/ 169
148. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO III. Continuazione del teatro Italiano. Commedie: Opera in musica: Attori accademici ed istrioni e rappresentazioni regie: teatri materiali. » pp. 144-195

Furono i loro drammi notabili per le sconvenevolezze, per le irregolarità, per le apparenze stravaganti simili a’ sogni degl’ infermi, per un miscuglio di tragico e di comico e di eroi, numi e buffoni, per istile vizioso, in somma per tutto ciò che ottimamente vi osservò il prelodato Ab. […] La Trappolaria, la Tabernaria, la Chiappinaria, la Carbonaria, i Fratelli simili, la Cintia, la Fantesca, l’Olimpia, l’Astrolago, il Moro, la Turca, la Furiosa, i Fratelli rivali, la Sorella.

149. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 54-87

Io ho tanta forza in questo picciol dito, che crollar fo le Torri e i campanili, atterro alti edifizi e adeguo a lito i più superbi tetti, e rendo humili i più tremendi Mostri, e al mio convito tengo fieri giganti, a me simili, nè polli a la mia mensa, o cappon grassi, voglio, ma pasto mio son marmi e sassi. […] Io credo che non solo per questa, ma per altre simili operette sia difficile precisare il nome dell’autore.

150. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 1 pp. 2-271

Simili desiderii antiveduti mi spinsero, qualunque io mi sia, a formar de’teatri una storia generale ma ragionata, che desse a un argomento sì trito l’utile novità degli esami sentiti, e non fatti sull’altrui fede, o, come diceva Elvezio, sur parole, e copiati con poca spesa da’fogli periodici. […] Sono ancora interessanti le tenerezze di Abinadabbo e di Gionata simili in parte a quelle di Pilade e di Oreste nell’Ifigenia in Tauri, e lodevole altresì può dirsi la patetica scena quinta dell’atto IV fra Gionata e Saule. […] Non potrebbe addursi altra discolpa per l’autore e per gli spettatori, che si accomodano l’uno a scrivere e l’altro a vedere simili rappresentazioni, se non l’esempio che ne diede l’antichità. […] Unico mezzo di far da’ volgari soffrire in teatro simili atrocità de’ fatti antichi, sarebbe per ipotesi la forza irresistibile del fato, onde gli uomini cadono in eccessi per non potere con umane forze evitarle. […] Simili principii non c’impediscono di confessare che in questa tragedia spicca singolarmente l’inimitabile destrezza dell’Alfieri in disviluppare le riposte sorgenti onde discendono i delitti.

151. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Commento »

Nota alla nota d’autore n. 4: «Se la pittura è inferiore alla poesia, la musica, considerata un’arte imitativa, deve essere molto inferiore alla pittura: poiché la musica non ha mezzi per spiegare i motivi delle sue varie impressioni, le sue imitazioni dei modi e delle passioni devono per forza essere estremamente vaghe e indeterminate: per esempio, i toni teneri e struggenti che possono esprimere la passione amorosa, potranno ugualmente rappresentare i sentimenti equivalenti di benevolenza, amicizia, pietà e simili.

152. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo sesto »

E non potendo rinvenire per mancanza di quella intellettuale attività che fa vedere la concatenazione delle cause coi loro effetti, le occulte fisiche forze, che facevano scorrere quel fiume, vegetar quella piantale mover quel sole, trovarono più facile inventar certi agenti invisibili, a’ quali la cura commettessero di produrre simili effetti.

153. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « Indice delle opere e degli autori citati » pp. -786

 – La Sultana ; La Ferinda ; L'amor nello specchio ; I due Leli simili ; La Centaura.

154. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda Guerra Punica. » pp. 129-244

Alluse Orazio all’evento dell’Ecira, quando attribui all’ardore che inspiravano simili spettacoli, lo scoraggimento de’ poeti:                      media inter carmina poscunt Aut ursum aut pugiles, his nam plebecula gaudet. […] A qualche preteso veterano del Parnaso incresceranno simili osservazioni forse opposte a quanto egli avra pensato delle opere teatrali; e quindi di se sicuro magistralmente, senza consultare l’urbanità, affermerà di non averle io ben lette e bene intese . […] Il poeta memore della disgrazia dell’Ecira implora nel prologo il silenzio degli spettatori, dicendo: Ne simili utamur fortuna atque usi sumus, Cum per tumultum noster Grex motus loco est, Quem actoris virtus nobis restituit locum, Bonitasque vestra adjutans atque aequanimitas.

155. (1772) Dell’opera in musica 1772

Rendeva in oltre povera ed uniforme l’antica tragedia, obbligandola ad aggirarsi sempre sopra i medesimi o simili suggetti, perché poche erano le favole che quella rigida unità potessero tollerare. […] Molti altri simili esempi, ove uopo fosse, recar si potrebbero di falli contro al verisimile e al decoro, a cui obbligò i più eccellenti poeti la troppo rigorosa unità di luogo. […] L’aria che termina queste scena avrebbe dovuta essere il linguaggio della costernazione del medesimo protagonista, come in simili casi ha con eterna sua lode praticato il valorose poeta. […] Perciò i pas de deux, e simili altri balli, in cui vanno per l’ordinario a terminare queste scene di contenti, se non son corti, ed animati da sentimenti, sogliono riuscire episodici e freddissimi. […] Non era egli tal canto per testimonianza del medesimo Crescimbeni praticato già nelle Rappresentazioni, nelle Farse, e in altri simili cose, che prima assai di quel tempo erano nell’Italia introdotte?

156. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO V. Tragedia Francese nel secolo XVIII. » pp. 75-133

Voltaire che in simili opere spendeva talora pochi giorni, si occupò a perfezionarlo intorno a sei anni. […] II Manca di certa nota di terribile che simili apparizioni ricevono dalla solitudine e dalle tenebre che l’accreditano presso il volgo, e contribuiscono a far nascere o ad aumentare i rimorsi degli scellerati.

157. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO II. Tragedie di Pietro Cornelio, di Racine e di altri del XVII secolo. » pp. 8-35

Simili maniere abbondano anco nelle tragedie del Racine, ma ecco in che egli si distingue da’ tragici volgari.

158. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO II. Commedie: Pastorali: Teatri materiali. » pp. 224-253

Quest’anima che tutto opera in simili posizioni consiste in renderle verisimili, naturali e necessarie; e tutto ciò manca all’ imitazione che ne fece nel suo Filosofo.

159. (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 118-139

Finalmente, dopo inaudite difficoltà, la Compagnia, e questa volta sotto la direzione di Lelio, si decide di tornare in Francia, ove, a Parigi e a Fontainebleau, gli affari vanno a gonfie vele, e Lelio e Florinda, la moglie, festeggiatissimi, ricevono regali in danaro, vestiti e gioielli ; e ove pubblica per le stampe del Delavigne (1622) le nuove commedie La Sultana, La Ferinda, L’Amor nello specchio, I due Leli simili e La Centaura.

160. (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Introduzione »

In termini simili si erano espressi anche Giuseppe Baretti e altri letterati fino a Ottocento inoltrato, come Niccolò Tommaseo e Cesare Cantù2.

161. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo secondo »

[9] Nè dalla delicatezza, che scorgesi in questi e simili esempi si debbe argomentare, come fanno alcuni critici francesi, i quali si compiacciono di giudicare di ciò che mostrano di non intendere, che la lingua italiana sia troppo effemminata e cascante12.

162. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquarto »

Sua maestà imperiale se la passa garbatissimamente affettando un’aria di dissipazione che innamora, guardando per ordine i multiformi cimieri, e le vario-pinte altissime piume che si muovono nei palchetti, salutando nella platea i suoi conoscenti ed amici, sorridendo col suggeritore o colla orchestra, guardandosi l’anello, battendo talvolta e ribattendo le catenuccie dell’orologio con simili gentilezze tutte a questo modo bellissime. […] Sì; volgo è in materia di spirito la massima parte delle vezzose dame e dei brillanti cavalieri, ai quali «La gola, il sonno, e l’oziose piume» l’occupazione importantissima di amoreggiare, o la più importante ancora del giuoco o degli abbigliamenti, o il trasporto pei cani o pei cavalli maggiore talvolta di quella che hanno pe’ loro simili, o il frequente e piacevole conversar coi buffoni non lasciano loro né il tempo necessario ad istruirsi, né l’abitudine di riflettere, sebbene non tolgan loro per lo più la prosunzione di decidere.

163. (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO III. Melodrammi. » pp. 254-292

Le di lui favole sono doppie e piene d’intrighi amorosi simili a quelli delle tragedie galanti francesi, e lo stile abbonda di pensieri lirici.

164. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo undecimo »

Però senza ammettere cotali accuse, né rigettarle, mi contento di dire che sebbene a imparar, come va, la lingua toscana, e a formarsi uno stile elegante e robusto fosse miglior pensiero l’appigliarsi ad altri scrittori che non a Metastasio; non per ciò lascia d’essere pedanteria ridicola il vituperarlo per non aver fatto uso dell’“quanco”, del “piùe”, del “chente”, e di simili altre leziosaggini dell’antico parlar fiorentino. […] [51] Fulvio, prevalendosi delle ultime parole, s’appiglia per redarguirla ad un contrapposto il più ricercato e meno a proposito che in simili circostanze poteva attendersi.

165. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo nono »

[8] Allora si coltivò l’espressione anima e spirito dell’arte, la quale è alla musica ciò che l’eloquenza al discorso: s’imparò a subordinare l’una all’altre tutte le diverse e moltiplici parti che la compongono, e a dirigere il tutto verso il gran fine di dipingere e di commuovere; si studiò con maggior cura l’analogia, che dee sempre passare tra il senso delle parole e i suoni musicali, tra il ritmo poetico e la misura, tra gli affetti che esprimono i personaggi, e quelli che rende il compositore; si sminuirono considerabilmente le fughe, le contrafughe, i canoni, e gli altri lavori simili, i quali sebben provino, allorché sono eseguiti esattamente, la ricchezza della nostra armonia e l’abilità del maestro, nondimeno sogliono per lo più nuocere alla semplicità ed energia del sentimento.

166. (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosettimo, ed ultimo »

Volendo adunque correggere il piano del dramma musicale sarebbe inutile il ricorrere a simili espedienti.

167. (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO IV. Teatro Spagnuolo. » pp. 196-285

Allora si avvedranno che tralle potenti cagioni che vi ostano, son da noverarsi gli scritti de’ Lampillas, degli Huerta, e di altri simili declamatori ed infedelì adulatori de i difetti del teatro nazionale. […] L’originale è più abbondante, e forse rappresenta meglio il primo impeto della di lei passione; ma mi è sembrato ricercato soverchio ed incoerente il cumulo de’ simili che vi si profonde affettatamente: Monstruo, ingrato, bruto, fiero, pasmo horrible, asombro vil, fiera inculta, aspid traidor, cruel tigre, ladron nebli, leon herido, lobo hambriento, horror mortal, y hombre enfin &c.

168. (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO III. Della vera Commedia Francese e della Italiana in Francia. » pp. 128-191

Degli attori La Rive, Manhove ed altri simili, mi rimetto a quanto ne accennano Despazes nelle Quattro Satire, e Piniere nella sua Le Siècle.

/ 169