» Ludovico Gonzaga, vescovo eletto di Mantova, zio del Marchese, e quanto lui appassionatissimo pel teatro, desiderando nel 1488 celebrare il Corpus Domini con una rappresentazione, si rivolgeva il 28 maggio a Cristoforo Arrivabene per avere Zaffarano, il quale, anche se non voleva lui « fare demonstratione sive representation veruna nel corpo di Christo, doveva almeno rinvenire ale, cavigliare, barbe, diademe et lo ferro che tene Christo in alto, più le parole, qual dicono li angeli et propheti et si pur non potesse servirne delle robe, saltem ne favorisca delle parole ; » e in una prima festa drammatica data nel 1501, nel suo reggimento di Gazzuolo, si valse dell’Albergati per gli addobbi teatrali.
Splendide parole, ma che non tutti, i quali non avean la grande anima del Modena, pure non essendo antipatriottici, potevan bene intendere.
I soggetti trattati con molto acume e senza pur l’ombra della pesantezza sono : la nobiltà dell’arte, l’educazione comica, la scelta ed unità di caratteri, lo studio de’ caratteri, la natura e il colorito, la pronunziazione, la mimica, la direzione, il contegno e la controscena, il vestiario in costume e l’acconciatura, le doti naturali, la moralità dell’arte (Teatro greco, romano, medievale, e moderno) e in ultimo, la moralità dell’attore accoppiata a quella del teatro.
D’indole risoluta, energica, che non conosceva docilità, dovè pur troppo, nonostante i non pochi suoi pregi artistici, restar sepolto in compagnie di niun conto.
Il 19 febbraio del ’60 sposò Maria Masi a Roma ; nata a Rimini il ’45 da Filippo Masi, già Capitano del papa, poi soldato della nostra Indipendenza, poi comico, e da Casilde Bocci, pur romagnola.
S. con andar a recitare dove Ella comandarà ; ò pure (secondo) Assignarà S.
Pur mercè a' Numi liberai lo sposo, il germano placai, contenta sono ; scevra d’ogni periglio avrò riposo.
Pur troppo, recitando la compagnia a Palmanova, fu còlto da malattia mortale ; e quivi morì nel 1844.
Per creder vero, io tengo ch’egli l’abbi presa dalla sua esperienza, e dallo spirito suo, che sopra i difetti altrui ha saputo conoscere il vero ; ma pure quand’anche fosse così, e non un suo complimento, non ha egli potuto vedere la natura del recitare de’ Comici Italiani che nella Commedia ; mentre le Tragicommedie di Sansone e della Vita è un sogno, non sono tragedie ; ed è ben diversa da quella la maniera nostra nel recitare Andromaca, Ifigenia, Mitridate, Semiramide, Oreste, ecc., e le altre francesi ed italiane tragedie che eravamo accostumati di recitare, e che ora lasciamo da parte. Merope stessa, che abbiamo pur data una volta a Parigi, non gli può aver rappresentata l’idea della natura tragica italiana, essendo essa una di quelle Tragedie nelle quali, essendo miste di diversi gradi di persone, può discendersi ad una più familiare natura.
Ma ciò non toglie – conchiude il Minghetti, saggiamente e pur troppo in vano, – che sia corruzione adulare il pubblico, lusingandone le inclinazioni men buone, o rifiutando di ritemprarlo a gusto migliore. […] Pure conviene leggerle per poter dare ragione del perchè si ricusano : e non è neppure permesso di parlare con libertà : è un bell’imbarazzo !
Desedet zucca senza sal, tu duorme an ualenthom, Oh quand qstu no dorm l’è pur vizilant as pò ben dir che essendo con mi, ch'ai sia insiem du huomn dlla caplina lu in te la tutia, e mi in quel ch se sa. […] Mad. s’io vo dal patrone, volete ch'io mi leui di questo letto, o pure ho d’andarui cosi ignudo : horsu apritimi la porta, e fatemi lume, che gli è vn giorno di notte, che par di mezzo Agosto. o bel solaio alla sala del mio patrone ; ho patrona dite al messere, che non voglio leuarmi.
Han pur saputo Obbliar d’esser padri e Manlio e Bruto. […] Metastasio è pur tutto insieme l’Euripide, il Cornelio ed il Racine italiano. […] E pur così avviene. […] Di qual tempera sarà il cuore dell’Andres che pure ha si elegante la penna ? […] E pure questo è il quarto cambiamento che l’autore rimise nella edizione fatta a proprie spese.
[Dalla cagione medesima pur nacque che, essendo occorso in questi ultimi tempi di dover construire alcun nuovo teatro, volesse l’architettura, quasi non badando all’uso ed al fine, far pompa delle sfoggiatezze dell’arte sua. […] La grandezza del foro, dice ancora Vitruvio, si dee fare proporzionata alla quantità del popolo, acciocchè o non riesca la capacità di esso ristretta riguardo al bisogno, o pure per la scarsezza del popolo il foro non paia disabitato e solitario58. […] E di fatto, se in niuna fabbrica poco ci ha da avere del massiccio e del solido, se l’architettura all’incontro ha da esser quasi tutta permeabile, quella dello interno del teatro è pur dessa.
Oggi vi è ritornata completamente guarita : più appassionata per l’arte sua, e ancor più ammirata, se pur fosse possibile un crescendo nell’ ammirazione del pubblico per la sua Beniamina. […] Ella aveva da dimostrare, che le acclamazioni e gli applausi del pubblico non eran soltanto rivolti alla sua venustà, ma che questa doveva pur farne parte alla sua valentia. […] Così appare in un repertorio non molto caro alla grossa massa degli spettatori, ma pur adattatissimo a mettere in mostra le qualità più sostanziali d’una indole artistica : in quello goldoniano, per esempio.
Sino alla state del 1662 diede Moliere al teatro il Principe geloso, in cui riuscì male come attore e come poeta; la Scuola de’ mariti tratta principalmente da Giovanni Boccaccio, la cui riuscita consolò l’autore, e cancellò la svantaggiosa impressione della favola precedente; e gl’Importuni commedia in cui non trovasi altra connessione se non quella che si vede in una galleria di bei ritratti; ma pure si accolse con indulgenza per essere stata composta, studiata e rappresentata in quindici giorni. […] Un carattere virtuoso ma intollerante, che si meraviglia di tutto e tutto condanna: che per non tradire il vero, a costo della politezza e senza necessità, si pregia di dire ad un cavaliere, il quale ha la debolezza di voler esser poeta, che i suoi versi sono cattivi: che in vece di compatire gli errori umani vuol perdere la rendita di quarantamila lire, per lasciare a’ posteri nel suo processo un testimonio di una sentenza ingiusta; un carattere, dico, siffatto, sebbene amabile e caro a’ buoni per la virtù che ne fa il fondo, ha pure il proprio ridicolo degno di esser corretto; ed il genio di Moliere seppe seguirlo alla pesta e riprenderlo comicamente. […] Il re assediava Lilla, e due attori spediti da Moliere gli presentarono un memoriale di tal divieto; pure non prima del 1669 si ottenne la permissione autentica di riprodursi il Tartuffo. […] Dicasi pur anche alcuna cosa delle commedie di Quinault scritte nel fiorir di Moliere. […] Di lui è pure rimasta al teatro una imitazione dell’Eunuco di Terenzio intitolata il Mutolo.
E infin…. deggio pur dirlo? […] Io pure udii dal labbro tuo talvolta Che sposo mio saresti. […] Non v’ha regola di verisimile che in esse non si trasgredisca, nè stranezza di stile che non possa notarvisi; e pur vi si scorge un artificio che ne rende gli argomenti interessanti. […] Montiano che ne fu il più diligente investigatore, appena giunse a contarne sette o otto e pure sregolate. […] Didone presso a conchiudere le nozze con Jarba torna col pensiero a Sicheo; ma pur comanda che Jarba sia introdotto nella città.
Ma qualche mio amorevole compatriota m’insinuò, che nel reimprimere il mio Libro parlassi pure del Teatro Italiano al pari degli altri, perchè non era così noto come io pensava, e perchè alcuni nostri Eruditi ne favellavano in termini assai generali secondo il proprio gusto o interesse, e non secondo la verità istorica, e gli emuli forestieri mettevano a profitto le loro parole per iscreditarlo. […] Ma pur questa sarebbe una cura inutile, perchè tal Libro, ad onta della seconda Edizione, giacque ancora, e giacerà preda delle tignuole nella polvere, dalla quale con infelice sforzo pretese cavarlo il Bibliotecario Nasarre. […] E ciò farà con alacrità tanto maggiore, quanto che l’Apologista l’incoraggia con quel bellissimo ritrovato apologetico (che pure non venne in mente all’istesso Nasarre), che la malizia degli Stampatori sotto il nome e prologo di Cervantes pubblicò quelle stravaganti Commedie . . . sopprimendo le genuine, o trasformandole del tutto. […] Voi, Signor mio, par che me gli cacciate sotto il naso, e pur Voi non sapete quali siano, nè dove siano, nè se mai siano stati, e così mi lasciate più digiuno di Tantalo.
Di più annunziò egli nel suo prologo, come scritte con arte, le otto ultime sue commedie pubblicate un anno prima di morire; e pur sono talmente cattive e spropositate, che nel 1749, per procurar lo spaccio degli esemplari di esse mai più non venduti, il bibliotecario Nasarre prese il partito d’appiccarvi una lunga prefazione, nella quale si ammazzò per dimostrar che Cervantes le scrisse a bello studio così sciocche per mettere in ridicolo quelle di Lope di Vega. […] Contuttociò il Nasarre senza ragione cerca avvilir affatto il merito di Lope, il quale pur é fino ad oggi il Principe de Comici Spagnuoli. […] ann. 1473), tra’ sacerdoti pochi intendevano il latino, «pauci latine scirent, ventri gaulae servientes»; e se pur anche non gli fosse stato ignoto tutto ciò che col’autorità di vari scrittori narra il P. […] Del resto é pur troppo vero ciò che degli spagnuoli dice M.
Allegorica essa è in fatti in quanto che il poeta si prefigge di pignervi la prepotenza della maggior parte de’ Grandi su gli nomini ancor meritevoli e benefici; la qual cosa era lo scopo de’ Greci poeti, repubblicani, di che fecero pure qualche motto Andrea Dacier e poi Pietro Brumoy. […] L’episodio degli errori della misera Io trasformata in giovenca accresce il terrore di questa favola, e benchè vi sia introdotta senza manifesta necessità o immediato vantaggio del l’azione principale, pure dà luogo a sviluppare sempre più il carattere del benefico infelice protagonista. […] Noi ci contentiamo di osservare che quantunque l’azione sembri languire alquanto ne’ primi atti, pure da essi vien preparato ottimamente l’orribile evento dell’atto quinto, in cui si veggono le passioni condotte al più alto segno. […] Discordi pure da questo avviso chiunque si senta rapire dall’autorità de’ Nisieli e degli Scaligeri, purchè non mi si ascriva a delitto il dipartirmene per seguire l’affetto che m’inspira la lettura di questa favola.
La Gloria di colui che tutto muove, che riempie lo spazio immenso di Soli infiniti, intorno a’ quali altrettanti sistemi d’astri erranti con eterne invariabili leggi percorrono le loro orbite; è quella stessa che in sì picciol globo, com’è la nostra Terra, spiegò la sua potenza e si diffuse tanto nell’interna struttura organizzandone gli elementi, le fibre e gli strati, e rinserrando nell’ampio suo seno arcane sorgenti di fonti, di fiumi, di gemme, di metalli, di sali, di solfi, di piriti, quanto nell’aspetto esteriore di un maestoso disordine di rottami, i quali, agli occhi del profano, sembrano ruine, e pur sono armonici risultati di artificio creatore. […] Voleasi senza l’illusione seducente d’ ombre e di lumi ritrarre l’effigie de’ corpi ed imitar la natura con materie solide onde renderne al tatto sensibili le parti; e con ferri acconci all’uopo diessi l’uomo a scheggiar maestrevolmente legni, marmi e metalli, onde surse l’altra bell’arte per cui oggi pur vivono e vivranno i Fidii, i Mironi, i Lisippi, emulati più tardi con tanta gloria dal Fansaga, dal Corradini e dal Canova. […] E pure ciò appunto avvenne. […] Voi avete altresì un Teatro Patriotico protetto e secondato dal medesimo saggio Governo, pregio anche peculiare della vostra città, che pur si desidera nel resto dell’Italia.
Il teatro de los Caños del Peràl pur si costrusse alla foggia moderna con platea e palchetti, e si destinò per le opere buffe. […] Ma lasciando ciò, mi dicano gli Huertisti (se pure oggi ve n’ha alcuno oltre del sig. […] E da allora la decenza che si loda e si pratica nelle nazioni polite regnò ne’ teatri di Madrid, siccome si è pur da me accennato. Huerta ignorando l’idioma in cui sono scritti i miei libri teatrali che pur voleva mordere, cadde ne’ riferiti strafalcioni sulle parole e sul sentimento che ne attaccò.
[2] Ma a chi non può inalzare da pianta un novello edifizio rimane pur anco il non isteril compenso d’osservare, ed illeggiadrire i già fabbricati.
Di che, non pur l’istessa Compagnia di Vittoria può ricevere accrescimento, ma particolarmente la nostra città, ove sperano di far lor comedie, sentirà grandissimo gusto, essendo Aurelia da ciascuno generalmente ben vista.
Pasquali) così ne parla : Prima Donna Andriana Bastona Veneziana, detta la Bastona Vecchia, per distinguerla da Marta Foccheri sua figliuola, detta essa pur la Bastona.
) : Daria Cutini-Mancini era una bellezza piccante, giovanissima, ella pure di 22, ’23 anni appena : svelta della persona, elegante nei movimenti, con una pronunzia aperta e correttissima, qualità principale nel disimpegno delle parti brillanti e di servetta : ella doveva rimpiazzare la signora Romagnoli, che a buon diritto era chiamata la Déjazet italiana, per avere, come quella, creato in Italia le parti di Richelieu, Napoleone a Vincennes, e tante altre nelle commedie di Goldoni, di Molière e di Nota.
« Mi dispiace il dover trattare simil facenda in pregiudicio di quest’altro Comico, ma per Dio il star seco senza notabil danno è impossibile ; vi sia pure per me meno conscienza e guadagno migliore. » Fortunati Giovanni, figlio del precedente, e più conosciuto in teatro col nome di Toto, che gli venne, quasi diminutivo di trotola, per la piccola statura, fu egregio attore come caratterista e come arlecchino.
Benchè da tanti obblighi non ritraesse che un piccolo stipendio, pure non solo provvedeva alla propria sussistenza, ma siccome era studiosissimo, toglievasi spesso il pane dalla bocca, per comprare dei libri.
Con grandissimo successo recitò a Roma l’autunno del 1807 la parte di Gilda nell’ Aio nell’imbarazzo di Giraud, e il 3 febbraio 1808 quella della protagonista nella Frenetica compassionevole pur di Giraud.
Pure da quale classico scrittore ciò si ricava? […] Gli Osci (dice pure lo stesso Cantel) dall’usar che facevano parole turpi ed oscene sortirono il nome di Osci. […] Narrino a posta loro, ed in malora Vadano pur; fo caso io de’ nemici? […] Ti spiaccia pur, sarà quel che vogl’io. […] Esce Tossilo baldanzosamente, e vedendo Dordalo, con disprezzo ed alterigia gli dice che prenda pure il danaro aspettato con tanta diffidenza.
