/ 170
140. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO II. Commedie: Tramezzi. » pp. 68-88

Quando si tradussero ottimi drammi forestieri più scioccamente di quello che Don Ramòn La Cruz ed altri simili poetastri fecero del Temistocle, dell’Artaserse, del Demetrio, dell’Ezio, dell’Olimpiade deteriorate da per tutto e segnatamente imbrattate coll’ introdurvi il buffone?

141. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo V. Teatro greco. » pp. 26-81

Volle inoltre egli stesso, non solo comporre la musica de’ suoi drammi, ma inventar l’azione de’ balli, e prescrivere i gesti e i movimenti del coro che danzava e cantava negl’intervalli degli atti, togliendone la direzione agli antichi maestri ballerini, i quali non doveano a suo tempo essere nell’inventare e nel disporre più giudiziosi e felici di quello che, fino a circa diecianni fa, o poco più, si sono dimostrati i moderni. […] Le Prosopopeje, come il signor Mattei chiama le Ninfe, il Padre Oceano, l’Eumenidi, la Forza ecc., non dimostrano, secondo il suo credere, che la tragedia era allora «una Danza animata dall’intervento di questi geni mali e buoni piuttosto che una vera azione drammatica»; ma convincono solo, che Eschilo introduce ne’ suoi drammi Ninfe e Numi, Ombre e Furie, e dié corpo a vari esseri allegorici, come Sofocle ed Euripide nelle loro tragedie si valsero delle apparizioni di Minerva, di Ercole già nume, di Diana, di Apollo, di Nettuno, di Bacco, di Castore e Polluce, della musa Tersicore, d’Iride, d’una Furia, di un’Ombra, della Morte ecc. […] Satire chiamavansi presso i greci certi drammi, in cui i satiri e l’altro corteggio di Bacco facevano gran parte.

142. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda guerræ Punica. » pp. 91-171

Nato però e allevato fuori dell’Italia nella regione Gallica inserì sovente ne’ suoi drammi voci non latine, e per tal mescolanza fu da Cicerone chiamato malus latinitatis author 95. […] Finalmente noi sappiamo per un prologo dello stesso Terenzio che a’ suoi tempi destinavasi dal magistrato un poeta di nome per ascoltare i drammi prima di rappresentarsi, ed infatti egli dovè leggere al poeta Luscio la migliore delle sue commedie; ma non parmi che gli Edili si assumessero mai la carica di giudici letterarii delle poesie teatrali, carica che in appresso, come diremo, si vide addossata a cinque censori. […] Finalmente non istimarono i bellicosi Romani sconvenevole alla loro grandezza stabilire una deputazione di cinque censori destinati a rivedere i drammi da rappresentarsi, per contenere i poeti ne’ limiti dovuti.

143. (1878) Della declamazione [posth.]

Sulla produzione di libretti per i drammi per musica si sono soffermati gli studi raccolti in Salfi librettista (2001), a cura di Francesco Paolo Russo. […] Nonostante entrambi avvinti da una gelosia passionale, lo sviluppo della passione acquisisce tinte differenti nei due drammi. […] Egli sottolinea come, nei drammi dell’autore inglese, le azioni compiute dai personaggi non siano ricondotte a fattori esterni ma al carattere individuale, nel tratteggiare il quale egli è maestro. […] Egli avea lavorato più drammi, alcuni col poeta Colman, ed altri da sé solo; ma il merito di attore fu di molto superiore a quello di autore. […] Ciascuna però ha adottato de’ principî e degli usi analoghi alla propria indole, ed ha per conseguenza la sua propria scuola, che gli stessi poeti hanno in certo modo fondata e determinata col genere dei loro drammi.

144. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « Indice delle opere e degli autori citati » pp. -786

Teatro (il) moderno applaudito, ossia Raccolta di Commedie, tragedie, drammi e farse con aggiunta di notizie storiche, critiche, e del giornale dei teatri di Venezia.

145. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE II — LIBRO X ed ultimo » pp. 161-344

Egli per farsi conoscere agli spettatori nomina se stesso, appunto come si fa ne’ drammi cinesi. […] Disse nella prefazione l’autore di non averlo chiamato dramma per musica, ma componimento drammatico, non avendolo composto per andar sulle scene; ed in fatti egli si allontana da tutto ciò che determina gl’impresarj alla scelta dei drammi. […] I drammi musicali prima del Zeno e del Metastasio usarono sovente siffatte espressioni liriche. […] Senza di simile abuso o licenza poetica quanti drammi caderebbero come mal tessuti? […] Ciò che maggiormente sottomette l’autore all’occhiuta critica per la mediocrità de’ fatti e delle passioni nulla eroiche e nulla tragiche, e per la leziosaggine de’ sentimenti, si è la smania di chiamar tragedie le sue opere, portando seco questo rigido titolo troppi e troppo severi doveri, i quali non si affanno co’ drammi istorici del Calsabigi disprezzatore inesorabile del Metastasio e perciò magistralmente applaudito dal fu cavalier Vannetti, che è da credere di non aver conosciuto veruno dei drammi mitologici e istorici di lui.

146. (1715) Della tragedia antica e moderna

— [1.36ED] — Parliamo almeno — io aggiungeva — della tragedia; né già è mia intenzione d’esaminare tutte le parti della medesima, mentre la legge della tua o non tua Poetica, ma che sotto il nome d’Aristotile va per le bocche degli uomini, è in alcune parti le più essenziali accettata e da’ moderni e da me, e in ciò non vi è discrepanza fra le antiche tragedie e le nostre. [1.37ED] Intendo voler ragionare di alcune cose che non ritrovo io ne’ drammi su’ quali hai tu fondata la regola che prescrivi e che presentemente (e abbaino i critici) si frequentano e piacciono. […] Condanno il dar troppo ad un affetto che da se stesso se ne usurpa dipoi altrettanto. [3.83ED] Nell’Ifigenia hai posta in scena una vergine innamorata, ma che però preferisce il pregio della verginità alla sua passione lusinghiera. [3.84ED] Nell’Alceste la fé maritale precede nella donna all’amor della vita, nell’uom all’amore di un’altra bellezza eguale a quella ch’ei già credeva defunta. [3.85ED] Nel Gesù perduto gli amori sono affatto celesti fra madre, figlio e parenti: per questa tua condotta ne’ quattro drammi accennati hai tu sentito che ti si facciano le fischiate? […] appena uscito il Teatro, invece di deridere l’impostura di un verso vecchio per me rinnovato, si sono dati a strepitare su quella qualunque siasi novità, approvando con tanta generosità i sentimenti, i caratteri e la semplicità di que’ drammi, con quanta ostinazione la maggior parte han disapprovato la nuova (e vedete che nuova!) […] — [5.36ED] — Io lo voglio accordare — replicò quegli — ma ben mi spiace che cotesti per altro insigni e spiritosi poeti abbiano sì male impiegati i loro talenti in componimento che mai non vivrà, né farà vivere i loro nomi; perché o i drammi loro saran novellamente cantati sovra le scene, e sempre vi compariran deformati dalla sfrenata libidine di novità che nelle ariette si vuole, o non saran ricantati, ed eccoli già in un letargo profondo e mortale sepolti.  […] [5.90ED] Qualcheduno di meno ne avrà chi compone in servigio di qualche principe che, non per guadagno, ma per gala e per liberalità vuol dare alla nobiltà più che al popolo, un’illustre e graziosa rappresentazione con musica; e allora anche il verseggiatore può esser poeta, ma guai a lui se non recede dalle massime regolari e severe della tragedia. [5.91ED] Allora i suoi drammi si potran leggere e lodare ancora fuor del teatro.

147. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 149-268

Nulla pruova con maggior evidenza che nel comico teatro de’ Greci agitavansi le quistioni politiche correnti, quanto i drammi di Aristofane. […] Il ribattere le altrui parole è un artificio scenico pieno di sale che sempre riesce vivace e dilettevole e ne’ gravi e ne’ lepidi drammi. […] Insiste sempre questo noto traduttor de’ Salmi e autor de’Paradossi e di Giobbe Giureconsulto nel mettere (nè so per qual capriccio) per oggetto principale de’ drammi Greci il ballo, e noi sempre attenendoci alla storia lo considereremo come accessorio al pari delle decorazioni. Per convincersene; oltre alle cose dette, si può riflettere che nel paragone di Eschilo ed Euripide fatto nelle Rane si discusse il loro merito intorno alla poesia e alla musica, ma niun motto si fece del ballo; il che non si sarebbe omesso, se il ballo fosse stato il primo oggetto de’ Greci drammi.

148. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO I. Teatro Spagnuolo. » pp. 4-134

Diamante disse prima, Perseguille hasta perdelle, Y morir luego con ela Ma sotto questo lungo e fecondo regno fiorì principalmente il famoso Pedro Calderòn de la Barca assai conosciuto in Francia ed in Italia, de i cui drammi sacri e profani si valse frequentemente l’istesso Filippo IV. […] Più grave ancora è l’accusa fatta a’ loro compatriotti per l’oscenità de’ loro drammi negata invano col solito capriccio dal nominato apologista Catalano, e ripresa con forti espressioni dal Canariese Giovanni Ceverio de Vera, morto in concetto di santità nel 1600, con un dialogo contro le commedie spagnuole; indi dal p. f. […] E che giovano esse quando non sono verificate su i medesimi drammi?

149. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO IV. Teatro Spagnuolo. » pp. 196-285

Ma sotto questo lungo e fecondo regno fiorì principalmente il famoso Pedro Calderon de la Barca assai conosciuto in Francia ed in Italia, de i cui drammi sacri o profani si valse frequentemente l’istesso Filippo IV. […] Più grave ancora è l’accusa fatta a’ loro compatriotti per l’oscenità de’ loro drammi negata in vano colla solita stranezza dal nominato apologista, e ripresa con forti espressioni dal Canariese Giovanni Ceverio de Vera morto in concetto di santità nel 1600 con un Dialogo contro le commedie Spagnuole, indi dal P. […] E che giovano esse quando non sono verificate su i medesimi drammi?

150. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO I. Teatro tragico Italiano. » pp. 98-130

Benchè in esse lo stile alcuna volta appalesi qualche studio soverchio, pur vi si notano molti pregi tragici, oltre alla costante regolarità de’ drammi Italiani.

151. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO I. Tragedie. » pp. 4-67

La parola data da Alfonso al re di Castiglia cagiona in ambedue i drammi il pericolo di Agnese e la ribellione del principe. […] Non ragionata perchè nulla addita nè degli errori nè delle bellezze de i drammi: non completa perchè non poche altre doveano inchiudervisi: non iscelta, perchè alcune hanno in essa avuto luogo senza merito particolare.

152. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VI. Teatro Greco. » pp. 44-148

Volle innoltre egli stesso e comporre la musica de’ suoi drammi, e inventar l’azione de’ balli, e prescrivere i gesti e i movimenti del coro che danzava e cantava negl’ intervalli degli atti, togliendone la direzione agli antichi maestri ballerini. […] Noi siamo persuasi che dopo di essersi la mente preparata co’ saldi invariabili sovrani principj della Ragion Poetica ed avverati e con una paziente e critica lettura e con una lunga esperienza del teatro, il cuore solo è quello che decide dei drammi e senza ingannarsi ne conosce e ne addita le bellezze. […] Le prosopopeje (come il Mattei chiama le Ninfe, il Padre Oceano, l’Eumenidi, la Forza ecc.) punto non dimostrano, com’ egli crede, che allora la tragedia era una danza animata dall’intervento di questi genj mali e buoni piuttosto che una vera azione drammatica; ma pruovano solo che Eschilo introdusse ne’ suoi drammi le ninfe, i numi, le ombre, le furie, e diede corpo a varj esseri allegorici, come Sofocle ed Euripide si valsero delle apparizioni di Minerva, di Bacco, di Castore e Polluce, della musa Tersicore, d’Iride, di una Furia, di un’ Ombra, della Morte ecc.

153. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo VI. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 82-108

Il poeta tragico Girolamo che col suo sentimento avea fatto determinare i giudici dei drammi a permettere, come cosa lecita e onesti, la rappresentazione delle Nuvole di Aristofane, viene pure per la sua troppo strana e lugubre fantasia dileggiato in un coro degli Acarnanii.

154. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO I. Teatro Tragico Italiano. » pp. 228-273

Benchè in esse lo stile alcuna volta appalesi troppo studio, pur vi si osservano molti pregi tragici, oltre alla costante regolarità serbata ne’ drammi tutti prodotti dentro il recinto delle Alpi.

155. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO VI. Teatro Spagnuolo Comico e Tramezzi. » pp. 149-194

Quando si tradussero ottimi drammi forestieri più insulsamente e sconciamente di quello che Ramòn La-Cruz, ed altri simili poetastri fecero del Temistocle, dell’Artaserse, del Demetrio, dell’Ezio, dell’Olimpiade deteriorate e tradite da capo a fondo, e segnatamente imbrattate coll’introdurvi un buffone che interviene ai trattenimenti de’ re, e degli eroi Greci e Romani?

156. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO PRIMO. Ritorno delle rappresentazioni teatrali dopo nate le lingue moderne. » pp. 2-31

Ma per essere periti tanti drammi greci e latini potrà negarsi che si composero e recitaronsi nella Grecia e nel Lazio, e che rassomigliavano a quelli che ci rimangono?

157. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo decimoterzo »

così nelle interrogazioni che l’uomo appassionato fa sovente a se medesimo, nelle apostrofi oggetti inanimati dell’universo, e in cent’altre occasioni la musica strumentale si rende necessaria o per aumentar l’espressione, o per maggiormente sviluppare la sensibilità, o per supplire alla scarsezza della vocale o per imitar molte cose che cadono direttamente o in direttamente sotto il governo della musica, l’uso dunque delle similitudini assai frequente in Metastasio, e la varietà di situazioni che somministrano i suoi drammi, hanno contribuito al medesimo fine134. […] Lulli in Francia si faceva recitare i drammi di Quinaut avanti di metterli in musica da un’eccellente attrice, e dalla voce di lei ne raccoglieva i tratti più decisivi.

158. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo secondo »

La lingua italiana ha dunque un discorso che facilmente divien poesia, ha poesia che s’avvicina alla natura del canto, ha finalmente il recitativo, che dalla declamazione poetica non molto si scosta: del che somministra una pruova il vedere, che i drammi dello Zeno, e del Metastasio sono ugualmente acconci per recitarsi che per cantarsi.

159. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO II. Ritorno delle rappresentazioni teatrali dopo nate le lingue moderne. » pp. 80-124

Ma per essere periti tanti drammi greci e latini potrà negarsi che si composero e si recitarono nella Grecia e nel Lazio, e che rassomigliarono a quelli che ci rimangono?

160. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XII. Teatro di Aristofane. » pp. 16-140

Nulla prova con maggiore evidenza che nel comico teatro de’ Greci agitavansi le quistioni politiche correnti, quanto i drammi di Aristofane. […] Il ribattere le altrui parole è un artificio scenico pieno di sale, che sempre riesce vivace e dilcttevole sì ne’ gravi che ne’ lepidi drammi.

161. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO V. Tragedia Francese nel secolo XVIII. » pp. 75-133

Ma la lettura riposata è la pietra di paragone de’ drammi, ed essi non passano alla posterità quando mancano di stile, di lingua, di buona versificazione, d’interesse; ed in quelli di Campistron si desidera forza, calore, ed eleganza.

162. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 1 pp. 2-271

Questa buona tragedia colle precedenti smentisce l’affettazione di taluno che imparando la storia letteraria d’Italia sulle importanti notizie giornaliere delle gazzette straniere, afferma che nei primi lustri del nostro secolo il teatro italiano ebbe soltanto drammi irregolari e mostruosi. […] Andres nel mentovar con onore i componimenti di lui, e dell’altro suo confratello Bettinelli, si contentò di spiegarsi in termini generali, ed accennò solo che le circostanze legavano loro le mani per non ispargervi tutti que’fiori che il fecondo lor genio avrebbe saputo far nascere, nè ridurre i loro drammi a quella perfezione, di cui sarebbero forse stati capaci. […] Intanto che tali valorosi scrittori emulando ora i Greci ora i Francesi nobilitavano il coturno italiano con drammi che dalla sola invidia sotto pretesto di delicatezza di gusto può inspirarsi il basso espediente di occultarne il merito con un maligno silenzio o colla sola eccezione della Merope ; piacque ad un’altra schiera di letterati di recare eccellentemente nel nostro idioma quasi tutto il teatro tragico francese.

163. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo duodecimo »

Alcuni musici, lavorando per domestico diporto alcuni componimenti d’armonia saparata dalle parole, introdussero poscia nei cori dei drammi e in quelli dei giuochi pitici la fatale usanza di render la musica strumentale indipendente della vocale112.

164. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO V. Teatro Spagnuolo Tragico. » pp. 56-148

Non è ragionata perchè nulla addita nè degli errori nè delle bellezze de i drammi; non completa perchè non pochi altri componimenti dovrebbe contenere; non iscelta, perchè alcuni in essa s’inserirono senza merito particolare.

165. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quarto »

In una serie cronologica de’ drammi rappresentati sui pubblici teatri di Bologna dall’anno 1600 fino al 1737 fatta per opera de’ Soci filopatri si pretende sulla fede d’un manoscritto del celebre Ulisse Aldrobrandi, che fin dall’anno 1564 si cantasse nel palazzo della nobilissima Casa Bentivoglio un dramma intitolato l’Incostanza della fortuna.

166. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquarto »

Dopo la metà del secolo i poeti incominciarono a far un uso più frequente delle arie, o strofette liriche, nei loro drammi, della quale usanza invaghiti i maestri dozzinali (cioè la maggior parte) trascurarono a poco a poco i recitativi in maniera che neppur li consideravano come necessari alla musica drammatica.

167. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosesto »

Così seppero felicemente innestarlo i Francesi come si vede nell’Orlando di Quinaut, dove il ballo de’ pastori è a meraviglia legato coll’azione, e quello dei piaceri nel palazzo d’Armida, e quello delle Baccanti nella Lavinia, e quello dei lottatori nei funerali di Castore, e in più altri drammi.

168. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO I. Teatro Francese Tragico. » pp. 4-111

Ma la lettura riposata è la pietra di paragone de’ drammi, ed essi non passano alla posterità quando mancano di vigore nello stile, di proprietà ed eleganza nella lingua, di armonia nella versificazione, e d’interesse nell’azione; ora in quelli del Campistron si desidera forza, energia, calore ed eleganza.

169. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAP. IV. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo XVI quando fiorirono gli scrittori producendo le Commedie dette Erudite. » pp. 136-255

Non perchè tutte non ci presentino qualche pregio da osservarsi, chè ingegnose esse sono e in grazioso e puro stile da’ Toscani e non Toscani composte; ma solo perchè non permette tante minute ricerche e continue pause il nostro racconto che abbraccia tante età e nazioni e tanti generi di drammi.

/ 170