Stanchi i bavaresi della Compagnia tedesca capitanata dal Treu, e desiderosa forse la stessa Adelaide di Savoia, riandando la sua giovinezza e i godimenti provati alla rappresentazione del Cid di Corneille, di riviver quell’ore di esaltazione dello spirito, risolse di chiamare a sè una buona Compagnia francese, che si recò a Monaco l’estate del 1671, condotta da Filippo Millots, e vi rimase fino alla morte della principessa elettorale.
Corneille. […] Prima però che Corneille si avvedesse delle proprie forze nel genere tragico, e che comprendesse quanto la regolarità contribuisca all’accrescimento dell’istruzione e del diletto col partorir l’illusione, l’anzinominato Giovanni Mairet fece utilissimi passi nelle sue contrade.
Nel maneggiare l’argomento degli Orazii prese Corneille scorta migliore, o che ne dovesse a dirittura la via all’Orazia di Pietro Aretino, o che vi s’incaminasse sull’imitazione che di questa tragedia italiana fatta ne avea venticinque anni dopo Pietro de Laudun Degaliers. […] Ampio campo aprì il Corneille al moderno coturno col grande oggetto politico dell’abdicazione dell’Imperio nella scena in cui Augusto chiede su di ciò il parere di que’ medesimi cortigiani che stanno congiurando contro di lui. […] Il Poliuto è un’altra delle applaudite tragedie del Corneille. […] Al contrario sparisce ogni idea tragica allorchè Cesare presso Corneille dice di aver combattuto con Pompeo ne’ campi di Farsaglia pe’ begli occhi di madama Cleopatra , espressione tolta a’ marchesini francesi. […] Le grand Corneille faisant pleurer le grand Condè d’admiration, est une époque bien celebre dans l’histoire de l’esprit humain.
Lo stile delle commedie turche é sommamente osceno; ma abbiam veduto, che non son più decenti alcune commedie di Aristofane, le inglesi, e ’l teatro francese prima di Corneille.
Vondel si distinse fra’ suoi con alcune tragedie al pari di Corneille e Shakespear, benchè a questi di molto inferiore.
Quale che meriti di porsi in confronto de’ due Corneille, di Racine, del Piron, del Crebillon, del Voltaire?
Il successo ne fu clamoroso ; e, naturalmente, vi fu anche una invasione di tragedia ; all’ Aristodemo del Dottori tenner dietro le traduzioni di tragedie dei due Corneille e di alcune di Racine nei collegi, specialmente per sollazzo di carnevale.
Oh quanti vostri pregiudizj, Signor Abate mio, avreste detestati, se nello scorso Dicembre del 1781. aveste potuto godere nel Teatro de la Cruz la rappresentazione del Cid di Corneille (non di Castro), tradotto senza stravaganze, lodata dagl’Intelligenti, e ascoltata per moltissimi giorni con prodigioso concorso, silenzio, e diletto da quella Plebe, che Lope e voi credete incapace di compiacersi de’ buoni Drammi. […] E se n’è così innamorato, che con ogni sforzo apologetico si adopera, perchè i Lopi continuino nella propria nazione, e più tardi che si possa sorgavi (che al fine dee sorgervi) qualche riformatore simile a Corneille. […] Fu questa medesima Principessa, che indi fe travagliare, senza che l’uno sapesse dell’altro, e Racine e Corneille a un medesimo argomento, cioè alla Tragedia di Berenice. […] Esse esprimevansi da Racine con naturalezza, grazia, e maestria, e trovandone i semi ne’ cuori degli spettatori (fossero poi, o non fossero Platonici, che ciò nulla monta), facevano accogliere le sue Tragedie con plauso indicibile, e venivano sostenute da un partito potentissimo a fronte di quelle del gran Corneille.
Il suo Cid non divenne vera Tragedia se non nelle mani di Corneille; or possiamo dire con sicurezza che fosse vera Tragedia cotesta Dido y Eneas?
