Potrebbe ancora farsi vedere in qual guisa sappia essa congiungere l’ordine colla vivacità e colla chiarezza la forza, imbrigliare l’immaginazione senza rallentarne la possa, accomodarsi a tutte le inflessioni, e a tuti gli stili, conservando, ciò nonostante, l’indole sua propria, e nativa: quanto vaglia a esprimer tutte le passioni, e a dipinger tutti gli oggetti, e come divenghi lo strumento egualmente dallo spirito della fantasia, e degli affetti. […] Un intiero volume potrebbe scriversi contro a sì leggiera asserzione, nel quale si proverebbe ad evidenza: Che la pronunzia gutturale della nostra lingua si riduce a tre sole lettere delle ventiquattro, che compongono l’alfabeto, cioè “x”, “g” e “iota”; che il loro suono, quando vien proferito da bocca castigliana la sola depositaria fra noi del bello e colto parlare, è meno aspro, e men rozzo di quello, che sia la pronunzia del popolo più colto d’Italia cioè del fiorentino nel pronunziare in “ca”, dov’essi fanno assai più sentire la gorgia; che la frequenza di esse lettere non è tale, che non possa agevolmente schivarsi, ove si voglia comporre per il canto; che appena la terza parte delle parole spagnuole finisce in consonante, e per ben due terzi in vocale; che esse consonanti finali sono le più dolci, e soavi dell’alfabeto, per esempio “s, d, l, n, r”, ove la pronunzia niuno trova, o pochissimo intoppo; che le consonanti più ruvide, e meno musicali tanto adoperate dai Latini, dai Francesi e dai popoli settentrionali, come sarebbero “f, p, t, c, b, k, g, m, ll, rr” sono affatto sbandite in fine delle nostre parole; che niun vocabolo termina con due consonanti in seguito, come avviene agl’Inglesi, Tedeschi, Francesi e Latini; che però siffatte terminazioni rendono la notra lingua maestosa, e sonora senza renderla per questo men bella, come le frequenti desinenze in “-as, -es, -os” non toglievano alla lingua greca l’esser dolce, e soavissima; che quasi tutti i vantaggi insomma, che sono stati da me osservati nella lingua italiana circa la netezza de’ suoni, gli accenti, e la prosodia si trovano appuntino nella spagnuola, come si dovrebbe da un filosofico, e imparziale confronto, se l’opportunità il richiedesse.
Tutto il popolo abbisogna di essere educato perchè possa concordemente serbar gli statuti prescritti dal pubblico bene; corre perciò tutto il popolo alle biblioteche de’ filosofi?
Nelle parti odiose si trovan per lei delle scuse, e pare che il suo personaggio non possa agire altramente sia che la fatalità lo spinga, o la passione lo trascini, o le circostanze lo dominino.
Che il pensiero di quei taluni sia esatto non oserei affermare, sebbene si possa concedere che l’elemento nordico entri per qualche cosa nella presente modulazion della voce con predominio di note cavernose, e nella presente interpretazione de'vari tipi con predominio di sfiaccolamento fisico.
La riconosce il conte; ma ella come una dama privata gli presenta la chiave della prigione perchè possa fuggire. […] Condiscende il buon vecchio, e si conviene che Isabella rimarrà senza prendere marito tre anni e tre giorni, e questi scorsi nè tornando Diego più ricco, possa dare la mano a Ferdinando. […] Notabile non per tanto per le stravaganze è il carattere originale di Don Domingo, cavaliere onorato e valoroso, ma talmente innamorato del proprio comodo e così avverso a quanto possa torgli il menomo uso della propria libertà, che giugne all’eccesso e ne diviene ridicolo. […] Non v’ha regola di verisimile che in esse non si trasgredisca, nè stranezza di stile che non possa notarvisi; e pur vi si divisa un artificio che ne rende gli argomenti interessanti. […] L’unica che senza esitare possa chiamarsi tragedia, è la sua Elisa Dido 121.
Crebillon nato in Digione l’anno 1674 e morto in Parigi nel 1762 è il primo tragico Francese che in questo secolo possa degnamente nominarsi dopo P. […] Ma il conte di Calepio critico non volgare oppone non senza apparenza di ragione, che essendo Zaira uccisa appunto quando abbracciando la religione de’ suoi maggiori è disposta a rinunziare alla felicità che attendeva dalle sue nozze, sembra che la di lei morte non possa concepirsi come castigo della sua passione. […] Noi seguendo il nostro costume quello ne diremo che possa darne la più adeguata idea, non pensando servilmente con gli altrui pensieri, nè vendendogli per nostri quando ci sembrino giusti.