Non era stata se non abbozzata dal primo autore (secondo il Pigna ne’ Romanzi), e pure si ravvisa in essa la diversità della seconda mano. […] De chiste (l’ altro ripiglia) non importa, ride pure, isse songo a Siena, e nuje simmo a Pisa. […] Di quel sacco parlò pure nel Geloso il prelodato Bentivoglio, ed ancor l’Aretino nella Cortigiana. […] Il Trappa pure in prosa di Massimo Cameli Aquilano si pubblicò nell’Aquila nel 1566. […] se non mi siete ancor di letto, e non volete essermi per amore, mi siete pur di fede, e mi dovete essere per obbligo.
Ponz, con entrare a rilevare i difetti, di cui ora stò ragionando, e mi ristrinsi alla semplice descrizione delle parti colla possibile esattezza colle parole, già che nol facea con un disegno, e pure non ho potuto liberarmi dalla censura del sospettoso Apologista. […] Siete pure espantadizo, mio caro Signor Apologista.
Si rammenta pure, benchè da prima con certo ribrezzo, del male, cioè delle forme che gli apportarono dolore; ma a poco a poco si avvede che tale rimembranza non gli rinnova il dispiacere, e più. […] I Tarantini quando alla peggio oltraggiarono l’armata Romana che navigava a forza di remi avanti la loro città, non aveano, al dir di Floro a, piena notizia de’ Romani, ignorando anzi fin anche donde venissero, e pure già quegli aveano non picciolo impero in Italia.
Sebbene dello stupendo capriccioso Labirinto di Porsena, monumento sepolcrale fabbricato nell’antichissima città di Chiusi, giunse all’età di Plinio soltanto la memoriab; pure non pochi altri antichi rottami ci rimangono che manifestano la loro esperienza nel costruire. […] Ma secondochè ben riflette il Maffei nel Ragionamento degl’Itali primitivi, a quei, che vennero con Demarato si riferisce altresì in parte la pittura, e pure, per quel che osserva lo stesso Plinio, era essa già perfezionata in Italia molto prima.
Le Accademie letterarie de’ Rozzi e degli Intronati che tornarono a fiorire nel XVII secolo, quella brigata di nobili attori che rappresentava in Napoli le commedie a soggetto del Porta, gli Squinternati di Palermo, di cui parla il Perrucci ed il Mongitore, i nobili napoletani Muscettola, Dentice, Mariconda che pure recitarono eccellentemente, facevano cadere in dispregio la maniera per lo più plebea caricata declamatoria de’ pubblici commedianti, Il celebre cavalier Bernini nato in Napoli, e che fiorì in Roma dove morì nel 1680, rappresentava egregiamente diversi comici caratteria Il famoso pittore e poeta Satirico napoletano Salvador Rosa morto in Roma nel 1673 empì quella città non meno che Firenze di meraviglia per la copiosa eloquenza estemporanea, per la grazia, per la copia e novità de’ sali, e per la naturalezza onde si fece ammirare nel carattere di Formica personaggio raggiratore come il Coviello ed il Brighella, ed in quello di Pascariello, La di lui casa in Firenze divenne un’ accademia letteraria sotto il titolo de’ Pencossi, ove intervenivano l’insigne Vangelista Torricelli, il celebre Carlo Dati, l’erudito Giambatista Ricciardi, i dotti Berni e Chimentelli ecc. […] Pur non lasciò di eccitare il riso e di fare in parte conoscere il proprio valore, e gli fu continuata la pensione assegnatagli di mille luigi, colla quale soccorse e chiamò presso di se i suoi genitori, ed in seguito prese moglie e visse con decenza sino al 1685.
Si rammenta pure, benchè da prima con qualche ribrezzo, del male, cioè delle forme che gli apportarono dolore; ma a poco a poco si avvede che tale rimembranza non gli rinnova il dispiacere, e più non ischiva di rappresentarsele, anzi si accostuma alla dipintura che se ne forma, e della verità del ritratto si compiace ancora; e quindi nasce quel diletto che si pruova nel ripetere a se stesso o ad altri con tutte le circostanze i già passati disastri. […] I Tarantini quando alla peggio oltraggiarono l’armata Romana che navigava a forza di remi avanti la loro città, non avevano, al dir di Floro15, piena notizia de’ Romani, ignorando anzi fin anche donde venissero, e pure già questi aveano non picciolo impero in Italia.
Egli ha bene il diritto di essere messo assieme a’ grandissimi che diedero al mondo tipi immortali, se bene i suoi sien condannati pur troppo a perire : chè è per essi di tal guisa la creatura legata al suo creatore, che dileguato l’uno, anche dileguerà l’altra, non lasciando tra’ posteri che un vago ricordo, andatosi serbando e ahimè modificando nella viva voce delle generazioni succedentisi. […] L’incomparabile, il vecchio e pur sempre giovine Massinelli !
Risuscitò l’Eumenidi di Eschilo, richiamate già pur dal Giraldi nell’Orbecche; ma che interesse possono prendervi più i moderni? […] L’abate Domenico Lazzarini di Macerata illustre poeta ha pure composta una giudiziosa tragedia, intitolata Ulisse il giovane, nella quale si richiama sulla scena tutto il terrore e la forza tragica del teatro ateniese. […] Meritano pur di conoscersi le traduzioni di tre commedie di Plauto fatte da Rinaldo Angelieri Alticozzi in versi sciolti, e intitolate il Testone, i Due Schiavi, e i Gemelli. […] Pur vuol parlargli e all’appressarsi si sforza di far comparir nel suo volto la rigorosa maestà offesa. […] Aggiungasi, qualor si possa, alla massa de i loro bei pensieri, ma son giudizio e profonda sagacità; quantunque il comico dica, e sia pur troppo vero, Nil dictum quin dictum prius.
Il metallo della voce, rispondente a ogni corda del sentimento, sapeva toccar l’anima, non pur degli uditori, ma degli artisti in scena con lei. […] E se, desiderosa di assurgere a somma altezza anche in quel genere, si diede con ogni studio e con ogni amore alla rappresentazione della Saffo e della Norma…. tragedie irte di difficoltà materiali, pur troppo ad esse più specialmente dovè la immatura sua fine. […] L’arte, che pur sempre si appalesa nel riprodurre la natura, si ritirava vergognosa di fronte all’eccellenza di quella realtà. […] mo mont’Alto ; sò che oso troppo, e troppo ardisco à scriuere à lei che se impiega in altri negocij che in leggere cosse che uenghino da sogeto cossi basso come è il mio, pur mi affida la Gracia sua è la vecchia seruitù ch’io le tengo, che se non le agradirà, non le spiacerà almeno di hauer udito ch’io le resto (qual sempre gli fui) suisserato seruitore, è pregherò sempre per lei è per la sua felliccissima famiglia che jddio la prosperi e conserui, frà tanto facendole riuerenza umilmente le baccio la veste. […] Le cagioni della morte del De Vecchi sono chiaramente spiegate, nella dedicatoria al Marchese Ottavio di Scandiano delle Lettere facete e morali, in cui egli dice : Un’ altra cagione (pur di momento) mi ha persuaso a raccomandarli questo puoco Volume, et è stato lo raccordarmi, ch’ io stesso fui caramente raccomandato alla protettione dell’ Illustrissima Sua Casa nel tempo, che riscaldandomi gli ardori della gioventù, mi rendevano tal’ hora bisognoso di un saluo ricouero per fuggir non so s’io debba dir lo sdegno, o pur il costume della Giustitia, la quale con il mezo dell’autorità, et bontà della felice memoria dell’ Illustrissimo Sig.
Secondo Francesco Patrizio nella sua Poetica Lucilio compose epodi, inni, tragedie ed una commedia intitolata Nummularia, di cui pur si conserva qualche frammento. […] Arnaud adottata pure da M. […] Degna è pure di notarsi la seconda scena dell’atto quarto di Panfilo con Sostrata. […] Fidippo ha saputo che Filomena ha partorito, e nella quarta scena viene a dirgli, che se vuol rompere il contratto, il faccia pure, purchè si prenda il bambino. […] Un altro: andiamci pure: E tu ne mena adesso.
Musa benchè trafitta Da varie punte, pur membrar ti giovi Quel che fin’or tutte sventure adegua, Ch’abbia sofferto mai misero core. […] Altri il vero nasconda Io no ; povere fasce i primi segni Dier d’infelicitate in quelle parti, Che poi seguimmi in ogni estran paese ; Così Penia mi prese Allevatrice infausta, e mi percosse Ne’ miei primi vagiti ; indi si scosse Torbida stella ; era morir pur meglio, Ch’esser altrui d’alta miseria speglio. […] Ahi pur concesso A fera vien, che col ruggito i figli Ravvivi ; e me non ha chi pio consigli ?
Poinsinet de Sivry, le Troiane di M. de Chateaubrun, e Venezia Salvata di M. de la Place, son pur tragedie meritevoli d’esser separate dalla folla delle mediocri o cattive di questo secolo. […] Il Merinval del medesimo autore é pure un dramma che spira un patetico fatto per lacerar l’anime sensibili. […] Ma ne’ componimenti di quest’autore vedesi uno studio assettato (ch’é pur generale in Francia) di mostrarsi spiritoso, che fa sovvenire spesso del poeta, e perder di vista i personaggi236. […] Lepida é pur la scena VI di Lisetta, che destramente fa confessare a Dami di esser l’autore anonimo della commedia, che poi si dice fischiata in Parigi. […] Beaumarchais, pure l’intrigo appartiene puramente alla commedia, e i caratteri senza dubbio son comici, e gli affetti delicati.
Rovesci di fortuna obbligaron la giovinetta a calcar le scene, e la maestra si recò il 1867 a posta da Torino a Milano per assistere all’esordir della sua allieva, che andava a sostituire a metà d’anno la Guendalina Dominici Scalpellini in quella celebrata Compagnia di Bellotti-Bon, nella quale ella salì poi al più alto grado dell’arte, ove seppe mantenersi anche dopo, alternando il ruolo di prima attrice assoluta colle sue creazioni di bimba, quali la Carolina nel Codicillo dello Zio Venanzio di Ferrari, la Ivonne nella Serafina di Sardou, la Celeste nell’Idillio Campestre di Marenco, la Silvia nella Famiglia pur di Marenco, la Ida nella Vita Nuova di Gherardi Del Testa, l’Emma nei Mariti di Torelli, ed altre molte, in cui non ebbe chi la superasse, nè chi la uguagliasse.
Se per poco questo pur giovane artista avesse potuto persuadersi nel principio della sua carriera che l’arte va coltivata con maggior cura e serietà, con indagini perseveranti, con profonde meditazioni, affinchè renda frutti maturi e prelibati, non ne raccoglierebbe degli scialbi ed acerbi.
Il superbo Serse non gradì pure un poco di acqua, non in altro vaso che nelle mani presentatagli da un Villanello? […] Per altra via intento a dissipare l’antico letargo, concorse co’ suoi scritti a migliorare, e rischiarare i paesani il celebre Don Jorge Juan, ed oggi veggiamo con piacere aperte per la Spagna Scuole non rare di Matematiche pure e miste, di Nautica, di Astronomia, di Architettura Militare per le Accademie de’ Cadetti situate in Barcellona, nel Ferol, in Cartagena, e in Segovia. […] Ma quando pure la vostra vocazione è dichiarata per le Apologie, che ad altri sembrano per ogni banda infruttuose, studiatevi almeno di comporne delle migliori, che dar si possano. […] E se verisimilmente soltanto egli il congettura (ad onta pure di tante incertezze), come poi repentinamente muta stile, e linguaggio, e con asseveranza conchiude con queste parole (p. […] Una Nazione Madre, non che di Adriano, che pur fu un dotto Imperadore, di un Trajano eccellente modello degli ottimi Principi?
È un componimento languido e difettoso, nè la condotta, nè lo stile invita a desiderarsene l’impressione; ma pure è tragedia, ed ha il pregio di essere una delle prime di argomento tratto della storia moderna nazionale. […] Cantare dicesi pur da’ Latini e da noi il recitar versi, per quella specie di canto con cui si declamano; ed ogni poeta dice de’ suoi versi, io canto. […] Ma i moderni alla voce opera aggiungono una idea complicata e talmente circostanziata che la diversificano, non che dalle cose accennate, dagli stessi pezzi drammatici de’ Greci e de’ Latini, a’ quali pur si avvicina. […] Si fece pure rappresentare dal cardinal Riario nel suo palazzo in un teatro erettovi espressamente, e si ascoltò con grande applauso. […] II parte I citata anche dal Tiraboschi il quale di altre farse sacre fa pur menzione nella pag. 183 nella parte II del t.
E’ un componimento languido e difettoso; nè la condotta, nè lo stile invita a desiderarsene l’impressione; ma pure è tragedia, ed ha il pregio di essere una delle prime di argomento tratto dalla storia moderna nazionale. […] Cantare dicesi pur da’ latini e da noi il recitar versi, per quella specie di canto con cui si declamano; ed ogni poeta dice de’ suoi versi, io canto. […] Ma i moderni alla voce operæ aggiungono un’ idea complicata e talmento circostanziata che la diversificano, non che dalle cose accennate, dagli stessi pezzi drammatici de’ Greci e de’ Latini, a’ quali pur s’avvicina. […] Secco Polentone, ossia da Polenta, cancelliere della repubblica Padovana, chiamato dagli scrittori di que’ tempi Sico o Xicus Polentonus, cui i Padovani aggiungono il cognome di Ricci, compose pure latinamente verso la metà del secolo una commedia in prosa intitolata Lusus ebriorum, la quale serbasi manoscritta fra’ codici di Giacomo Soranzo. […] II, parte I citata dal Tiraboschi, il quale di altre farse sacre fa pur menzione nella p. 183 della parte II del t.
L’amicizia del D’Alembert, oltre alle cure morali e materiali prodigate ad una sua figliuola cieca, per sollevarlo di una perdita di 50,000 fr. per fallimento del depositario, gli procacciò, dopo morto, un elogio funebre, che resterà pur sempre il migliore attestato delle grandi qualità che il Bertinazzi possedeva e come artista e come uomo. […] Tuttavia anche a lui accadeva talvolta quel che accadde, e accade pur troppo, ad altri dei e semidei della scena : di recitare alle panche. […] A un dato punto Colombina doveva dirgli alcune parole sottovoce, ed egli : Parlate pur forte – le disse – nessuno ci sente. […] Al terzo atto, egli studia il modo di vendicarsi di sua moglie ; risolve di abbandonarla ; ma per lasciarle un segno dell’ira sua, e punirla dell’oltraggio fattogli, appicca l’incendio alla capanna ; nè pur pensa a salvare suo figlio, volendo sterminar tutto quanto possa attestare del suo disonore. […] La vista degli spaventevoli avanzi dell’incendio colpisce lei pure.
Ma se la speculazione fallì, non fallì certo il principale intento di dar libero sfogo alla sua passione, dominata pur sempre da un sentimento vero dell’arte, e di farsi conoscere e ammirare da’varj pubblici ; chè, adocchiatala il Nardelli, capocomico veronese di buon nome, e caratterista egregio, la scritturò per quattr’anni come prima attrice assoluta. […] …. ti rammento ancora che per ora dalla sopraintendenza posti assoluti non se ne danno, come pure abbi presente che l’Egregio benemerito Fabbrichesi per pagar molto fu obbligato partire ad onta che aveva L. 4500 di più dalla Corte oltre L. 24,000 d’appalto degli introiti serali niente indifferenti…………… A questa lettera la Bettini risponde colla seguente : Mio Caro Monti, Ricevo la tua 21 spirante e la riscontro al momento. […] Salutami tua moglie e credimi pure mai sempre Venezia il 31 10bre 1837. […] Queste notizie erano sulla Compagnia dei Fiorentini, nella quale era andato pure il Domeniconi mandando così a monte la società col Gottardi. […] Io pure se Dio mi darà forza e salute ho ferma intenzione di ritirarmi dalle scene dopo altri cinque anni, ma prima di far ciò desidero ardentemente (per quanto il mio scarso ingegno lo permetterà) cooperare con que’ pochi ottimi artisti drammatici che abbiamo in Italia (dai quali cerco imparare e le massime e l’arte) onde formare un buon gusto generale in tutta Italia che va purtroppo scadendo colpa la noncuranza in che si tengono le cose vere e naturali, le finitezze, le sfumature dell’arte come noi le chiamiamo, per applaudire soltanto alle esagerazioni, contrarie il più delle volte al buon senso.