Tutti questi componimenti regolari e scritti con eleganza superiore a quanto colà si era prodotto prima di lui, ballarono, sì, per additare il sentiero; ma poche traduzioni, quando non sono accompagnate da opere maestre originali, come quelle che indi produsse in Francia il lodato Corneille, non possono fissare il gusto e sondare in una nazione un buon teatro. […] Nella corte erasi introdotta una compagnia di attori francesi, che rappresentava i componimenti di Molière, di Corneille ec.»
Non può questo avvalorar l’idea che il Matamore, di cui abbiam già il tipo nel 1616 nella Illusion di Corneille, sia qui personaggio di compagnia francese ?
quale che possa porsi in confronto de’ due Corneille, del Racine, del Piron, del Crebillon, del Voltaire?
Corneille ed in Giovanni Racine.
Andrea Zanotti pubblicò due traduzioni a stampa : dell’Eraclio e del Cid di Corneille.
Je suis assuré que la gloire de Corneille, de Racine et de Molière n’en aurait été que plus éclatante ; en leur donnant des concurrents, on le les aurait, pour ainsi dire, fait triompher qu’après avoir combattu. […] Ces deux auteurs n’ont plus laissé les poètes dramatiques en doute sur la route qu’ils dévoient prendre : et tous ont depuis cherché d’imiter, ou le grand de Corneille, ou le naturel de Racine. […] Rotrou commença à la corriger ; Corneille acheva bientôt après. […] Ce chef-d’œuvre de Corneille eut le succès qu’il méritait. […] J’ai expressément allégué les exemples de Corneille, et dans sa première bonne pièce ; car il est certain que lorsqu’il la fit, il ne savait pas encore ce que c’était que la liaison des scènes, à laquelle il a contrevenu en bien des façons.
Con una traduzione di Roma Salvata di Voltaire fatta da Saverio Bettinelli si sono pubblicate in Bassano nel 1771 le tre tragedie di questo letterato, Gionata, Demetrio Poliorcete, e Serse, nelle quali preso a imitar le tre stelle della poesia tragica francese, Racine, Corneille, e Voltaire nell’Ifigenia, nel Cinna, e nella Semiramide. […] Gareggia col pennello grandioso di Corneille e col delicato di Racine. […] Corneille e Metastasio han soddisfatto compiutamente al loro intento ma se quell’ultimo avesse, seguite l’orme del primo nella condotta della Favola, avrebbe fatta un’opera fredda d’una buona tragedia. […] Il Signor di Voltaire, parlando di due Scene della Clemenza di Tito, non ha avuta difficoltà di dire: «Queste due Scene sono comparabili, se non superiori alle più belle produzioni di Grecia medesima: sono degne di Corneille quando non declama; e di Racine quado non é debole».
., nè Corneille, Crebillon, Voltaire, Metastasio, Zeno, vengono tacciati (nè debbono esserlo) come villani e plebei, ed il Calepio vuol riprendere severamente queste medesime cose in Sofocle a? […] Corneille, de la Mothe, Voltaire e Folard, e niuno ha finora potuto nemmeno dalla lunga tener dietro a questa incomparabile favola del più famoso Tragico della Grecia.
Questa Gelosia produce varie scene tra Mariane, ed Erode, le quali Voltaire, che su tale argomento compose una Tragedia, punto non si curò d’imitare, tuttochè nomini l’Eraclio di Calderòn per rinfacciare al Corneille l’averne tratto il suo.
