno, continuando a condur Compagnia con favorevole successo ad onta dell’età non più giovine e di alcuni incomodi ; ma sopr'a tutto della sua indole collerica e sdegnosa, che la faceva intrattabile. […] Fui accolta a braccia aperte da lei, che nelle parole e negli atti, non poteva essere più cortese e obbligante. […] Per mangiare s’era servita a tutte le osterie di Milano, e per necessità facevasi cuocere in casa ; perocchè nessuno voleva più aver a fare con lei. […] Che più ? Lo stesso suo amante, il nido della tolleranza umana, la bontà personificata, un uomo di miele, fu costretto più volte a batterla come un tappeto, ed erano poche sere che prendendo seco il fresco di notte vicino alla Porta orientale, le aveva scossa la polvere dell’ andrienne co' colpi della sua canna.

332. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO IV. Opera Musicale. » pp. 314-344

Più tardi poi nella medesima città si ammirarono le maravigliose invenzioni onde nobilitava la scena musicale il cavalier Pippo Acciajolia. […] I deputati de’ principi, e più gl’impressarii particolari, badarono a provvedersi di ottimi dipintori di prospettiva, di pratichi macchinisti, di voci squisite, e de’ migliori sonatori e maestri di musica. […] Claudiano contra Eutropio pretese che i Parti, per raffinamento di lascivia, cominciassero a praticarlo per conservare più lungo tempo la gioventù de’ loro cinedi. […] Io nel fior degli anni miei ascoltai cantare per le chiese di Napoli el tiple (il soprano) Pepito castrato Spagnuolo, prima che mi recassi in Ispagna  e poi il rividi, ed ascoltai in Madrid per più anni in compagnia di Narciso, di Pellegrino ed altri più oscuri castrati tutti Spagnuoli. […] Non incresca al lettore di udire con qual trasporto favelli di questa Leonora un intelligente di musica che l’avea più volte ascoltata.”

333. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 212

Par nullameno ch'egli fosse assai più reputato violinista che attore, e dice il Bartoli ch' ei poteva comparire con lode in mezzo ai più esperti professori di musica.

334. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1053-1054

., XIII). » Degl’ Intermezzi ne’quali egli cantò, il Bartoli cita Il Trojano schernito in Cartagine nascente e moribonda, eseguito il ’43 e scritto dall’ Imer stesso, che altri più ne compose. Com’egli e per qual motivo entrasse in arte non sappiamo : Goldoni ci dice solamente che « non contento della sua sorte in Genova, si diede all’arte del Comico, nella quale potea far spiccare il suo talento e soddisfare il suo genio, portato ad una vita più comoda e più brillante (Ivi, XII). » Secondo il Loehner, « la casa di Giuseppe Imer a S. Samuele, ove il poeta fu ospitato per più d’un anno, pare la stessa, in cui troviamo il capocomico nel catastico del 1740, a pochi passi dal teatro, e precisamente nella così detta Corte del Duca, appresso il palazzo Malipiero….

335. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 657-659

Il padre lo aveva destinato all’avvocatura, sebbene egli inclinasse più alla medicina : ma ossequente all’autorità paterna, era già per recarsi all’Università di Firenze, quando quegli morì. Abbandonati allora gli studj sì di medicina, sì legali, Gaetano, padrone omai di sè, vinto dal fascino che avevan sempre esercitato su di lui le glorie teatrali del padre, si fece comico, esordendo con Luigi Domeniconi al Teatro Rossini di Livorno, e mostrando subito le più chiare attitudini alla scena, le quali poi sviluppò con gran successo al fianco di Gustavo Modena, che gli fu capocomico e maestro affezionato. […] Tetro, taciturno, irrequieto, talvolta irascibile, seduto presso la buca del suggeritore, posto riservato al direttore, non dirigeva più perchè non poteva. […] A proposito della testa smisurata di Vestri, lo stesso Mazzocca racconta che egli « si divertiva talvolta a entrare in un negozio di cappelli, e provarne un gran numero, senza mai trovare quello che facesse al caso suo. » Pochi particolari si hanno del valor suo artistico, ma per comune consentimento egli fu ritenuto come quello de'figli che più si accostasse all’arte prodigiosa e spontanea del padre.

336. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 770-771

Qui la modestia non è della più schietta acqua, chè la cara artista non può, dinanzi alle festose accoglienze del pubblico ininterrotte e inalterate, fermarsi, in un giudizio del proprio valore, alla meschina mediocrità. Ermenegilda Zucchini è una bella e forte artista, dotata di una rara pieghevolezza nell’afferrare e rendere i più vari personaggi, dalla grottesca suocera della pochade, all’austera signora della commedia inguantata. […] Il padre morto, la madre da sostentare, gli affari che volgeano sempre più al peggio, la costrinsero ad abbracciar definitivamente il ruolo di vecchia, scritturandosi con Ermete Novelli, e passando poi con Pasta, la Tessero e la Giagnoni, con Paladini, con Pasta, Garzes, Reinach, con Pasta e la Tina Di Lorenzo, con Leigheb e la Reiter, con Pasta e la Reiter, e con la Reiter sola, colla quale è tuttavia e sarà fino al principio del prossimo triennio '906-07-08, pel quale è scritturata colla Compagnia Talli, Re Riccardi : questo il lungo stato di servizio di Ermenegilda Zucchini, o, come la chiamano con affettuoso accorcimento i compagni tutti, della Gilda, che le ha procurato per la probità e la fedeltà e lo zelo con cui l’ ha disimpegnato il più ampio certificato del pubblico padrome. « Vi pare che basti ? 

337. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Dato al castello di Versailles l’ 8 aprile. » pp. 364-378

L’essere in poco tempo saliti da umili compagnie alle più reputate è prova certa dei loro pregi. […] Sono col più profondo rispetto di Vostra Eccellenza…. […] Scapino, ancor più imbrogliato, teme che Arlecchino tornato a casa e trovatovi un altro bambino, scopra l’intrico. […] È lecito dunque a chi specialmente legga tra le linee, più che dal Malamani (op. cit. […] Tale esercizio li fa capaci di rendere le idee più alte de’poeti drammatici, e d’imitar le più straordinariamente ridicole della natura.

338. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 251

Stando a quel che ne dice Francesco Bartoli, dopo di aver recitato per lungo tempo nella Compagnia di Domenico Bassi (1750), si diede al dolce far niente, stabilendosi in Venezia, vivendo alle spalle di un pubblico non sempre il più edificato dalle sue buffonate. […] Nel secondo caso, che accadeva non di rado, era costretto dai moti nervosi o di mal celata insofferenza, o di aperta ribellione, batter la ritirata : e questo egli faceva senza verun atto di risentimento ; anzi inchinandosi a più riprese con esagerate cerimonie. […] Apprese l’arte da Andrea Calcese (V.) detto Ciuccio, perfezionatore del Pulcinella dopo Silvio Fiorillo (V.), più noto sotto il nome di Capitan Matamoros, e l’insegnò poi a sua volta a Mattia Barra e Michele Fracanzano (V.).

339. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 330

Traeva, a rovescio di quel che si farebbe oggi, le commedie dai balli più applauditi di Gioja e Viganò, come il Prometeo, I Riti Indiani, Cesare in Egitto, ed altri. […] Il Bellotti fu, come ho detto, attore egregio ; e si vuole che ogni più grande artista del tempo che si trovava sulla piazza, ov’ei recitava, come ad esempio, la Pelandi, De Marini, Blanes, Lombardi, Bettini, andasse al suo teatro, e prendesse posto ne’palchi di proscenio, per meglio gustare i rapidi e varj mutamenti dell’espressione…. Fu il Bellotti artista proteiforme nel più largo senso della parola ; poichè mentre alla rappresentazione diurna sollevava il suo pubblico all’entusiasmo colla recitazione calda e vibrata della parte di Prometeo, a quella notturna faceva smascellar dalle risa colla parte di Tonin Bonagrazia, o di Nicoletto mezza camisa, in cui si dice non avesse rivali.

340. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 387

Il signor Bettini dacchè è stabilita la Compagnia Reale fa sempre il primo amoroso giovine : e quantunque qualche cosa siasi sempre detto sul suo conto, si è sempre concluso che era il meno cattivo, e fu ed è il più ben pagato di tutti gli amorosi attuali nella Comica Italiana, quindi niuno mi ha mai detto di cangiarlo, bensì io più che altro in obbligo di conoscere i bisogni della mia Compagnia, ho cercato fra gli Accademici, se si poteva trovare uno che con decoro potesse servirgli di supplemento ; nei Commedianti era inutile cercarlo ; non ci è assolutamente : trovai, per mala mia ventura, il sig. […] Il giornale del Dipartimento del Reno (Bologna, martedì, 14 aprile 1812) rendendo conto delle recite che là si tenevano dalla Compagnia Reale, così parla del Bettini : Bettini è un giovane dotato di molti pregi, e ce li ha fatti conoscere nelle rappresentazioni dei Baccanali e del Maometto in cui sostenne con molto valore le parti di Eburio e di Leid, e ne riscosse i più vivi e reiterati applausi ; nè potrà a meno di ottenere lo stesso incontro ovunque, se con pari ardore vorrà farsi valere in ogni rappresentazione.

341. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — LIBRO VI » pp. 94-106

El’altro poi assai più splendido, vasto, e bene architettato fattovi in seguito costruire per comando dell’imperadore Giuseppe II. […] La cruel Cassandra contiene molti fatti e molti ammazzamenti, ed è la più spropositata delle favole del Virues. […] I personaggi per lo più sono inutili ed episodici; le inconseguenze continue; lo stile ineguale ora plebeo e della feccia del volgo, ora fuor di proposito elevato, sempre sconvenevole e lontano dalla tragica gravità, la versificazione dove pomposa, dove triviale. […] Ed appunto nella prima parte del la favola del Virues accade a Marcella l’avventura d’Isabella che condotta da tre seguaci del suo amante resta in potere di uno di essi preso di cieco amore per lei, che allontanato con un pretesto il più forte degli altri due, ferisce l’altro. […] Ciò è tanto più sconvenevole, quanto più Jarba, che viene in iscena sì tardi, si dimostra lontano dalla fierezza, dotato di un cuor nobile, compassionevole e religioso.

342. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo I. Teatro Italiano nel Secolo XVII. » pp. 268-275

Colti nel precedente secolo i più sublimi allori nell’erudizione e nell’eloquenza oratoria e poetica, soleva l’Italia ancor più alte le mire nel XVII, e volgesi curiosa a contemplar il vago e mirabil edificio della natura. […] Nel cominciare participava il secolo più dello spirito del passato? […] Allora si cercarono, é vero, poeti che componessero drammi musicali; ma non parve la cosa più essenziale dello spettacolo, ch’essi fossero eccellenti. […] Per altro soggiugnerò qui, che quando si voglia coll’occhio della mente scorrer l’istoria letteraria di tutte le più culte nazioni antiche e moderne, vedrassi chiaramente che il Secolo filosofico é venuto sempre dopo il secolo illustre degl’inventivi, signorili ed elevati ingegni, degli uomini in ogni professione valorosi, e ch’egli é dato sempre secolo di scadimento fin’anco nelle scienze, non che fatale all’eloquenza, alla poesia, e all’arti tutte, figlie dell’immaginazione, a cui la filosofia va di continuo tarpando le ali. […] Si dee anche considerare, che l’intelletto dell’uomo non avendo se non se una misura fissa e molto stretta di quello che si può sapere, perde da una parte quanto acquistai dall’altra; e perciò dice assai bene il dottissimo conte Lorenzo Magalotti «che il capitale del sapere sia stato appresso a poco sempre l’istesso in tutti i tempi, e che la differenza sia consista nell’essersi in un secolo saputo più di una cosa in uno più di un’altra, come quel magazzino che oggi é pieno di spezierie, domani di tele, quell’altro di lana, e va discorrendo; ma di tutte quelle mercanzie non ve n’é mai più di quello che importano i corpi e il credito di quella casa di negozio, che lo tiene in affitto… Bisogna poi ricordarsi, che quello che noi sappiamo adesso, si sapeva tremil’anni fa, e ch’é della Filosofia, come delle mode, che non sono mode, perché comincino a usare adesso, ma perché é un pezzo che non erano usate».

343. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 745-749

Si è detto e si è scritto che le maschere in genere oggi non han più ragione di essere. […] Fu anche Luigi Del Buono, come dice la lapide commemorativa, egregio scrittore di commedie e di operette, tra le quali, una delle più note e più lodevoli, la Villana di Lamporecchio, la cui protagonista fu studiata sul vero nella persona di Virginia Venturini di Lamporecchio, che viveva al servizio di lui, e lo pettinava ogni mattina, acconciandogli il codino stenterellesco che egli non abbandonò mai. […] Se tento intanto, un tantin tutto il vostro cor, tutt’atto a tor da tutti, gli atti di timore ho più a temere, perchè se qui a me non diè quel labbro un si e leta, a lete o a dite, date in dote i dati dubbi, io debbo se tacete, veder che dite ai moti muti, che mi amate mite ; e se non muta, immoto resto, e muto senza metà. […] Frenar più l’irascibile non posso a tali termini ! […] Tranne la lucerna che è dello stenterello più moderno, corrisponderebbe al ritratto che di Del Buono ci ha dato l’articolista pistoïese.

344. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 484-498

Diventò in breve artista fortissimo per le parti promiscue, quali Papà Martin, Amico Francesco, Laroque, Giosuè il Guardacoste, Luigi XI, e lo abbiam più volte ammirato Jago perfetto in compagnia del fratello Tommaso. […] Divenuto in vario tempo capocomico, n’ebbe varia fortuna ; ma più spesso non buona per cattiva amministrazione. […] Una sfumatura di meno sarebbe stata freddezza, una di più esagerazione. […] Quando gli accadde di dover recitare con Ernesto Rossi, altro colosso di ben altra specie, che il pubblico riguardava assai più come suo antagonista, che come suo emulo, lasciava a lui con generosa sommessione la scelta della parte. […] Si domandaron la prima volta a Parigi ; e andaron la prima sera a teatro in pochi : vi andarono più la seconda, e si rimandò la gente alla terza.

345. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO IV. Numero delle Tragedie Spagnuole de’ Secoli XVI., e XVII. » pp. 20-25

L’Inesorabile Apologista vieta fin anco l’esercizio della compassione, l’affetto più proprio dell’umanità. […] Di più non se ne rappresenta pur una, e per leggerle conviene stentare a trovarle. […] Renduta questa pubblica per le stampe, non sarebbero mai più compatibili gli Stranieri che asserissero che la Spagna non conosce la Tragedia. […] Sono più di cinquanta i Letterati di nome che hanno composte Tragedie in Italia. […] Per questi dubbj potrebbe il Signor Sedano sottrarre dal numero de’ venti Tragici Spagnuoli più di un nome, qualora volesse usare della imparzialità che in lui commendammo.

346. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 432-435

Biancolelli Giuseppe Domenico, figlio della precedente, più noto in Francia col solo nome di battesimo « Dominique, » nacque a Bologna nel 1646 secondo i più, compreso lo Jal ; tra il’37 e il’38 secondo Carlo Cantù (Buffetto), il quale nel citato Cicalamento ci avverte aver avuto Menghino, il minor figlio d’Isabella, al 1645, sette anni e mezzo. […] Il Duca di Parma più che protettore e benefattore, fu amico di Buffetto ; e durante le noie che questi ebbe a patire pel suo matrimonio con Colombina, il Duca potè conoscere e amare anche il piccolo Domenico, il quale, molto probabilmente, per intromissione e raccomandazione di Buffetto stesso, che volea bene al figliastro come a figliuolo, fu dal Duca mandato a Parigi per assumervi nella compagnia italiana la maschera dell’arlecchino. […] Dominique, non meno eccellente ballerino che eccellente attore, si diede alcun tempo dopo ad imitare il ballo di Beauchamps, e vedendo quanto il Re prendesse diletto da quella parodia, maestrevolmente eseguita, la prolungò più che potè. […] Dominique fu di statura più che mezzana, e snello…. ma innanzi di morire, impinguatosi alquanto, aveva perduto un po’di quella elasticità indispensabile alle parti di Arlecchino. […] Baron voleva protestare, ma il Re, dopo aver riso della interpretazione spiritosa, conchiuse : — Quel che è detto è detto, e non se ne parli più. —  Assistendo una sera Biancolelli alla cena del Re, contemplava con occhio avido e invidioso due magnifiche pernici servite su di un piatto d’oro.

347. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1055-1059

Moglie del precedente, nata il 23 maggio del 1793 a Livorno da Giovanni Tafani nobile veronese ed Anna Baldesi, comici, fu la più forte artista del suo tempo. […] Fu grande nel più largo senso della parola, così nella tragedia, come nella commedia e nel dramma ; e nella sua grandezza, modestissima. […] Ma è impossible ridire, tradurre con parole quello sguardo e quell’atto : solo diremo che in quel punto l’attrice superò il poeta : la Internari fu più grande di Alfieri ! […] I più eletti ingegni del suo tempo l’onoraron della loro amicizia, e nell’ album di lei, ch’è oggi alla Biblioteca Nazionale di Firenze, figurano scritti di Guadagnoli, di Pellico, di Rosini, di Peretti, di Missirini, dei Perticari, di Marenco e di altri. […] Musa, sposa, madre, proteggi dal tuo soggiorno ove non si muore più, un’ artista, una sposa, una madre !

348. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — (Corriere di Napoli, 19 febbraio 1899). » pp. 270-274

Tornata dalle Americhe non si atrofizzò ne'pochi lavori ch'ella ammannì a quei popoli lontani, ma, come se allora allora ella entrasse nell’ arte, si diede col fervore della prima giovinezza a interpretar l’opera drammatica più recente, mostrando sempre e dovunque il lampo dell’ antico valore. […] Al fianco di Ernesto Rossi pare ella rivelasse in uno scatto improvviso, inatteso, l’arte suprema che avrebbe poi fatto di lei una delle più geniali attrici del nostro teatro di prosa. […] In arte, niente mi sembra più meraviglioso e più bello di ciò che pare scaturisca dalla natura stessa d’ un artista come un’ acqua limpida e fresca da una roccia vergine. […] Nella recitazione di Giacinta Pezzana si sono potuti ritrovare gli atteggiamenti estetici più diversi. […] E più tardi – cosi ella mi raccontava – provò ancora quella impressione ascoltando certe prodigiose e sublimi insistenze vagneriane.

349. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 556-560

E Giovanni Tabarini di Venezia diede col suo casato il nome alla famosa maschera del Ponte Nuovo di Parigi, figurante un quarant’anni più tardi, come servo del Ciarlatano Mondor, sotto la quale si celava Giovanni Salomon suo socio ? […] Sua madre non lo rivide più. […] Ma chi voglia più e meglio addentrarsi in questo laberinto di notizie e di genealogie io rimando allo Jal, che al nome di Tabarin, mette il resultato delle sue lunghe ricerche, colle quali, per lo meno, ha potuto accertare chiamarsi il Tabarin di Parigi Giovanni Salomon, e non aver niun vincolo di parentela con quello di Venezia. Quanto al costume ho riprodotto la maschera del Sand, che non è che una variante dei tanti Zanni di Callot, e non ha che vedere nè con quella della stampa attribuita ad Abraham Bosse, contemporaneo di Mondor, fatta nella prima giovinezza, poco dopo la sua andata da Tours a Parigi, nè con quella della stampa che sta in fronte all’ Inventaire universel des œuvres de Tabarin (Parigi, 1623), molto somigliante del resto, se ben più piccola, all’altra : se non che Tabarino là è senza barba e coll’ enorme tesa del cappello, base del costume tabarinesco, calata sull’occhio manco (pagina 556), mentre qui ha la lunga barba a punta e la tesa rilevata ai due lati, come in questa riproduzione ammodernata che precede le opere tabarinesche nell’edizione del 1858. […] Più volte abbiam visto attori e attrici salire in rinomanza col lor nome di battesimo o di famiglia, e più altre sol con quello di teatro : e forse il celebre Tabarini si nascondeva sulla scena sotto uno dei tanti nomi di Zanni o di altro tipo, non potuti sin qui identificare.

350. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 889-912

Fiorilli Tiberio, il più forte, il più completo, il più celebre artista italiano del secolo xvii, che tenne per circa cinquant’anni sotto il nome di Scaramuccia lo scettro dell’arte comica in Francia, nacque a Napoli il 9 novembre del 1608. […] Da questo momento non s’han più indizj della presenza di Marinetta a Parigi, il che fa credere ch’ ella fosse in quest’ ultimo viaggio condotta a Firenze, ove si stabilì separata dal marito, forse per incompatibilità de’ caratteri, essendo essa più tosto uggiosa, e venendo egli di dì in dì più avaro. […] Più avanzava negli anni, e più le donne lo attraevano. […] S. facci de’ suoi danari, ma che non posso farne contratto perchè mi farei un eterno pregiudizio, tanto più che conosco che V. […] Poi cominciò a battere contro la Maestà Sua che ogni giorno più strapazza tutti, che è odiato, che non è per anco morto.

351. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 108

Si dedicò più specialmente alla maschera del Brighella, che sostenne assai degnamente, e in cui fu sostituito dal Marliani, serbandosi egli attore generico de' più provetti.

352. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Adorna di fisico elegante, di fisionomia aperta, di voce armoniosa, di sufficiente sentire, e di una grande passione per l’arte, è passata al ruolo di prima attrice assoluta, nel quale va oggi affrontando, con onore, i pubblici più severi, e le parti più scabrose.

353. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 608

Più l’attore di cui parlo è ricco di grazie, di genio, di arte, di tutto ciò in somma che in altri si cercherebbe in vano, più l’accostarglisi è difficile. […] Morto Vizentini, il celebre Thomasin del Teatro italiano, Catolini tentò di sostituirlo, riapparendo la sera dell’8 ottobre 1739 nella parte di Arlecchino Hulla ; ma anche ’sta volta fu poco più che tollerato, e dove cedere il posto ad Antonio Costantini, figlio natural di Costantino Costantini, il rinomato Gradelino.

354. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 858

Ritiratasi dal teatro per la infermità del marito, non vi rimise più il piede, per darsi tutta al governo della famiglia. […] Ghe dirò : quando m’avesse da innamorar, me piaserave una donna de statura ordenaria, ma più tosto magretta, perchè el troppo grasso me stomega. […] ) che dal 1749 in poi il Falchi fu al servizio dell’Elettor di Baviera con uno stipendio di 600 fiorini, non più in compagnia italiana, sibbene mischiato cogli attori di Corte francesi, e impiegato a recitar nelle parti del Nouveau Théatre italien.

355. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 862

S. rappresentai con ogni più viva espressione il torto fattomi, che perciò dall’A. […] Cardinale che i negotiati della Compagnia passavano in tale stato che se mi risolvessi di recitare oltre il pregiudicio delle due parti, di dovermi contentare di recitare da serva a vicenda con la Flaminia, ciò che è pregiudicio totale alla mia reputatione, e quello che più importa è che il negotio delle parti si renderebbe usitario per ogni anno si che si renderebbe impossibile l’haverle mai più ; si che genuflessa a’piedi di V.

356. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1047

. — Dopo di avere recitato, bambina, tra’ filodrammatici della città, dopo di avere studiato il ballo, preconizzata dalla celebre Mayvood una futura ballerina di cartello, dopo di avere studiato il canto a Firenze col maestro Romani e il suo alunno Vanuccini, e di aver cantato a quel teatro della Pergola e ne’ maggiori d’Italia, scritturata per un triennio dal celebre maestro Lanari, eccola finalmente entrare nella Compagnia formata allora da Giuseppe Peracchi, poi in quella di Ernesto Rossi (’63-’ 64), che la chiama nelle sue memorie servetta e seconda donna pregevolissima, e al quale ella tributa la più profonda riconoscenza di scolara. La Guidantoni nel corso non breve di quarant’anni, è stata la più varia, bizzarra, strampalata, ribelle, indipendente, chiassona delle artiste e delle donne. Artista, non recitò parti di amorosa, donna non ebbe marito : all’ infuori di queste due eccezioni, tutto ella provò, pigliando dal mondo il buono che potè, e vivendo la più allegra delle vite.

357. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 236

Francesco Pasta era nato, si può dire, primo attore, sì pel fisico, era di figura più tosto forte e di fisionomia marcatissima, sì pe 'l carattere, come s’è detto, freddo, talvolta serio, talvolta anche accigliato. […] E formò l’anno dopo società con Annetta Campi, e mostrò subito le più chiare attitudini agli affari. La società fu delle più fortunate per cinque anni, dopo i quali subentrò alla Campi la Boetti-Valvassura, ma per brevissimo tempo ; chè il Pasta formò da solo una Compagnia di cui eran parti principali Adelaide Tessero e Pierina Giagnoni, e con cui si recò per la prima volta in America, raccogliendovi onori e danaro.

358. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 266-272

Più noto sotto il nome di Beltrame, da Milano, si recò nel 1600 a Parigi con Flaminio Scala e Isabella Andreini, al servizio di Enrico IV. […] Comunque sia, lo Stordito è più che ispirato all’opera italiana, la quale ebbe tanto favore che restò nel repertorio lungamente, modificandosi poi coll’andare del tempo nelle improvvisazioni de’ comici più o meno intelligenti. […] Più notevoli nell’ Inavvertito sono le tirate sul modo di giudicar le azioni della plebe e de’signori ! […] Nel prologo, a voler sostenere la sua tesi, che le commedie cioè sono la più moral cosa del mondo, e chi ne dice male un fior d’ignorante, egli conclude : …. […] Questo tipo, più moderno del Brighella, non aveva nella Compagnia de’Gelosi altro carattere che quello di un furbo e astuto compare ; ma, come il Mezzettino, e più tardi lo Sgannarello francese, egli rappresentava tutte le parti di marito, fingendo di prestar fede talvolta alle frottole che gli si contavano.

359. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO II. In quali cose si rassomigli ogni teatro. » pp. 10-16

Cominciando dagli Ebrei l’ opera letteraria più antica sono i due Cantici del loro legislatore Mosè. […] I Celti nazione più antica e più potente de’ Goti pregiarono sommamente i loro Bardi. […] Ma quando le società diventano più culte veggonsi tosto gl’ inconvenienti che produce quel mescolarsi un divertimento colle delicate materie religiose. […] Imperciochè in cambio di trattenere il volo dell’immaginazione de’ poeti, la legge gli ha costretti ad uscire dall’uniformità, a spianarsi nuove strade, ed a rendere il teatro più vago, più vario, più delicato.

360. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article »

Quando egli passò scritturato nella Compagnia Peracchi, essa mostrò in alcune parti di amorosa a qual grado avrebbe potuto salire, se con più amore e con più studio si fosse data all’arte comica.

361. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 22

Moglie del precedente, seconda donna, magnifica di forme, ha serbato nella fatale corsa del tempo, la espressione d’infantile gioialità, che la fece sempre una delle più simpatiche attrici del teatro italiano di prosa. […] Entrò il '72, ancor giovinetta, nella Compagnia della Sadowski, come prima attrice giovane e amorosa sotto l’Annetta Campi, passando, dopo non molti anni, nello sviluppo precoce della persona, alle parti di seconda donna, che non abbandonò più.

362. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Conclusione »

E tanto pur dee bastare perché, col favore di qualche principe virtuoso, possa forse anche un giorno risalire nell’antico suo pregio una scenica rappresentazione che per più riguardi meriterebbe di aver luogo tra’ pensieri di coloro che sono preposti al governo delle cose. […] Che già non avrebbono più ragione di dire esser l’opera una composizione sconnessa, mostruosa e grottesca; ma per lo contrario ravviserebbono in essa una viva immagine della greca tragedia, in cui l’architettura, la poesia, la musica, la danza e l’apparato della scena si riunivano a crear la illusione, quella possente sovrana dell’uomo, e in cui di mille piaceri se ne formava uno solo ed unico al mondo59. […] Da somiglianti saggi, che danno corpo alle idee e le pongono meglio in luce, potrà anche ognuno recarne un più fondato giudizio: vedere se elle sono praticabili o no; e se io non fo per avventura come colui il quale, dopo date le più belle regole del mondo sulla tattica, non sapeva poi far fare a diritta a una picciola mano di moschettieri.

363. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO III. Teatro Olandese: Danese: Suedese: Polacco. » pp. 253-256

Tardi ma più felicemente la Danimarca ha cominciato a coltivar la drammatica per le cure del re Federico V benemerito della letteratura e del teatro. […] Il teatro di Copenaghen, sussistendo tale accademia, diverrà di giorno in giorno più degno della pubblica considerazione. […] Oltre della traduzione ch’ella fece del Filosofo Inglese e del Don Quixote, e di varie sue poesie, ella compose pel teatro in più di un genere. […] Incoraggita da’ proprj sovrani la Suezia con più ardore si è nella nostra età dedicata alla poesia scenica, ed ha eretto in Stokolm da non molti anni un teatro non inferiore agli altri dell’Alemagna.

364. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 379-381

Ma il patetico non fu il suo forte : e se ben dalle beccate del suo esordire al teatro di Cremona, passasse poi alla tolleranza de’pubblici i più severi, si diede alle parti di brillante che sostenne varj anni, sinchè, venutagli ad aumentar la pinguedine, risolse il ’70, per consiglio di artisti sommi, fra’quali il Bellotti-Bon, di metter la parrucca e abbracciar definitivamente il ruolo di caratterista, ch’egli anch’oggi sostiene. […] L’ Agatodèmon nel dramma omonimo di Cavallotti, il Duca di Modena nel Fulvio Testi di Ferrari, il Conte Trast nell’ Onore di Sudermann, lo Scarpia nella Tosca di Sardou, il Teissier nei Corvi di Bèque, collocarono il Bertini fra i più intelligenti e più colti artisti del nostro tempo. […] Ha il Bertini una sorella, Augusta, già prima amorosa, poi seconda donna, oggi madre e caratteristica, sposa a Raspantini, napoletano, attore, ma più amministratore della compagnia sociale di cui s’è fatto parola.

365. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 689

Frattanto la moglie andava ognor più progredendo, tanto da sostener le parti di prima donna, acclamatissima. […] Compiuto il triennio, andò a stabilirsi a Napoli dove stette sino al ’51, ora scritturato al teatro de’ Fiorentini, pel quale ebbe più volte incarico da quella Corte di formar compagnia, ed ora libero. […] Ma ormai il teatro non era più il principale scopo della sua vita : e sul finire del ’51, abbandonato Napoli, si recò a Bologna, ove diventò in breve esperto negoziante di quadri ed oggetti antichi.

366. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 954-957

E il Bartoli più distesamente : …… Saliva egli in Banco in una Piazza, raccontando novellette onestissime e graziose al Popolo, che affollato fermavasi ad ascoltarlo. […] Continuava con un ragionamento variato, e dilettevole, cavando prima dal valigione un suo figliuolino maggiore (Scappino), dicendo : eccovi il primo vaso ; e poscia estraendone altro più piccolo figliuolino (Polpetta), soggiungeva : ecco il secondo vaso. […] In tal modo Sivello dava trattenimento al popolo, appagandolo con argute facezie, e co’ diversi Personaggi da lui figurati, cangiando d’abito, trasfigurandosi il volto, ed alterando la voce, secondo l’occasione, e come tornavagli più a proposito a norma di quelle scene, che nella sua testa s’aveva divisato di voler eseguire. […] Che ’l se fazza ades un bal E che ’l balla in sem el spos, Slargheu donne in tra vù E nu homen stem tra nù Che nu alter per natura Sem più gros n’ la centura E la sposa ha nom Gnigniocola El sposo Zan Frogniocola Gnigniocola Frogniocola Toca la man alla sposa Che ’l fa allegrezza tutta Val pelosa. […] E pria che ’l corpo mio vada sotterra a me par bene di far Testamento per partirmi dal mondo più contento.

367. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1016-

Giagnoni Domenico, attore brillante de’ più vivaci e garbati, nato a Cecina (Pisa) il 27 giugno 1846, da Bartolomeo e da Pini Aurora, morì a Porta al Borgo, comune di Pistoia, di Émbolo, il 7 agosto 1883, compianto da quanti lo conobbero. […] Dopo i felici studi de’ tuoi primi anni e le alate speranze che li accompagnavano ; dopo il getto magnanimo che tu facesti d’ogni grado accademico per abbracciarti alla grande e funesta Deità dell’arte ; dopo aver lietamente sostenute le ansie e le privazioni a cui essa sottopone i suoi devoti, mirarti oggi, o amico dolcissimo, nell’età che suole essere più fruttuosa e serena, inerte cadavere dinanzi a noi, è pietà inenarrabile. […] Ma il dolore che ha colpito tutti, senza eccezione, i migliori artisti e scrittori d’Italia all’annunzio della tua morte, è il più grande elogio su questo feretro. […] Ahi come ogni giorno ci si fa più vedova e disfatta la vita ! […] E a dar prova luminosa della vivacità e festività dell’indole sua e del suo ingegno, festività e vivacità che trasmetteva poi da la scena in tutto il pubblico, a lui prodigo sempre delle più affettuose dimostrazioni, riferisco parte della gaja lettera che scrisse da Napoli ad un amico, Antonio Fiacchi, il 20 aprile del….

368. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Mediolani 20 Iunii 1601. » pp. 242-244

Baschet 244 — a proposito dei Due Simili recitati al Louvre dai Fedeli la sera del 14 settembre 1613, dice che il Pellesini aveva allora ottantasette anni : sarebbe nato dunque il 1526), fu uno dei più grandi Zanni del suo tempo, più noto col nome di Pedrolino. […] Infatti noi vediamo il marzo 1581 la Vittoria, prima donna di Pedrolino, supplicare con le più dimesse parole il Duca Alfonso di Ferrara, di ridonar a entrambi la sua protezione, che sembrò loro tolta, quando Pedrolino, trovandosi al soldo di certo Ettore Tron, non potè recarsi a Ferrara a recitarvi il carnevale secondo le richieste del Duca. […] Forse fu in quell’anno 1580, al momento della riforma della Compagnia, che il Pellesini prese parte al banchetto descritto dal Rossetti nel suo Scalco (Venetia, MDLXXXII), e già riferito in parte dal D'Ancona e dal Solerti, nel quale egli appariva colla sola testa fuor della tavola, accomodata al bisogno, coperta da un pasticcio, d’entro il quale poi cercato invano da Pantalone, faceva scena con lui, destando le più matte risate. […] Pedrolino, et Compagni comici vniti, li quali con mia grandissima sodisfattione, e gusto m’ hanno seruito doi mesi continoui con le comedie, e forse con speranza di tornare questo Carnovale al mio seruitio desiderano per esser più vicini, et commodi al viaggio di venir per l’Autunno à recitar in Bologna nella stanza solita ; pero prego V.

369. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO IV. Stato presente degli spettacoli teatrali. » pp. 293-299

Nel mese di agosto del 1786 (quando più fremevano gli Huertisti e i Lampigliani contro del Signorelli) chi avrebbe potuto immaginarsi che dovesse rappresentarsi senza interruzione di sainetti e tonadiglie la di lui Faustina? […] Dopo Crebillon e Voltaire havvi più qualche degno tragico in Francia? Dopo Regnard e Des Touches e qualche altro de’ primi anni del secolo, havvi più un solo comico? […] Quanto all’Italia, lasciando a parte que’ melici allori colti dal Zeno ed a piena mano dal figlio dell’armonia e delle grazie Metastasio emulo illustre de’ Rasini e de’ Cornelj, essa ha ben dati nella tragedia e nella commedia e lieti frutti e speranze più liete ancora. Se il Maffei non vinse i tragici più insigni, tra essi al certo degnamente si frammischia e passeggia onorato.

370. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 87-90

Tita Nane, pseudonimo che cela uno dei più modesti e più intelligenti cultori dell’arte nostra, così descrive quello e gli altri primi passi in un bello e appassionato articolo apparso nella Tribuna illustrata del settembre '94 : Adamo Alberti scelse per il debutto un vecchio pasticcio del Bayard : Il nuovo Figaro e la Modista. […] Essa non perdeva sillaba della Cazzola, che, per eleganza, naturalezza, profonda intuizione d’arte, si collocò fra la Ristori e la Sadowsky, e in certe parti non trovò chi riuscisse a superarla ; e più tardi, a Firenze, quando la Cazzola ammalò, Tommaso Salvini ricorse alla signora Virginia ; e la signora Virginia, improvvisando sera per sera un’interpretazione, cominciò a spiccare il gran salto, sempre sotto gli auspici del gran colosso Salvini, artista completo, dividendo il regno dell’arte con la Tessero e la Pezzana, e tutte tre facendo credere con i grandi successi fatti ottenere alle commedie di Gherardi Del Testa e di Achille Torelli, ai proverbi del Suner, ai drammi del Costetti, ai lavori mastodontici dell’ultima maniera di Paolo Ferrari, al medio evo di Giacosa, alla romanità di Pietro Cossa, alle galanterie di De Renzis, di Martini, di Castelnuovo, e tutto il resto di Cuciniello, di Muratori, di Montecorboli, di Castelvecchio, di Sabbatini e di tanti altri, facendo credere all’esistenza d’un moderno teatro italiano. […] Forse meno ligia alle intenzioni di Scribe e Legouvé, forse mero fedele alla biografìa, ma più conforme a natura e verità. […] Quando non si andava svogliatamente com’oggi a teatro, per veder la riuscita di un nuovo lavoro, sul quale si ha già una preventiva poca fede ; ma ci si accorreva entusiasti a giudicar di una interpretazione, suscitante poi ne' confronti le più vive discussioni, la vita artistica di Virginia Marini era il trionfo non interrotto di ogni sera. […] Il pubblico teatrale, che in Italia è l’espressione più viva e chiara dell’umana ingratitudine, vòlte le spalle all’idolo vecchio, ne cercò di nuovi ; e, non trovatili, li creò, e a quelli si prosternò.

371. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article »

Fu, acclamatissima, in Toscana, a Bologna, a Genova e più specialmente a Torino, ove s’ebbe i più larghi segni di ammirazione e di protezione, ma dove anche, data alla luce una bambina, dovè miseramente perire nel 1768. »

372. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Nato a Napoli il 1770, più noto col diminutivo di Ciccio, fu uno de' più chiari del suo tempo nelle parti di caratterista e promiscuo.

373. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 273-274

Di Giacomo, lo troviamo (1739) primo amoroso in una Compagnia che rappresentava commedie burlesche in un giardino fuori Porta Capuana, detto il Giardeniello ; della qual Compagnia faceva parte il Pulcinella Domenicantonio di Fiore, che, senza dubbio, coll’arte sua e co’suoi ammaestramenti fece prender più tardi al Barese la risoluzione di mettere anch’esso la maschera del pulcinella. […] Però scrive all’Uditor dell’Esercito, Duca di Salas, e gli chiede giustizia, tanto più che Barese ha già preso da lui del danaro. […] L’apparire ch’egli fa più spesso in quelle di Francesco Cerlone, potrebbe dimostrar questo, che cioè, avendolo il Cerlone conosciuto da Pulcinella nella Cantina, ove appunto si recitarono le commedie cerloniane, lo ebbe in tanto conto da farlo chiamare al Nuovo, quando vi si rappresentassero cose sue. […] E le parole su per giù eran sempre queste : che, cioè, nella Cantina lo spettacolo era svariato e morale più assai che non promettessero i volgari cartelli d’un casotto plebeo, che accoglieva sbarazzini e facinorosi, e non offriva se non commedie rimpinzate di turpitudini.

374. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 57-58

Dell’arte sua e della sua vita abbiam testimonianza in un manoscritto contemporaneo di epigrammi (forse del Forti), da cui traggo i seguenti : A Majeroni Sei sopportabile nelle commedie, molto insoffribile nelle tragedie : giura non più rappresentar l’ Egisto, e chiedi a tanto ardir perdono a Cristo. Alla Morelli Riprender vuoi marito : e in mezzo a tanti comici birboni, il più birbo scegliesti in Majeroni ? […] Tornato dopo il’ 60 dall’estero colla Ristori, si unì colla Sadowski e si fermò al Teatro del Fondo in Napoli, ove mise in iscena con allestimenti non più veduti, il Faust e il Don Giovanni, che gli procacciaron lodi nuove e ingenti somme ; e dove, dopo varie peregrinazioni, tornò del '68. Achille Majeroni fu il più generoso degli artisti drammatici ; ma la sua generosità era piuttosto prodigalità, o meglio scialacquo.

375. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO II. In quali cose si rassomigli ogni Teatro. » pp. 12-22

Cominciando dagli Ebrei l’opera letteraria più antica sono i Cantici del loro legislatore Mosè. […] I Celti nazione più antica é più potente de’ Goti pregiarono sommamente i loro Bardi. […] Ma quando le società diventano più colte, veggonsi tosto gl’inconvenienti che produce quel mescolarsi un divertimento colle delicate materie religiose. […] Imperciocchè in cambio di trattenere il volo del l’immaginazione de’ poeti, la legge gli ha costretti ad uscire dal l’uniformità, a spianarsi nuove strade, ed a rendere il teatro più vago, più vario, più delicato.

376. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 625-626

Botteghini), fu prima ufficial di marina al servizio di quella repubblica, caduta la quale si diede all’arte della scena, in cui, mercè di una figura maestosa, di una voce possente, di una memoria di ferro, riuscì in breve il più rinomato de' tiranni da teatro diurno. […] Secondo la leggenda del palcoscenico, il Vedova fu il più ignorante uomo del mondo ; e si vuole che un giorno (già da tempo era impensierito per la scelta della beneficiata) si recasse alla prova con un libro sotto al braccio, sclamando : l’ho trovada, l’ho trovada, un po'lungheta, ma tagiaremo. […] Egli non solamente lo ammira come tiranno, padre nobile e attore tragico, ma lo dice rispettoso del pubblico e di sè ; abbigliato sempre irreprensibilmente, e disputato da' più accreditati capocomici.

377. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 660

Egli fu ed è noto più specialmente nelle parti di mammo e nelle così dette macchiette, in cui appare le più volte di una comicità irresistibile.

378. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article »

Dalla precocità dello sviluppo, dalla giunonia opulenza delle forme fu sbalzata a poco più che tredici anni nel gran mondo dell’arte, sostenendovi al fianco della Pezzana, Stuarda, la parte di Elisabetta regina d’Inghilterra. […] Da allora non abbandonò più il ruolo delle prime attrici, che sostenne decorosamente nella Compagnia paterna, addestrata nell’arte dalla grande Pezzana, di cui volle imitare fin anco l’audacia, presentandosi al pubblico sotto le spoglie di Amleto.

379. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Padova, 28 luglio 1674.Venetia, 16 marzo 1675.Venetia, 23 marzo 1675.Venetia, 30 marzo 1675.Venetia, 13 ap.le 1675.Venetia, 20 ap.le 1675. » pp. 28-35

Il giurì drammatico di Milano le conferì il premiò di primo grado e con ragione ; poichè l’Emilia era tra le giovani una delle più forti promesse. […] È strano però che il marito saluti il ministro in nome della putta, senza mai accennare alla moglie, che per di più era la Prima Donna della Compagnia. […] S. che deva portar a Mantua almanco due o tre opere nove che cosi si impararano più presto. […] r Carlo di non poter più recitar, io mi rimetto all’Autorità et comandi del S. […] Ill., so bene che se potessi ancor io dire non voglio più recitare, con sodisfatione di S.

380. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Formata compagnia in società con Antonio Colomberti, potè mostrare i suoi pregi non comuni, interpretando mirabilmente i caratteri più disparati della tragedia, della commedia, e pur della farsa. Più tardi, nel ’63, essendo seconda donna in Compagnia di Luigi Domeniconi, supplì con ottima riuscita al Teatro Re di Milano la prima donna Carolina Civili, ammalata.

381. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Cagione della morte furon due colpi di pugnale ch’ebbe, quattro dita più su del cuore, da mano sconosciuta, dai quali non si riebbe più mai compiutamente.

382. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1052

Bianca Iggius, la più elegante forse delle nostre attrici, è anche fra le più innamorate dell’arte sua, nella quale mostra certe attitudini, specialmente per le parti comiche.

383. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Questo personaggio rappresenta ordinariamente un buon bottegajo, e per lo più un maestro lavoratore di canapa, di che abbonda, più che d’altro, quel Territorio.

384. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Di mezzana statura, di colorito più tosto bruno, e pieno di fuoco. […] Occhi, fisionomia, mani, piedi, tutto parla nella sua persona. » Pare fosse qualcosa più di un semplice attore, dacchè aveva a Varsavia, per lui la moglie e il ballerino Vulcani, tre camere, fra le quali una grande per le prove.

385. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO IV. LIBRO V » pp. 67-93

Giungono in parte più remota. […] parla; già io non passo più oltre. […] Sì, omicidio spietato, il più ingiusto e il più fraudolento . . . . .” […] E bene, io ti porrò alla presenza di chi ti faccia parlare con più senno. […] La regina confusa, compunta, abbattuta, confessa il suo torto, e lo prega a più non dire.

386. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO I. LIBRO I » pp. 12-33

O cara pianta di tutte la più risplendente ricevi i miei amplessi, e dammi i tuoi piegando le tue braccia, lontana ancora io sarò a te divota. […] Si accelera poscia il tempo sino al punto che le ballerine (che sole figurano in tal genere di danza) non possono più seguirlo, e colei che si dà maggior moto e resiste più, passa per la danzatrice più eccellente. […] Ah non vi è cosa Più del ventre gioconda. […] Il dottissimo conte della Torre Gaetani ne distingue con più esattezza le parti che ne sopravvanzano, ed il sito. […] Merita tralle reliquie di questo teatro particolare attenzione il più basso scalino della gradinata di mezzo.

387. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 17

Per la morte della brava prima donna, signora Negrini, la Compagnia si sciolse, e l’Alberti tornò in Lombardia, scritturandosi nella Compagnia comica di Gaetano Bazzi, una delle più accreditate d’Italia, che divenne poi la reale Compagnia Sarda. […] Il caratterista Miutti che poco piaceva al pubblico si licenziò, e venne in sua vece scritturato Daniele Alberti mio padre, valentissimo artista, che aveva più volte contrastata la palma al Pertica e al Vestri. […] La commedia piacque bastantemente ; e mio padre che rappresentava la parte di un uomo flemmatico, diverti l’uditorio e fu anche applaudito ; ma, lo ripeto, egli era malaticcio ; e, benchè si vedesse in lui l’avanzo di un grande artista, io mi accorsi che non era più in caso di sostenere un posto principale al Teatro de’Fiorentini, e fin d’allora pensai di farlo ritirar dal teatro e procurargli una vita tranquilla in famiglia.

388. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 213-214

I suoi maggiori, di cui l’ultimo il padre, furon tutti gente di mare e povera gente, che da barcajuoli saliron poi al mestiere più proficuo di navicellai o scaricatori. […] Fatta poi società con Achille Dondini, all’intento più specialmente di dar libero sfogo alla sua viva passione dell’arte, si buttò a capo fitto nel gran repertorio, facendo una sua particolar fatica dell’Amleto. […] Ora è a Milano, ove s’è dato accanitamente allo scrivere, mescolando le commedie, i monologhi, le novelle, i bozzetti, a’romanzoni e drammoni popolari, co’quali ha preso una non comune famigliarità, e ne’quali riesce più specialmente per la vivezza dell’interesse e per la forza del sentimento.

389. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 649-650

Di Amalia, che divenne poi la moglie del brillante Antonio Bozzo, dovrò dire più distesamente. […] Firenze specialmente l’aveva battezzata una delle più chiare promesse dell’arte, quando si mostrò nel 1871 quasi esordiente sulle scene del Niccolini a fianco della Pezzana, di Monti, di Privato. E la promessa fu tenuta largamente, quando sei anni più tardi nella terza Compagnia di Bellotti-Bon, capitanata da Cesare Rossi, l’Amalia Checchi si presentò prima attrice assoluta, piacendo sempre, talora fanatizzando come nel Vero Blasone di Gherardi del Testa, e nella Dora, ch’ella creò, e che fu una vera e propria rivelazione.

390. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 658-659

1ª sera Quando io penso al primier tempo passato, qual mi facea stentar più del dovere, dico fra me ; ch’il ciel sia ringraziato che diede alla mia figlia un gran sapere : per opra sua mi trovo in altro stato, ma in oggi così va ; chi vuol potere vestir lindo e mangiare a crepapelle ci vuol per casa almen due reginelle. 2ª sera Ora che la mia figlia è maritata con quel Zannetto più fier del demonio, crede d’esser contenta, e s’è ingannata, perchè ha trovo una stampa senza il conio. […] 5ª sera Ascoltatemi, figlia, in cortesia ; ora vi parlo con materno affetto, già siete dello sposo e non più mia, e questo è ciò che mi trafigge il petto.

391. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 797-798

Nè a quelle delusioni andaron tuttavia disgiunte le più grandi soddisfazioni d’artista : chè cimentatosi anche nell’ardua prova delle interpretazioni shakspeariane ne uscì trionfante, sì per la intelligenza, come per la recitazione caldissima. […] Nessuno dei tanti Otelli della scena moderna, incarna questa lotta tremenda con più efficacia e con maggiore verità del Drago, nessuno mostra con più evidenza di contrasti la passione che strazia il Moro.

392. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 987

Ma se Flavia, come non è a dubitare, fu veramente la Luciani, non pare davvero, a chi scorra le lettere del Martinelli, il più bel tipo di rassegnazione femminile. […] Florinda e Flavia apparivan sempre meno accostabili, e più per cagion di questa che di quella. […] però sarete contento di cominciare a disporre la signora Flavia, a ciò la venga a questo servicio, et se lei si scusasse con dire che gli è malsana, ditegli che li farete dare delle medicine soave, chè la guarirà, et se lei dicesse che non li piace le medicine per esser dolce, ditegli che glie ne darete di brusche, essendo che a lei gli piace più il brusco che il dolce.

393. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 14

Una compagnia tutta freschezza, tutta passione, tutta vita, che fu per più anni la diletta dal pubblico. […] Fermatosi a Livorno, non bastandogli l’animo di restare estraneo a quell’arte in cui visse più anni acclamato, acquistò le Arene Alfieri e Garibaldi, nelle quali scritturava compagnie di varia specie, conservando con l’ avvedutezza e con la operosità a sè e alla famiglia quella vita di agiatezze che s’ era formata col teatro. […] Quando non era ancor uomo, nè omai più giovinetto, ebbe la brutta e perdonabile vanità di ripudiar suo padre al conspetto dei compagni, per l’altro Lavaggi, fabbricante di fiammiferi, se non erro.

394. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 482-483

Dotato di prestante figura, di bella voce, e di molta attitudine all’arte ch'egli spiegò tra' Filodrammatici, diventò presto comico, e presto s’acquistò buon nome in ogni genere di recitazione, ma più specialmente nella rappresentazione di alcune parti di tragedia quali Filippo, i Creonti, Virginio, gli Egisti di Alfieri. […] Il figlio non aveva alcun ruolo speciale, e lo stipendio annuo era di lire austriache 3000, coi viaggi pagati a entrambi, e 400 lire in più all’arrivo sulla piazza. […] Avanti di entrare in Compagnia Modena, trovavasi a Forlì, ove per la sua beneficiata si pubblicò, in foglio volante, la seguente epigrafe : A GIVSEPPE SALVINI livornese per felice natura potente ingegno accurata industria fatto esempio singolare del decoro della proprietà della grazia onde la drammatica recitazione dilettando governa le menti e i' cuori a figurare gli umani affetti una cosa col vero fra l’unanime applauso dei forlivesi che nel teatro del comune il carnovale del m dccc xliii ammiravano tanta eccellenza i soci delle barcacce ghinassi versari e minardi vollero rendere onore con questa memoria ed augurare all’arte lodatissima perfetta giusta mercede e che italia schiva una volta di usanze forestiere le liberalità rimuneratrici della danza e del canto serbi a più utili studj e non torni in bas tarda

395. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article »

Era il 1824 in Compagnia Fabbrichesi, e nelle Varietà teatrali fu scritto ch’egli era decorato da più e più anni del pubblico aggradimento.

396. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 552-

Ma i non educati al bello pare fossero molti ; poichè, in forza appunto di quegli applausi, egli trovò posto nelle più reputate compagnie del suo tempo. Col volger degli anni, fievolita la voce, impinguato il ventre, raggrinzita la faccia, egli non trovò più posto che in compagnie di secondo, e giù giù di infimo ordine, terminando a Venezia miseramente la vita verso il 1830.

397. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 601

Fra' comici più antichi veneziani il Molmenti (Venezia nella vita privata) ricorda ancora un Giampaolo (Zan Polo) un Trapolino, ecc. ; ma secondo il Quadrio sarebber essi una stessa persona. […] Ma poi lasciata la comica arte, e distribuito a' poveri tutto il suo avere, ritirossi a Mestre, luogo da Venezia non più distante, che sette miglia : dove in un romitaggio, macerandosi continuamente con asprissime penitenze, passò molti anni ; finchè divotissimo e vecchissimo chiuse con morte felice i suoi giorni circa il 1630.

398. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Di fisonomia men regolare forse di quella di sua sorella, ma più viva e animata, fornita delle più chiare attitudini all’arte scenica, fu al suo esordire applauditissima, nè solo come attrice, sì ancora come danzatrice ; chè nel balletto d’uso dopo la commedia, ella eseguì egregiamente un passo a due insieme al signor Dehesse.

399. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 263-265

Figlio di Salvatore e di Giuseppina Errico, più conosciuta col nome di Donna Peppa, nacque a Napoli il 22 giugno del 1822. Fu il più grande Pulcinella del secolo xix, e il Signore del Teatro San Carlino per ventiquattro anni. […] La dichiarazione dei diritti dell’uomo rianimava, tardi ma in tempo, fin la maschera acerrana ; il Palcoscenico del San Carlino aveva in Pulcinella un uomo accessibile alle passioni più varie e contrarie, un attore che, di volta in volta, sapeva pigliar così dirittamente la via del cuore da commuovere fin alle lagrime gli spettatori. […] Le modificazioni ch'essa andò subendo coll’andar degli anni furon soltanto nella maggiore o minor lunghezza della camicia, la quale vediam lunga al ginocchio negli ultimi anni (V. il Ghezzi), e più corta ne'primi (V.

400. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 305-306

Fargnoccola) erano il 1581 a Pisa, l’ '88 a Roma ove fu lor concesso di far comedie di giorno, però senza donne ; e il D'Ancona giustamente si domanda se quel senza donne voglia dire senza che le attrici recitassero, o senza presenza di donne ; e con ragioni che mi pajon irrefragabili trova più accettabile la prima spiegazione. […] O forse, e questo è il più probabile, ella, sciolta da ogni vincolo, si andava scritturando a brevi scadenze or con questo or con quello ? […] Forse continuò a recitare in età avanzata, e forse in compagnie non più di gran fama. Se dell’ '82 ell’era già la celebre Diana, del 1605, epoca in cui la troviamo al servizio del Principe della Mirandola, come dalle seguenti lettere, ella doveva correr verso la cinquantina : e assai probabilmente, avendo perduto il fascino della giovinezza, e il vigore dell’artista, non trovò più chi la volesse nel ruolo assoluto di prima donna, e fu costretta a farsi ella stessa conduttrice di compagnie.

401. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Conchiusione » pp. 438-442

Alcuna più ricca vi ha sfoggiato un lusso squisito adornandolo di viali coperti, giuochi di acque, fontane, boschetti, laberinti, e quadri di fiori olandesi, e di piante di cocco, ananas, ed altri, frutti oltramarini. […] Ma la storia pronta a diradar ogni nebbia, gli avvertisce, che le facili farse romanzesche e i mostri scenici non allettano che ’l volgo imperito e dopo una vita efimera corrono a precipitarsi nell’abisso dell’obblio; doveché gli ottimi componimenti, come il Misantropo e l’Atalia non solo sforzano alla perfine l’uditorio a vergognarsi del primo giudizio, ma ricreano la parte più pura e illuminata delle società, che sono dotti272, e passano indi a’ posteri insieme con quelli che furono scritti nella caverna di Salamina. […] Quindi é che ’l Petrarca, seguendo il sentimento di Platone, disse: Or questo é quel che più ch’altro m’attrista, Che i perfetti giudici son sì rari. […] Qui l’autore intende di que’ dotti che hanno, ingegno penetrante, gusto raffinato, giudizio sottile, antasia vivace, cuor sensibile, orecchio purgato, pratica del mondo e de’ più famosi poeti, e scelta dottrina per poter ben comprendere e guidare tutto il bello di un dramma. […] All’incontro moltissimi fra’ dotti, come son coloro i quali calcolano il corso de’ pianeti, o Fan triangoli, tondi, e forme quadre; coloro i quali vagando pe’ voti spazi della loro immaginazione, voglion dar corpo all’ombre e vendere per dimostrazioni alcune infelici congetture su di soggetti tenebrosi, inintelligibili, e rimoti dal senso e dalla cognizione dell’uomo; coloro i quali con ammirabile franchezza favellano de’ corpuscoli elementari e de’ loro vari moti e accozzamenti nella primitiva formazion delle cose, come se stati fosseri assistenti alla madre natura allorché disciogliendo il caos, partorì il mondo; coloro i quali vogliono farla da riformatori con immaginari sistemi politici; coloro i quali visitando le cave delle piramidi d’Egitto, si arrogano la facoltà di battezzar le mummie, e sputan sulle medaglie per diradarne l’antica ruggine e farci vedere quel che non é; coloro i quali son dottoroni pel solo capitale della memoria, o che per l’enorme lettura hanno l’immaginativa languente; tutti costoro sogliono per lo più avere, spezialmente nelle materie poetiche, non sano palato, guaste sensazioni e gusti così depravati come quelli delle donne pregnanti.

402. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1009-1013

S’io mi fossi uomo da inorgoglirmi del talento che mi fornì natura pel teatro, sia a viso scoperto, sia colla maschera, ne’ principali ruoli e serj e comici, in cui mi s’ è visto rifulgere tra gli applausi, agli occhi de’ più gentili e intelligenti, avrei bene di che soddisfare al mio amor proprio. Io direi che ho più fatto io, al cominciar della mia carriera, e ne’ miei teneri anni, che non attori illustri dopo venti anni di esercizio e nella pienezza de’lor mezzi. Ma io protesto che lungi dall’esser mai montato in superbia per si rare qualità, io le ho sempre considerate effetti della mia buona stella, piuttostochè del mio merito ; e se alcuna cosa ha potuto lusingar l’animo mio in tali congiunture, ciò non fu che il piacere di sentirmi applaudito dopo l’inimitabile signor Domenico, il quale ha portato si alta l’eccellenza della goffaggine nel carattere di arlecchino, che chiunque l’abbia visto recitare, troverà sempre alcun che da osservare ne’ più famosi arlecchini del suo tempo. […] L’opera maggiore del Gherardi è quella del Teatro italiano, dopo la pubblicazione degli Scenarj di Flaminio Scala, la più importante per la storia dei nostri comici. […] Chi dice buon comico italiano, dice un uomo di fondamento, che esercita assai più la fantasia che la memoria, che compone, recitando, ciò che dice, che sa coadiuvare il suo interlocutore, vale a dire ch’egli sposa così bene le parole e l’azione con quelle del suo compagno, ed entra di punto in bianco in tutto il movimento drammatico dall’altro richiesto, di tal maniera da far credere agli ascoltatori che tutto sia stato anticipatamente combinato.

403. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO II. Spettacoli teatrali in Alemagna. » pp. 77-87

Non è credibile l’immensa quantità di drammi usciti in tal periodo; e pure essi eccedono ancor più nella stravaganza che nel numero. […] Forse il più ingegnoso autore scenico dell’Alemagna in quel secolo fu Frischlino nato in Tubingen. […] La seconda tragedia più interessante si aggira sulla partenza di Enea e la morte di Didone. […] Ma dopo che nel 1777 uscì la Storia critica de’ Teatri antichi e moderni, in cui si parlava di poesia alemanna e di teatro prima di Opitz, s’avvide che poteva su i documenti che in essa si protersero, che poteva risalire un poco più. […] Sperai allora di potermi alla mia volta approfittare della sua fatica riguardo alla drammatica del secolo XVI; ma nulla di più di quello che io ne aveva detto vi ritrovai prima di Opitz.

404. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo I. Ritorno delle Rappresentazioni Teatrali dopo nate le Lingue moderne. » pp. 181-187

Un sistema per indole portato a dividere più che a unire, tagliava ogni più dilatato reame in tante minute signorie, le quali se nella guerra per bisogno formavano un sol corpo, nella pace nulla quali fra loro, e poco s’attenevano al tutto. […] Di là vennero tante armate barriere, fortezze, castella baronali, opposte a’ compagni e al sovrano più che a’ nemici stranieri, delle quali e nel nostro regno e altrove veggenti tuttavia in piedi su ripide balze grosse reliquie: di là tante guerre intestine, tanti diritti de’ leudi e antrustioni, vassalli angari parangari, e schiavi prediali ec. […] La giudicatura cadde nelle mani d’uomini senza lettere, i quali non di rado venivano dalle parti obbligati a provar coll’armi la propria integrità e la giustizia della sentenza data, per la qual cosa richiedevasi in essi più forza di corpo che di mente. […] Chi avrebbe mai allora potuto indovinare che in quelle nuove lingue dovea col tempo rifiorire la più sfoggiata eloquenza ateniese e romana? […] Figlie della pubblica prosperità, voi siete sempre ne i più bei giorni degli stati.

405. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 915-921

Figlia del precedente e la più grande attrice del suo tempo nacque a Venezia il 26 dicembre del 1772. […] A Padova, non è ben precisato nè in quale anno, nè con qual compagnia (secondo il Mazzoni nel ’90 con quella del Menichelli, ma forse più tardi col Pellandi), preluse a un corso di rappresentazioni, recitando i seguenti versi dettati per lei da Melchior Cesarotti. […] Si, vostra io sono ; in questo suol nudrita, nei domestici esempi e più dai segni de’ vari effetti ch’ io leggeavi in volto, dell’ardua scola teatrale appresi le prime norme, e andai crescendo all’ arte che all’atteggiar della pieghevol voce gesto loquace accorda, e fida esprime opre, affetti, pensier, costumi e sensi. […] Cesarotti, che appena, per così dire, uscito dal teatro, prese la penna in mano per rendere italiano l’Oracolo del Saint-Foix ; in poche ore compi il suo lavoro, e mandollo tosto in dono a chi più d’ogni altro potea far conoscere il merito dell’ originale e quello insieme della versione. […] Come poi, Se fuor discioglie dai purpurei labbri Accenti, che cercar le vie del core Sanno più arcane, ognun si tace, e tace Fin dell’aure il sussurro !

406. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Bartoli, contemporaneo, ha per lei parole di alto encomio e come attrice e come donna. « È la Martorini molto commendabile — egli dice — nelle parti tenere ed amorose, mostrando coll’ espressione della voce gl’ interni affetti dell’anima ; distinguendosi in singolar modo con attenzione indefessa anche nelle più minute cose, senza ommetterne alcuna, e tutto volendo che giovi, e contribuisca alla perfezione di ciò che ella rappresenta. » E più giù : « nel nubile suo stato, al fianco d’una vecchia tutrice, esposta agli occhi del mondo, fornita di bellezza e di grazia, ella ha saputo schermirsi dall’insidie del secolo. »

407. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Scuola fiorentina di recitazione diretta da Luigi Rasi, il dicembre '91, ove stette due anni, promessa certa di un avvenire artistico de' più lieti. Per l’indole sua e per la sua figura non molto slanciata, poco le si attagliavan parti di sentimento ; ma in quelle comiche profondeva una sì misurata e signorile e spontanea gaiezza, con una dizione delle più nitide da farci sperare che in un tempo non lontano avrebber rivissuto su la nostra scena di prosa le glorie della Romagnoli, della Lipparini, della Cutini.

408. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Torinese, nato di agiata famiglia, fu talmente acceso del teatro, che ad esso diè tutta la sua vita, recitando prima, poi diventando subito un capocomico de' più pregiati. […] Fu marito esemplare, amoroso in famiglia, onesto con tutti : – Sentii vivo dolore per il suo abbandono e più tardi per la sua morte. »

409. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 693

Uscito Giovanni Ceresa dalla Compagnia di Luigi Pezzana, fu chiamato a sostituirlo il Contini, il quale passò di trionfo in trionfo interpretando i caratteri più disparati, come il Foscolo e il Raffaello, ch’egli rendeva, più che con delicatezza di contorni, con maschio e gagliardo colorito.

410. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 721

Morto il Re Carlo, passò con la Compagnia a Palermo, dove un frequentatore assiduo di casa, conosciute le sue non poche ricchezze, ed entrato una sera per la finestra, mentre tutti erano in teatro, gli rubò quanto più potè. Desolato per tanta sciagura, il pover’uomo, il quale, sebbene scoperto il ladro, nulla o ben poco potè riavere, ridotto in vecchiaja, carico di figli, e per di più con un occhio perduto, si ritirò a Venezia ove morì nel 1757.

411. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 340-342

Amilcare Belotti salì meritamente in rinomanza per una inesauribile vena di comicità, per una singolare spontaneità, per una scorrevolezza e limpidezza di dizione più unica che rara. […] Lo rimpiangerai…. ma io già non credo che tu voglia davvero voltargli le spalle : sospetto bensì che tu tiri il roccolo per farti esibir maggior paga da X e poi dire con tuono flebile a Domeniconi : Papà mio, mi piange il cuore, ma vedi, mi offrono 500 di più ; io sono pover’uomo, crescimi tu i 500 ed io resto con te fino alla morte. […] Con questa lettera obbligatoria in via commerciale da valere come un rogito del notaro dottor Bellini, rinunzio per me ed eredi, in favore dell’egregio artista Amilcare Belotti, ad ogni e qualunque direzione di dilettanti drammatici, nata e nascitura nell’ Orbe terraqueo illuminato dal sole e dalla luna ; assoggettandomi in caso di mancanza alla mia obbligazione, a rifondere il valsente delle penali pagate e da pagarsi dal capocomico Domeniconi, più i danari spesi e da spendersi dal sullodato capocomico in viaggi d’andare e venire colla sua nomade Compagnia. […] Amilcare Belotti, negli ultimi anni d’arte, s’impaperava più dell’onesto.

412. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 793-794

ma di andare con la loro Compagnia a Padova, di tratenere Trivellino, lasciando a noi Bertolino con la gionta della Moglie e Vicenza invece di Padoua, con più di douere fatto feste andare a fare quattordici o quindecci Comedie a Bologna p. l’obligo che ha con quei Cauag. […] Sono per tanto rissoluta di più tosto starmene a Casa p. quest’ Estate che andar fuori ad impegnare quel pocco che ho, a suo tempo seruirò V. […] So che lei mi compatirà perche le miserie dell’anno passato m’hanno a bastanza adotrinata, et io che sono pouera Vedoua, agrauata da tanti figli e famiglia, ho di bisogno di solieuo e non d’agrauio, e stimo più utile il stare a Casa che l’andar fuori senza speranza di guadagno, le mie raggioni sono tante euidenti, che so ueranno approuate da V. […] Giunta in età avanzata, supplicò invano Ranuccio Farnese, suo padrone, di lasciarle godere il riposo ; poichè sollecitato egli dal nipote di Modena, per mandarla nella Compagnia di lui, vi acconsentì, in via eccezionale ; ma dopo quella stagione, che fu il carnevale del 1676, Angiola D’Orso non salì più in palco.

413. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 933-934

La barca essendo molto vasta, era divisa in più compartimenti. […] Si fecero le più grandi fatiche a quietarla con una buona chicchera di cioccalata. Essa era la più brutta e la più schizzinosa.

414. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Di Ferrara il dì 27 febraro 1618. » pp. 519-525

La più nota e interessante è senza dubbio quella delle Fatiche comiche, stampata a Parigi per Nicolao Callemont il m . dc . xxiii, e divisa in due parti ; di cui l’una dedicata all’ Ill. mo ed eccellentissimo D. […] Chi più ami l’huomo o la donna. […] Il servire più d’una donna non è incostanza, e lo scordarsi dell’amata non è mancanza. […] r Flavio per parte sua m’imporrà, che mi governerò, non potendo interesse di odio o di benevolenza farmi bramare nè ricusare più uno che altro compagno, nè ambire a preminenze o negare obedienza. […] S. ogni compita felicità lo supplichiamo di essere mantenuti nel numero de’suoi più humili servitori.

415. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 4

Ella era graziosa oltre ogni dire, se bene più tosto piccola e brunettina ; recitava con molto brio e con molta naturalezza, ed ecclissò al suo apparire in Francia la Diamantina, che l’aveva preceduta nella Compagnia, e che aveva recitato dal 1653 al 1660 nel teatro del Petit-Bourbon, al fianco dei celebri Fiorilli e Romagnesi. […] Paris, Rozet, 1767) e più specialmente per quel che concerne il personaggio di Diamantina, trascrivo i seguenti brani : …. […] Arlecchino è più restio a dar la mano a Diamantina. ….

416. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 936-937

« Mi dispiace il dover trattare simil facenda in pregiudicio di quest’altro Comico, ma per Dio il star seco senza notabil danno è impossibile ; vi sia pure per me meno conscienza e guadagno migliore. » Fortunati Giovanni, figlio del precedente, e più conosciuto in teatro col nome di Toto, che gli venne, quasi diminutivo di trotola, per la piccola statura, fu egregio attore come caratterista e come arlecchino. […] Il ’97 egli non si chiama più arlecchino ma Truffaldino, e il Giornale dei teatri di Venezia dice di lui : Se al merito singolare di questo insigne attore accoppiate si fossero alcune felici combinazioni teatrali, egli solo sarebbe bastato per far riempiere ogni sera dai più intelligenti dell’arte, non che dal popolo, il vasto teatro in cui recitava.

417. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 418

Ostinato come un mulo nell’errore de' comici vecchi, voleva ancora fare le parti da giovine, e riputavasi il più necessario di quella Truppa, quando bastava che lo vedesse in iscena la Udienza, per replicare un oh ! derisorio, che persuaderlo dovea a non recitare mai più. […] Sorte t’arrise ; ed oggi brami in pace finir tuoi dì sotto Destin più certo, lasciando un’arte, il di cui frutto incerto potrìa fortuna a te render fugace.

418. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO II. LIBRO II » pp. 34-49

Da piú periti antiquarj vengono con particolarità rammentati e tenuti per Etruschi Admone, cui si attribuisce l’Ercole hibace, una delle più preziose gemme Etrusche, ed Apollodoto, di cui si ammira una gemma colla testa di Minerva incisa a punta di diamante, ed un’ altra rappresentante Otriade del museo Cortonese. […] Il comico stesso nella commedia Capteivei mostra più chiaramente che i Greci chiamavano barbari gl’Italiani. […] Nè debbe egli fondarsi punto nè poco nella mancanza di originalità desiderata nelle lodate tragedie latine; perchè nè Eschilo, nè Sofocle, nè Euripide potrebbero contarsi per originali secondo la regola del Denina, sapendosi che gli argomenti delle loro favole si trassero quasi tutti da Omero e da’ tragici più antichi. […] L’opinione di chi lo fissa all’imperio di Teodosio, è la più comune; ed il lodato Pietro Daniele l’avea abbracciata come semplice congettura, nè disconvennero Taubman, ed altri. […] III, pag. 21, lin. 13, dopo le parole vi fe udire i suoi drammi tragici e comici, si apponga la seguente nota (1) più piena di quella rimessa a Venezia.

419. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO II. Pastorali Italiane del XVII secolo. » pp. 274-291

Forse la critica più sobria attaccò il doppio amore di Celia per la rarità del caso, poco atto essendo un possibile raro o troppo metafisico a persuadere e chiamare l’attenzione. […] Vuolsi però notare che gli accidenti di Celia tirano verso di lei l’interesse della favola più di quello che vien concesso ad un episodio. […] Si vede in questa più artificio nel piano, viluppo più teatrale, caratteri più varii, passioni più vivaci, locuzione ricca di molte grazie naturali e conveniente alle persone imitate. […] Tirsi il giudice più zelante per l’osservanza della legge, si scopre esser e il padre di Alcippo ignoto a se stesso. […] Io non conosco pastorale veruna de’ secoli XVI e XVII che più di questa abbia acconciamente dato luogo a diversi squarci musicali, ed a tante arie e strofe anacreontiche non cantate soltanto dal Coro in fine degli atti, ma in mezzo di essi da’ personaggi e soprattutto nell’atto V.

420. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO II. Pastorali Italiane. » pp. 131-143

Forse la critica più sobria fu quella che si fece al doppio amore di Celia per la rarità del caso, poco atto essendo un possibile raro o troppo metafisico a persuadere e interessare. […] Si vuol però notare che gli accidenti di Celia tirano verso di lei l’interesse della favola più di quello che vien concesso a un episodio. […] Vi si vede più artifizio nel piano, viluppo più teatrale, caratteri più varj, passioni più vivaci, locuzione ricca di molte grazie naturali ed assai conveniente alle persone imitate. […] Tirsi, il giudice più zelante per l’ osservanza della legge, si scopre essere il padre di Alcippo ignoto a se stesso. […] Io non conosco pastorale veruna de’ due precedenti secoli che più di questa abbia acconciamente dato luogo a molti squarci musicali, ed a tante arie o strofe anacreontiche non cantate soltanto dal coro in fine degli atti, ma in mezzo di essi da personaggi, e soprattutto nell’atto V.

421. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 345

Recitò essa la prima volta in Italia l’Eugenia di Beaumarchais tradotta dall’Abate Perini, e tanto vi piacque, che in grazia più specialmente del suo valore artistico, se ne fecer più repliche.

422. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » p. 791

E la prova fu vinta, e la compagnia andò a gonfie vele, e il Dorati potè nel corso di venti anni scritturare i più illustri artisti del momento, non escluso il De Marini. […] Perduto ogni suo avere, indebitato sino alla punta de’capelli, dovè smettere ogni altra speculazione, passando dalla compagnia propria a società di maggiore o minor conto, in sino a che, vecchio omai, e senza più una via a guadagnarsi onoratamente il pane, ricoverato dal genero Giuseppe Guagni, morì a Firenze verso il 1850.

423. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1044

Vissuta a poco più di sedici anni in un fasto, ch’ella accettò da famiglia non sua, entrò a vent’ anni circa e nel 1876, in Compagnia di Alamanno Morelli prima attrice giovane, facendovi le migliori prove sotto l’insegnamento di Adelaide Tessero. […] La Gritti partì poi, si disse, per Parigi, nè se n’ebber più nuove.

424. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Caterina Landi morì ancor giovane a Venezia l’anno 1761. »

Luca, dove creò la parte di Fatima nella Sposa persiana, e d’onde uscì del '55 per voler del marito, per non tornarvi mai più. […] Questa è di voi visibile bellezza, ma di gloria maggio degna vi rende la velata beltà che più si apprezza.

425. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 197

Nacque a Perugia il 1865 da Carlo, artista comico egregio per le parti amorose che sostenne nelle Compagnie della Robotti, della Ristori, e più tardi di Ernesto Rossi, dal quale fu avuto in conto di attore elegantissimo e di Pilade eccellente. […] Duse ; salendo finalmente il '94-'95 con Pasta-Di Lorenzo al ruolo diprimo attore, che non abbandonò più ; e in cui, dopo alcuni anni di traversie in compagnie sfortunate, fu scritturato (1900) dal Novelli per la Compagnia della Casa di Goldoni.

426. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 537

Recitò poi a sbalzi, con intervalli più o meno lunghi, per malattia o per altro, nelle Compagnie Reinach-Talli, Gramatica-Raspantini, Pia Marchi-Maggi, Severi-Garzes-Raspantini, e finalmente Pieri-Severi, in cui si trova anche oggi (1904), per andar poi nel futuro triennio con Oreste Calabresi. […] Naturalmente i pregi della donna soverchiano ancora quelli dell’artista ; ma la promessa c’è davvero, e chiara ; e perseverando nello studio, nella tenacità di propositi, nell’amore all’arte, poichè ella è una delle più innamorate dell’arte sua, la signorina Severi arriverà certo ad attenuare una cotale ineguaglianza di recitazione, prodotta forse da mancanza assoluta di guida artistica.

427. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — (Sabato 7 giugno 1659).(Sabato 28 giugno 1659). » pp. 420-423

Ma il Loret potea benissimo avere preso un granchio, tanto più che per semplice referto aveva dato erroneamente all’opera il nome di Pastorale. […] La Bianchi fu bellissima donna ; e serbò sempre un gusto de’più raffinati nell’adornarsi ; e riferisce il Gueullette, come la Belmont, moglie del nipote di Aurelia, attore della Commedia italiana sotto il nome di Leandro, gli dicesse di averla veduta nel suo letto, donde omai non usciva più, eccessivamente ornata, e pur sempre conformantesi al sopravvenir delle mode. […] Comunque sia, quel che più preme, che cioè l’Aurelia Fedeli e la Brigida Bianchi fosser la stessa persona, è omai fuor di dubbio ; com’è fuor di dubbio che, dagli esempj che ne dà il Bartoli, e più specialmente il Moland in una sonetto che qui riproduco, si capisce chiaro come questa donna, al pari delle sue gloriose preceditrici, riuscisse nel poetare assai più che sufficientemente.

428. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 526-529

Fu egli senza dubbio uomo di pregi singolari, e come tale considerato dai più. Le rime edite a Lucca furon precedute dalla pubblicazione di : Osservazioni sopra le stanze del signor Giulio Cesare Beccelli, nelle quali sostiene, che la Poesia possa più della Pittura. […] Grisostomo di Venezia l’ultima sera del Carnevale MDCCLIX Della guerriera tromba ascolta il fuoco appena, E va il Guerriero in Campo dove la gloria il mena : Spirano appena i Zefiri, ed ecco in un momento Salpa il nocchiero, e scioglie tutte le vele al vento ; Ma se volando al Campo, se abbandonando il Lido, La Sposa, o il Genitore lascia nel patrio nido, Lascia su quelle sponde parte di sè il nocchiero, Parte di sè pur lascia nella Città il guerriero ; E nel partir da loro sente staccarsi il core, Sente passarsi l’anima dal più crudel dolore. […] Anzi veder attende alla stagion novella Nel suo terren la messe più verdeggiante, e bella. […] A questa faccio seguire il sonetto in morte di un suo figlio, il quale ci dà ancor più chiara l’idea delle sue qualità poetiche, e del suo amore a' classici : Come candido fior, che nato appena, del vomere al passar cade reciso, Carlo, moristi, onde perpetua vena di pianto a me bagna le gote e il viso : C'ho sempre avante i tuoi dolci atti, e il riso, e i cari vezzi ; e per maggior mia pena, la Suora tua, ch'or vedi in Paradiso, la tua partita a ricordar mi mena.

429. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 602

Il moto, il gesto, e l’espression vivace Fer sì di Donna (cui dal Ciel concesso Fu gli estinti avvivar qual più le piace) Ch'io mirassi Alessandro in essa espresso. […] E l’ombra intanto io vidi i stigj laghi Varcar più lieta, e girne al bel soggiorno Quasi sull’opre sue tutta s’appaghi.

430. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 613

Ma la sua inclinazione e le sue attitudini erano più per quelle dell’Innamorato, in cui riuscì per ogni rispetto egregio. […] Avanzandosi in età, e lasciando addietro la più fresca gioventù, si mostrò nelle parti sostenute delle tragedie un attore applauditissimo ; e Verona, Bologna, Parma ed altre città furono del di lui merito bramose spettatrici. »

431. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 492-494

La Compagnia, se così poteva chiamarsi quell’ accolta di cinque o sei persone al più, era come una piccola famiglia che vivea in piena concordia, che si dava reciproco aiuto materialmente e intellettualmente ; il primo attore poteva diventar benissimo al secondo atto la prima donna, o viceversa. […] Fatta più grandicella, e formata il padre società or col Subotich, noto arlecchino, or con Luigi Zerri, padre di Enrichetta e di Antonio, e in ultimo con Antonio Scremin, alla declamazione delle poesie succederon le ombre palpabili e le rappresentazioni improvvisate sulle tavole di una cantina, con biglietto d’ingresso a 20 e a 10 centesimi, e magari in commestibili, come alle recite del Capitan Fracassa nel mirabile studio di Teofilo Gauthier. […] E in tempo di fiera si facevano, all’americana, sin cinque rappresentazioni nella sola mattina, cominciando alle 9, e rimandando il pubblico a ogni fin d’atto della stessa commedia, per dar posto al pubblico nuovo, talvolta accalcantesi alla porta d’ingresso, talvolta, il più spesso forse, costituito da pochi monelli : ma la scarsezza del pubblico non fece conoscer mai a quegli ottimi sciagurati il significato della parola forno nel gergo teatrale ; nè col forno nel significato suo proprio ebber mai troppa dimestichezza. […] E in vario tempo, con varia fortuna, fecer parte della famiglia attori pregievoli come il Gandini, il Mingoni, il Vedova : a poco a poco dai villaggi della Svizzera si passò alle grandi città d’Italia, dal Sior Serafin Bonigolo si passò al più bel repertorio goldoniano, e quel mezzo drappello di zingari, perseverante e animoso, si conquistò il diritto di essere annoverato fra le Compagnie drammatiche propriamente dette.

432. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 616-618

Carolina Cavalletti che sostiene le parti di [ILLISIBLE] l’attrice a fronte di sì illustri soggetti capaci di adombrare il merito dei più provetti, debbesi molta lode e incoraggiamento. […] Doventò in quel tempo sposa di Alberto Tessari, ottimo padre nobile e tiranno tragico ; e fu con lui scritturata dal Fabbrichesi pe’ Fiorentini di Napoli, ov’ ebbe dapprima le più schiette attestazioni di stima, terminando col suscitare il più spontaneo entusiasmo, e specialmente nell’Ambiziosa del Nota, nella Matilde del Monvel, nella Medea del Ventignano, nei Baccanali del Pindemonte, nel Sospetto funesto del Giraud, nel Matrimonio di Carlo Goldoni del Righetti. […] Artista eccellente, sapeva far aggradire anche le produzioni più strambe e bizzarre.

433. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 703-705

Meriterebbe egli un più lungo elogio, ma questo gli vien fatto da’ suoi proprj talenti, che sanno farsi distinguere dovunque ha egli sin ora avuta occasione di presentarsi. […] A dare un saggio della mente poetica e della prontezza di spirito di Iacopo Corsini, metto qui le tre ottave cantate nelle tre recite delle Donne curiose : 22 maggio 1778 Quanto rider mi fe’ quell’ assemblea di Donne fisse all’ uscio unitamente, che una dal posto l’altra rimovea, e l’altra l’una ne traea sovente ; felice era colei che più vedea dallo spiraglio la racchiusa gente : e ve n’era una sì ostinata e dura che ceder non volea la sua fessura. […] 7 gennaio 1779 Più facile saria con l’acqua pura togliere il pel dal capo del Somaro, o lavando un Etiope figura tor dal volto il color del calamaro ; toglier dal foco la vorace arsura, toglier dal forte ghiaccio il freddo amaro, la durezza levar da una colonna che la curiosità dal cuor di donna. […] Volgo gli accenti alla cortese Udienza, cui render grazie in tutto io non saprei ; per dimostrar la mia riconoscenza più energico, eloquente esser vorrei ; che debbo far presso alla mia partenza ?

434. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 929-930

r Balì Cospi, no solo promessi doi parte a Flaminio p poter fare una mediocre compagnia, ma la Regalai più di quello che il mio stato conportaua ; giunsi a Fiorenza e sa Dio i dispetti che ebbi si da Flaminio, come da Argentina, ne poteuo replicare p che vi agiungeueno la parola e il comando di V. […] A. no lo creda p che no gl’importa poi che l’anno passato concesso più che uicenda e lui medesimo se ne dichiarato e dichiara al presente che no ha sentimento contrario e che quel che ha fatto di quella sotto scritione, fu consiglio di un de compagni ; ma quello che p verita gli preme, è la parte per la moglie e questo me inporta, p che io che ma fadigo cò la mente più de tutti, a tirar meno degli altri nò è ragione. che Flaminio sia in compagnia no solo mi contento ma son soddisfatiss. […] A. e le mie pretensione no son altro che nessun tiri più di me, leuato la spagniola, e quelli di 3 quarti stieno nel suo posto che se gli altri di Compagnia, toltone la mia casa, glie la uoran dare, l’hauro caro anzi p no pregiudicargli faro in aparenza constare, enziandio in scritto, co i compagni che anchio son della medesima volonta di dargli le doi parte ona cbe in sostanza io no resti defraudata nelle parte della mia casa, son pouera giouane, son stata tanti mesi senza recitare, hauto malatie altre prigionie de parenti, famiglia assai, e lite si che puole ognuno considerare come sto.

435. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 146

Nè men celebre divenne la moglie per essersi gettata in mare a Livorno, come racconta il Piazza nel suo Teatro : Eravi un’altra donna in quella Compagnia, che si rese poi celebre nella Comica Storia, per un salto da grottesca che fece dal molo di Livorno, con intenzione di non farne altri mai più. […] Ella è una comica da poter farsi onore, e se nelle Tragedie imparasse meglio a gestire, assai più sarebbe stimabile.

436. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « AVVISO. » pp. 310-312

A provarlo (egli dice) “si posson recare alcuni bei monumenti tratti dagli Statuti della Compagnia de’ Battuti di Trevigi eretta nel 1261 e pubblicati dal più volte lodato sig. conte canonico Avogaro (Memorie del B Enrico P.  […] Vengono da più periti antiquarj con particolar lode rammentati e tenuti per Etruschi, Admone cui si attribuisce l’Ercole bibace una delle più pregiate gemme Etrusche, ed Apollodoto, di cui si ammira una gemma con una testa di Minerva incisa a punta di diamante, ed un’ altra rappresentante Otriade del Museo Cortonese.

437. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 279-281

Pietro Barsi, artista dei più coscienziosi, dotato di una memoria ferrea e di un fisico, per le parti di caratterista, più unico che raro, intelligente, studioso, modesto, potè di punto in bianco acquistarsi la benevolenza de’pubblici meno indulgenti, come quello del Teatro Manzoni di Milano ; dove, specialmente nel repertorio Goldoniano, fu annoverato, e a ragione, tra’ buoni artisti. […] Pietro Barsi ne fu uno de’migliori ornamenti ; e se bene a lui si potessero spesso rimproverare alcuni difetti di pronuncia e di cadenza che gli venivano dal paese natale, e fors’anche dalle Compagnie in cui militò più anni, non si potevano in lui non riconoscere molte e pregevoli qualità di artista, fra le quali, prima di tutte forse, lo studio del vero.

438. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 296

… Egli dava, quando poteva, un fiorino a ciaschedun attore : quando non poteva, accadeva la rivolta in Compagnia, e si doveva ricorrere ad espedienti più o meno decorosi per recitare, e per togliersi la fame. La Compagnia era composta di 14 persone, compresa la famiglia Bassi, marito, moglie e una figlia di 13 in 14 anni ; e il più delle volte s’introitavano tre o quattro fiorini, non bastanti nè per l’orchestra, nè per l’illuminazione, per quanto, come si può credere, modestissime. Nulla sappiamo degli attori, se non che di una servetta strasburghese e di un arlecchino, il suo amante, intorno ai quali i alla famiglia Bassi è nello stesso Casanova la descrizione di un’orgia schifosa al segno da far arrossire il più spregiudicato uomo del mondo.

439. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 534-535

Mente confusa, oppressi spirti, e voi mie dormenti virtù le voglie accese abbiate in lei, ch’è in terra un sol cortese più di te, Febo, e de’ bei raggi tuoi. […] Cosi dagli occhi sbandirete il sonno, e condurrete a più sicura notte e a più felice occaso i giorni miei.

440. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 562-563

Fu la più soave e incantevole delle prime attrici giovani, per le parti ingenue. […] Rovesci di fortuna obbligaron la giovinetta a calcar le scene, e la maestra si recò il 1867 a posta da Torino a Milano per assistere all’esordir della sua allieva, che andava a sostituire a metà d’anno la Guendalina Dominici Scalpellini in quella celebrata Compagnia di Bellotti-Bon, nella quale ella salì poi al più alto grado dell’arte, ove seppe mantenersi anche dopo, alternando il ruolo di prima attrice assoluta colle sue creazioni di bimba, quali la Carolina nel Codicillo dello Zio Venanzio di Ferrari, la Ivonne nella Serafina di Sardou, la Celeste nell’Idillio Campestre di Marenco, la Silvia nella Famiglia pur di Marenco, la Ida nella Vita Nuova di Gherardi Del Testa, l’Emma nei Mariti di Torelli, ed altre molte, in cui non ebbe chi la superasse, nè chi la uguagliasse. […] Non solo ha potuto farvi sfoggio di tutte le sue eccellenti qualità che noi già conoscevamo, ma è stata nel caso di rivelarcene delle altre che eravamo certi si sarebbero sviluppate in lei con una più lunga pratica dell’arte.

441. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 565-567

Parve a' più una celia ; ma la giovane artista, che assisteva da un palco di proscenio, si levò incontanente ; e recatasi alla ribalta, improvvisò una sestina-fervorino, che le acquistò subito la benevolenza del pubblico, andatasi poi grado a grado mutando in entusiasmo, onde, a tenzone finita, ella fu accompagnata a casa con torce, in mezzo alle più pazze acclamazioni. […] Non vado più in parole, perchè so a che anima cortese io scriva, e perchè una bella giovanetta, che canta versi soavissimi, non ha bisogno di commendazione. » Francesco Re di Napoli la pensionò.

442. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « LETTERA » pp. 3-14

Come esca dunque questo mio picciolo Discorso, di cui la prevengo, gliene farò presentare un esemplare, considerandola più come Giudice, che come Parte. […] Anzi in Genova mi avvidi che con istudio (per altro inutile) sfuggì di spiegarsene meco, per cogliermi forse appieno senza darmi luogo a chiedere mercè, e per incatenarmi al suo Carro Trionfale Apologetico, come con dolce sogno si figurò di avervi più altri avvinti. […] A lei essa par bella ancor nella guisa che si raffazzonò con affettazione in tempo de’ pedanti: a me l’amore dà luogo a riflettere, che quanto più essa sarà naturale nell’abbellirsi, come fa oggi giorno, tanto più mostrerà la nativa sua maschia venustà, e trarrà a se tutti gli sguardi. […] Volumetto, ed il mio presente Discorso, qual di noi due sappia più utilmente amare. […] Essa forse pronunzierà così: Il Lampillas si strugge per mostrare di amar più, il Signorelli mostra di amar meglio.

443. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO V. La Drammatica oltre le alpi nel XV secolo non eccede le Farse e i Misteri. » pp. 74-84

Conteneva la vita di Cristo dalla predicazione del Precursore sino alla Resurrezione, e consisteva in una filza di scene indipendenti l’una dall’altra senza divisione di atti, e si recitava in più giorni. […] Tali rappresentazioni si adornavano con decorazioni curiose, e se ne cantavano gli squarci più rilevanti, come le parole del Padre Eterno. […] Dopo questa nuova cura nulla ho trovato di più di quello che altra volta ne accennai, cioè dei due componimenti quasi teatrali di Don Errico di Aragona marchese di Villena e di Giovanni La Encina. […] Lo spirito d’apologia nemico della verità e del merito straniero imbratta molte belle opere in più d’un luogo. […] I più antichi che si sieno conservati, si scrissero verso la metà del secolo da Giovanni Rosenblut in Norimberga.

444. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Commento »

In questa impresa egli ha superato tutti i moderni e ci ha dato l’idea più vera di quella nobile semplicità che probabilmente era la massima caratteristica della musica antica. […] Nicolini: Nicolò Grimaldi (1673 – Venezia, 1732) fu uno dei più noti cantanti castrati del suo tempo. […] Lord Burlington aveva trasformato il suo giardino di Chiswick, originariamente all’italiana, in un nuovo modello di giardino più simile a una conformazione naturale, paesaggistico, anche in collaborazione con William Kent. […] settizonio: facciata monumentale di un Ninfeo che sorgeva sul Palatino, fatta a più piani di colonne. […] Sanmichele: Michele Sanmicheli (Verona, 1484-1559), architetto e ingegnere militare, fu uno dei più significativi promotori nell’Italia settentrionale del classicismo architettonico romano.

445. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO V. LIBRO VII » pp. 107-140

Le scene per lo più lunghe, oziose, e quasi sempre fredde di quattro donne che v’intervengono, spargono per tutto, e specialmente ne’ primi tre atti, un languore mortale. […] Il personaggio che chiama più l’attenzione è Pisistrato combattuto dall’amore e dall’ambizione, che vuole il regno, e non vuol perdere Policrita. […] Nel suo Manlio Capitolino formato sulla Venezia salvata di Otwai, col trasportare agli antichi Romani il fatto recente della congiura di Bedmar contro Venezia, diede un saggio più vigoroso, più deciso de’ tragici suoi talenti, e svegliò nel pubblico e ne’ posteri viva brama, che egli avesse potuto o calzar più per tempo il coturno, o prolongar più la vita. […] Saurin che si è esercitato in diverse specie della poesia scenica, che riuscì competentemente con Spartaco e più con Beverlei, compose anche alcune commedie. […] La musica consisteva in un flauto, un tamburo, e al più due violini sonati alla peggio.

446. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Venezia il 31 10bre 1837.E il 14 novembre : » pp. 389-402

Non ho bisogno di venire a Napoli per godere di questa soddisfazione…. anzi più di quello che lo è nell’alta Italia non potrei desiderarlo. […] Infatti nel 19 giugno 1840 il Domeniconi stesso scrive da Napoli per sentire se sarebbe disposta ad aprire trattative con lui per l’anno successivo e poi parlando di cabale e intrighi soggiunge : Fra i nuovi attori per Napoli, io sono stato quello che da principio ho trovato più opposizione degli altri, come è vero altresì che più presto degli altri mi è riuscito di vincerla. […] Il Niccolini le dice : la natura vi ha privilegiata di mente arguta, d’animo forte e gentile : e non conosco chi abbia più dottrina e sentimento di quello ch’è bello. […] Abbiasi per ora la nostra ammirazione, che riputiamo il più bell’elogio al suo merito, quando quest’ammirazione è divenuta sentimento universale. […] Abituata fin dalla sua più tenera gioventù a non considerare la sua parte dal numero dei foglietti, ma dall’interesse che poteva avere nell’intiera produzione, poneva in tutte lo stesso impegno, non escluse le farse.

447. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 593

Carloni-Talli Ida, nata a Roma da Gioachimo Carloni, romano, e da Emilia Marovich, slava, maestra di ballo, si diede all’arte nel 1887, dopo di aver fatto ottima prova sotto la direzione dell’ex-comico Alessandro Meschini nella Filodrammatica romana, esordendo a Verona, qual prima attrice giovane, nella Compagnia di Giuseppe Pietriboni col quale restò tre anni. « Al Teatro Manzoni di Milano – scrive il Traversi (Natura e Arte, gennaio del ’93) – si ebbe, in quell’anno stesso, il più splendido battesimo….. […]  » La giunonica dovizia delle forme, una fine intelligenza, e una non comune intuizione artistica, la innalzaron subito al ruolo di prima attrice nel quale esordì a Venezia in Compagnia Favi, diventando di punto in bianco una fra le più reputate artiste giovani, specialmente per la interpretazione gagliarda e inattesa della Trilogia di Dorina, commedia di Gerolamo Rovetta, la cui fiorente esistenza è a lei dovuta in gran parte.

448. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 662

Rappresentasse una serva o una regina, una contadina o una dama, vestiva sempre il personaggio con tale spontaneità e con tal verità che potè esser sempre annoverata fra le più forti attrici d’Italia. […] Bartoli cita le protagoniste nella Ipermestra del conte Girolamo Pompei e nell’Arsene del Bevilacqua, da lei create e più volte replicate all’Arena di Verona nell’estate del 1767.

449. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 266

Era l’estate del 1740 al Teatro Ducale di Milano, in cui dette un regolare corso di recite, con una Compagnia più che sufficiente, di cui erano parte principale i seguenti artisti : DONNE Angiola Costantini, prima donna Elisabetta Gnudi, servetta Caterina Silani, per le parti a trasformazione UOMINI Giovanni Ant. […] Silani, Arlecchino Filippo Niccolini Giovanni Battista Gozzi, Pantalone Anselmo Porta Agostino Zurlini generici A Ravenna, trovandosi il 1765 in uno de'momenti più critici, fuggì dalla Compagnia, di cui prese le redini la famiglia Romagnoli.

450. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 521

Bartoli la disse madre di più figliuoli, moglie amorosa e prudente. […] So ben che a i rari portentosi accenti Tiensi la Notte assai più bella, e parmi Che stian su l’ale taciturni i Venti ; E so che Febo a l’immortal tua laude Vili tenendo al paragon suoi carmi Lascia la Cetra, e col tacer l’applaude.

451. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 758

D'indole assoluta e indipendente, non volle più star soggetto, e si fece capocomico. […] Le rappresentazioni si chiudevan più volte con arie, pantomime e farse in musica.

452. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo VI. Spettacoli Scenici Spagnuoli nel medesimo Secolo XVI. » pp. 252-267

Costui ebbe il gusto più cittadinesco, e arricchì l’apparato comico in modo che non ballando più il sacco, vi vollero i bauli per contenerli. Fece anche uscir fuori la musica che prima cantava dietro della manta, e forse la rese più grata colla chitarra che l’ha accompagnata fino a’ nostri giorni. […] Di più quel letterato ci diede una notizia non vera, né verisimile, allorché scrisse che si «rappresentarono con indicibile applauso in Roma e in Napoli» sotto Leone X. […] L’antica e la moderna Europa non vide un poeta teatrale più fecondo di Lope. […] Eximeno di più di due secoli almeno della buona letteratura italiana?

453. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « NOTE E OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 316-325

de la Motte, il Sig. di Voltaire, e ’l Gesuita Folard, e niuno ha finora potuto nemmeno dalla lunga tener dietro a questa incomparabile favola del più famoso Tragico della Grecia. […] Plutarco però nell’opuscolo de Poetis audiendis riconosce in Euripide una certa loquacità; ed Aristofane nella Pace lo tassa col nome di Causidico più che di Tragico, facendo maggiore stima di Eschilo e di Sofocle, perchè questi aspirano con molta felicit à sempre all’altezza elocutoria. […] Tullio, e più da ciò che il nostro Signorelli osserva nelle commedie di Aristofane, si scorge chiaramente che S. […] Pisandro uomo di bella statura, e che andava adorno e armato galantemente per darsi un’ aria di Eroe, avendo in un combattimento gittato le armi, venne nella Lisistrata da Aristofane così ben deriso, ch’egli passò in proverbio presso i Greci, più codardo di Pisandro. […] Platone per mostrare più particolarmente la stima, ch’egli faceva di questo poeta, gli diede il miglior luogo nel suo Convito, ch’è uno de’ suoi più belli dialoghi, e mette sotto il di lui nome il bel discorso, ch’egli fa dell’amore, dando con ciò ad intendere che Aristofane era il solo che potesse con vaghezza e diletto parlare di questa passione.

454. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO II. Spettacoli teatrali in Alemagna. » pp. 13-20

Non è credibile l’immensa quantità di drammi usciti in tal periodo; e pure essi eccedono ancor più nella stravaganza che nel numero. […] Con simili componimenti battevansi colà i Luterani e i Cattolici; benchè questi assai più tardi si valsero di queste armi teatrali, avendo cominciato a farlo nel XVII secolo colla Graziosa Commedia della vera antica Chiesa Cattolica ed Apostolica, dove intervengono Lutero, Zuinglio, Carlostad con altri eretici, e Satana e Gesù Cristo, i SS. […] Forse il più ingegnoso autore scenico dell’Alemagna in quel secolo fu il Frischlino nato in Tubigen. […] La seconda tragedia più interessante si aggira sulla partenza di Enea e la morte di Didone. […] Sperai allora di potermi alla mia volta approfittare della sua fatiga riguardo alla drammatica del secolo XVI; ma nulla di più di quello che io ne avea detto vi ritrovai prima di Opitz.

455. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 565

Ma aveva appena il padre pagato ogni suo debito, a condizione che non mettesse più il piede sul teatro, ch’ egli ripreso di notte tempo il volo, tornò in seno alla famiglia artistica, e questa volta per non distaccarsene mai più.

456. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » p. 810

Duse-Maggi Alceste, torinese, fu moglie di Giorgio Duse, e attrice di gran nome per le parti di prima donna dialettali e italiane, comiche e drammatiche, destando il più schietto entusiasmo nelle commedie La Figlia del reggimento, La bona Mare, La Puta onorata, La bona Muggier, Il Campielo, La casa nova, e in altre più del repertorio goldoniano, in cui non ebbe chi le stesse a fronte, di tra le quali, ogni tanto, faceva capolino anche il drammone, come la Suor Teresa, o L’Indovina ebrea, che ella recitava se non con ugual maestria, certo con successo uguale.

457. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 361

Attore pregiato nelle parti di Coviello, e più pregiato Impresario del Principe elettorale di Sassonia Giovanni Giorgio III, ch'egli aveva accompagnato nel suo viaggio in Olanda, nacque il 1600. […] M. il Re di Polonia, allora a Venezia, pel viaggio in Sassonia passando per Vienna e Praga, della Compagnia di cui faceva parte sua moglie Caterina, di cinquantotto anni, sua figlia Maria di diciotto, e suo figlio Giovanni che tanta importanza s’acquistò più tardi all’Opera di Dresda, ove morì del 1753, di ventidue.

458. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 585

Si scritturò il '23, e per un quinquennio, con Salvatore Fabbrichesi ; e con l’esempio del gran Demarini doventò in breve attore de' più egregi sì pel dramma come per la tragedia. Dopo alcuni mesi di alienazione mentale, un suo fratello lo consigliò, a meglio distrarsi, di darsi alla pittura per la quale aveva mostrato da giovine chiara inclinazione ; ma l’amore per l’arte drammatica prevalse in lui, sì che, tornato alle scene, s’ebbe le più entusiastiche accoglienze, specie a Palermo ove mancava da venti anni.

459. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1060-1062

Rende le menti in un fosche e serene, fa che ogni volto impallidisca e inostri, apre i più cupi e i più sublimi chiostri, brillar, gelar fa il sangue entro le vene. […] Ma ceda il Tebro al minor Ren gli onori : da Lavinia più bella or vuole il Fato, che incatenati sian d’un Mondo i cori.

460. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 694-696

., non esigga da essi Piggione alcuna, il che sarà motiuo di pregare assiduamente l’ Altissimo, che doppo più Secoli di felicissima Vita, conceda all’ Altezza Vostra Serenissima una Reggia di Luce nell’ Empireo, e lo sperano. […] Il ritrouarsi in tale stato, e quel ch’ è più senza speme di miglioramento, stante l’improprietà della Stagione, doppo un Viaggio sì dispendioso da Genoua à questa parte, con un debito di Compagnia di gran consideratione per la Condotta, ci costringe a portar auanti l’ A. […] Il matrimonio non si effettuò più – per ignote cagioni – dice Fr. […] Egli entrò alla Commedia italiana per recitare al fianco del Bertinazzi che non poteva per vecchiezza disimpegnar da solo il ruolo di Arlecchino ; e se non poteva accostarsi troppo all’arte sovrana di lui, benchè anch’ esso attore di pregi singolari, pure collo studio indefesso, colla più schietta modestia, seppe conquistarsi la benevolenza del pubblico e del comitato del teatro, il quale, quando nel 1780 licenziò gli attori del genere italiano, pensò bene di conservare il Coralli.

461. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 297-298

Fu anche direttore della Compagnia Nazionale, e socio di Ermete Zacconi, ma il suo nome più che all’arte del recitare egli legò all’opere sue drammatiche, nelle quali è sempre un sapore italianissimo di sana commedia, e delle quali alcuna vive tuttora ne' repertorj delle compagnie sì dialettali che italiane, come l’Amoreto de Goldoni a Feltre, il Tiranno di San Giusto, l’Onorevole Campodarsego, Dall’ombra al Sole. […] In famiglia ci annunciavamo a vicenda l’arrivo della sua compagnia, dicendo : – Viene Pilotto ; – il che significava : – avremo il grande piacere di riveder quel viso buono, di riudire quella cara voce, e di applaudirlo, e di sentirlo applaudire. – Non lo rivedremo più, non potremo più applaudire che le sue commedie. […] Questa morte si rende anche più pungente di commozione per la famiglia dell’arte, poichè Libero Pilotto apparteneva alla breve e egregia schiera di quelli attori che alla fortuna e alla dignità della comica cosa pigliano particolare interesse ; egli, con la fede e l’entusiasmo degli ottimi.

462. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 360

L’aver fatto un uomo la parte della Franceschina, si può attribuire al ritegno che avevan sempre le donne di apparir sulla scena (e però più vivo per le parti di fantesca), ma fors’anche al fatto che un uomo, Battista degli Amorevoli (V.) aveva già recitato la Franceschina e s’era fatto celebre in tal parte. […] E anche ieri come oggi, nonostante quella maschera, l’amico dei comici, il protettore, il critico, si credevano in diritto di penetrar sulla scena, e mettere gli attori e più specialmente le attrici nel rischio di ritardare una sortita.

463. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 564

Da Venezia si recò più volte a Milano, ov’ebbe onori e applausi, come si vede dai seguenti passaporti comunicatimi gentilmente dal conte Paglicci-Brozzi. […] Dice il Bartoli che « fatto vecchio ed incapace di montar più sul teatro, gli vennero retribuite le beneficenze, che ad altri egli aveva impartite, trovando que’sussidj ch’erano necessari alla sua cadente vecchiezza. » Morì a Venezia il 1767.

464. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 993

Arturo Garzes, che, se del fratello non ebbe il fine senso d’arte, ebbe una maggiore fecondità e conoscenza di teatro, scrisse in cotesto non breve periodo molti lavori, che ebber tutti, più o meno, lietissimo successo, quali : Maso, Stella, Chi sarà ? […] Arturo Garzes non è forse mai stato, come artista, nè un brillante, nè un primo attor giovane nello stretto senso della parola ; ma nel più largo senso, un eccellente comico, buono di rappresentar l’una parte oggi, l’altra domani, con garbata semplicità.

465. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1034

« Modenese, nacque – dice il Bartoli – da onesta e civilissima famiglia, occupando il padre suo la carica di cassiere nell’ impresa dei pubblici lotti di tutto lo Stato del Serenissimo di Modena. » Dallo spoglio fatto nell’Archivio comunale di Modena, più Goldoni col nome di Antonio risultan quivi nati nella prima metà del secolo scorso, ma non si può dire qual sia il nostro di essi. […] Innamoratosi poi della Gaetana Andolfati, e ottenutala in moglie, si unì prima in società col padre di lei, poi condusse da solo una compagnia, colla quale percorse trionfalmente l’Italia, lasciando alla sua morte, che fu nel 1818, più di centomila franchi di eredità, e la fama di gran capocomico.

466. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 203

Francesco Bartoli ci lasciò di lei il seguente ritratto : Sortì dalla natura i più bei doni, che mai potesse avere una giovane attrice. […] E l’attonita Udienza ognor più folta pende dalle tue labbra ; e al chiaro giorno preferisce la notte, in cuit t’ascolta.

467. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Ma dove ancor più fui colpito dall’espressione, dal calore, dalla mimica di questo attore, si fu nella parte di Giuda nel Giuseppe riconosciuto, mediocrissimo dramma tradotto dal francese. Il nostro Prepiani, buon attore nella tragedia, non è degli ultimi nella commedia, avvegnachè in questa renda più sensibili que'difetti d’articolazione che quasi sempre sa nascondere con arte nella tragedia.

468. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 447-448

Oggi egli è uno de' più forti artisti giovani, mercè una grande volontà e una grande perseveranza negli studi, accoppiate all’intelligenza svegliata. […] Aitante della persona, piacente del volto, elettissimo de' modi, egli potrà salir ancora molto alto, quando abbia saputo misurar più la dizione, talvolta confusa, e meglio usar della voce talvolta velata.

469. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Milano, 1°Aprile 1803. » pp. 318-327

Belli Paolo (Blanes Pellegrino), figlio di Vincenzo Belli e di Maria Romei, fu trascinato dall’ amore dell’ arte comica, tenuta in non troppo alto conto al suo tempo, a fuggire di casa per iscritturarsi non sappiamo più in quale compagnietta di zingari. […] Le sue più grandi creazioni furono Aristodemo, Icilio nella Virginia, Arminio del Pindemonte, e l’Egisto tanto nell’ Oreste che nell’Agamennone : sublime poi, anzi unico – afferma Fr. […] E più giù : …. osserveremo che il Blanes, calzando a vicenda il socco e il coturno, sosteneva così bene alcune parti, che poco gli emuli in lui potevano riprendere, e gli amici desiderare. […] Fu con Giuseppe Moncalvo, il famoso Meneghino, o Beltramino, e più grandicello con Giorgio Duse, zio della celebre Eleonora : ma la sua vita artistica, può dirsi datare dal ’62, nel qual anno entrò come secondo amoroso e generico giovine in Compagnia di Luigi Bellotti-Bon, attore brillante insuperato e insuperato direttore. […] Egli portò quel ruolo a tale grandezza che il più delle volte, lui in iscena, il pubblico non d’altri poteva occuparsi.

470. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 969-973

Il ’48 Luigi Gagliardi combatte a Vicenza nel battaglione universitario e la giornata finisce miseramente con la semidistruzione di que’ sciagurati e con la più rovinosa delle ritirate. […] Egli forma compagnia per la Corsica, e in vista del porto di Bastia…… Ma di questa avventura che è stata la più tremenda della vita di Luigi Gagliardi, val bene la pena ch’io qui riferisca in parte dalle memorie inedite di Antonio Colomberti che di essa ci lasciò una particolareggiata descrizione, e in parte da quelle pur inedite dello stesso Gagliardi. […] Ordinò subito il capitano di forzare la macchina per ritirarsi ; il comando fu eseguito, ma al secondo tentativo per entrare, un nuovo e più terribile urto spaccò la prua del bastimento che incominciò ad affondare. […] Intanto egli sentiva passare sotto di lui fra due acque i morti, o i moribondi naufragati ; e più per istinto di salvezza che per riflessione, nuotava, finchè afferrata una piccola riva fra gli scogli, cadde esanime sull’arena. […] Ora il povero vecchio, già tanto travagliato, circondato dalle amorose cure della più buona delle mogli, dall’affetto della più affezionata delle figlie – sono sue parole – attende tranquillo la fine di una vita tanto avventurosa.

471. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — 2 giugno 1902. Guido Biagi. » pp. 327-333

Nè basta : il Rasi ha voluto e saputo altresì dimostrare come una sapiente recitazione possa da sola servir di commento alla poesia, mettendone in rilievo le più riposte bellezze. […] Ma il poscritto è ormai più lungo dell’ articolo. […] L'Ati è un giojello ; l’ epistola ad Ortalo e la Chioma di Berenice più spigliata, non più bella di quella di Foscolo ; il carme a sè stesso così così : il mio è forse migliore. […] Ella conosce profondamente Catullo, e ciò ch' è più mirabile sa riprodurlo nell’arte. […] Non posso levarmi dalla testa quel secondo verso che mi pare la più bella delle moltissime perle del tuo volumetto.

472. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 288-292

Il Gozzi cominciò di punto in bianco a proteggere la nuova arrivata, come quella che più se ne sentiva bisognevole. […] Il primo passo al mal costume fu il suo matrimonio col Bartoli, maniaco per la letteratura, più guitto di lei nel vestiario, macilento, che teneva il fiato co’denti, e che per soprammercato sputava sangue. […] Ella si schermì dapprima, più per timore di perdere la protezione del Gozzi, che per virtù ; e finì coll’accettare un bellissimo taglio d’abito di raso bianco : le attrici…. […] Non v’era più bisogno della malignità dei comici per architettare aneddoti saporiti : la sua vita sbrigliata e sregolata era ormai palese…. […] Sentiamo ancora il Gozzi : Narrava d’aver appreso a non portare più brache, perchè le brache, massime in certo tempo, chiudono e conservano sotto a’ panni delle femmine un tanfo di schifi odori.

473. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 35-37

… » E dopo qualche giorno, il 22 nov. 1893, morì ; e io nulla ho più da aggiungere, ubbidiente e devoto all’amico, al padre, al protettore e difensore mio ; ma voglio qui, in questo libro, ov'è trasfusa tanta parte di me, chiudere i cenni della vita di Carlo Lollio con una parola : gratitudine ! […] Signor si, eccomi viuo da donero ; e s’io muoro mai più, che possiate essere castrato ; mi pareua hora dormendo, che haueuate perduto il ceruello, & che il mio per cercarlo era restato pegno per la vettura del cauallo alla Storta. […] Per vn presente ti lauerai il viso, come voglio, che tu pigli co tre pesci in porto, e vn passo in mezo il Teuere co 'l dissegno d’vna tetta vecchia, & che tu metta vna buona cura alle cose del hamingo, accio resti sano, & teghi l’acqua, & ch'io venissi col subito per vna cossa ch'importa. si che intendete il presente. la lettera no me la diede ; il viso me lo lauai ; i tre pesci eccolli, il passo in mezo il Teuere lo farò, se voi pagate la spesa del ritorno ; il disegno della tetta vecchia non se ne troua ; il Fiamingo, perchè non è stitico, non volse la cura ; ne li diedi l’acqua, perchè li piaceua più il Vino : il subbio eccolo. che ve ne pare ? […] Si si o bon tia al più bon rutori al più bel vrlador pr dir la to intintation, che sia ma vsci dalla scola d’Zezaron, potta d’Zuda, s’Roma perdes qstù, a mi la free po castrà da vera, va mit zo qste rob, e tua quel cha t’hò dit, e vsa bona salcizza da Vdine di gratia intorno à Fiora, che vaga a cà d’la sorella d’la patrona, sat Pocintesta garbat ?

474. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 254-257

Nel 1716 entrò nella nuova Compagnia italiana che si recò allora a recitare a Parigi, sostenendovi le parti di seconda amorosa, col nome di Silvia, tenendo per più di quarant’anni il primo posto a la Commedia Italiana. […] Nelle commedie di Marivaux più specialmente ebbe campo di mostrare tutte le sue doti artistiche, e si vuole che anche a cinquant’anni, identificandosi alla perfezione col personaggio ch’ella rappresentava, recitasse col brio, la finezza, l’illusione della prima giovinezza. […] Alle quali vivissime lodi l’incontentabile e forte Grimm contrapponeva come una stonatura sguajata parole del più acre disprezzo, non riconoscendo nella grande artista una sola delle doti dagli altri decantate.

475. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 418-419

Il Moland recisamente afferma : la commedia più rimarchevole che rappresentasse la Compagnia di Giuseppe Bianchi fu un’opera mezzo comica e mezzo lirica, intitolata : La finta pazza (di Giulio Strozzi) rappresentata al Petit-Bourbon, il 14 dicembre 1645 (op. cit. […] Questo attore, secondo i Parfait, scomparve dalla scena verso il 1680, poichè d’allora in poi nè lo Scenario di Biancolelli, nè il Teatro di Gherardi ha più la maschera di Spezzaferro ; erronea deduzione, poichè l’ Arlequin Lingère du Palais (vol.  […] VIII), è Spezzaferro, non più Capitano, ma Cavaliere d’Industria, il quale, fra un ballo e l’altro, intuona una graziosa canzoncina musicata dal Gillier.

476. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 451-452

Il ciarlatano era fuor de’gangheri e dichiarava non solo di non esser suo padre, ma di non averlo mai conosciuto :… e più inveiva contro di lui, più cresceva nella folla la compassione pel disgraziato ragazzo, di cui furon comperate tutte le droghe, e a cui furon fatti per giunta molti regali. […] Quanto al carattere di Scapino, è il medesimo degli schiavi di Plauto e di Terenzio ; intrigante, furbo, che s’impegna di condurre a buon termine tutti gli affari i più disperati dei giovani libertini ; che si picca di far dello spirito, che parla molto e molto consiglia.

477. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 597-599

Ma il migliore accenno, e più che un accenno, al Casali lo abbiamo nella prefazione del vol.  […] Del resto poi il più attento, il più zelante comico della Compagnia ; sempre il primo al teatro, sempre il primo alle prove ; vestendosi colla maggior verità, secondo i caratteri, che dovea sostenere, e tanto internandosi in quelli, che quando aveva intorno l’abito di Giustiniano, non degnava rispondere a chi gli parlava.

478. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 684-685

Il comico Vitalba, buon uomo, ma cattivo attore, per sua sciagura aveva i capelli tendenti al biondo come quelli del Gratarol, e la sua statura era poco più poco meno, consimile. […] Ma più. […] Fortunatamente il bottiglione, che avrebbe potuto non che difformarlo, accopparlo, lo aveva colpito al collo difeso da un colletto a più doppi, sottraendolo alla morte.

479. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 841-848

Se più d’ogni altra di sapere abbonda la tua bell’alma, tu sol la Quadriga dei guidar di tua gloria ; ogni altro Auriga di Climene al figliuol fia che risponda. […] Così poggiando sovra l’uso umano di luce splendi più chiara, e lodata, che quel, che ’l giorno a noi porta dal Gange. […] Più qualche sonetto in foglio volante, e tre prologhi teatrali alle commedie di G. […] Per l’ Adriano mar su picciol legno Varcai onde, e perigli infin, che al lido Approdai dove langue oggi Ravenna ; Ravenna ora non più real sostegno ; Di prisca gloria segno. Ben ne dà in mille carte altero grido, Che più d’una assaltò famosa penna ; E ben ne fan magioni auguste fede ; Di cui ciascuna cede, A ruina però, ch’alta pietate A maraviglia unisce.

480. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 

Bazzi Anna Maria, moglie di Giovanni Bazzi, iniziata all’arte dal cognato Gaetano, divenne in breve una delle più valorose attrici del suo tempo, competitrice degnissima delle contemporanee Anna Fiorilli Pelandi, Assunta Perotti, Gaetana Goldoni, Luigia Bernaroli, Lancetti Modena. […] Nelle due Clitennestre delle due tragedie del grand’Astigiano, Agamennone, ed Oreste, nella Giocasta in Eteocle e Polinice, nella Rosmunda, nella Merope, tutte del medesimo autore, nella Fedra di Racine, ha cotesta attrice dei tratti veramente sublimi, si disegna non di rado con molta maestà, e nelle violente espansioni dell’anima dà alla sua dizione tutto il fuoco possibile, e non scapiterebbe alquanto di pregio, se fosse più accurata la pronunzia, e facesse mente locale a proferire lascia e non lassia, sciagura e non siagura, ecc., vizio di pronunzia, in che cadono molti attori ed attrici, e di che poco lor cale.

481. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Mantoua, 9 Aprile 1676. Affet.mo Seruitore » p. 324

Piemontese, del Moncenisio, nato il 1640 circa, fu comico al servizio di Ferdinando Carlo per diciassette anni, e richiesto il 1685 dalla Maestà Cristianissima di Francia, Le fu concesso con lettera dello stesso Principe datata di Mantova il 14 marzo, nella quale era il più ampio ben servito che dir si potesse. […] Dicono i fratelli Parfaict che il Padre di Riccoboni lo conobbe, e più volte sentì la sua messa.

482. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 629-630

Ventura Giovanni, milanese, nato il 6 luglio del 1800, fu tra'più colti e popolari attori drammatici del suo tempo, e forse il più colto e popolare dopo Modena. […] Dopo il movimento politico del 1848 aveva emigrato a Torino, dove trasse la vita colla più modesta laboriosità, amato e stimato da quanti ebbero la fortuna di conoscerlo personalmente, e dove finalmente, il 1852, dopo di aver anche provato le noje del capocomicato, si ritirò dalle scene.

483. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 602-604

Samuele, che a 19 anni aveva abbandonato la casa paterna per amor d’un’attrice nota col nome di Fragoletta, e s’era dato al teatro come violinista, ballerino e comico, la tolse in moglie il 27 febbraio del 1724, dopo di averla rapita ai parenti, i quali poi perdonarono, a patto che la figliuola, più nota col nomignolo di Zanetta, non calcasse le scene. […] Egli dice : Ha più di quarant’anni ; una figura colossale, una faccia di vecchia, nonostante la magia della truccatura. […] XXXV) una vedova leggiadrissima e bravissima, aggiungendo al proposito della partenza di lei per la Russia (ivi, XXXVII), che la perdita più considerevole della compagnia fu quella della vedova Casanova. […] Dice il Bartoli che come artista egli fu irreprensibile, ma che, come uomo, corse troppo a sciolta briglia dietro gli amori, pe’ quali ebbe più volte a far naufragio fra burrascose procelle a segno di rompere contro a’scogli la nave, e di smarrirvi per fino interamente il timone….

484. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 142-145

Fattosi capocomico nel '19, trovò la maschera del Meneghino, resa popolare da Gaetano Piomarta, che il Moncalvo in breve emulò e superò, più commerciale della tragedia ; e se ne servì, nobilitandola a segno da sostituirla alle parti caratteristiche delle opere classiche, come ad esempio del Curioso accidente, del Burbero benefico, del Filosofo celibe, degl’Innamorati, ecc. […] Quindi i trionfi del Moncalvo non ebber più tregua. […] O sia che servitore in Venezia tu ti accinga al servizio di due padroni, o sia che barbiere in Gheldria, tu abbia la lingua più affilata del rasoio, o sia che scudiere in Benevento tu t’involga nel concistoro delle streghe, sempre spontaneo, sempre spiritoso, sempre giocondo, tu semini la gioia, tu ecciti gli applausi, tu desti l’ammirazione. […] Quanto al Meneghino, egli s’adontava ogni qualvolta gli si desse il nome di maschera…. e lo si mettesse in mazzo con Arlecchino, Brighella e Pantalone. « Meneghino – egli diceva – è carattere e non maschera, » e Ambrogio Curti, da cui tolgo le presenti parole, aggiunge : « ed io credo fosse proprio nel vero, perocchè egli fosse la sintesi fedele del carattere milanese o piuttosto ambrosiano, che, per il confluire nella mia città di tanti diversi elementi d’ogni popolazione d’Italia, si va ogni dì più perdendo. » Alcuni fecer derivare il nome di Meneghino da Domenico, altri da omeneghino, piccolo uomo : altri ancora da Menechino, come s’usò per erronea lettura chiamare I Menechini, facendo risalire il nostro tipo, non so con quali argomenti, alla Commedia plautina.

485. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 857

Del valore artistico di lui dice Francesco Bartoli : Recitava il Falchi con gran sentimento, ed esprimeva i suoi, e gli altrui concetti con ponderazione, con energia, e con la più viva naturalezza. Se questo comico avesse avuto un personale più vantaggioso, oh quanto maggiormente sarebbe stato gradito !

486. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 267

Carico di famiglia, e ormai non più giovane, determinò di darsi alla scena, esordendo qual caratterista nella Compagnia ch'egli stesso formò in società con Gaetano Colomberti e Luigi Bergamaschi, e diventando in pochissimi anni de'più valenti. […] Teatro del Giglio ; e benchè, tormentato dalla podagra, non potesse più volte che recitar tutta la sua parte seduto, Ella non mancava mai alle rappresentazioni di lui.

487. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO II. Teatro Olandese: Danese: Suedese: Polacco. » pp. 32-37

Tardi, ma più felicemente la Danimarca cominciò a coltivar la drammatica per le cure del re Federigo V benemerito della letteratura e del teatro. […] Oltre della traduzione da lei fatta del Filosofo Inglese e del Don Quixote, e di varie sue poesie, ella scrisse pel teatro in più di un genere. […] La Suezia incoraggita da’ proprii sovrani si è con più ardore nell’inoltrarsi il secolo XVIII dedicata alla poesia scenica, e circa il 1780 ha innalzato in Stokolm un teatro non inferiore agli altri d’Alemagna.

488. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 347-348

Questo Pantalone ignorato essendo stato l’ultimo Pantalone andato a Parigi, e non trovandosi poi citato più da alcuno, è probabile che la richiesta del Re di Francia avvenisse poco dopo il '70. […] Lo vediamo il '79, Pantalone a Londra, non sappiam se solo o con la Compagnia, ma certo al servizio sempre di Don Alfonso,… come ci fa sapere la moglie Anastasia (probabilmente non comica), la quale, lontana dal marito, senza mezzi di sussistenza, e più con cinque creature da allevare, si raccomanda alla solita pietà e munificenza del Duca…. […] E ancora più sotto : in quest’anno a dì 20 gennaio si attaccò di notte il fuoco al Teatro Valentino ; e in poche ore restò affatto incenerito.

489. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 639-641

Dell’arte e del successo di Anna Veronese dicono i fratelli Parfaict : « Una figura graziosa, molta vivacità, molto spirito e molta gaiezza, qualità essenziali nella parte di servetta, le acquistarono gran rinomanza non mai attenuata in tutto il tempo che recitò. » D'Origny dice che « non si sapeva se ammirar più il suo ingegno o la sua bellezza, » e Panard dettò per lei i seguenti versi : Cet objet enchanteur qu’on doit à l’Italie de trois divinités réunit les attraits ; Coraline offre sous ses traits Hébé, Terpsichore et Thalie. […] Ammessa più tardi a parte intiera, abbandonò il teatro alla chiusura del 1759 con mille lire di pensione. […] Le grazie di Corallina le acquistarono un numero considerevole di adoratori, tra cui Carlo Bertinazzi il celebre arlecchino, il Principe di Monaco, che le assegnò come semplice donativo, prima 1200 lire, poi altre 3000 all’anno, Létorière e Di Saint-Crix, ufficiali al Reggimento delle Guardie, e il Conte di La Marche, più tardi Principe di Conti.

490. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO PRIMO. Antichità Etrusche fondamento dell Romane. » pp. 4-14

Tali i due Tempii, de’ quali il primo semplice, grave, solido contiene sei colonne, ed altrettante dalla parte opposta, e si allontana dalla maniera Dorica Greca e dall’ordine Toscano de’ tempi posteriori; ed il secondo più picciolo che dinota essere stato da’ Toscani eretto posteriormente, quando già essi appreso aveano a congiungere alla solidità il gusto di ornare. […] Plinioc, affermando che quando in Grecia cominciava la pittura a dirozzarsi, cioè a tempo di Romolo, non avendo il Greco pittore Butarco dipinto prima dell’olimpiade XVIII, in Italia già quest’arte incantatrice era perfetta, e le pitture di Ardea, di Lanuvio e di Cere erano più antiche di Roma fondata, secondo la cronologia del Petavio, nella VI olimpiadea: Agli Etruschi si attribuisce eziandio l’arte della Plastica, o modellatrice. […] Da più periti antiquarii vengono con particolarità rammentati e tenuti per Etruschi Admone, cui si attribuisce l’Ercole bibace, una delle più prezìose gemme Etrusche, ed Apollodoto, di cui si ammira una gemma colla testa di Minerva incisa a punta di diamante, ed un’ altra rappresentante Otriade del Museo dell’ab. […] Gli spettacoli destinati al ristoro della società dopo la fatica, furono un bisogno conosciuto dalla nuova città più tardi di quello di assicurare contro gli attentati domestici e stranieri la propria sussistenza per mezzo della religione, della polizia e delle armi, Perciò quando l’Etruria sfoggiava contante arti e con voluttuosi spettacoli, e quando la Grecia produceva copiosamente filosofi poeti e oratori insigni e risplendeva pe’ suoi teatri, Roma innalzava il Campidoglio, edificava templi, strade, aquidotti, prendeva dall’aratro i dittatori, agguerriva la gioventù; batteva i Fidenati e i Vei, scacciava i Galli, trionfava de’ Sanniti, preparava i materiali per fabbricar le catene all’Etruria, alla Grecia, e ad una gran parte del nostro emisfero.

491. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 506-512

Udire quella brutta vecchiaccia a chiamarlo sempre colviscere mie, mio core, anima mia, parole paralitiche che le ballavano in bocca prima di uscire ; veder lui zoppicando starle attaccato sempre alla gonna, usare il diminutivo nel di lei nome, vaneggiarla, alla presenza di tutti, era cosa da eccitare il vomito alli stomachi più forti eziandio. […] Ma la commedia che aveva, già cinque anni prima, dato fama di grande attrice alla Bresciani, fu la Sposa Persiana, rappresentata per la prima volta in Venezia l’autunno del 1753, con successo meraviglioso, che diè poi tanto nel naso al Gozzi, da fargli stampare il Canto della Sposa Persiana, che è la più volgare e acerba critica della commedia. […] …. malgrado il suo accento toscano, aveva cosi bene imparate le maniere e la pronunzia veneziana, che recava un egual piacere, tanto nelle commedie dell’ alto comico, quanto in quelle del più volgare. […] Ve domando giustizia, no vendetta : A longo andar ga più rason chi tase. […] Gh’ è cascà sie Commedie, e l’accidente Fa, che incontra la settima qualcossa, Le sie più lu no conta, e impertinente El vol, che lo lodemo d’ogni cossa.

492. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « NOTE ED OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 313-326

de Gestis Friderici), che i popoli Italiani già in quel tempo nulla più ritenevano de’ barbarici costumi degli antichi Longobardi, e che ne’ loro costumi e linguaggio compariva molto della pulizia e leggiadria de’ vecchi Romani. […] Il citato Ottone da Frisinga nel succennato luogo ci attesta parimente che le Città Italiane de’ suoi tempi erano senza dubbio più ricche di tutte quelle d’oltramonti; anzi il soprallodato Muratori nella Conclusione degli Annali d’Italia, che trovasi dopo l’anno 1500, giunge a dire queste precise parole: Non si può negare, che negli ultimi predetti secoli, cioè dopo il mille e cento di gran lunga abbondasse più l’Italia di ricchezze che oggidì. […] Il che ci fa conoscere già introdotto il costume, che durò poi per più secoli, che a simili feste concorrevano in folla tutti i buffoni, giocolieri, cantambanchi, e simili che portavano via de’ grossi regali”. […] Queste imprese, secondo che io mi avviso, cantavansi da’ ciarlatani così denominati, siccome ben osserva il Muratori, dal cantare che per lo più facevano, le gesta di Carlo Magno. […] Abate Bettinelli, e assai più apertamente da tutto ciò che sin quì con saggio criterio e raziocinio, e con iscelti esempj, ha detto e dimostrato il nostro erudito critico filosofo, e poeta drammatico Don Pietro Napoli Signorelli, vedesi quanto il sig.

493. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 432-442

I fischi erano stati più assai degli applausi, e questi per quanto scarsi erano stati più assai dei guadagni. […] Papà se ne ammalò e per più giorni non escì di casa, egli credeva di essere rovinato, aveva perduto ogni fiducia in sè stesso e già pensava ad un secondo addio, quando una mattina Ernesto Rossi andò a trovarlo a casa, lo incoraggiò, lo rianimò e lo persuase di ritornare al Teatro. […] L'eloquenza di Ernesto Rossi e la sua autorità furono fortunatamente più forti delle paure del giovane deluso, e fu deciso che la sera dopo egli sarebbe ripresentato nella farsa : A tamburo battente. […] Cesare Rossi, disimpegnò benissimo le parti tutte, che io lo preferii sempre più nel serio che nel ridicolo : perchè nel comico ebbe la disgrazia di imitare Gattinelli : e le copie sono sempre peggiori degli originali : nel serio…. lo guidai io, e non volli che mi imitasse, ma che mi studiasse….. […] Se la Duse, con la sua recitazione singolare arrecò più tosto danno all’attore, grandi vantaggi arrecò al capocomico, che finì poi col diventar socio della nuova stella.

494. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 250

Null’altro sappiamo di questa Comica per poter soggiungere di lei una più lunga, ed accertata notizia, e solo abbiamo in sua lode un sonetto, tolto alle Gemme liriche, libro citato altra volta da noi, ed è il seguente : O splendori, o cinabri, o fiamme belle, chiome, bocca, zaffiri, in cui si giace il colore, il rossore, il bel che piace degli ori, dei coralli, e delle stelle. […] O forse, pervenuta a maggior grado di arte, si diede più tardi alla rappresentazione de’vari caratteri ?

495. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 316

E più oltre, al Capitolo VIII, anno 1840 : con grave dolore perdemmo il bravo artista Luigi Belisario, il quale non volle rimanere con noi, dappoichè avendo per figlia una graziosa giovanetta che aveva grande disposizione per l’arte drammatica, preferì di fare una Compagnia drammatica da lui diretta e portarsi in Sicilia, dove la figlia esordi come prima attrice e fu molto applaudita, ed avrebbe fatta una bella carriera, se dopo pochi anni non si fosse ritirata dal teatro, facendo un vantaggioso matrimonio. Veramente l’Alberti sarebbe stato più nel vero, asserendo come il Belisario, già scritturato dalla nuova Impresa de’ Fiorentini, se ne sciogliesse per divergenze insorte, e pel voler della moglie impetuosa, custode rigida e alquanto noiosa, pare, dell’onore e del decoro di quel povero dabben uomo.

496. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 560-561

Accanto alle commedie del Goldoni e del Nota figuravan sempre come contrapposto i drammi lacrimosi del Federici quando non erano l’Incendio di Troja e la Navigazione di Enea del Chiari, o La Grotta del Misfatto del Signori, o La Vendetta d’Apollo c Diana dell’Avelloni, per dir de’ meno peggio : nè anche mi par bene stabilito se il pubblico più volentieri accorresse a veder questi che a sentir quelle. […] L’Otello, rappresentazione d’argomento patrio, ne sia tra le altre di prova, il di cui buon esito devesi ripetere fuor di dubbio e dalle molte correzioni fatte al non perfetto originale, e dalla sfarzosa decorazione e dalla più accurata esecuzione.

497. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1014-1015

Fra le opere, in cui la Gherardi si palesò artista delle più pregiate, son da notarsi gl’Innamorati, le Zelinde e la Pamela di Goldoni, la Sposa senza saperlo di Genuino, la Malvina di Scribe, l’Oreste (Elettra) di Alfieri, la Zaira di Voltaire, e i Due Sergenti di Roti. […] Egli fu il primo a recitarla, e con tal maestria, che niuno più osò tentarne la prova.

498. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 122

Rappresentava per lo più un uomo del ceto mercantile vestito di nero in abito da collare, detto altrimenti da città, con calze bianche, e due liste di color rosso nelle estremità laterali del suo tabarro. […] Tornato di Modena, ove fu, come dicemmo, a recitare a quel Teatro Rangoni, non si levò mai più dalla sua Bologna, dove morì nel 1767.

499. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 31-32

Indi in quantità sufficiente seminando Argenteo Sale nel fertile terreno della nostra Pouertà, già sterille l’hà reso ; Siamo dunque richi, perchè la Compagnia [è| senza debiti ; Infermità, che ci haueua ridotti poco [più] che alli estremi ; se con Aurei siroppi non ueniua cu[ra]ta ; Piaga così Vasta, che per medicarla Vna sol uol[ta] è stato neccessario Adoprare ottocento Pezze ; rissanati dunque, senza altra licenza del Medico, Vogliamo mutar aria à Dio Piacendo, è si i disgusti ch'io prouo dà questa turba di Compagni sregolata, non mi fanno ricadere, spero di ritornare con salute à riuedere il Panaro, terminato che haurò di piu mirare l’Abhorito Tamiggi ; Attendo perciò un Ostro fauoreuole per scostarmi quanto prima dà questi lidi ; Nel’ quali' tempo là prego di nouo à non scordarsi di me'è di quanto nel’ultima mia lè scrissi poichè là mia Flemma si è resa in tutto è per tutto in habile à poter più proseguire auanti ; ò mutatione di Compagni, ò libertà ; Londra li 17 febraro 1679. […] Antonio Lolli Allias Dottor Brentino Comico, Humil.mo Seruitore di Vostra Altezza Serenissima Doppo di hauere per lo spatio di anni otto seruito con ogni Decoro et honoreuolezza al’ Altezza Vostra fù Già Vn’Anno sà suori di tempo, è senza alcun’Demerito, Dal’Sig.re Don Alfonso, licentiato dal’Ser.mo Seruiggio, à conditione però, di non passare i monti fuori di Itallia, nè di impegnarsi con altri Prencipi ; ondè non hauendo in dodici mesi potuto Impiegarsi nella Comica atteso lè circostanze Sud.te fù neccessitato ricorrere con lettere all’ Sud.to Sig.r Don Alfonso per qualche Sollieuo più Volte Mà sempre senza frutto. ondè ridotto in estrema Neccessità, è Carico di Debiti ; ricorre con Profonda humilta à Piedi di Vostra Altezza Ser.ma Supplicandola à Volere con occhio Pietoso riflettere alla sua Causa non hauendo doppo un’Anno Perduto ; modo di sostentarsi, che di tanta Gratia.

500. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 41-43

Dotato di una forza erculea, su di essa affidavasi per insolentire a dritto o a torto…… A questo carattere violento, irruento, dovè il Lombardi la più tragica delle morti, che il Colomberti ancora ci racconta ne' suoi particolari : Sentivasi egli una mattina indisposto di salute ; aveva ordinato un brodo, e tardando a riceverlo, si recò egli stesso in cucina dal cuoco, uomo già vecchio, e che da molti anni serviva nel palazzo della Principessa. […] Nella Galleria de' più rinomati attori drammatici italiani, da cui ho tolto il presente ritratto, è uno scritto di Tommaso Locatelli, il quale dice di lui : Il Lombardi è dotato dalla natura di alta e bella persona, d’una corretta e chiara pronunzia, e di una voce forte e soave, atta in singoiar modo a piegarsi a tutte le infinite varietà di quegli affetti, ch'ei vuole esprimere, e che sa cosi mirabilmente trasfondere negli animi de' suoi uditori. Benchè le parti tutte gli stieno bene del pari, pure la tragedia è quasi il suo campo d’onore, dov'egli in quelle, che sostiene, si addentra cosi, che più in lui non vedete l’attore, ma vi trovate dinanzi l’eroe ch'ei rappresenta.

501. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LETTERA dell’autore all’editore. » pp. -

Le storie ragionate che per mano della filosofia si conducono per le varie specie poetiche, e singolarmente teatrali, non sono dettate per appagar soltanto una sterile curiosità: ma racchiudono in se mai sempre una Poetica a ciascuna corrispondente, ed una Scelta de’ più cospicui esempli de’ progressi e delle cadute che vi si fecero in diverse epoche; la qual cosa per lo suo peggio veder non seppe nella mia Storia teatrale certo picciolo autore di un tumultuario Discorso accompagnato ad un Pausania meschina tragedia obbliata ed estinta nel nascere. […] V’ha però chi sostiene loro in sul viso esser meglio calcar le tracce di Aristotile e dì Quintiliano, e mentovar dove bene stia que’ sagaci e graziosi attori, i quali seppero sulle scene delle più colte nazioni ritrarre al vivo i ridicoli del loro tempo, che rappresentar nella società gli originali di que’ medesimi oggetti rìdevoli mascherati da uomini d’alto affare e da filosofi e metafisici senza logica, e da poeti che non intendono nè rima nè ragione, e da pedanti pieni di stomachevole orgoglio e voti di ogni valore. […] Di fatti in Grecia gli uomini più illustri o composero essi stessi pel teatro, o ne promossero lo studio, o servirono di scorta a’ poeti. […] Laonde o bisogna essere stato nutrito nella feccia delle surrtferite deformi maschere, o aver sortito dalla natura madrigna la comprensione di un semplice Tinitiva dell’Orenoco, per non capire l’istruzione, i politici vantaggi e l’innocente piacere di un genere poetico cosi difficile, così nobile, e con tanto ardore e buon successo maneggiato da filosofi grandi, da prelati, da cardinali, da più egregi repubblicani Greci e Latini e di ogni nazione e di ogni tempo.

502. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 609

Quanto al Lindoro, non essendovi più l’Arlecchino, si poteva benissimo servirsi del moroso Camerani…. […] E il povero Goldoni per queste ragioni dovè abbandonar quell’anno (il 1764) l’impresa di rappresentar la trilogia, trovando il disegno di più facile esecuzione l’anno di poi, nel quale avrebbe potuto affidar le parti de’ due innamorati servitori al fratello e alla sorella Majani.

503. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 782-783

Nato a Trapani il 24 ottobre del 1850 da Carlo, ufficiale di dogana, e Francesca Lombardo, fece il suo ingresso in arte, rappresentando per favore nei Mafiusi di Rizzotto (1864), che era amicissimo del padre di lui, una particina da ragazzo di poche parole ; particina che poi, mercè la svegliatezza e spontaneità del giovinetto, divenne a poco a poco la più importante dopo quella del protagonista, e diè forse l’idea del maggiore sviluppo del lavoro, allora in un solo atto. […] Enrico Dominici, attore di intelligenza svegliata e pronta, aitante della persona, di voce flessibile e forte, di slancio tutto meridionale, che fu forse talvolta a scapito della correttezza, s’ebbe a patir le più grandi amarezze dell’arte, e a provarne tutte le gioje.

504. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 74

Tutto intento nel pensiero del teatro, conobbe a Napoli varj comici, tra' quali Rafaele Negri, padre di Adelaide Falconi, del quale sposò più tardi l’altra figliuola Ergilda. […] Quindi cominciò veramente a farsi popolare il nome di Angelo Marchetti, che fra le tante sue interpretazioni, ammiratissimo per castigatezza e slancio, diventò sorprendente in quella di Armando nella Signora dalle Camelie, colla quale, a fianco di Virginia Marini, il grande astro saliente, allora, formava il più bel duetto artistico che mai si potesse credere.

505. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 286

Non grande artista, era veramente una grandissima attrice : alla mancanza del temperamento che non le concedeva lo scatto inatteso, geniale che suscita gli entusiasmi, suppliva con una forza di volontà singolare, accogliendo sommessa i consigli, gl’ insegnamenti assimilandosi, e le parti più disparate analizzando, sminuzzando con tal cura affettuosa, da acquistarsi la benevolenza e l’ammirazione de' pubblici più severi.

506. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 335

A. qualche soccorso, tanto più il Rechiari non l’ha voluta in Compagnia, non sa come sostentarsi. » Il 5 dicembre del’91 scrive da Arezzo di Toscana a un segretario del Duca, perchè gli ottenga raccomandazioni per Roma, ove i comici di Silvio, con lor mene, gli farebber guerra. Il dì seguente rinnova la supplica al Duca in persona, nella quale si firma non più Luca Rechiari detto Mario, ma Luca Rechiari detto Leandro.

507. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 568-569

Dopo la società con Paladini, ne formò una con Reinach, della quale era prima attrice Virginia Reiter, creando poi la famosa Compagnia comica Talli-Sichel-Tovagliari, una delle più fortunate del nostro tempo, sì per la novità e originalità del repertorio, sì per la spigliatezza e l’affiatamento. […] Ancora due anni, e questa Compagnia che s’è conquistato il posto primo tra le prime, non solo per le parti che la compongono, ma anche, e più, per la bella armonia dell’ assieme, si sfascierà tutta per dare nuove missioni da compiere, nuovi ideali da tradurre in fatto, o nuove speranze di lucro.

508. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Latino e del Libro II — CAPO V » pp. 4-31

Più di questa offerta valse forse a persuader Laberio ad avvilirsi in simil guisa la potenza di Cesare che invitando comandava. […] Scaligero però stima ingiusta la censura di Orazioa; quasi che egli da’ frammenti soli che ne rimangono, potesse giudicar più drittamente di un Orazio che ne conobbe i componimenti interi. […] Al più questi diedero all’antica arte pantomimica un gusto più moderno. […] Finì in Roma ogni gloria della poesia drammatica, allorchè cominciò a regnarvi la moda delle buffonerie e delle oscenità de’ mimi e de’ pantomimi, spettacoli più atti a trattenere un popolo che andava degenerando. […] Quì però è da avvertirsi che il culto della dea Flora è più antico della cortigiana Flora, e fu istituito da Tazio re de’ Sabini in Roma; e i giuochi Florali cominciarono l’anno di Roma 513; di che è da vedersi Isacco Vossio de Origine Idolatr.

509. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO V. Continuazione del teatro Latino. » pp. 222-242

Più di questa offerta valse forse, a persuader Laberio ad avvilirsi in simil guisa, la potenza di Cesare che invitando comandava. […] Scaligero però stima ingiusta la censura di Orazio142; quasi che egli da’ frammenti soli che ne rimangono, potesse giudicar più drittamente di un Orazio che ne conobbe gl’ interi componimenti. […] Al più questi diedero un gusto più moderno all’antica arte pantomimica. […] Finì in Roma ogni gloria della poesia drammatica, allorchè cominciò a regnarvi la moda delle buffonerie e oscenità de’ mimi e de’ pantomimi, spettacoli più atti a trattenere un popolo che andava degenerando. […] Ma si vuole avvertire che il culto della dea Flora è più antico di tal cortigiana, e fu in Roma istituito da Tazio re de’ Sabini; e i giuochi Florali cominciarono l’anno di Roma 513 (di che vedasi Isacco Vossio de Origine Idolatr. lib. 

510. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO V. Primi passi del dramma musicale. » pp. 295-309

Appigliamci al partito più proprio per la loro capacità, rimandandogli a leggere ciò che in tal questione scrisse giudiziosamente M. Diderot uno de’ più rinomati ragionatori moderni della Francia153. […] Di tutte le imitazioni poetiche certamente la rappresentativa è quella che più si appressa alla verità; e pure in quante guise non le contraddice nell’esecuzione! […] Non vi sarebbe altro rimedio che limitar la musica a i semplici concerti, e più non pensare a congiungerla colla poesia, seguendo i Greci, i Cinesi, i Latini, gl’ Italiani, in somma tutti i popoli culti o selvaggi. […] Sulzer taccia a torto di puerilità il più grand’uomo ch’abbia illustrato il teatro musicale, egli poi non ha torto quando afferma che l’opera merita di essere riformata; e tengo anch’io per fermo (nè ciò pregiudicherà punto alla gloria del gran poeta Romano) che il melodramma non ha tuttavia la sua vera e perfetta forma.

511. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 528

Vani furon gli sforzi della famiglia per ricondurlo a sè…. la quale anche tentò di lasciarlo privo del necessario per mostrargli più ardua e fosca la via dell’arte. […] E concerti diede acclamatissimo a Venezia e a Verona ; e dalla filarmonica di Verona ebbe diploma di professore, e più volte fu ed è tuttavia dal pubblico applaudito come attor comico e come flautista.

512. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 978

Fu con Moncalvo, Verniano, Ferri ; coll’Adelaide Fabbri, e più volte capocomico in società. […] E mentre a’ suoi tempi facean chiasso i drammi a colpi di scena e combattimenti, egli s’acquistò fama di eletto artista col Cavalier di spirito, col Cavaliere di buon gusto, col Bugiardo, con L’Avventuriere onorato, con L’Avvocato veneziano, col Medico olandese, col Tasso, e più altre commedie del Goldoni ; nè minore successo egli aveva con l’Atrabiliare e il Filosofo celibe del Nota, con il Filippo e il Bruto primo dell’Alfieri, ne’ quali si trasformava a segno da parer veramente il personaggio ch’egli rappresentava.

513. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 661-662

A soli quindici anni si trovò con Gustavo Modena, poi con Augusto Bon in Compagnia Lombarda, poi brillante ai Fiorentini di Napoli al fianco di Alberti, Taddei, Majeroni, Salvini, la Sadowski, la Cazzola, in mezzo ai quali cominciò ad acquistarsi la più bella rinomanza artistica : e si noti che Angelo Vestri, entrato in quella Compagnia il '47, obbligandosi « di agirvi in carattere di generico e in tutte quelle parti di primo e secondo carattere, brillante, amoroso che gli verranno dal direttore della Impresa assegnate, con l’annuo compenso di lire austriache duemilaseicento, pari a ducati del Regno cinquecentoventi, e di una mezza serata in appalto come d’uso in Napoli, » arrivò a pena, dopo quattordici anni, nei quali era diventato il beniamino del pubblico, a ricevere uno stipendio di settanta ducati al mese, che è oggi a un dipresso quello di un generico. […] E infatti egli ebbe le più chiare qualità per ben riuscirvi : ingegno pronto, recitazione spontanea, vera, misurata ; fisionomia mobile ed espressiva : amore e propositi seri per l’arte altissima, profonda.

514. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VIII. Degl’Inventori del Dramma Pastorale. » pp. 86-94

Forse non si può morire nel più bello del fiorire? […] Visse dunque il Castillejo più di un secolo intero? […] Non poteva formarsi venti, trenta, o più anni appresso? […] Ma non si perda d’animo, Signor Lampillas: trovi qualcheduna delle sue sugose congetture per distruggere il racconto dell’Antonio: veda se vi fosse stato più di un Agostino de Roxas, più di un’opera col medesimo titolo, impressa nel medesimo Madrid, nel medesimo tempo: veda se può dire, che il testo dell’Antonio sia viziato: pensi se qualche Stampatore (come per la sua scoperta apologetica avvenne alle Commedie di Cervantes) avesse cambiato il Libro del Roxas: in somma faccia egli, che farà sempre bene al solito. […] non sarà più Ecloga?

515. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO IV. Letteratura e Commedia Turca. » pp. 47-55

Generalmente i Turchi, malgrado della loro comunicazione con varie corti Europee, che potrebbero darne più giuste idee, si reputano barbari e rozzi totalmente. […] Questa nazione guerriera che da più di 340 anni occupa il trono imperiale di Costantino, ebbe molti principi illustri ed abili in pace ed in guerra. […] La milizia musulmana nel secolo XVI era la più disciplinata di tutta l’Europa. […] Lo stile delle commedie turchesche è sommamente osceno; ma abbiamo osservato che non sono più decenti le commedie di Aristofane, le inglesi, alcune francesi di Hardi, la Celestina dialogo drammatico spagnuolo, ed il dottor Carlino della medesima nazione, e la Calandra dell’Italia.

516. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 995-998

Al dolore del figlio suo Gaetano Gattinelli cosi diletto alle scene torinesi col più profondo sentimento del cuore sinceramente partecipiamo. In fine di un cenno necrologico, dettato dal collega Giovan Maria Borghi (V.), è la seguente nota manoscritta del figliuolo Angelo : È qui dimenticato il più bell’ elogio di mio padre come uomo. — Iddio, a cui ricorse in pensiero senz’ira, gli concesse alcune ore di mente serena, prima della sua agonia. […] M. la Duchessa di Parma da lui condotti e diretti siano rimasti per non sospettato desolante episodio, privi improvvisamente del distinto caratterista Luigi Gattinelli di sempre cara ed onorata memoria, non ha negletta alcuna delle più ingegnose premure per dare rapidamente un’acconcia sostituzione al valoroso artista mancato. Gli era troppo a cuore presentarsi con un completo drappello di attori alla diletta sua Roma, città delle sue più nobili e tenere memorie, città che saluta quasi per seconda sua patria ; ma nel meglio di utili trattative, quasi concluse, accaddero inattese vicende che fallir fecero le sue ben concepite speranze.

517. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 456-459

D'haverne più volte parlato al sig. […] se Decio, il quale lungamente lo fece languire, e li disse più volte che non sapea cosa dirli, alfine che li darebbe una lettera per Bologna, e che gli augurava buon viaggio, che non si potè mai haver la lettera, e che parti doppo aver di ciò parlato in Modena, e sino à Cavalieri, c’erano nell’anticamera di S. […] Bartoli – intorno al 1715, lasciando di sè pei meriti suoi, una rinomanza la più ricordevole ed onorata. » I quali meriti suoi non si limitarono a quei dell’attore, ma altresì dello scrittore, chè molte opere in verso e in prosa egli pubblicò non senza alcun pregio scenico e letterario di cui ecco l’elenco : Il Trionfo del merito. […] mo di Cell, « ch'è un Principe così grande – dice il Sacco nella prefazione – così giusto, e così pio, e ci grazia non solo dell’alta sua protettione, ma ci comparte una mercede così copiosa, che può far la fortuna, anche a chi pretende distintione assai superiore a quella di Comico », è forse la più importante opera del Sacco, sì per la varietà imaginosa delle scene, sì per la comicità ond’è piena, e anche per lo stile men reboante del solito.

518. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAP. III. Teatri materiali. » pp. 132-135

Vide ancora la famosa città di Venezia eretti nel medesimo secolo teatri semicircolari ideati su gli antichi modelli, e costruiti da più chiari ingegneri, il Sansovino ed il Palladio, i quali perchè furono formati di legno già più non esistono.

519. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO V. Tracce di rappresentazioni sceniche in Ulietea. » pp. 42-43

Scorgesi certamente in questo giuoco una semplicità regolare di un fatto drammatico; ma esso non passa più innanzi delle danze Messicane e de’ balli delle tribù selvagge. […] Si vede adunque in queste danze o farse di Ulietea quello spirito imitatore universale che guida l’ uomo a copiare le azioni de’ suoi simili per farsene un trastullo; si notano i primi passi verso una spezie d’imitazione drammatica; si osservano congiunte alla danza le parole ed il canto; ma non si va più oltre.

520. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 450

Capo stipite di una delle più numerose, se non della più numerosa famiglia di comici, nacque nel 1780.

521. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 501-502

Quel ch’ebbe a patire non è a dirsi : digiuno nelle maggiori solennità, scorpacciate di fave in aperta campagna per campar la vita e una infinità di piccoli accidenti comici e tragici potrebber dare una idea ben chiara più tosto della indigenza che della guitteria dominante in quella compagnia. […] Forse non si levò mai a grandi altezze, ma, diligente e intelligente, si conservò sempre attore de’ più coscienziosi e accurati.

522. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 879-880

Nondimeno a lei non mancarono le tribolazioni de la scena che le vennero più specialmente dalla vicenda impostale con altra Flaminia, la Calderoni, colla quale s’era architettata una specie di congiura contro di lei, ora il marito Silvio rifiutandosi di imparar cose nuove e tenerle dialogo, ora i comici tutti coprendola di contumelie anche al cospetto del pubblico, tra cui prima e più atroce la qualifica di vecchia e inabile omai al recitare.

523. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 945-946

– Il tuo sorriso non è mortal, ma d’angelo che dorme d’innamorata vergine sull’urna morta di duolo nell’età più lieta. […] Gli artisti che la conobber da vicino concordano in giudicarla grandissima, e forse la più grande, se natura avesse compartito a lei quelle doti di cui fu larga con altre.

524. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 208-209

Nel '63 era già prima attrice egregia sì nelle parti drammatiche, sì nelle tragiche, ma più in queste che in quelle, e nel '69-'70, conduttrice ella stessa d’una compagnia comica, sollevò quasi all’entusiasmo i pubblici più varj d’Italia.

525. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 226

Nacque presso Urbino l’anno 1801 ; e la vediam dilettante ammiratissima il 1817 nel Teatro de'Pascolini rappresentare La famiglia proscritta, Il quadro della moderna filosofia, e soprattutto La Locandiera, che dovè ripeter più sere tra le acclamazioni de'suoi concittadini. Esordì all’ Arena del Sole di Bologna in Compagnia Pisenti e Solmi, di cui, dal 1823, fu per più anni la prima attrice assoluta.

526. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO IV. Memorie drammatiche d’oltramonti nel medesimo secolo XIV. » pp. 140-147

Quanto alla seconda parte io credo che nell’origine degl’informi dialetti moderni, e specialmente nel fermento del X e XI secolo, fuvvi per necessità molta somiglianza ne’ parlari, più sensibili tralle provincie confinanti che tralle lontane. […] Laonde noi quì distingueremo sempre i Provenzali dagli Spagnuoli; tanto più che ci sembra ingiusta e sconvenevol cosa il distendere il giudizio del Fontenelle, intorno all’ignoranza de’ Trovatori Provenzali, anche alle provincie Spagnuole. […] mangiar de’ pomi ridendo con sua Madre, dire de’ paternostri cogli apostoli, e risuscitare e giudicare i morti: vi si udirono i beati cantare in paradiso in compagnia di circa novanta angeli, e i dannati piangere in un inferno nero e puzzolente in mezzo a più di cento diavoli che ridevano del loro supplizio: vi si vide ancora una volpe prima semplice clerico, indi di mano in mano vescovo, arcivescovo e papa, sempre cibandosi di polli e pulcini .

527. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO III. Memorie drammatiche d’oltramonti nel medesimo secolo XIV. » pp. 41-46

Quanto alla seconda parte io credo che nell’origine degl’ informi dialetti moderni, e specialmente nel fermento del X e XI secolo, fuvvi per necessità molta somiglianza ne’ parlari, più sensibile tralle provincie confinanti che tralle lontane. […] Laonde noi quì distingueremo sempre i Provenzali dagli Spagnuoli; tanto più che ci sembra ingiusta e sconvenevol cosa il distendere il giudizio del Fontenelle, intorno all’ignoranza de’ trovatori Provenzali, anche alle provincie Spagnuole. […] S. mangiar de’ pomi ridendo con sua Madre, dire de’ paternostri cogli Apostoli, e risuscitare e giudicare i morti: vi si udirono i beati cantare in paradiso in compagnia di circa novanta angeli, e i dannati piangere in un inferno nero e puzzolente in mezzo a più di cento diavoli che ridevano del loro supplizio: vi si vide ancora una volpe prima semplice clerico, indi di mano in mano vescovo, arcivescovo e papa, sempre cibandosi di polli e pulcini.

528. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 674-675

III, 3) : Quest’ uomo intimamente comico, aveva l’ arte di far parlar la sua maschera, ma a viso scoperto brillava ancora di più. […] Dell’ arte del Collalto nella rappresentazione di questa commedia dice con più larghezza il Bartoli : Il Collalto rappresentava fra l’ altre una Commedia di sua particolare fatica, che aveva per titolo : i tre veneziani gemelli. […] Ei lasciava dubitar se fosse lui davvero, ingannava gli occhi i più avvezzi a vederlo, e giustificava l’entusiasmo di Garrick, uno de’ primi comici dell’ Europa.

529. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Mantoua li 16 Dicembre 1678. » pp. 127-128

Io in tempo della sua malatia ho impegnato ogni cosa dell mio, et adesso per la prigionia l’ ho uenduto è non so più come mi fare, à mantenerlo la dentro, onde lascio considerare alla prudenza di V. […] Nei momenti suoi più calamitosi ebbe la sorte di vincere un terno al lotto di 400 bavare (quasi 2000 lire), che avrebbe dovuto sanargli molte piaghe. […] Potei ascoltare le prime scene dell’ atto, e confesso che per l’ esecuzione, ammesso che l’ artista potesse fare più personaggi senza travestimenti, la protasi fu abbastanza ben descritta.

530. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Italiano del secolo XVI. e del Libro IV. — CAPO VIII ultimo. Primi passi del Dramma Musicale. » pp. 42-62

La musica costante amica de’ versi a ancor fra selvaggi, la quale in oriente si frammischia nelle rappresentazioni senza norma fissa, ed in Atene ed in Roma avea accompagnata la poesia rappresentativa ora più canoramente come ne’ cori, ora meno come negli episodii, nelle grandi rivoluzioni dell’Europa se ne trovò disgiunta. […] Appigliamoci al partito più proprio per la loro capacità rimandandogli a leggere ciò che in tal quistione scrisse giudiziosamente il signor Diderot uno senza dubbio de’ più rinomati ragionatori moderni della Francia. […] Di tutte le imitazioni poetiche certamente la rappresentativa è quella che più si appressa alla verità, e pure in quante guise non le contraddice nell’esecuzione! […] Non vi sarebbe altro rimedio che limitar la musica a i semplici concerti, e più non pensare a congiungerla colla poesia, seguendo i Greci, i Cinesi, i Latini, gl’Italiani, in somma tutti i popoli culti o selvaggi. […] Sulzer taccia a torto di puerilità il più grand’uomo che abbia illustrato il teatro musicale, non ha poi torto allorchè afferma, che l’opera merita d’essere riformata; e tengo anch’io per fermo (nè ciò pregiudicherà punto alla gloria del gran poeta Romano) che il melodramma non ha tuttavia la sua vera e perfetta forma.

531. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 14

 » Ludovico Gonzaga, vescovo eletto di Mantova, zio del Marchese, e quanto lui appassionatissimo pel teatro, desiderando nel 1488 celebrare il Corpus Domini con una rappresentazione, si rivolgeva il 28 maggio a Cristoforo Arrivabene per avere Zaffarano, il quale, anche se non voleva lui « fare demonstratione sive representation veruna nel corpo di Christo, doveva almeno rinvenire ale, cavigliare, barbe, diademe et lo ferro che tene Christo in alto, più le parole, qual dicono li angeli et propheti et si pur non potesse servirne delle robe, saltem ne favorisca delle parole ; » e in una prima festa drammatica data nel 1501, nel suo reggimento di Gazzuolo, si valse dell’Albergati per gli addobbi teatrali. […]  » E più giù : « Sotto il soprannome di Zafarano s’intende Ercole Albergati bolognese, che da oltre l’anno 1484 era già presso i Gonzaga e nel 1495 il Marchese gli donava terreni nel vicariato di Borgoforte, dono accresciutogli nel 1498.

532. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 25-26

Moglie del precedente, figlia di Antonio e Maddalena Zuanetti, artisti drammatici, fu artista bella, colta, di ottimi costumi, e più specialmente brava per le parti di delicato affetto, come, ad esempio, la Margherita nei Racconti della Regina di Navarra. […] La Zuanetti dove è grande, è più grande di tutte….

533. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 185-186

Ma, mentre prima si dice di Soldino tant a luy que à unze ses compaignons, e di Anton Maria tant a luy que à neuf autres ses compaignons ; dopo, uniti in uno solo gli ordini di pagamento, abbiamo che i comici sovvenuti non furon più venti, ma sedici. […] Le nozze non ebber luogo che in agosto, nel qual tempo pare non fosser più gli stessi comici, poichè gli ordini di pagamento per le rappresentazioni di quell’epoca, furono intestati al capocomico Alberto Ganassa.

534. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 230-232

Ma il Domeniconi andava di sera in sera acquistando terreno, e di sera in sera l’Asti ne andava perdendo, a cagione più specialmente della sua poca mente e della niuna istruzione. […] non me la dài ad intendere, non mi corbelli più ! 

535. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 298-299

Il suo maggior grido anzi gli venne in quella compagnia, nella quale era segnato a dito come il più nobile de’giovani brillanti. […] Scarpa grossa e Cervello sottile, riproducendo nel volger di mezz’ ora vari tipi disparatissimi : e non minore attitudine ebbe alla pronunzia correttissima della lingua francese, di cui molto si valse, facendo smascellar dalle risa lo spettatore più contegnoso col Grelufont e col Graffigny ; due parti, nelle quali egli fu artista incomparabile.

536. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 549

Io sono più misero di voi, perchè ho la madre moribonda, e non ho da mantenerla. […] Lontano dal Modena, n’ebbe sempre i migliori consigli e le più intime confidenze, nonostante una certa disparità di carattere, la quale traspar viva da quelle lettere in cui il sommo artista battezza il Calloud di Sant’ Ermolao, di Michelaccio, di Trippa, ecc.

537. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 664

E attore di grido dovette esser veramente, poichè lo vediam richiesto in più contingenze or dal Duca di Modena a quel di Mantova, or da Luigi XIV al Duca di Modena, di cui lo troviamo nel 1675 provvisoriamente e dal ’76 definitivamente, al servizio, assieme ai Fiala, ai Costantini, agli Areliari, al vecchio Riccoboni, all’Orlandi, al Narici e al Parrino. […] Alla cessione di Finocchio, aggiunge queste parole : Con tal occasione deuo dirle che conuenendo al presente far qualche permuta di simili soggetti per meglio aggiustare le compagnie, desiderarei ch’ella hauesse la bontà d’intendersi etiandio meco nella guisa che si pratica tra me, et il Signor Duca di Parma, mentre uariandosi alle uolte d’anno in anno li Comici, si proua maggior dilettazione e si dà campo agl’istessi di far più studio e riuscire assai grati all’Vditorio.

538. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 321-322

Nato a Zante, fu uno de' più rinomati capocomici nel primo trentennio del secolo xix. […] Fu anche inventore di fuochi artificiali, che fece più volte per uso della Compagnia.

539. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 676-677

Fratello della precedente, aveva poco più di un anno, quando fu condotto il 1716 a Parigi, e comparve alla Comedia italiana il 19 gennajo 1719 con l’abito di Arlecchino in una scena aggiunta alla commedia di Gueullette, Arlequin Pluton, pubblicata soltanto il 1879 dallo Jouaust a Parigi. […] Fu ricevuto poco dopo attore effettivo della Compagnia, per la vicenda col padre ; ma non vi son traccie della sua comparsa come Arlecchino ; bensì di quella come Pulcinella, la quale fu delle più fortunate ; e il Mercurio di Francia del dicembre 1732 trova in lui molto talento pel teatro, e, a perfezionarsi, lo consiglia di studiare e imitar suo padre che ha il potere di afferrare il pubblico al suo primo apparir su la scena.

540. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « NOTE DI D. CARLO VESPASIANO. » pp. 301-306

Io veggo però un altro possibile incomparabilmente più comune, e naturale, cioè, che il Nasarre ignorasse o dissimulasse la barbarie della Penisola verso il principio del XVI secolo (alla quale non mai derogheranno nè tre nè quattro scrittori che altri potesse citare), e spacciasse un fatto passato solo dentro del suo cervello, cioè che ne fosse sbucciato un autore spagnuolo che, usando nelle insipide sue commedié un latino barbaro e un pessimo italiano, calato fosse ad insegnare a scrivere commedie ai maestri de’ Nebrissensi e de’ Barbosi, agl’ Italiani, che, come bene osserva l’A. di questa eccellente Storia teatrale, già possedevano le comiche produzioni de’ Trissini, degli Ariosti, de’ Machiavelli, de’ Bentivogli. […] L’Italia ha perduto uno de’ più zelanti suoi difensori letterati e l’autore della presente storia il suo antico verace amico in questo valentuomo nativo di Marzano in provincia di Terra di Lavoro mancato di vivere in età di circa anni sessanta il dì 16 di novembre del passato anno 1788; e perciò in questo e ne’ due ultimi volumi saranno più scarse le di lui note. […] Egli godè l’amicizia de’ più colti uomini dell’una e dell’altra nazione, de’ Diderot, de’ D’Alembert, dell’Ab.

541. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 260-263

Grande onore davvero per questi Italiani Comici, e tanto più grande, in quanto che non vi è alcuno di noi che lo meriti. […] Merope stessa, che abbiamo pur data una volta a Parigi, non gli può aver rappresentata l’idea della natura tragica italiana, essendo essa una di quelle Tragedie nelle quali, essendo miste di diversi gradi di persone, può discendersi ad una più familiare natura. […] Baron (Michel Boyron) uno dei più forti, se non il più forte artista della Francia, nacque a Parigi l’ottobre del 1653, e vi morì il 22 dicembre del 1729.

542. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 639-643

S. mi gioua anche il credere che lei sia per superare ogni mal officio che fosse fatto contro la sua liberacione si che, e per la promessa fatta, et per la speranza ch’ io hò nella sua bontà ; ma più per l’Amor di Dio V. […] — Qual’ hor Flamminia il uostro volto i’ miro Oue Natura tante gratie aduna, Veggio, che sotto il Ciel non vive alcuna Donna di voi più bella, ond’ io sospiro (42). […] L’Orsola Cecchini, come quasi tutti i principali comici del suo tempo, recitava, suonava, e cantava, non dandosi più specialmente a un genere, ma tutti abbracciando, e in tutti facendosi applaudire. Noi chiuderemo l’esame del libretto pubblicando alcuna delle poesie che dìano un’idea del valore artistico di lei, che, rispetto all’arte, ci par degna compagna delle più forti attrici del tempo antico.

543. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « NOTE E OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 281-290

Chi ne desidera più ampla e distinta notizia, legga la dissertazione intorno alla vita di Pacuvio pubblicata in Napoli l’anno 1763 dal Canonico Annibale di Leo. […] Terenzio imitatore e pressochè copista di Menandro, e perciò chiamato da Giulio Cesare dimidiate Menander, non si studiò tanto di piacere come Plauto al popolo quasi tutto, quanto agli Scipioni, a i Lelj, a i Furj, e ad altri nobili uomini di buon gusto, da’ quali, per quello che fin dal suo tempo si credeva, veniva ajutato a scrivere, o come è più verisimile, a ripulire le sue commedie (leggasi il prologo degli Adelfi e Donato). […] Ma lo svantaggio de’ Comici Latini a fronte de’ Greci deesi più che ad altro attribuire al poco onore, in cui dagli antichi bellicosi Romani per lungo tempo (secondochè ci attesta Cicerone Quæst. […] Vi si osserva di più, che Seneca, per dar lieto fine alla sua favola, ne scioglie ragionevolmente il nodo per macchina, facendo comparire Ercole deificato a consolare e rallegrare Alcmena sua madre. […] Non è cosa rara, nè strana, il sentire oggigiorno più che mai così rid colose scempiaggini in Parigi, ove fra tante arti e scienze siede e trionfa coll’ ignoranza, presunzione e vanità, la ciarlataneria letteraria.

544. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 235-236

SONETTO SOPRA LA SIGNORA AURELIA COMICA Sovra d’ogn’ altra più leggiadra e snella, che le virtù, comiche Azion apprende nell’Erario celeste chiara splende Aurelia al par di mattutina stella. […] L’Aurelia, giovine, poteva infatti, senza esser celebre, dare accrescimento alla Compagnia, e perfezionarsi sotto la Piissimi, che non doveva essere più di fresca età, se venti anni a dietro, al colmo della rinomanza, fu l’ammirazione di Enrico III.

545. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. -306

Da dove muor fin dove nasce il giorno suona di Te la Fama, e i più canori Cigni, che al Reno stanno e all’Arno intorno, ti ornaro il Crin dei meritati allori. […] Che la Battaglia fosse superiore nelle grandi parti di tragedia pare fuor di dubbio ; ma pare anche fuor di dubbio che le parole del Sacchi fossero esagerate, tanto più, aggiunge il Gozzi, che il Sacchi era già internamente determinato di scritturare la Ricci, prima di chiedere il consiglio di lui….

546. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 763-764

Fu allora appunto che contese domestiche balzarono il Diligenti in Egitto, ov’ebbe a trarre per due anni la più fortunosa delle vite, ora in lotta con la fame, or possessore di cospicue somme. […] Fu il ’74 – ’75 – ’76 primo attore della Pezzana, poi di Salvini sino al ’79, nel qual tempo rifece compagnia, che non lasciò più sino al giorno della sua morte, avvenuta per ipertrofia di cuore dopo sei giorni soli di letto, il 22 ottobre del ’95.

547. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. -25

Attrice famosa, intorno alla quale e antichi e moderni hanno fatto il più fitto bujo che si possa dire. […] A me parrebbe dunque molto più logica la deduzione che il Valerini dopo la perdita dell’Armani, traesse conforto dalle grazie della Lidia da Bagnacavallo.

548. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 254

Fu poi, come Innamorato, in Compagnia di Pietro Rosa ; ma ammalatosi l’Arlecchino Bugani, lo sostituì egli più volte. […] Nonostante, affrontando i disagi d’un lungo viaggio di terra e di mare, andò a far il carnovale a Pesaro, ov'ebbe le più festose accoglienze.

549. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 257-258

Il ritratto che do qui, alcun po'ridotto, fu pubblicato a Roma del 1806 da Luigi Perego Salvioni, con in fronte il seguente sonetto : al merito sublime della signora ASSUNTA PEROTTI che con plauso universale ha sostenuto in roma nel teatro valle e nell’altro di apollo per più stagioni il carattere di prima attrice tanto nelle comiche quanto nelle tragiche rappresentazioni SONETTO Là su le piaggie apriche d’ Elicona avea Talia di propria man contesta nobil ghirlanda, e dicea lieta : or questa della PEROTTI io reco al crin corona ; Ma Melpomene allor : men chiaro suona forse il nome di Lei, se in regal vesta calza il coturno, e se feroce, o mesta, a terrore o a pietà gli animi sprona ? […] Ma il furfante non diè più segno di vita, e la povera artista col poco rimastole comprò una villetta con podere tra Roma e Frascati, la quale intestò al nome di una amica fedele, e in cui viveva con essa tranquillamente.

550. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 479

Fra i tanti miracoli compiuti dal Salsilli nell’arte sua, va segnalato questo : di aver suggerito dell’ '84 in Compagnia Nazionale, un po' a memoria e un po' improvvisando, con poche parti principali in mano, il Cuore ed Arte di Leone Fortis, al Teatro Gerbino di Torino, essendo stato involato il manoscritto, nuova riduzione dell’autore, sul punto di alzarsi il sipario ; e Paolo Ferrari, direttore della Compagnia, ignaro della cosa, si meravigliò, venuto più tardi in teatro, della esattezza e rapidità di esecuzione. […] Ora egli sta preparando la Storia del teatro contemporaneo, di cui è già a stampa la prefazione, e un Libro di memorie ; e io e quanti aman l’arte con me auguriamo all’egregio uomo di condurre a fine le due opere che saran certo dei più preziosi contributi alla storia della nostra scena di prosa.

551. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 686-687

Ciarlatano e capocomico, più noto sotto il nome dell’Anonimo, che assunse la prima volta in Genova il 1714, nacque a Busseto nel Ducato di Parma, il 13 luglio 1686 (secondo Tipaldo, il 5 luglio) da Giuseppe, militare, e da Maria Carpi, cittadina di Parma ; e abbiam da Goldoni notizie particolareggiate dell’esser suo. […] Molte opere scrisse il Vitali più o meno scientifiche, tra cui la Lettera scritta ad un Cavaliere suo padrone (forse il Marchese Scipione Maffei ?)

552. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

È ricordato dal Sansovino nel suo libro sopra Venezia tra i comici più antichi di quella città.

553. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 958-966

Il socco egli inalzò, più che triforme, Al coturno qual’hor uoce tonante Spiegò, qual Gioue in Flegra, onde ’l Gigante Cadde percosso, incenerito, informe. […] Ò spettacolo atroce, à cui risorto E ’l pianto, al, purgar può vero terrore Più assai, ch’il finto, e torre ogni conforto. (?) […] Messer Battistino suo marito starà come ci vien scritto fuori di compagnia, ne sarà ammesso in qual si voglia benchè minimo negozio, da che potesse pretendere più di quello che nella lettera del Sig. […] Il perchè più brevemente che potrò con questa mia lo paleserò a V. […] Fritellino è buono da farsi odiare non solo da comici, ma da tutto il popolo, e lo vediamo con isperienza poichè se volle compagni bisogna vadi per forza de prencipi, o che li pagi ; lasso il voler tirare più parte degli altri.

554. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article »

Figlio del precedente, e più noto sotto il nome di Argantino, fu artista egregio per le parti di pantalone che sosteneva anche il 1782 nella Compagnia di Nicola Menichelli.

555. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Autore di un dramma, La morte di San Nicola, che fu rappresentato per più sere nel 1800 a Tolentino.

556. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 275-276

E se i Vettori, i Barlacchi, e i Visini di là son iti a veder ballar l’orso, altri poeti, altri strion più fini non mancheranno per l’usato corso ; non è morto ne’petti fiorentini lo scenico valor, ma ben trascorso ; io so quel ch’io mi dico, e fia dimostro alla tornata del principe nostro. […]  1548, fu deputato il Barlacchi, il quale, trattandosi di festa fiorentina, e di esecutori fiorentini, mutò il luogo di azione della commedia, di Roma che era, in Firenze, recando così sulla scena i leggiadri e ricchi vestimenti della sua terra : e tanto piacque la rappresentazione di detta Calandra, che fattasene la replica a preghiera de’ lionesi che non la poteron vedere la prima volta, il Re e la Regina e la Corte vi intervennero inattesi, e dichiararon esser loro piaciuta la commedia assai più che la prima volta : e innanzi di partirsi di Lione il Re fe’ dare a’comici 500 scudi d’oro, e 300 la Regina, dimodochè — chiude la descrizione — il Barlacchi et li altri strioni che di Firenze si feciono venire in giù se ne tornarono con una borsa piena di scudi per ciascuno.

557. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 152-154

Ed essendo essa italiana, e però non padrona della lingua tedesca, tanto più ne sarà maravigliosa l’azione. […] III, pag. 144), accenna a Teresina Morelli, che chiama bella e fiorente ; e dice che il Kurz diede una splendida prova del suo magistero, trasformando in soli tre anni una inesperta ballerina in una delle più grandi Colombine tedesche.

558. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 947-

Trovato modo di spingersi fino a Milano, la Letizia potè entrare in Compagnia di Giuseppe Moncalvo, nella quale, se accrebbe di molto le sue doti artistiche, non migliorò per niente la sua posizione materiale, dacchè Moncalvo non mai ricompensò la sedicenne artista fuorchè di savj e utili insegnamenti, e se l’arte era allettatrice potente, le esigenze dello stomaco facendosi di giorno in giorno più imperiose, ebbero il sopravvento. […] La malattia pigliò le più serie proporzioni, e si aspettava da un istante all’altro la catastrofe. […] La Letizia a poco a poco riprese vigore ; la gravità del male s’andò a poco a poco attenuando ; in capo a qualche giorno fu dichiarata fuor di pericolo, in capo a un mese potè raggiunger la compagnia a Parma, promessa sposa di lui, il giovinotto della barcaccia, Adriano Bargellini, uno de’ più stimabili negozianti di Livorno.

559. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »

Abruzzese e frate dell’ordine dei Crocicchieri, è citato dal Sansovino fra i più antichi comici di Venezia.

560. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

Poteva la Corticelli, a detta del Bartoli, aver luogo fra le più belle e meritevoli comiche che calcassero allora con bravura i teatri.

561. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article »

Si diede all’arte comica più per disperazione, che per inclinazione, e fu sempre di compagnia in compagnia al fianco di Alessandro Alberghetti, noto in teatro col nome di Gnochis.

562. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Fu il primo amoroso, nel 1850, della Compagnia che Antonio Colomberti formò in società con Eugenia Baraccani, sposata la quale, si fece capocomico egli stesso, separandosi poi amichevolmente dalla moglie, e ritirandosi dopo alcun tempo dall’arte per andare a seguire il figliuolo, divenuto tenore de' più ammirati.

563. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Abbandonata l’arte, si recò presso un suo figlio a Genova, ove morì, più che sessagenaria.

564. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

, 87) riferisce un documento ove sono il rimborso delle spese di viaggio, e una somma di trenta scudi (novanta lire tornesi) per aver recitato più commedie dinanzi a Sua Maestà.

565. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

.), fu artista di grandissimo pregio, e le Varietà teatrali la citano, quand’era il 1821 madre nobile e caratteristica in Compagnia Job, come la più brava attrice della Compagnia.

566. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1040

Sorella della precedente, cominciò a recitar bambina con Monti, poi, giovinetta, colla Duse, con la quale stette più anni.

567. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »

Per istigazione più specialmente di suo marito, preferì scritturarsi come seconda donna in quella migliore di Gerolamo Medebach, che agiva sei mesi dell’anno al Teatro di S.

568. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article »

La morte del padre lo richiamò in Atene, donde non uscì più, troncando la carriera artistica ch’egli aveva abbracciata con tanta passione, e nella quale dava di sè così belle speranze.

569. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO III. LIBRO III » pp. 50-54

“A provarlo (egli dice) si posson recare alcuni bei monumenti tratti dagli Statuti della Compagnia de’ Battuti di Trevigi eretta nel 1261, e pubblicati dal più volte lodato sig. conte canonico Avogadro (Memorie del b. […] Varie rappresentazioni simili di questo regno di Napoli potremmo anche addurne in prova, se di più ne abbisognasse il nostro avviso.

570. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — 1754, a dì 17 Luglio.Die16 Julii 1754. » pp. 159-160

Aumentavano perciò le sue malinconie un giorno più dell’altro, di modo che i colloqui che frequentemente seco avevo su tal proposito le avevano risvegliate anche in me. […] Resta vuota per tale accidente la scena, gli attori non vengono più fuori ; a poco a poco spargesi la nuova e giunge fino al palchetto dove era io.

571. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 448

Ora, se io conservo la maschera che appartiene esclusivamente ad Arlecchino, l’illusione è distrutta ; e per gli spettatori io non son più che Arlecchino anche nelle mie metamorfosi. […] E l’inesorabile Grimm : Un giovine arlecchino di sessanta e più anni, il signor Bigottini, ha esordito sul teatro della Comedia italiana, in una sua commedia, intitolata : Arlecchino Spirito folletto.

572. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 931-932

Merita il Fiorio molte lodi per i suoi meriti Teatrali, ed egualmente per la bontà de’suoi costumi, che lo palesano un Uomo onesto, un Marito amoroso, ed un Padre prudente. » Pubblicò il Fiorio a Venezia del ’91 le sue commedie in quattro volumi in-8° col titolo Trattenimenti teatrali ; i quali contengono : La nobil vendetta, Imelda e Bonifacio, Meleagro, Il sogno avverato, L’oppresso d’animo, felicitato (dal tedesco), Il Vincislao di Lituania, Ines de las Cisternas, I pazzi corretti, Un momento c’è per tutti, Alberto e Mastino secondo, Signori di Verona, Agnese di Bernaver, La vedova medico e filosofo, Sei piatti e nulla più (dal tedesco), Carlo Goldoni fra’comici, Il matrimonio di Carlo Goldoni, Introduzione comica. […] I versi sciolti hanno una certa scorrevolezza, e lo stile vi è più tosto semplice e piano.

573. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 307-309

Byrn cominci dall’arrivo a Dresda di Giovanna Casanova, avvenuto due anni più tardi. […] Salì poi, coll’aiuto del suo ingegno, ad alte cariche, e fu più volte in Italia a sbrigar pubblici negozj.

574. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Abbandonata l’arte, si restituì in patria, ove stette più che trent’anni.

575. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Fu anche buon musicista, e cantò più volte negl’ Intermezzi.

576. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 383

Sappiamo che il 1821 viveva a Padova fuor dell’arte, in cui aveva lasciato di sè fama di un de' più integerrimi uomini e valenti artisti.

577. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Dopo d’esser divenuta moglie di Pietro Spolverini, diede le più chiare prove della sua somma abilità, e passò agli eterni riposi intorno all’anno 1735 nella città di Napoli. » Così Fr.

578. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

Angelo di Venezia, poi si fece capo di una Compagnia vagante, della quale era principale ornamento la sorella Rosa, e colla quale, dice il Bartoli, scorse la Liguria e la Toscana più volte.

579. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 698

Era piccola e magra, e in apparenza non più giovine, ma di volto pur sempre piacente.

580. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO III. La Poesia Drammatica ad imitazione della forma ricevuta dagli antichi rinasce in Italia nel secolo XIV. » pp. 125-139

Lo stile è facile; gli eventi dipingonsi con evidenza, benchè vi si desideri maggiore eleganza e purezza, ed oggi più, leggendosi molto scorretto. […] In certi paesi a’ nostri giorni ancora contansene pochissime di questa più regolari. […] Lasciando da parte il non rinvenirsi di esse indizio veruno nelle di lui opere, i critici più accurati sospettano fortemente che esse sieno opere supposte al Petrarca, come fece prima di ogni altro l’abate Mehus, il quale recò un saggio dello stile di esse molto lontano da quello del Petrarcaa. […] Lampillas aggiugnere ora a quanto in tal proposito a lui scrissi nel mio Discorso Storico-critico, l’autorità del di lui amico l’abate Andres che gli farà più forza della stessa ragione ed evidenza.

581. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO II. La Poesia Drammatica ad imitazione della forma ricevuta dagli antichi rinasce in Italia nel secolo XIV. » pp. 32-40

Lo stile è facile; gli eventi dipingonsi con evidenza, benchè vi si desideri eleganza e purezza, ed oggi più, leggendosi molto scorretto. […] In certi paesi a’ nostri giorni ancora contansene pochissime di questa più regolari. […] Lasciando da parte il non rinvenirsi di esse indizio veruno nelle di lui opere, i critici più accurati sospettano fortemente che esse sieno opere supposte al Petrarca, come fece prima d’ogni altro l’Ab. […] Andres che gli farà più forza della stessa ragione ed evidenza.

582. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 711-720

[http://obvil.github.io/historiographie-theatre/images/rasi_comici-italiani-01-02_1897_img052.jpg] Pochi giorni dopo la rappresentazione di Arlequin Empereur, Angelo Costantini riprese la via di Verona, ove morì alla fine dello stesso anno 1729, lasciando a Parigi assai più creditori che ammiratori. […] Dati i versi del La Fontaine, l’articolo incensatore del Mercure de France, e l’impiego alla Corte di Sassonia, dovè certo Angelo Costantini essere salito in grandissima fama, tale da essere dal Watteau ritratto in ogni maniera, e solo e in compagnia de’comici italiani, tra’quali il più delle volte occupa il primo posto. […] Se ne fecer corti i calzoni e lo si rese più grazioso, conservando solamente la qualità della stoffa a striscie di differenti colori. […] Fu anche voce comune che la chiusura del Teatro italiano nel 1697 (ritratta dal Watteau in uno splendido quadro che riproduco dalla superba incisione originale del Jacob), dopo la quale egli dovette andarsene in Germania, si dovesse alle allusioni mordaci da lui fatte alla Maintenon nella rappresentazione della Fausse Prude ; dopo le quali, il signor D’ Argenson, luogotenente generale di polizia, il 4 maggio 1697, accompagnato da gran numero di commissarj, si recò alle 11 del mattino al Teatro dell’ Hôtel de Bourgogne, e fece apporre i suggelli su tutte le porte, non solo di strada, ma dei camerini degli attori, ai quali fu vietato di presentarsi per continuar gli spettacoli, non giudicando più Sua Maestà opportuno di ritenerli a’ suoi servigi.

583. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Fu a Napoli più anni ; poi entrò nella Compagnia della Tesi col fratello, con cui era sempre nel 1781.

584. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 419

Alienossi poi dall’arte, e visse comodamente in Venezia senza più recitare ; ed in età avanzata morì in quella Dominante l’anno 1755, lasciando a'suoi parenti qualche considerabile facoltà. » Così Fr.

585. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Stette più anni nella Compagnia di Girolamo Medebach assieme alla moglie ; e, quando questa abbandonò le scene, passò in quella di Pietro Rossi, per poi tornare il 1770 col Medebach dopo soli sei mesi, alla morte del dottore della Compagnia, Sante Vitali.

586. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Pozzi Francesco, milanese, più noto col diminutivo di Pozzetto, fu comico egregio per le parti d’innamorato.

587. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Condusse alcuni anni ai primi del XIX secolo una Compagnia secondaria, della quale egli era applaudito caratterista, e con la quale s’ebbe la più varia fortuna.

588. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 175-178

Flaminione fu illustre nella sua professione e amato da' più grandi d’ Italia, specie da Cosimo III granduca di Toscana. […] Morti i genitori, egli, che avea già tal volta recitato nella filodrammatica della città, non avendo più legami di sorta in patria, si diede alle scene in cui riuscì valente caratterista e valentissimo capocomico. […] L'entrata, un anno per l’altro, fu dalle 80,000 alle 90,000 lire, e l’uscita dalle 50,000 alle 55,000 ; e il biglietto serale allora era normalmente di centesimi 60, non mai più di 80.

589. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 663

Fu con Vincenzo Bazzigotti al fianco dell’Ugolini che gli fu largo di savi ammaestramenti nell’arte comica ; e con Costanzo Pizzamiglio, col quale stette più anni, non solo come attore, ma anche adoperato da’ suoi Compagni — dice il Bartoli — negli affari della Truppa, avendolo esperimentato per un Uomo di spirito, e ne’proprj divisamenti utilissimo alla società.

590. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

Era, il 1813, prima donna giovine della Compagnia Dorati ; e, più tardi, della Reale Italiana condotta dal Fabbrichesi, nella quale suppliva la prima donna Anna Pellandi.

591. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article »

Fu una prima donna assai rinomata, specialmente per le parti goldoniane, che sostenne acclamatissima nelle prime città d’Italia, e a Malta, e a Barcellona, ora sola, ora in società con Vincenzo Bazzigotti, con cui stette più anni.

592. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Il suo nome è tra quelli più ricordati de' comici del San Carlino, i quali ancora vivono (V.

593. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE II — TOMO VI. LIBRO IX » pp. 145-160

., Ma se quest’autore ricusò di riconoscere per sua tal commedia, non è convenevole attribuirgliela, benchè gli appartenga; tanto più che si è nominato in altre due favole migliori, delle quali dovrà farsi parola. […] Contuttociò la favola procede con lentezza e languore, e si disviluppa sforzatamente usandosi ne’ primi atti di varie reticenze senza vedersene il motivo, per ridurre tutto allo scioglimento: i caratteri abbisognano di più naturalezza ed energia, specialmente quelli di Rafa e di Pitanzos: scarseggia di sali e di lepidezze urbane, e di partiti veramente piacevoli: ed è ben lontano da quella forza comica che chiama l’attenzione, rapisce e persuade con diletto. […] Non ha egli seguito certi mercenarj traduttori, i quali, per piaggiare a lor profitto la nazione, traducono infedelmente Garcilaso, Villega ed altri, per mostrarli più corretti e più belli che non sono. […] II, all’ultima linea della pag. 84, dopo le parole per lo più l’atto I, si apponga questa nota (1).

594. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

Ma se come artista non seppe levarsi a grandi altezze, come amministratore si acquistò la più bella delle rinomanze dovuta alla sua specchiata e rigida integrità.

595. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article »

Trascorsa l’età giovanile (1782) si diede a recitar parti adattate – dice il Bartoli – agli anni suoi più gravi, mantenendosi con pari fortuna in concetto e riputazione.

596. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article »

È citato dal Bartoli più come ingegnoso autore, che come attore, benchè recitasse con qualche abilità nelle commedie improvvise.

597. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Lugo Olga, nata a Genova da famiglia borghese, e recatasi giovanetta a Milano, entrò in quella maggiore filodrammatica, e nell’ '80 esordì quale amorosa con Luciano Cuniberti, passando poi con lo stesso nel ruolo di prima attrice, al quale era più adatta, anche per la figura matronale, ond’era dotata.

598. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Sposatasi a Demetrio Cristiani, vedovo, che le morì dopo due anni, si recò prima attrice assoluta nella Compagnia Pisenti e Solmi, in cui stette più anni, applauditissima.

599. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 532

Comunque fosse, nè di questi, nè di Paolo di Padova (V.) capo di altra compagnia del Piccolo Principe nel 1579, si è trovata più traccia.

600. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Fu impiegato nella Compagnia d’Antonio Sacco più anni, e nel 1770 passò con quella di Girolamo Medebach per recitarvi nella maschera del Dottore, ma poco ivi potè far valere il suo spirito e la sua lodevole abilità, poichè giunto a Modena, tocco da apoplessia, vi morì in quell’estate in età d’anni 38. » Così Fr.

601. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 23-24

Morì a Parigi il 4 gennaio 1731, dopo una lunga malattia, lasciando di sè la più bella ricordanza e come artista e come uomo. […] Tornò poi all’arte in Compagnia Gattinelli, in cui (nel Teatro Goldoni di Firenze, e nel’ 700’ 72) rappresentò per ben quattordici sere il Giovanni da Procida con tal successo, che non lo chiamavan più se non con quel nome.

602. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 195-196

Il Bocchini (V.) ha nella seconda parte della Corona Macheronica il seguente Prologo tra Olivetta e Bagolino Bagolino Ahimè, che più no posso spinto dal gran dolor, portar sto peso adosso, soffrir sto batticor, perch' ho el mio ben za perso, vado desperso criando adess : Olivetta mi son zo de gargam, appassionà d’amor, morto de fam. […] Ma gramo in van me sbatto, ma con rabbia, e desgust, e fin che no te catto no posso aver più gust, che l’appetito adesso in far progresso me vuol per mort ; e sbolzonado da Cupido ogn’or, ho la fame in la gola, amor nel cor.

603. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

Mutato poi ruolo, potè più tardi mostrar tutta la sua valentìa, facendosi assai applaudire colla parte di Carino nel Don Giovanni dello stesso Goldoni, che gli ebbe grandissima obbligazione d’aver reso onore al suo personaggio.

604. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 838-

Lasciata poi l’arte della scena e tornato a quella del fòro, tanto vi si distinse che a’tempi del Bartoli (1782) egli passava per uno de’ migliori avvocati, sapendo anche ne’ più astrusi juridici contrasti con raffinato acume a favore de’ suoi clienti vantaggiossamente affaticarsi.

605. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Si fe'molto notare in una vecchia commedia, L'Oggetto odiato, pei personaggi ch'ella rappresentava d’ambo i sessi e di più nazioni, parlando nelle lingue diverse.

606. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »

Pindemonte, in Compagnia Goldoni, la parte di Appio-Metello, ne ebbe tal plauso, che d’allora in poi fu assai più noto col nome del suo personaggio, che con quello vero di casa, non giunto sino a noi.

607. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »

a Carolina Astolfi durante la malattia della prima attrice, ha avuto campo di dimostrare fra noi che ella offre più che speranze alla scena italiana. » Unitasi poi in matrimonio ad Angelo Gattinelli, il figliuolo del celebre Luigi (V.), doventò prima donna applauditissima della Compagnia che aveva formata suo marito in società col celebre caratterista Luigi Taddei (V.).

608. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 249

), appartenga al Croce davvero, o al nostro Bagliani ; tanto più che si trovano anche sotto nome del Croce le Conclusioni del Dottor Partesana da Francolin, che sappiamo, come vedremo, essere di Ludovico Bianchi da Bologna (V.).

609. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article »

« Il tempo però ed uno studio più assiduo – aggiunge lo stesso Bartoli – ci daranno questo comico ad un segno di perfezione che agevolmente da’ suoi talenti si può con gran certezza sperare. »

610. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 46

Passò poi in quella migliore di Vincenzo Bugani, col quale stette più anni ; e sotto gl’insegnamenti di Giustina Cavalieri tanto progredì, che Girolamo Medebach lo volle con sè a Venezia nel S.

611. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 77

Ritornato a Firenze, recitò nel Teatrino della Piazza Vecchia, ed oggi scorre l’Italia con la Compagnia di Giovanni Roffi, facendo sempre più conoscere con certezza i teatrali meriti suoi.

612. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Avanzato in età e trascurato dalle buone compagnie, dovè ricorrere alle più meschine, cessando di vivere in Romagna nel 1768, « attorniato – come dice il Bartoli – dalla miseria e di sozzure ripieno. »

613. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 540

.), che era « rarissimo in rappresentare la persona di un facchino bergamasco, ma più raro nelle argutie e nelle inventioni spiritose : » il Rossi, nella Fiammella, lo loda insieme a Battista da Rimino, perchè « osservano il vero dicoro de la Bergamasca lingua ; » e Francesco Andreini (Bravure, XIV) lo cita insieme a' comici di quella famosa Compagnia, « che pose termine alla dramatica arte, oltre del quale non può varcare niuna moderna Compagnia di Comici. »

614. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 768

Migliori progressi da esso ci aspettiamo, ed anzi s’egli vi porrà un maggiore studio nel ben pronunziare, noi lo assicuriamo di una maggiore e più luminosa teatrale fortuna ».

615. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 731

Fatte le prime armi in una Società filodrammatica, entrò in arte giovanissimo, passando non pochi anni di compagnia in compagnia d’infimo ordine, e lottando il più spesso colla fame.

616. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Gianvito Manfredi nel suo Attore in scena dice di lei : si distinse la celebre non meno che saggia ed onesta Vittoria Miti, detta Eularia, passata all’ altra vita pochi anni sono, da me più volte con non poco stupore ascoltata.

617. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 62-67

Molte cose avremmo forse potuto riferire sui pregi di codesta donna che fu incontestabilmente a testimonianza di molti una delle più forti attrici del suo tempo, sì per dottrina, sì per valore artistico. […] L'oroscopo rinvenuto nella Biblioteca Nazionale di Firenze ci dà l’anno di nascita che è il 1599 e la città natale : Ferrara ; più, l’anno del viaggio in Francia : il 1602. […] Alla testimonianza Gabbrielli, va subito congiunta quella del Beltrame Barbieri, che nella Supplica (1634) chiama la Celia giovane di belle lettere e comica famosa ; alle quali poi tengon dietro quelle di letterati illustri, e, prima, del Cavaliere Marino, che, nell’ottave 68, 69 e 70 del Canto XVII dell’ Adone, la mette quarta fra le Grazie : Un’altra anco di più, che 'l pregio ha tolto D'ogni rara eccellenza a tutte queste, Aggregata ve n’è, non è già molto, E sempre di sua man la spoglia, e veste, Celia s’appella, e ben del Ciel nel volto Porta la luce, e la beltà Celeste ; Ed oltre ancor, che come il Cielo è bella, Ha l’armonia del Ciel nella favella.

618. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Monti per assumere il ruolo di brillante che non abbandonò più.

619. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

Carlino fece la più clamorosa e festosa delle accoglienze.

620. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 864

Venute in Napoli di Lombardia compagnie comiche di quelle assai più famose e fiorite, il Favella si diede a fare il gazzettiere ; e tale lo vediam nel 1631 favorito al Monterey, il giovane Vicerè che prediligeva senza dubbio nell’alto e grasso e grosso gazzettiere l’istrione fallito.

621. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Il raccoglitore di Lucca lo dice in una nota ms. attore passabile ; e ci dà il repertorio della Compagnia, il quale era a fortissime tinte, e del quale facean più spesso le spese La figlia carceriera del padre, Il processo Fualdes, Bianca e Fernando, Le avventure di Mastrilli, ecc.

622. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Dotato di una voce magnifica e di un portamento oltre ogni dir maestoso, nonostante la pronunzia alcun po' dialettale, s’ebbe i maggiori encomi da' più eletti pubblici d’Italia.

623. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 690

Moglie del precedente, nata Trabalza a Roma il 1836, apparve sulle pubbliche scene come una meteora, dopo di avere appartenuto, acclamatissima, alle più chiare e signorili filodrammatiche della città, fra cui quella presieduta dal Duca Grazioli, nella quale si meritò l’onore dell’effigie, e busti e poesie.

624. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 644-646

Milanese, uno de’più forti artisti moderni per le parti di primo attore, cominciò nel 1867 a gittar la solida base del monumento ch’ei si sarebbe alzato più tardi, in Compagnia di Luigi Pezzana al fianco di Adelina Marchi, dopo di essere stato con Evaristo De Ogna, Michele Sivori e Michele Paone, impresario del Fondo di Napoli. […] pei nostri due cori mai ora più bella non fu !

625. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 156-158

Figlio del precedente, uno dei più forti e gloriosi artisti del nostro tempo, che regnò sessant’anni sulla scena italiana fra gli astri di maggiore grandezza, nacque a Brescia il 12 giugno 1812. […] Entrò a diciotto anni in Compagnia di Giacomo Modena, di cui faceva parte anche il figliuolo Gustavo, facendosi notar subito per la recitazione spontanea di alcune particine in commedie di Goldoni, Zelinda e Lindoro, Il Medico olandese, I quattro Rusteghi, della quale specialmente il personaggio di Sior Filipetto s’ebbe in lui uno de' più ingegnosi e brillanti interpreti, e per la quale la prima attrice Carlotta Polvaro gli preconizzò splendido avvenire.

626. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 162

Per quanto, la supplica dell’Arcieri dicesse in proposito : « le quali per li loro moderati costumi e per non essere state causa di scandalo veruno abitano presentemente in città, ed hanno più volte recitato nel sudetto teatro, » l’Uditore rispondeva che « le quattro donne erano delle peggiori.

627. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article »

Passò tutta la sua vita artistica in compagnia di suo marito ; e tanto e così fortemente volle, che salita audacemente al posto di prima attrice assoluta in una compagnia di gran conto da quello di semplice amorosina, seppe in breve tempo acquistarsi fama di brava artista accanto ai nomi della Pellandi, della Perotti, della Bazzi e della Goldoni, i più grandi astri del suo tempo.

628. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article »

Comico di qualche merito per le parti di Pantalone e di Brighella che recitava alternativamente, ma più noto a’ suoi giorni per le finte gemme di teatro ch’egli fabbricava con singolar perizia e vendeva non solo a comici, ma a cantanti e ballerini.

629. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 394

Vediam più tardi il Romagnesi, il 1616, nella Compagnia de' Confidenti, diretta dallo Scala e protetta da Giovanni De Medici, nella quale ebbe a Genova un alterco con Battista Austoni, l’amministratore della Compagnia.

630. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « AL LETTOR CORTESE  » pp. 201-202

Per compiere però il IV che or vi presenta, m’ingiunge di unirvi in fine un Discorso che egli recitò a più centinaja di ascoltatori in Milano nel Liceo di Brera per prolusione alla Cattedra di Poesia Rappresentativa che vi occupò alcuni anni; il qual Discorso impresso per cura dell’autore nel dì che fu pronunziato, fu dopo tre giorni per ordine del Governo fatto reimprimere a’ 4 di Pratile nell’anno IX.

631. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 161

Con tanto fervore, con tale spirito di emulazione si diedero le due donne allo studio de’ loro personaggi, che, a detta degli spettatori, ne uscirono due delle più stupende creazioni dell’arte.

632. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Comunque sia, il Prologo è una scipita cosa, degno di far da avanguardia alla Flaminia più scipita che mai.

633. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 515

Esordì con la Battaglia, come generico di niun conto, poscia, a dar pieno sfogo alla sua viva passione per l’arte, entrò in una compagnia di infimo ordine, ove s’innamorò della prima donna, giovinetta di qualche pregio, che sposò più tardi e col padre della quale formò compagnia.

634. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 868

Dagli spogli fatti da Adolfo Bartoli sulle notizie dell’omonimo Francesco, abbiamo che appartennero alla lodata Compagnia del Ferrari, Camillo Friderici, detto da lui il più virtuoso comico che avesse allora l’arte comica, Nicola Menichelli, Serafino Valeriani, Bonifazio Valenfeld, Antonio Bazzigotti, Anna Garelli e Giulia Pizzamiglio.

635. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Dopo la morte di questo comico, ella è rimasta tuttavia co' suoi stessi compagni, e per il Piemonte fa presentemente (1781) distinguersi piena d’abilità per la sua professione, inclinata alle cose della musica, e pronta a' più ardui impegni nel faticoso mestier delle Scene.

636. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 225

Fu il '61 amorosa e prima attrice giovine con Ernesto Rossi, e il '62-'63 con Amilcare Bellotti e Calloud, coi quali stette più anni al fianco di Anna Pedretti.

637. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Bergamo, Lancellotti, m. dcc lix) : Dimorava in quel tempo in Fossano una Compagnia di Comici assai faceti, capo de'quali era uno chiamato Toscano, che si tirava dietro un gran numero di sfaccendati, pure sonando un giorno, giusta l’ordine di Giovenale (Santo Prelato Giovenale Areina), la campanella, che dava il segno, che si principiavano gli esercizi dell’oratorio, restò solo co' suoi compagni abbandonandolo tutta l’udienza, con sua gran confusione e scorno, per andare ad udir Giovenale, che ragionava ; ciò che essendogli poi più d’una fiata succeduto, stimò meglio il ciarlone di mutar paese, e nel partirsi ebbe a dire : « In Fossano non vi è guadagno per esservi un altro Saltinpergamo.

638. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 615

Fu in più compagnie, quali di Antonio Sacco, Nicola Petrioli, Pietro Rossi, Onofrio e Francesco Paganini e Faustina Tesi, in cui trovavasi il 1781.

639. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 699-

Lo verdiam poi generico primario colla Reale Sarda di Torino dal '47 al '55, ultimo anno della Compagnia, in cui senza più appannaggio, ma pur serbando il titolo Al servizio di S.

640. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 227-235

Pubblico la lettera intera, perchè mi pare uno de' più strani e interessanti documenti del nostro teatro. […] Anchora che da Mantoua non habbia hauuto tal auiso nondimeno qua si dice ch' essendo uenuto capriccio al Duca di uedere una Comedia dai Gelosi che fosse tutta redicolosa et faceta, i recitanti lo seruirno con farne una ingieniosissima et ridicolosissima solo che tutti i recitanti erano gobbi della qual cosa Sua Altezza rise tanto, et tanto piacere se ne prese che niente più, finito il spasso, chiamo quei Principali comedianti et disse qual di loro era stato l’inuentore. […] Fu ne'primi tempi semplice, di buona fede, talora amante, talora marito, poi, un secolo più tardi, padre di famiglia, economo più che avaro, moralista, predicatore, nojoso. […] I, pag. 180) con la coccia intera di cuojo raffigurante un cranio spelacchiato, e lasciante gli occhi scoperti, come quella del Dottore, e una più nuova ancora un anonimo miniaturista in un piccolo interessantissimo album fiorentino di ricordi, del secolo xvi, rappresentante, a quanto pare, una serenata di maschere, e che traggo dal Museo civico di Basilea (V. pag. 233) ; ma qui trattasi forse di una semplice chiassata carnevalesca, come nel frontespizio al Triompho e Comedia fatta nelle nozze di Lipotoppo, con Madonna Lasagna, che trovo nell’Università di Bologna (V. pag. 231), nella quale il costume non è osservato a tutto rigore.

641. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo IX. Stato presente degli spettacoli teatrali. » pp. 426-437

Non so se quindi derivi quella spezie di decadenza che si osserva nelle belle arti; ma egli é manifesto, che oggi abbondano più i pretesi calcolatori, i pseudoletterati, i sofisti, i gazzettieri, che i grandi artisti263. […] Migliavacca autore della Tetide e dell’Armida, Coltellini dell’Almeria e dell’Antigona (che io non ho ancor veduta), e Vittorio Amedeo Cigna di più d’un dramma tollerabile, non hanno la delicatezza, il sublime, il patetico, la maestà, l’eleganza, il calore dello stile di Metastasio; i loro disegni non sono sì ricchi e giudiziosi, le loro invenzioni non sono originali, o da passar come tali, i loro colpi di teatro, i loro quadri spariscono a fronte del colorito vigoroso di Apostolo Zeno, e di Pietro Metastasio270. […] L’istesso é già principiato ad avvenire a’ sedicenti filosofi francesi della nostra età, uomini per lo più di poco ingegno, di cuore freddo e di gusto depravato, che col loro pretesto spirito filosofico, e con quella loro ventosa loquacità, «quae animos juvenum ad magna surgentes (come disse Petronio) veluti pestilentiali quodam sidere afflavit» tarpano le ali alla fantasia, mettono a soqquadro le belle arti, e deprimono i gran modelli; uomini (parlo sempre per sineddoche) scostumati e sciaurati, nemici della ragione e della verità; uomini mezzanamente instruiti e superlativamente fanatici che per mostrare la loro esistenza, cospirano a distrugger tutto, e alla soddisfazione interna di essere ragionevoli antipongono la vanità di comparire straordinari e spiritosi alla moda; uomini anche in mezzo al loro vantato scetticismo dogmaticamente decisivi che presumono di essere i precettori del genere umano, e che vorrebbero a lor talento governare il mondo; uomini perversamente pensanti che disonorano il cristianesimo, la patria, l’umanità e la filosofìa tutto a un tratto; uomini solidamente audaci e feroci che quando possono scoccare qualche velenoso strale contro l’Italia, la religione, il sacerdozio e ’l principato, se la godono e trionfano e si ringalluzzano; uomini fieramente superbi e boriosi che quando veggonsi tassati nelle loro stravaganze e bestemmie, arruffano il ceffo con rabbia cagnesca, s’inferociscono, s’inviperiscono, s’imbestialiscono; uomini naturalmente maligni e astiosi che con cinica declamazione calunniano alla dirotta, sapendo che il volgo e i più, non la verità, ma l’opinione risguardano; uomini in somma che sono un composto d’ignoranza, di presunzione, di orgoglio, d’impostura, di malvagità, di demenza, e di suprema temerità, e a’ quali può anche a buona equità appropriarsi tutto ciò che il dottor del Genti nelle due epistole a’ romani e agli efesi scrisse de’ filosofi idolatri. […] Il signor Diderot non solo compose in prosa il Padre di Famiglia e ’l Figlio Naturale «Dans le grand goût du larmoyant comique» come dice scherzando il signor di Voltaire; ma ben anche volle dettar regole in questo genere più strambo e bizzarro dell’opera buffa. […] Senza pregiudicare al merito de i sopraccitati melodrammatici, possiamo accertare che molte sono le scimie del Metastasio in Italia; imperciocché la sorte dei più eccellenti scrittori é il fare molti cattivi copisti.

642. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 13

.), artista di pregi non comuni, dalla quale ebbe una figliuola, la Pierina, incantevole attrice, più nota sotto il nome di Giagnoni (V.).

643. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Morì a soli 20 anni in Pavia l’anno 1769 ; e la morte sua fu prima e forte cagione delle sciagure del padre, che non lo abbandonaron più mai. »

644. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 529

Poi, sposatasi al Buccellati, lo seguì nelle varie compagnie or prima attrice giovine, or prima attrice assoluta, traendo tutto il giovamento che potè dalle sue valorose maestre, Anna Pedretti e Adelaide Tessero, la quale, con Luigi Monti, ebbe sempre parole di calda ammirazione e di schietta affezione per la gentile artista, che in pochi anni, dopo di avere esordito l’ ’86 a Torino colla parte di Bérangère nell’Odette, si trovò a interpretare in Italia e fuori, e con plauso dovunque, le più forti opere del teatro moderno, quali Francillon, Moglie ideale, Casa di bambola, Trilogia di Dorina, Rozeno e altre assai.

645. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article »

E il Rogna di lui scriveva il 2 febbraio al Castellano di Mantova che trovavasi a Casale : Il Magnanino ogni di è per Mantova facendo le più ridicole cose del mondo alla contadinesca….

646. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 975

Nata il 1844 a Bologna da parenti non comici, fu scritturata quale prima amorosa il ’60 con Luigi Pezzana, il ’61 con Elena Pieri-Tiozzo, il ’62-’63 con Lorenzo Sterni, poi con Monti e Coltellini sino al ’70, in cui assunse il ruolo di prima donna assoluta nella Compagnia di Carlo Lollio ; ruolo che non lasciò più sino al ’95, nel quale anno, si ritirò dalle scene, per istabilirsi a Bologna, ove si trova tuttora.

647. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article »

Entrò l’ ’88-’ 89 generico con Giovanni Emanuel, e fu con lui in America più amico che scritturato.

648. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1046

Guazzetto, di cui si pasce il riso e s’imbandisce la mensa del piacere, arguto nelle parole, scaltro nelle invenzioni, con l’acutezza de’ suoi detti traffiggeva le cure più nojose.

649. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Progredendo in età, in perizia, in bellezza, potè assumere il ruolo di prima attrice assoluta, in cui fu acclamata a Venezia e altrove come una delle più chiareartiste del suo tempo.

650. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Udienza, avendo registri falsi. » Naturalmente in compagnia non fu ripreso, e dovè finire la vita nel modo più miserevole.

651. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Nel 1800 formò col marito, lei prima attrice, e lui primo attore, una fortunata compagnia ; e morirono entrambi nel 1825 circa, all’età di poco più che sessant’ anni.

652. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Dopo di avere recitato fra gli accademici le parti di prima donna, sollevando all’ entusiasmo nella Zaira di Voltaire e nella Perselide del Martelli, risolse con un fido compagno, Orazio Zecchi, di formare una Compagnia tutta di giovani, colla quale si recò nella Marca anconitana, ov' era vietato alle donne di presentarsi in Teatro, e ove s’ ebbe i più completi trionfi.

653. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 279

Uscitane la Colomberti per darsi al canto, e non essendo la celebre Tessari più giovine, la Pieri la sostituì in tutte quelle parti convenienti alla sua età.

654. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 282

Vittorio Pieri non ereditò la forza comica del padre ; ma sì la sua semplicità e correttezza…. e però ebbe assai più attitudini alle parti dignitose che a quelle di vero e proprio brillante.

655. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Entrò nella Compagnia di Domenico Bassi più come cantante, che come comico ; e vi piacque moltissimo per la bella voce di baritono che possedeva, specialmente poi nel personaggio di Simon che sostenne con gran plauso al San Cassiano di Venezia.

656. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Attore, forse di non grandi finezze, ebbe tal vena di spontaneità e di comicità da tener degnamente il suo posto, acclamatissimo, davanti ai pubblici più rigorosi, compreso quello del Manzoni di Milano.

657. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 384

Nacque a Palermo l’ottobre del 1828, e fu da suo padre, impiegato governativo, avviato all’avvocatura ; ma, appassionato filodrammatico, preferì la scena alla legge, e dopo di aver preso parte ai moti della Sicilia del '48, si scritturò a ventidue anni in una compagnia d’infimo ordine, poi in quella di Robotti, poi fu in America colla Pezzana, e mercè un suo lavoro dialettale, in cui dipinse al vivo la mafia di Palermo, quest’uomo singolarissimo, celebre in Sicilia, conosciuto a Napoli, sconosciuto a noi, potè girar trionfalmente i più riposti angoli d’Italia, ammirato e stimato come attore, come autore, e come uomo.

658. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 411

L'anno comico '57-'58 fu scritturata col marito Federico Bianchi, caratterista e promiscuo, nella Compagnia torinese, appendice della Reale Sarda, sotto la direzione di Gustavo Modena, per parti di seconda donna, madri serie e comiche, ed altre di generica primaria, con l’annuo stipendio (in coppia) di lire 5400, più due mezze serate.

659. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 531

Schiavoni Antonio, nato a Roma il 1846 e suicidatosi a Rosario di Santa Fè il novembre del 1889, fu attore di grande impulso, se non di grande finezza, illustratore non ispregevole delle opere più conosciute di Shakspeare ne' teatri di secondo ordine.

660. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Nata a Bassano del 1782, fu una egregia comica per le parti di serva, che cominciò a sostenere all’improvviso, sì in dialetto che in italiano, con tal grazia ed eloquenza, che i più provetti dell’ arte si dice non potessero starle a fronte.

661. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Il Barone Ö Byrn nel suo pregevole studio più volte citato, riferisce la cronaca del tempo, che dice del Toscani : « È giovine di bella figura, di carnagione scura e d’occhi e capelli neri.

662. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 596

Forse ella piacerebbe assai più come amorosa.

663. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Nubile ancora nel 1781 viveva « lietamente – dice il Bartoli – presso il suo genitore, e dirigendo più che con femminile ingegno i domestici affari della propria famiglia ».

664. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 444-445

Dopo di essere stato nel collegio de’ Gesuiti, determinò di darsi all’arte, esordendo in provincia, prima del 700, in una Compagnia diretta da Giuseppe Tortoriti, Pascariello, di cui sposò più tardi una delle figlie, Maria Angelica, nata a Parigi il 18 agosto 1696. […] Andato a Parigi vi ottenne il più clamoroso successo sotto la maschera dell’arlecchino.

665. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 741-743

La commedia dell’Angelica non è certamente delle più brutte ; e si sente subito che è scritta da un comico esperto. Anche vi sono frasi e parole di una volgarità un po’cruda, come in tutte le altre del tempo, nella scena specialmente tra il servo Mastica e la balia di Angelica, una, del resto, delle più belle per vivezza di dialogo.

666. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 980-981

Passato di Francia in Ispagna alla Corte di Filippo II, riferisce il Bartoli che non essendovi troppo bene inteso, mescolò, impratichitosi di quella lingua, alcune parole spagnuole al proprio dialetto bergamasco ; e molti ne inferirono ch’egli fosse di Bergamo, tanto più che nelle lettere facete di Cesare Rao, si trova un Lamento di Giovanni Ganassa, di lingua bergamasca ridotto nell’italiana toscana ; ma non è ben chiaro se si tratti della lingua materna di lui, o di quella, come a me par più probabile, della maschera ch’ei rappresentava.

667. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 922-927

Forse fu questo di Tiberio un nome assunto più tardi ? […] Il ’59 partiron gl’ Italiani, ma per tornare il ’61, anche ’sta volta recitando alternativamente coi Comici di Molière, non più alla Sala del Petit-Bourbon, ch’ era stata demolita, sì a quella del Palais-Royal. […] Di noiosi pensier mai sempre armato, porta il suo duro cor più che diamante.

668. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 617-622

Dell’arte sua e del suo valor letterario testimoniaron l’Andreini, Francesco Bartoli, il Quadrio, e più tardi Adolfo Bartoli che lo chiama uomo colto e di gusto non inferiore a molti scrittori del tempo suo. […] È certo però che il Valerini non ne faceva più parte nell’aprile dell’ '84, secondo l’elenco che abbiam dato al nome di Pelesini. […] Tu di duo cori un core, E un’Alma fai di due, Di due voglie vna voglia, Mentre per far minore L'aspra eccessiua doglia De la uita mortale, Le noie e pene sue Comparti in amendue, Ond’è più lieue a sofferirsi il male, Nè men le gioie, e i risi Hanno in commun ne i tuoi beati Elisi.

669. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 158

Francesco Bartoli ha per l’Androux parole di encomio, da quando era col Lapy ; il giornale dei teatri di Venezia del ’96 ha di lui : « col Ruggero nelle Lagrime d’una vedova e col Saggio nella Lauretta di Gonzales, si assicurò sempre più la fama di buon comico.

670. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »

Fu prima amorosa a vicenda con quell’Anna Pellandi, che doveva poi più tardi salire in sì gran fama.

671. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

In capo a due anni, colla piacevolezza del volto, la prestanza della persona, la bellezza della voce, e soprattutto la grandezza dell’ingegno, diventò uno de’ più egregi attori del suo tempo.

672. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Scacciato dalla capocomica in pubblica prova, tanto se ne accorò, che, riaccettato dopo supplicazioni d’ogni specie, non solamente mutò radicalmente i costumi, ma tanto si diè allo studio, che in brevissimo tempo divenne uno de’ più forti artisti de’ suoi giorni.

673. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

re Horatio Colletta da Ferrara con tutta la sua compagnia de Comici hauendo uisuto sempre desideroso di servire la serenissima casa d’Este, et hora più che mai, et uedendo, che in questa Città non si trouano altri comici, et essendoli noto la sua humanità che tiene in fauorire li uirtuosi comici uiene esso pronto ad offerirsi di seruirla con tutta la sua compagnia anzi a pregarla, che si uoglia degnare di accettare al suo seruitio per questo poco carneuale poiche esso si offerisce pronto di seruirla se non quanto che comporta la sua grandezza, almeno secondo che comportara il loro poco sapere, et di piu l’oratore a nome di tutta la compagnia la prega a uolere restar seruita di honorarla di farli prouedere di un luoco opportuno a potere recitare.

674. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 974

Smesso nel’90 il capocomicato, si scritturaron entrambi con Cesare Vitaliani, per rifar poi compagnia del ’91, in cui la Fausta assunse per la prima volta il ruolo di prima attrice assoluta, che non abbandonò più mai.

675. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1002

Rimasto vedovo, continuò nell’ arte sua, specialmente in Compagnia di Pisenti e Solmi, con cui stette più anni, ammiratissimo.

676. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 238

La Patti ebbe momenti di buon successo, ma più, dicon taluni che la conobber da vicino, al cospetto dei pubblici dozzinali che degl’intelligenti, abbandonandosi essa a ogni sorta di artifizio pur di aver quegli applausi, che, per vero dire, non le mancarono mai.

677. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 667

Pietà desta in altrui, gioja e diletto, e quanto tace più tanto innamora.

678. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 669

Quando il comico Zanuzzi fu mandato dalla Compagnia di Parigi in Italia (1775) a provvedere una prima attrice, egli trovò che la più a proposito era la Elisabetta Vinacesi.

679. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 252

Paolo Fabbri, il più letterato dei compagni ; ma il capocomico, probabilmente, era Girolamo Salimbeni.

680. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 317

Ritiratosi il Bellagambi dall’arte, si restituì a Firenze, ove, aperta una bottega di libri antichi, doventò uno dei più pregiati e intelligenti librai, ed ove morì in età avanzatissima.

681. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article »

Vide l’America, la Russia, l’Egitto ; e vide, ahimè, i più riposti angoli d’Italia.

682. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 939

La compagnia si era data più specialmente al repertorio goldoniano, alternato coi vaudevilles, di cui s’era fatta come una specialità ; tanto che, avendo fanatizzato a Milano, lo stesso Verdi ne vedeva talvolta le prove.

683. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article »

Le vesture butè pur al Bordelo, e tegni saldo a desimpolitarve, che no ve podè far puto più belo.

684. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1068

Nelle parti ov’era più da dire che da fare, avea ben pochi rivali.

685. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 55

Carlo Goldoni fa cenno, nel XIV volume dell’edizione del Pasquali, della moglie di lui, bolognese, punto inclinata al teatro per la estrema sua freddezza, e per la incorreggibile pronunzia dialettale, a cui volle affidar la parte di Graziosa nella Bancarotta, chè a cagione appunto della sua melensaggine, riuscì, egli dice, uno de' più dilettevoli personaggi della commedia.

686. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Bologna del Monastero S. Mattia li 27 Gennaro 1689. » pp. 170-

Serenità non puo più aggiutare la sua famiglia, la quale è in necesita grandissima, io mi spiace non potere solo che in cosa minima soleuarli : V.

687. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 299

Tuttavia, alla deficienza fisica sopperì largamente con la intelligenza, mercè la quale, toltosi dal recitare, diventò uno de' più abili capocomici e direttori.

688. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 310

In esso il Preda rappresentò la sua parte in dialetto, al fine di riuscir più efficace e acquistar popolarità ; e tale n’ebbe successo, che, abbandonate le fisime del coturno, si diede alla maschera del Meneghino, ammodernizzandone costume e repertorio, e diventando in breve non indegno successore del celebre Moncalvo.

689. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 311

Ai primi tempi della sua vita artistica, egli recitò nelle commedie all’improvviso con le maschere, riuscendo attore di gran pregio : e ciò gli fu di gran soccorso più tardi nella recitazione del Bugiardo, il quale rappresentava in modo vario, ogni sera, sì da esser reputato in quella parte superiore al gran De Marini.

690. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Fu poi colla moglie in altre compagnie, e finalmente in quella di Romolo Lotti, colla quale si recò in America ove perdè la moglie, e d’onde non rimpatriò più. – Una sua sorella, Giulia, moglie di Leopoldo Orlandini, prima, poi di Giacomo Brizzi, ebbe dal suo primo marito i figliuoli Leo e Giulio, e fu con Ernesto Rossi dal 1863 al 1884 in qualità di seconda donna pregiata.

691. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 541

Di lui non fu detto troppo bene allo stesso Vendramin, che alle preghiere del Goldoni faceva orecchi da mercante. « Questo giovane – insisteva Goldoni – non è mio parente, ma ho preso impegno di assicurarlo, e deggio farlo. » E più innanzi : « Per cattivo ch'ei fosse, avrebbe mai rovinata la compagnia in un posto di terzo amoroso ?

692. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Sposò il 30 luglio '42 l’attore della Comedia italiana, Dehesse (il suo vero nome, dice una nota manoscritta del Gueullette, era Hesse), olandese, figlio di francesi, dopo cinque anni almeno di contrasti penosi, cagionati da certa Maria Maddalena Hamon, la quale, vissuta lungo tempo con lui, e presentata a più persone come sua moglie, pretendendone i diritti legali, si opponeva al matrimonio.

693. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 561-564

Rimase con la Internari due anni ancora, poi passò il '33-'34 nella società Domeniconi e Pelzet, pella quale fu pubblicato a Pistoja un opuscolo di versi, tra cui scelgo il seguente SONETTO al merito singolare del caratterista Signor LUIGI TADDEI Or che nube di duol par che si stenda di giovinezza sul celeste fiore, nè più il sorriso d’innocente amore nè più lieta l’avvivi altra vicenda ; bello di gloria e amor dritto è che splenda il raro ingegno che fa scorrer l’ore inavvedute e care anche al dolore con semplice e gentile arte stupenda.

694. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — [Dedica] »

Possa solamente questo mio scritto esser da tanto, che trovi anch’esso un luogo nell’ozio erudito di un tal uomo, e giunga ad ottenere il suffragio di colui che ne’ più alti uffizi dello stato ha meritato l’ammirazione e l’applauso di tutta Europa.

695. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »

Non troppo fortunato nell’impresa, visto che omai non avrebbe più potuto far fronte a’suoi impegni, nel 1870 si mutò di capocomico in segretario della Compagnia di Bellotti-Bon.

696. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 331-332

Rimasta vedova, passò dopo un anno nella Compagnia della Teresa Goldoni-Riva, nella quale, al fianco di Alessandro Lombardi, crebbe in rinomanza più specialmente con le parti in dialetto veneto del repertorio goldoniano, ch’ella rappresentava mirabilmente.

697. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 488

Della Bon-Martini dice il Rossi nel 1° volume delle sue memorie (pag. 44) : …. mi occupai molto della direzione della compagnia, e specialmente della nuova prima donna, la quale, poveretta, faceva tutto quello che poteva ; ma le piaceva più cantare che recitare : e tale era la sua passione, che indusse anche me a cantare con lei.

698. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 687

Fu in varie compagnie ; ma più specialmente in quella di Antonio Marchesini, applauditissimo. « Era verboso – dice il Bartoli – e ne’ lazzi suoi mostrava una comica arguzia piacevole e gustosa. » Andò al S.

699. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 865

Costretto dal suo ruolo generico a rappresentare dei vecchi, aveva presa l’abitudine d’ingrossare la voce, per modo che non poteva più piegarsi alle parti da giovine : il che non impedì ch’egli fosse e meritamente applaudito.

700. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 944

Bartoli ha per questo artista, ch’egli chiama il più virtuoso comico, che abbia in oggi (1782) l’arte nostra, un vero inno di lode.

701. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 984

Nelle commedie dell’arte non aveva bisogno che d’aprir la bocca, e tosto n’uscivano i più sucosi rettorici.

702. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 60

Formò poi compagnia per far salire al grado di prima donna assoluta sua moglie Giovanna, avvenente e pregevole prima amorosa ; e dopo dodici anni di capocomicato, or fortunato or disastroso, si scritturò per un triennio in Compagnia Perotti, poi, il 1820, coi figli Luigi e Adelaide (Luigi, sposatosi alla figlia del capocomico Cavicchi, abbandonato dalla moglie, ridotto alla più squallida miseria, si suicidò, avvelenandosi, verso il 1828), in quella di Velli e Mascherpa, nella quale cessò di vivere la primavera del 1823.

703. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 174

Congedati i Francesi, i comici di Treu signoreggiarono ancora una volta alla Corte, con un repertorio de' più svariati ricco di drammi, farse, pastorali, ecc.

704. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Scontata la pena, rientrò nell’arte ; ma non vi fece più che le ultime parti, anche perchè obbligato dalla lunga consuetudine della catena a trascinarsi dietro la gamba sinistra.

705. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Salvatore il 13 agosto 1739 con Maria Claudia Duflos, dalla quale ebbe più figli, e dal 1754 in poi recitò anche i servi e i contadini.

706. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 12

« Fu mandato col dono anche di Meloni, persichi, et aranci ; e venne rimandato ai 5 novembre, per essersi il Duca di Lorena trattenuto a Monaco presso il genero più che non si credeva. » (A.

707. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 215

Il corpo del povero Arrighi trascinò nel manicomio di Siena diciassette mesi della più triste vegetazione.

708. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 239

Passò, non più giovane, a sostener le parti di madre, e morì poi, fuor dell’arte, in Roma, nel 1832, assistita dal vecchio marito e dalla famiglia Ferretti (V.

709. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 688

I tre superstiti. sono : Amelia, egregia attrice al principio della sua vita artistica in compagnie napoletane, e di Napoli più specialmente, poi bella e brava seconda donna in Compagnie nostre di maggior conto, quali di Marchi-Ciotti-Lavaggi, di Tommaso Salvini, di Sterni, di Alessandro Salvini, ecc., sposatasi a Corrado Di Lorenzo, n’ ebbe tre figliuoli, di cui seconda la Tina (V.) che ha saputo coll’ arte, accoppiata alla leggiadria, salire in gran rinomanza ; Adolfo, egregio artista per le parti di primo attor giovine e di primo attore, appartenne sempre a compagnie di buon nome, e sposò l’attrice Pia Pezzini ; Pia, si ritirò per malattia dall’ arte, e si recò in Roma col marito Icilio Brunetti (V.).

710. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

A poco più che dieci anni, la piccola grande artista abbandonò per sempre il teatro della scena per darsi con gran fervore a quello degli studj classici, nel quale anche riuscì, dicono, attrice preclara.

711. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article »

Luca, prima donna a vicenda colla Marta Bastona, della quale divenne un’emula fortissima ; lasciò giovane il teatro, e viveva ancora nel 1782 a Venezia, avendo – aggiunge il Bartoli – il marito impiegato in cariche civili, che a lui procacciavano un utile guadagno, ed a sè stessa una quiete più tranquilla nell’età sua, che a gran passi alla vecchiezza s’incamminava.

712. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » p. 799

Attrice di molto valore per le parti più specialmente di amorosa.

713. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 874

Cammillo Ferri era più tosto piccolo di statura e alcun poco tozzo : ma la voce magnifica, il volto espressivo, il sentimento vivo, l’ingegno pronto lo compensarono a esuberanza del difetto : e dice il Regli (op. cit.

714. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 977

Tra quelle eran da notarsi più specialmente la Serva amorosa, la Serva vendicativa, la Locandiera e altre del Goldoni : in queste, così in dialetto come in italiano, dotata di una rara spontaneità di eloquio, non solamente secondava mirabilmente le maschere e gli attori serj, ma spesso con una replica, con un monosillabo, con una occhiata, rubava loro l’applauso, dacchè Maddalena Gallina seppe di ogni piccolissima parte creare un tipo.

715. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article »

Nobile nelle parti nobili, come quella ad esempio del Cavalier Ernold della Pamela goldoniana, egli era nelle altre, in quelle delle farse più specialmente, di un grottesco indefinibile.

716. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 179

Toltosi dalla professione, correva le strade di Palermo chiedendo del suo fallo perdono con queste parole : Vi chiedo scusa del cattivo esempio che v' ho dato, e m’accuso d’essere stato un furfante ; ma più furfanti siete stati voi altri portandovi così vogliosi ad ascoltarmi.

717. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 207

Un bel giorno non volle saper più nè di burrasche, nè di bastimenti, nè di eliche, nè di trinchetti, e a quattordici anni il piccolo ribelle entrò in una delle infime compagnie.

718. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 237

Ma in lui crebbe a segno la passione del teatro, che, un giorno, fuggito dalla casa paterna, si unì a una compagnia delle più mediocri, di cui divenne ben presto il sostegno, recitando con singolare perizia, e con meraviglia dei suoi compagni, i disparati caratteri di amoroso, primo attore, padre e tiranno.

719. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

A richiesta del Duca di Modena, rispose accettando di far parte della di lui Compagnia, di cui eran principale ornamento i Calderoni Silvio e Flaminia, con lettera da Roma del 19 aprile 1679, nella quale si lagna acerbamente del malo trattamento de' capocomici verso di lui, che non sa nè dove spedire la condotta, nè chi la riceverà, nè in che piazze andrà, nè come sia composta la Compagnia, e che soprattutto s’è visto, con suo danno e rossore, metter fuori una seconda donna già scritturata d’accordo con lui, certa Angiola Paffi : « danno, hauendo seco un antico, e non poco concerto (cosa mendicata, e ricercata da ogni Moroso), e rossore per esser tenuto un parabolano, et un falso ; e dopo essermi consumato in Venetia ad aspettare la certezza et unione di questa donna, si ritratta al presente ciò che si deve per debito, essendo stata accettata e corrisposta da tutti. » E si raccomanda al Duca di ordinare che i comici gli scrivano, perchè egli possa con loro più apertamente discorrere. « Alla Paffi – conclude – in cuscienza et appresso Dio et al mondo non si deve mancare. »

720. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 589

In questo elenco dell’ '89 non figura più lo Zanetti (V.), mentre sappiam dalla lettera scritta da lui insieme al dottore Savorini essere stato nella Compagnia almeno dalla primavera.

721. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 612

Uno spirito lodevole, un’espressiva aggiustata, ed una sufficientissima intelligenza formavano i suoi meriti nell’arte del recitare. » Applaudita dovunque, fu più volte lodata con poesie, tra cui il Bartoli riferisce il seguente sonetto : Al merito impareggiabile della signora Elisabetta Ughi, prima donna, che nel Teatro delle Vigne si distingue nelle commedie e tragedie mirabilmente il carnovale 1781.

722. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Cominciò ad acquistarsi nome di artista egregio nella Compagnia di Antonio Rafstopulo, col quale stette più anni.

723. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Bologna, 23 dicembre 1639. » pp. 5-7

Il Sand che a pagina 52 della sua introduzione a Masques et bouffons (Paris, 1860), parlando della Compagnia del 1653, dice : « vi troviamo attori che eran già venuti in Francia più volte, come Fiorilli, Locatelli, Brigida Bianchi, » avrebbe certo fatto alcuna menzione di quell’Adami già tanto celebre. […] Forse il Sand ha fatto confusione di nomi, rappresentando essa la parte di Diamantina, come quella che le succedette più tardi e che si chiamò realmente Patrizia Adami ?

724. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 877-878

Giacomo de Spagnoli, delle quali cinquanta, ne ha consumato nel viaggio, da Napoli a Modona in Letiche, Carrozze, spese cibarie, e condotta di sue Robe ; onde hora gl’è necessario che mandi il marito a Napoli, per riscuottere dette Gioie, e questa sara sopra spesa per più d’altre venti doppie. […] A. ; e sua moglie, che pure ha due lettere del ’92 e ’94, non ne fa più menzione.

725. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 691-696

Marini, ed essere prima attrice a vicenda con Virginia Marini, e cioè nelle parti che più non si adatta [PAGE 692 MANQUANTE] [PAGE 693 MANQUANTE] ch'egli dice senza lirico abbandono : prodigiosa nella sua semplicità. […] Ella, consapevole del suo valore, irrigidita nello sforzo costante di una meta prefissa, e di cui, per molti anni, ha forse creduto di avere smarrito la limpida visione, assorta perennemente nella ricerca di una perfettibilità, che è il tormento e la forza dei grandi artisti, Italia Vitaliani non sa trovare quelle parole ambigue che dicono e non dicono, quelle frasi rivolute entro cui il pensiero guizza e si smarrisce con agilità serpentina : no, quando una persona, sia pure un personaggio, la secca, essa lo dimostra ; quando un lavoro, sottoposto al suo giudizio, le spiace, essa lo dice, senza perifrasi nè pietose tergiversazioni ; quando è di cattivo umore non sa trovare una maschera di giocondità da collocarsi sul viso ; che se poi ella, o per la naturale bontà dell’animo o per altre considerazioni, cerca di nascondere il suo pensiero o velare le sue impressioni, esiste allora una tale antitesi fra il suono della parola forzatamente benigna e l’impaziente lampeggiare degl’ immensi occhi grigi, che si comprende subito come la più lieve finzione le riesca fastidiosa.

726. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 541

Non figlio di comici, nacque a Macerata il 7 maggio del 1857, ma dovette, per rovesci di fortuna, recarsi ancor giovinetto colla famiglia a Roma, dove, dominato dall’amore dell’arte, entrò nella filodrammatica Pietro Cossa, della quale era direttore Eugenio Gerbino, piemontese, un de’ migliori e più vecchi dilettanti.

727. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

Sa anche rappresentare con valore le parti di Marchese, ma il più delle volte egli è Tabarino.

728. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1063

Cominciò col far da comparsa ; ebbe molto a lottar colle esigenze del dialetto, parlando essa prettamente toscano, e più ancora colla invidia delle compagne.

729. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 210

Ma le scene del teatrino privato eran troppo anguste a soddisfar le vanità e mostrar le qualità del Roscio futuro, il quale, scritturatosi in Compagnia Dreoni per le parti comiche che non abbandonò più, passò poi in quelle di Sterni, e, nel 1874, di Emanuel e la Pasquali, dove colla farsa Il Casino di campagna, da lui raffazzonata, toccò addirittura la celebrità.

730. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Il Pieri fu coetaneo del Pertica e del Vestri : nonostante, mercè l’ ingegno svegliato, la voce armoniosa, la fisionomia aperta, la figura adatta al suo ruolo, fu uno de' più reputati caratteristi del suo tempo.

731. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 460

.), dal quale s’ebbe più figli, tra cui Benedetto e Rosa, di cui è parola al nome di Lombardi ; e dieci anni dopo Atanasio Zanoni, celebratissimo brighella, da cui si ebbe due figli, Teresa e Idelfonso (V.).

732. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XVI. Dell’uso delle Antiche Maschere. » pp. 201-212

E allora continuando la commedia a rappresentare finte azioni di finte persone private, la maschera nata solo a mostrare il vero, benchè più non rassomigliasse a’ personaggi conosciuti, copiò al naturale i volti umani seguendo l’età, lo stato, e fino le fisonomie che esprimevano i costumi. […] Quindi vi furono maschere naturali di vecchi di più di un carattere, cioè del curioso, del burbero, del barbuto, e fin anche di un padre che aveva un ciglio eccessivamente inarcato, ed un altro naturale e compostoa; di giovani diversi, del bruno, del ricciuto, dell’appassionato, del gioviale, del rustico, del minaccevole, del ben costumato; di donne diverse, di matrone, di più di una ruffiana, di due false vergini, della meretrice magnifica, della nobile, della coronata, di quella che portava l’acconciatura de’ capelli che terminava in una punta; in fine di varii servi, soldati, mercatanti, eroi, numi, e di altre mentovate nell’Onomastico di Giulio Polluce nel libro IV, capo 20.

733. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » p. 800

Esiste ancora a Chioggia un Calle Duse, benchè la famiglia fosse un tempo assai più nota col nomignolo di Griguolo, che le fu dato un po’ per antica consuetudine del sito di chiamar ciascheduna famiglia con un soprannome che riman poi per secoli, un po’per distinguerla da altra famiglia Duse, tuttavia esistente.

734. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 239

Poi, più nulla.

735. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 600

È questo, senza dubbio, il più gran momento della sua vita artistica : momento fuggevole, pur troppo, chè, ammalatosi il Leigheb, la Compagnia si sciolse, e Tovagliari formò società con Enrico Reinach e con poca fortuna.

736. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 39

Più cantatrice che comica, era scritturata per gl’ Intermezzi, a vicenda colla Zanetta Casanova, nella Compagnia di Giuseppe Imer che recitava nell’Arena di Verona il 1734.

737. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 201

Sposò l’Anagilda Fortunati, figlia dell’Arlecchino più conosciuto col soprannome di Toto, la quale, a detta del Bartoli, diventò coll’assistenza del marito una commediante di buon nome.

738. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 294

Adolfo Bartoli, dallo spoglio fatto nelle notizie, più volte citate, del suo omonimo, dà l’elenco di alcune delle personne che appartennero alla Compagnia di Domenico Bassi.

739. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Nato il ’34, morì il 7 Gennaio del ’92 a Livorno, ove dirigeva da più anni con ogni sollecitudine quel Politeama.

740. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 362

Si diede per due anni agli studi musicali in Mantova colla famosa Lotti, sotto la direzione del maestro Antoldi ; studi, i quali ella dovette abbandonare quando più le arrideva l’avvenire, per la decisa avversione che i parenti avevano al teatro ; ma i quali furono a lei di non poca utilità nell’arte comica, giacchè trovo ne’giornali del tempo, come essendo l’autunno del ’54 serva nella Compagnia diretta da Luigi Robotti, in società con Gaetano Vestri, a vicenda con Carlotta Diligenti, ella cantando al Gerbino di Torino in una commediola di Federigo Robotti figlio della celebre Antonietta, riportasse un compiuto trionfo.

741. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 468

Intanto, come una delle più forti promesse, la Boccomini-Lavaggi percorreva trionfalmente le scene, sostituendo in Compagnia di Alamanno Morelli l’ Adelaide Tessero, decoro alto del nostro teatro.

742. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » p. 759

Non poche sono le parti che gli procacciaron le lodi dei pubblici i più colti, ma specialmente si notan quelle di Osvaldo negli Spettri di Ibsen, e di Prina nella Fine di secolo di Rovetta.

743. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 979

A Rio Janeiro rifiutò il posto di direttore in un grande stabilimento litografico offertogli dal noto banchiere Matteo Consalve ; a Washington quello di caricaturista in un giornale quotidiano de’ più rinomati, con un forte onorario, offertogli da un deputato di quel parlamento.

744. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1032

Come artista, la Glech deve molto agli ammaestramenti di Giuseppe Pietriboni, col quale mosse ufficialmente i primi passi nell’ arte, diventando una delle più gradite prime attrici giovani del nostro teatro.

745. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1035-1036

In pochissimi anni il capitale fu distrutto, e il Riva, morto a Trieste nel 1822 di apoplessia fulminante, lasciò un gran cumulo di debiti fatti nel nome di Gaetana, la quale ridottasi al verde, avrebbe finito nella più squallida delle miserie, se una parente del marito, la celebre Bertinotti, non l’avesse ricoverata presso di sè e degnamente mantenuta fino alla sua morte che avvenne in Modena verso il 1830.

746. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1041

Figlio della precedente, più noto in arte col nome di Tommaso il Pettinaro, fu comico espertissimo nel ruolo di primo attore, che sostenne a Venezia in Compagnia Lapy, emulando il rinomato artista Giuseppe Majani, sino all’anno 1774.

747. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 27

Dice il Colomberti che « nulla potevasi vedere sulla scena di più grazioso.

748. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 73

Molto probabilmente la moglie è quella tal Marchetta, citata al nome di Girolamo Chiesa, la quale appunto, nel 1664, s’era fatta autrice d’una Compagnia, in cui s’erano impegnati il Dottor Violone e Bagolino : impegno che, a detta dello scrivente Ludovico Bevilacqua, era più atto di perfidia, e liuorc contro la signora Marzia (la Fiali) che sincero, et anteriore à quello, che haueuano con questa signora….

749. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 275

Attrice coscienziosa, ricca di sentimento e d’intelligenza, ottime doti non mai discompagnate da una gentile modestia, percorse i principali teatri d’ Italia e dell’ estero, al fianco de' più famosi artisti, quali la Fumagalli, la Cazzola, la Sadowski, i fratelli Salvini, Taddei, i due Rossi, ecc.

750. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 300

Fu – dice il Bartoli – attore nella sua maschera molto esperto ; e accenna a un amore per una donna di elevata condizione che gli fe'dar di volta al cervello, non tanto però da vietargli di fare al cospetto del pubblico il più scrupoloso dei doveri.

751. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 539

Fu buona prima attrice giovane al fianco di suo marito, poi, con lui capocomico, buona prima attrice, specie nelle più strampalate pochades, che sono il fondamento del suo repertorio.

752. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 551

Fu in seguito con Bellotti, poi formò società, e nell’ '84-'85 assunse il posto di primo attore, che lasciò l’ '86 per quello di generico primario, sostenuto sempre con assai decoro in varie compagnie delle più accreditate.

753. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 578-579

Tuttavia ne' primi tempi il tiranno non fu considerato, come più tardi, un ruolo a tinte fosche obbligate : poteva essere primo attore, e anche amoroso : tant’ è vero che la parte di Ugo, oggi primo attor giovine, nella Pia de' Tolomei del Marenco, fu affidata al tiranno (Costetti, C.

754. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 765

E il nuovo manifesto diceva : « Ora più che mai ferve la lotta ed il bisogno in quell’ Eroica parte dell’ Italia nostra : nessuna occasione noi sfuggiremo per prestarle il nostro fraterno soccorso ».

755. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 543-547

E. non uol saper niente, si che non si pol far un opera che sia bona, ma non solo le opere anche le comedie ; l’altra sera appunto si fece ti tre finti turchi e recito il secondo Zanni nouo che andò così bene che tutti si partirno inanzi fornita ; dicendo che se si fariano di quelle ci daranno delle Pomate. dove che ardisco suplicarla il dar ordine à qualcheduno che regoli la compag.ª pchè ò bisogno di studiare è tirarmi inanzi non di star à spasso p. i capricci d’altri ; la Sig.ª Flaminia à dato una delle sue parte che ne faceva due à mia sorella addesso pare che la Sig.ª Ippolita con la colega fatta tra di loro abbiano disgusto è la uoriano far fare alla guercina basta doppo dificultà si sono contentati ma però di nouo lo suplico il scriverli che la facciano recitare è la lettera onorarssi d’inuiarla à me però diretta alla Comp.ª non dirò più per non incomodarla, solo che se segue così non occorre uenir a Ferara p. che so che se non fosse in riguardo alla protetione di V.  […] mo Dalla compitissima Sua sento le glorie fracesi, che già comincio a vedere che la fortuna, a cura ma questo poco m’importa, sono gl’otto scudi delle botte che mi danno fastidio, La pregho andare dal Signor Giuseppe Priori, cassiero del Monte, e dirli che mi fauorisca auuisarmi per qual causa non ha pagato una mia polizza d’una doppia dicendo non auer denari de miei, e farsi dare una notarella del nostro, conto, perche mi pare che tenghi assai più nelle mani, se pure a riscosso li denari dal Ebreo Rossi al quale uendei il Vino, auendo il suddetto Signor Priori acettato di riceuer lui il mio credito e darmene credito, che in tal caso corre la somma per conto suo, che per altro, io non avrei dato il Vino, oltre di che di Conto Vecchio ui è qualche bagatella senza questi che lo pregho prenderne Nota distinta accio possa regolarmi, e ne do carico a V.  […] Sempre seguendo il Trautmann, vediam che il Calderoni più tardi fu chiamato anche una volata da Massimiliano Emanuele alla sua splendida Corte di Bruxelles.

756. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « ERRORI CORSI NELLA STAMPA » p. 349

Duranson è Don Geronimo della commedia, Mèlidor è il marito ingannato e guasto dall’usurajo trasformato in amico, ed Acelie è la savia consorte; e le convenzioni maneggiate con accorgimento, e la donna di piacere persuasa prudentemente la quale dà le armi per iscoprire vie più il nero carattere di Don Geronimo; e lo scioglimento, e la carica tolta al traviato e passata dal provvido Ministro ad un di lui tenero figliuolo, tutto appartiene al Francese, di cui per altro non si sono trasfuse nella commedia le grazie e le morali vedute.

757. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 238

Metto fra i comici anche il nome di questo scrittóre ben noto, nato a Venezia nel 1756 dal Conte Casimiro, napoletano, e da Angiola Olivati, veneziana, perchè, già vedovo della comica Monti, « che in quell’epoca – scrive Iacopo Ferretti – in cui era di moda recitare il verso tragico cadenzato, come i sonetti si recitavano dai novizii di Parnaso, era una rediviva figlia di Roscio, » fatta società colla insigne comica Marta Colleoni, si diede anche all’arte del recitare, nella quale riuscì mediocremente ; « fu discretissimo – dice lo stesso biografo – e non apparve più sulle scene. » Visse col De Marini, collo Zuccato, col Fabbrichesi, col Vestris e col Blanes, e ne fu poeta.

758. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

E di un figlio di questo, Andrea, sappiamo che fu più tardi impresario dell’opera italiana a Dresda, ove morì il 14 maggio 1822.

759. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 385

A dare un’idea della Compagnia, riproduco a titolo di curiosità l’avviso di beneficiata della Beseghi al Pantera di Lucca, insieme al caratterista Antonio Massini : Regio Teatro Pantera – Avviso – Per la sera di Sabato 25 febbraio 1832 – Dell’interessante, storica, spettacolosa, tragica produzione – tratta dall’opera del celebre maestro – Giovanni Pacini – corredata di nuovo ed analogo scenario, apposito vestiario – truppa, banda musicale, – e per ultimo una scena rappresentante al naturale la più orribile eruzione – del Vesuvio nel suo pieno furore – a benefizio della servetta – Antonia Beseghi – e del caratterista –  Antonio Massini. – Il titolo della medesima è : – L’ultimo giorno de’ Pompei  – ovvero – la prima terribile eruzione del Vesuvio. – Verrà questa seguita da una graziosa Farsa tutta da ridere intitolata : – Amori gelosie disperazione e felicità – d’una vecc hia di 70 anni. – Gli umili offerenti hanno riposte le loro speranze nella comprovata magnanimità di un Pubblico tanto indulgente, e nella generosità della Nobile Guarnigione, e sperando di essere nei loro voti favoriti vi tributano in concambio stima, ris petto, ed una viva indelebile riconoscenza.

760. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Rimini, li 22 Giug.º 1698. » p. 489

ma col preste foglio Ralegrandomi del nobiliss.º honore che ha ottenuto ; posto tanto più meritato quanto meno desiderato.

761. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 530

Luigi Vestri la volle sempre con sè ; le commedie del Goldoni più specialmente, come la Donna di governo, la Locandiera, la Donna vendicativa ed altre, ebbero in lei una interprete ottima.

762. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 587

Alle compagnie primarie che lo accolser fidenti al suo esordire successer subito quelle secondarie, in cui si mantenne ora socio, or pagato, e or capo egli stesso, percorrendo le varie città di provincia, alle quali ammanniva, entusiasticamente applaudito, i più forti e ardui lavori del gran repertorio.

763. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

È un nuovo personaggio che pe’ suoi salti e pe’ suoi gesti, non piacerà forse meno di Arlecchino, il quale, d’altronde invecchiato, non più divertiva come una volta.

764. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » p. 784

Furon poi nella Compagnia del Tassani, scritturatovi il Dondini per le parti dignitose, e il ’27, probabilmente, o egli morì, o si ritirò dalle scene, perchè nol vediam più negli elenchi del tempo.

765. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 866

E come mai, otto anni più tardi si contenta di dire : « Trovavasi a Bologna un attore eccellente che faceva la parte de’Pantaloni, e che avendo modi, piacevagli di riposarsi nella bella stagione, e di recitare in commedia solo l’Inverno.

766. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 161-162

., e più ancora nei Oci del cuor, la sua ultima creazione, fu artista unica.

767. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 301-302

Ma spero che più eletti e chiari inchiostri de ste zogie scriva dell’Eridano fiume in su la riva.

768. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 358

Recitò per l’ultima volta nell’Odio ereditario del Cosenza, e lasciò nella Compagnia un grande vuoto che non potè essere colmato se non l’anno dopo da Luigi Vestri, il quale, vedi bizzarria del caso, recitò per l’ultima volta in quel medesimo dramma tredici anni più tardi.

769. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 412

Del '46, Enrico Montazio, non sospetto certo di tenerezza verso i comici, così scrisse di lui nella Rivista : Salvator Rosa ha sopra il Vergnano (recitava questi al Nuovo in Compagnia Pezzana) il vantaggio della voce, della persona, della età ; ambedue amano l’arte non da istrioni, ma da artisti ; ambedue pongono pari amore alle piccole parti, che a quella principale e di protagonista : e da ciò, a parer mio, si distingue sopratutto l’artista ragionevole e tenero, più che d’un trionfo a carico de'suoi compagni, della totale riuscita di un’azione drammatica.

770. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 590

La protezione del fratello del Marchese Palmieri, che più d’ogni altro cavaliere frequentava la sua casa, ajutando lei e la madre senza interesse alcuno, nelle necessità in cui le trovò involte, per la mancanza delli alimenti, inasprì a segno il Desiderij, da farlo sparlar della Torri con moltissimo danno alla sua riputazione.

771. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 234

Si crede che il Conte d’Egmont, colonnello dei dragoni e uno dei più amabili signori della Corte, morisse a cagione della vita sregolata condotta con lei ; e che il signor Le Féron, ufficiale delle guardie, con lei finisse ogni suo avere.

772. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 278

Nacque nel 1742 e viveva ancora al tempo di Francesco Bartoli, editore delle più volte citate notizie, cioè circa il 1782.

773. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 469-470

.° 2 della Sadowski diretta da Luigi Monti, sentito, dopo una disastrosa quaresima a Livorno, il bisogno di una prima attrice giovine che alternasse le parti con la prima attrice, che era l’Adelina Marchi, scritturò la Boetti, la quale raggiunta la Compagnia a Napoli, esordì nella Verità di Torelli, ottenendovi il più spontaneo e clamoroso successo.

774. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 278

A tredici anni Elena Pieri esordì per le parti amorose in una compagnia formata dall’ Amalia, e a poco più di quattordici si sposò a Giuseppe Tiozzo, pizzicagnolo di Chioggia.

775. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 326

Su di lui, come attore e come uomo, mi piace riferir le parole di Virginia Marini che gli fu compagna delle più care : Suo fratello, col quale ebbi il piacere di stare qualche anno, era un gentiluomo perfetto, un bravissimo artista ed un compagno buono ed amoroso.

776. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 363

Morto il Ristori a Firenze il 3 settembre 1861, fu tumulato nel Cimitero del Monte alle Croci, ove la figliuola desolata fe' erigere, alla morte della madre, una cappella, co' medaglioni degli estinti, opera dello scultore Cambi, e con le seguenti epigrafi : AD ANTONIO RISTORI nato il 5 marzo del 1796 | mancato ai vivi il 3 settembre del 1861 || o mio dilettissimo padre | a te che mi fosti esempio | delle più belle virtù | che per generosità di cuore | e spirito di santa carità verso i miseri | fosti sempre benedetto dalla sventura | che fra gli stenti al lavoro | consacrasti tutta la tua vita | la tua figlia adelaide | che amavi tanto e che sì presto ti ha perduto | questo monumento | debole segno d’incancellabile affetto | tuttora in pianto poneva.

777. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 572-573

., – in geniali caricature ; dove, se difetta la correttezza del disegno, è pur sempre un sentimento e uno spirito de' più vivi, non raggiunti fin qui.

778. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 614

Nato a Roma il 4 febbraio 1859 da parenti non comici, e datosi, giovanetto, al recitare in società filodrammatiche, si scritturò l’ '83 con Bellotti-Bon, per la cui morte non ebbe luogo il contratto, esordendo invece quello stesso anno come generico con Alessandro Salvini ed Ettore Paladini, e passando subito l’ '84 al ruolo di secondo e primo caratterista sotto il Salvini : ruolo che non abbandonò mai più, e che sostenne lodevolmente in compagnie egregie, quali dell’Emanuel, del Morelli, Maggi, Rossi, De Sanctis, Teatro d’Arte, Rasi, Della Guardia, Pieri-Severi, nella quale ultima si trova oggi (1904).

779. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 756

L'auge della sua vita artistica fu quand’egli ebbe Compagnia in società con Gaspare Lavaggi, nella quale potè mostrar liberamente tutte le sue qualità di artista, interpretrando con molta intelligenza e con molto successo Luigi XI, La Gerla di Papà Martin, Don Marzio, e specialmente L'Aulularia di Plauto, in cui fu riconosciuto, anche dai più severi, artista sommo.

780. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO PRIMO. Antichità Etrusche fondamento delle Romane. » pp. 2-8

Nel luogo selvoso, ov’era Populonia una delle dodici principali città dell’Etruria, appajono molte vestigia di sì famosa città, e specialmente una porzione di un grande anfiteatro, che si congettura essere stato tutto di marmi: tralla Torre di San Vincenzo ed il promontorio dove era la nomata Populonia, veggonsi le reliquie di un altro anfiteatro, presso al quale giaceva un gran pezzo di marmo con lettere Etrusche: di un altro osservansi i rottami fralle antichità della città di Volterra5, Del magistero degli Etruschi nel dipingere, oltre ai vasi coloriti, de’ quali favella il Maffei6 e ad altri posteriormente scoperti, ci accerta il lodato Plinio7, affermando che quando in Grecia cominciava la pittura a dirozzarsi, cioè a’ tempi di Romolo, non avendo il Greco pittore Butarco dipinto prima dell’ olimpiade XVIII, in Italia già quest’arte incantatrice era perfetta, e le pitture di Ardea, di Lanuvio e di Cere erano più antiche di Roma fondata, secondo la cronologia del Petavio, nella VI olimpiade8. […] Gli spettacoli destinati al ristoro della società dopo la fatica, furono un bisogno conosciuto dalla nuova città più tardi di quello di assicurare contro gli attentati domestici e stranieri la propria sussistenza per mezzo della religione, della polizia e delle armi.

781. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 109-112

Sappiamo ch' egli fu capocomico de' più onesti e miti, e di pochissime parole. […] Divenuto il cognato capocomico, Napoleone Masi dovè sostituire nelle parti di brillante assoluto gli attori Bonfiglio e Tramonti, parti che poi, per costante favore di pubblico, non abbandonò più.

782. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « L’EDITORE A CHI LEGGE » pp. -

L’EDITORE A CHI LEGGE Dopo che il noto autore della Storia Critica de Teatri antichi e moderni l’ebbe pubblicata in Napoli in sei volumi dal 1787 al 1790, malgrado delle sue gravi cure e fatighe non mai perdè di mira il suo argomento, ed andò raccogliendo non solo ciò che potesse vie più illustrare la storia e l’erudizione teatrale antica e moderna già descritta, ma quanto rimaneva a narrarsi comparso posteriormente sulle scene Europee o per le stampe nel corso degli ultimi sette anni.

783. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 233

La famiglia Astolfi ha dato oltre alla Carolina di cui discorriamo più sotto, una Maria, la figlia, che trovavasi nel ’20 col padre in Compagnia Andolfatti, scritturata per le parti ingenue, la quale, a detta del Giornaletto ragionato teatrale di Venezia, dava già belle speranze di sè ; e varj altri artisti di poco o niun conto, di cui, sfogliando gli antichi elenchi e gli antichi diarj non ci fu dato trovar cenni di sorta.

784. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 382-383

Dopo la morte del re Augusto II, la Corte sassone si era volta di nuovo e con occhio ancor più benigno alla commedia italiana ; e il re Augusto III e la regina Maria Giuseppa, sentito il bisogno di ripristinar ne’loro palazzi la commedia italiana, dieder carico al Bertoldi di recarsi in Italia a scritturarvi una compagnia, la quale coll’aiuto dell’Ambasciator sassone a Venezia, Conte di Villéo, riunita sul finire del 1737, arrivò al principiar del nuovo anno a Dresda.

785. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 726

Assai poco sembra valesse il Costantini come attore propriamente detto : e gli applausi che gli furon davvero prodigati si debbon più tosto attribuire al suo singolar pregio di acrobata.

786. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 33-34

Il Tralage in una sua nota manoscritta parla della eccellenza de'costumi di Lolli, il quale, un po'fors’anco per questo, e un po'pel suo nome di Angelo, era noto più specialmente col nome di l’Ange, o Lange, col quale anche talvolta si firmava.

787. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 38

Sempre in Compagnia del Bazzigotti fu il carnovale del '70 in Ferrara, dove, scoperto alla fine, risolse di palesare il suo stato al Marchese Camillo Bevilacqua, coll’aiuto del quale potè ottenere la protezione del Cardinal Crescenzi, Legato di Ferrara, che inviollo a Roma a'piedi di papa Clemente XIV, dal quale ottenne la più ampia assoluzione di ogni sua colpa.

788. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 169

Recitava sotto la maschera di Truffaldino, e abbiamo di lui un Curioso capriccio di bellissimi giuochi non più veduti, edito dal Malatesta a Milano, senza data.

789. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 293

Alle qualità artistiche del Pilastri che lo fecer uno de' più pregiati comici del suo tempo andò congiunta una memoria prodigiosa : e Domenico Bruni nell’introduzione alle sue Fatiche Comiche dice di lui : Vi è stato un Leandro Pilastri, e dotto e grazioso, che della profondità della sua memoria ha fatto stupire ogn’uno, poichè in molti luoghi, ma particolarmente in Milano ha di tutte le famiglie illustri, in una occasione narrato l’armi, descritto i colori, detto i nomi e la origine col nominare quanti Castelli sono sotto quel Dominio, e le cose notabili che in quelle parti nascono ; ha fatto raccolta di sei e settecento nomi, e con epiloghi differenti di quelli mostrato la sicurezza della memoria sua.

790. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 404

Scritturati entrambi in compagnia Battaglia, vi ebbero, specialmente a Venezia, le più festose accoglienze.

791. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 597

L'Archivio di Stato di Modena ha di lui questa lettera senza data, ma della seconda metà del secolo xvii, che riferisco intera, e dalla quale mi sembra egli apparisca assai più impresario che attore.

792. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 638

Di lui è detto nelle Mémoires secrets : il piccolo Veronese, figlio d’un attore italiano noto col nome di Dottore di cui ha sempre sostenuto il ruolo, ci ha dato uno spettacolo de' più curiosi.

793. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 663

Vestri-Michelli Annetta, moglie del precedente, nata nel villaggio di Ajello presso Palmanova l’8 marzo 1840 da Nicolò Michelli e Anna Lamerz, e cresciuta, si può dire, in un ambiente drammatico (il patrigno nobile Carlo del Torso udinese era presidente del Teatro di Palmanova), ebbe fin da giovinetta il più grande trasporto alla scena, in cui fece non dubbie prove di buona riuscita coi dilettanti del paese.

794. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 689

Fra le molte sue opere vanno annoverate come le migliori, l’Amore, e Lord Byron a Venezia, le quali, ricche di tutto il convenzionalismo teatrale, e di reminiscenze delle più belle opere altrui, brillarono come fuochi d’artificio, di luce effimera e smagliante.

795. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 697-702

Io invio il mio servitore a Mantova acciò che questa mia le giunga più presto di quello che farebbe per la posta, prego l’A. […] Veda se si può trovare temerità magiore, mi honori dunque di porre nella lettera che la ragazza faci quello che viene a bisogno come l’anno passato, non conoscendola buona a far cosa di più, acenandole che V. […] r marchese Lanzoni e Amorotti, ma poi mi rallegro che è stata disgratia gratiata non essendoli succeduto male, gli servi dunque d’aviso al andar più cauti un altra volta e operare giuditiosam.

796. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 40-41

La sua carriera fu rapidissima e brillante ; e molto egli deve senza dubbio alla signora sua, la Celeste De Paladini, la quale, capocomica e attrice di molto merito, slanciatolo di punto in bianco nel campo dell’arte, non gli lasciò il tempo di compier gli anni del noviziato, i più scabrosi della vita artistica, ai quali sono soggetti i principianti.

797. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 44

Passò poi qual primo attor giovine in Compagnia di Gaetano Goldoni-Riva, in cui stette fino al '21, per entrar poi a Napoli in quella di Salvador Fabbrichesi, superando la più difficile prova, dacchè andava ad affrontar quello stesso pubblico, che sino a poche sere innanzi, aveva avuto incredibili entusiasmi pel fratello Francesco.

798. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 129

Fu poi in Compagnia di Goldoni e Riva, poi di Bon, Romagnoli e Berlaffa, coi quali stette più anni, applauditissimo ed amatissimo sempre.

799. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 255-256

Indi la fama del Perotti, conduttore di una Compagnia, la quale potè sempre competere colle più grandi d’allora, come Pellandi, Fabbrichesi, Dorati, Bazzi, e Goldoni.

800. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 446

Morì poco dopo il valoroso Rubini, e la mancanza dell’incomparabile attore fe'si, che di tal commedia non si è parlato più oltre.

801. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 664

Con Leopoldo Vestri, attore pregiato quanto modesto, appartenente a quella schiera omai perduta di brillanti, che suscitando le più schiette risate rifaceva il sangue, finisce degnamente la storia dell’antica famiglia.

802. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 15-16

Comunque sia, l’Angelica nostra era la colonna della Compagnia dei Comici Uniti, quando nel 1580 si unì a Bergamo per qualche giorno con quella dei Gelosi ; nella quale occasione Cristoforo Corbelli dettò il seguente MADRIALE Non più col foco de i sospir sperate, nè con quello d’amore, voi, cui tutt’arde in strano incendio il core, far, ch’Angelica un poco senta ne le sue fiamme il vostro foco : che, com’aspide chiude sordo agl’incanti le sue orecchie crude.

803. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 265

A Maria Barach mancò forse quella guida che altre artiste modificò e migliorò, togliendo loro tutte le angolosità che procedono più specialmente da esuberanza di mezzi e da soverchia libertà di azione…. ; ma non le mancarono certo nè applausi di pubblico, nè encomii di giornale.

804. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 304-305

Come si vede, la Battaglia era passata al ruolo di madre, e il Battaglia, già vecchio, aveva abbandonato quello di caratterista per non figurar più nell’elenco della Compagnia come attore.

805. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 498

Botteghini-Mayer Angela, trevisana, una delle più forti attrici che illustraron la scena italiana dal ’50 al ’60.

806. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 214-215

Mostrò subito speciali attitudini alla tragedia, della quale fu più tardi cultrice amantissima e ammiratissima ; e, scritturata il '66 al Fondo di Napoli nella Compagnia Majeroni, vi sostituì con molto onore la celebre Sadowski.

807. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 392

Deh sperar ci fate almeno Chiaro il Sol, copiosa l’onda, Che allor sì la pianta abonda Più feconda Che non è.

808. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 472-473

Bartoli ci fa sapere come « al suo valore non corrispondesse ancora il di lei personale, che per essere basso, e pingue di soverchio le fu di molto discapito nell’arte sua. » Di ciò fa cenno anche il Gozzi nel canto ditirambico : L'Angelina il monte assaglia, ma s’ingrassi un po' più adagio.

809. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 614

A istanza di lui fu anche pubblicata in Bologna la supplica ricorretta ed ampliata del Barbieri (Beltrame), e il libretto della Scena Illustrata, preziosa raccolta di notizie su’comici antichi, più volte citata dal Bartoli, ma fin qui non trovata.

810. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 863

La scrittura, di cui i punti più caratteristici sono i seguenti, è riferita intera dal Croce (op. cit.

811. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1029-1030

Giraud Edoardo, la più bella macia del teatro milanese, nato a Milano da un negoziante di seta, entrò giovinetto nel collegio di Gorla minore, compagno ai Dal Verme e ai Borromeo, passando poi al liceo Longoni, poi al politecnico di Zurigo, dov’ebbe a professore l’ex-ministro De Sanctis, e dove compiè i suoi studi.

812. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — 1636, ai 5 di giugno. » p. 603

Se qui finissero le proroghe non saprei, so però che dell’affare non si parlò più ; e forse tutto finì colla vittoria finale del bravo sergente, difensore della città di Cremona.

813. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 914

Il Fiorilli s’ accinse a risponderli, e fecelo con tanta grazia, e con si bel modo, che spiegando a poco a poco i suoi sentimenti con quella ridicola balbuziente pronunzia, ora tenendo la voce sommessa, ed ora strepitosa innalzandola, e contorcendo la bocca, e dimenando le braccia, ed il tutto eseguendo co’ più naturali movimenti di un uomo, che tale difetto avesse in propria natura, e aggiungendo il Fiorilli in quell’ istante tutto ciò che l’arte seppe insegnarli, svegliò nell’uditorio per sì fatto modo il picchiar delle mani, che confondendosi co’ ripetuti evviva tenne per lunga pezza i due Comici in sulla scena ammutoliti.

814. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 93

Nelle cose improvvise non aveva chi le stesse appetto : e nelle premedicate fu tale il valor suo. che il Goldoni e il Chiari serisser più epere a posta per lei : quegli La serva amorosa.

815. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 543-544

Allorchè le cicale non son stanche di sciattare i bimmolli in fogge strane, quando del Diacciatina sulle panche si ganzan di sorbetti le sottane ; il giorno, in cui tra loro uniti stanno di Cecco e Beco i venerandi figli, cosa, che segue un par di volte l’anno : nel secol d’ora, in la Città de'Gigli, gli anni, che con più sei cinquanta fanno, nacque al mondo Domenico Somigli.

816. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Venetia, li 30 marzo 1671. » pp. 605-

ma di benigna protetione per mio figliolo Virginio, che desidera abbandonare il posto di terzo moroso, et esercitare quello del secondo, e tanto più quanto che dovendovi essere (come si dice un capitano spagnolo) non sa come possino accordarsi le cose.

817. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 343

Onorato, recatosi il 5 aprile 1667 allo studio di Pietro Lemusnier, ha mosso querela contro Don Pietro Gazotti, prete modenese suo compatriotta, ch’egli conosceva da 6 anni, e in cui aveva riposta una illimitata fiducia per tutto quanto potea concernere le cose spirituali e temporali, perchè accolto in seno alla sua famiglia e ammesso alla sua tavola, ov’egli mangiava e beveva come se fosse stato di casa, spinse la sua brutalità a tal segno da fare a più riprese indegne proposizioni alla moglie del querelante Giovanna Maria Poulain ; la quale, visto come a nulla valessero nè la prudenza, nè il riserbo, nè le rampogne, nè le minaccie, si trovò costretta a narrargli il tutto.

818. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 436-437

S. veniva così strettamente conjunta col caro nostro difonto, ho campo di penetrare assai più che molti altri ne’sviscerati sui affani, supplico però la divina manc che Le ha fatta la piaga che si degni di sanarla con gratie, e consolationi proportionnate alla sua Virtù e che mi porga il Cielo la desiderata occasione di effettuare i caldissimi affetti con quali mi offerisco.

819. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 647

Passa più tardi al S.

820. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 750-751

Ebbe, secondo il Bartoli, più mogli, variis modis et temporibus, e andava guitteggiando ancor nel 1782.

821. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » p. 772

Da quel momento figure e squarci poetici si succedevan nella sua mente accesa : ora era un pezzo dell’ Otello, ora uno della Zaira che egli diceva ad alta voce con febbrile concitazione…. e da quel momento non ebbe più che uno scopo nella vita : salire sul palcoscenico.

822. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 788-789

A lui avevano affibbiato il nomignolo di brindellone, educata modificazione di un altro più usitato e volgare, che ha significato di minchioncione.

823. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 992

Ripreso nel settembre il suo posto, chiese e ottenne lo scioglimento dalla compagnia, e restò l’ultimo anno in riposo, vagheggiando l’idea di quella grande compagnia drammatica, dagli allestimenti scenici non più veduti, che doveva sì presto condurlo a miseranda fine.

824. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Tavola di Stato – 13 dicembre 1769.Tavola di Stato – 7 febbraio 1770, » pp. 5-6

Nonostante l’ottenuta libertà, il Landi, aggiunge il Bartoli, non ebbe più buon successo negl’interessi suoi, e morì del '74 a Grosseto.

825. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Dato in Modena dal Nostro Ducal Palazzo questo di 16 xmbre 1753. » p. 72

Partendo dai Nostri Stati per portarsi altrove Antonio Marchesini Capo della Compagnia de' Comici, che ha esercitata per più mesi tal professione ne' Teatri di Modena, e di Sassuolo con piena nostra sodisfazione, e della nostra Corte, ed’auendo percio motivo d’accordargli la nostra prottezione, con ascriverlo nel numero de nostri attuali Sruitori, l’accompagniamo colle presenti nostre lettere patenti, in vigore delle quali preghiamo i Signori Principi per i Stati de quali gli occorrerà transitare, e rispettivamente ricerchiamo i loro Ministri a far godere allo stesso Marchesini i suoi cortesi riguardi, lasciandolo passare liberamente col suo seguito, e Bagaglio, e tanto poi comandiamo espressamente aj Ministri, Officiali, e Sudditi Nostri per quanto stimano la gratia.

826. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 474-476

Quando nella Signora dalle Camelie il numero de' baci non potè più contarsi, si tentò di proibirli con la minaccia di proibir la recitazione del dramma ; ma fu invano : la Sadowsky continuò a baciare, e il pubblico ad applaudire.

827. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO III. Se ne’ secoli XIV., e XV. gl’Italiani ebbero Poesie Sceniche. » pp. 14-19

E in ciò avrà più di un compagno. […] Dissimula francamente ciò che si narra nella Storia de’ Teatri: tanto più in tal tempo degno di riconvenzione, quanto è maggiore il numero de’ Drammi Italiani.

828. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — 1759 – 16 Settembre. » pp. 258-259

Dieci anni avanti, recitando nella Camille Magicienne, commedia a soggetto di Carlo Antonio Veronese, fu accidentalmente ferito sulla scena, e non si riebbe più perfettamente.

829. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 652

Sotto questo nome si nasconde Francesco de’Nobili lucchese, cancelliere del signor Fracasso di Sanseverino, e il più grande tra’ recitatori di commedie classiche nella prima metà del xvi secolo.

830. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 9-10

Dalla Compagnia meschina del Villani, voglioso di levarsi a più spirabil aere, il Landozzi passò per l’anno '30-'31 in quella dell’Anna Pieri, qual semplice generico, salendo poi a grado a grado, perseverante e studioso, al ruolo di primo attor giovane, che sostenne degnamente per lunghi anni.

831. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 45

Più probabile è la congettura del D' Ancona, benchè, senza prova di fatto e con la sola opera alla mano del Lombardo stesso (Nuovo Prato di prologhi di Gio.

832. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 268-269

Enrico Montazio (Il Proscenio e La Platea, Firenze, 1845) fu de' suoi più acri censori nella condanna aperta, senza mezzi termini, or de' controsensi di messa in scena, or di quel volere l’ applauso a ogni scena, a ogni parlata, a detrimento della verità, della castigatezza, del pudore : e tanto una volta invei contro l’ artista celebrato, che il Niccolini ebbe a scrivere a Maddalena Pelzet, che il Pezzana, montato in furore per le critiche del Montazio, aveva minacciato per la strada di bastonarlo.

833. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IX. Dell’uso delle antiche Maschere. » pp. 290-297

Quindi vi furono maschere naturali di vecchi di più di un carattere, cioè del curioso, del burbero, del barbuto, e fin anche di un padre che avea un ciglio eccessivamente innarcato, ed un altro naturale e composto147; di giovani diversi, del bruno, del ricciuto, dell’appassionato, del gioviale, del rustico, del minaccevole, del ben costumato; di donne diverse, di matrona, di più di una ruffiana, di due false vergini, della meretrice magnifica, della nobile, della coronata, di quella che portava l’acconciatura de’ capelli che terminava in una punta; in fine di varj servi, soldati, mercatanti, eroi, numi, e di altre mentovate nell’Onomastico di Giulio Polluce148.

834. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Indice. » p. 443

Russi 419. pel più son commedie Francesi, e opera e musica Italiana 420. […] Tragedie più regolari  del Bermudez 266. […] Terenzio giudizio di sue commedie 121. se n’abbia scritte più 124. […] 436. e la Lingua Italiana come la più adatta al canto e all’armonia 351., rimprovera a’ Francesi il difetto di sensorio nella musica 353., parla della critica 298.

835. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — 1748, 10, Dicembre » pp. 9-10

Tornata in Lombardia, dopo di avere recitato vari anni con poca fortuna, avanzando ella in età, e in lei scemando il valore, non trovò più chi la scritturasse, e dovè ritirarsi al Finale di Modena, ove morì poverissima nel’60 circa.

836. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — 27 sett.bre 1808. » pp. 50-51

Troppo lungo sarebbe il narrare le penose vicende della sua vita artistica, e i patimenti continui da lui procacciati alla povera moglie, la quale anche nell’arte omai non trovava più che fuggevoli ebbrezze.

837. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 684-685

Quivi, essendo stato protestato il primo amoroso assoluto, fu d’ improvviso chiamato a surrogarlo : e l’ amorosa direzione di Giuseppe Salvini, primo uomo della compagnia, e il favore del capocomico e del pubblico lo incitarono per modo allo studio, che riuscì artista de’ più encomiabili.

838. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 982-983

Il carattere del Gandini pare non fosse de’più dolci : egli era soprattutto il vero marito della prima donna, e a ogni più piccola quistione di palcoscenico, negava doveri, accampava diritti.

839. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 766-767

Quando si cominciò a dire d’un brillante : attore nobile, attore fine, attore distinto, si cominciò anche a perdere il senso del brillante, che a poco a poco s’è andato trasformando per modo da non riconoscerlo più.

840. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 164-168

Gli Dei son raunati in consiglio, & è nato tra essi vn gran disparere, però hanno bisogno della presenza vostra ; Io galantamente rispondo, che per fargli seruitio sono in ordine, lui di posta mi piglia in braccio, & in vn batter d’occhio mi porta in Cielo, e non ve ne voleua di manco, perchè vn poco più ch’io fussi tardato, quei Barbassori si sarebbon date tante le maledette pugna nel naso, che sarebbe piouuto mostarda per otto giorni, e la spetiaria di maestro Apollo sarebbe stata sfornita d’vnguento di biacca, e difensiuo. […] Piano (dico io) ; non tanta furia ; nessuno parli senz’esser chiamato ; e perchè si legge (non mi ricordo doue, à carte non sò quante, che vbi non est ordinem, ibi est confusionem) cominciando da’ più degni, chiamo il primo Saturno, che venga à espormi la sua pretensione. […] O voletene più bestiazze ?

841. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 244-245

Era un costume inveterato fra i Comici italiani, che le Cameriere dessero ogni anno in più volte certe opere che si chiamavano di trasformazioni, come lo Spirito folletto, la Cameriera Maga, ed altre dello stesso genere, nelle quali l’attrice mostrandosi sotto forme differenti cambiava molte volte costume, rappresentava molti personaggi, e parlava diverse lingue.

842. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Venetia li 28 xbre 1681. » pp. 501-502

Di lui scrive suo padre : I caratteri che, a mio credere, più gli si addicono sono i virili, gli energici : ai languidi, amorosi, sentimentali non sembrami inclinato.

843. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 36-38

Traeva le sue commedie dalla cronaca giornaliera, attorno alla quale egli ricamava favole intricatissime, chiassone, quasi direi acrobatiche, a cui faceva il pubblico le più matte risate.

844. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 403-404

Il pubblico romano non fu all’altezza del poeta : Nerone piacque, ma…. nulla più.

845. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 749-750

Oltre ai documenti che riguardano l’accettazione di Zanuzzi in Compagnia a tre quarti di parte e a parte intiera, Campardon pubblica in data 2 febbrajo 1767 la querela di una portinaja contro di lui, certa Anna Angelica Guerrier, perchè, avendo risposto allo Zanuzzi che certa Joinville avea dormito in casa la sera precedente, mentre non era vero, s’ebbe da lui una sequèla d’ingiurie le più atroci e volgari, e l’iterata minaccia di uno schiaffo, al cospetto della gente che s’era andata adunando.

846. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Di Vicenza, 24 novembre 1587. » pp. 308-309

ma mi levano la speranza di poterle far servitii che da quelle me disobleghe, così la grandezza dell’animo suo pronto sempre a compiacere i suoi servitori, me dà ardire di supplicarla di una gratia ; il che tanto più volentieri mi movo a fare, quanto che questo mi porgerà occasione di poterla di novo servire.

847. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 547-549

Gli vietavano i confini del Regno Lombardo-Veneto il coraggio civile e la bella fiamma d’affetto ed intelligenza con cui egli alzava la sua voce a far più bello il grido della libertà e della indipendenza nazionali che usciva dai nostri Poeti, e che il di 8 dello scorso febbrajo metteva all’ ordine del giorno.

848. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO ULTIMO. Conchiusione. » pp. 300-303

Ma la storia pronta a diradar ogni nebbia, gli avvertisce che le facili farse romanzesche e i mostri scenici non allettano che l’ultimo volgo, e dopo una vita efimera corrono a precipitarsi nell’abisso dell’obblìo; dovechè il Misantropo e l’Atalia ed i componimenti che ad essi si appressano, non solo sforzano alla per fine il pubblico a vergognarsi del primo giudizio, ma ricreano la parte più pura e illuminata della società che sono i dotti, e passano indi a’ posteri insieme con quelli che furono scritti ne la caverna di Salamina.

849. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « AVVISO A’ LEGGITORI. » pp. 237-240

Quì se ne correggono i meno ovvj, che rendono più di un concetto losco e confuso.

850. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 554-557

Ma se fu il Camerani attore mediocre davvero, fu eccellente amministratore, e più eccellente gastronomo.

851. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 401-403

Fu ancor più ammirato nelle altre parti che recitò di poi.

852. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Enea in Troia »

Sinone racconta a Calcante e a Pirro, sortiti dal cavallo, come l’arti sue riuscirono quasi a vuoto per la opposizione di Enea; mostrando quanto sia necessario, innanzi ad ogni altra cosa, spegner costui, come il più forte guerriero che, dopo la morte di Ettore, vanti Troia.

853. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « Indice delle opere e degli autori citati » pp. -786

 — Galleria de' più rinomati attori italiani. […]  — Dizionario biografico dei più celebri poeti ed artisti melodrammatici, tragici e comici, ecc. […] Giulio Cesare Beccelli, nelle quali sostiene che la Poesia possa più della Pittura.

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