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2. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Latino e del Libro II — CAPO VII. Copia di Teatri per l’Impero: magnificenza e profusione eccessiva negli spettacoli sceneci. » pp. 38-55

Antiochia ne avea un altro, e i di lui istrioni furono cagione della trascuraggine e della fatal ruina di Macrinob. […] Egli punì come reo di maestà lesa un poeta che in una tragedia avea inserite alcune parole ingiuriose contro il re Agamennone. […] Intanto però la gente da teatro avea di giorno in giorno acquistato tal predominio sopra i Romani, che i personaggi più illustri, e le matrone più nobili facevano a gara nell’arricchirla, nel trattarla con somma famigliarità, e nell’amarla follemente. […] Cajo Caligola non avea ritegno di baciare in pubblico l’eccellente pantomimo tragico M. […] Tali popoli Italiani ne infusero l’amore in quella gente che Romolo avea raccolta intorno ai sette colli.

3. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 647

Era nata nel 1807 ; di questi ultimi tempi ella avea patito, patito assai, ma le forze non l’avevano abbandonata se non che all’ultim’ora. L’ho incontrata parecchie volte in corridoi di teatri, o d’ avanti a un « botteghino, » o avviantesi, passo passo, lungo i muri, alla piazzetta Tagliavia dove, a casa di Aniello Balzano, Pulcinella alla Fenice, avea un lettuccio per carità.

4. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 788-789

Sì, se per minchioncione s’avea da intender colui che avea la casa e la borsa aperte a tutti ; il cuore, l’animo, gli affetti intimi affidati a tutti ;… ch’era ottimista per eccellenza, che finiva col prestar gratis a’ comici che si staccavan da lui le scene e le tende a lui indispensabili, che aveva tavola imbandita, che le sventure altrui faceva sue….

5. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 254

Nato da civili parenti, e rimasto, giovanetto, orfano del padre, si diede alla scena, in cui sognava di diventare egregio artista sotto la maschera di Truffaldino, per la quale avea potuto ispirarsi all’arte di Felice Sacchi (Sacchetto) prima, poi di Ferdinando Colombo, in Compagnia di Pietro Rossi. […] In questo frattempo, il capocomico Pietro Rossi offrì la propria figliuola in moglie al Perelli, che andò a sposarla a Gorizia sul finir del carnovale '77, restando poi col suocero tutto il '78, e assumendo l’impresa e la direzione della Compagnia l’anno successivo, in cui il Rossi avea abbandonato l’arte.

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