Celebre fu anche la novella chiamata Comedia Eufrosina pure composta in prosa da un autore che si occultò sotto il nome di Giovanni Speraindeo. […] Andres l’ha pure riconosciute per tali, oltre all’averle lo stesso Lampillas nel tomo II del suo Saggio chiamate ancora traduzioni. […] Ed in effetto i veri dotti onoratamente additano sempre i fonti ove beono, perchè manifestando gli arredi altrui son pur sicuri di non rimaner nudi. […] Egli fa pure autor di atti sacramentali il Cervantes gratuitamente; e ciò ha fatto ridere ancor più. […] Ma fingasi pure che Cervantes avesse effettivamente composto quell’ auto, ciò in grazia gioverebbe a chi volesse rintracciare l’epoca fissa dell’origine di tali auti?
Io non so ad altri che ne paia; ma quanto è a me, le cadenze son pure la più sazievol cosa ch’io mi possa udire. […] Egli dee proferir netto e intieramente tutte le parole, e non cavarle scodate e languide, com’è pur vezzo di molti. […] Per contentare i Greci e i romani vi volea pur tanto; e per contentar noi non ci vorrà egli per lo meno altrettanto? […] Ora, se egli non salutò né pur da lungi le annoverate arti, come potrà erigersi in lor direttore? […] Si veda per esempio, pur in un contesto di critica moralistica, L.A.
La Motte provvidamente corregge pur anco la favola greca dell’inverisimile ignoranza di Edipo intorno alle circostanze della morte di Laio. […] Alfonso ed Inès ne hanno uno particolare non pur diverso ma opposto che solo nel fine si ricongiunge. […] Ella ha pure il merito di essere stata la prima a mostrare sulle scene francesi i fatti della nazione. […] Sarebbe pure il minor male. […] È pur questo un bel modo di comporre tragedie nazionali, valersi di un nome illustre per denigrarlo e per vestirne un figlio infame del capo di Belloy!
Vedreste ancora che, quantunque varie Commedie si componessero felicemente fra noi imitando le Latine che pur son Greche, vi si ritrassero però al vivo gl’Italiani moderni; di che saranno sempre testimonio la Clizia del Machiavelli, i Fantasmi del Bentivoglio, e moltissime altre, nelle quali si palpano gl’Italiani del tempo degli Autori. […] Al contrario esse porteranno sempre incisa nel frontispizio un’ aria d’incertezza, di argomentazione precaria, di sospensione, che le cangia infine in pure declamazioni suggerite dalla paura di soggiacere, ed infonde brio e vigore negli emuli che se ne accorgono. […] I Frati in nostra lingua comprendono l’idea di Ecclesiastici, ma non già quella di Vescovi; nè Vescovi (se pure tutti i Frati per Voi non sono Vescovi) parmi che trovinsi introdotti ch’io sappia nelle Commedie Italiane del Cinquecento. […] Se pure non è stata una cautela apologetica, appresa nel dettato della scaltrezza volgare, chiama ladro al contrario prima che ti ci chiami. […] Nella Dama Melindrosa (posta tralle eccellenti Commedie del Vega dal Signor Lampillas forse senza averla letta) si vede Celia Dama principale che fugge dalla propria Casa con Felisardo suo amante, e si rimane (contro la verisimiglianza ancora) nell’istesso Madrid, dove pure stà suo Padre, fingendosi schiava Mora e servendo in una Casa.
Scrisse egli buone Riflessioni sulla Poetica, benchè in esse in prima copiasse molte osservazioni Italiane, approfittandosi degli scritti del Tasso, del Riccoboni, del Castelvetro, e di Paolo Beni, che egli chiamava, Dottore in tutto, fuorchè nella corda che a lui dissonava, cioè quando parla della sua Nazione: di poi vi censurasse per lo più mal fondatamente gl’Italiani e gli Spagnuoli, chiamandoli ignoranti nelle regole Aristoteliche, malgrado di non pochi Italiani ch’egli pur cita e trascrive: e appresso vi attaccasse con armi fragili, non solo il Poema del Chiabrera e dell’Ariosto, ma quello del Tasso, e finalmente tratto tratto vi contradicesse e Aristotile, di cui pure affermava, che on s’égare dès qu’on ne le suit pas, e se medesimo ancora in più di una censura. […] E pure il maestoso Virgilio che riscalda sì bene il Rapin, mischia in fatti in certo modo il piacevole al serio, inserendo nel suo gran Poema l’eccellente descrizione de’ Giuochi Ginnici al Sepolcro di Anchise, imitata da quelle dell’uno, e dell’altro Poema di Omero; e in essa oltre al piacevole si sveglia certa specie di ridicolo per l’avventura di Darete. […] Rapin, il cancellerà pure dal lato del P.
Fino alla state del 1662 diede Moliere al teatro il Principe geloso, in cui riuscì male come attore e come poeta, la Scuola de’ mariti tratta principalmente dal Boccaccio, la cui riuscita consolò l’autore, e cancellò la svantaggiosa impressione della favola precedente, e gl’ Importuni commedia in cui non si vede altra connessione se non quella che si trova in una galleria di belli ritratti, ma pure si accolse con indulgenza per essere stata composta, studiata e rappresentata in quindici giorni. […] Un carattere virtuoso ma intollerante, che si maraviglia di tutto e tutto condanna: che per non tradire il vero, a costo della politezza e senza necessità, si pregia di dire ad un cavaliere il quale ha la debolezza di voler esser poeta, che i suoi versi son cattivi: che in vece di compatire gli errori umani vuol perdere la rendita di quarantamila lire, per lasciare a’ posteri nel suo processo un testimonio di una sentenza ingiusta; un carattere, dico, siffatto, sebbene amabile e caro a i buoni per la virtù che ne fa il fondo, ha pure il suo ridicolo degno d’esser corretto, ed il genio di Moliere seppe seguirlo alla pesta e riprenderlo comicamente. […] Dicasi pur anche alcuna cosa delle commedie di Quinault scritte nel fiorir di Moliere. […] Di lui è pure rimasta al teatro una imitazione dell’Eunuco di Terenzio intitolata il Mutolo.
Il delicato Salomone Gessner nato a Zurigo nel 1730 e morto non ha guari, il quale in tante guise ritrasse la bella e semplice natura, volle pur mettere sulla scena le bellezze pastorali ch’egli seppe leggiadramente colorire. […] Bello è pur l’altro di Dori stessa nella scena decima. […] Interessante è pur il di lei dialogo col figlio. […] Egli ha pur tentata la riforma dell’opera comica spogliandola delle buffonerie irragionevoli con alcuni suoi componimenti scritti in prosa frammischiata con versi.
i Tofoloni e Cattaneo trovansi attualmente a Piacenza facendo parte della Compagnia Andolfati, che si è pure colà trasferita.
Alle quali osservazioni il Bigottini rispose con lettera del 22 febbraio 1777, in cui pur accettando l’osservazione del giuoco della bandiera ch’egli poi soppresse, rigettava, discutendole, quelle concernenti la maschera.
Lo stesso Costetti, lodatore cordiale del Colomberti (I dimenticati vivi della Scena italiana) pur non accettando quel nomignolo, dice che certo, per non dare intero il torto al Bonazzi, si può convenire che nel temperamento artistico di Antonio Colomberti l’ elemento meditativo avesse sugli altri preponderanza.
Abbandonando il Medebach il predetto Teatro, il Fiorio rimase colla Battaglia, ed oggi è pur seco, continuando a dimostrarsi pieno d’attenzione per il suo Mestiere.
Bartoli, che riferisce anche il seguente sonetto di anonimo : Spiegar col labbro in misurati accenti i diletti d’amore, oppur le pene, qual fra le gioje, o tra gl’infausti eventi un tenerello cor prova e sostiene, te veggiam, Margherita, assai contenti, quando saggia affatichi in sulle scene ; e sì n’ alletti, che ciascun pur senti te innalzar fra le bionde Dee Camene.
Libertà, libertà, ricco tesoro, dolce quiete del cor, lo grido io pure, nè giammai tacerò finchè avrò vita, …………… DISPERAZIONE Ohimè !
Morto il Petito nel '76, e l’impresario Luzi nel '77, Edoardo Scarpetta, dopo alcun tempo trascorso al Teatrino delle Varietà pur di Napoli, e al Metastasio e Quirino di Roma con Raffaele Vitale, riuscì finalmente a prendere in affitto il Teatro San Carlino, ripulendolo, ammodernandolo, rinnovandolo così materialmente come intellettualmente : alle bizzarrie a trasformazioni, ai lazzi improvvisi, alle maschere, alle vecchie e grottesche tradizioni del celebre teatro napoletano, fe' seguire la commedia scritta, moderna, elegante, brillantissima, vera.
, V, 239) riferisce le parole del Barbieri, aggiungendo : « i quai privilegi gli fece pure il Duca di Mantova per li proprj suoi Stati ».
che già haueua la bocca aperta per dire il fatto suo ; però fattolo accostare, gli diedi cenno, che parlasse ; Egli con la testa rossa per la collera, disse che quello, che era opera manarum suorom, quegli altri babbuassi se lo voleuano attribuire a sè stessi ; ma che la vera verità era, che egli già innamorato morto della Ninfa Dafne, non potendola con preghi, e promesse ridurre alle sue voglie, faceua quasi le pazzie per amore ; pure al fine risoluto di non star sempre come le zucche (co ’l seme in corpo) determinò di pigliarla per forza, e contrar seco legitimo adulterio ; la Ninfa, che era furba, auuedutasi della ragìa, à gambe fratello, e lui dietro ; corsero tanto, che arriuarono alle sponde del fiume Reno in Toscana, e non del fiume Peneo in Tessaglia (come dice quel minchione di ser Nasone), doue la Ninfa per opera di Gioue fù trasformata in alloro. […] Pure assicurata dal mio mostaccio d’huomo da bene, fatto vn ghigno sott’occhio, fattamisi innanzi allargò il pensier suo con queste parole. […] Ma se per lo contrario (che non credo) ci denegherete la solita attentione, anch’ io cantando la Palinodia, a Gentil’ huomini, e virtuosi dirò che si sono troppo auari de’ lor beni, e fauori, pur cauandolo dalla voce istessa Bononia, Bo, bonorum, no, nobis, ni, nimis, a, auari, & à certi plebeuzzi, ignorantelli, se ce ne sono, pregherò il meritato fine all’ opere loro, dicendo, Bo, il boja, no, non, ni, nieghi, a, appiccargli.
Se volessi raccontare le sventure nelle quali incorsi, ed i pericoli che passai in quei tre giorni e mezzo che mettessimo da Bologna a Firenze, forsi parrebbe favola, e pure è vero, poichè in Savena ci avessimo ad annegare, a Scarica l’Asino il vento mi gettò da cavallo, o giù del Mulo. […] Pure a’cenni il pover’uomo (poichè dove una donna grida, bisogna farsi intendere a’cenni, essendovi debole ogni voce) la pregò di tacere. […] Lo studio è necessario per sapere occorrendo trattare di tutte le materie non solo in Commedia, ma nelle Accademie, poichè pure vi sono Accademie illustrissime che per testimonio che i comedianti, che fanno l’arte loro come si conviene, non sono indegni d’essere ammessi nelle loro adunanze ; hanno accresciuto il numero degli accademici accettando e uomini e donne, che ordinariamente comparivano in iscena…. ecc. ecc.
Però non manca chi il dice monotono in alcuni suoi lazzi e movenze : pur v'è chi risponde esservi in lui la stessa monotonia che nella natura. […] Erano queste a dir vero come lampi che rompono il tranquillo sereno di una notte estiva, ma pure spiacevano in un artista che aveva ingegno e forza da correggere in questa parte il mal gusto popolare. […] Carlo Cosenza ; L'Odio ereditario pur di Cosenza ; Dev'esser uno e sono quattro, traduzione di Filippo Casari ; Gli Eredi della WaisenThurn del Teatro Imperiale di Vienna ; Il Benefattore e l’ Orfana di Nota ; Il Medico e la Morte ; La Bottega del Caffè di Goldoni ; La Serva amorosa di Goldoni ; Filippo di Scribe ; Malvina di Scribe ; La famiglia Riquebourg di Scribe ; La Leggitrice e il Cieco ; Don Desiderio del Giraud ; Il Poeta fanatico di Goldoni.
Parmi pure inescusabile nel viluppo tragico la maniera con cui si trattan gli affari in molte favole italiane di coro continuo. […] Nel Cesare del Conti havvi pure de’ fatti troppo affrettati. […] Sofocle ha bensì commesso delle indecenze nel costume d’Elettra che non pure imitare non dovevansi, ma s’avevano a schifare. […] Il Cebà siccome nelle azioni così pure nello stile ha più del comico che del tragico. […] Ma ecco con che riflessioni non pur ricercate, ma false, per ravvivare il colloquio s’ammorza la passione in mezzo de’ più nobili affetti.
Il Goldoni si schermì ancora, ma dovè poi cedere alle più che gentili insistenze del D’Arbes (gli aveva messo, come acconto, nella scatola da tabacco alcuni ducati d’oro) ; e chiestogli per lettera se la commedia doveva essere col Pantalone in maschera o a viso scoperto, ebbe questa risposta, che delinea ancor più la comicità e, diciam pure, furberia di quel bel tipo che ci pare di vedere e di sentir discorrere, e che chiameremmo a base di birignao. […] Buon marito, ottimo padre, sincero amico, non aveva altro difetto, se pur difetto può dirsi, che quello di un cuor troppo grande, e superiore alle forze sue….
E aggiunge che pur troppo non potè godersi a lungo tale papato, a cagione della prima attrice della compagnia, certa Faustina Zandonati, cagliaritana, la quale viveva col Del Buono, e glie ne faceva passare di tutti i colori, maltrattandolo sovente a parole, talora picchiandolo, e facendolo fin anco girandolar di notte dopo la recita, in traccia di un suo cane maltese, chiamato Maschero, che spesso e volentieri le scappava di casa. […] Un po’alla volta, pur troppo, la maschera perdè la sua prima fisionomia, terminando col trasformarsi in un semplice personaggio da pochade e magari da operetta, oggi Stenterello in mare, domani organista nella Santarellina, e via discorrendo.
Correva il 1797, e l’Armata Repubblicana, impadronitasi delle Legazioni, aveva fatto, pur ne' più piccoli e remoti paeselli, innalzare l’albero della libertà con in cima il simbolico berretto. […] E chiudo con quest’altro, pur riferito dal Bartoli, « parto elegante – egli dice – di dottissima penna genovese, » dedicato Al merito singolare del signor Petronio Zanarini attore impareggiabile al Teatro di Sant’Agostino, nella Primavera dell’anno 1775 : Cingati omai de'suoi più verdi allori Apollo il crin, e con dorate piume spieghi la fama i tuoi veraci onori, della comica scena inclito lume.