Io ignoro quanti siensi approfittati del di lui consiglio se non per poetar bene, almeno per cianciar male; non so poi se possa esservi uomo dotato di ugual malignità e stupidezza che adottar possa i di lui sentimenti.
con impazienza una risposta possa sempre con proprietà di rappresentazione darsi luogo alle battute musicali che debbono precedere. […] Se Anacreonte rinascesse, dubito che scrivesse in italiano un’ ode nè più armoniosa nè più dolce di questa: Oh che felici pianti, Che amabile martir, Purchè si possa dir Quel core è mio.
Oggi in Francia si produce ancora alcun componimento applaudito in teatro e letto senza noia; e benché non vi sia chi possa degnamente compararsi con veruno de’ quattro gran tragici di questo e del passato secolo, pure oltre alle poche di sopra già mentovate tragedie, merita distinta lode la Didone del signor le Franc marchese di Pompignan265.
Tutto il popolo abbisogna di essere educato perchè possa concordemente serbar gli statuti prescritti dal pubblico bene; corre perciò tutto il popolo alle biblioteche de’ filosofi?
Benchè a costui io non possa più mostrare il suo torto in que’ tre o quattro punti da lui toccati contro di me con tutta l’inurbanità a lui naturale, giacchè oppresso dalle meritate invettive de’ suoi paesani sin dal 1786 ha finiti angosciosamente i suoi giorni: non lascerò di dire, per avvertimento di chi forse gli rassomiglia, che se i nazionali mi avessero prevenuto in tessere una storia del teatro Spagnuolo, io avrei durata minor fatica ad ordinarne le notizie, e me ne sarei con piacer sommo approfittato. […] Non so in prima con qual fronte possa tacciarsi di colpevole negligenza uno straniero che si è industriato almeno di rinvenir qualche orma di ciò che dell’intutto si è veramente negletto da’ nazionali. […] Non può assicurarsi che las cortes de la muerte fosse un auto sacramentale; perchè nella penisola di Spagna vi sono stati auti che furono rappresentazioni drammatiche senza essere allusive al sacramento dell’Eucaristia; nè poi tralle figure del carro de’ commedianti se ne mentova alcuna che a ciò possa riferirsi.
S. grazia di Sue lettere, e douend’ io seguitar la Corte, Le mandi con qualche mezzo ch’ i’ possa hauerle. […] Hor se io haurò [per gratia di essempio] da uestir tre o quattro serui, uno ne uestirò di bianco, con un capello ; uno di rosso con un berettino in capo : l’altro a liurea, di diuersi colori : et l’altro adornarò, per auentura, con una beretta di ueluto, Et un paio di maniche di maglia, se lo stato di lui puo tollerarlo [parlando però di comedia che l’ habito Italiano ricerca] et cosi hauendo da uestir doi amanti, mi sforzo, si ne i colori, come nelle foggie de gl’ habiti ; farli tra lor differentissimi uno con la cappa, l’ altro co’ l ruboncello ; uno co pennacchi alla berretta, et l’altro con oro senza penne ; a fine, che tosto che l’huomo uegga, non pur il uiso, ma il lembo della ueste de l’uno, o dell’altro ; lo riconosca : senza hauer da aspettare, che egli, con le parole si manifesti. auuertendo generalmente, che la portatura del capo, è quella che piu distingue, che ogn’ altro habito, cosi ne gl’ huomini, come nelle donne : però siano diuersi tutti fra loro quanto piu si possa, et di foggia, et di colori. […] De gl’ aparati non uoglio che ragioniamo hoggi, et per dimane ui prometto di trattarne alquanto, Ma per non lasciarui ingannati, credendo uoi forse, che ci bisogna uno stato per rappresentare una tragedia, uoglio dir solo questo, che non é cosi mal fornita guardarobba d’un principe, che non se ne possa cauare da uestire ordinariamente ogni gran tragedia : se colui che la conduce, sara galant’ huomo, da sapersi seruire di quello che ci hà, et ualersi di alcuni drappi intieri, et di alcuni paramenti, et simile cose, dà far manti, soprauesti, et stole, con cinture, et nodi, ad imitatione de gl’ antichi, senza tagliarli, ne guastarli, in parte alcuna.
