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131. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 149-268

Se la voracità del tempo avesse rispettato il trattato della Commedia Antica di Camaleone o la Storia teatrale scritta da Juba re della Mauritania citata da Ateneo nel quarto libro, saremmo forse meno di quel che siamo incerti in molte cose necessarie per illustrarla. […] Dal conoscersene però più delle dieci coronate, sembra verisimile quel che coll’ autorità di Camaleone asserisce Ateneo nel libro IX, cioè che non prima che pervenisse alla vecchiaja, avesse cominciato ad aver tanto a sdegno l’esser vinto. […] XIII pag. 345, e il libro de’ Principj proposiz.  […] Vedi il VI libro dell’Epistole di Cicerone ad Attico. […] Vedasi la Comparazione di Menandro e di Aristofane fatta da Plutarco, ed anche il X libro, cap. 

132. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquarto »

[12] Nel sesto libro della Eneide Enea trova ne’ boschetti dell’Eliso la troppo sventurata Didone. […] Ma siccome tanto la parola greca eidin quanto la latina cunere le veggiamo adoperate dagli Antichi in un senso troppo generico applicandola essi ora a significar un qualunque lavoro poetico, ora al recitar un poema, ora al declamar uno squarcio di orazione rettorica, e talora (come ne fa fede Strabone nel libro primo della sua geografia) al recitare una prosa semplice, così da ciò che, secondo gli Antichi, si cantasse il loro recitativo, niun lume si può cavare per decidere la presente questione, poiché sempre rimane a sapersi in quale significato prendessero eglino la parola canto. […] [NdA] La Musique, Epistola in versi divisa in quattro canti, Chap. 3, inserita nel libro che ha per titolo Les dons des enfants de Latone.

133. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosesto »

Ma la necessità d’un sì meschino ripiego che spesso è insufficiente a capir l’orditura, e che sempre ne distrae l’attenzione dello spettatore dividendola fra lo spettacolo e il libro, non pruova ella più d’ogni altra cosa che i balli sono altrettanti enimmi, i quali hanno bisogno di commento e d’interprete? […] Il dramma musicale è una spezie di libro scritto nel linguaggio de’ suoni, e però fa d’uopo conservare dappertutto lo stesso idioma. […] [NdA] L’Elvezio, in un capitolo pieno di lubricità e di paradossi inserito nel terzo discorso del suo fazioso libro intitolato lo Spirito, va ancora più avanti, e supponendo che l’accennato costume non fosse abbastanza efficace avrebbe voluto di più che ad eccitar negli Spartani l’entusiasmo, o com’ei si spiega, la febbre della virtù avesser dovuto i legislatori doppo il ritorno d’una battaglia condurre avanti a tutto l’esercito più truppe di belle donne ignude educate a questo solo fine in particolari conservatori agguisa delle nostre monache, o delle antiche vestali, le quali servir dovessero di premio a coloro che si fossero diportati meglio nella zuffa.

134. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO VI. Stato della Commedia Francese prima e dopo di Moliere. » pp. 212-244

Vedi il libro intitolato Nouvelles de Nouvelles di Visè pubblicato in Parigi l’anno 1663.

135. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 454-467

Questo libro fu stampato In Venesia appresso i Bertani, 1614, in-12, con dedicatoria al Principe D.

136. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO I » pp. 116-223

Giovanni Antonio Bianchi minore osservante nato in Lucca nel 1686 e morto in Roma nel 1758, conosciuto per gli sforzi perduti contro la Storia Civile del Giannone, e pel libro de’ vizj e de’ difetti del moderno teatro uscito in Roma nel 1753, pubblicò sotto il nome Arcadico di Lauriso Targiensé nel 1761 in quattro volumi dodici tragedie regolari, decenti e giudiziose, ma non vigorose, eccellenti e sublimi. […] Bisognerebbe essere qualche affamato gazzettiere enciclopedico, o un uomo di un libro solo, o alcun maligno plagiario perpetuo. […] Giustino nel libro XV delle sue Storie. […] Si trova nel libro III de’ di lui versi latini impressi nel 1742: Scipio hic est; non is quo victa est Africa; at ille Æternam pariet cui Cleopatra decus.

137. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO III. Continuazione del teatro Italiano. Commedie: Opera in musica: Attori accademici ed istrioni e rappresentazioni regie: teatri materiali. » pp. 144-195

Ammiano Marcellino libro I. […] Tiraboschi nel libro III del tomo VIII della sua Storia della Lett.

138. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO III. Opera musicale Spagnuola e Italiana e Teatri materiali. » pp. 89-108

Mi dicano gli Huertisti, in qual libro ciò suppone o dice il Signorelli?

139. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAP. IV. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo XVI quando fiorirono gli scrittori producendo le Commedie dette Erudite. » pp. 136-255

Oltrecchè starà bene il riprendere le laidezze della Mandragola a chi si fa prolissamente il panegirista dell’osceno libro della Celestina ruffiana famosa? […] La Filenia (l’ultima delle quattro indicate) fu una piacevole commedia di Antonio Mariconda cavaliere napolitano che sebbene s’impresse nel 1548 era stata rappresentata sin dal 1546 da alcuni gentiluomini napoletani mentovati nel libro I della storia di notar Castaldo, nella sala del palazzo del principe di Salerno (in Napoli) dove stava sempre per tale effetto apparecchiato il proscenio . […] Vedi il Pigna nel libro II de’ Romanzi.

140. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO PRIMO. Risorge in Italia nel secolo XVI la tragedia Greca, ed il teatro materiale degli antichi. » pp. 86-174

Assai di buono troveremmo esaminando la Progne di Girolamo Parabosco pubblicata nel 1548, la Cleopatra, la Scilla, e la Romilda di Cesare de’ Cesari uscite alla luce nel 1550 e 1551, la Cleopatra del Napoletano Alessandro Spinello stampata in Venezia nel 1550, la Medea del Galladei impressa nel 1558, l’Altea di Niccolò Carbone comparsa in Napoli nel 1559, la Fedra di Francesco Bozza uscita nel 1578 oscurata per altro di gran lunga da quella del Racine nel secolo seguente, e l’ Atamante di Girolamo Zoppio data al pubblico nel 1579, di cui nella 50 del IV libro delle sue Epistole fa un bell’ elogio il Mureto. […] Vedi l’epistola 35 del libro XXIII di Erasmo, il quale però parmi che lo chiami Pietro; ma Giano Parrasio che lo commenda assai, e lo considera come il restauratore dell’antica decenza del teatro, e Paolo Giovio, e Pierio Valeriano, e Leandro Alberti che lo conobbe in Roma, tutti lo chiamano Tommaso. […] Nel III libro della Cosmografia.

141. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO V. Tragedia Francese nel secolo XVIII. » pp. 75-133

Sabatier des Castres nel libro de’ Tre Secoli decide che Alzira, Maometto, Merope e Zaira non sono comparabili con Cinna, con gli Orazj, con Poliuto e Rodoguna. […] V. il libro di M.

142. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO VII [IV]. Teatro Lirico: Opera Comica: Vaudeville. » pp. 192-230

Di simili inconvenienti lagnasi pure l’autore del libro intitolato la Mimographe.

143. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 118-139

Basti prendere la scena della Florinda (pag. 121) o della Veneziana (pag. 123) di esso Andreini, o tutte le scene inventate e disegnate dal Callot sia pe ’l Solimano del Bonarelli, sia per altro (pagg. 131, 137) ; basti dare un’occhiata al libro dell’ Arte rappresentativa del Perrucci, o al quarto dialogo del De Somi, nel quale appunto, si tratta delle conditioni de gl’aparati et scene di tutte le sorti, et de gl’ ordini et diuersità de gl’ intermedij, per farsi un’idea ben chiara di quel che fosse l’allestimento scenico a’tempi dell’Andreini.

