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82. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 410

Moglie del precedente, figlia di Innocente e Giovanna De Cesari, comici, e nipote della celebre Bazzi, fu egregia prima attrice, poi madre e caratteristica.

83. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Oltre all’Adelaide ebbe tre fratelli, Francesco, Pietro e Carlo, tutti comici.

84. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 958-966

La canzone ci dà inoltre un elenco dei comici disperati al cospetto di Scappino morente. […] Il gennaio del 1627 Francesco Gabbrielli era a Ferrara, come si vede da questa lettera del 6, senza indirizzo, ma scritta ad Antonio Costantini, segretario del Duca di Mantova, la quale io traggo inedita dall’archivio dei Gonzaga e pubblico intera, per le notizie importanti che ci dà di alcuni comici : Ill. […] Fritellino è buono da farsi odiare non solo da comici, ma da tutto il popolo, e lo vediamo con isperienza poichè se volle compagni bisogna vadi per forza de prencipi, o che li pagi ; lasso il voler tirare più parte degli altri. […] A., cioè di mettere insieme i meglio comici che recitassero ; onde per gli interessi e le discordie loro n’ebbe infinitissimi disgusti. […] A. di tutti gl’interessi comici.

85. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 975

Nata il 1844 a Bologna da parenti non comici, fu scritturata quale prima amorosa il ’60 con Luigi Pezzana, il ’61 con Elena Pieri-Tiozzo, il ’62-’63 con Lorenzo Sterni, poi con Monti e Coltellini sino al ’70, in cui assunse il ruolo di prima donna assoluta nella Compagnia di Carlo Lollio ; ruolo che non lasciò più sino al ’95, nel quale anno, si ritirò dalle scene, per istabilirsi a Bologna, ove si trova tuttora.

86. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1046

Molti comici pare abbiano assunto nel xvii secolo questo nome, e Guazzetto, primo Zanni, abbiamo nella Compagnia del Serenissimo di Modena per l’anno 1688.

87. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Condotta, a sollievo de' suoi mali, a sentire una piccola compagnia di comici che recitava in un’arena modesta di legno, destinata anche alla caccia del toro, tanto s’invaghì dell’ arte, che risolse di consacrarsi ad essa.

88. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Nel mutamento frequente di comici, egli restò sempre con sua moglie Isabella, come base della Compagnia italiana assieme alla coppia Vulcani, a Foscari, alla Casanova e a Moretti, a cui si aggiunse per parti giovanili, Luisa Toscani, figliuola forse di Gio.

89. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 601

Fra' comici più antichi veneziani il Molmenti (Venezia nella vita privata) ricorda ancora un Giampaolo (Zan Polo) un Trapolino, ecc. ; ma secondo il Quadrio sarebber essi una stessa persona.

90. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 31-32

Con lettera del 3 marzo 1683, il Duca di Mantova scriveva al Duca di Modena, per chiedergli insieme ad altri comici il Dottor Brentino, da aggregare alla propria compagnia. […] Infatti nel maggio '86 egli figurava nella lista dei comici del Duca, al fianco dei coniugi Fiala, di Antonio Riccoboni, di Carlo San Giorgi, ecc. ecc., ai quali per sussistenza furono assegnate due doppie il mese.

91. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 41-43

Francesco Righetti nel suo Teatro italiano (II, 104), parlando de' comici figli di comici, dice : il solo Francesco Lombardi s’alza gigante in mezzo a tanti suoi confratelli, che, o giacciono nell’oscurità, o appena toccano la mediocrità.

92. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Carlo stabilì la censura per le bozzature delle commedie, su poche delle quali però appose la sua firma, perchè, pei molti affari di quell’ uffizio, fece tralasciar l’ordine, fidando nella parola dei comici, i quali giurarono che non sarebbero stati gli altri soggetti meno honesti de i riveduti.

93. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 613

Stefani nell’Archivio Veneto del 1885 (Tomo XXIX, 98) alla data delli 8 di ottobre del 1742, è detto che i comici del S. 

94. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 107

Viveva ancora al tempo del Bartoli (1782), il quale ci fa sapere com’ egli a Malta scrivesse un Prologo in versi martelliani, « dove finse che i comici agitati da una burrasca si trovassero vicini a naufragare ; e che poi assistiti da Netunno (il quale lasciavali con questi due versi : restate dunque amici al puro aer sereno, che a riposar men torno ad anfitrite in seno), potessero felicemente in quell’ Isola approdare, e far servitù a quella Nazione, come di fatto poi fecero. »

95. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Pietro Di Re, detto tra' comici Mescolino fu molto stimato, era modestissimo ; ma di lui si divulgò questa taccia, che era troppo freddo, perchè mai diceva oscenità.

96. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 753

Invitato un giorno a lauto banchetto da nobile personaggio, insieme ad altri comici, disordinò alquanto ; e recatosi in fretta al teatro per la rappresentazione, fu côlto, pel grande riscaldo, da febbre sì violenta che in capo a pochi giorni lo condusse a morte a soli cinquant’anni nel 1774.

97. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 252

Fu tra’ comici di passaggio a Mantova, nel movimento della popolazione per gli anni 1590-91-92.

98. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

Comunque fosse, egli ebbe fama di uno de’ migliori comici del suo tempo, nè solamente a Napoli ma anche a Roma, ove fu chiamato a recitare, e ove ottenne un clamoroso successo.

99. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 704

Nacquero dal loro matrimonio tre maschi e tre femmine tutti comici : Romeo, Ildobaldo (morto), ed Ermete ; Giulia maritata Bonfigli ex comico, Imelda maritata Bouchard, ed Argia maritata Tovagliari, che ho veduta e ammirata nella Compagnia dialettale siciliana di Giovanni Grasso.

100. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 969-973

Artista e capocomico pregiato, padre e marito de’ più sciagurati, patriota caldissimo, nacque a Venezia il 5 ottobre del 1817 dai coniugi Antonio, veronese, e Luisa Ciappi, senese, comici nella Compagnia Andolfati, i quali passaron poi in quella di Ghirlanda, Ficarra, Martini, Ciabetti, Bianchi, Miuti, Colomberti ed altre, fino a quella di Carlo Mancini, nel ’32, ov’erano la Polvaro, il vecchio Modena, l’Adelaide Borchi, Andrea Vitaliani, Martinengo, ecc., e nella quale egli esordì a Caltanissetta colla parte di Riccardo ne’ Figli di Odoardo, acquistandosi tosto le simpatie del pubblico, che andaron poi viepiù crescendo. […] Correva il primo giorno di quaresima dell’anno 1860, allorchè i comici da lui condotti salpavano da Livorno sulla Luisa, vapore dell’Amministrazione Marsigliese (qui v’ è errore, poichè la Luisa apparteneva alla Compagnia Valery) alla volta di Bastia, porto dell’ isola di Corsica. Oltre agli artisti da lui stipendiati per dare un corso di recite in quella città, aveva seco la moglie Luigia, nata dal comico Cavicchi, bravo brighella da molti anni estinto, e figli : una bambina chiamata Adele che non giungeva all’età di cinque anni, ed un maschio di due, il di cui nome era Ettore, ma che per esser piccolo e grasso era stato da quei comici soprannominato Tom-Pouce. […] Nel tempo che accadeva sul mare la terribile sventura, nella prima locanda di Bastia si preparava per i comici un’ottima cena.

101. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »

Arrivata a una certa età, e messosi assieme coll’arte sua un po’ di danaro, abbandonò le scene, stabilendosi a Mantova, dove comprò una casa presso il teatro, e propriamente quella vicino alla Torre del Zucchero, la quale, ben ammobigliata, affittava poi a’ comici che si recavan colà a far la stagione.

102. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 688

Sposò l’attrice Carolina Spelta in Cammarano, ed ebbe undici figli, tutti comici, dei quali Colomba, Michele, Guglielmo, Edoardo, Ernesto, Matilde, Elena e Pia, morti.

103. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 198

Abbandonato il padrone, il Paderna si diede a girar l’Italia or con l’una, or con l’altra compagnia di comici, rappresentando sempre la sua parte dialettale di secondo vecchio.

104. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 237

Morto improvvisamente il primo attore della Compagnia Battaglia (annegò nel Po con altri comici, mentre si recava da Pavia a Piacenza), il Patella andò a sostituirlo ; e, trovatosi in un campo adatto alle sue eccellenti qualità artistiche, potè ne'primi teatri d’Italia ottener successi clamorosi, confermati poi nel San Giovan Grisostomo di Venezia, dove, esordito col dramma di Monvel Clementina e Dorigny, tanto vi piacque, che la veneta aristocrazia disertò gli altri teatri per recarsi ogni sera a sentir lui, il quale, dopo alcune sere, nella creazione dell’Aristodemo di Monti e di Nerone nell’Agrippina di Pindemonte raggiunse il sommo del trionfo.

105. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

A richiesta del Duca di Modena, rispose accettando di far parte della di lui Compagnia, di cui eran principale ornamento i Calderoni Silvio e Flaminia, con lettera da Roma del 19 aprile 1679, nella quale si lagna acerbamente del malo trattamento de' capocomici verso di lui, che non sa nè dove spedire la condotta, nè chi la riceverà, nè in che piazze andrà, nè come sia composta la Compagnia, e che soprattutto s’è visto, con suo danno e rossore, metter fuori una seconda donna già scritturata d’accordo con lui, certa Angiola Paffi : « danno, hauendo seco un antico, e non poco concerto (cosa mendicata, e ricercata da ogni Moroso), e rossore per esser tenuto un parabolano, et un falso ; e dopo essermi consumato in Venetia ad aspettare la certezza et unione di questa donna, si ritratta al presente ciò che si deve per debito, essendo stata accettata e corrisposta da tutti. » E si raccomanda al Duca di ordinare che i comici gli scrivano, perchè egli possa con loro più apertamente discorrere. « Alla Paffi – conclude – in cuscienza et appresso Dio et al mondo non si deve mancare. »

106. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 697

Nato a Zante il 22 novembre 1866 da parenti non comici, fu cresciuto a Milano, dove, fatti gli studi tecnici, ed esercitatosi tra quei filodrammatici, si scritturò con Emanuel ; passando poi, in vario tempo, con Tibaldi (Compagnia Nazionale), la Duse, Cesare Rossi, Pietriboni, Falconi, Bertini, Paladini.

107. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 674-675

Volata la fama della sua grandezza artistica a Parigi, i comici del Re lo invitarono a recarsi colà, dove esordì il 20 settembre 1759, succedendo a Carlo Antonio Veronese, sotto la maschera di Pantalone in una commedia di Sticotti figlio e Moramberg, intitolata : Le avventure della caccia. […] Ei lasciava dubitar se fosse lui davvero, ingannava gli occhi i più avvezzi a vederlo, e giustificava l’entusiasmo di Garrick, uno de’ primi comici dell’ Europa.

108. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 877-878

Ci appare la prima volta in una supplica da Verona del 10 agosto 1651 a un segretario del Duca, sottoscritta da alcuni comici della compagnia, perchè il Marchese Bentivoglio concedesse loro il teatro di Ferrara pel mese di ottobre, dovendo poi andare il novembre a Venezia, e facesse grazia d’introdurvi le dame a udirli. […] S. pagava per loro sussistenza ai comici, quando si trattenevano in Modena o in altra città senza recitare, lire 64 per ciascheduno.

109. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 471

Li comici Confidenti, dei quali hora io mi servo, desiderano di haver voi in compagnia loro, il che anche a me piace, per intender la sufficienza vostra ; perciò mi sarà di non poca soddisfatione che, posponendo ogni cosa, vi transferiate qui a servire me et a compiacere loro, che vi amano molto.

110. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 541

Non figlio di comici, nacque a Macerata il 7 maggio del 1857, ma dovette, per rovesci di fortuna, recarsi ancor giovinetto colla famiglia a Roma, dove, dominato dall’amore dell’arte, entrò nella filodrammatica Pietro Cossa, della quale era direttore Eugenio Gerbino, piemontese, un de’ migliori e più vecchi dilettanti.

111. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

Sapeva la lingua francese e la tedesca, e fu esso l’introduttore dello spiritoso carattere di Francese Italianato, che fu poi da altri comici imitato.

112. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 682

Rasi, Il Libro degli Aneddoti : Accidenti comici e tragici).

113. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 121

I pregi artistici del Medoni erano alquanto scemati dalla cattiva pronunzia dialettale, ma compensava tal difetto con la coltura e l’ ingegno non ordinari in un comico (è stato autore di molte tragedie applaudite, tra le quali, applauditissima, la Dirce) e con la eloquenza, che, tra' comici del suo tempo, oserei dire, unica.

114. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO II. Commedie: Pastorali: Teatri materiali. » pp. 224-253

Cirillo gran letterato ed avvocato e cattedratico grande senza la pompa delle favole Liveriane richiamò sulle patrie scene le bellezze e gli artifizj comici di Menandro e di Terenzio. […] Amalasunta tragedia lirica, Belisario, Rosimunda, Rinaldo di Montalbano, mostri scenici cari ed utili a’ comici, furono da lui alla meglio rettificati, e l’occuparono intorno al 1734. […] Ma egli volle incoraggire i comici a non deporle fornendoli di commedie fatte a tale oggetto, e di rappresentazioni romanzesche piene di colpi teatrali per cattar maraviglia. […] , dalle quali i comici Lombardi hanno colto tanto frutto che dovea guarirli da’ loro invecchiati pregiudizj; e l’Italia prende da esse nuova speranza di vedere ristabilito e condotto a perfezzione il sistema del sig Goldoni. […] Terminiamo il racconto de’ nostri poeti comici col fecondo prelodato sig.

115. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 840

Nacque ad Ivrea il 1813 da parenti comici.

116. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 991

Figlio del precedente, nato a Roma il 17 novembre del 1825, cominciò a recitar particine a soli quattr’anni, scritturandosi a otto in Roma con certo signor Lustrini, direttor delle poste, che aveva formato una compagnia di ragazzi, figli di comici, di cui era prima attrice la dodicenne Carlotta Mander.

117. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 449-450

Fu l’ '89 al Teatro Rossini di Napoli, poi, ammalatasi la Duse, fu la prima donna de' suoi comici, coi quali fece il giro della Sicilia.

118. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 731

Da una supplica al Duca di Modena del 1686 per ottenere che gli fosse mantenuta la parte intera, non volendo i comici dargliene che metà, sappiamo ch'egli aveva moglie e cinque figliuoli.

119. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

E il padre Ottonelli nella sua Cristiana moderazione del Teatro, riferisce al proposito del gran conto in che eran tenuti i comici da Principi e da Re e da nobili in genere, come il Chiesa gli dicesse un giorno in Firenze : « Io ebbi in Francia il mio primo figliuolo, e fu tenuto a battesimo dal Duca N.

120. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 968

Con questa data, a un dipresso, concorderebbe la Ippolita, prima donna, rimasta fin qui sconosciuta, di cui è parola nella lettera del Buffetto Cantù (V.) e del Dottore Nelli (V.) e in altra di Giovanni Parenti del 1655 da Venezia al Duca, in cui dà notizie de’teatri di Venezia, e ne promette sulla Ippolita, richiesta, pare, dal Duca, per aggregarsi a’ suoi comici.

121. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1041

Le quali cose tutte congiunte insieme, collocarono il Grandi fra i migliori comici del suo tempo.

122. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 539

Attore brillante di pregio per una sua singolar vena di comicità, nacque a Casaltone di Sorbolo, provincia di Parma il 4 ottobre del 1849 da Gaetano, e Maria Grimaldi, non comici, ed ebbe domicilio a Guastalla.

123. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 545

Fu lungo tempo coi comici Lombardi, sciolti i quali, passò in Compagnia di Giuseppe Lapy, di dove uscì per diventar conduttore di una piccola compagnia.

124. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

Il giorno seguente quei venerandi sedettero fuori ; e il terzo sollecitarono i comici a dar tosto cominciamento.

125. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo VI. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 82-108

Sufarione, Epicarmo, Connida, Magnete, Formide, Crate furono i poeti comici della più remota antichità. […] La vittoria li dichiarò per gli comici, se non si riguardi ad altro che al merito dell’invenzione, e al piacer che produce la novità degli argomenti; imperciocché i tragici traevano i propri dalle favole di Omero e dalla mitologia assai ben nota; e i comici che provvedeansi nella propria immaginazione, presentavano uno spettacolo tutto nuovo. […] Ma se l’emulazione rese tal commedia gloriosa, la fece oltremodo ardita il governo popolare ateniese, nel quale i comici e gli spettatori erano membri della sovranità. […] I frammenti che ci restano de’ primi comici, non basterebbero a darcene una giusta idea, se il tempo non avesse rispettate undici delle commedie di Aristofane, le quali a sufficienza ce ne instruiscono. […] Nell’istesso coro possiam veder ancora un ritratto delle composizioni de’ comici competitori di Aristofane.

126. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO III. Stato della Commedia Francese prima e dopo di Moliere. » pp. 36-58

Tutti i comici antichi e moderni hanno motteggiata e dipinta la civetteria, la maldicenza, l’ingiustizia, la vanità e le altre ridicolezze umane. […] Di quì venne quella verità di carattere che costituisce il maggior talento di questo grand’uomo, e che lo rende superiore di genio a tutti gli altri comici. […] Tre altri comici rinomati si vogliono nominar con onore dopo Moliere, cioè Regnard, Brueys e Dancourt. […] Florent Carton Dancourt nato nel 1661 o 1662 e morto nel 1725 o 1726, fu un commediante di mediocre abilità, ed uno de’ buoni autori comici. […] Baltassarino indi chiamato Beaujoyeux, uno de’ migliori sonatori di violino Italiani, mandato dal maresciallo di Brisac alla regina Gaterina Medici, che lo fece suo valletto di camera, v’introdusse questi balli comici.

127. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Mediolani 20 Iunii 1601. » pp. 242-244

Pedrolino, et Compagni comici vniti, li quali con mia grandissima sodisfattione, e gusto m’ hanno seruito doi mesi continoui con le comedie, e forse con speranza di tornare questo Carnovale al mio seruitio desiderano per esser più vicini, et commodi al viaggio di venir per l’Autunno à recitar in Bologna nella stanza solita ; pero prego V. […] si mise poi ad imitare li linguaggi di tutti li suoi comici, come del Pantalone, del Gratiano, del Zanni, del Pedrolino, del Francatrippe, del Burattino, del Capitan Cardone, e della Franceschina.

128. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 297-298

Nato a Feltre il 27 marzo del 1854 da Giovanni e Rosa Milliacci, non comici, dopo di aver recitato fra i dilettanti, con buona riuscita, fu mandato alla scuola di declamazione di Firenze, d’onde uscì dopo due anni, per entrar poi nell’arte, per modo di dire, in una modesta compagnia, condotta, se ben ricordo, da un cotal Silvano. […] Il Seminario – L'amoreto de Goldoni a Feltre – Dall’ombra al Sole – Il Tiranno di San Giusto – Col ferro in pugno – La bugia del secolo – Macchie di sole – Padre e figli – Scuola professional – Il Re di Molinella – Cesarina – L'onorevole Campodarsego – I Pellegrini de Marostega – Maestro Zaccaria – El suicidio de sior Prosdocimo – La bicicletta – I figli d’Ercole – Tenente dei Lancieri – La bella vita – Il banchetto di Montebelluna – La famegia d’un canonico – Storia de geri – Alcuni bozzetti e varî scherzi comici.

129. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO III. Teatro Inglese. » pp. 143-156

La satira e l’oscenità sono le note caratteristiche de’ poeti comici inglesi. […] I soprallodati comici inglesi, parlando in generale, non mancano nè d’invenzione, nè di fantasia, nè di forza, nè di calore, nè di piacevolezza. Si desidera però in essi scelta e venustà, e la decenza richiesta nella dipintura de’ costumi, per cui Terenzio tanto sovrasta a’ suoi posteri, l’unità di disegno nel tutto, e la verità, l’esattezza, e la precisione nelle parti: un motteggiar lepido e salso, pungente ma urbano alla maniera di Menandro che ammiriamo in Ludovico Ariosto: le grazie e le pennellate franche di Nicola Machiavelli che subito caratterizzano il ritratto: la vivacità ed il brio comico di Agostino Moreto: finalmente il gusto, l’amenità, e l’inarrivabile delicatezza nel ritrarre al vivo i caratteri e le ridicolezze correnti che danno al Moliere il principato tra i comici antichi e moderni.

130. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO VI. Teatro Inglese. » pp. 291-300

La satira e l’oscenità sono le note caratteristiche de’ poeti comici Inglesi. […] I soprallodati comici Inglesi, parlando in generale, non mancano nè d’ invenzione, nè di fantasia, nè di forza, nè di calore, nè di piacevolezza. Ma si desidera in essi la scelta, la venustà, la decenza richiesta nella dipintura de’ costumi, per cui Terenzio tanto sovrasta a’ suoi posteri; l’ unità di disegno nel tutto, e la verità e l’esattezza e la precisione nelle parti; il motteggiar lepido e salso, pungente ma urbano alla maniera di Menandro che ammiriamo nell’Ariosto; la grazia, la naturalezza e le pennellate sicure del Machiavelli che subito caratterizzano il ritratto; la vivacità, il brio comico di Moreto; e finalmente il gusto, l’amenità, la delicatezza inarrivabile nel ritrarre al vivo i caratteri e le ridicolezze correnti che danno a Moliere il principato su i comici antichi e moderni.

131. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO VI. Tragedia Cittadina e Commedia Lagrimante. » pp. 134-143

Dalla tragedia cittadina, la quale, ove si preservi da colori comici e si contenti di cedere i primi onori al sublime continuato della tragedia grande, potrebbe tollerarsi anche in un teatro di buon gusto, si discende ad un dramma senza contrasto riprensibile, cioè ad una commedia lagrimante, nella quale s’imbratta con pennellate ridicole un quadro tragico. […] Non eccedono la natura gli scherzi comici dell’uffizialetto nel Disertore, ma non si accordano colle situazioni patetiche che vi sono. […] Mercier ha confuse le tinte de’ caratteri comici colle tragiche, dando al suo dramma un’ aria di somma tristezza senza bisogno.

132. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 203-211

Probabilmente essa fu figlia dell’arte, e nacque a Venezia, ove sua madre, incinta, era a recitare : questo il parere del D’Ancona, il quale cita al proposito i vari comici D’Armano, dei quali si parla più oltre. […] « Volse il cielo che la signora Vincenza, forse per purgar de’ vizj la corrotta gente, si desse al recitar comedie in scena, dove degli uomini, come in uno specchio, rappresentando il vivere, e d’essi riprendendo i perduti costumi e gli errori, a vita lodevole gli infiammasse, il che fatto di leggiero avrebbe, quando il mondo non fosse al suo bene cosi incredulo, etc. etc. » e qui tien dietro la solita predica in difesa delle commedie e contro coloro che le aborriscono, e che « come odono nominar comici, par che sentano qualche cosa profana e sacrilega. […] etc. » E qui fa una lista de’ grandi comici, attori e autori, greci e romani ; i quali tutti, s’intende, sono zero appetto a lei : nè ai comici si ferma, chè, nemmeno Teocrito, Esiodo e Virgilio seppero esprimere tanto artificiosamente la vita e i costumi dei pastori……. […] Quelli di Adriano Valerini e di Luzio Burchiella troveremo ai nomi di questi due comici valorosi.

133. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 238

Metto fra i comici anche il nome di questo scrittóre ben noto, nato a Venezia nel 1756 dal Conte Casimiro, napoletano, e da Angiola Olivati, veneziana, perchè, già vedovo della comica Monti, « che in quell’epoca – scrive Iacopo Ferretti – in cui era di moda recitare il verso tragico cadenzato, come i sonetti si recitavano dai novizii di Parnaso, era una rediviva figlia di Roscio, » fatta società colla insigne comica Marta Colleoni, si diede anche all’arte del recitare, nella quale riuscì mediocremente ; « fu discretissimo – dice lo stesso biografo – e non apparve più sulle scene. » Visse col De Marini, collo Zuccato, col Fabbrichesi, col Vestris e col Blanes, e ne fu poeta.

134. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 360

E anche ieri come oggi, nonostante quella maschera, l’amico dei comici, il protettore, il critico, si credevano in diritto di penetrar sulla scena, e mettere gli attori e più specialmente le attrici nel rischio di ritardare una sortita.

135. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Rimini, li 22 Giug.º 1698. » p. 489

Si trovava il 1687 tra que’ comici che Francesco Calderoni (V.) condusse da Venezia a Monaco al servizio dell’Elettor di Baviera (Trautmann, op. cit.

136. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 564

 – Giuseppe Campioni : uno dei capi della compagnia de’ comici veneziani venuti mesi sono da Venezia a divertire colle loro applaudite fatiche la nobiltà di questa Metropoli e che ora ritornano a Venezia, colle loro famiglie, servitori, attrezzi teatrali e robbe di uso proprio.

137. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »

Intanto, io prego Vostra Maestà di aver questi comici come raccomandati alla Sua benevolenza e alla Sua protezione.

138. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » p. 807

I suoi comici, atti a recitare così in dialetto come in italiano, viventi in fraterno accordo molti anni, costituivano per l’armonia dell’insieme un modello di compagnia, che aveva la maggior larghezza di repertorio, dacchè recitava tragedie e drammi lacrimosi e commedie goldoniane e farse e operette, come ad esempio, la Figlia del reggimento, in cui la moglie di Giorgio specialmente, l’Alceste Maggi, s’acquistò fama di attrice insuperata.

139. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1034

Troviamo il nome di Goldoni anche tra’ comici del secolo xvii, secondo un cenno dello Scherillo (op. cit), il quale ci riferisce, nè sappiamo da qual fonte, essere stato lui lo Scaramuccia del Callot.

140. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 

.) ; e vi era ancora l’ 8 di settembre, sotto la qual data riferisce a un famigliare del Duca, come non essendosi negoziata a dovere l’andata a Venezia, probabilmente la compagnia non avendo l’autunno, dovrà sciogliersi, per riunirsi poi nel carnovale ; annunzia che Colombina (la Franchini) vuol andarsene a Bologna, e ch'egli è costretto, secondo l’ordinazione de' medici, a condur l’ Angiola sua moglie a Venezia per una tosse di cattiva conseguenza ; e conchiude con l’annuncio di due lettere (non potute trovare), le quali avrebber fatto conoscere le doplicate malignità de' comici parmiggiani, capo de' quali è Brighella(V.

141. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 412

Del '46, Enrico Montazio, non sospetto certo di tenerezza verso i comici, così scrisse di lui nella Rivista : Salvator Rosa ha sopra il Vergnano (recitava questi al Nuovo in Compagnia Pezzana) il vantaggio della voce, della persona, della età ; ambedue amano l’arte non da istrioni, ma da artisti ; ambedue pongono pari amore alle piccole parti, che a quella principale e di protagonista : e da ciò, a parer mio, si distingue sopratutto l’artista ragionevole e tenero, più che d’un trionfo a carico de'suoi compagni, della totale riuscita di un’azione drammatica.

142. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 586

Moglie del precedente, e figlia di comici, fu un’egregia prima attrice giovine, poi, divenuta sposa a Francesco, passò alle parti di prima donna assoluta, che sostenne con molto successo, più specialmente nelle commedie goldoniane, e in dialetto.

143. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 881-887

Forse l’Angiola D’Orso, allora giovinetta, che vediamo nel ’50 moglie di Fabrizio e chiamata nella lista dei comici col diminutivo di Angiolina per essere distinta dall’ Angiola, ch’era la Nelli, prima donna della compagnia ? […] Il Sand annovera Cintio Fidenzi tra i comici che furon nella Compagnia dei Gelosi dal 1576 al 1604. […] Lasciai, nol niego, in quell’età che rende Fermo l’Uomo in pensar, l’onore, e il premio Dei comici lavori…………. […] Nel mio libro degli Aneddoti, sono i Ricordi di un comico, il fiorentino Bellagambi, che racchiudono tutti i raggiri, i sotterfugi, le cabale a cui dovea lasciarsi il povero Fini e coi comici e cogli albergatori e coi barcajuoli per veder di tirar avanti la baracca alla meglio.

144. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 229

II, pag. 239) alla novella gioventù « perchè collo studio e colle osservazioni trascurate dalla maggior parte dei loro predecessori, facciano rivivere e perpetuino sulla scena italiana il senno di Pianca Paganini, la dignità di Petronio Zanerini, le grazie comiche d’Asprucci, e la versatilità sorprendente di Demarini, la verità di Pertica, la pura dizione di Vestri, e rigettando la chimera delle tradizioni, recitino colla propria anima, e abbiano per norma i precetti dell’arte, e per modello la natura. » Lo troviamo gli anni comici 1795-96-97, brillante nella Compagnia del truffaldino Luigi Perelli, al fianco del famoso Zanerini, e dell’Angela Bruni : poi, l’anno 1797-98, in quella di Carlo Battaglia e compagni con Salvatore Fabbrichesi, e nel 1800-1801 in quella di Angelo Venier e compagni, in cui recita per la prima volta le parti di caratterista : è anche la prima volta che il giornale dei teatri di Venezia si occupa di lui

145. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 278

Fu uomo onesto e probo, e sposò in seconde nozze la madre dei comici Merli Cristoforo e Merli Giovanni.

146. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1021-1022

La poca importanza che si dà alle scarsissime notizie di lui, parmi in aperta contraddizione colle tante incisioni, specialmente del Watteau, che riproducono i nostri comici a Parigi, nelle quali Pierrot occupa sempre un de’primi posti, quando non sia il primo addirittura, come nel quadro de’Comici italiani dello stesso Watteau, che riproduco nella testata della lettera G, in cui egli è segnato a dito non so se qual capocomico o principale artista della compagnia, diritto in sul mezzo della scena, a cui fan cerchio tutti i colleghi ne’lor varj costumi.

147. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 546

Noi sappiam già che i comici d’allora, abbracciando le varie arti, eran detti or suonatori, or commedianti ; e scorrendo il bello studio del Trautmann, troviamo in un libro di spese (1549) del Contabile di Nœrdlingen, antica città libera, che a cinque commedianti veneziani, i quali si fecer rappresentare a S.

148. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 572-573

Nè sol delle doti di attore egli andava ornato, ma anche di disegnatore, chè egli precedette i comici Galvani, Ruggeri e Farulli nel riprodurre i maggiori colleghi – la Duse, Cesare Rossi, Andò, Zacconi, ecc., – in geniali caricature ; dove, se difetta la correttezza del disegno, è pur sempre un sentimento e uno spirito de' più vivi, non raggiunti fin qui.

149. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 614

Nato a Roma il 4 febbraio 1859 da parenti non comici, e datosi, giovanetto, al recitare in società filodrammatiche, si scritturò l’ '83 con Bellotti-Bon, per la cui morte non ebbe luogo il contratto, esordendo invece quello stesso anno come generico con Alessandro Salvini ed Ettore Paladini, e passando subito l’ '84 al ruolo di secondo e primo caratterista sotto il Salvini : ruolo che non abbandonò mai più, e che sostenne lodevolmente in compagnie egregie, quali dell’Emanuel, del Morelli, Maggi, Rossi, De Sanctis, Teatro d’Arte, Rasi, Della Guardia, Pieri-Severi, nella quale ultima si trova oggi (1904).

150. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO VI. Stato della Commedia Francese prima e dopo di Moliere. » pp. 212-244

Tutti i comici antichi e moderni hanno motteggiata e dipinta la civetteria, la maldicenza, l’ingiustizia, la vanità ed ogni specie di ridicolezza umana. […] Da ciò venne quella verità di carattere che costituisce il talento maggiore di quell’ingegno grande, e che lo rende superiore a tutti gli altri comici. […] Tre altri comici rinomati si vogliono mentovar con onore dopo Moliere, cioè Regnard, Brueys e Dancourt. […] Florent Carton Dancourt nato nel 1661 o 1662 e morto nel 1725 o 1726 fu un commediante di mediocre abilità. ed uno de’ buoni autori comici. […] Baltassarino indi chiamato Beaujoyeux, uno de’ migliori sonatori di violino italiano, mandato dal maresciallo di Brisac alla regina Caterina Medici, che lo fece suo valletto di camera, v’introdusse simili balli comici.

151. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 169

ma come in ubidienza de suoi sourani commandi procurai d’obbligar li comici nominati nella lettera sua di 2 spirato, a seruir per questo prossimo carnevale V.

152. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 293

Alle qualità artistiche del Pilastri che lo fecer uno de' più pregiati comici del suo tempo andò congiunta una memoria prodigiosa : e Domenico Bruni nell’introduzione alle sue Fatiche Comiche dice di lui : Vi è stato un Leandro Pilastri, e dotto e grazioso, che della profondità della sua memoria ha fatto stupire ogn’uno, poichè in molti luoghi, ma particolarmente in Milano ha di tutte le famiglie illustri, in una occasione narrato l’armi, descritto i colori, detto i nomi e la origine col nominare quanti Castelli sono sotto quel Dominio, e le cose notabili che in quelle parti nascono ; ha fatto raccolta di sei e settecento nomi, e con epiloghi differenti di quelli mostrato la sicurezza della memoria sua.

153. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 312

Ella non era figlia di comici, ma ebbe un fratello, Antonio, secondo brillante mediocre, morto a Pisa di etisia.

154. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO VII. Della vera commedia Francese e dell’Italiana in Francia. » pp. 144-176

Non mancando d’interesse ed essendo stata rappresentata assai bene nel 1750, mal grado di essere sfornita di veri colori comici, riuscì mirabilmente, e si è anche recitata e tradotta altrove. […] Carlo Collè segretario e lettore del duca d’Orleans nato in Parigi nel 1709 è uno de’ Francesi che hanno ritenuta la giusta idea della comica giovialità, resistendo alla seduzione del cattivo esempio de’ comici lagrimanti. […] In generale Des Touches è uno de’ buoni comici della Francia, e qualche sua favola riesce dilettevole, e molte interessanti; ma la piacevolezza non è il pregio caratteristico di questo commediografo. […] La dipintura di una cochetta esige sagacità per ricavare dal fondo del cuore umano e da’ costumi correnti e dalla conversazione i veri tratti comici che ad esso appartengono, pregi che non mancavano al Voisenon. […] Carlo de Montenoy Palissot nato in Nansì l’anno 1730 autore della Dunciade francese compose due drammi comici.

155. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 250

È nella commedia Il Ritratto, e vi rappresenta la prima attrice di una compagnia di comici che recita in Parma.

156. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 387

Relazione Fabbrichesi al Ministro dell’ Interno del Regno d’Italia sui comici della Compagnia Reale, in via di nuova organizzazione.

157. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 888

Mala tempora pe’ comici di bassa levatura ; il di Fiore, straccione famoso, era un sole spogliato de’ suoi raggi.

158. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 122

Recitò con molto spirito sotto la maschera di Tabarrino, prima con accademici nel Teatro Malvezzi, poi con comici in altri teatri della sua patria ed in quello del marchese Rangoni di Modena.

159. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 129

Figlio di un ciabattino di Udine, dove nacque verso il 1780, fu allevato nel mestiere del padre, morto il quale, vagando di paese in paese, or questo or quello frecciando, s’ imbattè in una piccola compagnia di comici che lo accolsero in qualità di socio, e da cui fu licenziato, dopo la prima sua comparsa in pubblico.

160. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1055-1059

Moglie del precedente, nata il 23 maggio del 1793 a Livorno da Giovanni Tafani nobile veronese ed Anna Baldesi, comici, fu la più forte artista del suo tempo. […] Fu il ’30 a Parigi, e vi andò in scena il 29 giugno con la Rosmunda di Alfieri, sollevando il pubblico a tale entusiasmo, da ottener dalla Duchessa di Berry la solenne promessa di aver destinato un teatro alle recite della Compagnia italiana : promessa che non fu poi tenuta per la caduta del Borbone che obbligò i comici italiani a tornarsene in patria.

161. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 175-178

.), nelle di cui lettere è riferita la storia dei subbugli, avvenuti in pubblico teatro, e la partenza per Napoli del Napolioni, che seco trasse buona parte di quei comici, da lui, come dice il Cantù, subornati. […] Passò a seconde nozze (la prima moglie, una mediocre servetta figlia di comici, gli morì nel '39) con certa Barbato, figlia d’un suggeritore, e morì non ancor settantenne.

162. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 304-305

A me pare errato il sistema di Adolfo Bartoli di formare gli elenchi delle varie Compagnia co’ nomi, trovati nelle notizie del suo omonimo, di quei comici che a quelle date Compagnie appartennero, senza tener troppo conto delle date.

163. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 609

Con alcuni avanzi – aggiunge il Bartoli – da lei fatti nel mestiere, e con l’assistenza del fratel suo (Francesco Catroli, comico anch’esso) potè circa dieci anni sono (1772) abbandonare del tutto il teatro, e vivere a sè stessa ritirata in un angolo della città di Venezia segregata sino al dì d’oggi dal commercio, non solo de’ comici, ma quasi interamente del mondo.

164. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1047

Artista pregiatissima per le parti caratteristiche, nacque a Rimini da Guido Guidantoni e Colomba Masi, non comici. — Dopo di avere recitato, bambina, tra’ filodrammatici della città, dopo di avere studiato il ballo, preconizzata dalla celebre Mayvood una futura ballerina di cartello, dopo di avere studiato il canto a Firenze col maestro Romani e il suo alunno Vanuccini, e di aver cantato a quel teatro della Pergola e ne’ maggiori d’Italia, scritturata per un triennio dal celebre maestro Lanari, eccola finalmente entrare nella Compagnia formata allora da Giuseppe Peracchi, poi in quella di Ernesto Rossi (’63-’ 64), che la chiama nelle sue memorie servetta e seconda donna pregevolissima, e al quale ella tributa la più profonda riconoscenza di scolara.

165. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 74

Tutto intento nel pensiero del teatro, conobbe a Napoli varj comici, tra' quali Rafaele Negri, padre di Adelaide Falconi, del quale sposò più tardi l’altra figliuola Ergilda.

166. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 236

Nato il 4 ottobre 1839 a Roma, da parenti non comici, si diede al teatro giovanissimo, ove non fece i soliti progressi con la solita rapidità, forse per la tempra sua di uomo freddo, calmo, che si rispecchiava su la scena.

167. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 335

A. qualche soccorso, tanto più il Rechiari non l’ha voluta in Compagnia, non sa come sostentarsi. » Il 5 dicembre del’91 scrive da Arezzo di Toscana a un segretario del Duca, perchè gli ottenga raccomandazioni per Roma, ove i comici di Silvio, con lor mene, gli farebber guerra.

168. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Ferrara, li 4 marzo 1618.Ferrara, li 3 marzo 1618. » pp. 170-184

Dalle quali lettere, congiunte a tutte le altre di comici, e non son poche, si vede chiaro come essi non abbiano pensato a importunare l’Altezza Impresaria, o chi per essa, se non che per battere cassa, o narrar pettegolezzi di retroscena, o invocar la protezione a figliuoli, od altro di simil genere : e mai una lettera che accenni all’arte loro, mai la notizia di un successo o di un fiasco, mai un giudizio, sia pure per gelosia, sul modo di recitare del tale attore o della tale attrice ; nulla in somma di ciò che avrebbe potuto gettare e con tanto interesse un po’di luce in questo buio della nostra scena d’una volta. […] Pazza cosa non c’è che dire ; la qual, nondimeno, per quel che concerne la recitazione, fa pur sempre pensare al valore artistico di quei comici. Che le commedie d’allora fossero, in genere (scritte o improvvise), una poverissima cosa, portato naturale del tempo, bruttino anzichè no, sappiamo : che quelle commedie si reggessero e piacessero per la eccellenza dei comici, molti contemporanei, e di non sospetta autorità, lo affermano. […] E i comici a modo non eran molti : v’erano al solito compagniette innumerevoli di minor conto, buffoni, cantambanchi, zanni, ciarlatani (pag. 177). […] Lo Stoppato nella sua Commedia popolare italiana propende a credere si trattasse nella recitazione di quei comici, di accenti e gesti di convenzione ; e questa opinione seguì il Bevilacqua nel suo elaborato studio su G.

169. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO II. Tragedia Cittadina, e Commedia Lagrimante. » pp. 112-127

Questi ed altri simili drammi sono discesi dalla tragedia cittadina, la quale, ove si preservi da colori comici, e si contenti di cedere i primi onori al sublime continuato della tragedia grande, potrebbe tollerarsi anche in un teatro che non ignori il buon sentiero. […] Gli scherzi comici dell’uffizialetto in tal componimento non eccedono la natura, ma non si accordano colle situazioni patetiche del rimanente. […] Il signor Mercier nell’Indigente confuse le tinte de’ caratteri comici colle tragiche, dando al suo dramma un portanento di somma tristezza senza bisogno.

170. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 186-194

Bertinazzi) : pregio, avverte il Riccoboni, che è una particolarità de' comici italiani. […] Poi una infinità di monologhi drammatici, comici, grotteschi, coi quali egli può far valere tutte le sue qualità di trasformista, dirò così, naturale, poichè la mobilità di fisionomia di Ermete Novelli è un miracolo vivente. […] Nato a Lucca il 5 maggio del 1851 da Alessandro e Teresa Novelli, comici non primarj (il padre era un modesto suggeritore), cominciò a birichineggiare tra le quinte di un teatro molto uccio, dando noia al trovarobe, e aiutandolo a fabbricar gli oggetti ; contraffacendo i compagni, tormentando le ragazze, facendo le comparse, recitando parti di ogni genere, e recitando bene senza saperlo.

171. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 284-287

Unitisi ad altri comici che li attendevano, andarono in iscena a Monselice, Castello del Padovano. […] Egli non ebbe davvero a rimproverarsi quell’ozio che ha fatto e fa di certi comici una specie di vagabondi ignoranti.

172. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 163-168

Nessuno potrà contrastare al nostro Morrocchesi esser egli stato il primo fra' comici a penetrare ben addentro ne' reconditi pensieri di quel gran tragico, a colpirne i caratteri, a regolare la declamazione de' suoi versi meno pomposi, che ricchi di pensieri, ed indigesti alla più gran parte de' comici d’allora.

173. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 450

Capo stipite di una delle più numerose, se non della più numerosa famiglia di comici, nacque nel 1780.

174. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 501-502

Quel ch’ebbe a patire non è a dirsi : digiuno nelle maggiori solennità, scorpacciate di fave in aperta campagna per campar la vita e una infinità di piccoli accidenti comici e tragici potrebber dare una idea ben chiara più tosto della indigenza che della guitteria dominante in quella compagnia.

175. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 584-585

Ma l’occhio non lampeggia più, l’anima non più s’infiamma, la parola è fredda, le dissertazioni si succedon disordinatamente alle dissertazioni, e lo spensierato Edmondo Kean, e il pazzo Principe di Danimarca ricade nel suo letargo…. a pena indicato alla curiosità o alla derisione dei comici.

176. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 661

Non si sa s’ella si recò in Francia col marito ; certo morì a Paola in Calabria il 24 novembre del 1751 : il che potrebbe far supporre che sia stata anch’essa comica, appartenente probabilmente a famiglia di comici.

177. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 432-442

Era di passaggio una Compagnia di comici, la Compagnia comico-mimo-acrobatica del Paladini, padre dell’attuale Celeste Paladini-Andò. Mio padre aveva fatto conoscenza con quei comici, palesò i propri guai al capocomico. […] La Compagnia era divisa in due parti : una di mimi-acrobatici, l’altra di comici. […] Già cominciava il suo nome ad essere conosciuto nella cerchia limitata dei comici, già qualche successo aveva sorriso.

178. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 461-471

A lui è dovuta la costruzione dell’arco 627, sotto il quale è scritto : Antonio sacco | e compagni comici | con la recita fatta | nel teatro formaliari | li x luglio mdcclix. […] T. di N., 490-91) la sua comica Compagnia « in quel grado medesimo che ella ebbe l’onore di servire per più di due anni la Maestà Fedelis.ª del Re di Portogallo e sua Reale Famiglia », assicurando « ch'essa compagnia era molto migliorata, e che i soggetti comici ridicoli che la componevano, capaci eran di divertire qualunque Principe Cattolico, anche severamente educato. » Ma la voce della Compagnia Lombarda a Napoli era infondata, e Sacco rimase a Venezia. […] Mancavano i mezzi per allestir degnamente nuovi lavori ; mancavano i mezzi per pagare i comici ; si andò pe'tribunali, si ricorse a'sequestri ; e finalmente la Compagnia, « che per lungo corso di anni era stata il terrore di tutte le altre Comiche Truppe, e la delizia de'teatri, si sciolse miseramente », e il vecchio Truffaldino, avanti di partire per Genova, andò a salutare il Conte Gozzi, e a chiedergli con un bacio perdono e compassione. […] III, delle Memorie sentenzia : « Il nostro secolo ha prodotto tre gran comici quasi nel tempo istesso.

179. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 343

) : « (Venerdì 16 marzo 1668) fu inumato il signor Giacinto Bendinelly, detto Valerio, uno dei comici di Sua Maestà, della compagnia italiana, morto in via S.

180. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 436-437

Con atto dell’aprile 1680, Orsola Cortesi e Domenico Biancolelli furon naturalizzati francesi, e con altro del 26 settembre 1691, epoca in cui la Cortesi abbandonò le scene, fu dato ordine ai comici italiani, e precisamente a Cintio (Romagnesi), a l’Ange (Lolli) e Mezzettino (Costantini), di pagare alla vedova di Dominique 1500 lire, come rimborso di quella parte di danaro che egli aveva speso per la compagnia in materiale di scena, ecc.

181. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 549

Era il solo pacse (14 nov. ’49) dove i comici mangiassero ; quindi ve n’era uno sciame.

182. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 928

Figlio del precedente, fioriva nella prima metà del secolo xvii ; fu artista di gran pregio per le parti di secondo Zanni, che rappresentò sotto il nome di Trappolino, nella Compagnia dei comici Affezionati.

183. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — adi 15 Aprile 1651 in Bologna. » p. 30

Veramente io come quello che suol prouedere ogni anno questa città di comici, non sapendo la mente di V.

184. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 150-151

Figlio di comici, cominciò a farsi notare in Compagnia Alberti a Napoli l’anno 1848.

185. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 321-322

L' istanza fu respinta con data del 25 marzo, stesso anno, dietro informazioni del Presidente del Buon Governo, il quale oltre ad aver trovato che i comici del Rafstopulo erano scarsi di merito, mostrava come, aderendo a tal domanda, si sarebbe danneggiato un disegno emesso da tre o quattro anni di una vera e propria Compagnia Toscana, autorizzata e sovvenzionata dallo Stato, quantunque tal disegno avesse poca probabilità di essere nonchè approvato, solamente discusso.

186. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 260-263

L’Ademollo (Una famiglia di comici italiani) pubblica ancora alcune poesie di lei che sono nella raccolta edita a Venezia nel 1726 dalla Bergalli, moglie di Gaspare Gozzi, senza data, nè altre indicazioni. […] Che poi seguitasse la Compagnia di quei comici in questo senso, cioè che intervenisse in varie città d’Italia alle recite della sua Merope, è cosa assai nota, e della quale ho in mano le testimonianze e le prove.

187. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 288-292

E codesta protezione, avvertita subito dagli altri comici, fu cagione di chiacchiere non inaspettate certo, ma pur sempre dolorosissime. […] Non v’era più bisogno della malignità dei comici per architettare aneddoti saporiti : la sua vita sbrigliata e sregolata era ormai palese….

188. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 639-643

Riesce il nostro libretto di grande interesse per le notizie dei comici italiani, racchiudendo esso non pochi particolari dell’arte di Flaminia e delle parti ch’ Ella rappresentava. […] L’Orsola Cecchini, come quasi tutti i principali comici del suo tempo, recitava, suonava, e cantava, non dandosi più specialmente a un genere, ma tutti abbracciando, e in tutti facendosi applaudire.

189. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 149-268

Questi libri ci avrebbero somministrati lumi maggiori e sull’origine della commedia e sull’ordine cronologico de’ poeti comici. […] Ma Cratino, Eupoli ed Aristofane furono i più chiari comici di questo periodo. […] I comici non lasciavano occasione alcuna di contraffare quanto esponevano sulla scena i tragici. […] Che comici contrapposti graziosissimi! […] Ecco in qual guisa seminavano i comici la sa tira personale e nominavano i viventi.

190. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 4

Dal mese di novembre 1660 in poi, i comici italiani e la Compagnia di Molière, demolita per ordine del Re la sala del Petit-Bourbon, recitarono al Palais-Royal.

191. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — 1759 – 16 Settembre. » pp. 258-259

Eustacchio ; il quale ci ha detto che giovedì passato, verso le nove di sera, fu chiamato dal signor Balletti figlio, comico italiano, ch’egli trovò nel suo letto, per medicargli la ferita prodotta da un colpo di fuoco : che, avendolo visitato, trovò una piaga non lieve nella carne, alla parte esterna della coscia destra, che egli medicò, e che gli parve causata da una palla, che il Balletti disse di aver ricevuta alla Commedia, mentre recitava nella Camille Magicienne, in cui si sparan colpi di fucile contro una torre, ove il signor Balletti stava rinchiuso con altri comici : che si presume esser causa della ferita uno dei soldati, il quale, sostenendo una parte nella commedia, e dovendo sparare a polvere soltanto, prese nell’intermezzo, inavvertitamente, il fucile carico a palla del soldato in fazione sul palcoscenico, anzichè quello che doveva esser carico a sola polvere ; che se il detto artista non venne subito a far la sua dichiarazione, si fu perchè egli credette non valerne la pena, essendo il fatto accaduto in pubblico, e, com’era da credersi, per semplice inavvertenza o errore ; non per cattiva volontà.

192. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 516-517

« I comici italiani per riparare alla perdita della signora Vezian, nota sotto il nome di Piccinelli, e per la morte della signora Savi, incaricarono l’aprile del 1766 il signor Collalto che sosteneva il carattere di Pantalone, di recarsi in Italia alla ricerca di due attrici pei ruoli di prima e seconda amorosa.

193. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 763-764

Figlio di comici, nacque ad Albenga in Liguria il 1835, e restò nella Compagnia condotta da suo padre fino alla morte di lui.

194. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. -25

O eran questi del Rossi comici non a noi pervenuti ?

195. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 45

In fatti : non solamente egli ne compose (sono in tutti sessantatrè, due dei quali soltanto in versi : della primavera e della impietà) per comici di professione, ma anche per dilettanti.

196. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 479

Ma io non saprei immaginare un’opera che discorra di comici italiani, discompagnata dal nome di Antonio Salsilli, che fu sempre e tuttavia si serba di essi amico fortissimo e strenuo difensore ; che vagheggiò per essi radicali riforme atte a levarne alto lo spirito, a rialzarne il senso morale, a farne comprendere coi sacri doveri i non men sacri diritti.

197. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 686-687

Alle maschere italiane seguì una vera e propria Compagnia di comici, che dopo aver ajutato il loro padrone a ricevere il denaro che veniva loro buttato in fazzoletti annodati, ed a rimandare i fazzoletti medesimi con iscatolette o vasetti, davano poscia la rappresentazione di commedie in tre atti a lume di torcie di cera bianca con una specie di magnificenza.

198. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO III. Della vera Commedia Francese e della Italiana in Francia. » pp. 128-191

Non mancando d’interesse ed essendo stata rappresentata assai bene nel 1750, malgrado di essere sfornita di veri colori comici, riuscì mirabilmente e si è anche recitata e tradotta altrove. […] In generale Des Touches è uno de’ buoni comici della Francia, e qualche sua favola riesce dilettevole, e molte interessanti; ma la piacevolezza non è il pregio caratteristico di questo commediografo pregevole. […] Carlo de Montenoy Palissot nato in Nansi l’anno 1730 autore della Dunciade francese compose due drammi comici. […] Non vogliono obbliarsi varii altri poeti comici degli ultimi anni del secolo XVIII, e de’ primi del XIX, i quali godettero, o godono tuttavia qualche nome. […] Come autore però a mio avviso egli primeggia tra gli ultimi autori comici, ed oscura i viventi.

199. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 841-848

) cita una ricevuta su pergamena del 31 dicembre 1603, per la somma di 600 scudi ai comici Isabella, Gio. […] A Trento era colla compagnia l’autunno del 1608, quando cioè pubblicò i Capitoli e le suppliche ; e innanzi di partire si duole nella seconda di esse al Capitan di Trento, Barone di Thon, della miseria dei comici non andando gente a teatro. […] Il 26 ottobre 1612, Tristano Martinelli scriveva da Firenze al Cardinal Ferdinando Gonzaga, mandando una lettera di Maria de’ Medici, nella quale era il desiderio di mettere assieme una compagnia di comici tra cui figurava il nostro Fabbri.

200. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 275-276

All’essersi il Barlacchi e gli altri comici rinomati recati all’estero in una solenne occasione, per recitarvi qualche commedia ?

201. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 296

A dare un’idea della guitteria e sudiceria di codesto Bassi, trascrivo qui l’aneddoto che traggo dalle memorie del Casanova, inesauribile e interessante fonte di notizie su i comici italiani.

202. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. -612

Michele del Mercato di mezzo il famoso Tracagnino Cattoli, compianto universalmente da tutti li Tracagnini per essere lui l’unico in tale professione, e vi erano tutti questi comici dietro con torcie accese.

203. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Dato al castello di Versailles l’ 8 aprile. » pp. 364-378

Noi, duca di Rochechouart, Pari di Francia, primo Gentiluomo di Camera del Re, Ordiniamo alla Compagnia dei comici italiani di Sua Maestà di fare esordire senza ritardo sul loro teatro Carlo Bertinazzi nel ruolo d’Arlecchino, e ciò affinchè possiamo giudicar de’ suoi talenti per la commedia. […] Rocco sua parrocchia ; e il 28 dello stesso mese i comici italiani fecer celebrare in suffragio dell’anima sua un servizio funebre, nella Chiesa dei Petits-Pères della Piazza delle Vittorie, al quale intervennero l’Accademia Reale di musica e la Commedia Francese. […] Perchè i comici di Francia non fan mettere ogni mattina sui loro avvisi : Gli Scomunicati ordinarj del. […] E qui il signor Des Boulmiers aggiunge : Questa eccellente commedia è del signor Goldoni, ed è stata messa in iscena dal signor Zanuzzi con molta intelligenza ; si può ben metterla assieme alle migliori commedie d’intrigo antiche e moderne : il celebre Autore, cui dobbiamo esserne grati, è senza dubbio quello che ha seguito più da vicino le orme di Plauto e degli antichi autori comici. […] Il Des Boulmiers (ivi, pag. 498) che dell’opere goldoniane si mostra sincero e profondo ammiratore, dopo avere esposto l’argomento della favola, conchiude : Questa commedia è la prima data dal signor Goldoni sul Teatro italiano, dopo il suo arrivo a Parigi, ove i comici, sempre intesi a procacciarsi la benevolenza del pubblico, l’avean chiamato, per ridar vita alla lor Scena Italiana, che cominciava a essere negletta.

204. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XVI. Dell’uso delle Antiche Maschere. » pp. 201-212

La libertà della Grecia aveva ceduto alla potenza de’ principi Macedoni, e Menandro e gli altri comici ebbero paura di soggiacere al fato di Eupoli e di Anassandride. […] Svanì poscia questo timore ancora a poco a poco coll’essersi i comici avezzati al rispetto verso i principi, e questi renduti certi della totale sommissione de’ poeti teatrali alla loro autorità.

205. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IX. Dell’uso delle antiche Maschere. » pp. 290-297

La libertà della Grecia avea ceduto alla potenza de’ principi Macedoni, e Menandro e gli altri comici ebbero paura di soggiacere al fato di Eupoli e di Anassandride. […] Svanì poscia questo timore ancora a poco a poco coll’ essersi i comici avvezzati al rispetto verso i principi, e questi renduti certi della totale sommissione de’ poeti teatrali alla loro autorità.

206. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO VI. Maschere materiali moderne. » pp. 265-269

I moderni coprono alcuni personaggi comici di maschere che imitano piuttosto il sembiante di uranghi che di uomini.

207. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO III. Maschere materiali moderne. » pp. 263-266

I moderni coprono alcuni personaggi comici di maschere che imitano piuttosto il sembiante di uranghi che di uomini.

208. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — 1748, 10, Dicembre » pp. 9-10

Napoli, Pierro, 1891, pag. 422) riporta l’elenco della Compagnia dei comici lombardi, che nel giugno del’47 Domenico Giannelli, il quale faceva i titoli delle recite del Costantini, offriva al Re ; e mette prima donna l’Elisabetta Passalacqua, e terza l’Elisabetta D’Afflisio, mentre è accertato non essere la Passalacqua fuorchè il soprannome di Elisabetta D’Afflisio.

209. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 684-685

Dettò varj romanzi e due volumi, uno di ricordi della sua vita, uno di notizie de’ comici del suo tempo, tuttavia inediti.

210. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 931-932

Degne di nota speciale sono poi le due commedie che trattan della vita del Goldoni, e la Introduzione comica, in cui sono dipinti al vivo i costumi dei comici colle loro convenienze, dispute, bizze, suscettibilità.

211. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 657-659

Alzatosi, dopo l’intermezzo del secondo atto il sipario, i comici s’accorsero che mancava l’Ajo.

212. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 752

Dal’ 48 si salta all’autunno del '59, e l’8 novembre annunzia a un Segretario del Duca, che era per recarsi a Reggio ; ma gli era stato detto « che vi erano alcuni che recitavano mezzi comici principianti e mezzi ciarlatani, che camminavano sotto nome di due donne, dette le Marchette » quando gli capitò l’avviso che erano andati a recitar fino a Natale a Bologna, e sarebber andati a Modena, a servir S.

213. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 766-767

Quante, vere o no, storielle sulla sua non troppa coltura andaron per le bocche de' comici !

214. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 915-921

La Fiorillina, così la chiamarono i comici dalla sua infanzia, cominciò a percorrer la via della gloria a nove anni, in cui diè prova di gran valore artistico sì nelle parti scritte come nelle improvvise. […] E nelle notizie che seguono l’Oracolo tradotto dal Cesarotti (Venezia, 1797) : A quel meraviglioso accoppiamento di comici pregi, che forma nella signora Anna Fiorilli-Pellandi il prodigio della declamazione scenica, dee unicamente l’Italia la presente egregia traduzione che col nostro mezzo comparisce ora la prima volta alle stampe.

215. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 724-729

Figlia del precedente, fu dal patrigno Bacelli ammaestrata nella musica, e cantò, fanciulla, l’ultima parte in comici intermezzi a Bologna e altrove. […] L'autore insistè su l’opinione che la parte del protagonista non conveniva al comico Zanarini, mostrando ogni timore sulla buona riuscita dell’opera, anche per la mancanza d’intreccio, e la lunghezza soverchia ; ma, per questo, i comici a cui premeva di fare un bel teatro, rispondevano col dargli del modesto e dell’umile affettato.

216. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 743-748

Suppl.) e Zanotti, si opponevano, allegando la niuna solvibilità degl’impresari a Napoli, dove i comici più insigni di Lombardia han dovuto lasciare in pegno i bauli per potersene partire. […] La quale infatti si recò a Milano, di dove il 3 di maggio Zanotti scrive al Graziani che non sa ancora se e quando dopo Pasqua si recherà a Brescia o a Verona, poichè non sono mai frequentate dalle Compagnie de' comici per qualche poco di tempo doppo Pasqua quelle Città, che dano il luogo scoperto per rappresentar comedie, come Brescia e Verona, perchè sarebbe un volontariamente perdersi col esporsi alle stravaganze de tempi, che per lo più riescono in simile stagione piovosi.

217. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAP. IV. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo XVI quando fiorirono gli scrittori producendo le Commedie dette Erudite. » pp. 136-255

Imperocchè i nostri autori comici erano per lo più persone nobili e ragguardevoli nella civile società, o almeno non furono schiavi come la maggior parte de’ Latini. […] Aristofane e Plauto seducevano gli eruditi comici del secolo XVI. […] Giovanni Imperiali nel Museo Istorico parla delle due prime con molta lode, e cita, Trajano Boccalini, da cui il Piccolomini stimavasi pel principe de poeti comici Italiani. […] Il fiorentino Raffaello Borghini volle oltrepassare i confini comici. […] E una favola assai avviluppata, piena per altro di colori comici e di caratteri piacevoli ben rilevati.

218. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 23-24

I comici chiusero in segno di lutto il teatro il 4 e il 5 di gennaio.

219. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 244-245

La Donna di garbo fu la prima commedia di carattere, dal Goldoni disegnata e intieramente scritta, senza lasciare a comici la libertà di parlare a talento loro, come in quel tempo comunemente accostumavano.

220. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 246-248

serà questa una prova per vedere se in conseguenza di tanti ciarlatani che sonno riusciti, vi potessero ancor capir questi, quali stano tra il comico et lo ciarlatano. » Del resto al Cecchini poco premeva che il Duca accettasse la proposta dei comici.

221. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 254-257

Moglie del precedente, sorella di Bonaventura Benozzi detto Il Dottore, nacque a Tolosa verso il 1701 da famiglia di comici italiani girovaghi e di non molto grido.

222. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 418-419

I del Teatro di Gherardi) fu rappresentato la prima volta dai comici italiani del Re all’ Hôtel de Bourgogne il 4 ottobre 1682 ; e nell’ Industrie, prologo alle due operette Zemine et Almanzor e Les Routes du Monde, rappresentato alla Foire Saint Laurent, il 1730 (Théâtre de la Foire, raccolto da Le Sage e D’Orneval.

223. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 451-452

Bissoni, lieto del successo ottenuto, ma temendo alcun guajo, si affrettò di abbandonar Milano ; e poco tempo dopo il mestiere del ciarlatano, aggregandosi a una Compagnia di comici, nella quale recitò le parti di Scapino.

224. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 597-599

E a un de’ comici che dimandò se i suoi compagni sarebbero stati i primi a rappresentare il Belisario, il Casali rispose con aria di sicurezza : sì signore : il signor Goldoni mi ha fatto l’onore di lavorare per me : e prendendo l’opera ch’era rimasta in tavola, vado, disse, con permission dell’autore, a copiarla io medesimo ; e senz’aspettar la risposta, la portò via.

225. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 722-723

Ma un altro documento riferisce il Campardon di querela sporta da Evaristo Gherardi contro di Ottavio, il quale avrebbe per una recita secondo lui arbitraria, convocata un’assemblea de’ comici subito dopo la rappresentazione del 17 agosto 1692, e assalito e percosso del bastone sulla testa e sul viso il querelante ; contro il quale i fratelli Costantini inveirono già un anno prima dopo la lettura del Don Chisciotte, e altre volte ancora, colle spade alla mano.

226. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1038-1039

Nata a Fiume da parenti non comici (il padre, commerciante, entrò nell’arte dopo rovesci di fortuna, e fu suggeritore in compagnie primarie), fu educata a Staglieno.

227. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Venetia li 28 xbre 1681. » pp. 501-502

L''86 il Duca ordinava in data 28 giugno al tesoriere Zerbini di pagare a' seguenti comici due doppie il mese, principiando dal primo di maggio scorso : Martia Fiala, detta Flamminia.

228. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO II. Prima epoca del teatro Latino. » pp. 9-90

Cinque o sei anni dopo che Livio ebbe introdotta la poesia teatrale in Roma, cioè verso l’anno 519, Gneo Nevio poeta nato nella Campania vi fe udire i suoi drammi tragici e comici. […] Indi altri Italiani cominciando da Pandolfo Collenuccio tradussero questa favola, e cento volte ne imitarono l’artificio e i comici colori sotto altri nomi. […] Piace oggi questa graziosa ripetizione de’ colori comici impiegati nell’azione de’ personaggi principali; e Moliere stesso se ne valse felicemente nel Dispetto amoroso, e la praticarono alcuni Italiani del cinquecento e i comici detti dell’arte, ed anche nel teatro Spagnuolo del passato secolo il Grazioso ripete coll’ innamorata le parole de’ padroni, facendone per lo più una parodia. […] I Latini assai meno rigorosi de’ moderni accordarono a’ loro poeti comici più ampii confini della verisimiglianza. […] Certo Lelio, al dir di Gellio, uomo eruditissimo affermava che venticinque veramente erano le commedie da Plauto composte, e che altre appartenevano ad altri più antichi comici, e furono da lui ritoccate nel ripetersene le rappresentazioni.

229. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 273-274

Recitava e cantava ; era un di quei comici cui la necessità fornisce eccletismo e che noi ritroviamo, a tempo nostro, or nella commedia in prosa, ora nell’operetta.

230. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 355-357

Luigi sposò poi la Luisa Valenti, comica anch’essa, dalla quale ebbe quattro figli, tutti comici ; tra i quali Teresita, promettentissima attrice, morta a Roma nel’ 93.

231. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 780-781

Non si sa per via di quali ragioni, fu stabilito che i comici, ignari della gran vita che si agita fuor da essi, e parte attiva di quella sola artificiale che metton loro davanti agli occhi autori dall’indole più svariata, non posson dare, divenendo autori alla lor volta, che raffazzonamenti di commedie o scene altrui.

232. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 28-29

Hiersera i comici nell’ultimo atto della comedia uenerono un pocho alle mani, cioè Triuelino e Ottauio dentro pero, e dicono che fosse Triuellino che dasse un pugno ad ottauio. che subito cio seguito Triuellino uenne fuori senza maschera e domandò perdonanza allo Ser.

233. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 216-217

Con la propria coscienza egli potè transigere attenuando le decadi, e tal volta anche impegnando i cassoni de' comici inconsapevoli ; ma non mai con la tavola e con la gola : e si racconta che dopo una recita all’Argentina di Roma, una delle tante di addio, ch'egli era costretto a fare, dicean le gazzette, per trascinar meno peggio la vita travagliatissima, convitò tutti coloro che preser parte alla recita, dando fondo, in una gustosa cenetta, alle duecento lire che avea guadagnate nette per sè.

234. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 260-262

E dedicando Le Donne curiose all’abate Antonino Uguccioni : Ella ha preso a proteggere una Compagnia di valorosi comici suoi nazionali, dei quali ho fatto altra fiata menzione, e sono, a dir vero, ornamento del teatro italiano.

235. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 749-750

.), la moglie dell’istoriografo dei comici italiani.

236. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 619-638

Il successo della compagnia fu completo ; e Don Giovanni de’ Medici, che allora era alla Corte della nipote e tanto amore mostrava alle commedie, scrisse l’ 8 marzo al Duca di Mantova che la principal causa di quel successo era da attribuirsi alla valentìa e alla saviezza di Pier Maria detto Fritellino, che con gran perspicacia manteneva l’unione e l’accordo dei comici. […] Però, nella interessantissima lettera dello Scappino Gabbrielli (V.), mentre si sparla unicamente dell’arte di Lavinia, di Cintio, di Ortensio, di Mezzettino per metterli in disgrazia del Duca, venuto a parlar di Cecchini « Frittellino — dice — è buono da farsi odiare non solo da comici, ma da tutto il popolo, e lo vediamo con isperienza, poichè se volle compagni bisogna vadi per forza de prencipi, o che li pagi ; lasso il voler tirare più parte degli altri. […] Grisostomo che condanna gli attori come rovina dell’altrui patrimonio, conchiude : Diremo adunque che quel glorioso Scrittore non hebbe altra intentione che di far sapere, che quelle genti erano instrumenti per far distruggere i patrimonij a quelli che avviticchiavano la mente in le lor tresche ; onde posiamo credere, che si come egli sempre santamente scrisse il vero, che così hoggi, vivendo, darebbe nome a i nostri comici di conservatori degli altrui patrimonj ; posciachè un miserabile scudo serve per lo trattenimento d’un mese a chi si diletta di veder comedia, con il qual prezzo si compra ancora quel tempo, che da molti potrebbe esser speso in quei trattenimenti, che somministrano viva cagione di spender non solo il denaro, ma con esso la robba, la sanità, la vita, la reputatione e l’ anima. […] E ciò fece perchè quello et altri comici moderni, non sono del numero di coloro che poco intendendosi di comedie pervertiscono l’arte, rendendosi indegni d’ esser posti nel numero de’ buoni, tal che, è necessario lo studio, e studio assiduo. Oltre di ciò, bisogna che la natura con un privilegio particolare assista il comico ; se no la fatica sarà gettata come a miei giorni è avvenuto e molti che professi nelle scienze ma dalla necessità astretti per liberarsi dal Pedantesmo, vollero farsi comici ; che alla prima scena accortosi poco valere il sapere, senza il dono della natura, si ritirarono fuori de’ Teatri, confessando l’arte esser troppo difficile.

237. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 697-702

Anche sta il fatto che mentre il nome di Eularia sarebbe, nei comici conosciuti del xvi, xvii e xviii secolo, una rarità qual nome di battesimo, diverrebbe assai comune qual nome di teatro. Bernardino Coris, è anche citato dal Bertolotti fra i comici che abitavano il 1658 in Roma, nel distretto della Parrocchia di S.

238. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 801-806

Benedetto di Venezia, oggi Rossini, nella commedia in tre atti di Giacomo Bonfìo – L’imbrogio delle tre mugier – la quale per gli equivoci e i sali comici ond’era piena, e per la maestria del Duse fu replicata ben quindici sere. […] Nè si limitò il Duse alla Recitazione del repertorio goldoniano ; chè in molti de’ drammi lacrimosi e degli scherzi comici del tempo, alcuni dei quali scritti a posta dallo Zanchi, dal Calderon, dalla Barluron, egli riusciva artista preclaro.

239. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 18-20

Passò poi di città in città e di trionfo, e in poco tempo fu acclamato come uno dei più vigorosi e più spontanei comici.

240. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 980-981

II, pag. 37) : Io aggiungo al detto del Barbieri, che l’anno 1644 in Fiorenza intesi da un fiorentino, huomo di molto spirito e pratico della Spagna, ch’ egli circa l’anno 1610 stando in Siviglia, seppe da certi suoi amici, huomini vecchi e testimoni di vista, che Ganassa, comico italiano e molto faceto ne’detti, andò là con una compagnia di comici italiani, e cominciò a recitare all’ uso nostro ; e se bene egli, come anche ogni altro suo compagno, non era bene e perfettamente inteso, nondimeno con quel poco che s’intendeva, faceva ridere consolatamente la brigata ; onde guadagnò molto in quelle città, e dalla pratica sua impararono poi gli Spagnuoli a fare le commedie all’ uso hispano, che prima non facevano.

241. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 305-306

Secondo un documento del Belgrano, ad esempio (Caffaro, 29 dicembre 1882), noi la vediamo a Genova nell’estate dell’ 86 con Cesare de' Nobili, fiorentino e altri comici : e probabilmente (V.

242. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 793-794

Il Vescovo di Parma scriveva al Marchese Rossetti a Ferrara il 9 aprile 1664, inviandogli la nota dei comici che desiderava unire Fabrizio, il primo innamorato (V.), de’quali prima donna era l’Angiola, e serva la figliuola, moglie di Costantini, nota col nome di Auretta.

243. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 561-564

Tornò subito a'ruoli comici, passando, ancor giovine, dal brillante al caratterista, nel quale, coll’esempio del padre, riuscì eccellente.

244. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 598-599

Maurizio e Lazzaro, di cui egli, primo tra gli artisti comici d’Italia, era insignito.

245. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 642-645

Cinquanta carrozze borghesi seguivano il feretro, dietro a cui eran tutti i comici del Re della Compagnia italiana, presieduti dal loro decano Giovan Battista Dehesse ; e nel Necrologio del 1769 si legge : Si è detto con ragione che l’indole di Camilla era scolpita sulla sua faccia.

246. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO II. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo. » pp. 175-262

segue i nominati comici antichi, ma si allontana anche per questa ragione da Terenzio universalmente approvato, il quale mai non si rivolge agli spettatori. […] Aristofane e Plauto seducevano gli eruditi comici del secolo XVI. […] Giovanni Imperiali nel Museo Istorico parla delle due prime con molta lode, e cita Trajano Boccalini, da cui stimavasi il Piccolomini come principe de’ poeti comici Italiani. […] Il Fiorentino Raffaello Borghini volle oltrepassare i confini comici. […] E’ una favola assai ravviluppata, piena per altro di colori comici e di caratteri piacevoli ben rilevati.

247. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Bologna, 23 dicembre 1639. » pp. 5-7

Bologna, 1888) come dal 9 ottobre 1695 sino al 5 gennaio del 1696 recitassero a Bologna i comici del Serenissimo di Mantova, per le donne dei quali successero allora de’pettegolezzi.

248. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 301-303

Il 26 febbraio del 1756, la rappresentazione della Vedova scaltra fu l’ultima dei comici italiani a Dresda.

249. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 667-669

Allorchè alla fine del prologo rispondeva al lamento della sua amata, per tre volte, in tono diverso, « Ci verrò » tutti erano in piedi : insomma un buggerio, come dicono i comici.

250. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 414-417

Ma la Virtù con una buona difesa de' comici, scaccia l’Ignoranza ; e la Comedia promettendo di rimanere alla Virtù e all’ Onore divotissima serva, si mostra sotto il nuovo Poema pastorale.

251. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 670-674

Ma il successo della Compagnia fu effimero, sia per le commedie tutte in italiano, che i francesi non arrivavano a comprendere, sia per la ripresa di quelle francesi d’una volgarità rivoltante, scavate dal repertorio dell’antica Comedia italiana ; e dopo un solo anno, vedendo i comici deserta ogni sera la sala, incaricaron Visentini di presentarsi al pubblico, e riottenere con un bel discorso l’antica benevolenza.

252. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 832-837

A chi ricordi il giovane atleta sullo scorcio del ’67 o sul cominciar del ’68, al fianco di Laura Bon, di Teresina Boetti, e di un Bianchi, pellicciaio livornese, cimentarsi nel Don Carlos e ne’ Masnadieri di Schiller, e toccar sotto le spoglie specialmente del tristo Moor, altezze non immaginate, non parrà strano che a soli ventiquattr’anni egli si disponesse, capocomico e primo attore assoluto, a lottare strenuamente colle maggiori difficoltà d’interpretazione, creando i caratteri più disparati comici e tragici, del teatro nostro e forastiero. […] Alcuni di quei comici, e ve ne han pur tanti, che lottan colla fame, e imprecan contro l’arte, e…. non infilan quattro parole al lume della ribalta senza uno sproposito, trovaron ridicole ed esagerate le esigenze artistiche di Emanuel ; e le sue furie per una papera, per una battuta ritardata, per una intonazione sbagliata, chiamarono pazzia.

253. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 954-957

Però nel 1633, quarantesimo quinto dell’età sua, ne fu stampato a suo onore il ritratto, che fu inciso da Agostino Caracci ; e sotto all’immagine vi furono impresse queste parole : Solus instar omnium ; volendo dire ch’egli valeva per un’intera compagnia di comici.

254. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1016-

che sono il paradiso dei poveri comici.

255. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 395-399

Dei cinque figliuoli, Agostino Alessandro, Ippolito, Gaetano, Girolamo Alessandro, Carlo Virgilio, due soli si fecero comici : Gaetano e Carlo Virgilio.

256. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 889-912

Dopo una infinità di avventure in cui non sempre, stando al biografo, ebbe che vedere l’onestà, s’imbattè a Fano in una compagnia di comici d’infimo ordine ; nella quale spacciatosi per artista celebre, gli fu concesso di esordire, sotto la maschera dello Scaramuccia, nel Convitato di pietra : commedia da lui scelta e da lui prediletta, come quella in cui doveva essere una cena squisita. […] Alla fine del ’47, o al principio del ’48, il Fiorilli, insieme agli altri comici abbandonò la Francia pei torbidi della Fronda ; e lo vediamo il carnovale del ’52 a Roma, colla moglie Marinetta e colla coppia Fiorillo, come appare dalle loro lettere indirizzate al Duca di Mantova (V. […] L’immediato cantatto delle due compagnie faceva sì che i comici di entrambe vivesser tra loro in istretta famigliarità. […] I nuovi comici italiani, che venner ’sta volta a Parigi, furono : la Cortese, poi Biancolelli –  Eularia, l’Adami –  Diamantina, Turi –  Pantalone, Lolli –  Dottore, Biancolelli –  Arlecchino, Bendinelli –  Valerio, Zanotti – Ottavio. […] Verso il 1680, i capitani spagnuoli finirono in Italia, e il Capitano antico italiano essendo da gran tempo dimenticato, si fu costretti a toglier dalle Compagnie dei comici napolitani un attore che sostituisse il Capitano spagnuolo : Scaramuccia ne prese il posto.

257. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 678-680

Ritirai la commedia tre giorni dopo, ed il medesimo giorno diedi ai comici l’altra ch’ io avevo scritto ; e copiate le parti e provata e rappresentata, comparve un’altra, e riuscì sì bene che niente più si poteva desiderare.

258. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 759-763

Lui capo tavola a far le minestre per tutti : c’erano i figli, le mogli dei figli, e fors’anche i padri o le madri delle mogli dei figli ; c’eran gli altri comici ; pochi.

259. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo IV. Risorge in Italia nel Secolo XVI la tragedia Greca e la Commedia Nuova, e s’inventa il Dramma Musicale. » pp. 210-241

Se il dotto Gravina avesse mirato da questo punto di vista la commedia italiana del cinquecento, non avrebbe senza veruna riserba avanzato nella lettera al Maffei, che i nostri comici son di gran lunga inferiori ai latini. […] Castilhon, e l’ha pubblicato nelle sue considerazioni, asserendo che «in Spagna e in Italia i poeti comici, toltone il solo Goldoni, non hanno ancor pensato a dare alle donne caratteri nobili». Gli spagnuoli e gl’italiani han dipinte infinite donne con siffatti caratteri nobili per grado e per virtù; ma gl’italiani han saputo contenerli ne’ confini comici, perché non hanno confusi i generi. […] La commedia italiana di tal tempo non pervenne all’insolenza della greca antica per la costituzione de’ governi italiani, ben differente dall’ateniese; ma non fu timida e circospetta quanto la latina, essendo stati i nostri autori comici persone nobili e ragguardevoli nella società, e non già schiavi, come la maggior parte de’ latini. […] Freron ne’ suoi giornali, quegli che per esser piccolo di statura, di cuore e di mente, venne da cotesto ingegnoso e acerrimo critico francese lepidamente chiamato le Poète Lilliputien, le Bébé de la Littérature, le garçon des Philosophes: «Avendo detto lo scrittore francese della vita di Regnard, che questo celebre commediografo avea letto e imitato i comici italiani, Monzù de la Harpe, autore di certi drammi, Warwik, Pharamond, Timoleon, Gustave, Melanie, e di alcuni altri opuscoli in prosa e in verso, produzioni tutte che non poterono sornotare un momento nell’onde di Lete, hassi creduto che la gloria del suo ingegnoso compatriota Regnard fosse stata compromessa con tale asserzione, e perciò ne ha sentito un sì vivo dolore che nel Mercurio di Francia di questo mese di marzo 1772, parlando delle commedie di Regnard, scocca colla solita sua prosuntuosa tracotanza contro l’italica nazione a lui tanto ignota, quanto la cinese, quella stravagante e bestial sentenza: «On peut remarquer que les Français, nation beaucoup plus réfléchissante que les Italiens et les Grecs (risum teneatis) sont les seuls qui aient établi la haute comédie sur une base de philosophie morale.

260. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Di Ferrara il dì 27 febraro 1618. » pp. 519-525

Il volume ha una specie di autobiografia dei primi anni del Bruni, in cui è narrato per disteso il suo ingresso nell’arte, e in cui si discorre largamente e chiaramente di vari comici, quali Isabella Andreini, Gio. […] Ma quel che dà importanza e valore a questi dialoghi è l’idea ch’essi ci danno del recitar d’allora ; e forse di que’tali scartafacci o soggetti, ne’quali i comici serbavan le frasi di entrata e di uscita, i pensieri amorosi, le nuove arguzie, le nuove spiritosaggini, il patrimonio insomma dell’artista che dovea recitar la commedia all’improvviso ; poichè questi dialoghi del Bruni molto probabilmente eran incastrati volta per volta nelle varie commedie improvvise, le quali, a lungo andare, avevan poi nelle repliche la parola stereotipata per modo che si poteva col solo soccorso della memoria, trascriverle distesamente, senza nè toglier, nè aggiunger sillaba.

261. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 54-87

Gli Zanni, cantambanchi, ciarlatani, comici volanti, direm così, se pure al nome di comici ebber diritto, avevan il loro Capitano. […] Gentilissimi lettori, mentre ch’ io vissi nella famosa Compagnia dei comici gelosi (il cui grido non vedrà mai l’ultima notte) mi compiacqui di rappresentar nelle commedie la parte del milite superbo, ambizioso e vantatore, facendomi chiamare il Capitano Spavento da Vall’ Inferna. […] (Frutti delle moderne comedie et avisi a chi le recita di Piermaria Cecchini nobile ferrarese trà comici detto Fritellino etc. etc. — Padova, appresso Guaresco Guareschi al Pozzo dipinto, 1628, in 4°). […] Quanto alla Comica Compagnia dei Gelosi, della quale Francesco era capo, ecco quel ch’egli stesso ne scrive : …. questi tali comici uniti insieme si nominavano i Comici Gelosi, quali havevano un Giano con due faccie per impresa, con un motto che diceva Virtù, fama ed honor ne fèr gelosi. Trappola mio, di quelle compagnie non se ne trovano più, e ciò sia detto con pace di quelle, che hoggidi vivono, e se pur se ne trovano, sono compagnie, che hanno solamente tre o quattro parti buone, e l’altre sono di pochissimo valore, e non corrispondono alle principali come facevano tutte le parti di quella famosa compagnia, le quali erano tutte singolari : insomma ella fu tale che pose termine alla drammatica arte, oltre del quale non può varcare niuna moderna compagnia di comici.

262. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo VII. Teatro Latino. » pp. 109-171

Come dunque avrebbero osato i comici di oltraggiarli in teatro? […] Tutti, gli antichi convennero in celebrar Cecilio Stazio conte il primo e ’l più eccellente di tutti i comici latini per la felicità della scelta e per l’ottima disposizione degli argomenti; il che rende; sensibile la perdita della di lui favole. […] Questo spettacolo campano salfo e grazioso, quanto decente e degno dell’italica severità di que’ tempi91, piacque di tal forte, che la gioventù romana volle riserbarsi il diritto privativo di rappresentarlo ad esclusione de’ comici di professione, i quali erano schiavi e perciò disprezzati. […] Ma lo svantaggio de’ comici latini a fronte de’ greci deesi, più che ad altro, attribuire al poco onore, in cui dagli antichi bellicosi romani per lungo tempo (secondo che ci attesta Cicerone Quaest. […] Ritrovandomi un giorno in un luogo, in cui erano parecchi giovani alterosi di quella solita superficiale tintura di lettere, che basti in Francia per farli ammirare, gl’intesi discorrer sul merito degli antichi e moderni comici.

263. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VI. Teatro Greco. » pp. 66-74

Cefisodoro, Forono, Egesippo, sono chiamati ora tragici ed ora comici.

264. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XIII. Commedia Mezzana. » pp. 141-150

Ciò che soltanto venne permesso ai comici, fu di mordere i detti e gli scritti di altri poeti trapassati, e di riderne senza che loro s’impulasse a delitto, e senza soggiacere a pena verunaa.

265. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — (Sabato 7 giugno 1659).(Sabato 28 giugno 1659). » pp. 420-423

Comm’ un Giove in tri de’ do sommo choro, così in talenti, in gratia, in dote canto fra ri comici Aurelia và un tesoro.

266. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 432-435

Il maestro di ballo del Re, Pietro di Beauchamps, avea fatto un giorno alla Corte, in una specie di intermezzo che i comici italiani aveano inventato in una commedia che rappresentavan dinanzi al Re, un nuovo passo assai singolare che fu molto applaudito.

267. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO III. Commedie del secolo XVII. » pp. 292-313

Ma il comico valore del Porta ha per avventura qualche carattere particolare, onde si distingua dagli altri comici, come Raffaele si distingue da Michelangelo, Achille da Ajace, Cicerone da Pollione, Terenzio da Plauto? […] Diasi agli eccellenti comici Francesi venuti dopo di lui il bel vanto di essersi segnalati ogregiamente nella bella commedia che dipigne i caratteri correnti; ma si riserbi al Porta il trionfo nella commedia di viluppo.

268. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 478-485

E noti bene il lettore che tale condizione dei comici è assai meno antica di quel che si crede, e risale fino ai più cospicui attori odierni, quasi decrepiti in gioventù, e ringiovaniti in età matura. […] ) fra’ comici al servizio di S.

269. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 850-853

Il Fabbrichesi fu il primo a stabilire che i comici pensasser da sè a tutte le spese di vestiario (prima d’allora non dovevan provvedersi per gli abiti in costume che del così detto basso vestiario, cioè scarpe, calze, parrucche, spade, ecc.) e a quelle di viaggio ; ma tale aggravio fu compensato dalle nuove paghe salite a cifre non più sognate : mentre il gran Zenerini trent’anni addietro, e al tempo della sua maggior gloria, non aveva potuto ottenere che uno zecchino veneto al giorno, il De Marini ne aveva 601 all’anno, il Blanes 600, Pertica 450, e Bettini 400.

270. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 995-998

., alle quali assistevan tutti i comici della Compagnia Reale e di quella del Favre.

271. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 732-736

Anche nel noto ditirambo de'partigiani di Truffaldino lo Zannoni è favorevolmente ricordato assieme agli altri comici.

272. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 2 pp. 2-245

Gioacchino Landolfo compose Don Tiberio burlato, il Cassettino e la Contessa Sperciasepe che non mancano di buoni colori comici. […] Ma egli si appigliò ad incoraggire i comici a conservarle, ed a fornirgli di commedie fatte a tale oggetto, e di drammi romanzeschi pieni di colpi teatrali per cattar meraviglia. […] Intanto l’Italia non cessa di produrre ne comici componimenti. […] Ma chi pareggiò in Italia la grazia delle commedie musicali del nostro Gennaro Antonio Federico inimitabile pel colorito veramente tizianesco de’ suoi ritratti comici ? […] quanto Menandro dagli altri comici, e Terenzio e Plauto da Menandro !

273. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo II. Teatro Spagnuolo, Inglese, e Alemano nel medesimo Secolo XVII. » pp. 276-290

Blàs de Nasarre, il quale par che mettesse particolar cura in abbassar i più famosi comici spagnuoli per sostituir loro un meriro ideale, molto prolissamente ha declamato contra le stravagante, gli errori, e l’ignoranza di Calderone. […] Non mancano, generalmente parlando, i surriferiti comici inglesi d’invenzione, di fantasia, di forza, di calore, né di piacevolezza.

274. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo IX. Stato presente degli spettacoli teatrali. » pp. 426-437

Avvegnaché poi alcuni scrittori comici non abbiano composto in quel genere di commedia che Molière portò a sì alto punto, e che Goldoni avea cominciato a risuscitar sulla Senna col mentovato Stravagante Benefico, pure i signori Palissot, Collé, e Beaumarchais han mostrato sufficienti talenti comici, e l’ultimo di essi é riuscito in un genere che ha degenerato in vizioso nelle mani di Falbaire, Mercier, Sedaine, e di altri, i quali erano nati per maneggiar maravigliosamente le passioni, se non si fossero fatti trasportar dalla corrente delle commedie piagnevoli e delle tragedie urbane difettose, cioé di quelle che accoppiano a’ fatti tragici qualche carattere comico266.

275. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 438-443

Ippolito Lucas, sul proposito de’tipi comici forastieri che servirono alla Commedia di Molière e di Regnard (La France qui rit, par Baumgarten.

276. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 718-721

Chi non c’è andato, e chi non ci va, anche de' sommi, specialmente comici ?

277. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Di Pistoia, questo dì 21 di ottobre 1589. » pp. 405-415

Talvolta i comici accettavano a occhi chiusi, talvolta il capocomico si raccomandava affinchè non fosse privato del tale attore o della tale attrice, talvolta anche i comici si rifiutavan di andare, o dando garbatamente le ragioni del rifiuto, come abbiam visto per Francesco Andreini, o mettendo condizione come vediamo pel Bianchi ; il quale, fatto invitare dall’ambasciator del duca in Milano il 20 luglio del 1585 di recarsi a recitare a Mantova nella Compagnia della Diana, rispondeva che avrebbe servito S.

278. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO V. Rappresentazioni chiamate Regie: Attori Accademici: Commedianti pubblici. » pp. 345-356

Le Accademie letterarie de’ Rozzi e degli Intronati che tornarono a fiorire nel XVII secolo, quella brigata di nobili attori che rappresentava in Napoli le commedie a soggetto del Porta, gli Squinternati di Palermo, di cui parla il Perrucci ed il Mongitore, i nobili napoletani Muscettola, Dentice, Mariconda che pure recitarono eccellentemente, facevano cadere in dispregio la maniera per lo più plebea caricata declamatoria de’ pubblici commedianti, Il celebre cavalier Bernini nato in Napoli, e che fiorì in Roma dove morì nel 1680, rappresentava egregiamente diversi comici caratteria Il famoso pittore e poeta Satirico napoletano Salvador Rosa morto in Roma nel 1673 empì quella città non meno che Firenze di meraviglia per la copiosa eloquenza estemporanea, per la grazia, per la copia e novità de’ sali, e per la naturalezza onde si fece ammirare nel carattere di Formica personaggio raggiratore come il Coviello ed il Brighella, ed in quello di Pascariello, La di lui casa in Firenze divenne un’ accademia letteraria sotto il titolo de’ Pencossi, ove intervenivano l’insigne Vangelista Torricelli, il celebre Carlo Dati, l’erudito Giambatista Ricciardi, i dotti Berni e Chimentelli ecc. 

279. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 333-339

Finalmente, non potendo più resistere all’ inclinazione ch’egli aveva per il teatro, s’insinuò nell’ amicizia d’alcuni comici, i quali seco lo tolsero a recitare, e bravamente riuscì sostenendo con molto spirito il personaggio di Pantalone, a cui era tanto inclinato.

280. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 869-873

…… ma voi non sapevate, che creando questi personaggi, così idealmente veri, così comici, aprivate a noi tutti una miniera inesauribile di gioconde allegrezze, di sana ilarità.

281. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 118-139

Altra volta però, l’otto aprile 1614, non per rimunerazione reale delle recite fatte a Corte, ma per contratto privato fra i proprietari e reggenti dell’ Hôtel de Bourgogne e la Compagnia, non si riconobbe per contraente il Martinelli, ma l’Andreini, detto Lelio, accettante così per lui come per Tristano Martinelli detto Arlecchino e pei comici italiani loro compagni. […] Parlando il Beltrame (op. cit., pag. 21) degli onori fatti a’ comici, dice : « Il Signor Gio. […] Batta Andreini si è colla Maddalena lasciva e penitente levato molto al disopra degli altri scrittori comici italiani del suo tempo.

282. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 42-49

), nella Compagnia drammatica di suo figlio Giovanni. « Nel 1788 — scrive Benedetto Croce ne’ suoi Teatri di Napoli (Ivi, Pierro, 1891) — venne una nuova compagnia di comici lombardi, capo Giuseppe Grassi veneto, che già era stato a Napoli.

283. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO VI. Teatro Spagnuolo Comico e Tramezzi. » pp. 149-194

Non possiamo rammemorare senza ribrezzo tra’ comici scrittori nella prima mettà del secolo altri che Giuseppe Cañizares, sebbene da’ satirici del suo tempo motteggiato come cattivo verseggiatore. […] I caratteri di don Mariano mal educato, di sua madre che chiama amor materno la cieca sua condiscendenza, di donna Monica avventuriera che si finge dama, e serve di zimbello in una casa di giuoco, sono comici ed espressi con verità e destrezza. […] La favola semplice e verisimile, i caratteri tratti a dirittura dalla natura, i costumi nazionali vivacemente dipinti, un dialogo naturale, schietta urbanità nello stile, vezzi comici senza esagerazione istrionica, ottima morale e facile a praticarsi, sono i pregi che gl’imparzialì non possono negare di riconoscere in questa favola.

284. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Indice. » p. 443

Brignole Sale e Bulgarini, comici It. […] Crate e Cratino comici Greci 82.

285. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XV. Satiri: Ilarodie: Magodie: Parodie: Mimi: Pantomimi. » pp. 171-200

>La Parodia, di cui credesi inventore Ipponatte, non fu in Grecia soltanto un artifizio usato di passaggio nelle loro favole da Epicarmo, Carcino, Eupoli, Ermippo, Aristofane ed altri comici, i quali, come dicemmo, convertivano in ridicole le più energiche espressioni tragiche con lievi cambiamenti; ma formò eziandio uno spettacolo e una farsa particolare così chiamata. […] La rappresentazione continuò a serpeggiare per entrambi gli esercizii, perchè tutto richiedeva espressione; ma nel canto animato dalle parole con alcuni movimenti regolati, quale è quella de’ cori tragici o comici, ebbe minor parte che nel ballo figurato così propriamente detto, il quale privo delle parole tutto cercò dall’azione.

286. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VIII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 269-289

La Parodia, di cui credesi inventore Ipponatte, non fu in Grecia soltanto un artifizio usato di passaggio nelle loro favole da Epicarmo, Carcino, Eupoli, Ermippo, Aristofane ed altri comici, i quali, come si è detto, convertivano in ridicole le più energiche espressioni tragiche con lievi cangiamenti; ma formò eziandio uno spettacolo e una farsa particolare così chiamata. […] La rappresentazione continuò a serpeggiare per entrambi gli esercizj, perchè tutto abbisognava di espressione; ma nel canto animato dalle parole con alcuni movimenti regolati, qual è quella de’ cori tragici o comici, ebbe minor parte che nel ballo figurato così propriamente detto, il quale privo delle parole tutto cercò dall’azione.

287. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO II. Commedie: Tramezzi. » pp. 68-88

Non possiamo rammemorare senza ribrezzo tra’ comici scrittori nella prima metà del secolo altri che Giuseppe Cañizares sebbene motteggiato da’ satirici del suo tempo come cattivo verseggiatore. […] I caratteri di Don Mariano mal educato, della Madre che chiama amor materno la cieca sua condiscendenza, di Donna Monica venturiera che si finge dama e serve di zimbello in una casa di giuoco, sono comici ed espressi con verità e destrezza.

288. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — LIBRO IV » pp. 55-66

La storia che abbiamo tessuta degli autori tragici e comici del XVI, e de i due seguenti, dimostra l’immenso spazio che separa Ariosto, Bentivoglio, Machiavelli, Bibiena, Trissino, Rucellai, Tasso, Manfredi, Torelli, Bonarelli, Dottori, Caro, Oddi, Porta, Ambra, Secchi ed altri molti, dal Calmo, dal Ruzzante, dal capitan Coccodrillo, dal Lombardo, dallo Scala, i quali o non mai osarono porre il piede ne’ penetrali sacri a Melpomene, o vi entrarono strisciando pel suolo come l’Andreini, e nella stessa commedia consultarono più la pratica scenica e i sali istrionici, che l’arte di Talia ed i passi dati da Menandro e da Terenzio, contenti del volgare onore di appressarsi alle farse e alle Atellane.

289. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Pisa, li 13 agosto 1745. » pp. 192-197

Il Tonin bella grazia che piacque tanto al D’Arbes, e più ancora ai comici, ebbe alla sua prima rappresentazione a Venezia, per conseguenza, oserei dir naturale, un clamoroso successo…. di fischi, tanto che il povero Goldoni fu obbligato a ritirarlo.

290. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Di Venetia, 23 di marzo 1675. » pp. 351-354

Sebbene il Beretta fosse già stato scritturato dal Duca, pare che non raggiungesse subito la compagnia, come avrebber desiderato i comici, e specialmente il Truffaldino Palma, che si raccomanda sul proposito a un ministro del Duca con la lettera seguente, tratta dagli Archivi de’ Gonzaga, e come l’altre gentilmente comunicatami dall’ egregio cav.

291. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 543-547

Luigi Riccoboni dopo di avere parlato delle condizioni artistiche, dell’ignoranza dei comici, della sudiceria dominante nelle commedie di allora (1690) dice : Una sola Compagnia in questa spaventosa decadenza serbò la modestia sul teatro ; ma il buon esempio non durò gran tempo per poter essere seguito dagli altri : essa lasciò l’Italia per recarsi in Germania a servizio dell’ Elettor di Baviera a Monaco e a Bruxelles, d’onde poi passò a Vienna in Austria al servizio dell’ Imperator Leopoldo e di Giuseppe Re de’ Romani.

292. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 711-720

Il costume di Mezzettino – dice Riccoboni – trae la sua origine dai disegni di Callot (V. il Mezzettino dei Balli di Sfessania al nome di Antonazzoni) o dagli attori comici del teatro francese del 1632, Turlupin e Philipin, che vengon dalla stessa fonte.

293. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 245-250

Io ho fatto il contrario, e mio marito non ha potuto secondare i vizi dei comici e le loro abitudini, ed ecco il motivo per cui non abbiamo amici in quest’arte.

294. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 454-467

I comici d’oggi dicono ancora : fare uno sbianchimento ; e vuol dire più specialmente : metter sotto gli occhi del pubblico l’errore di un compagno di scena, non rilevato avanti. Il gergo teatrale propriamente detto, la lingua di cui si servivano i comici abitualmente da’tempi i più remoti ; quella di cui abbiamo esempio nella citata Farsa Satyra morale del Venturino (V.

295. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 570-583

Cantù Carlo, tra’ comici Buffetto, al servizio del Principe di Parma, nacque il 1609 e si diede all’arte nel 1632, come vediam narrato al principio del Cicalamento di cui abbiam già discorso ampiamente al nome della Biancolelli. […] Quali altri comici si recarono con Locatelli a Parigi, chiamativi dal Cardinal Mazzarino ?

296. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Venezia il 31 10bre 1837.E il 14 novembre : » pp. 389-402

Soggiunge mio fratello che la prima sera non piacque nè al pubblico, nè ai comici. […]  » E soggiunge : Sono ben semplici i comici di qualche fama, di legarsi a de’ speculatori senza fondi i quali ci pagano se fanno denari e falliscono all’occorrenza, e senza nulla arrischiare fanno commercio della vostra capacità e del vostro sapere !

297. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « Indice delle opere e degli autori citati » pp. -786

— Il libro degli aneddoti, accidenti comici e tragici. […]  — Dizionario biografico dei più celebri poeti ed artisti melodrammatici, tragici e comici, ecc.

298. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO II. LIBRO II » pp. 34-49

III, pag. 21, lin. 13, dopo le parole vi fe udire i suoi drammi tragici e comici, si apponga la seguente nota (1) più piena di quella rimessa a Venezia.

299. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Milano, 1°Aprile 1803. » pp. 318-327

Pur non dubitiamo d’affermare che l’Italia soffre tanta penuria di valenti comici, ch’ ella dee della morte del Blanes, come di non lieve perdita, dolersi.

300. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — 2 giugno 1902. Guido Biagi. » pp. 327-333

Singolare figura d’artista quella di Luigi Rasi poeta, scrittore, attore e professore di recitazione, che ci ricorda, per certi rispetti, il Cinquecento, quando i comici italiani contendevano la palma agli scrittori di maggior fama e, più che interpreti, erano, sulle scene, inventori.

301. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 349-355

Tale opera comprende anche un catalogo di tragedie e commedie pubblicate per le stampe dal 1500 al 1600 ; e per comporla egli dovè far capo sempre al famoso raccoglitore e amico dei comici Gueullette, come si rileva dalle sue lettere, nelle quali ora domanda, per dar l’ultima mano al suo lavoro, Le livre sans nom, ora l’Arliquiniana, ora la Bibliothèque des théatres.

302. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO II. Prima Epoca del Teatro Latino. » pp. 16-128

Riflettendo poi che dovevano favellare da una parte principi e numi, personaggi non proprii per la commedia, e dall’altra alcuni servi comici non convenienti alla tragedia, dice che la renderà una favola mista chiamata tragicommedia. […] Indi altri Italiani cominciando da Pandolfo Collenuccio tradussero questa favola e cento volte ne imitarono l’artifizio e i comici colori sotto altri nomi. […] Piace oggi questa graziosa ripetizione de’ colori comici impiegati nell’azione de’ personaggi principali; e Moliere stesso se ne valse felicemente nel Dispetto amoroso, e la praticarono alcuni Italiani del Cinquecento e i Comici detti dell’Arte, ed anche nel teatro Spagnuolo del passato secolo il Grazioso ripete coll’innamorate le parole dette da’ padroni, facendone per lo più una parodia. […] I Latini assai meno rigorosi de’ moderni accordarono a’ loro poeti comici più ampii i confini della verisimiglianza. […] Certo Lelio al dir di Gellio, uomo eruditissimo affermava che venticinque veramente erano le commedie da Plauto composte e che altre appartenevano ad altri più antichi comici, e furono da lui ritoccate nel ripetersene le rappresentazioni.

303. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo V. Teatro Francese nel medesimo Secolo XVIII. » pp. 355-388

Appena possiamo contare tra’ veri poeti comici di questo secolo Dufresny, Destouches, Fagan, e Piron. […] Dopo questi soprallodati autori comici M. de la Chaussée, nato in Parigi nel 1691, e morto nel 1754, ha maneggiato un genere di commedia tenera nel pregiudizio alla moda, qual genere, se si fosse contenuto ne’ giusti limiti, sarebbe a’ giorni nostri senza giustizia proscritto dal giudizioso abate Sabatier de Castres nel suo Dizionario di Letteratura tom. […] Beaumarchais, pure l’intrigo appartiene puramente alla commedia, e i caratteri senza dubbio son comici, e gli affetti delicati.

304. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO II. Tragedie di Pietro Cornelio, di Racine e di altri del XVII secolo. » pp. 8-35

Ma se quel Polifonte e quel Paride prendono il linguaggio de’ Celadoni, e si trasformano in pretti signorotti Francesi, diventeranno personaggi comici malinconici, e i loro amori si rigetteranno dal coturno. […] Diceva poi nella pag. 194: le tragedie Francesi possono definirsi drammi di Menandro e di Terenzio che contengono soggetti ed argomenti tragici non comici.

305. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « NOTE E OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 281-290

Ritrovandomi io un giorno in un luogo, in cui erano parecchi giovani alterosi di quella solita superficiale tintura di lettere, che basta in Francia a farsi ammirare dall’immensa turba degl’ infarinati, gl’ intesi discorrer sul merito degli antichi e moderni comici.

306. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XII. Teatro di Aristofane. » pp. 16-140

Daciò si ricava, che quanto i comici Latini dicevano di se e de’ poeti contemporanei ne’ prologhi, i Greci facevano dire in qualche parte de’ Cori. […] I comici non lasciavano occasione alcuna di contraffare quanto esponevano sulla scena i tragici. […] La più artificiosa, la più salsa, la più abbondante di colori comici tralle commedie di Aristofane, è questa intitolata le Nuvole composta nel nono anno della guerra del Peloponneso; la quale diede agli Ateniesi oziosi materia di ragionare anche due mesi prima che l’autore ottenesse la licenza di porla in teatro. […] Sappiamo ancora dal medesimo Eliano che Socrate affatto non apprezzava i poeti comici, odiando come giusto e probo e sapiente la velenosa mordacità e l’indecenza della commedia antica. […] Eliano stesso dice chiaramente και ταυτα οὺν της κωμοδιας ην αυτῶ τα ασπερματα, e queste cose (cioè il disprezzo che faceva Socrate de’ comici maledici) furono ancora l’origine della commedia di Aristofane.

307. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo IV. Teatro Italiano nel Secolo XVIII » pp. 316-354

Traggono da esse i comici lombardi tanto frutto e riputazione, che finalmente saran costretti dall’evidenza a deporre il rimanente de’ pregiudizi mimici de’ loro predecessori. […] Il signor Angiolini Toscano ha prodotti in Italia, in Alemagna, e nelle Russie vari balli comici e tragici applauditi. […] Cratino compose sei libri de Menandri furtis;Terenzio fu chiamato dimidiate Menander; Molière trasse molti soggetti e pensieri da comici italiani e spagnuoli, come di sopra é stato accennato; e così anche de’ loro predecessori fecero Sofocle, Euripide, Racine, Voltaire ec.

308. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 216-226

Nè v’è da stupirsene, se si guardi al conto non troppo alto in cui eran tenuti i comici allora, e alla maggiore austerità e, oserei dire, intransigente solitarietà nella quale si teneva allora l’aristocrazia….

309. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo III. Progressi Teatrali in Francia tardi, ma grandi nel medesimo Secolo XVII. » pp. 291-315

Ma quel Polifonte e quel Paride si convertono in petits-maîtres puramente francesi, saranno pretti personaggi comici. […] Baltassarino, colà chiamato Beaujoyeux, uno de’ migliori violini italiani, mandato dal marescial di Brisac alla regina Caterina de’ Medici, la quale lo fece suo valletto di camera, vi avea introdotti i balletti comici.

310. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO V. Teatro Tragico Francese nel XVII secolo. » pp. 166-211

Ma se quel Polifonte e quel Paride prendano il linguaggio de’ Celadoni, e si trasformino in pretti signorotti francesi, diventeranno personaggi comici malinconici, ed i loro amori si rigetteranno dal coturno. […] Diceva poi altresì che le tragedie francesi possono definirsi drammi di Menandro e di Terenzio che contengono soggetti ed argomenti tragici non comici .

311. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XIV. Commedia Nuova. » pp. 151-170

Ciascuno da se può discernere che queste idee della nuova commedia Greca passate da’ Latini a noi, in forza di governo e di costumi furono ed esser doveano posteriori alla commedia di Aristofane; e se tanti critici pedanti condannano i poeti comici allegorici chiamandoli marrani, maremmani, auzini, e notandone gli artificii come sconcezze; ciò avviene perchè non seppero nelle loro fantastiche Poetiche giammai distinguere tempi, generi e costituzioni, nè seguire con ordine la marcia, per così dire, dell’umano ingegno e delle diverse società civili nel loro nascere e progredire.

312. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 646-656

Da quel punto ch'egli entrava sulla scena fino a che non ne fosse uscito, era tutto immedesimato nel personaggio che prendeva a rappresentare : nè v' era imprevista circostanza che mai potesse farlo uscire dalla qualità ch' ei vestiva : non lo vedevi dardeggiare gli sguardi nei palchi o nella platea, mentre l’altro attore ch'era in scena con lui favellava ; non ammiccare al suggeritore ; non mendicar le parole ; non distrarsi insomma in quelle cose, da cui anche gl’ infimi tra' nostri comici sarebbe ormai tempo cessassero, perchè non addimandano sublimità d’ingegno, ma solo diligenza nei proprj doveri, amore dell’ arte che professano, rispetto verso quel tremendissimo giudice innanzi a cui stanno.

313. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO III. Continuazione del teatro Italiano. Commedie: Opera in musica: Attori accademici ed istrioni e rappresentazioni regie: teatri materiali. » pp. 144-195

Ma il comico valore del Porta ha per avventura qualche carattere particolare onde si distingua dagli altri comici, come Raffaello si distingue da Michelangelo, Achille da Ajace, Cicerone da Pollione, Terenzio da Plauto? […] Diasi agli eccellenti comici Francesi venuti dopo di lui il bel vanto di essersi segnalati egregiamente nella bella commedia che dipigne i caratteri correnti; ma si riserbi al Porta il trionfo nella commedia di viluppo. […] Il celebre cavalier Bernini nato in Napoli, e che fiorì in Roma dove morì nel 1680, rappresentava egregiamente diversi comici caratteri95.

314. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO X ed ultimo. Teatro Materiale, ove de’ più rinomati teatri, e della condizione degli attori Greci. » pp. 298-315

Il luogo spazioso e libero posto innanzi alle porte della scena (secondo Isidoro e Diomede) chiamavasi Proscenio, ed in mezzo di esso benchè alquanto più basso alzavasi il Pulpito che dicevasi λογειον, dove recitavano gli attori tragici e comici, e i planipedi, o sieno mimi che non usavano nè coturni nè socchi.

315. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo VI. Teatro inglese, alemano, e spagnuolo del medesimo nostro secolo. » pp. 389-417

Una tragedia siffatta, quantunque non irreprensibile in tutto, non dovea esser lo scopo delle satire de’ piccioli verseggiatori chiamati in castigliano copleros, e a’ comici non dovea increscere di replicarla. […] Quello che mi sorprende nell’odierno teatro spagnuolo, si é, che i comici invaghiti delle antiche commedie, che non saprebbero lasciar di ripetere ogni giorno, rappresentano nonpertanto un’abbozzata immagine della buona commedia senza accorgersene.

316. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO I. Vuoto della Storia Teatrale nell’età mezzana. » pp. 57-79

Sotto la repubblica surse un Accio, un Cecilio, un Plauto, un Afranio, un Terenzio, i qùali se non uguagliarono i Menandri e i Sofocli, passarono innanzi a molti tragici e comici della stessa Grecia; e questi principii avrebbero accelerata la perfezione della poesia rappresentativa.

317. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 130-141

– arte un cazzo : poveri saltimbanchi che vi facciamo i buffoni per strappar la vita ; ecco cosa sono i comici. – Mi fa da ridere quando parla dei Faigny e dei Doligny, e altri francesi : quei poveri infelici, dopo d’aver divertito il colto pubblico italiano, han dovuto far delle collette per tornare in Francia ; e qui si son mangiati gli abiti, i bijoux, le camicie, e fin le unghie.

318. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 88-117

La Compagnia era quella stessa della quale parla il marito Francesco (V.) « tale che pose termine alla drammatica arte, oltre del quale non può varcare niuna moderna compagnia di comici. […] Prima che quella cada, lodo il far suonar alquanto, ad imitatione dei primi comici, o trombe, o piffari, ouero qualche altro istromento strepitoso, che habbia forza di destare gli animi, quasi adormentati per la lunga dimora che ordinariamente fan la maggior parte de gli spettatori, prima che si uenghi al desiderato principio : et questo Gioua anco per risuegliare i cori de i recitanti. […] Nulla di più importante e di più interessante per la storia della scena italiana, di questo dialogo, in cui sono massime e sentenze che assai ben si addirebbero agli attori di oggidì, e da cui possiam capir chiaro come il metodo di recitazione degli antichi comici si mantenesse quasi invariato fino a tutta la prima metà del secolo presente.

319. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo III. La Poesia Drammatica nel Secolo XV fa maggiori progressi in Italia. In Francia cominciano i Misteri. » pp. 194-209

Leon Battista Alberti, uno de’ più gran valentuomini de’ suoi tempi, nato secondo il Manni e ’l dottor Lami nel 1398, secondo il Bocchi nel 1400, e, secondo che con maggior probabilità congettura il Tiraboschi, nel 1444, scrisse anche in latino nell’età di 20 anni una comedia, intitolata Philodoxeos, che per due lustri fu creduta opera di antico scrittore «perché (al dir del prelodato Tiraboschi) comunque scritta in prosa, ha nondimeno alquanto dello stile de’ comici antichi, e pruova lo studio che l’Alberti avea fatto della lingua latina».

320. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XVII ultimo. Teatro Materiale, ove de’ più rinomati Teatri, e della condizione degli Attori Greci. » pp. 213-238

Il luogo spazioso e libero posto innanzi alle porte della scena, secondo Isidoro e Diomede, chiamavasi Proscenio, nel cui mezzo benchè alquanto più basso alzavasi il Pulpito che dicevasi Λογειον, dove recitavano gli attori tragici e comici e i planipedi, ovvero mimi che non usavano nè coturni nè socchi.

321. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « PROLUSIONE ALLE LEZIONI DI POESIA RAPPRESENTATIVA DEL PROFESSORE PIETRO NAPOLI-SIGNORELLI. » pp. 203-226

Adunque uniamo le nostre forze, sosteniamoci scambievolmente, e cerchiamo di far nascere nel Parnasso Cisalpino autori tragici e comici di prima fila ed attori esimii pieni di brio, di grazia, d’anima e d’intelligenza.

322. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO I. Teatro Inglese. » pp. 189-231

É una favola ravviluppata, in cui non si trascura la dipintura de’ caratteri tutti comici, e vi si veggono alcuni colpi teatrali che conducono lo scoprimento di un matrimonio secreto che ne forma il viluppo. […] Il Diavolo a quattro è una burletta musicale di caratteri comici ben combinati.

323. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Discorso preliminare premesso alla prima edizione »

Quindi imparziale e giusto ne suoi giudici sentesi grandeggiar con Sofocle e Cornelio, s’intenerisce con Euripide, Metastasio, e Racine, freme con Crebillon e Voltaire, ammira senza imitarli Shakespear, Calderon, e Lope de Vega, preferisce Moliere a’ comici di tutti i tempi, bilancia il merito degli autori subalterni secondo più o meno s’avvicinano al loro esemplare, e getta dentro a’ gorghi di Lete i pedanti ridicoli, i versificatori sterili, i languidi copisti, gli autoruzzi insomma d’un giorno commendati invano e difesi da protettori ignoranti, da fogli prezzolati, e da insensate apologie.

324. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO I. Teatro Alemanno. » pp. 4-31

Tradusse dal francese, compose, fe da altri comporre diversi drammi comici da sostituirsi alle antiche buffonerie, i quali dalla compagnia della Neuber si rappresentarono in Lipsia ed in Brunswich.

325. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « LIBRO VIII. Teatri settentrionali del XVIII secolo. — CAPO I. Teatro Inglese. » pp. 232-294

È una favola ravviluppata, in cui non si trascura la dipintura de’ caratteri tutti comici, e vi si veggono alcuni colpi teatrali che conducono lo scoprimento di un matrimonio segreto che ne forma il viluppo. […] Il Diavolo a quattro è una burletta musicale di caratteri comici ben combinati.

326. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO V. La Drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 148-185

Leon Batista Alberti nato, secondo il Manni e il Lami nel 1398, e secondo il Bocchi nel 1400, e secondo che con maggior probabilità congettura il Tiraboschi nel 1414, scrisse in prosa latina nell’età di venti anni una commedia intitolata Philodoxeos, creduta per due lustri opera di un antico scrittore, perchè ha non poco dello stile degli antichi comici, e mostra lo studio fatto dall’Alberti della latina favella.

327. (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO IV. La drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 47-73

Leon Batista Alberti nato secondo il Manni e il Lami nel 1398, e secondo il Bocchi nel 1400, e secondo che con maggior probabilità congettura il Tiraboschi, nel 1414, scrisse in prosa latina nell’età di venti anni una commedia intitolata Philodoxeos, creduta per due lustri opera di un antico scrittore, perchè ha non poco dello stile degli antichi comici, e mostra lo studio fatto dall’Alberti della latina favella.

328. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 37-96

Tosto dunque uscirono i comici dalle commediole e dagli amori della figliuola del ferrajo, e passarono a’ personaggi alti e a’ principi, i quali posti in circostanze pericolose e tragiche trassero seco loro la confusione de’ generi. […] Dopo le commediette della figlia del ferrajo e i colloquii pastorali di Lope de Rueda, venne tosto il Naarro di Toledo introduttore di battaglie e duelli, cose aliene dalla poesia comica, le quali dimostrano con evidenza che sull’incominciare i comici si rivolsero ad un nuovo sistema che confondeva i generi.

329. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO VII. ed ultimo. Vuoto della Storia teatrale. » pp. 248-280

Sotto la repubblica si ebbe un Accio, un Cecilio, un Afranio, e un Terenzio, i quali se non uguagliarono i Menandri e i Sofocli, passarono innanzi a molti tragici e comici della stessa Grecia.

330. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO I. Teatro tragico Italiano. » pp. 98-130

Sventuratamente questi quattro atti comici apportano uno scioglimento, se non tragico, funesto.

331. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 137-226

Tosto dunque uscirono i comici dalle commediole e dagli amori della figliuola del fabbro, i quali posti in circostanze pericolose o tragiche trassero seco loro la confusione de’ generi. […] Dopo le commediette della figlia del ferrajo e i colloquii pastorali di Lope de Rueda, venne tosto il Naarro di Toledo introduttore di battaglie e duelli, cose aliene dalla poesia comica, le quali dimostrano con evidenza che sull’incominciare i comici si rivolsero ad un nuovo sistema che confondeva i generi.

332. (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE II — LIBRO X ed ultimo » pp. 161-344

Gerbino si pubblicò nel 1787, e si recitò tre sere da’ comici Lombardi nel teatro de’ Fiorentini in Napoli. […] Tale è certamente in prima il Cappello parlante, ossia l’Elvira di Vitrì, in cui misti a situazioni lugubri e tragiche leggonsi motteggi comici; 2 tale il Ciabattino consolatore de’ disperati, la quale prende il titolo da un personaggio episodico, ed ha caratteri comici insieme con varj eccessi di disperazione che oltrepassano i confini della commedia, e presenta in Carlo Sundler un ritratto di quel padre che nella favola francese dell’Umanità si trasporta ad assalire un uomo di notte in una piazza pubblica per procacciar soccorso alla propria famiglia; tale 3 il Giudice del proprio delitto fatto per niun conto comico; tale 4 Totila o i Visigoti, in cui si osserva ancora con rincrescimento una deflorazione violenta. […] Terminiamo il racconto de’ nostri poeti comici ecc. […] Il piano è assai mal congegnato; l’economia ad ogni passo difettosa; i caratteri di Ricimero ed Almonte neri, vili, inetti e comici; quello di Odorico ineguale, un poco finto fin anco nel volersi mostrar tenero; Elvira e Adallano innamorati da commedia o al più da pastorale, presi di un affetto che nulla ha di convenevole per una tragedia, non animati da veruno eroismo che gli elevi.

333. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo ottavo »

Sul principio i poeti e i direttori cercarono d’accomodar in qualche riiodo i suddetti intermedi alla natura del dramma, e frapposero quelli di genere boschereccio alle pastorali in musica, i seri al melodramma tragico, e i comici all’opera buffa.

334. (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO X. » pp. 112-139

Egli dunque prese a studiare, non già il gusto del volgo, come fece Lope, ma il Mondo, cioè i costumi, i caratteri, e le passioni degli uomini (che questo vuol dir Mondo, Signor Lampillas, e non già, come voi credeste, il gusto volgare); ed anche il Teatro, cioè la pratica osservazione degli artificj comici che più sogliono risvegliare gli Spettatori (che questo vuol dir Teatro); ed a questi due Libri Mondo e Teatro, due cose distantissime dallo studio di Lope, accompagnò il Goldoni gl’insegnamenti d’Aristotile e di Orazio, ch’egli trasse dalle Riflessioni di Rapin da lui citate, e soprattutto la lettura di Moliere.

335. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO I. Teatro Tragico Italiano. » pp. 228-273

Sventuratamente questi quattro atti comici apportano uno scioglimento, se non tragico, funesto.

336. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda guerræ Punica. » pp. 91-171

Cecilio il quale dalla condizione di servo, come afferma Aulo Gellio, acquistò il cognome di Stazio che presso i Romani antichi era un nome di schiavo, per consenso di tutti gli antichi fu acclamato come il primo e il più eccellente di tutti i comici Latini per la felicità della scelta e per l’ottima disposizione degli argomenti; il che rende ben rincrescevole la perdita delle di lui favole. […] Egli è vero, che Gellio, come dicemmo, pruova ch’egli fosse inferiore al suo modello; ma l’essere stato concordemente preferito, non che a Nevio e ad altri comici, a Plauto ed a Terenzio, ad onta della sua poco pura latinità, ci sveglia dei di lui talenti ben vantaggiosa idea.

337. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO III. Melodrammi. » pp. 254-292

Ma chi pareggiò in Italia la grazia delle commedie musicali del nostro Gennaro Antonio Federico inimitabile pel colorito Tizianesco de’ suoi ritratti comici?

338. (1715) Della tragedia antica e moderna

[4.38ED] Né ha giovato il rispondere che in varie città dell’Italia sia stato udito con plauso, né che il famoso Luigi Riccobuoni (dovendosi molto in questa parte credere a’ comici) mi abbia scritto più volte riuscire agli attori suoi comodissimo il verso mio; ché, ciononostante, duri di cervice più degli Ebrei, continuano ancora nel farsi conoscere o sciocchi affatto o invidiosi o maligni, mentre non cessan di borbottarne; e perché pur vorrebbero, mordendo il verso delle tragedie, sopprimerne la lettura, certi di loro che han fatto il viaggio di Francia, conchiudono che le rime franzesi nella maniera del recitare di questa nazione non si distinguono, ove ne’ recitamenti italiani vengono a ferire sfacciatamente nel timpano dell’udito: circostanza che io non potea dicifrare per non averne avuto esperienza, ma in oggi che, la Dio mercé, mi son trovato con le orecchie tese a questa tragedia, ti assicuro che ho benissimo distinto le rime e che invece di stancarmi di questa lor consonanza me ne sono, oltre ogni credere, compiaciuto. [4.39ED] Ora da te che non sei né italiano (cred’io) né franzese, vorrei sapere se per ragione o per passione io me ne sia compiaciuto; e se maggior maestà e gravità conterrebbe sì il verso franzese che il mio se o con rime frequenti o senza veruna sorta di esse si congegnassero, perché finalmente son anche in tempo di cedere alla corrente nelle tragedie ch’io sto tessendo, nulla essendomi per avventura più agevole dello srimarle, quantunque rimate elle sieno.  […] [6.86ED] Ma quello spesso vibrar di braccia del per altro incomparabil Baubour e molto più del suo imitatore Quinault, che alcuna fiata è più da fanatico che da passionato e che tanto s’ama fuor di proposito da questi comici volatori che aleggiano ritti su’ piè come sul tetto della lor colombaia i piccioni, non arriverà mai a piacermi; siccome per altra parte mi piace nell’esaggerazioni di madame Demarre quel mostrare di mettere alla scoperta tutto il suo cuor sulla lingua, e perciò lanciarsi dietro alle spalle una ciocca di capelli che le scherzava sul petto, quasi le fosse ancor questa d’inopportuno imbarazzo a cacciar fuori del seno l’animo fervido e passionato. [6.87ED] Ben mi dispiace negli uomini, quando vogliono far campeggiare o l’ironia o la minaccia, quel deformarsi le facce col troppo increspar della fronte, col sovrappor labbro a labbro e col parlare crollando la testa a guisa di pendolo, ma non mi spiace nelle disperazioni quello stropicciar del cappello, per altro innocente della lor declamata disgrazia. [6.88ED] Ma il povero cappello poi non dovrebbe essere in giro dalla testa alla mano ed essere con le piume su e giù strascinate a tanta parte di azione a quanta i comici vostri lo chiamano. […] [6.89ED] Egli è ricco e nelle donne poi è affatto leggiadro; né mi disgusta il vederle dipinte ne’ volti, perché così facevano ancora i primi comici che a’ tempi antichi assai più de’ tuoi si tingevano, e conosco che la notte, i lumi, la lontananza, le gioie e la soverchia finta ricchezza de’ vestimenti fanno languire i sembianti, ancorché dotati d’un bel colore della natura. [6.90ED] Ma quell’Agamemnone vestito da ballerino con un cappello in testa piramidato di piume è una di quelle figure che noi Italiani esporremmo per muovere a riso coll’impropria stranezza dell’abito; io perdono a’ Franzesi l’amar cotanto il lor diletto cappello che lo pongano ancora su quelle teste sulle quali dovrebbe risplendere o l’elmo o il diadema. [6.91ED] Ma, Dio buono! […] [6.98ED] Noi altri facciamo sortir l’attore dal canto ove fingiamo il suo soggiorno e sempre colà rientrare, quando l’azione non chieda che ei debba in altra parte portarsi; e allora, se questa parte è determinata, avvertiamo che a quella volta ei s’incammini; se è indeterminata, può indirizzarsi ove vuole, purché a nessuna delle già destinate parti si avanzi. [6.99ED] Succedon poi, credo per difetto particolare de’ comici, non per costume o abuso del teatro franzese, spessi incontri nell’entrare e nell’uscire di due personaggi che deono l’un l’altro sfuggirsi o almen si suppone che non si debban reciprocamente vedere, lo che pure si nota di errore fra noi, e vi ha casi ne’ quali le sopradette avvertenze tolgono o danno notabilmente alla rappresentazione. […] dovendosi… comici: si colga l’intenso scambio che M. seppe intrattenere con il mondo del teatro e in particolare con l’esperienza degli attori.

339. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda Guerra Punica. » pp. 129-244

Cecilio il quale dalla condizione di servo, come afferma Aulo Gellio, acquistò il cognome di Stazio che presso i Romani antichi era nome di schiavo, per consenso di tutti gli antichi fu acclamato come il primo e il più eccellente di tutti i comici Latini per la felicità della scelta e per l’ottima disposizione degli argomenti. […] Egli è vero che Gellio, come dicemmo, pruova che egli fosse inferiore al suo modello, ma l’essere stato concordemente preferito, non che a Nevio e ad altri comici, a Plauto ed a Terenzio, ad onta della sua poco pura latinità; ci sveglia de’ di lui talenti ben vantaggiosa idea.

340. (1772) Dell’opera in musica 1772

Al suo principe immaginario in cerca d’un precettore raccomanda la lettura dei poeti, «massime i comici, e i satirici» (tra i moderni, Molière e La Bruyère) e persino, con più prudenza, dei romanzi che «contengono delicatissime analisi del cuore umano e vivaci pitture del carattere delle Nazioni» 13; al suo spettatore ideale in cerca d’un teatro si rivolge ancor più paternalisticamente: occorre, osserva, che «il popolo non si accorga che si cerchi anzi d’istruirlo che di dargli solazzo» (VII.III.19). […] Di che convinti da lunga esperienza, i comici di Francia le hanno oggimai sbandite dal loro teatro. […] A questo fine il parlamento di Parigi nel 1641 registrò un dichiarazione in cui, dopo aver rinnovate le pene ordinarie contro i comici, che useranno parole equivoche o lascive, si dice che qualora osservino tali condizioni, essi non saranno in avvenire notati d’infamia118. […] Questi sono i vizi, contro i quali il riso è l’antidoto più possente e più efficace, i vizi comici, e che non possano essere esposti che in commedia.

341. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO IV. Ultima epoca della Drammatica nel finir della Repubblica, e sotto i primi Imperadori. » pp. 172-221

Sotto il medesimo Augusto fu composta l’eccellente tragedia intitolata Tieste tanto esaltata nel dialogo intorno agli oratori attribuito a Tacito, la quale, a giudizio di Quintiliano, poteva degnamente compararsi colle migliori tragedie Greche; e pure, come abbiamo accennato, egli riconobbe sinceramente la debolezza de’ comici Latini al confronto de’ Greci.

342. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VI. Teatro Greco. » pp. 44-148

Cefisodoro, Forono, Efippo sono chiamati ora tragici ed ora comici. […] Vi si osservano da per tutto tratti assai popolari, quasi comici, e lontani di molto dal gusto moderno.

343. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO I » pp. 116-223

Così le dolorose rappresentazioni di atroci fatti privati de’ signori Falbaire, Mercier, Sedaine, Dorat, Arnaud, Beaumarchais &c. o tutte tragiche o mescolate di tratti comici, si sono alla rinfusa tradotte e recitate dovunque ascoltansi i commedianti Lombardi. […] Finalmente tralasciamo il quarto Corradino non recitato ma stampato nel dicembre del 1789 dal noto avvocato don Francesco Mario Pagano di Brienza: il di lui Gerbino uscito nel 1787 recitato tre sere da’ comici Lombardi di Napoli: gli Esuli Tebani altra di lui tragedia primogenita impressa verso il 1780 (insieme con una sua orazione latina) ma non recitata.

344. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IX. Teatro di Euripide. » pp. 134-207

Vi si osservano da per tutto tratti assai popolari, quasi comici, e lontani di molto dal gusto moderno.

345. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo V. Teatro greco. » pp. 26-81

Vi si veggono per tutto tratti assai popolari e pressoché comici e lontani dal gusto moderno.

346. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO I. Teatro Spagnuolo. » pp. 4-134

Scorgesi in essa veramente la solita viziosa mescolanza di grandi interessi reali con avventure mediocri e di persone tragiche con caratteri comici senza rispettarvisi le unità.

347. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO IV. Teatro Spagnuolo. » pp. 196-285

Vi si scorge veramente la solita viziosa mescolanza di grandi interessi reali con avventure mediocri e di persone tragiche con caratteri comici senza rispettarvisi le unità.

348. (1878) Della declamazione [posth.]

La cifra giocosa della sua scrittura è in realtà uno schermo che vela una critica ben mirata nei confronti dei comici professionisti che avevano degradato le scene, e che conferisce una veste accattivante alla sua missione pedagogica, rivolta verso quei commedianti che si trovavano agli esordi, ancora non corrotti e dunque riformabili94. […] In realtà, come sottolinea De Luca, la scelta di una tale interlocutrice, per quanto plausibile se inserita in un contesto in cui fioriva la pratica del dilettantismo, sembra essere più che altro uno schermo per rivolgersi invece ai comici di professione, sui quali vigeva ancora la condanna delle autorità ecclesiastiche98.

349. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 1 pp. 2-271

Ma Nerone in essa è un Nerone con affetti privi di ogni tragica energia, e Poppea e Tigellino hanno passioni e vizii comici e comunali.

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