Alfonso vi trova Ormesinda viva, teme che veduta da Consalvo possa egli vacillare ad onta del suo voto, e tenta di evitar l’incontro dei due, ma non vi riesce. […] perchè Gerbino possa introdursi nella reggia. […] Per nulla dire di quel dall’uno e l’altro, non ben si vede come il tormento possa esprimere; al più può obbligare a palesare, ad esprimere. […] Non so però se lo spettatore avvezzo alle furbesche trame comiche di que’ due vili personaggi, presti loro, o non presti fede, e se possa commuoversi col padre. […] Il Odorico s’intenerisce oltre modo colla figlia; ora un ribrezzo o riprezzo del sangue crederei che possa indicare piuttosto orrore che tenerezza.
Ma per riescirvi parvi che bastar possa il confinarsi al mestiero subalterno di ripetere incessantemente e tradurre i componimenti oltramontani?
Ma bada bene; non v’è cosa più mostruosa che in certe circostanze il cuore umano non possa esser tentato ad approvare”. […] La di lui tetra morale quanto tempo dopo la tragica rappresentazione permette che si possa ridere?
Benchè a quel La Huerta io più non possa mostrare il suo torto in que’ tre o quattro punti da lui toccati contro di me con tutta l’inurbanità che a lui era naturale, giacchè oppresso dalle meritate invettive de’ suoi paesani sin dal 1786 ha finiti angosciosamente i suoi giorni: non lascerò di dire, per avvertimento di chi forse gli rassomiglia, che se i nazionali mi avessero prevenuto in tessere una storia del teatro Spagnuolo, io avrei durata minor fatica ad ordinarne le notizie, e me ne sarei con piacer sommo approfittato. […] Non so in prima con qual fronte possa tacciarsi di colpevole negligenza uno straniero che si è industriato, come io ho fatto, di rinvenir qualche orma almeno di ciò che dell’in tutto si è realmente negletto da’ nazionali. […] Non può assicurarsi, che las cortes de la muerte fosse un auto sacramentale; perchè nella penisola di Spagna vi sono stati auti che furono rappresentazioni drammatiche senza essere allusive al Sacramento dell’Eucaristia, e ne abbiamo le pruove nelle già riferite del portoghese Gil Vicente; nè poi traile figure del carro de’ commedianti alcuna se ne mentova che a tal sacramento possa riferirsi. 2.
[1.1.7] Quindi conchiude che la più tollerabile spiegazione che si possa dare a’ passi della sua poetica, si è il dire ch’egli non intenda esser necessarie amendue le commozioni, e che l’una possa bastar senza l’altra. […] Né stimo che in ciò fare prestar ci possa valevole suffragio l’esempio di Sofocle, il quale mi sovviene che nell’Elettra fa dire tre versi a Clitennestra senza che la figliuola ed il coro conoscano chi si lagni. […] Conciossiaché, quantunque la pietà non si possa eschiudere dal numero delle virtù, l’abito del piagnere agevolmente è sempre indizio d’animo molle e di fievolezza feminile che mal s’accorda con la magnanimità: che che s’abbian detto alcuni, schiavi ammiratori di Virgilio. […] Prima si potrebbe rispondere che fra il latino ed il greco non è sì grande la differenza che questo non possa facilmente soprabbondare per cagione di qualche perifrasi che piaccia a chi traduce. […] Per lo che rimane evidente che li Francesi, non avendo avuto fino a’ nostri giorni alcun poema eroico che possa contrapporsi a più mediocri di que’ moltissimi che noi abbiamo, tanto cedono in grandezza agli Italiani quanto si lodano d’avanzarli.
Infatti ella è opinione de’ migliori nostri maestri che il contrappunto, o vogliam dire l’armonia simultanea di varie parti, possa bensì produrre una certa temperanza, che alla musica di chiesa dà tanto decoro e solennità, ma che a risvegliare nell’animo nostro le passioni non sia atto per niente.
L’autore si prefisse la più bella azione che possa onorare un buon padre di famiglia per farlo trionfare utilmente sulla scena; cioè l’obbligare, ad onta della propria nobiltà, il figliuolo a mantener la fede ad una fanciulla di condizione inferiore ch’egli avea renduta feconda.
