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12. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO V. Letteratura e Commedia Turca. » pp. 262-269

Generalmente i Turchi, mal grado della loro comunicazione con alcune corti Europee, che potrebbero darne più giusta idea, sono stimati barbari e rozzi. […] Sono prevenuti dal di lui arrivo. […] Lo stile delle commedie turchesche è sommamente osceno; ma abbiamo osservato che non sono più decenti le commedie di Aristofane, le inglesi, alcune francesi di Hardi ecc., la Celestina, il dottor Carlino ecc. della Spagna, e la Calandra dell’Italia. […] Per un uditorio di uomini vi sono compagnie di uomini senza veruna donna nelle quali scelgono giovanetti di vago aspetto che rappresentino le parti di donne; e per un’ adunanza femminile vi sono compagnie composte di sole donne, alcune delle quali rappresentano da uomini. Comuni sono ancora fra’ Turchi le rappresentanze de’ Pupi.

13. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »

Nome di una attrice che pare unisse alla professione comica il mestiere di saltatrice, come risulta da una lettera del Rogna in data del primo luglio dell’anno 1567. « Hoggi si sono fatte due comedie a concorrenza : una nel luogo solito, per la sig.ra Flaminia et Pantalone, che si sono accompagnati colla sig.

14. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Della musica »

Della novità in tal genere sono pur troppo vaghi i nostri uomini. […] Osservò quali voci nel nostro parlare s’intuonano, e quali no; che viene a dire quali sono capaci di consonanza, e quali non sono. […] Di somma semplicità rispetto a quello che sono al dì d’oggi si può affermare che fossero da principio. […] Soverchiamente lunghi sogliono essere quei ritornelli che le precedono e ci sono assai volte di soprappiù. […] Perché non far lavorare maggiormente i bassi, e accrescere piuttosto il numero de’ violini, che sono gli scuri della musica?

15. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO IV. Letteratura e Commedia Turca. » pp. 47-55

Sono prevenuti dal di lui arrivo. […] Lo stile delle commedie turchesche è sommamente osceno; ma abbiamo osservato che non sono più decenti le commedie di Aristofane, le inglesi, alcune francesi di Hardi, la Celestina dialogo drammatico spagnuolo, ed il dottor Carlino della medesima nazione, e la Calandra dell’Italia. I commedianti turchi non hanno teatro fisso, ma vanno come i Cinesi rappresentando nelle case dove sono chiamati. Per un uditorio di uomini vi sono compagnie di uomini senza veruna donna, nelle quali scelgono giovanetti di vago aspetto che rappresentono le parti di donne; e per una adunanza femminile vi sono compagnie di sole donne, alcune delle quali rappresentano da uomini. Comuni sono ancora fra Turchi le rappresentazioni de’ Pupi.

16. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO II. Spettacoli teatrali in Alemagna. » pp. 13-20

Egli sino al secolo XVII, oltre a trentasei giuochi di carnevale, compose molti drammi chiamati cantanti, de’ quali se ne sono conservati nove. […] Simili favole che aveano tutt’altro oggetto che di formare il gusto teatrale, non potevano contribuire ai progressi della drammatica, e quindi in premio sono rimaste per retaggio perpetuo delle tignuole. […] e queste bestie che poi si descrivono, sono Carlo-Magno leone, Ildegarde agnella, Talando volpe; e con tal continuata allegoria dà a conoscere l’ azione, che termina colla riconciliazione d’Ildegarde e Carlo, ma che nell’avvilupparsi entra nel tragico. […] I personaggi introdotti sono Giavello e Francesco filosofi, Prisciano gramatico, Coridone villano, Lilio e Filonio medici, Nevisano e Barberio giureconsulti, Quodlibetario sacerdote, Breviario monaco, Erasmo Roterdamo e Filippo Melantone. […] Le due sue tragedie sono tratte dal libro I e dal IV dell’Eneide.

17. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 284-287

Spronato poi dal desiderio di realizzare un suo disegno, già gran tempo ventilato, si diede con alacrità al lavoro ; e in meno di cinque anni riuscì a pubblicare un’opera nella quale era come un catalogo illustrato delle migliori opere di pittura che sono a dovizia sparse per l’Italia. […] La moglie Teodora, tornata da Parigi, continuò a recitare, divisa dal buon marito, il quale, pover’uomo, nell’articolo che la concerne, le ricordava con semplicità non mai intesa, « che l’onestà è un pregio stimabile, che il marito non deve trascurarsi, che le vanità del mondo sono fugaci, e che la moglie onorata ama il Consorte, nelle disgrazie il solleva, e nol rende avvilito tra le dicerie del volgo, potendo colla di lui cooperazione esser anch’egli d’efficace sostegno alla propria famiglia. […] Faccio a questa seguire le ultime quattro decime, o diecine (sono ottantasei !). […] Il Corsini è assai bravo improvvisante, nè sono i versi suoi stentati o sciocchi. […] Al picciol teatrin detto di Piazza (La Piazza Vecchia) vi sono alcuni attori molto attenti.

18. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Introduzione »

Nel 1739 Algarotti, al seguito di una spedizione inglese, si imbarcò per Pietroburgo, toccando Olanda, Danimarca e Svezia: i Viaggi di Russia scritti in forma odeporica, sono una relazione geografica, politica e di costume dell’esperienza del viaggio. […] Poche sono dunque le modifiche rispetto alla seconda redazione del 1755; anche la conclusione che è profondamente cambiata nel passaggio dalla prima alla seconda redazione rimane qui sostanzialmente invariata. […] I contenuti non sono sostanzialmente modificati, ma è chiaro che l’autore, infittendo la presenza di fonti e citazioni, soprattutto francesi e inglesi, intende dare maggiore respiro e prestigio al suo testo e collocarlo nel dibattito europeo. […] Cambiamenti sostanziali sono infatti presenti nella prima delle due edizioni livornesi, quella del 1763. Il testo è notevolmente ampliato, gli argomenti sono corredati da un maggior numero di esempi e approfondimenti e il discorso è più curato e controllato; Algarotti scrive dopo che sono stati pubblicati diversi interventi sul melodramma e intende collocarsi nel dibattito contemporaneo, rivolgendosi a un pubblico più ampio rispetto ai destinatari di ambito più specificatamente veneziano e mitteleuropeo delle redazioni precedenti.

19. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Delle scene »

I quali vestiti, come anche quelli de’ musici, hanno da accostarsi, il più che sia possibile, alle usanze dei tempi e delle nazioni che sono rappresentate sulla scena. […] Vari sono i siti che nel medesimo sito, per così dire, rappresentano. […] Simili ai giardini della Cina, sono quelli che piantano gl’Inglesi dietro al medesimo modello della natura. […] E generalmente parlando, nel mescolare il vero col falso sono necessarie le più grandi cautele, perché l’uno non ismentisca l’altro, e il tutto paia di un pezzo. […] E già non è dubbio che, vistesi in tale teatro delle scene inventate da bravi pittori con decoro e con giudizio, non piacessero sopra tutte le strane fantasie che sono ora tanto in voga, e vengono tanto esaltate da quelli che niente considerano e di ogni cosa decidono.

20. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO I. Teatro Alemanno. » pp. 4-31

Le agitazioni d’Isabella nella terza scena dell’atto V, poichè l’esecrando delitto è compiuto, sono dipinte con forza. […] Le più pregiate sono; lo Spirito-forte in cinque atti, gli Ebrei, il Tesoro in un atto solo. […] risponde pieno d’imbarazzo, esse sono, come sempre furono, molto stimate . […] Sappiamo che tutti sono costruiti alla foggia moderna a più ordini di palchetti, e con platea di forma per lo più ovale. […] I busti di Sacchini e di Piccinni non si sono esposti che in Parigi stesso.

21. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo IV. Teatro Italiano nel Secolo XVIII » pp. 316-354

I suoi caratteri non sono ordinariamente che protei. […] Molti volumi sono usciti di quest’opera; e più edizioni se ne veggono. […] Nel resto queste tragedie sono sufficienti a formare un inerito poetico non ordinario ad una fanciulla, e nulla più. […] Di più alcuna di esse é anteriore alle opere di Apostolo Zeno; le altre sono uscite nell’istesso tempo. […] Un incredibil numero d’opere comiche, chiamate buffe, sono uscite in questo secolo, alcune delle quali si sono inserite nella biblioteca teatrale compilata in Lucca nel 1765.