Alberto Lollio pur Ferrarese poeta e orator grande scrisse l’Aretusa altra pastorale cantata ne’ cori, nel palazzo di Schivanoja l’anno 1563 alla presenza del duca Alfonso II e del cardinal Luigi di lui fratello, e s’impresse nel 1564. […] Le bellezze dello stile nelle particolarità narrate, che i Francesi chiamano beautez de detail, sono tante nella seconda scena dell’atto II, che pur dovrebbe copiarsi tutta. […] Apostolo Zeno si dichiarò pure a favore del Pastor fido. […] Lo stile è nobile, ma lirico come quello di tutte le altre; e l’azione, benchè non mi sembri molto interessante, è pure regolare. […] All’ Ebreo Leone di Somma che dovea inventar gli abiti, raccomanda che sieno convenienti a’ personaggi Assiri; diligenza che si vede trascurata nel grottesco vestito eroico degli attori tragici Francesi, ed in quello pure stravagante de’ cantori dell’opera in musica.
E tanto pur dee bastare perché, col favore di qualche principe virtuoso, possa forse anche un giorno risalire nell’antico suo pregio una scenica rappresentazione che per più riguardi meriterebbe di aver luogo tra’ pensieri di coloro che sono preposti al governo delle cose.
Il suo Amor non previsto, o Cupido filosofo, altra favola in versi pur di un atto fu parimente bene accolta.
La fatica per giungere allo scopo non poteva fra i due attori aver paragone : e quantunque quella del Dondini fosse minima, pure riusciva più bella.
Sposatasi del ’62 coll’attore generico Pietro Falconi, cominciò a’Fiorentini sotto Adamo Alberti e a fianco di Tommaso Salvini e Clementina Cazzola a vestir le parti di prima attrice madre ; sostituendo pur tuttavia con onore e per sei mesi in quelle di prima attrice la Cazzola stessa, ammalata.
Il colore dei vestiti, il taglio, i ricami, e l’attillatura erano pure imitati.
Pure a ciò sono diretti i miei tentativi. […] I grammatici, i retori, i poeti ed i filosofi ancora han disaminate le varie proprietà di questi piedi e di questi numeri: e comecché una pronunzia esatta basti per farci sentire l’indole diversa, e le peculiari energie di tai piedi o numeri, pure ho creduto di poter dare un’idea di essi ancor più precisa e più chiara trasferendoli alla musica per modo che il valore d’ogni nota corrispondesse perfettamente a quello d’ogni sillaba. […] La nostra ci fornisce pur troppo pochissimi esempi. […] Abbia questa tutte le bellezze e le ricchezze possibili, pure può essere difettosa oltre modo; e di fatti lo è sovente. […] I filosofi gridarono forte contro tale abuso che se ne faceva: pure malgrado il loro zelo e l’eloquenza loro i piaceri della ragione furono sagrificati a que’ dell’orecchio, e d’allora in poi essi compiansero la perdita della musica antica.
Pure da quale classico scrittore ciò si ricava? […] Gli Osci (dice pure lo stesso Cantel) dall’usar che facevano parole turpi ed oscene sortirono il nome di Osci. […] Narrino a posta loro, ed in malora Vadano pur: fo caso io de’ nemici? […] Ti spiaccia pur, sarà quel che vogl’ io. […] Esce Tossilo baldanzosamente, e vedendo Dordalo con disprezzo ed alterigia gli dice che prenda pure il danaro aspettato con tanta diffidenza.
Messer Giovambatista, o ver signore come vi piace, pur ch’io non v’inganni, state ad udir del mio canto il tenore. […] mo Siamo quasi alla fine di Quatragesima e ancora io non ho hauto nisuna lettera per mio Governo et per consolazione de mia moglie et mia pouera famiglia, e pure dio benedetto sa et il mondo uede quanto noi tutti siamo seruitori obbligatissimi et suiserati a S. […] A. comporti ch’io sia infamato insieme con mia moglie senza farne fare almeno una parola sola di sentimento in fauore della ragione e non d’altro, e pure per bugie state scritte contro di me da Genova a S. […] A. minaccie di uita per homo a posta, alhora ben che fureno false le imputationi si trataua di marito e moglie, et hora da un strano il tutto si comporta pacienza il tempo è padre de la uerità, antiuedo li disgusti che receuera la prima donna che uera da questo bon homo di già sento a buccinare molte cosse li quali (Dio facci che me ne menti per la gola) tutte saranno in danno della pouera Compagnia, nissune cosse mie noue ho fatto ne mai la mia scola per le ragione scritte tanto basti a chi di me più intende. il mio povero socero atende Grazia per guadegnarse un pezzo di pane e ciò lo suplico con ragione tanto più che non tirera ne quarto ne nulla, e pure tanti altri Comici ano le lor Gionte et sono soli, et io con Colombina non li posso far seruicio ben che sia mio socero : del tutto pero me contento per seruire a S.
Nel carnevale del 1773 gli è affidata, pure al Nuovo, la parte di Mossiù le Blò nella Finta Parigina dello stesso Cerlone, musicata da Cimarosa.
Entrò nella Compagnia del celebre Moncalvo scritturata per le parti di amorosa, col marito Giuseppe Bergonzio pur milanese, trovarobe e attore, ne’ casi eccezionali, per alcune particine in dialetto.
Ma in aria invisibili canti pur sempre parlando gli van e passan, ripassano avanti le larve d’un giorno lontan !
E oggi, lo sconosciuto Dominici, del quale i giovani autori d’Italia non sanno pur l’esistenza, in un paese di tristi ricordi e di dolci illusioni, oggi, dico, da un tedesco, il Duca di Meiningen, è invitato ad ornare di una copia delle opere sue la grande biblioteca del nobile artista, e ne riceve in premio la Croce di cavaliere dell’ordine Ernestino.
E si raccomanda a mani giunte alla carità dell’amico perchè lo sciolga, sia pur con penale….
) come si presentasse a San Beneto in ca da Pesaro tra un atto e l’altro del Miles gloriosus di Plauto (16 febbrajo 1515), recitato dagli Accademici Immortali, con una « comedia nova, fenzando esser negromante, et stato all’Inferno, e fe' venir un Inferno con fogi e diavoli : fense pur farsi Dio d’Amor : e fo porta a l’inferno : trovò Domenico tajacalze cazava castroni, el qual con li castroni vene fora ; fe' un ballo essi castroni ; poi venne una musica di Nimphe, in un carro trionfai, quali cantavano una canzon, batendo marteli, cadauna sopra una incudine a tempo, et fenzando bater un cuor ».
E il 1762 recitò la Bresciani un Addio, pure in dialetto veneziano, che si trova stampato negli Atti Granelleschi del Gozzi, seguito dalla Risposta del Pubblico a lei del Gozzi stesso. […] Da mi, da tutti nu s’ha procurà El mestier con modestia esercitar, E pur zente ghe xe (ne so dir come) Che i Attori strapazza, e stampa el nome.
Ma se pur sei della Febea famiglia, faratti anco il cantar d’ un goffo autore stringer le labbra ed inarcar le ciglia. […] A., nella quale l’haviso d’una altra impertinenza di Flaminio, pure qui gliel’acenno, acciò anche questa la possa scrivere.
E abbandonar non voglio Gli Dei, che adoro e vedo, Per un Dio che non posso Nè pure immaginar. […] Eh che pur troppo Voi nascete maestre. […] Da essa deriva che gli attori parlino ad alta voce, se la intendano e siano intesi dagli uditori senza che il terzo, che è presente, se ne accorga pure d’un solo accento. […] [62] Seguitiamo pure, che non finisce così tosto. […] Siffatti ragionamenti, ammessi che fossero una volta, farebbero crollare quel buon senso e quella illuminata ragione che dee pur tutti guidare i lavori dell’ingegno.
La bella Donna mia Già sì cortese e pia, Non so perché, So ben che mai Non volge a me Quei dolci reti: Ed io pur vivo e spiro! […] Care, amorose Stelle, Voi pur cortesi e belle Con dolci sguardi Tenesti in vita Da mille dardi L’alma ferita. […] Che tristo e solo Sol’io piango il mio duolo, L’alma lo sente Sentilo il cuore, E lo consente L’ingiusto amore: Amor sel vede e tace, Ed ha pur arco e face.» […] Dì pur: sovente del timor l’affanno È dell’istesso mal più grave assai. […] A me pure è venuto fatto d’averla alle mani fra le carte musicali, ove sempre rimase. né la musica né la poesia meriterebbono che se ne facesse menzione, se la circostanza d’esser la prima nel suo genere non m’obbligasse a darle qualche luogo in questa storia.
Oggi in Francia si produce ancora alcun componimento applaudito in teatro e letto senza noia; e benché non vi sia chi possa degnamente compararsi con veruno de’ quattro gran tragici di questo e del passato secolo, pure oltre alle poche di sopra già mentovate tragedie, merita distinta lode la Didone del signor le Franc marchese di Pompignan265. Avvegnaché poi alcuni scrittori comici non abbiano composto in quel genere di commedia che Molière portò a sì alto punto, e che Goldoni avea cominciato a risuscitar sulla Senna col mentovato Stravagante Benefico, pure i signori Palissot, Collé, e Beaumarchais han mostrato sufficienti talenti comici, e l’ultimo di essi é riuscito in un genere che ha degenerato in vizioso nelle mani di Falbaire, Mercier, Sedaine, e di altri, i quali erano nati per maneggiar maravigliosamente le passioni, se non si fossero fatti trasportar dalla corrente delle commedie piagnevoli e delle tragedie urbane difettose, cioé di quelle che accoppiano a’ fatti tragici qualche carattere comico266. […] Pur quando avremo un gran tragico e un gran comico?
E piacesse al cielo che queste arie, questi duetti o questi finali isolati fossero tali almeno che colla loro vaghezza, novità od interesse ci ricompensassero dei sagrifizi che si fanno del buon senso in grazia del canto; terremmo allora con essi il costume, che suol tenersi col frammenti della greca scultura de’ quali in mancanza d’una intiera statua s’ammira pure e si custodisce un braccio solo, una gamba, od una testa. […] Perché un inveterato costume vuole che in ogni opera devano comparir sul teatro due donne e talvolta anche tré, della metà delle quali non sapendo che farsi il poeta perché inutili affatto all’intreccio, né qual occupazione dar loro, bisogna pure che pensi a trovar un paio d’amanti coi quali si vezzeggino a vicenda insipidamente. […] [10] In siffatta povertà di espressione poetica e musicale cagionata non da vizio inerente al melodramma, ma dagli abusi accidentalmente introdottivi, il gusto, che vuol pur trovare un compenso ne’ suoi piaceri, va riponendo l’essenziale in ciò ch’è meramente accessorio. […] Però non ostanti i suoi talenti poetici, nonostante la dovuta stima ch’esige il Signor de’ Calsabigi per lo studio posto nelle cose teatrali di cui ci porge egli eccellenti saggi non meno nella citata dissertazione che nella sua lettera al Conte Vittorio Alfieri; bisogna pur accordare esser egli uno de’ principali corruttori del moderno musicale teatro. […] Gli argomenti tragici, e conseguentemente quelli che danno motivo ad una musica nobile e patetica, devono essere meno frequenti, perché nell’universo morale, come nel fìsico, le grandi catastrofi sono più rare, e perché, sebbene la vita umana sia una serie di muovimenti or dolorosi or piacevoli, la natura che attacca la conservazione dell’individuo allo stato di mezzo, gli risparmia, in quanto è possibile, gli estremi del dolore, come gli è pur troppo scarsa degli estremi piaceri.
Nel 1587 pare che Messer Battista si fosse fatto capocomico, come può rilevarsi da quest’altra lettera, tolta pure dal D’Ancona (II, 492), dalla quale anche si apprende come egli fosse già da tempo in que’ rapporti relativamente intimi che solean correre fra S.
Il Bartoli, seguito dal Sand e dal Bachet, accenna anche alla rappresentazione che il nostro fece, prima dell’ Angelica, di una pastorale di Bartolommeo Rossi « La Fiammella » pur edita lo stesso anno a Parigi dall’Angelier, e come quella dedicata al Duca di Voyeuse : ma di ciò non trovai traccia in alcuna delle due.
Benchè le parti tutte gli stieno bene del pari, pure la tragedia è quasi il suo campo d’onore, dov'egli in quelle, che sostiene, si addentra cosi, che più in lui non vedete l’attore, ma vi trovate dinanzi l’eroe ch'ei rappresenta.
Li vediamo il '96 a Mantova e a Bologna, secondo una lettera del Duca alla Duchessa di Ferrara, e una degli stessi Desiosi a Ottavio Cavriani tesoriere del Duca, pubblicate pur dal D'Ancona.
Nella Ipermestra del Moniglia la castissima sposa, apostrofando alle labbra dello sposo, dice in piena udienza: «Belle porpore vezzose Onde Amore i labbri inostra Pur son vostra: Di rubini almo tesoro, Mio ristoro, idolo mio, E che più bramar degg’io?» […] Va pur via fuggi di qua. […] Via pur via fuggi di quà.» […] Otto villani, che ballano al suono d’una bizzarra sinfonia di zucche, la scacciano da sé parimenti: «Vanne pur, vattene via, Non entrar in questa cricca, Se chi dice il ver s’impicca Non sei buona compagnia. […] L’esempio degli antichi Greci e Romani, che escluse le vollero costantemente; il rischio, cui si espone la loro virtù esercitando una professione, ove per un orribile ma universal pregiudizio, non ha alcun vantaggio il pudore, ove tanti ne ha la licenza; l’ascendente che prendono esse sugli animi dello spettatore non meno contrario al fine del teatro, che pericoloso al buon ordine della società; la mollezza degli affetti, che ispirano coi loro atteggiamenti espressivi di già troppo avvalorata colla seduzione naturale della bellezza e del sesso; lo spirito di dissipamento che spargono fra giovani scapoli, i cattivi effetti del quale si risentono in tutti gli ordini dello stato politico, sembrano legittimar il divieto ad esse pur fatto sul principio delle drammatiche rappresentazioni in Italia di comparir sul teatro.
E pure il Cueva di questo si vale per encomiare il Malara. […] E se il Malara fu uno Scrittore, che probabilmente si accomodò al gusto generale introdotto nella Penisola, pare al Signor Apologista, che, dove di molti Greci, Latini, Italiani, Spagnuoli, Francesi, de’ quali abbiam pure più fide memorie, ed anche opere, io tralasciai di far menzione, per non potersene, a mio avviso, trarre molto vantaggio per la gioventù, dovessi poi consumare il tempo sulle favole del Malara che non esistono, nè si sa che cosa fossero? […] Autorizzati dalla loro Religione bene avrebbero potuto usarne gli antichi Poeti, e pur nol fecero. […] Si lagnò l’Apologista che di quelle del Cueva io avea narrato i difetti, e non i pregi: di queste di Argensola accennai i difetti, e qualche pregio, e pure si lamenta perchè ne dò una sommaria notizia. […] Lampillas, vedrà bene la poca connessione che ha una Tragedia divisa in tre (che piacevolmente potrebbe nomarsi Tritragedia, se pur nome può ricevere un capriccio Cinese), di cui la seguente non può stare in piedi senza l’antecedente, con un Ballo o un Tramezzo o un Mimo antico o una Petite-piéce Francese, corpi che reggono da se, nè abbisognano del Dramma, come il Dramma di loro non abbisogna.