L’autore si prefisse la più bella azione che possa onorare un buon padre di famiglia per farlo trionfare utilmente sulla scena; cioè l’obbligare, ad onta della propria nobiltà, il figliuolo a mantener la fede ad una fanciulla di condizione inferiore, ch’ egli avea renduta feconda.
E. permette che ogniuno possa spiegarle così le pretensioni come i disgusti particolari, non mancherò anch’ io, sì come gli altri àn fatto, scriverli ciò che l’animo mio sente, sì per discolparmi di quanto mi viene aposto, come per godere di quel privilegio che agli altri miei compagni V.
La riconosce il conte; ma ella come una dama privata gli presenta la chiave della prigione perchè possa fuggire. […] Condiscende il buon vecchio, e si conviene che Isabella rimarrà senza prender marito tre anni e tre giorni, e questi scorsi nè tornando Diego più ricco, possa dare la mano a Ferdinando. […] Notabile nonpertanto per le stravaganze è il carattere originale di Don Domingo, cavaliere onorato e valoroso, ma talmente innamorato del proprio comodo e così avverso a quanto possa torgli il menomo uso della propria libertà, che giugne all’eccesso e ne diviene ridicolo. […] Non v’ha regola di verisimile che in esse non si trasgredisca, nè stranezza di stile che non possa notarvisi; e pur vi si scorge un artificio che ne rende gli argomenti interessanti.
Ma bada bene; non v’è cosa più mostruosa che in certe circostanze il cuore umano non possa esser tentato ad approvare. […] La di lui tetra morale quanto tempo dopo della tragica rappresentazione permette che si possa ridere?
Di più se è di notte, sì che non possa esser veduto, ond’è che sopravviene un altro che lo ravvisa? […] Io non vò altri che Euripide, perchè un furbo, com’ egli è, saprà contribuire dalla sua banda a far sì che io possa agevolmente condurlo meco. […] Strepsiade domanda in qual modo possa venirne a capo. […] Ma affinchè io possa tutto narrarti, prendi questo parasole, e tienlo sopra di me sì che non sia veduto daglì dei. […] Intanto i di lui compagni non sanno dar fede a Carione, nè persuadersi, come un cieco pitocco e pieno di malanni possa arricchirli.
Sottolinea tuttavia come, nel momento di massima espressione del fuoco, sia necessario per l’attore l’intervento dell’arte, che possa domarlo e indirizzarlo. […] Io non disamino se la versificazione sia così propria e indispensabile alla tragedia, che questa non si possa assolutamente scrivere in prosa. […] E per lo contrario nella gioja si vuole vivere e sentire il più che si possa, e più atti festivi si ripetono e si comunicano, amandosi di vedere la stessa passione diffusa negli altri e moltiplicata, per quindi raccoglierla di nuovo e goderne ancor più. […] Il perché se l’interesse principale che domina esige di mostrare la cosa che si narra o si vuol persuadere, tutta l’intenzione di chi parla si raccoglie a presentarla siffattamente che non possa non tutta vedersi da chi l’ascolta. […] Oltreché qualunque disposizione debbe essere instancabilmente esercitata per acquistare quello sviluppamento e quella forza di cui possa esser capace.
Il signor di Crebillon nato in Digione l’anno 1674 e morto in Parigi nel 1762, è il primo tragico francese che in questo secolo possa degnamente nominarsi dopo Pietro Corneille e Racine. […] Ma il Conte di Calepio critico non volgare oppone non senza apparenza di ragione, che essendo Zaira uccisa appunto quando abbracciando la religione de’ suoi maggiori è disposta a rinunziare alla felicità che attendeva dalle sue nozze, sembra che la di lei morte non possa concepirsi come castìgo della sua passione. […] Noi seguendo il nostro costume quello ne diremo che possa darne la più adeguata idea, non pensando servilmente con gli altrui pensieri, nè vendendogli per nostri quando ci sembrino giusti.
Due suoi versi dal medemo Gellio recati potrebbero dar motivo a’ fisici di rinnovare l’antica ricerca, se il parto, senza essere abortivo, possa anticipare, ovvero differire l’uscita dal seno materno oltre a’ soliti nove mesi. […] Tuttavolta nel dividersi in tal guisa pare che non regga il rimanente, nè possa terminar l’atto II colla scena quarta, e col verso, Sed eccum ipsum video in tempore huc se recipere; inconveniente nè anche sfuggito da’ mentovati codici della Vaticana. […] Purchè il possa tu far, non v’ha di questa Nè più gloriosa, nè più forte impresa.
