Passò tutta la sua vita artistica in compagnia di suo marito ; e tanto e così fortemente volle, che salita audacemente al posto di prima attrice assoluta in una compagnia di gran conto da quello di semplice amorosina, seppe in breve tempo acquistarsi fama di brava artista accanto ai nomi della Pellandi, della Perotti, della Bazzi e della Goldoni, i più grandi astri del suo tempo. Avendo suo marito formato compagnia il 1826 in società con Gaetano Colomberti, nella quale la Rosa era scritturata qual prima attrice tragica, benchè di oltre cinquant’anni, potè mostrare l’antico valor suo, ammirata dovunque così nell’ Isabella del Filippo, come nella Clitennestra dell’ Oreste e nell’ Antigone di Alfieri.
Fioriva al tempo del Bartoli (1781), che di lei così lasciò scritto : « Anche in Palermo fu lodato il suo merito, e così pure in molte città della Lombardia e della Toscana, come non meno nella Liguria e nel Piemonte.
Inoltre, succedendosi così affollate e con tanta rapidità, affogano la voce del cantore in maniera che poco o nulla si sente dagli uditori. […] Chi così credesse viverebbe in inganno. […] Lo sdegno non si distingue dalla disperazione, né questa dal terrore, e così via discorrendo. […] Si scuotono i fautori della moderna musica a così ardita asserzione? […] La cagione si è perché i tratti musicali apposti all’aria di Metastasio sono così indeterminati, così generici, così malamente connessi colla declamazion naturale di quelle parole, che facilmente ponno rivoltarsi a qualunque altro significato.
Le tre cose accennate sono così legate fra loro e così essenziali nel melodramma che ove mancasse una sola, non sarebbe possibile l’ottenere l’effetto delle altre. L’accento della lingua sciolto, a così dire, e vagante non avrebbe altra forza che quella che si ritrae dal parlar ordinario. […] Come la materia di che si tratta è tanto importante, così sarà bene il discendere a qualche conseguenza di pratica. […] Da qual sovrana decisione, da qual tribunale emanò un’autorità così destruttiva dei nostri più squisiti piaceri? […] Ma nella musica, mercè al soverchio raffinamento cui si è voluto condurla, la verità della espressione è così poco adattata alla capacità della maggior parte, così poco riconoscibile l’imitazione, che necessario è che ondeggi anche il gusto fra tanti e sì discordi giudizi.
Fece le prime armi, se così possiam dire, in un paesello poco discosto da Torino, con una specie di compagnia formata da quattro o cinque ragazzi della sua età, e capitanata da Ferdinando Salvaja, amico inseparabile del povero Diotti, del quale, dopo morto, rievocò affettuose memorie, da cui traggo oggi le presenti notizie. […] Egli era soldato ; di una fibra forte, robusta ; a volte aspro e rude nella voce ; ma di una fisionomia dolcissima, così dolce che tutta rispecchiava la mitezza angelica dell’indole sua. […] Caro concittadino, simpatico e geniale artista, perchè abbandonarci così ?
Dotata di squisita bellezza, di prodigiosa memoria, e di singolar senso d’arte, divenne in poco tempo una delle migliori prime donne, così nelle commedie e nel dramma, come nella tragedia. […] Spento improvvisamente il marito, ella, nella quale non era mai l’amore per lui attenuato, ne restò così annichilita che dovè dopo soli sette mesi soccombere in Verona, nell’ancor verde età di 28 anni.
E così abbiam trovata la prima qualità essenziale, che distingue l’opera dalla tragedia. […] Gli affetti più liberamente si spandono, e sono, per così dire, nell’ultimo lor periodo. […] [23] Ecco il perché gli apotegmi amorosi riescono così insipidi sul teatro. […] Non è così per esempio dell’ambizione. […] Ottava: la luce percossa nel tempo stesso da più particole trasmette più colori diversi nello stesso tempo, e senza confusione, così l’aria trasmette all’orecchio più tuoni differenti senza confonderli.