Lo so; va pur, te lo consiglio io stessa, Vanne, crudel; se hai tu valor bastante Per eseguirlo, anch’io, se pria non l’ebbi, Tanto or ne avrò per affrettar co’ prieghi L’infausto istante. […] Sebbene io l’abbia tradotta interamente in prosa, come feci altresì della precedente, pure ne addurrò quì lo squarcio che ne pubblicai in versi nel 1790 nel sesto volume di quest’opera: Vada (dice della figliuola l’irato don Martino) vada da me lontana, viva infelice, sappia a quante disgrazie la soggetta il pessimo suo procedere. […] Leandro de Moratin, ed è pure in due atti e scritta co’ soliti ottonarii coll’assonante. […] Così l’ha pubblicato, e me ne fornì un esemplare che pure a petizione di alcuni io tradussi in prosa giusta la richiesta. […] Tali cose da me dette anche nella prima storia teatrale si tollerarono pazientemente dal La Cruz dal 1777 al 1782, mentre io pur dimorai in Madrid.
In mezzo a tanta barbarie pur non mancò in alcune regioni qualche solitario allievo della sapienza, il quale appressandosi al solio di Carlo Magno potè co’ suoi consigli eccitarlo alla magnanima impresa d’ingentilire e illuminare i popoli. […] E pure il corso naturale delle nazioni apportò rivoluzione sì vaga e sì mirabile. […] Pure nè anche vi si trovano poesie teatrali. […] Ed in tale settimo secolo rilevasi dal Concilio Toledano essersi pure promulgati varj canoni per restituire al suo lustro la disciplina ecclesiastica. […] Pongasi poi da parte che quando pur fossero veramente goffe alcune delle leggi di que’ tempi, per ben giudicarne se ne dovrebbe rintracciare lo spirito più che le parole, ed aver riguardo alle circostanze.
Ad Angela Comica finta Capitano Generale L’Angel che in Ciel cinse guerrieri allori vinto lo stuol rubel, sembri ai sembianti, e con armi novelle e novi manti par che minacci, e pur l’alme innamori.
L'artista per me è stato a un tempo rivelazione e ispirazione : egli è stato causa di studi profondissimi sul teatro vecchio e moderno, e nobilissimo incitamento a coltivar quell’arte, che mi diè tanti piaceri e trionfi, e pur tanti dolori nella mia povera vita artistica e avventurosa.
Nonostante le piacevoli commedie di Collalto e il merito vero di Carlino, il teatro italiano, dopo gli ultimi sprazzi di luce gagliarda, avuti dall’arte delle sorelle Veronese, andò di giorno in giorno passando di moda, e dal 1780, la Comedia italiana, pur conservando tal titolo, ingiustificato omai, non rappresentò più che commedie scritte in francese.
Mancano dunque i Cinesi di arte e di gusto nel dramma che pur seppero inventare sì di buon’ ora; e con tanto agio non mai appresero a scerre dalla serie degli eventi un’ azione verisimile e grande, atta a produrre l’illusione che sola può trasportare gli ascoltatori in un mondo apparente per insegnar loro a ben condursi nel veroa L’ultima opera del riputato Guglielmo Robertson sulla Conoscenza che gli antichi ebbero del l’India, ci presenta nel l’Appendice la notizia di un altro dramma orientale scritto intoruo a cento anni prima del l’era Cristiana. […] Convien confessare che questo innocente, semplice, patetico congedo, desti in chi legge una tenera commozione; e pur d’altro non si tratta che di prender commiato da un cavriuolo.
Pur non dubitiamo d’affermare che l’Italia soffre tanta penuria di valenti comici, ch’ ella dee della morte del Blanes, come di non lieve perdita, dolersi. […] Niccolini al Teatro Nuovo di Firenze, e la prima volta, pur del Niccolini, l’Edipo nel Bosco delle Eumenidi alla Pergola di Firenze il 17 marzo del 1823 ; rappresentazioni che dovetter colle repliche fruttar non poco al Blanes, se il Niccolini, in una lettera all’amica Angelica Palli a Livorno, scagionandosi dell’accusa che l’Internari gli aveva mossa di voler guadagnare sulla recita della Matilde, riportava questa parte del battibecco colla valorosa artista.
Il teatro, non occupandolo intero, non basta alla sua attività ; poichè Novelli è sempre stato ed è sopr'a tutto un grande lavoratore : nè oggi, che pur avrebbe il diritto e il comodo a un po' di riposo, può starsi in ozio un momento. […] I più tra noi che di arte antica non capiscon jota, ridon delle compere del Novelli, che dicon vittima della propria ignoranza ; i più, tra noi, che dell’arte tragica del Novelli non han pur l’ombra d’idea, ridon d’una sua interpretazione di tragedia, dicendolo vittima della sua presunzione.
Ora tutto questo c’induce a rifiutare la correzione dell’erudito abate Arnaud adottata pure da m. […] Degna è pure di notarsi la 2 scena dell’atto IV di Pamfilo con Sostrata. […] Fidippo ha saputo che Filomena ha partorito, e nella 4 scena viene a dire a Pamfilo, che se vuole rompere il contratto, il faccia pure, purchè si prenda il bambino. […] Un altro: andiamci pure, E tu ne mena adesso. […] Però nel modo stesso a’ miei conservi Che al figlio tu comandi, io pur comando.
Come fanno appunto quelle donne, le quali, veggendo dalle ingiurie del tempo sfrondarsi a poco a poco sulle loro guancie le fresche rose e vivaci che rallumavano i desideri dell’amante, cercano pure nelle studiate maniere e nella licenza de’ voluttuosi atteggiamenti un riparo al successivo mancare delle loro attrattive. […] E quando pur si riferisca alle parole che vengono doppo, non dovrebbe premettersi fuorché nel caso che l’aria o per esser lirica, o per non trovarsi intimamente innestata col senso del recitativo, o per comprendere un movimento inaspettato, o perché esprime la via tenuta dall’intelletto, o dalla passione da una riflessione in un’altra differente, ha bisogno di esposizione preliminare. […] Diasi pure. […] Gli antichi maestri avevano pure anch’essi un’udienza da contentare, ma cotale assurdità non si trova ne’ loro grammi, la quale era riserbata alla svogliatezza, al fastidio e alla corruzione del moderno gusto. […] Anfossi, che pur non è fra cotesto volgo, non ha avuto difficoltà d’impiegare nove battute e mezza (le quali a sedici note per battuta rendono il numero di cento cinquantadue note effettive) sulla seconda vocale della parola “amato” nell’aria “Contro il destin che freme” dell’Antigono.
Tragica e degna del gran Sofocle é pure l’ultima scena. […] Stendete pur le braccia all’infelice Vostro… Fratello. […] Pur quali ostacoli non vince l’attività, l’ingegno, e lo studio? […] Ah sono Pur sventurata. […] O cruda E pur cara follia!
Le rappresentazioni de’ pupi son pure assai amate e comuni nella Turchia.
Trovansi pure in questo secolo i Misteri teatrali in Inghilterra, dove fiorivano due poeti Giovanni Gover e Gualfrido Chaucer di lui migliore.
Trovansi pure in questo secolo i misteri teatrali in Inghilterra, che allora contava due poeti Giovanni Gover e Gualfrido Chaucer di lui migliore.
Borisi Amalia, attrice oggi di molti pregi per le parti di madre e caratterista in dialetto veneto, nacque il 1844 da Francesco Ninfa Priuli di famiglia patrizia veneziana, caratterista, e da Annetta Maliani, figlia di un medico, pur di Venezia.
Cingi pur, delle muse illustre dono, i dorati coturni o i lievi socchi ; a tua voglia or diletti, or fai, che al suono de’ tuoi flebili accenti il pianto sbocchi.
Il D’Origny, pure contemporaneo del Collalto, ha parole caldissime sull’arte e l’indole di lui, in aperta contraddizione con quelle del Bartoli, col trattamento alla grande.
Dotato d’una memoria fenomenale e prediligendo la tragedia, d’altronde allora in voga, sapeva intero l’Oreste, pur sostenendovi la sola parte d’Egisto, e così l’Aristodemo ed il Saul.
Quanto alle nostre commedie, io non ho troppo da invidiare la felicità de' nostri predecessori, che vi han pure attratto e divertito con le scene stesse, che oggi vi tediano, e di cui non potete nè meno sopportar la lettura.
Boyer l’anno stesso ne fece in Londra una traduzione in prosa pur francese. […] E per finirla ebbe pur qualche torto il lodato Andres in affermare che Voltaire la stimava una tragedia scritta da capo a fondo con nobiltà e politezza. […] Si lodano negli ultimi fogli periodici due tragedie quivi pur pubblicate nel 1788, cioè la Sorte di Sparta, ossia i Re Rivali, ed il Reggente. […] Una favola seria difettosa per la mescolanza comica è stata pur coltivata in questo secolo come ne’ precedenti. […] Ben espresso è pure quello di sir Henns rustico occupato sempre de’ suoi cavalli.
Le bellezze dello stile nelle particolarità narrate, che i Francesi chiamano beautez de detail, sono tante nella seconda scena dell’atto II, che pur dovrebbe questa tutta ripetersì. […] Apostolo Zeno si dichiarò pure a favore del Pastor fido. […] Lo stile è nobile ma lirico come quello di tutte le altre; e l’azione, benchè non mi sembri abbastanza interessante, è pure regolare. […] Al l’ebreo Leone di Somma che dovea inventar gli ahiti, raccomanda che sieno convenienti a’ personaggi Assiri; diligenza che si vede trascurata nel grottesco vestito eroico degli attori tragici francesi, ed in quello pure stravagante de’ cantori dell’ opera in musica.
Il palazzo del Sole, la Reggia di Plutone, divinità, fate, silfi, incantatori, apparenze, miracoli, trasformazioni, edifizi alzati e distrutti in un istante, anelli che rendono invisibili le persone che pur si vedono, pugnali vibrati nel seno altrui che ammazzano chi li vibra, uomini miracolosi dalla barba turchina, ed altre simili stranezze, sono i tesori del teatro lirico della Francia. […] Merita pure di mentovarsi la novità musicale degna dello spirito singolare di Rousseau provata in Lione felicemente col Pigmalione, e ripetuta in Parigi nel 1775 con tutto l’applauso. […] Di simili inconvenienti lagnasi pure l’autore del libro intitolato la Mimographe. […] Vero è pur anche che il Teatro Francese ricevè in seguito varii miglioramenti.
Riccoboni, che avea tradotto anche Tito Manlio tragedia del La Fosse, mostrò tra’ primi in Parigi colle sue giudiziose commedie che la scena comica italiana non si pasce di pure arlecchinate. […] In prosa dettò pure il dottor Jacopo Angelo Nelli le tre sue commedie impresse in Lucca nel 1751, i Vecchi Rivali, la Moglie in calzoni, e la Serva Padrona, nelle quali con sale comico satireggia alcuni vizj popolari. Son parimente scritte in prosa le quattro commedie ridicole e regolari di Simone Falconio Pratoli, la Commedia in commedia, il Podestà del Malmantile, il Furto onorato, e la Vedova: in prosa scrisse pure Vincenzo Martinelli il suo Filizio Medico commedia mentovata dal Maffei e pubblicata nel 1729: in prosa compose il marchese Girolamo Teodoli la sua Marchesa di Pratofalciato in cui dipinge i costumi correnti, benchè con qualche languidezza nell’azione. […] Chi avrebbe creduto possibile quel che pur si vede, che in una pianta di soli palmi 80 in circa per ogni lato, si costruisse un teatro con cinque ordini di palchetti di tal simetria e di forma sì giusta che da per tutto vi si godesse acconciamente lo spettacolo?
Cintio dice a Fulvio : Nel crociuolo della fede l’oro della nostra amicizia a fiamme d’amore è stato molte volte copellato, et i sophistici moltiplicamenti di sdegni o disgusti si consumeranno mai sempre a si pure fiamme. […] Quel Superiore era Teologo, ma non era addottrinato nelle scaltritezze mondane ; e cosi quei benedetti Dottori che hanno detto contro le Commedie, Dio sa se mai avevano veduto Commedie ; o se pur, ne videro alcuna che non fosse qualche Farsa, o qualche Zannata oscena, e che la stimassero Commedia : poichè vi è taluno che dice Commedia alle bagattelle che fanno i bambocci de’ Ciarlatani.
Tal è la grande idea, ch’io non mi lusingo d’avere nemmen da lungo tratto adeguata, ma che bramerei pure di poter eseguire accingendomi a scrivere le Rivoluzioni del teatro musicale italiano. […] Tutto ciò con un candor d’animo, e con una tal gentilezza inesprimibile, che avranno meco divisa quanti uomini di lettere hanno la buona sorte d’avvicinarglisi, e che non suol vedersi troppo comunemente negli avari posseditori d’erudite ricchezze, i quali somiglianti al drago custode degli orti Esperidi, vietano che altri accosti la mano a quegli aurei frutti, ch’essi pur guardano da lontano senza mai toccarli1. […] Prendendo io a narrare l’origine, i progressi e lo stato attuale del melodramma in Italia, ove più che altrove si è coltivato, e si coltiva pur ora, mi s’affacciò in sul principio una difficolta, che quasi mi fece venir manco il coraggio.
Che se poi il Signor Abate sia pur fermo nella determinazione di sconfiggermi, il modo più proprio di conseguirlo si è mostrare a dirittura la mia mala scelta, il mio mal gusto nella citata scena, palesandone la mancanza di verità e di patetico. […] Osarono il Sedano e il Signorelli chiamarle Traduzioni, e il Lampillas che pur le avea egli stesso così chiamate in un altro Volume del Saggio1, e che pure nega al Trissino l’invenzione per aver preso l’argomento della sua Tragedia da Livio, si stizza, s’imbizzarrisce poi perchè si chiamino Traduzioni due favole Greche travestite, raccorciate, e scritte in prosa Castigliana.
Voi L’aveste , dice, pur tralle mani quella bagascia perfida e carnajuola. […] Della quale osservazione poco contento un ballerino assai celebre a’ tempi di Nerone, pregò quel filosofo a compiacersi di vederlo danzare senza soccorso delle parole e della musica, e quindi, ove giusto gli sembrasse, dispreggiasse pure la danza e il danzatore. […] Scrivete pure, cianciate, stampate a vostra posta; voi sarete sempre una dimostrazione evidente del volgo e de’ fanciulli canuti della vostra nazione.
Gottsched conferi pure ai di lui disegni col Penteo tragedia, e colle commedie il Testamento ed il Matrimonio disuguale scritte con purezza, ma pesanti, sprovvedute di calore, e spesso per la lunghezza nojose. […] Il delicato Salomone Gessner nato a Zurigo nel 1730, e morto prima del 1789, il quale in tante guise ritrasse felicemente la bella e semplice natura, volle pure mettere sulle scene le bellezze pastorali che egli leggiadramente seppe colorire. […] Bello è pur l’altro di Dori stessa nella scena decima.
Il vecchio si mette in allegria, bee, ribee, domanda notizie di Troja, di Elena: Voi l’aveste pur tralle mani codesta bagascia perfida e carnajuola. […] Della quale osservazione poco contento un ballerino assai celebre a’ tempi di Nerone, pregò quel filosofo a compiacersi di vederlo danzare senza soccorso delle parole e della musica, e quindi, ove giusto gli sembrasse dispregiasse pure la danza e il danzatore. […] Scrivete pure, cianciate, stampate a vostra posta, che sarete sempre una dimostrazione evidente dell’ esistenza del volgo e de’ fanciulli canuti della vostra nazione.
E come potrà egli essere sensatamente composto e scritto, se quegli che dovrebbono ubbidire sono pur essi che dettan leggi e comandano?