Prima che facci questo strabalzo il trottolante mio cuore, vi supplico cum totam coradellam meam, di farmi avere il vostro ritratto, acciò possa a quello fissare gli occhi con attenzione sviscerata, senza batter palpebra, che ciò facendo (come ne son certo) precipiterà dalle pupille qualche lagrimetta, la quale rinfrescherà alquanto il mio ardore.
Laddove se le si accoppia una poesia troppo carica d’incidenti, l’affollamento di essi fa che l’una non vada mai d’accordo coll’altra, e che la musica non possa marcar le situazioni, che le somministra la poesia. […] L’unico uffizio della critica è quello di perfezionarli, riducendoli alla maggiore semplicità e verosimiglianza. perché il poeta drammatico sceglierà per il duetto il punto più viva, ovvero sia la crisi della passione, userà il più che possa del dialogo nell’aria che lo precede, sarà ristretto ne’ periodi, conciso ed animato ne’ sentimenti.
Agamennone chiamato re de’ mortali (titolo per altro dato nella poesia greca e latina al solo Giove) lodando Achille dice che il di lui nome solo è definizione degna di lui: di Agamennone si dice che gli eroi della Grecia si gloriano d’essergli soggetti, nivelando su conducta por su prudencia: de’ Greci si dice, separamos los brazos de los cuellos de las esposas, volendosi dire che si sono distaccati dagli amplessi delle consorti, benchè separar le braccia da i colli possa parer piuttosto un’ esecuzione di giustizia: di un reo che involge gl’ innocenti nella sua ruina, dicesi con espressione propria, felice ed elegante, hizo participantes del castigo agl’ innocenti: si danno braccia ad una pecora, dalle quali il lupo strappa gli agnelli: per dirsi che Agamennone nè vuol cedere Criseida nè permettere che sia riscattata, si dice con tutta proprietà castigliana che ni cederla quiere ni redimirla, quasi che dovesse egli stesso riscattarla da altri.
Questi signori non attendono che questa tua risposta ed io egualmente onde non restarmene in pendenza e potere realizzare la mia idea di trovarmi nuovamente vicino alla prima attrice drammatica che possa vantare la nostra Italia.
Giulio Cesare Beccelli, nelle quali sostiene che la Poesia possa più della Pittura.
Due suoi versi dal medesimo Gellio recati potrebbero dar motivo a’ fisici di rinnovare l’antica ricerca se il parto, senza essere abortivo, possa anticipare ovvero differire l’uscita dal seno materno oltre a i soliti nove mesi. […] Tutta volta nel dividersi in tal guisa pare che non regga il rimanente, nè possa terminar l’atto II colla scena 4, e col verso, Sed eccum ipsum video in tempore huc se recipere , inconveniente nè anche sfuggito ne’ codici della Vaticana. […] Purchè il possa tu far, non v’ha di questa Nè più gloriosa, nè più forte impresa: Ma pensa ben, che se cominei e cessi A mezza strada, se da lei lontano E senza esser chiamato, e nel più forte Del cruccio, da te stesso ti presenti Alla sua soglia, e l’amor tuo palesi, E quanto in odio a lei, te stesso abberri, Tu sei perduto.
Aggiugniamo qualche sentenza sparsa nel Saggio sul Gusto di Cartaud de la Vilade, affinchè il leggitore, dopo avere ammirato nel surriferito bel parallelo un prezioso monumento del buon gusto e del giudizio degli ottimi critici della Senna, possa divertirsi con un piacevole contrasto del gusto vero col fantastico, di una scelta crudizione colla leggerezza, e del dotto Le Batteux col bello-spirito La Vilade. […] In questa tragedia ancora Euripide nulla omette che possa ridondare in onore di Atene sua patria.
Il repertorio del Vaudeville è assai copioso e vasto appunto come richiede simil genere, perchè possa sussistere, essendone l’anima la varietà, e mal comportandovisi la ripetizione.
Non si domandi dunque se l’amore possa entrar nelle tragedie come ogni altra eccessiva passione; ma si bene, qual sia l’amore che le degradi, e che indebolisca quasi tutte le tragedie francesi.
Debbe insieme chi legge operar, che l’ intelletto comandi alla memoria che dispensa il Tesoro de’ premeditati concetti nello spacioso campo delle continue occasioni, che la Comedia porge, in quel modo, ch’ egli possa pretender di mieter applauso, et non di raccoglier odio, come fanno certi, che trattano con un servo sciocco, od una femina vile, con quelle forme di dottrine, che solo vanno adoperate con huomini saggi, et di eminente conditione.