Non fu più riproduzione, ma creazione : la particina diventò poema, al quale tenner dietro senza interruzioni nel cammino glorioso gli altri (se non molti, così grandi e perfetti da valerne infiniti), quali il Massinelli, el sur Pedrin, il Sindaco Finocchi, il Tecoppa, Gigione, el sur Pancrazi, el Maester Pastizza, el sur Pànera, el sur Pistagna, e altri ancora che non son poi che una derivazione più o meno isvariata di questi. […] E siccome quel ch’egli è, è perfezione, così accade che quei dieci o dodici tipi da lui creati, che avrebber dovuto, più che venire a noia, nauseare un ascoltatore assiduo di venti anni, si trovin oggi come venti anni addietro, al suo cospetto, freschi, saltanti, vivi, quasi opera d’arte non mai veduta, nè imaginata ! […] E tale e tanta la sua spontaneità, che il tipo così fortemente e profondamente studiato, non solo come attore, ma come autore, è, quasi ogni sera, nelle parole, nella voce, nei gesti, non già nell’essenza, rinnovato dal soffio potente e immediato dell’arte. […] E quei recitativi strascicati, nasali, quegli accordi solenni, quella canzoncina, tutto, tutto non è così ben veduto e bene sentito e bene reso, da far di Ferravilla un artista senza confronti ? […] …… ma voi non sapevate, che creando questi personaggi, così idealmente veri, così comici, aprivate a noi tutti una miniera inesauribile di gioconde allegrezze, di sana ilarità.
Celebre artista per le parti di servetta nacque a Cremona il 1770, e si diede giovanissima al teatro, riuscendo attrice incomparabile così per le commedie studiate, come per le improvvise. Tra quelle eran da notarsi più specialmente la Serva amorosa, la Serva vendicativa, la Locandiera e altre del Goldoni : in queste, così in dialetto come in italiano, dotata di una rara spontaneità di eloquio, non solamente secondava mirabilmente le maschere e gli attori serj, ma spesso con una replica, con un monosillabo, con una occhiata, rubava loro l’applauso, dacchè Maddalena Gallina seppe di ogni piccolissima parte creare un tipo.
Sacchetti, così è citato nel D'Origny, non parlò francese, con assai poco diletto degli spettatori ; ma egli volle, fermamente volle, dopo soli quattro giorni, uniformarsi al gusto del Paese, e vi riuscì. E a chi gli domandava, meravigliato, quanto gli fosser costati progressi così rapidi, – ho molto pianto, – rispondeva con una soavità commovente e una modestia degna d’incoraggiamento.
Il Duca li fece pigliar tutti 3 et furno condannati alla forca, le gentildonne radunate insiemme tutte di Mantoua suplicaro per la gratia, et non fù possibile mai d’hauerli, solo che ottenero di farli i lacci, a lor modo i quali furno di fune così fragida che tutti 3 cadero in terra, et la città gridò gracia gracia, et benche i meschini fossero condotti alle prigioni semiuiui et che fossero tosati et salassati nondimeno il Duca staua anchor risoluto di uolere che fossero impiccati di nouo, et così, ni e, stata detta da bon autore, ma non gia scritta da quelle bande. […] E vu, signori, chi non vorave haver cent occhi per veder in questa cittae donne così belle, fabriche cosi pellegrine, mercanzie così eccellenti, gentill’ huomeni così illustri. Poltroni recever pugni così eccelsi, e bravi correr così forte ? Altri se duol perchè so mojer se troga spasso con un so vesin mantegnando una opinion così diabolica che le corne nassano all’ homo quando se semena in te le vaneze della donna ; sentì cari Signori a consolazion de sti poveri homini. […] L'huomo è un animal prodizioso composto de pezzi contrarij, l’anema xe come un principe, el corpo come una bestia, con tutto zò queste do parte se abbrazza così ben tra loro, che i non puol vivere inseme senza verra, ne separarse senza dolor ; podendosi con rason buttar in occhio l’un all’altra de non poder con ella ne senz'ella vivere.
