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58. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 260-263

In proposito del valore della Riccoboni, e del seguirla che faceva il Maffei di città in città, assistendo alle rappresentazioni della Merope, la Fama (atto secondo, scena I) a Radamanto, che, dopo la descrizione chiara e viva da lei fatta della tragedia, aveva detto : mentre Femia m’accusi, io ben m’avveggio, che nelle accuse tue l’amor traluce, perchè se tu l’odiassi, i bei colori negati avresti al tragico racconto…, risponde : Facciol perchè l’ingrato entro il mio amore specchi sua colpa, e sè convinto accusi.

59. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 617-622

CORO Sacrosanto Himeneo, Che alberghi in Helicona Con la tua casta madre, Là doue il Pegaseo Fonte, le dotte squadre De i Cigni a bere inuita, Per c’habbin la corona Dal figlio di Latona, Di quella fronde, ch'ha perpetua uita, E d’essa ornati poi, Cantin la gloria de gli eccelsi Heroi.

60. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO I » pp. 116-223

Per me segui ad amarlo: le voglie tue sian sue, Tue sian le sue: sì uniti siate ambo in ambedue. […] E chi non vede S’io mi fo noto al genitor, che torna La falsa accusa tua sopra il tuo capo? […] Girami un guardo, o madre, e alla mia destra Giungi la tua &c. […] Ma paga di me sol sia tua vendetta; Il fratel viva. […] Il ciel ti ricompensi Di tua bontà . . .

61. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XII. Teatro di Aristofane. » pp. 16-140

Oibò; mangia tu la tua Sibilla. […] quale è la tua patria? […] Mnesiloco furibondo si accinge a svenare la bambina: Incolpa, o misera fanciulla (dice a lei rivolto) incolpa della tua morte la spietata tua genitrice; mori…. […] Non nominarmi; me la pagherai, se per tua colpa sarò scoperto da Giove. […] Fa quel che fai ora delle tue salcicce; scomponi e rattoppa a tua posta, purchè abbi cura di cattivarti l’animo del popolo, indolcendolo con belle parolette, a somiglianza de’ cuochi.

62. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — (Ferdinando Martini, Al teatro. Firenze, Bemporad, 1895). » pp. 78-82

A questo erami dunque la tua maravigliosa arte serbata, questo voleva il mio destin, che tutto l’amaro e il dolce, in che passai la vita, « quand’era in parte altr'uom da quel ch'i' sono ; » tutto m’avesse a ribollir nel petto, e traboccarmi in lagrime dagli occhi ; e me da me diviso, e in te pendente confondermi con teco ?

63. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO I. Teatro Inglese. » pp. 189-231

O spirito di Fingal, vieni e dalla tua nube regola l’arco di Comala sì che il tuo nemico cada come una lepre del deserto . . . […] Ombra diletta, vieni tu a spaventare insieme e a consolare la tua Comala”? […] Tu da essi imparerai a nascondere i tuoi fini e a prendere la maschera dell’onore e della probità per arrivare al tuo intento a costo di chiunque sarà così sciocco di fidarsi della tua apparente onestà. […] Muori prima di me, non mi fido della tua debolezza”.

64. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo decimo »

Al tuo bel sen farei         Scudo di questo Core:         E a costo di mia vita         La tua difenderei,                 Mio dolce amore.» […] «Guarda pur: o quello o questo         È tua prole, e sangue mio.

65. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO II. Commedie: Tramezzi. » pp. 68-88

Qual fu la tua Facilità crudel! […] Deh piaccia al ciel, cugina, che tu vegga Dal sincero amor mio rassicurata La tua felicità, giacchè vi prende Tanta parte il mio cuor, ch’esser non voglio Felice io stessa, se non sei tu lieta.

66. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — LIBRO IV » pp. 55-66

O dolce Oreste, accogli Ne l’urna tua la desolata Elettra, Già volta in nulla, che a te vien, che agogna Teco abitar tra l’ombre lievi e nude.

67. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 245-250

Da un omaggio agli attori della Compagnia Pelzet e Domeniconi, per le recite dell’estate 1833 a Pistoja, tolgo la seguente epigrafe : a più splendida onoranza di maddalena pelzet tragica maravigliosa comica inarrivabile singolare commovitrice d’affetti per portamento e nobile gesto commendevole ; in matilde bentivoglio gelosa amante ; nella gismonda di contrarie passioni pittrice : nell’ester d’engaddi fedele e magnanima con bello esempio insegnò alle spose anteporre l’onore alla vita un ammiratore di tanto merito pubbliche gratulazioni e festivi applausi affettuosissimo porge DI GIUSEPPE MATTEI Quand’io pendo dal tuo labbro gentile, e il suon de'detti tuoi mi scende al core, sia che del vizio alla licenza vile ti faccian scudo la virtù, l’onore, sia che di fida sposa e figlia umile, o di tenera madre immenso amore t’infiammi il petto, o che cangiando stile arda tu d’ira e di crudel furore ; in estasi dolcissima rapito oltre l’usato il mio pensier veloce al Ciel s’estolle, e dopo averti udito muto io resto, nè so dir se potria bearmi il cor, più della tua, la voce di Melpomene stessa e di Talia.

68. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo V. Teatro greco. » pp. 26-81

 Quali sono or le tue risposte? […]  Tu, Re di Licia, ancora  Il nervoso e aurato arco tendendo,  L’infallibili tue forti saette  In nostro aiuto spendi. […] E tu, Bacco, non meno, a cui le tempie  Cinge aurata corona,  E godi aver con questa  Città comune il nome,  A le Menadi tue compagno e duce  Unico qua t’invia:  E questo tra li Dei  Spirto infame e nocivo  Fa che da la tua ardente Face trafitto giaccia. […] mai più le vaghe      Tue spaziose vie      Non calcherà il mio pié! […] Perché mai stringi      L’imbelle madre tua, e ti raccogli      Nel seno mio, quale augellin rifugge      Sotto l’ali materne?

69. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « LIBRO VIII. Teatri settentrionali del XVIII secolo. — CAPO I. Teatro Inglese. » pp. 232-294

«Ah, dice Comala, altri esser non può che il nemico di Comala, il barbaro figlio del re del Mondo… O spirito di Fingal, vieni, e dalla tua nube regola l’arco di Comala, sì che il tuo nemico cada come una lepre nel deserto… Ma che vedo! Fingal viene accompagnato da’ suoi spiriti, … Ombra diletta, vieni tu a spaventare insieme, e a consolare la tua Comala.» […] Tu da essi imparerai a nascondere i tuoi fini e a prendere la maschera dell’onore e della probità per arrivare al tuo intento a costo di chiunque sarà così sciocco di fidarsi della tua apparente onestà. […] Muori prima di me; non mi fido della tua debolezza.

70. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO III. Spettacoli scenici in Inghilterra. » pp. 88-136

Avverti però di qualunque modo tu ti accinga all’impresa a non macchiar l’anima con un delitto incrudelendo contro tua madre. […] E creder puoi capace Di tradimento tal la tua diletta? […] Tu sei morto, Amlet, non ti resta che mezz’ora di vita; la punta del ferro che tieni in mano, è avvelenata, e… mi ha morto; io ne avea una simile, e tu sei morto… Tua madre ha bevuta la morte nel vino… non posso più… il re… il re è il malvagio autore di tante stragi.

71. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 54-87

Quegli occhi, che vibrano saette hanno pertuggiato, succhiato, bucato, perforato il cuore al cuore di tutti i cuori miei ; la bocca è un Fialone, ove fanno nido le Grazie ; e Amore fatto ape vola al Ozimo, o Basilico di frondi grandi per suggere il miele dall’alma del fiore di Zumpano (Casale di Cosenza), le tue narici son pezzi d’artiglieria, che sbarando, e colpendo in questo petto fanno un dirupo della Casa matta della Bravura del Mondo. […] Ma ch’egli ha il Coliseo di Roma per Pallone, & la torre de gl’Asineli da Bologna per bracciale, & che se ne vadi trastulando per solazzo, ò questo non si può udire senza tenerlo per pazzo, & s’ è tale perchè poi darli tua figlia, ò tua sorella per moglie ? […] Godi dunque felice un tanto onore, che’l mondo in premio de le tue fatiche lieto ti porge, e ne ringrazia il cielo ; quindi avverrà che ognor le muse amiche avrai, e colmo d’amoroso zelo a le scene darai gloria e splendore.

72. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 149-268

Oibò, mangia tu la tua sibilla. […] quale è la tua patria? […] Mnesiloco furibondo si accinge a svenare la bambina: Incolpa o misera fanciulla (dice a lei rivolto), incolpa della tua morte la spietata tua genitrice: mori . . . . […] Non nominarmi; me la pagherai, se per tua colpa sarò scoperto da Giove. […] Fa quel che fai ora delle tue salcicce; scomponi e rattoppa a tua posta, purchè abbi cura di cattivarti l’animo del popolo, indolcendolo con belle parolette, a somiglianza de’ cuochi.

73. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO V. LIBRO VII » pp. 107-140

Qual diletto poi, e qual maraviglia non si prova alla risposta di Curiazio, Je vous connois encore, & c’est ce qui me tue! […] L’una è che da Augusto vien Cinna troppo avvilito con dirgli: “tu faresti pietà anche a chi invidia la tua fortuna, Si je t’abbandonnois à ton peu de merite; per la qual cosa non ebbe torto quel maresciallo de la Feuillade, che ciò udendo esclamò; oimè!

74. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO III. Teatri Orientali. » pp. 23-39

O cara pianta, di tutte la più risplendente, ricevi i miei amplessi e dammi i tuoi, piegando le tue braccia, lontana ancora io sarò a te divota.

75. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO II. Pastorali Italiane del XVII secolo. » pp. 274-291

Sul mio primo apparire alle tue case Tu mi accogliesti appena Con un cotal sorriso, A cui non rispondea per gli occhi il core.

76. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO II. Pastorali Italiane. » pp. 131-143

Sul mio primo apparire alle tue case Tu mi accogliesti appena Con un cotal sorriso, A cui non rispondea per gli occhi il core.

77. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Milano, 1°Aprile 1803. » pp. 318-327

Blanes, tu sei che a nuova vita spingi Eroe che giacque in muto avel sepolto E nudo spirto di tue membra cingi (Cincinnato).

78. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IX. Teatro di Euripide. » pp. 134-207

No, caro padre (io ti dicea pendendo Da le tue guance ch’oggi ancora io tocco) Non fia mai ver che in vecchia età ti lasci. […] La madre ha detto, ah figlia, ah madre sventurata per cagione della tua morte ; ed ella ripiglia, la medesima misura di versi conviene allo stato mio , ovvero, come traduce il p.  […] Mai più le vaghe Tue spaziose vie, Non calcherà il mio piè! […] Perchè mai stringi L’imbelle madre tua e ti raccogli Nel seno mio, quale augellin rifugge Sotto l’ali materne?

79. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VI. Teatro Greco. » pp. 44-148

Quali sono or le tue risposte? […] La madre ha detto: ah figlia, ah madre sventurata per cagione della tua morte; ed ella ripiglia: la medesima misura di versi conviene allo stato mio, o come traduce il dotto P. […] mai più le vaghe Tue spaziose vie Non calcherà il mio piè! […] Perchè mai stringi L’imbelle madre tua, e ti raccogli Nel seno mio, quale augellin rifugge Sotto l’ali materne? […] Delle di lui tragedie non per tanto si racconta che avendole Socrate ascoltate l’insinuò di bruciarle, dicendo: questo Platone ha bisogno dell’opera tua, o Vulcano.

80. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 832-837

…..mi recai nella tua genialissima Firenze, che io amo coll’anima d’un innamorato, e mi trovai una stanza presso un buon borghese, che era stato quindici anni in Inghilterra.

81. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO V. Teatro Tragico Francese nel XVII secolo. » pp. 166-211

Chi non sente elevarsi e commuoversi a ciò che dice Orazio a Curiazio suo cognato, Albe vous a nommè, je ne vous connois plus; ed alla risposta di Curiazio, Je vous connois encore, et c’est ce qui me tue. […] In prima con fare che Augusto rimproveri a Cinna son peu de merite, e dicendogli, tu faresti pietà anche a chi invidia la tua fortuna, se io ti abbandonassi al tuo demerito.

82. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO VI. Teatro Spagnuolo Comico e Tramezzi. » pp. 149-194

Qual fu la tua Facilità crudel! […] Deh piaccia al ciel, cugina, che tu vegga Dal sincero amor mio rassicurata La tua felicità, giacchè vi prende Tanta parte il mio cuor, ch’esser non voglio Felice io stessa, se non sei tu lieta.

83. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XIV. Commedia Nuova. » pp. 151-170

Un altro de’ più pregevoli frammenti di Menandro parmi quello recato da Plutarco nell’opuscolo de Consolatione ad Apollonium, che noi consultata la traduzione del Silandro così rechiamo in italiano: Se quando al dì la madre tua ti espose Con questa legge tu fra noi venisti, Che a tuo piacer girar dovesse il mondo: Se tal felicità propizio un nume A te promise, a gran ragion ti sdegni: Poichè la fe che ti giurò non serba.

84. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 2 pp. 2-245

Eugenio No, non sperar ch’ Eugenio sopravviva Alla perdita tua. […] Ecco sparite A un tratto l’ Ombre e stritolati i marmi E uscita in luce la tua esimia prole. […] Rimane solo, dice Pigliatutto, o figlia, a darti un nome per onorarti, e rendere a tutti nota la tua deità. […] Le dice al fine Non ti smarrir, son tua, voglio esser tua… Non so morire ? […] Elvira parte dicendo dispettosamente, Non mi seguir… Festeggia Nelle ricerche tue, sogna, vaneggia.

85. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 420-431

Io sarò intrepido, sarò forte contro all’invidia e alla tua inimicizia, e mi lagnerò sol quando mi farai vedere che questa sia cessata ; sono avvezzo a vedermi trattar male, e sconoscere gli affetti del mio cuore, ma ho tanta superbia, tanto orgoglio, e forza per calpestare la serpe che mi morde.

86. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO I. LIBRO I » pp. 12-33

O cara pianta di tutte la più risplendente ricevi i miei amplessi, e dammi i tuoi piegando le tue braccia, lontana ancora io sarò a te divota.

87. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 130-141

E già sacro l’invidia de'pedanti lo fece, e lo consola l’eco possente della tua parola.

88. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Latino e del Libro II — CAPO V » pp. 4-31

Amici vitia si feras, facis tua.

89. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO V. Continuazione del teatro Latino. » pp. 222-242

Amici vitia si feras, facis tua.

90. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Di Pistoia, questo dì 21 di ottobre 1589. » pp. 405-415

& poi nel fine dopo mille ingiurie ti convenga darli tua figliuola per moglie ?

91. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Di Venezia, 21 marzo 1620.Venezia, 16 di giugno 1618. » pp. 513-520

Giacean sepolte in un profondo oblìo le Muse, quando tu Flavio gentile le richiamasti, e con leggiadro stile principio desti al nobil tuo desìo : per te godon le scene il lor natìo honor ; e già se 'n vola a Battro a Thile glorioso il tuo nome, e l’empia e vile invidia paga il doloroso fio : Godi dunque felice un tanto honore, che 'l mondo in premio delle tue fatiche lieto ti porge, e ne ringrazia il Cielo : Quindi avverrà ch'ogni or le Muse amiche avrai, e colmo d’amoroso zelo a le scene darai gloria e splendore.

92. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Ferrara, li 4 marzo 1618.Ferrara, li 3 marzo 1618. » pp. 170-184

Ma la voce gentil che or trista, or lieta, allettando l’udito, il core impiaga, della facondia è inaccessibil meta : e fra i portenti è meraviglia vaga il tuo furor, ch’ ogni pensiero accheta ; la tua follia, ch’ ogni desire appaga.

93. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO I. Teatro Francese Tragico. » pp. 4-111

Ah figlio, La tua virtude al tuo coraggio è pari! […] La moribonda Mia man fralle tue braccia or la ripone. […] Montcassin, e che aspetti tu ad abbandonare una dimora indegna, dove il solo interesse è quello della nobiltà, dove la voce dell’orgoglio copre la voce del sangue, dove la tua fiamma è un delitto, e la mia un’ingiuria?

94. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda guerræ Punica. » pp. 91-171

Deh per questa destra, Per l’indole gentil, per quel bel cuore, Per la tua fe, per questa istessa, Panfilo, Derelitta fanciulla, io ti scongiuro; Deh non l’abbandonar, se qual fratello Sempre io ti ami, s’ella te solo apprezza, Per te respira, a’ cenni tuoi s’acqueta. […] E tu anzi reo del meritato sdegno Ti chiamerai, chiedendo in grazia ancora Un supplicio che lavi ogni tua colpa. […] E in mezzo a queste tue tante incertezze Eccoti dieci mesi già passati: Così te stesso e quella sventurata Hai rovinato, ed anco il tuo figliuolo, Per quel che ti appartenne.

95. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VIII. Teatro di Sofocle. » pp. 104-133

Forse nè anche le compagnie de’ Comici Latini eccedevano il numero di tre, almeno in tempo di Marziale, giacchè egli nel sesto epigramma del 6 libro diceva a Luperoo, Comoedi tres sunt, sed amat tua Palla, Luperce, Quatuor.

96. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO V. La Drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 148-185

Ecco che ti son tolta a gran furore, E non son or più tua.

97. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO IV. La drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 47-73

Ecco che ti son tolta a gran furore, E non son or più tua.

98. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo undecimo »

Vuoi, che al potere         Delle tue frodi         Ceda il sapere,         Ceda il valor. […] onor d’una nazione, che t’adorava nella tua vecchiaia dopo averti abbandonato nella tua giovinezza, e che vide con giubbilo premiati in un altro paese quei rari talenti ch’essa avrebbe dovuto conservare nel proprio, sì, tu saresti la Venere cui donerei il pomo della bellezza.

99. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda Guerra Punica. » pp. 129-244

Deh per questa destra, Per l’indole gentil, per quel bel cuore, Per la tua fe, per questa istessa, Panfilo, Derelitta fanciulla, io ti scongiuro; Deh non l’abbandonar, se qual fratello Sempre io ti amai, s’ella te solo apprezza, Per te respira, a’ cenni tuoi s’acqueta, Prendila, a te la dò, tu a lei sarai Amico, protettor, marito, e padre. […] E tu anzi reo di meritato sdegno Ti chiamerai, chiedendo in grazia ancora Un supplicio che lavi ogni tua colpa. […] E in mezzo a queste tue tante incertezze Eccoti dieci mesi già passati!

100. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO V. Tragedia Francese nel secolo XVIII. » pp. 75-133

Ah figlio, La tua virtude al tuo coraggio è pari. […] La moribonda Mia man fralle tue braccia or la ripone, Vivete senza odiarmi.

101. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 88-117

Vada co’ lustri a par l’alma Isabella, e le sia fregio a l’onorate chiome de la tua Dafne il sempre verde alloro. […] Sonetto CXXV Io non t’amo crudel, che me l’contende Del cor seluaggio la natia durezza ; Pur s’alcun veggio, che di tua bellezza Porti sembianza, à me si vago splende, Che contra’l voler mio nel cor mi scende Vn’affetto d’amara empia dolcezza ; E tanto può la micidial vaghezza, Ch’amoroso desire in me raccende.

102. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 118-139

Ma se non ponno i fiori trar quel frutto ch’ io bramo ; movati almeno a’ generosi affari de’ tuoi grandi avi il sangue, de’ genitori il vanto di cui siglie noi siam, Lazaro insieme ; Ma se per mia sventura e per tuo danno nulla val memorar fatti sublimi a cui l’ orecchia hai sorda, movati almen del gran rigor di Dio giusto castigo eguale, a tua colpa mortale.

103. (1738) Réflexions historiques et critiques sur les différents théâtres de l’Europe. Avec les pensées sur la déclamation

Et n’arrive-t-il pas la même chose de Phocas, qui par plusieurs reprises est sur le point de faire tuer son fils sans le connaître ? […] De l’autre côté Juba aime Marcia fille de Caton, laquelle est aussi aimée de Sempronius, autre sénateurs romain, qui s’habille en Numide pour enlever Marica sous le nom de Juba : ce prince le surprend, le tue, et obtient Marcia à la fin. […] L’amour de la liberté dans Caton devient opiniâtreté : il se tue, on le plaint, et on le blâme. […] Pharnace veut s’empresser de faire son coup : il déclare le stratagème dont il veut se servir pour faire entrer ses troupes, tuer Caton et enlever Arsène. […] On entend du bruit : Portius entre et revient aussitôt, en disant tout affligé que son père s’est tué : Portia tombe évanouie.

104. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO II. Tragedie Italiane del XVI secolo. » pp. 28-131

oimè, son queste Piaghe de la tua mano? […] Tu che figlia di dea ti chiami e sei E dea sembri negli atti e nel sembiante, Se la tua gloria gira al par del Sole A che cerchi oscurarla?

105. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO III. Melodrammi. » pp. 254-292

Noi vogliamo credere a questo acuto osservatore, il quale trovò spessissimo mancare di eleganza e di stile poetico fin anco la Gerusalemme; ma non vorremmo che prendesse per eleganza anche lo stile contorto ed oscuro in cui taluno sì spesso cade; vorremmo poi che il mondo che si trasporta e si riempie di dolcezza leggendo o ascoltando i drammi di Metastasio, fusse rapito ugualmente alle Cantate dell’elegante Bettinelli e dell’armonico Frugoni in vece di averle obbliate; vorremmo per soscriverci all’autorevole sua decisione che questo mondo culto e sensibile si commovesse più spesso ai drammi sì bene scritti del valoroso Zeno, e non già soltanto allora ch’egli canta alla maniera Metastasiana: Guarda pure, o questo o quello   E’ tua prole, è sangue mio:   Tu nol sai, ma il so ben io,   Nè a te, perfido, il dirò.

106. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAP. IV. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo XVI quando fiorirono gli scrittori producendo le Commedie dette Erudite. » pp. 136-255

Torci la bocca; più ancora, torci bene, per l’altro verso; più basso… Oh oh, or muori a posta tua. […] Tu vedi che la tua immagine mi stà continuamente nel cuor.

107. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO PRIMO. Risorge in Italia nel secolo XVI la tragedia Greca, ed il teatro materiale degli antichi. » pp. 86-174

oimè, son queste Piaghe de la tua mano? […] Tu che figlia di dea ti chiami e sei, E dea sembri negli atti e nel sembiante, Se la tua gloria gira al par del Sole, A che cerchi oscurarla?

108. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO II. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo. » pp. 175-262

Oh ob, or muori a posta tua. […] Tu vedi che la tua immagine mi stà continuamente nel cuore.

109. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo nono »

S’io desidero qualche celebrità pel mio nome, e qualche durevolezza pe’ miei scritti, non è l’ultimo tra i motivi quello di tramandare alla posterità i sentimenti d’ammirazione che m’ispira la tua memoria.

110. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO IV. Ultima epoca della Drammatica nel finir della Repubblica, e sotto i primi Imperadori. » pp. 172-221

Crede per un istante Ulisse, indi dubita, e dice a se medesimo: richiama le tue usate frodi e tutto te stesso, o Ulisse, Scrutare matrem.

111. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo primo »

Sia quel che dei Non quel che puoi dell’opre tue misura.

112. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquinto »

[NdA] Il problema intorno alle cagioni della deliziosa malinconia generata dalla tragedia che tanto ha occupate le penne di alcuni celebri scrittori del nostro secolo cioè dell’Abate Du Bos, di Fontenelle, di Hume, e di Cesarotti si trova molto prima sciolto mirabilmente da Lucrezio ne’ seguenti magnifici versi Suave mari magno, turbantibus aquora ventis, E terra magnum alterius spectare laborem; Non quia vexari quemquam est iucunda voluptas, Sed quibus ipse malis careas, quia cernere suave est, Suave etiam belli certamina magna tueri Per campos instructa, tua sine parte pericli.

113. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO IV. Ultima epoca della Drammatica nel finir della Repubblica, e sotto i primi Imperadori.  » pp. 245-317

Crede per un istante Ulisse, indi dubita, e dice a se medesimo: richiama le tue usate frodi e tutto te stesso, o Ulisse, Scrutare matrem.

114. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 137-226

Mi bien, ya que yo muero, vive tua.

115. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO I. Tragedie. » pp. 4-67

Aluro amante sì paziente vuol saperne la cagione, ed ella dopo di aver posto in contrasto l’amore ch’egli ha per lei con quello della patria, dopo di aver tenuto sulle spine l’ ascoltatore per altri ottanta versi, gli dice: senti la tua pena e la mia angustia; Giugurta . . ma viene Megara frettoloso, te lo dirò da poi; e finisce l’atto così, senza che niuno nè frettoloso nè a bell’ agio venga fuori.

116. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO V. Teatro Spagnuolo Tragico. » pp. 56-148

Aluro amante sì paziente vuol saperne la cagione, ed ella dopo di aver posto in contrasto l’amore che Aluro ha per lei con quello della patria, dopo di aver tenuto sulle spine Aluro e l’ascoltatore per altri ottanta versi, dice; Senti la tua pena e l’angustia mia.

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