Noi ne parliamo in questo capitolo dove pare che possa entrare per più ragioni. […] Affinchè il leggitore che non Pha mai avuto sotto gli occhi, possa giudicarne, ne ripeterò qui succiutamente l’analisi che ne produssi nel 1798. […] Nelle altre scene però non veggo chiaro, in qual maniera aspettandosi p. e. con impazienza una risposta possa sempre con proprietà di rappresentazione darsi luogo alle battùte musicali che debbono precedere. […] Se Anacreonte rinascesse, dubito che scrivesse in italiano un’ode nè più armoniosa, nè più dolce di questa : « Oh che felici pianti, Che amabili martir, Pur che si possa dir, Quel core è mio. […] Non so però se lo spettatore avvezzo alle furbesche trame comiche di que’ due vili, presti loro o non presti fede, e se possa commuoversi col padre.
Circa all’altra domanda, se io creda, che si possa dire altrettanto della Semiramide del Manfredi, rispondo colla medesima nettezza, che da questa sola domanda comprendo che l’Apologista non l’abbia letta, nè abbia udito parlarne, e che il Virues avrebbe potuto approfittarsi di essa, essendo stato in Italia, e la Tragedia del Manfredi essendovisi impressa sette anni prima di spirare il secolo XVI.; ma ciò non volle la sorte del Teatro Spagnuolo, e il Virues compose la sua Tritragedia.
E se n’è così innamorato, che con ogni sforzo apologetico si adopera, perchè i Lopi continuino nella propria nazione, e più tardi che si possa sorgavi (che al fine dee sorgervi) qualche riformatore simile a Corneille.
Nulla parmi che si possa aggiugnere a ciò che giudiziosamente adduce il signor De la Guilletiere o Guillet nella II parte della sua Lacedemone Ancienne et Nouvelle per confutar l’errore del Cragio, il quale hassi creduto, che gli spartani non avessero avuto spettacoli scenici, inducendo alcuni altri scrittori nel medesimo errore.
Non si domandi dunque se l’amore entrar possa nelle tragedie come ogni altra eccessiva passione; ma si bene, qual sia l’amore che le degradi, e che indebolisca quasi tutte le tragedie francesi, Giovanni Racine nelle sue belle favole non sempre si appressa alla perfezione, benchè sempre sia nobile, elegante, armonioso e saggio.
La giovane Rufina carattere freddo ma di buona morale nella scena seconda del II atto vorrebbe che Cortines suo padre (sarto di mestiere che si adira se altri se ne sovvenga, e vuol passar per nobile) venisse richiamato alla ragione col mostrarglisi per qualche via gl’inconvenienti della sua vanità; ma come buona figliuola teme che tal disinganno accader possa con danno o dispiacere del padre.
Filippo Nericault Des Touches nato in Tours nel 1680 e morto nel 1754, le cui commedie cominciarono a rappresentarsi nel 1710, possiede arte e giudizio, ed anche spirito comico, benchè non possa sostenere il confronto della piacevolezza di Regnard, non che dello stile e delle grazie di Moliere.
[6] Tra il fracasso dell’armonia, tra i tanti suoni accavallati l’uno sopra l’altro, tra i milioni di note, che richieggono il numero e la varietà delle parti, qual è il cantore la cui voce possa spiccare? […] L’amicizia farà sentire il linguaggio della tenerezza, s’asterrà d’ogni motto che possa inacerbire la sua doglia, accompagnerà talvolta con una lagrima fuggitiva le lagrime dello sventurato amico.
La tetra sua morale quanto tempo dopo la rappresentazione tragica permette che si possa ridere?
Ill.ª mi creda che non c’ è che Iddio che ci possa rimediare, ma dubito non sia dal medesimo abbandonato affatto, poichè in lui non si scorge un minimo pensiero di uomo, non che di buon cattolico.
Giova fermarsi alquanto sopra di essi per conoscere i vari costumi de’ secoli, e fin dove possa giugner l’abuso che fa talvolta l’uomo degli oggetti più rispettabili.
Di che possono far fede l’inimitabile addio di Megacle e di Aristea nell’Olimpiade, e il lo conosco a quegli occhietti della Serva padrona, modelli entrambi di gusto il più perfetto cui possa arrivarsi in codesto genere.
