Per lei la Palmira Spinazzi ebbe i trionfi che dovevano avere poi il Tecoppa, il Pedrin, il Massinelli, il Pastizza e gli altri personaggi proverbiali del Ferravilla. Per parecchio tempo anzi essa fu appunto nella primitiva compagnia quello che è il Ferravilla nella sua : il personaggio più atteso, più gustato, più applaudito della produzione.
vii Vanne picciol mio parto Se ben pochi ornamenti hai dentro, e fuore, In mano a lei, ch'è de l’Italia honore ; Così t’auesse, acciò le fossi grato, Orfeo composto, e Dedalo legato, O almen fosse a l’Autore D'esser il libro suo dal Ciel concesso, Per viuer sempre a sì gran Donna appresso. […] lxvi Rubò Prometeo il foco À le ruote del Sole, Per farne parte a la mondana prole ; Rapì Tantalo a Gioue Il Nettare, e l’Ambrosia ; ma toglieste Gli alti concenti, e l’armonia celeste Voi Madonna a le Stelle, et a le noue Sfere superne ; e'l furto riteneste Dentro le labra : nè per questo sete Con fame eterna, e con perpetua sete Punita ne l’inferno, o nel Caucaso, Ma fatta habitatrice di Parnaso. […] CORO Sacrosanto Himeneo, Che alberghi in Helicona Con la tua casta madre, Là doue il Pegaseo Fonte, le dotte squadre De i Cigni a bere inuita, Per c’habbin la corona Dal figlio di Latona, Di quella fronde, ch'ha perpetua uita, E d’essa ornati poi, Cantin la gloria de gli eccelsi Heroi. […] O dolce, e bel legame, Che fosti in Cielo ordito Per man de l’infinito E sempiterno Amor, di quello stame, Che il viuer volge ancora, Tal che a scioglierti un huom, conuien che mora.
Per servir sempre al possibile all’istorica veracità in ogni parte di quest’ opera, conviene quì aggiugnere una nota al libro III contenuto nel presente volume, indi due correzioni, giunte, o miglioramenti al precedente. […] Per avviso però datomi con somma gentilezza dal dotto Sig.
Per trascorso di memoria, avvertitomi da un letterato amico, si disse di Filippo IV nella pagina 203 v. 9: Che espulse un popolo di Mori &c.
Per istigazione più specialmente di suo marito, preferì scritturarsi come seconda donna in quella migliore di Gerolamo Medebach, che agiva sei mesi dell’anno al Teatro di S.