144. (1715) Della tragedia antica e moderna

— [1.30ED] — È che studiando — m’interruppe lo svelto gobbo — sul libro dell’universo co’ viaggi, colle osservazioni e colle varie lingue per me imparate ho consumati tutti i miei anni e ne consumerei altrettanti se il mio destino non mi trascinasse inevitabilmente alla fossa. [1.31ED] Io ti giuro che più d’una volta ho pianto amaramente il mio nome, vedendo l’opere mie più di me stroppiate da’ miei interpreti; e poscia dagli emoli miei e da’ persecutori de’ miei sofismi lacerate e dismesse; e se alcun obbligo mi lega a quelli che vengon creduti miei posteri, questi solamente sono i poeti, i quali non della mia vera Poetica, ma di un piccolo abbozzo della medesima si son fatto un idolo, un giogo, una legge che fra di essi mi rende ancor venerabile. […] [2.18ED] Dell’unità del luogo ho io parlato nel mio libro della tragedia, ma nel frammento che voi ne avete non ne ritrovo pur orma. […] [4.110ED] Imperocché gran parte di loro conosce quell’istrione fuori di scena che in scena rappresenta Edipo; conosce che quell’Oreste è un tale che si sopranomina Lelio, che l’Ifigenia è la Flaminia, che quella è una scena dipinta, che quegli abiti gioiellati son oro falso e cristallo; sa che quelle parole sono premeditate; e sente che dalla scena vi è con la candeletta sul libro chi le suggerisce; sa che il recitamento dee essere in versi; sa che un’azione di un giorno non può eseguirsi materialmente in tre ore, benché in tale spazio si rappresenti. [4.111ED] E queste non son bagatelle (Martello mio) da lusingarsi che si possa condur l’impostura tant’oltre quanto per avventura tu lo vorresti. […] [5.206ED] Io pure era di questa opinione allora che abbozzai la mia Poetica o fosse perché credei troppo al mio diletto Agatone, che tutto ciò ch’ei voleva mi dava a intendere; o fosse che, siccome esaltai tanto il suo dramma, volessi celebrare lui non epico ma solamente drammatico, coll’antepor la tragedia alla epopeia, malizia alla quale non sono arrivati i vostri interpreti, benché consapevoli, mercé del Fior d’Agatone lodato, di quell’affetto che a lui mi legava. [5.207ED] Ma se il mio libro compiuto Della tragedia, ch’io scrissi, fosse all’età vostra arrivato, avreste veduto mutata affatto una sì ingiusta sentenza. […] Gravina, Della tragedia libro uno era uscito a Napoli, per Nicolò Naso, nel 1715, con dedica ad Eugenio di Savoia (si legge ora in Id., Scritti critici e teorici, a cura di A. 

145. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO I. Tragedie. » pp. 4-67

Tali cose da me dette nella prima storia teatrale dispiacquero in parte al prelodato bibliografo de’ viventi, e prese a giustificarne l’Ayala, che non pertanto dopo la pubblicazione del mio libro erami rimasto amico fino alla mia partenza da Madrid. […] Hizote Apolo juez, Pedro, y mas justo   Tu enseñas en tu libro primoroso   Critica al pueblo y al poeta gusto.

146. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO V. Teatro Tragico Francese nel XVII secolo. » pp. 166-211

Queste memorande parole con quanto si contiene nell’indicata scena si trovano nel libro I cap. 9 de Clementia del filosofo Cordovese Anneo Seneca; ma pure è un tratto di gusto e d’ingegno l’averne ravvisata la bellezza e l’averla bene espressa.

147. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo decimoterzo »

Ma non così addiviene in pratica, poiché a riserba di alcune lavorate da maestri bravi la maggior parte delle aperture, che si sentono tutte ad una foggia e d’un carattere, sono appunto come quelle lettere che dagl’imperiti segretari si riducono ad una sola formola ricavata da qualche libro, o come gli autori del Cinquecento, i quali tutti sospiravano alla platonica perché talmente avea sospirato due secoli prima il Petrarca. […] Così nel secondo libro dell’Eneide, Anchise, che fuggendo da Troia incendiata in compagnia d’Enea, di Creusa, e d’Ascanio, vede lampeggiar in lontananza le armature dei nemici che l’inseguiscono, esclama mosso dalla paura: «… nate, fuge, nate; propinquant».

148. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO V. Teatro Spagnuolo Tragico. » pp. 56-148

Tali cose da me dette nella prima storia teatrale in un volume, dispiacquero in parte al prelodato bibliografo de’ viventi, e prese a giustificare l’Ayala, il quale non pertanto dopo la pubblicazione del mio libro erami rimasto amico fino alla mia partenza da Madrid. […] Hizote Apolo juez, Pedro, y mas justo         Tu enseñas en tu libro primoroso         Critica al pueblo y al poeta gusto.

149. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 1 pp. 2-271

Giovanni Antonio Bianchi minore osservante nato in Lucca nel 1686 e morto in Roma nel 1758, conosciuto per gli sforzi perduti contro la Storia Civile di Pietro Giannone, e pel libro De’ vizii e de difetti del mo lerno teatro, pubblicò sotto il nome arcadico di Lauriso Targiense nel 1761 in quattro volumi dodici tragedie regolari, decenti e giudiziose, ma non vigorose, sublimi, eccellenti. […] Bisognerebbe essere qualche affamato gazzettiere enciclopedico, o un uomo di un libro solo, o un copiatore dell’Esprit des Journaux, o alcun maligno plagiario perpetuo sempre intento a far che si dimentichino i libri che ha saccheggiati. […] Il regno di Napoli ha veduto nascero negli ultimi anni altre cinque tragedie : gli Arsacidi, Zelide, Erode, Ermione, Erettèo, appartenenti all’ erudito barone Francesco Bernardino Cicala nato in Lecce nel 1766 ; che in Arcadia porta il nome di Melindo Alitreo autor pregiato di qualche libro filosofico economico e di varie produzioni poetiche ben degne di leggersi. […] Vedi Giustino nel libro XV delle sue Storie. […] Si trova nel libro III de’ suoi versi latini impressi nel 1742.

150. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO II. Tragedie Italiane del XVI secolo. » pp. 28-131

Assai di buono troveremmo esaminando la Progne di Girolamo Parabosco pubblicata nel 1548, la Cleopatra, la Scilla e la Romilda di Cesare de’ Cesari uscite alla luce nel 1550 e 1551, la Cleopatra del napoletano Alessandro Spinello stampata in Venezia nel 1550, la Medea del Galladei impressa nel 1558, l’Altea di Niccolò Carbone comparsa in Napoli nel 1559, la Fedra di Francesco Bozza uscita nel 1578 oscurata poscia di gran lunga da quella del secolo seguente del Racine, e l’Atamanta di Girolamo Zoppio data al pubblico nel 1579 di cui nell’epistola 50 del IV libro fa un bell’elogio il Mureto. […] Nel III libro della Cosmografia.

151. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO I. Teatro Francese Tragico. » pp. 4-111

Sabatier des Castres nel libro de’ Tre secoli decide che Alzira, Maometto, Merope e Zaira non sono comparabili con Cinna, con gli Orazii, con Poliuto e con Rodoguna. […] Vedi il libro di m.

152. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo undecimo »

[32] Mosso da tali ragioni il Signor Sherloc irlandese in un libro italiano, il quale ha per titolo Consigli dati ad un giovine poeta, non ha dubitato di asserire che Metastasio fosse il maggior poeta che abbia mai veduto l’Italia dirimpetto ancora all’Omero ferrarese. […] [NdA] Con questa espressione io non pretendo giustificare il celebre Clarck dalle ragionevoli accuse, che fanno i teologi al suo libro sulla esistenza di Dio; intendo solo di dire, che quanto v’ha in lui di sodo, e di vero tutto stato in brevissimi tratti, e con disinvoltura incomparabile espresso da Metastasio.

153. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO II. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo. » pp. 175-262

Oltrechè starà bene il riprendere le laidezze della Mandragola a chi si fa prolissamente il panegirista dell’osceno benchè puro ed elegante libro della Celestina ruffiana famosa? […] La Filenia fu una piacevole commedia di Antonio Mariconda cavaliere Napoletano, che sebbene s’impresse nell’anno 1548, era stata rappresentata sin dal 1546 da alcuni gentiluomini Napoletani, mentovati nel I libro della Storia di Notar Castaldo, nella sala del palazzo del principe di Salerno (in Napoli) dove stava sempre per tale effetto apparecchiato il proscenio.

154. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo nono »

Antonio Raff, Giovanni Tedeschi, Tommaso Guarducci, e Giambattista Mancini, che si è anche distinto fra i letterati pel suo bel libro intitolato Riflessioni pratiche sul canto figurato allevati da lui fanno tuttora parte viventi, e parte defunti bella testimonianza del valore del loro maestro.

155. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo V. Teatro Francese nel medesimo Secolo XVIII. » pp. 355-388

Antonio Eximeno nel suo libro dell’Origine e delle Regole della Musica etc.

156. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO I. Teatro Spagnuolo. » pp. 4-134

E siccome nel libro di tal Francese la morale e la politica che vi si spargono, vengono avvelenate da una perpetua languidezza, dall’inverisimiglianza, e da più errori di calcolo politico e morale, oltre a quelli di religione; così nel dramma spagnuolo la lezione che si pretende dare a’ sovrani tende a distruggere un principio erroneo ed a stabilire una falsità opposta. […] Io potrei impinguare questa parte del mio libro con più migliaja di commedie e de’ già nominati scrittori e di molti altri, come Godinez, Bocangel, Cuellar, Paz, Huerta, Zarate, Monroy, Anna di Caro ecc.

157. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO IV. Teatro Spagnuolo. » pp. 196-285

E siccome nel libro di tal Francese la morale e la politica che vi si spargono, vengono avvelenate da una perpetua languidezza, dall’inverisimiglianza e da più di un errore di calcolo politico e morale, oltre a quelli della religione; così nel dramma spagnuolo la lezione che si pretende dare a’ sovrani, tende a distruggere un principio erroneo ed a stabilire una falsità opposta. […] Io potrei impinguare questa parte del mio libro con più migliaja di commedie e de’ già nominati scrittori e di molti altri, come Godinez, Bocangel, Cuellar, Paz, Huerta, Zarate, Monroy, Anna di Caro ecc. .

158. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo IV. Teatro Italiano nel Secolo XVIII » pp. 316-354

Orazio diceva nella I satira del libro II, Creditur, ex medio quia res arcessit, habere Sudoris minimum, sed habet comoedia tanto Plus oneris, quanto veniae minus.

159. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO IV. Ultima epoca della Drammatica nel finir della Repubblica, e sotto i primi Imperadori. » pp. 172-221

Veggasi l’ antico commentatore sulla di lui epistola 4 del libro I, e il Tiraboschi T. 

160. (1732) Paragone della poesia tragica d’Italia con quella di Francia

Quindi è che s’è dichiarato imperfetto il libro del poema epico fatto dal padre Bossu solamente perché l’autore proponendo per esemplari Omero e Virgilio s’è soggettato a’ precetti d’Aristotele e d’Orazio: ancorché veramente meriti il maggior biasimo per le male interpretazioni ch’egli fa di que’ due maestri. […] [1.2.6] Comprova ad evidenza il mio sentimento l’uso che Aristotele fa della medesima dizione nella morale, massimamente nel libro 7 capo 1, ove diversificando l’incontinenza da μοχθερία, oppone questa seconda all’abito della virtù. […] [7.3.3] Io non sono sì ritroso contro i versi tragici de’ Francesi, come s’è mostrato l’autore del nuovo libro scritto contro tutta l’arte di versificare usata da poeti di quella nazione138. […] Per la qual cosa haviam da sapere, che non potendo l’huomo gustare, e conseguir maggior’utilità, che in posseder’una vera tranquillità dell’animo, da cui non può star separata la virtuosa vita sua; e d’altronde non potendo ricever macchia questa tranquillità, se non per colpa delle passioni dell’animo; di qui è, ch’in cosa alcuna non si son tanto affatigati i Filosofi per render tranquillo l’animo, quanto in cercar di purgarlo da questi affetti», Alessandro Piccolomini, Annotationi nel libro della Poetica d’Aristotele, Venezia, Guarisco, 1575, p. 101); Battista Guarini sottolinea l’estraneità alla morale cristiana di una concezione della tragedia come liberazione dalla santa virtù della pietà («Tutto quello che in ciò fa dubbi di non lieve importanza, pare a me che si riduca a duo punit.

161. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo duodecimo »

Tutte le loro canzoni e le loro danze erano, secondo la testimonianza di Platone nel libro settimo delle leggi, consecrate agli dei.

162. (1878) Della declamazione [posth.]

[8.2] Quindi risulta la utilità e necessità di apprendere la espressione più sincera e reale delle passioni nel libro della natura, o togliere da questo quei tratti particolari nuovi ed originali, che qualunque altro studio non potrebbe in verun conto fornirgli.

163. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XII. Teatro di Aristofane. » pp. 16-140

V. la di lui Ottica nella questione XIII. pag. 345, e il libro de Principii propos.

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