Come gli dei e gli eroi furono tenuti poeti e musici così furono ancora tenuti ballerini. […] Ma una imitazione così imperfetta che non aveva verun modello nella natura, una rappresentazione così misteriosa che faceva pensare agli spettatori tutt’altro che quello che s’offeriva ai loro sguardi, un linguaggio de’ gesti così oscuro che mai non si comprendeva il significato, una serie d’argomenti dove tanta parte n’aveva la fantasia, e tanto poca n’aveva il sentimento, un’arte insomma così sterile che non somministrava alla musica né sentimenti né immagini, non poteva lungamente resistere ai progressi della critica. […] È bensì da stupire ch’ei non conosca la difficoltà d’eseguire ciò che promette, oppur conoscendolo, abbia il coraggio d’accingersi a così malagevole impresa. […] Balli per lo più di soggetto così recondito che pochissimi spettatori ne sanno la storia, d’orditura così complicata che non vi si può tener dietro da chicchesia, d’azioni così cariche d’episodi, che il principale si confonde e si travvisa nell’accessorio, di significazione così arbitraria che ad ogni sortita vi si vorrebbe il suo dizionario, ogni scena rassembra un indovinello, né cotal difetto d’oscurità si scontra soltanto nei balli dozzinali, ne sono ripieni anche i più celebrati. […] Al che s’aggiunge come un altra causa il cercar di spiegare ad ogni modo col mezzo de’ gesti cose, che per le ragioni addotte di sopra non sono in verun modo spiegabili; onde avviene che i ballerini si veggano costretti parte per impossibilità, e parte per ignoranza a dar ai loro atteggiamenti un significato così strano, così capriccioso, così involuto che rimpetto ad esso diverrebono chiarissimi i cinesi gieroglifìci e la scienza simbolica degli egiziani.
Al proposito di quest’ultimi, Luigi Capuana, nel suo Teatro italiano contemporaneo (Palermo, Lauriel, 1872) così parla di lei : La signorina Campi si è mostrata inarrivabile nella bellissima parte d’Emma. […] Questa figura così vaga, così gentile, intorno alla quale il poeta ha speso un largo tesoro di grazia e di bellezza, è stata incarnata da lei senza mende, senza incertezze e con una ispirazione felicissima, dalla prima all’ultima scena.
Lo Scaligero così illustra queste parole, Poet lib. […] Ed il Piccolomini così interpreta sopra la Particella 30: Dal pubblico e dal comune su ordinato un magistrato, il quale avesse cura di quello che ai Poeti Tragici facesse per la recitazione delle loro tragedie bisogno. E particolarmente teneva cura d’aver persone atte al Coro, facendole a spese pubbliche instruire e nel canto e nell’arte del salto e del ballo: e così instruite ed instrutte a tale ufficio destinate e salariate teneva; ed a quei Poeti, che ad esso paresse che ne susser degni, ed a quelle tragedie che ad esso pareva che lo meritassero, lo concedeva. […] Giano Parrasio, o sia il dotto Cosentino Gio: Paolo Parisio, nell’epistola 64 così rapporta ciò che il Signorelli asserisce sull’autorità dello Scoliaste di Aristofane: Qui Atticæ pagos habitabant, injuria a divitibus affecti, noctu peragrantes urbem querebantur. […] Agostino studiava con maggior cura e attenzione le materie della Grazia che l’antica letteratura; giacchè in un luogo della Città di Dio egli avanza, che la licenza del Teatro Greco non fu mai così sfrontata che giugnesse ad offender Pericle, il quale non che da Aristofane, venne pur da Ermippo posto in iscena.