Mon père me fuit, personne ne paraît, tout est dans l’abattement et dans la tristesse… Ô déesse, qu’on révère dans cette contrée, si votre culte m’a été cher, si mes sacrifices ont été purs… Scène IV Iphigénie, Clytemnestre.
In un altro giorno il re per trattenerlo piacevolmente fe rappresentare una specie di commedia, di cui pure furono attrici le tre sue sorelle vestite bizzarramente con abiti nuovi ed elegantia.
Posero essi in quel clima la meta alla gloria tragica che spirò pur con essi, ancor prima che la Grecia divenisse schiava.
Quanto ai componimenti nel nativo idioma, benchè in Olanda altro non sia stata la commedia che una farsa grossolana piena di stranezze e scurrilità indecenti, pur si trova qualche tragedia da mentovarsi.
Sebbene si creda generalmente che il Bazzi non abbia mai calcato le scene, a somiglianza del fratello Giovanni, marito della celebre Anna ; pur sappiamo ch’egli sostenne la parte di Luigino nell’ Innamorato al tormento del Giraud ; e nell’elenco a stampa della Compagnia pel 1820 (un anno prima che egli avesse l’incarico di formar la famosa Compagnia Reale Sarda) figuravano : Gaetano Bazzi per le parti di padre, e Giovanni per quelle di generico.
Egli entrò alla Commedia italiana per recitare al fianco del Bertinazzi che non poteva per vecchiezza disimpegnar da solo il ruolo di Arlecchino ; e se non poteva accostarsi troppo all’arte sovrana di lui, benchè anch’ esso attore di pregi singolari, pure collo studio indefesso, colla più schietta modestia, seppe conquistarsi la benevolenza del pubblico e del comitato del teatro, il quale, quando nel 1780 licenziò gli attori del genere italiano, pensò bene di conservare il Coralli.
Che sa mo fa la sposa La sa tester la tila S’a vedesem quella puta Massimament quand che la buta La spolla infra le fil Hoimè l’è pur zentil E la sposa ha nom Gnigniocola El sposo Zan Frogniocola Frogniocola Gnigniocola Toca la man alla sposa Che ’l fa allegrezza tutta Val pelosa.
Non ti lascio sotto silenzio li maccaroni, specialità unica e squisitissima del paese, e nota maccaroni non maccheroni, perchè un tale, che ne assaporava un piatto stupendo, entusiasmato all’ultima forchettata, esclamò : « Ma voi non siete cari, ma…. caroni…. » la qual cosa combina anche con l’etimologia greca Μαχαρ, che vuol dire felice, beato, carissimo ; e non ti taccio che conto pure sopra una mezza dozzina di finocchi, squisitissimi a Napoli quanto i maccaroni, e chiusura inevitabile del pranzo.
Io son pur sempre d’avviso che come s’è detto pel Pasquati e per altri, le grandi personalità artistiche potessero essere sballottate da una compagnia all’altra, secondo il volere, o, almeno, il desiderio delle Loro Altezze capocomiche.
E infin . . . . deggio pur dirlo? […] Nella commedia el Amor al uso (che Tommaso Cornelio tradusse ed intitolò l’ Amour à la mode) Solis ha pure rappresentato un’ azione che si compie in 24 ore. […] Il re vuol fargli qualche grazia, dicendo che domandi pure? […] Non v’ha regola di verisimile che in esse non si trasgredisca, nè stranezza di stile che non possa notarvisi; e pur vi si divisa un artificio che ne rende gli argomenti interessanti. […] Montiano che ne fu il più diligente investigatore appena giunse a contarne sette o otto e pure sregolate.
In mezzo a tanta barbarie pur non manco in alcune regioni qualche solitario allievo della sapienza, il quale appressandosi al solio di Carlo Magno potè co’ suoi consigli eccitarlo alla magnanima impresa d’ingentilire e illuminare i popoli. […] E pure il corso naturale delle nazioni apportò rivoluzione sì vaga e sì mirabile. […] Ed in tale VII secolo rilevasi dal Concilio Toledano essersi pure promulgati varii canoni per restituire al suo lustro la disciplina ecclesiastica. […] Pongasi poi da parte che quando pur fossero veramente goffe alcune delle leggi di que’ tempi, per ben giudicarne, se ne dovrebbe rintracciare lo spirito più che le parole, ed aver riguardo alle circostanze. […] Leggasi il Discorso aggiunto a una collezione di antiche poesie Inglesi uscita in Londra nel 1765, che fu pure annunziata nella Gazzetta Letteraria di Parigi nel mese di gennajo del 1766.
Ebbe pure gli Haravec (vocabolo corrispondente ad inventore, trovatore, poeta) ne’ cui versi scorgonsi lampi di poesia; e l’inca Garcilasso ci ha conservato un componimento in cui veggonsi le meteore bellamente personificate e arricchite d’immagini giuste e vivacia. […] Ora non ne poteva nascere come nella Grecia lo spettacolo teatrale che pure in seguito vi si vede coltivato?
Degna di osservarsi è la di lui maniera di tradurre con sobria libertà nel famoso lamento di Elettra che ha in mano l’urna delle pretese ceneri di Oreste, che noi pur traducemmo colla possibile esattezza nel t. […] Sono pur degni di compatimento certi critici e ragionatori di ultima moda!
Ebbe pure gli Haravec (vocabolo corrispondente a inventore, trovatore, poeta) ne’ cui versi scorgonsi lampi di poesia; e l’Inca Garcilasso ci ha conservato un componimento in cui veggonsi le meteore bellamente personificate e arricchite d’immagini giuste e vivaci35. […] Or non ne poteva nascere come nella Grecia lo spettacolo scenico che pure in seguito vi si vede coltivato?
E conduci pur sempre il pensier mesto al buon Parente, alla pia Madre, a quanti una dolce superbia han de’tuoi vanti…. […] Nè molte parole ci vollero a farla risolvere di darsi tutta all’arte ; chè alle innate attitudini e alla recente e pur viva e radicata passione s’aggiungeva la speranza di recare alcun sollievo allo stato allor triste della famiglia, la quale dal più alto fastigio di fortuna era caduta in una relativa povertà.
Apritemi le vene, Delibate il mio sangue, Pur che viviate voi Poco a me cale il rimanermi esangue ; Barbaro insidiatore Di nostra libertade, Tu con funesto orrore D’armi hai ricinte di Sion le mura. […] Ammettiam pure che a Parigi avesse diciotto anni ; a Roma e a Padova ne avrebbe avuti sessantaquattro o sessantacinque. – Dunque non faceva più gli amorosi : forse non recitava già più.
Qui non si son fatte se non tre comedie nuove le quali si sono non solo per miei affari ma per altri lette particolarmente, havendosi contentato chi le ha fatto durare questa fatica ; ne per cagion mia, ne di altri vi è stato detto pure una parola. […] Vi andò pure la Serenissima Arciduchessa.
Questi sono, a dir vero, abbozzi di poesie teatrali, anzi che vere tragedie e commedie, Ma non é nondimeno picciola lode l’avere pur cominciato, aprendo così la strada a’ valorosi poeti, che venner poscia; e anche che in quello, come in quasi ogni altro genere di letteratura, non si può contrastare all’Italia il vanto di essere stata maestra di tutte l’altre nazioni.»
Per le commedie non v’ha tra tanti e tanti commedianti chi uscisse dalla mediocrità, ove se n’accettui il solo Moliere, che colse le palme prime, ed il Dancourt assai debole attore, che pur dee contarsi tra’ buoni autori; là dove contansi fuori della classe de’ commedianti di mestiere tanti stimabili scrittori comici, come Des Touches, Regnard, Du-Freny, Saint-Foi, Piron, Gresset e cento altri Qual commediante nelle Spagne (senza eccettuarne Lope de Rueda, che fu il Livio, Andronico di quella penisola) si è talmente accreditato che contar si possa tra’ migliori scrittori al pari del Vega, del Calderòn, del Moreto, del Solis, del Roxas, di Leandro, de Moratin?
Nell’opera-comica francese che pure vi si rappresenta, bisogna mutare spessissimo il componimento perchè si soffra.
Sebbene dello stupendo e capriccioso Labirinto di Porsena, monumento sepolcrale fabbricato nell’antichissima città di Chiusi, giunso all’età di Plinio soltanto la memoria4, pure non pochi altri antichi rottami ci rimangono che manifestano la loro espertezza nel costruire.
Venuta nel suo paesello una piccola compagnia di comici, egli, da essi istigato, si diede al teatro, passando di peripezia in peripezia, ma acquistandosi pur sempre una crescente fama di buon attore.
Ma, pur troppo, l’oro, come accennava il Brofferio, gli mosse la guerra.
A queste parole vanno unite alcune sestine pur del Cuciniello, di cui riferisco le due ultime : Addio, bell’alma, addio, prodigio, a cui Volle il ciel rivelare e donar tutto Quell’ incanto e quell’ arte, che in altrui Sol di vigilie e di sudor son frutto ; Dono fatal però, che consumava Come fiamma quel petto, che animava : La farfalla così, l’ala agitando, Spezza l’invoglio, in cui prigion giacea ; Così affilato adamantino brando Logora la guaina, che il chiudea ; E la perla, che al genio s’assomiglia, Rode così la povera conchiglia.
Veramente, oggi che l’arte drammatica mostra di tendere alla radicale rinnovazione del dramma storico, mirando in ispecial modo alla ricostruzione fedele dell’ambiente, la Messalina di Pietro Cossa, che pur segnò al suo apparire un sì gran passo nel progresso della scena, non mi pareva tale da invogliare un’artista a infonderle nova vita.
Pure volendo giudicare dai frammenti che ci restano, essi ci fanno vedere tutto il contrario. […] [23] Italiano è pure il Morigi, e interessato nelle lodi della sua patria, del quale però eccone le parole tratte dal suo libro assai noto della nobiltà milanese, ove parla di Galeazzo Sforza Duca di Milano, che vivea nel 1470. […] «Molti princìpi presso agli arabi seguivano la poesia, molti pure la coltivarono presso ai provenzali. […] A che si dovrà attribuire, che il Signor Abbate non abbia veduto ciò che pur vi si trova scritto? […] Del resto non dissimulerò, che tutte le dispute sul prima e sul poi, sul proprio e sul derivato mi sembrano pure e prette quistioni de lana caprina, e che codeste ipotetiche letterarie trasmigrazioni ora egiziane, ora indiane, ora greche, ora settentrionali, ora arabiche, ora dei popoli atlantici lasciano perfettamente le cose come si stavano, né provano altro che lo spirito di sistema dal paro inutile nelle lettere che nella metafisica.
La Motte provvidamente corregge pur anco la favola greca dell’inverisimile ignoranza di Edipo intorno alle circostanze della morte di Lajo. […] Nobile e proprio de’ tempi della cavalleria è pure il bell’orgoglio di Amenaide nella scena quinta dell’atto IV: lui me croire coupable! […] Sarebbe pure il minor male. […] Ma sia pure Avogadro un ribelle, cioè un suddito oppresso che non ha la virtù della tolleranza, e che disperando di ottener giustizia dal nuovo signore, si ricovera sotto la protezione dell’antico. […] È pur questo un bel modo di comporre tragedie nazionali sulla storia, valersi di un nome illustre per denigrarlo, e per vestirne un figlio infame del capo del Belloy!
E felicemente trovai, che il dottissimo Gravina l’intendeva a mio modo: “Dee il Poeta (ei dice1) tener del Popolo quel conto, che ne tiene il Principe, il quale sebbene non dee locar tutta la sua fiducia nell’affetto ed inclinazione popolare, perchè gira ad ogni vento; pur non dee credere di regnar sicuramente senza esso . . . . […] Quì si parla di spettacoli dell’occhio, e non del piacere che danno i versi all’udito: si parla delle corse, che si facevano nel Circo a piedi, e a cavallo: si parla dello spettacolo trionfale (che pur nel Circo solea condursi1), de’ Re prigionieri incatenati, che seguivano il Carro di colui che trionfava, delle ricchezze de’ paesi soggiogati, e delle Navi, e delle Città dipinte che accrescevano quella pompa. […] Fu seguito dal Chiari, che sebbene non in tutto il secondò, pure produsse almeno intorno a sessanta Commedie, che se mancano al quanto per ciò, che concerne il gusto, non sono però nè sregolate, nè mostruose. […] Faccia pur così il Signor Lampillas: se vuol comparare con senno e giustizia, pareggi gli oggetti.
Mangiamo pur noi, amici miei. […] Non dice mai una parola, ed è pure il fondamento della favola; or che perciò? […] Pur non vo’ lasciare di dirvi cosa che forse non vi piacerà, cioè che la commedia satirica è la più giudiziosa e la più dotta. […] Pur questi non sa risolversi ad entrare nella di lui casa. […] Pure nel presente passo di Aristofane non parmi che sconvenga nè l’una nè l’altra derivazione.
Di ciò ne può far fede l’uso ch’egli aveva prima di mettersi a comporre di leggere e meditare un qualche sonetto di quel poeta a fine di riscaldar il suo ingegno alle pure fiamme di quel platonico e sublime amatore88. […] Non inferiore al suo merito era pure il favore del pubblico per esso lui. […] Carlo Carlani e Pio Fabri, tenori eccellenti, Bartolino faentino, e il Minelli uno di que’ cantori che hanno a’ tempi nostri posseduto con eminenza l’accento musicale, erano pure della stessa scuola. […] Nelle seconde, perché la perfezione di quelle facoltà è un indizio sicuro, che si coltivano pur ora, o si sono per l’addietro coltivate felicemente molte altre che dipendono dalle prime, o s’inanellano con esse in maniera che non possono reggersi da per sé; così una lingua ripolita, abbondante, armoniosa, e pieghevole suppone un lungo progresso di lumi, di coltura, e di cognizioni; una poesia ricca, e perfetta nei moltiplici rami che la compongono, suppone un uso quotidiano del teatro, una gran cognizione critica della storia, uno studio filosofico, analizzato e profondo del cuor dell’uomo; una musica come è l’italiana, suppone un avanzamento prodigioso nel gusto, e in tutte le arti del lusso. […] Ad essa noi pure rimettiamo i lettori che dello stato del teatro italiano volessero avere piena contezza. né i mentovati vizi si trovano nel volgo soltanto dei compositori, e degli attori, ma in alcune composizioni eziandio di quelli uomini sommi, di cui si è finora parlato con tanta lode.
Poteva pur mio padre mettermi a qualche altro mestiero, nel qual credo che avrei fatto miglior profitto, e senza tanto travaglio, poichè chi ha arte ha parte in questo mondo, soleva dire Farfanicchio mio compagno. […] Gli Zanni, cantambanchi, ciarlatani, comici volanti, direm così, se pure al nome di comici ebber diritto, avevan il loro Capitano. […] Io pure fui quello. […] Qualche volta, pur restando sempre calabrese, muta anche il nome. […] Trappola mio, di quelle compagnie non se ne trovano più, e ciò sia detto con pace di quelle, che hoggidi vivono, e se pur se ne trovano, sono compagnie, che hanno solamente tre o quattro parti buone, e l’altre sono di pochissimo valore, e non corrispondono alle principali come facevano tutte le parti di quella famosa compagnia, le quali erano tutte singolari : insomma ella fu tale che pose termine alla drammatica arte, oltre del quale non può varcare niuna moderna compagnia di comici.
Una catena d’idee, uniformi fece spuntar la poesia rappresentativa in tanti paesi che non comunicavano insieme; e ’l concorso di altre simili idee sopravvenute a moltissime società pur senza bisogno d’esempio, le condusse a produrre alcuni fatti comuni a tutti i teatri.