Dubitaste forse, che possa esservi uno Scrittore così strano, che censuri assolutamente il canto teatrale?
Marmontel, senza citarlo «La commedia italiana dopo la Calandra del cardinal Bibbiena, e la Mandragola del Macchiavelli, é stata condannata al genere grossolano… ad un intreccio sprovvisto d’arte, di senso, di spirito, di gusto, così che nella immensa sua collezione non v’é una sola commedia, di cui un uomo di spirito possa sostenere la lettura» .
L’ingegno consiste nel concatenar sì aggiustatamente i pensamenti de’ personaggi nelle circostanze in cui si trovino, che gli eventi sembrino fatali, e lo spettatore possa pensare che posto egli stesso nella loro situazione, si appiglierebbe al medesimo partito, e non fuggirebbe l’istesso destino.
Teme che veduta da Consalvo possa egli vacillare ad onta del suo voto ; e tenta di evitare che s’incontrino, ma invano. […] Serva di saggio ciò che dice Farfè nella bella scena quinta dell’ atto II, in cui si ammirano quattro caratteri dissomiglianti ugualmente importanti, e bene espressi nella deliberazione di Carlo sul foglio del Parlamento, Hai tu vaghezza Di grande tanto divenir che alcuno Pareggiar non ti possa ? […] Incresce in tal rappresentazione che, mentre gli altri percuotono il dittatore, Bruto o per esser più da lui lontano o perchè si trattiene per esser suo figlio, dica E che io sol ferir nol possa ! […] Non investigherò, come taluno ha fatto, se il Bruto secondo di Alfieri possa far dimenticare la Morte di Cesare di Voltaire.
Filippo Nericault des Touches nato in Tours nel 1680 e morto nel 1754 le cui commedie cominciarono a rappresentarsi nel 1710, possiede arte e giudizio, ed anche spirito comico, benchè non possa sostenere il confronto della piacevolezza di Regnard, e molto meno dello stile e delle grazie di Moliere.
Aggiungiamo qualche sentenza sparsa nel Saggio sul Gusto di Cartaud de la Vilade, affinchè il leggitore, dopo avere ammirato nel bel parallelo surriferito un prezioso monumento del buon gusto e del giudizio degli ottimi critici della Senna, possa divertirsi con un piacevole contrasto del gusto vero col fantastico, di una scelta erudizione colla leggerezza, e del dotto Le Batteux col bello-spirito La Vilade. […] In questa tragedia ancora Euripide nulla omette che possa ridondare in onore di Atene sua patria80.
Quanto poi al Rosa (aggiugne il lodato Baldinucci che ciò racconta) non è chi possa mai dir tanto, che basti, dico della parte ch’ei fece di Pascariello; e Francesco Maria Agli negoziante Bolognese in età di sessant’anni portava a maraviglia quella del Dottor Graziano, e durò più anni a venire a posta da Bologna a Firenze lasciando i negozj per tre mesi, solamente per fine di trovarsi a recitare con Salvadore, e faceva con esso scene tali, che le risa che alzavansi fra gli ascoltanti senza intermissione, o riposo, e per lungo spazio imponevano silenzio talora all’uno talora all’altro; ed io che in que’ tempi mi trovai col Rosa, ed ascoltai alcuna di quelle commedie, so che verissima cosa fu, che non mancò alcuno, che per soverchio di violenza delle medesime risa fu a pericolo di crepare.
Euripide finalmente se ne burla nella sua Elettra; e non sembra al certo la migliore delle agnizioni teatrali questa di Eschilo, benché si possa in qualche modo discolpare.
Faccia La sua fortuna, anzi la lor fortuna Ch’io non discopra in ciò cosa diversa, Non pur contraria, al desiderio mio, Che a Dirce, a lei, a Nino istesso, a quanti Colpa n’avranno, io mostrerò che importi Il macchinar contro il voler di donna Che possa quanto vuol.
Riflette poi che Imetra debbe aver qualche secreto nel cuore contro al disegno delle sue nozze e di quelle di Dirce, e soggiugne, faccia La sua fortuna, anzi la lor fortuna Ch’io non discopra in ciò cosa diversa, Non pur contraria al desiderio mio; Che a Dirce, a lei, a Nino istesso, a quanti Colpa n’avranno, io mostrerò che importi Il macchinar contro il voler di donna Che possa quanto vuol.