A sedici anni dunque ella si trovò a interpretare, e ne’teatri di maggior grido, la Messalina, la Signora dalle Camelie, il Trionfo d’amore, la Giuditta, la Pia de’ Tolomei, ecc. ecc. […] Oggi, ancor giovine, vive col marito in Livorno, ritirata dalle scene, lieta di potere di quando in quando offrir l’opera sua d’artista in pro di qualche sciagura.
Il vasto imperio russiano, che comprende oggi un paese disteso per 1500 leghe dalle frontiere della China fino a’ confini della Polonia e della Svezia, e comunica al mezzogiorno col mar nero e ’l Caspio, e al settentrione col mar bianco e ’l Baltico, quasi fino al terminar del secolo passato non molto differiva da’ costumi de’ selvaggi samojedi, morduati, e siberiani che gli appartengono. […] Egli ha composte dieci o dodici tragedie tratte dalle storie nazionali, e i di lui compatrioti n’esaltano la versificazione e l’esattezza in offervar le buone regole. Havvi ancora alcune commedie tradotte dalle migliori francesi, danesi e tedesche; ma la nazione non approva che tre o quattro commedie originali, scritte in quel genere di comico basso che si avvicina alla farsa.
La regina Cristina si valse della penna del Messenio per far comporre favole suedesi comiche e tragiche per rappresentarsi da’ cavalieri e dalle dame di corte; ma furono primi tentativi superati in certo modo da Olao Dahlin nato nel 1708, che altre indi ne scrisse meno imperfette. […] Il presente re per animar la nazione congedò la compagnia francese, e compose egli stesso la Generosità di Gustavo Adolfo recitata dalle dame e da’ cavalieri di corte sul teatro di Utrichsdahl74. Adlerbeth suo segretario ha secondato con buon successo le reali vedute scrivendo un’ Ifigenia in Aulide tragedia con cori ricavata dagli antichi, e Cora ed Alonso componimento posto in musica dal Nauman, ed altre favole musicali imitate dalle francesi, cioè Procri e Cefalo, Anfione, Nettuno ed Anfitrite.
II), il quale, accennando al fatto che la Manzoni, da lui scritturata pel Sacchi, si sciolse poi dall’impegno, vinta dalle supplicazioni e dalle lagrime de' suoi compagni e delle sue compagne, che vedeansi alla rovina, abbandonati da lei, conchiude : Ella ha abbandonata in età giovanile la comica professione in cui si distingueva dalle altre attrici, per abilità, e per educazione, pochi anni dopo l’accennato accidente, e s’è ben meritata la fortuna che la pose in istato di poter fare un tal passo, per dedicarsi, com’ella fa con tutto lo spirito, a istillare in due suoi figliuoletti, le massime più austere della virtù sociale e spirituale.
E di quei giorni, in cui artisti ed autori, veri autori e veri artisti, pareano spuntare dal suolo, in cui la febbre dell’arte, la curiosità d’ogni artistico evento affollava i teatri, rendeva secondi i confrontie le gare di quei giorni, una luce avvolgeva ancora la Giagnoni : cosi la sua mirabile artistica natura s’era venuta via via formando alle perfezioni di un’arte, che non già sostituiva al convenzionalismo antico un altro convenzionalismo più melenso e più povero, mache assorgeva dalle raffinatezze e dalle delicatezze più squisite del gusto e della modernità alle energie, agli impeti, alle lagrime della passione, alle grazie della comicità più festiva, ai fascini di un’idealità che si rispecchia nel vero.