Chiesa dell’Incarnazione pur di Madrid allevasi altro simil coro di evirati, e ciò abbisogna di dichiarazione. L’Incarnazione non ha altro simile coro come quello della R.
Il coro la consola celebrando insieme con Priamo la fuga de’ Greci; dell’onta de’ quali sarà un perpetuo monumento il cavallo consecrato a Minerva. In mezzo ai cantici del coro e alle danze giulive esce Cassandra, verace sempre e non creduta mai, la quale profetizza come quel giorno è l’ultimo giorno di Troia, e consiglia di gittare in fondo del mare il cavallo: … timeo Danaos et dona ferentes. […] Verso la fine del coro incomincia un combattimento nel fondo del teatro tra le guardie della rocca e alcuni Greci usciti fuor del cavallo, i quali vorrebbono impadronirsi di essa rocca. […] Partito Enea, seguita un coro degli medesimi dei e un ballo di Furie. […] Ella gli apparisce e gli fa il vaticinio prima de’ suoi errori, poscia della fondazione di un nuovo imperio: e in questo mezzo tra il fumo di Troia si vede nel fondo del teatro risplendere l’aureo Campidoglio; e seguita un coro degli dei e un ballo degli geni protettori di Roma.
L’atto termina col coro che si dimostra timido e dolente per li pubblici disastri. […] Il coro deplora la publica miseria, ed implora la vendetta celeste contro lo spietato oppressore. […] Il coro chiude l’atto raccontando in pochi versi tutta la spedizione di Ezzelino contra Padova, il suo ritorno in Verona e la barbara vendetta da lui presa contro de’ prigionieri. Ma qual tempo è corso dal consiglio di marciare al racconto del coro? […] Con un’ ode saffica il coro chiude l’atto, dando grazie al cielo per la morte del tiranno e per la ricuperata pace.