Nel 1726 La Motte volle produrre un Edipo a, per avventura non contento di quelle tragedie che su di questo personaggio scrissero Corneille e Voltaire. […] Crebillon non eleva gli animi quanto Corneille, non gl’intenerisce quanto Racine; ma gli spaventa con certo terrore tragico assai più vero e con un forte colorito tutto suo. […] Debbe a lui il coturno non solo varie favole degne di mentovarsi al pari del Cinna, dell’Atalia e del Radamisto, ma una poetica piena di gusto e di giudizio, talora superiore a molte sue favole stesse, sparsa nelle sue opere moltiplici e nell’edizione che fece del teatro del Corneille. […] Non va nell’ampolloso del Corneille, non nell’elegiaco del Racine, non nell’aspro ed inelegante del Crebillon; ma cade nel brillante e nell’epico fuor di proposito. […] Questa decisione magistrale punto non ci trattiene dall’affermare che tralle migliori del Corneille e del Racine possono senza svantaggio veruno comparire queste cinque Volteriane, Alzira, Maometto, Zaira, la Morte di Cesare, Bruto.
Chi oserà dare il titolo in tutti i sensi sconvenevole di pasticci drammatici, che solo appartiensi agl’Inglesi, agli Spagnuoli ed agli Alemanni, ed anche a’ Francesi prima di Corneille e Moliere?
Simili riflessioni diffuse per la nazione, mentre i seguaci di Gottsched ne seminavano delle opposte, fecero nascere in Germania due spezie di partiti tra’ coltivatori della poesia drammatica, gl’imitatori di Corneille e Racine scrupolosi osservatori della regolarità, e quelli di Shakespear e Otwai sino ne’ difetti e nelle mostruosità. […] Schlegel che sarebbe stato il Corneille della Germania, se la morte non l’avesse arrestato nel più bello della carriera, il barone di Cronegk che ne sarebbe stato il Racine, ma che cessò di vivere nell’anno suo ventesimosesto253, il robusto signor Weiss autore di Giulia e Romeo 254, e i signori de Brave, Krüger255, Gaertner, Bodmer, Wieland, e ’l valoroso maggiore Kleist morto in guerra nel 1758 in servizio di S.
Egli é vero che possiam gloriarci di un Metastasio, nel quale abbiamo, non che un Racine e un Corneille, ma un Euripide: i di lui trionfi però non sono stati seguiti da altri, e l’opera, che tanto si appressa alla greca tragedia, par che declini.
Le favole del padre della tragedia greca furono, come quelle de’ suoi successori Sofocle ed Euripide, vere azioni drammatiche eroiche accompagnate dalla musica e decorate dal ballo del coro; nè altra differenza può ravvisarsi tra l’uno e gli altri, se non quella che si scorge ne’ caratteri di diversi artefici che lavorano in un medesimo genere, per la quale distinguiamo ne’ pittori eroici Tiziano da Correggio, ne’ poeti melodrammatici Zeno da Metastasio, ne’ tragici moderni Corneille da Racine.
Voi studierete eziandio il florido Teatro Francese: esso è ricco de’ capi d’opera di Corneille, Racine e Voltaire, di Moliere e di Regnard (benchè oggi sien seguiti ben da lontano e senza probabilità d’esser raggiunti); esso è vicino alla perfezione nella declamazione specialmente comica in forza delle doti inarrivabili della celebre Contat e del valoroso Molè.
E che mancava a Corneille, a Racine, a Voltaire per fare discorsi appassionati nell’Agesilao, nell’Alessandro, negli Sciti?
Corneille e Racine vi formano il gusto tragico 294.
Simili riflessioni contrapposte a quelle de’ seguaci di Gottsched fecero nascere in scrupolosi osservatori delle regole imitatori di Corneille e Racine, e quello de’ seguaci di Shakespear ed Otwai anche nelle mostruosità.
Corneille la tradussero e imitarono nel XVII: l’ha tradotta Millet, e l’ha imitata lo stesso Voltaìre nel XVIIIa. […] Noi stimiamo col conte da Calepio assai più difettoso l’Edipo del l’Anguillara che de’ tre pur difettosi Edipi francesi di Corneille, di Voltaire e del p. […] Vedesi veramente negli Orazii più artifizio nella condotta, e più forza e delicatezza e vivacità ne’ caratteri e nelle passioni; ma ben si scorge ancora nell’Orazia più giudizio nel tener sempre l’occhio allo scopo principale della tragedia di commuovere sino al fine pel timore e per la compassione; e si comprende che se il Corneille l’avesse anche in ciò imitato, avrebbe fatto corrispondere agli ultimi atti della sua tragedia che riescono freddi ed inutili, a i primi pieni di calore, d’interesse e di passionea.
