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2. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 471

Quando il Principe di Mantova, Vincenzo, disegnò di formare una gran compagnia, coi capi migliori di quelle già esistenti, che si sarebbe chiamata degli Uniti Confidenti, dopo il rifiuto motivato de’coniugi Francesco e Isabella Andreini, si volse alla Giulia Bolico, che allora era a Bologna, colla lettera seguente, in data 2 aprile 1583 : A M.ª Giulia Bolico, Comica. […] A questa il Principe ne fe seguire altra lo stesso giorno a Pirro Malvezzi, pregandolo d’interporsi per la riuscita della scrittura ; ma il Malvezzi rispose il 25 che la Bolico aveva preso altro partito, e non poteva accettar l’invito di S. […] Il D’Ancona in Giulia Bolico vedrebbe quella Giulia Brolo degli Uniti che firmò il 3 aprile 1584 da Ferrara una lettera collettiva al Principe per recarsi a recitare a Mantova.

3. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 545

Il Principe di Toscana con lettera 19 agosto 1698 da Pratolino, prega il Duca di Modena di rilasciarli il commediante Sondra ; il che starebbe ad attestare del valore artistico di lui. Il 5 maggio del’99 il Principe cugino annunzia al Duca da Firenze l’arrivo di Flaminio, e lo ringrazia di una lettera piena di cortesie ch'ei gli mandò per suo mezzo. […] ,143) riferisce i particolari della uccisione del famoso musico Siface, dallo Zibaldone di Anton Francesco Marini, il quale alla data 10 luglio 1704, dice : « Discorrendosi questo dì 21 luglio 1704 di Siface musico celebre ; mi disse Giuseppe Sondra detto Flaminio, comico del Principe di Toscana, che il Quaranta Marsilio lo facesse egli ammazzare tra il Ferrarese e il Bolognese, ecc. » Sperandio Bartolommeo, mantovano, sostenne con molto successo, e in varie compagnie di giro, la maschera di Arlecchino, nella seconda metà del secolo xviii.

4. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 588

, 784), con Lavinia, similmente comediante, e si stimava che fusse e che non fusse sua moglie, et haveva acquistato con la scena e con gli amanti qualche commodità di considerazione ; questa, com’è solito dell’oziosa nobiltà napoletana, che oggi si è avanzata assai nel bordello, lussi, ignoranza e povertà, fu posta in conditione dalli donativi del Principe d’Avellino, dal Principe di Belmonte, ed altri nobili et ignobili, che con pochissima moneta la goderono. Venuto frescamente Don Vincenzo Spinelli, Principe di Tarsia a Napoli dal suo Stato, cominciò ancor lui a vagheggiar la Lavinia, che volle mascherarsi da Zaccagnino, non bastandolo quello che aveva speso in Calabria a buffoni, comedie, cacciatori, conviti, musica continua, cavalcatori, maestri di scrima, ecc.

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