E. non uol saper niente, si che non si pol far un opera che sia bona, ma non solo le opere anche le comedie ; l’altra sera appunto si fece ti tre finti turchi e recito il secondo Zanni nouo che andò così bene che tutti si partirno inanzi fornita ; dicendo che se si fariano di quelle ci daranno delle Pomate. dove che ardisco suplicarla il dar ordine à qualcheduno che regoli la compag.ª pchè ò bisogno di studiare è tirarmi inanzi non di star à spasso p. i capricci d’altri ; la Sig.ª Flaminia à dato una delle sue parte che ne faceva due à mia sorella addesso pare che la Sig.ª Ippolita con la colega fatta tra di loro abbiano disgusto è la uoriano far fare alla guercina basta doppo dificultà si sono contentati ma però di nouo lo suplico il scriverli che la facciano recitare è la lettera onorarssi d’inuiarla à me però diretta alla Comp.ª non dirò più per non incomodarla, solo che se segue così non occorre uenir a Ferara p. che so che se non fosse in riguardo alla protetione di V. […] Se potrà onorarmi di quel poco di fitto decorso mi farà fauore pagarlo al Signor Priori, appresso il quale deuo ualermi in breue di qualche somma, e così anco se non li fosse incomodo quello di pasqua prossima che gl’auguro felicissima e così pregare in Mio Nome l’Ill. […] ra Leonora sij acettata nella Compagnia di Modena, ma vorrei auerne certezza, e così di pasq. […] mo Lordinario passato non scrissi stante esser ritardato il procaccio, ora non manco al mio debito pregandolo di nuouo far por in Monte il denaro del fitto è così il S.
Cardinale, et aggiustateui seco, che per me hauerò gusto d’ vdir qualche volta questa Compagnia, che mi piace ; ma non voglio commetter peccato mortale ; e così i Comici ricorsero dal buon Pastore, e furono subito introdotti, atteso che quelli istessi, che haueuano parlato, erano in quell’hora all’udienza dando parte al Superiore di quanto haueuano fatto col Sig. […] Il buon Prelato ascoltò le ragioni de'Comici : non mancauano li dua di portar Testi contro le Comedie, e non voleuano, che i Comici altercassero ragioni ; quasi volendo che l’autorità dell’habito potesse far autentica legge alle loro opinioni : ma l’amoreuole Superiore diceua, lasciateli dire, il douere è, ch'ogn’ vno dica la sua ragione ; ma perchè la cosa andaua in lungo, si trasportò il ragionarne all’altro giorno ; e così il giorno seguente all’hora deputata comparuero i Comici con l’autorità segnata ne' libri, e così fecero gl’altri che si trouarono inuitati, chi da vna parte, e chi dall’altra, oue che si contrastò vn pezzo, in vltimo il benedetto Cardinale decretò, che si potesse recitar Comedie nella sua diocesi, osseruando però il modo che scriue San Tomaso d’Aquino ; et impose à Comici che mostrassero i Scenarij delle loro comedie giorno per giorno al suo foro, e così ne furono dal detto Santo, e dal suo Reuerendissimo Signor Vicario molti sottoscritti, ma in breue i molti affari di quell’ Vffizio, fece tralasciar l’ordine, giurando i Comici, che non sarebbero stati gli altri suggetti meno honesti dei riueduti : il Braga (così chiamano il Pantalone di quella Compagnia) et il Pedrolino haueuano ancora (e non è molto) di quei suggetti, ò siano Scenarij di Comedie sottoscritti, e quelli segnati da San Carlo, si tengono custoditi, e nella Compagnia, oue hora sono vi è chi ne ha due, e li tiene à casa per non li smarrire.
L’attore Luigi Aliprandi che del Gottardi fu allievo, così ci descrive la morte dell’amato maestro : In una calda giornata d’autunno volle intervenire ad una festa popolare, che davasi in un paese vicino. […] Sul tardi spirò un vento così glaciale che lo costrinse a ritornare, tutto tremante, in Torino, anche prima che la festa fosse finita.