22. (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Conchiusione » pp. 438-442

Altre di gusto infelice si sono fortemente applicate a mantenervi le ghiande, o vi han voluto innesti bizzarri e capricciosi, e mostruose figure di tritoni, satiri, sfingi, e sirene a dispetto della natura. […] Egli in somma é sì vario e sì vasto, che non fa un tutto se non all’occhio fino della storia che lo contempla tranquillamente, dall’alto d’una collina; e quei viaggiatori e criticastri di corta vista, scempi o impazienti, i quali si sono occupati sol di una parte di esso, e dalle loro scarse osservazioni han di poi tratto vanamente certi aforismi generali, che tengon per principio incontrastabili, in ogni tempo faranno pietà a chi ragiona. […] Vi sono poi certe farse buffonesche che costano poco e fan gran romore dalla scena, come i mostri teatrali spagnuoli, le farse istrioniche lombarde e napolitane e le francesi delle fiere. […] Ma la storia pronta a diradar ogni nebbia, gli avvertisce, che le facili farse romanzesche e i mostri scenici non allettano che ’l volgo imperito e dopo una vita efimera corrono a precipitarsi nell’abisso dell’obblio; doveché gli ottimi componimenti, come il Misantropo e l’Atalia non solo sforzano alla perfine l’uditorio a vergognarsi del primo giudizio, ma ricreano la parte più pura e illuminata delle società, che sono dotti272, e passano indi a’ posteri insieme con quelli che furono scritti nella caverna di Salamina. […] Ma gli uomini di quella fatta sono rarissimi.

23. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO II. Spettacoli teatrali in Alemagna. » pp. 77-87

Egli sino al secolo XVII, oltre a trentasei giuochi di carnevale, compose molti drammi chiamati cantanti, de’ quali se ne sono conservati nove. […] Simili favole che aveano tutt’altro oggetto che di formare il gusto teatrale, non potevano contribuire ai progressi della drammatica, e sono perciò rimaste per retaggio perpetuo delle tignuole nelle scanzie. […] e queste bestie che poi si descrivono, sono Carlo-Magno leone, Il degarde agnella, Talando volpe; e con simile continuata allegoria dà a conoscere l’azione, che termina colla riconciliazione d’Ildegarde e Carlo, ma che nell’avvilupparsi entra nel tragico. […] I personaggi introdotti sono Giavello e Francesco filosofi, Prisciano gramatico, Coridone villano, Lilio e Filonio medici, Nevisano e Barberio giureconsulti, Quodlibetario sacerdote, Breviario monaco, Erasmo Roterdamo e Filippo Melantone. […] Le due sue tragedie sono tratte del libro I e dal IV dell’Eneide.

24. (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO III. Teatri Orientali. » pp. 17-27

Ma quali sono queste modificazioni? […] Ma se la prostituzione, la dissolutezza de’ costumi, e la schiavitù rendono infami i commedianti nell’Oriente, non si lascia di ammirare la loro abilità di rappresentare, e sono in pregio gli attori eccellenti, e si encomiano soprattutti quei del Tunkin26. […] Gl’ interlocutori delle favole Cinesi sogliono essere otto o nove; ma i commedianti non sono più di quattro o cinque, e ciascuno di loro rappresenta due o tre parti. […] Alcuni de’ commedianti Cinesi si sono addestrati a rappresentar senza parole seguendo le leggi della cadenza musica. […] Raynal 31) e dall’arte di piacere che posseggono in grado eminente, sono quasi tutti pantomimi amorosi, de’ quali il piano, il disegno, le attitudini, il tempo, il suono, le cadenze, respirano unicamente l’amore e n’esprimono i piaceri e i trasporti.

25. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »

La andatura, l’azione, la parola sono forzate ; dovrebbe imparare a ballare. Le mani e i piedi gli sono d’impaccio ; e a volte non sa come muoverli.

26. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 606-607

Vedi il secondo de’ dialoghi in lingua rustica, in cui sono interlocutori : Bilora e Pittaro villani, Dina moglie di Bilora, M.  […] mo I Comici a quali mio marito, già molti giorni sono, promesse per le nostre due parti, sono quelli che il Sig. […] r Duca a comandarmi più tosto che io mi rimanghi di recitare, che il riunirmi con loro. le cagioni sono tante, e tali, che mi uergogno di fargliene riassunto, non che minuto. e mi creda per quella riuerenza che si deue, e ch’io osseruo al Serenissimo padrone : che se mio marito non fosse in’atto all’armi per la infermità della podagra, che sarebbe stato necessitato a perderci la uita, o farla perder ad’altrui ; poi che il loro fine, e stato d’oltraggiarmi nella riputazione, e danneggiarmi nell’utile ; e giornalmente con termini insofferibili, non cessano di prouocare l’altrui incredibile pacienza : e massime doppo che hanno riceute le lettere di V. 

27. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 793-794

Hora intendo che il Cap.º Fialla e Dottore Paghetti che sono a’giorni passati stati a Parma habbino ottenuto da S. […] Sono per tanto rissoluta di più tosto starmene a Casa p. quest’ Estate che andar fuori ad impegnare quel pocco che ho, a suo tempo seruirò V. […] So che lei mi compatirà perche le miserie dell’anno passato m’hanno a bastanza adotrinata, et io che sono pouera Vedoua, agrauata da tanti figli e famiglia, ho di bisogno di solieuo e non d’agrauio, e stimo più utile il stare a Casa che l’andar fuori senza speranza di guadagno, le mie raggioni sono tante euidenti, che so ueranno approuate da V.

28. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosettimo, ed ultimo »

Pure a ciò sono diretti i miei tentativi. […] Quando si parla o si scrive sopra le belle arti, si sono giammai consultati gli antichi senza ritrarne gran frutto? […] Sono col più profondo rispetto. […] Finalmente le arie e i cori sono nella loro esecuzione tanto lungi dall’essere naturali, che anzi altro non sono che una possente copia tratta dalla natura, che spigne coloro, i quali ascoltano la recita dell’azione, e sono informati delle leggi della melodia, ad unirsi a prender parte in qualunque rappresentata scena di gioia, di trionfo, di terrore, d’esultazione, di divozione, e di dolore». […] Le odi mentovate sono buone da cantarsi in chiesa od in camera, ma non da mettersi in teatro.

29. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo secondo »

[4] Ma i suoni della voce sono incommensurabili, vale a dire, non si distinguono fra loro per intervalli perfettamente armonici, né possono misurarsi per alcuna delle note, che entrano nei nostri sistemi di musica. […] Terzo: per la volontaria dimora della voce nelle rispettive vocali del discorso secondo tali determinati intervalli, che sono quelli che s’esprimono nella musica coi nomi di seconda, terza, quarta, quinta, ecc. […] Le quali diversità non vengono comunemente notate nella Lombardia, ma sono principalissime presso a’ toscani, come si vede negli autori loro, ed io ho non poche fiate osservato. […] Le lingue e le poesie più perfette sono quelle che sanno combinar meglio insieme codeste due spezie d’armonia: onde un giudizio sicuro può ritrarsi eziandio circa lo stil de’ poeti, e il vario loro carattere. […] I vantaggi sono equilibrati dall’una parte, e dall’altra.

30. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquarto »

Come potranno contraffare gli dei coloro che sono al di sotto degli uomini? […] Per conseguenza sono estremamente assurde e ridicole le arie obbligate dove la voce imita uno stromento sia da fiato ossia da corda. […] Una delle due cose adunque vi fa di mestieri accordare: o che le orecchie del pubblico non sono giudici in fatto di musica, lo che sarebbe un paradosso, o che i vostri sognati rapporti fra la rappresentazione e il rappresentato non sono punto necessari a produrre l’effetto. […] Non avviene talmente nelle altre arti rappresentative come sono la scultura, la pittura e la poesia, o almeno non avviene così frequentemente, perocché in esse l’oggetto, cui si rapporta l’imitazione, è più vicino, e le relazioni sono più chiare, onde il gusto può aver un fondamento meno arbitrario. […] Le parole dello storico in tal occasioni sono rimarcabili.

31. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO II. Tragedia Cittadina, e Commedia Lagrimante. » pp. 112-127

Più lugubri, benchè meno sanguinose, sono il Conte di Cominge e l’Eufemia. […] Ophis, Meleagro, Clarissa, la Prude sono drammi del medesimo autore riprovati da’ nazionali. […] La quinta e l’ottava scena dell’atto III sono belle e teatrali. […] Esse sono tratte da’ costumi spagnuoli, ed abbondano di colori teatrali, di piacevolezze, e di tratti satirici. […] Tratteggiati con maestria, e con pennello comico sono i caratteri di Fierenfat, Rondon, la Baronne.

32. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO II. Commedie: Pastorali: Teatri materiali. » pp. 224-253

Sono poi queste azioni per se in alcun modo importanti? […] Non importa, replica Falloppa, queste sono le formalità solite di noi Giornalisti. […] Queste sono l’epoche delle favole Goldoniane. […] I suoi drammi di Koulican, le sue Sorelle Cinesi sono scritte su queste idee. […] Gl’ ingressi, le scale, i corridoi sono magnifici.

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