La Bianchi fu bellissima donna ; e serbò sempre un gusto de’più raffinati nell’adornarsi ; e riferisce il Gueullette, come la Belmont, moglie del nipote di Aurelia, attore della Commedia italiana sotto il nome di Leandro, gli dicesse di averla veduta nel suo letto, donde omai non usciva più, eccessivamente ornata, e pur sempre conformantesi al sopravvenir delle mode.
Mario Consigli, nel compilar la biografia della sua illustre concittadina, ricorda la potenza d’arte ch’essa spiegava nel proferir quel verso della Pia di Carlo Marenco : non temo il disonor, temo la colpa, e un anonimo livornese in una corrispondenza del ’37 al Giornale de’ Teatri in Bologna, ricorda quella da essa spiegata il 13 marzo agli Avvalorati, rappresentando per sua beneficiata la Mirra di Alfieri. « Quando al quinto atto, Ciniro, sdegnato del lungo e ostinato silenzio della figlia, le dice : Ma chi mai degno è del tuo cor, se averlo non potea pur l’incomparabil, vero, caldo amator Perèo ?
Oggi la Pezzana dà or qui or là rappresentazioni straordinarie, che sono pur sempre feste dell’ arte, dacchè i suoi sessant’ anni non han saputo infiacchirle la eccezionale fibra di acciaio.
Grisostomo di Venezia l’ultima sera del Carnevale MDCCLIX Della guerriera tromba ascolta il fuoco appena, E va il Guerriero in Campo dove la gloria il mena : Spirano appena i Zefiri, ed ecco in un momento Salpa il nocchiero, e scioglie tutte le vele al vento ; Ma se volando al Campo, se abbandonando il Lido, La Sposa, o il Genitore lascia nel patrio nido, Lascia su quelle sponde parte di sè il nocchiero, Parte di sè pur lascia nella Città il guerriero ; E nel partir da loro sente staccarsi il core, Sente passarsi l’anima dal più crudel dolore.
Lo spirito riformista che anima lo scritto di Algarotti converge verso posizioni comuni ai teorici del teatro del tempo, a partire da Ranieri Calzabigi che nell’edizione pubblicata proprio a Parigi nel 1755 delle opere di Metastasio10 elogiava l’autore cesareo, pur indicando anche delle strade alternative rispetto alla drammaturgia metastasiana che avrebbe messo in pratica attraverso la collaborazione con il compositore Cristoph Willibald Gluck. […] Il tono pamphlettistico in questa seconda redazione è ridotto a vantaggio di un’orchestrazione più controllata del discorso; ad esempio è espunta una critica agli impresari che nella prima redazione precedeva le osservazioni relative al libretto, evidentemente considerata troppo contingente e non adatta all’andamento più formale che Algarotti vuole dare al Saggio: «Ma questa così solenne riforma in vano noi l’attenderemmo dalle nostre tumultuarie compagnie di teatro e da’ nostri impresari che ne sono alla testa; i quali o non sanno ciò che fare si convenga, o pure, atteso i mille rispetti che sono forzati di avere, nol possono mandare a esecuzione17.» […] 21») mostra la volontà di un discorso più pacato, concentrato sulle soluzioni tecniche e sulla ricerca di un compromesso in grado di valorizzare la tradizione italiana pur nella consapevolezza della necessità di una riforma radicale dello spettacolo. […] Nella lettera inviata da Vienna il 9 febbraio 1756 ad Algarotti, Metastasio converge così sul degrado dei gusti del pubblico senza addentrarsi nello specifico delle argomentazioni dell’amico veneziano, che pur riconoscendo la qualità dei testi metastasiani e l’eccellenza dei suoi drammi, delineava un modello di teatro per musica più adatto ai tempi e al costume europeo e che quindi, per questioni organizzative e soluzioni teoriche, andava oltre il modello metastasiano: Ho letto il vostro Saggio; vi ci ho trovato dentro, l’ho tornato a leggere, per essere di nuovo con esso voi; da cui non vorrei mai separarmi.
Lo stesso avvenne per molti secoli de’ romanzi e delle avventure degli erranti cavalieri, i quali libri, quantunque pieni fossero di menzogne assurde e ridicole, pur di sollazzo e di piacevole intertenimento servirono alla più colta e più gentil parte d’Europa a preferenza degli storici e filosofici. […] Quindi poi gli amori vicendevoli, le corrispondenze fortissime, l’eroismo d’affetti e di pensieri, d’immaginare e d’agire, che noi per disonor nostro mettiamo al presente in ridicolo, ma che pur vedevasi allora accoppiato colla bellezza nelle donne e coll’onoratezza e il valor guerriero nei cavalieri. […] Però di nulla altro ebber pensiero i musici che di dilettarli, ora accumulando suoni a suoni e stromenti a stromenti affine di sorprender l’orecchio e di supplire collo strepito alla mancanza del verosimile; ora cercando nella varia unione degli accordi i mezzi di piacere anche indipendentemente della poesia, a cui non ben sapevano unire la musica, onde nacquero le sonate, le sinfonie, i concerti e gli altri rami d’armonia strumentale; ora chiamando in aiuto gli altri sensi affinchè riempissero colla loro illusione quel divario, che pur durava tra le due facoltà sorelle.
Ancora : le condizioni dell’arte in Italia non eran tali da remunerar la prima attrice di una compagnia sì lautamente, da colmar, sia pure in parte, il vuoto lasciato da quell’affare inconcluso. […] Rimarrebber pure escluse tutte quelle parti nelle quali fosse obbligata a vestirsi da uomo ; le beneficiate farebbe a sua scelta in principio, o fine delle Piazze, come credesse meglio pel suo interesse : dovrebbe conoscer l’elenco degli attori che componessero la Compagnia, prima di sottoscrivere il contratto ; e prima della riconferma, non dovrebber in esso farsi innovazioni, a sua insaputa.
Ancora una cosa io voleva dirti : Se credi che la mia abilità non sia tale da meritarmi la paga che tu mi hai accordata, fai pure quelle restrizioni che vuoi : riducila a quella del tuo Macchinista : mi sarà più di contento che il sentirmela a rimproverare…. […] … Anche ebbi campo di ammirare profondamente la grandezza di Rossi come direttore sia nel Giulio Cesare, pur di Shakspeare, da lui novamente tradotto, in cui una sera fu Antonio, un’altra Bruto, sia nella Mandragola del Machiavelli, nella quale trovò effetti inattesi, meravigliosi, presentando in modo più che degno, attori men che mediocri.
La sperienza ci fa vedere che i fanciulli, non sapendo ancora articolare gli accenti, trovano pure il segreto di farsi intendere a meraviglia dalle loro nutrici, e l’educazion ragionata, onde sono capaci i muti nati, pruova con evidenza che la natura non ha stabilito su questo punto verun impreteribil confine, e che un senso potrebbe acconciamente far le veci d’un altro. […] Innanzi al carro poi quattro amorini, e dietro quattro altri pur con le loro facelle accese al medesimo modo, ballando una moresca intorno e battendo con le facelle accese. […] La quarta fu un carro di Giunone pur tutto pieno di fuoco, ed essa in cima con una corona in testa, ed uno scettro in mano sedendo sopra una nube, e da essa tutto il carro circondato con infinite bocche di venti. Il carro era tirato da due pavoni tanto belli e tanto naturali, ch’io stesso non sapeva come fosse possibile, e pur gli avevo visti e fatti fare. […] [43] Ma facciasi pure la supposizione che arrivi un giorno a perfezionarsi, converrebbe forse ai progressi del gusto lasciar che la mimica regni sulle scene dispoticamente, come fa ora, in compagnia del dramma?
Non è credibile l’immensa quantità di drammi usciti in tal periodo; e pure essi eccedono ancor più nella stravaganza che nel numero.
E al macellaro pure che ben le sarò grato (?)
E mutamenti avvenner pure nelle paghe degli attori, le quali generarono in arte una vera rivoluzione.
ma ha fato scriuer a petrollino et ben che come sua humil serua mi douessi aquetare à quanto conosco esser di sua sodisfacione non dimeno astreta da quella pietà che ogniuno hà di sè stesso uedendomi una tanta ruina cosi uicina et credendo pur che Vostra Altezza perseueri perche non conosca tanto mio danno et dissonore però di nouo la suplico per le Vissere di Gesu Christo a non esser causa de la ruina mia et creda che se cosi non fosse uorei prima perdere la uita che restar di obedirla la mi faccia gratia di farsi dar informacione da chi ha cognicion di questo fato senza che io sapia da chi et non siano persone interessate che la conosserà ch'io dico il uero et da quelli la intenderà quello che per non infastidir taccio chiedendoli perdono de la molestia et mia sforzata importunità, con che gli resto humilissima serua suplicandola di nouo concedermi con pedrolino la Vita del mio honore et del Corpo che nel restar di pedrollino consiste però gratia Ser.
Al qual Dragoni, anche quindici giorni dopo, il Mauro, pur da Hannover, scrive in nome del Ser.
Ne'Contratti rotti, negl’Influssi di Saturno, nella Vedova Indiana, ed in altre commedie dell’arte, dove egli abbia un assoluto maneggio vedesi pure il Zannoni porre in opera tutto il suo ingegno, ed infaticabilmente adoprarsi con lode nell’esecuzione dello studiato suo personaggio…. ecc.
Lepida è pure la sesta scena di Lisetta che scaltramente sa confessare a Dami di esser egli l’autore anonimo di una commedia che poi si sa di essere stata fischiata nella rappresentazione. […] Antonio Bret nato nel 1717 scrittore della Vita di Ninon l’Enclos si esercitò pure nel genere comico. […] Nell’Homme dangereux impressa e non rappresentata Palissot vibrò pure contro i filosofi le più acerbe punture comiche. […] Musard; l’Ingresso nel Mondo da me tradotta e pubblicata l’anno 1804 in Venezia nell’Anno Teatrale; e les Tracassairies, o Monsieur et Madame de Tatillon pure da me tradotta cangiando il titolo in quest’altro I Pettegolezzi impertinenti, ovvero I Tatilloni intriganti. […] Tra gl’Italiani della stessa compagnia ne compose anche il lodato Riccoboni che si stimò il Roscio Italiano di que’ tempi pregiato sommamente da Pier Jacopo Martelli, dal marchese Scipione Maffei, e dall’abate Conti, non meno che da varii leterati Francesi che frequentavano la di lui casa, e scrisse della tragedia e della commedia con molta erudizione e giudizio; come pure la di lui moglie che componeva assai bene in italiano, intendeva il latino, ed alcun poco il greco, e sapeva a fondo la poesia drammatica, e tralle altre sue opere scrisse alcune commedie, ed una dissertazione sulla declamazione teatrale che ella stessa egregiamente eseguiva, e singolarmente allorchè rappresentò ne’ nostri teatri la parte di Merope nella tragedia del Maffei.
I di lui ritratti non rassomigliano veramente agli originali della natura; ma pur convenivano alle volgari opinioni dominanti a’ giorni suoi. […] Son compatibili i forestieri che hanno avanzato, non aver gli spagnuoli conosciuta la tragedia; poiché in tante migliaia di componimenti teatrali, oltre alle pochissime già mentovate del secolo precedente, appena sette od otto, e pure sregolate, se ne trovano in questo.
Ma è da credersi, che la frase a lui detta, se pure fu detta, quando salì sul palco, dopo ascoltato il Saul :« no g' avè rispeto gnanca de vostro pare » ebbe più un tuono di amorosa compiacenza, che di sciocco risentimento ; dacchè pare irrefragabilmente provato da chi lo avvicinò, che egli fosse d’indole buona e avesse un amore sviscerato per la famiglia (sposò il 1801 la valorosa attrice Luigia Bernaroli (V.), vedova Lancetti, da cui ebbe due figliuoli) ; e che la serenità dell’uomo e la coscienza dell’artista non mai venissero meno in lui, mostrandosi in ognun de'casi (o attore stipendiato, o socio, o capocomico solo), direttore eccellente e galantuomo rarissimo. […] E pur cosi quando del Norte ai liti in te lo Sveco eroe par redivivo, e le sue gesta e sua fierezza imiti.
Ma pur troppo anche allora i suoi sforzi non furono fortunati, ed il pubblico rimaneva indifferente ai suoi lazzi ed alla sua parlantina. […] — Faccia pure !
Sanno essi pur troppo di non doversi il buon teatro considerar come semplice passatempo, ma come industre espediente suggerito dalla filosofia per seminar nelle società dilettando, la coltura, la virtù, la morale, e per secondar le provvide vedute de’ legislatori.
Una Tarteso differente da Cadice, che portò pure questo nome, chiamata da’ Greci Carteia, secondo Strabone, Pomponio Mela, e Plinio, era situata distante una lega da Calpe venendo da Alghesira, e al presente si chiama Cortijo del rocadillo.
Non è credibile l’immensa quantità di drammi usciti in tal periodo; e pure essi eccedono ancor più nella stravaganza che nel numero.
Anche in Goldoni la Colombina è stata scelta nel Teatro Comico a significare il tipo della servetta, che rimane pur sempre invariato ne’varj nomi di Corallina, Smeraldina, Lisetta, Cammilla, a dir de’ più usati : mezzana, sventata, lusingatrice di padroni, chiacchierina, impertinente, civetta, amante o moglie d’arlecchino : ma il tipo della Colombina goldoniana sta a quello della Colombina gherardiana, press’a poco, come la civetta italiana sta alla coquette francese, sia nella forma, sia anche nella sostanza.
Questa è la Coppia uera, Che quale Hermafrodito Non pur duo Corpi insieme Ma l’Alme vnisce, e intiera Fa vna sostanza, e un seme.
Mangiamo pur noi; amici miei. […] Non dice mai una parola, ed è pure il fondamento della favola; or che perciò? […] E quanto non sofferse dal vastro sdegno il Comico Cratete, che pure profferiva tante e sì belle e urbane sentenze? […] Pure egli non sa risolversi ad entrare nella casa di Cremilo. […] Pure nel presente passo di Aristofane non parmi che sconvenga nè l’una nè l’altra derivazione.
A. ogniqualvolta Ella avesse fatto andare con lui Giulio da Padova (il Pantalone Pasquati, pur de’Gelosi) perchè – faceva sapere il Bianchi – senza di lui non era possibile far cosa per bene. […] Olindo Guerrini a pag. 123 della citata opera sul Croce, dice : Se non sotto questo nome (Grasiano da Francolino), pure la caricatura del legista cattedratico del vecchio studio bolognese deve essere, quasi quanto lo studio stesso, antichissima.
Egli dice : Il suo teatro non è scritto in dialogo, ma solamente esposto in semplici scenarj, che non sono così concisi come quelli di cui facciamo noi uso, e che esponiamo attaccati ai muri del teatro dietro le quinte, ma che pure non sono tanto prolissi da poterne trarre la minima idea del dialogo : essi spiegano soltanto ciò che l’attore deve fare in scena, e l’azione di che si tratta, e nulla più. […] re di spada et cappa non ho il modo a dare a ciascun di loro 500 scudi per ciascuno, il vitto e'l vestire per loro e per le loro famiglie per tutto l’anno, come ogni uno di loro quest’ anno s’è guadagnato, che prima che scriverlo, creda pur V.
Una catena d’idee uniformi fece spuntar la poesia rappresentativa in tanti paesi che insieme non comunicavano; ed il concorso di altre simili idee sopravvenute a moltissime società pure senza bisogno di esempio le condusse a produrre alcuni fatti comuni a tutti i teatri.