Corneille.
Questo illustre autore parve averci ricondotto per alcun tempo gli spettatori, con molte opere che i conoscitori hanno a buon diritto avuto in conto di capolavori ; ma il pubblico, guastato da certe frivolezze, le abbandonò ben presto ; il che non scema certo il merito del signor Goldoni, come non scema quello dei capolavori di Molière e di Corneille, non meno abbandonati.
Questa osservazione non si stende ai geni superiori nelle belle lettere, o nelle arti, essendo verissimo che un Michelagnolo, un Raffaello, un Ariosto e un Tasso bastano ad illustrar un secolo e una nazione al paro de’ più gran filosofi: né la Francia per esempio va meno superba per aver prodotto Corneille, o Moliere di quello che vada per aver avuto Mallebranche o Cartesio, come più hanno contribuito a propagar presso ai posteri la gloria della Grecia i poemi d’Omero che i libri d’Aristotile o le oziose metafìsiche dispute fra i discepoli d’Epicuro, e quei di Zenone.
Non aveano ancora i Francesi, non che altro, la Sofonisba del Mairet e la Medea del Corneille, quando i nostri produssero più di cinquanta tragedie ricche di molti pregi.
Se Corneille eleva l’anima, e Racine l’intenerisce, Crébillon spaventa maneggiando nuove molle per inspirare il vero terror tragico, e Voltaire facendo un misto di quelle tre maniere, e segnalandosi particolarmente per gli sentimenti di umanità, di cui sono piene tutte le sue tragedie, e per la nobiltà ed eleganza con cui gli porge, sembra spesso eguale, e più d’una volta superiore ai precedenti.
La maniere dont Corneille a traité ce sujet, nous révolte aujourd’hui; celle d’Euripide & de Séneque nous révolterait encor davantage (Nota X).
L’ultima sessione, quella dedicata alla recitazione, strizza l’occhio ai coniugi Riccoboni (VI.[128]), protagonisti del collaudo scenico dell’Ifigenia in Tauri di Martello, e all’agonismo maffeiano (VI.[135]) misogallico, ravvivato nel bolognese dal confronto diretto con la tradizione d’eccellenza tragica di Corneille e Racine. […] Corneille, Discours des trois unités: d’action, de jour, et de lieu, in Id., Œuvres complètes, III, textes établis, présentés et annotés par G. […] Corneille, Discours des trois unités, p. 189. […] [commento_2.72ED] I… ambasciadori: Corneille, Discours des trois unités, p. 188. […] [commento_3.78ED] Nel confronto tra Racine e Corneille la preferenza accordata al secondo è motivata in quanto più prossimo a un ethos eroico.
Le tragedie di Eschilo furono, come quelle di Sofocle e di Euripide, vere azioni drammatiche eroiche accompagnate dalla musica e decorate dal ballo del coro; nè altra differenza può ravvisarsi trall’uno e gli altri, se non quella che si scorge ne’ caratteri di diversi artefici che lavorano in un medesimo genere, per la quale distinguiamo ne’ pittori eroici Tiziano da Correggio, ne’ poeti melodrammatici Zeno da Metastasio, ne’ tragici moderni Corneille da Racine. […] Noi ultimi venuti possiamo dire nelle nostre poesie barbabaro, stolto, insano, vile, mostro, tralcio illegittimo di tronco oscuro ecc. ecc.; nè Corneille, Crebillon, Voltaire, Metastasio, Zeno, vengono tacciati (nè debbono esserlo) come villani e plebei, ed il Calepio vuol riprendere severamente queste medesime cose in Sofocle?