Di questa attrice, prima donna e capo comica, abbiamo la seguente lettera del 1663 al Duca di Modena : Serenissima Altezza Hippolita Gabrielli comica hunita con suoi Compagni ricorono alla benignità di Vostra Altezza Serenissima supplicandola a uolerli far gratia col suo benignissimo rescritto di concederli licenza di poter recitar opere, e Comedie per il suo felicissimo Statto come altre uolte à sempre hauto fortuna di seruire al Altezze Sue antesesori che di tal gratia l’oratrice e suoi Compagni pregarano Sua divina Maesta per la Sua Esaltatione, che della gratia quam deus…… Volendo dar principio al Finale, e poi a Reggio. […] Con questa data, a un dipresso, concorderebbe la Ippolita, prima donna, rimasta fin qui sconosciuta, di cui è parola nella lettera del Buffetto Cantù (V.) e del Dottore Nelli (V.) e in altra di Giovanni Parenti del 1655 da Venezia al Duca, in cui dà notizie de’teatri di Venezia, e ne promette sulla Ippolita, richiesta, pare, dal Duca, per aggregarsi a’ suoi comici. Nè men di questa si può dir con precisione.
Molto probabilmente l’Aurelia qui lodata, e che destava stupore in Firenze, è quell’Aurelia, ignota sin qui, desiderosa nel 1593 di far parte della Compagnia degli Uniti, come rilevasi da questa lettera di un Giusto Giusti al Duca di Mantova colla data del 27 marzo, e riportata dal D’Ancona (II, 511) : Aurelia comica desidera sommamente di haver luogo et unirsi con la Compagnia di Vittoria (la celebre Piissimi) sperando con la scorta di si gran donna di poter avanzarsi nella professione. […] S. può farla degna di questa gratia, è venuta a pregarmi con la maggior istanza del mondo, ch’ io voglia supplicar V. […] Et io amerei grandemente che il buon desiderio di questa donna fosse ajutato dal mio reverente affetto. […] – Giovami di credere che se bene la Compagnia è stabilita, di conseguire questa gratia, et come di cosa già ricevuta le resto con quel magior obligo che possi venire dal mio conoscimento.
Or questa forza comica, questa vivacità piacevole dell’azione noi ravvisiamo appunto nel Negromante. […] Si trova introdotto in questa favola un frate teologo con cui Bartolo si consiglia. […] É questa una libera imitazione o una bella copia della Casina di Plauto o di Difilo. […] L’argomento di questa favola è nuovo. […] E questa lettera?
Il Quadrio si confonde tra la Delia e la Celia, la Malloni, attribuendo a quella le lodi di questa, e citando persino come errore di stampa il nome di Delia nel libretto di poesie in lode di lei che andremo scorrendo, e che ha per titolo : LE FUNEBRI | RIME, | di diversi eccell. | autori, in morte della signora | CAMILLA ROCHA NOBILI | comica confidente detta | DELIA. | raccolte da francesco antonaz | zoni, comico confidente detto | ortensio. | dedicate all’illustriss. […] Da un sonetto di Girolamo Priuli (pag. 49) sappiamo com’ Ella fosse bionda : Di questa così saggia in biondo pelo, di questa, che di rai la chioma cinta fu Delia in terra, ed ora è Sole in cielo. […] E sopratutto come concorderebbe con questa terzina del Fidenzi (pag. 36) ? […] Ma nè anche questa è prova sicura del suo cognome di sposa, serbando le attrici in arte il nome con cui salirono in rinomanza.
Moglie del precedente. « Recitò questa comica – dice il Bartoli – nel carattere della serva con molto spirito ; e dopo d’aver passato un lungo corso di comiche vicende, toltasi alla professione, morì nella città di Bologna. » È questa dunque la bruna fresca e vezzosa del Goldoni, che faceva col Ferramonti le Colombine (V.
Or questa forza comica, questa vivacità piacevole dell’azione noi ravvisiamo appunto nel Negromante. […] Nè dee recare stupore, che per questa parte rimanga il comico. […] Il profano Machiavelli non poteva entrare a parte di questa medesima indulgenza? […] L’argomento di questa favola è nuovo. […] E questa lettera?