E, pur troppo, non è facile !
Pur consideri pietosamente la Paternità Sua Molto Reu.ª, qual sia il mio stato infelice.
.), che, appunto in quella commedia, sentii a oltre cinquant’anni, e pur sempre maravigliosa d’arte e di freschezza.
Una catena d’idee uniformi fece spuntar la poesia rappresentativa in tanti paesi che insieme non comunicavano; ed il concorso di altre simili idee sopravvenute a moltissime società pure senza bisogno di esempio le condusse a produrre alcuni fatti comuni a tutti i teatri.
Confermasi pure tal verità istorica con un passo di Eliano, il quale nel ragionare della commedia delle Nuvole in cui compariva il personaggio di Socrate, scrive cosìa.
Facendosi allusione al nome di Anna della regina ed al grado di Maresciallo del favorito, dicevasi nella farsa, che un mariscalco (che in Francia pur si chiama marèchal) avea voluto ferrare un asino, ( in Francia ane ) e ne avea ricevuto un calcio così gagliardo che n’era stato rovesciato al suoloa.
Facendosi allusione al nome Anna della regina ed al grado di maresciallo del favorito, dicevasi nella farsa, che un maniscalco (che in Francia chiamasi pur marêchal) avea voluto ferrare un asino (in Francia ane) e ne avea ricevuto un calcio così gagliardo che n’era stato rovesciato al suolo3.
E pur ora frà Voi ben cento e cento Saran, cui forse la Cittade appare Unica sede dell’ uman contento.
Lepida è pure la sesta scena di Lisetta, che scaltramente fa confessare a Dami di esser egli l’autore anonimo di una commedia che poi si sa di essere stata fischiata nella rappresentazione. […] Antonio Bret nato nel 1717 scrittore della Vita di Ninon l’ Enclos si esercitò pure nel genere comico. […] I Francesi che somministrarono opere musicali a’ comici Italiani di Parigi, sono stati Favart, Saint-Foix, Boussy, Marivaux, Marmontel, Sedaine e Framary autore di Nannete & Lucas, e dell’Isola deserta traduzione di quella di Metastasio nel 1775 animata dalla musica del celebre nostro Sacchini, ed anche della traduzione dell’Olimpiade pure rappresentata colla musica del medesimo eccellente maestro.
Sì che ten vai, Lo so: va pur, te lo consiglio io stessa, Vanne crudel: se hai tu valor bastante Per eseguirlo, anch’io, se pria non l’ebbi, Tanto or ne avrò per affrettar co’ prieghi L’infausto istante: Gio: Ah che non sai qual pena . . . […] Tali cose da me dette anche nella prima storia teatrale si tollerarono pazientemente dal La Cruz dal 1777 al 1783, mentre io pur dimorai in Madrid.
E se pure in questi valentuomini ha talvolta ripreso qualche difetto, lo ha fatto rendendo loro la dovuta giustizia, separandoli dalla feccia comune, e nominandoli con particolar elogio. […] [74] Io non ho parlato punto di tutti quanti i compositori, ma del maggior numero; pure confesso d’avere il torto. […] Ne’ tre seguenti capitoli del secondo tomo dell’edizione bolognese non vi sono secondo l’estrattiva tante opinioni che gli facciano dubitare della loro certezza: pure i principi ond’io parto per esaminare lo stile del moderno canto italiano sono gli stessi stessissimi, che mi serviron di scorta per disaminare lo stile delle moderne composizioni. […] Ivi pure si trova prevenuta e disciolta l’obbiezione del giornalista tratta dal paragone della pittura e della scoltura; obbiezione che forse non gli sarebbe mai venuta in mente se non l’avesse letta nel mio libro. […] Tocca ora ai lettori giudiziosi e imparziali (i soli al cui suffragio io aspiri), il riflettere con quanta ragione avesse il Signor Manfredini promesso fin dal principio del suo estratto «di segregare il vero dal falso, in cui pur troppo se rari sono gli autori che non v’incorrino, quanto più facilmente vi caderà quello che tratta d’una cosa non sua».
E pure il corso naturale delle nazioni apportò una rivoluzione sì vaga e sì mirabile.
Avvegnaché la prima Accademia scientifica dei segreti della natura fosse stata formata in Napoli nel secolo XVI (come afferma il dotto abate Gimma nella sua Italia letterata pag. 479) dal chiarissimo Giambatista la Porta, fertile ed elevato Ingegno, pregio della scienze, e dell’arti liberali, onore d’Italia, non che del regno, pure fassene qui menzione, perché parecchi membri di essa col lor capo vissero nel XVII, e furono aggregati nell’Accademia de’ Lincei istituita in Roma l’anno 1603 dallo scienziato principe Federigo Cesi Duca d’Acquasparta, il quale «con raro immortale esempio», secondo che ci dice il signor abate Amaduzzi nel Discorso filosofico sul fine ed utilità dell’Accademie, «la sua casa e le sue sostanze per essa consecrò, e di museo, di biblioteca, e d’orto botanico generosamente la arricchì».
Il credito di lui pareggiò quello di Shakespear; e gl’Inglesi vollero in questo ravvisare un Cornelio per la sublimità, ed in Otwai un Racine credendo di vedere in lui pari tenerezza ed eleganza, titoli , come pur dice l’abate Andres, dispensati con troppa prodigalità .
Mancano adunque i Cinesi d’arte e di gusto nel dramma che pur seppero inventare sì di buon’ ora; e con tanto agio non mai appresero a scerre dalla serie degli eventi un’ azione verisimile e grande atta a produrre l’illusione che sola può trasportare gli ascoltatori in un mondo apparente per insegnar loro a ben condursi nel vero30.
Il figlio Virginio è quegli che l’Allori chiama inetto al recitare, e di cui dice che ha tanto poca fortuna da per tutto che la compagnia patisce pur assai).
mo Dalla compitissima Sua sento le glorie fracesi, che già comincio a vedere che la fortuna, a cura ma questo poco m’importa, sono gl’otto scudi delle botte che mi danno fastidio, La pregho andare dal Signor Giuseppe Priori, cassiero del Monte, e dirli che mi fauorisca auuisarmi per qual causa non ha pagato una mia polizza d’una doppia dicendo non auer denari de miei, e farsi dare una notarella del nostro, conto, perche mi pare che tenghi assai più nelle mani, se pure a riscosso li denari dal Ebreo Rossi al quale uendei il Vino, auendo il suddetto Signor Priori acettato di riceuer lui il mio credito e darmene credito, che in tal caso corre la somma per conto suo, che per altro, io non avrei dato il Vino, oltre di che di Conto Vecchio ui è qualche bagatella senza questi che lo pregho prenderne Nota distinta accio possa regolarmi, e ne do carico a V.
Io godo della vostra riputazione più che della mia : avete il suffragio dell’Italia, e voi non avete bisogno di me per avere un gran nome nell’arte vostra, pure non ho desiderato essere un buon tragico quanto adesso che conosco andare in voi le doti dell’animo del pari con quelle dell’ingegno.
Boyer l’anno stesso ne fece in Londra una traduzione pur francese in prosa. […] E per finirla ebbe pur torto il sign. […] Se non diciamo come l’enciclopedista, che questa tragedia sia un capo d’opera e la più bella di qualunque teatro , ravvisiamo pure nel Catone dipinto da Adisson quel gran Romano della storia che solo osò contendere colla fortuna e colla potenza di Cesare e prolongare i momenti della spirante libertà di Roma, quell’uomo grande, per valermi dell’espressiòne di Pope, Che lotta col destino Tralle tempeste, e grandemente cade Misto a ruine di cadente stato. […] Bene espresso è pure quello di sir Henns rustico occupato sempre de’ suoi cavalli.
Scriviamo pur noi non pertanto, se a lei così piaccia, per anni (dalla quale smania però mi scampi il cielo!
Scartabellate pure, Signor D.
Ill.ª come fece pure a me iermattina ; vuole che esca di casa, e cosi sono dietro col detto vecchio che dice per vivere per due soli mesi al suo figlio, che si ritirerà in una camera guarnita, e in questo tempo farà alcuni negozi suoi, e poi se ne ritornerà a Firenze, e lascerà qui il vecchio, il quale senza un miracolo di Dio non si potrà ritirare dalla pratica di questa donna ; basta, fra lo Scaramuccia e il Tempesti mi danno non poco da fare. […] S. mi cacciò fuori di casa con la moglie per causa di madama Gorle et al presente sono sei anni che sono eternamente perseguitato, ferito et cacciato fuori di casa per quest’ altra ; e pure non ho mai fiatato, e sono stato sempre figlio obbediente e rispettoso. […] Il faut convenir aussi que cet excellent acteur possedoit à un si haut degré de perfection ce merveilleux talent, qu’il touchoit plus les cœurs par les seules simplicités d’une pure nature, que n’en touchent d’ordinaire les orateurs les plus habiles par les charmes de la rétorique la plus persuasive.
Si dovrà bensì maravigliare onde avvenga che in tanta luce di gloria, come abbiamo veduto balenare sinora, con numero sì grande di musici pregiatissimi e con tal fervore ed entusiasmo acceso per coltivare le scienze armoniche, pur tuttavia la musica non abbia in Italia prodotta la menoma particella degli stupendi prodigi che produceva in Grecia l’antica. […] Avrebbe veduto che la musica più bella che si canti nelle lingue viventi, né il più bravo poeta dramatico-lirico della Europa, né l’ampiezza e magnificenza de’ teatri, né lo studio perfezionato della prospettiva bastano nel paese delle belle arti a destare in un popolo che cerca solo il piacer passaggiero di poche ore quelle commozioni vive e profonde, quel pathos che pur dovrebbe essere il gran fine di tutte le arti rappresentative. […] Nella stessa guisa che alla moderna musica, quantunque lontana assai dalle mentovate meraviglie della greca, se pur talvolta riesce di muover gli affetti, ciò non l’ottiene se non se slontanandosi dagli usati metodi per avvicinarsi alla semplicità. […] [27] Quindi è che invece di formar, come si dovrebbe, un unico e solo linguaggio, invece di concorrere unitamente al medesimo effetto che è quello di risvegliar nell’animo una cotal sensazione o imagine, nascono all’opposto due linguaggi diversi, quello cioè del poeta e quello del musico, ciascuno dei quali, cercando vestirsi di bellezze sue proprie e independenti dall’altro, ha posto quei rilevante divario che pur sussiste nei nostri moderni sistemi ad onta degli sforzi di tanti uomini illustri che vi si sono affaticati per levarlo di mezzo. […] E dopo tale e tanta ignoranza si trovano pure degli scrittori fra noi che con grossi tomi corredati da citazioni pretendono di giudica dell’antica musica, e di posporla alla nostra!
Quantunque il Nicomede non iscarseggi di difetti, nè sia argomento che si elevi alla grandezza e al terror tragico sì pel viluppo che per la qualità de’ caratteri di Prusia, di Arsinoe e di Flaminio; pure il cuor grande di Nicomede innamora, e porta la magnanimità a un punto assai luminoso. […] Vero è pur anco che il teatro della commedia francese ha ricevuti pochi anni fa notabili miglioramenti.
Noti ancora la Spagna e l’Italia, che l’istesso Apologista, il quale toglie a’ due Pellegrini del Tansillo il titolo di Dramma, che pure ha un’ azione che l’allontana dalle Ecloghe, l’istesso Apologista, dico, chiama coraggiosamente Dramma l’Albanio, in cui non v’ha operazione alcuna compiuta, nel che è posta l’essenza del Dramma, come è chiaro dalla stessa voce1.
Le memorie si leggono d’ un fiato e l’ elemento fantastico è così bene intrecciato allo storico, che pur essendo esso un romanzetto, lasciano poco o nulla a desiderare dal lato dell’ esattezza.
Ora ne’ tempi e nelle nazioni che chiamansi rozze, i principi della religione agiscono con maggior forza sugli spiriti, che ne’ tempi e nelle nazioni che diconsi illuminate, sì perché venendo per lo più la coltura delle arti e delle scienze in un popolo congiunta coi progressi del commercio, del lusso, e delle altre cose, le quali necessariamente corrompono i costumi, non è facile che i motivi religiosi abbiano gran potere, ove i vizi han troppa licenza, come perché, essendo il carattere generale della filosofia quello di render probabili le cose più dubbiose, e di sparger dubbi sulle verità più evidenti28 non è possibile ottenere che siffatto scetticismo non si stenda anche agli oggetti più rispettabili, i quali appunto perché sono tali, e perché mettono a disagio le nostre passioni, si vorrebbe pure che non esistessero. […] Sapevano essi dalla pubblica tradizione, che la natura loro non liberava gli dei né i Semidei dagli affetti perversi, e dalle inclinazioni, onde vien tante volte l’umana debolezza agitata e sconvolta, cosicché potevano prender interesse nelle vicende loro, come noi lo prendiamo nelle sciagure di Zenobia, e di Mitridate. né troppo era strano anche il deriderli sulle scene, come vediamo pur qualche volta aver fatto Aristofane. […] E ciò che dovrebbe recare stupore (se pur v’ha qualche cosa che debba recarlo a chi conosce la natura dell’uomo, e la debolezza inconcepibile delle sue facoltà) si è che cotali stravaganti follie sembravano agli occhi di quella gente tanto conformi allo spirito del cristianesimo che chiunque osava vituperarle, era tenuto eretico e degno di scomunica.
Alcuni di quei comici, e ve ne han pur tanti, che lottan colla fame, e imprecan contro l’arte, e…. non infilan quattro parole al lume della ribalta senza uno sproposito, trovaron ridicole ed esagerate le esigenze artistiche di Emanuel ; e le sue furie per una papera, per una battuta ritardata, per una intonazione sbagliata, chiamarono pazzia.
, o pure nell’antico patrono di Venezia, San Pantaleone), riproduce il vecchio borghese veneziano.
Lasciando al tragico l’ampiezza delle parole, e il lento, ed artifizioso sviluppo degli avvenimenti, appiglisi egli pure alla precisione de’ sentimenti, e alla speditezza, e rapidità dell’intreccio. […] A che gioverebbe la poesia piena di varietà, e d’interesse, che dee pur essere il principal fondamento? […] Non dee star attaccato alla unità di scena, ma non dee trascurarla a segno, che ad ogni scena vi sia un cangiamento, o che gli spettatori vengano trasportati ad un tratto da Pechino a Madrid, o dall’Erebo all’Olimpo: «In vitium ducit vitii fuga…» [41] Insomma il poeta drammatico abbia pur fisso nell’animo, che il buon senso vuol essere da per tutto rispettato, e che gli squarci più vaghi d’immaginazione, e d’affetto non difendono un autore dalla censura quando va contro ai dettami della ragione.
Or si può senza biasimo da chi vuol ragionar di teatro negligentare la notizia di queste produzioni non ignobili, delle quali gli autori o tributo molto scarso pagarono al mal gusto che giva infettando l’eloquenza, o pur felicemente se ne guardarono?
Ebbe pur luogo nella bella edizione di Filippo Pareo uscita nel 1619.
La superba Francia, la quale vorrebbe pur ora far fronte e resistere alla dominatrice magia delle modulazioni italiane, fu allora la prima a chiamare a se il dramma musicale, e ciò nel 1645.
Stimava il lodato valoroso antiquario che la voce Maccus appartenesse alla lingua osca, la qual cosa non sembra improbabile; ma è pur certo che la greca voce μακκαειν, delirare, e L’altra μακκοαω, far l’indiano, usata da Aristosane ne’ Cavalieri, corrispondono alla goffaggine e alla stolidità del Macco degli Atellanarii.