A questo punto lascio la parola a Luigi Pietracqua, che da proto della Gazzetta del Popolo, passò ad essere il più forte autore del Teatro piemontese, per sentimento di modernità, accoppiato alla più ardente passione (traduco dalla gazzetta dialettale 'l birichin del 5 settembre 1896) : Una figurina slanciata, sottile e dritta, e così naturalmente elegante, che si sarebbe detta modellata da Fidia o da Prassitele. […] E infatti, era tanta e così evidente la precocità artistica in quell’ adorabile fanciulla, che io stesso udii ripeter le mille volte in platea : « Ecco una vera prima donna ideale. » A quello delle Sponde del Po, seguì il successo di Sablin a bala ; ma dove la splendida farfalla si levò sulle ali poderose, dove la Tessero diè prova di tutti i suoi mezzi artistici, si fu in Margritin dle violette, una felice riproduzione, o riduzione, del dramma tipico di Dumas. […] Mai artista di teatro si è sentita così gagliarda e possente in faccia alle bufere della platea…. […] Lei più nulla aveva di donna ; era diventata una belva : il suo viso, così dolce di solito, non era riconoscibile….
Il costume in cui siamo fin dalla infanzia di non considerar nella musica che la semplice modificazione del suono secondo le leggi armoniche, ci fa restringer quest’arte in così brevi limiti. […] Che si dirà poi dell’arte che avevano i loro musici nel contrasegnare gli accenti, onde così spiccata e sensibile rendevasi l’inflessione? […] Ecco il perché dalla natura del ritmo musicale si ricavava presso ai Greci una pruova dello stato attuale dei costumi, che hanno un così stretto rapporto coll’indole e la forza delle passioni. […] Non così accadeva nella poesia musicale degli antichi, la quale era eguale alla nostra nel primo pregio, e superiore assai nel secondo. […] Ma, così facendo, la musica viene a cadere in due massimi inconvenienti.
.) ; gli accordai lo stipendio di lire it. 3000 annue, ebbe un acconto di circa £. 1350, recitò due volte in Padova, una in Venezia, e fu così male accolto che dovetti lasciarlo in libertà, e perdere le somme sborsate. […] Il giornale del Dipartimento del Reno (Bologna, martedì, 14 aprile 1812) rendendo conto delle recite che là si tenevano dalla Compagnia Reale, così parla del Bettini : Bettini è un giovane dotato di molti pregi, e ce li ha fatti conoscere nelle rappresentazioni dei Baccanali e del Maometto in cui sostenne con molto valore le parti di Eburio e di Leid, e ne riscosse i più vivi e reiterati applausi ; nè potrà a meno di ottenere lo stesso incontro ovunque, se con pari ardore vorrà farsi valere in ogni rappresentazione.
Il Di Giacomo così descrive con sintesi felice l’attore geniale : Buon marito, operajo onesto, generoso, talvolta pur coraggioso, spiritoso, non servo, non maligno, non egoista, arguto, non goffo in amore, fine osservatore, intelligente popolano : ecco il Pulcinella in Antonio Petito. La dichiarazione dei diritti dell’uomo rianimava, tardi ma in tempo, fin la maschera acerrana ; il Palcoscenico del San Carlino aveva in Pulcinella un uomo accessibile alle passioni più varie e contrarie, un attore che, di volta in volta, sapeva pigliar così dirittamente la via del cuore da commuovere fin alle lagrime gli spettatori. […] L'attore era veramente grande, la sua figura illuminava tutta la scena, riempiva tutti i vuoti, raccoglieva tutte le emozioni e gl’interessamenti ; così le volgari stupidaggini della commedia, il suo difetto d’umanità, di nesso logico, di spirito, eran dimenticati in un godimento che pervadeva tutto il pubblico e durava ancor fuori del teatro : una felicità che accompagnava fin a casa gli spettatori, e lasciava ancor sorridere, nel sonno, le loro labbra dischiuse.